Don't Believe it, Know it!

di Madiletti
(/viewuser.php?uid=835340)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Mission ***
Capitolo 2: *** Mole ***



Capitolo 1
*** First Mission ***


Antonio camminava tranquillamente per la via affollata, senza curarsi troppo della gente che aveva attorno, ma curandosi solo della meta che doveva raggiungere. Aveva una missione, e nulla lo avrebbe fermato. Che missione aveva? Meno ci pensava e meglio era. Doveva affrontare tutto un passo alla volta. Adesso doveva raggiungere sano e salvo il punto d'incontro. Una ragazza della folla si voltò verso di lui, lo guardo un poco più intensamente del normale. Nulla di cui preoccuparsi.
Prese la strada a destra e si avventurò tra due stretti palazzi. È incredibile quanto possa cambiare il paesaggio se si svolta anche un solo angolo. Ora non c'era folla: solo un barbone, steso da un lato, con la bottiglia ancora in mano, vuota. Se fosse un film ora succederebbe qualcosa, no?
“Guarda un po' qui...” Disse il tizio, posando un dito sullo schermo. “Non dovrebbe fare così, vero?” L'altro osservò i caratteri verdi per qualche secondo “Agenti” “Merda, lo chiamo subito!” “No, così diventiamo rintracciabili!” “Ma morirà!” “La via di fuga più vicina è a qualche chilometro, morirebbe comunque prima di raggiungerla” “Dio Santo!” “Bravo, prega. Perché non possiamo fare altro...”
Non aveva una bella sensazione riguardo a quello che vedeva. Qualcosa gli diceva che stava andando dalla parte sbagliata. Eppure quel vicolo tutte curve doveva portare al luogo dell'incontro. Poi si girò, il barbone aveva appena sollevato la bottiglia, posandola poi sull'asfalto. Quel piccolo rumore lo aveva turbato. Sorrise. Era uno sciocco. Si trovava alla prima missione e già si faceva prendere dalla paranoia? Come potevano sapere che lui... Un altro rumore, identico a quello di prima, una bottiglia che tocca l'asfalto: Déjà vu. Riuscì a saltare appena in tempo, piegando l'asfalto sotto ai piedi: un proiettile gli passò molto vicino alla caviglia, prima che lui si trovasse a qualche metro da terra, posando i piedi sul tetto del palazzo.
“Dio Santo se ne è accorto! Sia lodato il cielo!” “Lascia perdere il cielo, lo avevi informato sulla via di fuga?” “Si, ovviamente” “Allora preparala...”
Corri, corri, corri e come dargli torto. Nessuno fino ad adesso era sopravvissuto ad uno scontro con un agente. Certo lui aveva quello. Ma le simulazioni dimostravano che non bastava. Non era l'eletto. Quando aveva saputo di quello ci aveva sperato veramente, ma l'oracolo aveva parlato chiaro: sarebbe morto prima della fine. Oh, beh, certo che non se ne preoccupava troppo, anzi. Tutti moriamo prima o poi, e quello che gli aveva detto l'oracolo gli dava un motivo in più per raggiungere la meta, anche se questo significava morire.
Un proiettile gli sfiorò l'orecchio e Antonio si gettò alla propria sinistra, eseguendo una ruota senza posare le mani a terra, estraendo da sotto il cappotto le due Uzi. Trovandosi a testa i giù lasciò che gli occhiali scuri scivolassero lasciandogli la vista pulita e inizio a sparare contro il tizio in giacca e cravatta che ora gli si trovava di fronte a lui. Aveva già visto, nelle simulazioni l'effetto ottico per cui gli agenti sembravano sdoppiarsi nell'evitare le pallottole, ma visto nella realtà, era davvero impressionante. Tuttavia aveva preso il tempo necessario, riatterrò sul bordo del palazzo, lasciò cadere le armi, si sistemò sul naso gli occhiali che ormai si reggevano per miracolo sulla fronte, e si lasciò cadere nel vuoto, il tutto in meno di due secondi.
Se vi chiedete perché un uomo sano di mente dovrebbe gettarsi dal tetto di un palazzo, non avete mai visto i film di Matrix; il nostro eroe, infatti atterrò incolume in ginocchio sull'asfalto della strada, distruggendone il manto lucido. Troppa gente: troppi potenziali agenti. E così si mise a correre per vie secondarie. Déjà vu. Devono aver cambiato il percorso del vicolo. Quindi: dove cazzo mi trovo? Doveva trovare la via di fuga, e doveva farlo prima che gli agenti lo trovassero. Non mi hanno chiamato, non mi hanno avvisato, quindi sono lontano dalla via di fuga. Si fermò un momento e osservò il luogo intorno a se. Un telefono pubblico isolato, lontano dalla linea principale, il tetto sfondato e un elenco telefonico strappato. Questo era tutto quello che sapeva della via di fuga. Doveva trovarla il prima possibile, doveva trovarla da solo. Riprese a correre proprio mentre un agente appariva in fondo al vicolo con la pistola spianata.
Ovviamente sapeva anche la direzione approssimativa della cabina, in direzione nord-est, su una via principale ma poco frequentata. Quindi si mise a correre in quella direzione.
“Ottimo, il ragazzo è in movimento, ma si trova troppo spostato verso Ovest, se continua così supererà la via di fuga.” “Quando sarà vicino lo chiameremo, allora non ci saranno più rischi.” “Capitano, come mai avete inviato un novellino per una missione del genere?” “Perché lui è particolare.” “E un altro problema: come fanno ad essere a conoscenza della missione?” Non c'era bisogno di una vera risposta, lo sapevano tutti e due: in quella piccola nave, di sole cinque persone più il ragazzo connesso, c'era una talpa.
Driiiiin La suoneria del cellulare fece sobbalzare Antonio, che rispose rapidamente guardandosi attorno circospetto. “Sei tu, Operatore?” “In carne ed ossa. Sei vicino alla via di fuga, continua dritto, alla seconda strada gira a sinistra, in fondo a quel viale trovi la cabina. Tre agenti dietro di te, e sei fortunato che non ci sia gente. Torna vivo, mi raccomando.” Non fece neanche in tempo ad attaccare che due agenti girarono l'angolo dietro di lui e iniziarono a sparare, cercando di colpirlo di anticipo. I movimenti di Antonio furono rapidissimi: un paio di ruote, una capriola a mezz'aria, un salto con spaccata e, passando attraverso le traiettorie dei proiettili come un ballerino, raggiunse l'altro lato della strada. Portandosi dietro un cassonetto della spazzatura come copertura, raggiunse la seconda traversa e cominciò a correre come mai prima.
Era a pochi passi dalla cabina, quando i due agenti comparvero dietro di lui sparando simultaneamente, mentre il terzo, che gli aveva tagliato la strada, gli sparava d'anticipo lateralmente. Non poteva evitarli contemporaneamente, si voltò, allungando la sinistra dietro di se per afferrare la cornetta, nel mentre strinse la destra, e il tempo si rallentò.
Non che si rallentò realmente, ma Antonio espanse la propria mente, calmò il respiro, chiuse gli occhi, mosse il braccio, don't believe it, know it!
Il corpo di Antonio si mosse come in preda alle convulsioni, l'operatore si affrettò a staccare lo spinotto dalla parte posteriore del collo, estraendo il grosso ago. Antonio si accasciò esanime, con il fiatone per lo sforzo.
“Capitano, posso parlarle un momento?” “Dimmi” “Si tratta di quel ragazzo.” “Sta bene?” “Perfettamente, ora sta riposando. Il fatto è... che sta succedendo qualcosa di impossibile” “Cioè?” “Un secondo prima della disconnessione era spacciato, non aveva modo di difendersi, poi invece è successo qualcosa di inaspettato.” “Non riesco a seguirti...” “Ha estratto una spada! Ha tagliato quei fottuti proiettili con una spada!” “Dio Santo, Eleazaro! Quanti anni sono che fai l'operatore? Tutti noi in Matrix sappiamo affettare proiettili!” “Non mi avete capito, capitano: quella spada non c'era! Non l'aveva con se, non l'ha presa da nessuna parte!” “Che stai dicendo?” “Sto dicendo che o io sto diventando pazzo, e non lo escluderei, o quel ragazzino è l'eletto, e allora la pazza è l'oracolo, perché davanti ai miei occhi, su quel fottuto schermo, è cambiato quel fottuto codice sorgente! Quel ragazzo ha CREATO una spada!”.
 


Angolino dell'autore: Allora? Vi è piaciuto? La storia è ambientata prima degli avvenimenti del primo film, e vuole essere una specie di prequel... Non so cosa verrà fuori, ma vi prego di recensire, così da potermi perfezionare. Un saluto a tutti quanti! La frase del titolo, "don't believe it, know it", l'ho lasciata in inglese perché la traduzione italiana ha stravolto il senso, dicendo esattamente la cosa inversa

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mole ***


“Scusi, credo di non aver capito bene: può ripetere?” “Hai capito benissimo, invece: ne ero già a conoscenza.” “E di grazia, quando avevate intenzione di dircelo?” “Mai. Questa doveva essere una missione di prova: doveva raggiungere il luogo, consegnare un pacco e andarsene, niente di più semplice.” “Perché? Se è veramente l'eletto non dovrebbe esporsi in questa maniera!” “Primo lui NON è l'eletto. E di questo siamo molto sicuri, secondo: la missione è stata decisa dall'oracolo in missione.” “Non capisco...” “Non è tuo compito capire. Il tuo compito è salvarci il culo quando a Matrix le cose si mettono male.” Eleazaro lo guardò storto per un attimo, prima di riprendere “Comunque abbiamo ancora il problema della talpa. Vado a chiamare gli altri.
Seduti attorno al tavolo si trovavano quattro persone: l'operatore, il medico, l'armatore e il pilota. Nessun altro si trovava a bordo della Betsabea, piccola nave da ricognizione. Il capitano, in piedi al capo della tavola, li guardava tutti severamente “Almeno una persona qui, sa perché siamo riuniti in questa stanza” “Dove si trova Elia?” “Riposa. Ha avuto una giornata alquanto sconvolgente” “Non lo sono tutte le giornate, a Matrix?” A parlare dopo il capitano erano stati, rispettivamente, l'armatore, il medico e il pilota. “Lui non c'entra con questa riunione. Non è necessario ora.” Il capitano si prese un attimo di respiro, quindi riprese “Non voglio prendervi per i fondelli e sarò il più diretto possibile: tra noi cinque si nasconde una talpa, qualcuno che, per qualche ragione, sta lavorando con le macchine e questo, lo sapete tutti, è inammissibile. Voglio che costui sappia che non torneremo a Zion finché non lo troveremo e che se si costituirà, farò da mediatore perché la pena non sia troppo pesante.” l'armatore alzò la mano “Capo, veramente saremmo in sei...” “Il ragazzo ha rischiato la vita a causa della soffiata, direi che è da eliminare dai sospettati” Stavolta parlò il medico “e se avesse finto?” “Non è possibile. La soffiata non ha avuto altro effetto che mettere in pericolo la sua vita. Non siamo stati scoperti.” “Perché lei ha interrotto la mia chiamata. Qualsiasi operatore avrebbe avvisato un novellino” “Questo vuol dire che o il ragazzo si aspettava la chiamata per far si che le sentinelle ci trovassero o che lei, capitano, ha interrotto la chiamata per assicurarsi la sua morte” Nella sala calò il silenzio. Il medico, dopo quella considerazione, guardava con aria di sfida il capitano, aspettando una reazione. “Ottimo, queste sono due ipotesi, stiamo procedendo bene. Qualcun altro ha altre piste?
Antonio sollevò la testa dal cuscino, cercando di non ricadere all'indietro. Si mise seduto e respinse a fatica il senso di nausea. Cambiare il codice di struttura era relativamente semplice, ma il codice d Matrix era infinitamente più complesso. Gli era scoppiata un'emicrania tremenda che non accennava ad andar via. La dottoressa (ebbene si, il medico che ha parlato finora è una donna) gli aveva dato 5 mg. di Triptacedrina per alleviare il dolore, ma evidentemente non bastava; ne avrebbe chiesta altra più tardi. Si alzò e si mise a camminare su e giù per la stanza, cercando di ragionare con calma: come era possibile che qualcuno avesse riconosciuto il suo volto? Come era possibile che sapessero della sua missione? A Matrix lui era sempre stato un ragazzo qualunque, poco notato. Quando era sparito, risvegliato da Morpheus, nessuno ne aveva denunciata la scomparsa. Non aveva conosciuto mai nessun agente ne li aveva incontrati per strada. Possibile che... No! Antonio vide di fronte a se le facce dei componenti della piccola “ciurma”: era impossibile che tra loro ci fosse una talpa.
“Nessun altro?” Il capitano si guardò intorno, con lo sguardo stanco “Quindi alla fine siamo tutti egualmente sospettabili?” Nessuno rispose. “Mi sembra che l'unico di cui possiamo fidarci è Elia che, purtroppo, è anche quello che non può avere nessuna prova, dato che era in Matrix” Anche ora nessuno parlò. “Comunque non possiamo tornare a Zion, ma è troppo tempo che siamo fermi qua. Tra dieci minuti ripartiamo. Siete liberi di andare e venire per la nave, ma nessuno, ad eccezione della dottoressa Zara hanno il permesso di parlare con Elia, e anche lei” le punto severamente contro il dito “lo faccia solo per il minimo necessario alle sue cure”
“Hai avuto altri dolori?” “No, ma il mal di testa non è passato, anzi, continua ad aumentare.” “La donna lo osservò con il voto contratto “Non è normale, Elia, più tardi dovrò passare a farti qualche controllo, nel frattempo ti do un'altra pillola di Triptacedrina, d'accordo?” “Le sarei molto grato” “E dammi del tu. Mi fai sentire vecchia!” “Scusami” Zara fece per uscire “Dottoressa” “Si, Elia?” “Perché non posso uscire dall'infermeria?” La donna lo guardò triste in viso “Suppongo che lo scopriremo presto” Rispose enigmatica, prima di uscire dalla stanza, lasciando solo Antonio, con un bicchiere d'acqua in una mano e una pillola nell'altra.
Osservò la pillola con attenzione, era lucida e di colore verde scuro, quasi smeraldo. Ripensò al momento fatale in cui Morpheus gli aveva scelto due pillole simili, ma di colore diverso, in Matrix. “Io posso indicarti la porta, ma sei tu che devi varcarla” Gli aveva detto. E lui l'aveva varcata. Aveva passato dei mesi d'inferno nella riabilitazione dei muscoli, poi aveva subito l'allenamento intensivo in struttura, e li, per la prima volta, aveva scoperto di poter modificare il codice sorgente intorno a se. Mentre ingoiava la pillola si ritrovò a pensare e se avessi preso l'altra pillola? Se fossi rimasto un ragazzo normale senza alcuna conoscenza della realtà vera? Sarebbe stato migliore? “Tutti ci facciamo questa domanda, ragazzo, tutti, nessuno escluso, alcuni trovano una risposta, altri un'altra. Io ho trovato la mia.” Antonio rabbrividì. Aveva  sentito queste parole pochi giorni prima, quando, in preda al sonno aveva visto qualcuno entrare nella propria stanza. Aveva appena urlato i propri dubbi contro i cinque dell'equipaggio seduti a tavola, e qualcuno lo aveva raggiunto per consolarlo. In quel momento non aveva capito il senso della frase, ma ora lo capiva perfettamente, ma per quanto si sforzasse, non riusciva a materializzare il volto di quella persona.
Capitano e pilota erano seduti in cabina, soli, pronti a partire. “Capitano è sicuro? Se siamo solo noi due qui in cabina, la talpa potrebbe segnalare la nostra posizione” “è quello che voglio: tu non conosci la nostra destinazione e starai con me tutto il tempo. Se ci raggiungeranno potrò escluderti dalla lista dei sospetti. In una lista di quattro persone direi che è un buon passo avanti” “Quattro? Non eravamo cinque?” fece notare il pilota “Io mi sto escludendo perché so di non essere la talpa, nella tua lista tu ti sarai escluso, immagino, no?” “Già” Rispose quello, leggermente imbarazzato, prima di accendere i motori e le piastre “Bene, dove andiamo?”
A metà del percorso i radar segnalarono delle sentinelle. Il capitano ordinò a tutto l'equipaggio, escluso Elia, di raggiungerli in cabina... Poco dopo le sentinelle persero le loro tracce.

Angolino dell'autore: Bene, inizia una piccola saga investigativa, per scoprire la talpa: spero di concluderla nel prossimo numero, perché non è ciò che voglio scrivere XD. Infatti la trama gira intorno a:
-Quale sarà la missione affidata dall'oracolo a Elia? Sarà veramente solo una consegna?
-Come fa questo ragazzo a modificare il codice sorgente di Matrix?
-Perché dovrà morire? E come, soprattutto?
-Perché sto facendo una lista di perché?
-Ma soprattutto: come c'entra tutta questa baraonda con la trama dei film di Matrix?

Un'ultima cosa: nella storia è presente un piccolo riferimento ad un'altra opera di cui sono innamorato. Chi riesce a indovinare qual'è?

Fatemi sapere cosa pensate di questo mio lavoro con una recensione (anche piccola va bene)!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3094004