Il Destino di un Otaku

di ilcantastorie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7° Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


La prima cosa che feci non appena mi alzai, fu dare un pugno alla sveglia.Perché diavolo aveva suonato? Erano appena le otto, e, sopratutto, era sabato.

E allora perché? Perché quella maledetta sveglia aveva suonato?

Un segno divino? L'ennesimo scherzo crudele del mio fratello minore? O forse i miei genitori avevano deciso che mi sarei dovuto svegliare senza il loro amorevole “SVEGLIATEEEEEE!”, sostituito da gracchiare della sveglia?

Misteri.

I miei manga mi fissavano dall'alto della loro mensola con fare pretenzioso, come a canzonarmi.

Ma probabilmente era solo una mia impressione.

“Vabbè, la mattinata non è iniziata nel migliore dei modi” mi dissi alzandomi “ma non è detto che debba continuare altrettanto male...”

Andai in cucina, ma non trovai mia madre pronta a prepararmi la colazione per poi obbligarmi a fare i compiti.

Anzi, tutta la casa era completamente deserta.

Deserta.

E questo significava una sola cosa: Libertà Assoluta.

Cosa può fare un giovane di 17 anni in libertà assoluta e con una casa a disposizione?

Organizzare una festa, una mega festa, a cui avrebbe invitato metà scuola? Portarci una bella ragazza con la scusa di farle vedere la sua inesistente collezione di farfalle?

Niente di tutto questo. Significava, Manga.

Quindi, dopo un'abbondante colazione a base di cereali e latte, mi diressi in fumetteria alla ricerca delle ultime uscite.

La mia fumetteria di fiducia, probabilmente, era precedente alla creazione del mondo, o perlomeno, all'inizio del diluvio universale.

Tralasciando il fatto che cadeva a pezzi, in quella fumetteria c'erano tante di quelle cose che scommetto nessuno, tranne il commesso, si ricordava chi o cosa fossero.

Il commesso e contemporaneamente il proprietario della fumetteria era un arzillo vecchietto di nome Gianni, che faceva a gara con i fumetti e il negozio su chi fosse più vecchio.

Secondo me, la vittoria è indiscutibilmente di Gianni.

Quel giorno stava al bancone, con un registro di cassa che risaliva molto probabilmente al diciannovesimo secolo e una macchina da scrivere, grossa come un computer, forse addirittura più vecchia.

“Leonà!”mi salutò Gianni, venendomi entrare.

“Ciao Già!” lo risalutai io, con un cenno della mano “Uscito niente di nuovo?”

“Nada de Nada” mi rispose lui, con perfetto accento spagnolo.

Una volta mi aveva raccontato di esserci passato, in Spagna, dove aveva campato facendo lavoretti.

Per scappare al reclutamento, durante la prima grande guerra, mi aveva raccontato Gianni, si era imbarcato per l'America, per poi continuare a girare il mondo, prevalentemente a piedi.

Poi nel secondo dopoguerra, con il boom economico italiano, Gianni era tornato in Italia e aveva messo su questa fumetteria.

Avevo sempre sognato di fare altrettanto, e una buona volta, finito il liceo, volevo assolutamente farlo.

“Però”continuò enigmatico Gianni “C'è una specie di rivista che è arrivata...una specie di Jump”

“Jump?”pensai tra me e me “Una specie di Shonen Jump, intendi?”

“Sì” mi rispose “più o meno...”

Non so come feci, ma la notai subito: era nell'angolo riviste, e ne aveva una sola copia...

“Ma che diavolo...”dissi, prendendola in mano.

Da quanto ne sapevo, dai tempi belli di Kappa Magazine non c'erano riviste italiane sui manga, ma quella...

Sfogliandola, non trovai altro che immagini a colori di moltissimi anime e manga del passato e del presente, alcuni poco conosciuti e altri straconosciuti...

Neanche una scritta: che razza di rivista era, una senza scritte?

“Già, ma questo è un Artbook o cosa? Non ci sono scritte, non può essere una rivista!”

“Ne sei sicuro?” mi chiese, alzandosi “Mi pareva di averne vista una...”

“No guarda” gli dissi “sono sicuro...toh, eccola”

Eppure ero certo che prima non ci fosse...ma è sempre vero che sulla mia vista non ci si può far affidamento...

La scritta era in braille... come diavolo avevo fatto a non notarla?

Lessi:

“Se il mondo vuoi salvare, e al tuo vuoi tornare, questo articolo devi ritrovare...Gianni, che diavolo vuol dire?”

Ma quando mi girai per interrogare il mio fumettaro preferito, quello non c'era più.

Anzi, a dirla tutta, non c'era manco la fumetteria. E guardandosi bene intorno, dedussi di non essere nemmeno a Roma.

Ma il mio primo pensiero non si rivolse verso: il “Come sono arrivato qui?” o simili, ma fu il seguente:

“Perché ho ancora quel dannato Nokia 3330!?”

Tre persone, correvano verso di me, tre cosplayer di Lupin. Ma i cosplayer più somigliati che abbia mai visto: erano uguali spiccicati a quelli dell'anime.

“Devo assolutamente fargli delle foto!”

Ma purtroppo il mio cellulare era un vecchio 3330 (mi durava da 6 anni, da quando facevo la prima media, e scommetto mi sarebbe durato per il resto della mia vita) e non poteva fare foto...indi per cui...dovevo corrergli dietro, visto che mi avevano appena superato!

“Lupiiiiiin!”gli urlai “Fermati!”

Dannazione!

Mentre gli correvo dietro, presi dalle mani di un malcapitato, appena uscito da un negozio la sua macchina fotografica usa e getta.

“Scusi, vado di fretta!” gli urlai mentre gettavo a terra gli ultimi dieci euro del mese, come risarcimento.

Dietro di me, intanto, sentivo qualcun altro urlare:

“LUPIIIIIIIIIN! FERMATI IMMEDIATAMENTE! SEI IN ARRESTO!”

Era il cosplayer più fedele a Zenigata che io abbia mai visto, uguale in tutto e per tutto, e sbraitava “Lupiiiiin!” anche allo stesso modo.

Probabilmente ero capitato nel bel mezzo di un Live Action...ma di un Live Action fatto con i fiocchi e i controfiocchi!

Ma in fondo...chi se ne fregava! L'importante era farsi la foto con quel Lupin!

Correvo a perdifiato, ma Lupin proprio non riuscivo a raggiungerlo...quanto diavolo era veloce?

Correvo urtando persone, che mi bestemmiavano/insultavano dietro fino a che non passai vicino ad un vicolo.

Non potevo sbagliarmi, quella era una 500 color aragosta...e quante 500 color giallo chiaro potevano esserci in giro, che non fossero quelle di Lupin?

Live Action o no, se mi infilavo dentro quell'auto, prima o poi avrei incontrato quei tre cosplayer.

Scivolai dal tettino apribile dentro la 500, nei sedili posteriori.

Manco il tempo di pensare, che Lupin, Goemon e Jigen, entrarono di corsa nell'auto. Lupin e Jigen avanti e Goemon dietro, con me.

“Viaa!”Urlò Lupin, mettendo in moto.

“Ehi, Lupin” disse Jigen, prima che potessi aprire bocca, mentre l'auto sbucava su una strada principale “Chi è questo, un tuo amico?”

“Mai visto” rispose Lupin “pensavo fosse un tuo amico...”

“No..Goemon?”

“Niente da dichiarare...”rispose il samurai, sedendo a gambe incrociate.

“Beh, io vorrei semplicemente farvi una foto...”

“Sei capitato male allora!” disse Jigen, mettendosi una sigaretta in bocca “Zazà ci sta inseguendo...”

“LUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNN!”

Dietro, ancora un'impiegabile Zenigata li stava seguendo, agitando le manette come suo solito e intimando a Lupin di fermarsi.

E dietro di lui, mille altre volanti della polizia...

“Jigen, ci pensi tu?”chiese Lupin, mentre evitava un gruppo di persone e finiva dentro un centro commerciale.

“Nessun problema...”disse il pistolero “E tu, come ti chiami?”

“Leonardo...”

“Bene, Leonardo, visto che sei qui, renditi utile: sai usare una di queste?”disse lanciandomi una Magnum.

“No...”

“Bene, è giunto il momento di imparare! E ricorda, mira alle gomme, non vogliamo poliziotti innocenti sulla coscienza!”

Guardai prima Jigen, poi Goemon, poi Lupin e infine la Magnum e pensai che probabilmente era un sogno.

Chissà, forse mentre stavo da Gianni mi era caduta in testo la raccolta dei numeri di Detective Conan ed ero svenuto...

Quindi tanto valeva godersi il sogno finché durava!

Presi la pistola, e mi misi sul tettuccio accanto a Jigen.

Jigen era esattamente come nel cartone: barbetta, cappello calato sugli occhi e mira perfetta.

Ogni gomma scoppiava puntualmente ad ogni suo sparo, seguito dal rumore di un auto che sbandava e dall'imprecazione dei poliziotti che vi erano dentro...

“LUPIIIIIIIIN! SEI IN ARRESTO!”

...ovviamente intervallati dagli urli di Zenigata...

Provai anch'io a fare la stessa cosa: dannazione, non avevo passato tutta l'infanzia in sala giochi per niente!

Presi la mira, ma le auto si muovevano, l'auto su cui stavo si muoveva, urti da tutte le parti, e, inoltre, la magnum era bella pesante.

BANG!

Ovviamente non colpii niente, e inoltre mi feci male a causa del rinculo del revolver...

“Tieni ben ferma la pistola con due mani” mi disse Jigen “e quando spari, non irrigidire le mani, ma rilassale, così da assorbire il rinculo...”

Ma non fece in tempo a dirmi altro.

Sinceramente, non so come feci, ma vidi un riflesso di luce, provenire dalla cima un grattacielo...

“ATTENTO!”urlai a Jigen, mentre lo spingevo verso il basso,

Una pallottola fischiò sopra le nostre teste.

“Caspita! Zazà ci va giù pesante!”Sghignazzò Lupin, inclinando l'auto per evitare un palo della luce.

“Quello non era di Zazà...”commentò Jigen “Quel proiettile mirava alla testa...e Zazà non farebbe mai qualcosa del genere...”

“Già!”commentò Lupin “e non ha dato certo l'ordine di farlo ai suoi uomini...”

“E i suoi uomini preferirebbero tagliarsi una mano piuttosto che disobbedirgli...certo che i poliziotti giapponesi sono davvero encomiabili...” commentò Goemon, imperturbabile.

“E quindi” disse Jigen togliendosi il cappello “qualcun altro sta cercando di farmi la pelle...non si può certo dire che sia una novità”

Certo, il proiettile era diretto a Jigen...ma allora perché avevo l'impressione che quel proiettile fosse diretto a me?

“E vedo che se non fosse stato per Leo, ci sarebbe riuscito...”disse il ladro gentiluomo, accennando al proiettile che aveva trapassato il cappello di Jigen.

“Un 7,62 × 51 mm, direi...”disse Jigen prendendo in mano il proiettile “si può utilizzare per i fucili di precisionEEEEEEEEEEEE....”continuò, mentre cadevano da un cavalcavia, per ritrovarsi su una strada sterrata.

“Penso li abbiamo seminati...”disse Goemon, guardandosi indietro.

Ok, se quello che succedeva era un sogno, era senz'altro il sogno più realistico che abbia mai fatto.

E il più fico.

“E inizio a pensare che non sia un sogno...”dissi, scuotendo la testa, toccandomi ancora il polso, dolorante a causa del rinculo della pistola.

Ma se non lo fosse stato, che significava tutto quello che mi stava accadendo? Come ero arrivato qui? Sopratutto in compagnia di Lupin...

“Oh, eccoci a casa!” fece Lupin, risalendo una collina, mentre in lontananza si vedeva una solitaria e modesta casa in mattoni.

Sinceramente, non sapevo cosa, pensare...era in compagnia di Lupin, e avevo appena salvato la vita a Jigen, uno dei miei personaggi preferiti, tra l'altro!

“Lupiiiiin!”

“Non so più quanto volte l'ho sentito urlare, 'sto nome...”mormorai, più o meno stanco.

Dalla casa in mattoni uscì Fujiko.

Vedendola dal vero, potevo forse riuscire ad intuire perché ogni volta, nonostante lei la tradisse puntualmente, la tenesse fissa nella compagnia.

Era di un fascino dirompente.

Lunghi capelli corvini (anche se in alcuni OAV era bionda...) incorniciavano il viso, dai grandi occhi marroni.

Ma vogliamo parlare del suo petto? No, visto che non mi piacerebbe passare per un maniaco, ma posso dire che l'anime non le rendeva pienamente giustizia...aveva una quinta senza ombra di dubbio.

Fujiko abbracciò Lupin:

“Allora, Lupin caro, mi hai portato quel diamante, eh?”

“Ma certo, cherì!”sghignazzò il ladro gentiluomo arrossendo, tirando qualcosa di grosso fuori dalla giacca rossa.

“Oh, grazie, Lupin!” esclamò Fujiko, facendo per prenderlo.

“Eh, no cherì!” disse Lupin, rimettendoselo nella tasca interna della giacca “Avevi promesso che avremmo passato una bella seratina insieme...”

Fujiko sospirò: “Hai ragione...ma dobbiamo andare nel ristorante migliore della città!”

“Migliore della città? Andremo in quello migliore del mondo!” rise Lupin, saltando sulla 500 insieme a Fujiko verso chissà quale ristorante.

“E quella donna non mi ha nemmeno visto...”pensai con amarezza.

È la storia della mia vita, essere ignorato dalle donne...uff! Ma vabbè...

“A-ehm...che si fa?”chiesi, come se facessi parte di quella banda da anni.

“Beh, io avrei un po' di fame...” fece Jigen

“Allora...”dissi, prima di venir interrotto da un violento brontolio di uno stomaco...

Quello di Goemon.

“... non mangio niente da questa mattina...” si giustificò il samurai, arrossendo.

“Bene!” feci scrocchiandomi le dita in stile molto Ken Shiro“Che ne dite allora di una bella spaghettata come si fa dalle mie parti?”

“Dalle tue parti? Perché di dove sei?” chiese Jigen, curioso

“Italiano” risposi, con noncuranza

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Erano passati pochi minuti: per qualche miracolo, dentro la dispensa di quella casa c'erano degli spaghetti che non fossero di soia, dell'olio, e una pentola abbastanza profonda.

Decisi quindi per una classica spaghettata aglio e olio (leggasi: oglio).

“Come mai sei venuto qui in Giappone?” mi chiese Jigen, accendendosi una sigaretta.

I miei occhi si spalancarono in un'espressione di stupore.

“Sono in Giappone?” mi chiesi stupito “e come diavolo...è davvero tutto un sogno?”

Ma tutto quello che stavo passando era così maledettamente reale...ma allora come era possibile che fossi in compagnia di Goemon e Jigen a cucinare spaghetti?

“Così, per turismo” risposi vago, ma capii di non averli conviti: la mia espressione di poco fa era inequivocabile.

Ma il problema principale era un altro: loro erano davvero Jigen e Goemon?

“Vorrei farvi una domanda”

I due stettero in silenzio, segno che presi come un invito a proseguire.

“Voi siete davvero Goemon Ishikawa e Jigen Daisuke?”

Un secondo dopo, Jigen, tirò fuori la pistola e colpì per sei volte di fila un oggetto di ferro molto piccolo posto dall'altra parte della stanza.

Cadendo, l'oggetto passò davanti a Goemon, che sfoderando la spada e ne fece una splendida statua del Buddha.

“Puoi giudicare tu stesso” disse Jigen, dopo quella impareggiabile dimostrazione di destrezza e abilità.

Ok, adesso si poteva scartare l'ipotesi dei Cosplayer: quelli era sicuramente Jigen e Goemon.

E si poteva anche scartare l'ipotesi del sogno.

Quindi non rimaneva che l'ipotesi del...

“Leo, l'acqua sta bollendo” mi avvertì Goemon, sempre in tono serio, che però lasciava ad intendere quanto fosse affamato.

“Oh, sì scusami”

Misi del sale dentro l'acqua, per poi gettarci...

“Dite che una porzione per tre basti?”chiesi

“Sì...”mi risposero in coro Jigen e Goemon “Lupin non credo tornerà...”

“E se conosco bene Lupin” feci senza riflettere “prima spenderà un patrimonio per la cena con Fujiko, magari al chiaro di luna su un costosissimo ristorante con vista...poi tornerà qui a casa per mettere in atto in suoi propositi...e ZAC! Fujiko lo addormenta e gli prende il diamante eppoi scappa...”

I due annuirono solenni.

“E tu come fai a saperlo?”mi chiese Jigen, curioso.

Dannazione! Non potevo mica dirgli che lo sapevo perché avevo visto tutte le puntate dell'anime di cui Lupin era protagonista!

“A-ehm...la sua fama lo precede...”

“Ah ah ah!” rise Jigen “Lupin sarà contento! La sua fama di miglior ladro del mondo va a pari passo con quello di peggior corteggiatore! Ah ah ah!”

Goemon, intanto, sorrideva sotto i baffi.

“Ed ecco, qua!” dissi servendo i miei migliori spaghetti aglio e olio ai due.

Ci furono secondi di tensione.

“Buoni!” fece Jigen “era da un po' che mi ero stancato di mangiare quei Ramen istantanei e non ne potevo più...”

Altri secondi di tensione.

“La cucina italiana è pari a quella giapponese...” disse Goemon, sempre serissimo.

“Evvai!”feci tra me e me.

Sapevo benissimo che fare piacere a Goemon roba non giapponese era un'impresa epica!

Mezz'ora dopo avevamo finito di mangiare e, noi poveri scapoli, ci dividevamo i compiti nello sparecchiare e nel lavare i piatti.

Si chiacchierava amabilmente del più del meno, fino a quando non venne fuori il discorso del nostro incontro.

“Cosa avevate fatto per scappare così da Za...da quell'ispettore?”

“Come avrai capito era per rubare quel diamante...”

“Ma...”feci io

“Ma?”

“Sì ma! Voi siete i più abili ladri del mondo! Non credo andreste dietro ad un semplice diamante!”

Jigen e Goemon si scambiarono un'occhiata.

“Glielo diciamo?”

“Sì, ti ha salvato la vita, e non credo che nessuna organizzazione si servirebbe di un ragazzino...”

“Hai ragione...”fece Jigen mettendosi una sigaretta in bocca “Allora, quel diamante serve per aprire un tesoro nascosto...”


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Beh, piaciuto? L'idea è nata sul forum di EPF dalla mente di Ghew, che cercava qualcuno che scrivesse la sua storia...ed eccomi qua!

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


“Un tesoro nascosto?”dissi con aria stupita... ma neanche troppo, conoscendo Lupin e la sua banda.

“Esatto” mi disse Jigen, continuando a tormentare la cicca di sigaretta che gli era rimasta in bocca “Conosci Les Peninsulas des Muertos?”

“No...mai sentita...”dissi, preso alla sprovvista.

“Sarebbe strano il contrario” disse Jigen “quest'isola non è segnata sulle mappe convenzionali né nota al grande pubblico...”

“Perché?” chiesi curioso.

“Ci sto arrivando” rispose Jigen “Nel 1810, la Colombia e altre colonie si rivoltarono contro la dominazione spagnola per ottenere l'indipendenza, che come sai, alla fine ottennero...”

“In realtà...” pensai con un tantino di disappunto “io di 'ste cose non so quasi niente... protesterò con la mia prof di storia al più presto...”

“Ma quello che sicuramente non sai” continuò Jigen “è che furono aiutati dalla Russia, e che la Colombia in cambio gli diede proprio quella minuscola isola...”

I miei occhi si spalancarono: “La Russia ha il possesso di un'isola così vicino all'America?”

Jigen sorrise compiaciuto: “Vedo che capisci la gravità della cosa” disse “Ma l'isola non fu mai utilizzata dal governo russo se non a sorpresa nel caso di una possibile guerra contro gli Usa... che non avvenne mai. Leo, tu sai che cos'è lo START ?”

“Sì... non è un accordo tra Russia e America che prevedeva la diminuzione delle testate nucleari da entrambe le parti?”

“Esatto” fece Jigen “Ma l'America al tempo era più potente della Russia e... la Russia dovette dare qualcos'altro all'America... indovina cosa?”

“La posizione della Peninsulas des Muertos?”

“Ancora esatto” sentenziò Jigen “e una volta saputo, visto che quell'isola non poteva cambiare nazionalità, fu utilizzata per dei test nucleari e quindi si inabissò nell'oceano...”

“Che finezza, questi americani... ma che c'entra tutto questo con il diamante?”

“Beh, conosci i Conquistadores, vero?”

“Beh, certo”

“Quando arrivarono nei pressi di un villaggio Maya particolarmente ricco, quelli decisero di nascondere oro e gioielli che interessavano tanto a quei diavoli bianchi...indovina dove?”

Sulla Peninsulas des Muertos?”

“Giusto...e il diamante che abbiamo appena rubato è l'unico modo per aprire la porta di quel favoloso tesoro...”

“Wow!”esclamai stupefatto “Un tesoro degno di Lupin e i suoi compagni! Ma non capisco cosa c'entri tutta quella storia dello spionaggio...”

“Beh, Lupin ha rubato i documenti su questa faccenda alla CIA, quindi ci stanno dietro anche loro...a noi e al tesoro probabilmente...e probabilmente chi ha cercato di assassinarmi prima è stato proprio una della CIA...”

“Già, probabilmente hai ragione...”dissi cercando di convincermene io stesso...perchè qualcuno dovrebbe uccidermi?

“Si è fatto piuttosto tardi...”disse Goemon guardando l'orologio, che stava quasi segnando la mezzanotte.

“In effetti...”commentai serafico.

“Ci sono tre stanze” disse Jigen “io e Goemon in quella di destra, tu in quella centrale, e Lupin, se e quando tornerà, in quella a sinistra...”

“Ma non vorrei farvi dormire nella stessa stanza a causa mia...”

“Non riesco a dormire sui letti occidentali...”fece Goemon “e quel letto rimarrebbe comunque inutilizzato, quindi tanto vale che lo utilizzi tu...”

Lo guardai con commozione: “Grazie Goemon!”

“Di niente...”mi rispose, sempre imperturbabile.

Così, ci demmo la buonanotte e ci ritirammo nelle stanze.

Mi buttai sul letto con la mia solita delicatezza...ed è stato un miracolo che non si fossero rotte le assi del letto...

Ma vabbè...

C'era qualcosa di più urgente su cui dovevo riflettere.

Ero nel mondo di Lupin! Quelli erano davvero Jigen e Geomon ed ero capitato molto probabilmente nel bel mezzo di un nuovo fantastico colpo!

Ma come ci ero arrivato qui? L'ultima cosa che ricordavo era... quella strana rivista sì! Se il mondo vuoi salvare, e al tuo vuoi tornare, questo articolo devi ritrovare... Dopo aver letto quella scritta ero stato trasportato in Giappone, nel mondo di Lupin! Quindi... dovrò trovare quel biglietto per tornarmene a casa?

“Che diavolo...”contemporaneamente ad un rumore di una porta spalancata, provai una sensazione mai sentita...

Mai.

Era indescrivibile e non riuscivo ad identificarla con alcuna emozione che avevo provato in precedenza.

Quella sensazione mi diceva di andare con Jigen e Goemon a prendere quel tesoro.

Ma perché avrei dovuto fare qualcosa del genere?...ma, prima di tutto, che diavolo era quel rumore?

“Eccoci a casuccia bella, Fujiko cara!”sentii, e poteva essere solo Lupin “Così potremo terminare la serata come merita...”

“Oh, Lupin...che sporcaccione...”disse Fujiko, ridendo sommessamente.

Quindi i due piccioncini erano tornati...e tra poco si consumerà la tragedia...

“Comunque sia... non ho niente da fare qui, domani chiederò a Lupin, Jigen e Goemon se posso in qualche modo aiutarli alla ricerca del tesoro...quella sensazione di poco fa...è troppo forte per poter essere ignorata...”

Quindi...quindi...stavo per iniziare una nuova avventura! In compagnia di tre leggendari personaggi sarei andato alla ricerca di un tesoro perduto da chissà quanti anni! E probabilmente in quel tesoro avrei trovato quella specie di rivista...e rileggendola sarei tornato a casa! Sì! Poteva essere!

Guardai la stanza alla tenue luce, troppo eccitato per dormire: come tutta la casa, era spartana, un armadio e una scrivania ai piedi del letto, una porta finestra che dava su un balcone e dalla parte diametralmente opposta della porta che dava sul corridoio, che a sua volta dava sul salone dove poco fa io e i membri della banda di Lupin parlavamo...

Mi misi seduto...era tutto ancora troppo assurdo per essere ver...

Ma i miei pensieri vennero interrotti da un caldo vento estivo.

La finestra era aperta, ma non riuscii a vedere in che modo era successo...fino a quando, non vidi un angelo.

Lo guardai per alcuni secondi, prima di capire che in realtà si trattava di Fujiko, bella come non mai...

I capelli corvini al vento e una camicia da notte, quasi trasparente, che le arrivava appena all'inguine.

Ero pietrificato. Cercai di deglutire, ma trovai la gola secca.

Con le movenze di un felino, si avvicinò verso di me.

Io continuai a guardarla, ancora pietrificato. Cosa dovevo fare? Che ci faceva lì?

Fujiko mi lanciò uno sguardo languitissimo e prese la mia mano nella sua.

Sgranai gli occhi: “Fujiko, io...”

“Va tutto bene...”mi disse lei, premendo la mia mano sul suo seno.

La mente era vuota, la sensazione che provavo in quel momento annullava tutte le altre mie sensazione fino a che...

Non vidi uno scintillio nella notte e...

BANG!

BANG!

Due colpi di pistola partirono dietro di me, seguiti dal rumore di qualcosa di metallico che cadeva per terra.

Fujiko scappò in direzione del balcone, ma Goemon era di fronte a lei, spada sguainata.

“Fai un altro passo, e non vedrai la prossima alba...” le disse con voce glaciale.

La ragazza si guardò intorno con aria smarrita, sentendosi probabilmente in trappola, quindi fece un passo indietro, ma inciampò.

“Ma che diavolo...”riuscii solo a dire.

Aprendo la porta alle mie spalle entrò Jigen, con la pistola fumante in pugno.

Qualche secondo dopo apparve Lupin, in boxer e canottiera, che accese la luce.

“I-io...”ballbettai” Non ho fatto niente, è lei...”

“È tutto a posto, Leo” mi fa Jigen “Ma lei ci dovrà dare delle spiegazioni...” continuò indicando Fujiko, seduta in un angolo.

Mi guardai intorno, e la prima cosa che vidi per terra fu un coltello.

“O mio dio, o mio dio...”dissi sedendomi sul letto, sconvolto.

Era davvero successo? Fujiko aveva tentato davvero di uccidermi?

E se non fosse stato per Jigen...sarei morto! Ma perchè qualcuno mi avrebbe voluto uccidere? Che motivo avrebbe avuto? Io in quel mondo ero completamente estraneo!

“Avevo sospettato che avresti fatto qualcosa...ma addirittura cercare di uccidere Leonardo...Che schifo...” disse Jigen sputando ai suoi piedi.

“E ora...”disse Goemon “Parla, perché hai cercato di assassinare Leonardo?”

“Fujiko...” Lupin guardò la donna, con occhi sgranati, quasi senza parole.

Fujiko guardò Lupin con occhi supplichevoli: “Lupin...”

Quest'ultimo guardò prima Jigen, poi Goemon, e infine me, che non riuscii a rispondere allo sguardo, a causa dello shock che avevo ricevuto.

“Nessun Lupin, Fujiko...” commentò duro il ladro gentiluomo.

Fujiko guardò con uno sguardo allucinato da cane bastonato tutti i presenti, ma non le restituirono che sguardi duri...in quanto a me, il mio sguardo era vuoto, e fissavo con insistenza una mattonella sul pavimento.

“E va bene, parlerò”disse facendosi improvvisamente sicura “Ho ricevuto l'ordine di uccidere il ragazzo qualche giorno fa...”

Quindi tu sei Fujiko Mine?”

Un ragazzo sui ventinque anni apparve di fronte a Fujiko, ma non un ragazzo normale.

Aveva dei capelli argentati a caschetto, occhi viola, fisico asciutto, e fatto non trascurabile, era bono da morire

Sì” rispose timidamente Fujiko“Sono io”

Dall'anime ti facevo più prosperosa... ma vabbè, allora, tra poco tempo incontrerai un ragazzo di nome Leonardo, sui 17-18, anni... bene dovrai ucciderlo”

Uccidere un ragazzino?No, non se ne parl...”

PUF!

Sul tavolo delle trattativa il tizio dai capelli argentati mise una quantità sproporzionata d’ oro.

Questo è l'anticipo, ne avrai il doppio una volta compiuto l'omicidio”

Ma perchè vuoi uccidere un ragazzino? Ti ha rubato la ragazza?”

Niente di tutto questo!” disse il ragazzo con i capelli argentati “Lui non è di questo mondo! Interferisce con i nostri piani di conquista! Ed è l'unico che può farlo...azz...il capo mi aveva detto di non dirlo...mi aveva detto di non dirlo...no, non dovevo dirlo...”

Fujiko continuò a guardarlo e gli si avvicinò con modi da cerbiatto, fino ad avvolgergli con le mani il collo: “E nel pagamento c'è anche una nottata con te?”

No, mi dispiace. Sono Gay, e mi piacciono solo gli uomini grandi, grossi e pelosi, mi dispiace”

Fujiko si allontanò da lui con sguardo allucinato, prese i soldi, e se ne andò...

“E questo è tutto”concluse Fujiko, mentre io, Lupin, Goemon e Jigen la guardavamo stupefatta.

Poi lo sguardo di tutti si spostò su di me, poi di nuovo su Fujiko e...

“FUJIKO! PERCHÈ OGNI VOLTA IO DEVO PREGARTI E INVECE A QUELLO GLIELO CHIEDI?!” urlò Lupin.

“Non è certamente quello l'importante...”fece Jigen serissimo “...Come fa a un tizio del genere a piacergli solo uomini grandi grossi e pelosi? Questo rompe ogni legge fisica...ai tizi così di solito piacciono giovani uomini effeminati...”

“MA SIETE TUTTI IMPAZZITI?”dissi guardandoli sbalorditi “HANNO APPENA DETTO CHE SONO L'UNICO IN GRADO DI SALVARE IL MONDO DALLA LORO CONQUISTA! E CHE MI VOGLIONO UCCIDERE! E CHE NON SONO DI QUESTO MONDO!”

Secondi di silenzio.

“Un samurai non dovrebbe mai urlare fuori dalla battaglia...”sentenziò Goemon.

“Dai Leo, scherzavo...”fece Jigen, mettendosi un'altra sigaretta in bocca, sempre serissimo.

“Io invece no!” urlò Lupin “Io rubo diamanti, io rischio la vita, io giro il mondo, io faccio il gentiluomo...e questa qua la d...”

“LUPIN!”Lo riprendemmo io e Jigen “Non essere volgare!”

Fu un attimo.

Non si sa da dove, Fujiko prese una granata fumogena e la gettò a terra, creando una densa cortina di fumo.

Tossimmo per diversi minuti, al termine dei quali, Fujiko era fuggita.

“Ma perchè... l'avete lasciata fuggire?” stavo per chiedere prima che Lupin mi mostrasse una specie di Radar del Drago su cui luccicava un punto bianco, che si muoveva a gran velocità...non ci misi molto a capire che quel punto era Fujiko!

“Uh, uh uh!”disse Lupin “la bella ha appena preso la sua moto e si sta dirigendo chissà dove...”

“Probabilmente da quel tizio con i capelli argentati...”disse Jigen “Ma la domanda importante è un'altra...Lupin, perché sei in mutande?”

Il ladro gentiluomo esitò un attimo ma poi parlò:

“Allora eravamo appena tornati dal ristorante quando...”

Lupin si chiuse dietro di sè la porta della sua camera: “Sherì (Ancora! Non fare i francesismi, se poi li sbagli! XD), adesso è venuto il momento di concludere come si deve!”

E in modo mai visto da essere umano, salto fuori dai vestiti, trovandosi solo in boxer e canottiera, buttandosi in modalità siluro su Fujiko solo per...

Per venir colpito da un guantone da pugilato uscito da chissà dove...

“Il solito insomma” disse Jigen “niente di nuovo...”

Ma Lupin sembrò ignorarlo e continuare a guardare il Radar del Drago.

“No, non può essere...”

Quindi, senza spiegare niente a nessuno, partì a razzo verso la sua camera, dove c'era un computer.

In un attimo collegò il cavo USB dal Dragon Radar al pc, e presto sullo schermo si visualizzò una mappa della città, su cui lampeggiava ancora il segnale di prima.

Segnale, che ora si era fermato.

“Era quello che temevo...”disse Lupin scuotendo la testa “guardate dov'è adesso...”

Il ladro cliccò due volte sull'edifico su cui era ferma Fujiko e una scritta apparì nitida:

“American Embassy

“Dannazione!” disse Jigen “È all'ambasciata americana! È con la Cia e quelli che hanno cercato di uccidermi...”

“A-ehm...”dissi guardandolo “Jigen, ho sempre avuto l'impressione che quel proiettile fosse destinato a me...e adesso ne abbiamo la conferma...”

“Intendi quel ragazzo dai capelli d'argento? Beh, è una possibilità, ma non certezza... e comunque quel proiettile è entrato nel mio cappello, non nel tuo, Leo, come mai ne sei così sicuro?”

“A parte che non ho un cappello...”risposi quasi sorridendo “Me lo sento. Quando ti è arrivato quel proiettile ho avuto la netta sensazione che fosse destinato a me...”

“Beh, se hai ragione, allora quel tizio ha una pessima mira...”

E io, non so come feci, ma ero sicuro che ad un ragazzo con il caschetto argentato fischiassero le orecchie.

“Lupin...”fece Goemon “Ma se Fujiko è andata lì vuol dire che ha il diamante...”

“Ih ih ih!”rise il ladro dalla giacca rossa “Ovviamente è un falso! Ed è lì dentro che è la trasmittente...o se ne sono accorti...”

Infatti, il segnale sullo sconto si era spento.

“Bene gente!” disse Lupin alzandosi “direi che la prima cosa da fare, è andare ad indagare sul posto! Si va in Colombia!”

_______________________________________________________________________

Per Killkenny: E non hai ancora visto niente...BWAHAHAHA!

Per prof: Essì, Gianni è un mito, spero di farlo ricomparire più tardi...una domanda, ma il nick a cosa è dovuto? Al mitico Prof di "Migliolo con Prof"(chissà, Leonardo potrebbe farci fare una capatina...) o al fatto che sei un "Prof dei Manga"? Contento che ti sia piaciuta, poi!

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo ***


“Sono morto...” riuscii a mormorare, una volta sceso da quel dannato aereo Giappone-Colombia.

“Ma come!” mi disse Lupin stirandosi “Non hai dormito? I sedili erano particolarmente comodi...”

“Forse per voi...” dissi, mentre l'irritazione cresceva in me... “che eravate tre fili distanti da me... NON IO che ero vicino ad un ciccione che mi dormiva addosso e che mi raccontava in continuazione barzellette idiote!”

“Su, su, Leo, non fare così, neanche per Goemon è stato un viaggio facile...” mi consolò Lupin.

Secondi di silenzio.

“Senza la mia spada non posso nemmeno fare Harakiri!” disse quasi urlando Goemon.

Altri secondi di silenzio.

“Non capisco perché non l'abbia potuta portare con me...”

Io, Jigen e Lupin sospirammo.

Chissà quante volte gliel'avevamo spiegato che era vietato introdurre oggetti pericolosi dentro un aereo...

Un ora dopo, eravamo dentro un pullman che ci avrebbe condotto da Bogotà, la capitale della Colombia, alla nostra meta, Rìohacha, un paesino sulla costa colombiana.

Il viaggio non era dei più corti, e neanche dei più confortanti, visto che Lupin aveva prenotato per la classe economica, causa mancanza di fondi...

Tuttavia riuscii a dormire, dopotutto avevo una notte di sonno da recuperare... e sognai di nuovo il tizio dell'aereo che mi raccontava per 100 volte di seguito quella dell'idraulico che con capiva un tubo, seguita da quella con il falegname con la moglie scollata e per finire cercava di sedurmi.

Mi ero svegliato di soprassalto, osservando Goemon, nel sedile accanto al mio, con un sorriso beato in volto, che dormiva attaccato in modo convulso alla sua spada.

Sospirai.

Era bello e strano allo stesso tempo trovarsi con Lupin e i suoi compagni, vivendo con loro una delle loro avventure. Il tutto, a dire il vero, sembrava ancora più vicino alla verità che al sogno.

Ma era tutto dannatamente vero. Avevo già rischiato di morire, per di più assassinato, per ben due volte in un solo giorno.

Quindi, mentre guardavo senza davvero vedere il paesaggio oltre il finestrino del pullman, pensavo a cosa significasse tutto questo.

C'era quindi questo tizio dai capelli argentati e magari qualcun altro che cercava di conquistare il mondo, e io, avendo letto quella specie di rivista ero diventato una specie di “Chosen One”, il prescelto in grado di salvarlo.

“Wow” mi dissi “il sogno di ogni otaku, si può dire...”

Il problema era che avevo rischiato di morire... la morte... l'oblio dopo la vita...

“Come si può pensare che un povero ragazzo come me riesca a salvare il mondo?”

Boh, chi lo sapeva?

Dopotutto, che scelta avevo?

“Magari ho qualche potere superfico, o in realtà sono stato adottato e in realtà sono figlio di chissà chi...” fantasticavo, sospirando.

Mi sembrava tutto come in qualche film o libro...

Durante una sosta, chiesi a Jigen di insegnarmi ad utilizzare la pistola. Dovevo imparare a difendermi... almeno finché non fossi riuscito a padroneggiare i miei poteri superfichi!

Stranamente, nessuno si sorprese di vedere Jigen in possesso di un'arma, e anzi, molti lo applaudirono quando colpì preciso le lattine che aveva messo per farmi allenare.

Tuttavia, non mi ridiede una Magnum per esercitarmi, ma un Revolver.

Presi la pistola tra le mie mani, cercai di tenere i polsi fermi, nonostante mi tremassero comunque, e sparai.

Mancato.

“Devi stare calmo” mi disse Jigen “non devi avere fretta, non c'è nessuno che ti corre dietro e anche nel caso ci fosse, dovresti avere la stessa imperturbabilità di adesso”

Impugnai la pistola con più determinazione e decisione, e guardai dritto il barattolo, posto ad una ventina di metri di distanza.

Sparai.

Bang!

E questa volta riuscii a colpirlo.

“Bravo!”mi disse Jigen “ora andiamo che il pullman non aspetta certo noi...”

*Rumore di un grosso mezzo che parte*

“Infatti non ci ha aspettato...” dissi mentre vedevamo allontanarsi il pullman, dove ero sicuro di vedere il ciccione dell'aereo che mi salutava....

“E adesso?” chiesi guardando Jigen

“Beh” mi disse Jigen guardandomi “Non credo abbiamo molta scelta...”

Cinque minuti dopo eravamo sul ciglio della strada, camminando progressivamente verso nord est, con il sole alle spalle.

“Non credo abbiamo molta scelta...”aveva detto Jigen “ce la dobbiamo fare a piedi...”

Dopo un momento di sconcerto, arrivai alla conclusione che Jigen aveva ragione: chiedere un passaggio a dei perfetti sconosciuti sarebbe stato un suicidio.

Così, incominciammo a camminare, lasciandoci dietro barattoli bucati e depressioni varie... a dire il vero sembravamo dei cowboy senza cavallo.

Era un'ora che camminavamo, quando...

Una vecchissima Ferrari con su scritto “taxi” sulla fiancata, si fermò di fianco a noi e aprì la portiera:

“Ehi, cowboy, serve un passaggio?”

Ad offrirci il passaggio era uno dei tipi più curiosi che avevo mai visto. Occhiali da sole, cappello da cowboy, un paio di folti baffoni fulvi, una camicia a quadretti blu e una stella da sceriffo appuntata sopra.

Io stavo quasi per piangere dalla commozione, avevamo trovato un passaggio!

Scambiai un'occhiata con Jigen, dubbioso.

Lui mi sorrise appena, e quindi risposi:

“Certamente!”

Salii sul retro, mentre Jigen salì avanti, di fianco al baffone.

“IH, AH! DOVE CAVALCHIAMO, MIEI GIOVANI COWBOY?”

Ebbi un attimo di esitazione...quanta gente strana esisteva in questi mondi!?

“Verso Rìohacha, sceriffo!”

“IH, AH! GIOVANE COWBOY! MI PIACE IL TUO ENTUSIASMO! ESSIA! GALOPPIAMO VERSO RÌOHACHA!”

Si vedeva subito che io e quel cowboy eravamo entrati subito in sintonia.

Infatti cinque minuti dopo...

A bolt of fear went through him as they thundered through the sky
For he saw the Riders coming hard and he heard their mournful cry!” cantavamo io e lo sceriffo mentre la vecchia e sfasciata autoradio trasmetteva
Ghost Riders in The Sky, cantata dai Blues Brothers, di cui io modestamente, ero un grande fan.

Yippie yi Ohhhhh
Yippie yi yaaaaay
Ghost Riders in the sky!”

Intanto Jigen ci guardava tra lo sbalordito e il divertito.

“Ehi, giovane cowboy! Allora i giovani d'oggi non ascoltano tutte quelle musichette house unz-unz! Mi piaci! IH, AH! A proposito, come vi chiamate? Io sono Dan Woodstrike!”

“Leonardo!” mi presentai entusiasta.

“Jigen...”disse serioso.

“Bei nomi, cowboy! Vi dispiace se facciamo una fermata a questo ranch?” disse Dan, indicando una stazione di servizio.

“Nessun problema, sceriffo Dan!” risposi ridendo.

Scendemmo dalla Ferrari Taxi di Dan, e notammo che alla cinta aveva un cinturone con una pistola.

Poi portava un paio di jeans e degli stivali con degli speroni.

Quell'uomo era un mito!

“Che pistola è quella?” chiese Jigen, guardando il cinturone di Dan.

Dan gliela porse.

“Un pezzo di storia...”disse Jigen “ una Colt Single Action Army, spesso abbreviato con S.A.A.... è detta Peacemaker perché la utilizzavano gli sceriffi del vecchio West... questo modello dovrebbe essere del 1873, in finitura standard, con il telaio cementato e il calcio in noce...” si mise in posizione di mira “Davvero un'ottima arma...”

Premette il grilletto.

“Non ci sono proiettili dentro quella pistola!”disse Dan.

“Come mai?” chiesi

“Una storia lunga...” rispose lo sceriffo “ma piuttosto, ho visto che anche tu, Jigen, hai una pistola...”

Jigen sorrise: “Come l'hai capito?”

“La tua giacca, cowboy, si capisce...”

E i due iniziarono un lungo discorso sulle armi, da fuoco, su quelle che hanno fatto il West, e di altre cose incomprensibili ai comuni mortali.

Una ventina di minuti dopo eravamo di nuovo sul ferrari/taxi di Dan, che ci raccontava della sua vita.

Aveva vinto la sua ferrari una ventina di anni fa, e da allora viaggiava in giro per il mondo, guadagnando i soldi facendo il tassista o qualche lavoretto.

Non sapevo perché ma il suo modo di parlare mi ricordava in qualche modo quello di Gianni, il mio fumettista.

“E mai una sosta?”chiesi “Non hai una casa a cui tornare?”

“Cowboy” mi fece Dan facendo serio “Non hai più il diritto di avere una casa se hai fatto quello che ho fatto io!”

“Ma cosa...”

“IH, AH! Chi vuole un po' di whisky? Me ne sono lasciato un po' per offrirlo ad una bella donna, ma... lo darò a voi!”

Jigen mi lanciò una strana occhiata.

“No, non vi preoccupate, un vero cowboy non si mette in viaggio se ha bevuto un Whisky di troppo!”

Qualche ora dopo eravamo di giunti a destinazione, ovvero Rìohacha!

“Quanto ti dobbiamo?”fece Jigen, accendendosi una sigaretta.

“Niente” disse lo sceriffo “passare il tempo con dei giovani è stato così bello! Ora riprenderò il mio viaggio verso Nord! IH, AH, COWBOY!” e con una sgommata, partì verso orizzonte.

“Che strano tipo...”disse Jigen

“Sì, abbastanza...ma ne ho conosciuti di più strani... ” commentai con aria vissuta, annuendo solennemente “Piuttosto... non dovremmo raggiungere Goemon e Lupin?”

“Già” fece Jigen “dovrebbero essere ad una locanda, l'Hombre de la Muerte...

“Mamma mia che allegria...” feci, avvicinandomi ad un passante.

“Scusi sa dov'è la loncanda dell'Hombre della Muerte?”

“Io nuddha saccio! Nuddha vitti! Nuddha ascutai!”

E si allontanò di gran passo.

“Sbaglio o quello era siciliano?” mi fece Jigen

“Era siciliano...”

Facendo alcune domande in giro, scoprimmo che la locanda in cui Lupin ci aveva fatto alloggiare non aveva affatto una buona fama, ma riuscimmo, seppur con riluttanza dei nostri interlocutori, ad ottenere le indicazione per arrivarci.

Giunti fin lì, trovammo al bancone il tizio più losco che abbia mai visto.

La faccia coperta di cicatrici, barbuto, una benda sull'occhio e un'aria arcigna che non vi dico.

“I vostri amici” ci disse con una voce gutturale “sono nella stanza 56, si cena alle 8 e se non ci siete, peggio per voi!”

E se ne andò.

“Buonasera anche a te...”sussurrai, salendo le scale mentre Jigen sorrideva.

“Oh, ben arrivati!”disse Lupin mentre entravamo “Come siete arrivati?”

“Un simpatico tassista ci ha dato un passaggio gratis...”risposi.

“Beh, allora è andata meglio che a voi che a noi...”disse Lupin “un grassone ha fatto fondere il motore”

“LO SAPEVO! IL GRASSONE! SEMPRE COLPA SUA! STA RENDENDO LA MIA VITA E QUELLA DI CHI MI VIVE ATTORNO UN INFERNO!”

“Leo...che ti prende?”

“Niente, niente...”

“Comunque... Ho preso le tute da sommozzatore, domani ci daremmo da fare per esplorare i fondali marini in cui dovrebbe essere affondata l'isola...”

La mattina dopo iniziò subito male.

Entrai nell'angolo ristorante di quella specie di locanda e trovai i miei tre compagni che facevano già colazione.

“Buongiorno...” mi fecero.

“Buongiorno un cazzo!”feci “Dove sono i miei fottuti cereali?”

“I tuoi cosa?” mi fecero in coro.

“I MIEI FOTTUTI CEREALI AL CIOCCOLATO!” urlai, facendo girare tutti quelli intorno a me “IO NON FACCIO COLAZIONE SENZA I MIEI CEREALI AL CIOCCOLATO!”

I tre mi guardarono allibiti.

“IERI PASSI PERCHÈ ERAVAMO SULL'AEREO MA IO PRETENDO I MIEI CEREALI E IL MIO LATTE!”

“Beh...”mi disse ancora allibito Lupin “Valli a comprare no?”

“OH!” dissi “FINALMENTE QUALCUNO CHE HA UNA FOTTUTA IDEA!”

E me ne andai sbattendo la porta, diretto verso il supermercato più vicino.

Ma... quali certezze c'erano che in Colombia ci fossero gli stessi fottuti cereali che c'erano in ital...

“Toh, eccoli...” feci, prendendoli in mano “e sono colombiani...”

Tornai alla locanda con un pacco di cereali e due litri di latte della centrale di Roma (non chiedetemi come ci sia arrivato lì, perché non lo...), pagando il tutto un euro (e la ragazza alla cassa mi voleva anche dare il resto... il cambio doveva essere spaventoso!).

Sedendomi al tavolo, presi il latte, lo ficcai in una tazza, ci infilai mezza scatola di cereali, e iniziai a trangugiare.

Lupin, Jigen e Goemon mi guardavano allibiti.

“Leo...”mi fece Lupin “ma hai mangiato ieri sera?”

Continuai a mangiare senza rispondere.

Cinque minuti dopo avevo finito...

“Ah...” feci massaggiandomi la pancia “Scusate per prima, ragazzi, quando non trovo i miei cereali divento un tantino nervoso...”

“Ce ne siamo accorti...” dissero i tre ladri, in coro, ma con toni nettamente diversi.

“Comunque sia...” dissi “adesso sono pronto a tutto, dove sono le nostre tute da sommozzatore?”




Ok, Finito il terzo capitolo! Può sembrare un po' corto...ma vabbè, spero di rifarmi con il prossimo dove spero ci dovrebbe essere il gran finale...

Ah, la canzone che Leo e Dan cantano è

http://www.youtube.com/watch?v=n4if0vC0Ioc&feature=related

Ghost Riders in the sky, presente nel film Blues Brothers 2000...(lo ammetto il film è orrendo e non ha niente a che vedere con il primo, ma la canzone è carina!)

Per Ghen(vedi stavolta l'ho scritto bene il nome...gne gne gne!XD): Lieto che ti sia piaciuto il capitolo! E, beh, pensavo che i personaggi potessero sembrare OOC perché Fujiko tenta di ucciderlo...io da un certo punto di vista l'ho sempre vista come quella che tradisce sempre ma che alla fine vuole bene a Lupin. Ma vabbè! Per la faccenda di Russia e America...beh...sarebbe venuto in mente anche a te se avessi finito ieri per la 10° volta Metal Gear Solid...XD

Per Lady Blue: Con “Che spreco”...intendi il tizio dai capelli argentati gay?XD Beh, sì, può darsi, a molte ragazze sarebbe piaciuto...ma è quello che è comunque!XD Lieto che ti siano piaciuti questi capitoli...ah, non ho letto l'ultima parte del tuo commento...ho smesso da “scrivi-scrivi-scriviii!”XD

Per Berlinene: Uh uh uh! Troppo gentile! Beh, anch'io quando ero piccolo ho sempre desiderato interagire con il mondo dei cartoni animati... il mio sogno era diventare allenatore di Pokèmon cosìche non sarei dovuto andare a scuola!XD Ah, che bei tempi!XD

Per Prof: Grazie per il complimento! Anche tu vuoi conquistare il mondo? Mettiti in fila!XD Il ragazzo dal caschetto argentato è un personaggio inventato da me...(dove lo trovi, in un manga qualsiasi un tizio che il massimo della fighezza...e che poi gli piacciono solo omoni grandi e grossi?XD). “Che cosa faremo stasera Prof?”(Scusa ma non ho resistito!XD)

Per Soruccio: Una fan dello Yaoi, eh?XD Beh, io mio malgrado ho imparato a conviverci e come noti in questa fanfic sarà preso anche in giro...XD(sempre per la storia del tizio dai capelli argentati...XD) Grazie per i complimenti! E per gli altri manga che ci metterò...mmm beh, vedrai!(e tra un paio Leo dovrebbe arrivare in un mondo che sicuramente conosci...uh uh uh!XD)

Suikotsu: Grazie per il complimento! Beh, ecco come continua... attento alla tua sanità mentale!XD


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Capitolo 4
*** 4° Capitolo ***


Zenigata Koichi al rapporto signore!”

L'ispettore Zenigata era di fronte ad una scrivania, sull'attenti.

Riposo, ispettore” disse l'uomo dietro la scrivania.

Era di colore e completamente calvo. Aveva un fisico asciutto di chi certamente si era guadagnato il proprio pane sputando sangue ed indossava un paio di occhiali da sole rotondi.

Zenigata si rilassò.

Grazie per essere venuto, ispettore Zenigata” gli disse “Sa perché l'abbiamo chiamata, vero?”

Signorsì, per catturare Lupin!”

Certo, ispettore... ma si sieda e si rilassi”

Grazie, signore!” disse l'ispettore sedendosi.

Sa i particolari della missione?”

No” rispose Zenigata “Ma sono al corrente che Lupin è diretto verso un territorio militare americano”

Esatto, ma la faccenda è più complicata, ispettore”

Più complicata?”

L'uomo di colore si alzò in piedi: “Sì, perché sfocia in informazioni Top Secret di livello rosso, livello a cui io solo io e il Presidente abbiamo accesso, mi capisce?”

Capisco, signore”

Quindi quello che le sto per dire è strettamente confidenziale e dovrà restare tra di noi, intesi?”

Certamente, signore”

***

Dovrebbe essere quella lì” fece Lupin indicando una barca.

La nostra destinazione, la Peninsulas dos Muertos, era un'isola e per arrivare fin là, avevamo bisogno di una barca.

Lupin, allora, aveva deciso di affittarne una direttamente sulle coste colombiane, e quindi si era messo d'accordo via telefono con qualcuno.

Il qualcuno che doveva affittarci la barca era un arcigno omaccione con la faccia piena di cicatrici e una benda sull'occhio: il padrone della locanda!

Ebbene, cosa dovete fare con la mia barca?” ci chiese appena arrivammo, con espressione arcigna, guardandoci con quel suo singolo occhio.

Ehm...” esitò Lupin “andiamo al largo a esplorare le bellezze del mare...”

Certo le bellezze del mare...” l'occhio dell'uomo si illuminò “Eh, i bei tempi in cui andavo in giro per le Maldive facendo il pirata ... alleggerendo di gioielli e soldi quegli sciocchi turisti!”

Ci guardò un attimo con aria sognante, come se per magia potessimo diventare la sua nuova ciurma e andare all'arrembaggio... ma subito dopo si ricompose e tossicchiò leggermente.

Comunque, io sono Sam , voi?”

Lupin...”

Jigen ”

Goemon ”

Leonardo...”

Piacere di conoscervi... e scusate se ogni tanto sono un po' burbero...”

Oh, non si preoccupi!” feci io, sorridendo.

Allora, la bagnarola è questa” disse Sam indicando una nave in buone condizioni “un solo consiglio: a nord ovest c'è un'isola, e appena qualcuno si avvicina, sparano senza preavvisi di sorta”

E il governo non fa niente?”

Ah, il governo! Buona questa!” esclamò Sam, mostrandoci una smorfia “lì dentro ci saranno campi di marijuana e spacciatori a non finire... e terranno a bada chi di dovere con chissà quante bustarelle!”

Va bene, non ci avvicineremo” fece Lupin “in fondo ci teniamo a vivere!”

E fate bene!” disse Sam ridendo “La vita è strana! Non sai mai cosa ti può riservare! A dopo!”disse andandosene.

Cinque minuti dopo, avevamo mollato gli ormeggi e levato l'ancora ed eravamo in mare aperto.

Tutti e quattro eravamo nella cabina di comando, io seduto per terra, Goemon al timone (Goemon sapeva guidare le barche? Non ci credo!), Lupin appoggiato alla parete e Jigen intento a fumarsi una sigaretta.

Bene!” disse Lupin “È il momento di mettervi al corrente di tutta la storia, cioè di come sono entrato in possesso di tutte le informazioni...”

Beh, Jigen mi ha detto praticamente tutto...” dissi, annuendo.

No! Quello che ho riferito a tutti era un mero riassunto!”

Silenzio.

Beh, allora racconta” fece Jigen, spegnendo la sigaretta.

Ih ih ih!” ridacchiò Lupin “Era un giorno come un altro e girando per città mi era accorto di quanto la nostra casa fosse squallida, e quindi avevo deciso di comprare un'anfora da un rigattiere... ma fui fortunato, perché dentro c'era questo!” esclamò Lupin estraendo dalla giacca rossa un foglio piuttosto malmesso “Leo, leggi tu?”

Certo” dissi prendendolo “allora...

Anno Domini 1538

Il nostro glorioso comandante, Nicolás de Federmann, ci condusse in una ricca cittadina abitata da rozzi pagani. Questi avevano tanto oro da far sembrare El Dorado una squallida leggenda. Li attaccammo, ma loro seppero difendersi, e anche se noi avevamo i fucili, loro erano molti di più.

Quindi il comandante mise a punto un ingegnoso piano, uno di noi doveva fingersi traditore per poi recuperare più oro possibile e ammazzarli tutti. Il volontario di questa missione avrebbe potuto scegliere le donne e i gioielli più belli, e quindi io mi offrii volontario. Sapevo anche la loro lingua, quindi non mi fu difficile guadagnarmi la loro fiducia, sopratutto dopo aver salvato il loro capo da un attento fasullo ideato da noi. Gli dissi che altri uomini con il fucile, milioni di altri uomini con il fucile, sarebbero giunti fin qui per prendersi le loro donne e il loro oro, e che quindi sarebbe stato meglio arrendersi subito. Loro mi credettero, ma non mi ascoltarono. Secondo una loro antica leggenda, nei momenti di difficoltà si dovevano recare in un'isola lì vicina per fare Shater, la preghiera definitiva. Sull'isola si portarono tutte le proprie ricchezze ed entrammo tutti in un enorme grotta, dopo aver percorso una tortuosa via. E allora capii che cos'era Shater. Tutti, uomini, donne bambini, si uccisero bevendo un veleno. Io ero l'unico sopravvissuto ed ero rinchiuso in una caverna con i cadaveri di 500 persone e oro sopra ogni più rosea immaginazione. Sigillo quindi questa anfora, in cui una volta erano rinchiuse le ceneri del mio povero padre, e la butto attraverso un buco nel soffitto, sperando che finisca in mare. Allego quindi una mappa affinché chiunque trovi questa mappa possa trovare questo favoloso tesoro adesso in mio possesso. Oh, quanto vorrei che tutto questo oro potesse diventare pane, anche quello più miserabile!

Che chiunque trovi questa mia utilizzi il suo contenuto per vendicarmi! Che questi miserabili che mi hanno condotto qui soffrano anche dopo morti! Che siano maledetti!

E che Iddio abbia in pietà la mia anima!

Fernando de Lorena, Pio e Sacro servitore di Dio.

E questo è tutto...”

Guardai prima Jigen, poi Goemon, che mi rivolgeva la schiena, essendo ancora al timone, eppoi a Lupin, che mi sorrise.“È stato abbastanza facile arrivare alle conclusioni a questo punto: questo Nicolás de Federmann voleva l'oro di questo villaggio e noi sappiamo che arrivò anche in Colombia... e questi indigeni, credendo alle bugie di Fernando, si credettero perduti e decisero di fare Shater, preghiera di cui Fernando non sapeva nulla... e questa preghiera prevedeva quindi il sigillamento dei beni terreni e il suicidio di tutta la popolazione tramite un veleno. Ma...”

Ma?” facemmo in coro.

Ma nei pressi della Colombia non c'era alcuna isola del genere, quindi non poteva che esserci di mezzo qualche segreto militare...”

E quindi sei andato a rubare quelle cose alla CIA, capisco...” disse Jigen “ e da lì tutta la storia di Russia e Usa... e quindi l'isola è affondata...”

Io, intanto ero ancora pensante: “Una sola cosa non mi è chiara...”

Cosa?” mi chiese Lupin.

Se il diamante che avete appena rubato è l'unico modo per entrare nella grotta, come ha fatto ad arrivare fino a Tokyo?”

Ottima domanda, Leo. Fu un soldato russo a trovare per sbaglio quel diamante, centinaia d'anni dopo e a rivenderlo una volta tornato in patria... e da allora è passato da mano in mano fino ad arrivare in Giappone... non sapete che fatica che ho fatto ad avere queste informazioni...”

E l'anfora?”

L'anfora fu trovata pochi mesi fa da un pescatore di queste parti... e di nuovo, passando di mano in mano, arrivò sul tavolo di quell'antiquario da cui io l'ho comprata...”

***

Signori, gradite qualcosa da bere?” chiese una bella hostess ai passeggeri della prima classe di Tokyo-Bogotà.

No, grazie” rispose un ragazzo sui 25 anni, abbassandosi chi occhi per poterla fissare con i suoi splendidi occhi azzurri.

Se avesse bisogno di qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi...” rispose la hostess, arrossendo.

La vuoi smettere di fare il filo a quella hostess?” disse una ragazza al suo fianco.

Perché, sei gelosa?” chiese il ragazzo, con un sorriso sornione.

Io? Figuriamoci!”

Il ragazzo era alto, moro, occhiali da sole, giaccone in pelle in perfetto stile Fonzie.

La ragazza era poco più bassa del ragazzo, lunghi capelli biondi e un corpo dalle curve mozzafiato.

Indossava dei jeans e una camicetta bianco neve.

La smettete, piccioncini?” gli disse Fujiko, a fianco di lei, evidentemente seccata.

Tu non ti impicciare!” gli urlarono i due contemporaneamente “Sono problemi di miei e di Lea/David, non tuoi!”continuarono i due contemporaneamente.

Questo sarà un viaggio molto lungo...” sussurò Fujiko guardando fuori dal finestrino.

***

Questo posto è davvero molto strano...” disse Lupin “ho preso questo aggeggio, che dovrebbe rivelare le radiazioni residue di una bomba nucleare ma...”

Fammi indovinare, non capta niente?” chiese Jigen “Ma sei sicuro che funzioni?”

Sicurissimo, l'ho provato ad Hiroshima personalmente...”

Forse...” azzardai “hanno utilizzato qualche strano aggeggio per assorbire le radiazioni che non vogliono far vedere al mondo...”

È possibile” disse Lupin “ma...”

Lupin, siamo arrivati” disse Goemon

Ok, adesso dovremmo immergerci...”

Non indosserò mai quella roba tecnologica...” sentenziò Goemon solenne “andrò sott'acqua come ci andavano i miei antenati...”

Leo...” mi disse Lupin “Tu sai fare immersioni?”

Lo fissai per lunghi secondi:

Lupin, io ho fatto 8 anni di nuoto e 4 di immersione con bombole... a momenti mi trovo più a mio agio in acqua che fuori...”

Sei meglio te...” mi fece Lupin con perfetto accento romano, mentre si immergeva.

Lupin! Come fai a sapere il romano! Lupin!” dissi, mentre cercavo in modo più o meno goffo di mettermi la muta.

Intanto Jigen e Goemon si buttarono in acqua.

Ok, sono pronto” mi dissi in perfetto stile sommozzatore, due minuti dopo, sedendo sul bordo della nave “A tra poco, nave!”

E mi buttai.

...

Devo davvero dirlo? Sono finito dentro una delle scialuppe di salvataggio.

Altri due minuti dopo, ero in acqua con le pinne, il fucile e gli occhiali, intento a mugugnare l'omonima canzone.

Osservavo ammirato i fondali della Colombia, completamente diversi da quelli che avevo visto nelle mie precedenti escursioni subacquee in Italia.

Ma la cosa strana è che... anche per un profano come me era più che lampante che lì non c'era mai stata nessuna isola.

Neanche in tempi lontani... sapevo benissimo che anche con il miglior bombardamento del mondo non si poteva distruggere completamente un'isola....

Ma sopratutto...QUEL POSTO BRULICAVA DI VITA!

Fauna e flora di ogni forma e colori... decisamente non un posto Post Apocalittico.

Cosa significa tutto ciò?”

Risalii in fretta verso la superficie, trovando la nave già piena.

Goemon era in un lato, con indosso solo il fundoshi, il costume da bagno tipicamente giapponese, mentre meditava, Jigen si fumava una sigaretta in un angolo, mentre Lupin era intento a ricontrollare delle carte, molto probabilmente quelle che aveva rubato alla CIA.

Oh, ben tornato Leo!”

Che succede, Lupin? Non c'è una minima traccia di isole, qui attorno!”

Hai ragione, ce ne siamo accorti anche noi...”disse Jigen, alitando fumo.

Ma le carte sono giuste, non c'è la minima possibilità che io mi sia sbagliato!” fece Lupin “Questo vuol dire...”

Vuol dire che la cartina che hai rubato era un falso...”sentenziò Jigen “Ma...”

Jigen scambiò con Lupin un'occhiata complice, per poi guardare me, ancora perplesso, e un sorridente Goemon.

Poi capii tutto.

Ma certo!” esclamai “L'isola dei Trafficanti! Probabilmente quella è quello la vera Peninsulas dos Moertues!”

Esatto!”disse Lupin “e quindi questo cambia un po' la storia... sicuramente Americani e Russi si sono messi d'accordo e stanno combinando chissà che cosa in quell'isola!”

E quindi?”

Quindi adesso andremo in quella isola, cercheremo l'entrata per la grotta che conduce al tesoro e lo ruberemo e che cavolo!”

Adesso?” feci titubante “Ma con adesso intendi adesso adesso, o adesso dopo?”

ADESSO ADESSO!” urlò euforico Lupin, saltando in sala comandi e armeggiando con dei pulsanti che uscivano da chissà dove “AVEVO PREVISTO QUALCOSA DEL GENERE!”

Lupin, spinse un bottone, e la nave si impennò schizzando verso l'isola.

AAAAAAAAAAAH!” urlai, mentre il vento mi colpiva la faccia fino a farmi male ed ero sicuro di star sentendo il theme di Lupin...

LupenLUPEEEEEN...papparappaaà, pa pa pàà” sentivo aleggiare, fino a quando non mi accorsi che Lupin aveva acceso una radio.

Santo iddio...” feci sorridendo

LEO! Ti ricordi quello che ti ho insegnato ieri?” mi urlò Jigen, mentre vedevo l'isola avvicinarsi a velocità spaventosa.

SÌ!”

Bene! È il momento di metterlo in pratica!”

Neanche il tempo di finire la frase che dall'isola partì un missile che ci stava dirigendo verso di noi!

O CAZZO CAZZO CAZZO!!!” urlavo in preda al panico, mentre di sottofondo c'era ancora il theme di Lupin.

Rilassati Leo! Sei in compagnia di gente che ne ha viste di peggiori!”

Il missile, intanto, si avvicinava sempre di più,

Goemon?”

Ci penso io”

Il missile si stava dirigendo verso di noi, più veloce che mai, ma ormai mi ero rassicurato.

Non ero in compagnia dei primi venuti, ma della leggendaria banda di Lupin!

Con grazia ed eleganza, Goemon fece un salto, e in un attimo tagliò il missile in due metà perfette, che andarono a schiantarsi ai lati della nave.

La mia spada ha colpito di nuovo una di quelle diavolerie tecnologiche...” disse Goemon, rinfoderando Zantetsu-ken.

Mentre ci avvicinavamo all'isola dall'acqua spuntarono dei mitragliatori, che iniziarono a spararci.

Spara Leo!” mi disse Jigen “Io penso a quelli di sinistra, tu a quelli di destra!”

Presi il mio Revolver, e trovai in qualche modo una posizione di equilibrio, con la nave che si muoveva a velocità vertiginosa.

Vedevo Jigen che fino a quel momento si stava occupando lui di tutti e due i lati, con un po' di difficoltà, mentre Goemon continuava a tagliare missili...

Presi un attimo la mira e BANG! Il mitragliatore scoppiò con fragore.

Continua così!” mi urlò Jigen, mentre con una mano si teneva il cappello e con l'altra sparava.

Continuai a sparare ai mitragliatori, facendo centro il 90% delle volte e a quel dieci per cento che mancavo, sopperiva Jigen.

Continuavamo ad andare avanti, ed eravamo quasi arrivati!

LUPIN!” urlò Jigen “scogli a dritta!”

LI HO VISTI!” urlò Lupin, evidentemente emozionato, mentre continuava ad andare avanti.

MA SE ANDIAMO AVANTI COSÌ, CI SCHIANTEREMO!” urlai

IH IH IH!” fu l'unica cosa che sentii rispondermi...

O MIO DIO!” urlai mentre la nave era a due centimetri dagli scogli “MORIREMO TUTTI!”

Ma non morimmo, la nave, in qualche modo, usò gli scogli come rampa di lancio.

AAAAAAAAAAAAAAAAH!”

In quel momento vidi la mia vita passarmi davanti, quando mia madre mi insegnò a scrivere, quando mio padre mi insegnò come tirare di esterno, ricordai ad una ad una le stupide litigate che avevo fatto mio fratello...

La nave sorvolò tutto il complesso militare che c'era su quell'isola per atterrare al centro dell'isola, nel bel mezzo della giungla.

STRUNG! SBANG! TRABABANG! TUNF! BANG!

La nave si schiantò nella giungla in modo teatrale, quasi hollywoodiano, andando prima addosso a due/tre alberi, per poi fermarsi sul ciglio di un burrone.

Miracolosamente, alla fine di quel processo, ero ancora tutto d'un pezzo e persino vivo, anche se ero finito dalla parte opposta della nave ed ero in una posizione innaturale.

Mi tastai per accertarmene.

Wè, gente, tutto bene?” chiesi titubante.

Visto che ho la mia spada, sì” rispose Goemon.

Più o meno...”disse Jigen.

Con qualche livido...” mi disse Lupin “Ragazzi, non muovetevi...”

Perch...” dissi io, tentando di rimettermi in una posizione dignitosa, mentre la nave dondolava pericolosamente verso il burrone “Ah, ecco...”

Va bene...” disse Lupin “cerchiamo di scendere dalla nave...niente movimenti bruschi e....”

LUPPPPPPPINNNNNNNN!”

L'inconfondibile voce dell'ispettore Zenigata risuonò nella giungla colombiana, rompendone il silenzio.

AAAAAAAAAAAAAH! Paparino! Come sei arrivato qui!?”

La barca traballò.

Lupin la barca!”

Zenigata comparve d'improvviso di fronte a noi, facendo volare un gruppo di uccelli.

Ovunque ci sarà Lupin, ci sarà anche Zenigata!” sentenziò l'ispettore, agitando ancora una volta, le manette.

Zazà, non so se te ne sei accorto, ma saremmo in una situazione alquanto precar...”

LUPPIIIIIIIIIINNNNNN!” urlò l'ispettore, saltando sulla nave.

Che ondeggiò.

LUPIIIIIIIIIIN!”

Che continuò ad ondeggiare.

Zenigata gli tirò le manette...

Quello fu il colpo di grazia, la nave rovinò verso il precipizio, cominciando a scivolare lungo il burrone.

Per fortuna...”

Presi una pietra in faccia

Che...”

Mi arrivò un ramo in bocca.

Il buttone...” dissi, masticando un paio di foglie.

Polvere in faccia...

NON ERA A 90° GRADIIIIII!!!AAAAAAAAAAH!”

HAI RAGIONEEEEEEEEEE!”mi rispose Lupin.

LUPPPPPPPPPIN! TI PRENDERÒ!”

PERCHÈ TUTTE A MEEEEE!

Un vero samurai non si scompone mai...”

E giù verso l'ignoto...

Brang!

La nave miracolosamente si fermò, ed ero ancora vivo.

Mi guardai intorno: da una parte il burrone, dall'altra la giungla.

Ragazzi...tutto bene?” ripetei, per la seconda volta in quella giornata.

Trach!

Il terreno sotto di noi sprofondò di nuovo.

MA PORCA PUTTANAAAAAAAAAAA” mi lasciai sfuggire, mentre cadevo di nuovo nel vuoto, questa volta, quello più assoluto.


Ok, questo doveva essere l'ultimo capitolo di Lupin ma...una cosa tira l'altra e ho paura che andrà avanti almeno per altri 2 capitoli!O_O


Mio dio!


Ma alla fine siete stati fortunati, se mettevo in pratica quello che avevo in mente(che vi dirò nel prossimo capitolo) la parte con Lupin non sarebbe davvero finita più....XD


Poi ho paura di quello che verrà dopo! Io pensavo di riesumare per un capitoletto(se sarà un capitoletto!) Mighty Max, di cui recentemente ho fatto anche il cosplay...XD


Ah, la canzone che cita Leo è “Con le Pinne il Fucile e gli Occhiali” di Vianello.È del 62, quindi è normale che non la conosciate!XD



Berlinene: Lieto di averti rallegrato e grazie per i complimenti! Proprio quello che ogni autore vorrebbe sentirsi dire! Beh, per lo sceriffo non ti preoccupare, l'ho invento io ti sana pianta, così come quelli di Lea, David (a dire il vero questi ultimi sono ispirati al tipico rapporto Ranma/Akane...XD) e Sam...XD Nel caso ci fossero altri personaggi non appartenenti al mondo a cui Leo fa visita, te lo dirò!

Suikotsu: Essì, essere il prescelto è sempre dura...poi quando sei stato prescelto oltre che dal fato, anche dalla sfiga, come nel caso di Leo, lo è ancora di più!XD Beh, sì spero di farlo finire in tanti altri mondi...ci ho già fatto un pensierino per quello di Saint Seiya...ma trovo improbabile in anime come Kyashan o Kenshiro, penso morirei di tristezza... sopratutto perché lì Leo sarebbe fuori luogo!XD Però mai dire mai!XD

Ghen: Già! Me la cavo nei così detti Stelth(quelli di infiltraggio), ma adoro anche i picchiaduro!(Street Fighter in particolare) Beh, Leo è un pazzo furioso oltre che uno sfigato cronico...insomma non proprio un Gary Stu!XD Poi vabbè che ho disatteso tutte le previsioni, ma vabbè!XD

Prof: Speriamo che non sia davvero troppo per Leo!XD Dai, è un prescelto sfigato, ma pur sempre un prescelto, quindi qualcosa dovrà pur fare! Qui inizia l'avventura, nel prossimo capitolo dovrebbe avere a che fare con il tesoro e trappole mortali alla Indiana Jones! Beh, con le cospirazioni mondiali...XD

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo ***


“Ok... prima di tutto, sono vivo?”

Il dolore che sentivo alla gamba sembrò rispondermi di sì.

Accertato quindi di essere in uno stato ottimale, incominciai a guardarmi attorno.

Ero in una caverna, profondato chissà di quanti chilometri sotto il livello del mare e l'unica uscita sembrava anche l'entrata, ovvero qualche chilometro sopra le nostre teste e ovviamente non era possibile raggiungerla.

L'unica luce era quella che veniva proprio da quel buco sul soffitto, flebile e soffusa.

Lupin, Jigen e Goemon erano davanti a quella che sembrava una... una porta?

“Ma...diavolo!” urlai “La nave! Sam ci ucciderà tutti!”

La nave, infatti, non si poteva più chiamare tale.

Ormai era solo un ammasso di rottami, inutilizzabile.

Il trio mi guardò, e Lupin sogghignò:

“Beh, se troviamo il tesoro, potremo ripagarlo!”

“TESORO? TESORO? Siamo intrappolati in una dannata grotta e tra poco gli americ...i rus...CHIUNQUE CI SIA in questa maledetta base verrà a cercarci! E VOI CHE FATE? STATE DAVANTI A QUESTA PORT...CHE DIAVOLO CI FA UNA PORTA QUI?”

“Calmati Leo, o ti verrà un infarto!” mi suggerì Lupin “E osserva meglio la porta...

“Ho diciassette anni ed è impossibile che mi venga un infar...

Magari non mi venne un infarto, ma mi mancò il fiato. Sulla porta c'era un buco, un buco che poteva essere colmato solo con un diamante! Il diamante che Lupin che aveva trovato! L'entrata del tesoro!

“Che fortuna...”dissi guardando la porta, ancora sgomento “Ma...dov'è papà Zenigat...l'ispettore Zazà....insomma il signor ispettore Zenigat...”

“LUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNN!”

Dai rottami della nave, spuntò, più pimpante che mai, Koichi Zenigata, urlando quello che urlava di solito.

“AH, Zazà si è svegliato!”

Lupin tirò fuori dalla giacca il diamante e lo ficcò dentro il buco apposito nella porta.

La terrà cominciò a tremare, e il soffitto iniziò a franare.

Perchè è tutto così maledettamente banale!” urlai, un po' preso dal panico.

“Lupin!” continuava ad urlare Zenigata, agitando le manette, come suo solito.

La porta si aprì di scatto, accompagnata da un fragore infernale.

Io, Jigen e Goemon ci si infilammo dentro senza esitazioni, seguiti da un urlante Zazà.

Dentro non si vedeva niente, tanto era fitta la polvere che si era alzata.

Lupiiiiiiiiin, non mi sfuggirai”

“Paparino, cambia disco!” gli consigliò Lupin.

Zak!

Fu uno scintillio nell'oscurità, e sentii qualcosa di metallico aggrapparsi ad un mio polso.

Ah-ah! Ti ho preso Lupin!”

Il polverone infine si diradò e vidi un corridoio che in lontananza si biforcava.

Ed io e Zenigata eravamo legati con le manette.

“Paparino, mi sa che hai sbagliato mira...

“Già...

Tunf!

“Un classico...”pensai “la parete che cala tra gli eroi per dividerli...”

“Leo, Zazà, state bene?”ci chiese Lupin, che insieme al resto della banda era rimasto dall'altra parte della parete.

“Tutto bene!”urlai

“LUPIIIN!TI PRENDERÒ!”urlò Zazà, ancora legato a me.

“E anche Zazà sta bene...”disse il ladro gentiluomo, mente molto probabilmente sorrideva “Ok, ci dividiamo! Voi andate avanti! Probabilmente tutte e due le strade portano al tesoro!

“D'accordo!”dissi “Ci vediamo dopo!”

“Lupin!”

“Ispettore Zenigata, ci conviene andare.”

Zenigata mi guardò con intensità:

“E tu chi sei?”

Sembrò che mi passasse davanti una balla di fieno.

Zenigata fino a quel momento non mi aveva neanche notato!

“Sono Leonardo, e mi sono unito recentemente alla banda di Lupin...

“Male, male” mi ammonì Zenigata “Così giovane e già sulla via del crimine! Sopratutto considerando cosa stai per rubare!

Perchè cosa sto per rubare?”

“L'arma batteriologica che russi e americani stanno sviluppando segretamente da più di 50 anni!”

“Arma batteriologica?”Guardai l'ispettore Zenigata perplesso “io e Lupin siamo qui per recuperare il tesoro nascosto di una tribù Maya!”

“Ah, sì?”Gli occhi dell'ispettore Zenigata si illuminarono “però un furto rimane sempre un furto! Lupin deve essere arrestato!”

“Ecco perchè Zazà era così su di giri!”realizzai tra me e me “Pensava che Lupin volesse rubare quell'arma!”

“Leonardo, giusto?”

“Sì...

“Temo di avere una brutta notizia...non trovo più le chiavi delle manette....”

“O dannaz... e adesso?”

“Beh, andremo avanti legati...

Sospirai: Niente da fare, era destino che succedesse.

Mi guardai intorno: la parete che mi aveva diviso dagli altri mi lasciava un unica via, dritta e lunga, che conduceva a chissà quali pericoli.

Tremai.

Quante volte ancora avrei dovuto rischiare la vita?

“Andiamo!” dissi al mio compagno, trascinandolo per le manette.

Il corridoio era fiocamente illuminato da della luce che filtrava attraverso alcuni buchi che erano sul soffitto.

Io mi muovevo cautamente, di soppiatto, un po' come faceva Buggs Bunny quando si muoveva in punta di piedi.

Zenigata mi seguiva esitante.

“Ispettore Zenigata...

“Sì?”

“La prego di fare piano, un piede in un posto sbagliato potrebbe far accadere la più terribile delle cose...

Zenigata deglutì: “V-va bene...

Dopotutto era logico che io fossi esperto di caverne e trappole in generale...quante ore avevo passato, dentro anguste caverne, schivando trappole e combattendo contro terribili mostri in agguato nell'oscurità?

Beh, forse non ero propriamente io ad aver fatto quelle cose, ma il mio alter ego di Doungens & Dragon, Karth... comunque restava il fatto che ero io ad impersonificarlo...

Ebbi come un flash, e rividi il mio gruppo di amici intenti nella nostra attività preferita: il cazzeggio.

Cazzeggio che nell'80% delle volte sfociava durante una partita di D&D.

Marco, il nostro Master severo e bastardo...

Laura, la nostra chierica tira mazzate...

Mauro, il nostro guerriero sclerotico...

Gabriele, il mago saccente e sentenzioso... e infine io, Leonardo, il paladino rompicoglioni del gruppo, che blaterava sempre qualcosa sulla giustizia e sulla morale...

Eravamo davvero un bel gruppo. Chissà se mai uscirò vivo da tutto ciò, potrò tornare a giocare con loro...

E ora qui, insieme a Zazà in un Dougen pieno di trappole che proteggeva un tesoro inestimabile... insomma il mio Master non avrebbe potuto inventare di meglio.

Neanche il tempo di fantasticare un attimo che sentii mancarmi il terreno sotto i piedi.

“LEO!”

Zenigata riuscì a salvarmi solo perchè eravamo legati con le manette, altrimenti sarei diventato un puntaspilli.

Infatti, sotto di me, si aperto il pavimento, e sotto c'erano tanti bei spuntoni pronti pronti a infilzarmi.

Zenigata mi tirò con un po' di fatica.

“Questa caverna è troppo stereotipata...”dicevo a Zenigata, mentre, superato il buco faidiventareunpuntaspillileo, camminavamo avanti “prima il terremoto quando apriamo la porta, poi il muro che ci separa e ancora la trappola del puntaspilli...insomma manca solo il masso rotolante e chiamo Indiana Jon...”

Click

Sentii di aver calpestato qualcosa che non dovevo calpestare, ma sembrò non succedere niente.

Rimanemmo qualche secondo in silenzio, fino a quando in lontananza non sentimmo una specie di rombo, come un tuono.

“Ma che...

Zenigata non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che lo costrinsi a correre, trascinandolo per le manette.

Poco dopo, neanche a farlo a posta, dal mio 3030 incominciò a partire la suoneria del theme di Indina Jones.

“Un masso rotolante ci sta venendo addossooo!” urlai mentre un masso gigante si avvicinava pericolosamente a noi “E PERCHÈ DIAVOLO È PARTITA LA SUONERIA DI INDIANA JONES PROPRIO ADESSO! AAAAAAAAAAAAAAAH!”

Correvo come riusciva a fare solo Nebeshin in Exel Saga, mentre Zenigata mi seguiva a due passi di distanza.

“SI STA AVVICINANDO, SI STA AVVICINANDOSISTAAVVICINANDO!!!”urlai, un po' (?)in preda al panico.

“Oh mio dio!” pensai “la trappola di prima!”

“Leo!” urlò Zenigata “saltiamo!

“Il buco è piuttosto lungo non so se riuscirei a AAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

Zenigata saltò, e così feci anch'io...e ci appendemmo al bordo della trappola, mentre il masso si sfracellava dietro di noi, nella trappola.

“Ce la siamo vista brutta, eh, Leo?”

“Non ti preoccupare, ormai ci sono abituato...

E pensare che fino a poco tempo fa ero il più normare dei ragazzi...

Sospirò.

“Ok, Ispettore, andiamo!”

Superammo di nuovo la buca, e procedemmo lentamente lungo il tortuoso tunnel.

Quali altri pericoli avremmo dovuto affrontare?

Io e Zenigata camminammo in silenzio per vari minuti, nella speranza che nessun gruppo di indigeni con archi e frecce avvelenati avrebbe tentato di ucciderli, magari mentre cercavamo di raggiungere un aereo...

Il tunnel finalmente si aprì in uno spazio più ampio, dove c'erano due porte, con accanto due statue, fedeli riproduzioni di due aztechi armati di lancia.

Al centro c'era una scritta composta da caratteri che non avevo mai visto... eppure... sapevo di saperli leggere...

“Com'è possibile?” Chiesi con voce spezzata, più a me stesso che a Zenigata “So leggere questi caratteri...”

Ma, aspetta! Lupin avrebbero dovuto parlare giapponese! E gli abitanti della Colombia una specie di spagnolo!

Come diavolo avevo fatto a non pensarci prima? Come era possibile?

“E allora cosa c'è scritto?” mi chiese Zenigata, probabilmente senza aver notato il mio conflitto interiore.

Due porte, una conduce alla tesoro, una alla morte. Due guardiani. Uno ha fatto voto di retta parola, l'altro di non farlo mai. Una sola domanda ti è concessa, o viandante, ad uno dei due guardiani.” lessi.

“Quindi...” disse Zazà grattandosi la testa “Queste due statue... sarebbero i guardiani... e uno dei due dice solo la verità e l'altro solo bugie... e una conduce al tesoro... e l'altra... a morte certa?”

“Esattamente..” dissi, con aria solenne “Ma dubito che questi pezzi di roccia sappiano parlare...” dissi, dando un calcio ad una statua.

!!!!

Gli occhi della statua si erano illuminati di rosso! E...

Non so grazie a quali miei poteri nascosti, ma riuscii a schivare la lancia... per un soffio.

“Promemoria per me: mai prendere a calci dei guardiani sacri...

S-si è mossa!” balbettò Zenigata “Che strano...Ragazzo, riflettiamoci un attimo sopra, ok? Dopo aver visto la statua muoversi tutta questa faccenda dell'indovinello mi sembra anche troppo reale...

Zenigata aveva ragione... ma...

Come si era mossa quella statua? Magia Azteca?

“Boh...” come al solito era l'unica risposta che mi sapevo dare.

Tanto valeva concentrarsi sull'indovinello...

...Ma aspetta, ho già sentito qualcosa del genere...

Il mio Master...

C'ha fatto lo stesso indovinello, una volta!

Ma chi l'aveva risolto...

Mmm...

“Bisogna fare una domanda pertinente alla strada da prendere... e che ci dica la direzione in cui andare... sia che lo chiediamo al guardiamo sincero, che a quello bugiardo...” disse Zenigata, sorprendendomi con le sue abilità deduttive.

Ma dopotutto era nell'Interpool per un motivo, no?

Poi

Un flash.

Quasi di una vita passata.

E probabilmente era la soluzione....

Mi alzai deciso, e mi diressi verso il guardiano a sinistra. Chiesi quindi con voce tuonante e chiara:

"Secondo te, qual è la porta che consiglierebbe l'altro guardiano?"

La guardia rimase ferma immobile, senza darmi risposta.

Poi, lentamente, girò la sua lancia in direzione della porta a destra.

“Ok, la porta giusta è quella a sinistra” dissi deciso.

“E come fai ad esserne tanto sicuro?” chiese, quel bonaccione di Zenigata, che neanche si era arrabbiato del fatto che non l'avevo consultato prima di fare la domanda...

Seguimi nel ragionamento: Se l'avessi chiesto al guardiano bugiardo avrebbe indicato quello che porta alla morte, perchè è bugiardo, e la guardia che dice la verità mi avrebbe indicato quella della salvezza, no?”

“Certo” disse “ti seguo... ma se lo avessi chiesto alla statua sincera?”

“E' lo stesso....anche se fosse stato il guardiano sincero, avrebbe indicato quello che porta alla morte, perchè così gli avrebbe consigliato il guardiano bugiardo...”

“Ma certo!” disse Zenigata battendo il pugno su una parete “Geniale! Quindi visto che la guardia ha indicato la destra, noi dobbiamo andare a sinistra! Certo!”

Andammo verso la porta di sinistra, e ci ritrovammo in un altro tortuoso tunnel, che dopo qualche minuto sbucò...

In un salone. Enorme.

Grandioso... e raccapricciante allo stesso tempo.

Oro, gioielli, vasi preziosi... ce n'erano fino alla nausea... accanto ad... un mare di ossa.

Cadaveri che erano lì da più di 400 anni, che attendevano solo il loro arrivo.

E in un lato, l'unico che aveva ancora i vestiti... anche se comunque cadavere.

Probabilmente era quel Conquistadores traditore...

Zenigata ed io rimanemmo qualche minuto a contemplare quella macabra bellezza che avevamo di fronte.

“Bene, bene, bene... che cosa abbiamo qui?”

Fu una voce sconosciuta a parlare.

E veniva da dietro di noi...

Era uno dei tizi più strani che avessi mai visto.

Occhiali che sembravano un visore notturno, un gilè bianco su una camicia bianca e un paio di pantaloncini corti che avevano tutta l'aria di essere mutande.

“Proprio come pensavo, un trio di trasgressori!”

A parte che eravamo in due... a parte che quella era una palese citazione...

E a parte il modo in cui era vestito...

“Che diavolo vuoi?” chiese Leonardo, guardandolo malissimo.

“Quello che volete voi, trasgressori...

Dai boxer (!!?) tirò fuori una pistola, che ci puntò addosso.

“Il tesoro... e in particolare... questo...” disse prendendo un vaso.

“IN NOME DELLA LEGGE TI ORDINO DI...

Partì un proiettile dalla pistola dell'uomo, che colpì la gamba di Zenigata.

Riuscii appena a sostenerlo prima che cadesse a terra.

“ Povero piccolo ispettore...” disse quel bastardo, con voce compassionevole “Se fossi stato zitto e fermo non sarebbe successo”

“Bastardo...” sussurrai a mezzabocca

“Cosa, cosa cosa? Mio giovane e sconosciuto amico, hai detto qualcosa?

Avrei voluto saltargli addosso e prenderlo a botte per quello che aveva fatto a Zenigata... ma... lui aveva una pistola...

Mi toccava fare buon viso e cattivo gioco.

“Non ho detto niente, sconosciuto signore”

“Ah, già, già, già! Non mi sono ancora presentato! Che maleducato! Sono Kirt Poler, piacere di conoscervi!”

“Oh!” fece dopo un attimo “Suppongo che uno sparo non sia il miglior biglietto da visita del mondo...ihihih! Ma che ci volete fare! Non ci sono più le buone maniere di una volta!

Rise della sua stessa battuta per qualche secondo.

“Comunque! Io ero tornato qui per prendere...QUESTO!”

Lasciò cadere il vaso che conteneva... cosa?

Un oggetto verde di fattura e forma indefinita.... Mai visto niente del genere...

Non credevo a quello che vedevo...

Non era stato costruito da mani umani... il mio sguardo e quello di Zenigata venivano catturati dal verde brillare di quel diamante, senza poter distoglierlo.

“Che diavolo...” riuscii solo a dire, mentre quel tizio lo prendeva in mano

“Eccolo, ispettore e ragazzo sconosciuto! L'ho cercato a lungo... molto a lungo! Il segreto della prosperità dei Maya! La Sacra Pietra del Tempo! E ora è miaaaaaaa!”

E incominciò a ridere convulsamente.

“Ora... nessuno... nessuno, potrà fermarmi!”

Poi, un terremoto. Forte violento, pieno di quella forza che solo madre natura sapeva avere.

E poi... una macchina sbucò dal soffitto.

Per essere precisi era una vecchia Ferrari...

Che mi era famigliare...

Una vecchia Ferrari rosso fiammante...

...SCERIFFO DAN!”

Urlai con tutto il fiato che avevo in gola

“Ancora tu?” disse Kilt guardandolo stupito

“Sì, ancora io, bracalone!”urlò Dan, con forza.

“Bracalone? Come osi!” disse con voce stridula “tu... non capisci la mia arte!”

“Sarà...ma non lo capisce l'intero mondo...”

Ihih... fai tutte le battute che vuoi...ma sei troppo tardi, il Cristallo è mio!”

“Non credo proprio!” urlò Dan, estraendo in un attimo la pistola, colpendo il cristallo con un proiettile.

“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIH! Il cristallo! Brutto stronzo!” urlò, sempre con voce strozzata, mentre si gettava a terra per prenderlo.

Un attimo dopo Dan aveva la sua Colt puntata alla tempia di Kilt.

“Fai una mossa e sei morto...

“Ma non mi serve, fare una mossa...

E scomparve nel nulla, lasciando Dan con un palmo di naso.

“DANNAZIONE!” urlò “MI E' FUGGIATO ANCORA!”

Quindi, senza degnare di un'occhiata, né me, né Zenigata, Dan risalì sulla sua Ferrari.

“Leo, sono certo che ci rivedremo, e allora... ti spiegherò!”

Mise in moto.

“Oh, giusto...

Un vento caldo colpì me e Zenigata, un vento che sapeva di deserto...

“Ok, ci rivedremo, prescelto!”

E lui e la sua macchina scomparirono.

“Ma che diavolo...” riuscii a dire

Zenigata mi rispose con un'alzata di spalle.

E la sua gamba... anche se era intrisa ancora del suo sangue... era guarita!

“Ma che diavol..” tentai di dire “Zazà?”

Zenigata scosse la testa.

“Questo mondo è più misterioso di quanto non sembri...

Passi in lontananza.

“Comunque” disse una voce in lontananza che assomigliava troppo a quella di Lupin “è stato fin troppo facile arrivare fin qui... insomma, quel masso rotolante, quelle trappole, le frecce che escono dal terreno... insomma... chi fatto questo sotterraneo non aveva un minimo di fantasia o si era visto troppo film di Indiana Jones...”

“Beh, Lupin” disse Jigen “dubito che all'epoca avessero già creato i film di Indiana Jones

“Anche tu hai ragione...

“Toh, eccovi” feci a Jigen, Goemon e Lupin, che si avvicinavano “Ve la siete presa comoda...

Lupin si sfegò la mano sulla nuca:

“Hai ragione scusaci! Ma sapendo che con te c'era Zazà...

Poi notò il sangue sulla gamba di Zazà:

“Ma che è successo qu...

Pareva che fosse destino. Oggi nessuno riusciva a completare le frasi che intendeva dire.

Dal soffitto apparvero due persone... anzi tre...

Poi, apparvero i loro paracadute.

Ma... che diavolo? Era finito nella giornata dei personaggi a sorpresa?

Perchè nessuno gliel'aveva detto?

Il prima persona delle tre....e la riconobbi, mio malgrado, dalla grandezza del seno. Era senz'altro Fujiko Mine.

Gli altri due... mai visti.

Erano una ragazza e un ragazzo, vestiti elegantemente, ed tutti e tre atterrarono impeccabilmente sull'accidentato terreno di quella grotta.

Fino a quando lui non inciampò e fine con la faccia tra le tette della ragazza.

...” disse Fujiko

...” disse la ragazza

...” disse il ragazzo

...” disse Geomon

...” disse Jigen

...” disse Lupin

...” disse Zenigata

...” dissi io

Minuti di silenzio.

Il ragazzo e la ragazza erano entrambi rossi.

Quanto ancora hai intezione di tenere la faccia lì?” dicemmo tutti contemporaneamente al ragazzo.

Finchè lei noi mi dice niente...” rispose, prima di essere colpito da un calcio della ragazza.

Proprio lì in mezzo.

Tutti i maschi presenti, si misero le mani lì per solidarietà maschile.

“CHE MAAAAAAAAAAAAAAAAAALE!” Urlò il ragazzo, cadendo in terra in preda a convulsioni degne di un epilettico.

“Non ti sembra di aver esagerato?” feci alla ragazza, affabile

“Vuoi essere tu il prossimo?” mi rispose rabbiosa.

N-no... non ci tengo, grazie... magari quando avrò avuto una salda progenie, va bene? Eh, eh, eh...

E mi nascosi dietro Zenigata.

Comuqnue!” Fece la ragazza “ Fbi! Voi tutti siete accusati di intrusione in territorio militare di due nazioni! Siete in arresto!”

Ma ovviamente, nessuno se la cagava.

Lupin stava riempendo un sacco con tutti i tesori, Fujiko faceva lo stesso.

Jigen aiutando Lupin, mentre Goemon stava lucidando la sua spada.

Zenigata, dimentico per tutta quella successiva serie di entrate in scena, sconcertanti e trionfali allo stesso tempo, della cattura di Lupin, mi stava aiutando a cercare quel misterioso foglietto che mi avrebbe dovuto riportare – o almeno lo speravo - a casa.

“QUALCUNO MI STA ASCOLTANDO?”

“Credo di no...” fece il ragazzo, ancora stesso a terra, sofferente.

E la ragazza gli tirò un altro calcio.

“Ah, eccolo!” dissi, alzando un foglio in aria, trionfalmente

Era completamente bianco, non v'era scritto niente.... ma la sua consistenza era la stessa di un A4... e a quanto ne sapeva, gli A4, in quel periodo, non c'erano ancora.

BANG!

Mi volò il biglietto dalla mano. Era la giornata degli spari, oltre quella dei personaggi a sorpresa, oggi?

Mi guardai intorno, non vidi nessuno con una pistola.

“TUTTI A TERRA!”

Un altro colpo, passò proprio dove cinque millesimi di secondi prima c'era la mia testa.

Se non fosse stato per l'urlo di Lupin, la mia testa avrebbe un buco in più.

E, forse la cosa sorprenderà qualcuno, quando dico che quel buco non sarebbe stato affatto utile.

“Un cecchino!” urlò il ragazzo di cui non sapevo ancora il nome.

Un altro colpo che anche questa volta che andò a finire nel vuoto.

Poi ancora spari.

“Mirano a me!” urlai “E' lo stesso che ha bucato il cappello di Jigen!”

“Ma...” fece Fujiko con voce tramante “Se è lui... perchè sta mirando anche me...”

“Oh, cazz....” urlò la ragazza “Da dove spara?”

“Non ne ho idea!” urlai, ma poi... poi vidi un puntino rosso.

Sembrava una di quelle luci che utilizzavano i miei compagni di classe per accecarmi o per prendere in giro il professore.

Un momento dopo ero in ginocchio, pistola in mano, sparando nella direzione opposta dal dove veniva la luce rossa.

Quattro, no cinque e assordanti Bang si udirono contemporaneamente in quella buia caverna.

Senza che me ne accorgessi, al mio fianco c'erano Jigen, Lupin e Zenigata, tutti con in mano una pistola fumante.

Aspetta... e allora di chi era il quinto sparo?

La risposti la ebbi quando vidi Goemon davanti a pochi metri da noi, con in mano la sua fedele spada e un proiettile tagliato a metà.

Poi... un rumore di passi, che corrono.

“Oh, merda, sta fuggendo!”

Noi quattro, io, Jigen, Zenigata e Lupin ci lanciammo in un rocambolesco inseguimento, seguendo l'ombra del cecchino... che credevo essere il tipo dal caschetto argentato!

Corremmo per le tortuose vie della caverna, fino a quando ad una curva particolarmente stretta...

BANG!

“Cazzo, un agguato!” Non ebbi neanche il tempo di pensarlo, che vidi un proiettile che si dirigeva verso di me.

No! Verso di Jigen!

Vedevo tutto a rallentatore. Sapevo che succedeva solo nelle situazioni in cui sta per succedere qualcosa di estremamente BRUTTO. Il proiettile che si avvicinava verso il cuore di Jigen. E sicuramente, io non volevo che questo accadesse.

“No, Jigen!” Mi buttai a lato, colpendolo con una spallata e buttandolo di lato.

Sentii una fitta alla spalla, ma Jigen, anche se a terra, era vivo.

“Dannazione!” urlò una voce a noi sconosciuta “Non mi resta che far esplodere questo posto!”

Ci fu un botto. Un grosso botto. Come se una bomba fosse esplosa. Una bomba messa al punto giusto per far esplodere tutto.

E probabilmente, era proprio così.

BOOOOOOOOOOOOOOOM!

Una violenta esplosione. Un terremoto.

Inizia a crollare tutto.

“NO, NON DI NUOVO!” Urlai nella disperazione, mentre con una mano mi tenevo la spalla, da cui continuava ad uscire del sangue.

Mi trascinai dietro Zenigata (sì, eravamo ancora legati dalle manette) verso qualche parte non meglio identificata, mentre Lupin e Jigen...

Booom!

Un secondo Boom? O era il terzo? Al diavolo! Alcuni pezzi di roccia mi caddero addosso.

In più ci fu un assordante rumore, oltre quello della caverna che crollava... che sembrava... quelle delle pale di un elicottero!!

Una scaletta si materializzò davanti agli sguardi neanche tanto stupiti di Jigen e Lupin, scaletta che scendeva da un elicottero sopra le nostre teste.

Peccato che io e Zenigata stessimo un po' lontani.

“Merda!” pensai, correndo verso di loro

Guardai il buco del soffitto da cui si era scesa la scaletta.

C'era la ragazza di cui non sapevo il nome con un Bazooka in mano e intanto, Goemon teneva la scaletta.

Corsi, con tutto il fiato che mi permetteva il mio corpo, tenendomi la ferita dolorante, tenendomi i ripetuti shock, tenendomi dentro l'incredulità di trovarmi insieme a Zenigata...

Rallentai, non ce la facevo. La ferita faceva troppo male. Non ce la facevo.

Jigen e Lupin avevano afferrato la scaletta, mentre l'elicottero si innalzava nell'aria.

“LEOOOOOOOOOO!”urlò Jigen, dell'elicottero.

“Mi dispiace” mormorai “Non ce la faccio... Mi dispiace Zenigata...

Caddi a terra.

“NO!” urlò Jigen.

Scese dalle scalette, scendendo fino all'ultimo gradino, poi diede la mano a Lupin, rimanendo sospeso del vuoto.

Zenigata non aveva ancora demorso.

Prese la mano di Jigen...

“SU, SU!” Urlò Lupin all'elicottero

Mi sentii sballottato in aria, tirato verso su, verso l'elicottero...

Sbattei varie volte addosso ad una roccia... ma poi...

Passai attraverso il buco sul soffitto, mentre tutta la caverna crollava su se stessa.

Poi, quello che vidi da lassù, mentre ero sospeso per aria, con i piedi sul nulla, aggrappato nulla più che alle manette di Zenigata, che era aggrappato a Jigen, che era aggrappato a Lupin...

Le esplosioni continuavano, rumori assordati che venivano ad basso.

Era una visione, di quelle che si stampano nella testa come fotografie e non se ne vanno più.

Un’isola tropicale vista dall'alto. Esplosioni sul lato est dell'isola, grandi esplosioni...

Sul lato ovest, nascosto da una fitta boschiglia, c'era la base americana-russa, poi il tutto era circondato da un limpidissimo mare azzurro.

Rimanei lì, per qualche secondo, a bocca aperta, a guardare il paesaggio, mentre volavamo verso la riva.

La riva della Colombia.

Qualche minuto dopo atterrai sulla solida roccia, anzi sul solido asfalto.

Ma che diavolo... è successo?” chiesi.

“Qualcuno ha fatto saltare l'isola...” disse Lupin, scendendo anche lui dalla scaletta “Americano? Russo? Di altri servizi segreti? Era un mandante di quelli che hanno cercato di uccidere anche Leo? Penso che non lo sapremo mai”

“Lupin ha ragione...” disse Jigen “Ma...”

“E anche questa volta non abbiamo guadagnato niente!”

Fu Fujiko a parlare, ovviamente, questa volta, scendendo dall'elicottero con un agile salto, che fece fare vari boing boing alle sue amiche colline.

Ah, ci tengo a farlo sapere, non sono un maniaco!

Ma come!” dissi “E quei sacchi con i tesori?”

“Erano troppo pesanti! Non ci saremmo stati tutti! Quei due” disse riferendosi ai due del FBI “mi hanno costretto a buttare tutto! Loro e le storie sul valore della vita... Sarebbe stato meglio buttare Lupin di sotto...

Ma Fujiko cara, che costa stai dicendo?”

Que...” ma prima che il cuore di Lupin potesse essere colpito ancora una volta dalle fredde parole di Fujiko, arrivò....

“Sam!” urlai, spaventato.

“Ah, eravate voi con quell'elicottero! Avrei dovuto immaginarlo!” si guardò intorno.

DOV'E' LA MIA NAVE?” Il tono era il più spaventevole mai sentito... e non sono neanche certo che spaventevole esista, come parola.

Ricordai dov'è che l'avevamo lasciata. All'entrata di quella caverna, rotta... e adesso molto probabilmente sotterrata da un mucchio di sassi.

“Speravo di poterci pagare alcuni debiti...” disse Jigen, estraendo dalla tasca un diamante di discrete dimensioni “Ecco”

“Questo mi farà comprare una nuova nave di zecca! L'era della pirateria in Colombia è riaper...a-ehm... eravate voi con tutte quelle esplosioni?”

“Diciamo di sì...” disse Lupin “E...”

“Non voglio sapere altro” disse Sam “mi basta sapere che siete andati su quell'isola e siete tornati per non voler sapere niente!”

Intanto Zazà mi venne vicino.

“Leo, che cos'è quella carta?”

“Dovrebbe farmi tornare nel mio mondo...

“Eh?”

In breve gli spiegai tutta la storia della mia vita degli ultimi due giorni, anche se a me erano sembrati due secoli...

“Ah... ” disse infine “E quel foglietto...

“Esatto, spero che mi faccia tornare a casa... ma non ho idea di come utilizzarlo!”

Lo tirai fuori dalla tasca in cui l'avevo infilato.

Era tutto spiegazzato, e sopra...

“C'è scritto qualcosa!”

“Eh?”

Tutti mi attorniarono per leggere il foglietto.

Vidi chiaramente che la pagina proveniva proprio da quella rivista.

“Cosa c'è scritto?” chiesero in coro, tutti.

Se a casa vuoi tornare,

tra male e foreste ti dovrai imbarcare

e se da solo non vorrai stare, un amico ti potrai portare”

Ci furono attimi di silenzio.

Ovviamente, la domanda che normalmente verrebbe in mente ad un gruppo di normali persone coinvolte in un mistero sarebbe: “E cosa vuol dire?”

Ma... a quanto pare...

CHI DIAVOLO HA SCRITTO QUESTA ORRENDI VERSI?”

...noi non eravamo normali.

“Non è questo il punto!” urlai “Che cosa vuol dire?”

“Giovanotto?” disse Sam a bassa voce “Sai di cosa stanno parlando?”

“No” rispose il ragazzo di cui ancora non sapevo il nome, facendo spallucce.

La ragazza, che finalmente si decise a dirmi il suo nome, Lea, e del suo ragazzo, David, fece lo stesso e continuò ad ascoltare.

“Beh, mi pare chiaro” disse Lupin “Che se a casa tua te ne vuoi andare, dovrai andare tra il male e le foreste, e se vorrai, un amico ti porterai...

Grazzzzie Lupin... il tuo intuito non smetta mai di stupirmi...

“Guarda sul retro!” mi consigliò Zenigata “Magari c'è scritto qualcos'altro...”

Girai il biglietto e...

“Spiegazioni per impediti e per gli animi per niente poetici” lessi ad alta voce “Se vuoi andare a casa, ti tocca sgobbare, quindi prima passi per un altro mondo, e visto che non voglio che ci resti secco, puoi portarti un compagno. Quando lo vorrai toccare questo biglietto di nuovo...

“Quelli non erano versi Haiko...” mormorò Goemon nel silenziò che seguì la mia lettura.

“Beh, ragazzi” disse guardandoli “Mi sa che questa storia del prescelto è più complicata di quanto possa sembrare...”

“Già” disse JigenE io vengo con te”

Nuovo silenzio di tomba.

“COOOOOOOOOSA?!

L'urlo era il mio.

“Beh, quel foglio dice che qualcuno può venire con te, vero? Eccomi qui

M-m-m-ma...” ero incredulo “e Lupin? E la tua vita qui?”

“Lupin ha già la sua vita qui e può farcela anche senza di me... tu ne hai più bisogno. Cosa succederebbe se ti dovesse capitare qualcosa come quella di poco fa?”

“Ma comunque, no non è possibile...”

“E poi ti devo ancora la vita per quando eravamo nella caverna...

“Per tutte le volte che l'hai salvata tu a me la vita...

“E quindi vengo con te...

__________________________________________________________________

Allora, prima di tutto... scusate il ritardo ovviamente. Ma... sono accadute tipo due/tre cosucce che mi hanno rallentato....

Tipo... il fatto che ho dovuto trasferirmi per due volte... e poi il fatto che si è cancellata la prima versione di questo capitolo....

Infatti è cambiata anche di un bel po'... in teoria il “bracalone” doveva prendere in ostaggio Leo e poi Dan doveva liberarlo...

E avevo pensato ad un passato così lacrimoso per Dan che non ve lo sto manco a narrare.

E come è uscita fuori questa storia del gioiello del tempo.... la Ferrari...?

Boh! Forse per il fatto che mi sono rivisto di recente Ritorno al Futuro!

Grande Giove!

Silenzio.

Un palco vuoto. Tende rosso accarezzate dal caldo vento del deserto.

Passi. Passi.

Urla stridule. Due assordanti BANG!

Un soffio. E sul palco apparve un uomo.

Aveva un cappello da cowboy, un paio di occhiali da sole, una bandana giapponese ed era vestito con un paio di jeans, un giacca con sotto solo una canottiera.

L'uomo rinfoderò la Single Action Army che aveva in mano e fissò la platea.

“Salve, gente. Ho appena finito qualche bimbominkia, lì, fuori... ma ce sono sempre troppi” con un dito si alzò la visiera del cappello, fissando la platea attraverso i suoi occhiali la sole. La bandana sventolava. “Sono qui per porvi una domanda. Lo vedete Leo, quel giovincello? Ebbene, l'autore ha in mente di mettergli al fianco una gentil donzella di qualche Anime o Manga. Il problema... è che non deve essere impegnata nel Canon e che deve avere le palle. E sopratutto, deve saper combattere. Quindi nessuna Sana (é impegnata e non sa combattere), nessuna fottuta Linalee (si piange troppo addosso) e nessuna Lina Invese o Akane. Ci siamo capiti? Quindi l'autore al momento a pensato a “Temari” di Naruto”. Lo so, mi stare dicendo, ma Temari è impegnata con Shikamaru o (mettere nome a caso di personaggio maschile). E io vi dirò... questo è Fanon, non Canon. E se non sapete cosa vogliono dire, andate su Wikipedia, addio”

MMm... mi perdonate, se per questa volta non vi rispondo singolarmente?T_T Comunque... avrete il vostro capitolo su un vecchio anime... e sarà il prossimo! E vi pentirete di averlo chiesto!BWAHAHAAHHA!

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Capitolo 6
*** 6° Capitolo ***


Sapete, c'è una cosa che non capisco.


No, davvero. E non c'entra il fatto di essere in una fatiscente casa, probabilmente disabitata da secoli.


No, davvero.


E non c'entra nemmeno il fatto che dovrei essere in compagnia di Jigen.


Ben detto. Dovrei.


Perchè lì non si vedeva. E non era nemmeno in giro.


E non c'entrava il fatto che ero giunto qui leggendo un fogliettino, anzi, pardon, una pagina di una rivista trovata dentro un'isola tenuta segreta dai militari americani e russi.


E vi giuro, ve lo giuro su chi vi pare, non c'entrava il fatto che negli ultimi due giorni avessi rischiato la vita un numero incalcolabile di volte.


E starete pensando: “Oh, in compagnia di Jigen in una casa disabitata! Come minimo devi essere una specie di super eroe!”


Non vi potreste sbagliare di più.


Io sono... o meglio, ero (dubito che dopo quello che mi sta accadendo mi si possa ancora definire) normale. Un normale essere umano.


Nessun talento speciale, ero nella media sia a studiare che nelle attività fisica (anche se continuavano a dire le solite frasi: “Potrebbe fare di più ma non si impegna!)... insomma non capisco proprio.


E quindi non avrei dovuto essere una specie di “Prescelto”... ma invece lo ero.


Torniamo quindi all'inizio, alla cosa che non capito.


Perchè ero stato scelto proprio io come Prescelto?


Perchè?


E dove erano i miei poteri superfighi? Eh? Dove? La mia Kamehameah! Il mio Hadouken! La mia Hikari no Ken (Spada di luce)! La mia bacchetta con una piuma di fenice! La mia Rave! La mia spada laser!


Dove? Perchè non avevo niente del genere? Perchè tutti i prescelti degli libri, dei manga che leggevo... a proposito di Manga! Sono costretto a viaggiare tra un mondo di manga e anime all'altro per salvare il mondo... e per quello che ho rischiato di morire! Cioè... uno dei motivi...


Ma forse non era il momento di farsi prendere da una crisi di mezza adolescenza. Forse era meglio capire dove ero e se Jigen era da qualche parte.


JIGEN!” urlai


Rumori vari, scricchiolii.


Incominciai ad impensierirmi... e impaurirmi!


JIGEN! E' SPETTRALE QUI DENTRO! Non sto giocando ai quattro cantoni, bada...”


Continuai a guardarmi intorno. Il paesaggio sembrava uscito da qualche film dell'orrore... davvero, era tutto così... diroccato... a... pezzi... e polveroso... mia madre sarebbe morta lì dentro...


Rumori di passi.


Jigen....AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”


Il cuore mi saltò in gola! Non era Jigen! Era Frankenstain!


E non Frankenstain Junior! Non era per niente Junior! Era grosso! Alto 2 metri!


AAAAAAAAAH!” Corsi nella direzione opposta a Frankeistain, urlando come un pazzo, spaventato a morte.


Magari starete ridendo di me. “Ah, ti spaventi solo per Frankestain! Come sei banale!” Ma vorrei vedere voi!


Sbattei contro qualcosa. Qualcosa di duro che credo non ci sarebbe dovuto essere.


Ecco, quello era il momento in cui...


alzai lentamente lo sguardo


...sarebbe dovuto giungere il mio salvatore...


ERA IL CONTE DRACULA!


Mi fissò malignamente, quindi scappai, in una direzione imprecisata.


MA DOVE DIAVOLO ERO ANDATO A FINIRE?


Continuai a correre urlando, come nemmeno Leone il cane fifone, finchè... non mi impigliai in alcune bende...


Dio mio” sussurrai “ se è quello che penso...”


Erano bende logore... logore e...


Tenga signora Mummia, le se è slegata la benda della sua gamba...MUMMIA! AAAAAAAAAAAAAAAAAH!”


E incominciai a scappare di nuovo.


Ma dove ero finito? In una puntata de “Ai confini della Realtà”? Oppure ad una riunione di mostri?


Takomi! Siamo stati battuti ancora! Questa volta dobbiamo escogitare un piano che mostri a tutti la nostra potenza!”


La voce veniva da una stanza veniva da poco lontano dal luogo in cui mi ero nascosto.


Takomi... quel nome... e quella voce io li avevo sentiti! Ma tanto tempo fa!


Ma dove? E Quando? In quale anime ero finito?


Ma più importante ancora... chiunque fossero avrebbero potuto salvarmi da...


AAAAAAAAAAAAAAAAH!”


...quei tre che ora mi stavano inseguendo!


Entrai nella stanza da cui provenivano quelle voci.


Ok, mi correggo. Non ero né in una puntata di “Ai confini della realtà” (anche perchè non era un anime) né ad una riunione di mostri.


Ero in una puntata di Muteking! E quelli di fronte a me erano i fratelli Piovra!


Erano tutti e quattro lì, in quella stanza, esattamente come li ricordavo.


Alla poltrona, a braccia conserte, con i piedi (o meglio di tentacoli) su una enorme scrivania di legno massello c'era il capo del fratelli piovra. Dall'altro parte della scrivania c'erano i suoi due fratelli e la sua unica sorella. Assomigliavano tutti a delle piovre, ma erano completamente nere, e si distinguevano le une dalle altre a causa di vari particolari.


Ma che diavolo...”


Ma non era quello l'importante! Prima di tutto dovevo salvarmi da quei tre mostri!


Entrai di corsa e mi rifugiai dietro la sedia del capo... quello con la faccia un po' rossa... com'è che si chiamava? Takokiki?


Evidentemente la mia apparizione aveva causato alquanto scompiglio, considerato che i quattro fratelli piovra mi guardavano con sguardo allucinato.


Mmm... Salve!” disse, guardandoli, alquanto imbarazzato “Sono Leonardo, un terrestre come potete vedere! Eheheh!” risi scoccamente, cercando di rompere la tensione “Ehm, apprezzo veramente il lavoro che fate... e sono capitato qui per caso... sono inseguito dai vostri amici Mostri... e temo vogliano farmi del male... potete darmi una mano?”


Ci fu un silenzio che neanche in un cimitero a mezzanotte.


CATTURATE L'INTRUSO!” urlò Takokiki


In men che non si dica, venni avvolto da alcune corde, apparse da chissà dove.


Allora terrestre, come e perchè sei qui?”


Signor Takokiki...”


Come fai a conoscere il MIO NOME!”


Ma io vi conosco tutti!” dissi raggiante “Voi siete i Fratelli Piovra, provenienti dal pianeta Tako!”


Eh? Ma come fai a conoscerci?”


Come? Dalle mie parte siete famosissimi! Tu sei Takokichi, il carismatico capo delle Piovre Nere, contraddistinto da una bandana rossa! Tu invece sei Takomaro, il membro più intelligente dei fratelli piovra! Poi c'è il buon Takosaku, il membro con il maggior buon senso! E infine, Takomi, l'unica ragazza, perla tra le perle, la più bella piovra mai vista!”


Ok, forse stavo esagerando con le lodi... l'avrebbero sicuramente capito che stavo spudoratamente amplificando la loro fama per farmi liberare ma... erano tutti e quattro nel pallone, paonazzi, assorti totalmente dalle lodi che avevo fatto loro...


Il carismatico capo... eh eh eh...”


Takokiki si contraddistingueva per la sua faccia, che era in parte rossa... ricordiamo che il rosso è il colore del capo!


Il più intelligente...”


Takomaro era il più alto, e più che ad una piovra assomigliava ad un calamaro... aveva un fucile laser a tracolla che portava sempre con sé.


Quello con più buon senso...”


Takosaku era il membro più basso del fratelli piovra e come loro indossava un mantello di un discutibile verde.


La più bella piovra mai vista, perla tra le perle... certo che sa come colpire il cuore di una donna...”


Takomi si poteva riconoscere immediatamente perché aveva una specie di reggiseno rosa.


EH EH EH EH!” Risero pazzamente


Ok, il più era fatto non restava che dare il colpo di grazia.


Sentite! Se mi slegate vi prometto che vi aiuterò nei vostri piani di conquista di San Francisco!”


Fratelli!” disse Takokiki, il capo “che ne dite! Possiamo liberarlo e far sì che partecipi al nostro prossimo e malefico piano?”


Beh”disse Takomaro “se Takosaku è d'accordo...”


Se Takomi è d'accordo...” fece Takosaku


Se Takokiki è d'accordo....” fece Takomi


Ebbene visto che siamo tutti d'accordo...”


Venni quindi liberato.


Allora... grazie per avermi liberat-AAAAAAAAAAAAAAAAH!”


Sulla soglia della stanza in cui io e fratelli piovra stavamo, c'erano di nuovo i Frankenstain, il conte Dracula, la Mummia... e anche il Lupo Mannaro!


Oh! Siete voi!” fece Takomaru, avvicinandosi ai mostri.


Intanto io mi ero nascosto dietro a Takomi.


I mostri dissero qualcosa di incomprensibile...


Ah, ah” faceva Takomaru, sfogliando un un dizionario Mostrese/Takoniano, Takoniano/Mostrese “Capisco...”


Ehi, ragazzo!” disse, guardando nella mia direzione, mentre Takumi mi guardava con sguardo sognante. Che avessi risvegliato in lei gli istinti materni?


Che c'è?”


I mostri dicono che grazie a te hanno riguadagnato fiducia in loro stessi come Mostri! Pensavano che con tutti questi nuovi film moderni non facessero più paura a nessuno, ma grazie a te adesso non lo pensano più!”


I mostri mi guardarono e mi sorrisero.


Io li salutai con un sorriso ebete sul volto.


Eh, eh, eh! Lieto di essere stato utile!”


Ah! E l'uomo lupo si dispiace di non averti potuto incontrare! E ti prega di farti spaventare da lui, se passi di nuovo da queste parti!”


Eh, eh, eh! Non mancherò!” dissi ancora con la stessa espressione


E salutando, i mostri se ne andarono.


Caspita ragazzo!” fece Takosaku “non avevo mai visto i mostri di così buon umore!”


Se basta spaventarsi per farli stare di buon'umore...


Comunque!” disse Takokiki “Ragazzo...”


Ho un nome...”


E quale sarebbe, mio dolce cucciolottone alla panna?” disse Takomi


Mio dolce... cucciolottone... alla panna?


Il mio tik all'occhio, che si presentava solo quando ero irritato, continuò a farsi sentire.


Ve l'ho già detto, mi chiamo Leonardo...”


Oh!” fece Takomi “Leonardo come Leonardo Di Caprio...”


Sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe detto... mi metterei a piangere... Paragonato a quell'attore...


No” fece Takomaru “Leonardo come Leonardo Da Vinci, il famoso inventore...”


Più giusta la seconda della prima!” dissi “ Visto che sono italiano come Leonardo da Vinci!”


Oooooooh...” fecero tutti in coro


Ma sono onorato che tu mi abbia paragonato in bellezza a Leonardo da Vinci, dolcezza...” dissi a bassa voce, e quella arrossì.


Ah, che gran rubacuori che sono! E cosa non dicevo per far piacere ad una ragazza!


E... Leonardo, hai già in mente un piano?”


Ah, per chi mi prendete, certo che ho in mente un piano!”


In realtà non ne avevo in mente nessuno, ma non potevo certo sfigurare adesso!


Allora...” e mentre dicevo quell'allora mi passò in mente un'immagine.


Eravamo io e i miei quattro amici, Marco, Mauro, Laura e Gabriele.


Era Estate, in pieno Agosto.


Regà” feci “Partitina a D&D?”


No...” mi fece Marco “Troppo caldo...”


E lì fu l'illuminazione.


Le mie labbra si inclinarono in un sorriso spavaldo come neanche Phoenix Wrigth, dopo che aveva individuato una Contraddizione in una testimonianza, sapeva fare.


Il caldo” dissi “Quando c'è caldo agli essere umani non va di fare niente! Se riusciamo a rendere calda San Fancisco, nessuno potrà fare più niente per fermare la nostra avanzata!”


Viva i fratelli Piovra!” urlammo tutti insieme “Conquisteremo il mondo!”


Bleah! Bleah! Bleah!” e facendo una smorfia che sarebbe la loro equivalente di una risata malvagia, incominciammo a cantare la canzone dei fratelli piovra.


http://www.youtube.com/watch?v=qD5NXIrzrD4&feature=channel_page

Quindi si trasformarono in forma umana, i tre fratelli erano praticamente uguali, cambiavano solo d'altezza o larghezza. Erano uomini vestiti di verde, con la pelle violacea e con un bel paio di bei baffoni. La sorella invece era decisamente più carina. Era vestita anch'ella di verde, con una strana maschera dello stesso coloro e degli assurdi quanto belli capelli biondi.

Ok! Si dia inizia al piano!” urlò Tokakiki “Ehm... come facciamo ad...”


FIUUUUUUUU....


Davanti a noi passò un caldo vento del ovest, trascinando con sé una balla di fieno.


Se quello era un cartone animato per bambini, allora bastava uscirsene con un'idea assurda!


Ehm... potremmo mettere una lente d'ingrandimento gigante davanti al sole per amplificare la luce solare...”


Secondi di silenzio.


Lo sapevo, l'avevo sparata troppo grossa! Anche se quello era un cartone per bambini non avrei certo dovuto uscirmene con un'idea così idiot...


Sai, dovresti stare attento Takomaro, altrimenti Leonardo prenderà il tuo posto nei fratelli piovra...”


Hai ragione...”


Ma dai!” dissi “Non è assolutamente possibile! Io non avrei la minima idea di come incominciare a costruire una lente d'ingrandimento gigante! Eh eh eh...”


E di nuovo mi esibii nella mia migliore risata ebete.


Oh, oltre ad essere intelligente è anche modesto... sento che mi sto innamorando...” disse Takumi arrossendo.


E, credetemi, vedendola dal vero, sopratutto in forma umana, era molto carina!


Sentii tre mani che mi toccarono le mie spalle.


Hai la nostra benedizione...” fecero i tre fratelli piovra, con uno sguardo conciliante.


Non sapevo se essere contento o meno.


Ehm... sono onorato... ma sapete... io sono un essere umano... lei un'aliena del pianeta Tako... non so se...urgh!”


Mi ritrovai di fronte alle loro facce imbronciate.


Vuoi dire che non ti sei innamorato della nostra sorellina?”


Mmm... non è quello che volevo dire... eh... intendo...”


Allora è fatta!” fece Tokakiki dandomi una poderosa manata che mi fece fare qualche metro “tutto per fargli dimenticare quel cialtrone di Muteking!”


Allora era quello il vostro scopo, fin dall'inizio!


Ma forse no, in fondo non penso che siano così intelligenti...


Ok, ragazzi, vi dispiace se vado un attimo in giro?”


Cosa?”


Beh, in pratica... c'è un mio amico insieme a me... ma.. beh... ci siamo persi di vista... e così... vorrei ritrovarlo...”


D'accordo!” disse Takokiki “Ma non conosci la città, c'è bisogno che qualcuno ti accompagni..”


Il suo sguardo passò di fronte ai tutti i suoi fratelli, squadrandoli da destra a sinistra.


Poi da sinistra a destra... poi puntò il dito in una direzione specifica.


Per quando le ore passate a giocare a Phoenix Wright mi avessero debilitato in mente e corpo, non pensavo che avrei mai immaginato Takokiki intento ad urlare una prorompente... “OBIEZIONE!”


Infatti non successe:


Takumi! Ci andrai tu! Noi tre dobbiamo costruire la lente d'ingrandimento!”


Oh, un appuntamento con Leo! Il mio primo appuntamento! Che emozione!”


Ok, diciamo che sapevo far innamorare le aliene... me la cavassi allo stesso modo con le terrestri! E invece non avevo uno straccio di ragazza...


Chissà cosa mi metto...”


E sparì in un'altra stanza.


Maledette le donne e la loro mania dei vestiti! Chissà quanto tempo ci avrebbe messo! Maledizione! E io dovevo trovare Jigen in fretta! Mal...


Davanti a me si presentò la più bella ragazza che avessi mai visto.


Mah, forse non superava Laura quando si era messa in ghingheri ma...


Era davvero bella.


Ma... 'spetta 'spetta 'spetta... io quei vestiti li avevo già visti...


La lampadina si accese.


Erano gli stessi che indossa Tifa in Final Fantasy VII!


D-dove diavolo hai...” deglutii “trovato quei visti?”


Che importa!” mi disse Takumi, allegramente “Andiamo a fare il nostro appuntamento!”


E mi trascinò fuori, quasi di peso.


“In teoria dovremmo cercare Jigen...”


La nostra sorellina sta crescendo...” fecero i fratelli Piovra, con le lacrime agli occhi.



Ok, ok, gente! Non vi preoccupate! Non ho intenzione di mettere il nostro amato Leo con Takumi!


E' solo una cotta passeggera... per il momento... cioè per fargli capire che cos'è l'amore!


Avete visto? Ho aggiornato presto questa volta! è_é


Che bravo!


Per Suikotsu: Beh, come hai visto è questo l'anime in questione... spero di non aver deluso le aspettative! Ma non ti preoccupare, c'è la possibilità che, quando sia più esperto, Leo vada in uno dei mondi da te menzionati! Beh, diciamo che le guerriere sailor sono state tra i miei primi pensieri, ma ancora non so! Diciamo che qualcuna, come Ipputer o Mars avrebbero i requisiti necessari ma... sono troppo galline! Invece avevo anch'io pensato di farlo finire nel mondo di Exel Saga... ma.... si sa, Exel ha occhi solo per sua eccellenza Ilpalazzo, quindi non si cacherebbe mai Leonardo... Poi ci sarebbe... no, lei è troppo anoressica...XD


Per Anonimo 9987465: Hai visto? Ho aggiornato entro l'anno!XD Comunque, sì l'idea di mandarlo nel mondo di Keroro mi è anche passato di mente.... ma... Natsumi ha Saburo- Senpai! Più che altro di quel manga ci starebbe bene cosa... Alisa Southcross, ma anche lei ha il suo innamorato... vedremo quindi! E speriamo che a Leo non gliene capitino molte...


Ok, spero di aggiornare presto... a dopo!

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Capitolo 7
*** 7° Capitolo ***


Allora, a quanto pare sono l'unico qui ad aver sprecato l'infanzia davanti ai cartoni animati...XD E che la sta sprecando ancora!XD Comunque, Muteking è stato uno dei cartoni che hanno di più caratterizzato la mia infanzia... ed è della Tatsunoko.

Il nome vi dice qualcosa? Perchè è una famosa casa produttrice giapponese famosa negli anni 70/80/90... (a scanso di equivoci... sono dell'89!). Molti anime di quegli anni, tipo Kyashan, Polimar, Yattaman, I predatori del tempo e tutte le altre time bokan sono opera loro. E hanno fatto anche Muteking.

Muteking non si discosta molto da Yattaman o I predatori, alla fine... in pratica, i cattivi, i fratelli Piovra, alieni del pianeta Tako. che come consuetudine sono sempre più amati dei buoni, tentano di conquistare la terra. Sono però inseguiti dal vice sceriffo Takoro che viene accolto nella casa di Lin, un ragazzino americano come tanti.

Takoro è un maniaco (con una passione per le belle terrestri) e piuttosto pasticcione, ma grazie ad un suo potere speciale può trasformare Lin in Muteking, un eroe mascherato che sventa in ogni puntata le ambizioni dei fratelli piovra.

Il resto è storia, in ogni puntata i fratelli Piovra organizzano un piano malvagio per conquistare la terra, e ogni volta Muteking e Takolo glielo impediscono... le puntate seguono tutte lo stesso canovaccio, in cui vengono sempre ripetute le stesse fasi...

Detto questo... buona lettura!

Ah, dimenticavo! I fratelli piovra hanno l'abilità di trasformarsi in umani! E la sorellina può cambiare sovente i vestiti, mettendosi quello che più le piace!

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Andare in giro con Takumi era una cosa strana. Non strana perchè stavo uscendo con un personaggio dei cartoni animati della mia infanzia, sia chiaro, eh! E neanche per il fatto che la sua vera forma fosse quella di una piovra...

Era strano uscire con una ragazza. Era strano andare per negozi a provare vestiti (ma a che le servivano, visto che poteva averli gratis?) che non potevamo comprare perchè nessuno aveva il becco di un quattrino.

L'unica relazione con il mondo femminile che avevo era quella con la mia compagna di ruolate Laura... e penso che si sarebbe suicidata piuttosto che fare quello che stava facendo Takumi.

Se mai saremmo usciti insieme (cosa improbabile, visto che stava avendo un flirt più o meno palese con il nostro DM, Marco) mi avrebbe portato in un negozio di videogiochi o di elettronica...

Insomma, l'esatto contrario di Takumi.

Io mi facevo stancamente trascinare dalla ragazza, perdendo per chissà per quale motivo tutte le energie che fino a quella mattina erano al massimo.

Ecco, in realtà mi ero anche scordato il motivo originario per cui ero dovuto uscire... sono certo che non c'entrava il fare shopping, ma sono sicuro che c'entrava un tizio con la pistola...

Eravamo seduti ad un tavolino di un bar, io e Takumi, mentre prendevamo un caffè.

Oh, dannazione!

La grassa e scorbutica cameriera del ristorante mi stava portando due tazze alte almeno quattro volte tanto quello che avevo bevevo di solito... in parole semplici... mi aveva portato caffè americano... diavolo, mi ero scordato che eravamo in America!

“Ah, proposito...” dissi a Takumi mentre sorseggiavo la mia acqua sporc...il mio caffè “Chi paga? Io non che qualche euro dietro... e siamo negli anni '90, qui gli euro non sanno manco cosa sono...”

“Bella domanda...” mi rispose Takumi, sorseggiando anche lei la sua acqua... il suo caffè “Beh... scappiamo prima di pagare?”

“SCAPPARE?”urlai, sconcertato

Tutti, nel locale si voltarono a guardarmi.

“Mai e poi mai!” Continuai con voce più moderata “io, Leonardo Silvestri in 17 anni di onorata carriera di essere umano non ho mai rubato niente a nessuno e non intendo certo cominciare adesso!”

“Ma... cucciolottone alla panna...” mi disse Takumi, con occhi sbrillucicanti “questo caffè non è neanche buono...”

“Non è una buona ragione...” guardai il menù di sfuggita “PFFFFFFFFFFU!” sputai tutto il caffè che avevo in bocca “Quattro dollari per un caff... per dell'acqua sporca? Questo è un furto!”

Mi guardai in torno... La via era libera. Beh, se fossi fuggito senza pagare il conto non avrei fatto proprio un furto visto che quel caffè non era quello che c'era scritto sul menù...

Ma poi notai qualcuno...

Era ai tavolini esterni al locale, stava bevendo un thè, il capello era calato sugli occhi, la barbetta incolta era quella e il vestito di nero era inequivocabile.

Jigen!

“Aaaaah” feci tra me e me “Ecco perchè ero uscito!”

Ma... non era da solo! Accanto a lui c'era... una bella donna. Una bella donna matura, dall'aria vissuta.

Proprio il tipo di ragazze che sarebbero piaciute a Jigen. Aveva i capelli rossi ed era vestiti in uniforme da... PFFFFFFFFFFU! Da poliziotta!

Ma... dannazione! Io quella la conoscevo! Era la madre del protagonista, Lin! Ed era una poliziotta! Ed in ogni puntata voleva arrestare i fratelli Piovra, i miei nuovi amici!

E che ci faceva Jigen con lei?

Ma sopratutto... perchè ci stava provando con una donna sposata?

Ma forse non sapeva che era sposat...

“Il conto!” mi disse in modo sborbutico la cameriera, guardandoci con aria truce.

“Ehm...”la guardai titubante “accettate euro?”

“NO!”

“Emh...” feci timidamente “Non abbiamo soldi allora...”

“Allora... IN CUCINA!”

“Ma... noi...” disse Takumi con gli occhioni sbrillucicanti “Noi non credevamo... eppoi il caffè era così cattivo...”

“FILATE SUBITO IN CUCINA!”

“Jigen!” tentai di urlare, mentre venivo preso per la collo e trascinato in cucina.

Il mio amico si girò, pensando di aver udito un urlo, si guardò intorno perplesso, poi con un'alzata di spalle, lasciò il tavolo insieme alla madre di Lin.

“Maledizione!”urlai, mente mi trovavo davanti una montagna di piatti da lavare... almeno avevo Takumi che mi avrebbe aiutato... come non detto...

Takumi si era trasformata in un gatto e se ne stava andando, dopo avermi fatto l'occhiolino...

“Ah!” disse la cameriera rientrando in cucina “Hai fatto fuggire la tua fidanzata, eh?”

Forse era meglio non dirle che in realtà non era andata così...

“Che gesto galante...Ma dovrai lavorare anche per lei!” e mi sorrise in maniera maligna “il locale chiude alle 7 quindi vedi un po' cosa riesci a fare!”

“Oh, mio dio...” sussurrai.

Beh, non avevo molta scelta, erano le cinque, due ore di lavaggio piatti non mi avrebbero ucciso...

Mi correggo.

Erano passate due ore, e finalmente il bar stava chiudendo, e due ore a lavare i piatti mi avevano ucciso.

Cioè. Forse non proprio ucciso, ma ci eravamo andati vicini, visto che adesso arrancavo per le vie di San Francisco, senza meta alcuna e senza sapere bene dove fossi.

Povero me.

Ad un certo punto, però, mi sembrò riconoscere una casa.

Era una specie di cupola impiantata sul terreno... o diavolo... quella era la casa dei buoni! Di Lin, dei genitori di Lin, la poliziotta di prima e uno scienziato pazzo, del fratello di Lin, Sonny, un poliziotto vanesio e nullafacente e di vari ed eventuali... ovvero, Takoro, il vicesceriffo del pianeta Tako con il compito di arrestare i fratelli piovra, poi la cuginetta Lin di cui non ricordo il nome e un cane con il dono della parola e con un bel paio di folti baffi blu... e neanche di lui mi ricordavo il nome.

E se Jigen...

Mi avvinai di soppiatto alle finestre, per spiare quello che stava succedendo. Fortunatamente era aperta una finestra e riuscii a sentire quello che si dicevano.

Tutti, al gran completo, erano nell'enorme salotto di casa di Lin... e c'era anche Jigen!

“Ragazzi, vi presento Jigen” disse la madre di Lin, con voce atona, presentandolo alla casa “E' qui in città in vacanza con un amico che ha perso di vista... e che non riesce a trovare. Ha già sporto denuncia, ma al momento non ha un posto dove stare, quindi rimarrà per qualche tempo con noi...”

“Oooh...”fece l'allegra brigata, guardandolo.

“E cercate di fare i bravi con lui... considerate che ha steso due furfanti che avevano rubato una borsetta ad una vecchietta...”

“Ooooh!”

“L'avrei preso comunque...” fece Sonny, corrucciato, guardando male Jigen

“Senza considerare” continuò la madre “Che è abilissimo con la pistola...”

“A sovrapporre tre colpi in un millimetro di spazio son buoni tutti...” continuò a borbottare Sonny

“WOW!” finì esclamando Lin guardandolo con occhi pieni di ammirazione “Su facci vedere!”

“Sì, facci vedere!” continuò Takoro, con quella sua strana voce “Ho bisogno di allenamento per diventare sceriffo!”

Jigen non batté ciglio di fronte ad un alieno rosa e un cane parlante, ma sorrise sprezzante, guardando tutti da sotto il suo leggendario cappello.

“Andiamo in giardino che vi mostro come si fa...”

“Oh, diavolo!” sussurrai, mentre correvo sulla strada, facendo finta di niente.

Era il crepuscolo, il sole ci donava i suoi ultimi raggi giornalieri, prima di continuare il suo lavoro dall'altra parte del mondo, lasciando spazio all'amica luna.

Ero pure un poeta... diavolo quante altre buone qualità avevo?

Osservai da dietro il classico giornale (che era del giorno prima) con dei buchi per vederci attraverso... peccato che non avessi l'impermeabile, magari quello di Zenigata...

Jigen stava sparando a dei barattoli poco lontani...esattamente quello che aveva fatto con me! Ma cos'era quella storia? Beh, in effetti anche nei film Western succedeva sempre la stessa cosa...

Mi allontanai di soppiatto, mentre mi rendevo conto di avere avere nessuna indicazione di come arrivare alla fatiscente casa dei fratelli Piovra...

“Miaomiaolotone alla panna!”

“?” Mi guardai alle spalle, dove prima c'era un gatto, ora c'era Takumi

“Ti ho trovato, allora!”

“Ah, ma io non volevo certo trovare te! Mi hai abbandonato! Mi hai fatto sgobbare due maledette ore davanti a quei dannati piatti! Ed erano anche incrostati! Senza parlare della ruggine nelle pentole! Ti rendi conto?”

“Ma cucciolottone... io ero andato a chiedere ai fratelloni se avevano qualche soldo da prestarci...” iniziò a singhiozzare “ma poi quando ero ritornata...Sing! Tu non c'eri! E... sob! Adesso mi tratti così! BUUUUUUUUU!”

Si lasciò andare sulle ginocchia e iniziò a piangere a fontana.

“Ma, no, no non ti preoccupare, piccina...” feci a Takumi “ Mi ero sbagliato... dai... ero stato troppo con Fujiko su dai... fai silenzio... eppoi ci scoprono... dai...”

“Mi perdoni, vero?”

“Ma sì che ti perdono, non ti preoccupare...”

“Grazie!” E si gettò al mio collo, dandomi un bacio sulla guancia.

“Bene, vedo che ci diamo da fare..” Era Jigen, poco distante da noi, che ci guardava.

Mi alzai in piedi.

“Beh, nemmeno tu scherzi, eh?” dissi scoccando un'occhiata incerta alla madre di Lin, mentre con un colpo magistrale buttava giù un barattolo particolarmente distante.

“Beh” disse, mettendosi una sigaretta in bocca “è capitato, non sto certo a rifiutare se mi invitano”

“Sì, eh? Andiamocene Takumi!”

Girai i tacchi e incomincia a camminare altezzosamente, mentre Takumi da dietro gli faceva la linguaccia.

Vidi che a Jigen cadde la sigaretta per sconcerto.

Ma perchè me ne ero andato, in questo modo, offeso? In effetti... non ne avevo motivo...

Davvero, avevo fatto tutto istintivamente... e senza motivo....

Bah! Ma tanto valeva ballare finchè era in ballo...

Tornammo dopo un po' in quella fatiscente casa... passai per le finestre ed entrai direttamente nella sala da pranzo.

A quanto pare, come dissero i fratelli Piovra mentre mangiavamo un po' di Ramen precotto, avevano finito i preparativi per la lente d'ingrandimento gigante.

Domani, durante l'alba, sarebbe entrata in attività... e diavolo... avrebbe fatto un caldo che neanche all'inferno!

Ridemmo tutti sadicamente.

La mattina dopo mi svegliai dal letto di età vittoriana in cui mi avevano collocato... perchè avevo caldo... e che cald...UUUUUUUUUUUUH!

Accanto a me, tutta bagnata di sudore c'era Takumi, ed era anche in vestaglia da notte!

“Ohmiodiofaichenonsiasuccesso!Ohmiodiofaichenonsiasuccesso!”

Non ricordavo niente! La mia verginità! Insomma!

Lei si strofinò leggermente gli occhi.

“Cucciolottone alla panna...”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! Cosa ho combinato questa notte?!” feci sconvolto, battendo la testa contro il muro.

“Non hai fatto niente... sono io che mi sentivo sola e sono venuta perchè mi sentivo sola...”

Ok... fiu... matrimonio riparatore scampato...

Il fiatone mi passò.

Fu solo allora che notai davvero il caldo.

“Che caldo...uh!”

Cercai di distogliere lo sguardo da Takumi, il vestito era così sudato che si vedeva tutto...

“Quindi... il piano dei fratelli Piovra sta procedendo! Bwhahahah!”

“BWAHAHAHHA!”

E ridemmo tutti e due come degli scemi.

Il giorno stesso come evincemmo dai telegiornali, condotti da una sudata presentatrice, che la città era paralizzata.

Il caldo era così afoso e così... caldo che alla gente non andava di far niente.

Tutti restavano a casa a cercare refrigerio nei loro ventilatori. E l'uso dell'energia elettrica andava aumentando.

Tutto secondo i miei piani!

“Ma...” chiesi a Takosako “come mai non fa così caldo anche qui da noi?”

“Beh, noi Piovre Nere sentiamo diversamente il caldo da voi umani... ma non mi spiego come tu sia ancora così pimpante!”

“Ahahahah! Voi non sapete con chi state parlando! Io sono Leonardo Silvestri! Colui che indossa i giacconi d'estate e va in giro in canottiera d'inverno e non sente niente! BWAAHAHAH!”

“Quindi è il momento giusto per attuare il nostro piano! Andiamo a rapinare delle banche, sì!”

“D'accordo!”disse alzando un pugno al cielo “Viva il caldo! Viva i Fratelli Piovra!”

E facemmo tutti insieme una boccaccia.

Le rapine erano troppo facili da fare e io mi sentivo un vero Ganster degli anni 30.

Entravamo nelle banche deserte a mitra spianato.

“Signorina” dicevo alla commessa puntandole la pistola regalatemi da Jigen addosso “ci può dare tutti i soldi che avete?”

“... Basta che non mi fate alzare... il cavò sta lì dentro... la combinazione è 1043432328... che caldo...”

“Grazie!”

E così continuammo per quattro o cinque banche fino a che...

“Fermi! Siete in arresto!”

“Lo sapevo! Dietro a tutto questo c'erano i Fratelli Piovra!”

“Mascalzoni altolà!”

Erano il vicesceriffo Takoro, la madre di Lin e Sonny...

“Fratelli Piovra, scappiamo! Via!”

E cominciammo a scappare.

E intanto mi chiedevo se la mia vocazione fosse essere un malvivente, visto che prima ero stato con Lupin a trovare un tesoro e ora con i Fratelli Piovra a rapinare banche...

“Fratelli Piovra dove pensate di andare!”

Un rumore assordante.

Eravamo appena usciti dalla banca che venimmo buttati a terra da un mezzo volante che assomigliava ad una libellula!

“Pirati della strada!” urlò Takokiki “Non si investono degli onesti ladri!”

“Già... pirati che investono ladri... se non c'è più solidarietà tra noi furfanti dove andremo a finire?”

“No, non sono pirati della strada! E' quel moccioso di Lin!”

“Ho capito...” disse Takomaru “è giunto il momento della... trasformazione! Ma io non mi trasformo questa volta!”

“Io no!”

“Io no!

“Io neanche!”

“Ragazzi...” dissi io in tono calmo “se volete potete trasformare me...”

I fratelli piovra mi guardavano con gli occhi che brillavano.

“Leonardo sei davvero un bravo ragazzo!”

“Se lo dite voi...”

“Ok, adesso ti trasformiamo, pensa intensamente in cosa trasformarti...”

Mi premetti le meningi.

Poi vidi tutto nero.

E, neanche il tempo di pensarlo, era una versione gigante di me stesso, vestiti con gli stessi abiti di Ryu di Street Fighter.

“Oh, forma umanoide! Bella idea!” sentii la voce di uno dei fratelli Piovra che mi parlava direttamente nel cervello.

“Ma dove diavolo siet...”

“Non hai tempo per pensarci! Attento!”

La libellula robot, o meglio, la zanzara, da come la chiamerò d'ora in poi, stava venendo verso di me ad una velocità elevata.

Un mio schiaffo e finì K.O.

“Yohoooooo!” Sentii dentro la mia testa “Bravo!” “Continua cosa!” “Cucciolottone alla panna sei il migliore!” “Pugno debole avanti e giù! Dai!”

Ma non c'era da gioire quello non era che l'inizio... se mi ricordavo bene a questo punto... arrivava...

“Niente da fare, questa volta i fratelli Piovra vi hanno sconfitto!”

Dal cielo discese Disco Hotoke, un robot che aiutava sempre Takoro ma che a me aveva sempre ricordato una palla con paio di piedi e di occhi.

Stava parlando con Lin, che era dentro la libellula, e Takoro che era accorso a soccorrere l'amico.

“Vai Tokagettel!”

Dal suo piede uscì una specie di robot dalla forme lucertoloidi.

“Robot dentro altri robot...”disse una voce dentro la mia testa “Ma dove andremo a finire?”

“Ah!” ebbi un flash “Io mi ricordo di te!” dissi puntando il mio enorme ditone verso la lucertola “Tu sei nella parte comica nella serie! Servivi solo a far guadagnare tempo a Lin e Takoro, ma non servivi a niente!”

“Oggi faccio sciopero e non esco! Non si tratta così una signora!” e Tokagettel, rientrò come se n'era uscita, evidentemente irritatissima.

“Non, fa niente, non vi preoccupate!” Allora mi ricordavo bene! “Sfera di Sirio! Azione!”

Da un buco sul petto del Disco Hotoke uscì una enorme sfera che espose nel fumo.

L'ambiante circostante cambiò radicalmente, diventando un quadro astratto... questa volta assomigliava tanto a quelli di Picasso.

Una dolce musica si diffuse nell'aria, una musica classica.

E mentre tutto quello succedeva, sapevo che nella nebbia Takoro aveva mandato addosso a Lin una strana sostanza che lo avrebbe trasformato in...

“MUTEKING!”

Un ragazzo, con un paio di Rollerblade, vestito di rosso con un casco a visiera uscì dal nulla.

“Oh mio Mutek...”stava per dire Takomi, guardando con sguardo sognante Muteking

“Sorellina che ti prende?”

“Non so decidere! Muteking o Leonardo? AAAAAAAAH! Non posso decidere!”

Mi sembrava di sentire parlare Kuno Tatewaki di Ranma ½..

“Quindi...” e si diede una martellata addosso per svenire.

“Leonardo” fece Takosako “Quello è Muteking, il nostro nemico di sempre... sa fare solo due cose, cantare e combattere... e quando non canta sa esprimersi solo con versi monofrasali quali: “Muteking!”, “Muteking colpisce!”, “Adesso vi faccio vedere!” o “Bastone allungati!”.

“Lo so chi è!” urlai “e la pagherà per aver fatto male a Takumi! ARGGGGGH!”

Mentre noi parlavamo, Muteking stava cantando una bella canzone:

http://www.youtube.com/watch?v=boi3GqfCXcY&feature=channel_page

Muteking si precipitò verso di me pattinando, mentre una musichetta incalzante echeggiava nell'aria.

Venne verso di me, ma acchiapparlo era difficile quanto farlo con una mosca.

“Muteking colpisce!” urlò l'eroe, dandomi una gran bastonata in testa

“AHI! AHI! AHI!”urlai, massaggiandomi la testa.

“Che diavolo fai, Leo!”

“Don't fight with your power but with your soul. Remerber this... even you fight with THAT man”

Ricordai quella frase. Me l'avevano detta una volta, prima di combattere contro quel dittatore Thailandese.

Nota: Nessuno ha mai detto qualcosa del genere a Leo, e lui non ha mai combattuto contro un dittatore Thailandese, tutto questo sta accadendo solo nella sua mente contorta per aver giocato troppo a Street Fighter Alpha 3.

Sì, lo ricordavo.

Forse anche lui era come That Man... doveva essere combattuto con l'anima, non con il potere!

Non bastava combattere menando a casaccio colpi, doveva controllare il suo potere e utilizzarlo al meglio... doveva ricordare... quello che gli diceva il suo maestro, Ryu.

Nota: Adesso non so più neanch'io cosa sta elaborando la mente bacata di Leo, vi preghiamo di non far caso ad eventuali nonsense, grazie.

“Ricorda” mi diceva “il potere è dentro di te! Concentrarlo... per fare l'Hadouken!”

Concentrare il potere dentro di me? Sì, sentivo il potere che mi scorreva dentro. Potevo farcela.

“Hadouken!”

Con sorpresa di tutti (anche mia!) dalle mani mi uscì una sfera di energia che colpì in pieno il Rolling Hero, ma quello incassò il colpo e con un abile capriola volò a bordo del robò Zanzara guidato da Takoro.

Lo vidi sofferente.

Bene! Stavo mettendo in difficoltà il mitico Mutek...

“Urgh!”

Manco il tempo di esultare che mi era arrivata una bastonata sul naso, facendo anche sanguinare.

Ma dovevo rimanere calmo. Così mi aveva insegnato Ryu.

Quello che successe dopo fu difficile da narrare. Io e Muteking ci scambiammo vari colpi, tentando tutte le strategie ed esaurendo ogni trucco ed energia.

Ma alla fine, nello scontro finale alla luce della luna, vinse lui, e noi scoppiammo come fuochi d'artificio... letteralmente.

Era destino che i cattivi perdano sempre? Non era giusto! Sopratutto quando tra i cattivi c'ero anch'io!

“I fratelli Piovra se ne vanno alla velocità della luceeee!” dissi in una splendida imitazione del Team Rocket.

Atterrammo sul caldo asfalto di San Frascisco... appunto caldo! Anche se Muteking ci aveva sconfitto non poteva certo sconfiggere il caldo!

“Aahaha! Guardate Fratelli!” disse Takomaro riferendosi anche a me, indicando un gruppo di poliziotti in boxer e canottiera (in realtà portavano anche il berretto ma vabbè) che sparavano verso la lente d'ingrandimento gigante “Che sforzi inutili! La lente è indistruttibile... l'unico punto vulnerabile è il centro esatto che non potranno mai colpire da questa distanza! AHAH!”

Poi lo vidi.

Jigen.

Con la sua Magnum prese la mira e sparò...

E senza neanche dirlo colpì il centro esatto della lente, quello virtualmente irraggiungibile...

“Ma come diavolo faceva a sapere che il centro... era l'unico punto vulnerabile?” chiese uno sbigottito Takosaku

“Non lo sapeva...” dissi sconsolato “lui mira sempre al centro... è fatto così...”

Neanche il tempo di terminare la frase che l'amichetta (e andatavi a vedere Frankestain Junior se non vi dice niente) di Jigen e suo figlio, Sonny, erano lì, pistole puntate.

“Ah! Eccoli i pericolosi terroristi noti come i fratelli Piovra! Tutti in prigione!”disse Sonny e degli agenti ci scortarono dentro un furgoncino blindato “Mamma, hai visto come sono stato bravo?” disse con un sorriso sciocco.

“Sul lavoro sono il tuo capo, non tua madre!” disse la rossa “E poi tu non hai fatto niente! Come al solito è stato tutto merito di Muteking... ma aspetta... sbaglio o c'è un membro in più?”

“Sì” dissi “io sarei il nuovo membro de...MMM MMM!!!”

I fratelli Piovra mi tapparono la bocca.

“Ma sei scemo! Almeno tu ti puoi salvare!” disse Takokiki

“Già! Te lo meriti!” disse Takomaro “non è da tutti riuscire a vivere con noi un piano di conquista del mondo!”

“Abbiamo un debito con te!” disse Takosaku

“Vai cucciolottone alla panna!” disse Takumi asciugandosi delle lacrime

Li guardai tutti commosso.

“Grazie, ragazzi non lo dimenticherò!”

“Questo ragazzo non c'entra niente con noi!” disse Takokiki con veemenza

“Già!” ribadì Takosaku “è solo uno che passava qui per caso!”

“Esatto!” fece Takomaro “Mai visto prima di allora!”

Mi accorsi che avevano tutti le lacrime agli ogni mentre lo dicevano.

Volevo troppo bene a quel gruppo di Piovre!

“Io non conosco... nessun cucciolottone alla panna! Neanche questo qui!” e si mise a piangere anche lei.

Ah, Takumi! Che gentile donzella! Che ragazza!

“Mamm...Capo, che facciamo?”chiese Sonny.

“Beh, non possiamo certo fidarci della parola di qualche furfante...”

“La mia può bastare?”

Era Jigen. Avanzava nelle calda città di San Francisco, tra le polveri e i fogli di giornali come un vero Cowboy.

Aveva la sigaretta come al solito... anzi una cicca di sigaretta.

“Era lui il tuo amico, Jigen?”

“Sì, Koaru” le rispose Jigen (allora era così che si chiamava la madre di Lin!)

“Direi di sì”disse “Bene, lasciate andare il ragazzo!”

E fui fuori, mentre i miei amici erano dentro.

“Bene, tutti via! Andiamo a portare questi furfanti dove meritano!”

E i poliziotti saltarono sulle loro volanti e li allontanarono fino a scomparire dalla mia vista.

“Grazie Jigen” gli dissi.

“Di niente” rispose, imperturbabile come sempre “E adesso vai a liberare i tuoi amici! Non vorrai forse farli marcire a lungo dentro quella prigione...”

I miei occhi brillarono di ammirazione. Ah, il caro vecchio Jigen! Mi dimenticavo sempre che di professione lui era un ladro.

“Grazie di nuovo, Jigen, grazie!”

Jigen mi rispose abbassandosi ulteriormente il suo cappello e facendo un timido sorriso.

E quindi corsi.

Poi tornai indietro.

“Jigen, mica sai dov'è la prigione, vero?”

Poco ci mancò che Jigen non scivolasse dallo sconforto. (Sì, si può scivolare dallo sconforto, non vi è mai successo?)

Qualche ora dopo ero davanti alla stanza dove erano stati imprigionati i fratelli piovra.

Fortunatamente il caldo non se n'era ancora andato del tutto... ed era stato relativamente semplice intrufolarsi e rubare le chiavi alla guardia.

“Ragazzi! Ragazzi!” li chiamai

“Leo!” urlarono in coro “Che ci fai qui?”

“Come che ci faccio qui? Sono venuto qui a salvare i miei fratelli!”

Li vidi commossi.

Aprii quindi la porta e scappammo via, riuscendo ad arrivare alla loro scalcinata casa.

“Leo...” mi dissero “non sappiamo come ringraziarti...”

“Non vi preoccupate, fratelli... se non ci aiutiamo fra noi, chi ci aiuta?”

Mi sorrisero.

“Però qualcosa te lo vogliamo dare”

Mi porsero un foglio bianco. Diavolo, era un altro ritaglio del giornale!

C'era scritto:

“Da consegnare a Leonardo Silvestri”

“L'abbiamo analizzato” fece Takomaro “sappiamo che una volta letto il suo vero contenuto ti porterà in un'altra dimensione e sappiamo benissimo che non puoi restare con noi...”

Li guardai “Ragazzi, non so ce dire...”

“Non dire niente, cucciolottone alla panna” disse Takumi “Sapevamo che non potevi restare per sempre con noi...”

“Però vogliamo darti questo”disse Takokoki, prendendo con aria solenne una spilla da una scatolina “è una spilla molto speciale” disse “Con questo tu sei ufficialmente un membro onorario e permanente dei fratelli Piovra!”

E me l'appuntò addosso.

“Grazie ragazzi, non so che dire...”

“Poi...” disse Takosaku “Questo è un regalo da parte mio e Takomaro”

E mi porse un zaino monospalla, con il simbolo dei fratelli piovra inciso sopra.

“E' uno zaino speciale” disse Takomaro “Dentro c'è spazio per vari metri, ma lo zaino peserà sempre così... Ci abbiamo messo tutta la tua roba dentro. E abbiamo anche fatto sì che i tuoi cereali non finiscano mai...”

“Del disegno me ne sono occupato io” disse Takosaku “mi è venuto bene, vero?

“Ti è venuto benissimo...Grazie ragazzi... non so che dire, davvero...”

Ormai piangevo di gioia.

Che piovre!

“Beh, adesso vai” disse Takokiki “non possiamo mica stare a piangere tutto il giorno!”

“Aspettate aspettate!” dissi “Prima una foto! Una foto ricordo!”

L'avevo presa appena entrato nel mondo di Lupin, ricordate? Il mio primo pensiero vedendo Lupin e compagnia fu di fargli una foto...

E alla fine gliela feci.

Inizio Flashback di Leo

Fine Flashback di Leo

“Ok, mettetevi tutti posa! Preferite in forma umana o in forma polipo? In forma umana dite? Così me ne potrò vantare con gli amici? Se va bene a voi!”

Appoggia la macchinetta su una roccia e lascia partire il timer.

Eravamo tutti sorridenti. Ma piangevamo. Era una foto incredibilmente triste e allegra al momento stesso.

Io e quattro fratelli piovra venimmo immortalati nella mia macchinetta usa e getta da dieci euro...

“E' ora di andare, Leo!”

Era ancora lui, Jigen. Mi guardava da qualche metro di distanza mentre con una mano si teneva il suo leggendario cappello che altrimenti sarebbe volato via a causa del forte vento.

Guardai il foglietto e presi per il polso Jigen.

“Una piccola pausa c'è stata” lessi sul foglietto “ma adesso tra il vero male e il vero deserto ti dovrai imbarcare....”

Takumi si avvicinò a noi in forma umana.

“Takokiki ti ha dato la spilla.... Takomaru e Takosako ti hanno dato lo zaino... e ti volevo dare anch'io qualcosa...”

E mi diede un casto bacio sulle labbra.

Fu il mio primo bacio. E fu molto bagnato perchè stava ancora piangendo.

E poco dopo, mentre ancora li salutavo, scomparii nel nulla.

Ero in un deserto, da solo, e davanti a me c'era un cavaliere senza volto.

______

Ok! E così finisce anche la saga di Muteking! E siamo a secondo anime che Leo conosce!

Il prossimo mondo... beh, penso lo conosciate tutti, non fatevi ingannare dal deserto e dal cavaliere senza volto!

Poi ci sarà anche una Special Gust nel prossimo capitolo che neanche immaginate... Uhuhuh!

Per Prof: Essì, Leo è uno sfigato, non c’è niente da fare! Ma più che sfigato dire che… è solo un normale essere umano in un mondo di esseri fuori dal comuni!XD Purtroppo per gli errori cerco di fare tutto il possibile, rileggo ogni capitolo almeno due volte prima di postarlo, ma ogni volta mi sfugge qualcosa! Senza contare che non sento più il mio correttore di bozze… quindi peggio mi sento! Contento che tu approvi Temari e contento che tu conosca Code Geass, sono un grande fan della serie (Un poster in camera con Lulouch, Karen, C.C., Viletta e (ahimè!) Rolo…) anche se penso che sia troppo commerciale. Beh, sì, Karen andrebbe anche bene, ma…

Spoiler nel caso non abbiate visto la fine di Code Geass

Se l’ambiento dopo Code Geass dovrei fargli prima superare la morte di Lulu (anche se sono tra quelli che pensano sia vivo grazie al Code U_U) e se l’ambientassi a metà serie dovrei fargli superare la cotta per Lulu… e sarebbe troppo complicato! Beh, alla fine Karen e Lolouch si baciano, anche se personalmente lo vedo meglio con C.C. !

Potete leggere!

Sono anche contento che ti sia piaciuta la canzone! Pensa! L’ho caricata personalmente su Youtube solo per inserirlo nella vostra fic! Poi dite che non vi penso!XD

Ah, ti ringrazio per la recensione sulla mia fic su naruto, l’ho apprezzata davvero molto! ^_^

Per Suikotsu: Beh, Venus… ovvio che non fosse tra la lista delle candidate! Ma chi si crede? Insomma, Artemis a parte, è un personaggio abbastanza odioso… troppo… insomma considera troppo l’aspetto esteriore (però è la dea della bellezza, non è colpa sua!) e nella quarta serie mi ricordo un episodio in cui cercò di uscire con due ragazzi contemporaneamente! Ma neanche Jhonny!XD Comunque, ci terrei a precisare che Leo non sono io, per quanto ci sia una buona parte di me dentro di lui. Tanto per dire, io sono molto più maniaco di lui!XD

Ah, beh, ho visto che hai letto “Alla ricerca della Pietra Docroston” e mi sono sentito male per te!^^ Cioè quanti errori, quanta inesperienza! Urgh! Contento che ti abbia fatto ridere anche questa, però!^^

Per Sarhita: Contento che ti sia piaciuta e che la trovi scritta bene…(anche se gli errori grammaticali… urgh!)

Per Anonimo9987465: Ovvio che so chi è Keroro! Io amo le citazioni, e non potrebbe non piacermi Keroro! Ma parliamo di Koyuki… beh, andrebbe pure bene… solo che la vedo un po’… sull’altra sponda!XD Eppoi anche se ama un’altra donna sempre impegnata è!XD

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Capitolo 8
*** 8° Capitolo ***


Deserto e Male, diceva il foglio del giornale. Deserto e Male avrei dovuto affrontare se volevo tornare a casa mia...

 

Ma non mi aspettavo certo di finire lì.

 

Lì dove, tra parentesi? Non c'era niente e non udivo niente... Cioè, la cosa che più assomigliava a quel luogo in cui mi trovavo era la Stanza dello Spirito e del Tempo di Dragon Ball... ma...

 

Di certo non lo era. Aveva qualcosa di diverso.

 

E soprattutto  in Dragon Ball non c'era nessun cavaliere senza volto.

 

Era di fronte a me, imponente sul suo cavallo, rivestito di un'armatura completamente bianca, così come lo era il suo immenso cavallo e... anche il cielo in quel posto.

 

Non aveva occhi, ma sapevo che mi stava fissando.

 

Poi sorrise, ma non aveva bocca con cui farlo. Però io sapevo che l'aveva appena fatto.

 

Scese quindi da quel cavallo, continuando a fissarmi.

 

Anche sceso era imponente, alto almeno due metri e largo di spalle: una perfetta macchina da combattimento.

 

Però, stranamente, nonostante questo suo aspetto, non mi incuteva timore né terrore; solo molto rispetto.

 

Poi parlò, pur non avendo la bocca e disse:

 

Dunque sei tu il Prescelto delle Entità di questo secolo, eh?”

 

Prescelto... delle Entità?

 

“Bene, sbrigati, non so quanto tempo abbiamo, ma è comunque meglio fare il più possibile.”

 

“Fare... cosa?” dissi, trovando il coraggio di parlare.

 

“Allenarci, ovviamente!” disse il cavaliere “Che altro vorresti fare? Non penserai che le Entità ti  abbiano mandato così allo sbaraglio, vero?”

 

“Le... Entità?”

 

“Sì, le Entità! Chi credi ti permetta di viaggiare tra un mondo e l'altro?”


“Pensavo...” dissi, scoprendo che mi mancava il fiato “qualche mia abilità innata...”

 

Ahahaha!”rise “Sei divertente, ragazzino! Ma che ti insegnano a scuola al giorno d'oggi?”

 

Sorrise di nuovo.

 

Cosa diavolo pensava che insegnassero a scuola?

 

“Ok, in pratica io sono il tuo Maestro. D'ora in poi ti rivolgerai a me chiamandomi così e farai tutto quello che ti dirò.”

 

“Ehi, aspett...”

 

“Le spiegazioni a dopo, adesso a terra e fammi 50 flessioni”

 

“COSA?”

 

Sdraiati e sbrigati!

 

Non potei che ubbidire. La voce era carica di una tale... decisione e forza... forza proveniente dai millenni... una forza a cui era impossibile opporsi...

 

E mi sdraiai e incominciai a fare flessioni.

 

“Bene” diceva mentre facevo la prima flessione “ti spiego un po' come funziona.”

 

Seconda flessione.

 

“Ogni secolo Eris, la dea della discordia, si risveglia dal suo lungo sonno.”

 

Feci la terza flessione.

 

“E, ogni secolo, le Entità scelgono un Prescelto che ha il compito di viaggiare tra i mondi e recuperare qualcosa, che cambia da persona a persona. Attraverso questi viaggi il Prescelto matura e si rafforza fino a raggiungere un grado di forza necessario per sconfiggere Eris. Ma la dea non se ne sta certo con le mani in mano, o no! Ovviamente non può intervenire direttamente, per cui manda qualcuno che uccida il Prescelto quando non è ancora forte; forse ti sarà già capitato... ragazzo? Ragazzo?”

 

Ero arrivato, sforzandomi grandemente, a tredici flessioni. Ma poi non c'è l'avevo più fatta, ero crollato a terra, esausto.

 

“Tredici flessioni?” fece il cavaliere “Che rammollito! Eh, spero davvero che, dopo quaranta vittorie consecutive, il mondo non si trovi nuovamente nel chaos! Sarebbe anche un peccato per me interromperne la serie...”

 

“Quaranta... vittorie consecutive?” dissi ansimando.

 

“Esatto! Chi credi abbia fatto vincere voi Prescelti negli ultimi quattromila anni? Prima non c'era nessun allenatore e arrivavano completamente impreparati di fronte a Eris.”

 

Non riuscivo a rispondere, avevo ancora il fiatone.

 

“Strano...” dissi quando finalmente riuscii a parlare “Nel mio mondo riuscivo a farne almeno una trentina prima di cadere in questo stato...”

 

“E' normale” rispose il cavaliere “Qui l'aria è più rarefatta e la gravità un tantino maggiore; il posto perfetto per allenarti!”

 

“Ma scusa...”

 

Ricevetti un'occhiataccia che mi fece subito correggere la frase.

 

“Mi scusi maestro... ma come sono arrivato qui? Dov'è Jigen?”

 

“Ah, per quello non preoccuparti!” disse “Questo è il Mondo di Mezzo, un mondo che è e che non è... Il centro si può dire. Il Prescelto arriva qui quando ha raggiunto una forza necessaria a sostenere l'allenamento. Anche se, non saprei... solo tredici flessioni... il precedente ne fece cinquanta senza alcuno sforzo.”

 

“Cinquanta?!”Strabuzzai gli occhi “Ma chi era il precedente Prescelto, Achille?”

 

“No, Achille è stato uno dei Prescelti nel... non ricordo più, comunque almeno dieci prescelti fa, credo.” mi rispose il maestro.

 

Si grattò la testa.

 

“Ma non è importante adesso, al lavoro!”

 

Forse non è il caso che vi racconti a quali e a quanti massacranti allenamenti fui sottoposto.

 

Davvero non è il caso.

 

Posso solo dirvi che in confronto quelli di “Kenichi: Il Discepolo Più Forte della Storia” non erano che bazzecole.

 

E posso elencarvi gli allenamenti che fece: sollevamenti con manichini progressivamente più grandi, flessioni con castagne bollenti sotto gli addominali e corsa con gomme di macchina appese al busto, trasportando il maestro stesso che lo frustrava, nel frattempo.

 

E il mio maestro, l'esimio Cavaliere Senzavolto, sembrava conoscere alla perfezione tutti questi tipi di allenamenti, visto che fui sottoposto ad ognuno di essi…

 

Senza contare... senza contare...

 

Sigh!

 

Che questi erano tra quelli più umani!

 

Certo, perché avevo ragione, visto che ero il Prescelto avevo dei poteri superfighi da utilizzare... Peccato che per utilizzarli dovessi sottopormi ad allenamenti disumani.

 

Senza contare che voleva... assolutamente... senza alcuna possibilità di rifiuto, insegnarmi ad utilizzare il mio Ki.

 

No, non sono un bimbominkia che mette “K” al posto del “ch”... con il Ki intendo l'energia interna. Avete presente la Kamehameha di Dragon Ball, Hadouken di Street Fighter? Ecco quelle sono manifestazioni del Ki, dell'Energia Interna.

 

Sarei riuscito anch'io a lanciare una Kamehameha o un Hadouken?

 

Il Maestro mi rispose di No... ci voleva un allenamento costante per esternare il proprio Ki.

 

Il massimo che poteva fare con me era farmi imparare ad utilizzarlo... e a farlo scorrere dentro il corpo in modo da rendermi un po' più resistente del normale.

Per essere offensivo avrei utilizzato la magia elementare il cui uso era concesso al solo Prescelto, ovvero io.

 

La magia elementare era quella basata sui quattro elementi, terra, acqua, fuoco, e aria.

 

***

 

 

Ero in alto, troppo in alto.

 

Sotto di me c'era solo una foresta e, se non mi fossi fermato subito, mi sarei fatto mooooolto male!

 

Provai ad armeggiare, a biascicare qualche parola strana per fermarmi ma... riuscii a rallentare solo di poco la mia caduta. Di molto poco.

 

L'aria mi sferzava addosso, colpendomi quasi fino a farmi male. Vedevo la foresta vicinissima.

 

Sentii il mio nuovo cappotto sventolare nell'aria.

 

Le orecchie percepivano solo uno strano ronzio, unito ad un altrettanto strano fischio.

 

Tuttavia, per quanto fossi preoccupato di schiantarmi addosso ad una foresta, non potevo che godermi quella caduta da paracadutista.

 

Paracadutista senza paracadute, mi ricordò una vocina interiore.

 

“O merda o merda o merda!” urlai, continuando ad agitare le mani per cercare di fermarmi.

 

La mia voce si perse nel fragore del vento.

 

“O dannaz...”

 

Beccai un primo ramo, dritto in faccia, sotto l'occhio, che si spezzò sotto il mio peso.

 

Poi sempre più giù, rompendone altri con tutti gli arti che possedevo, graffiandomi in ogni punto umanamente possibile, pregando di fermarmi, finché non...

 

Aaaaaah...”

 

La mia voce andò affievolendosi sempre di più; un ramo, bello grosso tra l'altro, aveva colpito proprio la mia parte più delicata... Probabilmente distruggendo tutta la mia futura progenie...

 

Non che questo servì a fermarmi. Continuai a cadere precipitosamente. Chiusi gli occhi per aspettare l'impatto che sapevo non mi avrebbe ucciso ma che sicuramente mi avrebbe fatto davvero molto male, ma...

 

Non avvenne mai. A circa 20 metri dal suolo i miei improperi e i miei movimenti erano serviti a qualcosa e mi ero fermato di botto.

 

Per poi cadere di nuovo.

 

“NOOOOOOOOOOOOOO!”

 

Caddi sul terreno... anzi, no quello non era il terreno, cioè sarebbe stato troppo morbido. Poi ero sicuro di aver urtato contro qualcosa o qualcuno... ma era strano perché da qualche metro in giù non avrebbero più dovuto esserci rami....

 

Era qualcuno.

 

Lo capì visto che avevo la mano su qualcosa di incredibilmente caldo. E morbido.

 

Molto morbido.

 

Non avevo mai sentito niente del genere.

 

Ma avevo l'impressione di sapere che fosse.

 

Continuai a tastare per accertarmene. Essì, pensai proprio che fosse una tett...

 

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

 

Mi alzai di botto, mettendomi con la schiena attaccata ad un albero, in preda al panico.

 

Se fossimo stati nel mondo reale avrei potuto spiegare... e al massimo me la sarei cavata con uno schiaffo e invece...

 

E invece... ero in un anime o un manga (ma in quale?) e se la ragazza era violenta...

 

Potevano succedermi varie cose tra cui la terminazione completa della mia progenie o, nel minore dei casi, pugni, schiaffi e quant'altro che mi avrebbe mandato in orbita come solo il Team Rocket sapeva fare.

 

La ragazza in effetti non aveva preso bene il mio palpeggio selvaggio, perché di palpeggio selvaggio si trattava, e mi guardava da terra con espressione arcigna.

 

Ok, ok, sarò sincero. Non era arcigna. Era arrabbiata... cioè, no, non era proprio arrabbiata... era incazzata nera... cioè... eheheh, in realtà aveva in volto un'espressione omicida, e dire omicida era dire poco.

 

Il suo sguardo mi perforava e guardava oltre, come se già non esistessi più. Certo, perché non avevo il minimo dubbio che volesse usare la mia pelle, opportunamente svuotata degli organi interni, a mo' di scendiletto, per poi mettermi davanti al camino mentre avrebbe sorseggiato un buon thé verde.

 

Poi magari, caduto il rancore e trovatomi fuori moda, sarei stato sbattuto in soffitta e non avrei mai più rivisto la luce del sole... Se non mille anni dopo, quando i discendenti della ragazza mi avrebbero trovato e venduto a qualche museo.

 

Ma che la mia pelle, in un tempo remoto e alquanto improbabile, divenisse un oggetto da museo non era certo il mio problema principale.

 

In effetti, se davvero non volevo diventare uno scendiletto, mi sarei dovuto difendere da quella ragazza che adesso si stava alzando da terra, sempre con quello sguardo omicida.

 

Beh, sguardo arcigno a parte, non si poteva certo dire che non fosse una bella ragazza.

 

Era poco più bassa di me, con una coda di cavallo e due ciocche di capelli che le scendevano davanti le orecchie. Ed era senz'altro una ninja, quello era certo. Aveva una spada sul fianco un po' più lunga del normale, che mi avrebbe messo volentieri in posti innominabili. Anche questo era certo.

 

E io ne avevo paura.

 

Le sorrisi nervosamente e mi allontanai lentamente, facendo dei passi indietro, mantenendo lo sguardo fisso su di lei.

 

 

Esatto, la stavo trattando come un animale pericoloso.

 

“Allontanati, Leo, allontanati...” mi dicevo “Abbastanza, almeno perché non ti affetti con un colpo...”

 

Almeno un po' dignitosamente volevo difendermi! Morire al primo colpo dopo tutti gli allenamenti passati? Troppa fatica sprecata!

 

Continuai ad indietreggiare, lentamente... poi... mi girai e incominciai a scappare a gambe levate.

 

“Dove credi di andare maledetto maniaco?!”

 

Mi girai un attimo.

 

Diavolo! Stava sfoderando la sua spada! E... o porc...!

 

A parte che la spada era lunga due volte il suo fodero.... a parte che mi stava arrivando una strana cosa tagliente verde che aveva appena dilaniato un albero...

 

Ma quale a parte! Era quello l'importante!

 

Mi gettai su un lato per cercare di evitarlo... MA MANCO PER scherzo!

 

Quel coso mi inseguiva! Sì, mi stava maledettamente inseguendo!

 

Forse avrei potuto attuare il classico scherzetto “Alla Freezer”, ma certo quella ragazza non si meritava di fare la stessa fine di quel megalomane asessuato. Insomma, per quanto avesse reagito male.... alla fine la colpa era la mia... credo...

 

“Però” pensavo, mentre la sua lama di vento mi faceva le basette “Non voglio certo morire io!”

 

E in più quella ragazza mi stava davvero sul cazzo.

 

Scusate la scurrilità, ma è vero.

 

Guardala, lì lontana! A ridere di me, non intervenendo nemmeno! Certo! Ovvio! A lei non serviva intervenire! Ci pensavano le sue Lame di Vento! Leonardo Silvestri non era abbastanza per farla scomodare personalmente.

 

Diavolo.

 

No.

Cazzo.

 

Era ora di toglierle quel ghigno dalla faccia con una di quelle mosse che avevo imparato quasi a costo della vita.

 

Misi le mani quasi come uno scudo... “E come fai a far mettere le mani come uno scudo?” Vi starete chiedendo; ebbene, non lo so neanche io, anche perché non è un vero scudo cioè… volevo essere un po' epico... insomma... Ok, avete presente “Specchio riflesso bacia il cesso?” che facevamo quando avevamo sei anni in risposta agli insulti, insieme a l'onnipresente, “Chi lo dice lo è”? Ecco, la posizione era quella.

 

L’incantesimo funzionò alla perfezione! Dopotutto ci avevo sputato sangue! Ecchecavolo!

 

Praticamente, la lama di vento si fermò precisamente davanti al mio “Scudo”, per poi ritornare indietro sotto forma di “Palla d’energia fatta di vento”.

 

Il principio era semplice: convertivo l’energia elementare che mi si mandava contro in quella che solo io, il Prescelto del bla bla bla e del bla bla bla, poteva utilizzare.

 

Evidentemente la ragazza non se l’aspettava per niente, perché non ebbe che il tempo di stramazzare al suolo.

 

“O cazz…

 

Dannazione a me e al mio spirito di cavaliere! Perché mi dovevo preoccupare di una ragazza che non avevo mai visto?

 

Forse avrei fatto la stessa cosa con un uomo? No, maledizione! Non l’avrei fatto! Però ero preoccupato ugualmente per lei, nonostante mi avesse tirato addosso “lame del vento non meglio specificate”, che probabilmente avevano tutta l’intenzione di dare (anche loro) un deciso taglio alla mia futura progenie.

 

Quindi corsi verso di lei e mi assicurai su come stesse. Respirava e il suo cuore batteva; forse avrebbe avuto un po’ di mal di testa quando si sarebbe svegliata…ma vabbè…

 

Essì, era davvero carina ed era sdraiata scompostamente sul terreno ricoperto di varie foglie, arancioni, rosse, verdi…

 

I tipici colori autunnali. Che in quel mondo fosse autunno? E soprattutto in quale mondo di anime o manga ero finito?

 

Cioè, l’unica persona che avevo incontrato era questa ragazza... E non avevo idea di chi fosse o da quale anime venisse.

 

Era possibile? NAAAAAAA, non credo, sono troppo Nerd… pardon, Otaku, per non conoscerla nemmeno di vista… Almeno che non fosse qualche personaggio ultra secon…

 

La ragazza emise un gemito e lentamente riaprì gli occhi.

 

Diavolo! Non avevo preventivato che si sarebbe svegliata così presto! E non volevo certo essere lì quando questo sarebbe successo! Ho capito… dovrò dire davvero addio al mio Generale e ai suoi due Colonnelli…

 

O forse potevo fare del mio meglio perché questo non accadesse…

 

“Salve” dissi “scusa per prim..”

 

“Scusa per avermi palpato le tette?” disse, sempre rimanendo per terra, con lo sguardo più truce che potesse mandarmi.

 

“Beh, sì” dissi incerto “Non l’ho fatto certo apposta. Sai praticamente sono caduto…

 

“Caduto da dove?” continuò la ragazza, più truce che mai “C’ero io sopra gli alberi…

 

Ehm… beh…

 

A questo punto mi venne un dubbio. A che punto era arrivata la tecnologia di questo mondo? No, perché se le dicevo che ero caduto dal cielo in un mondo in cui la mongolfiera non era stata ancora inventata... Nella migliore ipotesi mi dava del bugiardo e nella peggiore… avrebbe tentato di uccidermi!(Di nuovo!)

 

“In sostanza… sono inciampato mentre camminavo su un albero più alto di quello su cui camminavi tu!”

 

Mi sorpresi di me stesso e della mia capacità di inventare balle credibili (E quella era una balla credibile? In quale universo parallelo?) in un così breve lasso di tempo.

 

Beh… sembra credibile…” disse la ragazza guardandomi sottecchi, quasi imbarazzata “E anche io ho reagito violentemente senza neanche darti il tempo di dare spiegazioni…

 

Alleluia! La ragazza l’aveva detto! Aveva riconosciuto di essere in torto! Lei sì che avrebbe avuto un futuro! Un piccolo passo per le ragazze violente dei manga… e un grande passo per me!

 

“Meglio così.” le dissi con un sorriso “Vuoi una mano?”

 

E, da perfetto gentiluomo qual ero, le porsi la mano per rialzarsi… mano che venne sdegnosamente ignorata, visto che si rialzò da sola. Probabilmente ce l’aveva ancora con me.

 

Ehm…”ripresi guardandola negli occhi “Volevo sapere… ehm… Dove siamo di preciso?”

 

Ecco, le feci la domanda che mi premeva di più senza pensare alle conseguenze! Davvero geniale, Prescelto dei miei stivali!

 

“E tu… senza… nemmeno sapere dove sei… Sali sugli alberi…

 

“Beh, cercavo di capire dov’ero salendo in cima all’albero più alto…

 

Ancora una volta mi sorpresi della mia abilità di contaballe: che anni di scuola mi avessero dato queste capacità soprannaturali?

 

Ehm… sì, hai ragione…”disse un po’ imbarazzata, grattandosi la folta chioma nera con nonchalant.

 

“Praticamente siamo nella foresta che conduce al villaggio di Konoha.”

 

“CHE COOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAA?”

 

E quasi contemporaneamente al mio urlo, uno stormo di uccelli si alzò in cielo, cinguettando e gracchiando.

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