*Jack&Sally

di Dany Art 99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: Coppia ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: Sfida ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: Nascondere ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: Cure ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: Incubo ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: Cioccolata ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: Festival ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: Anniversario ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9: Viaggio ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10: Partenza ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11: Venezia ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12: Ombra ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13: Amori Francesi ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14: Cosa fare? ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15: Addio ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16: Incidente ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17: Ricordi ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18: Oscuro ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19: Luce ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20: Dimenticare ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21: Jennyfer ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22: Dubbi ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23: Lite ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24: Vero amore ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25: Jack e Sally ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: Coppia ***


Ta ta taaaaa eccomi tornata:) una premessa per questa storia :io amo questo film, l'ho guardato tipo 759856489 volte ahahah, quindi per me è importante questa storia perchè sono due personaggi che io amo alla follia :)
Quindi fatemi sapere che ne pensate con una recensione PLEASEEEEEE:)   (mi fareste tantooooooo piacere :')
Premessa conclusa,
BUONA LETTURA
[Revisionato]




-Skellington e Doll- disse con voce annoiata il professore seguendo l'ordine che si era appuntato sul foglio che aveva davanti.
-Cosa?- chiese d'istinto Sally guardando ad occhi sbarrati il professore, -signorina Doll lei è in coppia con Skellington per il lavoro di gruppo- ripetè sempre più annoiato il professore.
No.. in una classe di venti persone.. proprio lui! Che diavolo! Pensò Sally cominciando a stringere fra le dita la matita fino quasi a spezzarla; proprio lui!
Sentiva il suo sguardo sul viso ma non si sarebbe girata per vedere il suo sorriso beffardo e strafottente diretto proprio a lei.
Le assegnazioni delle coppie continuarono con la spiegazione del lavoro che li aspettava... un ricettario completo con tutte le caratteristiche dei piatti che dopo si sarebbe dovuto cucinare e presentare.
A lei e Jack erano toccati i dolci con il cioccolato.
Quindi avrebbero dovuto cucinare insieme.
Avrebbero dovuto allestire una specie di bancarella insieme.
Avrebbero dovuto studiare la storia delle ricette insieme.
Insieme.
Insieme.
Perchè con lui?
Perchè proprio con lui?
-Allora il lavoro dovrà essere preparato, comprese le ricette, entro metà della prossima settimana … nel giorno dove saprete ci sarà il festival della scuola e quindi festeggeremo, mangeremo.. insomma faremo quello che si fa ad un festival- disse il professore sistemandosi gli occhialetti in volto.
Un mormorio si diffuse nella classe, così pochi giorni per provare e studiare svariate ricette e per preparare una specie di banchetto?
Impresa molto ardua sopratutto con un compagno così .. così presuntuoso, cocciuto e sciupafemmine.
Quando suonò la campanella il mormorio, che faceva da sottofondo nell'ora, aumentò finchè non divenne un vero e proprio trambusto.
Sally cominciò a mettere a posto il suo banco ed a mettere via tutto il materiale.
-Allora contenta Bambolina di essere in coppia con me?- le disse una voce vicina. Sally fece qualche respiro profondo e si girò trovandosi il viso di Jack Skellington a pochi centimetri dal proprio.
I suoi occhi neri la perforarono facendola fremere; -non chiamarmi bambolina, Skellington- disse lei cercando di rimanere indifferente.
-D'accordo bambolina.. visto il lavoro che ci aspetta, dovremo impegnarci molto. Quindi fatto sta che dovremo incontrarci no? Direi che potresti venire a casa mia dopo pranzo, che ne dici?- disse il ragazzo appoggiandosi con i gomiti al banco della ragazza mentre la camicia che indossava si apriva leggermente facendo vedere la pelle diafana in contrasto con i capelli nero pece.
-Dovremo metterci d'accordo, non darci ordini a vicenda- disse Sally guardando il ragazzo che si alzava con quel sorriso da sbruffone.
-Che noiosa Doll... va bene, vuoi venire a casa mia questo pomeriggio per fare questo noiosissimo compito?- le chiese inarcando un sopracciglio.
-Va bene. Prima cominceremo, meno tempo dovrò passare con te-disse Sally sistemando le ultime cose e chiudendo la zip della borsa.
-Ammettilo che sei contenta di passare del tempo con me- disse il ragazzo, lei si avvicinò quel tanto che bastava per fargli credere di volerlo baciare poi disse seccamente -no, non sono una delle tue bamboline che ti porti a letto e poi butti via- e poi si voltò di scatto lasciando Jack a fissarla.
Quella era una ragazza strana.. non era una di quelle che con qualche moina ti cadevano ai piedi, e questo lo intrigava parecchio. Di certo, non glielo avrebbe mai detto. Mai.
-Allora a dopo, Bambolina- gli disse passandogli una mano sulla guancia per poi andare a flirtare con una ragazzina bionda tutta tette e risate.
Sally si infilò velocemente la giacca e prese la borsa mettendosela a tracolla nel momento stesso in cui suonò la campanella di fine lezione.
Si immerse nel flusso di studenti che viaggiava verso l'uscita e per poco non cadde, se non per una mano che le afferrò il polso e la riportò su.
Guardò la mano che le avvolgeva il polso e stava per scusarsi quando vide a chi apparteneva, -questo salvataggio ti costerà molto bambolina, per esempio tutta la storia delle prime cinque ricette- disse Jack sorridendole senza mollarle la presa.
Sally strattonò il braccio e disse guardandolo con gli occhi socchiusi -io non ti devo proprio niente, Skelligton-, poi si girò come se niente fosse e ricominciò a camminare nel flusso di studenti.
Attraversò l'atrio quasi di corsa e l'aria fresca primaverile la colpì con un leggero venticello. Le navette per tornare a casa erano già in moto quindi cominciò a correre per cercare di fermare la prima.
L'autista si fermò appena in tempo per non investirla e la fece salire e dopo qualche parola la ragazza si sedette sull'unico posto che trovò libero per poi sistemarsi.
Si sciolse la coda e si alzò il cappuccio della giacca che indossava, prese un libro dalla borsa e cominciò a leggerlo cercando di non farsi deconcentrare dal rumore degli altri, amplificato per via del poco spazio.
Proprio con quel Jack Skelligton doveva essere messa in coppia?
Strinse la copertina del libro tanto che le nocche le divennero bianche e un flashback irruppe nella sua memoria.

“Aveva dieci anni ed era al parco a leggere sul ramo di un albero, uno dei suoi posti preferiti.
Mentre leggeva l'ultimo paragrafo qualcuno le sbucò dietro e le toccò la spalla facendola urlare dalla paura e cadere il libro in terra.
-Hey!- urlò girandosi e trovandosi un bambino della sua età davanti, aveva una felpa troppo grande per lui e le scarpe tutte rotte. La stava guardando ridendo.
-Sai che sei strana?- le disse guardandola, -e tu chi saresti per dirlo scusa?- chiese lei stizzita, incrociando le braccia al petto e girando la testa in modo che i capelli creassero una barriera rossa fra lei e quel bambino.
-Jack Skellington- disse lui porgendole la mano, lei la guardò e la strinse -Sally Doll- si presentò per poi guardare il libro a terra.
-Non ti ho mai visto qui in giro, sei nuovo vero?- chiese Sally, -sì  mi sono appena trasferito ma credo di aver già fatto qualche conquista- disse il ragazzo ammiccando a due bambine che lo guardavano a ridacchiavano.
-Tu sei un pervertito- disse Sally alzandosi per scendere, -non ti piaccio?- chiese il ragazzino avvicinandosile; -non mi piacciono i ragazzi che mi spaventano e mi buttano per terra il libro- disse Sally arrossendo leggermente alla domanda.
Non era da lei arrossire, quindi si disse di darsi una calmata e respirò un paio di volte chiudendo gli occhi.
-Tieni- disse il ragazzo davanti a lei e porgendole il libro, -come hai fatto a scendere e salire così velocemente?- chiese lei sbalordita, aveva chiuso gli occhi solo pochi secondi.
-Ho i miei segreti- disse lui avvicinandosele e scoccandole un bacio sulla guancia, lei sbalordita da quel gesto e sopratutto indignata gli tirò un gran bel ceffone.
-Tu sei un pervertito! Ti ho appena conosciuto!- urlò lei scendendo dal ramo e cominciando a correre.
Mentre scendeva sentì chiaramente Jack ridere ed appena si girò lo vide chiacchierare con le due ragazzine che prima parlottavano fra di loro.
Sbuffò.
Che diritto aveva di darle un bacio sulla guancia?
Quel Jack Skelligton non le andava proprio a genio”

E così era rimasto.
Ogni volta che ne aveva l'occasione il ragazzo la stuzzicava finchè lei non ce la faceva più.
Ed in quel momento.. avrebbe avuto tutto il tempo sia per fare il lavoro sia per studiare come farla infuriare con metodi sempre più strani, contorti e malati.
Sospirò.
La sua fermata arrivò e lei scese velocemente ringraziando il conducente ed attraversando la strada.
Arrivò alla piccola villetta di suo zio. Lui non c'era mai facendo il dottore in ospedale per via dei turni, quindi il più della volte si poteva gestire il tempo da sola.
Andò dritta in cucina appoggiando la borsa sulla sedia ed accarezzò sovrappensiero il marmo bianco del bancone.
Aveva fame, ma poca, probabilmente per via del nervoso che gli aveva provocato quel Jack.
Prese la pentola e la riempì d'acqua mettendola a bollire con un po' di sale, preparò la pasta e  cucinò un veloce sughetto da abbinarci
In una ventina di minuti era seduta sul bancone a mangiare, pulì il piatto in pochi minuti e lavò le stoviglie.
Aveva scelto la scuola di cucina anche per il fatto che amava mangiare, nonostante non si notasse dal fisico asciutto, quindi  di norma amava anche tutti i laboratori che si praticavano.  Quell'iniziativa forse era la prima che poteva odiare.
Riprese la borsa e si mise a fare i compiti, studiava circa due ore al giorno anche per un fatto di sfida contro Skelligton.. non era una sfida annunciata ma lei non riusciva mai a batterlo nei voti e si era ripromessa che prima della fine dell'anno ci sarebbe riuscita.
Finito di studiare accese la tv e si mise distesa sul divano con una copertina sopra le gambe, rilassandosi e osservando distrattamente le immagini delle pubblicità. Sarebbe andata da quel Skelligton dopo un'ora e forse lo avrebbe fatto anche aspettare... guardò la tv finchè non si assopì e si addormentò profondamente.
Un rumore di cellulare la svegliò di soprassalto, la suoneria della chiamata premuta sull'orecchio.
-Pron..to?- rispose con la voce ancora impastata dal sonno, -Bambolina.. a che ora intendi venire qui?- disse una voce fin troppo famigliare dall'altro capo della chiamata.
-Skellington!? Come hai fatto ad avere il mio numero?- disse lei scattando seduta e togliendosi i capelli rossi da davanti il viso; -ho i miei segreti Bambolina.. allora ti mando per messaggio l'indirizzo, vedi di sbrigarti che non ho tutto il giorno- disse lui interrompendo la chiamata.
Rimase qualche momento ad osservare il cellulare in mano, quindi sospirò e decide di prepararsi.
Lasciò un biglietto di suo zio e andò a farsi una veloce doccia, si asciugò i capelli e si infilò un maglione con la palla scoperta giallo e grigio e un paio di pantaloni neri stretti, con delle semplici scarpe da ginnastica.
Prese la borsa con il computer ed un quaderno con delle matite, le chiavi di casa e il portafoglio, afferrò il cellulare appena prima di uscire e si chiuse a chiave la porta alle spalle.
Cominciò a camminare in direzione della via che gli era arrivata per messaggio e si ritrovò davanti ad un cancello in ferro completamente modellato con vari disegni.
Si fermò davanti per leggere una ventina di volte il numero civico,  ma era quello, non c'era niente da fare.
-O mio dio...- sussurrò Sally con gli occhi sbarrati, poi respirò e si fece coraggio, non era una che si faceva spaventare da un cancello di una villa.. enorme, lussuosa ..
Suonò il campanello e il cancello si aprì automaticamente, -ok.. respira Sally hai solo scoperto che Skelligton è un ricco, solo questo- si disse per calmarsi, mentre percorreva il vialetto in ghiaia circondato da un giardino con un laghetto e alberi da frutta.. Un laghetto?
Lo guardò allibita per qualche momento finchè una voce non la riportò alla realtà, -Se lo guardi un altro po' evapora- disse Jack sorridendole maliziosamente.
-Hey! Non puoi piombare dietro alla persone così!- disse Sally stringendo la borsa al petto; -non fare la drammatica adesso-  disse lui girando gli occhi.
-Vuoi entrare allora?- disse il ragazzo osservandola con un sopracciglio alzato, Sally lo guardò ed annuì.
Lui non l'aspettò neanche e cominciò a camminare verso la casa a passo molto veloce tanto che Sally dovette mettersi quasi a correre per tenere il suo passo.
-Dai muoviti Bambolina- sussurrò il ragazzo, -NON CHIAMARMI BAMBOLINA!- urlò Sally mettendosi meglio la borsa in spalla e sbuffando.
Jack rise leggermente, la ragazzo lo squadrò e gli chiese -perchè ridi?-, lui la guardò e aprendo la porta le rispose -perchè so già che ci divertiremo-.



Eccoci alla fine:) spero di avervi incuriosito per seguire i prossimi capitoli :) e ricordate RECENSITEEEEEE
Un bacio,Dany

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: Sfida ***


Eccomi tornata con il secondo capitolo:) scusatemi per il ritardo ma con 498574650 impegni... metterci la scrittura :(...
Comunque vi lascio alla storia che credo sia quello che volete effettivamente XD
Buona lettura,
[Revisionato]




-Vuoi per cortesia fare qualcosa?- chiese Sally battendo il piede a terra per il nervoso; -e che dovrei fare?- disse il ragazzo sdraiato sul divano di pelle bianca con le gambe a penzoloni.
Erano lì da ormai un'ora, Sally era rimasta molto impressionata dalla casa.. pensate alla più bella villa che abbiate mai visto.. ora moltiplicate quella bellezza per i bisogni di adolescenti, con tutti i conforti come playstation, una piscina nel giardino posteriore, una piccola palestra ed una cucina modernissima.. ora prendete tutto questo ed avrete un'idea di quello che è Villa Skelligton.
Sally aveva acceso il computer e lo aveva appoggiato sopra un bellissimo piano di marmo nero e stava cercando qualche ricetta in internet appuntandole sul quaderno.. in tutto quel tempo Jack si era disteso sul divano e si era limitato ad osservarla.
-Per esempio darmi una mano a cercare le ricette? O a trovare un tavolo per la bancarella?- disse lei mettendo le mani suoi fianchi.
-Per il tavolo e il gazebo ci penso io, c'è li ho in garage- disse il ragazzo mettendosi il cuscino sopra la testa, -va bene e questo è fatto. Mi puoi aiutare a guardare le ricette?- disse lei spuntando dalla lista la voce tavolo-gazebo.
Jack sbuffò e tirò il cuscino sul divano opposto al suo, poi si alzò e si rimise a posto la camicia che si era alzata.
Lo sguardo di Sally indugiò qualche secondo sul suo fisico asciutto poi lo riportò sul deskop del computer.
-Allora... cosa devo fare?- disse lui appoggiandosi si nuovo al bancone, -cerca un po' di ricette di torte con cioccolato- disse Sally continuando a scrivere sul blocco le ricette che le parevano migliori.
-Non ho voglia.. fallo da sola- disse il ragazzo andando verso il divano, -come non hai voglia?! Mi hai fatto venire qui per niente? E poi .. e poi devi fare questo lavoro- disse la ragazza avvicinandosi al ragazzo seduto sul divano.
Il suo sguardo era perso nel vuoto come se stesse pensando a qualcosa, poi si voltò e la solita aria strafottente gli invase il viso.
-Dimmi un po' bambolina, tu vuoi battermi nei voti vero? Ti guardo in classe quando ho un voto più alto di te- disse il ragazzo e Sally lo fissò negli occhi ma annuì.. quegli occhi scuri la stavano trafiggendo... e non sapeva come,ma sapeva che se avrebbe mentito, l'avrebbe capito.
-Quindi i tuoi voti sono messi in mano mia.. se io non ti aiuto, questo lavoro non verrà e quindi un brutto voto per entrambi, a  me non mi importa.. ma per te è molto importante.. quindi ti propongo una sfida- disse il ragazzo.
Sally lo ascoltò attentamente, se era l'unico modo avrebbe accettato, -di che sfida parli?- chiese.
-Mmmm.. tu sei una che parla molto.. se riesco a zittirti per un minuto intero.. tu farai quello che ti dico e se lo farai io farò la mia parte; se invece perdo farò tutto io senza darti fastidio o dire niente, non mi lamenterò e dirò al professore che hai fatto tu il più del lavoro... andata?-  disse il ragazzo socchiudendo gli occhi e porgendole la mano.
Sally osservò la mano che gli veniva data... era una sfida allettante; e il suo orgoglio le dice a di accettare senza neanche pensarci ma la sua parte pensante invece diceva che doveva pensare a tutte le possibilità.
L'orgoglio prevalse.
-Andata.. ma ad una condizione, non dovrai usare oggetti di nessun genere e devi giurare che manterrai quello che abbiamo stipulato- disse la ragazza abbassando la mano.
-Non aveva intenzione di usarli e sì... lo giuro- disse il ragazzo stringendo le dita della ragazza fra le proprie.
-Allo scattare del minuto cominciamo- disse il ragazzo indicando l'orologio, erano le 15.14 e mancavano pochi secondi a che scattasse il quarto.
-Comincia a parlare, se no come farò a zittirti?- disse lui inarcando un sopracciglio, Sally prese un bel respiro e cominciò a dire tutti i numeri in ordine, quando arrivò a 37 Jack gli fece cenno con le dita.
Meno 3.
Meno 2.
Meno 1.
Nel momento stesso in cui l'orologio scoccò le 15 e un quarto, Jack fece un passo in avanti e mise una mano dietro il collo della ragazza che aveva davanti e l'altra sulla sua guancia avvicinandosela.
Sally continuò a contare, 43, 44 ma il 45 non arrivò mai per via della labbra del ragazzo sulle proprie.
Questa non se l'aspettava proprio.
Rimase interdetta mente il ragazzo premeva le labbra sulle sue e la mano che aveva fra i suoi capelli, dietro la nuca, si abbassò e si appoggiò giusto prima del suo fondo-schiena facendola avvicinare.
Sally si ritrovò spalmata sul ragazzo mentre le sue mani si aprivano sulla sua camicia.
Chiuse gli occhi e si perse in ogni cosa riguardasse quel bacio.
La sua mano sulla schiena, l'altra che stava scendendo sulla spalla, il respiro di lui contro il suo petto; il calore delle sue labbra, la loro pressione... la loro morbidezza.
-Ho vinto- sussurrò il ragazzo con un sorriso sghembo appena si allontanò da lei, -c..cosa?- riuscì a farfugliare la ragazza scarlatta in viso.
Una mano stretta a pugno sul cuore, l'altra lungo il fianco con le dita molli.
-Ti ho battuta... guarda l'orologio- disse il ragazzo facendo un cenno verso l'apparecchio.
Sally si sentì sprofondare.
15.18....
15.18!
3 minuti... 3 minuti... per tre minuti l'aveva baciata e lei non aveva fatto niente per fermarlo!
3 MINUTI...
O no...
Sally sentì che la testa cominciava a girare e si appoggiò al bancone per non cadere e fare una figuraccia più grande di quella che aveva già fatto.
-Quindi ora che ho vinto.. tu dovrai fare qualunque cosa ti dirò ed io manterrò la mia parte- disse il ragazzo sorridendo.
Sally fece un respiro profondo e si rialzò con la schiena ben dritta, guardandolo con tanto odio che pensava di perforargli la testa.
Si avvicinò di più e tirò indietro la mano pronta per dargli uno schiaffo ma lui le prese il polso e l'avvicinò a sé bloccandola fra lui e il tavolo di marmo.
Le stava stringendo un po' troppo il polso ma non lo avrebbe detto, non si sarebbe mostrata fragile.
Non davanti a lui.
Non di nuovo.
-Perchè fai così Bambolina? Ho vinto io la sfida.. perchè l'hai presa così male?- disse lui con uno sguardo interrogativo, -perchè non avevi il diritto di baciarmi.. né tu né l..- ma non riuscì a finire la frase.
-Né chi?- chiese il ragazzo, lei lo guardò spalancando gli occhi.. no non doveva saperlo... non si fidava di lui .. no.
Strattonò il braccio e Jack glielo lasciò..vide la ragazza guardare il pavimento per un momento e poi riguardarlo con il suo solito sguardo di sfida come se non fosse successo niente. Come se quel momento di debolezza non ci fosse mai stato.
-Allora ti vuoi mettere a fare qualcosa?- gli disse, lui sorrise leggermente ma non si avvicinò... il contatto fisico era of-limits con lei.
-Eh no, Bambolina.. sono io a dover dare ordini qui... quindi il mio primo comando è... io farò l'intera storia di tre ricette se tu mi cucinerai la cena... in particolare vorrei.. mmm... vediamo pasta alla carbonara- disse lui guardandola negli occhi.
-Solo questo? La noiosissima storia di tre ricette in cambio di una pasta alla carbonara?- disse Sally sgranando gli occhi.
Gli sembrava troppo facile.
-Non sta a te commentare il mio modo di comandare.. ora Bambolina prima di cena abbiamo ancora qualche ora quindi mentre io faccio quella ricerca tu mi pulirai la stanza e non far caso a tutte le mutandine di donna che troverai- disse lui con quel sorriso da presuntuoso.
Ecco tornato lo stronzo, maschilista, sciupafemmine, presuntuoso e senza un codice morale , pensò Sally annuendo e salendo le scale.
O meglio le due rampe di scale, in marmo bianco che separavano il piano terra dal secondo piano.
“L'ultima porta sul corridoio di destra” le aveva detto Jack, lei andò in quello indicato, decorato da piante e da quadri, probabilmente molto costosi, che riempivano le parati bianche.
Arrivò alla fine ma c'è n'erano due.
Esattamente identiche.
Era una scelta da 50 e 50, ed in genere quelle Sally le sbagliava tutte e questa non era da meno.
Andò in quella a destra e si ritrovò in una camera di un bambino.. il letto corto con le lenzuola e lo coperte decorate da animali.
Una piccola libreria con libri di fiabe tutti colorati, un tappeto con sopra disegnate delle strade con sopra una scatola di macchinette.
Giochi un po' ovunque, una piccola scrivania con un puff celeste... era tutto troppo ordinato per essere vissuta.
Sally fece qualche passo e si avvicinò al comodino; c'era un piccolo braccialetto con le lettere a cubo che diceva.
Jules.
Lo stava per toccare ma una voce la bloccò -che ci fai qui?- era Jack e sembrava arrabbiato.
-Ho sbagliato stanza- disse Sally alzandosi e andando fuori dalla camera di Jules.
-Ma questo non ti autorizza a sbirciare in giro.. la mia stanza è quella- disse indicando la porta di fronte.
Chiuse a chiave quella da cui era appena uscito con la ragazza e se ne andò per il corridoio.
Sally rimase qualche momento ad osservarlo... la schiena era leggermente ingobbita come se stesse piangendo, lo stava continuando a guardare ma lui le lanciò uno sguardo gelido e decise di entrare subito nella camera giusta.
O. Mio. Dio.
Dire che ci era passato un tornado era dire poco.
Vestiti erano lanciati da tutte le parti, sopra delle coppe, sul letto, sopra gli armadi (come diavolo pensava che ci sarebbe arrivata?) e solo Dio sapeva dov'era.
I cestini erano pieni, le tende completamente smollate...
Sally si battè la mano in fronte, se era per prendere un bel voto lo avrebbe fatto.
Suo zio le aveva promesso che se avrebbe portato una media del nove, essendo in procinto di compiere diciotto anni l'avrebbe fatta andare a fare un viaggio in Europa con qualcuno che avrebbe deciso lei.
E il suo biglietto sarebbe stato pagato dallo zio.
Sally cominciò a raccogliere i vestiti e gli gettò in un cesto dei panni sporchi.
Salì sopra il letto e trovò due tanga color onice che gettò nel cassettone senza neanche degnare di uno sguardo; poi passò alla scrivania dove trovò camice e felpe gettate alla meglio.
Quando tutti i vestiti “prendibili” erano nel cassettone, passò a quelli dove bisognava essere Superman.
Mise una sedia sopra un altra e raggiunse l'armadio, si aggrappò ai bordi e riuscì a prendere il paio di pantaloni, un paio di boxer che toccò il meno possibile e un altro paio di mutandine da donna.
Ma come diavolo ci erano finite lassù?
Finì il lavoro e mise di lato il cestone pieno, poi mise in ordine la scrivania prendendo ogni penna che trovava e mettendola in un portapenne o qualcosa che somigliava ad esso.
Mise a posto i libri di scuola ed i quaderni, poi le scarpe di lui, quasi tutte la ginnastica.
Stava cominciando con mettere a posto le tende quando qualcuno bussò alla porta, -avanti- disse e Jack fece capolino con una scopa,una paletta e un secchio con dei prodotti e degli stracci.
-Se dovessero servirti-disse il ragazzo appoggiandoli a terra prima di riuscire.
Sally sbuffò e si legò i capelli in una coda alta, si tirò su le maniche e finì di pulire, sistemò le tende e pulì i vetri, si mise a pulire per terra cosa che gli tolse molto tempo per la grandezza della stanza (circa quattro volte la sua) poi si mise a spolverare le coppe, tutte vinte a gare di lotta e karate.
Alla fine rifece il letto e l'occhio le cadde su una foto sul comodino.
C'erano due persone ritratte, una era Jack qualche anno più giovane con un sorriso che non gli aveva mai visto in volto, i capelli un po' lunghi sugli occhi che teneva in braccio un ragazzino che gli assomigliava molto.
Quasi come un flashback gli ritornò in mente, il bambino che gli aveva fatto cadere il libro dall'albero, il giovane Jack Skelligton.
Era pressochè identico, tranne per gli occhi che erano più chiari, di un azzurro cielo.
Strano.. pensò Sally, non sapeva che avesse un fratello minore. In effetti non sapeva niente di Jack.. come lei aveva i suoi segreti e sembrava non volesse fargli trapelare.
Che quel bambino fosse quello del braccialetto? Jules?
Ripose la fotografia sul comodino e finì di pulire, quando finalmente uscì dalla stanza era in condizioni disumane.
I capelli erano attaccati col sudore alla fronte, gli occhi sbarrati dalla stanchezza.
Jack non commentò il suo stato mentre lei preparava la cena, né parlò di nient'altro.
Fece una fotocopia della storia delle ricette e gliela mise in borsa, poi mangiarono entrambi.
Quando fu ora di andarsene, Jack l'accompagnò fino alla porta, la guardò sorridendo con uno sguardo da presuntuoso e le disse -a domani pomeriggio. Stessa ora. Ho qualcos'altro da farti fare- disse per poi chiuderle la porta in faccia.
Sally strinse al petto la sua roba e se ne andò tornando a casa.
Suo zio non era lì, quindi si fece una veloce doccia e si addormentò appena toccò con la testa il cuscino.
Sognò quella notte... sogno pasta, camice e scopettoni.. sognò un braccialetto con le lettere che formavano il nome di Jack ed uno con su scritto Jules e sognò di quel bacio.. di quegli occhi che quando la scrutavano sapevano se stesse mentendo o no.
Che la sapevano capire.



eccoci qui giunti alla fine del secondo capitolo :) spero che vi sia piaciuto e che continuate a seguirmi .. e ricordatevi RECENSITE :)
Un bacio,Dany

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: Nascondere ***


Ta ta taaaa eccomi tornata e i scuso tremendamente per i ritardo :(.. comunque so che non vi interessano le mie premesse XD quindi vi lascio subito al capitolo,
Buona lettura...
[Revisionato]



-Sì, Rachel,sì.. ti giuro lo ha fatto- disse Sally rigirandosi una ciocca di capelli rossi davanti gli occhi.
-E tu? Che hai provato???- chiese l'amica molto eccitata dall'altro capo del telefono.
-Non l'ho respinto.. ma dopo ho cercato di tirargli uno schiaffo e lui l'ha bloccato- sussurrò la ragazza chiudendo gli occhi.
-Hey, Sal non puoi farti condizionare la vita da quel che è successo... il cesto di mele è ancora buono nonostante una sia marcia- disse la ragazza, -e questa da dove ti è venuta?- chiese Sally mettendosi a sedere.
-Corso di poesia.. lascia perdere ma mi hai sentito?- disse la ragazza, -sì, ma lo sai che non riesco ancora a non pensarci.. sono passati due anni ma ogni singola notte.. ogni notte ho un incubo- disse Sally affondando il viso nel cuscino.
-Gli psicologhi che ti hanno detto?- chiese Rachel, -sempre la stessa cosa.. che devo lasciarmela alle spalle che mi rifugio nella violenza per non espormi di nuovo- disse Sally girandosi di nuovo.
-Se vuoi ci sono,ricordati- disse Rachel dopo qualche momento di silenzio fra le due, -lo so, grazie- rispose Sally, -ora io devo andare ma voglio un responso, ogni sera, delle tue uscite con quel gran figaccio di Skelligton ok?- disse Rachel sorridendo.
Ecco tornata la sua amica, -e come potrei tenertelo nascosto?- disse Sally, -appunto non puoi.. ora vado.. Notte Sally- disse Rachel.
-Buonanotte Rachel- disse Sally chiudendo la chiamata.
La rossa si infilò sotto le lenzuola e provò a chiudere gli occhi, respirò quindici volte come le aveva detto di fare lo psicologo.
Uno... due... tre... quattro... e continuò fino ai quindici svuotando la mente da ogni singolo pensiero.
Uno...due... tre... e continuò così finchè non si addormentò,  il che ci volle circa una buona mezz'ora ma era l'unica cosa che  poteva fare per addormentarsi o che almeno le dava un risultato almeno accettabile.

Sempre quel vicolo. Sempre quell'ora. Sempre quel giorno.
Quel cappello. Quel coltello... il sangue, rosso...caldo... faceva male.
Tanto male.
Urla... tante urla... erano le sue; il battito premuto nelle orecchie.
La camicetta strappata come le calze.
L'impermeabile che le sfregava le gambe nude e bagnate per la pioggia..
Aveva cominciato a piovere?
Non se n'era accorta.
Poi le sirene, la corsa, l'asfalto in bocca e i sassolini fra i denti.
Il sangue che le arrivava vicino alle labbra.
Sapeva di ferro.
Bleah.
Mamma papà dove siete?
Ah è vero.. una notte come quella li aveva persi.
Era piccola troppo piccola per ricordarselo veramente.
Tante urla e poi silenzio.
Silenzio e buio.. silenzio di morte.
Una coperta sulle spalle.
La pioggia che la faceva appesantire... il suo respiro era affannoso.
Poi tutto bianco. Di un bianco accecante. Una voce che la chiamava...
Sally.. Sally.. Sally”

-Sally! Devi svegliarti.. tesoro svegliati- disse la donna sopra di lei, i capelli neri che le scendevano disordinati sul viso.
La ragazza spalancò gli occhi e si ritrovò in un bagno di sudore.. -Maria.. grazie per avermi svegliata..- disse respirando a grandi boccate.
-Hai avuto un altro incubo, piccola?- le chiese la cinquantenne accarezzandole i capelli, -sì.. ma sto bene,grazie Maria- sussurrò Sally sorridendole.
-Sei sicura?- chiese la donna, la rossa annuì e allora la governante le diede un leggero bacio in fronte e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.
Un altro incubo...
Un'altra notte passata nel terrore per colpa sua.
Sally respirò qualche volta per calmare il battito cardiaco, poi gettò le gambe oltre il bordo del letto e si infilò in bagno.
Mentre andava verso la porta però vide l'ora... quel incubo le era costato troppo tempo.
Si fece una veloce doccia e si vestì velocemente, infilandosi mentre scendeva le scale gli stivaletti.
Prese la borsa di ginnastica ed un biscotto che mangiò mentre si spazzolava i capelli; il thè mentre si infilava la giacca.
-Ciao zio.. oggi ho pomeriggio e dopo un impegno.. ci vediamo stasera credo- disse la ragazza, -ah.. sì, dipende dai turni- gracchiò l'uomo dietro il giornale.
Suo zio era sempre assente,quindi Sally non poteva dire che ci si era affezionata..
Diciamo né caldo né freddo. Non gli voleva davvero bene, insultava sempre suo padre perchè diceva che era stata sua colpa della loro morte.
Sally salutò anche Maria e se ne andò, prendendo al colo il bus. Si tenne al palo per non cadere mentre si piegava per respirare ma non aveva contato chi c'era di fianco a lei.
-Ah guarda chi c'è.. la Rigida- sussurrò un ragazzo alla sua destra, aveva i capelli rasati a spazzola di un biondo scuro simile a quello dei sacchi che si usavano per mettere dentro i chicchi di caffè; gli occhi color cioccolato e la pelle chiara.
Era uno dei ragazzi più stronzi e sopratutto volgari che la ragazza avesse conosciuto e per sua sfortuna l'aveva presa di mira.
I muscoli si gonfiavano e si contraevano sotto la maglietta attillata mentre si avvicinava alla ragazza che cercava di non badare alla sua presenza.
Troppo vicina.
-Allora... un giorno di questa potremmo divertirci insieme Rigida... magari a casa mia sotto le coperte, lo sai che ho un debole per le rosse e così potremo finalmente sfatare il mito che tu sia frigida o vergine.. potremo sfatarli entrambi se ti fa piacere- disse il ragazzo prendendo una ciocca di capelli della ragazza e avvolgendola intorno al dito finchè non arrivò a sfiorare la schiena della ragazza che si irrigidì.
-Togli quella mano Ooghie o giurò che te la spezzo- disse la ragazza senza nemmeno girarsi, ma a quello ci pensò il ragazzo che l'afferrò per le spalle e la fece girare di scatto.
-Attento Nelson, la Doll morde- disse un ragazzo della sua compagnia; Ooghie sbuffò ed avvicinò il viso a quello della ragazza.
L'odore della colonia troppo forte invase le narici di Sally che cominciò a tossire allungando le mani per spingerlo via, -eddai, Doll una bottarella potresti anche fartela dare- disse il ragazzo abbassando il viso verso il suo.
Era molto più alto di lei ed anche molto forte, infatti nonostante Sally lo spingesse per toglierselo di torno lui le stava afferrando i polsi e glieli stava stringendo.
Troppo.
-Lasciami i polsi subito- disse lei guardandolo negli occhi con odio, -Rigida perchè fai così? Non hai capito che voglio solo farti divertire?- chiese lui avvicinando il viso al suo.
-Lasciami Ooghie- disse di nuovo Sally, -hai sentito la ragazza? Lasciala- disse una voce molto conosciuta dietro di lei.
-Che vuoi Skelligton? Fammi divertire con la Rigida.. non ti intromettere- disse tirandola verso di sé.
Sally cominciò a dimenarsi.. non gli voleva stare così vicina.. non voleva stare così vicina a nessun altro dopo quella notte... no... basta.
-Lasciala- disse Jack fissando negli occhi il ragazzo che non mollò la presa, Sally tirò ancora una volta e sentì un dolor acuto al polso.
-Ahia- disse e a quel punto Jack le afferrò un fianco e si avvicinò al ragazzo, -mollala.. subito o ti spacco quella faccia- scandì molto lentamente Jack.
Nelson lasciò il polso a Sally, che se lo guardò dolorante, e disse a Jack, -perchè la difendi? Non te ne è mai fregato un cazzo di lei.. che è? Te la scopi?- disse il ragazzo biondo guardandolo con una strana luce negli occhi.. quasi fosse geloso.
-E se anche fosse? Tu non la devi toccare- disse Jack facendo un passo indietro con la mano ancora sul fianco di Sally.
-Quindi visto che non ho voglia di continuare questa noiosa discussione, perchè non fai il bravo cagnolino e ritorni al tuo posto?- disse Jack facendo un cenno verso gli ultimi posti con la sua compagnia.
Nelson abbassò lo sguardo e se ne andò, non poteva fare altro, quel ragazzo lo stava fissando troppo intensamente, provava qualcosa per quella ragazza.
Ma sapeva che alla fine sarebbe stata sua in un modo o nell'altro.
Non badò nemmeno agli scherzi della sua compagnia che lo chiamavano “baubau” per colpa di quello Skelligton.

-Fammi vedere- le disse Jack osservando il polso; - che ci fai qui tu? Non prendi mai il bus- sussurrò la ragazza guardandosi il polso dolente.
-Oggi avevo voglia.. fammi vedere il polso ora- disse ma visto che la ragazza non lo faceva, prima che potesse protestare, glielo prese dolcemente e lo esaminò.
Il suo tocco era caldo e gentile.. molto gentile, tanto che Sally non disse niente.
-Riesci a piegarlo un po'?- le chiese lui e lo fece finchè la ragazz non sentì di nuovo la fitta, -ti fa male qui?- le chiese dopo toccando proprio il centro del dolore.
-Sì! Non toccare lì!- urlò Sally cercando di tirare via il polso, -se fai così rischi di romperlo- sussurrò il ragazzo guardandola in modo molto serio.
-Ah... perchè non era già rotto?- chiese lei sbalordita, -hai solo una bella slogatura- disse lui.
-Appena arriviamo a scuola te lo fascio- disse il ragazzo osservando Nelson che continuava a guardarli; si spostò e si mise davanti a Sally dando le spalle ai ragazzi agli ultimi posti.
Arrivarono a scuola dopo qualche momento,Sally scese sempre tenendosi il polso con l'altra mano mentre Jack le stava di fianco e Nelson la fissava.
-Puff.. Rigida- sussurrò fra sé rivolto a Sally mentre camminava, -non devi ascoltarli- le rispose Jack, -certo!Per te è semplice.. tu non hai difetti, non ti hanno abbindolato nomignoli solo per il fatto che non sei troia come le ragazzine che ti accompagnano- sputò fra i denti.
-Ognuno ha i suoi problemi Bambolina... bisogna solo trovare il modo per far sì che i problemi non interferiscano nella nostra vita o cambino il nostro modo di essere- disse il ragazzo avvicinandosi all'ingresso della scuola ed andando dritto verso le porte.
-Hey.. guarda che mancano ancora otto minuti al suono .. non ci fanno entrare prima- disse Sally immaginandosi già la scenata che avrebbero fatto le bidelle vedendoli entrare.
-Eddai Bambolina.. non mi dirai che hai paura- le sussurrò Jack con quel sorriso da sbruffone, -io non ho paura!- sibilò lei fissandolo negli occhi.
-Allora stai zitta e seguimi- disse il ragazzo mettendole una mano sulla schiena ed entrando dalla porta.
Sally guardò le bidelle che erano indaffarate a parlare con i professori o a scrivere delle carte.
-Giù- disse il ragazzo e la spinse in ginocchio mettendosi al suo fianco; -ora corri- sussurrò il ragazzo e si mise a correre con la mano stretta sul braccio della ragazza.
Le bidelle non li videro mentre si sistemavano dietro l'angolo, vicino all'infermeria.
-Dai entra- sussurrò il ragazzo indicando la porta e Sally non sapendo che fare, ma sicura del fatto che non si voleva far beccare da quelle arpie delle bidelle.
Jack si chiuse la porta alle spalle ed andò dritto all'armadietto sulla parete.
Prese una pomata leggendo le istruzioni e una fasciatura, Sally porse la mano ancor prima che gliela chiedesse.
Gli spalmò quella pomata trasparente, che odorava di menta e qualcos'altro e sentì un freddo sollievo in tutto il polso.
Mentre Jack la fasciava senza dire una parola, però non si trattenne -non serviva entrare di nascosto, avrei potuto aspettare qualche minuto, non mi faceva così male- disse la ragazza mentre Jack le fissava la fasciatura.
-Perchè non ti limiti a ringraziarmi invece di puntualizzare sempre tutto?- disse lui lasciandogliela la mano.
Sally stava per rispondere con i soliti insulti quando delle voci si sentirono da dietro la porta -sì, la ragazzina ha detto che forse ha la febbre..vado a prendere il termometro- disse una delle bidelle comparendo dietro la porta.
Jack prese Sally ed insieme si nascosero dietro il piccolo bancone; la ragazza aveva le spalle premute contro il legno mentre il pavimento freddo le stava congelando le gambe, invece Jack era sopra di lei, chino con il viso molto vicino al suo.
I capelli neri gli scendevano sugli occhi e sfioravano il naso della ragazza che non sapeva che fare.
La bidella uscì e chiude la porta, per fortuna non a chiave e Sally tirò un sospiro di sollievo.
Jack però non si era ancora mosso, si avvicinò ancora di qualche millimetro e le disse –voglio sapere il motivo per cui hai dato in escandescenza quando ti ho baciato... hai detto che non ne avevo il diritto né io , né qualcun altro.. dimmi che è successo-.
Sally rabbrividì, -non sono affari tuoi- disse cercando di alzarsi ma lui la teneva ancorata al pavimento.
-Perchè? Dimmelo- disse il ragazzo guardandola negli occhi, -non ti conosco.. lo sanno solo quelli che mi stanno più vicini e tu non lo sei- disse lei cercando di guardarlo negli occhi.
-E se lo diventassi?- chiese il ragazzo, -se lo diventassi tu mi diresti chi è Jules- disse Sally.
Lui rimase impietrito per circa un minuto, poi si alzò e andò verso la porta, -ricordati Doll, oggi pomeriggio alla stessa ora- disse prima di uscire e lasciarla lì da sola.




eccoci allafine :) del capitolo si intende ahahaha ... comunque ringrazio chi anche solo legge e se vi scappasse una recensione ne sarei davvero felice...
comunque al prossimo capitolo,
un bacio, Dany

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: Cure ***


tatataaaa spavento XD eccomi tornata qui dopo pochissimo tempo per farmi perdonare di questo ritardo, ringrazio per le due recensioni Benvenuti ad Anggbad e non indugiando in altro vi lascio al capitolo,
Buona lettura
[Revisionato]



-Rachel non so se andare o no...- disse Sally camminando davanti al cancello di villa Skellington.
-Sally, devi andarci... ricordati il viaggio... IL VIAGGIO, è la prima volta che tuo zio ti permette di viaggiare, devi solo pensare che il fine giustifica i mezzi e poi... quanto manca? Pensa solo che martedì sarà l'ultima giorno prima del festival e quindi l'ultimo giorno in cui dovrai lavorare con lui- disse la ragazza dall'altro lato del telefono.
-Ok... devo solo respirare- disse la ragazzo, forse più a sè stessa che all'amica.
Non sapeva se davvero quell'insinuazione la tranquillizzasse? E se lei volesse continuare a vederlo?
Ma no.. non poteva essere.
-Brava.. ora Sally devo andare mi dispiace, ci sentiamo stasera così mi dici come è andata- disse Rachel, -ok, a stasera- rispose Sally chiudendo la chiamata.
Si fermò finalmente davanti al campanello e con mano tremante lo suonò.
Il cancello si aprì come al solito da solo e la ragazza si intrufolò dentro, l'occhio andò verso il laghetto... faceva così caldo quel giorno, tanto che la ragazza aveva solo una canottiera ed una gonna corta.
Il sole batteva così forte che Sally si meravigliò di non vedere il laghetto evaporare per la temperatura.
Insomma andava bene che fossero a inizio giugno ma quelle temperature erano un po' troppo per la vita umana sulla terra.
Raggiunse la porta e bussò alla porta, non aprì nessuno quindi si rimise a bussare ed a suonare il campanello.
-Skelligton? Sei in casa? Apri!- disse la ragazza indispettita, insomma prima gli dava un appuntamento e poi non c'era a casa?
Beh, pensandoci bene, era una cosa da Jack Skellington.
La porta si aprì e la figura del ragazzo apparve, -non serviva essere insistente- disse facendola entrare e chiudendo la porta dietro di lei.
Sally lo osservò, sembrava strano, aveva le gote rosse e l'aria malaticcia, gli occhi socchiusi e sembrava avere i brividi.
-Sicuro di star bene?- chiese lei, -sì, sto benissimo.. ora tu andrai a tagliare.. tagliare le piante fuori, quelle vicino al portone di ingresso ed io finirò la storia delle restanti ricette.. così ci mancherà solamente mett..metterle in pratica- disse appoggiandosi al bancone con il computer già accesso.
-Oggi non ti devo preparare niente?- chiese lei, -no, non devi cucinare niente- disse il ragazzo; -le cesoie sono nel capanno vicino alla casa... - sussurrò lui appoggiandosi sui gomiti sul bancone come per non cadere.
-Sicuro di star bene?- chiese di nuovo la ragazza avvicinandosi, -sì,non fare l'insistente.. ora vai a lavorare- disse il ragazzo congedandola con un gesto della mano.
Sally si tenne dentro tutti gli insulti e si ripetè una parola in testa “Viaggio.Viaggio.Viaggio” e strinse i pugni mentre usciva dalla casa con l'aria condizionata.
Il caldo afoso la travolse e si ritrovò fradicia di sudore non appena aprì la porta del “capanno” degli atrezzi.
Sally si rifugiò subito dentro al “capanno” che era grande quai come casa sua per ripararsi un po' dal sole.
Afferrò le cesoie e ritornò sotto il sole di nuovo fu ricoperta di sudore, cominciò a tagliare i rami in eccesso della trentina di aiuole che seguivano i muri della villa.
Ci impiegò tre ore e mezza e quando finalmente raggiunse la porta dalla casa la trovò socchiusa e un leggero venticello fresco le diede qualche moemnto di respiro.
Si diede una veloce sistemata ed entrò, richiudendosi la porta alle spalle. Trovò Jack chino sul computer che scriveva e muoveva il mouse.
-Ho finito- disse la ragazza, -bene.. anche io, tieni- disse il ragazzo porgendogli le copie delle ricette e della loro storia.
-Ok..- disse Sally afferrandoli e mettendoli dentro la borsa, guardò il ragazzo e notò che le guance erano sempre più rosse e la sua pelle sempre più pallida.
-Puoi andare adesso- disse il ragazzo, -va bene..- disse mettendosi la borsa a tracolla; stava per uscire quando la voce del ragazzo la fermò.
-Bambolina.. potrei mai diventare una persona vicina a te? Un amico?- chiese il ragazzo, Sally si bloccò con la mano sulla maniglia.. non tanto per le parole che comunque la sorpresero, ma dal tono.. era supplichevole.
-Non lo so- disse prima di aprire la porta ed uscire, andò a casa senza dire una parola.
Si fece una doccia molto lunga e alla fine chiamò Rachel raccontandogli tutto quello che era successo, -senti, Sally, lo so che Skelligton è un puttaniere, maschilista e pure stronzo ma da come si comporta con te, secondo me.. è un buon ragazzo. Dovresti dargli una possibilità- disse Rachel.
-Una possibilità?? Che intendi per una possibilità?- chiese Sally sedendosi sul letto e tenendo il bilico l'asciugamano che le ricopriva i capelli bagnati.
-Non intendo che devi dirglielo.. ma domani, quando andrai da lui, prova a pensare che sia un ragazzo normale, uno che non conosci... insomma non andare lì con già i pregiudizi su di lui. Devi conoscerlo- disse la ragazza cercando di far intendere a Sally che doveva sciogliersi.
-Forse hai ragione Rachy... ci proverò- disse Sally chiudendo la chiamata, qualcuno bussò alla porta e la ragazza disse timidamente -avanti-.
-Il Signor Doll mi ha detto che per qualche giorno non ci sarà a casa.. deve andare ad una convection di medicina. Ti ha lasciato qualche soldo sul tavolo,è appena partito- disse Maria entrando solo con la testa nella stanza della ragazza.
-Aspetta.. domani è il compleanno di Rosie vero?- chiese Sally, ricordandosi della figlia della governante.
-Sì.. in effetti sì, ma tanto starò qui- disse Maria abbassando lo sguardo; -visto che non c'è mio zio, sono io la tua datrice di lavoro e ti dico che tu domani e finchè non tornerà mio zio starai a casa e starai con tua figlia, ok?- disse Sally sorridendo.
-Non sono sicura.. signorina, e se suo zio ci scopre?- disse la governante, -non lo saprà, io mi impegnerò a tenere la casa in ordine e quindi a non far vedere la tua mancanza e tu ti impegnerai ad accettare quello che ti ho detto ed a far contenta Rosanna ok?- disse Sally alzandosi.
-Oh.. grazie, signorina, grazie- disse Maria con le lacrime agli occhi abbracciando la ragazza.
-Ora fila a casa e non preoccuparti.. ho il tuo numero ed in caso di emergenza ti chiamerò, croce sul cuore- disse lei stringendola e la donna uscì dalla casa diretta alla piccola casa ed alla bambina che gli saltò addosso dalla gioia.
-Mamma! Che bel regalo di compleanno che mi stai facendo!- disse la bambina stringendo la donna che ringraziò di cuore la signorina Doll.
Quella notte Sally prese delle pastiglie per dormire e non fece sogni... non le piaceva prenderle. Era un sonno artificiale ma aveva davvero bisogno di dormire tutta una notte.

La sveglia irruppe nel silenzio come ogni mattina, si pettinò, si vestì e andò fuori preparandosi mentalmente alla giornata.
Si era cambiata la fasciatura perchè il giorno prima si era sporcata di foglie, ma il polso andava molto meglio e quasi non le faceva più male muoverlo.
Sull'autobus sentiva lo sguardo di Oogie su di lei, ma non si avvicinò.
Non arrivò nemmeno Jack.
Arrivò in classe e quando suonò la campanella Skelligton non era ancora arrivato.
Forse stava male. Il giorno prima non aveva proprio una bella cera.
Il giorno passò molto lentamente e quando l'ultima ora Sally aveva deciso che cosa fare.
Diciamo non è che sapesse cosa fare.
Sapeva che cosa avrebbe fatto.
Sarebbe andata a casa Skelligton a vedere come stava il ragazzo, ma solo per vedere se era in grado di fare il lavoro di cui mancavano pochi giorni alla consegna.
Suonò e si intrufolò dentro come al solito, camminò per il vialetto e bussò alla porta della casa.
E se non l'avesse voluta vedere?
Che avrebbe fatto lei?
“Calmati Sally” si ripetè, quando la porta si aprì però era tutt'altro che tranquilla.
Jack era in condizioni pietose, aveva gli occhi febbricitanti e dondolava nonostante fosse fermo, appogiandosi allo stipite della porta.
I capelli neri erano attaccati alla fronte dal sudore, era scossa da tremolii e le gote erano rossissime sulla pelle bianco avorio.
-Hey.. Bambolina, che ci fai qui? Non è il momento- disse sbattendo le palpebre ripetutamente.
-Tu non stai bene- disse Sally ed entrò senza che lui gli aprisse la porta, -vai a stenderti sul divano subito- disse indicandogli il mobile.
-Chi sei tu per dirmi quello che devo fare?- disse ma fu subito scosso da tremolii e Sally disse -va subito- gli disse e chiuse la porta.
Con sua grande sorpresa lo vide sedersi sul divano come gli aveva detto di fare e Sally lasciò la borsa sulla sedia prima di mettersi ad aprire tutti i cassetti in cerca di un termometro.
Quando finalmente lo trovò si avvicinò a Jack e glielo porse, lui se lo infilò nella maglietta ed aspettò.
Sally gli appoggiò la mano sulla fronte per sentire la temperatura e la sentii scottare.
-Hey.. tu devi andare in ospedale, sei troppo caldo- disse la ragazza andando a prendere il telefono, -no- sussurrò lui, -ti prego.. non ci voglio tornare- ancora quel tono supplichevole.
Sally guardò Jack che socchiuse gli occhi mentre suonava il termometro.
La ragazza lo prese sfiorando la pelle calda del ragazzo e lesse, 39.9°.
-Va bene, se non vuoi andare in ospedale, dovrò stare io qui a non farti morire- disse lei tirandosi su le maniche.
-Non.. non sei costretta- sussurrò lui chiudendo gli occhi, invece sì lo era. Non lo avrebbe lasciato in quello stato.
Andò al frigo e prese un po' si ghiaccio, lo avvolse in un asciugamano e lo cominciò a passare sulle pelle del ragazzo per fargli abbassare la febbre.
Non sapeva che fare.. non si era mai dovuta prendere cura di qualcuno e lei stava male raramente.
Decisi di chiamare Maria.. probabilmente lei sapeva qualcosa di più.
-Pronto Maria? Scusa se ti disturbo.. ma un mio amico ha la febbre alta e vorrei aiutarlo.. ma non so molto cosa fare- disse Sally appena la donna rispose.
-Ah che carina Sally.. allora devi raffreddare il corpo del tuo amico con il ghiaccio... o con stracci bagnati, se non si abbassa però devi dargli una tacchipirina o altri medicinali... fagli bere tanto acqua e mangiare poco, verdure e frutta sopratutto, oppure una minestra-  disse la donna.
-Ok.. capito- disse la ragazza con gratitudine, almeno sapeva un minimo che fare, -ah, se ha anche mal di gola, preparagli anche del latte caldo con miele, o thè caldo oppure anche una tisana di foglie di menta, salvia e melissa- disse la donna.
-Ok grazie mille Maria, scusa se ti ho disturbato- si scusò Sally, -piccolina, mi hai dato il regalo più bello che ci potesse essere : la felicità di mia figlia.. non pensare nemmeno di scusarti e chiamami se succede qualcosa- disse prima di chiudere la chiamata.
ok... almeno sapeva che fare.
-Hai fame?- chiese al ragazzo che annuì leggermente, andò al frigo e riempì una bottiglia di acqua e la posò ai piedi del divano.
-Devi berla tutta- disse prima di andarsene, lui mugugnò qualcosa ma non sembrava protestare.
Cominciò a bere; Sally preparò un po' di minestra ed un insalata condita poco, poi tagliò una mela a fette ed appoggiò tutto sul tavolino davanti al letto.
-Riesci a mangiare da solo?- chiese la ragazza, il ragazzo annuì orgoglioso ma appena prese la forchetta in mano notò che il tremolio era troppo.
-Tranquillo, ti posso.. ehmm.. imboccare- disse imbarazzata Sally, prendendo il ghiaccio dalla fronte di  Jack ed appoggiandolo sul tavolo.
Cominciò ad imboccare il ragazzo finchè non finì tutto, gli fece bere circa un litro di acqua quindi si sentiva abbastanza fiera di sè stessa.
Pulì i piatti mentre Jack si ristendeva, -tieni- disse Sally mettendogli la coperta e coprendolo meglio che si poteva.
-Sei premurosa..- sorrise Jack tossendo qualche volta, -zitto e dormi- disse la ragazza ricontrollando la febbre.
Era scesa di un grado quindi andava bene.
Preparò nel pentolino un po' di tisana ma il ragazzo si era già assopito; Sally lo guardò dolcemente e gli sistemò la coperta.
Si sedette di fianco a lui e accese la tv a bassissimo volume per non svegliarlo, ma quando sentì finalmente il suo respiro normalizzare cominciò a parlare nel sonno.
-Jules.. Jules.. tieniti forte!Stai attento!- disse, poi cominciò a dimenarsi, Ally si alzò e si chinò su di lui sfiorandogli il viso con una mano.
-Jack!.. Svegliati- disse Sally e lui subito aprì gli occhi di scatto.
-Stavi parlando nel sonno... adesso ti porto un thè, così ti rilassi- disse la ragazza portandogli la tazza di thè bollente.
-Che ho.. ho detto?- disse Jack sorseggiando il thè; -hai detto Jules e di stare attento- disse Sally risedendosi.
-Odio avere quegli incubi. Svegliami se parlo di nuovo- disse lui rimettendosi disteso,  Sally annuì e si risedette.
Rimase lì fino a sera, Jack dormiva tranquillo ed ogni tanto la ragazza gli passava uno straccio fresco in fronte.
Quando erano ormai le nove si inginocchiò davanti a lui e sussurrò, -io dovrei andare- lui non si svegliò ma in uno stato di dormiveglia le afferrò il polso e sussurrò; -Sally resta con me, per favore- poi si riaddormentò.
Sally lo guardò e guardò la porta, se se ne fosse andata in quel momento lui non se ne sarebbe accorto ma lei non se lo sarebbe mai perdonato.
Si risedette di fianco a lui ed in poco tempo si addormentò, appoggiata al divano.

Odiava sognare suo fratello.. il dolore era troppo.
Si svegliò e socchiuse gli occhi per via della luce dell tv che gli arrivava sugli occhi.
Poi realizzò.. Sally.... dov'era?
Probabilmente se ne era andata.. e chi sano di mente sarebbe rimasto lì? Nessuno lo avrebbe fatto.
Poi un respiro attirò la sua attenzione; un mormorio.. -no.. lasciami! ..non..non toccarmi!- urlò la ragazza di fianco a lei.
Si era appoggiata con la testa sulla sua schiena, e si stava agitando tanto che lo fece quasi cadere dal divano.
Si alzò e si mise davanti a lei, -Sally.. hey.. svegliati- disse scuotendola leggermente, ma lei non si svegliava.
Lo graffiò sul polso ma lui non desistette; -Sally, svegliati- disse e lei cominciò ma piangere ed a urlare di dolore e paura.
Jack si sedette di fianco a lei e la prese alzandola stringendola ed abbracciandola, lei sembrò calmarsi e schiuse gli occhi.
Rimase qualche momento ancora vicino al ragazzo, si era calmata molto più velocemente di quando usciva da un incubo da sola.
Era strano.
-Stai bene?- chiese lei scostandosi; -dovrei chiederlo io a te, non il contrario- disse lui sorridendole.
-Io sto bene.. era solo un innocuo incubo- disse lei sedendosi per terra, -incubo innocuo?- disse lui sorridendo leggermente.
Sally annuì, -se ti chiedessi che cosa hai sognato, non me lo diresti vero?- chiese il ragazzo.
Sally si guardò, -tu non mi dirai chi è Jules vero?- chiese la ragazza.
Jack sorrise, -touches .. entrambi abbiamo i nostri segreti. Mi chiedo solo quando li scopriremo- disse sfiorando la spalla della ragazza.




eccoci :) forse stasera riseco a mettere anche ultro capitolo XD vediamo,
un bacio,Dany

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: Incubo ***


ciao a tutti :) MI DEVO INCHINARE A VOI PER IL MOSTRUOSO RITARDO ma per farmi perdonare vi pubblico 1(ma no) 2(mm.. forse) ma 3 capitolo i dico 3 in una volta, sperodi farmi perdonare in questo modo e prometto per per la sett. prossima vi pubblicherò il prossimo e se posso manterrò questo ritmo (1 cap. x sett) ma non sapendo quanto durerà la storia non so dirvi.
Vi lascio al capitolo e scusate tanto,
BUona letturaaaaaaaa
[Revisionato]




-Visto che hai finito da quello lì, stasera sei tutto mia perchè ti porta ad una super festa in piscina. Tanto domani puoi dormire visto che è domenica, no?- disse Rachel il giorno dopo; quel pomeriggio Sally era andata a villa Skelligton e tra i due c'era stato unicamente mutismo.
Si erano giusto salutati ed avevano cominciato a preparare i fogli della storia delle ricette in bella ed avevano già fatto una specie di ricettario per i professori. Poi avevano quasi finito di decorare lo gazebo e il tavolo.
-Va bene...dopo il pomeriggio che ho passato, ho bisogno di un po di svago... dopo ti racconto- disse la ragazza asciugandosi i capelli con un asciugamano.
-Perfetto! Allora passo da te tra venti minuti che ci prepariamo e ... e porto io i trucchi- disse Rachel ridendo, -perchè che hanno i miei trucchi?- chiese Sally, -festa in piscina.. ripeto. Ti porto io io i trucchi; tu prepara i vestiti e costumi che poi scegliamo insieme- disse Rachel.
-Va bene, a tra poco- sussurrò Sally chiudendo la chiamata; andò all'armadio e prese tutti i vestiti corti e leggeri che trovava gettandoli sul letto.
Poi prese una sedia e si mise in piedi su di essa, per prendere la borsa delle cose del mare; prese due costumi, uno verde smeraldo con delle frange sul reggiseno e ai lati degli slip ed uno totalmente nero con qualche punto luce. Era senza spalline con solo con un laccio che andava dietro il collo.
Li buttò anch'essi sul letto ed aspettò Rachel, era nervosa.. non voleva stare in costume davanti a tutti.. ma ad una festa in piscina non era obbligatorio andare in acqua vero?
Non si sentiva a proprio agio a far vedere il suo corpo ad estranei, dopo quello che era successo. Erano passati due anni ma ancora non ci riusciva
Era come bloccata.
Dopo un quarto d'ora qualcuno suonò alla porta e l'esuberante Rachel entrò tutta sorridente.
-Ciao Sally! Mi sei mancata!- disse abbracciando l'amica, Sally restituì la stretta e cercò di non farsi soffocare dai boccoli biondi dell'amica.
-Dai andiamo... che la festa comincia fra un'ora- disse la bionda spingendo su per le scale l'amica che si opponeva alla sua sveltezza, ridendo ma senza successo.
-Allora...mmmm... il costume quello nero, il vestito quello nero che è sempre tanto sexy e che ti fa sembrare la pelle pallida e i capelli di fuoco- disse passando i vestiti alla ragazza.
-Scarpe.. sandali alti argento- disse passandoli anche i trampoli, -vorrei arrivare sana e salva alla festa Rachy- disse Sally guardando le scarpe.
-Tu mettile, poi vediamo- disse la bionda facendogli l'occhiolino, -e tu? Che indossi?- disse Sally andando in bagno per mettersi il costume.
Rachy aveva ragione, la sua pelle sembrava del colore della luna e i capelli sembravano lingue di fuoco; -io tacco 15 blu scuro, vestitino stesse colore e costume.. argento- disse la bionda dalla stanza mentre rimetteva i vestiti scartati nell'armadio dell'amica.
Quest'ultima tornò in stanza reggendosi alle pareti mentre cercava di avanzare con quelle scarpe troppo alte, il vestito quasi totalmente in pizzo le stava d'incanto creando giochi di bianco e nero sulla sua pelle diafana.
-Non posso venirci con scarpe da ginnastica? O delle ballerine?- chiese supplichevole la ragazza, -per favoreeeee- aggiunse dopo congiungendo le mani come a pregare la bionda.
-Se mi supplichi... va bene, ma ballerine con leggero tacco con gli strass.. tieni, te le avevo già portate in previsione- disse Rachel passandogli le scarpe.
-Grazie- sussurrò Sally appoggiandosi al letto e togliendosi i trampoli che aveva ai piedi e sostituendoli con delle comode ballerine.
Nel frattempo Rachel svuotò la trousse sul letto dell'amica e si mise a truccarla prima che lei potesse fare qualcosa, -un po' di rossetto rosso,mmm... mascara un sacco, poi un po' di eyeliner, tutto waterproof- disse mentre usava gli strumenti.
-Vorrei sapere la metà delle cose che sai tu- sbuffò la rossa, -e io che servirei, se no?- chiese Rachel mettendole un altro po' di mascara ed allungandole la linea sull'occhio.
-Fatto. Ora capelli- disse prendendo la spazzola e cominciando a pettinarglieli; -mm... direi acconciatura sciolta e semplice- disse prendendole un ciuffo da destra e facendogli una treccina congiungendola a quella fatta sul lato sinistra e fissandola ad un ciuffo sulla schiena.
-Perfetto.. sei bellissima- sussurrò Rachy facendole l'occhiolino, Sally sapeva di esserlo, ogni volta che si metteva in mano di Rachel lo diventava ma quando si girò sospirò per pura sorpresa.
-Tu. Sei. Fantastica- scandì mentre l'amica si infilava gli orecchini pendenti e si sistemava i capelli con un cerchiello; si spruzzò appena un po' di trucco sul viso, (non ne aveva neanche bisogno, pensava Sally) ed entrambe furono pronte per andare alla festa.
Andarono a piedi, era vicina a casa di Sally, quindi in una decina di minuti si ritrovarono immerse nella folla di giovani ubriachi e sudati che si agitava a tempo delle musica.
La villa era molto bella, ma Sally preferiva di gran lunga quella di Skelligton, le era sembrata accogliente quella invece sembrava composta solo per far vedere quanto ricchi fosse i proprietari.
Trovarono un buco vicino all'enorme piscina e Rachel andò a prendere due drink mentre Sally si guardava intorno, leggermente a disagio.
Non era il tipo da feste. Quella era Rachy.
Per fortuna la bionda arrivò quasi subito, con due mojito in mano, Sally bevve lentamente la bevanda alla menta ed allo zucchero di canna e si sentì più leggera.
Non reggeva l'alcool, e lo sapeva quindi si fermò a quell'unico drink mentre ballava e chiacchierava con Rachy.
Si infilarono di nuovo nella mischia mentre la gente saltava al ritmo della musica tecno e per un momento Sally rise e si divertì dimenticandosi tutti i suoi problemi.
Quando dopo un'ora riuscirono dalla mischia per riprendere fiato, il cellulare di Rachel suonò.
-Oddio... mia madre- disse con occhi sgranati, e rispose al cellulare, Sally non riusciva a capire cosa le stesse dicendo sua madre ma dalla sua espressione non doveva essere niente di buono.
-Ok.. mamma.... arrivo fra cinque minuti, il tempo dell'autobus, sì, lo so... mi striglierai a dovere a casa.. ok, arrivo- disse con la testa china.
Chiuse la chiamata e guardò Sally, -devi tornare a casa?- chiese, -sì, mia madre si è dimenticata che mi aveva dato il permesso e lunatica com'è l'ho beccata nel giorno in cui è cattiva... mi dispiace Sal.. se vuoi ti accompagno a casa prima di prendere il bus- disse la ragazza poggiandole una mano sulla spalla.
-Non serve.. se tardi ancora tua madre non ti fa più uscire, vai.. sono solo dieci minuti- disse la rossa cercando di tranquillizzarla.
-Sicura?- chiese Rachel, odiava lasciarla da sola, sopratutto di notte e nelle stradine chiuse di quella zona... aveva paura che le succedesse qualcosa, a lei che ne aveva già passate troppe. Insistette un altro po' ma alla fine cedette ed uscirono insieme dalla festa.
Si salutarono e Rachel cominciò a correre verso la fermata più vicina dell'autobus, mentre Sally riprendeva la via opposta per tornare a casa.
La musica della festa si sentiva ancora dopo circa cinque minuti di camminata e la ragazza si chiese a quale volume fosse... strano che i vicini non avesse già sporto denuncia.
Continuava a camminare, la borsa stretta in mano, i lampioni che illuminavano leggermente la stradina che portava a casa sua.
Aveva paura. Ma da quando era successo si era ripromessa che la sua vita non sarebbe stata controllata dalla paura.
Non glielo averebbe permesso.
Mai.
Mai più.
Sentì dei passi dietro di lei ed un brivido le avvolse il corpo; si girò e vide che c'era un ragazzo che si stava avvicinando dondolando leggermente, probabilmente era ubriaco.
Bastava non badarlo e magari sarebbe svenuto o avrebbe vomitato lì vicino.
Sally respirò e fece qualche passo in avanti, prima che la sua voce lo interrompesse, -hey.. t..tu- disse il ragazzo e lo riconobbe essere Nelson Oogie.
No.. non lui.
Lo ignorò completamente e lo sentì correre, a quel punto cominciò a farlo anche lei ma per quando ubriaco fosse, era più veloce lui.
In pochi metri si ritrovò con le spalle al muro e con il suo alito, che puzzava di alcool, vicino al viso.
-Lasciami Nelson subito!- urlò dimenandosi, ma il ragazzo la teneva ancorata al muro con il suo peso.
Bevve l'ultimo sorso di birra e gettò la bottiglia vuota a terra frantumandola in mille pezzettini verde scuro.
-Allora.. Rigida.. che bellooo vederti qui, con.. con me. Sai avevo una certa.. voglia- disse lui dondolando la testa ed accarezzando i fianchi coperti dal vestito di lei.
-Lasciami!- urlò la ragazza con le lacrime agli occhi, si dimenò di più ma era forte quel ragazzo, troppo forte.
Con un movimento, il ragazzo le alzò il vestito tanto da avere quasi tutta la pancia scoperta, cominciò a palparle il seno appoggiando il viso sul suo collo.
-No no.. lasciami! Lasciami!- disse Sally piangendo e cercando di spingerlo via, -ti ho sempre voluta lo sai e io ottengo sempre quello che voglio... con le buone.. o con le cattive- disse il ragazzo parlando sulla sua pelle.
Abbassò il viso e le morse il seno, Sally urlò di dolore e si dimenò  -forse con le cattive.. mi diverto di più- disse il ragazzo ridendo leggermente e leccandogli il collo.
-Brutto bastardo! Lasciami!- urlò in presa ai singhiozzi la rossa, gli stava stringendo le braccia per tentare di toglierselo di dosso, lo stava graffiando ma lui era o troppo preso da quello che stava succedendo o troppo ubriachi per accorgersene.
Provò a tirare ginocchiate ma il ragazzo era completamente appoggiato di peso al corpo della ragazza che quindi non riusciva  muovere le gambe.
Le abbassò il reggiseno del costume e Sally sentì il seno scoperto, quel verme stava per toccarle anche l'intimo ma d'un tratto si ritrovò libera e cadde a terra.
Senza pensarci si sistemò il reggiseno ed il vestito, ma non si riusciva muovere.
Rimaneva lì a fissare l'asfalto, mentre lì vicino si stava consumando una lotta.
Sally si spostò leggermente quando qualcuno cadde di fianco a lei a faccia in giù  ma non le importava... lo shock di essere ripiombata di nuovo in quell'incubo era troppo.
Due mani le percorsero il viso, erano calde e il loro tocco gentile ma Sally si ritrasse, non voleva essere toccata.
-Sally.. sono io.. sono io Jack- disse il ragazzo inginocchiandosi di fronte a lei, Jack? Era davvero lui?
Annuì non sapeva perchè ma annuì e sentì le mani del ragazzo sotto le ginocchia e sotto la schiena.
Cominciò a correre e si fermò soltanto nel momento in cui arrivarono ad una casa, era casa sua? Si chiese Sally riconoscendo il cancello.
Il ragazzo prese le chiave dalla borsetta ed aprì sia il cancello che la porta d'ingresso.
Accese le luci e depose la ragazza sul divano, non era casa sua ma doveva in qualche modo orientarsi.
Aprì tutte le porte per capirci qualcosa e trovò la stanza di Sally ed il bagno di fianco, andò al bagno e riempì la vasca tirandosi su le maniche.
Poi andò dalla ragazza ancora ferma nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata e la riprese in braccio.
Lei non disse niente, né cambiò la sua espressione con occhi sbarrati e bocca chiusa.
Le tolse le scarpe e il vestito, cercando di non farle male né di aumentare la paura che provava in quel momento ma la ragazza per tutto il tempo non battè ciglio.
Neanche quando inavvertitamente Jack le sfiorò l'addome dove campeggiava una lunga cicatrice, al quale il ragazzo però non prestò molta attenzione, si mosse.
La immerse nella vasca calda e si tirò su le maniche della camicia sporca di sangue, sangue di quel bastardo.
Cominciò a passarle l'acqua calda sulla schiena e sui capelli tramite una spugna.
Continuò finchè lei non smise di tremare, poi fece scendere l'acqua e l'avvolse in un accappatoio.
La riprese in braccio e la riposò sul suo letto, sembrava essersi calmata quindi le accarezzò una guancia e le disse -sei al sicuro, mi sono occupato io di quello lì.. non ti sfiorerà nemmeno con un dito- disse il ragazzo e lei finalmente lo vide, o meglio puntò lo sguardo su di lui.
E ricominciò a piangere.
Lui si sedette sul letto con lei e la strinse finchè non si calmò accarezzandole i capelli e la schiena finchè non smise di piangere e si addormentò lì abbracciata a lui.
Jack sorrise leggermente e la fece distendere sul letto, ma appena tentò di andarsene lei le afferrò la mano e la strinse, -rimani con me, per favore... ho paura- e lo disse nello stesso tono supplichevole che aveva usato lui quando lei voleva andarsene quando lui aveva la febbre.
Lui annuì e si distese di fianco a lei togliendosi le scarpe, si tolse anche la camicia imbrattata dal sangue per non spaventarla e non avendo un cambio rimase così, ma Sally non ci fece molto caso.
Appoggiò la testa sul suo petto e lui la strinse, si addormentò così cullata dal respiro del ragazzo e del suo battito cardiaco.
Forse in quel momento erano più vicini di quando lo fossero mai stati.




Ecco alla fine:)
Mi scuso ancora e ringrazio per la recensione, la ormai abbonata Benvenuti ad Anggbad e la nuova recensitrice Eleos99 che ringrazio moltissimo per la loro recensione quindi continuate a seguirmi e a recensire :)
Tra dieci minuti il prossimo capitolo,
un bacio, Dany

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: Cioccolata ***


ta ta taaaaaaa, sesto capitolo della nostra Jack&Sally, vi lascio alla lettura che so che è quello che volete e ringrazio sempre chi mi segue e se volete Recensite che mi fate sempre contenta:)
Buona lettura,
[Revisionato]




Un respiro lento e regolare le sollevava la testa, il battito cardiaco nell'orecchio, era un suono così bello... potente, che racchiudeva la vita di una persona..
Una persona?
Sally sbarrò gli occhi alzandosi, la testa che le pulsava e le girava... ah, sì... il mojito della sera precedente.
Poi tutto quello che era accaduto dopo quel mojito la colpì come una schiaffo e sentì la testa girarle e gli occhi farsi lucidi... il dolore mentale... quello fisico.
Le mani di quel maiale sul suo seno... i suoi denti, i suoi luridi baci sul collo..
Il seno le faceva molto male... ma non era quello che l'aveva sconvolta... c'era un corpo mezzo nudo di fianco a lei.
Si girò alzandosi -Skelligton! Che ci fai mezzo nudo nel mio letto?- domandò  -calmati.. mi sono appena svegliato...- sussurrò lui strofinandosi gli occhi.
Sally si alzò ed andò verso il bagno con una felpa e un paio di jeans in mano; si chiuse dentro e si vestì velocemente asciugandosi i capelli.
Fece un respiro profondo.. forse se l'era solo immaginato..?
Aprì la porta ma lui era sempre lì, era seduto sul letto e la stava guardando, -allora?- chiese di nuovo Sally.
-Per risponderti.. tu non volevi che me ne andassi e non volevo farti dormire con me che indossavo una camicia sporca di sangue, non avendo il cambio mi sono dovuto arrangiare- disse il ragazzo tranquillamente.
Sally gli si avvicinò  si sedette di fianco, -sangue? Di chi? Non è tuo vero?- chiese, -noto una nota di preoccupazione nella tua voce Doll? Comunque no.. non è mio, e di quel lurido bastardo di Oogie- disse il ragazzo stringendo i pugni.
-Volevo.. ringraziarti- sussurrò la ragazza guardandolo, -di niente Doll- disse lui sorridendole e sistemandosi i capelli neri sul viso.
In quel momento il telefono di Sally squillò e lei rispose, -hey Rachy- disse, -ciao Sally.. ti sento strana, stai male? Comunque volevo dirti.. ieri sera è andato tutto bene? Sei tornata a casa tranquilla?- chiese l'amica preoccupata.
-No sto bene.. ieri sì, son tornata a casa tranquillamente.. non ti preoccupare. Ora devo andare ciao Rachy, ci sentiamo- disse chiudendo la chiamata.
Non era brava a mentire.. e se avesse tenuto di più la chiamata Rachel l'avrebbe capito.
-Perchè hai mentito?- chiese Jack, -preferisco non farla sentire così tanto in colpa per avermi lasciata da sola.. non voglio farmi controllare da quello che è successo- disse la ragazza risedendosi e mettendo le gambe strette al petto.
-Sei una ragazza coraggiosa.. ma Sally, devi denunciarlo- sussurrò il ragazzo, -e così andresti anche tu in prigione per aggressione- disse Sally.
-Non devi pensare a me in questo momento- disse Jack sollevando lo sguardo, -invece sì, in fondo se non fossi arrivato..- lasciò a metà la frase.
-Ok.. è una tua decisione.. ti starò vicino- sussurrò il ragazzo guardandola -noto una nota di dolcezza Skelligton- rispose lei ridendo, lui le sfiorò la guancia con la mano e sussurrò -touches-, lei sorrise timidamente ma non sapeva che dire..
-Ti va se ti preparo la colazione? Magari ti presto anche una felpa.. dovrei avere quelle di mio padre- disse la ragazza aprendo l'armadio.
-Non serve Doll- disse il ragazzo alzandosi, -sì invece.. ti prego accettalo.. mi sento meglio, sapendo che ho fatto anche io qualcosa per te- disse prendendo una delle felpe del padre e passandogliela.
-Solo.. tienila con cura- disse guardando la mano del ragazzo sul tessuto scarlatto della felpa, -tranquilla- sussurrò lui e se la infilò.
Gli andava un po' larga ma le stava bene, Sally si piegò e raccolse la camicia sporca di sangue ed andò in bagno, la mise a mollo cercando di sgrassare il sangue.
Jack si alzò e andò al piano terra seguito dalla ragazza che chiese -che stai facendo?-, -beh, preparo la colazione e non ammetto obbiezioni- disse anticipando il lamento di Sally.
Jack si mise ai fornelli e preparò un abbondante colazione: cialde con uova strapazzate; bacon, frittelle e molte altre cose.
-Sei un ottimo cuoco, Jack- disse Sally pulendo i piatti, -lo so- disse lui.
-Posso farti una domanda?- chiese dopo Sally, -dipende da che domanda- rispose prontamente lui, -che ci facevi lì ieri sera?- chiese la ragazza osservandolo.
-Ti avevo seguita- disse lui es osservandola; -perchè?- chiese lei girandosi verso di lui, Jack le si avvicinò e si fermò ad un passo da lei.
-Non lo capisci?- chiese il ragazzo alzando una mano molto lentamente e sfiorandole la guancia, Sally lo lasciò fare.. e si sorprese del fatto che quel contatto non le dispiaceva.
Non le dispiaceva affatto.
Lei lo guardò e vide una strana  luce nei suoi occhi, una scintilla di dolcezza, si avvicinò alla ragazza come se volesse baciarla ma poi si staccò.
-Non ricordi? Ho vinto una sfida e posso ordinarti che fare fino a mercoledì, il giorno del festival fino al suo termine- disse il ragazza chiudendo gli occhi e girandosi.
Una strana espressione invase il suo volto diafano.. non voleva dirglielo, non era il momento.
Sally sbuffò e disse, -a proposito di mercoledì.. abbiamo tre giorni per provare e preparare le ricette.. dovremo cominciare no?- disse la ragazza appoggiandosi al bancone.
-Mmm...sì, ma lo facciamo a casa mia, ho una cucina più grande e più fornita se ti ricordi- disse il ragazzo.
Sally abbassò lo sguardo.. sinceramente non se la sentiva di uscire così presto, aveva bisogno di un po' di tempo... ma mentre formulava quel pensiero si interruppe.
-Va bene.. dammi cinque minuti ed andiamo- disse la ragazza salendo e prendendo la borsa con le sue cose ed il ricettario; si cambiò velocemente indossando qualcosa di un po' più leggero e affiancò il ragazzo che l'accompagnò a casa sua.
-Allora.. dobbiamo fare.. i Cupcake al cioccolato e zenzero, I cuori morbidi al cioccolato, la mousse, la crepes al cacao.. la torta al cioccolato.. il gelato artigianale, il semifreddo.. e?- cominciò a dire la ragazza guardando il ricettario appoggiata al bancone di cucina Skelligton.
-E i Baci di Alassio- concluse Jack passandosi una mano sugli occhi, -sei stanco?- chiese la ragazza, lui fece cenno di no con la testa ma non aggiunse niente.
Non gi avrebbe mai detto che non aveva dormito molto perchè era rimasto sveglio per vedere se aveva incubi, per coprirla quando si scopriva... o semplicemente per osservarla mentre dormiva.
Spesero tutto il pomeriggio a trascriversi le ricette, le dosi degli ingredienti e i tempi di cottura o riposo in frigo.
Non parlarono molto di altre cose.. esclusa cucina, farina e cioccolato.
Il giorno dopo fu lo stesso, Jack che non sembrava più il dolce ragazzo che l'aveva accaduto; Sally che cercava di stare il più lontano da tutti tranne Rachy e stranamente Jack.
Il martedì era il giorno in cui dovevano preparare da mangiare quindi appena poterono si trovarono a villa Skelligton.
Dopo un paio di ore di preparazione, aveva completato 5 ricette su otto ed erano appena le cinque di pomeriggio.
-Allora.. se intanto io finisco la glassa, tu puoi cominciare il semifreddo?- chiese Sally mischiando la crema marrone scuro con una spatola.
Jack si mise a fare il semifreddo lentamente e con meticolosità, pesava ogni ingrediente un paio di volte e cominciò a miscelare e aggiungere gli ingredienti.
Quando la glassa fu pronta, Sally si mise a dare una pulita, come gli avevano insegnato “la pulizia è la prima cosa in cucina per ottenere un buon lavoro”.
Non riuscì a trattenere una risata quando vide la guancia albina di jack percorsa da una striscia di cioccolato.
Come diavolo se l'era fatta?
-Che c'è da ridere?- chiese il ragazzo riponendo il mestolo nella ciotola; -hai.. ahahaha una striscia di cioccolato sulla guancia.. direi che sei buffo così- disse la ragazza ridendo ed avvicinandosi con un fazzoletto in mano.
-Non serve- disse lui sorridendo e pulendola per metà con un dito e portandosela alla bocca, -mmm.. buona, assaggia- disse il ragazzo e si tolse anche l'altra metà.
Si avvicinò alla ragazza e le sporcò la guancia, -hey!- disse lei cercando di far l'arrabbiata ma in fondo stava ridendo.
-Pari- sussurrò il ragazzo pulendosi i rimasugli di cioccolato dal viso, Sally rimase tranquilla per qualche minuto poi prese un cucchiaio e ci pulì la frusta ottenendo una modesta quantità
Skelligton si girò e si ritrovò la bocca e la guancia sinistra completamente coperta di cioccolato.
Rimase un momento a fissarla con gli occhi carichi si sfida poi si avvicinò e la rincorse per tutta la cucina.
Sally era veloce e non si faceva prendere tanto facilmente, ma anche lui era veloce e quando l'afferrò si pulì malamente la faccia con la mano e ricoprì un'impotente Sally sul viso.
-Ora siamo davvero pari- sussurrò avvicinando il viso al suo, Sally si leccò le labbra, -in effetti è buona- disse sorridendogli, -lo so, non ricordi? Sono un ottimo cuoco- disse il ragazzo.
In un momento però tutto si calmò, il silenzio la fece padrona, Sally sentiva che il suo sguardo ero incatenato a quello del ragazzo che le stava vicino.
Non voleva né sentiva di poter toglierlo od abbassarlo, e per lui sembrava lo stesso.
Appoggiò timidamente una mano sul fianco di Sally.. quella che aveva visto era davvero timidezza? E l'altra sul suo viso, sporcandolo ancor di più di cioccolata.
Sally non lo fermò, lo voleva, voleva che la baciasse.
Non lo fermò, anzi posò una mano sulla spalla del ragazzo che visto quel gesto si avvicinò e la baciò.
Quello era il loro vero primo bacio.
Non dato da una sfida, ma solo dal fatto che volevano farlo, Jack non fu troppo passionale, le mordicchiò appena il labbro prima di staccarsi completamente ed osservarla.
I capelli erano sporchi di cioccolato, come tutto il viso, le labbra schiuse e le gote arrossate.
Era bellissima.
Sally non sapeva che fare.. quel bacio, quel bacio era dolcissimo.. anche nel gusto, nel vero senso della parola.
Sapeva di cioccolato.
Cioccolato e zucchero.
-Perchè lo .. lo hai fatto?-riuscì a farfugliare, -perchè tu hai risposto, perchè non mi hai dato un pugno? Cos'è cambiato dall'ultima volta?- disse il ragazzo.
Sally rimase spaesata per qualche momento, non sapeva che dire?
Cos'era che era cambiato?
Lui sospirò e si mise a pulire delle ciotole che non stavano usando e finì il semifreddo; mentre Sally rimaneva lì ancora senza parole.
-Io lo volevo- disse in un sol colpo, non aveva pensato, le labbra si erano mosse prima che lei potesse bloccarle.
Oramai la cucina era pulita, e le torte tutte pronte... alcune in frigo, altre in forno altre ancora già impacchettate.
-Cosa?- disse Jack chiudendo il rubinetto con cui si stava lavando le mani; -mi hai chiesto cos'è cambiato dall'ultima volta- disse Sally ripulendosi la faccia e le mani.
-E?- chiese il ragazzo avvicinandosele, non le voleva far intuire l'importanza di quella risposta.
-Lo volevo.. volevo che tu mi baciassi- disse la ragazza chiudendo gli occhi; a Jack mancò qualche battito e guardò la ragazza, aveva le mani chiuse a pugni come se anche solo ammetterlo le costasse molto.
Jack abbassò lo sguardo, era quello che voleva e non voleva sentirselo dire... lo voleva, come ogni innamorato, voleva sentirsi desiderato, amato ma.. ma quello che era appena uscito da quelle labbra lo aveva inchiodato.
Era la risposta per la sua felicità.
E di felicità ne aveva persa troppo quella notte.
Non poteva permetterglielo.
Ma non poteva essere schiavo di quel dolore, lei glielo aveva insegnato... lei che non si faceva mettere i piedi in testa dalla paura... dalla paura di quello che le era capitato.
Ma non poteva perdere anche lei.
Rimase fermo anche lui a fissarla, lei respirò e rilassò le dita; -va bene.. visto che abbiamo finito qui, io vado. Porti tu le torte domani con il banchetto e il tendone.. ah tieni, siamo fuori sulla destra con le altre coppie dei dessert- disse la ragazza mettendo il foglio sul tavolo.
Stava trattenendo il respiro mentre parlava, aveva imparato che se trattieni il respiro quando non vuoi fa vedere che piangi, la voce ti tremava molto meno, quasi non si sentiva la differenza.
Appena si girò lasciò andare il respiro ed una lacrima le rigò la guancia, se l'asciugò velocemente simulando un tossito ed andò verso la porta.
L'aprì e quasi si aspettò che la fermasse.. che la girasse e che la baciasse, ma il vento era l'unica cosa che le sfiorava la pelle e la solitudine era l'unica sua compagna di viaggio mentre tornava a casa.
Non si furono incidenti, quella volta.

-Cosa?!?- urlò Rachel dall'altro capo del telefono; -Rachy... per favore, non urlare- disse Sally ancora con gli occhi lucidi dall'ora di pianto che aveva sulle spalle.
-Sì.. scusa, scusa.. ma oddio ti ha baciato!- ripeté per l'ennesima volta la ragazza, -ed io non l'ho fermato- disse la Sally asciugandosi le guance con un fazzoletto.
-Senti Sally.. io verrei lì in cinque minuti lo sai, se non fossi a questa cavolo di riunione di famiglia! Ma una cosa te la posso dire.. mi hai raccontato le tue storie dopo quello che è successo e non riuscivi neanche a farti sfiorare da quei ragazzi.. lui potrebbe essere quello che cambia tutto; insomma.. da come ne parli tu ne sembri davvero innamorata- disse Rachel molto lentamente.
Sally guardò il soffitto bianco per qualche momento; lei innamorata di Jack?
Una decina di giorni prima avrebbe sgranato gli occhi e avrebbe negato ma in quel momento.. non ne era più sicura.
Era vero.
Era l'unico ragazzo con cui non riviveva quello che era successo ogni volta che la sfiorava.
Forse era quello giusto.
Ma era così cocciuto... intrattabile e presuntuoso!
-Sally? Ci sei?- chiese Rachel, -io.. si, ci sono, stavo solo pensando a quello che hai detto.. il problema è che..come mi comporto domani ? Come farò a stare tutto il giorno con lui?- chiese la ragazza chiudendo gli occhi.
-Ci sono due possibilità.. o fai finta che non sia successo niente o fai finta che tutto sia successo- disse Rachel, -non so che fare- sussurrò Sally.
-Fai così. Tu domani vai e vedi come si comporta, e poi ti comporti di conseguenza- disse Rachel.
-Sì.. dai, ora provo a dormire un po'.Grazie Rachy, buona riunione- disse Sally, -'notte Sal- disse l'amica chiudendo la chiamata.
Che avrebbe fatto?
Avrebbe scelto la prima o la seconda modalità?
Niente o tutto?
L'aveva baciato o no?
Un turbine di domande la invasero ma pensandoci realizzò una cosa.
Non si era mai preoccupata così tanto per qualcuno, per un ragazzo.
Voleva dire qualcosa?
Certo che voleva dire qualcosa, ne era innamorata.
E con questa certezza e l'infinità di domande che le volavano in testa si addormentò e sognò di nuovo il vicolo e l'uomo in nero con il coltello che l'aggrediva.
Il suo urlo che rompeva l'aria gelida di quella sera.




Tra mezz'oretta ultimo capitolo della giornata e con questo spero di essermi fatta perdonare :)
un bacione immenso, Dany

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: Festival ***


Giorno a tutti popolo di EFP :) mi spiace se ieri non ho pubbliucato il terzo capitolo come promesso ma il mio computer ha deciso di abbandonarmi proprio in quel momento non riprenderndosi fino ad adesso -.-"..... computer del cavolo... comunque ringrazio sempre Eleos99 e Benvenuti ad Anggbad che mi recensiscono e prometto di stare più attenta alla grammatica GIURO ahahah
Comunque spero continuiate a seguirmi e ricordate RECENSITE :)
Buona lettura....
[Revisionato]




-Allora Doll e Skelligton … mmmm... bello il banchetto e il tendone, la storia delle ricette è molto accurata e curata, direi che è quasi perfetta.. dico quasi perchè si può sempre migliorare- disse il professore passando in rassegna il ricettario e facendo qualche foto al banchetto come aveva fatto con tutti gli altri.
Quella mattina era un po' più attivo del solito, probabilmente solo per il fatto che avrebbe avuto cibo gratis e non avrebbe dovuto far lezione.
-Proviamo i dolci- disse il professore e mangiò un moro di tutto, -ottimo...buono, mmm forse un po' più dolce- e così assaggiò tutto.
Quando ebbe finito appoggiò la cartellina con le schede di valutazione e cominciò a compilarle con molti voti ottimi non sotto il 9.
Sally sorrise leggermente, -beh, direi che un bel nove a Skelligton ed un otto a Doll sarebbero perfetti- disse guardando i ragazzi.
-Veramente professore, Sally ha fatto un gran bel lavoro quindi si merita il mio stesso voto se non uno superiore- disse Jack parlando per la prima volta dal suo arrivo, mezz'ora prima.
-Sul serio Doll?- chiese il professore inarcando un sopracciglio; -non si fida delle mie parole professore?- chiese Jack vedendo che Sally non parlava, troppo shockata dalle parole del ragazzo; -certo che mi fido.. quindi nove ad entrambi- disse, li salutò ed andò al seguente banchetto.
Sally si sedette e rimase a fissare una delle tante torte in vendita, -grazie- disse dopo qualche minuto, -di niente, era vero.. tu non meriti un voto inferiore al mio- disse lui senza scomporsi con lo sguardo serio e le braccia incrociate.
Una ragazza bionda e molto carina, con una maglietta molto, troppo attillata che non lasciava niente all'immaginazione si avvicinò al loro banchetto e guardando Jack con uno sguardo molto provocante chiese una fetta del semifreddo.
Jack gliela servì e prese i soldi senza guardarla negli occhi, poi si risedette, -beh.. perchè non mi dai il numero di telefono? Mi piacerebbe uscire con te- disse la ragazza porgendosi sul tavolo e facendo allargare la scollatura della maglietta fucsia.
Sally le lanciò uno sguardo d'odio, ma che voleva quella? Se non si fosse alzata subito e se ne fosse andata le avrebbe tirato un pugno che probabilmente le avrebbe fatto scoppiare le tette.
Oh.. con che violenza stava pensando.
-Mi dispiace ma non interessa- rispose Jack senza alzare lo sguardo, -perchè no?- chiese lei avvicinando un'unghia smaltata alle labbra.
-Perchè in questo momento non mi interessano quelle come te- rispose sempre più nervoso il ragazzo, -come me?- chiese la ragazza ingenua.
Sally strinse il tubo della sedia finchè le nocche non sbiancarono, -te lo devo anche dire?- disse Jack inarcando un sopracciglio.
-Tu sei un cretino.. c'è gente che fa la fila per me e tu dici di no al mio invito per stare con questa?- disse la ragazza guardando con disgusto Sally che si alzò e puntò un dito verso quella ragazza.
-Senti non ho neanche la voglia di discutere con una persona che come unico pensiero ha mettersi il fard e usare i ragazzi, quindi visto che c'è gente che magari vuole mangiare le nostre torte e non vuole passare solo per mettersi in mostra, ti dispiacerebbe andartene e filare via? Oh aspetta, forse è difficile ricevere un no per te, ho indovinato? Beh, è ora che apri gli occhi bionda, sono una pacifista ma se non te ne vai a rompere le palle a qualcun altro ti faccio mettere la testa a posto, chiaro? Ci siamo intese?- disse Sally fissando negli occhi la bionda che se ne andò impettita.
Sally fece qualche respiro profondo per calmarsi e si risedette, -direi interessante- disse Jack guardandola con la stessa espressione neutra che aveva usato con l'oca bionda.
-Perchè?- chiese Sally, -sembravi gelosa- disse lui, Sally sbiancò e sentì la gola secca.
Gelosa? La gelosia non era frutto di un interesse, di quanto tieni ad una persona tanto da non volerla dividere con qualcun altro?
Lei provava quello per Jack?
-Beh.. - cominciò a dire la ragazza cercando di trovare una scusa plausibile; ma ad un tratto si bloccò irrigidendosi mentre guardava lui che si avvicinava.
Lui.
Oogie.
Oogie con un braccio rotto, che zoppicava e con un occhio nero.
Jack si avvicinò istintivamente alla ragazza appena vide il perchè quel silenzio.
-Ah bene.. - disse Nelson sorridendo, gli mancavano due denti.
-Che vuoi Oogie?- chiese Jack acido, -oh, niente da te, voglio parlare con lei- disse indicando Sally che rabbrividì.
Sentì che una mano calda le si appoggiava alla schiena e le premeva leggermente, era di Jack, -e se lei non volesse?- chiese lui fissando con odio il ragazzo.
-Chiediamolo a lei- disse Nelson guardandola alzando un sopracciglio; -io non voglio parlare con te. Non voglio vederti neanche! Ti rendi conto di quello che mi hai fatto?!? Sei un bastardo, un verme.. cercare di stuprarmi mentre eri ubriaco, e sai perchè non ti ho denunciato? Perchè ti sei già meritato quel braccio rotto e il tuo faccino rovinato- disse acida Sally alzandosi di colpo.
La rabbia stava sgorgando dal suo sguardo, tanta rabbia che Nelson si stupì.
L'aveva sempre vista come una ragazzina debole, da plasmare, usare e buttare via.
-Ammettilo che ti è piaciuto, Doll- disse lui alzando una mano e prendendo il viso della ragazza fra le dita, -tu mi fai schifo!- disse continuando a fissarlo.
-Non. Osare. Toccarla- disse Jack prendendo il polso di Nelson e facendoglielo cadere, -e vattene- aggiunse dopo.
-Perchè la difendi Skelligton? Ah.. fammi indovinare,oltre a scopartela,  te ne sei innamorato eh? La piccola Doll ti ha stregato?- chiese Nelson sorridendo leggermente.
Jack non rispose, -vattene- sussurrò Sally e questa volta il ragazzo si girò e se ne andò.
Jack abbassò lo sguardo e si sedette, Sally lo guardò.. sembrava  scosso. Molto scosso.
Gli appoggiò una mano sulla spalla e la spostò fino al suo viso, uno strano desiderio la stava facendo preda.
Alzò un po' la mano e gli accarezzò la guancia, lui si beò per qualche momento di quel calore e chiuse gli occhi.
-Che.. che stai facendo?- chiese il ragazzo alzando una mano e avvolgendo quella della ragazza sulla propria guancia.
-Ti sto confortando no?- chiese lei sorridendogli leggermente e chinandosi per aver il viso alla sua stessa altezza.
-Sei troppo per me- sussurrò lui poggiandole una mano sulla guancia per avvicinarla al suo volto.
In un momento le sue labbra raggiunsero le sue e la trasse a sè lei si lasciò andare.. era la prima volta che si lasciava andare davvero, non preoccupandosi di quello che sarebbe successo o che stava accadendo.
Era una bella sensazione quella.
Le sue mani andarono a finire sulle sue spalle e con una lieve pressione la fece sedere sulle sue gambe.
Sally gli avvolse le braccia intorno al collo e lui le avvolse sulla sua schiena.
Il bacio si faceva sempre più passionale, finchè con dolcezza Jack non chiese accesso alla sua bocca e lei timidamente glielo concesse schiudendo leggermente le labbra.
La lingua di Jack accarezzò il labbro inferiore della ragazza con dolcezza e stava per andare un po' più in profondità quando qualcuno si schiarì la voce dietro di loro e Jack si staccò
Rachel li stava guardando con sguardo malizioso e si stava sforzando di non scoppiare a ridere, appena Sally la vide si alzò bordeaux in volto.
-Ciao.. Rachy- la salutò -ciao Sally.. vedo che hai scelto l'opzione numero due- disse sorridendo leggermente, -shhh- disse Sally.
-Opzione due?- chiese Jack sorridendo, -niente, lascia stare- disse Sally lanciando un'occhiataccia alla migliore amica.
-Beh, mi sono liberata per venti minuti da quella riunione di famiglia che continuerà fino a stasera promettendogli un dolce quindi sono venuta a comprare qualcosa- disse Rachel prendendo il portafoglio.
-Tieni- disse Jack porgendogli un fagotto con dentro una torta che non era stata ancora tagliata, -quanto ti devo?- chiese Rachel.
-Niente.. è offerto dalla casa- disse Jack sorridendole, -eh brava Sally, oltre a figo anche gentleman- disse Rachel facendo l'occhiolino a Jack che rise.
Sally si battè la mano in fronte e si sedette, -ora devo andare ciao Sally- disse dando un bacio sulla guancia alla ragazza, -piacere di averti conosciuto Jack, ma ricorda, se le fai male ti spezzo le gambe- disse Rachy fissando il ragazzo che annuì. -tanto lo sai che scherzo... o forse no, quindi non osare nemmeno pensarlo- disse Rachy prima di correre via fra la folla.
-È simpatica- disse il ragazzo risedendosi, -è Rachel- rispose Sally ridendo leggermente.
Poi arrossì di colpo ripensando a cosa Rachel aveva interrotto e smise di ridere.
Jack la guardò sorridendo, e la vide con le gote rosse e le mani in grembo; -che c'è?- chiese.
-Questa cosa che è appena successa... che cosa vuol dire? Siamo.. siamo diventati..- Sally non sapeva che dire né come dirlo ma Jack la sorprese.
-Vuole dire qualunque cosa vogliamo- sussurrò lui, -e possiamo diventare quello che vogliamo- disse lui prendendole le mani; Sally guardò prima le loro mani e poi alzò lo sguardo su lui, -quello che vogliamo?- ripetè.
Jack annuì poi la sue espressione cambiò e ritornò seria, lasciò le mani alla ragazza e la guardò.
-Tu che vorresti che fossimo?- disse la ragazza chiudendo le mani a pugno; -non lo so Sally- disse lui alzandosi.
-Torno fra poco- disse andandosene senza che la ragazza potesse fare niente.
Trascorsero due ore e le loro torte andarono a ruba, Sally cercava di sorridere ma si vedeva che aveva tutta l'attenzione rivolta da un'altra parte.
Quando il festival finì il furgone pagato dalla famiglia Skelligton caricò il tavolo e il gazebo e Sally portò in una borsa gli ultimi avanzi di torte varie e i soldi incassati.
Mentre tornava a casa in bus lo sguardo era basso; perchè se n'era andato? Perchè l'aveva lasciata lì dopo tutte quelle cose dolci che le aveva detto?
Era solo un falso.
Un falso... le aveva fatto vedere un po' di luce, le aveva fatto provare cose che pensava di non poter provare mai più e poi gliele aveva tolte tutte. Probabilmente non voleva impegnarsi, non voleva avere a che fare così seriamente con lei. 
Ma non c'è la faceva a odiarlo.
Non ci riusciva.
Per quanto lo volesse, non ci riusciva.
Cominciò a respirare a grandi boccate per non piangere.
Uno. Buttò dentro e poi fuori l'aria dai polmoni.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
E continuò così finchè non arrivò alla sua fermata e scese dal bus con un groppo in gola che non riusciva a buttar giù.
La tentazione di andare a casa sua era molta.
Troppa.
Ma se l'avesse cacciata?
Se le avesse detto che non la voleva?
Che non le piaceva sul serio?
A quel punto gli si sarebbe rotto in due il cuore.
Si trascinò a casa e mise gli avanzi di torta in frigo ed i soldi nella borsa.
Glieli avrebbe portati il giorno dopo a scuola; insomma gli avrebbe dovuto parlare a scuola no?
Si fece una doccia veloce, ma aveva il pomeriggio ancora libero e senza Rachel disponibile non voleva uscire.
Non voleva uscire in ogni caso.
Maria era ancora dalla sua famiglia e in segreteria c'era un messaggio di suo zio che le diceva che il suo viaggio sarebbe durato ancora una settimana.
Rimase tutto il pomeriggio a guardare la tv, a leggere, a mangiare gelato ma il pensiero andava a Jack ed al suo comportamento.
-Perchè?- sussurrò a Jack, anche se non era lì fisicamente.
Si addormentò sul cuscino, e sognò.
Ma per la prima volta non era l'uomo che l'aveva aggredita nel vicolo, ma un ragazzo dagli occhi e i capelli scuri; la pelle diafana ed uno sguardo enigmatico.
E quel ragazzo se ne stava andando e non si stava voltando indietro.
La stava lasciando da sola.

A piangere.



Eccoci qui fine settimo capitolo :) per il prossimo aimè dovrete aspettare un po' muahahahahaha no dai scehrzo.. forse per dopodomani c'è la dovrei fare :)
Ringrazio sempre chi recensisce (le mie due abbonate ahahah loro sanno XD) ed invito voi a recensiere, seguire e leggere le mie storie (anche le altre non solo questa ahahahha )
Dany

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: Anniversario ***


Eccomi tornata (*cerca di non morire per l'infliuenza*); con l'ottavo capitolo di questa Jack&Sally, ringrazio sempre i miei due abbonati (Eleos99 e Benvenuti ad Anggbad) che sono sempre gentili e a cui voglio un mondo di bene:)
Ricordatevi di leggere e recensire;
Buona lettura...
[Revisionato]



A scuola non c'era.
Il suo banco era vuoto e non si fece vedere per tutta la giornata.
I soldi nella sua borsa pesavano, voleva toglierseli o solo usarli come pretesto per vederlo?
Mentre camminava pensava a come potesse affrontare la situazione, a cosa gli avrebbe detto ma era cosciente che appena l'avrebbe visto, appena se lo sarebbe trovato davanti sarebbe crollato tutto.
Tutto quanto.
Arrivò davanti a villa Skelligton e rimase qualche momento lì davanti, fece un respiro profondo e suonò il campanello.
Niente.
Suonò un'altra volta.
Nulla ancora.
Suonò per circa cinque minuti ma nessuno venne ad aprirla né in cancello si aprì.
Guardò il muretto, non era troppo alto ed aveva dei rampicanti che lo percorrevano.
Senza pensarci accorciò la bretella della borsa e cominciò ad arrampicarsi sperando che i rampicanti fossero abbastanza resistenti.
Riuscì ad arrivare alla cima e guardò giù... i rampicanti in quel punto erano un po' meno robusti ma non poteva di certo rimanere lì in alto.
Si calò velocemente ma, come aveva visto prima, non erano molto robusti. Alcuni si ruppero sotto il suo peso e per tenersi con le mani a quei pochi che rimanevano ma scivolò e si graffiò tutti i palmi delle mani.
Cadde di sedere e se lo massaggiò leggermente, -ahia...- sussurrò alzandosi, “beh almeno era entrata” pensò avvicinandosi alla porta.
La trovò leggermente aperta.. strano; il cancello chiuso e la porta aperta?
Non ci pensò un momento ed entrò, tutte le luci della casa erano spente ed era immersa in un silenzio spettrale.
Non c'era nessuno.
O almeno così sembrava.
Sally si mosse leggermente nella casa, chiuse la porta ed accese la luce del salotto.
Prese la borsa e mise la busta dei soldi di Jack sul tavolo, stava per andarsene ma un rumore la distrasse.
Come un oggetto che colpiva qualcosa di morbido.
E il rumore continuava...
Sally si mosse verso il rumore ed oltrepassò il salotto e la cucina; veniva da una porta leggermente socchiusa e il rumore si stava intensificando.
Aprì la porta e ci si infilò dentro, si tolse la borsa e la appoggiò sul pomello, poi cominciò a scendere le scale che portavano ad un piano sotto la casa.
La temperatura si stava abbassando ad ogni gradino, poi arrivò ad un altra porta, l'unica porta che si poteva scegliere e il rumore era chiaramente dietro la porta.
Poi un altro rumore l'accompagnò, qualcosa di vetro che veniva calpestato e rotto a terra.
Come di bottiglie vuote.
Aprì la porta e vide Jack che indossava solamente un paio di pantaloni lunghi da ginnastica; era a piedi nudi sulla fredda pietra del seminterrato e aveva delle fasce che gli avvolgevano le mani.
Davanti a lui un sacco da box.
Ai suoi piedi bottiglie vuote di super-alcolici.
-Jack...- sussurrò la ragazza poggiando una mano sull'uscio della porta, lui continuava a colpire il sacco e la ragazza notò che le fasce intorno alle mani erano rosse, per via del sangue,e si chiese da quanto tempo fosse lì.
Si avvicinò e lo chiamò di nuovo, ma lui sembrava troppo ubriaco anche solo per sentirla.
Arrivò dove si trovava il ragazzo e gli appoggiò una mano sulla sua schiena, era bollente e sudata, ma  anche a quel contatto il ragazzo non smise di colpire il sacco.
-Jack, basta- disse la ragazza ma lui non l'ascoltò, i capelli gli ricadevano sul viso sopra gli occhi completamente attaccati alla fronte per via del sudore.
Allora fece quello che le passò per la testa, si mise davanti al sacco ed aspettò di venir colpita, forse in quel modo l'avrebbe vista.
Il pugno non arrivò, Sally aprì il viso e vide che il ragazzo era chino su di lei, il respiro affannoso, le braccia che cadevano molli sui fianchi, il viso rigato dalle lacrime..
-Jack..- sussurrò lei e gli appoggiò le mani sulle guance, erano bollenti; gli tirò su i capelli e vide che gli occhi erano rossi come se avesse pianto per delle ore.
-Sally..?-la chiamò lui uscendo qualche momento da quella nebbia provocata dall'alcool che lo stava avvolgendo.
Due occhi preoccupati blu scuro che lo stavano osservando.
-Sì..sono qui, ma smettila di colpire questo sacco- sussurrò il suo angelo dai capelli rossi; lui annuì e si lasciò cadere a terra.
Sally lo prese al volo e ricadde sul pavimento sulla stessa botta di prima, soffocò il gemito di dolore e lo afferrò prima che sbattesse la testa a terra.
Gliela posò invece sulle sue gambe e gli accarezzò i capelli, -perchè stai facendo questo?- gli chiese guardandolo, lui si girò verso di lei e disse -perchè sei venuta qui?-, lei lo guardò, -non si risponde ad una domanda con un'altra domanda... io sono venuta per darti la tua parte di soldi e per parlarti- disse la ragazza continuando ad accarezzargli i capelli all'indietro.
-Lo faccio.. lo faccio, per cercare di dimenticarlo.. non lo voglio più sognare- disse il ragazzo ricominciando a piangere, -dimenticare chi?- chiese Sally.
-Mio fratello.. Jules- sussurrò il ragazzo, la cameretta.. il braccialetto.. ecco perchè era vuota e sembrava disabitata.
Sally rimase in silenzio e continuò ad accarezzargli i capelli; -è stata tutta colpa mia se è morto- disse il ragazzo.
Sembrava così indifeso in quella situazione, Sally lo guardò con dolcezza e capì.. lo aveva sempre trovato intrattabile e senza cuore solo per il fatto che lui lo nascondeva per proteggerlo da altri traumi.
Senza che lei glielo chiedesse Jack cominciò a raccontare, sempre scosso dai singhiozzi, di com'era morto suo fratello.
-Era un giorno di pioggia..di tre anni fa... papà e mamma.. ci volevano, ci volevano portare a fare un giro.. era uno di quei pochi giorni in cui eravamo tutti e quattro assieme.. adorava quei giorni Jules... i nostri erano sempre a lavoro ma era lui che gli portava a casa... era lui la luce che ci faceva sorridere.
Era un giorno di pioggia e ... e lui voleva salire davanti, era il posto peggiore per star in macchina... ed io lo sapevo.
Gli avevo detto di andare dietro ma poi non avevo insistito; facemmo un incidente e .. e il posto davanti fu l'unico colpito.
I medici ci dissero che non aveva sofferto.. il colpo lo aveva ucciso.. quasi non se n'era accorto ma io l'ho sentito..ho sentito il suo urlo, l'ho tenuto fra le braccia per tutto il tempo in cui sono arrivati i medici.. c'era tanto sangue e i suoi occhi luminosi .. erano chiusi e non si aprivano.. non si aprivano.. l'ho scosso, l'ho chiamato ma niente. Me lo hanno strappato mentre i miei piangevano dietro di me, mia mamma urlava come se gli avessero strappato il cuore, mio padre tremava... io ero in silenzio.. lo fissavo, lo scuotevo.. doveva svegliarsi, dovevano andare a divertirci quel giorno.
Quando mi dissero.. mi dissero che era..era morto ho preso a pugni il medico, mi dovettero tenere in tre per non ucciderlo di botte... Jules.... mi dispiace- disse in preda ai singhiozzi.
Sally pianse con lui.. si era commossa... si asciugò in fretta le lacrime con la manica e lo fece alzare.
Doveva essere lei quella forte in quel momento.
-Alzati- disse al ragazzo che la guardò e si alzò seppur traballante, lei lo prese e lo sorresse anche se pesava molto, piegò bene le ginocchia e si alzò anche lei.
Salirono fino al salotto dove lei lo fece appoggiare sul divano coprendolo con una coperta, preparò delle tisane e dei biscotti secchi.
Non voleva di certo che vomitasse tutto.
Glieli portò e lui si rifiutò di mangiare, -se mangi e bevi e magari riposi, risponderò alla tua domanda su quello che è successo- disse la ragazza.
Lo sapeva che era una cosa che voleva sapere Jack ma per la prima volta voleva dirlo anche lei.
E non da sbronza.
Lui sgranò gli occhi e sussurrò, -davvero?- chiese, -davvero, però ora bevi, mangi e dormi- disse la ragazza portandogli la tazza alle labbra.
Lui la bevve seppur con qualche smorfia di disgusto e mangiò due biscotti, Sally lo fece distendere e prese una bacinella d'acqua, lo coprì con una leggera coperta facendogli lasciare fuori le mani.
Mentre lui sonnecchiava, gli tolse le bende dalle mani e gli pulì le ferite in carne viva e rossa finchè non tolse tutto il sangue.
Poi gliele rifasciò ed aspettò lì seduta per qualche momento.. a guardarlo, a toglierli i capelli che gli ricadevano sugli occhi a sistemargli al colperta...
Poi sentì le mani pizzicare e le guardò, i palmi erano completamente percorsi da croste leggere e da graffi profondi.. si alzò e se le lavò, erano prese quasi come quelle del ragazzo.
Trovò un po' di acqua ossigenata e se la mise, un gemito di dolore le sfuggì dalle sue labbra mentre la schiuma bianca le usciva dai palmi.
-Hey... stai bene?- chiese Jack alzandosi, -sì.. è solo l'acqua ossigenata- disse lei stringendo i denti.
-Fai vedere- disse il ragazzo facendo qualche passo; -non serve, Jack tu riposa, eri piuttosto sbronzo prima- disse la ragazza aspettando che la schiuma finisse.
-Reggo bene l'acool Doll.. se non sarei riuscito a raccontarti di ..mio fratello  e non mi sarei ricordato della tua promessa-
La ragazza sbuffò leggermente e Jack avvicinandosele prese un po' di cotone e cominciò a tamponare i palmi della ragazza che si irrigidì leggermente nonostante il tocco del ragazzo fosse gentile e dolce.
-Volevo ringraziarti- sussurrò lui continuando sullo stesso palmo, -poche persone sarebbero rimaste con me e si sarebbero prese cura di me- aggiunse dopo guardando negli occhi la ragazza.
Lei ci pensò su.. le era sembrato spontaneo, aiutarlo e prendersi cura di lui.
E si chiese.. in fondo l'amore non è mettere la felicità dell'altro davanti alla propria?
-Perchè te ne sei andato ieri?- chiese lei, -perchè non posso permettermi di soffrire ancora.. potrei morire, e so che non sono abbastanza per te- disse il ragazzo abbassando lo sguardo e la voce.
-Tu sei esattamente quello che voglio- sussurrò lei prima che potesse fermare le proprie labbra.
Jack la guardò alzando lo sguardo, -anche dopo quello che ti ho fatto? Come mi son comportato?- chiese lui, -sì- rispose seccamente lei.
-Dimmi che cosa ti è successo- disse il ragazzo; Sally abbassò lo sguardo e chinò la testa.
-È successo due anni fa... avevo accompagnato Rachel alla fermata e stavo tornando a casa a piedi.. cosa che ancora adesso faccio piussto fatica a fare.
Lei voleva accompagnarmi ma io ...io avevo detto che non serviva.. lei si da la colpa perchè non ha insistito.. ecco perchè non le ho voluto dire di Nelson...
Comunque stavo camminando, avevo la mia bella cartella, i codini ai capelli, ero giovane, Maria mi diceva di stare attenta ai vicoli ma finchè non ti succede non ci conti molto... stavo camminando e sentii che c'era qualcuno vicino a me. Mi girai, e c'era un uomo che camminava.. non ricordo il viso, ricordo solo che aveva i vestiti neri e i guanti.
Aumentai il passo e sentii che lui cominciava a correre, volevo urlare e lo stavo facendo ma due mani guantate mi tapparono la bocca.
Poi mi alzò di peso e mi sbattè a terra, la botta in testa mi stordì e non capii più niente, mi strappò i vestiti e ... ed ... insomma, lo ha fatto, credo di essere svenuta un paio di volte mentre mi... mi stuprava.
Mi trovò un vecchio e mi portò in ospedale, dove raccontai tutto.. o almeno quello che mi ricordavo.
Adesso penso che sono fortunata a non essere incinta, mi trovarono una costola rotta e in un lago di sangue, non so perchè ma probabilmente non era contento perchè mi ha fatto questo- disse Sally sollevando la maglietta fino a circa il reggiseno.
Una cicatrice le percorreva da sotto il seno fino all'ombelico; era bianca ma non sbiadita e si vedeva molto bene.
Jack avvicinò la mano e la sfiorò, Sally rabbrividì ma lo lasciò fare mentre tracciava una scia bollente sulla sua pelle.
-Non lo hanno preso se è questo che ti chiedi- aggiunse dopo guardando il ragazzo; -mi chiedevo spesso quando ci saremo rivelati questi segreti.. direi che ora siamo vicini, come dicevi tu- disse il ragazzo riabbassando la maglia di Sally.
Lei lo guardò e rialzò la mano, lui finì il lavoro e le fasciò le mani, -grazie..- sussurrò lei riabbassando le mani.
-Ti ho messo lì i soldi- disse lei dopo qualche momento di silenzio; -non li voglio quei soldi, tienili tu- disse il ragazzo guardandola negli occhi.
-Ma..ma, non è giusto.. insomma hai fatto anche tu il lavoro- disse lei, lui le si avvicinò e le posò una mano sui fianchi, -Doll mi puoi fare un favore?- chiese lui.
Sally annuì, -non dire niente per cinque minuti e baciami- disse il ragazzo, lei sorrise e si avvicinò a lui tenendogli le mani sulle guance.
Le labbra della ragazza trovarono presto quelle di Jack che sorrise mentre la baciava.
Le mani vagarono sulla schiena e tornarono su, facendo il percorso svariate volte mentre lei schiudeva le labbra meno timidamente dell'ultima volta.
Quando però stavano per andare ancora avanti e la lingua di Jack aveva appena sfiorato quella di Sally, il telefono di quest'ultima cominciò a squillare.
-Oh no..- rispose Jack guardandola e scoppiando a ridere, anche lei rise e rispose, -ciao Rachy- disse con la voce un po' rotta Rachy se ne accorse e disse – ho interrotto qualcosa?-.
-Qualcosina.. quindi fai presto che succede?- disse Sally sorridendo, -wowowowowow siiiii!!!! comunque cosa ti ha dato il professore? Così so finalmente se andiamo o no a questo benedetto viaggio!- disse tutta eccitata la bionda,-ah... ho preso,9- disse Sally guardando il vuoto ad occhi spalancati.
-Perfetto! Quindi il viaggio si fa..- disse Rachel, -sì- disse solamente la ragazza.
Un viaggio.. adesso? Guardò Jack che l'osservava, non voleva lasciarlo lì, adesso che lo aveva trovato.
-Va bene, dai , un giorno vengo lì e scegliamo dove andare... adesso vi lascio.. e Sally non fare niente che io non farei- disse Rachy chiudendo la chiamata.
Sally si sedette sul bancone con il cellulare fra le mani e la testa china, -a che pensi?- chiese il ragazzo appoggiandole le mani sulle gambe.
-Al viaggio... questo voto era importante per me perchè se avessi preso un voto alto e quindi avrei avuto un buona media, mio zio mi avrebbe pagato un biglietto e un soggiorno per qualche giorno in Europa- disse la ragazza.
-Beh e non sei contenta?- chiese lui sorridendole, -sì, certo .. ho sempre voluto viaggiare ma..- cominciò lei, -ma?- chiese lui appoggiandosi alle sue gambe, -ma non voglio lasciarti adesso che ti... ti ho trovato- sussurrò lei guardandolo.
Lui rise leggermente, -devi andarci- disse lui, lei lo guardò e sollevò le sopracciglia, -sì,vacci .. insomma l'amore non è mettere la felicità dell'altro davanti alla propria?- disse sorridendole.




Awww.. adoro questo capitolo,no so perchè ma mi piace :)
 come anticipavo prima, sono sotto antibiotico e con un febbrone atroce quindi scusate se non pubbliherò con la stessa velocità perchè anche solo scrivere queste frasi mi costano uno sforzo mentale che non vi immaginate:(
Comunque al prossimo capitolo,
un bacio, Dany

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9: Viaggio ***


Eccomi tornata, (ancora malata -.-") ma qui con voi ahahh,mi scuso per la scarsa qualità del capitolo,o almeno a me pare così, ma fatemelo sapere con una recensione :))))
Probabilmente per i prossimi capitoli, la distanza sarà questa, perchè dovrò receuperare una settimana di studi e nella mia scuola una settimana è pari a tre mesi e mezzo -.- (ditemi se si può..);
comunque so che a voi non interessa molto quindi vi lascio al capitolo
Buona lettura...
[Revisionato]


 

-Atene... Madrid... Roma.... New York, anche se non è in europa...e?- chiese Rachy assorta nel suo pc mentre scorreva tutti i viaggi e le tariffe.
-Ho un budget Rachel.. ricordatelo- disse Sally distesa a pancia in giù -potete andare dove volete, se è troppo quello che manca te lo do io- disse Jack di fianco a lei con un cuscino sopra la testa.
-Questo ragazzo lo adoro!- esclamò Rachel, -non voglio i tuoi soldi- disse la ragazza girandosi verso di lui.
Lui sbuffò e le lanciò il cuscino che aveva sopra il viso, -potreste andare a Verona.. non c'è molta gente e c'è l'arena, la terrazza di Giulietta e Romeo... oppure Parigi.. la città degli innamorati oppure Venezia.. è un po' affollata ma ne vale decisamente la pena- disse il ragazzo cercando di accorciare quella “riunione” fra le due a cui Sally l'aveva trascinato.
-Mmmm... belle scelte- disse Rachel; Sally si girò e si avvicinò al ragazzo che le sfiorò la guancia con la mano.
-Venezia- disse Sally senza girarsi, -sicura?Io avrei detto Parigi.. ci sono troppi bei negozi!- esclamò Rachy.
Jack si alzò e le sfiorò l'orecchio con le labbra sussurrando, -a Parigi ti divertirai con Rachel.. appena torni ti porto io a Venezia promesso- disse lasciandole un bacio sul collo.
Sally avvampò d'un tratto, non si era ancora abituata  a quei tocchi ed a quelle attenzioni.
-Va bene.. ringrazia Skelligton se mi ha convinto, Parigi sia- disse la rossa rimettendosi a sedere sul letto.
-L'ho sempre detto che io adoro questo ragazzo!- disse Rachel guardando con gioia i due ragazzi.

-Oddio!- urlò la bionda mentre camminava con Sally verso l'hotel in cui avevano prenotato, appena varcarono la soglia Sally si bloccò e scandì tre parole – io. Lo. Uccido-.
-Io lo amo invece!- disse Rachel guardandosi intorno, quello doveva essere un albergo per soli vip da quanto bello e lussuoso era solo nell'ingresso.
Tendoni color bordeaux decoravano i muri, colmi di quadri ritraenti paesaggi di Parigi e belle donne.
Tavolini con riccioli dorati sui lati tenevano su vasi di rose fuori; il pavimento era completamente formato da tasselli di marmo bianco e nero.
Tappeti dello stesso colore delle tende portavano verso la receptions, -bonjour madame- le salutò il receptionist.
Sally lo guardò aveva studiato un po' il francese in procinto del viaggio e rispose -bonjour.. nous.. nous avons une reservation avec prènom Doll- disse la ragazza cercando di farsi capire.
-Ah.. oui pui, cettes sont le cles.. chaussè 2 et chambre 25- disse il receptionist sorridendo alla ragazza.
-25? Che bel numero!- disse Rachy apparendo nel quadretto, -ah vous siete italiane?- disse il receptionist cercando di parlare bene quella lingua che aveva imparato.
-Parli la nostra lingua?- chiese Rachy mentre gli brillavano gli occhi guardando il giovane, -un peu- disse il ragazzo sorridendo alla bionda che si girò verso Sally,-so già che mi divertirò- disse la ragazza facendo l'occhiolino al ragazzo bruno davanti a lei.
Lui le sorrise e stava per dire qualcos'altro quando il suo capo irruppe nella situazione e le due ragazze furono costrette a sloggiare ed andare nella loro stanza.
O almeno quella che doveva essere una stanza...
era troppo grande..
Troppo lussuosa.
Praticamente una suite grande come un appartamento.
-Io. Lo. Torturo. E. Poi. Lo.Uccido!- disse lasciando cadere le valige a terra.
-Io lo bacio e poi vado a vederci un film come una bimba innamorata- esclamò la bionda guardando la stanza.
Due letti singoli in una stanza, più un bagno con vasca idromassaggio, più un balcone, più una specie di bar personale, più un piccolo salotto.
Ma che diamine!
Prese il cellulare e compose il numero del ragazzo, -pronto?- rispose dopo tre squilli come al solito; -ma che diamine Skelligton- rispose la ragazza.
-Hey, hey che succede? Neanche un “mi manchi”?- ghignò lui; -perchè? Ti ho detto che non volevo i tuoi soldi.. tu ci hai pagato una suite! UNA SUITE!- disse la ragazza urlando tanto che aveva paura di rompere il cellulare.
-Hey se ti disturba a Venezia dormiremo in un ostello... ma non urlare mi stai rompendo un timpano!- disse lui, Sally si calmò e rise leggermente.
-Va bene- disse in un sussurro, -ora posso avere quel “mi manchi?”- disse addolcendo il tono.
-Mi manchi Skelligton.. mi manchi dannatamente- disse la ragazza sorridendo, -ohhh sento affetto Doll- disse lui ridendo, -stupido- disse lei chiudendo la chiamata.
Rachel nel frattempo si era fiondata in camera da letto ed aveva aperto tutte le ante dei due armadi e stava svuotando le sue valige sul letto.
-Allora?- chiese quando Sally la aggiunse, -allora ho un ragazzo stupido- disse la rossa sedendosi sul letto pieno di vestiti , scarpe e vari prodotti di bellezza dell'amica.
-Tesoro.. tu sei innamorata pazza di lui- disse Rachel cominciando a piegare un vestito giallo canarino e mettendolo dentro l'armadio.
Sally la guardò, -allora... tu e quel ragazzo eh?- chiese sorridendo, -che ragazzo?- chiese Rachel continuando a mettere a posto quel numero incalcolabile di scarpe col tacco.
-Quello della reception...- sussurrò la rossa, -beh.. è carino dai- disse Rachel.
-Solo carino? Ti stava mangiando con gli occhi- disse Sally con un sorriso malizioso; -davvero?- chiese la bionda, -davvero- disse Sally ridendo e prendendo le sue valigie.
Passarono una buon'ora a mettere a posto i bagagli e si fece ora di sera, si cambiarono e cominciarono a pensare a che fare quel la sera.
-Io ho un po' di fame- disse Rachy, -potremo mangiare qui al ristorante e poi fare un giro no?- disse Sally.
-E dove andiamo? Non conosciamo niente di questa città- disse Rachy alzando le braccia; -beh, intanto andiamo a magiare- disse la rossa infilandosi le scarpe.
In dieci minuti erano al piano di sotto al ristorante dell'albergo e stavano per ordinare, Sally si guardava intorno ancora infastidita dalla scelta del fidanzato troppo lussuosa, Rachy invece si chiedeva dove fosse quel giovane francese che l'aveva salutata quella mattina.

A chilometri di distanza, però qualcosa stava accadendo.
Jack era disteso comodamente sul divano con un libro in mano e lo sguardo annoiato.
Sally sarebbe tornata dopo tre giorni e sapeva già che si sarebbe beccato molte parole per aver regalato a lei e Rachel la camera.
Sorrise pensando alla sua faccia imbronciata con le sopracciglia corrugate e gli occhi socchiusi.
Le mancava.. era la prima volta che provava un sentimento del genere per nessuna ragazza.
Era quella giusta.
La camicia leggermente aperta sul davanti e la giacca gettata a terra, sarebbero state detestate da sua madre.
Veronica era una donna molto metodica e dalla morte di Jules, come suo padre, si era rintanata nel lavoro di stilista, nei suoi amati viaggi per le sfilate o per i casting delle modelle.
Da quell'incidente però si era disinteressata al figlio maggiore, troppo logorata dal dolore e troppo presa dal lavoro.
Qualcuno bussò alla porta, Jack mise il segnalibro al centro del libro e lo mise sul divano.
Si passò una mano fra i capelli cercando di metterli meglio che poteva ed andò alla porta.
Aprì a porta e si ritrovò davanti Nelson Oogie.
-Che vuoi Oogie?- disse lui senza aprire completamente la porta, si era tolto il gesso sul braccio, forse troppo presto ed era solo fasciato.
L'occhio era ancora nero e sembrava zoppicasse ancora, -beh, neanche un ciao, Skelligotn?- disse, -che cosa vuoi Oogie?- disse di nuovo a dentistretti.
-Beh... non abbiamo terminato la nostra discussione, ma visto che la Doll non è presente.. non ci disturberà- disse facendo qualche passo scrocchiando le dita di una mano.

Le due ragazze dopo una serata tranquilla, andarono a letto e quasi si addormentarono sul colpo per via del fuso orario.
Prima di mettersi a letto Sally prese il cellulare e scrisse un messaggio a Jack.
“Buona notte Skelligton, non dimenticarti di me, mi manchi”.
Di certo non era molto romantico ma del resto Sally non lo era mai stata come Jack.
Chiuse gli occhi e si addormentò.
Il mattino dopo Sally si svegliò presto e guardò il cellulare, strano.. Jack non le aveva risposto cosa che non era mai successa dopo che si erano messi ufficialmente insieme.
Appoggiò  di nuovo il telefono sul comodino e si preparò all'arduo compito di svegliare la migliore amica.
Cominciò leggermente toccandole la spalla e il viso, poi le tolse la coperta di dosso ma niente, la bionda continuava a dormire beata.
Allora cominciò a farle il solletico ai piedi ma niente, sbuffò togliendosi i capelli rossi da davanti il viso e saltò sopra l'amica finchè lei non urlò dallo spavento.
-Buongiorno bella addormentata, se il salto non funzionava andavo giù e chiamavo il receptionist per darti il bacio del vero amore- disse la rossa scendendo dal letto ridendo.
-Non sarebbe..stato..male- disse la bionda sbadigliando, -beh.. oggi che facciamo?- chiese Sally vestendosi.
-Oggi? SHOPPING!- urlò la ragazza, -insomma siamo a Parigi!- aggiunse dopo sempre urlando.
Sally sospirò.. tanto non avrebbe fatto cambiare idea all'amica, quindi si vestì comoda ed indosso delle scarpe da ginnastica.
Se la conosceva bene, l'avrebbe fatta camminare per delle ore intere.

-Tu.. tu .. tu.. non so nemmeno che dire Jack! Insomma vengo qui per due giorni per trovarti e ti trovo a  fare a botte con un ragazzo!- urlò Veronica Skelligton guardando il figlio seduto sul letto con un sacchetto di ghiaccio sul fianco.
L'unico colpo che aveva ricevuto da quello stupido era perchè si era distratto per l'urlo disumano che aveva tirato sua madre appena entrata. Probabilmente gli sarebbe venuto fuori un gran bel livido nerastro.
-Ha cercato di picchiare la mia ragazza e visto che l'ho picchiato quella volta, voleva vendicarsi con me visto che la nostra ultima chiacchierata è stata interrotta da Sally- sputò il ragazzo con occhi bassi prima di poter fermare le proprie labbra.
-Ragazza?Il suo nome è Sally? Perchè non me ne avevi parlato ?- chiese la donna curiosa, -perchè non ne volevo parlare con te- disse il ragazzo guardandola.
-Perchè no? Io vengo a casa e oltre a trovarti a menarti con un altro ragazzo per qualsiasi motivo, scopro anche che ci sono dei segreti.. che hai una ragazza e non me lo hai detto- disse la donna guardando il figlio.
-Tu avresti potuto avvisare del tuo arrivo e magari non mi avresti trovato in quella situazione- disse il ragazzo, -io avvisare? Questa è casa mia- disse la madre sedendosi su una sedia con un bicchiere di acqua in mano.
-Casa tua? Ma se non vieni qui da quanto? Due anni e mezzo? Tre?- chiese alzandosi Jack, -Jack.. non cominciare ti prego- disse la madre.
-No non smetto, da quando è morto Jules tu e papà non venite più qui. Vi rifugiate nel lavoro per non affrontare il dolore ...e mi avete lasciato solo! Completamente solo con il fantasma di mio fratello! Ed ora ... ed ora vieni qui a dirmi che non devo fare certe cose.. mamma ormai io e te non ci parliamo più. Non ci vediamo più. Ormai non siamo più una famiglia, da quell'incidente non lo siamo più- disse sputando tutto quello che si era tenuto dentro contro la madre.
Lei lo fissò per qualche momento nel più completo silenzio, poi si alzò e si avvicinò al figlio inginocchiandosi davanti a lui, indossava delle calze nere molto leggere ed un tailleur nero con una camicia bianca sotto.
Mise una mano sulla guancia del figlio e lo abbracciò prima che lui potesse fare qualsiasi cosa.
E pianse.
Sua madre che non piangeva da quando aveva perso il figlio minore.
Pianse.
Pianse come non aveva mai fatto aggrappandosi al figlio.
-Mi dispiace Jack.. io non riesco a tornare in questa casa senza che qualsiasi cosa mi ricordi il mio piccolo Julian- sussurrò la madre una volta ripresa dai singhiozzi.
Jack la strinse leggermente accarezzandole la schiena, -io.. non so se riesco a perdonarti mamma, né tu, né papà- sussurrò il ragazzo.
-Lo capisco.. tesoro- disse la donna accarezzandogli una guancia, e guardandolo negli occhi, -e so di non essere stata una buona madre, ne sono cosciente.. e so che ti servirà tempo.. quindi quando ti serve qualsiasi cosa, chiamami- disse la madre alzandosi e asciugandosi in fretta il trucco colato.
Jack non disse niente, non voleva dire niente.
La salutò solamente prima che se ne andasse e si chiuse la porta alle spalle buttandosi sul divano e chiudendo gli occhi.
Voleva solo andarsene.
Andarsene da quella situazione.
Andare da lei e dimenticare tutto.





eccoci alla fine.. lo so è un capitolo un po' così.. non so se esserne felice o no.. ma con la febbre il mio lavoro va a picco di qualità...credo.
Comunque ci vediamo al prossimo capitolo.
Un bacio ,Dany

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10: Partenza ***


scusateeeeeee per il ritardo ma motivi di salute sopratutto sia miei chein famiglia il mio computer è stato messo da parte, comuuuuuunque questo capitolo lo dedico a Eleos99 che recensisce sempre ed è sempre stata una mia grande sostenitrici....
mavi lascio al capitolo,
buona lettura
[Revisionato]



-Finalmente.. non mi sentivo più le gambe- sussurrò Sally scendendo nella hall dell'aereoporto; la bionda si avvicinò a Sally che scrutava la folla e gli indicò sua madre che le guardava -va bene allora ti lascio al tuo innamorato, mia madre sarà super preoccupata e vorrà sapere tutto di questo viaggio.. ciao e ringrazia Jack- disse Rachy dando un bacio sulla guancia alla ragazza e correndo a tutta velocità verso la stanza dove si ritiravano i bagagli.
-Ciao Rachy- disse Sally vedendo l'amica sparire tra la folla; due braccia la strinsero da dietro e lei riconobbe l'odore famigliare del ragazzo.
-Jack...-sussurrò ancor prima di girarsi, -ciao Bambolina- le sussurrò a lui all'orecchio per poi farla girare e baciarla, forse un po' troppo appassionatamente per essere in mezzo ad una moltitudine di persone.
-Hey...a che devo questa manifestazione d'affetto?- sussurrò lei quando lui si staccò ma non del tutto, aveva sempre una mano sul suo fianco.
-Niente di che- rispose lui alzando le spalle; -ah niente di che?- chiese lei alzando un sopracciglio.
Lui la tirò di nuovo a sé premendo leggermente sulla basse della schiena per attirarla il più vicino possibile.
-Niente di che- le sussurrò a fior di labbra il ragazzo accarezzandole una guancia, gli occhi socchiusi dentro quelli ben aperti della ragazza.
-Mi sei mancata, Bambolina- sussurrò prima di ribaciarla, ma questa volta solo a stampo, il che lasciò con le labbra ancora protese verso quelle del ragazzo.
-Andiamo a prendere le tue valige- sussurrò prendendola per mano ed andando nella direzione che aveva preso prima Rachy.
-Sei molto carina con questo vestito- le sussurrò quando presero le sue valigie, Sally arrossì, indossava un vestito nero a piccoli pois bianchi sopra il ginocchio, aveva la gonna leggermente ampia ed il corpetto senza maniche.
L'aveva comprato a Parigi in un negozietto di seconda mano vicino alla Tourre Effeil, dopo un'ora di richieste snervanti di Rachel.
-L'ha..l'ha scelto Rachy, grazie... tu che hai fatto mentre non c'ero?- chiese lei, -mm.. vediamo.. ho ricontattato quella ragazza del festival scolastico, sai quella la a cui tu quasi saltavi addosso? Eh sì,l'ho chiamata ed insieme abbiamo avuto una love story da film- disse scherzando.
Lei gli tirò una gomitata proprio nel punto dove aveva il livido che gli aveva fatto Nelson e gemette di dolore, Sally se ne accorse e disse subito, -ti ho fatto male? Scusa.. non credevo fossi cosìforte- disse mortificata.
-No tranquilla.. non sei tu, appena arriviamo a casa ti spiego che è successo- sussurrò afferrando il borsone di Sally e mettendoselo sulla spalla.
Il viaggio si ritorno fu molto silenzioso, tornarono in autobus e visto che c'era solo un posto, Sally si sedette sulle gambe si Jack che sembrava molto stanco e dopo mezz'ora di rompimento, il ragazzo aveva ceduto e si era seduto trascinando però la ragazza con sé.
Sally lo guardò preoccupata, sembrava più pensieroso del solito, gli posò una mano sulla spalla e lui gliela posò sul fianco avvicinandosela e prima che potesse fare qualcosa la baciò  forse più appassionatamente del dovuto, ma in quel momento non voleva rispondere alle sue domande e quella era la prima cosa che le era venuta in mente di fare.
Certo gli aveva detto che glielo avrebbe detto ma in quel momento non c'è la faceva.
Il viaggio fu tutto così: ogni qual volta Sally voleva domandargli qualcosa la baciava per zittirla e lei non ci pensava più
Quando fu il turno di scendere, Sally si alzò e Jack la seguì, scesero ed arrivarono a villa Skelligton.
-Jack che succede?- chiese la ragazza non riuscendo più a star zitta, -Oogie mi è venuto a trovare- disse il ragazzo aprendo il cancello.
-Oogie? E che è successo? Vi siete menati?- chiese la ragazza rabbrividendo, -esattamente.. ma poi qualcuno ci ha interrotto- disse il ragazzo mentre camminava verso la porta con la valigia della sua ragazza sulla spalla.
-Mia madre- disse il ragazzo a denti stretti, -tua madre?Raccontami- disse la ragazza andando direttamente in cucina.
-thè?- chiese, -non ho fame, né sete- disse lui sedendosi sul divano.
-Beh io sì e sto ancora aspettando- disse lei riempendo la teiera  di acqua, -voleva terminare il discorso che avevamo lasciato a metà al festival della scuola e mia madre è entrata in nel momento stesso in cui stavo avendo la meglio ed ha urlato- disse il ragazzo mettendosi una mano fra i capelli.
Sally prese una tazza e mise la bustina in infusione con l'acqua calda e si sedette di fianco al ragazzo mettendosi a gambe incrociate.
-E dopo?- chiese lei, -l'urlo di mia madre mi ha distratto e mi sono guadagnato questo- disse alzando la camicia per quello che potevo.
Si intravedeva solo una piccola parte di una chiazza viola scuro che sembrava enorme.
-Che??- esclamò Sally ed appoggiò sul comodino lì vicino la tazza, si avvicinò a lui e gli sbottonò la camicia per vedere l'ematoma.
-Non è niente Sally- disse lui cercando di riabbassarsi la camicia senza successo; -col cavolo niente Jack!- disse la ragazza, provando a sfiorare la macchia viola per vedere se gli faceva male ma non sembrava.
Jack le afferrò il polso dolcemente e se lo portò alla baciandole il dorso con lo sguardo sempre fisso sugli occhi della ragazza.
-Si..Sicuro che non..non ti faccia male?- chiese deglutendo Sally, sicurissimo come sul fatto che ti amo e che trovo adorabile la tua preoccupazione- disse il ragazzo con un lieve sorriso in volto.
-Continua... e tua madre?- chiese lei, lui sbuffò e buttò la testa all'indietro -niente.. abbiamo parlato ma non riesco a perdonarla per essere sparita-disse il ragazzo chiudendo gli occhi.
Ci fu qualche momento in cui non successe niente ma poi Jack sentì che Sally gli si accoccolava a fianco mettendo le gambe sopra le sue ed appoggiava la testa sulla sua spalla.
-Io non ti posso dire che cosa fare.. forse ho passato troppo poco tempo con i miei genitori ma comunque è tua madre... io non so cosa avrei dato per averli accanto, sopratutto mamma che mi faceva le treccine al mattino, mi dava un bacio sul naso quando ero triste per farmi ridere... o quando papà mi metteva sulle spalle..finchè non ti riguarda il tempo sembra infinito ma quando viene spazzato via.. capisci che ogni singolo momento era importante, conti come un matto ogni singolo istante che hai perso o sprecato.
Io non voglio dirti che cosa fare.. ma tu che ancora puoi, perdona tua mamma- disse la ragazza con lo guardo fisso davanti sé.
-Sally..- sussurrò lui accarezzandole la schiena, -va bene.. ma prima devo fare una cosa no?- disse stringendosela al petto.
-Cosa?- chiese lei, lui le sfiorò il collo con un bacio e sussurrò -ti devo portare a Venezia no?- disse lui baciandola sulle labbra e stringendola a sé.
-Quando partiamo?- chiese lei buttandogli le braccia al collo; -domani, così rientreremo appena prima che ricominci la scuola- disse lui sorridendole.
-Domani?? E io come preparo le valige in un pomeriggio????- esclamò la ragazza sbarrando gli occhi; Jack rise leggermente e gli tolse una ciocca di capelli da davanti agli occhi.
-Tu stai bene con qualunque cosa Sally, ti basterà buttare la prima cosa in valigia e sarà perfetta.. non voglio stare con la tua immagine, voglio stare con te- disse lui posandole un delicato bacio sulle labbra.
-Eh no, adesso devo andare a casa- disse lei alzandosi velocemente, Jack sospirò e la prese per un polso riportandola con sé sul divano.
-Cinque minuti- sussurrò lui ribaciandola, -è.. colpa... tua.. dovevi.. avvertirmi.. prima- disse lei ad ogni bacio.
-Va bene, testona di una Bambolina, però ti accompagno- disse il ragazzo alzandosi con lei.
Andarono a casa di lei che finalmente preparò la valigia cosa che occupò gran parte del pomeriggio e con un finale di una valigia grande con i vestiti e una piccola con le cose essenziali da una parte e un ragazzo addormentato sul letto per la noia dall'altra.
Sally non resistette e gli fece una foto con il cellulare prima di coprirlo con una coperta e accucciarsi vicino a lui addormentandosi nonostante fosse ora di cena.

-Sally.. svegliati... dai- le sussurrò all'orecchio Jack scuotendola leggermente, dopo cena la ragazza era letteralmente crollata sul letto e non si era più svegliata.
Jack si era già svegliato ed aveva già caricato tutto in macchina ma mancava una delle parti fondamentali che in quel momento stava russando alla grande.
-Hey...Bambolina?- la chiamò di nuovo il ragazzo sorridendo ed avvicinandosi alle sue labbra, -se non ti alzi subito giuro che ti butto giù- le disse ma neanche le minacce sembravano scalfirla.
Forse erano le pastiglie che aveva preso... da quando si erano messi ufficialmente assieme, prendeva per dormire delle pastiglie che le impedivano di avere gli incubi ma più che sembrava la mettessero in uno stato di morte apparente.
-Mmm- sussurrò la ragazza senza svegliarsi, -bambolina se non ti svegli giuro che ti bacio- disse ridendo il ragazzo appoggiando le labbra su quelle della ragazza dopo mezzo minuto che non si svegliava.
A quel punto gli occhi assonnati di Sally si aprirono leggermente mentre il bacio di Jack si appassionava; -mmm...- sussurrò di nuovo prima di stringere le braccia intorno al collo del ragazzo.
-Ecco ora sei sveglia- disse lui in tono da sbruffone allontanandosi ed alzandosi, ma non aveva calcolato che la ragazza era ancora appesa e per questo alzò anche lei.
-Dobbiamo andare?- chiese lei sbadigliando senza mollare la presa, -sì, Bambolina, il traghetto parte fra poco- disse lui prendendole i fianchi per alzarla meglio ed avere quel viso mezzo addormentato allo stesso livello del proprio.
-Facciamo una scommessa Doll, se entro dieci minuti diventi presentabile in macchina troverai un regalo- disse lui sfiorandole le labbra con le proprie.
-Dieci minuti?ma... sono pochi-sussurrò lei sbarrando gli occhi e staccandosi dal ragazzo.
-Tre..due uno. Tempo partito- disse Jack uscendo dalla stanza mentre Sally cercava di prepararsi.
Accese l'acqua calda e guardò i vestiti che si era preparata per il viaggio, li afferrò e li gettò in bagno, poi mentre velocemente l'acqua si scaldava di pettino i capelli e se li raccolse in alto.
Entrò in fretta e furia e si lavò, poi si vestì truccandosi con quello che le era rimasto fuori.
Uscì dalla stanza con il fiatone e andò in cucina dove il ragazzo la stava aspettando guardando una foto di famiglia, scattata appena prima della morte dei genitori, appesa nel salotto.
-Mmm... appena in tempo, nove minuti e mezzo- disse il ragazzo guardando l'orologio al polso; -stupido- sussurrò lei ridendo.
Lui andò da lei e le porse la mano, lei l'afferrò e chiuse casa appena uscita, poi si diresse verso la macchina con Jack.
-Il tuo premio di velocità è sul tuo sedile- disse il bruno salendo al posto del guidatore ed accendendo la macchina.
Sally salì e trovò un piccolo pacchettino nero e bianco sul sul sedile, lo prese, si infilò la cintura e mentre Jack partiva lo prese fra le mani.
-Cos'è?- chiese curiosa Sally, -se lo vuoi sapere aprilo- disse lui con gli occhi fissi davanti a sé.
La rossa aprì lentamente il fiocco e lo sciolse, poi tolse la il pacchetto e si trovò una piccola scatola nera in mano.
Guardò Jack... sembrava quella dove mettevano gli anelli... anelli? No.. non poteva essere.
No.
Lo aprì di scatto e sentì una strana sensazione di sollievo e delusione insieme. Una collana.
Una collana con un filo d'argento finissimo composto da tanti piccoli anellini lucidi che terminava con un pendente di una pietra a forma di cuore color smeraldo contornata da piccoli diamanti.
Era molto di valore.
-Jack.. dimmi che questo non è uno smeraldo grande come un tappo di una bottiglia contornato da diamanti- disse lei sbarrando gli occhi e prendendo il bellissimo gioiello in mano.
-Allora ti mentirei Sally- disse lui sorridendo, -quanto hai speso?- chiese lei non riuscendo a staccare lo sguardo da quel meraviglioso gioiello.
-Niente, era di mia nonna... quando ho parlato con mia madre di te lei ha deciso che lo dovessi aver te, se ero davvero innamorato di te- disse lui stringendo impercettibilmente il volante.
-Oh..- disse Sally senza sapere che altro dire, -è stupendo- sussurrò dopo, -è solo un gioiello ma sapevo che ti sarebbe piaciuto- disse sorridendo lui.
Sally si agganciò la catenina ed accarezzò il ciondolo sulla sua pelle, -dovresti vederti adesso.. sei bellissima- disse Jack.
-Occhi sulla strada Skelligton non vorrai fare un incidente- disse la ragazza ridendo, poi allargò un po' la cintura e gli diede un bacio sulla guancia sussurrandogli -ti amo Jack-.
E lo amava davvero.




ciauuu al prossimo capitolo,
un bacio,Dany

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11: Venezia ***


Giorno a tutti popolo di efp :) Come al solito sono in ritardo ma sembra che tutte le malattie mondiali si siano innamorate di me e non vogliano lasciarmi.. comunque dedico questo capitolo ai miei abbonati (loro sanno) e vi lascio a quello che davvero volete.
Buona lettura,
[Revisionato]



-Wow- sussurrò Sally appena il traghetto partì; si tenne stretta alla ringhiera finchè le nocche non sbiancarono, aveva leggermente paura nonostante Jack le posasse una mano sulla vita e l'altra la tenesse molto vicino alla sua sulla ringhiera.
-Ora non dirmi che non sei mai salita su un traghetto- disse lui con un sorriso appena accennato da una risata.
-No.Ridere.Di.Me- disse la ragazza chiudendo gli occhi, -forse prima avremmo dovuto vedere se soffrivi di mal di mare- disse Jack sfiorandole la schiena cercando di calmarla.
-Forse- rispose lei deglutendo e cercando di tenere la colazione dentro lo stomaco.
-Mi spiace- sussurrò lui stringendola leggermente, -non è niente.. - sospirò lei chiudendo gli occhi, forse se non guardava fuori il cibo sarebbe stato al suo posto.
-Vieni qui- sussurrò lui ma lei non si staccava dalla ringhiera, aveva la sensazione che se avesse lasciato del tubo di ferro la nave si sarebbe capovolta come il suo stomaco.
Fece segno di no con la testa, -fidati di me- le sussurrò lui prendendole entrambe le mani e staccandole dalla ringhiera.
-Comincia a contare i respiri- disse lui con tono dolce, Sally cominciò ad inspirare e mentre espirava, contava il numero del respiro.
Continuò così finchè Jack non la fece sedere su un posto rimasto libero e si appoggiò al suo bracciolo.
-Apri gli occhi e guardami, non guardare la laguna, non guardare il paesaggio, guarda solo il mio viso- disse il ragazzo girandole il viso verso il suo.
Sally gli aprì lentamente e li puntò in quelli del ragazzo che le sorrise, -va meglio?- le chiese, -decisamente- sussurrò lei sfiorandogli le mani.
Lui le sorrise e le diede un bacio sul naso, -resisti cinque minuti e poi arriviamo- disse in un sussurro.
-Ok... cinque minuti, c'è la posso fare- sussurrò la ragazza sorridendogli leggermente, -ti amo lo sai?- chiese lei, -sento affetto Doll- disse lui ridendo e traendola a sé per baciarla di nuovo.
I cinque minuti passarono molto velocemente, sopratutto per merito del ragazzo che appena la vedeva titubante o anche solo con un accenno di nausea la sfiorava e la baciava facendole perdere anche la concezione di essere lì.
Smontarono vicino piazza San Pietro e finalmente Sally potè respirare normalmente finalmente.
Jack cercò di prendere tutte le valige da bravo gentiluomo ma la testardaggine di Sally ebbe la meglio, non avrebbe permesso tutta la fatica a lui. Punto.
Arrivarono ad un hotel che non superava le 2  stelle, la receptions era povera; costituita solo da un bancone in legno finto, qualche quadro appeso alle pareti ed  una segretaria palesemente annoiata e probabilmente costretta a star lì,  appollaiata su una sedia girevole.
-Buongiorno.. prenotazione?- disse con un forte accento veneziano mischiato al fatto di essere probabilmente seccata per la visita di due ospiti, cosa che non sembrava succedere ogni giorno; aveva lo sguardo basso posato su una rivista di gossip.
-Sì, a nome Skelligton- disse Jack posandosi con i gomiti sul bancone, -un minuto che controllo- disse lei nella stessa posizione posando con noia la rivista,-ah sì ecco... stanza 15, secondo piano- disse porgendoli le chiavi e un modulo da firmare.
Jack fu veloce e le ripassò il modulo, solo a quel punto la ragazza alzò lo sguardo e lo posò sul cliente.. e che cliente.
Per un momento balbettò troppo presa dalla bellezza di quel ragazzo e riuscì a dire -buon soggiorno... e spero veniate ancora- ignorando totalmente le occhiate d'acido che le lanciava la rossa di fianco a quel super modello.
Jack sorrise di risposta e ringraziò la segretaria,prese per mano Sally e salì le scale che conducevano al secondo piano, scale che per miracolo non crollarono sotto il peso dei due ragazzi.
Raggiunsero una porta con su scritto 15 e entrarono, la stanza non era male.
Un armadio, un letto matrimoniale, un bagno, pareti azzurrini con orribili quadri di barche, due comodini ai lati del letto e una finestra che dava sul canale.
-Allora mi sono fatto perdonare dalla suite di Parigi?- chiese lui sfiorandole con un bacio la spalla, -sì...anche se quella segretaria non mi convince.. potremmo ritrovarcela dentro il letto stanotte-disse Sally ridendo.
-Non ci staremo in tre- disse lui malizioso cominciando ad accarezzarle le braccia nude e la strinse a se, facendole posare la schiena sul suo petto.
Lei si girò e gli strinse le braccia intorno alla vita,alzandosi sulle punte per baciarlo.
Lui accolse quel bacio accarezzandole i lunghi capelli rossi, -devo ringraziare il prof di cucina per questo- sussurrò lui a fior di labbra, lei rise, -una delle uniche cose che ha fatto di buono nel nostro insegnamento- disse Sally  stringendosi a lui.
-Programma di oggi?- chiese dopo qualche momento passato a fissarlo negli occhi, -beh.. avrei qualche idea.. ma forse tu non ne saresti contenta... che ne dici di un bel tour da normali turisti?- chiese Jack.
-Andata- disse lei sorridendo leggermente,aveva capito cosa intendeva Jack e per la prima volta fu davvero messo davanti a quella prospettiva.
Non era più vergine, ma non per sua volontà.
Non si era mai veramente posta sotto quella prospettiva; sentiva tutto quello che doveva sentire un'adolescente fra desiderio e ormoni ma quello che le era successo.. era un muro fra quello che sentiva e l'idea di farlo.
Aveva paura.
Per quanto amasse Jack, aveva paura.
Si preparò velocemente e lo prese per meno mentre uscivano; -sei già stato qui?- gli chiese lei, -una volta... con Jules a carnevale.. sai adorava il carnevale, ci eravamo vestiti e di nascosto abbiamo preso il treno e siamo venuti qui per tutta la giornata- disse lui aumentando impercettibilmente la stretta sulle dita della ragazza.
-Beh.. so che lo dicono tutti ma credo che pensare ai bei ricordi, anche se fanno male, sopratutto se fanno male, mantengano la persona in vita- sussurrò Sally dopo qualche minuto di silenziosa camminata.
Jack sorrise, -amo il fatto che trovi ogni singola volta il lato positivo delle cose- disse lui stringendola a sé  -beh, tu sei pessimista.. qualcuno dovrò pensare positivo qui dentro no?- disse lei ridendo.
Camminarono un altro po' ed arrivarono a Piazza S.Marco con la Basilica di fianco; -wow- sussurrò Sally guardando quell'imponente struttura bianca che si stagliava in tutta la sua bellezza sulla laguna.
Jack sorrise nel vedere l'espressione beata della ragazza mentre guardava la piazza, i piccioni che volavano vicino ai turisti in cerca di un pasto facile...sembrava una bambina davanti ad una tela bianca con un pennella in mano.
Un sorriso pieno d'aspettativa, di voglia di fare, di meraviglia.
-Che ne dici di prendere una liquirizia?- chiese lui dopo qualche momento, -una liquirizia?- ripetè lei, -sì.. dai vieni, c'èun negozietto dove sono buonissime- disse lui uscendo dalla piazza e immergendosi in una delle tante viuzze laterali della città sopra l'acqua.
L'odore di laguna e salsedine era quasi palpabile, sopratutto quando le gondole muovevano l'acqua e spruzzavano i piedi dei turisti.
-Dai andiamo- disse Jack ed entrarono in una piccola bottega di dolciumi dipinta a strisce rosse e gialle all'interno e di un delicato verde-acqua all'esterno.
Appena varcarono la porta accompagnati da un “clin” del campanello, un forte odore di liquirizia e zucchero li avvolse e Sally cominciò a sorridere osservando tutti i barattoli di leccornie posti sugli scaffali e sulla vetrina davanti al bancone.
-Buongiorno ragazzo! Che vi posso offrire?- disse un uomo anziano con un forte accento veneziano dal tono simpatico che utilizzava.
-Buongiorno.. non so se si ricorda di me, ma vorremmo comprare un paio di fili di liquirizia.. ci consigli lei- disse sorridendo Jack.
-Aspettate... sono vecchio ma ho memoria, mi ricordo di te.. te e il tuo fratellino piccolo.. avevate preso le liquirizie alla fragola.. dov'è il piccolino?- chiese l'uomo, Jack si irrigidì e strinse la mano della ragazza che gliela strinse di rimando.
-È successa una cosa.. un incidente- disse il ragazzo guardando negli occhi grigiastri il vecchio che lo guardò con dolcezza, prese un sacchetto e ci mise un paio di liquirizie extra.
Fece il conto al ragazzo e quando si avvicinò a lui per pagare, gli disse -so quanto possa essere doloroso perdere qualcuno.. io ho perso mia moglie e mio figlio in un mese.. credevo di non poter più vivere ma avere qualcuno come lei al tuo fianco aiuta.. e non dimenticarti, devi vivere anche per loro che non lo possono più fare- disse l'uomo guardandolo negli occhi e facendo un cenno verso la ragazza che lo accompagnava.
-Grazie- sussurrò Jack di rimando, pagò ed uscì riprendendo Sally per mano uscendo di nuovo, -molto profondo quel signore- sussurrò quando ritornarono nei pressi di Piazza S.Marco; -sì- disse solamente il ragazzo aprendo il sacchetto di liquirizie e prendendone una, la spezzò e ne diede metà alla ragazza.
-mmm... fragola, buona- sorrise lei sorridendo.
Anche lui la mangiò ma non gli ricordava solo il frutto o meglio sì... ma al fatto che fosse il preferito di Jules, la mangiava sempre.. anche di nascosto e molte volte lui l'aveva aiutato a rubarle sull'orto del vicino.
Sorrise leggermente mentre camminavano e lo fece per tutta la giornata, dove visitarono tutta la città,mangiarono un panino al volo e fecero un giro in gondola dove Sally si appoggiò alla sua spalla e quasi di addormentò.
Tornarono in hotel e passarono davanti alla receptionist che salutò con una mano molla e un accenno di bava alla bocca, Jack.
Entrarono in camera e Sally si gettò letteralmente nella doccia, Jack sorrise leggermente e si cambiò infilandosi un paio di pantaloni corti della tuta e una canottiera bianca; si distese sul letto ed aspettò che la rossa uscisse.
Un urlo di spavento si propagò da tutto il bagno e Jack saltò sul letto e si fiondò sulla porta; -Sally? Sally? Stai bene?- disse bussando sulla porta.
Un altro urlo sotto lo scroscio dell'acqua; -Sally?- la chiamò di nuovo il ragazzo e dopo non aver ottenuto risposta spalancò la porta ed entrò.
Sally era dentro la doccia nuda, ma per fortuna con i vetri fatti in modo di intuire solo la figura della persona all'interno; -Sally.. stai bene?- chiese di nuovo avvicinandosi.
-L'acquaaaaa....- sussurrò lei con la voce che tremava; -che?- chiese lui; -èèèè frreeedddaaa- disse lei aprendo leggermente la porta che guardare il ragazzo che tirava un sospiro di sollievo.
-Mi hai fatto prendere un colpo- sussurrò lui avvicinandosi al telo mare che aveva vicino e passandoglielo; - grazie- rispose lei avvolgendoselo intorno.
I capelli erano bagnati e si raccolti in rigoli bagnati che le cadevano sulle spalle nude, gli occhi spalancati, le gote arrossate, la pelle diafana con le lunghe gambe..
Jack ci mise qualche minuto abbondante ad osservarla; una dea.. era una dea.. con i denti che tremavano.
-Hai freddo?- le chiese lui ridendo, -noonnn.. èè diveertentteee- disse lei tenendosi stretta nel suo asciugamano.
-Dai vieni che ti scaldo- disse il ragazzo prendendo un altro, lei annuì e si lanciò sotto le coperte alzando un po' l'asciugamano per non bagnare troppi i cuscini con i capelli bagnati.
Jack la raggiunse e cominciò a strofinarle l'asciugamano le braccia ricoperte di pelle d'oca finchè non la vide rilassarsi; -grazie- sussurrò lei girandosi verso di lei.
-Sei bellissima lo sai? Non sai quanta voglia abbia di fare l'amore con te in questo momento- disse lui osservandole le labbra.
Sally si irrigidì nonostante le cocenti carezze del ragazzo che si erano spostate alla sua schiena, -Jack... io ho paura- ammise lei chiudendo gli occhi.
-Hey..hey, lo so che per te è difficile.. ma devi sapere che io non sono lui. Non ti farei mai del male- le sussurrò alzandole il mento con due dita.
Lei rimase in silenzio ma aprì gli occhi da cui sgusciò via una lacrima solitaria che Jack gli tolse con il pollice; -dimmi con sincerità.. tu mi vuoi?- le chiese socchiudendo gli occhi; Sally ci pensò.. lo voleva, lo voleva da quando l'aveva baciata per quella stupida scommessa.
Annuì. Lui sorrise, e le domandò -ti fidi di me?- chiese, lei annuì di nuovo, -facciamo così.. io comincerò a baciarti e nel momento in cui vuoi che mi fermi dici stop, ok?- le disse Jack avvicinandosi lentamente.
Sally sospirò ed annuì. Lo voleva.. era quello che desiderava.
Sentì le labbra di Jack posarsi sulle sue, prima molto delicatamente sfiorandole appena poi premendole con più forza giocandoci.
La strinse di più a sé premendole le mani sulla base della schiena, Sally si perse in quelle sensazioni e senza pensarci schiuse le labbra e sentì la lingua di Jack lambire la propria e succhiarle il labbro inferiore.
Poi il ragazzo si staccò, -vuoi che mi fermi?- le chiese; Sally lo guardò e gli portò le mani intorno al collo stringendolo a sé e ribaciandolo.
-Ti basta come risposta?- chiese lei stringendolo di nuovo; lui rise leggermente e riprese a baciarla; questa volta scendendo sul collo e sulla spalla.
Era come solletico.. ma era piacevole, molto piacevole.
Sally gli mise le mani dietro la nuca, poi Jack un po' titubante passò le mani sul nodo del suo asciugamano.
Sally si irrigidì leggermente ma questa volta si rilassò subito; insomma lo voleva.. il suo corpo lo voleva. Lei lo voleva.
Voleva lui.
-Posso?- chiese e lei posò le mani sopra le sue e sciolse il nodo dell'asciugamano; dopo quel gesto coraggioso però le gote della ragazza raggiunsero il colore delle mele mature.
Chiuse gli occhi e sentì Jack che sorrideva, -sei bellissima- sussurrò prima di baciarle la scapola e tornare sulla spalla.
Jack si accorse che Sally stava tenendo una mano sulla cicatrice, appoggiò la mano sua e gliela strinse portandola al lato della sua testa intrecciando le dita con le sue.
Sally pensò che a quel punto fosse il suo turno, quindi appoggiò titubante la mano libera sull'orlo della canottiera sfilandogliela e appoggiandola a terra.
-Vuoi.. vuoi andare avanti?- chiese lui poggiando il viso sul suo ventre.
-Sì- disse chiaramente la ragazza.




ahahhahaha lo so sono malvagia a lasciarvi così.. con la suspence del momento (muahhahahah) come avrete capito il prossimo capitolo sarà un tantino  rosso ma perdonatemi se non sarà stupendo, perch di questo genere non ne so molto.
Quindi vi saluto ed al prossimo capitolo,
Un bacio, Dany

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12: Ombra ***


Eccomi tornata qui .. con il capitolo che taaaanto aspettavate .. mmmm... va bene la smetto.. comunqueun po' di nes. il prossimo capitolo sarà interamente dedicato a Rachel ed al suo receptionist francese, perché? vi chiederete.. beh è semplice, volevo dare uno stacco e mi è sembrata carina come idea, poi ditemelo con una recensione a questo ed al prossimo capitolo, FINE news
Vi lascio a quello che volete davvero..
Buona lettura.
[Revisionato]




Il mattino dopo Sally si svegliò tardi. Con un braccio sopra gli occhi e il corpo nudo coperto solo dal lenzuolo.
Era sola. Un biglietto sul comò di Jack diceva che sarebbe tornato all'incirca dopo mezz'ora, perchè era andato a comprare la colazione.
Sally lo aveva letto, aveva alzato le spalle e si era rimessa a sonnecchiare.
Gli avvenimenti della sera precedente ritornarono come una dolce carezza mentre tentava di svegliarsi del tutto.

Dopo il suo consenso, Jack aveva cominciato ad alzare leggermente il livello, sfiorando, toccando e baciando zone che nessun ragazzo aveva visto senza veli.
Cominciò dal seno che in primo luogo massaggiò, per metterla a suo agio. Noon era la prima volta che faceva sesso, ma era la sua prima volta con una vergine. O almeno con una ragazza che per lui era vergine.
Quello che le era successo non poteva essere.. ritenuto quello che stavano per fare loro.
Era forse l'opposto.
Vide Sally che chiudeva gli occhi e stringeva il lenzuolo con le mani, a disagio, -rilassati- le sussurrò prima di appoggiarle le labbra sulla pelle del petto e poi sul seno, cominciando a baciarle la pelle finchè non sentì che lei si stesse rilassando.
Nel frattempo le accarezzò il petto fino ad arrivare all'asciugamano che si era abbassato ma non andò oltre, voleva il suo consenso.
Ma lei non faceva altro che sospirare ad occhi chiusi ed accarezzargli la pelle nuda, le abbassò l'asciugamano e lo appoggiò a terra... senza che lei se ne accorgesse troppo presa dalle labbra di Jack sui suoi seni.
I suoi baci si spostarono sul collo e le sue mani verso il basso, sfiorandole i fianchi scoperti per poi passare all'interno coscia sfiorandolo appena con le punte delle dita.
A quel punto la ragazza aprì leggermente gli occhi per guardarlo e presa da una strana sensazione nell'abbassargli i pantaloni della tuta.
Rimase solo con i boxer di cui , il ragazzo, si liberò presto per poi continuare a baciarla, a stuzzicarla cercando di farla rilassare il più possibile.
-Sally.. sei sicura?- chiese alla fine quando non riusciva più a trattenersi; -sì.. ti voglio Jack..- sussurrò lei fra i gemiti e i sospiri.
Jack si staccò un momento da lei prendendo una piccola bustina dal portafoglio sopra il cassetto, cercando di fare il prima possibile mentre lei cercava di riprendersi ancora dai baci e dalle carezze.
Lui entrò in lei con più delicatezza possibile, non voleva farle male.. non doveva farle male.
Lei si irrigidì ma da quello che aveva letto era normale.. almeno un po'; -respira..- le sussurrò riprendendola a baciare.
Lei lo fece e il dolore diminuì leggermente; -o..ok- sussurrò lei e Jack ricominciò a muoversi, sempre lentamente ed in poco tempo la ragazza ricominciò a rilassarsi e a rispondere alle spinte.
Non smisero di guardarsi né baciarsi nemmeno per un secondo.. neanche nel momento in cui entrambi arrivarono all'apice del piacere e si strinsero in un ultimo abbraccio prima di crollare addormentati.

Sorrise sotto il suo braccio piegato. Era felice.. molto felice... da tempo non era così euforica.
Si alzò dal letto e si sedette... guardò il letto del tutto sfatto e si alzò in cerca dei suoi vestiti.. indossava solo la collana che le aveva regalato Jack, il cuore di smeraldo; per la maggior parte lasciati in bagno vista la “disavventura” con la doccia.
Se ne fece un'altra e questa volta per fortuna l'acqua rimase calda per almeno dieci minuti, cosa che le sembrava centrare con Jack.
Poi si rivestì e cercò di rimettere a posto la stanza per quel che poteva fare, rifece il letto, raccolse le cose per terra e cercò di piegarle.
Tutto questo con un sorriso ebete in volto.
Quando la porta si aprì, entrò Jack con un sacchetto in mano; Sally era seduta sul letto e stava leggendo uno di quei tomi che si era portata dietro.
-Io non ho idea di come tu possa leggere tutta quella cosa per piacere- disse lui sedendosi di fianco a lei dopo aver appoggiato la busta sul tavolino.
Lei sorrise e chiuse il libro per poi avvicinarsi a lui e baciarlo mordicchiandole il labbro inferiore.
-Hey … se questo è il trattamento.. andrò a prendere la colazione molte altre volte- le sussurrò appoggiandole una mano sulla guancia per trarla a sé.
-Come va? Fa male?- le chiese appoggiando l'altra mano sul suo ventre, -un po' male.. ma è normale.. quella volta sono svenuta dal dolore quindi in compenso è andata splendidamente- sussurrò lei.
-Ne solo felice e per festeggiare.. cornetti al cioccolato- disse prendendo e porgendole il sacchetto, -oh.. avevo una fame, grazie- disse prendendone ed addentandone uno subito.
Jack rise e passarono così la mattinata, a mangiare cornetti a parlare ed a baciarsi.
Niente di meglio.

Dopo pranzo, i due ragazzi ritornarono nelle viuzze veneziane per cercare di finire di visitare la città prima di tornare a casa quella sera.
Stavano attraversando Ponte di Rialto quando la ragazza si bloccò, appena finita la prima rampa di scale, totalmente impietrita con gli occhi spalancati fissi su un uomo dall'altro lato del canale.
-Sally?- la chiamò preoccupato Jack ma lei non rispose, rimase immobile con un'espressione terrorizzata nel viso e il corpo rigido come un tronco d'albero.
-Sally?- la chiamò di nuovo cercando di capire cosa stesse guardando ed incrociò lo sguardo di un uomo con una giacca nera, jeans larghi e logori, pochi capelli in testa e degli occhi scuri.. sembrava avere più di cinquant'anni, ma per altro sembrava un normale veneziano.
Perchè Sally era terrorizzata?
-Lui.. l'ho..l'ho..- sussurrò lei balbettando e senza sbattere le palpebre, -l'hai cosa? Sally riprenditi!- le disse stringendole le mani.
Poi sembrò tornare i sé per qualche secondo, e si mise a piangere -portami via.. via di qui per favore- disse guardando per terra.
-Va bene.. riesci a camminare- le chiese, lei non rispose, lo prese come un no e le posò un braccio sotto le ginocchia piegate ed una sotto la schiena e cominciò a correre verso l'hotel e chiudersi dentro la stanza.
L'appoggiò sul letto e la strinse in un lungo abbraccio; poi pensò.. quella era la stessa identica espressione e reazione di quando Oogie aveva tentato di stuprarla.
-Adesso mi puoi dire quello che è successo?- chiese Jack alla ragazza, ma lei non rispondeva continuava a tenersi a lui guardando la sua camicia fissa con gli occhi che continuavano a lacrimare.
Rimase lì, per circa due ore, nelle quali Jack le accarezzò i capelli, la schiena le braccia, fece tutto quello che poteva, le parlò in tono calmo... cercando di calmarla e alla fine lei sembrò addormentarsi per qualche minuto, solo per svegliarsi una decina di minuti dopo urlando.
-Sally.. Sally- la chiamò di nuovo e questa volta sembrò finalmente tornare in sé, si alzò e cominciò a iperventilare per qualche momento, poi sembrò calma.
Davvero calma.
-Sally- la chiamò lui, -Jack?- lo guardò lei prima di appoggiare la testa sul suo petto e lasciarsi stringere.
-Credo sia quello l'uomo..- sussurrò la ragazza, -che uomo?- disse Jack accarezzandole una spalla, -l'uomo dei miei incubi.. quello che.. quello che..- disse ma non riuscì a dire quella parola perchè troppo scossa dai singhiozzi.
A quel punto Jack non sapeva più che fare; prese il cellulare e compose il numero di Rachel.
-Pronto.. chi parla?- chiese Rachel, -sono Jack, Rachy.. è successa una cosa qui a Venezia- disse, -a Sally? Raccontami- in quel momento la voce della ragazza era carica di preoccupazione.
-Crede di aver visto.. la persona che l'ha aggredita da piccola... qui. Anzi ne è sicura... è terrorizzata, sta sta piangendo da ore .. non riesco più a calmarla.. che devo fare?- disse il ragazzo.
-Portala indietro Jack.. riportala a casa, con te, subito- disse Rachy immediatamente, -appena arrivi mandami un messaggio e nell'arco di pochi minuti sarò con voi- disse la bionda, -certo.. grazie Rachel- disse Jack, - non ringraziarmi, noi siamo una famiglia- disse prima di chiudere la chiamata.
Jack guardò Sally e non ci pensò un momento, sì.. era la sua famiglia, mentre lei sembrava calmarsi sul letto lui rifece tutte le valige e le appoggiò a terra poi in qualche modo riuscì a farla alzare e uscire dall'albergo.
Il traghetto per fortuna passava ogni venti minuti e non dovettero aspettare molto, appena furono saliti, Sally non ebbe problemi nemmeno con il maldimare per via dello shck.
Quando attraccò, prese la macchina e lasciò per qualche momento Sally da sola.
Lei era ancora lì con la mano stretta sulla bretella della borsa, gli occhi sgranati e fissi sull'asfalto e le labbra serrate ma almeno aveva smesso di piangere.
Salì in macchina da sola e Jack tornò a casa sua, mentre scaricava le valige della ragazza mandò un messaggio a Rachy che gli rispose che sarebbe arrivata a momenti ed infatti dopo qualche minuto, una testa bionda apparve correndo da dietro l'angolo.
-Jack!- urlò e si avvicinò correndo, poi vide la migliore amica in macchina seduta immobile.. le si strinse il cuore a vederla così...
-Sally?- la chiamò ed aprì la portiera, si inginocchiò lì sull'asfalto e le accarezzò un braccio fino ad arrivare allamano per stringerla.
-Sally.. va tutto bene.. ci siamo noi qui, io e Jack, non ti farà del male... non ti sfiorerà nemmeno- disse la ragazza in modo convincente, la ragazza sembrò rianimarsi alla voce dell'amica e finalmente parlò.
-Era lui.. Rachel.. era lui- sussurrò prima di uscire dalla macchina, -non importa.. non importa, ora vieni, ci mettiamo una coperta sulla gamba, con una vagonata di gelato in mano, un cucchiaio e ci guardiamo un film... eh? Come i vecchi tempi- disse Rachy prendendole una mano ed entrando in casa.
Sally si fece fare tutto e durante il film, con di fianco Rachy e dietro la sua schiena Jack riuscì a ridere.
Lo shock era passato.
Era tornata normale. Non era la prima volta che aveva delle crisi di giorno, ma era successo solo dopo quello che era successo, appena dopo, e Rachel sapeva come fare a “svegliarla” da quello stato di dormiveglia in cui cadeva.
Bastava farla ridere.
-Secondo voi dovrei andare alla polizia?- chiese d'un tratto mentre la pubblicità di metà film irrompeva nello schermo con musichette e colori psichedelici.
-Non lo so Sally.. insomma se anche lo prendessero.. dovresti andare in aula.. e lo rivedresti, se ricapitasse una crisi come questa?- chiese Rachy mangiando una cucchiaiata di gelato al pistacchio.
-Hai ragione.. ma parliamo di qualcos'altro...- sussurrò la rossa, -beh, allora quello che vi dirò cade a pennello- disse Rachel sorridendo.
-Spara- disse Jack accarezzando la schiena della fidanzata, -ti ricordi quel receptionist molto carino di Parigi? Beh.. abbiamo continuato a sentirci e questo week-end viene qui ospite a casa mia- disse in preda all'euforia-
-Solo ospite?- chiese Sally ridendo, -sì.O-s-p-i-t-e- scandì la bionda, -non sono assatanata- disse la ragazza mangiando un altra cucchiaiata di gelato.
-Beh, sono contenta.. è simpatico da quel che ricordo, anche molto carino- disse Sally sorridendo leggermente, -uh..uh- tossì leggermente Jack fingendosi offeso.
Sally sorrise, -mai quanto te- disse baciandolo leggermente, poi si guardarono e i due con Rachy cominciarono a ridere.




ok.. piaciuto? fatemelo sapere, questo è uno dei primi che scrivo uun tantino rossi.. quindi cnon è che sono pienamente esperta.. quindi mi farebbe piacere TANTOOO piacere sapere che ne pensate.
Al prossimo capitolo e ringrazio sempre la mia abbonata n.2 che mi segue :)
Un bacio, Dany

 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13: Amori Francesi ***


Sono tornata con un altro capitolo :) questo lo dedico sempre ai miei abbonati in più alla mia migliore amica (Giuly, mon amour) visto che ho preso delle sue caratteristiche e le ho aggiunte al personaggio di Rachel.. comunque se volte recensire sapete che sono contentissima, come sempre XD
Buona lettura..
[Revisionato]




-Hey.. Alexandre.. sei arrivato?- chiese Rachy parcheggiando la macchina nel parcheggio dell'aereoporto mentre teneva in bilico il telefono sulla spalla.
Quando finalmente finì la manovra il ragazzo francese le rispose, -oui Rachel.. ma non so molto orientarmi chez.. qui- disse il ragazzo guardandosi intorno.
Rachel rise leggermente e disse, -aspettami dove ritirano le valige.. arrivo fra cinque minuti-, -ok- rispose semplicemente il ragazzo chiudendo la chiamata e mettendosi ad aspettarla.
Cinque minuti dopo una testa bionda uscì dalla folla e lo salutò, gettandogli le braccia al collo e stringendolo.
Alexandre era un tantino sorpreso, non era abituato a queste dimostrazione di affetto.. così espansive.
Però la strinse, comunque beandosi per qualche secondo del suo profumo alla rosa.
-Beh.. ora che sei arrivato comincerà il tour della mia noiosissima cittadina, la prego di seguirmi- disse Rachel afferrandogli il polso per guidarlo per la strada che gli separava dall'auto.
Lui si fece trascinare e salì in macchina guardandosi intorno, era così diverso dalla sua Parigi piena di palazzoni, case e con pochissimo verde.
L' invece era un tripudio di piccole casette e parchi, era una cittadina piccola.. accogliente.
-Questa è la mia cittadina, ci sono cresciuta, ho fatto tutto qui per adesso... l'unico viaggio che ho fatto fuori è stato a Parigi- disse la ragazza svoltando nella stradina che costeggiava casa sua.
-Est carina.. Parigi.. est trop grande pour moi..trop caotica- disse Alexandre guardando fuori dalla finestrino, -non sei un tipo da tanta gente?- chiese Rachel abbassando lo sguardo sul volante.
-No- sussurrò lui, -invece io lo vorrei essere davvero- disse dopo la ragazza, -in che senso?- chiese lui, -che sembro tanto la ragazza “facile”; non lo dicono, ma lo so che è quello che pensano, dicono che sono una da feste, una che se deve scegliere se aiutare qualcuno e andare a una festa, sceglierà sempre la festa. Questo è quello che pensano e sono divisa in due, io non lo farei mai, ma non so.. lo so che è stupido, ma penso di dover essere quello che pensano ma non è veramente quello che sono.. capisci?- disse la ragazza parlando a raffica e liberandosi finalmente di tutto quello che le pesava.
Poi si rese conto di quello che aveva appena detto e quasi non inchiodò, -oh.. non dovevo dirlo- disse la ragazza.
-Sì, invece. Avevi bisogno di dirlo a qualcuno.. ma.. pour moi, tu sei .. bielle..bella comment tu sei- disse il ragazzo arrossendo leggermente.
-Questo è molto carino, Alexandre- disse la ragazza parcheggiando, -beh.. è la verità- disse lui guardando fisso davanti a sé.
-Benvenuto a casa mia- disse la ragazza indicando la villetta a due piani con pochissimo giardino, dove aveva parcheggiato.
-Lo so che è piccola.. ma..- cominciò a scusarsi la ragazza ma Alexandre la fermò, -cette.. est perfetta- disse il ragazzo guardandola negli occhi e sorridendo.
-Ok..- riuscì solo a dire Rachel perdendosi per un momento di troppo in quegli occhi così belli, poi riacquistò il pieno controllo di sé e scese dalla macchina facendo cenno ad Alexandre di seguirla.
Lui lo fece e prese le valige dal bagagliaio poi la seguì dentro il piccolo sentiero che li separava dalla porta della casa.
-Beh questa è la mia modesta dimora- disse indicando la villetta, -è molto carina- disse il ragazzo, -grazie- disse la ragazza sorridendo leggermente.
Entrarono e Alexandre notò che la casa era deserta ..cosa strana per una ragazza che aveva appena diciassette anni, -non ci sono ton.. genitori?- chiese lui.
-Diciamo che non hanno tempo per me.. i miei si sono separati, mio padre è fuggito con una ragazzina e non lo vedo mai, mia madre è molto famosa quindi non la vedo molto.. diciamo una volta ogni due mesi- disse la ragazza sedendosi sul divano e guardando il pavimento.
-Mi dispiace.. però sei sempre così.. solar.. solare; non avevo pensato che ti fosse successo tutto questo- disse il ragazzo poggiandole una mano sulla spalla.
Lei lo guardò per un momento alternando occhiate alla sua mano al volto del ragazzo; -grazie- sorrise la ragazza leggermente sistemandosi un ciuffo biondo che le era sfuggito dalla crocchia che si era fatta.
-Di niente- disse lui sorridendo, -beh.. direi di farti vedere la tua stanza no?- disse lei alzandosi e cominciando a camminare verso le scale cercando di non far notare il rossore che le copriva le guance.
Alexandre sorrise ed annuì seguendola, la stanza che e aveva preparato Rachel era molto bella, più di quello a cui era abituato nel vivere all'hotel o più precisamente al suo sgabuzzino in cui dormiva quando aveva i turni.
-Lo so che è piccola al confronto del tuo hotel.. ma casa mia non è grande e non sono riuscita a trovare qualcos'altro..- cominciò la ragazza guardando il pavimento.
Si sentiva a disagio.. non le era mai piaciuto così tanto un ragazzo in vita sua.
Sentì una mano di Alexandre poggiarsi sulla sua vita e l'altra sul suo viso, -est tres bien.. è bellissima, tranquilla- disse lui guardandola negli occhi grandi e belli.
Il respiro di lui le avvolse il viso mentre la distanza fra la ragazza e il ragazzo si faceva sempre minore, si sfiorarono il naso ma non si baciarono.
Per entrambi, bastava guardarsi negli occhi e basta.
Volevano godersi quel momento.
-Rachel...- sussurrò lui allontanandosi leggermente, -je.. nous... non possiamo.. insomma.. io tornerò in Francia e non voglio legarmi ad una persona che.. che dovrò lasciare- disse il ragazzo tenendo lo sguardo basso.
A Rachel salì un groppo in gola, soffocò le lacrime chiudendole infondo alla gola. Non avrebbe pianto per un ragazzo, non lo avrebbe mai fatto.
-Va..va bene- sussurrò lei girandosi un momento per respirare profondamente, -stai bene?- sussurrò lui poggiandole di nuovo le mani sulle spalle.
-Sì.. beh, tu sei venuto qui per divertirti no? Andiamo, ti porto nel mio posto preferito- disse la ragazza prendendogli la mano e stringendola leggermente.
-Va bene..- sussurrò lui cercando di sorridere.. sapeva che era stato duro.. forse non con molto tatto, ma era sincero, troppo sincero forse ma .. ma.. non poteva succedere di nuovo.
-Dai andiamo- disse lei uscendo e prendendo il telefono, seguita da il ragazzo; andò in garage e prese la bicicletta di suo padre e una per sé.
Salirono sopra e cominciarono a pedalare e nel giro di un'ora e mezzo si ritrovarono dentro un maneggio circondato da praterie e collinette verdi dove qualche cavallo mangiava l'erba agitando svogliatamente la coda.
-Qui ci venivo fin da piccola.. ho fatto equitazione per anni interi e qui tengo Fefè- disse al ragazzo scendendo dalla bicicletta.
-Fìfì?- chiese Alexandre imitandola, -è un diminutivo.. è il mio cavallo.. ne abbiamo passate tante insieme e abbiamo vinto un sacco di competizioni anche se in questo momento.. in questo periodo non galoppo molto- disse la ragazza sorridendo e percorrendo con la bicicletta in mano, un sentiero largo di ghiaia chiara con ai lati enormi alberi.
Poggiarono le biciclette e Rachel portò subito Alexandre dentro le stalle, fermandosi davanti ad una contrassegnata con “Finnian” da cui fuoriusciva un muso di un cavallo marrone scuro con grandi occhi scuri fissati sulla bionda che lo accarezzava.
-Est tres beau- disse lui guardando il cavallo che sbatteva le palpebre, -puoi toccarlo se vuoi..non morde.. la maggior parte delle volte- disse Rachy.
-Che?- chiese lui con la mano a mezz'aria, -sto scherzando-disse prendendogli la mano e facendogliela appoggiare in mezzo agli occhi.
Il muso del cavallo era morbido ma Fefè probabilmente non andava a genio il ragazzo visto che si mosse stizzito per togliersela dal manto.
-Ti andrebbe di cavalcarlo con me?- gli chiese dopo qualche momento Rachel, allontanandosi dal box.
-Possiamo?- chiese Alexandre,-sì... basta che non ci facciamo beccare... un po' di rischio rende tutto più eccitante no?- chiese lei avvicinandosi a lui fino a sfiorargli il naso con il proprio.
Alex arrossì leggermente ma non si ritrasse; -sì... se ho te al mio fianco.. insomma.. je et tu- disse il ragazzo.
In pochi momenti il cavallo fu pronto a cavalcare e Rachel si era già cambiata, infilandosi dei pantaloni più comodi e degli stivali da fantino.
Poi andò dentro un piccolo stanzino e prese un casco abbastanza grande per la testa bionda del ragazzo francese.
Glielo passò e lui se lo infilò agganciandolo, -e tu?- le chiese, -io faccio senza- disse sciogliendosi i capelli biondo cenere e sistemandoseli.
-Perfetto- disse lei prendendo le redini di Fefè e facendolo uscire dalla stalla, -ora.. buono..- disse accarezzando il manto del cavallo.
-Sali- disse al ragazzo, Lui ci provò ma la prima volta cadde sonoramente di sedere, -ahia..- sussurrò massaggiandosi la schiena.
-Ti sei fatto male?- chiese la ragazza inginocchiandosi al suo fianco e accarezzandogli una guancia, -sì... bene..- sussurrò lui e le prese la mano.
-Che fai?- chiese lei guardandolo, -sai quello che ti ho detto? Sul fatto di non impegnarmi perchè ci saremo separati?- chiese lui accarezzandole una mano gentilmente.
Ormai parlava senza problemi nonostante mantenesse una R leggermente moscia.
Lei annuì e guardò a terra, -non mi importa.. sarà difficile sì... ma.. ma io credo di essermi davvero innamorato di te dal primo momento in cui ti ho vista a quell'hotel a Paris- disse lui guardandola.
Lei sorrise leggermente ma con gli occhi sgranati, che mantenne uguali anche nel momento in cui il ragazzo la baciò stringendola a sé.
Lei non se lo fece ripetere neanche un volta e gli allacciò le braccia al collo rendendo il bacio un tantino più passionale mentre lo spingeva a terra sul terreno.
Lui la guardò e sorrise, -sì. Decisamente, sarà difficile ma- sussurrò ribaciandola a fior di labbra, -ne vale la pena- disse sorridendole.
Guardò su e vide che Fifì lo fissava con occhi iniettati di odio, cosa che sembrò non notare Rachy che continuava a sorridergli a trentadue denti.
-Credo che il tuo cavallo mi odi- le sussurrò all'orecchio, -macchè.. Fifì sei solo tu il mio unico amore ricordati- disse al cavallo accarezzandolo e Fifì rispose con un nitrio soddisfatto.
-Dai andiamo a fare una cavalcata- disse la ragazza alzandosi e porgendogli la mano, lui la prese e si alzò.
Il secondo tentativo andò meglio ed alla fine Alexandre riuscì a salire in groppa a Fifì nonostante lui non fosse molto contento e poi salì davanti lui stringendo le redini fra le mani.
-è meglio se ti tieni..- disse la ragazza ma prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, lei istigò Fifì a partire e lui partì in quarta tanto che il ragazzo si strinse a Rachel quasi strozzandola.
Fece un paio di giri di campo alla massima velocità sentendo il ragazzo stringerla.. le piaceva il modo in cui la stringeva tanto che aveva voglia di far andare Fefè più veloce per sentirlo più vicino.
-Vuoi fare un altro giro?- chiese lei fermandosi un momento a far respirare Fifì; -awww...- sussurrò lui poggiando la testa sulla schiena della ragazza.
-Che?- chiese lei ridendo, -forse.. forse ti guarderò questa volta- disse Alexandre cercando di non cadere all'indietro, Rachel rise leggermente ma lo fece scendere e rimase a cavalcare un'altra mezz'oretta mentre il ragazzo la osservava sorridendo.
Alexandre sospirò.. in fondo lui era un tipo incerto e insicuro.. e non si sarebbe mai aspettato in fatto di piacere ad una ragazza del genere.. cioè, era troppo bella per lui.
Ma era stato un colpo di fulmine. Non ci credeva molto ma .. ma era quello che era successo.
Come avrebbe fatto? Aveva messo un po' di soldi da parte lavorando all'hotel, dove la paga era alquanto pessima sopratutto per un ragazzo come lui.
Poteva farcela per un po'.. ma se sarebbe durata uno dei due si sarebbe dovuto traferire e questo richiedeva molti soldi.. ne vale la pena?
Ma appena incrociò lo sguardo con la bionda.. capì che valeva ogni singolo euro, ogni singola goccia di sudore che avrebbe impiegato a fare turni doppi, ogni cosa che avrebbe dovuto impiegare o sacrificare.. valeva tutto per vederla sorridere.
Senza rendersene conto la mano andò impercettibilmente al braccialetto che aveva al braccio, l'ultimo regalo di suo padre prima che partisse per il Belgio.
Era d'argento molto semplice, composto da una specie di treccia di piccoli filamenti, ormai lo indossava senza rendersene conto, di notte e di giorno, senza sentirlo nemmeno a contatto con la pelle.
Nel frattempo Rachel era scesa e con una mano reggeva le redini mentre l'altra la stava sventolando davanti al suo viso cercando di destarlo dal quella specie di dormiveglia in cui era crollato.
-Hey???- disse, lui scosse la testa e si rianimò, -si.. scusa stavo pensando- disse alzandosi, -a che stavi pensando?- chiese lei guardandolo.
Lui si avvicinò e le sussurrò a fior di labbra -a te- poi la baciò a stampo ed insieme tornarono alle stalle e rimisero nel box Fifì che continuava a fissare male il ragazzo.
Un giorno avrebbe dovuto fare una chiacchierata con quel cavallo; si disse mentalmente il ragazzo.. poi si diede dello strano.. parlare con un cavallo... ok...
Tornarono in bici e si infilarono in casa, -senti.. io vorrei darti una cosa, è poco.. ma per me è molto importante- le disse appena varcarono la soglia e lei si chiuse la porta alle spalle.
-Cosa?- chiese lei sorridendo leggermente, -tieni- disse sganciandosi il braccialetto e mettendoglielo sul proprio anche se gli andava un po' largo.
-Che significa?- chiese lei osservandolo, -me lo ha dato mio padre prima di andarsene per lavoro.. è importante per me e visto che starò qui solo per due giorni.. volevo che lo tenessi tu, così avrai qualcosa di mio- disse lui guardandola dritta negli occhi.
-Facciamo così.. io lo terrò e te lo ridarò quando ci rivedremo.. perchè ci rivedremo vero?- chiese abbassando lo sguardo, lui rise leggermente e le alzò il mento con una mano per poi sussurrare -e chi ti molla più?- disse prima di ribaciarla e che lei lo traesse a sé.




awwww Rachel ed Alexandre mi piacciono sempre di più :)
ù fatemelo sapere anche voi e se volete magari qualche altro momento solo di loro due, giusto per staccare un po' dalla storia principale :9
Al prossimo capitolo :9
Un bacio,Dany

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14: Cosa fare? ***


Eccomi qui con il 14 capitolo :) vi avviso già che il finale di questo capitolo vi sconvolgerà muahahaha sono malvagia, vi ringrazio di leggere le mie storie e se voleste recensire mi riterrei soddisfatta a vita ahaha
Buona lettura;
[Revisionato]




Jack era chino sul libro di storia di fianco alla sua ragazza che prendeva appunti come una piccola macchinetta... eh sì, era una bella secchiona.
La professoressa stava parlando di qualcosa che assomigliava al consiglio di Nicea, ma sinceramente non stava ascoltando, come al solito, non gli importava di storia.. sinceramente non gli piaceva nemmeno.
Sally era china sul foglio e continuava a scrivere, le loro gambe si sfioravano e visto che faceva ancora caldo lei aveva indossato una gonna a scacchi rossa e nera, che a Jack piaceva molto.. si decisamente molto.
Poi qualcosa successe.. vide la mano che teneva la penna di Sally tremare e non come il tick classico dell'alunno che si annoiava (sinceramente Jack credeva che Sally non riuscisse ad annoiarsi a scuola); ma proprio un tremore similare a quanto era spaventata.. terrorizzata.
Di nuovo Jack la guardò con aria preoccupata ma si costrinse a togliersela prima di fare qualsiasi cosa, lui doveva essere quello forte, doveva farlo per lei.
Fece un respiro profondo e sussurrò, -hey.. calma, ci sono io qui con te- disse appoggiandole una mano sulla gamba ed avvicinando il viso al suo orecchio.
Lei abbassò di scatto il viso e tremò, glielo aveva già visto fare qualche volta, stava cercando di trattenere le lacrime e di non scoppiare a piangere.
Fece qualche respiro profondo e si girò verso di lui, -va..va tutto bene- disse ricominciando a prendere appunti con la matita ancora leggermente tremante.
Successo un'altra volta e anche quella Sally riuscì a controllarlo, poi suonò la campanella e la classe si spostò in palestra.
L'aria fresca sembrò rinsavire la ragazza che sorrise e poi la classe si sarebbe allenata con quella di Rachel quindi non poteva fargli altro che bene.
Quel giorno si sarebbero allenati su un campetto di beach volley che la scuola usava quando faceva troppo caldo per rinchiudersi dentro al piccolo palazzetto dello sport.
Si andarono a cambiare e prima di separarsi, le diede un leggero bacio sulle labbra, come era solito fare poi andò a cambiarsi.
Quando andò fuori con gli altri maschi, vide Sally con una maglietta bianca larga e un paio di pantaloncini corti con Rachel che le posava un braccio intorno alle spalle mentre ridevano entrambe.
Questo sollevò Jack.. almeno se c'era Rachy sembrava non pensare troppo a Venezia.
Uscirono tutti quanti e si diressero al “campo” che avevano; do di fianco ad esso c'era una fila di gradinate mezze già occupate dagli alunni che non volevano cominciare per primi a giocare.
Si sedettero anche loro e un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi chiari si avvicinò a Rachel mettendogli un braccio intorno alle spalle e dandole un bacio sulla guancia.
-Hey tu? Ma non dovevi essere a Parigi?- chiese Sally indicando il ragazzo, -uoi.. ma sono riuscito a prendere un altro po' di giorni, dovrei partire dopodomani- disse il ragazzo con uno spiccato accento francese.
-Chi sei se posso chiedere?- chiese Jack, -io sono il receptionist francese, piacere Alexandre- disse porgendo la mano al ragazzo e stringendola.
-Piacere- disse Jack e sorrise leggermente, -Skelligton e Doll in campo, una partita da dieci minuti per scaldarvi- disse il professore di ginnastica fischiando nel suo fischietto rosso come se la sua vita dipendesse dal suono stridulo che ne usciva.
Sally sospirò, non era il tipo sportivo e si alzò, Jack la raggiunse velocemente, -oh.. ma questo è uno scherzo vero?- sussurrò così piano che quasi Jack non la sentì.
Poi si girò e capì il commento della ragazza, davanti loro, come loro sfidanti, c'erano Oogie e la bionda della bancarella dei dolci, quella che Sally stava per strozzare.
Jack sorrise alla fidanzata e lei annuì poco convinta, -tu passami la palla Bambolina- disse ridendo e prendendo al volo la palla che gli aveva lanciato il prof.
La partita fu un disastro.. uno snervante disastro, almeno per lei. Jack fin dal primo momento in cui aveva battuto la palla si era divertito, rispondendo a tutto quello che la bionda-senza-cervello e Oogie gettavano.
Lei aveva toccato rarissime volte la palla e sinceramente le andava benissimo così.
Ma Oogie era molto più incentivato degli altri, voleva vendicarsi per tutto.. per il pugno di quel damerino, per il rifiuto di quella rossa.. per tutto.
Tirò una schiacciata perfetta che colpì il ragazzo in viso, diretto.. Jack cadde seduto sul suolo sabbioso tenendosi con una mano il labbro e guardando con odio il ragazzo che stava ridendo.
-Palla tua- disse scoccando un'occhiata alla ragazza che stava correndo verso il ragazzo, -stai ..bene?- chiese mettendosi nella visuale del ragazzo.
-Sì..- disse lui togliendosi la mano mostrando un bel labbro spaccato a metà, -Doll Skelligton, fuori!- disse il professore lanciandogli un po' di ghiaccio avvolto in un asciugamano.
Quel prof era così. Ti facevi male, cavoli tuoi, ti dava il minimo indispensabile.
-Lo ha fatto apposta- disse Jack appena seduto con il ghiaccio sulla bocca, -lo so- disse Sally poggiandogli una mano sulla guancia ed accarezzandogliela leggermente.
-Beh.. ragazzi, cercando a non pensare a quel brutto ceffo.. vi andrebbe di fare qualcosa stasera?- chiese Rachel passando un braccio intorno al ragazzo dai capelli biondi.
-Niente vicoli- disse Sally guardando nel vuoto davanti lei, Jack se ne accorse e le accarezzò un braccio per fermare quella crisi prima ancora che cominciasse.
-Allora che ne dite di un bel film davanti alla tv, sul divano con una bella ciotola di patatine in mano?- disse Rachel sorridendo verso l'amica con nonostante con preoccupazione nello sguardo.
-Direi che è perfetto- disse Jack sorridendo alla ragazza che annuì di rimando.
Rachel riuscì per miracolo a non giocare nascondendosi ogni volta che il professore cercare nuovi giocatori, dietro la schiena di Alexandre che rideva ogni singola volta.
-Io non so come fai madamoiselle- disse quando il professore andò avanti per l'undicesima volta.
-Io nascondo molti segreti- disse la ragazza dandogli un bacio a stampo sulle labbra.
Loro risero leggermente e Jack strinse la presa su Sally che sorrise nel vedere l'amica così felice, finalmente.
-Noi andiamo a lavarci.. tu vai a casa o ci aspetti qui?- chiese Rachel ad Alexandre, -rimango qui, vi aspetto all'entrata- disse lui dandole un altro bacio a stampo e alzandosi dalle gradinata.
Rachy prese a braccetto Sally e camminarono verso lo spogliatoio femminile, dopo una veloce doccia Sally si vestì in pochi minuti contro la decina di minuti che Rachel ci impiegò  come al solito.
-Vuoi che ti aspetto?- la chiese fuori dalla porta, -no vai.. tranquilla, ci metto un minuto, devo solo ritruccarmi- disse la bionda guardandosi allo specchio.
Sally pensò da quanto tempo non si truccasse... in quel periodo piangeva così tanto che non ne valeva più la pena.. ormai.
-Ti piace molto eh?- chiese la rossa appoggiando la schiena alla porta, -si.. si vede molto?- chiese Rachel fermandosi un momento a guardarsi allo specchio.
L'aveva visto anche lei.. sorrideva molto più spesso e sinceramente.
-Io ti conosco e anche se non ti conoscessi, si vede un mondo che sei follemente innamorata di Alexandre- disse Sally sorridendo.
-Beh.. lo sono- disse uscendo dal bagno perfettamente truccata e pettinata, Sally sorrise ed insieme uscirono dallo spogliatoio, tempo due passi Rachy si fermò.
-Oddio.. dov'è?- disse preoccupatissima tastandosi tutte le tasche della felpa, dei jeans e della borsa, -cosa?- chiese Sally ridendo leggermente.
-Il cellulare!!!- disse lei, -tu vai intanto, io vado a cercarlo in spogliatoio- e prima che la rossa potesse dire o fare nient'altro era già scomparsa di nuovo negli spogliatoi.
Sally rise leggermente e si sistemò la borsa a tracolla in spalla, -finalmente.. credevo che non ti lasciassero mai da sola quei tuoi amici- disse una voce dietro di lei.
Una voce che le fece venire i brividi lungo la schiena, -Oogie lasciami in pace- disse cercando di mantenere la voce calma.
-Hai paura? Doll volevo solo fare quattro chiacchiere- disse con calma il ragazzo sorridendo, -peccato.. io non voglio farlo, quindi se mi permetti- disse cominciando a camminare molto più in fretta nel normale per non cercare di correre.
Una mano le prese la borsa e la strattono leggermente, -eddai- disse lasciandola.
“Respira” si disse, “calmati”, “non ti toccherà un'altra volta.. non sei da sola”disse ripetendo mentalmente le parole che le diceva Jack quando aveva le sue crisi.
-Voglio chiederti una cosa.. Skellington è già venuto a letto con te?- chiese con tono malizioso inarcando un sopracciglio, -c..che?- chiese lei spalancando gli occhi.
-Hai capito bene, Doll, ci sei andata a letto?- disse di nuovo, -non.. non sono affari tuoi!- disse lei facendo qualche passo indietro.
-Ah.. lo vedo sai? Ha colto il frutto proibito.. mmm..sai avevo sempre desiderato essere il primo per una vergine- disse puntando gli occhi dentro quelli della ragazza che abbassò lo sguardo.
-Che cosa vuoi davvero? Perchè non mi lasci in pace!?- disse quasi urlando, -perchè mi diverto- rispose semplicemente, -e ammettiamolo.. non sei male.. una mia fantasia è quella di venire a letto con te e magari con la tua.. amichetta bionda..magari mentre i vostri ragazzi ci guardano- aggiunse dopo avvicinandosi alla ragazza.
-No..basta aver paura- disse, tirò indietro il braccio e prima che lui se ne rendesse conto gli tirò un pugno ben piazzato sulla guancia destra.
Prima che lui se ne rendesse conto e riuscisse a tirarle un schiaffo, lei si abbassò e gli tirò una ginocchiata sui “gioielli” giusto per fargli capire quanto fosse malsana quell'idea e la sua possibilità di avversarsi si era abbassata quanto la possibilità per lui di avere figli dopo quel colpo.
Una mano le si appoggiò sulla spalla e lei si girò pronta per tirare un altro a quello che l'aveva toccato ma si fermò di colpo quando capì che si trattava solo di Jack.
-Ja..Jack.. -sussurrò lui la guardò, guardò il ragazzo che si contorceva a terra imprecando e in un momento Sally fu stretta fra le sue braccia mentre le lacrime cominciavano ad uscire, bagnando la camicia bianca del ragazzo.
-Va tutto bene.. sei stata forte Bambolina- disse lui stringendola e sorridendo, lei riuscì a ridere e si asciugò con le maniche gli occhi umidi dicendo -non..chiamarmi.. bambo..lina- disse lei tirando su con il naso.
-Hey.. che è successo?- chiese Rachel guardando Oogie che si contorceva sempre imprecando, sul pavimento.
-Non ho avuto paura di colpire per una volta.. andiamo, vi prego- disse Sally guardando negli occhi la bionda che capì ed annuì e la seguì.
Una volta trovato Alexandre filarono direttamente a casa di Rachel, vuota come al solito e si chiusero dentro.
Con molta riluttanza Sally raccontò quello che era successo ma non disse le parole esatte che le aveva rifilato Oogie; nonostante lo odiasse, era certa che sapendole Jack lo avrebbe ucciso di botte.. e se lo avesse fatto.. sarebbe finito nei guai, ne avevano già passate abbastanza.
-Io lo uccido quello!- urlò Rachel stringendo i pugni tanto da conficcarsi le unghie nei palmi.
-Rachel..- sussurrò Alexandre mettendole le mani sulle spalle e accarezzandole le braccia.
-Sì.. sono calma.. CALMISSIMA- disse più irritata di prima; -Rachel siediti- disse Sally con lo sguardo fisso sul pavimento.
-Devi andare alla polizia- disse la bionda guardando l'amica, -sia per lui.. non può continuare a molestarti in questo modo.. e poi potresti dire di Venezia- disse cercando di apparire sicura, sopratutto sull'ultima frase.
-Lo so.. ma se racconto di Oogie, dovrò raccontare di te che lo picchi.. e sai molto bene che se non è la vittima a difendersi può essere solo aggressione- disse Sally guardando il suo ragazzo che le stringeva la schiena.
Ci fu qualche minuto di silenzio e poi Jack disse -che ne dite di cominciare quella serata di film e schifezze da mangiare? Credo che ne abbiamo bisogno tutti quanti.. forse tu, Rachy, di una camomilla-.
Dieci minuti più tardi erano tutti sul divano multiposto del salotto di Rachel con rispettivamente, per la coppia di Rachel ed Alexandre dei biscotti, del succo per il ragazzo ed una bella tazza di camomilla per la bionda e dall'altro lato, con Sally appoggiata a Jack con in mano una ciotola di salatini.
Jack le continuava ad accarezzare la schiena con movimenti circolari e tranquilli.. tanto tranquilli da quasi innervosire la ragazza che gli si stringeva contro.
Perchè Oogie si ostinava così tanto?
-Ti amo.. Bambolina- sussurrò lui al suo orecchio posandole un leggero bacio sulla guancia, -anche io.. e non chiamarmi Bambolina- disse sorridendo e guardandolo.
Chiuse gli occhi e si godette quel calore umano emanato dal ragazzo..
***
-Nelson.. finalmente- disse l'uomo dai radi capelli guardando il ragazzo che gli aveva aperto la porta, gli occhi neri come la pece scrutarono quel giovane con un aria di disapprovazione.
-Che vuoi?- disse lui bruscamente, -mia madre non c'è rispose Oogie, -eddai..non possiamo ricominciare?- chiese l'uomo entrando nonostante il ragazzo tenesse la porta.
-No. Hai lasciato mamma per vivere a Venezia solo per correre in giro alle ragazzine e alle donne sposate.. come quelle che ti porti appresso.. tu sei malato- disse Oogie guardando con disprezzo il cinquantenne, guardando una donna sul restro della macchina che si guardava le mani annoiata.
-Io sono guarito.. sto con una donna e non farmi la predica ragazzino.. Come se tu non lo facessi.. ti ho visto sai? Ti tengo d'occhio da un po'.. ti piace una certa ragazzina che però ti ha tirato un bel gancio- disse l'uomo ridendo.
Oogie lo guardò toccandosi il livido sul mento, -va bene entra- disse aprendo la porta.
-Grazie.. figliolo- disse l'uomo, Oogie sospirò e disse -non chiamarmi così. Nonostante tu lo sia.. io non ti chiamerò mai papà-.




vi ha sconvolto eh? lo sapevo XD :)
comunque al prossimo capitolo .. che sarà ancor più sconvolgente :) ma non voglio anticiparvi niente ...
UN bacio, Dany

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15: Addio ***


eccomi tornata con il nuovissimmooooo capitolo di Jack&Sally... mmmmm mi dispiace peer il ritardo ma spero che vi piaccia.. a me si inverità ma è un mio parere.
Recensite :) se vi va e vi dico già che nei prossimi capitolo vi aspettano colpi di scena ... muahhahh
Buona lettura, 
[Revisionato]



-Beh.. direi che è stata la notte migliore della mia vita- disse Rachel appoggiando la testa sul petto nudo di Alexandre.
Lui le accarezzò distrattamente i capelli mentre diceva -anche la.. mia, Je t'aime Rachel- disse guardandola.
Lei si alzò sui gomiti e si appoggiò interamente al suo petto con le mani sotto il mento, poi si avvicinò e sfiorò le labbra di Alexandre che rispose immediatamente al bacio invertendo le posizioni e stringendola sotto di sé.
-Io non.. voglia andarmene .. ne veux pas.. non voglio lasciarti- disse il ragazzo affondando il viso nell'incavo del suo collo ed inspirando profondamente il suo dolce odore.
-Io non voglio che tu te ne vada- disse lei stringendolo a sé e cercando di reprimere le lacrime che le stavano sgorgando dagli occhi.
Quella non era stata la sua prima volta con un uomo.. ma era stata quella più bella, le era sembrata.. giusta, in un certo senso.
-Non è finita qui- disse lui alzandosi sui gomiti per guardarla negli occhi, -verrò a trovarti a Parigi.. metterò via i soldi se necessario.. ma verrò tante di quelle volte che ti stancherai di me- disse Rachel sorridendo leggermente.
-Non mi stancherò mai di te.. Rachel.. e poi posso venire anche Je.. qui, quand non lavoro- disse lui accarezzandole il viso fino a finire alla spalla nuda.
Poi sostituì la mano con le labbra e cominciò a baciargli il collo e la spalla.
Rachel sospirò di piacere, Alexandre era timido quanto lo sembrava, ma nel momento in cui si rilassava era davvero bravo.
Rachel girò il viso guardando il comodino e sgranò gli occhi, si alzò seduta di colpo appoggiando una mano sul petto del ragazzo per allontanarlo.
-Che succede?- chiese lui guardandola, -tra due ore hai l'aereo,dobbiamo muoverci- disse la ragazza guardandolo negli occhi.
Lui sbuffò e la lasciò andare, lei si alzò e cominciò a raccattare i suoi vestiti da tutta la stanza infilandoseli velocemente e lanciando quelli del ragazzo sul letto.
In pochi minuti tutti e due erano rivestiti, -non credevo che volessi così tanto che andassi via- disse ridendo guardandosi intorno.
-Infatti, non lo voglio- disse mettendosi a cavalcioni sulle gambe del ragazzo ancora seduto sul letto, gli allacciò le braccia intorno al collo e lo baciò di nuovo a stampo.
-Mi mancherai- disse sfiorandogli le labbra con le dita, -anche tu, mon amour- rispose Alexandre.
Lei si staccò controvoglia ed andò verso la porta, prendendo la borsa, -hai tutto?- chiese lei, -sì.. mérè- disse lui, -che vuol dire?- chiese lei inarcando un biondo sopracciglio.
-Lascia perdere- disse lui ridendo e passandole una mano intorno alle spalle, -no dimmelo!- disse lei guardandola, -mérè vuol dire solo mamma- disse il ragazzo scendendo dalle scale con lei vicino.
-Andiamo Francese- disse lei ridendo e stringendogli la mano mentre uscivano dalla casa.
Caricarono la macchina e partirono.
Rachel mentre guidava continuava a picchiettare con le dita il volante, segno della sua ansia e pressione.
Non voleva che se ne andasse... possibile che l'unico ragazzo di cui si fosse davvero innamorata... abitasse così tanto lontano da lei?
Alexandre invece era palesemente tranquillo, guardava fuori con una mano appoggiata al mento che sorreggeva la testa mentre guardava il paesaggio.
Voleva ricordarsi ogni singolo dettaglio di quel posto che era così importante per Rachel.
In poco tempo furono ne parcheggio dell'aeroporto e in meno tempo di quello che voleva Rachel trovarono il parcheggio e si fermarono.
Mancava ancora un'ora circa e in meno di dieci minuti Alexandre era pronto a partire.. da solo.
Si sedettero su le seggiole di attesa e Rachel appoggiò la testa sulla spalla di Alexandre che sospirò.
-questo è l'ultimo posto dove vorrei stare- sussurrò, -e dove vorresti essere?- chiese lei continuando a guardare le persone che andavano e venivano, come se niente di tutto quello che le stava succedendo li toccasse..
Beh in realtà era così.
-Ancora su quel letto con te- rispose prontamente lui sorridendo al ricordo della loro notte, lei rise leggermente dandogli un leggero pugno sulla spalla.
Rimasero lì a chiacchierare finché non chiamarono l'aereo di Alexandre.
Appena sentirono quelle parole entrambi smisero di parlare e un brivido salì sulla schiena della ragazza che strinse la presa sul braccio di Alexandre.
-Devi andare- disse Rachel, forse cercando di convincere più se stessa che il ragazzo; -sì- disse lui alzandosi.
Rachel non si alzò.. non voleva farlo per poi dirgli addio.
Alexandre la guardò, la capiva in fondo.
Si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani, -ti amo Rachel e ti amerò sempre, e questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo. Non lo permetterò- disse avvicinandosi per baciarla di nuovo.
Quello fu un bacio leggero, quasi a fior di labbra.
Rachel chiude gli occhi godendosi quell'ultimo contatto e quando gli riaprì Alexandre era già lontano con le valige in mano.
Rachel prese il telefono e lo aprì.. aveva bisogno di Sally, aveva bisogno di un aiuto a superare tutta quella questione.
Ma appena lo prese, vide il braccialetto d'argento che le aveva lasciato il ragazzo.
-No.. - sussurrò, guardò nella sua borsa; e prese il portafoglio.
Voleva fare una pazzia e cominciò a correre verso la biglietteria.

Lasciarla lì era stato troppo. Mentre faceva la coda per il controllo dei bagagli.
L'aveva lasciata così, dopo quel bacio perchè capiva che era più semplice per entrambi, staccarsi definitivamente ma lui era sempre stato un ragazzo che pensava.. e calcolando i soldi e le possibilità di entrambi; sarebbero voluti mesi prima di rivedersi.
Mesi senza di lei?
Non sapeva se c'è l'avrebbe fatta. Ora capiva le frasi dei poeti sull'amore, come per esempio quella che recitava che la persona amata era come l'acqua fresca dopo essere stati nel deserto.
Beh.. Alexandre non voleva lasciare la sua acqua fresca nemmeno per un secondo, ora che l'aveva potuta avere fra le braccia per qualche giorno.
E se si fosse trovata qualcun altro mentre lui era a Parigi?
No.. non sarebbe stato da Rachel.
Tutte le insicurezze cominciarono a spuntare fuori riducendo la sicurezza del ragazzo a piccoli coriandoli calpestati dai turisti e dai trolley.
-Grazie- disse lui quando una ragazza in divisa prese le valigie e le imbarcò e chiuse le insegne visto che il ragazzo era l'ultimo di quel volo.
-Aspetti!- urlò una voce femminile, -si sbrighi stanno per partire- disse la ragazza in divisa.
-Certo.. mi scusi- disse la ragazza ed Alexandre si bloccò di colpo.
Quella voce. Quella voce la conosceva.
Si girò e vide la Rachel correre verso di lui con un biglietto aereo in mano che sventolava nella corsa.
-Rach..rachel?- chiese lei, Rachy lo guardò e non gli fece dire niente, gli saltò letteralmente addosso e lo baciò molto appassionatamente.. forse non nel modo consono da mostrare in mezzo ad un aereoporto.
-Tu.. tu. Che ci dai qui?- chiese lui strabiliato stringendola a sè -vengo a Parigi con te- disse lei guardandolo.
-Come..? Rachel.. le tue cose.. la tua famiglia- disse lui stringendola, -tutto a posto.. ho chiamato Sally.. e anche i miei.. posso stare con te.. possiamo stare insieme a Parigi- disse la ragazza con le lacrime agli occhi.
-Dovete andare ragazzi- disse la ragazza in divisa anche se il suo tono si era leggermente addolcito.
-Sì.. scusi- disse Rachel staccandosi e prendendogli la mano.
-Ti amo anche io- disse la bionda cominciando a camminare verso la pista.
Alexandre era ancora sconcertato e strinse la mano della ragazza solo per rendersi conto che era davvero tutto vero quello che gli stava succedendo.
-Andiamo- disse accarezzandole una guancia e continuando a camminare, verso la loro nuova vita.

***

Sally chiuse la chiamata con una lacrima che le rigava la guancia ma un sorriso a trentadue denti che ci contrastava parecchio.
-Che succede?- chiese Jack sfiorandole la guancia bagnata, -Rachy..- sussurrò lei, -che è successo a Rachel?- chiese il ragazzo stringendole le spalle.
-è andata a Parigi.. con Alexandre- disse sorridendo ed asciugandosi le guance, -ah- disse Jack guardandola.
-Beh questa è una cosa bella no?- le chiese, -sì...ma non la vedrò per molto tempo, Jack- disse Sally abbassando lo sguardo, lui la strinse a sé e la cullò.
-Ma è felice e se lo è lei, lo sono anche io. Mi ha chiesto di impacchettarle alcune cose e mandargliele- disse la ragazza.
-Possiamo farlo domani- disse Jack stringendola a sé dolcemente,-sì- rispose la ragazza staccandosi leggermente e mettendo le mani fra i capelli neri del ragazzo.
-Ora però dobbiamo finire matematica, dobbiamo abbiamo verifica- disse la ragazza indicando i libri aperti sul letto, -puff... Sally.. sei così... studiosa- disse il ragazzo ridendo e sedendosi sul letto.
Lei lo guardò maliziosamente per qualche momento e gli andò vicino, -potrei darti un premio quando abbiamo finito.. se fai tutti gli esercizi giusti- disse sfiorandogli le labbra con le proprie.
Jack la guardò e velocemente disse -finiamo matematica?-.




ecco qui il 15capitolo :) spero vi piaccia e che recensiate
al prossimo :)
Un bacio,Dany

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16: Incidente ***


ecco a voi il 16 capitolo yeppppp.
Vi lascio alla lettura che so che è quello che volete. recensite se vi va e quindi alla prossima
Buon testo
[Revisionato]



Jack era a casa da solo. Cosa che da quando stava con Sally succedeva raramente, ma la ragazza aveva detto che doveva fare qualcosa tipo shopping o qualcosa del genere.
Il ragazzo stava comodamente seduto sul divano con la tv accesa ma non ci prestava troppa attenzione.
Aveva avuto una telefonata di sua madre ed era finita come al solito, con lei che ricordava il passato e lui che chiudeva la telefonata.
Il campanello suonò. Che fosse Sally?
Si alzò ed andò ad aprire. Si fermò sulla soglia.
-Zia?- chiese vedendo la donna dai lunghi capelli neri legati in una crocchia che gli sorrideva tenendo le mani sulla pancia molto pronunciata.
-Ciao Jack- disse abbracciandolo, un intenso odore di rosmarino lo invase mentre stringeva il corpo della donna, -zia.. come stai?- chiese lui guardandola.
Lei forse era l'unica dei suoi famigliari che ancora si faceva sentire e che sinceramente gli voleva bene.
-Stiamo bene..sì- disse indicando il pancione, Zia Beatrice era la sorella di suo padre ma era totalmente l'inverso del carattere del fratello, lei era dolce e simpatica. Lo era per davvero non sono per una messinscena per far comprare i propri prodotti.
-Beh entra.. - disse sorridendo e aprendo la porta, -tra poco ci raggiungerò il mio compagno, padre di questa mostricciatola- disse ridendo leggermente.
-Certo- disse Jack sorridendo e facendola entrare per prima; si girò e vide una figura che si avvicinava, un brivido gli corse per la schiena, sembrava famigliare quel modo di camminare e sentiva che quell'individuo lo stava osservando; entrò senza aspettare.
In poco tempo erano in salotto con una tazza di thè  -beh come la chiamerete?- chiese Jack -Rosie.. mi è sempre sembrato un nome carino per una bambina.. ma basta parlare di me.. e tu? Hai trovato la ragazza?- chiese poggiando la tazza di thè.
-Sì- disse Jack sorridendo, -dimmi tutto- disse la zia sorridendo a trentadue denti, -capelli rossi, occhi chiari, bellissima e testarda fuori dalle maniere, le piace cucinare e mi rimbecca su tutto- disse Jack sorridendo.
-Direi che è perfetta e da come ne parli.. ci tieni molto- disse lei sorridendo leggermente al ragazzo, delle piccole rughe di espressione spuntarono ai lati dei suoi occhi scuri come quelli del ragazzo.
-Sì.. e il tuo compagno?- chiese Jack, in fondo erano venti minuti che lo aspettavano, -ah non lo so, starà parcheggiando- disse senza pensarci la donna.
Qualcuno bussò alla porta e Jack si alzò ad aprire.
-Grazie giovanotto- disse l'uomo sulla cinquantina entrando ed andando verso il salotto.
Jack rimase per un momento fermo stringendo con la mano il bordo della porta fino a che le nocche diventassero ancora più pallide.
Era lui. L'uomo che aveva stuprato Sally. Quello che l'aveva fatta paralizzare dal terrore a Venezia solo guardandola.
Sembrava normale, la pelle leggermente rugosa e tendente al caramello, i capelli radi in testa che sembravano castano scuro, gli occhi scuri... era lui.
Fece un respiro profondo e chiuse la porta mentre sentiva nel salotto risate e chiacchiere.
Lui credeva a Sally. Quell'uomo le aveva fatto del male ed adesso stava per fare del male anche all'unico componente della sua famiglia a cui voleva davvero bene.
Fece un altro respiro ed indossò il suo sorriso più falso rientrando nel salotto, -piacere io sono Jack- disse porgendo la mano all'uomo, doveva sembrare cordiale, doveva trovare del tempo per avvertire sua zia di quello a cui stava andando in contro; nonostante le mani dell'uomo fossero unte come di olio da motore.
-Piacere io sono Johnny Oogie- disse e a quel punto il sangue nelle vene del ragazzo si glaciò completamente, -lei.. è il padre di Nelson?- chiese sbalordito.
-Esatto.. come lo conosci?- chiese al ragazzo, -andiamo a scuola assieme- rispose cercando di non far tremare la voce e di aggiungere “e ha quasi stuprato la mia ragazza in un vicolo quando era ubriaco” ma riuscì a tenerselo per sé, in fondo quell'uomo le aveva fatto di peggio.
Johnny lo guardò a lungo studiandolo, sapeva che nascondeva qualcosa di molto brutto.. -sai mio caro, anche la ragazza di Jack va a scuola con Nelson- disse la zia per rompere il silenzio che si era creato.
Un fulmine tempestò fuori e cominciò a piovere d'un tratto; -bene... insomma possono stare sempre insieme- disse ma a Jack non piacque molto il modo in cui lo disse... gli dava la sensazione di voler approfittarsi di loro, per divertirsi.
-Beh... mie cari io sono incinta quindi dovrei andare in bagno- disse alzandosi, -aspetta zia ti accompagno- disse Jack cogliendo subito la possibilità.
-Oh... certo caro- disse, Jack la portò al bagno più lontano dal salotto per poter parlare con più sicurezza a sua zia.
-Zia dobbiamo parlare- disse il ragazzo, -beh.. certo, ti vedo spaventato che succede?- chiese la zia accarezzandogli i capelli, -zia... quest'uomo, Johnny non è un buon uomo, suo figlio è un criminale praticamente.. e anche lui- disse senza mezzi termini.
-In che senso? Io l'ho incontrato a Venezia, ha un lavoro .. è una brava persona- disse lei socchiudendo gli occhi.
-Zia suo figlio prima che mi mettessi con Sally.. era ubriaco e dopo una festa ha cercato di stuprare la mia ragazza... lo so che non te lo dovrei dire ma l'abbiamo visto a Venezia.
Io e Sally eravamo andati per una piccola vacanza e lei si è letteralmente bloccata vedendolo, ha pianto per giorni.. lei è stata stuprata da piccola, da un uomo in un vicolo.. è lui zia- disse il ragazzo guardandola negli occhi.
-Jack..- sussurrò lei, -puoi anche non credermi.. ma io credo nella mia ragazza. Lui le ha fatto del male e non voglio che ne faccia anche a te- disse lui.
Lei abbassò lo sguardo, -prima di rimanere incinta, era... aggressivo. Dopo, quando ha visto il test è cambiato, è stato buono e gentile.. ma prima mi urlava contro ed... ed è capitato che alzasse le mani. Io pensavo fosse solo con me... ma... ma questa bambina non è stata concepita in modo do...dolce- disse la zia cominciando a piangere.
-Zia,è un bastardo dobbiamo andare alla polizia. Invento una scusa, l'ho lasciamo qui e andiamo in macchina dalla polizia ok?- le disse stringendola ed accarezzandole la schiena.
-Si caro. Avrei dovuto farlo molto prima- disse la donna alzando lo sguardo.
Jack aspettò qualche momento che la zia andasse in bagno e la riaccompagnò, Johnny Oogie era sempre lì che si guardava le mani seduto sul divano.
La zia sorrise e si sedette vicino a lui, se era scossa non lo diede a vedere per niente.
-Beh.. visto il tempo potreste fermarvi qui a mangiare no?- chiese Jack sorridendo, -sì.. è una buonissima idea, che ne dici tesoro?- chiese Beatrice a Johnny che annuì.
-Però non ho molto da mangiare.. zia vieni con me al supermercato? Posso rubartela qualche minuto?- disse Jack indicando la zia.
-Beh certo- rispose lui ma la sua voce suonava un tantino innervosita.
-Prendo la giacca zia- disse Jack, appena fu lontano dagli occhi di quell'uomo tirò un sospiro di sollievo e prese una giacca per sé e quella della zia.
Gliela passò  e prima di uscire disse -fai come fossi a casa tua finchè non torniamo-, l'uomo annuì e rientrò.
In poco tempo Jack e Beatrice Skelligton erano in macchina già fradici di sudore.
-Puoi respirare zia- le sussurrò il ragazzo posandole una mano sulla spalla, lei lo fece prendendo vari grossi respiri e poi due lacrime solitarie le rigarono le guance.
-Sì.. scusa.. ora andiamo ti prego- disse la zia stringendo il braccio del ragazzo che annuì ed inforcò le chiavi.
-C'è troppa pioggia..- sussurrò guardandosi intorno, -dobbiamo andare Jack.. ti prego.. rischio di cambiare idea- disse la zia chiudendo gli occhi e respirando.
Mentre metteva in moto la macchina però una figura sotto la pioggia si stava avvicinando, era Johnny ma non sembrava camminare per andare a fare un chiacchierata del tipo “andate piano che piove”, ma stava correndo brandendo qualcosa con una mano.
-Parti!- disse la zia e Jack uscì dalla viuzzola e cominciò ad accellerare appena in tempo per non far colpire il paravento da un tubo o qualcosa di simile.
Mentre guidava Jack prese il telefono; voleva chiamare Sally, voleva sentire la sua voce per dargli quel minimo di tranquillità che lo impossessava quando era con lei.
Ma poi abbassò di nuovo il cellulare, non voleva spaventarla ancor di più e se le avesse raccontato quello che sapeva.. che quell'uomo era in città.. probabilmente non sarebbe più uscita di casa.
Non poteva farle questo.
Continuò a guidare sotto la pioggia cercando id vederci qualcosa nonostante i tergicristalli fossero a velocità massima.
-Stai bene zia?- chiese dopo qualche minuto il ragazzo, -sì.. credo- disse continuando a respirare profondamente come se dovesse partorire da un momento all'altro.
-Quell'uomo.. ha davvero stuprato la tua ragazza?- gli chiese dopo qualche momento.
-Sì..me lo ha raccontato all'anniversario della morte di Jules... sai all'inizio ci odiavamo con tutto il cuore, ma per colpa o per merito del professore di cucina.. siamo finiti in un gruppo assieme e ... e lì ho capito di amarla... dopo un po' come faccio ogni anno mi sono lasciato andare, lei mi ha trovato e mi ha fatto parlare... anche se non volevo,lei e lo ha fatto fare e dopo si è aperta con me, mi ha raccontato di cosa le è successo da piccola con quell'uomo- disse il ragazzo mentre guidava, stranamente parlarne lo calmava.
-Quanto manca alla polizia?- chiese dopo lei continuando a guardarsi intorno come se Johnny Oogie potesse spuntare da un momento all'altro dal sedile posteriore o dal finestrino chiuso, di fianco a lei.
-Pochi minuti zia.. ma c'è qualcosa che non va nell'auto- disse il ragazzo premendo leggermente il pedale del freno, ma non accadde niente.
Non poteva essere.
Premette con più forza ma niente.
-Zia perchè Oogie aveva le mani sporche di olio?- chiese il ragazzo con la testa imperlata di un sottile velo di sudore, -non lo.. non lo so..- sussurrò lei con gli occhi sgranati.
Ma prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, una figura nera corse al centro della strada.
Jack sterzò di colpo per evitarla e la zia gridò tenendo con la mano il pancione.
L'ultima cosa che l'uomo sentì fu il rumore di metallo che si infrangeva e un forte colpo alla nuca.
Poi perse i sensi.
Quello che avvenne dopo fu per Jack come un flashback.
Sentiva qualcosa di bagnato scorrergli per il viso, probabilmente sangue.
La testa gli pulsava, -zia..- sussurrò cercando di girarsi ma il dolore era troppo.. troppo anche solo per respirare.
-Zi..a- sussurrò il ragazzo di nuovo, questa volta vide sua zia che strisciava nel suo campo visivo con il basso ventre madido di sangue e i capelli totalmente sparpagliati per le spalle e sporchi di sangue.
-Zia..-la chiamò di nuovo con un filo di voce.
Poi il buio lo avvolse.
Quando la luce riapparve, vide Johnny Oogie prendere in braccio zia Beatrice svenuta o forse morta e la portava verso delle luci bianche e rosse.
-Lasciala bastardo- sussurrò vedendo la zia scomparire, -è mia moglie.. è la mia bambina. Tu non sei niente e parlando con mio figlio ho scoperto una certa coincidenza per noi.. tu ti sei mezzo assieme alla ragazza con cui mi son divertito- disse l'uomo troppo vicino.. non se n'era nemmeno accorto.
-Penso che mi divertirò di nuovo con lei.. tu sarai fuori gioco per qualche tempo- disse dandogli un calcio sullo stomaco.
Una scossa lo avvolse interamente e un mugolio di dolore lo avvolse.
-Il ragazzo è qui!- disse prima di voltarsi e scomparire.
Poi il buio lo avvolse di nuovo.
Si trovò come in un limbo.. non sentiva niente. Non provava niente, l'unica cosa che lo toccava era la paura che lo stava attanagliando.
Sentiva che lo muovevano, lo posavano su qualcosa e cercò di aprire gli occhi.
La luce lo invase. Troppo bianco. Troppo luminoso.
Li richiuse di colpo.
Cercò di pensare... aveva avuto un incidente.. quindi forse era in ospedale.
Incidente... Sally? Sally lo sapeva?
Dov'era?
L'aveva lasciata da sola?
 ***
Sally si stava facendo una doccia calda... le fischiavano le orecchie stranamente, segno che qualcuno la stava pensando.
Il pensiero andò direttamente a Jack, a casa sua, da solo.
L'aveva lasciato da solo perchè voleva fargli un regalo e non poteva portarlo con sé.
Si avvolse un asciugamano intorno alla vita ed andò in stanza asciugandosi i capelli con un altro asciugamano.
Lo zio era tornato ma con il suo solito lavoro lo vedeva sempre meno.
Meglio per entrambi
Maria andava e veniva quando poteva cercando di incastrare i suoi turni con i periodi quando suo zio veniva a casa così da passare più tempo con la sua famiglia.
Sally si sedette sul letto e prese il cellulare che continuava a squillare.
Rispose e ascoltò attentamente quello che le diceva l'infermiera dell'ospedale mentre silenziose lacrime le rigavano la pelle, quando sentì la parola “coma” chiuse velocemente la chiamata e scoppiò a piangere sussurrando continuamente un nome che sgusciava dalle sue labbra -Jack-.




eccoci qui finito :) il sedicesimo capitolo spero vi sia piaciuto e scusate per il colpo di scena ma sarà importante per il continuo della storia
ricordatevi di recensire e spero che la storia vi continui a piacere.
Un bacio,Dany

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17: Ricordi ***


eccomi tornata con il 17 capitolo della storia.. qui vedremo Sally impegnata nello stare vicino a Jack in ospedale..ricordatevi di Recensire e di rcensiere :9
Buona lettura,
[Revisionato]




Bianco.
Il bianco era ovunque in quella stanza.
Quel colore di solito era associato alla vita, alla purezza.. bianco come il vestito da sposa, come la neve appena caduta.. come la luce del paradiso.
Per Sally non era niente di quello.. o almeno non più.
Era il colore dei muri, del letto, del camicie che indossava Jack, di tutta la stanza di quel stramaledetto ospedale bianco.
L'unica nota di colore in tutto quel bianco erano i capelli ed i vestiti di Sally, una vampata color fuoco e degli indumenti che andavano dal blu al verde scuro.
Era ormai una settimana che per colpa di quell'incidente era lì. Jack.
Pallido ancor di più del solito, con i capelli lunghi sulla fronte e sugli occhi; il lato destro del viso era completamente bendato compreso l'occhio, ma a detta del medico non avrebbe perso la vista, l'occhio non era stato compromesso.
Aveva delle costole inclinate, un braccio rotto ed aveva avuto un emorragia interna che i medici avevano fermato con un intervento.
Subito dopo essere uscito dal pericolo di vita; era entrato in coma e i medici erano stati chiari.
Non sapevano quando ne sarebbe uscito.
Sally ogni giorno dopo la scuola andava lì e ci rimaneva finchè non la obbligavano ad andare via la sera.
Stava dimagrendo. Stava andando male a scuola.
Rachel era via a Parigi con Alexandre.
Era da sola.
Sally teneva la mano del ragazzo, appena tiepida da non sembrare quella di un morto e lo faceva tanto strettamente da non sentirla più quando dopo ore la lasciava.
-Jack..- sussurrò avvicinando il viso al suo, era intubato e pieno di flebo, era ferito e stava dormendo.. ma era Jack.
Il suo Jack.
-Jack.. ti prego se mi senti svegliati. Ho bisogno di qualcuno con me.. ho bisogno di te- disse appoggiando la testa sul sul suo braccio.
Ormai non piangeva più. Forse aveva finito tutte le lacrime la sera stessa in cui gliel'avevano detto oppure era entrata come in modalità riserva energetica.. il minimo indispensabile di cibo, amici, scuola.. niente di più.
E lo avrebbe fatto fino al momento in cui lui avrebbe riaperto gli occhi.
Rimase lì come ogni giorno. Qualche volta leggeva, altre volte parlava continuamente sperando che lui l'ascoltasse; altre ancora si portava qualcosa da fare.
Un rumore di tacchi si udì per tutto il corridoio, cosa molto strana visto che tutte le infermiere usavano delle specie di ciabatte.
Una testa bionda entrò dalla porta ed una donna degna di essere una fotomodella (fisico asciutto, tailleur nero, calza e tacchi a spillo) fece capolino nella stanza e puntò lo sguardo sul ragazzo.
-Lei chi è?- chiese guardando la rossa, -sono.. Sally- disse semplicemente, -ah..mi ha parlato di te.. io sono sua madre, Veronica- disse porgendole la mano.
Sally la prese con riluttanza e la strinse.
Questo fu il loro primo incontro.
Il giorno dopo ritornò, ed ancora quello dopo e quello dopo ancora.
Andarono avanti tutti i giorni e cominciarono a parlare, stranamente crearono un leggero legame che però si irrobustiva ogni giorno.
Un legame basato sul ragazzo in coma.

***

-Sally.. tesoro.. svegliati- disse la donna bionda scuotendo leggermente la spalla della rossa.
Era appoggiata sulle braccia sopra la mano di Jack, con la testa appoggiata sopra mentre dormiva tranquillamente.
Veronica se ne era accorta. Ogni giorno che passava le occhiaie sotto gli splendidi occhi della ragazza si facevano più profonde e scure.
Non dormiva da ormai due settimane per la paura per suo figlio.
-Mmm..- mugugnò qualcosa la ragazza appoggiata alzando leggermente il capo e stropicciando leggermente gli occhi, sbattendo continuamente le palpebre accecata dalla luce al neon di quella stanza.
-Vero..Veronica...?- disse la rossa alzandosi e sfiorandosi la schiena dolorante, -devi dormire mia cara.. non puoi continuare  così.. devi riposare- disse la donna accarezzandole una guancia con dolcezza.
Si era affezionata davvero molto a quella ragazza.
-Non..posso- disse la ragazza riponendo lo sguardo su Jack e scansandogli un ciuffo di capelli che gli era caduto sopra gli occhi.
-Sì che vuoi, il vero motivo è che non vuoi- disse la donna mettendole una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
-E se si sveglia?- chiese lei tenendo la mano su quella del ragazzo, Veronica sospirò.. non poteva dirle che dopo quindici giorni c'erano poche possibilità ma se lo tenne per sé.
-Se muove un solo dito, ti chiamerò subito, promesso- disse Veronica sorridendo leggermente.
-Mi riposo solo qualche ora... giuro, poi torno- disse la ragazza stringendosi la borsa contro di sé.
-Certo mia cara.. ora vai o vuoi che chiedo all'autista di accompagnarti?- le chiese Veronica, -no.. non serve, andrò il pulman- disse Sally lanciando un altro sguardo al ragazzo disteso sul letto.
Uscì dall'ospedale tremando leggermente sulle proprie gambe.. ormai tutti la conosceva perfino i pazienti che si limitavano a guardarla con pietà.
La ragazzina che viene a trovare ogni singolo giorno il porprio ragazzo che forse non sopravviverà.
No.
Sarebbe sopravvisuto.
Non sarebbe andato via senza di lei.
La zia di Jack, sorella del padre, non era stata fortunata.
Lo schianto le aveva fatto perdere la bambina.. Rosie forse? Sally non ricordava molto ma ricordava le urla della donna mentre la portavano in sala operatoria per un'emoraggia molto grave, dopo che glielo avevano detto.
-No.. la mia bambina.. quello lì l'ha uccisa- continuava a farneticare stringendo il lenzuolo ormai scarlatto fra le dita.
Non aveva passato la prima notte.
I medici avevano detto di avere fatto tutto il possibile ma la donna non c'è l'aveva fatta.
Come se quasi si fosse lasciata morire apposta.
Sally la capiva.. aveva perso sua figlia e il dolore l'aveva schiacciata.
Non sarebbe successo anche a lei. Doveva essere forte per entrambi come quella sera quando l'aveva trovato ubriaco e ferito a prendere a pugni quel sacco da box per delle ore intere e lo aveva medicato e fatto riposare.
Sally sorrise leggermente al ricordo.
Sembrava passata un'eternità da quel momento.
Strinse la brettella della borsa più forte mentre saliva in bus e prendeva posto; con lo sguardo fisso verso il pesaggio intorno a lei.
Perchè doveva succedere tutto quello a lei?
Cos'aveva fatto nella scorsa vita per meritarsi tutto quello.. i suoi genitori, uno zio odioso.. quello che era successo da piccola.. ed ora Jack che la stava abbandonando.
Ma non poteva guardare solo quello.. aveva incontrato Rachel e ci era cresciuta; ricordò Parigi e la sua prima volta con quel meraviglioso ragazzo a Venezia. Tutto il periodo passato con Jack.. da il momento in cui lo odiava al momento in cui gli aveva promesso tutto.
Immersa così tanto nei suoi pensieri quasi perse la sua fermata e fu costretta a correre verso l'unico pulsante funzionante di quello stramaledetto autobus.
Scese velocemente e ancor più velocemente andò verso casa sua.
Aveva paura in quel periodo.. forse perchè l'unica persona del mondo che l'avesse fatta sentire era costretta a letto, incosciente.
Andò verso la porta e premette la chiave ma non girava.
La porta era aperta.
Entrò leggermente spaventata. Un biglietto sulla tavola diceva con poche scritte raggrinzite che suo zio non aveva chiuso la porta perchè si era dimenticato le chiavi.
Sally gettò via il biglietto e tirò un sospiro di sollievo.
Si fece un bagno caldo e si lavò i capelli.. non se li lavava da ormai due settimane.. non si curava di sé ormai.
Appena uscì dalla vasca si asciugò e si infilò il pigiama composto da un paio di pantaloncini larghi e una canottiera.
Andò in salotto con un barattolo di gelato e la tv accesa, li appoggiò sul letto ed andò a prendere qualcosa da bere.
Però nel farlo passò davanti ad un cassettone dove poneva le sue fotografie per vederle ogni giorno prima di andare a scuola e cominciare bene la giornata.
Si soffermò con lo sguardo su una foto di lei e Jack che si stavano baciando.
Gliel'aveva fatta Rachel di nascosto visto che Jack non si voleva far fotografare ma la rossa voleva ad ogni costo una foto con lui per imprimere su carta quello che stava facendo.
La prese in mano e la tolse dalla cornice ripensando a quel pomeriggio.

“-Dai Jack una foto- disse Sally appoggiando la testa sulla sua spalla. -no, Bambolina- disse il ragazzo continuando a guardare dritto davanti a sé.
-Ma perchè no?- chiese di nuovo la ragazza, -perchè no- rispose lui ridendo leggermente, -oddio sembrate una vecchia coppia sposata- disse Rachel distesa sul prato con la testa appoggiata alle gambe di Alexandre che le accarezzò una guancia ridendo leggermente.
-Alexandre tu ti faresti fare una foto con Rachel vero?- chiese Sally rivolta al francese, -oui- disse lui guardando la ragazza che gli sorrise.
-Ecco vedi? Daiiii- disse Sally poggiandosi a lui con un braccio sulla sua spalla,ma il ragazzo non desisteva.
-Va beh nonnini.. io vado a prendermi un gelato.. mi accompagni Alex?- chiese la ragazza alzandosi, lui annuì e la prese per mano mentre si allontanavano.
-Che problema hai con le foto?- chiese Sally mettendosi di fronte al ragazzo e sfiorandogli la guancia con la mano.
-Non mi piacciono- disse il ragazzo semplicemente ma Sally lo conosceva abbastanza per capire che stava mentendo.
-Eddai a me puoi dirlo- disse lei avvicinandosi a lui, lui la guardò e cominciò a giochicchiare con un filo d'erba sotto di lui. Segno del fatto che si stava innervosendo.
-Non mi sono fatto più foto oda quando Jules è morto.. tipo quella per la patente o per scuola sì.. ma per diciamo così.. piacere non me ne sono mai più fatto- disse il ragazzo incrociando lo sguardo con quello della ragazza.
-Ok.. non servono foto.. mi servi solo tu- disse la ragazza abbracciandolo e stringendolo a sé.
Lui restituì la stretta e quando lei si scostò leggermente da lui le mise una mano dietro alla base della nuca e l'avvicinò fino a fare toccare le reciproche labbra.
-Ta...taaa- disse Rachel scattando la foto con il cellulare mentre Alexandre teneva in bilico quattro gelati cercando di non farli spiaccicare a terra”.
Ecco la storia di quella foto.

Sally la strinse al petto e cercò di non piangere.
Non doveva. Anzi.. gliel'avrebbe portata in ospedale.. non sapeva il motivo vero e proprio ma voleva portarla a Jack.. forse solo per il fatto di guardarla e cercare di sperare che ritornassero a quel tempo.
Ritornò in salotto ma le sembrava diversa.
La tv era spenta.
Era molto sicura.. che l'avesse lasciata accesa e non era salata la luce visto che le lampade era ancora accese.
Sentii un brivido per la schiena e prima che potesse fare qualsiasi cosa tipo urlare o provare a scappare, qualcuno l'afferrò da dietro e bloccandola con i movimenti con un braccio, le premette un fazzoletto con un odore molto acre ed acido sul naso e sulla bocca.
Cominciò a muoversi per sgusciare da quella presa ferrea ed ogni movimento le richiedeva aria ed ad ogni boccata di aria attraverso quel tessuto le girava sempre più la testa e si sentiva sempre più debole.
-Calmati.. se ti agiti è peggio.. rilassati- disse l'uomo al suo orecchio, Sally lo fece.. aveva riconosciuto quella voce.. apparteneva all'uomo che l'aveva stuprata.. a quello di Venezia..
-Ah.. mi riconosci?- disse alla ragazza cominciando a stringerla a sé.
-Beh..tu mi conosci io, ti conosco ma non sai il motivo per cui sono qui..- disse l'uomo baciandole il collo; -sai.. c'è stato un incidente. La mia compagna è morta con nostra figlia.. forse la consoci si chiamava Beatrice.. Beatrice Skelligton.. la zia del tuo ragazzo che l'ha uccisa per portarla via da me... e ora o mi divertirò con te per fargli provare quel leggero senso di pazzia che mi ha pervaso- disse l'uomo stringendola e sentendo finalmente le forze della ragazza cedere e chiudere gli occhi.
-Andiamo.. qui non credo sia il posto più adatto per i nostri giochi- disse l'uomo prendendola in braccio.
L'ultima cosa che vide la ragazza prima di cadere nel torpore e nel buio fu la foto di lei e Jack che si baciavano sopra il pavimento del salotto.
Lasciata lì. Da sola.
Come lei.



muahahaha lo so sono cattiva.. ma il colpo finale ci doveva essere :)
Comunque vi aspetto per il prossimo capitolo e recensite :)
Un bacio,Dany

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18: Oscuro ***


eccomi giunta al 18 capitolo solo per voi:) lo so che vi holasciato un sacco di suspence nella fine del precendete ma sono cattiva muahahahaha no dai scherzo o forse no?
Comuqnue lasciate una bella recension se vi va e vi lascio al brano,
Buona lettura.
[Revisionato]



-Rachel che succede?- chiese Alexandre poggiandole una mano sulla spalla, la bionda ormai era da mezz'ora in piedi con il telefono in mano che lo fissava senza muoversi minimamente e con aria assente.
Era ormai un mese che abitavano lì.
Nel suo appartamento/sgabuzzino dell'albergo, che stranamente aveva acconsentito al fatto di ospitare una ragazza che effettivamente non lavorava lì.
-Sally non mi risponde.. è una settimana che non mi chiama..mi chiamava ogni giorno.. dopo che è..- disse mentre la voce le diminuiva di tono ad ogni parola.
-Hey hey hey..- disse lui stringendola in un abbraccio da dietro, -andrà tutto bene.. probabilmente sarà stata presa da quello che è successo.. se io fossi in quella situazione.. je.. morirei- disse lui poggiandole il mento sulla spalla.
-Sei carino lo sai? Ma mi sento molto preoccupata- disse la bionda appoggiando il telefono e cercando di non rimettersi a cercare di richiamare l'amica per l'ennesima volta.
-Je suis sempre.. carino..- disse il ragazzo cercando di alleggerire l'atmosfera, -ed anche modesto- disse la ragazza sorridendo e girandosi, circondandole il collo con entrambe le braccia.
-Senti..facciamo così.. troveremo dei soldi e andremo lì qualche giorno ok? Così faremo..  una sorpresa a Sally e nous le staremo vicino no?- disse lui stringendola appena.
-Tu sei merveilleux- disse Rachel cercando di non sbagliare la pronuncia... si era esercitata tanto per cercare di imparare il francese.
-Uuu mi piaci molto quando parli francese- disse lui posandole un bacio sulle labbra.
***
Un odore acre continuava a imperlarle il naso e la bocca, facendola starnutire ma sopratutto non facendola respirare bene.
Voleva grattarsi il naso per scacciare quell'orribile odore ma non poteva.. i polsi erano legati con qualcosa che le stava grattando i polsi ad ogni movimento.
I piedi erano nudi e legati anch'essi.
La schiena le faceva male come se non si fosse mossa da giorni.. aspetta.. erano giorni che era lì?
Ma lì dove?
Cercò di aprire gli occhi ma anche così facendo era buio intorno a lei come se la stanza fosse senza luce o come se avesse qualcosa davanti agli occhi.
Ma appena riuscì a capire qualcosa di quello che sentiva si rese conto di avere come una benda stretta intorno agli occhi.
Cominciò ad agitarsi.. che stava succedendo? Perchè era li? Doveva uscire di li...magari Jack si era svegliato e non l'aveva trovata lì con lui.
-Ah che bello...la piccola finalmente si è svegliata per i giochi- disse una voce bassa e profonda e il ricordo di quello che era successo la travolse.
Lui... era lui ad averla afferrata a casa sua.
-Lasciami!- urlò lei continuando a dimenarsi sulla sedia e provocandosi escoriazioni sui polsi e sulle caviglie.
-Ma non mi divertirei se lo facessi... voglio fare provare a quel moccioso cosa di prova a perdere la propria compagna- disse l'uomo cominciando a passare la mano sopra un tavolino ricoperto di attrezzi rudimentali e lame lisce.
La puzza di sigaretta invase il naso di Sally che lo arricciò. Aveva sempre odiato quell'odore e l'uomo sembrò accorgersene e sorrise.
-Ah... non fumi tesoro?- disse l'uomo togliendosi la sigaretta dalle labbra ed avvicinandola al volto di Sally che si allontanò per quanto possibile.
-No...  questo è solo l'inizio... peccato che sia finita- disse lui spegnendola sull'avambraccio interno della ragazza che urlò di dolore.
-No... non urlare piccola...- disse l'uomo prendendo il pezzo di stoffa che aveva sugli occhi e infilandoglielo in bocca di prepotenza quasi soffocandola.
La bruciatura pizzicava come se la pelle le si stesse spaccando.
-Mmm... sì questo è divertente... decisamente- disse l'uomo accarezzando lo zigomo della giovane.
-Sai mi ricordo quando ti ho posseduta per la prima volta... era stato qui... in un vicolo vero?- chiese avvicinando la bocca alla guancia della ragazza per poi leccarla interamente.
-Beh diciamo che abbiamo bisogno di un souvenir del nostro tempo passato insieme no?- disse Johnny Oogie girandosi e afferrando con la mano un paio di forbici.
Sally cominciò a lacrimare guardando l'arnese in mano all'uomo, non a piangere ... doveva resistere per uscire da quell'incubo.
Afferrò una ciocca di capelli rosso fuoco della ragazza e glielo tagliò davanti agli occhi, riapoggiò le forbici sul tavolino e cominciò ad accarezzare la ciocca di capelli fra le dita annusandola e passandosela sulle guance con aria felice... troppo felice.
-Sì... questo potrà andare bene... sì- disse appoggiando la ciocca di capelli sul tavolino con un sorriso folle in volto.
-Ora... direi che è arrivato davvero il momento di divertirci davvero no? Ma devi sopportare il dolore per un po'... quindi ingoia- disse togliendole il fazzoletto che aveva in bocca e gettandolo a terra per poi ridere ficcandole in bocca il collo di una bottiglia scura inondandole tutta la gola con del liquido che bruciava da morire nella sua bocca.
Molto probabilmente Alcool.
Anzi sicuramente alcool.
La mente cominciò ad annebbiarsi e la testa a ciondolare.. dio quella roba doveva avere 80 gradi se la faceva ubriacare solo con un sorso.
-Questa è una mia creazione.. va dritta in testa eh?- chiese l'uomo bevendone un sorso e gettando a terra la bottiglia senza un apparente motivo.
La bottiglia si spaccò in mille schegge ed il liquido ambrato caddero e si sparpagliarono a terra.
L'uomo cominciò a ridere... come se stesse guardando un show divertente, chinando la testa e sorreggendosi lo stomaco con entrambe le mani.
Si asciugò una lacrima teatralmente e chiuse la mano a pugno.
La trasse indietro e colpì lo zigomo della ragazza in pieno, lei troppo intontita dall'alcool quasi non se ne accorse ma avvertì il dolore amplificato.
Sputò a terra cercando di non concentrarsi sul sapore del sangue che sentiva in bocca e continuò a lacrimare guardando a terra.
-Così... non le riavrai- disse seccamente guardando a terra di nuovo, -cosa?- chiese lui con tono accusatorio prendendole il viso fra le mani e facendola girare verso di sè.
-Se mi uccidi non le riavrai!- disse lei puntando gli occhi in quelli folli dell'uomo.
-Tu ingrata.. è colpa tua se sono morte!- disse colpendola direttamente sulla guancia e facendole sputare sangue ancora.
Sally tossì e cercò di respirare ignorando il dolore che provava anche solo respirando.
-Tu.. tu ti ho posseduta da piccola me lo ricordo.. quelle gambe.. quella bella pancia.. è stato molto divertente allora.. magari dopo potremo riprendere quel discorso- disse sfiorandole la spalla con un dito con fare lascivo.
Sally rabbrividì.. Non voleva quelle sudice mani su di lei... non un'altra volta.
-Lasciami stare- disse lui cominciando a piangere, -e perchè dovrei? In fondo la tua verginità me la sono presa io.. tu non sei mai stata sua.. di quel ragazzino... tusei mia... mi sei sempre appartenuta. Sei una mia proprietà- disse lui prendendole il viso fra le mani.
-Io non sono di nessuno!- disse lei muovendo il viso tanto da far perdere la presa sul proprio viso.
-Oh... la gattina ha gli artigli... non ti ricordavo così-disse lui ridendo leggermente e guardandola.
-Vediamo se riesco a farti abbassare un po' di cresta e farti diventare quella brava donna sottomessa che eri da piccola- disse prendendo la cinghia della sua cintura.
Tirò una frustata in pieno viso alla ragazza che per il contraccolpo quasi perse il respiro e mugulò di dolore mentre cercava di non piangere davvero,
Johnny gettò a terra la cinghia,-no così non mi piace... mi manca in contatto- disse tirandole l'ennesimo pugno in pieno viso e facendole rompere il sopracciglio sinistro.
-Ahia..- sussurrò lei cercando di strappare le corde dei polsi. Doveva andarsene.. doveva scappare.. chiamare aiuto.. fare qualcosa.
Johnny continuò così finchè la ragazza e la sedia non caddero a terra e lei sbattè il viso già tumefatto con un sonoro tonfo sul pavimento.
Johnny si guardò le mani ormai rosse e leggermente graffiate dai pugni e si guardò intorno per vedere che suo figlio non fosse rientrato.
Non doveva interferire.
Non si doveva permettere.
Si avvicinò alla ragazza a terra che continuava a tossire sangue formando una piccola pozza vicino alla sua bocca e si avvicinò a  lei, togliendole dal viso alcuni capelli che le erano caduti sopra gli occhi.
Poi si alzò di scatto e calciò con tutta la sua forza sul costato della ragazza a cui sfuggì un rantolo di dolore.
La vista le si oscurò.. sentiva solo un forte dolore al petto.. forse le aveva inclinato una costola.. o forse rotta...
Non riusciva ad intuirlo per il troppo dolore..
Perchè era capitato a lei tutto quello..
Voleva solo stare con Jack dopo tutto quello che era successo... era troppo chiedere la felicità?
Si mise ad avercela con il mondo in sè.
Basta.
Probabilmente Jack non si sarebbe più svegliato e lei sarebbe morta in quello scantinato.
Forse era giusto così.
Avrebbe potuto rivedere tutti quelli che la vita le aveva portato via ed aspettare chi ancora viveva.
Come Rachel.. ed Alexandre.. come Maria.
Un 'altro calcio le arrivò sullo stomaco e le sembrò di morire in quello stesso instante.. le aveva preso esattamente il punto dove anni prima lui stesso l'aveva ferita quasi a morte.
-Ora però ho una chicca solo per te e mi servi seduta aspetta che ti aiuto- disse rimettendo a posto la sedia e controllando se le braccia fossero ben legate.
Poi si girò di scatto fischiettando una melodia allegra e prese un coltellino svizzero estraendo la punta di un coltello ben affilato e direzionandolo contro il braccio destro della ragazza.
-No.. basta ti prego- disse lei cercando di allontanare il braccio dall'arma.
-Stai ferma piccola... se no rischio di fare un disastro- disse lui stringendole con un braccio il polso sino a lasciargli dei segni rossi e sfiorando appena la pelle di Sally con la lama fredda del coltellino.
Incise lievemente finchè non uscì un rigolo di sangue e avanzò fino a creare un taglio di circa dieci centimetri su tutta la lunghezza del braccio.
La ragazza per tutto il tempo urlò come una matta e quindi per il secondo taglio sull'altro braccio le tappò di nuovo la bocca con quel pezzo di stoffa preso dal pavimento.
Le lacrime si mischiarono al sangue sulle sue guance, -ed adesso la ciliegina sulla torta..- sussurrò prendendo una ciotolina bianca dal tavolo degli attrezzi.
-Sai questo cos'è?- chiese alla ragazza che teneva a ciondoloni la testa troppo stanca anche solo per rimanere sveglia.
-Sale- rispose l'uomo dopo qualche secondo prendendone un pizzico e posizionando la mano sopra le ferite della ragazza, -pronta per urlare dolcezza?- chiese prima di buttare il sale nelle ferite della ragazza.
Sally sentì un bruciore nemmeno comparabile con il calore del fuoco e cominciò a piangere ed urlare a squarcia gola muovendosi nelle corde e scortificandosi ancor di più la pelle.
-ora che ci siamo divertiti.. direi che è ora di ricordare i vecchi tempi che ne dici?- chiese l'uomo facendole alzare la testa e posando una mano sul seno della ragazza e tagliando un po' il collo della maglia per toccarne di più.
-Non toccarmi...- sussurrò lei con gli occhi socchiusi.. non ci riusciva nemmeno.. non aveva più forza né voglia di fare niente..
La stava distruggendo psicologicamente pezzetto per pezzetto.
-Non toccarmi? Non sei nelle condizioni di .. chiedere niente ragazzina- disse lui tirandole un altro schiaffo e cominciando ad armeggiare con i bottoni dei bottoni.
-Lasciala stare- disse un'altra voce... una voce maschile giovanile che Sally conosceva molto bene.
Per una frazione di secondo sperò che fosse Jack.. che la salvava, come aveva sempre fatto.
Ma non era Jack.
Era Nelson.
Nelson che guardava con odio, rabbia e disgusto il padre e la scena che gli si parava davanti.
-Che diavolo stai facendo, pazzo?- chiese lui chiudendo la mano a pugno ed avvicinandosi a Sally che lo stava guardando con occhi sbarrati e colmi di paura.
-Stanne fuori Nelson! Non sono affari tuoi- disse l'uomo cercando di colpire con un pugno il proprio figlio che lo evitò facilmente e lo gettò a terra.
Gli diede un pugno in pieno viso rompendogli il naso con un espressione di rabbia pura negli occhi.
-Tu sei pazzo! Non puoi fare questo.. mi fai schifo come padre, come uomo, come persona.. vattene e non tornare- disse il ragazzo alzandosi ed andando verso la ragazza cercando di slegarle i nodi dei polsi.
-Nelson..- sussurrò Sally sentendo finalmente le mani libere, -tu me la pagherai ragazzina.. tu e tutti quelli a cui vuoi bene- disse Johnny prendendo un coltello e cominciando a correre verso la ragazza.
Nelson lo intercettò e gli tirò un altro pugno in pieno volto mandandolo dall'altra parte della stanza.
-Vattene!- urlò Nelson e il padre lo ascoltò  se ne andò e corse verso il piano di sopra, dopo qualche momento il rombo del motore si avvertì.
Nelson le sciolse anche le caviglie e rimase a guardarla.. era ricoperta di sangue e lacrime.
Senza rendersene conto si ritrovò Sally che piangeva come una bambina e che lo stringeva in un abbraccio cercando conforto.
Lui rispose alla stretta un po' titubante sussurrandole -andrà tutto bene.. ora ti porto via ok?- disse, lei annuì e smise di piangere.
La prese in braccio e la portò a casa sua, per tutto il tragitto non prosperarono parola e lei si aggrappò a lui.
Quando entrarono lei si fiondò n bagno e lui l'aspettò in salotto sentendo ancora il calore di lei imperlargli la pelle.
Sentiva qualcosa di strano. Non aveva mai provato così tanto rabbia nel difendere una persona.
Ma prima che potesse pensarci lei tornò di sotto.
Si era lavata i capelli e il sangue da tutto il corpo, era ancora malridotta e camminava un po' zoppicando ma quando lo guardò gli lanciò uno sguardo di gratitudine.
-Stai bene?- le chiese, -io.. no..ma, ti dispiacerebbe portarmi in ospedale?- chiese la ragazza guardandolo.
-Certo- disse lui riprendendola in braccio prima che ricdesse nel tentativo di aggrapparsi al divano.
Mentre la portava camminando però avvertì qualcosa che non andava.. ci teneva a tenerla bene, a non farla cadere .. a tenerla in modo dolce.. che gli stava succedendo?



al prossimo capitolo, spero vi sia piaciuto e recensiate,
Un bacio, Dany



  

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19: Luce ***


Eccomi tornata con il 19 capitolo :) premetto che non sono stata molto presente motivo fine scuola, né quando finirà questa storia quindi scriverò finchè non smetterò di aver fantasia ahahaha
vi lascio al capitolo
buona lettura.



Dopo tutto quello che era successo il minimo che poteva fare, che doveva fare Sally era ringraziare Nelson per averla salvata.. cosa resa difficile però  dal fatto che Oogie la evitasse in ogni modo possibile.
Ogni volta che provava ad avvicinarsi in bus, scendeva prima, o a scuola dove si nascondeva nel bagno dei maschi per depistarla.
Quello era strano.
Ma in quel momento non ci poteva pensare davvero.
Era all'aereoporto e stava aspettando l'arrivo di Rachel e Alexandre.
Stava per l'ennesima volta controllando l'ora che non era cambiata dai dieci secondi prima e sbuffò... muoveva le gambe in preda all'agitazione.
E poi eccola.
Una testa bionda che correva all'impazzata verso di lei con un sorriso stampato in volto e gli occhi leggermente umidi.
-Sally!- urlò gettandosile al collo e stringendola come non mai,
-oddio.. mi sei mancata tanto amica mia... quanto mi sei mancata.. a Parigi sta andando bene ma se non ci sei tu.. - sussurrò la ragazza bionda stringendo l'amica e cercando di non piangere.
Nel frattempo era arrivato Alexandre con le valige di entrambi e con un sorrisetto stampato in volto vedendo la sua Rachel così felice.
-Hey che ti è successo?- chiese la ragazza bionda notando i lividi sul volto della ragazza ed avendo un bruttissimo presentimento.
-Qui.. non è il luogo adatto, te lo racconto davanti ad una tazza di cioccolato in ospedale- disse la ragazza rossa stringendole la mano.
Rachel annuì e seguì l'amica verso l'ospedale.
Rachel non odiava l'ospedale.. le dava solo fastidio da quando da piccola si era rotta una gamba e l'ortopedico le aveva messo il gesso in modo molto poco delicato ma vedere un tuo amico intubato e inerme su un letto la fece quasi crollare al pensieri di come si sentiva Sally.
La rossa si era seduta su una poltroncina che sembrava solita usare e teneva la mano del ragazzo guardandolo con apprensione, -sua madre di tanto in tanto viene a trovarlo.. ma adesso è a Tokyo o qualcosa del genere per lavoro.. quindi vengo quando posso- disse la rossa guardando i due in piedi dal lato opposto e stropicciandosi gli occhi con le mani.
-Lui è molto fortunato ad averti Sally- sussurrò Alexandre guardando la ragazza che gli rispose con un lieve sorriso guardandolo negli occhi.
-Lo so.. o almeno spero di esserlo... ma non riesco più a sopportare questo- disse indicando con un cenno il letto su cui giaceva il ragazzo immobile.
-I medici hanno detto qualcosa?- chiese Rachel sedendosi al fianco dell'amica; -sì... hanno detto che effettivamente sta bene.. tranne per il braccio rotto e la guancia.. l'incidente è stato molto grave e il suo cervello si è chiuso in se stesso per proteggersi.. deve uscirne da solo- disse Sally accarezzandogli il braccio.
-C'è la farà. Non può lasciarti così no?- chiese Rachel poggiandole una mano sulla spalla, -lo dicono tutti sai? Sua madre ha preferito non dirmelo ma io ho sentito lo stesso da qui dentro.. questo tipo di coma.. è micidiale. Pochissimi riescono ad uscirne.. per la maggior parte si stacca la spina- disse lei chiudendo gli occhi e poggiando il viso sulla mano del ragazzo bagnandola leggermente con le proprie lacrime.
Poi si alzò come se niente fosse e le asciugò con un veloce gesto della mano alzandosi e lasciando Jack da solo.
-Andiamo a prendere quella cioccolata così vi racconto- disse Sally uscendo.

-Io quello lo ammazzo!- disse Rachel stringendo così tanto il bicchiere di plastica con dentro la cioccolata da versarne alcune gocce sulla mano che lo teneva.
-Se n'è occupato Nelson- rispose seccamente Sally bevendo un sorso del caffè che ormai le sembrava parte di se stessa per quante volte lo aveva bevuto da quella dannata macchinetta su quel dannato posto.
-Ok ok.. mi calmo. Un punto per Oogie, non è così stronzo come pare ma.. comunque suo padre.. suo padre! Lo stesso che ti ha stuprato ha fatto questo? QUESTO?- disse l'amica indicando il viso dell'amica.
Alexandre intervenne e la prese da dietro stringendola leggermente ed evitando che altre signore ed infermiere fissassero i loro sguardi su di loro..
Sally non aveva bisogno di ulteriore attenzione.
-Ok ok mi calmo!- esclamò Rachy bevendo un lungo sorso di cioccolata, fece un respiro profondo e si sedette di fianco all'amica.
-E adesso?- chiese Rachel, -non credo tornerà. Nelson è stato piuttosto convincente.. dopo che mi ha portato qui mi hanno medicato le ferite al braccio, la costola inclinata i lividi e sono ritornata circa normale, poi lui non si è più fatto vedere- disse la ragazza buttando il bicchiere vuoto.
-Se viene ancora giuro che lo ammazzo- disse Rachel mimando uno strozzamento, -meglio di no.. e poi comment faccio io?- chiese Alexandre.
-Tu mi aiuto col cadavere tesoro- disse la bionda sorridendo al ragazzo e scaturendo forse una delle rare risate che Sally aveva in quel momento.
Passarono tre giorni e li passarono quasi esclusivamente in ospedale in quella stanza.
Poi Rachel ed Alexandre  dovettero tornare in Francia.
L'ultimo giorno salutarono Jack e Rachel si chinò a dargli un bacio sulla guancia ed abbracciarlo leggermente.
Quando le sue labbra gli sfiorarono la pelle sussurrò  -svegliati ti prego.. non lasciare Sally da sola.. ci devi essere tu qui per lei- disse e poi si alzò guardandolo per un'ultima volta prima di uscire.
Quando li accompagnò all'aereoporto Sally capì che probabilmente non avrebbe riso più... se Jack non si fosse svegliato... se loro non sarebbero più tornati.
Alexandre l'abbracciò e le sussurrò -se riesco.. potrei chiedere un ulteriore vacanza al capo... pour venire qui- disse lasciandola, -lascia stare Alex... il lavoro è importante se vuoi mettere su famiglia con quella ragazza- disse Sally sorridendo.
-Tu sei importante Sally.. per lei e per me.. quindi vedi di resistere anche per noi ok?- le disse togliendole una ciocca di capelli da davanti gli occhi
-Cercherò- sussurrò lei prima di ritrovarsi le braccia di Rachel che la strozzavano.
-Hey amica.. ci rivedremo ok?- disse la rossa stringendola e cominciando a piangere, -c'è la farò ok? C'è la farai tu.. tu sei sempre stata la più forte quindi c'è la farete entrambi- disse Rachel guardandola dritta negli occhi.
-O..Ok- sussurrò la rossa stringendola di nuovo, poi la dovette lasciare e vedere che se ne andava.
Tornò in ospedale e si sedette sulla solita seggiolina di fianco al letto di Jack, gli avevano tolto finalmente la fasciatura sul viso e adesso si vedeva una cicatrice biancastra dai bordi rossi che andava dal sotto dell'occhio a circa metà guancia.
Non era nulla di che a quello che sarebbe potuto succedere e sinceramente a Sally non dispiaceva affatto.. gli sarebbe andato bene qualcuno cosa.. se si fosse svegliata.
Gli avevano tolto anche i respiratori tenendo solo le flebo visto che riusciva a respirare da solo.
-Jack ti amo..- sussurrò prima di alzarsi leggermente e posargli un leggero bacio sulle labbra.. non lo aveva mai fatto ma aveva bisogno di quel contatto per non impazzire ad aspettare che ritornasse da lei.
Perchè doveva tornare da lei.
Quando si staccò alcune lacrime sgusciarono dai suoi occhi e si riappoggiò al letto poggiandoci il viso.
Cominciò a piangere a dirotto.
Si era trattenuta troppo.. era ora di cadere di nuovo.
Sentì qualcosa di caldo muoversi sul suo volto e pensò fossero le proprie lacrime che le accarezzavano la guancia in un dolce sfiorare.
Ma erano troppo corporee e calde per essere lacrime.
Si alzò di scatto e si mise seduta bene, quella cosa calda l'abbandonò.
-Sally..?- chiamò qualcuno.. un rantolo semplice.. appena un sussurro ma che Sally aveva sentito.
-Jack?- chiamò con voce rauca dal pianto, sì... era lui.
Gli occhi scuri di Jack finalmente si aprirono e si puntarono sulla ragazza con un dolce sorrisetto... -ciao Bambolina- sussurrò poi.
Lei cominciò a piangere di gioia e gli gettò le braccia al collo saltando sul collo.
Lui rispose alla stretta per quanto riuscisse e le posò un bacio sui capelli.
-Jack.. mi hai fatto aspettare troppo- sussurrò lei sedendosili praticamente in braccio, -mi perdoni.. signorina.. mi farò perdonare- disse lui in un sussurro stringendola di più
-Sai .. ho sentito ogni singola cosa..- le disse dopo, -non parlare.. risposati ti prego- disse lei accarezzandogli il viso con entrambe le mani.
Lui le asciugò le guance e si avvicinò a lei baciandola dolcemente.
Lei rispose senza pensarci a quel atteso e bramato contatto e gli rigettò le braccia al collo.
-Hey.. ma che succed..?- chiese un'infermiera entrata per il grande trambusto e soffermandosi a bocca aperta per la scena che gli si parava davanti.
-Ah.. ok.. chiamo i tuoi Jack e ben tornato- disse uscendo e chiudendo la porta, -ti amo anche io Bambolina- disse lui sfiorandole una ciocca di capelli.

Da quando Jack si era svegliato il bianco di quell'ospedale aveva significato gioia per la ragazza che lo andava a trovare in ospedale dopo scuola.
Due giorni e sarebbe potuto tornare indietro.
Due giorni che Sally gli aveva detto tutto quello che era successo... Jack gli aveva raccontato dell'ultima chiacchierata con sua zia.. di Johnny Oogie e di quello che gli aveva detto prima di lasciarlo sul ciglio della strada sanguinante.
Di come gli aveva detto che si sarebbe divertito ancora con lei.. Sally faceva il possibile per nascondere i segni dell'aggressione: metteva sempre maniche lunghe per  i tagli e per il viso metteva chili di fondotinta ma aveva capito che il ragazzo avesse intuito qualcosa.
Poco importava..le importava che fosse tornato da lei.. le spiegazioni sarebbero arrivate quando sarebbe stato il momento..
ora voleva solo godersi di nuovo il suo ragazzo.

Passati i due giorni Sally accompagnò Jack a casa e nel tragitto praticamente si aggrappò al suo braccio per tutto quanto il tempo.
-Hey attenta rischi di tirarmi giù- disse lui muovendo leggermente il braccio ingessato, -oh.. scusa..- sussurrò lei staccandosi e prendendogli solo la mano.
Lui gliela strinse e disse -non me ne andrò di nuovo te lo giuro- disse lui sorridendo leggermente e dandole un bacio sulla fronte.
-Appunto..non ci provare più o giuro che ti picchio- disse lei ridendo e puntandogli un dito contro il petto.
Lui le prese la mano sul suo petto e la trasse a sé per dargli un leggero bacio sulle labbra.
Dio.. quanto gli era mancato farlo..
Le poggiò una mano sulla base della schiena e la trasse a sé ma lei lo fermò, -hey.. piano . Sei ancora convalescente Jack- disse lei staccandosi leggermente con un lieve sorriso.
-Puff... come farei senza di te Bambolina.. eh?- disse lui continuando a camminare.
-Non faresti- rispose lei sorridendo e riprendendogli la mano, stavano quasi arrivando a casa di Jack quando una figura emerse dal marciapiede.
-Nelson..- sussurrò Sally, -che succede?- le chiese Jack inarcando un sopracciglio, -Nelson! Fermati- urlò la ragazza agitando le braccia.
Lui la vide e fece qualche passo all'indietro ma appena vide che c'era anche Jack cominciò ad avanzare.
In fondo quel ragazzo aveva il diritto di sapere cosa era successo... nonostante lo invidiasse per avere il cuore della ragazza di cui si era innamorato.
Appena gli raggiunse Sally gli sorrise e quel sorriso gli fece ancor più male dell'occhiata gelida che gli rivolse Jack mentre si metteva vicino alla ragazza.
Sally guardò entrambi, -dobbiamo parlare... tutti e tre- disse prima di alzare lo sguardo su Jack.




al prossimo capitolo smak
un bacio, Dany

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20: Dimenticare ***


 

Sally si dovette mettere in mezzo ai due quando Nelson raccontò cosa aveva tentato e cosa aveva fatto suo padre visto che jack minacciava di tirargli un pungo.
-Jack! Fermo.. lui mi ha.. mi ha salvato da suo padre- sussurrò la ragazza mettendosi di fronte ad Oogie che la guardò perdendo un battito.
-Cosa?- chiese lui abbassando il braccio e risedendosi sulla panchina che avevano scelto come luogo di conversazione, -prima che.. che ..- cominciò a dire Sally ma il ricordo le si bloccò in gola, -che la stuprasse.. l'ho sentita urlare e sono intervenuto- disse Nelson salvandola dal silenzio che si era creato.
Jack lo guardò a lungo e per un momento Sally non capì nemmeno che cosa si stessero dicendo i due che si guardavano...
Poi ad un tratto Jack abbassò la mano e la porse a Nelson che la strinse, il ragazzo in piedi scandì lentamente delle parole a cui Oogie rispose con un secco cenno del capo.
-Grazie- aveva detto.
Sally si risedette fra i due e sospirò.
Aveva paura veramente che si picchiassero.
-Beh io ho un impegno.. felice di esservi stato utile- disse Nelson alzandosi, Sally lo prese per la maglia e lo tirò, -Nelson .. grazie- disse per poi lasciarlo e vederlo allontanarsi sulla strada per casa.
Sentì la mano di Jack sulla spalla e si lasciò stringere al suo petto chiudendo gli occhi e beandosi di quel contatto che per tanto aveva bramato.
Stettero su quella panchina per un tempo che sembrarono ore a Sally ma non poteva desiderare altro.
Mentre lui le accarezzava i capelli con la mano “buona” o meglio quella non ingessata la ragazza si ricordò di un messaggio che le aveva inviato Rachel.
-Hey.. - sussurrò, lui smise di accarezzarla e si allontanò leggermente, -si?- chiese lui sorridendo leggermente, -Rachel.. ha chiesto se in questi giorni.. visto che sono vacanze andiamo a trovarla in Francia.. Alex ha parlato di te con il suo capo ed ha detto che conosce molto bene tuo padre e che.. potremo stare nel loro hotel.. che ne dici? Una vacanza per festeggiare il tuo ritorno?- disse guardandolo costantemente negli occhi.
Lui ci pensì un momento.
-Beh.. si potremo andarci- disse lui in un sussurro, -che succede?- chiese lei accarezzandole piano il viso stando attenta a non toccare la cicatrice per paura di fargli male.
-Puoi toccarla.. non mi da molto fastidio- disse lui leggendone l'espressione, lei lo fece e la sentì ruvida sotto le dita, la percorse totalmente e poi sfiorò le labbra del ragazzo col pollice.
-Con questa adesso..non potrò più rispondere a tutti quei casting per modelli.. che peccato- disse sorridendo maliziosamente alla ragazza.
-Ah ecco.. lo sapevo. È tornato il cigolò- disse ridendo e stringendogli le braccia intorno al collo, poi gli sfiorò il collo con il naso e sussurrò -tu sei tornato-.
Lui la strinse leggermente a sé e le sorrise, -puoi dire di sì a Rachel ed Alexandre.. in fondo direi che ci meritiamo una vacanza.. sopratutto tu- le sussurrò con un sussurro ed una sfumatura impercettibile di tensione nella voce.
-Davvero? Se non vuoi possiamo stare qui.. a rilassarci su un divano.. con un bel film.. ogni sera..- continuò così alternando ogni parola ad un bacio sulla guancia.
-Sì.. davvero. Ma solo se stasera vieni da me e ci guardiamo quel film ok?- chiese lui stringendole il fianco con fare possessivo.
-Va bene Skelligton ma abbassa quelle mani eh!- disse imitando la voce seccata che usava prima di conoscerlo davvero, quando lo reputava solo un donnaiolo.
-Signorina Doll.. le rammento che ho dormito per giorni ascoltando solo le vostre suppliche di vedere i miei occhi un'altra volta- disse lui ridendo leggermente.
-Si si.. donnaiolo, dai andiamo a casa va- disse alzandosi e porgendogli la mano, lui la prese e si alzò stringendola a sé di nuovo per darle un altro bacio a stampo.
La sera la scena di loro distesi sul divano a guardare un film ricordò il momento in cui si era addormentata la prima volta con Jack dopo che lo aveva trovato ubriaco a picchiare un sacco da box.
Appoggiò la testa sulle sue gambe con una ciotola di popcorn in grembo da cui qualche prendeva una manciata di stuzzichini e se li metteva in bocca.
Jack teneva un cuscino sotto il braccio ingessato ed accarezzava con l'altra mano i capelli rossi della ragazza.
-Sai mi sono sempre chiesta perchè mi chiamavi Bambolina- disse la ragazza mentre masticava una manciata di pop corn, lui rise leggermente e disse -per il tuo cognome.. insomma Doll vuol dire bambola. E poi un altro motivo- disse lui.
-Ovvero?- chiese lei, -ovvero che ti trovavo la cosa più carina, fragile e dannatamente bella che avessi mai visto. Tanto bella da sembrare irreale ma che avevo paura di rompere anche solo toccandoti- disse lui sfiorandole il viso con la mano.
-Jack.. questa cosa è bellissima.. ma io non sono fragile.. lo sai che puoi toccarmi in ogni momento- disse lei alzandosi e inginocchiandosi di fianco a lui.
Jack si girò e le sorrise accarezzandole lo zigomo per poi continuare sul collo e sulla spalla spostando leggermente il maglione per renderla nuda.
Lei rabbrividì al contatto e sarebbe stato mentire a se stessa se avesse detto che non voleva rifare l'amore con lui in quel momento.
Lui la guardò direttamente negli occhi socchiudendoli leggermente, con quello sguardo che faceva sentire una strana sensazione alla bocca dello stomaco della ragazza.
Si mordicchiò il labbro senza rendersene conto e lui rise leggermente dicendo -il tuo corpo parla per te lo sai?- le chiese sorridendole; -ed io lo so interpretare molto bene- aggiunse dopo avvicinandosi di soppiatto per catturare le labbra della ragazza con le proprie.

-Mi sono mancati i tuoi capelli lo sai?- disse Jack portandosi una ciocca davanti gli occhi, -ah solo quelli?- disse Sally rotolando verso lui sotto la coperta e appoggiando il petto contro il braccio di lui.
-No.. anche le tue spalle- e le baciò le spalle, -i tuoi occhi- e le baciò le palpebre chiuse, -le tue labbra tanto morbide da fare male- disse lui prima di mordicchiarle quello inferiore.
-Sarebbe stupendo se non mi dicessi queste cose smielate solo dopo aver fatto l'amore, Skelligton- disse Sally ridendo e poggiandosi ancor di più a lui ridendo.
-Ma dopo risulterei noioso no? Un ragazzo noioso ed appicicaticcio – disse Jack sorridendo leggermente e poggiando la testa sul poggiabraccio del divano.
-mm.. forse- disse Sally poggiandosi a lui e guardandolo negli occhi, -sì.. forse- disse lui ridendo e continuando ad accarezzargli i capelli.

Un paio di giorni dopo...

-SALLY!!!!!!!!- urlò un voce acuta per tutta la hall dell'hotel, -Rachel.. piano!- disse Sally guardando tutti i turisti che gli stavano lanciando sguardi interrogativi.
-Ah fregatene..ormai li conosco- disse la bionda abbracciando la migliore amica mentre saltellava sul posto.
Poi si staccò e guardò il ragazzo, -grazie per esserti svegliato- disse lei stringendolo in un dolce abbraccio.
-Di niente Rachy- disse lui stringendola con il braccio buono, -beh... Alex è al lavoro.. finisce stasera, da quello che so vi hanno messo in una stanza vicino alla nostra..ah e Jack.. credo che visto che qui conoscono tuo padre.. mi abbiamo fatto rimanere qui, quindi grazie- disse Rachel guardandolo con sguardo riconoscente.
-Non ringraziarmi per questo- disse lui guardandosi intorno, -qui ci venivo da piccolo..- sussurrò quasi sovrappensiero,Sally sorrise leggermente e gli strinse la mano.
Lui la guardò leggermente e poi riportò lo guardo al soffitto perso nei suoi pensieri.
-Beh direi.. visto che fa calduccio di andare in piscina- disse Rachel facendo strada verso le stanze.
L'hotel era uguale a come se lo ricordava.. lussuoso.. molto lussuoso, con decorazioni ovunque, specchi, piante etc..
Via via che seguivano Rachel lo sfarzo diminuiva verso le stanze del personale, quelle più vicine a quelle meno costose per i clienti.
Rachel sembrava nel suo habitat naturale, come se fosse cresciuta fra quegli angusti corridoi.
Sally la guardò e capì di non averla vista mai così felice, sorridendo ed a suo agio in tutta la sua vita, sorrise anche lei.
Nonostante questo comportasse che si separassero per molto tempo.. quando erano sempre state abituate a vedersi ogni giorno, a passare ogni giorno assieme.. era contenta di fare questo sacrificio per farla felice.
Salirono un paio di rampe di scale e Rachel si fermò davanti ad una porta marrone chiaro con una maniglia di ottone, -questa è quella mia e di Alexander- disse indicando il legno con un dito smaltato.
Poi camminò un altro paio di metri e sorpassò una porta di metallo, ed alcune con delle targhette con sopra scritto un numero.
-La 12 è la vostra.. è un tantino piccola in confronto a quella dell'ultima volta.. lo so ma- cominciò Rachel ma Sally la interruppe subito, -ma è perfetta per noi, punto- disse prendendole la mano.
-Ora voi due vi infilate un costume ed un pareo e mi raggiungete in camera, è un ordine- disse la ragazza bionda facendogli l'occhiolino.
Dieci minuti dopo erano tutti e tre in piscina, Rachel era andata a farsi un bagno subito per il caldo e Sally era rimasta con Jack che guardava fisso davanti a sé.
-Succede qualcosa Jack?- chiese toccandogli il braccio, lui si scaturì e la guardò sbattendo le palpebre.
-Sì.. tutto bene.. aspetta mi stanno chiamando- disse afferrando il telefono che stava vibrando, guardò chi lo stava chiamando e chiuse la chiamata prima che Sally potesse vedere.
-Chi era?- chiese lei, -avevano sbagliato numero- rispose seccamente lui, quel tono era strano per lui... Sally lo osservò ma preferì non dire niente.
Era strano da quando era uscito dal coma.. sembrava più chiuso in se stesso, più triste.
-hey piccioncini! Volete e non volete venire con me?- disse Rachel schizzandoci leggermente, Jack alzò il braccio ingessato per far segno di non poter e Sally si alzò.
-Non dirmi quello che ti passa per la mente ma ricorda chi ti è stato vicino quando non ti svegliavi- disse lei dandogli un bacio sulla guancia per poi avvicinarsi alla piscina.
Lui rimase a guardare sedersi per abituarsi alla temperatura dell'acqua e venire gettata dentro di forza da Rachel che rideva mentre riemergeva.
“ chi ti è stato vicino quando non ti svegliavi” aveva detto.
Lui non avrebbe mai voluto che lo facesse.. ma ne era grato.. l'amava ancor di più per quello.
Ma non poteva cancellare dal suo passato quello che aveva passato.. e quello che aveva fatto.
Se avesse controllato la macchina.. se non si fosse messo in testa di andare alla polizia.. sua zia e la nascitura sarebbero ancora vive..
Era colpa sua se sua zia non aveva potuto vedere la sua piccola.. se quella bambina non aveva mai potuto vedere il mondo, se non era mai potuta andare a scuola, giocare con le bambole.. ridere.
Era solo colpa sua.
E Sally meritava molto di più che un assassino.
La guardò sorridere, tirarsi di lato i capelli bagnati e puntare lo sguardo su di lui ammorbidendo il sorriso.
Poi Rachel la riprese e se la riportò al centro della piscina.
Il telefono risuonò di nuovo e lui non accettò di nuovo la chiamata, -smettila mamma- sussurrò lui e mise il telefono nella borsa della ragazza.
La sera li raggiunse anche Alexandre, sfinito dal lavoro ma contento di vederli, sopratutto Jack che era finalmente sveglio davanti a lui.
Mangiarono nel ristorante dell'Hotel tutti insieme poi bevvero un pochino, giusto qualche bicchiere per festeggiare, cosa che però costò a Sally qualche giramento non reggendo per nulla l'alcool.
Jack la prese in braccio e dopo aver salutato Alex e Rachy, la portò in camera poggiandola lentamente sul letto dove si raggomitolò.
-Io odio l'acool!- esclamò lei mettendosi un cuscino sopra la testa, -dovevi dirtelo prima di bere stupida, ora vado a farmi una doccia, la porta è chiusa quindi non dovresti poter uscire ok?- disse lui ridendo leggermente ed entrando in bagno, lasciando la porta leggermente aperta in caso di bisogno.
Sally non era completamente ubriaca.. solo un tantino brilla.. ancora capace di intendere.
Prese la sua borsa in cerca del suo cellulare ma prese quello di Jack, lo lasciò ricadere sul letto e stava ancora cercando il suo quando però quello cominciò a vibrare.
Lo prese e rispose vedendo che si trattava della madre di Jack.
-Pronto?- disse, -oh finalmente qualcuno mi risponde.. ciao Sally mia cara.. come va?- disse Veronica,-io bene.. circa.. e tu?- chiese la ragazza.
-Starei meglio se mio figlio mi rispondesse.. sarà la trentesima volta che chiude la chiamata ignorandomi.. lui come sta tesoro?- chiese Veronica, -è un po' strano.. più chiuso in se stesso.. fisicamente bene ma credo sia triste ed io non so che fare- disse Sally abbassando la voce mentre fissava la porta del bagno.
-Oh.. lo sospettavo.. sempre il comportamento di quando beh.. abbiamo perso nostro figlio più piccolo.. lui si è sentito in colpa ed ho il terrore che si creda in colpa per la morte della zia e della piccola - disse la donna con voce tremante al ricordo di quanto aveva sofferto nel vederlo darsi la colpa.
-Che cosa posso fare Veronica?- chiese la ragazza, -stagli vicino e non permettere mai che si dia la colpa.. questo non farlo..- disse la donna per poi aggiungere -stagli vicino anche per me-.
-Lo farò... ma ora devo andare ciao Veronica- disse chiudendo la telefonata sentendo che la doccia diminuiva di intensità  cancellò la chiamata e rimise il telefono nella sua borsa.
Si infilò un pigiama leggermente barcollante e lo aspettò a letto, quando lui la raggiunse con indosso solo i boxer, lei si distese al suo fianco e poggiò la testa sulla sua spalla.
Sussurrò una singola frase che però rimase nella mente del ragazzo, -ho bisogno di te in questo momento.. del vero te, non è colpa tua per quello che ci è successo.. ma sta a noi vivere a meglio il tempo che ci è concesso.. quindi adesso baciami ok?- disse la ragazza.


 


eccomi tornata con il 20 capitolo :)
senza ulteriori perdite di tempo vi lascio al capitolo e recensite per dirmi se vi piace e anche no:)
Un bacio, Dany
al prossimo capitolo



 

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21: Jennyfer ***


eccoci al 21 capitolo, questo lo dedico ad una ragazza che "mi segue" ovvero Eleos99 che mi halasciato una recensione nell'ultimo (grazieeee ), in questo capitolo, vi anticipo farò entratre un nuovo personaggio come avrete capito dal titolo:)
ma non vi dico nient'altro :)
Buona lettura
[Revisionato]




-Secondo me dovresti andare a trovare tua madre- sussurrò la ragazza dai capelli rossi mentre sorseggiava un thè con il suo ragazzo.
-E perchè dovrei?- chiese lui, -le manchi... insomma non ti ha ancora visto da quando... da quando ... ti sei svegliato- rispose lei mentre dietro loro si udivano le risatine di Alexandre e Rachel che mangiavano tartine.
Alex aveva uno dei suoi rari giorni liberi ed aveva voluto portare tutti in un bar di sua conoscenza per un aperitivo per festeggiare l'ultimo giorno in Francia di Sally e Jack.
-Non voglio vederla.. non voglio dargli un motivo per odiarmi- disse alla ragazza con sguardo basso, -un motivo per odiarti? Perchè dovrebbe odiarti?- chiese Sally guardandolo negli occhi o almeno provandoci.
-Era la sorella di mio padre.. erano molto amiche, lei e mia madre ed io non sono riuscita a salvarla- disse lui stringendo il bicchiere con le dita fino quasi ad inclinarlo.
Sally si rabbuiò e poggiò sul bancone il bicchiere, -non sono stupida, lo so che tu ti senti il colpa per tua zia e lo capisco... ma non è stata colpa tua- disse lei poggiandoli la mano sulla guancia, appena sopra la cicatrice.
-Lo so ... che tu la pensi così. Ma non riesco a togliermi da dosso la sensazione che avrei potuto far di più- disse lui poggiando il bicchiere.
-Senti Jack... io non posso entrare nella tua testa per cambiare quello che pensi. Ma ci sono e non mi toglierò dal tuo fianco fino a che non me lo chiederai. Non mi arrenderò così facilmente- disse sfiorandogli la mano.
-Va bene.. andrò a trovare mia madre per qualche giorno... forse mi tirerà su il morale- disse Jack guardandola negli occhi e sorridendo leggermente.
-Grazie tesoro – disse Sally dandogli un leggero bacio sulle labbra a cui lui rispose, -ora voi due smettetela di parlare e venite a ballare con me e Alex ok?- chiese Rachy irrompendo in quella scenetta leggermente brilla.
-Va bene- disse Jack lasciando sul bancone il bicchiere e porgendo la mano a Sally che rise mentre diceva -mi da questo privilegio signorina?-, lei sorrise ed annuì.

Quando Jack decise di andare a Toronto a trovare sua madre e glielo disse al telefono, quella praticamente urlò di gioia tanto da farsi sentire a tre isolati di distanza.
In una quindicina di minuti aveva già trovato i biglietti, gli aveva pagati ed aveva sistemato casa per accogliere suo figlio.
La partenza sarebbe stata per la giornata seguente al loro ritorno da Parigi.
La giornata che passarono nella loro piccola ed insignificante città, Sally e Jack la passarono a casa di lei sotto l'annoiato sguardo dello zio di Sally che non li degnò di molta attenzione, specificando che però non potevano quasi nemmeno baciarsi mentre lui era nella stessa stanza.
Jack dormì da lei e ne approffitarono visto che lo zio dormiva al piano inferiore.
Il giorno dopo la ragazza dai capelli rossi accompagnò il ragazzo all'aereoporto e nascondendo un po' di tristezza gli diede un ultimo bacio per poi salutarlo mentre saliva nell'aereo.
“solo cinque giorni” c'è l'avrebbe fatta... ma era così abituata ad averlo sempre al suo fianco ed esserlo a sua volta che vederlo partire.. andare lontano da lei.. era quasi .. strano.
Snervante.
Tornò a casa con testa china, si chiuse in stanza e si raggomitolò sul letto con lo sguardo perso nella foto sua e di Jack che aveva portato sul comodino.
Chiuse gli occhi e si addormentò.

Per fortuna gli avevano tolto il gesso. Pensò Jack mentre scendeva dall'aereo... non voleva far preoccupare sua madre ancor di più.
Se l'aveva perdonata sul serio... era solo merito di quella Bambolina dalla testa rossa... e non averla vicino, era molto difficile ma era stata irremovibile sul fatto di venire... aveva detto che doveva star da solo con sua madre per un po'... non poteva darle torto, insomma se l'obbiettivo era passare del tempo con sua madre, averla con sé... l'avrebbe distratto parecchio.
Sospirò e cercò con lo sguardo sua madre fra la piccola folla di gente che si era raccolta allo sbarco dell'aereo ma non la vide.
Anzi.. vide una chioma molto famigliare.. ma che non voleva per niente vedere.
-Jennyfer..- sussurrò sbuffando mentre la ragazza correva sui tacchi a spillo verso di lui con un sorriso color rosso fuoco che avrebbe fatto accapponare a tutti la pelle.
-Jackkkkkkk!!- disse lei saltandoli praticamente addosso e scoccandoli un bacio sulla guancia imbrattandola di rossetto.
-Jennyfer.. sono appena uscito dall'ospedale.. non esagerare e non starmi in braccio- disse lui seccamente, -oh.. ma che freddezza- disse lei scoccandoli un'occhiata maliziosa, -mi sei mancato Jack.. - cominciò lei.
-Non cominciare... perchè sei qui?- chiese freddamente alla ragazza, -mi ha mandato tua madre... ha una riunione di lavoro e mi ha chiesto di venirti a prendere e farti compagnia... visto che sono la sua segretaria da qualche tempo- disse lei guardandosi le unghie smaltate.
-Ovvero tuo padre te l'ha comprata... non scherzare con me Jennyfer e portami in hotel- disse lui inforcandosi gli occhiali da sole ed afferrando le proprie valige.
-Ma non vuoi nemmeno vedere la città?- chiese innocentemente lei guardandolo con un sopracciglio castano alzato, -no, Jennyfer- disse lui seccamente.
-Dov'è finito che mi chiamavi Jenny? Non ricordi i nostri vecchi tempi?- gli chiese accarezzandogli una guancia.
-Non ti chiamerò Jenny mai più. Ricordi il perchè la nostra storia è finita? Perchè non c'è mai stata... tu volevi solo stare con me per stare con Jack Skelligton... non mi amavi- disse lui salendo nel taxi che chiamò la ragazza.
-Che cattivo... a me piacevi, eri tu a non voler star con me- disse lei sedendosi sul sedile per poi dire al taxista la meta.
-Non mi davi quello che ho adesso punto- disse lui seccamente chiudendo la portiera e portando lo sguardo fuori dal finestrino per vedere il paesaggio.
-Ah... perchè adesso hai qualcuna?- chiese lei socchiudendo gli occhi e puntandoli su di lui, -sì. Ma non sono affari tuoi- disse lui senza nemmeno guardarla.
-Mmm... beh come si chiama?- chiese lei avvicinandosi a lui, -forse non hai capito. Non sono affari tuoi punto- disse questa volta scandendo le parole una ad una.
Lei sospirò -non sono più quella ragazza Jack... sono passati alcuni anni e non sono più la stronza calcolatrice che conoscevi- disse la ragazza appoggiando la testa sui cuscini con i corti capelli castani.
-Questo non posso saperlo- disse lui scostandosi i capelli neri da davanti gli occhi, con un gesto annoiato anche se nel profondo l'aveva colpito quello che aveva detto la ragazza.
Il tempo poteva cambiare una persona?
Di certo aveva cambiato lui.
Ma c'era voluta anche Sally per completare l'opera.
Arrivarono all'hotel, uno di quelli sponsorizzati dall'azienda dei suoi genitori e ci si infilò subito cercando di non incrociare nessuno, non aveva voglia di vedere gente che si comportava come zerbino solo perché era il “figlio del capo”.
Era una cosa che effettivamente odiava.
Era una cosa che lui non aveva scelto, come non era sua la scelta di essere nato in una famiglia come quella.
Sgusciò fra i corridoio nascondendosi da sguardi indiscreti e sarebbe arrivato alla sua camera col massimo silenzio se Jennyfer non lo avesse seguito urlacchiando di rallentar e di aspettarla perchè con i tacchi a spillo non riusciva a tenere il passo.
Si chiuse in camera senza badarla minimamente e girò la chiave, lei disse che avrebbe aspettato lì ma Jack ne dubitava... viziata com'era se ne sarebbe andata entro 5 minuti nella sua di camera per stare più comoda.
Prese il telefono e cercò di chiamare  Sally.
Aveva voglia di sentirla dopo tutto quello che era successo ma dall'altro capo nessuna risposta.
Il telefono era spento.
Chiuse il cellulare, probabilmente stava dormendo e non voleva essere disturbata. Non era la prima volta.
Ma non sapeva che lei aveva spento il telefono perchè non posto in cui era non prendeva niente.

-Qui non prende niente!- esclamò la rossa ridacchiando e cercando una tacca in giro rischiando quasi di cadere nell'acqua del lago.
-Attenta.. io non so nuotare- disse Nelson prendendola per il polso e facendola sedere.
-Ma non ci sono tacche!- esclamò lei di nuovo ridendo, -te l'aveva detto.. qui è il mio posto solitario- disse il ragazzo guardandosi intorno.
-Allora non ci avresti dovuto portare me no?- chiese lei sedendosi meglio al suo fianco.
-Ehm.. insomma Jack e via no? E tu non hai mai bisogno di star da sola. L'ho notato sai?- disse lui osservandola.
-Non hai tutti i torti- disse lei guardando la riva del lago con gli occhi leggermente socchiusi mentre poggiava le braccia sopra le ginocchia.
Nelson non rispose.. da quando l'aveva salvata.. sapeva di provare qualcosa per lei.. forse anche da prima.. da quando la prendeva di mira sul bus. Ma non poteva mettersi fra lei e il ragazzo dopo tutto quello che aveva passato, anche per colpa sua.
La ragazza rise di colpo rompendo il silenzio che si era creato e lo guardò con le lacrime agli occhi.
-Perchè ridi?- chiese il ragazzo, -per la situazione.. stavo pensando a come mi trattavi ad inizio anno.. e poi tutta la questione di quello che mi hai fatto da ubriaco.. poi quello che mi ha fatto tuo padre e che mi hai salvato. Tutto questo forse avrebbe intaccato un rapporto no? Ti dovrei odiare.. forse. Ma invece siamo qui, davanti ad un lago, vicini a parlare- disse la ragazza senza staccare lo sguardo dalle leggere onde che si infrangevano sulla riva di sassi.
-Si probabilmente dovresti odiare me e tutto quello che mi è intorno- disse il ragazzo abbassando lo sguardo verso i propri piedi.
-Ma non ti odio quindi non disperare- disse lei ridacchiando, -Sally?- disse dopo qualche momento di silenzio che si era creato fra di loro.
Lei si tolse un ciuffo da davanti gli occhi e si girò -si?- chiese con voce flebile, -secondo te le persone hanno diritto ad una seconda possibilità?- chiese.
Lei ci pensò su poi annuì lievemente, -sì... perchè la seconda volta hanno coscienza di quello che hanno in palio no?- disse lei guardandolo.
-Anche le persone cattive?- chiese lui, lei rise leggermente  e rispose seccamente, -sopratutto loro-.





eccoci alla fine.del capitolo .. tranquille ahahahah
al prossimo capitolo.
Un bacio,Dany

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22: Dubbi ***


Ta ta daaa vi lascio alla lettura
[Revisionato]



Quando tornò a casa Sally si fece una doccia veloce e si mise in camera sua a guardare la tv.
Prese il telefono non appena potè e vide tutte le chiamate perse di Jack.
Si preoccupò... e se fosse successo qualcosa?
Lo chiamò direttamente e al terzo squillo il ragazzo rispose con una voce leggermente impastata.
-Hey...- sussurrò sbadigliando, -dio.. che ore sono lì? Ti ho svegliato?- chiese lei leggermente in imbarazzo, -sono le.. due e mezza.. ma tranquilla.. prima ti volevo chiamare ma risultava spento...- disse il ragazzo stropicciandosi gli occhi.
-Ero... al lago- disse lei cercando di non fare un tono strano, -hey... con chi eri?- chiese lui sentendo quel tono non normale per lei.
Come di preoccupazione di essere giudicata.
-Con... nessuno di particolare- disse lei, -con chi Sally?- insistette lui, -con Nelson ok?- sbottò lei, -ah- rispose semplicemente anche se il suo tono era parecchio seccato.
-Sei... arrabbiato?- chiese lei preoccupata, -no... insomma è strano... dopo tutto quello che ti ha fatto lui e la sua famiglia.. non mi fido se non sono lì con te- disse il ragazzo sedendosi sul letto.
-Jack... so difendermi lo sai... e credo che lui... che Nelson voglia solo farsi perdonare...è un bravo ragazzo in fondo... non è cattivo... non mi vuole fare del male e poi è solo e senza Rachel e tu... lo sono anche io- disse la ragazza con un tono leggermete triste.
-Tu non sei mai sola. Ci sono io con te... anche se non fisicamente- disse il ragazzo alzando leggermente il tono della voce.
-Lo so... tu... come hai passato la giornata? Hai visto tua madre?- chiese lei per cambiare argomento, -no.. non mi è neanche venuta a prendere.. ha mandato.. una mia ex ragazza che non sopporto. Non si è fatta neanche vedere né sentire per tutto il giorno e quella lì è nella stanza affianco come se fossi un bambino a cui serve una babysitter- disse il ragazzo con un tono arrabbiato.
-Mi dispiace, sono stata io a convincerti a farlo- disse la ragazza sussurrando attraverso il telefono, -non è colpa tua Sally, prima o poi doveva succedere... qui me la passerò anche se non vedrò mia madre.. proverò a seminare quella ragazza in città e vivrò nei pressi dell'aereoporto in attesa che questi giorni infernali passino- rispose lui sorridendo leggermente, al di lì del telefono sentì Sally ridere e questo lo rincuorò leggermente.
-Lei è bella? La tua ex, intendo- disse Sally ad un tratto, -sì. Insomma il genere di ragazze che piacciono agli uomini.. ma stava con me solo per il mio cognome. Solo per i miei soldi e la mia famiglia e poi le manca una cosa che tu possiedi- disse lui, -cosa?- chiese lei incerta, -non è te Sally. Non è la ragazza che io amo- rispose in tono sicuro lui.
Lei sorrise e sospirò -beh.. forse è meglio se ti lascio dormire- disse, -va bene.. Ti amo e stai attenta a Nelson quando non ci sono- disse il ragazzo corrugando le sopracciglia, lei annuì anche se effettivamente non poteva vederla.
-Farò del mio meglio.. e tu non avvicinarti a quella ragazza, Ti amo anche io.. Notte- disse chiudendo la chiamata e poggiando il telefono sul comodino di fianco a lei.

Qualcuno bussò alla porta troppo presto anche solo per ritenerlo sveglio.
Il bussare si fece più insistente e il ragazzo si costrinse ad uscire dalle calde braccia di Morfeo e mettersi in piedi per aprire quella dannata porta.
E l' davanti c'era Jennnyfer.. vestita con un mini abito color pesca e un paio di tacchi neri.
-cosa vuoi?- chiese con uno sbotto alla ragazza che inarcò un sopracciglio e rispose nel modo più calmo possibile, -vestiti e vieni a colazione. Metti la valigia fuori e la porteremo a casa di tua madre.. oggi a pranzo la vedrai e forse per tutto il pomeriggio quindi preparati- disse la ragazza in tono fermo, -e tu starai qui finchè non lo farò vero?- chiese lui sbuffando.
-esattamente.. quindi muoviti- disse lei entrando senza i permesso del ragazzo.
-Hey.. è comunque la mia stanza- disse lui strofinandosi gli occhi, -non mi importa..su muoviti, fatti una doccia veloce, vestiti, pettinati sopratutto e poi andiamo- disse lei sedendosi sul letto  e guardandosi intorno.
-E tu starai tutto il tempo qui a rompere?- chiese lui prendendo una camicia e dei jeans puliti, con dei boxer neri; la ragazza lo squadrò e disse -mettici anche una cravatta nera con la camicia.. è un ristorante premiato- disse lanciandogliene una delle rare che aveva lasciato in valigia.
Il ragazzo sbuffò ma la prese comunque mettendola nel mucchietto che aveva fra le braccia e chiudendosi in bagno a chiave.
Giusto per essere sicuro.
Appoggiò tutto e si sedette per terra mentre l'acqua si scaldava e avvolgeva tutto il bagno in un vapore caldo.
Poggiò la testa sul muro e chiuse gli occhi quasi volendosi riaddormentare.
Si stava decisamente annoiando senza Sally.. e sopratutto con quella ragazza.
Ma si costrinse a mettersi in piedi ed a farsi quella doccia, lo stava facendo per Sally e questo la rendeva come vicino a lui.. anche se quella storia che si vedeva con Nelson senza la sua presenza non gli piaceva per niente..
Lui non era uno che perdonava... a stento riusciva a guardarsi allo specchio.
Lei invece era così solare... e così dolce e buona, forse troppo buona... aveva paura che per la sua bontà qualcuno... che in quel momento le stava accanto potesse approffitarne e farle del male.
Strinse i pugni mentre l'acqua gli faceva incollare i capelli sul viso e sperò ardentemente che quella sottospecie di vacanza finisse presto.
Ma che sopratutto quel ragazzo non osasse alzare una mano su di lei.
Nel frattempo Jennyfer non si era data per vinta.
Aveva trovato il suo cellulare e lanciando una lieve occhiata al bagno da cui proveniva il rumore della doccia, aprì il display e ci trovò una foto con una ragazza che sorrideva stretta a lui mentre lui rideva leggermente.
La ragazza era bassa, con i capelli rossi e gli occhi socchiusi..lui invece era sempre bello come un cavaliere misterioso con la sua aurea di superiorità.
Ma con lei ... sembrava così diverso, così spontaneo... quasi dolce mentre la guardava e le stringeva il fianco.
Che una ragazza come quella potesse cambiare Jack Skelligton?Una ragazza non propriamente bellissima... e che quindi magari aveva qualcos'altro che piaceva a Jack... ma cosa?
Doveva assolutamente saperlo.
Insomma... non si poteva dire che la sua ossessione per quel ragazzo si fosse affievolita... anzi aveva sperato tutti i giorni di avere quell'incarico..
Ed ora che aveva una possibilità di riavvicinarlo a sé non avrebbe permesso alla presenza di una ragazza di mandare tutto all'aria.
In fondo... lei era stata davvero innamorata di lui nonostante tutto quello che tutti pensavano compreso lui... erano i suoi genitori che l'avevano costretta a starci assieme per quel secondo fine.
I loro genitori parlavano già di matrimonio forzato e lei da quel momento lo aveva odiato, anche prima di conoscerlo, poi l'aveva visto e lì era scoccata una scintilla che però non era mai stata ricambiata davvero.
Certo... erano stati fidanzati per qualche tempo, finchè lui non aveva capito quello che volevano i suoi genitori e aveva subito pensato che c'entrasse anche lei.
Non poteva dargli torto... insomma non era vero che non ci aveva mai pensato a tutta quella ricchezza che quel matrimonio gli avrebbe portato ma ... quando cresci sotto quell'ottica cominci a pensare tutto sotto quell'aspetto.
Si segnò velocemente il numero della ragazza che aveva la stessa foto e lo salvò sul suo telefono.
Da quanto diceva Jack, erano molto uniti, quindi non potevano non provare gelosia per l'altro no?
Bastava... come dire... “soffiare sul fuoco” quel tanto che bastava per fare scoppiare il loro legame.
Forse era cattiva... ma era una che se voleva una cosa la otteneva... prima o poi, con le buone o con le cattive.
Riappoggiò il telefono dove lo aveva trovato e si risedette sul letto mentre il rumore della doccia veniva sostituito da quello del phon.
Sbuffò leggermente.. che poteva fare? Poi le venne un'idea... bastava poco... una foto insieme.
O almeno era un primo passo nel suo piano.
Quando il ragazzo uscì la guardò e si sistemò la cravatta legandola larga.
Si passò una mano nei capelli e cominciò a preparare la valigia riempendola di tutte le sue cose.
La mise fuori dalla stanza e guardò la ragazza, -bravo ragazzo.. non sei neanche tanto male.. come mi ricordavo- disse lei mettendosi in piedi e sistemandosi il vestito che si era leggermente alzato.
-Andiamo- disse uscendo e il ragazzo sbuffò e la seguii.
Fecero colazione nella sala del ristorante molto velocemente ed in completo silenzio... o meglio Jennyfer provò a parlare ma il ragazzo la ignorava volontariamente concentrandosi sulla tazza che aveva in mano o sul biscotto che stava mangiando.
Risalirono in macchina ed a quel punto la ragazza decise di mettere in atto la sua vendetta.
Finse di avere ricevuto un messaggio di sua madre e disse al alta voce, -tua madre vuole una foto per assicurarsi che stai bene e che sei con me.. quindi sorridi- disse lei mettendo il telefono per farsi un selfie.
Naturalmente lui non sorrise ma almeno guardò l'obbiettivo.
-perfetto- mormorò lei tenendola in galleria, alla prima distrazione del ragazzo l'avrebbe mandato sul suo cellulare.
Se la mandava lei non aveva senso.
Il momento arrivò all'ora di pranzo, in cui lui andò ad infilarsi un completo elegante in bagno per andare a pranzo da sua madre.
Lo fece velocemente e poi cancellò la foto sia dal suo telefono che da quello del ragazzo.. ma ormai era stata inviata e anche visualizzata.
Sperava solamente che funzionasse.
Voleva Jack Skelligton e lo avrebbe avuto.
Quando arrivarono al ristorante lasciò le cose alla madre che lo abbracciò quasi piangendo e parlò come una furia di tutto... del perchè non era potuta essere lì prima e tutte quelle cose.
Poi guardò Jennyfer e le disse che aveva fatto un ottimo lavoro prendendosi cura di lui.
Poi però guardò l'agenda e sembrò scoppiare di nuovo a piangere, -tesoro.. domani devo lavorare tutto il giorno ma esigo che tu veda la città.. Jennyfer te ne occupi tu?- chiese la madre e la ragazza annuì convinta evitando di gran lunga l'occhiataccia del ragazzo.
Un punto a sua favore per il punto due del piano.

Quando Sally ricevette quella foto era al supermercato per fare la spesa, visto che Maria era dalla sua famiglia per una piccola vacanza.. e quasi gli cadde di mano la bottiglia di latte.
Insomma.. perchè gli aveva mandato una foto con una che sembrava una ragazza e aveva la collana con su scritto “Jennyfer” con un cuore.
La voleva far ingelosire?
Ma era uno scherzo di cattivo gusto... se lo era.
E se fosse stata una vendetta per quel fatto che di tanto in tanto usciva con Nelson?
A quel punto si incavolò a tal punto che seppe di esser diventata viola in viso.
Quel bambino.. era solo un bambino.. che comportamento da.. Bambino! Infantile come suo solito.
Comprò tutto quello che serviva e quasi gettò il denaro alla commessa che non commentò forse perchè aveva visto la sua espressione.
Corse a casa e si chiuse dentro.
Insomma .. sì.. lo ammetteva era gelosa ma non era da lui schiaffeggiarle in faccia quella vendetta.. così.
Chi era lei? Era quella che gli era stata vicina mentre era in coma?
Ad un tratto si sentì brutta.. brutta ai suoi occhi.. se avesse scelto lei, così bella non gli avrebbe dato torto ma .. aveva sempre pensato che avevano passato per stare insieme e tutto il resto.. valesse qualcosa. Come una cosa che era solo loro.
Le vicende erano loro.
Il loro amore.. doveva pur valere qualcosa.
Ma ogni volta che vedeva quella foto, un po' di autostima e di sicurezza su questo concetto se ne andava persa nell'oblio.
Quando la sera Jack la chiamò fece qualche respiro prima di rispondere e disse seccamente -dobbiamo parlare.. devi spiegarmi una cosa-.





eccoci alla fine.. questa storia ahime sta per terminare.. forse raggiungerà i 25 capitoli.. e spero gli leggiate tutti..
Un bacio,
al prossimo capitolo, Dany

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23: Lite ***


eccomi tornata con il capitolo number 23! il titolo dice tutto.. spero di avervi invogliato a leggere e magari a lasciare una piccola recensione..
Buona lettura
[Revisionato]



-Sally calmati e spiegati..- le disse Nelson con voce suadente cercando di calmarla e poggiarle una mano sulla spalla accarezzandogliela leggermente.
-Credo... che Jack... mi stia tradendo... con una super modella, sua ex- disse cercando di non piangere un ulteriore volta sulla felpa del ragazzo.
-E questo... è per via di una foto con lei?- chiese il ragazzo stringendola leggermente, -sì,lui è geloso di te... insomma del tempo che passiamo assieme ed anche questo... sembra che non si fidi che... lo amo. Ma io lo amo- disse lei guardandolo negli occhi.
-Sally... io non posso aiutarti in questo... non ho avuto una relazione stabile... dalle medie?- chiese lui, lei lo guardò e rise leggermente.
-Io... credo sia... come una vendetta. Vuole farmi ingelosire, ma mi sembra una cosa cattiva... da crudele. Come se tutto quello che abbiamo passato non conti niente- disse lei riabbassando lo sguardo.
Nelson boccheggiò, forse quello era la sua occasione per averla per sé.
Le sfiorò la guancia con un dita e le disse -forse... tu hai bisogno di qualcuno che veramente ti ami... insomma io ti credo. Penso anche io che sia una vendetta. Tu meriti di meglio di quello lì... meriteresti uno come... me- disse lui biascicando leggermetne nelle ultime parole.
Sally si scansò leggermente e lo guardò negli occhi.
-Nelson... io amo Jack e non voglio lasciarlo... voglio solo capire tutto quello che succede mentre io non sono con lui- disse fermamente la ragazza.
Nelson guardò a terra... probabilmente lei non l'aveva nemmeno capito... o almeno non aveva capito che cosa intendesse con quella specie di dichiarazione.
Aveva pazienza... ma non fino a quel punto.
La voleva per sé e doveva solo aspettare che Jack facese un'altra cazzata per perderla completamente.
E a quel punto sarebbe stato la spalla su cui avrebbe pianto e le avrebbe fatto capire chi era veramente e che cosa voleva veramente essere con lei.
Ad un certo punto Sally si alzò di colpo e soffiò il naso, -grazie per avermi ascoltata Nelson... ne avevo bisogno- disse in un mormorio mentre lo guardava.
Nelson boccheggiò qualcosa e disse -ma non serve ringraziarmi... insomma non vuoi bere qualcosa... fare qualcosa?- disse il ragazzo cercando un altro po' di tempo in sua compagnia.
Lei fece cenno di no con la testa sorridendo leggermente, -no grazie... ho bisogno di pensare... torno- disse indicando la direzione per tornare a casa.
Prima che Nelson potesse dire niente o cercare di accompagnarla, lei aveva già cominciato a correre seminandolo in pochi minuti.
Aveva capito che cosa intendeva Nelson... era sempre stata una ragazza che capiva cosa passava nella testa degli altri... e capiva molto bene il significato di quelle parole.
Ma non voleva lui.
Lei voleva solo Jack... o meglio... lo voleva davvero?
Dopo quello che aveva fatto?
Mentre camminava decise di prendere la via più lunga e si mise a ripensare alla chiacchierata telefonica che aveva avuto con Jack la sera prima.

-Come stai Bambolina?- le chiese come se niente fosse Jack sorridendo ignaro di tutto, -non chiamarmi così.. lo sai che non mi piace- disse secca lei stringendo la mano a pungo.
-Va bene... che succede? Cos'è questo tono così duro? Ho fatto qualcosa?- chiese lui inarcando un nero sopracciglio, e gli chiedeva pure che cosa aveva fatto con quel tono sarcastico nella voce?
-E me lo chiedi anche? Come va con la tua ragazza?- chiese impettita, -la mia ragazza? Sally.. ma che... sei tu la mia ragazza- disse lui alzando leggermente la voce.
-Ah si? E quella ragazza bellissima con cui stai?- chiese sempre più acida nonostante le lacrime cominciassero a minacciare di rigarle le guance.
-Sally ma mi spieghi che cosa c'è?- sbottò lui sedendosi sul letto, -smettila di fare come se non avessi fatto niente! Ti vuoi vendicare del tempo che passo con Nelson? Bene... io mi vendicherò del tempo che passi con quella... così siamo pari e contenti- disse Sally stringendo ancor di più gli occhi per non piangere.
-Sally... stai parlando di Jennyfer? Senti... è solo la mia ex, non è niente... te l'ho detto... non la sopporto- disse lui a mo di scusa, poi cominciò a capire... magari voleva litigare di proposito per lasciarlo.
Dopo tutto quello che era successo.
-Ah forse ho capito... ti piace così tanto stare con Nelson, quando non ci sono io per una cosa che mi hai detto tu di fare. Hai deciso di continuare e magari rimpiazzarmi con lui eh? Molto furba Doll- disse sbottando a sua volta dopo qualche momento di silezio.
-Io... non voglio lui... sei tu che stai facendo cazzate per farci litigare ed avere piazza libera con quella tua ex modella- disse lei acida.
-Non ti credevo così superficiale... non sai niente Sally... perchè mi devi accusare di preferire lei a te?- chiese Jack mettendosi una mano sugli occhi.
-Io superficiale? Non lo sono e tu lo sai! Posso accusarti per quello che stai facendo solo perchè non sono accanto a te!- disse lei stringendo la cornetta.
-E cosa dovrei dire io? Sally... Nelson ha tentato di violentarti e lo sai... ha fatto a botte con me... non ti ha mai voluto davvero bene... sai veramente che cosa vuole. Non è diverso da suo padre che è riuscito nel suo intento Sally...Non mentire a te stessa- disse lui lasciando uscire dalle labbra tutto quello che pensava su quel ragazzo.
Sally sgranò gli occhi... non gli aveva rinfacciato quello che le era successo... quando l'aveva violentata era come pugnarlarla di nuovo.
Abbassò lo sguardo mordendosi il labbro fino a sentire il sapore del sangue.
-Jack... perchè lo hai detto?- chiese questa volta non riuscendo a tenere le lacrime per sé.
Lui si sentì subito in colpa... non voleva rimetterle davanti gli occhi quello che le era successo..
Perchè l'aveva fatto?
Si strofinò gli occhi con la mano e respirò  -scusa Sally- disse in un mormorio, -non scusarti. Evidentemente è quello che pensi davvero... lui non è così... ed in questo momento è più presente di quanto lo sia tu- disse lei con tono addolorato piangendo e mandando in frantumi il cuore di Jack.
Dio.. che aveva detto?
Non riuscì a rispondere.. -lascia stare Jack.. ciao- disse lei continuando a piangere e chiuse la chiamata.

Ora che ci ripensava.. quasi tutte le sue parole erano legate alla rabbia che provava in quel momento verso il ragazzo... forse era stata troppo dura...ma lui ... aveva detto quelle cose... le aveva fatto ricordare quelle cose.
Non disse niente né a Rachel che le chiese cosa succedeva per via del suo tono di voce, né a Maria che venne a fare le pulizie a casa.
Mi rinchiusi in camera e non parlò per molto tempo.
Non volevo sentire la voce che gli aveva detto tutte quelle cose orribili.

Quella notte non dormì per niente. Si rigirò nel letto ogni singolo istante in cerca del corpo che amava.
-Sally..- disse sussurrando al suo fantasma nella sua mente.. -che cosa ti ho detto? Sono un mostro- sussurrò chiudendo gli occhi e facendo scivolare sulla guancia una singola lacrima che gli rigò il viso.
Il mattino dopo si alzò per vedere l'alba poggiato alla ringhiera della sua camera da letto.
Aspettò sveglio tutta la notte che Jennyfer lo venisse a prendere ma non aveva intenzione di andare in giro per la città a fare il turismo.
-Devo parlare con mia madre- disse appena la vide entrare, -hey che brutta cera..hai dormito almeno un po?- chiese la ragazza entrando.
-hai sentito che ho detto? Portami da mia madre- disse di nuovo il ragazzo scandendo per bene tutte le parole che pronunciava, con un velo di rabbia all'interno.
-Va bene..ma lei è al lavoro non vuole essere disturbata- disse lei alzando le mani leggermente spaventata, il ragazzo sembrava sul punto di urlare o tirargli un pugno in pieno viso.. e di certo non voleva né uno né l'altra.
-Neanche da suo figlio? Io proverei a farle una chiamata Jennyfer- disse il ragazzo rifacendo la valigia in grande velocità senza nemmeno piegare le cose.
-E che devo dirgli di grazia?- chiese lei prendendo il cellulare in mano, -digli solo che devo parlare urgentemente. Non sono affari tuoi i motivi- sbottò cambiandosi camicia e infilandosi un paio di scarpe.
-Che caratterino... litigato con la fidanzata?- chiese lei in tono angelico, lui alzò il capo di botto e si gettò addosso afferrandole il polso e stringendolo.
-Strano che tu abbia indovinato eh? Se scopro che centri in questa storia... non vorrai più rivedere il mio volto dopo quello che ti avrò fatto. Chiaro Jennyfer?- chiese lui mollando la presa e girandosi.
-Quindi ti consiglierei di chiamare mia madre e fare in modo che parli con me immediatamente- disse il ragazzo afferrando le valige e dirigendosi fuori.
Jennyfer lo guardò e pensò di aver ottenuto il risultato opposto a quello desiderato.
Chiamò la signora Skelligton ed ottenne quello che voleva suo figlio.
Poi non gli rimase altro che seguirlo a malincuore.

-Come andare a casa...ma tesoro non abbiamo nemmeno passato una giornata intera assieme- disse la donna corrugando le sopracciglia.
-Quello è perchè tu hai lavorato mamma... ti chiedo solo di trovarmi un volo per tornare a casa... ho bisogno di farlo- disse il ragazzo guardando la madre direttamente negli occhi.
-Allora dimmi che è successo- disse la madre ricambiando lo sguardo un pelo preoccupata, -ho..l.itigato con Sally ieri sera... ed ho paura di perderla. Devo andarle a parlare di persona mamma... tu sai quanto è importante per me- disse il ragazzo stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Lo so ...sì.. e va bene... magari la prossima volta verrò io a trovarti- disse la madre chiudendo gli occhi per qualche momento come a pensare.
-Scusa se non ho avuto tempo per te... che sei venuto qui solo per me... Jennyfer fammi un piacere... trova tu il modo di farlo tornare a casa, immediatamente- disse la donna avvicinandosi e stringendo il figlio in un tenero abbraccio che lui ricambiò leggermente.
-Jack... fammi un favore. Hai trovato una gemma in quella ragazza... non perderla ti prego- disse al ragazzo sfiorandogli la guancia.
-Lo farò- disse lui seccamente uscendo dalla stanza e soffermandosi sulla soglia per dire -comunque...mi sei mancata mamma... ti voglio bene- disse prima di uscire.
La donna sorrise e ritornò al suo lavoro... sperando che il figlio riavesse la sua stupenda ragazza.

Appena arrivarono a casa... arrivarono sì. Sia lui che Jennyfer, il ragazzo le disse di prendersi una stanza in un motel se proprio doveva rimanere li perchè non voleva più vederla.
Vedere come soffriva per quella ragazza ...l'aveva fatta vergognare di quello che aveva fatto tanto da farle confessare quello che aveva fatto ed il mutismo del ragazzo era la punizione perfetta per lei.
Non disse niente e intimò all'autista di accompagnarla ad un hotel li vicino dove si chiuse dentro la stanza cercando un modo di farsi perdonare.
Mentre Jennyfer si scervellava per trovare una soluzione però il ragazzo era già arrivato a casa di Sally.
Bussò varie volte ma nessuno rispose né gli aprì.
Era sera quindi probabilmente era a casa come suo solito ma un dubbio passò nella mente del ragazzo.
Magari era uscita... con Nelson.
Scosse la testa per scacciare quel pensiero... no. Doveva trovarla immediatamente e parlarle... scusarsi ma sopratutto stringerla e baciarla.
Era la cosa che voleva fare subito dopo le scuse.
Saltò la staccionata ed andò nel giardino su cui si affacciava il balcone della ragazza e prese un pugno di sassolini lanciandoglieli sulla finestra.
Per un po' non successe niente, poi al dodicesimo sassolino la luce si accese e una testolina rossa uscì allo scoperto sporgendosi dal balcone.
Jack la vide chiaramente sgranare gli occhi e sorrise ma lei disse subito -non voglio parlare con te. Torna da quella lì- e fece per andare via.
-Non lo farò, sono tornato qui solo per te... e se non vuoi venire tu... verrò io e non mi caccerai lo sai che sono più forte di te- disse guardando il rampicante che cresceva lungo tutto il muro della casa.
Si arrampicò velocemente, e saltò dentro il balcone della ragazza che si allontanò leggermente.
-Sei un plagio di Romeo e Giulietta, Jack- disse lei cercando di mantenere un tono acido nonostante l'unica cosa che volesse fosse abbracciarlo e baciarlo ma si trattenne stringendo le mani attorno alla ringhiera.
-Spero che non finiremo come loro- disse lui cercando di sorriderle, -Sally... scusami per quello che ti ho detto... non lo pensavo davvero... ero... avevo solo paura di perderti per via della mia lontananza- disse lui guardando lei che gli puntava i suoi bellissimi occhi addosso.
-Jack...cominciò lei ma lui non la fece finire, -sono uno stupido e non avrei mai voluto dire niente di quello- aggiunse dopo avvicinandosi e guardandola dritta negli occhi.
Lei lo aveva già perdonato nel momento in cui lo aveva già visto li sotto... tutti i dubbi erano spariti.
-Visto che vuoi fare un plagio di Romeo e Giulietta... sai almeno che succedeva in questa scena?- disse lei sfiorandogli il viso con una mano.
-Non sono mai stato attento in letteratura- disse lui ridacchiando leggermente e sorridendo per il contatto ritrovato, -stupido... baciami- disse lei e lui lo fece.




al prossimo capitolo
un bacio, Dany

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24: Vero amore ***


eccoci qui.. il 24 capitolo.. il penultimo in assoluto..
mi viene da piangere.. ho amato scrivere questa storia..nuuu non voglio finirla.. ma ahimè devo. *cerca di tranquilizzarsi per non scrivere cavolate*..
comunque ringrazio sempre Eleos99 per la recensione che mi fa sempre piacere, cooooomunque, vi lascio alla lettura e
Buon capitolo
[Revisionato]



Da quando Jack era tornato tutto sembrava andare per il meglio, insomma sentiva di essere... ritornata come se stessa.
Jack la stava portando in giro come al solito, stavano facendo una delle loro solite passeggiate.
Mano per mano, Sally che sorrideva come al solito nel vederlo... lui invece sospirava e le accarezzava il dorso della mano con il pollice.
-Mi sei mancata ... bambolina- disse in un sussurro, -ancora con questo soprannome, Skelligton?- chiese le ridendo, -e tu ancora a chiamarmi per cognome?- chiese lui sorridendo.
-Non si risponde ad una domanda con una domanda- affermò lei guardandolo, lui sbuffò e le accarezzò la guancia e poi il mento per poi baciarla abbassando il busto di qualche centimetro per raggiungere quelle bellissime labbra.
Le baciò a lungo quasi perdendo la cognizione del tempo materiale e la strinse a se per i fianchi affondandole le dita nella carne.
Lei gemette leggermente sulle sue labbra e si staccò leggermente, -Jack... siamo in pubblico - biascicò lei cercando di far calmare il ritmo del proprio cuore ma sopratutto del respiro che continuava ad essere eccessivo per una normale persona.
-Mmm... peccato- disse il ragazzo accarezzandole il collo spoglio con lo sguardo, lei avvampò ancor di più.
-Smettilaaa mi fai arrossire- disse lei ridendo mettendosi le mani in modo da coprirsi il viso, lui rise di rimando e gliele scansò -sei bellissima... non osare coprirti in mia presenza- disse alla ragazza riavvicinandosi per ricatturargli le labbra con le sue ma la ragazza lo scansò leggermente.
-Abbiamo compagnia- mormorò indicando con lo sguardo l'inizio della via mordendosi leggermente il labbro dal nervoso, era una ragazza molto bella... dai capelli castani e gli occhi luminosi...il fisico da modella.
Era quella della foto.
Jennyfer.
-Perchè sei qui Jennyfer?- chiese ad alta voce stringendo la mano di Sally, -sono venuto a parlarle- disse indicando Sally che sgranò gli occhi per fare un passo indietro.
-Non ...voglio che tu le parli- mormorò Jack mettendosi davanti come se Jennyfer fosse un pericolo mortale.
-Per favore Jack, chiedilo a lei- disse Jennyfer arrivando davanti loro mentre stringeva convulsamente la bretella della borsa che portava.
Sally guardò lo sguardo dell'altra.
Sembrava triste... come se si sentisse in colpa.
Posò una mano sulla sua spalla del ragazzo stringendo leggermente la stoffa della camicia, -va bene... Jack -disse guardandolo e sorridendogli leggermente.
Jennyfer sorrise e le si avvicinò mormorando -credo che... tu sappia già chi sono vero? Vorrei ... averti conosciuto in altre circostante ma volevo solo scusarmi...- disse guardandola a disagio continuando a spostarsi da una gamba all'altra.
Prese un altro respiro poi riprese a parlare -non avrei mai dovuto fare quello che ho fatto... non avevo nessun diritto ad immischiarmi nei vostri affari e nella vostra relazione... ma vedi, io ero gelosa di te... questo ragazzo... io ne ero davvero innamorata nonostante tutto quello che si è detto sulla nostra relazione. Tu sei fortunata ad avere lui sai? Ma credo che tu ne sia già conscia... lui è uno dei ragazzi migliori che io abbia mai conosciuto.. ma quando vi ho visto poco fa... e scusate se l'ho fatto... quando vi ho visti baciarvi.. ridere.. ho capito che siete fatti per stare insieme, dal modo in cui vi guardate... è una cosa che nessuno potrà mai spezzare... quindi Sally volevo chiedere ad entrambi scusa per averci provato... ora è meglio che io vada- disse Jennyfer facendo per andarsene ma qualcosa la bloccò.
Sally le aveva preso il polso e la stava guardando.
-Io..non posso dire che mi starai mai simpatica... ma credo sia solo frutto delle nostre vite, delle nostre azioni ma anche della situazioni... comunque... io ti perdono Jennyfer... forse potremo essere delle amiche anche... per quanto non piacerà a questo qui- disse indicando con un cenno Jack che strinse la mascella guardandole.
-Comunque... ti perdono, tutto passato... ti direi di star lontana dal mio ragazzo ma non sono il tipo, spero che troverai qualcuno che ti ama come io lo amo... e anche come tu lo hai amato- disse lasciandole il polso.
Jannyfer la guardò dritta negli occhi e non vide rabbia o disgusto... nemmeno pena dopo quel discorso penoso che aveva fatto... vide solo comprensione.
Sorrise e si girò chinando leggermente la testa in segno di saluto e andandosene.
Jack la guardò andar via e strinse la ragazza rossa a sè, spingendole la base della schiena verso il proprio petto ed accarezzandole i capelli.
Se ne girò una ciocca in un dito e la lasciò.
-Tu sei maledettamente brava in queste cose... sei stata fantastica- le disse, Sally inarcò un sopracciglio e mormorò -ho solo detto quello che pensavo... l'ho perdonata sul serio- disse la rossa guardandola.
-E sul fatto di “star lontana dal mio ragazzo”... eri molto sexy in quel momento- disse lui ridacchiando e guardandola, -se avessi ascoltato invece di concentrarti sulla mia sexaggine avresti sentito che io ho detto che non è da me- disse lei ridacchiando e rispondendo allo sguardo.
Lui sbuffò -e nemmeno se te lo chiedessi lo faresti?- chiese lui sfiorandole lo zigomo, -mm... forse ma lo sanno tutte che tu sei il mio ragazzo e non si devono nemmeno sognare di avvicinarsi ... o diverrei come dire... vendicativa e forse violenta- disse Sally guardandolo negli occhi.
-Così... sei estremamente sexy- rispose lui prima di ribaciarla ridacchiando mentre immaginava le scena.

Mentre i due ridacchiavano e si baciavano, Jennyfer si era allontana per lasciargli un po' di privacy... insomma se la meritavano ... sopratutto da lei dopo quello che aveva tentato di fargli.
Camminava a testa china con lo sguardo fisso sull'asfalto su cui stava camminando, un leggero sorriso le invadeva le labbra... quello che le aveva detto Sally l'aveva davvero colpita... in fondo perdonare non era una cosa che vedeva tutti giorni, almeno il perdono reale e non quello per gli interessi.
Visto che guardava per terra non si accorse del ragazzone che le stava praticamente venendo addosso e che l'avrebbe fatta cadere a terra che non fosse stato sempre per la sua mano che si andava a chiudere intorno al suo polso.
-Oh... mi scusi- disse il ragazzo puntando il suo sguardo negli occhi di Jennyfer che boccheggiò in cerca d'aria guardandolo, aveva dei bellissimi occhi scuri.
-Niente... sono io... che non stavo guardando dove stavo andando... avevo dei pensieri...in testa. Mi scuso- disse lei biascicando le parole come farebbe una scolaretta davanti alla sua celebrità preferita.
“Jennyfer datti un contegno” si disse mentalmente per poi sorridere delicatamente  a Nelson che la guardò inarcando un sopracciglio.
Di bellezza del genere di certo non c'é n'erano così.
Non in quella cittadina.
-Sei unaforesteria?- chiese il ragazzo, -io... sì... ho accompagnato Jack qui. In realtà vivo lontano- disse la ragazza poggiandosi al muro, -Jack? Skelligton?- chiese con una nota di allarme il ragazzo, -sì.. perché?- chiese la ragazza inarcando un moro sopracciglio e guardandolo.
-Ehm... una storia lunga... sai dirmi se è già andato dalla sua ragazza? Capelli rossi... bassa- disse il ragazzo mimando con la mano un'altezza che combaceva a grandi linee all'altezza di Sally.
-Beh.. si..- cominciò lei ma Sally e Jack spuntarono dall'inizio della via ridacchiando mentre Jack teneva un braccio intorno ai fianchi della ragazza.
-Nelson!- esclamò Sally e Jennyfer fu sicura di vedere Jack che induriva la mascella incrociando lo sguardo dell'altro ragazzo.
-Ciao... Sally- disse Nelson con tono abbattuto, -ma che coincidenza... che vi siete incontrati... questa è Jennyfer... l'ex ragazza di Jack e Jennyfer lui è un ... mio amico- disse Sally sorridendo ad entrambi.
-Piacere- disse Jennyfer porgendogli la mano, lo stesso fece Nelson ma il suo sguardo malinconico era puntato su Sally e Jack.
-Beh.. è stato un piacere.. noi andiamo a casa mia. Buona giornata- disse Sally prendendo la mano di Jack ridendo e cominciando a correre mentre lui sorridente cercava di tenere il passo senza cadere.
Oh.. si. Quello era amore vero.
Jennyfer guardò Nelson con sguardo triste... sembrava aver perso l'amore della sua vita e capii.
Lui amava la rossa... e vederla di nuovo con il suo ragazzo felice e contenta... lo stavano facendo soffrire.
Lo guardò con sguardo di rammarico e senza pensarci gli appoggiò una mano sul braccio mormorando una semplice frase -anche io ... ero innamorata di lui- disse guardandolo con uno sguardo malinconico.
Lui sembrò capire e le posò una mano sopra quella che lei aveva posato sulla spalla.
Come a darsi conforto a vicenda.
-Beh... visto che i due piccioncini, si staranno sicuramente divertente.. inutile mentire a noi stessi, quelli sono fatti per stare assieme... ti va di bere qualcosa di molto alcolico con me?- chiese Jennyfer osservandolo.
Lui per la prima parte della frase sembrò ancor più giù, ma alla fine gli scappò un sorriso, cosa che riscaldò davvero tanto il cuore.
-Va bene andiamo... conosco un posto dove ti puoi prendere delle sbronze che non ti ricordi nemmeno chi sei- disse Nelson, -a me basterebbe dimenticarmi una certa persona e tutto quello che ho fatto di male nei suoi confronti- disse la ragazza cominciando a camminare per seguire il ragazzo.
-Beh.. allora direi che una pista di shottini può andar bene... direi che hai trovato il tipo giusto per queste cose- disse Nelson ridacchiando.
La sua risata era ancora più  bella del suo sorriso.
-Solo fortuna- disse la ragazza ridacchiando a sua volta e vide il sorriso del ragazzo farsi più largo .. o era solo un'impressione per una che era in cerca di amore?
Perchè infondo era solo quello che voleva.
Qualcuno accanto nei momenti difficile, qualcuno che le facesse dei regalini quando era giù o anche solo che rimanesse li un pomeriggio per abbracciarla e dirle quando era importante per lui e che l'amava.
Qualcuno che non si sarebbe fatto fuggire quella volta.
E più andava avanti più sperava che quel ragazzo fosse Nelson Oogie.




ta dann penultimo capitolo, ci vediamo all'ultimo e recensite :)
Un bacio, Dany

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25: Jack e Sally ***


Eccoci giunti all'ultimo capitolo.. ultimo capitolo Dei .. ora piango *si soffia il naso e si sciuga le guance solcate di lacrime cercano di non sommerere il computer mentre scrive la premessa*.. ok ci sono, comunque dopo 25 capitoli sono contenta che vi sia piacuta e questo capitolo lo dedico a tutti, a quelli che hanno recensito, hanno letto o anche solo pensato a questa storia perchè è solo grazie a voi che riesco a continuare. Ora vi lascio alla lettura.
Un GRAZIE A TUTTI
[Revisionato]




-Rachelll da cosa diavolo sei vestita?- chiese Sally, ancora vestita normalmente guardando la palla arancione che era diventata la sua amica.
-Da zucca. Non si capisce?- chiese la ragazza cercando di trattenere le risate, -si.. ma rischieresti di uccidere qualcuno anche solo ruotando- disse la ragazza dai capelli rossi ridacchiando.
-Scherzavo naturalmente.. il mio vestito è questo- disse uscendo da quell'enorme palla arancione che si afflosciò sul pavimento come uno straccio.
Rachel ne uscì che indossava un vestito corto arancione con una zucca sul petto color pece e le frangette sul bordo finale e sulle maniche di una verde acceso.
Fra i capelli indossava uno di quei cerchielli con due molle con due zucche attaccate all'estremità.
-Una zucca sexy direi- disse Sally ridacchiando e portandosi una mano alla bocca, -lo so..l'ho preso a Parigi, io lo trovo carino- disse Rachy ridacchiando e facendo un giro su sè stessa cosa che alzò la gonna sulle calze a righe arancio e nere.
-E Alex da cosa si vestirà?- chiese la ragazza, -credo da lupo mannaro.. ma si sta preparando a casa di Jack e non ne capisco il motivo- disse Rachy sorridendo.
-Lo sta aiutando e portare tutto... ha detto che non voleva femmine deboli fra i piedi... o meglio ha detto che non voleva che ci facessimo male ma era quello il messaggio nascosto- disse Sally ridacchiando.
-E tu da che ti vesti?- chiese Rachel..-ho un vecchio vestito tutte e toppe e molto make up... e poi con tutte le cicatrici che ho... insomma potrei utilizzarle no?- chiese la ragazza sorridendo all'amica.
-Dai muoviti a truccarti fra un po' andiamo.. gli invitati saranno li fra due ore- disse la bionda muovendo la testa tanto che il cerchiello sembrò volersi staccare dalla sua testa per poter uccidere qualcuno.
Sally rise e si infilò quel vestito a toppe, dei calzoncini bianchi e un paio di stivaletti neri.
I capelli li lasciò sciolti e si coprì la pelle esposta con un colore fra l'azzurrino e il bianco per poi ripassare tutte le cicatrici con il nero disegnandole come se fossero segni di ago e filo.
A lavoro finito guardò l'amica e lei applaudì ridacchiando, -una bambola di pezza tutta cucita e rattoppata ma estremamente sexy ragazza mia- disse Rachy stringendola.
Sally rise.
In fondo le cicatrici potevano risultare utili ogni tanto no?

-Jack queste dove vanno?- chiese Alex con in mano un catino con del sidro di mele e delle mele all'interno che galleggiavano.
Il ragazzo si battè una mano in viso, -non lo so... di fianco al tavolo... forse era meglio far venire le ragazze... hanno più organizzazione di me in queste cose- disse Jack guardandosi intorno.
Avevano finito per miracolo.
Alexandre guardò l'orologio, -è meglio che ti metti il costume Jack.. stanno per arrivare- disse il francese con già indosso il suo trucco ma lupo con il naso nero, la camicia strappata e i finti artigli.
Jack fece lo stesso e volò sopra la scala e indossò il suo vestito al volo.
Giacca e pantaloni neri con strisce bianche, dei guanti neri con i disegni delle ossa per le dita.
Scarpe nere.
Si spettinò i capelli un po'.
E un papillon formato pipistrello con la stessa fantasia.
Poi cominciò a truccarsi: una base bianca, due grandi orbite nere per gli occhi e la bocca stile scheletro con le linee ai lati tanto lunghe da coprire anche la cicatrice dell'incidente.
Finito cercò di asciugarsi e scese appena in tempo per quando suonò il campanello . Alex andò ad aprire facendo entrare le due ragazze.
-Wow.. vous etes magnifique- disse Alex guardando entrambe per poi soffermarsi su Rachy che lo baciò saltandogli letteralmente addosso.
-E Jenny e Nelson.. non dovevano essere già qui?- chiese Sally entrando e puntando gli occhi sulla casa... non era arredata male con tutto quello che serviva.
Forse un tocco femminile per un minimo d'ordine ci voleva...ma i maschi si sa, sono orgogliosi e non l'avrebbero mai ammesso, non davanti a loro almeno.
Guardò dappertutto ma non vide Jack.
Dove diavolo era?
Ma prima che potesse chiedere una mano le si poggiò sul fianco ed un bellissimo scheletro la baciò prima che potesse fare o dire niente.
-Ciao.. Bambolina- disse a fior di labbra della ragazza che sorrise nel vederlo.
-ciao Skellington- sussurrò lei ribaciandolo, -per la tua risposta.. non non sono ancora qui quei due- disse il ragazzo dopo essersi staccato.
-E ci credo.. ci è voluta una fatica per metterli assieme ma adesso c'è ne vuole ancor di più per staccarli... quelli sono come lo scoglio e la cozza- disse Rachel ridacchiando.
-A chi hai dato della cozza?- chiese Jennyfer stropicciando i capelli alla bionda che si dimenò.
-A nessunoooo- disse riuscendo a liberarsi dallo sguardo sadico della ragazza che disse -brava zucca-.
-Beh direi di cominciare a fare le ultime migliorie no? Visto che siamo tutti.. finalmente- disse Sally guardando tutti con un grande sorriso.

Erano passati ormai due anni da tutto quello che gli era successo ... o meglio da quando Jack aveva troncato il viaggio dalla madre per ritornare.
Da quel momento non erano cambiate molte cose.
Rachel e Alexandre continuavano a vivere in Francia, nell'hotel dove lavorava il ragazzo che però era salito di livello, diventando amministratore del banco e maitre in sala... si dice fosse stata una soffiata da una certa famiglia Skelligton o meglio del primogenito.
Comunque... i due se la passavano, i rapporti con Sally e Jack non erano cambiati... alcune volte venivano loro in Francia altre volte tornavano loro.
Fra Nelson e Jennyfer era scoppiato l'amore dopo poco la loro prima uscita... ma entrambi erano cos' timidi o aveva così paura di soffrire ancora che non riuscivano a dirsi niente.. né a fare il passo successivo.
Quindi dopo molto tempo e sopratutto molta fatica da parte di Sally ma sopratutto di Rachel (che si considerava Cupido quando si parlava di quella coppia) i due erano finiti assieme e come l'ultima dimostrazione era difficile staccarli.
Ma erano molto felici e questo era l'importante.
Anche per il fatto che Jennyfer probabilmente si trasferiva lì da loro e lasciava il lavoro dagli Skelligton per aiutare Nelson nel bar di sua cugina, che aveva aperto lì da poco.
E sembrava molto più contenta dietro un bancone con le persone da servire anche se qualche volta “scompariva” con Nelson nel dietro bar.
Ma, ripeto, erano felici e quello bastava.
Jack e Sally... invece sembravano i soliti piccioncini che si punzecchiavano a vicenda ma che facevano sempre pace dopo pochi momenti.
Finalmente si erano diplomati entrambi e Sally, compiuti i diciotto anni, potè finalmente usare il patrimonio dei genitori e trasferirsi.
Non andò molto lontano da suo zio.
Si trasferì  a casa di Jack, cosa che rese molto felice la mamma di Jack che gli andava a trovare ogni volta che poteva e che praticamente gliela aveva regalata dicendo la frase molto imbarazzante “la prossima volta che vengo la voglio vedere piena di marmocchi eh?”.
Frase che Sally preferiva dimenticare.
Si sentiva un tantino giovane per avere figli anche se sapeva che se avrebbe avuto una femmina l'avrebbe chiamata “Rosie” in memoria della bambina non ancora nata che non aveva visto la luce ed era morta nell'incidente che era costato il come a Jack.
Voleva dare come una seconda possibilità a quella bambina mai nata.
Jack aveva trovato lavoro in un ristorante molto quotato come dirigente del settore sia di cucina che di sala e quindi gli aveva offerto sia il ruolo di maitre di sala che di capo chef e lui lo aveva accettato a patto che Sally potesse lavorare con lui nel reparto dolci.
E fino a quel momento se la stavano cavando.

Insomma tutti stavano bene.. erano felici.
Quasi troppo felici per essere vero. Ma qualche volta i destini delle persone che hanno sofferto sia incontrano e si legano in modi che solo il fato sa.
Ma talvolta arriva il momento in cui per queste persone.. la quiete e la felicità arriva.
E finalmente possono tirare un sospiro di sollievo e godersi la vita.

Alla festa tutti si divertirono e si diedero addio. Ognuno aveva il suo lavoro e la sua vita, aveva la propria famiglia, le proprie promesse e i propri sogni.
Ma niente gli avrebbe mai separati.
Sopratutto quella piccola coppia da cui tutto era partito.
Quella coppia piena di dolore e cicatrici, quella coppia che era sbocciata nel passato burrascoso di entrambi e che stava crescendo nel loro futuro mite.
Ma non pensate che questo tipo di amore non si possa trovare nella realtà. Che non possa unire anche voi ad una persona indissolubilmente ..
In fondo questi erano solo due ragazzi normali.
Sono Jack & Sally.

“Mia cara amica dimmi se.. posso restare accanto a te..
fra quelle stelle leggo che..
il tuo destino . A me vicino.. ha scelto noi
ed ora siamo qui.. per sempre in due così”




Ho pensato si concludere la storia così.. con il finale del fil da cui mi sono ispirata e che io amo in generale.
Ringrazio di nuovo tutti e spero che recensiate nell'ultimo capitolo se magari non lo avet fatto in quelli precedenti :)
UN bacio <3 anzi tantissimiiiii

Dany

 

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