No Conventional Love!

di Kodocha eternal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Il compito ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Inaspettatamente ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 – Solo amicizia? ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Io sono con te ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 – La Famiglia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 – La stagione delle piccole cose ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 – Determinazione o esitazione ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 – L’ora delle strategie ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Questo è amore? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Tra amici ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Prologo ***


No Conventional Love!






 
 
 

Capitolo 1 - Prologo




 

-Waaaaaaaaaaaaa come sono in ritardo!!!!!-

Per una ragazza era una giornata importante, quella più importante.
Aveva raccolto tutto il suo coraggio, e sua la determinazione, per affrontare la cosa più difficile per una fanciulla: Confessare i propri sentimenti, al ragazzo per cui aveva una cotta… e lei doveva confessare i suoi a Naozumi Kamura! Il ragazzo, di cui era segretamente innamorata da anni!

Lui era il ragazzo più bello, ricco e popolare della scuola e lei già si riteneva fortunata a essergli amica.
A volte si era ritrovata a pensare, che Nao ritraesse l’immagine del principe azzurro che tanto sognava, che ogni donna sogna, bello, occhi azzurri come l’acqua, aveva anche il taglio da principe! Era sempre socievole e disponibile con tutti. Adorava la sua dolcezza e gentilezza, soprattutto quando la riservava a lei. Un'altra sua caratteristica è che non si arrabbiava mai, eccetto quando qualcuno, faceva un commento sgradevole su di lei. Perché essendo considerato da tutti il principe della scuola, l’esser affiancato da una popolana, per giunta con mille difetti, non era una cosa vista di buon occhio… beh, chiunque sfigurerebbe affianco a un ragazzo perfetto.

Nonostante le molte differenze, avevano alcune cose in comune che li avevano uniti a tal punto… Molte volte aveva pensato che si erano trovati… c’erano sempre l’uno per l’altro.
Nonostante i vari pregiudizi, che gli altri avevano su di lei, lei per lui veniva prima di tutti e tutto. Quindi sperava che lui ricambiasse i suoi sentimenti, e che quelle attenzioni non significassero solo una profonda amicizia. Infondo erano amici dalle elementari… e in tutti quegli anni non era successo quasi nulla tra loro… beh, tranne quella volta… ma probabilmente, anche quello sarà stato un gesto per difenderla.

Questa ragazza determinata a dichiararsi, era Sana Kurata, una semplice ragazza che frequentava il liceo, carina, allegra con molti difetti e con qualche pregio.
Correva per le strade di Tokyo, poiché come al suo solito era in ritardo, aveva dato l’appuntamento a Naozumi in un bar in centro e l’ora prefissata era… cinque minuti fa e il tragitto era ancora lungo. 
Parlavamo di difetti? Ah sì, lei è una ritardataria cronaca… Ma possibile che lo fosse anche in un frangente così delicato?

La risposta era una sola: ora più che mai, dato che doveva esser perfetta! Capelli, vestiti e trucco. Beh, mi direte una volta deciso che mettersi basta poco prepararsi ed ecco spuntare un altro dei suoi difetti. È un’indecisa di natura, quindi avrà provato una trentina vestisti, senza trovare una decisione. Alla fine sua madre colta da un’estrema pietà, le aveva consigliato che cosa indossare.
Ecco sì, sua madre è, come dire…  di lei parleremo più in la…. 

Ora c’era una questione più importante da affrontare, cosa prova per Kamura per questa ragazza colma di difetti. Allora, ve lo svelo io in anteprima:



. . . . .



 
/// Sbam! ///



 
Aspettate che cosa è successo?


Non ci posso credere, Sana aveva scontrato contro qualcosa; o per meglio dire, qualcuno e ci era finita addosso! Ah ecco un altro difetto della signorina Kurata… è anche un’imbranata, sbadata, maldestra; insomma una che vive sulle nuvole….

 
Cos’è questa sensazione? Aspettate sono caduta? Ma questo non è il pavimento!”

Sana aprì gli occhi e alzò il viso, che fino a un istante prima era appoggiato sul petto di un povero mal capitato.
I due incrocino lo sguardo e boom qualcosa era scattato!
Qualcosa d’impercettibile all’occhio umano, i loro cuori avevano perso un battito, i loro corpi stavano ricevendo delle strane vibrazioni, stavano vivendo delle sensazioni che non avevano provato…


-Ahi… ti sei fatta male? – domandò il ragazzo. 

Lui stranamente si trovò in imbarazzo, ad avere quella ragazza con il corpo sopra al suo, mentre con una mano la teneva in un fianco, mente con altra si sorreggeva al pavimento. Il viso di lei era lontano pochi centimetri dal suo, loro continuavano a guardarsi negli occhi, come se non volessero distogliere lo sguardo da un tesoro. 
Lui era stato colpito da quegli occhi, di quel colore così intenso, non era mai stato attratto da uno sguardo…
Lei era rimasta incantata dallo sguardo di quel ragazzo, così profondo e particolare. Un’ambra che pareva attrarla come una calamita.


Dopo qualche secondo di ammutolimento, Sana arrossì visibilmente dall’imbarazzo, appena tornò in se, si alzò in piedi e si scusò per accaduto. -No, grazie a te…. Ehm…Scusami! Cioè... ecco, è colpa mia se ti sono finita a dosso e ti ho fatto cadere per terrà. Chi sa che schienata hai preso! scusami!...E che ero…anzi sono in ritardo, sai devo fare una cosa importate… ah scusami sicuramente a te, questo non interessa. Però scusami davvero, non volevo finirti a dosso!- disse tutto velocissimamente come macchinetta, mentre anche lui si rimise in piedi.

-Puhahahha- Lui scoppiò in una grassa risata – Ma quanto parli? E poi a che velocità hhahahah! Comunque anch’io ho le mie colpe, non guardavo dove camminavo stavo ripassando un discorso…-
-Un discorso?... ecco cosa mi sono dimenticata di preparare! E quando sono lì che gli dico?- disse a se stessa.
-Senti mi puoi dire se il vestito si è macchiato? Ho un appuntamento importate!-
-Una ragazza?- Chi sa perché si chiuse la bocca dello stomaco, al pensiero che quello sconosciuto si dovesse incontrare con una ragazza…
-Ahhah magari, se così fosse non sarei conciato in questo modo. Comunque ho un colloquio, non sarà che a te serve un discorso per un ragazzo?-
-Non sono affari tuoi!- s’irrigidì e s’imbarazzò a quel pensiero.
-Allora?-
-Non te lo dico, per chi dovevo prepararmi un discorso!-
-Ah, quello l’ho capito da solo, mi riferivo al vestito-

Che gaff aveva fatto la nostra Sana, eh?

-Ehm si girati, che guardo subito- il ragazzo si voltò di spalle in attesa di una risposta.

Sana cominciò a scrutarlo attentamente e non potò far a meno di notare quanto fosse bello. Aveva un fisico da far invidia, alto con le spalle larghe al punto giusto, con i capelli arruffati per la caduta, di un color biondo che alla luce del solo parevano fili d’oro. Analizzato per benino, si concentrò sul vestito, indossava un completo grigio, Sana fece un -
Pat pat- alla giacca e disse:

-Tranquillo non si dovrebbe notare che tu sia caduto di schiena per colpa mia. Poi non credo che ti guardino la schiena a un colloquio- mentre lui si girò e rispose -Beh, in effetti, non hai torto-

Lei gli sorrise e i due ripresero a fissarsi in silenzio, lui era inspiegabilmente attratto da quella ragazza rossa, con gli occhi vivaci….
Lei imbarazzata si mise a sistemargli la cravatta, quando abbassando lo sguardo, per fuggire al suo. Si accorse che con il lucidalabbra, aveva macchiato la sua camicia!


-Oh mio dio!! Scusami!!!!!! – affermò indietreggiando mortificata.
-Che cosa ti è preso?- domandò non capendo il perché di quella reazione.
-Ti ho macchiato la camicia!- confessò sentendosi molto in colpa, indicando la macchia a forma di bacio sul petto.
Lui guardò quel segno che era stato impresso da quelle belle labbra, notò che ed essendo una camicia bianca risaltava molto quel colore rosa acceso
.

Il ragazzo irritato esclamò -Merda! Tsk, ecco cosa accade quando si fa una buona azione, ti smerdi la vita! Al colloquio. Con questo bacio sulla camicia, non farò di certo una buona impressione…-
Sana in colpa e mortificata affermò –Ci penso io – per poi prenderlo per il polso e trascinarlo nel bagno di un bar lì vicino.
-Ora provo a smacchiarla- con un fazzoletto e un po’ d’acqua tenta di smacchiarla per quanto le fosse possibile.
Erano nuovamente molto vicini, tanto da respirare i loro profumi.
Nell’aria si respirava un’inspiegabile attrazione, ma entrambi cercavano di contenere gli strani impulsi, che emanavano i loro corpi.


-Uff non va via!- esclamò rammaricata, poi le venne un’idea – Forse con il dentifricio va via, ho sentito dire che alcuni lo usano per smacchiare….ma non ricordo cosa, ma possiamo tentare- Lei comincia a trafficare nella borsa quando lui, con una mano, le blocca il polso. Per poi dirle -Forse abbottonandola non si dovrebbe notare-
-Proviamo- lei gli abbottona la giacca ed esclama con gioia -Si, così dovrebbe andare, non si nota! anche se fa un po’ caldo…- affermò infine sentendosi nuovamente incolpa.
-Fa nulla- la rassicurò

Lei sorrise e lui non si seppe spiegare ciò che sentì nel vedere quel sorriso così radioso, sincero e dolce… che d’istinto la tira a se e la bacia.
Lei nonostante non se lo aspettasse ricambiò al bacio, posò le mani sul suo viso. I due incominciarono a baciarsi con passione.
I due non si conoscevano, lei gli era finita a dosso per via della sua sbadataggine, non sapevano nemmeno i propri nomi! Ma in quel momento, pareva non importasse.
La foga del momento aumentava e lui sollevò Sana e la fece appoggiare al marmo del lavandino, mentre lei lo tirava a se con le gambe, la spallina del vestito di lei cadeva…


Un momento, ma la nostra Sana non doveva andare a confessare i propri sentimenti a Naozumi?????

Sana ritornando sul pianeta terra, si rese conto di ciò che stava facendo. Così si stacco da quel magico bacio…e intontita scese dal lavandino.  


Si allontano da lui e affermò un -Io... io… sono in ritardo!- e corse via… così senza aggiungere altro e lasciando il ragazzo osservare incredulo la sua fuga.



 
***

 

 
 

Nei giorni successivi a quell’incontro, lui non poteva far a meno di ripensare a quella buffa ragazza, si domandava se l’avrebbe mai rivista.

Un giorno a casa sua, aveva terminato la lavatrice e prese in mano la camicia che indossava quel giorno. La macchia del lucidalabbra non era andata via… e infondo ne era felice era l’unico ricordo di quella ragazza oltre esser stato il suo portafortuna.

Di solito le ragazze che notava o con cui era stato, erano molto formose, provocanti, che parevano delle fotomodelle. Diciamocelo lui amava frequentare delle ragazze con poche pretese, che erano obbiettivamente facili da accontentare. Non era mai stato un ragazzo romantico, non aveva nemmeno la testa di innamorarsi o avere una storia seria con una che non amasse, anche se non credeva in quel sentimento.
 
E quella ragazza pareva esattamente l’opposto del suo ideale di ragazza, magrolina con le forme appena accentuate ma che su il suo fisico le risaltavano molto. Nella sua mente rimase impresso ogni dettaglio di quella ragazza. Quel giorno indossava un candido vestitino rosa con capelli rossi ramati lasciati sciolti sulle spalle, se non fosse per due piccole ciocche laterali legate con un nastro. Decisamente le ragazze che frequentava, non avrebbero mai indossato un outfit tanto romantico.

Eppure in quella ragazza c’era qualcosa che inspiegabilmente lo aveva catturato. Con lei aveva provato delle sensazioni che prima di quel momento non aveva mai sentito, quel bacio l’ha vissuto come un brivido unico per la schiena. Che fosse il tanto decantato colpo di fulmine? Nah, quella era una sciocchezza eppure non faceva che pensare a quella ragazza a quel bacio, di quanto la trovasse irresistibile e che vorrebbe decisamente rincontrarla. 


 
 
***

 


Vi starete chiedendo se alla fine quella ragazza, si fosse dichiarata al ragazzo che le piaceva… ?

Quel giorno era scappata da quel bacio, con il cuore in gola e il cuore in subbuglio. Non credeva a ciò che aveva fatto! Aveva baciato un perfetto sconosciuto, per quanto fosse bello e attraente, non avrebbe dovuto. Infondo lei era innamorata di Naozumi… e se così non fosse?

Aaah come poteva dichiarare i propri sentimenti, se non era certa di ciò che sentiva. E dopo quello che era accaduto non le pareva nemmeno il caso.
Così si presentò in ritardo astronomico all’appuntamento, ma lui le sorrise lo stesso, infondo ci aveva fatto l’abitudine. Le fece persino i complimenti per il look, e passarono uno dei tanti pomeriggi di fine estate, che avevano già trascorso in passato… da amici. 

Ma il suo pensiero andava sempre a quell’incontro, e a quello che né ha seguito.
Doveva dimenticare, fare finta di nulla e riprendere la sua vita da dove l’aveva interrotta. Sì, i sentimenti per Nao, doveva concentrassi su quello che provava per l’amico, se quell’incontro aveva cambiato qualcosa o chiarito che non era quello che credeva? Bah chi lo sa!


  
 
 
 
***



 
 
Passarono i gironi e ripresero le lezioni dopo le vacanze estive.
Il coordinatore di classe fece il solito discorso sulle novità del nuovo semestre e poi diede l’annuncio che tutta la classe ormai si aspettava.


-Come ben sapete la professoressa Tsukinomoto è entrata in maternità e da oggi avrete un nuovo insegnate di aritmetica- Fece accomodare il nuovo prof -Sarà lui a portarvi al diploma, ora le lascio la classe– 
-La ringrazio- quando il coordinatore uscì e lascio la classe in balia nel nuovo professore. Quest’ultimo spense il sorriso cordiale e si accese nel suo volto uno sguardo gelido.

La classe stava commentando il nuovo professore, le ragazze dicevano di quante fosse figo, mentre i ragazzi commentavano che sarebbe stata una pacchia aver un prof così giovane.
Tutto questo, mentre lui scriveva il suo nome alla lavagna:


Sensei Hayama Akito


-Sono il professore Hayama. Inizio la mia presentazione con una premessa, non pensate che essendo giovane, o che questo sia il mio primo impiego, che voi possiate prendermi sotto gamba, perché non è così. Non voglio assolutamente che mi consideriate uno di voi, o che io sia un vostro pari, perché se la pensate in questo modo, vi sbagliate di grosso ! sono un vostro insegante e come tale pretendo rispetto quando parlo!-

La classe si ammutolì per i modi freddi del loro nuovo insegnate, mentre Sana continuava parlottare con Nao, della serie: non stiamo ascoltando, perché stiamo parlando di tutt’altro.

-Hey voi due la dietro, la smettete di chiacchierare!-

Sana alza lo sguardo pronta a scusarsi, quando incrocia lo sguardo del suo insegnate e sbianca.

-Allora non sento nessuna scusa o giustificazione - Si avvicina al banco dei due chiacchieroni e appena incrocia lo sguardo di Sana… si sente sprofondare. 

Era lei
La
ragazza che aveva pensato nell’ultimo periodo.
La
ragazza che le aveva fatto nascere un turbinio di emozioni.
La
ragazza che aveva baciato ed era fuggita!

-Ci scusi prof!... è che, la mia compagna non ha avuto una buona mattinata. Eh lo so, che queste non sono scuse…. -si scusò Nao prontamente -...Prof mi ascolta?- chiese infine, non  ricevendo risposta.

Akito era bloccato non sapeva come reagire, credeva che avesse una ventina d’anni, invece se la ritrova come una sua studentessa,
merda!



 
 


 
To be continue…


 

 
 

Nota: Hey alcuni di voi, forse mi conoscono per Tutto parti da quel dannato fax, o come recensitrice. 
Per chi non mi conoscesse, questa è la mia seconda FanFiction e spero che sia all’altezza della prima.
In questa storia Sana frequenta l’ultimo anno di liceo, in Giappone dovrebbe essere il terzo. mentre Akito si è appena laureato, è dopo un bando e un colloquio è entrato come supplente nella cattedra di matematica per combinazione nella classe di Sana! Quindi immaginate lo shock!
Per quanto riguarda la differenza d’età non dovrebbe esse troppa, cioè Akito più o meno ha l’età di Ezra di PLL o Blas di Rebelde way Giusto per paragonarvi due prof che hanno avuto relazioni con una studentessa quindi avranno circa sui 25 circa mentre Sana ne ha 17 circa (se qualcuno sa dirmi l’età di Blas ed Ezra nella prima serie del telefilm mi fa un favore enorme)
Allora questa storia credo prevalentemente sia OOC perché le situazioni sono diverse e
 lo svolgimento, quindi troverete differenze caratteriali soprattutto in Akito… sta volta permettendo questa avvertenza non ho il problema di farmi delle crisi se è IC o meno hihihi ovviamente manterranno delle caratteristiche che li rendono sempre loro, quindi non allarmatevi troppo.
Questa volta non fisso ogni quando aggiornare perché  so gia che non riesco a rispettarlo, quasi  mai… e non faccio altro che scusarmi nelle note, quindi questa volta meglio evitare hihihi appena il capitolo sarà pronto lo pubblicherò… ovviamente il mio intento è di aggiornare di frequente, speriamo di riuscirci senza blocchi o altro :)
Boh non saprei che aggiungere spero che vi possa piacere come storia e riusciate a seguirla. Vi mando un bacione enorme e fatemi sapere la vostra opinione sia negativa che positiva in modo di poter migliorare
Grazie a chi leggerà questa storia, tanti bacioni a voi

*il loro primo bacio è ispirato al primo bacio dei
#Ezria di PLL badate bene solo il bacio e non il primo incontro! 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Il compito ***


Capitolo 2 - Il Compito




 

Finite le lezioni, gli studenti lasciano l’edificio scolastico, tra questi vi erano anche Sana e Nao
Arrivati di fronte un parco non molto distante dall’istituto, Sana si ferma e dice –Raga, ho dimenticato… il diario, devo tornare a scuola a riprenderlo-
-Okay, ti accompagno- rispose Nao sorridendole
-No, non ti disturbare! Posso andare da sola, ci metto un attimo-
-Sì, Nao non puoi seguire sempre quella sbadata, un giorno finirai in un burrone- afferma Gomi, uno dei leccaculo di Nao, convinto che il suo “idolo” che meritasse delle amicizie al suo livello.
-Già Nao resta con noi, quella può andare da sola- e ovviamente Ivan appoggia a pieno il pensiero del suo amico.
Lui li fissa con uno sguardo raggelante*

-Davvero hanno ragione sono sbadata. Vado da sola!-

“Dai, Nao molla la presa… fammi andare da sola”

-Okay, ti aspetto qui-
 

“Così io sistemo questi imbecilli, non sopporto che loro mi parlino così di lei”



Ovviamente quella scusa era una bugia, per fortuna era riuscita a convincere Naozumi a non accompagnarla, perché aveva bisogno di restare sola per ciò che l’aspettava…
 

***




 

Arrivata davanti al suo liceo, si appoggia al muro che circondava all’edificio scolastico... in attesa di qualcuno…
Quando questo qualcuno uscì, stava per proseguire per la sua strada, quando lei gli fece notare la sua presenza affermando:
-Quindi il colloquio era per questa cattedra?-
Lui ferma si gira verso la direzione del suo interlocutore e accorgendosi che era lei rispose.
-Si è il mio primo impiego dopo la laurea e ho avuto la fortuna di essere preso…-
-E quindi che facciamo? -
-Mi sembra ovvio, dimentichiamo quanto accaduto, è meglio per entrambi, tanto non ci saremmo rivisti se non fosse stato per questo lavoro-
Magari intendeva dire coincidenza astrale, quante possibilità cerano che la ragazza che aveva baciato si rivelasse una sua studentessa…. Una su un milione? Forse
-Quindi è da considerarla una cosa che non è mai accaduta- domandò Sana per conferma, già dopo quella risposta, si sentiva ferita…
-Esatto- rispose freddamente lui con un tono deciso, perché era convinto che fosse la cosa migliore da fare…
-Okay prof Hayama- rispose anche lei freddamente e decisamente formale, togliendo ogni accenno confidenziale… perché doveva avvenire un reset tra loro… e in quel momento, sembrava proprio che avesse premuto un pulsate per ricominciare da capo.
Dopo quella risposta lei si girò e se ne andò, mente lui rimane a osservarla nuovamente allontanarsi da lui con una dolce brezza di fine estate accompagnava l’oscillare di suoi capelli. Una volta che fu lontana dalla sua vista, si mise in cammino per dirigersi a casa, dopo quel primo giorno che fu il più difficile di quanto potesse immaginare… beh non era stato semplice ritrovarsi lei come sua alunna…. A proposito di lei… di colpo si fermò e non poté non pensare alla domanda più palese che gli passava in tesata.

 

“Non ci credo dopo tutto questo non so ancora il suo nome…ma non deve importarmi infondo è una studentessa come le altre…”



 Sì, come no! A chi vuole darla a bere?



 

***




Sana tornata ai giardini, era un po’ intontita e quando Nao le si avvicinò, quasi la sorprese.
-Trovato il diario?- domandò il ragazzo premurosamente.
-Cosa?... ah sì, certo, il diario! Si sì, era sotto il banco!- dopo un iniziale smarrimento rispose ricordandosi della sua bugia che aveva detto per allontanarsi per chiarire con... il suo proff.
-Bene- le sorrise dolcemente, quando lui le sorrideva in quel modo, riusciva sempre ad alleggerire la testa, le infondeva tranquillità… lui era l’unico a riuscire a tranquillizzare i suoi stati d’animo.
-Ehm, Gomi e Ivan? Dove sono? di solito dopo scuola non ti si scollano un secondo, per caso si sono nascosti per farmi uno scherzo?- domandò cercandoli di qui e di là.
Nao la ferma e le rispondo -Avevano degli impegni… –
Sana ovviamente crede a quella risposta perché di certo non poteva immaginarsi la ramanzina che Nao aveva fatto ai due costringendoli a sparire dalla propria vista, un consiglio non fate arrabbiare i bravi ragazzi.
-Ti dispiace che siamo soli?- affermò accarezzandole la guancia
Sana a quel contatto senti un calore al cuore nel che solo lui riusciva a donarle.
Arrossita leggermente in volto, rispose -Ma cosa vai a pensare, figurati se mi dispiace, anzi- passare del tempo con lui le avrebbe fatto bene, gli avvenimenti di oggi l’avevano scossa e poiché quell’incidente, era stato archiviato… Poteva cercare di chiarire quella convinzione di sentimento che provava verso Nao.
I due così andarono in un bar e parlarono come al solito del più e del meno… poi come al solito la accompagnò a casa per l’ora di cena. Ma lei non cena perché era talmente distrutta che crollò sul divano…



 

 ***





Il giorno dopo Akito entra in classe con la sua aria minacciosa – Per verificare il vostro livello ho corretto le esercitazioni che avete svolto ieri in classe. Dato che non vi conosco, ora ve li consegno così associo i cognomi alle facce -
-Allora…. 8/10 Kamura, gli svolgimenti sono corretti ma per qualche errore di distrazione è stato inevitabile- il ragazzo si alzò e ritirò il compito.
-10/10 Sugita complimenti sei certamente la prima della classe, un compito inattaccabile- La ragazza ritirò il compito tutta rossa in viso, per poi tornare in fretta a posto.
-Uh questo lo volevo lasciare per ultimo, ma poi mi sono detto no, bisogna avere molto tempo per presentare questo compito. Chi l’ha svolto ha il cervello di una gallina lobotomizzata, ma come si fa, in uno dei passaggi di un’equazione che si chiede 2+3 il risultato di questo passaggio sia 4?- la classe ridacchia mente lui continua - Mi spiegate come sia possibile che sia in terza liceo? Neanche i bambini delle elementari sbagliano una simile operazione o sentite questo in che mondo 8 diviso 4 fa 3 come diavolo si fa??? Come? – la classe ride sonoramente eccetto due persone -E se l’operazione fosse stata più complessa tipo x=[2*(86a+35b+12y-5a-16b+(13b+3a+4y)3
]:(68a+20b)+3y che diavolo avrebbe risposto? No, davvero è un compito ridicolo, da 0 per essere a questo livello, anzi le faccio un piacere Kurata le do un non classificato, perché un complito simile non è qualificabile! Mi chiedo come abbia fatto ad arrivare in terza superiore!-
-Non le sembra di esagerare e o di essere un po’ troppo duro? – interviene Nao indifesa della persona di cui sicuramente si riferiva, e lui meglio di chiunque altro sapeva chi poteva fare errori simili.
-Duro? Io ahhah ma per favore è questo compito ridicolo, allora Kurata mostrati, diamo un volto a questo sfacelo!-
Sana si alza a testa bassa, lui vedendola alzarsi, si sente sprofondare mentre vede cadere delle lacrime su il suo volto, lui rimane pietrificato. Lei si avvicina gli strappa il compito dalla mano e urla- lo sfacelo esce senza permesso dalla sua classe, lo annoti pure!!!-e corse fuori dalla classe.

-Come può un insegnate parlare così, è un insensibile! Mi faccia andare da lei!- attaccò Nao, in quel momento provava odio e preoccupazione.
-No, è una cosa che devo rimediare io-

Akito esce fuori di corsa e la insegue la trascina in una stanza vuota, chiude la porta, la tira a se e senza riflettere la abbraccia -Perdonami, se solo sapevo che eri tu, io…-
-Cosa sarebbe cambiato? Ricordi, tra noi non è successo nulla, non ci siamo mai incontrati prima… quindi non voglio che ti scusi perché sono io, ma per…- e scoppia a piangere colpendolo al petto e lui tentava di calmarla accarezzandole la testa…
-Volevo fare il fiero e spavaldo, l’insegnate tutto d’un pezzo senza cuore che gli studenti devono temere… ma a quanto pare, ho agito da insensibile e hai ragione non avrei dovuto comportarmi così e deridere uno studente a prescindere, ma il fatto che sia tu quella studente, mi ha fatto stare ancora più male-
Sana si asciuga le lacrime per poi scacciarsi da quell’abbraccio e dire -Okay così le accetto le tue scuse, lo so che sono un’impedita in algebra, aritmetica, geometria, a partire dalla matematica più basilare, ti chiedi come ho fatto ad arrivare in terza, non posso rivelarlo al mio insegnate…-
-Bigliettini-afferma con convinzione
-Ma come? – chiese stupita che avesse azzeccato alla prima ipotesi
Akito fa un ghigno- Semplice, fino a qualche semestre fa, ero uno studente anch’io-
-Ascolta io ti dovrò valutare come una studentessa qualunque, quindi non permetterò che copi….-
Lei ridacchia -Hahhahh vedremo se mi beccherai -
-Noto tutto e non farò eccezioni-
-Non te le sto chiedendo, in fondo perché dovrei aver dei privilegi-
-Giusto- affermò mente facevano ritorno alla propria classe


 

"Forse perché quando i miei occhi incontrano il tuo sguardo, il mio cuore comincia a battere all’impazzata, il mondo si ferma e averti vicina m’indebolisce…
È totalmente sbagliato provare certe sensazioni per te, una mia studente. Devo reprimerli, è ciò che è giusto fare!”



Sana si rimise a posto e Nao le chiede –Stai bene?- e lei rispose -Si tutto okay, tranquillo-

 

***



Passavano i giorni, e le lezioni scorrevano una dietro l’altra.


Akito dopo la spiegazione di un’equazione del terzo anno, mentre gli studenti tentavano di svolgerla, i suoi occhi inconsciamente stavano osservando Sana. Anche lei era intenta a svolgere quel compito mentre una arrotolava una ciocca di capelli sul dito. Quei lunghi, bellissimi capelli ramati e il suo naso pareva distinguere il profumo di albicocca, era come se il profumo del suo shampoo gli fosse rimasto impresso nelle narici da quando aveva abbracciata per farsi perdonare e aveva notato che era lo stesso di quel primo incontro. Al pensiero di quel bacio, e pensare di averla vicino, faceva vibrare il suo corpo.
Cercò di scacciare i suoi pensieri rivolgendo la sua attenzione da un'altra parte dell’aula, ma prontamente lei, inconsciamente, richiamava la sua attenzione. Tra uno sbuffo esaltato per non comprendere quello che aveva davanti agli occhi, o il battere il piede dall’agitazione. Certo lei faceva tutto questo per concentrarsi, per cercare di risolvere quelle equazioni algebriche ma dalle sue espressioni cruciate parevano tutti sforzi inutili. La matematica non era di certo il suo mondo, e questa era un'altra differenza che avevano i due.
Tsk non riusciva proprio a smettere di pensare a lei, ma perché che c’era di così speciale in quella ragazza?

Per fortuna nessuno aveva notato quegli sguardi, nessuno poteva comprendere che si nascondeva dietro quello sguardo glaciale…

Continuava a osservarla e notò una cosa, con lo sguardo chiedeva aiuto al suo compagno di banco… Kamura, che ricambiò lo sguardo con un sorriso. Qualche istante dopo notò uno intrecciarsi di mani sotto il banco, e lei a quel contato arrossì così come il suo compagno, per poi diventare più serena in viso con un accenno di sorriso in volto.
Quel gesto, a lui aveva dato non poco fastidio, il problema e che non capiva se era dovuto al intrecciarsi le mani, al rossore in viso di lei o la mancanza di rispetto per il bigliettino, lui aveva sempre odiato chi imbrogliava a scuola. Non sapeva il motivo di tutto quel risentimento ma agì!

-È solo un’esercitazione e già vi mettete a copiare? Vi passate bigliettini e voi credete che non me ne accorga? Ah vi sbagliate di grosso, vero Kamura, Kurata? Se continuate così sarò costretto a cambiarvi di posto!- e deve ammettere, che non gli dispiacerebbe affatto allontanarla da quello. C’era una forte complicità tra i due e questa cosa non gli faceva particolarmente piacere.
-No, la prego!- Lo supplicò Sana
-L’ho già detto non sono stupido, me ne accorgo.
La classe era ammutolita, erano decisamente tutti intimoriti, Akito aveva uno sguardo tagliente che non ammetteva repliche.
-Cosa pensi che dovrei dir ai tuoi genitori Kurata, e ai tuoi Kamura? Pensate che siano fieri del vostro comportamento!-
Ecco il loro prof aveva toccato un tasto…,per entrambi,…dolente.

-Siamo certi che a loro non importa- rispose glaciale Nao
-Eh?- chiese stupito da quelle risposte
-Sarà già un miracolo che si presentino ai colloqui- afferma rassegnata Sana

Il padre di Kamura era un impresario importante, sempre in viaggio e che trascurava il figlio, mentre la madre è morta qualche anno fa.
Sana di suo padre non sapeva nulla, non sapeva chi fosse, né la storia di come l’ha conosciuto sua madre, sapeva solo che lui non l’ha voleva.
Sua madre ha passato la sua infanzia ha trovarle un padre, finendo così per trascurare la figlia e man mano che il tempo passava, da cercare un padre gli importava trovare un marito e fino ad arrivare al punto che gli bastava avere un uomo nel suo letto. Sua madre era negli anni diventata una donna frivola e che dava tutte le attenzioni agli uomini, trascurando la figlia.
Sana e Naozumi avevano una situazione famigliare simile e questa cosa li ha uniti, anche se non all’inizio non conoscevano quest’aspetto ma fin da subito si sono sentiti compresi senza una particolare ragione. Così da allora diventarono inseparabili.


Akito non comprendeva quella risposta da parte d’entrambi e pensò che sia una scusa per far sì che i loro genitori saltassero l’incontro -Mi assicurerò che vengano, li avviserò personalmente. Non vorrei che voi inventiate una scusa per fargli saltare i colloqui, non avvisandoli-
-Faccia pure, tanto non verranno- afferma Sana convinta
-Probabilmente nemmeno le risponderanno- dichiara Nao


Akito non gli da retta prende il registro ed esce dall’aula e comincia a chiamare il padre di Kamura.
– Pronto? Parlo con il signor Kamura-
 –No, sono l’assistente-
–Sono il suo professore si Naozumi, dovrei parlagli di suo figlio-
 – è occupato riferisca a me-
- Domani c’è l’incontro genitori insegnati, volevo ricordaglielo poiché dovrei parlare della situazione scolas….- fu interrotto dall’assistente
– il mio capo è molto impegnato per presentarsi a ste baggianate.
– l’educazione di suo figlio non è una baggianata! Lui deve essere info...- fu nuovamente interrotto.
– è proprio insistente, manderemo un impiegato così ci riferirà-
–Ma…- l’assistente aveva buttato giù la chiamata, probabilmente ave fretta di terminare la conversazione che lui riteneva non importante per il proprio lavoro.


Possibile che avessero ragione? Possibile che anche lei avesse una situazione famigliare simile?
Non indugio oltre digito il numero e avvio la chiamata dopo molti squilli ma molti una donna rispose al telefono.

-Pronto?-
-Salve, parlo con la signora Kurata?-
-Mi chiami signorina o Misako se preferisce. Comunque sì, sono io chi mi disturba?-
-Sono un professore di sua figlia… - lei lo interruppe chiedendo - Mia figlia sta bene?-
–Si tutto bene- almeno lei sembrava preoccuparsi per Sana.
- Allora perché scoccia? – domando la donna infastidita
Ma lui fece finta di nulla e andò al punto–Volevo ricordarle che domani c’è l’incontro genitori insegnati …-
–Ah quella noia mortale? Puff sono solo perdite di tempo, ho di meglio da fare-
– Sua figlia sarebbe una perdita di tempo? – s’irritò parecchio a sentire una cosa simile, Sana di certo non era una perdita di tempo, poi si controllò capendo che le emozioni che sentiva per lei erano poco professionali, così così disse- Ehm volevo dire l’educazione di sua figlia sarebbe una perdita di tempo?-
 -Uff- la madre di Sana sbuffo sonoramente e lui si ritrovo a pensare che fossero proprio madre e figlia
-Non sbuffi, il minimo che può fare è presentarsi qui e stare a sentire quello che ho da dirle su sua figlia. Non può fregarsene!- professionale una cippa, era coinvolto totalmente.
–Mmm hai un bel caratterino eh? Interessante… E hai anche una voce seducente. Okay, mi hai convinta! Verrò, così potrò associare questa voce sexy a un viso –
 Akito appare sulla testa gocciolone stile anime -.-’– ma ch… -
Misako lo interruppe ancor prima che possa formulare un pensiero per domandargli- Lei è il prof di?-
- Ehm matematica – rispose tralasciando le avance  -Perché? -
-Giusto per sapere, non vorrei stare a sorbirmi quei vecchiacci e le loro noiose opinioni verro direttamente a incontrare te senza fare quella trafila-
 – va bene verrò e sia chiaro che sarà principalmente per te, smack a presto… zuccherino!-

Akito rimane allibito, si domandava come fosse strana la conversazione che aveva avuto con la madre di Sana, si chiedeva come potevano dei genitori comportarsi in quel modo, infischiarsene altamente dei propri figli. Lui era cresciuto in una famiglia normale dove, l’istruzione sua e di sua sorella erano la priorità. Per lui era inconcepibile che un genitore non avesse il proprio figlio come priorità.



 

To be continue…



*lo sguardo inventato da Rory Gilmore
 

Nota: eccomi qui con il secondo capitolo di questa storia :) contenti?
hahhhaha lo so con questa storia ho stravolto tutto, a voi cosa ne pensate???
Beh io sono contenta perché per questa storia ho molta ispirazione :) ho abbozzato già un po’ di scene, ovviamente mancano tutti i pezzi di passaggio quindi ma sono molto tranquilla e sollevata … al momento non ho paranoie… ma siamo ancora all’inizio ihihihihi
Questo capitolo era abbozzato da un bel po’ così quando alcuni di voi mi hanno chiesto quando avrei pubblicato, ho risposto lunedì... ma ho dovuto ritardare per degli imprevisti e poi ho avuto un’ispirazione improvvisa per un’One Shot e mi sono concertata su quella se vi va di far uscire una lacrimuccia passate da
Un Amore Così Grande se vi va di leggerla e darmi un’opinione mi rendereste felice.
P.s. Nello scorso capitolo mi sono dimenticata di dirvi che se vi va di rimanere informati su quando posto il capitolo seguente, e vi vari sviluppi, aggiungetemi fb :)
---> Lully McCartney Kurata :*
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Inaspettatamente ***


Capitolo 3 – Inaspettatamente



 

Akito più passavano i giorni e più notava un’intesa tra Nao e Sana erano sempre insieme, si spostavano in sincrono, dove era uno, c’era altro. Aveva notato che Sana parlava praticamente solo con lui e gli pareva strano, perché Sana non pareva per nulla una persona associale anzi.
Era persino arrivato a pensare anche una cosa stupida, che quel ragazzo avesse eretto una barriera attorno a Sana e lui era l’unico che si poteva avvicinare a lei… ovviamente era una sciocchezza.
Da quella volta in cui aveva denigrato il suo compito, non ebbe più l’occasione di rimanere solo con lei. E poi perché doveva avere un’occasione per star con lei e scambiarsi qualche frase? Infondo lei era un’alunna come tante altre, eppure voleva poter aver ancora un momento con lei, chi sa come mai. Forse mio caro perché per te non è per nulla un’alunna come le altre.


 
***


Arriva il giorno dei colloqui tra genitori e insegati.
 Akito aveva parlato con diversi genitori, ma nemmeno l’ombra dei genitori di Kamura e della sua Sana, ho detto sua Sana? Ehm dovevo dire Kurata, infondo lui è il suo professore. Tornando alla situazione lui si stava preoccupando che non sarebbero venuti, come avevano annunciato i loro figli…

-Toc tok- a un certo punto sente un bussare alla porta così alza lo sguardo annunciando un –avanti- e vede entrare nell’aula un ragazzo quasi suo coetaneo vestito grigio gessato e con auricolare all’orecchio destro.
-Salve sono un impiegato del signor Kamura, sono qui per sapere se ci sono problemi. I voti ci risultano buoni- disse accomodandosi sulla sedia difronte all’insegnante.
-Infatti, quello che mi preoccupa non sono i voti ma il suo atteggiamento, l’ho beccato più di una volta a suggerire, mancandomi di rispetto come insegnante-
-E quale sarebbe il problema? Non capisco non è lui che copia, dovrebbe fare la ramanzina a chi riceve i suoi aiuti-
-Il punto sta anche farlo è una mancanza di rispetto verso l’insegnante-
-Se lei non sa farsi rispettare, non è un problema della famiglia –
Akito si stava irritando, cosa doveva fare puntare dei mitra alle tempie di chi suggeriva per farsi rispettare? –La prima cosa che si fa è comunicarlo alla famiglia, se non ci sarà un cambiamento, influirà sul rendimento scolastico-
-Senta per me, è una scocciatura venir qua, piuttosto che svolgere il mio lavoro, se questo è tutto riferisco e bonci ciao- si alza e se ne va.
Akito rimase allibito aveva appena detto che se non ci sarà una svolta avrebbe influito sui voti del ragazzo e questo se ne esce in quel modo. Beh poteva capire che a quell’uomo non gliene fregava di meno dei voti di Nao, infondo quell’individuo era solo un impiegato, non un membro della famiglia. I suoi genitori se gli avessero comunicato una cosa simile, avrebbe dato di matto e lui avrebbe ricevuto una ramanzina esemplare e una punizione. Ma molto probabilmente non tutte le famiglie sono come loro.


Era quasi tramonto, tra un po’ i colloqui si sarebbero conclusi e la madre di Sana non era ancora arrivata …
Akito stava mettendo via i libri nella sua valigetta quando sente cigolare la porta e il rumore di un paio di tacchi e la voce di una donna che afferma con entusiasmo:
-Ciao zuccherino, waaaaaaaaaa sei più figo di quanto m’immaginavo!-
Zuccherino? Quel nomignolo gli era famigliare, si gira verso la sua direzione e vede una bella donna alta capelli e occhi castano scuri con uno sguardo furbo… e vestita in un modo, decisamente poco consono, per un incontro genitori insegnati.
Akito tralascia il complimento e la invita a sedersi- Salve si accomodi, la signora Kurata giusto?
Lei si sedette e guardò Akito, era meglio dire che lo squadrò e sorrideva beatamente poiché i suoi occhi erano contenti di quella visuale.
-Signorina! Comunque sì, sono io, che c’è assomiglio così tanto alla mia bimba? Beh ciò che è certo non dimostro l’età che ho, vero?
-Ho dedotto che era lei, siccome era l’unica che mancava all’appello-

 
“Ed anche perché era l’unica in tutta la mia vita che le aveva appioppato quel nomignolo!”

La donna non badò alla frecciatina ma accavallò le gambe e si sporse con il busto sul banco e disse arrotolandosi una ciocca capelli nel dito -Sai, hai giusto qualche anno in meno del tipo che sto frequentando, dimmi zuccherino c’è l’hai la fidanzata?-
Akito si stava innervosendo ma tentava di trattenersi da urlare di tutto, infondo era la madre di… lei.
-Non siamo qui per dialogare di questioni private, siamo qui per discutere del rendimento scolastico di- si blocco un attimo pensando
“Dimentica ciò che senti, sì il suo insegnante” per poi continuare – di sua figlia-
-A quanto ne so è nella media che c'è da discutere?-
-È nella media, perché copia-
La donna senza pensarci troppo su ipotizzò -Kamura?-
-Quindi glie l’hanno già riferito in passato?
-No ma sai, quello centra sempre- disse con un’espressione chiaramente infastidita.
–Lei non sopporta o non ha una simpatia per lui?- oh M era letteralmente uscito dal ruolo d’insegnante.
E la donna lo notò, così sorride beffardamente e poi gli rispose come poco prima fece lui -Non aveva detto di non discutere di questioni non inerenti alla vita scolastica?-

Akito imbarazzato dalla situazione che aveva creato rispose -Si, ecco sua figlia è negata nella mia materia e dovrebbe fare delle lezioni di recupero- disse ritornando nel proprio ruolo.
-Allora venga con me sta sera- propose la donna.
-Non sono interessato – rispose di scatto, certo era una bella donna, ma nei suoi pensieri ormai vi era un'unica ragazza…
-Ahhahah non è come credi, per ora sto bene con il mio boy. Mi riverivo le lezioni di recupero, voglio che le faccia tu!-
-Io????- si stupì sentendo la proposta della donna.
-Si, non eri tu quello che diceva che non m’interessavo abbastanza a mia figlia? Le sto proponendo un lavoro -
-Io ho già un lavoro!-
-Ma sei giovane, quindi non è la tua cattedra, presumo che stai facendo una sostituzione… Quindi ti servono delle raccomandazioni per un futuro e il mio studio potrà fartele oltre a quelle di una madre. Che dici, accetti zuccherino?-

 
“Io fare ripetizioni a lei? Potrei resistere? Già fatico a svolgere una lezione normale, però vorrei accettare così passerei del tempo accanto a lei e magari allontanarla un po’ da quel Kamura, non mi dispiacerebbe.”


Akito darà retta alla sua testa o darà ascolto al suo cuore???
 

 

***


 
Finito il colloquio, la donna fece ritorno a casa.
-Tesorinoooooo sono a casaaaaaa! – si diresse davanti alla porta della stanza della figlia la spalancò e disse: – A quanto pare sei una capra in matematica, aritmetica o come diavolo la vuoi chiamare-
-Non ci credo! Sei andata all’incontro genitori insegnati? – chiese allibita e stupita Sana, non se lo aspettava per niente.
-Già, a quanto pare devi fare lezioni di recupero? Quindi ti ho procurato un insegnante!-
-Ma mamma non ho voglia di lezioni supplementari e poi me la sono sempre cavata alla fine di tutto…-
-Ah non voglio altre seccature, sai che noia dover star a sorbirmi certi incontri perché tu copi da quello. Guai a te se copi ancora da Kamura!!!!-
-Okay mamma… - da una parte era contenta che si preoccupasse per lei. anche se non era sicura… probabilmente non voleva altre seccature. Sì, era molto più probabile la seconda ipotesi.
La donna tornò all’ingresso- Che fai lì impalato? Accomodati-
Sana si dirige anche lei fuori dalla stanza per scoprire chi fosse il suo insegnante di recupero, e appena intravide la sua figura, sbarrò gli occhi.
-Che ci fa lui qui??? Chiese sconvolta agitando le braccia freneticamente
-Ti darà lui le lezioni private di recupero, sai è stato così gentile da accettore…- disse sorridendo la donna.
-Ma ma ma?-
-Ma nulla Sana, chi meglio di chi ti deve valutare ti può aiutarti a migliorare? Ed essendo quello che più ti critica, sarà per lui un vanto farti diventare un genio-
-Genio, non esageriamo! Mica posso fare miracoli!!!
-Va beh ora al lavoro!!-
-Ora?? Ma mamma è quasi ora di cena!-
-Davvero? Oh devo sbrigarmi a prepararmi devo uscire con il mio amorucccio!-
-Ma mamma???- va beh era inutile obbiettare, orami c’era abituata.
La madre li spinge in stanza, fino a farli urtare entrambi contro il bordo della scrivania. Erano imbarazzati e guardavano il pavimento, doveva esser proprio bello quel parquet, anche secondo voi?
La madre li guarda, fece un ghigno per poi affermare -Vi sedete immediatamente o PU-NI-Zi-ONE-
Entrambi si affettarono a sedersi uno pensando a quale perversa punizione poteva riferirsi…ma non voleva conoscere la risposta. Mentre l’altra sapeva perfettamente quale punizione l’avrebbe attesa andare con lei a fare il terzo incomodo o peggio andare in un bar a far pratica a rimorchiare fingendomi un’amica. Odiava estremamente quei momenti, quanti pianti aveva fatto sulla spalla di Nao? Tanti dovuti a quelle punizioni, non esattamente da genitore esemplare...
Dopo averli fatti sedere, esce dalla stanza per poi uscire in tutta fretta urlando -Fate i bravi!!!!!!- lasciandoli soli e imbarazzati in quella circostanza, beh infondo il suo amoruccio l’attendeva.
 
…. Che situazione!....

I due erano seduti l’uno accanto al altro, Sana teneva lo sguardo fisso sulle proprie gambe, con i pugni serratati per agitazione. Lei si domandava che diavolo l’era passato per la testa di accettare di farle le ripetizioni, era già dura così, visti i loro precedetti.
Non è una cosa che capita a tutti, incontrare uno sconosciuto e rimanerne folgorata al punto da baciarlo con passione in un bagno di un bar, sconvolgendola al punto da mettere in dubbio su quello che sentiva per Naozumi….

E averselo ritrovato come suo nuovo prof è stato un colpo per lei, ricorda ancora come si senti quando lo vide nella propria classe. Era come se la stanza fosse iniziata a girare al punto da farle venire la nausea e sentiva come se le gambe le stavano cedendo.
E il giorno sentirsi paragonata a una gallina è stato tremendo. Si aveva deciso di vederlo solo come prof e ci sarebbe riuscita con molta forza di volontà, ma adeso non era così sicura… doveva passare così tanto tempo in una stanza da sola con lui… come doveva approcciarsi? Come il ragazzo in cui si era imbattuta o come il professore che la reputa un ignorante copiona???

Akito, con i suoi turbamenti non era da meno, aveva accettato senza ragionarci bene. Era stato spinto da quell’insensata voglia di passare del tempo con lei, gli bastava parlarle fuori dall’ambito scolastico anzi si sarebbe accontentato di aver il privilegio di osservarla. E non era da lui pensare a queste cose sdolcinate, anzi non era in grado di pensare certe cose….

Ma quella ragazza, quella che non doveva guardare le aveva, fatto nascere certe cose che non credeva di essere in grado provare, quella ragazzina buffa che per caso aveva scontrato, ma su cui doveva allontanare i pensieri, quella ragazzina che aveva lasciato un segno, non avrebbe dovuto considerarla, è una sua studentessa, non avrebbe dovuto eppure la scintilla ormai… è scattata ma doveva cercare di comprendere che quella scintilla non diverrà fuoco…. Ci riuscirà?

Comunque Akito per spezzare quel momento apre la valigetta, tira fuori il libro di matematica, lo posa sulla scrivania per poi aprilo dicendo: -Forse dovremmo iniziare-
-Okay-
-Allora credo che dovremmo partire dalle basi…. Le tabelline le sai?
-Certo, per chi mi ha preso? –
-Per una che sbaglia i calcoli più elementari-
Sana lo guardò male, ma si trattenne dal rispondergli come avrebbe voluto, ingoiò il rospo e chiese- Allora perché non prova a chiedermene una?-
Non aspetto nemmeno un istante che le sparò una-7x8?-
-62!- rispose immediatamente convinta che fosse la risposta corretta.
-Sbagliato 56, ma come hai fatto ad arrivare in terza superiore?-
-Vuole davvero che le risponda- rispose sarcasticamente
Perché sentirsi dare del lei da Sana gli provocava un fastidio alla bocca dello stomaco….. Non gli piaceva affatto.
-Non siamo a scuola, non è necessario che mi dai del lei-

-Erro o è il mio professore?
-Certo, ma visto ciò che c'è stato tra noi…. Non mi sembra il caso che anche quando siamo soli mi dai del lei-
-Ma non dovevamo dimenticare tutto e far finta che non sia accaduto nulla? No, non posso darle del tu perché è già difficile così. Come posso dimenticare quello che è accaduto? Posso convivere con il fatto di essermi baciata con uno sconosciuto il giorno in cui dovevo confessare i miei sentimenti per Na… va beh. E poi è stato uno shock e scoprire che quello sconosciuto è il mio prof è stato una cosa …. Inconcepibile, sono confusa non capisco più nulla!
-Ti posso capire benissimo, pure io mi trovo in una situazione simile. La ragazza che ho baciato un giorno e che mi è rimasta impressa tutto il tempo nella mente, quella ragazza che pensavo avesse come minimo 20anni… me la sono ritrovata come studentessa! Fidati, è stata dura vederti lì in mezzo ai miei studenti e mi sono pietrificato. Infatti, se non mi chiamava all’attenzione il tuo amico non mi sarei sbloccato. Per non parlare di quando ho capito che il compito che ho tanto deriso era il tuo… -
-Se mi reputi in quel modo perché hai accettato di darmi ripetizioni-
-Perché volevo rimediare, tentando di farti comprendere la materia e non nascondo anche per aver la possibilità di parlarti fuori da quelle mura troppo strette-
Lei arrossisce -Ma sono un caso disperato-
-Nulla è impossibile per me-
-Vedremo, se riuscirai in questa impresa titanica-
-Okay vedremo- le sorrise per poi tornare al punto precedente -Allora come rimaniamo? Mi darai il tu?-
-Okay facciamo finta che fuori dalla scuola tu non sei il mio professore, beh visto quello che è accaduto tra noi come minimo potremmo tentare di essere amici, che dici?- gli rivolse un sorriso solare e lui ne rimane affascinato.
-Si amici, perfetto-

 
“Riuscirò a esserti amico…. Il solo guardarti mi fa pensare a tutt’altro che una relazione d'amicizia.
Solo il tempo me lo dirà”





 
To be continue...

 
Nota: eccomi con il nuovo aggiornamento yuppieee spero di non aver fatto troppi errori ma ho dormito pochissimo sta notte sono stata male e poi di mattino c’era un casino che mi ha impedito di dormire e quindi sono un po’ rimbambita. Ho corretto più volte ma è probabile che mi sia comunque sfuggito qualcosa.
Allora che vi pare questo capitolo? Io mi sono divertita scrivendolo hihihi ridevo mentre scrivevo ahhahhahhah spero diverta anche voi :)
Il prossimo capitolo è abbozzato… ma è cortissimo 3 pagine e mezzo troppo corto, spero di trovare ispirazione per qualche scena di contorno ufffffffffff
Va beh ora smetto di cianciare a vi auguro un buon fine di settimana un bacione a presto!!

 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 – Solo amicizia? ***


Capitolo 4 – Solo amicizia?





Dopo quella conversazione i due ripresero a studiare ma per quanto Akito tentava di spiegare le basi di quella materia, per la Sana pareva che parlasse in arabo, insomma avevano concluso poco o nulla. Di sicuro quel chiarimento a cui erano arrivati, era l’unica conclusione nata in quella stanza con un risultato.

Dopo un paio d’ore di studio Akito decise che era tempo andare, così i due si diressero verso l’ingresso di casa.
-Beh mi sembra ovvio che queste ripetizioni rimangano una cosa tra noi così come… -
Lo interruppe per continuare lei- …la nostra amicizia e tutto il resto. Tranquillo per me era scontato, se no, perderesti il lavoro-
Stupito che avesse afferrato il concetto, rispose -Forse non sei tanto stupida…-
-Hey che intendi dire con ciò?- chiese pur non sapendo se doversi ritenersi offesa o meno
-Che forse sei stupida solo in matematica-
Lei sorrise -Cos’è? Un complimento?-
-Chi lo sa… ora è meglio che vado- disse aprendo la porta di casa.
-Okay- Lei per salutarlo inaspettatamente gli si avvicina appoggia una mano sulla sua spalla, un brivido percorse la schiena di Akito, si mette sulle punte il cuore di Akito cominciò palpitare convinto che lo avrebbe baciato…
E l'amicizia che avevano pattuito, dove stava? Un bacio non era di certo un segno di amicizia…
Il viso di Sana era ormai molto vicino al suo, lui resto immobile sapeva che non doveva accadere eppure era immobile, pronto a non ostacolare quel gesto poi lei a quel punto appoggiò delicatamente le sue labbra sulla sua guancia.

Tutta quell’agitazione per un bacio sulla guancia? Era concretamente partito e non si capacitiva come avesse fatto, com’era riuscita a renderlo così? Si era tramutato in una femminuccia? O forse era tornato un ragazzino? Una sola convinzione era lei la causa di questo comportamento.
Le poi staccandosi dalla sua guancia e gli sussurra –Notte –per poi staccarsi da lui.
-Ehm sì, a domani- chiuse la porta velocemente dietro se, per poi dirigersi verso il suo appartamento.
Sana sorrise e diresse in camera a sistemare mentre rifletteva su …

 
“Strano, non è stato traumatico far ripetizioni con lui pensavo peggio, dopo aver chiarito il nostro status, ero a mio agio con lui come se non fosse il mio professore, infondo con gli amici ci si sente a proprio agio.
Sarà una bizzarra situazione ma fine non mi dispiace averlo intorno. Ovviamente questa situazione la devo tenere per me, come ho tenuto per me il nostro primo incontro.
Non oso immaginare il macello che si creerebbe se si venisse a conoscenza della nostra amicizia o di tutto il resto… soprattutto di tutto il resto. Bah ora è meglio che mi scaldo la cena al microonde poi tv e nanna che domani mi aspetta un altro giorno di scuola.”



***


 
Il giorno seguente a scuola tutto fu normale, appena Akito entrò nell’aula 3B, la classe si zittisce, gli studenti lo temevano, dall’inizio della scuola dopo le vacanze estive, Akito aveva lasciato intravedere solo il suo carattere gelido glaciale nessuno doveva spingersi oltre o sgarrare perché non sarebbe passato punito e in quei giorni vi erano state molte prove, compiti extra per chi non stava attento e disturbava la lezione.
Dei ragazzi hanno provato a fargli uno scherzo e li ha mandati dal preside. Alcune ragazze avevano provato a intrattenere conversazioni non pertinenti agli argomenti scolastici e aveva mandato una nota ai genitori per l’atteggiamento indecente.
In fine tutti ricordano come aveva trattato Sana per quel compito e non volevano essere i prossimi. Per non parlare di quello sguardo che metteva non poca soggezione.

Tranne una persona che dietro a quello sguardo aveva visto del altro o mentre un'altra non lo temeva, ma lo disprezzava.
Quella persona era Nao che non si era scordato di come aveva umiliato pubblicamente Sana. Sana per Nao è la persona a cui tiene maggiormente, non gli importava che avesse ragione o che sia un suo professore, quell’atteggiamento verso di lei, non lo aveva digerito affatto.


 
***

Nel pomeriggio dopo la scuola si dirige a casa e a breve l’avrebbe raggiunta Akito per un'altra esaltante lezione di recupero.
Dopo quindici minuti Akito arrivò e lei lo fece entrare e si diressero nella stanza nella ragazza e si sistemarono nella scrivania per un'altra esaltante giornata di studio… Yuppi
-Non sei stanco, dopo aver fatto lezione tutta la giornata, venir qua e spiegarmi queste cose?
-Sana, so già dove vuoi andare a parare, vuoi utilizzare la mia stanchezza per non studiare
-Ma come… -
“Ma come l’ha capito?"
-Dai su prova a svolgere questo esercizio…

Si era pensante fare ripetizioni dopo una giornata intera di lezioni ma con lei non gli dispiaceva ormai aveva cominciato ad adorare ogni sua singola espressione quindi non le dispiaceva vederla accigliare per svolgere i compiti o ricevere un sorriso diretto a lui. Forse era sciocco ma era ciò che sentiva, trovava un non so che di rilassante a osservarla.

Lei ha provato a svolgerlo così gli passa il quaderno. Lui legge lo svolgimento e non poté non commentare così:
-Capra, sei una capra!
-Ehi come ti permetti?
-Lo ha detto anche tua madre … - ghignò
-Non bisogna dare credito a ciò che dice lei!- lei a sentirla nominare si rabbuiò lui ma lui non se ne accorse subito perché mentre le rispondeva -Le mamme, hanno sempre ragione, sia nel bene che nel male- il suo pensiero si volse a sua madre, alle premure della madre dal
“portati l’ombrello, che oggi potrebbe piovere” al “non mischiare gli alcolici se non vuoi ritrovarti con i postumi”. E sì, le mamme sono sempre avanti.
-Esistono le eccezioni!- rispose lei lapidaria

Lui la guardò e notò che l’argomento che riguardava sua madre la intristiva e la metteva a disagio. Sì, era stravagante come genitore, ma nonostante i toni bizzarri, gli era parso che tenesse la figlia ma non conoscendo la sua situazione famigliare, non poteva trarre conclusione. E non gli pareva il caso, né il momento per essere indiscreto, ma avrebbe voluto aiutarla…

Lei capendo quali fossero le sue intenzioni, prima che potesse formulare il suo pensiero si precipitò a domandargli- uhm questo passaggio come si svolge?
Lui capendo l’antifona, era chiaro che non le andava di affrontare l’argomento, così si mise a spigare ciò che le aveva chiesto.

***
 
Finiti i compiti, si era fatta l’ora di cena e lui mise i libri nella sua valigetta. Così Sana per parlare del più e del meno chiede – Che fai stasera?-
-Per rilassarmi guarderò The 100, non seguo molti telefilm ma questo mi ha preso….-
-Noooo non ci credo lo seguo anch’io, che coincidenza!-
-Già – ah bene avevano pure gli stessi gusti… beh gli amici condividono gli stessi interessi…
-Senti ti andrebbe di restare a cena e vederlo con me?- le propose lei sorridendo
O come vorrebbe dire di si… ma rispose: -Ehm non mi sembra il caso.
-Gli amici possono guardare un film insieme e noi siamo amici, vero? -Chiese Sana sbattendo le ciglia in modo parecchio cuccioloso.
-Ma sono pur sempre il tuo professore…- cercò di dileguarsi usando quella scusa…
-Si, lo so, ma avevamo detto che fuori saremmo stati amici.
-Okay- ma non ci riuscì così si rassegnò e accetto l’invito
-Vado a ordinare la pizza, il cibo dell’amicizia – a sentirla non poté non sorriderle quant’era buffa, però era bello vederla allegra.
Lei ricambio il sorriso e poi gli domandò- Che pizza vuoi tu?
-Al salmone-
-Okay-

Sana prese il telefono, premette il tasto della chiamata rapida e chiama la sua pizzeria di fiducia.
-Hey kaicho ciao sono Sana vorrei…-
-…il solito, una pizza al salame piccante con extra di piccante…arriva subito cara – ormai sapeva a perfezione ciò che gli avrebbe chiesto, così l'anticipò
-Si, ma ne vorrei anche una al salmone
-Ospiti? –  chiese sorpreso
-Già – rispose semplicemente ma con tono felice lei
Okay Sana, arrivano subito. Il tempo di cuocere e il tragitto e sono da te.
-Grazie-in lontananza sente gridare- Toshio preparati per la consegna a Sana -
Ormai in quella pizzeria d’asporto l’hanno presa in simpatia, le davano la priorità nelle ordinazioni… infondo si erano affezionati a quella loro cliente assidua e orami era quasi come una di famiglia dopo tutti quegli anni…

Chiuse la telefonata e dopo un quarto d’ora circa arrivò il fattorino che suona la porta e così Sana va ad aprire-
-Ciao Toshio – lo saluta sorridendo e gli dà i soldi per l’ordinazione, più la mancia.
-Hey Sana oggi hai raddoppiato, hai compagnia o vuoi mettere su chili?- chiese porgendole le pizze
-Si, un amico – sorrise lei raggiante
-Uuuh che novità!! Allora tolgo il disturbo- alludendo che fosse in dolce compagnia e poi andarsene.
-Ehi non è come pensi!!! ehy!!!- gridò Sana mentre il fattorino le fece segno  come se volesse dire
“se come no” e rassegnata rientro e chiuse la porta.
-Il fattorino è un tuo amico? –chiese Akito avendo udito quella breve conversazione.
-No, ma ordino sempre la pizza da loro, quindi si è creata confidenza-

Akito stava intuendo che Sana cenava spesso da sola… e questo era triste… e la cosa stupefacente che era talmente abituata che non si abbatteva e sorrideva comunque a tutti. L’unica volta che aveva scorso delle lacrime sul suo era stato proprio lui a causarle. Si rabbuiava solo quando si accennava della sua famiglia… ma era anche vero che la conosceva da comunque poco tempo.
I due cominciarono a mangiare la pizza, lui divorava la sua pizza al salmone mentre osservava Sana gustarsi la sua iper piccante, si domandava come potesse mangiarla così tranquilla mente come se bevesse fosse acqua.
A un certo punto nota una cosa e comincia a ridere.
-Che c’è da ridere? Dimmelo, fai ridere anche a me –chiese come una bimba.
-Sei ridicola!- disse tra le risate
-Cosa? –Sana comincia a scaldarsi- Cosa hai detto? Chi sarebbe ridicola?
-Tu! Ti sei sporcata tutta la faccia di sugo e olio, sembri una bambina dell’asilo per come ti sei pasticciata!-era divertente vederla arrabbiata con la faccia in quello stato era molto buffa, lui continuò a ridere…
Lei prese un fazzoletto e cominci a pulirsi –Ehi, okay essere amici ma tu non fai altro che prendermi in giro!
-Che colpa ne ho, se sei un cartone animato vivente!
-E tu sei mister simpatia hahaha comunque sai mi piacerebbe far parte di un anime…
-Non avevo dubbi
I due risero immaginandosi Sana protagonista di un anime, sicuramente sarebbe stato un anime comico.

 
***
 
Sana guardò l’orario erano le 21 -Uh tra poco inizia il the 100!!!- per fortuna avevano appena finito di cenare.
-Okay allora andiamo in salotto?- chiede ovviamente Akito
-No, sono stanca voglio stare sdraiata. Dai guardiamola in camera mia, io di sera guardo sempre la tv in stanza, tu no?
-Certo!

 
“Ma sono solo … il letto è luogo di tentazione estrema per qualsiasi ragazzo, perché diavolo me lo proponi!? Mannaggia a te e a me che non riesco a insistere”

***


 
Iniziano a vedere il telefilm e lo commentano durante la visione.
Quasi alla fine i due si addormentano durante una pubblicità eterna.

Mezzoretta dopo Akito si sveglia e si ritrova Sana abbracciata a lui…
Lui la guardò era bellissima ma doveva svegliarla così la chiamo – Sana sveglia- e la scosse leggermente ma lei continuava a tenere gli occhi chiusi mentre si stiracchiava inconsciamente sopra al suo corpo.
Stava cedendo, le pulsazioni del suo corpo stavano aumentando, non poteva resistere a quella situazione, doveva andarsene.

Come lei aprì gli occhi lui la spostò velocemente di dosso, si alzò e disse - io devo andare- e scappo via letteralmente da quella casa, se fosse restato un istante in più in quel frangente, non avrebbe resistito dalla tentazione e l'avrebbe baciata ….

 
***
 

Sana il giorno dopo arriva a scuola sorridente, quando Akito se ne era andato, era crollata nuovamente nel sonno. Ripenso alla serata passata in sua compagnia e doveva ammettere che aveva passato una bella serata con Akito… non avrebbe mai pensato che avrebbe avuto un’insegnante per amico, eppure lo aveva.
Beh la situazione tra loro era iniziata in modo alquanto bizzarro ma si era risolta nei migliori dei modi… era quasi felice di fare ripetizioni di matematica perché poteva star con lui. Che sia solo amicizia quello che sente per lui, non lo sa di certo ma studiare con Nao matematica non la rendeva così felice.

Sana dopo quelle riflessioni entra in classe e si siede al suo posto, passano le ore e arriva Akito per la sua lezione.
Lui cominciò a spiegare una nuova formula algebrica e poi diede un’operazione per fargliela svolgere.

Ecco il silenzio, in quella mattinata lui odiava il silenzio, cosa che solitamente apprezzava parecchio anzi adorava, ma non oggi. Il silenzio faceva parlare i suoi pensieri più forte del solito ed erano tutti rivolti a lei. Mentre pensava a lei, la guardava... Amico? Una mazza! Non faceva altro che pensare a lei!
Ieri aver passato quei momenti con lei, l’hanno reso felice. Solitamente lui non era uno che amava conversare e scherzare con le ragazze ma con lei no. Anche il solo scambiare un paio di battute con lei gli scaldava il cuore.

Amava ogni singola cosa con lei, amava quando le rivolgeva quel suo dolce sorriso, amava vedere il suo imbarazzo sul suo volto, amava quella piccola piega che si formava sul viso quando si concentrava, amava la sua faccia quando s’infastidiva, amava il suo profumo…
Aspettate ha pensato a più volte riferendo si a lei amava? Nah impossibile la conosceva appena ed erano rimasti d’accordo che sarebbero restati amici e lui la stava apprezzando solo come amico! Ma a chi vuole darla a bere? Probabilmente cercava di auto convincersi.
Ahhahaha ora ti faccio vedere io mio caro Akito se quella era solo amicizia!

Nella testa di Akito parte il flashback della sera prima, lei sopra di lui in suo corpo in quel momento era in subbuglio, il desiderio di unire le sue labbra alle sue era molto forte… eh no, lui non la vedeva solo come un’amica… o solo come una studentessa. Lui…

Un ragazzo fece spostare la sua attenzione da Sana e i suoi pensieri facendo domanda sull’equazione e una volta allontanato e pronto a rivolgere nuovamente i suoi pensieri e sguardi verso Sana ma questa volta dalla sua cattedra notò che non era l’unico a fissare Sana ma anche Kamura, che aveva finito ormai di svolgere l’operazione.

 
***

Poco prima dell’ora di pranzo aveva iniziato a piovere e come sempre nelle giornate di pioggia Sana e Nao restarono in classe a mangiare il bento.
Akito vedeva Sana ridere e scherzare con Nao e lei le sorrideva, in quei momenti pareva che lui per lei non esistesse perché era presa dal parlare con Kamura e questo gli dispiaceva forse per lei non era il suo catalizzare di attenzione ma Kamura.

Sana aveva appena finito il suo riso e gli era rimasto un chicco sulla guancia e Aki non poteva non pensare quanto fosse buffa e tenera allo stesso tempo pensare che se fossero in una situazione differente glielo farebbe notare e prendendola in giro come aveva fatto la sera prima con la pizza.

Quando vedde Nao avvicinarsi al viso e sposandoglielo con il dito accadendole la faccia mentre i due si guardavano intensamente, dicendole dolcemente facendo quel gesto -sei sempre la solita- e lei sorrise dolcemente ed erano troppo vicini per i gusti di Akito. Così face cadere il registro per terra non facendo notare che fosse fatto apporta.

Per il rumore i due si girano così interrompendo quella situazione che lo stava innervosendo
Sana inconsciamente pensa : 

 
"L'ha fatto apposta? Ah ma cosa penso mi sto facendo dei castelli perché in fondo mi piacerebbe che avesse fatto quel gesto perché era infastidito. Sicuramente sarà stato un caso eppure… agaaagh Ma che vado a pensare, siamo amici... nulla di più, a lui non importerà se sto con un altro, sarà stato un caso"
 
Oh come ti sbagli Sana, ma questo tu non lo sai.
 
***
 

Sana come sbadata com’è non aveva portato l’ombrello per sicurezza. Anche se il tempo prometteva pioggia dalle nuvolone scure presenti sin dal mattino. Così Nao le fece spazio nel suo, lei si teneva a braccetto a lui, erano molto vicini per essere riparati il più possibile.
Akito li aveva notati, e un’idea su di loro se l’era fatta…

Quel tipo di situazione non era per loro imbarazzante poiché ormai era capitato spesso, data la rinomata sbadataggine di Sana. Ma aver vicino la persona che ti piace è sempre un momento in cui senti le farfalle nello stomaco… e vorresti passare più tempo possibile con quella persona.

-Ti va di andare al game stop?- propose Nao mentre i due s’incamminavano verso casa
-Oh mi piacerebbe, sai che mi diverto un sacco alle sale giochi ma non posso purtroppo- rispose affranta Sana
-Perché?
-Beh sai il nuovo prof, al colloquio ha detto a mia madre che copio e mi ha imposto le ripetizioni…
-Tua madre si è presentata al colloquio? Non ci credo!-
-Ed invece sì, la cosa ha lasciato anche me allibita!
-Beh era l’ora che si occupasse di te
-Più che preoccuparsi per me credo che abbia sentito le voci sul nostro prof, e abbia voluto verificare di persona, Sai giovane, bello, attraente…

 
“Sono cose che pensi tu di lui o mi stai riportando delle voci…
possibile che m’ingelosisco per così poco...
oh Sana...”


 
-… uguale, il suo tipo-
-Beh certo, sarebbe proprio un comportamento tipico di tua madre-
-Già, tuo padre si è presentato ai colloqui?
-Puff figurati, ha mandato un impiegato e si è lamentato perché ha dovuto pagarlo un extra per il disturbo, ma poi non mi accennato nulla ed è tornato nel proprio studio-
- Un classico, a volte mi chiedo che abbiamo fatto per avere due genitori così… così poco presenti per noi…-
-Aah non lo so, ma so di certo che tu meriti attenzioni…in particolar modo le sue-
-Anche tu….-

I due erano fermati sotto l’ombrello mentre intorno a loro continuava a diluviare. Si guardarono intensamente l’uno negli occhi del altra, rimanendo sotto l’ombrello si guardano cera l’atmosfera da tipico film rosa…
ma una macchina sfrecciò e li schizzò rompendo quell’atmosfera.

Nao per togliersi dall’imbarazzo del momento dice rimettendosi in cammino – ehm quindi per colpa di quel prof devi fare ripetizioni e non puoi uscire?-
-Già, finché non miglioro addio uscite settimanali!
-Oddio di sto passo non uscirai più!!!-
-Già!!!!

 
“A dire il vero non mi dispiace più di tanto fare ripetizioni… forse perché non mi dispiace passare il tempo con Akito…
Tra l'altro sono l'unica che può chiamarlo per nome, e devo ammettere a me stessa che sono felice di avere questo privilegio che mi rende speciale ai suoi occhi...
ah ma che penso? a volte sembro proprio cretina”
 
I due camminano fino a casa di lei lui la accompagna fino alla porta con l’ombrello così da non farla bagnare, lei per ringraziarlo per la sua gentilezza gesto che le fa colorire leggermente le guance per poi chiudersi in casa. Mentre il battito cardiaco del ragazzo aveva accelerato notevolmente e il suo viso aveva un forte colorito rosso.

*the 100 è un telefilm fichissimo che ho iniziato a seguire da poco, e credo che piace parecchio anche ai ragazzi, solo che da noi è trasmesso alle 23 passate ahhahah


 
To be continue...



Nota: Ciao raga come va? Piaciuto il nuovo capitolo? aaaaaaaaaaaaah non sapete che rabbia mi si sono cancellati piu volti dei pezzi puff, ed li ho dovuti riscrivere ma erano meglio nella versione precedente ufffaa.
Spero non ci siano troppi errori, ma non avevo per nulla voglia di correggere a lungo anche perché dovevo avviare il pc per un aggiornamento e se lo riavvio, ci mette un secolo a ripartire word quindi ho aggiornato di fretta scusate.
E poi in questa settimana non ho aggiornato prima perchè sono stata distratta da piccole gioie ad amici hanno vinto i The Kolors, la band che mi aveva preso sin dall’inizio, poi c’è stata la Réunion di uno dei telefilm che più amo Gilmore Girls (una mamma per amica) non potete immaginare la gioia e l’emozione di rivederli di nuovo insieme!!
Ringrazio
ReginadeiSogni per avermi incoraggiata in un momento in cui avevo perso sicurezza. Grazie :*
Grazie a tutti voi per i vostri commenti, non sapete quanto mi spronate!
A presto un baciooo :*

 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Io sono con te ***


Capitolo 5 - Io sono con te





Allora stabilita Akito, si presento a casa di Sana, lei lo fece accomodare mente i due si salutarono cordialmente poi lei prese l’ombrello e la giacca di Akito li lascio in un luogo dove potessero asciugarsi. Dopo i vari convenevoli si sistemano come il solito per studiare.
-Uffi quell’operazione che hai spiegato oggi in classe, era arabo per caso? – esclama sbuffando Sana aprendo il quaderno.
-No, sei tu che sei poco recettiva. Basta che fai così e l’operazione è risolta- gli rispose illustrandogli il procedimento.
-Uhm ci provo- affermò poco convinta di riuscire a ripetere quel procedimento
All’improvviso, si sentì Misako urlare dall’altra parte della casa:-Uuuuu Sanuccia io vado a un aperitivo con il mio cucciolotto quindi non mi aspettare alzata. Baci, baci divertiti!!!- prima di fiondarsi fuori dalla porta d’ingresso.

 
“Divertirmi? Come può pensare che mi diverta studiando matematica?”


D’un tratto, mentre lei era ancora intenta a risolvere quell’equazione Akito se ne esce con una domanda non pertinente alla materia: -Alla fine ti sei dichiarata a quel ragazzo? –
Ormai lui si era fatto la sua idea su chi fosse quel ragazzo, ma voleva sapere in che rapporto erano… forse non erano affari che lo riguardavano… ma quella domanda che si era posto ormai da tempo, non volle più esser trattenuta…e usci così inaspettatamente senza che ci riflettesse sopra.
-Perché te ne esci questa domanda così… all’improvviso?-
-Beh credo che sia una domanda comune fra amici…-


 
“Giusto … noi siamo Amici … quindi dovrei rispondergli… eppure perché mi sento così agitata al solo pensiero di parlarne con lui?… sarà che non ho mai discusso di Nao con nessuno o… ”

 
-Certo che lo siamo… ehm… No, alla fine non mi sono dichiarata - mentre formulava la risposta, le gambe s’irrigidirono… eh sì, quell’argomento discusso con lui la metteva in tensione…
-Perché?- chiese curioso di conoscere il motivo per cui non l’aveva fatto
-Perché sono confusa!- disse sospirando
-Confusa? parevi molto determinata…- costatò lui
-Beh quello era prima…- ammise lei sospirando
-Prima di cosa?- chiese con un ghigno stampato sul volto sospettando già a cosa si riferisse.

Ma lei non colse l’allusione e rispose -Prima di baciare uno sconosciuto, quando in teoria ero innamorata di un ragazzo… ecco non sono più sicura dei miei sentimenti per lui, si c’è un forte affetto, con lui sto bene, credo mi emozioni ma non mi spiego quello…-
La interruppe continuando lui -…Quello che c’è tra noi- 
“Non me lo spiego neanche io…”
-Hai detto c’è tra noi?- chiese stupita dalla sua affermazione ed sentendo quella affermazione inspiegabilmente il suo cuore si scaldo, pur non capendo bene il motivo…

Akito accortosi della gaff che aveva commesso, distolse lo sguardo dell’imbarazzo e ovviamente smentì -No ti sarai confusa ho sicuramente detto c’è stato-, infondo non poteva averlo detto davvero…
-Non sono un asso in matematica ma ho un’ottima conoscenza della nostra lingua oltre ad sentirci benissimo!
E invece lo aveva fatto, così capì che la scelta migliore era cambiare argomento -Sarà… Comunque stiamo divagando, ora concentrati sulla materia-
-Ma se sei tu che sei uscito con quel discorso, mente io cercavo di risolvere questo enigma egizio!!
Ignorò deliberatamente la frecciatina-Ma di che blateri, è una semplice operazione… -
Finite la lezione di ripetizione, lui scappa via immediatamente. Non voleva ritrovarsi nella stessa situazione della sera precedente, quindi non gliene diede l’occasione di creare l’opportunità-

 
***

Dopo cena la madre Sana stranamente rincasa, molto prima del previsto.
-Mamma? Come mai sei tornata a casa così presto?- chiese stupita di vedere sua madre a quell’ora era davvero raro che fosse a casa… forse stava male?
-Oh Sanuccia -corre ad abbracciarla, okay non stava male - perché sono triste…- piagnucola la donna
-Cos’è successo questa volta?- chiese Sana come da routine, solitamente quando faceva quella scena centrava un uomo, ormai c’era abituata, anzi era cresciuta con quelle scene quindi…
-Rei, questo week, deve andare fuori citta per un viaggio di lavoro e quindi sarò qui tutta soletta, è una cosa triste, vero?-
Quando era arrabbiata, erano le uniche volte che chiama il suo amoruccio di turno con il proprio nome…
-Beh potresti passare questo week a riposarti, sei sempre fuori!-
-Non amo avere tempo libero per oziare, lo sai, mi conosci!-
-Lo so…ti conosco eccome…- sospirò la ragazza distogliendo lo sguardo, infondo lei conosceva alla perfezione sua madre…

- Sanuccia, ho un’idea ti va Sabato di farmi compagnia? Potremmo andare a fare shopping, cenare da qualche parte e poi ti porterei in disco che t’insegno un metodo da rimorchio da usare quando si va a ballare. Che ne dici, ti va???- chiese entusiasta del programma che aveva in mente.

Sana non amava le attività che voleva farle svolgere… sicuramente lo shopping che gli avrebbe fatto fare sarebbero stati tutti vestiti che non userebbe mai, troppo corti, troppo provocanti, decisamente poco adatti per lei, quindi si sarebbe stato uno shopping che avrebbe fruttato altre mille cose che non avrebbe usato. Poi quale madre la porterebbe in discoteca e la farebbe vestire come una di facili costumi, e la avrebbe fatta approcciare a degli sconosciuti? di certo nessuna sana di mente. Anche se non le piaceva il programma della giornata, in qui rari momenti che sua madre s’interessava a lei e la rendeva felice, si era più un invito tappa buchi ma magari tra una cosa e un’altra avrebbero parlato. Quindi non poteva essere entusiasta e non poté di certo rifiutare quell’occasione, avrebbe voluto che la vedesse davvero, che conoscesse la vera Sana non chi vuole che lei sia.

-Okay mamma mi farebbe piacere passare nel tempo con te, però non mi va di ricevere le tue perle…
-Figlia mia, non hai ancora un ragazzo, non è normale! Sei mia figlia! Ti dovrò aiutare, non voglio mica che rimani zitella e sfigata.-

“Che bella opinione che hai di me… mamma, grazie”
-Come vuoi- sospirò rassegnata, tanto era inutile opporsi…
-Brava bimba, ora vado a letto a …. Fantasticare un po’… baci-

 
***


Passano i giorni e le cose procedevano nella solita routine: scuola, ripetizioni e tv. Così si arriva al venerdì.
Sana e Nao erano appena usciti da scuola e si stavano avviando verso il loro quartiere.
-Allora domani è il grande giorno, eh?
-Si, domani dopo tanto tempo passerò del tempo con mia madre, ed è stata lei a proporlo! Quindi è quasi un miracolo, sono proprio felice- poi si apprestò ad aggiungere, probabilmente intuendo il commento che avrebbe fatto Nao – Sì, lo so che è stato una proposta tappa buchi ma passerò comunque del tempo con lei, ed è già qualcosa-
-Lo sai non stimo tua madre… ma ti comprendo penso che se mio padre mi proponesse anche a me una cosa qualsiasi da tappa buchi ne sarei felice, ormai mi sono rassegnato a non essere importante per lui…
-Oh Nao, a volte sembriamo patetici con questi discorsi… io domani le parlerò, troverò la forza di aprirmi con lei !-
-Metticela tutta e sai che Io sono con te – le disse per infonderle il suo sostegno, sapeva che quello che aveva in mente di dirle per lei sarebbe stato difficile da affrontare, ma ci voleva provare.

Bip bip

-Oh un messaggio – prese il cellulare in mano, apre il messaggio e come lo legge, si blocca in mezzo alla strada restando immobile con uno sguardo fisso.
Nao accorgendosi che si era imbambolata le domando preoccupato – Sana che succede?-
Lei di tutta risposta gli porge il telefono così che potessero leggere e comprendere ciò che le succedeva; così lui si appresta a legge il messaggio…


 
Sanuccia :)
Il mio amoruccio adorato, Rei, mi ha chiesto di accompagnarlo durante il viaggio di lavoro!
Ed io non potevo rinunciare, mi sarebbe mancato troppo il mio amoruccio
Tanto le mie perle, come le chiami tu, te le posso dare in un altro momento :)
Sei contenta? La mamma ti lascia la casa libera, sei fortunata eh?
Ci becchiamo al ritorno, spassatela, io lo farò!
Xo xo la tua bellixima mammuccia ti vi bi xo xo


Nao era incazzato nero, odiava quella donna! Come osava trattare Sana come una pezza da piedi, da usare in caso del pavimento con la cera e che quando il pavimento non era più scivoloso, le pezze non erano più necessarie venivano accantonate.
–Sana, te lo dovevi aspettare, conosci tua madre – disse cercando di non far trapelare la sua rabbia più del dovuto.
-Si, ma mi ero fatta delle aspettative… - fredde lacrime caddero sul suo volto
-Aspettative che sono prontamente state deluse da quella donna…- stava per far uscire una miriade d’insulti contro la madre della sua amica che per trattenersi si mise le mani sulla bocca.
-Nao sei l’unico che mi comprende – si accuccia a terra lui annuisce e si accuccia pure lui per consolarla accarezzandole le spalle in segno di conforto
-Odio stare sola, odio la solitudine che sento in casa mia, odio che lei non ci sia mai per me e odio non essere importante per nessuno… - disse la ragazza con le mani suoi occhi per poi scoppiare a piangere-
-Sana non dire così, tu sei molto importante per me- e la abbraccia 
“sei tutto per me
Ricambiò l’abbraccio -Grazie Nao anche tu per me…sei l’unica persona a cui importo,… se non ci fossi tu io… -
-So a cosa stai pensando che non vorresti esistere, giusto? Se è così, non devi pensarlo nemmeno!-
-No,- 
“ Non avevo mai pensato e non penserei mai che non avrei voluto esistere…perché bene o male la vita va vissuta nelle piccole cose…” -penso spesso che se non ci fossi tu nessuno si accorgerebbe che io esisto- gli accenna un sorriso nonostante le lacrime che continuavano a sgorgare sul suo viso.
-Sana, …vuoi che passo il weekend da te? – chiese lui con non poco imbarazzo, non voleva lasciarla sola, però era un invito azzardato… ma poteva essere anche una buona occasione…
-Mia madre, non vuole che tu venga da noi… lo sai…-
-Lo so, ma chi se ne frega! Perché noi dovremmo stare alle sue condizioni e rispettarle? Sei lei non rispetta te, se lei se ne frega altamente di te! E poi mette sta regola idiota, non ho ancora compreso perché mi odia tanto, però lei non c’è, quindi non saprà che sono da voi! Non le devi nulla tantomeno rispettare queste cose nonostante tu sia distrutta! Lei non merita una figlia come te, non ti merita!- sì, il ragazzo si era un tantino alterato…
-Oh Nao -lo abbraccia più forte stava per accettare la proposta di Nao, quando … gli apparve in mente il viso di Akito che nel pomeriggio sarebbe passato per le ripetizioni e se ci fosse in casa Nao sarebbe stato un casino. Sana vorrebbe accettare e approfittare per passare del tempo con Nao, che a causa delle ripetizioni, frequentava sempre meno nell’ultimo periodo e rispetto a com’erano abituati.

 
"Nao vorrei tanto dirti di si. Non voglio restare sola ancora… ma non posso!! Uff”
 
-Nao non ti preoccupare non vorrei recarti dei casini, e poi ci sono abituata- si asciuga le lacrime si fa forza e gli sorrise per non farlo preoccupare più di quanto non fosse già.
-Ora Nao ho bisogno di farmi una passeggiata, per pensare a come affrontare il suo ritorno dal viaggio- sorrise amaramente.
Ovviamente era una bugia, voleva restare sola, per sfogarsi e piangere prima delle ripetizioni … e doveva farlo senza Nao nei paraggi se no non l’avrebbe lasciata un attino, lo conosceva non l’avrebbe lasciata da sola a piangere.
-Se pensi che questa sia la cosa migliore per te, okay- le diede un bacio sulla fronte
-lo è- rispose convinta per poi allontanarsi.

 
***

Sana si era diretta verso il fiume e si siede sulla riva, mentre osservava scorrerle l’acqua tra le pietre comincia a piangere. Mise le cuffie alle orecchie e fece scorrere la sua playlist triste e ascolta per l’ennesima volta quella canzone che come strofa aveva un pezzo che l’identificava, e non poté non singhiozzare mentre ascoltava quelle parole.

Succede a volte di sentirsi soli 
Fingere che va bene cosi...
Tanto prima o poi dovrà passare
Questo gelo, senza brividi
Mi son svegliata solanche oggi
Mi chiedo se vanno bene ancora cosi
Se la libertà è una prigione immensa
O è solo il freddo di questo venerdì

 

 
Piange, piangue e pianse per molto tempo.
Sana si sentiva poco importante per la madre, anzi credeva ormai di essere una presenza superflua nella vita di chi per natura dovrebbe amarla più di qualsiasi cosa al mondo…. Forse non era vero che i tutti i genitori amassero i loro figli incondizionatamente, era forse una bugia creata dalla società? Questo non poteva saperlo di certo, ma il suo più caro amico e confidente viveva nella sua stessa situazione. Non era amato dal padre o per lo meno se lo amava non lo dimostrava. Quindi non era così assurdo che l’ideale di famiglia felice non fosse una menzogna… ma molto probabilmente stava pensando a quelle cose per trovare un alibi alla madre…
Si sentiva stupida a volte ed era frustata dal fatto che non poteva passare quella giornata con l’unica persona in grado di comprenderla…

 
“Dannate ripetizioni! Avevo bisogno di passare del tempo con il mio migliore amico,
dannazione… odio tutto e tutti!”

Come se il suo stato d’animo non bastasse per rendere ancora più esaltante la giornata iniziò a piovere a catinelle e lei non aveva con sé un ombrello né un giubbotto imperniabile.
Così durante il tragitto per tornare a casa si bagna come un pulcino.
Si sentiva triste, sola al mondo, infreddolita e delusa… e non poteva negare a se stessa di essere anche arrabbiata….
Arrivata a casa bagnata fradicia, si cambia, e si mette vestiti asciutti dopo aver fatto una doccia lampo.

 
***


Quando arriva Akito, Sana lo accoglie come se nulla fosse accaduto, la rutine della giacca e ombrello, tenta di essere forte e sorridente. Come di consueto finse di essere “felice” e serena come il solito, ma più passava il tempo e lei era sempre più sottotono. Man mano si sentiva sempre più debole fino al punto di tenere una penna in mano era un’impresa ardua.
Akito si era accorto appena era entrato dei suoi occhi arrossati e lucidi, ma non voleva essere indiscreto, ma ora si stava preoccupando così chiese premuroso - Sana stai bene?- quando vide che la penna gli era caduta dalle mani.
-Tutto bene – rispose lei abbozzando un sorriso.
Akito la osserva, vede quel sorriso poco spontaneo ma soprattutto nota il viso arrosato. Così decide di appoggiarle la mano sulla fronte…
-C-che fai??- Chiese lei mentre lui si avvicinava per posarle la mano in fronte.
-Ma tu scotti! Hai la febbre alta!!- esclama allarmato il ragazzo.
-Non ho nulla, guarda che sto benissimo!- si alza dalla sedia e per far veder quanto è in forma, fa un passo di danza. Quando le comincia a girare forte la testa, comincia a barcollare. Akito lo notò immediatamente così appena sviene, con uno scatto felino era riuscito ad afferrarla e non farla cadere a terra.

Lei era svenuta per la febbre, così lui l’afferra prendendola in braccio, la conduce fino sul letto per poi appoggiarla delicatamente sulle lenzuola che aveva appena scostato. Le toglie le pantofole … sapeva che avrebbe dovuto farle indossare un pigiama ma non era decisamente il caso che fosse lui a metterglielo, dopo averle allentano la cerniera della felpa che indossava per facilitargli il respiro la copre con il piumone.

La febbre era alta e lei aveva il respiro affannato così Akito preoccupato chiama la madre, per dirle che stava male e chiedere dove tenevano i medicinali e soprattutto dove si trovava il termometro, ma non gli rispose e si sorbisce un messaggio vocale della segreteria telefonica.

-La divina è in un viaggio love per un week love love, quindi non ci sono per nessuno, ahhah beh ci becchiamo al ritorno bye baci88 a tutti-

-Non posso crederci, non risponde manco a sua figlia! Sua figlia ha la febbre alta, potrebbe accadergli qualsiasi cosa che lei non c’è e non è rintracciabile? È inammissibile!- l’aveva chiamata con il cellulare di Sana, e arrabbiato per il comportamento di quella donna le lascia quel breve messaggio alterato.
Poi chiama il medico di guardia che venne a visitarla e gli disse che aveva la febbre alta e gli spiega le procedure da apportare per la notte per far calare la febbre e se nel caso non ci fosse un miglioramento di portarla da un dottore.

Così Akito le fa da crocerossino bagnandole la testa, tra un cambio di fazzoletto e un altro Sana inizia a delirale…
-Mamma … mamma
-Mamma, perché non mi vuoi bene?
-Mamma, perché non sono nulla per te, perché???
Lui sentendola comprende che dietro quel bel sorriso, dietro a quelle espressioni allegre e buffe che amava osservare… vi era del dolore che lei mascherava. Era sempre più chiaro che lei soffrisse molto a causa della madre, lo poteva percepire anche un estraneo, visto com’era assente nella vita della figlia. E a quei pensieri sospirò e le accarezzò dolcemente la guancia.

Lei a quel contatto riprese a delirare -Nao tu…
-Nao tu sei l'unico che mi comprende.
-Nao, dove sei? Non lasciarmi sola anche tu!

Akito sentendo quel nome sbuffo ma poi comprese che non voleva sentirsi sola, e probabilmente chiamava lui perché non l’avrebbe lasciata sola in quello stato e lui non era da meno. Quindi sospirò le prese la mano e disse -Tranquilla ci sono io con te, non ti lascio sola-
Akito le resta accanto tutta la notte monitorando la febbre con il termometro che le aveva dato il medico, asciugandole le goccioline di sudore con un asciugamano, e continuando a cambiarle il fazzoletto bagnato. Ogni volta che lei si agitava, le stringeva la mano e lei si calmava.

Passarono le ore ed era notte fonda a breve avrebbero iniziato a cinguettare gli uccellini ad annunciare l’alba, quando Akito si addormenta seduto su una sedia con la faccia posta al bordo del letto e un braccio come cuscino mentre l’altro continuava a stringere la mano di Sana…





 
To be Continue...




 
Nota: Dovevo aggiornare quando avrei terminato la bozza dei prossimi capitoli che sono collegati… ma non volevo farvi aspettare troppo cosi eccomi qui.
Ci ho messo un po’ ad aggiornare perché ho riscritto questo capitolo, perché avrei affrettato troppo e non era il caso quindi devo fare un ringraziamento speciale a colei che in questo capitolo è praticamente stata la mia sceneggiatrice con un’idea… poi ovviamente ho aggiunto del mio.... Ma resta il fatto che devo fare santa Lolmilk, grazie per l’idea che mi hai dato e che man mano vedrai svilupparsi, spero che sarà degna delle tue aspettative.
Senza di te avrei corso troppo senza soffermarmi su passaggi importanti e mi hai dato un’idea stupenda con la quale ho potuto strutturare questo e il prossimo e forse anche il seguente. Affettando le cose e non avrebbe reso come volevo il loro rapporto grazie non finirò mai di ringraziarti. Non so quante statue ti devo??? Grazie!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e che non ci siano troppi errori ora vado a nanna sono distrutta.


*#NataleSenzaRegali – Marco Mengoni (L’altro giorno camminavo con la mia playlist nelle orecchie e spunta questa e penso awww è per la mia Sana cosi l’ho inserita aaaaah nel testo ho sostituito lunedì con venerdì e l'ho resa al femminile per adattarla a Sana)
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 – La Famiglia ***


Avvertenze: in questo capitolo la mia vena da fangirl è onnipresente ahahhahah sorry non sono riuscita a trattenermi ahhahahhaha

 



 

Capitolo 6 – La Famiglia


 

 

 
La notte era passata portandosi con sé lo stato febbrile, dei piccoli spiragli di luce dichiaravano che era mattina.
Così Sana aprì gli occhi, un tantino confusa, le ci volle un momento per realizzare che ci facesse a letto e cosa era accaduto. Poi sentì uno strano tepore alla mano alzò il viso e vide Akito che le stringeva la mano. si guardo a torno e vide la bacinella, i cambi di fazzoletti e tutto l’occorrente per combattere la febbre.
Lei sorrise dolcemente capendo che si preso cura di lei tutta la notte e che era crollato lì in quella posizione scomoda per accudirla, se lei si era risvegliata senza febbre era grazie alle sue cure.

Si mise seduta su letto poi lo gli fa pat pat sulla spalla per svegliarlo dolcemente -Buon giorno- gli disse con un sorriso radioso.
Il ragazzo aprì gli occhi e come risposta le fece un cenno, appena la bocca impastata non gli diede più fastidio, le chiese come prima -Come stai?- con un tono notevolmente premuroso appoggiandole una mano sulla fronte per verificare se avesse ancora la febbre.
-A parte il fatto che ho una fame da leoni, sto benissimo grazie a te -disse sorridendogli nuovamente.
-Ci credo hai saltato la cena ed è un buon segno e comunque non ho fatto nulla di che - le ricambiò con uno simile a quei sorrisi che stava ricevendo.
-Hai fatto molto più di quello che delle insegnate si sente in dovere di fare, grazie-
-Beh… non sono solo un tuo insegnate, sono tuo amico o no?-

“Oh Sana non sai come mi sono spaventato quando sei svenuta tra le mie braccia che ora vederti così sorridente mi fa sentir estremamente bene!”

-Si ma nemmeno non un amico qualsiasi, solo un vero amico si comporterebbe in questo modo- lei si avvicina a lui e gli da un bacio riconoscente sulla guancia -Grazie-
A quel bacio Akito distolse lo sguardo da lei e disse… - Okay ma ora smettila di ringraziarmi-
-Va bene- si alzò in piedi e affermò –Ora andiamo in cucina a far colazione, non ci vedo più dalla fame-
-Andiamo- rispose per poi prenderla in braccio cogliendola di sorpresa
Lei arrossi - Aki mettimi giù sto bene riesco ad arrivare in cucina, la febbre è passata-
-Vero, era svanita ma ormai ti ho preso, quindi approfitta del passaggio-
Lei divampò, si strinse al suo petto per nascondere il viso che era diventato rosso come un pomodoro, e poi perché mai era arrossita in quel modo? Non riusciva a spiegarselo o forse dovrei dire che non voleva darsi una motivazione.


Arrivati in cucina, Akito la mise giù e Sana trafficò in cucina preparando il caffè e tirò fuori brioche, biscotti e latte.
Mentre mangiarono la loro colazione, Sana era come se avesse quasi dimenticato la ragione per cui era stata male, era serena e felice, dentro di se sentiva che era merito del ragazzo che le stava di fronte, così non si trattenne:
-Aki oggi che fai? Hai impegni?…se non li hai, ti andrebbe di fare qualche gioco di società?- chiese a raffica dopo aver fatto una colazione che avrebbe sfamato un reggimento militare.

 

“Oggi dovrei andare dai miei…ma non mi va di lasciarla sola…”

 



-Mmm nulla d’importante, è un’idea carina…- le sorrise
Lui manda un messaggio:


Scusate, non riesco a essere dei vostri.
Non posso venire, ho del lavoro arretrato… al massimo rimandiamo.


Poi si diresse in bagno lasciando il cellulare sul tavolo, mentre lo stavano chiamando ripetutamente, ma lui non rispose. Anche perché aveva messo ieri la modalità silenziosa, per non disturbare Sana, e quindi non si sentiva la suoneria.

Akito uscì dal bagno, dopo Sana che aveva finito di sistemare la cucina, lo avvisa -Akito il tuo telefono sta vibrando da un sacco ed anche ora –
Lui prese di corsa il telefono e così rispose di scatto all’ultima chiamata che stava ricevendo.
-Ehy fratellino come sarebbe che non vieni!!! Lo sai che giorno è??????
-Si, lo so, ma oggi non posso proprio… io…
-

 

“E mo’ che gli dico?”


 

-Aki non ti sarai mica innamorato?...
-Cosa no!!! Figurati ! da dove ti è uscita sta motivazione assurda???-

 

“Io innamorato? Mai e poi di chi?... beh un’idea l’avrei, ...a ma che sto pensando, non è così”
 

-Ahhhah lo so che è praticamente una cosa fuori dal mondo, ma non mi spiego il perché di quel messaggio, non ci credo che non vieni per il lavoro, non oggi! Ti conosco Akito tu non rinunceresti mai a….

SBoom!

Sana aveva fatto cadere tutti i giochi dall’armadio perché aveva scelto uno che era alla base della pila e prendendo quello fece cadere tutti gli alti creando un casino oltre al rumore delle scatole al suolo casotto.
-Aaaaaaaaaaaaah che disastro ho combinato!!! Va beh sistemerò dopo hihi
Lui la guardò e non poté pensare quanto fosse buffa e non contenne un sorriso a quel pensiero.
-Che cosa è stato ?? – chiese Nats sentendo quel fracasso
-Ehm Nulla-
-Ho sentito un chiaro rumore
-Non era nulla….
-Aki quale preferisci? – gli domando Sana sbucandogli all’improvviso davanti con due giochi da tavola in mano.
-Aaaaaaaaaaaaah avevo ragione, tu non rinunceresti a passare questa giornata con noi per nulla al mondo… quindi finalmente qualcuno ha sciolto il tuo cuore eh? Voglio conoscerla!
-Ah Natsumi che stai blaterando!

Sta parlando con una ragazza... probabilmente la sua ragazza…” Sana si rabbuiò a quel pensiero non comparendone il motivo “ehm, si ora glielo chiedo!” s’incoraggiò
 

-Sei al telefono con la tua ragazza?- Chiese Sana abbassando lo sguardo, forse era stata fuori luogo? Ma ormai il danno era fatto.
-Non ho una ragazza, è solo mia sorella!-

“Uh si è preoccupato subito di chiarire e specificando, che strano! Decisamente non da Akito” Nats ghignò a quel pensiero.

-Tua sorella? –Chiese Sana alzando lo sguardo con ritrovata serenità.
-Si, Nats puoi dirgli chi sei, metto il vivavoce così so che non dici bolinate!-
Akito non seppe perché ma volle mettere subito in chiaro, che non aveva una ragazza e che quella era realmente sua sorella… anche se ammetteva a se stesso che non era da lui agire in quel modo, ma lo fece.
-Ciao sono la sorella maggiore di Aki, sai lui non passerebbe la giornata del suo compleanno con nessuno che non sia della sua famiglia… eppure tu…
-Che intendi dire…?
-Nulla, senti ti va di essere dei nostri a festeggiare il mio fratellino? Se lui ci desse buca i nostri ci rimarrebbero malissimo e me li dovrei sorbire io… sai che gioia! Quindi salvami, ti supplico!
- Ehm non volevo rubarvelo…non lo sapevo…- lo guarda esterrefatta
-Okay allora vi aspettiamo, non vedo l’ora di conoscerti!
Nats buttò giù la chiamata senza dargli modo di replicare, Sana passo il telefono Akito imbarazzata da quella strana conversazione.
-Così oggi è il tuo compleanno?-
-Già- rispose altrettanto a disagio dalle parole della sorella e chiedendosi dove volesse andare a parare con quelle insinuazioni.
-Perché sei restato?… perché hai accettato la mia stupida proposta?- chiese sentendosi notevolmente in colpa-
-Perché mi faceva piacere- le sorrise, non era una bugia gli avrebbe fatto piacere passare il suo compleanno in compagnia di quella buffa ragazza …
-Invece io credo che tu sia rimasto, perché sei in pensiero per me, ma non devi preoccuparti. Deve essere stata un’influenza, una di quelle che durano ventiquattr’ore. Quindi ti prego e vai, ti aspettano …-

“Non ci penso nemmeno a lasciati sola in questo stato e poi te l’ho promesso, non ti lascio sola. E poi non mi dispiace passare il mio compleanno con te” pensò Akito.

Akito non vuole proprio saperne di lasciarla sola, temeva in una ricaduta e sua madre era irrintracciabile…era chiaro che non lei non avrebbe permesso che lui rimanesse rinunciando alla festa, quindi la proposta di Nats non gli parve una cosa tanto stupida e quasi volle ringraziarla.
-No andiamo… come tutti gli anni questo 12 ottobre passo in famiglia, è una tradizione a cui non posso evadere e tu sei stata appena invitata. E non accetto un no come risposta… porterai un po’ di aria fresca, in questa routine famigliare.
-Ma…potrebbero vedermi male… -affermò imbarazzata
-Perché? – non capiva perché dovessero giudicarla male, quella ragazza si sarebbe fatta amare dalla sua famiglia, ne era certo.
-Ehm… beh, perché sei il mio insegnante….-
-Ma questo loro non lo sanno, e non ho di certo intenzione di dirglielo. Fammi il regalo con la tua presenza-
-Okay- rispose brevemente lei arrossendo a quella richiesta, dopo averglielo chiesto in quel modo, non riuscì proprio a rifiutare
-Passo a casa a farmi una doccia e cambiarmi e ti passo a prendere tra un’ora con la macchina. Preparati e fatti trovare pronta!

***
 

Sana fece una doccia veloce, si asciuga per bene i capelli per non rischiare una ricaduta. Si fiondo in camera e panico che doveva indossare a un’occasione del genere?
Nessuno l’aveva portata a casa dei suoi a conoscerli, si non era l’intento di Akito ma lo stesso l’agitava dover conoscere i suoi genitori.
Aveva incontrato il padre di Nao la aveva guardata con indifferenza quasi non fossi all’altezza di lui e ignorò la sua presenza. Si domandava come fosse la famiglia di Akito, era curiosa probabilmente avrebbe conosciuto una famiglia normale… ma il problema persisteva… che doveva indossare?
Doveva rifletterci bene...: era un compleanno in più avrebbe conosciuto i genitori del ragazzo che aveva baciato… quindi qualcosa di elegante ma non serio, qualcosa di carino e allegro adatto a una festa.
Così decise di optare per un vestito con sotto dei pantacollant e un copri spalle a bottoni. E una giacchetta autunnale. Si cambia e si fece bella e mentre si mise il suo burrocaccao alla pesca, suonò il citofono.
Corse fuori e vide Akito in auto, una vecchia panda, una macchina che faceva intendere che era un ragazzo comune.

Appena sale in auto –Eccomi- sorrise
-Eccoti- rispose mettendo in moto l’auto per poi partire.
-Ehm dove siamo diretti?- chiese Sana dopo i primi cinque minuti di tragitto per spezzare il silenzio
-A Sayama*
-Quindi non abitano a Tokyo?
-No è nella prefettura di Saitama*, ma è a solo un’oretta circa di viaggio sempre se non becchiamo traffico, non ci vorrà molto.
-Capisco speriamo di no

“Oh dio fa che non ci sia traffico, voglio che questa situazione imbarazzante termini al più presto, ah perché ho accettato? Mannaggia”
 

-Già -poi in quella vettura cadde nuovamente il silenzio, non sapevano come spezzare quel silenzio….

Dopo un po’ di sguardi furtivi, mezzi sorrisi accompagnati da un silenzio imbarazzante Akito non poté non notare che Sana si stava letteralmente torturando le mani.
Sicuramente era tesa a presentarsi a casa sua e lui pure era la prima volta che portava una ragazza a casa dei suoi e questo lo imbarazzava notevolmente.
Si erano solo amici... ma in quel momento pareva di vivere la situazione critica di far conoscere alla propria famiglia la futura consorte, una cosa della serie “ti presento i miei” o “quel mostro di suocera”, l’agitazione era a mille, come se fosse una situazione simile.
Entrambi cercavano di sembrare apparatemene naturali ma la tensione rendeva palese che non lo fossero, e nessuno dei due lo fece notare, per non finire in un discorso più imbarazzante di quel silenzio.
Sana si era trovata persino a pensare che Akito fosse a disagio a portarla nella sua famiglia e che lo stesse facendo perché si sentiva in dovere di non lasciarla sola e questo la faceva sentire in colpa e a disagio. Non era riuscito a dissuaderlo, il minimo che poteva fare per lui era non fare una delle sue solite figuracce a davanti ai suoi.
Akito, stufo dalla situazione, accende lo stereo per alleggerire la tensione. Dopo una canzone di Bruno Mars … passa in radio un pezzo che piace molto a entrambi.

Uooho oh oh, Uooho oh oh Uooho oh oh, Uooho oh oh
 

Appena udirono quel motivetto, Sana si fiondò sul volume e lo alzò
Ed entrambi non riuscivano a non canticchiarla, certo non la intonavano da non professionisti ma quella canzone era decisamente contagiosa. I due si guardano sottecchi divertiti e complici di quell’Uooho oh oh.

 

Everytime you just try to be a rainbow in someone’s cloud
Everytime you believe a kiss would easily turn your day around
The whole life may become a little time to spend without a plan
Darlin it was meant to be! 

 

Entrambi erano ignari del significato di ciò che stavano cantando e di quanto li rispecchiassero quelle parole, perché i the Kolors erano riusciti ad alleggerirgli la mente, oltre ad allontanare la tensione e far sparire quell’imbarazzo. Quindi erano così presi da quel ritmo che figuriamoci se si mettevano a riflettere sul significato del testo di quella canzone... infondo chi ascolta una canzone in inglese e la canticchia per distrarsi in quegli istanti chi pensa a ciò che significa? Nessuno, pur conoscendo l’inglese, e questo ciò accadde anche a loro.

Uoh oh oh Uoh ohu mmm yeah


I due si guardano e si sorridono, dopo di ché Sana espresse il suo pensiero...
-Non credevo che ti piacessero i the Kolors! Mi hai stupito!-
-Beh sai li conoscevo quando erano un gruppo underground e suonavano nei localini, li conosco da prima che diventassero mainstream.
-Davvero?
- Sì, una sera con un gruppo di amici siamo andati in un localino in periferia, li abbiamo ascoltati e devo dire che mi hanno colpito fin da subito per il loro sound. È il genere di musica che ti prende e trasmette energia, sai non credo che la loro musica sia solo per le ragazzine esaltate, credo che abbiano un fanbase più ampio.
-Oddio, tu sei uno dei pochi che li conoscevano prima del loro successo? Awww che invidia awwww io li adoro, sono così…
-…riconoscibili
-Già, quindi sei anche tu un loro fan?
-Non mi dispiacciano, questo non vuol dire che io sia un loro fan
-Certo, quindi non sei la loro benzina….
-Eh?- se non fosse in autostrada avrebbe frenato di scatto e guardandola scioccato che diavolo blaterava?
-Stash ci definisce così, siamo noi che lo carichiamo
-Okay, ammettilo è lui il ragazzo che ami!- ci scherzò sopra notando come fosse fissata con i the Kolors anche per cambiare argomento poiché stavano affrontando un argomento per lui ambiguo ed esaltato.
-Oh ma come hai fatto a comprenderlo? Ed io che lo tenevo segreto questo mio amore- si auto ironizzò.
I due scoppiano a ridere per le baggianate che stavano dicendo, passo in radio una canzone che attirò l’attenzione di Sana.
-Uuuuh senti questa!-
-Ah è ridicola, cambia
-Ma è proprio questo il bello hihihi
Il resto del viaggio trascorsero tra risate e battute varie, la tensione di prima era totalmente stata dimenticata. Dopo poco più di un’ora, avevano beccato un po’ di traffico ma non gli era pesato molto siccome la tensione era sparita, arrivarono a destinazione.

***

Akito entrò in un vialetto accosto la macchina e posteggio. I due scesero dalla macchina e ad accoglierli vi era una ragazza con la frangia raccolta che gli corse in contro.
-Aaaaaa non ci credo, l’hai portata davvero!

 

“Allora non è la sua solita conquista di passaggio, eh bravo fratellino”
 

Poi la ragazza si rivolse direttamente a Sana -Sei più bella di quanto mi fossi immaginata. Io sono Natsumi la sorella maggiore di Akito, mio fratello ha scelto proprio una bella ragazza!
-Piacere io sono Sana … una sua amica… - si presentò leggermente imbarazzata
-Non dire queste sciocchezze, la metti in imbarazzo- disse mezzo scocciato Akito alla sorella
Intanto arriva il padre di Akito e Natsumi, che ruba letteralmente Sana lasciando i due indietro a battibeccare.
-Perché non sono sciocchezze Akito...

Intanto il signor Hayama e Sana si accomodano in casa - Io sono Fuyuki, il padre di Akito, sai non ci ha mai presentato una ragazza, è un onore per noi averti qui–
-No, è per me è un onere partecipare a questa festa di famiglia … io sono Sana una sua amica- si presento nuovamente e sempre estremamente in imbarazzo
-Amica eh? - Disse spuntando dalla cucina una bellissima donna sorridente, doveva essere per forza la madre di Akito era la sua fotocopia al femminile sia per i capelli che per lo sguardo.
-Sai, non credo che siate amici… credo tu sia speciale, se no non saresti qui…-
Come poteva dire una cosa simile l’aveva appena vista, lei non era qui per un motivo speciale ma solamente perché Akito si sentiva in dovere di non lasciarla sola, quindi doveva allontanare il pensiero che fosse speciale, sicuramente l’avrebbe fatto per chiunque.
-Lei è la mia bellissima moglie Koharu- la presentò il signor Hayama.

***
 

Poco dopo si sistemarono tutti a tavola era imbandita, di molte prelibatezze cucinate in casa con amore dalla signora Hayama. A un certo punto, poiché c’è la tv accesa, passa la pubblicità di Once Upon a Time*.
-Awwwwwww adoro questo telefilm, è pazzesco- gridacchia Natsumi scalpitando dalla sedia
-Si è davvero coinvolgente- Sana rispose partecipe pur contenendosi
-Sana non trovi anche tu, che Hook* sia un figo pazzesco???
…. Problema doveva rispondere da fan girl quel era o rimanere composta? Non voleva far vergognare Akito…. Quindi…
Akito quasi captando i suoi pensieri, le sussurrò -Si te stessa-
-Okay- rispose al sussurro
Con quel piccolo incoraggiamento lei ebbe il via libera di lasciarsi andare…
-Oh si lui per me regge l’intera serie, la sua presenza ha fatto aumentare la qualità della serie!!! – Rispose a Natsumi con gli occhi a cuoricino
-lo penso anch’io!!! Oh finalmente qualcuno che comprende questa grande verità!!
-Immagino che anche tu sei una captain swan vero? -
-Certo sono epiciiiii!!!!-

Sana rise, Natsumi era davvero simpatica e la trovava molto compatibile al lei, nonostante la differenza età tra le due, ma Nats era rimasta una ragazzina nell’animo. Grazie a lei era riuscita a sciogliersi.
-Nats, siediti composta, abbiamo sopititi – la richiamò la madre
-Oh non sia mai che le mie gambe messe di lato, per guardare la tv la facciano scappare – borbotto Nats
-Nats non hai l’età per comportarti così- commentò il padre
-Papà che vuoi insinuare? Che sono vecchia?- si offese Nats
-No no, è che ormai dovresti aver imparato le buone maniere –rispose con ovvietà il padre
-Guarda tuo fratello com’è composto e educato – disse la madre con ammirazione verso Akito
-Beh solamente perché cerca di fare colpo… - borbotta Nats
-Io non sto cercando di fare colpo proprio con nessuno!- si difese Akito
-Si si cocco di mamma ed io ci credo hihihi- cominciò a prendersi gioco di lui
-Cocco di mamma? Chi sarebbe il cocco di mamma? - Chiese in difensiva
Spunta da dieto abbracciandolo sua madre – Siiii tu sei il mio cocchino- e comincia a sbaciucchiargli la guancia.
-Mamma smettila- disse infastidito e imbarazzato mentre lui si liberò da quelle grinfie.
Sana rise a vedere quei battibecchi famigliari, ora chiaro che quei diverbi scherzosi erano un segno della loro unita e affetto. Lei non aveva mai scherzato così con sua madre, non avrebbe mai ricevuto richiami o risposte simili…. Si sentiva quasi un extraterrestre in quella tavola così allegra e affettuosa.
Cenarono con allegria e battute e qualche allusione che tra i due ci fosse del tenero ovviamente prontamente smentite….

 

***


Akito sbuffò deluso, sua madre quel pomeriggio non gli aveva preparato il suo piatto preferito ed era leggermente rimasto deluso, ma cercò di non farlo notare, ma suo padre lo colse…
-Non sbuffare Akito tua madre ti ha preparto la torta e credo d’ora in avanti sarà la tua preferita-
La mamma arriva con un sorriso dolce con imano un vassoio con una buffa torta a forma di enorme sushi con copra le candeline che segnavano il 25 e una scritta Akito auguri.
-Oh grazie mamma non dovevi fare tutto questo. -Le disse avvicinandosi a lei dandole un tenero bacio sulla guancia, a quel gesto ma madre gli sorride affettuosamente.
-Dovevo sei mio figlio e celebrare la tua nascita è importante perché ti desideravamo tanto, volevano regalare a Nats un fratellino e ti ho dato la vita per amore e quindi bisogna festeggiarla tu non credi???
-Certo mamma- rispose accontentandola anche se molto imbarazzato che avesse detto quelle cose imbarazzanti davanti a Sana
-Il mio bimbo compie un quarto di secolo, sono commossa…-
-Ah il solito cocco di mamma, su accendiamo le candeline ed esprimi un desiderio.
-Okay che rituale stupido – guarda Sana- ma lo farò –
Dopo che tutti intonarono un tanti auguri a te
Un…due… e… tre!
Akito soffiò le candeline ed espresse un desiderio Sana si domandò cosa avesse espresso.
-Cocco di mamma allora che desiderio hai espresso?- chiese curiosa sua sorella.
-Ah non lo dico....- sbuffa di forte alla solita domanda posta in quell’occasione.
-Si non deve dirlo altrimenti non si avvera- lo sostenne la madre
Akito guarda Sana in un modo che … e Nats capta qualcosa tramite lo sguardo -Aaaaaaah okay, non vorrei mai che per colpa mia qualcosa andasse storto-
-Che intendi?-
-Nulla che manco io fiato, se no non si avvera-
-Stupida il tuo non è un desiderio ma un pensiero…-
-Ma se con il mio pensiero indovinassi il tuo desiderio e lo dicessi non si avverrebbe…vuoi rischiare? Io non credo, quindi bocca cucita ai miei pensieri!
-Smettetela di battibeccare vuoi due e sedetevi per la torta- afferma il padre autoritario ma pur sempre amorevole
-Sana tieni questa è la tua fetta- le porge un piattino
Ringraziò la signora Hayama-Grazie -poi si rivolse a Natsumi – come mai ha scelto quella forma? –
-Beh semplice, è il punto debole di Akito, l’unica cosa che ama al mondo… se devi corromperlo usa il sushi, fidati funzione sempre! Quindi tienilo bene a mente!

-Grazie per questa chicca, chi sa magari tornerà utile- Sana le sorrise complice e Nats ricambiò.


“Ahahhah questa informazione potrebbe rivelarsi utile per saltare i compiti extra!!

Poi Sana assaggia, e wao non aveva mai assaggiato nulla di così buono forse era perché era fatta con amore, il riso del sushi era fatto con il cocco (tipo dell’interno dei bounty) la fetta di salmone era fatta da pesche sciroppare e l’interno era una torta al cioccolato, mmm gnam proprio da leccarsi i baffi.
-Wao è deliziosa, complimenti! Credo di non aver mangiato nulla di così buono! Tutto il pranzo era unico, si vede che l’ha fatto con molto amore.
-OH così mi lusinghi- rispose la donna con le guance arrossate per la lusinga.
-Ma è la verità lo si percepisce e poi penso che lei sia un ottima cuoca – si completo sinceramente con un dolce sorriso
-Oh grazie sei così gentile!- ricambiò il sorriso con affetto
-Mamma potrebbe fare masterchef!- affermò il signor Hayama orgoglioso di sua moglie.
-Oh no per carità non mi piace la fama, preferisco occuparmi dei miei bimbi-
-Siamo grandi e grossi non viviamo più qui -
-Gia, non siamo bambini a cui devi badare-
-Oh non dite così piango, mi ferite, per me sarete sempre i miei bimbi anche a cinquanta anni-             
-Su su cara, non sanno che dicono-
-Finitela co sta sceneggiata, siete imbarazzanti- li ammonì
-Chi noi???? -
E si è animò un altro battibecco famigliare, che a un occhio esterno pareva quasi una sitcom, quella famiglia emanava calore… un calore non aveva mai provato.

***

Dopo un pomeriggio in allegria, arrivò l’orario della partenza per far ritorno a Tokyo.
-Okay dovremmo andare- disse Akito spezzando l’atmosfera
-Di già? –chiese la madre
-Eh sono già le diciotto e visto il tragitto e l’eventualità che becchiamo coda, credo che ci siamo trattenuti più dovuto.
-Oh hai ragione, non ci pensavo- riflette la madre di Akito
-Il tempo è passato in un attimo- commentò il padre di Akito
Uscirono fuori dalla casa per dirigersi alla macchia e in quel breve tragitto Sana ha un giramento di testa…
-Hey Sana tutto bene? –chiese Natsumi premurosa, vedendola barcollare.
E Akito l’afferra per le spalle e la ammonii -Hai finto di esserti ripresa tutto questo tempo?-
-Ehm no, stavo bene solo che all’ultimo ho avvertito un leggero giramento di testa-
-Cara cos’hai?- chiedere premurosa la signora Hayama
-Ieri Sana ha avuto la febbre alta, probabilmente è ancora debole-
-Oh no, ora dovrebbe riposare per non avere una ricaduta - constatò la mamma di Akito
-Non mi sembra il caso che affrontiate un viaggio. Perché restate qui a dormire e partite domani. che dite? A noi fa piacere – propose il papà di Akito
-Ben detto caro, così Sana può riprendere le energie-
-Non è necessario, non voglio crearvi ulteriore disturbo-
-Aaaah ma quale disturbo! Su su vieni, dormirai nella camera mia così ti tengo al sicuro dal quel depravato di mio fratello- si gira verso di lui e gli fa una linguaccia.
-Depravato a chi?
-Calmati tesoro lo fa a posta a provocarti…lo sai- la madre tenta di calmare le furie di Akito rivolte alla sorella


***

Intanto in camera di Nast, comincia a trafficare con l’armadio, fino a tirare fuori un pigiama.

-Ecco, puoi metterti questo mio vecchio pigiama… non lo uso dalle scuole superiori, ma penso possa andare che dici?
-Si grazie, troppo gentile…
-Okay indossalo e poi riposa un po’ okay?
-Okay grazie !-
E Nats esce dalla stanza così Sana si cambia e si mette a letto a dormicchiare un po’.

***

Dopo cena Akito, passa nella vecchia stanza di Natsumi per controllare come stesse Sana, non vi era traccia di febbre e questo lo fece rilassare aveva appoggiato la cena della ragazza nella scrivania così quando si sarebbe svegliata, avrebbe mangiato.
Akito esce cercando di non fare troppo rumore appena chiuse la porta, alle sue spalle si ritrova sua sorella!
-Beccato!!
-Shhhh stupita sta riposando- le disse quasi bisbigliando per poi allontanarsi
-Ah lo so, lo so –gli rispose mentre lo segue per il corridoio
-Senti ti va di parlare un po’?-
-E di cosa?-
-Di ciò che senti-
-Eh?-
-Akito non fare il finto tonto. So come tratti le ragazze e con lei sei diverso, sei persino premuroso. Per non parlare del modo in cui la guardi, ti fai chiamare Aki senza che ti arrabbi e soprattutto non avresti potata qui, anche se l’ho invitata io, se lei non fosse importante. Quindi è palese che la tua fidanzata, anche se tu ce lo vuoi tenere nascosto.
-No lei ... io e lei non stiamo insieme.. è complicato… troppo-
-Non state insieme ma ai tuoi occhi è speciale, ti sei innamorato finalmente, non è così?
Akito non risponde… e si sa della veridicità del detto: chi tace acconsente.
-Comunque l’amore è sempre complicato… bisogna superare le difficolta in un modo o in un altro per essere felice. Quindi nonostante sia complicato, non fuggire di fronte all’amore… ora sai che esiste no?- disse Natsumi per poi dirigersi in salotto lasciandolo solo con i suoi pensieri…

***
 

Più tardi Sana si sveglia, e nota una cloche, la sollevo e vide che le avevano portano un piatto di riso in bianco e un pezzo di carne di cavallo per rimettersi in forza mangiò tutto con gusto.
Dopo diche lei esce un po’ in veranda e vede Akito.
-Che fai alzata?- chiese appena la vide
-Non riuscivo a dormire… beh ho dormito tutta la serata, credo che sia normale che non riesca a prendere sonno…-
-Beh in effetti non posso darti torto-
-Tu non sei stanco? Tra il viaggio, la festa e la nottata ad accudirmi dovresti esser distrutto-
- In effetti … ma non riuscirei a dormire, stavo riflettendo su alcune cose … -

“A volte mia sorella è stranamente saggia”
 

-Posso?…visto che non riuscivo a riprendere sonno, anch’io stavo rimuginando a letto … ma all’aria aperta si pensa meglio-
I due rimasero per un po’ in silenzio, facendo i conti con i propri pensieri e poi Sana se ne esce con una frase che era quasi un sospiro - Sai hai proprio una bella famiglia-
-È una famiglia come tante- minimizzò lui
-Invece a me ha ricorda le famiglie che ho visto in televisione in qualche film o qualche telefilm o persino nelle pubblicità televisive. Un padre amorevole, attento a tutto, una mamma affettuosa, premurosa e protettiva e i due fratelli che battibeccano. Ergo una famiglia dei sogni!!!
-Non ti sembra di esagerare?-
-Direi di no, ho sempre sognato una famiglia come la tua, e quando sarò grande per averne una mia, la vorrei così. Ciò che so di certo è che non farei mancare il mio affetto ai miei figli…
Lui annui… stava capendo che in quel momento lei stesse paragonando la sua bizzarra famiglia alla sua.
-Facciamo due passi?- la soprese con quella richiesta… lei si limito ad alzarsi e a rispondere semplicemente -Okay…-
-Sana ecco, visto che sei entrata nell’argomento… l’altra sera quando avevi la febbre alta, stavi delirando e dicevi frasi del tipo: che tua mamma non ti voleva bene o che non eri importante per lei e invocavi il tuo amico chiedendo che non ti lasciasse sola…-
-Ah, ho detto queste cose…- era più un’affermazione rassegnata che una domanda
-Sai è ha un po’ che mi è parso che la vostra non sia una situazione famigliare “felice”… e fin ora mi sono tenuto per me, il mio pensiero e considerazioni al riguardo, perché non volevo essere indiscreto….- si fermo un attimo si mise di fronte a lei e aggiunse. Ma se vuoi parlarmene, ci sono!- tutto guardandola fisso negli occhi.
Sbuffò distogliendo lo sguardo dal suo -Mia madre, è un argomento di cui non parlo facilmente… l’unica persona che mi comprende è Nao… e con lui mi sono aperta… gli altri non ci capirebbero – poi riprese a guardarlo negli occhi e gli disse-… però sento che tu in qualche modo portandomi qui, ti sei aperto con me, ti sia esposto. Per non parlare di come mi sei stato così vicino …che ora sento di portemi aprire con te- gli sorride timidamente.
- Bene allora se te la senti, raccontami la tua “storia”
-Ecco … non so da che parte iniziare….mmm dunque, direi che la mia storia inizia con il fatto che non ho un padre…
-È morto?- chiese supponendo Akito
-Semplicemente non ho un padre…
-Tutti hanno un padre, se non saresti qui – constatò Akito
-Lo so ho i geni di un essere maschile uniti a quelli di mia madre, ma non ho un padre. Non so nulla di lui, non so è vivo o morto, non so se ci ha abbandonati, non so nemmeno come mia madre l’ha conosciuto, per quanto ne so potrei essere frutto di una provetta… ma ne dubito per il comportamento di mia madre ho dedotto che non ci ha volute… o semplicemente non mi ha voluto.
Mia madre sin da quando ero piccola ha cominciato a uscire con gli uomini con l’obbiettivo di trovarmi un padre mentre io venivo affidata e allevata da una cara baby sitter con la sua smania di trovarmi un padre ho finito di crescere praticamente senza madre. Sai non ricordo un compleanno passato con mia madre o almeno passato senza i suoi uomini del momento, che ovviamente facevano passare il mio compleanno inosservato, manco la canzoncina affettuosa finivo per ricevere da lei…
Da quando sono adolescente, è impazzita del tutto, mi compra vestiti audaci e provocanti… che non ho mai messo, dicendomi cose è ora che ti trovi un ragazzo. Pensa che l’altro giorno mi ha detto che non posso essere una sfigata senza ragazzo essendo sua figlia… non è normale quella donna, o non ha un semplicemente pensiero di una madre normale- Una lacrima solitaria le percorse il volto e lei subito cancello con il polso della mano.


Akito era ammutolito ascoltando il racconto della ragazza e non aveva parole per interromperla. Lei capendo che non voleva spezzare il suo racconto con i suoi interventi, continuò il suo triste racconto…


-Quando faccio qualcosa che merita una punizione… ovvero disubbidirle, mi porta con lei in un pub e finge che siamo coetanee per rimorchiare e vuole che io stia al gioco… facendomi vestire in modo che reputo poco appropriato per la mia età e non vuole che la chiamo mamma in quei momenti ma Misako…
Chiedere certe cose ha una figlia… è a dir poco assurdo lo so….
Nonostante il nostro rapporto singolare, tengo molto a lei e ho sempre la speranza che un giorno si accorga di me… Sai questo week avevamo deciso di passarlo insieme, sì, la sua era una proposta tappa buchi e avremmo fatto attività che detesto, ma avrei passato del tempo con lei e magari avremmo parlato… io volevo parlarle come madre e figlia… ma è saltato tutto. Anzi mi ha dato buca, ha preferito l’ennesimo ragazzo a me.
Poi ha pretese assurde odia Nao, non lo può vedere, sin da quando lo ha conosciuto lo detesta e non capisco perché lui è l’unico che mi è stato sempre accanto, l’unico che mi comprende… non ha senso che lo odia… vuole davvero che io resti sola al mondo? Mi sento come se vivessi da sola in quella casa da sempre con qualche comparsata di mia madre… mi sento sola … -fa una breve pausa e fa un sospiro dicendo.
C’è un detto che dice che ti puoi fidare solo della tua famiglia, allora perché io posso contare solo su Nao? So che lei nel bene e nel male è mia madre… ma non so se ho quel senso di fiducia che dovrebbe essere incondizionato per la propria famiglia.



Cosa poteva dirle tutto ciò che gli veniva in mente era poco adatto e temeva di non essere opportuno, infondo poteva solo immaginare la situazione in cui viveva Sana, ma riusciva a comprendere ciò che provava? No, lui a confronto era cresciuto in un ambiente amorevole, sofferenze e dolori non ne aveva vissuti... Si era solamente lamentato in età adolescenziale dei rimproveri della famiglia o del loro essere assillanti, ma era fortunato quelle cose che allora lo infastidivano erano segni del loro amore per lui… si era fortunato.

-Sana la tua vita non deve esser semplice, ed io mi sento impotente alle tue parole e stavo pensando che se io avessi avuto una famiglia assente, quel fattore avrebbe condizionato il mio modo di essere, avrebbe influito su tutto… tu probabilmente hai un carattere più forte...perché nonostante il pensiero di non essere amata dalla tua famiglia tu vai avanti con il sorriso. Non è da tutti avere la tua forza.
-Si sorrido… ma negli anni ho perso la mia autostima… da piccola ero più spacciata e intraprendente… facevo sempre valere la mia… ma poi il fatto di non essere importante per la mia famiglia, mi sono chiusa man mano a riccio… se non fosse per il mio rapporto con Nao credo che mi sarei chiusa al mondo, sempre di più. Bene o male con lui e con i sui discepoli riesco a interagire forse perché Nao me né da modo e mi sostiene… ma per esempio, con le ragazze o gli altri compagni non riesco a sbloccarmi… non so se l’avrai notato…
-Penso che questa insicurezza sia ingiustificata…Sana tu sei una bella persona, e le persone sarebbero fortunate ad averti nella tua vita, non precluderti opportunità di farti conoscere… perché ne vale la pena…. -Le accarezzò il viso fino al mento e lo alzò per puntare meglio occhi negli occhi- Non lo dico perché voglio consolarti ma perché bene o male con me tu sei te stessa.

“Con lui sono me stessa?… non ci avevo fatto caso… infondo è così… io con lui mi sono aperta… con lui sorrido, scherzo, piagnucolo… cose che con un estraneo non avrei potuto fare…. Che tu, Akito Hayama sia speciale o è dovuto al modo in cui ci siamo conosciuti che mi sento libera con te nonostante il tuo ruolo?”

 

Sana tenne per se quel pensiero ma lo guardo in modo molto intenso…
-Grazie per le tue parole, mi stanno facendo riflettere ed è bello conoscere un punto di vista esterno… grazie! -Lei a quel punto si butta tra le sue braccia abbracciandolo
Lui stupito e imbarazzato ricambia quel abbraccia mente le rispose-Grazie di cosa? Non è fatto nulla-
-Grazie di avermi compreso, così… sai non pensavo che ci saresti riuscito. Infondo siamo cresciuti in modo differente…- sospirò appoggiando la testa sul petto del ragazzo.
-Sei un enigma che mi è piaciuto comprendere….- lui la stinse più a se e abbasso la testa per respirare il profumo dei capelli… quella dolce albicocca, che ormai era indelebile nei suoi ricordi.

Vorrei che il tempo si fermasse per continuare a stringerti tra le mie braccia”

“Non so perché ma non vorrei allontanarmi dal suo abbraccio. Mi sento così bene e così al sicuro tra le sue braccia”

 

Restarono così per un bel po’, in silenzio in quell’abbraccio che diceva più di mille parole.

Lei si stacca da lui lo guarda negli occhi e dice -Non so se te lo ho ancora detto in modo appropriato ma…- fece una breve pausa e pronunciò: Akito, buon Compleanno -si alza sulle punte e gli da un bacio sulla guancia che durò un po’ voleva infondergli affetto che sentiva per lui, lui la strinse forte a se assaporando quel contato e con un timido sorriso nascosto fra i capelli di lei sussurrò -Grazie-

Lei imbarazzata li allontana scostando lo sguardo -Non mi ringraziare non ti ho fatto nemmeno un regalo e poi sei tu che hai condiviso questa giornata con me… E poi tu mi hai pure accudito… mi sento in debito!!!-
-Non lo essere, la tua presenza è stata il miglior regalo… hai spezzato la monotonia e mi ha fatto piacere star con te.
-Akito io…- ogni fibra del suo corpo desiderava ardentemente baciarlo, si voleva baciarlo… lo stava per fare... quando ... sentirono un rumore.!
Wra gatto che era spuntato all’improvviso da un cespuglio… lei imbarazzata da ciò che stava per fare si allontano da lui per poi percorrere il breve tragitto a falcate.
Lui vedendo quella reazione strana la insegue chiede -Dove vai?-
-A dormire-
-Okay-rispose lui per poi seguirla senza fiatare

 Arrivati a davanti alle porte delle loro stanze in silenzio lei lo guardò e disse –Notte- e si fiondò in camera chiude subito dietro di se la porta, senza attendere da parte sua una qualsiasi risposta.

Lei si accascio ai piedi della porta pensando alle sensazioni che aveva provato…
Eh no, non lo vedeva come il suo professore… né come un semplice amico, il suo cuore in quel momento scalpitava nel suo petto….

Lui per lei era qualcosa di più, ma doveva tenerlo per se, perché probabilmente qualunque cosa fosse era certamente una cosa a senso unico…

 
To be continue…


 

*Traduzione testo EveryTime the Kolors (cliccate sul titolo per il video):

Ogni volta che cerchi solo di essere un arcobaleno nella nuvola di qualcuno
Ogni volta che credi che un bacio avrebbe dato una svolta alla tua giornata
L'intera vita potrebbe diventare un piccolo tempo da trascorrere senza un piano

Tesoro, doveva andare così!
 

 


Un grazie speciale a Stefy quando io devo scegliere comincio a romperti le balle hahahha e tu mi aiuti sempre a trovare la scelta migliore tra le varie proposte, io come avrai notato sono un’indecisa di natura ahhahah

Un ringraziamento d'onore anche a Saretta che mi ha fatto conoscere e amare alla follia Grey non vedo l'ora di iniziare il pov di Cristian *^* ti devo una statua grazie ancora per il bel pensiero <3

 

Nota: Ciao eccomi… in ritardo e sta volta non solo perché ero bloccata in un punto, ma ho tardato l'aggiornamento perché appunto ero presa dalla trilogia hahhahah ormai ho un’ossessione per Grey!!!!
Mi perdonate visto che il capitolo è più lungo del solito?????
Vi piace il capitolo? Che mi dite sulla famiglia Hayama? E sui nostri protagonisti???
Lo so so la mia vena da fangirl è incontenibile la manifesto in ogni luogo e ogni lago ahhhahha
E poi c’è Sayama <3 è la scoperta più bella che potessimo fare io e Stefy *^* perché: Sa(na)(Ha)yama awwwwwwwwwww  occhi a cuoricino a go go
Non v’immaginate come stavo quando abbiamo trovato sta città sulla cartina!!!!
Poi ovviamente vista la mia altra ossessione… non potevo non infilarci i the Kolors… che a breve vedrò in concerto *^* non vedo l’ora *^*
Ora vi saluto sto un po’ a pezzi combinazione ho il tempo di aggiornare quando non sono molto in forma ahhaha
Kmq appena riesco passo dai vostri aggiornamenti arretrati!!! Scusatemiiiii!!!!
Vi mando un bacione a presto

 

Appunti:
*Sayama è una citta della prefettura di Saitama non dista molto da Tokyo (amore puro per questa citta Sa[na][Ha]yama comprendete il perché vero )
*Saitama è una prefettura giapponese
*Everytime - The kolors (adoro troppo questa band hanno un sound pazzesco... volevo troppo inserirli e all’inizio avevo scartato everytime perché era scontata come scelta... ma poi leggendo il testo non ho potuto evitarlo, era adatta ai miei Sana e Aki).
*Once upon a time (è una serie che adoro e Hook è il mio personaggio preferisco occhi a cuore per lui)
* Captain swan sono Emma e hook di once upon a time, capitan swan si definiscono cosi anche chi li shippa)

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 – La stagione delle piccole cose ***


Auguro a tutte/i voi delle belle vacanze!
E a chi come me non va da nessuna parte auguro una buona lettura, spero vi tenga compagnia questo nuovo capitolo…
Bacioni ci leggiamo infondo :*

 



 

Capitolo 7 – La stagione delle piccole cose







Akito rimase confuso davanti a quella porta. Una volta tornato in stanza, ci mise un po’ a prendere sonno, continuava a rigirarsi nelle lenzuola ripensando a quel cambio repentino d’umore che aveva colto in Sana.
Un attimo era felice che l’avesse invitata a passare il week con lui, gli fece dei sentiti auguri, gli aveva parlato della sua situazione familiare, lo stava ringraziandolo nel farlo lo guardava con uno sguardo intenso, uno sguardo in cui si sarebbe perso volentieri.
Ma quello sguardo cos’era? Era davvero come l’aveva interpretato lui? Pareva che quasi lo stesse per baciare, aveva quello sguardo così profondo, così preso che lui si era quasi pietrificato, il suo cuore scalpitava e…. Poi spunta quel gatto e tutto cambia non solo l'atmosfera ma anche lei...
Non sapeva cosa fosse passato nella testa di quella ragazza, ma di certo era diventata strana dopo che quel gatto ha fatto capolino. Come poteva descriverla direi fredda e impaziente di tornare in camera… la sua testa era infestata da domande che cercavano una spiegazione a quella sua reazione che volesse scappare da lui? Che fosse imbarazzata? E poi per cosa? Non era neppure certo che lo volesse baciare... per quanto ne sapeva lui, poteva persino esserselo immaginato. 
In fondo era un momento di sfogo, magari aveva visto in lui una persona "amica" su cui poter contare, un amico più grande in grado di poterla sostenere. Quello sguardo poteva essere uno sguardo grato e non uno che esprimesse il desiderio di quel dolce contatto.

Così comprese che non avrebbe mai capito cosa passava nella testa di una donna o che ragionamenti contorti facesse… o forse era una questione di umore? E se così fosse, le donne avevano la parte del cervello correlata alle emozioni sballata.
A quel pensiero gli tornò in mente una frase che gli diceva sempre il padre
Le donne sono lunatiche, abituatici in uno o più momenti di follia delle donne della sua famiglia un momento erano tutte allegre in un altro vedevano tutto nero poco prima sono curiose l'altro evasive e pensando a quella frase non poteva non constatare quanto fosse vera, oggi ne aveva appena avuto una prova inconfutabile... pure quella ragazzina buffa era certamente lunatica.

Quella sera aveva in quel momento in cui si è raccontata avvertito la sua fragilità, la sua tristezza e il suo solito modo di accettare con forza la sua situazione. Ma quel bacio non dato allora cosa voleva dire? Era quasi certo che non poteva essere solo una sua impressione. I suoi occhi le parvero così sinceri e profondi che gli parve di potercisi perdere.
Aveva notato qualcosa in quello sguardo, ed era proprio quel qualcosa a tenerlo sveglio quella notte.
Avvertì come una frenesia, una voglia matta di fiondarsi da lei di perdersi ancora nel suo sguardo ma tante cose lo scongiuravano di non farlo.
Si alzo e cominciò a fare avanti indietro nella stanza cercando un motivo per andare da lei e chiarirsi le idee, poteva magari andare da lei per controllare come stesse, ma prima doveva trovare il coraggio di tirare giù quella maniglia per andare da lei, ma sapeva che quella scusa era stupida perché lo sapeva già, stava bene... e poi non era il caso... avrebbe combinato ancora più casini, forse la cosa migliore che poteva fare era aspettare l'indomani e vedere il suo comportamento per agire di conseguenza.
Non poteva correre da lei convinto di una cosa che probabilmente ha visto solo lui nella sua testa. Potrebbe esser stata un’allucinazione, che ha formato il suo cuore, a volte è così il cuore ci fa vedere cose tutte rosee quando in realtà sono normali, il cuore a volte ci fa vedere ciò che vogliamo vedere e probabilmente per la prima volta nella sua vita forse il suo cuore gli aveva fatto quello... allucinazione o no avrebbe aspettato domani così si ributto a letto cercando di scacciare quei dubbi.


 
***


Al mattino Akito si sveglia ed è un po’ disorientato, guarda il soffitto e ripensa alla sera precedente alla reazione di lei e i suoi mille pensieri. Una volta alzato ed essersi lavato la faccia va in cucina cautamente e preoccupato per il comportamento che avrebbe avuto con lui, Sana quel giorno... sarà la solita ragazza buffa o il tipo fuggente della buonanotte?

Entra nella stanza e la vede che lei era di spalle e come percepisce la sua presenza, si gira verso di lui lo guarda con uno sguardo indecifrabile per poi regalargli un dolce sorriso - Buon giorno Aki -
-Che fai?- domando, cercando di non far notare il respiro di sollievo che aveva appena avuto.
-Aki il minimo che posso fare dopo l'ospitalità e la premura della tua famiglia è contribuire per la colazione…su su siediti! Non stare lì impalato a fissarci . metti ansia!- scherzò lei.
-Da bravo, ascolta la tua ragazza… “Aki” - lo canzonò Nats
A quella battuta di Natsumi, Sana s’irrigidì un attimo e divenne rossa, ma Akito non se ne accorse perché era di spalle a battibeccare con la sorella, lei scrollo la testa e fece nuovamente come nulla fosse. Ma la madre lo notò quell’atteggiamento della ragazza e fece un sorriso di chi la sa lunga.
-Nats, la smetti di fare la cretina- in quel momento stava odiando letteralmente sua sorella, non poteva essere meno inopportuna dopo quella situazione di strana di ieri… sperava che Sana non ci avesse dato peso, così si rigirò verso Sana ed era tranquillamente a trafficare con la moka mentre sua madre controllava qualcosa sul forno, e così fu sollevato.
Comunque nel vederla così sorridente, così serena, non poté non rimanere imbambolato era così Sana, la sua ragazzina buffa.
Proprio in quel momento la moka fece fuoriuscire il caffè l'aveva tenuta troppo sul fuoco e con troppo fuoco alto. Lei corse a spegnere il fuoco ma... il caffe continuava a fuori uscire dal beccuccio così provo a riempire le tazzine ma con la sua imbranataggine prese il manico senza presina e questo scottava così fini per farla cadere per terra... combinando un macello!
-Oh mio dio, scusatemi !! Ci penso io - cominciò a ripulire tutto... infondo era abituata a sistemare i guai che combinava sempre….
Sana una volta terminato di pulire, desolata di non aver aiutato ma aver solo combinato casini, si mette a tavola di fronte ad Akito e gli accenna un sorriso desolato con uno sguardo abbattuto e lui ricambio con un ghigno divertito -Sei proprio un disastro!
-Aki, questo è un dato di fatto
-Già- e i due scoppiarono in una risata
Appena la colazione fu pronta, tutti si sedettero a tavola a magiare e conversare allegramente, a un certo punto la madre afferma -uh uh sai è così raro vederlo così divertito- e rivolse un sorriso d’approvazione.
-è l’effetto Sana- Natsumi prese al balzo quell’affermazione per dire la battuta a cui aveva pensato da un bel po’
-Smettila!-afferma Akito sempre più infastidito dalla sorella
-Uuuuuh bene, a quanto pare ho una buona influenza su di te-disse divertita con un sorriso che celava qualcosa…
Akito lo guardò sorpreso da quella reazione spontanea ai suoi occhi, era bello vederla sorridere nonostante lei soffrisse così tanto, per via di sua madre, riusciva a sorridere ed essere felice per le piccole cose, come quella colazione, l'ammirava.



 
***


 
Sana dopo colazione andò a fare un bagno e penso a ieri a come lui era stato lì pronto ad ascoltare il suo sfogo a come l’ha incoraggiata, a quell’abbraccio quel calore le aveva spedito il cervello a Tokyo, tornato solo con la comparsa del gatto.
Voleva accorciare quella distanza, voleva risentire le sue labbra posate sulla sua bocca… e ancora a questo pensiero s’imbarazzò e ficco la testa sottacqua per stemperare le sue guance che andavano a fuoco al solo pensiero.
Per fortuna il gatto l’ha fatto tornare in se perché avrebbe fatto male se avrebbe assecondato quell’impulso.
Lui era stato chiaro, doveva dimenticare quel primo incontro, credere che le loro labbra non si fossero mai incontrate prima, e che non ci sarà una seconda… loro erano solo amici e per di più lui era il suo professore.
Sta mattina era preoccupata nel rivederlo temeva che avesse percepito le sue intenzioni ma per fortuna così non è stato.  Uscì dal bagno e si vesti con un unico obbiettivo non poteva baciarlo ma passare del tempo con lui in modo informale sì e non avrebbe perso un minuto di più così andò in salotto ma non trovo Akito.

Così lo andò a cerare in camera, bussò ma la porta era socchiusa e quindi si aprì …
-Aki… - lo chiamò, ma la stanza era vuota lei a quel punto non resistette dal guardassi intorno…
Se la camera di Nats era tutta confettosa con colori pastello e piena di poster, pupazzi e di mille cianfrusaglie… quella di Akito era minimalista. Le pareti erano grigie e bianche mentre i mobili neri. Vi era un unico poster di un famoso karateka e uno scaffare con dei trofei di karate.Sulla scrivania invece vi era posata una cornice con una foto che ritraeva lui con la sua famiglia e affianco c'era una statuetta dinosauro.
Quella stanza sapeva di lui, aveva il desiderio di buttarsi tra le sue lenzuola per sentire il suo profumo le ci volle tutto il suo autocontrollo per non farlo. E per fortuna non cedette a quella tentazione siccome alle sue spalle apparve qualcuno.

-Sana che ci fai qui?-chiese Nats vedendola impalata l’ingresso della stanza del fratello
-Nulla, cercavo Akito-
-Oh non lo sai? Lui dopo colazione va sempre a correre, tranquilla a breve sarà qui- le chiarì mentre la condusse verso il salotto e manco il tempo di sedersi sul divano che Akito rientra in casa.
-Hey- fece un cenno rientrando
-Bentornato fratellino, qualcuno ha notato la tua assenza…- afferma divertita Natsumi
Akito sentendola le manda un’occhiataccia mentre Sana diventa bordue e poi il ragazzo sorrise pensando alla bellezza di quella visione e al fatto che aveva sentito la sua assenza.
Fece un cenno per farla allontanare dalla sorella e le propose qualcosa-senti io sono stufo di stare in casa con quella cretina di mia sorella…Ti va se ti porto in un posto oggi?-
-Si è una bella idea dove?
-faccio una doccia veloce e adiamo-
Non hai risposto, mi porti in giro per la città o nel parco o dove?
-Lo scoprirai-
-Dimmelo ti prego sono troppo curiosa!
-No
-Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
-Hai intenzione di seguirmi anche in bagno?- chiede dopo che lei lo aveva seguito come un cagnolino e nel domandarlo fece un sorrisetto malizioso.
Cosa che la ammutolisse pietrificandola mentre comincia a diventare paonazza in volto, così lui fece un ghigno di vittoria lasciandola che la curiosità le divorasse lo stomaco.


 
***
 
Uscito dal bagno lavato lindo, pulito e profumato non le disse le fece un segno di seguirlo e lei così fece. Mentre la mamma di Aki li guardò uscire con un sorriso d’approvazione.
La portò fuori, e percorsero un viale costeggiato da alberi e il suolo aveva un manto delle prime foglie d’autunno cadute, sembrava un tappeto messo apposta per loro ma era solo un gioco della natura.
I due rimasero in silenzio per tutto il tragitto, Sana aveva dedotto che se avesse domandato dove la portasse, non avrebbe risposto o che la sua curiosità lo potesse infastidire così si chiuse la bocca, mentre osservala il paesaggio che la circondava.
Continuarono ad avviarsi per quel viale poi avventurarsi per una stradina impetuosa, prima in salita e poi in una discesa tutta messa in difficolta da rocce e rami che spuntavano ovunque, una volta spostato l’ultimo ramo, spuntano davanti ad un lago.

Sana si guardò intorno e noto che le altre sponde del lago era pieno di turisti e famigliole ma in quel piccolo lazzo di terra vi erano solo loro due, forse perché quel punto era arduo da raggiungere? Beh forse era meglio così perché rendeva quello scorcio così speciale.
L’acqua del lago è così limpida che potevi vederci perfettamente il suolo mentre la superfice era così piatta e calma che pareva uno specchio nel modo in cui rifletteva il paesaggio circostante, vi erano delle piccole rocce che costeggiavano il tutto, il suolo era cosparso dei sassoni piccini.

-Oh Aki, è davvero bello qui!- affermo esterrefatta Sana, dopo aver osservato lo spazio che la circondava.
-Già, sai ci venivo spesso, quando litigavo con i miei o volevo far scemare la rabbia o a rifugiarmi tra i contorti pensieri di un adolescente, insomma per qualsiasi motivo il mio umore era un mare in tempesta, io venivo qua. Non so c’è qualcosa di rilassante nell’osservare quest’acqua così calma, non so come se il lago avesse il potere di tranquillizzarmi…
-Tanto da placare le tue acque interiori…-
-Hai afferrato il concetto – le fece un occhiolino sorridendole
-Così mi hai portato qui per alleviare la mia delusione…-
-Forse-
-Non è una risposta-
-In questo caso si- Poiché lui l’aveva portata in quel posto per ricambiare quell’apertura che aveva avuto Sana la sera precedente, sapeva che quelle cose non le diceva a chiunque e che non si apriva con il primo che le passava affianco. E non seppe bene perché ha voluto aprirsi un po’ anche lui portandola in quel luogo che lo faceva star bene. Non aveva mai avuto un pensiero simile per nessuno, mai aveva pensato di condividere quel luogo con qualcuno.

Sana non capii a cosa si riferisse quel forse l’aveva portata lì per farle passare la delusione o in questo gesto vi era dal altro.
Ogni volta che pensava che quello che sentisse lui o che le nasconda altro gli arrovella il cervello… così decise di spostare la sua attenzione ad altro, se no, avrebbe mandato in pappa il cervello.
-Cos’hai li?- indicò la musto che il ragazzo aveva portato con sé
Il pranzo a sacco, una coperta da pic-nick e queste- disse mostrandole un piccolo sacchetto di carta.
Sana annusò –Ah, ma sono castagne arrostite! … ma dove a casa tua non c’era odore di castagne!-
Le ho comprate quando sono andato a correre, ti piacciono?-
-Si ne son ghiotta, ma come lo sapevi??
Akito non seppe il perché, ma quando stava correndo come di sua abitudine e per caso notò un piccolo banco di castagne e le venne lei in mente; così le comprò.

Così non rispose e i due incominciarono a guardarsi negli occhi, ogni volta che accade il loro sguardo, è rapito dall’altro. E ogni volta nasceva quella chimica che questa Sana voleva spezzare prima di ritrovarsi nella stessa situazione della sera prima, ma non sapeva come. fino a che non vide una farfalla.
-Uh guarda Aki, una farfalla!- e comincia l’inseguimento mentre Akito sistema la coperta, lei tentava di inseguirla per fargli una foto.

Lui finito di sistemare la coperta a suolo e si tolse la giacca, rimanendo così in t-shirt… e che t-shirt! Quella maglietta grigia che gli cadeva addosso in un modo pazzesco, come poteva rendere una semplice t-shirt tanto sexy, forse non era merito della t-shirt ma di ciò che ci stava sotto. Sana facendo questa considerazione arrossi botto e andò a sbattere contro un ramo Akito vide la scena e ne rimase divertito.

Poco dopo Sana riuscì a fare quella benedetta foto così corse verso Akito, ovviamente dimenticandosi che era l’essere più imbranato di quest’universo.
Akito l’attendeva che lei arrivasse da lui a mostrargli quella foto e teneva una mano in tasta e la guardava dolcemente, vederla corrergli incontro con quel sorriso fece nascere in lui un dolce sorriso.

Quando Oppiala… Sana con i due piedi sinistri che si ritrova …. Mette un piede male, con la complicità di una simpatica pietra, e inciampa finendo tra le sue braccia, ma considerato l’impatto non calcolato perdono l’equilibrio e finiscono a terra, per fortuna non era un punto con i pietroni, se no, sai che mal di schiena!
Ed eccola lì nuovamente gli era caduta addosso con tutta la sua leggiadra…. Come un elefante su una corda

Ehm volevo dire... : lei che gli cade addosso, era successo di nuovo erano nella stessa situazione del loro primo incontro, i loro occhi li incatenavano nuovamente uno all’altro.
Lo scrosciare dell’acqua formò una dolce melodia, mentre i loro battiti aumentavano, il profumo delle castagne avevano creato un’atmosfera confortevole.
Una ciocca di capelli di lei cadde sul viso di lui, che provocò un leggero solletichio. Lui con un gesto porto la ciocca all’orecchio di lei e per farlo si era avvicinato ulteriormente, così vicini da poter sentire il respiro del altro sul proprio viso. Quello fu quasi un richiamo per loro e non resistettero ulteriormente lasciarono a casa la ragione, i pensieri di quanto fosse sbagliato... e si baciarono all’unisono.


 
Può nascere dovunque, anche dove non ti aspetti
Dove non l’avresti detto, dove non lo cercheresti
 
Può crescere dal nulla e sbocciare in un secondo
Può bastare un solo sguardo, per capirti fino in fondo
 
Può invadere i pensieri, andare dritto al cuore
Sederti sulle scale, lasciarti senza parole
 
Può lasciarti senza fiato
Il suo abbraccio ti allontanerà, per sempre dal passato
 
Può nascere da un gesto, da un accenno di un sorriso
Da un saluto, da uno sbaglio
 
L’amore non ha un senso
L’amore non ha un nome
L’amore non ha torto
L’amore non ha ragione

 
 
Un bacio intenso e appassionato, le loro menti annebbiate da ciò che gli urlava il cuore.
Intorno al loro si era creata un’atmosfera che sapeva castagne, il lago come sottofondo li cullava stetti da quell’abbraccio, avvolti da quel bacio…
Le mani di lui danzavano con i suoi capelli mentre quelle di lei una era stretta alla nuca mentre l’altra premeva sul cuore di come per sentire la veracità di quel momento.
Più lo baciava e più capiva che non poteva paragona questo con l’affetto che nutriva per Nao e lui più la baciava e più si rendeva conto che non aveva mai provato nulla di simile in passato.
Quello che sentivano era una parola troppo grande da pronunciare, un sentimento nato troppo in fretta e all’improvviso, un qualcosa che non era opportuno e adatto alla loro situazione, un legame non doveva esistere tra loro, eppure quella parola va sempre contro corrente.

 
***
 

Erano passati minuti, una mezzora o forse più. Ormai avevano perso la cognizione del tempo, non smisero un secondo di baciarsi, fatta a eccezioni per i momenti per prendere fiato. Come se sapessero che terminato quel bacio, avrebbero fatto i conti con la realtà…
E tra un bacio e un altro               ….



Formidable, fooormidable
Tu étais formidable, j'étais fort
Nous étions formidables
Tu étais formidable, j'étais fort
Nous étions formidables

 
… una canzone parte rompe l’atmosfera… una canzone, che era la fastidiosa suoneria di un cellulare…
-Non rispondere- e la ribaciò
-Devo…- e lo ribacio
-Non tornare alla realtà – le sussurrò continuando a baciarla per convincerla a lasciar perdere quella chiamata.


Formidable, fooormidable
Tu étais formidable, j'étais fort
Nous étions formidables

 
-è Nao… sarà preoccupato, devo…-
-Che vuole Kamura ? e poi come fai a sapere che è proprio lui???-
-solo a lui ho impostato questa suoneria

Tu étais formidable, j'étais fort
Nous étions formidables

-buff -i due si staccarono così lei poi rispondere alla chiamata
Formidable, fooormidable
-Pronto- rispose scazzata
-Sana tutto bene?- Chiese allarmato
-Si- sbuffò scocciata
"Fino a qualche istante fa ero in paradiso"
-Come stai?- domandò preoccupato
"Alle grande prima che chiamassi tu"
-Bene, perché tanta preoccupazione?-
-Sana è da venerdì che non ti fai sentire! Dopo la tua reazione al messaggio di tua madre, non avere tue notizie mi ha allarmato, così oggi ho provato a passare da te ma nessuno rispondeva… e fra un po’ commettevo un’effrazione!-
-Dove sei? Sei davanti a casa mia?
-Si, piuttosto dove sei tu !

 
“E mo’ che gli dico? Non posso di certo dirgli che sono con Akito nella città dove è cresciuto, conoscendo i suoi
e che stavo baciando allegramente colui che è il nostro professore...”

 
-Ecco, non ci sono
-Questo lo avevo capito…
-Ecco sono fuori città
-e si può sapere dove?
-Sono andata... a trovare la signora Shimura, avevo bisogno di un po’ di affetto ed era tanto che non la vedevo...-
Si sentì un sospiro di sollevato - la prossima volta avvertimi, se non avrò un infarto!-
-Okay tranquillo, non volevo preoccuparti
-Avrei voluto vederti...

 
“Dovrei rispondere anch’io per cortesia ma in realtà non sono dispiaciuta di non averlo visto questo week,
perché sto bene dove sto e con chi sto!
Voglio bene a Nao, ma in questo momento non vorrei essere con nessun altro...”

-Va beh dai ci rifaremo… -
-Mmm okay -
-Ora devo andare Nao ma la signora Shimura ha appena sfornato una delle sue prelibatezze-

 
“Sarei una liars perfetta”

 
Buttò giù guarda Akito e...- Dove eravamo rimasti?- si avventò sulle labbra di lui. Sapeva che nel momento in cui aveva risposto alla chiamata, lui aveva messo in moto il cervello quindi se lei avesse esitato, la magia si sarebbe spenta e avrebbe messo fine a quel tacito accordo di non essere prof e alunna durante questo soggiorno.
Akito rimasse allibito, non se la aspettava ma a quel contatto si sciolse...

Appena aveva visto lei allontanarsi per rispondere a quella chiamata, aveva pensato a quanto fosse sbagliato per lei… avrebbe dovuto sempre mentire, avrebbe dovuto mentire a tutti.
Ma averla tra le sue braccia era così piacevole, che era bello pensare che quel week erano solo una ragazza e un ragazzo che si piacciono. Fingendo che le complicazioni per questo weekend non esistettero… infondo mancava poco al ritorno alla realtà e ora voleva stare con lei il più possibile.


 
***

 

Era quasi il tramonto e i due dovevano hai me fare ritorno, e a malincuore dovettero avviarsi verso la casa dei genitori del ragazzo.
Dopo l’avventurarsi nuovamente per la stradina impervia, arrivarono alla passeggiata di prima con il manto di foglie, i due camminarono mano nella mano.
Akito, l’uomo d’autunno quello era il significato del suo nome e quella casa in cui era lo rappresentava perfettamente.
Quella piccola villina con il giardino e il tetto coperta da delle foglie degli alberi, erano una bella immagine, Sayama aveva l’essenza di Akito o vice versa e quella casa rappresentava ciò.
Quella casa ricordava Akito, un caldo focolare che ti accoglie e ti scalda il cuore.
Akito era come l’autunno ma non cose che si pensano sull’autunno, che è freddo e noioso.
L’autunno ha mille colori dai caldi a quelli freddi che creano sfumature differenti, dipende da come li guardi o come la luce riflette tenue su di essi.
L’autunno lo apprezza solo chi vede il mondo da una prospettiva diversa tutti amano l’estate per il mare e le vacanze, l’inverno per le feste e la neve, la primavera per i fiori e il bel tempo e l’autunno in tutto questo appare la stagione sfigata e noiosa… ma non è così è la stagione di chi c’è indipendentemente da tutto.
L’autunno ti fa sentire il piacere di trovare un focolare caldo.
L’autunno si apprezza per le piccole cose, quelle piccole cose che rendono la vita bella.
A volte che bisogna solo sapere guardare con la giusta ottica e Akito era così e lei l’aveva intravisto.
Era come l’autunno, perché in lui aveva notato le sfumature di quel ragazzo che non è bianco, che non è nero, era come quelle foglie di tinte differenti, sa essere dolce premuroso, sarcastico, irriverente, dolce e passionale ma sa anche intimidire con un solo sguardo…
Akito era così e l’autunno era parte di lui a prescindere del nome e sentiva che qualsiasi relazione che avrebbe avuto con Akito… non sarebbe stata una come tante, ma una relazione non per tutti. Una di cui bisognerà apprezzare piccole cose, guardare solo il bello di rifugiarsi l’uno tra le braccia del altro.



 
***



Arrivati a casa… vennero travolti dalla famiglia Hayama e la loro curiosità.
-Dove siete stati? Le hai fatto girare la città? –chiese la madre di Akito
-Perché ci hai sottratto la piacevole compagnia di questa dolce fanciulla, per tutto il di- piagnucola il signor Hayama
-Oh capiscili dovevano fare i piccioncini qui non avevano modo – afferma divertita Natsumi con una certa sicurezza nel tono
-Smettila cretina!- la riprende Akito stufo delle sue allusioni mentre Sana arrossi
-Okay okay la smetto… ma tu dicci dove l’hai portata?-
-Affari nostri!-
-E dai- insiste la sorella
-No!- afferma determinato
-Allora diteci che avete fatto, almeno?
I due hanno dei flashback mentali, di cosa hanno fatto. Ovvero dei loro baci delle loro carezze e così avvampano e distolgono gli sguardi imbarazzati.
-Allora?-
-Fatti i C tuoi Natsumi!
-Okay okay, non ti scaldare-
-Comunque ora dobbiamo partire, ci aspetta come minimo un’ora di tragitto prima di arrivare a Tokyo…
-Che peccato che dovete già partire!-esclama il padre
-Oh Sana, è stato un piacere conoscenti- disse la mamma di Akito con uno sguardo e un sorriso affettuoso e poi avvicinarsi al suo orecchio e sussurrarle –te lo abbiamo detto che non ci ha mai presentato nessuna, tu devi essere speciale…- e sana a sentire quelle parole arrossì di botto.
-Siii il mio fratellino ha centrato il giusto obiettivo –disse facendo un segno d’approvazione
-Uh prima che c’è lo dimentichiamo! È arrivato questo pacco per te dall’Italia…- si rincorda all’improvviso la madre
-Dall’Italia?- Chiese Sana chi mai conoscesse in Italia… infondo cerano così tante cose che ancora non sapeva di lui e non vedeva l’ora di scoprirle
-Sarà sicuramente di un mio amico- ipotizza Akito
- è di Leo??? quel ragazzo è proprio stupendo –Nats afferma occhi sognanti a forma di cuoricino
Akito lo apre e trova un best of di Vasco
-Ah quel ragazzo non demorde!- afferma divertito il ragazzo
-?- Lo guardano tutti con aria interrogativa così lui chiarì
-Nulla insiste che ascolti questo cantante dice che parla della vita come non fa nessuno…
-Ora andiamo sul serio, non spuntatemi con altre cose che avete dimenticato di rifermi in questi due giorni!-
-Okay- rispose mogia la madre…
-Grazie per ospitalità – li ringraziò andando via
-Sana torna a trovarci, mi raccomando- la invitò kaoru
-Ci farebbe piacere rivederti- afferma fuyuki
-Anche a me farebbe piacere, sono stata benissimo grazie- gli rivolse un sorriso sincero e grato
-Aki trattala bene è stata approvata- urlò infine Natsumi e Akito diede un’ultima occhiataccia verso sorella e uscirono dall’abitazione

***
 

I due salgono in macchina, Akito mise in moto la macchina e prima di partire le chiede.
-Ti dispiace se metto questa compilation che mi ha regalato un amico?
-No No tranquillo, fa pure è un regalo di compleanno, ascoltiamolo- rispose sorridendo
Così Akito mette play e parte e così anche il cd, il cantante ha una voce roca…
-Chi è questo?- domanda Sana che già al primo impatto capì che chiunque fosse non era il suo genere
-Un certo Vasco, il mio amico Leo sta in fissa e mi ha detto di ascoltare le sue canzoni, dice che esiste almeno una sua canzone che parli di un tuo vissuto, che riuscirai a rispecchiarti sempre nelle sue parole… e cose così. Io non ho mai avuto il tempo di cercare o interessarmi al farlo a sentire qualche suo e pezzo e a quanto pare ha voluto provvedere che lo ascoltassi, senza che io trovassi qualche scusa, così avrà deciso di regalarmelo per il compleanno.
-Beh allora sfrutta questo viaggio- gli sorride pur non apprezzando ciò che le sue orecchie udivano
Inizia la seconda canzone
-Ma che lingua? Non capisco un h!- esclama infine Sana, non capiva che diavolo dicesse quel cantante, non capiva in quale lingua stesse cantando, sicuramente non era né giapponese né inglese.
-È italiano- le rispose chiarendo così i suoi dubbi
-E tu lo capisci?- chiese curiosa la ragazza
-Abbastanza l’ho studiato come materia facoltativa, sempre sotto consiglio di questo mio amico italiano
Comincia la terza canzone…
-Mmm ti dispiace se metto le cuffie?- chiese infine la ragazza… ormai stufa di ascoltare qualcosa che non le piaceva per nulla.
-Perché?
-Perché non capisco un h, non mi piace la voce del cantante…. Cioè non ha senso che l’ascolti se non capisco una parola di ciò che dice, non ti offendo?-
-Tranquilla non mi offendo, non c’è nessun problema metti pure le cuffie -e si trattene dal riderle in faccia era troppo buffa mentre esprimeva la sua sincera opinione. Dalla sua espressione era chiaro che ciò che ascoltava poco prima non è che non gli piaceva, gli faceva proprio schifo.
Poco dopo che la ragazza indossò le cuffie parte una canzone che si dissocia un po’ dal genere che aveva sentito prima…


Quanti anni hai, stasera
Sai che non lo so, bambina
Forse ne ho soltanto qualcuno, qualcuno più di te
Ma è la curiosità, che non so più cos'è


 
Quel giorno in cui ti ho conosciuta, non sapevo quanti anni avessi, credevo di avene solo qualcuno più di te,
ma quella passione mi ha travolto, ed è come se quella curiosità
fosse sparita perché ceravamo solo io e te,
e quella futile la domanda sull’età era passata in secondo piano…
e forse se non facessi questo mestiere non sarebbe nemmeno così rilevante”


 
Quanti anni hai, stasera
Quanti me ne dai, bambina
Quanti non ne vuoi più dire
Forse non li vuoi capire
Ti ho pensato sai stasera


 
“Forse non volevamo capire quanti anni ci differenziavano, forse anche tu me ne davi di meno…
forse abbiamo solamente visto oltre ad un numero anagrafico,
che ogni volta sono solo con te, scompare…
forse non li abbiamo voluti capire…
Da quella sera del nostro primo incontro non ho fatto altro che pensarti, prima di rincontrarti seduta in quel banco,
ero convinto che avessi una ventina d’anni invece sei poco più di una bambina,
una bambina cresciuta troppo infetta,
ora lo so.”

 
Finisce la canzone e ne inizia un'altra
 
“Okay Leo aveva ragione questo cantante sembra che conosca i pensieri più profondi di te stesso, è facile ritrovarsi tra le sue parole … parla di sentimenti comuni e semplici senza artifizi quello che canta è la verità della vita. 
Forse posso comprendere il perché gli piaccia questo cantante, un punto per te amico.
Oh Sana, questo cantante che tanto non apprezzi ha parlato di noi e tu questo nemmeno lo sai…
chi sa, se chi stai ascoltando tu ti sta scavando dentro come quest’uomo ha fatto con me…”

Il viaggio continuò tra sguardi, sorrisi, pensieri e riflessioni....

 
***
 

Usciti dall’autostrada si avvia verso il quartiere dove abitava Sana, per accompagnarla a casa. Una volta arrivati nella sua via accosta e scende per accompagnarla alla porta.
-Senti Sana…
-Si?- con un tono speranzoso
-Gli ultimi giorni sono stati una realtà parallela, dobbiamo tornare al nostro accordo, okay?
-Cosa?- tutto si aspettava fuorché quella richiesta
-È sbagliato, lo sappiamo entrambi
Una lacrima solitaria le percorre il volto e così gli diede le spalle per poi domandargli con voce tremante -e questo che vuoi?-
-Sì-
-Okay. Lei infila la chiave nella serratura per rientrare, lui le ferma il braccio, la tira a se e la bacia. Fu un bacio casto, un bacio che aveva il sapore di un addio.
Per poi allontanarsi è correre via in macchina, mentre lei appoggiava la sua mano sulla bocca per sentire più inteso quel contato che vi era appena stato.

 
"Mi hai chiesto di dimenticare ... di nuovo... ma come posso farlo?...
il mio cuore va a mille e richiama il tuo nome ....


Sta volta non dimentico!"



 
 
To be continue...



 
* L'amore esiste - Francesca Michelin
* Formidable - Stromae
* Quanti anni hai – Vasco Rossi


Nota: Ciao tati e tate come state??? Perdonate il mio enorme ritardo, ma sono stata distratta da:
Il caldo non mi faceva stare al pc a scrivere (non vedo l'ora che torni il freddo... il caldo proprio non lo reggo)
Così mi sono messa rivedere la mia serie preferita per la milionesima volta, leggere un libro che amo letteralmente, il concerto dei The Kolors (Stash ha una presenza scenica che lascia senza parole e ho avuto la fortuna di incontrarli e posso dirvi che sono dolcissimi!) e
...soprattutto la news che ha fatto battere a mille all’ora il mio cuore, un mio sogno si è avverato Kodocha è tornato *^*
in Giappone è uscito un nuovo capitolo e non vedo l’ora di leggerlo. Se volete vedere le prime immagini che ci sono arrivate potete vederle nel mio profilo
(Lully McCartney Kurata)
Tornando alla storia (dopo un mese c’è l’ho fatta) eh eh che mi dite? Molti attendevano con ansia ciò che è accaduto in questo capitolo… ovvero il secondo bacio. Per come avevo impostato la bozza iniziale, doveva avvenire prima, ma stavo affrettando troppo così ho rimandato fino ad ora. Devo dire che mi piace che sia successo in questo modo e a Sayama *^* voi cosa ne pensate???
Per la suoneria impostata per Nao ho scelto formidable: uno perché io la vedo adatta a lui...cioè c’è lo vedo Nao con sottofondo sta canzone ahhaha e poi qualcuno non aveva apprezzato la scelta musicale dello scorso capitolo, quindi lei immagino che apprezzerà che ho scelto una cover che ha eseguito il suo briga…ahhaha
L'amico di Akito che gli regala il cd di Vasco è una citazione/omaggio a una storia e in particolare a un personaggio che amo un sacco. Leo è un personaggio di una fanfiction su Kodocha (Wonderwall ), impossibile non apprezzarlo se siete obiettivi!  Per omaggiare la mia sensei e questo personaggio mi sono sforzata di parlare bene di Vasco!!!... che io…. Ehm non mi piace e non ho una bella opinione… quindi spero che non si noti troppo... ovviamente Sana la pensa come me, se no sarebbe stata una cosa non troppo lontana da me aahahha
Parlare bene di Vasco vedetela come una forma di ringraziamento, perché davvero questa autrice mi aiuta un sacco ogni volta che sono bloccata o in crisi quindi grazie! Spero che apprezzerai :*

Volevo ringraziare ogni singola persona che mi segue e chi mi ha recensito nei capitoli precedenti ^-^
Sapete,nei momenti di crisi o di blocco leggere i vostri pareri e commenti mi aiuta un sacco...
Mi spronate un sacco grazie grazie grazie GRAZIE
Per una come me che si blocca ogni due per paranoie e incertezze, leggervi è davvero una carica per me!
Nella mia scorsa storia non so quante volte vi ho ringraziato ma voglio continuare a farlo, perché senza di voi davvero non riuscire a trovare la forza. Vi adoro!!!!!!!!!!! Siete la mia forza!  Grazie per esserci


Un saluto alle mie tre bellixime spice grazie per colorare le mie giornate, siete fantastiche!
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 – Determinazione o esitazione ***


Nel capitolo sono presenti due canzoni che fanno da colonna sonora al capitolo. per ascoltarle andate infondo al capitolo nella parte appunti e cliccate sul titolo




Capitolo 8 – Determinazione o esitazione



Akito era arrivato alla conclusione che quel sentimento nato dentro di lui fosse sbagliato e quindi non poteva relazionarsi con lei, andava contro a qualsiasi norma sociale. Così prese questa, da alcuni punti di vista una drastica, scelta.
Eppur in quei giorni aveva ceduto fingendo che quella realtà fosse una parallela che quei momenti non fossero legati alla realtà, ma era un sogno che ora doveva rimanere solo un bel ricordo nulla di più…

Certo era facile parlare e dire che in sostanza di dimenticare e far finta che non fosse accaduto nulla tra loro… ma è successo! Ed era quasi certo che se le stava accanto, non avrebbe potuto resistere dal compiere un’ulteriore sciocchezza e cadere in tentazione di ciò che il suo cuore continuava a mormorare.

In passato mai aveva patito un forte conflitto interiore per qualcuno, forse perché nessuna era riuscita a scalfirlo, anche se in molte avevano provato a entrare nel suo cuore, ma tutte avevano miseramente fallito.Invece quella ragazzina buffa, chi sa come, chi sa con quali stratagemmi… ci era riuscita.

In quel momento pensò che la loro storia fosse stata vittima di un sortilegio e per salvarla da ulteriore dolore, ha preferito allontanarla, anche se questo lo straziava…
Si era innamorato di una sua studentessa era sbagliato e lui lo sapeva, ma il suo cuore no.
Più pensava a lei e alla sua scelta e più si domandava a come poteva vederla domani e far finta di nulla?
La risposta era sempre la stessa:

Non poteva!

 
***



Nao la mattina come al suo solito passò a prendere Sana a casa, era un’abitudine che aveva preso ormai da tempo innumerabile, inizialmente per evitare a Sana di arrivare in ritardo a scuola, quella ragazza era una ritardataria nata ma con questo metodo riusciva a evitargli qualche sanzione per ritardi. E successivamente lo faceva principalmente per passare ulteriore tempo con lei.
Oggi quel ragazzo era persino in anticipo rispetto all’orario stabilito tra loro, forse era dovuto al fatto che secondo i suoi standard nell’ultimo periodo la vedeva poco, per non parlare del week non passato insieme come invece erano soliti fare, quindi era ansioso di rivederla.

Il ragazzo suonò e alla porta si presento una Sana con gli occhi gonfi e lividi dal pianto… era sicuramente un segno che aveva passato la notte in lacrime, lo superò e s’incamminò in silenzio verso scuola, mentre lui la seguiva fedelmente
.
Il ragazzo la osservava in silenzio e non poteva negare a se stesso che era preoccupato, al telefono sembrava che si fosse ripresa del tutto da quella delusione che le aveva causato la madre, eppure era in quello stato… così si fece coraggio e le domandò con discrezione: -Sana… hai pianto?
-È così evidente?
-Si, Sana che ti è successo ? sai che puoi sfogarti con me ogni volta che ne senti il bisogno… lo sai!
-Si lo so ma non è nulla, è sempre la solita storia, sempre per mia madre- mentì, ma era la sua unica opzione.
-Al telefono sembravi che ti fossi ripresa da quella bastonata, sembravi così spensierata e felice…
Sana si sentì trafitta al cuore nel pensare com’era felice nel momento in cui lui l’aveva chiamata, si fermo un secondo e un attimo che ebbe elaborato strinse i pugni e prese la forza di rispondere -eh si grazie alla signora Shimura mi ero risollevata... - poi sono tornata in quella casa e mia madre non è ancora tornata e non mi aveva lasciato un messaggio, niente di niente e non mi sono sentita amata da lei ancora una volta – questa non era del tutto una bugia, infondo la faccenda della madre era vera!
-Oh Sana non so quante volte te l’avrò già detto, ma tua madre non ti merita e non merita che tu soffra così tanto per lei!
-Lo so ma è pur sempre mia madre!-

I due continuarono a camminare verso scuola discutendo sulla madre, peccato che le sue lacrime sta volta non erano rivolte alla madre…


 
***


 
I due arrivano a scuola si sistemarono nei loro banchi, i seguaci di Nao si avvicinarono al banco come di consuetudine la campanella suonò e diede inizio alle lezioni.
Alla prima ora avevano storia e poi ci sarebbe matematica.

L’unica cosa a cui pensava, mentre la professoressa spiegava la lezione era:
Come sarà rivederlo nel suo ruolo? Come sarà vederlo freddo e distaccato? Come sarà il momento in cui incrocerà i suoi occhi con quelli di lui?
Cinque minuti e la campanella suonerà e darà fine a quella noiosa lezione di storia.
Durante quell’attesa aveva una morsa allo stomaco dovuta all’ansia di quel momento, mentre Nao l’osservava pensando che temesse un’interrogazione alla lavagna di algebra.
Povero ingenuo… la ragazza stava pensando tutto tranne che la materia.


 
***



Suona la campanella ma la prof non si schioda dalla cattedra e continua quella noiosa spiegazione. Storia era una materia che per fortuna Sana andava bene, ma la professoressa era alquanto soporifera, quindi tutta la classe aspettava la fine dell’ora, ma la prof non accennava a smettere!
Forse non aveva sentito la campanella, qualcuno avrebbe dovuto chiederlo.
Così il valoroso Gomi si alzò in piedi e interruppe la professoressa.

-Profffffff! È l’ora di matematica!
-è suonata la campanella da minimo cinque minuti- aggiunse Ivan
-Ah non ve l’ho detto? Ho quest’ora di supplenza, e quindi sto approfittando per andare avanti con il programma.
E Sana confusa alzò la mano e chiese- Il prof Hayama è assente?-
-Sì, si è dato malato-
-E quando torna?- chiese allarmata Sana
-Non m’interessa! E l’unica cosa che deve interessare a voi, sono le dinamiche della seconda guerra mondiale e non gli affari privati di noi professori. Appena starà bene, tornerà! Ora continuiamo senza ulteriori interruzioni!-

Sana a sentire quella risposta si preoccupò e se si volesse allontanare da lei a tal punto di lasciare la scuola? O che lei le avesse attaccato qualcosa…?

Se stesse male, si sentirebbe in colpa di averlo contagiato con il suo breve malanno… se fosse l’altra opzione, si sentirebbe ferita, triste ma sempre in colpa perché a causa sua rinuncerebbe a quel lavoro desiderato.
Nella permanenza a casa Sayama, Natsumi le aveva spifferato qualche informazione e una di queste era il fatto che Akito volesse fare l’insegnante da tempo e quando fu preso per questo lavoro, l’aveva visto entusiasmato come non l’aveva mai visto prima…
Quindi sperava con tutta se stessa sia per lei che per lui che non volesse rinunciare! Stava quasi sperando che fosse assente per un leggero malanno.


 
***

 
Il ragazzo effettivamente stava male, nulla di fisico, aveva solamente un mal d’amore.
Aveva bisogno di tempo doveva recuperare il lume che il solo guardarla svaniva nella nebbia. Doveva trovare la forza in se per distanziarla, per star lontano da colei che inconsciamente amava.
Così si era preso un giorno di mutua, aveva bisogno di star solo, di stare lontano dalla tentazione del suo cuore.

 
***
 
Sana invece non poteva far a meno di pensarlo e nel farlo non riusciva a vederlo come un suo insegnante, pensava suoi baci, alla sua vicinanza, alle sue parole... quello che sentiva per lui era infinitamente moltiplicato a ciò che credeva di provare per Nao, lui era un amico e ora le era chiaro, mentre Akito era molto di più.
Non riusciva a pensare che quei sentimenti che sentiva fossero così sbagliati, infondo se lui non facesse questo lavoro, nessuno ci verrebbe nulla di male. Infondo avevano solo sette anni di differenza, poiché tra cinque mesi ne compirà diciotto, quindi non li trovava così tanti... e lei stando con lui non vedeva così tanta differenza.
Nel soggiorno a Sayama chi li vedeva non li guardava in modo strano, pensando che non dovessero stare insieme perché lui era più grande, né i passanti, né la famiglia di lui.

Pensava per la concezione che ha lei dell’
amore che non era sbagliato stare con lui.
Perché l’
amore non vede l’età
L’
amore non ha barbiere sociali
L’
amore è cieco
L’
amore non vede se sei bianco o nero
Il
cuore non sa se siamo piccoli o siamo grandi, il cuore sente*
L’
amore si prova quando due cuori si trovano e cominciano a battere all’unisono, cosa ne sanno loro delle complicazioni che impone la società.
Loro
sentono e battono, senza badare al resto.


 
***

 
Finite le lezioni come al solito Sana e Nao fanno la strada insieme, una volta che i leccapiedi di Nao si sono dissolti… e i due rimangono soli, Nao tenta di risollevarle il morale proponendole un’uscita, anche perché era tanto secondo i suoi standard che non stavano insieme fuori dai muri scolastici.

-Sana oggi ti va di andare al cinema, è uscito un film molto divertente
-Ehm Nao mi piacerebbe, ma come ben sai è giorno di ripetizioni ….

 
"Sempre che lui venga…”
 
-Ma non puoi saltarne un giorno? Hai bisogno di svagarti!
 
Ed io voglio passare del tempo con te, ultimamente passi più tempo con il tizio delle ripetizioni che come me”
“NO, soprattutto oggi ho bisogno di vederlo di parlargli….
Anche se dubito che verrà, dato che si è assentato da scuola… figuriamoci se viene da me…”


 
-Vorrei ma…- stava per rispondere a Nao, quando riceve un messaggio
 
da: Akito

Kurata
Oggi niente ripetizioni


 
“Mi ha scritto questo significa che sta bene, ma che non mi vuole vedere… il primo messaggio che ricevo da lui ed è così freddo così distaccato ….”
 
Delle lacrime cominciarono a colmargli gli occhi e lei si butta tra le braccia di Nao per aver un conforto.
-Sana che hai?- domandò preoccupato nel vederla con quelle lacrime improvvise.
-Nulla, andiamo al cinema… ho bisogno di non pensare
Il ragazzo era in pensiero, ma sperava che con la sua presenza avrebbe ritrovato il sorriso.



 
***


 
I due ragazzi vanno a vedere il film Baciati dalla sfortuna*
Sana entrando in quella sala, aveva deciso di lasciare fuori ciò che la preoccupava, era da tempo che non si lasciava abbattere così come le era accaduto in questa settimana prima per sua madre e ora per colui che le ha rubato il cuore.
 E ora aveva bisogno di estraniarsi dalla propria vita e ridere e quel film era proprio un toccasana. Oltre ad essere un film divertente, c’era anche il bel Chris Pine a metterla di buon umore.
Nao vedendola ridere e presa dal film si rasserena. Era bello vederla ridere soprattutto se lo stava facendo per una sua idea, in sua compagnia!
Odiava vederla triste e odiava la signora Kurata. Forse odiava più la madre di Sana che suo padre!
Alla fine del film quando ci fu una scena effettivamente romantica, Nao nel vedere quella scena prese la mano di Sana.
Sana a quel gesto ebbe uno strano brivido percorrere la schiena che la rese tesa.
Si domandava il perché di quel gesto, che voleva trasmettergli ? che le era accanto o aveva un significato differente? Se una volta sperava che ci fosse di più in ogni suo gesto… ora sperava il contrario, perché il suo cuore aveva preso un'altra rotta.
Finito il film Nao ritrasse la mano e appena le luci si accesero si poteva benissimo notare che il ragazzo era paonazzo in volto.
Sana con una scusa, si dileguo da quel momento imbarazzante per entrambi, affermando un – Devo andare in bagno- e si allontanò.



 
***

 
Una volta che Sana uscì dal bagno entrambi si comportarono come al loro solito, era tutto normale o quasi.
Appena fuori dal cinema Nao le propose -Ti va di mangiare a un fast food?
-Certo, è tanto che non lo facciamo

“A dire il vero vorrei andare a casa, perché mi hai messo a disagio per quella stretta anomala alla mano… ma non mi va di stare sola … meglio il disagio che i miei timori, su!”
 
Vanno a magiare Sana ordina un hot dog e patatine mentre Nao un’insalatina e un toast.
Sana inizia a parlare del film, sperando così facendo di non finire in un discorso che la mettesse a disagio.
Finito di mangiare, Nao dal galt’uomo qual è la accompagna a casa.

-Grazie per la bella giornata, mi ci voleva !- gli rivolse un sorriso
-Di nulla sono felice che ti abbia risollevata!- ricambiò il sorriso
-Ciao a domani- lo salutò aprendo la porta.
-Ciao Sana- e gli molla un bacio sulla guancia, anche se era molto vicino all’angolo della bocca, lui si stacca, lei fa un sorriso di circostanza ed entra in casa.


 
***

 
Ora era a casa e mille pensieri la travolsero, come ogni volta che si ritrovava sola… cosa che accadeva molto spesso…
 
“Nao oggi mi ha dato impressine che per lui ci sia del altro per me, qualcosa che va oltre all’amicizia….
Mentre per me non è più così… magari è stata una mia impressione,
magari ho viaggiato come ho fatto con Akito…
con lui ho sperato che ci fosse qualcosa che vada oltre a quel week, ma forse non è così’”


 
Sana si butta nel letto…
- ti stai arrendendo?
-dovrei sono stata una stupida …
-Sana che stai facendo? Vuoi darti per vinta e perdere l’unica cosa che ti rende davvero felice?
-No
-Allora combatti per ciò che senti, ti ha lasciato libera, allora tu si libera di riprendertelo usando tutti gli stratagemmi immaginabili

-Hai ragione coscienza farò così !!!


-Oh mio dio, sembro matta a parlare da sola…. Hahahah tutto perché non ho un’amica che mi aiuti per i problemi di cuore hahaha mi sa che un giorno o l’altro impazzirò ahahha
Ora è meglio che mi metta a dormire prima che impazzisco del tutto




***

 
Giorno seguente Sana va a scuola sperando di ritrovare Akito in classe, se no, avrebbe trovato un modo per precipitarsi da lui.
Entra in classe con Nao, come sempre, e al suonare della campanella lo vede entrare, un sospiro di sollievo la travolse.
-Giorno- afferma il prof Hayama entrando
Gli alunni si alzano in piedi fanno il loro saluto di ruotine al prof e si risiedono.
A quel punto Sana alza la mano e Akito, essendo in classe non può ignorala così le diede la parola –Dica Kurata-
-Sta meglio? Ieri ci hanno detto che stava male-

Ad Akito si scaldò il cuore nel sentire di come lei si fosse preoccupata per quel finto giorno di malattia…ma no, non doveva intenerissi, non poteva cedere!
-Kurata sto bene, tranquilla non vi contagerò, con nessun germe che non sia collegato alla materia
-Meno male- sospirò lei con una mano sul cuore e un sorriso che colpì l’insegnate, lei lo guardava dritto negli occhi e lui per un istante ricambiò prima di distogliere esitando lo sguardo dal suo…


-Kurata cerca di fare la carina, per perdere un voto meno disastroso del solito aahahahhah – fece una battuta Gomi, il giullare della classe.
Akito nel sentirlo lo fulmina con gli occhi come se vuole incenerirlo. E prima che potesse rimproveralo come si deve, Nao si alza in difesa e si scaraventa verso “l’amico” perché odiava chi si burlava della sua Sana.
-Non provare a dire mai più una cosa simile! Lei è carina di suo lei, è sempre così con tutti! Non la conosci quindi smettila di dire fesserie o te la vedi con me!- affermò con rabbia spingendolo per terra e poi dargli un pugno.
Akito vendendo quella scena è costretto a mandare Nao in presidenza, anche se sta volta si trovava dalla parte di Naozumi, ma il suo ruolo non glielo permetteva, così manda il ragazzo dritto in presidenza.


 
***

 
E il preside venuto a conoscenza dell’azione di Nao, fu costretto a chiamare il padre di Naozumi il quale con qualche parola convinse il preside a non dargli alcuna sospensione perché avrebbe provveduto lui a punirlo. Dopodiché manda uno dei suoi assistenti a prelevarlo da scuola in anticipo.
L’assistente del signor Kamura condusse il ragazzo in ufficio, lo fece accomodare in una sala riunioni vuota e dopo mezzoretta entra il padre livido in volto dalla rabbia.
-Naozumi, tu sei un Kamura, è inaccettabile che attacchi un tuo compagno a lezione! Che ne sarebbe del mio buon nome?… tua madre non sarebbe fiera di un simile comportamento!
-Ed invece lei lo sarebbe!- afferma il ragazzo convinto della propria affermazione
-Come osi darmi torto?  a quanto pare hai bisogno di maggior disciplina, ti ho dato fin troppa libertà. Da oggi in poi dopo scuola verrai qua e lavorerai in ufficio finché non imparerai a come ci si comporta nel mondo degli adulti! – Una volta comunicata la sua decisione, si diresse fuori dalla stanza.
-Lei sarebbe fiera- mormora il ragazzo mentre il padre chiude la porta della sala dietro di se.

 
“Me l'ha detto lei che bisogno difendere chi su ama,
e che quando provi amore il resto non conta, tutto è giustificabile se fatto per amore.

A volte mi chiedo che ci abbia trovato lei in uno come mio padre…”





***


 
Dopo aver mandato Nao in presidenza, la lezione iniziò.
I compagni erano alquanto allibiti dal comportamento di Nao, ma in fondo loro sapevano che se qualcuno toccava in qualche modo Sana, Nao reagiva sempre in modo esagerato, ma non credevano che l'avrebbe fatto persino a scuola.
Per non parlare dello sguardo che aveva avuto il loro prof, sembrava che li avrebbe inceneriti all’istante, quindi erano tutti alquanto intimoriti.
Mentre Akito spiegava alla classe Sana cercava i suoi occhi, ma lui fuggiva dall’incrociare il suo sguardo, perché sapeva che se avesse esitato un solo momento, non sarebbe riuscito a reggere il gioco del starle lontano.
Amava quella ragazza e si sarebbe accontentato di guardarla, senza che lei se ne accorgesse, perché era meglio così per lei.
Sana stava svolgendo un esercizio o per meglio dire stava fissando il foglio bianco, non perché non sapesse cosa scrivere, visto che glielo aveva spiegato lui nelle ultime ripetizioni che le aveva dato ma perché nella sua testa c'erano tutt'altro che formule algebriche…

E proprio in quei momenti che lei guardava il foglio che lui la poteva guardare, si sarebbe fatto bastare quegli istanti.
 
I feel a little ashamed (now) Mi vergogno un po' adesso
I’m in a state of trance (now) sono in uno stato di trance
don’t know why she’s stuck in my (mind) non so perché lei è fissa nella mia mente
it is something I really can’t (decide) è qualcosa che davvero non riesco a decidere


“Ogni volta che la guardo, mi ritrovo in uno stato di trance come se in questo mondo esistesse solo lei,
mi vergogno di quanto la amo e di quanto il mio atteggiamento possa sembrare ambiguo al di fuori.
Ma è la cosa migliore, io non sono il ragazzo adatto a lei... e lei non è giusta per me.
Più cerco di non pensati e più sei fissa nella mia mente,
è qualcosa che nonostante la mia decisione non riesco a impedire.”



she drives me mad as a hatter lei mi fa diventare matto da legare
Being in love she’s not the right girl Sono innamorato, lei non è la ragazza giusta
she’s not the one I was looking for, yeah…non è quella che stavo cercando
I was looking for, yeah… che stavo cercando  
Come on!! She’s 17 years old! avanti! lei ha solo 17 anni!
she’s not the one I was looking for, non è quella che stavo cercando
it’s another way of being in love! Yeah! è un altro modo di essere innamorati!



“Potrei diventare matto per ciò che sento e che dovrei non sentire per lei,
ha solo diciassette anni non dovrebbe star con me.
Lo so eppure non posso non cercare un altro modo di essere in innamorati,
forse un amore platonico è l'unica soluzione.

Fuggire da te, dal tuo sguardo, dal tuo cuore... è l'unico modo!”


***

 
Finite le lezioni, tutti gli studenti fanno ritorno verso casa…. Tutti tranne una perché Sana aspetta al muretto fuori dall’edificio scolastico che Akito esca anche lui dopo aver sbrigato le sue pratiche da professore.
Appena esce la nota subito, ma con determinazione le passa accanto e le dice -oggi niente ripetizioni- senza nemmeno voltarsi un secondo verso di lei e va dritto per la sua strada…

 
When you meet my eyes Quando incontri i miei occhi
I never look down, never look down - you do io non guardo mai in basso, mai in basso, tu lo fai

 
-Perché ?! - afferma la ragazza vedendo quell’atteggiamento
E lui la ignora e continua a camminare
-Perché mi fai questo!- sente la sua voce rotta e si ferma e si strinse i pugni, per trovare la forza e il coraggio riprendere a camminare, senza votarsi verso di lei. Mentre si allontanava con un'unica certezza, le stava spezzando il cuore con quell’atteggiamento, ma non aveva altra scelta.




 
***

 
Sana torna a casa in lacrime… l’aveva ignorata totalmente! Sentirlo e vederlo così distante e indifferente dopo quel weekend era una martellata al cuore…
Il tempo di posare lo zaino e che senti dei passi e un istante dopo le apparve sua madre davanti.
-Sanuccia sei contenta? Sono a casa! -Disse abbracciando la figlia

La signora Kurata era contenta così, senza notare l'umore della figlia, iniziò a raccontare – Sai è stato un bel viaggetto, siamo rimasti più del previsto perché era proprio un bel posto! L’hotel era qualcosa di spettacolare per non parlare delle terme che vi erano dentro, mi sono propri rilassata e poi il mio amoruccio è stato divino, una sorpresa dopo l’altra!-
Misako si guarda in torno così interrompe il racconto per chiedere alla figlia una cosa che per lei era importantissima

- Un momento … Sanuccia perché è tutto in ordine? Perché non è tutto sotto sopra?-
-Perché dovrebbe essere in disordine?
- Si!!!! Sana in queste occasioni devi organizzare party selvaggi. Non sono in molti ad avere il privilegio di avere casa libera, saresti la ragazza più popolare della scuola se avessi fatto una festa o mi avresti dato ascolto!- la riproverò.

-Mamma… come faccio ad attirare l’attenzione di un ragazzo che m’ignora? – chiese quasi disperata per la prima volta nella sua vita, ha pensato che forse avrebbe dovuto dar retta alla madre… Infondo lei aveva conquistato tutti i ragazzi che le interessavano… quindi si era detta: perché non tentare?
-Awwwwwwwwwwww tesoro non ci credo mi stai chiedendo un consiglio? Pensavo che questo giorno non sarebbe arrivato- afferma euforica saltellando dalla gioia.
Poi un attimo dopo si ferma e s’incupisce per via di un pensiero che l’era passato in testa – un momento Kamura t’ignora?-
-No, non è Nao!-

La madre la abbracciò e la prese in braccio facendola girare -Non sai quanto mi rendi felice!!- poi la mise giù la guardò interessata e le chiese –Allora chi è? È un tuo compagno di scuola?-
Non seppe bene cosa rispondere ma poi si decise di dirle -È nella mia scuola…- senza specificare alcun dettaglio.
-Uuuuh Bene!!! allora so come fare!-
Aveva uno sguardo di chi aveva appena avuto un’idea diabolica in istante dopo si tuffa in camera di Sana mentre le urla -Lascia fare a me !-


Poco dopo esce dalla camera con una divisa di Sana si dirige nel vano lavanderia e mette la camicia in lavatrice ad acqua calda… molto calda-
Mentre con la gonna la tagliò di un po’ di centimetri… un bel po’ di centimetri.
Poi prende Sana e la fa sedere e inizia a farle qualche trattamento di bellezza sopracciglia, unghie, pulizia viso e la mandò a letto presto.

 
***
 
La mattina seguente la madre la sveglio e la truccò e le sistemo i capelli. Dopodiché la incitò a infilare la divisa che le aveva preparato.
Sana si mise la divisa, si guardò allo specchio e rimase colpita la camicia le è attillatissima, i bottoni sul seno sono ben triarti, ma le avvolgeva la figura in modo davvero provocante… la gonna è cortissima, non ne aveva mai indossata una così corta… e il trucco non è pesante ma leggero che la valorizza, i capelli pilastrati ma con due boccoli che le cadevano sulle spalle.
Mentre era ancora davanti allo specchio ad ammirare l’immagine riflessa, la madre, fiera della sua opera d’arte, si avvicina le sbottona un paio di bottoni.
-Mamma… mi vergogno!- si sentiva decisamente poco vestita con quella gonna mine e quella camicia attillata e ora fin troppo sbottonata!
-Vuoi attirare l’attenzione di quel giovanotto o no? -
La ragazza annui con la testa, così la donna continuò -Per prima cosa devi attirare l’attenzione di tutti gli altri e vediamo se t’ignora, quando tutti parleranno di te e guarderanno te!


 
***


 
Nao come ogni mattina suona e quando Sana apre la porta, lui rimane a bocca aperta da tanta bellezza… poi la squadra da capo a piede e arrossisce di botto.
-Vai a vestirti!- disse spingendola in casa!

 
“Non voglio che venga a scuola così ….
Tutti si accorgerebbero di quanto è bella e….. sexy”
arrossisce ancora a quel pensiero

"oddio non l’avevo mai vista in veste sexy
e figuriamoci se riuscirò a tenerli a larga da lei o che la ignorino ancora…
ora che la vedranno così… bella”

 
Spunta da dietro Sana la signora Kurata che afferma - è vestita e sta benissimo, quindi muovetevi ad andare a scuola!-
Sana cammina tenendosi la gonna, per paura che una follata di vento la sollevi anche leggermente.
Si sentiva in enorme imbarazzo non era da lei vestirsi così e si vergognava parecchio ma oggi a scuola si sarebbe comportata come la madre le aveva detto e insegnato.

-Perché ti sei vestita così ? - domandò un imbarazzato Nao
-… mia madre…- disse come scusa
-Aaaaah tua madre non può mandarti a scuola così perché le gira-
- Sto così male?- chiese intimorita…
-No, tutt’altro…-
- Non mi faranno nulla… molte vestono così per andare a scuola…
- Tu però non sei: molte…
La ragazza sorrise – Lo so… grazie-
Nao a vedere quel sorriso perse un battito
-Sai credevo che dopo il tuo atteggiamento di ieri, ti avessero sospeso come minimo!
-…mio padre…-diede come spiegazione
-è intervenuto?-
-Già, ma ho ricevuto una punizione peggiore di una sospensione
-Quale?
-Lavorare per mio padre finché secondo lui non saprò vivere nel mondo degli adulti
-Condoglianze!
Arrivati a scuola Sana dice a Nao che deve andare in bagno, alla prima lezione avevano matematica così aspetta che la campanella suoni e dopo cinque minuti si avvia verso la classe


 
***


 
Intanto in classe arriva Akito e sta per iniziare a fare l’appello quando non vedendo Sana e si preoccupa, temeva o per una ricaduta o che a causa del suo atteggiamento del giorno precedente l’avesse ferita al punto che non si sarebbe presentata a scuola.
Così domandò -Kamura, Kurata dove sta?
-Perché me lo chiede? –rispose con un tono risentito, probabilmente lo riteneva colpevole della punizione che gli era toccata… se il giorno precedente non l’avesse mandato dal preside, a lui non toccherebbe passare ogni pomeriggio nell’ufficio del padre.
Akito stava per rispondergli una cosa del tipo siete culo e camicia, quando si apre la porta e…
-Scusi prof, c’era la fila in bagno!

I ragazzi rimasero a bocca aperte, Akito vedendo come le stavano ammaliati si gira e rimane anche lui folgorato…
Stacco di bambe, camicia attillata che la designava, viso lucente e il profumo che tanto ama che accompagnava l’oscillare dei capelli mentre si avviava al posto
I got no fear to lose non ho paura di perdere
What if you do? che fa se tu ne hai?

 
-E chi pensava che sotto sotto Kurata non è poi così sfigata… quando vuole… -afferma Gomi, per poi si zittirsi ripensando alla reazione di Nao il giorno precedente.
 
Akito cerca di non badarci, e inizia la lezione ma lei fa a posta ad attirare la sua attenzione accavallando le gambe o sporgendosi dicendo che non vedeva…
Akito a un certo punto non regge più, lo stava a dir poco provocando e dice – Kurata venga un attimo fuori con me-
E Sana sentendolo fa un sorriso di vittoria!
Una volta fuori e lontani da occhi e orecchie indiscrete -Perché ti sei vestita in questo modo?
-Perché non le piace prof?- afferma facendo una giravolta
Akito distoglie lo sguardo e riosponde -Non sei tu!-
-Però ora mi parli…-
-lo hai fatto per me?-
La ragazza annuii -e cosa dovevo fare? di punto in bianco te ne esci con quella frase e poi m’ignori ed io dovrei starci tranquillamente? NO
-Sana, te lo detto, non è giusta questa cosa che c’è tra noi….
-Ma mi hai privato anche della tua amicizia….
-è più facile…tagliare tutti i ponti..
-Non privarmi della tua amicizia, ne ho bisogno- lo supplicò
-E tu non vestirti più così a scuola o devo mandarti in presidenza, lo sai…e non voglio

 
If you break the rules se infrangi le regole?
I'm waiting for your card sto aspettando la tua carta
But you're hesitating, you're hesitating - don't you?
ma tu stai esitando, esitando, è così?
 
-Okay se oggi vieni a farmi ripetizioni
-Non posso Sana…
-Allora d’ora in poi mi vestirò sempre così
Alla fine si arrese -Okay… ci vediamo alla solita ora-




 
To be continue …


 

* Il cuore non sa se siamo piccoli o siamo grandi, il cuore sente - Bautista a Luisana – chiquititas 2000 (adoro questa coppia e questa serie da matti e questa citazione per me era troppo adatta a questa storia)
*
Baciati dalla sfortuna- è un film del 2006 con Chris Pine e Lindsay Lohan (film molto bello e soprattutto divertente ve lo consiglio... chi sa dirmi perché ho scelto proprio questo film? ahhaha)

*
Sweet Sixteen – The Kolors (Ho sostituito il sedici con il diciassette perché Sana nella mia storia è un diciassettenne e non sedicenne. Questa è la mia canzone preferita dei Kolors sarà che questa canzone mi ricorda tanto questa storia… la sento come se fosse la colonna sonora di questa storia… probabilmente inserirò altri pezzi nei prossimi capitoli… poi ha un sound finghissimo)
*
It's Up To You – The Kolors (questa canzone tra tutte era quella che più sottovalutavo ma poi ho letto il testo ed era adattissima a questo capitolo)



 
Nota: Ciao raga, scusatemi sono riuscita ad aggiornare solo ora!!! Dopo un mese e mezzo… ma è stato un mese e mezzo in cui avevo un umore strano… e non avevo voglia né di scrivere né di leggere… Spero che questo capitolo non sia un disastro su tutti i fronti… ma ero un bel po’ arrugginita… appena pauso un po’ mi sento sempre non all’altezza hahhha perché temo di fare passi indietro.
Va beh torniamo alla storia
Lo scorso capitolo Akito vi ha fatto alterare tutte ahahahaahah non immagino che mi direte di questo!
Allora che mi dite Nao vi era mancato?
Grazie a Kodocha , StellinA003 , Francesca91 , Lunaby , Lolimik , g_love_a , ShinRan4862 e _miky_
Leggere i vostri pareri mi ha dato molta carica per rimettermi a scrivere… sto periodo mi sono allontanata da efp perché ero di un umore strano … distante da tutto… perfino nella scrittura  e quindi se un giorno non mi fossi messa a rileggere i vostri commenti non avrei avuto la forza di mettermi a scrivere il capitolo. L’inspirazione c’era mancava la determinazione e me l’avete trasmessa voi grazie, un grazie ad ognuna di voi!
Grazie anche a chi ha inserito la storia tra Preferite/Seguite/Ricordate
Grazie anche a chi legge soltanto
Grazie anche ai The Kolors per essere la mia musa
Un saluto alle mie spice… perdonatemi se nell’ultimo periodo c’ero poco, ma ho un umore di merda lo so….
 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 – L’ora delle strategie ***


Capitolo 9 – L’ora delle strategie




Sana dopo scuola si fiondò a casa, non vedeva l’ora di …vestirsi, si era sentita fin troppo nuda conciata in quel modo. per tutto il tempo in cui non aveva davanti Akito, la ragazza si era sentita fortemente a disagio nel essere agghindata in quel modo, un conto aver un obiettivo e far di tutto per portarlo a termine.
Un altro è quando quell’obiettivo non è più nel tuo raggio visivo e realizzi di non sentirsi a proprio agio in quella veste… fidatemi della mia parola, non è affatto piacevole.
E quel giorno si era ritrovata persino grata del fatto che quel giorno Nao fu prelevato dagli assistenti del padre subito dopo le lezioni per condurlo in ufficio, quindi non fu rallentata da conversazioni e cose così… non era in vena di convenevoli voleva solo arrivare più in fretta possibile a casa.
Quello stesso pomeriggio Akito sarebbe venuto nuovamente da lei a darle le ripetizioni, con quel trucchetto di oggi era riuscita a convincerlo… e ora Sana era determinata a non farlo fuggire, non gli avrebbe permesso di allontanarsi da lei anche come amico… anche se per lei, lui era molto più che un amico e questo le era chiaro.
Magari una volta recuperato l’amico poteva puntare al qualcosa in più… ormai la moderazione non sapeva più cosa fosse…. Forse aveva trovato finalmente qualcosa che aveva ereditato da sua madre.

 
***


-Sanuccia bentornata… allora com’è andato in piano?- chiese la donna nel vedere rincasare la figlia
La ragazza sorrise e rispose -Il piano ha funzionato, grazie mamma – e distinto abbracciò sua madre e le ripete - grazie!- tra le sue braccia.
Non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva abbracciato sua madre, forse perché era arrivata a un punto che non aveva più esigenza di farlo… non sentiva da tempo un’intesa con lei da molto tempo…ma per una volta si sentiva in sintonia con la madre, un’intesa che avevano forse solo quando era piccola … e così abbracciò senza pensarci, e poco dopo Sana si staccò da lei.
Chi l’avrebbe che uno dei sistemi di sua madre, l’avrebbero aiutata un giorno. Sana decisamente non era mai stata di quest’avviso… eppure...
-Lo sapevo è un metodo infallibile!- rispose entusiasta la donna per poi donarle una delle sue perle di saggezza: - Ricorda figliola la seduzione e la gelosia sono la chiave per il cuore di qualsiasi uomo!-

 
“Forse questa cosa non è poi tanto assurda…. È bastato così poco per farlo smettere di ignorarmi…. Ma che mi prende!!!! Da quando concordo con le folli teorie di mia madre?! Meglio che vado a cambiarmi!”
 
La ragazza entra nella sua stanza si tolse quella mini divisa e si mise una maglia a maniche lunghe nera e un paio di jeans stretti.


 
***

 
Alla solita ora Akito si ritrovò difronte al cancello di casa Kurata, a dire il vero era un po’ a disagio… non credeva di riuscire a comportarsi in modo professionale restando solo con lei… né tanto meno che Sana si sarebbe accontentata di una normale lezione… ma non ha potuto proprio rifiutare… l’idea che lei si presentasse vestita così a scuola solo per provocarlo non gli andava. Un conto sarebbe se si sentisse a proprio agiò in quel modo… ma per quanto conosceva la ragazza, si era vestita così solo per lui, non per lei e non per attirare gli sguardi dei bavosi compagni di scuola.
Non poteva permetterle di sacrificarsi solo per dargli noia… in qualche modo la ragazza aveva compreso che quegli atteggiamenti e tutto il resto lo avrebbero ingelosito o quanto meno infastidito. E aveva colpito nel segno, non voleva che la guardassero in quel modo per colpa sua… Beh sì anche lui era stato colpito al suo fascino… ma sentiva che non era lei, e lui amava sana per quella che è senza nessuna costruzione.
Il ragazzo si fece coraggio percorse il breve vialetto e suonò poco dopo ad aprire la porta fu la signora Kurata.
-Ciao zuccherino, accomodati - disse e poi alzando il tono - Sanuccia indovina chi è arrivato? – compiaciuta facendogli strada verso la stanza della ragazza.

 
Il ragazzo inizialmente pensò  :
 “Bene, c'è la signora Kurata… sicuramente non si sfocerà oltre al legame professionale con lei in casa” 
 
Fino a che non la osservò bene… ed era vestita per uscire… così per togliersi ogni dubbio -sta molto bene signora, deve uscire? –
La donna sentendo l’affermazione, prende Akito per un orecchio – Non chiamarmi signora! Misako o signorina capito Zuc-che-ri-no ? – la donna aveva l’espressione da finta serena…. Ma il tono era parecchio minaccioso
- Si si- rispose quasi intimorito
“Questa donna non è normale”


- Bene-afferma mollandogli l’orecchio poi fece come nulla fosse e rispose alla sua domanda - si devo uscire con il mi amoruccio-
“Mai una cosa che vada del verso giusto” pensò mentre si massaggia l’orecchio.
Sana apre la porta della sua stanza, aveva appena finito di vestirsi, e si ritrova la madre in compagnia di Akito e lui nota con piacere che Sana era decisamente più vestita della mattina ma quei jeans… le donavano parecchio.
In quel momento si udì un suono di un claxon, che lo distrasse dai suoi pensieri.
-Oh baby… io devo andare, il mio amoruccio è arrivato! Sanuccia, non mi aspettare alzata! Ho grandi piani stasera!- parlò per poi dirigersi verso l’entrata una volta di fronte alla porta urlò -by bye divertitevi-

I ragazzi entrano in stanza e siedono alla scrivania, superato il momento spiazzato di vedere la madre di Sana così… poco curante… non si era ancora abituato…
Affermò -allora iniziamo?
Lei annuisce, anche se in realtà avrebbe voluto parlare d’altro… e non di matematica.


***

 
Poco dopo Akito le stava spiegando un teorema.
-Per eseguire il seguente teorema, devi svolgere quest’operazione….
-Non posso- afferma all’improvviso Sana
-Cosa?-
-Dobbiamo parlare! Se non parliamo, non riuscirò a concentrarmi!-
Ecco ciò che temeva che sarebbe accaduto… ma fece finta di nulla e rispose -Mi pare che non abbiamo nulla da chiarire-
-Tu lo chiami nulla? Passiamo un weekend intenso dai tuoi ci uniamo ulteriormente, o credi che io parli a tutti della mia situazione con mia madre? E poi ci baciamo, e non sono stata solo io a baciarti ma ci siamo baciati, più di una volta… tutto procedeva bene, ero pronta a qualsiasi cosa per affrontare ciò che c’era tra noi… Ma tutto mi aspettavo fuor che un: facciamo finta che non sia accaduto nulla per seconda volta! Perché sai una cosa? Io non riesco a dimenticare!
-Non sei l’unica- ammise inaspettatamente il ragazzo.
- Allora perché m’ignoravi?- chiese stupita da quella risposta.
-Era l’unico modo per tenerti lontana e tentare di dimenticare ciò che c’è stato tra noi…
-Perché cercavi di dimenticare ciò che è successo?, se è capitato, è perché doveva accadere!-
-Sana quello che c'è tra noi è sbagliato, io sono il tuo professore e le relazioni tra un'insegnate e uno studente sono altamente proibite, non deve accadere!-
-Lo capisco, e capisco le tue motivazioni e il tuo ragionamento ma….-
-È sbagliato, non posso star con te-
 “anche se lo vorrei”

 
-Okay, accetto questa tua decisione- affermò in segno di arresa, aveva compreso che se avesse insistito sarebbe stato vano ma volle mettere una condizione avrebbe smesso di insistere sull’argomento soltanto se…. Così aggiunse - ma non ignorarmi più restami almeno amico… io con te sono felice, come forse non lo sono mai stata, stare con te mi fa bene -
Sentendo quelle parole ad Akito si scaldò il cuore e non poteva negargli quella richiesta -D’accordo saremo amici nulla di più, facciamo questo però facciamo un patto: niente baci, o salta anche l’amicizia-
-Patto fatto – la ragazza sorrise mente incrociò le dita dietro la schiena
Akito si ricompose e le ordinò -Ora mettiti a svolgere il teorema-


***

 
I due ragazzi continuarono con la matematica finché non arrivò l’ora di cena…
- Signorina, sei proprio una capra nella mia materia, ti ci sono volute tre ore per capire il giusto procedimento!-
-Eh già io e la matematica non siamo fatti della stessa pasta – affermò chiudendo il libro esausta
-Ora è meglio che vado…- affermò il ragazzo alzandosi dalla sedia
-No dai, resta per cena !- lo trattene per la manica della camicia.
-Non mi sembra il caso di rimanere …- disse distogliendo lo sguardo

 

But you could spend some time with me tonight ma potresti trascorrere un po' di tempo con me stasera
I can make your heart beat fast  posso far battere veloce il tuo cuore
Why don’t you just make me try?  perché non mi dai una possibilità?
Boy, i’m chasing you tonight  ragazzo, ti darò la caccia stasera

 
-Ti prego resta… quando dice così, non torna fino al giorno dopo…-
-A maggior ragione! - prese la valigetta
-Sono sempre sola… in questa casa … vuota. Che… - finse che si stava intristendo con quel discorso e non prosegui, lui nel vederla così…avrebbe voluto accettare ma non poteva!
-È poi normale invitare un amico a cena- motivò la ragazza ma lui pareva ancora incerto sul da farsi…
Non vedendo una reazione decisa da parte del ragazzo sfoderò l’ultima carta -Se resti, manganeremo sushi, dai rimani con me!-
-Hai detto sushi?- come aveva nominato quell’alimento aveva tutta la sua attenzione
La ragazza annui con un sorrisino e non poté non notare quella reazione.

“Bingo, grazie Natsumi”
 
- ….ehm okay- e così il ragazzo accettò l’invito.
Per lui era già difficile dirle di no prima… ma ora che aveva inconsciamente tirato fuori il suo punto debole. Non era proprio incapace di dire di no, non riusciva a dire di no al sushi…. Della serie: toglietemi tutto ma non il mio sushi.
-Oh che bello sono felice che resti con me!- abbraccio il braccio dove teneva la valigetta e la prese per poi metterla in un angolo.
In intanto nella testa di Akito regnava solamente: 

 
“Sushi… ️ ️ ️ 

-Mmm lo devi ordinare, perché se vuoi, ti posso consigliare un negozio, dove li fanno ottimi e sono anche convenienti-
-Non ti preoccupare li ha portati mia madre, appena tornata dal lavoro – i due vanno in cucina e lei tirò fuori il pacchetto con il sushi e lo mostrò ad Akito. -Toh, guarda-
-Omg quelli sono dei sushi di alta classe, sono carissimi e iper deliziosi, li ho assaggiati solo una volta alla mia laurea- a vedere quella scatoletta Akito gli vennero fuori gli occhi a cuoricino e sembrava posseduto da una fan girl.
Sana lo guarda divertita per poi delucidarlo –Ah ma davvero? Non lo sapevo, mia madre me li porta sempre quando in ufficio glieli offrono.
-Ma che lavoro fa tua madre??? - oltre al fatto che non riesce a immaginare quella donna che lavora, sarà per il suo modo di fare eccentrico…. Voleva conoscere il lavoro in cui venivano offerti il sushi più caro e prelibato del Giappone… per il sushi sarebbe tentato persino di cambiare lavoro.
-Lavora in un’impresa importante, affiliata ma concorrente a quella della famiglia di Nao, lei scrittura delle cose… per esser sincera non mi è ben chiaro cosa faccia di preciso hihihi a volte credo, mi convinco che il suo lavoro sia rimorchiare ahhahaha-
-Affiliata ma concorrente?-chiese leggermente confuso.
-Si boh, non ci ho mai capito un gran che, sicuramente so che sono concorrenti su alcune cose, forse è per questo che mia madre odia tanto Nao e la sua famiglia, ma affiliate perché su certe sezioni non concorrono … comunque non saprei spiegarti meglio di così …perché non mi ha mai detto nulla di specifico su ciò che fa…. Il poco che so è quello che mi ha detto lei e qualche informazione che mi ha passato Nao…ma boh.
-Tu e tua madre non avete mai fatto dei discorsi seri…-
-Si capisce così tanto ?
-Da ciò che ho intuito io… si-
La ragazza scoppiò in una breve risatina per poi affermare -Va Beh ora mangiamo che è meglio…


 
***


I due ragazzi una volta a tavola aprirono la propria porzione di sushi
Mentre stavano mangiando, Sana notò come Akito mangiava il sushi e non poté non costatare di come si gustasse ogni singolo pezzo, non c’era la voracità nel mangiare come aveva avuto la scorsa volta con la pizza…
-Hihihi sei particolare, sai?
-Perché?- disse fermandosi un attimo dal deliziare il suo grande amore
-La pizza la divoravi con famelicità, mentre il sushi lo stai mangiando come se fosse la cosa più preziosa al mondo-
La sua espressione pareva dicesse: 
love sushi
-Sembra quasi che stai facendo l’amore con quel cibo come in Shokugeki no soma
-Hey mi ascolti? – disse tirandogli una martellata in testa con il suo fidato martelletto.
-Scusa è troppo buono! Possiamo parlare dopo? Ora non riesco a concentrarmi su nulla che non sia il sushi
-Ma stavo parlando di sushi! –disse allontanandogli il piatto
-Intendevo dal mangiarmi il sushi – si riprese il piatto
La ragazza sbuffo 

 
“Il piano mi si è ritorto contro è più ammaliato dal quel pesce crudo che da me…. !!!!
Cosa aveva detto mia madre prima di uscire… ah sì, seduzione e gelosia chiamano le attenzioni di qualsiasi uomo!
Bene proverò ad ascoltare nuovamente mia madre.”



 
Cominciò a trafficare sopra a una mensola in alto, molto in alto; che si mise in punta di piedi, ma ancora non ci arrivava l’orlo della maglietta si alzò un po’ e agitava il suo didietro in modo da attirare l’attenzione, come le aveva insegnato in passato la madre… in questo momento forse sarebbe stata fiera di lei, mentre Sana se si fosse vista si sarebbe in giro da sola.
Lo sguardo del ragazzo fu attirato ma cercava di fare l’indifferente… quando nella sua testa:

 
But now she’s making her way (down) ma adesso si sta facendo strada
But that just makes me wonder, (wonder, wonder) Ma questo mi fa domandare
I’d love to see what’s under, (under, under) se mi piacerebbe vedere cosa c'è sotto
those skinny jeans around her (around her, around her) quei jeans attillati che la avvolgono
she drives me mad as a hatter (hatter, hatter) lei mi fa diventare matto da legare

 
 
“Aaaah ma lo fa apposta?
così facendo si fa strada dentro di me il desiderio di vedere sotto quei jeans attillati che la avvolgono,
quei jeans le stanno così bene che mi fa diventare matto.

E questi non sono decisamente pensieri che un professore deve avere per un’alunna e che nemmeno un amico avrebbe…
È ufficiale mi farà diventare matto ma devo controllarmi…”
 
Intanto si avvicina da lei da dietro e le prende l’oggetto che non riusciva a prendere.
-Ecco – lei si gira e i due sono a vicinanza ravvicinata, i due erano troppo vicini e la chimica si stava azionando quando Akito si allontanò di colpo e si risedette al tavolo per evitare di rompere il patto che poche ore prima avevano fatto.

 
“C’ero quasi”
 
Mentre la ragazza avrebbe fatto di tutto per fargli rompere quel patto.
 
“Passiamo alla prossima carta!”

-Ti dispiace se faccio una chiamata?
Il ragazzo scosse la testa mentre continuava a deliziarsi con il sushi.

-
Hey Nao, com’è andata la punizione?
. . .
Ah già immagino che tortura deve esser stata
. . .
Mi dispiace
 . . .
Beh tu cerca di assecondarlo così la punizione finirà prima
. . .
Beh certo
. . .
Ahahahaha
. . .
Beh chiamavo solo per vedere se era tutto okay
. . .
Di nulla
. . .
Si si tutto bene
. . .
Sì una noia ma sopravvivo
. . .
Ahahha già, lo so
. . .
Ahhahah va beh dai ti saluto tra poco inizia un film che voglio vedere
. . .
Siii ahahha
. . .
Dai a domani kiss smack smack
 – gli mando un paio di baci finali e poi la ragazza agganciò.
 
Akito nel sentire la sua chiamata con Nao si sentiva infastidito, anche se non aveva il diritto di esserlo ma si sa il nervo della gelosia colpisce sempre un cuore innamorato, anche se non si vorrebbe, anche per la più minima cosa.


 
***

Il ragazzo che finito il di cenare, affermò -Ora vado… - si era proprio irritato aveva pensato tutto il tempo doveva proprio chiamarlo?, fatto sta che dopo quella chiamata era diventato più glaciale.
-No dai resta, ci guardiamo un film – propose lei
-Non mi pare il caso-
Dai- lo prese a braccetto e poi guardarlo sbattendo le ciglia e lui di fronte a quella vicinanza e a quella faccina da cucciolo, cedette e accettò.
Possibile che con un semplice battito di ciglia lo abbia convinto? Non riusciva proprio a dirle di no eh?
Forse stava diventando anche lei un suo punto debole… ma non dovrebbe.

-Dai ci vediamo questo film- affermo mostrandogli la guida tv 

 
“A me non attira ma su internet dicono che piace ai ragazzi”


Can’t keep pretending non posso continuare a far finta!
Well, it’s just so frustrating beh, è così frustrante
If I ever tol you the truth? mi prenderai in giro se ti dicessi la verità?
I feel stupid, if i keep on lying to you mi sento stupida, se continuo a mentirti


 
 
I due ragazzi stanno guardando un film d’azione, lei lo aveva scelto per convincerlo maggiormente a restare, se avesse scelto una commedia romantica, temeva che avrebbe convinto ulteriormente ad andarsene.
Come la volta precedente i de ragazzi erano nel letto della ragazza a guardare la tv, a Sana quel film non piaceva affatto, così si addormentò sulla sua spalla e poco dopo anche lui si assopisce.
Per il ragazzo quella era stata una giornata pensante, forse era stanco più per la tensione che le aveva procurato la ragazza che giaceva al suo fianco, piuttosto che la giornata in se.
Appena Akito apre gli occhi, notò che la stava stringendo a se e vide il suo viso a poca distanza, sentiva il profumo che ormai aveva imparato ad amare e non resistette le annusò i capelli. E aveva quel profumo che la contraddistingueva, dolce albicocca Kurata.
La guardò mentre la teneva stretta a se, era proprio bella, non poteva mentire a se stesso, lui era il primo che non riusciva a scordare i momenti trascorsi insieme.
Quel viso candido quelle labbra rosse e questa volta non resiste alla tentazione e la baciò, sperando che lei non se ne sarebbe accorta.

 
Please Per favore
Can you tell me what to do? puoi dirmi cosa fare?
I just fell in love with you mi sono appena innamorato di te
but i just need a sing from you! ma ho bisogno di un segnale da te!
I can fake it,but you’re gonna face the truth posso simulare, ma tu affronterai la verità


 
Ma qualcosa più forte delle sue vane speranze, fece che lei a quel contatto aprì gli occhi e si svegliasse…
Ovviamente lui non se lo aspettava, se no non lo avrebbe fatto mai fatto… aveva appena infranto il patto, che lui stesso aveva imposto e aveva messo da parte ogni remora al riguardo… sperava che lei non si svegliasse, che non si accorgesse ma così non è stato… Aveva ceduto a quella dolce tentazione e ora doveva affrontare le conseguenze!
Mentre Sana per tutta la serata aveva atteso un suo segnale, lei aveva finto di accettare il patto… ma perché lei era innamorata di lui e aveva bisogno di un segno da parte sua per fargli affrontare la verità, in altre parole che non possono essere amici, quando si nutre quel sentimento.


 
Yes i’m wasted, cause i’m way too young for you sì, sono sprecato, perchè sono troppo giovane per te
But you could spread some love love love for anyone ma tu potresti dare il tuo amore, amore, amore a chiunque
One one one for anyone uno, uno, uno, uno qualunque

 

Lui dice che è sbagliato quello che c'è tra loro, che era troppo giovane per lui, che potrebbe dare il suo amore a chiunque ma Sana sceglierebbe sempre Akito.
Così quando lui disse -Meglio che vado – e tentò di alzarsi l’intento di fuggire, Sana glielo impedì poggiando le mani sul petto e di tutta risposta lo baciò, un bacio che pretendeva che lui restasse.
Akito non si aspettava che lo baciasse, ma sentendo l’intensità del bacio della ragazza forse doveva lasciarsi andare anche lui, infondo era ciò che il suo cuore gli ordinava…

***
 
Il bacio si faceva sempre più intenso, le mani vagavano, i loro sensi iniziavano a pulsare, lui s’insinuò sotto la camicia di lei, per poi staccarsi dalle sue labbra subito dopo.
-Forse è meglio frenare un attimo …- si stava spingendo troppo oltre
-Già corriamo un po’ troppo…-
-Senti questo sign…- la ragazza lo interruppe appoggiando un dito sulle labbra del ragazzo intimandogli di zittirsi e continuò lei.
-Questo significa che devi smettere di allontanarmi quando non vuoi farlo, pensando sia meglio per me e sai una cosa io non voglio! Quando sono con te sono felice, come non lo sono mai stata! Non voglio che mi allontani!
-Ma…-  Akito tentò di motivare ma Sana lo interruppe nello stesso modo.
-So che stai per dire, ma io credo che se il mio cuore ti ha scelto, non è sbagliato quello che provo per te.
-Sarà complicato, tu meriteresti di meglio che st…- la sua ragazzina buffa lo interruppe per la terza volta nella stessa maniera.
-Io mi merito te… tutte le complicazioni posso accettarle, se in cambio potrò avere questi momenti di luce nella mia grigia vita-
-Oh Sana -la baciò. Akito non riusciva a credere quanta forza avesse e quanta fiducia avesse in quel sentimento, più stava con lei e più gli era chiaro che quella ragazzina buffa avrebbe trovato la forza per affrontare le complicazioni che la loro relazione comporterà.
Dopo che il loro lungo bacio terminò Sana prese la parola -So, che ne vorrai parlare ancora… ma facciamolo domani, ora si è fatto tardi e domani abbiamo scuola….-
-Già forse è meglio che vad…- Sana lo interrompe nuovamente, ci stava prendendo l’abitudine a farlo
-Mi piacerebbe che restassi a dormire qui… vorrei dormire tra le tue braccia, sempre che ti va?
-Certo, solo dormire…vero?-
-Che strane idee ti stavi facendo?? Ovvio solo dormire!-
-Nessuna davvero – disse tra le risate
Tra qualche risata e qualche bacio, i due si addormentano l’uno tra le braccia del altro…
 
 

***



La signora Kurata quando rincasò era l’alba le cinque e quaranta circa, come sua abitudine aprì la porta di Sana e la vede dormire serena stretta tra le braccia di Akito….
  
 


 
To be continue...

 
 
*Love - The Kolors (ho cambiato girl con boy per adattarla al testo della mia storia)
Sweet Sixteen - The Kolors
** p.s. sta volta non sono riuscita a mettere il link delle canzoni scusate




Nota: Ciao tesoruccci, sono stata contagiata dalla mia Misako hahah, come va? Io congelo.
Non so voi ma da me fa un freddo che brrr, sto freddo in questa stagione è anomalo… ma in tutto questo c'è un'unica cosa positiva è che con il freddo riesco a stare molto più tempo al pc, visto che mi racchiudo sotto le coperte, e quindi riesco a scrivere di più del solito, ho già pronta la bozza del prossimo capitolo per esempio, quindi non dovrebbero esserci lunghe attese.
Con questo tempaccio ho iniziato anche storie nuove, era tanto che non arricchivo la mia casella del profilo delle storie seguite, combinare aver una mazza da fare e nessuna delle storie che seguo aggiorna e mi ritrovo a iniziare nuove storie. Sperando poi che quando non avrò tutto sto tempo morto non aggiornino in sincrono e poi rimango indietro… solitamente ho sta sfiga hahahah quando ho tempo io nessuno aggiorna, quando non ho tempo tutte aggiornano.
Va beh parliamo del capitolo che è meglio!
La cosa dei sushi di alta classe che costano un casino e che te lo puoi permetterti il lusso di comprarlo solo in occasioni importanti, non me lo sono inventata l’ho visto in delle anime... ora però non ricordo quale… ma va beh.
Poi mi sa che sta diventando ufficiale e la colonna sonora principale di questa storia sono e saranno i The Kolors m’ispirano un casino e sono talmente azzeccate come testi che pare che Stash conosca lo svolgimento della mia storia ahahhhahhaha voglio un altro cd con altre canzoni!! Due cd non bastano !!
Voglio sapere le vostre opinioni!! Su questa serata, su Sana, su Akito, ... Io ho le mie, nonostante lo abbia scritto io avrei da ridire su certe cose… hahahhahha ma l’ispirazione è andata da questa parte e ho dovuto assecondarla…. Quindi mi aspetto qualche critica su questo capitolo, quindi sono pronta ad ascoltare qualunque cosa avrete da ridire.
Mi piacerebbe sentire qualche ipotesi sul finale! Tanto ho già scritto quindi non mi condizionate.
Il prossimo capitolo vorrei riuscire a pubblicarlo o il 12 per il compleanno di Akito o per il mio anniversario d’iscrizione su questo sito quindi il 16… vediamo un po’ come gira.

Va beh mi sto dilungando come al solito… quindi vi saluto e ci leggiamo presto.
Vi mando un bacione enorme e 
grazie a tutti voi che seguite la mia storia ❤️
P.S. Per farvi due risate vi svelo la mia bozza iniziale per la cena :
-mangeremo sushi
-sushi?
-sushi
"I love sushi"
"Grazie sushi"

 
 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Questo è amore? ***


Capitolo 10 - Questo è amore?


 
Nella società c’è l’ideale che la dimostrazione del vero amore sia l’atto di condividere maggior confidenza con la persona amata avendo un rapporto intimo.
Credo invece che la manifestazione più sincera e intima dell’amore sia dormire insieme, l’uno tra le braccia del altro.
Perché il sesso lo si fa anche senza amore, basta attrazione... C'è persino chi lo fa per rancore o per un recondito secondo fine, per lavoro o per convenienza. Infatti molti subito dopo il fatto in sé, si dividono o se si addormentano c’è sempre uno dei due prima che l’altro si sveglia che scappa in punta di piedi.
 
Ma ormai andare a letto con qualcuno di cui non si prova nulla è al ordine del giorno. Quindi forse non è l’atto in se a definire un intimità tra due persone ma il modo, dal dormire insieme e dal risveglio.
 
Ma dormire insieme a qualcuno, non lo troverai lo stesso piacevole con chiunque, molte volte si è a disagio, o scomodi...
 
Mettiamo che è inverno, fa freddo nonostante il riscaldamento e tu cerchi solo un po’ di calduccio sotto le coperte ma il tuo partner si appiccica a te, con i suoi piedi che a te paiono due blocchi di ghiaccio…
Se in quel momento non trovi un modo di staccarti da quei ghiaccioli e trovi comunque un lato positivo. Che sia questo l’amore?
 
È estate, nella sua fase più calda, quando i termometri si alzano fino ad una temperatura inverosimile, c’è così caldo che ti sembra di essere sul set della pubblicità della Nestea e dalla tua bocca ti esce solo un : Antò fa caldo*
Il caldo ti esaurisce, manca quasi l’aria da quanta umidità c’è, stai facendo letteralmente una sauna gratuita nel letto da quanto stai sudando, eppure riesci vedere il bello di quella situazione, che vi amate a tal punto che non riuscite a non star vicini. Forse è questo l’amore?
 
Quella sera c’è un po’ di fresco, in notti così, la coperta diviene la tua migliore amica. Ma la persona accanto a te si gira ed inconsciamente si appropria di tutta la coperta e tu invece di innervosirti e tirare a strattoni alla coperta ti appicci a lei visto che sentivi il bisogno di una fonte di calore. Questo è amore?
 
Se c’è amore riesci a sopportare qualsiasi cosa e dormire serenamente con quella persona, se così non fosse ti sveglieresti stravolti, con le occhiaie e un diavolo per capello.
Se c’è amore riesci a sopportare queste piccole cose, perché sei con quella persona se non ami queste piccole cose forse finirebbero per non risultarti tanto piccole e porterebbero a un litigio o comunque a un allontanamento dal letto.
 
Ma se c'è amore o comunque un forte sentimento sopporti tutto persino calci, gomitate e quant’altro perché la tua ragazza è irrequieta e tu non riesce a star ferma un secondo e tu riesci comunque a dormire adattandoti al suoi movimenti.
E quest’ultima è proprio la situazione di che sta sopportando questa notte Akito eppure non aveva mai dormito così bene sarà la presenza di lei che gli infonde serenità nonostante fosse di per se un terremoto. Mi direte deve nutrire un forte sentimento per lei per schivare i vari colpi dormendo
Ma anche Sana ha sopportato qualcosa di poco piacevole, okay Akito non aveva problemi gastrointestinali ma un problema che... per molte donne è un gran problema che o le tiene sveglie tutte le notti o finisce per cacciare il compagno dalla stanza... Un concerto notturno di ruggiti...
Ebbene sì, Akito russava giusto un pochino... eppure Sana non si è infastidita e ciò non le aveva turbato in sonno...
Non è facile dormire con qualcuno e dormire bene nonostante tutto ma se è la persona giusta ci riesci e dormi pure serenamente, forse perché ti senti protetta e a casa tra le sue braccia
Questo è amore? chi lo sa...
 
 
***

 
Le prime luci del mattino si fecero larghe tra le piccole fessure delle persiane, e Sana aprì gli occhi e vide un casco dorato nel cuscino a fianco gli accarezzò i capelli e si avvicinò fino ad appoggiare le sue labbra su quelle del ragazzo. A quel tocco il ragazzo aprì gli occhi e rimase senza parole.
Lei disse buongiorno dolcemente staccandosi di qualche millimetro dalle sue lebbra
Lui risponde con un -buon dì- abbracciandola stretta a lui per poi baciarla un'altra volta... Più intensamente.
I due si guardarono nei occhi e si sorrisero dolcemente.
Girando leggermente la testa Akito scorse l’orologio, erano le 07.15!
Akito si alzò di scatto esclamando; merda!!! Perché la sveglia non è ancora suonata?-
-Io non molto mattiniera ed abitando abbastanza vicino al liceo ho la sveglia impostata alle 07.23...-
-Merda, non faccio in tempo ad andare a casa a cambiarmi…ho lezione alla prima ora...-
-Mi dispiace- Sana si incupì leggermente sentendosi incolpa
-Non ti preoccupare non è colpa tua, avrei dovuto discuterne con te ieri, quando acconsenti di rimanere-
-Puoi usare il bagno dei tizi di mia madre, in quel bagno c'è tutto il necessario... Rasoi, schiuma da barba, deodoranti da uomo ecc.. Meglio di nulla...-
-È già tanto!... Se no, mi presenterei a scuola come un barbone! -
Lui si doccia, sbarba e si riveste, mentre Sana si doccia e si sistemò nel l’altro bagno-

 
***


Dopo di che i due andarono in cucina e Sana si meravigliò vedendo che la colazione per due pronta sul tavolo e in mezzo trovarono un bigliettino, così i due lo lessero.
 

Buon giorno belliximi *^°^*
Zuccherino, Sanuccia ^,^
Avete dormito bene vero? A me sembrava proprio di sì, eravate così dolcini...
A proposito di dolci, vi ho preparato la colazione...spero sia di vostro gradimento.
Ma non vi azzardate a svegliarmi per ringraziarmi, perché vi sbrano vivi...
Bacio88 dalla mamma più bella, giovanile e divina del universo!
Xo xo xo xo


 
-Oddio ci ha visti! - Akito inizio a balbettare pensando a le varie conseguenze -potrebbe farmi perdere il lavoro o denunciarmi o....-
Sana lo interruppe -No, tranquillo lei non è il tipo... Penso che se avesse voluto denunciarti o altro ti avrebbe urlato di tutto quando ci ha visto insieme e ti avrebbe cacciato di casa a calci in culo...- sghignazzò a quel pensiero... Ma lei non è una madre come tutte le altre…
-Decisamente.... Però sarà comunque un bene parlarci-
-Okay... - Sana a guardo la tavola e sorridendo - sai erano anni non mi preparava la colazione-disse felice
Lui notò quanto era raggiante mentre lo constatava...gli era chiaro che la madre di Sana era assente come genitore…-


 
***


 
Akito bevve il caffè con qualche biscotto e appena fini disse - Ora è meglio che vada… -
-Già è meglio che non incroci nessuno, poi tra un po’ dovrebbe passare Nao, quindi...
-Kamura ti passa a prendere tutte le mattine?- chiese un pizzico di fastidio
-Si è il mio angelo custode... Vedi molte volte io spengo la sveglia e mi riaddormento se non arrivasse Nao a buttarmi giù dal letto avrei una sfilza di ritardi e assenze-
-Capito...-
-Ora è meglio che vai perché se no, rischi di incrociarlo d’avvero-
-Dopo scuola dobbiamo parlare…
-Certo, ci vediamo dove ci siamo scontrati-
 
Si diedero un bacio veloce e poi aprì la porta e disse -Ci vediamo a scuola prof-
Akito si incamminò verso scuola e per fortuna non incrociò nessuno.


 
***



Cinque minuti dopo Nao suonò alla porta e Sana aprì immediatamente e il ragazzo si stupì e quando notò che era già pronta, si stupì nuovamente.
-Non ci credo.... Ti hanno rapito gli alieni sei davvero tu Sana?
-Hahhah sono io amico mio- gli mise un braccio nella spalla e con energia si incamminò fuori, trasportandolo quasi dal suo entusiasmo.
Sana era visibilmente allegra e piena di energia quella mattina, solitamente a quell’ora Sana è uno zombi da trascinare ma oggi era diverso, anche ieri era sveglia ma era stata una conseguenza dell’ideona della madre di farla conciare in quel modo, per fortuna era tornata alla normalità... Non gli sarebbe piaciuto che Sana iniziasse a presentarsi a scuola come ieri... Ringraziando dio, ieri si era trattenuto dal mangiare vivo qualcuno che allungava troppo lo sguardo... Anche perché non poteva rischiare di ricevere un’altra punizione.
Nao era davvero curioso di scoprire ciò che la resa così pipante così si fece coraggio e domandò : Sana ti vedo molto raggiante oggi, ti è successo qualcosa di bello che non mi hai ancora raccontato?
 
“una? No, molte e soprattutto grazie ad Akito... Ma questo non posso di certo raccontarlo! Ah sì gli racconterò quest’altro:”


-Si, sai mia madre mi ha preparato la colazione-
-Wao, allora capisco il tuo buon umore… sono felice per te! - espresse visivamente felice per lei.
-Grazie sai è così strano ed insolito che ancora non mi pare vero! Forse ho sognato ad occhi aperto…


 
***



I due ragazzi arrivarono a scuola, si sedettero al proprio banco e attesero insieme ai altri compagni l’arrivo del professor Hayama.
Sana e Akito quella mattina erano emozionati per ciò che stava nascendo tra loro ma Akito non poteva negare a se stesso che vederla tra i banchi insieme ai suoi studenti lo turbava... ciò che sentiva era contro ogni etica e sapeva che era sbagliato ma ormai c’era dentro fino il collo.
 
Akito iniziò la lezione spiegando una nuova esecuzione di un problema.
-Che noia- sussurrò Ivan
-Già, la matematica è davvero soporifera- rispose Gomi -Voi che ne pensate? - disse sporgendosi in avanti dove stava il banco di Sana e Nao
-sssssssh sto seguendo- disse Sana
Sentendole dire ciò, a Nao le cadde la mascella....non riusciva a credere alle proprie orecchie Sana che seguiva con attenzione una lezione di matematica... La guardò ed era proprio concentrata, stava prendendo persino dei appunti! A quella scena Nao era tentato di chiedere al professore di porla in infermeria, ma si contenne.

 
 
***


 

La campanella suonò e segnò la fine della lezione, Akito prese le sue cose e andò verso il varco della porta, prima di uscire incrocio lo sguardo di Sana cosa che fece sorridere la ragazza.
Nao approfittò del cambio d’ora per chiedere a Sana del suo improvviso interesse. - Da quando questo interesse per le lezioni di matematica?
 
“E mo’ che gli rispondo? Non posso certo digli che ora mi devo applicare perché voglio che le ripetizioni diventino finte ripetizioni e fare altro quando sto con lui invece che studiare... Sta barba... Se mi applico a scuola, a casa con lui sprecherò meno tempo... Okay Sana fatti venire in mente una versione censurata del piano”
 
-Sono stufa di studiare matematica pure dopo scuola… e ho pensato che se mi applico di più a scuola forse riuscirò recuperare e potrei riavere i miei pomeriggi.
- Sana ogni volta riesci sempre a stupirmi.... È un ottima idea...spero che riuscirai nel tuo intento.
Da quando ti hanno imposto ste ripetizioni noi non riusciamo più a vederci fuori dai orari scolastici...ed ora ci si è messa pure la punizione in ufficio di mio padre… - disse infine seccato
- E lo so... Non pensare che mi faccia piacere... Ma non posso farmi bocciare... e dividermi da te...-
Nao arrossisce... Era bello sentirle dire quelle cose…
-Già, sabato non hai ripetizioni giusto?
-Corretto
-Bene, dovrei avere il sabato pomeriggio libero dalle catene, ti va di fare qualcosa? dobbiamo recuperare...
-Ehm Okay
“Quindi niente week romantico con il mio... Quasi ragazzo... Mannaggia...!”
 
Poco dopo arrivo l’insegnante di italiano.
 
***
 

Dopo un’ora suona la campanella della ricreazione, e Sana era stata incaricata dalla prof di italiano di fare delle fotocopie per l’ora successiva, quindi si diresse in segreteria, dove intravede Akito nell’aula professori che controllava il registro, alzo un attimo lo sguardo dal registro e si scambiarono uno sguardo fugace ed ognuno riprese il proprio incarico.
 
Intanto Nao era in corridoio che aspettava il ritorno di Sana, si era offerto di accompagnarla ma lei aveva declinato l’offerta, gli si avvicinano Gomi ed Ivan che iniziano a parlare del più e del meno
Ad un certo punto Gomi tira fuori un argomento inaspettato -hhaha avete visto il prof di matematica? Aveva gli stessi vestiti di ieri- constatò
-Sicuramente ha avuto una avventura con una ragazza - gli risponde Ivan
-Si aveva anche i vestiti stropicciati, sarà stata una cosa da una notte e via…- assodò Gomi.
-Deve essere una pacchia essere maggiorenni...-ammise Ivan
-Si scopare a destra e a manca con chi ci pare….- immaginò Gomi
-Passare la notte fuori senza rotture da parte dei genitori…- continuò sognante Ivan
-Un sogno...- stilò Gomi
-Possibile che pensiate sempre al sesso...- chiese tra Nao l’allibito e lo stufato
-Ah Nao non dirmi che tu non ci pensi, che non ci crede nessuno- gli rispose a tono Gomi
-Io penso al amore e al farlo con la ragazza che amo, non con la prima che mi capiti a tiro, come voi due!-
-A volte sei proprio moralista Nao - ammise Gomi
-Già sei il ragazzo più popolare della scuola e potresti tutte le ragazze che vuoi...ed invece… - constatò Ivan
-Io non voglio tutte, mi basta lei...- disse sognante vendo arrivare Sana in fondo dal corridoio
-Che avrà mai di speciale quella, non lo capirò mai...
 
“Meglio, non voglio che notiate quanto lei sia unica... Perché vi innamoraste anche voi di lei e lei è speciale e non tutti sono degni di lei”
 
Sana li raggiunse -di che stavate parlando?
-Nulla discorsi da ragazzi - Rispose Nao allontanandosi con lei lontano dai due
 
Finita la ricreazione ripresero le lezioni, e Sana non vedeva l’ora che terminassero per vedere Akito e affrontare il discorso che tutta la mattina le premeva fare, non poteva negare che era leggermente in ansia ma visto come era andata sta notte e mattina era positiva, ma l’ansia rimaneva... Perché ci sono sempre gli imprevisti da considerare…

 
***
 


Dopo scuola…Sana tornò a casa, si tolse la divisa e mise qualcosa di più casual e poi si diresse al luogo del incontro.
Akito era già lì che l’aspettava e appena la vide arrivare accennò un sorriso e lei contraccambio con uno dei suoi sorrisone.
-Ciao, ho fatto prima che potevo-
-Tranquilla... Ho già capito che mi dovrò abituarmi ai tuoi ritardi-
Lei gli fece una linguaccia come risposta, per poi diventare seria mentre i loro sguardi si connettevano e cade il silenzio i due erano a dir poco imbarazzati, sapevano che doveva affrontare quel discorso e non sapevano da che parte iniziare.
Sana prese coraggio e tentò di iniziare in qualche modo il discorso -Allora cosa siamo ora…Amici, studente e insegnate o … -
Anche Akito prese coraggio e rivelò ciò che il suo cuore desiderava -Io vorrei star con te- mettendo da parte tutti i ma e i se.
Sana sentendogli pronunciare quella frase si illumino e sognante disse - anch'io e lo voglio con tutta me stessa-
Akito le sorrise dolcemente poi tornò serio in viso -So che non è e non sarà mai la tipica relazione che una ragazza della tua età sogna, sarà difficile… Dovremmo tenere la cosa segreta, non potremo mai vederci in pubblico... ma ciò che sento con te non posso negare pur andando contro ogni logica… starti vicino mi dà alla testa e non ragiono, ti voglio solo stringere tra le mie braccia ogni volta che ti sto vicino, ma so che è sbagliato. Ho la testa e il cuore in conflitto... Ma ormai penso che non posso tornare indietro. Tu te la senti davvero di...
Sana lo interrompe con bacio per poi dirgli
- Aki, non importa quanto sarà difficile, e quanti ostacoli dovemmo affrontare… voglio star con te sento che è cosa più giusta per il mio cuore, poco importa se per gli altri che non sentono ciò il mio e il tuo cuore ci suggerisce e pensano che è sbagliato... Non importa perché è ciò che è giusto per noi e i nostri cuori.
Il ragazzo sentendola dire quelle cose, in modo così convinto non resistette e la baciò
I due si baciano proprio nel punto del loro primo incontro scontro… il punto dove i loro destini si incrociarono per la prima volta.
-Sana ora è meglio che andiamo prima che ci veda qualcuno...
-Hai ragione, senti sabato devo uscire con Nao….
-Perché?- chiese il ragazzo
-Perché prima che tu entrassi nella mia vita, io e lui ci vedevamo tutti i giorni ma da quando ho iniziato le tue ripetizioni, non mi vede fuori dal contesto scolastico e non vorrei che sospetti che abbia un ragazzo se rifiutassi... E lì si che diverrebbe difficile mantenere la riservatezza...
-Allora meglio che sabato esci con lui- “anche se la cosa non mi va molto a genio” - approfitterò per vedermi con un mio caro amico, visto che mi ha dato buca al compleanno-
- Quindi sarebbe dovuto esserci anche lui dai tuoi?
- Si, ma lo hanno incastrato al lavoro e mi aveva avvertito...-
-Quindi se non avesse disdetto e io sarei comunque stata invitata da Nastumi lo avrei conosciuto, giusto-
-Esatto!-
-Chi sa, allora un giorno potremmo recuperare-
-Vedremo, ora meglio che andiamo da te... Se no rischiamo di incrociare qualcuno di scuola...e sarebbero guai-
-Meglio- lo abbraccia e si incamminarono verso casa della ragazza.
Sana era a tre metri sopra il cielo, Akito da ora era il suo ragazzo e niente avrebbe spento questa gioia che stava vivendo.
 


 
To be continue...


 
*Quando usci questa pubblicità della
nestea, (clicca qui per il video)fu un tormentone sta frase ogni volta che fa troppo caldo... A me capita ancora di usarla.
 



Nota:
Mi siete mancateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
A ottobre vi avevo promesso un capitolo e uno special dalla mia vecchia FF ma purtroppo la sfiga mi ha perseguitata...
Scrissi tutto questo capitolo ed ero a buon punto del special quando mi parte una schermata blu e ho dovuto dire addio al faticoso lavoro di quei giorni e a tutte le bozze che avevo fatto. Fino a qualche giorno fa ero senza pc , tragedia greca, mi mancava un sacco scrivere e leggervi... Appena riesco tenterò di mettermi in pari con gli aggiornamenti.
La sfiga mi ha perseguitata ancora perché è da gennaio, che sono pure senza cell...
Ed ora ho dovuto scegliere se avere un pc o un telefono ed io ho scelto il pc.
Così appena rimpossessatami del pc mi sono messa a riscrivere da capo il capitolo... ammetto che è stato difficile riprendere perché dopo quasi un anno è stato difficile ricordare che avevo scritto... Io ricordo che a ottobre pensai che mi era venuto benissimo quel capitolo... Avevo appuntato qualcosa appena mi si era rotto il pc e da quei appunti mi è uscito questo, spero che sia all’altezza dell’aspettative e dell’attesa.
Era spero che nulla mi divida da questa ff e spero di riuscire a rispolverare tutte le idee che avevo l’anno scorso per questa FF... Ora ho persino una motivazione in più grazie al mio Jesse e il suo aneddoto... Non sapete quanto mi carica sta cosa per la storia! Ora la scriverò anche pensando a lui <3
Spero che ci sarete ancora a seguirmi...perché pur non conoscendovi personalmente siete la mia forza e grazie a voi che non mi sono data per vinta e sono qui nonostante debba praticamente ricominciare a ricostruire tutte le bozze che avevo sul pc prima che mi morisse.
Spero comunque di riuscire ad aggiornare presto e di non distrarmi troppo,
Un bacione a tutti voi, che siete ancora qui con me
 
 
 
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Tra amici ***


Nota: mi scuso per il disastro che avevo pubblicato nel capitolo precedente... lo corretto e sistemato un pochino, quindi è leggermente meglio. Scusatemi ancora!!!!




Capitolo 11 – Tra amici




La sera, una volta rientrato a casa propria, dopo essersi messo comodo, Akito chiamò Tsuyoshi, il suo più caro e vecchio amico.
-Hey Tsu! Come va? -
-Ciao Akito. A che devo questa chiamata? -
-Nulla, mi chiedevo che facessi sabato, sei di turno? -
-No, no...perché? -
-Allora ti andrebbe di bere qualcosa insieme? -
-Certamente, serata tra amici, allora. Devo farmi perdonare per l’assenza al tuo compleanno! -
-Tranquillo, allora sabato al solito bar? -
-Mi sembra perfetto! -
-Allora a domani. -
***
 

In quella settimana, Nao, non aveva avuto un attimo libero dopo scuola, poiché, ogni giorno, si ritrovava costretto ad andare a lavoro/tortura nell’ufficio di suo padre. Finalmente il sabato era arrivato e, con lui, del tempo a disposizione da dedicare a Sana. D’altra parte, anche lei, nelle settimane precedenti e in quella, non aveva avuto del tempo libero da dedicargli a causa di tutte quelle ore di ripetizione che era costretta a seguire, così avevano deciso di trascorrere quel sabato insieme.
Nao era quasi incredulo e decisamente euforico…
Oggi sarà una gran bella serata” pensò il ragazzo.

Dopo aver sbrigato una commissione per il lavoro, nel pomeriggio passò a prendere Sana.
-Hey Nao, come va? - Lo salutò sorridendo.
-Sono sfinito, odio dover lavorare in quel dannato ufficio, ma immagino che anche per te non sia piacevole esser costretta in casa per quelle ripetizioni odiose. -

 
“Odiose? Io le amo, sono la cosa migliore che potesse mai capitarmi.”

-Ehm si certo… sai com’è il mio rapporto con la matematica…-
-Si lo so… È tutta colpa di quello. -

Nella testa di Nao stava affiorando l’idea che tutti suoi guai fossero nati da quando era arrivato quel professore nella loro scuola.… In fondo era colpa sua se Sana era obbligata a fare ripetizioni, fino a non avere quasi un attimo per lui, e anche lui ora aveva persino meno tempo a disposizione di lei…

 
“Se solo la prof Tsukinomoto* non fosse andata in maternità, le cose sarebbero continuate a filare per il verso giusto… invece no…” Pensò Nao fra sé e se.

Sana intanto si sentiva un po’ a disagio. Non poteva di certo mettersi a difendere o giustificare il loro prof, anche se, dovette ammettere a sé stessa, che se il prof in questione non fosse stato Akito, anche lei probabilmente avrebbe avuto una visione simile a quella del suo amico. In fondo, per lei, l’incontro con Akito e ciò che ne era scaturito, era stata una benedizione, più che una sciagura, ma non poteva di certo farlo intuire a Nao, quindi decise di cambiare totalmente discorso: -Comunque hai qualche idea per oggi? -
-Ehm si - Affermò il ragazzo togliendosi dalla faccia quella espressione seccata e facendo comparire un sorriso sul suo volto -Ecco volevo chiederti di accompagnarmi a scegliere una cravatta e poi pensavo ad una pizza e una serata alla sala giochi, ti va? -
-Eh come no, certo. Mi sembra proprio un bel programmino. -
-Allora andiamo. -

***


Sana e Nao vivevano in un quartiere residenziale che distava un bel po’ dai quartieri commerciali, così presero un autobus e durante il tragitto parlarono del più e del meno, dei passeggieri che li circondavano, dei colleghi di ufficio di Nao e i due si trovarono molto bene a ridere insieme, così tanto che il tempo volò e non gli parve vero che quando arrivarono al centro commerciale erano già passati circa 40 minuti.
Entrarono e cercano il noto negozio di alta moda in cui Nao e la sua agiata famiglia erano soliti fare acquisti. Si diressero verso il settore uomo nel reparto cravatte…
-Ti serve una cravatta di routine, per qualche cerimonia o evento chic? - Chiese Sana ammirando le diverse fila di cravatte presenti nel negozio.
-Di routine, quella che uso di solito è nera ma l’assistente di mio padre dice che non è una cravatta da ufficio, così mi ha suggerito di procurarmene una più adatta…-
-Mmm… Allora vediamo… – disse Sana scorrendo il dito tra le cravatte. D’improvviso si fermò e ne prese una - mmm direi che questa faccia al caso tuo, si addice ad un lavoro barboso, mi trasmette noia, sono sicura che a tuo padre piacerà e poi questo colore si intona particolarmente ai tuoi occhi. -
Il ragazzo arrossi perché nell’appoggiare la cravatta sulla propria spalla lei si era avvicinata parecchio e le rispose con un breve balbettio – A..all..ora la pren..diamo – I due si diressero verso la cassa pagarono ed uscirono.


 
***
 

-Andiamo in pizzeria? - Chiese la ragazza
-No è troppo presto- Rispose Nao mentre il suo sguardo veniva catturato da una vetrina.
-Mi aspetteresti un attimo qui? -
-Devi andare in bagno? - Chiese ingenuamente la ragazza.
A Nao comparve una gocciolina stile anime sulla testa- Ma no, che dici! Tu aspettami qui solamente un attimo!-


Nao, tornò indietro ed entrò in un negozio mentre Sana si sedette su una panchina controllando il cellulare. Ritrovò un messaggio: era il suo Akito.


-Come sta procedendo?
-tutto bene, al momento, tu?
-Io mi sto preparando, per la serata con il mio amico.
- È tanto che non lo vedi?
- Eh già…
- Beh divertiti
-Tu, non tanto.
-Geloso?
-Non sono geloso!
-Dici?
-Dico!

***

I due finirono di massaggiare, giusto un secondo prima che Nao tornasse dalla ragazza.
-Dove eri finito? – Chiese la ragazza visto che era stata mollata da sola per circa un quarto d’ora, se non di più, ad aspettarlo.
-Ho visto questo e non ho resistito! - Disse, tirando fuori un sacchetto che, fin un secondo prima, aveva tenuto nascosto dietro alla schiena. Ne estrasse poi un astuccio.
“Oh no…. Che… che… o no…!” Pensò Sana mentre il suo volto sbiancava.

Il ragazzo aprì l’astuccio e le mostrò un braccialetto.
-Nao che è? - Chiese allarmata la ragazza.
-Non vedi? È un bracciale. -
-Si ma… Voglio dire, che significa … Cioè quella scatola è di Tiffany… Ti sarà costato un occhio della testa, cioè spiegami! Che è? Cioè è per me? – Il cervello di Sana era andato in pappa.
Il ragazzo rise teneramente, trovava adorabile quella sua reazione… -Si, Sana è per te, è un regalo. È un po’ di tempo che volevo farti qualcosa che mi facesse sentire sempre con te…- Fece una breve pausa per poi aggiungere: -Guarda - Disse mostrandogli la medaglietta a forma di cuore:
Sempre con te”* lesse la ragazza.
-Non dovevi… - Disse parecchio a disagio.
-Invece dovevo, perché sentivo di doverlo fare, visto che ultimamente non possiamo più vederci dopo scuola, ecco io pensavo che fosse il momento più opportuno per farti un regalo simile…-
-Nao…- La ragazza non sapeva che dire era commossa da una parta ma, a disagio dall’altra.
-Non fare storie e mettilo! - La incitò.
-Ehm… Okay-
-Permettimi di farlo io…-
-Okay. -
-Sana, devi promettermi che non lo toglierai mai! -

“Come faccio ad uscire da questa situazione?”
-Promettimelo! -
“Devo accettare, se no si insospettisce… ma come lo spiegherò ad Akito? Mannaggia!”
-Non lo toglierò…-
Messo il bracciale, il ragazzo non gli mollò la mano.
-Ehm mi ridai la mano? - Scherzò la ragazza.
-No! -
-Come no? -
-Sana io…-

“Oddio non vorrà mica... oh no no NO!! Ti prego non farlo!!… Che qualcuno mi salvi da questa situazione!!”
-Naooooooooooooooo grandissimo che ci fai qui! - Urlò Ivan vedendolo.
-Che bella sorpresa beccarti qui, niente ufficio oggi? – Chiese Gomi dandogli una pacca sulla schiena.

“Allora Dio esiste!!” Pensò Sana vedendo i due ragazzi caduti dal cielo al momento giusto.
-No.- Rispose secco Nao.
-Ciao ragazzi che ci fate qui? - Chiese gioiosa Sana, non era mai stata così felice di vedere quei due ma in quel momento gli avrebbe quasi baciato i piedi, mentre Nao li stava uccidendo con lo sguardo.
-Allora perché non ci hai detto nulla, potevamo festeggiare con qualche gallinella! - Esclamò Ivan.
Intanto Gomi rispose alla domanda di Sana -Ammazziamo il tempo, in attesa che apra la sala giochi. -
-Ma che coincidenza! Anche noi! Che ne dite di unirvi a noi? -

“Dite di sì, dite di sì, vi prego!” Supplicava tra sé e sé la ragazza mentre li guardava speranzosa.
Nao sentendo quell’invito immaginò che l’avesse fatto per circostanza, perché pensava che anche lei, come lui, avrebbe preferito restare da soli, così, nello stesso momento in cui Sana fece il suo invito, lui incominciò a fare gestacci ai due per indurli a rifiutare l’invito pensando fra sé e se:

“Dite di no, se non vi ammazzo!”
Ma i due non gli diedero retta, volevano andare in giro con lui, convinti di aver maggior chance di rimorchiare essendo al suo fianco.
-Ma certo, un sabato sera in compagnia del nostro amico Nao, come potremmo rifiutare!!!-
-Si chissà quante ragazze … - Ivan non concluse il pensiero perché venne interrotto da una gomitata di Gomi.
-Andiamo a cenare da qualche parte intanto? - Propose la ragazza.
-Si, una bella pizza! -Propose Gomi.
-Sii – esclamò entusiasta Ivan.
-E che pizza sia. – Affermò Sana sorridente, mentre Nao li seguiva con un’aria lugubre in volto.


 
***



I quattro ragazzi si diressero in una pizzeria molto cool, era frequentata da molti loro coetanei, con la musica del momento in sottofondo e luci che cambiavano colori a ritmo di musica.
Ordinarono le pizze, e arrivarono quasi subito.
Dopo l’ennesimo morso alla propria pizza, Gomi fece notare una cosetta all’amico– Nao, come sei silenzioso…- in effetti da quando i due si erano aggregati al gruppo, Nao non aveva spiccicato parola, probabilmente li stava maledicendo incessantemente nella propria testa.
-Non sono affari tuoi quando e quanto parlo – gli ringhiò infastidito.
-Certo che tu sei alquanto singolare - constatò Gomi
-Lascialo perdere e guarda quella, non è una bomba??? – Ivan indicò una ragazza bionda con gli occhi azzurri che era con un’amica dai capelli neri e gli occhi verdi, entrambe alte e magre, simili a due modelle.
-Mizteca se lo è, e pure l’amica non è da meno! -



Quando le due uscirono dal locale, non ebbero più modo di sbavare, così i due tornarono a guardarsi attorno, finché lo sguardo di Gomi non si soffermò un attimo su Sana. Non capiva cosa avesse di speciale quella ragazza, si era simpatica, ma nulla di più. Stava divorando la pizza come se non ci fosse un domani, per nulla aggraziata e fine, Nao poteva avere certo di meglio, eppure si era fissato con lei, così non resistette e decise di fare notare la cosa: -Sana, sai penso dovresti mangiare in modo più femminile, non credi? -
-Già, non sei per nulla attraente. – Confermò il suo compare.
-Ma che me ne importa come mi vedete voi, mica voglio conquistarvi…- Ribatté la ragazza che in tutta sincerità non gliene importava nulla di come la vedevano.
-Come osate? – Nao si stava infuriando sempre di più. Prima osavano rovinargli la serata con la loro indiscreta presenza, e poi dicevano delle cose poco carine sul conto di Sana, non poteva accettarlo.
-Beh sta sempre con noi ragazzi, mai una volta che la vediamo con una amica, forse è perché è un maschiaccio, quindi sotto quest’aspetto ci sta che non mangi come una signora…- Rispose Gomi.
-E forse le ragazze la respingono per questo, non vogliono fare brutte figure ad uscire con lei. Già, deve essere proprio così. – Aggiunse Ivan.
-E poi chi vuoi che se la prenda una ragazza così priva di femminilità? – Rincarò Gomi.
-Nessuno. Mi sa che resterà single a vita! - Aggiunse Ivan scoppiando a ridere, cercando la complicità di Gomi.
-La smettete di parlare di lei così, per giunta in sua presenza! – Nao stava per svalvolare del tutto.
-Nao, tranquillo. Non mi fanno né caldo né freddo i loro commenti, sinceramente poco mi importa come mi giudicano se per loro sono un maschiaccio e per nulla attraente mi rincuora, basta vedere a chi sbavano dietro. - Disse indicando una tizia che i due avevano notato. -Io non sono come lei e sinceramente mi va bene così, mi piaccio come sono, con i miei difetti. -

 
“In fondo a me importa solo di come mi giudica Akito, se fosse stato lui a dire certe cose non so come avrei reagito, ma sono solo quei due cretini e ciò che dicono mi scivola addosso.”
 
“Ecco un ennesimo motivo per cui Sana e speciale… se ne frega dell’opinione degli altri e va sempre per la sua strada…”
 
Nao si sciolse un po’, avendo dei dolci pensieri su Sana il suo viso si rasserenò un pochino.

 
***



Intanto, dall’altra parte della città, un biondino con uno sguardo affascinate entrò in un pub che era solito frequentare, si avvicinò ad un tavolo e scorse il suo amico fidato.
-Hey amico, come butta? -
-Tutto okay, tu? – Rispose mentre si accomodavano al tavolo alto.
-Bene è un po’ che non ci vediamo... Più o meno da quando ti hanno dato la cattedra. -
-Già, ne sono successe di cose da quel girono…-
Tsu notò il luccichio nello sguardo del suo amico. Degli occhi che prima d’ora non aveva mai visto... Okay, di certo gli era successo qualcosa di bello e il ragazzo occhialuto era in preda alla curiosità.
Notò due ragazze, che lui avrebbe definito donnine leggere, ammiccare verso Akito ma lui stranamente non gli diede attenzione... Non era l’atteggiamento che si sarebbe aspettato dall’Akito latin lover che conosceva...
“Sempre più interessante” Pensò Tsu inforcando meglio le sue lenti.
Le due, vestite con abiti che lasciavano ben poco spazio all’immaginazione, si avvicinarono ad Akito -Hey bel biondino ci offri da bere?... -chiesero accarezzandogli il braccio. Erano due belle ragazze, decisamente i tipi di donne che solitamente interessavano ad Akito -No, non vedete che sto parlando con un mio amico, non ho tempo per voi. - Disse infastidito, allontanandole da sé.

 
“Non ci credo!... Solitamente le avrebbe assecondate o gli avrebbe lasciato il numero ma questa reazione non me la sarei proprio aspettato! Non è da lui! Okay sono sempre più convinto che sia successo qualcosa che non so...”
Tsu fece due più due.... “non è che...”

Non terminò quel pensiero perché gli squillò il telefono


-Hey pasticcino che c’è? -

-Come sei rimasta fuori casa!! e I tuoi sono fuori città? -

-E non sai dove andare? Mmm…-

-Ah sì okay, smetto di ripetere tutto ciò che dici. -

-Beh se ti va puoi raggiungermi al bar Koweshi*, sono qui con il mio migliore amico. -

-Si, sono sicuro, credo che sia arrivato il momento più opportuno per farvi conoscere. -

-Okay a tra poco – Il ragazzo con gli occhiali chiuse la chiamata.




-Ehm Akito spero che non ti dispiaccia... Ma non mi va che stia fuori casa a quest’ora, senza un posto dove andare... Non abita in un bel quartiere… E mi preoccuperei troppo per lei e non riuscirei a godermi la serata…-
-Sempre protettivo vedo- Affermò sorridendo l’amico - Comunque figurati, ne sono felice perché dopo secoli mi farai conoscere la ragazza di cui mi hai parlato tanto…-
-Beh sai com’è prima temevo me la potessi soffiare e a lei tengo tanto…-
-Perché mai dovresti temere una cosa simile? Non ti ruberei mai la ragazza!!-
-Beh sai, ogni volta che mi piaceva qualcuna, appena ti vedeva perdeva la testa per te e tu le assecondavi... e…-
-Ma se ben ricordo non sono mai stato con una tua ragazza, o con qualcuna che ti piaceva, se il tuo assecondare significa essere gentile con la tipa che piace al mio amico sì, ma lo facevo per te…-
-E certo, ma quelle appena capivano che con te non se ne faceva nulla, si defilavano. Però ora so che la mia pasticcina ama me, non ha mai avuto secondi fini... E presentarla a te è un gran passo...-
-Se temi che io te la soffi perché d’un tratto le tue folli paure sono svanite? Non hai più timore di presentarmela? -
-No, ora sei innamorato e quando si è innamorati non esiste nessuna altra ragazza, quindi da parte tua sta volta mi fido al 100% e se lei non ti farà moine allora sarà quella giusta sul serio. -
-Aspetta un attimo, ho sentito male o hai detto che sono innamorato? -
-Hai un udito perfetto amico mio. -
-Ma... ma… come l’hai capito?
-Dal tuo sguardo, quando andavamo in giro il tuo sguardo cadeva o si allungava ad ogni passaggio di una ragazza carina. Ora le donne che ci circondano intorno a te sono sparite e sicuramente non sei gay, quindi qualcuna ha fatto breccia nel tuo cuore. Mi sto sbagliando? -
-Non posso darti torto, mi conosci forse meglio di quanto mi conosca io, la verità è che lei ha acceso qualcosa in me e non riesco proprio a far finta di niente. Ora lei riempie la mia testa e fa provare cose al mio cuore che prima d’ora non aveva ancora conosciuto. - Disse mentre le guance gli si colorarono leggermente, non era da lui imbarazzarsi, anzi, ma era la prima volta che esprimeva ciò che Sana gli provocava.
-E si vede... Sei proprio preso! Non avevi uno sguardo simile nemmeno quando hai frequentato per un periodo… ehm come si chiamava quella ragazza ehmm Fan… Fuka- Affermò vedendo il suo amico sotto una luce del tutto nuova.
-Eh già…-
-Allora, tu quando me la fai conoscere la ragazza che ti ha domato? -
-È una situazione complicata…-
-Non restare vago, fammi capire... – Lo invitò Tsu.
-È più piccola...-
- E allora? Non vedo quale sia il problema, lo sai che anche la mia caramellina lo è…-
-Si lo so… ma lei… - “come faccio a dirlo? …” Si fece coraggio e continuo la frase: - …è una mia allieva! -
-Cosaaaaaaa???? Parli sul serio? – Tsu rimase sconvolto nell’udire una simile affermazione.
-Si- Annuì desolato.
-Beh si amico mio, è un casino… Un gran casino!!-
-Già- affermò abbattuto Akito.

 
***


Intanto i quattro ragazzi in pizzeria finirono di cenare e si diressero alla sala giochi.
Entrarono e c’era una musica di sottofondo, eppure, i suoni tipici di una sala giochi si sentivano chiaramente, si guardarono attorno.
-Che ne dici di iniziare con quello? - Propose Nao a Sana indicando il lancio del disco su tavolo.
-Ehi aspettate un attimo! - Li fermò Gomi mentre Nao, sentendolo parlare, gli lancio un’occhiataccia.
-Perché non facciamo una sfida, e la squadra che perde dovrà fare una penitenza decisa dagli altri due che vinceranno? -

 
“Mmm… Mica male come idea, potrei sfruttare la cosa a mio vantaggio, se perdessi potrei convincere quei due a fare una penitenza che per me non sarebbe una penitenza, oppure potrei vincere e vendicarmi su quei due che mi hanno rovinato la mia seratina con Sana…”



-Si può fare- Accettò il ragazzo dal colore di capelli insolito – Però io sto in squadra con Sana. -
-Sicuro? – Domandò la ragazza.
-Certo- le rispose sorridendo.
-Ma ti ricordi di quanto sia imbranata? -
-No, tu credi di esserlo, ma in realtà non lo sei, e poi noi insieme formiamo un’ottima squadra non credi anche tu? -
-Si – sorrise contenta di aver un amico come Nao che la spronava sempre a dare il meglio di sé.
-La squadra che raccoglierà a fine serata più punti vincerà…e chi ne farà meno subirà la penitenza senza tirarsi indietro. - Spiegò Gomi.
Sana cominciò ad impegnarsi con tutta sé stessa, non voleva assolutamente perdere e dar modo a Gomi e Ivan di vincere e fargli ideare una qualche imbarazzante penitenza, anzi per una volta desiderava complicargli le cose, rendergli il favore e questa sua determinazione pareva avesse lasciato a casa la solita goffaggine. Nao, da canto suo, dava il minimo indispensabile come se perdere non gli dispiacesse poi più di tanto. Nella sua mente aveva ormai preso piede l'idea di essere sconfitto e magari chiedere ai suoi leccapiedi una penitenza che agognava ormai da anni.
A fine serata, dopo aver fatto più di un giro su ogni gioco presente nella sala, i quattro ragazzi confrontarono i punti e nonostante, Nao si fosse sforzato ben poco, lui e Sana vinsero per un pelo.
-Non ci credo siamo stati battuti! - Esclamò allibito Gomi, non se lo aspettava, da sempre si considerava il re delle sale giochi e conosceva quanto fosse imbranata Sana.
-Bene bene avete perso… quindi dobbiamo assegnarvi una penitenza. - Mormorò Nao leggermente deluso.
-Buhahhahha esatto! - Tuonò Sana in una risata malefica.
-Non siate crudeli!!!- Supplicò Ivan.
-Non è essere crudeli o meno, dovete solo pagare pegno! - spiegò Nao.
-Allora quale sarebbe sta penitenza? - Chiese rassegato Gomi.
Nao non ci pensò molto su, era chiaro che desiderava fargliela pagare - Dovete baciarvi! – Propose loro la penitenza che desiderava riceve lui con Sana ma era ben conscio che per quei due quella richiesta risultava simile a una tortura, infatti i due ragazzi esclamarono all’unisono: - Cosaaaaaaaa!?-
-Sei impazzito???-
-No, è una penitenza come un'altra e come tale deve essere accettata! -
-Nao non puoi farci questo! -
-Già è disgustoso il solo pensiero di b… B..a..ciare questo! -
-Non tu il pensiero di … te sia meglio! - affermò Gomi.
I due si prostrarono in ginocchio davanti al loro amico.
-Ti prego non faci questo! -
-Che abbiamo fatto di male per questa penitenza? -Chiese Gomi.
“Oh la lista sarebbe davvero lunga...” Pensò Nao.
Sana, vedendo i due che piagnucolavano in ginocchio si mosse a compassione
-Forse è meglio scegliere un'altra penitenza...! -
-Ma… – Tentò di obiettare Nao, ma si interruppe un attimo dopo perché notò lo sguardo di Sana sembrar dire:
"Aspetta prima di opporti!"

-Si, dai Nao, quella di Sana sarà sicuramente più fattibile. - I due si rianimarono con questa speranza.
-Allora vedete quel poliziotto? - Chiese la ragazza indicandoglielo.
-Bene, dovete andare da lui e tirargli giù i pantaloni! -
-Oh, ma questa è quasi peggio a quella di Nao!!! – Esclamò Ivan.
- Potreste pensare a una penitenza in cui non rischiamo di finire in ospedale o in carcere? - Chiese contrariato Gomi.
Sana e Nao scoppiarono a ridere mentre i due si chinarono ai piedi dei due ragazzi e li supplicarono in lacrime di non imporgli nessuna di quelle due infattibili penitenze.
-Smettete di piagnucolare! Scegliete: o quella che ho proposto io, o quella che vi ha appena detto Sana! – Urlò Nao.
-Ma sono una peggio dell’altra! - Piagnucolò Ivan
-Le penitenze vanno pagate, vi ricordo che lo avete detto voi che non ci si poteva tirare indietro una volta decisa e qui avete persino due scelte…. Siete fortunati. - Spiegò nuovamente Nao.


“E così imparate anche a mettervi in mezzo quando volevo dichiararmi…”

I due presero un po’ di coraggio e tentarono di portar a termine quell’ingrata penitenza, erano sul punto di baciarsi quando Sana notò una cosa -Va beh Nao mi pare che questo sia sufficiente! -
Gomi e Ivan sentendo quelle dolci parole si fermarono e la guardarono adorante ed esclamarono un sentito -Grazie! -
-No, devono scontare la penitenza! - Nao era irremovibile.
-Guarda lì...- Sana indicò le ragazze che i due avevano notato a cena ferme dinnanzi al biliardo. Le due stavano assistendo alla scena ridendosela bellamente, non appena Gomi e Ivan si accorsero della reazione delle due i loro volti si tinsero di rosso e desiderarono ardentemente di scomparire.
-Dai su, penso che questa per loro sia già di per sé una penitenza. Si sono resi ridicoli, quando invece volevano risultare fighi agli occhi di quelle ragazze. -
-Sana tu sei troppo buona, ma in effetti anche questa è una bella lezioncina. -
-Esatto! -
I quattro ragazzi, dopo il trambusto, si avviarono verso casa. Due erano con il morale a terra, uno un po’ demoralizzato e la nostra Sana, invece, si era divertita, per una volta era davvero contenta che ci fossero stati anche Gomi e Ivan… In quella serata c'era stato un momento in cui aveva realmente temuto che Nao stesse per dire qualcosa che lei non era ancora in grado di affrontare.


 
***
 

-Bip- Il suono del cellulare di Tsu interruppe la conversazione fra i due amici, era un messaggio da parte della sua ragazza: Sono qui. Lesse.
-Ecco ora sta arrivando il mio pasticcino. - Annunciò e non appena la vede si sbracciò dal tavolo per farsi notare.
Lei, vedendolo, raggiunse il tavolo e non appena si accorse chi era l’amico del fidanzato si irrigidì…
-Sugita!?! – Chiese stupito Akito.
-Prof Hayama?!? – Affermò sconvolta la ragazza vedendo il suo nuovo docente.
-Vi conoscete? – Domandò intimorito Tsu, immaginando che uno dei suoi più grandi timori si stesse materializzando nuovamente.
-È il mio prof di matematica. – Rispose Aya in tono rassicurante, come se avesse intuito un suo timore.
Tuttavia, quella risposta lo allarmò maggiormente, così si alzò di scatto dalla sedia esclamando: -Non dirmi che è lei la studentessa di cui ti sei innamorato!!!! –
-Tsu? - Affermò la ragazza sorpresa e al contempo intimorita da quella strana affermazione.
-Cosa? No, no, no non è lei!!! Lei è Sugita, è la migliore studentessa del mio corso, adesso calmati, non è lei, tranquillo, respira! -
-Ah vero, quella che ti piace è una frana nella tua materia... mi stavo allarmando inutilmente. – Disse ricomponendosi.
-Però tenerti quella boccaccia chiusa, no? – Lo rimproverò Akito.
-Scusa, mi ero spaventato. - Ammise Tsu grattandosi il capo con aria rammaricata.
-Spero che Sugita non abbia capito se no sono in guai seri!!! – Sussurrò di sottecchi.
Aya si era intanto accomodata vicina al suo ragazzo.
-Stia tranquillo, prof Hayama, terrò la bocca chiusa, anche perché se si sapesse che il mio prof è il migliore amico del mio ragazzo la mia reputazione potrebbe infangarsi… Non vorrei che qualcuno pensasse che i miei buoni voti siano dovuti ad un favoreggiamento. -
-Sugita, tranquilla, anche io terrò la bocca chiusa e i voti che ti assegnerò saranno sempre dati per meritocrazia. -
-La ringrazio professore. -
-Comunque brioscina, non mi sembra il caso che gli dai del lei e lo stesso vale per te, Akito. -
-Lo è eccome! - Affermò convinta la ragazza alzando il tono della voce di un'ottava.
-Aya, tu ormai conosci una cosa di me che potrebbe rovinarmi la vita... Quindi siamo involontariamente già entrati in confidenza, oltre al fatto che frequenti il mio migliore amico e quindi ci saranno altre occasioni in cui ci incontreremo fuori dall'ambito scolastico. -
-Okay, allora cercherò di essere meno formale. - Sorrise la ragazza cortesemente.
-Allora, Aya, raccontami, come vi siete conosciuti? - Chiese il biondino.
-Non te l’ha raccontato? – Domandò sorpresa.
- Si, ma vorrei capire quanto, di quel racconto stucchevole, sia vero. - Rispose ridendo.
-Ah-ah-ha! come sei divertente. - Borbottò sarcastico Tsu.
-Okay... Allora, dovevo comprare un regalo ad una mia amica... Ero sfinita perché avevo girato mezza città senza trovar nulla che mi convincesse. Finché non vidi questo negozietto in un angolo, entrai e notai un ragazzo con gli occhiali che lavora lì. Mi accolse con un dolce sorriso, che subito mi scaldò il cuore, mi aiutò a trovare il regalo perfetto e quando stavo uscendo, qualcosa mi trattenne, presi coraggio, tornai indietro e gli scrissi il mio numero. Volevo rivederlo e gli dissi che se gli andava di chiamarmi ne sarei stata felice. Da quella sera cominciammo a sentirci. - Raccontò del loro primo incontro con il viso colorato di un rosso pomodoro. - Allora le due versioni coincidono? - Chiese curiosa la ragazza.
-Sì ma per fortuna la tua versione era meno cariadenti e più realistica. -
Aya sorrise. -E voi due, invece, come vi siete conosciuti? – chiese, cominciando a sentirsi a proprio agio in presenza di quello che fino un’ora fa era solamente il prof che le incuteva timore tra i banchi di scuola.
-Noi siamo amici d’infanzia, ci conosciamo dall'asilo, il ragazzo popolare che andava bene in tutto ciò che faceva senza alcuno sforzo e il secchione sfigatello con gli occhiali, è sempre stata questa l’accoppiata. - Rispose Tsu.
-Tu non sei sfigato, amoruccio! - Lo rincuorò la sua ragazza.
- Si caramellina, lo sono sempre stato. -
- No biscottino, tu sei fichissimo! -
- Lo pensi solo tu, mia brioscina. -
- Ma non ti basta, mio cioccolatino? -
-Si, tu sei l’unica di cui mi importi l’opinione. -
-Bene, mio dolce al miele. -

 
“Non ci credo, pure lei usa quei nomignoli stucchevoli...ma che ho fatto di male?” Pensò Akito disgustato nel vederli fare i piccioncini.



Dopo un po’ i due si ricomposero e Tsu riprese in mano la conversazione -Allora mi descrivi com’è questa ragazza che ti ha rubato il cuore? - chiese Tsu all'amico. – Sai, sono proprio curioso di scoprire com’è la ragazza che è riuscita ad entrare nel tuo cuore inaccessibile. -
Akito non sapeva da che parte iniziale… non era da lui fare certi discorsi, stava per dagli una risposta di circostanza per troncare l’argomento quando Aya lo anticipò.
-Se ho capito bene, sei innamorato di qualcuna della nostra classe? - Si intromise Aya.
-Come puoi dirlo? -
-Beh, hai preso solo la cattedra nella nostra classe, il resto delle lezioni che fai in altre classi sono supplenze… In più ho notato come ti sei irrigidito nel vedermi e ti ho chiaramente sentito borbottare con il mio pasticcino per non aver tenuto la bocca chiusa sul conto della tua allieva, quindi, con ogni probabilità, io conosco la ragazza in questione e quindi, la ragazza in questione deve essere proprio nella mia classe. -
-Sei molto perspicace… - “Non per niente è la migliore del corso.”
-Lo so. -
-Tu ti sei fatta un’idea su chi possa essere? – Chiese curioso il fidanzato.
-Beh pensandoci su… lui è glaciale con tutti noi, ci guarda come se fossimo dei nemici. Infatti è strano vederlo oggi con uno sguardo normale, però con una ragazza ha uno sguardo amorevole nonostante si sforzi, non ha lo sguardo duro e feroce con lei. Nonostante debba sgridarla parecchio per i suoi …come dire sfaceli negli esercizi di aritmetica. -
-Di chi stai parlando? – Domandò sempre il suo fidanzato.
-Di Sana…-
Akito, sentendo il nome della sua ragazza rimase a bocca spalancata e tra sé e sé si domandò se davvero si notasse così tanto o la cosa non era sfuggita solo alla perspicace Sugita, ad ogni modo, questo lo preoccupava non poco.
-Direi che ci ho azzeccato! - Affermò Aya vedendo la reazione del ragazzo seduto di fronte a loro.
-Come hai fatto a... Si nota così tanto? - Domandò preoccupato Akito.
-No tranquillo, nessuno lo ha notato… Io ci sono arrivata facendo qualche due più due, in più sarà che io tengo a Sana e magari noto qualcosa in più su ciò che le riguarda. Molto probabilmente, se non fossi venuta qui stasera e non avessi sentito i vostri discorsi, mai avrei pensato che tu fossi innamorato di lei o di qualcun’altra. Avrei continuato a pensare che ti interessasse aiutarla o che ti facesse pena perché è davvero negata con la matematica e non lo fa apposta. -
-E com’è questa ragazza che l’ha domato? - Chiese il ragazzo occhialuto alla propria fidanzata.
-È una ragazza molto dolce e solare, parecchio imbranata ma con un cuore enorme, alle elementari eravamo migliori amiche quasi inseparabili, è una bellissima persona. Chi la conosce non può far a meno di volerle bene di cuore…-
-Io non vi ho mai visto insieme.... Né ha mai accennato a te... Lei parla solo con Kamura e di lui…-
Aya sentendo il cognome di Kamura, fece una faccia tra lo schifato e l’infastidito -Beh da quando alle medie è entrato nella sua vita, lei si è allontanata da tutti e si è messa un po’ troppo in sua ombra. -
-E a lei va bene stare in sua ombra, senza avere una vita a sé stante? -
-Credo che senta come se loro duo fossero due facce della stessa medaglia, ma non so. In una delle ultime conversazioni che ho avuto con lei mi ha spiegato che hanno avuto un passato molto simile. Lui ha bisogno di lei e lei di lui, diceva che si completavano e che se uno era triste, l’altro era sempre pronto a capire a supportare e a stare accanto. -
-Posso capire che senta un forte legame con questo ragazzo perché hanno vissuto esperienze simili, ma questo rapporto non capisco perché escluda il fatto di avere delle amiche. -
-Beh sai le ragazze la tengono alla larga perché sono invidiose e gelose che quello stia sempre con lei e che lei abbia tutte le sue attenzioni e mi pare che a lui questa situazione non dispiaccia. Sembra come se volesse tenerla tutta per sé e le ragazze della nostra scuola sono pazze di lui, io non capirò mai che ci trovino in quello. In quanto a me e il mio rapporto con Sana... Abbiamo litigato a causa sua perché non mi piace quel ragazzo, ho sempre pensato che la sua vita non doveva essere monopolizzata da lui così le spiegai la mia preoccupazione, ma lei mi disse: "Aya lui ha bisogno di me ed io di lui, ci capiamo come nessun altro, lui comprende cose che tu per quanto ti sforzi non riusciresti a comprendere fino in fondo." Da lì si prese un’infatuazione per lui e visto che io ero contro di lui e ciò che provava cominciò a vedermi come una minaccia, così ci allontanammo definitivamente ed è una cosa che rimpiango. Nonostante tutto, lei resta comunque la migliore amica che io abbia mai avuto e ci sto male a vederla isolata perché lei di natura è una persona solare ed espansiva…-
Akito sentendo parlare Aya di Sana capì che le voleva davvero bene e che tutte le cose che aveva detto era dette con sincerità. Quel Kamura, però gli piaceva sempre meno.
-Sai Akito, sono felice che alla fine quei due non stiano insieme... Dal poco che ti ho conosciuto oggi sei meglio tu di lui e penso che lei sia più raggiante da quando sei entrato nella sua vita…-
-Come fai a dirlo, mi conosci appena e non ci hai mai visto insieme. -
-Te l’ho detto noto certi cambiamenti perché le voglio bene... Ed immagino che tu sia l’unica novità nella sua vita. -
-Pasticcino dovreste ri-allacciare i rapporti con lei... Si vede che tieni tanto alla vostra amicizia. - Affermò Tsu sentendo come parlava della sua vecchia amica.
-Lo penso anch’io, tu saresti un’influenza positiva nella vita di Sana. -
-Magari con il tuo aiuto ci riusciremo… forse grazie a te aprirà gli occhi e capirà che tutto ciò che in passato le ho detto era perché ho sempre tenuto a lei…-
-Conta su di me- Le sorrise complice.
-E appena risolverete il vostro rapporto me la dovrete presentare questa ragazza così importante per le due persone a cui tengo di più-
-Sarà fatto. – Risposero i due legati a Sana all’unisono.


 
***



Finita la serata Nao al suo solito accompagnò da buon cavaliere Sana a casa, il ragazzo Si fece coraggio, era pronto a lanciarsi, doveva smettere di prendere tempo… ne aveva fatto scorrere fin troppo… il ragazzo si avvicinò sempre più al viso della ragazza, era pronte e deciso, l’avrebbe baciata, Sana intuendo qualcosa si affretto ad abbracciarlo e salutarlo velocemente per poi rientrare in casa. Nao, sorrise per quanto fosse ingenua quella ragazza… probabilmente finché non glielo avesse detto a chiare lettere ciò che sentiva, lei non ci sarebbe arrivata… conosceva quella ragazza e sapeva che certe volte poteva risultare ottusa… soprattutto per quanto riguardava i sentimenti a causa del difficile rapporto con la madre… e lui fino a oggi non era mai riuscito a sbilanciarsi, forse perché prima entrambi necessitavano più di un amico che di un amore ed infondo a loro bastava stare insieme per essere felici… ma gli anni passano e i sentimenti si facevano sempre più intensi e quella semplice amicizia iniziava a stare stretta.

 
***




Intanto sana era entrata in casa. Scosse la testa perché non aveva voglia di pensare a ciò che Nao aveva tentato di rivelargli durante tutto il giorno. Decisamente non sapeva come affrontare quella situazione.
Si diresse in camera e si cambio e si mise comoda, prese in mano il telefono e inviò un messaggio ad Akito:


-Come è andata?

-Tutto bene, domani ti racconto…Ti devo parlare di una cosa…E a te com’è andata la serata?
-Bene… Però ti devo dire una cosa…

Akito leggendo quel messaggio si preoccupò leggermente, immaginò doveva essere qualcosa che aveva a che fare con Kamura.

-Quindi mi pare sottinteso che ci vediamo domani.
-Esatto…. Che ne dici domani pomeriggio da me… Domani mattina come al solito la passerò a dormire…
-Immaginavo, e poi io devo ancora finire di correggere dei compiti, quindi domani pomeriggio appena termino passo da te.
-Perfetto, ora però è meglio se iniziò a dormire se no troverai uno zombie.
-I zombie non mi dispiacciono, notte.


* Tsukinomoto: professoressa andata in maternità lasciando la cattedra ad Akito, il cognome è puramente inventato
* Koweshi nome del locale puramente inventato, non so nemmeno se esiste come parola o il significato
*in fondo l’immagine del braccialetto che Nao ha comprato a Sana



 
To be continue...
 


Nota: Kodociniiii ciaooo!!!!! scusate nuovamente per averci messo così tanto ad aggiornare…vi ho già detto che sono perseguitata dalla sfiga? Vi starete chiedendo che è successo sta volta? ho avuto un problema hard disk e ho perso il capitolo e la one seguito di sana e il coniglietto… se avrò ispirazione la riscriverò anche quella, se no amen. E vi giuro scrivere qualcosa che hai già scritto e la tua testa è passata come conclusa è davvero difficile ritornarci e poi va beh il nervoso non aiuta.
Poi va beh mi era pure venuta una strana influenza…. Sono stata malissimo per una settimana quindi non avevo scritto nada. Poi va beh tra aggiornare una pagina che gestisco, telefilm e anime che mi distraevano ci ho messo un po XD non so se l’avete capito, sono una persona molto distratta, faccio una cosa e poi mi metto a fare un'altra… questa cosa si ripercuote anche nello scritto.
Allora parliamo di questo capitolo che ne pensate… è un po’ di transizione ma c’è una rivelazione… che pensate di Nao? Siate sinceri! Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni
Il prossimo capitolo non so ancora bene come affrontarlo… un pezzo ne sono certa ma il resto è ancora un’incognita… ci devo ancora pensare bene… spero mi venga presto un’ispirazione.
Sinceramente io non vedo l’ora di scrivere altri capitoli ma devo arrivarci hahahah purtroppo in questa storia sto seguendo piu o meno una linea temporale e quindi devo rispettarla ^^



Volevo ringraziare : Kodocha❤, Miky❤, Lunaby❤,G_love_a❤, e KimberlyKim❤ per aver letto quel disastro e non avermi tirato pomodori marci e questo vale anche per i lettori silenziosi… no, seriamente grazie per esser ancora con me❣
Un grazie immenso, grande come una casa al mio angelo custode Lolimik che farei senza di te? Solo disastri! Se si meravigliano per come è scritto bene rispetto ai miei standard è ovviamente merito tuo!❤
Vi mando un bacione enorme ed spero di porteci leggere presto



Allora questo è un fax simile al bracialetto di Tiffany che ha regalato Nao a Sana, non ho preso proprio l'immagine del bracciale originale perchè volevo mettere la frase ^^

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