Who You Are

di Pseudonimo Letty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Who You Are(1) ***
Capitolo 3: *** Memories ***
Capitolo 4: *** Let Our Voices Echo ***
Capitolo 5: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 6: *** Completa Sconfitta ***
Capitolo 7: *** Who You Are(2) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao! 

Dunque, da dove posso iniziare? Ho scoperto Lorax solo nel 2014 e me ne sono istantaneamente innamorata. Ovviamente mi sono innamorata anche di Once-ler (ditemi che non sono l'unica!) e come ogni pazza maniaca da chiudere in manicomio e buttare la chiave buona fangirl ho pensato di scirvere la mia verisone di una presunta storia tra Oncie e un personaggio nuovo.

Perciò non tergiversiamo oltre; vi lascio alla storia.
Buona lettura ;) 

Disclaimers:

- Lorax, Ted e i luoghi citati (Thneedville e la Valle di Truffula in primis) appartengono al Dr.Seuss

Prologo

Gli occhi azzurri della ragazza osservarono attentamente il paesaggio.

Intorno a lei, alberi di Truffula rossi, gialli e arancioni crescevano selvatici e rigogliosi.

"Deve tenere davvero molto a questi alberi..." pensò aggiustandosi il cappuccio della felpa blu, di modo da nascondere il viso.

Improvvisamente si domandò se avesse DAVVERO fatto bene ad andare in quel luogo. Osservò la casa dalla struttura sbilenca e sentì una fitta di paura nel cuore.

"Ok, ok, calma. Devi solo stare calma" pensò stringendo la tracolla della chitarra per infondersi fiducia.


"Non c'è Paura se non le dai la possibilità di esistere"


Le "parole magiche" le infusero quella sicurezza e quel coraggio che da tempo non sentiva più. Inspirò profondamente; il profumo vagamente zuccheroso e fresco delle Truffule fu come un balsamo per il suo corpo stanco.

"Aveva ragione sull'odore delle Truffule..." pensò deliziata.

Dei piccoli artigli le si avvinghiarono alla gamba sinistra, facendola sobbalzare.

"Tranquilla, Pinzillacchera." commentò carezzando la testolina dell'orsetto. "Non avere paura. Tra poco tutto finirà"

... O forse qualcosa inizierà?


Dalla finestra più alta, il vecchio signore dai guanti verdi sorseggiava una tazza té freddo assieme a Ted.

Era un pomeriggio tranquillo come tutti gli altri... Finché le note di una chitarra elettrica non entrarono nelle sue orecchie e lo riportarono indietro di molti anni.

----

Piccoli singhiozzi echeggiavano nella grotta. Singhiozzi limpidi e piccoli come le gocce che cadevano dal soffitto naturale di pietra.

"Bambina, perché piangi?"

Una voce vicino a Lei la fece sobbalzare, provocando l'aumento della sua paura.

Davanti a sé, un ragazzino la stava fissando, una torcia pesante e dalla luce debole puntata verso di lei.

"Sigh... Sono entrata nella grotta e mi sono persa..."

"Perché sei venuta fin quaggiù?"

"P-Perché, volevo vedere se c'era qualcosa..."

Il bambino osservò la bambina per alcuni secondi; poi sorrise.

"Ehi! Anch'io sono sceso quaggiù per vedere cosa c'era sotto al collina! Se vuoi ti porto all'uscita della caverna" aggiunse allungando una mano verso la piccola, ancora per terra e mezza tremante.

"Io mi chiamo Once-ler"

La bambina tese la piccola mano verso di lui.

"Io mi chiamo Gloria"

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Capitolo 2
*** Who You Are(1) ***


CAP 1: Who You Are (1)

"Basta Oncie! Va' fuori di qui! Prendi una boccata d'aria e quando avrai ritrovato la ragione vai a letto senza cena!"

"Esatto! Senza cena!"

"Già, senza cena, sgorbio. E portati dietro il tuo stupido quaderno!"

Un ammasso di ossa e pelle rotolò fuori dalla porta di una casa.

Once-ler si sedette sui gradini, spolverandosi i pantaloni. L'ultima frase dei suoi fratelli fu accompagnata da un oggetto volante che rimbalzò precisamente sulla sua testa e cadde a terra.

Scocciato e ammaccato raccolse il logoro quaderno e si avviò verso l'altro lato della strada.

Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno; e Lei era l'unica che lo avrebbe capito.

Senza un attimo di esitazione, suonò il campanello di bronzo e attese. Dopo alcuni istanti, la porta si aprì, rivelando la snella figura di ragazza che aveva aperto.

"... Oh, no... Sei davvero ridotto male"

Quelle parole e quel tono tra il canzonante e l'affettuoso lo fecero sorridere leggermente. Fissò gli occhi azzurri di Gloria, mentre quest'ultima, con una leggera spinta, apriva la porta di casa sua a lui.

"Ciao, Once"

 

"Io non capisco... Come fai a non odiarli?"

"Lo sai come sono. Non riesco a odiare nessuno, nemmeno Jeff e i suoi tirapiedi a scuola!"

"Per loro basto e avanzo io. Li odio abbastanza per entrambi, credo. Ma ancora non hai risposto alla domanda" continuò la castana, saltellando su alcuni sassi irregolari del terreno.

"Non riesco a odiarli perché... Perché sono l'unica famiglia che ho" finì il ragazzo, sedendosi a terra e osservando l'immensa distesa di erba dorata che si protendeva fino all'orizzonte.

"Vorrei solo... Vorrei solo che mi sostenessero, almeno per una volta..."

"Perché ti serve la loro approvazione?" domandò la ragazza sedendosi a gambe incrociate.

Once inspirò profondamente, prima di rispondere.

"Perché ho paura"

Gloria lo fissò attentamente; Once la fissò di rimando, senza dire alcuna parola. Si sentiva sempre strano quando Gloria lo fissava a quel modo. Era come se fosse nudo, come se lei potesse vedere ogni parte nascosta di lui, perfino l'anima. Alla fine la ragazza abbassò lo sguardo.

"Ascolta" disse allungando una mano e afferrando quella dinoccolata di Once "Non so quanto io possa aiutarti per avere l'approvazione della tua famiglia. Siamo simili dopotutto, e le nostre famiglie ci credono... Strani. Ma riguardo all'avere paura ti dico questo: Non c'è Paura se non le dai la possibilità di esistere"

"Che cosa vuoi dire?"

"Voglio dire che la paura è solo nella tua testa. Sta a te decidere se debellarla oppure serbarla nel tuo cuore. Se ti aggrappi alle tue paure resterai qui per sempre. È questo che vuoi, Oncie?"

Il ragazzo restò per un attimo a fissare il suo quaderno. Era pieno di scritte, scarabocchi, idee per invenzioni innovative e stravaganti. Era impregnato della sua fantasia e della sua essenza.

Sorrise maliziosamente verso la castana.

"Di un po', da dove viene tutto questo coraggio? Io ricordo perfettamente una piccola bambina che aveva perso la strada e piangeva nel buio di una caverna"

Gloria gli diede una lieve spinta, sorridendo.

"Il mio coraggio viene da una caverna buia. Mel'ha fatto scoprire un piccolo bambino dal sorriso sbilenco e una torcia mezza scassata"

I due ragazzi sorrisero, rincuorati a vicenda.

"Meglio due inventori stravaganti che cento persone normali"

Gloria rigirò la tracolla della chitarra.

"Hai proprio ragione! E se qualcuno dice qualcosa contro la tua natura, ricorda... Don't lose who you are in the blur of the stars, Seeing is deceiving, dreaming is believing, It's okay not to be okay"

Once-ler non poté far altro che afferrare la sua chitarra e iniziare a cantare a squarciagola.

"Sometimes it's hard to follow your heart, tears don't mean you're losing, everybody's bruising, Just be true to who you are"

Un rumore di finestre spalancate e si persone scocciate li fece fermare.
"Silenzio, adolescenti delinquenti. Qui c'è gente che vuole dormire!"

I due corsero via ridendo di gusto e continuando a strimpellare note dissonanti nel tramonto.

"Te lo prometto, Glee, riuscirò a diventare ricco e famoso. Avrò così tanti verdoni che mi vestirò interamente di verde!"

"Di verde?!"

"Esatto! Giacca, guanti e cappello verdi e neri. Farò un figurone, sarò acclamatissimo, soprattutto dalle donne!" commentò il ragazzino già vedendosi nei suoi panni da ricco magnate.

"Ahahaha, allora io sarò presente per vederti e ricordati che sei uno Spilungone!" scherzò la ragazza dandogli una spinta amichevole.

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Le foglie cadevano copiose come pioggia; i due ragazzi, imbacuccati in sciarpe e cappelli, non cedevano al vento freddo e restavano sdraiati a terra. Due matite scarabocchiavano su due quaderni senza mai fermarsi.

"Ecco! Ho finito!" esclamò Gloria mettendosi in ginocchio.

Once-ler prese il quaderno della ragazza e, mentre questa si massaggiava la mano dolorante, si mise a sfogliare le tre pagine che aveva scritto.

"Wow! Questa è... è... GENIALE!"

"Non dire così, dai, è solo un'idea sciocca che ho avuto" cercò di sminuire Gloria, aggiustandosi una ciocca di capelli sotto al cappello.

"No sul serio è geniale! Una macchina capace di purificare un terreno contaminato... È semplicemente brillante, Gloria!"

La castana arrossì visivamente, nascondendo il viso nella sciarpa per non farsi vedere dal ragazzo.

"E tu invece, cosa hai scritto?" domandò prendendo il quaderno del moro.

Sfogliò le pagine, incantata dalla spiccata fantasia che riscontrava in Once. Macchine a pedali capaci di tagliare cento alberi in pochi minuti, irrigatori che poteva annaffiare ettari interi di campi...

"E questo cos'è?" domandò incuriosita dal nome dell'invenzione.

"Il THNEED, beh è un prodotto che può sostituire mille prodotti"

"Sembra strano, ma è fico! E con cosa puoi fabbricare un Thneed?"

"Beh... Ecco... Non lo so. Ci devo ancora lavorare, è solo un'idea stramba per ora. Ma troverò il materiale perfetto per fabbricarlo" proferì con voce sicura.

Gloria sorrise a sua volta.

"Sono sicura che un giorno troverai il materiale perfetto, Once. Io ho fiducia in te" finì fissandolo negli occhi.

Il cuore di Once-ler sobbalzò, mentre il suo sorriso si distendeva e faceva compagnia a quello di Gloria.

"Ehm... beh... Perché non andiamo a fare qualche accordo con le chitarre?" domandò imbarazzato.

"Sì! Il primo che arriva a casa decide cosa suonare!" proferì la ragazza alzandosi e partendo come un razzo, seguita dal ragazzo.

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Capitolo 3
*** Memories ***


CAP 2: Memories

"Allora io vado, mamma. Parto per cambiare il mondo col mio Thneed. Me ne vado davvero"

Dopo il (poco caloroso) commiato dei famigliari, Once-ler spronò le redini di Melvin e partì.

Passò dal piccolo paesello sperduto, poi si avviò verso l'unica strada che portava verso l'orizzonte.

Dopo aver percorso alcuni chilometri...

"Ehi, Spilungone! Hai la faccia tosta di andare via senza neanche salutarmi?"

Da dietro un albero sbucò Gloria. Once restò per un secondo impalato ad ammirarla, appoggiata con un fianco al tronco ruvido di una betulla.

"Beh? Che cosa resti a guardare da lassù? Avanti, vieni giù e salutami come si deve" lo incitò lei, scostandosi una ciocca dei lunghi capelli dal collo.

Once aveva un groppo in gola. Gloria era semplicemente bellissima e adorava come riusciva ad essere provocante usando solo poche mosse.

Senza farselo ripetere, scese dal calesse e andò verso di lei. La castana si avvicinò e gli lanciò calorosamente le braccia al collo. Restarono abbracciati per alcuni minuti, entrambi intenzionati a non cedere per paura di perdersi.

"Mi mancherai, Oncie" disse lei con voce triste.
"Anche tu mi mancherai, Glee" ricambiò stringendola, chiamandola come lui soltanto la chiamava.

Non aveva molte certezze, Once-ler, ma sapeva una cosa: gli sarebbe davvero mancata la sua Gloria.

"Vedo che ti sei attrezzato bene in quel calesse" commentò la ragazza una volta che si furono staccati.

"Beh, sì, c'è tutto, anche una tenda smontabile" spiegò il ragazzo indicando un ammasso di teli di plastica e pezzi di legno "Vorrei davvero non doverti lasciare qui, Gloria"

"Non ti preoccupare per me, Oncie. Non ho paura di restare sola..." gli rispose  lei cercando di non lasciar trasparire invece tutto il timore che aveva "... E poi, ho i miei progetti anch'io. Tra qualche settimana andrò alla fiera di Scarborough. Ho un sacco di idee nuove che penso potrebbero piacere"

Once-ler sorrise lievemente. Il suo morale così immotivato aveva raggiunto il livello dei suoi piedi. Odiava tutto questo: gli anni erano passati e adesso i sogni che avevano coltivato insieme li portavano a dividersi per diventare realtà. Avrebbe voluto dire qualcosa di sensato, carico di sentimenti e coraggio.

"Stai attenta ai tipi che incontri, non voglio che ti succeda niente di male" finì per dire infine.

"Lo stesso vale per te; non cacciarti nei guai. E ricordati di scrivermi, d'accordo?"

Once-ler si posò una mano sul cuore.
"Promesso"

Stava per tornare sul calesse, quando sentì qualcuno afferrargli la manica della camicia.

Ebbe appena il tempo di voltarsi, per vedere Gloria avvicinarsi e baciarlo sulla guancia.

"A presto, Once" disse lei con un filo di voce, per poi correre in direzione del paese.

----

I mesi passarono, gli alberi di Truffula crescevano e Lorax non la smetteva di perseguitare Once-ler.

Il moro non poteva più sopportarlo. Quel minuscolo folletto dai baffi giganti non faceva altro che tenere d'occhio ogni suo movimento.
Ma quel giorno non era Lorax il motivo del suo malumore.

I suoi occhi guizzarono sul calendario appeso su una parete.

Erano passati due mesi da quando aveva spedito l'ennesima lettera a Gloria; e ancora non aveva ottenuto risposta alcuna.

"Niente. Zero. Neanche un piccolo accenno di vita" sbuffò afferrando al chitarra e avviandosi verso l'uscita della tenda.

Si arrampicò su una delle colline più ripide. Lassù, tra le Truffule dai mille colori, iniziò a strimpellare una melodia.

" Are you going to Scarborough Fair... Parsley, sage, rosemary & thyme... Remember me to one who lives there... She once was a true love of mine"

Continuò per alcuni secondi, ripetendo la melodia come una ninnananna, cercando di non pensare a quanto gli mancasse la sua dolce amica.

"Ehi, Magrolino! Come mai sei così teso oggi? Non ti ho ancora nemmeno parlato e già sei irritato?" commentò Lorax sedendosi a debita distanza dal ragazzo.

Sulle prima Once-ler avrebbe voluto tirare la sua chitarra addosso a quell'arachide pelosa, ma poi decise che avrebbe soltanto risposto con un rumoroso sbuffo. Si aggiustò il cappello sulla testa, deciso a non rispondere a nessuno per tutto il giorno.

... Finché le note di una chitarra elettrica non raggiunsero le sue orecchie.

"Ehi! Coso! Senti anche tu questo suono?" domandò il giovane uomo, cercando di capire da dove arrivasse quello strimpellare così familiare. Improvvisamente si alzò e corse in direzione di una collina poco distante. Una volta scalata la sommità, restò pietrificato.

Il suo cuore iniziò a danzare nel petto, quando vide il volto di Gloria fare capolino da un piccolo calesse. La giovane, che non lo aveva visto, osservò intorno a sé la natura incontaminata, canticchiando serenamente.

" It's not about the money, money, money, We don't need your money, money, money, We just wanna make the world dance, Forget about the price tag..."

Andò verso il retro del calesse e, una volta scostata la lunga treccia, iniziò a rovistare in cerca di qualcosa tra i vari oggetti.

Once-ler non sapevo come comportarsi: avrebbe voluto saltare fuori dal suo nascondiglio e abbracciarla di sorpresa... Non fosse stato per...

"Ehi, Magrolino! C'è un altro intruso!"

"Sssh! Zitto, guastafeste." lo interruppe il ragazzo tappandogli la bocca con una mano "lei non è un'intrusa. è Gloria" continuò sussurrando per non farsi sentire.

"Se la conosci allora perché stai qui ad osservarla di nascosto?"

"Beh, ecco... perché..." stava per dare una risposta, quando notò Quisquilia. Il piccolo orsetto stava correndo verso Gloria! Alla velocità che andava finì per sbattere contro uno degli alti stivali che la giovane donna indossava.

"Ehi! Ma che...?" iniziò Gloria voltandosi; quando vide il piccoletto a terra il suo sguardo si addolcì di colpo. "Oh, ma che bell'orsetto. Ciao piccolino" iniziò chinandosi a terra e tendendo una mano verso l'animale.

Quisquilia si allontanò leggermente, ancora intontito per la botta.

"Non temere, non voglio farti del male" continuò lei muovendo la mano. Dopo alcuni istanti, l'orsetto si lasciò andare alle carezze della ragazza senza protestare.
"Awww. Devi esserti fatto male... " commentò prendendolo in braccio e rovistando tra gli oggetti del calesse. Tirò fuori un marshmallow e glielo tese "Ecco prendi. Oncie mi ha detto che gli orsi qui amano i marshmallow".

Quisquilia alla vista del dolcetto, agguantò la mano della ragazza e mangiò.

Vedendo quella ragazza giocare con il più piccolo, anche altri animali si avvicinarono al calesse.

Ad un tratto Lorax sviò la presa del ragazzo, corse verso le spalle di quest'ultimo e con un calcio lo spinse giù dalla collina.

Once-ler non fu abbastanza rapido e, in meno di dieci secondi, la sua copertura saltò completamente.

Quando si tolse di dosso l'immensa quantità di ciuffi di Truffula nei quali si era impigliato incontrò lo sguardo di Gloria.

"Oncie?!"

"Ehehe, ciao Glee"

 

Gli animali si accalcarono attorno ai due ragazzi. Tutti, Lorax più di ogni alto, era sorpreso di vedere così tanto affetto tra due umani. I ragazzi si abbracciarono e iniziarono a parlare velocemente, raccontando le loro vicende in quegli ultimi mesi.

"Non hai risposto alle mie lettere neppure una volta!"

"Non ne ho avuto il tempo. Le lettere sono arrivare tardi e a Scarborough non avevo un attimo di respiro"

"Sei riuscita a trovare qualche finanziatore?!"

"Ne ho trovati molti! E ho addirittura brevettato alcune invenzioni. Oncie, ricordi i vari marchingegni che avevo progettato per il teatro? Beh, erano tutti entusiasti. Mi sono ritrovata a firmare contratti dopo neanche una settimana che ero là"

"Hai già guadagnato qualcosa quindi?"

"Sì. Ho già un gruzzoletto da parte. Comunque appena ho ricevuto le tue lettere sono partita subito. Devo solo tornare tra quattro settimane a Scarborough per motivi di lavoro. Ma parlami un po' di cosa hai fatto tu, Once. Questo posto è... bellissimo. Come hai fatto a trovarlo? E cosa ti è successo?" domandò impaziente di sapere cosa avesse fatto il suo amico.

Once-ler a quel punto iniziò il suo racconto.

Raccontò la scoperta della Valle, degli alberi di Truffula e le vennero presentati gli animali e Lorax.

"E davvero avete cercato di farlo andare via buttandolo nel fiume?" domandò stupita quando le fu raccontato dell'episodio della cascata. Il piccolo guardiano annuì leggermente imbarazzato, provocando una leve risata della ragazza e l'arrossamento delle guance di Once-ler.

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"Dunque è questo il Thneed" commentò la ragazza dispiegando l'ammasso di fibre vegetali e osservandolo attentamente.

Nella calda tenda di Once-ler, i due ragazzi avevano potuto prolungare la chiacchierata al riparo dal freddo e dagli sguardi indiscreti.

"Sì. Ehm.. Come ti sembra?"

"Lo trovo geniale! Guarda" iniziò la ragazza mettendosi al collo l'oggetto "è una sciarpa calda e morbida come una nuvola" sospirò allietandosi nel caldo tepore che solo le fibre di Truffula potevano dare.

"Hai realizzato qualcosa di veramente innovativo, Oncie. Sono fiera di te" finì lanciando le braccia al collo del ragazzo. Once-ler arrossì fortemente: gli erano mancati quegli abbracci carichi di affetto.

"D-Davvero?" "Certo! Il tuo Thneed farà faville, me lo sento" continuò con occhi pieni di speranza.

"Beh, tu non lo sai... Ma per ora non sono riuscito a venderlo a nessuno. In città non fanno altro che tirarmi pomodori in faccia" si lamentò il ragazzo sedendosi sul letto.

L'amica si mise al sua fianco.

"Non ti abbattere così. Anche io ci ho messo una settimana prima di trovare un buon finanziatore. Tu sei mille volte più in gamba di me; se io ci sono riuscita, allora anche tu puoi riuscirci" parlò accordando l'inseparabile chitarra.

"Dici davvero, Glee?"

Gloria lo fissò per un attimo con un sorrisetto malizioso.

"Dico sul serio, Spilungone... Sometimes it's hard to follow your heart, tears don't mean you're losing, everybody's bruising, Just be true to who you are " canticchiò con un sorriso al ricordo degli anni passati a sperare.

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I giorni passarono. In città la vendita dei pomodori marci andava alla grande. Non si poteva dire così del Thneed di Once-ler...

"Non li biasimo: quell'affare è una porcheria"

"Non dire così, Lorax!" lo criticò Gloria amorevolmente. Quel giorno il sole riscaldava beatamente la valle e stare sdraiati sotto l'ombra degli alberi era una cosa celestiale da fare.

"Sono sicura che oggi sarà diverso. Io ho fiducia in Once-ler"

"Lo so, ragazzina. Ma se anche dovesse venderlo, dopo come farebbe per produrre altri cosi? Ha giurato di non abbattere più gli alberi; non può rimangiarsi una promessa"

"E non lo farà, Lorax. Se riuscirà a venderlo, inizierà a produrre Thneed semplicemente raccogliendo i ciuffi degli alberi, va bene?" spiegò Gloria inginocchiandosi vicino all'esserino baffuto.

"E se invece ti sbagliassi su quel Magrolino?"

"Io ho fiducia in Oncie. Sono sicura che non farà un torto alla valle"

"E se lo facesse?"

Gloria fissò il guardiano con occhi pieni di sfida.
"Allora io troverò un modo per aggiustare tutto. Salverò la valle"

"Mmmh..."

"è una promessa. Lo giuro"

Gloria non poteva sapere in quale orrenda situazione si sarebbe cacciata.

"Spero che tu abbia ragione, ragazzina" commentò scettico Lorax "spero che il tuo amore abbia la meglio sulla sua ambizione"


A.A.: Per adesso mi fermo qui.
Spero che questi capitoli siano stati leggeri da leggere. In caso ci siano errori grammaticali avvertitemi pure
Al prossimo capitolo,
P.Letty 

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Capitolo 4
*** Let Our Voices Echo ***


CAP 3: Let Our Voices Echo

Il ritorno di Once-ler fece precipitare a situazione.

"Ehi! Allora? Hai venduto il Thneed?" domandò Gloria impaziente.

"No. Ho chiuso con quella roba. L'ho gettato via"

"Cosa?!" domandò lei sgranando gli occhi dallo stupore "Lo hai gettato via? Ma sei diventato matto?"

"Lasciami stare, Gloria. Voglio stare solo" la zittì il ragazzo dirigendosi verso la tenda.

"Once-ler! Once-ler! Aspetta, non devi abbatterti... Ascoltami, se torni indietro forse scoprirai che..." "... Non scoprirò niente, Gloria!" la interruppe gridando "Aveva ragione la mia famiglia, sono solo un fallimento... Ho deciso... Torno a casa domani"

"Once, senti, lo so cosa stai provando, capisco che ti senti..." "...Cosa ne sai tu di cosa provo? Tu sei riuscita a realizzare tutti i tuoi sogni... Io invece no. Adesso lasciami stare. Voglio stare solo" finì chiudendo la porta in faccia alla ragazza.

Gloria fissò quell'ammasso di plastica con sguardo irato, per poi voltarsi e dirigersi verso la sua tenda personale.

Lorax osservò la scena da dietro una roccia, in compagnia di alcuni abitanti della foresta.

"Mmmh... Dobbiamo fare qualcosa. Ragazzi... Ho un'idea!"

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Il sole tramontò e le prime stelle sbucarono da dietro gli alberi di Truffula.

Lorax osservò le due tende e i rispettivi proprietari al loro interno: Once-ler sdraiato sul letto a fissare il soffitto; Gloria in piedi a strimpellare la chitarra per cercare di ritrovare il buonumore che il ragazzo le aveva portato via.

"È il momento. Voi tre andate da Gloria e voi dieci da Once-ler. Portateli alla grotta con le buone o con e cattive. Facciamoli tornare a sorridere"

 

Dopo alcuni minuti, entrambi i gruppi fecero capolino all'entrata della grotta: Gloria in silenzio e vagamente contraria, Once-ler portato come un sacco di patate, essendosi rivelato contrario a seguire gli animali.

Quando però entrambi vennero spinti dentro e videro l'interno della grotta, ogni protesta venne spazzata via, lasciando un "Ooh" carico di sorpresa.

La caverna era stata illuminata con alcune torce elettriche (sgraffignate da Lorax dall'armadio di Once-ler); su una roccia piana era stata apparecchiata una rurale tavola, con due piatti e un cestino pieno di frutti freschi. In fondo, più appartati, una miriade di ciuffi di Truffula erano stati deposti a formare un giaciglio caldo e morbido.

"Vi piace? Abbiamo preparato tutto noi!" si vantò Lorax passando una mano attorno alle spalle di altri due orsetti.

"Ma... perché lo avete fatto?" domandarono entrambi i ragazzi.

"Beh, non volevamo vedervi separati, dopo quella discussione. Volevamo farvi tornare insieme. E volevamo tirati un po' su, Magrolino. Gloria ti vuole vedere felice e abbiamo pensato che avresti accettato una cena romantica con lei. No?"

I due ragazzi si fissarono per un secondo, distogliendo lo sguardo pieno di imbarazzo che avevano.

"G-Grazie, Lorax" proferì Gloria avvampando.

"S-sì... grazie, Lorax" la seguì balbettante Once-ler.

Quando si ritrovarono soli, i due ragazzi si sedettero silenziosamente al "tavolo". Nessuno dei due riusciva a trovare le parole giuste per iniziare una conversazione.

"Glee mi dispiace!" "Oncie mi dispiace!" dissero in coro per poi tornare a fissare il cesto di frutta.

"Non avrei dovuto trattarti in quel modo..."

"Non avevi tutti i torti... Eri arrabbiato e scoraggiato, ti capisco..." commentò la ragazza prendendo un frutto e mordendolo "Sai... non ti ho detto proprio tutta la verità, riguardo al successo che ho avuto alla Fiera..."

"Che cosa?"

"Beh... La prima invenzione che ho venduto... Sono stata truffata. Il finanziatore che avevo incontrato per primo si è rivelato un impostore. Mi ha fatto firmare dei documenti e ho perso un'invenzione e tutti i diritti su di essa. All'inizio ci ho sofferto tanto; mi sentivo sola e abbandonata e mi mancavi tremendamente tu. Avevo intenzione di tornare a casa... Ma ho deciso di restare"

Once-ler ascoltò stupito; non poteva credere che fosse accaduta una cosa simile a Gloria.

"... E poi cos'è successo?" domandò curioso, mordendo poi un frutto.

"Ho fatto quello che mi riusciva meglio: ho buttato fuori la paura e ho presentato altri prototipi di invenzioni." finì lei sorridendo "Ho capito cosa sbagliavo e sono riuscita a vendere alcuni marchingegni"

"Wow..." commentò il ragazzo "... dunque non hai perso la speranza?"

"No, anzi, tutt'altro. Sono più determinata di prima. È per questo che capisco cosa stai provando, Oncie, ma non ti devi abbattere alla prima sconfitta" commentò poggiandogli una mano su una spalla. Improvvisamente i suoi occhi si illuminarono.

"Facciamo un patto. Chiuderai la storia con il Thneed e inizierai a lavorare su un'altra invenzione. Questo posto è talmente meraviglioso e tranquillo che potresti esserne ispirato... Potresti stabilirti qui per sempre" finì tendendo la mano verso il ragazzo.

Il moro la fissò negli occhi, pensandoci su. Alla fine sorrise e strinse la mano della ragazza.

"Affare fatto"

Gloria saltò in piedi ridendo contenta, trascinandosi dietro Once-ler e iniziando a ballare sul posto.
"Questo è il mio Oncie! Dimostreremo a tutti che siamo imbattibili, noi due." continuò a volteggiare abbracciando il giovane uomo e canticchiando "Who's laughting now? Who's laughting now?"

Once-ler si sentiva completamente rinnovato. Nei magici occhi di Gloria, ritrovò quella forza che pensava di aver perduto dopo aver lanciato il Thneed nella spazzatura. Si sentì forte, coraggioso, pronto a compiere una sciocchezza...

Senza aspettare altro tempo, tirò lievemente la ragazza verso di sé e la baciò.

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Il sole illuminò gli alberi più alti della valle, tingendo i ciuffi di un colore ambrato.

Once-ler si tirò a sedere, scostando i ciuffi di Truffula che coprivano il suo corpo nudo; si voltò ed osservò Gloria, ancora addormentata; aggiustò alcuni ciuffi di Truffula in modo che coprissero il suo corpo e si sentì l'uomo più felice del mondo.

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Capitolo 5
*** L'inizio della fine ***


CAP 4: L'inizio della fine

"Il sole splendeva, il cielo era blu. Una giornata perfetta... Fu l'inizio della fine"

Il Thneed era ritornato al suo creatore, accompagnato da centinaia di clienti desiderosi di comprarne uno.

Il Thneed, o meglio, la folla fagocitante di denaro, aveva portato con sé anche la famiglia di Once-ler.

"Che male faccio mai? I clienti attendono di essere soddisfatti, che male c'è se abbattiamo pochi alberi?"

Once-ler era stato talmente influenzato dalle parole della madre che non passò molto tempo prima che il secondo albero venisse abbattuto.

E poi il terzo....

Il quinto....

Il decimo....

In meno di un mese la valle venne privata di un terzo dei suoi alberi. Ma se da una parte la valle soffriva, dall'altra i clienti, i produttori e la fabbrica festeggiavano l'inarrestabile crescita di denaro e potere.

Iniziarono le vendite e con esse arrivarono tanti soldi, più di quanti Once-ler avesse potuto immaginare.

Once-ler e Gloria erano la coppia più famosa in circolazione: il perfetto ritratto di due inventori in carriera, ricchi sfondati e a detta dei giornalisti "Troppo grandi per fallire".

 

"Hai sentito, Glee? Siamo diventati i più ricchi della città!" commentò il ragazzo osservando il megaschermo e l'ennesimo servizio del telegiornale su loro due.

Gloria sorrise insicura. La situazione si stava facendo sempre più incontrollata e lei non sapeva cosa fare.

Era combattuta: da una parte era felice per Once-ler, per la bella vita che stavano facendo, per la loro indescrivibile ricchezza e per i sogni realizzati....

... Ma dall'altro soffriva. La promessa fatta a Lorax la spingeva a vedere le cose da un punto di vista differente: dal punto di vista della foresta. Ad ogni albero abbattuto, Lorax aggiungeva una protesta.

Once-ler non lo considerava più; non considerava più nessuno degli animali... Non considerava più nessuno... Neanche lei.

"Once-ler, ho pensato a lungo in questi giorni e mi sembra il caso che tu dia un'occhiata a questo." aveva iniziato a parlare quel giorno Gloria, tendendo verso il compagno una cartella pieni di documenti

"La produzione di Thneed è più veloce rispetto alla crescita degli alberi di Truffula"

"E allora?" domandò senza nemmeno guardarla, interessato di più al plastico della città che a lei.

"E allora?! Se la produzione continua con questo ritmo, entro l'anno tutti gli alberi della valle saranno abbattuti!" finì sbattendo il fascicolo sul tavolo, facendo tremare tutto.

"Avanti, Glee, non essere così tragica"

"Tragica? Non mi sto inventando niente, Once" continuò lei mentre lui si alzava e la stringeva in un debole abbraccio "Questi dati li ho raccolti personalmente. Cosa credi abbia fatto in questi mesi, mentre la fabbrica cresceva? Dobbiamo attuare subito un piano di riforestazione, altrimenti l'intera valle resterà senza alberi!"

"Dovresti rilassarti." continuò lui con tono mellifluo ma superficiale "Tesoro, ti vedo molto stanca" finì lui prendendole lievemente il mento tra il pollice e l'indice della mano.

Gloria si scostò dall'abbraccio, allontanandosi ostinatamente:
"Non sono stanca! Sono preoccupata. La produzione sta avendo i suoi frutti, ma nella valle tutto sta andando in malora. Il cielo è coperto sempre da nuvole di smog, i ruscelli sono stati contaminati dagli scarti della fabbrica, gli animali non trovato più cibo... E Lorax..."

"LORAX! Non voglio sentirlo nemmeno nominare!" la zittì lui con voce irata "Quel guardiano da quattro soldi vuole solo che io non realizzi il mio sogno. Non ho intenzione di prendermi carico dei suoi problemi"

La donna fissò l'uomo con sguardo pieno di incredulità mista a delusione.

"Va bene." rispose rassegnata, indossando il lungo cappotto e avviandosi all'uscita dell'edificio a testa bassa "Adesso è meglio che vada. Devo tornare a Scarborough... E ci starò per un lungo periodo"

"Quando tornerai?" domandò l'uomo con occhi teneri. Per un momento Gloria rivide il Once-ler di una volta: forse nel profondo ancora l'amava...

"Tra tre mesi. Anche io devo fare il Boss ogni tanto" commentò lei cercando di scherzare. Once-ler la strinse a sé e la baciò dolcemente.

"Allora a fra tre mesi, Glee" la salutò sorridendo
"Once! Ricordati di vedere quel piano" finì lei cerando di convincerlo ad ascoltarla.

L'uomo annuì impercettibilmente, per poi tornare nel suo ufficio.

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Capitolo 6
*** Completa Sconfitta ***


CAP 5: Completa Sconfitta

"Sono pieno di clienti, sono un mare i miei proventi, tutti i media conniventi, gli avvocati son vincenti.... Gli alberi sono morenti, sono cose divertenti! Di un po''? Che male io posso far mai?"

 

"Signora... Si sente male?" domandò l'autista a Gloria.

Il volto della ragazza era improvvisamente impallidito; alla vista della valle completamente deserta, sentì il suo cuore spezzarsi.

"N-No, sto bene, grazie" risposte a voce bassa.

Quando la macchina sbucò sulla sommità di una collina, la donna ebbe un sussulto: davanti all'auto, la taglia-ceppi si stava avvicinando ad un albero di Truffula.... L'ultimo albero di Truffula!

Veloce come il vento, Gloria saltò fuori dalla macchina e iniziò a correre verso la gigantesca macchina.

"Fermo! Lascia stare quell'albero!!"

 

Once-ler, dall'alto del suo balcone, osservò impotente la scena. I suoi occhi si riempirono di orrore, quando vide l'albero e Gloria cadere a terra.

Il suo urlo squarciò il silenzio e riecheggiò nella valle.

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Piccoli sprazzi di energia destarono Gloria dallo svenimento. Intorno a lei, suoni ovattati e figure sfocate danzavano in un carosello impazzito. Per alcuni istanti vide solo il buio, poi vide gli occhi pieni di lacrime di Once-ler. E infine vide Lorax.

Cercò di parlargli, ma il guardiano le fece cenno di non parlare e di non muoversi. Sentì un forte dolore al braccio destro,  quello che era stato colpito; prima di svenire riuscì a dirgli solo alcune parole.
"Non dirlo a Once"

Quando si risvegliò non capì subito che si trovava nella camera da letto. Si tirò a sedere; la testa le doleva leggermente, ma non era nulla in confronto alla nausea che aveva.

Guardò fuori da una delle immense finestre e si sentì invadere da una profonda tristezza.

Aveva conosciuto quella valle quando era un paradiso terrestre… Come poteva essere diventato un luogo d’inferno?

D’improvviso la memoria le ritornò di colpo: l’ultimo albero di Truffula, la sua folle corsa verso la macchina abbatti alberi… E l’incidente. Ricordò il dolore lancinante che aveva sentito al braccio destro e il suono dell’ascia che attraversava la sua treccia e la tranciava come burro.

Si guardò l’avambraccio, osservandolo stupita: l’ascia avrebbe dovuto spezzarlo se non mozzarglielo. E invece era ancora intatto, sano. Una lunga cicatrice bianca percorreva tutta la lunghezza della mano fino alla spalla. Era guarita oppure era miracolosamente riuscita a mancare una delle lame?

Poi ricordò…

“Lorax…”

Il guardiano l’aveva salvata. Aveva davvero usato i suoi poteri per salvarla da un incidente che le avrebbe cambiato la vita? Doveva andare subito a ringraziarlo.

Velocemente, si vestì con alcuni vecchi abiti e scese le scale verso l’uscita della villa.

Quando fu sulla porta vide il gruppo di animali che si dirigevano verso l’orizzonte. E in fondo al branco, vicino a Once-ler, vide Lorax. Stavano abbandonando casa.

“Lorax! Lorax!” gridò fiondandosi verso il gruppo.

“Glee! Grazie al cielo stai bene!” la fermò Once-ler tenendola tra le braccia.
La donna cercò di scostarsi dall’abbraccio del compagno, ma non riuscì a fare un altro passo.

“Lorax!” finì per fissare da lontano il guardiano negli occhi “… Mi dispiace tanto… Ti ringrazio”.

Il baffuto folletto aveva gli occhi pieni di delusione, ma sorrise leggermente, prima di sollevarsi e di salire verso un fascio di luce che squarciava le nuvole.

Quando Lorax fu sparito, Gloria si spinse via dalla presa di Once-ler ed osservò la valle.

“Mio Dio… Che cosa abbiamo fatto?” domandò più a sé che a Once-ler.

“Io… ” iniziò a parlare l’uomo, per poi tacere.

“Perché non mi hai ascoltata, Once-ler?” continuò lei guardando con orrore l’orizzonte coperto di miasmi velenosi. Once-ler non rispose nemmeno a quella domanda.

Si voltò a fissarlo e incontrò lo sguardo del compagno. In quel momento provò una grandissima pena per lui. Senza dire una parola, rientrò in casa e riempì una borsa con tutti i vestiti che poteva portare via.

“Cosa fai? Gloria!” domandò Once-ler seguendola per la casa, per cercare di farla desistere. Ad un tratto la fermò afferrandole le spalle “Non vorrai davvero andartene??”

“Sì. Me ne vado, Once.” Rispose lei scostandosi e dirigendosi verso una stanza dismessa.

Il vecchio calesse di Gloria giaceva coperto di polvere sotto un telo.

“Non puoi andartene!”

“Davvero? E chi me lo impedirà? Tu?” domandò lei sfidandolo.

“Se è necessario sì!” proferì lui cercando di fermarla quando ebbe portato fuori calesse e cavallo.

“Lasciami!” gli gridò in faccia lei.

“Mi avevi promesso che saresti stata mia moglie. Come puoi lasciarmi qui? Non lo permetterò!”

“Ma non lo vedi? Questo posto è distrutto. Non si può più vivere qui! Presto o tardi anche a Thneedville inizieranno ad andare via” disse ferocemente la donna.

Once-ler non riusciva a ragionare. Si sentiva in colpa per la sua avidità e la sua ambizione. Fissò Gloria e si sentì invadere da una strana sofferenza.

Niente lo faceva sentire più male dei suoi occhi. Quegli occhi che avevano visto tante meraviglie e nei quali lui poteva ancora vedere la Valle di Truffula com’era un tempo.

“Senza alberi non c’è aria… Senza aria non c’è vita” finì lei spingendolo via e avvicinandosi al calesse.

“C’è ancora una speranza” disse Once-ler, estraendo dall’occhiello il germoglio di Truffula mezzo essiccato.

L’uomo spolverò il seme, finché non fu completamente pulito; e lo tese verso Gloria.

“Rimani con me qui e insieme ricostruiremo tutto” proferì lui con voce dolce.

Gloria alternò lo sguardo su Once-ler e il seme di Truffula.

Ormai aveva preso una decisione; grazie anche a Lorax, in quel momento aveva capito perché fosse stata salvata.

“Mi dispiace, Oncie…” disse stringendo le spalle e avvolgendosi i fianchi con le braccia “… Ma c’è qualcun altro che ha più bisogno di me” finì abbassando lo sguardo, incapace di fissare lo sguardo tristemente sorpreso di Once-ler.

“È per questo che te ne vuoi andare? C’è qualcun altro?” domandò atono il giovane.

“Sì”

Il ragazzo sembrò per un secondo essere attraversato da un lampo di furore, ma si limitò a togliersi il cappello e a passarsi una mano tra i capelli, mordendosi le labbra per non far vedere la sua disperazione.

“Così è per questo? Mi lasci per un altro…” commentò a bassa voce rimettendosi il cappello “Fai come vuoi, allora. Vattene pure, io non ho bisogno di nessuno!” continuò finendo per gridarle contro.

“Chi sei tu?” gli domandò lei terrorizzata, con voce lieve “Che fine ha fatto il bambino che mi ha salvata? Cos’è successo al ragazzo con il quale sono cresciuta?”

“Quel ragazzo non esiste più” disse lui con voce velenosa e rauca.

“No…” disse lei scuotendo la testa, mentre saliva sul calesse “Tu menti, e lo sai quanto me. Io so che quel ragazzo è ancora vivo, nel tuo cuore. Non importa quanto tu possa cambiare… Per me resterai sempre quel ragazzo gentile e pieno di sogni che ho sempre amato… Resterai sempre il Oncie che amo… Addio” finì scuotendo le redini e facendo partire il cavallo.

 

Quando arrivò vicino al branco, molti degli animali la fissarono interrogativi.

“Mi dispiace amici miei. È colpa mia, non sono riuscita a mantenere la promessa di salvare la valle. Ma posso salvare voi. Vi troverò un posto dove vivere di nuovo” finì incontrando lo sguardo di Quisquilia. L’orsetto, assieme ad altri compagni piumati e pelosi, prese posto sul calesse della ragazza.

Ad un tratto Gloria sentì qualcosa premerle contro il braccio; il piccolo orsetto aveva tirato fuori la sua chitarra e gliela stava tendendo.

Gloria prese in mano lo strumento e iniziò a cantare. E mentre cantava, calde lacrime le scesero sulle guance. Per la prima volta, si lasciava andare ad una completa sconfitta.

I stare at my reflection in the mirror
Why am I doing this to myself?
Losing my mind on a tiny error
I nearly left the real me on the shelf
No, no, no, no, no,no

Don't lose who you are in the blur of the stars
Seeing is deceiving, dreaming is believing
It's okay not to be okay
Sometimes it's hard to follow your heart

Tears don't mean you're losing
Everybody's bruising
Just be true to who you are

Who you are, who you are, who you are
Who you are, who you are, who you are no no no no no no
Who you are, who you are, who you are who you are who you are

Brushing my hair, do I look perfect?
I forgot what to do to fit the mold, yeah
The more I try the less it's working, yeah, yeah, yeah
'Cause everything inside me screams
No, no, no, no, no,no,no,no

Don't lose who you are in the blur of the stars
Seeing is deceiving, dreaming is believing
It's okay not to be okay
Sometimes it's hard to follow your heart

But tears don't mean you're losing
Everybody's bruising
There's nothing wrong with who you are

 

A.A.: Bene! Altri tre capitoli pubblicati. Spero siano piaciuti ^_^

Una cosa che mi sono scordata di mettere nell'angolo autore sono le canzoni che ho usato! 
Dunque: Per Gloria ho deciso di farle cantare canzoni di Jessie J, soprattutto "Who You Are" perché l'ho sempre considerata una canzone piena di speranza, capace di consolare in momenti tristi. A pelle, mentre pensavo a questa storia, ho pensato potesse calzarle bene.
Le altre canzoni cantate sono "Price Tag" e "Who's Laughing Now", ma sono soltanto leggere citazioni delle suddette canzoni, così come è una piccola citazione la canzone cantata da Oncie prima dell'arrivo di Gloria ("Scarborough Fair" cantata da Simon&Garfunkel nella versione maschile)

A presto con l'ultimo capitolo!


P.Letty 

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Capitolo 7
*** Who You Are(2) ***


CAP 6: Who You Are (2)

La ragazza suonava e cantava con decisione, mentre dalla finestra il vecchio la fissava con sguardo pietrificato.

“… G-Gloria?” domandò a bassa voce a se stesso.

Non poteva essere la sua Gloria. Erano passati troppi anni, quella era solo una ragazza…

Eppure come poteva essere così identica al suo amore? Come poteva conoscere la sua canzone??

La ragazza castana continuò a strimpellare la chitarra, cercando di non fissare i suoi spettatori alla finestra.

"Just Be True to Who You Are"

Quando finì, alzò lo sguardo, trattenendo il respiro.

Once-ler corse verso la porta e si fiondò fuori di casa.

Di fronte a quell’uomo canuto e alto, la ragazza si sentì in imbarazzo, ma non distolse mai i suoi occhi azzurri da quelli grigi dell’uomo.

“… Glee?” domandò dopo aver preso un lungo respiro e il coraggio necessario.

La ragazza già sapeva cosa doveva fare.

 

Quando ti vedrà penserà di vedere me. Tu devi dirgli esattamente così…

 

“Non riesci più a contare, Spilungone? Non è possibile che io sia Gloria”

La risposta lasciò allibito Ted, che in disparte osservava la scena curioso; ma non esterrefatto quanto Once-ler.

“... Ma quella canzone… Chi sei tu?”

“Mi chiamo Honey” rispose la ragazza “E ho un messaggio per te, Once-ler. Da parte di Gloria”

Così dicendo, tirò fuori dalla tasca della felpa una lettera leggermente spiegazzata.

Once-ler osservò la busta sigillata e, una volta scrutato di nuovo il viso di Honey, la aprì.

 

Mio caro Once-ler. Come stai?

Ho così tante cose da dirti... Non desidero altro che rivederti, ma ormai non ne ho più la forza.

Spesso mi chiedo se mi odi per quello che ho fatto. Non ti biasimo se è così.

Ma lascia che ti dica la verità, il motivo per cui ti ho abbandonato.

Quando ho lasciato Theendille e la valle, ti ho detto che c’era qualcuno che aveva più bisogno di me. Quel qualcuno era mia figlia… NOSTRA figlia.

Non sopportavo l’idea di crescerla in un luogo devastato come la valle; e Lorax lo aveva capito.

Ricordi l’incidente in cui rimasi ferita? Credo che Lorax mi abbia salvata proprio per darmi la possibilità di portare al sicuro nostra figlia, Helen.

Dopo aver lasciato la valle, ho continuato a viaggiare e sono arrivata in una piccola città, dove nessuno mi conosceva e dove ancora c’era una possibilità per la natura di guarire. Trovai un piccolo terreno disabitato, al limite della metropoli e grazie ad alcune invenzioni sono riuscita a renderlo di nuovo un piccolo angolo di paradiso. Helen è cresciuta a contatto con la natura e in compagnia di molti degli animali che prima abitavano la valle; col tempo e con la nuova nomea di “genio al servizio degli alberi” e non più di "dolce metà dell'ideatore del Thneed" sono riuscita ad avere una vita tranquilla.

Helen ti sarebbe piaciuta: ti assomigliava molto di aspetto ed aveva il mio carattere. Purtroppo, il destino ha voluto che morisse, dando alla luce nostra nipote, Honey.

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che ha compiuto le mie ultime volontà. Che ne pensi di lei? È identica a come ero io da giovane, ma credimi: ha il tuo carattere e la tua fantasia. L’ho cresciuta dandole tutto l’amore che potevo avere. Sai, forse nella mia vita non ho fatto molte cose buone, ma sono certa che lei sia la cosa più bella che sia riuscita a fare. Ed è anche grazie a te se lei è così.

Quando sorride non posso fare a meno di pensarti, amore mio.

Non c’è stato nessun altro uomo nella mia vita, non ne ho avuto bisogno. Tutto l’amore di cui avevo bisogno l’ho avuto da te.

Da quando ti lasciai, non è trascorso un solo giorno senza che ti pensassi, Oncie.

Non ho mai smesso di amarti.

Non so se esiste un aldilà, ma mi piace pensare che ci rivedremo un giorno. E anche quel giorno, ti dirò quel che ho sempre detto a Honey riguardo te: Ti amerò per sempre, anche dopo la morte, Oncie.

Ti auguro salute e felicità. Addio per ora.

La tua Glee

 

Once-ler si coprì gli occhi pieni di lacrime, incapace di trattenere i sentimenti che aveva seppellito nel suo cuore.

Col tempo e la solitudine, l'amore che provava per Gloria si era trasformato in rabbia e la rabbia era divenuta parte del suo carattere. Ted gli si mise a fianco, sostenendo l'uomo mentre singhiozzava.

Quando si calmò, Once-ler fissò di nuovo Honey.

"La nonna ha costruito la riserva per salvare gli animali della valle. Quisquilia è diventato un orso gigante, e Pinzillacchera è uno dei suoi cuccioli" spiegò lei, carezzando l'animaletto. "Tre giorni prima della morte della nonna è apparso Lorax. Le ha detto cosa era successo qui, del cambiamento che avevi avuto..."

"E lei cosa ha detto?"

"Un sacco di cose" iniziò la giovane stringendosi nelle spalle "Si sentiva in colpa per non essere riuscita a salvare la valle, ma soprattutto di non essere riuscita a salvare te. Aveva promesso a Lorax di salvare la valle e lui le ha detto che aveva ripagato quella promessa infranta salvando almeno gli abitanti della valle..."

Una piccola lacrima scese dalla guancia della ragazza.

"Sai, quando ha saputo che eri riuscito a far amare di nuovo gli alberi alla gente è scoppiata in lacrime dalla felicità. Non l'ho mai vista piangere..."

"Me la immagino" commentò sorridendo lievemente Once-ler, immaginandosi una vecchia Gloria a parlare con Lorax e al sapere del cambiamento. Le mani sul viso, gli occhi azzurri pieni di felicità...

"Ti ha sempre amato, N...Once-ler... E non ha mai smesso di credere in te..." finì Honey, fissando con occhi lucidi l'uomo.

Il silenzio fu nuovamente interrotto soltanto da Once-ler. Sulla faccia aveva un sorriso pieno di amore. Ora sapeva cosa doveva fare.

"Honey... Chiamami Nonno. È questo che sono per te, non è così?" domandò scherzoso.

La ragazza lo fissò per un istante, prima di abbracciarlo di slancio.

"Finalmente ci incontriamo... La mia cara nipotina..."

"Non sai quanto significa per me, nonno" singhiozzò la ragazza.

I due si fissarono per poi sorridere, sorpresi da quanto si somigliassero, perfino nel modo di piangere.

"Glee sapeva cosa era successo qui... Ma non sapeva proprio tutta la storia" spiegò l'uomo tendendo una mano verso Ted.

"Ehi, Ted, chiama Audrey e la tua famiglia. Di' loro che dobbiamo raccontare a mia nipote come hai salvato Thneedville "

Il ragazzo sorrise ai due e senza aspettare salì sulla sua moto e sfrecciò verso la città.

 

Once-ler e Honey fissarono il cielo, perdendosi nel terso azzurro.

Entrambi segretamente vennero attraversati dallo stesso pensiero: erano certi che Glee li stesse osservando, sorridendo divertita e augurando loro tutta la felicità del mondo.

FINE


A.A.: Ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia storia. A presto con la prossima fanficiton :)
P.Letty 

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