Un estate da reality

di _SilverBlackMoth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Gemelli ***
Capitolo 2: *** Guai in arrivo... per loro, forse! ***
Capitolo 3: *** Phoneix ***



Capitolo 1
*** I Gemelli ***


Ciao a tutti! Faccio una breve introduzione: è la prima volta che scrivo una storia su Total Drama, spero di non fare schifo come mio solito e che la “storia” vi piacerà. Mi scuso in anticipo per gli errori, non sono un genio della scrittura! Detto questo... buona lettura del primo capitolo!

 

 

Capitolo I: Gemelli

 

 

L'alba è sorta da poco e i gabbiani stanno starmazzando per annunciare il loro risveglio mentre il vento soffia leggero. Mi fermo un attimo, appoggio la mia tavola da surf al muro di fianco a una vetrina e raccolgo i capelli in una coda bassa alla base del collo. Una ciocca mi sfugge e mentre riprendo la mia tavola rosso fuoco la rimetto a posto guardandomi in vetrina. Carnagione ambrata, capelli lunghi, mossi e scuri, occhi grandi color giada dallo sguardo fiero e serio, labbra piene rosa pallido e naso altezzoso, il fisico è snello e di statura sopra la media. Indosso una canottiera azzurro chiaro, pantaloncini di jeans e delle infradito nere. Al collo una semplice collana di filo nero con un ciondolo di madreperla a forma di stella marina. Osservo corrucciata un'altra volta le sopracciglia più scure rispetto ai capelli e dopo un ultimo sguardo riprendo a camminare per raggiungere i miei amici. Ci diamo appuntamento sempre al mattino presto quando siamo in vacanza, daltronde come si può sonnecchiare quando ci sono onde così indomabili e belle qui in California? Amo il mio paese, amo il mare, così liberi e pieni di avventura. E io, Clara Burromuerto, sono assolutamente uno spirito libero. Impazzirei se avessi limiti.

Arrivata alla spiaggia mi guardo intorno, sembra che io sia arrivata per prima, strano. Tranquillamente mi avvicino a un tronco d'albero e appoggiata delicatamente la mia tavola mi siedo. Scruto le onde, oggi più movimentate del solito e chiudendo gli occhi alzo la testa. Ah, l'odore del mare, l'ipnotico rumore dellle onde che si abbattono, la sabbia rovente sotto i piedi e il vento sulle spalle. Semplicemente perfetto.

-Ehi Miss America!!

Mi giro verso la voce quasi di scatto. Ecco vernirmi incontro un ragazzo alto di carnagione normale, con in mano una tavola da surf azzurro acqua, i capelli corti biondo chiaro e gli occhi azzurri. Porta delle infradito bianche, una camicia beige, così come il cappello di paglia che ha in testa e dei bermuda blu scuro con fiori hawaiiani bianchi. Indossa un braccialetto di conchiglie e una collana col filo nero lasciato largo con un ciondolo di corallo con raffigurato un granchio. Ha l'aria di una persona simpatica e scherzosa, difatti lo è. In un certo senso, è il mio gemello mancato. Io e lui siamo nati lo stesso giorno, lui di pomeriggio e io di notte, l'ho anticipato di circa dodici ore. Mi chiama sempre miss America e come dargli torto? Papà è argentino, mamma è canadese e io sono nata in Messico. Sud, Nord e Centro. Bel record, eh? Inoltre ora abito in California, papà e mamma hanno deciso dopo un po' di battibecchi di stanziarsi lì poco dopo che ero nata perché le lingue ufficiali in questo Stato sono l'inglese e lo spagnolo. Contenti loro.

-Ehi Peter.

Ricambio il saluto col mio solito tono leggermente strascicato. Mi raggiunge e si siede di fianco a me sulla panchina.

-Wow! Sono in ritardo di mezz'ora e Svetlana e Vito non sono ancora arrivati! Mi sa che stavolta battono il loro record di ritardi!

-Ehi!!

Esclamarono due voci contemporaneamente. Eccoli correre verso di noi. Loro sono realmente gemelli, un maschio e una femmina. Assomigliano alla loro madre, ma hanno preso il colore dei capelli dal padre. Un vero peccato, quel rosso fiamma è assolutamente stupendo, ma non per questo possono essere considerati privi di fascino. Hanno un carattere meraviglioso, se dovessi paragonarli a qualcosa direi delle margherite di montagna. Dolci, miti, ingenui, innocenti ma allo stesso tempo inconsapevolmente forti. Le tipiche anime buone, quelle più preziose e rare dei diamanti. Sinceramente non mi è ancora chiaro come facciano a sopportarmi, a volte sono davvero pessima. Svetlana indossa una canottiera bianca, dei pantaloncini neri e delle ciabatte rosa, il suo gemello gira tanquillamente a torso nudo come se niente fosse e ha addosso solo dei bermuda militari e un paio di ciabatte rosse. Vito ha una tavola da surf blu scuro con fiamme rosse, arancioni e gialle ai lati, Svetlana ne ha una bianca con fiori viola e rosa. Hanno rispettivamente una collana dal filo nero né troppo larga né troppo stretta, con un ciondolo raffigurante un toro in acciaio e un cavallo d'ametista. Insieme a Peter sono i miei migliori amici dall'infanzia, ah quante ne abbiam passate.

-Oh oh, le onde sono altissime oggi!- esclama Vito.

-Puoi dirlo forte!- aggiunse Peter.

Io e Svetlana ci guardiamo un attimo con intesa. Discretamente riprendo la mia tavola e un secondo dopo stiamo correndo urlando:

-Chi arriva ultimo è un pollo!!-

In un batter d'occhio stiamo ridendo e calvancando le onde scherzando. È il nostro ambiente, tutto per noi lì è naturale. Abbiamo scoperto questa passione da piccoli quando trovammo nel garage di Peter una vecchia tavola da surf gialla e rossa. Era di Bridgette, ci spiegò suo padre Geoff, ma a causa di un infortunio non può più surfare e per non intristire la sua piccola l'aveva messa in un angolo un po' nascosta.

Inutile dire che dopo aver provato a cavalcare qualche onda di nascosto e dopo esserci assicurati che alla mamma di Peter non avrebbe dato fastidio, abbiamo iniziato a surfare, scoprendo così la nostra passione. Siamo stati inizialmente quasi tutti sullo stesso livello: Peter perché avendo due genitori surfisti ce l'aveva già nel sangue, Svetlana perché ha preso da sua mamma Zoe la capacità di essere portata in qualsiasi sport e io perché papà da piccolo usava spesso lo skateboard. Vito all'inizio era un po' maldestro, ma grazie ai nostri consigli ma soprattutto grazie alla sua ferrea volontà ha imparato subito.

Dopo qualche ora scesimo col fiato mozzo e le gambe a pezzi ma decisamente appagati e felici.

-Avete visto come ho cavalcato quall'onda? Sono stato veramente bravo!- disse Vito a un certo punto.

-Sì, a momenti cadevi dalla tavola!- ridacchiai io.

-Ehi, non è vero!- protestò lui tra le nostre risate.

-Amico, se cavalcare bene un'onda devi stare sul bordo della tavola agitando le braccia... wow! Sei un grande! - disse Peter.

-È vero, ti ho visto anch'io!- aggiunse Svetlana.

Questa volta alle risate si aggiunse pure lui. Ci alzammo chiaccherando dirigendoci al solito bar per pranzo. La nostra ruotine delle vacanze estive prevedeva surf, mangiare, surf, cenare e andare in giro in città o andare a fare un falò in spiaggia. Siamo legatissimi, non ci siamo soprannominati “Gemelli” solo perché siamo nati insieme. Beh, io e Peter d'inverno e loro d'estate, però siamo nati in coppia.

Mentre ci mettavamo in fila per ordinare il solito pranzo senza far caso ai turisti notai un ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri discutere con un certo ardore con il suo gruppo di amici. Erano impossibili da non notare, in un luogo pieno di costumi, camice e pantaloncini colorati, davano nell'occhio con quell'abbigliamento nero o scuro. Una di loro con la carnagione chiarissima, i capelli neri e gli occhi onice mi sembrava Biancaneve. E che dire del ragazzo dai capelli viola? Non feci in tempo a pensare altro che arrivò il nostro turno quindi mi girai per ordinare il solito panino all'insalata, cotaletta, mozzarella e pomodoro e la mia acqua naturale. Niente maionese, ketchup o cocacola. Abbondavo già fin troppo sui cibi spazzatura, almeno quelli se posso li evito.

-Ehi bellezza!

Mi irriggidii. Probabilmente stava chiamando me ma non volevo girarmi. Non sono mica un cane. Mi accade abbastanza spesso, notano i mei capelli ondulati, il mio corpo da urlo, miei occhi mozzafiato e perdono la testa. Non sono esagerata, narcisista o piena di me, quel che ho detto sono solo gli aggettivi che mi sono stati affibiati dal giornalino della scuola dopo aver fatto un inchiesta su chi ritenessero la ragazza più carina della scuola. Mi sono pizzata al terzo posto, ma sembra che comunque attiri molti sguardi.

Proseguii come se nulla fosse e nonostante i continui richiami non mi voltai. Speravo solo che la smettesse, odio le persone che guardano prima l'aspetto fisico poi il carattere, tant'è vero che se non fosse per i miei genitori e i miei gemelli non curerei il mio aspetto più di tanto. In un certo periodo della mia vita ho perfino rotto tuttte le spazzole che avevo in casa pur di trovare la scusa per non pettinarmi.

Vito come al solito mi mise un braccio intorno alla vita e mi tirò a sé cosicchè potessi appoggiare la testa sull'incavo del suo collo. Tra noi non c'era nulla e non ci sarebbe mai stato, questo era solo un semplice favore che mi fa incerti casi. Se non gli volessi bene come un fratello lo sposerei.

Ci sedemmo al solito tavolo e scoprii con orrore di essermi seduta davanti al tizio che probabilmente mi aveva chiamato prima. Altrimenti a che pro farmi l'occhiolino?

Raccrapicciata mi fiondai velocemente nel discorso che avevano dato vita Peter e Svetlana. Meglio far finta di nulla.

-Sul serio, guarda che ti starebbe meglio un costume verde smeraldo!-

-Cos'hai contro il mio bikini verde giada?!-

-E' verde pisello-

-Secondo me ha ragione Peter, il verde smeraldo risalterebbe meglio i tuoi occhi e i tuoi capelli – dissi osservandola critica. - Però il quel verde rispecchia meglio il tuo carattere- aggiunsi dolcemente. Sì, potevo anche essere stronza, sadica, insensibile, perfida e spietata ma non con i miei amici. Li adoro, niente da fare. Scatenerei il finimondo solo per salvarli, il resto del mondo è davvero fortunato visto che se la sanno cavare benissimo da soli.

-Magari con delle margherite staresti ancora meglio. Che ne dici se stasera andiamo a prenderne un paio?- le chiese Peter a bruciapelo. Ottima mossa, pensai nascondendo un sorrisetto mentre bevevo. Eh sì, Peter ha da anni una cotta assurda per Svetlana ma per non rovinare il nostro equilibrio non l'ha mai dai dato a vedere. È stato abile a nasconderlo per un anno intero, ma lo misi all'angolo e costrinsi a dirmi tutto. Adesso sono due anni e dopo essermi assicurata che non fosse solo una cotta passeggiera lo sto aiutando. D'altronde anche Svetlana più volte mi ha confessato che prova qualcosa di più che un semplice legame fraterno. Ovviamente lo sa anche Vito, visto che ci ha sentiti parlarne. Per fortuna con lui non c'era anche Svet.

-Mi sa che non ti caga- sentii una voce bisbigilare a quello di prima. Grazie per averlo detto, aggiunsi mentalmente.

-Tks, peccato per la bambolina allora- ribattè. Mi venne il solito tic all'occhio, odio essere chiamata bambolina almeno quanto mio papà odia essere chiamato Al. E questo vuol dire che se non lo ammazzo è solo perché ignorandolo sarà più semplice levarmelo dai piedi.

Per fortuna finimmo alla svelta il nostro pasto e ce ne andammo a surfare. Fecimo tutto il pomeriggio a schizzarci e a sfidarci, vinse Vito, in vantaggio rispetto a me e alla sorella di solo un punto.

-Ti è andata bene, non ero molto in forma- dissi con una punta di arroganza. Odio perdere.

-Sì, -mi appoggiò Svetlana - vinceremo noi la prossima volta, potere alle ragazze!!- esclamò con un pugno in aria.

-E invece vinceremo noi, carine-ribattè Peter guardando beffardo la ragazza che arrossì. Ahh, l'amor.

Mentre iniziarono il loro solito battibecco io e Vito ci scambiammo un' occhiata.

Che piccioncini.

 

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Capitolo 2
*** Guai in arrivo... per loro, forse! ***


Ecco il secondo capitolo... spero che vi piaccia più del primo! 
_SilverBlackMoth





Capitolo II: Guai in arrivo... per loro, forse

 

Dopo qualche minuto ci incamminammo ognuno verso casa propria. Arrivata a destinazione entrai in cortile salutando i miei genitori che per una volta sembravano aver raggiunto un accordo senza troppi problemi.

-Clara, stasera andiamo a mangiare all'Elegant Restaurant. Vuoi venire con noi?- mi chiese la mamma. Scommetto che se la sentissero gli altri exconcorrenti di A Tutto Reality penserebbero che Heather è stata rapita degli alieni e rimpiazzata da una una sua coppia più gentile e festeggerebbero la lieta notizia. Anche papà s'è leggermente raddolcito dopo anni con la mamma e dopo esser diventato padre. Dovrebbero costruire un tempio in mio onore, ho fatto un miracolo nascendo! Sul serio, quando tempo fa noi Gemelli vedemmo tutti i reality a cui avevano partecipato i nostri genitori eravamo raccapricciati, tant'è vero che abbiamo giurato di non partecipare MAI a programmi simili.

-Sì, però poi esco, dobbiamo comprare un nuovo costume per Svet- affermai felice. È vero che non mi curo troppo l'aspetto, ma adoro vestire al meglio la gente!

-Va bene- disse papà sorridendo- vuoi comprarti anche tu qualcosa?-

-Nada! Ora vado a far la doccia, fra quanto devo essere giù?-

-Abbiamo prenotato per le otto, hai un'ora di tempo, vedi di vestirti bene-

Sbuffai mentre andavo su, insomma dopo tutti questi anni ancora la mamma non si arrende? Non mi vestirò mai bene quanto loro, non ne ho la minima intenzione!

Passati cinquanta minuti ed eravamo all'entrata del ristorante. È vero che sono quasi sempre fuori ma solitamente questo spazio lo riservo alla mia famiglia. Li voglio troppo bene anche se difficilmente lo dico ad alta voce.

Dopo esserci accomadati al tavolo decidemmo cosa prenotare, tra battibecchi, gelosie (papà colpisce ancora), chiacchere la cena durò più del solito. Colpa mia, adoro stuzzicare ulteriolmente papà o mamma, sono troppo divertenti: in certi momenti sembrano una coppia di mezza età e in altri neosposini. Altro che Beatiful, con loro sì che succede realmente di tutto!

Appena usciti dal ristorante li salutai velocemente e ci incamminammo verso casa dove velocemente mi tolsi il vestito, cambiai orecchini e scarpe e corsi fuori salutandoli. Miracolosamente arrivai in anticipo, oggi sembra che mi vada tutto per il verso giusto!

-Ehi!!- salutai e senza neanche fermarmi presi a braccetto Vito gridando agli altri due di muoversi che non vedevo l'ora di iniziare. Dopo aver girato a vuoto qualche negozio (ovviamente io e Vito li avevamo trascinati apposta nei negozi dove era più improbabile trovare un costume di quel tipo) finalmente trovammo il costume perfetto. Le stava benissimo, sembrava una dea.

-Ehm... Peter? Potresti smetterla di fissarmi così? Mi metti in imbarazzo- asserì Svetlana arrossendo. Effettivamente se la stava mangiando con gli occhi.

-Svet, perché non provi anche questo vestito? Tanto non abbiamo nient'altro da fare stasera- dissi innocentemente sbattendo leggermente le ciglie con il tono più angelico che potessi avere. Ovviamente Svet non ci cascò, mi fissò male, mi scrutò per cercare di capire cosa stessi macchinando (l'ho già detto che è un bel po' ingegnua?) ma dopo qualche attimo si morse il labbro indecisa tracciando con la punta del piede destro dei piccoli cerchi.

-Massì dai, va bene- sbottò infine guardando con la coda dell'occhio Peter e scomparendo velocemente dietro la tendina.

Ghignai mentre diedi a Vito e a Peter un pugnetto d'amicizia. Si prevede una cavallina d'ametista insieme al suo granchietto di corallo in un futuro molto prossimo, pensai sogghignando.

Qualche ora dopo uscimmo dal negozio soddisfatti con Peter che portava le borse a Svetlana con quest'ultima molto vicino al primo. Si vedeva lontano in chilometro che stavano flirtando, a quanto pare anche troppo.

-Ciao-

Ci girammo lentamente verso quella voce melodiosa e maschile appartenete a un bel ragazzo alto con un piercing al sopracciglio destro, carnagione pallida, gli occhi neri e i capelli altrettanto scuri. Aveva una maglietta violetta con maniche a tre quarti e un polsino di cuoio nero al polso sinistro, dei pantaloni neri lunghi e delle scarpe nike bianche. L'oggetto che però attirò maggiormente la nostra attenzione fu però senza dubbio la custodia grigia sulle spalle che, a giudicare dalla forma e dallo spessore, conteneva una chitarra elettrica. Vedendo che stava guardando dolcemente negli occhi di Svetlana mi misi subito in allerta. Nessuno deve intralciare i miei piani. Fa parte delle mie regole mai scritte, ovviamente.

-Ehm, io?... - chiese incerta Svet guardandosi intorno timidamente - ...ciao?- finì ridacchiando imbarazzata.

-Senti, so che può sembrare assurdo e avventato, ma..- disse questo portandosi una mano a scompigliare i propri capelli continuando a guardarla negli occhi.

-Sì?- disse Svetlana pendendo dalle sue labbra come incantata. Assottigliai lo sguardo mentre Peter si irrigidì e Vito scrutò il nuovo arrivato. Nessuno può distruggere la mia creazione. Che non fosse ancora completa erano solo infimi dettagli.

-Volevo presentarmi, sei così carina che non ho resistito- disse ridacchiando a modo di scusa – Io sono Phoneix, è un piacere conoscerti-

-Non lo è altrettanto per noi, perciò addio- risposi al posto di Svet trascinandola via senza darle il tempo di rispondere seguita a ruota da Peter e Vito.

-Ma che ti prende?- mi chiese stupita Svetlana.

-Magari per lei lo è- ribattè a voce abbastanza alta Phoneix.

Affrettai il passo scomparendo tra la folla senza purtroppo riuscire a impedire alla mia migliore amica di rispondere un affrettato “Io invece sono Svetlana, ciao!!”. Immagino che sia inutile dire che Peter era di pessimo umore e Vito con mani in tasca e a testa bassa sembrava borbottare sottovoce frasi come “Nessuno si può permettere di provarci così spuduratamente con la mia sorellina”. Io? Semplicemente furiosa, un uragano senza freni, un'onda che impetuosa la trascinò nel nostro posto speciale vicino alla spiaggia, quello sotto il salice piangente nel piccolo parchetto per bambini pronta a farle la ramanzina. Non ci potevo credere, va bene essere gentili o amichevoli, ma col primo che passa? Nossignore, una sfuriata se la merita!, pensai.

Finalmente la mollai girandomi verso di lei. Si stava massaggiando delicatamente il posto, evidentamente avevo stretto troppo. Beh, in quel momento non mi importò affatto.

-Si può sapere dove hai il cervello?! Cosa pensavi che volesse da te quel tipo?! Devi essere proprio stupida per non averlo capito!

-E se l'avessi capito?- ribatté guardandomi di sbieco.

-Allora sei deficiente, il primo che passa! Non lo conosci neanche!-

-E di certo tu non sei d'aiuto!-ribattè sfidandomi con gli occhi.

-Svetlana, penso che Clara possa avere in parte ragione... Però non possiamo accusarlo senza sapere niente- si intromise Vito.

-Tu da che parte stai?- sbottai furiosa.

-Da nessuna, siete state ugualmente avventate-

-Peter- esclamò Svet -vero che...Peter?-

Il biondino le dava le spalle senza dar segno di averla sentita. Sembrava prendere respiri profondi e quando finalmente riuscimmo a guardarlo in faccia vedemmo che era infinitivamente triste. Svetlana era sbigottita, quando mai aveva visto una simile espressione su quel volto? Triste sì, ma così tanto...

-Ehi..?- chiese timidamente appoggiandogli una mano sulla spalla.

-Vado a casa-annunciò Peter iniziando a camminare a testa bassa.

Se prima ero furiosa ora ero pronta a sputare veleno ma per il bene di tutti quanti mi limitai a cercare di calmarmi serrando le labbra strinendo i pugni e prendendo respiri un po' profondi a denti stretti. La mora sembrava persa in un mondo di ragionamenti contorti dove esistevano duemila motivi e soluzioni, nel quale il vero non era neanche tra gli improbabili. Fece per dire qualcosa, probabilmente chiedere spiegazioni ma Vito l'anticipò.

-S'è fatto tardi, andiamo a casa.-disse spingendo lievemente la sorella.

-Ma...-

-Lascia stare, non ci arriveresti comunque-commentai acidamente sorpassandoli innervosita.

Dopo qualche minuto ero seduta con ginocchia raccolte al petto sulla spiaggia scrutando il mare blu illuminato solo dalla fioca luce della Luna tenendo in mano le scarpe con dentro le calze. Neanche il mare col suo muoversi riusciva a rilassarmi come faceva solitamente. Aveva sempre avuto una forte influnza su di me, tale che il mio primo sogno mi venne in mente osservando quella distesa oceanica; “io da grande sarò una sirenetta, la più bella e la più forte di tutte!! Sarò come una regina!” avevo esclamato estasiata dall'idea.

Dling.

Tesi le orecchie. Di nuovo quel suono che accompagnava le onde. Mi rimisi le scarpe e seguendolo arrivai agli scogli e quatta quatta arrivai al luogo.

Ancora lui, pensai osservandolo. La rabbia tornò velocemente e senza pensarci due volte, balzai fuori dal mio nascondiglio esclamando “Tu!”.

Il ragazzo si interroppe di scatto proprio quando stava per iniziare a cantare e capito chi ero mi scrutò torvo.

-Che ci fai tu qui?-mi chiese continuando a guardarmi storto.

-Non ti riguarda e ora ascoltami bene. Non mi interessa chi sei, come ti chiami...

-Mi son già presentato prima- mi interruppe infastidito.

-...ma osa solo un'altra volta fare gli occhi dolci alla mia amica e incomincerò a interessarmene-

-E con questo? Sai che paura- disse osservandomi scettico.

-Oh, niente di che- cinguettai sbattendo le ciglia.

-trascorrerai il resto della tua esistenza come un anteprima dell'inferno- conclusi sorridendo sadicamente con la voce da bambina assassina.

-Buona continuazione-continuai “angelicamente” voltandomi e salutandolo con la mano.

Neanche conclusi tre passi e quello mi rispose. Oh, poverino, non teme la morte, pensai.

-Non dovresti sperare il meglio per Svetlana?-

-Non la chiamare per nome, non ne sei degno-sibilai rigirandomi. Quanto mi stava facendo diventare nervoso quello. -E per l'appunto-proseguii con arroganza incrociando le braccia al petto -tu non sei il meglio per lei-

-Affermi senza conoscere. Buffo- Sbuffando mi ridiede le spalle e riniziò a suonare.

-So già abbastanza- risposi irritata e gelida. Lo scrutai torvo per un altro po' e auguratomi di non rincontarlo un'altra sola volta me ne andai a braccia incrociate.

-Non è carino non presentarsi- mi richiamò per quella che mi parve la duecentesima volta visto il nervosismo che mi assalì. -Chi sei?-

-Il tuo incubo peggiore- risposi senza degarmi di girarmi per quell'infima nullità.

-Non è la risposta che volevo.

-Arrangiati, non me ne può fregare di meno- dissi altezzosa.

-Ehi!-mi richiamò per l'ennesima volta. Inutile, non mi sarei mai girata.

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Capitolo 3
*** Phoneix ***


Bene, terzo capitolo! E' corto ma dovevo terminarlo così per creare suspance.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori :)




Capitolo III: Phoneix

 

Ma tu guarda che tipa, pensai vedendola allontanarsi sempre di più. Mi girai scrutando il mare e stimpellando note ripresi a scaldare la voce con toni più soavi possibili. Dopo aver cantato quanche canzone ripensai a Svetlana e a miss sarò-il-tuo-incubo-peggiore. Come potevano due ragazze tanto diverse essere amiche? E se lei fosse di carattere ugualmente pessimo? No, riflettei con calma ripensando ai suoi occhi gentili e alla sua voce timida. In una parola? Adorabile. In un batter d'occhio iniziai a scrivere la bozza per una nuova canzone. Ovviamente gliela dedicai intitolandola “Messanger”, perché sì, ero sicuro di aver incontrato un angelo, una splendida messaggiera divina che con la sua presenza ricordava l'esistenza dell'amore nel mondo.

Dopo tre quarti d'ora circa mi diressi nell'albergo dove alloggiavo con i miei amici e la mia sorellina Amy. Quest'anno siamo potuti andare in vacanza tutti insieme senza genitori perché finalmente sono diventato maggiorenne e ho potuto prendermi la responsabilità sui miei amici, i quali hanno optato dopo ore di discussioni per la California. Sì, sono il più grande del gruppo e frequento la stessa compania di mia sorella, che c'è di male? Io mi trovo benissimo, inoltre la differenza d'età non è omogenea: io sono maggiorenne, Hermès lo sarà tra qualche giorno, Charlotte ha diciassette anni ed Amy e Harley ne hanno sedici.

Quando finalmente arrivai in albergo mi diressi immediatamente nella nostra camera d'albergo. Teoricamente avevamo prenotato due camere, giusto per separare machi e femmine, ma a causa di un disguido siamo finiti in una sola camera per cinque persone ma per fortuna con due letti in una stanza e tre in un' altra. Non ci tengo proprio a subire i piagnistei delle ragazze rigardo alla loro privacy!

-Ehy Phoneix!

Erano tutti in salotto, un po' per terra e un po' sul divano e la poltrona a guardare la televisione. E tutti rigorosamente in pigiama. Alla faccia della “necessità di spazio femminile”. Sì certo, quello serve solo a spettegolare.

-Dove stato fuori tutto questo tempo? Non mi dire che hai già trovato qualche ragazza carina!- disse maliziosamente Hermès.

-Per me è un sì- ghignò Harley guardandomi di sbieco mentre arrossivo.

-Oh beh... sì

-Woah, devi raccontarci tutto allora fratellone!

-Non tralasciare niente, mi raccomando!

Esclamarono quasi contemporaneamente Amy e Charlotte. Sospirando appoggiai delicatamente la chitarra al muro, mi sedetti vicino alla poltrona e a Hermès e iniziai a narrare.

-....poi mi giro e c'era ancora quella ragazza dagli occhi verdi! E sa-..

-Un momento- mi interruppe Harley -era una bambolina?

-Cosa intendi per bambolina?

-Capelli scuri e lunghi, snella, sexy,...

-Se ha un caratteraccio è indubbiamente lei

-Caratteraccio eh? Sarà divertente- asserì con un sorrisetto. -Ti ha detto come si chiama?-

-Pff... l'unica cosa che ha fatto è stato minacciarmi dicendo “ trascorrerai il resto della tua esistenza come un anteprima dell'inferno”, testuali parole

-Non sai qual è il nome della tua bella? Magari troviamo qualcosa su Internet- disse Charlotte.

-Spero di rivederla domani...

-Ti accompagnerò io, magari la bambolina ci starà questa volta-esclamò appoggiandomi la mano sulla spalla.

-Vengo anch'io!

-Andiamoci tutti!

-Sì!!

Sospirando sconsolato guardai l'orologio appeso alla parete.

-Me ne vado a dormire, buonanotte

Sospirando mi feci la doccia, mi lavai i denti, mi misi il pigiama e mi infilai nel letto. Sentendo che nell'altra stanza le chiacchere continuavano non potei far altro che pensare che l'indomani sarebbe stata una dura giornata. Durissima.

***

-Sì, è proprio lei

Harley continuava a sghignazzare osservando la sua “bambolina” cavalcare le onde. È stato davvero un colpo di fortuna trovarle qui, pensai guardando ammirato l'agilità con cui Svetlana planava lungo la parete dell'onda. Era bravissima e per un attimo mi chiesi se fossi una professionista.

Dopo un'oretta ci raggiunsero anche gli altri. O meglio dire, mi raggiunsero sulla spiaggia.

Amy si guardò intorno qualche secondo.

-Ma dov'è finito Harley?

-Pistaaa!! Ho una pupa da sfidare!

Come richiamato Harley ricomparve con una tavola da surf e sorpassatoci si tuffò in mare.

-Ehm... sbaglio o non ha mai surfato in tutta la sua vita?- chiesi perplesso.

-Vai Harley, falle vedere chi sei! Yuhuu!- gli urlò dietro Charlotte euforica.

Certo, Harley sullo skeatboard va alla grande ma non penso che sia la stessa cosa, pensai sconsolato.

Dopo mezzora finalmente stava riuscendo a salire su un'onda e domarla. Non era molto alta, in realtà sarà stata mezzo metro, ma meglio che niente.

Era quasi l'una e finalmente Harley, Svetlana e i suoi amici smisero di surfare. Velocemente mi incamminai verso Svetlana. Non potei fare a meno di ricambiare un sorriso quando vedendomi mi sorrise timidamente salutandomi con la mano.

-Non ci provare- sibilò l'altra ragazza vedendomi. -Ieri ti avevo avvertito, ma a quanto pare non sei molto sveglio-

-EHI BAMBOLINA!!

Divertito osservai la ragazza sobbalzare, mordersi il labbro e riaprire gli occhi che aveva richiuso. Pareva parecchio infastidita.

-Come stavo dicendo, non...-

Harley arrivò giusto in tempo e le si fermò davanti ghignando. La guardò da cima a piedi più volte incurando dello sguardo gelido e omicida che gli veniva rivolto.

-Togliti. Ora

-Clara, non essere scortese con Phoneix! E... tu invece chi sei? O giusto, non mi sono presentata! Io

sono Svetlana, la migliore amica di Clara-disse porgendo la mano ad Harley in segno di saluto

sorridendo.

-Piacere, io sono Harley. Senti, visto che al mio qui presente amico piaci e vorrebbe conoscerti meglio- Phoneix e Svetlana arrossirono immediatamente -e io vorrei conoscere meglio la tua amica Clara che ne dici di una doppia uscita per conoscerci meglio?

-Scordatelo!

A palare erano stati i due ragazzi dietro di loro che con mio enorme sgomento non ci pensarono due volte a stringere a sé le ragazze con fare prottetivo.

-E voi chi sareste? -chiese indignato Harley.

-I loro ragazzi- proferì quello dai capelli mori.

Non ci posso credere è ingiusto, pensai osservando sgomento Svetlana che arrossiva e guardava il biondino. Un momento, perché il suo sguardo era incerto? Stavano davvero insieme? Gettai una veloce occhiata agli altri due e vidi Clara accoccolarsi meglio nella stretta del moro perfettamente a suo agio.

-Andiamo- dissero i due. Mentre li guardavo andare via, Svetlana mi salutò con la mano. Ricambiai il saluto anche mi sentivo molto triste.

-Ehi!!- urlò Harley -sappi che la bambolina sarà tua ancora per poco perché presto sarà mia!!-

Clara si girò a guardalo sprezzante e come se nulla fosse continuò a camminare mano nella mano con il moro.

Mi sa che sarà davvero dura fare breccia nel loro cuore.

***

-Quindi sono già occupate e non avete speranza- riassunse brevemente Hermès mentre si ingozzava di patatine.

-Io non mi arrendo, nossignore-asserì Harley alzandosi in piedi di scatto inviperito. -Quella sarà mia-

-Certo che ti sei preso proprio una bella sbandata per quella-osservò Amy.

-Quella non ti merita, lasciatelo dire- gli disse Charlotte puntandogli contro una patatina al formaggio. -Da come l'avete descritta non meriterebbe neanche di avere amici-

-Ehm... sapete mi è venuto un dubbio.

-Cosa vorresti dire?

-Che mi serve il computer e una connessione a internet e soprattutto vederli.









Okkey, fine capitolo! A chi interessasse sappia che i nomi di Phoneix e Amy non sono casuali: il primo è il soprannome del bassista dei Linkin Park (Messanger è una canzone bellissima di questo gruppo che adoro *-*)e Amy l'ho preso dal nome della cantante degli Evanescence, Amy Lee... non ho trovato nomi di artiste gotiche, sorry ^^'
Per oggi è tutto, ciaooo!
_SilverBlackMoth  

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