Il generale saiyan di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Ritorno dalla missione ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Gine ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Ritorno dalla missione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Remake di Adesso tu I° parte.
Scritta sentendo Adessu Tu di Eros Ramazzotti.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
il filo
rosso del destino è infrangibile
Cap.1 Ritorno dalla missione
La navicella atterrò sullo spiazzo metallico, il
portellone si aprì facendo uscire della nebbia bianca e il
vetro vermiglio colpì il pavimento facendo risuonare un
rumore sordo. Bardack mise una mano sopra il bordo della navicella e
uscì il capo, si guardò intorno mentre il fumo si
diradava. Osservò arrivare le navicelle del resto della sua
squadra e uscì dalla navicella, avanzando di un paio di
passi. Alzò il capo, guardando i due soli e
abbassò lo sguardo, osservando i deserti vermigli in
lontananza. Si voltò sentendo un colpo di tosse e
guardò Toma uscire dalla navicella e le guglie metalliche
alle sue spalle.
"Pensaci tu a fare rapporto, vado a casa" ordinò. Toma
annuì e si passò una mano sul mento.
"E' vero che tua moglie è diventata cuoca?"
domandò. Bardack annuì, dimenando la coda.
"Fratellone, oggi io e Toma veniamo a mangiare da voi". Disse Celipa,
uscendo a sua volta dalla navicella. Bardack sospirò e si
massaggiò il capo, sopra la cicatrice.
"Tu e tuo marito siete sempre a mangiare da me" si lamentò.
Toma tossì, diventò rosso in volto e
guardò il migliore amico spiccare il volo. Bardack
volò fino alle guglie del palazzo.
"Zio Bardack!". Si sentì chiamare da una voce infantile con
un tono duro, si voltò e raggiunse un balcone di metallo. Vi
atterrò e chinò il capo, guardando il piccolo
principe.
"Volevate qualcosa, vostra altezza?" domandò.
S'inginocchiò accanto al bambino, prese la sua manina e gli
baciò il dorso.
"Tsk". Il bambino fece scattare verso l'alto il mento e
sospirò dalle narici. Bardack guardò i suoi occhi
neri, erano vitrei e grigi.
"Esigo uscire di tanto in tanto. E senza scorta mio padre non me lo fa
fare" disse gelido. Il generale gli lasciò andare la mano e
sospirò.
"Lo sapete, non potete uscire da palazzo" gli ricordò.
Vegeta abbassò lo sguardo e le sue iridi nere divennero
ancora più grigie.
"Le terze classi non possono uscire dalla periferia. Eppure tu sei qui"
brontolò. Bardack gli sorrise.
"Preferivate che rimanevo nel ghetto?" domandò. Vegeta si
avvolse nel mantello vermiglio e sporse il labbro inferiore.
"No, ma zio Bardack ... voglio uscire" supplicò. Bardack si
rialzò in piedi e sospirò, allargando le braccia.
"Se scappaste come sempre e io vi trovassi a casa mia, sareste
così piccolo che non vi noterei" disse. Vegeta
ghignò e corse dentro il palazzo. Bardack
ridacchiò, si voltò e spiccò
nuovamente il volo.
"Tutto suo padre" brontolò. Bardack si massaggiò
la spalla, aumentando ancora l'andatura, il vento gli sferzava il viso
e gli faceva ondeggiare i capelli neri dalla forma di un cespuglio.
Il bambino dai capelli a
fiamma fu raggiunto da uno schiaffo, cadde su un fianco e gemette di
dolore, dimenando la coda. Un uomo teneva in mano
un'estremità di una catena che finiva nel collare del
bambino steso a terra.
"Lascialo stare!"
gridò un altro bambino, dai capelli a forma di cespuglio.
"Siete inferiori,
sporchi saiyan" griddò l'uomo. Indossava un rivelatore
sull'occhio, sulla sua armatura tecnologica si accendevano una serie di
piccole lucine. Bardack raggiunse il coetaneo e
s'inginocchiò accanto a lui, la sua casacca di pelliccia
marrone si era macchiata di fango.
"Vegeta" lo
chiamò. L'altro bambino si rialzò in piedi e si
pulì il labbro sporco di sangue.
"Non sfidarlo, non
ancora" bisbigliò Vegeta al suo orecchio.
Bardack si guardò le mani e sospirò, guardandole
sporche di sangue.
"A che pro esserci vendicati se ora prendiamo ordini da Lord Freezer?"
si domandò. Avvertì una fitta al petto e mise le
braccia ai fianchi.
"Rimaniamo sempre degli schiavi" ringhiò.
- Il filo rosso del destino è infrangibile, quando nasci
marchiato sei segnato. Resteremo mostri, assassini ed eternamente
prigionieri che non possono far altro che prendersela con i
più deboli - pensò. Scosse il capo ed
espirò un paio di volte.
"Basta Bardack, Freezer paga bene, solo questo importa"
ringhiò. Volò di fianco a una serie di tubi di
metallo dentro cui si sentiva l'acqua scorrere. Superò un
mare, la luce dei soli si rifletteva sopra la superficie trasparente.
Bardack atterrò davanti alla porta di una casa a
cupola e si passò la mano sul collo madido di sudore.
"Ehy Bardack!" gridò una voce maschile cavernosa alle sue
spalle. Bardack si voltò e vide Nappa correre verso di lui.
"Non dovresti essere al palazzo? Non sei entrato nella guardia reale?"
domandò.
"Sì, generale, ma volevo vedere se era vero che finalmente
ti avevano dato l'abitazione che avevi richiesto!" gridò.
Bardack annuì e dimenò la coda più
volte, strofinando gli stivaletti sul terreno.
"Sì, l'ho ottenuta" rispose atono. Nappa si
sfregò le mani e annuì più volte,
facendo ondeggiare il ciuffo moro sul suo capo liscio.
"Hai notizie di mia figlia? Ormai è un anno che è
a palazzo da voi" disse Bardack. Nappa batte le mani e
aumentò il sorriso.
"Sereno, la piccola strega sta bene". Annunciò.
"Scusa, ma è ora di pranzo e potrei ripartire a breve ...".
Si scusò Bardack. Nappa gli diede una pacca sulla spalla e
annuì.
"Sì, ti lascio. In fondo non è da tutti avere una
moglie cuoca" dichiarò. Bardack sorrise, si
voltò, aprì la porta, se la richiuse alle spalle
e sospirò rumorosamente.
"Vediamo se posso stare in pac ..." biascicò. Si
sentì il rumore di un piatto che si rompeva e delle urla.
"Quei frutti sono vietati!" strepitò Radish.
"Non sono affarti tuoi!" gridò Turles. Bardack strinse gli
occhi e si passò la mano sul viso, sbuffando. Si
staccò dalla porta, entrò nel salotto e
afferrò con una mano per la coda Turles e con l'altra mano
la coda dell'altro figlio. Li sollevò entrambi sentendoli
mugolare e li guardò penzolare privi di forze.
"Quante volte vi ho detto di non litigare?!" tuonò. I due
figli s'indicarono a vicenda.
"Ha iniziato lui" biascicarono all'unisono. Bardack sospirò
e li lasciò ricadere sue due divanetti diversi, sedendosi di
peso nel divano al centro.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Gine ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Buon San Patrizio in ritardo
Remake di Adesso tu II° parte.
Scritta sentendo Adessu Tu di Eros Ramazzotti.
Cap.2 Gine
"Finalmente sei tornato a casa" disse una voce femminile. Bardack
alzò lo sguardo, osservò una saiyan avanzare,
aveva alcune macchie di grasso sopra l'armatura della battle-suit.
L'uomo sorrise guardando il viso della donna, la pelle liscia, le
labbra socchiuse e le guance arrossate. Bardack socchiuse gli occhi e
si appoggiò la mano sulla guancia, vedendo la donna dare un
morso a un cosciotto verde di dinosauro.
"Lo sai che devi cucinare per gli altri e non mangiarti tutto tu,
Gine?" domandò l'uomo. Le orecchie della donna
divennero rosse, si portò la mano ai capelli neri e li
scompigliò.
"Scusa, avevo fame" disse, chiudendo gli occhi. Bardack
sospirò e negò con il capo. La donna raggiunse
l'uomo, si sporse in avanti e gli prese la mano con la propria,
strattonandolo.
"Vieni, oggi Kakaroth si è girato! Nostro figlio presto
nascerà" disse la donna. Bardack alzò un
sopracciglio e si leccò le labbra.
"Mancano ancora dei mesi" ribatté. La coda della moglie
s'intrecciò con la sua.
"Dai, me lo sento!" si lamentò la moglie. Prese un altro
morso dal cosciotto. I due figli saltarono giù dai
divanetti, raggiunsero la donna e si aggrapparono a una gamba diversa.
"Mamma, mamma, oggi dei bulletti mi hanno picchiato!"
piagnucolò Radish.
"Mamma ho trovato un albero fighissimo". Si vantò Turles.
Gine accarezzò la testa di Radish, facendogli ondeggiare i
lunghi capelli neri. Finì con un ultimo morso il cosciotto e
incenerò con un'onda l'osso. Si piegò e prese in
braccio entrambi i figli, cullandoli al petto.
"Non dovresti viziarli" brontolò Bardack.
"Perché no? Vengono spediti in missione di continuo come il
loro papà. Me li dovrò godere quando ci sono, i
miei ometti" ribatté Gine. Baciò la fronte di
Turles che ridacchiò.
"Radish, la potenza non è tutto. La tua mamma era
debolissima e in missione rischiava di morire sempre, ma è
così che ha incontrato il vostro papà".
Raccontò.
"E lui ti salvava sempre". S'intromise Turles.
"Lo so anch'io. E' così che vi siete innamorati". Concluse
Radish.
"Esatto" rispose Gine. Bardack si alzò in piedi,
avanzò fino alla cucina e passò accanto a una
sfera di vetro. Guardò il neonato all'interno con gli occhi
chiusi dimenare la coda e sospirò, superò il
tavolo con le sedie e raggiunse un mobiletto. Lo aprì e ne
tirò fuori una bottiglia.
"Smettila di riempirgli la testa di sciocchezze. I saiyan non devono
amare cose come la famiglia o gli affetti, devono desiderare solo la
guerra" brontolò. Stappò la bottiglia e se la
portò alle labbra, bevendola.
"Bimbi miei, dovete diventare più forti. Così un
giorno potremo vivere tutti insieme, io, vostro padre, il vostro
fratellino e vostra sorella". Li incoraggiò Gine. Le iridi
di Turles divennero brillanti e Radish si leccò le labbra.
"E diventerò un cuoco come la mamma!". Strepitò
quest'ultimo.
"Mamma, è vero che sei la sorella perduta della regina?"
domandò Turles.
"Lo sapete benissimo, smettete di farvi raccontare sempre le stesse
storie" brontolò Bardack. Si portò la bottiglia
alle labbra e ne bevve il contenuto, facendo scendere il liquido lungo
la guancia.
"E' vero. Io e mia sorella eravamo prigioniere di nostro zio. Un
perfido uomo che era risultato positivo ai test per vedere se si era
uno Tsufuru. Però il vostro papà e il re ci hanno
liberato". Narrò la donna.
"E gli Tsufuru sono tutti morti". Aggiunse Radish.
"Un giorno anche io sconfiggerò gli Tsfuru"
brontolò Turles. Bardack raggiunse la sfera con dentro
Kakaroth e appoggiò la mano sul vetro.
"Ho il vago sospetto che prenderai il carattere di quella cocciuta di
tua madre" si lamentò. Sorrise e si leccò le
labbra, sentendo il sapore del liquore.
"Sbrigati a nascere, così ti ritroverai nella più
strana famiglia saiyan mai nata".
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