Karateboys

di GoldorRoxBDiz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Ricordo di ghiaccio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo (by Rox)
Hight Towny era una piccola cittadina posta alla vetta di una collina. Essa aveva pochi abitanti e, di conseguenza, poche case e altre edificazioni. Fra i rari edifici di questa città, c'era anche l'unica palestra, nella quale veniva praticato il nuovo sport più importante per ottenere la fama: il Karate. Giustamente, per ottenere tutta questa fama, occorreva vincere uno dei più grandi tornei internazionali mai fatti, ovvero il Karate World Cup. Al vincitore veniva data una coppa e parecchio denaro. Inutile dire che, per grande parte della gente, il denaro veniva dato in beneficenza oppure utilizzato per la raccolta fondi del proprio paese. È per questo che tutti i ragazzi di Hight Towny hanno voluto iscriversi a questo sport. Loro non immaginavano, però, che l'attività li avrebbe affascinati dopo poco tempo. Erano in pochi, ma valevano. Ora è il momento di presentarli: Maju, un ragazzo dodicenne alto circa un metro e sessanta, con dei capelli corti e neri su cui è stabilita una lunga cresta, che scendeva fino ai suoi occhi vispi e marroni; Niko, un ragazzo americano diciassettenne biondo e dagli occhi verdi, alto sul metro e settanta; Hayben, caro amico di Niko. Lui però è alto esattamente un metro e novanta, dei nei in fronte e sopra a delle folte sopracciglia, gli occhi marroni e dei capelli neri, dai quali cresce una piccola cresta che si sporge un poco in avanti; Aur, una ragazza di tredici anni con degli occhi quasi socchiusi e marroni, che si posano sotto a dei capelli castani racchiusi in una semplice coda di cavallo; Kira, una bambina di otto anni, con dei piccoli occhi vispi e marroni con dei capelli biondi a caschetto; infine, c'era Zero, un ragazzo alto circa un metro e settantacinque con degli occhi marroni, degli occhiali verdi e neri e con dei capelli biondo scuro con un'alta cresta. Ovviamente, ogni ragazzo aveva la propria cintura, di un colore diverso. Erano tutte cinture blu, a parte Niko e Hayben che erano verdi, quindi di un grado in meno. Fino alla cintura blu, il maestro Checky li aveva addestrati semplicemente ad utilizzare la loro fonte di aura per utilizzare delle mosse basilari, che andava pian piano più complessa da manovrare durante l'avanzamento delle cinture. Ora, però, le cinture blu dovevano fare uno scoppio di energia 1, ovvero riuscire a manovrare quasi perfettamente l'aura, per poi così riuscire a sviluppare delle mosse, anche se semplici e deboli. Uno scoppio di energia poteva avvenire in un qualsiasi momento in cui il soggetto era sotto molto sforzo. Praticamente, accadeva che intorno a lui si formasse un cerchio azzurro dalla quale saltavano quelle che sembravano delle fiamme bluastre. Ovviamente, per tenere questo scoppio di energia valido, doveva essere presente il maestro che potesse confermare, in modo tale da permettere all'esame per la cintura marrone il ragazzo in questione. Il soggetto, quindi, poteva stare sotto tali sforzi solo in palestra. Gli allenamenti si suddividevano in parti di riscaldamento, ovvero percorsi a ostacoli e piegamenti, e parti pratiche, dove si organizzavano dei mini tornei di lotta fra i ragazzi. Ovviamente, erano consentite sia le tecniche normali (ovvero mosse tipo calci e pugni) che speciali (ovvero attacchi a distanza o attacchi elementali, come fuoco o acqua). 
Era un Martedì autunnale e, come al solito, i ragazzi si ritrovarono in palestra. Zero e Maju erano grandi amici, così come Niko e Hayben oppure Aur e Kira. Delle amicizie molto ovvie, insomma. Quel giorno i ragazzi fecero il loro allenamento normale. Nel riscaldamento nessuno stranamente si fece "male", solo per saltare il successivo torneo. Soltanto Zero e Niko erano così coraggiosi da non aver saltato mai nessuna pratica. Comunque, arrivò il fatidico momento, Checky stava per annunciare gli accoppiamenti per il torneo: -Allora, allora... Come prima coppia ad affrontarsi voglio vedere Aur e Zero, successivamente Kira e Maju... Niko e Hayben son sempre i soliti a scontrarsi.- Sembravano tutti soddisfatti del loro avversario, cosicché gli incontri iniziarono subito. Come promesso dal maestro, i primi ad affrontarsi furono Aur e Zero, che fecero il solito saluto tipico del Karate. I due si misero quasi contemporaneamente in guardia. Iniziò Zero ad avanzare pian piano, ma dopo Aur intercettò l'imminente gyaku zuki (pugno fatto con la mano opposta rispetto alla gamba avanti) con un uchi uke (parata chudan, ovvero sul busto, nella quale la mano che para passa sotto l'ascella del braccio in carica per poi andare avanti al difensore, deviando il pugno/calcio). Zero indietreggiò per timore di un successivo contrattacco, sebbene iniziò ad avanzare subito dopo. Successivamente, si sentì uno sbattere di porte dietro di loro. Solo Maju vide chi era, siccome sia tutti gli altri erano negli spogliatoi, tranne ovviamente lui che osservava lo scontro. Vide un individuo più o meno alto come lui, anche se non lo vide in volto dato che indossava un cappuccio. Maju gli parlò: -Ehi, ciao! Sei nuovo di qua? Ti vuoi iscrivere?- L'individuo non rispose e continuò a camminare verso lo spogliatoio, mentre il ragazzo gli disse, quasi urlando: -Ehi! Sto parlando con te! Chi o cosa stai cercando?- Il ragazzo incappucciato si fermò, poi si girò verso Maju, mettendosi in guardia. Ancora non lo poteva distinguere, siccome aveva il volto oscurato. Tutto d'un tratto, l'individuo gridò: -Kenshoryu!- aveva una voce potente, ma un po' acuta come tono. Comunque, l'incappucciato tese le braccia, aprendo le mani in verticale, in modo da formare delle fra le sue dita. Successivamente, apparve una fiammella all'incrocio tra le due mani, che poi andava pian piano ingrandendosi col tempo. Raggiunta la grandezza delle sue mani, iniziò a formarsi una sfera con il fuoco accumulato, poi la scagliò verso Maju, che venne steso a terra. A quel punto, Checky fermò il combattimento tra Aur e Zero, nel quale quest'ultimo era in netto vantaggio. Tutti si voltarono verso l'incappucciato, mentre gli altri uscirono dal corridoio. Maju si rialzò e, in quel momento, l'individuo si tolse il cappuccio...

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 (by BDiz)
Sotto il cappuccio si nascondeva una matassa di capelli castano scuri. Il viso era piuttosto scheletrico e pallido da cui spiccavano due occhi verde marcio piuttosto grandi che scrutavano con freddezza Maju. Il ragazzo sorpassò l’avversario e con calma si diresse verso Aur e Zero che istintivamente si misero in guardia. Quell’individuo sembrava emanare un’ aura quasi malvagia, trasmetteva soggezione. Continuò a camminare verso i due ragazzi rimettendosi il cappuccio. Quando arrivò a pochi metri di distanza si decise finalmente a parlare “Perché mi ricordi qualcuno? Sì, dico al ragazzo biondo. Dove è che ti ho già visto?”. Zero rimase parecchio perplesso, come poteva averlo già incontrato? Quel volto non suscitava nessun ricordo in lui, forse solo un leggero senso di nostalgia. Decise di non rispondere, non cercava brighe, andò a soccorrere a Maju che non sembrava essersi ancora ripreso ancora completamente dal colpo. Aur fece diversamente “E tu chi dovresti essere?! Come ti permetti di comportarti in questo modo?!”. L’altro non disse nulla, si limitò a voltarle le spalle con una piccola risata. La ragazza scoppiò dalla rabbia, nessuno poteva voltarsi mentre stava discutendo con lei e ancor di più nessuno poteva aggredire un suo amico, solo lei poteva farlo. Prese la carica e schizzò verso l’individuo misterioso, le nocche di Aur distavano dal capo ormai pochi centimetri, la ragazza era sicura di aver colpito l’avversario ma il colpo andò a vuoto. Il ragazzo si spostò repentinamente a fianco dell’altra con un dito poggiato sulla sua spalla. “è possibile che per farvi stare zitti vi debba sconfiggere uno a uno?”. Dalle spalle del ragazzo iniziò a sgorgare parecchia energia. I suoni si attutirono,i colori sfumarono di colpo, il pavimento iniziò a vibrare furiosamente. Ormai tutto era contraddistinto da sfumature di bianco e nero, solo l’energia del ragazzo castano risplendeva di una luce blu. La spalla di Aur iniziò a ghiacciarsi mentre lei rimaneva paralizzata, con gli occhi iniettati di terrore, le pupille iniziarono a restringersi fino a diventare due piccoli puntini nei bulbi. Kira cercò di aiutare l’amica ma sembrava essere schiacciata da quella energia spaventosa. Anche Niko tentò di reagire ma finì solo per barcollare e cadere al suolo. Tutto ad un tratto quella energia si ritirò di colpo nel corpo del ragazzo. Il maestro afferrò il polso dell’aggressore fermando l’attacco che avrebbe finito Aur. La piccola Kira andò dall’amica ancora immobile, con gli occhi rovesciati. “Chi sei?!” tuonò il maestro mentre stringeva ancora più forte la mano dell’altro che non sembrava aver intenzione di dire niente. Quando la domanda gli venne riproposta si decise a parlare “Io sono Hyorin, cintura blu. Provengo da una palestra parecchia distante da qua”. Il maestro lo liberò dalla presa “Perché sei qui?!” chiese con più calma. Hyorin si allontanò un po’ da lui e tirando un sospiro quasi dovuto alla noia disse “Mi sembra logico, per il Karate World Cup! Devo trovare dei buoni allenatori per poter partecipare e visto che bazzicavo da queste parti sono entrato a vedere un po’ come vi allenavate anche se vedo che i miei due avversari non mi anno dato un gran filo da torcere!” . Zero si alzò di scatto, un comportamento del genere era inaccettabile. Furente si diresse verso il nuovo arrivato “E perché dovremmo farti entrare qui dopo tutto questo?!”. L’altro semplicemente lo ignorò e si rivolse sempre al maestro “Le nuvole si stanno muovendo”. La sua voce fu silenziosa, nemmeno Zero che si trovava a pochi centimetri da lui non capì cosa avesse detto, mentre l’istruttore sembrava aver capito benissimo avendo sgranato gli occhi. “Va bene, ritorna Venerdì alle 18:30. Vedremo come te la cavi, chiamerò a valutarti anche altri due maestri, visto che hai detto di essere già cintura blu non c’è bisogno di dirti che devi indossare il kimono e la tua cintura”. “Certo”. Gli altri ragazzi rimasero esterrefatti ma nessuno osò parlare, cadde un silenzio a dir poco agghiacciante tra di loro. “Bene se è tutto io vado” disse infine Hyorin uscendo dalla porta del retro.
I giorni passarono velocemente e Venerdì arrivò in un lampo, in quel periodo di tempo Aur non si fece vedere, a scuola non si presentò e nemmeno in città la si incontrò. Kira si preoccupò molto, chiamò ripetutamente a casa sua ma ogni volta la madre dell’amica rispose a che non si sentiva bene ma che probabilmente sarebbe tornata a fare Karate quella settimana. Maju invece si riprese rapidamente, tanto che Mercoledì andò a trovare tutto baldanzoso l’amico Zero. Il biondo infatti rimase turbato dall’arrivo di Hyorin, da quel giorno ogni volta che ci ripensò vedeva il viso del castano non come spietato aggressore ma come un ragazzino sorridente. Non capì come mai ma anche quando ripeté tra sé le frasi pronunciate da quel misterioso individuo la sua voce appariva meno pungente. Forse, veramente si incontrarono da qualche parte. La verità era che non vedeva l’ora che Venerdì arrivasse, voleva porgli qualche domanda, cosa significasse quel bisbiglio al maestro, come avesse potuto ridurre la sua amica in quello stato. Il tempo fu dalla sua parte e il giorno tanto atteso arrivò. Era una serata fredda e piovosa, quella pioggia fine, che ti entra nella pelle e ghiaccia le ossa piano piano. Zero fu il primo ad aprire la porta seguito a ruota da Maju. “Se ne ho l’opportunità gli farò rimpiangere quello che ha fatto ad Aur!” sbraitò Maju. “Non mi convince quel tipo, il tipo di energia che usa è, come dire, crudele. Hai visto come ci guardava? Quello non è uno sguardo normale, è uno sguardo pieno di odio” commentò il biondo. “Odio o non odio lo ridurrò in briciole! È anche una questione personale, non mi farò colpire una seconda volta da lui!” continuò l’amico. I due varcarono la soglia, il maestro come al solito stava sistemando le varie scartoffie sul tavolo attaccato ad un muro di lato. In lontananza vi erano anche Niko, Aur, Kira e Hayben che chiacchieravano tranquillamente e lì, proprio nell’angolo più lontano a loro, vi era Hyorin. Era coperto da una specie di camice nero molto lungo da cui sbucavano leggermente le maniche del suo Kimono, si riusciva anche ad intravedere pezzi della cintura estremamente consunta e sbiadita nel tempo. Teneva il suo sguardo era basso, sembrò che fosse entrato in coma in piedi. “Adesso vado a dargli una sonora lezione!” sbraitò Maju. Si diresse a grandi passi verso il bersaglio fino a quando una mano lo afferrò per il polso. “Ma che?”. Una ragazza dai capelli neri e mossi legati in una coda lo teneva fermo. Il ragazzino capì subito dai suoi occhi che doveva essere imparentata con il loro istruttore, avevano entrambi quel caratteristico luccichio che ti fa sentire a disagio. “Non ti conviene, mio fratello oggi lo farà combattere contro uno di voi, abbi pazienza” disse la ragazza lasciandolo andare. L’altro la guardò stupito “Tuo fratello? Tu sei la sorella del nostro maestro?!”. Solo allora si accorse della cintura nera che le cingeva i fianchi. “Esattamente, mi chiamo Iris. Sono venuta per esaminare quel ragazzino che sembra aver combinato non pochi scompigli da queste parti”. Maju, estremamente imbarazzato per non aver conosciuto la maestra, fece un mezzo inchino e chiese il più cortesemente possibile incominciando a darle del “lei” “Scusi, le potrei fare una domanda?” “Certo!” “Quel tipo come ha fatto.. insomma, vorrei sapere come ha fatto a ridurre così la mia amica?”. Vi fu un piccolo istante di silenzio, Maju fremeva di avere una risposta che non tardò ad arrivare “Vorrei saperlo anch’io. Non è naturale che qualcuno padroneggi l’elemento del ghiaccio in quel modo. Anche quella sua strana aura non è del tutto normale" disse. Presto vi fu il tradizionale saluto in cui il maestro presentò le due esaminatrici. La terza era una ragazza con i capelli raccolti e con aria piuttosto seria, si chiamava Aler. I tre maestri dopo aver fatto eseguire un breve riscaldamento ai loro allievi si misero in cerchio. “Come ben sapete qualche giorno fa un nuovo candidato allievo si è presentato. Noi siamo qua per vedere da che grado di cintura sia giusto farlo partire. Verificheremo ciò con un breve scontro. Non ci saranno ne vincitori, vi sarà solo la verità. Hyorin, fai un passo avanti. Il tuo avversario sarà quest’oggi Zero”. Un rumorio tra i ragazzi si diffuse velocemente, mentre i due avversari si misero lungo il cerchio per il combattimento. Hyorin non si tolse quella specie di camice e si mise sempre sbuffando in posizione. Zero invece si mise anche lui in posizione molto più rigido, fremeva all’idea di confrontarsi contro quel tipo. “Pronti, via!”. Appena il comando giunse alle orecchie del biondo schizzò con una velocità innaturale verso Hyorin. Il suo pugno fu deviato con il taglio della mano del bersaglio, inaspettatamente però il bruno restò sulla difensiva parando i repentini attacchi dell’altro che combatteva con una furia tale da far paura. Però finì già il suo attacco con il fiatone e questo Hyorin lo notò “Hai così poco fiato?”. Zero si allontanò immediatamente, temeva infatti un contrattacco che lo avrebbe messo in difficoltà. L’altro però non ebbe intenzione di muoversi aizzando così ancor di più il biondo che ripartì con l’offensiva. Provò un approcciò con un Maegeri (calcio frontale). In quel momento gli fu afferrata la gamba che portò il colpo mentre l’altra venne agganciata con un piede. Bastò poco a Hyorin per far cadere Zero con un sonoro tonfo. Cercò di finire la cosa con un semplice pugno mentre l’avversario era a terra che si scansò appena in tempo liberandosi dalla presa. Si alzò di colpo ma non ebbe il tempo di riprendersi quando un Mawashigeri (calcio circolare) spezzò la sua guardia lasciando scoperto il ventre che venne a scontrarsi con un Maegeri. Il biondo venne sbalzato via, steso a terra. “Uff.. già finito? Peccato mi stavo divertendo” commentò Hyorin. Tutti rimasero a bocca aperta. Zero non si alzava. L’altro stava per uscire dal cerchio quando la voce dell’avversario lo chiamò “Ehy! Tu! Dove stai andando?! Pensi di cavartela così?!” Zero ritornò in posizione circondato da una vasta aura blu. Hyorin lo guardò “Hai ancora qualche trucco da farmi vedere?”

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Capitolo 3
*** Ricordo di ghiaccio ***


Tutti gli allievi erano muti, un silenzio surreale imperversava nella palestra. Gli occhi di tutti erano puntati su Zero che a stento si teneva in piedi, la testa bassa come del resto la sua posizione. Un piccolo rivolo di sangue partiva dal suo sopracciglio e gli rigava completamente il volto. Anche il labbro inferiore era leggermente ferito. Non era, per farla breve, messo benissimo ma non fu quello ad attirare lì l’attenzione altrui, bensì quell’aura bluastra che partiva dalle sue spalle e che lo circondava interamente. Quest’ultima sembrava avere un effetto benefico su Zero, i suoi capelli si rizzarono e il loro colore biondo risplendeva più del solito. Anche gli occhi brillavano di una luce insolita. Si scostò il sangue dagl’occhi e si rimise in posizione, guardando fisso Hyorin. “Hai ancora qualche trucco da farmi vedere?”. Zero senza perdere tempo ripartì  all’attacco carico di una nuova forza ed energia. Si vedeva ad occhio che la sua velocità era incrementata esponenzialmente, in meno di due secondi fu a pochi centimetri dal moro. Tentò di spezzare la sua difesa con un Maegeri (calcio frontale). La punta del piedi cercò di arrivare nel ventre dell’altro ma fu bloccata dalla mano di quest’ultimo con un gedan barai (parata bassa). Il polso di Hyorin colpì violentemente la caviglia di Zero che perse leggermente l’equilibrio, finendo a qualche metro dall’avversario. Dolorante si abbassò e si toccò il piede violentemente leso. “Zero, non mollare!” incitò Maju da fuori campo. Così fece, leggermente zoppicante. L’aura bluastra lo riavvolse nuovamente agendo sul forte dolore, alleviandolo a tal punto da poter di nuovo spostare il peso sulla caviglia. Si mise in posizione. “Che ne dici, sbruffone?” disse con soddisfazione il biondo a Hyorin. Il ragazzo rispose con quel suo odioso sorriso beffardo. In realtà, sotto quell’espressione da definirsi quasi divertita, provava una grande irritazione. Quel tipo gli dava sui nervi. Per quante volte lo colpisse si rialzava in piedi. “Cosa gli sfugge? Non c’è gusto in questo combattimento!” pensò tra sé. Pensò di finirla lì, dargli un colpo leggermente più forte in modo da non ucciderlo ed andarsene da quel ridicolo  palcoscenico. Fece qualche passo e lentamente si avvicinò a Zero. Mantenendo il suo atteggiamento irriverente lo invitò ad attaccare. Il biondo non se lo lasciò ripetere due volte e schizzò come un fulmine. Il suo pugno mirava al mento di Hyorin. Troppo avventato. Un age uke (parata superiore) lo interruppe. La sua difesa rimase scoperta e ci si infilò l’indice dell’avversario. L’unghia si conficcò della pelle attraversando il tessuto del kimono, il colpo spedì Zero a diversi metri di distanza, al limite del campo. Sembrava aver perso i sensi, gli occhi gli si rovesciarono e cadde nel buio più totale. Il corpo fu attraversato da un brivido gelido, i muscoli si intorpidirono, persino il dolore allucinante al petto sembrò scomparire. Zero non percepì più niente. Rimase disteso in quel mare di tenebre, avvinghiato da esse. Intanto i suoi compagni si preoccuparono non poco. Maju cercò di entrare nel campo per soccorrerlo ma fu fermato dal loro maestro che gli ordinò di stare in disparte. Hyorin guardava la sua vittima con una soddisfazione tale da definirsi agghiacciante. L’unghia probabilmente aveva attraversato anche la cassa toracica, poiché una chiazza di sangue sporcò il kimono bianco del biondo. Aur si lasciò sfuggire un grido. Era uno spettacolo a dir poco macabro, nessuno intervenne, nessuno cercò di salvarlo. Tutti erano presi da timore e rimase immobilizzati a causa di esso, solo il moro non lo era. Gli occhi verdi e freddi continuavano a godere guardando il corpo di Zero, il sorrisetto beffardo si era tramutato in un ghigno demoniaco, ridacchiò tra sé. Provava sempre una certo piacere nel distruggere le aspettative di tipi sicuri come Zero. Questo non era mai stato il suo carattere, da piccolo era il bambino più gentile e cordiale che si potesse trovare, tutti riconoscevano la sua indole pacifica. Ma … ma tutto cambiò di colpo. Hyorin pensava sempre a cosa gli accadde anni prima alla fine di ogni combattimento e per un breve istante si ricordò cosa voleva dire essere nella situazione delle sue vittime. Essere impotenti, schiacciati con irriverenza da un altro senza che esso ne avesse diritto. Per questo si tratteneva sempre, in fondo qualcosa del suo originario carattere voleva impedire che quello che aveva passato si ripetesse su di loro. Guardando la chiazza di sangue di Zero, gli balenò l’immagine di quando anche lui si ritrovò sul punto di essere ammazzato, disteso, immobile. Gli venne quasi l’impulso di soccorrerlo ma non ce ne fu bisogno. Zero, percependo l’urlo di Aur  decise di tirarsi fuori da quelle tenebre che lo avvolgevano. Con fatica e con impegno si riprese. I suoi occhi lentamente si aprirono focalizzando il soffitto dell’edificio. Sentì immediatamente una fitta di dolore al petto. Lo toccò e constatò di essere stato colpito violentemente. Si alzò piano, con la testa che gli scoppiava dal dolore. Iniziò a vedere a chiazze, ma con il tempo si riprese. Il cappotto nero di Hyorin rendeva il ragazzo una piccola macchia scura ai suoi occhi. Si strofinò gli occhi, le gambe tremavano pericolosamente.  Trovò le energie però di farsi una bella risata di soddisfazione “Di certo non mi farai fuori infilzandomi con una unghia! Ci vuole molto di più …” si interruppe. Tossì vomitando poi qualche goccia di sangue. Hyorin lo guardò con curiosità e chiese “Perché continui a rialzarti?”. Silenzio di tomba, l’aria era carica di tensione. Zero rimase stupito dalla domanda, dopo tutto cosa sarebbe interessato a quel tipo del perché si rialzasse? Proprio quel tipo che a momenti gli trapassò il torace con un dito. In fondo non lo sapeva bene neanche lui perché si rialzava, lo aveva sempre fatto, a scuola, agli allenamenti, nella vita di tutti i giorni. “Perché? Non voglio che l’onore di questa scuola venga infangato da un tipo come te!”. Di nuovo un lungo momento di silenzio prese il sopravvento ma venne interrotto dal moro. “Onore? Onore … ti batti solo per questo?”. Hyorin, schizzò veloce a qualche centimetro da  Zero. “Rispondi … ti batti solo per questo?”. Il biondo rimase ulteriormente sconcertato, non doveva dare nessuna spiegazione ad un individuo del genere. Furioso dalla ripetuta domanda iniziò a colpirlo ma ogni tentativo fu vano, i pugni venivano parati, i calci schivati. Zero digrignò i denti e non si arrese. “Non ti devo rispondere!” gli urlò sferrandogli un pugno diretto alla guancia. Il colpo fu fermato dal moro che con il palmo fermò le nocche dell’altro. Con aria seccata domandò nuovamente “Ti batti solo per questo?!”. Zero stufo rispose con leggerezza “Sì!”. Il solito sorriso beffardo di Hyorin si trasformò in una espressione furiosa, le pupille dei suoi occhi si dilatarono fino a far scomparire l’iride verde. Strinse con forza il pugno dell’altro e disse tra sé “Allora avrei dovuto ucciderti subito, non meriti la mia clemenza!”. L’aura blu del moro comparve maestosa alle sue spalle. Come accaduto qualche giorno prima i colori scomparvero di colpo tranne il bianco e nero, i suoni si attutirono, gli odori non si percepirono e la stessa forza che premeva i ragazzi per terra si avvertì. La mano di Zero, avvinghiata da quello di Hyorin, iniziò a congelarsi velocemente. Il ghiaccio si aggrappava ad ogni centimetro libero del braccio del ragazzo, presto gli arrivò al collo. Panico. Zero si dimenò con furia per liberarsi dalla presa ma non ci fu niente da fare. Guardò l’altro. No, pensò che fosse un’allucinazione, cioè, non poteva essere, si disse. Per il resto della sua vita diede la colpa al dolore, forse una allucinazione dettata dalla paura. Il viso di Hyorin sembrò mutato. I capelli castani si rizzarono, gli occhi divennero completamente neri anche se un leggero punto di giallo si poteva scorgere in loro. Le unghie si allungarono ulteriormente come i canini ei molari. Un demone. Il ghiaccio raggiunse le orecchie ed infine gli occhi. Angoscia. “è la fine?” si chiese “Devo morire in questo modo?”.  Il gelo coprì infine anche gli occhi, Zero urlò a pieni polmoni anche se, a causa dell’energia dell’altro, non lo sentì ma probabilmente qualcosa raggiunse le orecchie dell’avversario. Lasciò immediatamente la presa e fece rientrare l’energia in sé. Il ghiaccio si crepò e infine si spezzò, lasciando libero il biondo che cadde per terra. Diede diversi colpi di tosse. Il freddo lo raggiunse e gli si ghiacciarono persino le interiora, gli venne da rimettere lì, su due piedi. “Uff … mi sono fermato prima che il ghiaccio ti ibernasse, dovresti ringraziarmi per esserne uscito tutto sommato incolume!” disse in tono irriverente Hyorin, ritornato al suo solito aspetto e carattere. Si girò di spalle e si diresse fuori dal cerchio di combattimento. “Ah, prima che mi dimentichi, non combattere per l’onore, è una causa insignificante in questa società. I tuoi motivi per lottare incominciano con te, maturali e poi potrai di nuovo combattere con me, okay?”. Il biondo non capì molto di quello che gli disse ,anzi, si lasciò scappare un mezzo insulto, ma qualcosa lo interruppe, quella voce, quella cadenza, quel genere di pensieri assurdi, tutto ciò gli fu in qualche modo famigliare. Hyorin uscì dalla palestra mettendosi il  cappuccio del suo camicie nero. Si guardò intorno ma non vi era nessuno. Sbuffò. “Mai una volta che arrivi puntuale!” disse. Si appoggiò al cancellino di entrata, tenendo d’occhio la strada dritta a sé. Il buio era già calato e solo la luce dei lampioni illuminava la zona. Il cielo nero non lasciava spazio a quelle belle stelle che solitamente si potevano ammirare da quel posto. Un aria di pioggia alleggiava, infatti dopo pochi minuti le prime gocce caddero. Ne seguì uno scroscio che investì il moro, bagnandolo come un pulcino. “Fortuna che mi piace la pioggia, altrimenti dal nervosismo entrerei in palestra e chiederei un altro incontro a Zero!” pensò sempre più seccato. Rintoccarono le sette in punto, ma della persona attesa non vi era traccia. Solo dopo un’altra mezz’ora Hyorin scorse una figura tra la fitta rete di gocce. Come lui vestiva un camice nero, dei jeans anch’essi neri e delle scarpe insolitamente rosse. La testa era coperta dal cappuccio ma il viso era chiaramente illuminato. Era un ragazza, a prima vista poco più grande del moro, carnagione olivastra, viso magro e spigoloso, occhi vivaci e brillanti di un colore indefinito (un incrocio tra un verde marcio e un marrone scuro). La bocca sottile nascondeva dei denti bianchissimi. Il tutto era incorniciato da lunghi capelli neri che fuoriuscivano dal camicie. Arrivata di corsa a qualche metro da Hyorin disse immediatamente “Chiedo perdono, fratellino! Sono di nuovo arrivata in ritardo!”. “Sei una incompetente, Hisu! Come sorella maggiore, dovresti essere la più responsabile dei due, invece!” ribatté furioso l’altro. “Abbiamo solo un anno di differenza! E poi ho avuto un contrattempo!”. “Non ho voglia di litigare Hisu, andiamo a casa e basta!” disse infine Hyorin. “Ecco, a proposito, c’è un piccolo problema … Vedi, ho lasciato le chiavi ad una mia amica in modo che potesse prendermi una cosa mentre ero via e probabilmente non me le ha ancora ridate …”. Attimo di silenzio, interrotto solo dal cadere della pioggia. Il moro se ne stava a testa bassa, come se fosse in coma. “Hisu …” sibilava piano. La sorella preoccupata per la possibile reazione del fratello chiese preoccupata “Co … cosa c’è, fratellino?”. Ancora silenzio, poi “SEI L’ESSERE Più INCOMPETENTE CHE ESISTA SULLA FACCIA DELLA TERRA! TI AVEVO CHIESTO SOLO UN FAVORE E TU DAI LE TUE CHIAVI AD UNA TUA AMICA?!!!!!!!” urlò imbufalito Hyorin. Le gocce di pioggia si ghiacciarono a causa della sua rabbia e per un momento grandinò furiosamente. “Calmati! Adesso la chiamo e le dico di passare qui! Non c’è bisogno di prendersela. È inutile stare qui fuori, entriamo in palestra, sei uscito prima del solito, no? Quindi ci sarà ancora gente all’interno”. Il moro sbuffò nuovamente, ma vedendo che quella era l’unica soluzione decise di accettare “Ad una condizione, saliamo sugli spalti, okay?”. I due allora presero le scale laterali dell’edificio ed entrarono in una piccola porta sopraelevata nella parete. Percorsero un breve corridoio per poi trovarsi finalmente nella zona rialzata degli spalti. Si sedettero. “Bella palestra! Ti sei scelto un bel posticino!” commentò la ragazza mentre si sfilava il camicie bagnato. “Non svestirti, odio quando lo fai, ci metti sempre al centro dell’attenzione!” ordinò il fratello. L’altra gli lanciò addosso l’indumento e disse “Esagerato! Mi sono solo spogliata la giacca e poi non è colpa mia se tutti rimangono incantati da me!” rispose ridendo poi in modo non esattamente fine. In effetti era una meravigliosa ragazza. Sotto il camice aveva una maglietta nera a mezze maniche con su disegnato un teschio bianco, i capelli erano legati in una coda da cavallo. Oltre ad essere leggermente alta per la sua età aveva un corpo piuttosto sviluppato, per ciò Hyorin cercava di non andare in giro con lei in pubblico, si vergognava di tutta quella oscena attenzione che riusciva a conquistare. Hisu iniziò a sbirciare il piano inferiore della palestra. Gli allievi stavano tutti ammassati intorno ad una panchina su cui era disteso Zero. Gli avevano bendato completamente il torace e le mani in maniera quasi esagerata. Il ragazzo si dimenava e urlava “Non è necessario! Adesso mi sento bene!Andatevene”. Niente da fare. “Poverino” commentò la ragazza. “è quello il ragazzo che hai dovuto affrontare oggi?”.  “Sì” rispose distrattamente il fratello mentre scarabocchiava numeri ed equazioni su di un quaderno tolto dalla tasca della sua tunica. “Cosa stai calcolando, piccolo genio?” chiese incuriosita la sorella. “Non è necessario che tu lo sappia!” rispose bruscamente l’altro. “Quanto sei acido! Comunque è un peccato che tu abbia dovuto combattere con lui, non è messo troppo bene, come al solito hai esagerato. È pure così carino!”.
Ciao a tutti, sono BDiz, ci scusiamo per il ritardo ma Rox ha avuto dei problemi con il computer e quindi ho dovuto sostituirlo io. Ho dovuto creare in fretta e furia il capitolo e per questo è uscito maluccio. Volevo fare un combattimento epico tra Zero e Hyorin ma alla fine è venuta fuori poca roba. Chiedo scusa a Rox di aver fatto leggermente pestare il personaggio ispirato a lui da Hyorin ma prometto che potrà avere la sua vendetta tra poco! Ho immaginato il combattimento tra i due personaggi con la colonna sonora di Kingdom Hearts 358/2 days “Riku final battle theme”.   

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