Un bellissimo disastro

di Beautiful_Disaster
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un grande cambiamento ***
Capitolo 2: *** Le bambole sono roba da bambini ***



Capitolo 1
*** Un grande cambiamento ***


Seattle,Washington,USA. 29 Agosto
Era nella sua camera, sdraiata sul letto con le cuffie alle orecchie,i capelli neri quasi si mimetizzavano sulla federa viola del cuscino. Stava ascoltando la sua canzone preferita,non proprio il modo in cui tutti i sedicenni passano il sabato pomeriggio. Le serrande abbassate e le luci spente facevano sprofondare la stanza nel buio,lei amava quell'atmosfera. Ci pensò la vocetta stridula che lei odiava tanto ad interrompere la sua sorta di nirvana. -Kayoko! La mamma vuole parlarci muoviti- Disse con aria annoiata Madeline, la sorellina di otto anni di Kayoko. Chiunque le avesse viste non avrebbe detto che fossero sorelle,erano troppo diverse. La bambina era di media statura,con lunghi capelli castani legati in due codine basse,gli occhi verdi e carnagione un po' ambrata. Kayoko era alta,magra,con lunghi capelli neri cotonati e legati in una coda alta,le pupille sottili come quelle di un gatto,le iridi grigie e la carnagione molto pallida. Decisamente diverse,e non solo a livello estetico.-Scommetto che ti sei cacciata nei guai un'altra volta- Aggiunse la bambina ridacchiando. Kayoko non sopportava la sorella,in particolare quando commentava ciò che faceva. Afferrò un libro dalla scrivania e lo tirò dritto sul viso di Maddie. La bambina scoppiò in un pianto isterico,attirando l'attenzione della madre al piano di sotto che raggiunse la camera della figlia.-Maddie, che ti è successo perché piangi?- Chiese la madre,Anita,una donna sui 42 anni,con capelli castani lunghi fino alle spalle, gli occhi verdi e la carnagione ambrata,molto simile alla figlia. La donna prese in braccio la bimba. -Kayoko mi ha tirato un libro in faccia- rispose tirando su col naso Madeline. Quando Anita la mise giù la bambina raccolse da terra il libro tiratole dalla sorella, accorgendosi che fosse un libro di scienze. -Non ti converrebbe di più studiarlo questo libro,così eviteresti di prendere sempre votacci?- Disse ridendo Maddie. -Brutto mostro rompicoglioni ti ammazzo!- Kayoko stava per aggredire la sorella quando la madre le se mise davanti.-Adesso non voglio sapere perché hai tirato un libro a Maddie,voglio solo che veniate tutte e due giù con me,ok?- La madre non sembrava troppo arrabbiata,ma parlava con aria molto seria. Di solito si arrabbiava spesso, sia se litigava con la sorella, sia quando veniva punita a scuola,come quando era stata sospesa da scuola per aver scritto con una bomboletta " Fuck education, rock's rules" sull'auto della preside. In quel caso si era arrabbiata parecchio. -Ti prego Kayu...- Chiese ancora la madre. -D'accordo...- Disse alla fine snervata Kayoko. Scesero al piano di sotto e le due sorelle si sedettero sul divano, ovviamente distanti. -Allora come comincio...- pensava nervosamente Anita. -Voi vi trovate bene qui a Seattle?- Chiese con voce un po' preoccupata. Nessuna rispose. Di certo Kayoko non ed il tipo di ragazza che ama parlare o rispondere a domande.
-E va bene parlo io- Disse finalmente Maddie stanca della sorella che le faceva cenno di parlare. -Non me ne lamento,peró non ci trovo niente di particolare,c'è troppo traffico, in centro non si respira e la gente non mi piace- Disse la bambina. -Grazie piccola mia,e tu Kayu?- -Emh... si devono fare chilometri per comprare della musica decente- Disse con noncuranza Kayoko.Anita era sempre più nervosa, per lei non era mai così difficile parlare con le figlie. -Mi hanno offerto un posto di lavoro, solo che...- -Che...- -Dovremmo trasferirci... a Salem- La donna abbassò leggermente la testa sperando con tutta se stessa che le figlie avrebbero accettato di trasferirsi, non lo avrebbe mai fatto da sola, ne le avrebbe mai obbligate. - E Salem sarebbe...- Chiese senza fregarsene più di tanto Kayu. -È una città in Oregon, idiota- Rispose in tono provocatorio Maddie. -Se non altro non sono una secchiona come te mocciosa- -Scema- -Ficcanaso- -Isterica- -Nana- Le due avevano ricominciato ad azzuffarsi. -Basta!- Urlò facendole dividere Anita. -Stavamo parlando di una cosa seria. Mi date una risposta?- 
-Io sono d'accordo mamy- Accettò sorridendo Madeline. -Anche per me è ok.- Disse Kayoko accennando un lieve sorriso. 

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Capitolo 2
*** Le bambole sono roba da bambini ***


Salem,Oregon,USA. 5 Settembre

È passata una settimana ed è mezzanotte. Ora lei era lì, sfinita sul letto della sua nuova casa. Le 4 ore di viaggio -senza contare le innumerevoli soste negli autogrill e le code stradali- le erano sembrate un'eternità. Osservava,facendo luce con il cellulare, i numerosi scatoloni che riempivano la camera. Le pareti erano viola, come voleva lei. Non riusciva a dormire, troppe cose nella sua mente. Tra qualche settimana sarebbe cominciata la scuola,nuovi compagni, nuovi professori, ricominciare tutto. Un incubo in poche parole. Sentiva sua madre che andava avanti e indietro per le stanze. Si mise le sue cuffie e si addormentò ascoltando la sua canzone preferita, cercando di distrarsi dalla nuova realtà. La madre voleva andare a fare la spesa quella mattina, obbligando Kayoko ad alzarsi per badare la sorella. Svegliata dalla madre che la chiamava dal soggiorno si girò dall'altra parte borbottando. Neanche cinque minuti dopo fu letteralmente buttata giù dal letto dalla madre. -Kayoko dai alzati, lo so che sei ti sei addormentata tardi, ma ho bisogno che tieni d'occhio Maddie- La ragazza nascose la testa sotto le coperte. -Lo sai bene che un perfetto sconosciuto se ne occuperebbe meglio di me- -Kayu, dai- La ragazza venne tirata su per un braccio. -Dopo potrai fare tutto ciò che vuoi- Insiste Anita -No...- Kayoko ritornò sotto le coperte. -Non ti chiedo di farle da babysitter ,solo di controllare cosa combina- -Pffff, d'accordo- Sbuffa alla fine esasperata Kayoko. La madre uscì dalla camera della figlia e dopo poco si sentì l'auto partire ed allontanarsi da casa. Si alzò a fatica dal letto, osservando con sguardo assassino il cellulare che segnava le 9:15. Si trascinò verso gli scatoloni che contenevano i suoi vestiti, alcuni piegati ordinatamente dalla madre, altri buttati alla rinfusa. Non le andava di passare un secolo a scegliere cosa mettere, così prese quello che si trovava in cima alla scatola: un bustier rosso con del tessuto grigio trasparente a stelle decisamente scollato e provocante, un paio di shorts di jeans strappati, calze a righe nere e rosse sopra il ginocchio e degli stivali alti neri a stelle bianche con la zeppa. Dopo essersi vestita uscì dalla stanza. Si trovò davanti la sorella minore, con in mano una barbie. -Tu ora giochi con me- Esclamò Maddie tirando per il polso la sorella, che però si liberò facilmente dalla presa. -Si certo, come no- Kayoko rientrò in camera sua e chiuse la porta della stanza dietro di se, per poi buttarsi sul letto. Questo non fermò la bambina, che entrò nella stanza e saltò sul letto. -Dico alla mamma che mi hai trattata male, se non ti muovi- Disse ancora con un ghignetto piuttosto cattivello. -Certo che ti piace rompere le palle- Le rispose tenendo la testa sotto un cuscino. -Ti vuoi muovere o devo chiamare la mamma?- Kayoko si alzò dal letto e si trascinò nella camera di Madeline. Sapeva che se voleva uscire nel pomeriggio doveva accontentare la mocciosa. Nessuno però le impediva di farlo a modo suo. -Tu prendi questa perché, anche se tu sei decisamente più orribile, ti assomiglia- La bambina ridacchiando porse a Kayoko una bambola, dai lunghi capelli corvini e gli occhi color ghiaccio. -Tu sei decisamente più orrenda marmocchia-. Passò circa un'oretta di “gioco” -in cui Kayoko aveva sempre giocato a modo suo, facendo arrabbiare Madeline- prima che la madre tornasse. -Mamma è tornata, ti saluto marmocchia- La ragazza lanciò la bambola alla sorella ed uscì dalla stanza. Sentì la madre dal piano di sotto. -Ragazze venite giù che mangiamo-. Controllò l'ora sul cellulare. 12.30. Non si era accorta che fosse già ora di pranzo. Pranzarono tutte e tre, insieme, circondate da pacchi su pacchi. Passarono un pranzo tra -ovviamente- litigi tra sorelle, la madre che cerca come sempre di farle andare d'accordo, e parlare, parlare, parlare di qualunque cosa -che non interessasse a Kayoko-. Appena finito di mangiare la ragazza si fiondò nella sua camera. Prese le sue amate cuffie, il portatile, e si sdraiò sul letto. Quanto avrebbe voluto che le vacanze fossero durate in eternità, niente fretta, niente studio, niente preoccupazioni, niente madri paranoiche che sperano che tu non abbia dato fuoco alla palestra -un'altra volta-. Un'idea balenò nella sua mente. Nei paraggi c'era un centro commerciale. Centro commerciale=niente Maddie. Centro commerciale=videogiochi. Centro commerciale=musica -l'unica cosa che amava più dei videogiochi-. Aveva deciso come passare il suo martedì pomeriggio. 

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