Niwakaame, una piccola città piena di pace e tranquillità.
Alle spalle di tale città si ergeva un panorama paradisiaco, alte montagne innevate, dalle quali scendeva un cristallino e fresco fiumiciattolo attraversando una rigogliosa foresta verde, dai piedi della montagna fino ad arrivare a un limpido lago nel quale gli animali della foresta si dissetavano.
Sull’erba accanto al lago, c'era sdraiato un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e trascurati, che dormiva tranquillo all'ombra di un albero con accanto una ragazza di poco più giovane di lui con lunghi e lisci capelli scarlatti, che dormiva con la testa poggiata sulla pancia del ragazzo, sfruttandolo come un cuscino. Erano entrambi vestiti con un kimono da karate completamente nero, e la cintura di un rosso accesso
.
Nella piccola cittadella di Niwakaame era stato costruito un dojo, dove per chiunque fosse interessato e completamente gratuitamente erano insegnate varie tipologie di arti marziali, dalle più semplici tecniche difensive, a utilizzo di armi, fino a tecniche più avanzate. Comunque c'erano soltanto un paio membri poiché la maggior parte della gente preferiva la pace alla lotta. E ciò mandò il dojo quasi in rovina e in condizioni poco gradevoli, sulla porta c'era un’insegna impolverata, con scritto "Bureido to Buraddo" nome del menzionato dojo. Dentro si allenavano solo due persone sotto l’attento controllo di un anziano signore con una folta barba.


I due allievi sono i giovani che dormivano appena fuori dalla città, il ragazzo, determinato a migliorarsi sempre più si chiama Teiki, abile soprattutto nell’utilizzo della spada, mentre la ragazza determinata a mangiare dei dango anche mentre si allena si chiama Kaen, anche se piccola e tenera d’aspetto è molto abile nel combattimento a corpo a corpo.


Questi sono i nostri due protagonisti, nella loro pacifica città ma presto qualcosa cambierà.

Era un caldo giorno di Primavera e nella città di Niwakaame, la giovane Kaen girovagava per la città fra i vari negozi cercando qualcosa di buono e dolce da mangiare. Dopo qualche minuto di ricerca, la giovane fanciulla vide il suo compagno di allenamenti, Teiki, che stava acquistando dolcetti ad una bancarella, e pian pianino furtiva come un gatto, si avvicinò per poi gettarsi sull’amico abbracciandolo energeticamente, -Salve può aggiungere due dozzine di dango, per piacere?- chiese allegramente la ragazza, guardando la commessa per poi spostare lo sguardo sull’amico facendogli degli occhioni da gattino affamato –Sei sempre la solita. . . -Disse il ragazzo sospirando quasi rassegnato mentre accarezzava lentamente la testolina dell’amica.
-Grazie mille Teiki-kun, meno male che ti ho incontrato, sai ero al verde- Disse la ragazza ridacchiando leggermente con aria innocente. Il ragazzo girò la testa per guardare la ragazza con aria quasi rassegnata –Non dirmi che hai rispeso tutti i soldi in dolciumi-. Disse prendendo la busta piena di dango e porgendola all’amica –Ecco a te mangiona-. La ragazza prese la busta, gonfiando piano le guancie che diventavano leggermente rosse, -Non sono una mangiona, sono loro che mi tentano- disse tirando piano una guancia a Teiki. –Ok Ok hai ragione tu, scusa- rispose il ragazzo, cercando di liberarsi la guancia, mentre s’iniziò a incamminare con la piccola Kaen –Ti perdono, e ti lascio andare la guancia, solo se mi porti in spalla-, affermò ridacchiando teneramente, stringendo un pochino di più la guancia dell’amico. –Ok Ok, come desideri tu- rispose di nuovo Teiki e subito la ragazzina, le lasciò andare la guancia, salendo sulle spalle del ragazzo, che la portò in giro per la città, a fare compere soprattutto di dolciumi e a chiacchierare con le varie persone della cittadella, finché poco dopo il calar del sole, con un tenero sbadiglio, Kaen si addormentò in spalla al ragazzo sussurrando un tenero –Buona notte-.
Teiki, sentendo russare rumorosamente l’amica decise di riportarla subito casa per farla dormire, sia perché cosi potrà riposare meglio, sia per non farsi mordere dall’addormentata Kaen.

Stava per terminare un’altra tranquilla giornata, ma presto la tranquillità di quella città sarebbe stata distrutta e le strade si sarebbero sporcate dal sangue di una dura battaglia, illuminata dalla luce della luna.