Una voce di notte

di blackcatlilly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella sera ***
Capitolo 2: *** Il Maestro ***
Capitolo 3: *** Una lunga giornata ***
Capitolo 4: *** E tu chi sei? ***
Capitolo 5: *** Palle di neve ***



Capitolo 1
*** Quella sera ***


Winter is coming.
Quella sera stava leggendo quei libri che arrivavano da una terra lontana. Era riuscita a procurarseli con difficoltà, ma il titolo di uno di essi l' aveva colpita "l'inverno sta arrivando". Le piacevano molto, di solito leggeva volentieri la sera, ma quella sera non aveva voglia.
 Non aveva voglia di leggere di intrighi di corte e personaggi ambigui. Era stata una giornata particolarmente pesante, tra i nuovi progetti per il porto e l'ampliamento della flotta e tutte le altre cose a cui stava ancora pensando, non era in vena di leggere di quel re odioso che si era fatto ammazzare al suo banchetto di nozze.
Chiuse il libro. 
Sua sorella era nelle sue stanze con il suo fidanzato e Olaf era a dormire nella ghiacciaia.
Erano in sere come queste che avrebbe voluto qualcuno....qualcuno di amico. Una persona con cui parlare, sfogarsi, che le volesse bene. No, non intendeva un fidanzato. Sapeva che si sarebbe dovuta sposare per il bene del regno, con un buon partito che avrebbe portato dei benefici ad Arendelle. Lei non poteva sposarsi per amore, come sua sorella. Non poteva sposare un umile venditore di ghiaccio.
A questo aveva rinunciato da un pezzo, nel momento stesso in cui era stata incoronata regina. Però.....un amico.
Non chiedeva molto. 
Nonostante il regno l'amasse, e nessuno l'aveva più chiamata mostro a causa dei suoi poteri, nessuno si era mai avvicinato a lei. Restava pur sempre la regina e incuteva sempre un po' di soggezione. Solo Olaf non era a disagio in sua presenza, ma lei avrebbe voluto un essere umano per amico, non un pupazzo di neve creato da lei.
Avrebbe voluto distrarsi, invece di dover ancora pensare agli affari di stato.
In parte sapeva che avrebbe potuto delegare tante faccende ai suoi ministri, eppure non ci riusciva; era più forte di lei, voleva sapere quello che succedeva nel suo regno e voleva essere informata di ogni decisione che veniva presa.
Nessuno le aveva insegnato come si governava un regno, i suoi genitori erano morti quando lei era adolescente, e lei cercava di fare del suo meglio. Solo che a 25 anni questa cosa le pesava. Aveva cercato di coinvolgere sua sorella nella gestione del regno, ma Anna dava sempre troppa fiducia agli altri e un paio di volte era dovuta intervenire per evitare danni.
Per non mortificarla troppo le aveva affidato il compito di occuparsi di beneficenza e di mantenere i rapporti con la gente. Era Anna che usciva in strada e chiacchierava con tutti, giocava coi bambini e faceva del bene agli altri: era semplicemente la cosa che le riusciva meglio.
Certo anche lei lo faceva, ma le sue uscite pubbliche erano programmate e ufficiali, non spontanee come quelle di Anna.
Un po' invidiava la libertà che aveva sua sorella. Ma la cosa che le sarebbe piaciuta avere era la capacità di farsi degli amici. Si, si era liberata di gran parte delle sue paure, ma in compagnia di altra gente si sentiva sempre un po' impacciata e cercava di mascherarlo dando a tutto una patina formale. 
Si alzò e andò ad aprire la finestra. Nevicava. L'inverno era arrivato. Silenzioso e freddo come lei.
Tese la mano e un fiocco di neve le atterrò sul palmo. Subito si trasformò in un cristallo di ghiaccio. Mosse le dita e sollevò un po' di neve. Sospirò e si rassegnò ad un'altra notte di solitudine. Si voltò e fece per richiudere la finestra. Si fermò un momento e mosse ancora un po' di neve, sorridendo malinconicamente.
All'improvviso una palla di neve la colpì alla testa. Da dove era arrivata??? Eppure non c'era nessuno. Si guardò intorno, preoccupata. 
"Ehi, sono qui". No, non era possibile, anche le voci! "Sono stanca.troppo stanca". Ci mancava solo a dar retta alle voci. Chiuse la finestra e tiró le tende. "Te la sei sognata, sei stanca". Si mise a letto e cercò di non pensare alla voce e alla palla di neve. Non era cosa, lei era la regina e non poteva permettersi sti scherzi della mente. La cosa migliore era mettersi a dormire, cercando di riposarsi per la giornata di domani.
Cercò di cancellare anche gli ultimi dubbi dalla sua mente e si addormentò.
Non poteva sapere che sul davanzale della sua finestra qualcuno stava costruendo un mini pupazzo di neve.




L'angolo del gatto
Benvenuti nell'angolo del gatto, ossia dell'autrice. Allora,che dire? A me frozen piace. Troppo. E infatti dopo anni che non scrivevo più una fanfic, ho ricominciato. Ancora non so molto bene dove arriverà questa storia...le traccia generale c'è, tranquilli eh! 
Mi scuso già se sarò un pochino lenta negli aggiornamenti. Cercherò di fare il possibile.
ultima cosa:sono assolutamente malata di serie tv. Non se si era capito dall'introduzione dedicata a Game of Thrones, maaaa....inserirò qua e la dei momenti, frasi, magari azioni che ricorderanno qualche telefilm xD che ci volete fare? Ve l'ho detto sono malata! 
tante fusa a tutti i lettori!

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Capitolo 2
*** Il Maestro ***


"Signorina Elsa"
Una voce morbida la svegliò. Come ogni mattina la cameriera Doreen era entrata in camera sua con una brioche al cioccolato e un caffè americano. "Buongiorno" le disse sorridendo, appena vide che era sveglia.
Erano anni che Doreen era al suo servizio, fin da quando era piccola. 
Da quando se la ricorda Doreen è rimasta sempre uguale: non tanto alta, rotondetta, i capelli grigi raccolti e il grembiule immacolato. Doveva averne almeno una trentina di quei grembiuli. 
Era stata una delle poche persone ad essere a conoscenza dei suoi poteri e non era per nulla spaventata. Lei vedeva soltanto una bambina triste e fragile e faceva del suo meglio per starle vicina. Era stata l'unica che le aveva accarezzato il viso quando si addormentava. 
Le asciugava le lacrime, le portava da mangiare, metteva più legna nel camino per scongelare la stanza. 
E ancora oggi Doreen si occupava di lei. Si sentiva una bambina quando c'era lei nella sua stanza. E si sentiva bene.
"Signorina Elsa, oggi è veramente una bellissima giornata! Nel suo programma non c'è il tempo per una passeggiata?"
Il programma a cui si riferiva Doreen era un foglio sul quale il suo segretario le annotava gli impegni della giornata. Era sul vassoio insieme alla colazione. Elsa lo prese insieme alla brioche. "No, oggi proprio no".

Ore 9:incontro con il ministro del tesoro
Ore 11:approvazione finale del progetto del porto
Ore 12.30:pranzo con la delegazione della compagnia delle indie orientali
Ore 14: ricevimento dei bambini della scuola dell'infanzia-la principessa Anna resterà ad oltranza
Ore 15: riunione con il colonnello Sturm per l'avamposto 3
Ore 16.30: incontro con gli agricoltori
Ore 17.45: incontro con Josef Eisbrechen
Ore 18.30: prepararsi per la cena con il duca di Michelbach
A seguire:valutazione progetto per il nuovo ospedale pediatrico

"Doreen, credo che mi servirà dell'altro caffè" 
"Signorina Elsa, non può uccidersi di lavoro!" Disse la cameriera scuotendo la testa. 
"Lo so, ma qualcuno dovrà pur governare". 
Finì la colazione, andò in bagno a rinfrescarsi. Mentre tornava in camera, Doreen esclamò "Che carino!! L'avete fatto voi? State diventando sempre più brava". Elsa non capiva, poi vide il pupazzo di neve sul davanzale. L'aveva fatto lei la sera prima? Si ricordava di aver giocato con la neve....oh no. La voce. 
Era opera sua. 
Cercò di non far vedere a Doreen la sua sorpresa e si avvicinò "Eh si, ieri sera ho giocato un po'...." Prese in mano il pupazzo. Era un capolavoro. I tratti sembravano quasi umani e sembravano lavorati con un bastoncino minuscolo.
No,certo che poteva essere stata lei. Dopo tutto non si ricordava di aver creato Olaf, quindi era possibile che avesse creato anche quel piccolo capolavoro. 
In cuor suo lo sapeva perfettamente che non era stata lei, ma cercò di convincersene.
Ebbe all'improvviso un'idea.
"Doreen, sai mica se Maestro Albus è sveglio?"
"Certo! Figurarsi se non è già sveglio, quello!" "Devo vederlo, puoi avvisare che tarderò con il ministro del tesoro?" "Va bene, le ho lasciato il vestito pulito sul letto".
Doreen, efficiente come al solito, le aveva già rifatto il letto e aveva preparato un vestito verde scuro con dei ricami viola. 
Si vestì e salì le scale che la portavano alla torre sud, quella dove viveva Maestro Albus. 
Maestro Albus era stato il suo precettore. Suo padre l'aveva scelto perché aveva un dono molto particolare, oltre a un'infinità saggezza: era un mago. 
Veniva da lontano, era stato un grande mago nella sua terra, ma poi era stato esiliato. Il perchè Elsa non l'aveva mai saputo. 
Quando era piccola si era occupato della sua istruzione e aveva cercato di aiutarla con i suoi poteri. Poteva fare poco con quel potere così instabile, ma aveva stregato un paio di guanti per permetterle di contenerlo.
Bussò "Avanti" 
Maestro Albus era sveglio,davanti a un grosso libro, con la barba appoggiata al tavolo. Anche lui sembrava sempre uguale: era molto anziano, nessuno sapeva quanti anni avesse, e vestiva sempre delle tuniche stravaganti, che gli davano l'aspetto di un vero stregone.
"Cosa ti porta dal vecchio Albus, bambina?" "Non volevo disturbarla....ma ho bisogno del suo aiuto. Credo che la stanchezza mi stia giocando dei brutti scherzi" 
"Che genere di scherzi.?" Elsa esitò "Ieri sera ho sentito una voce. E qualcuno mi ha lanciato una palla di neve" arrossì. Maestro Albus non disse nulla. 
"E stamattina ho trovato un pupazzo di neve che non ho fatto io sul davanzale della finestra".
Il maestro rimase in silenzio a lungo e poi disse "Non credo che sia stanchezza, bambina mia".
Elsa rimase di sasso. 
Il maestro le prese le mani e la guidò con delicatezza fino all'armadio in fondo alla senza dove conservava una specie di vassoio di cristallo nero. 
"Questo è un Pensatoio. Afferralo con entrambe le mani qui e sollevalo. Ci permetterà di rivedere quello che hai visto quella notte". 
"Ma come sarebbe che non era la stanchezza?" Elsa non era per niente tranquilla, si stava tormentando le mani e la temperatura nella stanza si stava rapidamente abbassando. Il Maestro cercò di calmarla "Ho un sospetto, e se è quello che penso non hai nulla da temere, bambina mia.". Elsa allungò le mani tremanti e afferrò il Pensatoio. 
Cominciarono ad apparire delle immagini sul piano di cristallo. Era lei alla finestra. Rivide la scena esattamente come l'aveva vissuta. Ma Maestro Albus che era di fianco a lei scoppiò in una risatina. "Guarda guarda chi si vede". 
Elsa posò il Pensatoio e lo guardò interrogativa. "Elsa, è stato lo spirito dell'inverno, proprio come sospettavo". La ragazza rimase ancora più sconcertata: non ne aveva mai sentito parlare. "Ma io non ho visto nessuno! Nemmeno adesso!" "È comprensibile, visto che lo spirito dell'inverno lo si può vedere solo se si crede alla sua esistenza" "Quindi per vederlo io dovrei credere che una leggenda sia reale?"
"Esatto" "Ma è impossibile!"
Il Maestro sospirò "Elsa tu credi alla magia vero?" "Si, ho i miei poteri, vedo le tue magie, Maestro...ma come faccio a credere a una cosa che non vedo?" "Credici Elsa. Apri il tuo cuore e riuscirai ad aprire anche gli occhi".
La regina rimase in silenzio, abbastanza sconvolta dalla notizia. Era abituata alla magia, ma non a quel tipo di magia. Si scusò e se ne andò. 
Mentre si avviava verso il primo appuntamento della giornata, non riusciva a smettere di pensare a questo spirito dell'inverno; che magari potesse rivelarle qualcosa in più sui suoi poteri? 
"No, Elsa, ora hai altre questioni a cui pensare". Insipirò profondamente ed entrò nella stanza del ministro del tesoro, iniziando la sua giornata. 





L'angolo del gatto
Aggiornamento in tempo record! Stanotte non sono riuscita a dormire e allora mi sono messa a scrivere ^_^ 
Volevo ringraziare chi ha lasciato una recensione, vi ringrazio per i complimenti e spero di mantenere lo stesso livello!
Bè qui ho inserito un tributo molto poco palese (ma vaaaa) a Harry Potter, saga che amo alla follia! Mi serviva la figura di un saggio e chi poteva essere se non il grande Silente??? 
Piccolo spoiler:nel prossimo capitolo arriverà il nuovo personaggio oh-oh! 
A presto e tante fusa!





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Capitolo 3
*** Una lunga giornata ***


I bambini erano raccolti nella sala del trono. Elsa entrò e la applaudirono. Lei li salutò sorridendo e si sedette di fronte a loro.
Poco dopo arrivò anche sua sorella. La maestra, anche lei emozionata, le ringraziò per averli ricevuti e spiegò ai bambini che potavano fare delle domande a scelta. 
I bambini non persero tempo.
"È vero che puoi creare il ghiaccio?" fu la prima domanda rivolta a Elsa. Lei sorrise e si alzò. Creò dal nulla uno scivolo di neve. Poi appoggiò il piede allo scalino più basso e trasformò in ghiaccio. "Chi lo vuole provare?" Chiese e subito i bambini corsero ridendo alla giostra. Elsa creò altri giochi con il ghiaccio e a malincuore, all'ora stabilità, li dovette lasciare. 
Mentre si allontanava li sentiva ridere felici. Altro che riunione militare. Avrebbe voluto stare li con quei bambini a giocare. 
Il colonnello scattò sull'attenti appena lei mise piede nella stanza.  "Vostra altezza," "Riposo, colonnello, riposo". Mentre il colonnello iniziava a parlare della necessità di riaprire l'avamposto 3, lei staccò il cervello e si mise a pensare al famoso spirito. 
Si, l'idea che avrebbe potuto darle delle spiegazioni in merito ai suoi poteri era plausibile. Lei era o non era la regina di ghiaccio? Perchè non poteva esistere uno spirto che governasse l inverno?
"Vostra Altezza?" 
"Scusi colonnello, potrebbe ripetere?" Ecco, bella figura.
Si concentrò sull'argomento della riunione, senza distrarsi. E pensare che la giornata non era ancora finita....
L'incontro con gli agricoltori risultò più breve del previsto, per fortuna. Elsa aveva giusto il tempo di farsi portare una tazza di tè, prima che il vocione di Josef Eisbrechen risuonò nella stanza.
Come ogni inverno, il capo dei venditori di ghiaccio richiedeva udienza, per accordare gli ultimi permessi. E come ogni volta, l'udito della regina ne sarebbe uscito compromesso. 
E Josef stava ancora parlando, quando entrò Ralf Zimmermann,  il suo segretario. "Le chiediamo scusa, signor Eisbrechen, ma purtroppo la regina ha un altro appuntamento"
"Ja, ci rivediamo alla fine della stagione" tuonò l'uomo. 
Elsa salutò e seguì il suo segretario fuori. "Bene, vostra Altezza, la giornata è quasi finita". Elsa annuì "La lascio a prepararsi, se ha bisogno di me mi troverà nel mio ufficio" "A riempirmi anche la giornata di domani di noiosi appuntamenti" pensò la regina "Grazie di tutto Ralf, non credo che ti chiamerò, per oggi" disse invece.
Entrò e chiuse la porta. Povero Ralf, in fondo non era colpa sua. Lui faceva solo il suo lavoro e lo faceva al meglio. Doveva essere più gentile con lui. 
Andò alla finestra. Si dannatamente in gabbia. Avrebbe tanto desiderato almeno un giorno di libertà. Mentre si stava crucciando entrò sua sorella.
"Ehi, Elsa....che succede?" Involontariamente stava iniziando a far nevicare nella stanza. "No nulla, non ti preoccupare" "Elsa....ti conosco. Cos'hai?" Non poteva mentire a sua sorella. 
Non voleva fare come in passato:aveva già visto che escludere Anna della sua vita non era la scelta migliore.
"Sono stanca....regnare non è facile...e riunioni su riunioni, appuntamenti, incidenti, trattative....non riesco a fare altro..." Si bloccò. Anna aveva già un'espressione mortificata e non voleva farle del male dicendole che si sentiva sola.
"Mi dispiace...mi dispiace che debba fare tutto tu....so di essere una frana totale e di non esserti minimamente di aiuto..." Anna era veramente dispiaciuta. 
"No, Anna, non è colpa tua..." Si fece avanti e l'abbracciò. 
"Ti va di aiutarmi questa sera?" Le sussurò. Si sciolsero dall'abbraccio. "Ho una cena con il duca di Michelbach questa sera...vuole parlarmi di un ospedale e....te ne potresti occupare tu?" Anna sorrise e l'abbracciò di nuovo "Certo sorellina!ti aiuterò in tutto quello che vuoi" "E allora....vatti a preparare!"
Anna lasciò la stanza e Elsa si sentì meglio. Voleva un bene infinito alla sorella, e non desiderava altro se non renderla felice, dopo tutto il dolore che la aveva causato quando erano piccole. 
Confortata dalla presenza della sorella, si preparò. Si lavò e indossò un abito blu scuro, dalla linea semplice,  con dei ricami bianchi sulla gonna. Aveva quasi finito quando sua sorella bussò 
Knock knock "Elsa?"
Knock knock "Elsa?" 
Knock knock "Elsa?"
Elsa sospirò sorridendo. "Il bussare di Anna delle grandi occasioni". 
"Anna, basta una volta" le disse quandò aprì "Sto friggendo dalla curiosità! Helga mi ha detto che il duca è uno degli uomini più belli di tutta Arendelle!" Anna la investì -letteralmente-, mentre saltellava nel suo abito verde menta a maniche corte. 
"Anna calmati! Si dicono che sia un bell'uomo ma...." "Ma cosa?? Potrebbe piacerti!"  Elsa alzò gli occhi al cielo "Dai Elsa, sarebbe anche un buon partito! É un nobile di Arendelle, è ricco, è bello..." "Anna, peccato che non l'abbia mai visto!" La interruppe piuttosto bruscamente. 
Sua sorella fece per dire qualcosa ma ci ripensò. "Almeno parlaci...ma non da regina, da Elsa" le disse piano. 
Elsa non aveva assolutamente voglia di pensare a un pretendente. Purtroppo sapeva che non aveva ancora molto tempo, prima che i suoi ministri cominciassero a consigliarle di sposarsi. Ma non voleva che questo accadesse prima del tempo. Perché anticipare l'infelicità? 
Stava camminando lungo i corridoi che conducevano al salone, quando notò della neve su una finestra. 
Solo su una. 
E il pensiero ritornò immancabilmente allo spirito dell'inverno. 
Improvvisamente voleva che la cena finisse presto. Non per rinchiudersi nella sua stanza a godersi un po' di pace come al solito, ma per risolvere il mistero. "Elsa muoviti," la chiamò Anna.
Per un attimo le venne in mente che poteva mandare solo Anna alla cena. 
No, non poteva. Il duca era un nobile troppo in vista, doveva farsi vedere da lui. Doveva solo trovare una scusa per fuggire appena finito di mangiare.
Raggiunse la sorella ed entrarono nel salone.
Il duca era voltato di schiena, stava ammirando i preziosi quadri che decoravano la sala. Appena le sentì entrare si voltò e andò loro incontro.
"Vostra altezza, principessa" disse inchinandosi "sono Stefan Meyer, duca di Michelbach" levò il viso verso di loro e Elsa sentì Anna trasalire. Ma anche lei fu sorpresa: era veramente bello. Aveva una carnagione più scura rispetto a loro, ma aveva gli occhi azzurri. Non un azzurro ghiaccio, ma un azzurro quasi torbido, molto profondi e assolutamente magnetici. Aveva i capelli rasati, ma si intuiva che dovevano essere scuri anch'essi. Elsa si inchinò a sua volta e diede un colpetto ad Anna che stava fissando imbambolata l'ospite. "Si accomodi pure" disse Elsa facendo un cenno alla tavola imbandita. Il duca si scostò per farle passare "Prego" disse con voce profonda. "Mamma mia" disse in un soffio Anna. Si accomodarono e i camerieri iniziarono a servire la cena. 
"Finalmente la vedo di persona signor duca" disse Elsa "Sono onorato di essere qui con voi, maestà" "La vostra fama vi precede. Si dice che siate un eccellente medico" "Esagerano, maestà. Sono solo un uomo che cerca di aiutare gli altri" "Noj fate il modesto"intervenne anna " Siete il medico più in vista del regno! anzi...volevo chiederle...come mai ha deciso di diventare medico?" "Be...credo che sia stato il mio destino. Sapevo fin da piccolo che quella sarebbe stata la mia strada...la strada di mio padre e di mio nonno. Toccava a me continuare la tradizione di famiglia." "E non ha mai cercato di ribellarsi?" Elsa sgranò gli occhi, in segno di rimprovero. Il duca sorrise "Quando ero adolescente si. Mi ero messo in testa che mai e poi mai avrei fatto il medico. Ma poi....ho capito che era un modo per fare del bene,per aiutare gli altri. Si può dire che ho letteralmente abbracciato il mio destino, e l'ho fatto diventare la mia passione" la regina ascoltava silenziosamente. "Abbracciare il mio destino...."
Per fortuna Anna fece altre domande più leggere e il tono della conversazione cambiò radicalmente.
Anna chiese dei suoi studi all'estero e il duca la deliziò raccontandole dei sette regni di Westeros e delle città libere che aveva avuto modo di visitare anni prima. 
Il duca, notò Elsa, rispondeva volentieri alle domande di Anna, anche se continuava a fissarla intensamente. Non ci fece molto caso, aveva altro per la testa, tipo come far apparire lo spirito dell'inverno. Poteva limitarsi a seguire vagamente la conversazione, senza entrarci veramente. 
Nonostante gli sguardi a volte  quasi imbarazzanti del duca, la cena proseguì tranquillamente, la conversazione era piacevole e rilassata,  anche se Elsa diventava sempre più impaziente.
Il duca se ne accorse. "Vostra grazia, c'è qualcosa che vi turba?" disse mentre mangiavano il dolce, un ottimo strudel alle mele. Elsa non si era accorta dei fiocchi di neve che si stavano posando sulla tavola. "Oh mi perdoni,signor duca, non preoccupatevi...è che sono molto stanca..." disse imbarazzata.
 "Mi dispiace trattenervi....se volete possiamo discutere dell'ospedale un'altra volta" Elsa non credeva alla propria fortuna. "Davvero sareste così cortese da rimandare?" "Certo, maestà. Dopo tutto governare un regno da sola non deve essere facile...verrò un altro giorno, in cui possiamo discutere con tranquillità" disse lui rivolgendole un sorriso disarmante. Elsa sorrise  sua volta "La ringrazio infinitamente per la sua cortesia" "Non si preoccupi. Anzi si riposi. Lo stress è il peggior nemico della salute. Contatterò il suo segretario, il signor Zimmermann." si alzarono e dopo gli ultimi convenevoli formali si salutarono. 
Al momento del baciamano il duca indugiò sulla mano di Elsa, che sembrò non accorgersene. Invece chi se ne accorse benissimo fu Anna, rimasta interdetta dallo strano comportamento della sorella. Elsa che rimanda qualcosa? No, non era da lei.
La seguì lungo il corridoio "Elsa, tutto bene?" "Si, si non preoccuparti, buonanotte sorellina" le disse frettolosamente, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Anna rimase in corridoio, davanti alla porta, come tanti anni prima. 
"Che succede Elsa?" Sospirò. Certo il loro rapporto era notevolmente migliorato, ma le dispiaceva non poterla aiutare, e le dispiaceva ancora di più che la sorella non riuscisse ancora del tutto a fidarsi di lei. Eppure i suoi poteri questa volta non c'entravano. Anna ne era sicura. C'era qualcos'altro sotto. 
Si diresse verso la sua stanza, con queste domande che le frullavano in testa; avrebbe voluto stare a chiacchierare con la sorella, parlare delle discrete attenzioni che il duca le aveva rivolto...e invece si chiuse in camera sua, da sola. 
Elsa era nella sua stanza e aprì la finestra. "Okay...ci siamo". Il momento della verità. 
Le era venuto in mente un modo per far materializzare lo spirito. Fece apparire della neve con un gesto della mano. Respirò l'aria fredda. Lasciò che la neve si depositasse sui mobili, sul letto, ovunque. "I miei poteri esistono. L'inverno esiste. ESISTE!" pensò. 
Non successe nulla. 
Elsa si guardava intorno, scoraggiata. Ci riprovò.
Nulla. 
Si sedette sulla neve sul letto. "Ancora una volta". Doveva succedere qualcosa. Lo spirito doveva esistere! Maestro Albus non le avrebbe mai mentito!
Chiuse gli occhi. 
"I miei poteri esistono. L'inverno esiste. Tu esisti" e poi, sussurrò "Ci credo"
"Era ora!" la voce si era materializzata. 
 
 
 
 
 
 
L'angolo del gatto
C'è l'ho fatta ad aggiornare! Allora... Eccolo. Il duca Stefan. Personaggio di mia invenzione, liberamente ispirato a...provate a indovinare! un bel dottore, che arriva da una nota famiglia di medici, alto, carnagione scura e occhi azzurri.....signore e signori...direttamente da grey's anatomy...Jackson avery!!!  O almeno, nella mia mente il duca ha i suoi tratti, anche se caratterialmente sarà un po' diverso...eheheh! Ne combinerà, ne combinerà!
Ah si! Dimenticavo!  nel prossimo capitolo la voce avrà un volto, un nome e un cognome. (È un codice fiscale)
Che altro dire....ringrazio chi ha recensito la storia e ringrazio chi è passato per una lettura e basta! Se avete domande, volete lasciarmi un parere o altro fate pure e vi risponderò. 
Tante fusa gente! 
 

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Capitolo 4
*** E tu chi sei? ***


Eccolo.
Accanto alla sua finestra, c'era un ragazzo. 
Era alto e magro, i capelli erano bianchi con una sfumatura argentata. Aveva gli occhi azzurri, esattamente come i suoi. Indossava una felpa sbiadita di colore blu e un paio di pantaloni marroni strappati. Non era decisamente quello che si aspettava! 
Non sapeva che aspetto potesse avere lo spirito dell'inverno, ma di sicuro non si aspettava un ragazzo!
Elsa lo guardava stranita. "Chi sei?" Disse diffidente. Si era portata le mani in grembo, pronta a difendersi.
"Come chi sono? Hai appena detto di credere in me...." Disse in tono canzonatorio il ragazzo. "Chi sei?"richiese Elsa, con tono perentorio. 
Il ragazzo sospirò "Jack Frost, mia regina, guardiano del ghiaccio, e spirito dell'inverno" disse con un breve inchino e spostando il bastone ricurvo che teneva in mano. 
Elsa rimase interdetta. "Ma...ma....sei...un ragazzo?" "Cosa ti aspettavi perchè?" "Bè.....non di sicuro un ragazzo" "Cosa preferivi, un vecchio?" "Si, un vecchio e saggio"disse sottolineando l'ultima parola. "Essere vecchi non vuol dire essere saggi. E comunque se la cosa ti fa piacere, io sono vecchio. Ho trecento anni suonati" 
Elsa lo guardava sempre più diffidente. 
Visto che lei non parlava  prese l'iniziativa"Hai intenzione di parlarmi o di guardarmi in cagnesco per tutta la sera?" 
"Come osi? Innanzitutto non ci si rivolge così a una regina. E poi dovresti essere tu a parlare! Cosa vuoi da me?" 
"Si e una regina non dovrebbe usare questo tono. Comunque, sono qui per una ragione"
"I miei poteri" disse lei piano "Ohhh, finalmente dici qualcosa di sensato" 
Elsa lo fulminò con lo sguardo.
 "Credo che tu abbia qualche problema con essi"
"Spiacente, sei arrivato tardi" rispose lei sarcastica. "Ah si?" Disse lui ancora più sarcastico "li so gestire. Mi sono arrangiata da sola" lui scoppiò a ridere "E la tua tecnica quale sarebbe? Tenerli li, sotto il tuo fare da regina?" "Ma come ti permetti?" 
Elsa si stava arrabbiando. Non bastava che lo spirito dell"inverno si fosse rivelato un ragazzo, nooo, doveva esser pure un maledetto arrogante. 
"Quand'è l'ultima volta che li hai usati?" "Non sono fatti tuoi" "si li hai usati un mesetto fa, per addobbare una sala da ricevimenti" disse il ragazzo con voce annoiata "Ma...mi fai seguire??? Lo sai che è reato vero?"
 Lui sospirò. "Andiamo, sto cercando di darti una mano! Chi lo può fare meglio di me?" "Punto primo non ti conosco. Punto secondo mi aiuta mia sorella" "Tua sorella che non ha poteri?" "Io....non c'entra. Lei capisce come sto" "Si e io amo il caldo. Ok...lei potrà capirti, ma non credi che uno che abbia i tuoi stessi identici poteri possa capirti di più?" 
Elsa non disse nulla. Era il suo sogno da bambina, trovare una persona che avesse gli stessi suoi poteri, che la capisse, che non avesse paura di lei....
"Non so chi sei" 
Jack la guardò. Come faceva a non fidarsi??? Per lui era abbastanza assurdo che Elsa se ne stesse così sulle sue. Non era felice di incontrare uno con i suoi stessi poteri? 
Ma poi vide qualcosa nello sguardo di Elsa. C'era qualcosa in quegli occhi malinconici, così simili ai suoi. Questo qualcosa, che non sapeva spiegare nemmeno lui, lo addolcì. Elsa non sembrava una regina in quel momento, sembrava....una ragazza spaventata.
"Allora conoscimi" le disse in tono gentile. Forse doveva darle tempo, essere carino con lei. 
Lei fece un passo indietro. "Io non....." Si stava tormentando le mani. 
Lui capì che forse non era il caso di insistere. "Ascolta Elsa, non ho nessuna intenzione di farti del male, e capisco che ti serva un po' di tempo...." Lei annuì "Cosa ne dici se tornassi domani sera? Possiamo conoscerci, e quando ti deciderai a fidarti di me, potremmo parlare dei tuoi poteri" "perchè tu sai qualc..."  lui alzò un dito.
 "Con calma. Prima ti devi fidare di me" 
Lei lo guardò male, ma in fondo....cosa ne sapeva lei di quel ragazzo? Poteva dargli una possibilità? 
"Va bene. Posso provare a conoscerti" lui le sorrise "Allora a domani, Elsa" "A domani". 
Il ragazzo saltò dalla finestra. Elsa trattene un urlo e corse alla finestra, temendo che si fosse buttato. Poi lo vide volteggiare in lontananza. "Sa volare???" Lo osservò finchè non sparì.  
Si appoggiò al davanzale. Chi era questo Jack Frost? 
Lei non era abituata a fidarsi delle persone che non conosceva, eppure aveva accettato di rivederlo la sera successiva. 
 Poteva anche provare a fidarsi un po' di lui. Se voleva farle del male, ci avrebbe già provato. E poi era come lei. Anche lui aveva i poteri dell'inverno....non aveva mai incontrato nessun'altro così. 
Anche lui aveva sofferto la solitudine da bambino? Anche lui aveva avuto paura? La sua curiosità le imponeva di fargli queste domande. "Domani...."
Si strinse le braccia intorno al corpo e respirò l'aria fredda della notte. Doveva dormire, l'indomani sarebbe stata un'altra giornataccia. Si mise a letto, lasciando la finestra aperta. Pensò a quello strano Jack Frost...e rivide davanti a sè i suoi capelli argentati....
 
********
 
Maestro Albus era in piedi sulla sommità della torre e scrutava il cielo attraverso un telescopio.
"Buonasera signor Frost" disse senza voltarsi "Adesso mi devi spiegare come diavolo fai tutte le volte" il maestro sorrise.
 "Hai conosciuto la signorina Elsa?" "Si...più o meno...è un po difficile..." "Signor Frost, la signorina Elsa non si fida facilmente delle persone. Ci vorrà un po prima che si fidi di lei" "Si, ma è così strana...." 
Il maestro distolse lo sguardo dal telescopio e lo rivolse a Jack. "Ha solo sofferto tanto" "Si, ma se trovi una persona come te..." Il maestro inclinò la testa. "Va bene, va bene...." Si arrese  Jack.
"Signor Frost è importantissimo che la regina si fidi di lei....lei è l'unico che la può salvare" Jack alzò gli occhi al cielo "Me l'hai già raccontata questa storia, vecchio. E ancora non ci sto capendo niente" "Capirà tutto al momento giusto, signor Frost. Per il momento è solo un'impressione che ho..." "E mi avresti scomodato per una tua impressione?" "Andiamo signor Frost, mi sta dicendo che le dispiace conoscere una persona che i suoi stessi poteri?" Disse con un sorriso Albus. 
Jack non disse niente. Si sentiva incastrato. Di certo non gli era dispiaciuto conoscere Elsa. Oltre ad avere i suoi poteri era una ragazza molto carina...."Questo non c'entra" disse Jack dopo qualche minuto "è solo che...perchè dovrei salvarla? Da cosa? Cosa hai visto nella tua palla di vetro?" 
"Signor Frost, non ho guardato nella mia palla di vetro come dice lei. Non amo molto la divinazione, la ritengo una branca della magia estremamente imprecisa....io leggo i segni. È da questi traggo delle impressioni che, mi perdoni la modestia, sono quasi sempre corrette" "I tuoi segni ti dicono che Elsa è in pericolo?" "Mi dicono che sta per succedere qualcosa e che la signorina Elsa potrebbe trovarsi in una situazione spiacevole". Jack scosse la testa frustrato. Quel dannato vecchio! "Abbia pazienza signor Frost. Intanto conosca meglio la signorina Elsa" "Farò come dici vecchio. E non per fare un favore a te, ma a Elsa! Mi sembra che abbia già abbastanza grane" "Alla signorina Elsa farà piacere avere un amico. Non ne ha molti, a parte la sorella" "L'avevo intuito".
Aveva infatti capito che Elsa non aveva amici. 
"L'aiuti signor Frost" disse Albus dopo qualche minuto. "A fare che, vecchio?""A vivere". 
Ci fu un momento di silenzio "Perchè non mi avevi mai parlato prima di lei?" Chiese Jack "La signorina Elsa doveva imparare da sola a controllare suoi poteri. Certo, per lei non è stato facile, ha sofferto molto, ma doveva capire come fare da sola" "Nemmeno  per me è stato facile" "Lo so Jack. Ma questo ti ha reso una persona più forte" "Non lo so" "Certo che lo sai. Sei riuscito a sconfiggere Pitch. Non hai ceduto alle lusinghe dell'oscurità. Tu sei forte" 
Jack si era allontanato dando la schiena a Albus. "Hai trovato anche degli amici" "Tu lo sai che tuo fratello è pazzo vero?" "Si lo so, North è sempre stato particolare, ma ha un gran cuore e ci tiene a te" questo era vero.
 Si vergognava ad ammetterlo, ma North era quasi un padre per lui.
"Aiuti la signorina Elsa, per favore. Anche lei ha un disperato bisogno di amici" Jack annuì. "D'accordo vecchio" 
L'avrebbe fatto comunque.
 Elsa gli ricordava troppo com'era lui prima. Diffidente e sfiduciata. E poi quando l'aveva guardato con quello sguardo smarrito, le aveva fatto tenerezza. No, non poteva lasciarla da sola. 
Albus sembrava aver capito cosa stesse pensando Jack e sorrise. "Inoltre signor Frost, è inutile ricordarle che , nonostante mi dia del vecchio, lei ha 150 anni in più di me".
 
 
 
 
L'angolo del gatto
Rieccomi! Alloooora...è arrivato il caro Jack! Elsa non sembra troppo convinta....mah! Ce la farà Jack a guadagnarsi la sua fiducia???
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Facciamo un po'di spoiler....nel prossimo capitolo ci saranno delle scene piuttosto divertenti xD Ma rivedremo il bel duca Stefan? Basta, basta, sto zitta! 
Ringrazio ancora tutti quelli che leggono, a quelli che aggiungono la storia alle preferite/seguite/ricordate e a quelli che recensiscono! I consigli sono sempre ben accetti! 
Tante fusa!!!
 
 

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Capitolo 5
*** Palle di neve ***


"Buongiorno signorina Elsa" la voce di Doreen era il primo segno della giornata che stava per iniziare. Elsa era insolitamente tranquilla, quella mattina.
Tecnicamente non era tranquilla...era ancora frastornata dall'incontro con quell'arrogante di Jack Frost.
Non vide nemmeno il programma della giornata. Doreen cominciava a preoccuparsi, visto l'inquietante silenzio in cui restava la ragazza. 
La porta si spalancò ed entrò Anna. "Sia ringraziato" pensò Doreen. Anna era la "cura" per Elsa. Era lei che, piano piano, la stava facendo uscire dal guscio. La cameriera si allontanò discretamente, le sue preoccupazioni dissipate.
"Alloooora?" Anna aveva un sorriso a trentadue denti. 
Elsa si scosse dall'incredulità "Allora...cosa?" "Eddai Elsa! Non mi dire che non hai notato il duca, ieri sera!" Elsa ci pensò un attimo "si, un uomo molto cortese e gentile" Anna parve delusa "tutto qui?" "Be...." "Nonè straordinariamente bello??" "Si,ha un bell'aspetto" Anna la guardò storto "non hai notato nulla?" "Cosa dovrei aver visto?" 
I sospetti di Anna ebbero conferma. 
Sua sorella e il suo occhio infallibile  non avrebbero mai mancato di notare le occhiate che la rivolgeva il duca. "Ti guardava in un modo....." Fece con aria maliziosa "Anna!" Elsa arrossì. Era vero, qualcosa aveva notato anche lei, ma era troppo presa a trovare un modo per scappare dalla cena. 
Bussarono alla porta "vostra altezza, siete pronta?" La voce di Ralf mise fine alla chiacchierata fra le sorelle. Elsa si lisciò l'abito e mentre stava per aprire Anna le domandò "Elsa...non c'è niente che vuoi dirmi?" 
Elsa ci pensò un attimo, con la mano sulla maniglia. "No, perchè?" Le disse sorridendo. "No...nulla".
Cosa le stava nascondendo?
 
*****
 
Mentre camminava pensava a quanto era sagace sua sorella. Non era molto brava sulle questioni politiche, ma sulle persone...non sbagliava quasi mai -vedi Hans-, ma per quello che riguardava lei...notava sempre i suoi stati d'animo. Non gliela poteva fare sotto al naso.
Non sapeva nemmeno lei perchè non gli avesse detto di Jack Frost. Ripensò a lui. Sarebbe tornato? La incuriosiva. In fondo non aveva mai incontrato nessuno con i suoi poteri.
Poteva dargli una possibilità? 
Un vocina dentro di lei le diceva di si. 
E in effetti si rese conto che voleva conoscerlo.
Anche lui aveva sofferto? E come era diventato lo spirito dell'inverno?
Quasi non stava a sentire Ralf, finchè non sentì "....il duca di Michelbach" "scusami Ralf, potresti ripetere?" "Il duca di Michelbach vorrebbe sottoporle i progetti per l'ospedale. Ho fissato un incontro domani, all'ora del tè" disse l'uomo, paziente come sempre. "Hai fatto benissimo Ralf" fece una pausa "scusa se sono distratta" "vostra grazia non si deve scusare. Siete molto impegnata, è normale" disse lui. Che pazienza che aveva Ralf! Doveva pensare a qualcosa per lui, magari un aumento di stipendio. 
"Avanti Ralf. Qual'è il primo impegno di oggi?"
 
***
 
La mattinata passò velocemente. Elsa ebbe il tempo di sussurrare a Ralf che voleva pranzare con maestro Albus. Il maestro la stava aspettando nella piccola sala da pranzo, dove la regina spesso mangiava con sua sorella e, a volte, Kristoff. 
"Buongiorno" disse il maestro facendole un piccolo inchino. "Maestro, lo sai che non ce n'è bisogno" disse lei. Il maestro sorrideva. Stava aspettando che glielo dicesse. Infatti non appena  i camerieri si allontanarono Elsa prese la parola. "Ecco....ho conosciuto...Jack Frost" "il maestro annuì "simpatico, vero?" "Maestro, ma....lo conosci?di persona?" "Certo, cara Elsa. Come ti è sembrato?" Elsa giocherellò con la forchetta "diciamo che è un po' particolare..." "Si i guardiani sono tutti un po' strani" "guardiani? Vuol dire che....esistono delle leggende." "Esistono eccome!" Elsa. Era rimasta stupita. Credeva alla magia, lei stessa era magica...ma quel tipo di magia esisteva veramente? Quasi come se le avesse letto i pensieri, maestro Albus le disse "esistono tanti tipi di magia, Elsa. La magia non è solo lanciare qualche incantesimo o fabbricare una pozione. Può assumere forme diverse....la tua ed esempio.  Da qualche parte esisterà qualcuno che controlla il vento o il fuoco. Qualcuno ha un drago come animale domestico. La magia è come l 'acqua: scorre, si modella, non la puoi reprimere o cancellare" 
Elsa ci aveva pensato tante volte, ma purtroppo, a eccezione del maestro non aveva mai incontrato nessuno che avesse un qualche potere magico. Aveva fantasticato, ma non si era mai resa conto di quanto la magia fosse radicata nel mondo. 
Forse c'era più magia di quello che si aspettava. 
Rimasero in silenzio per un po'. 
"Lo rivedrai?" Chiese gentilmente il maestro. "Si." Elsa aveva risposto con decisione. Lo voleva. Voleva conoscere meglio la sua magia, ma soprattutto sentiva di voler conoscere Jack.
Il maestro vide negli occhi di Elsa la sua decisione. Le sorrise. Era una buona notizia. Sapeva che Jack era quello che ci voleva per la ragazza. Si ripromise di indagare più a fondo sulla minaccia che aveva visto sul futuro di Elsa. 
Il pranzo terminò, e il maestro tornò nei suoi appartamenti, mentre per Elsa continuavano i suoi impegni da regina. 
 
 
*****
 
La giornata non era stata più leggera del solito, ma Elsa avvertiva meno del solito la stanchezza.
Con la scusa di un mal di testa si fece portare la cena in camera. Sperava che Jack arrivasse prima, era impaziente di parlargli. Passarono un paio d'ore, ma di Jack nessuna traccia.
Elsa camminava su e giù, ghiacciando il pavimento. Aveva lasciato la finestra aperta, nella speranza che lui capisse che lei lo stava aspettando.
"Wow, non sapevo che dormissi in una ghiacciaia" Elsa si voltò e lo vide seduto sul davanzale. "Finalmente! Sono ore che aspetto" le parole le uscirono di getto. "Mi stavi aspettando?" Disse lui con un ghigno. "Si, no...cioè eravamo d'accordo!" Disse lei arrossendo. "Chiedo venia, vostra grazia" disse lui inchinandosi con fare pomposo "smettila!" Disse lei, accennando un sorriso. 
I suoi buoni propositi di parlare normalmente con lui stavano andando a farsi benedire. Perchè si sentiva così imbarazzata? 
Prese coraggio e iniziò "ecco....ho ripensato a quello che mi avevi detto....sui miei poteri...e...alla tua offerta...non che io non sappia controllarli.." Stava parlando come Anna quando era imbarazzata. 
Si stava chiedendo "Che figura sto facendo?, quando Jack la interruppe "davvero hai preso in considerazione l'idea di non farti aiutare con i tuoi poteri dallo spirito dell'inverno?" "Bè non so niente di te. Potresti essere anche un impostore, per quello che ne so!" "Impostore eh?" 
Si voltò rapidamente verso l'esterno della finestra e mosse il bastone. "Un impostore potrebbe fare questo?" Le fece cenno di avvicinarsi. Lei si mosse e quando arrivò alla finestra restò senza fiato.
 I tetti del palazzo rilucevano di ghiaccio. Ma non era un ghiaccio normale, sembrava composto da tanti, minuscoli fiocchi di neve che disegnavano dei fiori lungo le tegole. 
Jack, che era al suo fianco, mosse ancora il bastone e i fiori cominciavano a muoversi, trasformandosi in farfalle. "Allora?"
"Ma è bellissimo" disse lei a bassa voce, mentre osservava le farfalle che svolazzavano sui tetti.
"Sei nato con questi poteri?" Chiese lei a bassa voce. "In un certo senso si" "cosa vorresti dire?" "Mi sono svegliato un giorno, senza ricordare più chi ero o da dove venissi e mi sono ritrovato con i poteri"
Elsa lo stava guardando intensamente. "Mi stai dicendo che non ti ricordi se li avevi da bambino?" "Ti sto dicendo che non mi ricordo di essere stato bambino". 
Elsa non riusciva a capire "si è svegliato  un giorno, dimenticandosi della sua vita precedente e si è ritrovato con dei poteri magici?" La cosa non le quadrava. "Ma è stata una maledizione? Qualcuno ti ha colpito con un maleficio?" "Non lo definirei un maleficio" Elsa era sempre più confusa "il giorno che mi sono svegliato con i poteri è stato il giorno in cui manny" fece un cenno alla luna "mi trasformò in uno dei guardiani". 
"Ed è anche il giorno in cui sono morto". 
Questo però non lo disse ad Elsa. Sembrava abbastanza confusa e non voleva spaventarla. 
"Ma non ti ricordi proprio nulla della tua vita precedente?" 
Tasto dolente. Lui aveva ricordato la sua vita passata. Ma non era ancora pronto a parlarne con qualcuno. Solo North sapeva, ma faceva ancora fatica a parlarne. 
Scosse la testa. Elsa intuì che era un argomento spinoso e cercò di cambiare discorso. "Come si diventa guardiano?" 
Eh no! Possibile che Elsa facesse domande proprio sull'argomento più spinoso?
Non poteva dirglielo. Non di sicuro ora, alla loro prima vera chiacchierata. 
"Non lo so, è manny che decide"
"Manny?" 
"Si, lui" Jack si affrettò a parlarle di manny "nessuno sa chi è, nemmeno noi guardiani l'abbiamo mai visto...è una sorta di capo dei guardiani ma in realtà è molto di più! Ha dei poteri straordinari, può fare praticamente tutto e secondo me è lui che regola la magia nel mondo" 
"E come si fa a parlare con lui?" Jack sorrise, intuendo cosa voleva fare Elsa. "È lui che si manifesta. Decide lui" 
Elsa sembrò delusa. Era palese che la ragazza avrebbe desiderato mettersi in contatto con lui. 
Jack saltò sul davanzale. "Ehi muso lungo!" Le disse tirandole una palla di neve. 
La colpì esattamente sulla testa. Elsa lo guardò a bocca aperta. "Come osi?" Disse lei in tono oltraggiato. Nessuno, ma dico nessuno, aveva mai osato tirarle una palla di neve. 
Senza nemmeno pensarci più di tanto, fece apparire una palla di neve e la tirò a Jack, mancandolo. 
Lui si librò in aria. "Tutto qui?" Le disse divertito. Lei cominciò a tirargli una raffica di palle di neve che lui continuava a evitare, spostandosi in aria. "Non vale!" Disse Elsa. "Metti i piedi per terra!"
Lui rise e dopo una capriola, atterrò con grazia nel cortile. Lei corse alla porta per raggiungerlo ma si bloccò. Al portone ci sarebbero state le guardie e qualcuno della servitù era ancora in giro. Che spiegazione avrebbe dato? Una passeggiata notturna? No, non era cosa. Guardò la finestra. Poi abbassò lo sguardo sulle mani. 
Lei sapeva come fare, in fondo l'aveva già fatto.
Jack stava aspettando in mezzo al cortile. Sarebbe scesa? E poi la vide.
Elsa era in piedi sul davanzale che stava creando una scala di neve. Creò giusto qualche scalino, poì ci appoggiò il piede, ghiacciandolo. 
Anche se erano lontani, lei lo guardò dritto negli occhi, e senza distogliere lo sguardo scese con passo veloce, continuando a creare i gradini, man mano che scendeva e ghiacciandoli mentre passava. 
Jack la stava guardando a bocca aperta. Lei arrivò in cortile e, approfittando del suo stupore, gli spedì diritto in faccia una palla di neve. 
 
 
 
 
 
 
L'angolo del gatto
Chiedo scusa per l'assurdo ritardo. È stato un periodo un po' bruttino...e...facevo fatica a immedesimarmi nel personaggio di Elsa. Quindi piuttosto che scrivere un capitolo tanto per, ho preferito aspettare. Mi spiaceva non offrire un capitolo non pensato e scritto male, mi sembra quasi di offendervi!
Coooomunque! I nostri ghiacciolini hanno cominciato a parlarsi....e soprattutto a giocare! Ho messo subito la scena della scala, non resistevo!! 
Momento spoiler! Nel prossimo cap. torna quel figaccione del duca! Stavolta si limiterà a qualche occhiata? Muahahahahah! 
Già che ci sono mi faccio pubblicità:ho appena pubblicato una nuova fic nel fandom di....titanic! Ho ceduto alla tentazione della mia mente malata! Comunque, è un crossover con The Walking Dead, e si chiama "protect you". Se vi va di buttarci un occhio mi farebbe piacere!
Ah! Che maleducata! Grazie come sempre ai recensori: Saphira Fire Frost, the snow queen, Musa00, lusy97 e shraderlaw. Grazie. Davvero. 
Tante fusa!

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