Una storia fatta di gesti avventati

di istinto della luna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La paura fa fare cose che nemmeno immagini ***
Capitolo 2: *** Uno scherzo di troppo ***
Capitolo 3: *** Fastidioso come mosche ***
Capitolo 4: *** Come resistere alle cravatte compromettenti ***
Capitolo 5: *** Per ricordarmi di Te ***
Capitolo 6: *** Lascia che il cuore ti guidi ***
Capitolo 7: *** Un rumoroso silenzio rotto da una Risata ***
Capitolo 8: *** E fu solo l'inizio ***



Capitolo 1
*** La paura fa fare cose che nemmeno immagini ***


La paura fa fare cose che neanche immagini

(Pov's Hermione - settimo libro)

Inspirai sonoramente. Dovevo tranquillizzarmi. Avevo appena abbandonato i miei genitori rendendoli degli estranei. Nessuna lacrima scalfiva il mio viso. Sentivo solo gli occhi bruciare e le mani tremare contro il legno della mia bacchetta. Dovevo raccattare tutte le cose e portarle con me. Guardai ancora una volta la casa in cui un tempo abitavo e mi sforzai di non piangere. Ero fiera del fatto che finalmente sarebbero stati al sicuro, anche se questo comportava il mio distacco da loro. 
Avevo un nuovo obbiettivo: raggiungere la Tana.
Là ci sarebbero stati tutti i membri dell'Ordine pronti a raggiungere Harry; non dovevo perdere altro tempo.  Mi nascosi dietro ad un albero e mi smaterializzai. Uno strano vortice mi investì facendomi cadere a terra. Toccai il terreno.  Era diverso da quello da cui ero partita. Sorrisi e mi rialzai.
<< Hermione! >>
Alzai la testa di scatto per incontrare lo sguardo preoccupato di Ron che, seppur lontano si sbracciava nella mia direzione. Non persi altro tempo e cominciai a correre verso di lui, felice del fatto che, finalmente, qualcuno pronunciasse il mio nome.
<< Ron, eccomi. >>
Lui mi guardò indignato: << Sei in ritardo, miseriaccia! Ti rendi conto di quello che abbiamo passato? >>
Abbassai lo sguardo disarmata. << Non è stato facile per me >> sussurrai.
Insieme entrammo nella Tana senza aggiungere altro.
<< Hermione, cara, eccoti! >> La signora Weasley mi raggiunse imprigionandomi in una dura morsa sotto lo sguardo divertito di Lupin e Tonks che tentavano di raggiungermi per parlare con me. Mi staccai felice adocchiando anche lo sguardo severo, ma sollevato di Malocchio e il sorriso a trentadue denti di Ginny.
<< Che cos'è tutto questo trambusto? >>
Alzai lo sguardo e notai un'altra testa rossa scendere le scale per raggiungere il salotto presso il quale ci trovavamo tutti.
<< Hermione, è appena arrivata >> spiegò il signor Weasley sbrigativo.
<< Hermione? >> La fotocopia della testa rossa precedente si tuffò nel salotto rischiando di travolgere la sua stessa madre.  Mi ritrovai a fissare i suoi occhi. Sempre ridenti e giovanili riflettevano pura gioia. Deglutii non capendo fino in fondo che intenzioni avesse. Mi osservava senza dire nulla, come il resto delle persone presenti che ci scrutavano come se fossimo degli ossessi. Poi non capii più niente. Mi ritrovai tra le braccia di quello stesso ragazzo senza avere il tempo di reagire. Mi sollevò leggermente aggrappandosi ai miei fianchi. Sorrisi imbarazzata ricambiando la stretta, seppur più moderatamente.
<< Ehi, Weasley, ti sembra il momento? >>
Mi allontanai di scatto volgendo lo sguardo su Malocchio, il cui occhio blu stava vorticando più del dovuto.  Arrossii e fissai il ragazzo che, a sua volta, fissava il vuoto di fronte a lui senza vederlo.
<< Freddie, va bene che non la vedi da un bel po', ma nessuno di noi - a parte mamma -  l'ha stritolata in un abbraccio spaccaossa! >>
Fred. Lo sapevo sin dall'inizio che si trattasse di lui. Non era la prima volta infatti e, questa mia consapevolezza mi portò ad arrossire ancora di più. In quella situazione ero stata io l'artefice e non potei non sprofondare quando mi tornarono alla mente le modalità con cui avevo instaurato quel "contatto".
Anche Fred sembrava imbarazzato. << Ehm, ecco, io... non lo so... beh... >>
George spalancò la bocca puntando un dito contro di lui. Spostai lo sguardo verso i coniugi Weasley che sorridevano. Che accidenti stava succedendo?
<< Io devo andare, Molly - disse Malocchio - vado a prenderlo. >>
<< Come ci raggiunge Hagrid? >> chiese la diretta interessata.
Malocchio si voltò prima di lasciare la casa: << Con una motocicletta. >>
<< Non ci posso credere. >>
<< George, la vuoi smettere di puntarmi il dito contro, che cosa ho fatto? >>
George si diede una manata sulla faccia continuando a guardarlo sbalordito. Non potei non ridere sotto i baffi a quella strana reazione.
<< Hai abbracciato la Granger. >>
<< Lo so >> affermò convinto Fred.
George sbiancò: << Non ci posso credere. >>
Mi allontanai dai due e mi avvicinai a Tonks e Lupin che, prima di quello strano evento volevano parlarmi.
<< Hermione, ciao! >>
Ricambiai il saluto soffermandomi sulle loro mani intrecciate. Forse capii che cosa stava succedendo e non potetti non portare le mani alla bocca sinceramente felice.
<< Beh, ehm - cominciò Lupin - io, insomma, noi... >>
<< Siamo sposati, già! Remus, sii più chiaro quando ti esprimi >> rispose Tonks per lui.
<< Oh, congratulazioni! >> dissi, prima di stringere la mano al mio ex professore e abbracciare Ninfadora.
Uno scoppio ruppe l'atmosfera. Tutti ci girammo verso l'esterno della casa con le bacchette pronte. Mi avviai verso la porta, ma fui fermata da un braccio. Alzai la testa e spalancai gli occhi: era di nuovo lui.  Mi fermai e lasciai che qualcun altro accogliesse il nuovo arrivato.
Non dopo molto tempo Hagrid fece il suo ingresso nella Tana abbracciando tutti i presenti con lo sguardo.  Poi si soffermò su di me e sorrise alzando lo sguardo. Non avevo ancora capito che stesse osservando non solo me ma anche chiunque mi stesse trattenendo. Deglutii e tolsi il polso dalle sue dita.
<< Sono così felice di vedervi, sapete? >>
Tutti annuimmo all'istante.
Poco dopo rientrò anche Malocchio con un altro uomo. Il suo nome era Mondungus Fletcher e già non mi piaceva. Sembrava che non le importasse nulla dell'importanza di quel momento e che fosse stato trascinato a forza dallo stesso ex Auror.
<< Ripassiamo il piano, ora. >>
Il mio cuore fece un tuffo nel buio. Ripassare il piano significava che mancavano solo due ore e, finalmente, avremmo agito. Incrociai lo sguardo di Fred e mi sedetti vicino a lui, senza sapere esattamente che cosa mi avesse spinto a comportarmi così. Vidi Ginny sorridere e Ron incupirsi leggermente.
<< È pronta, Moody? >> chiese Lupin appena prese posto.
<< Certo, serve solo qualche capello di Potter. >>
<< Non riusciremo a convincerlo tanto facilmente >> dissi affranta.
Molly mi guardò comprensiva, mentre Moody mi stava scrutando avidamente.
<< E tu l'hai fatto, signorina Granger? >> mi chiese duro.
<< Cosa? >> domandai a mia volta senza comprendere a cosa si riferisse.
<< Hai obliviato i tuoi genitori babbani? >>
Mi feci scappare uno strano suono dalla mia bocca e abbassai lo sguardo. Perché doveva accertarsi che avessi davvero compiuto il mio dovere?
<< Si >> risposi incolore.
<< Eri convinta di ciò che stavi facendo? >>
Alzai lo sguardo allibita: << Che cosa sta...? >>
<< Rispondi! Lo hai fatto? >>
In quel momento avrei solo voluto dissolvermi per sparire per sempre.
<< Alastor, non mi sembra il caso... >> disse Lupin.
<< A me sembra proprio di si, Lupin. Se ci tiene ai suoi genitori, dobbiamo essere certi che come quegli odiosi zii di Potter, siano al sicuro. Lo sono? >>
Sentivo da parte a me qualcuno tremare. Voltai lo sguardo e vidi il volto di Fred contratto in una smorfia e i pugni serrati sulle ginocchia. Non potei non sorridere e chiedermi perché mi facesse piacere che si preoccupasse della mia incolumità.
Gli misi una mano sulla sua e risposi: << Certo che tengo ai miei genitori, ma io credevo che dovessimo parlare del trasferimento di Harry. >>
Malocchio ghignò e proseguì a spiegare.
<< Bill e Fleur quando ci raggiungeranno? >> chiese Ron ad un certo punto.
<< Sono già lì Ron e hanno una sorpresa >> rispose Lupin soffermandosi nella mia direzione.
<< Proprio per questo motivo viaggeremo sulle scope. >>
Deglutii, prima di cominciare a contorcermi le mani. Non mi erano mai piaciute le scope e non avevo alcuna intenzione di viaggiare a bordo di una di quelle.
<< Venite, è ora >> decretò Moody sprezzante. Feci un ampio respiro e, dopo aver salutato Molly e Ginny, uscii dalla Tana. Mi guardai intorno e incrociai lo sguardo preoccupato di Ron. Sorrisi e continuai a scorgere tutti quelli che avevano aderito all'iniziativa: Lupin, Tonks, il signor Weasley, Hagrid, Fred e George e Mondungus erano schierati da parte a me.  Solo in quel momento mi accorsi che mancava qualcuno, ma la domanda di Lupin arrivò alle orecchie di Malocchio prima della mia. << Dov'è Kingsley? >>
<< Arriverà, non abbiamo tempo da perdere. >>
Annuimmo all'unisono.
<< Bene, ora montate sulle vostre scope, partiremo a gruppi. >>
Tutti inforcarono le proprie scope, tranne me. Mi vergognai all'istante della mia codardia, ma avevo lasciato la mia scopa in un baule. Non avevo intenzione di volare con quella macchina infernale.  Fred mi affiancò: << Hermione, ma la tua scopa? Non dirmi che l'hai scambiata con quella che serve per spazzare? >>
Impallidii all'istante: << Veramente no. È che io... si... non... >>
<< PARTITE, ORA! >>
Feci in tempo a vedere le scope di Remus, Tonks, Arthur e Ron spiccare il volo per poi scomparire nell'oscurità della notte.
<< Bene, ora tocca a noi. >>
<< Non è possibile Smaterializzarsi? >> domandai tutto ad un fiato. Quelli che erano rimasti si girarono a guardarmi sorpresi. Puntai gli occhi sui gemelli che sghignazzavano senza contenersi.
<< No, non è possibile, potrebbero intercettarvi. >>
<< Ma io poco fa mi sono Smaterializzata. >>
<< Il trasferimento dal mondo magico a quello babbano è più pericoloso. Inoltre una Smaterializzazione isolata non poteva nuocere a nessuno. >>
Annuii affranta e fissai i pochi rimasti. Non disponevo di una scopa, di conseguenza, dovevo viaggiare in compagnia di uno di loro.
Malocchio scelse per me: << Fred, accompagnala tu, prima mi era sembrato che fossi molto contento di vederla. >>
George scoppiò a ridere, mentre Fred abbassava il capo, cercando di non ringhiare contro  Moody. Mi raggiunse e mi fece spazio dietro di lui. Feci un ampio respiro e montai, sicura che sarei svenuta.<
Attesi lo strappo allo stomaco nel momento esatto in cui si diede uno slancio con i piedi, ma non percepii nulla se non il mio cuore battere all'impazzata. Stava succedendo di nuovo, come poco prima e come quella strana volta. Non riuscivo a capire che cosa sentissi, tuttavia, ogni volta che incrociavo il suo sguardo cominciavo a sudare vergognosamente.
Arrivammo a destinazione dove vedemmo già la prima parte dell'Ordine della Fenice nascosta in uno sprazzo di fronte alla casa di Harry. Scorsi anche Kingsley che ci salutò stringendoci la mano.
Ron alzò un sopracciglio: << Perché siete venuti insieme voi due? >>
<< Perché volevano fare i piccioncini, Ronnie. >>
Mi girai di scatto verso George che stava trotterellando dietro a Moody.
<< Se avete finito con i vostri scherzi idioti, possiamo entrare. >>
<< Un momento, ci siamo anche noi. >>
Bill e Fleur stavano correndo verso di noi con i maglioni stropicciati.
Fred domandò malizioso: << Che avete combinato? >>
<< Abbiamo avuto qualche problemino con i mezzi di trasporto, fratello. >>
<< ORA BASTA! Su, Mondungus! Seguitemi. >>
Entrarono in quella casa molte persone: Io, Ron, Fred, George, Fleur, Mondungus, Kingsley, Tonks, Arthur, Lupin, Bill e Malocchio, ma uscirono sette Harry e una metà dei membri dell'Ordine.
<< Meglio così, Hermione? >>
Mi girai di scatto e vidi il viso di Harry che mi fissava sogghignando. Un momento: da quando Harry Potter sogghignava?
<< Tu sei un gemello! >>
<< E tu sei un Potter, Granger! >> osservò lui divertito.
Sbuffai e mi avvicinai a Kingsley che mi attendeva in groppa ad un Thestral, la stessa creatura che Bill e Fleur stavano cavalcando. 
<< Ehi - dissi, una volta che raggiunsi l'Auror - meglio così, si. >>
Fred mi fece un occhiolino per poi dare una pacca sulla spalla al padre. 



Angolo Autrice:
Questa è una nuova Fremione.
Premetto che sarà leggermente diversa, perché ho intenzione di seguire le dinamiche dei pensieri dei due ragazzi andando avanti e indietro nel tempo a mio piacimento. Ciò che si diranno o che penseranno sarà già di per sé uno spunto per il prossimo capitolo. Dunque... stando a ciò che è accaduto in questo... Hermione ha compiuto uno strano gesto nei confronti dello stesso Fred... che sarà mai?
Beh... prossimo capitolo!
In questo primo capitolo ho voluto immaginare un po' che cosa successe precedentemente all'arrivo dei membri dell'Ordine nella casa di Harry (ormai non più sua). Spero di non aver stravolto le vicende e che la mia immaginazione non sia troppo "diversa" dall'ipotetica realtà dei fatti. (anche perché ho letto il settimo libro molto tempo fa - è stato il primo che ho letto - e non riesco a ricordarmi tutti i particolari, nonostate detenga una copia in PDF)
Spero che continuerete a leggere e che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Se avete voglia, lasciate pure un commento!
A presto, 
Martina
PS: Spero che Malocchio non sembri troppo duro nei confronti di Hermione, ma conosciamo tutti il suo carattere e la sua perizia nelle situazioni in cui centra la vita.

 

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Capitolo 2
*** Uno scherzo di troppo ***


Uno scherzo di troppo

(Pov's Fred - sesto libro)

<< George, è pronta quell'invenzione? >> chiesi al mio gemello mentre ci apprestavamo ad aprire il negozio. Lui mi guardò compiaciuto annuendo all'istante.
<< Certo che si! Abbiamo già una decina di fiale in magazzino. >>
Entrammo nel negozio e la spensieratezza dei nostri scherzi ci investì all'istante. Dovevo ammettere che facevamo veri e propri affari, anche se non ci trovavamo nel periodo migliore. Quell'anno infatti Voldemort stava per raggiungere il culmine del suo potere e, dopo la morte di Sirius, molti altri Mangiamorte si erano uniti al loro "signore".
Ci avvicinammo al bancone e infilammo le nostre stupende spille lampeggianti. La nostra era una divisa davvero inusuale e fin troppo meravigliosa. Traboccava di divertimento e felicità che, in quel momento, non poteva che essere di conforto.
Sentimmo suonare il campanello e ci girammo all'istante. Verity, la nostra commessa, ci stava salutando timidamente all'entrata.
Vidi George sogghignare e raggiungerla velocemente. "Non cambierà mai"  pensai scuotendo la testa divertito.
<< Verity, cos'è quella faccia rossa, sei arrabbiata? >> chiese George. Scoppiai a ridere, cercando di non farmi notare. La faccia di Verity stava diventando ancora più rossa, tant'è che avrebbe potuto prendere fuoco da un momento all'altro.
<< No... no, signor Weasley. Ehm... sono pronta per il mio turno. >>
Raggiunsi i due sorridendo: non potevo certo far fare tutto a mio fratello.  Sogghignai e assottigliai lo sguardo. Sapevamo entrambi perché era rossa come un peperone e io ne approfittai.
<< Verity, arrivare in ritardo non è ammesso >> dissi serio con tono pomposo. Sentivo il vomito risalire alla mia bocca perché neanche il mio povero stomaco riusciva a sopportare quel tipo di comportamento. Cercai di apparire il più serio possibile, sfidandola con lo sguardo.
Lei abbassò il capo: << Ecco... ehm... io... >>
George mi affiancò, anch'egli turbato per ciò che avrebbe dovuto dire. << Ci dispiace, ma questo incomberà sul nostro giudizio nei tuoi confronti. Siamo costretti a far presente a tutti le tue mancanze. >>
<< Avete ragione... io... scusatemi. Non accadrà più. >>
Bingo! Esultai mentalmente cercando di non ridere. Avvicinai il mio viso alla ragazza e, con lo sguardo più serio che io, Fred Weasley, nonché proprietario del più noto negozio di Scherzi - anche più di quello di Zonko - potessi rivolgere, affermai convinto: << Questo lo hai detto anche ieri, Verity. Non credi di doverci dare delle spiegazioni? >>
Finalmente alzò le sopracciglia stranita. Mi avvicinai a George, la cui faccia stava diventando più rossa di un pomodoro per aver trattenuto troppo a lungo le risate. Verity, come avrebbe già dovuto fare tempo prima, assottigliò lo sguardo e ci guardò indispettita.
<< Un momento - disse - ieri non sono arrivata in ritardo. Ero qui anche prima di voi! >>
<< Esatto >> affermammo all'unisono con nonchalance.
<< Non ditemi che... >>
<< Esatto ancora una volta Verity, complimenti! >> la interruppe George.
<< Sai, dovresti conoscerci ormai - dissi io convinto - fare scherzi è il nostro mestiere. >>
Si irrigidì all'istante ma, prima che potesse aggiungere altro, la esortammo a raggiungere il magazzino per prendere quelle beneamate fialette.
Appena ci ebbe lasciati ci lasciammo andare a delle risate convulse, durante le quali cercavo di tenermi al bancone per non cadere per terra.
<< Ma l'hai vista...? >>
<< Certo che si! ... Non riuscivo più a trattenermi! Ahaha >>
Quando ci ricomponemmo, cominciammo ad accogliere i clienti. Il nostro era uno dei pochi negozi non ancora distrutto ed anche per questo, era gravido di gente.  Ragazzi di ogni età giungevano da ogni dove per comprare i nostri Scherzi.
<< Fred. >>
<< Si? >>
George si avvicinò a me e mi disse qualcosa all'orecchio. Non appena capii a cosa alludesse, lo spinsi via.
<< E con questo? >> domandai seccato.
Lui sogghignò, lo stesso ghigno che riservava alle nostre vittime, un ghigno che, rivolto  me, non mi piaceva per niente.
<< Vedila così fratello: avrai un'altra occasione per fare colpo. >>
Prima che potessi controbattere si avvicinò a Verity chiedendole qualcosa a proposito del contenitore dei filtri d'amore.
Mi risollevai e cominciai a spostare alcune confezioni di Deluxe, quando sentì di nuovo il campanello trillare. Sconsolato mi girai, ma tornai a sorridere all'istante.  Era appena entrata la persona che mi interessava di più, quella che aspettavamo. Ghignai e mi dileguai all'istante. Dovevo fare un'entrata ad effetto e il modo migliore per farlo era avvicinarla senza farmi notare. Da quando l'avevo vista scendere le scale al Ballo del Ceppo non riuscivo a pensare a quanto fosse diventata bella. Beh, per essere sincero, Hermione Granger mi aveva incuriosito sin dal primo momento in cui l'avevo vista.
Vidi Hermione e Harry soffermarsi di fronte allo scaffale dei Sogni Brevettati. Mi avvicinai cauto e feci in tempo a sentire da parte di Hermione le parole: <<  Sai, questa è davvero magia straordinaria! >>
Sorrisi beffardo ed esclamai: << Per quello che hai detto, Hermione, puoi averne uno gratis. >>
Lei si girò a guardarmi e la mia sicurezza vacillò leggermente. Non potei fare a meno di notare, però, il grosso livido che circondava il suo occhio.
<< Come state ragazzi? E che è successo al tuo occhio Hermione? >> domandai.
Lei mi guardò accigliata e se lo coprì: << È stato uno dei vostri cannocchiali! >>
Risi leggermente e aggiunsi << Oh, mi ero dimenticato di averlo lasciato a casa. >>
Prima che potesse aggiungere altro le tesi un tubo dentro il quale vi era una pasta ideale per i lividi, o almeno avrebbe dovuto esserlo.
Lasciai Hermione a spalmarsi la crema sull'occhio e scortai Harry dall'altra parte del negozio dove poco dopo ci raggiunse George, anch'egli sorridente, come me del resto.
Volevamo ringraziarlo per il suo enorme finanziamento. 
Fummo, però, interrotti dall'arrivo di Verity che richiamò a raccolta George, il quale prima di allontanarsi mi fece uno strano occhialino. Mi ritrovai a pensare a cosa stesse alludendo quando vidi un ragazzino parlare da solo.  Lasciai Harry e lo raggiunsi. Doveva avere si o no undici anni.  Che bello sapere che tutti i bambini imparavano sin dal loro primo anno a seguire la strada giusta!  Anche se non lo conoscevo, ero già fiero di quel piccolo e paffuto nanerottolo.
<< Serve una mano? >> chiesi abbassandomi alla sua altezza.
Lui si girò di scatto e impallidì, senza aggiungere una parola.
<< Su - lo incitai - se sei entrato qui dentro, significa che la lingua ce l'hai... e anche bella lunga! >>
Lui sorrise e disse: << Mi chiedevo che cosa fossero questi Marchi Neri. >>
Analizzai la situazione e compresi che quel bambino, forse troppo piccolo, non era a conoscenza del significato di quei simboli. Sorrisi e mi avvicinai al suo orecchio: << Sono roba forte! Se vuoi rifilarli a qualcuno che ti da fastidio, gli andranno di traverso! Nausea garantita! >>
<< Ma mia mamma mi ha detto che... >>
<< Oh beh... tua mamma non sa che hai la lingua lunga, giusto? >>
Lui annuì convinto e io proseguii. Beh, quello che stavo per fare mi sarebbe costato un cliente e una caramella, ma non potevo non ascoltare il mio istinto.
<< Quindi, non si arrabbierà se invece della lingua... avrai le braccia lunghe... >>
Gli si illuminò il viso e prese una delle caramelle, la intascò e mi guardò entusiasta.
<< Vedrai, te la pagherò. >>
Io annuii e mi misi in piedi. Stavo ancora parlando con quel bambino quando qualcuno mi picchiettò sul braccio.
Ancora girato di spalle dissi: << Arrivo, un secondo. >>
Quella mano però, ancora insistente, aveva ricominciato a picchiettarmi sulla giacca rosso magenta che portavo. Infastidito, mi girai ma, invece di vedere un cliente, vidi una massa di capelli arruffati che mi invasero il volto. In un secondo mi ritrovai proprio quell'Hermione Granger appiccicata alle mie labbra. Merlino, mi stava baciando! Cosa stava succedendo, il mondo si era invertito? Si era ancorata al mio collo, mentre io ancora frastornato non sapevo che cosa fare. Sapevo che tutti ci stavano guardando e mi venne da ridere. Decisi ancora una volta di agire secondo l'istinto e risposi al bacio. Nonostante sapessi che ci fosse sotto qualcosa di strano le presi il viso tra le mani e mi avvicinai maggiormente a lei.
Ci staccammo dopo troppo poco tempo e non potei non incontrare lo sguardo malizioso che mi stava rivolgendo George. 
Qualcuno mi strattonò da dietro e mi girai a guardare quel bambino che mi fissava leggermente compiaciuto. << Anche tu però hai le braccia lunghe. >> Tutti si misero a ridere, mentre io meditavo sulle parole che gli avevo rivolto poco prima. Miseriaccia, stavo scherzando quando avevo detto che secondo me aveva la lingua lunga... ma quel bambino ce l'aveva sul serio! Mi ritrovai ancora una volta ad essere fiero di lui.
<< FRED! >> mi voltai di scatto e ritrovai Hermione adirata e più rossa della mia divisa da lavoro.
Sorrisi ampiamente e domandai: << Si? >>
Lei abbassò la testa e si allontanò all'istante da me, urtando il bancone dei filtri d'amore. << Che cosa ho fatto? >> chiese in un sussurro.
Inarcai in sopracciglio, deglutendo: << Quando? >>
<< Poco fa! >> sbottò.
Mi misi una mano sulla fronte. Si riferiva a quello! Forse stavo impazzendo sul serio.
<< Penso proprio che tu mi abbia baciato, Granger. >>
<< Ne sei sicuro? >>
Mi girai verso le persone che ci stavano fissando silenziose, come ad esortarle ad annuire. Incontrai gli sguardi stralunati di Ginny e Harry, mentre mia madre dietro di loro stava lanciando scintille dagli occhi. Feci un occhiolino, stando attento a non guardare in faccia mia madre; sarebbe stata capace di tirarmi uno scappellotto anche nel mio stesso negozio.
Anche Verity mi stava guardando, ma molto più insicura; intuii che avesse aiutato George in qualche modo. Solo lui, infatti avrebbe potuto dare un filtro d'amore ad Hermione.
Riportai il mio sguardo su di lei. << Si, pienamente. >>
Si mise le mani sulla faccia e girò il viso. Non riuscivo più a trattenermi: dovevo ridere... oppure baciarla di nuovo, ma sarebbe stato fin troppo strano... almeno agli occhi degli altri.
Quando alzò la testa mi guardò con odio. Deglutii all'istante, sperando che non mi trafiggesse con gli occhi.
Poi tuonò: << CHE COSA MI HAI SOMMINISTRATO, SI PUÒ SAPERE? >>
Alzai le mani in segno di resa e risposi tranquillo: << Io non centro nulla. Se ne sono occupati George e Verity. >>
Lei puntò il dito contro il mio gemello e sbottò: << Tu! Che cosa mi hai fatto? >>
George scivolò di lato raggiungendoci, mi diede una pacca sulla spalla e aggiunse tranquillo: << Penso che tu abbia, per puro sbaglio sia chiaro, sperimentato una mia nuova invenzione. >>
<< Cosa? >> chiedemmo all'unisono. Sapevo che George stava lavorando ad una nuova invenzione, la stessa di cui gli avevo chiesto la mattina, ma non sapevo di cosa si trattasse nei particolari. Che non si trattasse di un semplice filtro d'amore?
<< Esatto - rispose tranquillo - è una variazione dei filtri d'amore. >>
Io sogghignai leggermente e gli battei il cinque: << I miei complimenti George! Funziona. >>
Lui mi guardò malizioso: << Non ho ancora parlato dei suoi effetti. >>
Qualcuno urlò dall'altra parte del negozio. Ci girammo di scatto  e notammo Ginny alle prese con una Puffola Pigmea, mentre nostra madre stava cercando di portarla via da lì.
Hermione ne approfittò per sgattaiolare via e lasciare il negozio.
Mi affrettai a guardare fuori dalla vetrina, ma non la vidi da nessuna parte, se non il bel Malfoy che stava camminando insieme a mammina. Repressi un versaccio e tornai a lavoro con un sorriso forse troppo beota a completare il mio viso.

*
 
Quella sera chiudemmo il negozio piuttosto tardi. Con l'inizio della scuola tutti i ragazzi erano accorsi al nostro negozio per fare rifornimento. Mi trovai nuovamente a pensare alle labbra della Granger sulle mie e al modo con il quale avevo ricambiato. Ero stato troppo stupido forse, ma lei era sotto l'effetto di un filtro dopotutto.
Appena avemmo salutato Verity salimmo le scale diretti al nostro appartamento. Ero distrutto, ma il sorriso ebete non aveva ancora lasciato il mio volto.
<< Dimmi un po' - dissi quando raggiunsi il divanetto, sul quale affondai con tutto il corpo - come hai fatto a convincere Verity? >>
Lui si girò e mi raggiunse: << Oh, è stato estremamente semplice. Il suo compito era solo quello di offrire ad Hermione un po' di "succo". >>
Io risi, portandomi le mani all'altezza del cuore.  << Perché l'hai fatto, scusa? Chissà che cosa starà passando adesso Hermione... >> dissi pensieroso.
<< Fred, guarda che io non avevo idea che avrebbe baciato te. >>
Io mi alzai di scatto: << CHE COSA? >>
<< Shh... ho solo detto che c'era la possibilità che avrebbe baciato Ron, ma una parte di me era certa che il - beh si - fortunato fossi tu. >>
Mi passai una mano sulla faccia, cercando di venire a capo di quanto stava dicendo il mio gemello. Non riuscivo a capire come potesse un filtro farle baciare qualcuno piuttosto di un altro. Insomma, fino a prova contraria, i filtri d'amore facevano perdere la testa ad una persona di cui si aveva pianificato l'identità. Ok, dovevo chiedere spiegazioni.
<< Non capisco. >>
George alzò gli occhi al cielo e aggiunse: << Lo sapevo: mamma e papà hanno riservato a me tutta l'intelligenza. >>
Io sbottai offeso: << Beh, e a me hanno riservato il fascino, allora. >>
George si alzò di scatto  e mi guardò divertito: << Penso che anche Hermione sarebbe d'accordo con te in questo momento. Sai, dalla sua reazione... >>
Mi alzai a mia volta puntando un dito contro il suo petto: << Quel filtro... >>
<< ... rivela l'identità del ragazzo/a di cui sei attratta/o, proprio così. >>
Mi lasciai cadere nuovamente sul divano senza aggiungere altro. Ovviamente mio fratello era un genio, ma non riuscivo a credere a quanto mi aveva appena detto.
<< Questo vuol dire... >> enfatizzai dopo un po'.
<< ... che la Granger è cotta di te, fratello >> concluse George, allontanandosi da me per raggiungere il bagno.
Non sapevo se ridere o meno. L'unica cosa di cui ero sicuro era che volevo rivederla.




Angolo Autrice:
Ecco qui il secondo capitolo. Un flashback sicuramente più allegro del primo capitolo. Beh, che dire, anche qui è stato compiuto un gesto avventato. Questa volta da parte di Hermione, la quale non riusciva a credere ai propri occhi. 
Mmmm Ballo del Ceppo è? Vedremo...
Come avevo già accennato precedentemente questa storia si articola in capitoli che non seguono l'ordine cronologico, ecco perché ci troviamo nel sesto anno quando prima avevo trattato del settimo anno di Hermione.
Con ciò ho detto tutto!
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Ricordo che mi piacerebbe ricevere un piccolo commentino!
A presto!

Martina

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Capitolo 3
*** Fastidioso come mosche ***


Fastidioso come mosche
 
(Pov's Hermione - quarto libro)

<< Allora, mi dici con chi vai al Ballo, eh? >> implorò Ron, ormai del tutto depresso. Erano giorni che continuava a chiedermi con chi andassi al Ballo del Ceppo, ma io non volevo rispondere. Sicuramente, se avesse saputo che ci sarei andata con Victor Krum, non mi avrebbe più rivolto la parola.
<< No Ron, non ti dirò con chi vado al Ballo >> affermai risoluta per poi immergermi nella lettura del libro di Pozioni.  
<< Chi ha già un accompagnatore? >>
Alzai la testa e non potetti fare a meno di arrossire involontariamente. Perché dovevo fare così? I gemelli stavano abbracciando divertiti l'intera situazione.
<< Hermione >> disse sconsolato Ron. Con la coda dell'occhio vidi i due gemelli lanciarsi uno strano sguardo per poi posare i propri occhi su di me.
<< Davvero? >> chiesero all'unisono.
Annuii e li guardai male. Sperai con tutto il cuore che non cominciassero a prendermi in giro o che facessero alcune delle loro battute squallide davanti a Ron.
<< Beh, non è difficile immaginare con chi ci vada al Ballo, vero George? >> chiese Fred al diretto interessato. Lo guardai attentamente e notai che aveva la fronte corrugata, ove ricadevano voluminose ciocche di capelli rosso fuoco. Anche la sua voce pareva diversa, come se fosse infastidito per qualcosa.
Mi ripresi immediatamente quando capii il pieno significato di quella domanda.
<< Che cosa? Perché? >> chiesi ad un tratto con il fiato sospeso.
George stava per controbattere, quando venne fermato dall'immediato intervento di Fred: << Beh, chi è che ti ronza sempre attorno quest'anno? >>
Arrossii lievemente e distolsi lo sguardo. Che cosa mi stava succedendo? Perché ogni volta che mi parlava dovevo reagire così?
Mi finsi indifferente: << Ah non lo so. Secondo te? >>
<< Se posso inserirmi - disse ad un tratto George, sporgendosi leggermente - il ragazzo che ronza intorno alla qui presente Granger è proprio tra di noi. >>
Vidi Ron assumere una smorfia imbarazzata per poi bofonchiare parole poco carine.
<< Ma che hai capito testone! Mi riferivo a Fred. >>
Silenzio. Sgranai gli occhi posando ostentatamente lo sguardo sul gemello - per così dire - sbagliato, in modo che non incontrassi gli occhi di quello in questione.
<< Ma dai George! Se siamo sempre insieme come puoi dire che sia solo io a ronzare intorno a Hermione? >>
Annuii lievemente e scrutai beffarda il viso di George la cui espressione si incupì all'istante. Ringraziai Fred con lo sguardo e mi rimisi a leggere quelle pagine, avida di sapere. Ron se ne stava di fronte a me, mentre aspettava Harry che si era recato nella Voliera per mandare una risposta a Sirius.
Percepii uno strano movimento dietro di me e constatai con sorpresa che Fred si era avvicinato alla mia poltrona appoggiandosi con tutto il corpo. Nonostante mi desse le spalle e continuasse a parlare con il gemello, sentivo il suo braccio bruciare sulla mia nuca mentre con finta indifferenza continuavo a studiare.
Con l'arrivo in Sala Comune di Harry, Ron si volatilizzò insieme a lui. Feci in tempo a sentire che stessero parlando del Ballo e del fatto che, se non si fossero dati una mossa, si sarebbero dovuto accontentare anche di quelle più scarse.
Sbuffai stizzita per le parole che avevano utilizzato e chiusi gli occhi.
Ero terribilmente stanca in realtà, ma dovevo finire di studiare. La presa delle mie mani sul libro cominciò a diminuire. Le parole stavano pian piano abbandonando la mia mente e venivano spazzate via da uno strano vento.  Non sentivo più il libro sotto i polpastrelli.
Mi ridestai all'istante: io avevo bisogno del sapere, della retta via, della realtà. Mi svegliai e sobbalzai leggermente. Il libro non era più nelle mie mani non soltanto metaforicamente. Fred Weasley, a pochi centimetri dal mio viso, mi osservava beffardo reggendo tra le mani il tomo.
<< E così anche Hermione Granger è riuscita ad addormentarsi sui libri. Complimenti! Immagino che sia la prima volta. >>
Io lo guardai di traverso. << E anche l'ultima! >> affermai a denti stretti.
Lui scoppiò a ridermi in faccia senza riuscire a trattenersi. Mi stava prendendo in giro. Lo fissai allibita, ma lasciai perdere immediatamente. Non avrei mai potuto modificare il DNA di nessuno, tantomeno quello dei Gemelli Weasley, un universo completamente a parte.
Una volta che ebbe sgonfiato entrambi i polmoni e anche la riserva, mi guardò deciso e un poco malizioso: << So di chi si tratta, cara mia! >>
<< Riguardo cosa? >>
<< Riguardo al Ballo! So chi ti accompagna, Hermione. >>
Lo guardai dubbia alzando entrambe le sopracciglia. Non poteva conoscere l'identità del mio accompagnatore. Me lo aveva chiesto di nascosto e, prima di farlo, mi ero assicurata personalmente che non ci fosse nessuno appostato dietro ai muri.
<< Ah si? E dimmi... chi sarebbe? >>
Lui si avvicinò al mio orecchio solleticandomi la pelle. Sentii il cuore precipitare in burrone per poi riprendere a pompare il doppio del normale.
<< Krum >> sussurrò. Spalancai la bocca e tornai a guardalo. Come aveva fatto a scoprirlo? Mi morsi la lingua fino a farmi fuoriuscire del sangue.
<< E tu come fai a saperlo? >>>
<< Ho le mie fonti >> disse alzando le spalle.
Sorrisi ironica: << Allora è vero ciò che dice George: mi giri spesso intorno. >>
Lo vidi deglutire e stringere i pugni. << Ti piacerebbe Hermione, se fosse così? >>
Feci uno strano scatto con la testa e abbassai lo sguardo. Beh, che dovevo rispondere... si, forse? Neanche morta!
<< Non potrei mai dirlo, dato che non ho mai avuto modo di sperimentarlo. Non che ci tenga ovviamente. >>
Rise leggermente dandomi uno schiaffetto sulla mano. Risi a mia volta e lo guardai negli occhi. Che cosa nascondevano quei due abissi? Perché mi aveva posto quella domanda?
<< Come dici che le sta cavando Harry? >>
<< Beh, se devo essere sincera, non molto bene. Si ostina a dire che ha molto tempo ancora a disposizione per interpretare correttamente il bottino, ma credo che si ridurrà all'ultima settimana >> conclusi abbassando lo sguardo.
Lui mi alzò il viso con due dita e mi fece l'occhiolino: << Beh, che ne sai Hermione, magari quell'ultimo giorno si rivela essere il più fruttuoso e pieno di spunti significativi per l'indovinello. >>
Scettica come sempre, replicai: << Quindi per sapere le risposte al compito sugli Antidoti di Piton devo aspettare l'ultimo giorno così le risposte entreranno automaticamente nella mia testa? >>
<< Beh, non esageriamo. Diciamo che Piton rappresenta l'eccezione. >>
Sorrisi e mi alzai. Lui si scostò appena per permettermi di allontanarmi dalla poltrona. Quando mi fui allontanata abbastanza, affinché non potesse sentire i miei possibili lamenti, chiesi: << Con chi ci vai tu? >>
Lui si alzò da terra divertito. Dopo aver sogghignato, affermò: << Mmm non so, forse lo scoprirai domani, forse no. >>

 
*

Passarono alcuni giorni e fui investita dall'ansia. Non sapevo perché ma volevo sapere l'identità della ragazza con cui Fred sarebbe andato al ballo. 
Dovevo saperlo.
Entrai nella Sala Comune e vidi Ron e Harry confabulare tra loro. Mentre mi apprestavo a raggiungerli fui spintonata da qualcuno. Indispettita ruotai il capo e vidi - con uno strano piacere - le facce allegre di Fred e George dietro di me. Sorrisi a mia volta e mi avvicinai ai miei amici. Tanto per cambiare Ron mi chiese con chi andassi al Ballo. Alzai gli occhi al cielo e repressi la voglia di Schiantarlo. Perché non voleva rassegnarsi al fatto che non glielo avrei mai detto?
George raggiunse il fratello. Una strana luce gli attraversò gli occhi. Sgranai gli occhi quando mi resi conto che si trattasse di disperazione. Una disperazione che riusciva a nascondere piuttosto bene.
<< Ron, ci presti Leo? >>
<< Perché? >>
George sbuffò: << Sai, mi serviva un compagno con cui andare al ballo... >>
Fred rise e si avvicinò a me: << Gli ho suggerito io quella battuta. >>
Lo guardai e repressi una risata. No, no, no, non potevo farmi abbindolare da quel mascalzone!
<< Allora... avete già tutti una dama per il ballo? >> chiese alzando di poco il viso.
<< No >> rispose secco Ron.
<< Beh, sarà meglio che ti sbrighi fratellino, o quelle carine saranno già tutte occupate. >>
Mi fissò per una manciata di secondi fino a quando non fui io a interrompere quello scambio di battute con gli sguardi. Ero troppo imbarazzata.
<< Con chi ci vai tu? >> domandò allora Ron.
Già, con chi diavolo ci andava? Volevo saperlo anche io.
<< Con Angelina. >>
Spalancai la bocca senza volerlo. Ecco, ora lo sapevo, ma perché non ero soddisfatta di aver finalmente ricevuto una risposta? Mi aveva detto ciò che volevo sapere, la ragazza che lo avrebbe accompagnato al Ballo, perché non ne ero contenta?
<< Cosa? >> chiese Ron allibito << L'hai già invitata? >>
Fred si diede teatralmente una manata in faccia. << Giusto >> disse poi.
Si voltò e, dopo avermi strizzato l'occhio, urlò attraverso la Sala: << Ehi, Angelina! >>
Non riuscivo a credere ai miei occhi. Avrebbe chiesto alla ragazza se fosse venuta con lui al Ballo urlando dall'altra parte della Sala incurante degli altri? Repressi uno sbuffo e cercai di non guardarlo troppo.
La ragazza si girò si scatto e rispose gridando: << Che c'è? >>
Fred fece un sorriso malizioso che gli accese il viso: << Vuoi venire al Ballo con me? >>
Mi sporsi verso Angelina che lo guardava incredula e compiaciuta allo stesso tempo. Accettò all'istante e poi tornò a parlare con Alicia.
<< Ecco fatto! >> disse Fred guardando Ron  << Un gioco da ragazzi. >>
Ron lo guardava indignato quasi quanto me. Incontrai lo sguardo di Fred e lui mi sorrise alzando un sopracciglio. Cosa avrei dovuto dirgli? Complimenti? Avrei dovuto dare loro la mia benedizione?
<< Granger, non dispiacerti troppo, vedrai che lo riconquisterai >> mi sussurrò George. Lo spintonai e mi diressi nel mio Dormitorio senza più guardare in faccia nessuno. 

*

 Ballo del Ceppo. Questa sera ci sarebbe stato il Ballo... e io stavo tremando. Erano ore che ero chiusa in camera mia con il vestito appoggiato alla sedia e i capelli sparsi sul cuscino. Erano diventati lisci. LISCI. Avevo utilizzato una pozione e, come per magia - che scoperta - i miei capelli avevano cominciato a sgonfiarsi.
Non avevo voglia di vedere Fred, ma avevo voglia di vedere Krum. Non potevo piantarlo due ore prima della festa. Mi alzai dal letto e cominciai a prepararmi. Il vestito che avevo scelto era di un azzurro chiaro, la cui gonna abbondava di pieghe.
Feci un ampio respiro e raggiunsi la Sala Comune. Era vuota. Evidentemente nessuno, oltre a me, aveva avuto ripensamenti durante gli ultimi minuti prima del Ballo.
Sconsolata uscii dal Ritratto della Signora Grassa e raggiunsi la Sala Grande. Mancava ancora una rampa di scale. Mi sporsi dal muro e potei notare quanti studenti stavano campeggiando nel corridoio. Non avevo mai visto i corridoi così graviti, se non alla fine dell'ultima lezione del giorno.
Sospirai e cominciai a scendere le scale. Mi guardai attorno e vidi Victor Krum ad aspettarmi in fondo alle scale. Lo guardai sorridendo. Quando tornai ad alzare lo sguardo notai che non era l'unico che mi stava guardando. Dalla parte opposta una nota testa rossa non riusciva a togliere lo sguardo da me, come io da lui.
Arrivai alla fine delle scale e mi fermai ancora prima di aggrapparmi alla mano di Victor. Sostenni il suo sguardo. Angelina gli stava tenendo il braccio mentre gesticolava con quello libero. Dedussi che stesse parlando di Quiddich. Perché Fred, famoso battitore Grifondoro, non stava ascoltando ciò che la sua dama gli stava dicendo?  Mi voltai di scatto e afferrai la mano di Krum con improvvisa convinzione.
Ci avvicinammo alla Sala Grande e, con molta eleganza, vi ci scivolammo insieme agli altri Campioni tre Maghi. Quella serata non sarebbe andata storta. Non per Fred.

 
*
Ballare con Victor fu uno spasso. Nonostante apparisse calmo e riservato, aveva una vena divertente e movimentata. Mi prese una mano e mi fece fare varie piroette. La musica era così alta che faticavo a capire che cosa mi stesse dicendo. Avevo perso di vista Harry e Ron da un pezzo ormai e non avevo ancora pensato a Fred. 
Ad un tratto Krum mi trascinò fuori dalla baraonda e mi costrinse ad avvicinarmi ai tavoli.
<< Io defe andare in bagno. Tu mi aspetta? >>
Annuì convinta per poi avvicinarmi ad uno dei tavoli che non erano ancora stati occupati. Mi buttai sulla sedia affondando il viso tra le mani. Mi stavo divertendo davvero tanto! Soprattutto da quando avevo deciso che non mi sarei più girata per vedere cosa stessero facendo Fred e Angelina.
Un paio di voci mi svegliarono. Sbarrai gli occhi quando capii di chi si trattasse. Fred e Angelina stavano raggiungendo lo stesso tavolo dov'ero seduta io. Li guardai meglio. Angelina aveva i capelli leggermente spettinati, mentre Fred aveva allacciato la cravatta alla testa.
Misi le mani davanti agli occhi e mi nascosi sotto il tavolo. Si sedettero sulle sedie infilando le gambe sotto il tavolo. Riuscii ad evitare il tacco appuntito di Angelina per puro miracolo.
<< Allora - chiese Fred - ti sei divertita sta sera? >>
<< Devo ammetterlo Fred, non mi sono mai divertita così tanto in vita mia. >>
Sentii la sua risata risuonare nelle mie orecchie.
<< Ad eccezione... >> lasciò in sospeso Fred.
<< ... del Quiddich, ovvio! >> finì lei.
Dopo pochi minuti la ragazza si congedò da Fred dicendo che sarebbe arrivata subito. Ero così tesa per il fatto che avrebbero potuto scovarmi, che non rimasi nemmeno ad ascoltare quale fosse il motivo.
<< Ora puoi uscire Granger, se n'è andata. >>
Mi girai di scatto e vidi il viso di Fred affiorare da sotto la tovaglia. Sorrisi imbarazzata per poi sollevarmi e sedermi su una sedia lì vicino.
<< Che cosa ci facevi lì sotto? >> domandò nuovamente con uno strano ghigno.
<< E tu perché hai annodato la cravatta intorno alla testa? >> chiesi senza pensarci.
Mi osservò con interesse e poi scoppiò a ridere.
<< Che cosa stai insinuando? >>  mi chiese con uno sguardo eloquente. Abbassai il viso senza aggiungere altro. Mi aveva incastrato.
<< Non pensavo che una casta ragazza come te potesse insinuare questo genere di cose >> continuò per nulla intimorito.
Una strana rabbia si impossessò di me. Incontrai i suoi occhi e dissi: << E tu che ne sai di cosa sono? Mi hai mai visto? TU, voi, mi vedete solo come una piccola so-tutto-io, ma non è così. Anche io ho una vita! >>
Lui si alzò dal tavolo e, con colpo secco si tolse la cravatta dalla fronte, me la lanciò e si allontanò poco prima che mi raggiungesse Krum.
Quando fu abbastanza lontano, si girò verso di me. Compiaciuto per il fatto che non avevo ancora distolto lo sguardo alla sua schiena, si mise ad urlare: << Vedrai Hermione, la prossima volta sarai tu a ronzarmi intorno! >>
Sentii le guance andare a fuoco, mentre stringevo ancora tra le mani la sua cravatta sgargiante. Perché doveva comportarsi proprio in quel modo? Ah già, perché si chiamava Fred Weasley.
<< Che volefa quel ragazzo da te Hermaion? >> mi chiese Krum.
Nascosi in fretta la cravatta e risposi: << Hermione. Comunque non era nulla d'importante. >>
Victor si convinse e ritornammo a ballare. Nessuno lo avrebbe mai saputo ma, in una tasca del vestito, ci avevo infilato quella cravatta.








Angolo Autrice
Ciao a tutti! Ecco un altro capitolo di questa "strana" Fremione!!
Spero non sia stato troppo lungo o stancante da leggere.
Nel prossimo capitolo si risolverà il mistero della battuta di Fred? 
Spero comunque che vi sia piaciuto, lasciate un commento se volete.
Ringrazio infinitamente chi ha messo la storia tra i preferiti, ricordati, seguiti e l'abbia recensita.
Un grosso abbraccio a tutti!
A presto,
Martina

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Capitolo 4
*** Come resistere alle cravatte compromettenti ***


Come resistere alle cravatte compromettenti

(Pov's Fred - quinto libro)
<< Forza Fred, alzati, è tardi. >>
Quella mattina fui svegliato dalla nobile voce di mia madre, mentre correva da una parte e l'altra della casa inseguita.  Alzai il capo dal cuscino e provai a focalizzare la testa fiammeggiante del mio Gemello preferito sul letto di fronte al mio.
<< George? >> sussurrai con le mani sugli occhi. Mia madre aveva appena spalancato le finestre e la luce solare aveva inondato il mio campo visivo.
<< Che c'è ancora mamma? >> chiese lui con voce strascicata.  
Sbuffai sconsolato e mi issai. Barcollando raggiunsi George che, seppur riluttante, tese una mano verso di me e si lasciò tirare.
<< FORZA RAGAZZI! >> urlò nuovamente mia madre. Guardai George e mi apprestai a scendere le scale seguito da un Ron assonnato e una Ginny non del tutto consapevole.
Arrivammo in cucina con i capelli scompigliati e i pigiami stropicciati. Non riuscivo a tenere gli occhi del tutto aperti.
Guardai le ore e spalancai gli occhi all'istante. 5:00 del mattino. Che diavolo dovevamo fare di così importante? E poi perché la notte precedente George e io eravamo andati a letto così tardi? Ah già, per le nostre fantastiche Merendine.
<< Che cosa è successo mamma? >> chiese Ginny mentre reprimeva uno sbadiglio.
<< Dobbiamo trasferirci. >> Mi voltai di scatto. Quella voce, così dolce e comprensiva, non assomigliava per niente a quella di mia madre.
Spalancai la bocca alla vista che ebbi. Hermione Granger sorridente e vestita di tutto punto era in piedi sulla soglia della cucina.
Lanciai uno sguardo a George che ricambiò all'istante e ci sedemmo sulle sedie.  Ron, che entrò in quel momento, balzò all'indietro, urtando uno degli aggeggi di papà.
<< Hermione! Che ci fai qui? >>
Lei sorrise e replicò: << In meno di un'ora dovete lasciare la Tana. >>
<< Che cosa? >> chiedemmo in coro.
<< È così ragazzi >> rispose per lei mia madre che aveva appena varcato la porta della stanza.
<< Perché? >> chiesi. Lasciai che il mio sguardo si andasse a posare su Hermione, la quale mi guardò imbarazzata per poi sedersi da parte a me. Esultai mentalmente cercando di elaborare un piano che avrebbe imposto a quelle guance di imporporarsi molto più spesso.
<< Dobbiamo trovare un nuovo posto dove indire le nuove riunioni dell'Ordine della Fenice. >>
<< L'Ordine della Fenice? >> chiese George entusiasta quanto me.
<< Si, ma non vi interessa >> concluse mia madre guardandoci male. Sbuffai scatenando non poche risate da parte della ragazza seduta da parte a me.
Sorrisi a mia volta e cominciai a fare colazione. Dopo di che mi diressi in camera per preparare le cose. Mi sorpresi quando, dopo aver bussato, sbucò nella mia stanza Hermione.
<< Hai bisogno? >> chiesi fingendomi gentile.
<< Veramente si - disse con le guance rosee - devo ridarti questa. >>
Rimasi spiazzato quando mi ritrovai davanti al naso la mia cravatta. Ricordavo bene quella cravatta, la stessa che, compromettente, aveva cinto il mio cranio facendola imbestialire. Quanto ci avevo goduto quella volta...
<< Che succede qui? Hermione?!? >> domandò sorpreso George con una salvietta tra le mani e gli occhi stretti a fessure.
<< Niente, dovevo solo consegnare questa a Fred >> disse tranquilla Hermione.
Vidi George sogghignare leggermente. Non potei non lasciarmi scappare un sorrisetto seppur preoccupato per la mia stessa incolumità.
<< E sentiamo - disse infatti George dandomi una gomitata - perché devi ridargli la cravatta? >>
Vidi Hermione arrossire improvvisamente e stringere tra le mani la mia cravatta.
<< Me l'ha d-data lui e-e io... non... sapevo che fare >> pronunciò impacciata. Come avrei voluto fare una foto! La prima volta in cui Hermione non era spavalda come al solito.
<< Ora tu mi spieghi meglio gemello mio! >> esclamò George con un cipiglio alzato.
Io alzai le spalle. Che avrei dovuto dirgli? << Mmm... biglietto da visita >> dissi infine facendolo sbellicare dalle risate.
Hermione mi diede una sorta di pugno sul braccio e buttò la cravatta per terra. << Che significa? >> chiese poi.
<< Niente che vada d'accordo con la tua età veneranda, Granger >> la sbeffò George intento ad asciugarsi finte lacrime.
Lei si voltò di scatto verso di me. Ancora una volta incontrai i suoi occhi e, come quella sera al Ballo del Ceppo, vi annegai.  Non riuscivo a capire il perché ma quegli occhi mi rapivano, letteralmente. Decisi, allora, di dire tutta la verità e di accantonare per un momento le battutine.
<< Quella sera portavo la cravatta sulla testa >> cominciai, continuando a guardarla negli occhi.  George urlò ammirato per poi esortarmi ad andare avanti. Io sorrisi furbescamente e proseguii: << Quella sera Angelina ed io avevamo fatto un patto, chiamato equivoco nell'equivoco. >>
<< Equivoco...? >>
Annuii: << Si, avevamo ballato tutta la sera ed ad un certo punto mi sembrava che la cravatta mi stringesse il collo più del dovuto così l'ho tolta. >>
<< E come ha fatto a finire sulla tua testa Freddie? >> chiese nuovamente il mio più fidato Gemello.
<< Equivoco nell'equivoco >> risposi semplicemente.
Entrambi strabuzzarono gli occhi per poi assumere due espressioni diverse: la prima una strana gioia e il secondo un'indignazione pari alla mia soddisfazione in quel momento. Provai a rassicurare Hermione con lo sguardo che però non mi rifletté. Sbuffai per quella mancanza di battute.
<< Fred, George, Hermione! Mancate solo voi. >>
Ancora scossi scendemmo dalle scale. Io chiudevo la fila e seguivo Hermione. Ad un certo punto l'affiancai e le soffia all'orecchio: << La nostra scommessa è ancora aperta. >>
Lei si girò di scatto sorpresa e irritata allo stesso tempo. Aveva capito esattamente a cosa mi stavo riferendo.  Sorrise poi, continuando a guardarmi, disse: << Mi sembra che stai perdendo ancora tu questa scommessa. >> abbassando lo sguardo verso il mio petto a pochi centimetri dal suo volto. Risi sinceramente e mi allontanai. Era tornata la vecchia Hermione Granger.

*

La vita a Grimmauld Place, il nuovo luogo d'incontro per i componenti dell'Ordine della Fenice, stava passando velocemente, ma non sempre in letizia.  Harry era stato processato per aver fatto incantesimi nel mondo babbano e di forte a un babbano. Sapevamo tutti perché lo aveva fatto, ma il Ministero voleva infangare la sua tesi.
Io e George perfezionammo varie Merendine che avremmo rilanciato a scuola una volta che questa sarebbe cominciata.
<< Come ti sembra questa? >>
<< Beh, alla fine si è fermato il sangue. >>
George aggrottò la fronte e cancellò un paio di frasi su un taccuino. Rimasi a fissarlo mentre mi rigiravo tra le mani uno dei dolciumi che avevamo inventato di sana pianta. Avevo lasciato la cravatta a casa. Si trovava ancora per terra nel punto in cui Hermione l'aveva lasciata cadere.  Fu così che mi ritrovai a pensare alla cravatta e a quel lontano Ballo del Ceppo e al suo sorriso.
<< Fred, sei di nuovo tra noi? >>
<< Le Caccabombe devono essere più puzzolenti George, hai proprio ragione >> dissi senza pensare minimamente alle parole che erano uscite dalla mia bocca. Stava parlando della Caccabomba che Ginny aveva lanciato sulla porta della cucina? Sperai di si, anche se dallo sguardo con cui mi osservava, capii che avevo sbagliato totalmente argomento.
<< In realtà ti ho chiesto se la mamma riuscirà a darsi una calmata. >>
<< Una calmata... ? >> chiesi più confuso di prima.
<< Si, Fred, per le Merendine... quando le ha trovate sotto al letto... ricordi? >>
Mi riscossi all'istante. << Certo che si! Comunque credo di no George. Dobbiamo trovare nascondigli migliori o lasciare perdere per un piccolo periodo in modo tale da farle scordare la faccenda. >>
<< Cosa alquanto complicata >> convenimmo entrambi all'unisono.
<< Devo andare Fratello >> disse ad un certo punto George.
<< Perché? >> domandai. Lui scrollò le spalle e, senza rispondermi, si alzò dal letto
<< Fred? >> disse sulla soglia della camera.
<< Che c'è? >> chiesi a mia volta.
<< Non rimpiangere troppo di non aver portato con te quella cravatta. >>

*

Avevamo messo piede a Hogwarts da circa tre mesi e i nostri Scherzi andavano già a gonfie vele. Tutti quei ragazzini ci pregavano in ginocchio di vendere le nostri Merendine.
E noi cosa avremmo dovuto fare? Erano così piccoli, indifesi, non avrei mai potuto perdonarmi se non avessi dato loro la possibilità di farci fare successo!
Purtroppo avevamo più di una gatta da pelare - non mi riferisco di certo a mrs Purr - (anche perché era già spelacchiato di suo). Una di queste era una sorta di gatto impagliato con la faccia da rospo. Si chiamava Dolores Umbridge ed era il nostro nuovo insegnante di Difesa. Faceva parte del Ministero, che l'aveva mandata apposta a scuola per tenere d'occhio Silente.
E la seconda? Beh, la seconda era...
<< FRED WEASLEY! >>
Mi girai di scatto con un sorriso largo quasi quanto il mio stesso viso. Ecco la mia seconda gatta da pelare. Assomigliava un po' ad una ragazzina saccente con i capelli arruffati e uno sguardo fiero.
<< Si? >> chiesi innocentemente.
Lei s'imbizzarrì all'istante e corse verso di me. Scacciai i primini con cui stavo parlando e imprecai mentalmente per aver consigliato a George di dividerci. Ero convinto infatti che, così facendo, avremmo coinvolto un numero maggiore di persone nella metà del tempo.
<< Che stavi facendo? >>
La guardai negli occhi e non potei non sorridere. Scoprii con una certa riluttanza che quel sorriso non assomigliava ai miei soliti ghigni. Sembrava quasi addolcito. Mi vennero i brividi all'istante.
<< Parlavo con dei ragazzini, è forse proibito? >> domandai alzando un sopracciglio.
Lei mi squadrò dalla testa a piedi con le braccia incrociate al petto. Adorabile, davvero. 
<< No, ma vendere le tue merendine si! >>
Assunsi un'espressione sorpresa e dissi con nonchalance: << Non stavo vendendo nulla, Hermione. >>
Lei sorrise e, con gli occhi assottigliati a due fessure orizzontali, proclamò autoritaria: << Allora che cosa sono quelle cose che nascondi dietro alla schiena? >>
Mi mossi impercettibilmente stringendo la mascella. Mi aveva scoperto quella piccola so-tutto-io. Alzai le spalle e ghignai: non mi avrebbe piegato così facilmente.
<< Ah non lo so Hermione, vuoi controllare tu? >> chiesi con finta innocenza meritandomi un'occhiata indignata e, allo stesso tempo, imbarazzata da parte della ragazza.
<< FRED! Non sto scherzando! >> disse poi, abbassando leggermente lo sguardo. Lo abbassò quel tanto che bastava per non perdermi più nei suoi occhi. Sbuffai senza capire effettivamente perché lo feci.
<< Nemmeno io prefetto. >>
A quel punto Hermione, indispettita, tese una mano verso la mia schiena. Sorrisi e mi allontanai leggermente. Non avrebbe vinto così facilmente.
<< Eh no Granger, così è troppo facile >> sussurrai nella semioscurità del corridoio. Evidentemente stavamo per assistere al coprifuoco, poiché era letteralmente deserto.
La vidi sbuffare e avvicinarsi maggiormente a me. Continuava a tendere le mani cercando di arrivare dietro alla mia schiena, ma io non glielo permettevo, girandomi ogni qualvolta riusciva a toccare il tessuto del mio maglione.  Non seppi trattenermi e scoppiai a ridere. Non potevo resistere di fronte all'espressione esasperata e autoritaria che aveva assunto nel giro di pochi minuti.
<< Fred, non è divertente. >>
<< Oh si che lo è >> risposi divertito.
<< Sento dei rumori. Vieni Mrs Purr. STUDENTI FUORI DAL LETTO! >>
Ci bloccammo all'istante e ci guardammo negli occhi. Avevo promesso a George che non mi sarei messo nei guai - almeno per quel mese - in vista dello scherzo megagalattico che avremmo riservato alla Umbridge successivamente. Se Gazza mi avesse scoperto, George mi avrebbe ammazzato.  Le sussurrai di seguirmi e ci nascondemmo in un angusto sgabuzzino per le scope. L'aria, all'interno era irrespirabile e la polvere aveva già impregnato i nostri vestiti. Sentivo il corpo di Hermione a contatto con il mio e cominciai a provare uno strano calore. Strinsi più forte la Merendina dietro la mia schiena come se, così facendo, mi avrebbe aiutato a non perdere il controllo.
<< Purr, amorino mio, hai sentito anche tu? Non devono essere lontani. >>
<< Oh no, Fred! Che facciamo? >> chiese Hermione dimenandosi come un'anguilla. Le intimai di fare silenzio, nell'esatto momento in cui mi pestò un piede. Chiusi gli occhi cercando di non urlare per il dolore. Possibile che quella piccola Prefetto perfetto avesse dei piedi così pesanti? Aveva forse dei salmoni come parenti?
<< Granger, se continui a dimenarti, Gazza ci scoprirà >> sussurrai sui suoi capelli che, a contatto con il mio viso, mi impedivano di vedere lo spazio di fronte a me.  Lei annuì e si calmò. Esultai di gioia dentro la mia testa - come sempre - e infilai la Merendina in una tasca.
Rimanemmo in quello sgabuzzino per un'ora buona con il fiato sospeso.
<< Dici che potremmo uscire? >> chiese ad un certo punto Hermione.
<< Penso di si. A quest'ora Gazza starà facendo smancerie con il suo gattaccio. >>
Lei si girò verso di me stranita per poi annuire anche se confusa. Non sapeva che Gazza amava il suo gatto quanto la Umbridge amava le sue punizioni?
Aprì la porta e sgattaiolammo nella nostra Sala Comune. Prima che si diresse nel suo Dormitorio l'afferrai per un braccio.
<< Alla fine non hai scoperto che cosa nascondessi dietro alla schiena Granger. >>
Lei sorrise sfidandomi: << Io non direi. >>
Sorrisi a mia volta. Sapevo che mi aveva rubato la Merendina ancor prima che avesse risposto alla mia domanda.
<< Mi raccomando, non fare come la cravatta >> ribattei di rimando.

*

I giorni passarono e George e io riprendemmo la nostra attività coinvolgendo apertamente in Sala Comune chiunque fosse interessato a comprare le nostre Merendine. Vedevo che Hermione, nonostante fosse intenta a studiare, ci lanciava occhiate indignate. Sorrisi e mi avvicinai ad altri primini.
<< Freddie, hai visto quanti ragazzi? >> mi chiese George con gli occhi luccicanti e la bocca semiaperta.
<< Certo George! Dopotutto noi sappiamo fare affari! >>
<< Oh - oh, guai in vista Fratello >> disse ad un certo punto il mio Gemello dandomi una gomitata nelle costole. Perché ogni volta che voleva farmi notare qualcosa di " interessante " doveva sgomitare?
<< Si tratta della Granger vero? >> dissi guardandolo in faccia.
<< Precisamente! >>
Sbuffai e mi misi a contare sulle dita della mano: << Uno... Due... Tre... >>
<< WEASLEY! >> tuonò una voce nota. Che voce nota!
Entrambi ci girammo verso di lei angelicamente. Ogni volta era così. Lei si infuriava, noi facevamo i finti tonti e poi se ne andava. Non aveva alcun potere di farci espellere o di punirci, proprio per il fatto che non era un'attività contro le regole e i decreti finora emanati dalla Umbridge.
<< Non potete farlo! Quante volte devo dirvelo? >>
<< Tante, Hermione >> dissi melodrammatico, scatenando un risolino da parte di George. Io lo guardai stranito. Come diamine aveva riso?
Hermione non sembrò farci caso.  Si mise d fronte a me e disse: << Fred, non sfidarmi, posso ricattarti lo sai. >> Stava alludendo alla Merendina.  Mi girai a sinistra constatando che George si era appena dileguato. Che ingrato! Me l'avrebbe pagata.
<< Oh non credo sai >> dissi abbassandomi alla sua altezza. Lei non si scompose e si avvicinò maggiormente a me.
<< Che vorresti dire? >>
<< Che ho vinto io la scommessa, Hermione! >> conclusi, per poi allontanarmi senza riuscire a reprimere le risate che cercavano di evadere dalla mia gola.
Sapevo per certo che si trovava ancora immobile con le guance rosse. Quel pensiero mi portò a desiderare che quelle guance diventassero rosse solo per me.








Angolo Autrice:
Salve a tutti, ho appena aggiornato!
Tengo davvero molto a questa ff, quindi spero che questo capitolo non risulti troppo lungo e di conseguenza pesante da leggere. Premetto che questa è una storia che richiama il numero dei film (purtroppo, ma non ho potuto fare diversamente), di conseguenza l'ultimo capitolo corrisponde alla parte 8. Tuttavia reputo che la lunghezza di questi capitoli sia giusta in quanto io stessa voglio valorizzare ogni " libro " e parlare di tre spezzoni massimo, inseriti nel suddetto. 
Questo capitolo e quello precedente sono dei capitoli "inusuali" e differenti da tutti gli altri (anche da quelli successivi). In questo caso, infatti, ho voluto soffermarmi sugli scherzi e sulla spensieratezza di Fred e non sugli avvenimenti importanti accaduti in questi due libri (come il torneo Tremaghi o l'Esercito di Silente) per un motivo molto semplice che capirete continuando a seguire la mia ff. XD
Spero che Fred si comporti come Fred e che non sembri un'insulsa imitazione, perché non me lo perdonerei mai. Mi sento davvero legata ai gemelli Weasley e trovo obbrobriosa la possibilità di non averli mantenuti come nel libro. (tra l'altro sono nata nel loro stesso giorno!!)
Per concludere voglio specificare che le parole Gemello, Fratello e Merendine non sono state scritte con la lettera maiuscola per puro caso. Sono sicura che Fred, oltre a reputare le sue invenzioni, magnifiche - e quindi indicate con la maiuscola - ritiene che il suo rapporto con George sia grande, più grande di quello che ha con qualunque altro fratello, proprio per questo pensa a lui come Gemello e non gemello.
Bene, dopo tutto ciò, posso dileguarmi.
Ringrazio chiunque abbia inserito la mia storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e abbia recensito (ovvero Aleswim, GRAZIE).
Un ringraziamento anche a chiunque legga!
Mi farebbe piacere ricevere un bel commentino! Ditemi pure se qualcosa non quadra o non vi convince.
Al prossimo capitolo!
Martina

 

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Capitolo 5
*** Per ricordarmi di Te ***


Per ricordarmi di te
 
(Pov's Hermione - settimo libro)

Kingsley e io arrivammo alla Tana aggrappati uno all'altra. Avevo il fiato corto e la paura ancora riflessa nelle mie pupille. Qualcuno aveva cantato a Voldemort del trasferimento e i Mangiamorte ci avevano attaccato. Fortunatamente noi eravamo giunti sani e salvi, ma gli altri? Mi guardai intorno disorientata per poi incontrare lo sguardo di Harry. Corsi verso di lui e ci abbandonammo ad un abbraccio liberatorio. Affondai la testa sulla sua spalla cercando di non tremare.
<< Chi è arrivato? >>
Harry abbassò lo sguardo: << Beh, solo George, Lupin e Hagrid oltre a me. >>
Repressi un singhiozzo dietro alle mani.
Mi resi conto di quanto fossi egoista, ma in quel momento solo una persona capitanava i miei pensieri. Sperai con tutto il cuore che raggiungesse il prima possibile la Tana sano e salvo. Mi girai verso Lupin e Kingsley nell'esatto momento in cui quest'ultimo chiedeva dove fosse George.
<< Ha perso un orecchio. >>
Io li fissai allibita, soffocando un ulteriore gemito. << Ha perso un... ? >>
<< È stato Piton. >>
Portai entrambe le mani alla testa, cercando lo sguardo di Harry. Ci fissammo per un tempo interminabile, poi tornò a guardare il vuoto.  Rimasi nel cortile dove eravamo atterrati grazie alla Passaporta, anche quando Harry rientrò insieme a Lupin nella Tana.
Il mio cuore aveva cominciato a palpitare più del dovuto. Sentivo le tempie pulsare e le gambe molli. Dov'erano gli altri? E perché ci mettevano così tanto tempo ad arrivare?
<< Hermione... >> mi chiamò Kingsley. Alzai lo sguardo e lui proseguì: << So che è una domanda priva di fondamento in questo momento ma... tutto bene? >>
Volevo rispondere di no, ma uno strano rumore irruppe nella notte in quel preciso momento.  Mi girai con il cuore in gola e sospirai sollevata. Stava abbracciando il padre. Ormai era tornato sé stesso.
<< Forse si >> sussurrai al vento, mentre Kingsley si stava già dirigendo verso Arthur con la bacchetta puntata. Fred mi stava fissando e io ricambiavo il suo sguardo. Stavo lottando contro me stessa per convincermi se lasciare agire l'istinto o attenermi ai piani. Eppure era lì, con la fronte corrucciata e il viso sporco di polvere.
<< Fred >> pronunciai senza accorgermene.
<< Hermione >> rispose lui, con uno strano sorrisetto.
Non ce la feci più. Gli corsi incontro e, come avevo fatto prima con Harry, mi lanciai nelle sue braccia. Avevo bramato quell'abbraccio durante il trasferimento, soprattutto quando i Mangiamorte avevano cominciato ad attaccarci. Era una strana sensazione, che mi fece scivolare di dosso la tensione accumulata quella notte. Mi sentivo finalmente al sicuro, senza esserlo davvero.
<< Ti dimostrerò chi sono, Kingsley, solo dopo aver visto mio figlio! Adesso fatti indietro, se ci tieni alla pelle! >>
Entrambi ci staccammo e ci guardammo negli occhi.
<< Quale fratello, Hermione? >>
Io boccheggiai. Non sapevo cosa dire.
<< Hermione, che fratello? >> domandò nuovamente Fred trattenendomi per le braccia. Sussurrai lievemente: << George. >>
Si irrigidì all'istante e, insieme al padre corse dentro casa, privandomi della sicurezza che mi aveva trasferito.


Dopo molto tempo ancora nessuno si era aggiunto a noi e io temevo che fosse successo qualcosa di brutto. Scrutavo il cielo scuro in silenzio in cerca di qualche indizio sulla possibilità che Ron, Tonks, Bill e Fleur e Moody e Mondungus non fossero perduti.
Ad un tratto vedemmo uno strano movimento nel cielo e riconobbi una scopa. Saltellai sul posto strillando senza riuscire a contenermi.  Ron e Tonks atterrarono davanti a noi ansanti, ma felici. Mi precipitai ad abbracciare Ron, così come Harry insieme a me. Arrivarono poi anche Bill e Fleur bianchi come due lenzuoli.
<< Che cosa è successo? >> chiese qualcuno preoccupato.
Bill guardò suo padre e disse: << Malocchio è morto. >>
Ci fu un silenzio disumano in cui percepivo solo i miei battiti farsi sempre più lenti fino a scomparire per sempre.
<< Come è...? >>
<< Mondungus, appena ha visto Voi-Sapete-Chi, è fuggito. >>
Abbassai lo sguardo. Lo sapevo che di quel Mondungus non potevamo fidarci.
Repressi una lacrima ed entrammo nella Tana dove Fred stava ridendo con George. Fissai inorridita il lato del volto del ragazzo senza aggiungere una parola.  La notizia della morte di Malocchio giunse alle orecchie dei membri mancanti e tutti cercammo di mantenere la calma.  << Ora è meglio andare a letto, dovete riposare. >>
Alzai lo sguardo su Molly e annuii. Nessuno aveva bisogno di dormire, ma di dimenticare. Sapevo che era impossibile... un po' come dormire.

*

<< Harry, sai già che cosa abbiamo intenzione di fare, giusto? >> domandai il giorno dopo, guardandolo negli occhi.
<< Verremo con te >>  aggiunse Ron.
Harry scosse il capo. << Non se ne parla, non rischierete ancora. >>
Assottigliai lo sguardo tornando a riempire la borsetta. Non sopportavo quando faceva così. Che cosa si aspettava: che dopo aver rischiato la notte precedente non saremmo andati fino in fondo?
<< Sappiamo bene che cosa può accadere. >>
<< Nonostante questo non abbiamo intenzione di lasciarti andare da solo. >>
Harry stava per rispondere quando due figure alte, uguali e dai capelli rossi fecero la loro comparsa nella camera dove stavamo parlando.
<< Salve ragazzi! >>
<< Come va? >>
Ron digrignò i denti: << Come vuoi che vada? >>
George parve pensarci un secondo e poi aggiunse: << Se devo essere sincero non mi interessa! >>
Fred si avvicinò sedendosi sullo stesso letto sul quale ero appoggiata io.  << Siamo qui per fare le veci di mamma. >>
<< Già - proseguì l'altro - vuole a raccolta sia Ron che Harry. >>
<< Perché? >> domandai.
Entrambi alzarono le spalle senza rispondere.  Harry e Ron, dopo aver scambiato un'occhiata complice con me, uscirono dalla camera. intuii all'istante che cosa volevano che non facessi e io non lo avrei fatto.
Uno strano silenzio prese il loro posto facendomi imbarazzare; ma cercavo, mio malgrado, di nascondere la borsetta di perline.
<< Se non vi dispiace, vi lascio anche io! >> disse George, apprestandosi a raggiungere la porta.
Io inarcai un sopracciglio. << George - lo chiamai - ti sei reso conto di avere uno spazzolino conficcato nel... ehm... orecchio? >>
Lui si girò di scatto squadrandomi divertito: << Puoi dire anche foro, Granger, e comunque non ti sembra che sia più sexy così? >>
Corrucciai le labbra. Lui mi fece l'occhiolino e uscì dalla camera.
Guardai Fred che nel frattempo si era allargato sul letto riducendo il mio spazio a poco più di un quarto dell'intero materasso.
<< Ti sembra il modo, Fred? >>
<< E così partite? >>
Abbassai lo sguardo senza rispondere. Avevo promesso di non dire nulla, ma non sapevo a cosa sarebbe effettivamente servito dirgli che non saremmo partiti, quando era più che evidente.
<< Perché vuoi saperlo? >> sussurrai, sperando che non continuasse a fare domande.
<< E no Granger, qui faccio io le domande! >>
Sbuffai e finalmente alzai lo sguardo su di lui. << Abbiamo un compito da svolgere e per attuarlo dobbiamo partire. >>
<< Non puoi prenderti una vacanza, Hermione? >>
Scossi la testa risoluta. Sapevo che quello che avrei fatto sarebbe stata la cosa giusta. Il mio compito era sempre stato essere al fianco di Harry e ora non lo avrei lasciato per nulla al mondo.
Lui mi passò una mano sulla guancia. Lo guardai e incontrai i suoi occhi infuocati a fissarmi. Sembravano arrabbiati, ma allo stesso tempo divertiti.
<< Non cambierai mai. >>
Si avvicinò maggiormente, continuando a tenere quella sua mano sulla mia guancia ormai bollente. Che mi stava succedendo?
<< Non riesco a credere che te lo stia per dire. >>
<< Cosa? >>
Lui mi guardò perplesso per poi alzarsi dal letto. Mi imbronciai per il fatto che avesse tolto la mano e mi parve che capii a cosa stessi pensando perché rise compiaciuto.
<< Beh, sai, mi mancherà... >> cominciò, interrompendosi a metà frase.
<< Che cosa ti mancherà? >>
Lo vidi deglutire. << Andare sulla scopa, Hermione. >>
Dopo di che si Smaterializzò, lasciandomi impotente di compiere qualunque gesto.

*

Arrivò il giorno del matrimonio di Bill e Fleur. Prelevai dall'armadio il vestito che avevo portato per quell'occasione e lo indossai. Mi sedetti sul letto e ci rimasi per un po'. Le parole di Fred mi avevano completamente sconvolto. Non riuscivo a capacitarmi di ciò che ci stava succedendo, una cosa troppo grande e troppo difficile in vista degli avvenimenti che stavano accadendo. 
Mi alzai e agguantai la mia borsetta di perline stringendola possessivamente. 

Dopo la cerimonia giunsi nel gazebo presso il quale si teneva il ballo in onore dei due sposi. Mi misi ad osservare la gente presente. Tutti avevano volti sconsolati, seppur illuminati da una strana luce e - ahimè - fin troppo passeggera.
Vidi i miei amici intenti a parlottare in un angolo e decisi di unirmi a loro.
Feci in tempo a sentire "zia Muriel","orecchie asimmetriche" e "vecchia megera".
<< Che succede? >> chiesi cercando di apparire allegra e rilassata.
Tutti si girarono verso di me fissandomi intensamente.
<< Niente di speciale >> prese parola Ginny.
<< Zia Muriel e i suoi commenti >> continuò Ron sconsolato.
Una mano mi sfiorò la schiena da dietro. Mi girai di scatto allarmata. Constatai che si trattava solo di Fred. Sorrisi e lo fissai interrogativa.
<< Dai, vieni a ballare. >>
<< Non raggiungi tuo fratello? >>
Fred assunse una finta aria di innocenza: << Perché? >>
<< Beh, è circondato da Veela, mentre tu sei qui... con me. >>
Mi prese la mano e mi trascinò in pista, urlando che non sarei mai cambiata. Misi una mia mano sulla mia spalla e lui la posò sul mio fianco. Non eravamo molto vicini, ma la voglia di ritrovarmi in un altro di quegli abbracci avventati e improvvisati cresceva progressivamente.
<< Beh, saremo spesso in contatto comunque. >>
<< Che cosa intendi? >>
Lui si avvicinò al mio orecchio sfiorandolo con le labbra. << Radio Potter. >>
<< CHE!?! >> gridai, facendo voltare buona parte degli invitati verso di noi. Lui scoppiò a ridere incurante del rossore che si stava impossessando delle mie guance.
<< Lo scoprirai a tempo debito. >>
<< Ok >> convenni non del tutto convinta.
Continuammo a ballare in silenzio. Non sapevo cosa dire o forse non volevo dire nulla per non disturbare l'atmosfera che si era formata tra di noi. Sapevo ormai che ci cercavamo spesso, soprattutto da quell'episodio.
<< Mi manca non occuparmi più del mio negozio, Hermione, lo sai? >>
Oh no, no, no, no... dove voleva arrivare?
<< Ah si? >>
Lui sorrise: << Certo! Non ricordi che divertimento? >>
Io finsi indifferenza, sperando che non arrivasse mai a quel punto. Probabilmente mi stava ascoltando al contrario perché proseguì finendo col accennare a quell'episodio di cui me ne vergognavo ancora a distanza di un anno.
<< Come quella volta in cui hai preso per sbaglio un nostro filtro d'amore e mi... >>
Fred non poté continuare perché gli tappai la bocca con entrambe le mani all'istante. Eravamo ad un palmo dal naso, mentre lui rideva con gli occhi e io lo crucciavo con lo sguardo.
<< Fred, ti prego non parlare di quell'episodio. >>
Lui annuii e io tolsi le mani dalla sua bocca. 
<< Te lo concedo Hermione, ma guarda che quello non era un filtro d'amore normale. >>
Io alzai un sopracciglio: << A no? >>
<< Certo che no, ma non fa niente. >>
Mi trascinò di nuovo a ballare, senza che potetti aggiungere altro.  Mi sentivo così  tranquilla tra le sue braccia che per un momento mi dimenticai della situazione che stavamo vivendo.  Fu così fino a quando un patronus non irruppe nel gazebo. Ammutolimmo tutti all'istante e osservammo la vivida luce che emanava l'animale. L'osservai con più attenzione. Era una lince: Kingsley.
Deglutii tornando a guardare Fred, anch'egli stupito e preoccupato.
Una voce roca parlò: << Il Ministero è caduto. Il Ministro della Magia è morto. Arrivano, arrivano... >>
La folla cominciò a urlare e a disperdersi nel tendone. Cercai di rimanere il più lucida possibile.  Sapevo che cosa avrei dovuto fare in caso fosse accaduto qualcosa del genere, tuttavia non riuscivo a muovere un passo. Intercettai Ron e Harry e provai a dirigermi verso di loro. Tra pochi secondi i Mangiamorte ci avrebbero raggiunti, non avevo tempo.
Venni bloccata da un braccio che mi strattonò talmente forte da farmi girare su me stessa. Ancora intontita guardai negli occhi il mio aggressore: Fred. Una strana fiamma si impossessò delle mie viscere e non potetti fare nulla per fermarla: mi avvicinai a lui avida e lo baciai. Dall'impeto con il quale rispose al mio bacio, capii che era quello il motivo per cui mi aveva strattonato. Non riuscivo a sciogliere quel contatto anche se sentivo la bacchetta sfoderata fremere nella mia mano.
Mi staccai da lui poco dopo con gli occhi lucidi. Quante parole non dette ci avevano tenuto separati e quanto tempo a rincorrere le menzogne. Gli accarezzai una guancia, mentre lui mi sorrideva dolcemente, forse per la prima volta. Mi tornò alla mente di quell'episodio in cui io, sotto l'effetto del filtro, mi ero ritrovata a baciare lui, il proprietario di quello stesso negozio, mentre stava spiegando ad un ragazzo il funzionamento di una Merendina. Solo in quel momento feci caso ad un particolare: lui aveva ricambiato, aveva ricambiato, nonostante  sapesse che fossi sotto incantesimo.
Prima di spingermi verso Ron che stava avanzando verso di me, mi sussurrò la miglior promessa che avessi mai potuto sentirmi dire.
<< Prima o poi andremo ancora insieme sulla scopa, vedrai. >>
Tornai a scrutare i suoi occhi e sobbalzai: non mi aveva mia guardato così dall'anno in cui ero stata pietrificata.








Angolo Autrice:
Nuovo capitolo!!!
Come vi è sembrato? Diciamo che in questo caso c'è stato un salto nel futuro, anche se non è la prima volta. Beh, l'indizio presente in questo capitolo parla da solo quindi... incontreremo presto dei protagonisti un po' meno "maturi", per così dire.
Se devo essere sincera mi piace personalmente il bacio fugace e pieno di sentimento che si scambiano poco prima dell'arrivo dei Mangiamorte, perché, oltre ad essere un gesto avventato (eheheh) ha finalmente denudato i due protagonisti dalle proprie convinzioni e superficialità, che invece avevano da bambini. 
Tengo molto a questa storia e spero di riuscire a trasmettere anche a voi lettori la sua importanza (per me).
Come sempre mi auguro che vi sia piaciuta e che sia all'altezza delle vostre aspettative.
Ringrazio chiunque l'abbia inserita tra le preferite, seguite, ricordate e abbia recensito, o abbia semplicemente letto.
A presto,

Martina

 

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Capitolo 6
*** Lascia che il cuore ti guidi ***


Lascia che il cuore ti guidi

(Pov's Fred - secondo libro)

<< Ehi, Fred! >>
Alzai la testa ridestandomi dai miei pensieri. Era stata Angelina a chiamarmi. Risposi al saluto e la raggiunsi. Ok, forse ora dirò la cosa più strana che possa uscire dalla mia bocca, ma io, Fred Weasley, non avevo voglia di sorridere. Non sapevo perché in realtà, o meglio lo sapevo, ma non volevo riconoscere la verità.
Mi fissò per un bel po' fino a quando non domandò dove fosse George. Spalancai gli occhi allucinato. Mi ero appena lasciato sfuggire una battuta. Che cosa mi stava succedendo?
<< Fred? ... Fred, ci sei? >>
Mi risvegliai da quello strano sogno e annuì cercando di sorridere. Non ci stavo capendo più niente in realtà.
<< Si è dileguato con Lee - dissi dopo un po' di tempo - non lo vedo da questo pomeriggio. >>
Lei mi guardò interessata e insieme varcammo il ritratto della Signora Grassa.
Mi girai indietro all'istante: ero davvero arrivato fino ai corridoi di Hogwarts? Perché non ricordavo nulla? Feci un respiro profondo e realizzai che la mattana mi stava avvolgendo e cercava di stritolarmi.
<< Fred... sei sicuro di star bene? >> mi chiese nuovamente Angelina dandomi una pacca sulla spalla. Tipico di lei. Non potei che sorridere compiaciuto. Mi piaceva quando si comportava da maschio, specialmente quando doveva giocare a Quiddich.
<< Certo che si! Sai con chi stai parlando, dolcezza? >> chiesi ad un tratto euforico.
Lei annuì leggermente imbarazzata. Lo notai nonostante avesse la carnagione scura. Io, infatti, riuscivo a riconoscere all'istante quando una donna si imbarazzava per le parole da me pronunciate. Beh, in quel momento Angelina si era aggiunta alla mia lista.
<< EHI, GEMELLO! >>
Sorrisi a quell'appellativo nonostante fossi girato di spalle e lui non mi avrebbe visto. Lo raggiunsi entusiasta; finalmente si era fatto vivo quel farabutto.
<< George, perché sei scappato oggi? >>
Lui mi guardò divertito per poi affermare, ad un tratto serio: << Dovevi pensare. >>
Alzai un sopraciglio: << Pensare... ? >>
<< Esatto... e da solo. >>
Lo guardai in viso e intuii in pieno a cosa alludesse. Adoravo mio  fratello, ma non mi sarei mai spinto a dirlo in pubblico. Era il pubblico che doveva stare a sentire me, non il contrario.
<< Ah, ciao Angelina >> disse George ad un tratto accortosi della presenza della ragazza.
Ah, benedetto ragazzo! Non imparerà mai a comportarsi adeguatamente con le ragazze.
Ghignai divertito osservando la faccia indignata di Angelina.
Ci sedemmo su uno dei divanetti e rimasi ad osservare le fiamme senza inserirmi nel discorso di mio fratello e di Lee sbucato chissà quando. Ok, dovevo ammetterlo: ero in pensiero per una persona. Sentivo uno strano peso al petto che non avevo mai avuto "l'onore" di provare in vita mia.
<< Voi che cosa ne pensate? >> chiese ad un tratto Angelina.
<< In merito a cosa? >> domandò Lee.
<< Beh... - abbassò lo sguardo - ora che è stata pietrificata un'altra vittima, che succederà? >>
Sentii migliaia di vetri infrangersi in ogni direzione e le orecchie scoppiare. Mi alzai in piedi più veloce che potei, incurante del fatto che per poco non investii un ragazzino minuto comparso a lato del divanetto.
Tutti mi guardarono sbalorditi, ma io li ignorai. Incontrai lo sguardo di George e deglutii. Se non mi fossi dato una calmata, avrei fatto scoprire a tutti le mie pene.
Dopo un colpo di tosse mi ridestai pulendomi il maglione. << Dicevamo? >> chiesi innocentemente.
Angelina e Lee mi guardarono allucinati, ma una mia occhiata bastò a farli tacere.
Il discorso si concluse lì, finché non ci raggiunsero Harry e Ron.
<< Che succede? >> chiese Ronnie. Come avrei voluto strappargli i capelli a morsi. Perché si stava impicciando di affari ancora più grandi di lui?
George mi precedette. Si avvicinò a Ron con uno strano sorriso. Conoscevo quel sorriso.
Sorrisi a mia volta maliziosamente. Voleva che stessi al gioco? Si? No? Che differenza faceva, l'avrei fatto lo stesso!
<< Te lo spiegheremo quando sarai più grande Ronnie! >> affermò deciso.
Come da manuale le orecchie di quel facocero del mio fratellino si tinsero di rosso. Vittoria dei Gemelli ancora una volta! Avrei dovuto fare un monumento a George.
Harry s'inserì nel momento meno opportuno. Avrei voluto tanto che quelle orecchie prendessero fuoco...
<< Beh... ehm... noi domani andremo da Hermione. Qualcuno vuole venire con noi? >>
Sentii il cuore spaccarsi a metà nel bel mezzo di un respiro. Deglutii senza degnare il ragazzo dalla cicatrice a forma di saetta, di uno sguardo.
<< Allora? >>
Al diavolo! Non mi interessava più nulla. Alzai la testa e aprii la bocca. I muscoli tesi a fior di pelle palpitavano nervosi sotto il maglione.
<< Vengo io. >>
Ron mi guardò, ma poi distolse immediatamente lo sguardo.
Harry mi si avvicinò contento: << Bene, allora ci vediamo domani mattina prima delle lezioni. George, tu no...? >>
Il mio gemello scosse la testa, spiegando che ci era appena stato in compagnia di Lee, il quale, dopo un calcio ben assestato, aveva annuito. Che bugiardo!
<< Dobbiamo andare a letto ora, domani abbiamo lezione >> disse Angelina, per poi dileguarsi nei dormitori femminili. La seguii con lo sguardo senza accorgermene.
Ci scambiammo un saluto e poi io, George e Lee raggiungemmo il nostro stupendo - si fa per dire - dormitorio.
Il giorno successivo sarebbe stato davvero pesante e una bella dormita mi sarebbe servita.

*

Camminavo con finta tranquillità di fianco a Harry e Ronnie con le mani nelle tasche. Ricordavo a memoria il discorso che George mi aveva fatto. " Non far capire in nessun modo le tue pene interiori, non guardarla troppo a lungo, non guardare Harry e Ronnino troppo a lungo, non guardare il vuoto troppo a lungo e bla bla bla ... "
<< Secondo voi Madama Chips sarà fuori di sé? >> chiese ad un tratto Ron prima di ingurgitare una Cioccorana. Io lo guardai stranito, cercando di non ridere. Sapevo già in anticipo che la risata, che sarebbe dovuta uscire canzonatoria, sarebbe stata fin troppo finta per essere classificata come risata. E questo, solo per colpa sua.
Harry rispose al mio posto: << Sa anche lei che teniamo ad Hermione, capirà. >>
<< Comunque non riesco ancora a capire che cosa ci faccia qui Fred >> disse quel barbagianni di Ron, girandosi verso di me.
Io lo fulminai con lo sguardo, sperando che mi fosse sbiancata la schiena e non la faccia. << Cari impiastri, me l'avete chiesto voi e io ho accettato, punto. >>
<< Sarà... >> commentò Harry a bassa voce. Oh no, che cavolo stava pensando?
Entrammo silenziosamente in infermeria, cercando di non far alterare la Chips, che non avrebbe sicuramente gradito la nostra presenza così tempestiva quel sabato mattina.
Harry e Ron mi precedevano. Quando la raggiungemmo mi limitai a lanciarle un'occhiatina come mi aveva pregato di fare il mio dolce e unico Gemellino (ehi, non ditelo in giro). Quei due si chinarono su di lei con sguardi compassionevoli. Immaginai di stringerle una mano e infonderle un po' di calore.  Sicuramente era fredda, come il resto del corpo, tranne gli occhi. Quelle due iridi castani avevano mantenuto il calore altezzoso che esibiva in ogni momento.  No, no, decisamente quei pensieri non erano da me.
Mi sedetti su una sedia da parte a lei e, senza pensare alle conseguenze le presi una mano. Fredda, proprio come sospettavo. Era così fredda che le toccai il petto per vedere se il cuore stesse effettivamente pompando.
<< Fred, che stai facendo? >> domandò indignato Ron.
Io mi ridestai all'istante, comprendendo in quel momento che cosa avessi appena fatto. Mi allontanai di scatto, passandomi una mano tra i capelli.  << Ehm, volevo vedere se respirava ancora... perché, qualcosa incontrario? >> domandai spavaldo.
Lui spalancò gli occhi e tornò a guardarla. Forse avevo parlato troppo. Ripresi a guardarla.
- Perché Hermione...? - pensai. Probabilmente se avessi rivisto la scena, mi sarei messo a vomitare per la mia eccessiva dolcezza.
<< Bene, l'orario della visita è finito >> disse Madama Chips dopo un po' << ora ci penso io. >>
Vidi i due sbuffare e io mi aggregai in silenzio.
Prima che uscissi definitivamente da quel posto sussurrai queste esatte parole. << Non metterci troppo tempo, Granger >>

*
Passarono alcuni giorni da quella notte. Le Pozioni Ricostituenti alla Mandragola erano pronte e attendevano solo di essere ingerite. Ero davvero felice al pensiero di poter rivedere il visetto di quella piccola so-tutto-io acceso di orgoglio.
Quella mattina George e io ci trovavamo nella Sala Grande. Harry e Ron erano seduti davanti a noi. Harry era riuscito a sconfiggere il Basilisco e a liberare Ginny. Non potevo che essergli immensamente grato ma, come tutte le cose estremamente complicate per il sottoscritto, decisi che non glielo avrei detto, non in quel momento, almeno.
<< Ron, ti senti bene? >> chiese ad un tratto George.
Alzai la testa dal piatto e puntai il mio sguardo su Ron. Stava guardando alla sua destra con un sorriso smagliante stampato sulla faccia. Poco dopo lo seguì anche Harry, che lasciò andare di scatto un pezzo di toast. Decisi di fare altrettanto e guardai alla mia sinistra.
Cercai di non spalancare eccessivamente la bocca.
Era Hermione.
Si trovava sulla soglia della Sala Grande.
Due frecce, una rossa e l'altra nera si fiondarono verso di lei, mentre lei faceva lo stesso. Abbracciò intensamente Harry e riservò una misera stretta di mano a mio fratello.
Puah, che sfigato!
Ci raggiunsero ed Hermione si sedette davanti a me.
<< Granger! - esclamò George - hai deciso di terminare il pisolino, eh? Chissà che cosa ti sarà passato per la testa... >>
Lei lo guardò indignata per poi cominciare a mangiare. Rimasi ad osservarla, senza riuscire a voltare la faccia. Sogghignai ad un tratto colto da una strana ispirazione.
<< Lasciala stare, avrà fatto i soliti sogni che fanno tutte le ragazze. >>
Alzò lo sguardo, incastrandolo con i miei occhi. Oh beh, non ne sarebbe più uscita.
<< Che vorresti dire? >>
<< Beh, i vostri pisolini sono centrati sui ragazzi e tutte quelle cose rosa, no? >>
Corrucciò le labbra: << Sono stata pietrificata, non ho fatto un semplice pisolino. >>
<< Oh, questo lo so >> e fin troppo bene, credimi << ma non puoi negare di avere dei sogni segreti, no? >>
Lei avvampò, ma non distolse lo sguardo dal mio. Aveva fegato da vendere la ragazza.
<< E tu invece, hai un sogno, Fred Weasley? >>
Bingo! Mi aveva riconosciuto, ora nulla mi avrebbe fermato.
<< Certo che si! Spero solo che non rimanga in eterno solo un sogno. >>
Sorrise timidamente e poi tornò a mangiare i suoi cereali. Ecco come avrei voluto vederla, con il viso sorridente. Quel sorriso così ingenuo e naturale non sarebbe mai dovuto scomparire dal suo volto, non per colpa mia
.























Angolo Autrice:
Ehm... c'è ancora qualcuno disposto a continuare la mia storiella? Beh, spero di si...
Scusate per l'immenso ritardo, ma sono stata messa a KO per vari motivi e non ho potuto continuare con questa Long, perché troppo impegnativa.
In realtà il capitolo era già pronto da un po', ma non mi piaceva molto, per cui in questi due giorni mi sono decisa a prenderlo e l'ho completamente stravolto!  Ringrazio ancora chiunque abbia letto, recensito, messo tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Scusate ancora e spero che mi farete sapere che cosa ne pensate!
Alla prossima e spero tra poco tempo,
Martina

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Capitolo 7
*** Un rumoroso silenzio rotto da una Risata ***


 Un rumoroso silenzio rotto da una Risata

 (Pov's Hermione - settimo libro)
 
Silenzio. Non riuscivo a sentire altro che silenzio. Intorno a me le persone continuavano a gridare, saltare, ridere, ma io non riuscivo a sentirle. Era come se tutto il rumore fosse stato cancellato dal mio mondo. Era rimasto solo il silenzio. Fu proprio il silenzio a non farmi percepire le lacrime che stavo versando in quel momento. Non riuscivo a capire perché non sopportavo vedere gli altri gioire. Una mano mi si posò sulla spalla. Alzai lo sguardo. Harry mi sorrise e io risposi al sorriso, riflettendolo nel suo. Non percepii mai le mie labbra muoversi, evidentemente anche loro avevano agito nel rumore e io non riuscivo più a sentirlo.  Harry, esausto, si sedette di fianco a me con i pantaloni strappati e la faccia sporca di polvere. 
<< Abbiamo vinto >> disse dopo un po', osservando Pix cantare a squarciagola.
Annuii impercettibilmente mentre guardare le mie mani che, nervose, continuavano a rincorrersi sul mio grembo. Se avevamo vinto, perché io non riuscivo a percepire la vittoria? Eppure quello non era un rumore. Qualcosa non andava.
<< Lo so >> risposi. Harry sgranò gli occhi, abbassando la testa. Io rimasi interdetta: che cosa non aveva capito del fatto che condividevo la vittoria anche io? Beh, non la percepivo, ma sapevo che avevamo vinto. Lo leggevo sui volti di tutte le persone intorno a me.
<< Her... Hermione, raggiungo Ron >> mi disse Harry, mentre si stava alzando dalla panca di legno. Lo osservai attentamente, mentre scompariva dietro la nebbia di quel silenzio assordante. Mi chiesi perché Ron non ci aveva raggiunto.
Qualcosa s'infranse. Per la prima volta sentii un rumore, che mi lasciò l'amaro in bocca.
<< Ehi, stai bene? >>
Ruotai il viso e vidi il suo a pochi centimetri dal mio. Cominciai a sudare, mentre il cuore batteva incessantemente dentro la gabbia toracica.  Dovevo essere sincera? Beh, sicuramente avrei risposto di no ma in quel momento, con la sua presenza, non potei che dire: << Forse si. >>
Sorrise e tornò a guardare davanti a sé. Entrambi guardavamo l'intera folla senza vederla realmente. La sua presenza mi ricordò il modo con il quale ci eravamo lasciati quella volta alla Tana. Ci eravamo baciati, poco prima che mi Smaterializzassi. Mi era mancato così tanto, anche se non lo poteva sapere.
<< E il braccio? >>
Mi girai verso di lui, ma lui non fece lo stesso. La sua espressione era strana, indecifrabile, come se non riuscisse a domare tutte le emozioni che lo stavano turbando. Notai solo in quel momento quanto in realtà fosse pallido. Sembrava quasi che il sangue avesse cessato di circolare nelle sue vene, smettendo di imbrattare il suo volto di quel rosa acceso, tipico di lui.  Abbassai lo sguardo e risposi: << È sempre lo stesso. >>
Non sorrise come mi sarei aspettata, si limitò ad annuire. Un'altra onda s'infranse e un nuovo rumore riuscì a raggiungere il mio udito. Sobbalzai.
Mi mossi leggermente e intravidi Neville mentre insieme alla professoressa Sprite si aggirava in Sala Comune. Ripensai a ciò che aveva fatto poco prima e un timido e innocuo sorriso riuscì ad affiorare dalle mie labbra. Aveva salvato tutti noi, permettendo a Harry di sconfiggere il Signore Oscuro.  Quando intercettò il mio sguardo mi sorrise e, dopo essersi congedato dalla Sprite, mi raggiunse zoppicando.
<< Ciao, Hermione >> mi salutò lui.
Io sorrisi senza rispondere. Sapevo già che, anche se ci avessi provato, dalla mia bocca non sarebbe uscito nessun suono. Avevo voglia di sentire nuovamente il rumore, ma non sapevo che fare. Neville mi osservò con cautela, come se temesse che, da un momento all'altro mi trasformassi n un vero e proprio mostro.
Alla fine decise di parlare. << Stavo aiutando la professoressa Sprite prima, sai? >>
Io inarcai un sopracciglio e mormorai: << Come mai? >>
Lui mi sorrise amaramente, per poi sussurrare: << Abbiamo registrato molti feriti questa mattina e... >>
Spalancai gli occhi. Feriti. Il cuore cominciò a battere più forte. Feriti. Percepii il sangue affluire nelle vene più velocemente. Feriti. Qualcosa cominciò a rigarmi il viso. Quella parola assomigliava al rumore. Faceva male allo stesso modo. Perché?
<< N-Neville, ci sono state anche molte vittime? >> chiesi incerta, cercando di placare il nervosismo che quella parola aveva scatenato in me.
<< Che vuoi dire? >>
<< Mi chiedevo se molte persone non... non ce l'hanno fatta. >>
Percepii il suo respiro appesantirsi, accompagnato da risatine nervose. Era vero allora, colui che ora giaceva morto lontano dagli altri, aveva causato morti terribili in una sola notte. Qualcosa interruppe il mio flusso di pensieri, quando percepii un rumore. Mi guardai intorno freneticamente, come se fossi una bambina alla ricerca della propria mamma. Volevo trovare mia madre, volevo capire da dove proveniva quella risata. Mi resi conto in quel momento che avevo bisogno di Harry. Dovevo parlargli.
<< Neville >> richiamai il ragazzo << sai dirmi dov'è Ron? >>
Mi fermai un momento: perché avevo fatto il nome di Ronald e non quello di Harry? In fin dei conti avevo bisogno di parlare con Harry, non con Ron. Che cosa mi stava prendendo?
<< Penso che sia in fondo alla sala, insieme a Harry. L'avevo visto poco fa correre verso di loro >> spiegò Neville lentamente, cercando di non ripetersi.
<< Grazie, Neville >> risposi io, alzandomi all'istante dalla panca. Lui mi guardò a lungo e poi si decise a richiamarmi.
<< Hermione? >>
Mi girai di scatto. << Dimmi. >>
Lui abbassò il viso. << Mi dispiace. >>
<< Anche a me >> mi ritrovai a rispondere senza riuscire a capire perché la mia mente avesse dato tale risposta.
Finalmente raggiunsi Harry e Ron. Li guardai meglio. Sembravano turbati. Una parola familiare ritornò a occupare il mio timpano. Sentivo che le pareti intorno a me cominciavano a restringersi. Quella parola, feriti, provocava in me una strana reazione. Appena mi videro si pulirono il viso e mi sorrisero. Fu quel gesto che fece scattare in me una strana molla.
Una mano raggiunse la mia. Mi girai di scatto, ma era già scomparsa. Com'era possibile? Riuscivo ancora a percepire il calore.
<< Hermione >> pronunciò Harry sorpreso. Ron alzò lo sguardo e mi guardò. Fu in quel momento che lo sentii. Fu una risata, la stessa di prima, quella che mi aveva illuso per pochi minuti. Era più forte, potente. Avrebbe potuto imprigionarmi senza che me ne sarei mai accorta. Alzai lo sguardo e notai che tutta la famiglia Weasley mi stava fissando come io fissavo loro. Ad un certo punto qualcosa si mosse all'interno della mia testa. Una molla scattò e il velo di silenzio che si era formato sui miei occhi scomparve all'improvviso e forse troppo velocemente. Feriti. Impallidì quando lessi gli occhi di uno di loro, non vi erano più felicità e gioia, solo nebbia e silenzio. Silenzio! Che ironia della sorte: ora che io sentivo l'incessante rumore di un cuore spezzato martellare nel petto, i suo occhi riflettevano silenzio.
<< Granger >> sussurrò qualcuno. Feci scorrere gli occhi a destra e sinistra, nonostante avessi capito di chi si trattasse.
<< No... no... >> mormorai a mia volta, cercando di non alzare troppo la voce. Se lo avessi fatto, avrei vomitato il mio cuore spezzato. Feriti.
<< Andiamo, Hermione >>  sussurrò Harry, cercando di tirarmi per un braccio.
Io alzai lo sguardo verso di lui, lentamente. Aveva il volto sporco di sangue. Era stato ferito.
<< Dov'è? >> chiesi, cercando di non immaginarlo ferito. Un'altra risata. Un altro rumore.
Guardai Harry, incapace di incrociare lo sguardo di chiunque facesse parte dei Weasley.
Lui abbassò lo sguardo.  Un vetro si ruppe dentro di me con così tanta forza da farmi piegare.
Fu in quel momento che riuscii a vederla. La risata che continuava a farsi sentire nella mia testa, era sdraiata di fronte a me. La raggiunsi. Mi inginocchiai. Perché avevo dimenticato quella risata? Perché avevo resettato il rumore?
Provai a toccare la risata, ma un nuovo rumore mi assalì. Era troppo forte.
Qualcuno mi toccò la spalla. Era stata la signora Weasley. Mi aveva sussurrato di calmarmi. Perché? Stavo solo sorridendo. Stavo osservando la risata fatta a persona, colei che mi ribalzava in testa da quella stessa mattina.
Anche Harry mi sfiorò una mano, cercando di non farsi vedere da Ginny. Repressi una risata e lui me la strinse. Io spalancai gli occhi: che cosa stava succedendo?
Sentii uno strano dolore alle mani, come se le avessi tenute serrate per troppo tempo.
<< Hermione! >> urlò qualcuno.
Io mi voltai velocemente. Ron mi stava guardando, con i capelli spenti e gli occhi scuri.
<< Dimmi >> sussurrai, mentre una mia mano andò a posarsi sulla mia gola. Doleva.
<< Non urlare più, per favore. >>
Sentii il mondo cadermi addosso. Cominciai a capire che cosa mi stava succedendo.
Tornai a posare il mio sguardo sulla famiglia Weasley, ma scoprii che questa aveva lasciato il posto poco prima che Ron aveva cominciato a gridare. Eravamo lì solo noi tre. Io, Harry e Ronald e stavamo fissando la risata. Un momento: loro come facevano a vederla?
Dalle mie labbra uscirono alcune parole e io cercai di non farci caso. << Scusami... sono un'egoista. >>
Lo vidi sorridere e mormorare che al posto mio avrebbe fatto lo stesso. Forse lo aveva fatto davvero.
<< Andiamo, devono arrivare papà e Percy >> spiegò nuovamente Ron all'indirizzo di Harry. Lui annuì e mi fece alzare. Mi stavo allontanando dalla mia risata. Qualcosa mi diceva che non l'avrei più rivista. Qualcosa cominciò a bagnarmi il viso. Forse stava piovendo.
<< Hermione! >>
Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui a chiamarmi.
<< Si? >>
<< Non fare la guastafeste. >>
Ad un tratto sentii le mie labbra tirare verso l'alto e il cuore battere più velocemente. Ero riuscita a percepire nuovamente quella risata. Allora non tutto era perduto. Mi persi tra i miei pensieri, mentre urtavo una donna vestita di bianco. Mi voltai velocemente, scusandomi per la mia poca attenzione. Lei mi sorrise, senza aggiungere altro.
Alzai un sopracciglio stranita. Perché Madama Chips si era limitata a sorridere? 




















Angolo Autrice:
Finalmente ho postato un nuovo capitolo!
Ci ho messo molto - oltre che per la scuola - anche per il fatto che questo era un capitolo molto impegnativo e credo che lo sia anche per il lettore. Se lo trovate strano, non preoccupatevi: siete in buona compagnia! Io stessa lo reputo strano. Comunque volevo sperimentare qualcosa di nuovo e spero che abbiate gradito. Parto col dire che non sopporto il fatto che Fred sia morto. Odio parlarne, come odio scriverlo. Purtroppo questa FF richiedeva la sua presenza e io mi sono adattata alla mia idea iniziale di inserire anche un capitolo basato sulla morte di Fred dal punto di vista di Hermione. Mi piangeva il cuore mentre lo scrivevo e mi sono sentita un verme per aver parlato solo della reazione di Hermione, quando la famiglia di Fred avrà sofferto ancora di più! Spero comunque che si sia capito tutto: Hermione non riesce a credere che il suo amato Fred non ci sia più, allora immagina la sua presenza e non comprende sin dall'inizio che cosa accade fuori dal suo cervello, così come non percepisce la sua vera reazione. 

Per chi non avesse capito, lo "spoiler" per il prossimo capitolo, ovvero quello conclusivo, è:


<< Hermione! >>
Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui
 a chiamarmi.
<< Si? >>
<< Non fare la guastafeste. >>

Beh, effettivamente non è molto su cui basarsi, ma ho costruito il capitolo partendo da questo dialogo. 
Termino ringraziando chiunque abbia tenuto duro fino a questo punto leggendo la mia storia, inserendola nelle preferite, seguite e ricordate. VI RINGRAZIO DI CUORE!
Se vi va, potete benissimo inviarmi una recensione, così da farmi capire se tutto è stato chiaro, se vi è piaciuto o se qualcosa non andava.
A presto,
Martina

 
PS: vorrei farvi, inoltre, notare che in questo capitolo la parola "Fred" non è stata menzionata nemmeno una volta. - Poor Fred - come direbbe la mia insegnante di inglese. E George? Beh, anche lui, sicuramente più di Fred. Ok, la smetto.

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Capitolo 8
*** E fu solo l'inizio ***


E fu solo l'inizio
(Pov's Hermione - primo libro)

Primo anno ad Hogwarts. Non potevo crederci. La mia vita cambiò nell'esatto momento in cui ricevetti la mia lettera d'ammissione per Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria più famosa della Gran Bretagna. 
Ora mi trovavo a ridosso del binario nove e tre quarti. Davanti a me c'era un treno scarlatto, il mezzo che mi avrebbe permesso di entrare a far parte realmente del Mondo Magico. Percepivo sulle spalle il peso di due emozioni diverse: paura e contentezza. Tutto era nuovo per me. Io ero nata da due babbani e il Mondo Magico non aveva mai fatto parte della mia vita. Tuttavia, volevo dimostrare al mondo intero che, anche se i miei genitori erano semplici dentisti, io sarei diventata una grande strega.  
Feci un respiro profondo e salii sul treno. Sentivo dietro di me i bisbigli di tutti i ragazzi entusiasti di intraprendere un nuovo viaggio verso quel vecchio castello. Guardai il mio baule con la scritta H.G. sul davanti. Risplendeva di orgoglio. Tirai il mio bagaglio fino ad uno scomparto libero e mi ci tuffai dentro. Soddisfatta mi sedetti sul sedile e aprii uno dei libri che avevo comprato a Diagon Alley, senza riuscire a trattenermi. Avevo già studiato metà di quello che c'era scritto.  Volevo dimostrare di avere la stoffa necessaria, per varcare la soglia di Hogwarts.  Mi sentivo un po' fuori posto. Vedevo tutti gli altri ragazzi urlare e scherzare come se si conoscessero da una vita. Io ero lì, rinchiusa nel mio piccolo mondo da sola. Nessuno era ancora entrato nel mio scompartimento. Girai un'altra pagina, assaporando l'odore di vecchio del libro.
Finalmente sentii bussare. Alzai lo sguardo all'istante, avida di conoscere l'identità di colui che aveva scelto me, come accompagnatrice.  Un ragazzo basso e paffutello con i capelli neri mi stava guardando timidamente. Doveva avere la mia età. Sorrisi e gli aprii la porta.
<< Ciao, sono Neville Paciock. >>
<< Piacere, Hermione Granger. >>
Gli tesi la mano, che strinse dopo aver indugiato una manciata di minuti.
<< Hai bisogno di qualcosa, Neville? >>
Lui, dopo avermi fissato un po' troppo a lungo, annuì lentamente.
<< Ho perso il mio rospo, non è che l'hai visto? >>
Strinsi i pugni. Voleva solo sapere se avessi visto il suo rospo. Non voleva dividere lo scompartimento con me. Nonostante la delusione, scossi il capo. Forse anche lui faceva fatica ad ambientarsi e lo aveva chiesto a me, perché anche io mi trovavo da sola. Dovevo dargli una mano. << Se vuoi posso aiutarti a cercarlo. >>
Lui sorrise sinceramente e mi fece segno di seguirlo. Fuori dallo scompartimento ci mettemmo d'accordo sul punto di ritrovo. Mi misi a camminare dalla parte opposta alla sua sperando di trovarlo più in fretta possibile.
Passai in rassegna numerosi scomparti fino a quando non vidi due strani ragazzini della mia età uno da parte all'altro ingozzarsi di merendine.
 Richiamai la loro attenzione e loro si voltarono di scatto.  Sembravano uno l'opposto dell'altro: il ragazzino di sinistra aveva capelli rossi e il naso spruzzato di lentiggini, mentre l'altro aveva i capelli scompigliati di un nero lucido e un misero paio di occhiali sul naso.
<< Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville, l'ha perso. >>
<< No >> sbottò seccato quello con i capelli rossi. Aveva in mano la sua bacchetta pronta ad essere utilizzata. Una scintilla mi attraversò, capendo all'istante le intenzioni del ragazzo. Voleva fare un incantesimo e io lo avevo interrotto. Gli sorrisi e lo incitai a proseguire. Lui si schiarì la gola e disse ad alta voce: << Per il sole splendente e il fior di corallo, stupido topo diventa giallo. >>
Colpì il suo topo spelacchiato con la bacchetta, ma tutto quello che accadde furono qualche zampillo biancastro.
<< Eppure Fred mi aveva detto che avrebbe funzionato >> disse sconsolato, prima di rituffarsi in un pasticcino. Avrei voluto sorridere beffardamente, ma non sarebbe sembrato carino. Io avevo provato numerosi incantesimi e tutti mi erano riusciti all'istante.
Sentendomi più sicura di me stessa, entrai nello scompartimento e mi sedetti di fronte al ragazzo con gli occhiali. Ero sicura di averlo già visto o, perlomeno, di aver visto una sua foto. Era troppo familiare. Un'altra scintilla attraversò il mio corpo. << Per tutte le cavallette, tu sei Harry Potter! Io sono Hermione Granger... e tu sei? >> chiesi all'altro ragazzino.
<< Ehm... Ron Weasley >> rispose tra un boccone e l'altro
<< Piacere >> dissi semplicemente.
Dopo poco tempo lasciai lo scompartimento, esortando i due ragazzi a mettersi la divisa.
Sconsolata per aver fatto un buco nell'acqua, attraversai al contrario il corridoio, per spiegare a Neville la situazione.  Stavo per arrivare al mio scompartimento, quando qualcuno mi fece cadere a terra da dietro. Caddi in avanti, cercando di pararmi con le mani. Intenzionata a sgridare il colpevole, mi alzai. Le parole morirono nella mia gola quando vidi due ragazzi completamente identici uno di fianco all'altro, con i capelli rossi e le lentiggini sparse sul viso. Uno di loro era ancora seduto a terra, mentre l'altro, in piedi, aveva un ghigno divertito impresso sul volto.
<< Dovrebbero proprio legarli questi primini, non credi George? >> disse quello a terra, alzandosi all'istante.
<< Concordo a pieno, Fred >> rispose l'altro di rimando.
Li guardai trucemente. << Siete voi che mi siete andati addosso. Anzi, tu! >> risposi, indicando colui che un attimo prima si trovava a terra.
I due gemelli si guardarono. << Fred, attento, ce l'ha con te adesso. >>
Io aggrottai la fronte. Fred? Avevo già sentito quel nome e poi aveva lo stesso colore di capelli. Non poteva essere.
<< Scusate, voi conoscete un certo Ron Weasley? >> chiesi senza pensarci.
Entrambi puntarono lo sguardo su di me e io ammutolii. Due espressioni perfettamente identiche coronavano il loro viso, rendendolo altamente sprezzante ed entusiasta.
Poi uno di loro si avvicinò maggiormente a me. Boccheggiai e sentii le guance colorarsi di un tenue rosa. Nessuno si era mai avvicinato tanto a me.
<< È nostro fratello, ma non dirlo in giro >> mi sussurrò all'orecchio.
Alzai un sopracciglio e lo guardai scettica. Voleva fare lo sbruffone?
L'altro interruppe la mia meditazione presentandosi. << Sono George, piacere. >>
<< Io invece Fred. >>
Strinsi la loro mano e affermai orgogliosa: << Hermione Granger. >>
Mi rivolsi poi al ragazzo contro cui ero andata a sbattere. Diceva di chiamarsi Fred, proprio lui mi serviva, infatti.
<< Non è divertente >> affermai risoluta.
<< Che cosa? >> mi domandò sfrontato.
<< Prendere in giro tuo fratello. >>
Fred guardò il suo gemello per poi mettersi a ridere. Strinsi i pugni, indispettita. Mi stavano facendo salire il nervoso. Perché dovevano ridere del proprio fratello?
<< Perché ridete? >> chiesi, cercando di sovrastare il loro vociare.
<< Non dirmi che ha provato a far diventare giallo Crosta. >>
Io digrignai i denti: << Se ti riferisci al topo, allora si. >>
Appena ebbi finito di parlare cominciarono a ridere convulsamente. Feci qualche passo indietro intimorita da quella strana reazione.  Non riuscivo a credere ai miei occhi, avevano architettato tutto. Che razza di comportamento...
Richiamai la loro attenzione e dissi: << Quindi era solo uno stupido scherzo. >>
<< Certo! >> affermarono all'unisono.
Io li guardai sarcastica. << Bene, allora vado a riferirglielo. >>
Prima che potetti anche solo muovere un passo, qualcuno mi tirò per un braccio, bloccandomi.  Ruotai su me stessa e incrociai lo sguardo di uno dei gemelli. Lo etichettai come Fred e sperai che fosse davvero lui. Non sopportavo sbagliare. 
Cercai di liberare il polso, ma lui non accennava ad allentare la presa. Poi mi sorrise, ironico, permettendomi di fissare i suoi occhi vispi. Erano di un azzurro strano, troppo profondo per il cervello di gallina che si ritrovava nella testa. Eppure qualcosa mi diceva che quegli occhi non erano fuori posto. Forse aveva davvero qualcosa di speciale, al di là della presa in giro. Gli scherzi a suo fratello celavano un'altra faccia di lui, quella che riservava alle persone a cui teneva davvero. Anche io volevo conoscere la sua parte nascosta, ma non mi sarei mai sforzata di diventare sua amica.
<< Che stai facendo, Granger? >>
Io mi ridestai dai miei pensieri: << Come prego? >>
Lui mi fissò divertito: << Mi stai fissando. Che cos'ha la mia faccia che non va? >>
Oh no, se n'era accorto. Cercai di non arrossire troppo e sviai la domanda.
<< Allora, avete visto questo benedetto rospo? >>
Fred scosse la testa così alzai lo sguardo sul suo gemello, ma mi accorsi che si era dileguato.
<< Dov'è... ? >>
<< George, dici? Deve essere andato da Lee Jordan, un nostro vecchio amico. >>
Annuii ancora racchiusa nella sua morsa ferrea. Con che coraggio mi stava tenendo in quella posizione? Nemmeno ci conoscevamo. Non volevo più conoscere nulla di lui, volevo solo che mi lasciasse andare.
<< Puoi liberarmi? >>
Lui mi guardò pensieroso, per poi controbattere: << Solo se non dici a Ron che è solo uno scherzo. >>
Prima che potetti controbattere mollò il braccio. Mi massaggiai il polso e lo fissai adirata. Non poteva obbligarmi a non dire nulla a suo fratello. Avrei parlato, eccome, se lo avrei fatto. Mi allontanai indignata senza salutarlo. In quel momento pensai a Neville e al suo rospo. Non ero riuscita ad aiutarlo, ma dovevo impedire che quel Ron usasse ancora quell'insulso incantesimo.
<< Hermione? >>
Mi bloccai di scatto, con un piede a mezz'aria. Era stato lui ad avermi chiamata. Mi girai e lo guardai stralunata. Non potevo credere che quel ragazzo mi avesse richiamata, o che si fosse semplicemente ricordato del mio nome. Cercai nuovamente i suoi occhi azzurri e mi ritrovai immersa in uno strano turbinio scuro. Che cosa mi stava succedendo? No, non poteva essere. Non potevo desiderare di diventare sua amica.
<< Si? >> domandai sorpresa.
Lui sorrise e mi fece l'occhiolino. << Non fare la guastafeste. >>
Dentro di me, sentii a poco a poco la rabbia scemare, come se fosse stata risucchiata dalle sue parole. Forse aveva ragione: dovevo semplicemente farmi gli affari miei. Si, era sicuramente stato quello il motivo che mi aveva portato ad annuire con la testa.  
Eppure, c'era dell'altro, ne ero sicura. 
Camminai lentamente lungo il corridoio, sperando che non mi seguisse. Quel ragazzo era arrogante e sfacciato, eppure qualcosa mi aveva spinto a cadere vittima dei suoi occhi. Hermione desiderava diventare sua amica, eppure io cercavo di convincermi a non perdere tempo. Avrebbe potuto prendere di mira anche me, così, da un momento all'altro. Eppure non riuscivo a non pensare a lui e alle sue parole, al tono con il quale mi aveva parlato e ai suoi occhi troppo profondi per appartenere ad un burlone. 
Mi risedetti nel mio scompartimento, dimenticandomi del motivo per il quale avevo abbandonato la mia lettura a metà. Ripresi il libro e sorrisi. Forse avrei potuto sopportarlo, nel caso in cui fossi finita nella sua stessa Casa. 
Quello fu solo l'inizio della sfilza di gesti avventati che compii per lui, ma già in quel momento sapevo che non me ne sarei pentita.




















Angolo Autrice:
Ecco qui l'ultimo capitolo! 
Spero che vi sia piaciuto. In questa situazione possiamo osservare come sin dall'inizio entrambi i ragazzi provino curiosità nei confronti dell'altro. In particolare la reazione di Hermione alle ultime parole del giovane è molto strana, indice di interesse. Lei è combattuta già da ora, non sa che fare, non sa se vuole essere sua amica o meno. Credo che sia abbastanza sorprendente, considerato che si tratta del loro primo incontro e proprio per questo ho voluto che reagisse così. La storia parla di gesti avventati, dettato da una parte del proprio cervello che non si pensi di possedere, da un istinto dormiente. 
Grazie a tutti voi per aver continuato a seguire la mia ff, nonostante abbia avuto alti e bassi. Siccome tengo molto a questa storia ho riscritto varie volte i capitoli prima di pubblicarli, soprattutto quello precedente, che l'ho riscritto da capo. 
Quindi, ancora una volta GRAZIE MILLE per coloro che hanno messo la storia tra le preferite, ricordate, seguite, per chi ha recensito, ma anche per chi si è limitato a leggerla, spendendo una parte del proprio tempo per me. GRAZIE : )
Tornerò presto con altre storie!
Mi farebbe davvero molto piacere se mi dicesse che ne pensate del risultato finale attraverso una bella RECENSIONE!!!
Alla prossima,
Martina


 

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