Watercolour

di KikyoOsama
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The clearest vision ***
Capitolo 2: *** Kurenai Sango Voice ***



Capitolo 1
*** The clearest vision ***


Dal cratere di un piccolo vulcano spento, la sua finestrella sul mondo, il tritone osservava annoiato gli sbuffi irregolari di bolle e fumo : talvolta essi dipingevano delle immagini , le uniche immagini che tenevano sveglio il suo animo nell’interminabile prigionia dell’antro di corallo…da quanto era lì? Non riusciva a ricordarlo ormai…tutti i ricordi del mondo esterno erano appannati dalla nebbia del tempo che ne cancellava i segni come le onde sbiadiscono i segni sulla sabbia, livellando tutto…ricordava solo il volto di sua madre, il modo in cui erano stati imprigionati e soprattutto da chi. Impotente di compiere anche i movimenti più elementari, non poteva far altro che meditare la sua vendetta…

Dal cratere si diffuse una luce rossastra che richiamò la sua attenzione: si avvicinò quindi al piccolo vulcano e vide che le bolle formavano la sagoma di un castello per poi disgregarsi di nuovo.

“Il regno dell’oceano artico!” constatò lui e una smorfia crudele gli si dipinse in volto “Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. Ben gli sta, in cambio della mia prigionia hanno ottenuto solamente la distruzione da parte dei Panthalassa…io avrei saputo di certo fermarli al posto della Regina dei Mari. Ah ah ah…AH AH AH!”

Una risata cupa e stridula riecheggiò per le pareti dell’antro facendo rabbrividire e indietreggiare chiunque vi fosse nelle vicinanze…

 

+++

 

“Hanno catturato la principessa!”

Annunciò la voce squillante di una sirena in preda al panico: le compagne, rintanatesi tra le rovine senza scampo, cominciarono a piangere e gemere…

“E ora cosa faremo?”

“Siamo perdute! Il principe dei Panthalassa è troppo forte per noi!”

“Se solo la principessa fosse qui con noi…”

Anche l’ultima struttura ormai stava per cedere contro la pressione e la potenza degli invasori…una sirena si fece avanti dal gruppo e, chiamate a sé le altre, disse: “Non è certo così che risolveremo la situazione! Non possiamo restare in questo posto!”

“Non trovo Musashi!” piagnucolò un’altra sirena, una delle più giovani del gruppo “Aspettiamo che torni!”

“Non abbiamo tutto questo tempo, Yakumo!” la rimproverò la prima e , afferratala per un polso, la trascinò con sé per la corrente: “Lasciami andare! Non posso abbandonarla qui! MUSASHI! MUSASHI!”

Tutti i richiami furono vani e , quando anche l’ultima sirena si fu allontanata, l’ultimo frammento di palazzo che era rimasto collassò su sé stesso generando un’onda gigantesca…

“E così è crollato anche il regno dell’artico…” commentò un ragazzo del tutto estraneo alla situazione, vestito di abiti regali nonostante fosse sott’acqua “Mancano ancora l’oceano atlantico e il pacifico del nord e poi potremo creare il nostro regno…non è fantastico, Sara?”

“Certo, mio signore…” rispose la sirena al suo fianco,avvinghiandosi a lui nella contemplazione dello spettacolo “E’ un panorama davvero magnifico…”

 

+++

 

Silenzio…il silenzio più assoluto…non riusciva a distinguere più alcun suono. Alla sua vista appannata si apriva la visione di un paesaggio sconosciuto…

“Mh…ma…cosa sta succedendo?!”  

La sirena si mise a sedere sulla sua coda scura e lucida come quella di una foca e diede un’ulteriore occhiata intorno: non c’era nessuno con lei e tutto il paese non era che un cumulo di macerie solitarie…

“Ora ricordo…sono nell’oceano artico!” disse tra sé e sé la sirena , raccogliendo da terra un pezzo di tufo generato da un vulcano sottomarino e che un tempo componeva il muricciolo della sua casa “Stavo scappando durante l’attacco dei panthalassa ma sono stata colpita da questa pietra e sono svenuta…devo raggiungere le altre!”

Iniziò quindi l’odissea della ragazza ma, come ben presto si accorse, non c’era nessuno ad aspettarla nel luogo di ritrovo: a nulla servirono i richiami, nessuno era rimasto nella reggia ad aspettarla…sfinita ed esausta si abbandonò di schiena a una delle colonne spezzate, singhiozzando sommessamente : “Nessuno è rimasto ad aspettarmi…nemmeno Yakumo…perché?!”

Forse perché nessuno l’aveva mai vista di buon occhio, lei, la figlia di una sirena e di un umano, un amore proibito… neppure sua madre poteva difenderla: ormai non era altro che spuma di mare che bagnava le spiagge…suo padre era ancora vivo probabilmente, ma sulla terraferma , e non l’aveva mai incontrato…con suo grande terrore si rese presto conto di non avere alcun posto ove rifugiarsi: un’ansia crescente cominciò a pervadere tutte le sue membra, paralizzandola…

“E ora cosa faccio?!”

Scorse un’ombra tra la macerie, il che la destò dal suo torpore: entusiasta e felice, uscì allo scoperto correndo verso questa figura : “Grazie al cielo c’è qualcuno! EHI! Sono io, Musashi!”

“Una sirena sopravvissuta!” La figura si voltò, rivelando il suo aspetto: era apparentemente una bambina, con lunghi capelli verdastri fluttuanti e gli occhi dalla pupilla verticale; indossava un lungo abito rosso, principesco…non era una sirena, ma aveva capito benissimo di chi si trattava! Era una alleata dei Panthalassa!

“Prendi questo sirenetta!” La bimba alzò una mano e dalle dita si diffusero dei dardi di ghiaccio: Musashi, in preda al panico , schivò fortunatamente i primi e cominciò a nuotare  all’impazzata per sfuggire all’inseguimento…

“Qualcuno mi aiuti! AAAAH!”

Imboccò una delle correnti marine e fu risucchiata via come in un vortice: la sua avversaria non osò andare oltre.

“Beh, in ogni caso non farà una bella fine in quella direzione…tornerò da Gaito e gli riferirò l’accaduto”

Dopo un lunghissimo viaggio mozzafiato la sirena riuscì fortunatamente a riprendere il controllo del suo cammino: sfortunatamente era in un luogo troppo lontano e diverso da quello che aveva appena lasciato. Regnava sovrana l’oscurità, il che significava che si trovava in un luogo davvero profondo, e mancava quasi l’aria: non vi era quasi nessun essere vivente, eccetto per alcune rane pescatrici e pochi altri crostacei…infine notò una piccola luce provenire da una caverna sottomarina e decise che l’ forse sarebbe stata più al sicuro che in mare aperto. Si diresse verso di essa e notò che non vi era nessuno all’entrata, né vi erano alghe e quant’altro che opponevano resistenza all’entrata…solo un’intrica e fitta barriera corallina che le consentiva di procedere in modo molto goffo e rumoroso.

Il piccolo cratere gorgogliò vistosamente , annunciando visite: qualcuno stava cercando di penetrare nell’antro… il padrone di casa ciondolò in avanti e indietro con la testa , poi scivolò silenziosamente verso l’ingresso e i due sguardi si incontrarono.

“E…e tu chi sei?!”

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Capitolo 2
*** Kurenai Sango Voice ***


Ed eccomi con il secondo capitolo ^_^ innanzitutto ringrazio Cixenne per avere letto la storia, mi hai fatto davvero una bella sorpresa, grazie grazie grazie >< per il problema del carattere purtroppo non so come si modifica, sono negata per l'html...non è che qualcuno mi potrebbe insegnare ç_ç? 
Ora riprendo con la storia, buona lettura ^_^ nel prossimo capitolo compariranno le principesse sirene,siate pazienti ^_^''




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“E…e tu chi sei?!”

Strepitò la sirena alla vista del mostruoso inquilino: come era ben evidente si trattava di un tritone piuttosto giovane ma dai lineamenti già marcati dai tratti tipici della sua specie…il viso aveva dei lineamenti affilati e dei fulvi capelli neri che ricadevano a ciocche unticce in tutte le direzioni, coprendo anche buona parte della fronte, il naso era lungo e un po’ appuntito, la bocca non ancora larga ma già di un colore leggermente più scuro del normale, gli occhi dal taglio malizioso giallognoli screziati di verde, così come verdi erano le orecchie, ben vistose ai lati del viso, che rassomigliavano a due piccole pinne a ventaglio: a completare il quadro del viso erano tre cornini d’avorio, di cui il centrale più grosso degli altri, che aveva sul capo a guisa di coroncina; sul collo e sotto il mento aveva delle grosse fessure che, ad ogni suo respiro, si dilatavano e si comprimevano: erano le branchie; la pelle, viscida e vischiosa, era quasi completamente bianca e , ove si vedevano le squame più sporgenti, aveva dei sinistri riflessi verdastri che si intensificavano con l’avvicinarsi alla coda scura, un misto tra quella di un coccodrillo – di cui aveva le seghettature che gli ripercorrevano tutta la schiena fino al collo – e quella di uno squalo – come testimoniava la pinna terminale dritta- … 

Le tese una mano pallida e leggermente palmata, ma la sirena si ritrasse spaventata : il tritone la riportò a sé e poi scrutò nuovamente la ragazza con fare enigmatico...

“Fammi indovinare…ti sei persa per caso?” esordì lui memore di quanto aveva visto nel cratere: a giudicare dalla coda scura della ragazza ella doveva appartenere al regno dell’oceano artico, eppure suoi i capelli vistosamente rossi e ondulati non potevano assicurarglielo con certezza a meno che non si fosse trattato di un incrocio…in quel caso sarebbe stato davvero interessante per lui. 

“N-non ti riguarda!” sbottò lei tutto d’un tratto, ma l’altro incassò bene il colpo e non batté ciglio: evidentemente era abituato a questo genere di trattamento… “Mi sembra evidente!”

“Capisco, capisco…” annuì lui con il capo “Così va meglio. Scommetto che conosci già questo luogo, anche se non sarò io a svelartelo.”

Tra i due intercorsero alcuni istanti di silenzio poi il tritone mormorò qualcosa e i coralli in cui Musashi era impigliata allentarono la presa in modo che lei potesse liberarsi dalla loro morsa…la ragazza diede quindi un sguardo intorno a sé : vide ovviamente il tritone, il cratere gorgogliante,dei cunicoli stretti e contorti che parevano dissolversi nel buio e infine un’enorme ancora alla cui estremità vi era lo stesso manico dello scettro della regina dei mari : vi era impressa un’iscrizione, ma da quella distanza era impossibile leggere…stranamente il tritone la lasciò libera di avvicinarsi senza neppure fiatare.

 

A voi che scuotete i sette mari con la violenza,

Penetrando nei più oscuri segreti degli abissi,

Io pongo questo sigillo,

Prigionia per le vostre sette generazioni,

Libertà per le nostre sette principesse…

 

La ricorrenza martellante del numero sette le fece subito pensare ad un incantesimo, o meglio, una maledizione…portò le mani alla bocca per non gridare ciò che aveva appena capito: era l’antro della strega dei mari! Si voltò verso il tritone con il labbro tremante per l’eccitazione: “Tu…tu sei…”

“Mi chiamo Kouji.” La interruppe lui , tagliente “Come hai ben capito appartengo alla strega dei mari…sono suo figlio.”

Kouji…

Non appena udì quel nome alla sirena tornarono in mente tutti gli avvertimenti che aveva ricevuto nell’infanzia riguardo la strega dei mari…si narravano cose terribili sul suo conto, a cominciare dalla tempesta che aveva rovesciato sul regno dell’oceano pacifico del nord in cui erano stati coinvolti anche degli umani…non avrebbe dovuto avventurarsi in quella caverna: eppure, pensandoci bene, non aveva nessun posto in cui restare ora…

“Qual è il tuo nome?”

Proruppe lui all’improvviso, con un tono di voce più delicato seppure ancora rauco…

“Musashi. Il mio nome è Musashi...vengo dal regno dell’artico.”

“Proprio come pensavo” prima che la ragazza potesse aggiungere altro, il tritone cominciò a fluttuarle intorno leggero, nuotando in cerchio intorno a lei e al cratere , entro cui ogni tanto gettava dei frammenti di conchiglie “Molto interessante lo sviluppo di questa vicenda…la Regina dei Mari avrebbe potuto impiegare il suo potere in modo più utile in modo che gliene fosse rimasto un po’ per fronteggiare i Panthalassa, invece ha messo tutto nelle mani di alcune principesse inesperte…ed ecco cosa è successo!”

“Non so di cosa tu stia parlando…”

“Non lo sai? Allora te lo mostrerò io, Musashi…” si fermò quindi di fronte al cratere e, oltre ai frammenti di conchiglie gettò anche della sabbia: ne ottenne un’enorme colonna di fumo denso diradatasi la quale cominciarono a sprizzare numerose scintille lucenti: gli occhi del tritone,che alla luce delle scintille sembravano ormai completamente gialli, mostrarono una pupilla verticale che conferiva al suo viso un che di serpentino, uno sguardo intriso di odio ineluttabile… “Le visioni non mentono mai,puoi fidarti almeno del cratere…guarda, ecco cosa fanno le principesse sirene mentre i regni stanno per essere distrutti!”

Il fumo convogliò vertiginosamente nel cratere ma lasciò nell’aria delle sagome che mutavano e si muovevano: la prime mostravano delle sirene in fuga, poi mutarono in alcune ragazze che divertite osservavano un umano che faceva surf, e ancora una sirena che provava dei vestiti umani probabilmente per far colpo su uno di loro…ridevano e scherzavano beate.

Musashi riconobbe subito le tre ragazze: erano le principesse dell’oceano pacifico del nord e dell’atlantico…le immagini scorrevano dinanzi ai suoi occhi senza espressione imprimendo come un marchio a fuoco nell’odio i loro volti…come era possibile che quelle fossero davvero le principesse sirene? All’improvviso il tritone diradò il fumo con la mano, cancellando il flusso delle principesse assieme agli umani e ,con esse, il flusso dei pensieri di Musashi.

“Cosa  significa?”

“Non posso dirlo con certezza” incalzò lui, sicuro di aver fatto presa “Da quel che vedo però non mi sembra che le principesse si stiano impegnando alla ricostruzione e alla difesa dei loro regni…io non avrei nulla da ridere al loro posto”

La sirena non parlava: continuava a fissare il cratere con lo sguardo fiammeggiante per la rabbia, come per chiederne ancora…Kouji sorrise beffardo: ce l’aveva fatta, aveva fatto presa sull’animo di quella ragazza…intravedeva già uno spiraglio della sua futura e tanto sofferta libertà…

“Ne vuoi ancora? Posso mostrarti tutto ciò che desideri vedere in questi sette mari, è l’unica concessione che mi è stata data dalla Regina dei Mari…”

“No, è sufficiente! Basta!”

“Sconvolta?” con un colpo veloce di pinne fu tosto al fianco della sirena…con voce suadente aggiunse “E così vi hanno abbandonate anche le principesse, povere sirene…”

“Smettila!” la sirena si scostò violentemente da lui, prima che potesse solo sfiorarla con un dito “Io non posso farci niente! Non mi resta che aspettare che le principesse rimedino a tutto e…”

Musashi si interruppe bruscamente: lo sguardo di Kouji, sicuro e spavaldo, la stava divorando…quelle ultime parole erano esattamente quelle che voleva sentire. Si mise a braccia conserte e si appoggiò a una delle pareti di corallo: “Perchè dovresti aspettare? Loro sono al sicuro sulla terra, non sentono il bisogno di agire probabilmente…se è davvero la ricostruzione del regno ciò che vuoi potresti agire di persona”

“E’ facile parlare per te!” ribattè la ragazza: il tritone aveva toccato un tasto dolente… “Io non ho alcun potere a differenza delle principesse, come posso …”

“Io ne ho.” La interruppe nuovamente lui “Il potere della mia famiglia  era così terribile da mettere in grande difficoltà persino la Regina dei Mari, pensi che non possa competere contro i Panthalassa?”

La sirena cercò di tenere testa alla sua espressione: non ci aveva pensato , effettivamente…ma scendere a un compromesso con uno come lui era come fare un patto con il diavolo. 

“Con l’aiuto delle sette perle io sarei in grado di ripristinare l’ordine nei regni distrutti…se non ti fidi potrei anche dartene una dimostrazione pratica.”

“Perché dovrei fidarmi di te? Sei il figlio della strega dei Mari…”

“E perché non dovresti?” continuò lui imperterrito, con fare allusivo “In fondo non sono che un tritone come gli altri, solo segnato dalla discendenza familiare… solo perché sono il figlio della strega dei Mari.”

Musashi indietreggiò e abbassò la testa: capiva benissimo come poteva sentirsi Kouji, non avrebbe dovuto parlargli in quel modo…in fondo lei era la discendente dell’amore maledetto, nessuno si indirizzava a lei semplicemente come ‘Musashi’ ma come ‘La figlia di quell’umano…’ …probabilmente anche Kouji non era semplicemente ‘Kouji’ ma ‘Il figlio della strega dei Mari’.

“Come vedi, ne pago io le conseguenze…” quindi cercò di forzare con un tocco la barriera di corallo ma da questa si sprigionò una luce argentata e fu costretto a ritrarre la mano trattenendo un gemito, poi la mostrò a Musashi: il palmo era evidentemente ustionato… “Non posso uscire di qui, probabilmente ci marcirò per il resto dei miei giorni…anche io da solo non posso far nulla”

“Oh, Kouji…mi dispiace…” si scusò Musashi “Sono ancora scossa per la fuga, cerca di capirmi…”

“Se hai bisogno di un posto in cui restare potresti benissimo rimanere qui con me, allevieresti le sofferenze della mia prigionia e saresti anche al sicuro. Almeno finchè non sarà ricostruito il tuo regno.” 

La ragazza ci pensò un po’ su, mordendosi il labbro: non aveva offerte migliori effettivamente…per il momento sarebbe andata bene così. Ma il regno? 

“Ti ringrazio per l’ospitalità, Kouji, ma…non posso restare qui per sempre.” Annunciò infine “Quanto vorrei far qualcosa per il regno invece di restare a guardare!”

“Uhm…” il tritone si lisciò con la mano il mento: aveva già preparato la risposta a una domanda come quella… “Effettivamente , qualcosa la potresti fare.”

La sirena drizzò il capo, straordinariamente attenta: i suoi occhi azzurri scintillavano , imploravano di sapere di più : “Che cosa?!Cosa posso fare?!”

Kouji si allontanò un momento per uno dei cunicoli bui: si intravide poi un lampo di luce argentea e il tritone fece ritorno, con il pugno chiuso sanguinante… 

“Prendi…”

Dischiuse la mano fino al palmo e mostrò un frammento dei coralli della barriera intriso del suo sangue: lo assorbiva velocemente…Musashi lo prese e lo esaminò con circospezione.

“Ti presterò un po’ del mio potere…con quel corallo dovresti avere un potere pari a quello delle principesse. Ma bada, non sarà eterno…”

Musashi lo strinse nella sua mano e lo avvicinò al petto: era caldo e sembrava pulsare regolarmente…era vivo.

“Tu sei in grado di uscire dalla barriera, cosa che a me non è concessa…ma se riuscirai a recuperare le sette perle io potrò compiere l’incantesimo per te, da questa caverna…”

“E in cambio?”

“In cambio…” Il tritone prese un respiro profondo e fece come per iniziare un discorso ma, al contrario, lo troncò sul nascere: “…vorrei esaudire un desiderio anche per me.” 

Bussò alla parete di corallo per mascherare i suoi pensieri: Musashi liquidò la questione pensando che probabilmente sarebbe stato libero e che quello era il suo desiderio…aveva ben altro per la mente in quel momento: voleva dare una lezione alle principesse, così avrebbero capito qual era il loro vero compito…si augurava vivamente che tra quelle ragazze irresponsabili non vi fosse stata anche Noelle, la principessa dell’artico. Strinse più forte il corallo a sé, per farsi coraggio…

“Accetto l’accordo, Kouji”

“Molto bene!” esclamò lui con il consueto ghigno tirato sulle labbra, poi gettò altri frammenti di conchiglie nel cratere e ne ribollì l’immagine sfocata di una scuola e poi quella di un albergo… “Le principesse dovrebbero trovarsi tra quei due edifici, sulla terraferma…”

La terraferma? Musashi rabbrividì: non era mai stata sulla terraferma, come poteva avventurarsi da sola? Quanto avrebbe voluto che il tritone avesse potuto accompagnarla pur di non andarci da sola!

“Stai tranquilla,non ti accadrà nulla se terrai il corallo con te!” la anticipò lui, comprendendo al volo la sua preoccupazione “Ti aiuterò quando ne avrai bisogno attraverso di esso.” 

La sirena annuì e, con un veloce battito di pinne abbandonò la grotta…in lontananza poté avvertire solo le ultime parole di Kouji, che si era sporto verso l’entrata quanto più possibile: “Ricordati questa formula…Kurenai Sango Voice!”

Kurenai Sango Voice, la voce del corallo scarlatto…

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