I’ve felt so bad for so long, I’m scared, I’m fine.

di axonitum
(/viewuser.php?uid=227377)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don’t go he said, i wouldn’t mind but i’m cold inside. ***
Capitolo 2: *** I’d love to always be a small part of what makes you smile. ***
Capitolo 3: *** Let’s close our eyes, we’ve got time to make each other way. ***



Capitolo 1
*** Don’t go he said, i wouldn’t mind but i’m cold inside. ***




Note inutili very important: tutto ciò è stato creato dalla mia stupida geniale mente, mentre ero tutta intenta ad ascoltare Guilt Tripping (by frnkiero andthe cellabration) che è una canzone –ohh, feels- che mi ha fatto venire in mente, fin dalla prima volta che l’ho ascoltata, a quelle scene che si vedono nei film americani dove una band canta al ballo scolastico e tutte le personcine carine ballano con il/la proprio/a amato/a. Quindi questa fantasia mi ha perseguitato ogni volta che l’ascoltavo finché non mi sono decisa a scriverci su questa cacchiata frerard –of course, come non potrei pensare a quei due-
 
Altre note inutili very important: Sono adolescenti stupidi e innamorati, perdonateli per essere dei cazzoni –non letteralmente, i think. Frank suona con i Pencey Prep perché si. Se volete, leggete tutto questo mentre ascoltate Stomachaches, come io ho fatto mentre scrivevo.
Dovrebbe essere una mini long, al massimo 3 o 4 capitoli insomma –e fu così che ne scrisse 2.
AH il rating per ora è giallo ma in futuro potrebbe aumentare perché forse ho in mente qualcosina..
 
Detto questo, buona lettura. Spero mi lascerete una recensione sia che vi sia piaciuta, sia che abbiate consigli da darmi o non vi sia piaciuta proprio!
enjoy!
 









 

Primo Capitolo

don’t go he said, i wouldn’t mind but i’m cold inside.
[non andare, ha detto, non mi dispiacerebbe, ma io sono freddo dentro.]








 
Frank non sapeva cosa, esattamente, stava succedendo.
Gli ultimi secondi sembravano scorrere a rallentatore davanti ai suoi occhi nocciola.
Osservava attentamente –riparato dall’anta aperta del suo armadietto- Gerard Way salutare suo fratello e uno dei suoi migliori amici con una pacca sulla spalla e poi voltarsi verso di lui. Si, proprio verso di lui!
Aveva fatto un gran sorriso e si era addirittura avviato nella sua direzione.
Frank prese un respiro profondo, prese il libero di matematica e poi chiuse l’armadietto in tempo per andare –scappare da Gerard- a lezione.
Ma, i suoi buoni propositi vennero distrutti nell’esatto momento in cui Gerard way gridò il suo nome a qualche metro da lui.
Il castano fece finta di non averlo sentito e si incamminò lentamente verso l’aula ma Gerard evidentemente aveva altri programmi per lui.
Gli toccò il braccio e si sentì come se, dove aveva poggiato le dita, stesse andando in fiamme.
« hey Iero! » continuò a camminare « Frank! » si voltò lentamente verso di lui « non ci senti più? » ridacchiò leggermente e Frank automaticamente serrò la mascella.
« ci sento benissimo. » rispose freddo.
Il sorrisino di Gerard sparì e immediatamente lo vide aprire la bocca –quella bocca che un tempo aveva desiderato con tutto se stesso- e dire qualcosa che lui non ascoltò troppo impegnato ad abbassare lo sguardo sul sollo latteo dell’altro e socchiuse gli occhi.
Cominciò a ricordare..
Non riusciva a credere che l’altro avesse la faccia tosta di rivolgergli la parola e addirittura di fare del sarcasmo con lui!
Quel giorno era rimasto impresso a fuoco nella sua mente.
Aveva promesso a se stesso che non avrebbe più guardato Gerard way con desiderio –amore.
Aveva promesso a se stesso che non avrebbe più parlato con l’altro, avrebbe fatto finta che non esistesse.
Avrebbe fatto finta di non essersi mai innamorato di Gerard Way.
Ma soprattutto, aveva promesso a se stesso che non sarebbe più stato male per una persona del genere.
 
A quel tempo, sei mesi e mezzo prima, Frank portava degli orrendi dreads castano chiaro, solo dopo averli tagliati si era reso conto che non gli donavano neanche l’un percento di quanto credeva.
Aveva qualche chiletto di troppo –era cicciottello, si- e andava in giro con felpe sformate e di parecchie taglie più grandi, nonostante fosse quasi giugno.
Era uno degli ultimi giorni di scuola e a breve ci sarebbe stato il ballo degli ex alunni e di fine anno.
 
Dopo essersi arrovellato il cervello per almeno due settimane, aveva finalmente deciso di prendere il toro per le corna –o per i coglioni- e di chiedere alla sua storica cotta stratosferica di accompagnarlo al ballo. Gli parlò un giorno dopo pranzo.
Si era avvicinato a lui e al suo armadietto cautamente –molto cautamente- aveva ingoiato a vuoto circa una decina di volte e l’aveva salutato con un filo di voce.
Non aveva mai parlato con lui, si era sempre limitato ad osservarlo dal suo angolino buio, quindi ritrovarsi davanti Gerard way in tutto il suo splendore gli fece perdere un battito e azzerare la saliva.
 
Il moro si era voltato verso Frank e subito il suo sorriso si era trasformato in un ghigno.
Non era un buon segno, decisamente.
Aveva preso un respiro profondo e, cercando di sorridere e di non far notare quanto fosse nervoso, gli aveva balbettato l’invito.
 
Non si aspettava assolutamente che quello che lui considerava il più bello e dolce ragazzo della scuola in verità fosse uno stronzo –e insensibile, aveva suggerito la sua mente- per cui contava solo l’apparenza.
 
Gli aveva riso in faccia senza vergogna e dopo aver chiuso l’armadietto gli aveva detto « ci vado già con Bert McCracken, ma.. anche se non fosse stato così non sarei venuto al ballo con te lo stesso.. » aveva fatto qualche passo verso il centro del corridoio ma poi si era voltato ancora ed aveva aggiunto « ..a meno che non smettessi di essere uno sgorbio, allora, forse, avresti una remota possibilità. » e l’aveva lasciato li imbambolato con una risata di scherno.
Si ricordava di essersi prima accasciato contro un armadietto con gli occhi che pizzicavano e poi essere corso nel bagno più vicino ed essere scoppiato in lacrime.
 
Erano bastate due frasi per far crollare tutto il suo mondo fatto di unicorni,  cuoricini rosa e Gerard Way.
Le persone il più delle volte non erano quello che sembravano, e lui lo aveva scoperto a proprie spese.
 
In quel momento si era reso conto di essere un ragazzino estremamente ingenuo e si costrinse a maturare. Ma soprattutto si costrinse a mandare a fanculo quel tipo che non si meritava niente. Anche se, ogni tanto –ma poco poco- ancora gli capitava di pensare a lui.
 
Ora si era sistemato, si era tagliato quei cosi che aveva in testa,  si era lasciato crescere i capelli e poi li aveva tinti di nero. Aveva anche un ciuffo che gli copriva un po’ il volto –lo faceva sentire al sicuro, coperto.
Si era messo a dieta e nonostante avesse perso molto peso - ora poteva andare fiero del suo fisico- il suo viso aveva mantenuto dei lineamenti morbidi e delicati.
Aveva anche cercato dei componenti per una band ed ora suonavano in giro. Era diventato figo ed ora poteva metterlo in quel posto a quello stronzo di Gerard.
 
« oh ma hai ascoltato quello che ti ho detto? » chiese l’oggetto dei suoi pensieri sventolandogli una mano davanti al viso.
« no.. » rispose con un filo di voce, incapace di articolare una frase più complessa. Si era perso nel suo mondo mentre l’altro parlava, era un cretino.
« ho saputo.. » iniziò prendendo un respiro profondo « ..che hai una band e siete piuttosto bravi, quindi mi chiedevo se vi andasse di suonare al ballo di Natale, tra una settimana. E’ solo per tre quarti d’ora, prima dell’arrivo dell’altra band e ovviamente sarete pagati, anche se poco, perché la scuola non ha molti fondi, così.. » si interruppe. Non si ricordava che fosse così logorroico.
 
« c-cos- »
«dai! Sarà divertente! » sorrise, un sorriso vero, sta volta.
Stronzo approfittatore. Gli suggerì la vocina nella sua testa.
« dovrò prima parlarne con la band.. » disse il più freddamente possibile.
« okay! Però fai in fretta perché è solo tra sei giorni quindi, uhm, domani vediamoci alla fine delle lezioni così siamo più calmi e mi dici cos’avete deciso, okay? » annuì a se stesso « Bene, ora vado ciao! » superò Frank sfiorandogli la spalla e quello rabbrividì leggermente.
« o-okay.. » rispose, ormai, a se stesso con un filo di voce ed un sospiro.
 
 
 
 

«♪♪♪»

 
 
 
 
 
« Frank! »
« cosa! » rispose, stizzito.
« come: cosa? Noi suoneremo al ballo! »
« ..ma »
« niente ma. È un’ottima occasione per farci conoscere anche a scuola e poi ci servono i soldi, i regali di Natale non si comprano mica da soli! » affermò Tim.
Frank sbuffò « io non voglio suonarci! » stava cominciando a fare i capricci, avrebbe litigato anche con i suoi amici pur di non dare soddisfazione a Gerard!
« e invece ci suoni! E canti, anche. » Frank si imbronciò e gli altri sospirarono con la pazienza agli sgoccioli.
« Neil diglielo anche tu! Aiutami! »
« mi spiace Frankie, mi servono soldi » rispose quello con sguardo dolce ed un’alzata di spalle.
« allora facciamo una cosa » propose Shaun « siamo una band no? Siamo cinque, quindi mettiamolo ai voti, chi vuole suonare alzi la mano! » Frank guardò, con una smorfia, tutti gli altri alzare la mano. Sapeva già prima che avrebbe perso, tuttavia questo non gli impedì di volergli tagliare le dita, una ad una.
 
 
 
 

«♪♪♪»

 
 
 
 
 
Il giorno dopo Frank cercò di non pensare al fatto che alla fine delle sei ore avrebbe dovuto parlare con Gerard di sua spontanea volontà.
Non riusciva a capire come avesse fatto a cacciarsi in una situazione simile.
Purtroppo la campanella suonò e presto si ritrovò in corridoio. La maggior parte degli alunni era già uscita. Mentre si avvicinava a Gerard –ed a quel culo favoloso che si ritrovava- pensò che almeno non c’erano occhi indiscreti che avrebbero potuto vederli. Anche se non sapeva bene perché si preoccupasse di questo..
 
« ehi Frankie, come va? »
Frankie.. ma come si permetteva! Pensò allibito.
« uhm.. i-io b-bene » stava addirittura balbettando, era senza speranza.
« allora, cos’avete deciso tu e- oh come si chiama la tua band? » chiese chiudendo l’armadietto. Si mise in spalla una borsa a tracolla nera e con la testa gli fece un gesto per dirgli che dovevano avviarsi verso l’uscita.
« Pencey Prep, c-ci chiamiamo così. » affermò a mezza voce mentre camminava fianco a fianco con il moro. Se solo un paio di giorni prima glielo avessero detto non avrebbe esitato a mettersi a ridere sguaiatamente e a dargli dei pazzi.
« ma- come la scuola dove andava Holden? »
« si.. ha-hai letto Il Giovane Holden? » chiese sinceramente stupito.
« certo! Per chi mi hai preso, è un classico e l’hanno letto praticamente tutti, non dovresti essere così stupito! » ridacchiò e poi fece rimanere Frank stupito ogni oltre limite quando gli diede una leggera spallata, come sei faceva tra amici.
E poi, lui non conosceva nessuno che l’avesse letto.. neanche i suoi amici –quando aveva proposto il nome per la band- sapevano di cosa stesse parlando.
« ..comunque.. » continuò Gerard « allora? Suonerete sabato sera? »
« ehm s-si ne ho parlato con la band e m-mi hanno detto che per loro v-va bene.. quindi si. » non sapeva perché non riuscisse a smettere di balbettare. Merda.
« davvero? Perfetto allora! Ah Frank non sai, mi hai salvato il culo! Se non fossi riuscito a trovare un’altra band probabilmente mi avrebbero tolto dall’organizzazioni delle feste scolastiche.. » Frank si limitò ad annuire, era ancora troppo stupito per come si stava comportando l’altro per parlare normalmente, poi Gerard continuò a parlare, praticamente a se stesso « e che canzoni porterete? Probabilmente andrebbero bene anche delle cover che conoscono un po’ tutti e magari potreste portare anche qualche canzone scritta da voi.. »
Frank sbuffò leggermente e il moro bloccò il flusso interminabile di parole che usciva dalla sua bocca.
« ah! Ma io devo girare qui.. »
Il castano alzò lo sguardo da terra e si rese conto che erano per strada. Quanta strada avevano fatto in quei minuti? Comunque annuì all’altro. Gerard gli sorrise e poi sparì dietro l’angolo dopo avergli dato una pacca sulla spalla.
Frank sospirò e si spiaccicò una mano sulla faccia.
 
 
 
 

«♪♪♪»

 
 
 
 
 
Frank saltellava sul posto. Centinaia di ragazzi e ragazze ballavano su una musica decisamente assordante.
La palestra –doveva ammettere, però- che era stata addobbata piuttosto bene. Festoni e decorazioni color ghiaccio e blu/viola erano ovunque. E dato che erano vicini al Natale aveva visto anche delle palline per alberi e dell’agrifoglio sparsi qua e la.
Chissà chi era stato a decorare la palestra in quel modo.. pensò Frank prima di beccarsi una pacca decisamente forte in mezzo alle scapole.
Neil entrò nel suo campo visivo « nervoso? » chiese.
« abbastanza.. » rispose il castano con una scrollata di spalle.
Neil gli sistemò la cravatta rossa e poi gli carezzò gentilmente una guancia. Era così tra loro. Erano amici da secoli, fin da bambini –a differenza che con gli altri che aveva conosciuto a scuola. Per loro era normale abbracciarsi e scambiarsi gentilezze. « andrà bene vedrai.. » gli sorrise e Frank sospirò.
Neil non sapeva che la sua agitazione non era dovuta alla moltitudine di adolescenti accalcati l’uno addosso all’altro ma, piuttosto, da una sola persona, che lo guardava attento dal fondo della sala.
Era il momento di andare in scena!
 
Salirono sul palco pieni di adrenalina ed iniziarono a suonare, dopo che una voce femminile li presentò.
Centinaia di occhi puntati su si loro ma Frank ne avvertì su di lui solo un paio, brucianti, verdi.
Suonarono qualche cover alternate da alcune loro canzoni, scritte da Frank.
Non gli piaceva ammetterlo ma, era piuttosto fiero del lavoro che aveva fatto e, ancora di più, dopo l’ennesima batosta che gli aveva dato Gerard Way. Tutta la rabbia e la sofferenza che aveva accumulato in corpo era uscita fuori tutta in un colpo alimentando la musica.
 
Finita la loro esibizione molta più gente di quella che si aspettava batté le mani e decise che era fiero dei Pencey Prep.
Frank scese dal palco grondante di sudore, gli succedeva praticamente sempre ma ehi, non era colpa sua se aveva la sudorazione facile!
Si asciugò il viso con un asciugamano –che non sapeva da dove fosse uscito- così alzò lo sguardo e si ritrovò quel paio di occhi puntati su di lui.
« g-grazie.. » biascicò
« di niente! » gli rispose sorridente Gerard « cavolo siete stati grandi! Non sapevo che foste così bravi! E poi.. hai una voce davvero particolare e alcune canzoni.. uhm.. erano così.. così intrise di emozioni!.. » in quel momento Frank capì che non avrebbe mai smesso di essere così logorroico ma capì anche che gli piaceva.
Gli piaceva maledettamente, cazzo!
Si diressero verso il fondo della palestra mentre l’altra band saliva sul palco e mentre Gerard era ancora intento a parlare della loro esibizione. Tim e Neil al seguito mentre Shaun disperso tra la folla –probabilmente era con la sua ragazza.
« vi va qualcosa da bere? » chiese il moro guardando Frank.
« beh, ci vorrebbero un paio di birre ma.. non penso che il mio desiderio verrà mai esaudito! » ridacchiò indicando il tavolo delle bevande che traboccava di analcolici.
« vieni con me » disse a Frank, poi sembrò ricordarsi della presenza degli altri due ed estese l’invito anche a Neil e Tim, che annuirono.
 
Aprì la porta tagliafuoco e si ritrovarono nel parcheggio sul retro della scuola. Alcuni gruppetti di studenti facevano comunella tra di loro.
Gerard si avviò verso un furgoncino blu scuro con loro al seguito.
« ehi Bob, ciao! » salutò il tipo estremamente biondo e maledettamente alto appoggiato alla portiera.
Il ragazzone lo salutò con una pacca sulla spalla.
Frank si guardò un po’ in giro.. non gli piaceva affatto.. quel parcheggio era buio e.. potevano volerli uccidere, stuprare o chissà che altro! Magari gli avrebbero cavato i denti uno per uno oppure gli avrebbero tagliato le dita una alla volta, così non avrebbe più potuto suon- « ..birra! »
I suoi pensieri si interruppero immediatamente quando il ragazzo aprì lo sportello posteriore del furgone rivelando decine di casse di birra.
Il paradiso.
Gerard gli sorrise.
Beh, anche quello era il paradiso..
 
Frank arrossì leggermente mentre il moro gli passava una birra sfiorandogli leggermente le dita, si stava ritrasformando in un ragazzino innamorato ma non l’avrebbe permesso. Ecco.
Si scolarono quella ed altre due-tre birre come se fosse acqua e finalmente era in grado di staccare il cervello almeno per qualche minuto. Si sentiva piacevolmente brillo, non abbastanza da non capire quello che stava succedendo ma abbastanza da renderlo più amichevole anche col nemico.
Tutti chiacchieravano e ridevano allegri finché non si rese conto che Neil e Tim l’avevano abbandonato da solo con Gerard. Probabilmente erano andati a pomiciare da qualche parte. Maledetti!
 
Rientrarono nella palestra perché stavano cominciando ad avere freddo entrambi. Non sapeva neanche come aveva fatto a resistere senza giacca, fuori, al freddo di dicembre.
« ..allora.. » cominciò il moro guardandolo sottecchi « dove hai lasciato il tuo accompagnatore di sta sera? » chiese con nonchalance.
Frank quasi si strozzò con la saliva « ehm.. »
Gerard lo guardò.
Si guardarono.
Frank distolse lo sguardo e prese un bel respiro.
« sono venuto da solo. »
« ah si? » poteva dire che Gerard aveva un tono per niente dispiaciuto? « non hai un ragazzo? »
« no. » rispose freddo. Serrò la mascella ed aspettò che continuasse. Non capiva dove volesse arrivare con quel discorso.
« allora puoi concedermi un ballo! »
« c-cosa? » aveva sentito bene? « -ma.. »
« niente ma! Dai vieni. » l’afferrò per il polso e lo trascinò in mezzo alla pista da ballo. Frank aveva semplicemente uno sguardo terrorizzato. « ..rilassati.. » gli sussurrò mentre posava le mani sui suoi fianchi ma non prima di aver portato le braccia di Frank intorno al suo collo.
Frank guardava un punto indistinto dietro Gerard, quando finalmente ebbe il coraggio di guardarlo lo vide sorridere.
Puntò i suoi occhi in quel mare verde smeraldo e ci si perse per quelli che gli sembrarono anni finché le palpebre di Gerard che si chiudevano glielo impedirono. Finché non sentì il suo respiro caldo, che sapeva di birra e di qualcosa che doveva essere solamente suo, sulla pelle.
 
Lo stava baciando.
Le labbra di Gerard sulle sue.
Le sue labbra su quelle di Gerard.
Era bellissimo.
Il sogno di una vita.
Avrebbe ucciso per essersi trovato in quella situazione solo sei mesi prima, oppure avrebbe ucciso anche ora?
No. Non l’avrebbe fatto!
Era tutto sbagliato! Totalmente! Non doveva baciarlo! E perché ora stava piegando la testa da un lato? E perché stava aprendo le labbra sotto il comando della lingua dell’altro? Stava addirittura stringendo le braccia attorno il collo dell’altro e lui le stava stringendo attorno ai suoi fianchi.
le loro lingue danzavano insieme come se l’avessero fatto da tutta la vita. Come se fossero in attesa dell’altra da tutta la vita.
A Frank sembrava di tornare a respirare. E quando si faceva filmini su filmini su come sarebbe potuto essere un ipotetico bacio con il ragazzo di cui era innamorato non l’avrebbe mai immaginato così.. bello.
Nonostante la musica alta e i bassi che gli rompevano i timpani riuscì a sentì un gemito leggero dell’altro che lo riportò immediatamente sulla terra ferma.
Che cazzo sto facendo? Pensò, improvvisamente consapevole.
 
Si staccò immediatamente da lui e indietreggiò di un passo, andando a sbattere contro un’altra coppia che ballava.
Gli chiese scusa e scappò da quella folla. Non era ancora arrivato alla porta della palestra quando l’altro lo afferrò per il gomito costringendolo a fermarsi ed a guardarlo.
« Frank, dove.. dove vai? »
« via! »
« -ma » prese un respiro « perché? »
« ma che dici! Mi chiedi anche il perché? Sei serio? »
Lo sguardo spaesato di Gerard gli fece capire che non capiva, davvero, quello che stava succedendo.
« senti.. è stato un errore. Un tremendo e stupido errore. Un gigantesco errore! »
« ma che dici! Perché? »
« p-perché si! Io ti odio e tu non dovresti spuntare dal nulla e baciarmi! Cazzo. Me ne vado. »
« sp-spuntare dal- non capisco- non andartene.. »
« no, io non capisco te Gerard. Non ti capisco per niente, merda! L’anno scorso mi hai riso in faccia! Mi hai preso per il culo dicendo che ero un fottuto sgorbio! Mi sarebbe bastata una qualunque scusa ma tu hai deciso di umiliarmi e farmi sentire uno schifo, non pretendevo di piacerti, solo di essere rispettato.. e tu ora arrivi col tuo bel faccino ed il tuo culo da infarto e fai il simpatico, così non ce la faccio ad odiarti! E poi addirittura mi baci! » Frank si accorse di stare ansimando e deglutì « non capisco a che gioco stai giocando. Sul serio. Quindi stammi alla larga così facciamo prima. »
Gerard socchiuse la bocca e si leccò le labbra « m-ma.. »
Frank negò con la testa « non voglio vederti più. Fingi che io non esista come hai sempre fatto ed io potrò tornare ad odiarti quanto mi pare. »
Senza aggiungere altro lo lasciò li impalato ed uscì dalla palestra senza mai voltarsi indietro.






 

Lasciate traccia del vostro passaggio: una recensione, anche breve, è pane quotidiano per me che scrivo e sono così tanto pigra.
 Frankie~

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I’d love to always be a small part of what makes you smile. ***


 
Note inutili very important: Salve! Vorrei dire alcune cose prima di lasciarvi leggere il secondo capitolo. Uhm, nel primo mi sono totalmente scordata dell’esistenza di John nei Pencey Prep quindi fate finta che l’abbia scritto e non me lo sia scordato –poor Johnny- poi non so proprio che aspetto abbiano ora gli altri membri della band –oltre Frank- quindi andrò di fantasia e farò finta che Neil e gli altri siano dei stra-gnocchi –anche se a quanto ricordo erano tutti piuttosto bruttini, fortuna che c’è la pubertà!
Ringrazio le 7 fantastiche persone che hanno commentato lo scorso capitolo, per la mia infinita gioia e per questo meritate tutte un Oreo *sparge biscotti* e ringrazio chi ha preferito/seguito. Siete la mia felicità(?) *lancia stelline*
Bene, penso che sia tutto.
Per eventuali delucidazioni(?) non esitate a chiedere! C:
 
Vi aspetto –spero in tanti- alle recensioni e detto questo:
Enjoy!
 

 
 
 
 
 
Secondo Capitolo

I’d love to always be a small part of what makes you smile.
[Mi piacerebbe essere sempre una piccola parte di ciò che ti fa sorridere.]
 
 
 



 
 
Frank sbadigliò sonoramente ed aprì la porta del negozio di musica dove aveva trovato lavoro part-time. Qualche dollaro in più gli avrebbe fatto sicuramente comodo e, tanto, nelle vacanze di Natale si annoiava sempre.
Salutò con un cenno ed un sorriso Hannah, la ragazza che lavorava con lui. In quei giorni avevano fatto amicizia e doveva dire che era davvero simpatica e non l’aveva messo in soggezione come, invece spesso, succedeva con le persone che avevano qualche anno più di lui.
Si sfilò la giacca e si sistemò dietro al bancone. Si stropicciò il viso e sbuffò. Aveva sonno. Tra due giorni sarebbe stato Natale ed ancora era indietro con i regali e non sapeva cosa avrebbero fatto lui e sua madre quel giorno.
Decise che quello non era il momento più adatto.
La mattinata passò relativamente tranquilla, aveva messo in ordine i nuovi arrivi sugli scaffali ed aveva concluso anche un discreto numero di vendite. Più vendite, più stipendio. Quindi era abbastanza contento di se stesso finché, alle 11 e mezzo in punto una “macchia” nera varcò la soglia del negozio.
Non si era accorto di assolutamente niente, preso com’era nel pigiare i tasti colorati del registratore di cassa.
Passò l’ennesimo cd, alzò lo sguardo per comunicare il totale alla ragazza difronte a lui ma.. il suo sguardo incontrò quello verde profondo dell’ultima persona che avrebbe voluto incontrare.
Gerard lo guardò.
Si guardarono.
Gerard sorrise.
« sono 16 dollari e 90 centesimi. » disse alla ragazza. Quella pagò con una banconota da 20 dollari e Frank le diede il resto con un sorriso tirato « arrivederci e grazie.. » la ragazza annuì e lo salutò a sua volta ma lui era già intento a esaminare Gerard Way.
Gerard si avvicinò alla cassa « ciao Frank » sorrise.
« c-cosa ci fai qui? » chiese irritato.
« i-io.. »
« mi hai spiato? »
« -cosa? » chiese l’altro stupito.
« mi hai seguito? Come hai fatto a sapere che la-lavoro qui? Te l’ha detto qualcuno della band? »
« Frank.. »
« ..se è stato Neil giuro che lo strozzo! Devi lasciarmi in pace hai capito? » Gerard continuava a guardarlo allibito.
« Frank.. »
« ..non voglio vederti! T-te l’ho già detto ed ora- cavolo! Ora voglio c-che tu te ne vada e non mi cerchi più, hai capito? »
« Frank! Cazzo! »
Frank si azzittì finalmente e lo guardò con gli occhi spalancati « ..cosa »
« ma ti ascolti? » Frank piegò leggermente la testa di lato « sarei diventato uno stalker all’improvviso? »
« e allora perché sei qui! » chiese.
« è un negozio di musica Frank. Sono venuto qui a comprare un fottuto cd. » disse appoggiando il cosiddetto sopra al bancone.
« oh.. oh. »
« i-io.. »
Gerard scosse la testa « ..lascia perdere. Mh? »
Frank prese il cd e lo batté alla cassa.
« sono 10 dollari » Gerard gli passò le banconote « ..e ..scusa » aggiunse quasi sussurrando.
Gerard sorrise, il suo sorriso sghembo con solo un angolo della bocca alzato era.. Frank non sapeva come definirlo.. mozzafiato.
Il moro uscì dal negozio solo aver salutato Frank con la mano, come facevano i bambini piccoli, e Frank si lasciò andare ad un sospiro. Era uno stupido.
 
 
 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Il giorno dopo Frank era ancora di turno la mattina. Era abbastanza irritato dal fatto che dovesse lavorare anche il giorno della vigilia di Natale ma preferiva di gran lunga essere li invece che nel suo letto a rimuginare. Non aveva dormito molto, aveva passato gran parte –diciamo pure tutta- della notte a pensare e ripensare alla gigantesca figura di merda che aveva fatto con Gerard.
Non riusciva a credere a quello che aveva detto ed a come l’aveva trattato! Era.. stato un incosciente. Ecco.
Sbadigliò per l’ennesima volta e si sedette sullo sgabello –per fortuna, altrimenti si sarebbe addormentato in piedi- dietro al bancone.
Erano le dieci e un quarto quando la stessa macchia nera del giorno prima varcò la soglia.
Frank raddrizzò subito la schiena –essendo, prima, accasciato praticamente sulla cassa- e lo guardò.
Lo fissò più che altro.
Gerard gli sorrise e si avvicinò a lui.
« ti serve un altro cd? » chiese, forse un po’ troppo acidamente.
« ehm.. i-in verità stamattina sono venuto qui per te. » sorrise.
Cosa?
Aveva sentito bene oppure cominciava ad avere delle allucinazioni uditive?
« c-cos- »
«ti ho portato il caffè! Sai.. ieri mattina ho notato le tue occhiaie così ho pensato di portarti il caffè, uhm, dato che ero da queste parti.. »
« i-io.. err- » non riusciva ad articolare una frase di senso compiuto per cui rimase a fissarlo con lo sguardo da pesce lesso.
« ..ora devo andare, sto accompagnando mia madre per gli ultimi regali e.. » fece spallucce e posò il caffè sul bancone « ..comunque mi ha fatto piacere rivederti. » poi Gerard si avvicinò a lui -tutto avvenne in pochi secondi- posò una mano sulla sua, appoggiata a sua volta sul tavolo, e poi gli lasciò un dolce bacio sulle labbra, lasciandolo di sasso.
Solo labbra su labbra, eppure Frank aveva percepito il suo sapore dolce e familiare –ancora ricordava il bacio che gli aveva dato al ballo e gli veniva la pelle d’oca.
« passa un buon Natale Frankie.. » disse sulle sue labbra e poi uscì dal negozio senza voltarsi indietro.
Frank spalancò la bocca prima di toccarsi le labbra con le dita. Era successo davvero o era –ancora- un’allucinazione?
 
« ..carino.. » disse una voce alla sua destra, Hannah, « è il tuo ragazzo? »
« c-cos- NO! » affermò forse con troppa enfasi, si schiarì la voce « ..no. »
« ma.. ti ha baciato » dichiarò.
« ..si? e-e quindi? »
« mah.. niente, niente. Solo che.. beh è un gran figo. »
« si beh.. uhm » Frank arrossì come un pomodoro maturo.
« ed è anche dolce! Ti ha portato il caffè.. ah l’amore.. » sospirò dandogli un buffetto sulla testa.
« ma quale amore! Lui mi odia, anzi, io lo odio. E-e poi.. non è dolce per niente! È uno stronzo di prima categoria, fidati. » affermò annuendo anche con la testa. « e p-poi scusa ma tu non sei fidanzata? »
« non capisco il nesso » disse Hannah sbattendo le lunghe ciglia scure « e poi mi è sembrato molto carino, invece. »
« beh, i-in passato è stato proprio un bastardo con me.. e n-non dovresti.. uhm.. dire che altri ragazzi sono fighi.. »
« no? Non sto tradendo il mio fidanzato, Frankie, ho solo constatato l’ovvio, e cioè, che quel ragazzo è proprio bello. E che gli piaci, anche. » concluse la ragazza mentre metteva la giacca « io vado in pausa pranzo, a dopo! » si avviò verso la porta ma all’ultimo sembrò ripensarci e si voltò ancora una volta verso il più piccolo « e non stare ad arrovellarti così su cose così semplici come l’amore! Se ti piace, stai con lui! provaci! Insomma Frankie, goditela e non pensare al passato.. quel che è stato è stato! » sorrise ed uscì.
 
Godermela.. seh certo.. pensò Frank.
Non era facile per lui scordarsi il passato. Dopotutto era proprio Gerard che l’aveva trattato male senza neanche un motivo ed ora.. sconvolgeva ancora una volta la sua vita! Bastava un sorriso e la mente di Frank si annebbiava.
Pensava che se gli avesse chiesto di buttarsi sotto ad un treno mentre sorrideva sarebbe stato capace di farlo senza battere ciglio.
Ed era proprio questo a spaventarlo.
Aveva capito, dal primo momento il cui l’altro l’aveva sfiorato –per sbaglio, nel corridoio della scuola- che tutto quello che aveva fatto per dimenticarlo non era servito assolutamente a niente.
Già, lui era ancora perdutamente innamorato del moro.
Però non voleva buttare al vento tutto il lavoro che aveva fatto con se stesso!
Frank sospirò e nascose il volto tra le mani.
Era confuso. Non sarebbe stato facile ignorare i brividi e le farfalle nello stomaco che percepiva quando era in sua compagnia oppure quando semplicemente pensava a lui, ma l’avrebbe fatto. Si sarebbe costretto a dimenticarlo. Con la forza.
 
 
 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Era già passata una settimana dal giorno in cui Frank ricevette il secondo bacio più bello della sua vita. Eppure era soltanto un bacio a stampo! Non se lo sapeva spiegare neanche lui.
Aveva passato il Natale in famiglia, come al solito. La zia Katy gli aveva pizzicato le guance tutto il giorno come se avesse ancora cinque anni e lo zio Ben non aveva fatto altro che chiedergli dove aveva lasciato la fidanzatina.
Inutile dire che era arrossito ogni singola volta.
In quel momento si accasciò sul letto, accanto a Neil, quest’ultimo sbadigliò sonoramente. Avevano suonato un po’ quel pomeriggio, lui ed i Pencey Prep, e Neil era rimasto a cena. Probabilmente sarebbe rimasto anche a dormire, come sempre.
« quindi.. domani sera, cosa facciamo? » chiese Neil.
« boh.. » Frank sbuffò.
« dai, non fare sempre il depresso asociale! È capodanno, dobbiamo festeggiare! » rise.
Sinceramente, Frank non aveva molta voglia di festeggiare. Ma questo se lo tenne per se.
« che ne so Neil.. »
« ho saputo che Schetcher darà la festa del secolo. Potremmo andare li, sarà sicuramente fantastica.. » propose con voce sognante Neil.
« ..chi? » chiese Frank girandosi su un fianco verso l’amico.
« Schetcher, Brian Schetcher. »
« il giocatore di football? » Neil annuì « ..va bene, se proprio non c’è altro da fare.. gli altri verranno? »
« certo che verranno! Non riescono neanche a divertirsi senza di me! » rise e Frank si unì a lui.
« ..ci saranno proprio tutti..? » chiese esitante il castano.
Neil annuì « penso proprio di si Frankie Candy, la cosa ti preoccupa? »
« no! No, assolutamente. » l’amico lo inchiodò con lo sguardo al cuscino. Frank sospirò « okay.. forse un pochino. »
« ma perché? Non avevi deciso che l’episodio del ballo non ti avrebbe, in alcun modo, condizionato? »
« si, si. Quel.. uhm.. quell’episodio si, ma- uh, forse mi sono dimenticato accidentalmente d-di dirti che Gerard è passato al negozio dove lavoro.. due volte. »
« due volte? » esclamò Neil.
« già. » Frank sorrise intimidito dall’altro.
« ..e? »
« beh, la prima volta non sapeva che lavorassi li mentre, la seconda, è venuto per vedere proprio me. E-e forse mi ha portato un caffè e forse mi ha a-anche baciato.. » disse.
L’amico lo guardò sconvolto « e tu ti sei scordato di dirmi accidentalmente che lo stronzo, che ti ha fatto penare tanto, ti ha ficcato la lingua in bocca per la seconda volta? »
« uh.. beh se la metti così.. »
« io non ti capisco Frankie. »
« ah su questo almeno siamo d’accordo! Non mi capisco neanche io.. » Frank sbuffò « Neil, perché non posso innamorarmi di uno come te –gentile e dolce, oltre che attraente- invece che di lui? » chiese con occhi tristi.
« Frankie.. » Neil lo guardò negli occhi « ..lo sai che ti amo.* »
Il castano sorrise e poi si issò su un gomito, per guardarlo meglio. Poi si avvicinò piano a lui finché il suo respiro si fuse con quello dell’altro e le loro labbra si toccarono. Si baciarono timidamente, esplorarono ognuno la bocca dell’altro. Frank avrebbe voluto con tutto se stesso che quella fosse la sua realtà. Avrebbe voluto una bella storia d’amore con Neil che era così carino con lui. Era maledettamente bello, gentile, il ragazzo con cui tutti vorrebbero stare.
Ma Frank era consapevole che qualcosa stonava terribilmente.
Stonavano gli occhi castani, invece che verdi.
Capelli biondi, invece che neri.
Neil, invece che Gerard.
 
Frank si issò di nuovo sui gomiti e guardò l’amico. Questo gli carezzò una guancia dolcemente.
« ha fatto davvero schifo.. » bisbigliò Frank.
Neil sorrise « assolutamente schifo. Sembrava che stessi baciando mio fratello.. è.. è come se fosse incesto! Ew. »
Il sorriso di Frank si trasformò in una risata vera e propria che coinvolse anche il biondo. Si abbracciarono.
« Neil, penso di essere fottuto. »
« lo penso anche io.. » gli carezzò i capelli.
« come va con Tim? » chiese Frank.
« uhm.. bene. Penso. C-cioè- sai ci siamo baciati al ballo però.. non so forse non se l’aspettava da me.. » sbuffò « ..ora quel cretino si comporta come se non ci conoscessimo. » affermò.
« forse è solo confuso, sai eravate solo amici fino alla settimana scorsa ed ora tu l’hai baciato e chiaramente provi qualcosa per lui. Dagli solo un po’ di tempo. »
« Frankie, credo di esserne innamorato.. » sussurrò.
Il castano annuì sulla spalla dell’altro –gli piaceva stare accoccolato con l’amico- « allora correggo quello che ho detto prima, siamo fottuti. »
 
 
 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
La sera dopo Frank si stava scolando una birra mentre cercava di attraversare il salotto gremito di gente.
Gente senza pudore.
Gli si strusciavano addosso come se non ci fosse un domani.
Frank riusciva a descrivere tutta la situazione solo con un mastodontico: ew.
Dove cazzo è Neil, pensò Frank. Erano arrivati insieme alla festa. Poi dopo dieci minuti anche gli altri li avevano raggiunti e l’amico era scomparso.
Il castano era riuscito ad arrivare in cucina –quasi- tutto intero. Salutò con la mano –neanche avesse cinque anni- una ragazza della sua classe di storia e si prese un’altra birra. Dopotutto, quella che aveva in mano era appena finita.
 
Per tutta la serata Frank si era ritrovato a barcollare in quella casa enorme. Non aveva visto più nessuno dei suoi amici e lui ormai si era dato per vinto. Sperava che almeno per la mezzanotte si sarebbero fatti vivi per augurargli Buon Anno.
Non aveva visto nemmeno lui, per la maggior parte del tempo. Solo una volta gli era capitato di scorgerlo a chiacchierare con un suo amico. Frank, però, era stato attento a non farsi vedere.
 
Alle undici e dieci era leggermente brillo ma aveva capito esattamente che si era ritrovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Una voce profonda era arrivata alle sue orecchie e l’aveva risvegliato dal torpore in cui si trovava.
« -chi sarà la nostra Satine, per questa sera? » gridò il ragazzo che era appena salito sul tavolino basso che una volta doveva essere stato davanti al divano.
La moltitudine di ragazzi intorno a lui esultarono. E lui si era accorto di essere proprio in mezzo a loro.
Stavano per giocare al Moulin Rouge.**
Oh, no..
« Way! Gerard Way! » sentì gridare da un punto indefinito. Da li, una gran numero di persone gridarono il nome “Gerard” e proprio l’ultima persona che avrebbe voluto vedere salì su quel povero tavolino.
La folla applaudì, fischiò e batté le mani.
Frank rimase impietrito a fissare il ragazzo che sorrideva –con una birra in mano- e batteva il cinque a qualche ragazzo.
Il castano pensò che fosse bellissimo, quella sera, vestito solo di una camicia nera con le maniche arrotolate fino ai gomiti e di un paio di pantaloni dello stesso colore che erano sorprendentemente aderenti.
Lui stesso si sentiva sfigurare, in sua presenza, con quella maglietta bianca e quei jeans fin troppo larghi.
 
« allora Gerard! Sta sera, la sera di Capodanno, tu! Proprio TU! Sarai la nostra Satine! » altre grida di incitamento lo seguirono, troppo poco attutite dalla musica per i suoi gusti, e poi quel tipo ci stava mettendo fin troppa enfasi.
« chi sceglierai come tuo Christian? Chi dovrà ballare per forza con te per tutta la sera? » gli chiese ghignando.
Gerard si mise a ridere « ehm.. » il suo sguardo vagò sulle persone che lo circondarono finché –purtroppo o per fortuna- si posò su di lui.
Proprio su di lui!
E Gerard gli sorrise.
E Frank perse il contatto con la realtà.
Per un secondo –uno solo- aveva provato il forte impulso di ricambiare il suo sorriso, ma poi il suo cervello aveva ricominciato a funzionare ed aveva desistito.
« Iero! » Gerard lo indicò.
Frank inghiottì a vuoto. Tutti si girarono a guardarlo.
Perché capitavano tutte a lui?
Gerard scese con un balzo dal tavolinetto e si avvicinò a lui facendosi spazio tra la gente.
« balla con me, Frank. Sii il mio Christian per questa sera. »
Oh cazzo. Pensò.
 
Si ritrovò ad annuire prima che potesse rendersene conto.
Gerard gli prese la mano, Frank si scolò l’ultimo sorso di birra e spinse la bottiglia vuota in mano ad uno sconosciuto, mentre quello lo trascinava sulla pista da ballo.
 
Contro tutte le sue più rosee aspettative con Gerard si divertì un sacco.
Certo, ce l’aveva ancora con lui, ma decise che almeno per quella sera poteva lasciare l’astio a casa e divertirsi un po’ col ragazzo che gli piaceva. Questo, però, non glielo avrebbe detto.
Ballarono, risero e stranamente il moro non ci provò con lui neanche una volta. Non provò a baciarlo a tradimento e non allungò le mani.
Frank non sapeva se ne era dispiaciuto o sollevato.
 
In poco tempo si ritrovò accaldato e sudaticcio, neanche stessero facendo sesso. Questo pensiero lo fece arrossire all’inverosimile, Gerard se ne accorse e gli sorrise mentre si muoveva sensualmente accanto a lui.
Ormai mancava poco alla mezzanotte e Frank cominciò a guardarsi intorno in cerca dei suoi amici. Gli faceva piacere stare con Gerard però avrebbe voluto passare quel momento anche con la sua band, dopotutto erano i suoi migliori –ed unici- amici!
« stai cercando qualcuno? » gli chiese il più alto avvicinandosi e parlandogli direttamente nell’orecchio, per sovrastare la musica alta.
« ..i miei amici! » esclamò « sono scomparsi tutti ed ormai manca poco alla mezzanotte! » non fece in tempo a finire la frase che due braccia gli circondarono i fianchi da dietro.
« Neil! » gridò girandosi nel suo abbraccio improvvisato.
« in persona! » scherzò il biondo. Il suo sguardo cadde sul ragazzo moro che li stava osservando. Quindi decise di giocare.
Oh, se gli piaceva giocare.
Ghignò e Frank lo guardò interrogativo. Posò una mano sulla spalla destra di Frank e si avvicinò al suo orecchio sinistro.
« mi sono messo con Tim.. » gli sussurrò, attento a non far sentire niente a Gerard.
Frank guardò Neil negli occhi e gli sorrise, felice per lui. Lo abbracciò di slancio.
« congratulazioni! » gli disse, sinceramente.
Poi Neil gli baciò il profilo della mascella e poi scese sul collo dove lasciò dei baci languidi.
Frank si irrigidì. A che gioco stava giocando?
Gerard continuava a fissarli. La mascella serrata. I pugni stretti lungo i fianchi. Non sapeva cosa si erano detti ma lui vedeva soltanto un ragazzo che ci stava provando spudoratamente con Frank.
Quando Frank si staccò dall’amico e si voltò verso il moro capì esattamente dove l’amico voleva arrivare.
Voleva farlo ingelosire. Ma a che pro? Non era sicuro che Gerard Way provasse qualcosa per lui e comunque poteva anche pensare che loro due stessero insieme e desistere dal provarci con Frank, per sempre.
Decise che quello non era il momento adatto per pensarci quando dalla gente intorno a loro partì il conto alla rovescia per la mezzanotte.
 
« Buon Anno! » gridarono tutti in coro. Tim, Shaun e John comparvero dal nulla e Frank li abbracciò uno per uno facendogli gli auguri ma il suo sguardo continuava a cadere su Gerard che a pochi passi da lui stava abbracciando suo fratello ed i suoi amici, con uno sguardo triste, a differenza di prima.
 
Finiti i brindisi e i convenevoli di capodanno la musica ripartì, se possibile, più forte di prima. Si sentì toccare un polso e si voltò di scatto spaventando anche Gerard. Gli circondò il polso con le dita sottili e lo trascinò senza dire niente nella veranda sul retro. Si chiusero la porta scorrevole alle spalle, la musica ora arrivava attutita.
Frank si raggomitolò contro la ringhiera, il freddo gli fece formicolare le guance ed il naso e se respirava a bocca aperta una nuvoletta di vapore si spandeva davanti a lui.
Gerard lo raggiunse infilandosi le mani in tasca.
« non ti ho fatto gli auguri.. » affermò guardandosi la punta delle converse rosse.
« puoi farmeli ora.. » sussurrò Frank.
Gerard gli sorrise e gli mancò un battito. Amava il suo sorriso.
Il moro si avvicinò a lui. Lo guardò negli occhi.
« spero che per te sia un felice Anno Nuovo. » disse.
« a-anche per te.. » Gerard gli carezzò una guancia e poi avvicinò il volto al suo ma Frank si voltò giusto in tempo per deviare la traiettoria del bacio dalla bocca alla guancia. Sentì Gerard sospirare sulla sua pelle e Frank ebbe i brividi che non erano dovuti al freddo.
« ..scusa.. » gli sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi da Frank per puntare i suoi occhi verdi in quelli castani dell’altro « ..scusa se ti ho baciato senza il tuo permesso » cominciò « ma non posso farne a meno » la sua mano ancora sulla guancia dell’altro.
« c-cosa intendi d-dire »
« intendo dire che.. vorrei una seconda chance. So di essermi comportato da bastardo. L’ho capito immediatamente dopo essermene andato, quel giorno, ed averti lasciato li, in corridoio. » ammise. Frank aprì la bocca per dire qualcosa ma Gerard gli toccò le labbra con il pollice ed il cervello del più basso perse un neurone « ..sono stato uno stronzo è vero, ero ossessionato da cose della vita che, ora so, essere assolutamente futili. Però.. però anche agli assassini vengono date delle seconde opportunità e quindi.. » prese un respiro profondo « io voglio una seconda possibilità, con te. » gli sorrise dolce. Gli lasciò un bacio sulla guancia e questo lo fece andare a fuoco « pensaci, okay? Non ho intenzione di rinunciare ad una cosa che potrebbe essere meravigliosa, solo perché è difficile, quindi.. pensa a questo. Pensa a come potrebbe essere. Pensa che mi piaci.
Ti lascio tutto il tempo che vuoi, solo.. pensaci, okay? »
Frank aprì la bocca stupito. Non si aspettava assolutamente niente del genere.
E poi.. aveva sentito bene? Aveva detto che gli piaceva?
Oddio, si. Sposiamoci subito!
La sua testa era leggermente partita per la tangente.
 
Si ritrovò ad annuire senza averci fatto minimamente caso.
« o-okay.. » il castano si allontanò da lui e poi si avvicinò alla porta « ancora auguri.. » disse prima si sparire dentro. Si sentiva.. confuso? Confuso, si.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 Note:
* con il ti amo di Neil intendo un ti amo tra amici, ovvio, non nel vero senso della parola. Un po’ come il “I love you” degli inglesi.
 
** il gioco del “Moulin Rouge è stato completamente inventato dalla sottoscritta, dove uno interpreta Satine che sceglie il compagno con cui ballare per una notte, appunto Christian. Non so neanche come mi sia venuto in mente ma spero non sia stato tanto indecente.






Lasciate traccia del vostro passaggio: una recensione, anche breve, è pane quotidiano per me che scrivo e sono così tanto pigra.
 Frankie~

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Let’s close our eyes, we’ve got time to make each other way. ***


Note inutili very important: Salve! Vorrei innanzi tutto scusarmi per l’ENORME ritardo! In realtà visto che la storia era capitata proprio in un momento non proprio “felice” per problemi familiari, avevo pensato di abbandonarla. Però poi mi sono detta che ormai mancava un capitolo solo e non potevo –davvero- lasciarla incompleta. Così mi sono data una mossa e in tre giorni ecco qua!
Spero che non ci siano troppi errori e se ci fossero fatemeli presente che provvederò a correggere.
Ringrazio le persone che hanno recensito e letto lo scorso capitolo!
 
Altre note inutili very important: Ho cambiato Nick. Ero anyiero, ora, penso che terrò questo per tutta la vita quindi non ci dovrebbero essere altri cambi imprevisti hehehe
 
 
Vi aspetto –spero in tanti- alle recensioni e detto questo:
Enjoy!

 

 
 
 
 
 



 
 
Terzo Capitolo

let’s close our eyes, we’ve got time to make each other way.





 
 
 
Due giorni dopo Frank era di nuovo al lavoro. Di nuovo annoiato, di nuovo seduto in una posizione scomoda per la sua schiena e di nuovo confuso. Anzi, confuso lo era più di prima.
Aveva detto a Gerard che gli andava bene se lui l’avrebbe.. uhm.. corteggiato..?
In realtà lui aveva solo detto ‘okay’ ma a Gerard doveva essere sembrato proprio un consenso. Infatti appena un ora prima era passato al negozio di musica, fingendo di essere stato nei paraggi. Gli sembrava che avesse proprio detto “Frankie giuro che sono qui per caso, non sono venuto per te” e subito dopo aveva poggiato sul bancone un cappuccino fumante ed un croissant alla cioccolata. Ed aveva sorriso.
Ah! Avrebbe volentieri sbattuto la testa sul ripiano freddo sotto i suoi gomiti se un uomo sulla quarantina non lo stesse guardando male per tutti quei mugolii che stavano uscendo dalle sue labbra.
 
« Frankie che hai.. » gli chiese dolcemente Hannah posando una mano sulla sua spalla subito dopo aver ‘cacciato gentilmente’ il tipo che lo guardava male.
« ehm io- » sospirò « Gerard, ricordi? Uh- il tipo moro, con gli occhi profondi, che era venuto l’altra volta.. » lasciò la frase in sospeso.
Hannah sembrò capire e annuì « certo, non sono mica tonta.. e quindi? »
« è tornato qui sta mattina, poco prima che attaccassi il turno » Hannah inarcò un sopracciglio « ehi! Non guardarmi così! Cioè.. eeh a capodanno mi ha fatto un discorso strano e in pratica mi ha chiesto una seconda possibilità, p-per farsi perdonare » gli spiegò.
« ho capito.. e tu.. gli hai detto di.. si. Vero? »
«  beh più o meno »
« più o meno? Frank quel ragazzo ti sbava letteralmente dietro! E l’ho visto solo per cinque minuti! »
« io n-non direi proprio ma- in pratica gli ho detto ‘okay’ e lui sta mattina è tornato qui e mi ha portato la colazione. »
« aw che carino, invitami quando vi sposerete! » lo punzecchiò.
« Hannah con te non si può parlare seriamente.. sei.. sei troppo- »
« sono una shipper[*] professionista, caro. Vedi di farci l’abitudine » poi gli fece l’occhiolino e sparì dietro uno scaffale.
Anche la sua amica sembrava essersi coalizzata con Gerard e- non sapeva sinceramente se dispiacersene o essere spaventato e.. credeva che quella sensazione dentro di se, fosse proprio felicità, per le attenzioni che gli rivolgeva ragazzo.
 
 

 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Quella era esattamente la quarta mattina che Gerard gli portava la colazione e Frank cominciava ad avere costantemente uno sguardo da ebete sul suo viso.
Di solito il moro arrivava con i suo sorriso splendente e gli occhiali da sole calati sul naso –anche se a gennaio non ne capiva l’utilità.
Facevano colazione insieme seduti al bancone, essendoci raramente dei clienti alle dieci del mattino, in pieno inverno e chiacchieravano per una mezz’ora. Poi Gerard gli dava un bacio sulla guancia -Frank arrossiva- e se ne andava.
Invece, quella mattina, dopo aver mangiato la sua ciambella e Frank il suo cornetto, si era messo a sbirciare tra i scaffali, e Frank –ovviamente- l’aveva seguito nella sua ricerca, lasciando ad Hannah la cassa.
 
« cosa cerchi? » chiese curioso. Gerard aveva lo sguardo concentrato mentre leggeva il retro di un cd dei Queen.
« uhm.. un cd..? » sorrise.
« ma davvero.. cerchi un cd.. in un negozio di cd? Ardito.. » disse sarcastico Frank.
E Gerard sorrise.
E allora Frank si ritrovò a rispondere a quel sorriso con un risolino imbarazzato.
Uh.
Mentre pensava a quanto fosse imbranato Gerard aveva preso dallo scaffale tre cd e poi si voltò verso di lui ancora sorridente.
« ho scelto! »
« mh? » guardò gli album che aveva davanti, Queen, Green Day e Misfits « non ti faceva tipo da Queen » rise.
« ah i Queen sono una delle mie band preferite. Non si è “tipo da Queen” » mimò le virgolette con le dita « ..tutti sono tipi da Queen! »
« effettivamente.. » annuì concorde « ..e il cd dei Misfits? Il primo? Davvero? »
Gerard annuì « ti piace? » gli chiese.
« certo! Scherzi? Purtroppo però anche con lo sconto dipendenti per comprarlo dovrei vendere un rene quindi.. » il moro rise, gli scaldava il cuore come con le sue stronzate riusciva a farlo ridere. Adorava farlo ridere.
Poi Gerard tornò serio e si guardò in giro, poi si avvicinò a lui.
Gli carezzò la guancia e « ..posso baciarti? » soffiò sul suo viso. Non riuscì a dire niente che un lampo di consapevolezza passò negli occhi del moro e che lo fece allontanare da lui « uhm- hai ragione ho detto che ti avrei dato del tempo per pensarci. E non mi sembra che tu abbia ancora le idee chiare.. »
« i-io.. »
Gerard gli baciò la guancia e l’altro arrossì. In realtà era già pronto a baciarlo sulla bocca ma.. qualcosa gli diceva che non poteva rinunciare al suo orgoglio così in fretta.
Poi inaspettatamente Gerard si chinò, gli affondò la mano libera dai cd tra i capelli e tuffò il viso nell’incavo del collo. Lo sentì inspirare profondamente il suo odore.
« hai un buon profumo.. » mormorò sulla sua pelle sensibile della gola facendolo tremare.
« ..beh- sta mattina ho fatto la doccia.. » sussurrò senza pensare Frank. L’altro rise forte e lo lasciò li, tra gli scaffali, per andare alla cassa.
Frank si picchiò mentalmente per le cazzate che l’altro gli faceva dire; senza neanche accorgersene sorrise.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Senza che se ne rendesse conto era già ora di tornare a scuola. Le vacanze erano passate in un modo che non aveva previsto e poteva dirsi contento.
Purtroppo per Frank, la sveglia scelse proprio quel giorno per non suonare –parola sua non aveva suonato!- e così era leggermente in ritardo.
« mamma! » gridò da sotto al letto « hai visto la scarpa sinistra? » urlò a Linda.
Poi si precipitò giù dalle scale ed entrò in cucina come una furia.
« mamma hai visto la mia scarpa? »
Linda lo guardò male « cosa te lo fa pensare? » Frank fece spallucce e si mise a frugare dentro ai cuscini del divano « ..e perché dovrebbe essere nel divano? » chiese sospirando. Poi abbassò lo sguardo e notò una scarpa rossa « Frankie tesoro, stai cercando la scarpa che si trova nella ciotola del cane? » rise e il figlio la raggiunse con uno sguardo allucinato.
« non posso crederci! Dylan me l’ha rubata ancora.. » fu interrotto dal campanello che suonò due volte.
« non dare la colpa al cane, sei tu che le lasci sempre in giro! » lo sgridò mentre andava ad aprire.
« seh.. come no » borbottò imbronciato mentre si metteva la scarpa in tutta fretta. Forse sarebbe riuscito a prendere l’autobus.
 
« buon giorno! » disse un ragazzo dai capelli neri a Linda.
« ..ciao, tu chi sei? » chiese cordiale.
« sono Gerard, il ragazzo di Frank » disse sorridendo, con una punta di malizia.
Linda rimase a bocca aperta e Frank spuntò al suo fianco.
« mamma chi- Gee » lo salutò sorpreso « che ci fai qui.. »
« Frankie! » attirò la sua attenzione Linda « tu- ah tu hai un fidanzatino e nemmeno me lo dici? » lo sgridò ancora.
Quella mattina era cominciata decisamente male.
E.. poi- fidanzatino? Era impazzita? Ma soprattutto, chi usava ancora la parola fidanzatino?
« cos- no mamma non è il mio ragazzo! » si difese negando con la testa.
Gerard allora rise e capì « Gerard.. perché gli hai detto che stiamo insieme..? »
Aggrottò le sopracciglia e di tutta risposta il moro fece spallucce.
Poi sorrise.
« sono venuto a prenderti. » disse come se niente fosse.
Linda li guardò entrambi e poi abbracciò lievemente Frank « vai o farete tardi, dopo mi spieghi.. »
Frank le annuì, prese la borsa, si mise la giacca pesante ed uscì di casa « ciao mamma! » sentì appena la risposta della madre, dalla cucina, prima di chiudere la porta.
 
Salirono in macchina silenziosamente e Gerard accese subito il riscaldamento. Si sporse per salutare Frank con un bacio sulla guancia ma lui si allontanò prima che potesse solo sfiorarlo.
« da quando stiamo insieme? » chiese sarcastico guardandolo.
« Frankie dai.. era uno scherzo.. » cercò di giustificarsi.
« e lo dici tu a mia madre che “era uno scherzo”? » disse mimando le virgolette.
« se necessario si. » sospirò « non volevo farti arrabbiare scusa.. »
« ..okay » annuì Frank.
Gerard sorrise « su vieni qua.. » lo tirò per la manica e poi gli posò un bacio sulla guancia. Inutile dire che Frank fosse arrossito.
Mise in moto e partì verso la scuola mentre l’altro guardava fisso fuori dal finestrino, imbarazzato.
 
 

 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
« Neil »
« si »
« sta mattina Gerard è passato a prendermi.. »
« cos- »
« ..e ha detto a mia madre di essere il mio ragazzo. »
L’amico sbiancò « sul serio? » Frank annuì con un’espressione da cane bastonato, poi batté la fronte contro l’armadietto.
« questo significa che gli piaci! »  gli diede una pacca sulla spalla.
« ..perché sei più esaltato di me per questo? »
Neil gli sorrise « facciamo tardi a matematica »
Chiuse il suo armadietto e andò in classe. Frank sospirò affranto e lo seguì.
Tutti complottavano contro di lui. Ne era certo.
 
 
 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
I giorni passavano. Frank era sempre più confuso e Gerard sembrava essere sempre più premuroso.
Ormai la mattina lo passava a prendere prima di andare a scuola e –non che non gli facesse piacere- ma gli sembrava.. strano.
Si comportava da fidanzato nonostante Frank cercasse di essere freddo. Non aveva più provato a baciarlo ma continuava a lasciargli dei teneri bacetti sulle guance e sulla fronte quando meno se lo aspettava.
 
Venerdì, prima di tornare a casa, se lo ritrovò davanti con un sorriso sornione. Gli diede un altro bacio e poi si incamminò con Frank verso la fermata –Gerard lo passava a prendere ma non lo accompagnava dopo scuola per il semplice fatto che Frank aveva rifiutato categoricamente.
« oggi è venerdì » affermò Gerard.
« già.. »
« e domani è sabato » Frank lo guardò male.
« si, mi sembra ovvio.. » inarcò un sopracciglio.
« e le previsioni dicono che ci sarà il sole » annuì a se stesso « hai qualche programma? »
« uh no, penso di rimanere a cas- »
« sbagliato! » sbraitò Gerard dandogli una spallata amichevole « tu domani esci con me! Non prendere appuntamenti » gli baciò la guancia « vengo a prenderti alle undici! » e sparì nel parcheggio della scuola lasciando Frank da solo in mezzo al marciapiede. Sbigottito.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
La mattina dopo Frank si era alzato alle otto -nonostante dovesse uscire alle undici- per l’ansia. Gerard gli aveva mandato qualche messaggio ma in nessuno di questi aveva accennato a dove lo volesse portare o cosa avrebbero fatto. Ed in quel momento, mentre si faceva la doccia, stava semplicemente morendo dalla curiosità.
Scelse un paio di jeans neri, leggermente più stetti del solito, e una felpa, dopotutto era un freddo cane e se avesse dovuto vestirsi più elegante Gerard lo avrebbe quantomeno avvisato.
Sperava.
 
Scese in cucina, sua madre stava rassettando ma lo salutò comunque con un bacio sulla fronte.
« esci con il tuo ragazzo? »
« mamma lui non- non è proprio il mio ragazzo, non lo so perché l’ha detto » sospirò mentre si versava una tazza di latte e caffè.
« va bene, ma lui ti piace » affermò. Frank sospirò « okay, okay. È comunque un bellissimo ragazzo »
« ..si.. lo so »
« se ti tratta male dimmelo però, che forse deve ricevere un bel discorsetto! Ah! Non ci sarà tuo padre a farglielo ma di sicuro potrei mettergli molta paura lo stesso e farlo scattare sull’attenti! »
« mamma.. sicuramente gli metti molta più paura tu.. » rise Frank. Sua madre era proprio la migliore.
 
Il campanello trillò due volte e Frank si precipitò ad aprire.
Salutò prima Gerard –cioè Gerard salutò lui con un bacio sulla guancia- e poi sua madre prima di essersi infagottato per bene ed uscire.
« sei molto carino » gli disse Gerard mentre salivano in macchina.
« g-grazie » arrossì. Solo poi si ricordò di aggiungere « ..anche tu stai bene »
Passarono qualche minuto in silenzio, rotto solo dalla radio in sottofondo.
« ..allora.. dove andiamo? »
« eheh sorpresa! » sghignazzò Gerard.
« ma! Non puoi farmi morire così dalla curiosità! »
« lo vedrai presto.. siamo quasi arrivati » gli sorrise.
« uh.. okay allora »
Quando Gerard parcheggiò l’auto non capiva proprio dove fossero. Intorno a loro c’erano solo alberi, alberi ed ancora alberi. Nel parcheggio c’erano appena un altro paio di macchine.
 
Scesero e quando il moro aprì il bagagliaio –tutto sorridente- Frank fece un’espressione scandalizzata.
« u-un.. pic-nic? Sei serio? » l’altro annuì soddisfatto « ma- con questo freddo? »
« c’è il sole.. e poi ho portato tante coperte » si giustificò, poggiandogliele sulle braccia che teneva aperte, mentre lui prendeva quella che doveva essere una borsa frigo contenente il loro pranzo.
« ma fa comunque un freddo cane! Siamo quasi a febbraio! » piagnucolò avviandosi con l’altro in un sentiero che doveva portare ad una radura.
« vabbè.. vorrà dire che ti scalderò io! » ghignò.
Okay.. ancora gli sembrava troppo strano Gerard quando flirtava apertamente con lui.
 
In poco tempo raggiunsero –come aveva immaginato- una grande radura. Un prato, insomma.
Fortunatamente non pioveva da qualche settimana quindi, almeno il terreno, non sarebbe stato troppo bagnato. Scelsero un posto che gli piaceva, abbastanza in piano e poi sistemarono tre coperte, una sopra l’altra, mentre chiacchieravano. Sembravano quasi amici, a quel punto. E dopotutto Frank si stava divertendo con lui ed era anche simpatico.
 
« è mezzogiorno.. » constatò il moro guardando sul cellulare l’ora « ..hai fame? » chiese.
« uhm si. Va bene » gli sorrise lui, per una volta.
Gerard si allungò per aprire la borsa ed inevitabilmente finì un po’ su di lui. quando si erano seduti, una mezz’ora prima, si erano seduti stranamente vicini. Fin troppo. Frank gliel’aveva fatto notare ma lui aveva semplicemente risposto con una scrollata di spalle e un « almeno non sentirai troppo freddo »
Già. Non aveva potuto non dargli ragione.
 
« ..tramezzini vegetariani? » chiese stupito.
Si sarebbe aspettato dei semplici panini con l’affettato dentro.
Gerard annuì mentre ne addentava uno « uhm- sei vegetariano, giusto? »
« ..si » ne prese uno per se e dopo averne preso un morso dovette reprimere fortemente un gemito di piacere. Erano buonissimi. « ehi! Aspetta io non ti ho mai detto di essere vegetariano. Come fai a saperlo? » gli chiese sospettoso.
Gerard bevve un sorso di coca cola « beh- io potrei.. aver accidentalmente piantonato il tuo amico. A scuola. Per avere informazioni » ammise arrossendo.
« Neil? » chiese e Gerard annuì « ah! Lo uccido! » poi comunque si mise a ridere e diede una spallata all’altro « hai imbrogliato però! »
« ehi no! Aspetta secondo te come facevo a sapere quello che ti piaceva? »
« ..chiedendomelo? »
« e che sorpresa sarebbe stata! »
Frank sorrise « hai ragione.. »
Frank ingurgitò tre tramezzini. Si fermò solo per non sembrare un ingordo.
La sua mente gli suggerì maiale. Picchiò la sua mente.
Gerard tirò fuori anche dei brownies e a quel punto rischiava davvero di saltargli addosso. Ma non lo fece.
Dopo dieci minuti ci pensò Gerard però. Dopo essersi sdraiati, a guardare il cielo terso ed aver chiacchierato incessantemente, tirò su di loro una coperta di pile, essendosi accorto che Frank aveva cominciato a tremare lievemente, e si appollaiò sul suo fianco.
La posizione non era delle migliori. Erano abbastanza scomodi per via delle giacche pesanti.
A quel punto Gerard si avvicinò per schioccargli un bacio sulla guancia. Poi un altro più vicino all’orecchio. Uno sulla mascella. Uno sul collo. Frank tremò ma non per il freddo.
Sentiva il fiato caldo sulla pelle sensibile del collo che gli diede una piacevole sensazione di tepore.
Così, senza rendersene veramente conto –o forse si- cominciò ad accarezzare i capelli leggermente lunghi del moro.
Quello parve cominciare a fare le fusa e subito lo baciò ancora.
Si coccolarono per incessanti minuti, in silenzio. Si scambiavano baci dolci –anche Frank alla fine aveva dato qualche bacetto, si- dappertutto, tranne sulla bocca. E a Frank parve di sognare. Ormai aveva un colorito rosso-pomodoro costante ma a Gerard sembrava non fregare granché.
Poi lo sentì inspirare forte e stringerlo ancora di più. Doveva ammettere che quel metodo funzionava davvero contro il freddo.
 
« mh.. » iniziò Gerard « amo il tuo profumo »
Frank ridacchiò « sai.. ho fatto la doccia anche sta mattina » scherzò.
Gerard gli diede un pizzicotto sul fianco. Sotto alla giacca.
« mannò.. non è odore di sapone è.. proprio uhm l’odore della tua pelle. Mi piace il tuo odore.. » confessò.
Frank si sentì lusingato di quello ma non avendo parole per rispondere lo strinse più a se e gli carezzò la nuca.
Gerard evidentemente si sentì di farlo perché –dopo aver passato due ore con il viso sepolto nell’incavo del suo collo- sapeva che sarebbe successo prima o poi. Prima lo baciò sul collo. Poi prese a succhiare e gli fece un succhiotto.
 
A Frank nessuno aveva mai fatto un succhiotto.
Inutile ribadire, ancora, che si imbarazzò all’inverosimile.
 
Gerard baciò poi la pelle dove aveva lasciato il suo marchio e poi si tirò su e, poggiato sui gomiti, le gambe ancora intrecciate con le sue, baciò Frank sul naso.
« ..è tardi dovremmo tornare a casa » disse. Frank si ammutolì per un secondo. Ma poi si accorse che era effettivamente quasi ora di cena e allora tornò sereno.
Raccolsero le loro cose e tornarono alla macchina mano nella mano. Gerard era così premuroso che Frank era sempre più consapevole del suo interesse per il moro. E del fatto che l’aveva perdonato da tipo.. subito.
Era palesemente coinvolto.
 
Gerard lo accompagnò a casa e gli lasciò sia i brownies avanzati che un bacio dolce sulla guancia. Frank lo ricambiò ed entrò in casa.
Chiusa la porta non poté trattenersi dal sorridere come un ebete ed abbracciare fortissimo sua madre.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Lunedì Frank era completamente in ansia. Stava aspettando Gerard da venti minuti e non si era ancora fatto vivo. A quell’ora anche l’autobus era già passato quindi, sarebbe dovuto andare a scuola a piedi. Linda aveva proposto di dargli un passaggio ma aveva rifiutato cortesemente dicendo che “sarebbe arrivato”.
Beh non era arrivato.
Dopo mezz’ora di ritardo si decise ad andare a scuola a piedi. Sua madre lo salutò e gli rivolse un « vedrai che ha solo fatto tardi, forse non si è svegliato in tempo.. » ma lui aveva pensato che avrebbe potuto almeno avvisarlo.
 
Così mentre camminava veloce sul marciapiede, col freddo che gli si insinuava dentro al cappotto,  ripensò a sabato ed al giorno prima. Dopo aver passato una giornata fantastica con Gerard era semplicemente caduto nell’ansia, la domenica. Aveva pensato tutto il giorno ai suoi sentimenti senza venirne davvero a capo. Aveva chiamato Neil per chiedergli qualche consiglio su come avrebbe dovuto comportarsi d’ora in poi ma lui gli aveva detto di darsi una svegliata perché –sue testuali parole- era evidente che ormai fosse innamorato cotto e che l’incidente dell’anno prima fosse completamente passato per lui, malgrado volesse fingere che non lo era.
Frank aveva sospirato e gli aveva dato pienamente ragione.
Comunque, per tutta la giornata era stato completamente assorto dai suoi pensieri e non aveva scritto a Gerard. Neanche una volta. Si sentiva tremendamente in colpa ma il moro l’aveva fatto sentire così.. bene, che ora si sentiva spiazzato e spaventato.
Ne aveva parlato anche con sua madre, a cena, quando l’aveva visto un po’ sconsolato ed anche lei, in pratica, gli aveva detto che se gli piaceva non c’era motivo per cui non dovesse starci insieme. Amava sua madre, davvero, ma era fin troppo accondiscendente per i suoi gusti.. non avrebbe dovuto gridare e impedirgli di uscire con lui? Tipo metterlo in punizione? Bah.
Alla fine, alle due meno un quarto era arrivato alla conclusione che voleva davvero stare con Gerard, perché in fin dei conti era innamorato di lui. anche se non gliel’aveva mai detto.
Solo che era talmente tardi che aveva pensato che magari avrebbe potuto dirglielo direttamente il giorno dopo, quando sarebbe passato a prenderlo. Per fargli una sorpresa.. Così andò a letto senza neanche mandargli un messaggio. Senza neanche dirgli che aveva passato una giornata splendida con lui. Si. Peccato che Gerard, non presentandosi a casa sua quella mattina aveva scombinato i suoi piani.
 
Entrò a scuola con il suono della campanella. Adesso doveva solo aspettare sei ore per parlare con Gerard.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Era di nuovo per strada. Appena raggiunta la fermata dell’autobus accanto al parcheggio della scuola aveva posato lo zaino per terra, ai suoi piedi, e si era appoggiato al palo degli orari. Accanto a lui alcuni gruppetti che aspettavano i mezzi come lui.
Aveva passato sei ore a scuola nella più completa ansia. Neanche Neil ce l’aveva fatta a reggerlo alla fine e l’aveva quasi insultato.
La sua ansia era data dal fatto che non aveva visto Gerard nemmeno una volta o di sfuggita in un corridoio. Poi quella mattina per la fretta aveva anche scordato il telefono sul bancone della cucina e così non aveva neanche potuto mandargli un messaggio.
Stava sbuffando proprio quando, voltando lo sguardo, aveva scorto proprio Gerard andare verso la sua macchina.
Ah! Allora c’era a scuola!
Raccolse velocemente lo zaino e corse verso di lui. Il moro, ormai accanto alla macchina, non si accorse della sua presenza finché Frank non gridò il suo nome.
Si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato e poi lo salutò con un sorriso. Gerard inarcò il sopracciglio.
« ehi Gee.. non ti ho visto oggi » gli comunicò.
« già.. direi che ti ricordi almeno il mio nome.. »
Prese Frank in contropiede. Decisamente qualcosa non andava.
« io non- c’è qualcosa che non va? » gli chiese cercando di non scaldarsi.
« tu credi? »
« .. Gerard, ti prego. » provò a toccargli un braccio ma l’altro si scostò e si appoggiò alla portiera dell’auto incrociando le braccia.
« non ti sei fatto sentire ieri.. nemmeno una volta! Eppure pensavo che dopo sabato le cose sarebbero cambiate, almeno un po’. Pensavo ti fossi divertito.. » Gerard scosse la testa « evidentemente non è stato così. Evidentemente non ho fatto abbastanza. »
« ma- ehi! Neanche tu mi pare ti sia fatto sentire! » lo accusò il più basso.
Gerard a quel punto sbiancò « il fatto è, Frank, che mi aspettavo un tuo cavolo di messaggio. Una chiamata. Una fottuta chiamata di tre secondi per dirmi che eri stato bene, oppure male! Ma almeno non mi avresti ignorato! Ed il punto è che di dimostrazioni mi sembra di avertene già date abbastanza, del fatto che mi sono pentito di quello che ho fatto e detto e che mi piaci. Ed andava bene che tu ancora non mi avessi perdonato ma almeno non mi avevi ignorato apertamente! »
Frank dopo aver ascoltato lo sproloquio di Gerard non riuscì a trattenersi dal mettersi  ridere. Cavolo, se solo avesse immaginato quello che invece tormentava la testa del più piccolo..
« ..ridi anche di me? » domandò sconcertato.
Frank scosse la testa « Dio, quanto parli.. » mormorò prima di avvicinarsi e colmare la distanza fra le loro labbra.
Prima lasciò solo le labbra premute su quelle dell’altro ma poi le schiuse e gli leccò quello inferiore.
Desiderava farlo da troppo tempo che in quel momento voleva mettersi a piangere dalla felicità.
Gerard era così sorpreso che rispose solo dopo qualche secondo. Si baciarono con calma. Finalmente non era Gerard ad aver preso l’iniziativa. Questo significava che- « cosa.. significa..? » chiese sulle sue labbra.
Frank sorrise e tuffò il viso nell’incavo del collo.
« significa che parli troppo.. » sospirò « e.. che ieri non ti ho ignorato volontariamente.. o meglio.. quando mi sono reso conto che volevo scriverti erano ormai le due del mattino.. ho pensato che fosse troppo tardi »
« potevi scrivermi anche a quell’ora. Lo sai.. »
Frank annuì guardandolo negli occhi « lo so.. ma sono un ragazzo stupido a volte.. » poi sorrise e lo baciò ancora una volta a stampo.
« è vero, sei un po’ tonto » scherzò. L’arrabbiatura già completamente dimenticata.
« è che.. ho pensato e ripensato tutto il giorno a noi due ed a come ero stato bene sabato e poi alla fine ho solo capito che non c’era niente da pensare! Ti avevo perdonato già da tempo e non so cosa stavo aspettando.. » ammise.
Allora Gerard sorrise felice e lo strinse forte.
« ..finalmente! Non so se avrei potuto aspettare ancora ce il tuo cervellino bacato arrivasse a questa conclusione! » e poi risero insieme.
Gerard non sapeva quando avesse ragione..
 
 
 
 
 
 
«♪♪♪»
Epilogo.
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
 
Frank rise forte mentre correva sul prato inseguito da un Gerard trafelato e con una bottiglia stappata e piena d’acqua in mano.
Con uno scatto riuscì a rovesciare tutto il liquido fresco addosso a Frank e quest’ultimo, ormai senza fiato, rotolò a terra.
Gerard lanciò da una parte la bottiglia ormai vuota e si infilò tra le gambe divaricate del più piccolo.
« preso! » affermò prima di fargli il solletico. A quel punto Frank rise ancora più forte. Gli dolevano le ginocchia per la caduta, i polmoni per il troppo ridere e la milza ma.. non era stato più felice.
In quella giornata calda di giugno avevano deciso di fare un pic-nic, proprio nella radura in cui l’aveva portati Gerard circa cinque mesi prima, insieme a tutti i loro amici. Compresa Hannah e fidanzato.
Gerard smise di fargli il solletico e si sdraiò con poca grazia su di lui. Lo baciò sulla bocca e Frank sorrise sulle sue labbra. L’aveva già detto quanto fosse felice?
« vado a giocare a calcio con gli altri. Tu vieni? »
Frank negò con la testa « lo sai che faccio schifo.. »
Gerard rise « è vero » acconsentì e Frank gli schiaffeggiò il sedere prima di vederlo correre verso Tim e Oliver.
 
Neil si sedette accanto a lui nel giro di dieci minuti.
« non è giusto! Anche Tim mi faceva i falli! Quindi Hannah è entrata al mio posto in squadra ed io sto qui a chiacchierare come due comari con il mio Frankie! »
« non dare la colpa agli altri se sei una schiappa a calcio! » rise Frank.
« ..quindi.. ti vedo felice » constatò l’amico.
Frank annuì sorridendo senza staccare gli occhi dal suo ragazzo.
« ormai stiamo insieme da cinque mesi ma.. non passa giorno senza che mi faccia stare davvero bene, anche quando litighiamo.. non me ne sono pentito un solo giorno » gli confidò.
« ne sono felice » sorrise abbracciandolo. Frank si accoccolò a lui. «e tua madre? Come l’ha presa? »
« non parlarmene! Ah lei faceva già il tifo per lui da tempo ma da quando ha saputo che ci siamo finalmente messi insieme non passa giorno che non lo inviti a cena o semplicemente per un caffè! E vedessi come si divertono a confabulare alle mie spalle! » poi si voltò verso di lui con espressione scandalizzata « gli ha persino fatto vedere le foto di quando mi faceva il bagnetto! Ed ero nudo! »
« beh, Frankie, era ovvio che fossi nudo.. mica Linda ti faceva il bagnetto vestito! E poi Gerard ti ha visto già nudo! Di cosa ti vergogni? »
« già.. beh- » Frank arrossì e nascose il viso sulla sua spalla.
Da lontano sentì Gerard gridare scherzosamente « ehi! Neil! Allontanati subito dal mio ragazzo, cosa stai facendo traditore! Vengo li e ti strozzo! »
Si misero a ridere e poi, come aveva ben detto il suo ragazzo si allontanò dall’amico e si stese sull’erba fresca.
Ora Frank era felice ed innamorato. Il dolore di un anno prima ormai dimenticato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine.
 
 
 
 
 

 
[*] si, anche Hannah è una Frerard Shipper! *la cuora*
 
 
 

 
*sigh* è finita!
Spero che vi sia piaciuto il capitolo –ma anche gli altri prima di questo- e che non vi abbia deluso –o almeno non troppo.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo tra le seguite, preferite e ricordate. Sappiate che vi voglio tanto bene! Ma soprattutto ringrazio quelli che hanno recensito e spero che siate così generosi da lasciare un commento anche a questo capitolo!
Frankie e Gee vi salutano e ringraziano, mentre pomiciano un po’ in santa pace! Lol
 
Se voleste leggere qualcosa di nonsense e senza pretese e molto –moltissimo pwp- vi lascio il link della mia ultima OS –frerard ovvio- scritta appena prima di questo capitolo gnaw - Draw the tattoo for me, on me.
 
 



 
Frankie.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2946404