LA FIGLIA DEGLI INFERI

di unika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***
Capitolo 27: *** EXTRA ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Capitolo uno

Non capivo perché papà mi stesse portando lontano dai miei fratelli. Loro in una scuola, non so dove ed io con lui e sua moglie. Ero piccola, solo dieci anni. Non mi ricordo neanche io loro volti, troppo offuscati e pieni di dubbi. Ma ora, finalmente eccolo qui davanti ma, non ci posso credere, è cresciuto così tanto, il viso un po’ smunto ma mi sorride felice che finalmente ci siamo ritrovati dopo tutti questi anni. –ad un certo punto ho temuto che fossi morto fratello- mormorai indecisa se quello che era davanti a me era un sogno o la realtà. –non sei l’unica, credevo di averti perso sorellina- mi disse lui accarezzandomi il volto. –se tu fossi morto, non solo l’avrei sentito per via di nostro padre, ma l’avrei saputo perché abbiamo un legame speciale-, gli ricordai. Ridacchiò e mi strinse in un abbraccio. –già, i gemelli hanno sempre un legame profondo che li lega Sofia- improvvisamente un pezzo del puzzle che non trovavo, tornò magicamente al suo posto. –Nico… dov’è Bianca?- silenzio… sciolsi l’abbraccio e provai a guardarlo negli occhi. Difficile dato che cercava di evitare il mio sguardo, ma ormai avevo capito. Le lacrime incominciarono a rigare il mio viso e questa volta, invece che fermarle come facevo da piccola le lasciai scorrere.

In realtà non è incominciata così la mia giornata, prima era monotona. Mi alzo, mi cambio, mangio, faccio un giro per l'area di palazzo che mi è concesso visitare e vado da mio padre. Entro nell'immenso salone dove sta di solito mio padre. Lui è seduto vicino al camino con vicino a se la moglie. -uno spirito mi ha avvisato che volevi parlare papà- mi siedo sull'altra poltrona ed educatamente saluto Persefone. -Ade ha avuto una splendida idea Sofia- sorpresa alzo un sopracciglio e mi mostro interessata a ciò che Ade sta per dirmi. -oggi è il tuo compleanno Sofia- si mio padre Ade è molto perspicace, sa che il 28 gennaio è il mio compleanno. Annuisco e continuo a guardarlo per fargli capire che deve sbrigarsi. -Persefone, ha pensato che per i tuoi sedici anni, fosse giunto il momento che tu viva nel mondo dei vivi- sorpresa da tale rivelazione rimango a bocca aperta. -davvero?- mi sporgo verso di loro convinta che mi stanno per dire che tutto è uno scherzo. -Sofia è la verità- disse Persefone confermando che il mio sogno stava per realizzarsi. -da oggi potrai fare quello che vuoi, se lo desideri vivrai sempre la, torna quando vuoi, almeno una volta a settimana...- -Ade- lo ammoni Persefone, per poi tornar a rivolgermi un sorriso dolce. Mio padre alzò gli occhi al cielo e con un gesto della mano fece capire che l'ultima parte la potevo anche scordare. -verrò a trovarvi ogni volta che ne avrò l’occasione-, lo rassicurai. -posso andare allora?- un po’ di malavoglia Ade fece cenno di assenso col capo.

Talmente tanta era la gioia che mi buttai ad abbracciarli, dopo un secondo corsi subito via per andare a preparare uno zainetto. -finalmente... - mormorai aprendo l'armadio. Questa maglia no, è per i momenti importanti, questa è corta, nel mondo vivi è inverno farà freddo. Dopo qualche minuto che avevo messo e tolto robe dall'armadio, finalmente ero pronta. Giubbotto da avviatore stile femminile ovviamente, jeans neri e scarponcini beige. Acconcio i capelli in una treccia per domarli un po’ e sono pronta.

Sento bussare ed entrò Persefone. -questa ti servirà- mi porse una spada nera con sopra inciso il simbolo di Ade. -grazie- me la legai in vita, abbracciai Persefone -grazie per quello che hai fatto per me in questi anni- -ora vai l'inverno è freddo ma ha un suo fascino- -a presto Persefone-

Fu l'ultima cosa che le dissi prima di intraprendere il mio breve viaggio nell'ombra.

Un vicolo... puzzolente... sporco... ma perché non sono riuscita ad arrivare in una bella spiaggia. Mi guardo in torno e senza neanche essermi mossa sbatto contro qualcuno, o meglio qualcuno sbatte contro di me. Niente può evitarmi di cadere se non due braccia che mi sorreggono. -Sofia... - è una voce maschile che dice il mio nome, sembra agitata, spaventata. Incrocio i suoi occhi neri e appena lo riconosco mi sento gelare il sangue, ero agitata, spaventata, incredula che ciò che vedevo fosse veramente reale –Nico- tutto, si fa buio, e freddo.



Spero che troviate questo mio primo capitolo interessante. Mi raccomando recensite :)
Nella speranza che possa incuriosirvi e farvi desiderare di leggere anche i prossimi capitoli, appena ne avrò il tempo scriverò il capitolo scuccessivo e lo pubblicherò. Se pensate che un capitolo così sia troppo corto vi prego di farmelo notare così magari i prossimi li allungherò un po'. ciao :D

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo due

Nico mi portò in una foresta. Non molto lontano c’era una fattoria azzurra con un campo di fragole immenso. Stavamo li fermi a contemplarci a vicenda. I miei occhi blu nei suoi occhi neri, senza neanche a farlo apposta ci eravamo vestiti allo stesso modo. –com’è morta?- alzò lo sguardo verso il cielo pensieroso. –in una delle fucine che il Divino Efesto non usava più- prese un sasso fra le mani e lo lanciò in aria e poco prima che toccasse il suolo lo taglio in due con la sua spada. –4…5 anni fa- aggiunse lasciandosi cadere al suolo.

-cosa mi sono persa? Voglio dire, in questi anni papà mi ha tenuto nascosta da tutto e da tutti-.

-niente di che, solo uno scontro con Crono e con Gea- lo guardai stupita che dicesse ciò con tanta noncuranza. Dov’è finito il mio fratellino sorridente. Come mai si comporta così. –wow… già due cose da nulla- lo imitai.

-sei anni e non sei cambiata- ridacchiò frugando in un a tasca. Tirò fuori una foto sbiadita. La studiò a fondo e sorrise quasi divertito. –cosa c’è di divertente?- gli presi la foto di mano e la riconobbi. –assomigli moltissimo alla mamma- spiegò con una mano fra i capelli. –me l’ha detto anche papà- -sarà per questo che ti ha tenuto con sé- gli restituii la foto e mi avvicinai di qualche passo alla fattoria. –cos’è’- sapevo che ciò che vedevo non era la realtà. Persefone mi aveva detto che dovevo cercare una fattoria azzurra e parlare con un certo Chirone. Nico non mi rispose. Poco dopo lo vidi davanti a me che camminava dandomi la schiena. –te lo mostro- fu l’unica cosa che disse.

Persefone aveva ragione, l’inverno ha un suo fascino. La neve sugli alberi splende al riflesso del sole. Sembrano tanti piccoli cristalli. Ma… allora com’è che nella fattoria ci sia un sole così splendente, neanche un po’ di neve e… le fragole. Persefone mi aveva detto che maturano tra la primavera e l’estate. Questo posto non è un luogo comune. “grazie agli Dei li c’è sempre un clima estivo” ora ricordo. Andai a sbattere contro Nico. Di nuovo. –perché ci siamo fermati?- alzo lo sguardo su un’insegna. “Campo mezzosangue” c’era scritto. Improvvisamente tutto il paesaggio mutò. –ehi Nico! Ben tornato- un ragazzo alto con i capelli neri e due occhi verdi, di un verde come… come i riflessi dell’oceano con degli smeraldi. –ciao Percy- si salutarono, poi il ragazzo di nome Percy mi notò. –chi è lei?- m’indicò con un cenno del capo. –lei… è…- non riusciva a presentarmi. Forse è meglio aspettare a rivelare quanto il nostro legame fraterno sia più forte che tra due semplici figli di un dio ma con madri diverse. –io sono Sofia-.

–tu hai più di 13 anni- disse Percy, più a se stesso che a chiederlo a me. Oggi incontro persone molto perspicaci. Mio padre e ora questo ragazzo. –infatti ne ho sedici-.

Una ragazza bionda con i capelli sciolti pieni di boccoli ci raggiunge. –ciao Nico, Percy Chirone ha detto che a breve dovrebbe arrivare Ermes con una lettera per te- i suoi occhi grigi si poggiano su di me. Assume uno sguardo un po’ sulla difensiva. Mi scruta da testa a piedi poi fa un respiro di sollievo. –tu sei Sofia, la sorella di Nico, giusto- annuii sorpresa. –aspetta… tua sorella?- Percy sembrava non capirci molto. Spostò lo sguardo da me e Nico un paio di volte. –sai come sono gli dei- farfugliò mio fratello guardando da un'altra parte. –io sono Annabeth la ragazza di Percy- si presentò. Ok ma allora come sai che Nico ed io siamo fratello e sorella? Non ce l’avrò mica scritto in fronte. Cioè, ok sono un po’ pallida, ma negli inferì di certo non potevo prendere il sole. Ma non c’è altro che lo può far capire. –ho sentito Chirone che col signor D parlava di una ragazza che a breve sarebbe arrivata, hanno fatto il tuo nome e hanno parlato di capelli neri lunghi e occhi blu. E… tu hai capelli lunghi neri e occhi blu- spiegò porgendomi la mano.

-ciao ragazzi- una voce proveniente da dietro di noi parlò. Mi voltai e vidi un uomo vestito da jogging con delle buste in mano. –divino Ermes- lo salutò Percy con un cenno della mano. –oh, Percy ho proprio qualcosa per te da parte di tuo padre, tieni- gli porse la lettera. Frugò fra altre lettere e ne estrasse una nera. –questa è per i gemelli Sofia e Nico di Angelo. Eheheh Ade ha proprio cattivo gusto nel colore delle buste- presi la busta fra le mani. Appena la presi Ermes sparì.

-gemelli!- esclamarono Percy e Annabeth completamente perplessi. Rimasero a bocca aperta aspettando che uno dei due parlasse. Io e Nico ci guardammo e ci scambiammo un’occhiata che voleva dire “e ora cosa gli diciamo?”. Prima che si scoprisse che eravamo gemelli avrei perlomeno aver potuto parlare con questo Chirone di cui mi ha parlato Persefone. “è una persona saggia” mi aveva detto. Ecco, se è saggia come mi ha detto, probabilmente ora saprebbe cosa dire e non sarebbe spiazzato come siamo io e Nico.



Ecco il secondo capitolo. recensite che mi fa piacere sapere cosa ne pensate. infatti spero vi piaccia al prossimo capitolo saluti :D

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo tre

Percy e Annabeth continuavano a spostare lo sguardo da me e Nico, Nico e me. Stavo per parlare, ma a dirla tutta non sapevo neanche cosa avrei potuto dire, quando Annabeth mi precedette. Grazie ti adoro. -ma tu dove sei stata in questi anni allora?- ok... la prossima domanda prego. -io... sono stata tutto il tempo con nostro padre negli inferi- -wow... Chissà che noia tutto il tempo con lui, figuriamoci Persefone.... Sarai dovuta scappare da lei di continuo- provò a scherzare Percy. L'unico risultato fu una gomitata nello stomaco da parte di Annabeth ed io che lo guardavo torva. - mi sentivo sola, ma Persefone... Mi voleva bene- mormorai confusa. Le mie ultime parole sorpresero tutti... Pure Nico. Ok... cos'ho detto che non va? -con me è sempre stata molto fredda- mi girai verso mio fratello dispiaciuta. -wow... una Persefone amorevole... Mi mancava. Beh... allora... vi accompagniamo da Chirone- balbettò Percy. Ci fece strada. Io mi strinsi al braccio di Nico timorosa. Abbassò lo sguardo verso me e sorrise. -sorellina andrà tutto bene. Questo... È il posto migliore per noi semidei- "sorellina" fu quell'appellativo a farmi sorridere. -sei più grande di me solo di pochi secondi Nico- gli feci notare. Alcuni ragazzi ci passarono vicino e mi guardarono incuriositi. Allora Nico mi cinse le spalle con fare fraterno. Quanto mi è mancato... troppo. Sono grata a mio padre e Persefone per avermi dato questa possibilità, ma perché non mi hanno mai parlato di Nico e di quello che è capitato a bianca?

NICO

Le cingo le spalle per proteggerla dagli sguardi degli altri. Caspita... non è più minuta come un tempo, è cresciuta e molto. Anche se ci sono circa 5cm di differenza tra noi due è molto alta. Ha i capelli più lunghi di un tempo, i suoi boccoli sono stati stretti in una treccia. Come me anche lei è molto pallida. Ma a lei il pallore fa risaltare quei suoi magnifici occhi blu, che solo lei ha della famiglia. Potrebbe essere scambiata per una figlia di Zeus, Thalia ha capelli neri e occhi blu. Ma io so che non è così, fra gemelli lo si sente una cosa del genere, e sento che lei è uguale a me... Solo più bella e meno esperta del mondo dei vivi. -e mi bastano quei secondi-, le rispondo riferendomi alla sua finta lamentela. Mi sorrise e tenendomi per mano iniziò a varcare la soglia della Casa grande.

Si guarda intorno incuriosita. Ricorda me quando sono arrivato, non volevo allontanarmi da Bianca, poi la prospettiva di vedere un filmato di introduzione sul campo mezzosangue vietato ai minori mi attirò e mi lasciai convincere. Chissà se lo mostreranno anche a lei? –Nico…- mi chiamò. –dimmi- -il signor D è Dioniso vero- domandò curiosa. –si è lui- risposi. Mi fece un gran sorriso e accelerò il passo. Persi la presa della sua mano. Cosa l’è preso? Entrò nell’ufficio del signor D e non la vidi più. –Sofia!- esclamò il signor D…. con gioia? Entro nel suo ufficio e ciò che vedo mi sconvolge più di quando vidi Frank trasformarsi in un iguana. Sofia stava abbracciando il signor D. Aspetta... Ma... Cosa! -Sofia piccolo spiritello quanto tempo- il signor D nella versione amichevole è più inquietante che nella versione direttore del campo. -la festa dell'anno scorso era bellissima!- si complimentò mia sorella col Dio. -e quella di questa sera ti piacerà ancor di più spiritello- a quelle parole Sofia fece un salto gioia. -che festa- m’intromisi. Beh, ovvio a quanto pare il Dio delle feste vuole festeggiare mia sorella e io voglio sapere il perché. Fu in quel momento che il signor D si accorse di me. Il suo sguardo cambiò da sereno a scocciato. -ah... ci sei anche tu vero- ma che simpatico.... Le assicuro che lei non è il mio tipo, ho gusti migliori. Di certo non gli dico questo così mi limito a fare spallucce come per dire "eggià". -essendo gemelli deduco che la festa sarà anche per il tuo fratello spaventoso - sospirò il Dio. -certo!- esclamò sofia con gli occhi che sembrava il pieni di stelle. -ciao Nico- una voce da dietro mi salutò. Mi voltai e vidi Chirone sulla sua "sedia a rotelle" che con un mezzo sorriso mi stava guardando. Poi passò a mia sorella. -ciao Sofia, io sono Chirone- si presentò. Sofia lo guardò incuriosita e ricambiò il saluto -ciao-.

SOFIA

-ciao Sofia, io sono Chirone- si presentò l'uomo appena entrato nell'ufficio. -ciao- rispondo incuriosita. Ha i capelli disordinati scuri, i suoi occhi lasciano trapelare anni e anni di momenti duri, felici, burrascosi, con continui alti e bassi; un po' come mio padre Ade solo che lui ha sempre ricevuto delle porte chiuse in faccia. -benvenuta campo mezzosangue, qui ti allenerai per imparare a sopravvivere dai pericoli che ci minacciano- cos'è che dovrei fare? Ok... alcuni spiriti che stavano negli inferi mi hanno insegnato qualcosa su come si combatte. Qualche volta Ade si è addirittura offerto di aiutarmi, ma non sono un granché. La prima volta, era già tanto se sapevo da che parte ero girata.

-beh... a partire da domani, oggi preparati spiritello che tu e il tuo macabro fratello avrete una festa- si intromise Dioniso... Anzi il signor D, spingendo me e Nico fuori dal suo ufficio.



Ciao!!! eheheh ecco un nuovo capitolo :) sono stata un po' più lenta causa scuola eh... l'ho sempre detto studiare fa male ;D recensite mira comando e se vi và suggeritemi qualche particolare su un possibile ragazzo che conquisterà il cuore della giovane Sofia. al prossimo capitolo ;D

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo quattro

Io e Nico ci guardammo un po’ perplessi. Poi il suo sguardo si fece curioso. -spiritello?- scoppiai a ridere. Usciti dalla casa grande mi guardai intorno. Contemplando ciò che mi circonda. Sento le spade che si scontrano l'una contro l'altra, i ragazzi che discuto, le ninfe che ridono fra di loro, tutte cose a cui non sono abituata. Prima era tutto silenzio e le uniche cose vive che c'erano appartengono al giardino di Persefone. -questa... È la casa XIII dedicata nostro padre Ade- non sembrava molto convinto della casa. In effetti, è... È... È un pochino cupa, con pareti di Ossidiana, torce che bruciano di un fuoco verde e un teschio come simbolo di Ade. Assomiglia molto a camera mia, solo che col tempo è diventata più colorata.

-qualche volta papà si è fatto consigliare su che vino abbinare alle bevande, ma credo che volesse solo che conoscessi qualcuno al di fuori dagli inferi- spiegai un po’ in ritardo a Nico. –e ha scelto proprio il signor D- sembrava sorpreso, ma se lo era davvero non lo diede molto a vedere.

-ho conosciuto anche Afrodite, è venuta pochissime volte diceva che quell’ambiente non le donava molto, ma era sempre venuta per Persefone e già che c’era giocava a truccarmi; Ermes per le lettere e Apollo che mi ha regalato un flauto traverso, ma li conosco appena- la casa XIII è ampia al suo interno, ci sono quattro letti a castello, solo uno utilizzato. Come decorazione era molto spoglia, solo focolari con fuochi verdi, nel centro della stanza c’era un cesto di frutta con solo melograni. Infondo al centro vi sono due cassettiere nere con i pomelli di bronzo e in un angolo vi è una porta con su scritto WC. -scegli pure il letto che vuoi, ne hanno messi po' anche se ero solo- solo... Per quanto tempo sei rimasto solo fratello. Mi viene da chiedergli, ma non lo faccio. Entrambi abbiamo sofferto... Lui più di me. Quante cose ha affrontato? Quanto ha sopportato? E quanto è riuscito a liberarsi? Scuoto la testa per liberare la mia mente. Mi siedo sull'etto un po' stropicciato sapendo che è quello di Nico. -questo- dico soddisfatta con un sorriso furbetto. Nico con un sorriso si passa le mani fra i capelli. -quello è il mio- faccio finta di rimanere sorpresa e mi alzo. -davvero? Oh... Allora questo- mi arrampico sull'etto sopra e mi ci sdraio. -o anche questo è tuo?- scosse la testa.

-bene ora leggi la busta da parte di nostro padre- lo incitai. La tirò fuori. -come sempre è un Dio di poche parole- borbottò. -cosa?- -l'ho fatto per proteggervi- be... Neanche con me è mai stato di molte parole. Non mi sorprende. -wow, e da cosa avrebbe dovuto proteggermi tenendomi con se?- chiedo un po' infastidita. -tutto- furono le uniche parole di Nico poco prima di uscire. Lasciandomi sola.

QUALCHE ORA DOPO

Passeggio tra i vari ragazzi che ci sono. Alcuni mi salutano, altri mi guardano incuriositi, altri...anzi una ragazza mi sta guardando male. Ok... Il mio senso di sopravvivenza mi dice di cercare o Percy o Annabeth per chiedergli se mi dicono dove potrebbe essere Nico. -Pivello!!! Sei morto- questo grido mi distrae. In quel momento vidi Percy correre come un matto inseguito da una ragazza abbastanza muscolosa munita di lancia, tutta bagnata. -eh dai Clarisse! In onore del nostro primo incontro. Lo hai già scordato? Non ti piacevano i gargarismi con l'acqua del water- gridò lui ridendo. Ho capito bene? Gargarismi con l'acqua del water... Ma dove sono finita. Un ragazzino di circa 10 anni fece lo sgambetto a Percy che cadde terra e andò a sbattere contro un albero. La ragazza di nome Clarisse lo raggiunge e ha intenzione di ferirlo. Agitata mi guardo intorno. Ombre... Ombre... Dove siete cavolo! Eccoti! Corro verso l'ombra prodotta da un cespuglio. In un secondo l'attraverso afferro Percy e lo trascino via ritornando indietro e sbucando dal cespuglio di prima. Sbircio nella direzione della ragazza, che diciamolo sembra più un ragazzo dai suoi modi fini di fare e la vedo sorpresa, sembra elaborare cosa sia successo e si arrabbia ancor di più. -grazie Sofia, Annabeth non mi avrebbe mai perdonato se fossi rimasto ferito per mano di Clarisse più di una volta a settimana- ridacchiò Percy. Non è a posto questo ragazzo. -di Angelo!- grida Clarisse furiosa. -sa chi sei?- domandò Percy tirandosi su. -no- -bene per te, male per Nico- commentò. In quel momento arrivò Nico di corsa. -cosa vuoi Clarisse- chiese infastidito ma composto. -li c'era pivello Jackson poco fa- ed indicò l'albero di prima. Nico guardò non capendo. -allora?- -tu sei l'unico che può viaggiare nell'ombra e lui è stato preso e trascinato nell'ombra portato non so dove- sbraitò lei. Nico si guardò intorno ed incrociò il mio sguardo, poi vide Percy che si stava pulendo gli abiti. Alzò gli occhi al cielo. -non sono stato io Clarisse, è stata mia sorella...- -vuoi dare la colpa ad un morto Nico? Lo sappiamo tutti che Bianca è morta- lo schernì lei. In quel momento tutte le rotelle del mio cervello incominciarono a girare troppo velocemente, veramente troppo. Mi incamminai per affiancarmi a Nico con passo svelto. -sono stata io- esclamai. Clarisse mi guardò senza darmi molta importanza. -e tu chi saresti?- un sorriso comparve sulle mie labbra. -Sofia di Angelo, figlia di Ade- subito tutti iniziarono a bisbigliare sorpresi e a scrutare me e Nico. -qualsiasi cosa voi stiate facendo fermatevi e ascoltatemi? Questa sera si farà una festa e sarà dal padiglione, voi dovrete prepararla e spero che sia un bella festa altrimenti punizione per tutti voi- annunciò il signor D tutto d'un fiato, senza che qualcuno si fosse accorto del suo arrivo. -E ora incominciate!- esclamò infine. Poco prima di andarsene mi diede una pacca sulla spalla -e voi due preparatevi... Si anche tu Nicolai- -Nico signor D- lo corresse mio fratello trattenendo un sorrisetto. -eh? Ah... si si. Ciao spiritello- e si dileguò in un puf!

Dietro, a dove prima c'era il signor D, vidi un ragazzo che si stava occupando di un fiore scarlatto. Lo riconobbi subito come il preferito di mia madre... Il garofano.   



Ehy!!! eccomi di nuova qua con un nuovo capitolo ;D leggete e recensite miraccomando.
Spero che andando avanti coi capitoli non deluda voi lettori. 
A presto col capitolo 5 :D ciaoooooo

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo cinque

ANNI PRIMA

-mamma, mamma! Nico mi ha preso la matita!- piagnucolo la bambina di 3 anni affondando il viso nella gonna della madre. La donna con tenerezza le accarezzò la testa. Le scostò dei boccoli neri sfuggiti alla coda e la fece sedere sulle proprie gambe. -Sofia non piangere, adesso tuo fratello ti restituirà la matita- la rassicurò. Poi posò lo sguardo verso il figlioletto che si era nascosto dietro ad un vaso. -Nico... restituisci la matita a tua sorella per favore- il piccolo con piccoli passettini si avvicinò alla sorella e le restituì la matita. La piccola Sofia la prese e dopo che la madre la lasciò scendere diede un bacino sulla guancia al fratellino -grazie - mormorò prima di correre via nell'altra stanza seguita da lui.

Poco dopo i gemelli tornarono indietro con la sorella maggiore che li teneva per mano. -abbiamo fatto un disegno per te mamma- disse la più grande, Bianca. -ah si? Me lo fate vedere?- chiese curiosa, con sguardo pieno d'amore per i figli. Nico le porse il disegno. -è il tuo fiore pr... pr... Preferito mamma- disse la piccola Sofia facendo un po’ di fatica nel pronunciare la parola "preferito". Maria prese il disegno e le si sciolse il cuore dalla gioia. -il garofano, siete stati bravissimi bambini- li ringraziò stringendoli in un unico grande abbraccio.

SOFIA

-Sofia - era una voce preoccupata che mi chiamava. Mi sento confusa, galleggio nell'oscurità. -Sofia- ripete la voce. Una voce familiare. Apro gli occhi e prima di riuscire a vedere chi mi stesse chiamando dovetti aprire e chiuderli più volte. Finalmente metto a fuoco il volto davanti a me. Nico mi stava guardando preoccupato. -Sofia stai bene?- mormorò. -bene- mi guardo intorno perplessa. Sono ancora fuori dove il signor D ha annunciato la festa di questa sera. Ma cos'è successo? -sei caduta in una specie di trans... i tuoi occhi erano totalmente bianchi- disse Nico rispondendo alla mia tacita domanda. Un gruppo di ragazzi mi circonda parlando fra di loro. Ma cos'hanno da parlare tutti. -sto bene Nico, va tutto bene. Andiamo che... che dobbiamo prepararci- dissi alzandomi in piedi. Improvvisamente sentii che tutto il mondo stava girando al contrario. -ehi, prima devi riprenderti, vieni che ti do un pezzo di ambrosia- mi rassicurò Nico sostenendomi. Mi accompagnò in infermeria. Un figlio di apollo di nome Will Solace mi visitò e decretò che probabilmente ho avuto uno shock dato da ricordo improvviso. Non so perché ma Nico mi lasciò con Percy davanti all'infermeria. "devo fare una cosa" disse poco prima di andarsene, "ci vediamo a cena" mi diede un bacio sulla guancia e sparì nell'ombra. Will mi stava parlando del fatto che... beh in realtà non lo so, ho ancora impresso in testa il ragazzo biondo grano col garofano. -Sofia - scuoto il capo e lo guardo. -dimmi- -sei nuova, è la prima volta che ti vedo- rimango un po' sorpresa dato che è il primo chiedermelo. -sono arrivata oggi infatti- -è ovvio che hai più di tredici anni, mi chiedo perché tu non sia arrivata al campo già tre anni fa. Ma almeno sai chi è il tuo genitore divino?- -si, Ade- dalla mia rivelazione rimase un po' perplesso. - perciò sei sorella di Nico - -gemella- precisai annuendo. Lui sembrò confuso -beh... vai pure ora, hai soli bisogno di riposo- disse con uno strano tono malinconico. Lo salutai e m’incamminai verso la casa XIII.

L'ORA DI CENA

Suona il corno che indica la cena. Guardo un attimo fuori dalla porta e torno a rivolgermi al messaggio iride. -devo andare padre, mi ha fatto piacere vedervi- -saluta Nico- gli sorrido e passo una mano dissolvendo l'immagine. M’incammino verso la mensa, dove trovo Nico seduto ad attendermi. -dove sei stato?- gli chiesi sedendomi vicino a lui. -sono andato a trovare un amico tornato da poco e tu cos'hai fatto?- intanto che mi riempivo un piatto alzai le spalle per dar capire che non avevo fatto niente di che. -mi sono riposata un po', ho fatto un giro nel campo di fragole, mi sono goduta la vista dall'alto del campo, ho già preparato i vestiti per questa sera e sentito papà con un messaggio iride- -giornata simile a quella dei figli di Afrodite, solo che tu non hai passato la giornata a rimirarmi allo specchio e a truccarti- scherzo lui versando una parte di cena nel fuoco per nostro padre. Si spostò e fu il mio turno "a te padre e a Persefone" fu la mia muta preghiera. Tornai al tavolo ma questa volta mi sedetti di fronte a Nico. -papà ha detto di salutarti- buttai lì, per vedere come avrebbe reagito. Ma in realtà non mi aveva neanche sentito. Seguii il suo sguardo e vidi che e fisso sul ragazzo che mi aveva curata, Will Solace. -siete amici?- niente non mi sentì di nuovo. -Nico mi stai ascoltando?- iniziavo ad essere infastidita ora. -m... si si- mormorò. -be volevo dirti che sento caldo, perciò ora io mi toglierò la giacca, la maglietta e rimarrò solo con scarpe, pantaloni e reggiseno. Ti va bene- dissi come se fosse la cosa più normale al mondo. -si... ok- mormorò di nuovo. È completamente assente, uguale a papà. Bene tu non mi consideri e io ti dò un valido motivo per dedicarmi tutte le tue attenzioni fratello. Inizio a togliermi la giacca e poi la maglietta; le piegai con cura e le appoggiai sulla panca al mio fianco. Attirai subito l'attenzione di tutti i ragazzi e le occhiatacce di molte ragazze. Nico ancora non mi considerava. -Nico ho veramente molto caldo credo che mi toglierò anche i pantaloni sai- a quel punto al uni ragazzi fischiarono e altri dissero -la cena più interessante della mia vita. Non sapevo che la figlia di Ade fosse una spogliarellista - fu quell'ultima parola a riportare Nico con me. Si girò a guardarmi. Divenne tutto rosso prima dalla vergogna e poi dalla rabbia. -cosa... ma sei impazzita? Rimettiti subito addosso la maglietta e la giacca!-



Scusate il ritardo, la scuola mi tiene in pugno. Adesso che stanno per arrivare le vacanze di pasqua probabilmente sarò più rapida.
spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Recensite :D
by by al prossimo capitolo ;D

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Capitolo sei

A quel punto alcuni ragazzi fischiarono e altri dissero -la cena più interessante della mia vita. Non sapevo che la figlia di Ade fosse una spogliarellista - fu quell'ultima parola a riportare Nico con me. Si girò a guardarmi. Divenne tutto rosso prima dalla vergogna e poi dalla rabbia. -cosa... Ma sei impazzita? Rimettiti subito addosso la maglietta e la giacca!- e mi lanciò un'occhiataccia. Sorrisi felice di aver finalmente avuto le sue attenzioni, ma mi sento anche molto in imbarazzo. Volevo solo che mi ascoltasse, invece che fissare come un idiota quel ragazzo. Prendo la maglietta e la indosso, metto anche la giacca. -ma cosa ti è saltato in mente, ora ci proveranno tutti con te perché penseranno che...- il concetto era chiaro su cosa ora molti ragazzi potevano pensare su di me. E di ciò mene vergogno. - la prossima volta quando ti dico "be volevo dirti che ho caldo, perciò ora io mi toglierò la giacca, la maglietta e rimarrò solo con scarpe, pantaloni e reggiseno. Ti va bene?" Tu non dirmi di si pensando ad altro- mi difesi dato che non ho la minima voglia di ammettere che me ne vergogno. Nico fa un respiro profondo e si calma. -cosa volevi dirmi?- mi rilassai anche io. - papà ha detto di salutarti e ti ho chiesto se tu e Will siete amici- dissi con tono calmo mangiando un boccone. -Grazie per avermi fatto i saluti di papà e... Beh, si io e Will siamo... una specie di amici, si- aggiunse distogliendo lo sguardo. Provai a capire la sua risposta ma non ci riuscii. Una specie... Boh.

-andiamo a prepararci che mentre tu ammiravi il campo ho chiesto un favore ad un mio amico per un regalo- mi disse Nico alzandosi dal tavolo. -che regalo?- la cosa mi incuriosiva, ma mi preoccupava anche, io non avevo pensato ad un regalo per Nico. -beh oggi è il nostro compleanno sorellina- si limitò a dirmi con il sorriso di uno che la sa lunga. All'improvviso mi tornò in mente una cosa e seppi cosa avrei regalato a mio fratello.

-ci vediamo fra poco- lo salutai e sparii nell'ombra.

Viaggiare nell'ombra mi piace un mondo, gli altri non possono seguirti perciò mi permette di avere privacy nella meta. E la mia meta è... Il palazzo di mio padre, per la precisione camera mia dentro l'armadio.

Andai a sbattere contro i vestiti e alcuni pelucchi mi finirono in bocca. Li sputacchiai via e aspettai un secondo per abituarmi al buio. Ok ora la mia vista da gatto si è attivata, ci vedo bene. Mi inginocchio e raccolgo il pacchetto che da anni aspettavo di poterglielo regalare. Sfioro la carta con delicatezza e una lacrima riga il mio viso. Me l'asciugo e torno subito al campo.

Arrivata al campo credendo che il posto in cui sarei arrivata sarebbe stato deserto, decisi di apparire dietro la casa di Demetra. Ma mi sbagliavo, neanche due passi e sbatto contro qualcuno. Oggi è l'unica cosa che riesco a fare caspita. E di nuovo due braccia mi salvano dal dare una bella sederata. Due occhi color nocciola mi stavano fissando un po' divertiti. Il ciuffo color biondo grano si scostò e gli coprì un occhio. -ti divertono i viaggi nell'ombra?- chiese il ragazzo aiutandomi a stare in piedi. -m... Sono comodi- dissi mezza imbambolata. Caspita ha un sorriso stupendo. Dopo poco lo riconobbi. -tu... Oggi stavi piantando un garofano- esclamai sorpresa. -beh... Si- non capiva cosa ci fosse di tanto straordinario nel piantare un garofano. -era il fiore preferito di mia madre... E ora il mio- gli spiegai. Accennò ad un sorriso, che mi sciolse il cuore. -io sono Nathaniel Clark... Figlio di Demetra- si presentò porgendomi la mano. -Sofia di Angelo, figlia di Ade- e gli strinsi la mano. Si chinò un secondo e mi porse il regalo di mio fratello. -assomigli molto a Nico, non capita spesso che due figli di un Dio si assomiglino, capita solo fra i gemelli di solito- osservò, porgendomi il pacchetto. -infatti noi siamo gemelli... Grazie- mi guardò stupito, ma per poco. -ora devo andare, ciao- mi girai per andare via col cuore che sta per esplodermi. -a presto Sofia- mormorò lui con un tono di voce che udii appena.

-dov'eri finita?- domandò Nico, non appena esco dal bagno. -a cambiarmi- -intendo dopo la cena- precisò sistemandosi il chitone. Per la festa era stato messo il tema dell'antica Grecia. Cosa più tosto ironica dato dal fatto che tutti noi abbiamo o padre o madre greco. -a prendere questo- confessai emozionata porgendogli il pacchetto regalo. Rimase un po' sorpreso-non dovevi- -perché non avrei dovuto, sei mio fratello- dissi facendo finta di sistemarmi il chitone nero. Ma non resistetti a lungo -dai apri...- lo incitai. Strappò la carta e ne tirò fuori il contenuto. -sono lettere...-mormorò confuso e ne aprì una. - caro fratello oggi entrambi compiamo 11 anni, come stai? È tanto che non ci vediamo. E Bianca? Mi mancate molto... qui mi sento sola, Persefone è dura con me e non ne capisco il perché. Sono mesi che chiedo a papà vostre notizie mai lui non mi dice niente. Vi voglio bene. Sofia- quando mi guardò negli occhi erano lucidi. Solo quando mi asciugò una lacrima mi resi conto di star piangendo. -ce n'è una per compleanno... ma non per oggi- sussurrai. Nico mi strinse in un abbraccio protettivo, appoggiò le lettere sul comodino ed insieme uscimmo dalla casa.

Arrivati nel padiglione tutti indossavano il chitone. I figli di Afrodite si distinguevano benissimo perché avevano abbondato con bracciali, collane e anelli. -ehi Nico, al volo- lo chiamò un ragazzo che sembrava un po'... un folletto dispettoso, pieno di riccioli castani con un sorrisetto da “non ti immagino cos'ho combinato”. Nico prese al volo un pacchetto di carta. -grazie Leo, sono indebito con te- -me lo ricorderò quando dovrò andare da qualche parte e sarò in ritardo- ridacchiò lui lasciandosi trascinare via da una ragazza, che aveva i capelli raccolti in una acconciatura complicata da dove sfuggivano ciuffi di capelli color caramello. Ad un tratto sentii qualcosa poggiare sull'incavo del mio collo. Abbasso lo sguardo e vedo ciondolo grande come una moneta da venti centesimi italiani, con su inciso in piccolo, quattro diverse iniziali. -M. Maria, B. Bianca, N. Nico e S. Sofia- mi spiegò intanto che me la stava mettendo. -manca papà- mormorai dispiaciuta. -è dietro- girò il ciondolo e vi erano altre due iniziali. -A. Ade e P. Persefone, da una parte la famiglia mortale e dall'altra quella immortale- il cuore mi si col ma di gioia e lacrime, scoppiò in lacrime. -ehi... perché piangi è il nostro compleanno, il signor D ha addirittura fatto dare una festa per te- mi consolò. -ad un tratto dei ragazzi iniziarono a fare ciò che temevo -ehi Sofia ci fai un altro spettacolino come a cena- mi girai e li guardai pieni di odio. -sicuri...potreste ritrovarvi al cospetto di mio padre dopo- li avvisai prendendo in mano la mia spada che tenevo fra le pieghe del Chitone. Subito i ragazzi cambiarono espressione e si ritrassero pallidi. Dal loro pallore deduco di aver esagerato, di aver messo troppo odio e che mi si sia formata la solita nebbia nera attorno al corpo. -Sofia- mi chiamò ma io mi stavo facendo largo tra gli altri ragazzi. -Sofia!- provò a chiamarmi di nuovo -Nico!- mi girai un secondo e vidi che Will Solace lo aveva fermato prendendogli il gomito e gli stava parlando. Colsi l'occasione e mi immersi totalmente in un ombra.

Il fresco della sera mi scompiglia i capelli. Sono dovuta andare via dalla festa, anche se non si può dire che ci sono stata veramente. Maledetti figli di Apollo... so che erano loro, nei modi fare sono totalmente uguali al padre, indipendentemente dal il loro vero carattere. I figli di Afrodite non importa l'occasione in cui ci si trovi, loro riescono a far sembrare chic anche uno sacco di iuta.

Mi arrabbio, intristisco eccessivamente e quella strana nebbia nera inquietante mi circonda. Gli spiriti che mi vedevano in quello stato dicevano che mi dava un aspetto quasi terrificante come quando mio padre si arrabbia... e non è esattamente la cosa più carina che mi faccia piacere sentire.

Sento che le voci degli altri diminuiscono perciò deduco che pian piano se ne stiano andando. Mi alzo in piedi faccio qualche passo, ma le caviglie non mi sorreggono. Cado in avanti e faccio delle capriole giù lungo la lieve discesa della collina. Quando mi fermo ho male ovunque. -tutto bene?- domandò una voce. Alzo lo sguardo e vedo lo stesso ragazzo di oggi, Nathaniel. -non esattamente- borbotto massaggiandomi le caviglie. -un bel volo cavolo. Hai preso una storta?- -non lo so, le caviglie non reggevano il peso del mio corpo nei passi- mi porse una mano. La presi e grazie al suo aiuto mi rimisi in piedi. Provai a camminare ma di nuovo le caviglie non ne volevano sapere di collaborare. -oh... attenta- mi prese al volo e mi sorresse. -vieni, sali in spalla ti porto alla casa XIII- mi sistemai sulla sua schiena con le braccia attorno al suo collo. -grazie- biascico, con gli occhi che iniziano a farsi pensanti. Dopo poco che sta camminando mi lascio cullare dal dondolio dei sui passi e mi addormento sopraffatta dalla stanchezza.



Ciao! scusate il ritardo, ma ho avuto problemi col pc.
spero vi piaccia, godetevi questo capitolo :D recensite pleas 
ciao ;D

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Capitolo sette

NATHANIEL

Mi allontano dalla festa perché troppo rumorosa per i miei gusti. Ho ancora in testa quei due occhi blu come la notte. Cerco di distrarmi con le piante per cambiare un po' i miei pensieri, ma sono sempre gli stessi occhi blu che mi fissano un po' insicuri quelli che vedo. Guardo il cielo e li rivedo, ad un tratto noto la figura di un ragazzo o una ragazza che sta cadendo dalla collina. Mi affretto a raggiungere il fondo di essa e arrivo quando la ragazza dai lunghi capelli neri si è fermata. -tutto bene?- domando un preoccupato. La ragazza alza la testa e di nuovo vedo i suoi occhi blu, è Sofia. -non esattamente- borbotta massaggiandosi le caviglie. -un bel volo cavolo. Hai preso una storta?- -non lo so, le caviglie non reggevano il peso del mio corpo nei passi- le porgo una mano per aiutarla. L'afferra e l'aiuto a rimettersi in piedi. Provò a fare un passo ma stava per crollare, così la presi al volo per non farla cadere. -oh... attenta- esclamo. -vieni, sali in spalla ti porto alla casa XIII- e mi abbasso un po' per permetterle di salire. Le sorreggo le gambe e lei mi mette le braccia attorno al collo per tenersi. -grazie- biascica e da ciò capisco che è stanca. Inizio a camminare in silenzio, poi provo a parlare un po'. -dal padiglione, c’è uno striscione con su scritto "agli dei" e sotto in piccolo "auguri Sofia e Nico"... essendo il tuo compleanno allora... auguri- silenzio. -Sofia- provo a chiamarla, ma non risponde. Provo girare un po' la testa per cercare di incrociare il suo sguardo. Con la coda dell'occhio noto che ha il capo appoggiata alla mia spalla e gli occhi chiusi. Mi sfugge una breve risata e sorrido. -buona notte- sussurro man mano che ci avvicinavamo alle case.

NICO

-Sofia!- la chiamo più ad alta voce per farmi sentire ma lei continua ad avanzare fra la folla. -Nico!- mi afferrano per un braccio. Mi giro e vedo Will con uno sguardo cupo. -cosa c'è Will?- chiesi continuando a cercare Sofia ma ormai non la riesco più a trovare. -perché non mi hai mai parlato di Sofia?- dalla sua domanda intuii che quando Sofia era andata a farsi vedere da uno dei figli di apollo c'era lui. E che avessero parlato un po'. Mi guardai intorno e lo portai in un angolo del padiglione a parlare. -allora- mi incitò vedendo che non sapevo come incominciare. Feci un respiro profondo -lei è la mia gemella,... quando io e Bianca siamo usciti dall'hotel Lotus ti avevo raccontato del fatto che non ricordavamo nulla del nostro passato...- -si. Questo me lo hai raccontato... perciò non ricordavate neanche lei- scossi il capo -ci ricordavamo benissimo di lei, nell'hotel eravamo insieme. Ma fu quando portarono me e Bianca in una scuola e lei no che perdemmo i contatti, ci siamo rincontrati solo questa mattina- -dov'è stata in questi anni- fu la pronta domanda che mi fece. Prima di rispondergli lo guardai negli occhi a lungo, ogni volta mi danno una forza che non penso di avere. -da nostro padre- mormorai. Will mi guardava comprensivo. -ma come mai non me ne hai mai parlato- non riesco più a sorreggere il suo sguardo ora e lo sposto. -non... non pensavo fosse importante. Poi temevo fosse morta e che mio padre mi stesse nascondendo il suo spirito- confessai sentendo un' ondata di tristezza invadermi. D'istinto Will mi abbracciò. Nascosi il viso sulla sua spalla e inspirai forte il suo profumo, alloro e menta, strana combinazione... ma il suo profumo mi rilassa, mi fa sentire parte del campo.

È più di un ora che cerco Sofia in lungo e in largo, ma niente... non la trovo. Alla fine decido di aspettarla fuori dalla casa XIII. Solo dopo mezz'ora vedo un ragazzo alto col fisico asciutto capelli color del grano e occhi nocciola, venire nella mia direzione con una ragazza in spalle. Aguzzo la vista e mi rendo conto che la ragazza è Sofia. -Sofia!- esclamo scattando in piedi. Con poche falcate vado incontro al ragazzo. -cosa le hai fatto?- lo accuso con un tono più preoccupato che accusatorio. Lui mi studia un attimo poi fa per passarmi Sofia. La prendo in braccio, sta dormendo. -io niente, stavo facendo un giro quando ho visto che stava rotolando giù dalla collina. Domani è meglio se la porti a vedere da un figlio di Apollo, l'ho aiutata ad alzarsi ma dopo un passo stava per cadere di nuovo, così le ho proposto di portarla in spalla sino a qui... ed eccoci- spiego velocemente. Lo guardai dalla testa ai piedi un po' diffidente poi decisi di credergli. -grazie- dico intanto che mi sto allontanando.

Appoggio Sofia sul suo letto. Nonostante abbia rischiato di farle sbattere la testa contro la porta, non ha dato un minimo segno di essersi risvegliata. La osservo mentre dorme e mi chiedo come sia possibile, che oggi siano successe già così tante cose; possibile che in una sola giornata ciò possa accadere? Le accarezzo la fronte e vedo i suoi occhi tremare sotto le palpebre chiuse. Un incubo sicuramente. Mi cambio e mi corico sul letto. Resto a fissare il soffitto sapendo già che appena i miei occhi si sarebbero chiusi sarei finito nei miei soliti incubi e che mi sarei svegliato madido di sudore.

SOFIA

Lentamente mi alzo dal letto e vado a cambiarmi. Nico è già uscito, mi ha lasciato un biglietto con su scritto:

"ti ho lasciato una delle mie maglie del campo. Sicuramente ti è grande, poi te ne procurerò una/due della tua taglia.

Ps. Spero che quando ti sveglierai non siano già le 9, perché ti aspetto alle 9:20 nell'arena.

Ti voglio bene Nico"

Butto l'occhio sull'orologio che segna le 8:30. Ok, il tempo c'è, sistemo questo cespuglio di capelli che ho in testa, metto un filo di trucco e... a si, devo cambiarmi la maglia. Faccio per andare in bagno, ma il mio cervello inizia a funzionare in modo normale, non più come uno zombie. -ma magari prima cambio la maglia così dopo non rovino trucco e capelli- dico fra me e me. Indosso la maglia arancione e mi rendo conto che io ci navigo dentro. Se io sono XS e la maglia una M è più tosto ovvio. Dopo faccio il resto col giusto ordine, mascara, matita nera ed è fatta, trucco semplice semplice, come me. Con un po' di sconforto guardo i miei capelli aggrovigliati in un unico grande nodo e con molta maestria riesco a dare un aspetto umano ai miei capelli, poi li lego nella mia solita treccia laterale.

Sono le 9:00 ed esco dalla casa. A fianco la porta c'è un garofano scarlatto. Probabilmente lo stesso di ieri. Vicino c'è un biglietto "Buon compleanno Sofia. N."




Ciao!!! buona pasquetta a tutti ;D
L'avevo detto che con il ponte di pasqua sarei stata più attiva (sicuramente ho usato altre parole, ma non le ricordo)
Spero vi piaccia e che non lo troviate noioso. Se non ve ne siete acorti un certo N. non riesce a togliersi dalla testa la nostra cara Sofia ;D
boh... chissa! Recensite  miraccomando, vi assicuro che non mordo ;) (odio la carne rossa e mangiarvi sarebbe un puro atto di cannibalismo, ciò vorrebbe dire per me finire in un coma istantaneo dato che odio la vista del sangue e le cose troppo cruente)
al prossimo capitolo :D
Ps. vi avviso già sto per entrare nel periodo con le verifiche che mi escono dalle orecchie perciò potrei avevre periodi di assenza misti a periodo in cui riuscirò a pubblicare con più facilità o difficoltà. grazie
 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo otto
Un sorriso si forma sul mio viso. Nathaniel, che gentile... appena lo incontrerò lo devo ringraziare.
Prendo il fiore e lo appoggio sul davanzale della finestra, vicino al mio letto; ovviamente fuori dalla casa, dentro morirebbe in un secondo data la mancanza luce solare.

 -eccomi!- raggiungo Nico con una corsa. -bene, vediamo un po' come combatti- mi sorrise posizionandosi davanti a me con la sua spada ben stretta in mano.  Sfilo la spada che mi ha regalato Persefone e mi rendo conto che è molto simile a quella di mio fratello, solo più corta.
-ok..- non sono molto sicura di voler iniziare con Nico, ma di altri non mi fiderei molto.
 Cogliendo il  mio momento di distrazione,  Nico tenta di disarmarmi colpendomi il polso. Mi colpisce col piatto della spada e infatti l'arma mi sfugge di mano, ma l'afferrò con la sinistra. Eheheh... Ora arriva il bello. Se c'è una cosa che Nico non sa, è che so combattere anche con la sinistra. E non sa che sono più brava con questa mano.
Provo un affondo ma me lo para, inizio a ricordare le parole di mio padre "tieni alta la guardia e scova il punto debole dell'avversario" intanto che stiamo combattendo, cerco di studiare i suoi movimenti. Ha una presa ben salda sull'elsa, ma spesso posiziona le gambe in un modo un po' precario quando tenta di attaccarmi. Cercando di essere rapida lo ferisco ad una gamba. Nico fa un accenno di star per cadere, così intanto che paro un suo colpo, gli faccio uno sgambetto. Finisce con la schiena terra e io che gli punto la mia spada alla gola, poi con un piede gli schiaccio una mano quel tanto che basta perché perda la presa dall'elsa. -brava, non sapevo fossi ambidestra- ridacchiò intanto che lo aiutavo a rialzarsi. Con un sorriso gli porsi la sua spada e rimisi la mia nel fodero. -papà ha insistito perché sapessi combattere con entrambe le mani- spiegai intanto che ci stavamo dirigendo verso la casa dei figli di apollo. -tu e... Will, quel figlio di Apollo- incominciai sovrappensiero, Nico mi lanciò un'occhiata un po' preoccupata. -cosa?- -m... ma niente... è il tuo ragazzo vero- alla mia osservazione Nico rispose sputando l'acqua che stava bevendo. Per poco non si stava strozzando. Gli diedi qualche pacca sulla schiena. -hm... cosa... cioè... perché me lo chiedi?- riuscì a dire in fine. Feci un ampio sorriso per rassicurarlo. -guarda che per me non è un problema, sono una ragazza di ampie vedute, indipendentemente dall'epoca in cui siamo nati- a quel punto vidi che si era un po' rilassato. Ma non del tutto. -sicura?- annuii convinta. Arrivammo nella casa VII dove troviamo un Will che mi accoglie... a braccia aperte? -ciao Sofia- esclama stringendomi in un abbraccio un tantino soffocante. Lancio un occhiata a Nico diffidente. -ora non sono più tanto una ragazza di ampie vedute- dico intanto che mi libero dall'abbraccio. Nico sposta lo sguardo su Will -anche lei non è molto espansiva Will, fattore ereditario divino- gli spiegò. -ok, scusa. Venite- ci invita ad entrare nella casa. Lancio un ultima occhiata a Nico che fa spallucce. -voleva essere carino con te- -non lo deve fare mai più- mi lamentai imbronciata, ma poi gli sorrisi -stai bene con lui?- domandai. Lui annui con un sorriso un po' imbarazzato. -allora va bene- lo rassicurai. Oltrepassammo la soglia e fui accecata da tutta la luce che c'era. -oh miei Dei!- borbotto facendo fatica a tenere gli occhi aperti. Quando si dice che gli opposti si attraggono. Will è tutto luce ed espansione, Nico solitudine e difficoltà nell'aprirsi. Boh... sono felici? Si. Allora non è un mio problema.
-sedetevi io vado a prendere due cubetti di ambrosia e le garze- ci accomodammo su un divanetto e aspettammo che tornasse.
Quando tornò diede un quadratino di ambrosia a ciascuno. Poi passò a curare la leggera ferita di Nico. Misi in bocca il pezzetto di ambrosia e mi sembrò di stare fra le nuvole. Sapeva di cereali, la prima volta che li ho mangiati è star negli inferi. Me li aveva consigliati Persefone e da lì me ne ero totalmente innamorata.
-che gusto ha?- mi chiese Will, intanto che passava al mio polso destro. Aspetta... cosa? -cerali- -ti sei slogata il polso- spiegò intuendo che non capivo perché mi stava fasciando il polso. Spostai lo sguardo verso Nico -menomale che papà ha insistito che imparassi a combattere con entrambe le mani- dissi con un tono misto fra l'accusatorio e il divertito. Lui  per discolparsi mi indico la gamba e il polso che gli avevo schiacciato col piede. -ti sei rifatta anche troppo- -siamo pari, io il tuo polso e la tua gamba, tu il mio polso e per poco non mi facevi sbattere la testa contro la porta ieri sera- Nico sgranò gli occhi -eri sveglia?- scossi il capo -non proprio, ero in un dormiveglia- spiegai. In quel momento suonò il corno che segnala il pranzo. -Nathaniel!- esclamo scattando i piedi. -cosa?- chiese mio fratello un po' confuso e forse anche un po' offeso. -lo devo ringraziare per avermi aiutato ieri sera- disse correndo fuori dalla casa Vll.

Quando arrivo ai tavoli c'è una tale confusione che era già tanto se capivo dove mi trovavo. Aguzzo un po' la vista e provo cercarlo fra i suoi fratelli e sorelle nel tavolo dei figli di Demetra, ma nulla. Delusa dal non averlo trovato mi siedo al tavolo di Ade.
Con la forchetta faccio rotolare l'unico pezzo di pasta superstite nel mio piatto. Nico se ne stava tranquillo davanti a me. Aveva il piatto pieno di cose da mangiare e mi chiedo come faccia a mangiare così tanto, ha un fisico slanciato e asciutto. Poi un piatto ancora più colmo attirò la mia attenzione. Era in un tavolo solitario, guardai chi era e vidi Percy. Per la precisione vidi Percy che si stava ingoiando ciò che aveva nel piatto come un morto di fame. -ma... come ci riesce -mormorai mezza schifata e perplessa. Nico seguì il mio sguardo e sorrise. -non lo so', mangia tantissimo. Fa tantissimo allenamento e...- soffocò una risata mettendosi una mano davanti alla bocca. -e cosa?- chiesi incuriosita. Mio fratello fece cenno di no col capo -no... niente- mi rassicurò con un sorriso. Io gli puntai la forchetta contro. -non puoi iniziare una frase e lasciarla a metà in questo modo- gli agitai la posata davanti agli occhi. -ma niente... è che il più delle volte lui passa il tempo a scappare da Clarisse perciò è ovvio che abbia tutto questo appetito- -tipo ieri?- lui annuì rubando il mio pezzo di pasta. -ehi! Era mio!- mi lamentai ma senza essermela presa veramente. -l'hai detto anche tu, era. Ora non più- e si mise il pezzo di pasta in bocca.

Dopo il pranzo mi riposo un po' e decido di provare a cimentarmi col tiro con l'arco. Inutile dire che per poco non beccavo mio fratello Nico in una gamba. Lui mi aveva chiesto di stare più attenta. Ma ehi, cosa vi aspettate da una che prende arco e frecce per la prima volta in mano.  E poi ma spiegatemi bene, io sto cercando di colpire il bersaglio e Nico si piazza a mezzo metro da quest'ultimo. Se le cerca proprio. Dopo un'ora e mezza di tentativi riesco a centrare il cerchio più esterno del bersaglio. -brava, Percy è anni che ci prova ma ogni volta rischia di ferire qualcuno. -guarda che sono migliorato- si lamentò Percy venendoci in contro. -l'ultima volta hai fatto arrivare la freccia nella Diet coke del signor D Percy- gli fece notare Nico diffidente. Percy sfoderò un a faccia da "ma che vuoi che sia" con un sorrisetto da pianta grane. Prese arco e frecce, cercò di prendere bene la mira e poi lasciò la cordicella dell'arco. A confermare l'osservazione di mio fratello la freccia andò a conficcarsi in un modellino di un palazzo che Annabeth stava facendo. La freccia lo beccò in pieno e lo distrusse. Annabeth sconvolta guardò nella nostra direzione e divenne tutta rossa dalla rabbia. -ti amo!- gli gridò Percy nella speranza di addolcirla un po'. In tutta risposta lei lo trafisse con lo sguardo -Perseus Jackson! Sei un ragazzo morto! Sono settimane che ci stavo dietro-  -te l'ho già detto che sei bellissima?- provò lui, ma niente ora mai Annabeth gli stava urlando contro qualsiasi cosa. 



ehi!!!! ciao ;D ho trovato un buchetto libero nel tempo ed ecco qua il capitolo n° 8
Scappo di nuovo dato che nessuno vuole studiare al mio posto.
ciao, ciao alla prossima!!!! :D

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Capitolo nove
-quella nuvola sembra cerbero- sussurro fra me e me. Quanto mi manca quel cucciolone, sembra cattivo, feroce e pronto a sbranarti. Ma in realtà è molto buono, ha solo bisogno che qualcuno giochi con lui. -magari faccio un salto da lui-  continuo a mormorare fra me e me. Mi alzo in piedi e spolvero un po' i vestiti. Stare coricata sul prato ha i suoi pro e i suoi contro. I pro sono che è una bellissima sensazione  avere l'erba che solletica la pelle, i contro.... Beh mi ritrovo ricoperta di ciuffi d'erba in testa e sui vestiti e prima che torno ad essere una semidea normale posso passare per una semidea fatta di erba, terra e fiori. Come se fossi figlia di Gea, solo che per mia immensa fortuna non sono sua figlia.
Ora sono pronta per andare dal mio cucciolone, ormai ho metà braccio nell’ombra di un pino ma sento una voce gridare il mio nome. –Sofia!- ritiro il braccio e faccio qualche passo indietro verso colui che mi stava chiamando. Dal fondo della collina vidi dei capelli biondo grano raggiungermi di corsa scompigliati dal vento. I suoi occhi color nocciola erano socchiusi per evitare di rimanere accecato dal sole che gli picchiava sul viso. –ciao Nathaniel- sussurrai rimanendo stordita dalla sua bellezza… cosa? L’ho pensato veramente? O miei dei! Padre perdonami se trovo piacevole un figlio di Demetra. Aspetta! Oh no, no, no! Mio padre lo incenerirà seduta stante se solo sapesse che è mio amico, lui non sopporta Demetra, figuriamoci Nathaniel che è suo figlio. –ehi… ti stavo cercando, è qualche giorno che non ti vedevo più- disse cercando di riprendere il fiato appoggiando il proprio peso sulle ginocchia. –eh… già, ho provato a cercarti ma non ti trovavo- dissi con un tono di voce un po’ strozzato. Finsi di tossire per giustificare il mio tono di voce e gli rivolsi un sorriso un po’ incerto. –ah.. mi hai cercato? Non lo sapevo- mi sorrise a sua volta lui un po’ incuriosito. –beh, si volevo ringraziarti per avermi riportato alla casa XIII la sera della festa e... per il garofano- la mia voce sembrava più sicura e spero lo fosse veramente. Come risposta Nathaniel mi rivolse un sorriso ancora più ampio –ma figurati e… ti è piaciuto il fiore- domandò con un po’ di insicurezza questa volta nella voce. Annuii per rassicurarlo –si, è il mio fiore preferito. Ma dimmi perché cercavi- avevo bisogno di cambiare argomento il mio cuore fra un po’ stava per esplodere. Pensandoci bene però, veramente non sapevo ancora perché mi stesse cercando. –oh… ehm… volevo chiederti se ti andasse di  allenarti con me nell’arena-  iniziò un po’ impacciato, ma poi finì la frase con un tono più sicuro. –oh, in realtà stavo andando a trovare un amico che non vedo da un po’- risposi mortificata. Mi dispiaceva molto ma era anche moltissimo tempo che non vedevo cerbero. –magari un altr…- una lampadina difettosa si accese nella mia testa. –beh, se vuoi potresti accompagnarmi- mi affrettai a dire senza neanche farlo finire e soprattutto senza neanche ragionare su cosa gli stavo proponendo. No, veramente gli ho appena proposto di venire con me a trovare Cerbero? Ma cosa… non sono a posto… ok un idea più stupida non potevo proprio averla. Riportai i miei occhi nei suoi per vedere la sua espressione e notai che stava sorridendo. –ok, dove si trova il tuo amico- oh… no! Ha accettato. Ma allora perché mi fa tanto piacere. Ora basta la frittata è fatta. Un sorriso un po’ impacciato si formò sulle mie labbra. Lo afferro per il polso e senza pensarci due volte me lo trascino dentro ad un ombra -seguimi- esclamai stranamente contenta.
 
Ora dopo l’euforia di poter passare un po’ di tempo con Nathaniel, ricordo perché non lo dovevo portare con me negli inferi da cerbero. Mio padre aveva addestrato cerbero perché tenesse lontano Demetra ogni volta che le girava e voleva venire a trovare Persefone. Così per lo meno quel terzo di anno in cui lei sta qui lui la può avere solo per se. Che egoista? Un po’, ma lo ha fatto solo per cercare di salvare il proprio matrimonio, vi assicuro che dopo un po’ che Demetra diceva “tesoro devi mangiare più cereali, sei un po’ pallida… sei mica incita! Dimmi di no ti prego” “tesoro guarda che i cereali fanno molto bene” “oh, ma come fai a stare qui?” “Persefone cara, vorrei tanto non fossi costretta a passare un terzo dell’anno qui in questo postaccio dove non si riesce a far crescere nulla, solo due piantine in quel tuo piccolo giardino” io davo ragione ad Ade.
Nathaniel era sbiancato totalmente, ed era rimasto a bocca aperta alla visione di cerbero che non appena annusò la parte del suo sangue divino iniziò ad abbagliargli contro. Dopo un piccolo shock anche da parte mia presi la pallina preferita da cerbero e mi assicurai che attirasse la sua attenzione. Le sue tre teste iniziarono a seguire la palla con la lingue a penzoloni e la coda che si muoveva. –scusa Nathaniel… avrei dovuto avvisarti chi è il mio amico¬- -non… preoccuparti- mi rassicurò lui con un tono di voce un po’ tremante. –ehi bello guarda la pallina- esclamai cercando di far concentrare cerbero esclusivamente su di me. –mi dispiace così tanto, lo distraggo lanciandogli la palla e torniamo al campo- mi rivolsi di nuovo a Nathaniel con uno sguardo che lasciava trapelare quanto mi vergognassi della situazione. –m… va bene Sofia- mi rassicurò lui e per l’ennesima volta mi vene da sorridergli. –ehi cerbero vai a prendere la palla, poi saluta mio padre portandogli la palla- lo incitai. Lanciai la palla più lontano possibile, poi scattai verso Nathaniel. Questa volte invece che afferrargli il polso fu lui ad afferrare la mia mano. Mi irrigidii un secondo intanto che continuavamo a correre, uno strano formicolio mi salì lungo la schiena e nel mio petto il cuore incominciò a battere all’impazzata. Gli stringo la mano e continuando a correre torniamo al campo.
-ahhhhh!- grido. Durante il viaggio nell’ombra non ero molto… concentrata, così una volta arrivati al campo ci trovammo su un albero. Come risposta al mio spavento Nathaniel mi strinse a se con un braccio, intanto che con l’altro manteneva l’equilibro tenendosi al tronco dell’albero. –grazie- sussurrai terrorizzata. –di niente, tu mi hai salvato da cerbero e io evito che tu cada dall’albero-. Ero talmente vicina a lui che riuscivo a sentire il suo cuore, batteva velocemente, come il mio. Alzai il viso ed incrociai il suo sguardo che sembrava sereno. –soffri di vertigini?- annuii non riuscendo proferir parola. –riesci a fare un ultimo viaggio nell’ombra e portarci alla base dell’albero?- chiese con un tono di voce che mi infondeva più energia nel mio animo. –s-si- balbettai cercando di non pensare al fatto che ero a più di 20 metri dal suolo. Essendo su un pino fu più che facile trovare un ombra.
In breve eravamo alla base del pino, io più pallida del solito e Nathaniel mi stava porgendo un pezzetto di ambrosia. Lo presi e lo mangiai, in poco mi sentii subito meglio. –grazie- mormorai sedendomi più dritta contro il tronco. 
Nathaniel era seduto davanti a me. I suoi occhi mi scrutavano un po' preoccupati. -tutto bene?- -si stai tranquillo, più tosto tu come stai? Scommetto che incontrare Cerbero non è fra i tuoi momenti migliori- sdrammatizzai un po'. Rise alla mia osservazione e si coricò sul prato. -in effetti no, ma c'eri anche tu con me, perciò non è stato così male- ammise iniziando ad intrecciare fili d'erba. -raccontami qualcosa di te- mormorai incantata dal movimento delle sue dita, che veloci e delicate intrecciavano fili d'erba, fiori di campo e trifogli. Fece un respiro profondo ed abbozzo un sorriso. -mio padre vive in una fattoria nel Kansas con mia sorella minore Harriet- -hai una sorella, quanti anni ha?-chiesi sorpresa. All'improvviso mi venne in mente l'immagine di una ragazzina più piccola di con lunghi capelli color del grano e gli occhi nocciola. -ha 7 anni in meno di me, cioè 10. Alla fine quando avevo 6 anni mio padre si è sposato con una donna è si è fatto una famiglia vera e propria- sembra non esser molto felice della decisione presa dal padre in passato. -com'è?- la curiosità prese il sopravvento sul buon senso. - chi- -la tua matrigna- -m... mi tratta con indifferenza e non accetta che i piccoli pasticci come un vaso rotto o un bicchiere rovesciato siano opera di Harriet e da la colpa me. Mio padre è più assente di prima e vedermi non fa che ricordargli mia madre perciò è 6 anni che vivo qui- spiegò drizzandosi a sedere e continuando fissare il cielo. Dopo poco si girò verso di me e appoggiò sul mio capo una coroncina di fiori. -ti sta molto bene. Ehi... perché piangi- domando preoccupato. Mi dispiace talmente tanto per Nathaniel non vede da anni suo padre. D'istinto  mi sporgo verso  di lui e lo abbraccio. -mi dispiace- mormoro. Un po' imbarazzato Nathaniel mi poggia una mano sulla schiena, poi mi stringe a se e poggia il viso tra i miei capelli. -non ti preoccupare, non è colpa tua- mi conforta. Sento la mia spalla bagnarsi appena e capisco che sono alcune sue lacrime. Mi avvicino ancora un po’ a lui e lo stringo più forte a me.



Ehi ciao!!!! Sono di nuovo qui e con il capitolo Nove :D
Settimane pesanti mi attendono e spero di riuscire a pubblicare almeno un capitolo/due in queste due settimane in cui ho più verifiche.
Se internet non mi ha mentito domani uscirà l'ultimo libro della saga di Percy Jackson gli eroi dell'olimpo :D spero si vero così finalmente potremo scoprire tutti come il nostro caro amto Rick Riordan fa finire la storia.
Ciao!!!!! :D

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Capitolo dieci
Nathaniel è impegnato a cambiare il vaso ad un fiore, intanto che io in silenzio lo raggiungo. Faccio piano e cerco di non far rumore. -ehi- esclamo vicino al suo orecchio. So rovescia per terra finendo coricato. -ehi- ricambia con un sorriso divertito. La sua espressione era buffissima, fra i capelli aveva un po'  di terra e ne era anche sporco in viso. Scoppiai ridere divertita -faccio così tanto ridere?- chiese tirandosi su e passandosi le mani fra i capelli per pulirseli.  -dovresti vederti... ahahah- stavo letteralmente per morire dal ridere quando ad un tratto Nathaniel con una mano piena di terra mi sporcò il viso. Istintivamente mi usci un grido. -pari- sghignazza divertito dalla mia espressione ammutolita.
Dopo un po' scoppio a ridere di nuovo anche io. Con gesti un po' goffi iniziò a pulirsi il viso, dopo poco lo imitai cercando di pulirmi. -sono ancora sporca?- chiesi  in tanto che mi stavo asciugandomi una lacrima nata dalle mie risate.
-si, spetta che faccio io- si avvicinò talmente tanto a me che sentivo il suo respiro caldo. Con un panno che aveva in tasca delicatamente mi tolse le ultime tracce di terra che erano rimaste. Tamponava un po' sulla mia fronte, poi passo il panno anche sotto l'occhio destro. -ecco fatto- mormorò fiero del lavoro. Vi bastò poco per perdermi nei suoi occhi. -grazie- il mio cuore ha preso a battere talmente forte che non so neanche se mi ha sentito.
-e io invece- -cosa?- domandai perplessa. -sono ancora sporco?- spiegò indicandosi il viso. Con le mani un po' incerta presi il panno che teneva in mano e con l'altra delicatamente gli scostai il viso, per vederlo meglio. -ne hai un po' qui- dissi iniziando a pulirgli un angolo del mento. I suoi occhi mi fissavano con una strana luce negli occhi, sembrava quasi fosse indeciso se fare qualcosa oppure no.
Feci per alzarmi ma Nathaniel con una mano afferra il mio viso e mi bacia. Le mie labbra contro la sua bocca perfetta. Inizialmente sorpresa dal suo gesto, mi rilassai un poco al contatto delle sue labbra morbide. Mi sembrava come se tutto ciò che ci circonda fosse sparito. C'eravamo solo noi due. -scusa- mormorò. Si alzò in piedi e un po' rosso in viso se ne andò via.
Senza neanche essermene accorta mi stavo sfiorando le labbra. Sentivo ancora il contatto delle nostre bocche. Il cuore non voleva calmarsi e la mia mente non faceva che pensare al bacio di Nathaniel.
-hai bisogno di una mano?- una voce femminile mi aiutò a tornare nella realtà. Alzai lo sguardo ed incrociai quello di una ragazza. Aveva lunghi capelli color del cioccolato con in mezzo delle treccine e anche due/tre piume, i suoi sembrava cambiassero colore dal, verde, marrone ed azzurro di continuo.
Mi porse una mano e mi aiutò ad alzare. -grazie...- -mi chiamo Piper. Io sono Piper Mclean figlia di Afrodite- si presentò con un sorriso dolce. -io sono Sofia di Angelo...- -...figlia di Ade, si lo so. Conosco tuo fratello Nico, mi ha chiesto di venire a cercarti- aggiunse subito senza permettermi di finire la mia presentazione. Tutto sommato sembra una brava ragazza, solo avrei voluto presentarmi da me. -ah, si? Come mai- chiesi seguendola -ha detto che vuole parlarti, ma non so di cosa- l'ascoltai, ma un idea mi fece fare dietro front. Tornai a dove Nathaniel mi aveva baciata. Mi chinai e presi il vaso che stava travasando, dentro c'era un magnifico giglio. Piper si girò  per cercarmi. -scusa avevo dimenticato questo- mi affrettai a spiegare. -te l'ha regalata il tuo ragazzo?- domandò con un sorrisetto malizioso. Sentii che le guance mi tradirono in un secondo infiammandosi di un rosso acceso. -m... Nathaniel no-n non è il mio ragazzo- bofonchiai cercando di nascondere il viso dietro al fiore. -ti ha baciata- fece notare, guardandomi  divertita. -eh? Si l'ha fatto- ammisi diventando ancora più rossa in volto e cercando di trattenere un sorriso timido che stava nascendo sulle mie labbra. -ti piace tanto vero- mi punzecchiò. A questo punto anche le mie orecchie erano rosse. Nella mia testa stavano frullando un sacco di idee, domande, immagini e pensieri. Tutti però mi portavano a Nathaniel  e quando penso esplicitamente a lui sento che il mio cuore inizia a martellare fortissimo. 
-Piper cos'hai detto a Sofia? Sembra una pentola pressione pronta ad esplodere- scherzò il ragazzo che dopo qualche giorno ho capito chiamarsi Leo Valdez. -niente- mi affrettai a dire con voce stridula. Accidenti, proprio ora io devo agitarmi. Nico mi raggiunse un po' preoccupato. -tutto bene?- questa volta per evitare di dover parlare annuii con un sorriso. -bene- sospirò sollevato, poi assunse un aria un po' agitata. -devo parlarti di una cosa Sofia, devi sapere...- -eccoli!!!!- lo interruppe eccitato Leo, saltando su una sedia indicando  due ragazzi e una ragazza che stavano camminando nella nostra direzione.
La ragazza ha la pelle scura e due occhi dorati che risaltano come due pepite d'oro fra la folta chioma di ricci color caramello che le incorniciavano il viso. Stringeva la mano ad un ragazzo robusto più alto di lei di almeno una spanna abbondante, con occhi scuri orientali e capelli neri corti. L'altro ragazzo  aveva un fisico più slanciato ma anche lui muscoloso. I suoi occhi sembrano due zaffiri che risaltano coi capelli di un biondo chiaro.
-Jason!- esclamò Piper correndo incontro al biondo, che la strinse in un abbraccio e la baciò. La ragazza con gli occhi dorati, appena posò gli occhi su Nico, fece un gran sorriso e sciogliendo la mano dal ragazzo asiatico corse ad abbracciare Nico. -fratellino!- esclamò tutta contenta stringendolo forte.
Fratellino... ci deve essere un errore. Com'è possibile? Nico mi lanciò uno sguardo un po' preoccupato. -ciao Hazel- mormorò dandole qualche pacca sulla spalla. Io ero totalmente ammutolita da ciò.
-ehi Frank! Ho perso un cacciavite al bunker 9 che ne dici trasformarti in un segugio?- esclamò Leo andando incontro al ragazzo asiatico. Frank per tutta risposta gli diede una pacca sulla schiena che per poco non fece cadere a terra -scordatelo-  ricambiando il sorriso scherzoso.
Beh... In realtà è normale che gli dei abbiano molti figli, ma mi ricordo che qualche giorno fa Nico mi ha parlato di un giuramento sulla Stige. Un giuramento fatto dopo la seconda guerra mondiale dove Zeus, Ade e Poseidone hanno giurato di non avere rapporti con donne umane. Giuramento che è star infranto ben due volte dato che Percy è qui con noi e lo è anche la cacciatrice di Artemide Thalia.
-loro sono semidei romani- mi spiegò Annabeth comprendendo che mi sentivo completamente confusa. -Jason figlio di Giove, Frank di Marte e Hazel...- si fermò li. Lasciando in sospeso la frase intuendo che avevo capito. Infatti è vero ho capito, solo... che è tutto così surreale. -io sono Hazel Levesque. Figlia di Plutone- si presentò lei porgendomi la mano e con un sorriso dolce.



Ehi!!! Un grazie alla mia prof di storia che ha accettato di spostare l'interrogazione alla prossima settimana :D
Grazie a ciò ho potuto rilassarmi un pò ed ecco il capitolo 10, buona lettura ;)

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Capitolo undici
-io sono Hazel Levesque. Figlia di Plutone- si presentò lei porgendomi la mano e con un sorriso dolce.
-Sofia di Angelo...- già solo nel sentire il mio cognome spostò lo sguardo su Nico velocemente. -...figlia di Ade- terminai. A quel punto la ragazza spostò lo sguardo definitivamente su Nico. Sembrava sorpresa, ma anche sollevata. Sembrava aver fatto una domanda muta a Nico dato che lui annuì col capo. -sei la sua sorella gemella?- domandò rivolta a me con un sussurro, come se temesse che dicendolo più ad alta voce sarebbe successo qualcosa di pericoloso. In qualche modo però  anche gli altri due semidei romani la sentirono e tutta l'attenzione fu rivolta a noi due. Non sapevo cosa rispondere, ma non perché non sapevo cosa dire. Ma perché tutta questa cosa mi sembrava... strana.
-si- risposi rompendo il silenzio che era calato. Il viso di Hazel si illuminò e mi strinse in un abbraccio pieno di emozione, per lei. Ma pieno di stupore per me. -Nico mi ha parlato poco della sua vita prima del campo, soprattutto per Bianca, ma una volta mi ha parlato di te. All'inizio non ci credevo quasi quando me lo ha raccontato , ma vedevo della speranza nei suoi occhi quando mi parlava di te che...  sono felicissima- disse tutto d'un fiato. Io ancora non sapevo cosa dire... ho una sorella romana, non riesco a capire come devo sentirmi. Felice, dubbiosa, commossa, gelosa,  estasiata ma tanto, tanto confusa.
 
Mi avvicino alla casa di Demetra con Hazel al mio fianco. Gli altri ragazzi sono in giro per il campo ad allenarsi, scherzare o nel caso di Piper e Jason a guardare il cielo avvinghiati l'uno all'altro e a sbaciucchiarsi.
-fanno sempre così quei due?- chiesi ad Hazel riferendomi a Piper e Jason, che appena si sono incontrati non si sono più scollati dal loro abbraccio. -è un mese che non si vedono- spiegò con un sorriso. -non ti immagini che testa ci ha fatto Janos appena eravamo tornati a nuova Roma. Si è subito messo preparare le cose per saper già dire a Piper quando sarebbe tornato- continuò mantenendo un sorriso sereno.
Arriviamo davanti alla porta e busso. Ad aprirmi è una ragazzina di circa 12 anni, con grandi occhi color caramello e i capelli biondo platino legati in una coda alta. -si?- chiese con gentilezza. -hm... c'è  Nathaniel?- domandai torturandomi le mani un po' a disagio. La ragazzina mi squadrò un secondo  poi si girò  dandoci le spalle -Nathaniel c'è la tua ragazza- gridò. La sua ragazza? Quelle parole mi fecero arrossire violentemente. Da dentro sentimmo un tonfo. -entrate pure- -grazie..- -Rose- si presentò lei. -grazie Rose- la ringraziai entrando nella stanza.
Un odore di primavera invase i miei polmoni. -Sofia...- sussurrò una voce familiare alla mia destra. Mi voltai e vidi Nathaniel sul pavimento che si stava alzando. -stavo... stavo innaffiando quei fiori. Spiegò indicando alcuni vasi sospesi per aria attaccati al soffitto. Fra i vasi vi era un garofano rosso e mi venne spontaneo sorridere. –molto belli- sussurrai, ma nonostante non abbia niente che riflettesse la mia immagine in questo momento, sono più tosto sicura di essere completamente bordeaux.
-m… si- sussurrò Nathaniel alzandosi in piedi. Poi posò i suoi occhi nei miei e sentii lo stomaco riempirsi di farfalle, una strana ma piacevole sensazione. Le sue guancia diventarono un po’ rosse ma non tanto quanto le mie. Feci per aprire bocca e parlare, ma il corno per l’ora di pranzo suonò. –il corno… devo andare- disse distogliendo lo sguardo dal mio e uscendo.
Guardai Hazel che mi stava osservando con lo stesso sorriso dolce di quando ci siamo conosciute. Feci spallucce un po’ imbarazzata. –fa sempre così quando gli piace una ragazza- spiegò Rose che era rimasta seduta sul proprio letto tutto il tempo. Si alzò e fermò a pochi passi da me. Mi studiò una seconda volta e sospirò –ha solo ricevuto troppi due di picche dalle figlie di afrodite e qualche figlia di Ermes e Atena- e anche lei se ne andò.
 
-è carino- osservò Hazel facendo finta di fare un osservazione del tutto normale. -chi è carino?- chiese Nico sedendosi al mio fianco con un piatto pieno di cibo. –oh… m… nessuno- mi affrettai a dire consapevole di non essere affatto convincente. –il fiore che ho visto sul fianco della casa XIII- disse Hazel per riparare al mio tono non molto convinto. Le sorrido con muto ringraziamento.
Nico passò lo sguardo prima su me e poi sulla mia nuova sorella. –era il fiore preferito di mamma… è più che carino- commentò cacciandosi in bocca una polpetta intera. Hazel lo guardò un po’ mortificata, ma mi affrettai a cercare qualcosa da dire per aiutarla e chiudere questo piccolo squarcio del passato. –è anche il mio preferito e,… chi è quella ragazza?- domandai con lo sguardo fisso verso una ragazza seduta allo stesso tavolo del Signor D. La stessa ragazza che alla festa aveva trascinato via l’amico di Nico, Leo, tra la folla di ragazzi.
Nico ed Hazel seguirono il mio sguardo sino alla ragazza. –Lei è Calypso… la ragazza di Leo- ridacchiò Hazel, come se divertita da un ricordo improvviso. –quella Calypso? Cioè è quella dell’isola di Ogigia?- non mi sembrava vero, può essere anche un caso di omonimia, solo nello stato americano si saranno circa 10.000 sofia o anche di più. Nico per risposta mi annuì –è lei- affermò seguendo con lo sguardo Chirone che si era appena alzato.
-Annuncio ufficialmente che domani sera ci sarà la caccia alla bandiera- dichiarò rivolto a tutti noi che stavamo seduti fra i tavoli. –la squadra rossa sarà composta dalle case di: Atena, Poseidone, Efesto, Afrodite, Ecate, Morfeo, Dioniso ed Ipno; la quadra blu invece sarà composta dalle case di: Ade, Demetra, Ares, Apollo, Iride, Eolo, e Nike-
Notai che dal tavolo di Afrodite Piper lanciò uno sguardo un po’ triste al proprio ragazzo Jason che cercò di sollevarla di morale con un sorriso.
Percy ed Annabeth al contrario si scambiarono uno sorriso complice. –bene, così pivello Jackson me la pagherà- si sfregò le mani Clarisse dal tavolo di Ares, guadagnandosi un’occhiata torva di Frank. Chirone, potremmo avere noi i figli di Nike? L’ultima volta i figli di Ipno si sono appisolati nella foresta- domandò Leo con un sorrisetto, facendo l’occhiolino a Calypso che ricambiò il sorriso. –No Leo, queste sono le squadre e così rimangono- gli rispose Chirone con voce paziente.
-ehi Clovis! Per domani bevi dieci tazze di caffè- si raccomandò un figlio di Ecate.
-Beh, meno male che Frank è con noi, potrà aiutarci molto- disse Nico riportando la mia attenzione al nostro tavolo.




Salve!!!! pardon moi, per oggi avevo tre verifiche da preparare perciò temo che il risultato non sia come volevo.
Spero possa piacervi lo stesso, essendo quasi una settimana che non aggiornavo ci tenevo a pubblicare un altro capitolo.
ciao :D

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Capitolo dodici
-allora… perché proprio qui la riunione?- chiese uno dei gemelli Stoll che da quando Nico me li ha presentati non ho ancora capito chi sia chi. Connor è Travis o Travis è Connor? Un totale pasticcio, se in un futuro avrò mai dei gemelli almeno che uno sia maschio e l'atro una femmina. –perché è quella più silenziosa- gli ricordò Jason. –come una tomba- ridacchiò l’altro gemello. Io, Hazel e Nico li fulminammo con un’occhiataccia della seria “volete conoscere nostro padre?” –ok… come non detto- mormorarono all’unisono.
-Per prima cosa, dobbiamo poter valutare ognuna delle capacità delle case che saranno a nostro favore- incominciò Frank, con tono molto sicuro. –voi tre, come figli di Ade e Plutone, avete le ombre della notte a vostro favore, in oltre Hazel hai anche la foschia dalla tua, un vantaggio ancora più grande- disse man mano che stava scrivendo tutto su un foglio. –noi, potremmo piazzare qualche trappola e sabotare le loro- sghignazzarono fra di loro Connor e Travis. Frank annuì ma trovò subito una falla nella loro idea –non tutte deve essere una caccia alla bandiera interessante, manomettetele affinché si ritorcano contro di loro… ovviamente con uno dei vostri soliti scherzi, devono garantire la loro incolumità, devono solo essere disorientati - -io potrei stare nella parte aerea…- propose Jason, ma Frank scosse il capo un po’ incerto. –se lo aspettano, come d’altronde sfrutteranno la lingua ammaliatrice di Piper, le capacità di Leo, e cercheranno di tenere Percy il più vicino ad una fonte di acqua, poi sfrutteranno i figli di Morfeo sicuramente- la concentrazione che Frank stava usando mi lasciò totalmente allibita. La caccia alla bandiera è soltanto un gioco… credo. –Jason potresti… camuffarti grazie alla foschia di Hazel, poco prima di incominciare la caccia, io potrei cercare di capire chi saranno a guardia della bandiera poi stordiremo uno e tu lo sostituirai. Successivamente i figli di Apollo potrebbero lanciare qualche maledizione del tipo parlare in rima tanto per confonderli, i figli di Demetra hanno le piante dalla loro potranno sfruttarle affinché crescano ed intralcino o roba del genere alcuni di loro. I figli di Ares saranno con quelli di Nike alla difesa della bandiera, ma su due fronti, uno più avanti che è quello meno numeroso e quello indietro che avrà più protezione. Voi figli di Iride riuscireste a sfruttare la sola luce lunare per spiare i possibili movimenti degli altri con dei messaggi iride?- domandai a Butch che mi fissava allibito. –m… non ci abbiamo mai provato ma lo scopriremo- mormorò con un espressione mista allo stupore e al voler capire qualcosa che non riusciva a comprendere. -I figli di Eolo staranno nella parte che dovrà avanzare verso la bandiera e grazie alla loro capacità di usare i venti sarà più semplice per voi mettere da parte chi vorrà ostacolarvi, ed è per questo che sarete accompagnati dai figli di Demetra. Io Nico e Hazel saremo con voi. Tu Hazel per controllare meglio la foschia, Nico tu combatterai, in più se noteranno te crederanno che vorrai prendere tu la bandiera. Invece io avrò bisogno della foschia, e che mi diciate il nome di una figlia di Afrodite che odia prendere ordini, specialmente da Annabeth o Piper- conclusi con un sorrisetto soddisfatta di esser riuscita ad esporre la mia idea senza svenire seduta stante. -Drew- dissero in coro tutti i presenti. -la ragazza ombra ha cervello- borbottò Clarisse rigirandosi il coltello fra le mani. -peccato che noi figli di Ares non ce ne staremo a fare niente ad aspettare che qualche sciocco tenti di attaccarci- aggiunse socchiudendo gli occhi, come sfida, nella mia direzione. -avrai tutto il divertimento che vorrete, coloro che saranno incaricati di rubare la nostra bandiera dovrà esser convinto che le nostre difese siano medie e non forti come in realtà sarebbero con voi figli di Ares e Nike- le feci notare. -bada che se non riuscirò a vendicarmi su pivello Jackson mi vendicherò su di te per avergli parato il fondoschiena quando sei arrivata- mi ammonì con sguardo truce. -tranquilla ci occuperemo anche del tuo desiderio- la rassicurai passando in rassegna tutti i presenti che annuivano d'accordo.
-non ha ne strategia romana che greca che prevalga, solo ingegno affinché la vittoria sia nostra- osservò Frank intanto che stava finendo prendere appunti.
GIORNO DOPO
Ok, stiamo per incominciare... odio questo elmo. La mia testa è piccola per l'elmo che continua a scivolarmi sugli occhi e mi impedisce bene di vedere. -ci siamo allora?- chiesi rivolta ai ragazzi. -noi saremo al pugno di Zeus mentre loro al fiume... probabilmente Percy potrebbe stare nelle vicinanze...- -certo, come se Percy accettasse di stare in difesa- rise uno dei gemelli Stoll. -lui sicuramente tenterà di rubarci la bandiera- gli fece eco l'altro. -ok... noi staremo attenti in entrambi i casi allora-  mi corressi. Sento che le gambe potrebbero cedermi da un momento all'altro e, percepisco uno sguardo addosso. Provo a girare il capo verso destra ma non noto nessuno, guardo verso sinistra ed incrocio degli occhi color nocciola studiarmi un po'... timorosi. Abbozzai ad un sorriso e lui un po' impacciato ricambiò con un gesto della mano. All'improvviso si sente il corno che da il via. Alzo lo sguardo verso mio fratello, che mi cinge le spalle per rassicurarmi. -è una bell'idea la tua. Un po' folle e a rischio di esser scoperta ma buona- disse intanto che ci assicuravamo che tutti fossero al proprio posto.
 
Ognuno di noi è pronto. Io, Hazel e Nico siamo in mezzo ai figli di Demetra ed Eolo. Connor e Travis con altri loro fratelli sono già all'opera. Jason si sta già fingendo un figlio Ecate, grazie alla foschia di Hazel. Alcuni dei ragazzi della squadra rossa li abbiamo misteriosamente fatti sparire grazie ad alcune piante che provocano sonnolenza che i figli di Demetra si sono procurati.  Qualcosa fischia vicino al mio orecchio. Alzo lo sguardo e mi rendo conto che sono stata scoperta. Una mano mi afferra per il braccio e vengo tirata per terra. -attenta- mormora Nathaniel. I nostri occhi si incrociano e sento il mio cuore perdere qualche battito. -grazie-mormoro cercando di non farmi sentire da chi aveva scoccato la freccia. -senti... mi dispiace per come mi sono comportato ieri. Volevo chiederti scusa ho fatto che baciarti, ma non so neanche tu se eri d'accordo... io... tu...- che sciocco. È impossibile non pensarlo... si sta scusando per avermi baciata. Scoto il capo. Ma come può non accorgersi che lui mi piace. Ogni volta che lo vedo anche solo di sfuggita ho le farfalle allo stomaco. Lascio che l'istinto prenda il sopravvento. Lo afferrò con entrambe le mani per il collo della maglietta e lo attirò a me. Gli stampo un bacio sulle labbra e di nuovo mi sembra di stare fra le nuvole, o di passeggiare in un campo fiorito von la leggera brezza estiva che mi viene incontro. Il cuore mi batte all'impazzata, non posso negarlo. Quando mi allontano sul suo volto c’è stupore. -la prossima volta che mi chiedi scusa per avermi baciata ti spedisco da Cerbero- sussurrò con gli occhi che emanano felicità allo stato puro. Sul viso di Nathaniel compare un sorriso che mi fa venire voglia di baciarlo di nuovo. Ma non posso, ora tocca a me, devo entrare in azione.
Lancio uno sguardo su Hazel che aveva visto la scena ed era sorridente, mentre Nico... è un po' perplesso. "ora" mimo con le labbra. Mia sorella fa l'ok con le dita. Pochi secondi passano. Ma quando mi giro verso Nathaniel nei suoi occhi non vedo più il mio riflesso. Scorgo il profilo della figlia di Afrodite, Drew Tanaka.

 
Ehi!!!! ciao ciao, grazie alla rivoluzione francese posso pubblicare il capitolo n 12 XD

spero vi piaccia e che continuiate a leggere anche i prossimi capitoli
ora me ne vado che fisica mi aspetta a presto ;D


ecco a voi un mio disegno su Sofia e Nathaniel ;D

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Capitolo tredici
NATHANIEL
La caccia è incominciata. Sofia è pochi metri davanti a me. Continua a sistemarsi l'elmo in testa, perché troppo grande. Avrei tanto voluto soffocare Rose per aver detto che lei è la mia ragazza. Non lo è, mi piacerebbe ma... ho fatto che baciarla. Arriva dagli anni 40 e ha vissuto negli inferi, mi reputerà un maleducato senza ombra di dubbio. Avrei dovuto aspettare, farle capire che mi piace, o dirglielo... non so come funzionava a quei tempi. La cosa che mi ha lasciato un po' perplesso, sono i suoi modi di fare, non sembra provenire dal passato, è molto estroversa per essere una figlia di Ade... almeno io conosco solo Nico ed Hazel con cui potrei fare dei confronti. Nico è diverso rispetto a la prima volta che l'ho visto si potrebbe dire... più socievole, all'inizio si chiudeva un po' in se stesso, ora non più. Hazel anche lei come Sofia è molto socievole ma anche molto riservata nei confronti di chi non conosce. Sofia... è più aperta verso tutti anche se sembra essere un po' in soggezione quando troppo esposta agli altri. Sono due cose contrastanti ma ogni volta una lascia che l'altra prevalga sull'altra, in base alla situazione in cui lei si trova.  Ora sta mostrando una nuova parte di se, la sicurezza e le capacità di elaborare un piano con pochissime falle.
Sofia si gira e incrocio i suoi occhi blu. Mi sorride e io le faccio cenno con la mano.  Dopo pochi passi  scorgo un elmo rosso e una freccia che passa vicino all'orecchio di Sofia come avvertimento che è stata vista. Mi faccio strada fra quei pochi ragazzi che ci separano. L'afferro per il braccio e l'attiro giù dietro al un albero. -attenta- non riesco a dire altro averla così vicino mi confonde. Blatero alcune scuse e lei scote il capo negando. In pochissimi tempo mi afferra per il collo della maglietta e mi bacia. Rimango sorpreso dal suo gesto e non so quasi come reagire. Quando si allontana sono felice ma molto confuso. -la prossima volta che mi chiedi scusa per avermi baciata ti spedisco da Cerbero- un sorriso si fa largo sul mio volto. Ok, questo è il via. Ora so che ho una possibilità con lei. Mi perdo nei suoi occhi blu che sembrano uno cielo notturno pieno di stelle. Un po' a malincuore gira il capo verso Hazel che le fa "ok" con le dita. Poco prima che si giri di nuovo vedo il suo aspetto mutare e, quando torna a guardarmi, gli occhi che incontro sono quelli di Drew Tanaka.
-vai e prendi la bandiera. Questa sera voglio mostrarti un posto- la incitai poco prima che sparisse nell'ombra.
SOFIA
Fidatevi quando vi dico che essere Drew fa schifo. Nessun si è stupito che stessi disubbidendo ad Annabeth che mi stava dicendo fra i denti -vai immediatamente da Piper  Drew *****- seguito da un insulto in greco, spiacente ma non ripeto.
Alcuni ragazzi al mio passaggio ammiccavano, le ragazze mi regalavano occhiatacce. -oh Annabeth preoccupati più del tuo taglio di capelli disastroso che di cosa faccio- dissi cercando di imitare la foglia di Afrodite. Dalla reazione di Annabeth devo esserci riuscita. -insopportabile- bisbigliò con uno sguardo pieno d'odio tornando da Percy. -ehi... Drew- chiese una voce alle mie spalle. Ero più lontana da Annabeth, ma non le sfuggì il tono incerto del figlio di Ecate. Mi squadrò  attentamente ma poi tornò a Percy poco prima che se ne fosse andato. -cosa vuoi?- rispondo annoiata cercando di squadrare il ragazzo nello stesso modo che avrebbe fatto Drew. -o forse dovrei dire Sofia- ghignò  tirando fuori la sua spada dal fodero. -noi figli di Ecate percepiamo la foschia cosa credi- a quel punto non potevo certo dire "ma noooo figurati, io sono Drew non mi riconosci? Bel corpo, capelli perfetti, trucco perfetto, vanitosa come poche e stupida più di chiunque altro", non avrebbe funzionato. Non mi resta che tirare fuori anche la mia spada.
Non voglio combattere, sono ancora piuttosto debole come attacco, così mi limito a difendermi. L'unico modo che ho per  arrivare alla bandiera è il viaggio nell'ombra. Un po' di ragazzi si sono accorti di me come Sofia e non più come Drew, perciò sono nei guai. Altri iniziano sbattere contro gli alberi e sorrido rendendomi conto che è merito dei figli di Eolo. La difesa della squadra rossa è  impegnata, devo farlo ora. Sguscio fra i ragazzi impegnati a combattere e mi difendo dagli affondi che tentano contro di me. Inciampo e rotolo sino alla bandiera. -sbrigati Sofia- sibila Jason intanto che si stava difendendo. Anche lui era stato scoperto e non era piaciuto molto che ben due persone si erano finti della squadra avversaria. Mi alzo un po' zoppicante e sento un dolore lancinante nella gamba. Abbasso lo sguardo e vedo una stupida freccia nel mio polpaccio. -oh Dei- biascico  nauseata. Con tantissimo coraggio data la mia emofobia, riesco a togliermi la freccia dalla gamba. Mi allungo verso la bandiera e l'afferro. -Jason! Ora- gli dico zoppicando verso di lui. Jason col piatto della spada colpisce l'avversario e lo fa cadere a terra. Si avvicinò e mi cinse il fianco. -pronta a volare- chiede intanto che stava ordinando ai venti di portarci in aria. -c'e una prima volta per tutto- in realtà volare mi terrorizza, soffro di vertigini e questo non riuscirà a farmi cambiare idea. Ci avviciniamo ad un albero e ora tocca me. Attraversiamo l'ombra e nell'arco di pochissimi secondi siamo alla nostra base. La cosa che attirò subito la mia attenzione fu una Clarisse con un sorriso sadico che combatteva come una forsennata contro Percy. Beh... glie lo avevo promesso ed eccola accontentata, non ho neanche dovuto attirare Percy come dal piano. Ha fatto tutto da solo il ragazzo. -ehi Percy! Hai per caso perso qualcosa?- gli chiese Jason facendo cenno col capo verso di me. Percy lo guardò torvo poi vedendo la bandiera fra le mie mani scoppio a ridere. -non ci posso credere, ho perso!- esclamò quasi incredulo.
Tutto inizia ad offuscarsi. Le persone sono strane macchie di colore informi. Muovo una mano davanti ai miei occhi e scopro di essere circondata dalla nebbia nera.
GIORNO DOPO
-sai perché era circondata da .....- era la voce di Percy quella che ho sentito, ma non capisco di cosa stia parlando.  Apro lentamente gli occhi e scorgo Nathaniel addormentato su una sedia. Non posso che sorridere, ha un espressione così serena mentre dorme. 
Sistemo i cuscini e ci poggio la schiena, ma per sbaglio faccio cadere qualcosa per terra che fa parecchio rumore. Nathaniel si alza di scatta in piedi  disorientato. Mi guarda e sorride -avverto Nico ed Hazel che ti sei svegliata, ma prima...- prese un bicchiere e me lo porse. -bevi un po' di nettare- mi raccomanda. Prendo il bicchiere e bevo a piccoli sorsi il nettare. Poco dopo Nathaniel torna con Nico, Hazel e Will dietro di se. -ehi... ben svegliata- mormora mia sorella sedendosi infondo al letto, sollevata nel vedermi sveglia.
-Sofia... Percy e Annabeth vorrebbero parlarti sulla nebbia che ti ha circondato ieri- disse Nico con un tono cauto. -perché?- -loro, pensano di sapere cosa sia- mi spiega. Ma qualcosa sembra turbarlo  e ciò non può che far preoccupare anche me di conseguenza.



Ehi, ciao ;D  ecco un altro bel capitolo pronto per voi!!!
grazie per chi segue e recensisce la mia storia ;)
alla prossima!!!!

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Capitolo quattordici
-ahi!... Fai piano- mugugno con le mani che mi coprono gli occhi. -ho quasi finito stai tranquilla- scosto le mani e trafiggo Will con lo sguardo. -lo hai detto anche mezz'ora fa- -senti Sofia te l'ho già detto. Hai molte schegge della freccia nel polpaccio, se vuoi evitare un' infezione devi aspettare che tolga tutti i pezzi- ripeté pazientemente.  -perché non mi hai fatto una bella anestesia? A me sarebbe andato bene anche il vecchio metodo della botta in testa- -ma così poi non posso sapere se ti faccio male- ridacchiò. -sadico- mugugno coprendomi di nuovo il volto con le mani.
UN ORA PRIMA
-crediamo sia la foschia della morte- disse Annabeth con tono cauto. -è diversa da quella che abbiamo visto noi nel tartaro, ma l'effetto...- Percy si interruppe con lo sguardo perso nel vuoto. -è lo stesso- finì Annabeth poggiandogli una mano sulla spalla, come per incoraggiarlo. Percy annuì e fece un respiro profondo. -quale effetto?- chiesi preoccupata. D'altronde a chi farebbe piacere sapere che "la foschia della morte" fa scappare chi ti sta intorno. -ti da l'aspetto di un morto... nonostante tu non lo sia. Io e Percy l'abbiamo dovuta usare per arrivare alle porte della morte- -solo che la foschia proveniva da te- li osservai un po' senza sapere cosa dire. -io... produco la foschia della morte?- chiesi in un sussurro. -no... non credo, cioè non è questo che volevamo dire- si corresse in fretta Annabeth. Ma subito dopo poco scambiò uno sguardo un preoccupato con Percy. -c'è qualcos'altro vero?- se mi credo pirla? Si. Credono di riuscire a farlo credere anche a me stessa? No. -m... nulla di importante- disse poco convinto Percy. Mi credono parecchio pirla. -cos'altro è successo?- -Percy dobbiamo dirglielo- un po'  alle strette Percy annuì. -beh... tu eri svenuta. Quando ti sei accasciata a suolo, tutto il terreno che ti circondava ha iniziato a... ha iniziato a morire, la foschia era come se assorbisse la linfa dell'erba che c'era- queste parole furono come uno schiaffo. Non solo creo la foschia della morte, ma questa è anche pericolosa.
NATHANIEL
Mi avvicino all'infermeria  e sento la voce di Sofia dire -perché non mi hai fatto una bella anestesia? A me sarebbe andato bene anche il vecchio metodo della botta in testa- -ma così poi non posso sapere se ti faccio male- ridacchiò Will. -sadico- mugugnò sconfortata. -chi è sadico?- chiedo entrando nel piccolo edificio. -Nathaniel!- esclamò Sofia cambiando espressione da sofferente a sorridente. Poco dopo però fece una smorfia di dolore ed indicò Will con la mano. -lui è sadico. Salvami ti prego è un macellaio non ci credo che è un guaritore- si lamentò coprendosi il viso con le braccia. -anche io ti voglio molto bene Sofia è  tutto reciproco- sorrise Will sapendo che per curarla non poteva fare diversamente. -se vuoi ti faccio un po' di compagnia- le proposi avvicinandomi al suo letto. Scoprendosi il viso mi invitò a sedersi sulla sedia vicino al letto. Con delicatezza le scostai una ciocca di capelli mossi. -ora posso vedere i tuoi occhi- mormoro cercando di farla sentire meglio. In realtà sto cercando di farle un complimento ma non so quanto ci sono riuscito.
Abbozzò un sorriso e prese a giocherellare con un braccialetto che ho al polso. -che bello, lo hai fatto coi fili d'erba?- lo sfiorava come se temesse di poterlo rompere. I suoi occhi pieni di curiosità sembra lo stiano accarezzando con lo sguardo. -se vuoi ne faccio uno per te- proposi studiando il suo polso minuscolo. -davvero- chiese con un luccichio negli occhi -certo- confermai, -ma tu devi fare una cosa in cambio- -cosa?- chiese curiosa. -domani esci con me- lo dissi tutto d'un fiato, sperando di non essere diventato rosso. Sofia sembrò un po' stupita, ma poi con un sorriso dolce e le guance che le si arrossarono annui. -con molto piacere- rispose con il sorriso che le si era allargato ed ora era un vero e proprio sorriso a 32 denti.
-domani uscirete voi due, più delle stampelle. Ma... entro i limiti del campo. So che sarebbe più romantico un bel cinema o andare al bar, ma è un ordine del medico- ordinò Will finendo di fasciare il polpaccio di sofia. -uff...- brontolò lei assumendo un'espressione buffa. -tanto non ti avrei portato fuori dal campo, è un posto molto vicino-  le spiegai. -il problema sono le stampelle... non le ho mai usate. Sarò un pericolo pubblico - si lamentò  intanto che faceva leva sulle braccia per sedersi. -aspetta- mormorai. L'aiuto a mettersi a seduta -mi voglio alzare, devo andare da Nico- così l'aiuto a mettersi in piedi. Facendo un po' fatica a poggiare la gamba bendata, si aggrappò al mio braccio.
 Will pronto le porse delle stampelle. -una ferita profonda ci metterà qualche giorno a guarire, bevi un po' di nettare tra oggi domani. Un bicchiere al giorno, nient'altro, domani ti cambio le bende. Salutami Nico- le disse con fare professionale. -certo dottore- rispose Sofia con un sorriso sistemandosi comoda con le stampelle. Fece qualche passo per provarle e sembrò soddisfatta. -si... posso sopportarle per due o tre giorni. Ciao Will- uscì fuori e la seguii sino alla casa XIII. salì e pochi scalini che c'erano poi si girò verso di me. -il garofano l'ho messo dalla finestra qui di fianco- ed indicò con una stampella il lato destro della casa. Poco dopo si aprì la porta e vi comparve Nico. Trovandosi una stampella a pochi centimetri dal naso indietreggiò. -scusa- si affretto Sofia abbassando la stampella. -devi tenere le stampelle?- chiese Nico chiudendosi la porta dietro la schiena. -solo per due o tre giorni, poi devo bere un bicchiere di nettare oggi e uno domani... perché hai lo zaino?- finì con lo sguardo un po' corrucciato. -io... devo andare da nostro padre. Gli devo chiedere alcune cose- spiegò come se si sentisse colpevole. -ma torno presto non ti preoccupare, tempo qualche giorno e sarò di nuovo al campo- questa volta accennò ad un sorriso che sembrò riuscire a tranquillizzare un po' Sofia. -ok...- mormorò lei un po' triste. -vieni qui- le disse il fratello come per tirarle su il morale. Nico fece due passi verso la sorella, le appoggiò una mano fra i capelli e la baciò sulla fronte. -vado a salutare Hazel, ciao- lentamente si allontanò con un espressione scura in volto.
SOFIA
-ti ha chiesto di uscire. Che dolce- mormorò Hazel con un sorriso, intanto che si stava mettendo il pigiama. Avevo ancora un po' la testa su Nico, così annuii distrattamente. -magari, domani  potremmo chiedere aiuto a Piper per qualche consiglio di cosa indossare- continuò con un gran sorriso. -si- -stai tranquilla, Nico sta bene, è con nostro Padre... quello greco. Pensa a domani che passerai tutto il pomeriggio con Nathaniel- le sue ultime parole non poterono che farmi sorridere e sicuramente anche arrossire. -già... non vedo l'ora che sia domani- la tensione nella mia voce era evidente. Non sono mai uscita con un ragazzo, perciò mi sta salendo una paura enorme. -ora andiamo a dormire che domani devi divertirti con Nathaniel, non schiacciare un pisolino nel bel mezzo di una chiacchierata. Buona notte Sofia- disse spegnendo la luce della casa XIII. -buona notte Hazel- mormorai con gli occhi che mi si stavano chiudendo dalla stanchezza.




C'est ici!!! scusate il francese, mi piace troppo, mio difetto ogni tanto uso una delle pochissime parole che conosco.
Ma comunque accomodatevi pure e ditemi se c'è qualcosa che non va secondo voi, le critiche (purchè costruttive) sono sempre ben accette ;)
spero non ci siano troppi errori grammaticali, se si chiedo scusa.
Au revoir Unika ;)

 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Capitolo quindici
Piper era entrata nella casa XIII quando stavo ancora dormendo.
Senza troppi complimenti aveva rovistato fra i miei vestiti e ne aveva messi da parte alcuni ritenendoli adatti.
Hazel era stata sua complice e mi aveva svegliata solo una volta finito tutto.
–comunque... Piper se vuoi fruga pure tra i miei vestiti di nuovo- mormorai intanto che mi stavo infilando la maglietta.
-scusa Sofia, Hazel mi ha detto che oggi hai un appuntamento e che voleva aiutarti, così non ho saputo resistere- si difese lei con un sorriso un po' dispiaciuto.
In effetti aveva messo da parte la mia maglietta preferita tra quelle da tenere in considerazione, perciò l’avevo già mezzo perdonata.
-beh... non è proprio un appuntamento- borbottai iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli.
-ti ha chiesto di uscire giusto- mi fece notare Hazel sorridendo maliziosa.
–si… ma non un appuntamento… vero e proprio- replicai cercando di nascondere, più a me stessa, quanto ero emozionata.
 –a che ora è?- si informò Piper, intanto che stava studiando bene i miei abiti rimasti sul letto.
 –alle 16:00- rispose Hazel al mio posto con un sorriso.
–bene allora questi andranno più che bene- affermò Piper prendendo la mia maglietta preferita, a righe blu e bianche, con dei pantaloncini corti. Semplice ma belli insieme. Ok… ora perdono del tutto Piper.
 –trucco solo mascara e lucidalabbra, anzi no… sei una bella ragazza Sofia, hai una bella pelle, non hai praticamente bisogno di trucco. Se qualcuno mai dovesse insistere a farti un trucco pesante chiamami che me ne occupo io, già solo il mascara ti rende perfetta- disse Piper sistemando gli altri vestiti nella cassettiera.
 –ok, mascara e nient’altro… grazie Piper- non potevo non ringraziarla, mi ha risparmiato almeno un ora di disperazione totale che avrei passato a tirare fuori e rimettere a posto abiti dai cassetti, con il rischio che poi sarei uscita con la solita maglietta del campo e i jeans sino al ginocchio logori.
–ma figurati. Ora vado che Jason mi aspetta- ci salutò e con un grande sorriso corse dal suo ragazzo che l’aspettava fuori tra le altre case.
 
NATHANIEL
 
-non regalarle una rosa rossa- mi ammonì Rose con sguardo severo.
–cosa? E perché no?- non c’è niente di male nel regalare una rosa rossa.
Rose alzò gli occhi al cielo per poi posarli su di me con un espressione che diceva “mi prendi in giro?”
–uno: la metterai a disagio con subito una rosa rossa, due: tu le hai chiesto solo di uscire non un vero e proprio appuntamento, tre: non è ancora la tua ragazza a tutti gli effetti, se proprio glie la vuoi regalare aspetta almeno alla terza o quarta uscita. Regalale un tulipano rosso che ha come significato "messaggio d'amore"-  con fare da esperta iniziò subito fare un mazzo di fiori con cinque tulipani.
-devi conquistarla con i fiori, non metterle pressione- mi consigliò con tono più dolce, porgendomi i fiori.
-grazie Rose, sei la mia preferita- la ringraziai lasciandole un bacio sulla testa.
-lo so - si strinse nelle spalle per poi coricarsi sul proprio letto con un ampio sorriso soddisfatto.
 
16:00 p.m.
 
Noto subito Sofia. È seduta su un tronco d'albero vicino alla sua casa. Vicino a lei c'è Hazel che le sta parlando.
Sofia è... è bellissima. Indossa dei pantaloncini corti e una maglietta blu e bianca a righe. Invece di avere i capelli raccolti in una treccia, sono sciolti e lunghi. Talmente tanto lunghi che le arrivano alla vita.
La prima a notarmi è sua sorella Hazel, che le sussurra qualcosa all'orecchio con un ampio sorriso. Sofia si gira e mi guardò. Si mise in piedi e con un cenno  della mano e un sorriso mi salutò.
-ciao Sofia... questi sono per te-  le porsi i fiori.
-grazie, sono bellissimi- il suo sorriso mi fece capire che Rose aveva ragione.
Gli occhi le scintillano ed è come se avessi appena vinto una gara, sono felicissimo di essere la ragione della sua felicità. Spostò una stampella per poter prendere i fiori.
L'aiutai a sistemarli in un vaso -sono bellissimi- ripeté accarezzando i petali rossi.
-andiamo, ti devo ancora mostrare il posto che ti avevo promesso-
 
Sapendo che le piacciono i fiori e stare all'aria aperta, ho deciso di portarla nella zona dove coltivo le mie piante. Vicino c'è un prato ed è li che noi siamo.
Come promesso le sto facendo un braccialetto e con fili d'erba più chiari faccio si che vi rimanga il suo nome.
-le tue mani si muovono con estrema cautela e delicatezza. Quando suono il flauto mio padre Ade ha detto che riesce a essere... più sereno- le sue ultime parole sembravano una confessione.
-com'è tuo padre? I ragazzi che lo hanno conosciuto dicono che è un po' scontroso se infastidito eccessiva mente- Sofia alla mia domanda scosse il capo.
-non proprio... con me è buono, come tutti gli dei non un padre modello ma si è sempre assicurato che non stessi male. Tutto con piccoli gesti, non dice le cose in modo diretto, ma le fa capire. Pensa che quando ho visto camera mia per la prima volta sono scoppiata a piangere- quel ricordo la portò a posare lo sguardo sulle nuvole che lente attraversano il cielo azzurro.
-l'aveva arredata lui apposta per me, solo che non era esattamente di mio gradimento-
-e adesso com'è camera tua, l'hai modificata tutta?- sorrise e annui.
-ho mantenuto solo il quadro che aveva messo sopra al letto... Non avrei mai potuto rifiutarlo-  sussurrò portando una mano sul ciondolo che le aveva regalato Nico.
 -è stupendo... in realtà sono due quadri, in un unica cornice. Nel primo  c'è mia madre con Bianca, quando era incinta di me e Nico; nel secondo c'è tutta la mia famiglia mortale, più mio padre. Bianca aveva otto anni mentre io e Nico sei anni- con la mia domanda l'ho fatta pensare alla madre e alla sorella.
Anche se vorrebbe non farlo notare ne ha molta nostalgia.
-mio padre avrebbe voluto farla tornare in vita, ma lui più di tutti non può infrangere le leggi degli inferi- spiegò.
Mi avvicinai a lei quel tanto che bastasse per abbracciarla.
-scusa se ti ho fatto pensare al tuo passato- le sussurrai all'orecchio.
 Sofia ricambiò l'abbraccio e appoggiò la testa sulla mia spalla.
-tu non mi hai fatto pensare al passato, mi hai soltanto chiesto di mio padre- mi consolò. Alzò un po' il viso e sorrise.
-dimmi, tu l'hai conosciuta tua madre Demetra?-
-una sola volta- 
-raccontami di quando l'hai conosciuta- m'incoraggiò intanto che si stava sistemando appoggiando la schiena sul mio petto lasciando sempre la testa su una spalla.
Le presi il polso e vi legai il braccialetto.
-sembrava più un incontro tra professore e alunno che madre e figlio- incominciai prendendo una sua ciocca di capelli fra le dita.
-davvero?- entrambi non riuscivano a non sorridere.
-Aveva detto "ciao figlio mio, spero che tu ami la natura come i tuoi fratelli e come l'amo io. Dimmi, cosa stai coltivando? Mangi i tuoi prodotti? Come fai un innesto?"- a quel ricordo non potei che ridere.
-wow allora non assilla solo Persefone- ridacchiò lei prendendo di nuovo a giocherellare con il mio braccialetto.
-l'hai conosciuta?-
-non ci ho mai parlato, ma ho assistito allo scambio amorevole di insulti fra lei e mio padre, oltre ad aver ricevuto occhiatacce poco amichevole da parte sua-
-e perché dovrebbe guardarti male,  cosa puoi mai averle fatto?- mi incuriosiva un po' questa cosa. Perché mia madre dovrebbe odiare Sofia?  È una bravissima ragazza, molto carina e rispetta tutti senza distinzioni di persona.
-perché esisto... beh sai, Ade è sposato con Persefone. A Demetra già non va giù il matrimonio della figlia figuriamoci i figli che Ade ha avuto con altre donne- spiegò come se nulla fosse.
Ma scommetto che non le fa piacere. Persefone odia tutti i figli che il marito ha avuto con altre donne, vivere sei anni negli inferi con anche Sofia nel palazzo l'avrà infastidita molto.
-so quello che pensi, ma Persefone con me è diversa. In qualche modo ha colmato il vuoto dell'assenza di mia madre- aggiunse come se avesse letto i miei pensieri.
Poggiò il palmo della sua mano sul mio e le studiò. Anche se di poco le sue mani sono più piccole. Ha mani piccole, sottili e delicate; quasi mi sembra strano sapere che sono le stesse mani che ho visto impugnare la spada nera forgiata nel fiume Stige come quella del fratello e, combattere negli allenamenti.
Faceva passare le sua dita fra le mia come un gioco. Le intrecciava e le scioglieva di continuo, sino a quando lei non le intrecciò e io pure. Strinsi la sua mano e l'alzai appena. Il giusto perché sia io che Sofia potessimo ammirare le nostre mani unite perfettamente davanti al sole.
-Sofia... tu mi piaci e... mi piaci molto. Vorrei che la prossima volta che ci incontreremo fosse per un... un appuntamento- dire questa frase mi ha letteralmente fatto scoppiare il cuore; batte talmente forte che temo mi esca dal petto.
Abbasso lo sguardo e incrocio quello di Sofia. I suoi occhi sembrano due zaffiri talmente sono luminosi e il suo sorriso quasi mi acceca. Mi fissa sorridente senza togliere i propri occhi dai miei.




Ciao!!!!! scusate l' assenza più lunga del solito, ma altre verifiche stanno invadendo lo spazio libero.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo dedicato alla cara Sofia e a Nathaniel ;3
Spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo prima.
Ciao :D
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo  sedici

 
SOFIA
 

-Sofia... tu mi piaci e... mi piaci molto. Vorrei che la prossima volta che ci incontreremo fosse per un... un appuntamento- disse tutto d'un fiato. Sentivo il suo cuore battere all'impazzata, come se avesse corso per ore senza mai essersi potuto fermare.
Me lo ha chiesto, mi ha chiesto un appuntamento... oh Dei! Ma io cosa devo dire? Una parte di me vuole dire si e l'altra pure solo che ha paura di coinvolgere Nathaniel con questa storia della foschia della morte.
Il cuore prevale sulle preoccupazioni e un ampio sorriso toglie ogni incertezza dal mio viso. Nathaniel si gira a guardarmi leggermente rosso in volto. -si... certo che si- gli risposi. Il suo sguardo si fece confuso. Fu solo vedendo i suoi occhi in cerca di capire cos'avessi detto, che mi resi conti di aver parlato in italiano. Era più forte di me, a volte era come se mi dimenticassi completamente dove mi trovassi e tornavo a parlare in italiano.
-si... certo che si- ripetei, ma questa volta in inglese affinché lui mi potesse capire.
 
Quando suona il corno, ci rendiamo conto che è l'ora di cena. Intanto che ci incamminiamo verso il padiglione Nathaniel mi sfiora la Mano di sfuggita, così maledico le stampelle mentalmente.
Quando arriviamo al padiglione scorgo alcuni sorrisi che ammiccano nella nostra direzione, che riconosco essere di Hazel, Piper e Rose. Poi vedo Percy che ride a crepapelle  con Leo sotto gli sguardi scettici di Annabeth e Calypso. Mentre Frank e Jason sembra stiano parlando di non so quale strategia.
-ci vediamo dopo cena al falò?- mi propone Nathaniel poco prima di andare al tavolo insieme ai suoi fratelli e sorelle. -si- rispondo lanciandogli un ultimo sorriso prima di incrociare lo sguardo di Hazel.
 
-allora?- chiese Hazel con sorriso malizioso. Le raccontai tutto per filo e per segno. Non smisi un secondo di sorridere. Continuavo ad alternare un boccone e una parte del racconto, senza che il sorriso sparisse per un minimo secondo.
Hazel in compenso mi disse che Nico aveva provato a contattarmi con un messaggio iride, ma visto che ero con Nathaniel lo aveva dissolto e riprovato con lei.
-e... cosa dice- mi stavo torturando le mani. Continuavo o giocare con le dita contorcendole e inevitabilmente sfiorando il ciondolo preoccupata.
-nulla di che, solo che sta bene e che nostro padre, greco e romano, saluta... ah ha detto che quando ha provato a contattarti c'era anche Ade con lui e che si è un po' indispettito del fatto che esci con un figlio di Cerere... cioè Demetra - spiegò con un po' di risentimento alla fine della frase.
Ma ti pareva? Mio padre non vuole che esco con Nathaniel solo per il fattore "genitore divino antipatico".
Non sono mica io che gli ho detto “padre, ora andate in superfice, rapite quella fanciulla dai lunghi capelli dorati di nome Persefone e sposatela. Oh... insieme a lei in offerta c'è una suocera un tantino insopportabile, ma non ci pensare”.
Ha fatto tutto da solo più di tremila anni fa.
 
Mi siedo vicino a Nathaniel che mi cinge le spalle con una spalla.
Il falò è bellissimo. La tensione degli allenamenti si fa impercettibile. Persino alcuni i figli Ares cantano insieme a noi.
La visione di Clarisse mano nella mano con un ragazzo mi sconvolge totalmente. Non sapevo avesse un ragazzo, non pensavo neanche che fosse in grado di avere un ragazzo.
Tutte le coppie del campo si scambiano occhiate dolci, baci e battutine. Tutte tranne Percy e Annabeth.
Per sbaglio Percy ha versato ina parte di lago su Annabeth. Lui si stava "esercitando" con l'acqua.
Annabeth voleva fargli una sorpresa e gli aveva fatto il classico "boh!".
Percy leggermente concentrato sull'acqua si è preso un colpo e ha comandato ad essa, di colpire la minaccia dietro di lui... la sua ragazza. (ne caso di Annabeth, quando si arrabbia è veramente una minaccia)
Così il povero Percy era intento nel farsi perdonare.
Torno con lo sguardo al fuoco. Sembra danzare, con movimenti sinuosi ed eleganti.
Intorno al fuoco alcuni figli di apollo suonano degli strumenti, intanto che Angel, figlia di Tersicore (una delle nove muse), si diletta in danze leggere e spensierate.
Appoggio la testa sulla spalla di Nathaniel. Mi rende sicura, protetta stargli vicino.
Un po' come gli abbracci di Nico, solo che i suoi rispetto a quelli di mio fratello sembrano avere qualcosa in più.
-domani ci alleniamo insieme? Chiesi a Nathaniel.
-in cosa fai più fatica?-
-nell'attaccare e nei corsi di sopravvivenza-
-posso aiutarti nei corsi di sopravvivenza, nell'attaccare temo di dover chiedere aiuto a qualcuno-
-anche tu non sei molto pratico nell'attaccare- sorrisi.
-già,... stanca?-
-un po'- annuii.
-ti accompagno Nell casetta poi me ne vado anche io a dormire che  domani ci dobbiamo allenare per bene-
Insieme ci avviamo verso le case. Poco prima di dividerci Nathaniel mi da un bacio sulla fronte.
-a domani- gli sorrido un po' riluttante a lasciargli la mano.
 
Quando entro nella casetta una strana sensazione mi invade... come se il cuore fosse sparito e tornato dal mio petto. Un brivido mi sale lungo la schiena e invece che andare a dormire vorrei scappare via.
Per qualche second mi manca il respiro e mi aggrappo allo stipite della porta.
-Sofia... tutto bene?-
Era Hazel.
-... si, tutto bene-
La strana sensazione di prima scomparve e tornai a respirare senza problemi, senza alcun brivido a correre lungo la schiena e col cuore al suo posto.
-sono solo stanca...-



Ciao!!!
Mi scuso per l'ora che si presta a essere tarda, ma è tutto il giorno che studio Foscolo e Leopardi, perciò avevo bisogno di fare qualcosa di un pò più rilassante.
Spero vi sia piaciuto il mio capitolo e spero vi abbia lasciato un pò col dubbio, perchè  è questo l'inteno he avevo mentre scrivevo le ultime righe.
Vi assicuro che il prossimo capitolo (che ho già quasi finito) sarà più sul "ma che cosa sta succedendo?" anche perchè mi sono impegnata molto.
Ditemi cosa ne pensate, ovviamente se ho sbagliato qualcosa (qualsiasi cosa crediate sia sbagliato) ditemelo pure :D
By Unika

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Capitolo diciassette

Il campo è deserto. Non vedo e sento nessuno.
-Sofia!!!-
Un grido terrorizzato grida il mio nome.
Sconcertata mi guardo in giro in cerca di capire da dove fosse arrivato quel grido.
Poco dopo sento altre grida, ma non terrorizzate, bensì di dolore.
-fermati... Sofia!!!-
Sempre la stessa voce mi sta chiamando.
Corro verso l'arena ma quando arrivo dentro non sono pronta per ciò  che sta accadendo.
Dentro vi è un caos degno di prendere il nome dal Dio primordiale in assoluto, Caos.
L'arena era fra macerie, corpi privi di sensi, mostri e ragazzi che cercano di tenere a bada strani tentacoli neri provenire da ogni parte.
Il mio sguardo viene catturato da Nathaniel che con diverse ferite sta cercando di difendersi da un guerriero zombie.
-Sofia...- mi chiama.
Ma i suoi occhi non guardano verso di me, bensì verso una figura esile accasciata al suolo.  
Faccio qualche passo verso la figura e mi si ferma il cuore... sono io.
-Harriet!!! Vattene via!!!-
Questa volta gli occhi di Nathaniel si poggiano su di me.
Harriet... io? Scorgo il mio riflesso in una spada ai miei piedi e gli occhi che mi studiano, non sono i miei blu, ma quello nocciola di una ragazzina di circa 10 anni.
Al posto dei miei lunghi capelli mossi e neri ho un caschetto liscio castano ed un cerchietto giallo.
Incrocio di nuovo lo sguardo di Nathaniel che mi guarda implorante.
I suoi occhi si sbarrano terrorizzati.
Torno a guardare la figura rannicchiata al suolo. E mi vedo col capo all'indietro e gli occhi rovesciati totalmente bianchi.
Qualcosa di scuro, rapido e dall'odore soffocante mi circonda il collo.
Presa dall'angoscia, sconvolta da quell'attimo di terrore che mi pervade in tutto il corpo un urlo esce dalla mia bocca.
Un urlo pieno di paura e sofferenza.
 
-aaaaaaahhh!!!!!!-
 
Mi metto a sedere di scatto nel letto col respiro affannato. Madida di sudore mi scosto i capelli e sposto lo sguardo nell'oscurità della casa XIII.
Sono sola... Hazel se ne è andata ieri mattinata per tornare al Campo Giove, mentre Nico è una settimana che non da sue notizie dal suo rassicurami che stava bene e che papà salutava.
Accendo la luce e la visione della stanza totalmente soqquadro mi fa gridare spaventata.
I pochi letti a castello che ci sono, sono coricati sul pavimento.
I mobili ammassati tra il pavimenti e le finestre.
Gli abiti miei e di Nico sparsi per la stanza come se gettati in cerca di qualcosa.
-Sofia!-
La porta della casa si spalanca e vi appare Nathaniel.
Sconcertato dalla cosa si guarda intorno.
Quando mi vede appiattita contro la parete terrorizzata mi si fionda vicino.
-cos'è successo, ho sentito un grido e mi sono svegliato, poi ne ho sentito un altro provenire da qui e mi sono preoccupato-
Mi prende fra le sue braccia e mi stringe a se e con una mano mi accarezza la fronte.
Scuoto il capo incapace di parlare e affondo il viso nel petto di Nathaniel.
Un ondata di tristezza mi invade e scoppio a piangere. Cercai di soffocare i singhiozzi ma fu inutile.
Dopo pochissimo tempo sulla soglia della porta comparve il signor D con un pigiama tigrato e Chirone con i bigodini alla coda.
-diamine spiritello ma che polmoni hai?- biascicò il signor D mezzo addormentato.
Dopo pochissimo si resero conto dello stato della stanza e furono ancora più perplessi.
-Sofia... cos'è successo?-
Mi chiese gentilmente Chirone.
Scuoto il capo con ancora quelle immagini in testa.
-quando sono arrivato, tutto era in disordine e Sofia era appiattita contro la parete che tremava pallidissima-
Spiegò Nathaniel senza lasciarmi.
-va tutto bene ora-
Sussurrò al mio orecchio passandomi una mano fra i capelli.
Col respiro tremante mi stringo a lui cingendogli il collo con le braccia.
-non... non voglio...-
Mormoro intanto che il pianto inizia a placarsi.
-portiamola alla casa grande e contattiamo Nico con messaggio iride-
Decise Chirone con tono un po' preoccupato.
-tu vai a dormire Nathaniel che ce ne occupiamo noi ora, Chirone la porterà alla casa grande-
Aggiunse il signor D.
Nathaniel riluttante stava per  alzarsi, ma lo fermai afferrandolo per il braccio.
-no...- mormoro disorientata.
-non andartene-
La mia voce è assente e faccio fatica a riconoscerla. Non sembra neanche più la mia.
-Nathaniel... vai a chiamare Will Solace e venite alla Casa grande. Io porto Sofia nello studio del signor D-
Alla fine Chirone mi prese in braccio, provò a farmi qualche domanda ma senza risultati.
Quelle immagini continuano a passarmi davanti agli occhi e se c'è una cosa che non voglio fare è ravvivarne il ricordo.
 
NATHANIEL
 
Esco dalla casa di Ade e corro verso la n°  VII.
Per fortuna Chirone e il signor D hanno avvertito le arpie della mia presenza giustificata fuori dalla casa di Demetra.
Arrivo davanti alla porta della casa dei figli di Apollo e busso.
Prima non faccio molto forte per non svegliare tutti, ma non risponde nessuno.
-Will... sono Nathaniel... ho  bisogno di te. Sofia non sta bene, Chirone mi ha mandato a chiamarti-
...silenzio, non risponde nessuno.
-Will Dei svegliati!- lo chiamo più forte.
Da dentro alla casa si sentono voci assonnate.
-Will vai... così la smette- biascicò una voce assonnata.
-mm… si…-
Sento dei passi strisciare sul pavimento all’interno della casa e dopo poco la porta si aprì.
Sulla soglia vi era un Will mezzo addormentato, con solo i pantaloni del pigiama e i capelli tutti scompigliati.
-Dei Nathaniel… sono le 3 di mattina- si lamentò sbadigliando.
-Scusa mi manda Chirone-
Subito Will si fece più serio.
-Cos’è successo? Nico…- iniziò preoccupato.
-no, Nico non è ancora tornato. Si tratta di… Sofia- sussurrai.
Il viso di Will si rilassò appena  nel sapere che non c’era di mezzo il figlio di Ade, ma sentendo il nome della sorella rimase ancora sull’all’erta.
Si Strinse fra le braccia come per proteggersi dal fresco della notte e si allontanò di qualche passo dalla porta.
-cos’è successo a Sofia?- chiese.
-un incubo… ma suppongo sia stato parecchio tosto-
-per noi è normale fare incubi, riguardo ad uno tosto… beh allora non è nulla di buono. Ma cos’ha?-
-Il fatto è che si è svegliata gridando e quando ha acceso la luce si è ritrovata tutti i mobili e i vestiti sparsi nella camera. Così si è spaventata ancora di più- spiegai.
-… un attimo che arrivo- ed entrò nella casa.
Poco dopo uscì con una scatola di pronto soccorso in mano e una canotta nell’altra.
Mi porse la scatola e si mise la canotta.
-andiamo… da quello che hai raccontato deduco sia sotto shock- mi incitò riprendendosi la scatola del pronto soccorso e camminando a passo spedito.
 
Arrivati nell’ufficio del signor D, Sofia era rannicchiata sul divano in un angolo.
Fra le mani aveva una tazza con una bevanda calda che stava bevendo a piccoli sorsi.
Chirone chiese subito a Will di visitare Sofia.
Chirone- lo chiamai.
Il centauro si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla come per rassicurarmi.
-Si è un po’ calmata, ma… sembra aver paura di ciò che ha sognato… e ciò non può che farci preoccupare. I sogni che uno teme sono quelli che più sono pericolosi, perché: o si tratta di qualcosa che è accaduto in quel momento, o…-
-…o avverrà in futuro- conclusi preoccupato.
-ho avvisato suo fratello Nico, ha detto che arriverà oggi nel pomeriggio-
-posso…- chiesi rivolgendo lo sguardo verso Sofia.
Chirone annuì, per poi avvicinarsi alla finestra dove vi era il Signor D.
-Sofia va tutto bene ora- gli aveva detto Will.
Sofia con gli occhi ancora un po’ spaventati stava annuendo lentamente.
-oggi pomeriggio torna Nico- le dissi inginocchiandomi vicino a lei.
Le accarezzai una guancia e lei si rilassò un poco.
-Nathaniel… ti siedi vicino a me?- mormorò raddrizzandosi  appena.
Annuii sollevato nel vederla stare meglio e mi sedetti vicino a lei.
Sofia si rannicchiò vicino a me stringendo la mia mano fra le sue.
Poggio le labbra sulla sua fronte qualche secondo e le stampo un bacio.
-ora va tutto bene- le sussurro.
Lei alza il viso e mi guarda negli occhi.
Rispetto a poco fa è molto più calma, ma riesco a leggere del timore nei suoi meravigliosi occhi blu.
-per te sono un’amica o la tua ragazza?- mormorò.
La sua domanda mi colse alla sprovvista completamente.
-vorrei poter essere la tua ragazza sai… mi farebbe sentire felice e fortunata- continuò diventando leggermente rossa in viso.
-fortunata?- quell’aggettivo mi lasciò un po’ perplesso.
-in che senso fortunata?-
-alcuna ragazze è capitato che ti guardassero ogni tanto e già adesso mi sento  fortunata ad averti qui vicino a me-
Le sorrisi e decisi di risponderle con un’altra domanda.
-e io cosa sono per te? Un amico o il tuo ragazzo?-
Un sorriso affiorò fra le sua labbra.
-opto per il mio ragazzo sempre che non stia dando la risposta sbagliata-
-è la risposta giusta, anche perché vuol dire che tu sei la mia ragazza- risposi con un ampio sorriso.
-stammi vicino per favore- mormorò  sistemandosi sulle mia ginocchia.
Era tornata seria e preoccupata. Quel piccolo momento di spensieratezza dove ci siamo detti "tu sei il mio ragazzo" e "tu sei la mia ragazza" è durato poco, ma l'ha aiutata a distrarsi un po' e a definirci.
Appoggia la testa sulla mia spalla rimanendo silenziosa.
-dovrai pregarmi affinché io me ne vada. Non ho alcuna intenzione di allontanarmi fino a quando non sarò sicuro che tu stia bene- la rassicura.
Restammo nell'ufficio del signor D con Chirone che ci faceva compagnia.
Will era stato congedato e se ne era tornato a dormire. Dopo poco anche il signor D se ne era andato lasciando noi tre nell'ufficio.
Ogni tanto una lacrima rigava il viso di Sofia e io con una carezza ogni volta glie le asciugavo facendola sorridere appena.
Per le quattro Sofia si era addormentata e con lei anche Chirone.
Ero talmente stanco che mi bastò appoggiare la nuca al muro per addormentarmi.




Ciao, ciao!!!
Oggi è un giorno meraviglioso, riesco a pubblicare il mio capitolo preferito, ho affrontato la mia ultima interrogazione anche se devo finire ancora delle tavole, ho tutte le materie sopra e mi si spalancano le porte della quinta superiore! devo addirittura andare ad un corso di recitazione, aiuto sicuramente qualsiasi cosa mi diranno di fare resterò impasibile dalla vergogna.
E anche se con la scuola ho praticamente finito si avvicina il saggio di danza, AIUTO!!!!
spero che questo capitolo vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo ;D
By, by Unika :)

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Capitolo diciotto
 
SOFIA
 
Apro gli occhi lentamente intanto che mi abituo alla luce del sole.
L'orologio nell'ufficio del signor D segna le 8:30 di mattina.
Chirone sta guardando alcuni fogli e appena mi vide sveglia e sorrise dolcemente.
-come stai?- chiese avvicinandosi con la sua sedia a rotelle.
Annuisco mestamente e sposto lo sguardo su Nathaniel. È rimasto tutta la notte con me, senza lamentarsi.
-vado ad avvisare il signor D che ti sei svegliata-
Chirone uscì dalla stanza con calma e poi si chiuse la porta dietro di se.
-Sofia...- mormora Nathaniel.
Mi giro e vedo che dorme ancora. Ha pronunciato il mio nome nel sonno.
Un sorriso mi fa dimenticare l'incubo di questa notte e mi fa tornare in mente quando poco prima che mi riaddormentassi Nathaniel aveva detto "e io cosa sono per te? Un amico o il tuo ragazzo?"..."è la risposta giusta, anche perché vuol dire che tu sei la mia ragazza".
La sua ragazza... mi fa strano, ma mi piace anche moltissimo.
Sono arrivata al campo il giorno del mio compleanno, il 28 gennaio, e oggi è già il 10 aprile.
Due mesi sono letteralmente volati via. Tra allenamenti, risate con gli amici di Nico, l'aver scoperto di avere una sorella e il tempo passato insieme a Nathaniel mi sembra di essere arrivata al campo solo ieri.
Ha un espressione serena in viso, sicuramente non ha fatto il mio stesso sogno questa notte.
Noto che strizza le palpebre perciò si sta svegliando.
Gli do un bacio sulle labbra. Al contatto delle mie labbra sorride. Apre gli occhi e mi accarezza una guancia.
-tutto bene?- mi chiede con leggera preoccupazione.
-si... non so cosa... mi sia preso ieri scusa-
-eri sotto shock tra il tuo incubo e la camera soqquadro. Non devi chiedermi scusa-
Annuisco non molto convinta poi appoggio la testa sotto il suo mento.
-la tua ragazza... mi piace- mormoro senza riuscire a togliermi il sorriso dalle labbra.
-a me è piaciuto il tuo "opto per il mio ragazzo"-
-non ero sicura di cosa fosse più giusto risponderti, avevo paura che dicendo la tua ragazza tu... non so mi dicessi "per me sei solo un'amica"-
-solo un pazzo te lo direbbe- mormorò lui.
Mi baciò sulla testa e mi sistemò al suo fianco.
-oggi torna Nico?- chiesi.
-si, ha detto a Chirone che dovrebbe tornare nel pomeriggio massimo questa sera-
-è una settimana che non lo vedo, mi manca... oggi temo che lo investirò con gli abbracci-
-non sarò geloso solo perché è tuo fratello-
Scherzò Nathaniel fingendosi serio. Ma subito dopo tornò sereno.
 
-uno dei figli di Ecate ha detto che nella casa XIII vi è una forte presenza di foschia della morte-
-temo che Sofia senza esserne consapevole dato l'incubo abbia perso il controllo su di essa e solo una volta sveglia si è potuta rendere conto di ciò che inconsciamente ha fatto-
-dobbiamo chiedere ad Ade se ne è  a conoscenza e se si che ci dica tutto-
-Signor D credo sia meglio aspettare che torni Nico e farci raccontare cos'ha scoperto lui, solo dopo interpellare Ade-
Il signor D e Chirone stavano parlando fuori dalla porta.
Solo che non si rendono conto che io e Nathaniel li sentiamo benissimo.
 
Io ho fatto quel casino questa notte.
Io ho perso il controllo.
Io..., ho fatto tutto io.
Tempo che Chirone apre la porta che io sconvolta attraverso un ombra.
 
-Ellen- chiamai la figlia di Ecate a capo della casa XVI.
Ellen sobbalza sulla sedia e si gira verso di me.
-Sofia... come stai?- chiede con un sorriso incerto.
-bene ora... mi devi aiutare- dico impassibile.
-in cosa posso esserti utile?-
- la foschia e la foschia della morte, sono simili... bisogna saperle controllare, se ne si rischia di perdere il controllo-
-beh... si è importante saperle controllare, ma sul sono simili in realtà non ne so molto. È una su cui si sa molto poco la foschia della morte- spiegò pazientemente.
Annuii iniziando ad innervosirmi.
La foschia della morte è una cosa per il 90% pericolosa, il restante 10% ti salva dal tartaro donandoti un aspetto da cadavere.
-ma aiuteresti a provare a controllarla? Lo so che quello che è successo questa notte è stata colpa mia... non voglio che riaccada, o che accada di peggio- mormorai  con tono di voce sempre più basso.
Nella mia mente tornarono le immagini dell'incubo.
Io al suolo priva del mio corpo, completamente in balia della foschia della morte.
Ellen si addolcisce un po' ed annuisce.
-se puoi aspettare ancora un giorno iniziamo domani. Oggi ho alcune cose da fare e finirò tardi-
-si... grazie Ellen-
La saluto con un cenno della mano e vado verso la casa XIII.
Ero ancora in pigiama, così nonostante ci fosse ancora un gran casino, scavalcai tutti i mobili per terra, raccolsi alcuni abiti e mi feci una doccia.
Una volta finito di lavarmi, tempo che cambiai, ed incominciai a raccogliere meglio i vestiti.
Separai i miei abiti da quelli di Nico facendo due mucchi sull'unico letto non a terra, il mio.
Decisi di togliere i materassi ai letti a castello mettendoli da una parte e di tirare su prima le testiere dei letti.
Con maestria a volontà risistemai i materassi che stanno nei letti di sotto, mentre quelli sopra... che rimangano dove sono.
Mi coricai su un letto sfinita, col fiatone e il cuore a mille per lo sforzo bello spostare i mobili.
Bussano alla porta e con una voce sfinita alla “chi è... no non ci sono torna fra 100 anni...” dissi di entrare pure.
-Sofia- mi chiamò Nathaniel.
Sorpresa mi alzai di scatto.
Mossa sbagliata, sbattei la fronte contro l'asse laterale del letto sopra.
Mi portai le mani sulla fronte e massaggiai il punto dolorante.
-Nathaniel, scusa per prima...- mormorai.
-eri sconvolta- si limitò a dire lui.
Si guardò in giro e posò lo sguardo sui letti risistemati a metà.
-ho iniziato a mettere qualcosa al suo posto... dovevo distrarmi- spiegai seguendo il suo sguardo.
Nathaniel annuì comprensivo, poi si avvicinò ad uno dei materassi appoggiati alla parete e con un po' di fatica lo sistemò sulle doghe di un letto.
E fece lo stesso con gli altri due.
-grazie- dissi sistemando i cuscini.
Gli sorrisi grata e lo abbracciai.
Sentivo il bisogno di stargli vicino, di sapere che posso contare su di lui e di sentire le braccia circondarmi regalandomi quel senso di sicurezza che ogni volta solo sui riesce ad infondermi.
Ci sedemmo su un letto ed iniziai a spiegargli dove fossi andata prima.
-domani Ellen mi aiuterà a provare a controllare... il mio problema-
-non è un problema... è una dote la tua- mi rassicurò lui.
Scossi il capo sorridendo grata dal suo volermi rincuorare.
-è un dono, una cosa che spaventa gli altri? Capace di togliere vita alla natura che ti circonda e prendere il sopravvento su chi la possiede?... no credo-
-tutte le doti se non le sai controllare sono pericolose-
-tipo?- chiesi sicura che volesse solo tirarmi su di morale con frasi gentili.
-io sono arrivato un mese prima di Percy qui al campo e lui all'inizio non controllava molto l'acqua erano le sue emozioni a farlo, Leo con il fuoco è la stessa cosa, Piper all'inizio usava la sua lingua ammaliatrice senza rendersene conto, Frank involontariamente si tramutava il un procione... Rose, mia sorella ha capacità maggiori con la natura e all'inizio starnutiva e le sbucava una pianta di gelsomino ai piedi-
-mi hai fornito un sacco di prove- mormorai sorridendo.
-ok... ho capito, ce la posso fare giusto?- domandai per conferma.
Nathaniel soddisfatto annuì e mi baciò sulla fronte.
-si e se vuoi io ti aiuterò- propose.
-ogni aiuto è ben accetto- lo rassicurai.
-andiamo a pranzare-
Mi aiuta ad alzarmi e andiamo verso il padiglione.
 
-Nico!- sclamò sollevata appena lo vedo entrare nel campo.
Gli corro incontro  e lo travolto in un abbraccio.
Nico lascia cadere la sacca che aveva appesa al braccio e ricambia l'abbraccio.
-Chirone ha detto che non stavi bene... cos'è successo?-
Era molto preoccupato, lo si capiva benissimo dal suo tono di voce.
-niente di grave... ma tu perché non ti sei fatto sentire per una settimana intera?- provai cambiare idea.
Sciogliemmo abbraccio ma Nico evidentemente non voleva vedere.
-Sofia- mi ammonì.
-te l'ho detto, niente...-
-Chirone ha detto che eri sconvolta, che quasi non parlavi... che dicevi “non voglio”-
-ora sto bene- dissi.
Feci un giro per farmi vedere bene da lui e dimostrargli che ora sto benissimo.
Quando tornai a guardarlo non era ancora convinto.
-ti prego Nico... Non ne voglio parlare...-
Nico percepì il mio disagio e annuì.
-io devo parlare con Chirone e il signor D di una cosa, ma domani mi racconti tutto ok?- chiarì Nico non avendo intenzione di ignorare il fatto.
-ok- promisi.
Mi baciò sulla fronte e si allontanò verso la casa grande.



Ciao!!! E per fortuna con anche questo giorno che passerà si avvicinerà la fine della scuola :D
Sono di fretta ma spero proprio che questo capitolo vi sia piaciuto :)
Tornerò al più presto col diciannovesimo capitolo.
Grazie a tutti voi che leggete la mia storia, vedere che il numero dei lettori aumenta mi fa veramente molto piacere :)
By unika

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Good reading of the chapter nineteen

Capitolo diciannove
 
NICO
 
-non sappiamo cos'abbia sognato... non ce lo vuole dire- rispose Chirone alla mia domanda preoccupata.
-potremmo chiedere aiuto a Clovis della casa di Ipno- proposi.
Chirone annuì pensiero.
-si, è sicuramente l'unica soluzione, se lei non riuscirà a parlarcene-
-ho parlato con nostro padre e lui dice che non ne è mai stato certo- spiegai.
-può essere... negli inferi la foschia della morte sarà molto più presente, perciò può essere che non abbia mai avuto la possibilità di accertarsene- commentò ragionando su ciò che ancora gli passava per la mente Chirone.
-in sei anni?-chiesi quasi incredulo.
Passi sei anni con tua figlia, sospetti che in lei ci sia la capacità di comandare la foschia della morte se non te ne accerti? No... lui non mi ha detto tutto.
-Nico, in questi sei anni c'è stata la guerra contro Crono e Gea- mi ricordò Chirone.
Aveva capito la mia allusione e non si era osato a commentare.
 
IL GIORNO DOPO
 
SOFIA
 
Ellen mi ha detto di concertarmi sulla mela.
Concentrarmi e pensare che solo una minuscola parte della foschia della morte la raggiunga.
...il problema è che io ci sto provando da mezz'ora.
La frustrazione mi assale e tiro un calcio alla povera mela.
E in quel momento eccola.
Mi blocco subito e la vedo che mi circonda.
Subito dopo però sparisce senza lasciare alcuna traccia, se non soltanto le impronte delle mie scarpe.
-c'eri quasi- si complimentò Ellen.
-ero frustrata- spiegai iniziando a giocherellare con la mia treccia.
-può darsi che la foschia della morte sia legata ai tuoi sentimenti negativi: rabbia, tristezza, frustrazione, dolore...- ipotizzò Nathaniel.
Mi sedetti vicino a lui e bevvi un sorso d'acqua.
-potrebbe essere- concordò la figlia di Ecate.
-ti è successo alla festa con i figli di Apollo che ti prendevano in giro mi hai detto... poi ieri sera con l'incubo e ora che eri frustrata- elencò Nathaniel.
-e alla caccia alla bandiera... ma li era diverso ero mezza svenuta- aggiunsi io.
-riprovaci pensando a qualcosa che ti rattrista, ma una cosa piccola non troppo grande- mi propose Ellen.
Rimetto la mela davanti a me e cerco fra i miei ricordi.
Torno al mio primo compleanno negli inferi.
Ero sola, mio padre credendo che avrebbe fatto piacere mi regalò un'amica zombie spettrale.
Poverina era morta a quattordici anni nel lontano 1800 a.C.
Essendo figlia di Zeus era temuta e l'avevano assassinata durante la notte.
Quando la vidi per la prima volta scappai in camera mia.
Ero spaventata e mi sentivo sola.
Quando riaprii gli occhi vidi come un minuscolo tentacolo avvicinarsi alla mela.
Cercai di spingerlo ancora di più verso ad essa e riuscii addirittura ad avvolgerla.
Le gambe iniziarono a tremarmi.
In breve la foschia della morte sparì e io mi ritrovai seduta a terra con la testa fra le mani.
Gambe, braccia, tremavano tutta per lo sforzo.
Nathaniel mi corse vicino ed appoggiò una mano sulla schiena, per sostenermi.
 
Quando Nico venne a sapere del mio “allenamento” si rabbuiò.
Ed iniziò pazientemente ad insistere che io dovessi dire cos’avessi sognato.
Ma ciò che avevo sognato la scorsa notte per me era da dimenticare, non volevo che mentre stavo mangiando, passeggiando, allenando o altro tornassero quelle immagini.
-ma non ricordi nulla?- domandò Nico.
Lo avevo sconfortato con la mia risposta “non riesco a ricordare”.
Proprio mentre stavo pensando che non avrei più toccato l’argomento incubo arriva Jason con un lista di cose da fare, tra cui un certo album di figurine per Cimopolea.
-che succede?- chiese chiudendo il suo quaderno.
-Sofia non ricorda l’incubo- spiegò Nico passandosi una mano fra i capelli.
-provate a chiedere a Clovis, ammesso che anche lei non abbia un non so che tipo di blocco creato da un Dio lui riuscirà a scoprire di cosa si trattava… ora vado Cimopolea vuole al più presto le figurine- spiegò in fretta Jason per poi sparire nella casa I.
-Sofia...- mi chiamò Nico come per avvisarmi.
A fatica deglutii.
Ormai mancava poco e l'idea di dover rivivere quel sogno non è delle migliori.
 
NICO
 
-Sofia...- la chiamo.
Deglutisce come se dovesse mandare giù il nocciolo di una pesca e mi guardò a disagio.
-andiamo da Clovis... tanto starà solo dormendo- dissi porgendole la mano.
Un po' incerta l'afferrò.
Ci dirigemmo verso la casa dei figli di Ipno ma lei rimaneva sempre qualche passo indietro.
Era rigida e le tremava la mano a ogni passo che si avvicinava sempre di più nella direzione di Clovis, che come suo solito dormiva.
-non credo di stare molto bene- sussurrò Sofia.
La guardai ed era pallidissima.
I capelli raccolti nella treccia non erano tutti ordinati, così le incorniciavano il viso.
-hai paura?- le chiesi.
Annuì con i suoi occhi blu sbarrati.
-di cosa?-
Scosse leggermente il capo.
-l'unica cosa che ricordo è che non voglio rivivere quel sogno...- balbettò indietreggiando di qualche passo.
I suoi occhi iniziarono a velarsi lacrime.
Non provò neanche ad asciugarli, lascio che le lacrime scorressero sulle guance libere.
Improvvisamente sciolse la presa delle nostre mani e corse via.
-Sofia!- provai ad afferrarla per il polso, ma aveva fatto uno scatto troppo veloce ed era già scomparsa dentro ad un'ombra.
Provai a cercarla, ma non la trovai né alla casa XII, né ad allenarsi e neanche da Nathaniel o qualche altro posto.
Nathaniel mi aveva chiesto cos'era successo. Gli spiegai che Sofia all'idea di rivivere il sogno si era spaventata ed era corsa via in lacrime.
Non aveva detto più nulla, solo annuiva preoccupato.




Hy!!! I hope you enjoyed this chapeter as others :)
(scusate oggi mi sentivo un pò inglese )
By unika

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


CAPITOLO VENTI
 
SOFIA
 
-si realizzerà vero...- mormorai.
Persefone mi stava pettinando i capelli e aveva appena iniziato ad acconciarmeli.
-non lo si può mai sapere, magari era solo un normalissimo incubo- rispose con la sua voce calda.
Con la calma che solo lei aveva, Persefone stava sopportando le mie paure.
-passami il filo argentato Sofia per favore-
Presi il filo e glie lo passai.
Passammo un po' di tempo in silenzio.
Lei continuava ad intrecciare i miei capelli e i fili in un'acconciatura stile greco.
-hai per caso conosciuto qualcuno al campo-
Domandò una volta finito.
Mi girai a guardarla felice di stare di nuovo un po' con lei.
-ho conosciuto gli amici di Nico e Hazel, nostra sorella e Will l'amico di Nico- elencai poco prima di mordere una mela.
-e... non hai conosciuto qualcuno in specifico- chiese con tono di chi la sa lunga.
Rimasi zitta consapevole di aver assunto un colorito bordeaux.
Diedi un altro morso alla mela e iniziai a guardarmi un giro.
-un certo... Nathaniel, alto, occhi color nocciola, biondo- disse con un sorriso sulle labbra.
-si io e Nathaniel...-
-state insieme- concluse lei con un sorriso materno.
Mi abbracciò e accarezzò una guancia.
-uno dei miei fratellastri, quando tuo padre lo ha scoperto avrebbe voluto farlo sprofondare nell'Acheronte- sorrise.
Non ci avevo mai pensato, ma è vero.
Persefone e Nathaniel sono entrambi figli di Demetra.
-come sta mio padre?- cambiai discorso.
-oh... il solito brontolone, noioso, niente di che Sofia- disse con non curanza.
-solo ogni tanto si chiede perché non dai tue notizie- aggiunse rimirando il bicchiere di vino che aveva appena preso in mano.
-gli ricordi troppo Maria e scusa se lo dico ma deve smetterla di pensare a lei, sono passati molti anni... lui mantiene vivo il suo ricordo in te- sembra stia provando rancore ma anche pena, non riesco a distinguere le sue emozioni.
-anche Nico me lo ha detto... dice che assomiglio a Bianca e a mia madre- dissi mestamente.
Finita la mela appoggiai il torsolo su un tovagliolo.
-non vuoi dirmi cos'hai sognato- mi chiese Persefone.
Scuoto il capo improvvisamente nervosa.
-non ci riesco- mi scusai.
Chinai il capo e guardai il mio riflesso nel te che avevo fra le mani.
Gli occhi sono tristi, la mia espressione è contratta dal timore.
-devo... devo tornare al campo- biascico iniziando ad alzarmi in piedi.
Persefone annuì comprensiva e mi salutò con un sorriso dolce.
 
LA SERA DOPO CENA
 
-Sofia!- mi chiamò  Nathaniel.
Mi giro e lo vedo venirmi incontro.
La sua espressione e sollevata e preoccupata allo stesa tempo.
-dov'eri? Ti abbiamo cercato ovunque- chiese lasciando trapelare la sua preoccupazione.
-scusa... avevo bisogno di parlare con un'amica- mi scusai.
Nathaniel mi prese una mano e la strinse fra le proprie più tranquillo.
-come stai?- mi chiese.
-bene, grazie- risposi.
Mi avvicinai a lui mantenendo le nostre mani unite e appoggiai la fronte sulla sua spalla stanca.
-domani ti alleni di nuovo con Ellen?- chiese poggiando il mento sulla mia testa.
-si, voglio poter fare qualcosa senza preoccuparmi più di tanto che la foschia faccia quello che vuole- mormorai.
Gli ero grata per non avermi chiesto nulla se non come stavo.
Così gli raccontai di essere stata da Persefone.
-tuo padre mi vuole far sprofondare nell'Acheronte- disse un po' preoccupato.
- se non l'ha fatto subito è un buon segno- lo consolai.
Rimanemmo un po' seduti vicino alla casa XIII mano nella mano.
-Oggi... mi ha chiamato mio padre- disse con voce mesta.
-tuo padre- chiesi sorpresa alzando la testa per guardarlo negli occhi.
-si, ha detto che lui e sua moglie si stanno separando-
-mi dispiace- mormorai.
-e di che, finalmente ha capito che con Harriet lui è stato incastrato-
Il suo tono di voce lasciava trapelare  del disprezzo.
-io lo sapevo perché l'avevo sentita parlare col suo “amante” una volta del fatto che era incinta e mio padre non ne aveva alcun merito-
Il rancore che prima nascondeva e teneva dentro stava lentamente uscendo dalle sue parole.
-è anche per questo che te ne sei andato?- chiesi accarezzandogli la schiena per consolarlo.
-dopo quattro anni di lei che lo prendeva in giro non ce la facevo più- ammise scuotendo il capo.
-almeno ora se n'è reso conto e ha deciso di lasciarla-
-meglio tardi che mai no?- chiese lui con un sorriso amaro.
Annuii accennando ad un sorriso e gli diedi un bacio sulla guancia.
Nathaniel sorrise grato e mi abbracciò.
Rimanemmo abbracciati per un sacco di tempo.
Lui ogni tanto si Faceva passare fra le dita delle mie ciocche di capelli.
Io invece intrecciavo e disintrecciavo le nostre mani di continuo, facendo di tanto in tanto disegni immaginari sul dorso della sua mano.
Quando suonò il corno che segnava l’imminente coprifuoco ci dovemmo separare.
Anche se eravamo già dalla casa XIII Nathaniel mi accompagnò sino alla soglia della porta.
Poco prima di entrare gli diedi un bacio sulla guancia.
-buona notte- gli dissi.
-buona notte- ricambiò.
Poco prima che se ne andasse gli diedi un bacio veloce.
Giusto il tempo che le nostre labbra si sfiorassero.
Accenno ad un sorriso che ricambiai e nello stesso istante in cui lui se ne stava andando io mi chiusi la porta dietro le spalle.
Tempo di farmi una doccia che mi coricai nel letto.
Prima di addormentarmi mi rigirai nel letto sapendo che anche questa notte avrei faticato a dormire.
Ma fui eternamente grata a Morfeo quando mi svegliai la mattina che invece che farmi avere incubi mi regalò una notte senza alcun tipo di sogno.




Ecco a voi il ventesimo capitolo :D
Già che ci sono ci tengo a far sapere a tutti voi che leggete questa mia storia che a breve finirà, non sò ancora quanti capitoli scriverò di preciso, ma mi sono già scritta tutti gli appunti con anche la fine della storia.
Ci tengo anche a farvi sapere che nel frattempo ho scritto altre due storie che essendo più brevi ho anche già finito.
La prossima volta che pubblicherò il ventunesimo capitolo, a tempo pubblicherò anche il primo capitolo della mia nuova storia "Le lacrime del platano" sempre con tema Percy Jackson.

Questo è un pezzo tratto dal testo che io ho deciso di utilizzare come trama:

(Quando anche Nico guardò verso il basso lo riconobbe.
Come poteva dimenticarsi di quel posto, il luogo che gli aveva rubato la vita.
Gli ultimi momenti felici passati con la sorella, dove ancora era un bambino ignaro di ciò che lo avrebbe atteso in futuro.
-io... non vengo- Disse con tono piatto.
Percy lo guardò comprensivo, anche lui era stato già dentro a quell’hotel e si ricordava benissimo come quei pochi minuti passati li dentro in realtà si erano rivelati giorni.
-perché?- chiese Becka confusa.
-è una lunga storia Becka, anche tu quando usciremo ti renderai conto di che razza di posto è questo e non vorrai tornarci una seconda volta- si limitò a dire Percy prendendola per un braccio.
-vi manderò un messaggio Iride per ogni giorno che passerà, ma vedete di fare in fretta non ho molte Dracme- li avvisò il figlio di Ade.)



Spero vi possa interessare
By unika ;)
 

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


CAPITOLO VENTUNO
 
-sei migliorata tantissimo Sofia- si congratulò Ellen.
-grazie- ansimai intanto che stavo andando a sedermi.
Da due settimane ora mai una volta al giorno mi allenavo per cercare di saper controllare la foschia della morte.
All'inizio ero un disastro e un pericolo pubblico.
Qualche volta ho rischiato di... em... ferire in modo assolutamente accidentale, ma anche letale Nathaniel...
Era venuto a farmi una sorpresa, ma mi ha spaventato e come dire... la foschia stava per avvolgerlo in modo tutt'altro che... innocuo.
Così da allora durante questi allenamenti non mi fa più sorprese.
-stai andando bene, presto non avrà più bisogno della mia supervisione-
Le sorrisi grata e bevvi un sorso d'acqua.
-tu cosa ne dici?-mi rivolsi a Nathaniel.
-beh... rispetto a quando mi stavi per fare fuori, stai andando alla grande- rispose.
Mi rabbuiai dalla sua risposta.
Nathaniel si mise subito a ridere.
-ehi, stavo scherzando. Dei, sei migliorata tantissimo, riesci a controllare la foschia senza più affaticarti come prima- si affrettò a dire prendendomi una mano.
Gli sorrisi e feci alcuni passi verso di lui.
-Nathaniel- mormorai.
-dimmi-
-lascia le battute a Leo... a lui vengono meglio- gli dissi sorridendo.
Nathaniel divertito annuì e mi fece sedere sulle sue ginocchia.
Gli diedi un bacio sulla guancia.
-Nathaniel!- lo chiamò qualcuno.
Entrambi guardammo verso a dove proveniva la voce.
Quando ci voltammo vedemmo Rose venirci incontro.
-che c'è Rose?- chiese lui alzando un sopracciglio.
Rose sembrava confusa e guardava il fratello un po' indecisa.
-c'è... c'è una ragazzina...- balbettando sempre più confusa.
Nathaniel le fece di proseguire.
-dice di essere tua sorella, è appena arrivata e... ha detto di chiamarsi Harriet- disse infine.
Nel sentire quel nome spostai subito lo sguardo su Nathaniel.
All'inizio sembrava non capire ma poi si irrigidì.
Mi alzai in piede tenendogli una mano sulla spalla.
Rimase qualche secondo immobile con lo sguardo fisso al suolo.
Rose mi guardò non capendo cosa stesse succedendo.
D'un tratto Nathaniel scattò in piedi con un'espressione indecifrabile sul volto.
-cosa ci fa qui? Come c'è arrivata?-
mormorò fra se e se.
Tenendomi per mano mi trascinò con se.
-Rose, dov'è?- gli chiese, intanto che stavamo camminando.
-è con Butch, l'ha aiutata appena l'ha vista inseguita da delle empuse- disse Rose.
-cosa!- esclamò confuso.
Rose ci accompagnò sino all'infermeria.
Quando entrammo al suo interno, una ragazzina di dieci anni corse ad abbracciare Nathaniel.
-finalmente ti ho trovato- mormorò la ragazzina in lacrime.
Nathaniel rimase impietrito.
Guardava la bambina come se provenisse da non so quale pianeta.
Le sue molteplici sensazioni si stavano facendo la guerra per vedere quale avrebbe avuto la meglio su di Nathaniel.
-cosa ci fai qui?- mormorò Nathaniel allontanandola.
La bambina lo guardò con i suoi grandi occhi nocciola.
Pareva delusa e offesa.
Nathaniel non sapendo cosa fare si passo una mano fra i capelli.
-mamma mi ha mentito... ha voluto darmi un papà nonostante ne avessi già uno che nel momento del bisogno mi ha sempre aiutato- mormorò Harriet.
-ha sempre mentito...- mormorò Nathaniel con un po' di rancore.
-ti ha fatto allontanare da casa- mormorò con la voce tremante la ragazzina.
-è stata una mia scelta Harriet... tu più tosto, perché sei qui?- rispose pacato lui.
-mi mancavi- biascicò stropicciandosi le mani.
-come potevo mancarti se quando me ne sono andato di casa avevi solo quattro anni Harriet?-
-papà... il mio vero, sapendo quanto tenevo a te mi dava tue notizie tramite delle lettere- spiegò asciugandosi delle lacrime.
-Nathaniel...- mormorò esitante Rose.
Nathaniel le mise una mano sulla spalla e la guardò con affetto.
Harriet si irrigidì un po' nel vederlo così disponibile e affettuoso nei confronti di Rose.
-Rose... lei è la mia sorellastra Harriet- la presentò.
Poi si rivolse ad Harriet.
-Harriet, lei è Rose... mia sorella-
Nel sentirsi chiamare sorellastra e sorella Rose si rabbuiò molto.
Poco dopo Nathaniel senza essersi reso conto dello stato d'animo di Harriet spostò l'attenzione su di me.
-lei invece è la mia ragazza, Sofia-
Harriet mi guardò incuriosita, poi con nuove lacrime che le stavano nascendo corse fuori.
Sia io che Nathaniel d'istinto la seguimmo fuori.
La vedemmo a testa bassa correre via.
In quel momento però andò a sbattere contro uno dei gemelli Stool.
-Harriet!- la chiamò Nathaniel preoccupato.
L'aiutò ad alzarsi e successe una cosa incredibile.
Non riuscivo a vedere molto bene di cosa si trattasse, ma chiunque fosse il padre di Harriet la stava riconoscendo.
-tutto bene Travis?- azzardai cercando di capire se fosse veramente Travis o il gemello Connor.
-si, si... per le brache di mio padre...- disse sbalordito rivolto ad Harriet.
-cosa... cosa c'è?- chiese tra le lacrime lei.
-figlia di Ermes...- mormorò Nathaniel con lo sguardo fisso sopra la testa della bambina.




Un urra per la fine definitiva della scuola anche per me, nonostante oggi la mia scuola oggi abbia organizzato un concerto con ragazzi cantare è stato bello.
Ma via la scuola e salve all'estate, 3 meraviggliosi mesi di vacanza :D
buone vacanze a tutti voi e spero che il mio capitolo vi sia piaciuto
By unika :)

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


Capitolo ventidue
 
-eheheh... quando si dice figlia del postino- sghignazzò Travis che si era ripreso subito dall'aver scoperto di avere una sorella in più.
-non ti rendi conto di quanto sia vero sino a quando non si incontra nostro padre- lo assecondò il gemello Connor ridendo.
I gemelli avevano preso la notizia divertiti, mentre Nathaniel sembrava sconvolto.
Harriet quasi si sentiva in colpa.
Avevo provato a parlarle, ma era chiaro che mi vedeva un po' come un ostacolo nel rapporto fratello e sorella che voleva instaurare con Nathaniel.
Alla fine decisi di sedermi vicino a lui e dargli tempo di accogliere la notizia.
Nathaniel continua a guardare fisso il cielo e ogni tanto a passarsi la mano sugli occhi o fra i capelli.
-andiamo a mangiare?- gli proposi.
Nonostante fosse suonato il corno della cena lui non si era mosso.
Dopo la mia proposta però si riscosse e mi prese per mano.
Ci dirigemmo verso il padiglione e mi lasciò la mano solo dopo avermi lasciato al tavolo di mio padre.
-cos'ha?- mormorò Nico indicandolo con un cenno del capo.
-hai saputo della ragazzina che è arrivata?- chiesi con voce bassa.
-si, la nuova figlia di Ermes Harriet mi pare- annuì lui.
Gli feci segno di abbassare la voce.
Non volevo che tutti sapessero i fatti di Nathaniel, così dato che non mi sento neanche di nascondere cose così evidenti a mio fratello dirò la verità omettendo che più infastidiscono Nathaniel in tutto la vicenda.
-è la figlia della matrigna di Nathaniel- spiegai.
Nico annuì senza essere troppo convinto.
E di nuovo iniziò nervoso a guardare verso il tavolo di Apollo.
E da quando sono qui è la seconda volta che vedo Nico preoccupato nei confronti di Will.
-ora è il mio turno... cosa c'è che non va Nico?-
Continuò a mangiare, ma a differenza di prima non mi guardava più.
-io...icato...ill- farfuglio a bocca piena.
-che?- mi protesi verso di lui.
-hai capito non me lo far ripetere- farfugliò cupo.
-no che non ho capito, hai parlato con la bocca piena come quando eravamo bambini- lo ripresi.
Nico sbuffò e si schiarì la voce.
-io... ho dimenticato il... il compleanno di Will- disse.
Finita la frase trangugiò subito un altro morso della sua pizza.
-quand'era?- chiesi dispiaciuta.
-ieri-
-si è offeso?-
-non lo da a vedere- mormorò.
Iniziai a pensare a qualcosa per aiutare mio fratello.
-dopo cena... portalo... m... si! Portalo al campo di fragole e... un regalo glie lo hai fatto?- dissi tutto d'un fiato.
Annuì mestamente continuando a rimanere  testa bassa.
-solo che non lo trovo più…-
-ecco il vero problema- mormorai comprensiva.
Battei le dita sul tavolo poi mi alzai in piedi.
-vieni- lo incitai.
Feci il giro del nostro tavolo e lo presi per il gomito.
-su... alzati- dissi.
-cosa?-
-dai che ti aiuto a cercare il regalo-
-è inutile- bofonchiò sconsolato.
-è inutile fare quello che stai facendo tu- lo ripresi iniziando a  spazientirmi.
Dato che non si alzava lo presi di peso e lo trascinai dalla nostra cabina.
Iniziai a cercare fra i vesti e sotto i letti, ma non trovai nulla.
Nico non era di aiuto se ne stava seduto in un angolo e di tanto in tanto alzava la testa per far credere che stava cercando anche lui.
-è questo?- chiesi mostrandogli un sacchetto nero con un fiocco argentato tutto rovinato.
Nico alzò la testa rassegnato e quando lo vide scattò in piedi sconvolto.
Si avvicinò in fretta e lo prese fra le mani.
-dov'era?- chiese incredulo.
Mi guardai intorno e feci dondolare le gambe.
-sono su una trave- gli feci notare.
-per le brache di Ade... l'avevo messo li per essere sicuro che non si notasse- mormorò ricordandosi il motivo del nascondiglio.
-dai, vai a dargli il regalo fratellone- lo incitai con un sorriso.
Scesi dalla trave, prima passando sul letto e poi con l'aiuto di Nico tornai a terra.
Lo accompagnai alla porta e lo osservai  avvicinarsi a Will un po' incerto.
-come mai siete andati via prima?-
Giro la testa e vedo Nathaniel con le mani in tasca.
-aveva perso una cosa- 
-l'ha trovata?-
Mi cinse la vita con un braccio.
Gli rivolsi un sorriso e appoggiai la testa sulla sua spalla.
Tornai a guardare verso la casa dei figli di Apollo, ma non vidi più mio fratello.
Scorsi due figure tra la settima e sesta casa.
Riconobbi Nico e Will che stavano discutendo.
Ad un tratto con un gesto rapidissimo delle mani Will prese il volto di mio fratello e lo baciò.
Sorrisi e tornai rivolgermi a Nathaniel soddisfatta.
-si, ora va tutto bene-
 
 
 


Beccatevi anche questo capitolo cari lettori!!!
ahahah non sono posseduta, solo sono al settimo cielo per esser riuscita a scariare un programma 3D (quello per i cartoni animati)
e anche se ancora non riesco a capire bene i comandi (per mia sfortuna sono in inglese) qualcosa di molto inutile sono riuscita già a farlo.
grazie a quel programma mi piacerebbe molto riuscire a dare un voltò alla cara Sofia ma ancora non capisco i passaggi da fare per modellare le figure,
perciò non so neanche se mai ci riuscirò.
Ma state ben certi che se ci riuscirò  metterò una bella foto per farvela vedere.
vi lascio 
By unika

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


Capitolo ventitré
 
Harriet lentamente si stava abituando al campo e sempre lentamente stava cercando di passare tanto tempo con Nathaniel.
Durante i suoi allenamenti la giovane figlia di Ermes gli si avvicina e gli chiede delle spiegazioni.
In realtà già i gemelli Stool danno delle buone spiegazioni, mi è capitato di allenarmi con loro anche se non puoi stare tranquilla un secondo.
-credo che la ragazzina ce l'abbia con te Sofia- disse Nico intanto che si stava cambiando.
-e perché?... non è mica perché io e Nathaniel stiamo insieme?- chiesi offesa.
Nico fece finta di niente e non mi rispose.
-è mica per questo motivo?... Nico!- mi lamentai.
Mi stava bellamente ignorando pensando ai fatti suoi.
Gli presi  la maglietta dalle mani e la lanciai sulla trave che attraversava per il lungo la stanza.
-Nico Soter di Angelo! Saresti così cortese da rispondermi?- dissi incrociando le braccia al petto.
Mio fratello mi trafisse con lo sguardo.
I suoi occhi trasmettevano rancore e fastidio.
-non dirlo mai più- mi ammonì severamente.
Salì su un letto e si riprese la maglietta.
-cosa? Oh, intendi Sot…-
-zitta, non lo dire mai più-
-Sot…- ripetei nonostante non mi permettesse di completare il nome.
-sofia!- esclamò disperato.
Si sedette sul letto con la testa fra le mani e lo sguardo rivolto ai suoi piedi.
- sai che lo detesto- sussurrò affranto.
Lo affiancai e appoggiai la testa sulla sua spalla.
-scusami fratellone... non dovevo- mormorai pentita.
Scosse la testa e alzandola l'appoggiò alla mia.
-no ci puoi fare niente se lo zio... ha fatto quel che ha fatto- mormorò.
Istintivamente mi sfiorai la cicatrice bianca che ho sulla pancia.
-a volte... mi sembra di rivivere quel momento- ammisi.
Nico mi guardò con un misto di stupore e comprensione.
-mi capita di sognare quei momenti... in quel breve attimo in cui lo zio aveva provato ad accoltellarmi, ma poi mi sveglio col fiatone e madida di sudore-
-sono passati tanti anni... lui non c'è più. Per fortuna- mi rassicurò.
Annuii mestamente e mi alzai in piedi.
-ora vado, Ellen mi aspetta-
Con un cenno della mano Nico mi saluta.
 
-eccomi- dissi camminando verso Ellen.
La figlia di Ecate si volto a guardarmi e mi salutò con un sorriso accennato.
-come stai?- mi chiese.
-un po' stanca- ammisi.
-incubi?-
-i soliti- confermai.
-Harriet!- sentii gridare da qualcuno.
Un istante dopo sentii la stoffa della mia maglietta lacerarsi.
Una fitta mi fece portare istintivamente la mano sul fianco destro dove mi aveva colpito.
Quando vi poggiai lo sguardo la maglietta era lievemente inzuppata di sangue, il mio.
Ellen si precipitò vicino a me e mi aiutò sedermi contro un asse di legno.
Poco dopo sentii dei passi veloci avvicinarsi.
Alzai gli occhi ed incrociai quelli nocciola di Nathaniel.
-Dei... Sofia come stai?- sussurrò chinandosi verso di me spaventato.
-è solo un graffio stai tranquillo- lo rassicurai.
-stai sanguinando- mi ricordò.
-ma non è grave te lo assicuro-
-Nathaniel, portala dai figli di Apollo- gli disse Ellen.
Senza dire altro Nathaniel mi prese in braccio e iniziò a camminare.
-riesco a camminare- lo rassicurai.
-preferisco assicurarmi che il tuo "graffio" non peggiori- sottolineo la parola graffio per far capire che non era d'accordo col mio parere.
-ok signor Clark- mormorai.
Nathaniel nel sentirsi chiamare così si fece sfuggire un sorriso.
 
Arrivati nell’infermeria chiamarono subito Will perché si occupasse di me.
-ho il medico di fiducia- scherzai intanto che il figlio di Apollo mi stava disinfettando il taglio.
-già, ma preferirei vederti meno in infermeria da oggi-
-già- convenni.
Distolsi lo sguardo dalla ferita per non svenire e mi girai verso Nathaniel, che mi stava guardando la pancia.
Seguii il suo sguardo corrucciato e notai che stava guardando la cicatrice bianca che partiva da poco più sotto del mio reggiseno sino a poco sopra il fianco, sul lato sinistro del mio addome.
Facendo finta di posizionarmi meglio cercai di coprirla can un cuscino.
-come te la sei fatta?- chiese Nathaniel confuso.
Aveva alzato la testa verso di me e mi guardava preoccupato.
-cosa?- risposi con un’altra domanda sperando che capisse che non ne volevo parlare.
-la cicatrice- rispose lui che voleva a tutti i costi una risposta.
-vecchia storia- scossi il capo.
Nonostante ciò Nathaniel non fu contento.
Dal suo sguardo capii che non gli bastava sapere che era parte del mio passato, voleva saper come me l'ero procurata.
-risale a quando ero ancora in Italia con mia madre Nico e Bianca... fu mio zio Soter- mormorai.
-tuo zio!- era incredulo.
-aveva partecipato alla prima guerra mondiale che lo aveva distrutto, era diventato depresso e con attacchi d'ira improvvisi. Così un giorno che ero con lui... ha perso il controllo poi...- deglutii a fatica .
-lui dopo si suicidò- ormai quest'ultima frase era un fievole sussurro.
Neanche io ero sicura di averlo detto.
Ma gli occhi pieni di comprensione di Nathaniel mi aiutarono a non mettermi a piangere.
-da allora Nico è diventato un po’ protettivo con me-
-ah... ora capisco- annuì serio.
-cosa?- chiesi non capendo a cosa si riferisse.
-il giorno dopo che io e te ci siamo messi insieme, lui era tornato al campo e la sera mi aveva preso da parte dicendo "alla prima volta che Sofia dirà che l'hai fatta soffrire ti spedisco tra le anime degli inferi" l'ha detto con un tono pacato ma era sera e i suoi occhi minacciosi mi inquietavano tantissimo- spiegò rabbrividendo al ricordo.
Sorrisi, è bello scoprire che quel lato di Nico è rimasto incolume negli anni.
Will mi fece segno di mettermi a sedere ed incominciò a fasciarmi la vita con delle garze.
-Will sappi che vale lo stesso per mio fratello- lo avvertii.
-farò il bravo- mi assicurò fermando le garze con due piccoli gancetti.
 
Quando Nico mi vide arrivare con la vita fasciata assunse subito un espressione severa.
-cosa ti è successo?- chiese.
-niente di grave- lo rassicurai.
Nel sentire la mia risposta Nico assunse la stessa espressione di Nathaniel quando avevo definito la ferita un "graffio".
-ok... Harriet si stava allenando con Nathaniel in lanci di precisione nell'arena.
Io sono arrivata e andata incontro ad Ellen.
Però ad un tratto Harriet ha perso l'equilibrio ed è inciampata e... questo è il risultato- spiegai indicandomi poi il fianco destro.
-e lo definisci niente di grave! Chi ti ha medicato?- chiese infastidito dal mio modo di reagire alla ferita.
-il mio medico di fiducia-
Nico alzò un sopracciglio scettico.
-Will, mi medica sempre e solo lui da quando sono qui al campo-
Annuì e si diresse verso la cabina VII.
-dove vai?- gli chiesi attonita.
Nico non mi rispose e sparì all'interno della casa dei figli di Apollo.
-siete uguali- mormorai imbronciata rivolgendomi a Nathaniel.
-solo perché ci preoccupiamo per te- si stupì lui.
-so badare a me stessa! Non ho più sei anni ne ho sedici... anzi tecnicamente ne ho ottantatré!- esclamai indispettita.
Mi fanno sentire come una bambina piccola e non si rendono conto che non lo sono più.
Nathaniel fece per prendermi il polso ma scostai il braccio.
Dal suo stupore nel viso capii che si sentiva un po' a disagio.
-so camminare da sola- mormorai  allontanandomi.



Non mi odiate vi prego per la piccola incomprensione tra Nathaniel e Sofia, ma poverina capitela non è bello
sentirsi sottovalutai anche se a fin di bene. (io ne so qualcosa e vi assicuro che finisci per sentirti pari ad uno straccio)
Vabbo! sono la solita di poche parole, mi dispiace ma come sempre spero che vi sia piaciuto :)
By unika 

 

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


Capitolo ventiquattro
 
Da qualche giorno non parlo con Nathaniel.
Lui ha provato a parlarmi ma ricadevamo sempre sull'argomento che ai suoi occhi io sono fragile e mi infastidisco.
La sorella Rose ha provato a chiedermi cosa non andasse ma io non le rispondevo.
Per orgoglio cerco di non dare a vedere che mi manca Nathaniel, ma troppe volte a pranzo o a cena mi ritrovo a cercare il suo sguardo e quando lo trovo sposto il mio altrove.
 
Anche adesso lo sto facendo.
Osservo Nathaniel che insieme ai suoi fratelli e sorelle sta pranzando.
Rose gli fa un cenno col capo e mi indicò .
I nostri occhi si incrociano, questa volta però non sposto lo sguardo altrove lo lascio nel suo.
Sembra voler venire da me e parlare ma sembra anche che ci stia rinunciando.
-perché stai piangendo?- chiese Nico.
Spostai lo sguardo su di lui perplessa.
Passo una mano sulle guance e le scopro umide.
Con la coda dell'occhio noto che Nathaniel  sta continuando a guardarmi.
Non voglio che mi veda piangere così mi alzo dal tavolo e me ne vado a testa bassa.
-non stai bene Sofia?- chiese Percy con la bocca piena.
In quel momento stavo passando vicino al tavolo di Poseidone e a suo figlio non sfuggirono le mie lacrime.
-ho bisogno di allontanarmi un po'- mormorai senza fermarmi.
Mi rifugiai nell'arena e iniziai a fare alcuni esercizi con la foschia della morte per non perdere l'allenamento.
Dopo un po' qualcosa iniziò ad andare male.
I comandi che davo alla foschia non mi rispondevano più.
Tentai di ritirarla ma continuava a crescere.
Una risata agghiacciante risuonò dietro di me e quando mi voltai fui aggredita da una figura raccapricciante.
Aveva lunghi capelli grigi appiccicati al cranio, gli occhi due buchi neri da cui sgorgavano delle lacrime, i suoi arti erano talmente ossuti che sembrava si potessero rompere da un momento all'altro.
Le mani della creatura circondarono il mio collo e iniziarono a stringere con una presa ben salda.
Provai a liberarmi ma riuscii soltanto a gridare terrorizzata e poi a perdere i sensi.
 
NATHANIEL
 
-si vede lontano un miglio che gli manchi- mi aveva sussurrato Rose facendomi notare che Sofia mi stava guardando.
Incrociai il suo sguardo, dopo un po' iniziò a piangere e se ne andò via.
-vai. Cosa ci fai ancora seduto- mi rimproverò Rose.
Senza risponderle mi alzai e lentamente la seguii.
Quando la raggiunsi all'arena non ebbi il tempo di entrare che la sentii gridare terrorizzata.
Entrai di corsa e la vidi accasciata al suolo con una figura scheletrica vestita di stracci su di lei e farla sparire.
Senza pensarci neanche corsi verso il padiglione sino al tavolo dove stava Nico.
-Sofia è stata aggredita- ansimai cercando di riprendere fiato.
Sul volto di Nico di Angelo comparvero molteplici espressioni tutte negative.
-cosa! Che diamine stai dicendo?!- esclamò adirato.
-c'era una figura scheletrica china su di lei poco dopo che l'avevo sentita urlare. Subito dopo è sparita-
Nico mi prese per la maglietta e mi trafisse con i suoi occhi neri come il carbone.
-e tu non hai fatto niente!- mi accusò.
-sono arrivato quando è sparita- esclamai offeso.
Anche se negli ultimi tempi non ci eravamo parlati io continuavo e continuo a tenere tantissimo a lei.
I sentimenti che mi aveva spinti a volerla frequentare si è amplificato molto.
Nico con un spintone mi fece sbattere contro il tavolo poi se ne andò via a grandi passi.
Poco dopo io Percy ed Annabeth lo seguimmo e quando lo raggiungemmo ai suoi piedi ricomparve Sofia  inerte.
-Percy, c'è qualcosa che... non promette nulla di buono- mormorò timorosa la figlia di Atena.
-lo sento anche io- concordò Percy.
Nico si chinò sulla sorella ma poco dopo indietreggiò scioccato.
Vidi Sofia faticare ad alzarsi e quando fu perfettamente in piedi notai che Nico continua ad indietreggiare.
Provai ad avvicinarmi ma il figlio di Poseidone me lo impedì.
-resta qui fermo, credi che se stesse andando tutto bene Nico si comporterebbe così con sua sorella- mi fece notare.
Completamente confuso tornai a guardare Sofia.
Si girò e nel vederla trasalii.
Sul suo volto c'era un sorriso sadico e pieno di rancore, mentre i suoi occhi erano diventati due pozze nere da cui sgorgavano lacrime senza smettere un secondo.
Piegò lievemente il capo all’indietro come per guardarci dall’alto al basso.
-ma che piacevole sorpresa Perseus Jackson e Annabeth Chase- disse compiaciuta.
Ma la voce non era sua, era profonda e piena di rancore.
-non può essere…- gracchiò Annabeth con voce strozzata.
Percy istintivamente si portò davanti a lei.
-Nathaniel vattene immediatamente- mi ordinò Nico a denti stretti.
-scordatelo di Angelo, qualsiasi cosa le sia successo c’è di mezzo la mia ragazza- ribattei  infastidito dal suo volermi tirare fuori da ciò.
-Akhlys lascia Sofia!- le ordinò Percy.
Qualsiasi cosa stesse sfruttando il corpo di Sofia, iniziò a ridere amaramente.
-Percy!- lo chiamò Nico terrorizzato.
Mi voltai e vidi che la stessa sostanza della foschia della morte gli si stava avvicinando pericolosamente in fretta.
Solo vedendo la scia nera che si lasciava dietro capii che si trattava della foschia della morte.
Percy ed Annabeth si scansarono dalla traiettoria ma la sostanza li seguiva.
La foschia della morte aveva assunto l'aspetto di molteplici tentacoli.
I tentacoli iniziarono ad avvicinarsi anche a me e Nico.
Iniziai a menare fendenti con la mia spada ma trapassavo i tentacoli come aria.
-Annabeth- l'urlo terrorizzato di Percy mi fece irrigidire all'istante.
Mi voltai e vidi la figlia di Atena con un'ombra nera attorno al collo.
Tutto era un caos.
Ogni cosa buttata a caso nell'arena.
Nico sembrava star per svenire da un momento all'altro.
Un altro tentacolo avvolse Percy e lo strinse forte.
Annabeth cadde al suolo con gli occhi sgranati dallo shock e il fiatone talmente tanto era vicino alla morte tanto quanto la forza di ciò che ci stava aggredendo.
Sentii delle fitte nella schiena e le gambe mi cedettero.
-Sofia!- provai a chiamarla.
Il tentativo non fu del tutto vano.
Per una frazione di secondo scorsi di nuovo i suoi occhi blu.
Dopo poco anche Nico e Percy caddero a terra svenuti.
Percy con un colorito bluastro, ma riuscii ad intravedere il suo petto alzarsi ed abbassarsi lentamente.
-fermati… Sofia!- gridai.
Stavano fermi col respiro quasi inesistente i ragazzi.
Non sapevo assolutamente cosa fare, anche perché non so nulla sulla foschia della morte.
Sposto lo sguardo su Sofia e vedo i suoi occhi cambiare, da due pozze nere ai suoi blu.
Il corpo le si accascia a suolo e un’ombra nera scheletrica torreggiava su di lei.
I suoi occhi si rovesciarono all’indietro e il suo esile corpo si irrigidì.
-Sofia … - la chiamai preoccupato.
Con la coda dell’occhio vidi una figura minuta fare un passo verso Sofia.
La guardai e vidi Harriet disorientata.
-Harriet!!! Vattene via!!!- le grido implorante.
Lei mi guarda preoccupata.
Un’ombra veloce le si avvicina e l’afferra per il collo.
-aaaaaaahhh!!!!!!- il suo grido mi gela il sangue nelle vene.
Torno alla figura che copre con la sua ombra Sofia ed istintivamente le lancio un pugnale.
La manco, ma ciò la distrae quel tanto che basta per lasciare perdere Harriet.
Scatto di corsa verso di lei e la sostengo prima che cada.
-Dei Harriet! Perché sei qui?- la rimprovero.
Harriet prende un po’ di fiato e mi guarda colpevole.
-non ti ho visto tornare e ho sentito delle urla- si giustificò con delle lacrime che le rigavano le guance.
-vattene subito via da qui! Mi hai capito? Avverti Chirone e di ad Ellen la figlia di Ecate che deve subito e dico subito venire qua- le ordinai.
Harriet annuì e corse via.
-stupido mezzosangue da due soldi- mi ringhiò la figura scheletrica rispedendomi il pugnale in dietro.
Solo che lei ebbe una mira migliore e mi colpì nel polpaccio facendomi piegare in due dal dolore.




Ciao a tutti!!! eccomi di nuovo qui ad infastidire le vostre belle vacanze estive
ah ah in realtà spero vi faccia piacere aver letto questo capitolo
By unika :)

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Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


Capitolo venticinque
 
HARRIET
 
Ho ancora i polmoni che mi fanno male dall’improvviso mancamento d’aria che ho avuto quando quell’orribile creatura mi aveva aggredito.
Ma mio fratello era stato chiaro avvertire Chirone e la figlia di Ecate.
Sono già stata abbastanza stupida ad essere andata nell’arena nonostante Travis me lo avesse vietato.
Vidi da lontano il centauro e lo chiamai.
-Chirone!-
Inciampai in un sasso e caddi a terra.
Chirone che per fortuna mi aveva sentito galoppò verso di me.
-che succede Harriet?- domando leggermente preoccupato notando il segno che avevo sul collo.
-nell’arena, sta succedendo qualcosa di strano, Nathaniel e i suoi amici figli di Ade, Poseidone e Atena sono accasciati al suolo e… un mostro scheletrico ha aggredito Sofia- mormorai agitata.
Chirone si incupì preoccupato.
-vai da Travis e Connor e resta con loro, io devo andare-
Annuii e senza manco farmelo ripetere corsi via.
Solo che invece che andare dai miei fratelli Travis e Connor deviai verso la cabina di Ecate.
-chi è Ellen?- chiesi guardandomi intorno.
-sono io- disse una ragazza che avrà avuto circa quattro cinque anni in più di me.
-sta succedendo qualcosa di strano a Sofia con quella cosa con cui vi allenate e Nathaniel mi ha detto che devi subito raggiungerlo nell’arena- le dissi.
-si… grazie Harriet- mi ringraziò e corse via.
 
ELLEN
 
-Dei! Potevi dirmelo che l’essere scheletrico è la dea Akhlys- dissi più tosto infastidita a Nathaniel.
Mi aveva mandato a chiamare dalla sorella Harriet e quando arrivo mi ritrova l’arena sotto sopra, Percy, Annabeth, Nico e Sofia a terra privi di sensi e lui con un pugnale nel polpaccio.
-non so chi diamine sia Ellen- si lamentò lui.
-so solo che la c’è la mia ragazza e devo aiutarla- continuò con un espressione dura sul viso.
Lo guardai sconsolata e scossi il capo.
-sono un paio di giorni che non vi parlate- gli feci notare, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa continuai.
-poi… non lo so se la tua idea funzionerà Nathaniel mi sembra di darti false speranze dicendoti che ci riuscirò- confessai.
-fallo ti prego- mi supplicò.
Lo guardai e mantenni i miei occhi  nei suoi ed in fine acconsentii.
Poi sposati lo sguardo su Chirone che non so perché ma era convinto di riuscire a liberarsi della dea con le parole.
Iniziai a concentrarmi per ciò che avrei dovuto sopportare.
Lo sforzo che Nathaniel mi stava chiedendo di fare era grande e non sono sicura di riuscire a sostenerlo.
Chiudo gli occhi per aver maggiore concentrazione ed estraniarmi da ciò che mi circonda.
Riesco a percepire tutta foschia presente nell’arena e la concentro in un unico grande blocco attorno alla dea.
Se il ragionamento di Nathaniel è giusto dovrei riuscire a soffocarla a tal punto da farla tornare nel tartaro con la sola foschia.
Il problema è che lei pone una notevole resistenza.
Gli occhi mi bruciano e le gambe mi tremano.
Con gli occhi mezzi aperti scorgo l’immagine della dea scossa da spasmi sempre più violenti.
Nathaniel le lancia un pugnale che la colpisce dritta al petto.
La sua resistenza si fa pari a zero e riesco a farla sparire.
Non c’è più alcuna sua traccia.
L’unica presenza di foschia della morte presente nell’arena proviene da Sofia ma è molto debole.
Chirone mi rivolge un sorriso fiero, ma si tramuta subito in preoccupato quando si rende conto dello sforzo che ho fatto.
Le mie gambe si fanno totalmente di gelatina e non mi sostengono più.
Tutto si fa scuro e freddo.
 
NICO
 
È tutto a posto, Akhlys sin dall’inizio aveva sfruttato Sofia per arrivare a Percy ed Annabeth e cercare vendetta per ciò che le avevano fatto nel tartaro.
Ci siamo ripresi tutti, tutti tranne… Sofia.
È un settimana che è su quel maledetto letto collegata a flebo e non da segno di miglioramento.
Anche se lo avrei strozzato volentieri e spedito fra le anime dei morti Nathaniel è rimasto giorno e notte al suo capezzale seduto su una sedia vicino al letto.
Le stringeva la mano e pregava Apollo che la guarisse.
Anche oggi è così la giornata, la vado a trovare ma lei non vuole svegliarsi.
È così pallida… quasi come uno spirito.
Il suo corpo così fragile su quel letto mi mette ansia.
Le accarezzo i capelli e le bacio la fronte.
-sorellina- mormoro.
I suoi occhi sotto le palpebre tremano leggermente.
Li muove e prova ad aprirli.
Mi manca il fiato dallo stupore.
Corro fuori dalla stanza e mi guardo intorno.
Incrocio subito lo sguardo ansioso di Nathaniel.
Un sorriso si fa largo sulla mia bocca e annuisco.
Come un fulmine il figlio di Demetra si alza e mi superò.
Lo seguii e lo travi subito inginocchiato al letto con una mano di mia sorella fra le proprie e glie la stava baciando.
Sofia aveva gli occhi aperti e stava sorridendo debolmente a Nathaniel.
Gli sfiorò il viso e se lo avvicinò di più a se.
Nathaniel si sedette sul letto vicino a lei e affondò il viso fra i suoi capelli felice di poterle di nuovo stare vicino come prima.
Sofia gli accarezzò la guancia e lo baciò.
Subito dopo mi vide e mi salutò con un cenno della mano e un sorriso stanco.
Passarono i giorni successivi sempre insieme, non si staccavano mai.
Quando la venivo a trovare trovavo sempre Nathaniel seduto sul letto mano nella mano con Sofia e le loro teste appoggiate l’una all’altra.






Scusatemi se in questo capitolo Sofia è praticamente inesistente, ma quando uno non stà molto bene è complicato riuscire a farlo stare meglio in un battito di mani o schiocco di dita. 
Vi avviso già che questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l' epilogo e poi la cara Sofia starà tranquilla.
By unika :)

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Epilogo
 
11 ANNI DOPO
 
SOFIA
 
L’attesa è snervante, non ce la faccio più.
Perché Nico e Will con tutte le volte che sono sempre stati in anticipo oggi non lo sono.
Hazel e Frank sono arrivati da venti minuti e ancora non ho potuto dire loro nulla.
-stai tranquilla, stanno per arrivare- mi rassicurò Nathaniel poggiando la mano sinistra sul ginocchio.
Come spesso facevo glie la strinsi e giocherellai con la sue fede nuziale.
Due anni prima ci siamo sposati e qualche anno prima ci eravamo trasferiti a Nuova Roma pe stare al più sicuro.
Avevamo deciso di convivere e necessitavamo di un posto sicuro dove vivere.
Mio padre aveva preso malissimo la notizia del matrimonio, ma poi accettò la cosa e acconsentì di parteciparvi.
In quel momento suonò il campanello.
Scattai in piedi e mi fiondai dalla porta senza neanche chiedere chi fosse l’aprii e puntai il dito contro i due ragazzi che stavano li fermi.
-siete in ritardo!- mi lamentai fulminando con lo sguardo sia Nico che Will.
-scusa avevamo bucato una gomma- si giustificò il figlio di Apollo.
-dai entrate- li invitò Nathaniel che nel frattempo mi aveva raggiunto all’entrata.
Ci accomodammo sul divano ed agitata iniziai a torturami le mani.
Nico ed Hazel avevano iniziato a parlare e pure Frank e Will.
Nathaniel dopo aver chiesto chi volesse un gelato andò a riempire le coppette per tutti.
Quando consegnò le coppette di gelato senza neanche avermelo chiesto nella mia ci aveva messo anche un po' di sciroppo alla fragola.
-grazie- dissi intanto che prendevo la coppetta.
Sapeva bene i miei gusti e non si faceva mai sfuggire l'occasione di soddisfarli.
-allora, cos'è che ci dovete dire- incalzò Will poco prima di mettersi in bocca un cucchiaino del proprio gelato.
A quella richiesta così schietta mi andò di traverso un po' di gelato.
Complicato ma io ci sono riuscita.
Nathaniel mi porse un bicchiere d'acqua che bevvi a piccoli sorsi.
Nico ed Hazel puntarono subito i loro occhi su di me incuriositi.
Nathaniel di conseguenza mi strinse la mano.
Feci un respiro profondo ed iniziai spostare lo sguardo da mio fratello a mia sorella.
-sono incinta- dissi con un sorriso, felice di averglielo finalmente potuto dire.
Hazel fece un gridolino di gioia e dopo aver rifilato a Frank, con un gesto non curante, la sua coppetta di gelato venne ad abbracciarmi.
-sei troppo giovane- aveva detto Nico turbato.
-Nico ho ventisette anni e sono due anni che sono sposata- gli feci notare con un sorriso.
Anche lui non riuscendo più a trattenere un sorriso venne ad abbracciarmi.
Dopo di che anche Will e Frank si congratularono.
Hazel mi aveva presa da parte ed aveva iniziato a tempestarmi di domande.
-a che mese sei?- mi chiese ancora euforica.
-secondo-
-perciò dovrebbe nascere per... Uno, due...sei...otto... a maggio- disse facendo un rapido conto.
Annuii contagiata dal suo entusiasmo e ci perdemmo in un sacco di discorsi sul bambino.
-oh... ma allora vuol dire che al nostro matrimonio sarò già zia!- esclamò Hazel rivolta a Frank.
Il figlio di Marte annuì contraccambiando il suo sorriso.
-giugno giusto- chiesi conferma.
-si il 20- confermò Frank.
Dopo un'altra oretta di chiacchere Nico, Will, Hazel e Frank se ne andarono.
 
Mi coricai sul divano esausta e mi accarezzai la pancia.
-chissà come sarà?- mormorai.
Nathaniel si inginocchiò vicino al divano ed intrecciò una mano con la mia.
-se avrà i tuoi occhi e il tuo sorriso sarà bellissimo- disse con un sorriso dolce.
Con una mano gli accarezzai la guancia ricoperta da un po' di barba che nell'ultimo anno si lasciava un po' crescere e lo baciai.
-ora bisogna solo più dirlo a tuo padre- mi ricordò.
-ardua impresa- dissi divertita.
-già- convenne poco prima di darmi un altro bacio.
Mi fece alzare appena e si sedette sul divano vicino a me e mi accoccolai al suo petto.
-lo vuoi dire anche a tua madre?- chiesi disegnandogli figure geometriche immaginarie sul palmo della mano.
Storse la bocca un po' contrario.
-non saprei... lei non ha ancora digerito il nostro matrimonio-
-noi figli di Ade abbiamo un certo effetto sui figli di Demetra- scherzai.
-un bellissimo effetto- convenne lui.
Mi accarezzò la guancia con la punta del naso e poi lasciò un tenero bacio sul collo sotto l'orecchio.
Lo amo, non ci posso fare niente.
È fantastico, divertente, premuroso ed educato.
Undici anni fa ci siamo conosciuti.
Lentamente innamorati e non abbiamo potuto far a meno di amarci sempre di più.
Qualche piccola lotta col mio passato ci ha messo alla prova e anche i nostri timori.
Quando dopo quel terribile avvenimento di Akhlys mi sono risvegliata dopo una settimana di coma  mi ha riempito il cuore di gioia vedere Nathaniel correre vicino al mio letto.
Si era inginocchiato e aveva preso la mia mano fra le sue.
Tra l'agitazione  e l'emozione si era dato dello stupido e mi aveva chiesto scusa su cose che in realtà avrei dovuto farmi perdonare io.
Per tranquillizzarlo lo avevo fatto sedere sul letto con me, felice di potergli stringere la mano e respirare il suo profumo.
E ancora adesso se ripensiamo a quell'avvenimento ignoriamo il rischio che abbiamo corso ma ringraziamo di esserci chiariti definitivamente e aver continuato ad amarci senza permettere più alla prima sciocchezza di farci del male.
 
Finito
 




Ecco l'ultimo capitolo di "La figlia degli inferi" spero vivamente che vi sia piaciuto il mio racconto.
Ci terrei moltissimo a ringraziare: coloro che hanno messo la storia fra le preferite HermioneLyraBlack123, Little_fox, nina_nina, Reiko_Irebun, SHIELD per sempre, unmaredisperanza;
coloro che l'hanno messa fra quelle da ricordare RengretMessage, Sara JB, _fangirl13_;
coloro che l'hanno messa fra quelle da seguire Annie17_perce, Anny2001, Dreamer_10, EmmaMarghe, Fantasy_AmisaKallisto, july95, rosalalla, sam mcange, Sara JB, TamaraStool;
ed infine coloro che hanno lasciato una recensione Little_fox, nina_nina e rosalalla.
Ringranzio anche tutti coloro che hanno letto la mi ff nonostante non l'abbiano messa fra le preferite, seguite, o ricordate e lo hanno fatto il silezio.



Prima di concludere questo capitolo definitivamente ci terrei a mostrarvi altri disegni che ho fatto ispirandomi a Sofia (non sono inerenti a fatti accaduti durante la ff)












Ora vi lascio per davvero, spero ch oltre alla storia anche i miei disegni vi siano piaciuti
By unika:)

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Capitolo 27
*** EXTRA ***


Il primo compleanno
 
-Sofia perché quella faccia?- mi chiese Nathaniel notando la mie espressione corrucciata.
-non riesco a capire cos’ho dimenticato- mormorai afflitta.
-sul tavolo c’è tutto, bibite, cibo, tovaglioli, piattini e in frigo c’è la torta- elencò contando le cose sulle dita.
Annuii ancora poco convinta.
-massi… sono solo preoccupata per mio padre- dissi infine con una scrollata di spalle.
-Sofia… ho un problema- mi chiamò Rose dalla cucina.
Corsi in cucina preoccupata e vi trovai Rose intenta a non farsi tirare i capelli da Bianca.
Sorrisi divertita dai suoi inutili tentativi di far capire alla bambina che non doveva tirarle i capelli.
-tieniti pure tua figlia, fra un po’ diventerò calva per colpa sua- borbottò intanto che stavo prendendo in braccio mia figlia.
-ehi, cos’avevo detto piccola? Non si tirano i capelli- dissi passandole giocosamente il dito sul nasino.
Bianca prese la mia mano e provò a mettersi in bocca le mie dita, ma io per farla divertire un po’ le feci tremolare le sue manine che circondavano la mia.
Sorrise divertita e si mise a ridere, con la sua splendida risata cristallina.
Bianca è bellissima e a mia detta assomiglia moltissimo a Nathaniel ma lui non sembra d’accordo perché insite a dire che da lui ha preso solo il colore dei capelli.
In realtà, da lui ha preso anche il taglio degli occhi che dà leggermente all’insù, il sorriso contagioso e anche i capelli lisci e biondi come il grano, da me ha preso principalmente solo, il colore degli occhi e l’incarnato pallido.
“a parte quei capelli troppo chiari è una mia discendente perfetta” aveva detto mio padre Ade il giorno che andammo a fargli conoscere la bambina due settimane dopo che era nata.
“ma figurati è una perfetta discendete di Demetra” si intromise la dea dell’agricoltura dopo quell’osservazione.
“è la figlia di Nathaniel e Sofia poi si vedrà quali poteri avrà ereditato, povera creatura ha solo due settimane di vita non assillatela già con queste inutili discussioni” li aveva fatti tacere Persefone iniziando ad accarezzare con un dito la guancia paffuta della neonata.
Fui molto grata a Persefone per esser intervenuta facendo tornare la tranquillità nell’aria e continuo ad esserle grata ogni volta che i due Dei si incontrano ed inevitabilmente iniziano a discutere.
In quel momento suonò il campanello di casa.
-vado io- si offrì Rose superando me e Nathaniel in un secondo.
-secondo me è tua sorella Hazel… adora Bianca e cerca di arrivare prima per  coccolarsela un po’ prima che arrivino gli altri- disse Nathaniel abbracciandomi da dietro.
-tu dici? Anche Nico sembra essersi affezionato molto a lei- gli feci notare dando un bacio sulla guancia alla bambina.
-ora lo scopriremo- mormorò appoggiando il mento sulla mia spalla.
Diede un bacio sulla testa di Bianca e poi mi diede un tenero bacio sulla guancia.
Quando nella saletta del nostro appartamento entrò mio padre Ade, sia io che Nathaniel ne rimanemmo sorpresi.
Bianca iniziò subito ad agitare le proprie manine verso di lui per farsi prendere in braccio.
-padre… che sorpresa, avevate detto che non sareste potuto venire- chiesi sorpresa porgendogli Bianca.
Il Dio accolse fra le braccia la nipote e gli sorrise dolcemente.
Vedere mio padre sorridere così a Bianca mi scioglie il cuore, non l’ho mai visto così… sereno.
Suppongo che lo fosse con mia madre ma dopo tutte le cose che ne hanno seguita la sua morte sono sicura che qualcosa si sia spento in lui, d'altronde i sentimenti sono uguali sia per umani, semidei e Dei.
-non potevo perdermi il primo compleanno della mia unica nipote. E poi gli devo dare il mio regalo- disse non togliendo neanche un secondo gli occhi di dosso da Bianca.
-u… un regalo? Non era il caso- mi affrettai a dire.
Sapevo molto bene com’erano i regali di mio padre e anche se li faceva con buone intenzioni non erano proprio adatti.
Per il matrimonio mio e di Nathaniel ci volle regalare due servitori zombie.
Non ho avuto il coraggio di rifiutarli, ma non ho neanche il coraggio di chiamarli per servirmene.
Specialmente ora con la bambina, potrebbero spaventarla.
Probabilmente dovremmo prendere un cane solo per farlo accudire ai due servitori, così mio padre magari noterebbe meno che non li abbiamo mai chiamati.
Poco dopo mio padre estrasse un braccialetto d’oro e lo allacciò al polso di Bianca.
-ehi! Zia Hazel è arrivata!- esclamò mia sorella entrando nel salotto su di giri.
Non appena vide nostro padre anche lei ne rimase sorpresa.
-padre-
-ciao Hazel- la salutò il dio.
-Rose hai lasciato la porta aperta?- mi riscossi poggiando lo sguardo sulla sorella di Nathaniel.
-scusa- disse ancora sorpresa dalla presenza di mio padre.
Mi allontanai per andare a chiudere la porta ma proprio in quel momento arrivò Frank con un cucciolo fra le mani.
-ciao Frank, entra pure- lo invitai.
-grazie- entrò e mi porse il cucciolo di labrador che aveva il fiocchetto rosa.
Toh… neanche a farlo apposta.
-è per Bianca… Hazel ci teneva molto che avesse un cucciolo proprio. Dice che ogni volta non posso trasformarmi in un cucciolo di Labrador per farla giocare altrimenti in futuro mi chiamerà “zio labrador” invece che Frank- spiegò un po’ impacciato.
-oh, grazie, Bianca ne sarà felicissima eh… ha già un nome?-
-in realtà no- confessò dispiaciuto.
-oh, non importa vorrà dire che andremo sul classico, ti chiamerò Sky- mi rivolsi al cucciolo con un sorriso.
-tesoro siamo in quattro da oggi- dissi entrando nel salotto dietro a Frank.
-sei già incinta?- mi chiese Nathaniel con un mezzo sorriso cercando il mio sguardo dietro alla corporatura massiccia di Frank che era perfettamente in mezzo alla stanza.
-no, non ancora. Ma abbiamo comunque un nuovo componente della famiglia- contraccambiai il suo sorriso porgendogli il cucciolo.
-e tu da dove arrivi?- chiese confuso lui.
-colpa nostra- fece Hazel alzando una mano.
-oh… beh, benvenuto in famiglia- gli fece Nathaniel poggiando il cucciolo un cuscino.
-si chiama Sky- dissi sedendomi sul divano vicino a mio padre.
-posso?- mormorai facendo segno di voler prendere bianca in braccio.
Mio padre Ade me la porse e mi guardò un po’ con sguardo inquisitorio.
Alzai un sopracciglio non capendo e con Bianca sul gambe le feci fare il cavalluccio per tenerla impegnata un po’ col suo divertimento preferito.
-già incita?- fece eco a quello che prima aveva detto Nathaniel.
Arrossii un po’ sentendomi scoperta, volevo che anche con la prossima gravidanza fosse una sorpresa per gli altri, ma questa volta Nathaniel si è fato sfuggir qualcosa.
-io e Nathaniel abbiamo pensato che non sarebbe stato male se Bianca avesse avuto un fratellino- ammisi.
-sarebbe stato senz’altro un bel regalo di compleanno- commentò Nico.
Nico… aspetta! Quand’è arrivato?
-dovreste imparare a chiudere la porta specialmente ora che Bianca ha appena imparato a camminare- aggiunse Will che si trovava dietro a Nico.
-tranquilli ora l’abbiamo chiusa noi- aggiunse Nico.
Ecco neanche io alla fine avevo chiuso la porta, ma che madre sono?
Pessima… e io e Nathaniel vogliamo anche un altro figlio.
Mi devo aggiornare e stare molto, ma molto più attenta.
-ehi piccola hai visto chi sono arrivati? Zio Nico e zio Will- dissi con un sorriso.
Bianca subito iniziò ad all’ungare le manine verso Nico con uno splendido sorriso.
-vieni da me che sono l’unico della famiglia normale qui- disse.
Mio fratello era il solito inmaganizzatore di sentimenti che li lasciava trapelare in modo impercettibile.
Ma nemmeno lui con Bianca riusciva molto a trattenersi.
Mia figlia è come se avesse il potere di sciogliere il cuore di anche i più riservati, Nico e mio padre ne sono un ottimo esempio.
-noi le abbiamo preso qualcosa di abbigliamento, se non le va bene potete benissimo cambiarlo- disse Will porgendomi una borsina.
Poi con un sorriso accennato si rivolse a mio fratello.
-tu sei l’unico normale della famiglia?- gli chiese divertito.
-hai ragione, quando ho accettato la tua proposta di matrimonio, anche io sono diventato…- Nico si fermò di colpo.
Cosa sentivano le mio orecchie? Matrimonio!
Nico si guardò intorno speranzoso di non avere parlato veramente ma in realtà solo di aver pensato quelle parole.
Io e Hazel gridammo dalla gioia e ci fiondammo su Will e Nico per congratularci, ovviamente su nostro fratello con molta più delicatezza perché teneva in braccio Bianca.
-ehm… si ok, soffocate la bambina così- iniziò a dire Nico tenendo Bianca come scudo.
-oh, ma vieni dalla Zia Hazel piccolina- esclamò mia sorella con un sorriso a trentadue denti.
Mi chiedo cosa stiano aspettando lei e Frank ad avere un figlio loro, ogni volta che Hazel vede Bianca o la Harmony figlia di Percy e Annabeth sprizza gioia da tutti i pori.
-chi è la bella della zia? Sei tu Bianca- esclamò tenendola sollevata.
-Frank, anche io voglio essere zia un giorno- mi rivolsi a lui con tono serio.
Frank come risposta divenne tutto rosso e iniziò a balbettare.
-in realtà, anche noi ci stavamo pensando- confesso.
Gli diedi una pacca affettuosa sulla spalla e sorrisi felice da quella rivelazione.
Mi sedetti vicino a Nathaniel e gli strinsi la mano appoggiandogli la testa sulla spalla.
-il 16 maggio di un anno fa ero in ospedale nella saletta d’attesa ad aspettare che mi dessero la lieta notizia che finalmente ero padre- mormorò Nathaniel stringendo forte la mia mano.
-già, mentre io un anno fa ero in sala parto e per poco non soffocavo i medici con la foschia della morte talmente ero sfinita- sorrisi a quel bizzarro ricordo.
All’improvviso mi venne in mente il momento in cui l’avevo tenuta per la prima volta fra le braccia.
Mi ero dimenticata all’istante della fatica fatta, i miei occhi erano pieni di lacrime di gioia.
In più i figli di Apollo avevano anche tirato un respiro sollevati nel non essere più minacciati dalla foschia della morte.
Bianca gridava pieni polmoni e senza che nessuna infermiere lo avesse chiamato, Nathaniel era entrato con un sorriso e si era avvicinato a me.
Ero sfinita, ma la gioia era molta di più.
Nonostante le contrazioni, e il momento del parto siano stati un po’ dolorosi sono pronta a rivivere tutto perché poi la gioia di vedere il mio bambino riesce a farmi sembrare il periodo precedente alla sua nascita qualcosa di trascurabile con facilità.
-perciò a momenti mi dovrò aspettare un altro nipote- disse Demetra.
-madre…- balbetto Nathaniel.
Inutile dire che mi stavo chiedendo quando la dea fosse arrivata.
Mio padre in poco tempo borbottò qualcosa e si inventò la scusa di non essersi ricordato se aveva dato da mangiare a Cerbero e se ne andò via.
-piccola odori di morte spero che sia solo perché sei circondata da figli di Ade- borbottò la dea storcendo un po’ il naso.
-potrei anche sperare che sia una normale umana senza alcuna dote se non la smettono di discriminarsi a vicenda- borbotto Nathaniel preoccupato.
-è una gara questa per loro… non la smetteranno mai è una cosa che è incominciata millenni fa, ed dire che sono addirittura fratello e sorella in teoria- mormorai io non distogliendo lo sguardo neanche un secondo dalla dea che stava facendo camminare Bianca verso di se.
-perciò in teoria io sono tuo cugino, zio e marito?- domandò Nathaniel divertito.
-beh… si io allora dovrei essere tua cugina, nipote e moglie- annuii.
-ma non è illegale sposare la propria nipote?- chiese lui allora.
Ci pensai un po’ su poi scrollai le spalle ignorando la cosa.
-mio padre ha fatto lo stesso- commentai.
-ma non è pedofilia divina?-
-no… a Zeus andava bene- lo tranquillizzai subito.
Ci godemmo il resto del pomeriggio tra risate e inconvenienti come Will che stava facendo fare “vola vola” a Bianca poco dopo che aveva mangiato e gli rigurgitò sui vestiti.
Io lo avevo avvertito ma lui aveva detto che sarebbe andato tutto bene.
-voglio sapere quando vi sposerete- dissi a mio fratello con un sorriso intanto che stavo mettendo Bianca a dormire.
-ti farò sapere- mi rassicurò Nico.
-tu lo sai che anche Hazel e Frank fra un po’ di daranno un nipotino?-
-è incinta?-
-no, ma Frank mi ha confessato che ci stanno provando anche loro- gli confessai con un sorriso.
Nico annuì con un sorriso che sarebbe dovuto essere più trattenuto se non fosse stato così felice.
-guarda che ti ho visto- lo punzecchiai.
-cosa?-
-ti ho visto che quando dicevi la parola “matrimonio” eri felice-
-ti sbagli, è Will che ha insistito- si difese lui.
Sorrisi della sua reazione e lo abbracciai.
-a me non puoi mentire fratellone, lo so che è una cosa che ti rende felice- gli mormorai all’orecchio.
-scoperto- ammise stringendomi forte in un abbraccio.
Sciogliemmo l’abbraccio e tornammo in salotto dove Frank stava parlando con Nathaniel e Will, Rose e Hazel stavano discutendo del più e del meno.
Demetra se ne era andata poco prima e in salotto tutti erano più rilassati.
Era bello stare così in famiglia, a breve Will e Nico si sarebbero sposati, Hazel e Frank avrebbero annunciato l’arrivo del loro primo figlio, mentre io e Nathaniel di un fratellino o sorellina per Bianca.
La cosa mi rasserenava moltissimo.
Con Nico ci sediamo sul divano e prendiamo parte alle discussioni.
Ad un tratto sento abbaiare.
Tutti guardiamo vicino alla porta e vediamo Sky scodinzolare con in bocco quello che sarebbe dovuto essere il regalo per Bianca da parte di Will e Nico.
-lo cambiano anche se è stato morso da un cane- si informò Nathaniel intento dal togliere la maglietta dai denti di Sky.
-ehm… in realtà non ne sono sicuro- borbottò Will grattandosi dietro la nuca un po’ imbarazzato.
-Hazel il vostro regalo ha appena aggredito e ferito gravemente il nostro regalo- borbottò Nico con un mezzo sorriso divertito.
-non è più sotto la nostra responsabilità, ora ha tre padroni che sono Sofia, Nathaniel e Bianca- si difese lei alzando le mani in segno di resa.
-me ne ricorderò sorellina, stai tranquilla che me ne ricorderò- l’avvisai con un sorriso che sapeva tanto di “non so quando ma mi vendicherò… ah, ma comunque ti voglio tanto bene”.
Hazel contraccambiò il mio sorriso per poi scoppiare a ridere, sotto gli occhi divertiti di tutti noi.


Punto di vista dell'autrice
Alla fine per dispiacere di Demetra Bianca ha ereditato i poteri di Ade, ed è una sua discendente molto insolita dati i suoi capelli biondi, il sorriso sempre sulle labbra e la sua allegria incontrollabile.
Qualche mese dopo il compleanno di Bianca Sofia scopre i essere nuovamente incinta e nove mesi dopo nacque Xavier, che al contrario della sorella è un discendente di Demetra (la Dea stravede per il nipotino), lui è verament la copia di Nathaniel traranne per i capelli mossi e neri e il carattere più mite che la sorella maggiore.
Franck e Hazel quasi a tempo (tre mesi dopo) hanno avuto il loro piccolo Kendal a cui ogni tanto spunta una coda da gatto o le orecchie da lupo e non capendo cosa gli sia successo se la ride come un matto.

Kendal ha lo stesso incarnato di Hazel e anche il suo sorriso, il taglio degli occhi il loro colore come anche i capelli sono di Frank, ed è tenerissimo proprio come il padre che ogni tanto inciampa qua e la e diventa subito un pomodoro.



Hei!!!! ciao a tutti :D
Mi spiace per voi ma alla fine, l'idea di fare un ultimo capitolo dove avrei potuto presentare la bella Bianca mi ha attirato moltisimo ed eccolo QUI!!!
Grazie Little_fox per avermelo proposto, mi sono divertita molto a scriverlo e spero che anche voi lo abbiate trovata abbastanza divertente.
Questa volta però a malincuore finisco la storia veramente :/
Ditemi cosa ne pensate please e grazie mille a tutti quelli che hanno letto questo capitolo :3
By unika

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