Capodanno Adventures!

di Com Amely Mason
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sembrava una normale festa... ***
Capitolo 2: *** Tra tempio e foresta. ***
Capitolo 3: *** Acqua e fiamme ***
Capitolo 4: *** Ending ***



Capitolo 1
*** Sembrava una normale festa... ***


Fiamma scese con un balzo dal Pick-up, mettendosi addosso l’arco e la faretra e prendendo in una mano il vassoio della pizza e nell’altro il sacchetto delle bottiglie. Chiuse la macchina stringendo il telecomando tra i denti, in precario equilibrio mentre citofonava al suo migliore amico: fare le feste a casa sua era sempre terribilmente impegnativo, pensò ridendo mentre spingeva il cancelletto con la spalla: specie se si trattava di Capodanno.
Giovanni arrivò trotterellando nel pigiamone a scacchi. - Ma come ti sei conciato?! Dovrai mica ancora prepararti?!- sbottò Fiamma. Il ragazzo rise schioccandole un bacio sulla guancia - Ma va, sono prontissimo iooo-, rispose fuggendo in casa con la pizza. Fiamma scosse la testa, pulendosi le scarpe nello zerbino: la sala in cui entrò era già ingombra di borse e giacconi, e del vociare giungeva soffuso dal resto della casa. La bionda salutò educatamente il padre di Giovanni, e salì al piano superiore rasettandosi i guanti traforati lunghi fin sopra al gomito. - Clauuuu!- gridò infilandosi nel corridoio tra le camere. - è  nella cameretta a prepararsi! -, le rispose Giovanni dal piano inferiore, mentre una ragazza dai lunghi capelli ricci e ramati fece capolino dalla seconda stanza a sinistra, vestita di un vestito azzurro ghiaccio. - Ma sei bellissima! - esclamò. Fiamma arrossì con un sorriso - Mai quanto te, che bel vestito!  Chi sei?-, chiese entrando nella stanza dove altre due ragazze si stavano preparando. Claudia finì di truccarsi nei toni dell’azzurro e del blu e si infilò un morbido mantello color oceano. - Sono Chione, la dea della neve -, rispode soddisfatta appuntando il manto con una spilla a forma di fiocco di neve. - Cavolo, bellissimo! -, commentò Fiamma ammirata. Si voltò per accorciare lo spallacciò in cuoio della faretra e rimase a bocca aperta: una ragazza snella, dai capelli castano scuro incoronati da un intreccio di foglie di vite e grappoli d’uva, fasciata da un vestito bianco e un coprispalle color vinaccia saltellò dalla stanza accanto a piedi nudi. -Anna-, la chiamò sorpresa, recuperando contegno -buonasera-. La ragazza si voltò scivolando sui collant. -Oh! Ciao, scusami non ti avevo visto! -. -Sono appena arrivata. Tu sei… Bacco al femminile immagino? -, tentò Fiamma facendo scorrere leggero lo sguardo sul vestito candido adornato di gemme argentate. Anna sorrise annuendo. - E tu sei…- squadrò per un attimo gli stivali scamosciati e la cintura di pelle di Fiamma, per poi soffermarsi sulla maglietta con il grande lupo alato, il parabraccio di cuoio e l’arco. - Diana. Wow, complimenti, molto bello.-. La bionda fece un piccolo inchino, ringraziando, per poi congedarsi e scendere di due piani. Entrò nella luminoso cucina e salutò calorosamente la padrona di casa, per poi entrare nella taverna. Il tavolo era già pronto, e Diego, travestito da Amon-Rah con una mise color sabbia ed il trucco egizio agli occhi, trafficava alla console. Probabilmente sarebbe andato tutto molto meglio di quanto si aspettava, pensò scostandosi dalla porta per far entrare gli altri. - Che questa serata divinità abbia inizio. Sballo DiVino!- annunciò Marco con la solita esuberanza festaiola, con una coroncina a forma di sole che doveva farlo sembrare Allah, trascinadosi dietro Marina, vestita da Persefone, e Stella e Mara, per mano, vestite da Thor e Loki. Fiamma le guardò un istante con un brivido lungo la schiena. Irradiavano amore anche solo a guardarle, e la cosa la mise a disagio. A rimettercela ci pensò Luke che, avvolto in un lenzuolo bianco e con un cuscino sulla pancia, truccato di rosso sul naso e sugli zigomi, la imprigionò in un abbraccio. -Luke! Per Bacco, bel travestimento! Ma - si voltò a salutare Ramona - non si abbina a quello della tua ragazza!-. Luke-Bacco scoppiò a ridere. -Eh vabbe ma lei voleva fare Eme…-. - Mica male, Ramona! Entriamo? Mi han detto che c’è Stella che le fa Loki.- -Uhhh il mio papàààà-, gridò la castana saltellando nell’altra stanza.
Fiamma risalì con un sorriso sghembo fino al piano delle camere. - Ragazze ci siete?-, - Arriviamo arriviamo -, disse Rachele superandole mentre Sofia sbucava dal bagno con un vestito rosso fuoco. -Usti, e tu chi sei? - esclamò Fiamma ammirata, mentre alle spalle della ragazza compariva un ragazzo alto e moro con un mantello candido fermato alla tunica con spille dorate come il fulmine che teneva tra le mani. -Fiamma! Siamo Zeus e Era! Eh, belli eh? Che te ne pare? Bella vero la mia dea? -. Sofia rise sfuggendo dalle mani di Alejandro. -Divini - gli urlò dietro la bionda ridendo. Si passò una mano sulla nuca: il taglio tribale le aveva rasato i capelli un po’ più del voluto, ma per un cosplay si poteva, pensò divertita sistemandosi il ciuffo di traverso sull’occhio. Le due ragazze che poco prima erano in camera a prepararsi con Claudia erano pronte, e Fiamma le fece passare assieme ad Anna, mettedosi poi a chiudere la fila. Il vestito bianco della ragazza castana svolazzava come un lieve strascico mentre scendeva le scale, e Fiamma ne rimase affascinata, senza saperne il perché.
Quando tutti si furono riuniti nella taverna, Giovanni, che finalmente si era capito essere vestito da Morfeo col pigiama e l’orsacchiotto, alzò un bicchiere circondando con l’altro braccio il fianco di Silvia che, nuova fidanzata, stentava a socializzare: -E cominciamo questa festa di Capodanno!-. Un boato rispose inframmezzato da musica e risate, mentre i ragazzi sciamavano attorno al tavolo. Ben presto però, un folto gruppo si spostò più vicino alla consolle, ed alla stufetta che riscaldava la stanza. Fu un attimo che Fiamma vide come rallentato: vide Diego mettere sulla consolle una nuova canzone e la sentì partire, poi d’un tratto qualcuno spense la luce. La palla stroboscopica continuò a funzionare, e d’improvviso tutti si trovarono circondati da pallini colorati mentre la stanza sembrava contorcersi su se stessa e squarciarsi sul fondo in un inevitabile voragine liquida e nera. Alcune delle ragazze gridarono, ed istintivamente Fiamma afferrò gli avambracci di Anna e Claudia. Una raffica di vento gelido li costrinse a chiudere gli occhi mentre venivano sbattacchiati tutti quanti verso quello che sembrava essere il basso. Un duro impatto su un pavimento di pietra liscia e fredda termino le grida di tutti, che pian piano si rialzarono doloranti. 

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Capitolo 2
*** Tra tempio e foresta. ***



Fiamma balzò in piedi, coprendo d’istinto Anna mentre sfilava e caricava in un unico fluido movimento l’arco che aveva sulle spalle. Claudia le era scivolata durante la caduta, ma era poco distante da loro, accanto alle due ragazze e a Marco. Più indietro Giovanni stava aiutando gli altri a rialzarsi. La bionda avanzò lentamente: il luogo in cui si trovavano sembrava il ponte di un tempio incas, di cui però si vedevano per ora solo altri due torrioni della stessa pietra su cui erano atterrati. Le liane e la vegetazione invadevano gli spazi tra le pietre ma non un verso d’animale selvatico o trillo d’uccello rompeva il silenzio dell’aria umida e lievemente afosa.
- Ma che cazzo…- sbottò Alejandro, per poi ammutolire di fronte alla grandezza del torrione dritto di fronte a loro. Era abbastanza mal sbozzato nelle pietre semplicemente posizionate le une sopra alle altre, ma aveva comunque l’aria minacciosa di chi non era stato messo lì per caso. Un’ arcata oscura lo attraversava, lasciando intravedere della luce dall’altra parte.
Fiamma si voltò: tutti si erano messi in piedi. - Cosa facciamo?- , chiese Luke, osservando interessato le pareti. - Spegniamo la canna e restiamo qui sdraiti. Tra un po’ l’effetto svanirà -, disse con un alzata di spalle Marco. Silvia, aggrappata al braccio di Giovanni sgranò gli occhi e Marina lo fulminò con lo sguardo. 
- Propongo di vedere dove porta il ponte! - buttò là Luke. - Perché no? -, lo appoggiò Fiamma. Gli occhi di tutti conversero su di lei. - Abbiamo di meglio da fare? Canna o non canna, vorrei sparare i miei razzi a Capodanno, quindi dovremmo uscire di qui, mi sbaglio?-. Qualcuno boffonchiò un assenso e i ragazzi travestiti da dei si avviarono. 
- Ehi ragazzi, guardate! Se schiocco le dita faccio le stelline! - gridò d’un tratto Marco entusiastico. - Guardate! Ta-ta.ta! - disse schicoccando le dita a zeta davanti a se e lasciando dietro di se degli sbrilluccichii piuttosto persistenti. - Sembro un dio, non trovate? -, dise sotto lo sguardo attonito degli altri, circondandosi di stellette. - ma…-, cominciò Fiamma, incrociando lo sguardo di Stella, che continuò - non è che abbiamo acquisito i poteri…- si accucciò e diede un piccolo pugno ad una pietra, che istantaneamente si crepò fino quasi a sbriciolarsi - dei nostri dèi!- esclamò sorpresa. 
- Seriamente?-  disse Claudia giocherellando con le proprie dita, tra cui apparvero minuscole stallattiti. - Oddio Ann guarda!-  disse incredula. Fece un giro su sé stessa e uno stormo di fiocchi di neve la avvolse, volteggiando poi fino a posarsi sul pavimento.Istantaneaente tutti cominciarono a provare qualsiasi potere potesse appartenere al proprio dio: qualcuno tentava di uccidere piante, qualcuno di lanciare fulmini e luminescenze…
Fiamma li osservava perplessa, grattandosi i capelli corti sulla nuca: fu forse per questo che percepì uno scricchiolio petroso, dapprima lento e leggero, poi rapido e ben udibile. Fece appena in tempo a tirare Anna, Claudia e Giovanni contro il parapetto del ponte che sotto di loro una grossa porzione della pavimentazione si inclinò verso il basso, facendo scivolare giù i ragazzi ancora al centro del ponte, verso un lungo ed intricato scivolo arboreo che si estendeva al di sotto. Un tremendo polverone si alzò nascondenolo alla vista, e quando si diradò, le pietre erano tornate perfettamente al loro posto come se nulla fosse successo. 
Qualcuno tossì, e Fiamma caricò l’arco: dall’altro lato del ponte ricomparirono Diego e Silvia. 
- Siamo riusciti ad aggrapparci non so nemmeno io a cosa -, rise imbarazzato il ragazzo, mentre Silvia si rifugiava in Giovanni. Fiamma la guardò con aria a metà tra il dispiaciuto e il “te l’avevo detto”: era pallida, e non sembrava particolarmente contenta dell’avventura. Anzi, sembrava palesemente terrorizzata. La bionda scrollò le spalle riponendo le frecce nella faretra e l’arco sulle spalle. - Beh, proviamo ad andare avanti? Con circospezione, e attenti a cosa sentiamo.-. Il gruppetto annuì. Offrì il braccio ad Anna, che la guardò di sottecchi prima di accettare. Fiamma si affiancò a Claudia e procedettero circospette. Oltre il torrione si estendeva un altro ponte, poi di nuovo un altro, prima che fossero costretti a svoltare a sinistra. Dinnanzi a loro si delineò una rupe scoscesa, in cui il ponte entrava trsmite un arcata.
Era impossibile definire a che altezza si trovassero e cosa ci fosse sotto, oltre  qualche punta di torrion che di tanto in tanto sbucava in lontananza, poiché una densa coltre di nuvole si estendeva come una coperta dovunque lo sguardo potesse arrivare. Quando furono a poca distanza dalla parete rocciosa, le spaccature e la vegetazione della roccia presero forma come a disegnare le decorazione della facciata di un palazzo. 
Improvvisamente tre fischi acuti, uno in fila all’altro, fecero tremare le pietre intorno al gruppo, che si voltò di scatto. Tre condor, le ali spalancate contro il sole, stavano calando ad artigli snudati verso di loro. I fischi percossero di nuovo l’aria, costringendo i ragazzi a coprirsi le mani con le orecchie, fino a quando, poco prima che le creature atterrassero, Diego si staccò dal gruppo alzando le mani coi palmi rivoti verso il cielo. I tatuaggi di Amon-Rah brillarono dorati, e le creature si fermarono a mezz’aria, stordite. Diego le fissò duramente per un istante, per poi far loro cenno di andare. Inaspettatamente, i grandi volatili ripresero silenziosamente quota, e il ragazzo si voltò col solito sorriso tranquillo. - Complimenti -, commentò Fiamma, lasciando che li precedesse altre l’arcata della rupe.

Gli occhi del gruppo impiegarono qualche istante ad abituarsi alla penombra della caverna, che, per quanto ampia, dopo poche decine di metri si piegava in un ansa buia. Sulle pareti non colonizzate dai rampicanti figure sproporzionate si rincorrevano decorate da disegni di piume e amuleti decorati d’oro sbiadito. Fiamma si avvicinò ad osservarle, il passo felpato e le orecchie tese: rappresentavano umani che sembravano chinarsi tutti in adorazione di una figura più grande. Si spostò seguendo la direzione dell’affresco, ed Anna la affiancò, rapita dalla figura su cui ora anche la bionda si concentrava. Le loro dita si sfiorarono, e le due si guardarono di sottecchi, avvampando. - È il Serprente Piumato -, disse Fiamma, mentre anche gli altri si avvicinavano. Le proporzioni erano doppie rispetto a quelle delle figure umane, e tutta la figura era colorata di un verde smeraldo di tale intensità da sembrare vivo, peloso,… 
-RAGNIIII!!!- , gridò improvvisamente Giovanni, seminando il panico. Fiamma balzò indietro, guardando i pavimento. Centinaia di zampette pelose passavano sopra e sotto i loro piedi, facendo sembrare il pavimento un lucido parquet in movimento. - Che schifo, che schifo, che schifo! -, gridò Giovanni isterico, mentre Claudia ne congelava con aria schifata la striscia sufficiente ad arrampicarsi su una roccia dove gli aracnidi non salivano. Fiamma si acquattò su un'altra sporgenza tirando accanto a sé Silvia mentre Diego faceva lo stesso con Anna. - Guardate, sembrano andare tutti da una parte, guardate le sfumature, stanno…-  cominciò il ragazzo col tatuaggio di Amon-Rah. - Scappando? -, concluse con voce tombale la ragazza di Giovanni.  Il gruppo alzò gli sguardi verso l’ansa della grotta. Un ombra che superava l’altezza della parete si disegnava sempre più definita, in avvicinamento. - Vanni! VANNI! Corri! -, gridarono d’un tratto Silvia e Fiamma, fissando il ragazzo in pigiama che, impietrito dal terrore, non si era ancora mosso dal centro della sala. -Perché non si muove?!- , chiese terrorizzata Silvia, artigliando l’avambraccio di Fiamma, che fissava muta l’amico.
 Giovanni aveva il terrore dei ragni, e lei lo sapeva. Si riscossse d’improvviso, afferrando una delle liane che pendevano dal soffitto della caverna. Aveva un solo tentativo, e la sua riuscita era alquanto improbabile. Legò la liana alla coda di una freccia e tese l’arco al massimo, pregando che non si spezzasse. La freccia sibilò in aria, andando ad affondare nel buio dall’altro lato della stanza. - Svelto, Diego, prestami il bastone del potere egizio!. Il ragazzo glielo lanciò con aria perplessa: l’ansa dello scettro poteva funzionare come una rudimentale carrucola. Fiamma la guardò aggrottando la fronte, proprio mentre una tanfata di un fetore non meglio definitao inondava la sala. L’ombra aveva appena superato l’ansa per accedere alla sala, e aveva decisamente zampe per i gusti della bionda. Doveva provare: fece un salto indietro tendendo poi le gambe in avanti: Anna si coprì la bocca con le mani, trattenendo il fiato. Il gancio scorreva rapido lungo la corda appena approntata, troppo rapida. Fiamma vide un luccichio d’occhi poco prima di cadere pesantemente sul pavimento, scivolando per alcuni metri. - Fiamma! -, gridarono insieme Claudia e Anna, sporgendosi dalla propria pietra verso il centro della sala. La bionda si rialzò con prontezza caricando rapida l’arco. Ciò che si trovò dinnanzi quando raggiunse Giovanni però le mozzò il fiato. L’amico era impietrito dalla raccapricciante visione: a prima vista sarebbe sembrato un ragno troppo cresciuto, se non fosse stato per il corpo lucido come quello di uno scarafaggio. Le zampe a falangi erano da aracnide, ma la cresta che gli circondava il capo grande come il cofano di una macchina ricordava un drago. Una coda serpentina frustava le pareti alle sue spalle, spargendo la saliva gocciolata su tutto il pavimento. Li fissava con aria famelica tramite le tre serie di occhietti rossi che ricoprivano la testa: Fiamma riusciva malapena a respirare, l’arco che le bruciava teso tra le dita. D’improvviso un oggetto a metà tra una palla di neve e di ghiaccio colpì rovinosamente il capo della bestia. - Ehi, coso puzzoso! Siamo qui! -, gridò con aria di sfida Claudia, distraendolo con prontezza. La bestia si voltò, e Fiamma prese a scuotere Giovanni, trascinandolo dall’altra parte della stanza. 
Anna e Claudia fuggirono ai lati mentre Diego con una mossa inaspettata gli saltò sul dorso, costringendo la bestia a rivoltarsi su se stessa. Una nuova serie di palle di ghiaccio colpì la testa e il fianco della bestia prima che potesse allungare le fauci verso Diego che scivolava a terra dall’altra parte. Fiamma scosse forte l’amico, che, pallido come un fantasma, riprese a respirare tremando. - Ra-…Ra-…- .-Non c’è tempo ora Van! Dobbiamo andare. Dobbiamo riprendere…- .-Silvia! -, gridò d’improvviso il ragazzo, impallidendo di nuovo. La ragazza stava raggomitolata contro l’altra parete, mentre il mostro avanzava verso di lei con lentezza letale, incurante degli sberleffi di Diego e delle ragazze. 
D’un tratto un tremito percorse il pavimento sotto i loro piedi fino a raggiungere le zampe e il corpo del mostro. Dei tralci simili alle liane sbucarono dal pavimento avvolgendolo strettamente e costringendolo a cadere a terra. Anna, pallida e con le iridi schiarite, muoveva le dita in piedi al centro della stanza. Quando richiuse il pugno, il mostro che stava tentando di rialzarsi crollò di nuovo a terra, stretto dei tralci. Fiamma la guardò a bocca aperta, ma prima che avesse il tempo di dire qualcosa, una pioggia della saliva della bestia cosparse la stanza e i tralci si spezzarono. Il mostro si rialzò e prese la rincorsa verso la ragazza che, impallidita, era tornata in sé. Fiamma non si diede il tempo di pensare: era questione di un istante. Scattò verso Anna e si buttò a terra scivolando sul fianco sinistro, mentre incoccava la freccia, scoccandola poco prima di arrivare addosso ad Anna e trascinarla via con sé. Lo sputo della bestia dove si trovavano pochi istanti prima schiumò contro la pietra, corrodendola. Prima che avessero il tempo di alzarsi però il movimento convulso di alcune delle zampe le lanciò contro l’altra parete. Fiamma fece appena in tempo a chiudere tra gli avambracci il viso e le spalle di Anna che andarono a schiantarsi di schiena contro la roccia. D’improvviso Giovanni apparve dinnanzi al mostro. Il suo viso si fece imperturbabile e le sue spalle si distesero. Claudia arrivò correndo dietro di lui assieme a Diego, ma il mostro non li degnò nemmeno dello sguardo di uno solo dei sui dodici occhi, concentrato sul ragazzone in pigiama. 
Giovanni inclinò lievemente la testa, e la bestia lo imitò. - Ora dovresti dormire. Tu devi dormire. -, disse con aria tranquilla. Nella stanza scese un silenzio tombale, mentre Claudia e Diego fissavano impietriti Vanni temendo che la sua salute mentale fosse svanita.
 Lentamente e senza smettere di fissarlo invece, la bestia si accucciò raccogliendo le zampe sotto di sé, e pochi istanti dopo era sprofondato in un sonno profondo. 
La polvere tornò a posarsi silenziosa, riportando la calma  nella caverna. Per alcuni minuti si sentì solo il respiro affannato dei ragazzi e il lieve russare della bestia. 
- Giovanni?-, si riscosse per prima Silvia. Fiamma scosse rintontita la testa, lasciando andare i muscoli delle spalle. Anna la guardò stupefatta. - Grazie…-, balbettò abbassando poi lo sguardo. - Figurati -, rispose la bionda, aiutandola ad azarsi. Quando le loro dita si sfiorarono di nuovo, un brivido le percorse la schiena. Una ferita sulla fronte gociolava fastidiosamente mentre raggiungevano gli altri che, ancora scioccati, guardavano Vanni. - Beh, ragazzo, bel lavoro! Degno del dio Morfeo. -, disse con spirito Claudia. - Hai visto che anche il tuo dio serve a qualcosa? -, scherzò Fiamma dandogli una pacca sulla spalla.
- Che si fa ora? -, chiese Diego recuperando il suo bastone da Amon-Rah e restituendo la freccia a Fiamma. - Guardate, là si è aperto un varco. Non credo ci fosse prima.-. Il gruppo si voltò seguendo la direzione indicata da Anna: un’ apertura larga e tozza portava ad una scalinata di pietra molto larga che scendeva ripida verso un altro corridoio, qualche decina di metri più in basso. 
- Beh, gli altri sono scivolati verso il basso, potremmo provare a scendere - propose la bionda, infilando l’arco nella faretra e tastando le pietre delle scale con gli stivali. 
- Andiamo -, assentirono gli altri.

La scala era ricoperta da una lieve patina di muschio, ed i ragazzi preferirono procedere in fila indiana ad alcuni gradini di distanza l’uno dall’altro, aggrappandosi al corrimano che accompagnava la discesa. Fiamma rimase per ultima, controllando circospetta il mostro addormentato. Dovevano essere finiti in un posto davvero strano per avere poteri così interessanti, per non parlare di ciò che li circondava, inaspettato. Quando il gruppo ebbe raggiunto metà scala, Fiamma sferrò un calcio alla parete dove aveva intravisto una crepa circolare. Un frammento di roccia si staccò compatto dal resto della parete, come stucco male attaccato, spesso un paio di dita. Fiamma lo tastò con aria soddisfatta, e lo posò sul canale che correva all’altezza del corrimano accanto alla scala. Vi balzò sopra con una botta di adrenalina, e diede una lieve spinta accucciandosi sulla lastra, che cominciò a scivolare come un folle snowboard lungo il canale di scolo. Fiamma si abbassò di più, e l’aria le fischiò nelle orecchie: la pendenza della scala contribuiva ad una discesa vertiginosa. Appena sentì la pietra sparire da sotto di sé si buttò all’indietro, facendo appena in tempo a cogliere Claudia che commentava: - Ma che diamine…!-.

La stanza in cui era arrivata era circolare ed immensamente alta e verde. Una luce smeraldina filtrava dall’alto, aleggiando tra le pareti infestate dalla vegetazione e le smodatamente alte colonne di pietra. Fiamma alzò lo sguardo mentre anche gli altri accedevano alla stanza, facendo rimbombare i propri passi nel silenzio. Una cupola squarciata sovrastava diversi metri più in alto il pavimento dodecagonale dell’ambiente. - Sembra un santuario -, commentò Anna, strusciando il piede a terra. - Guardate, sembra che le piastrelle siano decorate con un motivo particolare -. Diego passò la mano a terra spazzando via uno strato di polvere. - Sembrano teste di animali selvatici. -. -Guarda, queste sono uguali e queste no.- -Sembrano disposte a fare dei disegni. Guarda, così sembra una clessidra storta-, osservò Giovanni usando la polvere per tracciare i disegni sul pavimento.
- Non sono disegni, sono costellazioni.-, intuì di colpo Fiamma, congiungendo un'altra serie di disegni simili con un solco nella polvere. - Guardate. Questo è il Grande Carro. E quella di Vanni è Orione. -. - Questa sembra il Cane…-, annuì Diego. - E qui c’è Pisces -. Concluse Anna, al centro della stanza. Un corpo piombò fulmineo giù dalla cupola verso il centro della stanza, ma prima che potesse raggiungere la ragazza castana una freccia congelata lo aveva inchiodato alla parete. Claudia e Fiamma si guardarono stupefatte a bocca aperta: avevano usato i poteri delle proprie dee senza nemmeno pensarci. Andarono insieme a recuperare Anna, ritirandosi poi vicino alla scala.
Lievemente sopraelevato rispetto al pavimento, il gruppetto confabulava a bassa voce. La stanza era di nuovo immota, e lontava si udiva ora gorgogliare un ruscello. 
- Non vi sembra un puzzle ad incastro? - , disse d’improvviso Silvia. - Uno di quelli in cui si spostano le piastrine per comporre l’immagine. L’avete presente? -. Fiamma la guardò perplessa, ma annuì lentamente. - La stanza è dodecagonale, e se guardate Là in fondo i disegni sono in fila, non disposti come la costellazione del loro simbolo.- . La bionda osservò gli altri. 

Diego scese per primo, tentando di sollevare una pietra. Claudia lo fece spostare, cercando di spostarla tramite l’umidità compressa sotto di essa, ma senza risultati. - Maledette erbacce! -imprecò.
Anna si riscosse: forse quelle erbacce potevano aiutare invece. Ridiscese rapida gli scalini col vestito raccolto. - Aspettate, fatemi provare una cosa. Spostatevi da parte.-. I ragazzi obbedirono pieni di aspettativa. La castana chiuse gli occhi concentrandosi: le dita iniziarono a formicolarle e le liane nella stanza a dondolare senza che nemmeno un refolo di vento le avesse sfiorate. Anna arricciò il naso: doveva farle spingere da sotto. Lentamente le pietre cominciarono a muoversi ortogonalmente. Fiamma osservò il pavimento muoversi come le scaglie di un serprente affascinata: la castana aveva un potere inaspettato ma anche grande potenziale. Vide Diego con il disegno di Amon-Rah illuminato d’oro dirigere le pietre in diverse direzioni, assecondando il potere che proveniva dalla ragazza. D’un tratto Fiamma la scorse vacillare: lo sguardo era ancora assente, e Claudia e Vanni da una parte e Diego e Silvia dall’altra cercavano di controllare che gli angoli e i lati del dodecagono fossero approssimativamente posizionati. - Anna! Anna! Basta, puo bast…-. La bionda non fece in tempo a finire di parlare che la castana crollò su se stessa. Con una scivolata, la bionda fece in tempo a prenderla al volo.
- Cos’è successo? -, mormorò rintontita tornando in sé. - Il potere che la tua dea puo sfruttare è molto intenso ma evidentemente prende anche molta energia. Tieni -, rispose con un sorriso Fiamma, portandole alle labbra una borraccia d’acqua. - E questa da dove arriva? - domandò Claudia. - Da una delle liane che ho tranciato prima. Sono tipo semigrasse, e tranquilla l’ho assaggiata prima. Ne volete?-, disse passando poi la borraccia agli altri. 
Mentre tutti si dissetavano, la bionda abbassò di nuovo lo sguardo. Anna lo stava fissando con aria confusa e affascinata allo stesso tempo, ancora appoggiata con la testa sulle sue cosce. - Qualcosa non va’?- chiese con un nuovo sorriso la bionda. La castana avvampò - Nono, ecco io… beh grazie. È già la seconda volta che mi recuperi oggi. -, accennò un imbarazzato sorriso. - Piacere mio, non temere - rispose la bionda divertita, sfiorandole la punta del naso col suo prima di aiutarla a rialzarsi.
D’un tratto un assordante ronzio invase a stanza: sembrava come se un immenso alveare si trovasse oltre le pareti di solida roccia e stesse cercando di abbatterle, mentre queste inaspettatamente cominciavano a muoversi. I ragazzi fissarono la scena atterriti: intorno a loro i muri scivolavano l’uno dentro l’altro in modo alternato, di modo da lasciare un arcata e una colonna, un arcata e una colonna…

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Capitolo 3
*** Acqua e fiamme ***


Dinnanzi a loro apparve una radura equatoriale che si estendeva tra le mangrovie. Fiamma si avvicinò perplessa: pesci dalle sfumature fangose guizzavano sotto la superficie e tra i grossi mazzi di alghe del fondale. Immerse una freccia sovrappensiero, e subito una quantità di pesciolini argentei vi si ammassarono intorno: quando la risollevò numerose morsicature percorrevano l’asta, dove un pesce la fissava penzolando. Fiamma lo rispedì in acqua con un calcio: - Ci sono dei piranha qui -. - E qui delle canoe -, replicò alcuni metri alla sua destra Anna. La bionda vi saltò sopra controllandole: ma non appena tutti si furono imbarcati, e Vanni e Diego fecero per prendere i remi, le rudimentali barche si mossero da sole.
Ben presto presero velocità: le prue ben modellate sfrecciavano rapide ed agili tra gli intrichi di radici appena sotto il pelo dell’acqua, mentre di tanto in tanto il trillo lontano di qualche uccello li raggiungeva da oltre le chiome degli aberi. 
Lo sguardo di Fiamma percorreva guardingo le ombre delle mangrovie, anche se di tanto in tanto non poteva fare a meno di soffermarsi su Anna: anche la castana faceva lo stesso, e quando i loro sguardi s’incontrarono tornarono frettolosamente a guardare la palude, silenziose.
D’ un tratto, la vegetazione si diradò e le canoe presero a galleggiare in quella che sembrava la foce di un fiume: l’odore salmastro dell’ oceano pervadeva l’aria, mentre un sole al tramonto incendiava la linea dell’orizzonte. 
Claudia si alzò per prima dal fondo della barca e scrutò attorno a loro: - Bene direi… che siamo in mezzo al nulla.-. Non fece in tempo a terminare la frase che un tonfo schiantò l’ultima delle canoe, catapultando Vanni, Silvia e Diego su quella delle ragazze. Fiamma scattò in piedi con l’arco teso puntato sotto il pelo dell’acqua, e Anna accanto a lei. - Credo sia il caso di spostarci -, osservò con sarcasmo la bionda, mentre Vanni e Diego cominciavano a pagaiare. Claudia si mise in piedi sulla prua della barca. - Guardate là! -, esclamò di colpo, facendo alzare i ragazzi con le pagaie caricate in spalla e pronte a colpire. Dinnanzi a loro lunghe macchie argentee viaggiavano sotto la superficie dell’acqua. D’un tratto emerse una testa nera, poi di seguito altre due, tre, quattro. Compirono un breve arco coi lunghi corpi serpentini fuori dall’acqua per poi reimmergersi e proseguire una rapida corsa verso una spiaggia di finissima sabbia bianca. I ragazzi seguivano ammutoliti quello spettacolo: i serpenti marini convergevano da tutte le direzioni verso la spiaggia, dove un immensa pira bruciava alta verso il cielo. Amon Rah riprese la parola per primo, austero: - Direi che dovremmo andare a vedere.-. Fiamma annuì, sfilando altre pagaie dal fianco della barca, mentre Claudia si rimetteva in osservazione sulla prua.

Non appena la barca incagliò dolcemente la prua nella sabbia, Anna saltò a terra, seguita da Fiamma. - Laggiù -, disse la castana, sgomenta. La bionda si voltò tendendo l’arco mentre con un braccio si assicurava di portarla dietro di sé. I serpenti marini uscivano dal mare come turbini per andare a schiantarsi alla base dalla pira che, invece di spegnersi, man mano si ingigantiva assumendo le sembianze di…
- Ma sembra un samurai! -, scoppiò a ridere Vanni mentre aiutava Silvia a scendere. La risata del ragazzo riecheggiò in modo innaturale nella foresta che si estendeva al limitare della spiaggia, amplificandosi sempre di più, fino a quando la pira a forma di samurai non si mossa proprio come una figura umana, voltandosi a scrutare con occhi di brace la spiaggia. Un rombo sconquassò la terra sotto i piedi dei ragazzi atterriti quando la figura si voltò anche col corpo, sfoderando quella che sembrava un immensa katana fiammeggiante. - Non penso sia contento di vederci -, commentò Diego prima di scattare in avanti, preceduto da Claudia che tentò di congelare le gambe del mostro infuocato. La katana si abbassò rapidamente, costringendo i ragazzi a dividersi e fondendo la sabbia in minuscole scaglie di vetro al loro posto. - Bel casino! - esclamò Fiamma mirando al viso del samurai. Ma le frecce colpivano e poco dopo uscivano dalla parte opposta, carbonizzate. Vanni si parò in mezzo alla spiaggia, a gambe divaricate, fissando serio la pira. Spostò gli occhiali sulla punta del naso e incrociò le braccia: - Non credi sia ora di andare a dormire?-. Un nuovo rombo scosse la terra, mentre il samurai ciondolando si allontanava da lui, menando la spada per costringerlo ad allontanarsi. 

Anna si concentrò, congiungendo le mani dinnanzi a sé: forse le radici della foresta arrivavano fin sotto alla spiaggia per ricavarne l’acqua, e magari potevano essere utilizzate... 
Claudia tentò un nuovo attacco di ghiaccio, ma di nuovo il samurai si liberò con qualche scrollone.
Il viso di Anna cambiò espressione e l’aria attorno a lei parve crepitare mentre quattro possenti radici sbucavano come serpenti sotto la sabbia avvolgendosi attorno alle gambe del samurai fiammeggiante. Il tatuaggio di Amon Rah sul viso di Diego si illumnò d’oro e un onda d’aria emanò da lui percuotendo il mostro quando incrociò le braccia sul petto. Uno, due, tre onde d’urto, mentre Claudia cercava di congelare sempre di più il gigante.
Anna, immobile, sentiva le fibre arboree scorrere le une dentro alla altre per ingrossare la trappola come sangue nelle vene: ora era le grosse radici che intrappolavano finalmente il mostro, ora quelle minuscole che le si stavano avvolgendo sui piedi per trarre più energia. Vanni addormentava una creatura marina dopo l’altra per impedire che il mostro ricevesse nuova energia, e probabilmente del suo intento e del proprio imminente fallimento si rese conto il samurai fiammeggiante, perché d’un tratto, proprio mentre sembrava stare per cedere le fiamme divamparono più alte, incendiando le radici che trattenevano senze però riuscire a distruggerlo. Fiamma sbiancò sentendo il grido di dolore di Anna alle sue spalle: sembrava la stessero bruciando viva. E sensorialmente doveva essere così, pensò la bionda fulmineamente scattando verso le radici che bruciavano consumandosi sotto le alte lingue delle fiamme. Estrasse senze pensare il coltello dalla cintura e si lanciò nel rogo, cominciando a divellere i fasci di fibre dalla sabbia. 
Claudia e Diego fecero in tempo solo a vederla saltare nelle fiamme, ma istantaneamente tentarono un attacco congiunto: l’onda d’urto congelata schiaffeggiò il samurai fiammeggiante facendolo arretrare, liberato dalla morsa delle radici che Fiamma stava staccando. Vanni posò una mano sulla spalla di Diego e Silvia su quella di Claudia: col potere degli dei che impersonavano, un immensa onda d’urto spintonò il mostro. 
Fiamma riemerse anismante da sotto il piede del samurai quando questo si spostò per cercare di riprendere l’equilibrio: i corti capelli erano anneriti dal fumo e le mani erano scorticate dal rapido lavoro. Alzò lo sguardo: l’onda combinata dei ragazzi stava funzionando, stava funzionando! Ma…
- Anna! Anna, lanciami!-, gridò la bionda prendendo la rincorsa verso la castana che, ancora in piedi, alzò un ditp verso di lei facendo emergere una liana grossa come il suo braccio.
Fiamma vi si lanciò contro e questa la catapultò in un arco perfetto sopra il mostro, proprio un istante dopo un’ennesima onda combinata: Fiamma prese il coltello con entrambe le mani e la lama scintillò nel sole morente mentre affondava nel busto del samurai infuocato.
L’enorme pira umanoide cadde pesantemente di schiena, dissolvendosi in cenere. 

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Capitolo 4
*** Ending ***


Fiamma si rialzò lentamente, sputando sabbia e cenere e scuotendo via la polvere dai vestiti. Anna, Claudia e Vanni la raggiunsero di corsa, per poi tornare tutti insieme da Diego e Silvia che stavano scrutando il luogo dove inizialmente la pira di forma umana era poggiata. 
I ragazzi formarono un cerchio silenzioso attorno alla pozza di materiale liquido e viscoso che sembrava corrodere la sabbia ed aprirsi di tanto in tanto in uno squarcio multicolore.
Fiamma infilò silenziosamente le proprie dite sotto quelle di Anna, stringendole, e la castana ricambiò la stretta poggiando una spalla contro la sua.
- E ora?-, azzardò Silvia. - Dovremmo trovare gli altri -, rispose Diego con voce assente, pensieroso.
- Eh già, perché con ‘sto casino secondo te si può giocare a nascondino qui, vero?-.
Il gruppetto si voltò di botto verso la foresta: Marco, col suo travestimento da Allah perfettamente in ordine, scuoteva la testa: dietro di lui uno a uno emersero Stella e Mara per mano, Marina, Alejandro, Sofia, Ramona e Luke, e le altre due ragazze. 
Fiamma li guardò allibita: - Ma… dove siete stati???-. –Beh, - rispose tranquillo Luke sollevando il pancione del Bacco da cui era travestito, - dopo il lungo scivolone sotto il ponte di pietra, dato che non arrivavate, abbiamo pensato di farci un giro. I palazzi sono davvero molto artistici. E soprattutto… ben forniti.-, ridacchiò.
Fiamma guardò rassegnata i propri compagni. - Va bene, ora basta - intervenne Vanni, - direi che adesso possiamo anche tornarcene a casa-. - E come di grazia? Credi non ci abbia pensato?-, rispose Marco piccato. Claudia indicò la macchia ai suoi piedi - Possiamo solo provare qui -.

Uno dopo l’altro, come una rapida processione, i ragazzi saltarono nella pozza. Per ultima si avvicinò Fiamma. Il sole aveva ormai abbandonato il cielo per fare posto ad una lotte di luna nuova. La bionda trasse un profondo respiro, e saltò.
Il vortice di flash colorati e vento gelido li avvolse di nuovo, risbattendoli contro le piastrelle dure e fredde di un pavimento.

Quando si riscossero i ragazzi si trovarono tutti sdraiati a pancia all’aria nella grande taverna di Vanni. La luce della palla stroboscopica era l’unica a funzionare ancora, ma nessuno sembrava voler alzarsi per accendere le altre lampade, probabilmente troppo frastornato. Fiamma sentì il respiro corto rallentare lentamente, parallelamente a quello di Anna accanto a lei. D’improvviso sentì le dita calde della ragazza sotto le proprie e le strinse. Si alzò su un gomito.
- State tutti bene?- ebbe finalmente il coraggio di chiedere Vanni: mugolii e grugniti sparsi risposero dai vari angoli della stanza.
- Ragazzi…-, disse d’un tratto Marco con il suo tono da “io la so lunga” - la prossima volta va la do io la droga buona da bruciare però-.
Tutti scoppiarono a ridere rilassandosi, mentre le labbra di Fiamma e di Anna si sfioravano con un sorriso divertito e sfinito, protette dal buio.


Note dell'Autrice: Questa storia è tratta dai veri deliri capodanneschi dell'autrice XD Cazzate a parte, spero piaccia.


Dedicata alla mia stellina, che mi ha fatto riscoprire che il mondo è "il paese delle meraviglie". Lo so, sarà imbarazzante tanto per me quanto per te, ma mi hai fatto tornare l'ispirazione e.e È colpa tua :3

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