Allergia

di WrongWay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tè alla Vaniglia e altre Spiacevoli Situazioni ***
Capitolo 3: *** Insetti, Orgoglio e altri Sconfusionati Avvenimenti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Disgrazia e osteria fanno la stessa via. Prologo.


C’era Merril seduto sul muretto di casa sua.
Questo non poteva che indicare guai.
Ma c’era di peggio.
Merril stava sorridendo.
O per meglio dire, ghignando.
Il che poteva voler dire solo una cosa.
Che una valanga, un alluvione, un’ altra qualsiasi calamità naturale  portatrice di sciagura, lo stava per travolgere.

Un brivido fece lo sci d’acqua sulla sua spina dorsale, mentre Laurell Simon  esitava a diversi metri dal suo portone di casa.
Sotto la pioggia.
Senza ombrello.
Con tre buste del discount vicino in mano.
 Delle quali una si stava rompendo.
Proprio quella con le bottiglie d’olio.
Già.
Proprio quella.
E non aveva nessun pennarello nero per fare una croce su eventuali cocci.
Come se fosse mai servito a qualcosa.
Laurell Simon esitava. Perché sul muretto di casa sua c’ era Merrill.
Che stava sorridendo.

Forse avrebbe fatto meglio a darsela a gambe.
A mollare lì quelle stupide buste del discount - Sì, anche quella con la rivista in edizione limitata che aveva atteso per otto  mesi -
E correre il più lontano possibile da quel dannato muretto.
Da quell’ammasso di mattoni sgangherato, che sarebbe stato più che innocente se non ci fosse stato Merril sopra.
Ma era troppo tardi.
Perché lui l’aveva visto.

- Ciao, Laurie!-

Oddio. Gli stava venendo incontro.
E sembrava davvero molto, molto, molto felice.
E quando Merril era felice, poteva significare solo che qualcuno sarebbe stato molto, molto, molto triste.
E visto che gli stava venendo incontro non c’erano vie di scampo.
Quel qualcuno sarebbe stato lui.


Dieci minuti dopo Laurell Simon si trovò  davanti  alla porta della sua vecchia casa paghi-poco-vale-meno.
Le chiavi non volevano girare.
Ma neanche lui voleva girare le chiavi.
Ma c’era Merril lì.
Forse, in una situazione normale,  Laurell avrebbe potuto seminare un ragazzino dai capelli rossi sparati, alto un metro e cinquanta scarso, magro e filiforme.
Ma Merril era  un ragazzino con l’aria molto, molto cattiva.
E  non era umano.
Proprio per niente.
- Allora Laurie, non apri la porta?-
- Si sono incastrate le chiavi.-
Bofonchiò.
Il ragazzo assurdamente inquietante gli scivolò alle spalle  e gli cinse la vita con le braccia troppo magre.
O. Santo. Cielo
- Non c’è fretta, Laurie. E poi l’altra volta ci hanno  interrotti sul più bello…-
No.
Non pensate male.
Laurell Simon non seduce apparenti minorenni per scopi non esattamente morali.
Proprio no.
Una mano sottile scivolò sotto la  camicia e la felpa fradice.
- Smettila, Merril!-
- Ma perché, Laurie? Pensavo ti piacesse.-
Scatta, scatta, scatta maledetta chiave!
-Tranquillo, non ci vedrà nessuno…-
La mano scese all’allacciatura dei suoi pantaloni.
No.
Non poteva permetterlo.
E se qualcuno dei vicini li avesse visti?
Non c’era scelta.
Doveva farlo.
Nonostante fosse  un uomo. Un maschio.
Teoricamente forte ed impavido.
Ma doveva scendere a compromessi con il suo orgoglio.
Anche se era imbarazzante.
Vergognoso.
Umiliante.
 Già.
Quello.

- Nonna!! Nonna!! Aiutami!!-

_______________

Ovviamente non ho abbandonato il mio altro lavoro "L'arte dei topi", però avevo bisogno di distrarmi con qualcosa di più leggero e divertente.
Spero vi piaccia  anche questo. ^_^
Ha ancora qualcosa che non va, ma dopo la settima volta che rileggo e non riesco a evidenziare cosa preferisco lasciare così.
Spero di migliorare con il tempo.

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Capitolo 2
*** Tè alla Vaniglia e altre Spiacevoli Situazioni ***


Allergia
Capitolo 1.
Tè alla Vaniglia  e  altre Spiacevoli Situazioni.




Una vecchia signora aprì la porta dall’interno.
Laurell cadde per terra, in parte sollevato.
Finchè non si rese conto di avere ancora una busta del discount.in mano .
Solo una.
Già.
Proprio come immaginate, probabilmente.
Quella con l’olio.
Che si fracassò teatralmente a qualche centimetro dal suo naso.
E ancora non aveva un dannato  pennarello a portata di mano.
Merril intanto era in piedi accanto alla soglia, piuttosto scocciato.
- Merril, lascia stare mio nipote!-
- Sì, Signora.-


A lei obbediva.
A lei portava rispetto.
A lei la chiamava signora

Ma, non appena la donna distolse lo sguardo,  Merril ne approfittò per strizzargli l'occhio in maniera per nulla fanciullesca.
Anzi.
C'era un cargo di sottointesi in quell'occhiata.
Orribili,angosciante e per nulla puri sottointesi.
Laurell non trattenne un gemito strozzato di disperazione.

- Comunque, Laurell, proprio non capisco come fai. Hai già quasi vent’anni, dovresti già riuscire a controllarli. Almeno un minimo! Quanto basterebbe per impedire a Merril di saltarti addosso ogni volta…-


Già.
Era facile per lei.
E per suo fratello.
E per sua sorella.
E per sua madre.

A loro obbedivano.
Ma a lui no.
Nessuno di loro lo aveva mai ascoltato.

Sospirò, sedendosi sul pavimento rovinato.
- Ciao, Nonna.-

- Ciao, Laurell. Vedo con piacere che stai bene.-

Era una donna forte, Rebecca Revenge .
Bassa, molto più di lui, con una lunga chioma di capelli bianchi non proprio tutti naturali.
E di sicuro non era una persona comune.
Lo avrebbe capito chiunqiue.
Faceva paura il modo in cui riempiva la stanza.
La maniera in cui c’era.
La sua presenza  palpabile.
Che sembrava premere su tutti i presenti, avvolgendoli come in un vento caldo.
Si sentiva quando entrava in una stanza.
Solo se voleva, naturalmente.
Forse perché era l’elemento più anziano della loro famiglia, chissà.
O magari era semplicemente la sua  natura.
Fatto sta che la stupefacente, terrificente, gentile, amorevole Rebecca era sua Nonna.
Oltre a essere  la capofamiglia di una delle dieci casate di Guardiani presenti in tutto l’Oregon, si intende.
Nonché una delle cinquanta rappresentanti al consiglio mondiale.

Laurell avrebbe tanto voluto aver preso dal suo ramo della famiglia.
Già.
Come avrebbe tanto voluto volare.
E non soffrire di vertigini.
Non che la Nonna lo sapesse fare.
O almeno, non pensava.
Insomma, il punto è che volere non è sempre potere.
E in più nel suo caso sembrava che  la genetica fosse diventata un’opinione.
Ammettiamolo, tra le prime cose che istintivamente attraversano il cervello pensando alla parola “Guardiani", c’è l’immagine di un qualche crociato nerboruto munito di spadone.
Oppure di un sacerdote con una tonaca addosso, forse  non troppo pulita,  ma con l’aria solenne e  sicura, magari anche abbracciato a un bel librone.
Altrimenti ci si  figura un gruppo di esseri incappucciati e silenziosi, pronti a fare riti alla luna armati di  polli e coltellacci.
Insomma qualcuno di fico.
Carismatico.
Affascinante.
Non di certo come lui.
Era così ordinario Laurell, con la sua massa folta di capelli color rosso mogano.
Più castano che rosso, forse.
Non brutti, ma nemmeno particolarmente belli.
E quelle lentiggini sul comunissimo volto senza nazionalità ,dai lineamenti morbidi ma mancanti particolarità, caratterizzato solo  dall’odiatissimo naso all’insù.
Come quello di  un cartone animato.
Un fumetto.
Una sagoma.
Nemmeno gli occhiali ovali a-la-mode-de-Paris, come gli aveva assicurato la giovane commessa , lo rendevano più serio

Si chinò a raccogliere i cocci, rassegnato, sotto lo sguardo acuto  della donna.
 L’olio aveva macchiato la moquette beige, probabilmente in maniera irreparabile.
Che bello.
- Perché sei qui, Nonna?-
- Non posso essere semplicemente passata a salutarti?-
- Non credo proprio. Altrimenti non avresti fatto il tè alla vaniglia e al ribes.-
L’odore arrivava forte dalla cucina . Laurell rabbrividì.
 - E lui non gongolerebbe così tanto.-
Accennò a Merril, che continuava a ghignare, inquietandolo.
- Vero, Merril oggi è particolarmente felice…ma sei sicuro che non sia perché è contento di vederti? -
Laurell cominciò a tossire , mentre la donna rideva trionfante.
Una risata piena e polposa, che aveva costellato molti momenti dolci e amari della sua infanzia.
- E povero il mio Laurell! Comunque è vero, c’è qualcosa di cui ti devo parlare. Vado a versare il tè  mentre finisci di sistemare-
prima di andarsene esitò  
– E Merril…per favore, non  violentarlo, almeno per oggi.-
E, sghignazzando cattiva, sparì nella cucina.
___________

-Assolutamente no.-

-Non prendi il tè?-
-Sai benissimo che sono allergico alla Vaniglia.-
-Allergico, che esagerazione...Al massimo ti renderà più accomodante.-

Da quando aveva scoperto  a dodici anni, in quella maniera orribile, l'effetto che gli faceva la vaniglia ne era sempre stato il più lontano possibile.
Anche l'odore gli dava alla testa.
No, non era allergia.
Ma come ci si può ubriacare con la vaniglia?
Assurdo.

- No. E' uguale. No e di nuovo no. Neanche morto.-
- Ma se non ti ancora detto niente!-
La vecchia signora si finse stizzita, appollaiata sulla sedia rovinata come un avvoltoio nel suo nido.
- Lo so quali sono i cosiddetti favori che mi chiedi di solito, Nonna. E la mia risposta è No.  
Non puoi domandare a Marianna o a William?-
- No, mi servi tu. -
-Sono spiacente,  Nonna. Non vi avevo già detto che volevo chiudere con questa storia dei Guardiani? Non sono tagliato per queste cose, e lo sanno tutti.-

“Sta a noi mantenere l’armonia nel nostro universo. E’ un compito delicato, bambini. Noi obbediamo agli ordini di una forza superiore, mistica, impalpabile. Siamo creature mistiche  legate al fango, messe in difesa del fragile equilibrio tra i mondi.  Senza di noi tutto sarebbe perso. Il potere che ci è stato trasmesso è un dono e una maledizione, e dobbiamo avere la forza di accettarlo. Siamo e non siamo…”

Quante volte da bambino aveva ascoltato quel discorso, con gli occhi sgranati.
Ci aveva messo anni prima di arrivare a comprenderne anche solo la  metà. 
Ma solo col tempo, in mezzo a tutti quegli inutili giri di parole, aveva scorto - e provato  sulla sua pelle -  il vero significato.
Per Laurell Simon il tutto si condensava in un'unica parola: rogne.

Tutta colpa di quello straclassico, maledetto antenato.
Chiunque fosse, era stato un egoista.
Fare un patto con gli “spiriti” condannando per sempre la tua linea di sangue, vi pare una cosa sensata?
I Guardiani , togliendo tutti i fronzoli filosofici, erano costretti a risolvere tutti i casini causati dai capricci di esseri più o meno sovrannaturali.
Finendo fin troppo spesso in situazioni molto,molto, molto  sgradevoli.
Il vantaggio?
Ovvio che c’era.
Per quanto egoista, di certo quel misterioso avo non doveva essere uno stupido.
La tanto agoniata ricompensa era il controllo su buona parte delle creature, a dipendenza del proprio potere, che si era prepotentemente  ripresentata nelle vene di tutti i discendenti.
Tranne  che in quelle di Laurell Simon.
Almeno non in maniera normale.
E Rebecca Revenge, dopo anni di comuni  assurdità, aveva bisogno di un nuovo mistero da svelare.
Voleva una nuova avventura.
Anche a costo di viverla sulla pelle dell'apparente poco dotato nipote.
Strano come si diventi effettivamente egocentrici con l'avanzare dell'età.

Squadrando quel  volto imbronciato, così diverso dal suo, sorrise sorniona..
- Perché dici così? Tutti gli spiriti della  Casa ti adorano.-
Laurell sbuffò spazientito, mentre i ricordi riaffioravano.
Gli “spiriti” lo trattavano come una specie di animaletto divertente da infastidire.
Adoravano vederlo riempirsi di problemi, stuzzicarlo fino a fargli perdere la calma, guardarlo annaspare in preda al panico.
Spupazzarlo.
Inutile dire che non si sarebbero mai piegati a servirlo.
- Di sicuro non gli stai antipatico.-
Asserì sicura Rebecca , sorseggiando la tisana dalla tazza.
- Non è vero Merril?-
Il ragazzino gli era strisciato alle spalle, e ora stava allegramente giocherellando con  i suoi capelli, facendolo rabbrividire.
- Sì, Signora. Ha ragione.-
Ronfò il demone soddisfatto, mentre il ragazzo cercava di scostarsi da quelle dita fredde.
- Fidati, Laurell. Sono convinta che hai delle ottime capacità.-
L’interessato mugugnò, piuttosto scettico.
- In fondo sei sempre mio nipote, no?-
-Ok. Facciamo così. Prima mi vado a cambiare, poi discutiamo, va bene? Ho freddo.-
-Ti accompagno, Laurie?-
Si offrì Merril servizievole.
-Non ci pensare neanche!!-
Laurell schizzò inorridito fuori dalla stanza.

- Devi sempre fare così, Merril?-
L’anziana donna osservò le foglie di tè ammassate sul fondo, con aria critica.
No, non capiva nulla di preveggenza o simili.
Semplicemente le piaceva guardarle.
- Come posso resistere all’istinto?-
L’apparente giovane fissava ancora la porta da cui era sparito il nipote, come un gatto che si è appena lasciato sfuggire la preda.
- Istinto,umh?-
Era pensierosa. Forse…
- E’ un problema signora?-
Il demone esitò.
- ...no, non direi.-
Perfida.

- AAAAAAAAAAAHHH-

- Ma cosa…Oddio. E’ entrato in camera?-
- Credo proprio di sì, Signora.-
Servo e padrona si fissarono.
Ops.
Si erano completamente dimenticati di lui.

_________

Secondo capitolo.
Grazie a Mady, jecu e Sunev06 per i commenti.

E....

Nonostante piaccia molto anche a me, Merril non è il protagonista.
O almeno non il solo.
Lui  lo vedrete al prossimo capitolo.

Alla prossima !

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Capitolo 3
*** Insetti, Orgoglio e altri Sconfusionati Avvenimenti ***


Orgoglio Capitolo Secondo

Insetti, Orgoglio e altri Sconfusionati Avvenimenti.





- Sei fortunato Azrael.-
Merril si stiracchiò sul letto, come un gatto.
-Perché sono dovuto fuggire dal mio paese, sono perseguitato e in pericolo?-
L'altro sfiorò distrattamente i contorni della lampada blu a spirale, mentre sul viso gli si dipingeva un sorriso amaro.
- No. Perché vivrai con lui.-
-Con il Guardiano Debole?–
Sogghignò , scettico.
-Già. Con lui. E non è così debole, sai?-
- Mmm?-
Era dubbioso.
-Ha qualcosa di diverso. Molto, molto, molto diverso. E te ne accorgerai presto.-
-Di cosa dovrei accorgermi, scusa?-
-Oh, lo saprai. Fidati, lo saprai.-

____Qualche ora dopo____

Laurell non era un’amante della natura.
Gite?
Scampagnate?
Campeggio?
No, grazie.
Scomodità, freddo e fastidiosissimi insetti.
Un connubio letale per uno come lui.
Le mosche le sopportava.
Le zanzare le reggeva.
I ragni li tollerava.
Ciò che proprio non poteva soffrire erano gli scorpioni.
Disgustosi, velenosi, cattivi.
Rasentava la fobia.
Capiamoci: solitamente, quando ne trovava uno  nascosto tra le crepe della vecchia casa, urlava come una femminuccia e correva a chiamare il suo vicino di casa.
E nell'Oregon  si parla di scorpioncini, creaturine minuscole.
Con gli altri insetti non faceva così.
Schifato li raccoglieva con la paletta e li buttava fuori, augurandosi che non tornassero più.
Ma con quelle  bestie rivoltanti era un altro paio di maniche.
Non li poteva neanche vedere.

E allora perché, perché, perché adesso c’era uno scorpione gigante in camera sua?

- Uhm? Che c’è?-

L’aracnide aveva parlato.
Va bene, non era propriamente un' insetto.
No, assolutamente.
La parte superiore del corpo era umana.
Anche abbastanza bella, a dir la verità, ma Laurell non riusciva a staccare gli occhi da quelle orrende chele di dimensioni stratosferiche che si contorcevano a pochi metri dalle sue ginocchia.
Terrorizzato fissò la pelle corazzata  e  pulsante.
Per non parlare del pungiglione.
E quelle zampe…tutte quelle zampe…

O. Santo. Dio.
______________

- …mbiare forma…-
- …enuto. Almeno però ci togliamo… -
- …non era preparato-
-…è davvero tuo nipote?-
-…-
- Merril! Ti ho detto di posarlo sul letto, non di palpeggiarlo!-.
-Attento…quello è lo spigolo del comodi…-

Ahia.
Quello gli aveva fatto male.

- Ops. Scusi Mistress…-
- Ti ho già detto di non chiamarmi così! Sembra un termine da sadomaso. Sono troppo vecchia per queste cose…-
- Va bene, Signora.-

Gli girava la testa.
Provò ad aprire gli occhi, ma era ancora tutto sfocato.
Li richiuse.

- Perché è svenuto?-
Non riconobbe quella voce.

- Credo sia perché non è…mmm…un amante della natura.-
-Cosa c’entra la natura?-

Chi altro c’era?
Provò a tirarsi a sedere.

-Oh, si è svegliato! Merril, togliti da lì. E finiscila di tormentarlo. Non voglio che perda conoscenza di nuovo.-

Uh, era svenuto?

- Laurell? Laurell? Tutto bene ragazzo?-

- Nonna?-

La testa aveva smesso di girare, ma vedeva ancora sfocato.
Aspetta…
- I miei occhiali…-
Qualcuno glieli porse.
-Tieni.-
Ancora lo sconosciuto.
Vabbè, almeno era gentile.
-Grazie.-

E finalmente tornò la luce.

Laurell Simon, dopo aver perso i sensi, si risvegliò sul suo letto.
Con  le applicazioni in plastica del pupazzo del grande puffo conficcate in una scapola.
Senza maglietta.
Con i pantaloni slacciati.
Circondato da troppe persone con secondi fini.
Tra cui una Nonna che cercava di affibbiargli responsabilità che non voleva.
E un demone depravato, con l’aspetto da ragazzino, che approfittava di ogni occasione per palparlo.
E un ragazzo sconosciuto.
Ventenne, forse.
Bello. Molto bello.
Regale.
Con la pelle scura. Abbronzata.
Magari dal sole del deserto.
Che aveva angosciantissimi occhi argentei.
E una corona d’oro a cingergli la fronte.
Sotto un caschetto foltissimo di capelli bianchi.
Che fino a dieci minuti prima al posto delle gambe aveva avuto un’orrenda serie di zampe pelose.


-Cosa diavolo sta succedendo?-

Lo fissarono tutti.
Certo.
Come se non fosse normale chiedersi perché la propria casa- catapecchia sia stata invasa da un gruppetto di esseri non propriamente ordinari.

Merril, seduto a gambe incrociate sul letto accanto a lui, molleggiò ghignando divertito.
- In fondo sono il Messaggero, Signora. Non si preoccupi. Glielo dirò io. -
-Dirmi cosa?!-
- Non so Merril, non sei esattamente un maestro della persuasione…E poi penso che dovrei dirglielo io.  -
-Che cosa dovete dirmi?!-
- O magari sarebbe meglio che a parlarne fosse il diretto interessato… Glielo dici tu, Azrael?-
-Cosa?!-
Proprio non lo ascoltavano.
-Però Signora così mi toglie il Lavoro!-
- Ma no, Merril! Comunque il tuo scopo è portare messaggi. Ma qui sono presenti i diretti interessati…-
- E la mia utilità dove finisce?-
- La tua scena non attacca. So benissimo che il tuo massimo svago è portare cattive notizie.-.
Merril sogghignò.
- Mi vuole privare del divertimento?-
- In genere non lo faccio, lo sai, ma stavolta è diverso. Si parla di Laurell qui.-
La donna rifletté un attimo.
- Ma è proprio per questo che ti dispiace particolarmente, vero? Rischi di perdere un’occasione per tormentare il mio povero nipotino... -.

Un ragazzo sconosciuto, senza maglietta, lo fissava.
Appoggiato alla parete dall’intonaco scrostato e macchiato, lo bucherellava con la sola forza dello sguardo.
Non ci si vergogna tra maschi.
Puttanate.
Laurell era in canottiera e avrebbe voluto seppellirsi.

Sua Nonna e il suo Messaggero litigavano su chi dovesse dare una brutta notizia.
Brutta per lui, naturalmente.
Ed entrambi non nascondevano un evidente e leggermente sadico desiderio di farlo.
Già.
Il demone sghignazzante  non vedeva l’ora.
Spaventoso.
Ma anche sua Nonna non era da meno.
Desolante.

- Che cosa sta succedendo?! Qualcuno me lo dica! Ora!-

Il povero nipotino era sbottato.
La discussione si spense, e i due contendenti (lo strano ragazzo si era tenuto fuori dalla disputa) lo guardarono come se fosse un alieno.
Magari si erano davvero scordati della sua presenza.
Momento d’imbarazzo.
Solo per Laurell, ovviamente.
I Demoni non s’imbarazzano.
E nemmeno la Nonna.
Ma il fuoco di  occhiate che l’aveva colpito fece assumere al diciannovenne una sfumatura vermiglia non propriamente graziosa.


- Cominciamo con le presentazioni, allora. Laurell, ti presento Azrael.-
Merril s’imbronciò, mentre la Nonna si prendeva il dilettoe il diritto delle spiegazioni.
- Piacere -
Borbottò.
Cosa aveva da fissare in quella maniera?
Molto maleducato da parte sua.
- Piacere mio Laurell, piacere mio.-
Il tono non gli piacque per nulla.
E nemmeno il sorriso mellifluo che l’accompagnò.
Neppure Merril sembrò gradirli molto, dato che ringhiò contro Azrael stringendosi possessivo al ragazzo sul letto.
Laurell rabbrividì mentre le mani fredde e sottili gli strisciavano sul petto e cercò di staccarselo di dosso.
Tentativo vano.
E il ragazzo continuava a fissarlo, mentre la Nonna come al solito si godeva la scena.
Le piaceva quando le cose si complicavano.
- Azrael è stato…allontanato, per così dire, dal suo mondo a tempo indeterminato. Un esilio per motivi di sicurezza, non una fuga in seguito a una ribellione, intendiamoci.-
Merril cominciò a soffiargli nelle orecchie.
- Smettila!!!-
- …è l’ultimo erede del trono del Regno di Sabbia e la sua vita è stata messa  a repentaglio…-
Con una mano pallida gli afferrò il volto, obbligandolo a girarsi.
Lo graffiò appena, divertendosi ad arrossargli la pelle.
- Merril!!-
- …da una fazione politica di estremisti molto pericolosa, capitanati dal Visir …-
Il piccolo demone cercò di baciarlo, ignorando bellamente i suoi tentativi di divincolarsi.
Quando si ha una forza sovraumana la stazza non conta.
-…che punta alle solite banalità. Ostacolare la pace, schiavizzare i più deboli…-.
Riuscì a girare il volto, e le labbra del demone si stamparono sulla pelle chiara del collo.
Fu punito con un morsetto leggero.
Da una bocca con due file di denti aguzzi.
-Ahia!-
- …avere il potere assoluto, eccetera. Mai un po’ di originalità. Comunque, a dopo i dettagli.-
Laurell cercò di respingere Merril a suon di spintoni.
L’unico risultato che ottenne fu quello di farsi bloccare i polsi dalle mani apparentemente fragili dell’eterno ragazzino.
- Il punto è che il Consiglio dei Guardiani è dalla parte di Azrael. Se il Visir assumesse il potere, sarebbe un disastro, e non solo per le sue cattive intenzioni da esaltato.-.
Merril lo avvicinò a sé con uno strattone, trascinandolo abbastanza vicino da poter tentare un nuovo attacco.
Cercò di leccarlo, ottenendo in cambio un calcio in pieno stomaco.
Solletico in confronto alle botte che aveva preso nella sua dimensione.
.
- Quello che dobbiamo fare è nasconderlo e tenerlo lontano  dai sicari della Fazione …-
Cominciarono ad accapigliarsi.
O meglio, Laurell si agitava, Merril sogghignava tenendolo fermo senza sforzo
-…e tu, Laurell, in quanto Guardiano, devi proteggerlo.-

 Il giovane smise di lottare contro il Messaggero.
Fissò basito l’anziana signora.
-Stai scherzando!-
-Ti sembra che stia ridendo?-
Laurell boccheggiò.
-Ma…ma…come dovrei fare a proteggerlo?!-
-O, tranquillo Laurell. Non dovrai combattere. Per ora lo stiamo solo nascondendo. Loro non sanno dov’è. -
-Ma prima o poi si renderanno conto che non è più nel loro mondo!-
-Certo. E verranno a cercarlo qui. Ma  la nostra dimensione è vasta, Laurell, e i Guardiani sono tanti.
Ci vorrà tempo prima che ci scoprano. E quando e se lo faranno, faticheranno ad immaginare che l’abbiamo affidato proprio a te -.
Laurell borbottòoffeso.
-Su Laurell, non fare così. Lo sai benissimo come stanno le cose. Semplicemente, dal punto di vista tradizionale sei il nostro anello debole.-
-Grazie Nonna, questo sì che è rassicurante. Mi volete mettere un mezzo scorpione in casa, che avrà altri nemici mezzi scorpioni alle calcagna e una serie infinita di scorpioneschi problemi.-.
- Scorpioneschi?!-
Merril ridacchiò, decidendosi finalmente a lasciarlo andare.
-Non mi interrompere tu. Volete tutto questo e non solo. Visto che sono una schiappa nei Combattimenti, avete anche intenzione  di farmi fare a fette da un gruppo di estremisti aracnidi muniti di veleno e pungiglione. Esaltante. E meno male che dicevi di volermi bene!!!-
- Primo, non l’ho mai detto.-
La donna lo fissò austera.
Laurell ci rimase male.
- Secondo, è vero che sei debole quindi smettila di fare la venere oltraggiata. Terzo, dovresti proprio superarla questa tua fobia per gli scorpioni. In fondo quello è successo quasi dodici anni fa…-.
-Undici!-
La corresse, iniziando a sudare freddo al solo pensiero.
-Fa lo stesso. Quarto, ti faccio presente che non puoi rifiutarti. Fa parte del patto. E poi dove è finito il tuo onore di Guardiano? -
Laurell salutò la sua autostima, mentre la osservava impotente buttarsi nella tromba dell’ascensore.
Era abbacchiato.
Chinò la testa vergognoso e frustrato.
- Quinto, nessuno ti vuole morto.-
A parte forse Kai …e qualche altra persona.
Ma Rebecca decise che probabilmente  in quel momento era il caso di ometterli.
- E poi naturalmente sarai supportato dalla Casa. Sesto…-
Il tono della donna si addolcì.
- Ti voglio bene davvero, ragazzino.-
- Nonna…-

-Pfff…-
Merril trattenne una risata.
Non era cattiveria, sul serio. Semplicemente quelle scene stucchevoli gli davano la ridarella.
Rebecca gli lanciò un’occhiata glaciale.
Laurell si alzò.
- Vado a cambiarmi. Ho freddo. -
- Ti riscaldo io, Laurie?-
-No!-
Afferrò a casaccio alcuni vestiti e si chiuse in bagno sbattendo la porta.
- Vado a sedermi in…salotto.-
La Nonna gettò un’occhiata di sufficienza alla minuscola accozzaglia di mobili che suo nipote si ostinava a chiamare “salotto”.
Anche una persona normale l’avrebbe trovato piccolo e cadente, ma per una come lei, abituata a vivere nel florido benestare della Casa, era  davvero penoso.
A quanto pareva suo nipote non aveva perso l’abitudine di collezionare gli oggetti più strani.
Bene.
In fondo quella era forse l’unica misera bava di somiglianza che lo legava a Rebecca.
Sui mobili di legni diversi erano stipati tonnellate di libri, cd di ogni genere e, quando li vide non poté fare a meno di ridacchiare- peluche di diversa forma e dimensione, molti storti e sfilacciati.
A quanto pare Mian non aveva mai smesso di regalarli al fratello lontano.


Laurell si sedette per terra, cercando di riordinare le idee.
Avrebbe dovuto convivere, a tempo indeterminato con un maledetto mezzo scorpione.
Cioè, visto che le zampe erano scomparse, probabilmente avrebbe dovuto convivere con un mezzo scorpione travestito da umano.
Wow.
Molto meglio.
No.
Per nulla.


Merril faceva le fusa.
Continuando a fissare la porta del bagno maledettamente chiusa.
Azrael gli si sedette accanto, mettendo a dura prova i pantaloni di Laurell che gli avevano prestato, almeno due taglie più piccole.
-Te ne sei accorto, allora?-
Azrael annuì.
- E’ una cosa strana. Non avevo mai sentito nulla di simile, tantomeno per un umano. Attrazione. -
Si passò la lingua sulle labbra.
-Se ne  sente  quasi il sapore.Ma non è solo quello. Sarà divertente vivere qui.-
 Sorrise malvagio.
Merril si irritò.
- Lascialo stare. –
-Non mi sembra che tu lo faccia.-
Il Messaggero ringhiò.
-E’ per una questione di anzianità, moccioso. Lui è mio.-
- O meglio lo vuoi tu, vero?-
-Indovinato.-
Si squadrarono.
-Non credo che andremo d’accordo.-
-Già. Nemmeno io -.
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Altro capitolo! Le cose s i stanno avviando!
Muahahahah....
Grazie a Mady , Bright_Nuvola (ricevuto! Continuerò!), cdm e  un ringraziamento speciale a Broccolo, che mi ha messo tra i suoi autori preferiti.
Sono davvero commossa.

E di nuovo grazie di cuore.
Spero che vi piaccia anche questo capitolo, nonostante la confusione. ^_^
C'è la possibilità che il rating  diventi rosso, ma visto che non ne sono sicura per ora preferisco lasciare così.
Alla prossima!

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