With A Little Help From My Friends di ivi87 (/viewuser.php?uid=119692)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
With
A Little Help From My Friends
#
1
“Non
ti capisco Nathan”.
Nei
camerini degli Studios c’era una
piccola discussione in corso tra Nathan e Luke Reichle, lo stilista e
costumista dello show.
“Cosa
c’è che non va nei tuoi vestiti?”,
domandò Luke.
Nathan
sorrise “Nei miei vestiti? Nulla!
Io parlo di quelli di Castle”.
Luke
era un guru nel suo ambito e riuscire
a fargli cambiare idea era per tutti impossibile.
Beh,
quasi. Lui e Stana andavano d’amore e
d’accordo e a lei ovviamente tutto era concesso. Nathan non
si sarebbe stupito
se un giorno Luke l’avesse proclamata sua modella e musa
ispiratrice.
“Vesto
Richard Castle in maniera
impeccabile, Nate!”, rispose lo stilista.
“Esatto!”,
Nathan colse la palla al balzo
“Anche troppo! Sembra che abbia solo camicie e completi
coordinati? Non hai una
normalissima maglietta?”.
Luke
strabuzzò gli occhi “Una...”, quasi
non riusciva a pronunciare il nome di quell’indumento
“...m-maglietta?”,
domandò con aria sconvolta.
L’espressione
sul suo volto fece sorridere
Nathan.
“Niente,
lascia perdere Luke”, scosse la
testa ed uscì dai camerini.
Un
brusio attirò la sua attenzione verso
un gruppetto di persone appena fuori dal set che ricreava
l’interno del
distretto.
Man
mano che le persone si dispersero,
riuscì a scorgere l’assistente di Stana mentre le
porgeva un bicchiere d’acqua.
Appena
la ragazza lo vide avanzare nella
loro direzione riprese il bicchiere ormai vuoto e lì
lasciò da soli.
“Ti
sei sentita poco bene?”, chiese
Nathan, sorpreso.
Fino
a poco fa gli era sembrata in ottima
forma.
“Solo
un lieve giramento di testa”, Stana
sorrise nervosamente “Non ti devi preoccupare”,
concluse la frase posandogli la
mano sul braccio, prima di allontanarsi.
Stana
Katic era una delle migliori attrici
in circolazione e Nathan ormai in questi anni aveva imparato a
conoscere ogni
sfumatura della sua recitazione.
Per
questo gli era stato facile capire che
stava mentendo.
Strinse
gli occhi osservando la sua figura
sinuosa camminare verso la roulotte del trucco.
Decise
di lasciar correre per il momento.
Forzarla
a parlare non aveva mai portato
buoni risultati.
Nathan
lo aveva imparato in quel breve
periodo che avevano passato insieme, quando lei e il suo fidanzato si
erano
momentaneamente lasciati.
Troppo
breve, purtroppo.
Mentre
Nathan iniziava ad innamorarsi di
Stana, lei stava già ponderando l’idea di
perdonare il suo ex.
E
così l’aveva lasciata libera senza dirle
quello che provava.
Non
voleva mettersi in mezzo ad un
rapporto così solido e duraturo.
Stana
e Kris, per quello che ne sapeva
lui, stavano insieme da una vita.
Come
tutte le coppie di lunga data c’erano
degli alti e bassi, ovviamente.
La
loro breve relazione era frutto di uno
di quei ‘momenti bassi’.
Non
sapeva nemmeno dire come era riuscito
a tornare a lavorare con lei come se niente fosse.
Jon
e Seamus lo distolsero da quei
pensieri, raggiungendolo.
“Ci
si rivede tra un paio di mesi,
allora?”, lo abbracciarono a turno.
Nathan
annuì “Buon Natale, ragazzi”.
La
pausa invernale era già arrivata e le
ultime riprese prima dello hiatus si erano concluse da una decina di
minuti.
Passò
dal suo camerino per controllare di
non aver lasciato nulla fuori posto e poi si avviò
all’uscita degli Studios.
Vide
il suo autista già pronto ad
accoglierlo con la portiera dell’auto aperta. Poco distante,
Stana scendeva le
scale della fermata della Metro.
Controllò
l’ora. Era da poco passata l’una
di notte.
Le
inviò un messaggino.
“Troppo
tardi per l’ATP. Salverai il mondo
domani alla luce del sole”.
Attese
qualche minuto e la vide riemergere
dalla scalinata della Metro.
"Accetti
un passaggio?", le
chiese una volta che gli fu vicina.
Stana
sembrò esitare. Non era da lei
essere così indecisa.
Nathan
cercò i suoi occhi e quello sguardo
la convinse.
"Ti
ringrazio", mormorò appena.
Lasciò
che salisse per prima e poi si
infilò in auto con lei.
Nathan
comunicò il cambio di destinazione
all'autista.
Improvvisamente
sui sedili posteriori calò
il silenzio.
Stana
si torturava incessantemente le
mani.
"Ti
senti meglio?", Nathan
decise di provare a rompere il ghiaccio.
"Te
l'ho detto, non era nulla" rispose
nervosamente.
Lui
annuí, poco convinto.
"Torni
a casa per le vacanze?",
decise allora di cambiare argomento "Natale in famiglia?".
"Sí,
partiamo tra pochi giorni"
confermò.
Quel
plurale non passò inosservato ma
Nathan si sforzò di sorridere.
"Io
torno in Canada con Jeff tra un
paio di settimane", proseguí sul tema neutrale delle vacanze.
Un
altro paio di chiacchiere a vuoto e il
silenzio tornò a regnare nell'abitacolo.
Solo
i suoni della città provenienti dai
finestrini leggermente abbassati facevano da sottofondo.
"Nathan",
Stana ruppe il
silenzio, mantenendo lo sguardo rivolto verso le luci fluorescenti
della città
"Sono incinta".
Ne
aveva sentite di notizie sconvolgenti
nella sua vita.
Quando
gli avevano comunicato che sarebbe
rimasto sordo dall'orecchio sinistro per il resto dei suoi giorni era
stato
davvero un bel colpo.
Ma
questo. Questo era di gran lunga
peggiore.
Questo
decretava la fine di tutto.
La
fine dei sorrisini maliziosi e degli
sguardi rubati.
Dello
sfiorarsi per sbaglio
senza
dare nell'occhio.
Piccole
cose in effetti, ma che avevano
imparato a farsi bastare.
Ora
che stava per diventare madre e che
con Kris avrebbe formato una famiglia, sapeva di dover rinunciare a lei
completamente.
L'auto
si fermò dolcemente, costringendolo
a parlare prima di vederla scendere.
"Sarai
una buona mamma", le
disse con un piccolo sorriso in volto.
Non
poteva farle semplicemente le
classiche congratulazioni perchè non sarebbero state
sincere.
Decise
di dirle l'unica cosa che sentiva
di pensare veramente.
Stana
appoggiò la mano sulla sua. Chiuse
gli occhi e la strinse forte "Grazie" rispose, poi scese dall'auto
richiudendosi la portiera alle spalle.
Da
solo, su quei sedili posteriori, sentì
la rabbia montare veloce. Strinse la pelle degli interni con tutta la
sua
forza. Poi lasciò la presa e scagliò un pugno sul
finestrino.
"Signore,
tutto bene?", domandò
l'autista.
Nathan
si era dimenticato di lui.
"La
porto a casa?", chiese
subito dopo.
"Sì,
grazie", gli rispose
educatamente.
Ma
non era casa sua quella in cui entrò,
una volta giunto a destinazione.
Imboccò
il vialetto della villetta accanto
alla sua e cominciò a bussare forte.
Non
ricevendo alcuna risposta, Nathan si
attaccò al campanello.
Michael
Trucco, suo amico da una vita,
aprì la porta brandendo una mazza da baseball.
"Accogli
sempre gli ospiti con quella
in mano?", domandò Nate entrando in casa senza troppe
cerimonie.
Ivi’s
Corner:
Sono
tornata, con una Stanathan che è
molto più di una Stanathan.
È
il racconto di un’amicizia e non una
qualsiasi!
Non
conoscete i Trillion? Beh, state per
conoscerli!! :)
Etta,
Fania, Dia... mie compagne
Trillioners, un bacione grosso!
Rachi,
mia beta di fiducia, sei
impagabbbbbile! (ma un giorno ti pagherò con un biglietto
aereo per Starling
City, lo prometto!)
A
presto :-*
Ivi87
|
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Capitolo 2 *** 2 ***
#
2
Quando
Nathan aprì gli occhi capì che la
sera precedente doveva essere crollato sul divano dell'amico.
Cercò
di mettersi a sedere ma una fitta
alla testa lo travolse.
"Cazzo
che male!", alzò la testa
di fronte a sé e incrociò lo sguardo di Michael,
seduto su un piccolo tavolino
da caffè.
"Mi
hai colpito con quella dannata
mazza?", domandò confuso.
"Per
quanto sarebbe stata legittima
difesa colpire l'idiota che si è attaccato al mio campanello
alle 2 di notte,
no Nate", allungò il braccio verso una bottiglia ai piedi
del divano e la
sollevò "Hai fatto tutto da solo".
Il
liquido ambrato si agitò all'interno
della bottiglia imitando lo stomaco di Nathan.
"Mi
sento malissimo", borbottò
massaggiandosi il volto.
Con
una rapida occhiata all'orologio sul
suo polso vide che era quasi mezzogiorno.
"Ti
va un pò di caffè, Nate?" la
voce di Sandra lo colse di sorpresa. Gli porse la tazza fumante e si
sedette
accanto al marito.
Nathan
bevve un lungo sorso di quel caldo
caffè.
Non
avrebbe sistemato le cose, certo, ma
fu comunque piacevole. In bocca il sapore del liquido scuro e di fronte
a lui
due dei suoi amici piú cari.
"Stana
è incinta", e dirlo ad
alta voce fu devastante e al tempo stesso liberatorio.
"Lo
sappiamo", esclamarono
insieme i due coniugi.
Vedendolo
spaesato Mike aggiunse
"L'hai ripetuto per tutta notte".
Nathan
si lasciò andare di peso contro lo
schienale del divano.
"Mi
sembra un incubo", confessò
ai due "Non so nemmeno se ne ha già parlato con Andrew e
Terri".
Michael
alzò un sopracciglio "È
questo il problema? Lo show?", domandò ironico.
Sandra
gli diede un colpetto sul braccio
"Certo che no! Il problema è che Nate non è certo
un rovina famiglie! Se
Stana e Kris avranno un bambino tutto quello che c'è tra lei
e Nate non avrà
più importanza. Stana è molto legata alla
famiglia, non lascerebbe mai il padre
di suo figlio. Non senza un'ottima ragione".
"E
io non lo sono", Nate
concluse il ragionamento dell'amica "Non fa una piega!".
"Non
era quello che intendeva",
Michael corse ai ripari "Ma è vero, lo sai che la tua
immagine di playboy
cozza un pò con il concetto di famiglia".
"Se
ben ricordo sono single, giusto?
Non devo rendere conto delle mie azioni a nessuno, mi pare",
quell'argomento era sempre un pò tabú per lui
"Lei non lo sa come sono
quando ho una relazione seria perchè non ha voluto restare
per scoprirlo. È
tornata da quello
quasi subito!".
"Lo
so Nate, non sto cercando di
difenderla. Credo solo sia meglio provare a vedere la situazione da
entrambi i
punti di vista" Sandra si alzò dal tavolino appoggiando
affettuosamente
una mano sulla spalla di Nathan e li lasciò soli.
"Solidarietà
femminile", Michael
scosse la testa con un piccolo sorrisino in volto che
contagiò anche Nathan.
"Scusa
per stanotte", disse,
dopo aver bevuto un altro sorso di caffè.
"Non
ti preoccupare", lo
rassicurò Mike "Sono contento che tu sia venuto qui.
Chissà cosa avresti
combinato a casa da solo".
Michael
gli sorrise benevolo comprendendo
bene lo stato d'animo dell'amico "Su, vai a darti una rinfrescata e poi
fila a casa tua a cambiarti" gli ordinò, scherzando.
Nathan
si alzò, obbediente e lo abbracciò,
cogliendolo di sorpresa "Sei un amico" gli disse prima di sparire in
bagno.
Michael
sbuffò piú volte, passeggiando
avanti e indietro per il suo soggiorno, dispiaciuto per Nathan.
Era
vero, forse Nate non aveva la
reputazione piú immacolata del mondo ma non viveva certo con
leggerezza le sue
relazioni serie.
Nel
corso degli anni ne aveva avuto la
prova. La storia con Mikaela faceva acqua da tutte le parti ma Nathan
aveva
dato anima e corpo affinchè funzionasse. Lo stesso con
Christina, anche se non
sapeva bene cosa fosse andato storto tra i due.
Se
solo Stana l'avesse permesso, Nathan
sarebbe stato il principe azzurro che tutte le ragazze sognano, Mike ne
era
certo.
Invece
lei gliel'aveva riconsegnato col
cuore spezzato. E forse era stato proprio dal quel momento che non era
piú
riuscito ad avere una relazione duratura.
Guardò
una sua foto con Sandra e,
egoisticamente, si sentí fortunato.
Erano
sposati da molti anni ormai e la
loro vita andava sempre meglio.
Un
leggero bussare alla porta lo distolse
da quei pensieri.
Aprì
senza pensarci troppo ma quando la
vide si maledì per non aver guardato dallo spioncino.
"Hey
Mike", lo salutò Stana in
evidente imbarazzo.
Ma
tra i due il più a disagio era
sicuramente lui.
"Hey
Stana...", istintivamente
ridusse la visibilità all'interno della casa cercando di
tenere aperta la porta
solo lo stretto indispensabile per poter parlare con lei.
Pregò
affinché Nate non arrivasse proprio
in quel momento.
"Che
sorpresa...", aggiunse poi.
Sembrava
molto nervosa "Cercavo
Nathan ma non è in casa", spiegò "È
qui da te...o sai dove possa
essere?".
Farla
entrare o mandarla via?
Mike
adorava Stana, ma Nate era il suo
migliore amico e in quel momento era praticamente un derelitto.
"Mi
dispiace non lo vedo da
ieri" recitò.
O
almeno è quello che si disse mentalmente
per giustificare quella bugia.
"Forse
è già tornato in Canada. Hai
provato a chiamarlo?".
Stana
si stupì del tono insolitamente
basso che Michael stava usando.
"Perdonami,
ti sto disturbando. Ma
devo proprio parlare con lui e non riesco a trovarlo", Stana si stava
agitando e non riusciva a stare ferma sul posto "Ieri gli ho detto una
cosa non vera e non posso aspettare fino a gennaio per parlargli".
Mike
spalancò gli occhi improvvisamente
più attento "Cosa intendi, gli hai mentito?!".
Stana
captò fin troppo bene il tono
risentito di Michael e capì.
Capì
che lui sapeva tutto e che
bisbigliava per non farsi sentire da Nate.
"Mike...
lui è qui?".
"Prima
rispondi alla mia
domanda", si rese conto di intromettersi in affari non suoi ma da
quando Stana
e Nathan avevano iniziato questo loro strano flirt lui e
Sandra, volenti
o nolenti, ne erano stati più volte tirati in mezzo.
"Non
gli ho mentito. Ne ero davvero
convinta", Stana scostò qualche secondo lo sguardo,
imbarazzata a parlarne
con lui "Stamattina sono stata dalla mia dottoressa. Non sono incinta,
Mike. Sono solo molto stressata".
Michael
si ritrovò ad esserne sollevato.
C'era
ancora speranza, allora.
"Posso
parlare con lui, ora?",
aggiunse Stana.
"Lascerai
Kris?", le domandò
invece Mike a bruciapelo.
Stana
restò spiazzata. Non riuscì a
formulare alcuna risposta.
"Non
è cambiato nulla, giusto?",
Mike non voleva essere meschino ma sentiva di dover almeno provare ad
aiutare
il suo amico.
Stana
continuava a restare in silenzio.
"Forse
dovreste passare queste
vacanze in tranquillità e risentirvi tra qualche settimana.
Adesso non aspetti
un bambino, ma il mese prossimo? E quello dopo? Stana... lascialo
andare".
Lui
stesso si stupì di quello che aveva
appena detto.
Stana
arretrò con gli occhi umidi. Gli
sembrò di vederla lievemente scuotere la testa ma se ne
andò senza dire altro.
Michael
chiuse la porta e vi si appoggiò
sopra.
Sua
moglie spuntò dietro l'angolo della
cucina con le mani puntate sui fianchi e lo sguardo interrogativo
"Nathan
ti prenderà a pugni appena saprà che l'hai
mandata via", la voce di Sandra
espose chiaramente quello che lui stesso stava pensando.
Ivi’s
Corner:
Ohhsssantocielo!!
Michael Trucco cosa
faiiiiii???!!!
L’ha
mandata via, capite??? Ma io non so!
Chi le scrive queste cose! ^____^
A
mercoledì prossimo con i Trillion!
;)
Ivi87
|
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Capitolo 3 *** 3 ***
# 3
"Glielo
devi dire", bisbigliò
Sandra.
"Lo
so. Lo farò!", rispose
Michael con la voce ancora più bassa.
"Subito,
Mike. Vai di sopra e
diglielo subito!".
"Glielo
dirò, ma non sono sicuro che
questo sia il momento adatto...".
Nathan
si appoggiò alla parete e li
osservò bisticciare, divertito da quel siparietto.
"È
esattamente questo il momento
adatto!", insistette Sandra.
"Non
è un bene per lui. Sta cercando
di andare avanti e dirglielo ora sarebbe come fare un passo indietro",
ribattè prontamente suo marito.
La
coppia si fronteggiava sussurrando e
gesticolando tanto che Nathan non riuscì più a
trattenersi "Vi prego, non
fatevi problemi ad urlare e tirarvi i piatti se dovete!".
Sandra
e Michael si zittirono
immediatamente.
"Nate...ahahah...n-no
ma cosa
dici...", balbettò Mike "Cosa hai sentito?",
domandò poi
allarmato.
"Con
quel volume così basso? Solo se
avessi l'udito dei cani vi avrei potuto sentire", rise avvicinandosi a
loro.
"Vi
ho disturbati anche troppo, me ne
torno subito a casa", Nathan si tastò improvvisamente le
tasche
guardandosi attorno "Dove ho lasciato il mio telefono? Sarà
sicuramente
scarico...".
Lo
vide abbandonato ai piedi del divano e
si diresse a recuperarlo.
"No!",
urlò Mike con un braccio
proteso in avanti.
Nathan
e Sandra si voltarono verso di lui,
attoniti.
"Voglio
dire... non credo che
dovresti stare a casa da solo" caricare
il telefono e sentire i
messaggi che probabilmente Stana ti avrà lasciato nella
segreteria telefonica
"...Non ti farebbe bene...", Mike cercò di arrampicarsi
sugli specchi
meglio che poté.
Nathan
aggrottò la fronte
"Okay...", recuperò comunque il suo telefono e se lo mise in
tasca
"Cosa dovrei fare secondo te? Trasferirmi da voi?", chiese ironico.
Mike
si illuminò "Perchè no?!
Potrebbe farti bene!", e inoltre avrebbe potuto controllarlo a vista.
La
risatina nervosa di Sandra echeggiò
nella stanza "Tesoro, scordi che siamo in partenza?".
"Inoltre
la mia famiglia mi aspetta
in Canada", aggiunse Nathan.
Mike
si portò le mani sui fianchi.
Tutta
la famiglia di Nathan adorava Stana.
Lo avrebbero convinto nel giro di un’ora a chiamarla
facendoli ritornare
entrambi al punto di partenza.
"Oh,
andiamo, ci sono ancora parecchi
giorni prima di Natale. Ti prometto che sarai a Toronto in tempo per le
festività!", Michael sfoderò la sua miglior
espressione innocente ma Nate
era ancora titubante.
"Non
lo so Mike...", aveva
davvero voglia di staccare la spina e rivedere la sua famiglia "Dove
dovreste andare?", domandò.
"Ho
un servizio fotografico ad
Atlantic City. Una cosa veloce... tre o quattro giorni al massimo",
spiegò
Sandra.
Atlantic
City era una versione più
contenuta ed economica di Las Vegas, di conseguenza Michael era al
settimo
cielo.
La
sua faccia al solo sentirne il nome ne
era un chiaro esempio.
Emanava
raggi di pura gioia che sperava
tanto arrivassero sino a Nate.
Le
sue sopracciglia infatti si alzarono di
colpo "Atlantic City, hai detto?".
Obiettivo
raggiunto.
***
In
meno di un’ora Nate aveva già fatto i
bagagli e avvisato la famiglia della sua piccola deviazione.
Le
sue nipotine erano un pochino risentite
con lui ma promise loro un piccolo souvenir e una dose extra di coccole
e
divertimento.
“Problemi?”,
in aereo, Michael approfittò
del posto vuoto accanto a Nate per raggiungerlo.
“Tutto
a posto”, lo rassicurò “Jeff ti
saluta”.
Mike
sorrise benevolo ma non era quello
che voleva sapere.
Si
schiarì leggermente la voce “Hai fatto
in tempo a ricaricare il telefono?”, domandò
fingendo disinteresse.
“Non
completamente ma abbastanza per
resistere fino all’hotel”.
Mike
lo scrutò in volto per capire se
Stana fosse riuscita a contattarlo “Ok”,
mugugnò, il volto di Nate sembrava
tranquillo e rilassato “Bene…”.
“Volevi
chiedermi qualcosa?”, Nathan capì
che l’amico aveva qualcosa in mente.
Mike
scosse la testa “No, no, non ci hanno
dato i posti vicini perciò volevo solo controllare se fosse
tutto a posto…”.
Nathan
sorrise “Mike, lo so che ieri sera
non ero in me, ma in questo esatto momento sto piuttosto bene,
perciò torna
accanto a tua moglie, ok? Non voglio rovinarvi il viaggio. Ho accettato
il
vostro gentile invito ma cercherò di starvi alla larga il
più possibile, va
bene?”, diede un’affettuosa gomitata al braccio di
Mike consapevole della sua
preoccupazione.
“Ehi
non ci rovini il viaggio, ok? Sei un
amico in crisi mistica amorosa ed è mio dovere distrarti e
non farti pensare a
‘tu
sai chi’ ”, Mike
virgolettò le ultime parole con le mani.
Nate
scosse la testa sorridendo “Stai
paragonando Stana a Voldemort?”.
“Io?
Nah, solo non credo che ricordartela
ogni cinque minuti sia d’aiuto. La rivedrai in ogni caso a
Gennaio quindi se
anche per qualche giorno non la nominiamo non mi sembra un grave
problema”,
esclamò con convinzione .
“Apprezzo
quello che fai Mike ma non nominarla
non cambia il fatto che io la ami....”, rispose ora molto
serio “...o che sia
incinta del suo fidanzato”.
Lo
stomaco di Mike fece una capriola.
Sandra
aveva ragione. Non dirgli la verità
sarebbe solo una tortura inutile.
Aprì
la bocca per vuotare il sacco ma Nate
lo anticipò.
“Però,
sai cosa? Staccare la spina è lo
scopo di questo viaggio, giusto? Quindi sì, ok. Non la
nominerò e non penserò a
lei in questi giorni!”, disse con improvvisa determinazione
“Voglio dire,
stiamo andando ad Atlantic City! Nemmeno avrò il tempo di
pensare a lei!”.
Mike
tornò a respirare, contento dello
spirito grintoso che l’amico aveva appena ritrovato. Era un
palese tentativo di
autoconvincimento, certo. Ma almeno non si stava ubriacando o piangendo
addosso
come la sera precedente.
Un
netto miglioramento!
Il
suo piccolo segreto poteva aspettare
ancora un giorno o due.
In
fondo che fretta c’era?
Dirglielo
ora comporterebbe solo nel
dirottamento dell’aereo da parte di un attore pazzo
d’amore che non vorrebbe
altro che correre a strisciare ai piedi di una donna ancora indecisa.
E
non sarebbe un bene per nessuno
dei due.
“Sono
d’accordissimo!”, rispose quindi,
orgoglioso del suo piano.
I
due sancirono l’intesa raggiunta
battendosi il pugno.
“Lo
sai che ti vibra il telefono da quando
ti sei seduto qui?”, domandò infine Nate
che fino a quel momento aveva
cercato di ignorare il fastidioso suono.
Mike
sorrise “Lo so, sono le nostre fans.
A proposito, sarebbe carino se rispondessi anche tu così non
intaseranno solo
il mio account!”.
Nate
aggrotto la fronte “Non mi collego da
qualche giorno, aspettavo di finire le riprese per avere più
tempo libero…”,
istintivamente prese il cellulare ed attivò la connessione
controllando di non
essere visto dalle hostess “Cosa intendi con 'le nostre fans'?”.
“A
quattro ragazze piace la nostra
amicizia e hanno deciso di chiamarci Trillion”,
spiegò Mike guardando la
raffica di notifiche comparire sul display del telefono di Nate.
“Trillion?
Mmm, carino, ma non capisco perchè il tuo nome debba stare
davanti”, scherzò
Nathan prendendo in giro l’amico.
Michael
roteò gli occhi, divertito “Perche
Filucco fa
schifo, Nate!”.
Ivi’s
Corner:
ihihihihihihih *fifififi* e chi saranno mai queste
quattro ragazze pazze??? Le trovate qui insieme a tutti i tweet di Mike
in
attesa che convinca anche Nate a rispondere xD ---> Trillion is the way
Tra l’altro, Atlantic City l’ha scelta proprio
Michael
Trucco!
Anyway, ho visto che siete divise tra chi pensa che
Mike si stia impicciando e dovrebbe lasciar risolvere a Nathan e Stana
le loro
questioni e c’è chi invece crede che Mike abbia
fatto bene ad allontanare Stana
per il bene dell’amico.
Mmmm avete ragione un pò
tutte e anche Mike se ne sta
rendendo conto.
Voleva davvero dirglielo in aereo
ma Nate l’ha
interrotto! eheheh
Ritenta, Mike! Sarai più
fortunato! :p
Cosa ne dite di Mike e Sandra? Io
li trovo adorabili
*-*
A
mercoledì prossimo!
Ivi87
|
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Capitolo 4 *** 4 ***
# 4
La
hall dell'albergo brulicava di persone
impegnate a fare il check in e il check out.
Era
fondamentale stare molto attenti a non
inciampare nei bagagli altrui vista la quantità di trolleys
che sfrecciavano
davanti a loro.
"Affollato"
mormorò con un
pizzico di irritazione Sandra.
"Fantastico!"
e
"Meraviglioso" furono le risposte dei suoi due accompagnatori.
Si
stavano dirigendo verso la reception
quando un piccolo gruppetto di ragazze urlanti corse verso di loro.
Nate
e Mike si scambiarono un'occhiata
d'intesa.
Capitava
loro di frequente.
Le
ragazze li raggiunsero e si gettarono
tutte addosso a Sandra, abbracciandola.
Mike
scosse la testa e la inclinò verso
Nate "Modelle", gli spiegò.
Nathan
annuì e sorrise.
Capì
che doveva essere da molto che non si
ritrovavano tutte insieme per lo stesso servizio fotografico.
Quando
le urla e i saluti cessarono,
Sandra le presentò.
Le
due bionde erano Kami e Sasha. La mora
si chiamava Esther mentre le due modelle castane erano Maggie e Adriana.
"Vi
ricordate di mio marito
Mike?", domandò infine alle ragazze.
In
risposta le cinque modelle sventolarono
le loro adorabili manine intonando in coro un "Ciao Mike".
"A
cuccia, ragazze", scherzò
Sandra quando vide Mike arrossire.
"E
questo pretty boy?",
domandò con un forte accento spagnolo Adriana.
Mike
si riprese "Lui è il mio amico
Nate. È un attore anche lui", precisò sapendo
bene quanto la parola
'attore' faccia impennare le quotazioni di un uomo agli occhi di una
donna.
Soprattutto
agli occhi di quelle cinque
che immediatamente si allontanarono da Sandra per andare ad avvolgere
Nathan.
"Ciao
ragazze", le salutò con il
suo miglior sorriso.
"Hai
un volto famigliare in effetti,
ma sai, non abbiamo molto tempo per guardare la televisione"
commentò
Sasha stringendosi di più dal suo braccio.
"Ma
puoi sempre raccontarci di tutti
i tuoi ruoli", aggiunse Esther.
Kami
si alzò sulle punte per sussurrargli
"Siamo ottime ascoltatrici".
Lo
sguardo attonito di Nathan fece ridere
le cinque ragazze. E pure Mike.
"Fate
le brave!", le richiamò
Sandra "Ci vediamo tra un'ora sul set".
"Guastafeste",
le sentì
sussurrare mentre le modelle a malincuore si allontanarono.
"Come
riesci a comandare tutti a
bacchetta così!?!", le chiese Mike.
"Talento
naturale",rispose
Sandra, lasciandogli un veloce bacio a fior di labbra, poi si
accostarono al
bancone della reception in attesa di essere serviti.
Un
forte sospiro li costrinse a voltarsi.
Lo
sguardo di Nathan era ancora perso nel
vuoto "Amo Atlantic City".
***
Un’ora
dopo Sandra raggiunse le sue
colleghe modelle lasciando i due uomini in compagnia delle carte gioco.
Il
tavolo verde a cui erano seduti Nate e
Mike ospitava altre tre persone.
Nathan
lanciò al centro del tavolo una
serie di fiches prima di estrarre il telefono dal taschino interiore
della
giacca per poi posarlo accanto al suo bicchiere di Scotch.
Il
gesto non sfuggì a Michael.
Da
quando erano usciti dalle loro stanze
Nate non faceva altro che prendere e riporre il telefono.
“Stai
aspettando una telefonata da
Voldemort?”, Mike gli diede una leggera gomitata per attirare
la sua attenzione
e gli fece l’occhiolino, sorridendo.
Il
nomignolo dato a Stana durante il volo
era utilissimo ora per evitare che orecchie indiscrete come
giornalisti,
paparazzi, o addirittura gente comune pronta a tutto pur di vendere uno
scoop,
si immischiasse nei fatti loro.
Inoltre
Mike temeva che Stana ignorasse il
suo discorsetto e rivelasse all’amico di non essere incinta.
Superficialmente
sembrerebbe una notizia
fantastica ma in realtà servirebbe solo a ritrascinare
entrambi nella assurda
situazione che vivono da anni ormai.
Nate
accennò un sorriso e scosse la testa
“Sono io che sto lottando per non chiamarla”.
Vederlo
rattristarsi gli fece venir voglia
di sputare fuori tutta la verità, ma non poteva.
Nathan
si meritava almeno un paio di
giorni di svago.
Stana
stava lentamente dominando ogni aspetto
della sua vita e questo non andava affatto bene.
Non
se lei non era pronta a ricambiarlo
totalmente.
Gli
posò amichevolmente una mano sulla
spalla e puntò anche lui le sue fiches.
“Cosa
le vorresti dire?”, chiese infine.
Nate
si strinse nelle spalle “Vorrei solo
sapere se sta bene. Quando l’ho riaccompagnata a casa era
così pallida”.
“Sono
sicuro che sta bene”, lo rassicurò
Mike “Tamala o addirittura Andrew ti avrebbero avvisato se ci
fosse qualcosa di
grave”.
Nathan
annuì “Hai ragione. Basta, siamo qui
per divertirci”, rimise il telefono in tasca e per il resto
della serata non lo
guardò più.
Le
puntate non erano altissime. Non erano
giocatori d’azzardo, non si sarebbero mai sognati di
sperperare in quel modo i
loro guadagni.
Ma
la fortuna girò a favore di Nathan che
vinse $ 1000 mentre Mike ne perse $ 700.
Seduti
al bancone del bar sorseggiando i
loro drinks Mike mise una mano sulla spalla dell’amico
“Ti spiacerebbe non
menzionare a Sandra della mia piccola perdita?”.
Nathan
rise “Ti tiene in pugno, eh?
Tranquillo amico, ho le labbra cucite”.
Mike
sorrise ringraziandolo.
Era
possibile provare invidia anche per
questo?
Di
non avere nessuno con cui litigare?
Evidentemente
sì. Perché era quello che
sentiva Nate.
Avrebbe
dato tutti i suoi averi per poter
tornare a casa a litigare con Stana per aver perso a poker.
“Tutto
bene?” domandò Michael vedendolo
pensieroso.
Nate
sorrise benevolo “Si... riflettevo
sul detto ‘Sfortunato al gioco, fortunato in
amore”, poi si fece serio “Avrò
anche vinto io” pronunciò alzandosi dallo sgabello
“Ma è andata meglio a te”.
Si
diresse verso gli ascensori lasciando
Mike da solo al bar.
Non
aveva senso scaricargli addosso di
nuovo il suo malessere.
Qualunque
cosa facesse per distrarsi e
dimenticarla, finiva comunque per pensare a lei.
Colei
che non poteva essere nominata, ma
che comunque risiedeva costantemente nei suoi pensieri.
Anche
se aspettava un figlio da un altro.
Anche
se sicuramente si sarebbero sposati
e creati una famiglia tutta loro.
E
sapeva che sarebbe stato così.
Kris
c’era da molto prima e questo non lo
poteva cambiare.
Ha
le sue stesse radici e valori e per
quanti sforzi facesse, Nate non avrebbe mai potuto competere.
Sapeva
benissimo di dover accettare tutto
questo.
Eppure
ancora gli era impossibile.
Sul
tavolino accanto all’ascensore
troneggiavano alcune riviste.
Nathan
gli diede una rapida occhiata
mentre attendeva che le porte si aprissero.
Quella
più visibile dalla sua angolazione
mostrava in copertina l’attore Matthew McConaghey in tutto il
suo splendore con
accanto la scritta, in caratteri cubitali,
‘America’s Space Cowboy’ in
riferimento al suo ultimo film uscito nelle sale,
‘Interstellar’.
“Questo
è troppo! Me ne vado a dormire!”,
e il ding dell’ascensore
gli spalancò
le porte verso i piani superiori dell’hotel.
Ivi’s
corner:
No,
scusate c’è un solo Space Cowboy a
questo mondo! Tanta roba anche Matt, per carità :)
Ce
l’avete tutte con il povero Mike...
Vuole solo che per tre/quattro giorni il suo
migliore amico si rilassi e stacchi la
spina. Tre miseri giorniniiiii dopo anni di frustration ahahahah
Su,
su, c’è chi mantiene i segreti per
moooolto più tempo!
Abbiate
fiducia, vi divertirete!
Buon
resto della settimana! :-*
Ivi87
|
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Capitolo 5 *** 5 ***
#
5
La
colazione lo attendeva nella sala
ristorante già da venti minuti.
Quando
raggiunse Mike e Sandra al loro
tavolo aveva la faccia di uno che non aveva chiuso occhio.
“Nate
ti senti bene?”, domandò Sandra con
premura.
Dalle
parole che gli disse la sera
precedente al bancone del bar, Mike intuì il motivo
dell’insonnia.
Nathan
si sforzò di sorriderle “Ho dormito
male”, le rispose, ricevendo in cambio un sorriso di
comprensione.
Non
c’era bisogno di tante parole con i
suoi amici.
Dopo
aver sognato Stana che si sposava con
Kris o che giocava con il loro bambino era rimasto sveglio a
chiedersi se
doveva mandarle dei fiori o dei palloncini con la scritta
‘congratulazioni’.
Patetico
sotto ogni punto di vista.
Probabilmente
nemmeno uno strizzacervelli
avrebbe potuto fare molto, ormai.
Mike
invece era sempre all’erta, temendo
un’improvvisa chiamata di Stana.
“Ti
ha chiamato tu sai chi?”,
domandò cauto “È per questo che non hai
dormito?”.
Nathan
sbuffò “Me lo chiederai ogni
giorno? No, non mi ha chiamato. Perché dovrebbe?
Sarà al settimo cielo per la
gravidanza”.
Sandra
quasi si strozzò con il sorso di
cappuccino che stava bevendo.
Suo
marito ancora non aveva detto la
verità a Nate.
“Tieni
amore, bevi dell’acqua”, Mike le
buttò il
bicchiere quasi in gola, per tenerla occupata.
Mentre
Sandra tossiva e cercava di
ricomporsi Mike disse “Ma comunque è un bene, no?
Lei va avanti per la sua
strada e tu per la tua. Era questo lo scopo del viaggio,
giusto?”.
“Si...”,
mormorò Nathan “Se ci riesco...”.
“Michael,
ti posso parlare un secondo?”,
Sandra si alzò in piedi pretendendo di essere seguita dal
marito.
“Tesoro,
non vedi che il nostro amico ha
bisogno di sfogarsi con noi?”, Mike le lanciava occhiate
imploranti verso la
sua sedia.
“No,
no, per carità, non voglio esservi di
peso. Questo è soprattutto il vostro viaggio, io mi sono
praticamente
imbucato... sapete non ho molta fame, restate pure. Me ne torno in
camera”,
Nate si congedò tornando verso gli ascensori.
Lo
videro prendere una rivista dal
tavolino lì accanto e nasconderla sotto altre tre o quattro
prima di sparire
dietro le porte.
Mike
e Sandra ignorarono quel gesto e lei
tornò a sedersi, pizzicando violentemente il braccio del
marito.
“Ahia!!
Ma sei impazzita?”, sbottò l’uomo
per il dolore.
“Tu
sei impazzito!”, rispose a tono Sandra
“Non può finire bene Mike! Lo sai, se la
prenderà con te!”.
“Come
te lo devo dire che è per il suo
bene?!”.
“Buona
fortuna! Te ne servirà tanta quando
finalmente glielo spiegherai!”, gli diede un bacio sulla
guancia e si alzò
nuovamente “Vado a cambiarmi con le ragazze, dobbiamo
incontrare il fotografo
sul set tra un’ora”.
***
Uscito
dall’ascensore Nate incrociò due
delle modelle amiche di Sandra, Kami e Maggie.
“Ciao
pretty
boy”, lo salutò Maggie.
“Che
faccino sbattuto”, aggiunse Kami.
Nate
sorrise “Siate buone, ho avuto una
nottataccia”.
Kami
accostò l’indice alle labbra con fare
sexy “Poverino, potevi chiamarci”,
suggerì squadrandolo dalla testa ai piedi.
“Avremmo
potuto raccontarti la favola
della buona notte”, disse Maggie mordendosi il labbro
inferiore.
Le
due risero davanti alla sua espressione
da ebete “Peccato” dissero insieme superandolo.
Nate
era abituato alle attenzioni
femminili ma gli faceva sempre un certo effetto all’inizio.
Si riprese
velocemente e altrettanto rapidamente mille pensieri vorticarono nella
sua
testa.
Chiodo
scaccia chiodo si dice, giusto?
Ma
quante volte aveva provato a
dimenticare Stana andando con altre donne?
Era
mai servito a qualcosa?
Ma
è anche vero che ogni lasciata è persa.
Lei
sta andando avanti. Si sta creando una
famiglia.
Lui?
Lui al momento ha solo cinque
modelle che flirtano con
lui.
“Ragazze”,
le chiama appena prima che
entrino nell’ascensore “Come faccio a chiamarvi se
non ho i vostri numeri?”.
***
Mike
frugò nei cassetti del comodino in
cerca del suo pass per accedere al set fotografico.
Nathan
era chiuso in camera da ore a
dormire e il senso di colpa di Mike cominciava a imporsi
prepotentemente.
Trovato
il piccolo oggetto di plastica, se
lo legò al collo con la cordicella e raggiunse Sandra sul
set.
L’assistente
del fotografo lo portò nei
camerini dove sua moglie si stava preparando.
Lo
vide riflesso nello specchio e gli
sorrise “I sensi di colpa ti stanno mangiando vivo,
vero?”.
Mike
prese una sedia e la accostò a quella
di Sandra “Mi conosci troppo bene. Piccola… ho
bisogno che mi dici che sto
facendo la cosa giusta”, appoggiò i gomito sulle
ginocchia e si afferrò la
testa.
“Tesoro,
ho giurato di non mentirti mai il
giorno del matrimonio”, rispose Sandra, ridendo.
“Non
è divertente”, bofonchiò
l’uomo
sollevando di poco al testa “Sta a pezzi e non so che
fare”.
“Non
avresti dovuto mentirgli sin
dall’inizio e se dici un’altra volta che
è per il suo bene ti affogo nella
crema idratante”, lo minacciò lei agitando il
tubetto formato maxi che aveva da
poco finito di usare.
“Ma
è così! O almeno lo era… ora non ne
sono più tanto sicuro…”, ammise Mike
mettendo il broncio.
Sandra
addolcì lo sguardo “Dì la
verità a
Nathan, è la cosa giusta. Spiegagli che volevi solo
proteggerlo e si sistemerà
tutto”.
Mike
annuì “Lo so”, però poi
aggiunse “Ma
correrà da lei e nemmeno questo è
giusto”.
Sandra
gli regalò una carezza sulla
guancia “Non è compito tuo prendere questa
decisione, tesoro. Non puoi
impedirgli di soffrire, puoi solo stargli accanto e sostenerlo delle
sue
decisioni. Buone o brutte che siano. L’amicizia è
un po’ come il matrimonio”.
“Ma
senza il sesso!”, proseguì Michael.
“Preferibilmente,
ma se voleste provare…”,
Sandra rise dandogli un leggero colpetto sul braccio.
Mike
decise di non mollare il discorso “Mi
stai autorizzando a tradirti con Nate? Guarda che potrei farci un
pensierino!”.
Sandra
strizzò gli occhi scuotendo al
testa “Oh no, come potrei competere con quegli occhioni blu.
Vincerebbe lui
sicuramente!”.
Mike
sorrise, malizioso “Mmm...non saprei,
fammi rivedere un attimo i tuoi...”, le prese il mento tra il
pollice e
l’indice e incatenò i loro sguardi
“Bellissimi!”.
Kami
sbucò all’improvviso da dietro le
spalle di Sandra “Awww, quanto siete carini”
esclamò interrompendoli “Ma fossi
in voi non mi preoccuperei per il vostro amico. Ha già tutti
i nostri i
numeri!”.
Kami
ammiccò divertita e avanzò
oltrepassandoli, mostrando uno stacco di coscia da far invidia a
modelle molto
più famose.
Si
fermò sulla soglia dei camerini “Lo
tratteremo bene, promesso”, si premette due dita sulle labbra
e lanciò un
bacetto nella loro direzione prima di sparire sul set.
“Le
tue amiche sono sempre così
aggressive?”.
Mike
non ebbe tempo di aggiungere altro
“Vola a dirgli la verità!”,
urlò puntando un dito in direzione degli ascensori.
“In
tutta franchezza gli amici non impediscono
agli amici di fare sess…”.
“Vola!”,
Sandra scattò in piedi con le
mani sui fianchi.
Mike
indietreggiò verso l’uscita,
bloccando ogni altra parola gli venisse in mente per obiettare.
Ivi’s
corner:
Quanto
mi volete bene? Quanto??!!
Ahahahahahahahahah
Cinque
modelle in tre giorni, ce la farà
Nate? :p
Non
disperate e non spezzate anche voi i
braccini al povero Mike che c’è già
Sandra per quello! xD
Buon
proseguimento di settimana :-*
Ivi87
|
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Capitolo 6 *** 6 ***
# 6
Dopo
svariati tentativi, finalmente Nathan
aprì la porta a Mike.
“Ce
ne hai messo di tempo, amico. Sono
passato ogni ora a controllare se tu fossi ancora vivo”, Mike
entrò nella
stanza fermandosi al centro.
“Ho
passato la notte in bianco, dovevo
recuperare”, rispose Nate, poi guardò
l’orologio “Wow, è già ora di
pranzo!”
esclamò stupito di aver dormito tutta la mattina.
Mike
non aggiunse nient’altro. Restò lì
impalato con le mani sui fianchi fissando un punto indefinito.
“Tutto
bene? Dobbiamo aspettare Sandra?”,
domandò dirigendosi in bagno per sciacquarsi il volto.
Non
ottenne risposta, così uscì dal bagno
con ancora la salvietta tra le mani.
Mike
sembrava un’anima in pena.
“Ti
devo parlare”, esordì infine.
Nathan
sorrise “Anche io”, recuperò un
bigliettino e glielo sventolò davanti al naso.
Michael
lo afferrò sapendo bene cosa
fosse.
I
numeri di telefono delle colleghe di
Sandra danzarono sotto ai suoi occhi.
“Già,
a proposito di questo, Nathan…”
iniziò Mike.
Nate
lo afferrò per le spalle “Amico,
avevi ragione! Grazie per avermi convinto a venire qui con voi. Mi ci
voleva
proprio!”, strinse la presa con enorme entusiasmo e si
riappropriò del prezioso
foglietto “Ora so cosa devo fare!!”, si
allontanò verso l’ingresso e si infilò
la giacca.
“Aspetta…
dove stai andando?”, lo bloccò
Mike.
Nathan
sorrise “A cercare un ristorante
per cenare con…” guardò i nomi su quel
pezzetto di carta e scelse a caso
“Mmm...Sasha!”, aprì la porta ma sulla
soglia si voltò “Volevi parlarmi, ora
che ci penso”.
“Ehm...Naaa,
volevo chiederti se volevi
cenare con noi…”, inventò Mike sul
momento.
“Scusa
Mike”, Nate gli fece l’occhiolino
“Non aspettarmi alzato!”, scherzò infine
uscendo dalla stanza.
Rimasto
da solo, Mike si accasciò sulla
sedia più vicina.
Una
parte di lui era felice. Insomma,
Nathan era un uomo adulto e poteva fare quello che voleva.
Cinque
modelle? Ammettiamolo. Sarebbe
stato il sogno di ogni uomo.
In
quel momento il suo migliore amico era
il Dio del rimorchio.
Avrebbe
dovuto battergli il cinque e
offrirgli da bere a vita invece di essere così preoccupato.
Già,
era preoccupato. Perchè sognava per
Nathan quello che lui aveva con Sandra.
Non
era sicuro che Stana fosse la risposta
alle sue preghiere, ma di sicuro nemmeno spassarsela con cinque modelle
sembrava una soluzione.
Erano
una soddisfazione a breve termine,
ma poi?
O
forse era proprio quello che gli
serviva? Forse Nathan si sarebbe reso conto che annegare i propri
dispiaceri
nel sesso non l’avrebbe condotto da nessuna parte.
Forse
non sarebbe andato fino infondo. Era
una strada che aveva già provato altre volte, in fin dei
conti.
Ci
riflettè per qualche secondo.
E
pensò a cosa gli avrebbe detto Sandra.
Sono
fottuto.
***
Quella
sera Sasha indossava un
aderentissimo abito paillettato color argento che rifletteva ogni
singola fonte
di luce del ristorante.
Da
vero gentiluomo, Nathan le scostò la sedia dal tavolo
permettendole di
accomodarsi.
“Eravamo
curiose di sapere chi sarebbe
stata la tua prima scelta”, rivelò lei, senza il
minimo cenno di disagio.
Erano
modelle. Viaggiavano per il mondo in
continuazione senza mai il tempo per fermarsi e mettere radici.
Una
relazione seria...?! Nemmeno
a parlarne.
Non
fu quindi una sorpresa per lui vederle
così propense a cercare solo del sano
“intrattenimento”.
Nathan
sorrise. Poteva capire benissimo.
“Credo
di aver scelto bene, no?”, le
rispose sfoggiando uno dei suoi più disarmanti sorrisi.
Sasha
sorrise di rimando “Ci sai fare pretty boy”,
aprì il menu senza
distogliere gli occhi dai suoi “Ma ci so fare anche
io”.
***
Mike
e Sandra rientrarono in albergo verso
l’una di notte.
Mano
nella mano uscirono dall’ascensore
diretti verso la loro camera.
Trascorsero
una piacevole serata tutta per
loro, senza parlare di lavoro e della vita amorosa dei loro amici ma
ripiombarono alla realtà quando videro Nathan uscire dalla
stanza di Sasha.
Quando
si accorse di loro, fece
l’occhiolino a Mike e gli diede una pacca sulla spalla
“Comincio a sentirmi
meglio, sai?”.
Superandoli,
lasciò i due a bocca aperta
in mezzo al corridoio ed entrò nella propria camera.
Mike
deglutì con forza preparandosi al
peggio “In questo momento mi piacerebbe poterti dire che sono
riuscito a dire
tutta la verità a Nathan ma... direi che è
piuttosto ovvio di no”.
Sandra
si voltò verso di lui con estrema
calma “In questo momento mi piacerebbe dirti che entreremo
nella nostra camera
e faremo sesso sfrenato come programmato ma... direi che è
piuttosto ovvio di
no”, disse candidamente lasciandolo lì impalato.
Michael
fissò la porta della sua stanza e
poi quella di Nathan decidendo quale delle due prendere a testate.
Ivi’s
corner:
Mike,
Mike...sei fottuto sì. E pure tanto!
Ho
come il sentore che sia meglio andare a
chiudermi nel bunker...riemergo mercoledì prossimo ^_^
Buon
proseguimento di settimana!
Ivi87
|
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Capitolo 7 *** 7 ***
# 7
La
mattina dopo nella hall dell'albergo
Michael tartassò Nathan di domande.
"Mike,
lo sai bene che un gentleman
non scende mai nei dettagli", lo ammonì Nate ridendo sotto i
baffi.
"Se
divorzio sarà solo per colpa
tua!!", commentò esasperato Mike.
Nate
corrugò la fronte "E perchè
mai?".
Già,
Mike.. perchè? Perchè Stana non è
incinta e ti ho allontanato da lei contro il parere di Sandra?
Michael
si riprese velocemente, scacciando
quei pensieri.
"Perchè
esci con le sue
amiche!", rispose invece "Vedi in che situazione mi metti?"
"Non
esagerare. Siamo tutti adulti e
in grado di intendere e di volere, non capisco di cosa vi preoccupiate
tu e
Sandra".
“Siamo
i tuoi migliori amici e vogliamo il
meglio per te”, Mike divenne molto serio.
“E
io lo apprezzo tantissimo, ma credimi
se ti dico che sto bene. Stana è incinta. È una
cosa che non posso cambiare e
sto cercando il modo migliore per accettarla”.
“E
le modelle ti sono d’aiuto?”, domandò
Mike con malcelato scetticismo.
Forse
sì, in questo momento si sente
meglio, ma Michael sa che è solo un rimedio momentaneo.
Il
senso di colpa lo stava divorando. Se
Nate era in quella situazione era per la sua piccola omissione.
“Io
ti devo davvero parlare, Nate”.
La
suoneria di un messaggino li
interruppe.
“Perdonami
ma devo scappare. Ho un brunch
con Adriana prima che torni sul set”, gli disse dandogli
quella che secondo lui
doveva essere una leggera pacca sulla spalla ma che invece
spostò di almeno un
passo Mike “Me ne parli più tardi, ok?”,
esclamò a voce più alta mentre si
allontanava.
Sandra,
che aveva assistito alla scena, si
avvicinò al marito, incrociando le braccia sul petto, mentre
quest’ultimo si
massaggiava la spalla colpita.
“Beh,
non possiamo dire che non sia pieno
di energie. Ti ricordi in che stato era ridotto quando giaceva
sofferente sul
nostro divano? Sta decisamente migliorando!”, Mike
pronunciò quelle parole
sfoggiando un sorriso smagliante.
“Non
gliel’hai ancora detto, vero?”,
chiese solamente Sandra.
“Ogni
volta che cerco di parlargli
sparisce con una delle tue amiche!”, cercò
immediatamente di giustificarsi.
“E
di chi è la colpa?”, insistette Sandra.
Mike
sfoderò nuovamente la carta del ‘sorrido sperando di cavarmela’.
“Delle tue
amiche”, rispose poi “Sono loro che
si sono appolipate a lui”.
“Hai
tre secondi per cambiare risposta”.
“Allora
è colpa di Stana. Lei gli ha
incasinato il cervello!”.
Sandra
si alzò sulle punte e diede un
dolce bacio al marito, intenerita nel vederlo con quel broncio
adorabile “Adoro
il modo in cui proteggi le persone a cui tieni, ma devi lasciare che
risolvano
i loro casini
da soli”.
Mike
annuì “Lo so. Glielo dirò,
promesso”.
***
Nel
camerino di Sandra, Mike stava parlando
alla porta socchiusa del bagno, mentre sua moglie si cambiava
d’abito.
“Lo
so che ti ho promesso di parlargli ma
è un po’ difficile se sparisce ogni volta con una
ragazza di versa”, borbottò
Mike “Prima la cena con Sasha, poi il brunch con Adriana. Ora
è fuori chissà
dove con Kami”.
“Sembri
una moglie gelosa”, scherzò Sandra
spuntando con la testa dalla porta.
Il
cellulare vibrò nella tasca di Michael
annunciando un tweet.
Quando
lo lesse non riuscì a trattenersi
dal ridere.
“Cosa
è successo?”, Sandra finalmente uscì
dal bagno vestita con dei semplici jeans e una t-shirt.
Mike
le passò il suo telefono. Le ragazze
che chiamavano lui e Nathan Trillion
gli avevano mandato un tweet.
“Se
Nathan non fosse così…
‘occupato’...
avrebbe tempo di rispondere a queste simpatiche ragazze”,
ribadì Mike.
Sandra
lo spettinò amorevolmente “Dai,
andiamo a cercare l’altra metà dei Trillion
e lo portiamo via da Kami”.
“Aspetta…ecco
fatto, ho risposto al loro
tweet”, disse contento dando un ultima occhiata alla home di
Twitter “Ma
cosa…?”, Sandra si voltò a guardarlo
sentendo il tono preoccupato della sua
voce.
Michael
stava scorrendo freneticamente su
e giù il pollice sullo schermo “Merda!”
“Tesoro?”,
lo incitò a parlare Sandra.
Si
fermò su un tweet e aprì una foto, poi
voltò il telefono verso sua moglie.
Era
una foto di Nathan a cena con Sasha la
sera precedente.
“E
ce ne sono molte altre di oggi con
Adriana e con Kami”, esclamò Mike “Devo
avvisarlo immediatamente”.
***
Dopo
aver trovato mille messaggi in
segreteria, Nathan raggiunse Mike e Sandra con Kami al suo fianco nella
hall
dell’hotel.
“Kami?
Non eri con Adriana?” domandò
sorpreso.
“È
andata a chiamare la sua famiglia via
Skype”, spiegò Kami “Così le
ho dato il cambio!”, terminò la frase facendo
l’occhiolino a Sandra e Mike.
Michael
boccheggiò, esasperato.
“Credo
che la situazione ti sia sfuggita
di mano, Nate!”.
Nathan
e Kami si scambiarono un’occhiata
interrogativa “Di cosa stai parlando?”,
domandò poi l’uomo.
“Di
queste!”, Mike mostrò a Nathan le foto
che circolavano su twitter “Per fortuna non sei uscito anche
con Esther e
Maggie!”.
Kami
si schiarì la voce “Veramente c’erano
anche loro fino a poco fa”.
“Già,
avevano finito di cambiarsi e ci
hanno raggiunto...”, Nate lasciò cadere il
discorso quando vide l’espressione
scioccata di Mike “Rilassati, sono solo delle foto”.
Sandra
si fece avanti vedendo il marito in
seria difficoltà “Siamo solo preoccupati che
queste foto ti si ritorcano
contro... sappiamo che sei libero di fare quello che vuoi, solo che a
volte le
persone tengono comportamenti autodistruttivi senza nemmeno
accorgersene...”,
cercava di essere il più delicata possibile.
“Comportamenti
autodistruttivi?”, Nathan
proprio non capiva
“Ragazzi, non sono né
alcolizzato né drogato”, scherzò.
“Vuoi
davvero fare finta di niente?”,
domandò Mike “Con me? Il tuo migliore
amico?”.
Ulteriori
tweet segnalarono l’uscita di altre
foto “Fantastico”, esclamò Nathan che
ancora reggeva in mano il telefono di
Mike.
“Una
conquista al giorno per Fillion che
batte ogni record”, lesse ad alta voce.
Quando
alzò gli occhi vide Esther,
Adriana, Maggie e Sasha arrivare alle spalle di Kami.
“Mi
dispiace ragazze”.
“Ehy,
nessun problema. Siamo modelle”,
rispose per prima Esther.
Sasha
annuì “Ci attribuiscono una reazione
diversa ogni settimana”, aggiunse con una alzata di spalle
“Se andassi a
parlare col barista ci darebbero per fidanzati in procinto di
sposarci”.
“Già,
lo so bene”, era capitato altre
volte anche a lui “Tu sei sposato da mille anni, Mike, ti
devi essere
dimenticato di cosa voglia dire”.
“Forse,
ma nel vostro caso non c’è nulla
di inventato, insomma... sappiamo tutti benissimo cosa sta succedendo
qui...”,
disse Mike con convinzione “E siete fortunati che ci sono
solo foto di voi
seduti a cena o mentre camminate. Avreste potuto venire beccati in
situazioni
ben più compromettenti!”.
Nathan
e le ragazze si guardarono
perplessi “Tipo?”, esclamarono tutti insieme.
“Oh,
andiamo...”, Mike allargò le braccia
e si voltò verso Sandra cercando il suo appoggio
“...non sono stupido”.
Sandra
si alzò sulle punte e gli sussurrò
all’orecchio “Temo che ci siamo
sbagliati”.
Mike
la guardò con sguardo interrogativo.
Era
impossibile sbagliarsi.
Era
tutto molto evidente.
Kami
improvvisamente si portò le mani alla
bocca “Oddio, le foto!”, realizzò.
Mike
era ormai esasperato “Sì, Kami,
grazie, è proprio quello di cui stiamo parlando!”.
Le
lo ignorò e continuò a guardare Nathan
“Stana le vedrà... mi dispiace”.
Mike
quasi si strozzò con la sua stessa
saliva “S-Stana?”.
“Oh
no, Nate ci dispiace tanto”, dissero
anche le altre ragazze.
Sandra
cominciò a collegare tutti i pezzi
ma il suo cellulare squillò prima di poter dare qualche
indizio a suo marito.
Si allontanò per rispondere.
“Cosa
ne sapete voi di Stana?”, domandò
Mike sorpreso.
Due
giorni fa a malapena sapevano chi
fosse Nate, come potevano conoscere Stana?
Adriana
lo guardò “Noi sappiamo tutto di
Stana!”, rispose quasi offesa.
“Gliene
ho parlato io”, spiegò Nate.
“Chi
esce con una donna...beh, cinque nel
tuo caso, e parla di un’altra?”, Mike era sempre
più scioccato da tutto quello
che stava succedendo “E voi siete rimaste comunque? E nessuna
di voi si è
offesa?”.
Tutte
e cinque scossero la testa.
“Ora
mi dirai che hai anche urlato il nome
di Stana mentre stavi a letto con loro e che nessuna ha avuto nulla da
ridire!”
Le
ragazze spalancarono gli occhi verso
Mike.
Nathan
invece non sapeva cosa dire.
“Gli
hai detto che sei venuto a letto con
noi?”, domandò seccata Kami.
“No!”,
ripose immediatamente Nathan “Non
ho mai detto nulla del genere!”.
“Ti
prego! Vorreste farmi credere che
avete solo parlato?”, domandò scettico Mike.
“Sì!”,
gli rispose Nate.
“Con
tutte e cinque?!”, chiese nuovamente,
per niente convinto.
“Sì”,
ribadirono ora tutte quante.
Mike
si massaggiò vigorosamente le tempie.
“Sei
uscito con cinque modelle solo per
parlare”, ripetè quindi per imprime bene il
concetto.
“Sì,
genio!”, gli disse Maggie.
“Davvero?
Niente sesso?”, questa parte
proprio non gli entrava in testa.
“Hai
molta stima di me, vedo, grazie tante
amico! No, ok? Niente sesso!”.
“Ma
tu hai detto che stavi meglio...che
avevi finalmente capito cosa fare...come affrontare la situazione
con... merda,
era questo che intendevi??!!”, praticamente Mike stava
urlando per lo shock.
“La
cena con Sasha è stata davvero
piacevole, mi ha chiesto se avessi una persona speciale e non so come
per la
prima volta parlare di Stana è stato liberatorio”,
iniziò a spiegare Nathan “Passo
quasi tutto l’anno a reprimere e soffocare i miei sentimenti
davanti a lei e a
tutti sul set. Sì, ne parlo con te e Sandra o con mio
fratello ma voi siete
miei amici e la mia famiglia e sono sicuro che non mi dite tutto quello
che
pensate. Sasha mi ha detto quello che pensava senza filtri, mi ha fatto
ragionare sul mio comportamento. Mi sono messo in discussione e mi ha
fatto
bene. Ho chiesto
alle altre ragazze se
erano disposte ad ascoltarmi perché volevo altri pareri,
altri punti di vista.
E... volevo parlare ancora di lei. Ho sempre voglia di parlare di
lei”.
Sandra,
che era restata in disparte dopo
aver terminato la conversazione telefonica, ritornò accanto
a Mike “Aww, sei
così dolce!”, esclamò aggrappandosi al
braccio di suo marito.
“Tantissimo!”,
concordò Sasha.
Esther
aggiunse “Uno degli uomini più
adorabili che abbia mai conosciuto”.
Nate
sorrise un po’ in imbarazzo.
“Siamo
liete di esserti state d’aiuto”,
concluse Kami “Ora, ti prego, dì al tuo amico a
quale conclusione sei giunto
prima che prenda un’altra cantonata colossale”.
Dalla
gola di Mike si udì una risatina
isterica “Hey, questa situazione era del tutto
fraintendibile!”.
Sandra
gli diede un colpetto sul braccio
per zittirlo “Continua, Nate”.
Lui
si strinse nelle spalle “Ho capito che
la amo”, disse sereno per la prima volta “Voglio
dire, sapevo già di amarla. Ma
ora è incinta. Aspetta un bambino da un altro uomo. E la
amo. La amo comunque.
Amo quel bambino perché è suo e lo crescerei con
lei se me lo permettesse. So
quanto tiene alla famiglia e probabilmente non lascerà mai
Kris ma ho capito
che prima di voltare davvero pagina devo dirle tutto questo. Solo
così potrò
riuscire ad andare avanti”.
Quando
finì di parlare li vide tutti in
silenzio con gli occhi puntati su di lui.
La
prima a muoversi fu Sandra che si gettò
completamente su di lui, abbracciandolo.
“Aww
Nate! Sono così fiera di te!”, gli
occhi le si appannarono mentre stringeva forte il suo amico.
“Sei
un uomo fantastico, Nathan. È stato
bello conoscerti”, Sasha diede voce al pensiero comune di
tutte e cinque. Lo
salutarono e lasciarono lui, Mike e Sandra da soli.
“Nate,
senti...”, Mike si avvicinò con le
mani nelle tasche dei jeans, in evidente imbarazzo “...mi
dispiace un sacco
sai, per... per...”.
“Avermi
giudicato e ed essere stato
prevenuto nei miei confronti?”, concluse Nate per lui.
“Ehm,
sì. E visto che ci siamo... c’è una
cosa che devi assolutamente sapere...”.
Sandra
si asciugò gli occhi e si mise tra
i due “Mike, chiedi scusa e basta”, la
guardò un attimo e poi annuì. Aveva
aspettato giorni per dirgli la verità, poteva aspettare
ancora qualche minuto.
Allungò
la mano destra “Scusa. Scusa
davvero”.
Nathan
spostò lo sguardo da lui alla mano
un paio di volte, poi decise che quei secondi di attesa erano una
sufficiente
tortura per Mike.
Afferrò
la sua mano e se la tirò al petto
intrappolando l’amico in un abbraccio sincero.
Quando
si staccarono Sandra diede un
pizzicotto sulla guancia di entrambi “Quanto siete
belli!”, disse contenta
“Ora, ricomponetevi e venite con me sul set per gli scatti
conclusivi del
servizio fotografico. Non ho intenzione di perdervi di
vista!”.
Ivi’s
Corner:
muahahahahahah
fregate!! :p Siete state
tutte malfidate u.u Poor Nate, ti consolo io, non preoccuparti *-*
Ma
il grande segreto non è stato ancora
rivelato. E questa volta è Sandra ad interrompere Mike.
Mmmmmmm... xD
Buona
serata, bellissime!
Ivi87
|
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Capitolo 8 *** 8 ***
# 8
Quel
giardino così bello aveva sempre
attirato la sua attenzione.
Uno
dei tanti motivi per cui tornare a casa
era sempre un sollievo.
Una
mano si alzò volontariamente ad
accarezzare il ventre.
Stana
chiuse gli occhi inspirando
profondamente.
Erano
passati solo pochi giorni da quando
aveva creduto di essere incinta.
Convinzione
che poi si era rivelata del
tutto sbagliata ma che purtroppo aveva dato inizio ad una serie di
situazioni a
dir poco spiacevoli.
Per
prima cosa non avrebbe dovuto parlarne
a Nathan senza esserne stata sicura al 100%.
Non
l’aveva nemmeno ancora accennato a Kris.
Del ritardo. Della stanchezza. Della paura di poter essere incinta.
Poi
un malore l’aveva colta sul set
l’ultimo giorno prima della pausa invernale e rimasta da sola
con lui non era
riuscita a mentirgli.
Lo
rispettava troppo per nasconderglielo
fino al ritorno sul set.
Scosse
impercettibilmente la testa.
In
quel momento le sembrava solo la cosa
giusta da fare e non una rivelazione avventata.
Le
sarebbe bastato attendere un altro
giorno per sapere di non essere incinta.
Ormai
non poteva cambiare le cose.
In
cuor suo sperava che parlare con Mike,
il suo migliore amico, gli fosse stato d’aiuto.
Lui
l’aveva pregata di lasciare a Nate un
po’ di spazio perciò non lo sentiva ne aveva
più avuto sue notizie da quella
sera. Immaginò che sarebbe stato lui a contattarla una volta
che Michael gli
avesse detto la verità sul bambino.
Era
stato severo con lei, allo scopo di
proteggere Nate e lo poteva capire.
Le
sue parole la colpirono come un pugno e
centrarono il segno.
Non
era incinta ma avrebbe potuto esserlo
davvero e allora avrebbe dovuto dire addio definitivamente a Nate.
Il
solo pensiero di perderlo per sempre le
aprì gli occhi su come si era comportata con lui e con Kris.
Si
voltò verso il cellulare appoggiato
sulla scrivania.
Non
squillava da giorni.
“...
ti va, Stana?”.
Sorpresa,
guardò verso l’ingresso della
stanza.
Immersa
nei suoi pensieri e nel ricordo di
quella maledetta sera, non si era accorta dell’arrivo di Kris
e di quello che
le stava dicendo.
“Scusami...ero
sovrappensiero. Puoi
ripetere?”, gli chiese.
Kris
chiuse la porta dietro di sé isolando
entrambi dal chiacchiericcio proveniente dalla sala “Ci
risiamo, vero?”,
domandò sbuffando “Ogni volta che la tua mente
è assente è perché stai pensando
a lui!”.
Stana
fece un passo verso di lui cercando
di mantenere un tono di voce moderato “Per favore, non
è il momento. Le nostre
famiglie sono nella stanza accanto”.
“Esattamente
perché le nostre famiglie
sono nella stanza accanto tu non dovresti essere qui da sola a pensare
a quello.
Credi che lui stia pensando a te
ora?”.
Avrebbe
voluto dire di sì. O che almeno ci
sperava.
“Kris...
perché continuiamo a torturarci
così?”, era così palese ormai che la
loro storia fosse giunta al capolinea.
“Perché
io credo ancora in noi Stana! E
non sarà la tua cottarella per quel playboy a rovinare
tutto”, le
disse guardandola negli occhi con estrema
fermezza “Non ti lascerò gettare via gli anni che
abbiamo trascorso assieme a
causa sua. Potevi stare con lui, ma sei tornata da me. Questo mi dice
che anche
tu sai che lui non va bene per te!”.
Era
vero. Aveva avuto la sua occasione di
essere felice con Nathan, ma lasciarsi alle spalle una relazione
così lunga non
era stato semplice. Inoltre temeva per le sorti dello show. Una
relazione tra
gli attori protagonisti non è mai consigliabile.
Ma
soprattutto aveva avuto paura a
lasciarsi andare ad una nuova relazione, a fidarsi di un uomo che
sapeva essere
un dongiovanni. Perché lasciare il fidanzato di una vita,
sicuro e affidabile,
per un ragazzaccio mondano e circondato da donne?
Troncare
quel flirt sul nascere prima di
rimanere scottata le era venuto naturale.
Quello
che non poteva sapere era che, anno
dopo anno, quella attrazione che aveva provato verso Nathan non sarebbe
scomparsa.
Era
cresciuta, si era evoluta in un
profondo legame emotivo che nemmeno il suo fidanzato o le varie
conquiste di Nathan
erano mai riusciti a spezzare.
Un
breve ronzio sulla scrivania ebbe il
potere di creare uno squarcio in quei ricordi e di farle sgranare gli
occhi.
Corse
a controllare il telefono come se
fosse questione di vita o di morte.
L’entusiasmo
si spense quando vide che non
era Nathan a cercarla.
“Non
ti sta pensando”, ribadì Kris,
asciutto.
Le
passò un tablet che recuperò dal mobile
vicino alla porta. Doveva averlo posato lì quando Stana
ancora non si era
accorta della sua presenza.
Come
lei afferrò le estremità dello
schermo, lui tolse il salvaschermo mostrandole la pagina sottostante
“Sfoglia
pure”.
Era
una rivista online di gossip che
mostrava in copertina una foto di Nathan ad Atlantic City mentre cenava
con una
donna bellissima.
Vedendo
Stana fissare immobile il display,
Kris posò un dito sullo schermo e sfogliò lui
stesso le pagine.
Un’altra
foto. Nathan con una donna
diversa.
Un’altra
pagina. Un’altra donna ancora.
“Ti
basta o sfoglio ancora? Sono cinque in
tutto”.
Lei
alzò gli occhi velati di lacrime su di
lui.
“Non
sono io il cattivo in questa storia,
piccola”, posò le mani su quelle di Stana che
ancora tenevano saldo il tablet
“Sto solo cercando di farti aprire gli occhi. Non
è cambiato. È il solito di
sempre”.
“Hai
ragione”, sussurrò a malapena
“Sì,
forse hai ragione”.
Kris
sorrise, visibilmente sollevato.
“Sono
io
che sono cambiata”, affermò poi “Nathan
può fare quello che vuole. Non mi
importa”.
Kris
corrucciò la fronte visibilmente
stupito “Non è vero”.
“Non
stiamo insieme. Non mi importa di quello
che fa adesso. Non mi importa se non è con la sua famiglia
in Canada come
credevo”, Kris le lascia le mani ascoltandola con stupore
“Non mi importa con
quante di loro va a letto”.
“Tu
vuoi un uomo su cui puoi contare”,
cercò di ricordarle Kris.
Stana
annuì “È vero. E so che lui sarà
quell’uomo se io gliene darò
l’occasione”.
“Lui
ti tradirà!”, alzò la voce
completamente spiazzato.
Stana
sorrise “Correrò il rischio”, gli
rispose con assoluta fermezza.
Una
lacrima le solcò una guancia “Lo amo
così com’è”, ed essere
riuscita a dirlo finalmente ad alta voce fu dannatamente
liberatorio.
“No
Stana, non può finire così!”
protestò
Kris.
Lei
gli accarezzò una guancia “È
già
finita da tanto, lo sai bene. Avevamo le stesse paure. Ti voglio bene
Kris, ma non
mi basta più. E non basta più neanche a te. Se
riuscirai ad ammetterlo anche tu,
poi starai meglio”.
“Stana...”
tentò di fermarla quando la
vide andare verso la porta.
“Vado
a parlare con la mia famiglia, a
fare i bagagli e una telefonata”, disse aprendo la porta
“Non posso più
restare”.
Ivi’s
corner:
Questo
capitolo è capitato nella settimana
peggiore >.<
Sono
felicissima per Stana, ha giustamente
coronato il suo sogno e le auguro ogni bene, ma il mio cuoricino
Stanathan ha
fatto CRACK!
Anyway,
the show must go on, giusto?
Ancora due capitoli e vi libererete di me! :-*
Buona
settimana,
Ivi87
|
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Capitolo 9 *** 9 ***
# 9
Il
profumo del caffè era inebriante e la
visione di quei croissants paradisiaca.
Un
tripudio di marmellate da assaggiare e
bacon croccante da gustare, davanti ai loro occhi.
La
colazione sembrava ottima eppure
Michael aveva lo stomaco chiuso.
Dopo
la grande rivelazione di Nathan, il
giorno prima, si era scusato di continuo e anche se era stato perdonato
dall’amico, si sentiva ancora in colpa.
Sandra
invece mangiava tranquilla,
chiacchierando con Nate.
Anche
lei aveva completamente frainteso la
situazione, perché non si sentiva male come lui?
“Ma
come fate ad essere così tranquilli?
Io mi sento uno schifo e voi ve la ridete come se niente
fosse!”, non
resistette Mike “E tu, sei mia moglie! Dovresti farmi
compagnia nel mio
malessere!”.
Sandra
rise scompigliandogli i capelli
“Tesoro andiamo, è tutto passato. Abbiamo
sbagliato in buona fede e Nate ci ha
perdonato. Voltiamo pagina e godiamoci il nostro ultimo giorno
qui”, rispose
raggiante “Domani lui parte per il Canada e tu che fai?
Sprechi la giornata con
i sensi di colpa?”.
Nate
annuì “Sono d’accordo. Davvero Mike,
stai sereno. Troverò il momento adatto per vendicarmi ma ora
metti via quel
muso lungo. Sono contento di come sono andate le cose. Mi sento
sollevato e se
tu non mi avessi invitato qui non sarebbe successo. Quindi
grazie”.
Quel
ringraziamento non lo rincuorò
affatto, perché a breve si sarebbe incazzato da morire con
lui.
“Aspetta
a ringraziarmi”, Mike si passò le
mani sul volto “Credevo di aiutarti, così ti ho
nasc…”, un potente calcio alle
caviglie lo colpì zittendolo.
Riuscì
a non urlare ma l’ammutolimento
fulmineo insospettì Nathan.
“Cosa
stavi dicendo?”, domandò curioso.
Sandra
sventolò davanti a lui la mano,
cercando di minimizzare “Ma nulla di che… Mike ha
nascosto tutte le riviste dell’hotel…
sai, quelle con Matthew McConaughey che viene considerato il nuovo
Space
Cowboy… volevamo evitare che le vedessi ancora in
giro…”, inventò sul momento.
Mike
la guardò come se fosse un alieno
dalla pelle verde e con centinaia di occhi.
Nathan
scosse la testa sorridendo
“Addirittura! Sei esagerato Mike, bastava girarle a faccia in
giù o
scarabocchiarle un po’!”scherzò.
Sandra
sentì vibrare il suo telefono nella
tasca dei jeans, controllò il messaggio e poi propose
“Dovresti chiamare
l’aeroporto e controllare il tuo volo. Durante le feste fanno
sempre casino con
le prenotazioni”.
“Non
ci avevo pensato ma hai dannatamente
ragione!”, constatò Nate, alzandosi subito.
“Alla
reception ti fanno telefonare se lo
chiedi”, aggiunse Sandra, poi aspettò che Nate
fosse uscito dalla sala
ristorante per seguire il suo consiglio e diede uno schiaffo al braccio
di Mike
“Ma sei impazzito! Stavi per rovinare tutto!”, lo
ammonì appoggiando con forza
i gomiti sul tavolo per sorreggersi la testa “Quando lo
imploravo di parlare
non c’è stato verso di fargli dire la
verità, ora che deve tenere il becco
chiuso vuole spifferare tutto!” borbottò tra
sè, ignorando suo marito.
“Ti
prego, amore, dimmi che sei bipolare!
È l’unica spiegazione plausibile!!”,
urlò “Sono giorni che mi supplichi di
dirgli tutto e adesso invece me lo impedisci?!”.
Sandra
scosse la testa sconsolata e mostrò
al marito il messaggino appena ricevuto.
“Ora
capisci? Prima... tutte quelle
innumerevoli volte che ti ho pregato di raccontargli tutto, ecco quello
era il
momento giusto. Ma ora… lasciamo che le cose si aggiustino
da sole”, gli spiegò
alzandosi e continuando a spintonarlo verso la reception
“Cosa che comunque
avresti dovuto fare fin dall’inizio”, gli
ricordò nuovamente “Fermo qui, non
possiamo andare troppo vicino”, Sandra lo trattenne per la
camicia bloccandolo
ad una decina di metri da Nathan.
“Mi
stai sballottando qua e la, Sandra!”,
protestò lui.
***
Nathan
premette il piccolo campanellino
sulla scrivania della reception.
Si
appoggiò con il gomito al bancone e
attese l’arrivo del consierge.
Spazientito,
suonò un’altra volta,
guardandosi intorno in cerca dell’omino basso e pelato che da
giorni vedeva
sempre alla sua postazione di lavoro, impettito in un completo bordeaux.
Un
altro colpetto al campanello.
Era
divertente quel suono.
Ne
diede un altro. E un altro. E un altro
ancora, sorridendo ad ogni ‘ding’.
Ne
avrebbe assestato ancora uno se una
mano non l’avesse afferrato per il polso.
“Mi
scuso per averla fatta attendere, posso
esserle utile?”, domandò l’omino
cercando di non sembrare infastidito.
“Mi
potrebbe controllare la prenotazione
di un volo?”, domandò Nathan mentre fissava il
consierge pulire con un
fazzoletto di tela le sue impronte digitali da quel piccolo
campanellino
“Ehm…per favore”, aggiunse sperando di
ritornare velocemente nelle sue grazie.
“Ma
certo, signore”, cinguettò una volta
compiuta la minuziosa pulizia “Mi scriva nome, cognome e i
dati del suo volo e
mi aspetti pure su una di quelle poltroncine”, disse
allungandogli penna e
taccuino.
Quando
si diresse verso la piccola saletta
d’attesa vicino all’ingresso, fu attirato dalla
rivista posata sul sedile di
una delle poltrone.
Uno
scatto rubato di Nathan mentre cammina
per Atlantic City. La sua figura era accompagnata dalle foto di Sasha,
Kami,
Sandra, Esther e Maggie, ognuna in un tondo e disposte circolarmente
attorno a
lui.
Le
sue spalle si abbassarono
istintivamente.
“Nemmeno
fossi andato in giro con un
insegna addosso…”, mormorò tra
sé.
“Dovresti
essere più discreto, Nate”,
disse una voce alle sue spalle.
Una
voce inconfondibile.
Lui
si voltò come in quei film con le
scene al rallentatore, come se temesse che voltarsi di scatto la
facesse
scomparire improvvisamente.
Quando
fu completamente di fronte a lei, ancora
incredulo “S-Stana”, balbettò
“Sei qui?”.
Lei
gli sorrise e annuì, poi Nate si fece
serio “Perchè sei qui?”,
domandò non riuscendo proprio a capire. Dovrebbe
essere con Kris e la sua famiglia invece di essere lì
davanti a lui con un
trolley.
“Io…”,
Stana era tesa come una corda di
violino “Nate…”, si interrompe di nuovo
“Ti dovevo assolutamente parlare. Ti
devo parlare, Nate. Lo so che sembra tutto così improvviso
ma finalmente ho
capito...”.
Ancora
del tutto spiazzato, Nathan cercava
di seguire il suo discorso quando gli cadde l’occhio sulla
sua borsetta e più
precisamente sul suo contenuto.
Una
rivista arrotolata spuntava dalla
cerniera semi chiusa della sua Rebecca Minkoff. La riconobbe
immediatamente e
capì cosa lei cercasse di dirgli.
“Lo
so cosa pensi”, la interruppe quindi.
“No,
Nate, io…”, Stana cercò di riprendere
il discorso ma fu interrotta nuovamente
“So
cosa dice quella rivista o i blog di
gossip, in questi giorni. E so benissimo che pensi che io sia
inaffidabile,
immaturo, superficiale... che non prendo nulla sul serio e che non
saprei darti
stabilità. E sono sicuro che quelle foto non abbiano fatto
altro che cementare
le tue convinzioni ma, Stana… sono giorni che cerco di
andare in profondità
circa quello che provo per te e da quando mi hai detto di essere
incinta io…
l’unica cosa che riesco a pensare sei tu. Con il pancione. E
non mi importa se
non è il nostro bambino. Lo amo. Lo amo perchè
amo la sua mamma”, le parole
continuavano ad uscire dalla sua bocca come un fiume in piena
“E in quelle
foto…”, indicò la rivista nella sua
borsetta “Ci sono solo io che ripeto
all’infinito tutte queste cose a quelle povere ragazze che si
sono offerte di
ascoltare i miei sfoghi. Perchè fare finta di nulla e amarti
in silenzio non mi
sta più bene”.
Un
sospiro di sollievo uscì dalla sua
bocca, dopo aver terminato la frase.
Stana
era completamente rapita da quelle
parole. Così ipnotizzata dai quegli occhi blu da non
accorgersi di stare
trattenendo il respiro.
“Crescerò
il tuo bambino, Stana. Possiamo
farlo insieme. Ma se non vorrai... questa volta volterò
pagina sul serio”, si
avvicinò a lei e le prese le mani “Dovevo almeno
dirtelo o l’avrei rimpianto
per sempre”.
Stana
si accorse di aver ripreso a
respirare quando percepì il battito del suo cuore
così forte da sentirlo nelle
orecchie.
Solo
in quel momento capì quanto bisogno
avesse di sentire quelle parole.
Anche
se quello di Nathan era un discorso
ipotetico, ovviamente. Lei non era incinta e Mike sicuramente glielo
aveva
detto. Nonostante questo, sapere che lui avrebbe amato e cresciuto il
suo
bambino le aveva scaldato il cuore e fatta innamorare ancora di
più.
Si
liberò dalla presa delle sue mani e lo
abbracciò con impeto, lasciandosi sfuggire un gemito liberatorio.
***
Sandra
si portò le mani alla bocca
accompagnando il gesto con un piccolo saltello di felicità.
“Sì!”,
esclamò Mike battendo poi il cinque
a sua moglie.
“Per
questo ti ho impedito di dirgli la
verità, a colazione”, iniziò Sandra
“Ormai lei stava arrivando e insomma…
doveva sentire queste parole. Ogni donna dovrebbe”,
sospirò con gli occhi
lucidi ancora incollati su di loro “So che Nate glielo
avrebbe detto anche dopo
aver saputo che Stana non era incinta ma una parte di lei si sarebbe
sempre
chiesta quanto veritiere fossero quelle parole o se fossero dovute solo
alle
circostanze, capisci? Ora lei sa quanto lui la ama e cosa è
disposto a fare per
lei”.
Mike
baciò teneramente sua moglie sulla
fronte “Ora tocca a lei, però”, disse
tornando anche lui a rivolgere lo sguardo
sulle due figure ancora abbracciate, poco distanti da loro.
***
Stana
sembrava non voler mollare la presa
ora che finalmente era tra le sue braccia.
Se
ne accorse solo dopo averlo sentito
ridacchiare, felice di essere in quella morsa castana dagli occhi verdi.
Allentò
lievemente le braccia slegandole
da dietro il collo di Nate e lasciandole morbide sulle sue spalle
“Quello che
hai detto è bellissimo”, gli sussurrò
all’orecchio.
“È
solo la verità”, le rispose senza
spostarsi di un millimetro; gli piaceva troppo sentire il suo respiro
sul collo
e trovava quel parlarsi sottovoce all’orecchio molto intimo e
sensuale.
Rimasero
qualche altro secondo in silenzio
poi fu Stana quella a cui scappò una leggera risata
“Seriamente hai pensato che
mi fossi precipitata qui, mollando la mia famiglia, per dirti che avevo
visto
le foto e che non approvavo?”, chiese spostando di poco il
volto in modo da
guardarlo negli occhi.
“In
effetti un ‘Sei il solito stronzo’ via sms sarebbe stato
più verosimile”,
scherzò lui anche se dietro quella battuta c’era
un fondo di verità.
“Non
mi sembra di averti mai detto nulla
di simile. Non che mi faccia piacere sapere che hai mille ragazze, sia
chiaro,
ma fintanto che non stiamo insieme sei un uomo libero di fare quello
che
vuole”, spiegò Stana.
Un
sorriso forzato comparve sul volto di
Nathan.
“Bellissime
parole”, disse serio “Sono una
stronzata, ma comunque bellissime parole”aggiunse poi, con un
pizzico di
sarcasmo.
Stana
raddrizzò la schiena sorpresa, senza
però sciogliere l’abbraccio.
“Non
sono un uomo libero Stana. È vero,
non stiamo insieme, ma non sono affatto un uomo libero. Qualunque cosa
faccio,
lo vedo dal tuo sguardo se ti deludo o se ti ferisco. Se ti aspetto sto
male,
se cerco di andare avanti e vivere la mia vita mi sembra di tradirti.
Non
stiamo insieme, ma ogni nostra azione si riflette continuamente sulla
vita
dell’altro”, le
disse senza astio o
rancore “E fa schifo”.
Stana
sospirò profondamente appoggiando la
fronte contro la sua “Hai ragione, ho detto una
stronzata”, sorrise sfregando i
loro nasi per poi allontanarsi.
“Dov’è
il tuo ragazzo, Stana? Perché sei
qui?”, domandò infine.
“Ero
con la mia famiglia ma non riuscivo a
godermi la loro compagnia. Continuavo a pensare a come ci eravamo
lasciati e
alla tua faccia quando ti ho detto del bambino. Il pensiero che una
volta avuto
il bambino avrei dovuto rinunciare davvero a te, a noi...era un
pensiero
costante che mi ha fatto riflettere”, iniziò a
spiegare “Kris ha capito che
avevo la testa altrove... dove ce l’ho quasi sempre, ormai.
Abbiamo litigato e
mi ha mostrato le tue famose
foto con
quelle modelle. Mi ha ricordato che non mi posso fidare di te e che sei
immaturo”, Stana si strinse nelle spalle alzando lo sguardo e
puntando lo nei
suoi occhi “Tutte cose già sentite e che mi sono
raccontata io stessa per
anni”.
“Cosa
è cambiato, allora?”.
“Io.
Io
sono cambiata. Mi sono accorta di non essere innamorata di Kris, ma del
nostro
passato insieme. Lui è praticamente metà della
mia vita. Un porto sicuro. So
cosa aspettarmi da lui . Le cose tra noi sono semplici e lineari.
Nessun
intoppo, nessun sconvolgimento”, si fermò per
deglutire faticosamente, la gola
secca dall’emozione e dal timore di raccontare finalmente
tutto quello che
provava.
“Sono
una che non ha paura di sporcarsi,
di sperimentare nuove pietanze, toccare animali
pericolosi...” rise al pensiero
dei serpenti e dei ragni che aveva accarezzato sia sul set di Castle,
sia nei
suoi vari viaggi esotici “Ma se si tratta di rischiare in
amore? Sono una
codarda, cerco la strada più semplice e sicura”,
ammise, ormai senza più
vergogna.
“Ma
tu, tu mi sconvolgi Nate, mi metti in
discussione, mi sproni e mi spaventi, sì.. con te corro il
rischio di farmi
seriamente male... me ne sono resa conto immediatamente, per questo ti
ho
lasciato per tornare da Kris. Ma ora... sono stanca di sopravvivere. Di
accontentarmi. Ho capito che voglio vivere.
Voglio correre ogni rischio, perché ne vali la pena. Tu,
Nathan Fillion, sei
una meravigliosa incognita che non vedo l’ora di scoprire
giorno per giorno e
mi dispiace da morire di averci messo così tanto per
capirlo”, concluse tra le
lacrime.
Nate
era completamente ammutolito.
Riusciva solo a sorridere come un ebete.
“Mi
stai dicendo che hai lasciato Kris da
solo con la tua famiglia e per di più a pochi giorni da
Natale...per me?”, le
domandò commosso, continuando a sorridere poiché
del tutto incapace di
smettere.
“Sono
una perfida stronza, lo so”, rise a
sua volta Stana, finalmente sollevata.
Lui
la abbracciò forte “Sì, ma sei la mia
perfida stronza e non ti cambierei con
nessun’altra”, la rassicurò baciandole
una tempia “E ti prometto che il bambino sarà
felicissimo. Sarà il più felice
del mondo anche con due papà” aggiunse poi,
volendole ribadire il suo totale
impegno.
Stana
rise più forte “Ho capito, Nate. Sei
un uomo meraviglioso, ora smettila di ostentare il tuo adorabile buon
cuore”,
disse credendo che la sua fosse una battuta per alleggerire la
situazione.
Nathan
fu sorpreso da quell’uscita “Dico
sul serio, Stana”, ripetè, appoggiando una mano
sul suo grembo e accarezzandolo
dolcemente.
Il
sorriso le si congelò sul volto “Lo sai
che non sono incinta...vero?”.
Nate
la allontanò bruscamente per
guardarla bene in volto “Un momento. NON SEI
INCINTA?”.
***
“Oh
cazzo!”, sussultò Mike, cercando
istintivamente di svignarsela
Sandra
lo afferrò per la maglia
trattenendolo.
***
Stana
corrugò la fronte “Certo che no! Ho
avuto un grosso ritardo e ne ero davvero convinta, ma il giorno dopo
aver parlato
con te la mia dottoressa mi ha confermato invece che non aspettavo
nessun
bambino”, spiegò brevemente “Mike non te
l’ha detto?”, domandò sinceramente
stupita.
“MIKE
LO SAPEVA??!!”.
***
“Merda,
merda, merda”, continuava a
ripetere con i nervi
a fior di pelle.
“Sapevi che
sarebbe arrivato questo
momento, amore”, Sandra lasciò la presa dalla sua
maglietta e gli prese la mano
“Coraggio, andiamo da loro.
Ivi’s
Corner:
Mike corriiiiiiii, ti
ospito io nel
bunkeeerrr *-*-*-*
Aahahahahah no,
seriamente, resta e chiarisci
una volta per tutte u.u
Quanto sono pucci
pucci Nathan e Stana
*__________*
Adoro Sandra
bipolare. ADORO.
Sono indietrissimo
con le risposte alle
recensioni, chiedo perdono!
Prometto che
rimedierò al più presto!
A
mercoledì prossimo con il finale!
Ivi87
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Capitolo 10 *** 10 ***
#
10
Mike
camminava nervosamente avanti e
indietro nella sala d’attesa dell’aeroporto.
“Andiamo,
Nate”, cercò nuovamente di
instaurare un discorso ma era difficile quando
l’interlocutore si rifiuta di
parlare.
Da
quando avevano lasciato l’hotel Nathan
non aveva rivolto la parola all’amico.
Nemmeno
mentre dividevano tutti e quattro
lo stesso taxi o mentre attendevano il loro turno al banco del check in.
Stana
e Nathan infatti avevano deciso di
trascorrere almeno un paio di giorni insieme a Los Angeles prima di
andare a
fare visita rispettivamente alle loro famiglie per le vacanze di Natale.
Stana
in particolare aveva molte
spiegazioni da dare ai suoi genitori per il modo improvviso in cui li
aveva
lasciati e dopo la piccola
rivelazione avvenuta nella hall del loro albergo anche
Mike e Sandra decisero
di anticipare il loro volo per Los Angeles.
“Per
quanto tempo avete intenzione di
andare avanti con questo mutismo?”, insistette Mike.
Nate
e Stana si scambiarono un’occhiata
eloquente e accennarono un piccolo sorriso, continuando ad ignorarlo.
“Non
capisco, ragazzi, dovreste essermi
grati!”, disse sperando di cavarsela sfoderando il suo
collaudatissimo sorriso.
“Infatti.
Ti siamo abbastanza grati da non
prenderti a pugni”, ruppe il silenzio Nate.
“Ma
non così grati da fartela passare
liscia”, concluse Stana.
“Ma
ho mantenuto il segreto solo per tre
giorni, non tre mesi! E te lo stavo per dire questa mattina ma mia
moglie me
l’ha impedito!”, spiegò indicando Sandra
“Scusa amore, mal comune mezzo
gaudio”.
Sandra
spalancò la bocca, sorpresa “Ormai
Stana era già qui, tanto valeva che si chiarissero da soli,
cosa che è avvenuta
e a proposito...”, congiunse le mani portandosele davanti
alla bocca e si
strinse nelle spalle “...sono così contenta per
voi due!!”.
Stana
sorrise e la abbracciò “Grazie
Sandra per avermi aiutata. Volevo chiamare Mike, ma l’ultima
volta mi aveva
mandata via...”, scoccò una finta occhiataccia
all’uomo.
“Ancora
mi sembra impossibile”, si lamentò
Nathan “Ti sarebbe bastato farmi parlare con lei quel
giorno”.
“Ma
non sarebbe cambiato nulla! Avreste
continuato a girarvi attorno come sempre senza concludere niente e
facendovi
solo del male”.
“Non
era una decisione che spettava a te
prendere”, lo rimbeccò Nate.
“Lo
so, ok, mi dispiace. Vi chiedo scusa.
In quel momento mi sembrava la cosa migliore per entrambi. Col senno di
poi
capisco che forse mi
sono intromesso
troppo...”.
Nathan
alzò un sopracciglio “Forse?”.
Stana
prese la mano di Nathan, attirando
così la sua attenzione “Non ha tutti i torti Nate.
Le cose che mi ha detto quel
giorno erano vere e mi hanno fatto riflettere molto insieme
all’idea che se
fossi davvero rimasta incinta io e te avremmo dovuto chiudere ogni
ponte”.
“Visto?”,
Mike si illuminò.
Stana
riprese la parola “Capisco perché tu
mi abbia mandata via ma avresti dovuto dirgli del bambino. Credevo
davvero che
tu gliene avessi parlato”.
“Volevo
farlo infatti... non subito... ok,
ho fatto un casino”, ammise infine sconsolato.
“Decisamente!”,
“Esatto!” e “Ci puoi
giurare” furono le risposte di sua moglie, Stana e Nathan.
Poi
scoppiarono tutti e tre a ridere
lasciando Mike attonito.
Si
riprese solo quando vide Sandra
respirare affannosamente e si precipitò accanto a lei.
La
donna li rassicurò immediatamente,
portandosi una mano alla tempia “È stato solo un
capogiro, non preoccupatevi”.
Mike
fu visibilmente sollevato “Vedi cosa
succedere a prendere in giro tuo marito?!”,
scherzò.
Nate
offrì il suo braccio come sostegno e
la accompagnò ad una delle poltroncine della sala
d’attesa “Siediti, Sandra,
nelle tue condizioni devi stare comoda”.
Stana
si sedette prontamente accanto a lei
e vide Sandra impallidire per l’affermazione di Nathan.
“Le
m-mie condizioni?”, domandò stupita.
Anche
Mike sembrò spaesato “Cosa
intendi?”.
“Beh
mi sembra ovvio, ragazzi...”, Nate
guardò Sandra e le sorrise “Ultimamente ti vedo
più stanca, affaticata. Non
tocchi alcolici da giorni e hai rifiutato il sushi. Sandra, tu adori il
sushi.
Mangeresti solo quello”.
Lei
arrossì e annuì leggermente con la
testa.
Stana
spalancò la bocca collegando
mentalmente tutti i pezzi del puzzle “Oh mio Dio!
Congratulazioni!”, e si
sporse dalla sua poltroncina per abbracciare Sandra.
“No
scusate, non ho capito...”, commentò
Mike del tutto spaesato “Sei... incinta?”.
“Si,
genio!”, rispose Nathan dandogli un
pugno sul braccio “Come diavolo hai fatto a non
accorgertene?!”.
“Ma...
io...”.
Sandra
scosse la testa e sorrise “Era
occupato a cercare di salvare il suo migliore amico dalle grinfie di
questa
qui”, rispose in sua difesa, indicando Stana alla fine della
frase.
“Per
questo quando ti hanno proposto
questo servizio fotografico eri così
elettrizzata...”, realizzò solo ora.
Lei
annuì “Già, quasi sicuramente
sarà
l’ultimo che mi potrò permettere per molto
tempo”.
“Oh,
Sandra”, Mike non riuscì più a dire
altro. Si inginocchiò davanti alla poltroncina abbracciando
sua moglie.
Stana
si alzò per lasciare loro un po’ di
privacy e si affiancò a Nathan, legando le braccia attorno
alla sua vita “Alla
fine c’era veramente una gravidanza in tutta questa
storia”, disse.
“Un
momento”, Mike si voltò di scatto
impedendo a Nate di rispondere alcunché “Tu sapevi
che è incinta e non me l’hai
detto?”.
Nathan
si strinse nelle spalle e sfoderò
la sua miglior espressione da santarellino “Ma non te
l’ho detto solo
per tre giorni”, ripetè di
proposito le parole del futuro padre “Mi
sembrava la cosa migliore per entrambi”,
aggiunse poi, ammutolendo Mike.
“Non
è bello essere tenuti all’oscuro,
eh?”.
Mike
si alzò e si mise di fronte a lui e
Stana “So già che questa storia mi
perseguiterà a vita”, borbottò tra
sé “Potete
perdonarmi?”.
Stana
si fece pensierosa “Mmm, tu cosa ne
dici?”, chiese rivolta a Nate.
“Credo
ci sia un unico modo per risolvere
definitivamente la questione”, sentenziò Nathan
“Ma dovremo rimandare a quando
saremo a casa”.
Mike
acconsentì, ignaro del piano
dell’amico. Ora doveva preoccuparsi solo di Sandra e di farle
trascorrere un
volo sereno e piacevole.
L’aiutò
ad alzarsi quando chiamarono il
loro volo e si avviarono all’imbarco.
“Aspetta
un secondo”, Nathan fermò Stana
tirandola per la borsetta “C’è una cosa
che muoio dalla voglia di fare sin da
quando sei arrivata ad Atlantic City”.
Lei
sorrise quando lui le prese il volto
tra le mani e finalmente la baciò.
E
se anche ci fosse stato qualche altro
paparazzo nelle vicinanze, beh almeno questa volta avrebbero avuto una
vera
notizia da pubblicare.
***
Nathan
scrutava le spade appese alla parete di casa sua con estrema attenzione.
Scegliere
l’arma migliore per un duello non è cosa facile.
Ci sono
molti fattori da tenere in conto.
Impugnatura.
Maneggiabilità. Leggerezza. Dimensioni.
Si prese il
suo tempo. Chiuse gli occhi e lasciò che fosse
l’istinto a guidarlo.
Quando li
riaprì, aveva fatto la sua scelta.
A passo
veloce uscì dal proprio vialetto per imboccare
immediatamente quello del suo
vicino.
Trovò
Sandra
e Stana a chiacchierare in salotto. Quando le due donne lo videro, la
bionda
esclamò “Davvero, Nate?”, sollevando un
sopracciglio incredulo.
Stana si
limitò a sorridere e scuotere la testa.
“Un
uomo
deve fare quello che deve fare”, rispose solamente, con
estrema serietà “Dov’è
il mio avversario?”, domandò poi.
Mike lo
raggiunse in quel preciso istante “Sono qui. E sono pronto a
chiudere la
questione una volta per tutte”.
Stana si
alzò incrociando le braccia “E’ questo
che hai fatto mentre io sono andata a
disfare i bagagli? Organizzavi un singolar tenzone con le spade laser
di Star
Wars?”, domandò cercando di mantenere compostezza
e serietà.
Nathan non
cercò nemmeno di negare “Esattamente”,
ammise fiero.
“Regola
numero 1”, proseguì rivolgendosi al suo sfidante
“Niente colpi sotto la
cintura. Tu avrai anche già procreato, ma io no!”.
Le braccia
di Stana caddero di peso lungo i suoi fianchi “Di questo poi
ne riparliamo, Mr.
Fillion!”.
Nathan le
sorrise e proseguì con l’elenco “Regola
numero 2: se vinco io darai il mio nome
a tuo figlio”.
Ora fu
Sandra a replicare “No scusate, quando le avete stipulate
queste regole?”.
“Mentre
eri
in doccia, via sms, ma stai tranquilla piccola, vincerò
sicuramente io!”, le
disse Mike.
“Si,
fidati!
Regola numero 3”, Nathan si bloccò pensieroso
“Non mi viene in mente
nient’altro… insomma se vinci tu, ti perdono, se
vinco io oltre a dare il mio
nome al pargolo mi pagherai da bere per un anno!”, espose
alla veloce.
“Ci
sto!”,
affermò con estrema sicurezza.
Sandra aveva
le mani nei capelli. Adorava Nate ma non aveva intenzione di dare il
suo nome
al piccolino. E se fosse stata femmina? Nathania? No. Lei e Stana
dovevano
prendere in mano la situazione.
Bastò
infatti uno sguardo d’intesa perché si capissero
al volo.
Mentre Mike
e Nathan si posizionavano a 20 passi di distanza e accendevano le
rispettive
spade, le donne avanzarono verso il centro occupando lo spazio vuoto
lasciato
dai due.
“Che
ne dite
se io e Mike invitassimo te e Stana a cena ogni domenica? Potrebbe
diventare
una tradizione carina, no? E Mike vi potrebbe… non
so… prestare la baita in
montagna dei suoi genitori?”.
Nathan
alzò
le spalle “Sì, potrebbe andare”, disse
cercando di restare indifferente.
Stana gli si
avvicinò “Va più che bene, Nate! E sono
abbastanza sicura che troverai svariati
modi umilianti per fargliela pagare”.
Da dietro le
spalle di Sandra, Mike arricciò le labbra in un sorriso
triste e commuovente.
“Oh,
va
bene! Ma devi mandarmi almeno cinque video idioti di te vestito da
Homer
Simpson!”, cedette infine.
“Cosa?
No!”,
urlò Mike.
Ma poi
Sandra si voltò a guardarlo. Poco amorevolmente.
“Ok,
uno
magari”.
“Tre!
Prendere o lasciare”, rilanciò Nathan.
Mike
sbuffò
“Sei ingiusto! Ti farò i tre video, ma tu ammetti
che non ho avuto
completamente torto!”.
Nate
guardò
Stana. Ne avevano discusso in volo.
Forse
davvero senza l’aiuto dei loro amici ora non sarebbero
insieme. Forse ci
sarebbe solo voluto di più.
Non lo
sapranno mai, però. Quello che sapevano per certo
è che alla fine tutto si era
risolto per il meglio e… forse sì, Mike non aveva
tutti i torti.
Stana
formò
una C con l’indice e il pollice destro mostrando
così a Mike il gesto
universale che indica una piccola quantità.
“Un
pochino,
Mike!”, aggiunse Nathan a voce. “Non ti
allargare”.
“Bene!”,
disse Sandra, impedendogli di
proseguire oltre con i loro battibecchi “Possiamo considerare
chiusa questa
faccenda”.
“Veramente”,
Nathan tossì “Io volevo giocare con le spade
laser!!”.
Mike si
rivolse alla moglie “Anche io, per favore!”.
Nonostante
li conoscesse bene, Sandra ammutolì. Poi sollevò
le braccia in segno di resa.
“Rompete
qualcosa e io poi rompo un osso a voi!”.
I due
esultarono ignorando la minaccia, pronti a ricominciare la battaglia.
Fu Stana
questa volta a tossire “E se noi
invece andassimo a casa tua a giocare con la tua spada
laser?”, domandò a bassa
voce.
Nathan la
sollevò “Questa?”.
Lei scosse
la testa “No”, addolcì lo sguardo e si
mordicchiò un labbro “L’altra
tua spada laser…”.
Nathan
avvampò.
“Ciao,
Mike!”, esclamò afferrando Stana per mano e
trascinandola fuori.
E mentre
Sandra rideva, un Jedi affranto lasciò cadere la propria
arma “Non vale così,
però”, poi alzò il capo “Ma
significa che ho vinto per abbandono, giusto?”.
Sandra lo
baciò sulla guancia e mise la sua grande mano sulla propria
pancia “Che ne dici
se mi porti in camera a fare un riposino? I Jedi portano le loro mogli
in
braccio?”.
Mike
accarezzò quel ventre ancora piatto immaginando il futuro
pancione con un
piccolo Trucco all’interno. La prese in braccio e rispose
“Assolutamente sì”.
FINE
Angolo
dell’autrice:
E anche
questa pazza avventura è giunta al termine!
Vi ringrazio
tantissimo per aver fatto questo viaggio insieme, spero vi siate
divertite
quanto me!
Grazie mille
per le bellissime recensioni, anche Mike ringrazia per i cazziatoni che
gli
avete fatto ahahahahahahahah
A presto!
Ivi87
*special
thanks*
Fania,
Dia, Etta, Trillioners del mio cuor,
questa ff è soprattutto merito vostro!
Un
bacione gigante tutto per voi!
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