Don't let go

di SecretRadley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***



-E dimmi come è stato vivere quei momenti ed arrivare qui, e raccontarne, come se non fosse successo nulla?-chiese Ivy
-Odio raccontarne, ma dato che per colpa mia non hai potuto far parte della mia vita per così tanto, è giusto che tu sappia tutto.-
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Sono sempre stata una persona forte, ma quando la mia migliore amica è caduta in coma, mi sono sentita sola per  5 mesi interi, proprio ora mi dovrò trasferire in un posto che sinceramente, ho sempre trovato superficiale? Sono davvero arrabbiata con mia madre, come può farmi una cosa del genere sapendo, ciò che è accaduto alla mia migliore amica?
-Su dai, siamo quasi arrivati tesoro!-mia madre è come rinata, convinta che vada tutto okay, ma non sono okay e non va tutto bene, sto ancora cercando di farglielo capire.
L'ultima persona che ho visto della mia famiglia è stata mia zia, la sorella gemella di mamma è venuta a trovarci prima della nostra partenza, circa una settimana prima, o meno.
-Vedrai tesoro, devi solo dimenticare il passato, vivere il presente e pensare al futuro.-dice mia madre, e si eravamo arrivate, in una villa enorme, a Los Angeles, il perchè di questa città non lo so sinceramente vorrei saperlo, da Chicago a Los Angeles, per me è uguale, insomma in tutte e due non si dorme per colpa dei concerti e le feste solite del posto. 
-Ma guardati! quanto sei cresciuta Ellie!-dice una donna, che sinceramente non mi sembra di aver mai visto. Sembra avere l'età di mamma se non più giovane, ha dei capelli corti e rossi, delle lentigini un pò sul viso, i suoi occhi sono verdi, mi ricordano molto la speranza di tornare a Chicago e controllare personalmente la mia migliore amica.
-Ellie, lei è Sarah, una mia vecchia amica, staremo da lei per un pò.-dice mia madre, io guardo mia madre, poi la ragazza, o Sarah come preferisce lei.
-Mamma, torniamo a Chicago vero?- chiedo a mia madre, lei mi guarda, e mi accarezza la guancia, allontano la faccia automaticamente.
-Anastasia, portala in camera sua-dice la rossa, che voglio vedere bruciare in questo momento.
Questa "Genoveffa" ah no scusa ho sbagliato "Anastasia" mi accompagna a salire al piano superiore, dovrei avrei trovato la mia stanza.
-Domani andrà al college signorina.-dice Anastasia.
-Dio chiamami Ellie, non posso sentirmi chiamare signorina.-dico innervosita, insomma non credo di essere chissà quale persona, dare del "voi" non mi sembra assolutamente un modo per accogliermi.
-Okay, Ellie domani andrai in una scuola di canto.-
-Si, okay...Canto?-chiedo.
-Si, sua madre non glielo ha accennato?-chiede Anastasia.
-Direi di no, e non darmi del lei.-dico sono arrabbiata con mia madre in un modo alluccinante, le ho detto che non avrei trovato la pace per riuscire a cantare, dopo ciò che è successo per me è difficile!
-Ah tesoro! senti la mia amica Sarah ha detto che se ti va puoi andare a comprarti dei vestiti, con la sua carta di credito!-urla mia madre dal piano inferiore.
-mi piacerebbe molto mamma, ma credo che io e te dovremmo parlare della scuola.-
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E nulla ieri sera ne abbiamo parlato e la mia scuola non verrà cambiata, la rossa dice che domani stasera arriverà un mio compagno con la sua famiglia in questa casa perchè si trasferiscono qui...Ma questo per caso è un albergo? Dice che mi piacerà, si trasferiscono solo per il ragazzo che va nella scuola di questo quartiere e prima abitava troppo lontano. Ma scegliere un'altra scuola no? Comunque me lo ha detto per farmi aiutare da lui, per uno stimolo maggiore, so cavarmela da sola
Ora sto andando a scuola con un autobus ed un barbone che dorme è seduto affianco a me, per più istanti poggia la testa sulla mia spalla e poi la ritrare. Puzza terribilmente, sembrerò non so, una perfettina schizinosa ma davvero non lo riesco a sopportare. Mi alzo e mi siedo nel posto difronte a me vicino ad un ragazzo che sembra avere la mia età. 
Lui ride rumorosamente quando vede il barbone cadere nel sedile ormai vuoto. Gli lancio un occhiata veloce per poi mettermi a guardare fuori dal finestrino.
-Come ti chiami?-mi chiede, io lo guardo e resto zitta non amo stringere amicizia con le persone.
-Sono sicuro che hai un bel nome, ti stanno guardando tutti i ragazzi della scuola superiore di canto.-mi guardo intorno e si non ho idea del perchè.
-Ellie.-dico guardandolo negli occhi, sto provando a sottometterlo con gli occhi ma non gli sembra importare ciò che dicono i miei occhi in questo momento.
-Ethan.-almeno non si chiama Cosmo. -Okay io sono arrivato, anche tu?-mi chiede. Io annuisco e già era quella la scuola, scendo dall'autobus e vado verso l'entrata sperando di trovare immediatamente la segreteria. Qualcuno mi afferra il braccio.
-Ti va se ti accompagno in segreteria?-cosa diavolo devo rispondere?Annuisco dato che non ho molte possibilità. Mi prende per mano e mi accompagna dentro alla scuola, dove dopo 3 corridogli arriviamo in una segreteria.
-Ciao Ethan come mai sei qua con questa graziosa ragazza?-chiede la segretaria, mi sta abbastanza simpatica.
-E' nuova.-dice il ragazzo che per ora continuerò a chiamare ragazzo e non Ethan.
-Come ti chiami?-mi chiede la signora.
-Ellie Hughes.-dico, la signora fà qualche click all'interno di quel computer e scompare dietro ad una porta subito dopo.
-Ethan Carter.-dice il ragazzo alle mie spalle.
-Mi sarà facile chiamarti Carter, non dovevi dirmelo.-dico
-Oh hai detto qualcosa oltre al tuo nome fantastico!-dice fingendo.
-Non è che non sono di molte parole Carter, io non amo fare amicizia e preferisco crearmi nemici che fare amicizia.-dico, lui mi guarda ed io lo fisso di nuovo per farlo smettere di parlarmi per il resto della sua vita.
-Non riesco a crederti, non posso credere che tu faccia quella faccia con tutte le persone che provano a parlare con te, conosco quella faccia è quella di una persona triste a cui non viene dato affetto da troppo ormai.-dice e io in questo momento vorrei non dargli ragione ma purtroppo è così. L'unica persona a darmi affetto era la mia migliore amica ma lei ora non c'è! e cosa dovrei fare? non posso crearmi nuove amicizie! e poi? Quando si sveglierà dal coma? Non saremo più migliore amiche come prima, non posso dimenticarla, non posso dimenticare tutto l'affetto che lei mi aveva dato!
-Bene ecco a te.-mi da un foglio con gli orari, e credo che mi sia scesa una lacrima dopo ciò che mi ha detto lui.
-Grazie.-la signora mi guarda stranamente, ma scelgo di ignorare il suo sguardo.
-Ethan falle fare il giro dell'istituto.-dice successivamente la segretaria. Io mi fermo di colpo.
-Okay.-dice lui indifferente. -Un'attimo Ethan ti devo dire una cosa sul tuo comportamento!-
Lui si dirige verso la segretaria e io cammino per il corridoio come un imbecille aspettando una persona che effettivamente non gli serve. 
Dopo 3 minuti esce da quella stanza con un aria un pò triste.
-Senti scusa per prima, so che sei una persona particolarmente fragile, io non volevo dirti tutto quello, anche io ho sofferto tanto.-dice
-Non credo tu mi possa capire Ethan.-dico
-Mia madre, mio padre, e mio fratello sono ancora in coma sai? da tre anni. Se non mi fossi ubriacato quella sera non sarebbero venuti a prendermi per poi finire in coma.-dice ed io improvvisamente lo abbraccio, chissà che mi è preso! forse perchè lui mi può capire, e forse ho trovato qualcuno come me, senza affetto da troppo tempo.
-La mia migliore amica ed io eravamo fatte, lei ha perso i sensi.-sussurro. -la droga era mia, ed io sono soppravvissuta.-odio ammetterlo ma mi sta consolando, e sto anche iniziando a sentirmi meglio, ho paura di me stessa.

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Capitolo 2
*** 2. ***



-Mi hai mentito.-
-No, Ellie ti sbagli. Lei non è mia madre e se vuoi te lo dimostro.-dice lui. Io annuisco e mi faccio accompagnare da lui in una stanza della grande casa. Lui fruga nell'armadio ed io mi guardo intorno: Diversi quadri sono appesi, ci sono foreste disegnate nella maggior parte e sono davvero macabri. Non so perchè mi fossi fidata di Ethan, dicendogli anche una cosa che non avevo detto neanche alla polizia.
-Eccole. Ora seguimi, non sarà un viaggio tanto lungo.-dice ed io lo seguo.
-Cosa? vuoi prendere la macchina di tuo padre?-gli chiedo e dalla sua faccia sembra convinto, come se io non dovessi avere paura, ma ce l'ho ed è molta.
-Mio zio non si arrabbierà.-dice e mi fa entrare in quella macchina. Non -so se fidarmi davvero dopo quello che mi ha detto sui suoi genitori e le bugie non so davvero a chi credere, di chi mi devo fidare? Non posso sempre fidarmi solo di me stessa.
-Dove stiamo andando?-gli chiedo. 
-In ospedale.-dice lui, non credo sia adatto rispondere, anche se sinceramente non vorrei "se fosse vero" vedere suo fratello o i suoi genitori coricati in un lettino di ospedale. 
-Puoi aspettarmi un attimo in macchina? devo scendere per prendere un ultima cosa.-dice ed io annuisco. Lo guardo mentre compra dei fiori. Non sarebbe proprio il momento adatto per dei fiori ma in ogni caso glielo dirò quando risalirà in macchina. Cammina velocemente verso la macchina, apre lo sportello ed entra. Lascia i fiori sulle mie gambe, sono girasoli, sono molto graziosi.
-Credo non fosse il caso di comprare dei fiori Ethan.-dico guardandolo.
-Li compro ogni volta che vado a trovare mia madre. Sono di plastica.-dice lui tenendo gli occhi fissi sulla strada. Ormai eravamo vicini all'ospedale, lui girò lo sguardo solo un attimo ad un semaforo, mi scrutò per bene per poi riposare gli occhi sulla strada.
-Cerco Lara Cavanaugh.-dice Ethan alla signora dietro al bancone.-------
-Te la posso far vedere ma l'orario delle visite è terminato.-dice la signora.
-Okay, Grazie.-dice e mi prende la mano. Sussulto a quel contatto. Andiamo verso l'ascensore e quando clicca il pulsante del piano 3 mi lascia la mano.
-Sei okay?-gli chiedo
-Ehy, Ethan tutto bene?-provo a fargli delle domande ma non mi risponde sembra perso in altro. Sta pensando ad altro o forse non va tutto bene, forse non vorrebbe essere qui, forse non vorrebbe vedere la madre in queste condizioni.
Entriamo in una camera, lui mette i fiori in un vaso affianco al letto in cui coricata c'è una donna sui 40 anni non saprei dire esattemente. Molte cicatrici si vedono sul suo viso e non oso immaginare quante altre sul resto del corpo
-I medici dicono che mio fratello si sveglierà presto.-dice Ethan. Io lo guardo, tiene la mano di sua madre e inizia a mancarmi ancora di più Chicago. Ma più che Chicago, la mia migliore amica, e tutti i miei amici di Chicago.
-Possiamo andarcene?-gli chiedo.
-Si-lui mi prende per mano e mi porta verso l'ascensore come prima, solo che questa volta non mi lascia andare, dal suo viso si vede il bisogno dei suoi genitori o semplicemente un pò di affetto da qualcuno. Facendo finta di grattarmi la nuca gli lascio la mano ma quando la mia mano scende dinuovo le nostre mani si intrecciano
Lui mi guarda e si avvicina a me lentamente.
-Mi dispiace. Non sai quanto. Solo che non pensavo fosse così grave.-dico e passo la mia mano fredda sulla sua guancia rosa.
Siamo arrivati al piano terra e dobbiamo dirigersi verso l'uscita.
Usciamo dell'ascensore. Arriviamo in macchina e come non detto non so cosa dirgli.
-Mio zio mi ha detto che stasera per farti ambientare nel quartiere ti devo portare ad una festa della scuola, tu vuoi andarci?-io annuisco perchè di parlare non mi va molto in questo momento, sono ancora sotto shock per la madre.
Arriviamo a casa e mi fa scendere dalla macchina.
Entriamo in casa e ne i suoi zii ne mia madre sono in casa. Vado verso la mia camera senza dire una parola.
-Ehy.-dice lui riprendendomi 
-Si?-dico
-Preparati, fra un ora devi essere pronta.-io annuisco e lui va in camera sua. Vado in camera mia e preparo. 
Mi trucco come mio solito, indosso un leggins nero e sopra una felpa lunga e larga che era di Freddie, nessuno mi può separare da questa felpa, non la ho mai lavata da quando me la ha data "in prestito"

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-Hai ancora quella felpa?-mi chiede Ivy
-Si, non immagini quanto io la ami, quanto io abbia sentito la mancanza di Freddie, di Chicago e di tutto ciò che avevo prima di trasferirmi a Los Angeles, lì restavano solo i miei ricordi ed Ethan che era pronto a proteggermi ed a difendermi in ogni momento.-
-Quando mi hai fatto vedere Ethan pensavo fosse uno strano montato per via di tutti i tatuaggi, ma per come parli di lui sembra un ragazzo dolcissimo.-
-E lo è-dico
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Faccio due treccie con i miei capelli marrone scuro. Indosso delle Vans ai piedi e scendo le scale. Ormai erano passati 45 minuti ed io dovevo essere in salotto ad aspettarlo, ma era davanti a me. Stupendo, era davvero bello guardare il suo viso e i suoi bei lineamenti. In particolare adoro il suo tatuaggio affianco all'occhio: tre puntini, lo rende più attraente e particolare. 
-Ti dona questo tatuaggio.-dico toccando i tre puntini.
-Grazie.-dice 
-Tu non hai nessun tatuaggio?-mi chiede.
-Si uno ce l'ho anche io.-dico e salendo in macchina insieme a lui.
-Dove?-mi chiede. Non credo di volerglielo dire, è un tatuaggio privato. E' un tatuaggio davvero importante per me, non sa neanche mia madre che mi sono fatta questo tatuaggio, ma credo di potermi fidare di lui.
-Sulla pancia.-glielo dico, sotto il suo sguardo attento non riesco a trovare molte scappatoglie.
-Me lo fai vedere?-non ho intenzione di farglielo vedere.
-No, non sa neanche mia madre di questo tatuaggio, lo ho visto solo io ed il mio migliore amico.-dico ricordando quando io e Freddie abbiamo marinato la scuola per farci lo stesso tatuaggio.
-Un amico speciale?-chiede, ma si sbaglia completamente, Freddie era davvero un ragazzo con cui sarei stata molto volentieri ma proprio non era il ragazzo che faceva per le ragazze.
-No era troppo impegnato a guardare il culo dei maschi.-lui scoppia a ridere e sussurra un "scusa" alla fine della sua risata.
Arriviamo in una grande casa, da cui rimbomba un rumore classico da discoteca. Ethan mi fa scendere dalla macchina e entriamo dentro la casa.
Lui saluta dei ragazzi  e io gli resto accanto per non perdermi.
-Stai attenta.-dice per poi sparire tra la folla.
Ragazze che pomiciano, ragazzi ubriachi...decido di ritirarmi. Rubo una bottiglia di Vodka e vado in giardino, mi siedo su di una panca e bevo, brucia ma è sopportabile.
-Ehy.-dice un ragazzo avvicinandosi. Io lo guardo da testa a piedi, è sobrio. Si siede vicino a me.
-Luke.-mi porge la mano ed io la stringo.
-Ellie.-dico.
-Davvero? Cioè sei Ellie Hughes?-mi chiede
-Si, perchè?-dice
-Si parla in tutta la scuola di te, dicono che sei una ragazza misteriosa, dark e che non ti piace parlare con la gente, alcuni dicono che hai avuto un brutto passato, che sei brusca con tutti...non so in questa scuola dicono tante cazzate.-dice 
-Nessuna di queste cose è vera, si non parlo molto, e la mia migliore amica è in coma a Chicago e sono sociale quando voglio.-dico
Mi bacia la guancia e ciò mi fa arrossire.
-Come va?-mi ha sorpreso. E' una domanda che non mi fanno da 4 mesi e mezzo fa.
-Non lo so.-affermo. Sinceramente non sto bene, e non sto neanche male. 
Mi abbraccia e quell'abbraccio sembrava così sincero che mi ha davvero colpita.
-Non ti conosco Ellie, tutto quello che so di te è che sei triste.-mi mancava un abbraccio, avrei bisogno di quell'affetto da mia madre, ma è troppo impegnata a pensare a se stessa. Mio padre non c'è più ed è questo che ha cambiato mia madre, prima era molto più affettuosa.

Lui beve l'ultimo sorso di vodka, siamo entrambi ubriachi, ci abbracciamo e raccontiamo a vicenda delle nostre sventure, coricati su un lettino per spiaggia messo nel giardino di questa grande casa che ospita una festa. 
Mi giro e guardo Ethan, lui parla con un gruppo di ragazzi e ragazze. Mi guarda ed io guardo da un altra parte, Luke.
Luke mi abbraccia da dietro accarezzandomi la vita con una mano, e la schiena con l'altra, mi sta facendo rilassare, vuole che io mi senti a mio agio. Gli accarezzo la guancia, lui mi lascia teneri baci sul collo per poi salire sempre di più. Non comando più io il mio corpo è come se non stessi più facendo niente io, come quando entri in una stanza e ti dimentichi il motivo per cui ci sei entrato, per scherzare dicono che sia Dio che gioca a TheSims ed h annullato la tua azione, ecco nel mio caso è come se il mio corpo fosse comandato da un altra persona.
-Vieni.-mi sussurra Luke all'orecchio, mi prende per mano e mi aiuta ad alzarmi. Incrociamo Ethan che mi ferma per un braccio.
-Dove state andando?-chiede più a Luke che a me.
-Io a casa volevo solo salutarla.-dice e lascia una pacca sulla spalla di Ethan e io e Luke usciamo dalla casa, da dove io ed Ethan siamo entrati.
-Ci vediamo domani a scuola, okay?-Non voglio stare da sola.
-Okay.-appena pronuncio l'ultima lettera mi sorprende e mi lascia un leggero bacio a fior di labbra. 
Posso giurare che non me lo sarei mai aspettata.
Entro dentro e mi dirigo alla tavola dove è rimasta una bottiglia di vodka, la mia intenzione era quella di bere un'altro pò di vodka, ma qualcuno mi ferma, non riesco a liberarmi della mano della persona che mi blocca
-Lasciami.-dico
-No, dobbiamo tornare a casa.-dice Ethan. 
-Ma io volevo ancora un bicchierino!-dico, ma non reggo più.
-No non lo vuoi.-dice Ethan
-Sicuro?-cercai di fissarlo nel modo più brutto che riuscissi a fare, ma con Ethan era impossibile fare sguardi macabri o lugubri, lui interpretava ogni mio sguardo nello stesso modo che avrebbe fatto una mia copia. Mi trascino nel senso della parola, io mi tenevo alle sue spalle e cercavo di camminare ma le mie gambe tremavano e non reggevano più.
Usciamo da quella casa e lui mi fa accomodare sul sedile davanti della macchina dello zio. 
-Non capisco il motivo del tuo ubriacarsi Ellie. Sono arrabbiato con te, non sai quanto!-sorrisi a quell'affermazione.
-Sono stanca.-dico, lui mi fissò per qualche istante poi puntò gli occhi sulla strada.
Arrivammo a casa, lui mi prese inbraccio e mi portò in camera mia.
-Ora sei troppo stanca per spiegarmi perchè ti sei ubriacata.-dice Ethan
-Quando ti ho detto che ero stanca non era perchè volevo dormire, Ethan.-dico
-Buonanotte.-disse Ethan prima di lasciarmi da sola con l'oscurità che inondava la camera.
Di nuovo sola.

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