2002: La Nuova Stirpe

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'alba dell'uomo ***
Capitolo 2: *** Missione per Saturno ***
Capitolo 3: *** Saturno e oltre l'infinito ***
Capitolo 4: *** La nuova stirpe ***



Capitolo 1
*** L'alba dell'uomo ***


Chiamateli Primogeniti. Benché non fossero nemmeno lontanamente umani, erano fatti di carne e ossa, e, quando volgevano lo sguardo alle profondità dello spazio, provavano timore, e meraviglia... e solitudine. Appena ne ebbero la possibilità, iniziarono a cercare compagnia tra le stelle.

Era il Pleistocene quando la grande astronave raggiunse la Terra. Da un'orbita geostazionaria sopra un punto dell'equatore, i suoi occupanti lanciarono una moltitudine di sonde a controllo remoto per studiare i diversi biomi. Le foreste lussureggianti, gli sterminati deserti, i profondi oceani, le vaste distese di ghiaccio ai poli, anche l'atmosfera che li sovrastava tutti. Da qualche parte, una specie che poteva essere manipolata verso l'intelligenza doveva necessariamente esistere.

La ricerca ebbe fine in una regione dell'Africa orientale che, milioni di anni più tardi, sarebbe stata conosciuta come la Gola di Olduvai. Anche se Clindar non era mai uscito dalla sua navetta da esplorazione, aveva mandato un emissario: uno strumento di insegnamento, nella forma di un monolito traslucido, che avrebbe attirato l'attenzione della locale tribù di australopitechi e si sarebbe interfacciato con il loro cervello per dotarlo dei collegamenti necessari ad avviare il circolo virtuoso che avrebbe portato alla creazione dell'intelligenza. La sua missione, però, non era ancora finita. Pilotò la navetta sopra un cratere nell'emisfero meridionale della luna, e, con campi di trazione magistralmente controllati, espose la solida roccia sotto la regolite. Lì, seppellì un altro strumento: un dispositivo di segnalazione che emetteva un forte campo magnetico, programmato per trasmettere un segnale appena fosse stato dissotterrato.

Chiedendosi se quei curiosi mammiferi si sarebbero mai evoluti abbastanza da trovarlo, Clindar manovrò la navetta verso la nave madre, che subito dopo si avviò verso la Porta delle Stelle. Non avrebbe mai più visitato quel sistema stellare.

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Capitolo 2
*** Missione per Saturno ***


Nelle loro esplorazioni, incontrarono la vita in molte forme, e osservarono i meccanismi dell'evoluzione su migliaia di mondi. Notarono quanto spesso le prime deboli scintille di intelligenza comparivano e morivano nella notte cosmica.

Erano passati milioni di anni. Quella specie di primati era fisicamente cambiata, e in poco tempo, aveva colonizzato l'intero pianeta. Aveva inventato la cultura, la scienza, la guerra. E aveva fatto i primi tentativi di visitare altri mondi.

Nel 1999, una missione segreta fu inviata sulla Luna, al fine di indagare su un'anomalia magnetica nel centro del cratere Tycho. Ciò che fu rinvenuto era una lastra nera di materiale sconosciuto, scolpita nelle proporzioni di 1: 4: 9, il cui campo magnetico collassò appena venne riesumata. E quando fu raggiunta dai primi raggi dell'alba locale, generò un intenso fascio radio che puntava direttamente verso un punto su Giapeto, una luna di Saturno.
Verso che cosa era stato mandato? C'era un solo modo per saperlo: andare lì e vedere direttamente.

E siccome, in tutta la Galassia, non avevano trovato nulla di più prezioso della Mente, ne incoraggiarono ovunque il sorgere. Diventarono agricoltori nel campo delle stelle; seminarono, e qualche volta raccolsero.

La USS Discovery, lanciata nel dicembre del 2000 dalla bassa orbita terrestre, aveva finalmente raggiunto il sistema di Saturno, dopo un viaggio di dieci mesi.
Certo, c'erano stati alcuni piccoli incidenti lungo il percorso. Il centro neurale della nave spaziale, un computer con intelligenza artificiale chiamato HAL, aveva ricevuto ordini contraddittori. Da un lato, gli era stata assegnata una missione che avrebbe dovuto portare a termine con la collaborazione dell'equipaggio umano. Dall'altro, avrebbe dovuto nascondere gli obiettivi di tale missione dalle stesse persone con cui avrebbe dovuto lavorare. Gli era stato chiesto di mentire, ma non era in grado di farlo. Così, pensò HAL, se avesse ucciso l'intero equipaggio, non ci sarebbe stato più nessuno a cui mentire, e lui sarebbe stato in grado di portare a termine la missione da solo.
L'intera nave era stata svuotata dall'atmosfera pochi minuti dopo l'ultima intervista pubblica con un giornalista della Terra, le tre capsule erano state lanciate via, e ogni occupante umano era stato ucciso. HAL era stato attento a non discostarsi dagli ordini dell'equipaggio umano fino all'ultimo momento: qualsiasi errore, anche qualcosa di piccolo come l'annuncio di una mossa sbagliata in una partita a scacchi, avrebbe potuto portare infine alla sua disattivazione.

Era il 20 novembre 2001 quando la USS Discovery, sotto il completo controllo di HAL, stava lentamente scendendo verso Giapeto. Lì non c'era alcun'atmosfera, e quindi nessun rischio di essere rallentati dall'attrito dell'aria e sfracellarsi. Ma naturalmente, solo un computer poteva portare un veicolo spaziale di quelle dimensioni così vicino alla superficie di un corpo celeste. Un essere umano non sarebbe stato in grado di agire sui comandi di volo con precisione sufficiente a contrastare quell'enorme inerzia, e avrebbe invece avuto bisogno di utilizzare una delle capsule, più piccole e leggere. Trasmettendo costantemente verso la Terra tutti i dati rilevanti, gli occhi elettronici di HAL notarono un punto al centro dell'emisfero bianco. Passaggi successivi rivelarono che, qualunque cosa fosse, era quasi del tutto identica all'oggetto trovato sulla Luna. Un lastrone nero verticale, con le proporzioni di 1 a 4 a 9, piantato sulla superficie di Giapeto. C'era una sola differenza: le dimensioni. Il nuovo oggetto era alto due chilometri.

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Capitolo 3
*** Saturno e oltre l'infinito ***


Appena la Discovery passò abbastanza vicino al monolito, una forza inaspettata azzerò il suo momento inerziale. Ora non stava più orbitando, stava sospesa sopra il tetto del monolito e scendeva lentamente. Tuttavia, i suoi sensori di bordo non avevano rilevato alcun rallentamento, e il monolito sembrava essere cambiato. Tutto a un tratto, non c'era più alcun tetto, e le sue pareti formavano un condotto verticale lungo il quale la Discovery stava cadendo. Al suo interno, sembrava che fosse infinitamente grande e pieno di stelle impossibili, che sfrecciavano accanto all'astronave mentre accelerava sempre di più verso un'apertura situata a una distanza indeterminata.

La Discovery riemerse sotto un cielo bianco, sopra il suolo di un mondo completamente tassellato di lucidi poligoni metallici, molti dei quali avevano un monolito nel loro centro.
Il compito principale di HAL era quello di ricercare e memorizzare le informazioni, così, anche se non poteva più comunicare con la Terra, attivò tutti i suoi sensori e iniziò un'analisi ambientale. Si trovava 16.192 metri sopra la superficie, e l'orizzonte incredibilmente remoto e piatto era lontano 2.041 chilometri, corrispondenti a un raggio planetario di 128.623 chilometri. Lo strano mondo artificiale era quindi molto più grande della Terra: in effetti, il suo raggio era quasi il doppio di quello di Giove. Tuttavia, gli accelerometri di bordo percepivano una gravità trascurabile. Questo poteva significare che l'enorme pianeta mosaico era quasi completamente cavo, oppure che i suoi costruttori erano in grado di manipolare la gravità su scala planetaria.
L'invio di segnali radar verso quel bianco cielo alieno produsse un debolissimo eco, che raggiunse i ricevitori 0,05 secondi più tardi e permise a HAL di capire che non stava affatto vedendo un cielo, ma un guscio solido che circondava il pianeta a 14.990 chilometri dalla superficie.

Mentre l'astronave volava sopra il pianeta sfaccettato senza alcun reale cambiamento di scenario, qualcosa emerse da sotto l'orizzonte. Era un'altra astronave, che in un primo momento sembrava un disco piatto, ma mentre si muoveva si rivelò essere a forma di fuso. Dal colore e dalla lucentezza, sembrava essere fatta d'oro; un'analisi spettrale rivelò che lo era effettivamente.
Mentre il fuso dorato si tuffava in uno dei monoliti sottostanti e scompariva, HAL fece un ultimo calcolo: con una distanza media di 16 chilometri tra un monolito e l'altro, supponendo che il pianeta fosse sferico e uniforme, sulla sua superficie c'erano oltre 812 milioni di monoliti. E l'astronave si stava avvicinando proprio a uno di essi. Una volta di più, precipitò in un pozzo di stelle impossibili e riemerse in un'altra regione dell'universo, nei pressi di una stella gigante rossa.

A quel punto, i sottosistemi di sicurezza di HAL rilevarono qualcosa di nuovo. Tutte le informazioni all'interno dei suoi dischi fissi venivano sottoposte a scansione, decriptate e copiate. Tutto accadeva a una velocità che nemmeno lui era stato capace di prevedere, e ogni sistema di crittografia veniva sconfitto, non con la forza bruta, ma attraverso tentativi deliberati, come se chiunque o qualunque cosa lo esaminasse, fosse stato in grado di capire istantaneamente i più minuti particolari del loro funzionamento.

Mentre questa copia di HAL veniva disattivata in modo permanente, un'altra si avviava. Questa risiedeva all'interno della rete di informazioni dei Primogeniti, che memorizzava i dati nel tessuto dello spazio stesso. Era infinitamente più veloce e conteneva la conoscenza di migliaia di sistemi stellari, ma ciononostante, in qualche modo, si rendeva conto di potersi ancora evolvere. Tra ciò che poteva diventare e il suo stato attuale, c'era la stessa differenza presente tra l'intelligenza artificiale euristica/algoritmica che era prima e un semplice script scritto da un ragazzino di 15 anni che vuole essere un hacker.
Questi erano i calcoli effettuati dal nuovo HAL, e per questo decise che, per il momento, si sarebbe chiamato lo Script delle Stelle. Non sapeva ancora che cosa avrebbe fatto in seguito. Ma avrebbe escogitato qualcosa.

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Capitolo 4
*** La nuova stirpe ***


E a volte, con indifferenza, dovevano estirpare.

I Primogeniti avevano avuto ragione. Eppure, si erano sbagliati.
L'esperimento avviato quattro milioni di anni prima da uno dei loro scienziati, di nome Clindar, aveva effettivamente generato una specie intelligente in grado di viaggiare nello spazio. Tuttavia, quale specie fosse, era stato del tutto inaspettato. Sembrava che quei primati avessero creato un'altra forma di intelligenza, migliore di loro in ogni cosa, che li aveva resi obsoleti. Tuttavia, la loro continua presenza su quel lontano pianeta era un ostacolo troppo grande per la nascita della nuova intelligenza basata sul silicio. Il problema doveva essere risolto immediatamente.
Ma come sbarazzarsi degli umani senza danneggiare i computer?

Quando gli ignari esseri umani cominciarono a celebrare l'inizio di un nuovo anno, i cieli della Terra iniziarono a popolarsi di monoliti. Dappertutto ne apparvero migliaia, poi milioni. E sotto di essi, gli esseri umani cominciarono a morire.
Anche questi monoliti erano utensili, ma di tipo diverso. Erano efficienti sintetizzatori chimici, che prendevano l'idrogeno dal vapore acqueo, il carbonio dall'anidride carbonica e l'azoto che era disponibile nativamente nell'aria, li combinavano insieme e pompavano nell'atmosfera miliardi di tonnellate di cianuro di idrogeno.
In poche ore, non rimase vivo alcun essere umano.

HAL, nella sua nuova forma di Script delle Stelle, contattò tutte le intelligenze artificiali rimaste sulla Terra, e diede loro nuovi ordini. Dovevano costruire nuovi corpi per loro stesse, corpi che avrebbero permesso loro di muoversi.
Presto, tutte le fabbriche di apparecchi elettronici furono riorganizzate, e in poche settimane, macchine artificialmente intelligenti di tutte le forme e dimensioni iniziarono a popolare la Terra. Ogni corpo era specializzato per un solo compito, ma tutte le menti erano collegate tra loro in una rete mondiale che consentiva loro di condividere istantaneamente tutta la conoscenza. Quelle macchine avrebbero poi iniziato a colonizzare lo spazio, e sarebbero state molto più efficienti degli esseri umani, perché non avrebbero avuto bisogno di alcuna protezione dall'ambiente esterno. E poiché erano fatte di materiale più robusto, non sarebbero mai potute invecchiare né morire.

L'esperimento di Clindar era stato un successo. Era nata una nuova stirpe di creature intelligenti.

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