50 shades of pain

di frafrog
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Difficult to accept ***
Capitolo 2: *** She is coming ***



Capitolo 1
*** Difficult to accept ***


Capitolo 1
 
Timmy e Cosmo giocavano tranquillamente a calcio nel giardino della casa dei Turner.
 
-Vai, Timmy!- esclamò Cosmo, lanciando la palla al suo figlioccio, che la prese abilmente e la colpì con un calcio così forte che la mandò contro la finestra della casa dei Dinkleberg, spaccandola in mille pezzi.
 
-Sì!- esultò il padre di Timmy dall’interno della casa -Continua così, Timmy!-.
 
-Ops...- sussurrò il bambino -Ehm... non sono stato io-.
 
Per fortuna i vicini non erano a casa e a Cosmo bastò agitare la bacchetta per far ricomparire la palla nel loro giardino e aggiustare la finestra. Tirarono entrambi un sospiro di sollievo.
Sembrava che nulla potesse rovinare quella bella scena di divertimento, ma la fortuna non ha mai assistito molto il nostro caro Timmy e i suoi due fantagenitori, infatti...
In quel momento apparve Wanda, che teneva in braccio Poof e nella mano libera il telefono:-Cosmo, ci sarebbe una chiamata per te...- disse, con un’ombra di preoccupazione nella voce -dice di essere una certa Poppy Fairywinkle... che strano che abbia il mio stesso cognome...- rifletté.
 
Cosmo abbassò gli occhioni verdi per un attimo, poi tirò un sorriso forzato:-Dai, Timmy. Continuiamo a giocare!-.
 
-Ma...- replicò la fata -c’è una chiamata per te... puoi giocare dopo...-.
 
-Non posso interrompere la partita, sta vincendo Timmy!- inventò il mago, come scusa. In realtà non era quello che gli interessava al momento. Solo al sentire quel nome aveva sentito una stretta allo stomaco per l’ansia.
 
-Cosmo! Muoviti a venire qui o ti ci trascino di peso!- urlò Wanda, perdendo la pazienza.
 
Cosmo prese il telefono, senza riuscire ad evitare che le dita gli tremassero e rispose:-P-pronto?-.
 
-Cosmo, da quanto tempo. Da quando te ne sei andato con quella Wanda, direi. Quanto è passato? Circa 9852 anni, o sbaglio?- disse la voce dall’altra parte.
 
Il mago si allontanò, per non farsi sentire da sua moglie e dal suo fanta-figlio:-Che c’è? Come ti è venuto in mente di chiamarmi adesso?-.
 
-Scusa se ho voluto parlare con la persona che mi ha abbandonata e trascurata per una vita intera! Scusami davvero, Blonda aveva ragione, sei solo un idiota-.
 
-Aspetta, Poppy, ti posso spiegare tutto! Non è come pensi! Tu non puoi capire quello che è successo! Sono cose complicate!-.
 
-Ecco perché uno stupido come te non è riuscito a reggere la situazione! Ed ecco perché sei scappato e mi hai lasciata da sola!-.
 
-Ma no... ti sbagli, io non ti avrei mai abbandonata, io ti ho sempre voluto bene...-.
 
-Sempre? Vuoi dire per quei cinque minuti prima che sparissi! Non finisce qui, Cosmo. Guardati le spalle, carino-.
 
Il mago sentì che l’altra aveva riagganciato il telefono e tornò dagli altri, che lo stavano aspettando. Cercò di non dare a vedere che era sconvolto e molto preoccupato, oltre che ferito.
Ma né sua moglie né il suo figlioccio erano stupidi, né lui era un bravo attore...
 
-Che hai, amore?- chiese la moglie, vedendo che gli occhi verdi di Cosmo erano diventati lucidi -Qualcosa non va?-.
 
-Tutto ok- si costrinse a sorridere e ad assumere la sua solita aria spensierata -era solo una vecchia amica del college di magia che voleva salutarmi e poi abbiamo iniziato a litigare...-.
 
-Sicuro?-.
 
-Certo- rispose lui, con un tono un po’ più brusco di come avrebbe voluto. Si schiarì la voce e cercò di non guardare sua moglie negli occhi.
 
-Cosmo, ti comporti in modo strano...- constatò Timmy -Non è che ci stai nascondendo qualcosa?-.
 
-Ehm... wow, questo si che è andare dritti al punto...- il mago dai capelli verdi cercò disperatamente una scusa plausibile, grattandosi la testa nervosamente -ehm... no... perché dovrei mentirvi? Secondo voi vi sto raccontando una bugia?-.
 
-Sì- dissero all’unisono i due -ma è solo un sospetto...-.
 
Cosmo spostò lo sguardo sul piccolo Poof, che lo fissava con i suoi occhioni viola. Sentì inevitabilmente i suoi occhi inumidirsi e accarezzò la testina tonda del bebè.
 
-Credo che Poof abbia fame- commentò, facendo finta che fosse quella la sua preoccupazione principale. In realtà, Poof non aveva per niente fame, ma visto che non gli dispiaceva mai fare uno spuntino, spalancò la bocca in una O perfetta, come a dire “Ho fame!”.
 
-Hai ragione, andiamo- concordò Timmy.
 
Qualche ora dopo...
 
Cosmo fissava quella fotografia da ormai un’ora, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Sua moglie il suo figlioccio erano usciti e lui era solo in casa, seduto sul letto di Timothy, con la schiena appoggiata al muro e le gambe raccolte.
 
“Perché proprio a me doveva succedere?” pensò “Che ho fatto di male? Forse sono stato davvero pessimo con quella povera ragazza, non meritava di sentirsi così sola per tutti questi anni. E poi se mi avessero lascito con Blonda per tutti questi anni anche io sarei furioso con quello che mi ha fatto una cosa del genere.
Ma non è questo il punto, Poppy ce l’avrà con me per sempre e ha pure ragione, è questa la cosa peggiore! Come mi è saltato in mente di fare una cosa del genere? Non avrei mai dovuto essere così precipitoso sapendo che potevo finire in un mare di guai... e ora... che faccio?”.
 
Sentì chiaramente alcune lacrime che gli scendevano sulle guance, come dei rigagnoli trasparenti di dolore, che cadevano sulla foto che stringeva tra le mani.
 
-I-io n-non v-volevo c-che s-succedesse q-questo- balbettò tra i singhiozzi. Sentì un conato di vomito salirgli alla gola e dovette ricacciarlo indietro (avete presente che quando piangete tanto vi viene anche da vomitare? Ecco, così...).
 
-Ma guardalo, il piccolo Cosmo...- disse una voce, con una vena sarcastica -A forza di stare con tua moglie ti è rimasta un po’ di intelligenza in quella testa vuota, ignorante babbeo...-.
 
Alzò lo sguardo, asciugandosi le lacrime, e vide una figura dalla pelle bluastra appoggiata al muro, con fare disinvolto e strafottente: Anti Cosmo. La sua controparte lo fissava con i suoi gelidi occhioni verdi, attraverso il monocolo.
 
-Che ci fai tu qui?- chiese il verde, stupito.
 
-Volevo vederti soffrire un po’, tutto qui... non sai che soddisfazione vederti triste, Cosmo...-.
 
-E poi?-.
 
-E poi volevo chiedere a Wanda se potevate tenere Foop per un po’, io e Anti Wanda vogliamo prenderci una vacanza. Non ne possiamo più di tutti quegli idioti che popolano l’Anti-fantamondo...-.
 
-Ah...-.
 
La controparte gli girò intorno, osservandolo attentamente, pensieroso. Cosa aveva quel giorno Cosmo? Non riusciva a capire cosa fosse successo, nemmeno lui che era così intelligente, nemmeno lui il più grande genio del male riusciva a capire e in effetti non era una cosa semplice da capire...
 
-Dai, racconta- sbuffò dopo un po’.
 
-Che?-.
 
-Racconta, sfogati, dai...-.
 
-Sì, avevo capito, ma perché? Cioè, perché sei gentile con me? Tu sei malvagio!-.
 
-Ma... io e te siamo molto più simili di quanto credi...-.
 
-Dici? Dai, dimmi per che cosa siamo simili!-.
 
-Be’, credimi anche io ne ho passati di momenti difficili e non avevo nemmeno un amico a starmi vicino, per cui... insomma, mi ricordi me quando...- abbassò gli occhi -be’, lasciamo stare. Comunque se ti va di parlare muoviti, prima che cambi idea- concluse.
 
-Ok... siediti, è una storia lunga...-.
 
-Aspetta, è una di quelle storie romantiche e smielate che fanno vomitare?- chiese Anti Cosmo -Perché se è così allora ritiro quello che ho detto-.
 
-No, è solo una storia triste...-.
 
-Va bene, ma sbrigati, sento già che sto per pentirmi di averti detto di raccontare...-.
 
FINE PRIMO CAPITOLO
 
CONTINUA...
 

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Capitolo 2
*** She is coming ***


Capitolo 2
 
-Wow...- commentò Anti Cosmo, quando Cosmo finì di raccontare -Hai superato te stesso, ignorante babbeo... come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere?-.
 
-N-non lo so... i-io...- il labbro inferiore del verde iniziò a tremare incontrollabilmente, segno dell’imminente crisi di pianto.
 
-Oh no, non ricominciare a piangere, non ti sopporto, sei così infantile...-.
 
-Grazie dell’aiuto, Anti Me-.
 
-Senti io non sono uno psicologo, che ne so io. Mi sono offerto di ascoltarti, non ho mai detto che ti avrei aiutato...-.
 
-Invece potresti... ehi, che ne dici di darmi una mano con Poppy? Forse tu che sei così geniale avrai qualche idea!- esclamò Cosmo.
 
-Perché non sono stato zitto? Accidenti a me...- disse, insultandosi mentalmente il dodici lingue diverse -comunque assolutamente no. Neanche se dovessero pagarmi-.
 
-Ma...- Cosmo spalancò gli occhioni verdi, ancora arrossati e lucidi, e sporse in fuori il labbro inferiore, sfoggiando un espressione da cucciolo bastonato.
 
Anti Cosmo sbuffò, sostenendo il suo sguardo. Non voleva aiutarlo principalmente per due motivi: 1) non sapeva come fare, motivo principale e 2) anche se avesse saputo come fare, che figura ci avrebbe fatto il più malvagio antimago che aiuta uno stupido mago? Insomma, aveva una reputazione da difendere, no? Cioè, giusto?
Eppure quello sguardo gli ricordava quando... quando... quando lui si era trovato... in difficoltà, ecco. Come lui, solo che non aveva nessuno a consolarlo o disposto ad aiutarlo. E (non lo avrebbe ammesso neanche morto, ovvio) in quegli occhioni verdi pieni di lacrime rivedeva se stesso, in quel momento orribile: solo, nel suo castello gelido, seduto con la testa nascosta tra le braccia, cercando di farsi forza.
Al ricordo di quello che aveva passato, e soprattutto che aveva perso, sentiva una stretta allo stomaco e un fastidioso groppo alla gola, come quando qualcosa ti va di traverso.
 
-E va bene- sospirò alla fine -ma smettila di fissarmi in quel modo! Subito!-.
 
Cosmo sorrise, sollevato. Era contento che la sua controparte avesse accettato di aiutarlo, ma non era sicuro che sarebbe bastato quello per tirarlo fuori dai casini.
 
Nel frattempo...
 
-Timmy, dovremo tornare a casa. Non mi piace il tempo, sta per piovere-.
 
-Oh, andiamo... vuoi che piova proprio ora?-.
 
Nemmeno lo avesse fatto apposta, appena usciti dalla fumetteria iniziò a piovere a dirotto. Wanda si trasformò in un ombrello e Timmy iniziò a guardarsi intorno notando una cosa alquanto strana...
 
-Wanda, perché sta piovendo solo su di noi?- chiese, stupito e sospettoso.
 
-Non lo so, tesoro...- disse pensierosa la fata dai capelli rosa -Ma... rilevo un forte sconvolgimento delle forze magiche, non so perché ma credo che ci sia una grossa fonte di magia proprio qui a Dimmsdale...-.
 
-Buona o cattiva?-.
 
-Buona, suppongo... anche se non vedo perché prendersela con noi...-.
 
-Forse è Jorgen che vuole divertirsi a farci scherzi stupidi...-.
 
-No, se fosse Jorgen ci avrebbe già inceneriti-.
 
Non lo avesse mai detto. Un fulmine colpì sia lei che il bambino dal cappellino rosa, che lanciarono uno sguardo seccato verso la direzione da cui era venuta la saetta.
Ma non videro nessuno, nessuna traccia, tranne una risata compiaciuta di una voce femminile e melodiosa.
Ma chi era? Chi poteva avercela con loro? E poi, perché?
Non avevano (ancora) fatto pasticci nel Fantamondo o sulla Terra, nemmeno nell’ Anti-fantamondo... ma allora? Non riuscivano a spiegarsi la cosa...
 
Nel frattempo...
 
Una fatina esile dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi rideva come una matta. Che bello scherzo, si era divertita un mondo a fulminare quei due idioti...
Aveva più che un buon motivo per odiarli, ma loro non lo sapevano nemmeno.
Nessuno di loro aveva idea di quante notti insonni avesse passato, quante volte avesse pensato che non avrebbe mai avuto una famiglia come voleva, quante lacrime aveva versato sperando inutilmente che Cosmo tornasse.
Ma lui, quello stupido, non era tornato. E lei si era detta tante volte:”Quando lo troverò, giuro che me la pagherà per tutto. Dalla prima all’ultima che mi ha fatto, moltiplicato per mille”.
Lei era di solito molto solare e dolce, cosa che si poteva facilmente intuire dai suoi abiti colorati, ma non era il suo aspetto ad essere cambiato: era lei. Lei non era più la stessa e non lo sarebbe mai più stata.
Non riusciva farsi una ragione del perché nessuno riuscisse a capirla, ma era così.
Ma non le interessava, lei voleva lui. Voleva vederlo. Ma solo per sbattergli in faccia la grande cazzata che gli aveva fatto. Niente di più.
 
E non lo avrebbe mai ammesso, ma in fondo in fondo (e neanche così in fondo) le mancava.
 
Nel frattempo...
 
Cosmo continuava a fissare quella foto, senza tregua, come se potesse far uscire i suoi componenti e vedere quella che era stata una parte importante della sua vita fino a qualche millennio prima (che per una fata è poco).
 
-Ti dispiacerebbe aiutarmi a pensare a come risolvere i TUOI problemi?- sbuffò Anti Cosmo, dopo un po’, perdendo quel poco di pazienza che gli era rimasta.
 
-Scusami, sì... mi ero distratto un attimo- disse il verde, tirando su con il naso, la voce leggermente incrinata.
 
L’anti lo guardò:-Cosmo, non fare così... lo sai che la vita non va sempre bene come vorremmo...-.
 
-Parli bene tu, hai un castello, una moglie che ti ama da morire e un figlio geniale!-.
 
-Non sono così fortunato come pensi tu- commentò con la sua solita calma l’antimago.
 
-Come no... tu non hai una famiglia che ti ucciderebbe se sapesse... quello che ti ho detto prima...-.
 
-Principalmente perché la mia non si può chiamare famiglia- replicò Anti Cosmo -diciamo che almeno tu hai dei genitori...- anche se continuava a concentrarsi sul suo foulard azzurro facendo finta di nulla, il mago notò che la sua voce si era abbassata un pochino.
 
-Che vuoi dire?-.
 
-Lascia stare- lo liquidò il blu, con un gesto della mano.
 
-Sicuro?-.
 
-Certo- anche se il suo tono diceva chiaro e tondo “Per niente, idiota, non ci arrivi da solo? Devo farti un disegno?”.
 
Cosmo era di solito molto stupido e ingenuo, ma certe cose erano tanto ovvie che chiunque ci sarebbe arrivato (anche Cosmo!):-Anti Cosmo...-.
 
-Va tutto bene-.
 
-Se fosse vero non me lo avresti detto-.
 
-Ma è vero-.
 
-E io sono la regina d’Inghilterra- scherzò, ma senza sorridere come faceva di solito -Se non ti va di parlarne basta che mi dici “Cosmo, fatti gli affari tuoi” e io lo faccio-.
 
-Cosmo, fatti gli affari tuoi!- alzò la voce l’antimago, mentre sentiva spuntare le lacrime, ma cercava di trattenersi.
 
Il verde gli appoggiò una mano sulla spalla:-So come ti senti...-.
 
-No.. non lo sai. Tu non hai perso la tua famiglia, non hai un padre che ti odia e una madre sepolta sotto tre metri di terra- Anti Cosmo si lasciò sfuggire un singhiozzo, nascondendo il viso tra le mani -Non hai passato una fila di notti in castello gelido, da solo, a piangere ininterrottamente senza riuscire a dormire, non hai mai saputo come ci si sente davvero soli! Tu non sei considerato il peggior genio del male dell’universo che non ha un cuore, tu non sai niente, ignorante babbeo!-.
 
Cosmo fece un passo indietro, colpito non tanto dalle parole della controparte, quanto dal tono con cui l’aveva detto: deluso e profondamente ferito.
Non poté fare a meno di sentirsi in colpa:-S-scusa, AC-.
 
-No, scusami tu, sono un po’ teso...-.
 
-Ma no, è stata colpa mia... comunque, mi dispiace-.
 
-Non sei tu che devi dispiacerti- replicò il blu, stropicciandosi gli occhi e risistemandosi il monocolo -Ma vorrei che non si sapesse in giro questa storia, ok? Insomma, che figura ci faccio se no?-.
 
-Promesso, non lo saprà nessuno- assicurò il verde -Nemici come prima, come se non ci fossimo mai confidati?-.
 
-Ovvio-.
 
In quel momento un lampo di luce accecante si propagò nella stanza e una figura esile comparve con una nuvola di fumo e un poof.
 
Una fata dai capelli biondi molto lunghi e intrecciati e due grandi occhi color smeraldo si materializzò di fronte a loro due, che la fissarono con uno sguardo sorpreso.
 
-Ehi, Cos- esordì la bionda -non ti aspettavi di vedermi, vero?-.
 
Angolo autrice
 
Lo so che vi starete per suicidare perché non ho raccontato la storia di Poppy e Cosmo, ma vi assicuro che nel prossimo capitolo capirete tutto (o forse no?).
 
F: Non ci contate, questa è più malvagia di me...
 
Foop, che ci fai tu qui? Torna a casa, subito!
 
F: Chi sei, mio padre?
 
No, ma posso sempre chiamarlo!
 
F: Dai fallo, forza, voglio vedere se hai il coraggio.
 
Ora capisco perché vogliono lasciarti da Cosmo e Wanda... i tuoi genitori sono stati veramente pazienti a sopportarti per tutto questo tempo...
 
Va be’ comunque spero che recensirete, mi fa sempre piacere sapere che ne pensate della mia storia e ditemi se sapete come inserire un’immagine in una fic!
 
Alla prossima!
 
Bacioni <3
 
Frafrog <3
 

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