With A Little Help From My Friends

di ivi87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***







With A Little Help From My Friends

 

 

# 1

 

 

“Non ti capisco Nathan”.

Nei camerini degli Studios c’era una piccola discussione in corso tra Nathan e Luke Reichle, lo stilista e costumista dello show.

“Cosa c’è che non va nei tuoi vestiti?”, domandò Luke.

Nathan sorrise “Nei miei vestiti? Nulla! Io parlo di quelli di Castle”.

Luke era un guru nel suo ambito e riuscire a fargli cambiare idea era per tutti impossibile.

Beh, quasi. Lui e Stana andavano d’amore e d’accordo e a lei ovviamente tutto era concesso. Nathan non si sarebbe stupito se un giorno Luke l’avesse proclamata sua modella e musa ispiratrice.

“Vesto Richard Castle in maniera impeccabile, Nate!”, rispose lo stilista.

“Esatto!”, Nathan colse la palla al balzo “Anche troppo! Sembra che abbia solo camicie e completi coordinati? Non hai una normalissima maglietta?”.

Luke strabuzzò gli occhi “Una...”, quasi non riusciva a pronunciare il nome di quell’indumento “...m-maglietta?”, domandò con aria sconvolta.

L’espressione sul suo volto fece sorridere Nathan.

“Niente, lascia perdere Luke”, scosse la testa ed uscì dai camerini.

Un brusio attirò la sua attenzione verso un gruppetto di persone appena fuori dal set che ricreava l’interno del distretto.

Man mano che le persone si dispersero, riuscì a scorgere l’assistente di Stana mentre le porgeva un bicchiere d’acqua.

Appena la ragazza lo vide avanzare nella loro direzione riprese il bicchiere ormai vuoto e lì lasciò da soli.

“Ti sei sentita poco bene?”, chiese Nathan, sorpreso.

Fino a poco fa gli era sembrata in ottima forma.

“Solo un lieve giramento di testa”, Stana sorrise nervosamente “Non ti devi preoccupare”, concluse la frase posandogli la mano sul braccio, prima di allontanarsi.

Stana Katic era una delle migliori attrici in circolazione e Nathan ormai in questi anni aveva imparato a conoscere ogni sfumatura della sua recitazione.

Per questo gli era stato facile capire che stava mentendo.

Strinse gli occhi osservando la sua figura sinuosa camminare verso la roulotte del trucco.

Decise di lasciar correre per il momento.

Forzarla a parlare non aveva mai portato buoni risultati.

Nathan lo aveva imparato in quel breve periodo che avevano passato insieme, quando lei e il suo fidanzato si erano momentaneamente lasciati.

Troppo breve, purtroppo.

Mentre Nathan iniziava ad innamorarsi di Stana, lei stava già ponderando l’idea di perdonare il suo ex.

E così l’aveva lasciata libera senza dirle quello che provava.

Non voleva mettersi in mezzo ad un rapporto così solido e duraturo.

Stana e Kris, per quello che ne sapeva lui, stavano insieme da una vita.

Come tutte le coppie di lunga data c’erano degli alti e bassi, ovviamente.

La loro breve relazione era frutto di uno di quei ‘momenti bassi’.

Non sapeva nemmeno dire come era riuscito a tornare a lavorare con lei come se niente fosse.

Jon e Seamus lo distolsero da quei pensieri, raggiungendolo.

“Ci si rivede tra un paio di mesi, allora?”, lo abbracciarono a turno.

Nathan annuì “Buon Natale, ragazzi”.

La pausa invernale era già arrivata e le ultime riprese prima dello hiatus si erano concluse da una decina di minuti.

Passò dal suo camerino per controllare di non aver lasciato nulla fuori posto e poi si avviò all’uscita degli Studios.

Vide il suo autista già pronto ad accoglierlo con la portiera dell’auto aperta. Poco distante, Stana scendeva le scale della fermata della Metro.

Controllò l’ora. Era da poco passata l’una di notte.

Le inviò un messaggino.

“Troppo tardi per l’ATP. Salverai il mondo domani alla luce del sole”.

Attese qualche minuto e la vide riemergere dalla scalinata della Metro.

"Accetti un passaggio?", le chiese una volta che gli fu vicina.

Stana sembrò esitare. Non era da lei essere così indecisa.

Nathan cercò i suoi occhi e quello sguardo la convinse.

"Ti ringrazio", mormorò appena.

Lasciò che salisse per prima e poi si infilò in auto con lei.

Nathan comunicò il cambio di destinazione all'autista.

Improvvisamente sui sedili posteriori calò il silenzio.

Stana si torturava incessantemente le mani.

"Ti senti meglio?", Nathan decise di provare a rompere il ghiaccio.

"Te l'ho detto, non era nulla" rispose nervosamente.

Lui annuí, poco convinto.

"Torni a casa per le vacanze?", decise allora di cambiare argomento "Natale in famiglia?".

"Sí, partiamo tra pochi giorni" confermò.

Quel plurale non passò inosservato ma Nathan si sforzò di sorridere.

"Io torno in Canada con Jeff tra un paio di settimane", proseguí sul tema neutrale delle vacanze.

Un altro paio di chiacchiere a vuoto e il silenzio tornò a regnare nell'abitacolo.

Solo i suoni della città provenienti dai finestrini leggermente abbassati facevano da sottofondo.

"Nathan", Stana ruppe il silenzio, mantenendo lo sguardo rivolto verso le luci fluorescenti della città "Sono incinta".

Ne aveva sentite di notizie sconvolgenti nella sua vita.

Quando gli avevano comunicato che sarebbe rimasto sordo dall'orecchio sinistro per il resto dei suoi giorni era stato davvero un bel colpo.

Ma questo. Questo era di gran lunga peggiore.

Questo decretava la fine di tutto.

La fine dei sorrisini maliziosi e degli sguardi rubati.

Dello sfiorarsi per sbaglio senza dare nell'occhio.

Piccole cose in effetti, ma che avevano imparato a farsi bastare.

Ora che stava per diventare madre e che con Kris avrebbe formato una famiglia, sapeva di dover rinunciare a lei completamente.

L'auto si fermò dolcemente, costringendolo a parlare prima di vederla scendere.

"Sarai una buona mamma", le disse con un piccolo sorriso in volto.

Non poteva farle semplicemente le classiche congratulazioni perchè non sarebbero state sincere.

Decise di dirle l'unica cosa che sentiva di pensare veramente.

Stana appoggiò la mano sulla sua. Chiuse gli occhi e la strinse forte "Grazie" rispose, poi scese dall'auto richiudendosi la portiera alle spalle.

Da solo, su quei sedili posteriori, sentì la rabbia montare veloce. Strinse la pelle degli interni con tutta la sua forza. Poi lasciò la presa e scagliò un pugno sul finestrino.

"Signore, tutto bene?", domandò l'autista.

Nathan si era dimenticato di lui.

"La porto a casa?", chiese subito dopo.

"Sì, grazie", gli rispose educatamente.

Ma non era casa sua quella in cui entrò, una volta giunto a destinazione.

Imboccò il vialetto della villetta accanto alla sua e cominciò a bussare forte.

Non ricevendo alcuna risposta, Nathan si attaccò al campanello.

Michael Trucco, suo amico da una vita, aprì la porta brandendo una mazza da baseball.

"Accogli sempre gli ospiti con quella in mano?", domandò Nate entrando in casa senza troppe cerimonie.

 




 

Ivi’s Corner:

Sono tornata, con una Stanathan che è molto più di una Stanathan.

È il racconto di un’amicizia e non una qualsiasi!

Non conoscete i Trillion? Beh, state per conoscerli!! :)

Etta, Fania, Dia... mie compagne Trillioners, un bacione grosso!

 

Rachi, mia beta di fiducia, sei impagabbbbbile! (ma un giorno ti pagherò con un biglietto aereo per Starling City, lo prometto!)

 

A presto :-*

Ivi87

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Capitolo 2
*** 2 ***






# 2

 

 

Quando Nathan aprì gli occhi capì che la sera precedente doveva essere crollato sul divano dell'amico.

Cercò di mettersi a sedere ma una fitta alla testa lo travolse.

"Cazzo che male!", alzò la testa di fronte a sé e incrociò lo sguardo di Michael, seduto su un piccolo tavolino da caffè.

"Mi hai colpito con quella dannata mazza?", domandò confuso.

"Per quanto sarebbe stata legittima difesa colpire l'idiota che si è attaccato al mio campanello alle 2 di notte, no Nate", allungò il braccio verso una bottiglia ai piedi del divano e la sollevò "Hai fatto tutto da solo".

Il liquido ambrato si agitò all'interno della bottiglia imitando lo stomaco di Nathan.

"Mi sento malissimo", borbottò massaggiandosi il volto.

Con una rapida occhiata all'orologio sul suo polso vide che era quasi mezzogiorno.

"Ti va un pò di caffè, Nate?" la voce di Sandra lo colse di sorpresa. Gli porse la tazza fumante e si sedette accanto al marito.

Nathan bevve un lungo sorso di quel caldo caffè.

Non avrebbe sistemato le cose, certo, ma fu comunque piacevole. In bocca il sapore del liquido scuro e di fronte a lui due dei suoi amici piú cari.

"Stana è incinta", e dirlo ad alta voce fu devastante e al tempo stesso liberatorio.

"Lo sappiamo", esclamarono insieme i due coniugi.

Vedendolo spaesato Mike aggiunse "L'hai ripetuto per tutta notte".

Nathan si lasciò andare di peso contro lo schienale del divano.

"Mi sembra un incubo", confessò ai due "Non so nemmeno se ne ha già parlato con Andrew e Terri".

Michael alzò un sopracciglio "È questo il problema? Lo show?", domandò ironico.

Sandra gli diede un colpetto sul braccio "Certo che no! Il problema è che Nate non è certo un rovina famiglie! Se Stana e Kris avranno un bambino tutto quello che c'è tra lei e Nate non avrà più importanza. Stana è molto legata alla famiglia, non lascerebbe mai il padre di suo figlio. Non senza un'ottima ragione".

"E io non lo sono", Nate concluse il ragionamento dell'amica "Non fa una piega!".

"Non era quello che intendeva", Michael corse ai ripari "Ma è vero, lo sai che la tua immagine di playboy cozza un pò con il concetto di famiglia".

"Se ben ricordo sono single, giusto? Non devo rendere conto delle mie azioni a nessuno, mi pare", quell'argomento era sempre un pò tabú per lui "Lei non lo sa come sono quando ho una relazione seria perchè non ha voluto restare per scoprirlo. È tornata da quello quasi subito!".

"Lo so Nate, non sto cercando di difenderla. Credo solo sia meglio provare a vedere la situazione da entrambi i punti di vista" Sandra si alzò dal tavolino appoggiando affettuosamente una mano sulla spalla di Nathan e li lasciò soli.

"Solidarietà femminile", Michael scosse la testa con un piccolo sorrisino in volto che contagiò anche Nathan.

"Scusa per stanotte", disse, dopo aver bevuto un altro sorso di caffè.

"Non ti preoccupare", lo rassicurò Mike "Sono contento che tu sia venuto qui. Chissà cosa avresti combinato a casa da solo".

Michael gli sorrise benevolo comprendendo bene lo stato d'animo dell'amico "Su, vai a darti una rinfrescata e poi fila a casa tua a cambiarti" gli ordinò, scherzando.

Nathan si alzò, obbediente e lo abbracciò, cogliendolo di sorpresa "Sei un amico" gli disse prima di sparire in bagno.

Michael sbuffò piú volte, passeggiando avanti e indietro per il suo soggiorno, dispiaciuto per Nathan.

Era vero, forse Nate non aveva la reputazione piú immacolata del mondo ma non viveva certo con leggerezza le sue relazioni serie.

Nel corso degli anni ne aveva avuto la prova. La storia con Mikaela faceva acqua da tutte le parti ma Nathan aveva dato anima e corpo affinchè funzionasse. Lo stesso con Christina, anche se non sapeva bene cosa fosse andato storto tra i due.

Se solo Stana l'avesse permesso, Nathan sarebbe stato il principe azzurro che tutte le ragazze sognano, Mike ne era certo.

Invece lei gliel'aveva riconsegnato col cuore spezzato. E forse era stato proprio dal quel momento che non era piú riuscito ad avere una relazione duratura.

Guardò una sua foto con Sandra e, egoisticamente, si sentí fortunato.

Erano sposati da molti anni ormai e la loro vita andava sempre meglio.

Un leggero bussare alla porta lo distolse da quei pensieri.

Aprì senza pensarci troppo ma quando la vide si maledì per non aver guardato dallo spioncino.

"Hey Mike", lo salutò Stana in evidente imbarazzo.

Ma tra i due il più a disagio era sicuramente lui.

"Hey Stana...", istintivamente ridusse la visibilità all'interno della casa cercando di tenere aperta la porta solo lo stretto indispensabile per poter parlare con lei.

Pregò affinché Nate non arrivasse proprio in quel momento.

"Che sorpresa...", aggiunse poi.

Sembrava molto nervosa "Cercavo Nathan ma non è in casa", spiegò "È qui da te...o sai dove possa essere?".

Farla entrare o mandarla via?

Mike adorava Stana, ma Nate era il suo migliore amico e in quel momento era praticamente un derelitto.

"Mi dispiace non lo vedo da ieri" recitò.

O almeno è quello che si disse mentalmente per giustificare quella bugia.

"Forse è già tornato in Canada. Hai provato a chiamarlo?".

Stana si stupì del tono insolitamente basso che Michael stava usando.

"Perdonami, ti sto disturbando. Ma devo proprio parlare con lui e non riesco a trovarlo", Stana si stava agitando e non riusciva a stare ferma sul posto "Ieri gli ho detto una cosa non vera e non posso aspettare fino a gennaio per parlargli".

Mike spalancò gli occhi improvvisamente più attento "Cosa intendi, gli hai mentito?!".

Stana captò fin troppo bene il tono risentito di Michael e capì.

Capì che lui sapeva tutto e che bisbigliava per non farsi sentire da Nate.

"Mike... lui è qui?".

"Prima rispondi alla mia domanda", si rese conto di intromettersi in affari non suoi ma da quando Stana e Nathan  avevano iniziato questo loro strano flirt lui e Sandra, volenti o nolenti, ne erano stati più volte tirati in mezzo.

"Non gli ho mentito. Ne ero davvero convinta", Stana scostò qualche secondo lo sguardo, imbarazzata a parlarne con lui "Stamattina sono stata dalla mia dottoressa. Non sono incinta, Mike. Sono solo molto stressata".

Michael si ritrovò ad esserne sollevato.

C'era ancora speranza, allora.

"Posso parlare con lui, ora?", aggiunse Stana.

"Lascerai Kris?", le domandò invece Mike a bruciapelo.

Stana restò spiazzata. Non riuscì a formulare alcuna risposta.

"Non è cambiato nulla, giusto?", Mike non voleva essere meschino ma sentiva di dover almeno provare ad aiutare il suo amico.

Stana continuava a restare in silenzio.

"Forse dovreste passare queste vacanze in tranquillità e risentirvi tra qualche settimana. Adesso non aspetti un bambino, ma il mese prossimo? E quello dopo? Stana... lascialo andare".

Lui stesso si stupì di quello che aveva appena detto.

Stana arretrò con gli occhi umidi. Gli sembrò di vederla lievemente scuotere la testa ma se ne andò senza dire altro.

Michael chiuse la porta e vi si appoggiò sopra.

Sua moglie spuntò dietro l'angolo della cucina con le mani puntate sui fianchi e lo sguardo interrogativo "Nathan ti prenderà a pugni appena saprà che l'hai mandata via", la voce di Sandra espose chiaramente quello che lui stesso stava pensando.



 

 

 

Ivi’s Corner:

 

Ohhsssantocielo!! Michael Trucco cosa faiiiiii???!!!

L’ha mandata via, capite??? Ma io non so! Chi le scrive queste cose! ^____^

A mercoledì prossimo con i Trillion!  ;)

 

Ivi87

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3 ***





# 3

 

 

"Glielo devi dire", bisbigliò Sandra.

"Lo so. Lo farò!", rispose Michael con la voce ancora più bassa.

"Subito, Mike. Vai di sopra e diglielo subito!".

"Glielo dirò, ma non sono sicuro che questo sia il momento adatto...".

Nathan si appoggiò alla parete e li osservò bisticciare, divertito da quel siparietto.

"È esattamente questo il momento adatto!", insistette Sandra.

"Non è un bene per lui. Sta cercando di andare avanti e dirglielo ora sarebbe come fare un passo indietro", ribattè prontamente suo marito.

La coppia si fronteggiava sussurrando e gesticolando tanto che Nathan non riuscì più a trattenersi "Vi prego, non fatevi problemi ad urlare e tirarvi i piatti se dovete!".

Sandra e Michael si zittirono immediatamente.

"Nate...ahahah...n-no ma cosa dici...", balbettò Mike "Cosa hai sentito?", domandò poi allarmato.

"Con quel volume così basso? Solo se avessi l'udito dei cani vi avrei potuto sentire", rise avvicinandosi a loro.

"Vi ho disturbati anche troppo, me ne torno subito a casa", Nathan si tastò improvvisamente le tasche guardandosi attorno "Dove ho lasciato il mio telefono? Sarà sicuramente scarico...".

Lo vide abbandonato ai piedi del divano e si diresse a recuperarlo.

"No!", urlò Mike con un braccio proteso in avanti.

Nathan e Sandra si voltarono verso di lui, attoniti.

"Voglio dire... non credo che dovresti stare a casa da solo" caricare il telefono e sentire i messaggi che probabilmente Stana ti avrà lasciato nella segreteria telefonica "...Non ti farebbe bene...", Mike cercò di arrampicarsi sugli specchi meglio che poté.

Nathan aggrottò la fronte "Okay...", recuperò comunque il suo telefono e se lo mise in tasca "Cosa dovrei fare secondo te? Trasferirmi da voi?", chiese ironico.

Mike si illuminò "Perchè no?! Potrebbe farti bene!", e inoltre avrebbe potuto controllarlo a vista.

La risatina nervosa di Sandra echeggiò nella stanza "Tesoro, scordi che siamo in partenza?".

"Inoltre la mia famiglia mi aspetta in Canada", aggiunse Nathan.

Mike si portò le mani sui fianchi.

Tutta la famiglia di Nathan adorava Stana. Lo avrebbero convinto nel giro di un’ora a chiamarla facendoli ritornare entrambi al punto di partenza.

"Oh, andiamo, ci sono ancora parecchi giorni prima di Natale. Ti prometto che sarai a Toronto in tempo per le festività!", Michael sfoderò la sua miglior espressione innocente ma Nate era ancora titubante.

"Non lo so Mike...", aveva davvero voglia di staccare la spina e rivedere la sua famiglia "Dove dovreste andare?", domandò.

"Ho un servizio fotografico ad Atlantic City. Una cosa veloce... tre o quattro giorni al massimo", spiegò Sandra.

Atlantic City era una versione più contenuta ed economica di Las Vegas, di conseguenza Michael era al settimo cielo.

La sua faccia al solo sentirne il nome ne era un chiaro esempio.

Emanava raggi di pura gioia che sperava tanto arrivassero sino a Nate.

Le sue sopracciglia infatti si alzarono di colpo "Atlantic City, hai detto?".

Obiettivo raggiunto.

 

 

***

 

 

In meno di un’ora Nate aveva già fatto i bagagli e avvisato la famiglia della sua piccola deviazione.

Le sue nipotine erano un pochino risentite con lui ma promise loro un piccolo souvenir e una dose extra di coccole e divertimento.

“Problemi?”, in aereo, Michael approfittò del posto vuoto accanto a Nate per raggiungerlo.

“Tutto a posto”, lo rassicurò “Jeff ti saluta”.

Mike sorrise benevolo ma non era quello che voleva sapere.

Si schiarì leggermente la voce “Hai fatto in tempo a ricaricare il telefono?”, domandò fingendo disinteresse.

“Non completamente ma abbastanza per resistere fino all’hotel”.

Mike lo scrutò in volto per capire se Stana fosse riuscita a contattarlo “Ok”, mugugnò, il volto di Nate sembrava tranquillo e rilassato “Bene…”.

“Volevi chiedermi qualcosa?”, Nathan capì che l’amico aveva qualcosa in mente.

Mike scosse la testa “No, no, non ci hanno dato i posti vicini perciò volevo solo controllare se fosse tutto a posto…”.

Nathan sorrise “Mike, lo so che ieri sera non ero in me, ma in questo esatto momento sto piuttosto bene, perciò torna accanto a tua moglie, ok? Non voglio rovinarvi il viaggio. Ho accettato il vostro gentile invito ma cercherò di starvi alla larga il più possibile, va bene?”, diede un’affettuosa gomitata al braccio di Mike consapevole della sua preoccupazione.

“Ehi non ci rovini il viaggio, ok? Sei un amico in crisi mistica amorosa ed è mio dovere distrarti e non farti pensare atu sai chi”, Mike virgolettò le ultime parole con le mani.

Nate scosse la testa sorridendo “Stai paragonando Stana a Voldemort?”.

“Io? Nah, solo non credo che ricordartela ogni cinque minuti sia d’aiuto. La rivedrai in ogni caso a Gennaio quindi se anche per qualche giorno non la nominiamo non mi sembra un grave problema”, esclamò con convinzione .

“Apprezzo quello che fai Mike ma non nominarla non cambia il fatto che io la ami....”, rispose ora molto serio “...o che sia incinta del suo fidanzato”.

Lo stomaco di Mike fece una capriola.

Sandra aveva ragione. Non dirgli la verità sarebbe solo una tortura inutile.

Aprì la bocca per vuotare il sacco ma Nate lo anticipò.

“Però, sai cosa? Staccare la spina è lo scopo di questo viaggio, giusto? Quindi sì, ok. Non la nominerò e non penserò a lei in questi giorni!”, disse con improvvisa determinazione “Voglio dire, stiamo andando ad Atlantic City! Nemmeno avrò il tempo di pensare a lei!”.

Mike tornò a respirare, contento dello spirito grintoso che l’amico aveva appena ritrovato. Era un palese tentativo di autoconvincimento, certo. Ma almeno non si stava ubriacando o piangendo addosso come la sera precedente.

Un netto miglioramento!

Il suo piccolo segreto poteva aspettare ancora un giorno o due.

In fondo che fretta c’era?

Dirglielo ora comporterebbe solo nel dirottamento dell’aereo da parte di un attore pazzo d’amore che non vorrebbe altro che correre a strisciare ai piedi di una donna ancora indecisa.

E non sarebbe un bene  per nessuno dei due.

“Sono d’accordissimo!”, rispose quindi, orgoglioso del suo piano.

I due sancirono l’intesa raggiunta battendosi il pugno.

“Lo sai che ti vibra il telefono da quando ti sei seduto qui?”,  domandò infine Nate che fino a quel momento aveva cercato di ignorare il fastidioso suono.

Mike sorrise “Lo so, sono le nostre fans. A proposito, sarebbe carino se rispondessi anche tu così non intaseranno solo il mio account!”.

Nate aggrotto la fronte “Non mi collego da qualche giorno, aspettavo di finire le riprese per avere più tempo libero…”, istintivamente prese il cellulare ed attivò la connessione controllando di non essere visto dalle hostess “Cosa intendi con 'le nostre fans'?”.

“A quattro ragazze piace la nostra amicizia e hanno deciso di chiamarci Trillion”, spiegò Mike guardando la raffica di notifiche comparire sul display del telefono di Nate.

Trillion? Mmm, carino, ma non capisco perchè il tuo nome debba stare davanti”, scherzò Nathan prendendo in giro l’amico.

Michael roteò gli occhi, divertito “Perche Filucco fa schifo, Nate!”.  

 

 

 

 

Ivi’s Corner:

 
ihihihihihihih *fifififi* e chi saranno mai queste quattro ragazze pazze??? Le trovate qui insieme a tutti i tweet di Mike in attesa che convinca anche Nate a rispondere xD ---> Trillion is the way

 
Tra l’altro, Atlantic City l’ha scelta proprio Michael Trucco!

 
Anyway, ho visto che siete divise tra chi pensa che Mike si stia impicciando e dovrebbe lasciar risolvere a Nathan e Stana le loro questioni e c’è chi invece crede che Mike abbia fatto bene ad allontanare Stana per il bene dell’amico.

Mmmm avete ragione un pò tutte e anche Mike se ne sta rendendo conto.

Voleva davvero dirglielo in aereo ma Nate l’ha interrotto! eheheh

Ritenta, Mike! Sarai più fortunato! :p

 

Cosa ne dite di Mike e Sandra? Io li trovo adorabili *-*

 

A mercoledì prossimo!

 

 

Ivi87

 

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Capitolo 4
*** 4 ***






# 4

 

 

La hall dell'albergo brulicava di persone impegnate a fare il check in e il check out.

Era fondamentale stare molto attenti a non inciampare nei bagagli altrui vista la quantità di trolleys che sfrecciavano davanti a loro.

"Affollato" mormorò con un pizzico di irritazione Sandra.

"Fantastico!" e "Meraviglioso" furono le risposte dei suoi due accompagnatori.

Si stavano dirigendo verso la reception quando un piccolo gruppetto di ragazze urlanti corse verso di loro.

Nate e Mike si scambiarono un'occhiata d'intesa.

Capitava loro di frequente.

Le ragazze li raggiunsero e si gettarono tutte addosso a Sandra, abbracciandola.

Mike scosse la testa e la inclinò verso Nate "Modelle", gli spiegò.

Nathan annuì e sorrise.

Capì che doveva essere da molto che non si ritrovavano tutte insieme per lo stesso servizio fotografico.

Quando le urla e i saluti cessarono, Sandra le presentò.

Le due bionde erano Kami e Sasha. La mora si chiamava Esther mentre le due modelle castane erano Maggie e Adriana.

"Vi ricordate di mio marito Mike?", domandò infine alle ragazze.

In risposta le cinque modelle sventolarono le loro adorabili manine intonando in coro un "Ciao Mike".

"A cuccia, ragazze", scherzò Sandra quando vide Mike arrossire.

"E questo pretty boy?", domandò con un forte accento spagnolo Adriana.

Mike si riprese "Lui è il mio amico Nate. È un attore anche lui", precisò sapendo bene quanto la parola 'attore' faccia impennare le quotazioni di un uomo agli occhi di una donna.

Soprattutto agli occhi di quelle cinque che immediatamente si allontanarono da Sandra per andare ad avvolgere Nathan.

"Ciao ragazze", le salutò con il suo miglior sorriso.

"Hai un volto famigliare in effetti, ma sai, non abbiamo molto tempo per guardare la televisione" commentò Sasha stringendosi di più dal suo braccio.

"Ma puoi sempre raccontarci di tutti i tuoi ruoli", aggiunse Esther.

Kami si alzò sulle punte per sussurrargli "Siamo ottime ascoltatrici".

Lo sguardo attonito di Nathan fece ridere le cinque ragazze. E pure Mike.

"Fate le brave!", le richiamò Sandra "Ci vediamo tra un'ora sul set".

"Guastafeste", le sentì sussurrare mentre le modelle a malincuore si allontanarono.

"Come riesci a comandare tutti a bacchetta così!?!", le chiese Mike.

"Talento naturale",rispose Sandra, lasciandogli un veloce bacio a fior di labbra, poi si accostarono al bancone della reception in attesa di essere serviti.

Un forte sospiro li costrinse a voltarsi.

Lo sguardo di Nathan era ancora perso nel vuoto "Amo Atlantic City".

 

 

***

 

 

Un’ora dopo Sandra raggiunse le sue colleghe modelle lasciando i due uomini in compagnia delle carte gioco.

Il tavolo verde a cui erano seduti Nate e Mike ospitava altre tre persone.

Nathan lanciò al centro del tavolo una serie di fiches prima di estrarre il telefono dal taschino interiore della giacca per poi posarlo accanto al suo bicchiere di Scotch.

Il gesto non sfuggì a Michael.

Da quando erano usciti dalle loro stanze Nate non faceva altro che prendere e riporre il telefono.

“Stai aspettando una telefonata da Voldemort?”, Mike gli diede una leggera gomitata per attirare la sua attenzione e gli fece l’occhiolino, sorridendo.

Il nomignolo dato a Stana durante il volo era utilissimo ora per evitare che orecchie indiscrete come giornalisti, paparazzi, o addirittura gente comune pronta a tutto pur di vendere uno scoop, si immischiasse nei fatti loro.

Inoltre Mike temeva che Stana ignorasse il suo discorsetto e rivelasse all’amico di non essere incinta.

Superficialmente sembrerebbe una notizia fantastica ma in realtà servirebbe solo a ritrascinare entrambi nella assurda situazione che vivono da anni ormai.

Nate accennò un sorriso e scosse la testa “Sono io che sto lottando per non chiamarla”.

Vederlo rattristarsi gli fece venir voglia di sputare fuori tutta la verità, ma non poteva.

Nathan si meritava almeno un paio di giorni di svago.

Stana stava lentamente dominando ogni aspetto della sua vita e questo non andava affatto bene.

Non se lei non era pronta a ricambiarlo totalmente.

Gli posò amichevolmente una mano sulla spalla e puntò anche lui le sue fiches.

“Cosa le vorresti dire?”, chiese infine.

Nate si strinse nelle spalle “Vorrei solo sapere se sta bene. Quando l’ho riaccompagnata a casa era così pallida”.

“Sono sicuro che sta bene”, lo rassicurò Mike “Tamala o addirittura Andrew ti avrebbero avvisato se ci fosse qualcosa di grave”.

Nathan annuì “Hai ragione. Basta, siamo qui per divertirci”, rimise il telefono in tasca e per il resto della serata non lo guardò più.

Le puntate non erano altissime. Non erano giocatori d’azzardo, non si sarebbero mai sognati di sperperare in quel modo i loro guadagni.

Ma la fortuna girò a favore di Nathan che vinse $ 1000 mentre Mike ne perse $ 700.

Seduti al bancone del bar sorseggiando i loro drinks Mike mise una mano sulla spalla dell’amico “Ti spiacerebbe non menzionare a Sandra della mia piccola perdita?”.

Nathan rise “Ti tiene in pugno, eh? Tranquillo amico, ho le labbra cucite”.

Mike sorrise ringraziandolo.

Era possibile provare invidia anche per questo?   

Di non avere nessuno con cui litigare?

Evidentemente sì. Perché era quello che sentiva Nate.

Avrebbe dato tutti i suoi averi per poter tornare a casa a litigare con Stana per aver perso a poker.

“Tutto bene?” domandò Michael vedendolo pensieroso.

Nate sorrise benevolo “Si... riflettevo sul detto ‘Sfortunato al gioco, fortunato in amore”, poi si fece serio “Avrò anche vinto io” pronunciò alzandosi dallo sgabello “Ma è andata meglio a te”.

Si diresse verso gli ascensori lasciando Mike da solo al bar.

Non aveva senso scaricargli addosso di nuovo il suo malessere.

Qualunque cosa facesse per distrarsi e dimenticarla, finiva comunque per pensare a lei.

Colei che non poteva essere nominata, ma che comunque risiedeva costantemente nei suoi pensieri.

Anche se aspettava un figlio da un altro.

Anche se sicuramente si sarebbero sposati e creati una famiglia tutta loro.

E sapeva che sarebbe stato così.

Kris c’era da molto prima e questo non lo poteva cambiare.

Ha le sue stesse radici e valori e per quanti sforzi facesse, Nate non avrebbe mai potuto competere.

Sapeva benissimo di dover accettare tutto questo.

Eppure ancora gli era impossibile.

Sul tavolino accanto all’ascensore troneggiavano alcune riviste.

Nathan gli diede una rapida occhiata mentre attendeva che le porte si aprissero.

Quella più visibile dalla sua angolazione mostrava in copertina l’attore Matthew McConaghey in tutto il suo splendore con accanto la scritta, in caratteri cubitali, ‘America’s Space Cowboy’ in riferimento al suo ultimo film uscito nelle sale, ‘Interstellar’.

“Questo è troppo! Me ne vado a dormire!”, e il ding dell’ascensore gli spalancò le porte verso i piani superiori dell’hotel.

 

 

 

Ivi’s corner:

 

No, scusate c’è un solo Space Cowboy a questo mondo! Tanta roba anche Matt, per carità :)

Ce l’avete tutte con il povero Mike... Vuole solo che per tre/quattro giorni il  suo migliore amico si rilassi e stacchi la spina. Tre miseri giorniniiiii dopo anni di frustration ahahahah

Su, su, c’è chi mantiene i segreti per moooolto più tempo!

Abbiate fiducia, vi divertirete!

 

 

Buon resto della settimana! :-*

 

Ivi87

 

 

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Capitolo 5
*** 5 ***







# 5


 

 

La colazione lo attendeva nella sala ristorante già da venti minuti.

Quando raggiunse Mike e Sandra al loro tavolo aveva la faccia di uno che non aveva chiuso occhio.

“Nate ti senti bene?”, domandò Sandra con premura.

Dalle parole che gli disse la sera precedente al bancone del bar, Mike intuì il motivo dell’insonnia.

Nathan si sforzò di sorriderle “Ho dormito male”, le rispose, ricevendo in cambio un sorriso di comprensione.

Non c’era bisogno di tante parole con i suoi amici.

Dopo aver sognato Stana che si sposava con Kris o che giocava con il loro bambino era rimasto sveglio a chiedersi se doveva mandarle dei fiori o dei palloncini con la scritta ‘congratulazioni’.

Patetico sotto ogni punto di vista.

Probabilmente nemmeno uno strizzacervelli avrebbe potuto fare molto, ormai.

Mike invece era sempre all’erta, temendo un’improvvisa chiamata di Stana.

“Ti ha chiamato tu sai chi?”, domandò cauto “È per questo che non hai dormito?”.

Nathan sbuffò “Me lo chiederai ogni giorno? No, non mi ha chiamato. Perché dovrebbe? Sarà al settimo cielo per la gravidanza”.

Sandra quasi si strozzò con il sorso di cappuccino che stava bevendo.

Suo marito ancora non aveva detto la verità a Nate.

“Tieni amore, bevi dell’acqua”, Mike le buttò il bicchiere quasi in gola,  per tenerla occupata.

Mentre Sandra tossiva e cercava di ricomporsi Mike disse “Ma comunque è un bene, no? Lei va avanti per la sua strada e tu per la tua. Era questo lo scopo del viaggio, giusto?”.

“Si...”, mormorò Nathan “Se ci riesco...”.

“Michael, ti posso parlare un secondo?”, Sandra si alzò in piedi pretendendo di essere seguita dal marito.

“Tesoro, non vedi che il nostro amico ha bisogno di sfogarsi con noi?”, Mike le lanciava occhiate imploranti verso la sua sedia.

“No, no, per carità, non voglio esservi di peso. Questo è soprattutto il vostro viaggio, io mi sono praticamente imbucato... sapete non ho molta fame, restate pure. Me ne torno in camera”, Nate si congedò tornando verso gli ascensori.

Lo videro prendere una rivista dal tavolino lì accanto e nasconderla sotto altre tre o quattro prima di sparire dietro le porte.

Mike e Sandra ignorarono quel gesto e lei tornò a sedersi, pizzicando violentemente il braccio del marito.

“Ahia!! Ma sei impazzita?”, sbottò l’uomo per il dolore.

“Tu sei impazzito!”, rispose a tono Sandra “Non può finire bene Mike! Lo sai, se la prenderà con te!”.

“Come te lo devo dire che è per il suo bene?!”.

“Buona fortuna! Te ne servirà tanta quando finalmente glielo spiegherai!”, gli diede un bacio sulla guancia e si alzò nuovamente “Vado a cambiarmi con le ragazze, dobbiamo incontrare il fotografo sul set tra un’ora”.  

 

 

***

 

 

Uscito dall’ascensore Nate incrociò due delle modelle amiche di Sandra, Kami e Maggie.

“Ciao pretty boy”, lo salutò Maggie.

“Che faccino sbattuto”, aggiunse Kami.

Nate sorrise “Siate buone, ho avuto una nottataccia”.

Kami accostò l’indice alle labbra con fare sexy “Poverino, potevi chiamarci”, suggerì squadrandolo dalla testa ai piedi.

“Avremmo potuto raccontarti la favola della buona notte”, disse Maggie mordendosi il labbro inferiore.

Le due risero davanti alla sua espressione da ebete “Peccato” dissero insieme superandolo.

Nate era abituato alle attenzioni femminili ma gli faceva sempre un certo effetto all’inizio. Si riprese velocemente e altrettanto rapidamente mille pensieri vorticarono nella sua testa.

Chiodo scaccia chiodo si dice, giusto?

Ma quante volte aveva provato a dimenticare Stana andando con altre donne?

Era mai servito a qualcosa?

Ma è anche vero che ogni lasciata è persa.

Lei sta andando avanti. Si sta creando una famiglia.

Lui? Lui al momento ha solo cinque modelle che flirtano con lui.

“Ragazze”, le chiama appena prima che entrino nell’ascensore “Come faccio a chiamarvi se non ho i vostri numeri?”.

 

 

***

 

 

Mike frugò nei cassetti del comodino in cerca del suo pass per accedere al set fotografico.

Nathan era chiuso in camera da ore a dormire e il senso di colpa di Mike cominciava a imporsi prepotentemente.

Trovato il piccolo oggetto di plastica, se lo legò al collo con la cordicella e raggiunse Sandra sul set.

L’assistente del fotografo lo portò nei camerini dove sua moglie si stava preparando.

Lo vide riflesso nello specchio e gli sorrise “I sensi di colpa ti stanno mangiando vivo, vero?”.

Mike prese una sedia e la accostò a quella di Sandra “Mi conosci troppo bene. Piccola… ho bisogno che mi dici che sto facendo la cosa giusta”, appoggiò i gomito sulle ginocchia e si afferrò la testa.

“Tesoro, ho giurato di non mentirti mai il giorno del matrimonio”, rispose Sandra, ridendo.

“Non è divertente”, bofonchiò l’uomo sollevando di poco al testa “Sta a pezzi e non so che fare”.

“Non avresti dovuto mentirgli sin dall’inizio e se dici un’altra volta che è per il suo bene ti affogo nella crema idratante”, lo minacciò lei agitando il tubetto formato maxi che aveva da poco finito di usare.

“Ma è così! O almeno lo era… ora non ne sono più tanto sicuro…”, ammise Mike mettendo il broncio.

Sandra addolcì lo sguardo “Dì la verità a Nathan, è la cosa giusta. Spiegagli che volevi solo proteggerlo e si sistemerà tutto”.

Mike annuì “Lo so”, però poi aggiunse “Ma correrà da lei e nemmeno questo è giusto”.

Sandra gli regalò una carezza sulla guancia “Non è compito tuo prendere questa decisione, tesoro. Non puoi impedirgli di soffrire, puoi solo stargli accanto e sostenerlo delle sue decisioni. Buone o brutte che siano. L’amicizia è un po’ come il matrimonio”.

“Ma senza il sesso!”, proseguì Michael.

“Preferibilmente, ma se voleste provare…”,  Sandra rise dandogli un leggero colpetto sul braccio.

Mike decise di non mollare il discorso “Mi stai autorizzando a tradirti con Nate? Guarda che potrei farci un pensierino!”.

Sandra strizzò gli occhi scuotendo al testa “Oh no, come potrei competere con quegli occhioni blu. Vincerebbe lui sicuramente!”.

Mike sorrise, malizioso “Mmm...non saprei, fammi rivedere un attimo i tuoi...”, le prese il mento tra il pollice e l’indice e incatenò i loro sguardi “Bellissimi!”.

Kami sbucò all’improvviso da dietro le spalle di Sandra “Awww, quanto siete carini” esclamò interrompendoli “Ma fossi in voi non mi preoccuperei per il vostro amico. Ha già tutti i nostri i numeri!”.

Kami ammiccò divertita e avanzò oltrepassandoli, mostrando uno stacco di coscia da far invidia a modelle molto più famose.

Si fermò sulla soglia dei camerini “Lo tratteremo bene, promesso”, si premette due dita sulle labbra e lanciò un bacetto nella loro direzione prima di sparire sul set.  

“Le tue amiche sono sempre così aggressive?”.

Mike non ebbe tempo di aggiungere altro “Vola a dirgli la verità!”, urlò puntando un dito in direzione degli ascensori.

“In tutta franchezza gli amici non impediscono agli amici di fare sess…”.

“Vola!”, Sandra scattò in piedi con le mani sui fianchi.

Mike indietreggiò verso l’uscita, bloccando ogni altra parola gli venisse in mente per obiettare.

 

 

 

Ivi’s corner:

Quanto mi volete bene? Quanto??!! Ahahahahahahahahah

Cinque modelle in tre giorni, ce la farà Nate? :p

 

Non disperate e non spezzate anche voi i braccini al povero Mike che c’è già Sandra per quello! xD

 

Buon proseguimento di settimana :-*

 

 

Ivi87

 

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Capitolo 6
*** 6 ***







# 6

 

 

Dopo svariati tentativi, finalmente Nathan aprì la porta a Mike.

“Ce ne hai messo di tempo, amico. Sono passato ogni ora a controllare se tu fossi ancora vivo”, Mike entrò nella stanza fermandosi al centro.

“Ho passato la notte in bianco, dovevo recuperare”, rispose Nate, poi guardò l’orologio “Wow, è già ora di pranzo!” esclamò stupito di aver dormito tutta la mattina.

Mike non aggiunse nient’altro. Restò lì impalato con le mani sui fianchi fissando un punto indefinito.

“Tutto bene? Dobbiamo aspettare Sandra?”, domandò dirigendosi in bagno per sciacquarsi il volto.

Non ottenne risposta, così uscì dal bagno con ancora la salvietta tra le mani.

Mike sembrava un’anima in pena.

“Ti devo parlare”, esordì infine.

Nathan sorrise “Anche io”, recuperò un bigliettino e glielo sventolò davanti al naso.

Michael lo afferrò sapendo bene cosa fosse.

I numeri di telefono delle colleghe di Sandra danzarono sotto ai suoi occhi.

“Già, a proposito di questo, Nathan…” iniziò Mike.

Nate lo afferrò per le spalle “Amico, avevi ragione! Grazie per avermi convinto a venire qui con voi. Mi ci voleva proprio!”, strinse la presa con enorme entusiasmo e si riappropriò del prezioso foglietto “Ora so cosa devo fare!!”, si allontanò verso l’ingresso e si infilò la giacca.

“Aspetta… dove stai andando?”, lo bloccò Mike.

Nathan sorrise “A cercare un ristorante per cenare con…” guardò i nomi su quel pezzetto di carta e scelse a caso “Mmm...Sasha!”, aprì la porta ma sulla soglia si voltò “Volevi parlarmi, ora che ci penso”.

“Ehm...Naaa, volevo chiederti se volevi cenare con noi…”, inventò Mike sul momento.

“Scusa Mike”, Nate gli fece l’occhiolino “Non aspettarmi alzato!”, scherzò infine uscendo dalla stanza.

Rimasto da solo, Mike si accasciò sulla sedia più vicina.

Una parte di lui era felice. Insomma, Nathan era un uomo adulto e poteva fare quello che voleva.

Cinque modelle? Ammettiamolo. Sarebbe stato il sogno di ogni uomo.

In quel momento il suo migliore amico era il Dio del rimorchio.

Avrebbe dovuto battergli il cinque e offrirgli da bere a vita invece di essere così preoccupato.

Già, era preoccupato. Perchè sognava per Nathan quello che lui aveva con Sandra.

Non era sicuro che Stana fosse la risposta alle sue preghiere, ma di sicuro nemmeno spassarsela con cinque modelle sembrava una soluzione.

Erano una soddisfazione a breve termine, ma poi?

O forse era proprio quello che gli serviva? Forse Nathan si sarebbe reso conto che annegare i propri dispiaceri nel sesso non l’avrebbe condotto da nessuna parte.

Forse non sarebbe andato fino infondo. Era una strada che aveva già provato altre volte, in fin dei conti.

Ci riflettè per qualche secondo.

E pensò a cosa gli avrebbe detto Sandra.

Sono fottuto.

 

***

 

 

Quella sera Sasha indossava un aderentissimo abito paillettato color argento che rifletteva ogni singola fonte di luce del ristorante.

 Da vero gentiluomo, Nathan le scostò la sedia dal tavolo permettendole di accomodarsi.

“Eravamo curiose di sapere chi sarebbe stata la tua prima scelta”, rivelò lei, senza il minimo cenno di disagio.

Erano modelle. Viaggiavano per il mondo in continuazione senza mai il tempo per fermarsi e mettere radici.

Una relazione seria...?!  Nemmeno a parlarne.

Non fu quindi una sorpresa per lui vederle così propense a cercare solo del sano “intrattenimento”.

Nathan sorrise. Poteva capire benissimo.

“Credo di aver scelto bene, no?”, le rispose sfoggiando uno dei suoi più disarmanti sorrisi.

Sasha sorrise di rimando “Ci sai fare pretty boy”, aprì il menu senza distogliere gli occhi dai suoi “Ma ci so fare anche io”.

 

 

***

 

Mike e Sandra rientrarono in albergo verso l’una di notte.

Mano nella mano uscirono dall’ascensore diretti verso la loro camera.

Trascorsero una piacevole serata tutta per loro, senza parlare di lavoro e della vita amorosa dei loro amici ma ripiombarono alla realtà quando videro Nathan uscire dalla stanza di Sasha.

Quando si accorse di loro, fece l’occhiolino a Mike e gli diede una pacca sulla spalla “Comincio a sentirmi meglio, sai?”.

Superandoli, lasciò i due a bocca aperta in mezzo al corridoio ed entrò nella propria camera.

Mike deglutì con forza preparandosi al peggio “In questo momento mi piacerebbe poterti dire che sono riuscito a dire tutta la verità a Nathan ma... direi che è piuttosto ovvio di no”.

Sandra si voltò verso di lui con estrema calma “In questo momento mi piacerebbe dirti che entreremo nella nostra camera e faremo sesso sfrenato come programmato ma... direi che è piuttosto ovvio di no”, disse candidamente lasciandolo lì impalato.

Michael fissò la porta della sua stanza e poi quella di Nathan decidendo quale delle due prendere a testate.

 

 

 


Ivi’s corner:

 

Mike, Mike...sei fottuto sì. E pure tanto!

Ho come il sentore che sia meglio andare a chiudermi nel bunker...riemergo mercoledì prossimo ^_^

 

Buon proseguimento di settimana!

 

Ivi87

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Capitolo 7
*** 7 ***






# 7

 

 

La mattina dopo nella hall dell'albergo Michael tartassò Nathan di domande.

"Mike, lo sai bene che un gentleman non scende mai nei dettagli", lo ammonì Nate ridendo sotto i baffi.

"Se divorzio sarà solo per colpa tua!!", commentò esasperato Mike.

Nate corrugò la fronte "E perchè mai?".

Già, Mike.. perchè? Perchè Stana non è incinta e ti ho allontanato da lei contro il parere di Sandra?

Michael si riprese velocemente, scacciando quei pensieri.

"Perchè esci con le sue amiche!", rispose invece "Vedi in che situazione mi metti?"

"Non esagerare. Siamo tutti adulti e in grado di intendere e di volere, non capisco di cosa vi preoccupiate tu e Sandra".

“Siamo i tuoi migliori amici e vogliamo il meglio per te”, Mike divenne molto serio.

“E io lo apprezzo tantissimo, ma credimi se ti dico che sto bene. Stana è incinta. È una cosa che non posso cambiare e sto cercando il modo migliore per accettarla”.

“E le modelle ti sono d’aiuto?”, domandò Mike con malcelato scetticismo.

Forse sì, in questo momento si sente meglio, ma Michael sa che è solo un rimedio momentaneo.

Il senso di colpa lo stava divorando. Se Nate era in quella situazione era per la sua piccola omissione.

“Io ti devo davvero parlare, Nate”.

La suoneria di un messaggino li interruppe.

“Perdonami ma devo scappare. Ho un brunch con Adriana prima che torni sul set”, gli disse dandogli quella che secondo lui doveva essere una leggera pacca sulla spalla ma che invece spostò di almeno un passo Mike “Me ne parli più tardi, ok?”, esclamò a voce più alta mentre si allontanava.

Sandra, che aveva assistito alla scena, si avvicinò al marito, incrociando le braccia sul petto, mentre quest’ultimo si massaggiava la spalla colpita.

“Beh, non possiamo dire che non sia pieno di energie. Ti ricordi in che stato era ridotto quando giaceva sofferente sul nostro divano? Sta decisamente migliorando!”, Mike pronunciò quelle parole sfoggiando un sorriso smagliante.

“Non gliel’hai ancora detto, vero?”, chiese solamente Sandra.

“Ogni volta che cerco di parlargli sparisce con una delle tue amiche!”, cercò immediatamente di giustificarsi.

“E di chi è la colpa?”, insistette Sandra.

Mike sfoderò nuovamente la carta del ‘sorrido sperando di cavarmela.

 “Delle tue amiche”, rispose poi “Sono loro che si sono appolipate a lui”.

“Hai tre secondi per cambiare risposta”.

“Allora è colpa di Stana. Lei gli ha incasinato il cervello!”.

Sandra si alzò sulle punte e diede un dolce bacio al marito, intenerita nel vederlo con quel broncio adorabile “Adoro il modo in cui proteggi le persone a cui tieni, ma devi lasciare che risolvano i loro casini da soli”.

Mike annuì “Lo so. Glielo dirò, promesso”.

 

 

***

 

 

Nel camerino di Sandra, Mike stava parlando alla porta socchiusa del bagno, mentre sua moglie si cambiava d’abito.

“Lo so che ti ho promesso di parlargli ma è un po’ difficile se sparisce ogni volta con una ragazza di versa”, borbottò Mike “Prima la cena con Sasha, poi il brunch con Adriana. Ora è fuori chissà dove con Kami”.

“Sembri una moglie gelosa”, scherzò Sandra spuntando con la testa dalla porta.

Il cellulare vibrò nella tasca di Michael annunciando un tweet.

Quando lo lesse non riuscì a trattenersi dal ridere.

“Cosa è successo?”, Sandra finalmente uscì dal bagno vestita con dei semplici jeans e una t-shirt.

Mike le passò il suo telefono. Le ragazze che chiamavano lui e Nathan Trillion gli avevano mandato un tweet.

“Se Nathan non fosse così… ‘occupato’... avrebbe tempo di rispondere a queste simpatiche ragazze”, ribadì Mike.

Sandra lo spettinò amorevolmente “Dai, andiamo a cercare l’altra metà dei Trillion e lo portiamo via da Kami”.

“Aspetta…ecco fatto, ho risposto al loro tweet”, disse contento dando un ultima occhiata alla home di Twitter “Ma cosa…?”, Sandra si voltò a guardarlo sentendo il tono preoccupato della sua voce.

Michael stava scorrendo freneticamente su e giù il pollice sullo schermo “Merda!”

“Tesoro?”, lo incitò a parlare Sandra.

Si fermò su un tweet e aprì una foto, poi voltò il telefono verso sua moglie.

Era una foto di Nathan a cena con Sasha la sera precedente.

“E ce ne sono molte altre di oggi con Adriana e con Kami”, esclamò Mike “Devo avvisarlo immediatamente”.

 

 

***

 

 

Dopo aver trovato mille messaggi in segreteria, Nathan raggiunse Mike e Sandra con Kami al suo fianco nella hall dell’hotel.

“Kami? Non eri con Adriana?” domandò sorpreso.

“È andata a chiamare la sua famiglia via Skype”, spiegò Kami “Così le ho dato il cambio!”, terminò la frase facendo l’occhiolino a Sandra e Mike.

Michael boccheggiò, esasperato.

“Credo che la situazione ti sia sfuggita di mano, Nate!”.

Nathan e Kami si scambiarono un’occhiata interrogativa “Di cosa stai parlando?”, domandò poi l’uomo.

“Di queste!”, Mike mostrò a Nathan le foto che circolavano su twitter “Per fortuna non sei uscito anche con Esther e Maggie!”.

Kami si schiarì la voce “Veramente c’erano anche loro fino a poco fa”.

“Già, avevano finito di cambiarsi e ci hanno raggiunto...”, Nate lasciò cadere il discorso quando vide l’espressione scioccata di Mike “Rilassati, sono solo delle foto”.

Sandra si fece avanti vedendo il marito in seria difficoltà “Siamo solo preoccupati che queste foto ti si ritorcano contro... sappiamo che sei libero di fare quello che vuoi, solo che a volte le persone tengono comportamenti autodistruttivi senza nemmeno accorgersene...”, cercava di essere il più delicata possibile.

“Comportamenti autodistruttivi?”, Nathan proprio non  capiva “Ragazzi, non sono né alcolizzato né drogato”, scherzò.

“Vuoi davvero fare finta di niente?”, domandò Mike “Con me? Il tuo migliore amico?”.

Ulteriori tweet segnalarono l’uscita di altre foto “Fantastico”, esclamò Nathan che ancora reggeva in mano il telefono di Mike.

“Una conquista al giorno per Fillion che batte ogni record”, lesse ad alta voce.

Quando alzò gli occhi vide Esther, Adriana, Maggie e Sasha arrivare alle spalle di Kami.

“Mi dispiace ragazze”.

“Ehy, nessun problema. Siamo modelle”, rispose per prima Esther.

Sasha annuì “Ci attribuiscono una reazione diversa ogni settimana”, aggiunse con una alzata di spalle “Se andassi a parlare col barista ci darebbero per fidanzati in procinto di sposarci”.

“Già, lo so bene”, era capitato altre volte anche a lui “Tu sei sposato da mille anni, Mike, ti devi essere dimenticato di cosa voglia dire”.

“Forse, ma nel vostro caso non c’è nulla di inventato, insomma... sappiamo tutti benissimo cosa sta succedendo qui...”, disse Mike con convinzione “E siete fortunati che ci sono solo foto di voi seduti a cena o mentre camminate. Avreste potuto venire beccati in situazioni ben più compromettenti!”.

Nathan e le ragazze si guardarono perplessi “Tipo?”, esclamarono tutti insieme.

“Oh, andiamo...”, Mike allargò le braccia e si voltò verso Sandra cercando il suo appoggio “...non sono stupido”.

Sandra si alzò sulle punte e gli sussurrò all’orecchio “Temo che ci siamo sbagliati”.

Mike la guardò con sguardo interrogativo.

Era impossibile sbagliarsi.

Era tutto molto evidente.

Kami improvvisamente si portò le mani alla bocca “Oddio, le foto!”, realizzò.

Mike era ormai esasperato “Sì, Kami, grazie, è proprio quello di cui stiamo parlando!”.

Le lo ignorò e continuò a guardare Nathan “Stana le vedrà... mi dispiace”.

Mike quasi si strozzò con la sua stessa saliva “S-Stana?”.

“Oh no, Nate ci dispiace tanto”, dissero anche le altre ragazze.

Sandra cominciò a collegare tutti i pezzi ma il suo cellulare squillò prima di poter dare qualche indizio a suo marito. Si allontanò per rispondere.

“Cosa ne sapete voi di Stana?”, domandò Mike sorpreso.

Due giorni fa a malapena sapevano chi fosse Nate, come potevano conoscere Stana?

Adriana lo guardò “Noi sappiamo tutto di Stana!”, rispose quasi offesa.

“Gliene ho parlato io”, spiegò Nate.

“Chi esce con una donna...beh, cinque nel tuo caso, e parla di un’altra?”, Mike era sempre più scioccato da tutto quello che stava succedendo “E voi siete rimaste comunque? E nessuna di voi si è offesa?”.

Tutte e cinque scossero la testa.

“Ora mi dirai che hai anche urlato il nome di Stana mentre stavi a letto con loro e che nessuna ha avuto nulla da ridire!”

Le ragazze spalancarono gli occhi verso Mike.

Nathan invece non sapeva cosa dire.

“Gli hai detto che sei venuto a letto con noi?”, domandò seccata Kami.

“No!”, ripose immediatamente Nathan “Non ho mai detto nulla del genere!”.

“Ti prego! Vorreste farmi credere che avete solo parlato?”, domandò scettico Mike.

“Sì!”, gli rispose Nate.

“Con tutte e cinque?!”, chiese nuovamente, per niente convinto.

“Sì”, ribadirono ora tutte quante.

Mike si massaggiò vigorosamente le tempie.

“Sei uscito con cinque modelle solo per parlare”, ripetè quindi per imprime bene il concetto.

“Sì, genio!”, gli disse Maggie.

“Davvero? Niente sesso?”, questa parte proprio non gli entrava in testa.

“Hai molta stima di me, vedo, grazie tante amico! No, ok? Niente sesso!”.

“Ma tu hai detto che stavi meglio...che avevi finalmente capito cosa fare...come affrontare la situazione con... merda, era questo che intendevi??!!”, praticamente Mike stava urlando per lo shock.

“La cena con Sasha è stata davvero piacevole, mi ha chiesto se avessi una persona speciale e non so come per la prima volta parlare di Stana è stato liberatorio”, iniziò a spiegare Nathan “Passo quasi tutto l’anno a reprimere e soffocare i miei sentimenti davanti a lei e a tutti sul set. Sì, ne parlo con te e Sandra o con mio fratello ma voi siete miei amici e la mia famiglia e sono sicuro che non mi dite tutto quello che pensate. Sasha mi ha detto quello che pensava senza filtri, mi ha fatto ragionare sul mio comportamento. Mi sono messo in discussione e mi ha fatto bene. Ho  chiesto alle altre ragazze se erano disposte ad ascoltarmi perché volevo altri pareri, altri punti di vista. E... volevo parlare ancora di lei. Ho sempre voglia di parlare di lei”.

Sandra, che era restata in disparte dopo aver terminato la conversazione telefonica, ritornò accanto a Mike “Aww, sei così dolce!”, esclamò aggrappandosi al braccio di suo marito.

“Tantissimo!”, concordò Sasha.

Esther aggiunse “Uno degli uomini più adorabili che abbia mai conosciuto”.

Nate sorrise un po’ in imbarazzo.

“Siamo liete di esserti state d’aiuto”, concluse Kami “Ora, ti prego, dì al tuo amico a quale conclusione sei giunto prima che prenda un’altra cantonata colossale”.

Dalla gola di Mike si udì una risatina isterica “Hey, questa situazione era del tutto fraintendibile!”.

Sandra gli diede un colpetto sul braccio per zittirlo “Continua, Nate”.

Lui si strinse nelle spalle “Ho capito che la amo”, disse sereno per la prima volta “Voglio dire, sapevo già di amarla. Ma ora è incinta. Aspetta un bambino da un altro uomo. E la amo. La amo comunque. Amo quel bambino perché è suo e lo crescerei con lei se me lo permettesse. So quanto tiene alla famiglia e probabilmente non lascerà mai Kris ma ho capito che prima di voltare davvero pagina devo dirle tutto questo. Solo così potrò riuscire ad andare avanti”.

Quando finì di parlare li vide tutti in silenzio con gli occhi puntati su di lui.

La prima a muoversi fu Sandra che si gettò completamente su di lui, abbracciandolo.

“Aww Nate! Sono così fiera di te!”, gli occhi le si appannarono mentre stringeva forte il suo amico.

“Sei un uomo fantastico, Nathan. È stato bello conoscerti”, Sasha diede voce al pensiero comune di tutte e cinque. Lo salutarono e lasciarono lui, Mike e Sandra da soli.

“Nate, senti...”, Mike si avvicinò con le mani nelle tasche dei jeans, in evidente imbarazzo “...mi dispiace un sacco sai, per... per...”.

“Avermi giudicato e ed essere stato prevenuto nei miei confronti?”, concluse Nate per lui.

“Ehm, sì. E visto che ci siamo... c’è una cosa che devi assolutamente sapere...”.

Sandra si asciugò gli occhi e si mise tra i due “Mike, chiedi scusa e basta”, la guardò un attimo e poi annuì. Aveva aspettato giorni per dirgli la verità, poteva aspettare ancora qualche minuto.

Allungò la mano destra “Scusa. Scusa davvero”.

Nathan spostò lo sguardo da lui alla mano un paio di volte, poi decise che quei secondi di attesa erano una sufficiente tortura per Mike.

Afferrò la sua mano e se la tirò al petto intrappolando l’amico in un abbraccio sincero.

Quando si staccarono Sandra diede un pizzicotto sulla guancia di entrambi “Quanto siete belli!”, disse contenta “Ora, ricomponetevi e venite con me sul set per gli scatti conclusivi del servizio fotografico. Non ho intenzione di perdervi di vista!”.

 

 

 

 




Ivi’s Corner:

muahahahahahah fregate!! :p Siete state tutte malfidate u.u Poor Nate, ti consolo io, non preoccuparti *-*

Ma il grande segreto non è stato ancora rivelato. E questa volta è Sandra ad interrompere Mike. Mmmmmmm... xD

 

Buona serata, bellissime!

 

Ivi87

 

 

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Capitolo 8
*** 8 ***






# 8

 

 

 

Quel giardino così bello aveva sempre attirato la sua attenzione.

Uno dei tanti motivi per cui tornare a casa era sempre un sollievo.

Una mano si alzò volontariamente ad accarezzare il ventre.

Stana chiuse gli occhi inspirando profondamente.

Erano passati solo pochi giorni da quando aveva creduto di essere incinta.

Convinzione che poi si era rivelata del tutto sbagliata ma che purtroppo aveva dato inizio ad una serie di situazioni a dir poco spiacevoli.

Per prima cosa non avrebbe dovuto parlarne a Nathan senza esserne stata sicura al 100%.

Non l’aveva nemmeno ancora accennato a Kris. Del ritardo. Della stanchezza. Della paura di poter essere incinta.

Poi un malore l’aveva colta sul set l’ultimo giorno prima della pausa invernale e rimasta da sola con lui non era riuscita a mentirgli.

Lo rispettava troppo per nasconderglielo fino al ritorno sul set.

Scosse impercettibilmente la testa.

In quel momento le sembrava solo la cosa giusta da fare e non una rivelazione avventata.

Le sarebbe bastato attendere un altro giorno per sapere di non essere incinta.

Ormai non poteva cambiare le cose.

In cuor suo sperava che parlare con Mike, il suo migliore amico, gli fosse stato d’aiuto.

Lui l’aveva pregata di lasciare a Nate un po’ di spazio perciò non lo sentiva ne aveva più avuto sue notizie da quella sera. Immaginò che sarebbe stato lui a contattarla una volta che Michael gli avesse detto la verità sul bambino.

Era stato severo con lei, allo scopo di proteggere Nate e lo poteva capire.

Le sue parole la colpirono come un pugno e centrarono il segno.

Non era incinta ma avrebbe potuto esserlo davvero e allora avrebbe dovuto dire addio definitivamente a Nate.

Il solo pensiero di perderlo per sempre le aprì gli occhi su come si era comportata con lui e con Kris.

Si voltò verso il cellulare appoggiato sulla scrivania.

Non squillava da giorni.

“... ti va, Stana?”.

Sorpresa, guardò verso l’ingresso della stanza.

Immersa nei suoi pensieri e nel ricordo di quella maledetta sera, non si era accorta dell’arrivo di Kris e di quello che le stava dicendo.

“Scusami...ero sovrappensiero. Puoi ripetere?”, gli chiese.

Kris chiuse la porta dietro di sé isolando entrambi dal chiacchiericcio proveniente dalla sala “Ci risiamo, vero?”, domandò sbuffando “Ogni volta che la tua mente è assente è perché stai pensando a lui!”.

Stana fece un passo verso di lui cercando di mantenere un tono di voce moderato “Per favore, non è il momento. Le nostre famiglie sono nella stanza accanto”.

“Esattamente perché le nostre famiglie sono nella stanza accanto tu non dovresti essere qui da sola a pensare a quello. Credi che lui stia pensando a te ora?”.

Avrebbe voluto dire di sì. O che almeno ci sperava.

“Kris... perché continuiamo a torturarci così?”, era così palese ormai che la loro storia fosse giunta al capolinea.

“Perché io credo ancora in noi Stana! E non sarà la tua cottarella per quel playboy a rovinare tutto”,  le disse guardandola negli occhi con estrema fermezza “Non ti lascerò gettare via gli anni che abbiamo trascorso assieme a causa sua. Potevi stare con lui, ma sei tornata da me. Questo mi dice che anche tu sai che lui non va bene per te!”.

Era vero. Aveva avuto la sua occasione di essere felice con Nathan, ma lasciarsi alle spalle una relazione così lunga non era stato semplice. Inoltre temeva per le sorti dello show. Una relazione tra gli attori protagonisti non è mai consigliabile.

Ma soprattutto aveva avuto paura a lasciarsi andare ad una nuova relazione, a fidarsi di un uomo che sapeva essere un dongiovanni. Perché lasciare il fidanzato di una vita, sicuro e affidabile, per un ragazzaccio mondano e circondato da donne?

Troncare quel flirt sul nascere prima di rimanere scottata le era venuto naturale.

Quello che non poteva sapere era che, anno dopo anno, quella attrazione che aveva provato verso Nathan non sarebbe scomparsa.

Era cresciuta, si era evoluta in un profondo legame emotivo che nemmeno il suo fidanzato o le varie conquiste di Nathan erano mai riusciti a spezzare.

Un breve ronzio sulla scrivania ebbe il potere di creare uno squarcio in quei ricordi e di farle sgranare gli occhi.

Corse a controllare il telefono come se fosse questione di vita o di morte.

L’entusiasmo si spense quando vide che non era Nathan a cercarla.

“Non ti sta pensando”, ribadì Kris, asciutto.

Le passò un tablet che recuperò dal mobile vicino alla porta. Doveva averlo posato lì quando Stana ancora non si era accorta della sua presenza.

Come lei afferrò le estremità dello schermo, lui tolse il salvaschermo mostrandole la pagina sottostante “Sfoglia pure”.

Era una rivista online di gossip che mostrava in copertina una foto di Nathan ad Atlantic City mentre cenava con una donna bellissima.

Vedendo Stana fissare immobile il display, Kris posò un dito sullo schermo e sfogliò lui stesso le pagine.

Un’altra foto. Nathan con una donna diversa.

Un’altra pagina. Un’altra donna ancora.

“Ti basta o sfoglio ancora? Sono cinque in tutto”.

Lei alzò gli occhi velati di lacrime su di lui.

“Non sono io il cattivo in questa storia, piccola”, posò le mani su quelle di Stana che ancora tenevano saldo il tablet “Sto solo cercando di farti aprire gli occhi. Non è cambiato. È il solito di sempre”.

“Hai ragione”, sussurrò a malapena “Sì, forse hai ragione”.

Kris sorrise, visibilmente sollevato.

“Sono io che sono cambiata”, affermò poi “Nathan può fare quello che vuole. Non mi importa”.

Kris corrucciò la fronte visibilmente stupito “Non è vero”.

“Non stiamo insieme. Non mi importa di quello che fa adesso. Non mi importa se non è con la sua famiglia in Canada come credevo”, Kris le lascia le mani ascoltandola con stupore “Non mi importa con quante di loro va a letto”.

“Tu vuoi un uomo su cui puoi contare”, cercò di ricordarle Kris.

Stana annuì “È vero. E so che lui  sarà quell’uomo se io gliene darò l’occasione”.

“Lui ti tradirà!”, alzò la voce completamente spiazzato.

Stana sorrise “Correrò il rischio”, gli rispose con assoluta fermezza.

Una lacrima le solcò una guancia “Lo amo così com’è”, ed essere riuscita a dirlo finalmente ad alta voce fu dannatamente liberatorio. 

“No Stana, non può finire così!” protestò Kris.

Lei gli accarezzò una guancia “È già finita da tanto, lo sai bene. Avevamo le stesse paure. Ti voglio bene Kris, ma non mi basta più. E non basta più neanche a te. Se riuscirai ad ammetterlo anche tu, poi starai meglio”.

“Stana...” tentò di fermarla quando la vide andare verso la porta.

“Vado a parlare con la mia famiglia, a fare i bagagli e una telefonata”, disse aprendo la porta “Non posso più restare”.

 

 

 



Ivi’s corner:

 

Questo capitolo è capitato nella settimana peggiore >.<

Sono felicissima per Stana, ha giustamente coronato il suo sogno e le auguro ogni bene, ma il mio cuoricino Stanathan ha fatto CRACK!

Anyway, the show must go on, giusto? Ancora due capitoli e vi libererete di me! :-*

 

Buona settimana,

Ivi87

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Capitolo 9
*** 9 ***








# 9


 

 

Il profumo del caffè era inebriante e la visione di quei croissants paradisiaca.

Un tripudio di marmellate da assaggiare e bacon croccante da gustare, davanti ai loro occhi.

La colazione sembrava ottima eppure Michael aveva lo stomaco chiuso.

Dopo la grande rivelazione di Nathan, il giorno prima, si era scusato di continuo e anche se era stato perdonato dall’amico, si sentiva ancora in colpa.

Sandra invece mangiava tranquilla, chiacchierando con Nate.

Anche lei aveva completamente frainteso la situazione, perché non si sentiva male come lui?

“Ma come fate ad essere così tranquilli? Io mi sento uno schifo e voi ve la ridete come se niente fosse!”, non resistette Mike “E tu, sei mia moglie! Dovresti farmi compagnia nel mio malessere!”.

Sandra rise scompigliandogli i capelli “Tesoro andiamo, è tutto passato. Abbiamo sbagliato in buona fede e Nate ci ha perdonato. Voltiamo pagina e godiamoci il nostro ultimo giorno qui”, rispose raggiante “Domani lui parte per il Canada e tu che fai? Sprechi la giornata con i sensi di colpa?”.

Nate annuì “Sono d’accordo. Davvero Mike, stai sereno. Troverò il momento adatto per vendicarmi ma ora metti via quel muso lungo. Sono contento di come sono andate le cose. Mi sento sollevato e se tu non mi avessi invitato qui non sarebbe successo. Quindi grazie”.

Quel ringraziamento non lo rincuorò affatto, perché a breve si sarebbe incazzato da morire con lui.

“Aspetta a ringraziarmi”, Mike si passò le mani sul volto “Credevo di aiutarti, così ti ho nasc…”, un potente calcio alle caviglie lo colpì zittendolo.

Riuscì a non urlare ma l’ammutolimento fulmineo insospettì Nathan.

“Cosa stavi dicendo?”, domandò curioso.

Sandra sventolò davanti a lui la mano, cercando di minimizzare “Ma nulla di che… Mike ha nascosto tutte le riviste dell’hotel… sai, quelle con Matthew McConaughey che viene considerato il nuovo Space Cowboy… volevamo evitare che le vedessi ancora in giro…”, inventò sul momento.

Mike la guardò come se fosse un alieno dalla pelle verde e con centinaia di occhi.

Nathan scosse la testa sorridendo “Addirittura! Sei esagerato Mike, bastava girarle a faccia in giù o scarabocchiarle un po’!”scherzò.

Sandra sentì vibrare il suo telefono nella tasca dei jeans, controllò il messaggio e poi propose “Dovresti chiamare l’aeroporto e controllare il tuo volo. Durante le feste fanno sempre casino con le prenotazioni”.

“Non ci avevo pensato ma hai dannatamente ragione!”, constatò Nate, alzandosi subito.

“Alla reception ti fanno telefonare se lo chiedi”, aggiunse Sandra, poi aspettò che Nate fosse uscito dalla sala ristorante per seguire il suo consiglio e diede uno schiaffo al braccio di Mike “Ma sei impazzito! Stavi per rovinare tutto!”, lo ammonì appoggiando con forza i gomiti sul tavolo per sorreggersi la testa “Quando lo imploravo di parlare non c’è stato verso di fargli dire la verità, ora che deve tenere il becco chiuso vuole spifferare tutto!” borbottò tra sè, ignorando suo marito.

“Ti prego, amore, dimmi che sei bipolare! È l’unica spiegazione plausibile!!”, urlò “Sono giorni che mi supplichi di dirgli tutto e adesso invece me lo impedisci?!”.

Sandra scosse la testa sconsolata e mostrò al marito il messaggino appena ricevuto.

“Ora capisci? Prima... tutte quelle innumerevoli volte che ti ho pregato di raccontargli tutto, ecco quello era il momento giusto. Ma ora… lasciamo che le cose si aggiustino da sole”, gli spiegò alzandosi e continuando a spintonarlo verso la reception “Cosa che comunque avresti dovuto fare fin dall’inizio”, gli ricordò nuovamente “Fermo qui, non possiamo andare troppo vicino”, Sandra lo trattenne per la camicia bloccandolo ad una decina di metri da Nathan.

“Mi stai sballottando qua e la, Sandra!”, protestò lui.

 

 

***

 

 

Nathan premette il piccolo campanellino sulla scrivania della reception.

Si appoggiò con il gomito al bancone e attese l’arrivo del consierge.

Spazientito, suonò un’altra volta, guardandosi intorno in cerca dell’omino basso e pelato che da giorni vedeva sempre alla sua postazione di lavoro, impettito in un completo bordeaux.

Un altro colpetto al campanello.

Era divertente quel suono.

Ne diede un altro. E un altro. E un altro ancora, sorridendo ad ogni ‘ding’.

Ne avrebbe assestato ancora uno se una mano non l’avesse afferrato per il polso.

“Mi scuso per averla fatta attendere, posso esserle utile?”, domandò l’omino cercando di non sembrare infastidito.

“Mi potrebbe controllare la prenotazione di un volo?”, domandò Nathan mentre fissava il consierge pulire con un fazzoletto di tela le sue impronte digitali da quel piccolo campanellino “Ehm…per favore”, aggiunse sperando di ritornare velocemente nelle sue grazie.

“Ma certo, signore”, cinguettò una volta compiuta la minuziosa pulizia “Mi scriva nome, cognome e i dati del suo volo e mi aspetti pure su una di quelle poltroncine”, disse allungandogli penna e taccuino.

Quando si diresse verso la piccola saletta d’attesa vicino all’ingresso, fu attirato dalla rivista posata sul sedile di una delle poltrone.

Uno scatto rubato di Nathan mentre cammina per Atlantic City. La sua figura era accompagnata dalle foto di Sasha, Kami, Sandra, Esther e Maggie, ognuna in un tondo e disposte circolarmente attorno a lui.

Le sue spalle si abbassarono istintivamente.

“Nemmeno fossi andato in giro con un insegna addosso…”, mormorò tra sé.

“Dovresti essere più discreto, Nate”, disse una voce alle sue spalle.

Una voce inconfondibile.

Lui si voltò come in quei film con le scene al rallentatore, come se temesse che voltarsi di scatto la facesse scomparire improvvisamente.

Quando fu completamente di fronte a lei, ancora incredulo “S-Stana”, balbettò “Sei qui?”.

Lei gli sorrise e annuì, poi Nate si fece serio “Perchè sei qui?”, domandò non riuscendo proprio a capire. Dovrebbe essere con Kris e la sua famiglia invece di essere lì davanti a lui con un trolley.

“Io…”, Stana era tesa come una corda di violino “Nate…”, si interrompe di nuovo “Ti dovevo assolutamente parlare. Ti devo parlare, Nate. Lo so che sembra tutto così improvviso ma finalmente ho capito...”.

Ancora del tutto spiazzato, Nathan cercava di seguire il suo discorso quando gli cadde l’occhio sulla sua borsetta e più precisamente sul suo contenuto.

Una rivista arrotolata spuntava dalla cerniera semi chiusa della sua Rebecca Minkoff. La riconobbe immediatamente e capì cosa lei cercasse di dirgli.

“Lo so cosa pensi”, la interruppe quindi.

“No, Nate, io…”, Stana cercò di riprendere il discorso ma fu interrotta nuovamente

“So cosa dice quella rivista o i blog di gossip, in questi giorni. E so benissimo che pensi che io sia inaffidabile, immaturo, superficiale... che non prendo nulla sul serio e che non saprei darti stabilità. E sono sicuro che quelle foto non abbiano fatto altro che cementare le tue convinzioni ma, Stana… sono giorni che cerco di andare in profondità circa quello che provo per te e da quando mi hai detto di essere incinta io… l’unica cosa che riesco a pensare sei tu. Con il pancione. E non mi importa se non è il nostro bambino. Lo amo. Lo amo perchè amo la sua mamma”, le parole continuavano ad uscire dalla sua bocca come un fiume in piena “E in quelle foto…”, indicò la rivista nella sua borsetta “Ci sono solo io che ripeto all’infinito tutte queste cose a quelle povere ragazze che si sono offerte di ascoltare i miei sfoghi. Perchè fare finta di nulla e amarti in silenzio non mi sta più bene”.

Un sospiro di sollievo uscì dalla sua bocca, dopo aver terminato la frase.

Stana era completamente rapita da quelle parole. Così ipnotizzata dai quegli occhi blu da non accorgersi di stare trattenendo il respiro.

“Crescerò il tuo bambino, Stana. Possiamo farlo insieme. Ma se non vorrai... questa volta volterò pagina sul serio”, si avvicinò a lei e le prese le mani “Dovevo almeno dirtelo o l’avrei rimpianto per sempre”.

Stana si accorse di aver ripreso a respirare quando percepì il battito del suo cuore così forte da sentirlo nelle orecchie.

Solo in quel momento capì quanto bisogno avesse di sentire quelle parole.

Anche se quello di Nathan era un discorso ipotetico, ovviamente. Lei non era incinta e Mike sicuramente glielo aveva detto. Nonostante questo, sapere che lui avrebbe amato e cresciuto il suo bambino le aveva scaldato il cuore e fatta innamorare ancora di più.

Si liberò dalla presa delle sue mani e lo abbracciò con impeto, lasciandosi sfuggire un gemito liberatorio.

 

 

***

 

 

Sandra si portò le mani alla bocca accompagnando il gesto con un piccolo saltello di felicità.

“Sì!”, esclamò Mike battendo poi il cinque a sua moglie.

“Per questo ti ho impedito di dirgli la verità, a colazione”, iniziò Sandra “Ormai lei stava arrivando e insomma… doveva sentire queste parole. Ogni donna dovrebbe”, sospirò con gli occhi lucidi ancora incollati su di loro “So che Nate glielo avrebbe detto anche dopo aver saputo che Stana non era incinta ma una parte di lei si sarebbe sempre chiesta quanto veritiere fossero quelle parole o se fossero dovute solo alle circostanze, capisci? Ora lei sa quanto lui la ama e cosa è disposto a fare per lei”.

Mike baciò teneramente sua moglie sulla fronte “Ora tocca a lei, però”, disse tornando anche lui a rivolgere lo sguardo sulle due figure  ancora abbracciate, poco distanti da loro.

 


***

 

 

Stana sembrava non voler mollare la presa ora che finalmente era tra le sue braccia.

Se ne accorse solo dopo averlo sentito ridacchiare, felice di essere in quella morsa castana dagli occhi verdi.

Allentò lievemente le braccia slegandole da dietro il collo di Nate e lasciandole morbide sulle sue spalle “Quello che hai detto è bellissimo”, gli sussurrò all’orecchio.

“È solo la verità”, le rispose senza spostarsi di un millimetro; gli piaceva troppo sentire il suo respiro sul collo e trovava quel parlarsi sottovoce all’orecchio molto intimo e sensuale.

Rimasero qualche altro secondo in silenzio poi fu Stana quella a cui scappò una leggera risata “Seriamente hai pensato che mi fossi precipitata qui, mollando la mia famiglia, per dirti che avevo visto le foto e che non approvavo?”, chiese spostando di poco il volto in modo da guardarlo negli occhi.

“In effetti un Sei il solito stronzo via sms sarebbe stato più verosimile”, scherzò lui anche se dietro quella battuta c’era un fondo di verità.

“Non mi sembra di averti mai detto nulla di simile. Non che mi faccia piacere sapere che hai mille ragazze, sia chiaro, ma fintanto che non stiamo insieme sei un uomo libero di fare quello che vuole”, spiegò Stana.

Un sorriso forzato comparve sul volto di Nathan.

“Bellissime parole”, disse serio “Sono una stronzata, ma comunque bellissime parole”aggiunse poi, con un pizzico di sarcasmo.

Stana raddrizzò la schiena sorpresa, senza però sciogliere l’abbraccio.

“Non sono un uomo libero Stana. È vero, non stiamo insieme, ma non sono affatto un uomo libero. Qualunque cosa faccio, lo vedo dal tuo sguardo se ti deludo o se ti ferisco. Se ti aspetto sto male, se cerco di andare avanti e vivere la mia vita mi sembra di tradirti. Non stiamo insieme, ma ogni nostra azione si riflette continuamente sulla vita dell’altro”,  le disse senza astio o rancore “E fa schifo”.

Stana sospirò profondamente appoggiando la fronte contro la sua “Hai ragione, ho detto una stronzata”, sorrise sfregando i loro nasi per poi allontanarsi.

“Dov’è il tuo ragazzo, Stana? Perché sei qui?”, domandò infine.

“Ero con la mia famiglia ma non riuscivo a godermi la loro compagnia. Continuavo a pensare a come ci eravamo lasciati e alla tua faccia quando ti ho detto del bambino. Il pensiero che una volta avuto il bambino avrei dovuto rinunciare davvero a te, a noi...era un pensiero costante che mi ha fatto riflettere”, iniziò a spiegare “Kris ha capito che avevo la testa altrove... dove ce l’ho quasi sempre, ormai. Abbiamo litigato e mi ha mostrato le tue famose foto con quelle modelle. Mi ha ricordato che non mi posso fidare di te e che sei immaturo”, Stana si strinse nelle spalle alzando lo sguardo e puntando lo nei suoi occhi “Tutte cose già sentite e che mi sono raccontata io stessa per anni”.

“Cosa è cambiato, allora?”.

“Io. Io sono cambiata. Mi sono accorta di non essere innamorata di Kris, ma del nostro passato insieme. Lui è praticamente metà della mia vita. Un porto sicuro. So cosa aspettarmi da lui . Le cose tra noi sono semplici e lineari. Nessun intoppo, nessun sconvolgimento”, si fermò per deglutire faticosamente, la gola secca dall’emozione e dal timore di raccontare finalmente tutto quello che provava.

“Sono una che non ha paura di sporcarsi, di sperimentare nuove pietanze, toccare animali pericolosi...” rise al pensiero dei serpenti e dei ragni che aveva accarezzato sia sul set di Castle, sia nei suoi vari viaggi esotici “Ma se si tratta di rischiare in amore? Sono una codarda, cerco la strada più semplice e sicura”, ammise, ormai senza più vergogna.

“Ma tu, tu mi sconvolgi Nate, mi metti in discussione, mi sproni e mi spaventi, sì.. con te corro il rischio di farmi seriamente male... me ne sono resa conto immediatamente, per questo ti ho lasciato per tornare da Kris. Ma ora... sono stanca di sopravvivere. Di accontentarmi. Ho capito che voglio vivere. Voglio correre ogni rischio, perché ne vali la pena. Tu, Nathan Fillion, sei una meravigliosa incognita che non vedo l’ora di scoprire giorno per giorno e mi dispiace da morire di averci messo così tanto per capirlo”, concluse tra le lacrime.

Nate era completamente ammutolito. Riusciva solo a sorridere come un ebete.

“Mi stai dicendo che hai lasciato Kris da solo con la tua famiglia e per di più a pochi giorni da Natale...per me?”, le domandò commosso, continuando a sorridere poiché del tutto incapace di smettere.

“Sono una perfida stronza, lo so”, rise a sua volta Stana, finalmente sollevata.

Lui la abbracciò forte “Sì, ma sei la mia perfida stronza e non ti cambierei con nessun’altra”, la rassicurò baciandole una tempia “E ti prometto che il bambino sarà felicissimo. Sarà il più felice del mondo anche con due papà” aggiunse poi, volendole ribadire il suo totale impegno.

Stana rise più forte “Ho capito, Nate. Sei un uomo meraviglioso, ora smettila di ostentare il tuo adorabile buon cuore”, disse credendo che la sua fosse una battuta per alleggerire la situazione.

Nathan fu sorpreso da quell’uscita “Dico sul serio, Stana”, ripetè, appoggiando una mano sul suo grembo e accarezzandolo dolcemente.

Il sorriso le si congelò sul volto “Lo sai che non sono incinta...vero?”.

Nate la allontanò bruscamente per guardarla bene in volto “Un momento. NON SEI INCINTA?”.

 

 

***

 

 

“Oh cazzo!”, sussultò Mike, cercando istintivamente di svignarsela

Sandra lo afferrò per la maglia trattenendolo.

 

 

***

 

 

Stana corrugò la fronte “Certo che no! Ho avuto un grosso ritardo e ne ero davvero convinta, ma il giorno dopo aver parlato con te la mia dottoressa mi ha confermato invece che non aspettavo nessun bambino”, spiegò brevemente “Mike non te l’ha detto?”, domandò sinceramente stupita.

“MIKE LO SAPEVA??!!”.

 

 

***

 

 

“Merda, merda, merda”, continuava a ripetere con i  nervi a fior di pelle.

“Sapevi che sarebbe arrivato questo momento, amore”, Sandra lasciò la presa dalla sua maglietta e gli prese la mano “Coraggio, andiamo da loro.

 

 

 

 




 

Ivi’s Corner:

 

Mike corriiiiiiii, ti ospito io nel bunkeeerrr *-*-*-*

Aahahahahah no, seriamente, resta e chiarisci una volta per tutte u.u

Quanto sono pucci pucci Nathan e Stana *__________*

Adoro Sandra bipolare. ADORO.

 

Sono indietrissimo con le risposte alle recensioni, chiedo perdono!

Prometto che rimedierò al più presto!

 

A mercoledì prossimo con il finale!

 

 

Ivi87

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Capitolo 10
*** 10 ***








# 10



 

 

Mike camminava nervosamente avanti e indietro nella sala d’attesa dell’aeroporto.

“Andiamo, Nate”, cercò nuovamente di instaurare un discorso ma era difficile quando l’interlocutore si rifiuta di parlare.

Da quando avevano lasciato l’hotel Nathan non aveva rivolto la parola all’amico.

Nemmeno mentre dividevano tutti e quattro lo stesso taxi o mentre attendevano il loro turno al banco del check in.

Stana e Nathan infatti avevano deciso di trascorrere almeno un paio di giorni insieme a Los Angeles prima di andare a fare visita rispettivamente alle loro famiglie per le vacanze di Natale.

Stana in particolare aveva molte spiegazioni da dare ai suoi genitori per il modo improvviso in cui li aveva lasciati e dopo la piccola rivelazione avvenuta nella hall del loro albergo anche Mike e Sandra decisero di anticipare il loro volo per Los Angeles.

“Per quanto tempo avete intenzione di andare avanti con questo mutismo?”, insistette Mike.

Nate e Stana si scambiarono un’occhiata eloquente e accennarono un piccolo sorriso, continuando ad ignorarlo.

“Non capisco, ragazzi, dovreste essermi grati!”, disse sperando di cavarsela sfoderando il suo collaudatissimo sorriso.

“Infatti. Ti siamo abbastanza grati da non prenderti a pugni”, ruppe il silenzio Nate.

“Ma non così grati da fartela passare liscia”, concluse Stana.

“Ma ho mantenuto il segreto solo per tre giorni, non tre mesi! E te lo stavo per dire questa mattina ma mia moglie me l’ha impedito!”, spiegò indicando Sandra “Scusa amore, mal comune mezzo gaudio”.

Sandra spalancò la bocca, sorpresa “Ormai Stana era già qui, tanto valeva che si chiarissero da soli, cosa che è avvenuta e a proposito...”, congiunse le mani portandosele davanti alla bocca e si strinse nelle spalle “...sono così contenta per voi due!!”.

Stana sorrise e la abbracciò “Grazie Sandra per avermi aiutata. Volevo chiamare Mike, ma l’ultima volta mi aveva mandata via...”, scoccò una finta occhiataccia all’uomo.

“Ancora mi sembra impossibile”, si lamentò Nathan “Ti sarebbe bastato farmi parlare con lei quel giorno”.

“Ma non sarebbe cambiato nulla! Avreste continuato a girarvi attorno come sempre senza concludere niente e facendovi solo del male”.

“Non era una decisione che spettava a te prendere”, lo rimbeccò Nate.

“Lo so, ok, mi dispiace. Vi chiedo scusa. In quel momento mi sembrava la cosa migliore per entrambi. Col senno di poi capisco che forse mi sono intromesso troppo...”.

Nathan alzò un sopracciglio “Forse?”.

Stana prese la mano di Nathan, attirando così la sua attenzione “Non ha tutti i torti Nate. Le cose che mi ha detto quel giorno erano vere e mi hanno fatto riflettere molto insieme all’idea che se fossi davvero rimasta incinta io e te avremmo dovuto chiudere ogni ponte”.

“Visto?”, Mike si illuminò.

Stana riprese la parola “Capisco perché tu mi abbia mandata via ma avresti dovuto dirgli del bambino. Credevo davvero che tu gliene avessi parlato”.

“Volevo farlo infatti... non subito... ok, ho fatto un casino”, ammise infine sconsolato.

“Decisamente!”, “Esatto!” e “Ci puoi giurare” furono le risposte di sua moglie, Stana e Nathan.

Poi scoppiarono tutti e tre a ridere lasciando Mike attonito.

Si riprese solo quando vide Sandra respirare affannosamente e si precipitò accanto a lei.

La donna li rassicurò immediatamente, portandosi una mano alla tempia “È stato solo un capogiro, non preoccupatevi”.

Mike fu visibilmente sollevato “Vedi cosa succedere a prendere in giro tuo marito?!”, scherzò.

Nate offrì il suo braccio come sostegno e la accompagnò ad una delle poltroncine della sala d’attesa “Siediti, Sandra, nelle tue condizioni devi stare comoda”.

Stana si sedette prontamente accanto a lei e vide Sandra impallidire per l’affermazione di Nathan.

“Le m-mie condizioni?”, domandò stupita.

Anche Mike sembrò spaesato “Cosa intendi?”.

“Beh mi sembra ovvio, ragazzi...”, Nate guardò Sandra e le sorrise “Ultimamente ti vedo più stanca, affaticata. Non tocchi alcolici da giorni e hai rifiutato il sushi. Sandra, tu adori il sushi. Mangeresti solo quello”.

Lei arrossì e annuì leggermente con la testa.

Stana spalancò la bocca collegando mentalmente tutti i pezzi del puzzle “Oh mio Dio! Congratulazioni!”, e si sporse dalla sua poltroncina per abbracciare Sandra.

“No scusate, non ho capito...”, commentò Mike del tutto spaesato “Sei... incinta?”.

“Si, genio!”, rispose Nathan dandogli un pugno sul braccio “Come diavolo hai fatto a non accorgertene?!”.

“Ma... io...”.

Sandra scosse la testa e sorrise “Era occupato a cercare di salvare il suo migliore amico dalle grinfie di questa qui”, rispose in sua difesa, indicando Stana alla fine della frase.

“Per questo quando ti hanno proposto questo servizio fotografico eri così elettrizzata...”, realizzò solo ora.

Lei annuì “Già, quasi sicuramente sarà l’ultimo che mi potrò permettere per molto tempo”.

“Oh, Sandra”, Mike non riuscì più a dire altro. Si inginocchiò davanti alla poltroncina abbracciando sua moglie.

Stana si alzò per lasciare loro un po’ di privacy e si affiancò a Nathan, legando le braccia attorno alla sua vita “Alla fine c’era veramente una gravidanza in tutta questa storia”, disse.

“Un momento”, Mike si voltò di scatto impedendo a Nate di rispondere alcunché “Tu sapevi che è incinta e non me l’hai detto?”.

Nathan si strinse nelle spalle e sfoderò la sua miglior espressione da santarellino “Ma non te l’ho detto solo per tre giorni”, ripetè di proposito le parole del futuro padre “Mi sembrava la cosa migliore per entrambi”, aggiunse poi, ammutolendo Mike.

“Non è bello essere tenuti all’oscuro, eh?”.

Mike si alzò e si mise di fronte a lui e Stana “So già che questa storia mi perseguiterà a vita”, borbottò tra sé “Potete perdonarmi?”.

Stana si fece pensierosa “Mmm, tu cosa ne dici?”, chiese rivolta a Nate.

“Credo ci sia un unico modo per risolvere definitivamente la questione”, sentenziò Nathan “Ma dovremo rimandare a quando saremo a casa”.

Mike acconsentì, ignaro del piano dell’amico. Ora doveva preoccuparsi solo di Sandra e di farle trascorrere un volo sereno e piacevole.

L’aiutò ad alzarsi quando chiamarono il loro volo e si avviarono all’imbarco.

“Aspetta un secondo”, Nathan fermò Stana tirandola per la borsetta “C’è una cosa che muoio dalla voglia di fare sin da quando sei arrivata ad Atlantic City”.

Lei sorrise quando lui le prese il volto tra le mani e finalmente la baciò.

E se anche ci fosse stato qualche altro paparazzo nelle vicinanze, beh almeno questa volta avrebbero avuto una vera notizia da pubblicare.

 

 

***

 

 

Nathan scrutava le spade appese alla parete di casa sua con estrema attenzione.

Scegliere l’arma migliore per un duello non è cosa facile.

Ci sono molti fattori da tenere in conto.

Impugnatura. Maneggiabilità. Leggerezza. Dimensioni.  

Si prese il suo tempo. Chiuse gli occhi e lasciò che fosse l’istinto a guidarlo.

Quando li riaprì, aveva fatto la sua scelta.

A passo veloce uscì dal proprio vialetto per imboccare immediatamente quello del suo vicino.

Trovò Sandra e Stana a chiacchierare in salotto. Quando le due donne lo videro, la bionda esclamò “Davvero, Nate?”, sollevando un sopracciglio incredulo.

Stana si limitò a sorridere e scuotere la testa.

“Un uomo deve fare quello che deve fare”, rispose solamente, con estrema serietà “Dov’è il mio avversario?”, domandò poi.

Mike lo raggiunse in quel preciso istante “Sono qui. E sono pronto a chiudere la questione una volta per tutte”.

Stana si alzò incrociando le braccia “E’ questo che hai fatto mentre io sono andata a disfare i bagagli? Organizzavi un singolar tenzone con le spade laser di Star Wars?”, domandò cercando di mantenere compostezza e serietà.

Nathan non cercò nemmeno di negare “Esattamente”, ammise fiero.

“Regola numero 1”, proseguì rivolgendosi al suo sfidante “Niente colpi sotto la cintura. Tu avrai anche già procreato, ma io no!”.

Le braccia di Stana caddero di peso lungo i suoi fianchi “Di questo poi ne riparliamo, Mr. Fillion!”.

Nathan le sorrise e proseguì con l’elenco “Regola numero 2: se vinco io darai il mio nome a tuo figlio”.

Ora fu Sandra a replicare “No scusate, quando le avete stipulate queste regole?”.

“Mentre eri in doccia, via sms, ma stai tranquilla piccola, vincerò sicuramente io!”, le disse Mike.

“Si, fidati! Regola numero 3”, Nathan si bloccò pensieroso “Non mi viene in mente nient’altro… insomma se vinci tu, ti perdono, se vinco io oltre a dare il mio nome al pargolo mi pagherai da bere per un anno!”, espose alla veloce.

“Ci sto!”, affermò con estrema sicurezza.

Sandra aveva le mani nei capelli. Adorava Nate ma non aveva intenzione di dare il suo nome al piccolino. E se fosse stata femmina? Nathania? No. Lei e Stana dovevano prendere in mano la situazione.

Bastò infatti uno sguardo d’intesa perché si capissero al volo.

Mentre Mike e Nathan si posizionavano a 20 passi di distanza e accendevano le rispettive spade, le donne avanzarono verso il centro occupando lo spazio vuoto lasciato dai due.

“Che ne dite se io e Mike invitassimo te e Stana a cena ogni domenica? Potrebbe diventare una tradizione carina, no? E Mike vi potrebbe… non so… prestare la baita in montagna dei suoi genitori?”.

Nathan alzò le spalle “Sì, potrebbe andare”, disse cercando di restare indifferente.

Stana gli si avvicinò “Va più che bene, Nate! E sono abbastanza sicura che troverai svariati modi umilianti per fargliela pagare”.

Da dietro le spalle di Sandra, Mike arricciò le labbra in un sorriso triste e commuovente.

“Oh, va bene! Ma devi mandarmi almeno cinque video idioti di te vestito da Homer Simpson!”, cedette infine.

“Cosa? No!”, urlò Mike.

Ma poi Sandra si voltò a guardarlo. Poco amorevolmente.

“Ok, uno magari”.

“Tre! Prendere o lasciare”, rilanciò Nathan.

Mike sbuffò “Sei ingiusto! Ti farò i tre video, ma tu ammetti che non ho avuto completamente torto!”.

Nate guardò Stana. Ne avevano discusso in volo.

Forse davvero senza l’aiuto dei loro amici ora non sarebbero insieme. Forse ci sarebbe solo voluto di più.

Non lo sapranno mai, però. Quello che sapevano per certo è che alla fine tutto si era risolto per il meglio e… forse sì, Mike non aveva tutti i torti.

Stana formò una C con l’indice e il pollice destro mostrando così a Mike il gesto universale che indica una piccola quantità.

“Un pochino, Mike!”, aggiunse Nathan a voce. “Non ti allargare”.

 “Bene!”, disse Sandra, impedendogli di proseguire oltre con i loro battibecchi “Possiamo considerare chiusa questa faccenda”.

“Veramente”, Nathan tossì “Io volevo giocare con le spade laser!!”.

Mike si rivolse alla moglie “Anche io, per favore!”.

Nonostante li conoscesse bene, Sandra ammutolì. Poi sollevò le braccia in segno di resa.

“Rompete qualcosa e io poi rompo un osso a voi!”.

I due esultarono ignorando la minaccia, pronti a ricominciare la battaglia.

Fu Stana questa volta a tossire “E se noi invece andassimo a casa tua a giocare con la tua spada laser?”, domandò a bassa voce.

Nathan la sollevò “Questa?”.

Lei scosse la testa “No”, addolcì lo sguardo e si mordicchiò un labbro “L’altra tua spada laser…”.

Nathan avvampò.

“Ciao, Mike!”, esclamò afferrando Stana per mano e trascinandola fuori. 

E mentre Sandra rideva, un Jedi affranto lasciò cadere la propria arma “Non vale così, però”, poi alzò il capo “Ma significa che ho vinto per abbandono, giusto?”.

Sandra lo baciò sulla guancia e mise la sua grande mano sulla propria pancia “Che ne dici se mi porti in camera a fare un riposino? I Jedi portano le loro mogli in braccio?”.

Mike accarezzò quel ventre ancora piatto immaginando il futuro pancione con un piccolo Trucco all’interno. La prese in braccio e rispose “Assolutamente sì”.

 

 

FINE

 

 

 

Angolo dell’autrice:

 

E anche questa pazza avventura è giunta al termine!

Vi ringrazio tantissimo per aver fatto questo viaggio insieme, spero vi siate divertite quanto me!

Grazie mille per le bellissime recensioni, anche Mike ringrazia per i cazziatoni che gli avete fatto ahahahahahahahah

 

A presto!

 

Ivi87

 

*special thanks*

Fania, Dia, Etta, Trillioners del mio cuor, questa ff è soprattutto merito vostro!

Un bacione gigante tutto per voi!

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