Stargate Atlantis - La Nuova Alleanza

di Lady_Whytwornian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Discussione sulla nave alveare ***
Capitolo 3: *** La città abbandonata ***
Capitolo 4: *** Ospitalità Wraith ***
Capitolo 5: *** L'incrociatore di Xeila ***
Capitolo 6: *** I Wraith ad Atlantide ***
Capitolo 7: *** La nuova alleanza ***
Capitolo 8: *** Scambio di favori ***
Capitolo 9: *** Il piano d'attacco ***
Capitolo 10: *** Alleati nella battaglia ***
Capitolo 11: *** Addio o arrivederci? ***
Capitolo 12: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La nave dei Replicanti si era stabilizzata intorno all’orbita di P3A-126. Il segnale in quelle coordinate era migliore dato che si avevano meno interferenze da parte delle onde elettromagnetiche del sole che si trovava in quel sistema di pianeti.
- Rapporto! – ordinò il comandante del vascello.
- Orbita di parcheggio inserita, signore. Motori al minimo per compensare.
Poi si rivolse al responsabile delle comunicazioni: - Signor Zeheen, a che punto siamo?
- Dalle rilevazioni se ci spostiamo nel cono d’ombra generato dal pianeta stesso saremo meglio schermati dall’effetto delle radiazioni solari sui segnali.
Era ancora impegnato nella decodifica di quel flebile messaggio che era stato captato per caso e che ancora vagava nello spazio. Quando era stato ricevuto la prima volta si trovavano nel sistema di lune M18-1D3, ma comunque quello che avevano inizialmente ricevuto era più che sufficiente per convincerli dirigere senza ulteriori indugi la loro nave in quel settore della galassia.
Il comandante Abraxis non aveva avuto dubbi fin da subito: gli era bastato vedere nel rapporto il riferimento ad un nome per ordinare di fare rotta immediatamente verso quelle coordinate.
- Janus… – aveva detto – Di nuovo un’altra opportunità ci viene offerta e non dobbiamo lasciarcela sfuggire.
Aveva superato il primo momento di perplessità. Da quanto sapeva ogni cosa era andata distrutta: il suo ultimo laboratorio segreto conosciuto e tutto ciò che esso conteneva. Un Jumper modificato per i viaggi nel tempo, l’utile dispositivo di occultamento personale e soprattutto il preziosissimo dispositivo Attero. Eppure quel messaggio era chiaro: su quel pianeta c’era un avamposto degli Antichi in cui Janus aveva ricostruito il suo laboratorio. In che modo e quando lo avesse fatto non gli interessava. Ciò che era assolutamente importante era che quello rappresentava forse era l’ultimo posto dell’universo in cui trovare ancora la tecnologia del Dispositivo Attero. Aveva un conto in sospeso con i Wraith e l’ultima volta che li aveva incontrati erano alleati con Atlantide. Questo proprio non lo aveva previsto andava oltre l’immaginabile. In effetti , pensandoci bene aveva un conto in sospeso con entrambi.
Oberoth lo aveva avvertito a suo tempo che non c’era alcun interesse in allearsi con i Terrestri e questa ne era la prova: avevano combattuto a fianco dei loro stessi nemici pur di distruggerli.
Con la memoria tornò indietro a quanto era successo. Ormai avevano in pugno la situazione. La loro strategia di sterminare gli umani, la fonte preferita di cibo per i Wraith, avrebbe avuto pieno successo se non fosse accaduto l’impensabile: una tregua tra i Wraith stessi e gli umani di Atlantide. Una flotta di navi alveare unita a quella della Spedizione di Ataltide.
- Da non crederci! – urlò.
I presenti sul ponte comando si voltarono a quell’esclamazione.
- Scusate…
Certo. Quella improbabile alleanza era durata il tempo necessario per sconfiggere gli Asuriani e poi si era spezzata. I Wraith avevano ripreso la loro guerra civile e Atlantide la sua vita. E loro erano rimasti in pochi…
Tutto questo era inaccettabile e in ogni caso toglieva ogni dubbio sulle decisioni da prendere: prima si sarebbe occupato dei Wraith. Se su quel pianeta ci fosse stato quello che credeva, una volta rimesso in funzione il Dispositivo Attero era tarato sulla frequenza degli hyperdrive delle loro navi; poi avrebbe pensato ad Atlantide e ai suoi abitanti e infine avrebbe fatto rotta verso la Terra.
- A che punto siamo con la decodifica? – iniziava ad essere impaziente. Voleva scendere al più presto sul pianeta, ma voleva avere anche tutte le informazioni che si potevano ricavare prima di entrare in una città degli Antichi. Non voleva sorprese.
- Purtroppo è un’eco che si è propagata nel sub spazio con tutte le conseguenze: gran parte della comunicazione è danneggiata irrimediabilmente. Le uniche parti di cui si ha una discreta lettura riguardano l’ubicazione della città e la presenza di un prototipo all’interno di essa. Anche le parti del progetto risultano incomplete e quindi al momento non utilizzabili così come sono.
- Va bene. Allora non abbiamo altra scelta. Dobbiamo scendere e trovare le parti mancanti. Chiamò il ponte comando: - Qui è il comandante. Fate preparare una squadra: voglio l’ufficiale tecnico, il responsabile delle comunicazioni e quello della programmazione. Richiedo anche una scorta armata. Non so chi o cosa potremmo trovare. Meglio essere prudenti.
Scesero sulla superficie del pianeta e si ritrovarono ai margini di una foresta piuttosto verde e rigogliosa che indicava la presenza di molta acqua. Furono subito raggiunti da un terribile fetore, quindi nelle vicinanze c’era anche una palude.
- Secondo le indicazioni dobbiamo andare da quella parte. Non siamo molto lontani.
Arrivarono nei pressi di quella che doveva essere una città degli Antichi. Se ne potevano riconoscere gli stili e l’architettura. Era evidente che la loro tecnologia era avanzata. Tutta la struttura, sebbene in rovina, emanava ancora il suo antico potere.
Entrarono attraversando un lungo ponte che portava dritto al cuore della città. C’erano chiari segni di esplosioni; quella che ritenevano fosse stata la torre principale dove si doveva trovare anche lo Stargate era completamente andata distrutta.
- Questa è certamente opera dei Wraith. Devono aver trovato la città prima che il Dispositivo fosse terminato e hanno raso al suolo tutto. Spero che ci sia ancora qualcosa di utilizzabile. Sicuramente i laboratori si trovavano in una zona protetta.
Ci vollero alcune ore perché riuscissero a trovare l’ingresso per il laboratorio. Alla fine riuscirono ad aprire le porte blindate che portavano nei piani inferiori e scesero lungo un corridoio completamente buoi e, speravano, completamente disabitato.
- Non credo che ci siano ancora dei Wraith qui nascosti, ma non si sa mai. Mantenete il contatto visivo.
Scesero ancora fino a quando si trovarono davanti alla porta del laboratorio.
- Cerca di aprirla in fretta – disse al tecnico – attenzione ad eventuali sistemi di difesa ancora attivi.
Finalmente la porta si aprì ed entrarono nel laboratorio. Era rimasto tutto immobile come prima della distruzione della città. Era come se mai all’esterno fosse successo niente. Solo la polvere che si era depositata sugli strumenti lasciava capire lo stato di abbandono del luogo.
- Ed ora al lavoro. Trovate il prototipo e i progetti. Abbiamo molto da fare!
La stessa fretta regnava in un’altra parte della galassia non molto lontano da dove si trovava la nave dei Replicanti. In un sistema di pianeti vicini proprio a P3A-126 si trovava una luna utilizzata dai Wraith come pascolo per il rifornimento cibo e una nave alveare era in orbita per un ciclo di raccolta.
- Avvertite immediatamente la nostra regina. Questo messaggio riapre nuovamente molte questioni che pensavamo fossero state chiuse definitivamente tempo fa…
 

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Capitolo 2
*** Discussione sulla nave alveare ***


Nella nave alveare la preoccupazione iniziava a salire.
Quello che avevano captato era un segnale sub spaziale molto antico, un segnale vecchio di 10000 anni che proveniva dall’epoca del primo assedio di Atlantide ad opera dei Wraith. Risuonava ancora nello spazio come un’eco che si propagava nel freddo e buio universo tra stelle e pianeti. Una fredda eco che trasportava ricordi di migliaia e migliaia di anni passati.
Era danneggiato: il segnale era disperso da secoli e questo ne impediva una decodifica completa. Chi lo aveva inviato lo aveva anche criptato: solo chi avesse avuto le chiavi di lettura avrebbe potuto accedere alle informazioni in esso contenute.
- Dovete decifrarlo al più presto e recuperare tutto quanto possa esserci utile per intervenire. E’ di estrema importanza avere quei progetti.
L’ufficiale tecnico continuò a lavorare su quel segnale, ma i soli pochi frammenti che avevano disponibili in chiaro erano più che sufficienti per giustificare lo stato di allarme: era un messaggio di Janus e l’argomento era inequivocabile. In quel messaggio era stata affidata tutta la sua conoscenza del Dispositivo Attero con allegati i progetti per ricostruirlo.
Il comandante dell’incrociatore che scortava la nave alveare e che aveva raccolto il segnale voleva usare quell’opportunità per mettersi in luce con la regina: ambiva di raggiungere il ruolo di consorte e questa era l’occasione tanto attesa. Sapeva che anche la Regina di quell’alveare aveva mire più alte e quindi lo avrebbe appoggiato in tutto e per tutto. Restava da convincere il console la cui fedeltà alla Primaria era fuori discussione, anche se recentemente qualcosa doveva essere cambiato dato che il suo comportamento era molto diverso e discuteva spesso con un ufficiale che sapeva aver avuto un ruolo molto importante in passato nella società Wraith. Si ripromise di raccogliere maggiori informazioni. Avrebbe potuto risultare un rivale. Intanto doveva pensare a come gestire gli eventi attuali che erano molto più stringenti.
Tutti gli ufficiali erano stati convocati nella sala del trono per presentare alla Regina il nuovo frangente e per stabilire come reagire a questa rediviva minaccia.
- Mia Regina – iniziò il comandante con tono deciso – Le circostanze richiedono un’azione immediata. Ci troviamo nuovamente in una situazione di estremo pericolo. Tutte le nostre navi lo sono. Il nostro mondo e il nostro popolo è minacciato ancora una volta dagli artefatti degli Asuriani. Inoltre questo segnale potrebbe essere stato ricevuto anche da altri, magari da Atlantide stessa… – Si fermò per sottolineare il possibile coinvolgimento dell’eterno avversario - e questo li metterebbe subito alla ricerca del dispositivo per distruggerci definitivamente. Dobbiamo assolutamente recuperare il prototipo e i piani del progetto e assicurarci che vengano resi inutilizzabili. Oppure…
Nuovamente si fermò. Voleva enfatizzare meglio quello che avrebbe detto in seguito.
- Oppure…? – chiese impaziente la Regina. Non apprezzava tutto questo temporeggiare nelle discussioni tattiche.
- Oppure potremmo recuperare il prototipo e i progetti e adattarli per i nostri scopi. Potremmo fare in modo di sincronizzarlo sulle frequenze degli hyperdrive delle navi di Atlantide e quindi usare il dispositivo creato per distruggerci contro i nostri stessi nemici prima che possano farlo loro…
L’idea del comandate trovò subito numerosi sostenitori tra i presenti: tutti erano estremamente entusiasti di questa possibilità. Anche la Regina stessa approvava con un ghigno sibilante.
- Mi piace – disse la Regina – Mi piace molto questa tua proposta. Ci permetterebbe di tornare in netto vantaggio.
Il console Xeila che era rimasta in disparte, ad ascoltare alle spalle della Regina come era suo solito, guardò dapprima i presenti poi intervenne – Mia signora, ti prego di riconsiderare la tua decisione e riflettere sulle sue conseguenze. Capisco perfettamente i timori, la voglia di rivalsa su Atlantide che vuole continuamente ridurci i nostri campi di approvvigionamento, come pure il chiaro desiderio di cancellare qualsiasi traccia degli Asuriani che possa ancora pervenire a minacciarci. Ho combattuto anch’io contro di loro, dopo che gli Antichi abbandonarono la Galassia di Pegaso, e non ho mai dimenticato. Ma non dobbiamo farci trarre in inganno e soprattutto non dobbiamo prendere decisioni affrettate. Prima di tutto voglio ricordare che quel dispositivo, quando viene messo in funzione, sovraccarica gli Stargate con la conseguente distruzione degli stessi. Ne abbiamo già avuto prova. Inoltre al momento non sappiamo se quello descritto nel segnale esista ancora, se sia stato trovato e da chi. Sarei cauta nel decidere di cosa farne dopo. Non voglio certo sottovalutare il pericolo; anche se la probabilità che ce ne sia ancora una fosse soltanto remota, dovremo sicuramente accertarcene. In caso affermativo, tutto dipenderà se lo troviamo prima noi: in questo caso non avremo necessità di alcun aiuto. Ma, se disgraziatamente, venisse rinvenuto dai Replicanti o dagli Asgardiani o da qualche altro popolo a noi ostile, allora dovremo usare tutta la diplomazia di cui siamo capaci per allearci nuovamente con Atlantide,  temporaneamente si intende – si corresse subito sentendo un brusio di disapprovazione – visto quanto è già successo in passato.
- Sei sempre molto prudente, Xeila. Spero che questo non dipenda solamente dal fatto che non sei interamente un Wraith…
Xeila chinò la testa: - No, mia Regina. Io sto solo pensando al bene del nostro popolo. Alleanze temporanee non creano di certo legami definitivi. Sono solo degli espedienti per rendere le cose più facili e soprattutto per evitare di avere più nemici alleati tra di loro. E’ meglio che in questo caso i nostri nemici si alleino con noi piuttosto che con gli altri…
- Devo comunque ammettere che quanto dici è anche molto saggio… - alzò una mano per interrompere la replica furibonda del comandante.
- Bene console Xeila. Torna pure sul tuo incrociatore. Procedi come meglio ritieni. Ti dovrai assicurare che vengano recuperate tutte le informazioni possibili e tutto quello che riguarda il Dispositivo Attero e che venga cancellato ogni segno del laboratorio, se esiste. Assicurati anche che nessuno sia arrivato prima di noi. In quel caso, ovviamente, non dovranno restare tracce nemmeno di loro. Tutto il materiale dovrà essere consegnato a me. L’uso che se ne farà in seguito dipenderà dall’evolversi della situazione.
Era chiaro che il dispositivo poi sarebbe stato studiato e magari riprogrammato, rimaneva sempre il problema degli effetti collaterali sugli Stargate: ne avrebbero risentito anche loro.
- Un problema alla volta – disse Xeila rivolgendosi al suo fedele comandate – dovrai fare rotta con un altro incrociatore verso P3A-126. Al momento non abbiamo avuto segnalazioni di problemi alle nostre navi e ai nostri hyperdrive, quindi confido che il Dispositivo non sia ancora attivo. Non abbiamo altra scelta se non provare. Raggiungere quel pianeta con i motori sub luce richiederebbe troppo tempo ed il tempo è proprio ciò che non abbiamo. A quanto pare, al momento è escluso chiedere collaborazione ad Atlantide, quindi ti chiedo di rischiare la tua vita e la tua nave per raggiungere l’avamposto degli Antichi seguendo le coordinate decriptate.
Io resterò a bordo del mio nel malaugurato caso che dovessimo cambiare strategia.
Il comandante chinò la testa: - Come ordina, mia signora.
Si imbarcò subito sulla sua nave e diede le coordinate da inserire. Ebbe solo un attimo di esitazione quando ordinò di saltare nell’iperspazio. L’incrociatore dei Wraith ora si trovava vicino al pianeta dietro una delle lune che orbitavano attorno. Aveva fatto calcolare la rotta per una luna vicina in modo da potersi nascondere dietro di essa nel caso fossero arrivati altri seguendo quel segnale.
- Rilevo una nave in orbita di parcheggio. Comandante… è una nave con tecnologia asuriana. Dai segnali che ricevo, i membri dell’equipaggio sono Replicanti…
 

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Capitolo 3
*** La città abbandonata ***


- Troppo tardi! Siamo…arrivati…troppo tardi!
Si mise a camminare furiosamente avanti e indietro sul ponte di comando.
- Va bene! Prepariamoci a scendere sul pianeta per affrontarli. Non possiamo permettere loro di impadronirsi del Dispositivo e di rimetterlo in funzione. Costi quel che costi deve essere distrutto.
Affidò il comando dell’incrociatore al suo secondo: - Se non dovessimo tornare entro un giorno, informa il console dell’accaduto, poi fa tutto quello che ritieni necessario per fermarli. Tutto…a qualsiasi prezzo… Ne va della sopravvivenza dei Wraith. Sono stato chiaro?
Radunò una squadra di guerrieri e scese nelle vicinanze della città. Era stata quasi completamente riassorbita dalla natura del pianeta che ormai dominava incontrastata da millenni.
Il sole che riscaldava quel sistema era quasi tramontato e le ombre delle rovine della città si stavano allungando verso l’orizzonte aumentandone l’aspetto spettrale che aveva assunto nel tempo. Le prime stelle apparivano nel cielo notturno.
- Da quella parte. Vediamo di raggiungere in fretta il laboratorio.
Si mossero silenziosamente verso quanto rimaneva della città e dei suoi edifici.
Attraversarono lo stesso ponte che il giorno prima era stato attraversato dai Replicanti e giunsero alla torre principale.
- Avrebbe dovuto essere andato tutto distrutto moltissimi anni fa... – sospirò – la città e il suo laboratorio… ma a quanto pare era stato protetto molto bene.
Alzò gli occhi al cielo un attimo, come se avesse avuto un presentimento, un cattivo presentimento e vide una nuova stella brillare nel cielo di P3A-126.
Abbassò la testa: - ora siamo soli… e ci stanno aspettando. Non deludiamoli…
Si avvicinarono all’ingresso che secondo una vecchia mappa che stavano seguendo avrebbe dovuto portare al laboratorio.
Improvvisamente l’intero perimetro risuonò delle raffiche sparate dalle armi dei Replicanti a guardia dell’ingresso del laboratorio.
I Replicanti avevano regolato le loro armi in modo che potessero solo stordire. Non avrebbero potuto uccidere i Wraith, ma avevano trovato una valida alternativa, quindi sarebbe stato più facile farli prigionieri e poi abbandonarli ad una morte lenta.
- Voi – ordinò il comandante - cercate di tenerli occupati il più a lungo possibile. Voi due: con me.
Riuscirono a raggiungere l’ingresso del laboratorio e a penetrarvi scendendo fino all’ultimo livello inferiore. Eliminarono le due guardie che erano davanti la porta e si infilarono dentro riparandosi dietro una serie di scaffalature che ricoprivano una delle pareti della stanza. Videro non più di cinque soggetti che trafficavano con le apparecchiature. Non erano in molti, forse avrebbero potuto facilmente sovrastarli. Erano tutti impegnati e stavano alacremente lavorando sulle varie postazioni che erano stare riattivate. Quello che più lo preoccupava era quell’oggetto sulla consolle posta al centro del laboratorio. Appena fosse stato tutto pronto avrebbero riparato il prototipo del dispositivo Attero, che ora era chiaro che esisteva ed era caduto nelle mani dei loro più grandi nemici.
Macchine! Macchine programmate per ucciderli. La loro aggressività era persino superiore a quella dei Wraith stessi. Non avevano onore, nessun compromesso era possibile con loro. Erano solo esseri inanimati con un solo unico scopo: far sparire dall’intero universo il suo popolo.
Ciò che rendeva il comandante Wraith ancora più furioso era sapere che tutto quello che aveva fatto in passato era stato reso inutile da quegli sciocchi umani: la sua missione per disattivare la direttiva, i rischi corsi durante quella missione infiltrato nella città degli Asuriani. Tutto inutile. Tutto per niente. Quella modifica del codice di base era stata annullata ed ora avevano ripreso a cacciare il loro nemico con una maggiore determinazione.
Ma non era certo questo il momento per ripensare al passato. Ormai era passato…Ora doveva trovare un modo per fermarli. Un’altra volta.
Diede silenziosamente l’ordine agli altri due Wraith con lui di uscire dalla stanza. Non avevano molte scelte. Avrebbero cercato di posizionare dell’esplosivo lungo le pareti del laboratorio e, se necessario, sarebbero morti pur di seppellire tutto una volta per sempre.
Dovevano sbrigarsi: presto si sarebbero accorti che non tutti i Wraith erano stati storditi e che le guardie erano state neutralizzate. Stavano preparando le cariche quando sentì un fortissimo dolore alla base della nuca. Ebbe solo il tempo di vedere il viso di chi lo aveva colpito prima che tutto si offuscasse nella sua mente e di perdere i sensi. Aveva fallito. Questo era tutto quello che riuscì a pensare in quell’ultimo attimo di lucidità. Avrebbero ripristinato il dispositivo Attero. Le navi Wraith sarebbero andate distrutte una ad una. Non avrebbero fatto tempo ad inviare altri incrociatori e questi sarebbero esplosi ogni volta che sarebbero saltati nell’iperspazio.
Aveva una sola speranza: il console Xeila che, non ricevendo notizie, forse avrebbe potuto capire cosa fosse realmente successo laggiù su P3A-126 e convinto la Regina ad allearsi ancora una volta con Atlantide, ancora una volta insieme contro i Replicanti.
Poi smise di lottare. Si sentì sollevare di peso e trascinare fuori. Fu colpito nuovamente e si abbandonò privo di forze al suo destino.
Si risvegliò legato a delle piante e immerso nell’acqua putrida delle paludi.
La testa gli pareva stesse scoppiando. Sentiva un dolore lancinante al fianco destro. Si guardò attorno e vide che anche gli altri che erano con lui avevano fatto la stessa fine.
Poi alzò gli occhi e incrociò lo sguardo gelido del replicante che aveva di fronte e che lo osservava.
- Ben presto li seguirai…
Cercò di radunare tutte le forze che gli erano rimaste. Era ferito ed era da troppo tempo che non si nutriva. Scosse la testa.
- Ne verranno altri ancora. Non lasceremo che ricostruiate quel dispositivo. Non è ancora stata detta la parola fine alla nostra specie.
- Li aspetteremo, sempre che riescano a partire…Non ci vorrà ancora molto e il Dispositivo sarà interamente ricostruito e messo in funzione.
Si voltò e fece per andarsene, poi ci ripensò: voleva che sapesse che cosa li stava aspettando in quella melma fetida.
- Vi piace nutrirvi? Bene adesso sarete ripagati della stessa vostra medicina. In questo posto vive una specie di sanguisuga carnivora. Probabilmente dei vostri antenati non ancora evoluti. Comunque, qualsiasi cosa esse siano, si nutriranno della vostra linfa vitale e poi quando avranno finito si ciberanno delle vostre carni.
 

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Capitolo 4
*** Ospitalità Wraith ***


Ad Atlantide qualche giorno prima era arrivata una richiesta di aiuto dal pianeta M3A-103, conosciuto anche come Luna Verde.
Il signor Woolsey organizzò una riunione per vedere di rispondere alla richiesta e di inviare una squadra in soccorso. Non potevano fare molto in ogni caso.
- Colonello Sheppard – iniziò – abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da parte degli abitanti di M3A-103. Hanno individuato una nave alveare in rotta verso di loro. Purtroppo è un pianeta che entra nella sfera di influenza dei Wraith ed è un loro punto di rifornimento di cibo. Era da molto tempo che non si recavano su questo e avevano persino sperato che se ne fossero dimenticati. Ma a quanto pare non è così…
- I Wraith non dimenticano di certo dove sono localizzate le loro dispense… - commentò sarcasticamente John.
- Cosa vogliamo fare?
- Chiediamo aiuto alla Dedalus? Dovrebbe essere abbastanza vicina. La raggiungiamo con lo Stargate più prossimo alla sua posizione e poi dirigiamo su Luna Verde. Non possiamo affrontare un’intera nave alveare con solo il Jumper…
- Va bene. Procedete – concluse il signor Woolsey
La trasmissione effettuata da M3A-103 era stata ricevuta anche dalla nave Wraith che scortava la nave alveare.
- A quanto pare avremo compagnia. Forse non tutto il male viene per nuocere… Ci sono notizie dall’incrociatore che abbiamo inviato a controllare su P3A-126?
- No console. Nessun contatto.
Xeila iniziava a preoccuparsi. Avrebbero già dovuto comunicare la situazione.
La squadra di ricognizione Wraith che era stata inviata sulla Luna come appoggio per i Dart impegnati nel raccolto intanto aveva fatto ritorno e aveva comunicato la presenza di alcuni Replicanti.
- Questo complica le cose. Cosa ci fanno qui nel nostro territorio?
- Dalle prime analisi abbiamo trovato che il pianeta è ricco di Neutronium.
- Replicanti… - mormorò il console – non credo sia un caso. Prima il messaggio con i piani del Dispositivo e poi ce li troviamo su questa Luna il cui suolo risulta ricco di Neutronium.
Sospirò. - Questo è ancora peggio…A questo punto credo che aspetteremo che arrivi la Dedalus – disse Xeila. - Poi vedremo cosa succede. Prepariamoci a scendere. Affido a lei il comando della nave – disse poi rivolgendosi al primo ufficiale – Appena sbarcheremo allontanatevi quel tanto che basta da non farvi rilevare. Non voglio ingaggiare uno scontro con una nave di Atlantide. Lasciamo che scendano anche loro sulla Luna. Quando i Replicanti li incontreranno di sicuro riserveranno loro una calda accoglienza.
- Console, venga sul ponte comando! Abbiamo una richiesta di soccorso dalla nostra nave inviata su P3A-126.
Xeila raggiunse la plancia in tempo per sentire le ultime parole del vice-comandante: - Console. I Replicanti sono arrivati prima di noi….sono riusciti a rilevare la nostra presenza….
- pareva non fosse possibile mantenere la trasmissione stabile -
…non abbiamo notizie dalla squadra inviata sul pianeta. Siamo sotto attacco e non so quanto potremo resistere…
Poi la trasmissione si interruppe definitivamente.
- Li abbiamo persi, console…
- Adesso dovremo cambiare le regole del gioco. Non abbiamo tempo per inviare un altro incrociatore. Non abbiamo più molto tempo: potrebbero far funzionare quel maledetto dispositivo a breve. Prepariamoci a scendere e resteremo ad aspettare. Potrebbero avere bisogno di noi… e sfrutteremo questo a nostro vantaggio. La loro nave non risente dell’effetto distruttivo e la possiamo usare per spostarci, mentre la nave alveare se ne starà qui al sicuro. Spero di poter usare per un altro po’ gli hyperdrive.
Sheppard e la sua squadra contattarono la Dedalus e organizzarono il rendez-vous.
- Cerchiamo di tenerci fuori dalla portata dei sensori della nave Wraith. Saranno impegnati nella loro attività di raccolta ma è meglio non rischiare. Useremo il Jumper per scendere sul pianeta, lo Stargate sarà presiditato.
Il colonnello Sheppard sarebbe sceso con altri cinque marines per valutare la situazione nel villaggio.
Cercarono delle coordinate adatte per poter atterrare e poter nascondere al meglio il loro Jumper. Trovarono una radura abbastanza vicina al villaggio principale da cui era partita la richiesta di soccorso che era anche nei pressi dello Stargate.
Come avevano immaginato i Wraith avevano messo delle guardie.
- William – disse all’ufficiale in comando – tu e un paio di uomini restate qui, io e gli altri due andremo al villaggio restando nella boscaglia. Restiamo in contatto.
Erano quasi arrivati al villaggio che ricevettero una comunicazione disperata da William: - Colonnello! Ci stanno attaccando. Sono in soprannumero…ci stanno attaccando!
- William – rispose Sheppard – chi vi sta attaccando? I Wraith?
- No. Non sono i Wraith… - e la comunicazione si chiuse
- William! William! Rispondi! Come non sono i Wraith?
- Che succede signore?
- Non lo so, ma a quanto pare oggi il pianeta è piuttosto affollato… Torniamo al Jumper…
Quando arrivarono non trovarono più nessuno: non c’era traccia degli uomini rimasti di guardia e nemmeno dei Wraith.
Non fecero tempo a realizzare cosa potesse essere successo che vennero attaccati anche loro: - Ma chi diavolo sono?
- Non lo so, signore, ma sono intenzionati ad ucciderci tutti.
John vide cadere gli altri due uomini che erano con lui. Cercò di trovare una maggior copertura ma venne raggiunto da una serie di colpi che disintegrarono le rocce alle sue spalle i cui frammenti lo ferirono ad un braccio.
- Maledizione…
Si mise a correre verso l’interno della foresta e giunse ad una grotta. Pensò di rifugiarvisi sperando di venire ritenuto morto. Nella notte avrebbe cercato di tornare al Jumper. Sempre che non fosse stato distrutto. Da fuori gli giungevano nuovi colpi: se non era contro i suoi, contro chi allora stavano adesso sparando? Poi finalmente il silenzio. Rimase in attesa. La sua attenzione fu attirata da rumori di passi che si stavano avvicinando. Si ritrasse contro la parete e impugnò il come ultima disperata difesa.
Vide entrare quattro guerrieri Wraith seguiti da un ufficiale che gli rivolse immediatamente parola:- Colonnello Sheppard, non spari. Lei è ferito e ha bisogno di cure. Lasci stare la sua arma. Non farebbe tempo ad ucciderci tutti.
Con riluttanza si arrese all’evidenza.
Gli prestarono le prime cure, poi lo trasportarono a bordo della nave da guerra che era in orbita che saltò subito nell’iperspazio.
- Come mi devo considerare? – chiese al soldato che era stato messo di guardia.
Il Wraith si limitò a guardarlo piegando di lato la testa. Poi continuò ad ignorarlo come aveva fatto fin’ora.
- Sì, insomma… sono vostro prigioniero? La vostra cena? Il dessert?
- Colonnello Sheppard. Si trova sul mio incrociatore e al momento è nostro ospite – disse una voce alle sue spalle - Ho già provveduto ad informare il suo comando del suo stato di salute e ho assicurato loro che potranno riaverla al più presto. Ci tenevo soltanto ad informarla della situazione: stiamo facendo rotta su Atlantide, siamo appena usciti dall’iperspazio e fra poco saremo in contatto con loro. Credo che quando arriveremo saranno felici di sentirla.
Sheppard la guardò perplesso.
- Mi perdoni, non mi sono presentata: mi chiamo Xeila. In questo momento rappresento la mia regina e il mio popolo. Abbiamo nuovamente un problema in comune: i Replicanti…
 

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Capitolo 5
*** L'incrociatore di Xeila ***


- Abbiamo captato questo segnale che si propagava nel sub-spazio. Abbiamo inviato un nostro incrociatore sulla base delle coordinate che avevamo decriptato. Purtroppo la nostra squadra inviata sul pianeta nella speranza di distruggere definitivamente quella minaccia è stata – rimase un attimo in silenzio – è stata fermata e la nostra nave distrutta. Io ho perso un incrociatore e uno dei miei migliori comandanti. Sicuramente lei non si dispererà per questo, ma adesso dobbiamo collaborare. I Replicanti sono ostili sia a noi che a voi,. Quindi ci troviamo ad affrontare lo stesso  nemico e sarebbe illogico non allearsi.
Nella loro strategia la salvezza dell’umanità non è contemplata. Avevamo disattivato la direttiva che ordinava loro di attaccarci e annientarci, ma il vostro bravo esperto è riuscito a modificarla nuovamente. Ne sono certa, che il suo intento era più che nobile, ovviamente dal vostro punto di vista… ma ora minacciano entrambi, ancora una volta. Vi ricordo che malgrado tutto noi siamo essere viventi mentre loro sono solo macchine.
- Perché dovremo combattere contro coloro che vogliono distruggervi? Tutto sommato ci fanno un piacere…
- Colonnello! Cosa crede che faranno quando ci avranno sterminato? Chi impedirà loro di puntare su un nuovo obiettivo? Magari la vostra amatissima Terra…
- Certo…sarebbe un vero peccato se ci arrivassero prima di voi…
- Sì… un vero peccato! Perché negarlo? Io gioco a carte scoperte. Colonnello, i Wraith sono, grazie a voi, lo voglio ricordare, impegnati in una guerra civile. Non abbiamo abbastanza cibo per nutrirci, dato che siamo stati risvegliati tutti insieme dall’ibernazione. Le Regine delle navi alveari si contendono i territori di caccia distruggendosi l’una con l’altra…
- E noi vi lasciamo fare… non vedo perché interferire…
- Certo. Ci stiamo uccidendo tra noi. Ma ci pensi meglio colonnello… Adesso vince la più forte e spietata. E se invece si riuscisse a fare vincere una Regina moderata che accetti di collaborare con Atlantide? Che in qualche modo sia seguita da tutte le altre? Avete già contattato tempo fa un mio ufficiale per valutare una specie di “vaccino” per modificarci in modo che potessimo assimilare il nutrimento da cibi alternativi…a voi…
John cambiò espressione: le argomentazioni che portava il console Xeila stavano diventando interessanti.
- Colonnello, so benissimo che la Regina Primaria non è più…come dire… disponibile… Al momento sono l’unica che sospetta della sua prematura dipartita…e fin tanto che sarà così si potranno gestire molte cose anche dall’interno…
- E lei si prenderebbe il posto di Primaria? Beh… un piano ambizioso, non c’è che dire…
- Non ha importanza chi prenderà il comando. Mi dica: preferisce la via della guerra piuttosto che quella della diplomazia?
- Da quando voi Wraith siete diplomatici nelle vostre decisioni?
- Da quando la diplomazia è l’unica via per salvarci dall’estinzione…
- E cosa proponete di fare?
Il console Xeila riflettè a lungo prima di dare questa risposta. Doveva essere convincente senza rivelare le sue reali intenzioni. La sua proposta doveva essere tale da permetterle di entrare ad Atlantide e di servirsi della sua tecnologia per distruggere definitivamente i Replicanti.
- Un problema alla volta – aveva già detto qualche giorno prima.
Il “problema Atlantide” sarebbe per il momento passato in secondo piano ma non certo dimenticato. Se ne sarebbe occupata una volta risolta questa faccenda molto più incombente e pericolosa. In fin dei conti, Atlantide poteva vivere un altro po’…
- La porterò personalmente su Atlantide. Lei farà in modo che vengano riconosciuti i diritti di ambasciatore in visita diplomatica a me e alla mia scorta. Condividerò con voi le informazioni che abbiamo ricavato dal messaggio ricevuto e vi aggiornerò su quanto abbiamo deciso fin’ora… - sospirò – vi darò ragguagli anche della nostra spedizione e di cosa siamo riusciti a ricavare prima che…
- Console. Siamo in vista di Atlantide.
- Vengo in plancia comando. Colonnello, se vuole seguirmi…
- Disattivate le armi.
- Console?
- Fate come vi ordino! Aprite un canale di comunicazione.
Il tecnico delle comunicazioni gli fece un cenno con la testa per confermare che avevano stabilito il contatto.
- Atlantide. Qui è il console Xeila. Sono il comandante di questo incrociatore Wraith. Sono certa che ci avete già identificato e credo anche che abbiate già conferma di quanto vi sto dicendo: abbiamo disattivato il nostro sistema difensivo. Veniamo in pace.
Su Atlantide il sistema di allarme era scattato immediatamente quando era stata rilevata la traccia di una nave Wraith che si stava avvicinando alla città.
- E’ un incrociatore Wraith, signore – disse il tecnico radar al signor Woosley – non ci sono dubbi. Quello che è strano è che hanno abbassato i sistemi di difesa e stanno aprendo un canale per contattarci.
- Sentiamo cosa hanno da dirci.
- Sono il console Xeila. Chiedo di scendere con la mia scorta personale: dobbiamo discutere di un problema comune. Ripeto: non abbiamo intenzioni ostili. So che non vorrete rispondere: lo so che avete attivato il sistema di occultamento per evitare di essere individuati. Colonnello Sheppard, se vuole confermare, questo direi che è il momento adatto…
Si spostò leggermente di lato in modo che anche John apparisse nello schermo.
Il signor Woosley guardò McKay: - E’ possibile rispondere senza farci trovare?
Rodney scosse la testa.
Xeila riprese impaziente: - Mettiamola così allora: non sono venuta fino qui per perdere tempo. Vi ho riportato il colonnello Sheppard come promesso. Dunque o mi rispondete oppure farò scendere il colonnello Sheppard…adesso…
- Non starà mica scherzando? – le chiese John con un’aumentata apprensione.
- Proviamo?
- Mi sto giocando il posto di lavoro… Aprite un canale! Sono Richard Woosley e ho il comando della città di Atlantide. Colonnello è un piacere vedere che sta bene…
- Lo stesso purtroppo non lo si può dire della mia squadra – continuò Sheppard – ma, mio malgrado, posso confermare quanto ha detto il console, i Wraith mi hanno salvato la vita…
- Cosa è successo?
- Signor Woosley – intervenne Xeila – preferirei parlarne direttamente. Se ci concedete di scendere vi mostrerò quanto abbiamo in nostro possesso. Potremo in questo modo valutare i rischi a cui stiamo entrambi andando incontro.
- Ci dia cinque minuti, per cortesia…
Woosley fece disattivare l’audio e si guardò attorno: i presenti erano silenziosi. Teyla alzò le spalle in un gesto di perplessità. Ronon scosse la testa: - Wraith! Qui ad Atlantide!
- Ma hanno Sheppard – disse McKay – e non mi pareva che fosse drogato o ipnotizzato o sotto l’influsso di chissà quale minaccia…ecco…mi pareva sincero…insomma mi pareva il nostro solito John…
- Console Xeila – riprese Woosley - avete il permesso di scendere su Atlantide. Vi accogliamo in pace. Non fateci pentire della decisione…
 

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Capitolo 6
*** I Wraith ad Atlantide ***


Xeila scese con la sua scorta sul ponte di attracco indicato.
- E questo voi lo chiamate “accogliere in pace”? – chiese Xeila a Sheppard quando vide che ad aspettarli c’erano delle guardie con le armi spianate.
- E’ per sicurezza…il protocollo impone un certo comportamento…Non riceviamo visite di Wraith tutti i giorni; se non lo avesse capito abbiamo qualche problemino con voi…
Xeila guardò Sheppard con uno sguardo di sufficienza ed alzò uno sopracciglio.
- Va bene. Aprite il portellone principale. Colonnello, se vuole gentilmente farci strada – ed accompagnò la frase con un gesto volutamente esagerato della mano - …qui è lei il padrone di casa…caso mai volessero accoglierci sparando, meglio lei che noi…
- Ehm…sì, immagino sia così…
Il signor Woosley era davanti in attesa che scendessero. Non poteva negare di essere in una certa apprensione. Non sapeva cosa avrebbe avuto realmente davanti una volta scesi i Wraith. Per quel che poteva saperne potevano essere anche armati con una bomba che avrebbe potuto esplodere in ogni istante e distruggere Atlantide. Aveva solo la parola di quel console e il fatto che con loro c’era Sheppard. Ma questo non significava assolutamente nulla, dato che se avevano deciso di ucciderli non avrebbero certo risparmiato il colonnello.
Iniziava seriamente a pentirsi di aver lasciato atterrare quella navicella, ma ormai era troppo tardi per qualsiasi altra decisione.
- Cosa sta pensando signor Woosley? – chiese Teyla – la vedo molto teso…
- Sto valutando le nostre possibilità di salvezza nel caso quella navicella Wraith fosse una bomba ad orologeria e non ne vedo molte. Sto iniziando a rimpiangere la decisione presa. Magari Sheppard è stato convinto che veniva rilasciato pacificamente…
- Cosa le dice invece l’istinto?
La guardò ed annuì: - Di fidarmi…sì. Mi dice di fidarmi…
Fece un bel respiro e si sistemò la giacca dell’uniforme.
Per primo scese John.
- Mi pare stia bene… - commentò McKay
Immediatamente dietro di lui il console Xeila accompagnata da quattro guardie attraversò con passo deciso il ponte.
Si fermò quando arrivò davanti al signor Woosley ed agli altri membri della città che erano venuti ad accoglierli.
Guardò con aria sprezzante i marines armati.
- Va bene – si affrettò a dire Woosley – abbassate le armi. Siamo qui per discutere, non è così?
- Come può vedere, io ho mantenuto la mia parola e vi ho riportato il colonnello Sheppard, vivo.
- Beh…credevo che fosse implicito che mi avrebbe riportato in questo stato ad Atlantide…non è forse così?
- Non avevamo discusso del suo stato…non era scontato che includesse il fatto che fosse ancora vivo…io avevo solo detto loro che l’avrebbero riavuta al più presto…
John sgranò gli occhi a quell’affermazione. Stava per replicare quando intervenne il signor Woosley: - Ehm… certo…certo, ma adesso siamo tutti qui. Perché non entriamo? Da quanto ho capito abbiamo molto di cui discutere…
- Ma l’hai sentita che ha detto? – disse incredulo Sheppard a Teyla.
Xeila a quelle parole si voltò lanciandogli un sorriso perfido che John ricambiò con una serie di smorfie.
Richard fece loro strada fino alla sala riunioni.
McKay che non aveva mai smesso di guardare l’orologio sussurrò a Ronon: - Se ci fosse stata una bomba a bordo avrebbe dovuto ormai esplodere, non credi?
- Non lo so – gli rispose in modo poco rassicurante Ron – magari aspettano un qualche segnale…
- Perché non mi hai detto che avevo ragione? Che non c’era nessuna bomba? Perché insisti nel farmi preoccupare? Non potevi invece rassicurarmi con: Certo Rod. Va tutto bene… - si mise a piagnucolare Rodney.
Il signor Woosley li fece accomodare: - Bene console. Siamo tutti alquanto sorpresi della vostra richiesta. Abbiamo anche molte domande ad iniziare da cosa è successo sulla Luna al colonnello Sheppard e alla sua squadra.
- Una cosa alla volta – disse lentamente Xeila – prima voglio che ascoltiate questo frammento di messaggio che abbiamo raccolto alcuni giorni fa.
Rimasero perplessi in silenzio mentre davanti ai loro occhi scorrevano delle immagini ed ascoltavano ancora più sbigottiti quelle poche parole che si riuscivano a capire. Tutti i presenti tornarono con la mente a quello che era successo tempo prima, all’esplosione dello Stargate ad Atlantide, alla missione compiuta insieme ai Wraith.
- Questo è quanto. Il messaggio è stato ricevuto da uno dei nostri incrociatore che scortava la nave alveare su M3A-103
- E che cosa ci eravate andati a fare, se posso chiedere? – interruppe Sheppard.
- Questi non sono affari vostri – replicò Xeila.
- Abbiamo discusso su come affrontare il problema ed è stato deciso di inviare una nostra nave su P3A-126. Almeno le coordinate indicavano questo pianeta. Purtroppo siamo arrivati troppo tardi. Una nave di Replicanti era già in orbita ed erano scesi per cercare di raggiungere il laboratorio ed impadronirsi del suo contenuto, incluso il prototipo non ancora terminato del Dispositivo Attero. Ho perso un incrociatore e un ottimo comandante – poi aggiunse - e un caro amico… Ma ovviamente questo non è tutto: quando ci siamo recati sulla luna per…fare delle valutazioni…abbiamo rilevato la presenza di alcuni Replicanti che probabilmente si erano serviti dello Stargate che è posizionato sul suo suolo per arrivare fino lì. Abbiamo scoperto che le rocce della luna sono ricche di Neutronium. Quindi fate un po’ le vostre considerazioni: un messaggio con le coordinate per un altro laboratorio di Janus, un altro Dispositivo Attero, un pianeta ricco di Neutronium. Non credo che sia necessario che io prosegua… Per quanto riguarda la squadra del colonnello Sheppard inviata, essa è stata attaccata dai Replicanti. Hanno ucciso anche dei nostri messi a guardia dello Stargate. Siamo intervenuti appena in tempo per trarre in salvo il colonnello.
- Che straordinario tempismo…
- Non sono qui per sopportare il vostro sarcasmo, colonnello! Quando avranno finito con noi, con chi credete che se la prenderanno? Sempre che non ricomincino da dove erano stati fermati, e quindi con Atlantis e con tutti gli uomini sparsi nella Galassia di Pegaso, per poi fare rotta verso la Terra…
- Va bene. Va bene – cercò di quietare gli animi il signor Woosley – Che cosa proponete?
- Combattere di nuovo alleati contro un nemico comune. Non so per quanto ancora noi potremo usare le nostre navi da guerra. Io posso assicurarvi i soldati, voi metterete le navi.
 

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Capitolo 7
*** La nuova alleanza ***


La Dedalus era stata richiamata dopo essere stata informata di quanto era successo sulla Luna Verde e che il colonnello Sheppard sarebbe tornato presto Atlantide. Per il momento avevano preferito omettere i dettagli di come avrebbe fatto.
Intanto nella sala riunioni di Atlantide si stava tenendo una alquanto insolita discussione con la più improbabile delle delegazioni presenti.
Avevano appena visionato i dati che erano stati consegnati dal console Wraith e ne erano ancora alquanto sconcertati. Anche loro credevano che quel capitolo di storia si fosse chiuso tempo fa.
Stavano ancora discutendo su cosa fare: il tempo non era certo dalla loro parte.
- Veniamo al messaggio che è stato ricevuto. Cosa può dirci McKay? – chiese il signor Woosley.
Rodney non aspettava altro per iniziare la sua esposizione.
- Come sapete – Ron ci teneva a mostrare la sua conoscenza e competenza – come sapete, la velocità di propagazione di un segnale subspaziale è di warp 9.9997. Tuttavia i segnali subspaziali decadono nel tempo: tendono ad appiattirsi e diventano un  normale e lento segnale elettromagnetico. Questo è ovviamente legato al fatto che l’energia forzata attraverso la soglia del subspazio tende ad appiattirsi.
- Ovviamente… - commentò John.
- L’appiattimento del segnale si verifica a distanze proporzionali al picco di potenza irradiata dal punto di emissione e ha una distanza limite di 22,65 anni luce. E per questo motivo erano stati posizionati dei ripetitori ogni 20 anni luce, in modo da compensare.
- Chiarissimo. E tutto questo per dire…?
- Beh, questo mi ha permesso per esempio di calcolare che in base all’attenuazione stimata, il segnale è stato emesso…
- Non siamo qui per assistere ad una lezione di comunicazione interspaziale – lo interruppe Sheppard.
- O per incensare il suo ego… – continuò il console Xeila – passiamo oltre e arriviamo al dunque.
- Giusto… Allora, abbiamo elaborato le informazioni che ci hanno portato i…ehm…i nostri…ehm
- Wraith! Avete elaborato il segnale che vi abbiamo consegnato noi – disse Xeila – guardi dottor McKay che dire “Wraith” non uccide…
- Sì ecco, il segnale che ci hanno consegnato loro, volevo dire, i Wraith…
- Bene, e allora?
- Siamo riusciti a pulirlo ancora un po’ dal rumore di fondo. Ormai era attenuato. Molti degli amplificatori sono stati o distrutti o riposizionati e comunque ricodificati. Vi ricordo che per far sì che un ripetitore…
- Rod, ti prego, stringi…
- Sì, sì, ci sto arrivando… Il messaggio è abbastanza chiaro. E’ indicata l’ubicazione di un avamposto degli Antichi in cui è ancora disponibile un prototipo del Dispositivo Attero e probabilmente vi sono anche i piani completi per terminarlo.
- A questo eravamo arrivati anche noi… - disse Xeila – come pure alle coordinate del pianeta. Un mio incrociatore è già stato inviato e distrutto, quindi il punto è: collaboriamo? La minaccia riguarda entrambi. L’ultima volta i Replicanti avevano iniziato con voi…
- Console Xeila – intervenne Woosley – la nostra proposta è di inviare una squadra di ricognizione su P3A-126. Arriveremo ad una certa distanza con la Dedalus, poi scenderemo con un Jumper. Saremo meno visibili e potremo valutare la reale situazione.
- Le ricordo che abbiamo poco tempo – insistette Xeila -  più li lasciamo lavorare prima finiranno di decodificare i progetti e, se questo prototipo esiste, prima lo metteranno in funzione. Purtroppo non ho potuto sapere nulla dalla mia squadra. Sono stati uccisi prima che mi potessero dare informazioni dello stato del laboratorio.
- E cosa vorrebbe suggerire? – continuò il signor Woosley - ha forse un’alternativa? Se quello che dice è corretto e avessero messo in funzione il dispositivo, non potete certo usare le vostre navi.
- Beh… - commentò Sheppard – potrebbero comunque provare no? Caso mai perderanno qualche altro incrociatore … pazienza… non mi sentirei particolarmente affranto…
- Questo è quanto faremo – continuò il signor Woosley - il colonnello Sheppard guiderà la spedizione di marines su P3A-126 e riporterà la reale situazione. Purtroppo al momento abbiamo solo la Dedalus come nave disponibile. Se ci fosse la necessità di avere ulteriore appoggio non saprei come fare: al momento le altre navi sono troppo lontane.
- Ci sarebbe una soluzione – disse Xeila - potreste dotare il mio incrociatore di hyperdrive ausiliari che lavorano sulle vostre frequenze. In questo modo potrei assicurarvi anche l’appoggio della mia.
- McKay? – chiese il signor Woosley.
- Sì…credo che si possa fare…Ma in questo modo avranno…
- Esatto: avremo accesso alle frequenze dei vostri hyperdrive. Io mi devo fidare di voi. Quindi non vedo perché voi non possiate fare altrettanto…Le ricordo che in questo modo anche lei accederà alle nostre.
- Non mi piace signore. Non mi piace per niente… – disse Sheppard.
- Nemmeno a me, se questo la può consolare…
- Signore – riprese John – i Wraith non conoscono alleanze se non con se stessi. E se è per questo, nemmeno tra di loro…come possiamo fidarci?
- Pensate di discutere ancora a lungo? – chiese Xeila. Sospirò – Mi ascolti signor Woosley non abbiamo alcun interesse ad ingannarvi. Se non avessi intenzione di collaborare, vi avrei scaricato il colonnello Sheppard direttamente dall’approdo dei Dardi quando ancora ci trovavamo in orbita, avremmo salutato e saremmo andati via.
Il signor Woosley rimase per un momento a fissare la console: - Lo sa, vero, che questo mi potrebbe costare il posto di lavoro?
- Il prezzo che dovremmo pagare noi Wraith è molto più alto…
- Va bene. Accettiamo. Colonnello, si prepari a partire. Contatti la Dedalus e accordatevi per il punto di incontro. Dottor McKay, lei invece lavorerà sugli hyperdrive dell’incrociatore Wraith.
- Ovviamente avrà il mio supporto e quello dei miei tecnici – rispose Xeila.
McKay si voltò con uno sguardo interrogativo verso il signor Woosley che annuì.
- Certo…per controllare quello che faremo…
- Mi perdoni sa, ma nemmeno voi siete famosi per rispettare la parola data.
 

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Capitolo 8
*** Scambio di favori ***


La Dedalus raggiunse P3A-126 e si fermò ad adeguata distanza. C’erano ancora i relitti dell’incrociatore Wraith e li usarono come copertura.
Sheppard scese con il Jumper sul pianeta. Ad accompagnarlo Ronon e Teyla più due marines.
Appena si aprì il portellone furono investiti da un terribile fetore: - Che puzza…cosa diavolo c’è qui attorno?
Teyla guardò il palmare: - Dalle mappe risulta una palude che circonda quasi interamente una città.
- Va bene. Vediamo cosa sta succedendo e cosa stanno facendo. Vi ricordo che è solamente esplorativa. Evitiamo se possibile ogni confronto.
- Beh… non dipende propriamente da noi…
Arrivarono nei pressi della città e videro che c’era parecchio fermento.
- Sono in tanti…troppi… - commentò Ronon a quella vista.
- Devono aver ripristinato il replicatore. Per questo avevano bisogno di Neutronium… - continuò Teyla
John scosse la testa: - Abbiamo visto abbastanza. Torniamo alla Dedalus. Dobbiamo modificare i piani. A questo punto ci servirà tutto l’appoggio Wratih.
Mentre cercavano lentamente di tornare indietro furono avvistati da una pattuglia di guardia.
- Andiamocene, presto! Prima che avvertino tutti gli altri…Passiamo dalla palude. Sarà più facile far perdere le tracce.
Stavano per uscire quando videro delle figure legate agli alberi e immersi nel fango delle acque.
- Ma cosa…? Si avvicinarono per vedere meglio.
- Sono Wraith…devono essere i membri della spedizione inviata.
- Sono morti, John – disse Teyla – andiamocene alla svelta da qui e raggiungiamo il Jumper.
- Aspetta – disse John – cos’è? Mi pare di aver sentito…
John si diresse verso la direzione da cui gli pareva provenisse il gemito.
- Cosa stai facendo? – gridò Ron - E’ un Wraith! Uno di meno….andiamo via
- Ti ho detto di aspettare…
Il Wraith alzò la testa ed incrociò lo sguardo del colonnello Sheppard. Si limitò a sospirare e annuire. Poi richiuse gli occhi.
- Todd? – disse John sgranando gli occhi. Era dunque riuscito a curarsi e a guarire.
- Non lo possiamo lasciare qui Ron. Aiutami a slegarlo
- E’ una follia John – Teyla – Andiamocene! Finché siamo ancora in tempo!
- Non possiamo. E’ Todd…
- E’ colpa tua – replicò Ron - se hai insistito a dare un nome a… a quel coso… adesso ritieni di conoscerlo e di essere suo amico.
- Io non sono suo amico, ma… insomma…è Todd…
- Andiamo via. Sento dei rumori…- insistette Ron - Ci stanno raggiungendo. Se moriamo per colpa sua ti tormenterò per l’eternità…
- Lasciami qui, Sheppard – disse Todd con un filo di voce - ascolta i tuoi amici sono più saggi di te…
- Noi andiamo via di qui e tu verrai con noi. Chiaro? – replicò Sheppard con un tono di voce che non ammetteva altre discussioni - Aiutami Ron, dammi una mano.
Arrivano alla una radura dove erano atterrati con il Jumper.
- Ci siamo quasi…
Poco dopo erano nuovamente sulla Dedalus e dirigevano verso Atlantide.
Il Wraith si risvegliò in infermeria dove gli stavano prestando le prime cure.
- Dottoressa Keller – disse John – le lascio due marines di guardia, caso mai… - e fece un cenno in direzione del lettino.
Stava per uscire quando “Todd” gli chiese: - Perché mi ha salvato colonnello Sheppard?
John rimase a pensare, poi rispose con un certo tono sarcastico: - Beh…avrei perso il piacere di incontrarti nuovamente e di ucciderti io stesso…
Il Wraith grugnì: - Divertente…Molto divertente…
Ci pensò un attimo, poi riprese: - Colonnello Sheppard…mi chiamo Guide. Il mio nome è questo…
- Perché me lo dici solo adesso?
- Perché voglio che conosca il mio vero nome, quando avrò il piacere di incontrarla nuovamente ed ucciderla…
Si distese nuovamente sorridendo.
- Divertente…- disse John andandosene.
La dottoressa Keller si avvicinò al letto riempiendo una siringa da una fiala contenente un liquido biancastro.
- Mi ascolti, questa è una nuova proteina sperimentale che ho sintetizzato come possibile alternativa da proporre per il vostro nutrimento.
Il Wraith si sollevò un poco e appoggiò il palmo della mano sulla dottoressa. Le due guardie che erano sulla porta reagirono subito, ma la dottoressa Keller fece cenno di uscire: - No. Va tutto bene. Per favore uscite.
- Non mi nutro da molto tempo e devo fare un enorme sforzo per impedirmi di farlo. Il mio istinto di sopravvivenza mi spingerebbe a prosciugarla in un attimo. In questo modo riacquisterei le forze…
- E un attimo dopo sarebbe morto anche lei…
Todd si stese nuovamente nel letto – Sì. Immagino di sì…
Mi ascolti: non voglio essere trasformato in ciò che non sono. E nemmeno voglio ripetere la scorsa esperienza…le assicuro che la cura è stata più dolorosa della malattia stessa…
- No. Ha la mia parola. Quello che le inietterò è una nuova proteina sempre ricavata da un esemplare di Iratus che stiamo studiando. Ho fatto molti progressi dall’ultima volta. Ho avuto modo di studiarlo meglio e di ripetere le simulazioni dopo quello che è successo sulla sua nave alveare.
- E quanti morti ci vogliono ancora prima che diventi un errore?
La dottoressa Keller insistette: - E’ diverso dal vaccino che avevo preparato l’altra volta. Si fidi di me.
Sospirò. - Ho forse altra scelta?
Gliela iniettò lentamente : - L’avverto: sarà molto doloroso, ma efficace…
- La soglia del dolore i Wraith è molto alta.
- Questo farà male anche ad un Wraith…
Poi lo lasciò riposare: - Se non ci sono complicazioni torno domani.
Il giorno dopo la dottoressa entrando in infermeria vide che si stava alzando.
- Vedo che sta meglio – gli disse.
- La capacità rigenerativa di cui siamo dotati ha ripreso a fare effetto soprattutto adesso che ho potuto nutrirmi, certo, non come avrei voluto… ma comunque ha funzionato.
- Mi fa piacere. Io spero che non ci siano effetti secondari indesiderati…
- Anch’io…
Guardò gli abiti che gli avevano lasciato vicino al letto. Scosse la testa e li indossò.
- Bene. E adesso? – chiese alla dottoressa Keller prima che uscisse, vedendo entrare due guardie armate - Sono vostro prigioniero?
La dottoressa Keller si strinse nelle spalle.
In quel momento vennero raggiunti da Sheppard: - No. Seguimi. C’è qualcuno che vuole parlarti... – Poi avvicinandosi con tono minaccioso - Ascoltami bene: fa solo una mossa sbagliata…
- Non temere Sheppard…Non sono così stolto…
Attraversarono i livelli che dividevano l’infermeria dalla sala riunioni sempre scortati dalle guardie armate. Vedere un Wraith camminare per i corridoi di Atlantide faceva una certa impressione a chiunque incontrassero.
- Mi sento ridicolo con questi abiti addosso…
- Oh! Davvero? Spero vorrai scusarci, ma la moda Wraith non è ancora arrivata qui ad Altantide!
Arrivati alla sala conferenze, Sheppard gli fece un cenno con la mano: - Prego. Entra. Dopo di te…
- Console Xeila…
A John non sfuggì né il tono di voce di “Todd” né lo sguardo sollevato di Xeila alla sua vista.
 

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Capitolo 9
*** Il piano d'attacco ***


- Guide – disse Xeila – vuoi raccontare cosa è successo su P3A-126 a te e alla tua squadra?
Il comandante Wraith descrisse ogni cosa: si soffermò con dettagli sul laboratorio e su quanto aveva visto.
Poi fu la volta di Sheppard che aggiunse nuovi ragguagli sulla situazione sul pianeta e sulla numerosa presenza di Replicanti su di esso.
- Hanno già iniziato a replicarsi…dobbiamo agire. Dovrò anche aggiornare la Regina della mia nave alveare… – disse Xeila.
Poi con grande sorpresa di tutti cambiò discorso: – Ho qualche sospetto di cosa possa essere successo sulla nave della Primaria, ma al momento non ne voglio sapere nulla.
- Mia signora… - Guide per un momento sentì che la sua testa era in pericolo e voleva provare a spiegare anche se non sapeva cosa.
- Ti ho detto di lasciare stare- disse alzando una mano per zittirlo - abbiamo cose molto più urgenti di questo
- Come desideri… - disse chinando la testa. Sapeva però che non sarebbe finita lì.
- Tu sei ufficialmente il comandante della flotta Wraith, in attesa che la Regina Primaria si rifaccia viva, cosa di cui dubito fortemente. E questo potrebbe avvantaggiarci…Molti alveari aspetteranno ordini da essa e quindi nell’attesa resteranno fermi. Quello che vi sto proponendo è più di una tregua tra i nostri popoli in nome della sopravvivenza di entrambi. Se poi avrà successo, non mi è dato a sapere. Ovviamente sto parlando in nome di una parte del popolo Wraith. E’ stata una decisione molto difficile, ma questo mio gesto dovrebbe convincervi. Sto pensando di convincere le navi alveari fedeli a Guide di dirigersi verso un pianeta poco densamente popolato non lontano dal nostro di origine e di aspettare la decisione che la Regina Primaria prenderà. Dirò loro che gli hyperdrive non saranno più utilizzabili fino a nuovo ordine… Dovranno per forza entrare in ibernazione controllata.
Rimasero tutti attoniti ad ascoltare le parole del console Xeila.
- Se vi dico questo è per convincervi che stiamo valutando alternative che ci consentano di cooperare.
- Questo significa anche che lei potrebbe diventare la Regina Primaria – commentò il colonnello Sheppard - … piuttosto conveniente…
- Come le ho già detto, questo non è affar vostro!
- Le modifiche agli hyperdrive del mio incrociatore sono quasi terminate. Non è stato facile dato che la struttura delle nostre navi è molto diversa dalle vostre: come avete potuto capire, esse sono, in un certo senso, vive. In ogni caso direi che il dottor McKay ha fatto un buon lavoro. Una volta ultimate le modifiche ci dirigeremo verso P3A-126 con lo scopo preciso di distruggere una volta per tutte il dispositivo e i progetti di quell’arma.
- E chi ci dice che invece non la userete contro di noi? Rimodificandola per le nostre navi? Che vi impadronirete dei progetti? Chi ci assicura che non ci tradirete?
- Nessuno
Guide chiese la parola: - Ho più volte dimostrato di credere in quello che mi dicevate. In alcuni casi mi sono completamente affidato a voi. Non abbiamo alcuna ragione per tradirvi. Questa volta vi affidiamo l’intera sopravvivenza del nostro popolo. Quindi potrei farvi io la stessa domanda: potreste sfruttare la situazione per distruggerci completamente. Dovete soltanto aspettare che venga messo in funzione quello strumento.
- Beh…ammetto che la tentazione è molto forte – intervenne Sheppard.
- Mi dica colonnello, cosa fareste poi senza di noi? – chiese improvvisamente Xeila alzandosi e dirigendosi alle sue spalle.
- Prego? – chiese John girandosi di scatto.
- Sì. Se noi non rappresentassimo più una minaccia per voi? Vi ho studiato a lungo… Voi avete bisogno di avversari contro cui combattere. E se non li avete, ve li dovete creare. Noi Wraith vi risolviamo parte del problema: la nostra semplice esistenza è sufficiente per voi per avere un motivo per cui combattere, un nemico da distruggere. Se noi non ci fossimo, la vostra intera esistenza perderebbe di significato. Voi siete peggio di noi. Noi uccidiamo per nutrirci, voi per il potere…
- Da quanto mi risulta, anche voi uccidete per il potere..
- E’ Vero. Ci stiamo uccidendo tra di noi…ma il motivo lo conosce benissimo: non c’è abbastanza cibo per tutti. Non dovevamo risvegliarci tutti insieme, e caso mai lo avesse dimenticato, è stato proprio lei a farlo… Colonnello Sheppard, Guide, o come lo chiamate voi “Todd”, è il mio migliore ufficiale comandante ed è anche un valente scienziato. Ha sacrificato una nave alveare, il suo intero equipaggio e quasi la sua vita per testare il vostro “vaccino”. Credo che queste azioni meritino rispetto e che le facciano comprendere che alla fine siamo disposti, o almeno una parte di noi lo è, a valutare soluzioni alternative per evitare ulteriori scontri. Voi fareste altrettanto? Ci rifletta…
La riunione venne così chiusa. Dovevano essere effettuati i test preliminari delle modifiche agli hyperdrive, per cui per il momento si poteva solo aspettare.
- Console – disse il signor Woosley – lei e Guide potreste raggiungermi nel mio ufficio?
- Todd, volevo dire Guide – si corresse immediatamente il signor Woosley -  ho riconosciuto lo stato di ambasciatore al console Xeila, non posso fare altrettanto per lei, quindi, per il momento, resterà confinato in un alloggio.
Guide stava per protestare, ma Xeila lo fermò: - E’ corretto. Quando sono arrivata ad Atlantide ho chiesto l’immunità diplomatica solo per me e la mia scorta e tu non ne facevi parte.
- Come ordini…- Ed uscì scortato da due guardie. Sheppard lo volle raggiungere.
- Sai, non mi fido del tuo console. La sua proposta è fin troppo bella per essere vera. Che cosa state tramando? Lei avrà anche l’immunità diplomatica, ma tu no…Non ti perderò d’occhio nemmeno un attimo. Non avrò alcun ripensamento. Non mi servirà nessuna giustificazione. Mi basterà sospettare che stai solo pensando di tradirci. Giuro che verrò a cercarti e ti ucciderò con le mie stesse mani se scopro che è tutta una messa in scena…
- Tutti noi ci mascheriamo da chi abbiamo bisogno di essere. La mia è solo diversa dalla vostra. Ora, se non le dispiace colonnello, sarò anche costretto a restare chiuso qui dentro, ma non può costringermi a stare ad ascoltarla…
- Come vuoi… - John, alquanto indispettito, lasciò il Wraith e si diresse verso il suo alloggio.
Rimasto solo Guide chiuse gli occhi e attese.
- Sta tutto procedendo secondo i piani; voglio che tu ti attenga ai miei ordini senza discutere e senza prendere decisioni affrettate. Alla fine avremo il comando di quasi tutte le navi alveari. L’accordo con Atlantide è solo un effetto secondario che porterà comunque i suoi vantaggi. Un nuovo sistema per nutrirci potrebbe risultare anche in un certo qual modo utile. In ogni caso al momento sono solo parole…non è ancora giunto il momento per cambiare dieta in modo così radicale…
Guide riaprì gli occhi e sorrise annuendo – Sì, mia signora…
 

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Capitolo 10
*** Alleati nella battaglia ***


- Prego, si accomodi – disse il signor Woosley al console Xeila indicandole con un cenno della mano la poltrona di fronte alla sua scrivania – Vengo subito al dunque: il colonnello Sheppard ha mosso delle perplessità sulla missione congiunta che stiamo per intraprendere. Perplessità, che se devo essere sincero, in parte condivido. Ho ragione?
Xeila rimase a fissarlo in silenzio. Poi si alzò e si diresse verso la libreria e si mise ad osservare i volumi in essa contenuti. Ne prese uno e lo sfogliò poi si mise a leggere ad alta voce: - “Gatto del Cheshire”, continuò Alice, “Mi diresti per favore che strada devo prendere?
“Dipende molto da dove vuoi arrivare” soggiunse il Gatto.
“Non m’importa molto il dove”, disse Alice.
“Allora non importa quale strada prendi”, rispose il Gatto.
“Purché giunga da qualche parte”, riprese Alice per spiegarsi meglio.
“Oh certo vi giungerai!” disse il Gatto, “Non hai che da camminare abbastanza.”.
Chiuse il libro e lo ripose al suo posto: - Ho risposto alla sua domanda?
Sorrise: - Alice nel Paese delle Meraviglie – esclamò sorpreso - …come fa a conoscerlo?
- Conosco molte cose…
- Comunque sì. Mi ha risposto. Spero solo che nei suoi piani non sia inclusa la nostra distruzione…
La discussione venne interrotta dal dottor McKay che comunicò che i primi test sugli hyperdrive dell’incrociatore Wraith avevano avuto esito positivo.
- Dovremo comunque ripetere alcune prove. Le simulazioni fin’ora sono state confermate dai primi dati…
Xeila lo interruppe: - Pronti a partire.
- Eh? Cosa? – chiese McKay – ma non abbiamo tutti i parametri esattamente sotto controllo…dobbiamo effettuare ancora dei test…
- Pronti…a…partire… - disse Xeila con un tono che non ammetteva altre repliche.
- Signor Woosely, credo che sarà utile che il dottor McKay sia a bordo del mio incrociatore. Se fossero richieste delle modifiche immediate avremo bisogno di tutto il suo aiuto.
Con riluttanza il signor Woosley acconsentì.
Il colonnello Sheppard prese da parte McKay: - Cosa intendi per non esattamente sotto controllo?
- In teoria dovrebbe funzionare…ma non so come si comporterà la nave…la sua struttura è completamente diversa dalla nostra…
- Ma ci sarai anche te sopra quel maledetto incrociatore…
- Lo so, Sheppard, non ricordarmelo…
Si ritrovarono tutti all’hangar di approdo dei Jumper. Il colonnello Sheppard, Teyla e Ronon si diressero verso la Dedalus, mentre il dottor McKay seguì Xeila e Guide sulla navetta Wraith.
- Andiamo.
Poco dopo sull’incrociatore Wraith iniziarono ad avere dei problemi. L’intero scafo stava vibrando e facevano fatica a mantenere il controllo.
- La nave non sta reggendo il salto nell’iperspazio! – urlò Guide.
- Cosa sta succedendo? – chiese Xeila
- Si sta riadattando, ma in questo modo sta distruggendo gli hyperdrive modificati. Non reggeremo ancora a lungo…
Xeila si rivolse a McKay: - Mi ascolti bene, perché lo dirò una volta sola! Al mio via dovrà spegnere i vostri hyperdrive e contemporaneamente convoglierà tutta l’energia su quelli originali. Io contemporaneamente attiverò i miei hyperdrive. E’ tutto chiaro?
- Sì…chiaro…tutto contemporaneamente…
- Guide?
- Sì. Può funzionare…
- E… - chiese titubante McKay – e se avessero attivato il dispositivo Attero? Verremo polverizzati all’istante…
- Verremo polverizzati comunque se continuiamo così – rispose Guide.
- Bene! Avremo presto la risposta… Togliere energia agli hyperdrive secondari! Datemi tutta l’energia che potete su quelli primari. Attivare!
- E’ andata… disse McKay tirando un sospiro di sollievo.
Xeila ignorò totalmente il suo commento: - Aprire un canale protetto! Dedalus siamo pronti a scendere sul pianeta.
Si ritrovarono nuovamente ai bordi della palude nei pressi della città abbandonata.
- Dovremo entrare nella sala comando e accedere al computer centrale. E’ una città degli Antichi, quindi immagino che sia abbastanza simile ad Atlantide. Una volta raggiunto, dovremo riuscire ad innescare l’autodistruzione.
John si guardò attorno e continuò: - Faremo così: Rodney tu cerca di raggiungere la sala controllo e trova il dispositivo di autodistruzione. Gli altri verranno con me. Li dovremo tenere impegnati. Ci assicureremo che il dispositivo Attero sia ancora all’interno del laboratorio e che non sia stato trasferito altrove.
- Colonnello Sheppard – intervenne Xeila - se non le dispiace io accompagnerò il dottor McKay…
- …Andate! In questo caso però i suoi uomini obbediranno a me…
Xeila guardò Guide e annuì.
Arrivarono all’ingresso principale. Pareva tutto tranquillo - Va bene. Cerchiamo di entrare…
- Colonnello – disse Guide – una volta arrivati al laboratorio ci si può nascondere dietro alcuni scaffali. Coprono la visuale dalla consolle principale…
- Fa strada allora…
Anche McKay e Xeila avevano raggiunto l’obiettivo. Rod si mise a cercare un accesso alla postazione di comando: - Dovrebbe essere questo il modulo principale.
- Bene, mentre lei lo verifica, io vedo se ne esistono altri secondari…
La guardò per un attimo non capendo esattamente lo scopo di quello che gli aveva detto, poi scosse la testa e si mise al lavoro.
Sheppard intanto osservava i Replicanti che si muovevano attorno al dispositivo.
- Distruggiamolo una volta per tutte…
Bloccarono la porta del laboratorio e lanciarono una granata verso la consolle al centro della stanza.
Colti di sorpresa, i Replicanti tardarono a reagire e questo diede il tempo sufficiente a Sheppard e la sua squadra per intervenire.
- Rodney – urlò Sheppard – non abbiamo molto tempo ancora. Non so per quanto riusciremo a trattenerli. Si stanno riorganizzando…
- Si sbrighi! – gli disse Xeila.
- Serve una password per accedere al sistema principale.
- La trovi!
- Posso provare passando attraverso il sistema della Dedalus.
- Lo faccia allora!
- Serve un’autorizzazione per farlo…
- La richieda!
- Non serve…Ho un nulla osta così segreto per accedervi che mi devo uccidere se mi ricordassi di averlo…
Xeila aveva raggiunto il limite della sopportazione: - E se nel frattempo la uccidessi io? – gli disse mostrando il palmo della mano aperta.
- Certo…no. Non serve. Ecco, ci siamo…
- Allora Rod? –  la voce impaziente Sheppard dall’interfono.
- So cosa state pensando… - disse Rodney.
- I pazzi lo sanno sempre… - commentò – Muoviti!
- Ci sto arrivando John. Solo un attimo ancora. Ecco. Sequenza autodistruzione attivata. Andiamocene alla svelta.
Sheppard fece uscire i soldati che erano con lui dal laboratorio: - E Todd dove accidenti si è cacciato? Poco male…resterà qui…
Passò correndo di fianco ad una stanza nel corridoio antistante il laboratorio e vide Guide che si stava avvicinando ad un life pod. Si fermò e rimase ad ascoltare.
Il Wraith lo stava guardando incredulo.
Era aperto ed era vuoto.
- Non posso crederci…- si inginocchiò a fianco e appoggiò la testa sul coperchio.
- Alabaster…Dopo tutto questo tempo…
A John parve di sentire un tremolio nella voce del Wraith.
- Chi diavolo è Alabaster – disse fra sé. –Poi urlò: - Dobbiamo andare! Fra poco qui esploderà tutto!
- Arrivo…
Diede un’ultima occhiata a quel sarcofago: per un secondo rimase sulla porta ad osservare quel pezzo di passato che non aveva mai dimenticato. Poi uscì di corsa con Sheppard dal laboratorio in tempo per vedere l’esplosione seppellire tutto quanto.
 

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Capitolo 11
*** Addio o arrivederci? ***


- Rimarranno ancora a lungo qui ad Atlantide? Non mi va proprio che possano girare qui attorno,anche se sono sempre seguiti dalle guardie – sbottò Ronon – che cosa aspettiamo a dargli lo “status di indesiderati”? Oppure confiniamoli nei loro alloggi se proprio non li possiamo mettere in una cella…
Stava martoriando il suo gelato nella sala mensa seduto con John, Teyla e Ronald. Il suo malumore era evidente. Lanciò uno sguardo bieco verso il tavolo in cui erano seduti Guide e Xeila. Stavano discutendo animosamente ed era chiaro che si trattava di qualcosa di personale.
- Il signor Woosley ha detto che resteranno qui un altro giorno – replicò Sheppard con poco entusiasmo - il tempo di terminare le riparazioni dei loro hyperdrive. Poi lasceranno Atlantide. Prenderli prigionieri non è al momento una mossa consigliabile. Xeila potrebbe assumere un ruolo importante all’interno della società Wraith e avremmo così un supporto politicamente molto più rilevante per convincerli a seguire la cura proposta dalla dottoressa Keller.
- Sarà…- continuò Ronon indicandoli con un cenno della testa - ma io li preferisco sempre in cella, meglio morti…
La discussione al tavolo dei Wraith iniziava ad animarsi e Sheppard cercò di trovare il modo di ascoltare le loro parole.
- Xeila… - stava dicendo Guide - Ho trovato il life-pod di Alabaster. Deve essere passato attraverso lo Stargate quando è stato lanciato con le altre capsule di salvataggio, prima dell’esplosione della nave alveare della regina Snow. Sono riuscito a recuperare i dati della memoria del sistema vitale. Una volta tornati sulla nave-alveare potrò analizzarli ed essere più preciso. Ho avuto la conferma dell’esistenza di un pianeta in cui si è evoluta una forma diversa di Iratus. Quanto diversa, questo non lo so, però a quanto pare questa specie ha tendenze parassite molto marcate e con risultati piuttosto letali. Quando un corpo diventa ospite subisce delle modificazioni pesanti e il risultato non è proprio simile a noi. Diventa una specie di macchina per uccidere…Si stanno moltiplicando, per il momento pare siano confinati, ma rispondono ad una regina e credo di iniziare a capire molte altre cose…Credo che sarebbe utile andare su quel pianeta e verificare come è la reale situazione. Potrebbe rivelarsi un pericolo anche per noi…
- No. Per il momento abbiamo cosa ben più importanti da fare. E’ importante che prendiamo definitivamente il comando delle navi alveari che ci sono fedeli e fare ibernare le altre…
Avrebbe voluto replicare, ma non avrebbe mai messo in discussione un ordine ricevuto. Il suo senso di lealtà era superiore a qualsiasi cosa. In ogni caso avrebbe sempre anteposto il bene comune per i Wraith ai suoi interessi personali. E il piano di Xeila si stava delineando secondo quanto era stato programmato.
- Guide…- gli disse prendendogli una mano e cambiando il tono di voce - comunque ne riparleremo…
- Di cosa stanno discutendo? – chiese Ronon quando Sheppard tornò verso il loro tavolo.
- Ho sentito solo alcune parole, ma ti posso assicurare che non mi piacevano affatto: parlavano di una nuova specie di Iratus, una mutazione o una cosa simile…
Non gli diede molta importanza, ritenendolo più un problema dei Wraith che loro. Non aveva ben capito quale fosse la vera natura e la portata del cambiamento sugli eventi futuri.
Teyla aveva notato dai reciproci gesti che la relazione tra i due doveva essere molto più profonda - Secondo te tra loro due…
John la guardò un po’ sorpreso: - Dici che anche loro… mah…
Si alzarono dal tavolo e tornarono in sala riunioni, assicurandosi che una guardia armata rimanesse a sorvegliare i Wraith.
Il signor Woosley chiese di avere i dettagli di quanto era successo su P3A-126.
- Signore, credo che abbiano fatto una copia dei progetti. C’è stato sicuramente un accesso al server centrale mentre stavo distruggendo tutti i dati.
-…Me lo aspettavo signor McKay – rispose con incredibile tranquillità il signor Woosley – Comunque sentiremo cosa hanno da dirci i nostri ospiti in proposito. Ne discuteremo con loro a cena.
- I Wraith ceneranno con noi? Ho capito bene? – chiese Ronon piuttosto seccato.
- Ha capito benissimo. Ci sono problemi?
Ron alzò le mani in segno di riluttante resa.
- Per cena cosa desiderate? – chiese Sheppard con tono beffardo – vi ricordo che al momento nessuno di Atlantide è disponibile ad essere il vostro pasto…
- Le sembrerà strano, colonnello Sheppard – commentò Xeila, replicando con lo stesso tono – ma saltuariamente possiamo servirci del vostro cibo allo scopo di puro piacere personale. Non ci fornisce alcun nutrimento, ma è sicuramente un rito sociale cui parte di noi può, se gradito, partecipare. Come ultimo, voglio ricordarvi che fino a quando non raggiungiamo l’età adulta, la nostra primaria fonte nutrizione è data esattamente da una dieta simile alla vostra. Quindi accettiamo volentieri il vostro invito.
Le discussioni a tavola furono piuttosto formali. Lentamente poi vennero portate sugli eventi su P3A-126.
- Console, ci risulta che siano stati prelevati dei dati dal computer del laboratorio su P3A-126; non è che casualmente avete avuto accesso ai progetti e li avete copiati?
- Davvero? Non mi pareva che avessimo così tanto tempo libero… E’ comune interesse che quel Dispositivo non venga mai più ricostruito: ci distrugge le navi e come effetto secondario di importanza non certo trascurabile, distrugge gli Stargate: ve ne servite voi come ce ne serviamo noi…per quale motivo dovremmo acquisire i dati per ricostruirlo? Sarebbe autodistruttivo…
Lentamente la serata volse verso il termine.
- Da quanto ho capito domani il mio incrociatore sarà di nuovo operativo e toglieremo il disturbo…- disse Xeila – se non vi dispiace andrei a dormire…Immagino che la nostra scorta personale ci stia aspettando…
Guardò Guide e gli fece un cenno con gli occhi. Si alzò: - Mi ritiro anch’io…buona notte.
Sheppard li guardò andarsene: - Chiedo scusa. Torno subito… E li seguì.
- Cosa stai facendo John? – gli chiese Rod andandogli dietro di soppiatto.
- Voglio la conferma di una mia sensazione…
- E bravo il nostro Todd… – commentò prima di andarsene.
- Dormito bene, Todd? – gli chiese il giorno dopo con tono canzonatorio.
- Benissimo. Grazie. – Fece per andarsene, poi ci ripensò e tornò indietro - sicuramente meglio di lei, colonnello…Non credo che le servano i dettagli….
- Cosa c’è tra te e la console?
- Non la riguarda…
- Chi era Alabaster?
Guide gli rivolse uno sguardo pieno di astio anche se Sheppard lo vide anche pieno di dolore.
- Addio colonnello Sheppard…
- Non puoi o non vuoi rispondermi?
Si fermò e sospirò, poi voltando appena il capo: - Mia figlia…
E se ne andò lasciando Sheppard completamente interdetto.
 

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Capitolo 12
*** EPILOGO ***


- Prima che ve ne andiate, vorrei che fosse chiara la nostra offerta e le finalità di quanto stiamo sviluppando – esordì il signor Woosley - La dottoressa Keller potrebbe migliorare il sistema di somministrazione della proteina sintetica, renderlo meno doloroso e più facile da assimilare. Questo vi permetterebbe di nutrirvi ed eviterebbe di ucciderci. Così si potrebbe mettere fine alla guerra interna che avete e anche alle vostre “razzie” nei pianeti sotto il vostro controllo. Aprirebbe nuovi scenari e nuove opportunità per tutti. Potremmo avere scambi commerciali, tecnologici…
Il console Xeila guardò per un momento il signor Woosley; voleva dare l’impressione di aver ascoltato il tutto con molto interesse. Poi rispose:
- In tutta sincerità, come reagirebbe se un giorno la prendessero e la portassero in un pianeta sperduto in mezzo ai monti ad allevare bestiame?
- Beh, ecco, non saprei… - era alquanto sconcertato dalla domanda che la console gli aveva rivolto.
- Dove il suo unico strumento ad alta tecnologia sarebbero i fiammiferi per accendere il fuoco?
- In effetti..
- Bene, come crede che potremmo sentirci noi Wraith se improvvisamente da popolo guerriero diventassimo per esempio dei commercianti? Capisco le vostre motivazioni. Sicuramente il fatto che voi rappresentiate la nostra principale fonte di cibo non ci rende particolarmente apprezzati…almeno non quanto noi apprezziamo voi… ma credo che dopo un po’ di tempo la nostra natura prenderebbe il sopravvento e non sono sicura che il risultato vi piacerebbe più di adesso.
La console si alzò in piedi ed iniziò a camminare attorno al tavolo dove erano seduti gli altri.
- In ogni caso: gli alveari a me fedeli sono sempre di più. Sto proponendo un’ibernazione “forzata” per la maggior parte in modo da ritardare il più possibile il ciclo di nutrizione. Resteranno gli incrociatori a guardia. Per gli equipaggi ovviamente sarà indispensabile nutrirsi regolarmente. Su questo non posso farci nulla. Si potrebbe pensare di nutrire gli alveari tramite la proteina sintetizzata dalla dottoressa Keller e questo renderebbe la necessità di risvegliare i Wratih ibernati meno frequentemente. Con un ciclo completo di nutrizione possono restare in stasi per molto tempo, molto…
A John questa frase aprì molti scenari: credeva di aver capito quale fosse il vero scopo della loro proposta. Ma ovviamente non aveva alcuna prova. Guardò la console con aria interrogativa e lei lo ricambiò con uno strano sorriso.
- Bravo…molto bravo colonnello…Ma lo sa lei e lo so io…e nessun altro…Bene – disse poi cambiando completamente espressione – credo che sia ora che togliamo il disturbo. I miei uomini sono già saliti sull’incrociatore e mi stanno aspettando.
Prima di andarsene si avvicinò a John e lo baciò.
- Uhm…questa sì che è la vera distensione…Non è che Todd poi diventa geloso?
- Oh no, no… colonnello, mi delude…
Poi sussurrandogli in un orecchio per evitare di essere udita anche dagli altri: - Io sono un Wraith. La stavo solo assaggiando. E il suo sapore è niente male. Sarà un vero piacere nutrirsi di lei…
- Prima mi dovrà prendere…
- Questo lo vedremo…
E raggiunse gli altri sull’incrociatore che poco dopo saltò nell’iperspazio.
- Ci hanno giocati e siamo stati usati per i loro scopi… - commentò indispettito il colonnello Sheppard.
- Poco male… - sorrise il signor Woosley.
- Lo sapeva signore?
- Diciamo che me lo ha spiegato il gatto…
- Ma hanno fatto una copia dei progetti del Dispositivo…
- Ah sì?... Beh… anche noi!
 

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