Storia di una Niana

di Altair4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In viaggio ***
Capitolo 2: *** Astrid incontra i terrestri ***
Capitolo 3: *** Giù nelle fogne...parla l'aliena ***
Capitolo 4: *** April, Casey ed Eva ***
Capitolo 5: *** Primo allenamento...in bagno ***
Capitolo 6: *** I terrestri non sono insensibili...alla bellezza ***
Capitolo 7: *** Non hai fegato lucertolina! ***
Capitolo 8: *** Fine dell'idillio si torna alla dura realtà ***
Capitolo 9: *** Il numero 1, l'ingegnere, la mente della missione ***
Capitolo 10: *** La tortuosa via d’accesso al cuore di Astrid ***
Capitolo 11: *** Datemi due katane ed un percorso di candele ***
Capitolo 12: *** Lisad, la numero 10, la soldatessa... ***
Capitolo 13: *** L'ispanico Frel, il numero 8 ***
Capitolo 14: *** Viaggio nello spazio senza variazione del tempo ***
Capitolo 15: *** Michelangelo il demone buono ***
Capitolo 16: *** Alla ricerca di Miol, il numero 5, lo psichiatra ***
Capitolo 17: *** Mead e Rel, i fidanzatini d’Egitto ***
Capitolo 18: *** Nied, “la” medico-chirurgo, la numero 4 ***
Capitolo 19: *** Tol 6 il chimico e Tianad 2 la fisica…rivelazioni! ***
Capitolo 20: *** C’è sempre la speranza ***
Capitolo 21: *** Al cuor non si comanda ***
Capitolo 22: *** Ancora messaggi dal passato ***
Capitolo 23: *** Rel è una spia? ***
Capitolo 24: *** Il Tartunnel ***
Capitolo 25: *** Preparazione al Rendezvous ***
Capitolo 26: *** Rendezvous nel deserto rosso del Wyoming ***
Capitolo 27: *** La follia di Rel ***
Capitolo 28: *** La mostra di Isabel. Il mostro Beal ***
Capitolo 29: *** Big Bear in gattabuia ***
Capitolo 30: *** La tortura di Beal ***
Capitolo 31: *** Progetto Marte (ovviamente di Donnie) ***
Capitolo 32: *** Gli amanti, lo spazio ed il tempo ***
Capitolo 33: *** Cambio improvviso di programma ***
Capitolo 34: *** Mikey sta maturando... ***
Capitolo 35: *** Giro intorno al mondo in pochi secondi ***
Capitolo 36: *** Tartarughe e Niani in azione! ***
Capitolo 37: *** L’amore a volte fa bene, a volte fa male ***
Capitolo 38: *** Il mostro dentro di noi ***
Capitolo 39: *** Le Niane sono complicate (soprattutto Lisad!) ***
Capitolo 40: *** Il piano Marte si sta delineando, le storie sentimentali si complicano ***
Capitolo 41: *** In rotta per lo spazio ***
Capitolo 42: *** Marte finalmente! ***
Capitolo 43: *** Ritorno a New York ***
Capitolo 44: *** Chi è il vero mostro? ***
Capitolo 45: *** Memorie dal passato ***
Capitolo 46: *** Durante l’attesa marziana, Beal e Nied... ***
Capitolo 47: *** L’altra faccia della Luna ( qualcuno in questo cap soffrirà molto…) ***
Capitolo 48: *** Mikey nella nebbia ***
Capitolo 49: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** In viaggio ***


Nel nulla cosmico il tempo e lo spazio fuggivano via, dentro la capsula tutto era
 
smoderatamente lento, il battito assente, la temperatura sfiorava lo zero assoluto, il
 
mio cervello quiescente ed il resto del mio corpo surgelato come un merluzzo
 
terrestre; eppure grazie al computer di bordo, che stimolava le mie attività cerebrali,
 
avevo coscienza di me. Nella mia solitudine forzata continuavo ad apprendere dati
 
per essere pronta ad agire una volta arrivata a destinazione. Ero il prescelto numero 3,
 
avevo avuto tutta la vita per prepararmi, ero stata creata per questo:  giocare a fare
 
Dio su un nuovo pianeta. La parola “Dio”, anche se la mia avanzatissima società la
 
riteneva quasi infantile, per me significava la manifestazione di una spiccata
 
creatività e fantasia. Che menti interessanti dovevano essere quelle dei terrestri e che
 
varietà di vita sul loro pianeta! Credo che quel puntino blu chiamato Terra sia la
riserva più bella ed impressionante di esseri viventi di tutta la Via Lattea. Non come
 
il mio pianeta, un’accozzaglia triste di rocce con un sole ormai moribondo.
 
Dopo l’ultimo salto nell’iperspazio ero finalmente dentro il sistema solare, ma il
 
computer non rilevava distintamente tutti i segnali delle altre capsule, che
 
strano…una volta completamente sveglia avrei controllato i dati, per il momento era
 
prioritario elaborare le nuove informazioni che captavo dai satelliti intorno al pianeta
 
Terra, così avrei aggiornato le mie conoscenze sui terrestri. La capsula in cui stavo
 
 viaggiando era piccola, una sorta di uovo fatto di scaglie argentee grande poco più di
 
me, ma era tale il potere dei cristalli di Enerzon che mi avevano permesso di fare ben
 
due salti iperspaziali; sarei arrivata in pochi giorni su Terra ed avrei avuto ancora
 
energia per le mie necessità primarie.
 
Una volta arrivata a destinazione avrei dovuto mettermi in contatto con gli altri
 
prescelti, forse dieci, forse più, per motivi a me ignoti non mi era stato comunicato il
 
numero esatto, né riuscivo a captare tutte le altre capsule in viaggio con me. Lo Stato
 
Supremo ed il Consiglio Scientifico avevano deliberato che ognuno atterrasse in vari
 
punti della superficie terrestre, ognuno di noi aveva scelto un luogo, per i terrestri
 
dovevamo sembrare solo innocue stelle cadenti. Quale incalcolata poesia…
 
Avevo scelto New York perché era una città cosmopolita, in pochi giorni avrei potuto
 
incontrare persone da tutto il mondo. Ero stata obbligata ad imparare le lingue più
 
parlate su Terra: inglese, cinese, spagnolo e arabo, in più avevo imparato italiano e
 
giapponese per mio diletto.
 
A New York avrei dovuto incontrare il prescelto numero 1, l’ingegnere elettronico,
 
meccanico e del materiale. Non avevo avuto molta possibilità di interagire con gli
 
altri prescelti, quindi non ero sicura se lo avrei riconosciuto o riconosciuta. Dicevano
 
che era meglio così perché se qualcuno che conoscevamo fosse morto nel viaggio ci
 
saremmo scoraggiati e saremmo stati soggetti a psicosi. A me sembrava un po’
 
assurdo, c’era sotto qualcosa, un qualcosa che non ci volevano dire, ma cercavo di
 
non pensarci. Le nostre cinture Enerzoniche avevano un sistema di rilevamento che
 
poteva scannerizzare mezzo globo, questo sarebbe servito per rintracciare la
 
posizione degli altri prescelti e, se per qualche non calcolato motivo non ci fossimo
 
trovati, avevamo le coordinate per un luogo di rendezvous finale ben stabilito.
 
I giorni passavano davvero lenti, piano piano il mio corpo si risvegliò completamente
 
da quello che chiamavo surgelamento per merluzzi. Non sapevo perché ma mi era
rimasta in mente un’immagine di un merluzzo in mezzo al ghiaccio su un
 
peschereccio terrestre, aveva l’occhio spento e –poverino- era lì inerme che subiva il
 
suo destino, proprio come me.
 
Finalmente vidi Terra, una vera meraviglia, un azzurro brillante fra turbini di nubi di
 
tempeste mai viste, mentre nel lato in ombra i mille occhi delle città.  Ero estasiata,
 
non avevo mai visto un pianeta abitato e vivo!  Perforai l’atmosfera con facilità, il
 
calore dell’attrito veniva assorbito dai cristalli di Enerzon, che si sarebbero ricaricati
 
anche se in modo irrisorio. Vedevo i tratti della città farsi sempre più grandi, era notte
 
a New York, e quando finalmente avrei potuto scorgere qualcosa ad occhio nudo la
 
capsula si inabissò in mare mimando un meteorite che si spense nelle acque della
 
baia.
 
 
Sul tetto di un palazzo di New York otto occhi intelligenti avevano assistito al fenomeno raro.
-Allora Donnie? E’ tutto qui? Non erano semplici stelle cadenti?-
-No ragazzi, giudicando dalla grandezza erano meteoriti! Una si è inabissata nel mare. L’altra invece ha deviato in modo strano, non so dove sia caduta, speriamo che non abbia fatto danni-
Quattro ombre sparirono nella notte con rapidità e agilità.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Benvenuti nel mio mondo parallelo…nel prossimo capitolo maggiori spiegazioni.
Grazie per aver letto, spero vi piacerà
Altair
   

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Capitolo 2
*** Astrid incontra i terrestri ***


Rimasi qualche giorno sul fondo marino per apprendere le ultimissime nozioni e anche perché non
 
mi stancavo mai di osservare le forme di vita acquatiche: i pesci vivi e liberi…
 
Appena scesa la notte del terzo giorno uscii dalla capsula (sarebbe rimasta al sicuro e mimetizzata sul fondo del
 
Mare) e misi finalmente  piede a terra sul suolo di Manhattan…era una forte emozione. I miei vestiti si
 
asciugarono in un lampo grazie alla mia cintura. Il cristallo di Enerzon che portavo al collo trasformò la mia
 
tuta nei primi indumenti che riuscii a vedere da dietro gli scogli: un paio di jeans, una maglietta e due scarpe da
 
tennis. Il mio fisico era stato deciso dagli scienziati  in modo che mi confondessi con la fauna locale, avevo
 
 l’aspetto  tipico di una ventenne di altezza media secondo i canoni americani, o almeno così pensavo.
 
 
Il primo incontro fu con un piccolo terrestre che era sfuggito alle cure della mamma.
 
-Peter torna qua, dobbiamo andare  a casa, è tardissimo, devi andare a letto!-
Il bambino - forse di sei anni - si avvicinò, mi guardò e disse:
-Signorina, come mai è così pallida? Sta male? Vuole che chiami la mia mamma? Sa… è una dottoressa!-
-No grazie, piccolo essere…posso darti la mano? Io mi chiamo Astrid, e tu?
 
Peter allungò la mano e strinse la mia con decisione e disse il suo nome. In un attimo fui nei suoi pensieri… che
 
creatura adorabile, così semplice ma complessa, aveva un forte attaccamento alla sua mamma, e nonostante la
 
morte del padre era felice e molto generoso. A mio avviso un bell’essere vivente immaturo, anzi, loro dicono
 
“bambino”, suona anche meglio.
 
 
Peter lasciò la presa frastornato, in un attimo sua mamma ci raggiunse.
 
-Cosa sta facendo a mio figlio?-
-Nulla… facevamo solo conoscenza e…-
-Senta, io non la conosco, ma dal suo aspetto sembrerebbe una drogata…stia lontano da me e mio figlio
e si vergogni!- Tirò via per un braccio Peter e se ne andò contrariata.
 
 
Una drogata? Ma che aspetto avevo? Cercai qualcosa dove specchiarmi. Trovai una vetrina, rifletteva
 
abbastanza bene e vidi la mia faccia…non mi sembrava di essere poi così pallida…pensando al bimbo e la
 
mamma in effetti forse un po’.  Ero probabilmente stanca…ma no…avevo riposato per anni, quei geni del
 
Consiglio Scientifico mi avevano “fatto” troppo sbiadita…che tristezza! Stavo parlando di me stessa come di
 
un prodotto che avrei potuto vedere oltre la mia immagine dentro la vetrina: “compra Astrid, la saponetta
 
geneticamente modificata, pulisce e sbianca tutto, anche la melanina della pelle”. Probabilmente non producevo
 
abbastanza quel pigmento prezioso, pazienza… avrei provato a truccarmi come fanno le terrestri.
 
 
Controllai ancora la cintura, non rilevava il segnale dell’altro prescelto, forse non era ancora arrivato. Ad ogni
 
modo sembrava che la mia capsula e la mia cintura funzionassero bene, quindi doveva essere tutto ok.
 
Continuai il giro di perlustrazione, volevo “conoscere” altri umani. Mentre mi aggiravo da sola per New York
 
 vidi un uomo sdraiato a terra avvolto nei cartoni, mi avvicinai e gli chiesi:
 
-Signore, sta male? Perché dorme per terra?-
 
Alzò gli occhi, gli tesi la mano, all’inizio non capì, poi si mise a sedere e mi disse:
-Cosa vuoi figliuola?-
-Sono Astrid, piacere, e tu chi sei?
-Sono nessuno, sono solo un comune barbone, ma se vuoi ti stringo la mano lo stesso-
 
 
Appena fui nella sua testa rimasi scioccata, era ormai vecchio e innocuo, ma in passato aveva rapinato negozi
 
ed ucciso un uomo per sbaglio, non aveva più nessuno da quando era uscito di prigione. Mi allontanai
 
disgustata. Aveva ucciso un essere vivente per soldi, che orrore!
 
Poco dopo trovai una coda di persone con vestiti malconci e maleodoranti come quelli del barbone. Imitai i
 
terrestri e mi posizionai dietro l’ultima della fila, una signora con i capelli arruffati.
 
-Cosa succede qui?- Le chiesi.
-Tesoro, è la coda del dormitorio per i senza tetto, anche se sei ultima forse ce la puoi fare a trovare un posto per stanotte-
 
Sul momento non capivo e rimasi a fare la coda. Una volta dentro cercai di sfiorare mani e braccia per sentire e
 
capire gli umani. Erano tutte persone sole come me e dal passato triste, non tutti avevano fatto del male, molti
 
avevano avuto una vita sfortunata e senza persone che provassero attaccamento vero per loro. “Attaccamento”
 
era la parola che davo a quelle sensazioni che legano gli umani, ma sapevo che la stavo definendo in modo
 
grossolano, per il momento non potevo fare di meglio. Quella notte rimasi lì su una brandina in una stanza
 
 affollata, ma non sarei più tornata, avevo capito troppo tardi di aver rubato il posto a qualche disperato, mentre
 
io grazie alla cintura Enerzonica potevo vivere senza cibo al Polo Nord e per almeno un mese.
 
 
La mattina dopo uscii per strada, avevo capito che di notte avrei incontrato principalmente persone disperate.
 
Così andai in Wall Street per “toccare” uomini e donne ricche e felici. Per mimetizzarmi meglio il mio vestito si
 
modificò come quello di una donna che mi era passata vicino, una gonna con giacca in gessato e tacchi a spillo.
 
All’inizio quasi persi l’equilibrio, come diamine facevano a camminarci dentro? Per fortuna il mio sistema
 
antigravitazionale nella cintura mi venne incontro, altrimenti sarei rovinata a terra.
 
 
Vidi un uomo ben vestito che era appena uscito da una macchina rossa scintillante con un piccolo cavallino
 
sopra il cofano. Mi avvicinai, feci finta di cadere e mi aggrappai a lui per avere un contatto. Sarebbe stato
 
meglio non averlo fatto, mi ritrovai nei pensieri di un cinico imprenditore, pensava solo ai soldi, aveva fatto
 
 uccidere il padre per ereditare la compagnia e aveva rubato la bella moglie al fratello che era in coma
 
all’ospedale. Ero veramente nauseata, mi allontanai in fretta, tutto d’un tratto il barbone mi faceva meno schifo,
 
ma ero disperata, solo i bambini erano veramente “puri” su questo pianeta.
 
 
Dopo essermi scontrata con turisti di ogni genere, realizzai che ormai era notte, ma decisi di non fermarmi e di
 
continuare a vagare, magari ero stata solo sfortunata il giorno prima. Mentre camminavo in una strada ben
 
illuminata sentii un suono molto acuto provenire da un vicolo, era il grido di una donna, corsi a vedere cosa
 
stava succedendo.
-Siamo i Dragoni Purpurei, non ti preoccupare, essere derubati da noi è un vero onore- disse un uomo grasso e pelato.
-Me lo dai un bacino bellezza!- strillò un altro alto e secco con voce gracchiante.
-Ma figurati! Ad uno sgorbio come te. Lo darai a me vero?-
 
Chi aveva parlato era giovane e prestante, ma con un ghigno poco raccomandabile.
 
-Fermatevi mascalzoni, lasciatela stare- dissi mentre mettevo mano alla cintura ed entravo di corsa nel vicolo.
 
Quei tre per un attimo mi scrutarono ridendo, poi guardarono in alto e subito scapparono via spaventati,
 
la stessa cosa fece la donna e senza ringraziarmi. Possibile che la mia sola presenza li avesse fatti desistere dal
 
combattere? Non avevo nemmeno avuto il tempo di mostrare le mie abilità…quando potrò provare finalmente
 
 le mie conoscenze di arti marziali imparate per imprinting? Fu in quel momento che con la coda dell’occhio
 
 vidi un’ombra verde che fuggiva sui tetti. Ho una visione ottima anche di notte grazie ai miei geni quasi
 
perfetti e alla mia cintura Enerzonica. Forse quell’individuo li aveva spaventati, dovevo assolutamente
 
raggiungerlo.  In fondo ero venuta anche per studiare gli umani, era tutta la vita che mi costringevano a farlo.
 
 Dal vivo era molto meglio che subire immagini e ascoltare nozioni. Grazie al mio dispositivo
 
 antigravitazionale feci un balzo sui tetti e con l’agilità di una gazzella fui subito alle calcagna del mio
 
 “salvatore”.  Ma che strano individuo, portava sicuramente un costume, che buffi questi umani… riescono
 
 sempre a sorprendermi. Con un ulteriore balzo gli fui davanti e fu costretto a fermarsi o saremmo precipitati
 
entrambi dall’edificio. Fu allora che scrutandolo da vicino esclamai:
 
-Per la cintura di Orione! Ma allora tutto quello che ho studiato sull’evoluzione umana era sbagliata, anche voi vi siete evoluti dai rettili, oppure tu discendi da una linea filogenetica parallela…-
- Calma calma ma di cosa stai blaterando? Sembri Donnie, non sono umano, non sono nemmeno un lontano parente!
- Oh meno male, stavo per lanciare improperi allo Stato Supremo e tutti quei vecchi rincoglioniti del Consiglio Scientifico…chi è Donnie?
-Stato Supremo, Consiglio Scientifico? Improperi?...... Ma di cosa stai parlando? E poi non sei nemmeno un po’ spaventata? Sono verde, più grosso di te e armato fino ai denti!-
 
L’essere che avevo di fronte era di sicuro una tartaruga, ma aveva un aspetto umanoide e dei lineamenti per
 
niente sgradevoli.  Lo osservai dettagliatamente: era alto quasi un metro e ottanta, indossava una bandana rossa
 
 da cui spiccavano due occhi verdi smeraldo, vestito solo dal suo guscio, portava delle protezioni alle ginocchia,
 
ai piedi ed ai gomiti ed indossava una sorta di tridenti, senza dubbio“sai” (armi orientali), legati alla vita.
 
-Dunque…scusa, come dovrei reagire se fossi un’uma… una persona normale?
-No scusa tu! In che senso persona normale e poi che diavolo vorrebbe dire anche voi evoluti da rettili? Ma sei scappata dal manicomio?
-Piacere, io mi chiamo Astrid, qua la mano…oh ma hai tre dita! Affascinante!
-Affascinante?...mah…mi chiamo Raphael, vabbè visto che mi trovi affascinante allora piacere di conoscerti- Non mi strinse la mano, allora desistei del tutto.
 
-Raph! Raph! Dove sei finito! Leo e Donnie ti stanno cercando…Raph! Chi è questa graziosa fanciulla e come mai non urla e strepita dopo aver visto il tuo brutto muso?
-Ce n’è un altro! Ciao tartarugona io sono Astrid, piacere di conoscerti.
-P-p…piacere Michelangelo, ma puoi chiamarmi Mikey, anzi devi chiamarmi Mikey!-
 
Era un po’ più basso della tartaruga in rosso, leggermente meno muscoloso e aveva una bandana arancio da cui
 
spuntavano due occhi azzurri da ragazzino.
 
 
Subito dopo arrivarono anche gli altri due nominati, anche loro tartarughe e molto simili fisicamente a Mikey.
 
Il più alto portava una bandana viola al volto e l’altro una bandana di colore blu. Chissà se erano parenti.
 
- Ma chi e questa ragazza?- chiese la tartaruga in viola con due vispi occhi castani- e come è pallida…ma sei malata?... Ed i capelli sono chiarissimi, quasi azzurrini...che colore strano …sei albina?
-Ehm…s-sì certo- non ero poi così perfetta geneticamente- ... piacere sono Astrid, tu sei?
-Donatello, Donnie per gli amici e le persone amichevoli-.
-Io sono Leonardo, piacere Astrid, ma cosa ci fai sui tetti con Raph?…complimenti Raph quante volte vi ho ripetuto di non farvi vedere dagli umani, che diavolo! Sei un ninja!-
 
Questa tartaruga indossava una bandana blu come i suoi occhi e aveva due spade legate dietro sul guscio.
 
-Non farmi arrabbiare, è presto per questo! Non so né come mi abbia visto né come mi abbia raggiunto così velocemente…caspita a pensarci o ha fatto un salto di diversi metri o è piovuta dal cielo…come diamine hai fatto?- Replicò furioso Raph.
 
Donnie, il più sveglio di tutti, intervenne commentando:
            - Dì un po’, non sei di queste parti vero?-
 
Prima di rispondere afferrai la mano di Raph per una rapida connessione ai suoi pensieri. Sarebbe stato utile o
 
pericoloso dire la verità? In un lampo fui nella sua testa, nelle sue paure, nel suo passato. Percepì la mia
 
presenza, ma gli trasmisi solo la sensazione che non volevo fargli del male. Che strana creatura…quanta rabbia
 
 in fondo al suo cuore, ma anche quanto sentimento fraterno, considerazione e una sorta di attaccamento alla
 
 vita. Non avevo mai letto una mente così ricca di sentimenti traboccanti e per me quasi sconosciuti…chissà gli
 
 altri…ora sapevo che erano quattro fratelli molto uniti e che erano stati creati, non erano frutto di una
 
 evoluzione naturale…ma ispiravano fiducia.
 
-Non sono di queste parti…-
-Ma che cosa mi hai fatto? Mi gira la testa…ma tu chi sei?- disse la tartaruga in rosso liberandosi rabbiosamente dalla presa. Non ero riuscita a tranquillizzarlo assolutamente, anzi.
 
Tutti e quattro arretrarono da me con ben quattro differenti armi ninja in pugno.
 
-Non voglio farvi del male, Raphael scusami dell’intrusione, ma non ti ho arrecato danni, ho solo letto i tuoi pensieri, vorrei conoscervi prima di darvi la mia fiducia. Non sono un essere umano-
 
Allora mostrai la mia vera natura: spuntò una coda retrattile argentea e la mia pelle si ricoprì di piccole scaglie
 
 metalliche chiare, i miei capelli divennero lunghi aculei. Anche se color argento avevo l’aspetto di un rettile
 
come loro. Poi aggiunsi:
 
- Se qualcuno di voi se la sente vorrei leggere una delle vostre menti. Stavolta però sarà una “fusione” e chi toccherò vedrà anche i miei pensieri e saprà praticamente tutto su di me…non è pericoloso-
 
Nessuno si mosse o commentò, erano tutti e quattro a bocca aperta.
 
-Se tolgo questa cintura sono completamente disarmata e non potrò usare più il mio dispositivo antigravitazionale che mi fa saltare così agilmente…vengo in pace…vi prego di credermi, avrei potuto polverizzarvi in un istante se avessi voluto-
 
Non ero molto brava ad esprimere le emozioni, non certo in confronto ad un umano, ma qualcosa avevo
 
 comunicato con il mio sguardo. Dopo un attimo di esitazione e la profonda meraviglia di tutti, la tartaruga in
 
viola si fece avanti.
 
- Voglio provare io, trovo che tu sia un essere molto interessante e poi ho sempre sognato di fare una fusione mentale alla Spock!-
- No, non farlo!- Gli altri tre in coro.
 
Anche se non mi era chiaro chi fosse questo Spock, non mi lasciai certo sfuggire l’occasione, in un  attimo gli
 
fui vicino, toccai la sua mano sinistra, tutto successe molto velocemente, le sinapsi tra neuroni sono
 
rapidissime, pochi millisecondi. Vidi quanto fosse intelligente, le sue invenzioni, i sentimenti per i suoi fratelli,
 
per il padre adottivo e sensei, la sua estrema sensibilità, la sua solitudine di essere intelligente che non veniva
 
spesso compreso. Lui vide le mie emozioni infantili in superficie poi una freddezza glaciale ed infine la mia
 
profonda solitudine angosciante e straziante. Capì che non volevo fare male a nessuno, che ormai non potevo
 
 più fargliene; la fusione mentale era un legame importante, come conoscere una persona da sempre. Si staccò
 
perché il peso dei miei pensieri profondamente tristi e le miriadi di informazioni erano troppo per lui, cadde in
 
ginocchio piangendo.
 
-Donnie… non pensavo reagissi così perdonami…ma ora sai tutto, ora sai chi sono…mi perdonerai?-
- Ti perdono…-
-Cosa le hai fatto strega! Allontanati da lui o giuro che ti sgozzo!- Raph era arrivato in pochi secondi
 alla mia gola con il sai, ma trovò i miei occhi color acciaio nei suoi senza paura. Sapevo che non mi avrebbe ucciso.
 
-Lasciala stare Raph, non mi ha fatto del male, è stata una reazione emotiva…ho assorbito…ho mille informazioni in testa…non puoi capire…lasciala-
 
Raph ritirò il sai e arretrò. Le altre due tartarughe erano allibite e guardavano me e Donnie con tante domande,
 
ma poco coraggio per parlare, poi Mikey, quello in arancio, disse:
 
- E se adesso gli avesse fatto il lavaggio del cervello e fosse il suo schiavo? Una volta ho letto un fumetto dove un alieno ipnotizzava gli umani e loro lo seguivano facendo tutto quello che voleva lui…ci vuole un test…Donnie quel è la tua colazione preferita?
 
-Cereali, latte e succo d’arancia…e il mio piatto preferito la pizza, è giusto ? Questa era la prossima domanda, non è  vero?- Rispose Donnie con rassegnazione.
-Sì sei tu! Allora stai bene! Fatti abbracciare- Mikey in un picosecondo aveva afferrato Donnie e lo stava strizzando a dovere.
-Ok, ok Mikey, tutto ok! Puoi lasciarmi ora?
 
-Bene Donnie, se tu dici che possiamo fidarci allora lo faremo, sempre con circospezione però. Adesso andiamo, sta per sorgere il sole, gli umani non devono vederci. Astrid hai una casa, un posto dove andare? - Disse Leonardo con tono sollevato.
 
-No, sto vagando per la città da una settimana, la mia cintura mi fornisce i bisogni primari, ma ho veramente bisogno di un posto sicuro dove riposare la mente. Non è facile trovare una casa senza soldi e senza documenti. Sono stata una notte nel dormitorio dei senza tetto, ma preferirei non utilizzare il posto di un essere umano bisognoso. Potreste ospitarmi finché non mi organizzo? Mi basta anche pochissimo spazio-
 
- Ragazzi vi prego non avete nulla da temere, mi prenderò la responsabilità di tutto- disse Donnie con tono calmo ma fermo.
 
- E sia, però benderemo la nostra ospite prima di portarla al rifugio, per il momento non voglio che abbia troppe informazioni, sono stato chiaro Donnie?- Disse Leonardo con sguardo severo e aggiunse subito- Raph prendi la cintura. Mikey bendala con la tua fascia…ma coprile gli occhi per favore…non deve vedere!-
-Ma certo non sono mica stupido-
 
-Leo tutto questo è inutile, non so che memoria spaziale-tridimensionale lei abbia, ma ha sicuramente visto dove si trova il rifugio attraverso di me e Raph...ora sa tutto su di noi...ma non ci farà del male- specificò Donnie e mi guardò dispiaciuto.
 
-Ha ragione, anche se non ho certo dato priorità a quella informazione, forse concentrandomi bene riuscirei a trovare il vostro nascondiglio nelle fogne, ma se bendarmi vi fa sentire più tranquilli…- Aggiunsi rassegnata.
 
-No, direi che non ha molto senso -disse Leo sospirando e scuotendo la testa –Ma cosa ti è saltato in mente Donnie! Vabbè... Astrid semplicemente seguici. Raph hai la responsabilità della cintura-
-Peccato bella, l’arancione ti avrebbe donato di sicuro- Mikey mi strizzò l’occhio.
 
Siccome tutti avevano paura di sfiorarmi mi stavano un po’ a distanza, solo Donnie mi camminava a fianco, mi
 
aiutò a calarmi nel tombino e mi tenne la mano lungo quasi tutto il tragitto. Voleva dimostrarmi che non aveva
 
alcuna paura a toccarmi. Eravamo amici ormai.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti! Credo che sia doveroso (o almeno lo spero!) dare un po’ di spegazioni.
Questa è in assoluto la mia prima storia, non so come sia successo visto che scrivere non è certo il mio forte, ma è successo, spero sfoci in qualcosa di buono.
Mi sono ispirata principalmente all’universo del cartone del 2003, uno dei miei cartoni preferiti. Nel mio racconto le tartarughe non sono più teenager e Shredder…bè chi vivrà vedrà.
Adoro la fantascienza e non potevo non parlare di alieni. Spero che vi piaccia e spero che commenterete, sono ben accette le critiche costruttive...
Visto che ci sono ringrazio HellenBach che mi ha recensito per prima, chiunque lo farà in futuro ed anche i lettori silenziosi (sperando che continuerete a leggere!).

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Capitolo 3
*** Giù nelle fogne...parla l'aliena ***


Astrid camminava fiduciosa con la quella scorta eccezionale di rettili e rifletteva sul suo stato d’animo, era qualcosa
 
 che non aveva mai provato. Sapeva finalmente cosa volesse dire avere un amico, non le era mai stato permesso in
 
 passato e  non poteva affezionarsi a nessuno prima della partenza. Avrebbe dovuto compiere la fusione solo una
 
volta riunita con gli altri prescelti per creare un legame e mettere a punto la loro missione. Adesso Donnie sapeva
 
tutto di lei, avrebbero potuto parlare di qualsiasi cosa, addirittura consultarsi su argomenti scientifici. La tartaruga in
 
viola era un essere incredibilmente intelligente, era sorpresa di aver incontrato un terrestre così.
 
 
 Anche Raph non era male, ma non aveva le nozioni e la complessità di Donnie, inoltre le sue emozioni erano
 
 veramente forti,  quasi fuori controllo, se fosse stato sul pianeta di Astrid gli avrebbero somministrato psicofarmaci e
 
sarebbe stato sotto osservazione come un pazzo.
 
 
Mentre l’aliena rimuginava sulle due tartarughe realizzò quanto maleodoranti fossero le fogne di New York, non era
 
 proprio un posto delizioso, non profumava come i fiori in superficie ed era molto umido. Dopo un lasso di tempo
 
indefinito la tartaruga in viola disse:
 
-Abbi pazienza ancora un po’ e siamo quasi arrivati. Mi dispiace che ti trattino un po’ come un’appestata, ma loro non possono capire, non sanno cosa ho visto-
-Non preoccuparti Donnie va benissimo, ho te come amico- al che le rispose:
-Astrid…non ho parole per esprimerti la mia gratitudine, mi hai aperto un mondo nuovo. Nel vero senso della parola!-
- Anche per me è stato lo stesso, mi sento stranissima. Sono stata molto fortunata ad incontrarvi. Non tutti sono puri di cuore come voi-
-Puri di cuore?-
-Sì, non so come altro spiegarmi, non c’è cattiveria in voi, forse Raphael è molto arrabbiato però è solo
 
 mancanza di qualcosa che non so definire…non farebbe mai del male ad una persona indifesa. Invece gli esseri
 
umani che ho sondato avevano molte ombre…sempre mancanza di qualcosa…forse quello che chiamate amore…ma
 
avevano fatto del male! Invece voi non siete crudeli…sembrate simili ai bambini umani nella vostra purezza.
 
- Cara Astrid ti ringrazio…da quello che ho capito hai bisogno ancora di capire a pieno i comportamenti ed i sentimenti umani. Forse ancora tutto non ti può essere chiaro ma lo sarà, ne sono convinto, poco fa hai mostrato dispiacere per me, quindi tu stessa provi sentimenti simili ai nostri-
 
Tutto quello che diceva aveva senso e sicuramente Astrid voleva crederlo, perché questa sensazione che sentiva era
 
 talmente bella che sperava non finisse mai e voleva provarne altre.
 
 
Arrivati al rifugio Raph, Leonardo e Mikey lasciarono l’aliena un attimo in compagnia di Donnie ed andarono
 
informare il loro maestro del loro arrivo. Dopo poco Astrid si ritrovò di fronte ad un ratto di una stazza considerevole
 
che vestiva un kimono. Anche il roditore era il risultato di una mutazione avvenuta non naturalmente.
 
-Mi hanno detto di non darti la mano, per cui perdona la mia maleducazione. Sei comunque la benvenuta. Ho fiducia in Donnie, ma voglio tranquillizzare gli altri. Io sono Splinter, loro sensei e padre-
 
Fece un inchino e l’aliena lo imitò, anche se si trovavano a New York seguivano sicuramente delle tradizioni
 
giapponesi che lei aveva studiato.
 
 -Sono Astrid, è un onore conoscerti Splinter. So chi sei e sono felicissima di essere qui e poterti parlare.
 
Donnie e Raph hanno un profondo rispetto per te e tanto attaccamento, come tra un figlio ed un padre umani…sono
 
sentimenti strani per me, ma ne capisco l’importanza-
 
-Ma perché? Sul vostro pianeta non vi volete bene?- chiese Mikey quasi sconvolto.
 
-Spero di sì, ma io non ho mai conosciuto i miei genitori, sono stata creata in laboratorio ed ho vissuto solo
 
 per il mio compito, non potevo avere molti contatti.  Ho passato la maggior parte del tempo ad imparare per
 
 imprinting elettronico tutte le nozioni conosciute su Terra, sui vostri usi e costumi, le vostre lingue, geografia,
 
medicina e così via. Sappiamo di voi da secoli…-
 
-Ma non mi dire…venite in pace sì…ma per prenderci il nostro pianeta !- Ringhiò Raph.
 
-No, non è così. Donnie lo sa! Non vogliamo conquistare Terra. Ho solo bisogno di trovare gli altri prescelti,
 
raccogliere il materiale, rienergizzare i cristalli Enerzon e andare su Marte. Lo renderemo come il vostro pianeta,
 
saremo solo i vostri vicini. Non l’ho detto prima ma siamo legati a voi, forse abbiamo un’origine comune, i nostri
 
scienziati hanno studiato  a lungo questo fenomeno. Guardatemi, sono troppo simile ad un terrestre perché sia un
 
caso! Respiro ossigeno, ho un corpo umanoide, ho cinque dita come gli umani, le squame come voi. Sono stata creata
 
in laboratorio, ma non sono tanto diversa dai miei simili, mi hanno solo reso un po’ più umana. Col tempo vi
 
spiegherò e vi proverò che non voglio far alcun male ai voi terrestri. Siete esseri affascinanti, voglio conoscervi ed
 
imparare da voi-
 
-Tutto quello che dice l’ho visto, non prova odio verso di noi e sarebbe veramente imperdonabile se non imparassimo da lei e non la considerassimo una possibile alleata-
 
-Tu non sei obiettivo Donnie, ti ha fatto il lavaggio del cervello!- Urlò Raph che non aveva digerito affatto la faccenda.
 
-E allora perché tu invece le dai contro? Dovresti aver ricevuto lo stesso condizionamento, non credi? Sarebbe stato logico!- Ribatté Donnie che cominciava ad alterarsi.
 
-Ecco io…- Raph non ci aveva pensato, ma si era sentito derubato, una lucertola aliena gli era entrata nella testa ed aveva visto tutto, tutto quello che era e pensava.
 
- Se vuoi Raphael possiamo fare la fusione così potrai vedere tutto di me e saremo pari-
 
-No, non toccarmi, non osare toccarmi mai più!- E se ne andò, entrò nella sua camera e sbatté la porta con violenza.
 
-Dalle tempo Astrid, fa sempre così quando qualcuno cerca di avvicinarsi troppo…gli ci vorrà un po’, ma ti accetterà non preoccuparti- disse Leo con calma ed una punta di dolcezza, si era tranquillizzato molto dopo che Astrid aveva parlato con Splinter, si fidava molto dell’istinto del padre.
 
-Mentre Donnie ci prepara un the bancha, perchè non ci parli un po’ del tuo pianeta e di te?- aggiunse Leo, che invitò Donnie ad andare in cucina con lo sguardo e un gesto secco della mano. La tartaruga in viola si allontanò sospirando.
 
-Il mio pianeta è nella direzione della costellazione che voi chiamate Orione. Il suo nome è Ni e noi, tradotto nella vostra lingua, ci definiamo Niani-
 
-Ni?- sbottò Mikey trattenendo una risata
- In giapponese vuol dire due. Ma per voi?- disse Leo.
-Nella nostra lingua arcaica significa “tutto quello che vedi”.  Un tempo Ni era tutto quello che conoscevamo
 
 e quando abbiamo avuto coscienza di essere su un pianeta che viaggia nello spazio ci è sembrato comunque un nome
 
appropriato. Non pensavamo che in futuro avremmo conosciuto altri mondi. Abbiamo avuto come voi varie storie
 
evolutive, ma principalmente la nostra base di partenza è più rettiliana di quella degli umani, voi invece avete avuto
 
l’estinzione di massa dei dinosauri a causa del  meteorite che ha colpito il pianeta Terra milioni di anni fa. A
 
differenza degli umani, inoltre, eravamo poche tribù che si sono riunite in una sola, infatti abbiamo una sola lingua
 
principale e pochi dialetti. Invece la vostra ricchezza di linguaggio è a dir poco incredibile! Inoltre Ni non è bello e
 
azzurro come Terra, non abbiamo mai avuto i vostri immensi oceani, solo pochissimi tratti marini con molti territori
 
emersi e tanti deserti. Adesso i laghi ed il mare si sono prosciugati totalmente e quel che resta della mia civiltà si
 
trova su una stazione spaziale in orbita intorno al nostro pianeta. La nostra stella Niha (che voi chiamate “U Orionis”)
 
è una gigante rossa e sta morendo-
 
            -Ho notato che non dici mai “la Terra” o “sulla Terra” ma dici direttamente “Terra” o “su Terra” senza l’articolo determinativo, come mai?-  chiese Leo.
 
-Mi viene naturale così. Tu come dici quando parli di un pianeta, per esempio di Marte? Dici andare “su Marte”, non “sul Marte”- rispose Astrid prontamente.
 
-Non ci avevo mai pensato…ma un momento…dove sono finite le tue scaglie e la coda?-  Mentre Astrid parlava, i suoi tratti di rettile erano spariti piano piano, come per magia.
 
-Le ho riassorbite, per come sono stata creata è un consumo di energia, proteggono dal sole ed in combattimento possono essere utili. I Niani antichi avevano scaglie e coda fisse, ma adesso con la genetica chi vuole può averle retrattili e assomigliare ad un umano...va praticamente di moda...-
 
Tutti ascoltavano meravigliati, era la prima volta che sentivano parlare di esseri tanto vicini a loro nell’aspetto, ma
 
tanto lontani nella galassia. In penombra era ricomparsa la figura di Raph, era tornato perché alla fine era molto
 
curioso.
 
Arrivò Donnie con il the, ma Astrid non se la sentì di provarlo. Gli altri bevvero quasi in silenzio.
 
-Sarà meglio andare a riposare, continueremo la nostra conversazione domani- disse Splinter e aggiunse- Mikey mostra ad Astrid la stanza degli ospiti-
 
-Posso riavere la mia cintura?- Chiese Astrid con voce supplicante, cominciava a sentirsi un po’ strana e purtroppo sapeva perchè. Si fece avanti Raph e rivolto a Leo e Splinter:
- Devo proprio ridargliela?-
 
Intervenne Donnie:
-E’ assolutamente necessario,  le serve anche per nutrirsi e finché non troviamo qualcosa di commestibile per lei non può stare senza. Inoltre la nostra atmosfera non è proprio perfetta per lei, c’è troppo ossigeno, si deve adattare lentamente. Se non la volete morta in pochi giorni deve indossarla-
 
Donnie aveva un tono di voce irritato, perché nessuno voleva credere che fosse in sé e che Astrid fosse innocua.
 
-Va bene allora tu stanotte le farai la guardia- Disse Raph sperando di aver trovato una soluzione-
Intervenne Splinter una volta per tutte.
 
            - Raphael smettila! Non ho bisogno di altre dimostrazioni, è chiaramente in buona fede, ridalle la cintura. Mikey accompagnala nella stanza degli ospiti e andate tutti a dormire, domani vi aspettano duri allenamenti-
 
A quel punto Raph sospirò, le rese la cintura e tutti obbedirono a Splinter senza discutere.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti! Da qui in avanti scriverò in terza persona, poi...ecco scoperto il significato di “Niana”. A quanto pare questa aliena vuole andare su Marte e non vuole invadere la Terra…
U Orionis esiste davvero ed è nella costellazione di Orione che è visibile nel nostro cielo nel periodo invernale…ovviamente Ni non esiste, almeno credo! ;-P
Grazie HellenBach e Fantasy Heart siete mitiche! Grazie anche a chi segue il racconto senza commentare…non potete nemmeno immaginare cosa vi aspetta…eheheh (risata satanica)
 
 

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Capitolo 4
*** April, Casey ed Eva ***


Riassunto puntate precedenti: Astrid viene dal pianeta Ni nella costellazine di Orione,  è una lucertola parzialmente mutata in umana,  sa usare la telepatia attraverso il tatto ed ha il compito di colonizzare Marte. Ha incontrato le tartarughe ed al momento si trova nel loro rifugio.
 
 
 
La mattina seguente, mentre le tartarughe si allenavano nel dojo, Astrid sognava nella stanza degli ospiti. Gli altri avevano
 
dormito solo poche ore e pensavano che lei avesse bisogno di riposare. In realtà con la cintura sentiva pochissimo la
 
stanchezza, più che altro aveva la necessità di rielaborare i dati assimilati i giorni passati. Verso le undici del mattino aprì
 
gli occhi e si guardò intorno. Si sentiva così fortunata, le avevano dato una stanza tutta per sé ed ora voleva fare la sua
 
prima doccia con l’acqua dolce terrestre. Astrid sapeva dove era il bagno e a cosa servisse, dopo il sonno le nozioni
 
assorbite da Donnie e Raph erano ancora più chiare.
 
Entrata in bagno, fermò la porta in qualche modo e si buttò subito sotto la doccia, gli abiti si disciolsero solo toccando il
 
suo ciondolo, ma indossava ancora la cintura. Era una bellissima sensazione, non sapevano i terrestri quanto erano fortunati
 
ad avere tutta quella acqua dolce a disposizione. Normalmente la cintura sarebbe servita anche per la pulizia personale, ma
 
così era tutta un’altra cosa. Sarebbe rimasta lì ad ore, ma non le sembrava il caso di sprecare tutto quel liquido prezioso.
 
 
Aveva appena fatto in tempo a chiudere il rubinetto e asciugarsi con l’ausilio della cintura, che sentì un rumore alla porta,
 
qualcuno stava bussando.
 
-Astrid ci sei tu dentro?- Era Donnie.
 
Per reazione istintiva aveva sfoderato le scaglie, la coda e gli aculei senza nemmeno accorgersene. Quando capì che era il
 
suo amico Donnie riassorbì le armi di difesa e creò un vestito che aveva visto in strada i giorni passati, un semplice abitino
 
nero né corto né troppo attillato ed uscì dal bagno fingendo una tranquillità che non aveva.
 
-Sapevo che dovevo chiudere la porta, so quanto siete puritani voi terrestri-
 
Donnie sorridendo rispose:
-Veramente credevo che lo foste anche voi. Qualcuno si è dimenticato che abbiamo fatto una fusione? Sapevo che appena alzata avresti fatto una doccia-
            -Ma ricordi sempre tutto tu?-
 
Mentre ridevano insieme sentirono un gran frastuono, Raph e Mikey facevano a gara a chi arrivava prima in bagno. Si sentì
 
un tonfo,  nella fretta di entrare le due tartarughe erano rimaste incastrate nella porta e si maledicevano a vicenda.
 
-E’ uno spasso starvi a guardare- disse Astrid e Raph grugnì:
- Mhm si certo- si allontanò sbuffando
-Che vuoi farci, è nato così- Si giustificò Donnie.
 
In seguito Astrid fu informata da Leo che dopo pranzo sarebbero arrivati tre cari loro amici umani, ma che non avrebbe
 
dovuto toccarli per nessun motivo.
 
-Leonardo… guarda che non voglio fare la fusione con tutti, né voglio per forza convincervi a farmi entrare nei vostri pensieri-
-Chiamami pure Leo…ormai gli ho raccontato la tua storia e non so come reagirebbero se tu gli tendessi la mano-disse aggiustandosi la sua bandana blu.
 
-Ma quindi tu mi credi? Non hai paura di me?-
-Non ho mai avuto paura di te, ma non sottovaluto mai nessuno e…-
-E sentivi la responsabilità di tenere al sicuro la tua famiglia. Donnie lo sa bene quanto è pesante il tuo compito di leader, mentre credo che Raphael faccia ancora un po’ fatica.-
-Hai visto queste cose in loro, vero?-
-Sì, e anche molto di più-
 
-Per questo, per quanto non ti consideri più una minaccia, non farei mai la fusione con te, non voglio che tu veda i
 
 miei pensieri,  vorrei essere libero di dirti io cosa penso . A Donnie sarà sembrato come fare un esperimento, ma non è
 
normale per noi una cosa del genere, forse tu non te ne rendi conto perchè è la tua normalità.
 
-Non è proprio la normalità, quella con Donnie è stata la mia prima fusione ed è solo da quando sono su Terra che leggo le menti degli altri. Prima non mi era permesso. Credimi, anche il mio è stato un atto di fede verso di voi-
 
 Il blu degli occhi di Leo era molto più bello del colore acciaio alieno di Astrid ed erano così espressivi, insieme con il suo
 
 atteggiamento facevano capire perché fosse il leader dei quattro.
 
A pranzo le tartarughe mangiarono un ramen, una minestra cinese-giapponese con lunghi spaghetti, sembrava molto
 
 gustosa, la Niana restò ad osseravarli senza dire una parola, ma aveva l’acquolina in bocca.
 
-Cara Astrid, quali sono le tue intenzioni adesso? Hai detto che devi incontrare gli altri prescelti- Chiese Splinter.
-Prima di tutto devo trovare il prescelto destinato ad atterrare a New York. I sensori della mia capsula non lo hanno rilevato, forse è arrivato dopo o è atterrato lontano da me-
-Dov’è adesso la tua capsula?- Chiese Mikey cercando di immaginare cosa fosse quell’oggetto misterioso.
-In fondo al mare nella baia, non era sicuro lasciarla sulla terra ferma, inoltre tutte le capsule dovevano inabissarsi in mare perché nessuno andasse a cercare i crateri dell’impatto-
 
-Quando hai detto che sei arrivata?- Chiese Donnie.
-Sono passati cinque giorni terrestri-
-Quindi eri tu quel meteorite che abbiamo visto, vi ricordate ragazzi?-
-Sì, sicuramente!- Replicò Astrid.
-Ma noi ne abbiamo visti due- precisò Leo.
-Allora anche l’altro prescelto è già a New York, avete visto dove è caduto?-
-Temo che si sia schiantato nella zona vecchia del porto…abbiamo visto il notiziario…ma hanno parlato solo di qualche pietra bruciata ed un cratere di tre metri di diametro. Che fine avrà fatto la capsula?- Si interrogò Donnie.
 
-Ragazzi devo andare subito a controllare, non conosco personalmente il prescelto ma era il numero 1, il migliore di noi, non deve, non può essere morto!-
 
-E tu che numero sei?- Chiese Raph.
-Io sono il numero 3-
-Cioè…vi conoscete per numero e non per nome? Quanto siete strani- commentò Mikey.
 
Astrid era scattata in piedi pronta ad agire, ma proprio in quel momento arrivarono i famosi amici. Erano April, Casey e la
 
 loro figlioletta di un anno Eva. Astrid li aveva visti attraverso Donnie e capì che doveva aspettare almeno qualche minuto,
 
 sapeva quanto erano importanti per tutti loro.
 
-Allora saresti tu la lucertola aliena, ma non sembri un vero e proprio rettile-
-Casey non essere scortese! Noi siamo…-
- April, Casey ed Eva, è come se vi conoscessi già. E se voglio divento una lucertola- puntualizzò divertita, per la Niana non era un’offesa - purtroppo devo andare ma è stato un piacere…-
 
-Aspetta Astrid, vorrei venire anche io con te, ma non posso uscire se non dopo il tramonto…come ben sai non vogliamo farci vedere dagli umani- disse Donnie.
 
-Mi dispiace, non posso aspettare….è troppo importante. Il numero 1 è un tassello fondamentale, è quasi insostituibile…non capisco come proprio lui abbia potuto avere dei problemi-
 
-Sono convinto che qualcuno si sia preso la capsula, altrimenti non si spiega come mai ci fosse il cratere soltanto e non fosse intervenuto l’esercito. Non puoi andare da sola, non sai come muoverti. Credo di sapere chi potrebbe averla presa-
-Sono stati i Dragoni Purpurei vero?- disse Astrid con nonchalance.
-Fermi tutti! Sbaglio o mi sono perso qualcosa?- chiese Casey mentre Eva gli stava in braccio e gli masticava i lunghi capelli.
 
-Ti  faranno un riassunto gli altri, devo andare subito!- Disse Astrid sbrigativa.
-Ok allora mi travesto in qualche modo e vengo con te !- Le rispose Donnie che non voleva lasciarsi scappare l’opportunità di vedere un veicolo alieno.
- Prendiamo il tartacarro, vieni-
 
Astrid non se lo fece ripetere e lo seguì, sapeva cosa era il tartacarro, ovviamente era  il veicolo corazzato verde tartaruga inventato da Donnie.
 
-Saremo presto di ritorno, per ora andiamo ad investigare, non c’è bisogno che veniate tutti!-
 
Gli altri non ebbero nemmeno il tempo di replicare, Donnie ed Astrid erano già fuori dal rifugio. In poco tempo arrivarono
 
sul posto, però era pieno di curiosi e la tartaruga in viola non sarebbe passata inosservata, così Astrid decise di usare un
 
cristallo di riserva per cambiare il suo aspetto. Appoggiò  il piccolo cristallo sulla fronte della tartaruga, che si trasformò in
 
un bel moro dall’aspetto assolutamente umano.
 
-Questo giochetto mi costa molta energia, quindi non farci l’abitudine- disse strizzando un occhio. L’aveva visto fare a Mikey.
 
Donnie si guardò nello schermo del computer di bordo spento, quei cristalli erano davvero stupefacenti.
 
-Sembro  mutato in umano ma è un ologramma vero?-
-Sì, è  quello che chiamiamo un ologramma “denso” perché se lo tocchi ha una consistenza reale. E’impossibile mutarti con i cristalli Enerzon. Con altri sistemi forse…ma sarebbe dolorosissimo e non è molto sicuro. Dammi retta, ti conviene restare tartaruga-
 
-Lo immaginavo, dammi tempo, devo ancora comprendere bene tutte le nozioni che ho appreso da te-
-In realtà sei anche troppo veloce per un terrestre!-
 
Arrivarono sul luogo dove era caduta la capsula. Osservarono in giro in cerca di tracce. C’erano alcuni frammenti di
 
cristalli, il numero 1 era sicuramente caduto lì, ma della capsula neanche l’ombra. Astrid tornò nel tartacarro e provò a
 
cercare il segnale del prescelto con un sistema ad alto raggio della cintura Enerzonica, lontana da curiosi. Con il suo
 
strumento ad alta tecnologia Niana  proiettava l’ologramma di uno schermo che fluttuava nell’aria. In quel momento arrivò 
 
Donnie.
-Bellissimo il tuo portatile, ne costruirò anche io uno così un giorno-
 
-Non sarei sorpresa, sei davvero un tipo in gamba. Comunque c’è qualcosa che non va. La cintura rileva la mia
 
capsula nella baia, ma quella di numero 1 è sparita. Oppure è difettosa o è dall’altra parte del globo o è alcuni chilometri
 
sotto la superficie terrestre, il che credo sia impossibile. Non rilevo nemmeno la sua cintura, ma non è detto che non sia in
 
funzione.
-La capsula c’era, ho visto delle tracce, qualcuno l’ha trascinata via cercando di cancellare le impronte sul terreno-
 
-Secondo me i Dragoni Purpurei  l’hanno  presa per venderla a quell’agente, che si chiama Bishop....Ho visto cosa
 
ha tentato di fare a te e ai tuoi fratelli in passato. Chissà se anche gli scienziati del Consiglio Scientifico di Ni farebbero mai
 
esperimenti cruenti solo in nome della scienza…-
 
-Ho l’impressione che tu non ne sappia abbastanza della tua gente…comunque… si, credo che si sia servito dei
 
Dragoni Purpurei per il lavoro sporco, per tenere tutto segreto alle autorità. Non sappiamo dove abbia il laboratorio Bishop
 
al momento, però posso fare delle ricerche intorno ai fenomeni di meteoriti che sono stati registrati quando sei arrivata tu.
 
Su due piedi me ne  ricordo almeno sei-
 
-Hai detto sei? Dovrebbero essere almeno nove, se non di più- rispose preoccupata.
-Ho il sospetto che ti manchi il quadro completo della situazione e devo dire che è molto strano. Puoi contattare gli altri prescelti?-
 
-Una volta che avremo le coordinate di dove sono atterrate le capsule sarà un gioco da ragazzi-
-Torniamo al rifugio, con i miei modesti mezzi terrestri li troveremo tutti- e le restituì l’occhiolino, al che Astrid si avvicinò a lui, tolse il cristallo e tornò il solito Donnie.
-Il verde ti dona di più- disse ridendo.
 
Al rifugio trovarono ancora tutti quanti intenti a chiacchierare in modo animato, Eva giocava in braccio a Mikey, April
 
parlava con Splinter e Leo, Casey faceva finta di litigare con Raph.
 
Donnie si fiondò senza una parola al computer per cercare le informazioni di cui aveva bisogno, April lo raggiunse poco
 
dopo. Splinter si avvicinò alla Niana.
 
- Avete trovato quello che cercavate?-
-No… solo altre domande- rispose sconsolata -non sono preparata a quello che mi aspetta. Il migliore dei prescelti,
 
il numero 1, è scomparso e forse non è l’unico. Temo che avrò a che fare con gli umani più di quello che volevo.
 
Probabilmente una vostra vecchia conoscenza, Bishop, si è impossessato della capsula…  e forse il numero 1 sarebbe
 
meglio se non fosse  sopravvissuto visto cosa fa quel pazzoide  ad alieni e mutanti…- abbassò la testa ma non versò
 
nemmeno una lacrima.
 
-Credo che tu debba prepararti mentalmente e fisicamente a questa prova. Vorrei allenarti nella fine arte del nunjitzu finché resterai a New York. Mi ha detto Donnie che hai nozioni di arti marziali e sicuramente molte potenzialità-
 
- Splinter non so proprio come ringraziarti, accetto l’offerta. Sono molto onorata- e si inchinò.
 
Quando rialzò lo sguardo vide April che parlava con Donnie. L’umana era molto carina, aveva dei lunghi capelli rossi
 
raccolti in una coda e due occhi verdi luminosi. Sapeva che con Donnie lavoravano a dei progetti tecnologici tutti loro, ma
 
con la nascita di Eva avevano avuto meno occasione di parlarsi. Stare con gli umani la rendeva davvero emotiva e puerile,
 
era curiosa di sapere di cosa parlassero e poi le sembrava che April guardasse verso di lei di quando in quando e la cosa la
 
irritava. Decise di avvicinarsi e captò la fine di una conversazione.
 
-Donnie ma è incredibile, come ti è venuta questa idea? Lo so che sei geniale, ma erano mesi che pensavi a come risolvere quel problema teorico della variazione di spazio senza cambiamenti alla variabile tempo…-
 
- Devo ringraziare Astrid e la fusione-
-Qualcuno qui vuol fare una fusione?- Disse Astrid cercando di sembrare allegra, aveva già imparato a simulare uno stato d’animo.
-Oh no, grazie Astrid, per il momento passo- rispose April.
 
Astrid ci rimase male,  aveva visto i sentimenti di Donnie per lei quando erano connessi, voleva sapere se li ricambiava o
 
no. Ma in fondo non era importante, stava ragionando proprio come un terrestre, April sembrava una persona a posto ed era
 
solo quello che contava.
 
L’umana stava ripetendo per la seconda volta una domanda, ma Astrid era talmente assorta nei suoi pensieri che non se ne era accorta.
 
-Dicevo...Astrid per quanto tempo ti tratterrai?-
-Uh… si! Scusami sono presa da mille pensieri. Il problema è che non lo so. Devo ancora stabilire se i miei simili sono arrivati su Terra e decidere come procedere. Forse uno di loro è nelle mani di Bishop-
 
-Quel pazzo criminale? Spero proprio di no!-
-Se troveremo Bishop forse troveremo anche gli altri prescelti. Devo mettermi a lavoro, scusami April è davvero vitale-
 
-Non c’è problema Donnie, parleremo un’altra volta e poi tra poco dobbiamo andare, sai.. per Eva, deve mangiare e fare il pisolino-
 
-Allora a presto a April-
 
Lei gli stampò un bacio sulla guancia e lui la salutò con un sorriso.
 
April si avvicinò e prese Astrid per un braccio, la portò via e le chiese:
-Ma quanto sapete adesso l’una dell’altro?-
-Praticamente tutto…anche se è impossibile ricordare tutto subito, a volte ci vuole tempo per essere consapevoli delle nozioni acquisite, a volte qualcosa sfugge…bé in teoria, non avevo mai fatto una fusione prima…vedremo i risvolti-
 
-Quindi Donnie è il primo-
-Sì, perché?-
-Bé…ottima scelta. Donnie non delude mai- E le strizzò l’occhio, doveva essere una pratica comune tra i terrestri. Astrid ovviamente non aveva capito un bel nulla.
 
La famigliola felice se ne andò, le tartarughe e Splinter andarono ad esercitarsi nel dojo, Astrid li seguì solo per guardare,
 
ma la mattina seguente avrebbe partecipato.
 
 
L’allenamento consistette principalmente in esercizi per migliorare le loro prestazioni, l’ultimo di questi, che in seguito
 
Astrid avrebbe voluto ripetere, era una sorta di percorso nel dojo che le tartarughe avevano preparato utilizzando diversi
 
candelabri.  A turno dovevano passare in mezzo alle candele e, senza fermarsi, dovevano spegnerle toccandole con le armi
 
senza tagliare la cera e senza esitazione.
 
 
Il primo fu Donnie con la sua lunga asta di legno, il bo. La tartaruga in viola faceva roteare la sua arma con maestria, poi
 
con agilità e precisione passò in mezzo ai candelabri. Sfortunatamente mancò una candela a metà tragitto, si riprese e finì
 
senza errori, ma si vedeva che era dispiaciuto. Fu la volta di Mikey il cui compito non era per niente facile perché le sue
 
armi erano i  nunchaku, due coppie di bastoni legati da una corta catena. Con agilità perfino maggiore di Donnie fu in
 
mezzo ai candelabri, ma giunto alla fine non riuscì a spegnere l’ultima candela se non tornando indietro.
 
 
Quando fu la volta  di  Raph, Astrid si aspettava che avrebbe tagliato a fette tutto quello che trovava sulla sua strada, invece
 
non fu così, con i suoi sai passò tra le candele con il pieno controllo, non con la stessa agilità di Mikey, ma spense tutte le
 
candele e fu solo per colpa della sua bandana che tirò giù un candelabro proprio alla fine del percorso. Lo sentirono
 
imprecare in diverse lingue sconosciute.
 
Poi fu la volta di Leo. Astrid rimase molto impressionata anche solo per come lui teneva in mano le sue due katane,  due
 
spade tradizionali giapponesi. Cominciò con leggerezza e velocità, rasentava la perfezione, arrivò all’ultima candela come
 
fosse la prima. Ad Astrid scappò un applauso.
 
-Molto bene figli miei. Donatello, Raphael e Michelangelo sapete dirmi in cosa avete sbagliato?-
-Ho la bandana troppo lunga?- ghignò Raph, Splinter lo fulminò con lo sguardo.
-La concentrazione?- disse Donnie.
-Sì quello!- sottolineò Mikey.
 
-Esattamente. La concentrazione è fondamentale per un ninja.  Comunque sospetto che la presenza della nostra
 
ospite abbia contribuito molto nel farvela perdere. Sono convinto che la prossima volta non sbaglierete- concluse Splinter
 
con un mezzo sorriso.
 
-Complimenti Leo- disse l’aliena.
-Non sarà mica colpa della fusione?- Si chiese Mikey.
-Ma no, cosa stai dicendo? Tu non l’hai fatta!- Replicò Donnie.
-E se invece avesse ragione?- Aggiunse Raph - Mikey si distrae sempre, mentre a Leo la lucertola non ha rubato i pensieri- voleva darle contro in tutti i modi.
 
-Raphael!- Dissero tutti in coro, Astrid esclusa.
-Non credo che potrei scalfire la concentrazione di Leo in ogni caso-
-Grazie Astrid…-
-Ragazzi non avete fame? Vado a prendere la pizza?!- disse Donnie non perché avesse fame, ma perché non sopportava di vedere Leo gongolarsi così.
 
Mentre tutti facevano strage della pizza, Astrid assaggiava il preparato di Donnie, era una miscela di proteine, grassi e
 
carboidrati ottimali per il di lei fabbisogno. L’aspetto era poco invitante, ma probabilmente non avrebbe potuto digerire
 
altro.
 
 
La sera le tartarughe uscirono per distrarsi e prendere a calci qualche malvivente newyorkese. Astrid  aveva tolto
 
la cintura per quasi tutto il giorno e si sentiva stanchissima, doveva fare per gradi, quindi non uscì e se ne andò a letto molto
 
presto. Ma non riusciva a prendere sonno. Nonostante quello che aveva scoperto,  invece di pensare ai prescelti, pensava a
 
tutt’altro. Adesso aveva la visione di due esseri terrestri molto speciali, sapeva tutto di loro, ma mentre Raph la guardava
 
con astio, Donnie le sorrideva ed era assolutamente entusiasta del sapere che avevano condiviso. Sperava solo che questo
 
non l’avrebbe reso triste ed indifferente come i suoi simili. Da quando si trovava sulla Terra si era accorta di quanto fossero
 
deprimenti i Niani. Al contrario lei aveva sempre voglia di ridere e scherzare come un bambino di pochi mesi che risponde
 
con un sorriso a tutti gli stimoli senza sapere perché. Pensando ai suoi nuovi amici si addormentò.
 
P.S. Ciao a tutti!
Mi sono quasi ripresa dall’influenza...credo di aver avuto tutti sintomi possibili ed immaginabili! Quindi...vi risparmio i dettagli ;-) :-P
 
Ora Astrid ha fatto conoscenza con gli amici più cari (ovviamente Eva me la sono inventata) delle tartarughe ed ha una pista da seguire. Splinter le dovrà insegnare a difendersi…vedremo cosa saprà fare…
 
Ringrazio ancora HellenBach, Fantasy Heart e I LOVE RAPH per le loro rencesioni così carine ed incoraggianti!
Ringrazio anche chi continua a leggere silenziosamente i miei capitoli.
 

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Capitolo 5
*** Primo allenamento...in bagno ***


 

Quella mattina Astrid finalmente poteva partecipare alla seduta di allenamento delle tartarughe, Splinter le aveva promesso
 
che avrebbe potuto imparare a difendersi veramente.  Finché non avesse trovato gli altri prescelti poteva rimanere lì con
 
loro e seguire le lezioni. Era talmente eccitata che si alzò presto la mattina,  voleva provare a fare colazione alla maniera dei
 
terrestri. Ormai era più di una settimana che si trovava sulla Terra, forse era un po’ presto per il suo microbioma intestinale,
 
ma pensò che in fondo il preparato di Donnie, che aveva provato il giorno prima, non le aveva dato problemi, quindi era
 
pronta per sopportare il cibo terrestre. Per lo meno si era molto convinta di questo. Entrò di scatto in cucina e andò a
 
sbattere contro Mikey.  La tartaruga in arancio aveva sempre paura che lei lo sfiorasse e gli rubasse i pensieri, ma quella
 
mattina reagì bene, la afferrò al volo perché non cadesse e le chiese:
 
-Astrid, ma tu quando tocchi le persone gli leggi sempre la mente?-
-No Mikey, devo volerlo fare altrimenti non succede, smettila di avere paura e perché non me lo hai chiesto prima?-
 
-Ho visto Donnie piangere quando avete fatto la fusione, non succede spesso, anzi non ricordo assolutamente
 
quando è stata l’ultima volta, a parte quando eravamo piccoli e Raph faceva il prepotente…adesso però sembra felice, non
 
l’ho mai visto così allegro e mi chiedevo se tu gli avessi fatto più bene che male, succederebbe lo stesso se tu lo facessi a
 
me?
-Oh Mikey… non lo so, ha pianto perché ha visto i miei pensieri tristi… credo, ma ora è felice perché gli ho dato
 
tante nozioni scientifiche e adesso è uno scienziato ancora migliore di prima! Non credo che avrebbe lo stesso effetto su di
 
te…ma se vuoi possiamo farlo.
 
- Non penso sia solo questo. Ma potresti non passarmi i dati scientifici ed avere il resto?-
-Non c’è molto allora che tu possa vedere purtroppo, se non l’attaccamento che sto sviluppando per voi, anche io sono più felice da quando ho fatto la fusione con Donnie-
 
-Proviamo lo stesso, fammi vedere il tuo pianeta, Donnie ha detto che lo ha visto ed ha visto il vostro sole! -
-Va bene Mikey…sei pronto? Sarà rapidissimo ma intenso, tu staccati quando vuoi ok?-
-Sono pronto!-
 
Astrid toccò il braccio di Mikey pensando di escludere i dati scientifici, ma lasciando tutto il resto, compresa la sua
 
missione, perché non avesse più timore.
 
In pochi secondi vide la tartaruga nella sua interezza, le sue paure, il suo amore, perché era amore per la sua famiglia, la
 
tenerezza che era in lui era incredibile, la fatica che faceva a farsi accettare. Anche in lui c’era una voglia di vivere infinita
 
e poi lo vide mentre scrutava i pensieri di lei. Astrid vide le sue stesse paure e quella sensazione terribile che
 
l’angosciavano attraverso gli occhi di lui. Mikey era dispiaciuto per la Niana e cercava, mentre erano connessi, di
 
consolarla.  Era veramente un essere strano, ma  infinitamente buono e dolce. Stavolta fu Astrid a staccarsi, non poteva
 
vederlo soffrire per colpa sua.
 
-Povera piccola, mi dispiace tanto, ma adesso non sei più sola, ci siamo noi!-
 
Mikey l’abbracciò teneramente e la strinse per qualche secondo, poi la guardò negli occhi, piangeva e per la prima volta in
 
vita sua piangeva anche lei.
 
In quell’istante entrarono Raph e Donnie e li videro faccia a faccia in lacrime come bambini.
 
-Che cavolo succede qui? Astrid cosa stai facendo a mio fratello?- Disse Raph e già montava la sua collera di  prima mattina.
-Avete fatto la fusione? - Disse Donnie preoccupato, come se lo avesse tradito con un altro.
-Calma fratelli, abbiamo fatto la fusione senza i dati scientifici, quelli non mi interessano, volevo solo capire e conoscerla meglio! Sei mica geloso Donnie?-
 
-No ecco …no è che io sono rimasto molto scosso...ma tu sembri abbastanza tranquillo anche se avete allagato la cucina! Non sono sicuro, ma credevo che tu Astrid non sapessi piangere-
 
-Donnie il tuo cervello è impressionante! Come fai a ricordarti un dettaglio del genere…comunque credevo di non
 
esserne capace! Invece a quanto pare si! Che sensazione fantastica, non pensavo di potermi sentire bene con un gesto del
 
genere, è molto liberatorio…vedete,  Mikey mi stava consolando, nemmeno io sapevo perché ero triste prima…attraverso
 
di lui l’ho capito e adesso siamo amici per la vita!
 
-Ma è fantastico...-Disse Donnie, anche se non sembrava molto sincero, si sentiva come se avesse perso l’esclusiva.
-Bene,  ti manca Leo, perché non vai a rubare i pensieri anche a lui!- Ringhiò Raph, la Niana non gli andava proprio a genio.
-Smettila di essere così antipatico Raph, tu non la conosci come me e Donnie, se tu facessi la fusione capiresti. E’
 
tutta la vita che è da sola, non ha una famiglia, nessuno l’ha mai consolata quando era triste, nessuno le ha mai fatto un
 
regalo. Ha passato tutta la vita a studiare senza nemmeno un divertimento e senza amici. Che vita è mai questa! Tu hai
 
avuto tutto! Non ti dispiace nemmeno un po’ per lei?-
 
Raph rimase molto sorpreso e per un momento senza parole, poi con voce stranamente pacata:
 
-Senti Astrid… ho capito che non vuoi fare nulla di male, ma non ho gradito la tua intrusione nella mia testa, tu mi
 
hai chiesto scusa, ma ancora mi brucia… mi ci vorrà del tempo. Non voglio fare la fusione, sarà sufficiente che ci racconti
 
le cose come stanno, non voglio ripetere quell’esperienza. Però ricordati che se farai un passo falso io sarò lì a coglierti sul
 
fatto. E adesso possiamo fare colazione? Non voglio fare tardi agli allenamenti-
 
Per ora era tutto quello che poteva ottenere e bastava, Astrid sapeva cosa lo faceva arrabbiare e lui ne era ben consapevole.
 
Infine arrivò anche Leo e fecero colazione. Mikey non potette fare a meno di aggiornare il leader della fusione e di che
 
cucciolo solo e bisognoso d’affetto fosse Astrid , mentre i cereali si spandevano per la sua faccia facendo da coreografia al
 
suo sorriso smagliante.
 
Una volta nel dojo calò il silenzio, perfino Mikey non parlava più, erano di fronte a Splinter e si chiedevano che tipo di
 
allenamento avrebbero fatto.  Donnie era andato al pc perché a quanto pare c’erano stati degli sviluppi, l’avrebbe
 
aggiornata appena trovato qualcosa di realmente consistente.
 
-Buongiorno figli miei e nostra gradita ospite. Oggi vorrei testare le capacità di Astrid.  Donatello mi ha detto che ti
 
sono stati “trasmessi” molti  movimenti di arti marziali, ma non li hai mai messi in pratica. Vorrei che oggi eseguissi un
 
kata per giudicare la tua scioltezza, la tua concentrazione e la tua velocità. Mentre aspettiamo che Donnie ci raggiunga-
 
Astrid andò al centro del dojo e assunse la posizione adeguata. Quasi senza pensare cominciò ad eseguire un kata di media
 
difficoltà perché non voleva strafare. I movimenti le venivano facili e stava facendo il tutto nel modo migliore. Ad un certo
 
punto si fermò, mise mano all’addome e cadde in ginocchio. Tutti i presenti accorsero preoccupati intorno a lei.
 
-Cosa succede Astrid? Parla!- Disse Raph senza tante cerimonie.
-La colazione…il lattosio…- rispose a denti stretti e corse al bagno più veloce che poteva con l’ausilio della cintura, sua fedele compagna anche nei momenti imbarazzanti.
 
I presenti prima si guardarono negli occhi, poi tutti meno Mikey si misero a ridere.
 
-Bè che è successo, me lo spiegate?- Mugolò la tartaruga con la bandana arancio.
-Non digerisce il lattosio zuccone!-  precisò Leo.
-Non c’è niente da ridere è colpa mia, sono io che l’ho convinta a prendere il latte. Lei voleva prendere quello di soia che le aveva consigliato Donnie- disse Mikey dispiaciuto- Devo avvertirlo subito!-
 
-Non vi sembra che Mikey e Donnie se la prendano un po’ troppo a cuore per questa aliena?- Commentò Raph che
però un momento prima aveva mostrato interesse per la sua salute.
 
Mikey corse ad avvertire Donnie, il quale andò  a bussare alla porta del bagno.
-Astrid? Tutto bene? Ma perché hai preso il latte? Sei una biologa prima di tutto!!!
-Senti Donnie, non ti ci mettere anche te! Comunque è passata…-
 
Uscì dal bagno imbarazzatissima.
 
- Adesso tramite la cintura svilupperò la flora intestinale adeguata ancora più velocemente…tra qualche giorno non dovrei avere più problemi….non pensavo che sarebbe stato così fastidioso…sapevo solo la teoria…-
-Bene, se tutto è risolto seguimi un attimo, ho trovato otto capsule. L’allenamento può aspettare.-
 
Una volta davanti al computer le mostrò i dati. Le meteore che aveva ritenuto interessanti erano quelle che non erano
 
esplose nell’atmosfera, che mantenevano la stessa massa per tutto il tragitto e che finivano in mare. Non aveva trovato
 
meteoriti che si erano schiantati al suolo come quella del numero 1.
 
-Siamo ad un totale di otto, non torna nulla, ne mancano come minimo due. Ma…sei sicuro che…-
-Sono abbastanza sicuro che siano i prescelti, sembra che la Earth Protection Force si stia occupando di questi fenomeni…c’è sicuramente l’agente Bishop dietro. Dobbiamo recuperare la tua capsula e metterla al sicuro-
 
-Ieri era ancora là….ma stanotte la porterò nelle fogne-
-Per fortuna non è troppo grande e possiamo farla passare dallo scarico del porto-
-Non c’è problema Donnie, posso farlo da sola, vorrei che ti riposassi stasera, non ti sei fermato un attimo per trovare le meteore-
 
-Ok come desideri. Ora scusami. Devo finire un paio di cose in officina- Rispose Donnie con tono incurante e la lasciò lì da sola un po’ interdetta. Non li capiva proprio i terrestri.
 
Quella sera Astrid andò a recuperare la sua capsula mentre le tartarughe erano uscite per il solito giro di ispezione.
 
Avevano sconfitto il loro acerrimo nemico Shredder da tempo, un pericoloso criminale, che per molti anni aveva
 
terrorizzato New York con i suoi ninja. Adesso la città era molto più sicura e per le tartarughe le ronde erano diventate solo
 
un leggero passatempo. Astrid però temeva che presto li avrebbe dovuti coinvolgere, tutta la faccenda stava diventando più
 
grande di lei. Sempre se Donnie e Raph erano d’accordo. Forse leggere le loro menti non era stata una buona idea.
 
Il recuperò fu rapido e quasi indolore, per spostare il suo “uovo” spaziale doveva entrarci di nuovo dentro. Quando fu
 
vicina al luogo dell’atterraggio cercò la capsula con la cintura, appena gli fu vicina questa si aprì rivelando una barriera che
 
non faceva passare l’acqua, ma che permetteva l’accesso all’interno. Solo adesso si rendeva conto di quanto fosse piccolo
 
lo spazio a disposizione, abituata come era alla libertà conquistata da poco. In realtà doveva essere contenta,  Bishop non
 
aveva trovato il suo mezzo, funzionava tutto alla perfezione e le fogne erano perfette. Avrebbe potuto usare tutte le
 
potenzialità della tecnologia Niana senza farsi vedere dai terrestri,  tutti gli altri terrestri a parte le tartarughe e Splinter.
 
Come aveva detto Donnie, il condotto delle fogne del porto era abbastanza grande e grazie ai dati che lui gli aveva fornito
 
arrivò molto vicino all’officina del genio in viola. Stranamente le aveva trascritto tutte le coordinate del rifugio e dove
 
erano caduti i meteoriti/capsule su un foglio, che aveva trovato appeso alla porta della sua camera. Nemmeno le aveva
 
rivolto la parola. Astrid non capiva proprio cosa stava succedendo. Sospirando inserì  le coordinate nel computer di bordo,
 
in pochi secondi sulla superficie ricurva del veicolo comparvero le cartine dei luoghi segnalati. Un meteorite era caduto
 
nella Manica, ben due nel Mediterraneo, uno  vicino Singapore, uno nel Pacifico di fronte al Perù, uno di fronte a Sidney in
 
Australia. Non poteva credere a quello che vedeva, probabilmente ne mancavano più di due all’appello.
 
Astrid si chiedeva che fine avessero fatto le altre capsule. Se quei prescelti erano morti non sapeva proprio chi li avrebbe
 
sostituiti. Inoltre erano andati persi molti cristalli e la loro energia era fondamentale per la riuscita della missione. Sul
 
momento cercò di non pensarci, per prima cosa doveva migliorare le sue doti di combattente, trovare Bishop, il numero 1,
 
capirci forse qualcosa e poi contattare gli altri quando fosse stata sicura che non li avrebbe messi in pericolo.
 
P.S. Ciao a tutti!
Shredder non c’è più da tempo anche se la sua presenza aleggerà sempre…in compenso ci penserà Bishop a tenere occupate le tartarughe…mi ha sempre fatto una rabbia nel cartone del 2003, era sempre fortissimo… addirittura eterno…vedremo come se la caverà questa volta…
 
Come potete vedere Astrid ha tanto potenziale ma è ancora imbranatella, non mi piacciono i protagonisti troppo perfetti sono poco realistici…anche se qui si sta parlando di alieni e tartarughe giganti :-P
Donnie è arrabbiato con Astrid nella sua maniera pacata e razionale…la Niana come al solito non ci capisce nulla di sentimenti terrestri…vedrete.
 
Ringrazio come sempre HellenBach, Fantasy Heart e I LOVE RAPH per le loro recensioni. E grazie anche ai lettori silenziosi, più di cento persone hanno letto il primo capitolo…datemi fiducia non ve ne pentirete!
 
 
 

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Capitolo 6
*** I terrestri non sono insensibili...alla bellezza ***


Da quando Astrid aveva fatto la fusione anche con Mikey, Donnie era diventato più silenzioso e passava ancora più tempo
 
al computer e nell’officina ad aggiustare le sue invenzioni. La Niana non riusciva a comprendere come mai avesse
 
cambiato atteggiamento con lei, non sembrava più la stessa persona con cui aveva fatto la fusione. Mentre rimuginava sul
 
comportamento strano del terrestre, si ritrovò senza rendersene conto nell’officina proprio a pochi passi da Donnie. Notò
 
subito che usava un saldatore diverso dal solito, uno superinnovativo più preciso che non faceva scintille e non necessitava
 
dell’uso della maschera protettiva.  Con le nozioni che la Niana gli avevo fornito, Donnie aveva fatto migliorie che prima
 
non poteva nemmeno immaginare.
 
 
Astrid era impressionata dalla mente della tartaruga in viola, infatti gli aveva trasmesso solo nozioni molto generali della
 
scienza Niana. Lei non era stata creata per costruire o aggiustare macchinari, un altro prescelto aveva questa funzione. Era
 
la numero 3, la biologa molecolare e botanica/zoologa, doveva creare animali e piante per  rendere Marte abitabile. La
 
tartaruga genio aveva fatto sue delle semplici nozioni di base Niane e stava facendo progressi impressionanti.
 
Prese un bel respiro e decise di affrontare di petto la situazione poco chiara.
 
-Donnie…hai un momento?-
-Mhm si certo, di cosa avevi bisogno?-
-Io?  Di niente, volevo solo chiederti una cosa-
-Dimmi pure- il suo tono era calmo, ma molto più freddo di quello che lei sperasse.
-Senti Donnie…ho fatto o detto qualcosa di sbagliato? –
-No perché?- Rispose Donnie con un fare così glaciale che Astrid sentiva gelare il sangue nelle vene.
-Ti prego Donnie, lo sai che ti conosco come le mie tasche…abbiamo fatto una fusione…ricordi?
 
In quel  momento l’espressione di Donnie mutò, si alzò di scatto, mollò il saldatore e le puntò un dito direttamente sullo sterno.
- Ma se non conosci nemmeno te stessa! Non sai distinguere ancora bene le emozioni e te ne vai in giro a fare
 
esperimenti con le nostre menti senza preoccuparti delle conseguenze. Non te ne rendi conto, ma devi ancora imparare da
 
noi terrestri. Ammesso che tu voglia veramente imparare o forse sei già così geneticamente perfetta da non aver bisogno di
 
“me”…cioè di “noi” volevo dire-
 
-Donnie sai benissimo che non è vero…va bene, hai ragione, prima di conoscervi pensavo di essere perfetta, poi ho
 
letto i vostri pensieri ed ho capito quanto fossi incompleta. Ma dimmi, non è che ti ho reso insensibile? Non è che nel
 
tempo, mentre assimilavi i dati che ti ho trasmesso, hai cominciato ad assomigliare ad un Niano?-
 
Astrid era veramente preoccupata, temeva di averlo condizionato senza volere o che da solo fosse arrivato alla conclusione
 
opposta alla sua e cioè che le emozioni erano sbagliate ed intralciavano soltanto i loro doveri.
 
Lei lo fissò in modo molto intenso, il suo volto esprimeva dispiacere ed era così pallido che brillava nella penombra. A
 
Donnie sembrò il viso di un angelo. Tutto ad un tratto le si avvicinò a pochi centimetri, poteva vedere nettamente i riflessi
 
di quegli occhi color acciaio, in quel momento il colore più bello del mondo. Il cuore di Astrid cominciò a battere
 
all’impazzata e non sapeva perché.  Donnie carezzò la sua guancia pallida e morbida con il dorso della mano fino a sfiorare
 
con un dito la sua bocca. Astrid era in confusione totale.
           
            -No, non temere, tutt’altro. Ho capito che è molto più giusto provare sentimenti che non provarli. Credo che il più
 
delle volte debbano essere espressi, ma sempre con il giusto riguardo per la libertà ed i sentimenti degli altri. Per questo,
 
anche se sono tentatissimo di baciarti non lo farò e ti darò il tempo di capire cosa vuoi da me, perché quando ci siamo fusi
 
ho avuto l’impressione di piacerti almeno un po'-
 
Astrid non riusciva ad articolare nemmeno una parola.
 
-Ma forse mi sono sbagliato. Forse non hai cuore e allora perché perdere tempo dietro ad una creatura insensibile?-
 
Abbassò la mano che prima toccava la bocca tremante di Astrid ed aggiunse -Senza dubbio queste parole non hanno senso
 
per te e non possono ferirti-
 
Astrid era sbalordita, voleva parlare, ma un nodo alla gola bloccava ogni suono. Al contrario la stava ferendo in modo
 
inaspettato e devastante. Lei non sapeva se essere felice o se disperarsi perché sentiva delle emozioni, perchè non aveva
 
capito se la odiava o se la amava o peggio ancora se a lui piaceva solo un po’. Visto che non rispondeva, Donnie si
 
allontanò per lasciarla respirare, era chiaro che aveva fatto un terribile errore di valutazione.
 
-Donnie io non lo so cosa provo per te, ma quello che hai detto mi fa tanto male, sento quasi un dolore fisico al
 
petto, ma è normale? Perchè mi manca l’aria? Eppure i miei parametri vitali sono sempre perfetti, ti prego aiutami anche se
 
per te non lo merito…se ti ho fatto qualcosa di male non volevo, te lo giuro, ti prego non possiamo tornare a come eravamo
 
poco dopo la fusione? Ero così felice…ti prego fai smettere questo dolore-
 
Donnie era sempre più costernato, erano i sintomi di un attacco di panico, dovevano essere cambiate molte cose da dopo la
 
fusione e forse anche Mikey l’aveva aiutata a cambiare, certamente era più ricettiva di prima. Finalmente lui vedeva la
 
realtà delle cose, Astrid non aveva la minima idea dell’effetto che faceva su di loro, era solo una bambina desiderosa di
 
imparare e l’amore era qualcosa che non aveva mai sperimentato, era troppo per lei al momento.
 
-Perdonami tu Astrid. Chi sono io per decidere quando e chi devi amare- si avvicinò e l’abbracciò teneramente come avrebbe fatto Mikey. E guardandola negli occhi con quello sguardo intenso e pieno di comprensione le sussurrò:
 
-Non avevamo mai conosciuto un essere sì alieno, ma tanto vicino a noi…e che fosse anche una femmina! Imparerai presto che noi terrestri non siamo immuni alla bellezza femminile. Ero geloso di Mikey. Ma adesso non lo sono più, ti prometto che tornerà tutto come prima. Tu non hai nulla che non va, ok?-
 
A quelle parole il dolore cessò, riuscì a respirare finalmente e quell’abbraccio era consolante e piacevole. Forse avrebbe
 
dovuto sperimentare quel famoso bacio che aveva visto solo nei film terrestri. Però poi non osò chiedere, le sembrava un
 
atto così personale, molto più della fusione, quella veniva fatta con le persone care o quando era importante scambiarsi
 
informazioni, naturalmente stando a quello che le era stato inculcato durante il suo addestramento.
 
-Adesso vai in cucina, Mikey ha fatto una torta mentre tu riposavi e vuole sicuramente il tuo giudizio, vi raggiungo subito- disse Donnie con il sorriso più bello che lei avesse mai visto.
-Ok Donnie…ah Donnie?-
- Sì Astrid?
-Ho finalmente capito cosa intendi col dire “non siamo immuni alla bellezza femminile” perché ho avuto il punto di vista anche di Raph e Mikey…anche io vi trovo molto belli per essere terrestri- gli sorrise grata per la sua amicizia e lo lasciò attonito con un leggero rossore sulle guance.
 
-Questa Niana mi farà diventare matto! Non finiremo per litigare per colpa sua?-
 
Arrivata in cucina trovò  Raph, aveva seguito il profumino del dolce perfino dalla sua stanza ed era lì che fissava Mikey
 
che lo tirava fuori  dal forno.
 
-Calma ragazzi ce n’è per tutti. Ehi Raph! Metti giù quelle manacce sporche. Lascialo freddare almeno!-
-Cosa hai messo dentro?- Chiese Astrid  piena di curiosità. Era il suo primo dolce in assoluto, sulla stazione
 
orbitante davano solo pasti dall’aspetto insulso e insipidi, perché nessuno si lamentasse di sapori strani oppure peggio
 
ancora la cintura provvedeva a rifornirli di energia vitale.
 
-Allora… questa è una crostata con i mirtilli, ma non c’è latte, l’ho fatto per te Astrid, perché so che non hai mai mangiato qualcosa del genere-
 
Astrid arrossì un po’ per la vergogna. Durante il suo primissimo kata di fronte al sensei si era dovuta fermare ed era corsa
 
in bagno a causa di un’improvvisa colite, anni di studi eppure aveva sottovalutato l’effetto del latte sul suo apparato
 
digerente di rettile. Voleva sprofondare per due buoni motivi.
 
Mentre aspettavano impazienti che il dolce freddasse, Astrid si rivolse a Raph in tono allegro:
-Come va oggi? Mi odi un pochino meno di ieri?-
-Bé che ti prende, com’è che mi rivolgi la parola?- Rispose lui, ma senza disprezzo nella voce.
-Ho pensato che se non ti affronto non risolveremo mai il problema e mi dispiacerebbe un giorno partire per la mia missione sapendo che una delle prime persone che ho conosciuto mi detesta-
 
-Persone? Sono una persona per te?-
-Persona va bene per tutti gli esseri pensanti, no? Rettili e non. Non ho nessun problema con i rettili, lo sono anche
 
io, anche se non mostro sempre le scaglie e la coda. E’ dispendioso per me restare con l’aspetto originario, è un consumo di
 
minerali e proteine. Hanno preferito farmi così perché non sapevano quanto sarei stata su Terra in mezzo ai terrestri e senza
 
energia. Anche se poi hanno sbagliato il colore della pelle e dei capelli, sono proprio bislacchi-
 
-Bislacchi? Ahahah! Nemmeno Splinter parla così! Già ti odio di meno!- Disse Raph ridendo anche per l’autoironia. Era
 
proprio vero, occorreva solo un po’ di tempo e tutto si sarebbe sistemato. La tartaruga in rosso aveva visto che Astrid  non
 
lo prendeva in giro, né aveva detto nulla delle sue debolezze e dei suoi segreti agli altri.
 
Dopo poco arrivò Donnie con una specie di ventilatore che mandava aria fredda senza troppo vento così avrebbe freddato il
 
dolce senza disseminare la cucina  di mirtilli.
 
- Lo mangiamo questo dolce o continuiamo ad ammirarlo?-
-Ah ma allora anche tu mangi come noi mortali- disse Raph
-Parlavi di me?- Disse Leo che era entrato in quel momento, il ventilatore aveva mandato il profumino fino al dojo dove l’instancabile leader si stava esercitando.
-No, parlavo di Donnie ma vale anche per te- ribatté Raph.
 
Il dolce era buonissimo, gli altri lo mangiarono con un bicchiere di latte, Astrid con quello di soia.
 
-Sai Mikey, non ho mai assaggiato nulla di così buono, sei bravissimo-
-Aspetta di provare la pizza- rispose Mikey tutto soddisfatto.
 
Finita la merenda ognuno se ne tornò alla propria occupazione. Raph si divertiva a prendere a pugni il sacco da boxe,
 
Mikey giocava con i videogames, Donnie era al pc e Leo nel dojo a meditare. Astrid si avvicinò a Raph e gli chiese:
-Posso provare?- Voleva vedere di migliorare ancora il loro rapporto.
-Ma certo accomodati, ti farà bene mettere un po’ di muscoli su queste braccine da lucertolina- disse Raph; lucertolina suonava affettuoso.
-Allora… i pugni devi tenerli più alti e il movimento deve essere anche del bacino e con il piede destro più avanti, dà più stabilità. Adesso colpisci forte-
 
Cominciò a sferrare qualche pugno.
            -Che fai? Gli dai le carezze?-
- La forza bruta non fa per me! Evidentemente-
-Non importa che sfondi il sacco, ma anche con le tue forze puoi assestare dei colpi che lasciano il segno! Devi fare dei movimenti più puliti e diretti per concentrare la forza…ok ok va già meglio, ma dovresti esercitarti regolarmente-
 
-Ok Maestro Raph, lo farò!- Gli rispose sorridendo, in realtà la boxe non le piaceva, ecco perché non l’aveva imparata per imprinting, però poteva essere utile per potenziare la muscolatura delle braccia.
 
Mentre continuava a colpire vedeva che Raph la fissava come se le volesse parlare.
 
-Dimmi Raph, che c’è?-
-Mi chiedevo….che cosa hai visto esattamente di me?-
-Diciamo che ho visto tutto….potrei anche imitare i movimenti che fai con i sai-
-E come mai non li vuoi usare?-
-Non amo le armi…però se proprio dovessi scegliere vorrei le katane-
-Ma non hai imparato ad usare anche i nunchaku e il bo? E vuoi le katane?-
 
-La katana mi tiene a distanza dal mio avversario…non mi piacciono i corpo a corpo….ho bene in mente i
 
movimenti, ho memorizzato anche quelli di Leo anche se non abbiamo fatto la fusione…però non ho il coraggio di
 
impugnare una spada…è letale-
 
-Non capisco questa tua paura, anche un tuo colpo ben assestato può uccidere, basta sapere come e dove colpire- rispose Raph stranamente calmo.
-Temo che tu abbia ragione….-
-Ma senti ….tu mi trovi violento e pericoloso? Che cosa hai visto?-
-Ho visto la tua rabbia…ho visto che a volte non la controlli e poi te ne penti. Se tu fossi sul mio pianeta ti riterrebbero pazzo e ti darebbero psicofarmaci-
-Tu quindi mi vedi…pazzo….un pazzo pericoloso?-
 
-Forse sei un po’ pazzo, ma ho visto anche l’affetto che hai per i tuoi cari…è stato molto commovente. E poi tu non
 
hai mai fatto del male a persone indifese, c’è sempre stato un motivo se hai usato la violenza, quindi non ti vedo affatto
 
pericoloso…bé finché mi comporto bene, s’intende!-
 
Raph la guardava con quei suoi occhi verde smeraldo, c’era un misto di compiacimento e di sorpresa.
 
-Ma sì! Sembra un cattivone, ma sotto sotto ha il cuore tenero- Intervenne Mikey che aveva finto di giocare e si era
 
messo lì ad ascoltare. Anche lui aveva visto un po’ di suo fratello attraverso Astrid, ma non aveva visto nulla di veramente
nuovo.
-Chi ti ha chiesto nulla!- Rispose Raph al fratello in arancio.
-Comunque Raph non devi preoccuparti, non posso ricordare tutto e poi ho visionato molte menti umane, non mi
 
meraviglio più di nulla. Anzi le vostre sono le più belle che abbia mai visto, a parte quelle dei bambini-
 
Mikey e Raph gongolavano che sembravano pagati.
 
-Ma dovete fare per forza questo baccano?- Disse Leo che si era affacciato dal dojo- Oggi non c’è verso meditare con voi!-
-Leo perché non presti le tue katane ad Astrid? A quanto pare preferisce le tue armi alle nostre-
-Sul serio Astrid?- Rispose la tartaruga in blu.
-Sì, ma sono molto spaventata dalle lame affilate…attirata dalle lame ma allo stesso tempo spaventata, mi sembrano armi veramente letali…-
-Dipende come le usi, puoi utilizzarle per parare i colpi e se non vuoi ferire usi il lato dell’impugnatura- precisò Leo.
-Ma allora tanto vale non avere proprio le lame!- Disse Raph.
 
-A me piace anche come vanno impugnate ed i movimenti che puoi fare, mi piacerebbe provare quel percorso con le
 
candele. Le arti marziali mi piacciono perché sono eleganti ed aiutano a raggiungere l’equilibrio interiore. Impari ad usare
 
la forza senza farti travolgere dalla rabbia e dalle passioni- Replicò la Niana.
 
-Credo che presto potrai fare il percorso delle candele senza grossi problemi, Astrid- commentò Leo benevolo.
 
P.S. Ciao a tutti!
Primo momento romantico, è fantascienza sì, ma fantascienza “rosa” la mia :-), ovviamente qui siamo ancora (per ora) ad un rating verde….
 
Quindi, Donnie ha una cotta, ma era abbastanza prevedibile del resto lui ed i suoi fratelli in questa storia hanno circa ventisei anni…chiusi da sempre nelle fogne senza una fidanzata…capita una bella lucertolina…non possono essere insensibli…anche se Astrid è davvero imbranatella!
 
Grazie di cuore alle mitiche HellenBach, Fantasy Heart e I LOVE RAPH.
Grazie a voi lettori silenziosi.
 

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Capitolo 7
*** Non hai fegato lucertolina! ***


Era passata una settimana ed i pochi elementi scoperti da Donnie non erano sufficienti per trovare  Bishop, allora Astrid si
 
dedicò di più alle arti marziali. Avrebbe preferito non essere parte di nessuna missione, sarebbe stata così felice di rimanere
 
lì sulla Terra con i suoi nuovi amici.  Stava sacrificando la sua vita per un popolo che l’aveva tenuta segregata a studiare e
 
l’aveva cresciuta come un animale da macello. Poteva esserci lei su quella capsula che si era schiantata al suolo nel
 
porto di New York.
 
 
Durante gli ultimi allenamenti tutti l’avevano battuta, mancava che lo facesse solo April, anzi Astrid si immaginava
 
atterrata anche dalla piccola Eva di un anno. Nonostante i suoi geni testati come perfetti, l’imprinting delle arti marziali
 
terrestri, le informazioni di Donnie, Raph e  Mikey non era in grado di combattere a dovere. Le tartarughe c’erano anche
 
andate leggere. Se doveva fare i movimenti da sola era aggraziata ed agile, ma una volta che si trovavo davanti un vero
 
avversario se la faceva sotto e rispondeva in modo meccanico agli attacchi, come un essere privo di elasticità
 
mentale. Mikey riassumeva il problema in:
 
-Sei troppo dolce e buona per picchiare qualcuno-
 
Tradotto da Raph era:
            – Non hai fegato lucertolina!-
 
Leo invece pensava che fosse solo questione di tempo e pratica.  Mentre Donnie e Splinter avevano una teoria molto più
 
complessa sul perché fosse tremendamente inetta nel combattimento. 
 
-Credo che l’unico modo perché Astrid riesca a equilibrare mente e corpo sia quello più traumatico, deve venire con
 
voi stasera per New York, deve trovarsi in una situazione in cui non ci sia scelta se non usare le proprie capacità-
 
-Dici davvero Splinter?! Ma è fantastico!... O dovrei preoccuparmi?-
 
Astrid si guardò intorno aspettando commenti.
 
-Non preoccuparti, ci saremo noi a proteggerti!- Disse Donnie.
 
Quella sera seguì le tartarughe sui tetti di New York con l’ausilio della cintura. Era veramente divertente saltare nell’aria
 
fresca della notte. Guardando il cielo stellato riconobbe la costellazione di Orione e le venne di pensare al lontanissimo Ni.
 
Ma non le mancavano poi così tanto i Niani, in realtà non li aveva realmente conosciuti, l’avevano sempre trattata con
 
freddezza e non le era mai stato rivelato chi fossero i suoi genitori.  La scusa era sempre la solita: lei, il numero 3, aveva
 
una missione e non poteva avere distrazioni.
 
 
Mentre si scervellava per capire la mentalità del suo popolo, sentì un gran botto. Si fermarono tutti e cinque sulla cima di
 
un palazzo. Nel vicolo sottostante un gruppetto di brutti ceffi avevano spaccato una vetrina di un negozio di elettronica e
 
facevano man bassa.
 
-Allora… Raph e Astrid andranno da soli ad affrontare la situazione, noi aspettiamo qui- disse Leo.
-Ma se mandi Raph i ladri scapperanno subito per quanto è brutto!- Rise Mikey.
-Per una volta hai ragione! Andrò io!- Disse Donnie e trascinò Astrid per un braccio senza dare il tempo a nessuno di replicare.
 
-Ma che gli è preso a Donnie?- disse Mikey.
-Non lo indovini?- Replicò Raph.
-Si è preso proprio una bella cotta, speriamo che non finisca troppo male- sospirò Leo.
-Bé… c’è da capirlo, è proprio bella- disse Mikey con gli occhi a forma di cuore.
-E’ un po’ sbiaditina per i miei gusti. Ma non è male- commentò Raph.
-Ragazzi ricordatevi che tra poco se ne andrà su Marte, non credo ci sia molto spazio per noi nei suoi pensieri. Povero Donnie…-
 
In pochi secondi Astrid si trovò di fronte a quei malviventi. Grazie al ciondolo di Enerzon indossava una tuta nera da ninja
 
che lasciava scoperti solo gli occhi, ma non aveva armi.
 
Entrambi si erano messi di proposito in vista per dar modo ai malviventi di provare almeno a difendersi e cominciare un
 
combattimento che avrebbe impegnato Astrid.
 
-Ma guarda un po’, chi sono quelli? -Disse uno dei ladri con un grosso televisore in mano.
-Uno di loro sembra una… una tartaruga, non sarà mica vera la leggenda delle tartarughe di New York?- Rispose un altro che appoggiava uno stereo in un furgoncino.
 
Il più giovane di tutti e smilzo non ci pensò due volte, se la dette a gambe, sembrava fuggisse da un incendio. Un omone
 
grosso e con i capelli a spazzola uscì dalla vetrina in pezzi accingendosi a combattere e disse:
 
             -Voi prendete la tartaruga, del pidocchio nero me ne occupo io-
-Ma sono alta quasi un metro e settanta, non sono un pidocchio! Tu piuttosto umano troppo cresciuto fatti avanti!–
Disse Astrid con rabbia.
 
-Ah ma sei una donna! Sara ancora più divertente schiacciarti!-
 
L’omone caricò verso di lei, ma era troppo goffo, Astrid lo scansò facilmente e non osava attaccarlo. Intanto Donnie aveva
 
atterrato i due in pochi secondi e la osservava pronto ad intervenire.
 
 
La Niana continuava ad evitare i pugni, aveva deciso di sfinire di fatica il suo avversario perché non aveva il coraggio di
 
colpirlo, come diceva Raph non aveva fegato. Mentre l’omone riprendeva fiato Astrid si girò a guardare Donnie che a sua
 
volta la osservava divertito, tanto che non si era accorto che i due dietro di lui si erano rialzati ed uno aveva impugnato un
 
coltello. Quando Astrid vide la lama lucente verso Donnie non capì più nulla, spuntarono le scaglie, la coda e gli aculei
 
dilaniarono la stoffa che le copriva la testa. Con un balzo arrivò all’uomo armato, lo disarmò e lo mise a terra con un paio
 
di calci piazzati. Donnie si era fatto da parte e gli altri due si ritrovarono davanti una lucertola argentea, spinosa, incazzata
 
nera. Fuggirono atterriti trascinando via il loro compare svenuto.
 
-Molto bene Astrid! Sapevo che avresti reagito se io fossi stato in pericolo- disse Donnie.
-Vuoi dire che avevi visto quei due dietro di te?-
-Certo è ovvio, sono un ninja ricordi? Non uso solo la vista, ma anche tutti gli altri sensi, li avevo percepiti-
-E hai rischiato di farti accoltellare per me?-
-Questo e altro per te- disse Mikey che li aveva raggiunti. In un lampo arrivarono anche gli altri due.
 
-Bene Astrid, hai finalmente tirato fuori la grinta -disse Leo compiaciuto e aggiunse -anche
 
se questi poveretti erano fin troppo facili da stendere. La prossima prova sarà con qualcuno di più
 
tosto, pensi di poter sfidare uno di noi impegnandoti veramente? Non ci sono rimasti tanti altri ninja
 
in questa città-
 
- Non lo so Leo, ammetto però che è più facile di quanto pensassi…-
-Guarda cocca che noi siamo molto in gamba, non credo che sarà facile per te metterci KO. Fino ad ora ci siamo andati piano- disse Raph con il suo solito sorriso beffardo.
 
-Va bene, allora comincerò da te… mister Raph so tutto io!- Replicò in tono di sfida, era ancora in assetto di guerra.
-Mister Raph? Ahahahah questo è troppo ahahah- Mikey si mise a ridere sguaiatamente.
-Non qui, rientriamo, ne riparliamo domani- disse il saggio Leo.
 
Arrivati al rifugio ognuno si avviò verso la propria stanza. Quella di Astrid era tra quella di Raph e Donnie. La tartaruga in
 
viola le diede la buona notte con bacio sulla fronte.
           
            -Sei stata bravissima stasera- e sparì dietro la porta.
 
Raph invece era appoggiato  al muro e la fissava.
 
            -Niente male lucertolina, niente male, ma domani te la vedrai con me- sorrise, si avvicinò, le tirò una pacca sulla
 
spalla e anche lui si ritirò. Era proprio un bel tipo, così forte e con quegli occhi verde smeraldo. Poi Astrid ripensò a
 
Donnie.
 -…ma i baci sulla fronte si danno ai bambini…è questo che pensa di me?-
 
La mattina non tardò ad arrivare. Stavolta Astrid era un po’ preoccupata, aveva lanciato la sfida a Raph con molta
 
spavalderia e lui era davvero tosto, forse il più forte fisicamente dei quattro, poteva sperare che fosse il meno agile.
 
Fece colazione con cereali e latte di soia, non aveva avuto ancora il coraggio di provare il latte normale, anche se quel caro
 
amico di Donnie le aveva procurato, tramite April, il latte ad alta digeribilità per cominciare.
 
Appena arrivarono anche gli altri la tranquillità finì, era incredibile come Raph e Mikey si stuzzicassero a vicenda e
 
volessero stare per forza seduti vicino alla Niana, tanto che Donnie, che era alla sua destra, si spostò per far contenti i due
 
poppanti.
 
-Vedrai come ci divertiremo tra poco Astrid!-
-Non farle troppo male scimmione- la difendeva Mikey.
-No, non devi essere troppo tenero, voglio un combattimento serio altrimenti non sarò in grado di impegnarmi-
-Tranquilla! Ho visto come ti muovi adesso, non voglio certo farmi atterrare da te- rispose Raph in tono di sfida.
 
Arrivò Splinter e fu subito informato dei nuovi risvolti.
 
-Bene, dopo qualche esercizio di riscaldamento vedremo un confronto tra Astrid e Raph, stavolta con più convinzione da parte di Astrid, spero-
 
-Sì Splinter, penso di essermi sbloccata-
 
Finita la colazione aspettarono un po’ prima di cominciare, non faceva bene combattere con la colazione sullo stomaco e
 
forse temevano che Astrid si sentisse male di nuovo.
 
Dopo un’oretta di TV e videogames con quel giocherellone di Mikey, Splinter li riunì nel dojo. Cominiciarono con esercizi
 
di scioltezza. Donnie regalò una bokken, un spada di legno, ad Astrid. L’aveva realizzata lui stesso per lei perché si
 
esercitasse nei movimenti base con le armi.
 
Dopo un’ora o poco più Splinter decise che era il momento. I due sfidanti si portarono uno di fronte all’altro, senza armi e
 
senza cintura Enerzonica. Raph era serio ed Astrid aveva una nota di sfida sul viso pallido.  Ad un tratto Splinter disse:
-Hajimè!-
 
Il combattimento era cominciato, visto che la Niana non attaccava cominciò Raph con una serie di calci molto ben eseguiti
 
per fare un po’ di scena, Astrid li scansò prontamente e cercò di colpirlo con un pugno, ma era sempre poco convinta. Al
 
che Mikey la incitava:
 
-Colpiscilo! Tranquilla è una testa di legno!!-
 
Raph inesorabile andava avanti, era molto meno “gentile” del solito, tanto che alla fine la colpì facendola rovinare a terra.
 
Ma non fece nessun gesto caritatevole, disse soltanto:
 
-Avanti alzati ti ho preso di striscio, coraggio! Non puoi sempre subire!-
 
-Subire? –
 
Aveva detto la parola magica. Astrid si rialzò e cominciò ad attaccarlo con rinnovata grinta, preso alla sprovvista non
 
schivò un pugno, non cadde a terra, ma rimase un attimo interdetto e la guancia arrossata.
 
- Allora va bene così?- disse Astrid ma in realtà pensava -Scusami!-
            -Sì ottimo! Ma non mi farò più sorprendere-
 
Il combattimento continuò quasi alla pari, era riuscita a colpirlo leggermente un altro paio di volte, lui la attaccava, ma
 
tratteneva la forza, riteneva che l’avversaria fosse ancora troppo debole fisicamente. Ma forse ancora la sottovalutava.
 
Astrid con un calcio mirato alla testa fece abbassare Raph e facendo leva proprio su una spalla di lui, gli saltò dietro la
 
schiena, si girò rapidissima, affondò un pugno, gli bloccò le gambe e lo fece cadere.
 
-Finalmente dopo giorni e giorni!- Festeggiò Astrid.
-Jimè!- disse Splinter facendo terminare il combattimento.
 
Mikey le andò incontro e l’abbracciò.
 
-Fantastica, fantastica! Bello quel salto per fregare Raph!-
-Molto bene Astrid. E molto bene anche tu Raph, hai controllato la forza e hai usato più precisione proprio come ti avevo chiesto-
 
Raph faceva lo spaccone con lei solo per spronarla, in realtà era stato molto attento a non farle troppo del male.
 
- La lucertolina picchia! …quando vuole - sorrideva benevolo.
 
Continuarono con gli esercizi senza più combattimenti. Alla fine Astrid era stanchissima, la fecero andare alla doccia per
 
prima, appena finito si rimise subito la cintura, avrebbe recuperato più in  fretta per essere pronta per gli esercizi del
 
pomeriggio.
 
Mentre Mikey preparava il pranzo, Astrid sedette alla tv, non le dispiaceva, in fondo l’aveva fatto tutta la vita, poi i
 
programmi terrestri erano tutto meno che educativi, un po’ di stupidità riposava la mente.
 
Raph si avvicinò e sedette accanto a lei.
 
-Sei stata molto brava stamattina, non è facile mettermi al tappeto-
-Dai non ti credo, sei stato troppo buono con me-
-Non è vero, ammetto che ho trattenuto la forza, ma colpirti non è affatto facile, sei molto agile e stavolta sembrava che tu lo facessi da anni-
 
-E’ vero, l’imprinting è così, impari le cose quasi come se tu le avessi sempre fatte, il problema e che noi Niani non siamo violenti e non è nella mia natura combattere fisicamente, però quando hai detto che subivo non ci ho visto più-
 
-L’ho detto per farti arrabbiare, me lo ha suggerito Donnie che avrebbe funzionato-
-Donnie mi conosce meglio di me stessa…-
-Sembra proprio di sì-
 
Raph voleva dirle qualcosa ma evidentemente non gli venivano le parole giuste.
 
-Senti…ma tu, ecco…hai lasciato qualcuno su Ni? Intendo qualcuno a te vicino…insomma
 
anche voi avete…fate…- si era un attimo impantanato nei discorsi.
 
-Dici un compagno, un fidanzato?-
-Ehm sì… esattamente-
-No Raph, cioè…anche noi abbiamo due sessi diversi, però non potevo avere un partner prima della missione.
 
Invece credo che una volta arrivata su Terra mi avessero assegnato il numero 1, ritengo che sia un maschio, avrebbe molto
 
senso. Probabilmente ci hanno mandato qui  a coppie, non è un caso…cominciò a pensare che la fusione venga usata
 
soprattutto con il futuro partner-
 
Raph fece un’espressione strana  e si tirò una botta in testa.
 
-Che ti prende? Cosa ho detto?-
-No nulla…mi sono dimenticato la doccia aperta, scusa devo andare- Raph sparì in un secondo.
-Ma che doccia e doccia! Ha preso un granchio… ecco cosa!- Disse Mikey che aveva ascoltato da dietro la conversazione-
 
-Scusa ma che vuoi dire?-
-Che ha perso una grossa occasione con te…avreste potuto fare la fusione ma lui si è rifiutato…ma io sono disponibile se vuoi un fidanzato molto bello e simpatico-
-Ma smettila Mikey, lo sappiamo che non sono il tuo tipo-
-Se vuoi mi sacrifico volentieri– disse scivolando con la testa sopra le ginocchia di Astrid e la guardò sbattendo gli
 
occhi. Lei non lo prese sul serio nemmeno un secondo e cominciò a fargli il solletico, sapeva che ne soffriva, rotolò in terra
 
ridendo.
 
-Ahahah… comunque è pronto! Ti ho fatto il ramen, ho visto che lo mangiavi con gli occhi la prima volta che sei venuta!-
 
Mikey era il miglior amico del mondo. Gli stampò un bacio sulla guancia e corse in cucina. Leo aveva visto tutto da
 
lontano e scuoteva la testa.
 
 
Il pomeriggio fu di nuovo molto intenso, l’equilibrio era il tema principale, ma certo senza cintura Enerzonica era dura.
 
Splinter sosteneva che con la pace interiore, la concentrazione ed il controllo del respiro, Astrid sarebbe stata in grado di
 
camminare su una corda senza nessun aiuto. Tutte e quattro le tartarughe le fecero vedere quanto fossero brave saltandoci
 
sopra, Mikey poi sembrava scappato da un circo. Quando toccò ad Astrid commentò:
 
-Certo è alto…non sarebbe bastata un metro da terra?  Ma no, altrimenti era troppo facile…-
 
Il cuore le batteva forte e non riusciva a rallentarlo.
 
-Respira profondamente Astrid, tu non sei su una corda, sei in mezzo ad un prato fiorito, sai di cosa parlo vero?-
-Hai! sensei!-
-Pensa al vento leggero, non ti scuote, ti culla, tu sei leggera come una farfalla, così, brava, muoviti con ritmo costante, senti la vibrazione sotto i tuoi piedi-
 
Splinter era veramente un gran sensei, Astrid era arrivata a metà percorso senza nemmeno accorgersene, solo che poi le
 
venne in mente una landa desolata, un’immagine di Ni che aveva visto da piccola, perse l’equilibrio e cadde. Donnie fu
 
subito lì a prenderla al volo. Ma la cosa le dette fastidio, l’aveva afferrata e la teneva in braccio in un modo che le dava sui
 
nervi, non voleva essere salvata, non era una bambina imbranata e si divincolò alterata. Donnie sul momento non capì, ma
 
Splinter disse:
-Non potrai sempre essere lì a salvarla. Astrid, la prossima volta, se proprio non riesci ad afferrare la corda, cadi molleggiando sulle gambe e rotola-
-Hai! Sensei! Posso riprovare?-
-Riproverai finché non riesci. Ce la puoi fare. Voi altri esercitatevi sulle canne di bambù-
 
L’esercizio che facevano le tartarughe era ancora più complicato, la corda era una sciocchezza in confronto, ma senza
 
superare quella prova Astrid non avrebbe mai potuto nemmeno sperare di stare in equilibrio sui bambù.
 
Dopo ben tre tentativi falliti arrivò alla fine, non ci poteva credere. Anche in quel caso era la paura che l’aveva bloccata.
 
Dentro di sé si chiedeva:
 
            -Perché non mi hanno privato della paura come di tutto il resto?-
 
Domanda retorica, in realtà si era abbastanza convinta che non era possibile privare qualcuno completamente dei sentimenti
 
e dell’emotività, anche con le più avanzate tecniche biomolecolari Niane.
 
Quella sera Astrid era davvero stanca e non andò con le tartarughe a spasso per New York, ma decise che per quella notte
 
non avrebbe tenuto la cintura. Aveva fatto molti miglioramenti, la sua respirazione si stava regolarizzando, non si stancava
 
più come prima, il suo sistema respiratorio era fatto proprio ad hoc perché si adattasse a molti tipi di atmosfera contenenti
 
ossigeno. Si addormentò appena sdraiata sul letto.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Finalmente Astrid si è sbloccata, potrà diventare una kunoichi!
 
Raph ha provato a fare il provolone ma Astrid è troppo immatura per capire o magari non è attirata dal fascino del bel tenebroso chissà…e che dire di Mikey? In realtà ci ha provato anche lui anche se in modo scherzoso…Leo invece tiene le distanze è il più saggio, ricorda bene che Astrid deve andare su Marte…ed il numero 1 è un ragazzo? E’ il futuro fidanzato di Astrid?
 
Come sempre un ringraziamento speciale a HellenBach, Fantasy Heart e I LOVE RAPH per le loro fantastiche recensioni, sono troppo divertenti!
Ringrazio tutti voi che mi state seguendo!
 

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Capitolo 8
*** Fine dell'idillio si torna alla dura realtà ***


Riassunto puntate precedenti: Astrid  sta imparando finalmente  a lottare, ma si trova anche ad affrontare sia le sue emozioni, sia quelle dei terrestri: Raph, Mikey e soprattutto Donnie hanno mostrato interesse per lei. Ma la sua missione primaria è trovare i prescelti, a partire dal misterioso numero 1 che  forse è stato catturato da Bishop. Ma dove si trova al momento l’agente Bishop?
 
 
Erano passati diversi giorni ed Astrid stava migliorando nettamente, aveva più autocontrollo, si sentiva molto più forte e
 
voleva assolutamente seguire le tartarughe nelle loro scorribande. Stargli dietro era ancora troppo difficile, per cui
 
utilizzava spesso la cintura Enerzonica, ci sarebbe voluto più tempo per sviluppare il fiato, anche se con i suoi geni “quasi”
 
perfetti si adattava a tutto molto in fretta.
 
Quella mattina Astrid notò che Donnie non era in cucina, avevano finito tutti di fare colazione ma lui non si era ancora fatto
 
vivo. Decise di andarlo a trovare nel laboratorio. Lo trovò addormentato sul suo portatile.
 
-Donnie? Sveglia! Cosa fai qui? E’ mattina, abbiamo gli allenamenti-
 
La tartaruga alzò la testa, aveva i segni della tastiera su una guancia e sembrava che sognasse ancora.
 
-Mfm…Bishop! Oh Astrid buongiorno…arrivo…-
 
Osservò lo schermo del computer con gli occhi stanchi, ad un certo punto il suo sguardo mutò.
 
-Che c’è Donnie, hai trovato Bishop?-
-Credo di sì!-
-Prima vieni a fare colazione e poi mi racconti tutto-
-Ma non c’è tempo dobbiamo…-
-Invece si c’è tutto il tempo, io non ho fretta, prima ti riprendi, ti riposi e poi escogitiamo un piano. Hai fretta di liberarti di me?-
 
-No…ma non sei preoccupata per il numero 1?
-A quest’ora sarà sicuramente morto…- replicò seria.
-A volte sei incredibilmente fredda…non ti dispiace per lui?-
 
-Occorre un piano ben congegnato, non posso agire d’istinto. Su… vieni a fare colazione, mi servi lucido, non
 
voglio rischiare la vostra vita, anzi dovrei andare da sola. Vediamo se la piantina del laboratorio di Bishop è on line, così
 
vedremo come devo muovermi e …-
 
-Non se ne parla nemmeno, non ti mando lì da sola. Comunque non ho trovato informazioni così dettagliate, ma
 
deve esserci una base segreta sotterranea poco fuori New York, in un luogo apparentemente molto tranquillo ed
 
insospettabile vicino a West Milford nel Wawayanda State park –
 
-Come hai fatto a scoprirlo?-
 
-Sono entrato nel sistema della Earth Protection Force e anche se non ho trovato molto c’è uno strano via vai di
 
mezzi pesanti e rifornimenti verso quella zona. Stavo notando ora che nei giorni dopo il tuo arrivo c’è stato un trasporto
 
speciale e il contenuto esatto del camion non figura da nessuna parte, è a dir poco sospetto-
 
-Donnie sei geniale!-
-Sapevo che prima o poi avrei trovato Bishop, non lascia mai veramente New York, è troppo ricca di strani
 
avvenimenti, mutanti, alieni e oggetti non identificati, per lui sono il pane quotidiano. Senza contare che non può stare
 
senza di noi- disse Donnie sarcastico.
 
-Se non abbiamo la piantina devo avvicinarmi, ci penserà la cintura a tracciarla, può rilevare oggetti attraverso i muri ed arriva a più di un chilometro sotto terra-
 
-Ok allora io e te andiamo a fare una gita nel parco. Poi con tutti i dati discutiamo un piano di attacco per recuperare la capsula ed il numero 1-
 
-Ma prima la colazione, non si fa il genio ninja a stomaco vuoto-
-Questa affermazione è discutibilissima, ma in effetti ho fame!- Disse Donnie divertito.
 
Decisero di fare i turisti e di prendere la moto di Raph, il quale biascicò qualche frase di biasimo ma li lasciò andare.
 
Donnie aveva una tuta da motociclista che mascherava le sue forme, ma lo faceva apparire piuttosto in carne. Il ciondolo di
 
Enerzon diede forma ad una tuta per moto da donna ed un casco completamente neri, le piaceva quel colore, forse perchè
 
era molto bianca.
 
Purtroppo il luogo dove si trovava la base segreta di Bishop non era certo a due passi, ci misero quasi due ore. Si fermarono
 
molto distanti per non destare sospetti e si avvicinarono a piedi. Astrid doveva sondare tutto il terreno circostante se voleva
 
avere la speranza di trovare qualche falla per potere entrare, ammesso che la base ci fosse davvero.
 
Arrivarono fino alla rete di protezione, era elettrificata. La Niana attivò lo scanner della cintura per la profondità.
 
-Donnie, la base c’è davvero ed  è enorme, è un chilometro di superficie su tre piani, due sotto terra-
 
 Da fuori era visibile una costruzione di un piano soltanto, sembrava un semplice magazzino.
 
-Hanno degli ascensori enormi che portano i macchinari nel sottosuolo, la base è in costruzione, stanno ancora scavando sotto terra-
 
-I sistemi di sicurezza?-
-Ho bloccato le telecamere su questo lato, altrimenti non mi sarei avvicinata, ma il terreno è minato, come fanno a far passare i camion?-
 
-Forse vengono disattivate quando passano i trasporti, guarda se hanno un sistema wireless-
-Hai ragione Donnie, ce l’hanno!-
-L’unico modo per entrare sono i trasporti. Ma una volta dentro?- Disse Donnie.
-Devo solo connettermi con la cintura nella stanza della sicurezza, ci penso io a non farci scoprire-
-Rilevi la capsula?- Aggiunse il genio.
-Non proprio, ma c’è un hangar molto grande, ci sono strani oggetti, ma non è facile distinguere da qui, sono proprio al secondo piano interrato e le pareti sono molto spesse.
 
-Il numero 1 dove sarà?-
-Sembra che nel primo piano interrato ci siano varie stanze, non so se è il dormitorio o i laboratori…aspetta…sono i laboratori, il numero 1 deve essere per forza lì, rilevo vari macchinari medici-
 
-Perfetto, credo che non sia il caso di restare oltre, torniamo al rifugio. Hai acquisito abbastanza informazioni?-
 
-Sì Donnie, tali da farvi un ologramma 3D abbastanza dettagliato, forse possiamo perfino riconoscere la capsula quando lo proietterò-
 
-Perfetto, andiamo, ci aspetta la pizza!- Disse Donnie ridendo, aveva capito che le piaceva mangiare ed apprezzava
 
molto il cibo italiano ed orientale.
 
-Ok stavolta la provo con la mozzarella! Mi sento coraggiosa-  
  
Erano di buon umore, avevano trovato Bishop, ora era solo questione di tempo, avrebbero avuto le risposte che cercavano.
 
Al ritorno Astrid apprezzò molto di più il viaggio in moto, Donnie non era spericolato, ma forse stava attento perché erano
 
in due. Alzò la visiera del casco, le piaceva il vento che le batteva in faccia, per lei era qualcosa di incredibile, non c’era
 
vento sulla stazione spaziale. Anche se era un fenomeno semplice l’affascinava tantissimo. Si guardava intorno in cerca di
 
flora e fauna locale. Passarono in mezzo a campi di girasoli e giunsero ad un bosco. Ad un certo punto un cerbiatto
 
attraversò la strada e dovettero scansarlo perché era rimasto immobile a fissarli. Lungo il viale si ergevano degli aceri
 
verdissimi ed il sole passava brizzolato attraverso le fronde, l’ombra di un grosso uccello passò rapida.
 
Osservare questi esseri viventi era davvero uno spettacolo per Astrid perché erano diversi da quelli di Ni, ma soprattutto gli
 
animali Niani non esistevano più da tempo, si erano estinti, nella stazione spaziale c’erano solo alcune piante e insetti
 
impollinatori nella zona deputata alla serra. Queste piante simili a cereali e legumi servivano per sfamare i pochi Niani che
 
non erano in stato di ibernazione e che si occupavano che tutto non andasse in malora. Invece il resto della popolazione era
 
ibernata e viveva con pochissimo perché i processi vitali erano molto rallentati, praticamente assenti. Per sdrammatizzare
 
Astrid pensava alla stazione come ad un enorme peschereccio pieno di merluzzi surgelati.
 
Mentre Astrid fantasticava, Donnie rifletteva su quell’abbraccio, lei eri praticamente incollata a lui ma il guscio non
 
permetteva un contatto vero e proprio, in quel lungo momento avrebbe preferito non essere una tartaruga.
 
Arrivarono a New York, erano quasi dispiaciuti che il viaggio fosse finito, ma entrarono nel rifugio senza commentare.
 
-Allora? La mia moto è tutta intera? Come è andata?- Chiese Raph.
-Certo Raph, è stato bellissimo, peccato che non eravamo lì per una gita di piacere- rispose Astrid.
-Avete le informazioni che cercavate? E’ quella la base di Bishop?- Chiese Leo.
-Ne dubitavi? E’ difficile che mi possa sbagliare- rispose Donnie e aggiunse -mentre tornavamo ho pensato ad un piano, Leo e Astrid seguitemi in laboratorio, dobbiamo visionare la struttura 3D della base-
 
Raph e Mikey si adagiarono sul divano con le braccia incrociate, non capivano perché erano stati esclusi, cominciarono a
 
lamentarsi, poi a litigare ed infine si misero a giocare ai video games. Dopo più di un’ora si affacciò Donnie.
 
-Ok ragazzi venite abbiamo anche bisogno di voi-
-Ma perché ora sì e prima no?- Chiese Mikey seccato.
-Perché non avreste avuto pazienza, c’erano parecchie immagini da visionare-
 
Entrati nel laboratorio si trovarono davanti un grosso ologramma della base segreta di Bishop.
 
-Che figo, sembra un videogioco del futuro!- Esclamò Mikey.
-Bene, ora che ci siete tutti vi spiegherò il piano- disse Leo.
-L’unico modo per entrare è nascondersi nei camion del rifornimento della base. Là arrivano anche i beni di prima
 necessità. Sappiamo chi li rifornisce e gli orari sono sempre i soliti, Astrid  e Donnie entreranno nel camion alla partenza-
 
-Come faranno? Anche quei camion sono ben sorvegliati, sicuramente faranno dei controlli- disse Raph.
 
-Non c’è problema perché i camion delle derrate alimentari partono da un normale ingrosso senza sapere la destinazione finale, vengono fermati, i camionisti vengono sostituiti dai militari e riprendono il tragitto-
 
-Ma ci saranno comunque dei controlli- affermò Mikey.
-Certamente, ma io indosserò la mia cintura Niana, ha un sistema schermante che rende ciechi tutti i tipi di rivelatori terrestri, non si accorgeranno di nulla-
 
-Una volta dentro- continuò Leo -Astrid e Donnie andranno nella stanza della sicurezza che si trova al piano terra, proprio qui- con il dito indicò un punto sull’ologramma- dove arrivano i camion, neutralizzeranno così il sistema di allarme ed il campo minato intorno alla base-
 
            -C’è un campo minato intorno alla base?- Starnazzò Mikey.
            -Sì, ma viene controllato da dentro, lo renderemo inoffensivo- lo tranquillizzò la Niana.
            -A quel punto sarà già notte ed io, Raph e Mikey potremo entrare indisturbati. Astrid cercherà il prescelto numero 1 nel primo piano interrato, mentre noi con Donnie procederemo verso l’hangar che si trova al secondo piano interrato-
           
            -Non sono tanto convinto che sia una buona idea -commentò Mikey, anche lui era superprotettivo nei confronti di Astrid.
            -Va bene così, ho già discusso con Leo e Donnie prima. Con la mia cintura sono molto avvantaggiata, sarà facile per
 
me, a quel piano c’è solo l’infermeria, invece voi andrete in un punto caldo della base. Sicuramente Bishop tiene molti
 
oggetti particolari lì e sarà supersorvegliato…mi sento abbastanza in colpa già ad avervi coinvolti così-
 
            -Non preoccuparti Astrid, ci prendiamo gusto a mandare in fumo i piani all’agente Bishop- commentò Raph che non vedeva l’ora di cominciare.
 
            -Ok ok, stavo dicendo, per nostra fortuna ci sono delle scale che portano in tutto l’edificio che sono accessibili solo
 
in caso di incendio, Donnie le aprirà  per noi e ci muoveremo quasi indisturbati nella base. Nell’hangar ci dovrebbe essere
 
la capsula del numero 1. Nell’ologramma si vede chiaramente questo oggetto a forma di uovo dai contorni seghettati e le
 
proporzioni in scala sembrano confermare che è identico a quello di Astrid.-
 
            - Ma una volta dentro come faremo ad uscire e portare via l’uovo?- Disse Mikey per semplificare.
            -L’uovo? Che uovo? Ah si la capsula! Pensi sempre al cibo!- Ribatté Leo -dovremo creare un diversivo, appiccheremo un incendio, nel mentre Astrid o Donnie cercheranno di mettere in funzione la capsula-
            -L’uovo?-
            -Insomma Mikey, chiamala capsula per favore! Cosa stavo dicendo? Ah sì la capsula, in caso non fosse possibile
 
farla funzionare la potremo trasportare in superficie, ci sono almeno due ascensori enormi che possono contenere anche una
 
delle ruspe che si trovano nell’hangar. Mentre Bishop ed i suoi saranno intenti a domare l’incendio noi ce ne andremo di lì
 
senza troppi complimenti-
 
            -Ma non sarà pericoloso appiccare il fuoco?- Domandò Mikey.
            -Se vi viene in mente un qualsiasi altro diversivo parlate, a noi non è venuto- commentò Donnie. Era deciso, dovevano agire proprio quella notte.
 
P.S. Ciao a tutti!
Finalmente una missione!  Ma l’azione vera è propria sarà nel prossimo capitolo.
 
Donnie fa finta di nulla, sta lasciando ad Astrid la libertà di capire…e poi è uno scienziato, pensa troppo …ecco perché quando ne ha avuto la possibilità non l’ ha baciata (I LOVE RAPH mi ha fatto notare giustamente che è stato proprio scemo!) XD
 
Grazie alle mie recensitrici di fiducia HellenBach, Fantasy Heart, I LOVE RAPH e la new entry  Ayumi Edogawa!
Grazie a tutti voi che mi seguite, che bello! State aumentando ^-^
 

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Capitolo 9
*** Il numero 1, l'ingegnere, la mente della missione ***


La prima parte del piano era molto semplice, il magazzino che riforniva la base di Bishop non era sorvegliato e con le loro
 
movenze da ninja Astrid e la tartaruga in viola entrarono in un camion di alimenti già pronto per partire. La Niana non poté
 
trattenersi dal raccogliere campioni di DNA per i suoi piani di colonizzazione su Marte; intorno a loro c’erano derrate
 
alimentari di tutti i tipi ed avevano tutto il tempo. Intanto da lontano le altre tartarughe li avrebbero seguiti a distanza sul
 
tartacarro, la cintura Niana faceva da segnalatore.
 
 
Ci fu il primo posto di blocco, il camion fu circondato dai militari, aprirono gli sportelloni del mezzo, ma i due ninja erano
 
ben nascosti dietro i bancali. Usarono gli scanner ad infrarossi per vedere se il camion fosse veramente vuoto ed anche i
 
rilevatori di metalli per eventuali ordigni. Non rilevarono alcuna traccia perchè la cintura schermava qualsiasi tipo di sonda.
 
Donnie e Astrid erano praticamente abbracciati per essere sicuri che la schermatura coprisse entrambi. Fu in quel momento
 
che la Niana si rese conto della fisicità di Donnie, aveva un corpo asciutto e muscoloso allo stesso tempo. Nonostante fosse
 
un rettile era molto caldo, doveva essere omeotermo come i mammiferi e gli stessi Niani. Dal canto suo Donnie aveva
 
notato la fisicità di lei da tempo, infatti cercava in tutti i modi di non sfiorare punti imbarazzanti, per fortuna ci pensava il
 
suo guscio ad isolarlo, ma aveva il viso di lei appoggiato sul suo petto e sfiorava la pelle del collo. Avrebbe voluto che il
 
tempo non finisse mai. Ma i militari finirono la perlustrazione, il camion ripartì e Astrid si staccò da lui.
 
 
Dopo poco ci fu un secondo blocco che Donnie non aveva previsto, per un attimo i loro cuori si fermarono, temevano che i
 
militari sarebbero entrati a perlustrare di persona l’interno, tutto il piano sarebbe fallito in partenza.
 
            -Allora George hai finito? L’hanno già controllato questo camion, possibile che tu sia il solito pignolo bastardo, su muoviti siamo in ritardo!-
 
Astrid e Donnie si tenevano stretti l’uno all’altro senza respirare. Il militare era entrato e voleva davvero passare in
 
rassegna i bancali, ma sentendo il collega che si lamentava tornò indietro. I due ninja poterono finalmente rilassarsi. Il
 
camion ripartì senza incidenti.
 
            -Tutto ok Astrid?-
            -Sì Donnie…in caso si fosse avvicinato ulteriormente, avrei usato l’ologramma della cintura, ma se si fosse avvicinato troppo si sarebbe accorto che qualcosa non andava-
            -Lo so…tranquilla ora andrà tutto bene-
 
Il viaggio sembrava non finire mai, Astrid era rimasta per tutto il tempo abbracciata a Donnie, il quale non era mai stato
 
così felice di essere in missione.
 
 
Ci fu un’altra fermata, il camion era arrivato di fronte al cancello della base, pochi minuti e sarebbero potuti uscire. Una
 
volta parcheggiato il mezzo, era opportuno sgusciare fuori senza farsi vedere dai conducenti che dovevano assolutamente 
 
ripartire, altrimenti sarebbe stato sospetto se il camion non avesse lasciato nuovamente la base.
 
            -Stanno per aprire, sei pronta?-
 
Lei annuì silenziosa. I militari aprirono il camion e  cominciarono a scaricare i prodotti, occorreva un diversivo. Astrid creò
 
un ologramma a forma di serpente per spaventarli ed avere il tempo di sgattaiolare fuori. Era talmente credibile che i due
 
uomini che scaricavano erano corsi a prendere le armi per uccidere il rettile virtuale. Era il momento ideale, Donnie ed
 
Astrid furono fuori dal camion in un lampo e trovarono un angolo al buio dietro a delle casse.
 
            -Dove è andato quel fottuto rettile?-
Non sapevano che ne avevano ben due alle spalle belli grossi che li osservavano.
            -Non lo vedo, deve essere uscito, passano bene anche sotto le porte-
 
Finito di scaricare, i due militari ripartirono, era il momento ideale per arrivare alla cabina della sicurezza. All’interno gli
 
ufficiali erano intenti a parlare del risultato della partita e a mangiare ciambelle. La porta era aperta, non fecero in tempo a
 
realizzare, Donnie entrò e con rapidità li toccò in particolari punti di pressione e svennero, avrebbero dormito fino all’alba.
 
Finalmente arrivò il segnale, Leo, Raph e Mikey saltarono la rete e fiduciosi attraversarono il campo minato che era ormai
 
inoffensivo. Arrivati ad una porta secondaria entrarono e trovarono svenuti a terra e legati alcuni militari, Donnie ed Astrid
 
avevano fatto un lavoro pulito.
 
            -Da questa parte ragazzi, ho sbloccato le scale antincendio, faremo scattare l’allarme in un secondo momento quando avremo appiccato il fuoco, avete il combustibile con voi, vero?-
 
            -Sì Donnie tranquillo, non dovrebbe fare troppi danni, non è molto- rispose Leo.
            -Dov’è Astrid?- chiese Mikey- L’hai davvero mandata da sola?-
            -Non preoccuparti ci sono poche guardie nel piano dell’ospedale, sembra invece che ci sia una strana riunione nel famoso hangar, è lì che dobbiamo andare, seguitemi-
 
Intanto Astrid aveva usato le scale antincendio per arrivare al primo piano interrato, prima di procedere cercò le due
 
guardie che dovevano essere di fronte alla porta per la zona ospedale. Purtroppo erano distanti e non sapeva come
 
immobilizzarli senza che avessero il tempo di far scattare l’allarme. Mentre rifletteva sul da farsi  ascoltò cosa stavano
 
dicendo con l’ausilio della super cintura Enerzonica.
 
            -Ti giuro che l’ho vista!-
            -Ma dai Jack solo gli stupidi ci credono-
            -Ero proprio in infermeria vicino a quell’alieno ed ho visto quella strana luce-
            -Smettila non esistono i fantasmi-
            -Non lo so se era un fantasma, dicono che quell’alieno materializza i sogni…era una donna pallida con i capelli azzurri e gli occhi color acciaio, ma quando mi sono avvicinata per toccarla è svanita-
 
Astrid capì subito, l’immagine era un ologramma, il numero 1 era vivo, forse delirava e aveva indosso la cintura. Decise di
 
assecondare le paure dei due militari, aprì la porta delle scale antincendio e si avviò verso di loro con le mani avanti come
 
aveva visto fare in un buffo film di fantasmi.  I due militari si presero un bello spavento.
 
            -Ma è lei, è la donna fantasma! Hai visto? Cosa ti avevo detto!-
            -Cosa facciamo ora?-
            -Non lo so…ma non è un problema…credo… non è reale, ti faccio vedere-
 
Si avvicinarono a lei, uno dei due fece per toccarla, ma Astrid in un attimo li mise entrambi fuori combattimento con pugni
 
e calci volanti, poi subito lì legò e raggiunse l’accesso dell’ospedale.  Vide che serviva una carta magnetica, ma con la
 
cintura sbloccò facilmente la porta ed entrò. Con il rilevatore di infrarossi cominciò a cercare il numero 1. Dopo un po’ che
 
vagava per i corridoi si rese conto che c’era un unico segnale dietro una porta a combinazione. Anche quella non fu un problema.
 
Trovò il numero 1, era in un lettino d’ospedale con la flebo. L’aspetto era quello di un bellissimo afroamericano, con lui il
 
Consiglio Scientifico non aveva sbagliato nulla. Si avvicinò.
 
            -Numero 1…sono numero 3, puoi sentirmi?
 
Il numero 1 aprì gli occhi, erano color acciaio come i suoi e risaltavano stupendi sulla pelle scura.
 
            -Astrid! Sei veramente tu…lo sapevo….mi hai trovato…hanno scelto bene…-
            -Come sai il mio nome-
            -Sono Nil…so tutto…la fusione…ora!- Parlava a fatica ma era stato chiarissimo.
 
Afferrò la sua mano e la connessione fu ancora più rapida e semplice che con i terrestri, ma durò poco, Nil era troppo
 
debole.
            -Va' ora …sai con chi sostituirmi, scappa di qui…promettimi che salverai la nostra gente…prometti!-
            -Te lo prometto Nil-
            -Lo sapevo che eri perfetta …Ast-
 
Non finì la frase, morì sotto lo sguardo impotente di Astrid. Ora che lo conosceva si abbandonò ad un pianto disperato,
 
doveva venire prima, doveva fare di più.
 
Quando riprese fiato provò a contattare le tartarughe, ma la ricetrasmittente non funzionava, era disturbata. Ad un tratto
 
scattò un assordante segnale antincendio, la seconda parte del piano era cominciata. Per fortuna arrivò Donnie trafelato.
 
            -Astrid presto ci hanno scoperto, devi venire…ma è il numero 1?-
            -Sì…si chiamava Nil…è morto-
            -Non possiamo fare nulla allora, vieni presto-
 
            -Non posso lasciarlo qui…aspetta-  ricontrollò i suoi valori vitali con la cintura, ma non c’era nulla da fare, era
 
morto, l’aveva aspettata fino alla fine. Alzò il lenzuolo, il fisico sembrava intatto, trovò la sua cintura, gliel’avevano
 
lasciata per tenerlo in vita. Dette il comando specifico e Nil si dissolse in tanti piccoli cristalli. Li raccolse e prese la cintura
 
con sé.
            -Adesso possiamo andare- disse con le lacrime agli occhi.
            -Abbiamo trovato la capsula di Nil, presto forse la possiamo far ripartire, non sembra tanto danneggiata…come è morto allora?-
            -Ti spiego tutto con calma dopo…-
 
Uscirono di corsa per raggiungere gli altri tre che si trovavano nell’ hangar dove era situata anche la capsula del numero 1, in quel momento se la stavano vedendo brutta con Bishop ed i suoi.
 
P.S. Ciao a tutti.
Come aveva immaginato Astrid,  Nil è un ragazzo, purtroppo è morto, ma non è stato Bishop ad ucciderlo, nel prossimo capitolo sarà tutto più chiaro e vi farò conoscere ancora meglio i Niani…è sì per me esistono…vivono ormai da un po’ di tempo nella mia testa bacata ;-P
 
Grazie alle stupende HellenBach, Fantasy Heart, I LOVE RAPH e Ayumi Edogawa
Grazie a tutti voi che mi seguite!
Un abbraccio enorme
Ally
 

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Capitolo 10
*** La tortuosa via d’accesso al cuore di Astrid ***


Astrid e Donnie correvano a perdifiato nella base, passarono per i corridoi che erano stranamente sgombri, evidentemente
 
tutti i militari erano dove si trovava la capsula. Presero le scale antincendio e arrivarono all’hangar dove le altre tre
 
tartarughe affrontavano il piccolo esercito dell’agente Bishop. Astrid bloccò Donnie sull’entrata.
 
            -Aspetta, indossa la cintura di Nil-
            -Ma non è adatta a me…-
            -Non preoccuparti adesso la so programmare, non sarà perfetta ma può andare, ti dirà lei cosa fare-
 
Donnie mise la cintura e si sentì subito energetico e pronto all’azione.
 
            -Ora possiamo andare-
 
Si fiondarono in mezzo alla lotta, Leo si difendeva alla meglio con Bishop, mentre gli altri due tenevano a bada una decina
 
di soldati. Alcuni militari erano intorno alla capsula ed altri cercavano di spegnere un incendio che avrebbe invaso tutto
 
l’hangar molto presto.
 
            -Donnie… pensa a Bishop, io devo recuperare la capsula-
 
Il genio in viola non era più lui, si muoveva in modo incredibilmente rapido, quasi sovrumano e il suo bo era come in
 
fiamme, si gettò su Bishop prima che colpisse Leo.
 
            -Donatello, che piacere ti sei unito a noi- Sibilò a denti stretti Bishop.
 
Ma non aveva niente da ridere, Donnie in quel momento era una furia e lo scagliò a terra senza fatica.
 
            -Ringrazia il fatto che sono troppo buono o ti avrei finito qui e subito-
 
Con un colpo violento alla testa lo lasciò a terra completamente stordito.
 
            -Wow! Datti una calmata, ma che hai fatto?!- Disse Leo che lo osservava incredulo.
 
            -Questa cintura è fantastica, sento una forza inesauribile, potrei conquistare il mondo-
 
            -Ho capito, è andato-
 
            -Ragazzi ci aiutate?- Urlò Mikey che scansava i laser di almeno tre o quattro soldati contemporaneamente.
 
Donnie con un balzo si buttò nella mischia e con il suo super-bo mise a terra tutti i soldati che aveva intorno. Leo e Raph
 
fecero il resto.
 
Intanto Astrid era intenta a recuperare la capsula, ormai era scatenata, i suoi aculei puntavano in tutte le direzioni, aveva
 
steso da sola almeno cinque soldati, era su tutte le furie, Nil era morto e doveva recuperare il suo mezzo a tutti i costi, forse
 
c’era ancora speranza per il suo popolo.
 
 
Arrivata alla capsula di Nil, il fuoco divampava inarrestabile e gli ultimi soldati rimasti scappavano per mettersi in salvo.
 
L’uovo argenteo la riconobbe e si aprì, entrò dentro e provò ad accendere il computer. Qualcosa non andava, come le aveva
 
“trasmesso” Nil era stata manomessa, non rispondeva bene ai comandi, rilevava errore a molti sistemi, Il numero 1 le aveva
 
passato molte  nozioni, ma erano incomplete e lei non era un ingegnere elettronico. Provò lo stesso ad aggiustarla. Nel
 
mentre le tartarughe l’avevano raggiunta, il fuoco ormai li circondava.
 
            -Astrid non c’è tempo, vieni fuori, dobbiamo andare- strillò Donnie fra le fiamme.
            -Non posso! Non posso lasciarla qui, è importante!-
 
Raph prese in mano la situazione, mise in moto una specie di ruspa, sollevò la capsula con Astrid dentro e sfondò una porta
 
dirigendosi verso un grosso ascensore, le altre tartarughe saltarono su. Entrarono dentro con tutto il mezzo, dovevano
 
arrivare in superficie prima che le fiamme gli togliessero il respiro. Il fumo però era dappertutto, stavano soffocando. Astrid
 
scese dalla capsula e guardò Donnie che capì subito.
 
            -Ragazzi venite qui vicino a noi, le cinture ci salveranno- disse Donnie. 
 
Raph, Leo e Mikey erano al centro, Astrid e Donnie li abbracciavano creando una specie di bolla d’aria che li proteggeva
 
dal fumo.
 
Finalmente l’ascensore arrivò in superficie, qui le fiamme non erano ancora arrivate, Raphael mise in moto la ruspa con
 
tutti sopra e trovò l’uscita nel suo stile, sfondando senza riguardo le mura che si ponevano davanti  al suo cammino. Una
 
volta fuori videro un elicottero nero notte che fuggiva lontano, l’agente Bishop se l’era cavata come sempre.
 
            -Caspita Donnie eri veramente figo- disse Mikey.
            -Bè è la cintura di Nil, mi ha dato una carica pazzesca, non è che posso tenerla?-
            -Mi spiace Donnie non puoi… mi serve, anzi te la devo togliere subito altrimenti potrebbe nuocerti…l’ho messa alla massima energia per facilitarti il compito...vedo che ha funzionato!-
 
Astrid si avvicinò a Donnie e gli tolse la cintura, la guardò dispiaciuto, avrebbe voluto tenerla ancora, ma non era salutare per lui.
            -Nil è il numero uno…immagino. Dov’è?- chiese Leo.
            -E’ morto…non ho fatto in tempo…è tutta colpa mia-
            -Non dire così Astrid, non sapevamo dove fosse Bishop, non è colpa tua-
            -Sì invece, avrei potuto fare di più, non ti ho aiutato granché nella ricerca, non volevo pensare alla missione, volevo stare con voi, mi sento in famiglia, non volevo lasciarvi e non volevo più questa responsabilità-
 
Cominciò a piangere, Donnie l’abbracciò subito cercando di consolarla.
 
Era ancora notte per cui si misero in viaggio con la ruspa ed il tartacarro, dovevano tornare nelle fogne prima che il sole
 
fosse alto nel cielo.
 
Una volta arrivati e messo al sicuro il mezzo di Nil, Astrid non disse una parola e si precipitò in camera sua. Voleva solo
 
piangere, era l’unica cosa che avrebbe potuto fare in quel momento. Nil era morto anche per colpa sua.
 
Dopo un’oretta Donnie bussò alla sua porta.
 
            -Astrid, posso entrare? Devo parlarti-
            -Entra pure Donnie-
 
Astrid aveva gli occhi cerchiati di rosso, ormai aveva finito tutte le lacrime.
 
            -Scusami…ma non ti posso vedere così, hai fatto quello che potevi. Non mi saresti stata di nessun aiuto nelle ricerche al computer, invece hai fatto bene a prepararti fisicamente, sei stata bravissima sembravi una superninja- la fece sorridere, era dolce e caro.
 
            -Inoltre penso che Nil non sia stato torturato, credo che tentassero di guarirlo, prima per avere informazioni e poi lo avrebbero dissezionato, infatti era ancora tutto intero…non credo che avremmo potuto fare niente per lui…ma come mai è morto?
 
            -Hanno manomesso il computer di bordo, non so come sia sopravvissuto fino ad ora, l’ibernazione non era perfetta,
 
lo hanno ucciso lentamente e la capsula doveva andare sul fondo del mare, dove non l’avremmo mai trovata…era stato
 
manomesso anche il segnalatore. Quando Nil è arrivato in prossimità di Terra ha preso coscienza e si è accorto che
 
qualcosa non andava e che stava morendo, ma non poteva fare molto se non schiantarsi sulla terra ferma, le capsule
 
possono reggere grandi urti. Voleva in qualche modo segnalarci che era arrivato perché se fosse caduta in mare non
 
l’avremmo più trovata-
 
            -Ma chi ha fatto questo, perché?-
            -Perché qualcuno nello Stato Supremo e nel Consiglio Scientifico non vuole andare su Marte, ci vuole troppo tempo…vogliono venire su Terra! Vogliono rendervi schiavi e governare anche su di voi-
 
            -Ma Nil come sapeva tutto questo? Non hai detto che vi tenevano segregati e non potevate parlare con nessuno-
 
            -A quanto pare solo io sono cresciuta praticamente da sola. Nil doveva essere la mente di tutta l’operazione, lo
 
hanno trattato quasi come un Niano normale, a parte il fatto che è il miglior esperimento riuscito. Doveva essere il nostro
 
leader, era probabilmente molto più veloce ad apprendere ed il fisicamente più dotato di noi. Anche se lui pensava che avrei
 
dovuto essere io il numero 1. Al contrario alcuni membri del Consiglio Scientifico volevano scartarmi perché sono troppo
 
emotiva, piuttosto pallida e poco terrestre.
 
Nil ci conosceva tutti, aveva seguito i nostri addestramenti e mi ha voluto a tutti i costi nel progetto…mi voleva pure come
 
compagna per la vita, avremmo dovuto fare una fusione appena ci saremmo ritrovati a New York…una versione particolare
 
che si fa con il proprio partner…quando ero al suo capezzale abbiamo avuto solo il tempo di una normale fusione…ora ho
 
tutte le informazioni che mi mancavano…so tutto degli altri prescelti-
 
            -Allora la fusione non è proprio la normalità per voi-
            -In realtà sì, solo che ci sono vari livelli, a me non hanno spiegato tutto quello che avrei dovuto sapere, ma ne sarei stata consapevole una volta fusa la mia mente con quella di Nil-
 
            -E sareste diventati come marito e moglie?-
            -Credo di si…ma l’idea non mi piace affatto…è  un innamoramento praticamente artificiale… un matrimonio combinato…mi vengono i brividi-
 
            -Ma la fusione avrebbe influito sul tuo giudizio?-
            -Forse solo in parte, perché comunque ho un buon livello psichico, mi sarei saputa difendere anche da un condizionamento,  credo…-
 
            -Quindi ne sei in grado anche tu?...Ci hai condizionati?
            -No non lo farei mai su di voi!-
            -Ma avresti potuto…-
            -Sì… avrei potuto-
            - E com’è che non l’ho capito, ho visto i tuoi pensieri-
            -Tu non lo potresti mai fare e quindi non hai riconosciuto la nozione-
            -Cos’altro non so fare e che non ho riconosciuto?-
            -Non lo so…e devi ancora assimilare molto…credo-
 
            -Tornando a Nil…quindi non sei innamorata di lui?-
            -Non credo…ma adesso che ho i suoi pensieri, sono molto triste per averlo perso e non sai che grosso problema è questo…ho bisogno di un ingegnere del materiale, meccanico ed elettronico e che sappia guidare la capsula-
 
            -Deve essere per forza Niano?-
            -Donnie …tu…non posso chiedertelo, non puoi venire su Marte con me-
            -Ma potrei ritornare sulla Terra quando è tutto funzionante-
            -Ti prego ci possono volere degli anni, non posso strapparti alla tua famiglia!-
            -Allora preferisci che la tua gente trovi il pianeta Marte ancora non abitabile e si dirigano sulla Terra?-
            -No…farò in modo che non succeda, forse il numero 2, Tianad, è sopravvissuta, anche lei si occupa dei macchinari,
anche se è più per la teoria, lei è una fisica prima di tutto, avrebbe dovuto affiancare Nil-
 
            -E se non fosse sopravvissuta? Mancano all’appello due prescelti-
            -Tre, sono tre…o meglio uno non è un semplice prescelto, è un controllore, un soldato di nome Beal…deve
 
osservare come vanno le cose e poi tornerà sulla stazione orbitante intorno Ni per fare rapporto. E’ ancora fuori
 
dall’atmosfera terrestre in attesa…non so quali siano le sue idee politiche sul destino di Terra, Nil non lo sapeva-
 
            -Chi porterà la capsula di Nil al rendezvous quando vi troverete tutti?-
            -Volevo provare a connetterla alla mia una volta che l’avrò riparata oppure estrarre i cristalli, ma non so se la mia capsula può sostenerli e caricarli tutti-
 
            -La ripareremo insieme e la piloterò io-
            -No Donnie cerca di capire-
            -Pensi che non potrei pilotarla?-
            -Certo che puoi! Non è questo il punto-
            -Non vuoi che restiamo insieme? Non mi vuoi con te?-
            -Donnie…io…-
            -Ma non provi proprio nulla per me?-
 
Si avvicinò a lei come la prima volta quando l’accusò di essere senza cuore. Il vecchio Donnie non avrebbe mai osato
 
esporsi così, avrebbe sofferto in silenzio, sarebbe morto per lei, ma non avrebbe detto nulla fino all’ultimo respiro. Invece il
 
nuovo Donnie le carezzò i lunghi capelli, le baciò la fronte, il naso, le guance e finalmente quelle labbra morbide che non
 
chiedevano altro. Astrid non controllava più la situazione, era fuori di sé. Ricambiò il bacio che divenne sempre più
 
appassionato ed avvolgente. Si abbracciavano così forte che sembravano un’unica entità. L’emozione era così intensa che
 
Astrid cominciò spontaneamente una fusione, ma sarebbe stato qualcosa di più se non si fosse ripresa in tempo,  avrebbero
 
finito per unirsi anche fisicamente, ma non era ancora pronta.
 
            -Cosa è successo?- disse Donnie senza fiato.
            -Ecco credo che…insomma stavo come …quasi…come per sposarti credo-
            -Sposarmi?  Ma era solo un bacio. Caspita come siete severi su Ni!-
            -Ehm no, non volevo solo baciarti…non capivo più nulla…avevo cominciato quella fusione “totale” che avrei dovuto compiere con Nil…è una specie di fidanzamento ufficiale, è preso molto seriamente su Ni-
 
            -Allora non mi sbagliavo…senti qualcosa per me…-
            -Sì Donnie da quando mi hai permesso la fusione…-
            -Prima che tu vedessi i miei pensieri?-
            -Vedi…non capivo esattamente cosa provavo, diciamo che il tuo coraggio mi ha impressionato…e dopo che ho visto come sei veramente ho capito che eri importante per me, ma avevo, ho… una missione…mi è stato insegnato a non affezionarmi a nessuno, per cui non volevo vedere cosa stava succedendo-
 
            -Non so cosa dire…cosa facciamo adesso…non penserai che ti lascerò andare via così?-
 
Ora l’aveva ripresa tra le sue braccia come se non la volesse più lasciare.
 
            -Cerchiamo gli altri prescelti e consultiamo la tua famiglia, troveremo una soluzione…anche io non voglio perderti…-
 
Ma non si mossero subito, si baciarono nuovamente, stavolta fu un bacio terrestre ma bellissimo lo stesso.
 
P.S. Ciao a tutti!
Spariamo i mortaretti, Donnie ce l’ha fatta!! ;-P
E’ sì, se non era ancora chiaro a tutti Donnie (serie 2003) è la mia tartaruga preferita e siccome di solito sono Raph e Leo che si beccano le protagoniste delle storie, mi sembrava giusto che anche il nostro genio in viola provasse l’emozione del primo bacio…anzi manca poco andiamo diretti al rating rosso! :-P
 
Nil, il numero 1, è morto ma abbiamo scoperto che esiste una sorta di matrimonio tra Niani chiamato “fusione totale” (di mente e corpo) ed anche un’altra capacità: questi alieni possono condizionare le menti degli altri, ma il loro potere non si limita solo a questo, lo vedremo più avanti.
 
 Nel prossimo capitolo verranno introdotti nuovi personaggi.
 
Grazie a tutti voi che mi seguite ed in particolare a HellenBach e Helen Black per le loro recensioni.
Baci
Ally
 

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Capitolo 11
*** Datemi due katane ed un percorso di candele ***


Astrid e Donnie avrebbero voluto parlare di quello che era successo agli altri, ma non trovavano il coraggio, l’ultima cosa
 
che doveva succedere era un tragica storia alla Romeo e Giulietta con i terrestri a fare da Montecchi ed i Niani da Capuleti.
 
Forse la soluzione più saggia era intanto capire quanti prescelti erano sopravvissuti e come fosse la realtà delle cose. Così
 
Astrid decise di cominciare la ricerca, si chiuse nel suo uovo argenteo perché voleva contattare tutti i Niani raggiungibili,
 
senza farsi vedere in compagnia dei terrestri. Doveva andare per gradi.
 
Le tartarughe videro la capsula illuminarsi, strani rumori metallici provenivano da dentro, a turno andavano a vedere se
 
tutto andava bene. Passarono diverse ore, finalmente l’involucro di cristallo metallico si aprì.
 
            -Allora quanti prescelti hai contattato?- Chiese Donnie che più di tutti faceva avanti e indietro per vedere i nuovi sviluppi.
 
            -Solo quelli dell’emisfero boreale…dovevano essere quattro invece sono tre… uno è scomparso. Lisad, la numero
 
10 che è a Londra, non è ancora riuscita a trovare l’altro prescelto: il numero 5 Miol. Mentre Rel il numero 9 e Mead la
 
numero 7 si sono trovati ed hanno già fatto la fusione…totale…-
 
Intanto anche le altre tartarughe li avevano raggiunti ed ascoltavano attenti Astrid che continuava le spiegazione.
 
            -Mead era a Roma, mentre Rel era in nord Africa ed è arrivato fino in Egitto perché voleva vedere le piramidi. Si
 
sono poi trovati facilmente, le loro capsule e cinture funzionano perfettamente. La cosa strana è che tutti loro non mi hanno
 
contattato prima perché stavano facendo una specie di vacanza! Solo Lisad ora è preoccupata perché non trova il numero 5,
 
ma con la cintura se la sta cavando bene e ci raggiungerà presto qui a New York.
 
            -Ma chi è il prescelto 5 e cosa avrebbe dovuto fare?- Chiese Leo, erano tutti un po’ confusi dai numeri e dai nomi strani.
 
            -Si chiama Miol, è lo psicologo, psichiatra e medico generico…era il responsabile del nostro stato psichico e fisico…credo che chi ha sabotato la missione voglia che perdiamo le speranze e non riusciamo nella missione-
 
            -Che cosa fa Lisad? Che compito ha?- Chiese Raph.
 
            -Ognuno di noi ha una funzione principale e due secondarie perché se mancasse qualcuno possiamo in qualche
 
modo rimediare. Lisad è un vero soldato, esperta in tecniche militari ed armi, addetta alla sicurezza, è pure una sorta di
 
artificiere…bè si dovrebbe intendere anche di elettronica. So che ha avuto una preparazione speciale anche molto fisica. Nil
 
e lei spesso si allenavano insieme. Di certo anche se è da sola se la sta cavando a meraviglia, a quanto pare lei non ha
 
problemi a prendere a pugni la gente…-
 
            -Una tosta!- commentò Raph
            -Chi manca?-Chiese Leo.
            -Devo sondare la parte di emisfero australe sotto di noi per Frel, che dovrebbe essere in Perù.  Il mio raggio scanner
 
delle cintura non arriva in Australia, India e Singapore dove sono gli altri tre Tianad, Tol e Nied …se ne devono occupare
 
Rel e Mead…purtroppo temo che non potrò contare molto su di loro…Rel è un maschio e Mead è una femmina…temo che
 
si divertano a fare i fidanzatini al momento-
 
            -Meno male tu eri troppo emotiva…e loro?- Chiese Donnie.
            -Gli scienziati pensano sempre di avere tutto sotto controllo ma non credo che la mente ed il cuore possano essere prevedibili al cento per cento- disse Leo.
 
            -Ed i fidanzatini d’Egitto? Cosa sanno fare?- chiese ironico Mikey.
            -I fidanzanitni d’Egitto? Ma tu parli di Mead e Rel?-
            -Sì loro due… hai detto che gli piacciono le piramidi-
            -Rel è ingegnere del territorio, agrario e chimico, dovrei affiancarlo nella gestione delle aree per popolare Marte.
 
Mentre Mead ha una laurea in scienze politiche e sociologia, in pratica dovrebbe organizzare la nostra vita sociale su
 
Marte…è anche psicologa, dovrebbe affiancare Miol, lo psichiatra e medico.
           
            -Per oggi credo che tu abbia fatto abbastanza Astrid, va’ a riposare- disse Donnie.
            -Se hai fame ti ho lasciato un po’ di pizza in cucina, non ti fa bene saltare i pasti- disse Mikey con tono fraterno.
 
Astrid andò in cucina, la raggiunse un Leo pensieroso e scuro in volto.
           
            -Qualcosa non va Leo?-
            -Volevo parlarti di Donnie-
            -Credo di sapere cosa mi vuoi dire…-
            -Tu un giorno te ne andrai…ti prego non illuderlo…ha già sofferto tanto per April-
            -Leo non voglio illuderlo, non lo sto prendendo in giro, è molto importante per me. Lui vuole venire con me su Marte-
            -Ti ha detto così?-
            -…ha detto che vuole pilotare la capsula di Nil ed aiutarci a colonizzare Marte…-
 
            -Sei sicura che una volta che avrai trovato gli altri tuoi simili vorrai ancora stare con Donnie? Ti importa davvero di lui?-
            -Sì Leo…tengo molto a lui e a voi….vi sarò per sempre grata per tutto quello che avete fatto per me-
            -Ma tu cosa vuoi da Donnie? Potrete mai essere una famiglia?-
            -Non lo so…-
            -Se non lo sai…non dovresti coinvolgerlo così…conosco mio fratello...l’ho osservato, è innamorato perso di te…era tanto che non lo vedevo così felice…un’altra delusione potrebbe essere veramente dura per lui-
 
            -Cosa posso fare Leo…non ho mai dovuto prendere decisioni così prima d’ora…-
            -Se gli vuoi un po’ di bene…appena avrai trovato tutti i prescelti vattene via!-
            -Ma non gli spezzerò il cuore così? Siamo già molto coinvolti…-
            -Allora portalo con te…se anche lui vuole questo…ma se lo farai soffrire verremo a cercarti fino su Marte!-
 
Leo battè un pugno sul tavolo, aveva alzato la voce, era davvero arrabbiato. Donnie entrò in cucina.
 
            -Astrid, Leo che succede?-
            -Niente, noi…- Farfugliò Leo.
            -Niente Donnie…ho preso le katane di Leo senza permesso…e si è un po’ alterato…-
            -Ma Leo che sciocchezze…non me la raccontante giusta…-
            -Astrid vuole fare il percorso di candele con le mie spade, ma lo farà solo in nostra presenza, giusto?-
            -Sì Leo…lo farò domani…ora andiamo a letto-
 
Donnie non era convinto per niente, ma non volle entrare in nessuna discussione, voleva solo che Astrid andasse a riposare.
 
La mattina non tardò ad arrivare, Leo aspettava Astrid nel dojo, anche se era veramente presto, erano tutti lì. Splinter
 
guardava con interesse l’idea, riteneva che fosse giusto che i suoi allievi si mettessero spontaneamente alla prova, era segno
 
di maturità. Infatti di solito solo Leo si comportava così, il sensei sperava sempre che anche gli altri sarebbero stati
 
contagiati un giorno.
 
 
Il leader in blu dispose i candelabri all’incirca come l’ultima volta, sapeva che Astrid aveva memorizzato i suoi movimenti
 
ed il percorso, non voleva facilitarle troppo il compito.
 
Astrid impugnò le katane e si accinse a cominciare, Mikey gridò:
 
            -Coraggio Astrid, sappiamo che puoi farlo!-
 
La Niana cercò la concentrazione giusta, rallentò il respiro, il battito e cominciò quella che a tutti sembrò la danza più
 
leggiadra che avessero mai visto. Muoveva le katane come se fossero estensioni delle sue braccia, ogni salto e ogni
 
rotazione erano assolutamente perfette e calibrate,  arrivò  all’ultima candela senza nessuna esitazione, come se non avesse
 
fatto altro nella vita.
 
Questa volta fu Mikey che esplose in un applauso ed un grido:
 
            -Wow sei stata assolutamente spaziale! Meglio di Leo…bè sicuramente sei più aggraziata di lui- si corresse perché Leo lo guardava malissimo.
 
            -Molto bene Astrid, sei veramente un’ottima allieva- disse Splinter soddisfatto anche se sapeva che il merito era solo in parte suo.
 
            -Bisognerebbe vedere di fronte a veri avversari se è capace di difendersi con così tanta precisione- disse Leo. Tutti lo guardarono veramente sorpresi.
 
            -Ha già combattuto con veri avversari! C’eri anche tu con noi quando ha steso tutti quei militari nella base di Bishop!- Disse Donnie molto contrariato.
 
            -Non dimenticate che aveva la cintura Enerzonica…-si giustificò Leo.
 
            -E’ vero, non ho fatto nulla di sorprendente, ho appreso per imprinting le nozioni adeguate e ci ho messo anche
 
troppo ad imparare ad utilizzarle…se non fosse stato per voi tutti non mi sarei mai sbloccata. Leo tu sei un esempio per me,
 
dovrò essere un leader per i miei compagni Niani e farò di tutto per essere pronta a questa prova. Vorrei tanto non dovervi
 
coinvolgere in tutto questo, vorrei che i Niani fossero davvero chi credevo…mi dispiace veramente per tutto-
 
Astrid abbassò lo sguardo, voleva anche dire a Leo quanto soffrisse per la situazione creata con Donnie, ma non aggiunse altro.
            -Noi abbiamo fiducia in te, sappiamo che tutto questo non è colpa tua, forse non siamo evoluti come i Niani, ma
 
potrai contare su di noi. Dobbiamo essere uniti e solidali- disse Splinter che era stato messo al corrente degli ultimi
 
sviluppi.
            -Grazie sensei-
 
Quando tutti lasciarono il dojo Astrid prese da una parte Leo.
 
            - Sai quanto è difficile la mia posizione, farò il possibile perché Donnie non soffra, ma ricordati che c’è un intero
 
pianeta che conta su di me. Credimi, se potessi mollerei tutto per stare con voi…ma tu sai molto bene che non posso…-
 
Leonardo la guardò con quei suoi occhi blu intensi e disse:
 
- Astrid…tutti noi faremo quello che potremo- ma sapeva che non sarebbe stato indolore.
 
Ad un certo punto una specie di allarme cominciò a suonare nel laboratorio, era il segnale che Astrid stava per ricevere una
 
chiamata, forse era uno dei prescelti contattati. Recuperò la cintura e fece il collegamento direttamente da dove si trovava.
 
L’ologramma dello schermo si materializzò a mezz’aria, era Lisad da Londra.
 
            -Astrid 3?-
            -Sì Lisad, sono qui con i terrestri.-
            -Sto arrivando, aspetto le tue coordinate, sarò al  porto di New York tra circa dieci minuti. Passo e chiudo-
 
Astrid non ebbe nemmeno il tempo di ribattere o salutare, era chiaro che Lisad era una di poche parole.
 
P.S. Ciao a tutti!
 
Leo è proprio il fratello maggiore che si preoccupa per la felicità di Donnie, non è tenero e un pò rompi allo stesso tempo?
 
Un precisazione sui Niani: Lisad, Mead e Tianad sono femmine, i loro nomi finiscono tutti per “d”come del resto Astrid, mentre i maschi Nil, Frel, Rel, Miol, Beal finiscono tutti per “elle”.
Tutti loro hanno dei compiti precisi, spero di non avervi confuso con tutti questi nomi e numeri.
 
Nel prossimo capitolo conosceremo Lisad, la numero 10, la soldatessa, artificiere e perito elettronico non vedo l’ora di presentarvela… :-)
 
Grazie di cuore a voi che recensite e a voi che continuate a seguirmi…ci tengo molto è la prima storia che abbia mai scritto in vita mia…infatti sono ben accetti anche consigli.
...dimenticavo Buona Pasqua ^-^
 
Un grosso abbraccio
Altair
 

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Capitolo 12
*** Lisad, la numero 10, la soldatessa... ***


La sua capsula aveva viaggiato a livello del mare per tutto il tragitto per non essere individuata dai radar, presto sarebbe
 
arrivata a New York. In teoria il viaggio sarebbe durato pochi secondi, ma sulla Terra non era così facile. Quando si
 
avvicinava qualche velivolo o qualche nave, Lisad si immergeva nell’Atlantico e l’attrito dell’acqua la rallentava molto.
 
La Niana sapeva benissimo le strategie per non essere scorta, la sua missione era raggiungere Astrid, ora costei sostituiva il
 
numero 1, ma era convinta che dovesse guadagnarsi comunque la sua posizione. Aveva sentito dire che la numero 3 non
 
avrebbe nemmeno dovuto partecipare alla missione e questo non le piaceva affatto. Ma se si fosse dimostrata veramente
 
all’altezza allora l’avrebbe seguita ciecamente. Certo Astrid era strana, le piacevano i terrestri, mentre Lisad li considerava
 
inferiori e troppo ricchi di emozioni. Aveva letto qualche mente e li trovava pieni di perversioni e stupide paure, anche a lei
 
però piacevano i bambini, erano così puri ed intelligenti. Gli umani non sapevano proprio educarli, non riuscivano a tirar
 
fuori tutte le loro potenzialità, era un vero spreco.
 
 
Dopo solo dieci minuti di viaggio Lisad poteva già vedere il porto di New York e la famosa statua della libertà e notò come
 
fosse piccola rispetto a quello che si aspettava. Vide il segnale luminoso della capsula di Astrid e la seguì nella conduttura
 
della fogna.  Arrivate a destinazione le capsule si aprirono e finalmente furono faccia a faccia. Lisad aveva un aspetto più
 
umano di Astrid, era anche più alta e più muscolosa, uno sguardo fiero, dei lunghi capelli color mogano, gli occhi di acciaio
 
come tutti i Niani, bella e geneticamente perfetta.
 
            -Benvenuta- disse Astrid, e le porse la mano alla maniera terrestre.
            -Grazie numero 3…cioè Astrid…però non ti darò la mano per il momento, non voglio fare ancora la fusione. Prima voglio sfidarti-
            -Vuoi sfidarmi?-
            -Sì! Nil era il mio superiore e per come la penso io, ti devi meritare il suo posto!-
 
            -Ma ho fatto fusione con lui e sarò io il suo sostituto, lo potrai vedere chiaramente se ci uniamo. Ho uno speciale
 
messaggio specifico per tutti voi che non potrei mai inventarmi, visto che, a quanto pare, sono quella che sapeva di meno di
 
tutta la missione-
 
            -Già! Tu non ci dovevi nemmeno essere e non vorrei dare ragione al Consiglio… hai pure familiarizzato con i
 
terrestri più di quello che avresti dovuto, non dovevamo lasciare traccia del nostro passaggio, invece…-
 
            -Molto bene Lisad, vorrà dire che ti farò cambiare idea, come intendi dimostrare se sono pronta o no al mio compito?-
 
            -A me sono state insegnate tutte le tecniche di combattimento esistenti sia terrestri che Niane. Nil lo sapeva ed
 
apprezzava molto questo di me, a volte ci sfidavamo ed eravamo quasi alla pari, quindi pretendo questo da te!-
 
            -Che cosa? Dovremmo lottare? Non mi sembra la soluzione tipica di un Niano!-
            -Tu hai un imprinting per le arti marziali e ora hai tutte le nozioni di Nil, giusto?-
            -Sì certo, sto ancora elaborando, ma sì, almeno quelle importanti per la missione di sicuro-
            -Bene, quindi sai anche lottare, se sai fare questo saprai eseguire ancora meglio tutto il resto!-
            -Mi sembra una logica piuttosto strana la tua, ma non mi tirerò certo indietro. Anche se farci del male prima della missione non è il modo migliore di cominciare…-
 
            -Non ci faremo del male, o meglio, non in modo permanete. Possiamo settare le cinture in modo da sentire il dolore dei colpi ma senza conseguenze mortali, né resteranno segni. Chiaramente questo si può fare se entrambe usiamo la cintura-
           
            -Ho capito Lisad, però allora lo faremo nel luogo appropriato con i miei amici ed il mio sensei come testimoni-
            -Loro ovviamente non potranno interferire-
            -Ovviamente! Come avrai modo di constatare tu stessa sono persone d’onore-
            -Molto bene allora andiamo a conoscere i tuoi amici terrestri. Se non sbaglio mi hai detto che non sono umani e questo già me li rende più simpatici-
 
Una volta giunte al rifugio, Lisad si trovò davanti i famosi terrestri. Rimase stupita e meravigliata dall’aspetto dei rettili e del roditore, ma si riprese subito.
 
            -Molto piacere terrestri, sono Lisad numero 10, voi siete?-
            -Perdona se al momento non ti diamo la mano…abbiamo qualche riserva fino a che non farai la fusione con Astrid, spero che tu non ti offenda. Io sono Splinter, il padre e sensei delle tartarughe-
 
            -Bene Splinter, capisco benissimo, io farei lo stesso. Tu con quella maschera blu?-
            -Sono Leonardo, il leader del gruppo-
            -Io sono Raphael. Mi hanno detto che sei tosta e non hai problemi a menare gli umani- si presentò la tartaruga con la bandana rossa.
 
            -Bene, la mia fama mi precede. Sì è vero non sono impressionabile come una tipica Niana, ma non mi piace comunque usare la violenza in tutti i casi. E quello con la fascia arancio? Non preoccuparti non mordo-
 
            -Sono Michelangelo…forse un giorno potrai chiamarmi Mikey-
            -Io sono Donatello, forse hai gia sentito parlare di me- disse la tartaruga in viola.
            -Ho già sentito parlare di te, ma mettiti in testa che se troviamo Tianad il numero 2 tu non ci servi!-
            -Caspita come sei aggressiva cocca!- Disse Raph.
            -Cocca? Dopo che avrò sistemato Astrid ce ne sarà anche per te se vuoi!- Replicò Lisad che non reagiva bene nemmeno ad un cordiale benvenuto.
 
            -Cosa intendi dire con il “dopo che avrai sistemato Astrid”?- Chiese Splinter -Non fate parte della stessa squadra? Credo che tu Lisad dovresti essere più rispettosa, sei ospite qui e noi ti accoglieremo con benevolenza ma esigiamo rispetto, lo stesso che abbiamo nei tuoi confronti-
 
            -Non sono abituata ad essere cordiale Splinter, ma non voglio mancare di rispetto. Io ed Astrid dobbiamo affrontarci per un combattimento, devo vedere se è all’altezza per essere il mio leader. Ha già acconsentito-
 
            -Ma non potete battervi. Siete Niane, voi aborrite la violenza, non potete discuterne?- Disse Donnie, che aveva capito quanto fosse pericolosa Lisad.
 
            -Apprezzo la tua preoccupazione per la nostra salute terrestre, non arrecherò alcun male permanente ad Astrid. Le nostre cinture ci proteggeranno, sentiremo solo il dolore momentaneo dei colpi inferti-
 
            -Ma perché tutto questo, non potreste fare la fusione?- Chiese Donnie.
            -La verità è che temo che lei possa condizionarmi, ma se Nil l’ha voluta nella missione dovrà pur esserci un
 
motivo…forse è psichicamente molto forte…se proprio devo subire tutto questo voglio che abbia il suo prezzo. Vi vedo
 
sorpresi…sapevate che potrebbe condizionarvi?-
 
            -Lo sapevo- disse Donnie- Ma so anche che non l’ha fatto, vero Raph?-
            -Sì Lisad. Astrid è entrata nella mia testa, ma all’inizio io non la accettavo. Si è conquistata la mia stima ed amicizia col tempo. E credo che ti darà pure filo da torcere-
 
            -Grazie Raph, non sai che piacere mi fa sapere quello che pensi di me- disse Astrid sorridendo e aggiunse -vorrei che Splinter facesse da arbitro al nostro combattimento. Puoi farlo per me Splinter?-
 
            -Lo farò per te Astrid e vi ospiterò nel nostro dojo quando riterrete che sarà il momento-
            -Lisad, se vuoi riposarti per il viaggio ti posso prestare la mia stanza, combatteremo quando ti sarai riposata e rifocillata-
 
            -Non occorre, il viaggio è stato talmente rapido, mi sento in forma, possiamo cominciare anche adesso- la guardò con un sorriso malefico.
            -Come desideri-
 
Astrid non aveva mai incontrato una Niana così aggressiva, ma era anche vero che non ne aveva conosciute molte. Splinter guidò Lisad nel dojo, tutti gli altri seguirono sconcertati.
 
            -Molto bene Astrid, regolerò la tua cintura in modo da poter combattere senza danni, scommetto che non sapevi che avesse questa funzione, nemmeno Nil lo sapeva, non lo sa quasi nessuno-
 
            -Infatti non capisco a cosa serva…non combattiamo mai corpo a corpo-
            -Temo che tu sappia poco allora dei Niani, un tempo eravamo guerrieri-
            -Lo so, molto tempo fa eravamo dei barbari come gli umani…-
            -Ti sbagli, mi è stato insegnato che un tempo c’era onore e, anche se c’era più violenza, le persone si parlavano con cuore sincero, non facevano mille sotterfugi come fanno adesso lo Stato Supremo ed il Consiglio Scientifico-
 
            -Tu cosa sai? Sai chi ha ucciso Nil?- Chiese Astrid.
            -No purtroppo, ma non mi meraviglio che dietro la sua morte ci sia un complotto…ma adesso combattiamo principessina, hai forse paura?-
            -Non so perché mi odi, ma ti farò cambiare idea! Che arma vuoi?-
            -Vuoi usare le armi? Sei sicura Astrid?- Disse Donnie preoccupato.
            -Sì voglio le katane!- Rispose con tono deciso.
            -Ma non ti sei esercitata abbastanza per usarle in combattimento- disse Leo.
            -Non è un problema e credo che a Lisad serva una lezione!-
 
Oramai Astrid era fuori di sé e voleva punire l’insolenza della numero 10, l’ultima, il fanalino di coda, la più ignorante di tutti che voleva farle la lezioncina.
 
            -Bene Astrid, anche io prendo le spade, sono preparata a qualsiasi tecnica, sono un vero soldato io, non ho imparato
 
per imprinting, sono stata allenata veramente da quando avevo tre anni! Figuriamoci se una ragazzina viziata come te può
 
anche solo pensare di spaventarmi- Lisad ora sprizzava odio da tutti i pori. Si avvicinò ad Astrid e disse:
 
            -Adesso programmo la tua cintura, ti faccio vedere come funziona e tu setterai la mia perché non ti venga in mente che voglio barare-
 
Lisad toccò la cintura di Astrid, aprì lo schermo ologramma, le spiegò in lingua Niana per fare prima, solo Donnie riuscì un
 
minimo a seguire il loro linguaggio tecnico, che suonava in alcuni momenti come il metallo e forse somigliava a qualche
 
lingua dell’est. Poi Astrid a sua volta settò la cintura di Lisad.
 
            -Ma come sono aggressive le Niane….non sembrava a vedere Astrid con quel visino dolce…- Commentò Mikey che fino ad allora era rimasto in un silenzio attonito.
 
Si  posizionarono l’una di fronte all’altra, scure in volto. Astrid stavolta non aveva paura perché sapeva che non avrebbe
 
ucciso nessuno. Era indispensabile che facesse capire a Lisad che doveva credere in lei, solo così avrebbero portato a
 
compimento la missione. Non poteva tirarsi indietro, lo aveva promesso a Nil.
 
 
Splinter era molto serio, capiva l’importanza di questo combattimento, avrebbe preferito però che la situazione si risolvesse
 
con le parole, non con la forza. Appena le due Niane furono pronte, Splinter dette il suo via:
            - Hajimè!-
 
Lisad scattò in avanti e Astrid fu subito costretta a parare un colpo diretto alla sua testa. Donnie pativa in silenzio, anche se
 
non sarebbe morta avrebbe sofferto e già questo non lo poteva in alcuno modo tollerare. Vedeva Astrid, normalmente così
 
dolce e sensibile, con le due katane in mano a sferrare colpi crudeli ad una sua simile, non era più lei, non era la Niana che
 
avrebbe voluto vedere.
 
 
Lisad incalzava e stava facendo indietreggiare Astrid, l’avrebbe chiusa con le spalle al muro se lei, con un movimento
 
fluido da ninja, non avesse evitato i colpi facendola sbilanciare. Le passò subito alle spalle, ma quando cercò di spazzarle le
 
gambe Lisad fu subito pronta a saltare ed affondò una spada nella gamba sinistra di Astrid. Il dolore fu lancinante. Donnie
 
si coprì le orecchie per non sentirla gridare. Raph e Leo si guardavano impotenti, Mikey aveva le mani sugli occhi, Splinter
 
scuoteva la testa.
 
 
Astrid si guardò la gamba, non c’era traccia di ferita ma sentiva dolore, si alzò rapidamente. In quel momento non voleva
 
altro che atterrare la sua avversaria e prenderla a calci, prima d’ora nessuno l’aveva fatta arrabbiare così, aveva provato
stupore, affetto, tenerezza, compassione, disgusto, paura, ma una rabbia così disperata non l’aveva ancora conosciuta.
 
            -Dì un po’… ci provi gusto a veder soffrire gli altri?-  Disse a Lisad.
            -Non sai un bel nulla di me!-
Sferrò un colpo vicino allo stomaco di Astrid, ma fu bloccato prontamente. Più che un combattimento tra aliene progredite sembrava un flashback medievale terrestre.
 
            -Coraggio Astrid, te la cavi benissimo con le katane, sembrano fatte per te- incitava Leo.
 
In effetti Lisad faceva più fatica di quello che aveva immaginato, Astrid era rapida ed agile come un’anguilla, non
 
attaccava molto, ma si difendeva bene. Intanto la numero 10 cercava di infliggere più colpi possibile alla numero 3, che se
 
non avesse avuto la cintura sarebbe stata ricoperta di tagli. Il dolore fece arrabbiare ancora di più Astrid, tanto che ad un
 
certo punto si stufò, spuntarono le scaglie, la coda e gli aculei e cominciò ad attaccare con rinnovata rapidità e forza. Lisad
 
rispose con un grido metallico e anche lei sfoderò le sue caratteristiche da Niana, però color bronzo, e  cercò di contrastarla.
 
 
Ma fu Astrid a colpirla ad una spalla con la katana e poi le sferrò un calcio che quasi la fece cadere a terra. Lisad rimase
 
sorpresa, la principessina viziata l’aveva colpita, proprio non se l’aspettava e cominciò ad indietreggiare, mentre Astrid
 
roteava in aria con le due spade sguainate. Le loro katane si scontrarono, Lisad ne perse una nell’impatto, Astrid le bloccò
 
l’altra e fece per infilzarla con quella rimasta libera, ma non riuscì ad affondare. Anche se sapeva che non l’avrebbe uccisa
 
le avrebbe fatto male da morire e sul momento non se la sentì. Le sferrò allora un colpo con l’elsa della spada, come le
 
aveva detto una volta Leo, e la fece cadere a terra.
 
            -Jimè!- Disse Splinter con sollievo.
 
Lisad era incredula, da quando era diventata un vero soldato solo Nil l’aveva battuta nella sua vita e solo una volta.
 
            - Come diavolo hai f…-
            -Ho fatto la fusione con Nil ricordi? Conosco i tuoi punti deboli, tu non conosci i miei...- rispose Astrid con il fiatone, non volava una mosca intorno a loro.
 
            -Credevo che ti avrei battuto facilmente…Nil sapeva cosa faceva… adesso sono pronta…- Si alzò e tese la mano ad
 
Astrid, in un attimo cominciò la fusione. Oltre alle miriadi di informazioni su chi avrebbe dovuto essere Lisad,  fu chiaro
 
anche chi era in realtà: una creatura triste e  sola. Oltre alla solitudine aveva anche sofferto le pene dell’inferno, aveva
 
veramente combattuto già da ragazzina in modo molto cruento, se non avesse avuto la difesa della cintura sarebbe stata
 
piena di cicatrici. Astrid vide il dolore che aveva reso Lisad così dura ed aggressiva. I Niani non lasciavano nulla al caso,
 
per renderla una vera guerriera l’avevano resa più inquieta del normale ed è per questo che era considerata l’ultima dei
 
prescelti, cioè il numero 10. In lei c’era tanto odio, il suo precettore era un Niano di una generazione più antica, era stato
 
richiamato dall’ibernazione perché la allenasse in un modo ormai inconcepibile. Non aveva mai avuto né compassione né
 
affetto da nessuno, anche lei non aveva mai pianto, ma questo non significava che fosse priva di sentimenti. Infatti aveva
 
amato disperatamente Nil senza poterglielo mai dire.
 
Lisad invece vide il messaggio di Nil per lei ”Cara Lisad non sei solo un soldato, ma molto di più, questa missione ti
 
aiuterà a capire chi veramente sei: una nobile, coraggiosa ed intelligente Niana” . Percepì compassione, comprensione e
 
tenerezza, qualcosa che non aveva mai conosciuto prima. Vide l’amore che circondava Astrid, vide un’altra faccia dei
 
terrestri, vide che la numero 3 era un leader per cui combattere fino all’ultimo respiro. Le due Niane si staccarono,
 
piangevano commosse.
 
            -Ti chiedo scusa Astrid…non potevo sapere, non sono stata creata per provare affetto e compassione-
            -Sei un essere vivente complesso, ho visto la bontà che c’è in te, le torture sono finite, adesso siamo liberi di essere veramente chi siamo-
            -Sì Astrid…ora tutto mi è chiaro, sono felice di essere qui con voi, mi farò perdonare per il mio comportamento ostile-
 
Mikey fece una cosa stranissima per la mentalità Niana, andò ed abbracciò Lisad, la quale rimase interdetta nell’imbarazzo più completo, ma non lo allontanò, poi le disse:
 
            - Hai mai mangiato cibo umano?-
            -Non ancora…non ho mai tolto la cintura, ma dovrò cominciare a farlo perché temo che resteremo su Terra più tempo di quello che aveva preventivato il Consiglio Scientifico …l’energia dei cristalli non è infinita-
 
            -Ti consiglio di provare un preparato che mi ha suggerito Donnie e stai lontana dal latte, aspetta almeno un mese da quando hai cominciato a mangiare da terrestre- disse Astrid che sapeva di cosa parlava.
 
            -Dove sistemiamo Lisad per la notte?- chiese Donnie.
            -Posso dormire sul vostro divano- rispose Lisad.
            -Per il momento divideremo la stanza, puoi tollerarlo?- disse Astrid
            -Sì Astrid…adesso posso tollerarlo, soprattutto se è il mio leader che me lo ordina-
            -Leader? Ah già…ma non voglio ordinarti nulla. Il mio letto è a due piazze, possiamo trovarti un’altra sistemazione in seguito, non sarai costretta a dormire sempre con me-
 
Raph guardava Lisad in modo ammirato, era splendida con quelle scaglie scure, non era pallida come Astrid ed aveva un
 
carattere davvero tosto, proprio come piaceva a lui, per cui per ingraziarsela disse:
 
            -Possiamo dividere la stanza di Astrid in due, è molto grande, me ne occuperò io-
            -Mi sembra una splendida idea Raph – disse Astrid.
            -Ti ringrazio Raphael- disse Lisad con un sorriso timido.
            -Chiamami pure Raph, sarà un piacere-
 
Quella sera le aliene divisero la stanza, ma Lisad era una Niana di poche parole, si addormentò subito. Invece Astrid
 
pensava a Nil e al loro amore infelice, l’ennesima tortura inflitta a quella creatura.

 
P.S. Ciao a tutti!
Che ne dite di Lisad? Sono molto affezionata a questo personaggio, per realizzarlo mi sono ispirata al modo di fare di due ragazze in carne ed ossa veramente toste (una di loro fa arti marziali!) a cui voglio molto bene e che conosco da una vita, sperò vi piacerà…anche se a volte è davvero una rompiscatole…anzi sono due rompiscale :-P
 
Grazie alla mie fantastiche recensitrici, a chi ha messo la mia storia tre le preferite e a tutti voi che ancora mi seguite
Un grosso abbraccio
Ally /Altair
 

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Capitolo 13
*** L'ispanico Frel, il numero 8 ***


Riassunto puntate precedenti: Nil il numero 1 è morto ma ha avuto il tempo di dare tutte le informazini per la missione ad Astrid, la quale ha il gravoso compito di riunire tutti i prescelti, purtroppo almeno tre di loro sembrano mancare all’appello. Non sarà facile per la nostra Niana perchè si è innamorata di Donnie ma non sanno se la loro storia potrà avere un futuro. Lei dovrà partire per Marte e cominciare la colonizzazione e forse dovrà anche lottare contro alcuni Niani che vogliono invadere la Terra.
 
 
 
Quella mattina, dopo la colazione, Astrid e Lisad si sedettero sul divano e visto che gli altri non erano lì con loro,
 
cominciarono a parlare in Niano. Quella lingua aliena all’orecchio di un americano suonava veramente in modo strano, le
 
due Niane sembravano due robot che parlavano in russo, non mancavano anche sibili e cigolii metallici. Mikey, che le
 
osservava di lontano, disse a Donnie:
 
            - Afferro qualche parola però non riesco a capire il significato di tutta la frase-
            -Anche per me non è facile, ci vuole il famoso imprinting, non basta la fusione, ma credo che stiano parlando dell’altro prescelto, Miol, che doveva affiancare Lisad-
 
            -Ho visto che di Miol non hai trovato traccia, forse la sua capsula è in fondo al mare? Si mimetizzano talmente bene che senza segnale è impossibile localizzarle- disse Astrid.
 
            -Credo che Miol non sia mai atterrato. Mi sono introdotta nel ministero della difesa Inglese e ho connesso la cintura
 
al loro computer centrale. Quando sono arrivata hanno avvistato la mia capsula che entrava nella Manica ed hanno
 
registrato l’esplosione in aria di un meteorite…temo che non ci sia nulla da fare…abbiamo perso Miol e tutti i suoi cristalli-
 
abbassò lo sguardo, ma trattenne le lacrime.
 
            -Non preoccuparti Lisad, troveremo un modo, è stato previsto che qualcuno poteva non farcela, possiamo compiere
 
la missione con almeno sette capsule. Per Miol mi dispiace molto, non solo perché è morto, ma perché sarebbe stato utile
 
come psicologo e psichiatra, l’impatto emotivo che hanno i terrestri su di noi è maggiore di quello che credessi…almeno
 
per me-
 
            -Ho cercato di stare alla larga dagli umani il più possibile, però ammetto che ero molto curiosa, quindi ho letto
 
qualche mente, ma tu sei la mia prima fusione, invece tu l’hai fatta con Donnie e quello buffo…Mikey…come sapevi che
 
potevi fidarti?-
 
            -Devo dire che è stata fortuna. C’è qualcosa in loro che mi ispira una fiducia infinita. La prima cosa che ho fatto è
 
leggere la mente di Raph, è il più tosto della compagnia ma ha la purezza dei bimbi terrestri, come del resto tutti gli altri.
 
Un giorno potrebbe essere importante fare una fusione con loro …per cui voglio rassicurarti che non corriamo nessun pericolo-
 
            -Ho visto la visione che hai di loro e ho visto Raph, non li temo, non preoccuparti. Certo quel Donnie ha molta
 
influenza su di te, per fortuna è molto in gamba, non pensavo che esistessero terrestri così intelligenti, li ho sempre
 
sottovalutati-
 
            -Bè…anche i Niani lo hanno fatto con te-
            - Sì avevo notato questo, ma Nil diceva che sbagliavano ed io gli ho sempre creduto-
            -Ho visto cosa provavi per lui…-
            -E’ anche per questo che non ti tolleravo…un sentimento molto terrestre direi-
            -Ma hai visto che non avrei voluto essere la sua compagna. Anche se doveva essere davvero eccezionale-
            -Lo puoi dire Astrid… quando mi hai detto che era morto ho provato un dolore profondo, non era qualcosa di fisico. Invece chissà cosa avrei provato veramente per Miol …-
 
            -Non lo so Lisad, secondo me non è giusto fare coppie combinate, per me avresti dovuto fare la fusione totale con Nil-
            -No Astrid, lui voleva te, diceva che sei bellissima e che avrebbe avuto figli da te….sei stata l’unica con cui non è
 
riuscito a parlare, anche perché il Consiglio non voleva, diceva che eri troppo instabile e dovevi essere isolata il più
 
possibile. Deve essere stato molto triste per te vivere quasi da reclusa-
 
            -Sì Lisad… me ne sono resa conto veramente solo adesso che ho conosciuto i terrestri…il nostro Consiglio ci ha
 
fatto del male psicologico, a te pure fisico, mi sembra incredibile-
 
            -Era necessario, sono convinta che ci abbiano preparato al meglio. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro, dobbiamo
 
essere pronte a tutto. Anche io non voglio sottomettere Terra, non mi sembra leale, forse dovremo lottare anche contro
 
alcuni Niani-
 
            - In fondo non siamo poi così evoluti come pensiamo. Se non riusciremo a compiere la nostra  missione i Niani
 
invaderanno Terra…- commentò Astrid.
 
            -Buongiorno ragazze, volete partecipare ai nostri allenamenti?- Disse Mikey approfittando di un pausa di silenzio.
            -Molto volentieri, voglio sfidare Raph!- disse Lisad- glielo avevo detto che avrei sistemato anche lui!- Si girò verso Astrid e si misero a ridere.
 
            -Spiacente Raph sta lavorando alla tua stanza- rispose Mikey.
            -Allora comincerò con te!-
            -Ma… dobbiamo proprio?- Mikey era il solito fifone.
 
Arrivati nel dojo, Splinter informò tutti che l’allenamento sarebbe stato solo a  base di esercizi di perfezionamento e voleva
 
vedere il livello generale di Lisad nelle arti marziali. Mikey tirò un sospiro di sollievo. Anche Lisad eseguì un kata, ma ne
 
scelse uno molto difficile, era molto spavalda. L’esecuzione fu all’apparenza perfetta,  ma Splinter non si fece
 
impressionare.
 
            -Lisad… molto bene, ma il motivo per cui hai perso contro Astrid è dovuto al fatto che conti troppo sulla tua forza e poco sull’agilità. E’ su questo argomento che sarà focalizzato l’allenamento di oggi-
 
Splinter era un gran sensei e coglieva subito i punti deboli di tutti, Lisad era ancora più grata ad Astrid di essere lì con loro.
 
Alla fine degli allenamenti la Niana bruna era stanca ma soddisfatta, era divertente allenarsi in gruppo, temeva che non
 
avrebbe più potuto farne a meno e capiva sempre di più l’attaccamento di Astrid per questi terrestri.
 
Finalmente provò la doccia, anche lei sarebbe rimasta per ore sotto quella splendida acqua dolce, ma ne apprezzava troppo
 
il valore. Uscita dal bagno, se ne andava in giro coperta dalle sue scaglie e con solo un asciugamano ridottissimo,
 
evidentemente non tutte le Niane erano puritane. Raggiunse la sua futura stanza per vedere i progressi. Raph, che aveva
 
finito appena di separare la camera con il cartongesso, si ritrovò davanti una splendida lucertola aliena color bronzo.
 
Represse un apprezzamento, come minimo lo avrebbe zittito con un pugno.
 
            -A che punto siamo? Posso darti una mano?-
            -Ehm certo Lisad…dobbiamo andare a cercare il letto, possiamo fare un giro per trovare del legno per costruirlo….ehm quando ti sarai vestita-
            -Oh si certo, scusami mi cambio subito, dimentico sempre le vostre usanze-
            -Bè… se vuoi ci possiamo fare l’abitudine, puoi andare in giro come vuoi- Ma si morse quasi la lingua, forse era stato troppo sfrontato.
 
            -Ah terrestri!– Anche lei aveva un ciondolo Enerzon, lo sfiorò e l’asciugamano si trasformò in un body bianco
 
aderentissimo che lasciava scoperte le gambe, la coda e le braccia, ai piedi aveva due stivali alti bianchi. Raph inghiottì, ma
 
stavolta non disse nulla, aveva notato che anche le Niane avrebbero potuto allattare i piccoli come i mammiferi. Lisad
 
si sentiva molto fiera di essere un rettile Niano, esibiva volentieri le scaglie e la coda, per lei erano come un vestito.
 
            -Andiamo allora?- disse a Raph. Non se lo fece ripetere due volte. Decisero di guardare nelle fogne e poi la sera
 
sarebbero usciti all’aria aperta, un quasi appuntamento.
 
Leo e Mikey videro la strana coppia che usciva dal rifugio.
 
            -Leo pensi che ci sarà qualche Niana anche per noi?-
            -Non essere stupido!- E gli tirò un pugno in testa.
 
 
Intanto Astrid era con Donnie in laboratorio, dopo i baci che si erano scambiati non avevano avuto ancora modo di parlarne
 
veramente e non sapevano come comportarsi. Astrid era ancora in cerca di Frel e possibilmente anche di Tianad
 
nell’emisfero Australe. Per migliorare ancora di più il segnale di ricezione della cintura  Donnie la stava collegando ad un
 
apparecchio di sua progettazione, mentre Astrid ancora la indossava. In quel momento erano vicinissimi, lui sentiva il suo
 
buon odore e osservava il suo respiro, aveva notato che da quando aveva cominciato ad attaccarle fili alla cintura lei aveva
 
aumentato il ritmo respiratorio.
 
            -Tutto bene Astrid?-
            -Sì perché?-
            -Mi sembri agitata-
            -Non ti sfugge nulla vero?-
            -No, e adoro tutto di te, la tua mente ed ogni centimetro del tuo corpo-
 
Astrid non se lo aspettava ed arrossì come una bambina.
 
            -Non puoi far finta che non sia successo nulla tra noi, stavi per fare una fusione totale…-
            -Sì Donnie, ma ho tanta paura che finisca tutto male-
            -Quindi…devo chiederti il permesso per baciarti?-
            -No …non...so…-
 
Non finì la frase, Donnie l’aveva già afferrata e la baciava come se non si vedessero da una vita.
 
Ad un certo punto un bip li fece saltare dallo spavento.
 
            -E’ Tianad?- Chiese Donnie.
            -No, sembrerebbe Frel-
            -Riesci a contattarlo?-
            -Non ancora, è solo grazie al tuo sistema di comunicazione che l’ho avvistato. Lui non può mandarmi segnali, ma si
 
sta avvicinando alle coste dell’America del sud,  presto potremo comunicare. Lo farò dalla capsula come ho fatto con gli
 
altri, deve prima vedere me soltanto-
 
            -Quanto ci metterà?-
            -Cinque, dieci minuti al massimo-
            -I vostri mezzi sono incredibili!-
 
Astrid prese posto nella capsula ed aspettò pazientemente che Frel potesse contattarla.
 
Un bel Niano dall’aspetto ispanico apparve sullo schermo.
            -Salute a te numero 3, hai trovato il numero 1?-
            -Salute a te Frel numero 8. Chiamami Astrid se non ti dispiace-
            -Piacere Astrid-
            -Purtroppo le cose non stanno andando come previsto… c’è stato un sabotaggio, hai qualche informazione riguardo Tianad?-
 
            -No….non sono riuscito a trovarla…sono giorni e giorni che me ne vado a spasso lungo le coste dell’Australia e nel
 
resto del Pacifico, di sicuro sono finito sui notiziari per avvistamenti UFO- un Niano con il senso dell’umorismo e ben
 
informato sui costumi terrestri.
 
            -Temo che la sua capsula non abbia nessun segnale di riconoscimento e forse hanno manomesso i controlli dello
 
stato di ibernazione…è così che è morto Nil-
 
            -Quindi siamo senza leader!-
            -No Frel, sono riuscita a trovarlo e prima che morisse ci siamo fusi, la sua volontà è che sia io il leader, tutto ti sarà chiaro quando ci incontreremo, ho un messaggio per te da parte sua-
            -Inviami le coordinate esatte per l’incontro, sarò presto da te-
 
            -Sarà fatto! Ma tu vola a livello del mare ed immergiti, non farti vedere, non passare dalla terra ferma, ok? Me lo ha spiegato il numero 10 Lisad, la modalità invisibile è troppo dispendiosa, dobbiamo risparmiare energia -
 
            -Lisad è lì con te?-
            -Sì, ho rintracciato anche Rel e Mead ma non sembrano collaborare molto…dovevano contattarti…-
            -Non lo hanno fatto e non ho rilevato nessuno per la verità, perché stavo usando tutte le risorse per cercare Tianad…ma è stato tutto inutile…come faremo senza ingegneri?-
 
            -Abbiamo tutte le informazioni teoriche, troveremo una soluzione. A tra poco-
            -A tra poco, passo e chiudo-
Astrid uscì dal suo uovo di metallo, Donnie era in attesa.
 
            -Ho trovato Frel, sta arrivando. Dobbiamo trovare posto per tutti….mi dispiace di aver invaso la vostra privacy…-
            -Non preoccuparti Astrid, ne va anche della salvezza della Terra-
 
Astrid tornò al porto ad accogliere Frel, che la seguì vicino al rifugio. Ad aspettarlo c’era anche Lisad, senza una parola
 
compirono subito la fusione. Il messaggio di Nil fu “Caro Frel tu sei molto importante per noi, dovrai educare i marziani
 
del futuro, devono crescere sapendo quanto sia importante la pace tra i popoli”. Frel aveva un compito molto diverso dagli
 
altri, lui avrebbe dovuto istruire i primi nati su Marte, era un insegnate laureato in scienze umanistiche, fisiche e
 
matematiche, non sarebbe servito nelle prime fasi della missione. A quanto pareva certi Niani uccidevano sì, ma con
 
criterio.
 
 
Frel conobbe con piacere i terrestri, però decise di restare a dormire nella sua capsula, lo avrebbero sistemato presto in una
 
stanza vicino all’officina di Donnie. Al contrario di Lisad, il Niano era molto cordiale e non era prevenuto verso i terrestri,
 
anche perché aveva fatto prima la fusione e sapeva ormai che poteva fidarsi. Una cosa però era certa, non voleva fare
 
nessun tipo di allenamento, preferiva leggere libri e guardare la TV che combattere.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Eccovi Frel, è un personaggio secondario, ma anche lui avrà un suo ruolo, come tutti i prescelti.
 
Raph ha messo gli occhi su Lisad…ma lei è davvero tosta ed era innamorata di Nil il numero 1…non sarà  facile...
 
Grazie a voi ragazze che mi recensite, a chi mi ha messo nelle preferite e a tutti voi che leggete silenziosi.
 
Un grosso abbraccio
Altair/Ally
 

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Capitolo 14
*** Viaggio nello spazio senza variazione del tempo ***


Una volta che Frel aveva trovato il suo posto per dormire, Astrid tornò al rifugio. Erano già tutti a letto, ma Donnie la
 
aspettava vicino alla sua camera, era appoggiato alla porta e le tre dita della mano destra tamburellavano sul legno in modo
 
nervoso.
 
            -Dormirai con me stanotte? -
            -Mi piacerebbe, ma dobbiamo stare attenti, ho paura di non controllare la fusione totale-
            -E cosa ci sarebbe di male? Non vuoi diventare la mia fidanzata?-
            -Donnie…dopo per me sarebbe ancora più dura lasciarti-
            -Potrei venire su Marte o potresti tu tornare sulla Terra…..a te piace stare qui con noi, non è vero?-
 
            -Certo che mi piace, mi avete dimostrato più affetto voi in queste poche settimane dei Niani in venti anni terrestri!
 
Però la situazione è complicata, non sappiamo come reagirebbero il Consiglio Scientifico e lo Stato Supremo, non vorrei lo
 
prendessero come un tradimento….-
 
Donnie era veramente triste, aveva trovato finalmente la persona giusta per lui ma il destino voleva portargliela via.
 
            -Ci deve essere il modo per restare insieme-
            -Tu non capisci, sono molto rigidi e non capirebbero nemmeno perché voglio stare con un terrestre, vi considerano
 
arretrati…e poi non sappiamo quanto ci vorrà perchè Marte sia abitabile…-
 
            -I Niani non saranno violenti, ma a me sembrano comunque spietati. A volte il male psicologico è peggiore di quello fisico, non sono tanto superiori a noi-
            -Sono d’accordo….-      
            -Però stanotte non voglio rinunciare a te, mi comporterò bene…da perfetto gentiluomo…ehm "gentil-tartaruga"- disse con un sorriso così innocente che non potette non abbracciarlo.
 
            -Donnie sei adorabile, ma chi impedirà a me di comportarmi male?-
            -Meno male che i Niani sono freddi altrimenti …- strizzando subito l’occhio perché temeva di offenderla.
            -Va bene, proviamo, ma se qualcuno di noi si comporta male, ognuno andrà nella propria camera! -
            -Agli ordini numero 3!-
 
Così quella sera Astrid seguì Donnie nella sua stanza, lo fece girare mentre cambiava il suo vestito da ninja in una camicia
 
da notte più puritana possibile. Come aveva detto si comportò bene, entrarono nel letto innocenti come bambini. Ma
 
chiaramente non riuscivano a dormire. Donnie cominciò a carezzarle i capelli, diceva che erano morbidissimi e sentiva che
 
erano di una consistenza particolare, diversa da quella dei terrestri. Gli sembrava incredibile che in un attimo potessero
 
diventare degli aculei metallici.
 
Mentre per Astrid la sua vicinanza, il suo fisico da ninja, quella muscolatura definita, che la corazza di certo non
 
mascherava, erano davvero una tentazione. Astrid si girò verso di lui e cominciò a carezzare il suo collo, la clavicola, il
 
braccio, fino alla sua gamba muscolosa.
 
            -Non mi stai aiutando Astrid…solo averti accanto è dura, se fai così non so come andrà a finire…-
 
Lei non riuscì a dire una parola, ma non si allontanò.
 
            -Vuoi che me ne vada? Non muoverti, dormirò io nella tua stanza- disse Donnie quasi senza fiato.
            -No resta ti prego-
            -Puoi controllare la fusione in qualche modo?-
            -Non ne ho idea…-
            -Non possiamo….provare? In questo momento non so che darei per…-
 
Lei si avvicinò e cominciò a baciarlo, lui ricambiò con dolcezza, ma si tratteneva. Si baciarono per un tempo indefinito, ma
 
sentivano entrambi che non bastava, lui cominciò a carezzare prima la sua schiena poi scese ai fianchi, mormorando:
 
            -Mhm come sei morbida, sei bellissima…-
 
Non aveva mai avuto rapporti con una donna, ma sembrava sapesse cosa lei volesse da lui, sfilò la sua camicia da notte che
 
si dissolse, cominciò a baciarla ovunque, prima con delicatezza poi sempre più con passione. Intanto lei lottava contro
 
l’istinto di cominciare una fusione concentrandosi prettamente sul lato fisico del momento.
 
 
Ormai Donnie aveva baciato quasi ogni centimetro del corpo di Astrid,  non si era mai sentito così, tutte le volte che la
 
sfiorava sentiva crescere in sé come una fiamma, un’ardore mai conosciuto prima. Anche Astrid non aveva mai provato
 
niente del genere, tutto il suo essere era in estasi, ma allo stesso tempo i suoi muscoli erano contratti per la tensione:
 
tratteneva una fusione totale imminente, era una dolce tortura.
 
Donnie non riusciva più a trattenersi dall’andare ancora oltre, l’essere più incredibile che avesse mai incontrato era tra le
 
sue braccia e si stava donando interamente a lui, per questo si fermò e disse:
 
            -Amore …io… vorrei…–
 
“Amore”, quella parola tanto cercata, tanto desiderata.
 
-…perdonami Donnie…fermati- Astrid cominciò a piangere a dirotto -non posso…non sappiamo come finirà…-
 
            -Non m’importa se facciamo o no l’amore e ancora meno della fusione totale, ormai è troppo tardi per me, sono totalmente preso da te anima e corpo-
 
            -Allora fallo per me…ti prego lasciami sola…-
 
Donnie prima le dette un bacio leggerissimo sulle labbra e poi se ne andò senza una parola. L’aveva ferito, non si meritava
 
un essere tanto meraviglioso, rimase lì al buio a mordere le lenzuola, era solo una spietata Niana. Intanto Donnie nella
 
stanza di Astrid abbracciava il cuscino di lei con gli occhi lucidi.
 
 
La mattina seguente Astrid si alzò di malavoglia, non aveva dormito molto e si vedeva benissimo, incrociò Donnie appena
 
uscito dalla sua camera, anche lui con gli occhi arrossati, lo aveva fatto piangere di nuovo.
 
            -Come stai? – Disse timidamente e con lo sguardo abbassato.
            -Come te Astrid-
            -Non pensi che io sia insensibile come tutti i Niani?- Rispose sorpresa e alzando gli occhi verso lo sguardo comprensivo di lui.
           
            -No Astrid, ti conosco bene e so cosa vuol dire non voler soffrire…ma non penserai che mi arrenda così!?
Troveremo una soluzione. Per il momento ci andremo piano, di sicuro dobbiamo dormire separati, è stata veramente dura
lasciarti ieri sera, cerca di capirmi, sono un terrestre!-
 
E sorrise con quel sorriso che avrebbe fatto sciogliere tutto il ghiaccio al Polo Sud. Con le regole ancora da stabilire
 
andarono in cucina per fare colazione. Gli altri, compresi Lisad e Frel, li osservavano curiosi, ma nessuno osava
 
commentare, era chiaro che era successo qualcosa. Finalmente Leo ruppe il silenzio:
 
            -Donnie…ha chiamato April, non so cosa voglia ma non è riuscita a contattarti, hai lasciato il cellulare in laboratorio, chiamala appena puoi-
 
            -Grazie Leo-
 
L’aria era troppo pesante nella cucina, Donnie approfittò della scusa per uscire ed andò nel laboratorio.
 
            -Pronto April?-
            -Allora Donnie? Come stai? E’ un secolo che non ci sentiamo, come va con Astrid, le hai parlato vero?-
            -Sì April….abbiamo parlato…ci siamo pure baciati e…-
            -Sul serio? Ma è una notizia stupenda! Non ti facevo così latin lover-
            -Infatti non lo sono….la fusione mi ha aiutato molto a capire cosa fare e cosa dire…è veramente stupenda, farei qualsiasi cosa per lei ma…-
            -Ma?-
            -Ma lei a breve partirà per Marte e non sa se tornerà…-
            -Non può restare sulla Terra? Mi hai detto che ci sono altri prescelti, non possono andare loro?-
            -No Astrid è essenziale, è diventata il leader, il famoso numero 1 è morto e le ha lasciato l’incarico sul letto di morte-
            -Roba seria vedo…-
            -Poi l’ho pure spaventata…l’ho chiamata “amore”…mi è  scappato, non dovevo…-
            -Donnie sei davvero dolcissimo…forse troppo…non la lascerai andare via così, lei prova qualcosa per te?-
            -Credo di sì…bè non vorrei entrare nei dettagli ma sento che è così-
            -Non potresti mettere a punto il tunnel?-
            -Il tunnel?-
            -Il nostro progetto, potresti andare su Marte con loro e tornare sulla Terra quando vuoi…lo avevamo pensato per usarlo qui…ma potrebbe funzionare bene anche nello spazio!-
            -Ma April… è solo teorico lo sai bene-
            -Ho visto come hai risolto i problemi teorici…tu puoi farcela…lo puoi rendere reale…non ti possono aiutare i Niani? Non sono tanto evoluti?-
            -Forse hai ragione…se potessi fare la fusione con tutti i Niani potrei avere le nozioni sufficienti…peccato che
 
mancano proprio gli ingegneri all’appello…sembra che i Niani contrari all’insediamento su Marte abbiano pensato bene di
 
far fuori gli elementi indispensabili-
 
            -Puoi farcela Donnie, lo so che puoi-
            -Grazie April, sei l’amica migliore del mondo-
            -Lo so! Anche tu! Vai ora, però aggiornami ok?-
            -Va bene, dai un bacio alla piccola Eva ed uno scappellotto a Casey per me-
 
Donnie tornò in cucina raggiante e chiese ai Niani presenti:
            -Conoscete la teoria dei tunnel?
            -Ma dici tra dimensioni?- Chiese Frel che era anche fisico.
            -No, parlo di un tunnel che porta in due punti nella stessa dimensione e che passa attraverso lo spazio, ma senza variazione del tempo-
 
            -Bè… so solo la teoria, se tutte le nostre menti migliori non fossero in ibernazione, forse avremmo già creato un
 
tunnel spaziale per venire nel vostro mondo, anche se è un’impresa molto ambiziosa…per distanze così grandi serve
 
un’energia incredibile che nemmeno noi abbiamo al momento-
 
            -Ma se questo tunnel fosse tra la Terra e Marte, sarebbe concepibile con energia molto minore?-
            -Teoricamente si…- Frel appoggiò il mento sul pugno chiuso.
            -Donnie pensi che sia possibile?- Chiese Astrid speranzosa.
            -Con April avevo teorizzato un metodo veloce per arrivare in superficie dalle fogne e siamo finiti per fantasticare
 
sui tunnel spaziali…per piccole distanze terrestri avevo visto che era teoricamente possibile, anche grazie alle informazioni
 
ereditate da te. Se le tue nozioni base sono state sufficienti per questo, pensate cosa possiamo fare insieme con le nozioni di
 
fisici ed ingegneri Niani-
 
            -Tianad era la vera fisica e con Nil avrebbero potuto realizzare molto…io sono solo un insegnante- disse Frel.
            -Ma anche Donnie è molto in gamba, il terrestre più intelligente che abbia mai conosciuto…insieme a noi potrebbe farcela…- insistè Astrid.
           
            -Ma non è pericoloso collegare Marte alla Terra?- Chiese Mikey.
            -Grazie al tunnel Donnie potrebbe venire con noi e tornare quando vuole…- sussurrò Astrid a mezza voce.
            -Non credi che questo metterebbe in pericolo la missione?- Precisò Lisad che aveva capito tutto.
 
            -No Lisad, renderemo ancora più sicuro il rifugio delle tartarughe, così potremo creare qui l’entrata del tunnel e
 
sarebbe anche facile tornare e ricaricare i cristalli.  Su Marte i vulcani non ci sono. E a noi serve troppa energia senza Nil e
 
la sua capacità di costruire macchinari- ribatté Astrid.
 
            -I vulcani? A che vi servono?- chiese Raph.
            -Sono il sistema più rapido per ricaricare i cristalli, basta entrare nel cratere di un vulcano attivo con tutta la capsula
 
così si ottiene tutta l’energia possibile, anche per tornare su Ni. Ecco perché ci serve Terra…bè devo anche finire di
 
raccogliere alcuni campioni biologici - disse Astrid.
 
            -C’è solo un problema…per creare il tunnel dobbiamo costruire da entrambi i lati, quello terrestre e quello
Marziano…- precisò Donnie.
 
            -Se non riusciamo nel tunnel probabilmente falliremo la missione…ho ragione?- Disse Lisad.
 
            -Temo di si…ci serve Donnie ma ancora di più l’energia…perché Nil è praticamente insostituibile…e non abbiamo
 
tutte le capsule con i cristalli! Non sappiamo quante sono andate perse!- Asserì Astrid.
 
 
Donnie fece una leggera smorfia, per lui Nil era assolutamente sostituibile soprattutto al fianco di Astrid e lo avrebbe
 
dimostrato quanto prima.
 
            -In realtà ho un’idea per localizzare le capsule perse-
            -Dici sul serio Donnie?- Chiese Astrid.
            -Sì! Ho avuto modo di studiare i vostri cristalli di Enerzon, so che sono a base di zirconio ed ho potuto rilevare che con un’adeguata stimolazione emettono dei suoni ad altissima frequenza-
 
            -Ho ascoltato quella musica una volta, ma preferisco la musica terrestre- rispose Frel scherzoso, nessuno lo considerò.
            -Non avete mai pensato che potremmo cercare le capsule scomparse rilevando i suoni come facciamo con uno scandaglio sonar?- precisò Donnie.
 
            -Ma non sappiamo dove sono finite le capsule esattamente- disse Frel.
            -Non è vero- precisò Lisad -dobbiamo entrare nelle banche dati terrestri e cercare tutti i fenomeni di meteoriti
 
avvenute quando siamo arrivati…la capsula di Miol è esplosa in volo, ma le altre potrebbero essere ancora sul fondo del
mare-
            -L’ho già fatto, abbiamo tutte le coordinate- disse Donnie, era soddisfatto di aver impressionato i Niani.
            -Dimenticate che non abbiamo dei sonar così sensibili sulle nostre capsule né nelle cinture, non era previsto altrimenti li avremmo usati- ribattè Frel.
 
            -Non c’è problema, li realizzerò io- precisò Donnie ancora più soddisfatto.
            -Sei un genio!- Astrid lo abbracciò e lo baciò davanti a tutti.
 
Gli altri due Niani non si scomposero, sapevano già tutto attraverso la fusione. I terrestri invece si guardarono preoccupati.
 
P.S. Ciao a tutti!
Quella che avete letto all’inzio del capitolo è la prima scena d’amore che abbia mai scritto in vita mia, è stata dura perché non volevo essere volgare, ma nemmeno troppo vaga, per ora dovrei essere nel rating giusto...non voglio sforare nel rosso, tanto sono sicura che non mi verrebbe nemmeno bene.
 
Ho introdotto l’idea del tunnel spaziale, un classico della fantascienza…non poteva mancare!
 
Non sto nella pelle, non vedo l’ora di introdurre i prossimi personaggi! In particolare il prossimo capitolo è uno dei miei preferiti… mi sono divertita tantissimo a scriverlo!
 
Grazie a chi mi ha recensito e a chi lo farà. Grazie a coloro che non recensiscono ma mi stanno seguendo e mi hanno messo nelle preferite/seguite, grazie di cuore!
 
Altair/Ally
 

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Capitolo 15
*** Michelangelo il demone buono ***


Prima che Donnie si mettesse a lavoro per costruire il tunnel occorreva che facesse nuovamente una fusione, infatti dopo gli
 
ultimi avvenimenti i tre Niani avevano acquisito nuove informazioni. Frel era un po’ nervoso, non aveva mai unito la sua
 
mente a quella di un terrestre e cercava di sdrammatizzare.
           
            -Bè… che può succedere di male, magari comincio a mangiare la lattuga come le tartarughe terrestri-
            -Sei un fifone! Donnie non è un rettile sottosviluppato, lo sai benissimo- commentò Lisad.
            -Tranquillizzati, faremo una fusione solo per i dati scientifici, anche se ti assicuro che ha veramente una mente notevole e sicuramente impareresti molto- aggiunse Astrid.
           
            -Mi dispiace Frel, cercherò di non pensare alla lattuga- rise Donnie.
            -Purtroppo siamo solo noi, al momento, gli scienziati con la preparazione migliore- spiegò Astrid.
 
Si disposero in cerchio tenendosi per mano con la tartaruga al centro.
           
            -Ehm ragazzi, non è una seduta spiritica giusto?- disse Mikey che si era affacciato nel laboratorio per curiosare. Raph lo afferrò per la bandana e lo trascinò via.
 
Mentre i Niani si tenevano per mano alzarono le braccia fino a toccare Donnie, in questo modo tutti erano connessi. Partì la
 
fusione mirata. Astrid gli fornì gli ultimi dati ricevuti da Nil, Lisad aveva delle nozioni di elettronica, Frel le basi teoriche
 
della matematica e fisica Niana. Il tutto durò pochi secondi, per Donnie sembrò durare molto di più, era come uno strano
 
sogno, sentiva suoni, vedeva colori, formule matematiche e tutto ad alta velocità. Se la fusione con una Niana lo aveva un
 
po’ sconvolto, questa volta con tre fu veramente stancante. Alla fine lo fecero sedere perché gli girava molto la testa.
 
            -Forse è meglio se lo accompagniamo a riposare, avrà sicuramente bisogno di elaborare i dati- disse Astrid.
 
Una volta steso sul letto, Donnie con voce da ubriaco disse:
 
            -Astrid, resta qui… non andare via-
            -Va bene, resterò qui con te, rilassati, devi memorizzare bene, è fondamentale-
 
La voce di Astrid cominciò a diventare sempre più confusa e Donnie cadde in un sonno profondo.
 
Rimase addormentato per ben tre ore, quando si svegliò Astrid era ancora seduta accanto a lui, lo guardava con tenerezza.
            -Tutto bene?-
            -Quanto ho dormito?-
            -Qualche ora…ma come ti senti?-
            -Bene, non preoccuparti. Mi sono concentrato al massimo per memorizzare tutto, è stato molto faticoso-
            -Non pensavo che tu ne fossi capace-
            -Cosa vuoi dire?-
            -Voglio dire che non sapevo che i terrestri riuscissero a elaborare i dati come noi. Credo che tu adesso abbia il pieno
 
controllo delle nozioni che ti abbiamo trasmesso. Quando abbiamo fatto la fusione la prima volta hai sicuramente perso
 
dati, stavolta credo che non sia successo-
            -Bene, è quello che volevo. Che ore sono?-
            -E’ ora di pranzo. Ti puoi alzare? Gli altri sono preoccupati per te, non avevi reagito così la prima volta-
Arrivato in cucina fu subissato di domande.
            -Stai bene Donnie?-
            -Non ti hanno fritto il cervello?
            -Ci riconosci?
            -Ragazzi sto bene, anzi sto benissimo. Vi calmate un po’?- Li rassicurò Donnie- ho anche fame, buon segno no?-
 
Dopo pranzo il genio andò subito in laboratorio, la sua mente era in fermento e non vedeva l’ora di mettersi a lavoro.
 
Nel mentre Lisad e Frel avevano cercato di contattare Rel e Mead, ma senza successo. Il loro segnale era rintracciabile,
 
semplicemente sembrava non volessero rispondere alla chiamata.
 
            -Tutto questo è intollerabile!- Commentò Lisad.
            -In realtà un po’ li capisco, finalmente sono liberi e liberi di amarsi- disse Astrid.
            -Mi dispiace, invece non li comprendo! Tu sei il nostro leader, non li giustificare-
            -Capisco, ma non li giustifico. Non resteremo con le mani in mano. Appena il rilevatore di Enerzon sarà pronto
andremo a cercare Miol, Tianad e andremo a parlare con Rel e Mead di persona, devono vedere cosa ha sofferto Nil.
Capiranno, vedrete-
            -Li costringeremo a fare la fusione- disse Lisad.
            -Lo faremo se non ci lasceranno altra scelta- sottolineò Astrid.
            -Secondo me c’è una spiegazione plausibile e ci raggiungeranno presto- commentò Frel- forse li hanno arrestati-
            -Non credo che siano così stupidi da farsi fermare da quattro mura terrestri-
            -Lisad non dobbiamo escludere nessuna eventualità, non tutti sono preparati fisicamente come te e me. Frel senza la cintura sarebbe totalmente indifeso, pensa se qualcuno le avesse rubate a Rel e Mead-
 
            -Non so davvero cosa sarebbe peggio- Lisad si mise le mani nei capelli.
            -Non dobbiamo perdere tempo, dobbiamo aiutare Donnie e se possibile riparare la capsula di Nil- disse Astrid, si alzò e si diresse verso l’officina.
 
            -E’ proprio presa dal terrestre…pensi che diventerà un problema?- Chiese Frel a Lisad.
            -Non preoccuparti, Nil credeva in lei, non ho nessun dubbio che farà l’impossibile perchè la missione riesca. La sua
 
emotività l’ha avvicinata ai terrestri ed è stata la nostra fortuna, hai visto cosa sa fare Donnie? Senza di lui forse tutto
 
sarebbe perduto-
 
Lisad e Frel erano sul divano e non si erano accorti che Mikey li stava ascoltando, né tanto meno potevano sospettare che
 
un po’ li capiva. Non disse nulla e raggiunse i fratelli nel dojo.
 
            -Credo che a Frel non piaccia molto Donnie- disse Mikey a Leo e Raph.
            -Sarebbe un grave errore, se riusciranno a fare qualcosa di buono sarà solo grazie a lui- commentò Leo.
            -Queste lucertole ingrate- disse Raph- non si rendono conto di quello che Donnie sta facendo per loro -
            -Sono diversi da noi, Raph. Astrid era considerata strana perché ha sempre mostrato di provare sentimenti-
            -Ho capito Leo. Ma non è possibile che siano solo dei pezzi di ghiaccio-
            -Tu hai passato un po’ di tempo con Lisad…che ne pensi?-
 
            -E’ una tipa davvero strana…quando siamo usciti a cercare materiale per il suo letto non ho avuto una vera
conversazione…abbiamo solo cercato materiale per il suo letto!-
 
            -Ha parlato mister tartaruga socievole! Si sarà annaoiata a morte con te! - disse Mikey, Raph fece una smorfia.
            -Credo che la cosa migliore che possiamo fare è tenere gli occhi bene aperti, fidarsi è bene non fidarsi è meglio- disse Leo.
 
I tre fratelli ripresero ad allenarsi, erano del tutto impotenti, potevano solo contare sul fratello genio. Ad un certo punto Lisad entrò nel dojo.
 
            -Raph ti va di confrontarti con me? Niente di cruento lo prometto-
            -Come desideri Lisad, ma non sarà una passeggiata, l’abbiamo allenata noi Astrid-
 
In quel momento Raph voleva dare una piccola lezione alla lucertola Niana, gli prudevano un po’ le mani.
 
Decisero per un combattimento senza armi, arti marziali terrestri contro arti marziali Niane, Splinter era a meditare e fu Leo
 
a dar inizio alle “danze”.
 
Fu un vero spettacolo, Lisad sembrava una ballerina di Capoera con la differenza che aveva tirato fuori la coda e la usava
 
per appoggiarsi e per combattere. Raph all’inizio era serio poi cominciò a divertirsi perchè Lisad non attaccava veramente,
 
stava solo giocando e anche lui voleva divertirsi. Non si colpirono mai veramente, schivavano i colpi l’uno dell’altro fino a
 
che Raph si stufò e la buttò a terra senza troppa violenza e la bloccò.
 
            -Ora ferma lucertolina bruna, ho bisogno di prendere un po’ fiato. Meno male che non eri agile-
            -Imparo presto- rise Lisad che si liberò dalla presa, lo stese sul pavimento senza troppa fatica e si sedette su di lui. Raph cominciò a ridere non aveva più alcuna voglia di combattere.
            - Va bene, va bene mi arrendo, diciamo che per stavolta vinci tu-
 
Astrid si affacciò dalla porta del dojo:
 
            -Lisad, puoi venire ad aiutarmi con la capsula di Nil? Raph,visto che non vi allenate seriamente, vieni anche tu?
Dobbiamo vedere se possiamo adattare la capsula anche a voi tartarughe e Donnie ora è molto impegnato-
 
            -No problem, vi do volentieri una mano, ma non è che mi fate fare la fusione o robe del genere?-
            -No, se non vuoi, devi solo provare se entri comodamente nella capsula e se si adatta alla tua forma, tutto qui- Disse Astrid.
 
Tutti e tre si diressero nell’officina dove erano stipati mezzi niani.
 
Leo nel mentre ne aveva abbastanza,  tutta la situazione gli dava sui nervi, uscì da solo a prendere un po’ d’aria. Per un po’
 
vagò saltando di tetto in tetto apparentemente senza meta, poi si ritrovò dove un tempo c’era la base del loro nemico storico
 
Shredder, si fermò. Al suo posto c’era oramai un innocuo grattacielo pieno di uffici. Cominciò a pensare a Karai. Quella
 
donna incredibile e tanto forte che era stata prima sua nemica al fianco di Shredder e poi alleata per sconfiggerlo. Adesso
 
non si sentivano da tempo, lei si era sposata con quel ridicolo scienziato e l’aveva persa per sempre, nemmeno aveva avuto
 
la possibilità di capire cosa volesse da lei. Ma adesso dopo anni sapeva perfettamente cosa sentiva, solo che quello che
 
voleva lui era impossibile e quindi lo aveva ignorato per lungo tempo. Il vento soffiava forte sul suo viso, in lontananza
 
sentiva il tintinnio di uno scacciaspiriti di terracotta e poi una presenza alle sue spalle. Era Mikey.
 
            -Ciao Leo, cosa fai qui?-
            -Niente, pensavo.-
            -A lei vero?-
            -Lei chi?-
            -Voi mi sottovalutate sempre per qualsiasi cosa. Credi che non l’abbia capito? Quando sei triste vieni sempre qui…dove c’era Karai. Ti manca vero?-
            -Moltissimo…e questo senso di impotenza mi fa impazzire-
 
            -Io non credo che sentirò mai le sensazioni che avete provato voi, evidentemente non sono fatto per questo. Vedo
 
che sarà pure bellissimo l’amore, ma ha sempre un prezzo. Guarda… Donnie farebbe qualsiasi cosa per Astrid, manca poco
 
si fa fulminare il cervello per lei. Ora mi preoccupa Raph, quella Lisad è un osso troppo duro anche per lui-
 
            -Purtroppo caro Mikey sei ancora giovane, non credo proprio che non sperimenterai mai queste sensazioni, a volte
 
vorrei davvero che tu restassi sempre un ragazzino immaturo, così non soffriresti come noi. Ma non sei rimasto stregato da
 
Astrid dopo la fusione come Donnie?-
 
            -Devo dire che è stata una cosa spaziale e lei è davvero incredibile, ma una delle sensazioni che ho visto dentro di
 
lei è il grande sentimento per Donnie. Questo mi è bastato, non ho altro che amicizia per lei, qualcos’altro non lo sentirei
 
giusto-
 
            -Sai Mikey, a volte mi sconvolgi, forse sembri il più giovane, ma riesci ad essere molto più saggio di noi...in certi momenti-
 
            -Che vuoi, quando c’è la classe- Mikey sorrise.
 
Decisero di rientrare, arrivarono al primo tombino nascosto, Leo si era già calato dentro quando Mikey sentì delle grida.
 
            -No ti prego, non farlo, Isabel fermati!-
            -Stai lontana mamma, lasciami stare…non voglio…vattene!-
 
Mikey in un lampo arrivò abbastanza vicino alle due donne da capire cosa stava succedendo. Una ragazza era su un
 
cornicione, era in camicia da notte, aveva il viso, le braccia e le gambe ricoperte di bende, voleva chiaramente buttarsi di
 
sotto, la madre dalla finestra cercava di farla ragionare.
 
La tartaruga in arancio lanciò un arpione sul tetto,  pronto se la ragazza si fosse buttata.
 
            -Isabel ti scongiuro…hai solo diciannove anni, hai ancora tutta la vita davanti-
            -Se devo vivere così… allora preferisco morire-
 
Isabel perse l’equilibrio e cadde nel vuoto, chiuse gli occhi, ma non gridò.
 
Quando li riaprì stava volando tra le braccia di una tartaruga gigante con gli occhi azzurri.
 
            -Ma tu chi sei? Sono morta? Sono all’inferno?-
 
Atterrarono sul tetto di un palazzo a lato rispetto a dove si era buttata.
 
            -Bè… capisco che posso sembrarti brutto, ma non sono un demone. Anzi mi chiamo Michelangelo!-
            -Cosa sei? Il mio angelo custode?-
            -Se vuoi posso anche essere il tuo angelo custode bellezza -e sorrise dolcemente- ma prima di tutto sono una tartaruga ninja-
           
            -Tartaruga…ninja? Ma da dove vieni? E perché mi hai salvato?-
            -E’ una storia lunga…quando avevo poco più di un anno io ed i miei fratelli siamo stati trasformati da una sostanza mutagena….vabbè è troppo lunga…ti ho salvato perché una bella ragazza come te non può morire così-
 
            -Una bella ragazza? Ma se nemmeno mi vedi bene con tutte queste bende. Sembro una mummia! Ho ustioni per tutto il corpo…sarò sempre un mostro- e cominciò a piangere.
 
            -Intanto hai degli occhi bellissimi, un fisico da modella e poi… io capisco bene le persone- Mikey arrossì per quello che aveva detto.
 
            -Grazie…ero una modella…ora la mia vita è finita-
            -E ti volevi suicidare solo per questo? Perché non potrai fare più la modella?-
            -Non solo per questo…il mio fidanzato mi ha lasciato ed io porterò i segni delle ustioni per tutto il resto della mia
 
vita…non mi vorrà più nessuno…un momento…sto parlando ad una tartaruga gigante! Devono essere le mie medicine…-
 
Mikey era in piedi e teneva in braccio l’attonita Isabel.
 
            -Non urlare ti prego, non vi reggo voi umani quando fate così. Non voglio farti del male, perché altrimenti ti avrei salvata?-
            -Forse mi vuoi rapire e vuoi mangiarmi?-
            -Bè… saresti già cotta…ops scusami…non volevo…non ti farei mai del male-
 
Isabel cominciò a ridere, non riusciva più a fermarsi, si chiedeva chi fosse questo strano essere così buffo.
 
            -Tutto bene? Non è che dai di matto?-
            -Sto bene Michelangelo, puoi mettermi a terra?-
            -Solo se prometti di non buttarti mai più dai cornicioni e di chiamarmi Mikey-
            -Va bene…Mikey-
 
La tartaruga la fece scendere delicatamente al suolo come una bambola preziosa.
 
            -Chi mi assicura che quando sarò andato via tu non proverai di nuovo?-
            -Allora mi lascerai libera?-
            -Certo, non voglio rapirti, tanto meno mangiarti-
 
Era la situazione più bizzarra che fosse mai capitata ad Isabel e voleva saperne di più di quel demone dagli occhi buoni.
 
            -Se verrai a trovarmi anche domani sera alla stessa ora ti prometto che…ci penserò-
            -Va bene Isabel, te lo prometto, ma prendo anche la tua come una promessa-
 
Da lontano udirono la mamma di Isabel che la chiamava disperatamente, si era formato un gruppo di curiosi di fronte al
 
palazzo. Mikey la riprese in braccio e con pochi balzi scesero in un vicolo a lato perché nessuno potesse vederli.
 
            -Vai da tua madre e ricordati che anche tu hai promesso-
            -Ok…hai la mia parola –
 
Mikey svanì nella notte e Isabel rimase lì da sola, pensando di aver sognato. Tornato al rifugio incontrò Leo.
 
            -Dove eri finito, mi sono girato e non c’eri più-
            -Ho dovuto salvare una ragazza…si voleva suicidare…-
            -Ti ha visto?-
            -Forse solo un po’-
            -Come solo un po’?-
            -Non lo dirà a nessuno, era fuori di testa, forse ha creduto di sognare- mentì spudoratamente, sapeva come fosse pignolo Leo.
            -Lo spero per te…-
            -Dove sono gli altri? Sono già a letto?-
            -No, sono tutti all’officina, sembra che Astrid e Lisad abbiano aggiustato la capsula, Raph c’è entrato dentro,
 
Donnie ha fatto gli ultimi ritocchi, sembra che anche noi possiamo usarla, ma dobbiamo fare la fusione…forse tu puoi già
 
pilotarla-
            -Davvero? E quando posso provare?-
            -Ora se vuoi…di giorno sarebbe impossibile-
Mikey corse al deposito e trovò tutti i Niani, Donnie e Raph intorno ad un uovo argenteo.
            -Posso provare anche io?-
            -Certamente Mikey, dopo che l’avrà testata Donnie- gli rispose Astrid.
Donnie entrò dentro il mezzo alieno, si sdraiò, appena appoggiata la testa si formò una sorta di casco, la connessione
 
cervello-capsula si accese, il computer di bordo sembrava funzionare. La tartaruga ordinò al mezzo di alzarsi da terra e
 
procedere, niente di più semplice, tutto funzionò come previsto.
 
            -Come va? Rispondono bene i comandi?- Chiese Astrid da fuori, lui poteva udirla perfettamente.
            -Tutto ok, avete riparato i danni. Vedi il segnale? Mi risulta che sia in funzione-
            -Sì Donnie, adesso non possiamo più perderla-
            -Se non avete nulla in contrario vorrei fare un giro-
            -Affermativo!- Rispose Astrid.
 
L’uovo argenteo si mosse, andò attraverso il condotto e uscì dalle fogne. Appena fuori fece un’accelerazione talmente
 
rapida che nessuno degli umani del porto di New York fu sicuro di aver visto veramente qualcosa. In pochi attimi Donnie
 
era nell’Atlantico e procedeva ad una velocità pazzesca, aveva una visione notturna accuratissima e non aveva bisogno di
 
luci.
            -Donnie ricordati che in pochi secondi, se mantieni la rotta a questa velocità, potresti arrivare fino in Europa,
 
controlla dove sei e non farti vedere- Astrid lo seguiva sul computer della cintura ed aveva visto che accelerazione aveva
 
fatto.
            -Mi sono fatto prendere dall’entusiasmo, torno subito-
 
Il “subito” fu qualche attimo, il genio era già di ritorno al deposito, balzò fuori entusiasta e disse:
 
            -E’ assolutamente fantastico! Può viaggiare quasi ad un centesimo della velocità della luce sulla Terra e solo un
 
decimo nello spazio. Teoricamente potrei fare il giro del mondo in poco più di quattordici secondi-
 
            -Posso provarlo anche io?- disse timidamente Mikey.
            -Sì, anche tu puoi, ma ti prego non esagerare e torna subito qui, ok?- Astrid gli parlava come ad un bimbo.
            -Va bene…-
 
La scena precedente si ripetè nuovamente, anche Mikey provò l’ebbrezza della velocità, per fortuna Donnie gli ordinò di
 
tornare subito altrimenti avrebbe fatto il giro della Terra varie volte senza nemmeno accorgersene.
 
            -I vostri mezzi sono veramente fighi!  Posso riprovare tra un po’? -
            -Sì Mikey, ma purtroppo consumano energia e non possiamo permetterci tante passeggiatine- gli rispose Lisad- Raph anche tu vuoi provare?-
 
            -Solo se ce ne sarà bisogno…non so se voglio fare la fusione…-
 
Da un lato Raph avrebbe voluto conoscere veramente Lisad, ma dall’altro non voleva di nuovo intrusioni nella sua testa.
 
Poi non sapeva cosa sarebbe successo, magari scopriva che Lisad era perfetta per lui, ma lui su Marte non ci voleva mettere
 
piede.
 
            -Hai paura?- Gli chiese Lisad.
            -Vuoi sapere la verità?- Rispose Raph.
            -Certo! Perchè ti avrei fatto la domanda altrimenti?- Lisad era sempre molto diretta.
            -Non voglio che tu mi legga i pensieri, quando lo ha fatto Astrid mi ha dato molto fastidio…lo so che non fa male…-
            -Posso solo passarti le nozioni per pilotare il mezzo se vuoi-
            -Ci penserò-
 
Era tardi e andarono tutti a letto, meno Donnie che voleva tornare in laboratorio per finire i rilevatori per i cristalli, uno per ogni capsula.
 
            -Donnie, non ti fa bene lavorare così tanto- si lamentò Astrid.
            -Faccio sempre così, è la normalità per me-
            -Non dopo una fusione così impegnativa, per favore credimi, continuerai domani, sono sicura che hai quasi finito, ti aiuteremo ad adattare i rilevatori Enerzonici ai nostri mezzi.-
 
Donnie si avvicinò a lei, la baciò teneramente e disse:
 
            -Tu cosa mi dai in cambio?-
            -Vieni con me nella tua stanza e lo vedrai-
 
Donnie la seguì curioso e speranzoso. Appena furono nella camera lei si avvicinò come per baciarlo, invece con una mossa
 
rapida lo schienò sul letto e corse via. Lui si arrese, era veramente stanco e si addormentò subito.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Mikey ha conosciuto una ragazza…^-^…farà il bambino come al solito?
 
Ecco invece svelato perché Leo non si è fatto ammaliare né da Astrid né da Lisad…tutta colpa di Karai…povero Leo…lei lo fa soffrire anche nel ricordo (so già che molte fan di Leo mi staranno odiando solo per averla rammentata …sorry)
 
Grazie a voi che continuate a recensirmi e a tutti voi che seguite.
Un grosso abbraccio
Ally/Altair
 

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Capitolo 16
*** Alla ricerca di Miol, il numero 5, lo psichiatra ***


La mattina Donnie si svegliò presto, ma era ancora provato dalla giornata di ieri. Astrid aveva ragione, tutta quella
 
situazione era nuova per lui, tutto quel sapere in poco tempo non era da terrestri. Andò in cucina e trovò quasi tutti che
 
facevano colazione. Anche Frel era presente e cercava di fare battute col sostegno di Mikey.
 
            -E’ color argento, ha la coda e salta. Cos’è?- disse il Niano.
            -Un pesce terrestre?- disse Astrid.
            -No! Un Niano in un campo di mine terrestri-
            -Per favore, ma era terribile!- Sghignazzava Lisad.
            -Non è poi così male- commentava Mikey.
            -In Niano sarebbe suonata meglio- si giustificò Frel e aggiunse -Aspettate un po’, forse ce ne ho una vecchio stile per soli terrestri: chi intercetta la posta area…è un “impiccione” viaggiatore?-
 
Tutti cominciarono a ridere, a parte Mikey, che non aveva capito il gioco di parole finissimo.
 
            -Ma state tutti mangiando in modo terrestre? Vedo che vi fa sicuramente male! - disse Donnie.
            -No, non vogliamo finire le vostre scorte, abbiamo trovato degli alimenti che stavano per scadere e che gli umani avrebbero buttato via e li abbiamo trattati per poterli mangiare- rispose Frel.
 
            -Io sto mangiando cereali e latte ad alta digeribilità che mi aveva comprato April- disse Astrid.
 
Raph consumava la sua colazione in silenzio, aveva riso alle battute e sembrava che niente lo disturbasse, Leo era nel dojo.
 
Donnie raggiunse il leader in blu per vedere come stava.
 
            -Tutto bene Leo?-
            -No…sono preoccupato-
            -Non ti trovi bene con i Niani?-
            -Non è solo questo…cosa vogliono da noi?-
            -Te l’ho spiegato…se non li aiutiamo i loro simili verranno e ci conquisteranno…hai visto la loro tecnologia, non avremmo scampo!-
            -Chi ti dice che non vorranno conquistare la Terra comunque-
            -Astrid lo impedirà, so cosa pensa e mi ha detto che Lisad è completamente d’accordo con lei. Frel non ci credeva neppure che qualcuno del Consiglio avesse sabotato la missione, la violenza è qualcosa che non tollera-
           
            -Posso credere ad Astrid, forse Lisad….ma gli altri?  I Niani non ragionano come noi-
            -Ma nemmeno come gli umani. Tu sai quante guerre hanno fatto gli umani e quante ancora ne stanno facendo. I
Niani sono migliori, se la missione andrà a compimento non abbiamo nulla da temere-
 
            -Spero veramente che tu abbia ragione…-
            -Stasera completerò i rilevatori sonar per trovare le capsule perdute, se così sarà partiremo subito a cercare gli altri prescelti, se hai ragione lo sapremo presto-
 
            -Lo fai per lei…vero?-
            -Non lo faccio solo per lei, lo faccio per tutti noi!-
            -Resterai su Marte?-
            -Se costruirò il tunnel sarà dietro l’angolo e sarò con voi tutte le volte che avrete bisgono di me o che vorremo vederci-
 
Astrid entrò nel dojo, Leo e Donnie si zittirono.
 
            -Allora ci alleniamo stamani? Dov'è Splinter?-
            -Ci raggiungerà subito…non lo ha ammesso, ma tutto questo via vai non credo gli piaccia-  
            -Ha ragione…abbiamo deciso di modificare l’area vicino all’officina di Donnie in alloggi per noi ed avremo anche una cucina nostra, nelle fogne c’è tanto spazio-
 
            -Non vogliamo mandarvi via per forza- disse Donnie.
            -Va bene così, non preoccuparti, devo riunire i prescelti e non posso portarli tutti qui. Dopo l’allenamento penseremo al nuovo rifugio, ci sarà posto per tutti-
 
            -E tu non dormirai più qui?-
            -Vedremo Donnie…vediamo come va con i prescelti…un passo alla volta…-
 
Arrivarono anche gli altri e Splinter, gli allenamenti ebbero luogo come sempre. Frel intanto aveva imparato ad usare i
 
video giochi e faceva le sue battaglie virtuali seduto sul divano.
 
Subito dopo l’allenamento Donnie mangiò in fretta e si rimise a lavoro affiancato da Lisad, mentre Astrid e Frel con
 
l’ausilio delle cinture e dei cristalli avrebbero sistemato le fogne per i nuovi arrivi, volevano tutti finire in serata e partire
 
subito. Astrid e Lisad avrebbero cercato Miol o  quel che restava della capsula se era esplosa, poi sarebbero andate a
 
cercare Rel e Mead. Donnie e Frel sarebbero andati prima in cerca di Tianad vicino Sidney, poi Nied a Singapore ed infine
 
Tol a Mumbai. Come previsto quattro uova argentate sbucarono dal canale di scolo del porto, si divisero in coppie e
 
partirono per due direzioni completamente opposte, ora si faceva sul serio. 
 
 
Quella sera, un giorno dopo il salvataggio alla Indiana Jones, Mikey bussò alla finestra di Isabel.
 
            -Isabel? Apri, sono il tuo angelo custode-
 
Isabel aprì la finestra.
            -Ma allora non è stato un sogno, esisti davvero Michelangelo-
            -Certo che sono vero! Ho pure dimenticato di rimuovere la corda che ho usato per salvarti, ora che ci penso è lì che penzola dal palazzo, la toglierò dopo-
           
            -Vieni dentro, i miei dormono-
            -Allora Isabel, come stai? Sei tornata in te vero?-
            -Vuoi dire…se voglio morire? In alcuni momenti penso di sì…ma poi ho deciso che ti volevo rivedere-
            -Davvero?-
            -Sì Mikey, te lo avevo promesso….mi hai salvato la vita….-
            -Ma tu non devi farlo per me, nemmeno mi conosci-
            -Nemmeno tu mi conoscevi e mi hai salvato lo stesso…-
            -La vita è la cosa più preziosa che abbiamo insieme ai nostri cari, non va mai buttata via-
            -Tu hai ragione…ma sono così infelice…prima era tutto perfetto, avevo un ragazzo bellissimo e posavo per un’importante ditta di cosmetici-
 
            -Come hai fatto ad ustionarti così?-
            -Ho avuto un incidente stradale…la macchina ha preso fuoco, sono viva per miracolo. Per fortuna ero da sola-
            -E’ terribile, povera piccola…- Mikey si guardò attorno, non sapeva che dire  -ma questi quadri? Li hai fatti tu? Questo e del tuo incidente?-
 
Il quadro era un po’ astratto ma si riconoscevano bene le fiamme, forse il relitto della macchina che si fondeva col fuoco e
 
poi un fiore, forse un’orchidea, al centro mezza annerita e mezza seccata. A Mikey trasmetteva una forte angoscia.
 
            -Bravo, hai occhio…ho sempre amato la pittura ed il disegno… ho fatto l’Accademia delle Belle Arti, ma adesso è 
 
per scaricare la tensione-
 
            -Sono bellissimi…oh ma questa sei tu?-
            -Sì… prima dell’incidente- Isabel abbassò il viso, voleva rimettersi a piangere.
            -Sei bellissima…- Mikey aveva davanti la foto sorridente di Isabel: ovale perfetto del viso, nasino alla francese, grandi occhi castani e capelli neri corvini molto lunghi.
            -Ero…- E stavolta cominciò a piangere a dirotto.
            -No ti prego, non fare così….oggigiorno ci sono tante tecniche mediche, ci sarà un modo per farti tornare normale-
 
            -Purtroppo le ustioni sono troppo gravi. Potrò togliere le bende tra qualche giorno, ma la pelle non è
 
recuperabile…anche il settanta per cento del mio corpo è rimasto ustionato….non sono rimasta cieca per puro
 
miracolo….ma ho perso tutti i capelli…forse col tempo ricresceranno-
 
            -I capelli non li ho mai avuti, non sono così importanti…comunque…è un miracolo se sei ancora viva, dovresti
 
concentrarti su questo…devi pensare a tutte le persone che ti vogliono bene e che faresti soffrire se non ci fossi più-
 
            -Sei la tartaruga più dolce che abbia mai conosciuto- spuntò un sorriso tra le lacrime- ma sei un alieno?-
            -Oh povero me! No…ma credimi, esistono!-
            -Ormai potrei credere a qualsiasi cosa-
            -Devi sapere che prima, più di venticinque anni fa, ero una tartaruga normale, sai quelle piccoline che stanno nelle
 
vasche con l’acqua? E’ stato un mutageno alieno che mi ha trasformato così, ora vivo nelle fogne con i miei fratelli ed il
 
mio sensei e padre…anche loro sono stati mutati-
 
            -Sapevo che New York era una città incredibile, ma non fino a questo punto. Ma perché vivete nelle fogne?-
            -Perché? Tu vorresti vedere tartarughe e ratti giganti in giro per la città?-
            -Ratti?-
            -Il mio sensei è un ratto molto cresciuto…molto saggio… ma molto ratto-
            -Tranquillo, non ho paura dei ratti, anzi li trovo graziosi-
            -Davvero? Che ragazza strana sei-
            -Quindi siete costretti a vivere lì perché avete paura della gente…e siete ninja-
 
            -Sì! Cioè no, non ho paura della gente, siete voi che avete paura di noi. Però ricordi bene, siamo ninja, il nostro
 
sensei aveva per padrone un grande maestro di  arti marziali giapponese…ci alleniamo da quando siamo stati
 
trasformati…la nostra vita è così… però abbiamo amici umani e alieni-
 
            -Quindi tu conosci degli alieni? Ma sono quelli che vi hanno mutato?-
            -No, altri…non ci crederai ma l’universo è parecchio affollato-
 
Isabel si mise a ridere, Mikey la metteva di buon umore ed era tanto che non si sentiva così.
 
            -Me ne farai conoscere qualcuno?-
            -Vorrei, ma non so se saranno d’accordo…vedremo-
            -Ti prometto che non lo dirò  a nessuno-
            -Io ti credo, ma non so se ti crederebbero loro….la cosa è complicata…però prometto che glielo chiederò-
            -Grazie!-
 
Mikey sentiva un buon odorino di cibo, si guardò intorno e vide un toast appoggiato su un piatto sulla scrivania.
 
            -Ma non lo mangi quello?- il solito Mikey.
            -No, se lo vuoi prendilo, non ho molta fame ultimamente-
 
Mikey normalmente se lo sarebbe ingollato in un secondo, ma osservò la ragazza, era magra, forse non mangiava regolarmente- Che ne dici se facciamo a metà?-
 
            -Bè… non saprei…non so se mi va-
            -Ma sei uno scricciolo, devi mangiare-
            -Mi trovi magra?
            -Sì molto…intendiamoci, sei molto bella, ma se dimagrisci ancora non resterà nulla di te…- la tartaruga in arancio misurava le parole, aveva visto in TV quanto fossero sensibili le ragazze alla questione peso e sapeva quali errori non fare.
            -Va bene, allora faremo a metà-
 
Mikey divise il toast, la sua metà sparì in un secondo, Isabel ci mise molto di più, ma lo finì.
 
            -Ti piacciono i dolci?-
            -Sì a volte…perché?-
            -Sono un bravissimo cuoco, posso prepararne uno per te?- Disse Mikey fiero.
            -Tu sai cucinare?-
            -Adoro cucinare! Prima pasticciavo parecchio, ma con gli anni sono diventato un vero chef-
            -Allora assaggerò volentieri il tuo dolce- Isabel non poteva credere alle sue orecchie, questo era definitivamente l’incontro più strano della sua vita. Ad un certo punto si accese la luce dell’ingresso.
 
            -Isabel, ma sei sveglia? Con chi parli?-
            -Devo andare Isabel-
            -Tornerai domani?-
            -Sì, tornerò-
 
Isabel si girò verso la porta pronta a bloccarla se fosse entrata la madre, ma il suo angelo custode era già scomparso.
 
Quando Mikey tornò al rifugio trovò Leo all’entrata che lo guardava serio.
 
            -Perché non ci hai detto che saresti andato per conto tuo? Cosa stai combinando?-
            -Nulla…non posso avere anche io bisogno di stare un po’da solo a riflettere…tutto triste… sui tetti?-
            -Non mi sembri affatto triste…allora cosa bolle in pentola? E’ quella ragazza che voleva suicidarsi?-
            -Ecco…io-
            -Non posso crederci! Mikey! Non avevi detto che era tutto a posto?-
            -Senti Leo …è così triste e infelice…io la faccio ridere, mi sento bene…lo sai che mi piace far sorridere le persone intorno a me…ecco credo, che sia solo questo-
 
            -Oh Mikey…non ti sarai mica preso un sbandata per un’umana? Non ti puoi comportare come fai sempre con tutti?
 
Scherzaci, ridici, fai il cretino ma fermati lì…hai visto quanto fa male…bè provarlo è ancora peggio credimi-
 
            -Vorrei aiutarla, è rimasta sfigurata da un incendio…forse Astrid o qualche altro Niano può curarla…così non avrà
 
più bisogno di me…credo che mi tolleri perché anche lei si sente un mostro-
 
            -Se è solo quella la ragione non potrà mai esserci nulla di serio tra voi, anche se non guarisse mai…basta già il fatto
 
che è umana perché la storia non funzioni!-
 
            -Però è molto particolare…dipinge…le piacciono i ratti…-
            -Le piacciono i ratti?-
            -Sì gli ho parlato di noi e Splinter-
            -Che cosa le hai detto…sa pure dove stiamo?!-
            -Le ho detto poco e sa solo che stiamo nelle fogne. Credeva che avessimo noi paura degli umani non viceversa…non lo trovi strano?-
 
            -Tu ci vedi quello che ci vuoi vedere…credimi funziona così…ho paura che sia più di una simpatia…non dovresti più vederla-
 
            -No questo scordatelo, potrebbe suicidarsi, per ora l’ho convinta, ma non so quanto mi darà retta. Non importa se non sarà mai la mia ragazza, non smetterò di vederla finché non sarò sicuro che stia bene e voglia vivere-
 
Leo scosse la testa, poteva solo sperare che la cosa durasse poco e fosse solo una cotta e niente più.
 
Nel frattempo Lisad e Astrid erano arrivati nella Manica, si immersero nelle acque fredde e cominciarono a scandagliare il
 
fondo vicino al luogo dove era esploso il meteorite. I cristalli di Enerzon erano molto resistenti e speravano di poterne
 
trovare qualcuno intatto, però rotti erano inservibili.
 
            -Astrid, trovato niente?-
            -No Lisad, ci conviene mettere il pilota automatico e dormire un po’, a New York è notte-
            -Ok…ma …tu pensi che il rilevatore di Donnie sia abbastanza sensibile?-
            -Sì, credo ciecamente in lui, ci scommetterei la vita-
            -Ah l’amore!-
            -Cosa vuoi dire? Che non sono oggettiva…che sono troppo emotiva per essere Niana?-
            -Wow come sei suscettibile…però in effetti…-
            -Senti chi parla!- Ribattè Astrid, che si stava irritando.
            -Frel teme che tu sia troppo coinvolta e che tu non veda la realtà delle cose-
 
            -Le vedo anche troppo bene… purtroppo…ho bloccato una fusione totale con Donnie…se lo vuoi sapere, proprio
perché non so come finirà e devo pensare prima al mio popolo-
 
            -Tu avevi cominciato una fusione con una tartaruga terrestre?!-
            -Non essere poi così sorpresa, mi sembra che Raph ti piaccia e anche molto!-
            -Non è male…-
            -E poi sono rettili pure loro. Ho analizzato alcune loro sequenze di DNA e sono molto più vicini a noi degli umani -
            -Pensi di avere dei figli?
            -Non siamo così vicini biologicamente credo…ma non mi sembra il caso di parlare di questo, è un po’ prematuro non credi?!-
 
            -Allora parliamo di altro…sono dotati?-
            -Dotati?  Di cosa “cappero” stai parlando?-
            -Ahahah “cappero”! Che buffo, dove l’hai sentito! Comunque hai capito benissimo!-
            -Lisad sei proprio materiale-
            -I maschi per me servono solo ad una cosa-
            -Per favore, non ti credo! Guarda Frel, deve essere bravissimo con i bambini, basta guardare come va d’accordo con Mikey-
            -Infatti secondo me non è un vero maschio!-
            -Meno male che non ti sente….certo che è un maschio!-
            -Non hai risposto alla domanda-  precisò Lisad.
            -Senti, io non lo so, avevo gli occhi chiusi, ok? E poi non abbiamo avuto rapporti completi! Non ne ho mai avuti!
Perché tu si?- Astrid stava andando in ebollizione.
 
            -Sì…- la voce di Lisad cambiò totalmente.
            -Davvero?- anche Astrid aveva abbassato i toni perché temeva che Lisad avesse subito abusi.
            -Ti dico di sì…senza fusione…la teneva in serbo per te…-
            -Nil! Sei stata con Nil! Ma come ha potuto farti questo!-
            -Lui è sempre stato sincero, tu dimentichi che sono una Niana, per noi i sentimenti sono poco importanti…-
 
            -Non ti credo, perché ho visto quanto hai sofferto, forse tu pensi che sia secondario, ma ti ha lasciato una ferita più
 
profonda di quella di una spada! Ora che mi ci fai pensare…mi hai bloccato questa informazione quando eravamo
 
fuse…non è vero? Cos’altro non mi hai fatto vedere?-
 
            -No, Nil ti ha messo il blocco, io non sono in grado, lui sì-
            -Come faccio a crederti?-
 
            -Appena saremo arrivate potrai fare la fusione di nuovo, tu sei molto più forte di me psichicamente, puoi controllare la mia mente, sono sicura che puoi rimuovere il blocco di Nil. E’ questo il motivo per cui ti voleva…-
 
            -Sono scioccata! Ma se sono così potente perché non mi hanno fatto fuori subito?-
            -Non lo so, comincio a credere che Nil ti abbia voluto come piano di riserva, forse hanno nascosto questa tua
 
qualità. Se non sbaglio ti hanno tenuto più isolata degli altri, ti hanno mai fatto test per vedere il tuo grado di forza
 
psichica?-
 
            -Solo da piccola, poi hanno smesso perché dicevano che ero troppo emotiva e sicuramente non avrei comunque
 
sviluppato grandi capacità, ma non gli ho mai creduto perché feci subito un punteggio alto-
 
            -Non ti sembra un po’ strano?-
            -Sì lo è. Questo significa che Nil sapeva che avrebbero sabotato la missione e qualcuno ha preso dei provvedimenti-
 
Ad un certo punto lo scandaglio di Lisad cominciò a bippare. Il congegno di Donnie funzionava. Quella tartaruga geniale
 
aveva munito lo scandaglio anche di un raggio laser che poteva mettere in evidenza i cristalli sul fondo marino. Ne
 
trovarono solo alcuni sparsi, ma ancora intatti. La capsula era esplosa e di Miol non c’era più traccia.
 
P.S. Ciao a tutti!
La battuta “dell’impiccione viaggiatore” non è idea mia, l’ho rubata ad un simpaticone di mia conoscenza che si diverte a fare giochi di parole….forse dovrei rallegrami di non esserne stata l’autrice ;-P
 
Per la prima volta Mikey sembra provare interesse per un’umana…ma è possibile l’amore tra loro? Mikey è sempre quello che fa ridere, l’amico ideale…quando ha visto che Astrid era innamorata di Donnie e viceversa, si è fatto subito da parte…
 
Miol numero 5 medico/psichiatra è morto, adesso mancano altri 4 Niani all’appello…spero di non confondervi troppo con tutti questi personaggi…ma sono tutti importanti.
 
Inoltre ho aggiunto un’altra caratteristica ai poteri dei Niani ma non so se sono stata chiara. In pratica esiste  una gerarchia tra loro in base alla forza mentale e Astrid, sarà pure imbranata, ma per ora è quella più potente…ecco perché Nil ha voluto che fosse lei il numero1.
Come vi dicevo è un mondo parallelo creato dalla mia mente bacata…non sono riuscita a tenerlo dentro di me e ora non riesco più a fermarmi…chiamate la Neuro Deliri!
 
Grazie a chi continua a recensire (vi adoro!) e a chi legge in silenzio...sarebbe bello sentire qualche volta anche la vostra voce.
Buon primo maggio
Altair
 

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Capitolo 17
*** Mead e Rel, i fidanzatini d’Egitto ***


Riassunto puntate precendeti: Astrid con l’aiuto delle tartarughe sta cercando di radunare tutti i prescelti Niani sparsi per il mondo. Intanto hanno incontrato la tosta Lisad e l’imbranato Frel. Astrid e Lisad hanno scoperto che il prescelto Miol è morto, così si apprestano a cercare Mead e Rel la coppietta che sembra nascondersi in Egitto. Frel e Donnie sono alla ricerca della prescelta Tianad. E Mikey cosa combina? Come finirà con l’umana Isabel?
 

 

Frel e Donnie arrivarono sulla costa orientale dell’ Australia senza troppi problemi, scansare le varie isolette del Pacifico
 
era stato come un gioco. La tartaruga terrestre, con i suoi riflessi da ninja, era perfino più veloce della lucertola Niana.
 
Arrivati alle coordinate dove era caduto il meteorite cominciarono la ricerca.
 
            -Donnie…non per essere scortese…ma sei sicuro che la tua invenzione funzioni?-
            -Certo Frel, l’abbiamo testata sia fuori che dentro l’acqua-
            -Non è un po’ troppo grande il territorio che dobbiamo esplorare?-
            -Sì e’ grande, ma il nostro scandaglio per Enerzon arriva fino a un chilometro e noi abbiamo delle coordinate  piuttosto precise-
 
            -E se Tianad non fosse mai arrivata su Terra? E quello fosse stato un semplice meteorite?-
            -Tra venticinque minuti e quarantacinque secondi, a questa velocità, ce ne renderemo conto perché avremo esplorato tutta la zona del probabile impatto-
 
            -Sei davvero in gamba… per essere un terrestre-
            -Ehm… era un complimento?-
            -Sì certo…forse Astrid non sbaglia completamente-
            -Che vuoi dire? –
            -Bè…è molto emotiva, per noi Niani è un difetto….ecco, lei tiene molto a te…ho paura che non sia obiettiva nei tuoi confronti…-
 
            -Grazie della sincerità! Anche tu però non mi sembri proprio un duro!-
            -Mi hanno fatto abbastanza sensibile, dovrò occuparmi dei bambini, ma comunque la mia risposta emotiva agli stimoli dei neurotrasmettitori è nei limiti consentiti-
 
            -LIMITI CONSENTITI? Per la barba di Darwin! Ma cosa vi hanno fatto? Biologia molecolare applicata ai recettori dei neurotrasmettitori del cervello?… per rendervi insensibili e più razionali?-
 
            -Esattamente…ma su Astrid non deve aver funzionato molto, dicevano che non era venuta bene psichicamente. Nil
 
ha insistito perché fosse presa nella missione…è comunque la migliore biologa molecolare che abbiamo di quella età. Per
 
cui alla fine è diventata un prescelto, perfino come numero 3. Forse qualcuno spera che rovini i nostri piani con la sua
 
emotività…-
 
            -Secondo me non è un difetto e comunque la sta controllando bene…mi sta tenendo alla larga…purtroppo!-
 
Il sonar di Donnie cominciò a dare segni di vita, aveva trovato la capsula di Tianad. Entrambi si avvicinarono, il laser definì
 
i contorni della navicella, sarebbe stata invisibile altrimenti. Tianad era all’interno, il computer era in funzione, ma i segni
 
vitali erano a zero.
 
            -E’ ancora in stato di ibernazione…forse è ancora viva- disse speranzoso Frel.
            - I valori vitali però non dovrebbero essere nulli…non vi tenevano il cervello stimolato durante il viaggio?-
            -Hai ragione…ma non voglio pensare al peggio…non ho mai visto un cadavere…ho una strana sensazione…credo di avere paura…-
 
            -Spero sinceramente di sbagliarmi. Forse l’hanno bloccata in un’ibernazione totale. In questo modo non si è accorta
 
di essere arrivata a destinazione e sarebbe rimasta nel fondo del mare…anche questo potrebbe essere un sabotaggio.
 
Dobbiamo assolutamente potarla via di qui e monitorarla meglio sulla terra ferma-
 
Con le loro capsule affiancarono quella di Tianad, in un attimo si formò una connessione, adesso formavano un'unica unità
 
che si muoveva in sincrono, potevano andare in un posto sicuro. Cercarono un isola sperduta e disabitata del Pacifico e
 
uscirono fuori dall’acqua.
 
 
La capsula di Tianad si aprì, una sorta di parete trasparente la proteggeva dalla temperatura tropicale, la Niana era ricoperta
 
di microcristalli di ghiaccio. Come tutte le prescelte modificate geneticamente era molto bella, aveva dei lineamenti molto
 
dolci, i capelli biondi a caschetto, il fisico simile a quello di Astrid, ma molto meno pallida.
 
            -La conoscevi prima di partire per la missione?-Chiese Donnie a Frel.
            -No…non volevano, dicevano che era pericoloso per la psiche…avremmo provato troppi sentimenti nel perdere
 
persone conosciute…ma credo che sia una cosa del tutto inutile…non siamo immuni ai sentimenti…ci hanno mentito…non
 
voglio che muoia…dobbiamo fare qualcosa-
 
Donnie capiva benissimo Frel, Tianad sarebbe dovuta essere la sua compagna per la vita.
 
La tartaruga in viola, che ormai padroneggiava gli strumenti come un Niano, controllò meglio i valori vitali con la cintura,
 
ma erano definitivamente a zero, dovevano trovare un Niano che fosse anche medico. Forse la cosa migliore era richiudere
 
la capsula, riportarla sul fondo del mare e recuperarla una volta trovati tutti i Niani.
 
            -Chi ha la competenza della medicina tra i Niani?
            -Nied prima di tutti e poi Miol-
            -Proviamo a contattare Lisad ed Astrid, sentiamo se l’hanno trovato-
 
Donnie si mosse verso la sua capsula, Frel era rimasto impietrito a fissare Tianad. I Niani non erano affatto freddi come gli
 
avevano detto, era tutto un bluff per controllare i prescelti, per renderli spietati come macchine, perché focalizzassero la
 
loro energia solo sulla missione. Solo teoria, la pratica era un’altra cosa.
 
            -Astrid? Mi senti? A che punto siete?-
            -Ciao Donnie! Abbiamo trovato solo un terzo dei cristalli di Miol…di lui nessuna traccia…purtroppo la capsula è esplosa in volo come aveva detto Lisad…voi? Avete trovato Tianad?-
 
            -Sì, è ibernata, ma i valori vitali sono a zero…credo che sia saggio tenerla in stasi fino a che non avremo trovato Nied, faremmo solo danni a provare da soli-
 
            -Sono d’accordo. Lasciatela sul fondo del mare, sarà più al sicuro, se i valori sono a zero molto probabilmente non c’è più nulla da fare, riposatevi e raggiungeteci tra sei ore alle ultime coordinate di Rel e Mead. Potremmo aver bisogno di voi. Tutto chiaro?-
 
            -Tutto chiaro Astrid…ma non sarebbe meglio trovare subito Nied che è un medico?- Donnie la vedeva così fredda a volte, forse erano tutte quelle modificazioni genetiche alle sue connessioni neurali.
 
            -Astrid, lo so che abbiamo delle priorità e che se resta ibernata non dovrebbero esserci problemi…ma io voglio salvare Tianad prima possibile…lasciaci cercare Nied, ti scongiuro!- era Frel a parlare e stava piangendo.
 
            -Frel …mi  è sfuggito qualcosa? Tu la conoscevi personalmente?-
            -No! Che importanza ha? E’ una di noi! Non è sufficiente per fare il possibile per salvarla?-
 
            -Sì Frel….anche se temo che non ci sia più nulla da fare….andate a cercare Nied secondo i piani …vi
 
ricontatteremo tra sei ore- Astrid si sforzava di essere fredda, ma a quel punto non le veniva molto bene, la voce le tremava
 
un po', ma Donnie la preferiva così.
 
Richiusero la capsula di Tianad e la portarono in acque molto profonde e fredde perché la capsula consumasse minor
 
energia possibile, poi partirono subito per Singapore, la destinazione di Nied.
 
Intanto a New York era mattina, Leo, Raph e Splinter erano in pena per Donnie, erano silenziosi nel dojo, solo Mikey
 
sembrava abbastanza tranquillo. Passarono tutta la giornata ad allenarsi o fare finta di allenarsi perché la mente di tutti non
 
era ben focalizzata.
 
Mikey si decise a fare il dolce per Isabel, ma alla fine ne preparò due per tirare su il morale degli altri, anche Splinter era
 
ghiotto dei suoi dolci.
 
            -Non posso stare qui senza far niente mentre Donnie rischia per tutti noi- disse Raph che aveva preso a pugni il suo sacco.
            -Non possiamo fare niente purtroppo, non servono a molto le nostre armi ninja- aggiunse Leo.
 
            -Vi state preoccupando per il motivo sbagliato…non avete voluto fare la fusione…l’unica cosa che mi preoccupa è
 
quanto soffrirà Donnie a causa di Astrid. Con i mezzi che hanno sono al sicuro, anche se incontrassero l’agente Bishop-
 
replicò Mikey.
 
            -Hai troppa fiducia nei Niani, non conosciamo gli altri prescelti, e se facessero parte del complotto?- Disse Leo.
            -Tu non capisci, Donnie non rischia di essere ucciso o ferito dai prescelti. I Niani che vogliono la Terra non agiscono come gli umani-
 
            -E questo ci dovrebbe far sentire meglio?- Rispose Leo.
 
            -Quello che voglio dire è che quello Stato Supremo di cui parla sempre Astrid e che governa i Niani non ammetterà
 
mai che c’è stato un sabotaggio, se la missione fallisce verranno sulla Terra, altrimenti, se troveranno che il progetto Marte
 
funziona, non passeranno nemmeno a salutare-
 
            -E’ più o meno quello che ha detto Donnie- precisò Leo.
 
            -Ho parlato con Frel in questi giorni, tra un videogames e l’altro mi ha detto che i Niani odiano la violenza. I
 
violenti sono considerati dei poveretti da curare, gli assassini non esistono più nel loro mondo, solo i soldati come Lisad
 
sono in grado di combattere e non ce ne sono molti. Non potrebbero mai ammettere che qualcuno di loro, nel Consiglio
 
soprattutto, è un pazzo furioso-
 
            -Quindi se la missione fallisce siamo fottuti, se non fallisce tutti amici come se non fosse successo mai nulla- riassunse Raph.
            -Esattamente!- rispose Mikey-
            -Sono sconvolto, Mikey è rimasto concentrato per un intero discorso e pure molto complesso!- commentò Leo.
 
Si sentì il suono di un sms, Leo guardò il suo telefono:
 
            - Stiamo andando a Singapore cerchiamo il medico Niano per Tianad, ma ci sono poche speranze. Sto bene non preoccupatevi. Vi ricontatterò presto. Donnie-
 
            -Tianad è quella fondamentale per la missione…se muore, Donnie dovrà andare su Marte!- disse Mikey che sembrava il più informato.
 
I tre fratelli uscirono per distrarsi un po’, ci voleva un po’ di moto e qualche calcio ben piazzato per liberarsi la mente.
 
Beccarono solo un paio di ladri di appartamento e qualche bullo. I Dragoni Purpurei si vedevano sempre meno.
 
            -Bei tempi quando c’era quell’alieno criminale di Shredder!- Se ne uscì Mikey. Raph e Leo lo colpirono alla testa in stereo, ma poi si misero a ridere.
 
            -Non è lo stesso senza Donnie…però…- Mikey si rabbuiò un po'.
            -Spero non vada mai su Marte- disse Leo.
            -Ma tu per Karai ci andresti?- Commentò Mikey. Raph guardò Leo con curiosità.
            -Intendo se fosse la tua fidanzata- precisò.
            -Non lo so Mikey, non ci ho mai pensato, non mi sono mai permesso questo lusso…e tu ci andresti per Isabel?-
            -Chi diavolo è Isabel?- se ne uscì Raph.
 
            -E’ una ragazza che ho salvato qualche giorno fa…è molto triste…e tra poco devo andarla a trovare altrimenti potrebbe suicidarsi-
            -Ma cosa mi racconti. E solo perché vede te non si suicida? Non sarà piuttosto il contrario?- replicò Raph sarcastico.
            -Mi trova divertente…è rimasta ustionata dopo un incidente, è bendata come una mummia e dice che non guarirà mai…ma secondo me è molto carina-
 
            -Che storia deprimente!- Raph come al solito mancava di tatto.
            -Devo andare ragazzi, mi aspetta…le devo portare questo dolce, gliel’ho promesso- Mikey sorrise e si dileguò.
 
Arrivò in prossimità della finestra di Isabel, nella foga di raggiungerla era in anticipo, prima di bussare guardò dentro.
 
Isabel si stava togliendo le bende intorno al viso e poteva vederla riflessa nello specchio. La pelle era molto rovinata, Isabel
 
gridò e ruppe lo specchio, si accasciò a terra piangente. Mikey corse subito al vetro, ma era chiuso. Temendo che facesse
 
qualche sciocchezza forzò la finestra ed entrò con agilità.
 
            -Stai bene piccolina?-
            -Non mi guardare, sono un mostro, vattene!-  Piangeva disperata.
            -Tu non sei un mostro, io sono un mostro…guardami…Isabel guardami! Sono tutto verde, pelato, ho tre dita nelle mani, due salsicciotti nei piedi ed ho un enorme guscio che mi fa sembrare il gobbo di Notredame!-
 
Isabel alzò lo sguardo, non aveva più le bende che le coprivano i segni del fuoco, ma sorrise e Mikey potè vedere solo i
 
suoi occhi grandi e intensi, per lui era profondamente bella.
 
            -Non dire così, per me non sei un mostro-
            -Davvero?... nemmeno tu lo sei per me-
            -Sei il mio amico speciale…-
            -Grazie Isabel, è bello sapere che mi consideri un amico…ti ho portato il dolce!-
            -Oh Mikey… sei un tesoro! Che dolce è?-
            -E’ una crostata con pere e cioccolato, assaggiala, è venuta bene, ne ho fatto una identica anche per i miei fratelli-
Isabel assaggiò un pezzettino - Ma è buonissima! Nemmeno mia mamma la fa così!-
 
Ne mangiò ancora.
            -Se ti mangi l’intera fetta ti porto fuori a fare un giro-
            -Come? Mi porti fuori?-
            -Sei un fuscello per me, ti porto sulle spalle, ti faccio vedere l’altra faccia di New York!-
 
Isabel si mangiò la fetta di dolce in compagnia del goloso Mikey, che aveva fatto il bis.
 
            -Fammi cambiare, in un attimo sono pronta…ehm… ti puoi girare un attimo?-
            -Oh… sì scusami, esco dalla finestra, chiamami quando sei pronta-
 
Dopo cinque minuti volavano sui tetti. Era una splendida notte stellata, Isabel si teneva stretta a Mikey e lui si sentiva così
 
euforico che avrebbe potuto correre all’infinto. Arrivarono fino al Central Park. Di notte e dall’alto la città era ancora più
 
bella, non sembrva quel manipolo di pazzi come nelle ore di punta, senza il traffico era quasi vivibile. Il parco poi
 
dava uno squarcio di verde che contrastava con le mura grigie e le luci artificiali.
 
Purtroppo si era fatto tardi e fu costretto a riportarla a casa, Isabel non doveva stancarsi troppo. Entrati nella stanza, Isabel
 
disse:
            -Non sparire come al solito, vorrei vederti saltare sui tetti-
            -Va bene Isabel, se ti fa piacere farò con calma-
            -Domani mi toglieranno le bende completamente…-
            -Bene, vuol dire che stai meglio-
            -Verrai anche domani?-
            -Certo che verrò, però posso avere il tuo numero? Ci fosse qualche problema ti posso avvisare. Diciamo che è un periodo piuttosto strano…un giorno ti racconterò…adesso non posso…-
 
            -Va bene, dammi il tuo numero così ti mando un messaggio. Grazie della serata, è stato bellissimo…lo rifacciamo?-
            -Certo! Tutte le volte che vuoi-
 
Isabel gli diede un bacio sulla guancia, Mikey arrossì e molto lentamente se ne andò.
 
Arrivato al rifugio ricevette un messaggio:
 
             -Vorrei essere una tartaruga come te. Un bacio Isabel-
 
Mikey si sentiva così strano e felice, ma sapeva che ciò era male, doveva aiutarla a guarire e sparire dalla sua vita.
 
 
 
Intanto Lisad ed Astrid avevano seguito il segnale di Rel e Nied fino al Sharm El Sheikh  sul Mar Rosso, i due fidanzatini
 
forse non erano nei guai, anzi probabilmente se la stavano spassando.
 
            -Sarà meglio spegnere il nostro segnale, metti che si accorgano che arriviamo e scappino- disse Lisad.
            -Sei in malafede, e se Frel avesse ragione? Potrebbero essere nei guai, soprattutto se sono imbranati come lui. Lei è una sociologa e lui un ingegnere del territorio e poi so da Nil che sono molto tranquilli. In effetti tu sei la Niana più tosta che mai mi sarà dato di incontrare!-
 
            -Grazie Astrid- sorrise soddisfatta.
 
            -Ecco, siamo vicinissimi, dovrebbero essere sulla spiaggia. Loro non mi hanno mai vista, perché quando li ho chiamati non hanno voluto il contatto video come te e Frel,  ma io conosco la loro fisionomia grazie a Nil: lei è caucasica,
più piccolina di me, ha i capelli neri e corti, lui ha i tratti arabeggianti, è alto, moro e più scuro di Rel, ma non è nero come Nil. Gli occhi sono i soliti occhi color acciaio, del resto era una protezione dal nostro sole malato-
 
Astrid e Lisad rimasero scioccate, la coppia appena descritta se ne stava in spiaggia a prendere il sole come qualunque
 
umano accanto a loro. Se non fosse stato per le conoscenze che le aveva passato Nil non li avrebbero assolutamente notati,
 
Mead era abbronzatissima.
 
            -Ora vado lì e li prendo a calci- disse Lisad.
            -Calmati! Sembri Raph! Non hanno le cinture indosso, non sarà difficile approcciarli, e per favore non possiamo fare una rissa sulla spiaggia. Ci mettiamo in costume e occhiali da sole, ci avviciniamo con qualche scusa e ci parliamo. Tu ti occupi di Rel io penso a Mead. Non strafare, tutto chiaro?-
 
            -Chiarissimo!- Lisad era veramente arrabbiata, ma da brava Niana si calmò.
 
Una volta cambiato abbigliamento si avvicinarono alla coppia.
            -Scusate, sapete mica che ore sono?- disse Astrid.
            -Dovrebbero essere le 11:30- rispose Mead in inglese, fingendo un perfetto accento italiano, lei era ammarata vicino Roma.
            -Grazie! Ma sei italiana?- Disse Astrid- una mia zia acquisita è italiana, di Roma-
            -Anche io vengo di lì, che coincidenza! Io sono Maria, questo è mio marito Said-
 
A quel punto Astrid tese la mano a Mead/Maria, mentre Lisad a Rel/Said, in un istante fecero la fusione, non c’era altra
 
scelta. La coppia di Niani fu invasa da informazioni indesiderate su quello che era successo e sui loro doveri.
 
Il messaggio di Nil per Mead fu “Tu sei l nostro collante sociale, ricordati che da te dipende la felicità e la serenità della
 
colonia su Marte, una società felice è una società efficiente, mettici tutto il tuo amore per la vita ed andremo lontano”.
 
            -Ma voi…voi…siete- dissero entrambi.
            -Siamo il vostro grillo parlante che vi riporta alla ragione! Non vi vergognate del vostro comportamento?- Strepitò Lisad.
 
            -Noi saremmo venuti al rendezvous finale…- disse Mead- non mi sembrava così urgente vedersi subito…noi volevamo finalmente goderci un po’ di libertà insieme…-
 
            -Non abbiamo fatto nulla di male, abbiamo fatto la fusione totale, ci siamo attenuti al piano- disse Rel.
            -Ma sapevate che Miol non si trovava e che Nil era morto- disse Astrid, cominciava ad alterarsi anche lei.
            -Tu dovevi occuparti di Nil e tu Lisad dovevi occuparti di Miol- Rispose Rel, Astrid lo detestava già.
            -Nil non c’è più, ma adesso sono io il leader e farete come vi dico. Qualcuno ha cercato di sabotare la nostra missione. Voi non volete che la nostra gente invada Terra o mi sbaglio?-
 
            -No… la troviamo entrambi una cosa ripugnante…sono sicura che lo hai visto nella fusione…- disse Mead con gli occhi bassi.
 
            -Ho visto l’amore che c’è tra voi e lo rispetto. Le vostre nozioni al momento non ci servono e siete stati
 
completamente inutili, visto che praticamente stiamo facendo tutto noi. Per il momento la vostra funzione sarà raccogliere i
 
campioni biologici. Vi ho dato le informazioni anche per gli animali oltre a quelle di Rel per le piante, tra un mese ci
 
troviamo a New York, vi fornirò le coordinate precise. Saremo al sicuro là. Noi cercheremo gli altri. Come avrete appreso,
 
se Tianad non ce l’ha fatta dovremo contare su un mio amico terrestre per il piano per Marte-
 
            -La cosa mi ha alquanto sconvolto, ma sei sicura che….-disse Rel.
            -Senti cioccolatino, è fidato e più in gamba di te, Chiaro?!- gli rispose Lisad.
            -Chiarissimo…- disse Rel.
            -Adesso ci rendiamo conto della gravità della situazione e sapete che potete contare su di noi- disse Mead.
            -Molto bene. Sappiate che se non vi presentate alla missione abbiamo modo di rintracciare le capsule anche senza segnalatore- disse Astrid.
 
            -Non ce ne sarà bisogno, hai visto la nostra lealtà- le rispose Rel.
            -Sarà meglio per voi- incalzò Lisad.
 
Astrid e Lisad tornarono alle loro capsule.
            -Donnie come va? Avete trovato Nied?-
            -Sì Astrid, ma la situazione è molto complicata…c’è anche Bishop- rispose Donnie, non erano per niente buone notizie.
 
P.S. Ciao a tutti!
Mikey è sempre più coinvolto…sperò che vi piacerà cosa accadrà prossimamente…
Mead e Rel, i fidanzatini d’Egitto, erano a farsi i cavoli loro sul Mar Rosso…un po’ c’è da capirli finalmente si divertono un po’ invece di stare sempre a studiare!
 
Nel prossimo capitolo conosceremo Nied “la” medico chirurgo dei Niani, tutti loro hanno il loro compito, non è tosta come Lisad o meglio non lo è fisicamente...ma non aggiungo altro.
 
Grazie ad HellenBach che sta recensendo tutti i miei capitoli!
Grazie a voi che mi seguite in silenzio.
Un abbraccio a tutte voi
Altair
 

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Capitolo 18
*** Nied, “la” medico-chirurgo, la numero 4 ***


Trovare Nied non era stato poi difficile con i mezzi Niani, il problema era che non si trovava a Singapore, ma in India per
 
cercare Tol 6. La Niana medico era ammarata senza problemi ed invece di prendersi una vacanza si era messa subito in
 
cerca del numero 6, perché si era accorta che non captava il segnale in nessun modo. L’unica informazione che aveva era
 
che lui doveva ammarare nell’oceano indiano di fronte alla città di Mumbai, che si chiamava Tol, che sarebbe sembrato un
 
indiano e che dovevano fare subito la fusione. Aveva vagato per il porto di Mumbai in cerca di informazioni, leggendo la
 
mente di tutti quelli che capitavano a tiro, fino a che per puro caso aveva sfiorato un soldato di Bishop. Tramite quella
 
connessione aveva scoperto che un meteorite a forma di uovo fatto di cristalli si era schiantato su una nave di pirati e che si
 
trovava in un deposito del porto. Nied era vicina a dove si trovava Tol e camminava in avanti ed indietro pensando a cosa
 
potesse fare, quando la sua cintura le segnalò che stava ricevendo una comunicazione.
 
            -Numero 8 Frel a Nied 4, rispondi! Ti prego rispondi!-
            -Qui Nied 4, piacere Frel 8, ti sento forte e chiaro-
            -Nied stai bene?- Disse Frel. Nied per un attimo non rispose, era la prima persona in giorni e giorni che si preoccupava per lei.
 
            -Sì Frel…tutto bene…e…tu?-
            -Sto bene, ma Tianad 2 ha bisogno di te urgentemente…hai trovato Tol 6?-
            -L’ho trovato, ma gli umani lo tengono in un deposito circondato da militari ed io da sola non so come fare-
            -Non preoccuparti, tra poco ti raggiungiamo, si uniranno a noi Astrid 3, Lisad 10 ed un guerriero terrestre nostro amico che si chiama Donnie-
 
            -Un terrestre vostro amico?-
            -Sì, ha fatto la fusione con noi, è veramente un tipo in gamba credimi. Resta dove sei, arriviamo io ed il terrestre per il momento. Passo e chiudo-
 
In pochi secondi i due mezzi Niani spuntarono dal mare, Frel e Donnie uscirono e le capsule si depositarono sul fondo in attesa.
 
            -Ciao Nied, io sono Frel e questo è Donnie-
 
La Niana aveva lineamenti orientali e delicati, i capelli lunghi neri, un fisico molto sottile, era poco più bassa di Astrid.
            -Ho già fatto varie fusioni…se vuoi sondarmi, ormai sono abituato- disse Donnie.
            -Non è necessario Donnie, mi fido di Frel, aspetteremo Astrid e Lisad, faremo la fusione tutti insieme, si vede che sei una brava persona e poi non sei umano… già questo per me vuol dire tanto-
 
            -Non hai avuto belle esperienze con loro…immagino- commentò Donnie.
            -No… solo i bambini sono davvero puri- ribattè Nied.
            -Anche Astrid ha detto la stessa identica cosa…forse voi prescelti pretendete troppo dagli umani-
            -Forse…-
 
Dopo pochi minuti arrivarono anche Astrid e Lisad, giusto il tempo per lasciare il Mar Rosso e dirigersi verso l’Oceano
 
Indiano con i veloci mezzi Niani. Senza discutere fu fatta la fusione, per il momento Donnie fu escluso, serviva in forma
 
per salvare Tol. Il messaggio di Nil per il numero 4 fu: “Nied il tuo sapere sarà indispensabile per la nostra salute e per
 
crescere sani i nostri figli, non dimenticare mai l’importanza della tua missione, siamo nelle tue mani di chirurgo”.
 
Astrid sondò velocemente il deposito dove si trovava Tol e individuò subito l’uovo argenteo.
 
            -La capsula è intatta e credo che Tol sia all’interno, forse non sono riusciti ad aprirla, ma perché lui non è uscito fuori? Anche se fosse svenuto nell’impatto ormai sono passati giorni-
 
            -Forse è ibernato come Tianad…deve essere stato un puro caso che il velivolo di Tol si sia schiantato sulla
 
nave…ed i pirati avranno sicuramente venduto il loro insolito bottino ad un agente di nostra conoscenza- rispose Donnie e
 
aggiunse- non capisco perché Bishop non sia venuto ancora a prendersi la capsula per portarla a New York- riflettè giusto
 
un attimo ed il suo dubbio si trasformò subito in una certezza- è una trappola per voi! E’ troppo facile, non ci sono tante
 
guardie fuori, deve esserci qualcosa sotto per forza-
 
Astrid sondò il porto e cercò un posto al chiuso per visionare meglio l’ologramma dell’edificio.
 
            -Vorrei che i miei fratelli fossero qui…- disse Donnie pensando ad alta voce.
            -Se vuoi te li vado a prendere in un lampo- disse Lisad.
            -Ma come faresti…anche se sai guidare quattro capsule connesse poi come li riportiamo indietro? Noi tartarughe non possiamo viaggiare liberamente tra gli uomini- disse Donnie.
 
            -Faremo più viaggi- disse Lisad.
            -E la riserva di energia?- disse Frel.
            -Abbiamo anche i cristalli di Miol e se sarà necessario ricaricheremo i nostri mezzi in qualche vulcano vicino- disse Lisad, ma Astrid puntualizzò:
            - Non voglio metterli in pericolo per colpa nostra-
 
            -Lo saranno comunque se falliremo questa missione…e poi sono sicuro che stanno soffrendo sapendo che non possono fare nulla. Saranno ben felici di venire qua a rompere le uova nel paniere a Bishop!- Commentò Donnie.
 
            -Allora parto subito. Io e Mikey porteremo gli altri, se non se la sentono di fare la fusione- disse Lisad che già si incamminava verso il mare- voi intanto pensate ad un buon piano!-
 
Nonostante la navetta fatta da quattro capsule Lisad era comunque velocissima e ci mise circa dieci minuti per arrivare a
 
New York, siccome non passava dal condotto dovette lasciare il velivolo in mare. Nel mentre Donnie aveva mandato un
 
messaggio a Leo, ma si era ripromesso di modificare il suo computer nel rifugio per comunicare tramite la cintura.
 
Leo radunò i fratelli vicino al divano, per fortuna non erano ancora usciti per la ronda della sera, arrivò Lisad trafelata.
 
            -Ragazzi vi ha avvertito Donnie?-
            -Sì…siamo pronti a venire con te…ma dobbiamo fare per forza la fusione?- Chiese Leo.
            -Potete anche non farla, io e Mikey possiamo portarvi, le capsule si possono collegare due a due se volete…ma io vi consiglio di provare…posso passarvi solo le nozioni che vi servono- rispose Lisad.
 
            -Così per me va bene- disse Raph.
 
Dopo un attimo di esitazione Leo rispose- Va bene, solo per usare la capsula-
 
            -Lisad posso chiederti un grosso favore?- disse Mikey -posso prendere in prestito il tuo uovo per un pochino… mentre i miei fratelli si riprendono dalla fusione?-
 
            -Cosa devi farci?-
            -Devo andare da una persona…se vuoi vedere attraverso di me …fai con comodo…è molto importante- rispose Mikey. Lisad era curiosa, toccò la tartaruga in arancio e vide Isabel in un lampo di disperazione e dolcezza insieme.
 
            -Va bene ma fai presto! Tieni la mia cintura così puoi trovare subito la mia capsula, è sul fondo della baia-
Mikey andò di corsa, mentre Lisad si fondeva con Raph, dopo sarebbe toccato a Leo.
 
In un baleno arrivò con la capsula di fronte alla finestra di Isabel, ci aveva messo di più ad uscire e  recuperare il mezzo che
 
fare il viaggio fino lì.  Con la capsula diventata trasparente si avvicinò alla finestra, uscì fuori e fluttuando a mezz’aria
 
bussò al vetro di Isabel.
 
            -Isabel sono Mikey!-
            -Mikey…ma come è possibile? Stai volando!-
            -Sono su un mezzo alieno, vieni con me, ti spiego-
 
Isabel non esitò nemmeno un secondo, si fece guidare da Mikey sulla capsula aperta.
 
            -Ora io devo sdraiarmi altrimenti non posso pilotare, tu vieni qui di lato accanto a me, tanto sei magrolina-
 
La capsula si richiuse e Isabel si trovò abbracciata a Mikey, ruotarono in avanti di novanta gradi e andarono verso l’alto.
 
            -Isabel, per ora non posso farti conoscere nessuno dei miei amici extraterrestri, ma questo mezzo è alieno e con
questo devo partire per qualche giorno per una missione importante, ti prego, in mia assenza non fare nulla di avventato. Mi
 
aspetterai?-
 
Isabel era senza parole, stavano volando in alto e potevano vedere tutto attraverso le pareti, era bellissimo e vicino a lui non
 
aveva paura. Mikey le carezzò la testa, Isabel era senza le bende ed aveva i capelli cortissimi, poteva sentire la ricrescita
 
sotto le dita.
 
            -Sì Mikey, ti aspetterò-
 
Rimasero qualche minuto in silenzio ad osservare la città, entrambi con gli occhi umidi, senza guardarsi.
 
            -Mikey tu tornerai vero?-
            -Tornerò, hai la mia parola-
            -Potrò mandarti dei messaggi?-
            -Certo! Ma se non risponderò subito è perchè veramente sarò impegnato, non perché non voglio-
            -Sai quando tornerai?-
            -Non ancora, appena lo saprò te lo farò sapere-
            -E’ così importante?-
            -Di più …è vitale…quando tornerò ti racconterò tutto…mi mancherai-
            -Anche tu- Isabel lo strinse con tutte le sue forze.
 
All’improvviso l’immagine di Lisad comparve davanti a loro dal nulla.
 
            -Mikey, perdona l’interruzione, dobbiamo andare….-
            -Isabel, questa è Lisad. Lisad, questa è Isabel. Devo andare, ti riporto giù. Dammi qualche altro minuto Lisad e sarò da voi- Chiuse il collegamento senza nemmeno aspettare la risposta.
 
            -Ma quella è un’aliena? Perché non sembra…-
            -Lo è, credimi, ora è mascherata da umana ma se si arrabbia le vengono le scaglie, la coda e le spine nei capelli- Mikey cercava di scherzare per smorzare la tristezza.
 
            -Ma dai, mi prendi in giro!-
            -Te lo giuro sulla testa di Leo che è così-
            -Chi è Leo? Uno dei tuoi fratelli?-
            -Sì-
            -Carino che sei a giurare sulla sua di pelle- e cominciò a ridere. In pochi istanti arrivarono alla finestra. Isabel riabbracciò forte Mikey, poi entrò in casa e si girò:
 
            -Torna tutto intero….fallo anche per me-
            -Hai la mia parola-
 
La capsula si chiuse e Mikey scomparve del tutto in una folata di vento.
 
Arrivato al porto di New York gli toccò subito la ramanzina.
 
            -Mikey sei il solito irresponsabile! E se ti avessero visto?- Disse Leo
            -Ho usato la modalità invisibile…-
            -Sul serio? Consuma tantissimo, non la usiamo quasi mai in volo!- Disse Lisad
            -Bè… ho pensato…che…-
            -Non importa! Per fortuna ho qualche cristallo in più, adesso non c’è dubbio che dobbiamo trovare un vulcano per ricaricarli-
 
            -Allora fratelli… come è stata la fusione?-
            -Tutto ok, ormai sono abituato- disse Raph.
            -Ho avuto un po’ di mal di testa, ma è passato abbastanza presto…cosa aspettiamo… andiamo subito- aggiunse Leo.
           
            -Astrid, qui Lisad, partiamo-
            -Bene, ho bisogno anche del punto di vista di Leo per finire di elaborare il piano. A tra poco-
 
Le quattro capsule argentee partirono con un’accelerazione supersonica e cominciò la gara. Incuranti di essere avvistati se
 
ne andarono per l’Atlantico come se fossero al gran premio, perfino Leo si era fatto coinvolgere, era una sensazione
 
incredibile, i loro riflessi erano potenziati, in pochi millisecondi era possibile deviare la rotta, al buio vedevano tutti i
 
dettagli quasi meglio che di giorno, perché in assenza  dei riflessi dell’acqua. Lisad però era la migliore di tutti, non per
 
nulla era il primo pilota tra i Niani, o forse solo il misterioso controllore che li aspettava nello spazio poteva essere meglio
 
di lei, ma non lo sapeva per certo. Subito dopo Lisad veniva Mikey per i suoi riflessi e perché aveva più esperienza dei
 
fratelli, tra Leo e Raph un testa a testa.
 
 
Ad un certo punto il computer di bordo di Lisad la avvertì che l’energia era piuttosto bassa, quel pasticcione di Mikey ne
 
aveva consumata troppa, non sarebbe bastata per combattere Bishop.
 
            -Ragazzi, dobbiamo trovare un vulcano e subito!-
            -Ne parli come di un benzinaio- rispose Mikey ridendo.
            -Non c’è niente da ridere Mikey, è colpa tua!- Ringhiò Raph.
            -Ho avvistato qualcosa che potrebbe fare al caso nostro nella dorsale Atlantica, c’è un vulcano sottomarino in piena attività in questo momento, che ne dici Lisad… può andare?-
 
            -Leo… ottima scelta! Seguitemi!-
 
Le tre uova argentee si inabissarono incuranti della pressione data dalla massa d’acqua e arrivarono fino al vulcano. Per
 
loro fortuna era enorme e quindi entrarono tutti e quattro immergendosi direttamente col mezzo nella lava. Lisad era quella
 
più scarica e dovette stare qualche istante di più, questo fece guadagnare terreno a Mikey che arrivò alle coordinate indicate
 
da Astrid prima di tutti. Si immerse di nuovo trionfante ed arrivò viaggiando sott’acqua fino al porto di Mumbai, gli altri
 
subito dopo di lui.
 
            -Primo! Ho vinto il gran premio dell’Atlantico!-
            -Ok Mikey, datti una calmata- disse Donnie.
            -Perché ci avete messo così tanto?- chiese Astrid.
            -Tanto? Abbiamo fatto mezzo globo in poco più di dieci minuti!- disse Raph.
            -Per loro dieci minuti sono come per noi un’ora- disse Donnie.
            -Abbiamo dovuto ricaricare le capsule ma ora abbiamo tutta l’energia che ci serve e anche di più- rispose Lisad.
 
Le quattro tartarughe ninja e i quattro Niani discutevano di fronte all’ologramma del deposito sul porto dove si trovava Tol.
 
La cintura aveva rilevato che all’interno c’erano anche molti altri militari e diverse armi pesanti, li stavano giusto
 
aspettando.
 
            -Quel maledetto Bishop! Vuole catturarvi e fare i suoi orribili esperimenti!- diceva Raph.
            -Ma loro non sanno quali mezzi abbiamo, potremmo togliere la corrente e così contemporaneamente faremmo fuori il sistema di allarme che hanno messo a tutte le entrate. A quel punto potremmo passare indisturbati in mezzo a loro.
 
            -Se la capsula fosse funzionante sarebbe tutto più facile! Basterebbe uno di noi…- disse Astrid.
            -Ma non sappiamo qual è il problema, e se poi è troppo complicato? Ci avete messo ore a sistemare quella di Nil- disse Frel.
 
            -Se è stata manomessa ormai sappiamo come fare- disse Astrid.
            -Ma come facciamo? E se Tol fosse ibernato? Ci vuole una procedura particolare per risvegliarlo perché non abbia troppi danni- disse Nied.
 
            -Dobbiamo entrare con due capsule e trascinarla via come abbiamo fatto con quella di Tianad, è l’unico modo
 
soprattutto se è stata manomessa- disse Donnie che aveva avuto modo di pensare mentre aspettava i fratelli- avete ricaricato
 
ora i cristalli, possiamo aprire un varco nel deposito con le armi a disposizione, Astrid e Lisad entreranno con le capsule,
 
noi distraiamo i militari e sabotiamo i lanciarazzi-
 
            - Non sono d’accordo, Donnie e Lisad, voi starete nelle due capsule per recuperare Tol, io e le altre tre tartarughe
 
penseremo a distrarre i militati, Frel e Nied resteranno qua nascosti, useremo le loro cinture- intervenne Astrid.
 
            -No, tu starai nella capsula ed io andrò con le tartarughe, siete entrambi troppo preziosi- ribattè Lisad.
            -Mi sembra ragionevole, Astrid dai retta a Lisad, sei il loro leader e Nil contava su di te- disse Leo.
 
Astrid fu costretta ad accettare, Lisad era comunque un ottimo soldato e probabilmente se la sarebbe cavata molto meglio di
 
lei.
 
Grazie ai potenti mezzi Niani, la corrente fu tolta senza che nessuno di loro si avvicinasse all’edificio. Lisad, Mikey, Leo e
 
Raph entrarono di soppiatto per assicurarsi che i lanciarazzi fossero disarmati, erano le uniche armi che avrebbero potuto
 
forare le capsule di Donnie e Astrid.
 
Al segnale giusto Astrid e Donnie sfondarono l’entrata del deposito. Senza artiglieria pesante i militari si trovarono
 
spiazzati e fecero i conti con le tartarughe ninja potenziate dalla tecnologia Niana. I loro movimenti erano più rapidi, erano
 
più forti e vedevano al buio come i gatti. Misero a terra tutti gli umani che trovavano sulla loro strada, Mikey faceva roteare
 
i suoi nunchaku talmente velocemente che avrebbero potuto prendere fuoco, Raph lanciava i sai, tanto era così veloce a
 
recuperarli che non restava mai troppo disarmato a lungo, le lame di Leo erano ovunque, Lisad nella sua versione rettiliana
 
e munita di una lancia laser Niana era scatenata come non mai.
 
 Astrid e Donnie trovarono la capsula, l’affiancarono facendo fuggire le guardie e riuscirono ad agganciare il mezzo di Tol
 
e lo spostarono verso l’uscita. I poveri terrestri sparavano contro le capsule senza nessun risultato, ad Astrid facevano quasi
 
pena, uscirono all’aperto senza problemi e si inabissarono in mare. Abbandonarono le capsule, volevano tornare ad aiutare
 
gli altri. Intanto la corrente era tornata ed era comparso anche Bishop, come al solito era un nemico letale, stava utilizzando
 
un esoscheletro robotico che aumentava la sua forza contro Raph e Leo, riuscendo a tenerli a bada.
 
            -Tartarughe… vi vedo insolitamente forti! Siete amici degli alieni immagino, quali armi vi hanno dato, perché non spartite un po’ di conoscenza con me?-
 
            -Perché sei solo uno sporco bastardo!- gridò Raph.
 
L’esoscheletro per il momento reggeva i poderosi colpi delle due tartarughe, ad un certo punto Raph fu colpito alla spalla,
 
la cintura attutì un po’ il colpo ma fu lo stesso molto doloroso. Il povero umano che aveva sparato fu atterrato da Mikey
 
senza troppi complimenti.
 
            -Le cinture non li proteggeranno a lungo, dobbiamo sbloccare la situazione- Disse Astrid. Intanto altri due esoscheletri robotici erano comparsi.
 
            -Ma che hanno la collezione di queste armature!- Si lamentò Mikey.
 
Astrid si gettò nella mischia con due spade Niane Laser e comincio ad affettare fucili, pistole e cercò di intaccare uno degli
 
esoscheletri, erano più resistenti di quello che immaginasse.  Donnie cercò i punti deboli – Ragazzi mirate alle giunture
 
delle gambe!-
 
 
Di militari ce ne erano troppi, ci voleva un diversivo. Ad un certo punto spuntarono due capsule, erano Frel e Nied che non
 
se l’erano sentita di lasciarli soli. Colpirono i tre esoscheletri robotici in modo da non uccidere chi li pilotava, facilitando il
 
compito alle tartarughe, Lisad e Astrid. Il deposito era talmente disastrato che cominciò a cedere, travi di legno e ferro
 
cadevano dal soffitto, ci fu una ritirata generale dei militari e dell’agente Bishop. Tutti uscirono all’aria aperta, tutti tranne
 
Mikey.
 
            -Leo hai visto Mikey?-gridò Raph.
            -No, era dietro di me ma non lo vedo più- rispose Leo che aveva preso un colpo in testa ed era un po’ spaesato.
 
Raph non esitò neppure un attimo, tornò indietro seguito a ruota da Lisad. Quando furono dentro si accorsero che il
 
compito non era facile, c’erano polvere e detriti tutto intorno.
 
            -Mikey dove sei? Parlami-
            -Mikey non puoi morire, come farà Isabel?!- gridò Lisad. Raph la guardò per un istante, la Niana non era poi così dura ed insensibile come aveva pensato e questo era solo negativo, perché non voleva affezionarsi a lei.
 
            -Sono qui!! Raph, Lisad, sono incastrato!- Rispose Mikey.
 
Mikey era sotto un cumulo di macerie e, se non l’avessero portato via subito, nessuno di loro sarebbe sopravvissuto perché
 
il tetto stava ormai cedendo.
 
Raph con l’ausilio di una leva stava cercando di sollevare il peso sopra Mikey, Lisad lo tirò fuori a forza, sostenendolo
 
entrambi uscirono indenni.
 
            -Lisad …ma sbaglio o hai fatto il nome di Isabel?- chiese Mikey.
            -Sì…non so perché...-
            -Sei più terrestre di quello che pensi- appena la tartaruga in arancio ebbe finito la frase, il tetto del deposito crollò ed un nuvolone di detriti li ricoprì da capo a piedi.
 
Intanto erano arrivati i vigili del fuoco e la polizia indiana, per cui tartarughe e Niani si nascosero, e aspettarono che
 
tornasse la calma.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Radunare i prescelti non è per niente facile ci si mette pure Bishop…ma non manca molto, nel prossimo capitolo la ricerca terminerà ed avremo più elementi per capire cosa è realmente successo.
 
Vorrei fare un sondaggio…sarebbe carino se rispondeste …anche con poche parole, anche un si od un no, non comparirebbe nemmeno come recensione: ce lo vedete Mikey che fa il fidanzato? E di un’umana?
 
Grazie ragazze! Grazie a voi che recensite e a voi che state leggendo.
Un grosso abbraccio e buon weekend
Altair
 
 

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Capitolo 19
*** Tol 6 il chimico e Tianad 2 la fisica…rivelazioni! ***


Le acque si calmarono, vigili e polizia avevano lasciato il campo di battaglia, ma ormai era mattina, dovettero rimanere
 
comunque nascosti nel deposito abbandonato dove si erano riuniti il giorno prima per elaborare il piano. Mikey era ferito,
 
Nied gli prestò i primi soccorsi.
 
            -Mikey la tua gamba è rotta, la steccherò e cercherò di guarirla, ma non ho tutti i mezzi necessari, mi dispiace- disse il medico Niano.
 
            -Vuoi dire che la perderò?- si allarmò Mikey.
            -No no, intendevo dire che non guarirà oggi, non la perderai-
            -Ma vuoi dire che tu in un giorno potresti guarirmi?-
            -Non proprio un giorno, ma con gli strumenti giusti in tre o quattro giorni potrei farti rinsaldare l’osso-
            -Fantastico! E dimmi, puoi guarire bruciature?-
            -Dipende, se sono fresche praticamente il recupero è quasi del cento per cento, altrimenti non so. Ma tu non hai bruciature-
           
            -Non è per me…è per un’amica umana…soffre terribilmente … si voleva suicidare…se tu la guarissi non tenterà più di togliersi la vita-
           
            -Adesso penserò a te, poi appena potremo riparleremo della tua amica…ma in teoria io non posso avere contatti del genere con gli umani, non posso rivelargli le nostre conoscenze…-
 
Nied, con lo scanner della cintura, vide la situazione della gamba di Mikey, tibia e perone erano rotti, fu costretta a
 
riallinearli, la tartaruga represse un grido di dolore.
 
            -Mi spiace Mikey, ma è tutto a posto adesso, quando potremo ritornare alle capsule farò un primo trattamento, starai subito meglio-
 
Fermò la gamba in modo che le ossa si rinsaldassero correttamente.
 
Intanto Astrid prese da una parte Donnie.
 
            -Tu hai controllato le funzioni vitali di Tol?-
            -No, non c’è stato tempo-
            -Ho un bruttissimo presentimento. Quando abbiamo agganciato la capsula ho avuto l’impressione che qualcosa non andasse...ho il terrore che non sia nemmeno in stato di ibernazione-
 
            -Che l’abbiano ucciso subito alla partenza?- rispose Donnie.
 
Leo li ascoltava e commentò:
 
            -Magari è cosciente ed aspetta il momento opportuno per uscire. Mikey mi ha detto che i Niani difficilmente uccidono! -
           
            -In teoria si, non siamo in grado soprattutto a sangue freddo…non sai che sforzo hanno fatto Frel e Nied per entrare
 
con le armi spianate nel mezzo della battaglia, infatti hanno cercato di non colpire mortalmente nessuno. Ma le menti
 
malate possono farlo...potrebbe esserci un pazzo o più di uno nel Consiglio…-
 
            -Allora non siete poi così innocui come affermavate…-
            -Leo, non so più cosa pensare del mio popolo, non posso dare più nulla per scontato- commentò Astrid scuotendo la testa.
 
Lisad e Frel intanto erano usciti a procurarsi del cibo, avevano una fortissima tentazione di tuffarsi in mare e riportare in
 
superficie le capsule anche se era pieno giorno, ma da bravi Niani repressero il sentimento, era troppo pericoloso, gli umani
 
potevano vederli e Bishop poteva essere in agguato.
 
 
Intanto Mikey pensava ad Isabel, sapeva che una volta tornato non sarebbe potuto andare subito da lei. Mentre si lamentava
 
del dolore alla gamba gli arrivò un messaggio.
 
-Ciao Mikey come stai? Mi sei mancato tanto ieri sera, ma sto bene non preoccuparti. Dammi tue notizie, un bacio, Isabel-
 
Tutti lo guardavano incuriositi, poi Raph disse:
 
            -E’ la tua fidanzata umana?-
            -Non ho fidanzate…è la mia amica Isabel, vorrei aiutarla a guarire… quando starà bene non avrà più bisogno di me…-
            -Pensi davvero che sia così facile dirle addio?- chiese Leo serio.
            -Devo farlo…forse non vorrà più vedermi quando sarà guarita e sarà ritornata bellissima-
            -E come pensi di guarirla?- Ribattè Leo.
            -Con l’aiuto di Nied….-
            -Nied, hai acconsentito a curare l’umana Isabel?- chiese Astrid.
            -Non proprio…ecco volevo parlarne con te- rispose Nied.
 
Prima ancora che Astrid potesse dire la sua, Mikey parlò con una calma e determinazione inusuali per lui:
 
            -Astrid, guarda tu stessa quanto è importante per me, anche Lisad l’ha capito-
            -Hai fatto la fusione con Lisad?-
            -Non proprio, gli ho detto di guardare Isabel attraverso di me-
            -Cioè tu gli hai dato le informazioni precise di tua spontanea volontà? Non sapevo che poteste farlo.  Nied che ne pensi?- Disse Astrid.
 
            -In realtà non dovresti meravigliarti, del resto anche noi come i terrestri abbiamo neuroni organizzati in un sistema
 
nervoso centrale molto articolato. I terrestri semplicemente non sanno usarlo come noi, ma non è detto che non abbiano le
 
nostre stesse capacità. Anche Donnie ha appreso le nostre nozioni e le usa come un qualsiasi Niano. Le potenzialità ci sono
 
tutte-
            -Quando torna Lisad le parlerò, non voglio stancarti Mikey, troveremo la soluzione migliore…-
 
            -Far star bene gli altri mi rende felice, sono fatto così, non potete cambiarmi-
 
Raph guardava il fratellino con sorpresa, era davvero maturato tanto, sperava in cuor suo che per una volta una storia
 
impossibile, come quella tra un’umana ed una tartaruga mutante, potesse funzionare. Leo invece sapeva già cosa sarebbe
 
successo ed era ancora più preoccupato perché Mikey teneva troppo all’umana.
 
Arrivarono Lisad e Frel con le scorte alimentari, Mikey tornò il solito Mikey:
 
            -Avete la pizza?-
            -Siamo in India, dove pensi di trovarla?!- rispose Lisad.
 
Tartarughe e Niani consumarono un piatto speziatissimo a base di riso. Mikey rispose al messaggio di Isabel:
 
            - Tutto bene Isabel, forse tornerò prima di quello che pensavo. Ti prego mangia la pizza per me! Dove mi trovo io non gli viene tanto bene, ci mettono riso e spezie. Mikey-
 
Finalmente calò la notte, tutte le capsule furono portate nel deposito abbandonato. Astrid era molto in pena, di lì a poco
 
avrebbero scoperto cosa era successo a Tol. Col cuore che le batteva fortissimo aprì la capsula. I suoi timori erano fondati,
 
il corpo all’interno non era nemmeno ibernato, si era mummificato nel viaggio. Tol era stato ucciso quattro anni prima.
 
Nied era troppo sconvolta per fare l’esame autoptico del corpo, toccò ad Astrid che aveva la preparazione più vicina al
 
compito. Il computer di bordo non funzionava correttamente, era servito solo per il viaggio nello spazio, tutte le altre
 
funzioni erano state sabotate, la capsula aveva centrato in pieno la nave dei pirati per puro caso. Astrid sperava solo che Tol
 
non avesse sofferto. Con la sua cintura cercò di capire cosa fosse successo, intorno a lei il silenzio, erano tutti con lo
 
sguardo abbassato, Nied tremava tra le braccia di un attonito Frel.
 
 
La cintura rilevò che il cuore era danneggiato, era morto in modo innaturale, era stato avvelenato. L’ibernazione era
 
cominciata, ma poi era regredita. Una volta fuori da quello stato Tol si era svegliato ed aveva avuto l’attacco di cuore nello
 
spazio aperto. Dalla posizione del corpo si capiva che Tol aveva cercato aiuto, non doveva essere morto molto
 
velocemente, aveva la mano destra sul cuore ed il braccio sinistro alzato come per cercare di aprire manualmente la
 
capsula. Un Niano aveva compiuto un omicidio a sangue freddo e si era assicurato che la vittima si accorgesse che stava
 
morendo.
 
            -Tol è stato ucciso probabilmente perché era il chimico, geologo ed agrario. Senza un terreno modificato in modo
 
adeguato per le piante è impossibile trasformare l’ambiente di Marte…ma perché non l’hanno ucciso come Nil? Sembra
 
quasi che sia stata una vendetta personale…- pensò ad alta voce Astrid.
 
            -E’ una cosa orribile, chi può aver fatto una tale mostruosità?- Disse Frel, Nied nemmeno riusciva a parlare.
            - Chissà se lo scopriremo mai…-disse Lisad.
 
La biologa Niana raccolse tutte le informazioni possibili e poi come con Nil toccò opportunamente la cintura e Tol si
 
dissolse in tanti cristalli.
 
            -Ma voi non fate riti funebri? Non li seppellite o li cremate?- Chiese Leo.
 
            -No….sulla stazione spaziale non c’è tanto posto. Liberiamo i cristalli nello spazio. Ma la memoria del defunto si
 
trova nelle persone che hanno fatto la fusione con loro e viene tramandata di generazione in generazione….per lo meno i
 
Niani comuni….i prescelti non potevano fare la fusione prima di partire…-disse Astrid.
 
            -Quindi la memoria di Tol è persa per sempre!- Disse Leo .
            -Temo proprio di si…- rispose in tono triste Astrid.
            -Lo ricorderemo noi…. porteremo i suoi cristalli su Marte- disse Lisad.
            - E’ un bel pensiero da parte tua, non è da voi Niani…credo- commentò Donnie.
            -Era un complimento o cosa? Comunque ho visto come si comportano i terrestri…i funerali servono solo ai vivi…un appiglio contro il dolore…e noi abbiamo bisogno di fare qualcosa…-
 
            -Allora è deciso, raccoglieremo i cristalli e li porteremo su Marte, possiamo riporli nella capsula di Tol- disse Astrid.  Tutti osservarono qualche minuto di silenzio, ma nessuno dei Niani pianse.
 
Astrid cercò il momento adatto, e anche se non aveva la privacy che voleva si rivolse a Lisad, doveva assolutamente togliersi una curiosità.
 
             -Quando hai fatto la fusione con Mikey…cosa hai visto?-
            -Ho visto Isabel, ho visto cosa pensa Mikey di lei e forse qualcosa di più…- disse Lisad.
            -Fare la fusione ti ha intenerito…- disse Raph.
            -E’ l’effetto Mikey, quando c’è la classe!- intervenne il diretto interessato, cercava di scherzare per non pensare al dolore.
 
            -Può darsi mi sia un po' ammorbidita….ma sono ancora un ottimo soldato- precisò Lisad.
            -Lo sei di sicuro, ho visto come combattevi contro i militari, sei veramente in gamba- disse Raph.
 
Intanto Nied si era calmata dall’insolita emozione e cercò di riprendersi facendo quello per cui era stata creata.
 
            -Mikey, adesso che abbiamo le capsule posso intervenire sulla tua gamba, dovrò fare più passaggi per farla guarire e ci vorranno un po’ di giorni, ma sarai come nuovo-
 
Nied prese un cristallo dalla capsula, ricaricò la sua cintura ed espose la gamba di Mikey ad un raggio che cominciò a fare
 
rimarginare la ferita fuori e l’osso dentro.
 
            -Per oggi mi devo fermare qui, continueremo domani, però adesso puoi affrontare il viaggio per andare da Tianad-
            -Te la senti di partire Nied?- chiese Astrid.
            -Sì, dobbiamo andare, dobbiamo almeno tentare con lei. Ma come faremo per viaggiare tutti insieme?-chiese Nied.
Le capsule erano sei e loro erano otto.
            -Ragazzi, si può stare in due in una capsula…un po’stretti ma si può- disse Mikey.
            -Non sarebbero state progettate per due persone ma possiamo provare…-disse Donnie- ma solo uno potrà pilotare-
            -Allora io andrò da sola!- disse Lisad
            -Due tartarughe insieme non ci stanno però...- disse Donnie e poi aggiunse- tu Astrid vieni con me.
            -Una a caso, eheheh- rise Mikey, finsero di non averlo sentito.
            -Verrai con me Nied? Magari non ti senti di pilotare…- disse Frel.
            -Dovrebbe andare bene così. In pratica le coppie potrebbero essere: Io e Astrid, Frel e Nied. Mentre Lisad, Mikey, Leo e Raph dovranno andare da soli- disse Donnie.
 
Una volta formate le coppie, partirono con la complicità della notte per raggiungere le coordinate del Pacifico, dove sul
 
fondale attendeva Tianad.
 
 
 
 
Mentre Lisad e Raph recuperavano la capsula, gli altri li aspettavano sull’isola tropicale, lì era giorno ma non c’era anima
 
viva e nemmeno Bishop poteva immaginare dove fossero, per cui era perfetta.
 
Ancora un volta Astrid dovette aprire la capsula, stavolta fu affiancata da Nied perché Tianad era ancora ibernata e serviva
 
un medico per toglierla da quella stasi che l’aveva conservata fino ad allora. La capsula di Tianad si aprì, ma non
 
rispondeva ad altri comandi, in quello stato era impossibile regredire l’ibernazione. Donnie allora provò a metterci le mani,
 
Astrid gli  aveva spiegato come aveva fatto a sbloccare il mezzo di Nil, poteva essere stato lo stesso sabotatore.
 
            -Sembra proprio che il nostro Niano pazzo abbia messo mano anche a questa capsula, anche se non abbiamo capito
 
ancora come ha fatto la capsula di Miol ad esplodere in aria. Ma datemi un po’ di tempo, dovrei essere in grado di riparare
 
questa in un tempo ragionevole-
 
Donnie oramai conosceva la tecnologia Niana come quella terrestre e ci mise meno di un’ora per aggiustare il guasto,
 
mentre Astrid e Lisad ci avevano impiegato quasi mezza giornata.
 
 
A quel punto Nied prese in mano la situazione e cominciò a premere sopra la capsula in punti ben determinati, il computer
 
cominciò a trasmettere dati che venivano letti sullo schermo trasparente che ricopriva Tianad.
 
La Niana era in coma profondo, una volta uscita dall’ibernazione sarebbe sicuramente morta, le onde cerebrali erano molto
 
flebili tanto che non erano facilmente rilevabili.
 
            -Quindi Tianad morirà e noi non possiamo fare niente?-
            -Mi dispiace Frel… non abbiamo gli strumenti e probabilmente non potremmo fare niente lo stesso, tutte le sue
 
cellule sono ormai danneggiate irreparabilmente, è impossibile riportarle in vita. Hanno manomesso il processo di
 
ibernazione…ma possiamo provare a recuperare alcuni dati con una fusione un attimo prima che muoia…se qualcuno se la
 
sente…..- disse Nied.
 
            -Lo farò io! Doveva essere la mia compagna…dovevamo fare la fusione totale- disse Frel.
            -Sei sicuro di farcela?- disse Astrid.
            -Sì, voglio conoscerla e voglio portare la sua memoria con me-
 
La capsula era sotto l’ombra di una palma, era troppo caldo, Nied suggerì di fare la fusione la sera perché con un
 
temperatura più bassa Frel avrebbe avuto qualche istante in più per restare connesso ed inoltre ci voleva tempo per farla
 
uscire dall’ibernazione.
 
 
L’insolito gruppetto di rettili cercò di distrarsi il più possibile per arrivare a sera. Lisad, Nied, Raph e Mikey decisero di
 
schiacciare un pisolino all’ombra. Leo andò a pescare con la lancia di Lisad, non riusciva a dormire. Frel era andato a fare
 
una passeggiata da solo, Astrid e Donnie parlavano in riva alla spiaggia.
 
Il mare era calmissimo e l’andirivieni dell’acqua cristallina sulla sponda sembrava seguire il ritmo di una musica rilassante,
 
era una splendida giornata.
 
            -Prima la mia vicinanza ti faceva effetto…invece adesso…- diceva Donnie.
            -Dici questo perché prima nella capsula non è successo niente? - rispose maliziosa Astrid.
            -Veramente io…-
            -Qualsiasi cosa ora possa dire è sbagliata…ti prego riparliamo di questo quando avrò le idee più chiare-
            -Non credo che abbiate molta scelta…Tianad non sopravviverà…avete bisogno di me….il punto è: tu hai bisogno di me?-
            -Sì certo, lo hai appena detto…-
 
            -Non fingere di non aver capito…ti prego- la voce di Donnie era molto dolce, poteva anche comprendere la
 
posizione di Astrid, ma voleva a tutti i costi capire a che punto erano della loro storia, se c’era una storia- vorrei tanto fare
 
una fusione con te, non so più cosa pensi, forse dopo sarebbe tutto più chiaro-
 
            -Donnie, riparliamone quando saremo a New York…- rispose Astrid.
 
Lui l’abbracciò forte, aveva bisogno ancora di sentire il suo respiro irregolare, vedere le sue labbra che tremavano, ma arrivò Leo.
 
            -Ragazzi! Ops scusate….-
            -No tranquillo, tutto ok!- disse Astrid.
            -Ho preso il nostro pranzo….sono commestibili questi pesci, vero?- chiese Leo dispiaciuto di aver rovinato il momento.
 
            -Sì Leo, ottima scelta, sono muggini del pacifico- Astrid conosceva perfettamente tutta la fauna e flora terrestre.
 
Il pranzo di quel giorno fu a base di pesce alla brace e noci di cocco che Leo aveva aperto per tutti con le sue katane,
 
sembravano i sopravvissuti di un naufragio.
 
            -Ma qualcuno ha visto Frel?-  Chiese Nied.
            -Ha detto che voleva stare da solo ed è entrato nel bosco, ma tranquilla, l’isola è molto piccola, non può perdersi e
non ci sono pericoli o animali feroci- Rispose Donnie.
            -Andrò comunque a cercarlo-
 
Nied e Frel erano entrambi molto scossi, da quando erano arrivati avevano visto solo morte e distruzione. Non era servito a
 
niente cercare di reprimere le loro emozioni con la biologia molecolare ed un’educazione ferrea, anzi erano totalmente
 
impreparati agli avvenimenti come qualsiasi terrestre. Dopo qualche minuto che camminava da sola, Nied scorse Frel in
 
ginocchio con le mani premute sul viso.
 
            -Frel tutto ok? Sei ferito?-
 
Frel alzò il viso coperto di sabbia e lacrime.
 
            -No Nied, sto bene…-
            -Stai piangendo….come gli umani…-
            -Noi possiamo piangere, soffrire, amare, essere irrazionali come qualsiasi essere umano. Non siamo affatto perfetti e non ci tengo più…non voglio essere un prescelto…-
 
            -Non dire così, è un grande onore…-
            -L’onore non serve a niente quando sei morto!-
 
            -Noi non moriremo. Dobbiamo andare su Marte e salvare i terrestri. Anche se molti di loro sono malvagi, esistono
 
anche esseri giusti che hanno tutto il diritto di vivere la propria vita. Noi creeremo una società ancora migliore di quella
 
precedente, ma non qui- disse con fermezza Nied.
 
            -Hai visto cosa è successo a Tol e Tianad? Chi ha fatto questo cercherà di fermarci!-
            -E’ vero, ma non sanno che noi sappiamo! Se non fosse stato per Astrid e le tartarughe a quest’ora non ci saremmo mai ritrovati  così presto e la missione sarebbe fallita sicuramente!-
 
            -Vorrei essere ottimista come te…come fai ad accettare la morte di Tol?-
            -Non voglio che sia morto invano! Noi siamo vivi Frel, possiamo cambiare le cose-
            -Cercherò di essere positivo….ma è dura-
            -Coraggio, vieni con me, non restare da solo, non farai che peggiorare il tuo umore-
 
Frel seguì Nied come un automa, non era ancora convinto di come sarebbe finita la loro avventura, vedeva solo i lati negativi di tutto.
 
Raggiunti gli altri Nied si rivolse a Mikey, che in quel momento spippolava sul cellulare.
 
            -Come va la gamba? La facciamo un’altra seduta?-
            -Sì, subito Nied, grazie!- Intanto scriveva a Isabel:
 
-Ciao Isabel sono in un posto bellissimo vorrei che tu potessi vederlo, forse un giorno ti ci porterò, tu aspettami ok? Il tuo amico Mikey-
 
Adesso Mikey riusciva anche ad appoggiare la gamba, ma non doveva sforzarla troppo, servivano altri due trattamenti,
 
quindi doveva stare in riposo almeno altri due giorni minimo.
 
            -Vedi, se ti facessi il trattamento tutto insieme i tuoi tessuti potrebbero sviluppare un tumore, sto accelerando i processi cellulari….-
 
            -Basta paroloni difficili! Guarda che è incredibile guarire da una rottura in soli quattro giorni! Sei fantastica- Mikey
 
l’abbracciò con affetto, Nied rimase un po’ interdetta ma non lo mandò via, aveva capito quanto fosse affettuoso.
 
            -G-grazie…è un piacere-
 
Liberatasi dalla morsa amichevole, Nied andò alla capsula di Tianad, il processo inverso di ibernazione doveva cominciare,
 
sarebbe stato molto lento all’inizio, ci voleva qualche ora perché fosse pronta alla fusione. Frel era lì vicino che osservava
 
Tianad, quel suo viso angelico aveva rapito il cuore del Niano e adesso sembrava un fidanzato di lunga data ed
 
inconsolabile.
 
            -Coraggio Frel…almeno avrai le memorie di Tianad…di Tol invece non abbiamo nulla-
 
Finalmente il sole si decise ad immergersi nel mare, lasciando in cielo nuvolette leggere striate di rosa e violetto, un vero
 
tramonto cartolinesco. La temperatura era ancora alta, ma senza il calore del sole era decisamente più accettabile, mancava
 
poco al risveglio di Tianad.
 
            -Allora Frel, quando ti darò il segnale dovrai posizionare le tue mani sulle tempie, così avrai una connessione più
 
rapida ed efficiente, mancano pochi minuti. Cerca di non agitarti troppo, controlla il respiro e agisci da vero Niano- spiegò
 
Nied.
 
            -Ammesso che sappia cosa voglia dire- disse Frel che ormai si sentiva praticamente orfano di patria.
 
Passarono cinque minuti, la Niana era quasi fuori dallo stadio di ibernazione.
 
            -Adesso Frel!- disse Nied che aveva aperto in quell’istante la barriera protettiva.
 
Frel posizionò le mani come gli era stato suggerito ed in pochi istanti fu connesso.
 
Si incontrarono sulla soglia tra il mondo che conoscevano e un’altra dimensione, Frel cercò subito le nozioni scientifiche,
 
ma non potè fare a meno di guardare anche le memorie personali di Tianad. Era una Niana intelligente come tutti loro, era
 
stata molto fredda, calcolatrice e convinta della missione nei primi anni della sua adolescenza, poi aveva conosciuto Tol, il
 
resto delle informazioni che Frel raccolse lo sconvolsero totalmente. Si staccò da lei quando ormai non c’erano più i minimi
 
segni dell’attività celebrale. Tianad nemmeno aprì gli occhi e non parlò, le uscì solo un sospiro di morte.
 
            -Non potreste mai immaginare cosa ho visto nella mente di Tianad! -
 
Frel era fuori di sé, andava avanti e indietro con le mani tra i capelli, sembrava scappato da un manicomio.
 
            -Parla allora, non ci tenere sulle spine!- disse Lisad seccata.
            -Lei…lei ha fatto…la fusione totale con Tol….-
            -Che cosa? Ma era vietato!- Lisad era veramente sorpresa.
 
            -Sì...si amavano, si sono conosciuti in una delle poche volte che ci hanno riuniti tutti insieme, quando dovevamo
 
essere selezionati…tutti meno Astrid ovviamente. Si incontravano di nascosto…devono essere stati scoperti….nella mente
 
di Tianad ho visto una discussione animata con il capo del Consiglio Scientifico di nome Redol, il vecchio bavoso la voleva
 
per sé-
 
            -Pensi che sia lui che ha ucciso Tol per vendetta?- Disse Astrid preoccupata.
            -Non è stata solo gelosia… Redol non crede nella missione, diceva a Tianad che era tutto inutile e che lei non sarebbe dovuta partire…ha fatto pure in modo che non finisse in coppia con Tol qui su Terra-
 
            -Nil conosceva Redol…avevano avuto delle discussioni, ma non era il solo, c’erano anche membri dello Stato Supremo che erano titubanti,  ma non posso pensare che tutti loro abbiano orchestrato il sabotaggio-
 
            -Redol era l’unico scienziato che non era d’accordo sulla missione?- chiese Donnie
            -Che io sappia sì…cioè era quello più polemico- rispose Astrid che era depositaria della memoria di Nil -Forse ha
 
trovato appoggio da parte di qualche membro dello Stato Supremo. Potrebbe aver sabotato le capsule ed avvelenato Tol…o
 
almeno può essere il mandante-
 
            -Voglio sperare che non siano impazziti tutti nel Stato Supremo- aggiunse Frel che non solo era sconvolto ma era rimasto ferito dalle nuove informazioni, Tianad non era mai stata sua.
 
P.S. Ciao a tutti!
Il capitolo era più lungo del solito, ma non mi sembrava giusto spezzarlo in due…sono stata molto crudele con Tol e Tianad, ma la loro memora non sarà persa, Frel ora ha il pensiero di entrambi perché a loro volta avevano fatto la fusione totale.
 
Nied forse è apparsa un po’ paurosa ma io credo che anche il più insensibile e razionale degli esseri viventi non sia immune alla paura, è istinto di conservazione.
 
Ricordatevi questo nome: Redol, il capo del Consiglio Scientifico di Ni.
 
Riguardo Mikey ed Isabel…vedrete…
 
Grazie per le recensioni ragazze ^-^ e grazie a voi che seguite.
 
:-*
 
Altair
 

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Capitolo 20
*** C’è sempre la speranza ***


Nied si assicurò che Mikey potesse sostenere il viaggio, era ora di tornare a New York. Le tartarughe, Lisad e Astrid
 
avrebbero avuto una capsula a testa, mentre Frel e Nied l’avrebbero condivisa.  Avevano una capsula in più, Tianad ormai
 
era un cumulo di cristalli al sicuro nel mezzo. Astrid era pensierosa, prima di parlare ai Niani e alle tartarughe cercò di
 
fare appello a un po’di quella freddezza Niana che avrebbe dovuto avere, ma che in realtà era assolutamente innaturale per
 
lei. Doveva essere un capo più obiettivo e sentiva la forte responsabilità della riuscita della missione. I suoi sentimenti per
 
Donnie non dovevano interferire in nessun modo.
 
            -Una volta arrivati ci riposeremo, dopo sarà importante fare la fusione con Frel, ora ha molte nozioni, sia quelle di
 
Tianad e in parte quelle di Tol. Vedremo in che stato ci arriveranno le informazioni, potrebbe non esserci bisogno di
 
Donnie, abbiamo quasi tutto quello che ci serve- Astrid non sembrava più lei.
 
            -Non è possibile sostituire Nil, non basta avere le nozioni, ci vuole una mente adatta, con una preparazione
 
specifica alla base, Donnie è perfetto…mi meraviglio di te- disse Frel.
 
Donnie non disse una parola, ma sperò, una volta tornati al rifugio, di riuscire a convincerla, lui doveva partecipare alla
 
missione e avrebbe seguito Astrid in capo a Marte.
 
            -Sono il leader, sta a me la decisione finale…prepariamoci alla partenza, la vacanza è finita-
 
Le sette uova argentee sfrecciavano sull’oceano. Mikey era in testa, perché Lisad era rallentata da una discussione animata
 
con Astrid, usavano un canale personale e gli altri non potevano sentire.
 
            -Astrid si può sapere cosa ti è preso? Non volevo discutere i tuoi ordini di fronte agli altri, ma noi adesso siamo amiche, dimmi cosa sta succedendo-
 
            -Penso soltanto che i terrestri non debbano partecipare, non è compito loro rimediare ai danni fatti dai Niani e tu un tempo mi avresti dato ragione, fare la fusione con Mikey ti ha resa debole-
 
            -Non è assolutamente vero! Non sono debole, sono consapevole, c’è molta differenza. Sono consapevole dell’importanza dei sentimenti adesso-
 
            -Allora perché non ti sei dichiarata a Raph? Visto che ti piace-
 
            -Hai detto bene, mi piace, non sono innamorata! Non credo nemmeno di essere la persona migliore per spiegarti la differenza-
 
            -Eppure dovresti capirmi, non pensi a cosa è successo a Nil? Se la missione fallisse, se Donnie morisse per causa mia? Non potrei sopportarlo…voglio che viva, anche se a milioni di chilometri lontano da me-
 
            -Lui lo sa questo?
            -Non proprio…ma vuole parlarmi quando saremo arrivati ed io non so cosa fare…vorrei provare ad allontanarlo…-
 
            -Capisco che adesso aspiri ad essere un capo ed una Niana perfetta…ma io sono convinta che la sincerità sia la
 
qualità migliore che si possa avere e tu devi dirgli la verità…ricordati che non è uno stupido e credo che ti conosca
 
abbastanza bene per vedere che menti-
 
            -Sono stata una sciocca…non dovevo fare la fusione… non doveva lasciarmi andare con lui… né dovevo coinvolgerli-
 
            -Se tu non l’avessi fatto molto probabilmente adesso non avremmo nessuna speranza di riuscire nella missione.
 
Ricordati che se falliamo i Niani invaderanno Terra-
 
            -Non uccideranno mai la popolazione…saranno prigionieri, ma vivi-
 
            -E tu credi veramente che le tartarughe se ne starebbero brave e buone a subire il tutto senza fare niente? Se
 
reagiscono i Niani li fermeranno in qualche modo e come puoi vedere anche noi siamo in grado di gesti orribili!-
 
Lisad aveva perfettamente ragione, le tartarughe sarebbero morte prima di arrendersi, comunque la mettesse il risultato
 
poteva essere disastroso.
 
            -Vediamo quali informazioni ha Frel, poi deciderò-
 
Arrivarono a New York nell’orario previsto, Mikey per primo, Leo e Raph praticamente a parimerito, poi Lisad, Astrid ed
 
ultimi Frel con Nied. La tartaruga in arancio si vantò per giorni dell’impresa. I notiziari di mezzo mondo mostravano
 
immagini sfocate di strani piccoli velivoli a forma di uovo che sfrecciavano sull’acqua, nessuno del gruppetto insolito di
 
rettili si era minimamente curato di non farsi vedere, ma come al solito ci pensavano gli umani a confondersi le idee da soli,
 
ma forse non Bishop.
 
 
Splinter accolse a braccia aperte i figli, non sapeva usare il cellulare e quindi era rimasto all’oscuro di tutto, come al solito.
 
A Mikey fu ordinato di stare a letto per velocizzare la guarigione, mentre i Niani si ritirarono nel nuovo rifugio. Astrid
 
riuscì ad evitare Donnie e rimandò il confronto al giorno dopo. Ma quella sera non riusciva a dormire, stare senza di lui era
 
puro dolore per lei, si sentiva soffocare, poterlo almeno vedere bastava a rasserenarla un po’. Quella fusione mancata le
 
aveva lasciato addosso una sensazione di incompletezza che non aveva mai provato prima, si chiedeva se era lo stesso per
 
lui. Si alzò dal letto ed andò in cucina per bere un po’ d’acqua, restava in assoluto la sua bibita preferita, su Ni
 
scarseggiava, si godeva quella terrestre finché poteva. Uscita dalla cucina vide una luce nella grande stanza destinata ai
 
macchinari di Donnie. Si avvicinò per guardare. La tartaruga in viola era lì che lavorava ad un qualcosa che ancora non
 
aveva una forma ben definita.
 
            -Donnie? Ma cosa fai qui? Non dovresti essere a dormire? Sono stati stancanti questi ultimi giorni-
            -Non riesco a dormire e poi così io mi rilasso…ho molti pensieri per la testa….-
            -Va bene allora ti lascio lavorare-
 
Astrid non fece in tempo a girarsi che Donnie le aveva preso la mano.
 
            -Ti prego fai la fusione con me…-
            -La faremo domani anche con Frel-
            -Non parlo di una normale fusione-
            -Donnie ti ho detto che non voglio- la voce di Astrid tremava.
 
            -Tu non senti come se ti mancasse l’aria? Come se l’unica cosa che importasse al mondo fosse stare vicini? Da
 
quando siamo stati così prossimi alla fusione totale non riesco più a smettere di pensare a te, la cosa mi sta facendo
 
impazzire- disse Donnie.
 
            -Se sono ormoni ti farò dare una cura da Nied- rispose Astrid con tutto il coraggio che le era rimasto. Donnie lasciò
 
la presa, la guardava sconvolto.
 
            -Quindi è un problema solo mio…sono i miei stupidi ormoni di terrestre?-
            -Mmm sì può essere- il cuore quasi le si spaccò in due ma riuscì a dirlo.
 
Donnie avrebbe preferito un forte impatto con un meteorite a quelle parole, non riuscì a dire nulla, Astrid scappò in camera
 
sua pianse e si disperò per tutta la notte.
 
Intanto Mikey era sdraiato sul letto e mandava messaggini ad Isabel, sembrava un teenager troppo cresciuto.
 
            -Sono tornato, ma non posso venire da te, domani ci sarò caschi il mondo e ti spiegherò tutto. Tu come stai? Il tuo amico Mikey-
 
            -Sei qui! Allora va tutto bene! Mi sembra un secolo che sei partito. Sto abbastanza bene. Ti aspetto. Isabel-
 
Mikey l’indomani avrebbe fatto il penultimo trattamento alla gamba, ma aveva deciso di andare comunque dalla sua amica
 
speciale, anche se non era perfettamente guarito. Non sapeva se era in pena per lei o se gli mancasse terribilmente la
 
compagnia di quella umana. Si addormentò pensando agli occhi grandi ed espressivi di Isabel.
 
La mattina i quattro fratelli ed il sensei si riunirono a colazione come in passato. Ma l’unico che apprezzava la situazione
 
era Splinter, i suoi figli erano tutti pensierosi e cupi. Raph, Leo e Mikey non sapevano cosa sperare per Donnie, sia partire
 
per Marte che non partire sarebbe stato comunque doloroso per lui. Dopo l’allenamento avrebbero raggiunto i Niani ed
 
avrebbero saputo il suo destino.  Al dojo trovarono solo Lisad.
 
            -Astrid si scusa, è indisposta…ma i piani sono i soliti, dopo gli allenamenti, se volete, potrete venire di là da noi,
 
dobbiamo assolutamente decidere come muoverci e terremo in molta considerazione i vostri punti di vista-
 
Gli allenamenti peggiori della storia, nessuno si stava impegnando veramente, Mikey assisteva soltanto, era sdraiato con
 
un’espressione insolitamente triste, normalmente avrebbe approfittato dell’ottima scusa per giocare tutto il giorno ai suoi
 
videogames. Splinter li interruppe prima del solito.
 
            -Andate, non voglio trattenervi, la mia presenza non serve, sapete qual è il mio pensiero riguardo la missione-
 
I suoi figli erano abbastanza grandi oramai per decidere il loro destino.
 
Astrid aveva deciso che solo i Niani avrebbero fatto la fusione all’inizio, poi, se ce ne fosse stato bisogno, Frel avrebbe
 
trasmesso i dati a Donnie, così sarebbe stato meno traumatico.
 
I Niani si rimisero in cerchio prendendosi per mano, alzarono le braccia al centro in modo che tutti fossero connessi. Il tutto
 
durò pochi secondi, era più facile e più veloce che con i terrestri.
 
            -Allora?- chiese Donnie- Avete le nozioni che vi servono?-
            -Astrid, permettimi di esprimere il mio pensiero in proposito, sono io l’unico fisico rimasto e sono in grado di giudicare in modo più obiettivo!- Disse Frel
 
            -Vorresti insinuare che non sono obiettiva? Che i terrestri mi hanno influenzato troppo?- disse con un tono alterato non proprio tipico Niano.
 
            -Esatto, e so che gli altri sono d’accordo con me. Sei la nostra guida, ma anche noi siamo i prescelti ed abbiamo diritto di esprimere i nostri pensieri, tu hai il dovere di considerarli-
 
Lisad e Nied concordavano con lui.
 
            -Ho capito che tu temi per la vita di Donnie e anche noi non vorremmo coinvolgerlo in una missione così
 
pericolosa, ma senza di lui, senza il tunnel, la probabilità di fallire la missione è molto più alta. Te la senti di rischiare così
 
anche la sicurezza di Terra? Non sono adatto al compito che vuoi darmi, le mie funzioni sono altre, anche la stessa Tianad
 
sarebbe stata in difficoltà, senza Nil la missione è ancora in pericolo-
 
Donnie capì cosa era successo la sera precedente, Astrid gli aveva mentito, doveva farle capire che lui obiettivamente era
 
indispensabile alla missione, allora disse:
 
            -Sto mettendo a punto un altro mezzo, non sarà perfetto come i vostri, ma con tutti i cristalli di Miol ed alcuni
 
provenienti dalle vostre capsule potrà viaggiare nello spazio e potrà essere usato anche solo per ricaricare i cristalli. Ho
 
un’idea per potenziare questa funzione in un tempo relativamente rapido e senza bisogno dei vulcani. Così avremo molta
 
più energia e potremo costruire la prima base Niana provvisoria su Marte. Ho bene in mente quali sono i primi passi.
 
Useremo i cristalli all’inizio per costruire una sorta di ologramma “denso” della base, che ci proteggerà dall’ambiente
 
inospitale di Marte.  Poi realizzerò il macchinario per costruire il materiale che servirà a sostituire di volta in volta le
 
strutture di sola energia. So esattamente cosa utilizzeremo e sarà quasi tutto materiale marziano. La serra ed i laboratori
 
saranno  una delle prime aree della base che avranno piena funzionalità da subito-
 
Donnie sapeva esattamente cosa doveva fare, con le nuove nozioni di Frel lo avrebbe solamente fatto prima e questo era
 
determinante.
 
            -Tu sei l’essere più incredibile che abbia mai conosciuto!- gli disse Frel, Astrid già lo sapeva.
 
            -Conosco abbastanza bene la vostra tecnologia, le leggi della fisica di solito non cambiano da un pianeta all’altro ed
 
i materiali che avete a disposizione non sono tanto diversi da quelli che abbiamo noi terrestri. Anzi sono più preparato di
 
voi, Marte è più simile alla Terra di Ni per composizione di metalli e minerali-
 
Astrid a quel punto non poteva ribattere, nemmeno aveva la forza di farlo, si arrese completamente alle evidenze.
 
            -Vedo che non c’è altra soluzione. Lisad, Nied concordate?-
            -Gli altri prescelti che diranno? - Chiese Leo- Non ne mancano due?-
            -Hanno perso il privilegio di esprimere un’opinione con il loro comportamento menefreghista, accetteranno la nostra decisione- rispose Astrid.
 
            -Concordo al cento per cento con Frel. E tu Nied?-
            -Sono con voi Lisad- ribattè Nied.
            -Allora è deciso, Donnie farà parte della missione. Frel, comunicagli i dati di Tianad-
 
Il Niano strinse la mano a Donnie ed il passaggio di comunicazione fu rapidissimo e senza effetti collaterali. La tartaruga
 
genio con le nuove informazioni appena acquisite aveva già in mente come migliorare il suo tunnel e andò subito al
 
computer per definire il progetto, di lì a poco avrebbe cominciato a realizzare il lato di entrata terrestre del tunnel sotto il
 
suolo di New York.
 
Mentre si decideva il futuro della Terra, Mikey aveva un solo pensiero: Isabel. Chiese a Nied di fare il penultimo
 
trattamento e se poteva uscire senza problemi quella sera.
 
            -No Mikey, anche se la guarigione è molto veloce devi stare a riposo, oggi poi ti sei mosso troppo, non portando il
 
gesso sei a rischio rottura fino a che non faccio l’ultimo trattamento-
 
            -Allora fammi il gesso adesso!-
            -Non è raccomandabile, hai anche delle lacerazioni di pelle e muscoli che con il gesso potrebbero non rimarginarsi correttamente e dare sepsi-
            -Cioè?-
            -Rischieresti di perdere la gamba-
            -Ma io devo andare da Isabel, gliel’ho promesso!!!-
            -Mi dispiace, come tuo medico ti proibisco di andare, devi stare sdraiato-
            -Lisad ti prego convincila tu!-
            -No Mikey, fai come dice Nied…te la porterò io!- rispose Lisad.
            -Che cosa?-Disse Astrid che aveva afferrato per caso la conversazione.
            -Astrid, mi prendo la responsabilità, terrò la capsula in modalità invisibile, porterò Isabel qui da te Mikey, e Nied potrà curarla-
 
            -Non possiamo rivelare la nostra esistenza ai terrestri!-
            -Mi ha promesso che non dirà mai nulla- disse Mikey.
            -Tanto non le crederebbero!- replicò Lisad.
            -Si può sapere perché te la prendi così tanto a cuore?- chiese Astrid -da quando hai fatto la fusione con Mikey lo sostieni in tutte le sue sciocchezze-
 
            -Tu non hai visto la disperazione che è in quella ragazza…-
            -Tanti su Terra soffrono, non possiamo aiutare tutti-
            -Vorrei aiutare Isabel perché Mikey tiene a lei. Non è un terrestre qualsiasi, ha rischiato la vita per noi…è tanto semplice- rispose Lisad.
 
            -Eh sì… ha il cuore tenero la soldatessa- intervenne Raph. Tutti, a parte Donnie, si stavano riunendo intorno e volevano dire la loro.
 
            -Io concordo con Astrid, è pericoloso, metti che Bishop scopra che siamo tornati- disse Leo.
            -Lo sa già sicuramente…nessuno si è preoccupato di nascondersi durante il viaggio intorno al globo…nemmeno tu Leo- disse Frel.
 
            -Chi vota perché Isabel venga qui?- chiese Lisad
 
Ci furono cinque mani alzate contro quelle abbassate di Astrid e Leo.
 
            -Astrid sarò discreta. Leo ha trovato un vulcano attivo perfetto per ricaricare i cristalli nell’Atlantico. Nessuno mi
 
vedrà. Isabel sa già che viviamo nelle fogne…farò in modo che non capisca come ritornare qui.-
 
            -Lisad sei cambiata…ma…acconsento…perché mi fido comunque di te-
 
            -Grazie Astrid!- gridò Mikey che avrebbe voluto abbracciarla, ma Nied gli impedì di fare movimenti bruschi. Leo
 
scuoteva la testa, nessuno voleva ascoltarlo, come al solito.
 
Arrivò la sera e Mikey mandò subito un messaggio ad Isabel:
 
            -Non posso venire di persona, ma verrà la mia amica Lisad a prenderti e ci vedremo come ti ho promesso. Il tuo amico speciale-
 
            -Ok Mikey, ma ti è successo qualcosa vero? Sei ferito? Aspetterò Lisad. La tua amica Isabel-
 
            -Sto bene tu fidati di Lisad, è grazie a lei se ci vedremo-
 
Isabel aveva preso l’abitudine di indossare una maschera, non poteva vedere il suo viso deturpato e portava una bandana
 
fucsia per coprire i capelli cortissimi. Era preoccupatissima per Mikey e andava avanti e indietro davanti alla finestra. Ad
 
un tratto sentì bussare al vetro. Era l’aliena.
 
            -Ciao Isabel, sono venuta a prenderti, fai presto, nessuno deve vederci-
 
Isabel prontamente uscì fuori e saltò senza paura sulla capsula, in pochi secondi erano già dentro le fogne, ma Lisad aveva
 
oscurato la visione, solo lei che era connessa al suo mezzo poteva vedere fuori.
 
Quando la capsula si aprì erano tutti lì a parte Mikey, che era sdraiato in camera sua ad aspettare Isabel. Si era mosso
 
troppo e doveva darsi una calmata.
 
            -Dov’è Mikey? È così grave?-
 
Nonostante avesse davanti a sé tre tartarughe aveva capito subito che nessuno di loro era il suo amico.
 
            -Le presentazioni dopo, ti porto da lui, tranquilla sta bene- disse Lisad.
 
Appena entrata nella camera di Mikey si buttò tra le sue braccia.
 
            -Perché non mi hai detto che stavi male?-
            -Saresti stata in pensiero…non volevo-
            -Come è successo?-
            -Mi è caduto addosso il tetto di un deposito…non è proprio una bella esperienza…ho la gamba rotta, ma Nied mi sta curando, domani sarò come nuovo e forse potrò venire a trovarti-
 
            -Tu devi stare a riposo, come è possibile che tu guarisca in un giorno solo? Da una rottura poi!-
            -Grazie alla mia amica aliena, loro hanno degli strumenti incredibili ed ho chiesto se possono guarire anche te…-
            -Hai pensato a me… anche se stavi male?- Isabel lo abbracciava, non l’aveva ancora mollato.
 
            -Isabel è da quando ti ho salvato che ho in mente di farti aiutare da loro e forse possono fare qualcosa. Mi ha detto
 
Nied che era meglio curarti subito dopo l’incidente e che forse è passato troppo tempo, ma sicuramente migliorerai
 
molto…puoi togliere questa maschera?-
 
Isabel si staccò da lui e la tolse.
 
            -Solo di fronte a te…sei l’unico che mi tollera…mia madre piange a dirotto e mio padre non mi guarda più in faccia…non ho più amici. Solo tu-
 
            -Quando ti avranno curato forse non potrai fare la modella, ma potrai stare senza maschera…ti farai nuovi amici e
 
farai la pittrice, sei così brava…- Mikey non aggiunse che poi sarebbe sparito dalla sua vita.
 
            -Oh Mikey sei così ottimista…mi sei mancato così tanto…-
            -Chiama Nied, la ragazza orientale, voglio che ti veda per bene e cominci a curarti-
            -Non so….non li conosco…perché dovrebbero aiutarmi?-
            -Sono miei amici e lo faranno per me-
 
Isabel uscì a chiamare Nied, erano ancora tutti nella zona della TV in attesa.
 
Arrivata nella stanza di Mikey il medico alieno cominciò ad analizzare il viso di Isabel. Con l’ausilio della cintura arrivava
 
anche sotto i vestiti senza che lei avesse avuto bisogno di spogliarsi.
 
            -I danni non sono gravissimi, almeno nel viso, ma sarebbe stato meglio sottoporti al trattamento appena avuto
 
l’incidente. Però posso fare molto, non avrai bisogno della maschera, ti resterà del rossore nel viso e qui di lato questa
 
grossa cicatrice sarà molto leggera. Anche il resto del corpo migliorerà molto, ma dovremo fare vari trattamenti e non so
 
fino a che punto potremo arrivare perché presto dovremo lasciare Terra -
 
            -E Mikey verrà con voi?- chiese Isabel. Nied rimase un attimo interdetta, non sapeva cosa dire.
            -E’ possibile Isabel- disse Mikey, non stava proprio mentendo, ma nemmeno diceva la pura verità- ma solo per un po’ di tempo poi ritornerò. E’ molto importante, ne va della salvezza della Terra…non posso dirti altro-
 
            -Cosa vuoi dire? La Terra è in pericolo?-
            -Solo se non andrò su Marte…un giorno ti racconterò- dentro di sé Mikey si sentiva colpevole, era una mezza bugia, ma era per il suo bene.
 
            -E non può andarci un altro al posto tuo?-
            -No Isabel…ma tornerò-
            -Me lo prometti?-
            -Ti prometto che tornerò sulla Terra- in fondo non gli aveva promesso che sarebbe tornato da lei. -Adesso vai con Nied nella stanza accanto così potrà cominciare la tua cura, ci saluteremo dopo-
 
Il medico Niano la portò in un’altra stanza perché avrebbe dovuto toglierle i vestiti per curarla. La fece sdraiare sopra il
 
letto per irradiare tutto il corpo.
 
            -E’ vero che siete lucertole?- chiese Isabel.
            -Sì…possiamo riassorbire le scaglie e la coda, un tempo eravamo rettili molto simili alle vostre lucertole…anche se è un po’ riduttivo-
            -Perché siete qui? Venite da Marte? -
            -Diciamo che pressappoco è così…ma ti prego non posso dirti altro…non dovrei nemmeno curarti…lo sto facendo per Mikey…ha rischiato la vita per me ed i miei compagni…tiene tantissimo a te-
 
            -Anche io tengo tantissimo a lui-
            -Terrai a lui anche quando sarai guarita?- Nied si morse la lingua, ormai il danno era fatto.
            -Perché non dovrei? E’ mio amico! Non dimentico gli amici…sono loro che si sono dimenticati di me-
            -Mikey non è un umano, dovrà essere il vostro segreto-
            -Certo lo so…gli altri non capirebbero…-
 
Nied voleva farle capire la situazione, ma Isabel sembrava completamente cieca, non c’è peggior sordo di chi non vuol
 
sentire, banale ma vero.
 
            -E quando avrai un fidanzato? Gli dirai di Mikey?-
            -Non avrò mai più un fidanzato…-
 
            -Non dire sciocchezze, non sarai perfetta come eri prima, ma hai un viso molto bello, si vede, hai delle proporzioni
 
perfette. Voi umani date molto importanza a questo lato quando avete storie sentimentali-
 
            -Perché voi no?-
            -Noi siamo tutti perfetti, quasi fino alla noia. Per me conta anche molto la mente di una persona. Per esempio io trovo molto belle le tartarughe ed intendo nel totale, sono coraggiose, leali e molto intelligenti. E tu cosa ne pensi?-
 
            -Concordo, Mikey è bellissimo!-
            -Dici sul serio?-
            -E’ anche meglio dei suoi fratelli-
            -Il suo aspetto quindi non ti spaventa-
 
            -All’inizio pensavo fosse un demone, mi ha fatto molta paura…ma del resto volevo morire…non mi sono
 
preoccupata molto di quello che avrebbe potuto farmi. Invece si è rivelato la persona più dolce e sensibile che abbia mai
 
conosciuto…sta cercando anche di farmi mangiare perché ha capito che spesso digiuno. Che posso dirti, mi sono abituata al
 
suo colore verde, alle tre dita e a quel guscio. Per me non è un mostro-
 
Nied non ebbe il coraggio di chiedere altro, la ragazza era sicuramente fuori di testa e non era molto obiettiva. Finì il
 
trattamento per quel giorno e le disse:
 
            -Immagino che il medico ti abbia suggerito una crema da distribuire su tutto il corpo, continua ad usarla e non la
 
dimenticare mai, meglio se fai anche tre applicazioni al giorno, velocizzeranno il processo di guarigione. Non possiamo
 
venirti a prendere con la capsula tutti i giorni, dovrai venire tu da noi, ti diremo vicino quale tombino aspettare e poi ti
 
benderemo, non è sicuro né per te, né per noi che tu sappia dov’è il nostro rifugio- la riaccompagnò da Mikey.
 
La mattina seguente Isabel si guardò nello specchio e vide subito dei miglioramenti incredibili. Era tornata la speranza.
 
P.S. Ciao a tutti!
Quindi Lisad ammette che le piace Raph, mentre Astrid sta rimettendo in discussione la storia con Donnie anche se da dopo la loro “fusione totale” mancata qualcosa è cambiato e sembra che non possano stare lontani…
 
Mikey è sempre più preso da Isabel, cosa succederà quando lei sarà tornata normale grazie alle cure di Nied?
 
Ringrazio come sempre le mie recensitrici  di fiducia ;-) grazie ragazze! E grazie a tutte le lettrici silenziose
 
Baci
 
Altair
 
 
 

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Capitolo 21
*** Al cuor non si comanda ***


PRECISAZIONE: credo di aver confusso qualche lettrice…la missione dei Niani non è tornare su Ni, è un pianeta ormai morente, i prescelti devono colonizzare Marte e renderlo abitabile per tutti i Niani. Se riusciranno in questa missione i Niani non avranno bisogno di conquistare la Terra perché avranno un pianeta tutto loro. La funzione di Donnie è costruire un tunnel spaziale che unisca Marte alla Terra per facilitare la missione e per stare con Astrid…ammesso che lei lo voglia ancora…
 
 

 

Donnie lavorava costantemente al progetto del tunnel ed alla nuova capsula, doveva assolutamente dimostrare ad Astrid
 
che poteva sostituire Nil in tutto e per tutto. Mancava anche agli allenamenti, in passato lo aveva fatto quando era
 
impegnato in progetti, ma questa volta sentiva addosso ancora di più l’urgenza e la responsabilità di finire prima possibile.
 
Stava dando davvero il massimo, forse qualcosa di più. Lisad e Frel lo affiancavano per quello che potevano, la prima per
 
l’aspetto pratico, il secondo per quello teorico. Astrid restava in disparte senza quasi parlargli, ma era sempre lì dietro di
 
lui, quasi per tutto il tempo. Donnie percepiva la sua presenza, ma faceva finta di nulla, aspettava che fosse lei a venire da
 
lui, doveva farsi perdonare quelle parole orribili che gli rimbombavano ancora in testa.
 
Era passato quasi un mese da quando erano partiti per cercare gli altri prescelti in Africa e Asia. Rel e Mead, i fidanzatini
 
d’Egitto, come li chiamava Mikey, sarebbero dovuti arrivare a New York di lì a poco. Lisad era convinta che non si
 
sarebbero fatti vivi.
 
            -Va bene, i sentimenti sono importanti, ma se la fusione totale rimbambisce così…-
            -Ma come, non la faresti mai con me baby?- Disse Raph in tono scherzoso. Si vedevano spesso e si allenavano insieme, ma più di questo non c’era stato assolutamente.
 
            -Guarda Raph, se tu dovessi scoprire che l’ho fatta sopprimimi, non mi lasciare in quello stato- e si misero a ridere.
 
Per fortuna arrivò un segnale alla cintura di Astrid, i due fidanzatini d’Egitto si stavano dirigendo verso New York come
 
previsto.
 
Una volta condotti nel rifugio dei Niani, gli fu assegnata una camera matrimoniale, Astrid controllò che avessero fatto il
 
loro lavoro. Nelle loro due capsule trovò i campioni biologici degli animali e delle piante fondamentali per la missione, in
 
pratica era principalmente DNA e non occupava molto spazio, tutto era andato come avevano promesso. Furono informati
 
che Donnie avrebbe partecipato alla missione e non opposero nessuna resistenza, ma la prima cosa che chiesero era se
 
potevano andarsene in giro per New York. Lisad come al solito avrebbe voluto prenderli a calci nei denti, si comportavano
 
come dei turisti invece che da Niani in missione. Astrid acconsentì comunque, mancavano più di due mesi al famoso
 
rendezvous nel deserto rosso del Wyoming e non potevano essere di nessun aiuto per il momento. In realtà li avrebbe
 
lasciati volentieri sulla Terra, ma questo era un sentimento che doveva reprimere, serviva anche il loro contributo ed i
 
cristalli in loro possesso, il suo giudizio personale non doveva interferire con la missione, lo aveva già fatto troppe volte.
 
 
I prescelti sopravvissuti erano finalmente riuniti, ma questo non era sufficiente, era fondamentale invece il lavoro di
 
Donnie, tutti contavano su di lui, non doveva mollare. Anche se dentro di sé soffriva terribilmente per Astrid, continuava ad
 
andare avanti, ma il suo umore peggiorava sempre di più, non sembrava più lo stesso Donnie, sempre gentile e generoso
 
prima, scorbutico e taciturno adesso.
 
Leo andò a trovare Astrid, era preoccupato per il fratello inventore, a volte non si faceva nemmeno vedere ai pasti, non
 
sapevano se mangiasse regolarmente.
 
            -Astrid, cosa sta combinando Donnie? Lo vedo molto raramente, non sono sicuro che stia mangiando come
 
dovrebbe, né quanto stia dormendo. Va a letto dopo di noi e la mattina quando mi alzo non lo trovo mai nella sua stanza, a
 
volte non torna proprio. A noi non dice nemmeno una parola, non l’ho mai visto così. Ti prego cerca di parlargli-
 
            -Lui non vuole parlare con me…gli ho detto cose orribili…ma l’ho fatto per lui….-
 
            -Senti… nemmeno io avrei mai pensato di dirtelo, ma devi fare qualcosa…non importa se sceglierà di vivere su
 
Marte con te, quello che conta è che stia bene e sia felice. Vai e digli veramente cosa pensi… non importa se non lo vedrò
 
mai più-
 
Leo era veramente preoccupato,  Astrid si lasciò convincere.
 
            -Va bene, lo terrò d’occhio e ci parlerò. Tu non lo perderai mai, non voglio dividere la vostra famiglia, se il tunnel
 
non dovesse funzionare lo farò tornare in qualche modo su Terra, a costo di essere cacciata dalla mia gente!-
 
Leo la ringraziò, in realtà avevano responsabilità simili e potevano capirsi l’un l’altro senza bisogno di fusioni.
 
            -Ok Astrid- pensò dentro di sé- vai a parlare con l’essere migliore di Terra senza fargli del male…per una volta-
 
Astrid andò in cucina e preparò un piatto italiano che gli aveva insegnato Mikey, tagliatelle al ragù, portò il piatto nella
 
cucina dei Niani ed andò da Donnie decisa a farlo mangiare.
 
            -Donnie?-
            -Mmm?- nemmeno si voltò a guardarla.
            -Tu hai acconsentito a partecipare alla missione-
            -…hai cambiato di nuovo idea?-
            -No, volevo mettere solo un paio di cose in chiaro-
 
Donnie appoggiò lo strumento stranissimo che aveva in mano e si girò a guardarla negli occhi.
 
            -Dimmi tutto, ti ascolto-
            -Leo è il vostro leader normalmente, ma in questa missione comando io. Ti era chiaro questo concetto?-
            -Bè… non l’avevo proprio vista così, però se proprio devo…-
            -Sì devi, ed ora vorrei darti un ordine-
            -E sentiamo, quale sarebbe? Devo far curare i miei ormoni di terrestre maniaco?- Rispose Donnie sarcastico.
 
 Astrid rimase per un secondo interdetta ma replicò:
            -No, tu non hai niente che non va. Però devi mangiare e riposare come tutti noi… per cui…verresti di là a mangiare delle tagliatelle al ragù con me?-
 
La fine della frase non aveva più il tono di un comando, sembrava di più la richiesta di un’amica preoccupata.
            -Cosa? Ho capito bene? E le hai cucinate tu?-
            - Sì…ricetta speciale di Mikey…sono buonissime-
            -Cosa è successo?- Donnie sorrideva dopo giorni di malumore.
 
            -Siamo tutti preoccupati per te, mi ha detto Leo che non ti ha mai visto così scontroso ed anche io ti osservo da giorni, quanto è che non mangi?-
 
            -Non ricordo esattamente, semplicemente non ci pensavo…-
            -Verrai un attimo di là con me?-
            -Va bene…in effetti ora che me ne parli ho fame davvero-
 
Astrid lo prese per mano e lo portò in cucina, Donnie si sedette e cominciò a mangiare voracemente. Non poteva indossare
 
la cintura come i Niani per tutto il tempo e quindi doveva assolutamente nutrirsi se voleva andare avanti in modo efficiente.
 
            -Sono buonissime, come quelli di Mikey-
            -E’ un buon insegnante, ha una pazienza incredibile-
            -A volte mi sorprende e altre mi chiedo se davvero sia mio fratello, può essere un tale deficiente! Come sta? Come va la storia con Isabel?-
 
            -So da Nied che Isabel sta venendo regolarmente ogni due giorni a farsi curare. A turno l’andiamo a prendere per
 
bendarla e non farle vedere dov’è il rifugio. Tu non l’hai mai incontrata perché non resta a lungo. Quando non viene lei va
 
Mikey, ora è guarito perfettamente ed è più arzillo che mai-
 
            -Come pensi che finirà questa storia?…Isabel sta migliorando molto…-
 
            -Infatti… dice Nied che può farle solo altri tre trattamenti, di più non si può ottenere. Prima portava una maschera
 
perché si vergognava, adesso non la porta più, ma non tornerà veramente normale. Anche se il trucco sarà sufficiente a
 
coprire le imperfezioni-
 
            -E poi? Che farà Mikey?-
            - Lui dice che quando lei sarà pronta anche psicologicamente… la saluterà per sempre-
            -Potrebbero comunque rimanere amici-
 
            -No Donnie, Mikey è innamorato perso, ha detto che non vuole fare come te che hai sofferto in silenzio a causa di
 
April, preferisce non vederla più…ma…tu pensi ancora ad April qualche volta?-
 
            -Penso a lei a volte, ma come amica, ho superato la fase in cui credevo di amarla. Con tutto il rispetto per il dolore
 
degli amanti infelici; si ama in due, se l’altro non vuole non è amore…è così che la penso ormai. Spero che ci arrivi anche
 
Mikey-
 
            -Sì… penso che tu abbia ragione-
            -Sarebbe un grave errore se anche Isabel lo amasse e non avesse mai l’opportunità di dirglielo. Se Mikey scompare lei non saprà mai come ritrovarlo-
 
            -Leo dice che è impossibile una storia tra delle umane e voi tartarughe….- disse Astrid.
            -Dice così perché ha amato un’umana, vive in un mondo che conosco molto bene, come me non ha mai detto nulla a Karai…ma ha sempre sbagliato-
 
            -Quindi tu ti saresti dovuto dichiarare ad April?-
            -Avrei dovuto almeno tentare di capire, perché no? Anche parlarle. La conosci, sarebbe stata comprensiva, non
 
sarebbe scappata urlando da me, saremmo comunque rimasti amici come lo siamo adesso. Sono stato un codardo. E tu non
 
pensi che sia un po’ vigliaccheria? La paura di rimanere scottata, non ti ha mai frenato?-
 
Astrid aveva capito benissimo dove voleva arrivare.
 
            -La paura di soffrire, ma anche la paura di vedere morire la persona più importante della mia vita…-
 
A Donnie cadde la forchetta di mano, aveva capito benissimo di chi stava parlando, non aspettò nemmeno il tempo di un
 
battito di ciglia, l’abbracciò e la baciò come desiderava da giorni e giorni. La lasciò un secondo solo per chiederle.
 
            -Anche tu senti quello che sento io? Non sono solo gli ormoni terrestri vero?-
 
            -No Donnie, anche per me è così, non lo sapevo, non mi è stato spiegato un bel nulla, ma a me sembra che anche
 
solo iniziare una fusione totale provochi un legame. Anche io sto male a starti lontano, forse è anche più dura per me, non
 
sapevo nemmeno che tu potessi reagire così, non esiste la fusione da voi-
 
            -E’ vero, ma Nied ha detto che abbiamo il cervello organizzato in modo simile al vostro, per cui in qualche modo
 
anche il mio risponde a quello stimolo in modo paragonabile. Come ben sai ci sono alcuni animali sulla Terra che hanno un
 
solo partner per tutta la vita a causa dell’ormone ossitocina. Potrebbe essere quello il meccanismo che abbiamo in comune,
 
anche se proveniamo da sistemi solari diversi-
 
            -Sarebbe una scoperta incredibile, a quelli del Consiglio Scientifico gli verrebbe un colpo! –
            -E adesso…cosa facciamo, non vorrai patire così per tutto il resto della tua vita?-
            -E’ un invito velato?- Non sapeva perché ma le veniva di scherzarci su, dovevano essere gli ormoni Niani.
            -Vuoi che lo faccia? Funzionerebbe se ti portassi nella tua stanza ora?-
 
Donnie faceva sul serio, ad Astrid erano cominciate le palpitazioni solo al pensiero.
 
            -Puoi darmi ancora un po’ di tempo? Non ho detto di no…-
            -Va bene Astrid, ma ti chiederei di passare un po’ più tempo con me, mi sento un po’ meglio sapendo che sei vicina….ho apprezzato che tu venissi ogni giorno a vedere come stavo-
 
            -I tuoi sensi di ninja giusto?
            -Ed il tuo inconfondibile profumo. Ma cosa usi? Non capisco-
            -Ehm…io non uso niente di particolare- ed arrossì come una ragazzina.
 
Da quel giorno Donnie ricominciò a farsi vivo anche nel dojo, aveva anche ripreso a parlare con gli altri, a mangiare e
 
dormire quasi regolarmente. Astrid era sempre con lui e lo aiutava come poteva nella costruzione del tunnel e della capsula,
 
o “Tartunnel” e “Tartacapsula”, come li chiamava Mikey. L’unico momento in cui non stavano insieme era la notte.
 
 
I giorni passavano veloci e la data del rendezvous si avvicinava, Astrid sperava che per quel giorno avrebbero avuto tutto
 
pronto, voleva contattare il controllore nello spazio, assicurarlo che tutto procedeva al meglio e farlo tornare alla stazione
 
spaziale con buone notizie. Era convinta che così facendo nessuno avrebbe tentato di sabotare ulteriormente la missione,
 
perché sarebbe servito più di qualche semplice stratagemma per farla fallire. Ma c’era il dubbio che il controllore Beal
 
potesse essere stato messo lì per far fuori tutti i prescelti al momento del rendezvous. Il luogo dove si sarebbero dovuti
 
riunire era in un deserto, una zona senza vegetazione, completamente allo scoperto. Con i segnali delle cinture per Beal
 
sarebbe stato come giocare a freccette ad un metro di distanza dal bersaglio.
 
Quel pomeriggio le tartarughe ed i Niani prendevano un the insieme e facevano il punto della situazione
 
            -Come pensi di discutere col controllore?- Chiese Donnie ad Astrid.
            -Dovrebbe contattarci lui-
            -Andrete lo stesso tutti insieme all’appuntamento?-
            -E’troppo pericoloso, pensavo di andare solo con Lisad…-
            -E, se non vedendovi tutti, partisse e riferisse che avete fallito?- Chiese Leo.
            -Bisognerebbe trovare il modo di entrare in contatto con lui, ma come mai non l’abbiamo fatto fino ad ora?- chiese Frel.
 
            -Non riesco a rintracciarlo. Ci abbiamo provato varie volte- disse Astrid.
            -Siamo sicuri che non sia stato eliminato pure lui?- Chiese Raph.
 
            -Potrebbe, ma non avrebbe molto senso. In qualche modo i Niani devono sapere come vanno le cose sia in negativo,
 
sia in positivo. Se ci vogliono quattro anni per tornare, cosa farebbero se non vedessero mai arrivare il controllore? Ne
 
manderebbero un altro o verrebbero a conquistare la Terra?- Domandò Leo.
 
            -Da quello che so da Nil, la prassi dovrebbe essere inviare un altro controllore. Ne manderanno uno ogni quattro
 
anni per monitorare i nostri progressi. La nostra base spaziale può restare in orbita di Ni per altri cento anni, dopo Niha, il
 
nostro sole, sarà troppo debole per caricare le riserve di energia. Quindi arriveranno qui nel vostro sistema solare, che
 
Marte sia pronto o no-
 
            -Dobbiamo trovarlo a tutti costi perché non siamo certi che si comporteranno come ci aspettiamo- disse Frel, che ormai non aveva più una buona opinione del suo popolo.
 
            -Un sistema ci sarebbe, potrei potenziare il rilevatore sonar per i cristalli, funziona bene anche nell’aria, ora abbiamo nove capsule. Potremmo setacciare tutta l’esosfera terrestre-
 
            -L’eso… che?- chiese Mikey.
            -La zona in cui finisce l’atmosfera terrestre ed inizia lo spazio- rispose Donnie.
            -Però lui potrebbe vederci a chilometri e chilometri di distanza- disse Frel.
            -No se cambiamo frequenza ai nostri segnalatori. Poi c’è il modo di mimetizzare le capsule - rispose Donnie precisando -ci vedrebbe solo a distanza molto ravvicinata, mentre noi lo vedremmo a chilometri di distanza, con il mio sonar potenziato-
 
            -Molto bene, anche Mead e Rel saranno coinvolti, sono ben addestrati per il volo- disse Astrid.
            -Puoi contare anche su di noi- disse Leo.
            -Non vedo l’ora di fare un giro su una delle vostre capsule! Farò anche turni doppi, basta che mi lasciate vedere Isabel alla solita ora-
 
            -Come va con lei ora che ha finito il trattamento?- chiese sottovoce Nied.
             -Le donne sono tutte uguali nella galassia, mai che si facessero gli affari loro- pensava Mikey e disse sottovoce -per adesso la vedo ancora, passeggiamo per i tetti di New York e parliamo, dice di salutarti, non sa come ringraziarti…-
 
            -Come dicevo faremo dei turni…MIKEY! Smettila di parlare! E ascoltami. Mi sembra di essere all’asilo- commentò Astrid e aggiunse -Donnie però dovrà rimanere qui per finire il lato terrestre del tunnel-
           
            -Anche se ci mettessimo tutti a fare doppi turni come faremo a rintracciarlo, è davvero grande la superficie dell’esosfera terrestre!- Si lamentò Rel, che da quando lo avevano conosciuto era stato bravo solo a lamentarsi.
           
            -Non preoccuparti Rel. Ad una vostra navetta occorrono poco più di quaranta giorni per compiere tutta la superficie dell’esosfera. Naturalmente ho calcolato statisticamente dove è più probabile che si trovi la navetta del controllore-
           
            -Ok a parte tutte queste spiegazioni scientifiche, quanto ci vorrà se tutti partecipiamo?- Chiese Raph che voleva arrivare al dunque.
           
            -Siete in nove. Con turni di sole cinque ore a testa al giorno ci vorranno ventitrè giorni e dieci ore- rispose quel precisino di Donnie, ma Rel non sembrava contento comunque.
           
            -I primi a partire saranno Frel, Nied, Rel, Mead e Mikey- disse Astrid
            -Subito così?- chiese Rel.
            -Ringrazia che la ronda la farai con Mead- tagliò corto Astrid.
            -Mi piace quando fai la dura- gli sussurrò scherzoso Donnie.
 
Invece Mikey era contento perché appena finito sarebbe potuto andare da Isabel, Astrid era proprio un’amica.
 
I prescelti e la tartaruga in arancio partirono subito, dovevano usare meno possibile la modalità invisibile. Ricaricare troppe
 
volte i cristalli li deteriorava, invece sarebbero serviti tutti per la missione. Un altro problema erano i radar terrestri, non
 
sapevano come eluderli senza spreco di energia. L’unico modo era tenere il più possibile la massima velocità, gli strumenti
 
umani sarebbero impazziti, ma non ci avrebbero cavato un ragno dal buco. 
 
Intanto Lisa ed Astrid erano a fianco di Donnie per aiutarlo nella costruzione del tunnel.
 
            -Tu ti fidi di Rel e Mead? E se fossero delle spie?- diceva Lisad.
            -Ce ne saremmo accorte quando abbiamo fatto la fusione- rispose Astrid.
            -E se invece uno dei due ci avesse fatto un blocco come ha fatto Nil con te?-
            -E’ possibile nascondere dati durante la fusione?- Chiese Donnie.
            -Sì, ma ci vuole un potere psichico molto grande e non mi sembra che entrambi ne abbiano uno particolarmente forte- rispose Astrid.
 
            -Tu però non sai come funziona, nemmeno sapevi che era possibile…- rispose Lisad e aggiunse- perché non provi a rimuovere il blocco di Nil facendo di nuovo la fusione con me?-
 
            -Non sarà pericoloso? E poi vedrò tutto quello che ti ha fatto…-
            -Perché cosa ha fatto a Lisad?- chiese Donnie che ormai le ascoltava con curiosità.
            -Posso?-
            -Non c’è problema Astrid, tanto quando farete la fusione totale saprà tutto di me comunque- rispose Lisad senza dare peso a quello che aveva detto. Nessuno dei due commentò questa affermazione.
 
            -Va bene Lisad…vedi, lei e Nil si vedevano spesso, si allenavano e a volte è capitato…che…-
            -Sei proprio una verginella, sei arrossita! Ma non si può vedere! Ahahah! Vi lascio un attimo soli, vado a bere la buonissima acqua terrestre!- Lisad se ne andò che ancora stava ridendo, ma Astrid sapeva che in realtà soffriva.
 
            -Volevo dire che hanno avuto rapporti intimi senza la fusione totale, perché Nil la voleva fare con me…ha usato Lisad…e poi ha bloccato questi pensieri perché io non li vedessi né dentro di  lui né dentro di lei…non è da vigliacchi?-
 
            -Nessuno è perfetto, nemmeno il più perfetto dei Niani, speravo che tu lo avessi imparato- rispose Donnie.
            -Hai ragione… ma questa non gliela perdonerò mai!-
            -Perché provi gelosia?- chiese preoccupato.
            -Ma no! Per Lisad! Ora è mia amica e so quanto ha sofferto…sta tornando, cambiamo argomento-
            -Allora facciamo questo test per la tua forza psichica?- disse Lisad.
            -Spero che tutto questo possa servire a qualcosa. Userò le mani come ha consigliato Nied per migliorare la connessione…va bene?-
 
            -Sì certo, vai avanti-
 
Astrid posizionò le sue mani intorno alla testa di Lisad e notò che l’amica era un po’ tesa, i suoi occhi fieri lasciavano
 
trasparire appena quello che si animava sotto la superficie di dura guerriera Niana, ma la fusione portò tutto a nudo. Quello
 
che prima era amore incondizionato era diventato odio. Astrid si concentrò sulle memorie che riguardavano Nil, rivide con
 
chiarezza i loro incontri o quello che ne rimaneva nella memoria di Lisad, poi si accorse di un piccolo difetto, un punto
 
nero che la prima volta non aveva trovato. Si concentrò solo su quello e ad un certo punto un’esplosione di memorie le
 
arrivarono alla mente e al cuore: la prima volta di Lisad, la speranza di essere amata un giorno, l’egoismo di Nil. Era stato
 
sincero, le aveva parlato di Astrid, ma un cuore innamorato vuole vedere solo quello che lo rende felice, alla fine Lisad
 
aveva sempre sperato che lui sarebbe tornato da lei. Il blocco era rimosso e si accorse che ce ne erano altri, ma non dentro
 
Lisad, erano dentro lei stessa. Decise di elaborare le nuove informazioni da sola nel silenzio della sua stanza, ora doveva
 
tornare alla realtà, era troppo per un giorno solo.
 
            -Allora sei riuscita a sbloccarti?- chiese Lisad molto ansiosa.
            -Sì…ho visto tutto e ci sono altri blocchi ma non me la sento di affrontarli adesso-
            -Come altri blocchi?- chiesero in coro Lisad e Donnie.
            -Sono dentro di me, non so se è stato Nil…-
            -Cosa ti dicevo? Tu hai una forza psichica superiore alla media, lo sospettava anche Nil-
            -Spero che sia una cosa positiva…-
            -Certo che lo è, adesso potrai tartassare quei due buoni a nulla di Rel e Mead! Potrai scoprire se ci nascondono qualcosa-
 
            -….ne riparleremo quando mi sarà tutto chiaro- disse Astrid, aveva un’aria molto stanca.
            -Andate a riposarvi, tra poco dovete dare il cambio agli altri- disse il solito premuroso Donnie.
            -Va bene, ma non fare tardi anche tu- rispose Astrid.
            -Verrò a svegliarti quando devi partire e poi andrò a dormire. Sarò qui quando tornerai- i due piccioncini tubavano e Lisad aveva la nausea.
 
            -Ok ok, poche storie, Astrid andiamo prima che cominci a chiamarti in modi stupidi tipo “pucci pucci” o “coniglietta”- Lisad trascinò via l’amica di peso.
 
Quando Astrid fu nella sua stanza non riuscì a chiudere occhio, la scoperta dei blocchi la tormentavano, decise di
 
esplorarne uno, quello che con più insistenza si affacciava al suo subconscio. Si concentrò e a poco a poco si dissolse, come
 
con Lisad fu investita di memorie ed un messaggio:
 
            -Astrid sono tua madre. Sono un membro del Consiglio Scientifico. Non avrei dovuto sapere che sei mia figlia ma è
 
stato più forte di me, dovevo conoscerti. So che sei un  prescelto, devo darti informazioni perché la missione riesca. Redol
 
vuole sabotarla grazie all’aiuto di alcuni membri dello Stato Supremo. Gli abbiamo fatto credere che tu eri limitata e che
 
avresti potuto rovinare la missione. Non immagini il dolore misto ad orgoglio quando ho scoperto che avevi ereditato la
 
stessa forza psichica di mia madre, devi partire per questa missione, ne va della nostra sopravvivenza. Ho informato Nil
 
che tu avevi questa qualità, mi ha promesso che ti avrebbe protetto, lui crede molto in te. Sono convinta che accederai a
 
tutte queste informazioni in tempo per poter salvare la missione. Non sappiamo esattamente i piani di Redol, ma sappiamo
 
che non starà con le mani in mano. Non sappiamo nemmeno se il controllore della vostra missione è stato corrotto o
 
condizionato da Redol, ma è un’eventualità che non puoi non considerare. Quando il controllore tornerà per fare rapporto
 
sarò fuori dall’ibernazione e chiederò di stare sveglia qualche anno terrestre per assicurarmi che tutto proceda senza
 
interferenze da parte di Redol. Ti prego fammi sapere in qualche modo che stai bene e che tutto procede come previsto.
 
Ricorda amore mio i sentimenti sono importanti, se guidati da umiltà e compassione sono quelli che ci rendono dei Niani
 
migliori-
 
Seguirono altre informazioni per un piano ben congegnato contro Redol. Astrid alla fine era sconvolta, sua madre le voleva
 
bene, i Niani non erano spietati automi e lei era assolutamente normale, a parte la sua forza psichica. Adesso sapeva
 
esattamente cosa doveva fare, era indispensabile trovare il controllore. Si addormentò con la speranza nel cuore.
 
 
 

 

P.S. Ciao a tutti!
I poteri mentali dei Niani si fanno ancora più complessi! Nella mente di Lisad e di Astrid sono presenti dei “blocchi” cioè informazioni difficilmente accessibili, che solo menti forti possono leggere. Uno di questi blocchi conteneva un messaggio della madre di Astrid!  Spero di non avervi confuso troppo…
 
Astrid ha provato a tenere lontano Donnie, ma ormai anche la nostra tartaruga genio è completamente coinvolta e prenderà il posto di Nil come ingegnere su Marte…
 
Quindi rimane l’ultimo prescelto Niano da trovare e conoscere, si trova da qualche parte appena fuori dall’atmosfera terrestre. Sarà un nemico od un amico?
Lo so questa storia è complicata ma piano piano diventerà più chiara.
 
Grazie a tutte voi che recensite  e che seguite!
Un ringraziamento speciale a chi mi ha messo tra le preferite, grazie a voi sono tra le prime venti storie più popolari! Vi adoro!!!
 
Un megabacio
 
Altair
 

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Capitolo 22
*** Ancora messaggi dal passato ***


Riassunto puntate precendeti: Astrid con l’aiuto delle tartarughe ha radunato quasi tutti i prescelti, manca il numero 11 Beal il controllore.  Niani e tartarughe stanno setacciando tutta la circonferenza delle Terra per trovarlo. Intanto il potere mentale di Astrid cresce ancora, ora ha trovato nella sua testa ed in quella di Lisad ricordi ed informazioni su Nil e su sua madre.
 

 

Il campo fiorito intorno a lei era interminabile, in cielo un sole rossastro riscaldava gentilmente le sue squame, insetti
 
multicolori le turbinavano intorno pacifici e di lontano poteva udire un canto armonioso sempre più vicino. Finalmente potè
 
distinguere una figura che procedeva lentamente, era un Niana con una chioma chiara senza spine, camminava verso di lei
 
sorridendo, allargò le braccia per abbracciarla:
 
            -Astrid sono Leiad sono tua nonna, sarò sempre con te-
 
Poi qualcuno le toccò amorevolmente la guancia e si svegliò.
 
            -Buongiorno bella addormentata- disse Donnie.
            -E’ già ora? Ho fatto un sogno bellissimo, ero su Ni quando era ancora vivibile ed ho incontrato mia nonna!-
            -Tua nonna? Ma se non sai nemmeno chi sono i tuoi genitori?-
 
            -Uno dei miei blocchi nascondeva memorie di mia mamma, non so quando ha fatto la fusione con me, forse da
 
piccola mentre dormivo, non ne ho idea! Mi ha dato anche altre informazioni su Redol, ma troppo poche per avere un
 
quadro chiaro della situazione-
 
            -Forse sciogliere gli altri blocchi sarà d’aiuto…-
            -E’molto probabile, ma ci vorrà tempo, prima cosa dobbiamo trovare il controllore, devo andare subito a cercarlo… ma come vanno le ricerche?-
 
            -Ancora nulla di nuovo. Gli altri sono tornati ora completamente sfatti, non hanno trovato la minima traccia-
            -Non c’è il rischio che il controllore cambi spesso posizione? Se così fosse sarebbe il famoso ago in un pagliaio- chiese Astrid.
 
            -Forse, ma non è una buona idea. Nell’esosfera il controllore sfrutta l’energia cinetica delle molecole che sfuggono
 
all’atmosfera per caricare i cristalli. Inoltre gli conviene mantenere lo stesso moto della Terra, spreca minore energia così,
 
potrebbe anche essere in ibernazione fino al giorno di rendezvous.  Non può rischiare di scaricare troppo i cristalli
 
andandosene a spasso, deve tornare su Ni a fare rapporto. Credo che si stia mimetizzando tra i satelliti, forse dovremmo
 
restringere le ricerche a tutti quelli geostazionari-
 
            - Ottima idea Donnie, focalizzeremo le ricerche ai satelliti che seguono il moto di Terra, sei un genio- Astrid si alzò
 
e lo baciò. Donnie l’abbracciò e la distese con gentilezza sul letto.
 
            -Calma e sangue freddo Donnie…devo andare lo sai…dormi qui, mi hai promesso che avresti riposato mentre sarò via-
 
            -Ah queste Niane senza cuore! Agli ordini numero 3, ma quando tornerai mi troverai nell’officina-
 
Astrid lo baciò di nuovo e scappò alla capsula.
 
Intanto Mikey incurante della stanchezza uscì per andare a trovare Isabel, mentre Raph e Leo erano in giro a cercare il
 
controllore. Era talmente eccitato per l’ebbrezza che gli dava il volo con la capsula che arrivò da Isabel in pochissimo
 
tempo, bussò alla finestra e lei gli aprì prontamente.
 
            -Ciao Mikey. Sei già qui-
 
            -Ho una missione speciale e non vedevo l’ora di raccontartela, poi dovrò andare via prima del solito-
 
Isabel stava veramente bene e la cicatrice sul viso si vedeva appena, ora la sua vita sociale era migliorata molto, ma non
 
rinunciava mai alla passeggiata con Mikey quasi tutte le notti. I suoi genitori erano rimasti stupiti della guarigione, lei non
 
gli aveva spiegato nulla, ma aveva preteso molta libertà, altrimenti se ne sarebbe andata di casa. Voleva che non fosse
 
disturbata mai quando riceveva Mikey la sera e non gli aveva spiegato che questo amico era una tartaruga ninja alta quasi
 
un metro e ottanta. I genitori si sentivamo molto in colpa verso di lei e non avevano fatto storie.
 
 
Mikey spiegava in modo animato la nuova missione, mimava il movimento della capsula con la mano intorno ad un
 
mappamondo sulla scrivania di Isabel. Avrebbe voluto portarla qualche volta con sé per farle vedere la Terra dall’alto.
 
Proprio in quel momento squillò il cellulare di Isabel.
 
            -Pronto?-
            -Sono John…-
            -John…è passato un bel po’-
            -Come stai?-
            -Ora sto molto bene, non certo grazie a te!-
            -Perdonami amore…soffrivo troppo a vederti così-
            -Non chiamarmi amore! Tu mi hai abbandonata proprio quando avevo più bisogno di te!-
            -Adesso non ti lascerò più, te lo prometto…per favore vorrei almeno vederti…-
 
Mikey aveva capito benissimo chi era al telefono e non sapeva cosa fare, aveva un impellente istinto di scappare e non farsi
 
più vedere. Forse era il momento di lasciarla, adesso era forte, lavorava come grafica pubblicitaria nella ditta di cosmetici
 
per cui era stata modella e stava per organizzare una mostra dei suoi quadri grazie ad un amico del padre.
 
            -Ti prego Isabel, vorrei almeno scusarmi di persona, sai che ho chiesto sempre informazioni a tua madre…-
            -Allora hai saputo anche che ho tentato il suicidio!-
            -Sì…povera piccola mia-
            -Non sono la tua piccola!-
            -Ma Isabel, non conta niente quello che c’è stato tra noi?-
            -Non ho dimenticato cosa c’è stato tra noi…-
 
A quella frase Mikey non capì più nulla, in silenzio uscì dalla finestra e non ascoltò il resto della discussione.
 
            -… ma adesso non ha nessuna importanza per me! Sparisci dalla mia vita!-
 
Isabel chiuse il telefono, si girò ma la stanza era vuota, non le aveva nemmeno detto addio.
 
Il cellulare suonava incessantemente, ma Mikey non voleva rispondere, correva come un pazzo sui tetti di New York, le
 
lacrime gli annebbiavano la vista e formavano rivoli salati tra le squame di rettile, in quel momento odiava essere una
 
tartaruga. Leo aveva ragione, non avrebbe mai potuto nemmeno lontanamente immaginare quanto grande fosse il dolore.
 
Ora capiva perché il fratello era diventato così coriaceo e perchè lo avesse sempre esortato a non farsi coinvolgere. Era
 
stato un illuso a convincersi che ci potesse essere anche la minima speranza. All’inizio aveva cercato di essere obiettivo,
 
ma Isabel, anche se stava bene, aveva continuato a cercarlo, avevano passato tantissime serate a chiacchierare, a guardare la
 
TV, ma a lui erano sembrate i momenti più belli della sua vita. Non aveva mai osato sfiorarla se non per portarla sulle
 
spalle od aiutarla ad entrare e uscire dalla finestra. Invece Isabel lo salutava con un bacio sulla guancia o lo abbracciava.
 
Lui si sentiva ancora la bestia e lei era la bella, ma aveva sperato lo stesso in un miracolo.
 
Dopo ore di corsa alla cieca sui tetti Mikey decise di tornare a casa, voleva assolutamente concentrarsi su qualcosa di
 
importante che non lo facesse pensare ad  Isabel. Aiutare i Niani non gli era mai sembrato così importante. Arrivato al
 
rifugio non trovò nessuno, Splinter riposava, Leo e Raph non erano ancora rientrati, si diresse al rifugio dei Niani per
 
cercare Frel.
 
Entrò di corsa e arrivò fino alla cucina, ma nessuno era in giro, si stavano tutti riposando, anche Donnie non era
 
nell’officina. Allora prese a caso la prima capsula disponibile, sfrecciò a razzo nella notte e contattò Astrid tramite un
 
canale privato perché Raph e Leo non sentissero:
 
            -Astrid qui Mikey! Come vanno le cose?
            -Mikey ma cosa ci fai in giro, dovresti riposarti!- Astrid era dall’altra parte del globo a cinquecento chilometri dalla superficie terrestre.
            -Non ho sonno!-
            -Non ti credo! Cosa è successo?-
            -Niente….-
            -Figurati se salti un riposino….hai mangiato?-
            -Non mi andava…-
            -Ok…cosa è successo con Isabel?-
            -Come fai a sapere…-
            -Ormai ti conosco troppo bene. Raccontami su, ti posso dare dei consigli…ehm forse-
            -Ero da Isabel…è suonato il suo cellulare, era il suo ex fidanzato…mi sono sentito di troppo e sono scappato-
            -Si sono rimessi insieme da poco?-
            -Non lo so, lei non mi ha detto nulla a riguardo e non le chiedo mai del suo ex. Mi ha raccontato solo che si è fatta nuove amiche e che ha trovato un lavoro. Presto farà pure una mostra dei suoi quadri-
 
            -E’ fantastico! Tutto questo è solo grazie a te!-
            -Non è vero, è bravissima, dovresti vedere come dipinge…-
            -Sei tu che l’hai salvata, senza di te questo non sarebbe stato possibile. Sono sicura che ti vuole molto bene-
            -Anche io…ma non voglio fare come Donnie. E’ stato anni a soffrire in silenzio per April. Quando Casey la baciava di fronte a noi lo vedevi che era con la corda al collo…-
 
            -Non vorresti essere solo amico di Isabel quindi?-
            -No…mi sento tutto strano e felice quando sono con lei e se non fossi una tartaruga gigante le avrei già chiesto un vero appuntamento e…è così bella-
            -Ho capito, ho capito… la situazione è grave-
            -Aveva ragione Leo, non dovevo passare tutto quel tempo con lei…ho sbagliato. Ma temevo che si uccidesse.
 
Adesso la sua vita è quasi perfetta e forse adesso ha di nuovo il suo bellissimo fidanzato-
 
            -Tu sei sicuro che si sono rimessi insieme? Io non lo vorrei uno che mi molla quando sto male e si ripresenta quando è tutto risolto. Vuol dire che non teneva a me…-
            -Quindi forse non lo vuole più?-
            -Lo rammentava spesso quando eravate insieme?-
            -Un po’ all’inizio…ero gelosissimo…non l’avrei mai creduto…di recente mai una volta-
            -Mikey non dico che sia facile la situazione, ma non è sicuro che lei sia tornata dal suo ex, non così presto almeno. Ti scrive? ti chiama?-
            -Sì, anche adesso il mio telefono suona e mi ha mandato sms dove mi chiede perché sono scomparso…-
            -Se tu non la vuoi solo come amica allora la soluzione migliore è una sola-
            -Vale a dire?-
            -Diglielo, digli che le vuoi bene ma che non ti basta la sua amicizia. Se va male tanto non la vedrai più lo stesso, almeno saprai! Chiedi a Donnie, è quello che adesso farebbe lui-
 
            -Ecco io…non lo so…parlerò con Donnie….-
            -Devi essere in forma per volare con le capsule, se sei stanco è molto pericoloso, è una velocità che non permette errori. Vai a dormire adesso, farai il tuo giro di ricognizione quando ti sarai riposato-
            -E’ un ordine Astrid?-
            -E’ un ordine!-
Mikey ritornò alla base ma non trovò il fratello genio e decise di aspettarlo nell’officina.
 
Donnie si alzò dal letto, poteva sentire ancora il profumo di Astrid tra le lenzuola, si diresse in officina, di lì a poco sarebbe
 
arrivata la sua Niana preferita. Ormai era come la sua droga, non vedeva l’ora anche solo di poterle parlare, sfiorarle i
 
capelli, respirare la sua stessa aria, insomma era veramente ridotto male.
           
            -Davvero patetico!- Disse a voce alta.
 
A quelle parole un’ombra scura saltò fuori dalla Tartacapsula.
 
            -Chi patetico? Io?-
 
A Donnie gli venne un colpo, non poteva immaginare che Mikey si fosse addormentato proprio dentro la sua invenzione,
 
col rischio di rovinare qualcosa o magari distruggere con i cristalli mezzo rifugio.
 
            -Mikey! Non farmi mai più una cosa del genere ma sei impazzito? Non hai toccato nulla di sensibile spero?!-
            -Sensibile? La Tartacapsula soffre il solletico?-
            -Perché perdo tempo a parlare con te? Che ci fai qui, perché non sei a riposare nella tua stanza!-
            -Avevo bisogno di parlarti…-
            -Davvero? Allora… dimmi… che succede?- il tono di Donnie era ritornato calmo ma rassegnato.
            -E’ Isabel…il suo ragazzo…era al telefono….ma non lo so per certo, sono scappato via…era...ecco… io…-
            -Calma Mikey, parla piano non sto capendo nulla!-
           
            -Mentre ero da Isabel il suo ex ragazzo l’ha chiamata, non si vedevano da tempo…ma io non ho retto, sono andato via senza salutarla…perché magari torneranno insieme…lei sta bene….non ha bisogno più di me….-
           
            -Oh Mikey ti sei innamorato….- disse quasi con tenerezza Donnie e poi cambiò tono -Che grosso guaio! Lei è un’umana, non è nemmeno un rettile come Astrid! Ed è già dura così!-
           
            -Cosa devo fare? Sto malissimo…-
            -Non c’è molto che tu possa fare, è difficile che un’umana ci veda come amici, figuriamoci come partner. So che vai a trovarla spesso…-
           
            -Andavo ….quasi tutte le sere-
            -Come passavate le serate?-
           
            -La portavo in giro sui tetti di New York, a volte guardavamo la TV, mi faceva dei popcorn buonissimi! Io le ho
 
fatto pure dei dolci. Poi qualche giorno fa ha cominciato a farmi il ritratto…dipinge benissimo, dovresti vedere quanto è
 
brava. Quando disegna un animale o una persona sembra che siano vivi, che abbiano l’anima-
 
            -Mikey sei spacciato!-
            -Astrid mi ha detto…-
            -Astrid? Quando l’hai vista?-
            -Non c’era nessuno in giro né qui né al nostro rifugio, così ho preso un uovo e sono uscito per contattare qualcuno, avevo bisogno di parlare…-
 
            -Un uovo? Ah si la capsula. E cosa ti ha detto?-
 
            -Mi ha detto che lei un fidanzato che l’abbandona quando sta male e torna quando gli pare non lo vorrebbe mai,
 
quindi forse Isabel non ha fatto pace col suo ex. E poi mi ha detto di dirle tutta la verità e che l’avresti fatto anche tu…è
 
vero?
 
            -Sì Mikey, è inutile soffrire senza sapere. Oppure ti rassegni e le resti amico.  Ma se trova un fidanzato sarà lei a
 
staccarsi da te …la sera non potrà e non vorrà passarla sui tetti di New York-
 
            -Questo lo so bene…..-
 
            -Pensaci Mikey, non fare il mio errore e quello di Leo, anche lui non saprà mai come sarebbe andata-
 
Mikey se ne andò a riposare nella sua stanza, spense il telefono, non aveva il coraggio di vedere Isabel e non sapeva se
 
l’avrebbe mai avuto.
 
Finalmente Astrid, Lisad, Leo e Raph tornarono dal giro di ricognizione.
 
            -Lisad sei davvero un pilota in gamba, ho visto che hai percorso più chilometri di tutti, anche di Mikey!- diceva
 
Raph. Chilometri, longitudini e latitudini percorsi da ogni capsula erano noti a tutti per non ripassare due volte nello stesso
 
punto.
 
            -Anche tu non sei male, cocco!- rispose Lisad spavalda come sempre.
 
            -E’ quasi carino detto da te- rispose Raph.
 
Avevano scherzato per tutto il tempo, ormai avevano instaurato un rapporto di amicizia giocosa, si punzecchiavano
 
continuamente ma restavano comunque sulle loro posizioni. Astrid li guardava e li ascoltava, sapeva benissimo che Lisad
 
non era ancora guarita dalla delusione con Nil, poteva fare la dura fuori, ma dentro era devastata. Raph era indecifrabile,
 
anche se aveva letto la sua mente non poteva essere sicura di quello che ora gli frullasse in testa, forse non sarebbe mai
 
venuto su Marte per lei.
 
            -Astrid  allora? Nulla di nuovo?- Le venne incontro Donnie e l’abbracciò come se non si vedessero da mesi.
            -No purtroppo…hai dormito un po’?-
            -Va bene piccioncini basta così, quel maledetto non si trova! Abbiamo guardato anche vicino ai satelliti, non c’è traccia!- disse Lisad.
 
            -E se fosse atterrato sulla Terra?- chiese Leo.
            -La cosa sarebbe preoccupante, i suoi ordini erano di aspettare nell’esosfera di Terra. Se non ha obbedito allora
davvero c’è un complotto- rispose Astrid.
 
            -Non potrebbe essere stato anche lui vittima di un sabotaggio?- chiese Lisad.
 
            -Secondo me non è logico. In teoria se non avranno notizie entro quattro anni manderanno comunque un altro
 
controllore prima di dichiarare fallita la missione. Mia madre farà di tutto perché il Consiglio creda nella missione e si
 
assicurerà che in ogni caso mandino qualcuno a controllare. Mi ha detto inoltre che resterà fuori dalla stato di ibernazione
 
per contrastare Redol- disse Astrid.
 
            -Tua madre?- Chiese Frel che li aveva raggiunti.
            -… per qualche ragione ho delle sue memorie nella mia testa e…-
            -Tu avevi un blocco e l’hai sciolto, non è vero? Tu hai un potere psichico sopra la media!- disse Frel con gli occhi di fuori dalle orbite.
 
            -Frel…. vorrei che restasse tra noi….-
            -Non ti fidi nemmeno di Nied?- replicò Frel.
            -Sì… ma non è il momento, vorrei avere le idee più chiare prima di parlarne con tutti- rispose Astrid.
 
            -Ora che ci penso…tu non hai fatto la fusione con Rel…perché non la fai adesso? Devi anche comunicargli il
 
messaggio personale di Nil, non credo di averglielo passato…ma si! Ho capito, lui voleva che tu avessi contatti con tutti,
 
forse qualcuno di noi ha dei blocchi con informazioni sul sabotaggio- disse Lisad.
 
            -Vuoi dire che Nil si è inventato la storia dei messaggi personali perché controllassi le menti di tutti?- rispose Astrid.
 
            -Esattamente!-
            -Astrid perché non ti vai a riposare prima che Rel vada a fare la prossima ronda, ti vengo a chiamare e così farai la fusione con la mente riposata- disse Donnie.
 
Avevano deciso di fare la ricerca per cinque ore al giorno a testa quindi c’era tutto il tempo per dormire, rifocillarsi e, chi
 
poteva, aiutare Donnie nell’impresa faraonica. Astrid aveva tutto il tempo per riposarsi prima che Rel ripartisse per una
 
ricognizione. Andò a letto determinata anche a sciogliere un altro blocco, ne aveva individuati altri due, come al solito si
 
concentrò su quello che sentiva più importante.
 
            - Astrid qualcuno di noi undici è stato scelto da Redol per assicurarsi che la missione fallisca, non so chi è- Nil le
 
parlava dall’oltretomba- temo che sia il controllore perché non lo conosco personalmente, ma non posso escludere
 
qualcuno dei prescelti. Devi capire al più presto chi è, per questo ti  ho trasmesso dei messaggi personali per tutti, perfino
 
per il numero 11 che dovrebbe essere un soldato. Questo blocco l’ho creato perché gli altri non si accorgessero di queste
 
informazioni, spero che la tua forza psichica sia grande come diceva tua madre. L’ho conosciuta, è bella ed in gamba
 
come te, sicuramente uno dei migliori scienziati di Ni. Ricordati…il futuro della nostra specie, della nostra civiltà e della
 
nostra moralità è nelle tue mani-
 
Subito dopo a ruota anche il secondo blocco si schiarì, ma non era un messaggio erano memorie di Nil, qualcosa che
 
nessuno poteva sapere e che lo stesso Nil sperava che nessuno vedesse. Lui era da sempre innamorato perso di Lisad,
 
l’aveva amata quasi da subito, dalla prima volta che lei lo aveva atterrato con facilità durante i loro allenamenti. Ma non
 
poteva permettersi il lusso di amare, doveva unirsi ad Astrid, per creare una progenie perfetta e psichicamente forte che
 
potesse guidare i nuovi Niani su Marte. I genetisti Niani non avevano ancora isolato i geni della forza psichica, ma
 
sapevano che era ereditaria, quindi i figli o i nipoti di Astrid sarebbero stati portatori di quel potere. Nil si era fatto
 
condizionare per dimenticare Lisad.
 
Una voce preoccupata la riportò allo stato di veglia.
 
            -Astrid, Astrid, perché piangi, tutto bene? Un brutto sogno?- Disse Donnie che era venuto a svegliarla.
            -Oh Donnie…sapessi…povera Lisad-
            -Che le succederà?- Rispose lui preoccupato.
 
            -Nil…l’amava…ma doveva per forza stare con me per avere figli con il mio potere psichico...lei non lo sa, ha sempre pensato che non l’avesse mai amata…è terribile…che posso fare? Se glielo dico mi odierà a morte!-
 
            -Ci sarà tempo e luogo per questo, vieni, Rel non ti vuole aspettare, sta per partire per la ricognizione, ha detto che la farà dopo-
 
Astrid schizzò fuori dal letto e arrivò a corsa dove tenevano le capsule.
 
            -Perché tanta fretta Rel? Volevo solo fare una rapida fusione, devo passarti solo il messaggio di Nil, ci teneva tantissimo, credimi, e voleva che fossi io a dartelo-
 
            -La cosa non può aspettare? Sono alcuni giorni che sono qui a New York, perché non l’hai fatto subito?-
            -Ho sbagliato, il messaggio serve molto a motivare, e tu sicuramente hai bisogno di un’iniezione di entusiasmo. Tutto qui-
 
            -Va bene, se proprio insisti-
 
Astrid si avvicinò e fecero la fusione, il messaggio di Nil era “Rel il tuo compito è fondamentale per la nuova flora di
 
Marte, sarai tu a decidere il paesaggio del nostro nuovo pianeta, spero che sarai ispirato sia dai leggendari paesaggi di Ni
 
sia dalla bellezza selvaggia di Terra, rendilo il nostro paradiso”. Astrid contemporaneamente trovò un altro punto nero ma
 
anche un qualcosa che non aveva mai visto prima. Assorbì il  blocco senza poterlo eliminare dalla testa di Rel, era molto
 
più potente di quello di Lisad,  non potè fare altro. Avrebbe capito di cosa si trattasse nel buio della sua stanza senza
 
distrazioni.
 
            -Grazie Astrid, avevi ragione, era un messaggio bellissimo, doveva essere un gran leader, povero Nil…adesso vado, a dopo-
 
Rel salì sulla capsula e partì alla solita velocità eccessiva. Astrid raggiunse gli altri in officina per dare una mano, sapeva
 
però che non poteva fidarsi di Rel, l’aveva sentito subito che qualcosa non andava, non era quindi un’antipatia a pelle, ma
 
qualcosa di ben più rilevante.
 
P.S. Ciao a tutti!
 
Mikey è alle prese con la sua prima cotta e la sua prima delusione…chissà che non cresca finalmente…si arrenderà? Lascerà Isabel a John?
 
Astrid ha scoperto di avere una madre ed anche una nonna, ma soprattutto ha scoperto che Nil amava Lisad e che Rel nasconde qualcosa!
 
Spero di essere stata chiara…non so perché mi è venuta così complicata questa storia! ;-P Una mente contorta? Forse… ma solo un pò ^-^
 
Come sempre ringrazio tutte voi!
Grazie HB! ^-^
 
Altair
 

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Capitolo 23
*** Rel è una spia? ***


 

Quando Astrid arrivò nell’officina Leo e Raph ragionavano sulle loro prodezze nel volo, le prime tartarughe volanti della storia.
            -Ho praticamente fatto il pelo ad un satellite, secondo me ho interrotto qualche programma importante sulla Terra- diceva Raph tutto soddisfatto.
            -Tu non hai visto il mio slalom tra quel gruppo di ferri vecchi spaziali. E’ incredibile cosa si trova intorno alla Terra!
            -Prodezze tartarughesche a parte… c’è qualcuno di voi che se la sentirebbe di riguardare i percorsi seguiti da Rel?- Chiese Astrid.
 
Rispose un silenzio di tomba, effettivamente avrebbero tutti preferito andare dal dentista che visionare ore di volo
 
noiosissimo. Trovarsi nella navetta e viaggiare a quella velocità impensabile era un conto, riguardarsi la registrazione del
 
sonar tutta un’altra storia.
 
            -Lo farei io Astrid, ma credo che sia più importate che continui qui- disse Donnie dispiaciuto.
            -Su ragazzi, chi mi dà una mano? In Rel c’è qualcosa che non va, è come se qualcuno avesse nascosto nella sua testa delle informazioni. La cosa strana è che lui non ne è consapevole-
 
            -Lo sapevo! Quel beduino da strapazzo!- disse Lisad.
            -Non credo che lui voglia sabotare consciamente la missione, temo che Redol, il capo del Consiglio Scientifico, lo abbia condizionato per agire contro di noi, ma non so né come né quando-
 
            -Quindi non sai cosa farà?-
            -Non ancora Leo, è molto faticoso per me, devo fare con calma, il mio cervello rielabora più velocemente e facilmente le informazioni durante il sonno. Però ho il dubbio che Rel sappia dove è il controllore e ci impedisca di trovarlo- rispose Astrid.
           
            -Non può controllare cosa facciamo- disse Raph.
            -Metti che sappia dove è. Chiaramente nessuno di voi ripasserà dove è passato lui- rispose Donnie.
            -Queste diavolerie Niane sono terribili, siete dei manipolatori! Ma come avete fatto fino ad ora non distruggervi a vicenda?- commentò Raph.
           
            -Voi terrestri lo sapete fare molto meglio di noi- ribattè Lisad -non siamo tutti manipolatori, sappiamo molto bene
 
quanto è pericoloso, quel Redol è un pazzo, mi piacerebbe prenderlo a pugni. Chissà quanti secoli terrestri ha, Frel ha detto
 
che è un vecchio bavoso-
 
            -Secoli?- commentò Leo.
            -Sì secoli, noi viviamo molto, ma non tanto di più degli umani, possiamo arrivare bene a centocinquanta  anni. 
 
Redol  è vecchio di secoli perché come membro del Consiglio Scientifico è prezioso e passa molto del suo tempo ibernato,
 
dicono che lui abbia vissuto su Ni quando era ancora abitabile- rispose Astrid.
 
            -E’ per questo che non ragiona come un Niano moderno, probabilmente è quasi vecchio quanto lo era il mio spietato sensei- Rispose Lisad.
           
            -Questo spiegherebbe la follia omicida ed il piano crudele- commentò Donnie che riusciva a lavorare e dialogare con gli altri.
           
            -Un membro del Consiglio Scientifico non può avere un comportamento del genere, non importa quanto sia preparato ed intelligente- disse Astrid.
           
            -Donnie…quando la finisci questa bagnarola?- chiese Raph che si era stufato di stare a disquisire su chi era stato cattivo o no, non sopportava i discorsi inutili, dovevano concretizzare.
           
            -Bè Raph… questa “bagnarola” di complicatissima tecnologia terrestre-Niana sarà pronta tra qualche giorno e la potremo usare per creare un tunnel prima qui sulla Terra e poi sulla Luna. Se funziona anche sulla Luna allora sarà pronta anche per Marte-
           
            -Tesoro sei fantastico!- Astrid non potè trattenersi dall’abbracciarlo.
            -Tesoro? Ti immagini se fanno la fusione totale quei due? Chi li sopporta più- commentò Lisad rivolta a Raph.
            -Ho già la nausea- rispose con un mezzo sorriso.
            -E la Tartacapsula? A che punto è?- Chiese Leo, ormai la chiamavano tutti così dopo il battesimo di Mikey.
            -E’ già pronta. L’ ho finita per riposarmi un po’ dal tunnel, è molto meno complessa- rispose Donnie con nonchalance.
           
            -Oh tesoro!- Raph saltò pesantemente al collo di Donnie- che c’è? Mikey non si vede, lo faccio un po’ io il deficiente!-
 
Mikey intanto aveva dormito un po’, ma era dura, troppi pensieri per la testa, teneva in mano il telefonino spento senza far
 
nulla. Decise che la missione veniva prima di tutto, anche se mancavano pochi giorni alla mostra di Isabel. Avrebbe tanto
 
voluto vedere se aveva finito il suo ritratto e vedere lei, solo osservarla di lontano, felice in mezzo ai suoi quadri. Scacciò il
 
pensiero dalla testa e si avviò per fare un altro turno. Era deciso a farne due al giorno. Volare lo distraeva giusto un po’ dal
 
pensiero fisso di lei. Raggiunse gli altri nell’officina.
 
            -Salve a tutti! Nulla di nuovo?- disse Mikey fingendo allegria.
            -No purtroppo, e forse Rel non ci dice la verità- disse Astrid.
            -Come sarebbe? Gli avete letto la mente, come è possibile?-
 
            -Qualcuno gli ha fatto il lavaggio del cervello, lui ovviamente non ne è consapevole. Non sono ancora certa di cosa sta succedendo o succederà. Qualcuno dovrebbe visionare i suoi percorsi per vedere se ci nasconde dove si trova il controllore- disse Astrid.
 
            -Ho un’idea! Non mi vedo adatto a fare questa cosa noiosa, però posso sostituire chi lo farà,  potrete contare su di me per un doppio turno di perlustrazione- disse Mikey con entusiasmo e aggiunse- Astrid tu potresti restare qui vicino a Donnie e guardare cosa ha trovato Rel, così di tanto intanto lo aiuti-
 
E tutti in coro che sembravano pagati:
            -Ma sì Astrid è un’ottima idea!!!-
            -Ho capito, ho capito, è un ammutinamento! Capitolerò se proprio insistete-
            -Capitombolerai? E perchè?- commentò Mikey.
            -Voleva dire che si arrende- tradusse Donnie sghignazzando.
 
Più che il leader dei prescelti sembrava solo la sorella maggiore di una grande e bella famiglia e ad Astrid non dispiaceva per nulla.
 
Così fu deciso, Mikey tornò a volare, avrebbe fatto due turni di cinque ore ciascuno, così gli restava solo il tempo di
 
mangiare, dormire e forse allenarsi un po’, perfetto per un cuore spezzato.
 
Rel, Mead, Frel e Nied tornarono dal viaggio intorno al globo senza buone notizie e prima di riposarsi si fermarono a
 
vedere l’opera stupefacente della tartaruga genio.
 
            -Donnie ma questo portale è incredibile, lo hai montato in un tempo record e non capisco come hai fatto con i pochi mezzi terrestri- disse Frel.
 
            -Ogni tanto vado alla discarica della base militare qui vicino, non hai idea di quante cose fantastiche e seminuove puoi trovare!-
 
            -Siamo sicuri che funzionerà?- chiese Mead che come Rel non conosceva ancora bene Donnie.
            -Spero di sì, per lo meno in teoria dovrebbe funzionare-
            -Il sistema sonar per cercare la navetta del controllore l’ha inventato lui e con quello abbiamo trovato Tianad, non sarebbe mai stato possibile altrimenti- spiegò Nied.
 
            -Dov’è Astrid? - chiese Rel.
            -Sta riposando, però ha deciso che mi aiuterà qui in officina, mentre Mikey farà doppio turno- disse Donnie che non poteva rivelare cosa Astrid avesse realmente in mente.
 
            -Povero Mikey, ma non sarà troppo pesante?- chiese Nied.
            -Ha detto che adora volare, non smetterebbe mai…- commentò Donnie che cercava in tutti i modi di eludere il discorso.
 
I Niani mangiarono un boccone e poi andarono a letto, fu allora che Astrid raggiunse Donnie. Entrò nella capsula di Rel e
 
cominciò a visionare a velocità tripla i vari chilometri che erano stati registrati. I suoi sensi erano potenziati dalla capsula e
 
non essendo occupata a pilotare poteva concentrare tutte le sue facoltà sulla visione. Dopo più di un’ora uscì frastornata
 
dall’uovo argenteo, quasi barcollava.
 
            -Astrid stai bene? Non hai finito un po’ troppo in fretta?- disse Donnie preoccupato.
            -Mancano dei dati! Ho finito prima perché mancano dei minuti di registrazione! E se comunicasse con il controllore? Se gli avesse detto del tunnel? Devo subito sciogliere il blocco!-
 
            -No Astrid, ora ti riposi-
            -Ma…-
            -Niente ma- la prese di forza in braccio e la portò nella sua stanza- ora stai qui con me e ti rilassi un po’-
            -Cosa vuoi dire con “stai qui con me”?-
 
            -Non aver paura non ti salterò addosso, anche se sono tentatissimo…sono comunque felicissimo di starti anche solo vicino…però ti volevo chiedere…ma cosa succede se facciamo la fusione totale, cosa cambierà? Soffrirò di meno o di più la tua lontananza?-
 
            -Donnie…io non lo so…perchè non so nemmeno se con un terrestre avrei lo stesso effetto che con un Niano!-
            - E Rel e  Mead? Che sensazioni ti hanno passato?-
            -Sono felici e sereni, però non stanno mai troppo lontani l’uno dall’altro-
 
Mentre parlavano Donnie disegnava un cerchio con un dito alla base del collo di Astrid, il cuore di lei martellava senza posa.
            -Cosa stai facendo?-
            -Non lo so esattamente, ma trovo che  la mia pelle e la tua dovrebbero stare più a contatto di come fanno di solito-
Astrid lo spinse sul letto e appoggiò i suoi gomiti sul guscio di Donnie.
 
            -…pensavo…ti va di allenarti?-
            -Allenarmi?-
            -Sì, andiamo nel dojo, ho bisogno di scaricarmi…se continuiamo così finisce male…-
            -E’proprio quello che vorrei!-
 
Con grande fatica Astrid si alzò e portò un riluttante Donnie al rifugio delle tartarughe.
 
            -Che ne dici, bo contro bo?-
            -Va bene, ma non ti sei mai allenata, credo che non ti sarà facile battermi-
            -Lo vedremo!-
 
Erano l’uno di fronte all’altro, la tensione era forte, in qualche modo dovevano sbollire e quindi cominciarono a duellare
 
con serietà e decisione. Astrid anche senza cintura era diventata un avversario temibile. I due legni si scontrarono varie
 
volte, non volevano fare del male l’uno all’altro,  stavano scaricando sulle loro armi tutto l’ardore che era dentro di loro da
 
quando avevano osato innamorarsi.
 
Ad un certo punto Donnie colpì con tale violenza il bo di Astrid che lo spezzò in due e la buttò rovinosamente a terra. Lui
 
corse subito vicino a lei.
 
            -Astrid ? stai bene? Scusami!-
            -Era un duello no? Mica mi dovevi dare le carezze! Tu come stai?-
            -Un po’ meglio, però avrei preferito non colpirti-
            -In fondo me lo merito…ti ho messo in questo guaio, mi merito questo e altro-
            -Astrid, cosa dici?  Davvero non capisci? Non ho mai sperato di provare questi sentimenti…è la cosa più bella che mi sia mai capitata…-
 
La sollevò da terra poi, per stemperare la situazione, fece finta di farla cadere, per riafferarla più saldamente. Mentre
 
ridevano felici non si erano accorti che Mikey li osservava in silenzio, con una sensazione a metà strada tra la gioia per loro
 
e l’invidia, se ne andò senza dire una parola e uscì a fare un giro per New York, non per vedere Isabel, ma per andare dove
 
insieme avevano chiacchierato in quei giorni felici.
 
 
Astrid andò da sola nella camera, l’allenamento l’aveva ritemprata e si sentiva meno soffocare, avrebbero dovuto farlo più
 
spesso. Si sdraiò sul letto e si concentrò sul nuovo blocco. Stavolta era molto più difficile dissolverlo. Chi l’aveva creato
 
aveva un forza psichica fuori del comune. Era come buio denso, come una spessa coperta di lana che l’avvolgeva, quasi si
 
sarebbe persa in essa. Ma non avvenne, ne uscì fuori e la dissolse a fatica come nebbia al primo sole di primavera. Redol
 
aveva condizionato il povero Rel. Veramente lui non era consapevole di cosa gli fosse successo. Aveva il compito di
 
uccidere Nil se fosse sopravissuto al sabotaggio della capsula e doveva fare in modo che i prescelti non si riunissero.
 
Questo spiegava il comportamento strano che aveva avuto quando Astrid e Lisad lo avevano pizzicato con Mead a Sharm
 
El Sheik. Nel caso in cui si fossero riuniti comunque doveva facilitare il compito del controllore. Il compito del controllore
 
era appunto polverizzare i prescelti nel luogo di rendezvous, esattamente come si aspettava Astrid. Forse sarebbe stato
 
ucciso Rel stesso. Cercò nella mente del Niano se aveva avvistato il controllore, sicuramente aveva un sistema per
 
localizzarlo, ma doveva essere capitato solo dopo la fusione perché non trovò nessuna traccia di contatto. La registrazione
 
che aveva visionato era stata tagliata, quello che mancava conteneva di sicuro quello che cercava.
 
 
Oltre alle imposizioni sulla volontà di Rel, Astrid poteva percepire il pensiero malvagio e contorto di Redol, forse quella
 
era pazzia, ma era così fredda e calcolata, non sembrava il frutto di una malattia. Dopo le importanti rivelazioni Astrid
 
cadde in un sonno profondo senza sogni.
 
Di nuovo Donnie la riportò alla realtà.
 
            -Tutto bene tesoro?- le carezzava la testa con dolcezza.
            -Tutto bene…mi sveglierai sempre così?-
            -Perché no?-
            -Vorrei che oggi fosse un giorno normale e noi fossimo persone normali…ma devo rovinare questo momento-
            -Cosa hai scoperto?-
            -Redol ha condizionato Rel. E’ come una bomba ad orologeria che scoppierà ad un’ora ben precisa: il rendezvous.
 
Inoltre credo che abbia avvistato il controllore nell’ultimo turno. Pensi di poter recuperare i dati cancellati?-
           
            -Posso provare ma ovviamente dovrò farlo quando lui non è presente-
 
 
Nei giorni successivi,  Niani e Tartarughe confondevano il giorno con la notte. Mikey, Leo, Raph e Lisad cercavano di
 
allenarsi un minimo con Splinter, mentre Astrid e Donnie avevano preso l’abitudine di combattere da soli per scaricare la
 
tensione. Mancavano cinque giorni al rendezvous, il tunnel era quasi finito. Donnie quando poteva entrava nella capsula di
 
Rel per recuperare dati, ma senza successo per il momento.
 
Finalmente una mattina a quattro giorni dal rendezvous:
 
            -Astrid Astrid! Svegliati ti prego!-
            -Donnie? Siamo già alla fase di vecchia coppia di scorbutici? Dove sono finite le carezze?-
            -Non scherzare è finito è finito! Il Tartunnel è finito-
            -A chi lo hai detto?-
            -Solo a te-
            -Perfetto, fai finta di continuare a lavorarci, quando Rel sarà fuori con la capsula testeremo il tunnel!-
 
In fondo l’idea di Mikey era stata veramente buona, il legame tra Astrid e Donnie li rendeva molto efficienti anche nel
 
compiere il loro dovere, quando erano insieme non c’era nulla che non potessero fare. Appena arrivarono le altre tartarughe
 
e Lisad li misero subito al corrente della situazione e, appena furono sicuri che gli altri Niani se ne erano andati,
 
cominciarono quello che sarebbe stato l’esperimento del secolo.
 
Astrid scannerizzò il portale con la cintura, ne doveva riprodurre uno fatto solo di energia in un altro punto delle fogne.
 
Decisero per il dojo per far vedere anche a Splinter cosa Donnie avesse combinato in tutti quei giorni in cui non si era
 
allenato con lui.
 
 
Tutti a parte Donnie andarono nel dojo. Astrid con il potere di almeno due cristalli riprodusse in 3D un portale identico a
 
quello che si trovava nel rifugio dei Niani. Altri cristalli sarebbero serviti solo per farlo funzionare. Seguì le istruzioni della
 
tartaruga in viola e accese l’apparecchiatura metà terrestre metà Niana.
 
 
Al centro di quella che sembrava una porta di due metri per due apparve uno schermo di nero assoluto, poi come una TV
 
che si accende e cerca i canali, subito dopo l’immagine di Donnie sorridente.
 
            -La prima fase è andata bene, adesso buttami l’arancia che ti ho dato-
 
Astrid gettò l’arancia a Donnie. Il frutto sembrò come passare attraverso una parete elastica e con un ritardo di qualche istante arrivò a Donnie, ma cotto.
 
            -Caspita come brucia! Possiamo abbassare l’energia!-
 
Astrid regolò l’energia di trasmissione, preoccupata che il compito fosse tutt’altro che facile.
 
            -Non fare quella faccia amore, il più è fatto, va solo perfezionato- disse Donnie ad Astrid.
            -Se non state attenti quel coso vi arrostirà le chiappe- disse Raph preoccupato.
 
Una volta regolato il portale fu Donnie a lanciare un’arancia ad Astrid. Questa volta il frutto arrivò dall’altra parte freddo al tatto.
 
            -Perfetto, ci siamo quasi, aumenta l’energia. Lanciami il prossimo frutto, lo assaggerò-
 
Leo prese una mela e la lanciò con tutta la forza che aveva, ma il passaggio attraverso il portale rallentò la corsa e Donnie la afferrò facilmente.
 
            -Mmm… il sapore è un po’ strano, sa un po’ di plastica…il fatto è che il portale scompone le molecole alla partenza
 
e le ricompone all’arrivo, forse c’è qualcosa che ancora non va…devo rivedere il settaggio della scomposizione molecolare
 
e suc…-
 
            -Non è che succede come nel film la mosca? Entri dentro con un insetto e poi ti ritrovi dall’altra parte con sei
 
zampe?- disse Mikey terrorizzato.
 
            -No Mikey! Non può succedere, ogni entità è riconosciuta come singola e non può essere fusa, però non capisco cosa sia successo-
 
Donnie spippolò ancora un po’ sui comandi del portale.
 
            -Ragazzi forse ho capito il problema, ma ci devo lavorare, intanto vorrei farvi notare che il suono passa indisturbato quindi manca poco perché sia perfetto. Chiudete tutto. Chi vuol provare la Tartacapsula?-
 
            -Io! Io! Provo io, sono il pilota migliore!- disse Mikey.
 
            -Avrei qualcosa da obbiettare…ma prego, provala pure prima te- disse Lisad, lei era il pilota migliore, nessun altro.
 
Tutti si spostarono di nuovo nell’officina di Donnie, nel rifugio dei Niani. Mikey prese posizione nella Tartacapsula.
 
            -Ti raccomando di fare con cautela! Non è ancora perfetta,  potrebbe non rispondere velocemente come le altre
 
capsule ai tuoi comandi mentali. Vorrei che tu mi descrivessi le sensazioni mentre voli, così posso rimediare agli eventuali
 
difetti. Di positivo però ha che ci stanno due persone e può ricaricare i cristalli completamente, con la stessa efficienza dei
 
vulcani, ma con il calore del sole nello spazio. Proprio come i cristalli della base spaziale dei Niani-
 
            -Va bene Donnie, va bene, posso andare ora?-
 
Mikey fremeva, il pericolo e l’avventura non lo facevano pensare ad Isabel, avrebbe fatto qualsiasi cosa per distrarsi. La
 
Tartacapsula si chiuse, ma non partì.
 
            -Che succede Mikey? Come mai non parti?-
            -Ehm, non capisco, io gli sto dicendo di andare…-
            -Ti sei messo il casco per la connessione al computer? E’ lì vicino a te, non è fatto di energia come quello delle altre capsule. Abbiamo solo due terzi dei cristalli della capsula di Miol e dovevo risparmiare su qualcosa-
 
            -Ah! Ma dici questo casco qui vicino alla mia testa?-
            -M-sì quello- Donnie alzò gli occhi al cielo.
 
Il mezzo cominciò a muoversi un po’ a scatti.
 
            -Ora che succede? Non dovrebbe fare così-
            -Faccio un po’ fatica a farmi obbedire-
            -Ok apri, vengo a dare un’occhiata-
 
Donnie prese un oggetto della grandezza di un cacciavite, ma era uno strumento laser. Andò ad aggiustare il casco, forse il
 
problema era lì, il computer era in funzione e sembrava tutto ok.
 
            -Va bene, riprova ora-
 
Questa volta i movimenti furono fluidi e Mikey uscì dalle fogne, ma con una velocità minore del solito.
 
            -Perché vai così piano Mikey? C’è qualche altro problema?-
            -Non ho la stessa libertà, è molto rallentata rispetto alle uova Niane, faccio un giro fuori e vedo cosa cambia-
            -Ok, resta sempre in contatto-
            -Non è che quel coso esplode?- chiese Leo preoccupato- non sarebbe la prima volta che qualche tua invenzione dà dei problemi-
 
            -Non questa volta!- rispose un po’ stizzito Donnie, di solito sopportava i comportamenti irriverenti dei fratelli, ma quando scherzavano sulla sua scienza non lo tollerava proprio.
 
Mikey aveva cominciato a prendere confidenza col mezzo ed aveva accelerato fino alla velocità massima, molto vicina a
 
quella delle altre capsule Niane.
 
            -Allora Mikey, come procede?-
            -Tutto ok Donnie, ci vuole più tempo per accelerare, ma si manovra abbastanza bene. Il problema è che ho già consumato molta energia, come faccio a ricaricare se rimango a secco?-
 
            -Torna subito, credo che basti così, lo sapevo che la Tartacapsula ha meno energia, ha meno cristalli-
            -Arrivo….ma prima voglio provare i freni-
            -Cosa intendi dire con provare i freni? Non fare cose avventate-
 
Mikey andò con il mezzo fino alla stratosfera e poi si lasciò cadere verso il basso.
 
            -Mikey cosa diavolo stai facendo! E’ ancora un prototipo! Non è resistente come le altre capsule-
 
Le parole di Donnie erano inutili, la Tartacapsula era in caduta libera, la tartaruga in arancio gridava, prima divertito, poi
 
sembrò più un pianto disperato, fino al silenzio.
 
            -Michelangelo! Parlami! Ti prego- sul computer di Donnie si vedeva chiaramente cosa stava succedendo.
 
All’improvviso l’uovo argenteo si bloccò a mezz’aria, a pochi metri dalla superficie del mare.
 
            -Tutto ok! tutto ok! I freni funzionano bene, arrivo!-
 
Mikey uscì dal mezzo come se nulla fosse successo, tutti lo guardavano stravolti.
 
            -Per caso hai deciso di ammazzarti!- Lo sgridò Leo.
            -No…io…sapevo quello che facevo…-
            -No non lo sapevi, ti ho detto che è un prototipo!- disse Donnie più preoccupato che alterato.
            -Cosa direbbe Isabel se sapesse cosa hai fatto!- disse Lisad che conosceva bene la storia.
            -Cosa c’entra Isabel…io non volevo ammazzarmi, non lo farei mai e poi non mi direbbe proprio nulla, non siamo più amici! E ora se non vi dispiace devo andare a riposarmi, tra poco ho il mio turno di volo-
 
Se ne andò lasciando tutti ammutoliti.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Mikey soffre tantissimo e farebbe qualsiasi cosa per non pensare ad Isabel, ma mai e poi mai si suiciderebbe! E’ il più positivo delle tartarughe…
 
Il Tartunnel per unire la Terra e Marte è quasi pronto ma deve essere testato a dovere senza che Rel lo sappia, a quanto pare è stato condizionato e potrebbe diventare pericoloso in qualsiasi momento.
 
Grazie a tutte voi che mi seguite, ma voglio ringraziare in modo particolare HellenBach che mi scrive delle recensioni fantastiche ed ha scritto “Fly” una poesia bellissima su Isangelo ^-^
 
Altair
 

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Capitolo 24
*** Il Tartunnel ***


 
I difetti del Tartunnel erano stati riparati, le tartarughe, Astrid e Lisad non vedevano l’ora che Rel si levasse dai piedi per
 
poter continuare l’esperimento. Ma sembrava che il Niano in qualche modo percepisse la situazione, procrastinava sempre
 
la partenza con qualche stupida osservazione sulla Tartacapsula, la forma del Tartunnel, insomma una vera spina nel fianco,
 
anche perché non dava certo suggerimenti per migliorare le invenzioni di Donnie. Tutti fecero finta di andarsene o a
 
riposare o mangiare per vedere se Rel si decideva a partire, fino a che Mead gli disse:
 
            -Su caro, prima partiamo, prima saremo di ritorno! Lo so che ti sei stufato, ma è davvero importante e noi dobbiamo fare la nostra parte- allora il Niano indolente si decise ad entrare nella capsula.
 
Frel e Nied erano già partiti, avevano preso seriamente la loro missione.
 
            -Come stai oggi Frel? Hai più pensato a Tianad?-
 
            -… penso spesso a lei. Non riesco ancora credere che incontrasse Tol di nascosto. Io non  ho mai fatto cose del
 
genere, sono sempre stato obbediente e anche se avevo visto qualche prescelta carina non mi sono mai sognato di
 
rischiare…per così poco-
 
            -Frel, non credo che fosse una situazione normale, il cervello è complesso, forse non erano poi così perfetti, saranno
 
stati emotivi come Astrid. Non ci hanno fornito abbastanza informazioni sulle abitudini sessuali ed affettive dei Niani.
 
Credo che alcuni casi siano imprevedibili, pensa che ho sentito dire che a volte la fusione totale non funziona… anche da
 
noi abbiamo divorzi-
 
            -Come fai a saperlo per certo?-
            -C’era un membro del Consiglio che aveva simpatia per me, un medico, e mi raccontava la vita dei Niani del passato-
            -Ma un porco come Redol?-
            -No, era una Niana veramente in gamba, pensavo di averti passato certe nozioni-
            -Non gli ho dato importanza e l’ho dimenticate-
            -Come le hai dimenticate! Frel ma che insegnante sei se tu per primo non impari!?-
            -Ho pensato che fossero tuoi vaneggiamenti, per me la fusione totale funziona e basta, è quello che ci hanno insegnato-
 
            -Proprio tu dici una cosa del genere? Pensavo che avessi capito! Ci hanno raccontato un mare di frottole per
 
farci fare i bravi, a suo modo quel medico del Consiglio Scientifico aveva cercato di farmi capire qualcosa, diceva che nella
 
nostra professione dobbiamo aspettarci di tutto-
 
            -Oooops Nied!!!-
            -Cosa? Cosa hai visto?  Beal, il controllore?-
            -Mi è sembrato…ma è durato solo un istante…che strano…pensi che il controllore possa avere un mezzo migliore dei nostri?-
 
            -Non è da escludere, del resto deve stare fuori dall’atmosfera e poi deve ripartire senza ricaricare i cristalli per tornare sulla stazione spaziale…quando torniamo facciamo rivedere a tutti la registrazione-
 
Intanto nell’officina il campo era libero, nessun fastidioso Niano in vista e l’esperimento del tunnel si svolse come la volta
 
passata. Tutti a parte Donnie erano nel dojo. Astrid ricreò il portale di pura energia secondo il progetto del Tartunnel,
 
l’officina e Donnie comparvero come per magia.
 
            -Bene, qualcuno mi lanci un oggetto commestibile-
 
Mikey gli lanciò dei popcorn, ma erano troppo leggeri e si fermarono sull’entrata.
            -Per favore, un po’ di serietà-
 
Astrid gli lanciò un panino. Donnie lo afferrò e lo assaggiò.
 
            -E’ buono, chi l’ha fatto?-
            -Io, chi altro?- Mikey si sforzava di mostrarsi del tutto sereno.
            -Sembra che stia funzionando…adesso però dovremmo passare a qualcosa di vivo…-
            -Va bene questo?- Raph aveva in mano un piccione -ma rischia di morire? Altrimenti mando Mikey!-
 
            -Mi spiace Raph …fai passare il piccione, è molto importante…è un test che va fatto-
 
Raph lasciò il piccione, ma quello non ne voleva sentir parlare di passare per il portale. Mikey era sparito ed era tornato con
 
uno scarafaggio.
 
            -Questo va bene?-
            -Va benissimo!- Rispose Raph che odiava tutti gli insetti.
 
Mikey fu costretto a lanciare lo scarafaggio, che di certo non sarebbe passato per il tunnel di sua spontanea volontà. Tutto
 
andò bene, l’insetto atterrò e  scappò a nascondersi. Donnie però lo prese e lo sottopose al raggio scanner della cintura.
 
            -Devo controllarlo, devo vedere se è tutto a posto.
            -Meno male che sei tu lo scienziato- disse Raph, che aveva i brividi al solo pensiero di tenere quel coso in mano.
 
Tutti aspettarono pazientemente il responso di Donnie.
 
            -Sembra tutto ok…ma preferirei provare anche con il piccione-
 
Raph fu costretto ad acchiapparlo e malgrado non volesse essere così violento lo scaraventò attraverso il portale. Il volatile
 
giunse dall’altro lato tutto intero, però sembrava un po’ ubriaco. Donnie lo raccolse, gli osservò gli occhi, lo scannerizzò e
 
poi lo lasciò andare.
 
            -Sembrerebbe solo stordito…-
            -Credo che dovrei essere io la prima a provarlo...- disse Astrid.
            -Non se ne parla nemmeno! Tu sei preziosa per la missione-disse Lisad.
            -Vorrei provare io, è una mia invenzione!-
 
            -Non essere sciocco Donnie, e se qualcosa va storto chi lo aggiusta?- disse Leo che in realtà pensava di più alla salute del fratello.
 
Mentre tutti stavano a disquisire su chi dovesse non andare, Mikey prese coraggio e si buttò oltre il portale. Tutti ebbero un
 
tuffo al cuore e rimasero senza fiato fino a che non lo videro atterrare dall’altro lato illeso.
 
            -Mikey tutto bene?- Gridarono tutti in coro.
            -Sì sì, ma non urlate, sapete che lo detesto!-
            -Come ti senti?-
 
            -Mi gira un po’ la testa, perché voi non lo vedete, ma quando uno passa attraverso, viene come aspirato da un
 
vortice luminoso e tutto intorno gira, ecco perché vedo doppio o almeno spero che sia quello il motivo-
 
Donnie lo sorresse, lo fece sedere e lo controllò con la cintura.
 
            -Perché fai così Mikey? E’ per Isabel?- disse piano Donnie.
 
Mikey lo guardò triste ma rispose.
 
            -No! Qualcuno doveva farlo, me la sentivo, l’ho fatto-
            -Non la bevo…capisco benissimo la situazione…ma se non riesci a pensare per te…pensa almeno a noi…a quanto ci fai preoccupare-
 
            -Ma insomma, cosa state dicendo voi due? Non vi sentiamo!- si lamentò Raph.
            -Tutto ok, il viaggio è un po’ stancante ma Mikey sta bene-
            -Ottimo! Il prossimo passo è la Luna!- disse Lisad entusiasta.
            -Stavolta andrò io e non si discute!- disse Astrid.
            -Ti prego fammi almeno venire con te!- Chiese Lisad- metti che ti trovi il controllore, meglio essere in due-
 
Astrid voleva partire subito, ma Donnie si accorse che qualcuno dei Niani stava tornando prima.
 
            -Presto Astrid, chiudi il portale, sta arrivando qualcuno-
 
Astrid raggiunse Donnie in un lampo ed il portale di energia sparì. Dalle due uova argentee scesero Frel e Nied e si diressero all’officina.
 
            -Astrid, Donnie! Abbiamo visto qualcosa! Vorremmo che visionaste con noi la registrazione- disse Nied entusiasta.
 
Osservarono il video sullo schermo trasparente della capsula di Frel. Il computer ad un certo punto segnalò la presenza di
 
cristalli e si vide un qualcosa di velocissimo che spariva tra i satelliti.
 
            -Era lui! Ne sono certo!- diceva Frel.
 
Donnie però vide il segnale di riconoscimento di una capsula, Frel preso dall’entusiasmo non l’aveva notato. Andò alla
 
navetta di Nied e controllò il percorso registrato.
 
            - Ehm, mi dispiace Frel…quella era Nied…lei non ti ha rilevato con il sonar perché non lo puntava verso di te…ma
 
perché eravate così vicini?- disse Donnie deluso.
 
            -Stavamo parlando e mi sono distratto- disse Frel.
            -E’ anche colpa mia…mi sono messa a parlare di Tianad-
            -Quanto manca al rientro di Rel e Mead?- chiese Astrid
            -Sono partiti un’ora dopo di noi, quindi almeno due ore- rispose Nied.
            -Troppo poco….-
            -Troppo poco per cosa?- chiese Frel.
 
Prima di rispondere Astrid toccò la mano di Frel e fece la fusione, senza permesso gli entrò in testa e cercò dei blocchi.
 
            -Cosa stai facendo Astrid- chiese Nied preoccupata.
            -Tutto bene, è pulito-
            -Di cosa stai parlando? Mica facevo pensieri sporchi su Nied…eheheh…ma perché hai fatto la fusione?- chiese Frel.
 
Astrid non rispose e prese la mano di Nied, la quale tentò di opporsi, ma un forza psichica maggiore della sua le entrò in
 
testa e per fortuna non trovò blocchi.
 
            -Scusami Nied. Siete entrambi puliti. Solo Rel per ora mostra un blocco e un condizionamento di Redol -
            -Un blocco ed un condizionamento di Redol?- esclamò Frel che odiava con tutto il cuore quel Niano malefico.
            -Con una scusa ho guardato la mente di Rel, lui senza volerlo né saperlo cerca di impedirci di trovare il controllore e deve praticamente farci morire per mano sua. A quanto pare anche lo stesso Rel si farà ammazzare-
 
            -Sei sicura che anche Mead non abbia blocchi?- chiese Nied neppure troppo sconvolta delle capacità di Astrid.
            -No! Ma non ho nessuna scusa per una fusione…in parte immaginavo che per voi fosse tutto ok, perché per Rel ho come una sensazione di antipatia…-
 
            -Quello tutti!- disse Frel.
            -Allora è stato solo un caso. Ad ogni modo devo controllare anche Mead! Devo solo pensare a come fare, Rel non la molla un attimo-
 
            -Non credo che tu abbia scelta, la devi prendere da un parte e condizionarla se necessario-
            -Nied vorrei, ma non so nemmeno come si fa!- rispose Astrid.
            -Da quello che so, viene abbastanza istintivo- disse Nied- ed anche adesso mi hai forzato a fare la fusione, ti assicuro che la mia potenza psichica è molto buona-
 
            -Distrarrò Rel con qualche cavolata appena arrivano e tu  penserai a Mead- disse Frel.
            -Potresti chiederle di farti da psicologa…potresti farti spiegare come hai fatto ad innamorarti in modo così morboso di Donnie…- disse Nied, ma poi si morse il labbro.
 
            -Bè… anche se non mi piace il tuo tono…l’idea è buona, ho veramente dei consigli da chiederle…molto bene. Frel appena arrivano pensa a Rel, sai come distrarlo?-
 
            -No problem! Starebbe ore a descrivere quanto è bravo a fare qualsiasi cosa, non sarà difficile- disse con rassegnazione Frel.
 
Leo, Raph, Astrid e Lisad andarono nel dojo per passare il tempo, inoltre avevano saltato troppi allenamenti ed era un male
 
per la muscolatura e la coordinazione dei movimenti.
 
Frel si mise a giocare con i giochi di Mikey, il quale a sua volta parlava con Nied.
 
            -Allora Mikey, come va tra te e Isabel?-
            -Non ci vediamo più...-
            -Cosa è successo?-
            -Forse lei si rimetterà col suo ex ed io…non servo più-
            -E’una terrestre particolare…io non credo che si rimetterebbe col suo ex…ti adora…mi ha detto che ti trova bellissimo….credo che sia strana, ma sembrava sincera-
 
            -Ti prego Nied… sai che non è possibile-
 
            -Ritengo che sia completamente fuori di testa…ci ha accettato come se niente fosse…non ha mai avuto paura di fare
 
il trattamento nemmeno la prima volta…è umana e quindi soggetta a sentimenti incontrollati…o è follia o è completa
 
fiducia in te o…-
 
            -Mikey perché non fai una partita con me? E’ tanto che non facciamo un confronto come si deve- chiese Frel.
            -Lascialo in pace, si vede che è stanco, sta facendo due turni di volo al giorno-
 
Mikey rimase pensoso in un angolo, le parole di Nied non l’avevano lasciato indifferente, pensò a Leo e poi piano piano si
 
addormentò appoggiato al muro, era veramente esausto.
 
Finalmente i fidanzatini d’Egitto tornarono, da bravi avevano fatto le cinque ore di ricognizione, anche se non credevano
 
molto in quello che facevano. Frel si avvicinò a Rel e cercò una conversazione, come immaginava non fu molto difficile e
 
non sarebbe stata uno scambio di impressioni, ma un monologo anche molto noioso.
 
Astrid si avvicinò a Mead e le chiese:
 
            -Ciao, allora? Come è andato il tour infinito?-
            -Come al solito, di Beal nemmeno l’ombra-
            -Posso chiederti un parere da psicologa prima di tutto e poi di moglie?-
            -Ma certo dimmi pure-
 
Per fortuna lei non era indolente come il suo compagno e anzi sembrava contenta di poter usare le sue abilità una volta
 
tanto, non solo quella di pilota.
 
            -Sai bene che c’è qualcosa tra me ed il terrestre, ma forse quello che non sai è che dopo la fusione totale mancata è
 
successo qualcosa che non capisco. E’ come se si fosse creato un legame speciale, anche adesso che non è vicino a me
 
sento fortemente la sua mancanza, a volte, se sto troppo tempo senza vederlo, mi manca pure il respiro. Per ora non me la
 
sento di fare la fusione totale, non so nemmeno come la prenderebbe il Consiglio- in realtà se ne fregava altamente del
 
Consiglio Scientifico e dello Stato Supermo, li avevano trattati come ragazzini sciocchi, ma non voleva entrare nel discorso
 
del “bene” per i Niani o il “bene” di  Donnie.
 
            -Anche io quando sto cinque ore senza Rel nella capsula mi sento molto triste, però sentire la sua voce aiuta e poi
 
c’è la certezza del vero legame, so che non mi abbandonerebbe mai, mentre voi non sapete se questo durerà o no. In
 
generale però la sensazione è di serenità, non mi sono mai sentita così bene, è per questo che non riuscivamo a fare il nostro
 
dovere, spero che tu ci capisca-
 
            -Vi capisco…ma prima che doveste fare i turni, ti era mai capitato di stare tanto lontano da lui?-
            -No, siamo stati sempre insieme-
            -Quindi quella sensazione di infelicità per la sua lontananza non potevi passarmela la prima volta che abbiamo fatto la fusione-
            -No infatti-
            -Posso vedere se assomiglia a quello che sento per Donnie? Ti prego, mi servirebbe tanto per capire-
 
Mead rimase un po’ sorpresa, però era una curiosità lecita, tutto il resto comunque lo sapeva di già, quindi rispose:
 
            -Non c’è problema Astrid, quando vuoi-
            -Possiamo farlo ora?-
            -Sono un po’ stanca…ma si certo tanto sarà rapido-
 
Astrid non si accontentò di toccarle un braccio, le mise le mani intorno alla testa e prima che lei potesse ribattere le fu
 
dentro. Per prima cosa vide la sensazione di infelicità di cui aveva parlato, ma non era paragonabile alla tensione tra lei e
 
Donnie e questo la preoccupò un po’. Poi si intromise nei pensieri più profondi di Mead e cercò il blocco. Con sua grande
 
sorpresa trovò un punto nero e un leggero condizionamento. Rel nella fusione totale le aveva passato il blocco di Redol,
 
tutto questo era stata realizzato per avere due alleati inconsapevoli. Ma il condizionamento non era forte come quello che
 
aveva visto in Rel e fu in grado di toglierlo. In un secondo momento cancellò il blocco definitivamente, altrimenti Mead
 
avrebbe potuto scegliere di aiutare Rel invece di procedere con la missione. Astrid si staccò, ma le lasciò un senso di
 
serenità, come se non fosse successo niente di strano.  I fidanzatini d’Egitto andarono tranquilli a riposare.
 
 
Donnie entrò nella capsula di Rel, deciso a trovare qualche traccia da estrarre e poter studiare con calma nel suo portatile.
 
Alla fine riuscì a trovare dei file corrotti nell’avanzatissimo hard disk Niano. Fece appena in tempo ad uscire dalla capsula
 
che sentì le voci di Mead e Rel che si avvicinavano, con movimenti da ninja riuscì a tornare nell’officina senza essere visto
 
da loro.
 
Come se sapesse che aria tirava, Rel cercava sempre di ritardare la partenza, Lisad avrebbe voluto prenderlo per il collo ed
 
infilarlo nella capsula a forza, ma non era un comportamento da Niana. Frel si era volatilizzato, gli erano bastati quindici
 
minuti di chiacchiere a vanvera di Rel ed ora fingeva di avere di meglio da fare. Come al solito fu Mead a salvare la
 
situazione e quel giorno si sentiva molto più propensa ad uscire, sentiva che per qualche motivo era più importante del
 
solito.
 
 
Finalmente Astrid e Lisad presero posto nelle loro capsule per l’impresa del secolo. Il viaggio per la Luna sarebbe stato
 
rapidissimo, questioni di secondi perché la maggior parte del tragitto era nello spazio e lì le loro navette viaggiavano a circa
 
30000 chilometri al secondo.
 
Donnie era nervosissimo sarebbe voluto andare lui, ma non poteva, perché era necessario dall’altro lato del tunnel.
 
            -Bene ragazze, ai blocchi di partenza- disse
            -Non è una gara- disse Astrid.
            -Infatti non c’è gara con me- rispose Lisad e con tutte le ragioni.
 
Le due capsule sfrecciarono fuori dalle fogne con la solita facilità e puntarono verso il mare della Tranquillità.
 
            -Voglio vedere se gli Americani ci sono andati davvero o sono fregnacce!- disse Lisad.
            -“Fregnacce”? Hai imparato questa parola da Raph?-
            -Non ricordo…-
            -Come va con lui? Vi allenate sempre insieme, è possibile che non sia successo nulla?-
            -Bè … lui avrebbe anche voluto…credo…ma anche se mi piace…non me la sento…-
            -E’ per Nil?-
            -Non solo...Raph non verrebbe mai su Marte ed io devo andarci-
            -Non sei obbligata a restare-
            -Mi dai il permesso tu?- E rise un po’ isterica.
            -Tu vorresti stare su Terra con lui!-
            -No! Ma cosa dici!-
 
            -Ehm ragazze, smettete di parlare di argomenti privati tra poco vi sentiremo tutti- disse Donnie che sapeva quanto
 
fossero affiatate quelle due e che sarebbero stata capaci di parlare di qualsiasi argomento, anche il più intimo, poi aggiunse:
 
            -Inoltre praticamente siete arrivate, non danneggiate le capsule con qualche allunaggio di fortuna!-
            -Sì paparino!- disse Lisad.
 
Le due Niane uscirono dalle capsule, le loro cinture provvedevano all’ossigeno, ma tirarono fuori anche le loro scaglie per
 
proteggersi meglio dai raggi del sole, terribili senza la protezione di un’atmosfera spessa come quella della Terra.
 
            -Però che strano paesaggio, tutta un’altra cosa dal vivo, le immagini non rendono mai- disse Lisad.
            -Guarda Terra quanto è bella, Marte sarà mai bello così?- disse Astrid.
            -Credo proprio di no!- Disse Lisad.
            -Allora è vero, il pianeta Terra ti piace proprio- commentò Astrid
            -Ehm… ragazze mi sentite? Qua “vi” sentiamo forte e chiaro-
            -Affermativo Donnie, ti ricevo bene- disse Astrid.
            -Cerca una base stabile per il portale oppure crearla con i cristalli-
            -Non preoccuparti, sono preparatissima- disse Astrid, ma come prima cosa cominciò a saltare e fare capriole per aria, la bassa gravità era un spasso. Lisad la imitò cercando di saltare più in lato che poteva:
 
            -E’ troppo divertente! Ragazzi dovreste provare! La gravità è talmente ridotta che pesiamo come piume-
            -Bè… volendo potrei venire su con la cintura di Nil- disse Donnie.
 
In sottofondo Mikey gridava:
 
            -Vengo io, vengo io! Ti prego Astrid! Ti prego!-
            -Stai buono Mikey, se stai buono potrai venire qua-
 
Astrid costruì una base di energia perché il terreno sabbioso della Luna era poco stabile e sopra formò il portale. Quando
 
entrò in funzione, dal lato terrestre si affacciarono le quattro tartarughe ninja con sguardi di meraviglia, vedevano le Niane
 
e sullo sfondo il paesaggio lunare come se guardassero da una finestra. Mikey si mise la cintura e voleva entrare senza
 
aggiustarla propriamente.
 
            -Fermo Mikey, Donnie settagli la cintura per favore! E poi prima facciamo il solito test- disse Astrid, preoccupata
 
che il più pazzo delle tartarughe rischiasse di morire per la troppa impazienza. Prese una scatola isolata termicamente dove
 
teneva un piccione, l’aprì in stretto contatto con la superficie simil-plastica del passaggio nel portale. Il pennuto passò
 
attraverso indenne. Una volta pronto, Mikey si gettò nel portale col suo grido di battaglia:
 
            - Cowabunga!-
 
Passò dalla Terra alla Luna in meno di un millesimo di secondo.
 
            -Ma è fantastico!-
 
Cominciò a saltare da tutte le parti facendo le acrobazie più incredibili.
 
            -Come stai Mikey? Astrid, controlla le sue funzioni vitali è già il secondo viaggio nel tunnel, dobbiamo essere sicuri
 
che non ci siano conseguenze- disse Donnie.
 
            -Fermati Mikey!...ti puoi fermare per un secondo?... Sembra tutto ok, ma tornerà con la mia capsula, io passerò attraverso - disse Astrid che rincorreva la tartaruga scatenata mentre la scannerizzava con la cintura.
           
            -Donnie vuoi venire sulla Luna? Vengo di là e ti do la mia cintura, devi provare!-
 
Lisad prese la rincorsa e si buttò attraverso il portale del tunnel, si trovò davanti un vortice luminoso e mentre pensava che
 
sarebbe rimasta lì per sempre si ritrovò dall’altra parte, Raph l’afferrò al volo. Donnie mise la cintura, la settò ed andò
 
dall’altra parte.
 
-Wow! Questo si che è un viaggio psichedelico!-
 
Saltò fino a dove era Astrid, la cinse con il braccio e poi le fece fare una piroetta al rallentatore.
 
            -Nostro fratello è proprio andato- disse Leo a Raph, entrambi scuotevano la testa.
 
Donnie era al settimo cielo, tutto questo significava che lui era un genio, che la missione sarebbe andata in porto e che
 
poteva rimanere con Astrid per sempre.
 
            -E se facessimo l’amore qui sulla Luna?- disse ad Astrid in un orecchio.
            -Ehm no…- rispose arrossendo -siamo sicuri che il Tartunnel funzionerà anche su Marte?- Aggiunse concreta.
           
            -Sì, certamente, l’unico problema è che la distanza tra la Terra e  Marte è ventimila volte più grande delle distanza
 
tra la Luna e la Terra. Per fortuna l’energia necessaria non aumenta linearmente con la distanza, ma comunque dovrà essere
 
almeno cento volte maggiore-
 
            -E noi ce l’avremo questa energia?-
            -In teoria…è l’altro motivo per cui ho munito la Tartacapsula del sistema per caricare i cristalli con la luce solare,
 
per quando saremo su Marte. Inoltre sto elaborando un modo per potenziare l’energia dei cristalli-
 
            -Ma è possibile?-
            -Teoricamente si-
            -E se non funziona?-
            -Vuol dire che potremo fare massimo due viaggi all’anno…marziano, cioè una volta all’anno terrestre-
 
Mentre parlavano cadevano lentamente sul suolo lunare, dopo i salti di gioia, stavano tornando con i “piedi per terra”, solo
 
che erano sulla Luna.
 
            -Adesso dobbiamo chiudere il portale, consuma troppo, ritorna pure via tunnel io prendo il tuo mezzo- disse Donnie.
 
Astrid passò dentro il portale e poi la struttura di energia svanì. Mikey e Donnie in poco più di venti secondi furono di
 
nuovo a New York.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
 
Finalmente il tunnel è finito, questo significa che Donnie a Astrid hanno una chance di rimanere insieme o almeno così sembra…resta però l’incognita del controllore Beal, il numero 11.  
Mead era stata condizionata indirettamente dal Rel che però non ha la minima idea di cosa abbia in testa…vedremo il giorno del rendezvous
 
Intanto Mikey soffre per amore e non ha il coraggio di vedere Isabel, pensa che essendo lui un mostro non potrà mai avere la possibilità di amarla e non vuole esserle solo amico, so che sembra strano proprio lui che è amico di tutti, ma proprio per questo non ci riesce con Isabel…
 
Grazie a tutte voi che mi seguite, a HellenBach, Helen e I love Raph che nonostante i miei vaneggiamenti stanno seguendo perfettamente.
Grazie ai ragazzi della Krypteia che hanno cominciato a seguire la mia storia e a recensire!!!
 
 <3 <3 <3
 
Altiar
 

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Capitolo 25
*** Preparazione al Rendezvous ***


Ora che tutti i mezzi erano pronti mancavano solo due giorni al rendezvous. Purtroppo, a causa di Rel, dovevano pensare ad
 
un piano generico per tutti ed uno di riserva che solo le tartarughe, Astrid, Lisad, Frel e Nied dovevano sapere.
 
I terrestri e le lucertole Niane si riunirono per discutere come procedere. Astrid aprì la discussione dicendo che il tunnel
 
non era ancora pronto, che sarebbe stato terminato dopo il rendezvous  perché temeva un sabotaggio da parte di Rel.
           
            -Allora il piano è questo, noi andremo nel punto di ritrovo stabilito con le sole nostre sei capsule, il controllore deve
 
pensare che non abbiamo recuperato quelle di Tianad e Tol. Nessuno uscirà allo scoperto, staremo nelle capsule e
 
contatteremo il controllore. Mi aspetto che lui abbia un mezzo migliore dei nostri - disse Astrid.
           
            -E se il suo mezzo fosse così potente da polverizzarvi nelle vostre capsule?- Chiese Leo.
           
            -Costruiremo un campo di forza per sicurezza. Intanto le tartarughe con i mezzi rimasti e la Tartacapsula lo
 
cercheranno, anche se sarà difficile…infatti non mi aspetto che sia allo zenit del punto di rendezvous, sarebbe troppo facile,
 
ma intorno a quella zona-
 
            -E cosa facciamo se lui nemmeno ci contatta e torna indietro e dice che la missione è fallita?- chiese Nied.
            -Purtroppo è un’eventualità che non posso escludere, per questo dobbiamo trovarlo assolutamente-
            -E che facciamo se ci spara addosso?- Chiese Rel.
            -A quel punto sarà individuabile e lo attaccheremo su diversi fronti, noi da terra e le tartarughe in aria. Se sarà necessario lo distruggeremo!- disse Astrid.
 
I Niani erano tutti sbigottiti, gli era stato ordinato di uccidere.
 
            -Non possiamo farlo!- disse Mead- io non lo farò!-
            -Mi associo- disse Rel.
            -Bene allora fatevi uccidere!- ribattè Lisad.
            -Va bene, chi non se la sente si dovrà nascondere, non deve morire nessun altro di noi, ma all’inizio faremo da esca, sono stata chiara? – Precisò Astrid.
 
Tutti assentirono in un silenzio pesante.
 
            -E adesso chi deve fare i turni vada, abbiamo solo un giorno per trovare Beal-
 
Per fortuna era il gruppo di Mead e Rel che doveva partire, così gli altri si sarebbero potuti consultare per il piano di riserva.
 
            -A che punto sei con i dati raccolti da Rel?- chiese Leo a Donnie.
            -Ci sto lavorando, non è proprio come l’informatica terrestre, anche se hanno molti punti in comune. Però sono certo che quello che ci serve è nei file corrotti che ho trovato-
 
            -Dobbiamo trovare assolutamente quel traditore di Beal, mentre sarà impegnato con noi dovete bloccarlo in qualche modo, non voglio ucciderlo, dobbiamo prendere il suo mezzo, ci servono i suoi cristalli- disse Astrid.
 
            -Ma così nessuno tornerà ad avvisare i Niani che va tutto bene- disse Leo.
            -Non preoccuparti lo condizionerò e lo farò tornare con una delle nostre capsule, dovrà raccontare cosa è successo veramente!-
 
            -E se davvero fosse partito?- chiese Lisad.
            -Non penso, altrimenti Rel non avrebbe cancellato la registrazione del volo- intervenne Donnie- lui sarà lì e cercherà di farvi fuori!-
 
            -Dobbiamo controllare che Rel non lo avverta in nessun modo- disse Leo.
            -Quando Donnie avrà craccato i file sapremo se hanno comunicato…- disse Astrid.
            -Bene sarà meglio che mi metta a lavoro-
 
Donnie si mise al pc e gli altri andarono nel dojo per distrarsi un po’. Poiché Mikey era uscito per il turno di volo si
 
trovarono faccia a faccia Raph con Lisad e Leo con Astrid.
 
Mentre Raph e Lisad praticamente giocavano senza prendersi sul serio, Leo aveva tutt’altra intenzione, aveva sguainato le
 
spade con fare piuttosto aggressivo, voleva un bello scontro con Astrid,  anche lei ormai aveva adottato le katane .
 
            -Ok Leo, vogliamo il gioco duro?-
            -Tranquilla non ti farò troppo male, a Donnie ed ai prescelti servi intera, sei troppo importante- rispose Leo con tono di scherno.
 
            -Cos’è? Temi ti abbia rubato il posto di leader?- disse Astrid irritata.
            - Questo è impossibile-
 
E sferrò un primo colpo, Astrid parò facilmente, ma sentì che era stato inferto con molta rabbia.
 
            -Oggi non ho la cintura, ma non mi lascerò battere facilmente-
 
Anche Astrid rispose con un fendente piuttosto aggressivo e molti altri ne seguirono da entrambe le parti. Le katane
 
sfrigolavano in modo agghiacciante, avevano deciso di fare sul serio. Raph e Lisad se ne accorsero e si fermarono a
 
guardare sbigottiti.
 
            -Sarà bene che tu sia davvero un bravo leader- diceva Leo.
            -Faccio del mio meglio- rispondeva Astrid.
            -Il tuo meglio potrebbe non essere abbastanza!-
            -Credi di essere migliore di me?-
            -Sì cara, io non rischierei mai la vita della persona che amo come fai tu!-
 
A questo commento Astrid si fermò e Leo senza volere la ferì ad un braccio.
 
            -Leo! Cosa stai facendo?!- gridò Lisad che aveva sfoderato scaglie ed aculei e voleva partecipare alla battaglia.
           
            -Stai indietro Lisad, è una questione tra me e Leo- disse Astrid e continuò rivolta allo sfidante -non sto rischiando
 
solo la vita di Donnie, ma quella di tutti! Eppure dovresti sapere come mi sento- e mentre parlava era già saltata all’attacco
 
con quel salto rotante dove le lame vorticavano veloci e con cui aveva battuto Lisad. Ma Leo fu molto rapido ed invece di
 
difendersi si scansò, poi mentre Astrid si girava e tornava all’attacco, la prese alla sprovvista le bloccò entrambe le katane,
 
la spinse e caddero a terra lui sopra di lei. Leo le tolse la katana destra a forza e, mentre gli bloccava la sinistra, con la sua
 
arma rimasta libera puntò alla gola.
 
            -Leo ti do solo un secondo, poi vengo lì e ti taglio in due- gridava Lisad, ma Raph la bloccò- calmati non le farà del male, lascia che si sfoghi…-
 
            -Tu…tu lo porterai via…noi non dobbiamo stare divisi…-
 
In quel momento entrò Donnie e vide Astrid a terra ferita, con suo fratello Leo sopra di lei che le puntava una lama al collo.
 
            -Che cosa diavolo stai facendo Leo! Sei impazzito, lasciala!-
 
            -Tuo fratello ha ragione ad odiarmi…perdonami Leo…la notte a volte non dormo al pensiero non solo di Donnie,
 
ma di tutti voi che rischiate la vita per colpa mia e del mio popolo. Ma non c’è altra scelta, se non ci aiutate non ce la
 
faremo mai e per voi sarà la schiavitù a vita…Donnie non è costretto a vivere con me, ma se lui non vuole restare qui
 
nemmeno tu lo puoi obbligare…sarà lui a scegliere, non ho fatto la fusione totale con lui, per lasciarlo libero di decidere-
 
            -Non importa che facciamo il rituale Niano, io voglio vivere con Astrid comunque, ma non vi abbandonerò mai! Ho
 
costruito un tunnel per stare anche con voi e troverò il modo di farlo funzionare al meglio per vedervi tutte le volte che
 
vorremo! Nessuno di voi mi perderà!-
 
Leo sembrava si fosse risvegliato da una trance, lasciò la presa ed Astrid si alzò, Donnie la portò subito in laboratorio per
 
curarle la ferita. Leo chiese di rimanere solo, aveva bisogno di meditare, quell’uscita non era da lui e doveva ricomporsi.
 
Lisad uscì furiosa dal dojo seguita da Raph.
 
            -Tuo fratello ha passato i limiti, la prossima volta giuro che lo sistemo come si merita-
            -Non succederà un’altra volta…non è da Leo fare così, credo che sia la tensione e la stanchezza a causa dei turni di volo, poi era tanto che non meditava- cercava di giustificarlo Raph.
 
            -E tu? Pensi la stessa cosa? Ci odi? Odi Astrid?-
            -No Lisad, capisco la situazione e capisco Donnie e Astrid- Raph non era mai stato così calmo e riflessivo in vita sua, sembrava che i ruoli con Leo si fossero invertiti.
 
            -Capisci Donnie? Eppure non verresti mai su Marte per m….- ma non finì la frase era così fuori di sé che stava parlando anche troppo.
 
            -Tu vuoi che venga su Marte con te?- chiese Raph sorpreso.
            -Ecco io…non lo so-
            -Pensavo di non interessarti granché…-
            -Raph…tu mi piaci…ma…tra poco partirò-
            -Ma adesso c’è il tunnel di Donnie…anche tu mi piaci…-
            -Forse i primi tempi lo potremo usare solo due volte all’anno…sarebbe una storia a distanza molto difficile-
 
Raph era piacevolmente sorpreso, Lisad era così tosta, forte e bellissima con quelle squame brune, ma non sapeva cosa
 
volesse dire avere una ragazza, figuriamoci una storia a distanza.
 
            -Potremmo anche provare…magari Donnie riesce nel suo intento ed il portale funzionerà subito bene…altrimenti
 
vedremo…se proprio non è possibile, pazienza…resteremo amici a distanza- Raph aveva un voce così dolce che non
 
sembrava nemmeno uscisse da quel corpo muscoloso e la tosta Lisad si intenerì, da quando stava con i terrestri era
 
diventata pateticamente sentimentale.
 
            -Ecco io…-
 
Raph però si avvicinò troppo e lei sfoderò i suoi aculei come un riccio, in quel momento di debolezza non voleva essere
 
toccata in nessun modo.
 
            -Ci penserò- e mollò lì il povero Raph che aveva fatto tanta fatica a dichiararsi.
 
Intanto Donnie curava amorevolmente la sua Astrid.
 
            -Non capisco cosa gli sia preso a Leo…-
            -Si sente impotente…anche questa storia del controllore è un’incognita veramente grande, la possibilità di fallire è altissima-
 
            -Non falliremo, sono vicino a leggere tutti i file della registrazione, ho trovato una conversazione, ma è in Niano e
 
non sono sicuro di capire, non è tra Rel ed Mead, è una voce che non riconosco-
 
            -Dici che è Beal?-
 
            -Credo…non avete delle voci tanto aggraziate in Niano e distinguo male i maschi dalle femmine-
 
            -Vorresti dire che sembro un maschio quando parlo?-
 
            -No… in inglese la tua voce si sente che è femminile, ma nella tua lingua madre so che è femminile perché ormai riconosco che è la tua!-
 
            -La vostra insensibilità alle sfumature dei suoni è incredibile- disse Astrid un po’ scocciata.
            -In compenso voi Niane siete molto più belle delle umane- disse Donnie per salvarsi.
            -Mmm farò finta di crederti- lo baciò sul naso e aggiunse- perché mi hai curato alla maniera terrestre?-
            -Ora ci passo il raggio della cintura, guarisci prima e usiamo meno energia. Le tecnologie terrestri e Niane insieme sono il massimo. In pochi minuti sarai come nuova-
 
Una volta guarita si sedette al computer di Donnie e ascoltò la conversazione con le cuffie.
 
            -Qui agente Rel 9 parlo con Beal 11?- Rel parlava come se fosse ipnotizzato, questa sfumatura poteva sfuggire a Donnie, ma non a lei.
 
            -Affermativo agente Rel 9. Qui numero 11. Come mai mi hai contattato? Non era previsto-
            -I prescelti ti stanno cercando!-
            -Quanti ne sono rimasti?-
            -Siamo sei. Nil, Tol, Miol e Tianad sono morti. Ma ci sono dei terrestri alleati che gli stanno dando una mano e…-
 
            -Cosa vuoi che possano farci dei poveri terrestri regrediti. Basta così, non voglio che ci scoprano! Cancella ogni traccia che li porti a me e non osare contattarmi più!-
           
            -Ma devo dirti…- la comunicazione terminò-… Oh ma che succede, che gran mal di testa…Mead mi ricevi?-
            -Caro? Con chi parlavi? Stavo cercano di contattarti…-
            -Con nessuno…forse c’era qualche interferenza…-
 
Astrid appoggiò le cuffie, quello stupido di Beal non aveva tutti i dettagli e non sapeva che avevano almeno altre tre capsule.
 
            -Rel non era in sé mentre parlava con il controllore…sappiamo le sue coordinate?-
 
            -Devo ancora trovare il file del percorso, temo che Rel abbia cancellato anche molti dettagli del volo intorno alla zona di incontro con Beal -
 
            -Pensi di farcela per domani?-
            -Sì, ce la farò ampiamente-
 
Quella sera ci fu un’altra riunione di gruppo tra rettili.
 
            -Ragazzi domani è un giorno determinante per tutta la missione. Nessuno di noi deve rischiare la propria vita
 
inutilmente. Chi non se la sente di uccidere Beal si nasconderà e spegnerà il segnale della capsula- Astrid camminava
 
nervosamente avanti ed indietro, ma cercava di mantenere la calma almeno nella voce -cercheremo comunque di prenderlo
vivo-              
            -Ammesso che Beal sia ancora qui!- disse Rel che amava criticare.
            -Se non dovesse esserci, la nostra missione andrà avanti. Tra circa otto anni se dovessero venire per conquistare
 
Terra troveranno i nostri progressi su Marte, sono sicura che capiranno e non ci sarà nessuna guerra di conquista. Ma non
 
possiamo comunque rischiare. Qualche domanda…intelligente?-
 
            -Posso usare la Tartacapsula?- disse Mikey.
            -Aveva detto intelligente!- disse Raph che gli appioppò un colpo in testa.
            -Certo che puoi…ma Donnie tu che ne pensi?-
            -Mikey è il migliore di noi e pilota la Tartacapsula praticamente come noi tre la capsula, forse è il candidato più adatto-
            -Il resto del piano è chiaro?- Ci fu risposta unanime, poi tutti andarono nelle rispettive stanze. Donnie però seguì Astrid.
            -Aspetta….posso dormire con te?-
            -Ma Donnie…non possiamo…hai visto cosa è successo con Leo…-
            -Astrid ho deciso che voglio stare con te, non importa se faremo mai la fusione totale o no, non mi farete cambiare idea-
            -Se potessimo usare il tunnel solo poche volte l’anno?-
            -Non hai fiducia in me?-
            -Sì ma…-
           
            -Magari i primi tempi non sarò in grado di far funzionare a pieno il Tartunnel, ma col tempo diventerò sempre più
 
bravo e vedrai che i miei fratelli non dovranno aspettare a lungo, poi potremo comunicare con loro, andrà tutto a
 
posto…anche Leo se ne farà una ragione-
 
Questa volta Astrid cedette, in fondo il giorno dopo non sapeva cosa sarebbe successo, potevano anche morire e quella
 
essere l’unica opportunità di stare insieme. Entrarono a letto e si abbracciarono, stretti l’uno all’altro sentivano i rispettivi
 
battiti accelerati ed il respiro irregolare. Cominciarono a baciarsi quasi con disperazione, avevano sofferto molto a stare
 
separati in quelle lunghe notti. Astrid cominciò a baciare e mordicchiare quella pelle verde e spessa. Ma quando fu lui a
 
prendere l’iniziativa la fiamma che ardeva dentro di lei divampò in un incendio e a poco a poco divenne accecante come
 
una supernova: la fusione totale cominciò, adesso non c’erano due corpi ma uno solo, completo e perfetto. Il vortice di
 
pensieri appartenevano ad un solo essere e la felicità era così tanta che quasi non la poteva contenere.
 
Quando riaprirono gli occhi scoprirono che c’era stata unione di mente e di corpo, tremavano dai brividi e dalla gioia,
 
rimasero abbracciati, si addormentarono così, ora erano davvero inseparabili.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
 
Il giorno del Rendezvou si avvicina è quasi tutto pronto. Beal 11 è un maschio e li attende da qualche parte fuori dall’atmosfera.
Raph e Lisad hanno praticamente dichiarato il loro interesse l’uno per l’altro, ma la situazione non è semplice e forse Lisad non è ancora pronta…
 
Finalmente Donnie e Astrid hanno fatto la fusione totale, ora sono una cosa sola perché un’unione del genere coninvolgere tutto: corpo ed anima. Non potevo descriverla che così, in modo surreale.
 
Grazie a tutte voi che mi seguite e mi recensite.
Un grosso abbraccio virtuale
Altair
 
 

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Capitolo 26
*** Rendezvous nel deserto rosso del Wyoming ***


La mattina qualcuno molto di fretta non bussò alla porta ed entrò di scatto.
           
            -Astrid  sent…- era Lisad che rimase scioccata da quello che vide-…per la cromosfera di Niha! Scusatemi- e scappò fuori dalla stanza di Astrid. La coppietta aprì gli occhi assonnati.
           
            -Tu hai visto chi era?- disse Donnie.
            -Dalla voce sembrava Lisad-
            -Entra sempre così in camera tua?-
            -Veramente no, a meno che non sia successo qualcosa di importante, devo trovarla subito….peccato avevamo ancora un po’ di tempo- si strinse le spalle, baciò il suo partner ed uscì dal letto. Donnie prontamente l’afferrò e la riportò giù.
           
            -Non mi avevi detto che sarebbe stata l’esperienza più incredibile e bella di tutta la mia vita ieri sera…-
            -Non lo sapevo nemmeno io…-
            -Ma a costo di fare come il tipico maschio umano….ma anche per te? Ecco…-
            -Sì Donnie… abbiamo condiviso tutto, quello che hai sentito tu l’ho sentito anche io e non importa se siamo di due mondi diversi-
 
Ad un tratto gli occhi di Donnie diventarono lucidi.
 
            -Non pensavo in tutta la mia vita di provare una tale esperienza, pensavo che sarei rimasto solo, uno zitello perso
 
solo nei miei studi e nei miei esperimenti. Invece sei arrivata tu ed adesso sono l’essere più felice della galassia-
           
            -Donnie…tu sei così dolce…ti prego smetti non voglio piangere anche io…- si abbracciarono felici e piangenti.
 
Qualcuno bussò piano alla porta.
 
            -Perdonatemi…ho bisogno di parlare con Astrid…scusatemi tanto…appena puoi ti aspetto fuori- disse Lisad con una voce così dispiaciuta da non sembrare lei.
 
Astrid si ricompose, si vestì ed uscì dalla stanza.
 
            - Cosa succede Lisad? Mi devo preoccupare?-
            -Se non fosse stato urgente non ti avrei mai disturbato…mancano due capsule…ho bussato a tutte le stanze, mancano quei due idioti di Mead e Rel!!-
 
            -Calmati Lisad, non sono andati lontani, Rel non mancherebbe mai al rendezvous. Forse sono usciti per andare in
 
giro a cercare nuovi negozi di abbigliamento e accessori, hanno già girato tutta New York, chissà dove sono ora. So che
 
Mead adora i vestiti terrestri, va in giro a guardare i modelli per ricrearli col ciondolo, lo chiama “shopping visuale”-
 
            -…forse hai ragione…ma tu…cosa è successo?-
            -Ho fatto la fusione totale con Donnie…-
            -Lo sapevo che sarebbe successo! Vi mangiavate con gli occhi, era insostenibile starvi accanto!-
            -Temo che adesso non potremo più separarci…ma almeno posso allontanarmi per un po’ da lui senza sentirmi
 
mancare! La fusione mi dà la certezza che non mi abbandonerebbe mai e adesso sono più tranquilla, proprio come mi aveva
 
detto Mead-
 
            -Voi non dovrete mai separarvi, Donnie verrà su Marte ed userà il tunnel quando vuole-
            -Questa è l’idea….-
 
Andarono all’officina, le due capsule erano di ritorno, Rel e Mead uscirono raggianti.
 
            -Non sono la vostra balia…ma dove siete stati così senza dire nulla?- chiese Astrid.
            -Siamo andati a sposarci a Las Vegas!- dissero con entusiasmo.
            -Che cosa?- sbraitò Lisad.
            -Oggi è una giornata importante e noi volevamo in qualche modo ufficializzare la nostra unione…è un’idea che ci è venuta così…una specie di ultimo desiderio del condannato!- spiegò Mead timidamente.
           
            -Cosa mi tocca sentire!- rispose Lisad che non li capiva e mai li avrebbe capiti.
            -Bene allora se voi siete felici lo siamo anche noi…tra qualche ora ci sarà il rendezvous, siete liberi fino all’ora stabilita, ma non allontanatevi- sentenziò Astrid.
           
            -Non preoccuparti saremo nella nostra stanza…a festeggiare- rispose Rel malizioso. Lisad roteò gli occhi e quando loro si girarono per andare fece il verso come per strozzarlo.
           
            -Visto? Tutto ok-
            -Senti ma non li possiamo lasciare qui?- Chiese Lisad come se chiedesse i dolci alla mamma.
            -Sai che non posso, tutti siamo indispensabili…prefino Rel! Ma tu che ci facevi in officina? Hai riposato un po’?-
            -Sì tranquilla…ma ho fatto un incubo, ho sognato che Rel veniva a sabotare il portale del tunnel! E sono venuta a controllare-
           
            -Non preoccuparti, Donnie l’ha nascosto, quello che vedi là è un ologramma di quelli a bassa energia, se lo tocchi ci passi attraverso ma non te ne vai sulla Luna-
            -Quel geniaccio di Donnie!-
            -Rilassati Lisad…visto che c’è ancora tempo, ma perché non stai un po’ con Raph…prima di partire?-
            -Non voglio…ha cercato di abbracciarmi e forse voleva pure baciarmi-
            -Ma che tartaruga maleducata!- rispose Astrid ridendo.
            -Non scherzare…non mi fido dei maschi…sono inaffidabili-
            -Lisad…forse c’è qualcosa che dovresti sapere…-
            -Che cosa?-
            -Ho sciolto un blocco di Nil e…-
            -Non voglio sapere nulla di quello sporco bastardo, sono contenta che sia morto!-
 
Astrid con riluttanza le prese la mano e anche se Lisad era molto più forte di lei fisicamente, non lo era altrettanto
 
psichicamente, le passò i veri pensieri di Nil.
 
Finalmente Lisad vide la verità sul Niano che aveva tanto amato. Anche lui l’amava, ma era stato costretto per dovere a
 
scegliere Astrid. Aveva fatto forza su se stesso e si era fatto condizionare prima della partenza, doveva avere figli da lei,  
 
sarebbero stati perfetti sotto ogni punto di vista. La verità era che tutte quelle volte che si erano visti di nascosto si erano
 
amati, non era stato un qualcosa da poco. Lui aveva cercato di non illuderla, ma non aveva resistito al suo fascino ed aveva
 
perso la testa, anche se perfetto, non era una macchina e non era il farabutto che Lisad credeva.
 
            -No! Non volevo saperlo…no! Non è vero!-
 
Lisa con le dita tra i capelli piangeva a dirotto, nessuno l’aveva mai vista così. Astrid le prese le mani cercando di
 
consolarla, ma Lisad la sbattè a terra senza troppi problemi e stava per infierire ulteriormente. Per fortuna arrivò Raph e la
 
bloccò, anche se con molta fatica.
           
            -Lisad, che ti prende? Calmati, calmati!-
            -Lui mi amava e me lo hanno portato via, è tutta colpa tua Astrid ti odio! Ti odio!-
 
Pessimo tempismo, proprio a qualche ora dal rendezvous. Arrivarono tutti intorno alle due Niane meno i fidanzati d’Egitto
 
e Mikey che ancora riposava.
 
            -Che succede?- chiese Leo.
            -Qualcuno ora mi odia più di te- rispose Astrid.
 
Donnie spiegò la situazione, aveva capito esattamente cosa era successo.
 
            -Lisad, calmati, Astrid non ne ha colpa!- diceva Nied e visto che non bastava si avvicinò e la sedò. Lei si accasciò
 
tra le braccia di Raph, che la tirò su e la portò nella sua stanza.
 
Astrid era disperata, non si aspettava una reazione così violenta e sul momento le era sembrato più importante dirle la
 
verità, era tanto che la tratteneva. Lisad era la sua migliore amica, non poteva sopportare che non sapesse. Andò nella sua
 
stanza, voleva stare un attimo da sola. Ma Donnie la raggiunse subito.
 
            -Amore…non prendertela, le passerà sono sicuro che capirà, lo sa che non è colpa tua…non potevi aspettare a dopo per dirglielo?-
 
            -Ho sbagliato, ma non ce la facevo più a non dirle nulla è stato più forte di me…e poi non supererà mai la storia con
Nil se non conosce la verità-
 
            -Sono d’accordo con te…ora però dobbiamo trovare un modo per farla ragionare, tra sole quattro ore c’è il rendezvous e non è un appuntamento a cui possiamo mancare!-
 
Dopo un’ora l’effetto del sedativo era quasi finito e Lisad aprì gli occhi. Si guardò intorno e trovò Nied e Raph vicino a lei.
 
            -Come ti senti lucertolina?- chiese Raph.
            -Cosa mi è successo? Sembra che qualcuno mi abbia picchiato in testa con grosso randello…-
            -Non ti ricordi?- chiese Nied.
 
In un attimo la memoria era tornata.
 
            -Dov’è Astrid? Le ho fatto del male?- disse tutta preoccupata.
            -No sta bene, le hai fatto fare solo un volo di qualche metro, ma è tutta intera e dispiaciuta- rispose Raph.
            -Mi dispiace… è stato troppo tutto insieme…ho avuto una reazione da pazza furiosa, su Ni mi avrebbero già rinchiuso nel manicomio criminale-
 
            -Non siamo su Ni e tu hai avuto la stessa reazione che avrei avuto anche io, quindi ti capisco- disse Raph premuroso.
 
            -Grazie tartarughina- rispose Lisad dispettosa, era tornata in sé. Allora fecero entrare Astrid.
            -Perdonami Lisad …dovevi sapere…tu al mio posto avresti fatto lo stesso…ma ti chiedo di perdonarmi-
 
            -Sono ancora sotto l’effetto del sedativo e quindi non posso picchiarti…ma ti perdono…anzi, tu non hai fatto nulla
 
di male, anche tu sei una vittima…ti avrebbero costretto a fare la fusione con Nil e sareste stati insieme, ma infelici per
 
sempre…ma un momento…quanto manca alla missione? Sarò pronta?-
 
            -Mancano ancora tre ore, tutto il tempo perché ti riprenda, ora riposati, ho bisogno che tu sia in piena forma, tutti
 
noi abbiamo bisogno che tu lo sia- disse Astrid e se ne andò tirando un sospiro di sollievo. Raph fu l’ultimo ad uscire dalla
 
stanza e disse:
 
            - Lucertolina… non potevi non piacere a quel Nil…sarebbe stato un completo idiota-
 
Lisad non rispose, ma da sotto le coperte le scappò un mezzo sorriso.
 
Mancava poco all’ora X, il luogo del rendezvous era al centro del deserto rosso del Wyoming, dove le capsule argentee
 
sarebbero spiccate bene e dove non c’era un luogo per nascondersi. Donnie era vicino a craccare proprio l’ultimo file,
 
mancava davvero poco ed avrebbe trovato l’informazione che cercava, in poco tempo avrebbe comunicato a tutti le
 
coordinate di Beal.
 
            -Molto bene è ora di partire mancano pochi minuti- disse Astrid.
            -Accendete il segnale delle cinture e delle capsule, il controllore vi deve localizzare. Chiaramente tu Mikey come me, Leo e Raph assolutamente no, non deve sapere della nostra esistenza- disse Donnie.
 
            -Uffa ma perché mi tratti sempre da scemo!?-
            -Mikey te lo meriti, ti distrai sempre!-
            -Le comunicazioni tra noi e le tartarughe saranno interrotte, appena sapremo che frequenza adotterà il controllore, e solo allora, le riprenderemo, andiamo- ordinò Astrid.
 
Così quel giorno fu una manna per ufologi e patiti degli alieni, un numero imprecisato di velivoli a forma di uovo
 
sfrecciarono a velocità inaudita sulle teste degli ignari terrestri, avrebbero dovuto tenere l’invisibilità ma ormai non aveva
 
più importanza, tra poco sarebbero partiti.
 
Arrivarono sul luogo prestabilito in anticipo e crearono un campo di forza invisibile stando all’interno delle capsule. I
 
minuti non passavano mai, erano tutti nervosi, Frel se la faceva sotto, mentre Rel era silenzioso, il che era decisamente
 
strano.
 
Scattò l’ora, tutti aprirono la ricezione delle loro capsule per captare anche la minima frequenza udibile. Ad un certo punto
 
una voce maschile Niana echeggiò nel deserto.
 
            -Qui controllore Beal 11, mi ricevete prescelti?-
            -Qui Astrid 3, ti riceviamo forte e chiaro!-
            -Siete tutti i superstiti? Non vedo almeno quattro capsule-
            -Nil 1 è morto. Sono io il leader adesso. Tianad 2 e Tol 6 sono scomparsi, non li abbiamo trovati e la capsula di Miol 5 è esplosa nella Manica-
 
            -Avete solo sei capsule, è impossibile continuare la missione, devo ritornare per avvertire che avete fallito-
            -No Beal, abbiamo recuperato i cristalli di Miol 5 ed abbiamo la capsula di Nil 1, possiamo farcela-
 
Ci fu uno strano silenzio.
 
            - I cristalli sono integri e la capsula funziona?-
            -Affermativo, funzionano, non li abbiamo qui, ma possiamo connettere la capsula di Nil alle nostre e dividerci i cristalli di Miol-
 
            -Come farete senza i due ingegneri?-
            - Ho fatto la fusione con Nil prima che morisse, ora sono io l’ingegnere- rispose Astrid.
            -Tu sei una biologa, pensi di poterlo sostituire?-
            -Affermativo, anche Frel e Lisad hanno delle conoscenze di fisica ed elettronica-
            -Non ce la farete mai con così pochi cristalli...-
            -Per caso sei un ingegnere elettronico ed un fisico?- Disse sprezzante Frel.
            -No, ma voi non andrete da nessuna parte!-
 
All’improvviso un raggio colpì il campo di forza dei Niani.
 
            -Perché avete innalzato una barriera! Rel cosa gli hai detto?!-
            -Io nulla… io non ho fatto nulla!- disse Rel nel panico.
            -Fai qualcosa! Non devono sopravvivere-
            -Non posso ucciderli, non posso!-
            -Rel? Ma di cosa parla? Rel ti prego spiegami…- gridava disperata Mead.
            -E tu Mead non dovevi essere sua complice?- disse Beal.
            -Io la complice, di cosa parli?-
            -Nil mi ha detto tutto del complotto e ora tu la pagherai cara- disse Astrid e aggiunse- Mead parla con Rel è stato condizionato, solo tu puoi convincerlo, anche tu eri condizionata ti ho liberato, parlagli-
 
            -Numero 3 allora non eri un fallimento come dicevano!- disse Beal.
            -Fatti vedere codardo!- gridò Lisad.
 
Beal continuava a sparare, ma non era chiaro da dove arrivassero i colpi, erano come pilotati. Intanto Rel era entrato in trance e stava cercando di disattivare il campo di forza.
 
            -Ti prego Rel non lo fare- cominciò a gridare Mead- ti prego ucciderà anche me, che ne sarà di noi, ti prego-
 
Astrid era in pena, Mead non poteva fare molto in realtà, l’energia del campo di forza si stava dissolvendo.
 
            -Appena la barriera si dissolverà disperdetevi e spegnete il segnalatore- ordinò Astrid.
 
Il campo cedette ed ognuno schizzò in una differente direzione, ma Nied fu colpita di striscio e la capsula ricadde a terra.
 
            -Noooo Nied!- gridò Frel che sparava alla cieca per colpire Beal.
 
Intanto il controllore rideva sadico e sentenziò:
 
             -E’ la vostra fine sciocchi prescelti, il numero 11, il peggiore di voi, vi farà fuori-
 
Ma proprio in quel momento fu colpito, tre capsule Niane ed uno strano mezzo si avvicinavano a forte velocità
 
            -Astrid qui Donnie, avete ricevuto le coordinate?-
            -Sì Donnie, grazie a Dio! Come mai ci avete messo così tanto?-
            -Il file non era facile da craccare come pensavo, ci ho messo un po’ di più! Siete tutti interi vero?-
            - Quasi! Nied è  stata colpita, ma nulla di grave, è già ripartita-
            -Astrid! Rel è scomparso!- diceva Lisad.
            -Mead ti prego cerca Rel, fermalo, non vorrei andasse a sabotare il portale, fermalo tu-
 
            -Agli ordini Astrid...mi dispiace tanto- Mead sfrecciò verso New York, ma era preoccupata, non sapeva come si sarebbe comportato Rel.
 
Le tartarughe volteggiavano intorno alla navetta di Beal, la quale era più grande almeno cinque volte di più.
 
            -Non erano morti i prescelti?-
 
Il controllore era molto confuso e non riusciva a capire chi pilotasse le capsule. Leo aprì le comunicazioni e si trovò davanti
 
un Niano color ruggine, il crine rosso e con lo sguardo malefico.
 
            -Tu cosa sei?! Che fine hanno fatto gli umani!- Disse Beal.
            -Non c’è tempo per fare conoscenza, arrenditi sei circondato, adesso tutte le capsule stanno convergendo qui e anche se diventassi invisibile possiamo trovarti…-
 
            -…grazie a me Beal, uno sciocco terrestre che sa usare la tecnologia Niana come Nil!- Disse Donnie che si era unito alla conversazione.
 
            -Ma siamo sicuri che sei della stessa specie di Lisad? Sei proprio brutto- disse Raph che si era intromesso.
            -Sì è vero! E’ quasi peggio di te Raph- aggiunse Mikey che non voleva essere escluso e poi gridò:
            - Cowabunga! –
 
La tartaruga in arancio si gettò a tutta velocità verso Beal sparando a raffica per fermarsi a pochissima distanza e riprendere la sua corsa pazza.
 
            -Mikey! Mi farai venire un colpo- disse Donnie che sperava che il suo prototipo reggesse alla vivacità del fratello.
 
In poco tempo Beal era circondato da quattro Niani inferociti e quattro determinate tartarughe, la sua schermatura stava per cedere.
 
            -Cosa volete farmi? Non potete uccidermi! Non potete!-
            -Non dipende da noi, arrenditi e avrai salva la vita- disse Astrid.
            -Oppure ci penseremo noi a farti fuori, noi non siamo Niani- disse Leo con una grinta da far paura.
            -Giusto fratello! Noi siamo terrestri violenti e crudeli, non abbiamo paura di uccidere- ribadì Raph.
            -Bè… crudeli magari solo un po’, però se dobbiamo per forza… lo faremo- disse Mikey.
 
Raph imprecò nelle solite lingue sconosciute.
 
            -Mikey! Ma cosa stai dicendo!...Non importa! Siamo almeno in tre che possiamo farti fuori senza problemi- disse
 
Donnie per rimediare.
 
            -Maledetti terrestri, non pensavo che sareste stati certo un problema, mi era stato detto che eravate sottosviluppati, solo preoccupati a fare il vostro e stare nelle vostre amate casette!-
 
            -Quelli sono gli umani- disse Donnie- noi siamo tartarughe ninja!
            -Tarta che?- rispose Beal.
 
            -Insomma che diavolo! Ti vuoi arrendere? Non ce lo far ripetere, noi ti faremo fuori altrimenti- disse Raph
 
spazientito, non gli piaceva combattere così, voleva farlo scendere a terra e bucherellarlo qua e là con i suoi sai…ma senza
 
ucciderlo ovviamente.
 
 
Finalmente Beal si arrese, erano otto contro uno ed avevano il doppio del suo fuoco. Non era pronto ad una situazione così,
 
anche se era un soldato scelto pensava che si sarebbe trovato davanti un gruppo di scienziati imbranati che sarebbero morti
 
subito, non otto rettili armati e pronti a tutto.
 
 
Agganciarono la navetta di Beal, anche la Tartacapsula era compatibile, però questa volta erano troppo grossi per non
 
essere notati dai terrestri. Allora salirono velocemente ad alta quota e ad una velocità molto sostenuta riscesero in mezzo
 
all’Atlantico e fecero il viaggio sott’acqua.
 
Così connesse le capsule potevano, fondendosi, aprire un varco e chi si trovava dentro poteva passare nella capsula attigua,
 
così le quattro tartarughe andarono a fare visita a Beal, lo spazio nella sua navetta lo permetteva. All’interno era tutto
 
bianco, c’era molto spazio. Il Niano era sceso dalla postazione di pilotaggio, una specie di letto di energia ed aveva la
 
cintura pronta a sparare.
 
            -Così saresti tu il famoso controllore, non sai quanto ti abbiamo cercato- disse Raph con i sai in mano e lo sguardo agguerrito.
           
            -Sappiamo come funziona la cintura, non puoi sparare qui dentro, ma noi possiamo usare le nostre armi- disse Donnie oramai esperto di tecnologia Niana.
 
Intanto fuori i Niani pensavano a condurre il nuovo mezzo fino alla baia di New York.
 
            -Non sono un semplice Niano, sono un soldato, e so cavarmela anche contro più di un avversario, anche senza la cintura-
 
Beal era veramente grosso e sicuramente più forte di Lisad, ricordava un po’ quello scimmione di Hun, un loro nemico del
 
passato, ma a differenza del terrestre non sapeva chi aveva davanti.
 
Raph si buttò all’attacco, non aspettava altro, mentre gli altri studiavano l’avversario. Beal era anche rapido, schivò i colpi,
 
però non riuscì a colpire Raph. Mikey si fece avanti, ma non c’era abbastanza spazio per le sue acrobazie, il Niano lo
 
afferrò e lo mandò a sbattere contro Donnie, che picchiò la testa contro la parete della navicella.
 
            -Ehm, scusa fratello!-
 
Allora fu la volta di Leo, Beal ricreò con la cintura una specie di scimitarra con cui si difese dai poderosi attacchi del
 
leader. Nel sottofondo si sentì una voce.
 
            -Che sta succedendo lì? Ragazzi fatemi sapere qualcosa- era Astrid preoccupata.
            -Ehm… lo abbiamo in pugno- disse Mikey.
            -Non direi proprio- ribattè Beal che aveva deciso di vendere cara la pelle.
            -Siamo quasi arrivati, su ragazzi non giocate- disse Lisad che avrebbe partecipato volentieri, ma non c’era proprio lo spazio.
 
Ad un segnale di Leo tutti si buttarono contemporaneamente sul grosso Niano.  Donnie cercò di fargli perdere l’equilibrio
 
con il bo, Mikey agganciò un braccio con un nunchaku, Leo bloccò la scimitarra, Raph lo afferrò alle spalle e gli mostrò un
 
sai proprio dritto alla gola.
 
            -Prova a muoverti se ci riesci-
 
Poi lo colpì con un pugno e lo fece svenire. Mikey lo legò come un salame grazie alla sue catene.
 
P.S. Ciao a tutti!
Lisad ha saputo la triste verità su Nil, riuscirà a superare il trauma e darà una chance a Raph?
 
Finalmente abbiamo fatto la conoscenza con l’ultimo Niano rimasto, Beal è un omone grosso come Hun (cartone del 2003 ovviamente) e non sarà facile averci a che fare. Intanto la “bomba“ Rel è esplosa, Mead dovrà cercare di farlo ragionare.
 
Grazie a tutti voi che seguite anche se siete in vacanza, grazie a chi recensisce e a chi recensirà
baci
Altair
 

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Capitolo 27
*** La follia di Rel ***


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI: Astrid e Donnie hanno fatto la sfusione totale (cap 25). Beal, il controllore, viene trovato solo il giorno del rendezvous e con l’aiuto di Rel cerca di fare fuori tutti, ma il tentativo fallisce grazie anche all’intervento delle nostre Trutles. Adesso resta un problema, Rel è scappato e nessuno sa cosa combinerà, intanto tartarughe e Niani ritornano con il prigioniero al rifugio.
 
 
 
Lasciarono la grande navetta di Beal nel fondo della baia e Mikey, suo malgrado, dovette trasportare il Niano nella sua
 
perché era quella più spaziosa. Arrivati al rifugio trovarono le capsule di Rel e Mead, ma di loro nessuna traccia.
 
            -Astrid per favore assicuriamoci che quel grosso Niano non si liberi…è un classico dei film, gli eroi si distraggono, non hanno legato bene i cattivi e qualcuno dei buoni muore sempre!- disse Mikey.
 
            -Non preoccuparti lo sistemo subito-
 
Si avvicinò a Beal e posizionò le sue mani intorno alla grossa testa e fu subito dentro.
 
Il numero 11 era stato cresciuto come Lisad  se non peggio, aveva conosciuto solo violenza, era stato allenato alla vecchia
 
maniera ed era preparato anche ad uccidere. Ma notò che l’educazione violenta non era bastata. Per prepararlo era stato
 
condizionato, Redol lo aveva fatto varie volte negli anni. Astrid si staccò subito.
 
            - E’ un  grosso guaio, non sono in grado di togliere il condizionamento di Redol-
            -Vuoi dire che dovremo tenerlo prigioniero e sperare che mandino un altro controllore?- disse Frel tremando.
            -Non sono d’accordo, tu puoi farcela Astrid, devi solo esercitarti, sono sicura che puoi, non ho mai visto tanto potenziale psichico come in te- disse Nied.
           
            -Ma Redol è molto più forte di me…-
            -No! Non è così! Lui ha solo esperienza di secoli, tu puoi farcela, dovrai provarci varie volte, so che ce la puoi fare.
 
Per ora troveremo un posto dove tenerlo e perché no, anche parlargli. E’ un Niano come noi, sono sicura che capirà-
 
aggiunse Nied.
 
Decisero di portare il grosso Niano nel rifugio delle tartarughe, ci avrebbero pensato loro a tenerlo d’occhio fino a che non
 
fosse stata pronta una cella dove tenerlo.
 
In quel preciso momento entrò Rel, puntò un’arma laser verso Donnie e gridò:
 
            -Muori sporco terrestre!- sparò un colpo, ma il ninja in viola lo schivò come fosse niente. Rel però lo teneva ancora sotto tiro.
 
            -Fermati Rel, perché?- Astrid gli si parò davanti.
            -Lui sostituisce Nil…lui deve morire- Rel sembrava in preda ad una possessione demoniaca.
            -Rel lui non è Nil…tu dovevi uccidere Nil non Donnie…e Nil è morto…il tuo compito è finito- insisteva Astrid.
 
Le tartarughe, Nied, Frel e Lisad purtroppo erano proprio di fronte a lui, se Rel avesse sparato avrebbe colpito qualcuno di loro di sicuro.
 
            -Levati Astrid, non voglio ucciderti, tu non sei il numero 1-
            -Neanche Donnie è il numero 1, quando ucciderai lui dopo dovrai uccidere anche me, perché sarò io a sostituire Nil-
            -No! Non mi confondere…devo uccidere chi costruirà i macchinari su Marte-
            -Dov’è Mead? Non l’avrai uccisa?- disse Nied preoccupata.
            -No, è viva ha cercato di fermarmi…l’ho legata. Io devo uccidere solo Nil-
            -Esatto! E Nil è morto, tu non devi fare altro- diceva Astrid che cercava di avvicinarsi lentamente per toccarlo e fare una fusione.
 
            -No, stai lontana! Non voglio ucciderti-
 
La numero 3 continuò a camminare, gli afferrò la mano, ma partì un colpo. Raph e Leo furono subito su Rel, Donnie soccorse Astrid.
           
            -Dove ti ha colpito?! Parlami!-
 
La Niana era riversa a terra e sanguinava. Donnie la prese tra le sue braccia.         
 
            -Amore parlami…-
            -Donnie…la spalla …mi fa male…ma sto bene…sto bene- e svenne dal dolore.
            -Leo! Se muore sarai contento…l’ha fatto per salvarci- disse Donnie che ancora non aveva perdonato il fratello per aver minacciato Astrid con la sua katana.
 
            -Non voglio questo Donnie…tu non capisci- disse Leo dispiaciuto.
 
Portò subito Astrid in laboratorio, cercò di fermare l’emorragia, era stata colpita vicino al cuore e sanguinava
 
copiosamente. Essendo un colpo di laser non doveva estrarre il proiettile, ma oltre alle lacerazioni c’erano anche delle
 
bruciature, poteva solo ripulire la ferita ed usare la cintura prima possibile, anche a costo di usare tutta l’energia di cui
 
disponevano. Ma sembrava che la tecnologia Niana non bastasse. Nied arrivò subito al suo fianco.
 
            -Donnie, ci penso io, adesso vai-
 
Ma lui non si mosse di lì.
 
Era di nuovo in quel prato dai mille colori su Ni, il cielo era rigato da nuvolette plumbee, tutto intorno uno strano colore
 
violetto, un sole rosso sangue stava tramontando, non aveva nulla di terrestre.
 
            - Nipote mia! Sono Leiad, sono tua nonna. Non li puoi abbandonare, ora hanno bisogno di te-
 
Astrid era sdraiata a terra e la nonna le teneva la testa sulle gambe.
 
            -Sono tanto stanca, vorrei dormire…-
            -No amore non puoi, cosa farà Donnie senza di te? E tutto il popolo? Diventerà una razza di conquistatori crudeli, non vuoi che accada vero?-
 
            -Nonna…non sono abbastanza forte, non ce la faccio…Redol è troppo per me-
            -Non è vero, tu sei forte quanto lui, anzi forse di più, non mi ha mai battuto nella forza psichica, è per questo che mi ha fatto uccidere-
 
            -Redol…ti ha ucciso-
            -Non ti chiedo vendetta, ti chiedo di fermarlo, di farlo curare, la sua anima è ammalata. Nessuno è veramente cattivo, è solo mancanza d’amore-
 
            -Nonna…cosa pensi di Donnie?-
            -E’ un essere stupendo, tutti loro lo sono, fallo per loro, torna, ti aspettano, avete bisogno l’uno dell’altro. Puoi vincere il condizionamento di Redol, la mente è potente, tu puoi tutto. I tuoi sentimenti sono la tua forza. Io sarò sempre con te-
 
All’inizio vedeva una macchia verde, poi distinse anche un po’ di viola.
 
            -D-Donnie-
            -Sì sono qui!- le prese la mano- come ti senti?-
            -Cosa è successo?-
            -Rel ti ha colpito. Ti aveva leso un’arteria, credo quella che noi chiamiamo aorta, hai rischiato di morire dissanguata. Nied è un chirurgo incredibile ti ha salvato lei…non avrei potuto fare molto da solo…non bastava la cintura-
 
            -Dov’è Rel?-
            -E’ legato vicino a Beal…ma è sconvolto, non capisce perché si è comportato così, non ci crede di essere stato condizionato-
 
            -Devo andare da lui, devo liberarlo…mia nonna dice che posso farlo-
            -Hai sognato tua nonna di nuovo?-
            -Sì …lei aveva una forza psichica maggiore di Redol…e lui l’ha fatta ammazzare-
 
Astrid cominciò a piangere, la fusione con la madre le aveva lasciato dei sentimenti reali di nipote anche se non aveva mai
 
conosciuto nessuna delle due.
 
            -Adesso devi riposare, ha detto Nied che ci vorranno almeno tre giorni perchè tu possa sperare di alzarti, starò qui con te-
 
Cominciò a carezzarle il viso a baciarla sulla fronte e lei si addormentò. Fuori intanto Lisad inveiva su un Rel molto confuso.
 
            -Stupido idiota! Se ti diciamo che ti hanno condizionato vuol dire che è vero, no? E poi altrimenti perché avresti sparato ad Astrid!-
 
            -Nessuno mi ha mai avvicinato, non ho mai fatto la fusione-
            -Possono averla fatta senza il tuo permesso, mentre dormivi- disse Nied- a quanto pare non sei l’unico, anche ad
 
Astrid è successo. Sua madre l’ha riconosciuta ed ha fatto la fusione durante il sonno. La nonna di Astrid è la leggendaria
 
Leiad…anche Astrid ha una forza psichica molto forte, può liberarti dal condizionamento di Redol, so che può!-
 
Anche Beal era sveglio, ascoltava attentamente ed intervenne dicendo:
 
            -Parli di Leiad? La più potente Niana che il Consiglio Scientifico abbia mai avuto? Dicevano che avesse una
 
forza psichica Sovra-niana! Non credo che quella svampita abbia le stesse capacità e poi con me sarebbe inutile!-
 
            -Anche tu sei stato condizionato, sgorbio!- disse Lisad.
            -Perché dovrei credervi? Voi siete quegli incoscienti che faranno morire il nostro popolo! Non possiamo più aspettare, dobbiamo venire su Terra!-
 
            -Questo non è il vostro pianeta- disse con un ghigno Raph- E’ il nostro!  Chi vi dà il diritto di venire qui a fare i vostri porci comodi-
 
            -Siete degli essere inferiori, ci saranno utili degli animali da compagnia- rispose sprezzante Beal.
 
Il grosso Niano non sarebbe stato facile da gestire, ma decisero che le tartarughe avrebbero fatto la guardia ed avrebbero
 
tenuto un occhio anche su Rel mentre costruivano un cella sicura dove poterli tenere nell’attesa che Astrid si fosse rimessa.
 
 
Il giorno dopo Astrid riaprì gli occhi, Donnie si era addormentato su una sedia vicino a lei.
 
            -Amore? perché non vai a riposare, sto bene-
            -Buongiorno principessa…ma io sto benissimo, ho dormito un po’…-
            -Dalle occhiaie non direi!  Ti prego chiama Nied, voglio fare il trattamento due volte al giorno, non possiamo perdere tempo-
 
            -Lo sai che rischi il cancro…-
            -La percentuale non è altissima e vorrà dire che dopo mi curerà per quello-
            -Smettila, non scherzare, ti atterrai a quello che ti dirà Nied, lei è il medico-
Donnie aveva alzato i toni, aveva rischiato di perderla e cosa ancora peggiore, non avrebbe potuto far nulla, se non ci fosse
 
stata Nied. Si era sentito inutile per la prima volta in vita sua.
 
            -Chiamami Nied, posso comunque fare un trattamento e voglio parlare con Rel-
 
La Niana chirurgo arrivò subito e mentre la curava commentò:
 
            -Rel non vuole crederci, gli ho detto pure di tua nonna Leiad…è molto confuso…mentre Mead è in camera sua, non vuole vedere nessuno, è rimasta sconvolta dalla violenza di Rel, dice che non lo riconosce più-
 
            -Ma la fusione non è così forte da sconfiggere tutto?-
            -No Astrid, come mi diceva tua madre…
            -Come ti diceva mia madre? Tu la conosci?-
 
            -Sì è stata il mio tutore, è un medico chirurgo eccezionale…so che è tua madre perché secondo me assomiglia
 
tantissimo a Leiad…ho visto delle immagini della tua nonna leggendaria…ho capito tutto solo quando ti sei messa davanti
 
a Rel, ho visto qualcosa di loro due in te, poi non poteva essere un caso che tu avessi questa forza psichica eccezionale, che
 
io sappia solo Redol è così potente-
 
            -Come si chiama mia madre? Non me l’ha detto-
            -Non lo so nemmeno io…non so perché diceva di essere “senza nome”-
            -Che cosa strana…-
 
Astrid fece per alzarsi, ma Nied la fermò.
 
            -Sarebbe meglio che tu restassi ancora sdraiata-
            -Devo parlare con Rel. E’ per facilitare il mio compito, credo che sia più semplice togliere il condizionamento se lo faccio ragionare-
 
            -Se lo portassi da te? Che ne dici Nied?- chiese Donnie.
            -Va bene, ma non ti alzare e non ti agitare. Se ti fa arrabbiare lo buttiamo fuori di qui-
 
Portarono Rel nel laboratorio, era legato, ma sicuramente era tornato in sé.
 
            -Mi dispiace Astrid…non ricordo assolutamente nulla…non so come sia possibile…e ora Mead mi odia…-
            -Perché non vuoi credere che ti abbiano condizionato?-
            -Ho una grande forza psichica, se avessi voluto ti avrei condizionato la prima volta!-
            -Ma davvero? E chi ti ha detto questo- commentò Nied.
            -Redol-
            -Che cosa? E tu credi a quel pazzo- continuò Nied.
            -Bè… è a capo del Consiglio Scientifico.-
 
            -Vallo a dire a Nil, Tianad, Miol e Tol! E’ un pazzo furioso che ti ha usato!- Nied era molto alterata anche se
 
manteneva la calma -me ne vado di qui altrimenti divento violenta anche io- e prima di uscire dal laboratorio disse a Rel
 
fissandolo seria nelle palle degli occhi- ecco perché sei così spocchioso! Mi dispiace dirtelo ma tu non ne hai proprio
 
motivo, ho letto la tua mente! Tu dovevi essere il numero 11- se ne uscì quasi sbattendo la porta.
 
            -Non è vero! Nied mente-
            -Rel, sono entrata nella tua testa ed ho visto un blocco ed un condizionamento di Redol. Ti ha usato, ti ha fatto credere di essere chi non eri, ti ha plagiato-
 
            -Anche tu stai mentendo…siete invidiose di me-
 
Donnie non fiatava perché aveva capito che bisognava mantenere la calma, ma lo avrebbe preso volentieri a calci, non solo
 
per quello che diceva, ma anche per quello che aveva fatto. Condizionato o no aveva quasi ucciso la sua Astrid.
 
            -Rel non voglio dire che tu dovresti essere il numero 11, ognuno di noi è un’eccellenza nel proprio campo. Quei
numeri ce li hanno dati per sottometterci, per farci credere cose non vere, sono sicura che è stata un’idea di Redol-
 
            -No! Non è stato lui, altrimenti io sarei stato il numero 1, lo diceva sempre-
            -Rel abbiamo le prove di quello che diciamo, tu hai nascosto le tracce di Beal e hai avuto una conversazione con lui-
            -Non è vero! Non l’ho mai fatto-
            -Donnie fagli sentire le registrazioni-
 
Sul pc comparvero tutti i dati recuperati dalla capsula di Rel e si sentiva chiaramente la voce sua e di Beal che discutevano.
 
            -No, non può essere vero…non posso essere io quello-
            -Riconosci che è la tua voce?-
            -Sì… ma è un falso-
            -Il condizionamento di Redol è davvero forte…- commentò Donnie.
            -E’ per questo che non sono riuscita a toglierlo, lo fa proprio sragionare!- rispose Astrid.
            -Rel, perché qualcuno dovrebbe volerti incastrare?-
            -Non lo so….-
            -Cosa ti ha detto Mead? A lei credi?-
            -Lei non mi ama più…siete stati voi, me l’avete ritorta contro-
 
Rel cominciò a barcollare perse l’equilibrio e svenne battendo un duro colpo a terra, Donnie avrebbe anche potuto
 
afferrarlo, ma non gli venne naturale. Lo prese di peso e lo riportò dove si trovava Beal. Quando tornò in laboratorio Astrid
 
gli disse:
 
            -Chiama Mead è fondamentale, devono rifare la fusione, deve vedere la verità anche attraverso di lei-
Arrivò Mead, aveva le lacrime agli occhi.
 
            -Astrid come stai? Mi dispiace tantissimo…Rel mi ha legato…non pensavo potesse osare tanto…credevo che la nostra fusione mi proteggesse da tutto…ma non è vero-
 
            -Rel è stato condizionato, non potevi fare nulla. Aveva condizionato anche te, l’ho percepito chiaramente-
            -E’ stato quel giorno quando hai voluto vedere i miei sentimenti per Rel?-
            -Sì, scusami…ma quelle domande erano vere, avevo bisogno del tuo aiuto per capire come comportarmi con Donnie-
 
            -So che avete fatto la fusione totale…-
            -Adesso so cosa provi. Sei angosciata perché temi che il Niano a cui ti sei legata, non sia quello che credevi, ma non è così. Tu lo puoi aiutare-
 
            -Ma come?…ti ha quasi ucciso…-
            -Devi rifare la fusione con lui, non ti chiedo di fare quella totale. Ti aiuterò, sarò con te, lo faremo insieme così potrai vedere anche tu il blocco, lo liberemo insieme-
 
            -Può funzionare?-
            -Sì, non ci sono limiti alle nostre menti, me lo ha fatto capire mia nonna. E se riusciremo, allora credo che potrò liberare anche Beal, anche lui è fortemente condizionato, anche più di Rel-
 
            -Ma tutto questo avverrà tra due giorni, adesso non puoi Astrid- precisò Donnie, condusse Mead fuori dal laboratorio e tornò con un panino.
 
            -Ha detto Nied che puoi mangiare, tieni è il tuo preferito: prosciutto crudo, melanzane grigliate e mozzarella. Te lo ha preparato Mikey-
 
            -Come sta?-
            -Insomma, fa finta di nulla, ma è molto giù, in questo momento è nel dojo con Leo-
 
 
Intanto i due nominati erano l’uno di fronte all’altro, era tanto che non si sfidavano un po’.
 
            -Allora Mikey, come va con la tua fidanzata umana?-
 
Leo ovviamente non sapeva nulla di certo.
 
            -Non ce l’ho la fidanzata-
            -Si è già stufata di te?-
 
Mikey si fermò ed i nunchaku con lui.
 
            -Leo ma che ti prende? Non  ti riconosco…perché sei così cattivo con tutti?-
            -Sono realista-
            -No, non è vero…vuoi sapere cosa è successo tra me ed Isabel?-
            -Veramente non mi interessa…-
 
            -Non importa, devi ascoltarmi! Lei ora è guarita sta bene, ha nuove amiche, ha un lavoro, ma continuavo ad andare
 
da lei e se mancavo un giorno lei mi cercava. Ci siamo visti quasi tutte le sere per circa tre mesi. Ero così felice… non c’è
 
videogame che tenga, la realtà può essere molto più bella…-
 
            -Insomma Mikey!-
            -Ascoltami! Un giorno sono andato da lei, ma mentre parlavamo le è squillato il telefono…era il suo ex che la cercava…allora sono scappato via…lei ha continuato a chiamarmi tanto che ho buttato via la sim-
 
            -Tu sei scappato da lei…non è stata lei a mandarti via?- Leo era sorpreso.
            -Già!  Ed ora sono qui che soffro perché non saprò mai come sarebbe andata…non ho il coraggio di parlarle-
            -Non sei mai andato a vederla di nascosto?-
 
            -No, perché se la vedo non so come reagirei…e poi lo so che lei mi vuole solo come amico…questo io lo
 
capisco…però quello che volevo dirti è che…nonostante tutto…non punisco gli altri perché sono infelice come fai tu!-
 
Mikey stava dando una lezione di vita al fratello maggiore, quello responsabile, quello che doveva essere il più saggio.
 
Finalmente Leo capì cosa stava succedendo, quella rabbia repressa che non lo mollava da un po' era a causa di Donnie ed
 
Astrid, poi Isabel e Mikey ed infine Raph e Lisad. L’invidia era un sentimento talmente infantile e banale, non poteva
 
esserne anche lui preda come gli altri. Mikey lo aveva riportato alla ragione.
 
            -Scusami…ho bisogno di meditare…continuiamo un’altra volta…-
            -Bè, allora? Tutto qui? Non mi dai ragione? Perché lo so che ce l’ho!- gli gridò in faccia il fratello minore, parlare di
 
Isabel era stato doloroso, doveva essere servito a qualcosa.
 
            -Sì Mikey…hai ragione…non me ne rendevo conto…vi ho invidiato perché voi avete avuto più coraggio di me…e ora ti prego ho bisogno di stare solo-
 
Mikey usci dal dojo a pugni chiusi, aveva bisogno di aria, sarebbero bastate quelle due o tre ore a correre sopra i tetti e poi
 
forse si sarebbe calmato. Fuori pioveva, ma questo non lo fermò e senza volere si trovò nel quartiere di Isabel, quando se ne
 
rese conto arrestò la sua corsa e tornò indietro. Poi pensando di sognare vide un manifesto con il viso sorridente di lei, era
 
la pubblicità della sua mostra che ci sarebbe stata tra due giorni.
 
            - C’è riuscita…se lo merita…è così brava….-
 
Sorrise amaramente e tornò al rifugio, poteva scappare quanto voleva, il pensiero di lei l’avrebbe inseguito ovunque.
 
Quando rientrò al rifugiò incontrò Nied che era stata a trovare la sua paziente.
 
            -Mikey ti cercavano, tra poco è il tuo turno per badare a Beal e Rel….ma sei tutto bagnato cosa hai fatto?-
            -Correvo sotto la pioggia…mi piace molto in questa stagione…-
            -Ma se è inverno! Ah ho capito….sei stato da Isabel, le hai parlato?-
            -No non lo farò mai, non deve più vedermi…mi passerà…-
            -Mikey…ma perché non le dici la verità….tanto cosa cambia?-
            -Cambia che saprò per certo che non mi vuole…ecco cosa cambia…-
            -Non vuoi vederla più davvero?  Non ti manca? Credevo di aver capito le dinamiche dei sentimenti dei terrestri-
            -Da morire Nied….ma credo che sia meglio così-
            -Pensaci… tu non lo sai per certo cosa sarebbe successo…-
 
I discorsi di Nied lo lasciavano sempre un po’ confuso, lo incoraggiava sempre, ma lei non poteva capire, non era
 
nemmeno terrestre e non aveva mai avuto un fidanzato. Mikey si fece bastare quelle ragioni e cercò di dormire.
 
P.S. Ciao a tutti!
Tanto per complicare la situazione ho aggiunto altri due personaggi: la mamma di Astrid che apparentemente è “senza nome” e la leggendaria Leiad, la Niana con il più forte potere psichico mai conosciuto…entrambe la guideranno e forse riuscirà ad usare il suo potenziale per aiutare Beal e Rel.
Finalmente ora è chiaro cosa diavolo frulla in testa a Leo, è il leader, è il migliore dei quattro ma è il più infantile quando si tratta di sentimenti, perfino Mikey sembra più saggio di lui.
E Mikey cosa farà? Avrà il coraggio di parlare ad Isabel? Diciamo che lo sapremo presto…;-P
 
Grazie a HellenBach che continua a recensirmi anche in questi afosi giorni di luglio…ammetto che fa piacere leggere recensioni…però ringrazio anche voi che leggete e che mi avete seguito fino qui…questa storia è già scritta e quindi finchè leggerete pubblicherò e ci terrei tantissimo ad arrivare all’ultimo capitolo, mi rendereste felice!
:-)
Baci
Altair
 

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Capitolo 28
*** La mostra di Isabel. Il mostro Beal ***


 

Era il giorno della mostra ed Isabel era molto emozionata, ma pensava a Mikey costantemente,  avrebbe tanto voluto che lui
 
fosse presente, ovviamente per varie ragioni questo era impossibile. Continuava a chiedersi perché fosse sparito senza
 
spiegazioni. Si sentiva così triste e sola senza di lui, forse più sola di quando le era successo l’incidente. Però adesso non si
 
sarebbe mai suicidata per rispetto nei confronti di Mikey, ma anche perché era cambiata profondamente. Isabel si rendeva
 
conto che l’essere più buono e gentile della terra non era un umano, non erano i suoi genitori, né le sue amiche, era una
 
tartaruga con gli occhi azzurri e una bandana arancio.
 
 
Dopo mesi dall’incidente non si vedevano più i segni del fuoco, un po’ perchè coperti dal trucco, un po’ con l’aiuto dei
 
collant e questo lo doveva unicamente al suo angelo custode . Passò in mezzo ai suoi quadri, li aveva disposti in ordine
 
cronologico dai primissimi, a quelli dell’incidente, al periodo felice con Mikey e per ultimo quello che chiamava il suo
 
periodo più nero: un quadro che raffigurava New York di notte, effettivamente solo in nero e sfumature di arancio.
 
Mentre ripassava  davanti al ritratto di Michelangelo notò che un bel biondo stava fissando il
 
dipinto molto da vicino.
 
Era quasi tentata di fargli una battuta, sembrava un surfista che aveva smarrito la strada per il mare. Ma si avvicinò e gli
 
chiese gentilmente:
 
            -Le piace questo dipinto?-
 
Nell’immagine i tratti del viso di Mikey erano appena accennati ed il resto del corpo sfumava leggermente con tante
 
colorazioni di verde fino al colore acquamarina, si vedeva a malapena che era una tartaruga. Il biondo si girò verso di lei,
 
era molto bello e con gli occhi di un azzurro cielo che le ricordavano tanto quelli di Mikey.
 
            -E’ fantastico, mi piace il soggetto. E’ una tartaruga, giusto?
            -Sì, una tartaruga intelligente-
            -Dallo sguardo sembrerebbe che lo sia davvero, questi quadri sono incredibili, sembrano avere l’anima, non le sembra?-
 
            -Anche un mio carissimo amico diceva sempre così. Sono io l’autrice- disse Isabel sorridendo e gli tese la mano.
            -Piacere sono Michael…Complimenti per i suoi lavori, sono stupendi-
            -Sono Isabel…grazie…ma sta tremando, si sente male?-
            -Non è nulla…sto bene…-
            -E’ sicuro? Non vuole che le chiami assistenza?-
            -No…sta già passando…forse un calo di zuccheri-
            -Ma senta, io la conosco? Mi ricorda tanto qualcuno…la sua voce, i suoi occhi…-
            -N-no si sbaglia….ora mi perdoni…ancora complimenti è bravissima-
 
Lo straniero si allontanò, Isabel non era affatto convinta e lo seguì fuori dall’edificio, lo vide svoltare in un vicolo, si
 
affacciò e rimase senza parole, il bel giovane si trasformò in una tartaruga umanoide di sua conoscenza, aveva alzato le
 
mani al viso e sembrava piangesse.
 
            -Mikey! Mikey!-
 
Michelangelo si voltò e la vide, forse sarebbe stata l’ultima volta, un vestito rosso tradizionale cinese l’avvolgeva in modo
 
morbido e sexy mentre correva verso di lui, l’avrebbe ricordata così.
 
            -No Mikey non te ne andare! Morirò senza di te-
 
La tartaruga aveva già fatto un salto sulla scala antincendio ma a quelle parole rispose.
 
            -No, non morirai, sei guarita, adesso puoi vivere anche senza di me!-
            -E’ per questo? Sto bene e tu te ne vai? Perché?-
 
Mikey scese a terra, cominciò a piovere.
 
            -Isabel sono una tartaruga, ho dovuto usare un trucco dei Niani per far parte della tua vita solo per qualche minuto…
senza che qualcuno gridasse o chiamasse l’esercito-
 
            -Gli altri non contano! Mi sei mancato così tanto...-
            -E John?-
            -John? Perchè lo rammenti?-
            -Adesso passerai le serate con lui…credo-
            -No, non lo voglio nella mia vita, per me è morto!-
            -Un giorno ci sarà qualcuno che starà al tua fianco e non vorrà certo che te ne vada in giro con me-
            -Mikey… ma noi siamo amici, troverò sempre tempo per te…-
            -Tu non hai ancora capito…ma del resto perché dovresti capire? Sono solo un mostro…-
            -Perché dici così?-
            -Perché non voglio essere solo tuo amico, tu sei molto di più per me! Ma lo so che è qualcosa di impensabile!-
            -Vuoi dire che….ti piaccio ? Che…- Isabel finalmente aveva capito.
            -Sì…non posso starti accanto come prima…soffrirei nel vederti nelle braccia di un altro…mettere su famiglia e fare figli-
 
            -Preferisci non vedermi mai più?-
            -Tu non sai quanto sono stato male solo per la telefonata di John…-
 
Isabel rimase a fissarlo in silenzio, la pioggia le aveva completamente bagnato i capelli, erano ricresciuti ma erano ancora
 
corti, sembrava un pulcino spettinato. Poi si avvicinò a lui per baciarlo, Mikey la bloccò con fermezza, ma senza farle del
 
male.
 
            -Tu non devi fare questo per pietà o per gratitudine…. non so che farmene!-
 
Cercò di essere più duro possibile per allontanarla, era davvero maturato, i suoi fratelli non l’avrebbero riconosciuto in quel
 
momento.
            -Non è per pietà….voglio solo vedere cosa si prova…ti chiedo solo un bacio…-
            -Ma…-
            -Ti prego, sarò sincera con te, lo prometto-
 
Mikey esitò un attimo, poi l’abbracciò con trasporto e la baciò nel modo più delicato e dolce possibile. Il primo bacio della
 
sua vita, lo aveva sognato tanto da quando aveva incontrato Isabel. Rimasero lì a lungo sotto la pioggia abbracciati.
 
            -Mikey….non ce la faccio a lasciarti andare via…-
            -Non ti ha fatto impressione baciarmi?-
            -A te?- rispose Isabel.
            -Scherzi? E’ stato bellissimo, hai delle labbra morbidissime-
            -Anche per me è stato bellissimo-
            -Dici sul serio? Non lo dici per farmi piacere?-
            -No, baci davvero bene-
 
Si misero a ridere, dopo tanto un po’ di serenità nel cuore di Mikey.
 
            -Ma…adesso che succede Isabel?-
            -Quello che succede in questi casi, cominciamo ad uscire ufficialmente-
            -Vuoi dire che potresti diventare la mia ragazza?-
            -Sì potrei….-
            -Davvero? Non lo fai per gratitudine?-
 
            -L’unica cosa che so è che mi sei mancato talmente tanto, non ho mai sofferto così per qualcuno, nemmeno per
John…pensavo di impazzire…sono salita sul cornicione un giorno sperando che tu venissi a salvarmi-
 
            -Tu hai…hai rischiato di morire di nuovo?!-
 
            -Te ne sei andato senza una spiegazione, credevo di averti fatto del male in qualche modo, non credevo di essere
 
così importante per te…a volte quando eravamo sui tetti o guardavamo la TV avrei voluto che tu mi baciassi…ma non
 
sapevo cosa veramente pensassi di me….ero orribile con tutte quelle cicatrici e sono molto diversa da una tartaruga…ero
 
convinta di non piacerti in quel senso…-
 
            -Tu sei bellissima, te l’ho detto varie volte…mi sembrava fosse chiaro-
            -Pensavo che tu lo dicessi per farmi stare bene…-
            -Sono sempre stato sincero con te e adesso potrò esserlo fino in fondo…ma ti stai bagnando tutta…-
            -Non puoi usare quel trucco per rientrare con me?-
 
            -Non posso, è troppo dispendioso, non posso usare così l’energia dei Niani…volevo solo rivederti un’ultima volta
 
con i tuoi quadri, non pensavo di tremare come una foglia quando mi hai preso la mano…ci possiamo vedere quando avrai
 
finito?-
 
            -Sì Mikey, finirò prima possibile, ho tanta voglia di stare un po’ con te-
            -Ci troviamo a casa dei tuoi?-
 
            -No,  adesso vivo per conto mio, me lo posso permettere, mi mancava la mia libertà e tu potrai venire quando vuoi!
 
Ci vediamo al numero 203 di Craven Road terzo piano lato sud tra un’oretta-
 
            -Allora a dopo-
 
Mikey in pochi balzi sparì sopra il tetto ed andò dove le aveva indicato Isabel. Trovato l’appartamento tentò di forzare la
 
finestra, ma era già aperta, entrò e cercò qualcosa per asciugarsi. Andò in bagno e trovò il phon di Isabel.
 
            - Chissà cosa si prova anche senza capelli-
 
Lo usò su tutto il corpo, non osava toccare gli asciugamani candidi di Isabel. Quando fu asciutto, cercò la camera, la trovò e
 
con sua sorpresa vide ben due quadri che lo raffiguravano ed uno dove erano insieme felici. Aveva dipinto tantissimo,
 
probabilmente aveva passato tutte le sue serate da sola a pensare a lui e a mettere su tela i suoi pensieri. Mikey non poteva
 
credere che Isabel avesse sofferto così per causa sua, era stato davvero stupido ad andarsene senza una spiegazione. Dopo
 
meno di un’ora sentì un rumore alla porta, soffocò l’istinto di andarle incontro e da bravo ninja si nascose nell’ombra.
 
            -Mikey sono io, dove sei?-
            -Hai fatto prestissimo…era la tua serata…-
            -Gli ho detto che stavo male e sono venuta via…mi sei mancato così tanto!-
 
Mikey l’abbracciò perché gli veniva abbastanza naturale, però poi le chiese.
 
            -Posso baciarti ancora?-
            -Sì che puoi, sciocchino!-
 
Non aspettò un secondo, la baciò nuovamente, stavolta con ancora più passione perché la paura di disgustarla era passata,
 
anche se aveva ancora qualche dubbio. Poi rimase imbambolato a fissarla come se temesse che sarebbe svanita come un bel
 
sogno.
            -Guardiamo un film?- disse lei arrossendo.
            -Non sai quanto mi sono mancate le nostre serate cinema…hai ancora quei popcorn burrosi?- rispose pronto Mikey.
            -Te li preparo subito, aspettami sul divano e accendi la TV-
 
 Mikey obbedì felice agli ordini, però si chiedeva se tutto questo fosse giusto, temeva che lei si sentisse in colpa e cercasse di trattenerlo in qualche modo.
 
            -Hai visto i miei disegni in camera?-
            -Sono incredibili-
 
            -Li ho dipinti la sera, mentre aspettavo il tuo ritorno. I miei pensavano che fossi impazzita, è anche per quello che
 
me ne sono andata di casa. Quasi tutte le mie amiche sono sparite, me ne è rimasta solo una, forse un giorno le parlerò di
 
te…sono i momenti difficili che ti fanno capire chi veramente ti vuole bene-
 
            -Anche io sono arrivato a questa conclusione- poi aggiunse- Volevo dirti…ho trovato la finestra aperta…stai attenta ai ladri-
            -Quella era per te, ho sempre sperato che tu mi trovassi, sono venuta a vivere qui solo da qualche giorno…ti piace il mio appartamento?-
 
            -Molto, si vede che è casa tua, l’hai arredata in modo originale…da artista…però…senti a costo di sembrare un rimbambito…ma veramente ti piace che ti baci?
 
            -Sì, veramente…perché non lo fai di nuovo?- Disse un po’maliziosa.
 
Mikey arrossì, si vergognava solo a darle la mano, figuriamoci a baciarla su richiesta, però non si sarebbe tirato di certo in dietro. Lei si sedette accanto a lui e gli mise le braccia intorno al collo.
 
            -Lo sai che hai degli occhi bellissimi?-
            -Sì! Certo!- rispose lui sorridendo.
 
            -Come sì certo? Ahahah- rise di gusto, Mikey era troppo divertente. Lui la zittì con un bacio, la sollevò e l’appoggiò
 
sulle sue gambe, adesso l’abbracciava tutta. Non si era mai sentito così, il cuore che batteva forte e quelle sensazioni tattili
 
innocenti, come sentire la pelle morbida del viso, gli davano alla testa.  Poi però si rese conto che forse era meglio
 
rallentare, non sapeva nemmeno cosa si aspettasse da lui. Allora le chiese:
 
            -Che film volevi guardare?-
            -Vuoi guardare un film davvero?-
            -Sì Isabel…non voglio correre troppo, è il nostro primo vero appuntamento…e poi ho paura che ti possa pentire di qualcosa-
            -Ok Mikey, però guarderemo il film in questa posizione-
            -Mi sta bene. Me li dai tu i popcorn? Se ti abbraccio non riesco a mangiarli!-
 
Entrambi si misero a ridere a crepapelle.
 
Uno squillo del telefonino lo fece quasi sussultare. Era sul divano e Isabel si era addormentata sopra di lui. Guardò chi era
 
lo scocciatore e vide sullo schermo la faccia severa di Leo. Rispose sottovoce:
 
            -Leo non  posso parlare, cosa vuoi?-
            -Ma tu non dovevi venire a darmi il cambio?-
            -Sono con Isabel- quasi sospirando.
            -Ok Mikey, sei scusato…vieni appena puoi-
 
Isabel aprì gli occhi, Mikey la guardava stregato, averla appoggiata su di sé risvegliava degli istinti primordiali che
 
nemmeno ricordava di avere, ma li teneva a bada anche grazie alla paura di spaventarla.
 
            -Chi era al telefono?-
            -Scusami non volevo svegliarti…era Leo devo andare…-
            -Non puoi rimanere? E’ sabato non devo andare a lavoro…-
            -Sei ancora sicura che…che vuoi che proviamo noi due?-
            -Mikey ti chiedo di rimanere e tu credi che ti voglia mandare via?
            -E’…che sei troppo bella, ho paura che sia un sogno ed io non voglio più svegliarmi…-
            -Quando mi fai tutti questi complimenti…mi metti in imbarazzo…-
            -Bè… puoi dire anche tu che sono bello…così per dire…-
            -Tu sei bello Mikey, sei la tartaruga più bella che abbia mai visto- disse Isabel e ridacchiava. Ma vide che lui era diventato serio.
 
            -Scusami…non volevo prenderti in giro…tu sei molto importante per me e mi piaci davvero tanto-
            -No, non me la sono presa assolutamente, era una bella battuta…sono triste perché devo andare via, hanno bisogno di me…-
 
            -Posso venire con te?-
            -Mi piacerebbe tanto…ma è troppo pericoloso in questo momento, devo fare la guardia a l’unico Niano ciccione della galassia!-
 
            -Un Niano ciccione? Non avevi detto che erano tutti perfetti…ero pure gelosa di quella Lisad…-
            -Tu eri gelosa? Forse sto davvero sognando, mi dai un pizzico?...Ahi! Ahi!…Ma sei fortissima-
            -Me lo avevi chiesto tu…-
 
Questa volta Isabel diventò seria, appoggiò il suo dolce visino sulle sue mani ed i gomiti erano puntati sul petto corazzato di Mikey.
            -Non sarà pericoloso?…starò in pena tutto il giorno…-
            -No Isabel, il Niano è legato e non sarò da solo…se tu fossi lì sarei davvero in pericolo, perché dovrei pensare anche a te, ma ti aggiornerò ogni ora-
 
            -Ogni trenta minuti!-
            -Ok, ogni trenta minuti-
 
Mikey doveva andare, ma Isabel  non dava segno di alzarsi.
 
            -Isabel…dovrei….-
            -Ma ritornerai vero?...anche io ho paura che sia solo un sogno…-
 
Lui  l’abbracciò, le carezzò i capelli, incredulo che una creatura così bella lo volesse con sé.
 
            - Ti prometto che tornerò, ho sempre mantenuto le promesse ricordi?-
            -Sì Mikey-
 
Isabel si alzò in piedi, Mikey l’ammirava tutta in quel vestitino cinese, se la sarebbe sognata anche la notte. Le dette un
 
bacio e sparì attraverso la finestra. Doveva fare presto era l’alba, tra poco sarebbe stato giorno.
 
 
            -Ma bene! Non doveva essere un saluto rapido? Sei in ritardo di ore, sono dovuto rimanere io qui con quel mostro pericoloso- si lamentava Frel.
 
            -Grazie di avermi prestato il cristallo…lei mi ha seguito e mi ha scoperto e…non voleva che andassi via…-
            -Allora è andata bene! Vi siete messi insieme?-
            -Credo di si…ma deve essere un sogno-
 
Frel gli tirò un man rovescio
 
            -Vedi non stai sognando! E adesso siamo pari. Ora Beal te lo ciucci te!-
 
Mikey era così contento che non l’aveva nemmeno sentita quella sberla.
 
            -Terrestre! Si può avere qualcosa da mangiare?-
 
Si lamentò il Niano, era ancora incatenato saldamente al muro e non aveva più la sua cintura.
 
            -Certo! Ti porto la tua brodaglia, ti cucinerei anche qualcosa, ma so che ti fa male, Astrid, i primissimi giorni che abitava con noi, ha preso il latte e dopo poco è scappata in bagno-
           
            -Sei strano terrestre…-
           
            -Sei più strano te! Astrid me l’ha spiegato, è come con Lisad, quando eri bambino ti hanno trattato malissimo, ti
 
hanno picchiato per farti diventare cattivo e scommetto che nessuno ti ha mai regalato un giocattolo nemmeno per il tuo
 
compleanno-.
            -Di cosa stai blaterando? Io sono un grande soldato! Cosa vuoi che ci facessi con i giocattoli-
            -Tutti i bambini giocano, anche i bambini Niani, lo so perché non siete tanto diversi da noi, ormai vi conosco bene-
            -Ti sbagli, siamo molto diversi da voi, siamo molto più intelligenti, voi siete arrivati al massimo sulla vostra Luna, per noi è solo una passeggiata di pochi secondi-
 
            -Anche voi eravate come noi un tempo e poi io sono una tartaruga e tu una lucertola, siamo rettili-
 
Beal lo guardava stupito non capiva se aveva davanti un deficiente o qualcuno di molto furbo.
 
            -Cosa stai cercando di fare terrestre, vuoi fare amicizia con me? Se non fossi legato ti avrei già spaccato il cranio in due-
 
            -Mamma mia come siamo aggressivi! Non l’hai visto che mi so difendere, e poi sei lento, non ce la faresti a
 
prendermi! Sei troppo grasso!-
 
            -Non sono grasso, sono muscoloso!-
            -Dite tutti così, anche Raph lo dice!-
            -Qual è Raph…quello dei sai?-
            -Allora te lo ricordi! E’ quello che ti ha steso con un pugno-
            -Lo ricordo bene, lui non chiacchiera come te…lo preferivo!-
 
Nonostante tutto Mikey andò in cucina e gli portò qualcosa di caldo che potesse digerire.
 
            -Non potete liberarmi almeno una mano? Non voglio che mi imbocchi-
            -Mi dispiace lucertolone ma non posso farlo, non sono stupido come sembro. Comunque tra poco avrai la tua cella e potrai mangiare da solo-
 
All’inizio Beal non voleva collaborare, ma erano tre giorni che non toccava cibo e fu costretto a farsi imboccare. Mikey
 
intanto non riusciva a stare zitto, era troppo allegro.
 
            -Mi ha detto Nied che ti hanno fatto il lavaggio del cervello fin da quando eri piccolo, è anche per questo che ci odi tanto, vero?-
            -Sono sciocchezze, nessuno mi ha mai fatto il lavaggio del cervello-
            -Anche a Rel lo hanno fatto, poverino-
 
Rel dormiva, era sdraiato su un materasso con caviglie e polsi legati, a Mikey faceva pena anche lui, erano tutte vittime.
 
            -E’ inutile che fai il gentile non ci casco, è una tecnica che conosco bene, sono preparato a tutte le vostre bassezze da terrestri!-
 
            -Sai che quando ho conosciuto Astrid non aveva mai pianto prima? Un po’ strano per una ragazza…-
            -I Niani non piangono mai!-
            -Mi dispiace deluderti…li ho visti piangere quasi tutti da quando li conosco….prova a chiederglielo!-
            -E’ la vostra influenza negativa, i vostri sentimenti alieni sono come una malattia!-
            -Bada come parli, l’alieno qui sei tu, non io!-
            -Perché non facciamo la fusione, così vedrò da solo se è vero quello che dici-
 
Beal aveva un ghigno terrificante sul viso.
 
            -Non so…mi sembrava che Astrid avesse detto che potete condizionare le persone…-
            -Non tutti, io non posso-
            -Non lo ascoltare Mikey, tutti noi possiamo farlo, soprattutto alle vostre menti che non sanno difendersi- disse Rel che in realtà era sveglio e stava ascoltando la conversazione.
 
            -Dimmi un po’ ma da che parte stai? Prima mi avverti che mi cercano, poi spari alla Niana sbiadita ed ora aiuti i terrestri?-
            -Non volevo fare quelle cose…non so perché è successo…comincio a pensare che sia davvero un complotto e che Redol mi abbia davvero mentito- poi lanciò un urlo.
 
Mikey accorse subito.
 
            -Rel cos’hai? Perché gridi?-
            -Ho un dolore fortissimo qui alle tempie, chiama Mead ti prego!-
 
Mikey corse prima a chiamare Donnie per farsi sostituire e poi corse da Mead.
 
            -Che succede Mikey?-
            -Rel sta male, vuole vederti…-
            -Non vengo senza Astrid…finché non si è ripresa, con Rel non ci voglio avere nulla a che fare! E’ violento come gli umani-
            -Ma Mead….soffre tanto…-
            -Non mi importa…lui non è più lui…non lo voglio vedere!-
            -Sarete anche tanto intelligenti…ma a me non sembra, se la mia Isabel avesse fatto qualcosa di male senza volere io la perdonerei- Mikey se ne tornò triste da Donnie e Rel.
 
            -Come sta oggi Astrid? Mead ha detto che non viene qua senza di lei-
            -Sta molto meglio, oggi farà il penultimo trattamento e poi cercherà di aiutare Rel-
            -Rel come stai? Ti fa ancora tanto male la testa?-
            -Sì Mikey, tantissimo, mi sembra che mi stia per scoppiare!-
 
Beal osservava incuriosito, questi terrestri si preoccupavano della vita di Rel, che un attimo prima aveva cercato di uccidere
 
una loro amica. Forse non erano così selvaggi come pensava lui.
 
Astrid intanto si era svegliata, poteva camminare e si affacciò alla porta del laboratorio.
 
            -Cosa succede?-
            -Rel sta male dice che sente dolore alla testa- disse Donnie.
            -Astrid ti prego aiutami…ti credo, ci credo al condizionamento, aiutami mi sta facendo impazzire-
            -Devi aspettare Nied! Prima il trattamento poi lo aiuterai- disse categorico Donnie.
 
Intanto Mikey era corso a chiamare il medico Niano, la piscologa Mead e stavano arrivando. Astrid si sdraiò sul lettino del
 
laboratorio, adesso non prendeva nemmeno più le flebo. Nied cominciò il trattamento.
 
            -Ti devo dire una cosa- disse Nied.
            -E’ una bella notizia?-
 
            -Sì lo è! Frel ha dato un cristallo per gli ologrammi a Mikey, per fargli salutare l’ultima volta Isabel, ieri aveva la
 
mostra dei quadri…Frel mi ha detto che è tornato stamattina presto tutto felice…lo sapevo che finiva bene…quella ragazza
 
è matta come un cavallo, secondo me si sono proprio trovati!-
 
Astrid si mise a ridere -credo anche io che sia unica nel suo genere, ma non è difficile volere bene a Mikey, è così buono,
 
generoso e bello per un terrestre- si misero a ridere di gusto, poi Astrid ci pensò un attimo e disse:
 
            -Tu quando lo hai visto Frel? Sono le sei del mattino-
            -E’ venuto a bussare alla mia porta…-
            -Sbaglio…o ci sta provando con te?-
            -Credo proprio di si…-
            -E ha qualche speranza?-
            -Non lo so…non mi è mai interessato veramente avere un compagno…e non voglio essere il rimpiazzo di Tianad-
 
In quel momento Donnie spalancò la porta e Mead disse:
 
            -Fate presto, Rel sta malissimo-
 
Astrid raggiunse subito Rel seguito da Mead, lo slegarono e lo misero seduto.
 
            -Mead prendigli le mani, al mio via fai la fusione-
 
Astrid posizionò le mani intorno alla testa di Rel e disse:
 
             -Ora!-
 
Rel stava lottando coraggiosamente contro il condizionamento di Redol e questo gli stava procurando il dolore. Mead potè
 
vedere quanto fosse grande il potere del capo del Consiglio Scientifico. Molto in pochi sarebbero riusciti a contrastarlo. Rel
 
non era cambiato anzi si dimostrava ancora migliore di quello che lei pensasse perché stava reagendo alla volontà del
 
perfido e potente Redol.
 
Tu hai veramente una grande forza psichica difenditi, siamo con te nella battaglia” gli trasmetteva Astrid. Le tre menti
 
Niane fuse lottarono contro lo spesso muro nero delle azioni malvagie imposte da Redol e lo disciolsero, anche il
 
condizionamento poco a poco svanì.
 
 
Quando Rel aprì gli occhi, Mead lo abbracciava forte, distesa con lui sul materasso. Beal aveva assistito incredulo agli
 
avvenimenti e non capiva se era una trappola o se era successo tutto veramente.
 
P.S. Ciao a tutti!
Lo so! Sono un’inguaribile romantica, non ho potuto resistere ed ho fatto mettere insieme Mikey ed Isabel…o almeno così sembra.
Beal è un osso duro e non sarà facile tenerlo a bada, spero vi piacerà il destino che ho deciso per il grosso Niano.
 
Grazie per le recensioni e grazie a voi che seguite
Baci
Altair
 

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Capitolo 29
*** Big Bear in gattabuia ***


 

Finalmente la cella per Beal era pronta, l’avevano ricavata nelle fogne non troppo vicino ai rifugi, se fosse riuscito a
 
scappare si sarebbe sicuramente perso tra quei meandri puzzolenti. Era una vera e propria stanza da penitenziario con il
 
bagno, le sbarre, ma senza una finestra, gli avevano lasciato una torcia ed una lunga catena legata in vita gli permetteva
 
sufficiente movimento. Donnie aveva messo una telecamera e poteva essere osservato a distanza. Il genio aveva riempito la
 
zona di sensori perché scattasse un allarme se Beal avesse solo tentato di rompere la catena e di forzare le sbarre.
           
            -Che volete fare, mi lascerete qui a morire? Sono senza cintura Enerzonica, non resisterò a lungo- diceva Beal guardando la telecamera.
           
            -In questa zona delle fogne ho reso la percentuale di ossigeno vicina a quella dell’atmosfera di Ni, è tutto calcolato, non morirai, anzi gradualmente ti farò abituare all’atmosfera terrestre- rispose Donnie.
           
            -Che cosa ne vuoi sapere tu di Ni…maledetto terrestre!-
 
A Mikey però stringeva il cuore vederlo così ed andava spesso a trovarlo, lo aveva soprannominato Big Bear perchè il
 
suono assomigliava al nome Beal e sicuramente aveva movenze da orso. Inoltre gli portava sempre lui da mangiare, aveva
 
tentato anche di variargli un po’ il menù, sempre con alimenti digeribili per lo stomaco Niano. All’inizio Beal gli
 
rispondeva male e non lo guardava nemmeno, poi quasi rassegnato aveva ripreso a parlargli, Mikey era davvero un tipo insistente.
 
            -Allora Big Bear, come stai oggi?-
            -Come vuoi che stia terrestre? Sono qui impotente mentre il mio popolo muore lentamente e la colpa è anche vostra!-
            -Non essere così tragico, mi ha detto Astrid che ha tempo ancora cento anni e poi ci pensiamo noi ad aiutarvi!-
            -Tze! Ci pensate voi…mi viene quasi da ridere-
            -Coraggio, tra poco verrà Astrid e proverà a liberarti, potremo essere veramente amici!-
            -Sì, perché non mi liberate…saremo amici!- Ringhiò Beal.
            -E’ inutile che ci minacci, noi non vogliamo farti del male…non sai quanto ci dispiace tenerti così…ma sei troppo pericoloso-
 
            -Ah vi dispiace? E perché mai? Vi ucciderò tutti….e a me non dispiacerà-
            -Tu lo vuoi solo perché quel malvagio di Redol ti costringe a farlo…Astrid ti aiuterà, è davvero in gamba-
 
In quel momento si sentirono delle voci che si avvicinavano, erano tutti a parte Splinter; quel giorno Astrid avrebbe provato a liberare Big Bear.
 
            -Ciao Beal, adesso mi sento pronta per una fusione, può darsi che mi ci vogliano dei giorni, Redol ti ha conciato per le feste…-disse Astrid.
 
            -Ah ma ci siete tutti! Molto bene, perché non venite qui che festeggiamo!-
            -Spiacente Beal…- disse Astrid
 
Nied gli sparò un dardo narcotizzante, il grosso Niano ci mise dei buoni minuti, ma poi cadde al suolo mentre malediceva tutti quanti.
 
            -Entrerò solo io, voi state pronti con altri dardi se ce ne fosse bisogno- disse Astrid.
            -Non preoccuparti, c’è abbastanza anestetico per un mammut- rispose Nied.
 
Astrid entrò nella cella, Beal era proprio grosso, anche la testa lo era, quasi non la copriva tutta con le sue manine.
 
Cominciò la fusione, all’inizio studiò la situazione e notò vari condizionamenti stratificati negli anni, ce ne erano almeno
 
sei grossi e due piccoli, la prima volta non era riuscita a distinguerli. Per facilitarsi il compito si concentrò su quello più
 
piccolo. Era l’odio focalizzato sui prescelti, era quello più recente, toglierlo era comunque un passo avanti, ma chiaramente
 
non sarebbe bastato. Anche se era concentrata al massimo, ci volle molto più tempo di quello che sperava. Quando
 
finalmente lo dissolse si staccò da lui e cadde a terra svenuta.
 
            -Astrid?- Gridarono tutti allarmati. Donnie entrò nella cella per soccorrerla, lei aprì subito gli occhi.
            -Tutto bene amore?-
            -Sì Donnie…sto bene, è stato un po’ pesante, ma ho cominciato a sciogliere il condizionamento, ci vorranno minimo altre sette sedute…purtroppo non posso fare meglio di così…-
 
            -Va benissimo non preoccuparti, sette, otto giorni non sono poi molti- disse Nied per rassicurarla -ma adesso venite fuori di lì, Beal è un tipo robusto, potrebbe riprendersi-
 
Così la partenza era rimandata di almeno una settimana. In realtà i Niani restavano volentieri sulla Terra e non la presero
 
tanto male, ma non potevano rilassarsi perché c’era comunque una data limite oltre la quale il controllore doveva partire per
 
portare notizie al Consiglio Scientifico ed allo Stato Supremo.
 
 
Quando Beal riprese conoscenza trovò Mikey che lo stava fissando.
 
            -Cosa mi avete fatto?-
            -Non ti senti più leggero Big Bear?-
            -Mi sento rincoglionito, ecco cosa mi sento!-
            -Ma ci odi di meno….-
            -In questo momento odio chiunque, mi avete anestetizzato come un animale da zoo-
            -Lo abbiamo fatto per il tuo bene…ma soprattutto per il nostro…Astrid è pure svenuta per cercare di liberarti, ha detto che non è finita ancora-
 
            -Se non è una tortura questa…- disse Beal ma con meno rabbia del solito.
            -Adesso devo andare dalla mia fidanzata, ma volevo vedere se ti eri ripreso, guarda ti ho portato la cena, è un estratto di bistecca con contorno di estratto di patate, riso e tanta acqua. So quanto piace la nostra acqua a voi Niani-
 
Mikey era davvero gentile, Beal era confuso e non disse niente. La tartaruga in arancio se ne andò via trotterellando,
 
spandeva luce e amore ovunque andasse.
 
Dopo il primo trattamento di Beal i Niani andavano di tanto in tanto nel laboratorio a guardare il prigioniero con la
 
telecamera di Donnie. Sapevano che era per il bene di tutti, ma era una vera barbarie farlo vivere a quel modo. Non
 
vedevano l’ora che questa storia finisse al più presto.
 
Astrid e Nied discutevano su come procedere per rimuovere il condizionamento senza uccidere Beal; troppo anestetico era
 
pericoloso, troppo poco non sarebbe servito a nulla. Donnie però aveva in serbo un’invenzione su cui aveva da poco finito
 
di lavorare, sempre ispirato da entrambe le tecnologie che oramai padroneggiava piuttosto bene. Il giorno seguente
 
avrebbero testato se poteva funzionare.
 
Quella sera Mikey aveva promesso di cucinare una cenetta per la sua Isabel ed era tutto preso ai fornelli. Lei lo osservava
 
ammirata, un maschietto che cucinava per lei era una novità, ed era anche bravo, non quel buono a nulla di John che sapeva
 
solo posare come modello.
 
            -Cosa stai preparando esattamente?-
            -Maiale in crosta, patate arrosto e per dolce tiramisù di fragole. Non ti ho fatto il primo perché altrimenti era troppo e non avresti spazio per il dolce- rispose Mikey premuroso.
 
            -Sei il fidanzato migliore del mondo- e corse ad abbracciarlo.
 
 
Nel mentre le altre tre tartarughe e Lisad erano uscite a fare due passi sui tetti, avevano voglia di prendere aria e fare un po’
 
i giustizieri di New York, era da tanto che mancavano.
 
Lisad era nella sua versione rettiliana e con un mini abito, perfino a Leo era caduto l’occhio sulle sue forme prorompenti,
 
Donnie invece era come sotto incantesimo, vedeva solo Astrid.
 
            -Allora maritino, ti ha lasciato uscire stasera!- disse Lisad.
            -E’ stata lei ad insistere…dice che non devo perdere l’allenamento per il fiato, sono stato troppo dietro ai miei esperimenti- rispose Donnie, che ora era libero da quella strana schiavitù ormonale, anche se il suo pensiero era comunque fisso sulla sua Niana preferita.
 
            -Basta chiacchiere, guardate giù!- disse Leo.
 
Un gruppo di Dragoni Purpurei stava allegramente svaligiando una gioielleria, le tartarughe erano state via così a lungo che
 
pensavano di passarla liscia, se la prendevano anche con calma.
 
            -Ma guarda quelle canaglie! Credono che la città sia loro- disse Raph e si buttò subito nella mischia, Leo non disse
 
nulla, anzi lo seguì a ruota,  non occorreva di certo un piano per sistemare quei quattro gatti spelacchiati.
 
            -No! Le tartarughe e una…una lucertola?!- Gridò uno dei ladri.
 
In pochi minuti e senza il minimo sforzo i quattro rettili li avevano atterrati, legati come salami ed avevano ripreso la ronda.
 
Si diressero verso il quartiere dove si trovavano Isabel e Mikey.
 
            -Perché non andiamo a vedere cosa fanno i piccioncini- disse Lisad.
            -Non mi sembra il caso- disse Donnie.
            -Solo una sbirciatina…- insistè Lisad e cominciò a correre senza aspettare il permesso di nessuno. Stranamente sia Leo che Raph la seguirono e anche Donnie si decise molto riluttante.
 
Arrivarono al palazzo dove Isabel aveva l’appartamento ed individuarono la finestra della cucina/soggiorno. Rimasero
 
sconvolti dalla scena. Mikey stava imboccando Isabel e ridevano felici.
 
            -Ma guarda Mikey come ci sa fare con le donne…chi l’avrebbe mai detto- disse Raph.
            -Mi ha detto che avrebbe preparato un cenetta speciale…ma…hanno messo le candele sulla tavola…i fiori…- disse Lisad a cui era calata la mascella.
 
Leo era il più stupito di tutti, infatti nemmeno riusciva a parlare, non gli sembrava proprio possibile.
 
            -Leo perché non hai mai invitato Karai ad un cenetta intima?- disse Raph e Donnie lo colpì col bo prontamente.
            -Ahi Donnie!- Raph non si ribellò troppo perché aveva fatto davvero una battuta infelice.
 
Leo non si scompose e poi quasi riflettendo ad alta voce -non voglio essere un guastafeste… prima Isabel era così ingiuriata
 
dal fuoco che tutti la evitavano meno Mikey…spero solo che quello che stiamo vedendo non sia solo gratitudine…-
 
Purtroppo Leo non aveva tutti i torti -cosa sarebbe successo se Mikey avesse voluto di più da Isabel? E lei voleva
 
veramente legarsi ad un essere che non poteva darle dei figli o peggio ancora, se avesse potuto, sarebbero stati dei mostri
 
per la società umana?- Questo in fondo era il pensiero di tutti i presenti. Se ne andarono mesti mesti a cercare qualche
 
diversivo.
 
Ignari dei pensieri infelici, i presunti innamorati mangiavano e conversavano come una normale coppia, salvo che per certi
 
dettagli dei loro discorsi.
 
            -Mi sembra incredibile che solo qualche giorno fa te ne volassi sulle nostre teste a fare battaglia alla Star Wars, mi
sembra tutto così pazzesco!-
 
            -Già! Eppure dovrei essere abituato ormai!-
            -Ma quel Beal…ma davvero pensate di fargli cambiare idea?-
            -Sì Isabel, non sono sue quelle idee crudeli, un tipaccio di nome Redol gliele ha messe in testa, ma Astrid lo libererà-
            -Questa Astrid la rammenti spesso…è quella pallida con quegli strani capelli azzurri?…Sembra la fata Turchina!-
            -Hai ragione non ci avevo mai pensato prima! Bè… una fata che si trasforma in lucertola!-
            -Non l’ho mai vista con le squame e la coda…a me sembra molto bella…. anche se sembra che si possa dissolvere in bolle di sapone se la tocchi-
 
            -Che bella immagine, perché non ci fai un quadro! Poi glielo facciamo vedere!-
            -Mi sembra che tu abbia molta simpatia per lei…-
 
Isabel era gelosissima, ma Mikey nemmeno ci pensava a quell’eventualità e non aveva capito che piega avesse preso la conversazione.
 
            -Io e lei siamo molto amici, abbiamo fatto quella cosa Niana, ti ricordi te l’ho spiegato. Lei vedeva i miei pensieri ed io vedevo i suoi. Sapessi quanto ha sofferto poverina…-
 
            -Non capisco se tu sei così con tutti o se lei in fondo ti piace…- disse Isabel incrociando le braccia un po’ imbronciata.
            -Isabel…ma tu non sarai mica gelosa di Astrid?-
            -Ecco…io-
            -Forse anche tu mi vedi molto immaturo come gli altri, ma io conosco benissimo la differenza tra amicizia ed amore…è il motivo per cui sono qui con te stasera-
 
Ad Isabel era appena stata fatta l’ennesima dichiarazione, lo guardava a bocca aperta, l’aveva fatta sentire un po’ sciocca.
 
            -Però sei così bella quando sei gelosa- aggiunse Mikey, senza volerlo diceva sempre la frase giusta.
            -Sono io quella immatura tra noi due- Finalmente aggiunse Isabel che aveva trovato le parole.
            -Vallo a dire ai miei fratelli…mi trattano sempre come un deficiente!-
            -Tu non sei stupido amore, sei solo distratto…quando sei concentrato, sei molto intelligente-
 
Mikey non disse nulla, non voleva rovinare il momento, lei lo aveva chiamato “amore”, temeva che se lo avesse sottolineato, lei avrebbe ritrattato subito.
 
            -E sei anche un ottimo cuoco, è tutto buonissimo! Meglio che al ristorante!-
            -Mi dispiace così tanto di non potertici portare, come in un vero appuntamento…- disse Mikey un po’ triste.
            -E’ molto più bello ed intimo così…stare con te è sempre una festa, non importa dove siamo-
 
Lui le si avvicinò e la baciò mentre era seduta, era diventato quasi naturale e sempre bellissimo.
 
            -Cosa vuoi fare dopo cena? Una girata sui tetti? Vuoi vedere un film?...e se un giorno ti portassi nello spazio?-
            -Mikey davvero lo faresti?-
            -Bè… devo chiedere il permesso per questo e non possiamo farlo oggi…-
            -Non insisto…però mi piacerebbe, non avrei paura neanche un po’ perché ci saresti tu-
 
Mikey la sollevò, l’abbracciò tutta e lei lo riempì di tanti piccoli baci sulla guance e sul collo, tanto da fargli venire i brividi.
            -Allora cosa vuoi fare stasera?- Mikey cercava un diversivo, all’improvviso sentiva caldissimo.
            -Stiamo a casa e guardiamo un film… è diventato freddo fuori…-
            -Sei una pigrona, dovresti fare un po’ di sport!-
            -Mi vedi ingrassata?- Si preoccupò subito Isabel.
            -No, sei perfetta, ma lo dico per la tua salute- e pensava -ah le donne!-
 
Rimasero a casa e decisero di guardare un film dell’orrore. Da un po’ di tempo erano il genere preferito di Mikey perché
 
Isabel lo teneva stretto per tutto il tempo per la paura, lui rideva e la prendeva un po’ in giro.
 
            -Non lo vedi che è finto! Sono stato in battaglia! Mica schizza così il sangue quando uno viene ferito!-
            -Povero Mikey, quante cose brutte hai visto-
            -Sono un guerriero ninja, è normale- si pavoneggiava lui.
 
Finito il film lei lo portò in camera per fargli vedere il disegno che stava realizzando. Doveva fare un vero e proprio dipinto
 
di un donna che si metteva il rimmel davanti allo specchio.
 
            -Faranno un grande cartellone per tutta New York. Pensa che devo stilizzare la modella con lo stille di Klimt-
            -Quello che fa quelle donne lunghe lunghe e troppo secche?-
            -Bravo Mikey, come fai a ricordartelo?-
            -Quando mi spieghi tu le cose… io le ricordo sempre-
            -Dovrà sembrare un vero quadro e quindi vogliono che lo realizzi con le tecniche che ho imparato all’Accademia-
            -Si vede di già che verrà bellissimo-
            -Grazie Mikey…se non fosse stato per te adesso non avrei questo lavoro stupendo e non avrei mai avuto il coraggio di fare la mostra…-
 
            -Ma no, lo avresti fatto lo stesso!-
            -Se tu non fossi esistito …adesso sarei al campo santo…-
            -Possiamo non parlarne più?- Disse Mikey in modo molto triste.
            -Scusami non volevo che te la prendessi…ma è davvero importante quello che hai fatto per me, non potrò mai scordarlo finché vivo-
 
            -Mi fa star male pensare che potevi morire…e poi ho sempre paura che tu mi voglia con te solo per gratitudine…-
            -Vieni qui Mikey, ti spiego qualcosa di me, se ancora non lo avessi capito- disse Isabel e si sedettero sul letto.
 
            -A me non piace stare con la gente ed ora posso pure specificare che non mi piace stare con gli umani. Mi sono
 
sempre sentita fuori posto, ho sempre avuto pochissimi amici…quando mi scelsero per fare la modella mi rese felice, la
 
distanza tra me e gli altri aumentò ancora di più…mi sentivo superiore…mi montai subito la testa …tu non mi avresti mai
 
voluto…mi misi con John perché era bello, era come farsi pubblicità a vicenda-
 
            -Non sembra la Isabel che conosco-
 
            -Non sarò mai più così…bè… anche se gli umani continuano a piacermi poco…comunque…la vera Isabel la
 
conosci solo tu…mi hai fatto capire che realmente l’apparenza non conta…quando ero sfigurata ho capito benissimo cosa
 
volevi dirmi…la gente se sei diverso ha paura di te. L’ho provato anche io per diversi giorni…credo che questo mi abbia
 
cambiato…con te vicino ho imparato pure ad avere un altro concetto di bellezza…sono anche un’artista molto eclettica non
 
dimenticarlo…il tuo viso non è tanto diverso dal mio…-
           
            -Sono solo pieno di piccole scaglie, verde,  pelato…dimentichi le tre dita!-
            -Ma i tuoi lineamenti sono quasi umani…i tuoi occhi sono stupendi…senza sottovalutare il tuo fisico. E’ così bello e muscoloso, adesso John in confronto mi sembra un’acciuga anoressica-
           
            -Ahahah un’acciuga…anoressica…questa è davvero buona, l’adotterò anche io!- poi smise di ridere, realizzò e chiese- ti piaccio anche fisicamente?-
           
            -L’ho appena detto e poi non scherzavo quando dicevo che sei bello-
 
Isabel lo guardava in modo strano, Mikey non aveva ghiandole sudoripare sviluppate come gli umani ma cominciò a sudare
 
lo stesso. Adesso lei si stava avvicinando un po’ troppo.
 
            -Isabel…cosa hai in mente?-
            -Non avrai paura di me?- disse lei ridendo.
            -In questo momento tantissimo…-
            -Non preoccuparti, non mi approfitterò di te…voglio solo baciarti-
 
Isabel aveva avuto solo John e quindi non era poi così esperta con l’altro sesso, ma per Mikey erano veramente esperienze
 
nuove. Lei lo sapeva benissimo, in quel momento voleva solo che capisse che non stava facendo niente per pietà o per
 
riconoscenza. Era davvero un’umana unica nel suo genere, forse l’unica l’umana sulla Terra perfetta per lui. Passarono il
 
resto della serata a chiacchierare, darsi qualche innocente bacetto ed a ridere come ragazzini.
 
 
I quattro giustizieri tornarono a casa abbastanza soddisfatti, avevano avuto il loro bel da fare ed erano molto stanchi, Lisad
 
era andata direttamente al rifugio dei Niani, Leo e Raph andarono subito a dormire, Donnie entrò nel laboratorio perché
 
aveva notato che la luce era accesa. Trovò Astrid che osservava Beal.
 
            -Hai visto cosa fa Big Bear?-
            -Sta leggendo…sono i fumetti di Raph!-
            -Mikey glieli aveva messi lì appena finito di costruire la cella…si è deciso finalmente a leggerli- Astrid ridacchiava divertita.
 
            -Se lo scopre Raph, per Mikey è finita!- disse Donnie. Si tapparono la bocca a vicenda per non svegliare tutti, avevano cominciato a ridere fino alle lacrime.
 
            -Poveretto è così disperato che non sa come passare il tempo- disse Astrid.
            -Secondo me invece gli piacciono, Mikey glieli ha scelti proprio di guerra…-
            -Tuo fratello è un genio…a modo suo, ma è un genio!- Commentava Astrid.
 
Poi Donnie si calmò e vide che la sua dolce metà era preoccupata, allora le disse:
           
            -Astrid è veramente una cella inespugnabile, possiamo andare a dormire. Poi tra poco passerà Nied, non riesce a stare tranquilla, dice che quel bestione è troppo vicino al rifugio. E poi tu devi essere in forze per quello che ti aspetta domani-
 
La portò per mano fino alla sua camera.
 
La mattina ci fu di nuovo la riunione intorno alla cella di Big Bear.
 
            -Beal preferirei non usare il dardo per addormentarti…non credo che nemmeno tu reggeresti tutti i giorni dosi di anestetico del genere…dovresti cercare di collaborare- diceva Nied.
 
            -Stai scherzando pulce? Perché dovrei?- rispose il grosso Niano.
            -Qui ci vogliono le maniere forti- disse Raph- vieni Leo lo teniamo noi-
            -Ok Raph! Donnie, Mikey sapete cosa dovete fare- disse Leo.
            -Voglio partecipare anche io- disse Lisad.
            -Non sarà un po’ affollata quella cella con tutti voi dentro?- chiese Frel.
            -Non credo che basteranno per bloccarmi- disse Beal.
            -E’ da vedere sgorbio- rispose Lisad.
 
            -Calma Lisad, aspettaci fuori, ci vuole anche qualcuno all’esterno, metti che ci sfugga- disse Astrid. Rel, Mead e
 
Frel si guardarono terrorizzati, Nied era armata di pistola con sonnifero e pronta a tutto. Raph e Leo entrarono nella cella
 
con armi in pugno seguiti da Donnie e Mikey che tenevano in mano degli strani bracciali di fattura terrestre-Niana.
 
            -Su Big Bear ti prego non fare resistenza…è per il tuo bene- disse Mikey.
 
Beal cercò di difendersi, ma Donnie gli bloccò le gambe con il bo, Leo e Raph gli puntarono le armi al collo, rapido Mikey
 
gli mise prima i bracciali alle caviglie e poi ai polsi. Donnie li attivò e come calamite unirono le mani tra loro ed i piedi.
 
Beal era anche legato alla vita con una catena ben fissata al muro.
 
            -Maledetti, non sono un animale da circo- gridava Beal.    
 
Gli altri Niani guardavano a terra imbarazzati.
 
            -Ti assicuro che è meglio questo che un’altra dose di anestetico, potresti non svegliarti più. Posso fartela di nuovo solo tra qualche giorno- disse Nied.
 
            -Adesso tenetemelo fermo ragazzi- disse Astrid ed aggiunse- mi dispiace, non abbiamo altra scelta, sono sicura che un giorno capirai-
 
Astrid fu di nuovo nella testa di Big Bear, il quale essendo sveglio faceva resistenza. Allora lei gli passò il messaggio
 
di Nil “ Tu sei il nostro controllore e guardiamo, cercheremo di non deludere le tue aspettative, sii più imparziale
 
possibile, abbiamo la tecnologia per creare un mondo tutto nostro su Marte senza fare del male a nessuno, un vero soldato
 
è anche colui che fa bene il suo lavoro perché ama la pace”. Astrid poi gli passò tutti i sentimenti positivi che aveva
 
imparato dai terrestri, l’amore per il suo Donnie e quando vide che lui non lottava più cercò il secondo condizionamento.
 
Era il rifiuto del pianeta Marte, Redol gli aveva fatto credere che sarebbe stato impossibile renderlo vivibile e bello. Astrid
 
gli mostrò i progetti che erano stati scelti e studiati per il pianeta rosso. Anche questa volta il condizionamento di Redol
 
sparì. Astrid si staccò, barcollò appena ma non svenne, Donnie era subito lì per lei comunque.
 
Uscirono tutti dalla cella e Beal fu liberato, i bracciali si staccarono ma non furono rimossi. Big Bear stava in un angolo
 
della cella e fissava il muro, poi disse con un filo di voce:
 
            -E adesso potete lasciarmi in pace?-
 
Tutti si allontanarono senza una parola. Dopo qualche minuto che camminavano nelle fogne Raph disse:
 
            -Ma quelli…non erano i miei fumetti?  Lì, nella cella di Beal?-
            -Ma nooo cosa dici- rispose Mikey preoccupato.
            -Sei stato tu! Vieni qua, se ti prendo!- Raph cominciò a rincorrere Mikey, scappava che sembrava pagato.
 
P.S. Ciao a tutti!
E’ cominciato il trattamento per liberare Beal, ma non sarà una cosa facile.
Intanto la storia tra Mikey ed Isabel continua…io me lo immagino così: imbranatino ed innamorato cotto, ma sarà solo gratitudine? Perché le storie d’amore sono bellissime all’inzio, ma non sono affatto facili da portare avanti soprattutto se lui è un mutante :-S
Grazie a voi che leggete forse dalla spiaggia, forse dalla montagna, forse da casa, ma soprattutto grazie a chi recensirà :-)
Baci
Altair
 

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Capitolo 30
*** La tortura di Beal ***


La tortura di Beal si ripetè invariata anche nei giorni successivi, ma questa volta partecipavano solo le tartarughe, Astrid,
 
Lisad e Nied, mentre gli altri non riuscivano a tollerare la scena.
 
            -Bene sono arrivati i miei aguzzini, oggi mi tocca la dose di anestetico o mi tratterete come un animale da macello?
            -Oggi puoi scegliere uno dei due, non rischi la vita con l’anestetico…oggi- disse fredda e determinata Nied.
            -Sai non capisco, Astrid ti ha già liberato da quattro condizionamenti, ma non sembri molto migliorato- affermò Lisad.
            -Credo che questo dipenda dai primi due condizionamentih, quelli che Redol gli ha fatto durante l’infanzia e l’adolescenza, sono ben radicati, sarà molto dura. Allora numero 11 cosa scegli?- disse Astrid.
 
            -Non voglio l’anestetico, voglio combattere!- rispose Beal.
 
Donnie azionò a distanza i bracciali e Big Bear si trovò a terra con mani e piedi bloccati, Raph e Leo lo tenevano fermo.
 
Astrid si avvicinò, il grosso Niano fece una mossa brusca, si liberò un attimo dalla presa e la spinse a terra.
 
            -Sparo il dardo?- disse Nied.
            -No è tutto ok! Ce la fate ragazzi?- disse Astrid che non si era fatta niente.
            -Questa volta non ci scapperà il maledetto- disse Raph.
 
            -Non c’è che dire, sei un osso duro. Non è bastato vedere attraverso di me come sono i terrestri, non ti basta sapere
 
che renderemo Marte abitabile, tu vuoi ubbidire ciecamente a quel pazzo di Redol. E’ lui che ti ha reso uno schiavo! Non lo
 
capisci!- Astrid era stufa della tortura che infliggeva e la fatica che la consumava tutte le volte che entrava nella testa di
 
quel cocciuto Niano.
 
            -Io sono un soldato, devo obbedire agli ordini, non importa se sono stato condizionato o no, il capo del Consiglio
 
Scientifico ritiene che questa non sia la missione giusta e io gli credo, non c’è tempo, dobbiamo venire via da Ni, molti di
 
noi non supereranno l’ibernazione perché sono lì da molto tempo, non possiamo aspettare ancora!-
 
            -Chi ti ha detto che non sopravviveranno? E’ falso! La nostra ibernazione è perfetta, arriva allo zero assoluto, altri cento anni non cambiano nulla- disse Nied.
 
            -Stai mentendo!- rispose rabbioso Beal.
 
            -Loro hanno sempre mentito! Non lo capisci? Hanno mentito a tutti! Ci hanno fatto credere che eravamo delle
 
macchine perfette, ma non è vero! Hanno fallito! Ti ho visto la notte scorsa, ti ho visto che piangevi- disse Nied che aveva
 
preso l’abitudine di tenerlo d’occhio con la telecamera di Donnie.
 
            -Cosa? Tu piangevi?- Chiese Lisad stupita.
            -La pulce mente, non piangevo…avevo fastidio agli occhi, c’è molta polvere qui….- disse Big Bear, ma non era molto convincente.
 
            -Tu hai detto che conoscevi la storia della nonna di Astrid, lei è stata un gran capo del Consiglio Scientifico, sai chi l’ha uccisa?- spiegava Nied.
 
            -So che è morta di un male incurabile- rispose incerto Beal.
            -No, non è vero, è un’altra bugia! E’ stato Redol! Astrid falle vedere i suoi ricordi, non ti puoi inventare quel genere di nozioni, fagli vedere Ni quando ancora era abitabile con i veri ricordi di tua nonna e tua mamma!-
 
Nied aveva avuto una splendida idea, Astrid afferrò la testa di Beal, riversò tutte le memorie di Leiad, di sua madre e la profonda sofferenza di Nil e Tianad in quella mente testarda e chiusa.
 
Fu un vero colpo, Big Bear cominciò a piangere e gridare. Spuntarono le sue scaglie rossastre, la coda e le spine, Astrid,
 
Leo e Raph lasciarono la presa.
 
            -No, non è vero no! Volete fregarmi!-
 
Si dibatteva furiosamente e legato in quel modo era una scena penosa.
 
            -Ti prego Donnie slegalo e usciamo di qui- disse Astrid allarmata -non so cosa stia succedendo, forse si sta liberando dal condizionamento, ma per il momento non posso esserne sicura, è meglio lasciarlo in pace-
 
Il grosso Niano continuava a gridare, nessuno sapeva cosa fare.
 
            -Big Bear non fare così, dicci cosa ti fa male, diccelo! Nied è un gran medico ti può aiutare!-
 
Mikey era entrato nella cella e si era avvicinato al Niano agonizzante.
 
            -Cosa fai lì dentro sei impazzito, vieni fuori!- gridò Leo.
 
A quelle parole Beal aprì gli occhi, si avventò su Mikey e lo appiccicò al muro con i polsi vicino al suo collo. Se Donnie
 
avesse azionato i bracciali avrebbe tagliato di netto la testa del fratello.
 
            -Lascialo Beal o ti sparo l’anestetico, sei incatenato cosa speri di fare!- gridò Nied.
            -Non ci provare o spezzo il collo alla tartaruga chiacchierona, ne ho tutto il tempo prima di svenire, lo sai bene!-
            -Tu non lo vuoi fare, vero Big Bear?- disse Mikey spaventato.
            -Non lo voglio fare, ma se non mi fate uscire di qui sarò costretto!-
            -Non posso morire, Isabel soffrirà moltissimo…-
 
Il grosso Niano ebbe un attimo di esitazione.
 
            -Isabel?...E’ la tua fidanzata vero? Quella che vai a trovare dopo che mi hai portato la cena tutte le sere?-
 
Tutti si guardavano stupiti, sembrava che Beal si fosse improvvisamente intenerito.
 
            -Sì è lei…perchè non guardi tu stesso attraverso di me…ti giuro in questo momento è il mio primo pensiero, insieme alla mia famiglia…-
 
Beal esitò un po’, si guardò intorno e vide tutti pronti a saltare su di lui, ma anche la mano di Astrid che faceva cenno di
 
aspettare, allora decise per la fusione.
 
In un attimo fu nella testa di Mikey, lui non poteva inventarsi nulla, era un terrestre, non poteva condizionarlo, avrebbe
 
visto solo la verità, non sui Niani, ma su Mikey stesso. Voleva capire perché lui fosse sempre stato così gentile e perché era
 
entrato coraggiosamente dentro la cella solo per soccorrerlo. La risposta fu semplice e cristallina come lo era la stessa
 
tartaruga in arancio: perché era un cuore puro. Aveva amore e buone parole per tutti e la violenza che conosceva era solo
 
quella che usava per difendere sé o i più deboli. Vide Isabel, tutta la sua triste storia e la tenerezza che c’era tra loro,
 
qualcosa di veramente pulito e sincero.
 
Anche il gigante non potè nulla contro la bontà di Mikey. Lasciò la presa, cadde in ginocchio e poi svenne. Mikey uscì
 
ansimante dalla cella, se l’era vista proprio brutta.
 
Astrid si avvicinò al Niano svenuto, gli toccò la testa, tutti gli strati di condizionamento erano spariti, tutti in una volta
 
grazie a sua nonna e a Mikey. Questa era stata senza dubbio una lezione molto importante e forse aveva imparato
 
veramente ad usare il suo potere.
 
            -Toglietegli i bracciali e la catena. Per ora lo terremo nella cella, quando si sveglierà potrebbe non essere più la
 
persona che abbiamo conosciuto in questi giorni- disse Astrid che non aveva mai visto una mente liberata dopo anni di
 
condizionamenti e torture. Dentro di lui però aveva letto chiaramente la speranza.
 
Beal rimase svenuto per giorni, tutti a turno andavano di persona a vedere come stava e a chiamarlo per nome. Nied, in
 
compagnia di almeno una tartaruga, era entrata anche varie volte con la cintura Enerzonica e teneva sotto controllo i valori
 
vitali. Al quarto giorno reagì alla voce di Mikey.
 
            -Big Bear? Big Bear? Su svegliati! Dice Nied che ora stai bene, su ti prego devo parlarti! Non vuoi vedere come finisce la storie a fumetti di Raph?-
 
Aprì gli occhi e si guardò intorno spaesato.
 
            -Ma dove sono?-
            -Sei su Terra, nelle fogne di New York- disse Nied.
 
Si mise a sedere, la vista era ancora un po’ annebbiata, mise a fuoco il bel viso orientale di Nied e poi il sorriso gentile di
 
Mikey. Allora ricordò tutto, si guardò i polsi, ma non aveva più gli odiati bracciali, anche le caviglie erano libere e non
 
c’erano più le catene, ma si trovava ancora nella cella.
 
            -Non vuoi farci del male vero?-chiese Mikey.
            -No…ormai non posso più…non ne avrei il coraggio…-
 
            -Sono felice di sentirtelo dire- disse Nied, gli sorrise e aggiunse -Quando te la senti dobbiamo fare tutti la fusione
 
con te, prima di allora dobbiamo comunque tenerti qui dentro, non sappiamo esattamente come reagirai…è anche per la tua
 
sicurezza. Ma se vuoi uscire lo potrai fare in compagnia di Mikey, dei suoi fratelli e anche Lisad si è offerta di starti
 
vicino…sei un po’ instabile, potresti svenire-
 
            -Mi sento debolissimo…e tu mi accompagneresti?- chiese Beal con una voce innocente e inaspettata.
            -Posso provare…ma se svieni non so ce la faccio a tenerti- disse Nied con un tono pacato, non sembrava più il medico freddo e flemmatico che quattro giorni prima gli puntava la pistola con l’anestetico.
 
            -Forse è meglio se riposi anche oggi, però devi mangiare, Mikey ti ha portato del cibo-               
            -Ecco qua! Il tuo piatto preferito: Estratto di bistecca, patate e riso-.
            -Grazie Mikey, sei molto gentile-
 
Beal era irriconoscibile, senza quel ghigno malefico sul viso sembrava una persona completamente diversa e la sua voce
 
era molto calma e priva di rancore. Mangiò tranquillo sotto gli occhi di Mikey e Nied. Ma era veramente stanco, si sentiva
 
come se avesse fatto una maratona. Era la stanchezza della sua lotta personale contro la violenza e la cattiveria che aveva
 
subito da quando era nato.
 
            -Ora riposa Beal, torneremo più tardi- disse Nied.
 
            -Ci dispiace tanto, ma molti hanno ancora paura di te e quindi dobbiamo chiudere la cella finché non farai la
 
fusione. Se hai bisogno di qualcosa chiama, ci sarà sempre qualcuno che ti può sentire, ma toglieremo la telecamera- disse
 
Mikey premuroso.
 
Intanto nel dojo Raph e Leo si allenavano con il maestro Splinter.
 
            -Allora figli miei, vi vedo molto più sereni e concentrati. Dove sono Mikey e Donnie? E Lisad?-
            -Donnie sta discutendo i dettagli per il viaggio su Marte anche con Lisad. Mikey è da Beal, stanno cercando di svegliarlo da giorni- rispose Leo.
 
Splinter portò la mano al mento e disse:
 
            -Siete davvero cresciuti e siete più responsabili, ma non è facile vedervi partire…-
            -Ma sensei, Donnie non ci abbandonerà, ha inventato un tunnel per arrivare su Marte in pochi secondi, sarà come se non fosse mai partito- disse Raph.
 
            -Lo so figlio mio…forse mi capirai meglio un giorno quando sarai più adulto…continuate pure senza di me, ho bisogno di meditare- e li lasciò da soli con sguardi interrogativi.
 
            -Allora Leo la facciamo una bella sfida?- disse Raph
            -Sì! Ma la scelgo io- disse Leo.
            -E sentiamo, cosa vorresti fare?-
            -Assumeremo la posizione Mae-Geri da fermi, chi cederà per primo avrà perso. Bada che dovremo rimanere assolutamente immobili, il primo che muove un muscolo perde!-   
 
            -Che razza di sfida è questa?-
            -E’ un sfida mentale e fisica. Non è solo la forza, ma anche la volontà che deve essere ben salda. Hai forse paura di non farcela?-
 
            -No…chiedevo! Allora, quando si comincia?-
            -Ora se vuoi!-
            -Sono pronto-
 
In pratica i due ninja dovevano assumere la posizione di un calcio laterale e mantenerla senza muoversi per nessun motivo.
 
Raph aveva molto meno equilibrio di Leo, ma tenne duro. Dopo qualche minuto che era cominciata la sfida entrò Lisad.
 
            -Che fate? Le belle statuine?-
 
Raph cominciò a ridere e tremava leggermente, ma non cadde.
 
            -Mi dispiace, ma non potevi nemmeno ridere, ho vinto!- esultò Leo.
            -Accidenti Lisad! Ma tu non eri di là a fare i cavoli tuoi? Perché sei venuta??-
 
            -Volevo dirvi che Beal si è svegliato e dovete vederlo, sembra un’altra persona, l’ho sentito parlare, è tutto gentile, ha ringraziato Mikey per il cibo e voleva che Nied gli tenesse compagnia! Si vede che gli è piaciuto farsi sparare l’anestetico nelle chiappe!-
 
            -Sono felice che stia andando tutto per il verso giusto. Era una pena anche per noi vederlo soffrire- disse Leo.
            -Bè… a me non sta molto simpatico, però se penso che non era colpa sua…un po’ dispiace anche a me- aggiunse Raph.
            -A me Mikey ha detto che ha simpatia per te Raph, forse perché ha visto quanto sei tosto- disse Lisad.
            -Quando si sarà rimesso lo sfiderò per un incontro amichevole-
 
            -Certo però che è grosso, non ho mai visto un Niano così muscoloso, sicuramente lo hanno modificato geneticamente anche per la forza- commentò Lisad.
 
            -Anche io sono molto muscoloso ed è tutta natura! Poi sono più bello- disse Raph con una punta di gelosia.
            -Ahahah! Tranquillo Raph, credo che Big Bear abbia una simpatia particolare per Nied!-
            -Ok ragazzi, se non ci sono altre novità vorrei meditare, ora scusatemi-
 
Leo lasciò il dojo per raggiungere Splinter nella stanza della meditazione.
 
            -Che gli prende a Leo, ultimamente medita molto spesso…-commentò Lisad.
            -Lo chiedi a me? Chiedilo a Mikey, credo che abbiano avuto una discussione di recente e da allora Leo è diventato ancora più taciturno e riflessivo, perfino troppo anche per lui-
 
Leo raggiunse Splinter non solo per meditare, ma anche perché aveva bisogno di un bel discorso tra padre a figlio.
 
            -Sensei… anche io soffro molto per la partenza di Donnie…non è vero che tornerà quando vuole, deve mettere a punto ancora il tunnel, forse i primi tempi lo vedremo una volta l’anno-
 
            -Ne ero al corrente Leonardo. Donatello mi ha spiegato tutto. Sono triste perché partirà e perché ormai è cresciuto e
 
ha poco altro da imparare da me, ma sono molto felice per lui. Ha la possibilità di mettere su famiglia, mi ha detto che con
 
l’aiuto della genetica Niana potrebbero anche avere figli loro-
 
            -Non sapevo questo…è veramente incredibile…potrei diventare zio!-
            -E’ così che devi vedere la cosa. Sono venuto a meditare, non perché soffro per un torto subito, ma perché egoisticamente come tutti i padri vorrei che restaste sempre piccoli e bisognosi di me. Questo è profondamente ingiusto…Vuoi meditare con me? Credo che tu possa condividere questo mio pensiero-
 
            -Sì sensei…sì padre-
Presero posizione e cominciarono a meditare per combattere la tristezza e concentrarsi sulla felicità di Donnie.
 
P.S. Ciao a tutti!
Beal a quanto pare è stato liberato da Astrid anche grazie a Mikey! Sì certo Donnie è il mio preferito ma ho sempre avuto anche un debole per Mikey...bè anche per Raph e Leo naturalmente XD
Beal ha una simpatia speciale per Nied...chissà...insomma sembra che tutti abbiano un possibile fidanzata meno Leo e Frel poveretti... ;-P
Splinter è molto triste perchè i suoi figli stanno crescendo e sa che le cose cambieranno, ma sa anche che è così che va la vita.
Grazie a tutti voi che mi state leggendo sempre più numerosi e grazie a chi continua recensire.
 
Baci settembrini
Altair
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** Progetto Marte (ovviamente di Donnie) ***


Nel laboratorio alcuni Niani discutevano con Donnie dell’imminente partenza per Marte, era fondamentale definire i dettagli.
 
            -Quando avremo fatto la fusione con Beal potremo finalmente partire- diceva Astrid.
            -Siamo sicuri che collaborerà?- disse Frel.
            -Sono abbastanza convinta che almeno riporterà la verità dei fatti, anche se non condividerà i nostri progetti- replicò Astrid.
 
            -Con la navicella di Beal, che è molto più grande, avremmo meno problemi di energia, ce ne è veramente bisogno. Ho visto dai vostri dati su Marte che avete rilevato falde acquifere sotto la superficie e conoscete bene dove sono ubicate. Ma non credo che basterà costruire una trivella…- Commentò Donnie.
 
            -Come procedere all’insediamento su Marte è già stato previsto e se ti manca qualche dettaglio è comunque presente in tutti i computer delle capsule- Disse Rel.
 
            -Ricordo benissimo il progetto generale, lo abbiamo assimilato tutti molto bene con la fusione- Rispose Donnie e aggiunse- ma alcuni vostri dati sono sbagliati-
 
            -Come sbagliati? Non è possibile che il Consiglio abbia sbagliato, i migliori scienziati lo hanno realizzato per noi- Disse Nied che era appena entrata, tutti annuivano e le davano ragione.
 
            -Guardate voi stessi i dati che ho trovato sul sito della NASA. Su Marte l’acqua è solo in forma di ghiaccio perchè è
 
troppo freddo ed è presente solo nel sottosuolo. Infatti  non c’è abbastanza pressione atmosferica perché sia in forma
 
liquida sulla superficie. Dobbiamo come prima cosa creare un’atmosfera, questo aumenterà la pressione, il clima diventerà
 
più mite e solo allora potremo avere un vero ciclo dell’acqua con fiumi, laghi e mari -
 
            -E’ presente anche questo progetto e ovviamente…- Rel non finì la frase.
            -Ma non è previsto da subito, voi volete cominciare con le serre per crescere le piante e poi piano piano far iniziare il cambiamento climatico. Secondo me invece bisogna agire a vari livelli prima di atterrare sul suolo Marziano- precisò Donnie.
 
            -Non dirmi che vuoi fare come in quel vecchio film Total Recal (Atto di forza), dove con un congegno marziano fanno sciogliere il ghiaccio sotterraneo di Marte - disse Astrid ridendo.
 
            -Bè…l’idea di base è quella. Ma non succederà certo come nel film che dopo due minuti l’aria di Marte diventa respirabile ed i due eroi da mutati per le radiazioni tornano normali…quella è davvero una stupidaggine!  Inoltre dobbiamo occuparci anche del sottosuolo di Marte, dovrebbe essere più attivo, la superficie del pianeta si deve rinnovare-
 
            -Vuoi dire che dobbiamo preoccuparci dell’attività del nucleo, dei moti convettivi magmatici del sottosuolo e della crosta marziana?- commentò Rel.
 
            -Esattamente! Un pianeta senza vulcani e movimenti delle placche tettoniche è un pianeta morto-
            -Come facciamo a far ripartire quei fenomeni? Non c’è molta attività sotto la superficie, da quello che sappiamo dai dati del Consiglio- chiese Rel.
 
            -Ammesso che quei dati siano giusti. Occorreranno una o più esplosioni ad una terminata distanza dal nucleo, di sicuro dovranno essere potenti come bombe atomiche…-
 
            -Noi non utilizziamo quell’energia instabile, è da barbari- commentò Frel.
            -Mi dispiace non abbiamo altra scelta, non abbiamo i mezzi per una fusione e voi non avete dati certi al riguardo perché avete avuto sempre l’energia dei cristalli- rispose Donnie.
 
            -Quanto pensi che dovremo aspettare prima di ammartare?- Chiese Nied che, anche se si era aggiunta da poco al gruppo con Mikey, seguiva benissimo il discorso.
 
            -Purtroppo dai miei calcoli, giusto per non essere spazzati via dalle trombe d’aria, le tempeste ed i terremoti…minimo sei…mesi- rispose Donnie.
 
            -Che cosa? Ma non possiamo aspettare tanto nello spazio!- disse Lisad che era rientrata in quel momento.
           
            -Il viaggio è solo di tre o quattro giorni, non occorre aspettare in orbita intorno a Marte, dovremo solo
 
cominciare il processo e andare ad osservare in seguito. Sarà comunque un enorme dispendio di energia ma è per questo   
 
che sto perfezionando la Tartacapsula, dovrà avere la stessa funzione di quella dei macchinari della vostra stazione spaziale
 
orbitante, cioè sarà in grado di ricaricare i cristalli nello spazio ed in modo più efficiente- rispose Donnie.
 
            -Vuoi dire che quel tuo coso ricarica i cristalli…ed è meglio delle nostre?- disse Rel.
            -In teoria sì, sono riuscito a miniaturizzare quel condensatore di energia che avete nella base spaziale ma che non potete avere nelle capsule…- disse fiero Donnie.
 
            -Allora a che ci serve il tunnel? Ognuna della nostre capsule potrebbe avere quella funzione e non ci sarebbe più bisogno di tornare su Terra- disse Frel.
 
            -Intanto non sono ancora riuscito ad adattare il meccanismo ai vostri mezzi, forse potrei adattarlo alla navetta di Beal…però poi c’è un piccolo problema che non ho risolto…-
 
            -Vale a dire?- chiese impaziente Lisad.
            -Caricando così i cristalli si deteriorano prima…-
            -Allora? Non conviene!- disse Frel.
            -Bè…in questi giorni di pace in cui non ho dovuto fare la guardia a Beal ho finalmente capito come formare i cristalli…-disse ancora più fiero Donnie.
 
I Niani lo guardarono come se fosse uscito di senno, ma dentro di loro speravano che fosse tutto vero.
            -Donnie so che sei un genio….ma è un processo difficilissimo, noi non siamo in grado di ricrearli, si formavano naturalmente su Ni, ma ora stanno esaurendo…- disse Astrid.
 
            -Lo so, voi non avete più vulcani funzionanti sul vostro pianeta, qui ce ne sono alcuni soprattutto nella dorsale
 
Atlantica che possono servire per ricreare i vostri cristalli di Enerzon. Normalmente sulla Terra non si formano, ma potrei
 
ricrearli in laboratorio applicando la giusta atmosfera artificiale, la temperatura e la pressione adeguata alla lava.
 
Ovviamente per ristabilire l’equilibrio terrestre getterei nei vulcani i vostri cristalli inutilizzabili-
 
            -Ma tu sei davvero un genio…sono senza parole- disse Rel.
            -Grazie…ma tutto questo lo devo a voi e alle vostre nozioni incredibili di fisica, chimica e matematica…sto ancora elaborando dati…-
 
Per Donnie era il periodo più felice della sua vita.
 
            -Hai già testato se la Tartacapsula ricarica i cristalli velocemente?- chiese Lisad.
            -Ehm…veramente no…- ripose Donnie arrossendo.
            -E cosa diamine aspetti!- rispose Lisad con il suo solito tatto.
            -Vado io! Vado io! Posso portare Isabel?- disse Mikey che si era preparato la domanda da giorni.
            -Mikey non puoi rischiare la vita della terrestre- disse Astrid.
            -Ma non sarà pericoloso, vero Donnie?-
 
            -Tranquilla Astrid, la Tartacapsula è stata messa a punto. Dopo l‘avventura con Beal…non ci può essere un test più estremo di quello, per me può portarla con sé. Chiaramente gli forniremo cristalli di riserva se non dovesse funzionare- disse Donnie.
 
            -Già! Non sarebbe carino se i due piccioncini si spiaccicassero sul suolo terrestre cadendo da più di 400 km di altezza- sottolineò Lisad, Mikey la guardò imbronciato.
 
            -Però porta qui Isabel senza la capsula, non voglio che te ne vai in giro con quel coso per New York- sentenziò Astrid.
 
            -Quel coso, è la mia Tartacapsula- precisò quasi offeso Donnie, per le sue invenzioni era davvero suscettibile, nemmeno Astrid poteva fare commenti negativi, lei soffocò una risata.
 
            -Allora possiamo andare stasera?- chiese Mikey eccitato.
            -Va bene!- dissero in coro Donnie e Astrid.
 
Mikey non stava nella pelle e chiamò subito la sua dolce metà:
 
            -Isabel! Ho una splendida notizia! Stasera ti porto nello spazio!-
            -Oh Mikey! Non ci posso credere, li hai convinti! Mi vieni a prendere tu?-
            -Sì, ma senza navetta spaziale, me lo hanno proibito… A dopo, baci baci-
            -A dopo, baci baci-
I Niani assisterono alle mielose manifestazioni di Mikey ruotando gli occhi, poi tutti tornarono a discutere del destino di Marte.
 
Dopo un po’ che si sorbiva discorsi sulla chimica dell’atmosfera marziana e dove trivellare per piazzare le bombe, Mikey ne ebbe abbastnaza, uscì dal laboratorio e trovò Raph che guardava la TV.
 
            -Tu non dovresti essere nel dojo con Leo e Splinter?-
            -Volevano meditare entrambi…mi è passata la voglia di allenarmi…senti Mikey…ma cosa hai detto a Leo?-
            -Perché?-
            -E’ diventato ancora più taciturno e passa molto più tempo a meditare, mi ha detto che tu lo hai fatto riflettere…-
            -Non volevo che diventasse triste, ma si stava comportando male con tutti…perchè è solo e Karai ha un altro…-
            -Tu credi che non gli sia passata?-
            -No per niente Raph…spesso va da solo a riflettere proprio dove si trovava il grattacielo di Shredder…di Karai…-
            -Ma sono passati anni…. e lei è sposata con il dottor Chaplin-
            -Non l’ha mai dimenticata…povero Leo….ma tu cosa stai combinando con Lisad?-
            -Se lo sapessi, forse te lo direi!-
            -Ho capito, non gli piaci sei troppo brutto e grasso!!!-
 
            -Non sono grasso sono muscoloso! Semmai non capisco come tu possa piacere a quella Isabel, ha sicuramente problemi di vista!-
 
            -Sai Raph ho paura che tu abbia ragione, una sera mi ha detto che ha cambiato idea sulla bellezza e per lei ora sono bello…ma io sono sempre stato bello! Speriamo non ricambi idea…-
 
            -Ma tu e l’umana…ecco- Raph si impantanava sempre quando si trattava di relazioni e comportamenti amorosi.
            -Io ed Isabel cosa?-
            -Insomma…avete mai…ecco-
            -Abbiamo mai cosa?-
            -Perché perdo tempo a parlarti? Sono sicuro che nemmeno se te lo spiego capiresti! Credo che la tua verginità starà al sicuro a lungo!-
 
Mikey divenne rosso come la bandana di Raph.
 
            -Ah ma tu…intendevi…so di cosa parli, non sono un ragazzino ho ventisei anni…non posso chiederglielo…a volte ho ancora paura di disgustarla-
 
            -E aspetterai in eterno?-
            -…sì aspetterò…-
 
Lisad sbucò dal laboratorio.
 
            - Ragazzi che barba questi cervelloni, stanno ore ed ore a parlare di dati scientifici e non facciamo mai nulla!-
            -Ah come ti capisco Lisad!- disse Raph solidale.
            -Venite a trovare Beal con me?- disse ad un certo punto Mikey- è un po' che dorme, magari vuole uscire dalla cella, ha detto Astrid che adesso non dovrebbe essere pericoloso…-
 
            -No Mikey lascialo in pace...se mi avessero torturato per giorni non vorrei vedere nessuno- disse Raph.
 
Ma la tartaruga in arancio si era già avviata verso la parte delle fogne dove era ubicata la cella.
 
Arrivato a pochi metri da Big Bear lo sentì parlare nel sonno.
 
            -No ti prego non farmi del male, farò il buono…nooo-
            -Big Bear, svegliati stai sognando!-
 
Mikey entrò nella cella e cominciò a scuotere il Niano per farlo svegliare, Beal aprì gli occhi e bloccò la tartaruga afferrandolo di nuovo per la gola.
 
            -Ma è un vizio! Calmo… Big Bear…pianino…non voglio farti del male…volevo svegliarti, facevi un incubo-
            -Mikey scusami…ho fatto un sogno orribile- Beal lasciò subito la presa dispiaciutissimo -ero bambino ed il mio maestro di arti marziali mi stava punendo perché non mi ero esercitato…è un sogno ricorrente…veramente sciocco, vero?-
 
            -No Beal, credo che sia normale, sono stati molto crudeli con te…è per questo che piangevi quando ti ha visto Nied?-
            -Non lo so…i motivi erano tanti…sono chiuso qui dentro, invece vorrei poter fare qualcosa per il mio popolo…poi è stata dura resistere alla forza psichica di Astrid, ho cercato solo di essere un buon soldato…ho pensato di essere un fallito perché cominciavo a cedere e a credervi-
 
            -Adesso cosa pensi?-
            -Sono molto confuso, ma ho capito che voi siete in buona fede, credimi anche io lo ero…aspetterò di fare la fusione.
 
Quando tornerò sulla stazione spaziale comunicherò cosa è successo veramente, anche se forse mi riterranno pazzo e mi metteranno in cura…-
 
            -Sono sicuro che andrà tutto bene, leggeranno la tua mente e capiranno, ma perché non vieni di là al rifugio a
parlare con noi? Ce la fai?-
 
            -Forse non sono pronto per la fusione, però vorrei tanto uscire di qui…va molto meglio-
            -Bene allora seguimi!-
 
Beal si alzò dal giaciglio e seguì Mikey fino al laboratorio dove i Niani e Donnie ancora discutevano.
 
            -Ciao a tutti, guardate chi vi ho portato?-
 
Il grosso Niano entrò dentro con un’espressione così imbarazzata che nessuno ebbe il minimo timore.
            -Come stai Beal?- disse Astrid.
            -Molto meglio grazie…ma scusatemi, non me la sento ancora di fare la fusione…posso ascoltare? Mi ha detto Mikey che parlate di Marte-
 
            -Certo che puoi, anzi devi vedere i nostri sforzi…Donnie ci sta spiegando alcune idee che ha avuto per velocizzare il processo per rendere Marte vivibile…-
 
            -Beal mi dispiace per i bracciali…erano una mia creazione…temevo che tu potessi fare del male ad Astrid…- disse Donnie.
 
            -Non è stata una passeggiata…ma capisco che non avevate molto scelta con me…adesso però avrete tutta la mia attenzione e tutta la mia fiducia-
 
P.S. Ciao a tutti!  
Spero che l’idea di Donnie per rendere vivo Marte vi sia piaciuta :-) ci ho ragionato su per realizzarla, mi sono ispirata a come “funziona” la Terra e qualche dato su Marte che vi ho descritto è reale, altri sono inventati.
Leo si sente triste e solo…Karai è sposata col dottor Chaplin, non succede nelle serie però è vero che si mettono insieme…come vi ho detto tutte le tartarughe soffriranno, bisogna vedere come…non perdetevi il prossimo capitolo al riguardo…
Intanto Beal è un’altra persona e si mostra agli altri timidamente, non so perché ma questo personaggio mi è venuto così, non mi sono ispirata a nessuno e devo dire che ci tengo e lo metterò ancora al centro dell’attenzione :-)
Vi ringrazio perché continuate a seguirmi, ho ancora tanto da dire…tanto che esiste già un sequel…
Grazie a chi recensisce sempre e a chi lo farà
Baci settembrini
Altair
 

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Capitolo 32
*** Gli amanti, lo spazio ed il tempo ***


Finalmente arrivò la sera, Mikey non stava più nel guscio, tanto che uscì dal rifugio un’ora prima rispetto al solito ed arrivò
 
quasi volando alla finestra di Isabel.
 
            -Ciao principessa! Sono già qui. Sei pronta?-
 
Entrò di scatto dentro l’appartamento e si trovò di fronte Isabel in mutande e reggiseno.
 
            -Ops scusami!- Ma non si mosse, rimase lì impalato a fissarla.
            -Mikey…cosa pensi in questo momento…mi trovi orrenda con questi segni rossi?- Chiese lei molto in imbarazzo.
 
Lui era arrossito, ma non stava facendo molto caso a quei segni leggeri sul corpo, stava solo ammirando la sua ragazza e
 
stava pensando -sì! Lei è la tua fidanzata…credici per una volta!-
 
            -Orrenda? Ma se sei stupenda! I segni del fuoco si vedono appena… su di te sembrano opere d’arte-
 
Lei lo abbracciò forte forte.
 
             -Oh Mikey…mi fai sentire sempre bellissima-
            -Tu sei bellissima…-
 
Mikey non sapeva se essere contento o no che il suo guscio non permettesse un perfetto contatto pelle a pelle e aggiunse –
 
non mi sembra vero che tu sia la mia ragazza…-
 
            -Mi vergogno molto delle cicatrici…ho dei problemi a mostrarmi a te così…certi giorni  non riesco a guardarmi allo
 
specchio…anche se sono migliorata molto…è  per questo che ancora non ho avuto il coraggio di fare l’amore con te…-
 
            -Vuoi dire che vorresti farlo?…Ed il problema non sono io?-
            -Tu il problema? No…ma perchè? Dopo che ti ho detto che mi piaci…-
            -Isabel non sono umano…e non ho nessuna esperienza con voi ragazze…non immaginavo che ti facessi queste fisime…ma sei sicura che il motivo sia quello?-
 
            -Tu non sei umano…ma sei molto simile agli umani in tutto vero?- Disse arrossendo in modo esagerato.
            -Sì sì,  non mi manca nulla!!- Mikey era più imbarazzato di lei -ma non voglio che ti penta…e se poi rimanessi incinta…vorresti dei tartarughini che corrono per casa? Hai pensato a questo?-
 
            - Certo, se ti somigliano sarebbero bellissimi ed io sarei felicissima!-
            -Ma che vita avranno? Dovranno vivere nelle fogne come me…-
            -Tu hai avuto una vita infelice?-
            -No…ma è molto dura stare nascosti al mondo ed essere considerati mostri…oppure il contrario, potresti non diventare mai madre a causa mia…ammesso che tu voglia fare una famiglia con me…-
 
            -Siamo ancora giovani, mi sembra presto per avere questi pensieri! Ma in caso li adotteremo, che problema c’è? E
 
poi se invece vengono dei tartarughini meravigliosi a limite li mandiamo ogni tanto su Marte da zio Donnie oppure ci
 
andiamo anche noi!-
 
            -Tu sei pazza, ecco perché ti piaccio, sei completamente fuori…proprio come me! Comunque sono vecchia maniera e prima penso che ti sposerò! Adesso però dobbiamo andare, non vedo l’ora di farti fare conoscenza con tutto il mondo!-
 
            -Tu scherzi vero? Non sei vecchia maniera?-
 
Mikey non rispose, ma la zittì con un bacio.
 
Quando arrivarono all’officina di Donnie tutti i Niani erano lì, compreso Beal.
 
            -Buonasera  a tutti, come va?- disse Isabel un po’ timidamente perchè si sentiva tutti gli sguardi addosso.
            -Ciao Isabel. Qui procede tutto bene. Allora, farai parte anche tu dell’esperimento? Ti senti pronta?- Disse la fata Turchina.
 
            -Sì Astrid non vedo l’ora…vi ringrazio tanto…sarà l’esperienza più incredibile della mia vita…a parte avervi conosciuto ovviamente-
 
            -Isabel ti presento l’ultimo arrivato Big…cioè Beal-
            -Piacere ti conoscerti di persona Isabel….ho sentito molto parlare di te e non erano invenzioni, sei molto carina per essere un’umana-
 
            -Grazie…piacere mio Beal, anche io ho sentito molto parlare di te, Mikey era molto dispiaciuto per la situazione, devi credermi non farebbe mai male a nessuno-
 
Isabel non sembrava in alcun modo impressionata dall’aspetto del Niano.
 
            -Lo so bene adesso- rispose Beal bonario.
            -Allora? Allora partiamo?- Mikey non si teneva più.
            -Per favore non fare il pazzo, ricordati che Isabel è con te e per favore non staccare subito la comunicazione, devi dirmi se i cristalli si caricano e se va tutto bene- disse Donnie.
 
            -Nessun problema!-
 
Mikey prese in braccio Isabel e la depositò di corsa nella Tartacapsula che era a due posti. Saltò su anche lui, si mise il casco dei comandi, la navetta si chiuse ed in pochi attimi furono fuori dalle fogne.
 
            -Ma è incredibile, è velocissima, come fai a scansare gli ostacoli così- disse Isabel che stringeva una mano di Mikey per la paura.
 
            -Tranquilla i comandi sono direttamente collegati al cervello ed è come se ragionassi più in fretta e gli oggetti intorno a me sembrano quasi rallentati-
 
            -Poi non dovrei sentire male allo stomaco per l’accelerazione?-
            -No, credo che la Tartacapsula in qualche modo ci protegga molto-
            -Ragazzi mi sentite?- Chiese Donnie.
            -Ti sentiamo- risposero entrambi.
            -Mi dispiace rovinarvi la passeggiata, ma dovreste andare subito nella esosfera e vedere se funziona il sistema di carica dei cristalli-
 
            -Robert!- Rispose Mikey.
            -Si dice Roger sciocchino- disse Isabel ridendo e aggiunse- l’esosfera è quello spazio subito fuori dall’atmosfera vero?-
 
            -Sì “amore”…l’ho imparato da poco- Mikey l’aveva detto senza pensare, lei non disse nulla ma gli strinse la mano ancora di più.
 
La Tartacapsula dal movimento orizzontale passò a quello verticale ad angolo retto ed in pochi secondi fu nell’esosfera.
 
            -Mikey è meraviglioso! E’ lo spettacolo più incredibile che abbia mai visto, ho già l’ispirazione per un nuovo quadro e guarda lo spazio quanto è scuro…è davvero…il nulla…-
 
La Terra vista dallo spazio genera nell’uomo quel senso di stupore e meraviglia, perché la mente non si capacita di quello
 
che ha davanti e non comprende fino in fondo. Però anche se i sensi e le capacità cognitive sono limitati, un essere vivente
 
può arrivare a capirne la bellezza a la maestosità.
 
 
I due amanti si tenevano per mano, condividevano gli stessi pensieri e si sentivano così piccoli, ma anche così felici e parte
 
di un disegno più grande. Ad un tratto si sentì tossire:
 
 
            -Ehm…Mikey…coma va?- disse Donnie.
            -Tutto bene, vedo che stanno caricando, stanno prendendo energia dal sole e da qualcos’altro che non capisco-
 
            -Sì Mikey, le particelle che sfuggono al campo terrestre rilasciano energia cinetica che tu stai raccogliendo. Dovresti
 
metterci più di dieci minuti. Per ora interrompo la comunicazione e vi lascio un po’ di privacy, però non fare cose strane
 
Mikey, ok? State fermi in posizione e non scollegarti dal computer di bordo-
 
            -Sì, Donnie lo sapevo-
 
Chiusero il collegamento.
 
            -Allora, Mikey ha detto che non devi muoverti giusto?- Chiese Isabel con malizia.
            -Perché che vuoi fare?- disse Mikey un po’ preoccupato.
 
Lei cominciò a fargli il solletico nell’incavo del ginocchio e del gomito.
 
            -No ferma! Ferma ti prego! Non riesco a tenere in posizione la navetta- la Tartacapsula aveva cominciato ad
 
oscillare e Mikey temeva che poi Donnie gli facesse la predica o peggio ancora che qualcuno fraintendesse quello che stava
 
accadendo.
 
            -Allora rispondi ad una domanda-
            -Tutto quello che vuoi, ma smetti!- Mikey non ce la faceva più dal ridere.
            -E’ vero che vuoi sposarmi? E dopo faremo l’amore?-
 
Isabel smise di stuzzicare Mikey e lui disse molto seriamente.
 
            -Io vorrei stare con te per sempre…non so quale prete o giudice di pace potrà mai sposarci…ma ho tanta paura che
 
tu faccia l’errore più grande della tua vita …non potrai avere una vita normale…ma sono così egoista che non ho il
 
coraggio di lasciarti…perché non sono mai stato così felice…-
 
            - Mikey…non voglio che mi lasci…vivere con te vuol dire vivere in un altro mondo e sarei molto contenta di farlo,
 
non mi pesa lasciare la mia vita normale, la mia famiglia, le mie amiche…forse io stessa non sono normale, ma non mi
 
interessa vivere con gli umani-
 
            -Io voglio bene alla mia famiglia…e tu sbagli ad escludere i tuoi dalla tua vita…un giorno…io voglio chiedere la tua mano a tuo padre!-
 
            -Tu cosa? Ma sei impazzito?-
            -Lo so, forse si spaventerà a morte e scapperà…-
 
            -….non è solo questo….lui non si merita nessuna considerazione…tu sei stato più comprensivo e amorevole dei
 
miei genitori messi insieme…sono degli egoisti, pensano solo per sé…ora si separeranno ed hanno dato tutta la colpa a
 
me!-
            -Amore…ma perché non me lo hai detto…-
            -L’ho saputo solo oggi…sai che ti racconto tutto…-
 
Isabel era abbracciata a Mikey e piangeva, le lacrime avevano cominciato a cadere lente dalle guance arrossate di lei sul
 
collo smeraldo di lui. Avrebbe voluto consolarla, ma non sapeva come. Restarono in silenzio a guardare il loro bellissimo
 
pianeta, adesso Mikey capiva cosa intendeva Astrid quando parlava della Terra in modo così entusiasta.
 
            -Mikey! Isabel! Qui Donnie, allora come procede?- Il genio aveva messo solo l’audio per lasciare privacy alla coppietta.
 
            -Tutto come dicevi tu…i cristalli sono quasi carichi. E’ più lento a caricare che dentro il vulcano, ma mi sembra che ci sia molta più energia…doveva andare così vero?-
 
            -Sì perfetto! Appena puoi torna giù, devo analizzare i cristalli- Donnie chiuse il collegamento.
            -Mi dispiace…dobbiamo andare-
            -Peccato, è magnifico quassù!-
 
            -Spero che potremo tornare un’altra volta…comunque il discorso di prima non è terminato…voglio farti cambiare
 
idea, sono sicuro che i tuoi ti vogliano molto bene. Tua madre era disperata quando hai cercato di gettarti dal cornicione…-
 
            -Aveva paura che le sporcassi il selciato!-
            -Ma dai!  Non è così…comunque…un giorno chiederò la tua mano a tuo padre -
            -Tu sei un inguaribile romantico…- e lo baciò. In quell’istante la Tartacapsula cominciò a scendere velocemente in verticale.
 
            -Che succede Mikey!!!-
            -Questo è per il solletico che mi hai  fatto prima!- Isabel cominciò ad urlare divertita era come andare sulle montagne russe senza sentire mal di stomaco.
 
Tornati al quartier generale lasciarono la Tartacapsula nelle mani di Donnie, che non stava più nel guscio per analizzare
 
quei cristalli. Se fosse andato come sperava lui, avrebbero avuto un carica e una durata doppia del normale.
 
Isabel e Mikey tornarono all’appartamento, durante tutto il tragitto, mentre lui la teneva sulle spalle, non si dissero un
 
parola. Giunti quasi a destinazione, udirono un guaito tra i palazzi, era veramente straziante e decisero di andare a vedere
 
cosa fosse.
 
Un volta scesi a terra, Mikey disse ad Isabel di stare dietro di lui ed entrarono in un vicolo buio e stretto. Sentirono
 
nuovamente  il guaito e trovarono sotto dei cartoni un piccolo canino tutto sporco di sangue e polvere, non si spaventò nel
 
vederli e li guardò con degli occhioni grandi e pieni di speranza.
 
            -Oh piccolino, ma cosa ti hanno fatto? Guarda Mikey, è ferito ad una zampina, per fortuna non sembra grave…poverino…sei solo un cucciolo-
 
Isabel lo raccolse amorevolmente ed entrò in casa dal portone, Mikey passò dalla scala antincendio. Una volta dentro
 
cercarono subito di disinfettarlo e pulirlo perché non prendesse infezioni.
 
            -Ma guarda…chi l’avrebbe detto che eri bianco! E sei un Jack Russel. Ma come sei bello con questa macchietta sull’occhio, non è un amore Mikey?-
 
            -Oh si! Adoro gli animali…quando ero più giovane portavo sempre qualche randagio a casa, ma Splinter non voleva che li tenessi, li curavo, li ripulivo e li lasciavo in qualche giardino. Controllavo anche se stavano bene-
 
            -Che tesoro che sei …però quindi tu non potresti tenerlo?-
            -Sarebbe meglio di no…lo cureremo e gli troveremo un padrone-
 
            -Quanto sei bello cucciolotto…e se lo tenessi qui? In fondo non è vietato tenere animali in questo palazzo. C’è la
 
vicina con quel tremendo chihuahua che abbaia sempre e non gli hanno mai detto nulla…per cui lo terrò io!-
 
            -Allora dovremo trovargli un nome! Sono bravissimo in questo, che ne dici di Jack? Visto che è un maschietto ed è un Jack Russell-
 
            -Ma no, è troppo banale! Che ne dici di Pedro?-
            -Pedro? Vuoi chiamare un cane Pedro??-
            -Perché no? Mi ispira tanto…non so perché…-
            -Se proprio insisti…se ti piace…- Mikey non era convinto, era lui che di solito inventava o dava i nomi a cose, animali o mutanti, ma ad Isabel non sapeva dire di no.
 
Fasciarono la zampina di Pedro e gli trovarono un giaciglio comodo nel soggiorno, poi andarono a sedere sul divano.
 
            -Allora…perché non fai pace con i tuoi…è tanto triste che non vi parliate-
            -Non mi va di parlarne stasera…ti prego…ma ti prometto che ne parleremo un’altra volta…perchè non mi abbracci?-
 
Mikey la strinse a sé e le diede un bacio sulla testa. Mentre i due innamorati si guardavano negli occhi, Pedro mise fuori il
 
musino dal suo giaciglio ed abbaiò in cerca di attenzioni. Allora Isabel si alzò, lo prese con sé e si accoccolò di nuovo tra le
 
braccia di Mikey.
 
 
Al rifugio delle tartarughe Donnie analizzava i cristalli in compagnia di Astrid.
 
            -Vediamo un po'…se tutti i calcoli sono esatti dovrebbero essere carichi il doppio rispetto al solito e possono essere
 
riutilizzati circa cinquanta volte, invece di sessanta come era per i cristalli caricati nella lava, il guadagno sarebbe del
 
quaranta per cento!-
 
Donnie passò uno strumento di sua invenzione sui cristalli e con sua gioia lesse i valori che si aspettava.
 
            -Ce l’ho fatta sono carichi il doppio!!-
            -Ma è fantastico! Ti adoro!- Astrid era saltata al collo di Donnie, lo stava riempiendo di baci quando entrò Nied, i due subito si staccarono.
 
            -Allora? Come è andata?-
            -Come previsto, sono carichi il doppio- disse Donnie.
            -Ma come farai materialmente a ricrearne nuovi?- Domandò Nied.
           
            -Dovrete darmi qualche altro giorno, devo mettere a punto un altro macchinario, però non so quanto mi ci vorrà a
 
realizzare i cristalli…per il momento ci servirà anche l’energia della capsula di Beal e anche lo spazio per portare il
 
macchinario su Marte per realizzare i cristalli…dovremo convincerlo a darcela-
 
            -Domani ha detto che farà la fusione, quindi lo sapremo -disse Nied.
            -Ma dov’è adesso Beal?- chiese Astrid.
            -E’ di nuovo nella sua cella…lo sta facendo per noi…dice che vuole che stiamo tranquilli. L’ho chiuso dentro poco fa-
            -Domani sarà veramente uno di noi e potrà dormire nella mia stanza, io posso stare da Donnie-
            -Bene mi sembra giusto che anche lui abbia il suo spazio…adesso sarà meglio che andiamo a dormire è stata una giornata molto lunga, a domani-
           
            -A domani. Sarà meglio andare…-
            -Ma dovrei ancora calcolare la resistenza e….-
            -Lascia stare, adesso hai un appuntamento con me!-
            -Davvero?-
            -Sì caro-
 
Astrid trascinò via Donnie dal laboratorio e andarono finalmente nella loro stanza.
 
Da quando avevano fatto la fusione totale ne erano seguite altre sempre bellissime. Anche se adesso non soffrivano la
 
lontananza come prima, il loro attaccamento era sempre più forte, non potevano immaginarsi lontani in mondi diversi. Il
 
Tartunnel era la salvezza per loro, Donnie non avrebbe mai abbandonato i suoi fratelli, e se fosse stato costretto a farlo ne
 
avrebbe sofferto anche Astrid in egual maniera perché ormai condividevano tutto come un unico essere.
 
Mentre tutti dormivano Leo era in giro per New York, non riusciva a dormire e girovagò senza meta fino alle sette del
 
mattino. Ma anche se correva per ore alla fine si ritrovava sempre al solito posto, il palazzo di Shredder. Forse gli
 
mancavano quei tempi quando la sua vita era solo allenamento e lui ed i suoi fratelli erano più uniti. Ora tutti sembravano
 
aver preso una strada diversa, tutti meno lui. Era rimasto il solito Leo, sempre fedele a se stesso, sempre innamorato senza
 
speranza. Sentì ancora il vento e quel tintinnio di terracotta che udiva sempre nelle vicinanze del palazzo di Shredder, si
 
coprì gli occhi un attimo con la mano e poi alzò le braccia al cielo.
            -Eppure dovrei farmene una ragione…sono passati cinque anni!- Gridò al vento- perché non mi lasci in pace, perché non ti dimentico, perché!-
 
Lanciò un pugno al vento, ma perse l’equilibrio cascò dal cornicione in una scala antincendio, non oppose nessuna
 
resistenza, quasi volesse subire tutto questo. Mentre sbatteva sulla ringhiera e sugli scalini di ferro, quasi gioiva perché il
 
dolore dei colpi attutivano per qualche secondo la grande angoscia dentro di lui. Arrivò a terra svenuto.
 
Quando riaprì gli occhi mise a fuoco un soffitto in legno, mosse la testa dolorante di lato e vide una figura femminile, un
 
caschetto nero, poi due occhi verdi stupendi.
 
            -Karai?!-
            -Leonardo…-
            -Sto sognando o sono morto- richiuse gli occhi perché senza dubbio quello era un sogno.
            -Leonardo…sono io …Karai-
 
Leo aprì gli occhi. Di fronte a lui c’era Karai vestita da guerriero ninja come la ricordava.
 
            -Ma sei proprio tu? Dove siamo?-
            - …sei nella mia palestra…-
            -Dove?- Leo si mise a sedere e si rese conto di dove era: una palestra per arti marziali con il pavimento in bambù, attrezzi per l’allenamento e vari armi appese alle pareti.
 
            -Come ci sono arrivato qui e tu che ci fai a New York?-
 
            -Ho sentito un gran frastuono e ti ho trovato a terra, era giorno e ti ho portato qui. Sono tornata da un anno…ho
 
aperto questa palestra proprio nel vecchio palazzo di Shredder…è stato come se mi chiamasse….sono in parte azionista
 
della società di Charity a cui l’ho ceduto…come ben sai ho cercato di rimediare a tutto il male che ha fatto mio padre…-
 
            -Ma perchè una palestra?
            -…sono e sarò sempre quello che vedi, un guerriero ninja. Ho deciso di dedicarmi a quello che so fare meglio, senza nuocere a nessuno-
 
Leo soffocò l’istinto di abbracciarla, ma quando si alzò in piedi fu lei a farlo.
 
            -Non sai come sono felice di vederti…non ti ho mai veramente ringraziato per tutte le volte che mi hai salvato la vita e tutte le volte che mi hai aiutato-
 
            -Non devi ringraziarmi…-
            -Sì che devo…cosa ti è successo? Qualcuno ha cercato di farti del male?-
            -No…non so esattamente cosa sia capitato…credo solo di aver perso l’equilibrio e ho battuto la testa…- si vergognava così tanto davanti a Karai, lei era una guerriera giapponese molto fiera e forte.
 
            -Come sta la tua onorevole famiglia?-
            -Molto bene grazie, ci sono tante novità…verrai a trovarci?
            -Lo farò con piacere-
            -Anche tuo marito è invitato ovviamente…-
            -Mio marito…è…morto da due anni…adesso siamo solo io e mio figlio…-
            -E’ morto?
            -…un male tremendo… ce lo ha portato via…-
            -Ed hai un figlio?…-
            -L’ho chiamato Leonardo in tuo onore, tu sei il migliore guerriero che io abbia mai conosciuto e spero che un giorno ti assomiglierà-
 
Mentre parlavano erano vicinissimi l’uno a l’atro in una sorta di abbraccio accennato. Lui avrebbe voluto tenerla stretta a sé
 
e perché no, baciarla, ma la lasciò andare e finse un atteggiamento da amico di vecchia data.
 
            -Ti ringrazio Karai, sono sicuro che il tuo Leonardo diventerà in gamba. Quanti anni ha?-
            -Ne ha quattro, ma sa già le basi del ninjutsu-
            -Se assomiglia anche solo un po’ alla madre non potrà che essere un grande guerriero!-
            -Grazie Leonardo…ma adesso come ti senti?-
            -Sto bene, non è stato nulla-
            -Bene, ne sono felice…ma perdona le mie maniere, purtroppo ti devo salutare, tra poco arriveranno alcuni miei studenti, vorrei che tu rimanessi, ma non so come reagirebbero…-
 
            -Non preoccuparti, capisco molto bene.-
            -Perché non vieni da noi una sera? Così ti presento il mio Leonardo-
            -Con vero piacere Karai- Leo pronunciava il suo nome con una dolcezza tale che lei ne rimase colpita e restò un attimo a fissarlo in quei suoi occhi di blu profondo.
 
            -Allora a presto- Leo scappò più veloce che potè di lì e si infilò nel primo tombino che gli capitò a tiro. Il cuore gli
 
batteva così forte, i suoi ricordi erano niente in confronto alla realtà, lei era semplicemente bellissima e sempre
 
irraggiungibile. Arrivato al rifugio corse sotto la doccia aveva bisogno di rinfrescarsi e chiarirsi le idee, non sapeva
 
nemmeno se voleva dirlo agli altri, ma doveva farlo, primo o poi lei sarebbe venuta davvero a trovarli. L’acqua non potè
 
lavare via la sensazione di felicità che adesso provava, ma cercava di soffocare la speranza di una seconda possibilità.
 
Pensava a Mikey, la sua storia al momento stava funzionando, forse anche lui poteva sperare. Uscì dalla doccia e si guardò
 
allo specchio, aveva sempre amato essere una tartaruga, era sempre stato fiero del suo fisico e delle sue abilità, ma avrebbe
 
dato tutto via in cambio di un aspetto umano. Gli vennero le lacrime agli occhi e sferrò un pugno verso quell’immagine un
 
po’ sfocata dai vapori e mille cristalli schizzarono tutt’ intorno.
 
            -No, lei non sarà mai mia…lei non mi vorrà mai!- disse in tono disperato, poi cercò di calmarsi, pulì alla meglio i vetri sparsi per il bagno ed uscì diretto alla stanza della meditazione.
 
In quel momento arrivarono Donnie e Astrid,  tornavano dalla cucina.
            -Leo hai mica visto Mikey? Aveva detto che sarebbe tornato presto- disse Donnie.
            -No ragazzi non l’ho visto…-
            -Ma è successo qualcosa?- chiese Astrid.
 
Leo fece appello a tutto il suo selfcontrol e rispose:
 
            -Ragazzi non potete immaginare chi ho incontrato stamattina!-
            -Qualcuno che conosco anche io?- chiese Astrid.
            -Non di persona, forse l’hai vista nei pensieri dei miei fratelli…-
            -Non mi dire…Karai? Cosa fa a New York? Credevo che non sarebbe mai più tornata!- disse Donnie incredulo delle sue stesse parole.
 
            -In carne ed ossa! Ha aperto una palestra nel palazzo che era di Sherdder, non è pazzesco? Ha detto che non può fare a meno di essere un guerriero ninja, ma non vuol fare del male a nessuno-
 
            -E’ la donna di cui ….- Astrid tentò di finire la frase, ma Leo la interruppe prima che dicesse qualche parola di troppo.
 
            - E’ una nostra amica ed alleata. L’ho invitata a venire a trovarci…pensa Donnie ha un figlio che ha chiamato Leonardo…e-
 
            -Ma dai! Troppo particolare per essere casuale…non trovi?- rispose lui e guardò Astrid cercando intesa.
            -Ha detto che spera che diventi un guerriero…come me…-disse Leo un po’ in imbarazzo.
            -Quando lo saprà Mikey lo sai che non ti lascerà in pace…- disse Astrid con un accenno di sorriso.
            -Che cosa vuoi dire?-
            -E’ inutile che simuli Leo, si vede lontano un miglio quanto sei felice e sconvolto insieme- commentò Donnie.
            -Ti sbagli non ne ho motivo…Mikey deve stare attento a quello che dice e che fa…non ha ancora capito in che guaio si è cacciato….-
 
            -In che guaio si è cacciato?- disse Raph che era appena arrivato e aveva afferrato ben poco della conversazione.
            -Te lo spiegheranno loro ed ora scusatemi vado a fare colazione- disse Leo un po’ scontroso e un po’ felice, il suo stato d’animo ero un misto di gioia e disperazione e tanta voglia di vedere ancora Karai.
 
            -Se non altro… non sta andando a meditare- commentò Donnie a bassa voce.
 
P.S. Ciao a tutti!
Capitolo piuttosto sentimentale direi ma ogni tanto ci vuole :-P
Ti prego Helen non odiarmi lo so che detesti Karai, ma questa è la Karai del 2003  che è meno stro…strega XD di quella dal 2012…comunque vedremo…come ben sapete Leo è quello che si sacrifica sempre…e come ho più volte ammesso tutte e quattro le tartarughe soffriranno…una più di tutte…ma ovviamente non posso svelarvi niente.
Grazie a voi che leggete e grazie alla mitica HB ed ad una new entry Annie_story95 che mi hanno recensito
Baci <3
Altair
 

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Capitolo 33
*** Cambio improvviso di programma ***


RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI: Mikey ora frequenta regolarmente Isabel. Leo ha incontrato Karai che è tornata New York dopo la morte del marito (il dottor Chaplin) e gestisce una paelstra di arti marziali proprio nel palazzo di Shredder (:-S). Beal è stato guarito dal condizionamento di Redol dalle capacità di Astrid e dalla generosità di Mikey, adesso è pronto per fare la fusione e  vedremo cosa decideranno del suo futuro...
 

 

Beal si era rimesso completamente ed era pronto alla fusione. In realtà tutto questo non era previsto, lui sarebbe dovuto
 
tornare subito dai suoi simili e semplicemente riferire a che punto erano arrivati i prescelti, ma ormai non aveva più
 
importanza il passato, adesso l’unica cosa che contava era trovare una via di salvezza per il suo popolo.
 
Tutti i Niani si presero per mano, Donnie questa volta era stato escluso, erano veramente troppi, ci avrebbe pensato Astrid
 
ad aggiornarlo. Unirono tutte le mani al centro del cerchio ed il processo cominciò. Stavolta durò un po’di più, erano tante
 
le menti coinvolte e tanti gli avvenimenti. Beal finalmente vide tutto senza paura di essere condizionato, la mente di Astrid
 
non cercò di forzarlo, ma lo consolò  per le sue pene passate come una volta Mikey aveva fatto con lei. Il grosso Niano
 
sentì la vicinanza e la comprensione di tutti. Si concentrò per un attimo sulla bella Nied per capire cosa pensasse di lui e si
 
accorse quanto era maturata da quando era arrivata sulla Terra, da timida Niana era diventata un medico coraggioso e molto
 
dedita alla sua professione. Si accorse che lui era solo un soldato in confronto a lei e forse non avrebbe mai avuto nessuna
 
speranza, mentre cercava conferma di questo si accorse che qualcosa non andava, come se non riuscisse a leggere tutto di
 
lei, ma non insistè. Alla fine tutti si lasciarono più o meno soddisfatti, era stata una fusione molto intensa ed aveva coeso
 
ancora di più i Niani tra loro.
 
            -Donnie, ho visto che avete bisogno della mia navetta…potete prenderla, posso fare il viaggio di ritorno anche con una delle vostre capsule-
 
            -Come mai ti avevano fornito un mezzo più grande e con così tanti cristalli? Solo perchè dovevi aspettare nello spazio?- Chiese Donnie.
 
            -Inizialmente doveva essere più piccola, poi Redol ha convinto il Consiglio che avevo bisogno di armi in caso mi avessero scoperto i terrestri, ma era abbastanza chiaro il piano che aveva in mente-
 
            -Cosa succederà se ti vedranno tornare con una delle capsule?-
 
            -Non preoccuparti, anche se Redol capisse che il piano è fallito non potrebbe mai farmi attaccare apertamente.
 
Chiederò la fusione con i membri del Consiglio, conosco gli scettici e chi invece crede al progetto, vedranno cosa è
 
successo e ci daranno ragione-
 
            -E se ti facesse uccidere fingendo un incidente?-
 
            -Donnie ha ragione non possiamo fidarci, ma conosco qualcuno che può aiutarci…devi tornare senza farti vedere e
 
raggiungere quel membro del Consiglio che è ”senza nome”, lei ti aiuterà, aspetterà nostre notizie fuori dall’ibernazione-
 
disse Astrid.
 
            -La scienziata “Senza Nome”, vero? Ho capito bene di chi parli, sappi che la chiamano anche Leiad 2, l’ho conosciuta di persona. Somiglia tantissimo a sua madre e a te- disse Beal.
 
            -Mia madre si chiama come mia nonna?-
            -La chiamano così in nome di sua madre ma lei non vuole, nessuno sa come si chiami realmente. Non conosco bene la sua storia, sembra che sia venuta fuori dal nulla-
 
            -Tutto questo è molto strano, infatti non capisco come mai non mi è arrivata questa nozione dalla fusione…quando credevo che tutto fosse chiaro mi ritrovo con un altro mistero. Anche a voi non è passata questa informazione?-
 
            -Dobbiamo ancora elaborare il tutto, forse non ne eri ancora veramente consapevole, io stessa devo comprendere pienamente alcuni dati- disse Nied.
 
Anche gli altri concordavano con il medico Niano, ma nessuno dette importanza alla cosa.
 
Frel era l’unico non proprio contento della fusione, aveva capito l’interesse di Beal per Nied ed era anche rimasto
 
scocciato dell’indifferenza di Nied nei suoi confronti. L’unica consolazione era che la Niana non ricambiava Beal, era
 
veramente insensibile ai sentimenti amorosi e mostrava solo uno strano interesse per Donnie. Frel aveva compreso a pieno
 
perché erano stati mandati a coppie e perché avrebbero dovuto fare la fusione totale, così non ci sarebbero state gelosie tra
 
loro e tutto sarebbe filato liscio, ma i piani del Consiglio erano tutti andati a farsi benedire, avevano davvero sperato troppo.
 
Donnie tornò allo studio sui cristalli, doveva ancora capire se potevano davvero essere ricaricati cinquanta volte, Nied lo
 
raggiunse.
            -Donnie posso scannerizzarti completamente?-
            -E’ per conoscere meglio la mia anatomia e fisiologia?-
            -Certo, ora sei dei nostri, voglio essere sicura di poter essere pronta in caso tu ne avessi bisogno-
 
Donnie si mise sul lettino e Nied cominciò a sottoporlo al raggio della cintura.
 
            -Posso chiederti una cosa su Beal?-
            -Certo- Rispose Nied.
            -Come mai lo monitoravi tutte le sere?-
            -Temevo che facesse del male a se stesso…poteva essere un altro modo per sabotare la missione…oramai non mi meraviglio più di nulla…poteva essere stato condizionato per terminarsi-
 
            -Non ci avevo pensato…per fortuna non è andata così-
 
In quel momento entrò Frel e vide Nied chinata su Donnie.
 
            -Bè… ora ho capito perché non ti piacciono le lucertole, preferisci le tartarughe!- Disse Frel con un tono un po' sfottente.
            -Di cosa stai parlando Frel? Forse sono i Niani presenti che non sono granché- rispose con tono freddo.
            -Sta solo studiando la mia anatomia e fisiologia, lo sai che sono legato ad Astrid e non credo proprio di essere il tipo di Nied!-
            -Ma sei un terrestre. Potresti anche aver fatto una fusione totale non completamente perfetta- disse Frel -magari cambi idea…-
            -Non me ne importa nulla dei vostri rituali, io amo Astrid e non sono mai stato sicuro di una cosa come in questo momento, le vostre credenze non mi interessano, anzi mi è stato detto che a volte non funziona neanche tra di voi-
 
            -Donnie ormai è uno di noi, devo imparare a curarlo e ti dirò, siamo incredibilmente simili, non avrei alcun
 
problema a prendermi cura di lui se ce ne fosse bisogno. Poi ho visto attraverso Astrid che di solito è sempre stato lui
 
quello che curava la sua famiglia. Ha la mia completa ammirazione perché l’ha sempre fatto anche senza una laurea in
 
medicina, è migliore di tanti Niani che conosco e lo considero il miglior erede di Nil che Astrid potesse scegliere. E poi
 
comunque cosa pensi tu non ha poi tutta questa importanza!-
 
Frel se ne uscì sbattendo la porta.
 
            -Non sei stata troppo dura con lui?-
 
            -No! Se lo merita. Durante la fusione ha frugato nella mia mente quasi per tutto il tempo per capire cosa penso di
 
lui, invece di concentrarsi sulle nozioni che poteva imparare. E’ limitato, non si è nemmeno accorto che sono
 
psichicamente molto più forte di lui…ho trovato la sua curiosità esagerata e molto fastidiosa. Anche Beal ha provato, ma in
 
modo più discreto e poi ha dato molta importanza a tutto quello che stava accadendo, Frel no! Lo ritengo pure un pessimo
 
insegnante, non perché non abbia le nozioni sufficienti, ma perché non vuole imparare cose nuove, è convinto di sapere già
 
tutto-
            -E di Beal cosa pensi?-
 
            -Mi sembri Astrid con tutte queste domande- disse Nied sorridendo, poi aggiunse -Non lo so, è molto confuso su chi
 
è adesso, lo sarebbe chiunque dopo un condizionamento di una vita. Al momento non sembra assolutamente lo spietato
 
guerriero che voleva far credere, anche se dentro di lui c’è ancora tanto dolore e violenza. Di positivo c’è che è molto
 
preparato sulle lingue terrestri, sulla vostra letteratura e anche sulla vostra scienza, oltre a quella Niana ovviamente. Non
 
abbiamo solo subito nozioni, potevamo scegliere anche degli argomenti che ci potevano interessare durante
 
l’addestramento. Quasi lo vedrei meglio di Frel come insegnante…certo il suo aspetto spaventerebbe i piccoli-
 
            -Avevo capito che non è importante l’aspetto fisico per voi-
 
            -Non per me, però non ho mai visto un Niano così muscoloso, incute un po’ di timore…bene ho finito, ti ringrazio
 
Donnie, voi tartarughe siete davvero degli esseri viventi interessanti, ma il mio interesse è puramente scientifico, spero che
 
Frel non ti abbia influenzato…-
 
            -No Nied, non preoccuparti e poi lo sai che non avresti speranze-
 
Le fece l’occhiolino, lei sorrise ed uscì dal laboratorio. Donnie tornò a studiare i cristalli, ma arrivò Lisad a distruggere nuovamente la pace del laboratorio.
 
            -Ciao cervellone, Astrid ha detto che hai passato troppo tempo in lab per oggi, vieni ad allenarti con noi? Mi manda anche Splinter-
            -E  va bene, ma solo per un po’-
 
Così andarono nel dojo dove si trovavano le altre tre tartarughe, Astrid e pure Beal. Il grosso Niano aveva chiesto di
 
assistere e Splinter si era trovato davanti quella montagna di muscoli. Il sensei però aveva guardato i suoi occhi e non aveva
 
il minimo timore.
 
Astrid e Lisad cominciarono ad esercitarsi l’una contro l’altra, ma più che impegnarsi nella lotta stavano chiacchierando
 
come se fossero state al centro commerciale.
 
            -Ma senti… tu che hai tutta quella forza psichica…cosa pensa Beal di Nied e viceversa?- chiese Lisad.
            -Non potresti chiedermelo in un altro momento? Beal potrebbe sentirci!-
            -Ma no, lo vedi come è intento a guardare le tartarughe? Credo che Raph lo abbia sfidato per un combattimento amichevole, vuole che gli presti la cintura per non farsi male-
 
            -Beal è enorme, potrebbe lo stesso fare molto male a Raph!-
            -La nostra tartaruga in rosso però è molto più agile e poi è molto forte pure lui-
            -Non sei obbiettiva, ti piace troppo!-
            -Vuoi parlare piano? Potrebbe sentirti!- disse Lisad allarmata.
            -Già! Poi quel cattivone potrebbe tentare di baciarti e sarebbe una cosa orribile!-
 
Proprio in quel momento Raph si beccò un bel colpo di bastone da Splinter, era infatti intento a carpire i discorsi delle due
 
ragazze invece di lottare, perché aveva sentito fare il suo nome.
 
            -Raph sono qui! Che fai ti arrendi?- diceva Mikey che invece era stranamente molto concentrato e molto in forma, Isabel gli faceva certamente un buon effetto.
 
Intanto le due belle Niane continuavano a chiacchierare a voce più bassa e solo quando erano molto vicine.
 
            -Non voglio impegnarmi sentimentalmente, ma non posso fare a meno di pensare che è proprio un bel tipo Raph…-
            -Io ti ci vedo proprio bene insieme, anche se siete molto simili…finireste per litigare molto spesso…però come dicono i terrestri “un amore non è bello se non c’è litigarello”-
 
            -E tu litighi mai con Donnie?-
            -Qualche volta. Devo sempre trascinarlo via dal laboratorio, se potesse ci passerebbe tutta la vita, invece non gli fa bene-
 
Donnie e Leo invece si stavano affrontando con molta calma, entrambi avevano molti pensieri, sebbene di natura
 
completamente diversa: Donnie pensava ai cristalli, Leo a Karai e fantasticava su quando si sarebbero rivisti.
 
            -Tartarughe! Niani! Vorrei la vostra attenzione - Splinter aveva visto che non era giornata- faremo solo qualche altro esercizio e poi Raph affronterà Beal in un incontro amichevole-
 
Da quando erano arrivati i Niani la quiete era stata disturbata e non c’era mai verso di fare dei veri e propri allenamenti.
 
Tutti assentirono divertiti e dopo aver fatto gli ultimi esercizi di forza ed equilibrio lo scontro ebbe inizio.
 
Raph e Beal indossarono le cintura e si posero uno di fronte all’altro. Visto che non avrebbero subito danni, la tartaruga
 
impugnava agguerrito i suoi sai luccicanti e Beal la sua scimitarra in pura energia Niana. Lo scontro ebbe inizio, Big Bear
 
era davvero grosso e potente, tutte le volte che colpiva i sai, Raph doveva impegnarsi molto per non essere spazzato via, ma
 
come previsto da Lisad era più agile e quindi non era facile metterlo fuori combattimento.
 
            -Tu sei stata più cattivella la prima volta con me, ti divertivi a ferirmi di striscio- disse Astrid a Lisad- invece Beal sembra che abbia paura di far male a Raph-
 
            -Ti stavo stuzzicando, volevo che tirassi fuori il meglio…anche se non potevo certo immaginare che vincessi tu!-
            -Grazie mille del pensiero gentile!-
            -Non ringraziare, adesso non avresti storie con me, so benissimo i tuoi punti deboli e poi non puoi essere brava in tutto, sono io il soldato!-
            -Cos’è? Vuoi fare a botte?- rispose Astrid.
            -Buone ragazze…perchè non vi godete lo spettacolo!- Disse Donnie che rideva sotto i baffi divertito.
 
Intanto Raph era molto in difficoltà, Beal con forza gli tolse un sai di mano e lo sbattè a terra. La tartaruga si rialzò subito e
 
caricò con l’unico sai che gli era rimasto. Beal cercava di disarmare Raph completamente ed erano impegnati in un corpo a
 
corpo, proprio in quel momento entrò Nied e vide il grosso Niano mentre stava per colpire duramente il suo avversario.
 
Beal la notò ed esitò. Raph non perse tempo e, pensando che di certo si sarebbe difeso, lo prese in pieno petto con il sai.
 
Beal gridò di dolore, per fortuna la cintura lo proteggeva altrimenti sarebbe morto di sicuro. Nied accorse per vedere se era
 
ferito e riprese a respirare quando vide che non si era fatto niente.
 
            -Voi e la vostra stupida violenza! Si può sapere a cosa serve affrontarsi così?-                             
            -Scusami Beal non volevo colpirti così duramente…credevo che avresti parato il colpo, sei un avversario fortissimo-
 
Beal con la mano al petto e ancora il dolore in corpo rispose con sforzo:
 
            - No Raph…tu hai fatto quello che dovevi…è colpa mia, mi sono distratto-
            -Nied che succede? Non vieni mai ad assistere agli allenamenti- Chiese Astrid.
            -Non trovo quello stupido di Frel, manca una capsula ed ha lasciato un foglio con scritto “Sono uscito a fare un giro non so se ritornerò”-
            -Ma quanto è deficiente! Cosa crede di fare da solo con pochi cristalli- disse Lisad.
            -Hai cercato di contattarlo?- Chiese Astrid a Nied.
            -Sì, ma non risponde…ed il segnalatore della capsula è spento…-
            -Cosa gli è successo?- Chiese Astrid.
            -Nied l’ha trattato un po’ male…- disse Donnie.
            -Quello sciocco ha frugato nella mia mente per tutto il tempo della fusione invece di apprendere nozioni nuove di Beal…io ho una forza psichica molto superiore alla sua, credeva che non me ne fossi accorta!-
 
            -Cosa vuole da te?- Chiese Beal che a quel punto era stato sicuramente scoperto e non aveva più nulla da perdere.
            -Voleva che sostituissi Tianad al suo fianco, ma a me non interessa fare una fusione con lui, non volevo farla nemmeno con Tol, lo avrei fatto solo per dovere…non voglio essere legata a nessuno così…toglierebbe tempo alla mia scienza-
            - Non è un po’ troppa questa dedizione?- Chiese Beal.
            -Cosa vuoi saperne tu! Sei solo un soldato!- Ma poi pentita aggiunse -scusami non volevo dire questo, ho visto chi sei…ma forse non mi puoi capire-
 
            -Nied e Beal restate qui ad aspettare in caso Frel tornasse…ho una mezza idea di dove potrebbe essere andato- disse Astrid e tutti gli altri la seguirono al deposito delle capsule. Beal continuò la discussione con Nied.
 
            -Invece so benissimo come ti senti, anche io era completamente preso dal mio compito, sono il Niano più forte mai
creato, nella mia testa ci sono tutte le tecniche di combattimento sia Niane che terrestri, tutta la mia vita l’ho dedicata
 
alla violenza e sicuramente nel peggiore dei modi…per cui non mi meraviglio se tu non vuoi avere a che fare con me…ma
 
adesso non sono più la stessa persona di prima, vorrei impegnarmi in qualcosa di costruttivo e credo fermamente nel vostro
 
progetto per Marte. Infatti appena avrò svolto il mio compito di controllore vorrei tornare per aiutarvi, anche se per far
 
questo dovranno passare ben otto anni terrestri per il viaggio di andata e ritorno. Dovresti saperlo…hai visto dentro di
 
me…perdonami se anche io mi sono concentrato troppo su di te…non l’ho fatto in modo premeditato….anche un Niano
 
spietato come me ha dei sentimenti…ed una creatura dolce e bella come te vuole davvero vivere tutta la sua vita da sola?-
 
            -Siamo tutti belli e con sentimenti…non significa nulla questo…- Nied era molto imbarazzata ma non lo dava a vedere.
            -Io non sono bello, sembro più un mostro ai vostri occhi di Niani eruditi e superiori-
            -Non sono superiore a te, forse solo nella forza psichica, ma ho visto quanto ami la scienza e la letteratura, non ti considero inferiore…ma ho timore della tua forza e credo che potrebbe prendere il sopravvento su di te…-
            -E’ per il mio passato…vero?-
            -Sì…la violenza ti accompagnerà sempre anche se adesso sembri un’altra persona-
            -E’ per questo che ho chiesto aiuto a Mead ed a Astrid. Faremo delle sedute di psicoterapia per farmi guarire completamente prima della partenza, anche se dovrò comunque essere in grado di difendermi quando tornerò sulla stazione spaziale-
            -Mi sembra sensato-
            -Ho il dubbio però che tu ci abbia nascosto qualcosa…ho trovato un po’ di resistenza quando ho cercato di leggere fino in fondo i tuoi pensieri e quindi non ho insistito-
 
            -No, ti sbagli- disse Nied in modo poco convincente.
            -Possiamo rifare noi soli la fusione? Se è come dici non ci dovrebbero essere problemi-
            -E che se succede se non voglio? Mi costringi con la forza?-
            -No, Nied, non insisto. Se non ti dispiace resto qui ad esercitarmi nel dojo, tu aspetta Frel al deposito delle capsule, almeno siamo sicuri che uno di noi lo incontrerà se torna e tu potrai starmi lontana-
 
Beal tornò al centro del dojo e con la scimitarra cominciò a fare dei movimenti di arti marziali Niane, lei lo fissò per un attimo, sembrava quasi danzasse, era quasi aggraziato, ma poi se ne andò lasciandolo solo.
 
Tutti gli altri avevano preso una capsula, Rel e Mead erano in giro per New York per il loro shopping visuale e quindi i loro mezzi erano a disposizione.
            -Ragazzi mi sentite tutti?-
            -Sì Astrid-
            -Credo che Frel sia andato su qualche isoletta nel Pacifico, ho visto che gli piace molto…proviamo lì-
            -Astrid tu che hai questa forza psichica “Sovra-niana”…hai capito cosa sta succedendo tra Frel, Beal e Nied?- chiese Lisad in un canale privato.
            -Non posso dirtelo.-
            -Come non puoi dirmelo? Mmm tanto ho capito…hai lasciato quei due a chiarirsi vero?-
            -Hai visto Nied, non prova nulla per nessuno-
            -No cara, secondo me Nied ci ha bloccato tutti meno te. E’ molto forte…quasi quanto te dico bene?-
            -E meno male eri un semplice soldato!-
            -Ho imparato che i limiti ce li impongono sempre gli altri e a volte anche noi stessi, ma non li conosciamo veramente…-
            -Ben detto…ma non ti posso dire nulla-
            -Hai promesso vero?-
            -Nied lo ha detto chiaramente, lei non vuole impegnarsi in un legame, esattamente come te, quindi perché non lo me spieghi tu il motivo?-
            -E’ diverso…io ero presa da Nil, non è facile dimenticarlo…non me la sento di soffrire di nuovo…di sicuro non sono pronta-
            -Secondo me Raph merita-
            -Guarda che lo dico a Donnie!- Disse Lisad con un risata isterica.
            -Donnie sa benissimo cosa penso, per me Raph merita le tue attenzioni, è proprio un bel tipo, certo non mi piace come il mio “D”…però…-
            -Ahahahah lo chiami “D” in intimità? Ahahah!- Lisad rideva talmente forte che la sua capsula stava oscillando pericolosamente.
 
            -Tutto bene Lisad?- Raph cercava di comunicare perché si era accorto che Lisad aveva un andamento strano anche se erano lontani.
            -Tutto ok Raph…stavamo solo chiacchierando del più e del meno- disse Lisad.
            -Se fossi in te starei un po’ attenta, hai sfiorato un peschereccio, non l’hai visto?- disse Raph preoccupato.
            -Quale peschereccio? Ops! Ormai è lontano-
Leo aprì una comunicazione generale:
 
            -Ragazzi l’ho avvistato è proprio sull’isola dove abbiamo portato Tianad-
            -Fatemi andare da sola, restate in zona pronti in caso mi scappasse. Mi immergo e lo prendo di sorpresa- disse
 
Astrid, si inabissò con il mezzo ed arrivò con il segnalatore spento vicino a dove si trovava Frel.  Uscì dall’acqua dalla
 
parte opposta dell’isoletta per non farsi vedere. Frel era seduto sul bagnasciuga, lanciava conchiglie nel mare e parlava da solo.
 
            -In fondo chi la vuole quel muso giallo! E poi quando diventa una lucertola tutta dorata non è poi così bella! Forse starebbe bene con quel rosso mal pelo di Beal, forse se lo merita! Perché sono un prescelto? Perché mi avete mandato qui? Era meglio se me ne stavo ibernato intorno a Ni-
 
            -Lo penso anche io,  non ti meriti tutto questo!- disse da dietro Astrid e aggiunse -vedi solo quello che è meglio per te!-
            -Come mi hai trovato? Ah già, la tua mente superiore!-
            -Non era difficile da indovinare, ho visto quanto ti piace qui…non c’è nulla di simile su Ni…perché vuoi tornare sulla base spaziale?-
            -Faccio volentieri a meno di Terra- disse irato Frel e poi aggiunse -E’ troppo facile per te parlare! Non rischi di passare i prossimi anni solo a lavorare per gli altri, hai il tuo Donnie, hai tutto…-
            -Vorresti davvero tornare alla stazione spaziale?-
            -Me lo permetteresti?-
            -Solo ad una condizione-
            -Farò tutto quello che vuoi, te lo giuro!-
            -Allora devi sostituire Beal!-
            -Che cosa? Ma è impossibile!-
            -Non possiamo fare a meno di una capsula…e lui vorrebbe rimanere!-
            -E’ per Nied vero? Hai visto qualcosa che non so?-
            -Non esattamente, ma sono sicura che lui vorrebbe aiutarci nella colonizzazione, mi ha detto che una volta fatta la sua parte di controllore tornerà subito con una nuova spedizione -
            -Ma come posso sostituirlo? Non sarò mai un soldato-
            -Secondo me non occorre la violenza con i Niani, ho delle istruzioni ben precise datemi da mia madre, devi solo
arrivare senza farti scoprire e con l’aiuto di Donnie possiamo rendere invisibile la capsula ai Niani. Ti dirò come contattare
mia madre. Ci penserà lei a Redol, ha già un piano ben definito-
 
            -Dici sul serio?...ma ho troppa paura di fallire e se rovino tutto?-
 
            -Non preoccuparti ho un rimedio per questo…però devi fidarti di me e se ce ne sarà bisogno ti dovrai lasciare
 
condizionare. Chiaramente in modo non permanente. Alla fine della tua missione potrai farti ibernare e ci rivedremo
 
quando sarò vecchia e ormai abitante di Marte-
 
Astrid sorrideva a Frel, non aveva paura di invecchiare con Donnie, voleva solo che il piano funzionasse e tutto finisse bene.
            -Mi dai la tua parola che dopo sarò libero?-
            -Ti do la mia parola e so che gli altri accetteranno. Però devi promettermi che ti allenerai con noi nel dojo anche prima del condizionamento. Vorrei che avessi un minimo di preparazione, ti farà sentire più sicuro. Allora è un patto?-
            -E’ un patto!-
 
Si presero la mano e si scambiarono delle informazioni mentali che avevano la stessa importanza di un contratto firmato.
 
Tutti quanti avevano assistito alla scena e sentito le parole, erano esterrefatti, Astrid aveva finalmente il controllo della
 
situazione, quasi faceva paura, quella sua forza psichica vedeva e sentiva tutto, anche nel profondo.
 
Quando tornarono al rifugio,  Beal si stava ancora esercitando da solo nel dojo e Nied era in camera sua a riflettere sulla
 
giornata ed a convincersi di quanto fosse inutile avere un compagno che ti ruba tempo prezioso. Rel e Mead erano tornati
 
ed erano all’oscuro di tutto, per cui Astrid indisse una riunione a cui parteciparono anche le tartarughe.
 
            -Dunque, alcuni di voi saranno sorpresi di quello che sto per dirvi. Spero che non ci siano intoppi e che accetterete le decisioni che ho preso. Mi riferisco in particolar modo a Beal-
            -Ma cosa succede?- chiese Rel.
            -Beal si è comportato male?- disse Mead.
            -No, niente di tutto questo, ma Frel non è più felice di partecipare alla missione e vorrebbe tornare su Ni. Ora spero che nessuno di voi abbia lo stesso pensiero… Rel, Mead?-
 
            -Perché lo chiedi? Noi adoriamo Terra, con il tunnel di Donnie potremo farle visita quando vogliamo- disse Mead.
            -Esatto, non ci vogliamo tornare su quella triste stazione!- sentenziò Rel.
            -Molte bene. So che anche gli altri sono con me e quindi ho deciso che Frel sostituirà Beal nel suo compito di controllore!-
            -Astrid…con tutto il rispetto, lui non è preparato ad una missione così- disse Beal.
            -Credi di essere così indispensabile- gli ribattè Frel…ma poi si pentì del tono, Big Bear era proprio grosso, ma non gli fece nulla, anzi disse:
 
             -Sarei felicissimo di restare con voi credetemi…ma la missione di controllore adesso è proprio determinante, se non arriviamo direttamente ai membri del Consiglio, Redol potrebbe avere la meglio! Come potrebbe difendersi Frel?
Rischierebbe pure la vita inutilmente-
 
            -Il piano che ho in mente può essere realizzato da ognuno di noi. Comunque ho deciso che Frel dovrà fare degli
 
allenamenti per imparare un minimo a difendersi. Poi eseguirà di nuovo una fusione con te Beal, per essere sicuri che abbia
 
tutte le nozioni che gli servono. Ed infine, se e solo se ce ne sarà bisogno,  prima di partire  sarà sottoposto ad un
 
condizionamento non permanente che lo aiuterà a mantenere la calma, a focalizzare e a giungere a mia madre senza che nessuno possa sospettare nulla-
            -Cosa potrebbe fare contro Redol? Vedrebbe il condizionamento capirebbe tutto, sarebbe la fine per Frel- disse Beal.
            -Cosa potresti fare tu contro Redol?-
            -Lo posso stendere con un pugno- ribattè Beal.
            -Questo lo può fare anche Frel dopo un po’ di addestramento, vi ricordo che nessuno dei Niani sulla stazione è
 
veramente pronto ad uno scontro fisico, quello che Frel deve temere è uno scontro psichico ed i sotterfugi. Molto della
 
riuscita dipenderà anche da mia madre. Il condizionamento e l’allenamento serviranno a rendere Frel più pronto. Abbiamo
 
solo tre mesi rimasti, dopo il nuovo controllore deve partire. E’ un tempo più che sufficiente per lui per prepararsi con i
 
nostri mezzi-
 
Nessuno commentò negativamente, erano ancora un po’ perplessi perché tutto fosse nelle mani di Frel, ma Astrid sapeva esattamente cosa fare e dava loro sicurezza. Nel silenzio totale Mikey disse:
 
            -Bene Frel allora ci alleneremo insieme uno di questi giorni, vedrai sarà divertente!- E corse ad abbracciare il povero Niano spaventato.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Spero di non avervi confuso troppo, ma a quanto pare ci sono due Leiad una è la nonna di Astrid, l’altra è la mamma di Astrid che si fa chiamare “senza nome” questo dettaglio servirà di più nel sequel (che è già pronto!!) ma ci tenevo a metterlo in evidenza. E’ sì ^-^ Beal resta e Frel parte, del resto Big Bear è più simpatico :-) e dovete ancora vedere cosa combinerà :-P
Grazie a tutti voi che continuate e seguirmi numerosi, grazie davvero. Un grazie speciale a chi recensirà e soprattutto a HaydenBach che recensisce sin dal primo capitolo!
 
<3
Altair
 
P.P.S. Se vi piace la fantascienza e non vi dispiace come scrivo sto pubblicando sulla fandom della Fantascienza una storia che si intitola “Senza Nome: le origini”,  il personaggio principale ha qualche somiglianza con la mamma di Astrid ma è solo un dettaglio per il resto è ben diverso, soprattutto la storia che è un rating arancio lime/lemon (vietato agli under 14 ;-P) ed ad un certo punto diventerà un giallo…bè ci ho provato ;-P ^-^
 

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Capitolo 34
*** Mikey sta maturando... ***


Leo aveva preso l’abitudine da alcuni giorni di andare a visitare Karai, ma non aveva ancora trovato il coraggio di farsi
 
vedere. La guardava mentre insegnava ai suoi studenti e già questo aveva placato la sua angoscia, rimaneva solo la tristezza
 
di non poterle stare accanto. Ma quella sera decise di farsi vivo e aspettò fino alla fine, quando anche l’ultimo studente se
 
ne era andato. Karai aveva l’abitazione dentro il palazzo, così non stava mai troppo lontana dal figlio anche quando
 
insegnava. Un istante prima che fossero spente le luci bussò alla vetrata. Notò lo scacciaspiriti di terracotta che sentiva
 
sempre proprio sopra la sua testa. Guardò meglio e vide che il simbolo raffigurato sull’insegna era una tartaruga stilizzata,
 
non il simbolo rosso sangue di Shredder, non poteva crederci. Ad un certo punto lei aprì la porta.
 
            -Leonardo, che piacere vederti-
 
Karai, che era giapponese, pronunciava il nome di lui lettera per lettera, quel suono melodioso piaceva da impazzire a Leo,
 
anche nei momenti in cui erano stati avversari.
 
            -Sono passato a trovarti, sai ultimamente New York è molto tranquilla e non c’è molto da fare in giro-
            -Ho sentito parlare delle leggendarie tartarughe ed una lucertola spinosa dai Dragoni Purpurei. Tu ne sai qualcosa?- Gli rispose sorridente.
 
            -Ehm…sì la lucertola non è un caso solo, ne abbiamo diverse amiche nostre, ma ti racconterò tutto quando ce ne sarà il tempo. Ma perché frequenti ancora i Dragoni?-
 
            -Non li frequento, ho convinto alcuni di loro a lasciare la banda. Li alleno gratuitamente e loro fanno qualche commissione, tipo andare a fare la spesa per le vecchiette, proteggere i negozianti dagli stessi Dragoni ecc…-
 
            -Non hai paura che derubino la gente invece di aiutarla?-
            -Non scelgo dei soggetti a caso e li punisco severamente se so che si sono comportati male…chiaramente non se ne vanno in giro a picchiare la gente-
 
            -Non sei cambiata molto! Adesso usi le tue capacità a fin di bene…più o meno-
            -Anche questo lo devo a te ed ai tuoi fratelli, non pensavo fosse così gratificante. Adesso sono anche un ottimo esempio per mio figlio! Ma non restare fuori, vieni pure dentro. Leo ha già cenato e presto andrà a letto, vuoi conoscerlo?-
 
            -Con molto piacere…ma non si spaventerà?-
            -Non preoccuparti già ti conosce, gli ho parlato di te-
            -Leonardo? Amore? Vieni, vorrei farti conoscere un caro amico- sentire la parola “amore“ accanto al suo nome lo fece quasi sospirare.
 
            -Sì mamma, arrivo subito- un frugoletto tutto pepe arrivò di corsa. Aveva i capelli neri e gli occhi verdi come Karai.
            -Ciao piccolino, io sono Leonardo-
            -Ciao Leonardo! Sei l’amico tartaruga! Che bello non vedevo l’ora di conoscerti. Mamma mi ha parlato tanto di te. Mi ha detto che sei un grande guerriero ed io un giorno sarò come te, guarda!-
 
Si mise in posizione e cominciò a sferrare calci e pugni con uno stile discreto per un bimbo.
 
            -Sei già bravissimo! Diventerai un grande guerriero non c’è dubbio-
            -Grazie Leonardo- e fece un inchino, al quale anche la tartaruga rispose in modo consono.
            -Adesso però il mio grande guerriero deve andare a letto- disse Karai.
            -Oh no mamma, ancora un pochino…-
            -E’ già tardi e tu devi andare all’asilo domani, su da bravo non farmi arrabbiare-
            -Uffa mamma, ma c’è Leo qui…non posso giocare con lui?-
            -Giocherete in un altro momento, non è vero?- disse Karai rivolta al Leonardo adulto.
            -Certo con piacere, tornerò a farti visita in un altro momento, anzi verrai tu a trovarmi così ti farò conoscere il mio sensei-
            -Tu parli del leggendario Splinter vero?-
            -Sì, vedo che te ne hanno parlato. Proprio lui. Però non accadrà se non vai subito a letto- Leo fu molto convincente, il bimbo corse subito nella sua camera.
            -Leonardo accomodati pure, mentre metto a letto mio figlio, ti raggiungo subito-
 
A Leo non sembrava vero, sarebbe rimasto da solo con lei a parlare dopo sei anni, era la serata più bella della sua vita.
 
Dalla morte di Shredder non avevano più avuto modo di vedersi e lei se ne era andata a Los Angeles dove il marito
 
lavorava in un laboratorio di ricerche molto importante.
 
Leo attendeva Karai seduto su un divano a tre posti appoggiato ad un bracciolo, quando lei lo raggiunse si sedette nel posto
 
vicino a lui.
 
            -Allora amico mio, chi è la lucertola o le lucertole di cui stavi parlando-
 
Per fortuna aveva dato un argomento di conversazione, altrimenti non avrebbe saputo cosa dire. Leo le raccontò tutto quello
 
che era successo, compresa la minaccia alla Terra da parte di alcuni Niani.
 
            -Il tempo passa ma certe cose non cambiano, lo sapevo che eri coinvolto in qualcosa di pericoloso
globalmente…come sempre del resto. Ma anche tu andrai su Marte?-
 
            -Forse e non permanentemente. Se il Tartunnel di Donnie funzionerà come previsto andrò spesso a trovarlo, tu e tuo figlio siete invitati se lo desideri-
 
            -Sarebbe veramente incredibile ed interessante. Se però i Niani dovessero attaccarci, sappi che puoi contare sul mio aiuto, ho un piccolo esercito qui, anche se ha scopi benefici, tutti i miei uomini sono ben allenati-
 
            -Ti ringrazio, so che alleata preziosa potresti essere, ma speriamo che tutto vada per il meglio-
            -Lo spero anche io, non voglio che il mio Leo conosca mai una guerra. Adesso mi rendo conto di quanto Shredder fosse crudele…non metterei mai la vita di mio figlio in pericolo come ha fatto lui con me-
            -Lui non era il tuo vero padre, era un alieno spietato e pazzo, perfino la sua stessa gente lo ripudiava. Ti aveva adottato e tenuto con sé solo per i suoi scopi-
            -Sono felice che non ci sia più e che adesso possiamo essere amici…in pace-
            -Ma tuo marito…se posso chiedere…di che male è morto?-
            -Non è una vera e propria malattia, è stata la sua ossessione per la scienza ad ucciderlo…è stato vittima di un suo
esperimento…il suo laboratorio è esploso e lui e rimasto sotto le macerie. Prima del disastro passava tutti i giorni a
 
lavorare, anche quando Leo è nato. L’ho cresciuto praticamente da sola. Non era più lui, non era l’uomo che ho sposato-
 
            -Mi dispiace molto Karai, chissà quanto hai sofferto-
            -Leo, mio figlio, è stata la mia salvezza è solo grazie a lui se ho reagito ed ho cominciato tutto da capo. Adesso la mia vita è serena e il ricordo di quei giorni tristi sta svanendo…anche se lentamente-
 
Leo senza rendersene conto aveva appoggiato una mano su quella di Karai per confortarla, ma quando realizzò non la tolse
 
e a lei non sembrò dare fastidio. Quando si erano conosciuti Leo era solo un teenager, mentre lei aveva tre anni di più, ma
 
adesso lui era un adulto e sentiva che qualcosa era cambiato. Purtroppo restava il fatto che era un mostro e lei una vedova
 
inconsolabile con un figlio. Continuarono a conversare amichevolmente dei momenti passati e della loro vita attuale, Leo
 
era comunque felice di poterla rivedere e starle un po’ vicino.
 
 
Dall’altra parte della città Mikey era a casa di Isabel, da quando avevano trovato Pedro, passavano le serate a giocare con
 
lui. La tartaruga in arancio voleva trasformare il dolce Jack Russel in un cane ninja, ma la sua ragazza protestava.
 
            -Ma no poverino, non è un cane aggressivo, perché gli vuoi insegnare a fare del male!-
            -Non voglio che vada in giro a mordere la gente, voglio che impari a difendersi e che mi  porti le armi se ne avessi bisogno!-
            -Chi devi combattere?-
            -Tu a quei tempi eri una bambina, non vivevi qua e non potevi capire, ma io ed i miei fratelli abbiamo salvato questa
 
città da Shredder, se non fosse stato per i nostri duri allenamenti e gli insegnamenti di Splinter non ce l’avremmo mai fatta.
 
Essere ben allenati non significa essere violenti e cattivi-
 
            -Va bene, va bene, proveremo ad addestrarlo-
 
Intanto Pedro si era accoccolato nel suo giaciglio e si era addormentato.
 
            -Ora che c’è Pedro, ti senti meno sola quando non ci sono?-
            -Sì Mikey, è un canino davvero dolce ed affettuoso-
            -Ma…non ti mancano i tuoi, non ti dispiace per loro? Non ti cercano mai?-
            -Sai che non voglio parlare di questo-
            -Secondo me sbagli…-
            -Mi hanno cercata si, ho parlato con mia mamma…-
            -E quindi?-
            -Ancora non li voglio vedere, le ho chiesto come stava e si è messa a parlare della nuova amichetta di mio padre…-
            -Non pensavano che la separazione fosse colpa tua?-
            -Mia mamma lo credeva…invece il problema si chiama Sharon! Adesso lei si sente sola e mi cerca, ma io non voglio vederla, dopo quello che mi ha detto non merita che la perdoni…non ancora per lo meno…-
            -La perdonerai un giorno?-
            -Un giorno….-
            -Mi basta…per ora…però perché non me ne hai parlato subito?-
            -Perché stare con te è così bello e a volte mi dimentico gli avvenimenti tristi della mia vita…volevo dirtelo…-
 
Mikey la baciò con più passione del solito, si sentiva strano, aveva messo un mano trai suoi capelli e con l’altra aveva
 
cominciato a carezzarle una gamba. Cercò di calmarsi, non avrebbe mai avuto il coraggio di prendere nessuna iniziativa,
 
ma era così bella e così morbida, la tentazione era molto forte. Ad un certo puntò, quando la situazione si fece un po’
 
troppo accesa, Pedro venne in suo aiuto, si svegliò e cominciò ad abbaiare.
 
            -Cosa c’è piccolino, vuoi stare qui con noi?-
 
Pedro, che era quasi guarito, uscì dal suo giaciglio e saltò sul divano reclamando la sua parte di carezze. Isabel lo prese in
 
braccio, però guardò Mikey in modo interrogativo.
 
            -C’è qualche problema?… io ti piaccio…vero?-
            -Che domande fai? Certo che mi piaci!-
            -Senti attrazione per me?- Parlava mentre carezzava il suo bel cagnolotto.
            -Isabel…ne abbiamo parlato…-
            -Ti prego, rispondi alla domanda…- al tono triste della padrona Pedro abbaiò a Mikey come per obbligarlo a rispondere.
            -…sono cotto di te, non sapevo come fare prima, se non interveniva Pedro a distrarci…ti basta come riposta?-
 
Mikey era in imbarazzo, era lui che avrebbe dovuto fare quelle domande non lei.
            -Ti ho fatto arrabbiare?-
            -Non sono arrabbiato…ma è meglio che ora vada…-
            -No ti prego…resta…-
            -Sarebbe meglio di no-
            -Perché?-
            -Perché voglio disperatamente fare l’amore con te, ma non posso!-
            -Scappando stasera non risolverai il problema…-
 
Isabel aveva ragione, si alzò dal divano, posò Pedro nel suo giaciglio e con un solo gesto gli ordinò di restare lì, poi prese
 
Mikey per mano e lo portò nella sua camera.
 
Lui era molto teso, ma lei lo fece sedere sul letto e con naturalezza cominciò a togliersi i vestiti lentamente, lui inghiottì.
 
Isabel era magra ed il corpo era ricoperto di leggere striature rossastre, prese una mano di Mikey e l’appoggiò su una
 
cicatrice che partiva dall’ombellico ed arrivava in mezzo al petto, la mano tremò per tutto il percorso, quella pelle era così
 
calda, i loro respiri aumentarono il ritmo all’unisono.
            -Mi trovi bella anche con queste cicatrici?-
            -Tu sei stupenda ed io morirò di cuore presto…-
Isabel sorrise, lo fece distendere, si sdraiò su di lui e cominciò a baciarlo sul collo, le forti mani di lui le carezzavano il
 
corpo delicatamente. Mikey sentiva crescere dentro di sé tale ardore che quasi ne aveva paura, ma in un attimò l’istino
 
prese il sopravvento e non riuscì più a ragionare, si girò in modo da far sdraiare Isabel sulla schiena e cominciò a baciare
 
ogni piega rosata della pelle, ogni traccia di quel male che aveva fatto soffrire il suo amore, i sospiri di lei lo guidavano alla
scoperta di quel corpo che ai suoi occhi era stupendo. Mikey non aveva esperienza, ma i gemiti di lei erano molto
 
eloquenti. Poi Isabel disse con un filo di voce:
            -Ti prego…non aver paura…voglio fare l’amore con te…-
 
Mikey sul momento era un po’ preccupato ma lei lo tirò a sé, si baciarono ancora, erano troppo coinvolti orami, la paura
 
cedette ancora una volta il posto alla passione e finalmente ci fu quell’unione tanto sperata e tanto temuta, che sfociò in un
 
amplesso mai provato prima.
 
Quella mattina Mikey si svegliò nel letto di Isabel, si girò verso di lei per guardarla. Il sole era sorto e da sotto le tapparelle
 
un filo di luce le illuminava il viso, lui osservava l’effetto estasiato. Non poteva credere a quello che era successo quella
 
notte, dopo mesi da quando si conoscevano finalmente si erano comportati come due adulti normali ed innamorati.
 
Il rumore della sveglia lo riportò sulla terra, Isabel aprì gli occhi e la spense borbottando qualcosa, poi si girò verso il suo
 
Mikey.
            -Sei ancora qui! Non sei scappato come fai di solito quando arriva il giorno-
            -Non potevo andare via senza dire nulla dopo l’altra notte…mi sarebbe sembrato come abbandonarti-
Lei lo abbracciò e lo baciò.
            -E’ stato bellissimo…non potevo nemmeno immaginare…-aggiunse lui.
            -Mikey…mi sembra di non essere mai stata amata prima di te-
 
Mentre si baciavano sentirono abbaiare, era Pedro che come al solito voleva attenzioni. Lei aprì la porta della camera e il
 
cagnolino saltò sul letto in mezzo a loro festoso.
 
Mikey preparò la colazione, quel giorno Isabel aveva un appuntamento importante, doveva portare i suoi disegni alla ditta, i
 
suoi capi erano vecchia maniera e non volevano immagini elaborate al computer, se non alla fine prima di pubblicarle,
 
quindi lei poteva lavorare come pittrice, anche se era in gamba anche con la computer grafica.
 
            -Isabel, è pronto, vieni che si fredda-
            -Arrivo! Secondo te sto bene vestita così?-
 
Indossava un tailleur nero attillato con due righe rosse parallele solo sul lato destro della giacca e sulla gonna al ginocchio,
 
sotto portava un top della stessa tonalità di rosso, le scarpe nere con tacchi rossi.
 
            -Sei bellissima….sono molto geloso, quanti anni ha il tuo capo?-
            -Credo che sia sulla cinquantina, sposato con due figli. Sua moglie sarà presente e non lo molla un attimo. Sei tranquillo adesso?-
            -No, non molto….lui è umano…-
            -E’ vero, ma non è bello e giovane come te!-
 
Si sedettero tavola a fare colazione, Mikey aveva ancora ben stampate nella mente le sensazioni incredibili della serata
 
precedente. Guardava la sua splendida ragazza che gli sorrideva mentre mangiava e gli parlava del più e del meno,
 
sembravano una coppia vera.
 
Poi Isabel dovette scappare per non fare tardi all’appuntamento, Mikey da bravo pulì tutto e le preparò qualcosa per il
 
pranzo per quando sarebbe tornata.  Per fortuna il suo lavoro le permetteva di lavorare da casa, così Pedro non sarebbe stato
 
solo a lungo.
 
Il problema però era entrare nelle fogne in pieno giorno senza essere visto. Gli venne un’idea, provò a scendere fino alla
 
cantina dell’edificio e guardò se poteva esserci un qualche passaggio. Fortunatamente trovò una botola che conduceva fino
 
alle fogne, adesso poteva entrare ed uscire dal palazzo senza essere visto, o almeno rischiava solo di incrociare i vicini di
 
Isabel.
 
Tornato al rifugio quel sogno di quasi normalità svanì, si era quasi sentito un po’ umano, ma tornare ad essere una tartaruga
 
non era male. Tutto felice raggiunse i fratelli nel dojo. Li trovò che stavano per cominciare gli allenamenti.
 
            -Ragazzi non è una splendida giornata?-
            -Non lo sappiamo, non stiamo in superficie di giorno come fai tu! Ti ha mica visto qualcuno?- chiese Raph, stranamente non fu Leo a fargli la predica.
            -No tranqui, ho trovato un modo per entrare ed uscire dal palazzo che mi porta diretto nelle fogne-
            -Come sta Isabel?- chiese Donnie.
            -Molto bene, anzi benissimo!- Rispose Mikey tutto pimpante.
            -Dì un po’ non è che ti sei drogato per caso?- chiese Raph a cui il buon umore del fratello dava un po’ fastidio.
            -No, uffa…ma uno non può essere felice così senza motivo?-
            -A me sembri un po' strano. O meglio, più strano del solito…si può sapere cosa hai combinato?- Chiese Leo.
 
Visto che Splinter non era ancora arrivato, Mikey non potè trattenere il segreto e raccontò tutto ai fratelli, in modo infantile, ma abbastanza chiaro.
 
            -Ma bene! Il nerd e lo scemo del villaggio sono stati i più in gamba di noi! – disse Raph un po’ scocciato e aggiunse -oppure anche tu Leo hai concluso con Karai a mia insaputa-
            -Non dire scempiaggini!- rispose Leo e poi chiese- Mikey…tu…con un’umana?- 
            -Nemmeno io credevo che avrei mai avuto il coraggio…infatti non sono stato io a cominciare…anzi io volevo scappare via…-
            -Il solito fifone, comunque bisogna per forza essere in due …- disse Donnie sorridente, era veramente felice per il fratello minore.
            -Ma siete stati attenti?- chiese Leo da fratello maggiore.
            -Sì Leo…non voglio metterla nei guai e non sappiamo nemmeno cosa potrebbe succedere…tu ne sai qualcosa Donnie?-
            -Non credo che ci siano rischi reali, però non si sa mai, voi state attenti-
 
Frel entrò nel dojo, come aveva promesso, cercava di partecipare agli allenamenti, anche se per il momento si limitava a
 
fare degli esercizi per forza e resistenza, senza usare la cintura Enerzonica; doveva costruirsi una vera massa muscolare in
 
modo naturale. Poco dopo arrivarono anche Beal, Astrid, Lisa e Splinter.
 
Beal era veramente troppo forte, probabilmente solo il maestro Splinter sarebbe stato in grado di atterrarlo, chiunque si
 
provasse a sfidarlo perdeva, compresa Lisad, la quale si arrabbiava moltissimo perché fino a poco tempo fa pensava di
 
essere il miglior soldato di Ni.
 
            -Ma cosa ti hanno dato da mangiare?- diceva la Niana bruna dopo che era stata gettata a terra come al solito da Big Bear, di nome e di fatto.
 
            -Sai benissimo che sono stato modificato geneticamente in modo da essere forte, anche più di qualsiasi umano. Se ti può consolare non sono molto felice di essere così mostruoso e poi tu rimani comunque il miglior pilota di Ni e forse anche di Terra-.
            -Come mai non ti piace essere così? Sei invincibile-
            -A qualcuno non piacciono i miei muscoli, dice pure che incuto timore…-
            -Questo qualcuno non è mica Nied?-
            -La fusione non lascia la minima privacy…se non fosse stato così importante non l’avrei mai fatta…-
            -Allora è lei giusto?-
            -Sì…-
            -Non sono convinta però che sia del tutto indifferente a te…Astrid non me l’ha voluto dire…ma credo che Nied ci abbia nascosto qualcosa…dopo Astrid è quella con maggior forza psichica…-
            -Ho anche io questo dubbio…è molto interessante quello che dici…pensi che Astrid mi direbbe cosa pensa Nied di me?-
            -No! Te lo puoi scordare se non l’ha detto a me figuriamoci se lo dice a te-
            -Proverò comunque a parlarle…-
 
Mikey quel giorno era scatenatissimo nessuno riusciva a stargli dietro, aveva affrontato Raph e l’aveva battuto, faceva gli
 
esercizi ancora più facilmente del solito. Splinter l’aveva notato, stava accadendo quello che aveva sempre sperato,
 
finalmente il figlio più piccolo era maturato.
 
Una volta tanto riuscirono a finire gli allenamenti senza troppi intoppi ed ognuno tornò alle proprie occupazioni preferite.
 
Beal approfittò del fatto che Donnie si era fiondato in laboratorio e la sua compagna non sembrava occupata in niente di
 
particolare.
            -Astrid? Ti posso parlare un momento in privato?-
            -Certo Beal, vieni nella mia stanza, qui c’è un po’ troppo trambusto-
 
In quel momento erano tutti nella stanza della TV, Mikey e Frel si stavano sfidando ai videogames, gli altri assistevano più
 
divertiti dai versi e le grida scatenate dei due più che dal gioco vero e proprio. Una volta da soli Beal chiese ad Astrid.
 
            -Scusami per quello che sto per chiederti…ma tu sai cosa pensa veramente Nied di me, non è vero?-
            -Perché mi fai questa domanda?-
            -Perché quando ho cercato di leggerle la mente ho trovato delle resistenze e anche Lisad mi ha confermato che tu potresti sapere qualcosa…-
            -Tu hai visto che Nied si proteggeva? Molto interessante…significa che hai una forza psichica molto alta, lo sapevi?-
            -Veramente no…ho fatto il test solo da piccolo e poi mi è stato detto che tanto non l’avrei sviluppata più di tanto-
            -Alloro dopo Nied forse sei tu quello più forte con la mente….bene è importante stabilire anche una gerarchia per
 
questo…comunque…potevo leggere i suoi pensieri, ma ho promesso di non rivelarli...ad ogni modo non ti sarebbero di
 
molto aiuto, è convinta di non volere avere un compagno…anche se non condivido questa sua scelta-
 
            -E non c’è niente che possa farle cambiare idea? Lo so che sono solo un soldato per lei…ma voglio almeno provarci…detesto avere rimpianti!-
 
            -Come ti capisco! Perché non provi a parlarci? Adesso è nella sua capsula che sta visionando dei dati medici di scoperte terrestri…è sempre aggiornatissima, sono ore che è là dentro forse tra poco avrà finito. Vai da lei-,
            -Grazie Astrid…ti sono riconoscente…-
            -Figurati non è niente…mi fa sentire un po’ meglio dopo la tortura a cui ti ho dovuto sottoporre…-
            -Tu hai fatto il tuo dovere...-
            -Lo so, ma a volte sapere questo non mi basta-
 
P.S. Ciao a tutti!
Leo si scioglie d’amore per Karai…sono ancora tutta intera quindi le fan di Leo non mi odiano poi troppo, grazie, siete state clementi :-P
Poi…è sì ho praticamente sfiorato il rating rosso  anche con Mikey! Gli sto dando una rivincita che merita! Spero di non aver esagerato, vi prego di farmelo notare, non riesco mai ad essere obiettiva.
Beal a quanto pare non è solo un Niano tutto muscoli ma ha un cervello interessante ed ha una bella cotta per Nied…
 
Grazie  a tutti voi che leggete numerosi e ad HB che riesce sempre a trovare interpretazioni interessanti ai miei capitoli!
:-*
Altair
 

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Capitolo 35
*** Giro intorno al mondo in pochi secondi ***


Beal si recò vicino all’officina di Donnie dove erano stipate tutte le capsule ed aspettò paziente di fronte a quella di Nied,
 
che era in funzione come aveva detto Astrid. La capsula si aprì e Nied si trovò faccia a faccia con un Beal sorridente.
           
            -Da quanto sei qui che mi spii?-
            -Non ti stavo spiando e sono qui da pochi minuti…ho bisogno di parlarti…ma non so da dove cominciare…-
            -Spero sia qualcosa di veramente importante-
            -Per me lo è, e molto…perché non vuoi nessuno…nessun partner?-
 
            -Te l’ho detto è una perdita di tempo, il mio compito è troppo importante, non si finisce mai di imparare, devo essere costantemente informata-
 
            -Non puoi solo pensare al lavoro, devi avere anche una vita privata…-
            -Il mio lavoro è la mia vita. Come voglio vivere dipende solo da me, non puoi certo decidere tu cosa è più giusto-
            -Donnie ed Astrid sono una bella coppia, non mi sembra che la loro unione gli impedisca di esprimersi al meglio nel loro ruolo, non ti pare?-
 
            -Sembra così… ma li ho visti litigare perché lui sta troppo in laboratorio…-
            -Adesso non voglio stare a disquisire se la coppia perfetta esista o no, vorrei sapere cosa tu realmente pensi di me…o di Frel o se c’è una persona per cui provi attrazione o interesse…-
 
            -Perché ci dovrebbe essere qualcuno che mi interessa?-
            -Te lo ripeto, ho visto che nascondevi qualcosa…Astrid mi ha detto che forse ho un forza psichica molto alta, forse poco al di sotto della tua, altrimenti non avrei potuto vedere un bel niente, come del resto è successo a Frel-
 
            -Cos’altro ti ha detto Astrid?-
            -Niente, tranquilla, mi ha detto quello che mi hai detto tu, che non vuoi un compagno. Però mi ha suggerito di parlarti e dove trovarti. Anche lei pensa che dovresti avere qualcuno vicino e qualche svago nella tua vita-
 
            -E tu vuoi uno svago? E’ questo che pensi?-
            -Non sono stato educato in nessun modo riguardo i sentimenti verso l’altro sesso, sono stato creato solo per distruggere, adesso però questo non mi sta più bene e non mi ci riconosco più…anche se il mio aspetto dice tutt’altro. Comunque… al momento non so esattamente cosa voglio…-
 
            -Perché se vuoi, potresti essere il mio svago ed io il tuo-
A Beal cadde la mascella, una risposta del genere proprio non se l’aspettava.
            -Ma niente legame sentimentale e niente obblighi- aggiunse Nied.
            -Non credo di aver capito bene…- rispose Beal che per la prima volta in vita sua era stato messo in imbarazzo da una femmina.
            -Stavo visionando poco fa gli effetti benefici che ha l’atto sessuale nei confronti degli stimoli cerebrali. Sembra che
 
certe attività migliorino la memoria a breve e lungo termine ed in generale tutte le capacità cognitive…lo immaginavo
 
perché migliora la circolazione anche nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale. Ci sono dei test di laboratorio fatti da
 
umani che lo dimostrano in modo inconfutabile. Il nostro cervello è molto simile a quello dei terrestri ma su Ni non avevo
 
dati al riguardo-
 
            -I biologi molecolari hanno fatto un gran lavoro sul tuo cervello, la famosa insensibilità Niana in fondo esiste…-
            -Lo prendo come un complimento-
            -Sono molto confuso…non sapevo nemmeno cosa volesse dire pensare con la propria testa fino a qualche giorno fa, ma non posso credere che un essere vivente possa essere insensibile come lo sei tu…-
            -Quindi la risposta è no?- disse fredda Nied, sembrava che un sì od un no avessero lo stesso valore per lei.
            -Ti prometto che ci penserò, però tu rispondi sinceramente ad un paio di domande-
            -Non ho nessun problema, dimmi pure-
            -Faresti questa richiesta anche a Frel se dicessi di no? E…vorresti più partner?-
Nied rimase molto sorpresa delle domande, però erano lecite.
            -A Frel al momento direi proprio di no…forse e dico forse in futuro, se si mostrerà un Niano migliore…si è comportato veramente in un modo poco rispettoso. Rel nemmeno se fosse l’ultimo Niano vivente,  Raph è interessato a Lisad, Leo e Mikey so che frequentano delle umane e come ben sai Donnie non è disponibile, ma comunque mi limiterei solo ad uno per volta perché troppi partner creerebbero scompiglio-
 
            -Hai fatto i tuoi calcoli vedo…riguardo Donnie avevo visto un qualche interesse, ma mi pareva più scientifico e un attaccamento simile a quello tra fratello e sorella-
 
            -Non ho intenzione di procreare e quindi in teoria le tartarughe sarebbero perfette. Donnie avrebbe anche una mente molto stimolante, ma è vero ho un sentimento più fraterno nei suoi confronti che altro-
 
            -Basta così…ho capito devo decidere in fretta…mi prenderò qualche giorno e poi ti risponderò-
            -Molto bene, adesso scusami devo andare a riposare per assimilare le nozioni di oggi-
 
Nied se ne andò fiera di se stessa, Beal ammirava la sua bellezza e la sua determinazione, ma in fondo in fondo era rimasto
 
un po’ deluso da lei, del resto questa era la situazione e non aveva molta scelta.
 
Quella sera Leo andò di nuovo da Karai, ma era deciso a non farsi vedere, non voleva che lei capisse i suoi sentimenti,
 
aveva solo bisogno di vederla.
 
Arrivò molto prima della chiusura così poteva osservarla in quello che adesso era il suo lavoro. Trovava che i movimenti di
 
lei fossero perfetti ed eleganti e non si sarebbe mai stancato di guardare quello spettacolo. Con sua sorpresa trovò che le
 
luci della palestra erano spente e la porta era stata forzata. Col cuore in gola entrò e cominciò a chiamarla per nome.
 
All’interno avevano fatto scempio delle suppellettili, non c’era nessuno, però vide che una luce veniva dalla porta
 
dell’appartamento di Karai. Aprì e la trovò ferita e svenuta a terra.
 
            -Karai, cosa è successo, Karai?-
Lei aprì gli occhi.
            -Leonardo sei venuto…aiutami ti prego…mio figlio…Bishop…-
            -Ti porto subito al rifugio, la mia amica Nied ti aiuterà-
            -Bishop…l’ha preso…-
            -Non preoccuparti, ti rimetterai presto con le cure dei Niani e lo salveremo-
 
Karai svenne di nuovo, lui la prese tra le sue braccia e corse rapido da Donnie e Nied. Appena entrato nel rifugio cominciò a gridare:
 
            -Donnie! Dove sei? Presto! Chiama anche Nied, è urgente! Karai è ferita!-
 
Il fratello genio si affacciò dal laboratorio e gli fece subito strada, la misero sul lettino che aveva utilizzato anche Astrid e
 
cominciò a prestarle i primi soccorsi.
 
            -Tranquillo Leo…non è grave, volevano che tu la trovassi viva…-
            -E’ stato Bishop…ha preso pure suo figlio-
 
Nied arrivò di corsa e anche lei tranquillizzò tutti, aveva delle ferite profonde alle gambe, ma niente che la tecnologia Niana
 
non potesse guarire.
 
            -Ha perso sangue, ma in un giorno o due sarà come nuova con l’aiuto della nostra cintura. Adesso per favore Leo và e lasciami lavorare-
 
Leo andò a sedersi sul divano, era chiaramente sconvolto, non c’era nessuno in casa a parte Splinter che riposava nella sua
 
stanza. Uscì subito Donnie a rassicurarlo ulteriormente.
 
            -Leo è tutto sotto controllo…-
            -Sono molto preoccupato…credo che Bishop stia usando il figlio di Karai per arrivare a noi…deve avermi visto in questi giorni…ma sono sicuro che non mi ha mai seguito nessuno fino a qui-
 
            -Se fossi in te cercherei di rilassarmi, adesso possiamo contare anche sull’aiuto dei Niani e la loro tecnologia, per
 
quanto Bishop possa essere attrezzato noi lo siamo più di lui, troveremo la soluzione insieme-
 
            -Hai ragione Donnie…ma è colpa mia…non dovevo parlarle, non dovevo farmi vivo…ora suo figlio sta vivendo un
 
trauma per colpa mia e lei è ferita-
 
            -Sono sicura che Karai non vorrebbe sentirti parlare così, ne abbiamo passate tante insieme …e tu non puoi soffocare i sentimenti per lei…-
 
            -Lei aveva scelto il dottor Chaplin…non me…lei non mi vuole…devo lasciarla in pace-
            -E’ inutile che ti faccia tutto il discorsino…ma tu eri un ragazzo quando l’hai conosciuta…non poteva vedere in te altro che questo-
            -Oltre al fatto che sono verde, pelato, ho tre dita ed un guscio!-
            -Isabel non ha avuto nessun problema con Mikey…-
            -Non lo so…non avrò mai il coraggio che ha avuto lui…non potrei sopportare che mi allontanasse…di nuovo-
            -Bè, come hai detto tu almeno sarebbe al sicuro…pensaci quando tutta questa storia sarà finita…hai la tua seconda possibilità, non la bruciare!-
            -Karai si è ripresa ti vuole parlare Leo!- disse Nied che si era appena affacciata dalla porta del laboratorio -ma non la stancare-
            -Posso spostarla nella stanza degli ospiti?-
            -Sì, ma non farla camminare-
            -Grazie infinite!
            -Dovere mio- rispose seria Nied, il lavoro era la sua vita, amava essere indispensabile per tutti.
 
Leo entrò nel laboratorio e si avvicinò al lettino, Karai afferrò subito la sua mano.
 
            -Bishop ha preso Leo e mi ha lasciato un messaggio per te. Dice che devi consegnargli i Niani o ucciderà mio figlio-
            -Karai sono veramente dispiaciuto di averti messo in questa situazione, non pensavo che sarebbe arrivato a
tanto…perdonami ti prego-
            -Leonardo…anche quella donna che mi ha assistito è una Niana?-
            -Sì Karai, sono degli esseri viventi molto in gamba e di solito sono molto pacifici…non vorrei…-
            -Voglio salvare mio figlio a tutti i costi…ma…-
            -Se noi consegnassimo i Niani a Bishop non potrebbero andare su Marte ed i loro simili verrebbero qui e ci conquisterebbero…non posso darli in cambio della vita di tuo figlio…se volesse solo me ti giuro che andrei a consegnarmi spontaneamente…-
 
            -Tu sei un guerriero onorevole e molto coraggioso…troveremo Bishop e libereremo mio figlio senza che tu o qualcuno dei tuoi amici debba dare in cambio la sua vita…abbiamo affrontato situazioni come queste in passato, ricordi?-
 
            -Come potrei dimenticare…puoi contare su tutto il nostro aiuto…vedrai anche di cosa sono capaci i Niani, in poco tempo sarai completamente guarita grazie alla loro tecnologia. Nel frattempo ti porterò nella stanza degli ospiti, non voglio che tu stia qui, devi riposarti-
 
La prese in braccio delicatamente e la portò in quella che all’inizio era stata la stanza di Astrid, nel tragitto dal laboratorio
 
alla camera soffocò tutti i sentimenti che provocava il contatto della sua pelle con quella di Karai.
 
            -Adesso ti prego di provare a dormire un po', radunerò tutti per discutere un piano e te ne parlerò quando ti sarai riposata…cos’altro ti ha detto Bishop?-
            -Che mi contatterà molto presto e mi farà sapere le condizioni ed il luogo di scambio…tieni questo… il mio cellulare, si è assicurato che lo avessi con me-
            -Ci occuperemo noi di tutto finché non ti sarai rimessa-
Leo fece per uscire dalla stanza.
            -Leonardo…-
            -Sì Karai?-
            -Consegno la mia vita e quella di mio figlio nelle tue mani…solo tu puoi aiutarci….- e poi aggiunse sussurrando -…mi sei mancato…-
            -Anche tu…- ma nessuno dei due ebbe il coraggio di aggiungere altro.
 
Tutti i rettili si radunarono nel laboratorio di Donnie, Leo spiegò la situazione.
 
            -Quel bastardo di Bishop! Perfino con i bambini se la prende- diceva inviperita Lisad.
            -Dobbiamo dargli una bella lezione che non dimenticherà per lungo tempo- suggeriva Raph.
            -Non sappiamo dove sia Bishop in questo momento, l’unica cosa certa è che contatterà Karai sul suo telefonino.
Purtroppo si aspetta di sicuro che proveremo a rintracciarlo e perfino che possiamo contare su una tecnologia superiore.
Donnie hai qualche idea di come potremmo trovare dove si nasconde e dove tiene il figlio di Karai?-
 
            -Ho tenuto d’occhio la base che abbiamo distrutto di recente fuori New York, ma sembra che non ci siano trasporti
 
particolari verso quella zona e nessuna opera edilizia…potrebbe non essere lì…tutto quello che abbiamo è il telefonino di
 
Karai. Però ho un’idea, noi possiamo spostarci molto velocemente, ci costerà molta energia ma dovrebbe funzionare-
 
            -Vuoi utilizzare la capsule per rintracciare la fonte del segnale?- chiese Beal che aveva una laurea in ingegneria
 
delle telecomunicazioni ed aveva capito esattamente cosa Donnie avesse in mente.
 
            -Hai capito bene Beal. Sicuramente Bishop farà in modo che la sua chiamata non arrivi direttamente a noi ma la farà
 
rimbalzare in diversi siti.  L’unico modo per noi di arrivare a lui è trovare volta volta da dove viene trasmesso il segnale
 
con i rilevatori delle capsule fino a risalire alla fonte, ma tutto questo deve essere fatto durante la comunicazione, che
 
purtroppo sarà di pochi secondi. Leo dovrai fare in modo che ti chiami più di una volta. Ognuno di noi sarà in un capsula in
 
un punto diverso di New York, dell’America o del mondo. Con i mezzi Niani le distanze terrestri non hanno più nessuna
 
rilevanza-
 
            -Ma rischiamo di consumare tantissima energia così- disse Rel che era sempre il solito pessimista e distruttivo.
 
            -Le capsule dovranno essere invisibili solo nelle città. Inoltre ho la possibilità di ricaricare i vostri cristalli il doppio di prima e sono vicinissimo a ricostruirli in laboratorio, l’energia non ci mancherà- rispose Donnie.
 
            -Se non riusciremo a trovarlo, che faremo?- Chiese Lisad.
 
            -Dovremo inventarci qualcosa per il giorno dello scambio- rispose Donnie e aggiunse -intanto dobbiamo organizzarci per essere pronti in qualsiasi momento, mentre parlavamo ho preparato un mappa di come disporvi intorno al globo mentre aspettiamo la chiamata di Bishop-
 
Donnie proiettò un ologramma dal suo computer:
 
            -Due di noi staranno dentro New York perché credo che lui non possa fare a meno di tornare qui, ma in caso, agli altri verranno affidate nazioni specifiche o continenti. Leo?-
 
            -Sì Donnie. Anche volare in mezzo ai palazzi di New York richiede abilità e lo stesso tornare qua nel minor tempo
 
possibile.  Mikey e Lisad sono i nostri migliori piloti per cui, uno di loro starà a New York e l’altro agli antipodi. Astrid tu
 
sarai il secondo pilota a New York, ti voglio subito qui in caso Bishop volesse parlare con un Niano.  Raph starà in
 
Canada/Artide, Nied e Lisad si divideranno tra Pacifico e Antartide, Frel l’America latina, Rel e Mead Africa/Europa, Beal
 
la Russia e Asia Minore-
 
            -Le vostre coordinate vi saranno comunicate una volta dentro le navette… Bishop non sa che disponiamo di nove capsule, né quanti siano i Niani- precisò Donnie.
 
             -Questo ci dà un vantaggio non indifferente- disse Leo e concluse- Io e Donnie saremo qui a dirigere l’operazione. Bishop si aspetta di parlare con me…tutto chiaro?-
 
Tutti risposero pronti e si diressero verso le rispettive capsule, in pochi minuti erano in posizione ed aspettavano nascosti il
 
segnale.
 
Dopo alcune ore di calma piatta, tartarughe e prescelti dialogavano tra loro per ingannare il tempo.
 
            -Allora Mikey come va con Isabel?- Chiedeva Astrid in un canale privato -so che ci sono novità-
            -Voi Niane siete come le donne terrestri…-
            -Che vuoi dire?-
            -Siete curiose….-
            -Ho capito ti ho messo in imbarazzo…ma volevo solo sapere se state bene-
            -Se questa è la domanda, la riposta è si! E’ il periodo più felice della mia vita…e Raph e Leo sono gelosi perché io si…e loro no…- a Mikey gli era scappato più di quello che volesse dire, ma era fatto così. Astrid finse di non capire.
             -Volevo chiederti…ma tra Leo e Karai? Sai niente?-
            -Normalmente avrei tormentato Leo fino alla nausea per convincerlo a dichiararsi, ma lo capisco molto bene, la mia paura più grande è rovinare la vita di Isabel. Anche se Karai è ben diversa. Vorrei che Leo venisse a parlare con me…una volta tanto sono io che posso dargli dei consigli…ma temo che non lo farà mai-
 
            -Scusami Mikey, c’è Beal che mi ha chiesto una comunicazione privata, ne riparliamo con calma, tu però prova a parlare con Leo sono sicura che saprai consigliarlo al meglio-
            -Ok fata Turchina-
            -Scusa, come mi hai chiamata?-
            -Isabel dice che assomigli alla fata di Pinocchio…conosci la favola? Il burattino di legno che diventa un bambino vero…la fata Turchina ha i capelli come i tuoi-
            -La conosco…spero che sia un complimento…ma ne dubito. Passo e chiudo-
            -Astrid mi ricevi?-
            -Affermativo Beal, forte e chiaro. Si muove qualcosa di cui non sono al corrente?-
            -No… ti volevo parlare di Nied…forse sarebbe più giusto parlare con Donnie…ma in questo momento non mi sembra proprio il caso-
            -Hai parlato con lei?-
            -Sì… e sono rimasto sconvolto dalla sua freddezza…so che non puoi dirmi nulla…però in generale mi puoi parlare delle femmine Niane… giusto?-
            -Oh povera me! Da completa inetta nell’ambito dei sentimenti a consulente per coppie!-
            -Ti chiedo solo un punto di vista…poi lo chiederò anche a Mead…-
            -Ok, sputa il rospo Beal-
            -Immagino che tu voglia dire che posso parlare…dunque mi ha proposto in pratica di…come posso dire per non essere volgare? Insomma mi ha chiesto di andare a letto insieme senza un vero legame…lei non è mia io non sono suo…ognuno pensa ai fatti suoi –
            -Misericordia! Ma cosa le hanno fatto quelli del Consiglio! Non ha il minimo istinto materno e vede i sentimenti come qualcosa di pericoloso! Ops! Forse non dovevo…- Astrid si accorse che aveva parlato troppo.
            -Ci ero già arrivato e che non vuole “procreare” me lo ha detto chiaro e tondo. Quindi tu non mi hai svelato proprio nulla di nuovo-
            -Sei sveglio Beal…non farò mai l’errore di considerarti solo un individuo tutto muscoli-
            -Lieto che qualcuno mi capisca!-
            -Tu vuoi sapere se questo è il comportamento che avrebbe una Niana, vero? La risposta è che non lo so, ci hanno modificato geneticamente…e lei è tremendamente razionale…credo che sia l’unica di noi che non ha pianto nemmeno un po’-
            -Temo allora che dovrò accontentarmi di qualcosa di fisico-
            -Sai è strano…quasi tutti gli uomini di Terra e forse anche Raph…farebbero carte false per avere quello che lei ti propone e tu hai dei dubbi…non fraintendere ti fa molto onore, ma adesso vorrei capire io cosa pensa un maschio Niano-
            -A me non è stato spiegato nulla, però l’idea di avere dei figli mi piace molto e chiaramente l’idea stessa di
famiglia…sono sempre stato molto solo, forse mi capisci, perché anche tu sei stata isolata dagli altri come me. Nessuno di
voi doveva sapere chi era il controllore, questo lo ha voluto Redol. Comunque dicevo…non voglio farmi i fatti miei e
 
prendere solo quello che mi serve…voglio dare, ricevere e pretendo il sentimento…ho visto te, Donnie, Rel, Mead e
soprattutto Mikey e Isabel, due esseri così diversi che si amano contro ogni pregiudizio-
 
            -Beal sei veramente Big Bear…un gigante orso buono…Mikey non sbaglia mai nel giudicare le persone-
            -Pensi che Nied potrebbe cambiare idea?-
            -E’ troppo complicata la situazione ed io non posso dirti completamente come stanno le cose…ma perché proprio Nied? Perché è disponibile? Avrai notato la complicità tra Lisad e Raph, oltre alle coppie ormai formate-
 
            -Non mi sembra che Lisad tenga poi così tanto a Raph…comunque….dopo che mi hai liberato dal condizionamento ho aperto gli occhi e Nied era lì… bellissima…è stato l’unico momento in cui mi ha parlato dolcemente…poi è così coraggiosa anche se è uno scricciolo…ma anche quando mi ha sparato l’anestetico mi sembrava molto affascinante-
 
            -Ora capisco perché Lisad si lamenta sempre di me…gli innamorati sono così noiosi quando parlano dei loro amati… ops scusami-
 
            -So che il mio aspetto mi penalizza molto…ma…-
            -A Nied non devi dispiacere visto cosa ti ha proposto…-
            -Di questo ne ero conscio…ma temo che mi veda soprattutto come un soldato feroce e troppo muscoloso-
            -Senti forse non dovrei consigliarti questo…ma credo che tu debba…-
Ad un certo punto Donnie interruppe tutte le comunicazioni private:
            -Ragazzi! Il telefono di Karai sta squillando, siete pronti?-
Tutti all’unisono:
            -Roger!- Tutti a parte un –Robert!- di Mikey.
            -Sai benissimo chi sono e sono sicuro che sto parlando con Leonardo. Vedo che schermate il vostro segnale…Donnie sei già pronto ad intercettare il mio?- Disse sarcastico.
 
            -Bishop! Sono Leonardo non sbagli…Karai è ferita maledetto!-
            -So benissimo che se la caverà, ti ha dato il mio messaggio?-
            -Sei un codardo a prendertela con un bambino!-
 
            -Voglio i Niani o meglio me ne basta anche uno ed una di quelle meravigliose capsule argentee. Ho visto che vi siete divertiti a fare il giro del mondo! A quanto viaggiano? Sono riuscito ad ottenere solo delle foto molto sfocate di fotografi dilettanti ignari e solo filmati confusi di avvistamenti nella baia di New York-
 
            -Non hai bisogno di questa informazione perché tanto non ti darò un bel nulla!-
 
Intanto Donnie dirigeva Astrid alla prima fonte di segnale:
            -Amore vai con rapidità a San Francisco il primo segnale viene di lì, Mikey tieniti pronto, tra poco Leo interromperà la comunicazione di proposito-
Intanto Bishop continuava a parlare.
            -Non essere sciocco, se non mi dai cosa chiedo, il bambino morirà-
            -Non posso fare questo scambio, i Niani sono troppo preziosi per noi-
 
Leo gli chiuse il telefono in faccia, Mikey aveva captato il secondo segnale in Giamaica e restava lì in attesa. Il telefono di
 
Karai cominciò a squillare di nuovo.
 
            -Ma sei impazzito, potrei non chiamarti più! Vuoi che il bambino muoia?-
            -Tu non capisci la situazione, loro sono qui per una missione-
 
Leo stava cercando di tenere vivo l’interesse di Bishop anche a costo di rivelargli qualche dettaglio importante.
 
             -Se non se ne andranno indenni di qui il loro popolo verrà a reclamarli e ci distruggeranno!-
 
Intanto il quarto segnale andava in America Latina, in pochi secondi Frel fu lì per captare il quinto segnale diretto in Russia. Beal si mise subito sulle tracce del sesto segnale.
 
            -Chi mi dice che stai dicendo la verità?-
            -Sono venuti solo per studiare la Terra e a prendere qualche campione biologico senza rapire nessuno. Come vedi noi li proteggiamo, se fossero realmente un pericolo non saremmo dalla loro parte-
 
            -Vi conosco tartarughe, so che vi sentite i paladini della giustizia, ma lo stesso non ti credo fino in fondo e tra poco dovrò interrompere la comunicazione altrimenti Donnie potrebbe trovarmi, ci sentiamo presto-
 
Bishop riattaccò, Beal aveva passato il testimone a Lisad che si trovava in Australia.
 
            -Quel bastardo di Bishop ci fa girare come trottole- si lamentava Lisad che non era riuscita a beccare il settimo segnale ed era costretta a restare in attesa. Nessuno osava fare chiamate private, erano tutti col fiato sospeso. Dopo la mezz’ora più lunga della storia il telefono squillò nuovamente e la voce malefica risuonò all’orecchio di Leo.
 
            -Devi prendere una decisione, la vita del bambino per quella di un solo Niano ed una capsula. Credo che sia abbastanza ragionevole-
 
            -Se non torneranno sani e salvi sul loro pianeta, i loro verranno a trovarci e non sarà un passeggiata, vuoi prenderti la responsabilità della fine del genere umano, schifoso bastardo?-
 
            -Forse vuoi parlare direttamente al piccolo Leo?-
            -Pronto Leonardo…-
            -Leo come stai? Ti hanno trattato bene?-
            -Sì…ma dov’è la mia mamma?-
            -Non preoccuparti sta bene, ora dorme-
            -Non può venire a prendermi?-
 
Leo era disperato non sapeva come prolungare la telefonata ed essere credibile, intanto Lisad aveva informato Mead,
 
l’ottavo segnale era nei pressi di Vienna, a sua volta trovò il nono segnale che andava in Alaska e fu Raph a muoversi.
 
            -Allora Leo, te la senti di strappare un figlio a sua madre per degli sporchi alieni?-
            -Qui non stiamo parlando solo della vita di un bambino, parliamo della vita di tutti noi, vuoi capirlo o no!?-
            -Mio caro il tempo è di nuovo scaduto, la prossima sarà l’ultima volta che ti contatterò!-
 
Raph aveva beccato il decimo segnale che era diretto a Nuova Deli in India, Rel raggiunse la posizione ma non fece in
 
tempo a prendere l’undicesimo segnale. Donnie parlò a tutti:
 
            - Questa è l’ultima possibilità, poi Leo prenderà accordi per lo scambio, state tutti pronti-
 
Passò un’altra interminabile mezz’ora ed il telefono squillò nuovamente.
 
            -Bene Leo, se non ti decidi a darmi quello che voglio il bambino morirà e ve lo spedirò per posta a pezzi-
            -Tu non sai cosa mi chiedi…- Leo prendeva ancora tempo.
 
Rel beccò un segnale diretto di nuovo a New York, Mikey fu subito lì.
 
            -Donnie! L’ho trovato! E’ lui! E’ in un camion in movimento! Piazzo una trasmittente?-
            -Prima scannerizza il camion e guarda se il bambino è lì-
            -No Donnie, non c’è-
            -Piazza il segnalatore e torna subito qua, anche tu Astrid non perdere tempo- poi riferendosi a tutti -tornate al rifugio, ripeto tornate al rifugio-
 
Intanto Leo che si era preparato ad ogni evenienza disse:
 
            -Hai vinto tu…uno dei Niani ha chiesto di salvare il piccolo, hanno detto che cercheranno di fermare il loro popolo, ma non garantisco nulla-
 
            -Voglio sentirlo dire da uno di loro, come faccio a crederti, hai solo dieci secondi poi riattaco e per il bambino sarà la fine-
 
Astrid arrivò trafelata e con in testa le istruzioni di Donnie e cominciò parlare in Niano al telefono. Bishop sentì una lingua
 
incredibilmente diversa da qualsiasi idioma terrestre, poi lei tradusse in inglese:
 
            -Sei un essere ignobile, ma per me la vita dei vostri bambini vale molto, non voglio che un innocente muoia per
causa mia…ma non potrò assicurarti che il mio popolo non reagirà, adesso dai i dettagli dell’incontro a Leo, essere ributtante!-
 
Bishop staccò la comunicazione, ma arrivò un messaggio da un numero non identificato con l’ora ed il luogo dello
 
scambio.
 
Tutti i rettili e Karai erano nel laboratorio che osservavano dove il camion di Bishop si dirigesse.
 
            -Perché non andiamo subito e lo seguiamo fino alla sua tana?- Chiese Raph precipitoso.
            -Non essere il solito impaziente- disse Leo.
 
            -Il bambino non è con loro, dobbiamo essere sicuri che arrivi a destinazione e non dobbiamo farci scoprire- spiegò Donnie  e poi aggiunse- quello è un supersegnalatore anche se scendesse sotto terra per tre chilometri potremmo ancora rilevarlo!-
 
            -Guardate! E’ sceso nelle fogne, ora il segnale è fermo, possibile che si sia nascosto proprio lì?- disse Leo.
            -Potrebbe cambiare mezzo di trasporto! Presto dobbiamo andare subito a controllare, Astrid dateci le cinture siamo i più veloci e conosciamo bene le fogne- disse Donnie.
            -Lo sapevo che dovevamo seguirlo subito- sbuffò Raph.
            -Verrò con voi! Sono velocissima- disse Lisad.
 
Così le tartarughe ed il soldato Niano velocizzate dalle cinture giunsero in poco tempo dove era il segnale. Arrivati a
 
destinazione trovarono il mezzo fermo ed abbandonato vicino ad una grossa galleria.
 
            -Guardate queste rotaie, non sono della metropolitana, sono molto più nuove!-    
            -Vuoi dire Donnie che hanno preso un treno speciale fino alla nuova base?- Chiese Leo.
            -Esatto! Bishop ha capito come abbiamo fatto a scovarlo l’ultima volta ed ora usa una ferrovia sotterranea per rifornire la base e scommetto che è la solita che conosciamo!-
            -Beal, puoi venire con una capsula dove ci troviamo? Vieni più veloce che puoi a costo di sfondare delle pareti- chiese Leo che aveva acceso una comunicazione con i Niani.
            -Arrivo in un lampo!-
 
In pochi secondi e dopo qualche muro sfondato raggiunse le tartarughe.
 
            -Vado a vedere dove porta la galleria in modalità invisibile, torno subito- disse Leo e prese il posto di Beal.
            -Accendi anche la modalità antimovimento, antinfrarossi e scannerizza tutta la galleria fino alla base e anche  tutta la base! Tutto chiaro?- gli gridò Donnie.
            -Chiaro come il sole-
La tartaruga in blu partì con la solita velocità inaudita ed in pochi attimi fu arrivato alla vecchia base di Bishop.
 
            -E’ come pensavi tu Donnie! Scannerizzo la base per vedere i nuovi sistemi di sicurezza, sarò da voi tra pochi secondi, non abbiamo molto tempo, ci ha dato solo altre due ore-
 
Con i potenti mezzi Niani Leo era già di ritorno con tutte le informazioni necessarie. Si riunirono tutti per studiare un
 
piano, avevano solo poco tempo. L’ologramma della base fu proiettato in 3 D nel laboratorio, adesso la costruzione era
 
stata completata, la zona di detenzione fu subito individuata, come pure la cella dove tenevano il piccolo Leo. Il piano
 
venne quasi di conseguenza e fu subito palese a tutti, mancava solo un’ora.
 
Mikey mandò un messaggio ad Isabel:
 
            -Amore stasera non potrò venire da te, devo fare una cosa  molto importante, ti spiegherò prima possibile, non preoccuparti, dammi solo qualche ora e poi verrò di persona a dirti tutto-
 
            -Mikey promettimi che tornerai tutto intero!-
 
            -Te lo prometto-
 
P.S. Ciao a tutti!
E’ tornata un po’ di azione, spero che vi sia piaciuta questa idea…del resto Bishop come ben sapete è un osso duro e non poteva arrendersi così su due piedi. Alcune di voi hanno teorizzato che Karai stesse architettando qualcosa, ammetto che ne sarebbe capace, però al momento non sembra…
Quindi a Nied non dispiace Beal ma non vuole impegnarsi, mi sono divertita ad invertire i ruoli una volta tanto, di solito sono i ragazzi a non volersi impegnare…e certe aliene Niane :-P perché anche Lisad in effetti non vuole impegnarsi con Raph…e Raph?…staremo a vedere…
Grazie ad HB e Helen_The dark lady per le loro bellissime recensioni e grazie a voi che continuate a seguirmi, l’azione continuerà nel prossimo capitolo.
 
Baci
Altair
 

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Capitolo 36
*** Tartarughe e Niani in azione! ***


Astrid era seduta su uno scalino di fronte all’entrata del laboratorio, era molto preoccupata, se qualcosa fosse andato storto
 
non se lo sarebbe mai potuto perdonare, tutti avrebbero sofferto:  i suoi Niani, il suo compagno ed i suoi amici terrestri,
 
ormai li amava tutti come una grande famiglia. Donnie la vide pensierosa, si sedette dietro di lei e l’abbracciò tutta, come
 
se volesse in qualche modo proteggerla dai mali del mondo.
 
            -Non devi preoccuparti, il nostro piano è perfetto, l’agente Bishop non è preparato alla tecnologia Niana-
 
In realtà anche lui era molto preoccupato, Astrid sarebbe stata in prima linea, ma non voleva mostrarsi insicuro di fronte a lei.
            -Bishop ha avuto la possibilità di studiare Nil, sa della cintura, ha visto le capsule… è un uomo dalle mille risorse…-
            -Ma tu hai me!- Astrid si strinse forte al suo Donnie.
            -Ragazzi…scusatemi… è ora- disse Leo.
 
L’appuntamento era alle venti nella zona vecchia del porto vicino a dove era caduto Nil.
 
Le tartarughe sarebbero arrivate lì col Tartacarro, Astrid li avrebbe seguiti con una capsula, perché quelli erano gli accordi.
 
All’orario prestabilito spuntò l’elicottero nero di Bishop ed un camion parcheggiò proprio vicino al Tartacarro e al mezzo
 
Niano. Il velivolo atterrò, Bishop scese con il piccolo Leo. Astrid uscì dalla capsula, contemporaneamente si fecero avanti
 
le tartarughe e Karai con le armi in pugno.
 
            -Ma bene! Eppure secondo la mia memoria dovrebbero esserci almeno altri tre o quattro alieni, dove sono?-
            -Io mi chiamo Astrid, sono il capo dei Niani su Terra…gli altri non vogliono essere coinvolti-
            -Non penserete che io ci creda! Abbiamo visto due capsule a Mumbai, tre con quella che mi avete rubato! E non mi sembra che in quel caso i tuoi Niani si siano tirati indietro!-
 
            -Non siamo violenti come voi umani, non abbiamo ucciso nessuno in quel  frangente, i miei compagni sono in
 
viaggio, non torneranno più su Terra, a meno che i Niani non vi dichiarino guerra…ho chiesto loro di dire che è stata una
 
mia scelta, ma non posso prevedere come il nostro Stato Supremo ed il Consiglio Scientifico reagiranno-
 
            -Sciocca aliena non ti credo affatto, sono sicuro che i vostri compagni siano in agguato e che il vostro popolo
 
invaderà comunque la Terra, ma per quando arriveranno saremo pronti- disse tutto di un fiato l’agente Bishop ed aggiunse-
 
intanto mi sono preso una piccola assicurazione sulla vita, il piccolo ha una cintura esplosiva che detonerà se io non avrò il
 
tempo di allontanarmi e di portare con me la capsula. Tu Astrid sarai il mio ostaggio, se i tuoi ti vogliono viva dovranno
 
lasciarti andare, ma anche da morta saresti utile per i miei esperimenti-
 
            -Sei un vigliacco! Lascia mio figlio…come si può mettere una bomba addosso ad un bambino di quattro anni- gridò
 
Karai in lacrime, era molto debole e si reggeva a malapena in piedi.
 
            -Conta il fine non i mezzi. La bomba è molto particolare ed è a prova di Donnie, non vi resta che seguire i miei ordini. Quando sarò al sicuro si disinnescherà da sola-
 
            -Non ci sono trucchi Bishop, ma chi mi assicura che non farai esplodere la bomba comunque?-
            -Non avete molta scelta. Ma sappiate che non trovo divertente uccidere un essere innocente senza un buon motivo.
Voi non fatemelo fare-
            -Quale mente malata potrebbe mai escogitare un piano così orribile?!- disse Leo.
            -Tutto questo è nell’interesse dell’umanità intera, poco importa se delle tartarughe e qualche essere umano perderanno la vita!- Ribattè serio Bishop.
            -Maledetto, mio figlio non ha nessuna colpa!- diceva disperata Karai.
            -Mamma, mamma!- gridava il piccolo Leo mentre cercava di divincolarsi da Bishop.
            -Adesso basta discorsi, dovrete fidarvi di me! Al mio segnale il bambino si muoverà e contemporaneamente lo farà Astrid. Mia cara Niana, vedo che non hai la cintura, saggia decisione, so benissimo che è la vostra arma-
 
Bishop dette il segnale, Astrid ed il piccolo Leo cominciarono a camminare l’uno verso l’altro, arrivarono a metà strada.
 
            -Non preoccuparti piccolino, tutto andrà bene, adesso vai dalla tua mamma- gli disse calma Astrid.
 
Il bimbo si diresse verso Karai ed Astrid si consegnò a Bishop. L’agente speciale l’afferrò con forza e le legò subito i polsi. 
 
Aveva studiato un minimo Nil e sapeva che i Niani avevano delle capacità telepatiche che esercitavano con le mani, ma
 
non aveva ancora capito bene come funzionassero. Karai abbracciò con cautela il figlio che indossava la bomba.
            -Calma Leonardo, ora dovrai fare esattamente come ti viene detto, ok?-
            -Sì mamma-
 
Bishop entrò con Astrid nell’elicottero e presero il volo senza che nessuno muovesse un muscolo.
            -E’ stato fin troppo facile, non posso credere che le tartarughe staranno buone e ferme!-
            -Nessuno cercherà di fermare questo elicottero hai la mia parola- gli rispose Astrid.
            -Cosa vuoi che me ne faccia della tua parola?-
 
I soldati di Bishop caricarono la capsula dentro il camion e partirono senza esitazione, anche in quel caso nessuno si mosse.
 
Appena sia l’elicottero che il camion furono abbastanza lontani, Leo ricevette una chiamata.
            -Qui Donnie passiamo alla fase B-
            -Molto bene, vieni subito- gli ripose Leo.
 
Il Donnie che aveva visto Bishop non era il vero Donnie era Frel che indossava un cristallo, il falso Mikey era Nied e il
 
falso Raph era Rel. Il vero Donnie era in una capsula in modalità invisibile ed aveva trasportato un altro mezzo Niano per
 
Leo.  La tartaruga in viola si precipitò a disinnescare la bomba con l’ausilio della cintura.
 
            -Coraggio non ci vorrà molto! Bishop non sa più con chi ha a che fare…Fatto! Piccolo Leo adesso sei libero. Karai
 
tornate con gli altri Niani al nostro rifugio. Raggiungerò la base di Bishop appena avrò recuperato Astrid. Gli altri sono già
 
là, sono entrati e stanno distruggendo tutto come previsto. Beal sta bloccando le comunicazioni per cui Bishop non ha
 
ancora capito nulla- disse Donnie e subito rientrò dentro la capsula per raggiungere l’elicottero. Leo invece si doveva
 
occupare del camion per recuperare l’altro mezzo Niano. Intanto Astrid era in compagnia di Bishop ed aspettava il
 
momento ideale per scappare, la sua cintura era invisibile.
 
            -Purtroppo non ho potuto studiare molto il tuo simile, ho cercato di curarlo ma stava morendo lentamente, come se le sue cellule si spegnessero una dopo l’altra. Ha tentato di entrarmi nella testa, so che potete farlo, ma sono riuscito a sfuggirgli in tempo- disse Bishop.
 
            - E’ stato stupido da parte tua, avresti capito che noi non siamo un pericolo per il pianeta Terra…adesso non avresti fatto tutto questo e ci avresti lasciato in pace-
 
Astrid fece a meno di specificare che era stato un Niano al potere a volere la morte di Nil, non era proprio il caso, preferì rimproverarlo per la sua chiusura mentale.
 
            -Quello che non capisco è come mai le tartarughe non abbiano fatto alcuna resistenza…forse sarà meglio che contatti il camion e la base. Qui agente speciale Bishop, base Gamma II rispondete!-
 
            -Qui base Gamma II-
            -C’è stato qualche tentativo di attacco?-
            -No signore, qui è tutto tranquillo, signore!-
            -Tenetemi aggiornato ogni cinque minuti-
            -Roger signore!-
            -Agente speciale Dugger- disse Bishop contattando il camion.
            -Sì signore!-
            - Tenetemi aggiornato sulla situazione ogni dieci minuti, c’è il rischio che le tartarughe vi attacchino-
            -Roger signore!-
            -Come ti avevo promesso nessuno ci fermerà- disse Astrid.
            -Tutto questo non è possibile…- si ripeteva Bishop.
            -Hai detto che la bomba è a prova di Donnie, lui sicuramente starà cercando di disinnescarla, finché non l’avrà fatto non potrà nulla. Mentre i miei non ci stanno seguendo come ti ho detto-
 
Astrid stava dicendo la pura verità, i suoi erano in parte nel rifugio ed in parte nella base Gamma II, ma nessuno avrebbe
 
attaccato l’elicottero.  Astrid toccò la cintura per dare il segnale. Leo raggiunse rapidamente il camion, lo fece uscire di
 
strada, lo aprì come una scatoletta di tonno, agganciò la capsula e si diresse verso la base Gamma II.
 
 
Intanto l’elicottero era arrivato a destinazione e fu allora che Bishop si accorse di cosa stava realmente succedendo, una
 
colonna di fumo si alzava da sopra la base.
 
            -Qui agente Bishop a base Gamma II, cosa diavolo sta succedendo?-
            -Qui base Gamma II, tutto regolare, ripeto tutto regolare!-
            -Tutto regolare un corno! Maledetta aliena, te la farò pagare molto cara-
            -Come ti ho promesso, nessuno ha attaccato l’elicottero, ma non ho detto che avremmo risparmiato la base! I miei migliori soldati sono là dentro, mi dispiace ma hai perso questa battaglia e la guerra contro di noi-
 
            -Ma tu sei qui e non potranno salvarti!-
 
            -Astrid azionò la cintura, liberò agilmente le mani, colpì Bishop, si lanciò dall’elicottero e atterrò agilmente a
 
mezz’aria; Donnie l’aveva presa al volo con la capsula in modalità invisibile. Tutti poi conversero verso la base Gamma in
 
aiuto di Beal, Mikey, Lisad e Raph. I due Niani e le due tartarughe indossavano le cinture e con rapidità incredibile
 
avevano messo a ferro a fuoco tutto quello che gli capitava davanti, molti soldati avevano smesso di combattere e
 
scappavano atterriti. Bishop entrò nella base e si trovò di fronte una lucertola alta più di due metri color ruggine e per la
 
prima volta in vita sua ebbe davvero paura.
 
            -Tu sei l’umano che voleva uccidere quel piccolo terrestre? Lo sai che da noi quelli come te vengono ritenuti pazzi e subiscono la lobotomia?-
 
Bishop non riuscì a proferire parola.
 
            -Tranquillo! Noi uccidiamo molto raramente. Devi ringraziare anche le tartarughe se adesso non ti schiaccerò come un insetto!-
 
Bishop si difese come potè ma Beal indossava la cintura, gli tolse le ridicole armi che impugnava,  lo prese per il
 
collo, lo appiccicò al muro e fece qualcosa che l’umano non si sarebbe mai aspettato. Big Bear fece una fusione. Gli diede
 
solo alcune nozioni, escludendo la colonizzazione su Marte, gli fece vedere il buono che c’era dentro i Niani e che loro
 
erano davvero solo di passaggio e che se li avesse ancora contrastati i suoi simili sarebbero venuti a schiavizzare la Terra.
 
Inoltre lo condizionò in modo da spaventarlo a morte e sarebbe passato tanto tempo prima che potesse riprendersi. Il Niano
 
color ruggine mollò la presa e Bishop cadde a terra, in quel momento arrivarono tutti, ma la festa era finita.
 
            -Cosa hai fatto a Bishop?- chiese Mikey.
            -L’ho condizionato, non vi darà più alcun disturbo- rispose Beal.
            -Ma merita di morire!- disse Leo e si avvicinò minaccioso con le katane in mano.
            -Fermo! Non farlo, vuoi uccidere un uomo disarmato?- Gli disse Lisad.
 
Leo alzò il braccio per colpire Bishop.
 
            -Ho letto la sua mente…veramente credeva di fare il bene dell’umanità…non è crudele per puro divertimento…- disse Beal.
 
            -Cosa fareste se aveste di fronte Redol?- chiese Leo, però la sua katana tremava.
            -Lo faremmo curare…- rispose Astrid.
            -No…Leo- disse Mikey a mezza voce.
 
Leo abbassò le armi, nonostante l’odio che provava, non ebbe il coraggio di ucciderlo.
 
            -So come ti senti…credimi…ma è la scelta giusta- disse un saggio Raph.
 
Niani e tartarughe volarono via, lasciando Bishop svenuto fuori dalla base, che ormai era completamente vuota ed in fiamme.
 
Mikey come prima cosa andò a rassicurare Isabel, mentre gli altri raggiunsero in poco tempo il rifugio.
 
            -Leonardo! Stai bene!- Karai ed il piccolo Leo gli corsero in contro e lo abbracciarono.
            -Mi dispiace di non avervi potuto aiutare in nessun modo…- disse la bella guerriera giapponese.
            -Non potevi far nulla sei ancora ferita…è stato giusto così, non era la tua battaglia-
 
Abbracciò Leo ancora più forte e gli diede un bacio sulla guancia, la tartaruga in blu divenne viola dall’imbarazzo, Karai non l’aveva mai baciato.
 
I Niani si strinsero in cerchio e vollero condividere quell’avventura con una fusione, tutti videro le prodezze compiute e la
 
compassione che aveva avuto Beal nei confronti di Bishop, Nied ne rimase molto colpita. Quando gli animi si calmarono
 
era veramente tardi e tutti decisero di andare a riposare, ma Beal doveva assolutamente parlare con Astrid e andò fino al
 
rifugio delle tartarughe. La vide che stava per andare con Donnie nella loro stanza.
 
            -Astrid aspetta!- disse Beal
            -Donnie va’ pure, ti raggiungo subito, poi ti aggiorno- e fece l’occhiolino alla sua dolce metà.
            -Scusami se ti disturbo a quest’ora e dopo una giornata così pesante…-
            -Non c’è problema, so cosa vuoi chiedermi-
            -...stavi per finire quella frase…io vorrei sapere come mi devo comportare con Nied…-
            -Credo che dovresti accettare la proposta-
            -Ma dici sul serio?-
            -E’ l’unico modo che hai per farti conoscere meglio-
            -Lei lo sa come sono…abbiamo fatto la fusione-
            -Ho capito ormai da tempo che la fusione non basta, ci vogliono i fatti-
            -Non so nemmeno come mi devo comportare…non ho mai avuto nessuna ragazza…e poi sono molto goffo-
            -Il consiglio che ti darò l’ho sentito dare molto spesso e sembrerà banale ma funziona…-
            -Vale a dire?-
            -Sii te stesso! Se non ti apprezzerà almeno ci avrai provato e non potrai recriminare nulla-
            -Va bene farò come dici…grazie Astrid-
            -Tienimi aggiornata!-
            -Lo farò…buona notte-
 
Beal tornò al rifugio dei Niani, aveva affrontato varie prove nella sua vita, ma non aveva mai avuto così paura di bussare
 
alla porta di una femmina. Alla fine ci riuscì e Nied si affacciò in camicia da notte e l’aspetto assonnato.
 
            -Ho deciso…-
            -E non potevi dirmelo domani mattina?- Disse Nied stropicciandosi gli occhi.
            -No, te lo dovevo dire ora…- ma Beal non fiatava.
            -Allora? Sì o no?-
            -Sì…-
            -Bene ne riparliamo domani-
 
Nied gli chiuse la porta in faccia e Beal se ne andò nella sua stanza a testa bassa. Si stese sul letto, ma non poteva dormire,
 
aveva usato tutto il coraggio per parlarle e lei non aveva mostrato nessun interesse, né la minima emozione. Forse era lui
 
che sbagliava, forse aveva ragione lei, stare insieme era qualcosa di pesante, con molti compromessi, però tutte le coppie
 
che conosceva sembravano felici. Dopo la fusione totale di solito l’unione era talmente forte che raramente finiva in un
 
divorzio. Nied non l’aveva nemmeno rammentata la fusione totale, doveva essere qualcosa che la spaventava molto.
 
Ripensò alla parola “spaventata”, forse Nied aveva paura dei sentimenti, è questo che nascondeva, non poteva essere
 
altrimenti. Con un viso così dolce e tutto l’impegno che metteva nella sua vocazione di medico, non poteva essere così
 
insensibile come sembrava. Doveva assolutamente capire se era quello il motivo, così con questa speranza nel cuore riuscì
 
finalmente ad addormentarsi.
 
 
La mattina tutti i Niani si ritrovavano per fare colazione insieme, era un’abitudine che avevano imparato dalle tartarughe,
 
faceva tanto famiglia. Beal quel giorno avrebbe voluto parlare a Nied ma lei si comportava come se nulla fosse successo e
 
così fece lui, però non poteva restare con le mani in mano, prese Rel da un parte e gli chiese.
 
            -…vorrei un parere sulle Niane…-
            -E’ per Nied vero? Lo abbiamo capito tutti che ti interessa-
            -Puoi darmi qualche suggerimento?-
            -Non per vantarmi, ma anche se non avessi dovuto fare la fusione sarei riuscito lo stesso a conquistare Mead, è un qualcosa che viene naturalmente e non tutti ne sono capaci, poi scusami se te lo dico ma il tuo aspetto è trascurato e rozzo poi...bla...bla...bla…-
 
Beal aveva perso la pazienza e non lo ascoltava più, doveva assolutamente parlare con Donnie.
 
            -Ehm grazie Rel…ho capito che non ho speranze…grazie- e se ne andò, Rel rimase lì come un baccalà.
 
Il grosso Niano si recò nell’officina dove trovò Donnie intento nella costruzione del macchinario per creare cristalli.
 
            -Buongiorno Donnie! Come vanno i tuoi esperimenti?-
            -Molte bene Beal. Qual buon vento ti porta?- La tartaruga genio sapeva benissimo il motivo della visita, Astrid gli aveva spiegato tutto.
 
            -Scusami se ti disturbo mentre lavori per tutti noi…ma ti volevo chiedere un consiglio sulle Niane…per me tu adesso sei il massimo esperto…ho provato con Rel…ma dice che in pratica non ho speranze, perché sono brutto-
 
            -Ti ha detto che sei brutto?-
            -Non esattamente…ha parlato un’ora, ma il succo era quello…-
            -Certo il tuo aspetto è impressionante, ma non saprei dire se sei brutto, ci vorrebbe una Niana…comunque…non so se ti posso essere utile…ho fatto come mi sentivo con Astrid, ho capito che a volte vale la pena rischiare-
 
            -Astrid mi ha detto più o meno la stessa cosa, ma non so… ecco…non so come parlarle, come farle capire che mi piace…lei sembra interessata solo ad una cosa…vuole solo divertirsi…ma a me sembra così triste-
 
            -Ho fatto una fusione con Astrid appena l’ho conosciuta ed ho capito come mi dovevo comportare, ma…tu non l’hai fatta? Non dovresti conoscerla bene?-
 
            -Sì Donnie, ma credo che il problema sia che sono terrorizzato, non sono affatto il suo tipo e non so nemmeno che cosa devo fare…e non so cosa pensa veramente…ha messo un blocco-
 
Erano entrati in un argomento un po’ imbarazzante e Donnie non sapeva come aiutare Beal, a lui era venuto tutto naturale.
 
            -Secondo me è questione di tempo, avvicinati a lei piano piano con le piccole cose. Da quello che ho capito tutti voi siete nuovi all’argomento relazioni, pure Nied avrà le sue paure e le sue insicurezze, parlatene insieme. Conoscendola, si sarà informata in qualche modo su come fisicamente si realizza un rapporto fisico, è molto razionale-
 
            -Stamattina mi ha praticamente ignorato, quando ieri sera le ho detto che avrei accettato di essere il suo…compagno di letto…-
            -Probabilmente non le hai dato tempo di aggiornarsi!-
Beal alzò gli occhi al cielo.
            -Ma dovevo proprio prendermi una cotta per una Niana fredda e calcolatrice?-
            -Sai bene che nessuno può essere insensibile, guarda tu stesso come sei cambiato…dalle il tempo e l’occasione-
            -Grazie Donnie…forse la cosa migliore adesso è ignorarla e aspettare che si senta pronta-
            -Un po’ da codardi…ma magari funziona-
 
Beal se ne andò un pochino rincuorato, però più passava il tempo e più pensava che non ne valesse veramente la pena, fino
 
a quando vide Nied. Era semisdraiata su un cuscino con le sue scaglie dorate in vista, le gambe incrociate mentre leggeva
 
l’ennesimo articolo scientifico e ricambiò subito idea.§
 
 
Donnie aveva finito di costruire il nuovo macchinario per creare i cristalli, se avesse funzionato avrebbero avuto energia
 
illimitata. Astrid entrò per vedere come andava e per ricordargli che ogni tanto doveva mangiare.
 
            -Allora come procede?-
 
            -E’ quasi fatto, tra poco lo potremo provare. Ho tolto dei cristalli scarichi dalla navetta di Beal e ho costruito il
 
contenitore per la lava, non c’è nient’altro che possa contenerla al momento, ma escogiterò qualcos’altro. Adesso è
 
fondamentale vedere se funziona. Vado a raccogliere un po’di magma, i vulcani con la composizione ideale sono quelli
 
della dorsale Atlantica, ci vorrà pochissimo-
 
Donnie prese la capsula più scarica che trovò ed in pochissimo tempo si avvicinò ad un vulcano attivo sottomarino, con un
 
braccio meccanico raccolse la quantità di lava necessaria per almeno due tentativi e tornò al rifugio. Intanto tutti i Niani
 
erano accorsi per vedere il miracolo e Donnie trovò per l’ennesima volta il laboratorio affollato.
 
            -Ragazzi ci vorrà tempo, non si cristallizzano velocemente…anche se li stiamo tutti a guardare!-
 
Donnie inserì il contenitore di cristalli nel suo macchinario, una parte sarebbe servita per il primo tentativo, una parte per il
 
secondo. Doveva capire quale pressione e temperatura erano necessarie perché i cristalli si formassero correttamente.
 
L’unica cosa certa era l’atmosfera artificiale, quella del sottosuolo di Ni e che conosceva ormai molto bene.
 
Dopo mezz’ora che tutti guardavano il macchinario di Donnie, Lisad aprì bocca:
 
            -Allora cervellone, quando sono cotti?-
            -Semmai quando sono freddi!- rispose Donnie, in mancanza di Mikey c’era sempre qualcuno pronto a sostituirlo nelle domande idiote.
 
- Ci vorrà tutta la giornata, potrete tornare qui domani, per cui andate pure, non occorre la vostra presenza-
 
Tutti sbuffarono delusi e se ne andarono, tranne Astrid che voleva tenere compagnia al suo terrestre preferito.
 
            -Ci vorrà un giorno anche per il secondo tentativo?-
            -No, li sto facendo parallelamente con condizioni diverse, la lava si raffredda velocemente, ci vuole troppa energia per tenerla ad una temperatura costante- poi aggiunse- Beal è venuto a parlarmi…-
 
            -Poverino…lui è così romantico e lei è più fredda di un’aringa!-
            -Tu sai cosa pensa realmente Nied, non è vero?-
            -In effetti diciamo che ho il quadro più completo, pensare ed agire non sono la stessa cosa, non dimenticarlo!-
            -Quindi non dirai nulla nemmeno a me e sospetto che nelle nostre fusioni tu mi abbia bloccato…non è vero?-
            -Scusami Donnie…fosse stata la prima volta non ne sarei stata capace, ma adesso riesco pure in questo…le ho promesso…-
 
            -Sai non credevo lo avresti fatto, mi stai sottovalutando….a me sembra abbastanza chiaro quello che lei pensa e sei stata proprio tu a farmelo capire-
 
            -Ti prego tienilo per te e ricorda non importa il pensiero, purtroppo sono le azioni che pesano realmente e poi si può sempre cambiare idea!-
 
            -Va bene, va bene non insisto, vedremo come svilupperà la cosa, però vorrei anche io avere la possibilità di bloccarti…non è giusto che tu legga tutto di me-
 
            -Hai ragione farò in modo di farmi bloccare da te-
            -Ma è possibile?-
            -Sì! Se un giorno dovrai tenere un segreto per qualcuno farò in modo di non vederlo…ma di me saprai sempre tutto…mi credi?-
            -Ti credo-
Si baciarono stretti stretti, mentre il macchinario per creare cristalli faceva dei rumori di sbuffi e lamiera piegata.
 
Lisad non sapendo come passare il tempo andò nel dojo e trovò Leo che si stava esercitando tutto solo.
 
            -Ciao Lisad, cercavi Raph?-
            -Non necessariamente, volevo allenarmi un po’…ti va?-
            -Sì certo-
Cominciarono un incontro amichevole, ma Lisad aveva voglia di parlare, da quando si era fusa con Mikey era davvero cambiata e non era più taciturna come una volta.
 
            -Allora come va con l’umana?-
            -Karai e Leo stanno bene, hanno dormito qui stanotte, ma sono già ritornati al loro appartamento, devono rimettere tutto a posto, vorrei poterli aiutare, ma potrò farlo solo stasera quando non ci sarà più nessuno in giro-
 
            -So che Mikey va alla grande con Isabel, perché non ci provi anche tu con la mammina?-
            -Caspita Lisad, se non ti stessi vedendo con i miei occhi direi che è un uomo a parlare o meglio un rettile maschio o qualcuno di molto simile a Raph. Mi sembra o siete tutti fissati con lo stesso argomento?-
 
            -Cosa ti aspettavi, siamo qui nelle fogne da mesi, siamo tutti grandi e vaccinati…non puoi aspettarti che ci comportiamo tutti come suore o preti cattolici-
 
            -A me risulta che tu invece….-
            -Cosa ti sta raccontando Raph?-
            -E’ quello che non mi racconta che mi fa dire questo-
 
Lisad era la solita, provocava e poi pretendeva di avere sempre ragione.

            -Lui cosa ti dice?-
            -Credo che dovreste parlare civilmente, per favore non mi coinvolgere-
            -Astrid dice che varrebbe la pena rischiare per Raph…-
            - Dice davvero così? E cosa intendete per rischiare?-
            -Rischiare di rimanere delusi…rischiare che non funzioni…che mi tradisca…-
            -Forse non sono la persona migliore per darti un consiglio…io non ho mai voluto rischiare…per questioni di cuore ovviamente-
 
Entrambi erano guerrieri coraggiosi, ma di fronte alla delusione di un sentimento avevano paura come dei bambini inermi, proprio come tutto il resto del mondo.
 
            -Ma parlate o combattete?-
Intanto Raph era entrato in quel momento ed aveva carpito solo la parte finale della conversazione, ma finse di non aver sentito nulla.
 
            -Che facciamo? Un combattimento a tre?- chiese Lisad.
            -A quattro!- disse Mikey, che era tornato tutto raggiante dalla superficie, da diversi giorni il suo sorriso spandeva luce intorno a sé come non mai.
 
            -Isabel ti ha buttato fuori di casa? Finalmente è rinsavita- disse Raph sarcastico.
            -No, va tutto a meraviglia, sono venuto ad allenarmi e lei doveva lavorare- poi aggiunse- ma Karai e il piccolo Leo?-
            -E’ tornata subito alla palestra, la vuole rimettere su prima possibile, stasera andrò sicuramente ad aiutarla-
            -Vuoi che venga a darvi una mano?- Disse Mikey premuroso.
            -No…ti ringrazio- disse Leo che non se lo aspettava.
            -Mikey sei il solito microcefalo! Vuole stare solo con lei, non lo capisci?- Disse Lisad con malizia pestifera.
            -Ah scusami Leo, non ci avevo pensato…riguardo a questo…volevo dirti…se vuoi un consiglio ….potrei esserti di aiuto-
 
Leo lo fulminò con lo sguardo e disse:
 
            -Adesso non è proprio il momento. Allora lo facciamo questo allenamento?-
            -Ma dov’è Splinter?- chiese Lisad
            -Non si sentiva molto bene, è a riposare-
            -Ma vuoi che chiami Nied? Te lo rimette a posto in un lampo!-
            -Non serve, dice che non si vuole abituare alla vostra tecnologia, non rimarrete a lungo-
 
Ci fu silenzio, erano tutti talmente presi dalle difficoltà di rendere possibile questo viaggio su Marte, che non pensavano
 
mai alle conseguenze, tutto sarebbe cambiato e le fogne sarebbero tornate silenziose come prima. Arrivò anche Frel perchè
 
aveva promesso di allenarsi regolarmente e tutti tornarono ai loro esercizi e alla concentrazione.
 
P.S. Ciao a tutti!
Come il Bishop della serie 2003 non si smentisce mai così il “mio” Bishop! Però stavolta ci ha pensato Beal a metterlo KO ed ora non darà più fastidio a nessuno, almeno per un po’ forse ;-)
Per quelle che pensavano che Karai avesse in mente un piano diabolico…spiacente, alla fine non è stato così, a  me piaceva la Karai del 2003 mentre quella del 2012 in effetti è da prendere a sberle, è sempre  a creare problemi e a far patire il povero Leo, sarà così anche in questa storia?
Quindi Beal ha acettato di diventare il toyboy di Nied nella speranza che invece cominci una vera storia, come reagirà la fredda Nied?
Anche Lisad ha un dilemma amoroso, come vi avevo promesso tutti e quattro avranno le loro esperienze positive e negative, bisogna vedere a che punto arriveranno quei due cocciuti di Lisad e Raph.
Donnie intanto è felice e pensa solo al progetto Marte e sta cercando di costruire dei cristalli come quelli Niani e se possibile ancora più potenti.
 
Grazie a voi che mi seguite in questo lungo viaggio, vi assicuro che le emozioni non mancheranno ;-)
 
Lunga vita e prosperità
Altair
 
 
 

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Capitolo 37
*** L’amore a volte fa bene, a volte fa male ***


Quella sera Leo andò a trovare Karai e la trovò che ancora sistemava la sua palestra.
           
            -Leonardo, sei venuto…non so come ringraziarti…-
            -Tutto questo è colpa mia, non potevo lasciarti sola…finché non sarà tutto come prima potrai contare sul mio aiuto-
            -Mio figlio è rimasto molto sconvolto, non riusciva a dormire ieri notte…ed anche adesso è nel suo lettino, ma è molto agitato…puoi parlarci tu?-
            -Io? Ma cosa posso dirgli che possa rassicurarlo?-
            -Digli che non ci lascerai mai…- poi Karai si fermò in un silenzio imbarazzato- scusami Leonardo…intendevo dire che sarai sempre nostro amico, non posso pretendere che tu ci sia sempre per noi-
            -Karai…ma è vero….quando avrete bisogno potrete sempre contare su di me…non è questo che fanno gli amici?-
 
Leo avrebbe voluto tanto fraintendere i discorsi di Karai, ma non lo fece. Lei annuì senza aggiungere una parola. Il piccolo
 
Leo era nel letto e piangeva silenzioso, non voleva farsi vedere dalla mamma, era fiero esattamente come lei. Sentì bussare
 
e la tartaruga in blu si affacciò.
            -Ciao Leo, posso entrare?-
            -Ciao grande Leo, non stavo piangendo…io… -
            -Sono venuto a salutarti e farti una promessa. Potrai sempre contare sul mio aiuto e sulla mia amicizia-
            -Quindi non ci lascerai mai? Resterai qui con noi?-
            -Non posso restare a vivere qui con voi, ma potrai chiamarmi in qualsiasi momento ed io arriverò subito-
            -Ma io e la mamma saremo tanto felici se tu restassi-
            -Mi dispiace tanto, ma non posso vivere in mezzo agli umani…questo mamma te lo ha spiegato?-
            -Sì…però a volte è molto triste e la notte piange, ma da quando ci sei tu sta molto meglio… non lo fa quasi più…tu la puoi guarire-
            -Vi verrò sempre a trovare, sarà come se fossi sempre con voi-
 
Leo non poteva immaginare la guerriera Karai in lacrime nel suo letto, ma non doveva essere facile fare la mamma single e
 
farsi vedere sempre forte, gli si strinse il cuore. Rimase con il piccolo Leo qualche minuto fino a che finalmente non si
 
addormentò. Tornò da Karai che lo aspettava in soggiorno con del the fumante.
            -Leo si è addormentato-
            -Sapevo che avrebbe funzionato, non ha fatto altro che rammentarti tutto il giorno-
            -Ma come fa ad accettarmi, non dovrei sembrargli un mostro?-
            -Anche se è molto piccolo sa già distinguere i veri mostri. Ed è così che ti vedi?
            -Lo sono per voi umani…o no?- Leo era sorpreso per la piega che stava prendendo la discussione ed il cuore cominciò a battergli fortissimo, forse aveva una speranza.
 
            -Forse l’ho pensato la prima volta che vi ho incontrato, ma ho accettato Shredder come padre e lui non aveva un aspetto umano…doveva usare un’armatura robotica-
 
            -Mikey dice che sembrava un fantasmino del vecchissimo videogioco di Pac-Man-
            -Non ci avevo mai pensato…è buffo tuo fratello- e si mise a ridere, ma poi aggiunse seria- Leo, tu sei un guerriero onorevole prima di tutto ed è la prima cosa che penso quando ti vedo-
 
Leo non voleva proprio sentirsi dire questo, ma già era qualcosa. Lei gli teneva le mani mentre parlavano e lui continuava
 
ad osservare la differenza delle sue dita rispetto a quelle di lei e a desiderare di essere umano, poi si creò un silenzio
 
imbarazzante e allora disse:
 
            -Cosa posso fare per te oggi? La palestra è ancora sottosopra, magari potrei fare un po’ di pulizia, tipo spostare gli
oggetti più pesanti, così quando arriveranno i muratori il loro lavoro sarà più veloce –
            -Non preoccuparti di questo, i miei studenti si sono resi subito disponibili e domani verranno a dare una mano, alcuni di loro lo fanno di professione…-
            -Allora cosa posso fare per te?-
            -C’è una cosa che potresti fare…ma ti prego non mi giudicare una persona debole-
            -Non potrei mai pensare questo di te….dimmi pure senza timore-
            -Potresti venirci a trovare spesso nei prossimi giorni? Farebbe tanto bene a Leo…. -
 
Leonardo non poteva credere a quello che stava sentendo, non aveva mai visto Karai così, doveva averne passate tante
 
dopo la morte del marito. L’abbracciò nel modo più amichevole possibile, non dimenticava che era vedova da non molto,
 
sicuramente cercava solo il conforto di un amico. Karai si strinse a lui e rimasero così a lungo fino a che lei si addormentò
 
esausta di tutto tra le sue braccia. La sollevò con delicatezza e la portò nella sua camera, la stese sul letto e la coprì. Lasciò
 
un messaggio sul comodino:
            “Potrai sempre contare su di me, tornerò domani sera, Leo
 
Tornò al rifugio felice, esserle vicino era quello che desiderava più di ogni altra cosa al mondo.
 
Quella mattina si ritrovarono tutti nel dojo, Splinter stava molto meglio e li mise subito tutti in riga.
 
            -Buongiorno figli e miei graditi ospiti, oggi vorrei che Frel si esercitasse con qualcuno di voi in qualche posizione base, la sua scioltezza e muscolatura sono molto migliorate, non potrò addestrarlo come vorrei, ma deve pur cominciare ad affrontare il suo primo avversario.
 
            -Sensei, permetti che lo affronti io- disse Lisad con un sorriso da maniaca.
            -No Splinter ti prego…mi farà del male lo so… e poi non è semplice essere aggressivo con un mio simile…forse con un terrestre…-
            -Non dovrai essere aggressivo, ma determinato, dovrai difenderti e attaccare solo se necessario, il compito che ti hanno assegnato non è quello di uccidere nessuno, devi arrivare vivo alla fine della tua missione. Leonardo affrontalo tu-
 
            -Hai sensei! Vieni Frel non ti farò del male, però dovrai schivare i miei colpi ricordando gli esercizi base che stai facendo da due mesi-
 
Frel tremava come una foglia e aveva assunto una posizione del tutto scorretta, sembrava che chiedesse già pietà.
 
            -Frel! La schiena dritta! Distanza tra i piedi, in avanti quello destro, su quelle braccia!- Gridò severo Splinter, ma il Niano rimaneva inebetito e così il maestro fu costretto ad aggiustare la sua postura toccandolo con il bastone.
 
            -Sei pronto Frel?- Chiese Leo
            -Anche no!-
            -Su sii serio, vuoi tornare alla stazione spaziale o vuoi venire con noi su Marte?- disse Lisad.
            -Sono pronto Leo- rispose Frel con decisione.
 
La tartaruga in blu fece partire il primo colpo, ma Frel invece di scansarlo lo prese in pieno viso, per fortuna non era stato dato con forza.
 
            -Se non riesci a evitare i colpi, devi deviarlo con la tua mano. Hai fatto quel movimento centinaia di volte- gli diceva Leo.
 
            -S-sì…lo so, ma sono terrorizzato…non riesco a muovermi-
            -Coraggio Frel, fai finta di giocare ad un videogame!- suggeriva Mikey.
            -Frel, vuoi che chiami Beal?- disse Lisad che cercava di scuoterlo- sono sicura che verrà volentieri a darti una mano…e lui ha delle mani belle grandi-
 
            -Lisad lasciami in pace!- rispose irritato Frel - Leo sono pronto continuiamo-
 
Questa volta Frel riuscì a schivare i colpi, ma non attaccò mai, alla fine era stanchissimo, mentre Leo non aveva nemmeno
 
un accenno di fiatone. Finiti gli allenamenti Mikey seguì Leo che sembrava avesse tutte le intenzioni di andare a meditare come al solito.
 
            -Leo, aspetta…vorrei parlarti…-
            -So cosa vuoi dirmi, so cosa volete dirmi tutti, ma non servirà a nulla!-
            -No fratellone…ho bisogno io di parlare con te…magari ci aiuterà a riflettere entrambi-
            -Cosa c’è Mikey?-
            -Vedi…tu credi che io sia venuto a convincerti a dichiararti a Karai…ma non è proprio così-
            -Cosa vuoi dire?-
            -Voglio dire che ti capisco benissimo…hai ragione tu, è difficile che un’umana pensi a noi come ad un possibile
 
compagno…ma è complicata anche la situazione inversa, cioè che pensi che la relazione possa funzionare…e se poi Isabel
 
avesse da me dei figli che poi non amerà per il loro aspetto? O magari soffriranno perché diversi dagli essere umani?-
 
            -Oh Mikey…dovrei smettere di rimanere stupito dalla tua sensibilità e profondità di giudizio. Credo che se, e sottolineo se, lei ti ama veramente, amerà anche il frutto del vostro amore…-
 
            -E se non potesse avere figli da me? Non so se sarebbe peggio…ha detto che li adotteremmo…ma sarebbe realmente felice? Ho visto nei film che spesso è il motivo per cui una coppia si separa-
 
            -Anche io non ho esperienza Mikey…forse quelle coppie allora non erano fatte per stare insieme comunque…-
            -Tu non avresti questo problema, Karai ha già un figlio-
            -Ma la nostra situazione…è diversa…io-
            -Perché non può valere anche per te? Perché Isabel può amarmi e Karai non può amare te?
            -Infatti …non so se la vostra storia funzionerà…-
            -Nemmeno io lo so….ma ne è valsa la pena tentare! Anche se finirà sarà l’esperienza più bella della mia vita, non potrò mai dimenticarla e non mi pentirò mai-
 
La tartaruga in blu era rimasta senza parole un’altra volta, pensava al lungo abbraccio con Karai, forse c’era una speranza.
 
            -Mikey…aspetterò il momento giusto…e le parlerò…tu come hai fatto con Isabel?-
            -Non ho premeditato nulla…le ho solo detto che non potevo starle vicino solo come un amico…e lei mi ha chiesto un bacio….voleva vedere cosa avrebbe provato…dopo ha detto che non poteva stare più senza di me…all’inizio pensavo che fosse perché era sola….ma adesso non ho più questa sensazione-
 
Per Leo la questione era molto più delicata, aveva promesso a Karai e suo figlio che non li avrebbe mai abbandonati, forse
 
non era proprio il caso di dichiararsi. Se qualcosa fosse andato storto non avrebbe più potuto mantenere la promessa, non a
 
pieno per lo meno. Ma sul momento non voleva pensarci e cercò di liberare la mente con la sua solita meditazione giornaliera.
 
Mikey intanto era andato da Frel a tirarlo su di morale.
            -Su non sei andato poi così male, adesso sappiamo che se cercano di colpirti tu non starai lì fermo a prenderle!  E’ già un passo avanti-
            -Bella consolazione-
            -Sono più di venti anni che noi ci esercitiamo, non si diventa dei fantastici guerrieri ninja come noi in poco tempo!-
            -Appunto! Perché pretendere questo da me!-
            -Ma noi non pretendiamo questo da te, vogliamo solo che tu sia pronto e vigile. Se cercheranno di farti del male almeno non farai come il cervo che rimane ipnotizzato dai fari e muore spiaccicato da un tir-
            -Grazie dell’immagine poetica!-
            -Figurati amico- Mikey gli tirò una bella pacca sulle spalle e si sdraiò sul divano per cominciare un partita ai videogames e disse- ti unisci a me?-
 
Frel sospirò rassegnato.
             -Perché no! Almeno qui non le busco da nessuno-
 
Quell’anima in pena di Beal cercava di evitare in tutti i modi Nied, ma sembrava che lei nemmeno se ne fosse accorta, era
 
sempre assorta nelle sue letture o stava chiusa nelle capsula a fare imprinting sulle scoperte umane nell’ambito della
 
medicina e biologia.
 
Per distrarsi Beal si era messo a fare un po’di esercizi in quello che poteva essere considerato il soggiorno dei Niani. Più
 
che altro si allenava in movimenti fluidi, Splinter gli aveva dato qualche consiglio per la scioltezza, ma non andava al dojo
 
per non mettere a disagio Frel. Non voleva essere goffo e se fosse stato rapido non ce ne sarebbe stata davvero per nessuno,
 
anche se non sapeva quando sarebbero servite le sue capacità di combattente. In quel momento arrivò Nied.
 
            -Beal?-
Al gigante passarono i brividi per tutto il corpo.
 
            -Scusami se ti disturbo, ma sembra che i cristalli di Donnie siano quasi pronti, siamo tutti là nel suo laboratorio-
            -Arrivo subito…-
 
Mentre camminavano dal loro rifugio a quello delle tartarughe, Nied ruppe il silenzio.
 
            -Mi sono documentata in modo approfondito e se vuoi possiamo avere uno dei nostri incontri prossimamente-
 
Beal ingoiò e cercò di parlare, ma all’inizio usciva solo aria e niente suono.
            -Ma sei ancora disponibile? O hai cambiato idea?-
 
Finalmente riuscì ad articolare un discorso.
            -No no, non ho cambiato idea…ma come ti sei documentata?-
            -Ho studiato nozioni sui terrestri, Astrid mi ha detto che non c’è praticamente differenza, credo proprio che non
 
possa essere un caso, dobbiamo aver avuto un’origine comune, oppure siamo davvero le macchine biologiche migliori che
 
l’evoluzione abbia mia potuto selezionare nella nostra galassia-
 
            -Macchine biologiche? E’ così che vedi te stessa, me e gli altri?-
            -Sì certo, non ho mica parlato di robot, loro non possono riprodursi-
 
Beal soffocò una battuta cattiva, voleva quasi darle del robot perché non voleva avere figli, ma visto quanto era razionale
 
poteva anche farle piacere, nel dubbio restò in silenzio. Arrivarono a destinazione con grande sollievo di Beal, il quale non
 
sapeva se davvero voleva stare solo con lei. In passato Nied gli aveva detto che la sua stazza le incuteva timore, ma in
 
realtà era lui che se la faceva sotto.
 
Il laboratorio di Donnie era di nuovo affollato, anche i suoi fratelli e Splinter erano presenti.
 
            -Ok ragazzi, per favore silenzio, capisco che al momento non ci sia molto da fare, ma potreste rimanere delusi, sono le primissime prove che faccio-
            -Su poche storie genio, tira fuori il cristallo- incitava quella scatenata di Lisad. Mikey soffocò una risata.
            -Bene vediamo il primo, il secondo sarà pronto tra qualche minuto-
 
Donnie aprì il macchinario ed estrasse un cristallo, ma appena lo prese in mano si frantumò in mille pezzi.
 
            -Dannazione troppe impurità! Devo purificare meglio la miscela-
            -Peccato Donnie, ma sono sicura che ce la farai presto, l’aspetto sembrava quello dei nostri cristalli, vero ragazzi?- disse Astrid.
Tutti risposero in modo affermativo, poi rimasero in attesa del secondo tentativo.
 
            -Purtroppo temo che anche il secondo cristallo avrà gli stessi problemi, ma entrambi mi forniranno dati interessanti-
 
Aprì di nuovo il macchinario e tirò fuori il secondo campione, per un attimo sembrò reggere, ma appena lo passò ad Astrid
 
si disintegrò tra le sue mani.
 
            -Ragazzi la prossima volta andrà meglio…ma vi posso chiamare io quando sarò sicuro?-
 
Tutti assentirono delusi e lasciarono il laboratorio.
 
            -Amore vado io a prenderti dei campioni, tu prepara tutto per il mio ritorno. Hai capito come risolvere il problema?-
 
            -In parte…ci vorranno ancora diverse prove, spero che questi trenta giorni rimasti siano sufficienti-
            -Lo saranno, ho fiducia in te!- gli dette un piccolo bacio sul naso e corse alla sua capsula col contenitore in cristalli.
 
Intanto Beal non tornò al rifugio con gli altri, ma uscì in superficie in forma umana a fare due passi. Tutti per strada lo
 
guardavano per la sua stazza, sembrava un incrocio tra un giocatore di basket ed un culturista. Non aveva mai letto la mente
 
degli umani, se non indirettamente e decise di studiare anche lui, ma sul campo. Senza averlo premeditato si trovò in una
 
strada malfamata dove ad ogni palo stavano delle ragazze mezze svestite, una di loro gli disse:
 
            - Caspita quanto sei alto. Cerchi compagnia bello? -
            -Non cerco proprio compagnia…ma mi presento…mi chiamo Beal, lei signorina?-
            -Signorina? Ma come siamo galanti, mi chiamo Betty. Che nome strano è il tuo, di dove sei bello?
            -Sono Norvegese…da noi sono tutti alti come me-
            -Che bel posto deve essere, e sono pure tutti muscolosi così?-
            -La mia famiglia sì-
 
Beal non sapeva che dire, le prese la mano e vide quello che sospettava. Era una prostituta, ma non fu affatto divertente
 
leggere la sua mente. Fare quel lavoro non era certo quello che Betty aveva voluto dalla vita e spesso le capitavano uomini
 
violenti con richieste disgustose, ma lei non poteva tirarsi indietro, aveva un figlio e una mamma malata di cui occuparsi.
 
Betty ebbe un leggero giramento di testa ma si riprese subito.
 
            -Allora bel fusto, che facciamo?-
            -A me basta già così-
            -Che cosa? Certo ne ho conosciuta di gente strana ma tu li batti tutti…va bene ti faccio dieci dollari-
            -Non li ho con me-
            -Come non li hai? O non siete tutti ricchi voi norvegesi?-
            -Sono venuto qui in cerca di un lavoro-
            -Vuoi pure che te lo trovi io? E poi non lo sai che gente come noi la devi pagare? –
 
Betty lo guardò un attimo, era una montagna però ispirava molta fiducia.
 
 -Senti…in fondo mi hai dato solo la mano e sei stato pure gentile…al porto cercano qualcuno per scaricare i container,
 
giusto per qualche giorno, si è ammalato un tipo che conosco, ma non è nulla di definitivo-
 
            -Mi basterà e poi verrò a pagarti-
            -Ma dici sul serio?-
            -Sì certo, perché?-
            -Voi norvegesi siete davvero strani-
 
Beal seguì le indicazioni della donna ed andò al porto, vide un brutto ceffo con un cappello tutto sgualcito che fumava il sigaro.
            -Lei è Gustav?-
            -Sì amico, chi mi cerca?-
            -Mi chiamo Beal mi manda Betty per quel posto di scaricatore di porto…è sempre libero?-
            -Sì amico, però è solo per svuotare quei container che vedi là, che tu ci metta tre giorni o una settimana la paga è quella-
            -Quanto per l’esattezza?-
            -Cinquecento dollari-
            -Bene, quando posso cominciare?-
            -Anche adesso se vuoi, non aspettavo nessuno prima di domani, ma se metti la merce in quel deposito intanto ci anticipiamo-
            -Molto bene… tutto qui? Devo solo spostare la merce, nient’altro?-
            -Nient’altro-
 
Beal non se lo fece ripetere due volte ed in tre ore fece il lavoro di dieci persone. Tornò da Gustav senza nemmeno un goccia di sudore.
 
            -E’ sicuro che non devo fare altro?-
 
L’umano non poteva credere ai suoi occhi, controllò la merce e che i container  fossero veramente vuoti.
 
            -Come diamine hai fatto? Ma non è possibile!-
            -Sa com’è… noi norvegesi siamo forti come orsi-
 
Prese i suoi cinquecento dollari e tornò da Betty, la donna era ancora là sul marciapiede.
 
            -Tieni, questi sono per te. Prenditi la giornata libera!-
 
Lei prese i soldi incredula e disse:
 
            -Ma perché?-
            -Non preoccuparti ho le mie ragioni…ma tu cambia lavoro, fallo per tuo figlio-
 
Se ne andò, lei cercò di dire qualcosa, ma era così sorpresa che le venne di dire solo un grazie a mezza voce. Beal si avviò
 
soddisfatto al rifugio dei Niani, forse non aveva fatto molto, ma almeno aveva regalato un attimo di respiro a quella povera
 
creatura. Inoltre aveva imparato una lezione che Nied non poteva conoscere, il sesso poteva fare molto male e quindi non
 
era sempre utile come pensava lei.
 
 Mentre Beal si avviava al rifugio diventava sempre più nervoso, non aveva visto Nied in tutto il resto della giornata e non
 
sapeva come avrebbe reagito se proprio quel giorno lo avesse invitato nella sua stanza. Era rimasto un po’ scioccato da
 
quello che aveva visto in Betty, sapeva che lui non si sarebbe mai comportato così male con Nied, ma ancora non sapeva
 
cosa avrebbe fatto. Lei era un fuscello in confronto a lui, avrebbe potuto farle seriamente del male non intenzionalmente.
 
Arrivò in cucina e tutti avevano già finito di cenare, era rimasta solo Nied ad aspettarlo. Di solito aveva una fame da lupi,
 
ma non quella sera. Cercò di sforzarsi, non voleva far vedere che era nervoso, anche se si vedeva molto bene.
 
            -Stai bene Beal?-
            -Sì…perché?-
            -Mi sembri un po’ strano-
            -Oggi sono uscito per conoscere un po’ gli umani…volevo documentarmi come te…ed ho conosciuto una prostituta-
            -Hai già provato con lei?- disse un po’ disgustata.
            -No, anche se sarebbe stato istruttivo…credo-
            -In effetti sì, non dobbiamo nemmeno temere le loro malattie siamo protetti dalle cinture-
            -Non lo avrei mai fatto…ma…per caso vorresti che lo facessi?-
            -Non ci avevo pensato…ecco…-
            -Non importa, non lo farò lo stesso…ho comunque letto la sua mente-
            -Anche questo è molto istruttivo…vuoi passarmi le informazioni?-
            -Forse è meglio di no…la loro è una vita molto triste….non mi sembra proprio che giovi alla memoria e
 
all’apprendimento- se non avesse visto la sofferenza di quella donna, quella poteva essere una bella battuta.
 
            -Non ho guardato il lato emotivo della faccenda, chiaramente bisogna che entrambe le parti siano veramente consenzienti-
 
Beal aveva caldo e il nervosismo aumentava invece di diminuire, ma si concentrava sul viso di lei più che sulle parole, così
 
riusciva quasi a tollerare la conversazione.
 
            -Pensi che potremmo scambiarci le nostre conoscenze stasera o è troppo presto?-
 
Nied sembrava la studentessa che aveva fatto bene i compiti per casa e voleva mostrare alla classe quanto era stata brava.
 
            -Certo, come desideri- disse Beal che invece avrebbe preso la sua navetta e sarebbe scappato su Marte da solo, ma cercò di non darlo a vedere.
            -Molto bene allora ci vediamo tra mezz’ora nella mia camera, ti sta bene?-
            -Benissimo Nied-
Beal aspettò in sofferenza nella sua stanza, aveva fatto la doccia, si era lavato i denti, ma non sapeva come vestirsi, né se lei
 
lo volesse in forma umana o Niana.
 
All’ora stabilita, bussò alla porta di Nied.
            -Entra pure-
 
Lui entrò un po’ esitante, era in forma umana vestito con un paio di jeans ed una maglietta a mezze maniche da cui
 
strabordavano i suoi muscoli. Nied era sdraiata sul letto anche lei senza scaglie e coda, vestita solo in lingerie. Beal rimase
 
impietrito sulla porta.
            -Avanti entra, non stare fermo lì….non occorre che chi passa mi veda così-
 
Nied sembrava quasi imbarazzata e allora Beal si fece forza ed entrò, ma non sapeva dove guardare.
 
            -Avanti siediti sul letto-
            -Vedo che anche tu preferisci la forma umana- disse Beal senza guardarla.
            -Le scaglie tolgono sensibilità, la pelle terrestre invece ha un contatto nervoso molto più efficiente-
            -Cioè le sensazioni sono più forti?-
            -Esatto-
            -Nied, ti dispiace se parliamo un po’ prima…per entrambi è la prima volta…-
            -Capisco, ma posso guidarti io, ho letto tutto al riguardo-
            -Non credo che basti leggere per essere preparati-
            -Invece a me sembra molto semplice-
 
Questa volta Beal si girò a guardarla.
 
            -No non lo è! E non credo che ti bastino delle informazioni!-
            -Hai paura?-
            -Sì, lo ammetto, ho tanta paura-
 
Lei lo guardava con occhi freddi e pieni di sfida, ma quelli di Beal esprimevano tutt’altro, mostravano apprensione e malinconia.
 
            - Tu non sei pronto…devi prepararti di più!-
 
Adesso sembrava la maestra delle elementari, poi aggiunse maliziosa.
 
            - Forse dovrei chiederlo a Frel…-
 
Lui la osservò tutta, era semplicemente bellissima con le sue proporzioni da dea greca, ma tutte le Niane erano perfette, alla
 
fine se dovevano essere tutte come lei una valeva l’altra.
 
            -Mi sta bene, chiedilo pure a Frel-
 
Si alzò dal letto e se ne andò sbattendo la porta, trattenendosi giusto quel tanto perché non si frantumasse in mille pezzi.
 
Nied rimase sorpresa, non si aspettava una reazione così, aveva letto bene la sua mente, sapeva che lui era pazzo di lei e che
 
avrebbe fatto qualsiasi cosa. Proprio non capiva e cominciò a reprimere un forte sentimento di tristezza e delusione, ma
 
cresceva sempre di più fino a che non riuscì a trattenersi e cominciò a piangere, anche lei per la prima volta.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Come avete potuto notare questa è proprio fantascienza rosa XD al  momento sto cercando di non perdere il controllo di varie storie sentimentali XD 
Che ne pensate della “mia” Karai? La maternità l’ha resa più tenera, non è vero?
E di Beal e Nied? Finalmente la fredda Niana ha pianto per la prima volta, forse non è poi questo pezzo di ghiaccio che vuole far credere…forse.
Intanto il povero Frel non lo considera nessuno e sta cercando di diventare più coraggioso perché vuole tornare sulla stazione spaziale orbitante dei Niani e combinare finalmente qualcosa di buono.
Donnie invece è tutto preso dai suoi esperimenti tanto per cambiare  e sta cercando di ricreare i cristalli Enerzon, la fonte primaria di energia della società Niana, ci riuscirà? Forse la risposta è scontata ;-P
 
Ringrazio Helen (_Abyss_) e Dana2015 per le recensioni.
Grazie a tutti voi che mi seguite
Lunga vita e prosperità
Altair
 
 
 

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Capitolo 38
*** Il mostro dentro di noi ***


Riassunto delle puntate precedenti: mentre Donnie sta cercando di ricreare i cristalli Niani per avere più energia e cominciare la clonizzazione di Marte, le altre tartarughe ed i Niani affrontano i loro primi amori e le difficoltà della convivenza nelle fogne. Mikey finalmente è diventato adulto, Leo è riuscito ad avvicinarsi un po’ a Karai, finendo per coinvogere tutti in una missione per salvare il  figlio della "nostra" kunoichi da Bishop. Beal ha tentato un approccio con Nied, ma non è andata molto bene…tanto che Beal avrà una reazione molto estrema…
 
Beal uscì dal rifugio fino alla superficie, non riusciva a calmarsi, non era solo la collera per quello che era successo con
 
Nied, era qualcosa che si era scatenato dal profondo. Doveva assolutamente sfogarsi. Arrivò camminando  fino ad un
 
palazzo in rovina, si guardò intorno che non ci fosse nessuno, tirò fuori le scaglie, la coda, le spine e cominciò a percuotere
 
tutto quello che si trovava di fronte. Indossava la cintura Enerzonica, senza nessuno sforzo buttava giù pareti, spaccava
 
porte, piegava sbarre di ferro, faceva un tale rumore che qualcuno udì. Dei malviventi della zona si avvicinarono per vedere
 
quale mezzo di distruzione facesse tutto quel baccano nel loro territorio.  Non capivano esattamente cosa stesse
 
succedendo, ma vedevano tanta polvere e mezzo palazzo stava crollando sotto i loro occhi. Un piccolo esercito armato di
 
spranghe, pistole e fucili si riunì intorno alla costruzione in rovina. Crollò il muro esterno e si trovarono davanti un
 
lucertolone gigante che produceva dei suoni alieni e metallici. Alcuni se la diedero a gambe, altri cominciarono a sparare,
 
Beal schivò alcuni colpi, afferrò qualche malcapitato e lo volò lontano, ma qualche colpo andò a segno e fu costretto a
 
fuggire. Grondante di sangue e accortosi che nessuno lo seguiva, si infilò nel primo tombino che trovò ed arrivò al rifugio
 
delle tartarughe completamente sfinito. Donnie ed Astrid sentirono bussare alla porta del laboratorio, era Beal in forma
 
umana ricoperto di sangue.
 
            -Cosa ti è successo! Presto Donnie chiama Nied!-
            -No! Non la chiamate…vi prego…so che potete curarmi voi-
            -Ma Nied è più preparata di me-
            -Non voglio vederla….ti scongiuro-
 
Lo fecero entrare, ma il lettino era troppo piccolo e lo fecero stendere per terra su una coperta.
 
            -Beal che cosa è successo, dove sei stato? Chi ti ha fatto questo?-
 
Mentre Donnie cercava di ripulire le ferite, Beal non sembrava provare dolore ed aveva ancora forza di parlare.
 
            -Sono andato in superficie…non volevo fare male ha nessuno…ho distrutto un palazzo…ma gli umani mi hanno aggredito e sparato-
 
            -Perché hai distrutto un palazzo? - chiese Astrid, aveva visto in che condizioni avevano lasciato la base Gamma II di
 
Bishop e sapeva quanto fosse potente il Niano.
 
            -Ero furioso…Nied….-
            -Cosa è successo con Nied?-
            -Non la voglio più vedere!-
            -Ti ha rifiutato, cosa ti ha detto?-
            -No, sono io che non la voglio! Lei è un mostro senza cuore…che se ne stia con Frel!-
            -Adesso calmati non parlare, devo estrarti le pallottole, per fortuna sono abbastanza superficiali, le tue scaglie ti hanno protetto. Ti inietto un po’ di anestetico, ma tu devi rilassarti-
            -Non è nulla, non sento nessun dolore-
 
Il grosso Niano era molto agitato e non riusciva a stare fermo.
 
            -Se non ti curo subito morirai dissanguato, per favore Beal collabora- lo pregava Donnie.
            -Ma tu non chiamare Nied-
            -Non la chiameremo te lo prometto, adesso fermati e rilassati- disse Astrid.
 
Donnie riuscì a sedarlo e cominciò ad estrarre le pallottole, Astrid lo assisteva come poteva. Ci volle un po’ di tempo,
 
aveva almeno cinque colpi in corpo, ma non era bastati per atterrarlo. Le mani, le braccia, gambe e piedi presentavano
 
escoriazioni e fratture per i colpi che aveva inferto alle strutture del palazzo. Beal aveva settato la cintura con la protezione
 
minima, voleva farsi volontariamente del male.
 
            -Deve essere parecchio che vaga per la città, ha perso troppo sangue… la pressione è veramente bassa… dobbiamo chiamare Nied è donatore universale- diceva Donnie.
 
            -Anche Frel è donatore universale per i Niani…non abbiamo altra scelta…vado a chiamarlo- disse Astrid che mise subito mano alla sua cintura.
 
Rispose una voce assonnata.
             -M-sì Astrid? Che succede?-
            -Frel vieni subito nel laboratorio di Donnie…Beal è ferito ha bisogno di una trasfusione-
            -Come è ferito? Ma non può venire la sua cara Nied?-
            -No, non vuole…ti prego è grave devi correre-
 
Frel non aveva capito perché non dovesse chiamare Nied e l’avvertì comunque, tutti e due si precipitarono nel rifugio delle tartarughe.
 
            -Astrid cosa è successo?- Chiese Nied che si era fiondata nel laboratorio.
            -Mi dispiace tu non puoi entrare- le rispose tassativa Astrid.
            -Come sarebbe a dire? Sono io il medico, non discutere e fammi passare-
Ma Astrid, che era molto più forte, la bloccò.
            -Lui non ti ci vuole qui!-
            -Perché?-
            -Il perché sono affari vostri, ma gli ho promesso che non ti avrei fatto entrare-
            -Ma rischia di morire…-
            -Le ferite non sono gravi, ha bisogno solo di una trasfusione- precisò Astrid.
            -Frel puoi donare tu il sangue a Beal? Non basta la cintura, ha perso troppo sangue- gli chiese Donnie
            -Sì lo farò, lui per me lo farebbe-
 
Si mise a lato di Beal e Donnie cominciò la trasfusione. Nied guardava impotente, Astrid la portò fuori.
 
            -Ma cosa è successo? Chi l’ha ridotto così?-
            -E’ uscito in superficie, era molto arrabbiato, ha demolito un palazzo, poi degli umani gli hanno sparato….tu sai perché?- In realtà era un domanda retorica.
            -Lui non mi ha voluta…si è arrabbiato con me….non capisco perché…credevo di piacergli-
            -Si può sapere cosa gli hai detto? -
            -Dovevamo passare la notte insieme…ma lui aveva paura…allora gli ho detto che non era pronto e che avrei chiesto a Frel di sostituirlo se non si fosse deciso-
 
            -Deve essere la giustizia imperscrutabile e indecifrabile dell’universo, per ogni maschio umano senza cuore ci deve essere una Niana senza cuore per rispettare l’equilibrio all’interno della Via Lattea!-
            -Non capisco cosa vuoi dire-
            -Niente, una sciocca teoria che ho formulato da quando leggo la mente degli umani…Nied forse tu sei l’unica Niana che è venuta fuori come i membri del Consiglio volevano, sai controllare bene le emozioni e ti dedichi al tuo compito completamente, quindi per questo pensi di essere nel giusto-
            -Perché? Non è così?-
            -Beal non è come te, anzi devi sapere che nessuno di noi è come te, nemmeno mia madre e mia nonna!-
            -Non è vero tua madre è un medico e scienziato ineccepibile, non ha mai mostrato più sentimenti di quelli che servissero-
            -Ma mi ha cercato e mi ha lasciato le memorie di mia nonna, ha trasgredito le regole per amore materno!-
            -Era necessario, la missione era in pericolo-
            -Non mi ha lasciato solo nozioni e ordini…ma anche sentimenti…sono quelli che mi hanno permesso di liberare Beal dal condizionamento-
            - Astrid …mi dispiace tanto…ma non capisco perché si è arrabbiato tanto, davvero non ci arrivo-
            -Perché lui non ti vuole per una notte o due, lui vuole stare con te…e tu gli hai detto che saresti andata da Frel-
            -Ma perché? Non è successo nulla di speciale tra noi!-
            -Perché la notte lo controllavi quando era ancora nelle prigione, sotto condizionamento?-
            -Perché poteva suicidarsi, se qualcuno non torna a riferire cosa facciamo verranno a conquistare Terra-
            -E’ solo quello il motivo? Non eri preoccupata per lui?-
            -Non lo so…non mi sentivo tranquilla a lasciarlo da solo-
            -Nessuno di noi si è preoccupato così per lui. Adesso cosa provi a sapere che si è fatto del male anche per colpa tua?-
            -Tu non puoi dare la colpa a me! E’ lui che è un mostro, quale Niano normale distruggerebbe un palazzo come niente fosse!-
            -Non è come sembra…è pieno di fratture, anche il suo fisico ha un limite e non voleva fare male a nessuno se non a se stesso…aveva settato la cintura in modo da sentire dolore e non essere immune da danni fisici-
            -E’ ovviamente malato, i condizionamenti  hanno lasciato traumi dentro di lui-
 
Astrid stava per perdere la pazienza, la prese per le spalle e la scosse.
 
            -E’ vero ha subito dei traumi e la reazione è sicuramente eccessiva…ma Nied smettila di mentire a te stessa, non c’è niente di male se lui ti piace, non è la fine del mondo, esplora questo sentimento, lui non aspetta altro! Perché non vuoi almeno provare ad essere felice!-
 
            -Ho paura di non farcela, di non essere all’altezza del mio compito…non posso perdere tempo…la nostra è una missione troppo importante-
 
            -Non è una perdita di tempo, credimi-
            -Ma a volte tu e Donnie litigate e non lo lasci lavorare-
            -Non ricordo di aver litigato spesso….se è successo abbiamo fatto pace subito….lui non può sempre lavorare, ma stasera ero qui con lui anche se è tardi, perché lo sostengo. Noi ci aiutiamo a vicenda, non ce l’avremmo fatta da soli contro tutte le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare-
 
            -Astrid quando lui è venuto da me….mi ha detto che aveva paura…ma io ne ho più di lui-
 
            -Nied non dovete correre, potete fare con calma, magari non funziona e restate solo amici, perché non vuoi affrontare il problema? Girarci intorno non mi sembra la soluzione e fare finta di nulla è ancora peggio-
 
            -Beal dovrebbe essere fuori pericolo…- le interruppe Donnie e aggiunse -Frel è stato più coraggioso del solito, se penso che non andavano nemmeno d’accordo-
 
            -Vedi Nied, senza volere hai creato tensione tra quei due- disse Astrid.
            -Non pensavo…ho detto che avrei cercato Frel solo per farlo ingelosire…quando starà meglio gli chiederò scusa, ma non credo che mi vorrà più-
 
            -Vedremo…adesso perché non vai a riposare?-
            -No resterò qui, non importa se non mi vuole dentro, lo controllerò da fuori con la cintura, non riuscirei comunque a dormire-
 
Nied prese dei cuscini e si sdraiò vicino alla porta del laboratorio, ogni ora avrebbe monitorato le condizioni di Beal.
 
Quando Frel uscì la vide lì sdraiata e capì che non poteva farci nulla, era la Niana più testarda che avesse mai conosciuto,
 
forse era davvero più adatta per Beal, con quel pensiero se ne andò a dormire rassegnato.
 
La mattina Donnie entrò nel laboratorio e trovò Nied che stava controllando i valori vitali.
 
            -Sta dormendo… me ne vado subito, non mi vedrà-
            -Sei stata qui tutta la notte?-
            -All’inizio stavo fuori, ma con tutti i tuoi strani macchinari non riuscivo a vedere bene il segnale…hai fatto un ottimo lavoro Donnie…grazie di averlo salvato-
            -Ho avuto un’ottima insegnante-
            -D-Donnie …..ma chi c’è…Nied? -Beal aprì gli occhi -non voglio che mi veda così…v-vi avevo chiesto di non farla entrare…ci gode a vedere soffrire gli altri-
            -Non dire così…le abbiamo impedito di entrare…Frel ti ha donato il sangue, ma lei è rimasta qui fuori quasi tutta la notte-
            -Me ne vado Beal…volevo solo vedere se stavi bene…e chiederti scusa…-
            -Vattene! Di cosa me ne faccio delle tue scuse- rispose Beal e cominciò a tossire.
            -Nied sarà meglio che tu vada, lo stai agitando, parlerete quando starà meglio. Ci penserò io a fargli i trattamenti, non ti devi preoccupare, è forte si riprenderà presto-
 
Nied uscì dal laboratorio, andò in camera sua, ma era troppo sfinita per studiare e si addormentò con la tristezza nel cuore.
 
Beal si stava riprendendo in fretta, ma non voleva avere nulla a che fare con Nied, restava sotto il controllo di Donnie e
 
seguiva anche le fasi della costruzione dei cristalli.
 
            -Bene, vediamo se questo regge stavolta- 
 
La tartaruga genio aveva tirato fuori il primo dei due campioni e lo mostrava al Niano.
 
            -Sembra stabile…lo analizzo un attimo- 
 
Normalmente i cristalli erano resistenti come il diamante ed era difficile frantumarli, quindi anche la durezza era importante
 
come la purezza. Lo osservò al microscopio.
 
            -Sembra identico agli altri cristalli… appena formato dovrebbe essere già carico di energia…guardo subito…per tutte le mele di Newton! Ha solo il trenta per cento! E’ troppo poco! -
 
Aprì il macchinario e prese l’altro cristallo, ma gli si frantumò al tatto.
 
            -Troppa pressione e non si carica bene, troppo poca e si rompe….ma non sono tanto lontano! Purtroppo posso fare solo due prove per volta, la lava si fredda troppo rapidamente-
 
            -Vorrei poterti essere d’aiuto-
            -Non preoccuparti Beal, tu riposa-
            -Senti Donnie, ma per l’insediamento su Marte, come faremo? Andremo lì tutti insieme e bombarderemo i poli ed il nucleo? Mi sembra un perdita di tempo ed energia-
 
            -Penso che non sarà necessario che andiamo tutti, di sicuro ci servirà la tua navetta-
            -Quindi grazie ai miei cristalli non occorre che tu ne prepari di nuovi entro la partenza di Frel,  potrai fare con più calma-
            -No Beal! Deve partire sapendo che tutto funziona, deve fugare ogni dubbio dello Stato Supremo e del Consiglio Scientifico, anche dello stesso Redol se fosse possibile-
            -Donnie voglio andare io a bombardare i poli marziani…sono molto preparato sulle armi ed i mezzi della mia navetta sono i più potenti-
            -Dovremo piazzare delle cariche esplosive nel sottosuolo…dovremo scendere su Marte, non puoi andare da solo e sono sicura che Astrid e Lisad vorranno partecipare-
            -Capisco….sai già di che potenza avremo bisogno?-
            -Qualcosa di mostruoso…400 megatoni…non so ancora come costruire qualcosa di così distruttivo…visto che la più potente bomba ad idrogeno terrestre arriva fino a 100 megatoni-
           
            -Posso darti una mano se vuoi, per la realizzazione pratica-
            -Ti ringrazio, ho visto la tua preparazione-
            -Allora ragazzi, come va stamani? Te la senti di alzarti Beal?- chiese Astrid che era appena entrata.
            -Sì, va tutto bene, grazie, non sento più dolore- rispose il grosso Niano.
            -Ha una capacità rigenerativa incredibile, ci metterà la metà del tempo a guarire! Però adesso mi servirà il suo aiuto, dobbiamo preparare bene la prima fase per andare su Marte- disse Donnie.
 
            -Vorrei non dover aspettare sei mesi prima di cominciare la colonizzazione, non è possibile velocizzare il processo?- chiese Astrid.
            -Sei mesi sono il minimo e non possiamo fare nulla fino a che Marte non si assesta-
            -Non mi dispiace rimanere ancora su Terra, ma vorrei che Frel vedesse dei progressi prima di partire-
            -Sono d’accordo, sto preparando una simulazione al computer, appena avrò stabilito alcuni dettagli ve la mostrerò-
            -Non vedo l’ora!- disse Astrid e poi rivolto a Beal - stavo parlando con Mead e pensavo di fare presto una seduta per capire cosa ti è successo esattamente. La tua reazione è stata molto violenta e gli umani ti hanno visto in forma rettiliana, anche se non volevi fare male a nessuno non deve più succedere…-
           
            -Sì Astrid…non sono riuscito a contenermi…se volete possiamo farla anche ora, mi sento molto meglio fisicamente-
Astrid si affacciò sulla stanza della TV,  Mead era lì che aspettava, non voleva perdere tempo, Big Bear doveva guarire al più presto.
 
            -Non sarà una normale seduta, avrò bisogno anche di Astrid, ci connetteremo tutti e tre, ma tu Beal devi concentrarti su te stesso, non devi considerare i nostri pensieri- precisò Mead.
            -Sarà fatto-
 
I tre Niani si presero per mano e unirono le mani al centro come sempre. Avevano già fatto la fusione, ma adesso sarebbe
 
stato un processo più selettivo. Astrid doveva aiutare Mead in caso ci fossero stati residui di condizionamento e blocchi.  
 
Non trovarono nessuna resistenza, ma furono pervase da quella rabbia e quella angoscia che aveva spinto Beal a
 
comportarsi in modo così scellerato. Dentro di lui c’era odio contro se stesso per il suo aspetto, la delusione che aveva
 
avuto con Nied, ma quello che più di tutto infiammava il suo animo era la tortura psicologica e fisica che aveva subito fin
 
da bambino, qualcosa che nemmeno la stessa Lisad aveva mai provato. Da piccolo se non obbediva veniva privato del cibo.
 
Da adolescente era stato perfino legato e torturato perché reagisse in qualche modo e si liberasse con le sue forze. Mead ed
 
Astrid dovettero fare un grosso sforzo per non staccarsi, nella fusione generale molti dettagli non erano arrivati oppure
 
erano stati rifiutati dai Niani riceventi, adesso però quel grido di dolore andava ascoltato e capito. Astrid cercava in
 
qualche modo di sanare i traumi subiti da Beal, ma non ce l’avrebbe fatta in una sola seduta. Si staccarono sfiniti, quasi
 
caddero tutti e tre a terra per la debolezza.
 
            -Ragazzi che succede?- disse Donnie allarmato che aveva assistito a tutto il procedimento e non aveva mai visto i Niani reagire così nelle precedenti fusioni.
 
            -Tutto bene Donnie…Beal ha vari problemi da risolvere…è stata dura assistere alle torture che gli hanno inferto
 
negli anni…qualcosa di impensabile per un Niano- rispose Astrid ed aggiunse- Ho capito perché hanno fatto fuori
 
Miol…era lo psichiatra, avrebbe praticato sedute di controllo a tutti durante la missione, sicuramente aveva una forza
 
psichica elevata, avrebbe scoperto i blocchi di Rel e Mead…l’esplosione della capsula di Miol era premeditata e Redol
 
voleva essere sicuro che non avremmo trovato nessuna traccia di lui-
 
            -Che cosa orribile…-commentò Mead.
            -Astrid, Mead…guarirò mai?- Chiese Beal.
           
            -Sì, anche se le tracce dei traumi passati resteranno per sempre. Comunque stai già guarendo, anzi ritengo
 
incredibile che, con tutto quello che hai passato, tu non abbia combinato qualcosa di peggiore, devi essere fiero di te, puoi
 
contare su un ottimo selfcontrol…la brutta esperienza con Nied è stata la goccia, era invitabile uno tuo crollo psicologico
 
prima o poi- disse Mead.
 
            -Ma potrebbe succedere di nuovo?-
            -Io ed Astrid abbiamo fatto in modo di ridurre al minimo questa possibilità ed ho molta fiducia nella tua forza di volontà, ma il mio lavoro non è finito, lasceremo passare un paio di giorni, devi riposare, poi riprenderemo- 
 
Mead se ne andò soddisfatta, ma aveva bisogno di distrarsi ed andare a fare shopping visuale con Rel, tutte quelle
 
informazioni erano molto pesanti da digerire, lo svago l’avrebbe aiutata a continuare al meglio il suo lavoro.
 
Beal se ne andò nella camera degli ospiti a riposare, al momento preferiva vivere con le tartarughe per evitare di incontrare
 
Nied. Donnie intanto continuava i suoi esperimenti sui cristalli, era riuscito a crearne uno che al massimo aveva il
 
cinquanta per cento dell’energia che si aspettavano. Guidato dalla sua curiosità scientifica decise di provare a caricarlo al
 
prossimo viaggio al vulcano marino. Prese il contenitore  e si recò nei soliti pochi secondi alla dorsale Atlantica. Appena
 
avvicinò il cristallo difettoso alla lava esplose fragorosamente e proiettò un’onda d’urto tale che la capsula di Donnie fu
 
scaraventata a chilometri di distanza.
 
Astrid passeggiava avanti ed indietro nel laboratorio, Donnie mancava ormai da più di un’ora, un periodo veramente lungo,
 
la sua passeggiata doveva durare solo qualche minuto. Lo aveva cercato ovunque e non riusciva in nessun modo a
 
contattarlo.
 
            -Allora, non si è ancora fatto vivo?- chiese Lisad che era entrata in compagnia di Raph.
            -No, sono preoccupata, non risponde né al telefono né quando chiamo la capsula…non sarà stato Bishop?-
            -Non credo proprio, Beal lo ha ridotto proprio male…ma non stai un po’esagerando? Manca da poco- commentò Raph.
            -Lo sai com’è, quando è impegnato su un progetto non lascia mai il laboratorio, lo devo trascinare a forza a mangiare e a dormire, non se ne andrebbe mai in giro per il mondo così senza una ragione-
            -Va bene chiamo gli altri, lo andremo a cercare!- disse Lisad.
 
Tutti i rettili, a parte Beal che ancora riposava, presero posizione nelle capsule e cominciò la spedizione.  Il punto di
 
partenza era la dorsale Atlantica, ma il segnale della capsula di Donnie non era rintracciabile, dovettero usare il rilevatore
 
di cristalli.
            -Ma perché lo cerchiamo qui?- chiese Lisad ad Astrid.
            -Temo che gli sia successo qualcosa quando è venuto a prendere il campione di lava-
            -Ma nella capsula è al sicuro! Cosa mai potrebbe succedergli?-
            -Non lo so, la mia è una sensazione…non so come spiegarlo-
Dopo un paio d’ore di ricerca non c’erano tracce della capsula.
            -Astrid perché non torni al rifugio, metti che sia tornato, sei troppo stanca hai fatto la fusione con Beal da poco- la pregò Lisad.
            -Non ci penso nemmeno, credi che riuscirei a riposare?-
            -Ragazzi forse l’ho trovato- disse Mikey- la sua capsula è incastrata tra delle rocce, mi trovo vicino a Capo Verde in Africa, venite a darmi una mano.
 
In pochi minuti arrivarono tutti dove Mikey aveva indicato. Della capsula si vedeva solo una piccola parte, tutto il resto era
 
incastrato nella parete sottomarina, ma sembrava intatta. Dovettero scavare nella roccia e finalmente il mezzo Niano fu
 
estratto e agganciato da due capsule, in poco tempo lasciarono tutti la costa africana per tornare a New York.
 
Ancora un volta Astrid soffriva l’angoscia di aprire un mezzo Niano, ma stavolta c’era il suo Donnie dentro, quasi tremava,
 
doveva solo sperare che le pareti della capsula avessero assorbito tutto l’urto.
 
Quando la superficie argentea si aprì rivelò Donnie come addormentato, Nied andò subito a monitorare le condizioni vitali.
 
            -Tutto ok, è solo svenuto! Ma cosa può essere successo? Ha battuto la testa…è impossibile, qualcosa di veramente
potente deve aver colpito la navetta-
 
            -Donnie! Amore mi senti, ti prego parlami-
 
La tartaruga in viola si mosse e con fatica aprì gli occhi.
 
            -Astrid? Ma dove sono?-
            -Sei al rifugio! Al sicuro! Ma chi ti ha colpito?-
            -Colpito? No no…aspetta un po’…è stato il cristallo!- disse Donnie, all’improvviso scattò su a sedere, sembrava felicissimo di quello che era successo -E’ stato il cristallo con l’innesco della lava! Ma è incredibile-
 
Tutti guardavano attoniti Donnie che aveva cominciato a digitare freneticamente sul computer di bordo.
            -Ragazzi ho trovato!-
            -Hai trovato…cosa?- chiedeva Lisad impaziente, quel nerd si comportava da pazzo furioso e non spiegava nulla.
            -Ho creato un’arma esplosiva senza volere, so come far ripartire il ciclo dell’acqua ed i movimenti magmatici su Marte!-
            -Vuoi dire che quel piccolo cristallo è esploso e ti ha lanciato fino alle coste dell’Africa?- Chiese Leo.
            -Esattamente-
            -Ma come facciamo a trovare lava su Marte? Se non ho capito male ci serve per detonare la bomba fatta di cristalli- disse Frel.
            -Il cristallo nemmeno ha toccato la lava è bastato del calore per farlo esplodere- disse Donnie raggiante.
            -Per la cromosfera di Niha! Pensa a cosa sarebbe successo se fosse esploso qui dentro!- disse Astrid.
            -Saremmo morti tutti…- disse Donnie dispiaciutissimo, gli scienziati a volte non si rendono conto della pericolosità di certe scoperte e poi aggiunse- ma adesso sono ancora più vicino a creare i veri cristalli-
            -Ti prego Donnie stai attento…sei stato fortunato che la capsula fosse a prova di urti - disse Nied.
            -Mi hai fatto morire di paura! L’ho capito subito che eri nei guai! Ho deciso, non ti lascio più da solo in laboratorio, finché non finisci questi maledetti cristalli-
 
Astrid era molto alterata, tutti si eclissarono lasciando la coppia  da sola a litigare.
 
            -Ma Astrid, non potevo prevedere una tale reazione, credo che nessuno si sia mai trovato per le mani qualcosa del genere, né i Niani tanto meno i terrestri-
 
            -Donnie tu forse non capisci…pensavo fossi morto…se tu morissi non…non posso nemmeno pensarci- Astrid cominciò a piangere, lui la prese tra le sue braccia.
            -Sono qui, non fare così, è stato un incidente, cerca di essere ragionevole, ero al sicuro nella capsula, non poteva succedermi nulla, mi sarei svegliato e vi avrei contattato-
 
Lei lo abbracciava forte forte e non riusciva a trattenere le lacrime.
            -Deve essere la fusione totale…è impensabile vivere senza di te-
            -Anche per me…ma adesso smetti di piangere, sono qui con te e non ti lascerò mai-
            -Se devi esplodere con i cristalli voglio esserci anche io- disse Astrid.
 
Donnie restò colpito da quelle parole, poi si rese conto che avrebbe pensato la stessa cosa al suo posto, ma mai avrebbe voluto che lei morisse per colpa sua.
 
            -Non morirà nessuno, ho tutto chiaro, l’errore non si ripeterà, starò molto attento, tu hai fiducia in me, vero?-
            -Sì, sempre-
            -Bene creerò un sistema di raffreddamento per i cristalli, non ci sarà nessun pericolo, ci vogliono comunque almeno duecento gradi per innescare l’esplosione, non abbiamo mai questa temperatura nel rifugio…a parte nel forno di Mikey…ma tranquilla non credo che lui userebbe i cristalli per farci una torta, non è vero?-
 
            -Sì, hai ragione-
 
Astrid adesso sorrideva ma continuava ad abbracciarlo e si chiedeva quanto la biochimica della “fusione totale” avesse a
 
che fare con le sue emozioni del momento.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Povero Beal, Nied lo ha fatto proprio arrabbiare,  mi dà un senso di libertà pensare a dei muri che crollano sotto i colpi di Beal, se fossi un bestione forte ed invincibile come lui credo che lo farei anche io in certi momenti XD…comunque…dicevo…Beal è un po’ fuori di testa…ma ci penseranno Mead e Astrid a rimmetterlo in sesto. Nel mentre riuscirà Nied a farsi perdonare?
Donnie ha trovato il modo di creare una superbomba per “svegliare” Marte dal suo sonno millenario, anche se ha spaventato a morte Astrid, da notare come il loro legame sia sempre più forte, molto forte…
Nel prossimo capitolo tornerò a parlare un po’ di Mikey e Leo…non temete anche Raph avrà il suo momento.
 
Grazie a tutti voi che state leggendo
 
Con affetto virtuale
La vostra Altair
 
 
 

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Capitolo 39
*** Le Niane sono complicate (soprattutto Lisad!) ***


I rettili che avrebbero fatto parte della prima spedizione su Marte, più Leo, erano riuniti nel laboratorio di Donnie.  Nied era
 
in un angolo e Beal la ignorava bellamente.
 
            -Bene ragazzi, sono rimasti pochi giorni poi dovremo partire. Leo, come ho detto a Mikey e Raph, non sei obbligato a partecipare-
            -Astrid, vorrei comunque conoscere i vostri piani e se possibile dare il mio contributo-
            -La navetta di Beal è abbastanza potente da forare la superficie di Marte fino al punto stabilito in un tempo ragionevole, mentre le capsule più piccole dovranno agire in coppie- disse la tartaruga in viola.
            -Io e Donnie andremo a perforare vicino all’equatore, abbiamo scoperto una falda acquifera congelata molto grande, Raph e Lisad  andranno al polo boreale,  Mikey e Nied andranno a quello australe- precisò Astrid.
            -Se volete posso andare io con Mikey e lasciare Nied in orbita al sicuro- disse Leo.
            -Cosa ne pensi Nied?- chiese Astrid.
            -Non ho nessun problema in entrambi i casi-
            -Dovremo tutti agire in modo sincronizzato ed innescare i cristalli esattamente nello stesso istante per riuscire a fuggire in tempo- disse Donnie
            -Vi ripeto tartarughe, non siete obbligate…- aggiunse Astrid.
            -Sai bene che non ti abbandonerei in nessun caso, ma Leo, Raph e Mikey non dovete dare nessuna prova di coraggio, possiamo organizzarci in maniera diversa, l’importante è che ci sia almeno una persona che dia l’innesco ai cristalli per ogni sito designato ed i Niani sono in numero sufficiente-
            -Donnie noi non ti lasceremo mai rischiare la vita senza il nostro aiuto e poi è anche per il bene della Terra che tutto il piano funzioni. Dobbiamo dare il nostro contributo- disse Leo mentre le altre due tartarughe annuivano.
            -Bene allora è deciso, la partenza è tra una settimana, vista la posizione relativa della Terra rispetto a Marte, impiegheremo tre giorni e mezzo per arrivare, se va tutto bene basterà un giorno sul suolo marziano e altri tre giorni e mezzo per tornare- disse Donnie.
            -Quindi starò lontano da Isabel otto giorni minimo?- disse Mikey.
            -…pensi che sarà un problema?-
            -No Donnie, ma potrò comunicare con lei?-
            -Sì certo, le fornirò una ricetrasmittente connessa alla tua capsula, non ci vuole nulla. Ricordati però che i tempi non sono come sulla Terra c’è un ritardo ben cal…- non finì la frase.
            -Grazie Donnie sei il mio fratello preferito!- disse Mikey e aggiunse subito- però voglio tanto bene anche a tutti voi- col suo solito sorriso. Donnie sospirò e lo osservò mentre saltellava e faceva acrobazie tutto felice. Leo al contrario era pensieroso, aveva bisogno di azione per distrarsi da Karai, ormai era più di una settimana che non andava a farle visita e quella era proprio l’occasione che aspettava. Qualcuno bussò alla porta del laboratorio.
            -Vieni pure avanti- Disse Donnie, in realtà lui aveva visto benissimo dai monitor che qualcuno si stava avvicinando al loro rifugio, ma non aveva voluto interrompere la riunione. Un frugoletto di quattro anni entrò e disse.
            -Ciao, posso parlare con il grande Leonardo?-
            -Leo ma cosa ci fai qui?- Chiese la tartaruga al suo omonimo.
            -Perché non sei più venuto? Avevi promesso! Io e mamma ti abbiamo aspettato tanto-
In quel momento entrò anche Karai, conosceva dove si trovava il rifugio e aveva deciso di andarlo a trovare.
            -Possiamo parlare in privato Leonardo?- Gli chiese lei in modo pacato.
            -Certo…andiamo nella mia stanza…ragazzi posso lasciarvi un momento?-
            -Vai pure tanto per oggi abbiamo finito- disse Astrid sorridente.
Quando furono soli, Karai disse:
            -Perché non sei più venuto? Ti ho offeso in qualche modo?-
            -Credevo di averlo fatto io-
            -Avevi promesso che saresti venuto-
            -Lo so, ma pensavo che tu non mi volessi più vedere…-
            -Non hai fatto nulla di male Leo, solo che non sono la persona giusta per te-
Leo si sentì morire, anche se lo aveva ripetuto a se stesso centinaia di volte, sentirselo dire era molto doloroso, ma ebbe il coraggio di rispondere:
            -Lo so benissimo che non ho nessuna speranza…per un attimo l’ho pensato…perché tu hai detto che il mio aspetto non era un problema-
            -Infatti non lo è…sono io che non mi sento pronta a nessun tipo di relazione…ho rovinato tutto anche con Martin…il dottor Chaplin-
            -Cosa vuoi dire che hai rovinato tutto?-
            -Lui non voleva più stare con me, preferiva i suoi studi…non sono la casalinga e donna ideale che lui voleva, sono un guerriero. Quando eravamo a Los Angeles non voleva che mi dedicassi alle arti marziali e non voleva che aprissi una palestra, diceva che dovevo crescere suo figlio-
            -Non lo facevo così maschilista…-
            -Anche i giapponesi lo sono…in alcuni casi…comunque ho fatto quello che voleva…mi sono dedicata completamente a nostro figlio per i primi due anni…ma ero sempre infelice…litigavamo spesso e non voleva che Leo imparasse le arti marziali. Infatti lo allenavo di nascosto…poi Martin si è buttato in modo ossessivo sul suo lavoro, è successo l’incidente ed è morto…è terribile da dire…ma sono stata finalmente libera-
Karai si sentiva in colpa per quest’ultima frase e forse era quello il motivo della sua freddezza verso gli altri uomini e Leo.
            -Tu sei come sei, lui non poteva cambiarti! Io non lo vorrei mai! Tu sei perfetta così! E sei stupenda…il dottor Chaplin non aveva capito nulla di te!-
            -Leonardo ma….-
            -Ho sempre pensato questo…ma eri irraggiungibile, prima perché eri una nemica, poi perché ero un teenager, adesso resta il fatto che sono un mutante…non devi essere gentile con me e dirmi che questo non conta, ho sempre scoraggiato mio fratello Mikey…non credo che ci sia futuro per noi…però possiamo essere amici…dimentichiamo quello che è successo…voglio mantenere la mia promessa-
            -Leo…-
            -Mi sei mancata tantissimo…mi siete mancati-
            -Anche tu…sei importante per noi…- lei si strinse a lui, i due cuori battevano fortissimi, Leo lo percepì e gli venne in mente quello che gli aveva detto Mikey riguardo Isabel. Con tutto il coraggio che aveva formulò una domanda:
            -Posso chiederti solo un favore?-
            -Certamente- disse Karai.
            -Posso avere un bacio? Non ho mai provato…forse non succederà mai…-
Karai lo guardò in silenzio esitante.
-Scusami…fai finta che non abbia detto nulla…non so come mi è venuta questa idea!-
Karai non parlò, ma lo avvicinò ancora di più e lo baciò. Leo all’inizio era sorpreso, poi ricambiò con tutto il sentimento, anche per lui come per Mikey era il suo primo bacio a ventisei anni suonati. Quando si staccarono lei gli disse:
            -Questo non è un fidanzamento…è solo un bacio-
            -Sì…non so che dire…grazie?- Leo era imbarazzatissimo e Karai lo guardava sorridendo con un leggero rossore sulle guance.
            -Sono sicura che troverai presto una fidanzata-
Leo ora più che mai non avrebbe voluto nessuna a parte lei, ma si guardò bene da dirlo.
            -Tra una settimana dovrò partire per una missione importante…andremo su Marte, ricordi? Ti avevo parlato di questo…purtroppo starò via minimo otto giorni, ma potrò comunicare con voi, basta dirlo a Donnie e ti fornirà i mezzi necessari-
            -Leo pensi che io vi possa essere di qualche aiuto?-
            -No ti ringrazio, è già tutto definito e poi devi pensare a tuo figlio…ma grazie del pensiero-
            -Sai che puoi contare su di me, non lo scordare mai-
            -Non lo farò- come poteva scordarsi di lei, non era in nessun modo possibile.
Uscirono dalla camera, tutti erano fuori in attesa.
            -Che succede?- Chiese Leo fulminandoli uno ad uno con lo sguardo.
La piccola folla si disperse, ognuno di loro fece finta di aver qualcosa da fare.
            -Allora mamma, hai fatto pace con Leo?-
            -Sì amore, è tutto risolto, solo un problema tra grandi-
            -Che bello!- Il piccolo Leo corse ad abbracciare la tartaruga in blu, la quale avrebbe tanto voluto che quello fosse stato suo figlio.
            -Sai… Leonardo pensava che fosse causa sua il fatto che non venivi, ma gli ho spiegato che era mia la colpa-
            -Non è colpa di nessuno ci siamo solo…fraintesi…ora tutto è risolto- mentre Leo parlava teneva in braccio il piccolo e si avviò con Karai all’uscita, avevano trovato un percorso rapido con un’uscita poco lontano dalla palestra e voleva scortarli fin là.
Mentre camminavano il frugoletto era sceso a terra e camminava davanti a loro, Leo avrebbe voluto tanto prendere Karai per mano, ma come al solito non era il caso. Adesso capiva tantissimo Mikey che non voleva essere solo un amico per Isabel, ma stare lontano ancora da Karai era sicuramente molto peggio e lui lo sapeva bene. Aveva passato sei anni a sognarla tutte le notti e a pensare a lei di giorno, meglio un’amicizia sofferta del nulla, perché era “il nulla” che aveva sentito dentro di sé quando lei se ne era andata.
            -Ormai è buio fuori, perché non resti a cena da noi?…la governante ha cucinato per tre-
            -Ti ringrazio per l’invito accetto volentieri…eri sicura che l’avresti spuntata- disse allegro Leo.
            -L’ho sperato-
Karai si sentiva stranissima, aveva baciato da poco Leo e aveva avuto una reazione che non si aspettava, le era proprio piaciuto. Era il primo bacio dopo due anni di solitudine, non capiva se questo era il motivo, cioè se si sentiva sola o se era perché aveva baciato Leonardo. A causa del senso di colpa verso Martin si era impegnata al massimo nel ruolo della vedova inconsolabile, non poteva rovinare tutto ora, per cui decise di non pensare più all’accaduto o almeno ci avrebbe provato.
Dopo cena i due Leonardo si affrontarono per un duello scherzoso nella palestra. Il piccoletto saltava come un grillo da tutte le parti e qualche volta riusciva a colpire Leo alle caviglie muscolose.
            -Eh già! Sei tutto tua madre, non c’è alcun dubbio-
            -Buon sangue non mente- rispose Karai, adesso era serena e si divertiva a guardarli giocare.
            -Certo i bambini di oggi sono veramente instancabili-
            -Sono sicura che eri anche tu così alla sua età, posso immaginarti mentre combatti con i  tuoi fratelli, dovevate essere molto graziosi-
            -Eh sì…poi siamo cresciuti e Raph è peggiorato molto…direbbe Mikey-
A Karai scappò una risata, a Leo si scaldava il cuore quando la sentiva ridere.
            -Su Leo, adesso basta è ora di andare a letto-
            -Mi accompagni tu Leonardo? Me la leggi una storia?-
            -Con piacere piccolino!-
            -Non sono tanto piccolino ho quasi cinque anni!-
            -E’ vero mi scusi grande guerriero ninja, andiamo al suo rifugio per la notte- disse Leo con un tono fiabesco e si avviarono alla cameretta. Leo aiutò il piccolo a preparasi per andare a letto, era l’unico modo per convincerlo a dormire e Karai non era riuscita ad impedirlo, a suo figlio mancava un padre. Quando finalmente il piccolo si addormentò, Leo raggiunse Karai nel soggiorno.
            -Mi dispiace Leo…tu stai facendo più di quello che dovresti…ma non so come fare…quando sei mancato non dormiva, ho dovuto promettergli che saremmo venuti da te-
            -E’ solo per lui che sei venuta allora?-
            - Ecco io…-
            -Non cambia nulla…ormai ho promesso e mi piace stare con lui, è molto sveglio-
            -Tu saresti un padre bravissimo…sei comprensivo, amorevole e più presente di quanto lo sia stato Martin…ma io non posso…-
            -Lo so ne abbiamo parlato, al cuore non si comanda…smettiamo di parlare di questo…adesso siete entrambi molto importanti per me, però non potrò esserci tutti i giorni dovrai spiegarlo a Leo, ho altre responsabilità-
            -Non temere ne sono consapevole, non pretendo che tu gli faccia da balia, ma sono felice se crescerà sotto la tua influenza…poi volevo parlarti anche di alcune informazioni che conoscevo da tempo ma che prima non mi sembravano utili…ho visto nel laboratorio di Donnie dei cristalli molto particolari…ci ho pensato bene, li ho già visti prima-
            -Dici sul serio? E dove si trovano?-
            -Shredder aveva una specie di museo nel sottosuolo di questo palazzo, tutt’ora qualcosa dei suoi tesori è rimasto perché non sapevo che uso farne. Quei cristalli non sono preziosi e non si possono usare per fare gioielli, però Martin li aveva studiati ed aveva capito che contenevano un forte potere, ne aveva presi alcuni. Adesso sono andati persi nell’esplosione e sospetto che ne siano la causa. Comunque ce ne sono altri, Donnie potrebbe analizzarli…con molta cautela-
            -Non capisco come questo sia possibile…però a pensarci… i Niani sanno della nostra esistenza da secoli, forse delle missioni precedenti finite male hanno lasciato qualche traccia di loro-
            -Sapevo che alcuni uomini di mio padre li avevano trovati in fondo al mare mentre cercavano dei manufatti antichi-
            -Posso prenderli? Sarebbero fondamentali per la missione-
            -Sì certo Leo, vieni li andiamo a prendere, si può accedere al museo passando per un passaggio segreto dalla palestra-
Di nuovo Leo si ritrovò in penombra con la donna che amava, di nuovo avrebbe voluto baciarla, accarezzarla, farla sua, ma cercò di concentrarsi sulle parole di Karai che stava ancora parlando del tutto ignara dei pensieri di lui.
            -Vieni da questa parte, ci sono anche molte armi che non sono riuscita a vendere, potresti prenderle e portarle al rifugio, quelle che mi servivano per la mia palestra le ho già prese-
            -Grazie Karai, ma non posso accettare-
            -Consideralo un ringraziamento per quello che stai facendo per mio figlio-
            -Lo farei comunque-
            -Eccoci, devo aprire questa cassaforte-
Digitò la combinazione e gli mostrò i cristalli, erano più di cinquanta, sarebbero stati utilissimi per la missione. Karai prese una balla e cominciò a riempirla con l’aiuto di Leo.
Tornarono alla palestra, Leo si sentiva molto strano e voleva andarsene prima possibile.
            -Grazie Karai ti farò sapere che uso ne faremo, adesso devo andare…ho promesso a Raph che li avrei raggiunti per la usuale ronda stasera…buona notte-
            -Grazie a te Leonardo, sono lieta di aver chiarito, buona notte-  fece quasi per abbracciarlo, ma Leo si era già voltato e rapidamente aveva raggiunto la prima scala antincendio disponibile.
Leo si sentiva bruciare come se avesse la febbre, mandò un messaggio a Raph per dirgli che non si sentiva bene, che non li avrebbe raggiunti quella sera e si diresse al rifugio. Una volta arrivato appoggiò i cristalli da un lato e si gettò sotto la doccia, l’acqua era gelida, sperava si sarebbe calmato. Era tutta colpa di quel bacio, era stato stupido ed impulsivo. Adesso sapeva cosa si perdeva ed era solo una piccola, anche se importante, parte di quello che era il rapporto con una donna. Decise che si sarebbe concentrato principalmente sul piccolo Leo e sarebbe venuto via subito dopo averlo messo a letto. Andare a giro per New York , sfogarsi sui delinquenti avrebbe aiutato e lui avrebbe mantenuto la sua promessa.
Raph e Lisad erano in giro da soli, Beal, che  spesso si univa a loro, quella sera era rimasto in laboratorio a dare una mano a Donnie.
            -Sembra proprio che stasera saremo io e te- disse Raph che normalmente avrebbe gioito di questo, ma ormai aveva  capito che non c’era nessuna speranza. Erano rimasti soli altre volte, non era successo nulla, salvo quella volta che aveva cercato di abbracciare Lisad ed aveva rischiato di rimanere infilzato dai suoi aculei alieni.
            -Che dici di Leo e quella Karai? E’ venuta fino al rifugio a riprenderselo e lui dietro come un cagnolino fedele!-
            -Già…non so perché ma la cosa non mi fa molto ridere stasera- Rispose serio Raph.
            -Perché?-
            -Perché lo capisco!-
            -Su per favore un duro come te!-
            -Anche i duri a volte hanno sentimenti…molto meno degli altri ma ce li hanno- si giustificava lui.
            -A davvero? E tu per chi li hai?- Lisad era davvero sfrontata, a Raph dette molto fastidio e allora le rispose qualcosa che non pensava.
            -Bè… Nied non è niente male…poi so che ha fatto una proposta molto interessante a Beal e quello stupido ha rifiutato!-
            -Allora non parliamo di sentimenti qui-
            -Non sono esperto, come tu ben sai….- ma Raph non riuscì a finire la frase.
            -Perché se non vuoi una vera relazione, allora non avrei problemi!-
            -Ma se mi hai accusato che non mi importa di te perché non ti seguirei mai su Marte…insomma non ci capisco nulla…si può sapere cosa vuoi da me?-
            -La vera partenza è rimandata per un minimo di sei mesi…intanto potremmo divertirci-
            -Non sono sicuro che tu sappia di cosa stai parlando- disse Raph molto nervoso.
            -Hai paura…ma io non sono una verginella come te…io non ho paura-
Mikey aveva sempre ragione, Lisad era troppo tosta anche per uno come Raph, ma anche se l’avesse avvisato il risultato sarebbe stato lo stesso.
            -Ma non farmi ridere, secondo te ho paura? Mi hai visto?-
            -Anche Beal è bello grosso, ma se l’è fatta sotto! Voi maschi siete tutti uguali fate la voce grossa e poi dentro siete solo delle femminucce impaurite-
Lisad giocava tantissimo sui difetti di lui, li conosceva bene perché aveva fatto la fusione con Astrid e ne sapeva di più dello stesso Raph. La tartaruga in rosso presa dalla rabbia l’afferrò per baciarla, ma anche questa volta lei sfoderò gli aculei e lo trafisse ad una guancia. Lei si divincolò, ma subito cercò di soccorrerlo.
            -Ma sei stupido! Non farlo mai più! Non sono la dolce Astrid o la flemmatica Nied, non sono proprio dolce e flemmatica. Ci sarà tempo e modo! Adesso fammi vedere la ferita-
L’aculeo era entrato dentro la carne e la ferita sanguinava copiosamente.
            -Scusami Raph…non me lo aspettavo-
            -Tu…non mi devi sfidare così e poi chiuderti a riccio-
            -Senti campione, perché non torniamo al rifugio e ne riparliamo un altro giorno, la ferita è molto profonda e non ho con me la cintura, Donnie o Nied sapranno cosa fare-
Si diressero in fretta al rifugio delle tartarughe.
Mentre Raph e Lisad si scambiavano le loro pericolose schermaglie amorose, Leo si era ripreso ed aveva portato i cristalli all’instancabile Donnie.
            -Ma sono i cristalli Niani! Non posso crederci, ma come li ha avuti Karai?-
            -Li hanno trovati gli uomini di Shredder in fondo al mare, sono proprio loro vero?-
            -Devono essere stati in mare per secoli, so che hanno mandato varie spedizioni sulla Terra per studiarci, non tutte devono essere andate a buon fine- poi rivolto al suo ricevitore -amore vieni un attimo in lab? Abbiamo qualcosa da mostrarti-
            -Arrivo subito “D” sono da Frel- disse Astrid e poi rivolta al Niano -torno tra un attimo -
In un lampo la Niana arrivò al rifugio delle tartarughe, stava seguendo Frel nelle sue ultime evoluzioni, era davvero cambiato molto e si rivolgeva spesso a lei per domande e chiarimenti.
            -Allora che volevi dirmi caro?-
            -Guarda questi cristalli-
            -Bè? Cosa hanno di speciale? Li hai fatti tutti oggi?-
            -No… ce li ha regalati Karai-
            -Come Karai…-
            -Li ha ereditati dal padre…diciamo- disse Leo.
            -Sono fantastici e sono purissimi, devono risalire a tanti anni fa! Vedi come brillano? Sembrano come i tuoi appena fatti-
            -Hai ragione lo avevo notato, normalmente diventano un po’opachi man mano che li usiamo e li ricarichiamo-
            -Devono essere appartenuti a qualche mio avo! Non hanno rinvenuto capsule?-
            -Sembra di no o almeno non me ne ha mostrate, ma erano in questa sorta di museo di Shredder, non sapevo di certo cosa cercare. Ci ha invitato a dare un’occhiata e a prendere cosa vogliamo - precisò Leo.
            -Bene andremo di sicuro a farle visita- disse allegra Astrid.
            -Come va con Frel?- chiese Beal- stamani all’allenamento l’ho visto più reattivo, ti ha anche quasi atterrato Astrid-
            -Sta migliorando a vista d’occhio, mi stava chiedendo qualche dritta su alcune mosse e poi sta passando tantissimo tempo nella capsula a fare imprinting, l’ho condizionato proprio bene, sono molto soddisfatta-
            -Se non sapessi che sei in buona fede, avrei una gran paura della tua forza psichica- Commentò Beal.
            -Lasciatemi almeno quella, visto che sono il ninja peggiore della compagnia dopo Frel…per il momento- disse ridendo.
Si sentì un bercio nella stanza della Tv e tutti uscirono a vedere.
            -Donnie! Astrid ! Dove diavolo siete, Raph è ferito!- Era Lisad in compagnia della tartaruga in rosso che si teneva una guancia.
            -Cosa è successo?- chiese Astrid.
            -Un piccolo incidente…l’ho infilzato con gli aculei-
            -Ho capito, ha fatto di nuovo la tartaruga maleducata! Sei un ragazzaccio Raph!-
            -Dai Astrid….non di fronte a loro- diceva piano Lisad.
            -Ma sei tremenda gli hai forato una guancia! Donnie è meglio se te ne occupi tu-
            -Potrei restare da solo con Donnie mentre mi cura? Non mi va che assistiate tutti- disse Raph tutto arrabbiato.
            -Va bene…ma ti ho chiesto scusa- diceva Lisad.
Donnie e Raph entrarono nel laboratorio, ormai era diventato il luogo più frequentato del rifugio, a volte il genio rimpiangeva le sue ore passate da solo a fare esperimenti.
            -Cosa sta succedendo tra voi due? Si può sapere?-
            -Ho tentato di baciarla, ma è peggio di una tagliola…Astrid non è così…immagino-
            -Vuoi dei consigli da me ? Perché hai tentato di baciarla? Vabbè che ami il pericolo-
            -Perché mi ha sfidato, ha detto che non avrei il coraggio di fare quello che Nied ha proposto a Beal-
            -Per la fascia di Orione! Ma non vorrete per forza fare quello stupido gioco…dammi retta è pericoloso, se poi Lisad ti si rivolta contro…ti fa a pezzi!-
            -Non è più forte di me….-
            -Non è questo il punto…cosa provi per lei?-
            -Mi piace…non lo so di preciso…non sono sicuro come voi tre…non lo so fare l’innamorato senza macchia che soffre in silenzio!-
            -A me sembra di sì…ormai i Niani li conosciamo da un bel pò e quante volte ci hai provato con Lisad?-
            -Questa non è la prima volta credimi…in quella precedente sono stato più attento…li ho scansati quei maledetti aculei! Ma poi che diavolo se ne fanno di quei cosi? Non sono tanto pacifici?-
            -Sono vestigiali-
            -Sono che?
            -Li hanno ereditati dai loro avi che erano guerrieri, alcuni non li hanno, altri si. Vestigiali significa che hanno perso la loro funzione originaria-
            -A me sembra che funzionino benissimo!-
            -Credo che sia stata una scelta del Consiglio Scientifico, i prescelti dovevano avere a che fare con i terrestri in qualche modo… in effetti li possono usare come armi…ma tornando a Lisad, perché non provate a stare insieme civilmente?-
            -Non ci vengo a vivere su Marte, te lo puoi scordare!-
            -Con il Tartunnel sarà dietro l’angolo-
            -Non mi piace lo stesso l’idea e poi non so se voglio davvero stare con una come lei…prima la trovavo interessante…ora comincio a pensare che provarci con lei sia una pessima idea, ha un caratteraccio!-
            -Lo sai vero che ha sofferto molto per Nil-
            -Non parla di sé volentieri-
            -Temo che siate troppo uguali! Comunque tu sai cosa è successo tra lei e Nil-
            -Sì… ricordo bene come a ha reagito quando ha saputo tutta la verità da Astrid-
            -Raph…ora capisci perché è così dura con te? Ha scoperto che Nil l’amava…lei lo aveva odiato tanto ed ora lui è morto…ha subito un forte trauma-
Raph rimase in silenzio un attimo e poi commentò banalmente:
            -Ma la vita va avanti!-
            -Come se fosse facile! Tu non sai cosa vuol dire essere innamorati-
            -Mi sembra che porti solo rogne!-
            -E’ esattamente quello che pensa Nied, fareste proprio una bella coppia!- Donnie si trattenne da infierire ulteriormente, non voleva irritarlo. Grazie alla cintura la ferita già rimarginava, gli mise un bel cerotto e gli disse:
            -Dammi retta non giocare col fuoco…ti scotterai, nessuno riesce veramente a non farsi coinvolgere…nemmeno Nied…credo che abbia un debole per Beal, ma non lo vuole ammettere-
            -E tu come lo sai?-
            -Sono un genio, no?-
            -Ah sì….- Raph uscì da laboratorio più confuso di prima.
            -Come stai?- chiese Lisad con un tono veramente pacato, non sembrava lei.
            -Una sciocchezza, sta già rimarginando-
            -E’ stata un reazione istintiva…tu non dovevi aggredirmi-
            -Non ti stavo aggredendo…va bene che non so baciare…però non ho mica impugnato i sai! Sei troppo irruenta- Disse cencio di straccio.
            -Allora che vogliamo fare?- Chiese Lisad.
            -Che vogliamo fare?-
            -Oh ma insomma! Mi sembra di parlare con Mikey!-
            -Intendi la relazione solo sesso finché non parti?-
            -Prometto che non ti trafiggerò…-
            -Mi è stato consigliato di non farlo-
            -E’ stato Donnie vero? Lui è confuso dagli ormoni, cosa vuoi che ti dica, vede solo Astrid, non può concepire qualcosa del genere-
            -E Mikey? Che è tanto innamorato. E Leo? Il nostro leader senza paura si comporta come un padre di famiglia…senza il “lato positivo” di avere una moglie!-
            -Sbagliano entrambi, con delle umane poi…ma a te interessa quel “lato positivo”…vero?- disse maliziosa.
            -Non parlarmi come se fossi un maniaco! Ho vissuto fino ad ora senza, posso farne a meno!- Anche Raph si stava infuriando, le Niane erano proprio complicate, Donnie gli faceva più pena che altro.
            -Va bene non ti arrabbiare pensaci, se ti va sai dove trovarmi-
Lisad come al solito non aspettava mai le risposte, dava per scontato che si facesse come diceva lei, solo Astrid poteva avere l’ultima parola. E per quel motivo andò subito a cercarla. Bussò alla sua stanza ma non c’era, allora andò nel soggiorno dei Niani e vide una scena che le gelò il sangue nelle vene: Frel la stava baciando. Rimase impietrita aspettando una reazione di lei, che per fortuna avvenne istantaneamente: Astrid afferrò Frel, gli tirò una ginocchiata nello stomaco e lo buttò a terra.
            -Ah Lisad capiti a proposito, me lo tieni fermo mentre gli tolgo per sempre certe idee dalla testa!-
            -Con piacere! Che volevi fare Frel?-
            -Ecco io non so… abbiamo un legame speciale adesso…mi era venuta vicino-
            -Mi hai chiesto tu di farti vedere quella mossa di karate! Idiota che non sei altro!-
Mentre Lisad teneva Frel, Astrid gli entrò nella testa e fece qualcosa che nemmeno lei sapeva di poter fare, gli cancellò la memoria e qualsiasi interesse fisico lui avesse per lei. Frel rimase svenuto a terra per lo shock.
            -Astrid…ma gli hai cancellato davvero la memoria?-
            -Temo di si…-
            -Sapevi di poterlo fare?-
            -Non proprio-
            -Andrà tutto bene?-
            -Credo di si…non credo sia colpa sua…gli ho fatto il mio primo vero condizionamento…devo aver sbagliato qualcosa…mi sento così in colpa verso Donnie-
            -Ma stai scherzando? Non è colpa tua!... O si? Non ti piacerà mica Frel?- Disse disgustata.
            -No cosa dici…mi dispiace che alla prossima fusione Donnie lo vedrà, sarà meglio che glielo racconti-
            -Vedrai che capirà…rilassati un attimo, siete legati per sempre! Ho pure l’impressione che il vostro legame tartaruga-Niana sia più forte di quello Niano-Niana o mi sbaglio?-
            -Forse non sbagli, ho avuto anche io questa impressione-
            -Ferma tutto…non sono Nied non saprei trovare una spiegazione scientifica… e poi...sono venuta io per chiedere consiglio-
            -Ok… dimmi pure-
            -Senti…ho proposto a Raph di divertirci un po’ prima di partire definitivamente per Marte…hai capito cosa intendo?-
            -Oh no anche tu! Che vi prende a tutti quanti! Hai visto cosa è successo a Beal, vuoi che succeda anche a Raph?-
            -Non credo che lui sia innamorato di me…gli piaccio tutto qui-
            -Guarda che le relazioni cominciano così di solito…mica uno si innamora in un lampo! Non tutti per lo meno. Io ho fatto una fusione con Donnie, ricordi? Altrimenti non saremmo arrivati così presto a questo punto-
            -Allora forse non è stata una buona idea la mia…-
            -Ormai è fatta non ti resta che provare, sarò a tua disposizione quando verrai a piangere da me, non preoccuparti!-
Frel si svegliò e disse:
            -Cosa è successo?-
            -Mi avevi chiesto un parere su una mossa di karate. Io l’ho fatta ma…non l’hai incassata tanto bene e sei svenuto. Come ti senti?- mentì Astrid.
            -Un po’ confuso, non ricordo nulla-
            -Ti mostrerò la mossa un altro giorno, vai a riposare-
            -Agli ordini numero 3- rispose Frel e se ne andò nella sua stanza.
            -Sembra che abbia funzionato- disse Lisad.
            -Speriamo....meno male che tra poco parte- disse Astrid preoccupata.
Frel si sdraiò sul letto, aveva una sensazione strana, come se volesse ricordare qualcosa, ma proprio non gli veniva in mente. Pensò alla persona che era diventato, si sentiva molto più sicuro di sé e finalmente non era così indifeso come quando era giunto sulla Terra, non vedeva l’ora di tornare alla stazione orbitante e compiere la sua importantissima missione.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Leo e Karai hanno fatto pace, resterà solo un’amicizia?
Intanto Raph finalmente ci ha provato con Lisad, chiaramente lei è una Niana tosta, non sarà facile da gestire,  ne vedremo delle belle ;-)
Quel ciucchettone di Frel ha osato baciare Astrid…ma presto partirà…la memoria sarà stata cancellata?
Non manca molto alla partenza per Marte per la fase uno: risvegliare il pianeta dormiente.
 
Grazie a tutti voi che mi seguite numerosi
:-*
Al
 

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Capitolo 40
*** Il piano Marte si sta delineando, le storie sentimentali si complicano ***


Leo oramai andava tutte le sere a trovare Karai e passava un po’ di tempo con il piccolo Leonardo, sembravano quasi una
 
famiglia. La bella guerriera si era rimessa perfettamente, tanto che una sera volle sfidare Leo ad un combattimento quando
 
il piccolo già dormiva. Si recarono nella palestra che era tornata come nuova.
 
            -Ti ricordi quante volte ci siamo affrontati da nemici?- Diceva Karai sorridente.
            -Come dimenticarlo, sei sempre stata un avversario difficile, anche se sei una donna non ti ho mai sottovalutato, ma non avrei mai voluto farti del male, è un sollievo che non siamo più avversari-
 
            -Ti dispiaceva? Anche tutte le volte che ti ho colpito duramente?-
            -Sì…ti vedevo come una vittima di Shredder…lui non aveva nessun senso dell’onore, a differenza di te-
 
Leo avrebbe anche voluto dirle che non avrebbe mai voluto deturpare quel viso e quel corpo bellissimi, ma ovviamente non poteva.
 
            -All’inizio il fatto che siete tartarughe mi rendeva facile il compito, ma dopo col tempo conoscendovi anche per me era diventata molto dura combattervi. Ma il mio senso dell’onore mi legava a mio padre, mi aveva trovata da piccola per strada,  mi salvò la vita-
 
            -Non ti devi giustificare, quello che conta è che adesso siamo liberi di essere amici…allora combatti?-
Impugnarono le katane, Karai ne usava una sola di solito, ma era molto brava con tutte le armi che potevano capitarle a disposizione. Mentre lottavano continuavano a parlare.
 
            -Sei un po’ arrugginita, si vede che ti sono mancati dei degni avversari- la prendeva in giro Leo.
            -Caro Leonardo, non hai più la prestanza e l’incoscienza dei teenager!- ribattè lei competitiva, il fatto che fosse diventata mamma non l’aveva cambiata poi molto.
 
            -Vorresti darmi del vecchio? Tu quanti anni hai?-
            -Non sai che non si chiede l’età ad una donna?- Karai gli tolse una katana dalle mani con forza inaspettata.
            -Ehi! Calma scherzavo…sei sempre bellissima-
 
Leo si morse il labbro inferiore, avrebbe voluto fare harakiri dopo quella dichiarazione spudorata.  Karai si fermò e lo
 
guardò con stupore.
 
            -Bellissima per essere un’umana…intendevo…però non voglio dire che sei brutta…insomma-
 
Leo era proprio imbranato con le donne, ma del resto non aveva molta esperienza.
 
            -Non fraintendere Karai, non so come ci si comporta con le umane, ne conosco poche, non ho mai nemmeno avuto una fidanzata-
 
            -Tu non hai mai avuto una fidanzata?-
            -E come potrei, non esistono altre tartarughe e per voi sono un mostro….-
            -Ma Mikey ha una fidanzata umana…-
            -Ti ho raccontato la storia…non credo che funzionerà…-
            -Perché sei così negativo?-
            -Come perché?-
            -Credo che non dovresti essere così duro con te stesso, l’aspetto non è tutto-
 
Leo avrebbe tanto voluto chiederle cosa veramente pensasse di lui, ma rimase lì impalato a guardarla.
 
            -Allora continuiamo?- Chiese lei.
 
Leo parò un colpo di Karai, che aveva ripreso a sfidarlo, ma lui era come imbambolato.
            -Su coraggio combatti!- Lei voleva cambiare il soggetto della conversazione.
            -Karai…io…- ma non riuscì a finire la frase
            -Cosa ti è preso tutto d’un tratto? –
 
Non reagiva e allora lei lo spinse per scuoterlo, Leo perse l’equilibrio, cadendo la colpì involontariamente alle gambe e
 
finirono entrambi a terra, lui appoggiato sul dorso e lei sopra il suo petto corazzato, le loro labbra a pochi centimetri.
 
            -Karai…tu pensi che potrai…mai-
 
Dopo un istante di esitazione in cui gli sguardi si incontrarono, lei scattò in piedi come spaventata e si girò di schiena.
 
            -Penso che dovresti andare adesso, vorrei restare sola….se non ti dispiace- gli disse tristemente.
            -Capisco…- Leo prese le sue katane e se ne andò, mentre correva a perdifiato poteva ancora sentire il tintinnio di terracotta dello scaccia spiriti di Karai, era una lama affilata nel suo cuore.
 
Dall’altra parte di New York invece Mikey stava saltellando allegramente di tetto in tetto per raggiungere la sua bella
 
Isabel,  arrivato alla finestra delle cucina si accorse che non era sola, c’erano altre due persone con lei. Si avvicinò senza
 
farsi scorgere e rimase in ascolto.
 
            -Non capisco perché sei venuto, nemmeno mamma ha osato disturbarmi e tu vieni a casa mia con questa donna?-
 
Era Isabel che parlava, era su tutte le furie, suo padre le aveva portato a far conoscere la sua nuova fiamma e cercava di fare pace.
 
            -Tua madre è un’egoista, almeno io sono venuto a vedere come stai! Lei non si è fatta viva-
            -Perché le ho chiesto di non venire! Ci siamo sentite varie volte per telefono le ho detto che l’avrei invitata quando me la sentivo…ti ho lasciato un messaggio nella tua segreteria telefonica…visto che tu nemmeno hai tentato di chiamarmi…e ora te ne vieni con questa ragazzina a casa mia, ma quanti anni hai? Le hai finite le elementari?-
            -Ho venticinque anni sono più grande di te, carina!- rispose la famosa Sharon.
            -Mio padre ne ha quarantotto!! Quale trauma infantile hai subito per stare con uno che ha il doppio dei tuoi anni?!-
            -Non osare parlare a Sharon in questo modo signorinella-
            -Basta fuori di qui! Subito! -
            -Tu non puoi parlare così a tuo padre!-
            -Certo che posso, questa è casa mia, pago l’affitto con i miei soldi e sono maggiorenne! Fuori di qui!-
            -Non ce ne andiamo finché non chiedi scusa-
 
Isabel era fuori di sé, anche Pedro si era messo ad abbaiare e ringhiare, in quel momento sarebbe servito davvero un cane
 
ninja, ma era solo un cucciolo. Ad un certo punto si spalancò la finestra ed un mostro verde con un sorriso a trentasette
 
denti entrò dicendo.
 
            -Buonasera! Come sta signor Bank? Era tanto che volevo fare la sua conoscenza! Sharon come butta? -
            -Ma tu cosa sei?- disse il padre di Isabel, mentre la sua amante urlava come un’ossessa.
 
Isabel per un attimo rimase un po’ sconcertata, poi cominciò a ridere a crepapelle.
            -Senta signor Bank lo so che Isabel è ancora giovane ma volevo chiederle…il permesso…insomma…vorrei chiederle la mano di sua figlia-
 
            -Isabel che cosa sta dicendo questo mostro! Lo conosci?-
            -Certo papà, ti presento Mikey, il mio ragazzo- e continuò a ridere.
            -E’ il soggetto dei tuoi quadri…lo riconosco…allora è vero non sei impazzita-
 
Sharon aveva smesso di urlare ed era appoggiata ad una parete, non riusciva nemmeno a muoversi.
 
            -Mikey mi ha salvato la vita, ricordi quando ho cercato di gettarmi dal cornicione? Era lui che veniva a trovarmi tutte le sere…non ho un amico immaginario come pensavate voi-
 
            -Ma come può essere vero…e come può essere il tuo fidanzato…è una tartaruga-
            -E’ molto più uomo di te!- rispose Isabel- ammesso che “uomo” sia un complimento-
            -Signor Bank mi dispiace molto di non essere la persona che vorrebbe…ma voglio solo il bene per sua figlia, mi creda…-
            -Ma tu….ma sei un alieno?-
            -No, è una storia lunga, magari un giorno gliela racconterò, sono un terrestre, ho degli amici alieni però- Mikey si tappò la bocca non era proprio il caso.
            -Alieni?  Lo sapevo che esistono! Mia zia ne ha incontrato uno, ecco perché è rimasta incinta…anche se mio zio era sterile- disse Sharon, tutti la guardarono con compassione.
            -Questo è solo uno scherzo vero? Quello è un costume, il costume più incredibile che abbia mai visto, ma un costume-
            -Se ti fa piacere crederlo per me va bene- disse Isabel- adesso però dovete andare, vero?-
            -Ecco io…sì forse …sarebbe meglio- disse Bank disorientato, prese Sharon per un braccio e si avviò alla porta.
            -Arrivederci signor Bank, Sharon, piacere di avervi conosciuti- disse Mikey agitando un fazzoletto, non sentì la risposta, entrambi erano ancora troppo scioccati. Quando la porta si chiuse Isabel si precipitò tra le braccia di Mikey.
            - Grazie al cielo sei venuto-
            -Non sei arrabbiata con me? Non potevo restare fuori senza far nulla…-
            -Non me ne importa più nulla di quello che può pensare, tanto meno quella svampita di Sharon. Sei incredibile, gli hai pure chiesto la mia mano!-
            -Te l’ho detto che l’avrei fatto! Visto non è scappato…o quasi…è andato via lentamente! Però non ha risposto-
            - Oh Mikey, sono senza parole-
            -Quella era Sharon? Poverina…ma non è che arrestano tuo padre per pedofilia?-
 
Isabel ridacchiava e Pedro saltellava felice intorno a loro, ispirato dalla situazione Mikey accese lo stereo e si mise a ballare
 
la breakdance, era un ottimo ballerino.  Quello era veramente troppo, Isabel non riusciva più a smettere di ridere, lui la
 
prese in braccio e girò su se stesso, l’appoggiò a terra e si misero a ballare il valzer a ritmo di Hip Hop.  Finito il balletto si
 
buttarono sul divano.
            -Credo che mio padre non si farà vivo per un pezzetto…-
            -Peccato! Non ho capito la risposta. Quindi me la dà la tua mano o no?-
            -Lascia stare è una causa persa…com’è stata la tua giornata?- 
            -Tutto bene, Splinter dice che sono migliorato molto, dice che è grazie a te-
            -Davvero? Come è possibile?-
            -Dice che sono maturato molto da quando ti conosco e che mi concentro di più! Ho battuto anche Raph!-
            -Non sai quanto mi fa piacere…tu fai tanto per me…a volte mi chiedo se ti merito…-
            -Isabel…- Mikey era sorpreso- non dire così…sono così fortunato ad essere il tuo ragazzo…nemmeno ci credo quando lo dico-
 
Pedro si mise ad abbaiare, sembrava voler mettere fine alle smancerie e sicuramente voleva essere considerato, saltò sulle gambe di Mikey e gli leccò la faccia.
 
            -Ok basta, basta bello, ho capito! Anche io ti voglio bene-
            -Mikey avevo ordinato la pizza, ti va?-
            -E me lo chiedi?-
 
Come quasi ogni sera quando era freddo, si misero a guardare la Tv, Mikey appoggiato al divano, Isabel sdraiata su di lui e
 
Pedro sulle gamme di lei, mentre mangiavano la pizza.  Passavano sempre la notte insieme ed i weekend, mentre su
 
settimana Mikey tornava la mattina al rifugio per allenarsi e lei si metteva a lavoro.
 
Quella mattina quando la tartaruga in arancio arrivò, trovò Leo che colpiva con violenza il sacco da boxe di Raph invece di meditare.
            -Leo cosa succede?-
Normalmente non avrebbe mai parlato a Mikey dei suoi problemi, ma era un caso particolare, più di tutti poteva capire cosa gli stava succedendo.
            - Credo che non potrò più vedere Karai-
            -Perché? Non capisco-
            -Temo che abbia capito cosa provo per lei…e ieri sera mi ha mandato via-
            -Ti ha detto proprio di andartene e non tornare più?-
            -Non esattamente, mi ha chiesto di lasciarla sola, era molto triste-
            -Ma tu cosa le hai detto esattamente?-
            -Per la verità non molto…parlavamo di te ed Isabel e mi ha detto che il nostro aspetto non conta, che non ci vede nulla di male nella vostra storia…io ho tentato di chiederle se lei avrebbe mai provato qualcosa per me…non sono nemmeno riuscito a finire la frase-
 
            -Forse è triste per suo marito…forse ha solo bisogno di un po’ di tempo. Non ci credo che ti abbia mandato via per sempre, tu non ti devi arrendere-
 
            -Non lo so…penso che sia meglio che per il momento non mi faccia vivo…non ne ho il coraggio-
 
Leo aveva smesso di colpire il sacco, si sentiva stanchissimo, non era andato a dormire ancora e per la prima volta in anni
 
decise di non allenarsi né meditare e se ne andò in camera, voleva solo cercare di dormire.
 
Tutto il solito entusiasmo di Mikey sparì in un attimo, avrebbe voluto fare qualcosa per il fratello, ma non sapeva cosa,
 
decise che avrebbe fatto passare qualche giorno, ma che se non si fosse smosso nulla sarebbe andato lui stesso a parlare con
 
Karai. Mentre rimuginava sul divano qualcuno gli parlò.
 
            -Sei così silenzioso, non sembri tu, cosa ti è successo?- era Beal che da quando era rimasto ferito abitava con le tartarughe per stare lontano da Nied.
 
            -A me niente, con Isabel va tutto benissimo…è Leo che mi preoccupa-
            -E’ una faccenda di cuore? E’ per quella Karai?-
            -Sì…sembra che non ricambi i sentimenti di Leo…però credo che non si siano chiariti veramente-
            -Non è facile a volte-
            -Certo che lo è, basta dire quello che si pensa!-
            -Non si può dire sempre quello che ci passa per la testa, spesso gli altri non sono pronti ad ascoltare- Beal si meravigliò di aver pronunciato quelle parole.
 
            -Vuoi dire che è quello che è successo a te? Donnie mi ha raccontato tutto…ops  forse non te lo dovevo dire-
            -Non c’è problema Mikey, a quanto pare sei tu il massimo esperto di sentimenti…magari mi dai qualche suggerimento per il futuro-
 
            -Perché non sei rimasto a parlare con Nied?-
            -Perché non mi stava ascoltando-
            -Nied non è una stupida e non è vero che non ha sentimenti, era preoccupata per te quando eri in gabbia, so che è stata tante ore a vegliarti tutti i giorni, aveva paura che ti uccidessi-
 
            -Dici sul serio? Ecco come ha fatto a vedermi piangere-
            -Non lo sapevi?
            -Credevo che lo avesse fatto qualche volta-
            -No, quasi tutte le sere, aspettava che ti addormentassi-
            - A volte non riuscivo a dormire-
            -Credo che lei abbia passato anche tante notti insonne allora, perché spesso mi è capitato di incontrarla presto la mattina quando tornavo da casa di Isabel-
 
            -Astrid non me lo ha detto-
            -Forse non lo sa nemmeno lei-
            -Allora perché si comporta così?-
            -Perché non glielo chiedi?-
            -Sono ancora arrabbiato con lei-
            -Perché siete tutti così cocciuti! Non vi capisco. Tu poi non hai nessuna scusa, è una Niana come te,  potreste mettere su famiglia ed avere tante piccole lucertoline color arancio (tu sei rosso, lei è dorata) che è pure uno splendido colore! Ma no! Dovete stare lì a complicarvi la vita!-
 
Mikey si alzò arrabbiato dal divano e se ne andò nel dojo a fare un po’ di esercizi ed ad aspettare gli altri, non aveva più
 
voglia di parlare. Beal rimase lì come un torsolo di mela scartato a riflettere su quelle parole.
 
Finalmente cominciarono gli allenamenti, anche Beal partecipava, adesso lui e Frel erano perfino diventati amici. Mikey
 
giustificò Leo dicendo che era malato e che doveva riposare, ma non ci credette nessuno. Oggi Frel doveva affrontare
 
l’agile Mikey, Raph volle confrontarsi con Beal, restava la coppia Lisad ed Astrid. Splinter le teneva d’occhio perché
 
avevano il brutto vizio di chiacchierare durante l’allenamento.
 
            -Ragazze avete tutto il tempo fuori dal dojo per parlare, su concentrazione!- commentava Splinter scuotendo la testa, le femmine erano uguali in tutto l’universo.
 
Frel migliorava a vista d’occhio anche se non aveva ancora colpito nessuno. Beal aveva sempre la meglio su tutti, ma Raph
 
non si voleva arrendere e cocciuto continuava a prenderle da lui. Lisad si era ripresa da tempo la rivincita su Astrid, il
 
miglior soldato Niano femmina era senza dubbio lei. Ad un certo punto la porta del dojo si spalancò e un Donnie tutto
 
euforico entrò facendo tutta una serie di acrobazie.
 
            -Eureka!Ce l’ho fatta!-
            -Amore, i cristalli? –
            -Finalmente ci sono riuscito e posso pure migliorarli-
 
Il genio aveva lavorato giorni e giorni alla realizzazione dei cristalli e adesso sapeva tutto sulla loro composizione, purezza,
 
durezza, densità e cosa ancora più importante era in grado di riprodurli. Ci fu subito una megariunione con i Niani nel laboratorio.
 
            -Donnie sei veramente incredibile, dovresti diventare cittadino Niano onorario!- disse Frel.
           
            -Di sicuro diventerò un marziano con voi! Adesso però dobbiamo discutere su come colonizzeremo Marte. Ho
 
preparato una simulazione su cosa accadrebbe se innescassimo una reazione a catena per creare un ciclo dell’acqua anche
 
sul pianeta rosso. Ai poli è presente molto ghiaccio ed anche il sottosuolo né è ricco, riguardo questo i vostri dati
 
coincidono con quelli recenti della  NASA.  Il problema è che il sottosuolo marziano è meno attivo in confronto ad un
 
pianeta vivo come la Terra, quindi è importante creare anche lì una tettonica delle zolle. Di conseguenza dovranno formarsi
 
anche dei vulcani marziani che ci serviranno anche per caricare i cristalli-
 
            -Vorresti dire che dobbiamo creare dei terremoti?- chiese Rel.
            -E’ grazie anche alle grandi catastrofi che la Terra è un pianeta vivo e vario! E’ sempre in continuo rimodellamento, ma noi possiamo farlo in modo più controllato, non preoccuparti-
 
            -Ma come facciamo a far ripartire i moti convettivi del magma? Il nucleo di Marte si muove in modo lentissimo, anzi forse non si muove più, infatti il pianeta non ha poli magnetici come Terra- disse Frel.
 
            -Con i cristalli esplosivi innescheremo una reazione a catena!- rispose Donnie.
            -Dovremo perforare la superficie di Marte fino quasi al nucleo?-
            -Non sarà necessario, basterà arrivare a due terzi sotto la superficie. Ho scoperto un cratere marziano molto profondo dove possiamo cominciare la perforazione. Altri cristalli esplosivi verranno messi in altri punti strategici per il ciclo dell’acqua-
 
Un ologramma sospeso a mezz’aria faceva vedere tutte le fasi. Prima l’esplosione vicino al nucleo di Marte, che
 
determinava la formazioni di alcuni vulcani sopra e dei moti convettivi sotto la crosta marziana. Quasi
 
contemporaneamente dopo le esplosioni ai poli e all’equatore si formavano grosse nuvole temporalesche. Poco a poco si
 
vedeva che intorno al pianeta prendeva forma una sorta di alone.
 
            -Vedete?  Tutti questi sconvolgimenti creeranno una vera e propria atmosfera come sulla Terra. Grazie poi al
 
movimento del nucleo si formeranno i poli magnetici e quindi la magnetosfera. Entrambe atmosfera e magnetosfera ci
 
difenderanno dalle radiazioni spaziali, dai venti solari, ma soprattutto l’acqua potrà esistere in forma liquida sulla
 
superficie. Il clima diverrà più mite e prevedo che Marte non sarà rosso, ma violetto a causa del pulviscolo ricco di ossidi del ferro-
 
            -Il pianeta rosso diventerà violetto? Così i terrestri si accorgeranno di tutto questo- disse Lisad allarmata.
 
            -Cercheremo di nascondere più a lungo possibile la nostra presenza e le nostre azioni agli umani. Dovremo
 
manomettere i tre satelliti della NASA che girano attorno a Marte ed anche la sonda Opportunity che si trova al momento
 
sulla superficie. Comunque qui sulla Terra siamo così indietro con la ricerca a causa della crisi economica mondiale, che
 
prima che qualche nazione mandi qualcuno a curiosare sarà diventato oramai il “vostro” pianeta e dovranno rassegnarsi.
 
Siamo comunque troppo vicini perché non si accorgano di noi prima o poi- spiegò Donnie.
            -Il “nostro” pianeta volevi dire, anche tu ormai sei parte del tutto- disse Astrid sorridente e aggiunse- chi vuole far parte della prima spedizione?-
 
Astrid, Nied, Beal, Lisad, Donnie, Mikey e, con grande sorpresa di tutti anche Raph, alzarono la mano.
 
            - Mikey, Raph…non siete obbligati…- disse Astrid.
            -Non significa che poi resterò su Marte, ma voglio partecipare!- disse Raph.
            -Se non sarà una cosa lunga vengo anche io- aggiunse Mikey che pensava ad Isabel.
            -Si può fare, sto costruendo delle cinture Enerzoniche anche a prova di tartaruga…ho avuto molto tempo tra la creazione di un cristallo e l’altro- disse Donnie.
 
            -Molto bene, quanto ci vorrà per avere tutti i cristalli che ci servono?- chiese Astrid.
            -Ci vorrà molto…devo ingrandire il macchinario per averne più di due al giorno, ma quelli per l’esplosione saranno pronti per quando Frel dovrà partire. Quelli invece per la riserva di energia li posso creare con calma, per il momento abbiamo tanti cristalli di origine Niana che possiamo usare nelle prime fasi del piano-
 
            -Perfetto! Sappiate però che chi non parteciperà alla prima fase dovrà dare il suo contributo nella seconda fase, cioè dovrà fare i viaggi di ricognizione su Marte per vederne l’evoluzione e comunicare i dati a Donnie su Terra- Precisò Astrid.
 
            -Non c’è problema, ritengo di essere più adatto a questo tipo di missione- disse Rel.
            -Anche a me sta bene- aggiunse Mead.
            -Nied sei sicura che vuoi venire con noi subito all’inizio? Non vuoi fare le ricognizioni come Rel e Mead?- Chiese Astrid.
            -Penso che sia importante avere un medico a disposizione se succede qualcosa a qualcuno di voi. Se dovessi essere di intralcio potrei semplicemente aspettare in orbita, ma pronta ad intervenire a bisogno. Posso fare anche le ricognizioni dopo-
            -Molto bene, credo che la tua presenza sarà importante, ma spero non necessaria- commentò Astrid ed aggiunse-
 
Donnie cosa possiamo fare per aiutarti nella creazione dei cristalli esplosivi?-
 
            -Per fortuna si realizzano in metà tempo rispetto gli altri e ne ho fatti già alcuni, vorrei che qualcuno andasse a prendere la lava ed imparasse ad usare il macchinario. Nel mentre ne costruirò uno più grande e finirò le cinture per me ed i miei fratelli-
 
            -Ti darò io una mano Donnie, è un piacere lavorare con te- disse Beal.
            -Conta pure sul mio aiuto- aggiunse Frel.
            -Grazie ragazzi-
 
Le prime due fase del piano di Donnie erano ormai state accettate da tutti, la terza fase sarebbe stata quella che i Niani già
 
conoscevano, la costruzione della base, la creazione in laboratorio di piante e animali per colonizzare il pianeta. Frel si
 
avvicinò ad Astrid e le chiese di parlarle in privato.
 
            -Astrid, vorrei che tu mi aiutassi-
            -Che succede Frel, hai cambiato idea? Non vuoi partire?-
            -No, non ho cambiato idea…ma vorrei imparare a difendermi ed attaccare…credi che un imprinting ed un tuo condizionamento potrebbero aiutarmi?-
 
            -Non mi piace condizionare…ma visto che sei tu a chiedermelo lo farò…Preparo i dati necessari nella tua navetta, ma ti condizionerò in modo non permanente. Ne sarai fuori quando entrerai in ibernazione, cioè quando avrai compiuto la tua missione-
 
            -Mi sta bene-
            -Incontriamoci alla tua capsula tra un’ora-
            -Affermativo!-
 
Come previsto Frel raggiunse la sua navetta, Astrid era lì che lo aspettava ed aveva già caricato tutti i dati necessari per
 
l’imprinting da guerriero nel computer di bordo come richiesto. Appoggiò le sue mani sulla testa del Niano ed entrò nella
 
sua mente. Si concentrò subito sulle sue paure, erano decisamente tante, le rese meno incisive, meno determinanti per lui,
 
ma non le eliminò. Riteneva che fosse pericoloso un guerriero senza paura, poteva mettere troppo a repentaglio la sua vita e
 
quella degli altri. Cercò di rendere più importante quell’istinto di sopravvivenza che nei Niani era più sopito rispetto ai
 
terrestri ed amplificò la motivazione di Frel a raggiungere il suo obbiettivo. Aumentò l’interesse del Niano per le arti della
 
guerra, mantenendo alto però l’amore per la pace. Poi rese il condizionamento temporaneo, ma lasciò un messaggio
 
mentale: “ Frel se sarai felice di come sei diventato sarai tu a decidere se restare così o sciogliere il condizionamento,
 
sarà comunque una tua decisione e quindi non sarà più un reale condizionamento”.  Quando si staccarono, Astrid notò
 
subito qualcosa di diverso in Frel e gli disse.
 
            -Come ti senti?-
            -Molto bene grazie, mi sento molto motivato…immagino che tu ci abbia messo il tuo zampino, ma è giusto così, te l’ho chiesto io stesso…voglio subito mettermi a lavoro-
 
Entrò nella sua capsula, doveva fare almeno quattro ore al giorno da intervallare con gli allenamenti nel dojo, mancavano solo quindici giorni alla sua partenza.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Il povero Leo ha provato a dichiarsi, ma Karai non glielo ha permesso, riuscirà a riavvicinarla? Invece la storia tra Mikey e Isabel diventa sempre più importante, il nostro eroe in arancio è perfino riuscito a chidere la mano di Isabel…spero che la scenetta vi abbia fatto sorridere, io mi sono divertita molto a scriverla.
Il piano Marte diventa sempre più complesso, spero di essere stata chiara, non sono idee proprio campate in aria, dietro c’è un ragionamento che passa dallo scientifico al fantascientifico con una sua logica, almeno credo XD.
Frel vuol migliorare, vuole diventare come i suoi amici più coraggiosi e quindi chiede un vero e proprio condizionamento ad Astrid, spero che il risultato vi piacerà
 
Grazie a tutti voi che seguite, tengo tanto a questa storia e l’ho scritta con tanto entusiasmo dall’inizio alla fine.
 
Con affetto virtuale
 
Altair
 
 

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Capitolo 41
*** In rotta per lo spazio ***


Era il giorno della partenza per il “controllore” e fervevano i preparativi.
           
            -Molto bene Frel, ora farai la fusione con me e Beal per gli ultimi dettagli. Siamo molto orgogliosi di te, sei migliorato tantissimo nel combattimento e sei molto più coraggioso- disse Astrid.
            -Questo lo devo a te, mi hai reso un Niano nuovo, e anche grazie a Splinter, alle tartarughe, Beal e Lisad che mi avete insegnato veramente tanto, non vi deluderò-
 
Astrid e Beal si avvicinarono e formarono il solito cerchio, passarono le ultime informazioni per la missione di Frel e poi
 
anche gli altri Niani si unirono a loro per salutarsi con le loro impressioni più che con le parole. Il loro rituale serviva e
 
renderli più uniti e avrebbero avuto più memorie da ricordare e tramandare ai loro discendenti.
 
Frel, che da prescelto era diventato controllore, aveva ora tutte le nozioni utili per convincere il Consiglio e lo Stato
 
Supremo che il progetto Marte era possibile e che Redol era un traditore. Per prima cosa però doveva entrare in contatto
 
con la madre di Astrid. Donnie si rivolse ai presenti che non erano stati aggiornati sulle novità.
 
            -La capsula di Frel ha dei cristalli potenziati, potrà fare due salti nell’iperspazio in più, così arriverà prima di quello che si aspettano ed avrà tutto il tempo di muoversi in segreto. Inoltre le sue armi e la sua cintura sono più potenti e potrà difendersi meglio, anche se credo che ce ne sarà bisogno-
            -Bene…è giunto il momento per me di partire, è stato un onore essere qui ospite su Terra. Auguro a tutti buona fortuna, ci rivedremo tra molto tempo. Finché sarò nel sistema solare potrete mandarmi informazioni sulla missione Marte-
            -Contaci- disse Donnie
            -Addio-
 
Detto questo Frel entrò nella sua capsula potenziata ed in pochi attimi era già fuori dalle fogne, in pochi secondi era passato
 
oltre la Luna.
 
Il giorno dopo ci sarebbe stata la partenza per la prima fase della missione marziana, mancavano ancora dei cristalli per
avere tutta l’energia di cui avevano bisogno.
 
Mikey aveva passato più tempo possibile con la sua Isabel e le aveva dato una speciale ricetrasmittente per contattarlo
 
mentre era in viaggio. Leo aveva rispettato i patti, aveva passato del tempo in compagnia di Karai ed il piccolo Leo
 
evitando al massimo le situazioni imbarazzanti. Anche lui aveva lasciato ai suoi amici umani un mezzo di comunicazione
 
per sentirsi ogni tanto. Raph e Lisad avevano deciso di rimandare la loro discussione al ritorno dalla prima fase della
 
missione. Donnie ed Astrid avevano chiarito la situazione creatasi con Frel, senza nessun problema. Tutto sembrava pronto
 
e perfetto, troppo perfetto, ma c’era chi non stava tranquillo. Astrid e Lisad erano nel soggiorno dei Niani che
 
chiacchieravano nella loro lingua madre.
 
            -Senti Astrid ho come un brutto presentimento non potresti chiedere a Donnie di ricontrollare tutte le capsule?- diceva Lisad.
            -Se la cosa ti fa stare tranquilla glielo chiederò - rispose Astrid- non ti facevo così ansiosa-
            -E’ uno dei momenti più importanti della nostra missione, della nostra stessa esistenza, la vita di tutto il nostro popolo dipende da noi…te ne rendi conto?-
            -Sì certamente-
            -Cosa succede se sbagliamo qualcosa e saltiamo in aria insieme ai cristalli?-
            -Frel sarà ancora nel sistema solare, saprà che il processo è cominciato, ma che occorre una nuova spedizione che ci sostituisca!-
            -Ah bene, adesso sono più tranquilla! Grazie tante!-
            -I miracoli non li possiamo ancora fare, faremo del nostro meglio…ma perché questa sera non la passi con Raph? La partenza è domani mattina-
            -Abbiamo deciso di riparlarne quando torniamo-
            -Siete due fifoni-
            -Ora non ti ci mettere anche te! Non hai detto che era una pessima idea?-
            -Sì lo è, ma è peggio non fare nulla e lamentarsi come fai tu! La verità è che ho scoperto che sono una inguaribile romantica e vorrei vedervi tutti sistemati…sai che Raph ha un lato molto dolce, sono sicura che saprà sorprenderti-
            -E’ proprio quello che non voglio, che se lo tenga il suo lato morbido a me interessa quello ....-
            -Astrid? Lisad?- chiese Nied- cosa succede perché state litigando?-
            -Noi non stiamo litigando, sei tu quella tutta fine che non urla mai, stavamo discutendo!- rispose sgarbata Lisad.
            -Ho sentito che parlavi di Raph, sta bene vero?-
            -Sì tranquilla è una roccia…senti ma tu che hai studiato tanto i terrestri me la daresti una dritta?… Astrid non mi racconta mai nulla…io a Raph abbiamo deciso di cominciare una relazione solo fisica, quando saremo di ritorno dalla missione-
            -Non so se è una buona idea…hai visto cosa è successo con Beal…non mi parla nemmeno più-
            -Siete troppo smidollati-
            -Non credo che sia questo il problema, vero Nied?- disse Astrid.
            -Ho sottovalutato l’emotività mia e di Beal…a noi mancano del tutto questo tipo di esperienze…avrei dovuto discuterne con te Astrid-
            -Beal è venuto da me-
            -Davvero?- risposero entrambe sorprese.
            -Mi ha chiesto un consiglio…sono stato io a convincerlo a provare-
            -La stessa cosa che stai dicendo anche a me- disse Lisad pensosa.
            -Ma perché? Tu hai intrapreso una relazione di coppia molto tradizionale, perché hai dato quel suggerimento a Beal?- Chiese Nied.
            -Perché voglio che tu lo conosca di più-
            -Ma io ho visto com’è….-
            -Tu hai visto la teoria, la pratica è un’altra cosa. Non capisco perché fate fatica a comprendere, non sempre agiamo come vorremmo o come pensiamo, a volte andiamo ad istinto a volte cambiamo idea, non è tutto fisso-
            -Quindi adesso potrei non piacergli più…- disse Nied tristemente.
            -Sì, potrebbe anche essere, ma non credo- rispose Astrid.
            -Lo hai visto nella fusione?- domandò Nied e aggiunse- io non ho provato ad indagare troppo i suoi sentimenti, so che se ne sarebbe accorto, ma tu…-
            -Sinceramente quella non era la mia priorità e quindi non ho controllato…ma so quanto gli piacevi prima….e poi adesso è più equo, lui non sa cosa pensi e viceversa-
            -Nied mi dici la verità su Beal? Mi sembra che ti piaccia altrimenti non saremmo qui a parlarne- disse Lisad.
            -Non farò mai più l’errore di sottovalutare nessuno dei prescelti…che rimanga qui Lisad…si mi piace, ma non c’è altro-
            -Certo hai dei gusti strani…è il doppio di te e poi quel colore rosso Marte…-Commentava Lisad.
            -Perché? La tua tartaruga verde maleducata, allora?- ribattè Nied.
Astrid cominciò a ridere a crepapelle.
            -Ma via! Vi sentite? Ora basta, sarà meglio focalizzare la nostra attenzione sulla missione, tra poco abbiamo l’ultima riunione, tenete fuori le vostre questioni personali per favore-
 
Lisad e Nied assentirono in silenzio, prima la missione e poi tutto il resto.
 
            -La mattina è già arrivata come sempre e come sempre farà, anche quando la civiltà umana sarà finita, quando i fiumi ed i laghi saranno prosciugati, quando nessun essere vivente camminerà sulla terra, ma ci vorranno ancora miliardi di anni prima che il sole si spenga….-
 
Pensava Donnie mentre abbracciava la sua Astrid ancora dormiente, lui aveva dormito pochissimo era molto preoccupato,
 
guardò la sua coraggiosa compagna di avventura.
 
Astrid aprì gli occhi, Donnie la stava ancora ammirando.
            -Mi guarderai ancora così quando sarò vecchia e brutta?-
            -Sì amore-
            -Come dice Mikey, hai sempre la risposta pronta-
            -Come fai ad essere così calma e rilassata…io non ho chiuso occhio-
            -Ho già affrontato un viaggio nello spazio, ma soprattutto ho completa fiducia in te e in chi parteciperà alla missione, non  potrei avere compagni migliori-
            -Vorrei avere la tua sicurezza, ma è vero, non siamo niente male-
Astrid gli diede un bacio e poi si alzò.
            - Vado io a preparare la colazione, voglio che Mikey rimanga ancora un po’ con la sua bella-
            -E’ carino da parte tua…ma questa tartaruga qui vorrebbe qualche altro bacio-
Astrid tornò indietro e lo baciò nuovamente:
            -Resta, preparo per gli altri e ti porto la colazione, abbiamo ancora un po’ di tempo-
 
Isabel aveva insistito per passare la notte nel rifugio delle tartarughe con Mikey, voleva stare con lui fino alla partenza. Leo
 
invece aveva parlato per telefono al figlio di Karai finché non si era addormentato. Raph e Lisad erano rigorosamente
 
separati, come del resto Beal e Nied.
 
Astrid arrivò in cucina ma Mikey era già lì che faceva colazione con Isabel ed aveva preparato per tutti.
            -‘giorno Astrid, Donnie dorme ancora? Vi ho preparato la colazione-
            -Mikey sei un tesoro. Isabel sei una ragazza molto fortunata-
            -Lo so bene!-
            -Non vi dispiace se porto la colazione a Donnie?-
            -No fate pure, prendetevi ancora un po’ di tempo insieme, qui ci penso io- disse Mikey.
            -Anche Donnie è molto fortunato- aggiunse Isabel sorridendo.
 
Mentre Astrid tornava in camera, Lisad e Raph come sincronizzati arrivarono in cucina.
            -Ehilà Isabel qual buon vento!- disse Raph, Isabel annuì.
            -Mikey ci hai preparato la colazione! Sei proprio un bravo terrestre. Ciao Isabel, dovresti venire più spesso a trovarci, guarda che cose meravigliose ha cucinato!- Commentò Lisad.
 
La mattinata passò velocemente, ma fu durante il giorno che tutti avevano i loro compiti sotto la guida di Donnie. Isabel
 
aveva preso il giorno libero ed aveva lasciato Pedro ad una vicina, voleva rendersi utile anche lei. In pratica passarono tutto
 
il tempo a preparare i cristalli esplosivi in ogni capsula, andavano impilati in una certa maniera, mentre all’esterno delle
 
capsule venivano inseriti i nuovi cristalli potenziati. Sembravano una grande famiglia impegnata a lavorare in una fattoria
 
supertecnologica, ma senza piante e animali domestici. Non ci furono discussioni, ognuno di loro adempieva al suo
 
compito senza protestare, solo Mikey faceva un po’ di confusione e coinvolgeva Isabel in strani balli.
 
            -Sono così contento che tu sia venuta ad aiutarci, dovresti venire qui più spesso -
            -Volevo fare anche io qualcosa nel mio piccolo…devo dire che hai veramente una bella famiglia e come vanno tutti d’accordo-
            -Non farti ingannare sono solo concentrati, Beal è arrabbiato con Nied, Raph vorrebbe stare con Lisad ma lei non ne è sicura, solo Donnie, Astrid, Rel e Mead sono delle coppie felici… ma anche loro litigano qualche volta-
            -Pazienza sono sicura che tutto si aggiusterà…verrò più spesso…e poi mi porterai su Marte, vero?-
            -Sì amore, appena avranno costruito la base ti ci porto di sicuro-
Finalmente arrivò la sera e quindi il momento dei saluti, Splinter riunì tutti nel dojo prima di ritirarsi a meditare, non lo dava a vedere, ma era molto preoccupato.
            -Figli miei e cari Niani vorrei augurarvi buona fortuna, il mio pensiero sarà sempre con voi, ma vi prego Rel e Mead tenetemi informato su come vanno le cose, so che non è un lungo viaggio, ma sarà pieno di perigli-
Tutti fecero un inchino, solo Mikey corse ad abbracciare Splinter.
            -Non ti preoccupare padre, torneremo presto-
Poi fu la volta di Isabel, abbracciava Mikey come se non lo volesse mollare più.
            -Amore non preoccuparti, appena arrivi a casa accendi la ricetrasmittente, saremo in contatto per tutto il tempo che vorrai durante il viaggio. Siamo d’accordo?-
            -Sì Mikey….promettimi che tornerai sano e salvo- ormai era un rito tra loro e sapeva che Mikey non era capace di mentirle e se diceva una cosa la pensava veramente.
            -Te lo prometto-
 
Era il crepuscolo, il momento migliore per partire, Donnie si era accorto che, per qualche strano motivo imputabile ai
 
cristalli, le loro capsule erano meno visibili con quella luce flebile, anche rispetto alla notte. Sarebbero partiti separatamente
 
per poi unirsi nello spazio dove non c’era attrito ed anzi dove creare un’unica navetta avrebbe fatto risparmiare energia.
 
Dopo gli ultimi saluti tutti presero posto nelle capsule, Mikey prese la Tartacapsula in caso ci fosse bisogno di ricaricare i
 
cristalli e partirono come sempre, alla solita velocità impensabile.
 
In pochi secondi erano nello spazio e si unirono in un’unica argentea astronave con il mezzo di Beal al centro, la
 
Tartacapsula sopra e le altre tutte intorno o sotto dove rimaneva spazio per un contatto. Tutti indossavano le cinture che
 
sarebbero servite praticamente per tutto: per l’alimentazione, per la pulizia, per difesa, per respirare su Marte e proteggersi
 
dai raggi cosmici. Appena raggiunta la velocità massima, cioè un decimo di quella della luce, tutti poterono inserire il pilota
 
automatico e rilassarsi. A turno però uno di loro doveva monitorare che tutto andasse come previsto. Il primo ovviamente
 
fu Leo, anche se sapeva come passare il tempo perché contemporaneamente avrebbe chiamato Karai per dare la buonanotte
 
al piccolo Leo.
 
Mikey aspettava la chiamata di Isabel ed intanto si godeva lo spettacolo fantastico della Terra e della Luna che si
 
allontanavano rapide e splendenti. Raph e Lisad dormivano, ad entrambi veniva bene quando non avevano nulla da fare.
 
Donnie aveva raggiunto Astrid, le pareti potevano essere attraversate quando le capsule erano in contatto. Beal invece si era
 
messo a visionare dei libri terrestri, li preferiva ai film e Nied leggeva l’ennesimo articolo scientifico.
 
            -Pronto Leonardo? Siete partiti?- disse Karai.
            -Sì, siamo già lontani dalla Terra, siete un puntino blu sul mio schermo- le rispose Leo.
            -Quanto vorrei essere lì con ...voi-
            -Quando ritorno vi farò fare un giro, che ne dici?-
            -Sarebbe magnifico-
            -Leo è già andato a letto?-
            -No è qui te lo passo…sai che non va a dormire se prima non lo saluti-
            -Ciao grande Leo! Mi porterai con te la prossima volta?-
            -E’ una promessa grande guerriero ninja-
            -Come mai andate su Marte?-
            -Costruiremo un bel giardino e quando sarà pronto tu e mamma potrete venire a vedere, ma ci vorrà tempo e tu dovrai essere paziente-
            -Sì grande Leo…dice mamma che essere pazienti è una delle più grandi virtù di un grande guerriero-
            -Tua mamma ha assolutamente ragione e obbedirai a lei mentre io non ci sono, vero?-
            -Sì certo, vado subito a letto-
            -Bravo Leo, buona notte-
            -Leonardo?- la bella voce di Karai arrivò dritta al cuore della tartaruga in blu.
            -Sì Karai?-
            -Ti prego stai attento-
            -Come sempre! Buona notte-
            -Buona notte-
Leo interruppe subito la comunicazione, il tono di lei era così caldo, perfino la sua sola voce lo emozionava, era meglio non tergiversare e tornare al proprio compito. Leo all’ora prestabilita svegliò Raph.
 
            -Sveglia fratello è il tuo momento! Divertiti a guardare il nulla e le stelle, sono molto stanco ho bisogno di riposare-
            -Nessun problema Leo, adoro stare senza far nulla- Raph ovviamente era sarcastico.
Intanto Mikey era in comunicazione con Isabel da un bel pezzo.
            -Astrid non è male come capo, però sembra davvero la fata Turchina-
            -Gliel’ho detto che la chiami così-
            -Ma no Mikey…si sarà arrabbiata-
            -Perché… non è un complimento?-
            -Dipende….-
            -Ecco perché non ha detto nulla-
            -Perfetto…sono bravissima a farmi odiare da tutti-
            -Ma no, non ti odia, non le viene molto bene…se non le fai un torto molto grosso-
            -Sarà come dici tu…ma dimmi potrai dormire durante il viaggio?-
            -Sarebbe meglio, dopo Raph sta a me vegliare-
            -E Raph è sveglio in questo momento?-
            -Sì-
            -Perché non me lo hai detto, devi riposare! Chiamami quando devi stare sveglio, ti farò compagnia-
            -Ma sarà molto tardi!-
            -Non importa, non ho molto da fare domani, mi chiamerai vero? Promettilo-
            -Va bene…allora ci risentiamo dopo-
 
Astrid e Donnie erano abbracciati stretti stretti, ma lui non riusciva dormire, si trovavano nello spazio e li separava dal nulla solo un sottile strato di navetta aliena. Lei si svegliò.
 
            -D?  Ma non dormi?-
            -Mi dici come fai?-
            -Sono abituata, ho dormito nello spazio per quattro anni, cosa vuoi che siano tre o quattro giorni…senti ho un’idea, fammi provare con le onde cerebrali-
 
Appoggiò le mani sulle tempie di Donnie e cercò di amplificare le sue onde alfa per aiutarlo a dormire in modo gentile, lui
 
dopo poco si calmò, il respiro diventò pesante e si addormentò, lei lo seguì anche nel mondo dei sogni.
 
Come stabilito prima della partenza tutti i rettili a turno fecero il loro dovere, poi a metà viaggio decisero di trovarsi nella
 
navetta di Beal che era la più grande e li poteva contenere tutti.
 
            -Allora come va? Vi siete adattati bene allo spazio?- chiedeva Astrid.
            -Non c’è male- diceva Raph 
            -E poi qui dentro c’è ancora la gravità e con le cinture è anche troppo facile- commentava Donnie.
            -Donnie….ho dei problemi a parlare con Isabel- disse Mikey con tono da bambino triste.
            -Ho cercato di spiegartelo ma non mi hai ascoltato, più ci allontaniamo dalla Terra più i segnali ci mettono ad arrivare, avete un ritardo di almeno venti minuti, se non riuscite così, vi conviene scrivervi messaggi, ho messo l’opzione-
 
La navetta era piccola e stavano nello stretto, ma nella confusione generale Nied si avvicinò a Beal e disse:
            -Come stai?-
            -Benissimo e tu?-
            -Bene grazie…volevo solo dirti che mi dispiace…e volevo sapere se mi perdonerai mai-
            -Per cosa? Tu non hai fatto niente, sono io che pretendo troppo-
            -Tu non pretendi troppo…forse sono io che non posso darti quello che vuoi-
            -Bene allora è tutto chiarito?- disse Beal, la sua voce era sprezzante.
            -No…credo proprio di no…ti convincerò mai almeno a provare?-
            -A provare? Vuoi farmi la lezioncina? Mi farai i grafici su come ci si comporta a letto?-
            -No, vorrei provare a conoscerti-
            -Tu sai già tutto di me-
            -Non è vero…sono d’accordo con Astrid quando dice che non basta la teoria, ci vuole la pratica, non siamo solo quello che pensiamo, ma anche quello che facciamo-
            -Interessante questa teoria…io sono quello che ha distrutto un palazzo senza motivo. Scommetto che questo pensiero già ti fa passare la voglia di stare con me-
            -Ho parlato con Mead e mi ha spiegato tutto…l’importante per me è che non volevi fare male a nessuno e vorrei però che tu non lo facessi mai più a te stesso-
 
Beal si sentiva confuso, una parte di sé avrebbe voluto stringerla a sé, l’altra gli diceva che forse era meglio starle lontano, ma il suo orgoglio invece gli ordinava di non cedere.
            -Da quando ti importa di me?-
            -A me importa di tutti, però tu non sei il solito Niano…sei diverso-
            -Non sono bello come Frel o Rel…loro sono perfetti-
            -Sono noiosi alla morte, mi sembrano tutti uguali questi Niani!-
            -E’ una delle informazioni che tenevi segrete?-
            -Sì…non volevo si offendessero, ma Lisad e Astrid sanno che la penso così-
            -Cos’altro tenevi segreto?-
            -Non sono ancora pronta a parlarne…ma me ne darai l’occasione?-
 
Nied era proprio astuta, gli aveva teso una trappola, Beal stava per caderci, ma se ne era reso conto in tempo.
            -Questi tuoi giochetti non mi piacciono per nulla-
            -Non sono giochetti…-
            -Ragazzi per favore posso avere la vostra attenzione?- disse Donnie e poi aggiunse- tra poco raggiungeremo una fascia di asteroidi, dobbiamo tornare ai nostri posti e ci dovremo dividere, sarà più facile non essere colpiti, come sapete le capsule sono molto resistenti, ma perdiamo energia se qualcosa ci colpisce, quindi occhio. Appena possibile ci riuniremo-
 
            -Tutti ai propri posti, veloci, manca poco- disse Astrid.
            -Facciamo una bella gara- disse Lisad- chi viene colpito di più perde!-
            -Ci sto!- gridò subito Raph e poi tutti gli altri dopo di lui.
 
Tutti presero posizione e si staccarono, continuando però a tenere più o meno la stessa velocità, si trovarono presto in mezzo agli asteroidi e cominciò il ballo.
            -Wow! Ma è incredibile, wow!- gridava quel pazzo di Mikey che non aveva accennato a diminuire la velocità e passava in mezzo alle rocce spaziali come se giocasse ad un videogame.
            -Nied, se non te la senti metti il pilota automatico! Farà tutto lui!- disse Astrid.
            -Credo che lo farò! Sono un medico, non un pilota-
            -Coraggio fifona sei stata addestrata anche tu!- Gli disse Beal in tono di sfida.
            -Va bene Beal, vuoi il gioco duro?- Nied tolse il pilota automatico e prese in mano la situazione.
 
Nessuno in quel momento era stato colpito, ma la situazione non durò a lungo, Nied venne urtata da una roccia e cominciò a rallentare.
 
            -Nied perché hai tolto il pilota automatico? Rimettilo subito!- disse Astrid preoccupata, mentre scansava asteroidi, controllava anche che tutti fossero sani e salvi.
            -Ce la posso fare!-
Fu colpita nuovamente.
            -Nied adesso non è un suggerimento, è un ordine!- gridò Astrid.
Gli altri erano già fuori dalla zona di pericolo senza un graffio e lei era ancora dentro che rischiava di finire tutta l’energia.
 
Beal si sentì in colpa, invertì la direzione, entrò nuovamente nella fascia di asteroidi, agganciò Nied e la portò fuori.
 
            -Non avevo bisogno di te…perché mi hai aiutato? -
            -Sono io che ti ho sfidato….non avresti corso quel rischio altrimenti…perchè sei così testarda?- le rispose Beal con un voce quasi tenera.
 
Astrid interruppe la loro discussione.
            -Nied stai bene? Danni riportati?-
            -Ho perso solo un dieci per cento di energia, ma va tutto bene. I cristalli di Donnie sono un portento-
            -Bene, per favore almeno in questi casi non discutere i miei ordini, non ti stavo parlando da amica, ma da leader dei Niani. In sala operatoria non discuto, ma in questi casi…-
            -Astrid ho capito, non si ripeterà- rispose Nied con tono quasi felice, Beal era tornato indietro per lei.
 
Le capsule si riunirono, erano a due terzi del viaggio, non c’era molto spazio per muoversi ed incontrarsi, quindi spesso le
 
conversazioni avvenivano attraverso canali privati. Ogni tanto Donnie richiamava tutti all’attenzione per aggiornare le
 
prossime mosse da fare.
 
            -Ragazzi presto dovrò occuparmi dei satelliti della NASA che orbitano intorno a Marte. La sonda Opportunity che sta camminando sulla superficie marziana però è un’altra storia-
 
            -Perché non la facciamo fuori e basta?- Disse sbrigativo Raph.
            -Perché altrimenti ne manderanno un’altra! Genio!- rispose Lisad.
            -Credo che da Terra si accorgeranno comunque che il pianeta rosso cambierà colore- commentò Astrid.
            -Più tardi se ne accorgono meglio è…renderò inutilizzabile la sua telecamera…dopo le esplosioni non ne resterà nulla- disse Donnie che era arrivato alla conclusione migliore.
            -Perché non lo mettiamo su uno dei satelliti di Marte? Fai una registrazione e la metti in loop- disse Nied.
            -Ti sei letta anche degli articoli scientifici su Marte?- chiese ironico Beal.
            -Tutti noi conosciamo i due satelliti…su Terra li chiamano Deimos e Phobos- rispose stizzita Nied che ovviamente aveva letto un articolo anche su Marte.
            -Ci avevo pensato, ma non so se ne avrò il tempo- disse Donnie.
            -Beal deve trivellare più a lungo di noi, dobbiamo comunque apsettare e fare esplodre i cristalli tutti insieme…secondo me ce la puoi fare a sistemare Opportunity- disse Astrid.
            -Vediamo come procede la missione e deciderò-
Donnie ed Astrid facevano il loro turno di seguito così si tenevano compagnia.
 
            -Dopo che hai aumentato le onde alfa sono stato meglio, adesso riesco a farlo anche da solo, ma sono ancora un po’ agitato, non ricordo di essermi mai sentito così in missione-
            -Forse senti più responsabilità?-
            -Sì… forse… ora più che mai capisco Leo-
 
Leo era quello che chiacchierava di meno e restava più da solo, aveva meditato come sempre e cercava di non pensare a
 
Karai, negli ultimi due giorni aveva mandato dei messaggi per il piccolo Leo e sembrava che tutto procedesse bene anche
 
senza di lui. Forse sarebbe potuto andare meno a trovarli, sapere che stavano bene era sufficiente, era molto meglio di
 
prima quando non sapeva nulla di loro. Purtroppo stare accanto a lei senza poterla amare era davvero una sofferenza, non
 
pensava che sarebbe stato così doloroso.  Mikey aveva definitivamente ragione e cominciava ad avercela con Raph e Lisad
 
che perdevano solo tempo, che non avrebbero più recuperato. Proprio nel momento in cui Leo rifletteva sulla coppia
 
mancata, Lisad entrò nella capsula di Raph mentre lui dormiva. Lo spazio era angusto, ma si avvicinò agilmente e gli baciò
 
il collo svegliandolo.
 
            -Che succede? Lisad? Cosa ci fai qui?-
            -Non potevo più aspettare…-
            -Dici sul serio?-
 
A Raph presero le palpitazioni, ma lui non era l’infantile Mikey o il correttissimo Leo o il timido Donnie, l’afferrò subito
 
tra le sue braccia muscolose e cominciò a baciarla con passione. Lei era ricoperta dalle sue scaglie brune, ma non portava
 
altro, era davvero tutta da esplorare, ad un tratto però disse:
 
            -Su Raph rispondi! Sta te adesso!- la voce però era di Leo.
            -Leo? Ma che diavolo!-
            -Sveglia Raph è il tuo turno!-
            -Sì! Sì! Sono sveglio…non potevi aspettare cinque minuti? Devi sempre spaccare il secondo! Stavo facendo un sogno…-
            -Povero Raffy che non lo fanno nemmeno sognare in santa pace!-
            -Senti non sfottere, sono sveglio! Passo e chiudo!- Purtroppo era solo un bel sogno.
 
 
 
 
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Il viaggio per Marte è appena cominciato, le avventure delle TMNT del 2003 nello spazio sono tra le mie preferite! Ma in questo caso non ci staranno a lungo, premetto già che troveranno il Marte che conosciamo tramite le sonde e non un Marte con gli omini verdi, altrimenti era troppo scontato, inoltre credo che la fascia di asteroidi tra la Terra e Marte esista davvero in qualche periodo dell’anno…o almeno mi è sembrato così quando sono passata di lì l’ultima volta (sì, ok, era una battuta idiota XD)
Vi è piaciuto il sogno di Raph? Chissà se diventerà mai realtà, con Lisad e Raph nulla è scontato.
Nel prossimo capitolo arriveranno su Marte :-)
 
Spero che i riassunti che metto ogni tanto vi siano utili, questa storia è piuttosto articolata, secondo me basta scordare un dettaglio o saltare un capitolo ed uno non ci capisce più nulla.
Grazie a voi che continuate a seguirmi.
 
Tanti auguri di buone feste!!!
 
:-) :-) :-)
 
Altair
 
 

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Capitolo 42
*** Marte finalmente! ***


Il vuoto totale, tante piccole fiammelle occhieggianti, un’ombra scura arrotondata su un alone rossastro.
            -Ragazzi, mi sentite tutti? Quello che vedete è Marte, entreremo nella sua orbita tra pochi minuti- disse Astrid emozionatissima.
            -Finalmente! Non mi sentivo più le chiappe- disse Raph.
            -Come sei poetico!- commentò Lisad.
            -Ma è davvero rosso! Non scherzano questi astrologi- commentò Mikey.
            -Astronomi! Si dice astronomi- lo corresse Donnie.
            -E’ davvero uno spettacolo affascinante- disse Nied.
            -Non vedo l’ora che diventi violetto però!- commentò Beal.
            - Donnie? Hai sabotato i satelliti della NASA?- disse Leo.
            -Che domande! Già da un pezzo! Ascoltatemi bene, ognuno di voi ha le coordinate specifiche, ci terremo in contatto costantemente. Astrid a te l’onore- disse Donnie.
            -Al mio tre ci sganceremo, ognuno seguirà le proprie istruzioni che sono già pronte nel computer di bordo.  Ci sono domande?- Ci fu il silenzio totale, tutti non vedevano l’ora di agire.            
            - Molto bene…tre…due…uno-
 
L’astronave argentea si divise nelle otto componenti: Nied sarebbe rimasta intorno a Marte per ogni evenienza,  Astrid e
 
Donnie si diressero verso  un punto specifico all’equatore,  Beal era diretto più o meno ai loro antipodi, Mikey e Leo
 
avevano come meta il polo Sud marziano, al polo Nord Raph e Lisad.
 
Beal aveva il mezzo più potente, ma doveva penetrare la crosta marziana per due terzi prima di rilasciare e detonare i
 
cristalli. In poco tempo trovò il cratere e ne raggiunse subito il fondo, mise in azione i laser. Questi sarebbero serviti solo
 
per lo strato superficiale. In un secondo momento avrebbe utilizzato una specie di trivella telecomandata per arrivare fino al
 
mantello e quindi alla lava. Ci sarebbero volute soltanto dieci ore con i potenti mezzi Niani.
 
Donnie e Astrid scannerizzarono la zona equatoriale per cercare la falda acquifera e la trovarono velocemente. Per fortuna
 
era molto grande, sembrava un mare sepolto in attesa di essere riscoperto. Avrebbero perforato la superficie di roccia e poi
 
il ghiaccio sottostante fino al fondale, lì avrebbero piazzato i cristalli esplosivi.
 
Era più facile il compito delle altre tartarughe e Lisad perché dovevano posizionare le cariche sotto lo strato di ghiaccio
 
anche se in più punti.
            -Donnie? Mi senti?- disse Leo con voce preoccupata.
            -Dimmi Leo, ti ricevo-
            -Qui non c’è il ghiaccio, è tutto ricoperto di terreno rosso-
            -Non preoccuparti è permafrost, cioè il ghiaccio misto a terreno, lo strato di ghiaccio puro è subito sotto-
            -Ah ecco questo spiega tutto- disse Lisad- anche qui non si vede affatto il tipico colore bianco come su Terra e Ni-
            -E’ normale, anche al polo Nord c’è il permafrost, ma è uno strato molto più sottile che al polo Sud, tu e Raph dovete scavare meno di Leo e Mikey, ma non preoccupatevi le istruzioni che avete vanno bene è tutto calcolato, andate avanti con la missione-
 
            -Donnie, hai individuato la sonda Opportunity ?- chiese Astrid, avevano già azionato i laser ma non potevano rischiare di essere visti dalla Terra.
 
            -Sì, tranquilla, non può vederci, ma non è troppo lontano…temo che me ne dovrò occupare, per il momento disturberò la ricezione della telecamera, ci manca solo che pensino che ci sono davvero gli alieni su Marte!-
 
Se dalla Terra avessero visto le quattro tartarughe sul suolo marziano avrebbero pensato davvero all’esistenza dei famosi omini verdi. Astrid rise fragorosamente e disse:
            -Poveri terrestri non possono nemmeno immaginare cosa stiamo combinando quassù-
Lisad e Raph trivellavano ormai da tre ore ed avevano quasi finito, infatti dovevano sciogliere soprattutto ghiaccio.
            -Secondo te ci hanno dato il polo Nord perché era più veloce la missione?- chiese Lisad.
            -Vuoi dire che ci hanno dato quello più facile e non si fidano di noi?- rispose Raph.
            -Ma no zuccone…siamo quelli con meno pazienza…la parte più difficile è quella dei cristalli, scavare lo sapeva fare anche Nied-
            -In effetti è veramente palloso, ci vorrebbe un po’ di azione…Lisad?-
            -Sì? Che c’è? Qualche problema?-
            -No….ti ho sognata…-
            -Evidentemente lo spazio cosmico ti dà alla testa…che facevo?-
            -Eri ricoperta solo delle tue scaglie brune e mi venivi a trovare nella mia capsula…e…-
            -E ti riempivo di botte giusto?-
            -Sì certo proprio il sogno di cui avrei bisogno! No, avevi la voce di Leo!-  Raph cominciò a ridere a crepapelle.
            -Molto spiritoso! Te la faccio io passare la voglia di ridere…ma quando avremo finito-
            -Ragazzi! Vi ricordo i che i canali sono tutti aperti vi sentiamo!- disse Leo che si stava scompisciando anche lui, insieme a tutti gli altri. Raph era rosso come la sua bandana, Lisad rimase senza parole.
            -Beal come procede?-  Donnie smorzò l’atmosfera pesante.
            -Per ora bene, ma temo che ci sia qualcosa che non va, credo che il magma sia più superficiale di quello che avevano calcolato quelli del Consiglio Scientifico…se non potrò andare abbastanza a fondo l’esplosione non sarà sufficiente!-
           
            -Mi sembrava tutto troppo facile…tu continua, io penserò ad una soluzione…tienimi costantemente informato-
            -Certo…è una scoperta interessante, vorrebbe dire che Marte è più vivo di quello che pensavamo- commentò Astrid.
            -E’ vero…ma al momento è un problema… Beal non può portare le cariche all’altezza giusta, non può stare troppo a lungo nel magma-
 
Dopo quattro ore Raph e Lisad potevano già piazzare le cariche, le calarono lentamente con un raggio antigravitazionale
 
nei vari tunnel che avevano scavato. Decisero poi di uscire fuori e fare una passeggiata, ma non al polo Nord, si spinsero
 
con le navette verso l’equatore. Una volta fuori si accorsero che potevano percepire la minore gravità, si muovevano più
 
agilmente che sulla Terra. Raph raccolse un po’ di terreno marziano, la cintura gli permetteva di sentire al tatto quanto
 
fosse familiare, senza che subisse danni da veleni o radiazioni presenti.
 
            -Non sono un contadino o un agronomo, ma a parte il colore è semplicemente terreno-
            -Secondo i nostri studi mancano solo i microrganismi per far crescere le piante, per il resto è perfetto, quasi come quello di Terra. Ammettilo non è poi male Marte-
            -Se ti piacciano le lande desolate…-
            -Non sarà sempre così, hai sentito il tuo fratellino genio? Diventerà violetto, avremo mari e fiumi…certo però che è caldo…non doveva arrivare al massimo a venti gradi?-
            -Anche io avevo capito così-
            -Deve essere colpa dell’atmosfera così rarefatta, i raggi del sole arrivano diretti, devo risettare la cintura-
Lisad trovò un roccia alta dove ripararsi, Raph le si avvicinò per prendersi un po’ di ombra, tutt’intorno non c’erano altri ripari.
            -Prima non volevo prenderti in giro…- disse la tartaruga in rosso con voce stranamente dolce.
            -A me sembrava proprio di sì-
            -Era veramente un bel sogno…ti stavo baciando…Leo mi ha svegliato…-
 
Raph appoggiò una mano sulla roccia sopra la testa di lei, sarebbe bastato poco per baciarla ma non si mosse, temeva i suoi
 
aculei. Lisad lo guardava un po’ spaventata ma non diceva nulla, il battito era accelerato e tutta la sua spavalderia nascosta
 
dietro le sue squame brune. Lentamente portò la mano libera sotto il mento di lei e cominciò a carezzarlo fino alla base del
 
collo, sapeva che doveva fare con cautela. Lisad teneva i suoi aculei bassi lungo le spalle, si guardavano negli occhi ma
 
nessuno dei due fiatava. Dato che ancora non lo aveva infilzato, cominciò ad avvicinare la sua bocca a quella di lei, la stava
 
appena sfiorando quando si sentì un rumore metallico di rulli e ruote dentate.
 
            -Cosa diamine?- disse Raph allontanandosi da Lisad che aveva alzato le difese.
            -Opportunity!- Lisad aveva individuato la sonda con la cintura guardando attraverso la roccia- parla piano…-
            -Non posso credere che quella stupida carretta sia proprio qui! Con tutto lo spazio che c’è!-
            -Dovevamo guardare i dati di Donnie…lui ce li aveva comunicati…si era preoccupato subito di avvistarci…questo significa che siamo vicini anche ad Astrid-
            -Ma adesso gli salto da sopra e lo faccio in mille pezzi!-
            -Calma Raph sentiamo tuo fratello…sperando che quel coso non ci rilevi nel mentre…Donnie? Mi ricevi?-
            -Sì Lisad, tutto bene?-
            -No per niente, io e Raph siamo fuori, siamo vicini all’Opportunity-
            -Calma ragazzi, non fate nulla di avventato, ho manomesso il segnale in uscita della telecamera, non possono vedervi dalla Terra, però ha altri sensori, è stato creato anche per riconoscere forme di vita, quindi stategli lontani -
            -…siamo dietro all’unica roccia che c’è per chilometri…si sta avvicinando-
            -Basta tenere una distanza di almeno tre metri, tornate subito alle navette-
 
I’Opportunity stava proprio girando intorno alla roccia, Lisad e Raph si mossero a debita distanza, senza fare rumore
 
arrivarono alle rispettive capsule e si portarono in alto.
 
Raph imprecava, in un modo o nell’altro non riusciva ad avvicinarsi alla sua Niana preferita, sembrava una maledizione.
 
Aveva appena sfiorato le sue labbra, doveva guardare il lato positivo, lei glielo aveva permesso.
            -Donnie qui Beal, è proprio come temevo, la trivella laser ha già raggiunto il magma e sono a meno di metà strada! Hai qualche idea?-
            -Sì, ma non ti piacerà-
            - Dovrò rischiare la mia vita? Perché se è questo il problema allora sono pronto-
Nied ascoltava preoccupata e disse:
            -Non c’è una soluzione che non metta a rischio la vita di nessuno?-
            - Al momento tutto quello che stiamo facendo ha i suoi rischi… la mia idea non sacrifica una persona ma una delle nostre capsule-
            -Finché si tratta delle capsule- disse Nied- tanto la puoi ricostruire giusto?-
            -Sì Nied, non sarà come prima, ma posso fare del mio meglio-
            -Allora che cosa aspettiamo?- disse Beal.
            -Ascoltatemi bene, Nied raggiungi Beal, useremo la tua navetta. Potrete salvare alcuni cristalli, quelli esplosivi saranno all’interno, infatti la parte esterna può reggere il calore del magma per un certo periodo. Metterete il pilota automatico per farla fermare nel punto stabilito-
 
            -Sembra facile, qual è l’inghippo?- Chiese Beal
            -Non so esattamente quanto reggerà la capsula e quindi c’è il rischio che esploda prima del tempo, dovrete allontanarvi prima possibile-
            -E se esplodesse prima che raggiunga la distanza giusta?-
            -Tutto il piano potrebbe non funzionare e forse dovremo farci venire un’idea migliore, però è più importante tornare vivi!- Disse il genio in viola.
Nel mentre la capsula di Astrid e Donnie stavano procedendo speditamente finchè perforarono tutta la roccia.
            -Donnie abbiamo raggiunto la falda acquifera ora saremo più veloci a trivellare-  
            -Leo, Mikey a che punto siete?- chiese Donnie.
            -Stiamo perforando il ghiaccio da un po’, abbiamo quasi finito il quinto tunnel- disse Leo.
            -E’ veramente pallosa questa missione, se non fosse che siamo su Marte non ci sarebbe proprio nulla di divertente- commentò Mikey.
            -Se tutto va bene l’esplosione sarà spettacolare - commentò Leo.
            -Non vedo l’ora- disse l’incosciente Mikey.
Nied raggiunse Beal in pochissimi istanti. Uscirono sul suolo marziano e cominciarono a smontare alcuni cristalli dalla struttura della capsula, ne tolsero più di metà, lasciarono quelli scarichi o quelli già usati varie volte e tennero quelli creati da Donnie.
            -Bene questa quantità di cristalli dovrebbe far reggere l’involucro della capsula per un tempo sufficiente…speriamo- disse Beal.
            -Ma non possiamo lasciarli tutti? Tanto ne possiamo creare di nuovi-
            -No, dice Donnie che altrimenti la capsula potrebbe reggere molto tempo nel magma, invece tutti gli eventi esplosivi devono avvenire simultaneamente o quasi. Adesso non ci resta che aspettare-
 
Donnie ed Astrid avevano creato un tunnel fino alla falda ghiacciata, dopo dovevano scavare ancora per almeno un chilometro, ma il ghiaccio cedeva molto velocemente, presto sarebbero arrivati sul fondo della falda.
 
            -Ti rendi conto che questo pianeta non sarà più lo stesso dopo le esplosioni?- diceva Astrid tutta emozionata.
            -Sono ben conscio che…ma…Astrid hai visto la temperatura? Sta aumentando-
            -Stavo guardando…se continua così, presto troveremo l’acqua in stato liquido-
 
Le due capsule sfondarono una parete di ghiaccio e si ritrovarono in un mare sotterraneo, senza vegetazione. Sembrava un fondale oceanico terrestre dove si trovano solo quei pesci spettrali con gli occhi grandi ed i calamari giganti.
 
            -Sto analizzando l’acqua è fantastica! Ha solo molto ferro, ma la composizione in minerali non è tanto diversa da quella terrestre…salvo che non ci sono forme di vita-Commentava estasiato Donnie. Al quel punto raggiunsero molto velocemente il punto designato per piazzare le cariche.
 
            -La fonte di calore è sicuramente dovuta al magma sotto la crosta marziana, è incredibile, i dati dei Niani sembrano tutti falsati. Forse creeremo un oceano con tanto di una dorsale oceanica anche qui grazie ai cristalli esplosivi. Sono ancora più convinto della riuscita di tutta l’operazione-
 
La missione sul fondo della falda era già finita, una volta risaliti in superficie dovevano pensare all’ultimo fastidioso dettaglio prima di dare il via alle esplosioni.
 
            -Adesso devo occuparmi dello stramaledetto Opportunity, non pensavo che sarebbe stato un problema! Ho preparato già le registrazioni false che si beccheranno gli umani per i prossimi mesi. Non occorre portarlo su uno dei satelliti, lo metterò al sicuro sui monti marziani-
 
Donnie individuò il trabiccolo terrestre, bloccò tutte le sue funzioni con onde elettromagnetiche in modo da potersi avvicinare.
            -Se penso alla tecnologia Niana mi viene da ridere-
 
Aprì il pannello di controllo e con un microlaser cominciò a modificare i circuiti, poi con una specie di penna USB caricò
 
le immagini, dati climatici e segnali chimici che aveva preparato. Ritornò nel suo mezzo Niano ed in un lampo con il raggio
 
trattore della capsula appoggiò la “meraviglia” di tecnica terrestre, in un piccolo cratere su un monte marziano lontano dai
 
luoghi delle esplosioni; avrebbe girato intorno per un bel pezzo senza mandare dati veramente significativi alla Terra.
 
Leo e Mikey avevano terminato, posero i cristalli esplosivi e si rivolsero a tutti.
            -Ragazzi noi siamo pronti, Beal a che punto sei?-
            -Sono sul mio mezzo con Nied, abbiamo agganciato la capsula da gettare nel magma e siamo in posizione sul tunnel. Donnie?-
            -Beal mi sono accorto di un errore di calcolo, non devi più mandare il mezzo a circa due terzi dalla superficie, ma più vicino alla superficie, esattamente alle coordinate che ti ho inviato in questo momento. Credo che Marte abbia dei cicli magmatici e movimenti convettivi sotto la superficie che i vostri scienziati non conoscevano, non è completamente morto-
            -Ma devo eliminare anche dei cristalli?-
            -No, maggiore sarà l’energia dell’esplosione, più smuoveremo questo pianeta dormiente, adesso con i nuovi dati sono ancora più convinto che funzionerà-
 
Beal passò nella capsula di Nied per inserire manualmente le nuove coordinate, ma lo spazio era minimo a causa dei cristalli esplosivi e per errore sganciò la capsula prematuramente.
            -Beal che succede!-
Il grosso Niano stava precipitando nel magma e non poteva pilotare la capsula che era strapiena di cristalli.
            -Nied presto! Il raggio trattore, presto!- gridava Beal
La Niana era in preda al panico non riusciva a muovere le gambe, erano come bloccate.
            -Presto! Posso vedere la lava! Prest…-
Nied si buttò sui comandi manuali della navetta in un gesto disperato.
            -Beal! Beal! Ti prego ti prego dì qualcosa!-
            -…tirami su…fa un  caldo infernale!-
            -Oh sei vivo! Sei vivo!-
Una volta riagganciata fermamente la capsula, Beal inserì con cautela le coordinate con i comandi manuali e passò nella sua navetta. Nied gli andò incontro e, mentre lui entrava dal basso, lo abbracciò per cui si ritrovò appesa al collo di quel gigante.
            -Ho avuto tanta paura, non riuscivo a muovermi…-
            -E’ tutto ok, ce l’hai fatta…sono tutto intero…va tutto bene-
Rimasero abbracciati, il gesto più tenero che Beal avesse mai ricevuto in tutta la sua vita.
            -Beal? Nied? tutto bene? Che cosa succede perché non date il segnale?- Chiedeva Donnie preoccupato.
            -Piccolo disguido tecnico! Adesso è risolto, sganciamo la capsula tra tre, due, uno…sganciata-
            -Bene ragazzi abbiamo dieci minuti e poi detoneremo i nostri cristalli. Beal lasciate subito Marte, a tra poco. Leo, Mikey, Lisad e Raph avete sincronizzato gli orologi?-
Ci fu un sì unanime.
            -Detonate quando siete già in volo-
Furono i dieci minuti più lenti di cui tutti avessero memoria, prima che l’ultimo secondo scattasse Donnie disse.
            -Fermi tutti, non detonate! Vi darò io il segnale-
Tutti rimasero con il fiato sospeso, dopo qualche secondo il suolo marziano tremò.
            -Ora!-
Tutte le esplosioni detonarono simultaneamente. Dal cratere dove aveva perforato Beal cominciarono a fuoriuscire del fumo e lapilli, la crosta marziana si fratturò in più punti dove era cominciato il terremoto.
            -Ragazzi via presto!-
Dove erano state piazzate le altre cariche si erano formati come enormi geyser che sputavano acqua bollente e vapori. Mikey esitò un attimo a guardare e fu investito in pieno da uno sbuffo improvviso che lanciò la capsula verso lo spazio.
            -Mikey che stai facendo!- disse Leo
            -Wow! Wow! Wow!-
            -Ma chi grida? Che succede?- disse Nied preoccupata.
            -Tranquilla! E’ quel cretino di mio fratello minore che si diverte male- commentò Leo.
Tutte le capsule e la navetta di Beal erano al sicuro nello spazio, sotto di loro il finimondo: nuvole di vapore si scontravano con fumi neri provenienti dal sottosuolo marziano e si erano creati vortici enormi e fulmini che si vedevano anche dallo spazio.
            -Che spettacolo! E quello l’abbiamo fatto noi!- Gridava Mikey.
            -Che fine avrà fatto quel trabiccolo degli umani?- chiese Raph.
            -Ho cercato la zona di Marte più sicura possibile, ma non so se è ancora tutto intero. Lasciarlo su uno dei satelliti era la prova tangibile di un intervento alieno, così avranno il dubbio che tutto questo sia successo naturalmente…almeno per un po'- rispose Donnie.
 
Tutte le capsule si riunirono alla navetta di Beal e furono inserite le coordinate per la Terra. Donnie mandò la buona notizia
 
a Frel che stava per uscire dal sistema solare e aspettava l’ultimo contatto prima di compiere il primo salto iperspaziale,
 
sarebbe arrivato a destinazione con una speranza in più.
 
Il viaggio di ritorno fu molto più tranquillo, Donnie si era abituato allo spazio e dormiva senza più problemi, come del resto
 
Raph e Mikey. Chi invece non aveva pace era Lisad, quel gesto di Raph l’aveva scombussolata un po’, lo aveva lasciato
 
avvicinare mentre erano in missione, aveva bisogno di parlare con Astrid.
            -Numero 3? Sei sola?-
            -No, non lo sono, ma Donnie dorme, ti raggiungo nella tua capsula?-
            -Sì per favore-
Astrid aspettò che il mezzo di Lisad si avvicinasse al suo, potevano infatti muoversi lungo la superficie della navetta di Beal,  poi entrò nella capsula della soldatessa.
            -Allora vuoi parlare con il numero 3 o la tua amica Astrid -
            -Ho bisogno della mia amica…-
            -Che succede? E’ Raph?-
            -Prima su Marte mi ha sfiorato…stava per baciarmi…siamo stati interrotti da quell’inutile carretta terrestre…-
            -E non hai trafitto Raph nemmeno un po’?-
            -Spiritosa…no, ho cercato di mantenere la calma…-
            -Hai fatto bene…-
            -Mi piace veramente tanto…è così forte, coraggioso, leale…-
            -Allora la situazione è grave!-
            -Sì…-
            -Lisad…tu non sei costretta a rimanere sempre su Marte e poi ci sarà il Tartunnel-
            -Ma sarò la responsabile della sicurezza…-
            -E’ un ruolo che se vuoi puoi condividere con Beal e dimentichi che ci sono solo tre o quattro giorni di distanza tra Terra e Marte, con i cristalli di Donnie non sarà più un problema viaggiare, anche se il Tartunnel non fosse funzionante da subito-
            -Hai ragione…ma il fatto è che Raph non lascerebbe mai Terra per me…Donnie nemmeno ci ha pensato un minuto, ti seguirebbe su Marte anche ora che è pericoloso!-
            -Te l’ho spiegato, la fusione ci ha avvicinato prima ed il legame che si è creato è molto particolare. Raph non farà mai la fusione, non ti resta che conoscerlo come fanno i terrestri. Dovrai rischiare…fatti questa domanda, vale la pena rischiare per lui?-
            -Ci penserò….-
Nessuno lo aveva realizzato, perché tutti stavano più o meno riposando, ma Nied era rimasta sola con Beal. Al momento la
 
Niana dormiva al posto di guida di Beal e lui aveva ricreato un altro giaciglio di energia più distante possibile. Era sdraiato,
 
ma aveva la testa appoggiata su una mano e guardava la sua compagna di viaggio. Una delle paure di Beal quando stavano
 
per avere il loro incontro era di farle del male involontariamente, temeva che non avrebbe saputo trattenere la sua passione
 
e che le avrebbe addirittura provocato delle fratture. Nied era così delicata e fragile, la sua forza fisica non era niente in
 
confronto alla potenza che poteva sviluppare lui, nemmeno Lisad sarebbe stata al sicuro più di tanto. Prima di tentare
 
qualsiasi approccio, doveva fare delle sedute con Mead e Astrid, questo orami era il suo pensiero, doveva essere sicuro di
 
non essere pericoloso per nessuno.
 
Nied cominciò ad agitarsi nel sonno e si svegliò di soprassalto.
            -Che succede? Un incubo?-
            -…stavo sognando…cadevi nella lava…orribile- si mise a sedere e portò la mano alla fronte, poi alzò lo sguardo verso di lui -Non dormi? Non sei stanco? E’ stato un giorno veramente pesante-
            -Sto bene non preoccuparti…Come va?- Rispose bonario Beal.
            -Così così, devo ancora riprendermi dallo spavento -
            -Se tu non fossi stata nella navetta a quest’ora sarei morto…-
            -Non l’ho vista così….ero talmente spaventata che ho temuto di non fare in tempo…saresti morto per colpa della mia incapacità-
            -Sei troppo dura con te stessa. Non eri nel tuo ambiente, quando Rel ferì Astrid tu le salvasti prontamente la vita-
            -Il medico chirurgo è tutto quello che so fare, senza quella capacità non sono niente-
            -E ti sembra poco?-
            -Quando stavi per morire mi sembrava che non valesse niente neppure quello!-
Nied si alzò e si avvicinò a Beal, lui fece per allontanarsi.
            -Non voglio fare nulla di male…ti prego mi puoi abbracciare ancora? Tremo di paura…ti prego-
            -Nied io…sono malato…-
            -Non è così, sei solo confuso…però non devi fare nulla che non ti va…se ti darò fastidio andrò via-
            -Va bene-
Beal le fece posto sul giaciglio di energia e si abbracciarono, avevano finalmente deposto le armi, ora erano due bambini che imparavano a conoscersi, si addormentarono vicinissimi.
 
 
P.S. Ciao a tutti! :-)
Spero che il “mio” Marte vi sia piaciuto…bè in realtà non c’era molto da vedere perché ho usato un po’ dei dati che si trovano su Wikipedia, a parte la questione del magma sotto la crosta marziana! Quella me la sono invetata, ma non è detto che sia falso! ;-)
Raph si è avvicinato un po’ di più a Lisad…la nostra tosta Niana cederà?
Anche Beal e Nied hanno fatto pace, spero gradierete cosa ho immaginato per loro.
Il piano Marte è cominciato, ora non resta che aspettare che il clima si assesti e poi forse potrà cominciare la vera colonizzazione!!!
Grazie a chi mi segue, so che questa storia è lunghissima ma mi è venuta così…
Beh che altro aggiungere?
BUON 2016!
Altair
 
 

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Capitolo 43
*** Ritorno a New York ***


            -Ladies and Gentleman, questo è il vostro capitano che vi parla, stiamo viaggiando alla velocità di crociera di 30000 Km al secondo, la temperatura attuale è vicino allo zero assoluto,  tra qualche minuto sarà effettuata la manovra di atterraggio, allacciate le cinture e non lasciate i vostri posti, anche perché se andaste fuori precipitereste per chilometri fino a schiantarvi sulla Terra! Siamo a casaaaaaa!-
 
Mikey era l’ultimo che stava di turno e si era preparato la frase da dire, non poteva contenere la sua gioia, poteva
 
riabbracciare la sua Isabel, sapeva che lo aspettava insieme a tutti gli altri nel rifugio.
 
Appena giunti poco fuori l’atmosfera, il mezzo argenteo si scompose in sette parti, che si diressero seguendo percorsi
 
diversi verso la baia di New York.
 
La capsula si aprì e due bellissimi occhi castani si illuminarono, Mikey non fece nemmeno a tempo a saltare fuori che
 
Isabel gli era saltata al collo e lo riempiva di baci, Pedro era presente e saltellava intorno a loro.
 
            -Sembra che tu sia partito da mesi-
            -Mi sei mancata tantissimo….ma sì anche tu Pedruccio, certo che mi sei mancato- disse Mikey ed il cagnolotto gli saltò in grembo.
 
Splinter era presente e li guardava felice, Mead e Rel lo avevano tenuto al corrente ed insieme avevano seguito alcune fasi
 
della missione grazie ad alcune immagini che Donnie gli aveva mandato da Marte. Il piccolo Leo corse subito incontro alla
 
tartaruga in blu e lo abbracciò, Karai era dietro di lui in disparte.
 
            -Leonardo sono felice di vederti sano e salvo- disse dopo un po’ di esitazione, ma non lo abbracciò- come è andata la missione?-
            -Sembra che sia andata molto bene, adesso però non resta che aspettare- rispose Leo che avrebbe tanto voluto tenerla tra le braccia e aveva notato l’insolita freddezza.
            -Leo si è comportato molto bene in tua assenza, ma non vedeva l’ora di rivederti, verrai stasera da noi?-
            -Sì certo con piacere…-
 
Intanto Rel e Mead volevano fare al più presto la fusione, erano felici di essere rimasti comodamente a guardare, ma
 
volevano far parte anche loro della missione e si sarebbero poi impegnati nella noiosa fase di ricognizione del pianeta. Così
 
si riunirono nuovamente e tutti finalmente notarono che Nied e Beal avevano fatto pace e dell’evento che era accaduto
 
all’insaputa di tutti.
 
            -Beal perché non ci hai detto cosa è successo, ma è terribile- disse Astrid.
            -Eravamo tutti nervosi, volevo che ognuno si concentrasse sul proprio compito e poi è andato tutto bene, Nied mi ha salvato-
 
I più silenziosi di tutti erano Lisad e Raph, da quando erano tornati parlavano pochissimo, poi la tartaruga in rosso disse:
 
            -Chi viene a fare un bel giro di ricognizione?-
            -Ma non sei stanco?- disse Mikey.
            -Sono stato fermo troppo a lungo, ho bisogno di sgranchirmi le gambe e maltrattare qualche malvivente!-
 
Nessuno rispose alla chiamata.
 
            -No problem, vado da solo- senza esitare si avviò verso l’uscita.
 
Era già scuro fuori e potè dedicarsi al suo passatempo preferito, correre sui tetti, sentire il vento della città che gli carezzava
 
il viso, ora guardava le stelle pensando che in fondo non erano poi così lontane. Dopo un po’che correva si accorse che
 
qualcuno lo seguiva, fu rapido a nascondersi dietro un muro e si gettò agilmente sul suo inseguitore.
 
            -Ma che diavolo Raph, sono io!- era Lisad.
            -Perché mi segui? Non potevi uscire con me?-
            -No…gli altri avrebbero commentato…-
            -Da quando ti interessa cosa pensano gli altri…ti vergogni di uscire con me?-
            -Da quando ci guardano come una coppia mancata…secondo loro dovremmo stare insieme stabilmente-
            -Sarebbe poi una cosa così brutta, per te?-
            -Andrò su Marte….-
            -Lo so c’è il discorso di Marte…hai ragione, ma non possiamo vivere questa cosa semplicemente giorno per giorno? L’ultima volta che ho tentato di baciarti non sembrava ti dispiacesse…-
            -…è vero…-
            -Bene…quindi se mi avvicino non mi trafiggerai come al solito-
            -Non qui…non ora…ti prego-
            -Stai serena…ho l’impressione che se lo facessi qualcuno o qualcosa ci distrarrebbe! Tanto succede sempre così-
            -Che vuoi dire?-
            -Fammi fare una prova, prometto che se non vuoi non ti bacerò mi fermerò prima, tu resta calma e buona con quegli aculei-
Raph si avvicinò a pochi centimetri dalle sue labbra e rimase lì in attesa.
            -E ora?-
            -E ora sentiremo un rumore e tu scatterai sull’attenti come un bravo soldato Niano e più pericolosa di un istrice arrabbiato-
 
Non successe nulla, rimase a fissarla. Ad un tratto vide un lampo, una speranza negli occhi di lei, allora finalmente
 
l’abbracciò e con il suo bacio le trasmise tutta la passione cresciuta di giorno in giorno. Lisad sopraffatta ricambiò, tutte le
 
fibre dei loro corpi erano impegnate in quel bacio tanto desiderato. Lui la prese e la trasportò in un angolo nascosto e
 
cominciò a baciarle il collo. Lei ritirò le squame e gli aculei divennero soffici capelli come a fargli capire che era
 
totalmente indifesa. Lui sfiorò con le labbra quella pelle vellutata e sconosciuta. Volle provare anche le spalle, il petto fino
 
all’incavo dei seni, dove ebbe un attimo di esitazione. Ma anche il minivestito di lei svanì e fu il segnale che voleva essere sua.
 
Leo era andato a cena da Karai e tutto si stava svolgendo come al solito, tra loro due c’era ormai una certa distanza, l’unico
 
fattore che li univa era il piccolo Leo. Per tutta la sera la tartaruga in blu aveva raccontato tutto quello che era successo, che
 
ormai Marte non sarebbe mai più stato lo stesso pianeta.
 
            -Sembra che da rosso diventerà violetto, presto anche qui sulla Terra se ne accorgeranno-
            -La NASA non ha mandato qualche sonda?-
            -Sì, ma Donnie le ha neutralizzate, a meno che qualche astronomo non punti un supertelescopio in quella direzione nessuno si accorgerà di niente-
            -Quando ci porterai lassù?-chiese il piccolo.
            -Non lo so esattamente, ma ci vorranno tanti mesi-
            -Ma io sarò già grande?-
            -No sarai un ragazzino!-
            -Allora non ci vorrà tanto-
Leo sorrise, gli carezzò la testa e gli disse dolcemente:
            -Un po’ ci vorrà, ma se avrai pazienza sarai il primo ragazzo che andrà su Marte, te lo prometto-
 
Karai osservava Leo con gratitudine, suo figlio si era ripreso dalla bruttissima esperienza del rapimento, non faceva più
 
brutti sogni. Adesso però era lei che non sapeva come comportarsi, non sopportava di sentirsi in debito, doveva fare
 
qualcosa e per fortuna il problema si risolse da solo.
 
            -Astrid mi ha chiesto se può dare un’occhiata al museo di Shredder, vorrebbe indagare sulla provenienza dei cristalli, potrebbe essere stato un suo avo a lasciarli qui-
            -Sarò ben felice di sdebitarmi, porta pure anche i tuoi fratelli, potete prendere quello che volete-
            -Questo non occorre…tu non ti devi sdebitare…so che sei un’alleata su cui posso contare, questo mi basta e poi …non si può non voler bene al piccolo Leo-
            -Vorrei comunque invitarvi una delle prossime sere qui a cena e dopo daremo un’occhiata al museo, farete come vi sentirete-
            -Ti ringrazio dell’invito-
Il figlio di Karai cominciò a sbadigliare, i discorsi da grandi furono la goccia e si addormentò appoggiato alla sedia.
            -Oggi ha avuto tante emozioni…sarà bene portarlo a letto…-
            -Lascia…faccio io-
 
Leo prese il piccolo tra le braccia lo portò nella camera, gli mise il pigiamino e lo adagiò sul suo letto. Karai lo guardava
con tenerezza avrebbe voluto che quella fosse stata la sua famiglia davvero, ma solo per un attimo, poi tornò sulla terra. 
Loro non potevano stare insieme, lui era un mutante, lei era incapace di avere un compagno per la vita, avrebbe sofferto
 
come Martin. Lui era morto perché lei non era stata capace di stargli vicino.
            -Karai tutto bene?-
            -Sì…stavo solo pensando…a suo padre-
            -Vi manca…è normale-
            -A volte vorrei…vorrei che le cose fossero andate diversamente-
 
Leo non indagò ulteriormente, lei non avrebbe dato spiegazioni e ormai si stava mettendo l’anima in pace, loro non
 
sarebbero mai stati insieme, la salutò come sempre e le spiegò che non sapeva quando, ma che sarebbe passato presto con i
 
sui fratelli ed Astrid.
 
Era ormai notte e anche quello scatenato di Mikey cominciò a sbadigliare, Isabel lo convinse ad andare a letto e ordinò a
 
Pedro di restare nella stanza della televisione sopra il divano. Una volta nella camera lei si accoccolò sopra di lui e tra un
 
bacio e l’altro continuava a dirgli.
 
            -Mi sei mancato tanto, è tutto più bello quando ci sei tu…-
            -Senti lo so che siamo stati lontani, ma c’è qualcosa…tu hai qualcosa da dirmi, vero?- Disse Mikey sospettoso.
            -…come hai fatto a capirlo?-
            -Una sensazione più che altro-
            -Devo parlarti di una cosa…-
            -Ti ascolto-
            -Mi ha cercato John…-
            -E cosa vuole?- la voce di Mikey era cambiata totalmente.
            -Vuole vedermi…-
            -E tu gli hai detto di no, giusto?-
            -Sì…ma mio padre gli ha dato il nuovo indirizzo e temo che prima o poi verrà a trovarmi-
            -Semplice, tu non gli apri, che problema c’è?- Il cuore cominciò a battergli all’impazzata.
            -Ha detto che rimarrà davanti alla mia porta finché non gli aprirò-
            -Che resti quanto vuole, tu…non puoi…tu non devi aprirgli…lui…lui ti porterà via da me!- Aveva già le lacrime agli occhi.
            -No, Mikey non è così…il fatto è che…insomma vorrei affrontarlo definitivamente-
            -Tuo padre lo ha mandato perché vuole che tu ritorni con lui!-
            -Forse…ma in realtà devo fare tutto questo per me…ti volevo chiedere un favore…-
            -Che cosa? Un periodo per capire, vuoi riflettere sulla nostra storia?-
            -No sciocchino! Quando lo vedrò tu dovrai essere con me nascosto in casa o fuori dalla finestra-
            -Perché? Cioè…sicuramente!!!-
            -Non mi fido di lui…a volte è un po’ prepotente, ma se gli parlerò e sarò sicura di me non mi cercherà più-
            -Isabel…ti prego…se decidi di tornare con lui…ti scongiuro…dimmelo subito…non mi tenere lì a sperare…e se vorrai stare con lui… non potrai più tornare indietro-
 
Mikey era infantile su tutto ma non sui sentimenti, li conosceva molto bene e sapeva cosa era giusto fare.
 
            -Stiamo parlando di un evento che non capiterà mai! Io amo solo te! Lo vuoi capire? Ma finché non avrò affrontato John non sarò mai libera completamente. Poi sarai con me, vedrai come vanno le cose, no?-
            -Io sarò al tuo fianco e farò tutto quello che è in mio potere per proteggerti e per renderti felice, ma sappi che ho anche la forza di andarmene se non mi vuoi veramente -
 
Si abbracciarono forte forte, ma un dubbio atroce era sorto nel cuore di Mikey.
 
Nell’officina l’instancabile Donnie stava ancora trafficando, controllava gli ultimi dati che aveva raccolto prima di lasciare
 
Marte, era troppo presto per capire se tutto stava procedendo come aveva previsto, ma era in cerca di qualche intuizione,
 
un’idea fulminate che gli facesse, in pratica, prevedere il futuro.
 
-D? Credevo che almeno stasera ti saresti riposato…non puoi fare altro-
 
Astrid era entrata nel laboratorio e guardava la sua tartaruga preferita che a sua volta fissava lo schermo del computer tutto concentrato.
            -Donatello?- lei lo chiamava così quando non aveva la sua massima attenzione.
            -Oh si! Ci sono-
            -Basta per stasera ti prego…domani ti lascio in pace ma stasera no…e poi…Lisad è in camera con Raph!
            -Non ci credo!
            -Domani mi faccio raccontare tutti i dettagli…però non mi lasci sola stanotte…altrimenti divorzio!-
 
Il genio, in quanto tale, non se lo fece dire due volte la prese in braccio e la portò in camera.
 
La mattina Leo si sentì veramente solo come non mai, Isabel aveva dormito con Mikey, vide Lisad uscire dalla camera di
 
Raph, per non parlare di Donnie ed Astrid, quei due stavano attaccati l’uno all’altro con l’attack, facevano venire il
 
voltastomaco. Mentre tutti facevano colazione chiacchierando allegramente, Leo aveva un piccola nuvoletta nera sulla testa
 
con lampi e fulmini, non vedeva l’ora di andare a fare gli allenamenti e se ce ne fosse stato bisogno avrebbe meditato tutto
 
il giorno. Mikey aveva capito tutto, ma non c’era niente che potesse fare, sarebbe anche andato a parlare con Karai, ma poi
 
Leo lo avrebbe riempito di botte, eppure doveva fare qualcosa, allora gli venne un’idea:
 
            -Leo? Non avevi detto che Karai ci aveva invitato al suo museo?-
            -E’ vero! E’ ancora valido l’invito?- chiese Astrid.
            -Certamente, vi ha invitato a cena uno dei prossimi giorni, ditemi quando va bene a tutti, così l’avverto-
            -E se andassimo domani?- chiese Mikey- è domenica, la palestra sarà chiusa-
            -Sì è vero l’avverto subito…non vede l’ora di sdebitarsi con noi…le farà piacere-
            -Come va con lei ed il piccolo Leo?- chiese Isabel.
            -Va bene, siamo buoni amici-
            -Insomma va da schifo- commentò Lisad, dritta sempre al punto.
            -Esatto- disse Leo.
            -Le hai parlato chiaramente? Sembravate così vicini- chiese Astrid.
            -In pratica sì…mi ha detto che non se la sente di affrontare nessun tipo di relazione sentimentale, non so se si sente in colpa perché il marito è morto da due anni…sembra che le cose non andassero molto bene…la conoscete Karai, non è proprio la tipica donna tradizionale, lui pretendeva questo da lei…poi…chiaramente il mio aspetto non aiuta molto-
 
            -Ma se sei un fico pazzesco- scappò detto a Lisad, Raph la guardò un po’ storto.
            -Grazie…ma credo che tu abbia un punto di vista un po’ diverso da lei-
            -Perché?  Sono qualcosa di più di una lucertola terrestre…e tu non sei solo una tartaruga-
            -Per me Mikey è bellissimo….perchè anche lei non può pensare questo di te?- chiese Isabel.
            -Perché tu sei un caso su un miliardo, anzi sette miliardi…la popolazione totale della Terra- rispose Leo.
            -Ma sa veramente cosa pensi di lei?- chiese Mikey.
            -Credo di sì è per questo che mi tiene a debita distanza…-
Mead entrò in cucina e chiese:
            -Buongiorno a tutti. Astrid? Beal vorrebbe fare una seduta oggi, sei disponibile?-
            -Sì certo, gli va bene dopo gli allenamenti?-
            -Penso di sì, tanto tra poco vi raggiunge, tra quanto avrete finito? -
            -Tra tre ore…ma Beal dov’è?- rispose Astrid.
            -Era in soggiorno che parlava con Nied…non so cosa sta succedendo…però non hanno dormito insieme, se ve lo stavate chiedendo-
            -Insomma non c’è solo Leo che va in bianco- disse Raph, che invece quella mattina aveva un sorriso malizioso stampato sulla faccia.
            -Andiamo Raph, sento che stamattina io e te abbiamo un appuntamento al centro del dojo- disse Leo.
Tutti i soliti, più Isabel come spettatrice, si riunirono di fronte a Splinter che decise di massacrarli con tutta una serie di esercizi.
            -In questi giorni nello spazio non vi siete allenati propriamente, ed avete passato la maggior parte del tempo sdraiati…da quello che ho capito-
            -Sì Splinter, ma le cinture hanno mantenuto la nostra muscolatura in ottima forma- spiegò Donnie.
            - Quello non è allenarsi, il vero allenamento viene dalla fatica. Le scorciatoie non danno mai buoni risultati. Quando abbiamo conosciuto Astrid  tutta la sua forza veniva dalla cintura, senza era debole, adesso con l’allenamento è una vera Kunoichi. Anche se aveva ricevuto un imprinting, faticare con noi e mettersi veramente alla prova l’hanno resa una vera guerriera-
 
Splinter era stato molto convincente e tutti si allenarono senza protestare, ma Leo aveva bisogno di combattere un
 
avversario degno e finito l’allenamento sfidò Raph, anche se erano molto stanchi.
 
            -Allora fratello non ti tirerai indietro perché sei un po’ affaticato?-
            -Leo sono sempre pronto ad una sfida, dovresti saperlo-
 
Rimasero tutti, era sempre uno spettacolo vederli combattere. Quando si pararono uno di fronte all’altro, Leo partì subito
 
all’attacco con le sue fedeli katane, i sai di Raph fermarono la loro corsa senza esitazione. Leo era stranamente furioso ed


impulsivo mentre Raph sembrava agire più di strategia. In quel momento i ruoli si erano invertiti, ma in realtà il loro modo
 
di combattere rifletteva perfettamente lo stato d’animo del momento. Raph era sereno, aveva passato una serata splendida
 
con Lisad e aveva raggiunto come una sorta di equilibrio che gli mancava, come un tassello che finalmente trovava il suo
 
posto in un puzzle.
 
Leo in quel momento scaricava la sua rabbia repressa, era bloccato in una situazione senza via d’uscita e la causa di tutto
 
era il suo solito senso del dovere che lo logorava nel profondo.
 
            -E questa ti sembrava un Atami-Waza, forse dovresti esercitarti di più- diceva Leo.
            -A me sembrava perfettamente eseguito, perché invece non stai attento con quelle katane fuori controllo o finirai per farti del male sul serio-
            -Mi sembra di avere un dejavu…-disse Astrid, si ricordava perfettamente quando Leo l’aveva atterrata in allenamento e gli aveva puntato la spada alla gola.
            -Quando Leo fa così proprio non sembra lui…dobbiamo intervenire?- disse Donnie.
            -Secondo me invece dovete lasciarlo sfogare- disse Beal.
 
Raph aveva capito la situazione e cercava di non rispondere alle continue frecciatine del fratello, del resto lui conosceva
 
quello stato d’animo e sapeva di cosa c’era bisogno: Leo doveva stancarsi, solo allora si sarebbe scaricato. La lotta
 
continuò alla pari per molto tempo, per fortuna non si ferirono a vicenda, ma nessuno dei due prevaleva sull’altro, si
 
dovettero fermare per prendere fiato.
 
            -Jiamè! credo che per oggi possa bastare- disse Splinter che fino ad allora aveva osservato in silenzio i suoi figli -riprenderete in un altro momento, oggi nessuno di voi prevarrà-
 
Alle parole del sensei Leo si arrese, era veramente molto stanco e decisero di rimandare lo scontro.
 
Mead ritornò al rifugio per la seduta di psicoanalisi di Beal e si diressero con Astrid nella stanza di Donnie.
            -Sei pronto Beal?- chiese Mead.
Beal era seduto e le due Niane gli stavano di fronte, era molto più rilassato delle prime volte e sembrava reagire molto bene.
            -Sono pronto-
 
Mead e Astrid entrarono nella sua testa, la prima diagnosticava i problemi e la seconda curava, quest’ultimo intervento
 
senza modificare il carattere di Beal. Astrid, le cui capacità aumentavano sempre di più, lasciava intenzionalmente i segni
 
delle difficoltà che il Niano aveva incontrato, perché tutti bene o male abbiamo bisogno dei nostri traumi per crescere.
 
Come dicono i saggi “non tutto il male viene per nuocere”. Rimasero sorprese entrambe per come stesse migliorando e
 
come il tipo di rapporto da poco instaurato con Nied lo aiutasse, ma rimaneva la profonda paura di nuocere
 
involontariamente agli altri.
 
            -Molto bene, credo che questa sia la mia ultima seduta, non posso fare altro per te, cambierei chi sei e non voglio. Le prossime sedute saranno solo con Mead- disse infine Astrid quando uscì dalla fusione.
 
            -Ne sono lieto, mi sento molto meglio-
            -Cosa farai oggi a parte gli allenamenti pomeridiani?- chiese Mead.
            -Vado a fare una passeggiata con Nied in superficie, vogliamo fare i turisti e osservare i terrestri, non lo abbiamo fatto spesso da quando siamo arrivati su Terra-
            -Mi sembra una brillante idea, quando saremo su Marte non avremo molto tempo per questo- disse Mead.
 
Da quando la fase uno della missione Marte era cominciata, non c’era molto da fare, quindi gli allenamenti erano diventati
 
un passatempo, solo Donnie come al solito era impegnato in qualche attività parallela. Il genio aveva iniziato la costruzione
 
di un’altra capsula per Nied e cercava di migliorare il suo prototipo. Contemporaneamente aveva deciso di puntare una
 
sorta di telescopio per seguire il più possibile l’evoluzione del pianeta rosso. Quella sera con i suoi fratelli, Astrid e Lisad
 
decisero di andare a fare un giro, volevano piazzare il suo “occhio elettronico”, come lo aveva chiamato Mikey, sul
 
grattacielo più alto di New York.
 
            -Si può sapere quando hai avuto il tempo di costruire quel coso?- chiedeva Raph.
            -Era già in costruzione da tempo, l’ho solo adattato all’occasione, potrà vedere gli infrarossi, i raggi x, le frequenz…..-
            -Sì, sì ,va bene, ho capito, ho capito- rispose Raph.
            -Stasera non vai da Isabel?- Chiese Astrid.
            -Tra poco…- rispose un Mikey decisamente troppo tranquillo.
            -C’è qualcosa che non va…Su dimmi che succede?-
            -Astrid…John…l’ex di Isabel si è rifatto vivo…vuole vederla-
            -E lei ha accettato?-
            -Sì…mi ha chiesto di essere presente senza farmi vedere…dice che deve risolvere questa faccenda-
            -Sei preoccupato?-
            -Molto…ho sempre paura che qualche umano me la porterà via….-
            -Ha solo diciannove anni è giovane e anche tu…può succedere…ma non perché sei un mutante, può succedere perché la vita non va mai come vorremmo-
            -Perché mi dici così? Dovevi dirmi qualcosa tipo “Mikey lei non può lasciare un strafico come te”-
            -Sì poteva essere un’opzione…ma l’animo umano ed il nostro è imprevedibile e se tu invece incontrassi qualche bella Niana tra un po’ di tempo quando verrà la seconda spedizione?-
            -Nessuna sarà mai bella come Isabel-
            -Ah grazie tante- si intromise Lisad.
 
Mentre le Niane e Mikey facevano mercato, le altre tartarughe si erano arrampicate sulla Freedom Tower per piazzare
 
l’occhio elettronico e per camuffarlo in qualche modo, nessun umano doveva scoprirlo. Donnie lo provò subito anche se era
 
appeso pericolosamente sul grattacielo alla Spiderman.
 
            -Ragazzi si vedono ancora vortici sulla superficie e mi sembra ancora molto caldo…speriamo bastino sei mesi…-
            -A me se l’attesa dura di più non dispiace…-commentò Raph.
            -Già… abbiamo notato che con Lisad va molto bene- disse Leo.
            -E’ questione di classe-
            -Ma se ti ha conciato per le feste ed hai dovuto aspettare mesi- commentò Donnie.
            -L’importante è il risultato…è fantastica- disse Raph, lei non lo sentiva in quel momento.
            -Non occorre che tu entri nei dettagli- ribattè Leo.
            -Non l’avrei fatto, sono cose nostre!- 
Era riservato e non era nemmeno abituato a parlare di argomenti del genere.
            -Bene ho fatto, è settato perfettamente e sfido chiunque a rendersi conto che è un telescopio invece di un semplice tubo di ferro-
 
Il giro di New York continuò quella notte, i rettili ninja sventarono delle rapine, salvarono qualche vecchietta da brutti
 
ceffi, insomma quello che sarebbe stata la loro routine per qualche tempo.
 
Mikey andò da Isabel e cercò di far finta di nulla, ma aspettava con ansia di vedere cosa sarebbe successo con John. Lei
 
sembrava felice e serena come sempre, quando erano insieme si sentiva molto sicura e tutto sommato passarono una bella
 
serata. Mikey però aveva deciso di sfruttare al meglio il tempo con lei, temeva che tutto questo potesse finire da un
 
momento all’altro.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
L’avventura Marte è finita ma le nostre tartarughe ed i Niani hanno dato una bella scossa al pianeta rosso che, se va tutto bene, diventerà violetto! Ovviamente se su Marte ci fosse acqua in forma liquida diventerebbe blu esattamente come la Terra…ma ho voluto fantasticare un po’.
Raph e Lisad hanno finalmente concluso yeah! Non sono entrata nei dettagli altrimenti con una coppia passionale come questa sarei sforata nel rosso di sicuro, per cui mi sono fermata prima ;-)
Invece tra Leo e Karai le cose non vanno affatto bene, anche se Leo sarebbe un paparino perfetto, che ne dite?
Ora sembra che la storia tra Mikey e Isabel possa essere messa in pericolo, cosa succederà? John se la porterà via? Lo vedremo prossimamente.
 
Grazie a tutti voi che mi seguite, non mancano tanti capitoli alla conclusione, vi consiglio di non perderveli, do sempre il meglio alla fine.
 
Un grosso abbraccio virtuale
Altair
 

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Capitolo 44
*** Chi è il vero mostro? ***


Quella sera sarebbero andati a cena da Karai e Mikey decise di fare uno dei suoi dolci preferiti, pere e cioccolato, voleva
 
impressionare la padrona di casa ed il piccolo Leo.
 
Quando arrivarono tutto era pronto e la governante se ne era andata come al solito. La donna non riusciva mai a vedere gli
 
invitati e pensava che Karai fosse una sorta di strega o che comunque combinasse qualcosa di losco, ma non aveva mai
 
avuto il coraggio di spiarla. Leonardo andò a salutare il piccolo Leo, era già pronto nel suo lettino e gli strappò la promessa
 
che sarebbe tornato presto per stare un po’con lui. Mikey portò subito il suo dolce in cucina e voleva assolutamente dare una mano.
            -Allora Karai come va con la palestra e come vanno le cose con i Dragoni Purpurei?- chiese Astrid.
            -Molto bene, mi sono impegnata il più possibile per togliere quella banda di cialtroni dalla strada, purtroppo non tutti vogliono sottostare alle mie regole, spero mi darete una mano a scoraggiare l’ultimo gruppetto di disperati che ancora fa rapine-
            -Per quello potrai sempre contare su di noi- disse Raph.
            -E’ tutto molto strano, il tasso di criminalità organizzata si sta molto abbassando, credo che molti si siano buttati più su truffe od operazioni più complicate di una rapina ad un negozio o ad una banca- commentava Donnie.
            -Non mi dite che non c’è più lavoro per supereroi come noi!- disse Mikey allarmato.
            -Però aggressioni e violenza ci saranno sempre, non ci capitano più ossi duri come Hun o Shredder, ma non credo che New York possa diventare troppo pacifica- disse Leo.
            -Perché no?  Anche voi un giorno sarete evoluti come noi Niani- Lisad volle dire la sua come al solito.
            -Credo che ci vorrà ancora molto tempo, sul nostro pianeta ci sono ancora le guerre, invece di pensare a utilizzare soldi e risorse per la scienza! Potessi condividere il mio sapere sarebbe un gran passo avanti…ma temo che al momento sarebbe solo molto pericoloso- disse Donnie.
            -Tu Karai cosa sai esattamente di quei cristalli?- Chiese Astrid che aveva solo un pensiero al momento.
            -Ben poco, che sono stati trovati vicino alla coste del sud America e che sono pericolosi nelle mani sbagliate-
            -Avete trovato anche qualche contenitore particolare, qualche resto di navette come le nostre?-
            -Non saprei, non mi sono occupata personalmente di quella faccenda ai tempi, per questo volevo che guardaste voi stessi tra i reperti del museo. Posso indicarvi la zona dove si trovano tutti gli oggetti rinvenuti insieme ai cristalli-
            -Sono molto curiosa…-
            -Però prima il dolce- disse Mikey.
 
Finito di cenare si avviarono nei meandri di quello che un tempo era proprietà del loro peggiore nemico. Erano passati gli
 
anni ma ancora dovevano avere a che fare con lui, anche se adesso non poteva più nuocergli.
 
            -Molti oggetti di valore sono stati già venduti, ma qui potrete trovare molte armi antiche e moderne, qualsiasi oggetto possa interessarvi potrete prenderlo- spiegava Karai.
            -Che belli questi nunchaku devono essere molto vecchi…- diceva Mikey che aveva adocchiato le armi a lui familiari.
            -Prendili pure, so che saprai fargli onore-
            -Ma sei sicura? Sono bellissimi-
            -Sarò felice se sarai tu ad usarli-
 
Donnie invece trovò un’asta retrattile ultramoderna, sarebbe stata comoda da portare dietro.
 
Astrid e Leo si misero ad osservare tutta una parete di katane, sembrava di essere al supermercato delle arti marziali. Raph
 
trovò dei sai intarsiati con l’uncino centrale e li prese senza tanti complimenti. Lisa invece osservava una lancia fatta di un
 
materiale che non conosceva e Karai le fece segno di prenderla.
 
            -Gli amici dei miei amici sono miei amici, so che sei una guerriera onorevole e potente, sarò felice se la porterai con te-
 
Lisad prese la lancia e fece un inchino, le era piaciuta subito Karai, perché aveva carattere e se Leo diceva che era una
 
In gamba, era sicuramente vero.
 
Finalmente giunsero dove erano stati depositati i cristalli, le due Niane cominciarono a guardarsi in giro, ma riuscivano a
 
vedere solo resti di armature e armi antiche ma sicuramente terrestri. Astrid decise di usare la cintura come scanner in cerca
 
di metalli originari del suo pianeta. Ad un certo punto ci fu il segnale inequivocabile che qualcosa di Niano era stipato tra
 
tutti quei reperti arrugginiti. Trovò quella che sembrava un’arma, con un laser calibrato della cintura la ripulì in un lampo:
 
era una spada Niana, l’elsa era fatta di un cristallo violetto mentre la lama era un cristallo di Enerzon molto particolare, la
mostrò a Lisad.
 
            -Secondo te è un cristallo di Enerzon eterno?-
            -Non sono sicura di saperli riconoscere-
            -Che cosa intendi per eterni?- Chiese Leo.
            -Sono cristalli che si rigenerano, dentro c’è come un’anima di un metallo che ha delle proprietà particolari, questo cristallo non dovrebbe mai deteriorarsi e quando si ricarica, si rigenera perfettamente-
 
Donnie stava ascoltando con molta attenzione, avrebbe potuto creare dei cristalli eterni e loro non avrebbero più dovuto costruirne di nuovi tutte le volte.
 
            -Astrid dobbiamo capire assolutamente che metallo è quello all’interno!- Disse Donnie.
            -Credo che questo non ci sia su Terra, si parla di un meteorite che portò molti secoli fa questo nuovo metallo su Ni, esistono pochissimi esemplari e nessuno sa che fine abbiano fatto-  precisò Astrid.
            -Forse potrei ottenerlo trasformandone uno terrestre con bombardamenti di neutroni o deuterio o… -
            -Come se fosse facile- gli rispose Astrid.
            -Ma di che diavolo parlate, di bombe atomiche?- chiese Raph.
            -Non esattamente. Comunque questo è un ritrovamento incredibile cosa ci fa su Terra?- Affermò Astrid e poi aggiunse- Dobbiamo caricare quest’arma, potrebbe contenere dei dati o vere e proprie registrazioni, l’elsa è fatta degli stessi cristalli che si trovano nei computer di bordo delle capsule-
 
Lisad continuava intanto a sondare e trovò qualcosa anche lei.
 
            -Astrid qui c’è qualcos’altro, sembrano i resti di un mezzo Niano, certo quel vostro amico ha tenuto di tutto!-
            -Martin, mio marito, aveva capito che erano fatti di materiali alieni, ma non li ha mai potuti studiare come voleva,
 
Shredder era interessato ad altro a quei tempi-
 
            -Pensi che potremo sfruttare questi resti?- chiese Lisad a Donnie.
            -Forse... potete ripulire il tutto con le cinture? Ci potrebbero essere altri cristalli per il computer, almeno potrei creare un’altra capsula, non abbiamo un metallo così resistente sulla Terra, infatti la Tartacapsula è meno sicura, non regge esattamente agli urti come quella dei Niani-
            -Vuoi dire che ho rischiato più di tutti?- disse Mikey.
            -Te lo avevo detto, ricordi? E poi comunque è un ottimo mezzo, la forma ad uovo lo rende molto difficile da distruggere- rispose Donnie.
 
Una volta ripulito il relitto, venne fuori il colore argenteo chiaro del metallo Niano e trovarono altri cristalli conficcati nella struttura.
            -Potete prendere tutto, ma non so come farvelo avere…-
            -Nessun problema Karai, useremo un’altra capsula che lo trainerà via di qui, verrò io stesso domani, l’ho promesso a Leo- Rispose premuroso Leonardo.
 
Mentre tornavano alla palestra Mikey cercò di avvicinare la fiera guerriera giapponese.
 
            -Karai…senti posso parlarti in privato?-
            -Certamente, cosa posso fare per te?-
            -Per me niente altro, questi nunchaku sono favolosi. Volevo parlarti di mio fratello Leo-
            -A che proposito?- Karai era veramente molto sorpresa, rimasero indietro perché gli altri non potessero sentire-
            -Tu gli vuoi molto bene vero?-
 
Era una domanda così infantile e diretta che non se l’aspettava, rimase un secondo in silenzio e poi disse:
 
            -Sì Mikey…molto-
            -E vorresti che fosse felice….-
            -Auguro a tutti voi di essere sempre felici-
            -Queste donne, cercano sempre di confonderti- pensava Mikey e disse: - lo sai che tu potresti renderlo molto felice?-
            -Io? Perché mai?- la voce di lei era agitata e un po’ stridula.
            -Lui stravede per te, ti ha pensato tutti i giorni per questi lunghi sei anni, in cui non vi siete più visti…veniva quasi tutte le sere qua a guardare cosa resta del tuo palazzo…-
            -Non me lo ha mai detto…-
            -Non può dirtelo….non può dirti cosa pensa…ci ha provato ma lo hai rifiutato ancora prima di sapere cosa aveva da dire-
            -La vita di coppia non fa per me…mio marito preferiva lavorare che stare con me…è morto a causa del suo lavoro e della mia incapacità di amarlo- la voce di Karai tremava e non sapeva nemmeno perché stava parlando dei sui fatti personali a Mikey. Da quando aveva fatto la fusione con Astrid lui era cambiato, infondeva come un senso di sicurezza e gli altri si aprivano più facilmente.
 
            -So che non si può amare a comando, ma tutti siamo in grado di farlo, perfino Shredder a modo suo ti amava, ricordo che tu eri speciale per lui…la sua preferita, gli altri suoi uomini potevano morire, per te invece ha rischiato spesso la sua vita…- Mikey non sapeva da dove gli uscivano quelle parole ma sentiva che erano giuste.
 
            - Io amavo mio marito, non ero in grado di renderlo felice-
            -Ma lui non ti accettava completamente…me lo ha detto Leo…mio fratello invece ti ama così come sei…e ci sarà sempre per te…il problema è il suo aspetto di tartaruga troppo cresciuta?-
            -Non lo so…-
            -Ti ho osservata e non mi sembri indifferente a lui…sembra quasi che ti freni…che non fai quello che vorresti…lo vedo dai tuoi occhi-
 
Leo era rimasto ad ascoltare di nascosto, non sapeva se correre lì e prendere a pugni il fratello o se abbracciarlo, raggiunse
gli altri per non farsi scoprire.
 
            -Leonardo è molto importante per mio figlio…-
            -E’ solo questo? Non hai pensato che potreste essere una famiglia?-
            -L’ho pensato…ma ho anche pensato che potrei rovinare tutto di nuovo…-
            -E quindi è preferibile che soffriate entrambi, senza potervi parlare veramente giorno dopo giorno?-
            -Non costringerò Leo a venire tutti i giorni…man mano che mio figlio crescerà non avrà più bisogno di lui…sarà libero tra qualche anno-
            -E tu? Non avrai più bisogno di lui? E poi credi che non voglia bene al piccolo Leo? Non credo che faccia tutto questo solo perché si sente in colpa del rapimento-
            -Non ne abbiamo mai parlato-
            -Allora fatelo, io e la mia Isabel ci diciamo tutto, anche quello che fa male- in quel momento pensò a John e gli venne voglia di scappare subito da lei.
            -Mikey prometto che parlerò con Leo, ma non sperare in un miracolo…non so esattamente cosa provo per lui…-
            -Quello che ci sarà tra voi riguarda solo voi, ma non potevo vederlo così triste tutti i giorni, dovevo fare qualcosa, è come impotente, bloccato, senza poter in qualche modo reagire…dovete palarvi in modo chiaro…liberalo da questa schiavitù...se dovete essere solo amici siatelo per davvero…non dovete rimpiangere di non aver provato un giorno quando sarà troppo tardi-
 
Gli altri intanto erano arrivati alla palestra ed avevano capito cosa stava succedendo perché Leo li aveva aggiornati sommariamente.
            -Mikey deve essere impazzito…cosa spera di ottenere- commentò Leo.
            -Tuo fratello fa miracoli- disse Astrid- avete visto con Beal? Se non ci fosse stato quel mattacchione bendato di arancio non sarei riuscita così presto a liberarlo dal condizionamento-
 
In quel momento arrivarono Karai e Mikey e si guardarono bene dal dare spiegazioni.
            -Adesso però ragazzi la mia Isabel mi aspetta! Karai grazie ancora di tutto-
 
Mikei bbracciò Karai e lei gli sorrise benevola.
            -Grazie a te caro amico mio-
            -Bè… allora togliamo le tende- disse Lisad- grazie ancora dell’ottima cena e dei magnifici regali-
            -Piacere mio…Leonardo potresti trattenerti un attimo, volevo chiederti un favore per il mio Leo-
            -Certamente…ragazzi vi raggiungo più tardi…a dopo-
 
Appena gli altri se ne furono andati, Karai lo fece accomodare ed andò a preparare un the.
 
Leo era seduto sul divano con la sudorazione paragonabile a quella di un umano e la palpitazione di un teenager al primo
 
appuntamento -non può avere cambiato idea solo perché ha parlato con Mikey- pensava dentro di sé. Lei arrivò con il suo
 
servito da the giapponese ed un’aria un po’ tesa, ma sorrideva.
 
            -Leo vorrei parlarti sinceramente e spero lo farai anche tu-
 
Si sedette vicino a lui, gli versò il the e gli porse la tazza come se lo facesse da sempre.
 
            -Karai…se è quello che vuoi veramente-
            -Mikey mi ha detto che in questi sei anni hai sempre pensato a me, è vero?-
            -…ho cercato di dimenticarti…ma non ci sono riuscito…sapevo che eri sposata e che non potrò mai competere con un essere umano…ho perfino pensato di chiedere ad Astrid di togliere il tuo ricordo dalla mente-
            -E sarebbe capace di farlo?-
            -Sì…lo farò se vorrai-
            -Ho sempre ammirato il tuo coraggio e ci sono dei momenti in cui mi dimentico che siamo fisicamente molto diversi, penso che tu non sia un mostro, credo solo di essere diventata insensibile…mio marito è morto a causa mia…anche tu soffriresti e non vorrei mai…tengo troppo a te-
 
            -Tu pensi che se stessimo insieme io soffrirei?-
            -E’ quello che è successo a Martin-
            -Vorresti dire che in questi ultimi tempi hai avuto solo paura di farmi del male e non è perché sono un mostro?-
            -Tu non sei un mostro, non l’ho mai detto-
 
Leo non credeva alle sue orecchie, Mikey forse aveva ragione, ma ancora non aveva capito dove Karai volesse arrivare.
 
            -Vuoi dire che se adesso ti baciassi non proveresti disgusto?-
            -Ci siamo baciati…non ho provato disgusto-
            -E vorresti riprovare?-
            -Non sono una donna come le altre io….-
            -Tu sei un guerriero fiero e non puoi essere altro che questo…lo so molto bene. Non ti ho chiesto di cambiare-
            -Ma lo farai…-
            -Perché? Anche io tengo alla mia libertà, non rinuncerei completamente alla vita che faccio adesso. Quello che voglio è solo…amarti-
            -Perdonami non mi sento pronta-
            -Ma lo sarai un giorno?-
            -Forse….-
            -Capisco…- Leo si alzò in piedi.
            -Te ne vai?-
            -Tuo figlio dorme…non hai bisogno di me…tornerò domani…per Leo….l’ho promesso-
            -Non occorre…se ne farà una ragione…sei libero…non hai più obblighi verso di me-
            -Molto bene allora me ne andrò, farò cancellare i miei sentimenti per te, non mi vedrai mai più-
 
Anche Karai si alzò e si rivolse a Leo con voce esagitata.
 
            -Benissimo posso stare senza di te, ho vissuto anni lontano da te e sono sopravvissuta, è stata dura ma sono sopravvissuta e continuerò a farlo!-
 
Leo la guardò sorpreso:
            -E’ stata dura? Cosa vuoi dire? –
            -Te l’ho detto….mi sei mancato…-
            -Ma credevo che almeno all’inizio fossi felice…-
            -Sì anche io lo credevo, ma subito dopo sposata tutto è cambiato, ero diventata una sua proprietà…non ho fatto che pensare a te…mio figlio si chiama come te!-
            -Allora perché vuoi mandarmi via!-
            -Non voglio mandarti via…ma non posso chiederti nemmeno di aspettarmi-
 
Leo si avvicinò a lei, con la sua mano di mutante le sollevò dolcemente il mento di porcellana e la baciò con tutta la
 
dolcezza di cui era capace. Karai chiuse gli occhi e si lasciò abbracciare dal calore che emanava quel contatto.
 
            -Non dobbiamo correre e non voglio sconvolgere la tua vita….ma è stato così pericoloso questo bacio?-
            -No…è stato molto dolce-
            -Era il mio secondo bacio…-
            -Dobbiamo rimediare- Lei lo baciò nuovamente.
 
Nel mentre Mikey era quasi arrivato all’appartamento di Isabel, ma si fermò un attimo a riflettere sul tetto di un palazzo.
 
New York di notte gli piaceva molto, i colori delle luci a basso consumo dei lampioni erano color arancio e per un attimo
 
gli venne a mente il quadro di Isabel del suo periodo nero quando erano stati separati: era riuscita con due colori a
 
descrivere anche l’anima della città. Era proprio speciale, per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa, doveva proteggerla da John,
 
ma se lui fosse stato la persona giusta per lei avrebbe dovuto lasciarla andare. Decise di entrare e affrontare la serata, ma
 
appena messo piede nell’appartamento trovò Isabel seduta sul letto molto agitata, quasi balbettava.
 
            -Che succede amore?-
            -John….-
            -Dov’è? Ti ha fatto del male?-
            -No…sta venendo qui-
            -Non è ciò che volevi?-
            -Sì… ma è molto arrabbiato, ci ha minacciato al telefono-
            -Come “ci” ha minacciato?-
            -Ha detto che sono solo sua…mio padre gli ha detto di te…vuole trovarti e ucciderti-
            -Che cosa? L’acciuga anoressica vorrebbe uccidermi? Ma ti prego, ma non faceva il modello? Non credo che vada in giro a picchiare a morte la gente-
            -Era strano al telefono, credo che faccia uso di droghe…quando stavamo insieme ne avevamo parlato-
            -Che cosa? Voleva che ti drogassi?-
            -La droga toglie la fame, tanti modelli e modelle la usano…ma io avevo paura…forse lui invece ne faceva uso…sarà qui a momenti…-
            -Non preoccuparti ho affrontato situazioni ben peggiori, me ne occupo in un lampo-
 
Pedro abbaiò, si sentì suonare alla porta in modo insistente e poi dei colpi violenti.
 
            -Apri questa fottutissima porta, lo so che sei in casa!-
            -E tu stavi con un tipo del genere?-
            -Non era così…era un po’ prepotente ed aveva degli scatti d’ira, ma mi ha schiaffeggiato solo una volta-
            -Lui ti ha colpito?- Mikey non ci vedeva più, andò alla porta e l’aprì. John era lì, era circa un metro e ottanta ma molto magro, il bel viso sconvolto ed i capelli arruffati.
            -Ma cosa diavolo sei? Dov’è Isabel cosa ne hai fatto?- Tirò fuori una pistola.
            -Calma acciughina potresti farti del male-
            -Stai attento mostro…la so usare-
            -Lo vedo, si capisce da come la impugni e dal fatto che ha la sicura-  lo disarmò, gli prese un braccio, glielo girò dietro la schiena e lo mise in ginocchio tutto nell’arco di un respiro.
            -Ti prego non uccidermi…ti prego- cominciò a frignare.
            -Non ti facevo così patetico, ma del resto un uomo che picchia le donne indifese può essere soltanto questo, un patetico codardo-
 
Lo portò in casa gli legò mani e piedi.
            -Bene aspettiamo quando finisce l’effetto di quella porcheria, così ci puoi parlare e gli dici di lasciarti in pace-
            -Mikey non lo so, forse ci vorrà tutta la notte…vuoi tenerlo qui?-
            -Allora lo sbatto nella prigione dove avevamo messo Beal…forse però dovrei rinforzare la sbarre, potrebbe passarci di traverso da quanto è secco-
            -Domani forse sarà tornato in sé…-
            -Allora è deciso lo portiamo giù e tu dormi con me al rifugio stanotte. Non è sicuro tenerlo qui finché è sotto l’effetto della droga-
            -Mikey mi dispiace così tanto, non potevo immaginare…-
            -Nemmeno io….se penso che eri così disperata per lui…il tuo ragazzo perfetto…è proprio vero non sono io il mostro!-
 
John fu rinchiuso nella ex cella di Beal, non importava incatenarlo, non si reggeva in piedi e non sarebbe stato capace di
 
scappare anche se avessero lasciato aperto. Da bravo Pedro si accoccolò nel suo cantuccio sul divano, Mikey e Isabel
 
andarono in cucina, lei aveva bisogno di bere un po’ d’acqua.
 
            -E’ per questo che lo volevi affrontare? Quando eravate insieme ti aveva in pugno…non è vero? Tu facevi tutto quello che voleva lui-
            -Sì amore, a volte mi sconvolge come riesci a capire gli altri al volo-
            -Mi sembra impossibile che quel verme possa essere stato il tuo ragazzo-
            -Mikey…prima di incontrare te ero una ragazzina sciocca e viziata, tutti si aspettavano che avessi un ragazzo come lui, mia madre non faceva altro che dire quanto fosse perfetto e che eravamo una coppia stupenda. Avrei fatto qualsiasi cosa perché rimanesse con me e lui mi trattava come qualcosa di bello da mostrare. Poi dopo l’incidente sparì, venne una volta all’ospedale ma non lo vidi nemmeno, se ne andò prima che potessi parlarci….-
            -Devo riconoscergli della coerenza…in quanto è codardo!-
 
Entrò Donnie con una faccia interrogativa.
 
            -Mikey hai piazzato tu la telecamera di fronte alla cella? Ma chi è quel relitto umano?-
            -E’ il famoso John…è drogato e si è presentato armato alla porta di Isabel, vorrei tenerlo qui finché non si riprende…possiamo farlo condizionare da Astrid?-
            -Non credo che lo farà volentieri…ma possiamo sentire…adesso però è molto tardi ci penseremo domani-
 
Quella notte Isabel si addormentò a fatica, invece Mikey era tranquillo, si era preoccupato inutilmente, se lei avesse
 
preferito un tipo come John a lui, non l’avrebbe mai voluta al suo fianco, non sarebbe stata la persona che lui credeva, con
 
questo pensiero si addormentò.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Che ve ne pare, sono stata abbastanza romantica? :-P A Leo e Karai ho dato più privacy che agli altri…ve lo aspettavate che si mettessero insieme?
Ora Isabel dovrà affrontare i suoi fantasmi del passato…riuscirà a vincerli? E Mikey come si comporterà? E quel fattone di John? :-P
Oltre al lato romantco vorrei sottolineare che Astrid ha trovato una spada Niana e dei resti molto interessanti…vedrete…
Da un po’ di tempo mi sembra di parlare da sola...pazienza, non mi fermerò certo adesso! ;-)
 
Grazie a tutti voi che mi seguite
 
Altair
 

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Capitolo 45
*** Memorie dal passato ***


Mikey si svegliò con un sussulto, cercò Isabel accanto a lui, ma la sua metà del letto era vuota e fredda. Corse in cucina, ma
 
non era lì, gli prese un terribile dubbio.  Entrò nel laboratorio di Donnie e guardò il visore connesso alla telecamera. Lei era
 
di fronte alla cella che parlava con John.
            -Quello che hai visto è Michelangelo, il mio ragazzo-
            -Ma che cos’è?-
            -E’ una tartaruga-
            -Tu non mi vuoi …per stare con un rettile?-
            -E’ più uomo di te-
            -Devi essere impazzita…-
            -Lui non mi abbandonerebbe mai…mi ha salvato la vita-
            -Come fai a baciare quel coso, non ti viene da vomitare?-
 
Mikey ascoltava e si sentiva morire.
            -Bacia benissimo e non ci limitiamo solo a baciarci…-
            -Ti prego non voglio sapere- John si mise le mani alle orecchie.
            -Devi sapere e devi ascoltarmi, non voglio stare con te! Amo Michelangelo-
            -Si può sapere cos’ha lui più di me?-
            -E’ una persona migliore di te…-
            -Ci voleva poco…- commentava fra sé Mikey.
            -…è buono, è generoso e rende questa terra un posto più bello dovere vivere. E’ anche molto forte e premuroso…-
            -Sta dimenticando di dire bello!- Commentò Mikey ad alta voce, non potevano comunque sentirlo.
            -…se avesse voluto, ieri ti avrebbe ucciso in un secondo, ma ama troppo la vita per farlo e anche adesso sono sicura che saprà perdonarti- concluse Isabel.
 
Mikey ascoltava rincuorato da quelle parole, la sua ragazza era andata da sola ad affrontare le sue paure, non sembrava
 
rimpiangesse il suo ex. Si sentì toccare ad una spalla, era Astrid.
 
            -Mi ha detto Donnie che quell’umano è John, l’ex fidanzato di Isabel. Hai paura che ti lasci per lui?-
            -E’ possibile…non potresti togliergli Isabel dalla testa?-
            -Non sarebbe giusto, ma posso vedere cosa non va, posso aiutarlo a guarire-
            -Ti prego…si droga, è pericoloso, voleva spararci…non sarei più tranquillo a lasciare Isabel da sola-
            -Va bene Mikey, vedrò cosa posso fare-
            -Possiamo farlo subito?-
            -Prima falli chiarire, poi interverremo-
 
John era in piedi con le mani alle sbarre, Isabel ad un’adeguata distanza.
           
            -Tu non puoi volere lui, non posso crederci, stai mentendo-
            -Devi credermi. A me piace, non mi importa se per il resto del mondo è un mostro, la bellezza è qualcosa di relativo. Non è come ci fanno credere fin da quando siamo piccoli, ci bombardano con tutte quelle false informazioni, le pubblicità e ci vogliono convincere tutti a volere le stesse cose-
 
            -Forse non ci vedi più tanto bene? E’ colpa dell’incidente?-
            -No, ci vedo benissimo e non ho mai avuto le idee più chiare di così! Ma proprio non ti capisco, se tieni così tanto a me perché mi hai abbandonato?-
            -Non ce la facevo a vederti in quelle condizioni, era troppo doloroso-
            -Per te era doloroso? E per me? Mi hai lasciato sola quando avevo più bisogno di te…Mikey mi è stato sempre accanto, quando anche i miei genitori non sono stati in grado di farlo. Tu dove eri?-
            -Sono passato vicino casa tua varie volte, ma non avevo il coraggio di venirti a trovare-
            -Ha ragione Mikey sei solo un codardo! Ti importa solo di te stesso!-
            -Non è vero, soffrivo per te-
            -Poverino, ti aspetti della gratitudine? La nostra non era una vera storia d’amore era solo interesse. Ammettilo! Eravamo la coppia perfetta dal di fuori, ma era tutto falso e calcolato…non potrei più tornare quella di prima, non sopporterei i tuoi soprusi-
            -Di quali soprusi parli?-
            -Mi hai schiaffeggiato una volta solo perché eri nervoso per una sfilata ed io non ero stata carina con lo stilista. Volevi sempre fare tutto a modo tuo. Non ero felice con te e tu non lo eri con me, perché mi cerchi ancora? Il mio corpo è pieno di cicatrici, non posso più fare la modella, non ti servo più-
            -Credevo fossi perfettamente guarita-
Lei tirò su una manica della camicetta e gli mostrò alcune linee rossastre.
            -Quasi tutto il mio corpo e così-
            -Non lo sapevo, così non va… sono esteticamente brutte, hai ragione non ti prenderebbe nessuno-
            -Mikey dice che sono opere d’arte sul mio corpo, è riuscito a farmi amare come sono-
            -Certo per lui è facile, è così orrendo…non puoi fare nulla con la chirurgia plastica?-
            -No, è già un miracolo che siano rimasti solo questi segni rossi. Scommetto che adesso non mi vuoi più come prima, non è vero?-
            -Non ho detto questo…ma non sei più la bellissima Isabel che tutti mi invidiavano-
            -Certo che se per riconquistarmi usi questi termini, credo che non ci riuscirai- le scappò pure una risata.
 
John era allibito, un tempo se le faceva notare anche la più piccola imperfezione lei cadeva nella più nera disperazione. Non
 
era più la Isabel che conosceva, aveva più carattere e sarebbe stato difficile farle fare quello che lui voleva, la partita era
 
persa, non restava che cercare di vendicarsi.
 
            -E adesso che non hai più la tua bellezza, che cosa ne sarà della tua vita e poi che famiglia potrai mai avere? Che razza di mostri verranno fuori dalla vostra unione. Li dovrai tenere nascosti anche ai loro nonni, non ne potrebbero mai sopportare la vista!-
            -Di quali mostri parli? Se gli somiglieranno, saranno bellissimi. I miei genitori non se li meritano dei nipoti. Scommetto che mio padre ti ha sguinzagliato, ti avrà pure pagato per riportarmi a casa. Non ti ha parlato di Mikey?-
            -Non esattamente, mi ha detto solo che avevi un altro…un tipo strano che porta sempre un costume…-
Isabel cominciò a ridere come una pazza.
            -Non credevo che fosse ridotto così male, deve essere la vicinanza di Sharon! Non fanno un cervello in due!-
 
            -Secondo Astrid, vi siete chiariti abbastanza ora passiamo ai fatti- Mikey si era avvicinato a loro in silenzio con le sue movenze da ninja e la Niana arrivò subito dopo.
            -Il mostro! No Isabel digli che stia lontano da me…ti prego, farò tutto quello che vuoi-
            -Guarda che mica li mangio gli umani, a me piace la pizza. E poi sei troppo secco, sei tutto pelle ed ossa-
            -E quella chi è?- chiese John quando vide Astrid, così pallida e con i capelli azzurrini.
            -Ti presento la fata Turchina, se farai il bravo ti trasformerà in un bambino vero e buono- disse Mikey.
            -John tu sei chiaramente disturbato, so che prendi stupefacenti, non hanno certo giovato alle tue capacità intellettive. Inoltre non è stata una buona idea puntare una pistola contro una tartaruga ninja, avrai sentito parlare della leggenda di New York - disse Astrid e gli fece l’occhiolino, John la guardava terrorizzato.
 
            -Mikey scusami se sono andata via senza dire nulla…dovevo assolutamente chiarire…da dietro le sbarre non mi poteva fare male fisico ed adesso lo so…nemmeno psicologico-
 
            -Ho ascoltato dal laboratorio, ti ho lasciato fare perché tu me lo hai chiesto, non volevo spiarti ma dovevo sentire-
            -Va bene così, ti avrei comunque raccontato tutto-
            -Ma adesso cosa mi farete?- Chiese l’umano quasi piagnucolando.
            -Ti cureremo, dopo non avrai più bisogno di sostanze chimiche per stare bene- disse Astrid.
            -Potete farlo?- chiese Isabel.
            -Penso di sì, ma devo entrare nella sua testa per vedere cosa posso fare -
            -Cosa vuole farmi?- John stava diventando isterico.
            -Calma amico, non ti succederà nulla, starai bene dopo, credimi-
 
Astrid e Mikey entrarono nella cella, John si era rintanato in un angolo, piangeva e strepitava. La tartaruga in arancio lo
 
afferrò e senza nessuno sforzo lo tenne fermo. Quando Astrid fu nella sua testa, rimase sorpresa di quanto dolore trovò,
 
credeva che fosse solo uno stupido ragazzo superficiale, ma non era così. Da piccolo la madre, che in passato era stata una
 
modella, lo aveva maltrattato, non con le percosse ma con le parole; lui non era mai all’altezza della situazione e fino a
 
circa undici anni era pure grassottello e goffo. Poi per rendere felice la sua mamma aveva smesso di mangiare ed era
 
dimagrito, essendo abbastanza alto e di bell’aspetto era stato selezionato come fotomodello quando aveva solo diciassette
 
anni. Dopo alcuni anni aveva conosciuto la bella Isabel, lei era così fragile, aveva capito subito che con lei avrebbe trovato
 
la sua rivincita. Riversò su di lei tutta la sua infelicità, tutta la cattiveria subita. Si sentiva potente con lei al suo fianco ma
 
era pure dipendente da lei, senza Isabel sarebbe stato il John grassottello e debole che la mamma non amava. Astrid non
 
sapeva cosa fare, quel dolore era così ben radicato che se avesse tentato di aiutarlo avrebbe cambiato completamente la sua
 
personalità e non voleva farlo. Cercò di focalizzare solo sui sentimenti per Isabel, John non le voleva bene abbastanza per
 
meritarla. Capì cosa doveva fare, doveva renderlo consapevole che quel sentimento non era amore, ma ossessione. Scavò
 
nella sua memoria e trovò una persona a cui lui era legato, una ragazza, un’ amica di infanzia che era sempre stata
 
sovrappeso e per questo era stata allontanata dalla madre di lui. Decise inoltre che John non era affidabile e quindi doveva
 
dimenticare tutto meno le parole di Isabel. Lo condizionò un minimo perché ricordasse di aver parlato con lei, ma eliminò
 
tutto quello che aveva attinenza con il rifugio, Mikey e la fata Turchina.
 
Quando John si svegliò era sul marciapiede di fronte alla casa della sua amica di infanzia Molly, era una vita che non si
 
vedevano e lui non passava di là da tanto tempo, non si ricordava neppure come era finito lì. Senza riflettere andò a suonare
 
al campanello. Gli aprì una ragazza con i capelli rossi e le lentiggini, non era bella e non aveva certo il fisico da modella,
 
ma quando lo riconobbe gli regalò un bellissimo sorriso, si misero a parlare e lo fece entrare in casa.
 
Mikey e Isabel guardavano da lontano.
 
            -Pensi che adesso non verrà più a cercarti?-
            -No, adesso può schiavizzare qualcun’altro…povera ragazza-
            -Io non credo, se sono amici non lo farà. Poi credo che Astrid un’aggiustatina gliel’abbia data, anche se non ha cambiato nulla della personalità di John-
            -La fata Turchina lo ha trasformato! Vedi ho ragione a chiamarla così!-
 
Adesso Mikey poteva tirare un sospiro di sollievo, ma continuava a pensare che avrebbe dovuto subire altre prove, una
 
relazione a quanto pareva non era solo tutta rose e fiori, che lui fosse o no un mutante.
 
Al rifugio Leo era già nel pieno del suo allenamento mattutino, era così felice che non riusciva a trattenersi e quando
 
arriveranno gli altri lo trovarono intento in tutta una serie di esercizi acrobatici invece della solita prevedibile meditazione.
 
            -Che ti è successo stamani? Hai preso le vitamine?- chiese Raph.
            -Hai vinto la lotteria?- chiese Mikey.
            -No ragazzi qui c’è sotto una donna…una donna a caso,vero Leo?- disse Lisad tutta maliziosa.
            -Avete parlato? E’ tutto risolto?- disse Mikey entusiasta.
            -Sì abbiamo parlato! E’ ancora molto confusa, ma non siamo più semplici amici-
            -Non mi dire che anche tu…- anche Raph andava subito al punto.
            -No ragazzi e poi non sono affari vostri-
            -Non fare come quel timidone di Raph che ci ha messo un secolo- commentò Lisad.
            -Ehi! Ma se non mi potevo nemmeno avvicinare…con tutte quelle punte pericolose-
Arrivò Splinter, li zittì tutti e chiese.
            -Donnie ci raggiungerà?-
            -Sì sensei, abbiamo trovato un oggetto Niano e sta cercando di capire come funziona, ma ha detto che ci avrebbe raggiunto subito - rispose Astrid.
Donnie irruppe nel dojo:
            - Astrid! Astrid! Scusa Splinter ma devo parlare con lei, è molto importante-
            -Che succede? Hai fatto funzionare i cristalli?-
            -Sì! Ci sono delle registrazioni dentro, devi assolutamente sentirle, sono in Niano-
 
Astrid raggiunse il laboratorio, Donnie aveva ricreato una sorta di computer in tecnologia Niana dove aveva inserito
 
l’elsa della spada e poteva leggerne il contenuto. Donnie dette dei comandi e si formò un ologramma molto realistico nella
 
stanza, era un Niano in forma rettiliana, le sue scaglie erano di un argento un po’ più scuro di quello di Astrid, ma non
 
brune come quelle di Lisad.
            - Qui Sol 2 a Leiad. Se vedrai questa registrazione vorrà dire che sono morto.…Redol ha sabotato la missione, non vuole che andiamo su Marte, ha condizionato tutti gli altri, gli sono sfuggito, per fortuna non è molto forte fisicamente, ma mentalmente sì e può condizionarmi. Solo tu potresti contrastarlo. Ma è molto pericoloso può contare su alcuni amici altolocati. Ti prego nasconditi! Conosco qualcuno che può aiutarti in questo sulla stazione spaziale, non rimanere su Terra, lui vuole conquistarla, cercherà tutti i modi per convincere lo Stato Supremo, farà fallire tutte le missioni se sarà necessario. Tutti gli altri prescelti sono convinti ormai che il nostro piano non funzionerà è stato sabotato anche il progetto per colonizzare Marte. Se non faremo ripartire in qualche modo anche il sottosuolo, il pianeta sarà sempre un pianeta morto e non avrà una magnetosfera adeguata che lo protegga dai venti spaziali. Non basta provare a ripopolare l’ambiente marziano, non evolverà mai. Ti prego, non rischiare la tua vita è troppo preziosa, torna alla stazione spaziale, all’angolo est d’approdo nove dove non è sorvegliato. Contatta Yal è un chirurgo plastico, farà in modo che nessuno ti riconosca, scompari per qualche anno in ibernazione. Ricomparirai a loro come nostra figlia, dirai che sei nata su Terra, che tua madre ti ha istruito e che è morta di un male incurabile. Và combatti Redol dall’interno. Ti amo… sarò sempre con te-
Astrid realizzò che quello sarebbe potuto essere suo nonno, anzi suo padre, perchè Leiad, la numero 1, non era sua nonna
 
era sua madre. “Senza nome” era Leiad che si era fatta modificare di aspetto per tornare nel Consiglio Scientifico a
 
contrastare Redol.
 
            -Donnie avevi ragione tu a volere riattivare il sottosuolo di Marte, se non fosse stato per te sarebbe fallita anche questa missione. L’unico geologo che poteva capire il grosso errore era Tol e Redol lo ha fatto fuori anche per questo. Ma perché mia mamma si è finta mia nonna e non mi ha detto che era Leiad?-
            -Forse temeva che sarebbe caduta la sua copertura, metti che qualcuno lo avesse scoperto non sapeva quando avresti sviluppato le tue capacità-
            -Il luogo di approdo che questo Niano ha consigliato è lo stesso che ho detto a Frel. Mia madre o Yal sarà lì ad aspettarlo. Ma come ha fatto questa registrazione a finire qui? Mia madre deve averla vista per forza-
            -Non saprei, ma ce ne sono altre, credo che questa sia l’arma di tua madre, ascolta-
Donnie digitò ancora sul computer e venne fuori un altro ologramma, ma stavolta era Leiad in forma rettiliana, era chiara
 
quasi come Astrid.
 
            -Diario di bordo 40/70/30. Siamo arrivati finalmente su Terra, ma non riesco a contattare tutti i prescelti, rilevo solo il segnale del numero 2 Sol. Dovrò scendere a terra e capire cosa è successo, sospetto che qualcuno abbia sabotato la missione, ma non mi do per vinta. Questa missione è vitale, il nostro popolo non può più aspettare-
 
            -E’ tua madre prima della chirurgia…però lei non ha gli aculei, non è strano? Non dovrebbe avere una certa età?-
            -Forse è vecchia come Redol, comunque già nel passato alcuni non sviluppavano le spine. Adesso che si è fatta modificare fisicamente, le ha anche lei. Avrà finto per anni di avere una capacità psichica più bassa per non destare troppi sospetti. Sicuramente Redol avrà cercato di leggerle la mente, se non l’ha mai scoperta non oso immaginare quanto lei sia potente-
            -Ci sono altre registrazioni, le vuoi vedere?-
            -Sì certo-
 
-Diario di bordo 50/70/30. I prescelti sono usciti di senno, si stanno uccidendo tra di loro. Sol è morto- Leiad tratteneva a stento le lacrime- Non so se è stato l’impatto emotivo con i terrestri, non sono riuscita a sondare le loro menti, hanno tentato di uccidere anche me. Questa missione è fallita, ma non dobbiamo perdere le speranze i prossimi prescelti dovranno essere più forti di noi. I terrestri sono troppo aggressivi, noi non siamo pronti, ci vogliono anche dei soldati scelti. Non deve mancare uno psichiatra che controlli lo stato mentale dei prescelti durante le fasi della missione, lo farò presente al Consiglio Scientifico… se tornerò viva da questa missione-
           
            -Ora capisco perché ci hanno trattato come reclusi ed hanno cercato di cancellare ogni traccia di emotività, ma hanno fallito miseramente. Come mai questa spada è qui su Terra se mia madre è riuscita a tornare?- disse Astrid.
            -Credo che dovresti sentire la prossima registrazione- disse Donnie.
 
-Diario di bordo 70/70/30. Ho recuperato la capsula di Sol, mi ha lasciato una registrazione. Redol è un traditore, ha condizionato tutti i prescelti a parte me e Sol. Devo tornare e fermarlo, ma è troppo potente politicamente al momento, non mi lasceranno nemmeno avvicinare. Il controllore della missione  è stato condizionato da Redol, è partito lasciandomi qui da sola, non sa che ho una capsula ancora intatta con cui tornare. Dovrò arrivare prima possibile alla stazione spaziale, so che Redol premerà per conquistare Terra, ma so che forse c’è una possibilità per impedirlo. Dovrò far parte del Consiglio Scientifico in nuova veste. Per il momento è considerato inconcepibile l’invasione di un pianeta abitato, ma lo Stato Supremo potrebbe cambiare idea. Lascio queste registrazioni qui su Terra per i prossimi prescelti che verranno e quindi mi rivolgo a loro: Marte dovrà essere il futuro dei Niani, non è giusto privare della libertà i terrestri. Noi siamo un popolo pacifico, il nostro passato non ci deve condizionare. Redol non dovrà vincere. Siate uniti prescelti del futuro, non ci sarà niente che vi potrà fermare-
 
            -Non posso crederci Shredder fa danni anche senza volerlo, aveva recuperato questo oggetto, se non era per Karai non lo avremmo mai rinvenuto, doveva essere sul fondo del mare che vi aspettava-
            -Sì amore…la capsula che abbiamo trovato doveva essere di Sol…sono sconvolta, quante missioni ha fatto fallire Redol? Quanti Niani ha ucciso?-
            - Ci sono altre registrazioni, ma sono personali, tua madre parla anche di te-
            -Sul serio? Sono molto curiosa, ma le vedrò con calma in camera, adesso dobbiamo riunire i Niani, devono sapere-
            -Credo però che tu debba tenere nascosta l’identità di tua mamma-
            -Hai ragione, faremo vedere solo alcune parti, te la senti di modificare un po’ la registrazione?-
            -Sì non c’è problema-
I Niani furono aggiornati del complotto, orami era tutto chiaro, ma rimasero stupiti che il  progetto per popolare il pianeta
 
rosso fosse stato un falso e che non avrebbe mai funzionato. Donnie ancora una volta era stato determinante per l’intera
 
missione, Redol non poteva nemmeno lontanamente immaginare che i terrestri avrebbero potuto interferire così nei suoi
 
piani. Per lui gli essere viventi della Terra erano solo degli animali selvaggi, era quasi un dovere sottometterli e sfruttarli.
 
            -Non posso credere che il piano per colonizzare Marte fosse intenzionalmente sbagliato...in tutti questi anni anche se i prescelti fossero giunti a destinazione sarebbe stato comunque inutile- commentava Lisad esterrefatta.
            -Quel Redol è un pazzo criminale, dovrà essere lobotomizzato sicuramente- disse Nied, che avrebbe fatto lei stessa volentieri l’intervento, voleva estrargli quel pezzo di cervello malato che lo faceva agire così.
            -Sembra che non sia affatto facile arrivare a lui, mi chiedo cosa farà Frel- diceva Beal preoccupato.
            -Da quello che abbiamo capito Redol fisicamente è una schiappa… per fortuna- commentò Lisad.
            -Infatti con l’allenamento e l’imprinting Frel se la caverà benissimo, ma dobbiamo sperare che mia madre faccia al meglio la sua parte. Se non riusciranno a convincere il Consiglio, il pensiero di Redol potrebbe prevalere, hanno visto morire troppi Niani per la missione, anche lo Stato Supremo potrebbe decidere di invadere Terra- disse Astrid.
            -Ma ad ogni modo quando vedranno Marte si dovranno ricredere tutti- intervenne Donnie-
            -C’è qualche novità? Hai visto qualche cambiamento?- chiese Rel.
            -Grazie al mio occhio elettronico si vede chiaramente la formazione di un’atmosfera più spessa, ed il campo magnetico è diventato molto più forte, quasi come quello della Terra, credo che tra qualche mese tu e Mead potrete andare a fare delle ricognizioni. Non riesco a dedurre altro perché ci sono ancora tempeste su tutta la superficie e non riesco a vedere mai il suolo marziano, ma il ciclo dell’acqua dovrebbe essere cominciato ed in caso non ci saranno problemi poi a perfezionarlo-
            -Non sapevo ti intendessi di meteorologia?- chiese Mead.
            -Non me ne intendevo ma mi sono informato, sembra che il vostro imprinting funzioni anche su di me- rispose Donnie.
            -Tutto questo è molto interessante e non è una sorpresa, voi terrestri non sapete nemmeno di cosa siete capaci- disse Nied.
            -A tale proposito vorrei parlarti in privato, quando hai un momento- disse Astrid rivolta alla Niana chirurgo.
            -Quando vuoi, se non c’è altro per oggi, anche adesso-
 
Le due Niane andarono nella camera di Astrid, gli altri tornarono alle loro usuali occupazioni.
            -Credo che il mio legame con Donnie sia più forte di quello tra Niani, vorrei che ci facessi dei test-
            -Sarebbe veramente interessante, ho già delle analisi complete di lui, se vuoi ti scannerizzo adesso, guarderò di sicuro i livelli ormonali e quelli dei neurotrasmettitori-
 
Astrid si sdraiò e Nied analizzò tutto il corpo di lei con la cintura come aveva fatto con Donnie.
            -Scannerizzerò anche Rel e Mead per fare un confronto, sarebbe interessante anche vedere i dati di Lisad e Raph. Anche Leo e Mikey potrebbero servire come controllo. Pensi che la tartarughe collaboreranno?-
            -Spero di sì, vado a parlargli-
Astrid chiamò Lisad ed i quattro fratelli per chiedere il loro permesso e la loro opinione.
            -Non ti capisco proprio, ma cosa te ne importa di come funziona?  Funziona e basta! Ma è proprio vero! Uno non si accontenta mai di quello che ha- diceva scocciata Lisad.
            -Non mi piace tanto l’idea, non farete strani esperimenti su di me vero?- disse Raph.
            -Farà male?- chiese Mikey un po’ agitato.
            -Ha qualche controindicazione?- Chiese calmo Leo.
            -No ragazzi, semplicemente Nied passerà il raggio scanner della cintura su di voi e poi elaborerà i risultati, voi dovete solo sdraiarvi, l’ho già fatto- disse Donnie, però aggiunse- posso capire la curiosità scientifica, ma non mi fa tanto piacere. Potresti trovare il modo di annullare questo legame…-
            -Perché dovrei fare una cosa simile, voglio solo capire i punti in comune che abbiamo, ricordi la teoria dell’ormone ossitocina? Sarebbe una scoperta interessante. E soprattutto sarà importante anche per avere figli nostri - disse Astrid che da brava biologa molecolare aveva già fatto i suoi calcoli.
            -Se la metti così allora per me va bene- disse Donnie.
            -Chissà come verranno…delle tartarughine argentee, delle lucertoline verdi? Delle tartalucertole argentee con pois verdi? Oppure…-
            - Piantala Mikey- disse Raph e lo colpì in testa.
            -Bè… saranno comunque bellissimi- disse la tartaruga in arancio mentre si massaggiava la testa.
            -Grazie Mikey- rispose Astrid sorridendo.
 
Tutti alla fine acconsentirono a farsi analizzare e Nied se ne andò tutta contenta nella sua capsula a visionare i risultati.
Finalmente Astrid trovò il tempo di ascoltare le registrazioni di sua madre e ce ne fu una che la toccò nel profondo.
            -Amore mio non so nemmeno se sei un maschio o una femmina, so che ti cresceranno in laboratorio e non so nemmeno chi sarà tuo padre, vorrei tanto che fosse Sol, è un brillante scienziato, è il Niano più sensibile e buono che abbia mai conosciuto. Ma nello Stato Supremo non vogliono che sappiamo chi saranno i prescelti, non vogliono che abbiamo legami. Ho dovuto dare il mio contributo, la mia forza psichica non è comune, ma ci sarà bisogno anche di te per la prossima missione se la nostra dovesse fallire. Tu sarai sicuramente un prescelto e potrai vedere questa registrazione. Nessuno ti dirà che sono tua madre, ma in qualche modo vorrei che il mio messaggio ti arrivasse. Non dimenticare mai che sei speciale, che sei un Niano e odi la violenza, ma non giudicare troppo male i terrestri, sono immaturi, sono giovani ed inesperti, anche noi eravamo così un tempo, c’è speranza per loro.
Spero un giorno che incontrerai come me l’amore della tua vita e spero che potrai viverlo a pieno. Chiunque tu sia e chiunque tu diventerai sei parte di me ed in qualche modo sarò sempre con te-
 
Astrid aveva le lacrime agli occhi sarebbe andata da sua madre seduta stante se non avesse avuto delle responsabilità.
 
Bussarono alla porta, era Donnie.
 
            -Amore devi cancellarmi la memoria, è pericoloso, qualcuno potrebbe leggere i miei pensieri-
            -Hai ragione, non sai quanto mi dispiace…-
            -Non preoccuparti va bene così, non possiamo rischiare, non sappiamo cosa succederà-
            -Vorrei che Leiad, mia mamma, ti conoscesse, sono sicuro che le piaceresti-
            -Potrebbe succedere tra qualche anno-
 
Donnie si mise a sedere sul letto, Astrid si avvicinò, prima lo baciò e poi poggiò le sue mani sulla testa e modificò i suoi
 
pensieri. Continuarono a baciarsi come se nulla fosse successo, ma nel cuore di lei tutto questo le era pesato molto, il suo
 
potere era anche una grandissima responsabilità.
 
Nied uscì dalla sua capsula, era stanchissima, incrociò Beal.
            -Non dovresti passare tutto questo tempo a studiare, devi anche riposare ogni tanto-
            -Hai ragione, ma stasera avevo un compito eccezionale…-
            -Che compito?-
            -Ho fatto una scoperta incredibile, ma non posso rivelartela devo parlare con Astrid, la riguarda personalmente-
            -E’ così confidenziale?-
            -Sì molto…sono sconvolta…posso dirti solo che siamo così simili ai terrestri che non può essere un caso-
            -Questo non mi sorprende molto. Andrai a comunicare i risultati ad Astrid?-
            -E’ molto tardi, ma credo che la troverò in laboratorio con Donnie, mi accompagni?-
            -Volentieri non riesco a dormire-
 
I due Niani si erano molto avvicinati dopo la missione su Marte, ma Beal voleva finire le psicoterapie e poi forse avrebbero
 
provato ad affrontare una vera e propria relazione con Nied. Nel mentre passavano molto tempo insieme ed erano diventati
 
buoni amici, arrivarono al rifugio delle tartarughe chiacchierando del più e del meno. Astrid usciva proprio in quel
 
momento dal laboratorio.
 
            -Nied? Beal? Come mai qui?-
            -Ho già studiato tutti i dati-
            -Sei stata velocissima-
            -Sapevo già cosa dovevo guardare…avevi ragione Donnie produce molta più ormone ossitocina dei suoi fratelli. Ho guardato la composizione molecolare, è molto simile a T’zwrtoid l’equivalente Niano. La vostra fusione ha innescato un meccanismo identico a quello di qualsiasi coppia Niana, nessuno su Ni avrebbe mai potuto pensare una cosa del genere. E non è finita qui, ho confrontato la vostra produzione di ormone con quella di Rel e Mead…la vostra è tre volte superiore-
            -Questo spiega il forte attaccamento, ma anche senza fusione la nostra sarebbe stata un bella storia- commentò Astri.
            - Al di là della vostra situazione personale ho fatto un’ulteriore considerazione… -
            -Che non può essere un caso?!- disse Astrid.
            -Esatto, questa è l’ennesima prova che abbiamo avuto una derivazione comune con i terrestri. Penso che anche gli umani potrebbero avere una reazione simile, se avessero una fusione totale con qualcuno di noi.  Ma non so come sia possibile, Ni è lontano da Terra anni luce-
            -Forse non lo scopriremo mai-
            -Ragazze non vi offendete, ma siete riuscite a farmi venire sonno, penso che andrò a letto, Nied non fare troppo tardi, ok?-
Beal non attese nemmeno la risposta se ne tornò tranquillamente verso il rifugio dei Niani, le due scienziate continuarono a
 
scervellarsi per sciogliere un enigma che però era più grande di loro.
 
 
P.S. Ciao a tutti!
John è sistemato, Mikey potrà dormire sonni tranquili…o no?
Credo di avervi fatto un po’ di confusione, ma Leiad (Leia +d) non è in realtà la nonna, ma la madre di Astrid,  è già stata sulla terra e poi è tornata sulla stazione spaziale di Ni, qui ha subito un intervento di chirurgia genetica (che al momento è impossibile fare sulla Terra) per far credere che è figlia di Sol e Leiad stessa, per nascondersi a Redol…in tutto questo casino Astrid potrebbe essere figlia di Sol e Leiad…ma verrà spiegato meglio nel sequel…
Ora è appurato, il legame tra Astrid e Donnie è fortissimo e…noi siamo un po’ parenti dei Niani…:-P una si diverte male come può.
 
Un enorme abbraccio a tutti voi ed un grazie enorme a Eyes_in_the_ fire per la sua recensione al capitolo precendete!
 
Altair

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Capitolo 46
*** Durante l’attesa marziana, Beal e Nied... ***


Da quando erano tornati dal viaggio su Marte, erano passate varie settimane e la vita di tutti aveva assunto una ben determinata routine.
 
Le tartarughe, Astrid, Lisad e Beal facevano due allenamenti al giorno e pattugliavano New York quasi tutte le sere. Leo e Mikey
 
passavano ogni loro momento libero con le loro umane preferite.
 
Mead e Rel non potevano ancora partire per fare l’esplorazione del suolo marziano perché sul pianeta infuriavano tempeste pericolose,
 
il suolo ancora tremava per i terremoti ed i vulcani ancora eruttavano. Non sapendo che fare, la sociologa Niana aveva coinvolto il
 
compagno in una serie di iniziate umanitarie, come ad esempio servire alla mensa dei poveri in città, oppure organizzava psicoterapie
 
gratis per famiglie bisognose, in pratica faceva un po’ di esperienza sul campo per quando poi avrebbe dovuto occuparsi della vita
 
sociale dei nuovi marziani.
 
            -Di questo passo ci vorrà una secolo perché possiamo insediarci sul pianeta rosso- si lamentava Rel, era nel laboratorio e stava tediando Donnie con le solite lamentele sul fatto che, dopo ben quattro mesi, non era ancora possibile esplorare Marte.
            -Rel avevo detto sei mesi minimo, nessun Niano ha mai fatto un esperimento di questa portata. Penso comunque che tra un mese potrete già fare il primo viaggio-
            -Tra un mese?-
            -Su caro non è poi così tanto e poi a me piace stare su Terra, lo sai che la rimpiangeremo soprattutto i primi tempi- disse Mead che già sapeva le sarebbe mancato molto il suo shopping visuale. Entrò Nied e si rivolse a Donnie:
            -Mi ha detto Astrid che la mia nuova navetta è quasi pronta, possiamo già provarla?- il medico Niano aveva sacrificato la sua capsula per la prima fase della missione su Marte.
            -Se vuoi possiamo andare a provarla, ho potuto utilizzare in parte il materiale del relitto che ci ha regalato Karai, non è perfetta ma è migliore della Tartacapsula e potrà ricaricare i cristalli con la sola luce solare-
            -Ma è un’ottima notizia. Dovresti rendere tutte le capsule così-
            -C’è troppo poco spazio, infatti questa nuova navetta è un po’ più grande, ma sempre ovale. E’ la forma perfetta-
            -Noi Niani non facciamo mai nulla a caso- disse Nied, Frel e Mead annuirono.
 
Il gruppetto di lucertole evolute seguì Donnie nella sua officina, anche Astrid, Beal e Lisad li raggiunsero in seguito. Era un po’ che non
 
succedeva un evento del genere, tutti si sentivano un po’ inutili ad aspettare che  Marte si assestasse, qualsiasi cosa serviva a distrarli
 
da quel pensiero.
 
            -In effetti è un po’ più grande, ma sempre in proporzione con le altre. Come hai fatto con il materiale che ti mancava?- Chiese Nied.
            -Ho usato più cristalli per fare il telaio e una lega di titanio, oltre al metallo Niano recuperato. La tua capsula è la più potente dopo quella di Beal, hai a disposizione molta più energia-
            -In realtà non ho bisogno di più potenza…-
            -Allora se vuoi la prendo io!- disse Lisad che anche lei aveva seguito il gruppetto curiosa.
            -Forse te la cederò …vedremo… ma prima ci voglio fare un giro, posso Donnie?-
            -Sì vai tranquilla, devo solo un po’ calibrare i comandi, salta su-
 
Quando Nied si avvicinò, la capsula si aprì, salì dentro, si sdraiò ed una sorta di casco di energia si formò intorno alla sua testa,
 
funzionava esattamente come un mezzo Niano. Diede i comandi mentali giusti, uscì rapidamente dalle fogne e spuntò nella baia di New
 
York.
            -Come va ? Risponde bene?-
            -Donnie è fantastica! Sono senza parole, è molto maneggevole e c’è anche un campo di forza-
            -E’ meno robusta delle vostre capsule non abbiamo metalli come i vostri, non ancora… per cui automaticamente si forma una protezione per gli urti. Ma arrivi bene alla velocità massima?-
            -Provo subito-
In pochi secondi uscì dall’atmosfera e raggiunse la Luna alla usuale velocità pazzesca.
            -Tutto bene Donnie, la nuova capsula è una favola, quasi quasi non te la regalo Lisad!-
            -Ma cosa le è preso a Nied? Prima odiava pilotare- chiedeva Lisad.
            -Ha deciso di prepararsi al meglio per Marte, quando si mette in testa qualcosa…ricordate il campo di asteroidi? E’ stata l’unica a riportare danni. Non le è andata giù essere la peggiore- commentò Beal.
            -Si dovrebbe dare una calmata, gli ci vorrebbe qualche distrazione…Beal? Ma quando ti darai un po’ da fare…-
            -Lisad, non mi sembra il caso…- Disse Astrid, la soldatessa Niana era sicuramente la sua migliore amica ed era davvero in gamba, ma il tatto non sapeva proprio dove fosse di casa.
            -Credo anche io che si dovrebbe distrarre di più, infatti sono contento che oggi sia tra le stelle invece di studiare articoli scientifici- rispose Beal, tranquillo come se le parole di Lisad non lo riguardassero.
 
Nied si divertì a fare un po’ di slalom tra i satelliti, voleva esercitarsi in modo adeguato prima di rientrare. Quando atterrò erano già tutti
 
andati via a parte Beal che l’aspettava leggendo un libro terrestre molto particolare: “Elogio della Follia” di Erasmo da Rotterdam.
            -Beal…aspettavi me?-
            -Hai mai letto questo libro? E’ un saggio filosofico-
            -Non è il mio genere…-
            -Dovresti invece, forse ti insegnerebbe un po’di autoironia-
            -Allora forse non fa per me. Ma era questo che volevi dirmi?-
            -Non solo, ti va di andare a fare due passi fuori? Volevo portarti in un bel ristorantino-
            -Non avrai mica rubato dei dollari dal bancomat come fa a volte Rel?-
            -No, non è nel mio stile. Sono stato al porto, ho un conoscente là, ogni tanto faccio un lavoretto per lui, scarico le merci dei container, mi rilassa e sono soldi guadagnati…ma allora? Vieni o no?-
            -Mi farebbe piacere, mi dai un secondo? Mi cambio-
 
I due Niani uscirono in superficie, non capitava spesso che Nied si prendesse del tempo libero, solo Beal riusciva a convincerla, ma non
 
tanto spesso quanto avrebbe voluto lui.
 
            -Cosa ci trovi nei libri dei terrestri? A me sembrano così sdolcinati e patetici-
            -Quanti ne hai letti?-
            -Va bene, non li ho mai letti, ma ormai conosco i terrestri e quindi deduco come possano essere i loro libri. Poi sono oggetti così sorpassati e sono uno spreco di materiale-
            -Forse sono sorpassati, ma sono oggetti interessanti, mi piace girare le pagine, toccare la carta, alcuni hanno anche odori particolari. Quello che sto leggendo non è patetico e non parla di romanticherie. Ma ho letto dei libri romantici e mi piacciono molto-
            -Mi chiedo cosa abbiano sbagliato con te-
            -Non fare la Niana bacchettona, lo so che sotto quel bel viso severo ci sono dei sentimenti-
            -E come fai a dirlo? Ti ho bloccato durante la fusione…-
            -Quando curi i tuoi pazienti lo fai con amore-
            -Non sono professionale?- chiese Nied quasi preoccupata.
            -Certo che lo sei, ma si vede che è molto importante e quando ero ferito…credo che tu mi abbia accarezzato la testa-
            -Non è proprio così, volevo sentire se avevi la febbre…credevo che tu dormissi…poi dopo mi hai mandato via così in malo modo…- Si giustificò Nied, ma era un bugia, con la cintura poteva misurare la temperatura corporea con la precisione di millesimi.
            -Ero arrabbiato con te, ma nessuno mi aveva mai carezzato prima…non sapevo cosa pensare…allora ho fatto finta di dormire-
 
Nied aveva provato un tenerezza infinita a sentire quelle parole, ma non voleva darlo a vedere e represse il sentimento.
            -Siamo arrivati. E’ un ristorante italiano, me lo ha suggerito quel mio amico del porto, mi ha detto che si mangia molto bene-
            -Non sono mai stata al ristorante…-
            -Non preoccuparti fai come faccio io, è semplicissimo: chiediamo un tavolo, ci sediamo, il cameriere ci porta il menù, scegliamo cosa mangiare, ordiniamo, dopo un po’ ci portano il cibo, mangiamo, portano il conto, paghiamo e ce ne andiamo-
            -Ma quanto tempo abbiamo per fare tutto questo?-
            -Tutto il tempo che vogliamo, nessuno ci rincorre, pensi che ti potrai rilassare un attimo?-
            -Sì… però ci sono tanti umani…non mi piace essere osservata-
            -Non preoccuparti non staranno a fissare noi tutto il tempo, se non sai cosa fare guarda me e andrà tutto bene-
 
Trovarono un posto a sedere, una cameriera molto pimpante e vistosa si avvicinò per portagli il menù.
            -Buonasera signori.  Ecco a voi i men… no! Non ci credo! Il norvegese?!-
            -Betty? Sei tu? Hai cambiato lavoro- rispose Beal sorridente.
            -Che piacere, sei in forma come sempre!-
            -Anche tu!-
            -Come sono felice di vederti. Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me-
            -Ma non ho fatto molto…anzi sono io che ti ringrazio, ho trovato lavoro al porto-
            -Figurati! Nulla in confronto a quello che hai fatto tu!  Quel giorno mi hai ridato fiducia nel genere umano ed ho deciso che dovevo cambiare vita-
            -Allora hai fatto tutto da sola-
            -Sei proprio un tipo strano, ma questa bella signorina?-
            -Betty, questa è Nied. Nied questa è Betty-
Nied si sforzò di sorridere e le dette la mano.
            -Sai? Sei proprio una ragazza fortunata, tientelo stretto! Allora cosa vi porto? Avevate qualche idea?-
            -Cosa ci consigli Betty?-
Beal si comportava come se fosse andato al ristorante molto spesso.
            -Senti, lo chef è veramente bravo ed è italiano, per cui cascate sempre bene. Però vi consiglio assolutamente la pasta allo scoglio ed i ravioli di radicchio rosso e gorgonzola-
 
I Niani avevano da poco cominciato a mangiare in modo terrestre ed in effetti erano curiosi di provare sempre nuovi gusti. Le loro papille
gustative non erano abituate a tutti quei sapori, ma avevano ancora il senso del gusto molto sviluppato, forse un retaggio dei loro
antenati.
 
Dopo aver ordinato e quindi essere rimasti più o meno soli, Nied tartassò Beal di domande:
            -Chi è quell’umana e come mai ti conosce? Da quando frequenti i ristoranti? E…-
            -Una domanda per volta! Betty l’ho conosciuta camminando per New York, lei mi ha fatto conoscere quel mio amico del porto, è una delle prime umane a cui ho letto la mente-
 
Beal era stato un gentiluomo non aveva specificato esattamente come l’aveva conosciuta, ma Nied era troppo sveglia.
            -Lei è la prostituta vero? Quella ragazza da cui hai preso le informazioni sull’accoppiamento dei terrestri-
 
A volte riusciva ad essere talmente Niana, pensava Beal, da dargli quasi sui nervi.
            -Non volevo presentartela proprio in questi termini, ma si è lei. E’ una brava ragazza che era finita male, si deve occupare del figlio e della mamma malata. Come vedi ha cambiato lavoro-
            -E questo grazie a te? Come hai fatto?-
            -Le ho dato dei soldi per ringraziarla dei pensieri che ho letto in lei…è convinta che io sia un benefattore…in realtà non è stato uno scambio equo, lei mi ha dato molto di più di quanto potrò mai ricambiare. Ma evidentemente il gesto ha contribuito in parte a farle cambiare vita. Quel pensiero era già dentro di lei, non ho fatto molto in realtà-
            -Tu eri già stato qui?-
            -No, ma sono stato in altri ristoranti…una di quelle volte che hai preferito studiare invece di uscire con me-
            -Non vedo nessuno che mangia da solo…sarai sembrato sospetto-
            -Che importanza ha? Mica ti arrestano se sei da solo. A me non importa nulla, poi visto quanto mangio i proprietari sono sempre felici di vedermi e finisce sempre che conosco il cuoco ed i camerieri si fermano a parlare con me- disse Beal tutto contento.
            -Sei davvero socievole, ma come fai?-
            -Non lo so, non ragiono su tutto quello che faccio, se non arreca danni a nessuno lo faccio e basta. Non mi guardare a quel modo… non farai nessun esperimento al mio povero cervello, va bene?-
            -Ma…-
            -Niente ma, perché non studi un po’ il cervello di Mead? Si è fatta una carta di identità falsa e ora è entrata in una comunità di
 
New York per aiutare i bisognosi, ha così tanti amici che non sa come fare, una volta ha affittato una villa e ci ha fatto uno festa-
            -Non sapevo nulla-
            -Ci credo! Tu stai sempre a studiare e quanto vivi?-
            -Perché non mi ha invitato?-
            -Lo ha fatto, tu non le hai nemmeno risposto, leggevi. Poi non saresti andata, ti saresti trovata in un tale imbarazzo, anche adesso non riesci a goderti nulla. Quando ti ricapiterà? Tra non molto dovremo lasciare tutto questo e tu nemmeno sai cosa ti sei persa-
            -Noi non siamo terrestri, questa vita non fa per noi-
            -Io mi trovo proprio bene, a me piacciono i terrestri-
 
Betty arrivò al tavolo con le ordinazioni.
            -Ragazzi lo chef è un mio caro amico e mi ha suggerito questo Gavi, è un vino bianco buonissimo! Offre la casa-
            -Betty non dovevi e poi non beviamo…-
            -Ma via per un po’ di vino, ci sta benissimo con quello che avete ordinato. Ti prego insisto, non farti pregare-
            -Va bene, ti ringrazio, ma non dovevi-
 
Appena Betty si allontanò, Nied cominciò a bisbigliare preoccupata.
            -Non abbiamo mai bevuto! Non sappiamo l’effetto di tutto quell’etanolo nel nostro corpo, potremmo sentirci male-
            -Rilassati, l’ho provato una volta, ero tutto felice dopo. Però io sono bello grosso, tu ne devi bere pochino, altrimenti ti potresti sentire male davvero. Su coraggio se ti addormenti, ti riporto io a casa-
            -Non saprei…-
            -Dai su, solo un goccio… è maleducazione rifiutare un regalo, gli umani ci restano male-
            -Sai a me cosa importa se ci restano male-
            -Ma Betty è una mia amica ormai-
 
Beal versò il vino per sé e Nied.
            -Ora brindiamo, alza il bicchiere come faccio io e avvicinalo al mio-
            -Brindiamo?-
            -E’ un modo dei terrestri per festeggiare-
            -Ricordo di aver letto qualcosa sul comportamento umano. Ma a cosa brindiamo?-
            -A questa serata e alla missione su Marte-
            -Va bene brindiamo!-
 
Nied provò il vino.
            -Che sapore strano, non è male, però se penso che l’etanolo è praticamente una droga…-
            -Non è morto mai nessuno per un po’ di vino, basta non esagerare-
Le guance della Niana si tinsero di rosso.
            -Credo che la mia circolazione sia cambiata, tu non senti caldo?-
            -Un pochino, ma non ho bevuto ancora abbastanza. Tu invece sarà meglio che ti fermi lì-
            -No perché? E’ innocuo, versamene un altro po’-
            -Poi non ti arrabbiare se ti porto di peso al rifugio-
            -Non succederà-
 
Dopo un po’ Nied cominciò a parlare in modo più vivace e rideva, per Beal era uno spettacolo starla a guardare, avrebbe voluto filmarla, non l’aveva mai vista così.
            -Ma quella Betty… è carina? A te piace?- chiese un’insolita Nied.
            -Sì, molto-
            -Anche più di me?-
 
Beal rimase un po’ interdetto sul momento, ma sapeva come funzionava il vino, non si sarebbe ricordata molto della serata e allora rispose molto sinceramente.
            -No Nied…tu sei molto più bella di lei…-
            -Ah! Ci speravo! Ma tra le Niane che conosci?-
            -Siete tutte bellissime lo sai bene, sia per i canoni Niani che terrestri- Beal sospirò.
            -Chi preferisci? Lisad? E’ molto forte e muscolosa. Mead? Sempre elegante e socievole. Astrid? Sembra uno spirito delle nevi-
            -Spirito delle nevi?-
            -Anche noi abbiamo la nostre creature fantastiche, credevo conoscessi i racconti Niani-
            -Sì certo, non ci avevo mai pensato, qua direbbero che sembra un fata-
            -Allora chi ti piace di più? Astrid?-
            -A me piacciono molto le tue scaglie dorate…sei una rarità, di solito i colori più comuni sono quello argenteo o bronzo. Non avevo mai visto una Niana dorata-
            -Credo sia stato un errore…ma quindi ti piaccio?-
            -Nied…lo hai sempre saputo, come altro te lo devo dire-
            -Allora perché non mi vuoi?-
            -Da come ti comporti con me non sembri poi così interessata, credevo ti bastasse essere amici. Non dimenticare che devo ancora fare della psicoterapia-
            -Mead mi ha detto che stai benissimo, sei un po’ instabile come i terrestri e questo si vede. Ma sei migliorato molto-
            -Ho paura di farti del male-
            -Come del male?-
            -Posso uccidere un Niano con un mano sola…ho paura anche solo ad abbracciarti troppo forte e tu sei così mingerlina…-
            -Mi hai già abbracciato e non mi hai fatto del male-
            -Non capisci…quelli erano abbracci amichevoli…-
 
Nied si versò ancora del vino.
            -Vacci piano! Non sei abituata!-
            -Mi aiuta molto a dirti quello che penso…non è facile per me-
            -Il vino toglie le inibizioni anche ai Niani quindi…-
            -E’ molto interessante, ci farò uno studio di sicuro…ma adesso non mi va di parlare di questo-
 
Beal era sempre più sorpreso, non l’aveva mai vista così, però non gli piaceva che ci volesse qualcosa di artificiale per avere una conversazione.
            -Però questo era l’ultimo bicchiere che berrai stasera. Ti sono piaciuti i ravioli?-
            -Erano molto buoni, dobbiamo tornare qui almeno un’altra volta prima di partire. Ma non cambiare discorso, cosa intendi per farmi del male?-
            -Come posso spiegarti…è più facile per me trattenere le emozioni che ho per te, non so cosa succederebbe se fossi senza controllo-
            -Mi uccideresti di passione?- disse Nied e si mise a ridere.
            -Sì…temo di sì-
            -Allora metterò la cintura, almeno sarò forte anche io e non potrai frantumarmi le ossa- Disse maliziosamente e continuando a ridacchiare.
            -Vorresti… usare la cintura? Non ci avevo pensato…ma tu scherzi vero? Domani nemmeno ti ricorderai che l’hai detto-
            -Allora facciamolo stasera-
Beal inghiottì e poi disse a mezza voce:
            -Mi sembrerebbe come approfittare della situazione…-
            -Se il vino toglie le inibizioni, allora vuol dire che lo voglio fare veramente e normalmente ho paura-
            -Ma se non ricorderai più niente, a che sarà servito?-
            -Non ho perso tutte le mia facoltà, certo che ricorderò-
            -Non lo so, la prima volta che ho bevuto vino, il giorno dopo avevo un gran mal di testa e mi sono ritrovato in cima ad un grattacielo. Ho guardato subito i notiziari…per fortuna non parlavano di nessuna grossa lucertola rossiccia che distruggeva palazzi-
            -Vedi non sei pericoloso, perché hai così tanta paura di te stesso?-
            -Forse non lo sono, ma se io e te avremo mai una relazione tu porterai di certo la cintura-
 
Finirono di cenare, Beal da bravo "gentil-Niano" pagò. Betty lo salutò abbracciandolo, mentre Nied gli mandava un’occhiataccia. Aveva ragione Mikey, le femmine sono tutte uguali in tutto l’universo.
            -C’era bisogno che ti saltasse addosso in quel modo?-
            -Allora anche le Niane più fredde e calcolatrici possono essere gelose!- Disse Beal sorridendo.
            - Le terrestri sono così fisiche… vorrei riuscirci anche io…-
 
Lui aveva bevuto solo un paio di bicchieri di vino e per la sua stazza erano talmente pochi che era solo un po’ felice, ma non di certo
 
brillo. Nied invece rideva troppo, soprattutto parlava molto e camminava un po’ a zig-zag. Beal per sicurezza le mise il braccio intorno
 
alle spalle e decise di fare due passi per farle smaltire l’alcool.
            -Ti sto abbracciando, è abbastanza fisico così?-
            -Non male, ma si potrebbe fare meglio-
 
Era orami estate e le serate erano fresche ma piacevoli, i due Niani camminavano vicinissimi, ad un certo punto fu Beal che fece una domanda molto personale.
            -Tu cosa pensi di me…sono troppo grosso e muscoloso?-
            -Te l’ho detto sei diverso, anche il tuo colore è molto raro. Poi non mi dispiacciono i tuoi muscoli, mi sento protetta tra le tue braccia e non hai un filo di grasso, sei proprio tonico-
 
Beal arrossì, quello era una specie di complimento, lei non gliene aveva mai fatti.
            -Poi, anche se non ho la tua stessa passione per i libri terrestri, apprezzo molto la tua curiosità e la voglia di imparare. Quello che non hai potuto vedere nella mia mente è anche questo, mi ha colpito molto il contrasto tra il tuo aspetto e la tua anima. In realtà non c’è molto altro da nascondere. Mi piaci molto e questo mi rende così debole…-
            -Debole?-
            -Sì… intendo emotiva, non vorrei, per questo ho cercato solo il lato fisico di una nostra possibile relazione. Ma tu non me lo permetterai mai, vero?-
            -No infatti, o tutto il pacchetto o niente-
            -Non credo che sarei una brava moglie e madre…-
            -Perché no?-
            -Ho paura che sarò molto assente-
            -Non siamo come gli umani, collaboriamo molto di più nella crescita dei nostri figli, perché siano un giorno individui equilibrati…almeno così mi ha detto Mead delle abitudini Niane. Poi se dovrò sostituire Frel sarò io ad occuparmi dei piccoli di tutti quando tu sarai in laboratorio o, speriamo meno possibile, in sala operatoria. Certo dovrai sottostare ad alcuni compromessi, anche perché sarò il responsabile della sicurezza insieme a Lisad -
            -Messa così non mi sembra neanche male l’idea di fare la mamma…ma non potremmo fare come Raph e Lisad? Hanno detto che proveranno giorno per giorno a vedere come va…-
            -E’ un’idea ragionevole, non ho detto che dobbiamo fare subito la fusione totale e fare gli sposini come Donnie e Astrid. Però quel giorno quando sono entrato nella tua stanza, tu eri mezza nuda, senza nemmeno una scaglia, mi sono spaventato, non sapevo cosa dovevo fare ed eri così fredda…-
            -Mi dispiace…anche io avevo paura…-
            -Vabbè… non pensiamoci e godiamoci questa serata-
 
Mentre passeggiavano per New York la gente si girava a guardarli, lui era una montagna e lei così minuta, ma si abbracciavano così
 
teneramente che sembravano proprio una bella coppia. Nied si sentiva così sicura tra quelle braccia muscolose, mentre c’era stato un
 
tempo in cui aveva avuto paura di lui. Dopo un po’ che camminavano Nied sentì che cominciava ad essere un po’ freschino.
            -Beal, ti dispiace se rientriamo?-
            -Come desideri…ma ci ritorniamo al ristorante italiano?-
            -Molto volentieri. Quel vino era così buono-
            -Non mi diventerai mica un’avvinazzata?-
            -No, non preoccuparti, però ogni tanto… ci sta bene- Nied era ancora un po’ alticcia e quindi ancora pericolosa -Beal…verresti da me stanotte?-
            -Ecco io…-
            -Se vuoi…parleremo soltanto…non voglio che questa serata finisca subito-
            -Va bene-
 
Giusto il tempo di rientrare e darsi una rinfrescata che Beal bussò alla porta di Nied. Erano passati dei mesi dall’episodio che li aveva
 
messi l’uno contro l’altro e nessuno dei due voleva commettere lo stesso errore. Nied era vestita con una camicia da notte molto carina
 
ma non troppo sexy. Lui con i soliti jeans e maglietta.
            -Tu dormi così?-
            -No, di solito dormo solo con le scaglie…è una sorta di difesa, mi sento protetto così-
 
Si sdraiò di lato accanto a lei senza entrare nel letto, con la testa appoggiata ad una mano e cominciò a fissarla. Nied si alzò e mise la cintura.
            -Nied non so… non credo che occorra…-
            -Non si sa mai!-
 
Tornò sul letto ed invece di entrare sotto le lenzuola lo andò ad abbracciare.
            -Vorrei che fosse sempre così facile…-
            -Non credo che sarebbe sano se per stare insieme tu dovessi essere sempre ubriaca-
            -Ma non sono ubriaca, sono…felice-
 
Nied cominciò a baciargli una guancia piano piano e lui divenne subito rosso.
            -Non ti dispiace…vero?-
            -No…è una sensazione piacevole-
 
Con tanti piccoli bacetti arrivò alla sua bocca e si baciarono. Beal faceva più dolcemente che poteva, era Nied che invece era molto
 
passionale in quel momento e cominciò mordicchiargli le labbra. Quelle sensazioni tattili erano incredibili per lui. Aveva sempre usato il
 
suo corpo per combattere, non per amare e si sentiva molto insicuro. Lei invece sembrava esattamente cosa fare, cominciò a togliergli la
 
maglia e mordere quei muscoli possenti, lui le carezzava la schiena ma si stava decisamente trattenendo.
            -Nied…ti prego… ti puoi fermare?-
            -Perché? Non ti piace?-
            -Da morire…è questo il problema-
            -Lasciati andare…ho la cintura non puoi farmi del male-
            -Non è solo quello…è che hai bevuto…vorrei che tutto avvenisse naturalmente…-
            -Non sono ubriaca-
            -Allora potremmo anche provare domani mattina, quando avrai smaltito-
            -Ma…-
            -Hai detto che avremmo fatto con calma, me lo hai promesso…non ti sto rifiutando…sono pazzo di te-
            -Va bene Beal…ma abbracciami ti prego-
 
A fatica e dopo un bel po’ riuscirono a prendere sonno l’uno di spalle all’altro.
 
La mattina quando Nied si svegliò si trovò accanto Beal in versione lucertola senza più i jeans, per abitudine aveva assunto lo stato
 
tipico di quando riposava. Anche se la maggior parte del tempo erano in forma umana, i tratti rettiliani erano comunque graditi a tutti i
 
Niani. Nied aveva un guancia appoggiata delicatamente ad un bicipite di Beal, cominciò a carezzarlo e baciarlo, le scaglie di Beal erano
 
lisce e calde. Il Niano si svegliò e si rese conto che non era vestito, ma non si mosse, all’inizio fece finta di dormire, però quando lei risalì
 
dal braccio verso il sua bocca allora aprì gli occhi.
            -Buongiorno…Nied-
            -Buongiorno…-
            -Non hai cambiato idea da ieri sera?-
            -No…-
 
Allora l’abbracciò teneramente e la baciò, ma non osava prendere altre iniziative. Lei si sdraiò su di lui e la sua camicia da notte sparì.
 
Man mano che si baciavano Beal ritraeva ad una ad una le scaglie e gli aculei, il loro contatto pelle a pelle era sempre più stretto e lui
 
stava per perdere il controllo. Cominciò a stringerla sempre di più tra le sue braccia ed il bacio divenne sempre più passionale quasi
 
violento, ma non la stritolò e non le fece alcun male. Repressero a fatica la fusione totale, ma finalmente si unirono, in un vortice di
 
emozioni mai provate prima.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Marte si sta assestando ed i nostri eroi cercano di passare il tempo…
Che ne dite d Beal? Non è un tesoro? L’uomo ideale, che non pretende che Nied sia la mogliettina tipica, ma una dottoressa in carriera…peccato che sia un Niano e si ricopra di scaglie…
 
Non perdetevi i prossimi capitoli, vi assicuro che non ve ne pentirete…forse mi odierete un po’…ma ne sarà valsa la pena…
 
Grazie a tutti voi che seguite da un anno e ringrazio in particolar modo Eyes ed Annie che hanno recensito il capitolo precendete
 
La vostra Altair

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Capitolo 47
*** L’altra faccia della Luna ( qualcuno in questo cap soffrirà molto…) ***


Era il periodo più felice che Mikey potesse ricordare, dopo l’incontro con John tutto era tornato come prima, anzi meglio di
 
prima. Isabel si sentiva finalmente libera dalle grinfie del suo ex, aveva ricominciato a vedere la madre ed era intenzionata
 
a fare pace col padre.
            -Mikey domani sono a pranzo dai miei genitori-
            -Come dai tuoi genitori?-
            -Vogliono fare un incontro per riconciliarci, non ci sarà Sharon, saremo solo noi tre-
            -Mi sembra un’idea splendida-
            -Purtroppo ancora non ti posso invitare, dobbiamo fare un passo alla volta, ma ieri ho parlato di te a mia mamma-
            -Dici sul serio? E come l’ha presa?-
            -Un po’ ti conosceva… ha visto tutti i disegni…ha detto che non sei proprio l’uomo che sperava per me…ma mi hai salvato la vita e dice che ti è riconoscente…presto ti vorrà incontrare. Ha detto che avrebbe comprato un libro sulle tartarughe- Isabel rideva divertita.
            -Lo sa che so parlare e non mangio solo verdura, vero?-
            -Sì amore. Mia madre è così, deve sempre prepararsi a tutto e siccome voi tartarughe ninja siete uniche al mondo, ha cercato le informazioni disponibili e più verosimili-
            -Mi sembra un po’ stupido-
            -Concordo con te, ma ho solo questa di madre!-
            -Hai ragione, ha sicuramente dei lati positivi-
            -Sì ovviamente! Cucina molto bene, quindi, quando ci inviterà a cena, preparerà i suoi piatti migliori-
            -Non vedo l’ora…non ho mai avuto dei suoceri-
            -Come corri! Non siamo ancora sposati-
            -Se fosse per me lo saremmo di già-
            -Smetti di fare l’uomo di altri tempi. Non serve a nulla un contratto matrimoniale. Come vedi i miei stanno divorziando-
            -Però è una cosa così romantica il matrimonio. Tu saresti tutta bianca con un lungo strascico ed i capelli raccolti con delle perle e dei fiori di tulle…-
            -Mikey…mi spaventi…quando parli così-
            -Guarda, che sono io che ho organizzato il matrimonio di April e Casey! Lo organizzerò anche per noi-
            -Uno dei due deve avere questo lato femminile…sono contenta che lo abbia tu-
            -Non sono una femmina, sono solo molto sensibile-
            -A volte forse un po’ troppo!-
Pedro, che fino ad ora era stato lì in silenzio, abbaiò per sottolineare le parole di Isabel.
            -Si può sapere perchè sei sempre dalla sua parte?- disse Mikey e si misero a ridere, poi con tono tutto serio chiese:
            -Perché stasera non vieni al rifugio? Vorrei portarti a fare un giro con la capsula, che ne dici?-
            -Mi porterai sulla Luna?-
            -Devo chiedere a Donnie se possiamo adattare a te una delle nostre cinture…-
            -Vuoi dire che potrei camminare sulla Luna con te?-
            -Se puoi mettere la cintura puoi farlo tranquillamente, è come avere una tuta da astronauta, ma uno non si muove come un impedito-
Mikey si alzò dal divano e cominciò a mimare i movimenti impacciati che fanno gli astronauti nello spazio con le loro tute ingombranti.
            -Devi sempre fare lo scemo…però…sarebbe troppo bello, non riuscirò a pensare ad altro tutto il giorno…-
            -Lo sapevo, non dovevo prometterti nulla…però Donnie è diventato talmente bravo ad usare quegli aggeggi Niani che sono convinto che potremo stare lassù almeno per qualche minuto. Comunque ti prometto che arriveremo con la capsula fino alla Luna-
            -Mikey sei il miglior ragazzo che una possa avere- gli saltò al collo e lo sfinì di baci.
            -Sarà bene che vada, devo convincere il mio fratello genio e mi ci vuole sempre un po’ di tempo-
            -Allora ci vediamo stasera, mi vieni a prendere al solito posto?-
            -Certo, anzi no! Ti vengo a prendere con la moto di Raph qui sotto casa. A stasera. Ciao Pedruccio, fai il bravo mentre sono via-
 
Pedro rispose a modo suo e gli leccò una mano. Mikey arrivò al rifugio in un lampo e si fiondò subito nel laboratorio, doveva lavorare suo fratello ai fianchi.
            -Ciao Donnie…ti ho mai detto quanto sei geniale?- Ma la cosa non gli veniva mai bene.
            -Cosa vuoi Mikey? Quando hai quel tono mi vengono i brividi-
            -Vorrei portare Isabel sulla Luna…-
            -Quando?-
            -Uffa! Non è affatto giusto, ma perché siete così prevenuti con me? Dovreste cominciare a fidarvi prima o poi…ma…aspetta un attimo… hai detto “quando” o ho capito male?-
            -Ho detto quando, non ho detto che non puoi-
Mikey lo guardò stupito, era così certo che gli avrebbe fatto la predica che non poteva credere a quello che sentiva.
            -Stasera…ma va bene per te?
            -Perfetto, adesso abbiamo tutta l’energia che vogliamo, tu sei un ottimo pilota ed i mezzi sono molto sicuri, perché no?-
Mikey abbracciò il fratello con tutte le sue forze.
            -Tu sei il migliore di tutti!-
            -Piano, mi stai strozzando…non ti servirò molto da morto!- Quando finalmente si liberò dalla morsa aggiunse -prima di partire però dovrò settare una cintura delle nostre su Isabel, andrà sicuramente bene e voi potrete fare la vostra passeggiata romantica-
 
Mikey stava per riafferrare il fratello, che questa volta fu molto rapido e lo scansò. Proprio in quel momento entrava quel rompiscatole di Rel.
            -Ma che fate? Vi picchiate? Certo voi ninja terrestri siete sempre a darvele-
            -Stavo solo abbracciando il mio genio preferito!-
            -Cosa c’è Rel? Sono solo poche ore che non viene a lamentarti, mi stavo per preoccupare- Commentò Donnie con tono annoiato.
            -Io mi preoccupo per il destino del nostro popolo…-
 
            -Sì certo, certo…- tagliò corto Donnie - potrete andare tra qualche giorno, all’equatore si vede già un po’ di cielo
 
sereno, magari non potrete atterrare, ma sarebbe interessante dare un primo sguardo a cosa sta accadendo sotto quelle coltri
 
di nubi. I raggi infrarossi indicano che ci sono alcune zone dove il suolo marziano si è raffreddato e si dovrebbero essere
 
formati dei laghi, ma sarebbe utile se poteste raccogliere un po’ di dati anche sulla composizione dell’aria, al momento ne
 
ho, ma sono incompleti-
 
            -Ma è fantastico, corro subito a dirlo a Mead!- Rel fece per uscire, poi tornò indietro- ma quanti giorni esattamente?-
            -Più aspettiamo meglio è ma, visto che siete impazienti, ormai quando volete, le condizioni non cambieranno se non nell’arco di un mese-
            -Allora partiremo domani stesso- Rel uscì di corsa ad avvertire la sua dolce metà.
 
Donnie si rivolse a Mikey, ma in realtà pensava ad alta voce.
            -Le condizioni non sono cambiate dall’ultima volta che mi ha chiesto come andava, ma non ne posso più, non vedo l’ora che se ne vada, così mi lascerà un po’ in pace -
            -Vuoi dire che lo mandi su senza motivo?-
            -Non proprio…diciamo che avrei aspettato un altro mese, ma andrà bene anche così- poi parlando d’altro- Ma stasera... è anche la serata…-
 
            -Sì Donnie, non vedo l’ora di mostrarle il regalo-
 
Mikey era impaziente, cercò di distrarsi tutto il giorno con i videogames, cucinando, allenandosi ed infine con uno dei sui
 
divertimenti preferiti: andare a stuzzicare Leo che meditava.
 
            -Se la tua meditazione è veramente fatta bene dovresti riuscirci anche se ti parlo, se ti salto intorno e se ti faccio il solletico-
 
Leo era talmente concentrato che non aveva ceduto a nessuna provocazione verbale, però appena il fratello cercò di
 
toccarlo, lo afferrò e lo fece cadere a terra.
 
            -Così non vale! Dovevi sopportarmi per tutto il tempo!-
            -Perché? Ho finito di meditare!-
 
Fece per andarsene, ma il fratello non gli dava tregua.
 
            -Come va con Karai? Non mi racconti nulla…-
 
Leo si girò verso Mikey sorridente.
 
            -Va molto bene, la vedo molto serena-
            -Mi ha detto Raph che alcune sere non torni a dormire qui…-
            -Normalmente mi secca darti ragione…ma in questo caso ne sono felice, a quanto pare l’amore tra noi e le umane è possibile…il mio aspetto non è davvero un problema…-
            -E’ incredibile vero?-
            -Sì…ed è incredibile darti ragione così spesso ultimamente-
            -Stasera porterò Isabel sulla Luna, perché non ci porti anche Karai ed il piccolo Leo un giorno?-
            -Potrebbe essere un’idea, i Niani non hanno più problemi di energia e nella Tartacapsula entriamo sicuramente in tre-
            -Com’è fare il papà?-
            -Non sono il suo papà, però siamo diventati buoni amici. Karai dice che un giorno sarò un padre perfetto, chissà magari … con l’aiuto di Astrid potremmo avere un figlio nostro. Ma adesso ho solo ventisei anni… le tartarughe vivono a lungo…-
            -Secondo te Donnie sa quanto possiamo vivere?-
            -Non ci avevo mai pensato fino ad ora…non gliel’ho mai chiesto-
            -I Niani, se non vengono ibernati, arrivano almeno fino a 150 anni-
            -Lo avevo sentito dire…non so cosa sperare…se viviamo quanto loro, Karai e Isabel ci lascerebbero troppo presto, se invece fossimo come gli umani, Astrid perderebbe Donnie molto presto…-
            -Non preoccuparti, sono sicuro che loro due insieme troveranno una soluzione anche per questo- Mikey era sempre ottimista, era più forte di lui. Lisad entrò nel dojo.
            -Avete sentito la novità? Rel e Mead partiranno domani per fare il primo giro di ricognizione su Marte-
            -Ma è un notizia…stupenda?- disse Leo poco convinto.
            -Dai non ti preoccupare, con tutta l’energia che abbiamo potremo usare il Tartunnel e vederci quasi tutti i giorni, sarà come abitare alla porta accanto- disse Lisad che comprendeva il dispiacere della tartaruga in blu -e poi non è mica detto che potremo partire subito, Donnie dice che ci vorrà di più di quello che pensava-
            -Che ore sono?- chiese Mikey preoccupato.
            -Le diciannove, perché?- Rispose Leo
            -Devo andare a prendere Isabel!-
            -Ora ho capito per chi è quel ben di dio in cucina- commentò Lisad.
            -Ho cucinato anche per voi, non ti preoccupare-
Mikey uscì a razzo dal rifugio ed andò a prendere la sua bella, quella sera si presentò sotto casa sua con la moto di Raph per fare prima. Arrivarono in un lampo dove erano le capsule, Donnie adattò la cintura Enerzonica ad Isabel.
            -Ci pensi tu vero a tenere d’occhio Mikey?-
            -Sì Donnie, non preoccuparti, non farà pazzie-
            -Non parlate come se io non fossi qui! E poi non rischierei mai la vita di Isabel-
 
Come di consueto la prese in braccio e la collocò nella Taracapsula, quando salì su anche lui aveva un cestino in mano.
            -Cosa c’è là dentro?-
            -Sorpresa!-
La tartaruga in arancio non disse altro, si infilò il casco dei comandi e sfrecciarono via, verso lo spazio.
            -Questa navetta spaziale è incredibile, ricordavo che era veloce, ma quando ci sei dentro è proprio tutta un’altra cosa-
            -Sto pure viaggiando piano perché voglio che ti gusti il panorama, se vuoi possiamo inseguire il tramonto per un po’-
            -Mikey che hai stasera?-
            -Sono così felice in questi giorni…-
            -Anche io…-
Si presero per mano e seguendo il moto della Terra osservarono i tramonti di mezzo mondo per una mezz’oretta, poi Mikey decise che era ora di andare sulla Luna.
            -Quando saremo là, cosa dovrò fare?-
            -Nulla, usciremo fuori, le cinture ci proteggeranno per ore da tutto, ti sembrerà di respirare normalmente e potrai toccare con le mani il suolo lunare senza paura-
            -Mi sembra così incredibile…-
 
In pochi secondi furono lì, la capsula si aprì e loro uscirono fuori come se fossero stati in centro a New York.
            -Mikey davvero…sono senza parole…come quando ho visto la Terra dall’alto…è tutto così…-
            -Spaziale! Vero?- disse Mikey mentre si divertiva a fare le acrobazie più strane al rallentatore. Isabel lo guardava
 
ridendo, poi lui andò alla navetta ed accese la musica (si era fatto mettere un lettore mp3 da Donnie), la prese e
 
cominciarono a ballare il loro valzer a tempo di musica pop. Volteggiavano quasi senza peso, per Isabel tutto questo non
 
aveva prezzo. Quando la musica finì, Mikey andò a prendere il cestino. Grazie ad un cristallo Enerzon ricreò l’ologramma
 
denso di un tavolino moderno con le candele, delle orchidee ed apparecchiò per la cena.
            -Oh Mikey…ma tu…-
            -Sì sono assolutamente impagabile e pure troppo bello per essere vero-
            -Hai cucinato il mio piatto preferito…tu…- per un attimo lei cambiò tono- hai letto il mio diario non è vero?
            -Ehm si…tanti auguri! Buon compleanno amore…-
            -Se non fosse tutto così fantastico sarei arrabbiatissima con te! Perché lo hai letto?-
            -Perché tu non mi hai mai voluto dire il giorno del tuo compleanno, non capivo perché…io non lo so quando sono nato, se lo sapessi vorrei festeggiarlo tutti gli anni-
            -Tu hai letto perché non lo festeggio e non ne parlo mai…-
            -Perché è il giorno in cui hai avuto l’incidente…ma tu adesso lo hai superato, devi andare avanti…-
            -…forse hai ragione…- si guardò intorno, adesso la sua era una vita diversa non c’era tempo per essere infelici.
            -Grazie amore per questi regali, non potrò mai ricambiare…è veramente troppo…-
            -Ma tu mi ricambi ogni giorno, sentivo il bisogno di fare tutto questo ed altro…-
            -Come altro?-
 
Mikey tirò fuori un pacchettino -questo è per i tuoi venti anni, un giorno te ne farò uno vero…-
Isabel aprì il pacchetto e dentro c’era un solitario.
            - Sei impazzito!?-
            -Non è un diamante… la pietra si è formata per sbaglio durante un esperimento di Donnie, però lui dice che è uno zircone purissimo e quindi è comunque qualcosa di raro. Poi mi ha aiutato a realizzare l’anello in titanio…è indistruttibile-
Isabel lo baciò con le lacrime agli occhi.
 
            -E’ bellissimo…- non fu in grado di dire altro. Mikey le mise l’anello al dito e le disse dolcemente:
            -Un giorno ti sposerò…-
 
Lei era così emozionata e felice che a stento riusciva a mangiare, ma era tutto così buono che non avanzò nulla.
            -Questo ristorante chiude quando lo desideri tu-
            -Non sono in grado di esprimerti a parole quello che provo adesso…tutto questo è così incredibile…tu sei incredibile… -
            -Pensa quando ti porterò su Marte-
            -Mikey…non devi strafare, sono già felice quando mi abbracci davanti ad un bel film…però anche qui non è male-
 
Ad entrambi scappò una risata che si perse nel silenzio dello spazio. Dopo cena fecero una passeggiata nel mare della
 
Tranquillità e cercarono le tracce dell’allunaggio degli astronauti americani, ma non li trovarono.
 
            -Secondo me si sono inventati tutto…- diceva Mikey.
            -E’ tanto grande il Mare della Tranquillità, come facciamo a trovare la bandiera americana e poi che importa!-
 
Si fermarono in silenzio a guardare la Terra intera che girava nello spazio. Il tempo era passato così velocemente che non se
 
ne erano accorti, erano sulla Luna già da più di quattro ore.
 
            -Sarà meglio rientrare che dici?- La tartaruga in arancio non voleva che Isabel si stancasse troppo, la cintura non
 
faceva sentire la fatica, ma una volta tolta l’avrebbe sentita tutta insieme.
 
            -Sì, credo che sia il momento, anche se mi dispiace tanto andare via-
            -Ritorneremo, è così vicina adesso-
            -Hai ragione Mikey-
 
In nemmeno un minuto già avvistavano New York dalla capsula, era sempre uno spettacolo vedere le luci della città
 
dall’alto, non sembrava qualcosa di artificiale, sembrava che fosse lì da sempre. Appena Isabel si tolse la cintura si accorse
 
di quanto fosse stanca, allora andarono a sdraiarsi sul letto ma non riuscivano a prendere sonno, era stata una giornata
 
memorabile.
 
Quella mattina Rel e Mead passarono a salutare le tartarughe, avevano deciso di partire, tutto era già pronto da tempo,
 
Donnie aveva inserito tutti i dettagli della missione nel computer di bordo, non dovevano fare altro che eseguirli alla lettera.
 
            -Non fate di testa vostra, non scendete su Marte a meno che io non via dia il via libera. Appena sarete arrivati, mandatemi tutti i dati necessari e vi dirò se sarà possibile per voi ammartare-
            -Non temere non siamo temerari- rispose Rel.
 
In un attimo erano già dentro le loro navette e sfrecciavano verso l’ex pianeta rosso, avevano quasi un viaggio di quattro
 
giorni che li aspettava e dovevano comunicare con la Terra almeno ogni otto ore.
 
            -Sono partiti finalmente…- diceva Donnie.
            -Spero che tu non li abbia mandati su troppo presto- commentava Astrid.
            -No, va bene così…-
            -Il prossimo giro di ricognizione lo faremo io e Beal- disse Nied. Dalla sera in cui erano usciti, erano diventati
 
inseparabili, la Niana chirurgo aveva rallentato un po’ con gli studi e si stava godendo un po’ la vita terrestre, ma erano
 
entrambi pronti a fare il loro dovere.
 
            -Bene, se va tutto come credo, non avremo bisogno di fare troppi sopralluoghi…ma stiamo a vedere cosa trovano Rel e Mead-
 
Isabel se ne andò presto dal rifugio perché aveva molte cose da fare e a pranzo avrebbe visto i suoi, salutò Mikey con un forte abbraccio ed un bacio.
            -Ieri è stato bellissimo, come quando ti ho incontrato la prima volta ed il tuo regalo è stupendo, lo farò vedere ai miei-
            -Qualsiai cosa per te…-
 
Lisad li sentì mentre si salutavano e si rivolse ad Astrid -sono peggio di te e Donnie e loro non hanno fatto la fusione, pensa come sarebbero stati pesanti-
 
Isabel se ne era andata e Mikey si rivolse alle due Niane.
 
            -Non so per quanto tempo mi vorrà accanto, temo che un giorno mi lascerà per un umano, cerco di non rimpiangere nulla…farò sempre il massimo per lei-
 
Mikey era così serio che Lisad non ebbe il coraggio di ribattere, mentre Astrid disse:
 
            -Perché sei così negativo? Perché dovrebbe lasciarti?-
            -Perché non vuole sposarmi… non gli dà importanza-
            -Alcuni umani sono così, non vuole dire che non ti ami, poi i suoi stanno divorziando quindi forse ha paura che succeda anche a lei-
            -Sì… forse è così…-
            -Su ragazzi, andiamo, Splinter diventa più severo se ritardiamo agli allenamenti- commentò Lisad.
 
La mattinata passò veloce, ora tutti gli allievi di Splinter erano più disciplinati e le lezioni erano sempre regolari. Raph e
 
Leo erano in splendida forma, avevano raggiunto un buon equilibrio emotivo, non c’erano più invidie e gelosie tra loro, era
 
perfino tutto troppo perfetto e Lisad, che l’aveva notato, a volte per dispetto cercava di farli innervosire, ma senza risultato.
 
Donnie aveva meno da fare e quindi raramente saltava gli allenamenti. Beal da qualche giorno sembrava un altro, era
 
sempre stata una persona positiva, ma dopo quella serata con Nied era ancora più gioviale e sempre di buon umore. Alla
 
fine degli allenamenti Lisad non potè trattenersi dal commentare:
            -Va tutto troppo bene…siamo troppo contenti…-
            -Cosa stai dicendo? Non fare l’uccellaccio del malaugurio- le rispose Raph, poi si avvicinò a lei quasi tenero -su lucertolina, goditi questa tranquillità, c’è tempo per i momenti tristi-
            -Okkey…-
            -Vado a vedere come stanno Mead e Rel. Sono un po’ preoccupato- disse Donnie e con quella scusa tornò in laboratorio.
            -Ma proprio non riesce a stare troppo a lungo lontano dai suoi esperimenti, come fai a tollerarlo?- disse Lisad.
            -Lui è così e poi quando saremo su Marte anche io ci starò molto in laboratorio, il mio compito di biologa molecolare è indispensabile soprattutto nella fase di colonizzazione-
            -Insomma siete già dei vecchi babbioni noiosi-
            -Chi si somiglia si piglia- commentò Mikey.
 
Astrid sorrise e raggiunse il suo babbione in viola.
            -Allora cosa nascondi? Non è così importante che tu riceva anche le chiamate dei fidanzatini d’Egitto, sono in viaggio, non possono comunicarti nulla di interessante-
            -Infatti era solo una scusa, sto ancora studiando i cristalli, vorrei ricreare quelli che formano l’elsa della spada di tua madre e vorrei tanto scoprire il segreto degli Enerzon eterni-
            -Non ti basta averci stupito con tutte le tue meravigliose invenzioni? Nessun Niano ha mai ricreato dei cristalli di Enerzon come hai fatto tu…-
            -Sai che stare in laboratorio mi rende felice…-
            -Va bene ti lascio fare, ma un giorno sarai tu al mio posto a cercare di convincermi di non lavorare troppo, vedrai-
 
La sera Mikey sarebbe andato come sempre da Isabel. Era molto curioso, voleva sapere come era andato il pranzo e se
 
aveva fatto pace col padre. Appena arrivò all’appatamento di Isabel, capì che in casa non c’era nessuno, nemmeno Pedro.
 
Allora la chiamò al telefono, ma era irraggiungibile. Preoccupatissimo si diresse all’appartamento della madre. Sul
 
momento quando saltò sul cornicione gli vennero a mente tutti i ricordi del loro incontro, di lei con le bende e quei suoi
 
occhi così tristi. Stranamente la luce era spenta e la casa sembrava vuota. Disperato cominciò a girovagare per New York,
 
fino a che non gli venne la brillante idea di andare da Donnie per vedere se poteva rintracciare il telefonino in qualche
 
modo. Arrivato al rifugio, corse da suo fratello, ma nemmeno il genio riusciva a trovarla.
 
            -Sembra che il numero sia inesistente…forse le si è rotto il cellulare-
 
Allora cercarono su internet l’abitazione del padre di lei, Mikey corse subito a vedere. Arrivò là in poco tempo, anche
 
questa volta la casa era spenta, erano spariti tutti. Non sapendo che fare tornò all’appartamento di Isabel e questa volta
 
trovò la luce accesa. Entrò dalla finestra, qualcuno lo stava aspettando, ma non era Isabel.
 
            -Così sei tu Michelangelo- la tartaruga in arancio si ritrovò davanti una signora di mezza età, la riconobbe.
            -Sei la mamma di Isabel?-
            -Sì…sono io…-
             -Cosa succede? Dov’è?-
 
La donna si avvicinò, stava piangendo. Era la prima volta che si trovava davanti un essere del genere, ma senza timore gli disse.
            -Mikey…lei non c’è più-
 
Lui la guardò sconcertato -Cosa vuole dire con lei non c’è più, dov’è? E’ ferita? Posso farla guarire, ho degli amici…-
           
            -Non possiamo fare più nulla…è morta…non ha sofferto-
            -No! Non è  vero, non le credo, volete portarmela via!-
            -Non sarei qui altrimenti…sono venuta perché lei ti amava…dovevi sapere-
 
Isabel si era lamentata spesso della madre, ma ultimamente si erano riappacificate e sicuramente aveva dimostrato un
 
grande coraggio a mostrarsi a lui.
            -Dov’è?-
            -All’ospedale, ma non c’era nulla da fare, è morta sul colpo…-
            -C-come?-
            -La mia Isabel era coraggiosa…per salvare una bambina piccola…si è buttata in mezzo alla strada… -
 
La donna cominciò a piangere disperata, ma Mikey questa volta non aveva la forza per confortarla, era troppo per lui.
 
            -Chi è stato?- Mikey a malapena riusciva ad aprire bocca.
            -E’ stato un incidente, non è colpa del guidatore… -
            -Non posso vivere senza di lei- Mikey cadde sulle sue ginocchia piangendo. La mamma di Isabel lo guardò, non vedeva un mostro, vedeva una persona addolorata come lei.
            -Tu hai regalato al mio angelo qualche mese di vita in più…io non le sono stata vicino come dovevo, non me lo perdonerò mai… -
            -Avevo promesso di proteggerla…non sono stato in grado…ho fallito e l’ho persa per sempre-
 
Mikey non resse più, scappò dalla finestra e cominciò a correre sui tetti. Tutto intorno a lui era triste, senza speranza, la città fredda e spietata. Guardò in alto verso la Luna, sembrava che gli sorridesse maligna, avrebbe corso finché aveva le forze.
 
 
 
 
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Come vi avevo promesso l’anno scorso (sì! E’ passato un anno esatto da quando ho cominciato a pubblicare questo racconto!) una delle quattro tartarughe avrebbe sofferto di più…è toccato a Mikey…sono stata davvero spietata…il fatto è che penso che non esista la perfezione…ed ho preferito che Isabel morisse che lo lasciasse…Mikey sicuramente non sarebbe stato d’accordo con me…
Manca davvero poco alla fine…vi consiglio di non perdervi nessuno dei prossimi capitoli…
Grazie ad Eyes ed Annie per le loro belle recensioni e grazie a tutti voi che mi seguite da tanto.
 
Con affetto fantascientifico
Altair
 

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Capitolo 48
*** Mikey nella nebbia ***


La mattina tutti notarono l’assenza di Mikey all’allenamento.
            -Che strano…di solito saluta la sua bella e viene qua…- commentò Leo.
            -Forse non ha sentito la sveglia- disse Lisad.
            -Non è da lui, gli piace preparare la colazione per tutti…ieri sera mi ha chiesto di rintracciare Isabel al telefonino ma sembrava spento. Allora abbiamo cercato l’indirizzo del padre. E’ uscito di corsa, non mi ha dato nemmeno il tempo di chiedergli se voleva una mano, poi mi ha mandato un messaggio che diceva che Isabel era tornata perché vedeva le luci nel suo appartamento, pensavo fosse tutto ok- Disse Donnie.
 
            -Provo a chiamarlo sul cellulare- Astrid prese il suo telefono mezzo terrestre mezzo alieno e provò a rintracciarlo.
            -Suona, ma non risponde…cerco di localizzarlo…ma che diamine ci fa in mezzo a Central Park, è giorno?!-
            -Forse gli è successo qualcosa- disse Raph.
            -Beal, Lisad venite con me andiamo a prenderlo- disse Astrid.
 
I tre Niani presero il Tartacarro, in forma umana potevano cercarlo senza problemi in mezzo alla gente. Quando arrivarono
 
nel luogo segnalato, trovarono Mikey svenuto sotto un cespuglio pieno di contusioni ed ematomi. Beal lo prese in braccio e
 
lo portarono subito al rifugio.
 
            -Respira ancora, sembra che lo abbiano picchiato…- diceva Lisad.
            -Isabel non risponde al telefono, anzi è muto- disse Astrid.
Michelangelo fu subito portato in laboratorio e Nied gli prestò i primi soccorsi.
            -Ragazzi non è grave, si riprenderà presto-
            -Cosa sarà successo…-
 
Astrid non volle aspettare che riprendesse conoscenza, fece subito una fusione. Sembrò come se l’avessero colpita al cuore,
 
le arrivarono tante emozioni amplificate in una volta, si dovette staccare, cominciò a tremare.
            -Amore che succede?-
            -Isabel…Isabel è morta!-
            -Come è possibile?-
            -Ha perso la vita per salvare una bambina che era scappata in mezzo alla strada… Mikey ha vagato per la città tutta la notte, poi ha cercato un gruppetto di teppisti, li ha provocati e… si è fatto picchiare…-
            -No, non ci credo…Mikey non avrebbe mai fatto una cosa del genere- disse Raph sconvolto.
            -Dovresti vedere cosa ho visto io, solo un istante in contatto con la sua mente mi ha provocato un dolore insopportabile, non ho mai provato qualcosa del genere-
 
Donnie intanto cercava su internet notizie dell’accaduto, sull schermo dei sul pc comparve la foto di Isabel e quella della
 
bimba che aveva salvato, era tutto vero.
 
Una volta curato con i potenti mezzi Niani, Beal lo portò nella sua camera e a turno lo avrebbero vegliato fino a che non
 
avesse ripreso conoscenza.
 
Passarono due giorni, ma lui non si risvegliava. Le ferite fisiche erano già rimarginate, ma quella interiore era troppo
 
devastante, secondo Nied, Mikey non voleva svegliarsi.
 
            -Astrid, potresti provare a cancellargli il ricordo di Isabel?- Chiese Donnie.
            -Non credo che lo vorrebbe, dobbiamo avere pazienza, quando sarà pronto aprirà gli occhi-
 
Raph ed Astrid erano i più assidui al capezzale di Mikey, sembravano instancabili a volte restavano entrambi, nemmeno si
 
davano il cambio. La Niana aveva avuto una fusione con lui, erano rimasti legati in qualche modo, non riusciva a stargli troppo lontano.
 
Dopo trenta giorni che non si risvegliava, Astrid prese una drastica decisione.
            -Donnie devo trovare il modo di aiutare Mikey, ho bisogno di fare una fusione particolare con lui -
            -Che cosa intendi?-
            -Non sto parlando di una fusione totale, ma qualcosa di molto profondo che non ho mai provato prima, dovrò passare probabilmente tutta la notte a stretto contatto con lui-
            -Perché ti preoccupi? Non sono geloso, so esattamente cosa pensi e so che gli vuoi bene, se lo aiuterà devi farlo…ma che conseguenza avrà su di te?-
            -Diciamo che mi stancherà un po’, ma niente di grave-
 
Astrid volle restare sola con Mikey, dovettero portare via a forza Raph che voleva rimanere a tutti costi con suo fratello. Si
 
sdraiò accanto a lui e posizionò le mani sulla sua testa e cominciò la fusione. Il dolore che stava provando era molto forte, a
 
fatica entrò nei suoi pensieri e cercò l’essenza di Mikey, la sua parte più positiva, quella che amava la vita e che lo avrebbe
 
aiutato a superare anche quella prova.
 
            -Mikey ti prego reagisci-
            -No, non voglio, lasciami stare-
            -Ti prego ascoltami-
            -Non ti ascolterò, vattene!-
            -Non posso andarmene, non ti lascerò da solo-
 
Astrid smise di combattere il dolore di Mikey e lo portò dentro di sé, ora dividevano tutto, era profonda come una fusione
 
totale, ma senza l’atto fisico, la prima volta che si erano conosciuti non sarebbe stata capace di qualcosa del genere.
 
Erano ore che era entrata nella stanza e tutti aspettavano impazienti davanti la porta, Raph non ne poteva più, si affacciò e
 
vide Astrid che abbracciava forte Mikey, entrambi piangevano ed avevano i visi sofferenti, ma gli occhi erano chiusi. Nied
 
lo condusse via.
 
            -Non li dobbiamo disturbare, Astrid sta facendo qualcosa che non tutti farebbero…sta condividendo il dolore…è per farlo ragionare, così potrà tornare in sé… non possiamo interromperli, faresti del male ad entrambi-
 
Intanto Astrid cercava in tutti i modi di far reagire Mikey.
            -Perché sei venuta? Perché vuoi soffrire anche tu?  Lasciami solo-
            -Non posso, tu sei troppo importante per Donnie e quindi lo sei anche per me, sei la mia famiglia, abbiamo fatto la fusione, siamo parte l’uno dell’altro, se tu muori, muore anche una parte di me-
            -Isabel è morta, non la vedrò mai più…non ha più senso vivere-
            -Sai che lei non vorrebbe mai questo…ti prego ascoltami…tu hai noi…non sei solo-
            -Lasciami non voglio che tu soffra con me, vattene!-
            -Non ti lascerò finché non reagisci-
            -Astrid non ce la posso fare senza di lei-
            -Sì che puoi-
            -Sono già morto…-
            -No, non lo sei, c’è ancora tanta vita dentro di te, lo vedo-
            -Non sono riuscito a salvarla…-
            -Non potevi fare nulla…non devi rimpiangere niente, non potevi amarla più di così, hai reso la sua vita perfetta-
            -L’ho amata con tutto il mio cuore-
            -Lei lo sapeva molto bene…coraggio seguimi…segui i tuoi pensieri felici…i tuoi fratelli, tutti noi siamo preoccupati per te…pensa a questo-
            -Non sarò mai più felice-
            -Sì che lo sarai, hai ancora tanta vita davanti, ti prego fallo per noi, ti prego…-
 
Il dolore insopportabile cessò, Astrid si svegliò, era ancora abbracciata a Mikey e lui piangeva stringendola forte.
            -Vuoi…vuoi che cancelli il suo ricordo?-
            -No…mai…-
            -Vuoi che resti qui con te stanotte?-
            -Sì, ma non voglio che soffri, non fare la fusione di nuovo-
            -Sei così coraggioso…-
            -Astrid…lei mi mancherà tantissimo-
 
Rimasero abbracciati tutta la notte, lei riuscì a farlo addormentare in modo profondo senza sogni, si sarebbe risvegliato
 
riposato.
 
La mattina si sentì come un rumore di sfregamento alla porta, un cane abbaiò varie volte. Astrid e Mikey si svegliarono,
 
qualcuno aprì, Pedro entrò e saltò in mezzo a loro.
 
            -Pedro, sei vivo!-
 
Il canino cominciò a leccare la faccia di Mikey affettuoso e lui lo abbracciò. Lisad dalla porta semi aperta spiegò
 
l’accaduto:
 
            -E’ arrivato poco fa, ha trovato la strada per il rifugio…è un canino davvero intelligente…adesso sei tu il suo padrone-
 
Astrid e Lisad lasciarono Mikey da solo con il cane di Isabel. Arrivate in cucina vennero subito subissate di domande.
            -Si è svegliato?-
            -Come va?-
            -Male, ma almeno è uscito dallo stato catatonico, Pedro è sicuramente una cura, ma non aspettiamoci il solito Mikey per molto tempo-
            -Non mi avevi detto che avreste condiviso il dolore…- disse Donnie dispiaciuto, se avesse potuto, lo avrebbe fatto lui al suo posto.
            -Era l’unico modo per riportarlo alla ragione, altrimenti sarebbe rimasto così dei mesi ed il recupero sarebbe stato più difficile…anche il dolore psicologico lascia delle tracce fisiche…voglio che torni il nostro Mikey di sempre-
            -Provo a portargli la sua colazione preferita- disse Raph che doveva fare qualcosa assolutamente, ma non fece in tempo ad arrivare alla camera che vide Mikey con Pedro che uscivano dal rifugio.
            -Ma dove?...-
            -Lascialo andare, credo voglia andare a vedere dove è morta e a farle visita al cimitero. E’ un buon segno, significa che sta cominciando ad accettare la realtà - disse Astrid.
 
Mikey usò un cristallo Enerzon e si confuse nella folla di New York. Pedro lo portò dove tutto era successo, era presente al
 
momento dell’incidente ed in qualche modo aveva capito che era importante condurlo lì, anche se lo stesso Mikey non
 
sapeva perchè. Qualcuno aveva disegnato un orchidea in mezzo alla strada, era il fiore preferito di Isabel. Mikey rimase a
 
fissare quel luogo per qualche minuto. Poi riprese a camminare e dopo un bel po’ arrivò con Pedro al cimitero dove
 
avevano portato la sua amata Isabel. Sapeva quale fosse perché una sera erano andati a trovare i nonni di lei e scherzando
 
gli aveva raccontato che alla sua morte voleva essere sepolta lì. Trovò una tomba nuovissima con la foto di Isabel, quella
 
che lui aveva preso tra le sue mani la prima volta che era andato a trovarla. Lesse l’epitaffio:
            “Qui giacciono le spoglie di una giovane donna coraggiosa che amò la vita fino alla fine. I suoi genitori ed il suo amato Michelangelo la rimpiangono inconsolabili”.
 
Mikey non potè trattenere ancora le lacrime, Pedro era al suo fianco in silenzio come se capisse la gravità della situazione,
 
poi si mise ad annusare una busta vicino al vaso dei fiori. Mikey la raccolse e l’aprì, dentro c’era una piccola lettera per lui
 
che i genitori di Isabel gli avevano scritto perché non sapevano come altro rintracciarlo:
            “Caro Michelangelo, perdonaci se non siamo stati all’altezza della nostra stupenda figlia. Ti siamo grati per quello che hai fatto per lei, sappi che ti avremmo accolto nella nostra famiglia senza pregiudizi. Isabel era un angelo, non poteva rimanere con noi a lungo, ma grazie a te abbiamo avuto modo di riappacificarci con lei e di vederla felice. L’anello che le hai regalato sarà con lei per sempre
 
Solo l’affetto per i suoi cari gli dette la forza di tornare al rifugio senza fare altre sciocchezze, entrò nella sua stanza con Pedro e si addormentò.
 
Era ormai sera, Astrid bussò alla porta.
            -Mikey posso entrare?-
La tartaruga in arancio era sul letto che carezzava Pedro.
            -Sì, avanti…-
            -Ciao… ti ho portato la cena-
            -Non ho molta fame…-
            -Non mangi da giorni, non posso darti la flebo come quando eri catatonico…ti prego fai uno sforzo, poi anche Pedro deve mangiare…-
            -Va bene…lascia tutto qui-
 
Astrid era ancora in pena, tornò a bussare alla porta un’ora dopo, ma Mikey non c’era più, qualcuno aveva mangiato la
 
cena, controllò al suo cellulare dove si fosse cacciato e scoprì che era sui tetti di New York probabilmente con Pedro in uno zaino.
            -Amore dov’è Mikey?-
            - E’ uscito con il suo canino, forse corre per sfogarsi…-
            - Non credo che possiamo fare nulla per mio fratello al momento…perdonami…devo parlarti di altro...Beal e Nied sono tornati dal viaggio su Marte…procede tutto molto bene, vuoi vedere le nuove mappe?-
            -Eppure ci deve essere un modo…a che mi serve il mio potere…se non posso aiutarlo?-
            -Non credo che lui si voglia far condizionare, né tanto meno dimenticare Isabel…-
            -Lo so…ma se non lo vedo tornare tra qualche ora andiamo a cercarlo…-
            -Anche noi siamo in pena per lui…ma non è un bambino, in questi ultimi tempi ha mostrato più buon senso di noi, lo andremo a cercare se dovesse tardare-
 
Astrid andò nel laboratorio e cominciarono a visionare tutte le riprese del suolo di Marte e rimasero molto sorpresi di quello
 
che videro. Il pianeta rosso era diventato violetto come avevano immaginato ed assomigliava molto a Ni il pianeta
 
originario dei Nani, infatti aveva molti laghi e solo un grande mare dove prima c’era la falda acquifera che Donnie e Astrid
 
avevano fatto esplodere. In proporzione c’era più terra emersa che sulla Terra, ma tutto sommato più che su Ni. Il polo Sud
 
aveva molto più ghiaccio del polo Nord.
 
            -Pensi che dovremmo portare acqua su Marte?- chiese Nied.
            -Non possiamo prenderla dalla Terra…- disse Donnie e poi aggiunse- dobbiamo esplorare il sistema solare, sono sicuro che possiamo trovare altre fonti, ma è un lavoro immane-
            -Siamo sicuri che non ci basti quella già presente? Il nostro popolo ha vissuto su Nì anche senza la massa d’acqua di Terra, è stata la nostra vecchia stella Niha che diventando una gigante rossa lo ha prosciugato. Il sole invece è ancora giovane- Commentò Astrid.
            -Non avremo le temperature miti che abbiamo sulla Terra- precisò Donnie.
            -Faremo in modo di creare animali e piante adeguate, useremo il DNA Niano e terrestre, non avremo problemi a colonizzare Marte con la nostra tecnologia-
            -Quando potremo andarci?- chiese Rel, che era ansioso di cominciare il suo progetto per modificare il suolo marziano, infatti lui era l’ingegnere del territorio, agrario e chimico.
            -Per sicurezza faremo l’ultima ricognizione tra un mese, devo mappare bene tutte le placche tettoniche di Marte per capire qual è il luogo più sicuro per costruire la base. I dati recenti mi confermano che le scosse sono diminuite, sto aspettando che raggiungano un andamento costante-
            -Vuoi dire che tra più di un mese potremo partire e restare definitivamente?-
            -Esattamente dopo undici mesi da quando abbiamo provocato le esplosioni. Si è già instaurato un ciclo dell’acqua e il meteo è abbastanza favorevole, non ci sono più tempeste troppo pericolose…bè… non più pericolose di quelle che puoi avere qui sulla Terra-
            -Vorrei tanto poterlo comunicare a Frel…mia mamma sarebbe così entusiasta e non rischieremmo un’interferenza di Redol- Commentò Astrid emozionata.
            -Tutto quello che possiamo fare è dare il massimo perché la missione riesca, comunque andranno le cose sulla stazione spaziale e chiunque prenderà il comando, se quando arriverà qui vedrà progressi, non ci saranno pericoli per Terra- disse Beal.
            -Speriamo, a me Redol sembra un pazzo è pericoloso, non vorrei avesse condizionato un esercito di Niani- Commentò Nied.
            -La nostra fortuna è che sono quasi tutti in ibernazione, non può andare e condizionare le persone mentre sono in stasi- disse Astrid.
            -Di questo ne sei sicura?- la domanda di Nied fece venire i brividi a tutti.
            -No Nied, non sono sicura, ma se lo sa fare è veramente preoccupante-
            -Va bene, basta blaterare, tanto lo sapremo solo tra qualche anno. Se non avete bisogno di me esco a prendere un po’ d’aria- disse Lisad e come al solito non dette a nessuno la possibilità di replicare. La soldatessa Niana aveva bisogno di sfogarsi un po’ e trovò subito il compagno giusto per questo genere di attività, Raph la stava aspettando appoggiato al muro che giocherellava con i suoi sai.
            -Allora andiamo? –
            -Sì, non ne potevo più, sai quanto sono pallosi gli scienziati- Commentò Lisad
            -A me ne bastava uno: Donnie. Sapete già quando partirete?-
            -Forse tra più di un mese-
            -Così presto? Non potete andare via così…Mikey ha bisogno di Astrid…-
            -Non può fare altro, tuo fratello non vuole dimenticare…ma è solo a lui che pensi?-
Erano già fuori dal rifugio e allora Raph si sentì libero di parlare.
            -No…anche a te… so che ci potremo vedere lo stesso, ma tu sarai così occupata a fare la marziana…-
 
Raph l’aveva presa tra le sue braccia e mentre parlava le baciava dolcemente il collo. Se i suoi fratelli lo avessero visto non
 
ci avrebbero creduto, era tenerissimo. Lisad si imbarazzava ancora di più quando lui non faceva il duro.
 
            -Troverò il tempo e poi tu potresti venire qualche volta, dice Donnie che non possiamo usare il Tartunnel troppo spesso, potrebbe farci male, dice che dobbiamo fare delle pause lunghe tra un passaggio e l’altro, finché non sarà sicuro che è davvero innocuo-
            -Non lo so…- Rispose Raph incerto.
            -Non posso obbligarti se non vuoi…come abbiamo detto vedremo giorno per giorno- Lisad si divincolò e cominciò a procedere verso l’uscita, lui l’afferrò.
            -Verrò anche io a fare l’esploratore con voi…anche se hai questo caratterino irrequieto…non posso stare troppo tempo senza di te-
 
La tirò a sé e la baciò, a volte doveva lottare per un momento di tenerezza con lei, ma ne valeva la pena. Quando stavano
 
per uscire, incrociarono Mikey, ma lui non li degnò di una parola ed entrò nel rifugio diretto alla sua stanza. Ormai
 
tollerava solo Astrid, mangiava solo quello che gli portava lei, a volte non riusciva dormire e lei allora lo faceva cadere in
 
quel sonno senza sogni e senza incubi.
            - Forse dovremmo portate Mikey su con noi…non mi sento di lasciarlo solo-
            -Invece dovrai farlo, non puoi fargli da balia in eterno- Donnie sapeva che Astrid era sua, ma cominciava a soffrire un po’ di gelosia, era un po’ di tempo che non facevano la fusione totale, a volte lei restava con suo fratello quasi tutta la notte.
            -Ma cosa fate tutto quel tempo?-
            -Non molto…a volte resta silenzioso, a volte non la smette mai di parlare di Isabel e a volte vuole solo che lo aiuti a dormire, ha degli incubi ricorrenti…lei muore proprio davanti ai suoi occhi e lui è legato o non riesce a muoversi. Allora incremento le sue onde delta…così entra nel sonno profondo e riposa senza sogni-
            -Pensi che tutto questo lo potrà aiutare?-
            -Non so cosa altro fare…non vuole lasciare la sua camera non vuole parlare con nessuno, ma dovete provare anche voi a parlargli, penso che Leo debba essere il primo, appena se la sentirà.
            -Proverò a convincerlo-
 
 
Dopo qualche giorno Leo entrò nella camera di Mikey.
            -Posso?-
Non rispose, ma non lo mandò via, era già qualcosa. Leonardo si sedette sul letto, il fratello era sdraiato e fissava un dipinto che Isabel gli aveva regalato.
            -Non so immaginare cosa sarebbe la mia vita senza Karai-
            -E’ l’inferno sulla Terra-
            -Ma devi trovare la forza dentro di te…-
            -…sei venuto a farmi la predica, come sempre?-
            -No, volevo parlare un po’ con te, mi manchi…ci manchi-
            -Non me la sento di vivere come se non l’avessi mai conosciuta-
            -Nessuno te lo chiede, non puoi dimenticarla sarà…-
            -Non mi fare il solito discorso che “sarà sempre nel mio cuore”. Non posso più abbracciarla, non posso più sentire la sua voce,  sentirla ridere dava il senso alle mie giornate, avevo in mente tanti progetti per noi!-
 
Leo non sapeva cosa dire, rimase seduto qualche minuto, poi cercò di cambiare il soggetto della conversazione.
            -Astrid ti ha fatto vedere le immagini di Marte? Abbiamo fatto un ottimo lavoro… sembra-
            -Sì le ho viste…non voglio che lei parta-
            -Lei ha la sua vita…-
            -Ha promesso che verrà a trovarmi ogni giorno-
            -Non puoi chiederle questo-
            -Lo so…-
            -Mikey se non puoi farlo per te…fallo per noi-
 
Leo si alzò un po’sconsolato ed uscì dalla stanza, era presto per ottenere qualcosa.
 
Dopo una settimana circa fu la volta di Raph che però non si comportò certo come avrebbe dovuto: entrò senza bussare e lo attaccò al muro senza tanti discorsi. Mikey non fiatò, ma lo guardò sprezzante.
            -Tu adesso vieni fuori di qui e reagisci-
            -Perché?-
            -Perché non puoi ridurti così, mi ascolti?-
Mikey aveva preso a ridere, ma era una risata triste e vuota.
            -Cosa pensi di fare? Credi che con la forza otterrai qualcosa?-
Raph lo lasciò, si sentiva impotente.
            -No…ma vederti in queste condizioni…non lo sopporto…il rifugio è troppo silenzioso senza di te-
cominciarono a scendere le lacrime, questo non sfuggì a Mikey, in lui c’era ancora un po’ di quella sua empatia particolare, si avvicinò a Raph gli dette una pacca sulla spalla.
            -Grande e grosso e poi…-
            -No…ho solo gli occhi delicati…-
 
Nella sua irruenza aveva fatto qualcosa di buono, ricordare a Mikey chi era e cosa gli altri apprezzavano in lui, da quel
 
giorno le cose cominciarono un po’ a migliorare.
 
 
Rel e Mead tornarono dall’ultimo viaggio di ricognizione, erano emozionatissimi, Marte sembrava stabile, non restava che
 
organizzare tutto per la terza parte della missione.
 
I giorni successivi furono tutto un fermento di preparativi, nessuno voleva fermarsi a pensare che avrebbero lasciato la
 
Terra e che per diversi giorni avrebbero dovuto fare i pionieri, senza le comodità di New York.
 
La sera della partenza erano tutti riuniti, anche Karai, April, Casey ed Eva erano passati a salutare, anche se sapevano che
 
Marte sarebbe diventato presto il loro vicinato. Le capsule erano pronte, ma Mikey era ancora nella sua stanza.
 
            -Pensi che verrà a salutarci?- disse Donnie.
            -Non lo so…perché non vai da lui? – gli chiese Astrid.
 
Donnie entrò nella stanza, lui stava la maggior parte del tempo lì, usciva solo per portare a spasso Pedro.
            -Mikey dobbiamo andare, non vieni a salutarci?-
            -Tra quanto tornerete?-
            -Non lo sappiamo esattamente, ma appena la base sarà funzionante potremo usare il Tartunnel e ci vedremo tutti i giorni…ti prego…se non vieni Astrid ci rimarrà molto male-
 
Mikey si alzò dal letto e seguì Donnie, abbracciò tutti senza una parola. Li osservò mentre prendevano posto nei loro mezzi
 
e mentre lasciavano le fogne. Sul suo viso un sorriso amaro, la vita andava avanti inesorabilmente, anche senza la sua
 
Isabel.
 
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Come avevo promesso una delle nostre tartarughe ha sofferto più delle altre, ho scelto Mikey…il mio preferito è Donnie ma Mikey mi ricorda una persona…me stessa quando sono infantile XD quindi sono anche un po’ masochista…e come lui mi piego ma non mi spezzo…
Questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l’epilogo di questa storia, ma in realtà non finisce qui, ci sarà un sequel dove si concluderà in un modo o nell’altro la storia dei Niani sempre con l’aiuto delle tartarughe nella mia visione fantastica e un po’ personale…vedremo una loro evoluzione…spero che leggerete!
Ringrazio come sempre tutti quelli che mi stanno seguendo e soprattutto le coraggiose che mi hanno recensito :-)
 
Buona Pasqua!
Al

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Capitolo 49
*** EPILOGO ***


Com’è bello il cielo in questo periodo dell’anno, è un violetto acceso e limpido, non mi stanco mai di osservarlo, è
 
incredibile pensare che non è stato sempre così. Sono qui in laboratorio da un bel po’, sono sicura che Donnie verrà presto a
 
cercarmi, non vuole che mi stanchi troppo.
            -Astrid? Sei ancora qui? Non hai lavorato abbastanza? E’ quasi ora di cena-
            -Non è mai abbastanza e tu dovresti saperlo bene, poi è  solo tardo pomeriggio-
            -Devi stare attenta, il giorno marziano è più lungo, rischi di esagerare senza rendertene conto-
            -Dura solo quaranta minuti in più…non è tanto…-
            -Però mi hanno detto che, mentre ero via, non hai pranzato, secondo me non dovresti indossare così spesso la cintura-
            -Su Donnie, l’ho sempre usata quando era sulla base spaziale, non è nociva e poi il lavoro del biologo molecolare non è pesante, sono stata seduta tutto il giorno-
            -Ma mentalmente lo è, quindi ora vieni con me e facciamo una bella passeggiata nella serra, Rel voleva mostrarti quel fiore che è sbocciato da poco-
            -Lui si che non mi farebbe smettere di lavorare, vuole che mi sbrighi con quel progetto degli insetti impollinatori, dice che altrimenti ci metteremo troppo a diffondere le piante su Marte. Ma sono perfettamente nei tempi-
            -Non ne dubito-
            -Sei andato dai tuoi fratelli oggi? Come sta Mikey? Sono molti giorni che manco per colpa di questo progetto…-
            -Non devi sempre preoccuparti, si è ripreso, adesso si allena ed esce a fare le ronde per New York con noi-
            -E’ stato un duro colpo la scomparsa di Isabel. Ho temuto che non si sarebbe più ripreso, ma per fortuna è giovane e forte - disse Astrid.
            -Dopo quasi due anni si è convinto che non poteva farci nulla, non era lì al momento dell’incidente e nessuno di noi poteva fare niente-
            -Credo che abbia sempre saputo che avevano poco tempo per stare insieme, mi raccontava che cercava di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo. Certo pensava che l’avrebbe persa per colpa di qualche umano, non che morisse. Ma non deve rimpiangere nulla, si sono amati tanto nel poco tempo che hanno avuto e molto più di tante coppie in tutta la loro vita-
            -Chissà se però riuscirà mai ad innamorarsi di nuovo…-
            -Spero di sì…-
            -Comunque mi ha detto che appena ci sarà posto per lui vuole venire su da noi. Dice che farà il Marziano per un po’, vuole dare i nomi a tutte le piante e gli animali che creerai. Infatti mi preoccupo più per Raph al momento, sono diversi giorni che Lisad non va a trovarlo e che lui non viene qua. Ti ha raccontato nulla?-
            -Sì… hanno litigato di nuovo, sono troppo simili, hanno bisogno dei loro spazi. Non capisco perché non vogliono fare la fusione totale. Litigherebbero lo stesso, ma farebbero pace prima-
            -Sai che Raph non vuole-
            -Se non lo farà, la perderà- Disse Astrid perenotoria.
            -Non possiamo farci nulla, lo sai. Per fortuna almeno tra Karai e Leo va tutto bene. Ma su! Non tergiversare molla tutto e andiamo-
 
Mi alzo lentamente e guardo ancora oltre la grande finestra, dal laboratorio si vedono le tombe dei prescelti morti: Nil,
 
Tianad, Tol e Miol. La loro morte non è stata inutile. Abbiamo scelto un giorno l’anno per commemorarli come fanno i
 
alcuni terrestri il due di novembre.
            -Pensavo…mancano ancora meno di due anni, poi sapremo se Frel e mia madre hanno compiuto la loro missione. Vorrei tanto trovare il modo per comunicare con loro e sapere come procede il tutto-
            -Dammi tempo, troverò la soluzione-
            -Lo so amore, so che mantieni sempre le tue promesse-
 
Donnie mi bacia e mi abbraccia, è molto più apprensivo di me o forse gli sono solo mancata, abbiamo avuto poco tempo
 
per stare insieme. In queste ultime settimane siamo stati veramente impegnati, io e Nied a mettere su il laboratorio e a
 
cominciare i primi esperimenti, Donnie e gli altri Niani a pensare a tutto il resto. Ma la costruzione della base non è ancora
 
terminata, il mio genio preferito ha inventato un macchinario incredibile ispirandosi alle stampanti tridimenzionali terrestri.
 
Con il terreno ferroso di Marte, più una sostanza legante di sua invenzione, può ricostruire qualsiasi oggetto e forma. In
 
questo modo potremo sostituire tutte le strutture portanti della base che al momento sono di pura energia e che sono
 
alimentate dai cristalli. Per quando arriveranno i nuovi prescelti ad affiancarci tutto il progetto sarà completato.
 
Al momento l’aria marziana non è ancora perfettamente respirabile, serve più vegetazione. Per ora solo una versione
 
evoluta di muschi e licheni sembrano attecchire ed il terreno si sta popolando con batteri azotofissatori. Grazie a questi
 
microscopici esserini tra qualche mese potremo cominciare a portare fuori dalla serra piante più evolute.
 
Dopo sarà la volta degli animali creati in laboratorio, saranno i discendenti degli animali Niani e terrestri. Donnie dice che i
 
geni della Terra e di Ni si completano a vicenda e non potranno che essere adatti al nostro nuovo mondo. Marte diventerà il
 
nostro paradiso.
 
Gli umani si sono accorti che l’ex pianeta rosso è diventato violetto e forse presto manderanno delle sonde, ma con i soliti
 
tempi terrestri. Un giorno però dovranno sapere la verità, speriamo che siano pronti ed evoluti per allora.
 
Entriamo nella serra, Rel è lì che ci aspetta, abbiamo creato da poco una pianta ornamentale mezza Niana e mezza terrestre.
 
Finalmente è sbocciato il primo fiore: assomiglia ad un iris, profuma di rosa, ma lo stelo è di una pianta Niana. Il colore dei
 
gambi sottili e delle foglie a ventaglio è di un verde-violetto molto intenso, diverso da quello terrestre, perché il sole è più
 
lontano da Marte rispetto a Terra e ci vogliono dei pigmenti più efficienti, come quelli che avevamo su Ni. Il fiore ibrido è
 
bellissimo, non capita a tutti di costruire il proprio ambiente ed il proprio mondo come lo si desidera, non capita a tutti di
 
poter giocare un po’, ma solo un po’, a fare Dio.
 
 
 
 
 
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
E’ sì, è la fine di questa storia, ma visto che mi avete seguito in molti pubblicherò il sequel…che è già pronto, ho ancora tanto da raccontare e nuovi presonaggi da farvi conoscere!!!
Anche in quest’ultimo capitolo sono entrata in dettagli un po’ scientifici, sono fantasiosi ma non completamente campati in aria, mi sono ispirata alle teorie che riguardano la comparsa della vita sulla Terra e quel poco che so di come funzionano le piante…però nel sequel non mi fermerò troppo sui dettagli scinetifici, mi sono divertita molto a lavorare di fantasia :-)
 
Ringrazio tutte voi che mi  avete seguito fino qua, è stato bellissimo pubblicare una mia storia ed avere l’attenzione di lettrici speciali come voi!
 
Un abbraccio virtuale
 
Altair4

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