Gun Games

di Just Fanta
(/viewuser.php?uid=808131)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Mietitura ***
Capitolo 2: *** La Partenza ***



Capitolo 1
*** La Mietitura ***


"NO!!!" mi misi a urlare vedendo quella scena orribile. Non doveva succedere. Non doveva andare cosi. Abbiamo avuto la sfortuna di essere estratti alla mietitura. Ricordo perfettamente quel giorno.
Un ragazzo di 14 anni, perfettamente a suo agio, stava vivendo la sua vita, fino a quel giorno. Era il 15 settembre 2025, settimana scorsa.
Era il solito giorno della mietitura, e come ogni anno non avevo paura di essere estratto, pensavo che c'erano pochissime possibilita' di essere estratto, tra tutta la gente del distretto 13.
Io ero insieme a mia madre e la mia sorellina sotto il palco, dove lassopra i due tributi dell'anno precedente provenienti dal distretto 13, se ancora vivi, estraevano due nomi e si prendevano cura di loro fino al giorno della prima competizione. Dopo la prima competizione su un luogo casuale, i tributi vedono i loro custodi solo in video, e per un tempo limitato. Quest'anno erano il sergente Frank Woods e il capitano Alex Mason, che sostituiva Jane Sonwo, morta nel 2018, cioe' negli ultimi Gun Games, uccisa da un cecchino del distretto 12.
"Ora estrarro' il nome del tributo maschile."disse Woods, facendo girare quella macchinetta tonda con dentro tutti i bigliettini.
Mia madre era un po' agitata, e io la stavo tranquillizzando, quando Woods chiamo' il mio nome.
"Brian Seal, 14 anni, sara' il tributo maschile del distretto 13!" sentii tutti gli altri ragazzi esultare, dato che non erano stati chiamati.
Non so dove trovai la forza di farlo, ma mi girai, diedi un bacio a mia madre e mia sorella, e mi diressi verso il palco, le lacrime agli occhi.
Quando salii, il sergente Woods mi prese il polso e mi alzo' il braccio, come fa un arbitro alla fine di un match di wrestling.
Tutti esultarono, e io cercai di cacciare indietro le mie lacrime, dato che c'era la mia faccia sul mega-schermo, e io non volevo risultare debole a tutti.
Poi si fece avanti il capitano Mason, che disse:"Ora invece, io estrarro' il tributo femminile." e fece girare l'altra grossa sfera trasparente. Poi estrasse un bigliettino e lesse il nome:"Lindy Logans, 13 anni, sarai tu il tributo femminile." Mi misi a cercare tra la folla, per vedere chi sarebbe stata la mia compagna in questo folle gioco, ma la trovai solo quando stava salendo sopra al palco. Rimasi stupito dalla sua bellezza. Aveva i capelli rossi, leggermente mossi, occhi azzurri come il cielo che rimanevo ogni giorno ad osservare per ore, pensai che non sarebbe dovuta essere estratta, tanta bellezza buttata. Era messa in tiro, probabilmente proprio per questa mietitura, come tutti del resto.
Mason fece con lei come Woods fece con me, alzo' il suo braccio e tutti esultarono, di nuovo.
"Ora, sapete come funziona, vi porteremo a Capitol City, dove vi darete un ulteriore sistemata e poi farete vedere quel che sapete fare con le armi. Andiamo ragazzi." ci disse il sergente Woods.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La Partenza ***


Ci lasciarono 2 ore per salutare i nostri parenti, così lei tornò a casa sua, incredibilmente solo un isolato circa dopo casa mia: “Come ho fatto a non accorgermi mai di lei?” mi chiesi subito dopo averla visto sul portico di casa sua. Appena entrai in casa vidi mia mamma che uscì da camera sua e venne subito ad abbracciarmi. Lei era abbastanza bassa, mi arrivava al naso circa allora, e dopo di lei vidi anche mia sorella, Rosie, che venne da me e mi diede un bacino sulla guancia. Casa nostra non era molto grande, aveva solo quattro stanze, che era già tanto allora. Aprendo la porta, entravi in cucina: era un piccolo open-space, con il lavandino e i fornelli in mezzo alla stanza sulla destra, contro la parete c’era il frigorifero e lì accanto il forno e una lunga dispensa. Dall’altra parte c’era il tavolo con quattro sedie, poi un mobile che era contro la parete che andava ad angolo con il lavandino, e sotto la lavastoviglie, sopra uno sportello coi piatti e bicchieri. Sul mobile era appoggiata una piccola TV, l’unica in casa. Poi, esattamente a metà della cucina cominciava il corridoio, e in fondo c’era il bagno. Sulla sinistra c’era la mia camera e quella di mia sorella, con due letti separati e una lampadina per leggere, oltre a una scrivania attaccata alla parete, con una sola sedia e sopra uno scaffale con i miei libri di scuola. Sulla scrivania erano presenti un portapenne con una penna rossa, una blu e una nera, e una lampada da tavola. Dall’altra parte del corridoio c’era la stanza di mia madre, non l’ho vista molte volte, quindi non mi dilungherò molto. Ci sedemmo tutti e tre in cucina, e io e mia madre incominciammo a parlare, mentre io diedi due biscotti a mia sorella. “Allora, come ti senti all’idea di partecipare?” mi chiese mia madre. Sapevo già che se ne sarebbe uscita con un numero del genere “No non andare” o simili. “Sinceramente sono un po’ spaventato, ma anche ottimista per ora.” le risposi. “Perché? Se fossi in te non ti immagini nemmeno come reagirei. Come mai sei così sicuro di te?” mi chiese, alla fine. “Semplice: quando ero piccolo, papà mi parlava sempre delle armi, di quanto male facevano, della portata e degli accessori, quindi sono un esperto in pratica.” Mio padre. Dopo che vinse i Gun Games e tornò a casa, e un giorno si stava muovendo per lavoro, e venne assaltato da più persone, gelose della sua vincita. “Poi a scuola ho fatto un corso per imparare a sparare, e per questo sono abbastanza sicuro. Comunque non è importante fare tutto subito bene, perché all’inizio non muore nessuno, l’importante sono gli ultimi tre round su dodici. Spero solo che lei sia abbastanza preparata.” I Gun Games funzionavano in un modo un po’ strano: e commemoravano la terza guerra d’indipendenza da Capitol City, ovviamente fallita, perciò ogni anno si scelgono due tributi casuali per ogni distretto, vengono portati fino a Capitol City su lussuosi treni e poi, una volta lì, si fa una specie di prova, nella quale ogni tributo prova a tirare usando queste armi messe a loro disposizione ed hanno 3 giorni per esercitarsi, e gli Strateghi osservano le loro prestazioni, e finiti questi tre giorni si compiono esami individuali, dove viene assegnato un voto da 1 a 13, e gli sponsor scelgono di sponsorizzare dei tributi, che conferiscono certe armi e certi accessori, che possono essere migliori o peggiori. I Gun Games si svolgono in un dodici giorni, si combatte su un territorio per un giorno, in totale 12 giorni per 12 territori, e la competizione nei primi nove giorni era accesa, ovviamente, ma non moriva nessuno, perché la gente altrimenti non si divertiva, la competizione doveva durare più tempo possibile. Semplicemente al posto di morire, si veniva teletrasportati nella propria camera, dove si poteva assistere al resto della competizione. Questi giorni servivano anche ad accumulare ulteriori punti per altre armi e cose tecnologiche che avrebbero aiutato. La vera competizione iniziava il decimo giorno, dove se venivi ucciso, semplicemente morivi. E dopo almeno otto morti, la guerra cessava quel giorno, e si continuava sulle ultime mappe. Fino a quando non restavano un solo tributo o due tributi dello stesso distretto. Questi erano ricoperti di fama e ricchezza, e portavano viveri per il loro distretto che bastava fino ai prossimi Gun Games. “Si, lo spero anch’io, povera ragazza” continuò mia madre. “Cerca di non morire, eh Brian” mi disse. “Lo devo prendere come un incoraggiamento?” pensai. “Farò del mio meglio, mamma.” Le risposi, alla fine. Dopodiché arrivo mia sorella, che mi salutò augurandomi buona fortuna, e dandomi il suo pupazzo preferito come portafortuna, era un piccolo coniglietto bianco. La abbracciai, con le lacrime agli occhi. Poi guardai il mio orologio, e mi accorsi che era ora di andare. Salutai l’ultima volta mia madre e mia sorella, e uscii. C’era il sergente Woods che mi aspettava fuori di casa. Lo raggiunsi, e andammo a prendere il secondo tributo, assieme al capitano Mason, il suo “protettore”. Lei era già pronta, era seduta sugli scalini del portico, ci eravamo entrambi cambiati, e messi una tuta, per stare più comodi. “Lindy, questo è Brian, e sarà il tuo compagno, per questi Gun Games.” Disse Mason. “Bene.” Rispose tranquillamente lei. “Ciao Brian, sono Lindy.” Le strinsi la mano, e ci avviammo verso la stazione. “Una volta sopra il treno,” cominciò Woods, “vi darete una lavata e vi scambierete qualche parola, poi verrete a cena con noi, per parlare di cosa dobbiamo fare per questi giochi.” “Si, certamente” rispose prontamente lei. Mi sembrava proprio un tipo temerario, sicura di sé, e perfettamente in grado di superare illesa questi giochi. Io ero molto più taciturno, come Mason. Arrivammo al treno, entrammo e andammo nelle nostre stanza, una accanto all’altra.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2998796