Ciak, si gira o si ama?

di LuxShilas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. La fortuna è dalla mia parte. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Una scelta azzardata? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Tanti Justin Bieber ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Roberto ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. La fortuna è dalla mia parte. ***


Ciak, si gira o si ama?


Capitolo 1. La fortuna è dalla mia parte

 
Faccio vagare lo sguardo sulla stanza che mi si presenta davanti. Causa soldi, io e la migliore amica Ilaria abbiamo affittato uno degli appartamenti meno costosi e piccoli – essendo in due non abbiamo bisogno di una villa –, ma sembra comunque accogliente. All’entrata c’è un armadietto per mettere le scarpe, poco più avanti un tavolino con un divanetto e poi ci sono due letti singoli, uno vicino alla finestra e l’altro attaccato al muro, con un comodino di fianco ad ognuno. Dopo un paio di metri dai letti si trova una porta con un minuscolo corridoio dove c’è un armadio grande, e infine due porte. In una il bagno e nell’altra un cucinino con una tavola striminzita per due persone.
 
«Mica male» commenta Ilaria, lasciando la sua valigia per terra e buttandosi sul letto accanto al muro.

«No!» grido, forse un po’ troppo forte.

«Cosa?» mi urla di rimando balzando in piedi. Scoppio a ridere.

«No, niente di grave, è che voglio io quel letto.»

«A me non cambia nulla, ma posso sapere perché sei così ostinata sulla faccenda del letto? Anche da piccola eri sempre così…» mi fissa con curiosità trascinando il suo borsone con trentamila cose all’interno.

«Beh, almeno se entra un assassino dalla finestra uccide prima te, almeno io sento le urla e scappo via» le spiego con un sorriso.

«Solidale insomma» dice sarcastica, e poi finiamo entrambe in un’altra risata.
 

«Pronta per il nuovo lavoro?» chiedo a Ilaria sedendomi a tavola.

«Quand’è che si comincia?» mi risponde con una domanda.

«Domani»

«Ore?»

«Io ho il turno dalle 8.00 alle 12.00, e tu dalle 12.00 alle 16.00. Tutti i giorni tranne la domenica» le spiego, iniziando a mangiare.

«Ah! Quindi tu ti svegli presto!»

«Per me non è un problema, io non ho mai amato dormire fino a tardi» ribatto altezzosa.

«Ma durante il turno ci siamo solo noi? Cioè, padrone di tutto il negozio?»

«No, assolutamente! Ci sono anche altri che lavorano nel nostro stesso orario, qualcuno starà alla scrivania, altri aiutano i clienti… e cose così» rispondo semplicemente.

Lei mi guarda un po’ confusa, per poi accennare a un “ho capito”.
 

Bip. Bip. Bi-bip. Bi-bi-bi-bip. Bi-bi-bi-bi-bip. Con un pugno spengo la sveglia e, preoccupata, guardo Ilaria per vedere se ho disturbato pure lei. Ma invece no, non la sveglia nessuno mentre russa così forte. Mi chiedo cos’avrebbe fatto se fosse toccato a lei svegliarsi alle sette di mattina. Alzo le spalle e vado in cucina a farmi un tè. Mentre si scalda mi vesto e accendo il cellulare. Una chiamata persa: mamma. Scommetto che voleva sapere com’è andato il viaggio e se ci troviamo bene qui a Milano. Così, per non fare troppa confusione, le invio un messaggio: ciao mamma. Il viaggio è andato bene e in appartamento ancora meglio. Ho dormito come se fossi nel mio solito letto. Da oggi si comincia in biblioteca, sono curiosa. Ti chiamo dopo pranzo.

Pronta la colazione, mi perdo a mangiare guardando la televisione e poi mi accorgo che sto facendo un po’ tardi. Così indosso un giubbino leggero ed esco con la borsa a tracolla.

Entro in macchina e mi guardo intorno. Il parcheggio è tutto pieno, fortuna che chi alloggia ha il posto prenotato. Faccio retromarcia e, seguendo le indicazioni che mi sono state date, raggiungo in fretta la biblioteca. Prima di entrare, mi torturo le mani. Sono un po’ nervosa.

Apro la porta e la bocca anche; non la immaginavo così grande. Ci sono un mucchio di alti scaffali colmi di libri, tavoli per studiare o leggere e all’entrata una grande scrivania occupata da un ragazzo e una ragazza.

«Buongiorno» saluto timidamente.

«Buongiorno, sei tu… Clara?» mi chiede il ragazzo facendo cenno di avvicinarmi. «Dalla foto della carta d’identità sembri proprio tu.»

«Certo, sono io» rispondo sorridendo. Fare una bella impressione conta sempre.

«Piacere, io sono Marco, il figlio del padrone. Lei è Eleonora, ti aiuterà ad ambientarti» mi spiega, passandomi un cartellino col mio nome, cognome ed età. Vedo che loro lo hanno attaccato alla maglia, così lo metto anche io dopo essermi tolta il giubbino e averlo appoggiato sulla sedia dietro la scrivania. Mi hanno già fatta accomodare.

«Allora Clara, per i primi giorni tu starai con me. Non è difficile, è come nei negozi di abbigliamento. Ci si alterna, a volte si sta qui dietro, a volte si gira tra gli scaffali.» inizia a parlare in modo amichevole. «Ti faccio fare un giro almeno inizi ad ambientarti.»

La seguo, e già mi appassiono. Mi mostra che per ogni genere c’è uno scomparto. Il primo scaffale tiene libri fantasy o di fantascienza, il secondo giallo, il terzo comico, e così via… Cerco di raccattare tutte le informazioni possibili per non fare la figura dell’idiota e andare a chiedere ogni due minuti.

C’è molta gente qui dentro, anche di prima mattina: soprattutto giovani, seduti ai tavoli, concentrati nella lettura e nello studio.

«Ah, una cosa molto importante: il silenzio. Se senti, qui c’è solo un leggero brusio. Siamo molto fiscali su questo, quindi tienilo bene a mente» mi raccomanda, senza smettere di sorridermi incoraggiante. «Adesso credo che tu stia con me alla scrivania, oppure mi segua per la biblioteca se un cliente ha bisogno, così impari qualcosa. Poi magari ti lascio fare con qualcuno, vediamo cosa combini» e finisce la frase con un occhiolino.
Sono eccitata all’idea, ma ho paura di fare guai. Ma comunque, annuisco.

 
Sono passate due ore, e procede tutto bene. Eleonora mi ha messo alla prova parecchie volte. Quando una ragazza voleva leggere il libro Le Cronache di Narnia, Eleonora mi ha lasciato parlare, così ho indicato il primo scaffale, oppure un uomo cercava Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e l’ho accompagnato nella parte sulla letteratura.

«Te la cavi bene» si è complimentata la mia nuova amica. «Ma ora, al prossimo cliente, farai tutto da sola.»

«E se combino qualche pasticcio?»

«Se te lo dico io vuol dire che lo puoi fare, Clara.» mi risponde convinta. Vorrei la sua sicurezza una volta ogni tanto.

Dopo cinque minuti, la porta si apre ed Eleonora sparisce dietro gli scaffali con un cliente facendomi cenno che devo fare tutto io. Prendo un respiro profondo ed alzo gli occhi incrociandoli con quelli della persona appena entrata. E ci rimango di sasso.

«F…» balbetto. Non riesco a continuare.

«E’ un piacere anche per me, signorina» mi risponde lui, sfoggiando un largo sorriso col suo solito entusiasmo che però, sfortunatamente, vedevo solo dietro lo schermo di un computer. Vorrei ridere, piangere o dire qualcosa, ma non ci riesco.

Sono ancora impietrita e improvvisamente tira fuori un foglietto e una penna dalla tasca, ci fa una firma e me lo porge. Il suo autografo.

«Frank Matano…» riesco a dire finalmente. Lui annuisce dolcemente.

«E’ sempre bello incontrare nuove fan, mi fa sentire… apprezzato» mi dice, passandosi una mano dietro la testa.

Io mi alzo in piedi rendendomi conto che se Eleonora o Marco mi vedessero in questo stato mi licenzierebbero subito.

«Scusa» dico subito, ricomponendomi davanti alla faccia sorridente del ragazzo di cui sono sempre stata innamorata. «Scusa, ma fa un certo effetto vederti.»

«Non ti preoccupare, tu hai reagito bene. Di solito quando incontro le fan mi aspetto un urlo.»

«Avrei urlato se non fossimo in biblioteca… Beh, di cosa hai bisogno?» gli chiedo, acquistando subito sicurezza con il suo tranquillo e spontaneo modo di fare.

«It, di Stephen King.»

Questo nome non mi è nuovo, e guardo sul computer tutta la lista di libri non ricordando esattamente di che genere è quel libro. Ma cosa potrei ricordare con Frank Matano davanti?

«Horror» dico sorpresa. Lui annuisce.

«Vieni con me» gli rispondo, incamminandomi verso la fine della biblioteca, nel penultimo scaffale. «E’ verso la fine»

«Grazie mille, ehm…»

«Clara.»

«Grazie Clara. Lavori qui da molto?»

«No, oggi è il primo giorno e tu sei il mio primo vero cliente.»

«Ah però!» esclama, senza alzare troppo la voce. «Allora tornerò più spesso in questa biblioteca, avrò modo di conoscerti, signorina» e senza mollare il sorriso mi fa arrossire.

«Volentieri» dico, con le mani che mi tremano. «Ora, io… devo tornare a…»

«Ovviamente, ciao.»

«Ciao F… Frank»




ANGOLO AUTRICE
Yuuuppii, il primo capitolo della mia prima long! Sono davvero felice! E ovviamente curiosissima di sapere cosa ne pensate. E' molto lungo come inizio, e forse noioso, ma vi prometto che di così lunghi non ce ne saranno tanti altri.
Clara è il mio nome, come quello della protagonista, così mi sento ancora più partecipe della storia! :)
Frank l'ho visto nella realtà (solo fortuna) e quindi un po' so come si comporta con le fan... o almeno con me è stato dolce, tranquillo e simpatico al tempo stesso. Per il resto dovrò basarmi sulla mia fantasia.
Non ho altro da dire... alla prossima!
LuxShilas

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Una scelta azzardata? ***


 
Capitolo 2. Una scelta azzardata?
 
Spalanco la porta dell’appartamento e mi guardo intorno con un sorriso. Tutto mi sembra più bello, e quasi surreale. Mi accorgo che Ilaria ha lasciato le calze sporche in mezzo alla stanza, e le ciabatte le trovo sotto il tavolo. La solita. Ora sarà già alla biblioteca, e mi spiace che lei non abbia potuto vedere Frank – non è una fan accanita come me, ma lo stima –, perché se n’è andato mezz’ora dopo essere arrivato e se glielo racconterò io alla mia migliore amica, di sicuro non mi crederà.

Prendo il cellulare e lo sblocco. Una chiamata persa da mia madre. Sbuffo e, come avevo promesso, la richiamo sul telefono di casa mentre mi preparo un panino.

«Clara!» la sento salutare. Di sicuro avrà riconosciuto il numero.

«Mamma, non indovinerai mai chi ho visto!»

«Tesoro, aspetta.. che… metto… in vivavoce» la sento trafficare e poi allontano il cellulare dall’orecchio per il troppo chiasso improvviso.

Il mio fratellino urla come se fosse tre secoli che non ci vediamo.

«Papà mi ha comprato una nuova scatola di Lego! Stavolta i pezzi sono più piccoli e ci metterò molto a farlo, ho bisogno del tuo aiuto, tu sei brava.» me lo immagino saltellare sul divano mentre dice questa frase. Si chiama Mirko e ha otto anni.

«Ciao! Sono contenta che hai le nuove Lego, ma fatti aiutare da Matteo» gli rispondo accennando a mio fratello maggiore, che è stato più fortunato di me ed ha trovato lavoro in una pizzeria del paese.

«Che cosa volevi dirmi?» parla di nuovo mia madre.

«Ho incontrato Frank Matano in biblioteca! Sì, lui, non me lo sto inventando! Ho l’autografo pure!»

«Frank Matano?» chiede mia madre.

«Mamma… non puoi esserti dimenticata chi è… insomma, il ragazzo di cui ho un poster appeso in camera!»

Sento un tonfo.

«Mamma?»

Silenzio.

«Mamma, ci sei? Mirko?»

«Eccomi, mi era caduto il telefono.»

Scuoto la testa sorridendo.

«Allora, hai capito chi è?» domando insistente.

«Certo che ho capito Clara, sono contentissima per te.»

«Comunque, alla biblioteca mi sono trovata bene. E’ un posto tanto grande quanto accogliente, e i miei nuovi colleghi sembrano contenti di me.»

«Perfetto, brava. E non innamorarti subito di questo Frank, che poi non farai bene il tuo lavoro.» borbotta lei.

Arrossisco, fortuna che lei non mi può vedere. «Mamma, cavolo dici… Beh, e Mattia? E papà? Sono in casa?» cambio discorso.

«Mattia è con i suoi amici in centro, e tuo padre a lavorare. Questa sera ti farò chiamare.»

«D’accordo, grazie, ciao mamma, ciao Mirko!» e dopo il loro saluto, chiudo la telefonata e raggiungo la mia borsa appoggiata sul tavolino. Tiro fuori l’autografo e lo metto come soprammobile sul comò dell’entrata. Ilaria non potrà che credermi.


 
La sveglia suona, costringendomi a rotolarmi tra le coperte per poi spegnerla con un pugno.

Mi dirigo in cucina per la colazione, mentre mi infilo velocemente i vestiti.

Ieri, quando Ilaria è tornata le ho raccontato di Frank. Prima di tutto ha spalancato la bocca, per poi incolparmi di starle mentendo. Poi, ha allargato il sorriso da un orecchio all’altro vedendo l’autografo. E, come da copione, si è messa a saltare disturbando la coppia di sposi al piano di sotto.

Mi chiedo se Frank tornerà come ha detto, ma devo cercare di non pensarci e non illudermi. Per lui sono una fan, ma anche una sconosciuta. E poi l’ideale sarebbe quello di non pensare troppe cose che non riguardino il lavoro. Almeno non prima di essermi conquistata la fiducia dei colleghi.

Esco di casa e in pochi minuti mi trovo dietro la scrivania della biblioteca con Eleonora a catalogare libri che sono arrivati la sera prima in dieci scatoloni.

Lei lo sa di Frank, è stata la prima a cui gliel’ho detto, e l’ho vista orgogliosa. Sa che questa biblioteca è frequentata da molta gente ed è stata felice sentirsi dire che uno youtuber e attore è venuto.

«Vado a portare questi nella sezione gialli» mi dice. « Intanto resta tu qui, finché non arriva Marco.»

Annuisco e continuo a dividere i libri genere per genere. Improvvisamente la porta si apre e, quando alzo gli occhi, mi cade la mascella. Frank Matano è qui. Anche oggi. Quando mi vede mi sorride, e io cerco di ricambiare senza sembrare troppo scema.

«Buongiorno Clara» saluta, venendomi incontro. In mano porta un pacco di fogli. «Oggi sono qui per studiare, posso prendere un tavolo qualsiasi?»

Studiare? Chissà cosa.

«Sì. Se vuoi dopo scambiamo quattro chiacchiere a un bar qui vicino»

«Con piacere» risponde, sparendo dietro uno scaffale.
 


Saluto Eleonora e Marco ed esco, scontrandomi con Ilaria che sta arrivando per il suo turno.

«Voglio vedere Frank! E’ ancora qui?» esclama euforica.

«No, siamo d’accordo di trovarci a Pasticceria Sancelso tra cinque minuti, te lo presenterò un’altra volta, buon lavoro.» le dico frettolosa salutandola con un bacio sulla guancia e dirigendomi nel locale. Lo vedo già seduto in un tavolino da due persone, sempre con quel pacco di fogli davanti ai suoi occhi.

«Ciao» gli dico, sedendomi davanti a lui.

Alza gli occhi e mi sorride. Mi manca il fiato. Aspetta, non è vero. Non posso essere al tavolo con Frank Matano. Beh, comunque non voglio che qualcuno mi svegli da questo sogno.

«Ciao» mi risponde, chiudendo il pacchetto di fogli.

«Cos’è?» gli chiedo.

«Il copione per il nuovo film.» risponde sorridente.

«Bello, farai un nuovo film?! Ho sempre amato farne uno! Ma i miei nove anni di teatro non sono serviti a molto, nessuno cercava una come me.»

Frank mi squadra per bene, rimanendo in silenzio.

«Nove anni di recitazione?» al mio annuire, lui resta in silenzio dieci secondi, pensieroso. «Ti ci vedrei come Angelina»

«Angelina?» domando, dopo aver detto al cameriere di voler solo un caffè, mentre il ragazzo di fronte a me una birra.

«Sì, è un personaggio nel film che stiamo progettando. Mancano dei personaggi, ma a chi è stato preso ha già i copioni, almeno può iniziare a studiarseli. Ti andrebbe di fare il provino per Angelina?»

La sua domanda mi spiazza. E qui, come è mio solito fare, inizio a parlare a raffica.

«Ma chi è Angelina? E come si chiama il film? E’ tratto da qualche libro? E poi non so se sarò all’altezza! E mia madre farà un infarto di sicuro.»

«Calma, ora rispondo a tutto. Angelina non è la protagonista, non viene fuori molto ma una parte di una ragazza povera del villaggio, che però ha delle battute abbastanza lunghe. La trama è nuova, non è tratta da libri o storie vere, ma non te la posso raccontare prima che esca al cinema se non mi dici che farai il provino.» Frank si fa serio, sorseggiando la birra che gli è appena arrivata.

Resta silenzio per dei minuti buoni, mentre la mia mente lavora frenetica. Un film. Che grande opportunità. Ma io lavoro, non posso abbandonare la biblioteca così. E poi non me la sento.

«Frank, io credo che… sia meglio di no…»

Lui mi guarda un po’ deluso. Poi traversa tutto in una scenetta comica e finge di essere triste. Okay, non ne posso più.

«Uffa, d’accordo! Ma qualsiasi cosa succeda, non mollerò il mio lavoro in biblioteca!»




ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti, dopo una settimana, ci ritroviamo qui al secondo capitolo!
Allora, intanto grazie a chi è arrivato fin qui e a chi ha recensito.
Avevo detto che sarebbe stato più corto, ma purtroppo... sono successe molte cose e ho provato ad accorciarlo ma non potevo togliere altro, e io non voglio annoiarvi, quindi spero di non averlo fatto.
Comunque, il film! Intanto vi assicuro che non esiste, è solo frutto della mia immaginazione, quindi non mi preoccupo del fatto che se l'avreste visto sapreste già la fine e io mi sarei dovuta preoccupare di interpretarla bene.
Mi scuso se ci sono degli errori.
Ringrazio nuovamente chi recensisce o solamente legge!
A venerdì prossimo, se non tardo :)
LuxShilas

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Tanti Justin Bieber ***


Capitolo 3. Tanti Justin Bieber


Scendo velocemente i gradini del palco, salutando il regista con un ‘grazie e arrivederci’. Raggiungo Frank che mi aspetta fuori.

«Beh?» mi chiede, raggiante.

«Come mi avevi detto tu, mi hanno descritto varie situazioni..» inizio, incamminandomi con lui verso la fermata dell’autobus. «E mi hanno chiesto cos’avrebbe fatto un tipo di persona in quel momento. Ad esempio, un’ingenua bambina nel vedere un ladro, una donna che vedeva la prima volta il figlio, e cose così..»

«Ti hanno detto se sei stata brava?»

Scuoto la testa, guardando i suoi bellissimi occhi marroni brillare.

Da quando sono a Milano la mia vita è completamente cambiata. Non mi alzo più con il pensiero orribile di non aver un lavoro, ora mi sveglio pensando a Frank Matano, faccio tutto pensando a lui. Perché è entrato nella mia vita come un perfetto cliente, e diventato così amico da andarci a bere un caffè insieme. Io queste strane situazioni non le capisco, e se solo penso che ho appena fatto un provino senza dirlo alla mia famiglia... tremo. Il problema verrà fuori se scoprirò di essere stata presa per il film.

L’autobus arriva, smorzando il silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi. Saluto Frank, che resta ancora un po’ in centro a Milano. Io, invece, ho assolutamente bisogno di parlare con Ilaria, che mi ha fregato l’auto per andare a fare la spesa.
 

Apro la porta dell’appartamento e trovo due borse colme di cose a intralciare l’entrata.

«Ila?» chiamo.

In risposta ricevo lei che esce dall’armadio. Sobbalzo.

«Che… cosa…?»

«Ho solo attaccato il poster di Justin Bieber anche sull’anta dell’armadio.»

Mi sporgo per vedere il cantante fare un sorriso malizioso nella foto. Questa è l’originalità della mia migliore amica con la sua immancabile stima per Justin.

«Ma cosa vuol dire anche? Dove lo avresti attaccato ancora?»

Il mio respiro si fa pesante al solo pensiero di vedere tanti Justin Bieber in giro per casa. Lei mi mostra che ce n’è uno in bagno sulla tenda della vasca – non le ho urlato addosso per pietà – uno in cucina nello scaffale dei dolci è l’ultimo sul soffitto, esattamente sopra il suo letto. In effetti, non me n’ero accorta, ma un Justin piuttosto sorridente guarda in basso dove dormirà la mia migliore amica.

«Potresti attaccare anche tu tanti poster di Frank» sorride lei. «A proposito, il provino?»

Alzo le spalle e lei capisce al volo che, purtroppo, non so ancora niente. Domani è domenica e mi concederò una lunga dormita per mettere a riposo i miei pensieri.
 

Apro gli occhi, sospirando. Guardo la sveglia e noto che sono le dieci e mezza del mattino. Direi che è ora di alzarsi.

Spalanco la finestra e alzo le tapparelle, sentendo in risposta un mugolio di Ilaria. Prendo al volo una brioche e accendo il computer. Magari sono arrivate delle mail dal regista del film che mi avverte se sono stata accettata. Frank ha detto che dopo un giorno dovrebbero arrivare.

Mentre si collega lento al wifi, vado in bagno e inizio a lavarmi i denti.

«Che hai da guardare?» sbotto contro il Justin Bieber appeso in bagno. «Fantastico, ora parlo con i poster»

Vado in camera e apro l’armadio per prendere i vestiti. Faccio un passo indietro dallo spavento, nel trovarmi un altro Justin farmi l’occhiolino.

«Sappi che non ti lascerò guardarmi mentre mi cambio» chiudo immediatamente l’anta e, girandomi, mi trovo faccia a faccia con la mia migliore amica. E’ ancora mezza addormentata.

«Buongiorno signora Bieber» scherzo, vedendola accennare a un sorriso.

«Buongiorno signora Matano.»

«Direi che questo nomignolo mi sta a pennello.»

Scoppiamo a ridere entrambe e, dopo essermi vestita, torno in cucina dove ho preparato il caffelatte per Ilaria.

Ci sediamo a tavola e io traffico con la mia casella di posta.

«Nuove mail?»

«Sì, quindici, ora guardo se ce ne sono di importanti.»

Dieci riguardano Facebook, due Twitter, due sono del 2013 e riguardano ancora la mia scuola superiore e.. la più recente, è quella del regista.

«Ila, potresti… guardare prima tu se sono stata presa o no?» balbetto con l’ansia addosso. E non dovrei averla, perché se non sono accettata vedrò comunque Frank e non cambierà nulla, e non mi pare di stare male così, se invece sono nel cast.. beh, è una gran botta di c.. fortuna.

La mia migliore amica si fa il segno della croce e poi apre lo scaffale dei dolci dove ci sta un Justin Bieber mentre mangia una ciambella.

«Aiuta anche tu Clara. Fa’ che venga presa nel film.» gli dice.

Ma io non posso avere amiche normali?

«Ora guardo, Clara, non fare quella faccia.»

Mi ricompongo dalla mia risata mentre il cuore mi batte sempre più forte.

Improvvisamente, la mia migliore amica si mette ad urlare. Corro da lei e lancio una letta alla mail, verso la fine, dove sta scritto il verdetto.




ANGOLO AUTRICE
Ciao! :)
Vi ho lasciate sulle spine? Ahahah, mi spiace, saprete se Clara è nel film nel prossimo capitolo ma penso che possiate dedurlo dall'urlo di Ilaria.
Spero che vi sia piaciuta anche la parte dei tanti Justin Bieber xD
Alla prossima, un abbraccio a tutti!
Vi adoro!
LuxShilas

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Roberto ***


Capitolo 4. Roberto



«Sono contentissimo che tu sia passata, comunque già lo intuivo, hai la faccia da una che se ne intende di teatro!» Frank ha un sorriso da un orecchio all’altro da più di cinque minuti.

«Anche io sono molto felice. E’ bello fare un film?»

«Certamente, ma anche molto impegnativo.»

«E’ quello che mi preoccupa..»


«Questo è il tuo copione» l'attore mi mette nelle mani un pacco di fogli mentre si siede al tavolo della biblioteca. «Non devi già impararlo a memoria, ma almeno leggi la storia ed evidenzia le tue battute.»

«D’accordo, grazie. Quando si inizia a girare?»

«Beh, hanno già iniziato, ma solo le prime scene. Ora si trovano a New Orleans, poi quelle in cui ci sarai anche tu saranno girate in una campagna qua vicino.»

Annuisco, torturando le dita con il copione.

«Cosa c’è?» mi chiede il ragazzo, sempre stando attento a non alzare troppo il tono di voce, anche se è prestissimo e non c’è quasi nessuno.

«Se deludo le vostre aspettative?» la mia domanda gli fa corrucciare la fronte.

«Non sto qui a farti i discorsi di incoraggiamento, perché non serve. Dico solo che non puoi pretendere di fare tutto perfettamente, non ci riesco nemmeno io. Ci serve impegno, forza di volontà e, soprattutto.. lasciati andare. Non pensare al giudizio degli altri. Ascolta solo il regista, lui saprà consigliarti.»

Sorrido a Frank, che ricambia. Poi sento la porta della biblioteca aprirsi, così lo saluto e mi dirigo dietro la mia scrivania.

Marco ed Eleonora mi hanno dato un quarto d’ora di pausa, per bere qualcosa e andare in bagno. Ma invece di soddisfare i miei bisogni, vado in un angolino e apro il copione, cercando il nome Angelina tra i tanti personaggi. Verso la settima scena la trovo. Alcune battute sono di due righe, altre addirittura di dieci. Osservo il plico di fogli, sentendo tra le mani una grossa responsabilità. Penso a mio padre e ai miei due fratelli, entusiasti come non lo sono mai stati. E mia madre, molto contraria. Non vuole la mia faccia da nessuna parte, non vuole che io diventi, anche se in minima parte, un po’ famosa. Non le va sapere che sono lontana da casa, quando le avevo detto che avrei solo lavorato in biblioteca, e invece adesso trovo posto in un film, con il ragazzo che adoro. E questo a me sembra tanto surreale.
 


«Ma sei arrabbiata?» chiedo alla mia migliore amica, rintanata sotto le coperte di sabato sera, quando di solito vuole uscire fino a dopo mezzanotte.

Lei scuote la testa, stringendosi nelle spalle. Mi avvicino, guardandola negli occhi. Si mette a ridere.

«Sei arrabbiata.»

«Non sono arrabbiata!» esclama lei, sedendosi velocemente.

«E allora perché ti comporti così?»

«Non mi sto comportando!»

La guardo confusa, mentre un sorriso sornione appare sul suo volto.

«Mi vuoi dire cosa ti succede?»

«Sono invidiosa, okay? Invidiosa.»

Cala un silenzio imbarazzato, riempito da uno sguardo sempre più sconvolto da parte mia e imbarazzato da parte sua.

«Quella che invidiava te per essere così spigliata, decisa e solare non ero io?»

«Io non sono gelosa per questo.»

«E per cosa allora?» le chiedo, stufa di aspettare. E’ da due giorni che Ilaria si comporta in modo strano. Risponde a monosillabi e non parla più con il poster di Justin Bieber. E non è una cosa normale per una persona anormale come lei.

«Perché tu te ne vai a fare un film, mentre io resto a lavorare in una biblioteca. Tu avrai due lavori, con la persona che ti piace, hai una fortuna sfacciata e io sono una psicopatica che parla con delle figure attaccate per casa.»

«E pensi che tutto questo sia colpa mia?»

«No.»

«Ah, bene. Mi interessava solo questo. Perché, se pensi che io abbia fatto apposta per farti stare male, ti sbagli. Tu non sai che confusione ho in testa. Avevo anche io una vita normale prima, ma da quando ho incontrato Frank è cambiata ogni cosa. Mi alzo con le farfalle nello stomaco, mi sudano le mani quando lo vedo, non riesco a parlare quando è troppo vicino a me..»

«Sei innamorata.»

«Ma è amore non corrisposto! Quindi non è proprio amore.. comunque, parlavamo di altro. Non farmi cambiare discorso.»

«Sei tu che parli sempre e solo di Frank.»

«E’ vero, scusa. Beh, ci tenevo a dirti che tu puoi venirci al cast a vedermi, la sera magari. Quando entrambe non lavoriamo. Puoi conoscere gli attori, fare quello che vuoi. Così non ti sentirai meno di me.»

«Sono meno di te.»

«Ma cosa stai dicendo? Dov’è finita la tua autostima?»

«Non voglio rimanere zitella!»

«Zitella? Hai soltanto venticinque anni, hai una vita davanti! E poi, cosa centra scusa? Continuiamo a cambiare argomento.»

«Centra che tu ti fidanzerai con Frank tra poco, e io resterò single, come al solito.»

La guardo, mentre cerco di trattenere una risata. Ilaria è fatta così. Sembra tanto allegra ma poi casca come un pero quando a qualcun altro succede qualcosa di spettacolare.

«Io non mi fidanzerò con Frank, chiuso il discorso. E tu non resterai single.»

«Nessuno mi vuole!»

«Vuoi così tanto trovare un ragazzo? Ti aiuto io, promesso.»
 


«Qui inizia la tua parte, dopo che io ho finito la scena con Roberto.»

Sono con Frank e Roberto, un attore poco conosciuto che mi ha presentato Frank, in una caffetteria, mentre cercano di spiegarmi un po’ meglio come si svolge il film. Frank mi ha spiegato dieci volte su quando lui ha un intero pezzo con Roberto, ma non riesco a concentrarmi. Penso soltanto a ciò che ho promesso ad Ilaria. E’ difficile trovare qualcuno che la capisca come ho fatto io, il suo è un carattere molto difficile.

«Mi stai ascoltando?»

«Chi? Cosa?»

«Clara..» Frank, con il suo solito accento che adoro, sfoggia un furbo sorriso.

«Quando arriva il caffè?» Roberto continua a battere le dita sul tavolino, impaziente.

«Credo che sia meglio non cercare di spiegarti, capirai tutto quando si girerà la tua scena» mi dice l’altro, ignorando il suo amico.

«Mi potete aiutare?»

«A fare?» chiedono all’unisono i due.

«A trovare un fidanzato alla mia migliore amica.»

«Roberto è single.» dice velocemente Frank.

«Anche tu lo sei!» ribatte l’altro.

«Sì, ma..»

«Ecco a voi» il cameriere interrompe il discorso che Frank stava iniziando, e io mi mordo l’interno della guancia. Mi sarebbe piaciuto ascoltare cosa avrebbe voluto dire. Ma, senza pensarci troppo, metto lo zucchero nel cappuccino e mi gusto la mia merenda.





ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti, mi spiace se non sono venuta prima. Avrei dovuto aggiornare venerdì ed ero già in ritardo, ma mia sorella ha fatto il saggio di danza, poi ho dovuto studiare, poi sono andata in montagna per la festa della mamma e Efp è rimasto qui a fare la muffa.
Questo capitolo non è molto.. importante ecco, ci sono delle ripetizioni forse, e alcuni errori, ma spero vi piaccia lo stesso. Comunque Roberto non esiste, l'ho inventato io :)
Ci tenevo a ringraziare Clairy93, memorys crannies e Matano_the_king_of_twerk che hanno recensito lo scorso capitolo, vi adoro, grazie mille! :D
A venerdì, come al solito (salvo imprevisti) ;)
LuxShilas

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