Seven deadly sins

di purpleblow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. Superbia ***
Capitolo 2: *** 02. Avarizia ***
Capitolo 3: *** 03. Lussuria ***
Capitolo 4: *** 04. Invidia ***
Capitolo 5: *** 05. Accidia ***
Capitolo 6: *** 06. Ira ***
Capitolo 7: *** 07. Gola ***



Capitolo 1
*** 01. Superbia ***


Seven deadly sins


01. Superbia


Percorreva i lunghi corridoi del Garden di Balamb a testa alta, senza mai abbassare lo sguardo.
Chiunque, in quella stupida accademia era un debole ai suoi occhi.
Non aveva mai incontrato nessuno che lo guardasse in faccia, tranne Squall, ma lui era un'altra faccenda.
Nonostante fosse solamente un ragazzino di 13 anni, tutti lo temevano. Persino i SeeD si trovavano a disagio di fronte alla sua espressione fredda.
Seifer si sentiva il capo. Su tutti. Su tutto.
Nessuno che osasse incrociare il suo sguardo, o avesse da ridire su ciò che faceva.
Si sentiva potente. Era potente.
Aveva persino dei leccapiedi che sottostavano ai suoi ordini: Fujin e Raijin. Facevano qualsiasi cosa lui dicesse.
Che idioti.
Preferivano seguirlo come cagnolini piuttosto che trovarselo contro.
Ma a lui poco importava, era così che doveva andare.
Lui era il migliore. Tutto il resto era feccia.
Gli piaceva vedere il terrore negli occhi degli esseri viventi, oh se gli piaceva!
La sua "preda" preferita era senz'altro Zell Dincht, un idiota come tanti, ma tanto stupido da rispondergli per le rime.
Notevole.
Coraggioso da parte sua.
Era questo che divertiva Seifer.
Trovarselo davanti, offenderlo, vederlo lanciarglisi contro e infine, umiliarlo davanti a tutti.
Andava sempre a finire allo stesso modo.
Lui, altezzoso, guardava il ragazzino con aria di superiorità.
L'altro, seduto per terra e pieno di lividi gridava vendetta.
Ci godeva a vedere la rabbia pulsare nelle vene di quell'orrendo Gallinaccio.
"Bastardo."
Quante volte se l'era sentito dire?
Quante volte aveva riso a quella parola?
"Esattamente."
Rispondeva calmo. Poi, oltrepassandolo, continuava per la sua strada con un ghigno soddisfatto.
Era fiero di sè, gli piaceva essere il migliore, lo era sempre stato, anche se a volte questo lo rendeva nervoso.
Quanto avrebbe voluto misurarsi con un degno avversario... sapeva che Squall lo sarebbe diventato, ma detestava aspettare che il moccioso crescesse.
Certo non lo sapeva, ma in un futuro non molto lontano, se ne sarebbe pentito.


*

Il tempo passava e Seifer era sempre più esaltato.
Se avesse dovuto fare una scaletta, lui era in cima alla piramide, tutti gli altri erano al di sotto.
Negli ultimi cinque anni non aveva fatto altro che allenarsi.
Hyperion lo rendeva invincibile. Uno dei migliori Gunblader dell'accademia.
Se c'era chi lo elogiava ed era fiero della sua forza, utile nelle future missioni, c'era invece chi aveva il timore che usasse la sua forza per compiere sciocchezze.
Il suo carattere, così arrogante, non era ben visto dai professori.
Infatti, per via del suo comportamento, non era ancorastato promosso SeeD.
Era la terza volta che veniva bocciato all'esame pratico e così la sua rabbia si accresceva.
Era il migliore, era assurdo che lo rimandassero per qualche decisione presa di testa sua.
Soprattutto per il fatto che sia Squall, che quell'inetto di Zell erano diventati SeeD prima di lui.
Non lo tollerava. Non lo avrebbe mai tollerato.
Da un po' di tempo a quella parte, aveva iniziato a reputare professori e SeeD degli incapaci che non sapevano fare il loro lavoro.
Seifer sarebbe stato un ottimo soldato nella fila di Balamb, ma nessuno riusciva a capirlo.
Troppo stupidi.
Troppo ingenui.
Quando si sarebbero resi conto che la sua forza era indispensabile, sarebbe stato ormai troppo tardi.
"La tua arroganza non ti permetterà mai di diventare SeeD, mettitelo bene in testa, Almasy."
Quistis Trepe, professoressa diciottenne, non faceva che ripetergli le stesse cose ogni giorno, così, anche quella volta, puntuale come un irilogio le si era presentata davanti.
Il ragazzo non capiva se lo facesse per fargli capire la situazione o semplicemente per rompergli le scatole, ma di certo non avrebbe cambiato il suo modo di essere per lei.
Lo infastidivano i suoi discorsi, quanto desiderava farla tacere per sempre.
"Maestrina, occupati dei tuoi insulsi e deboli allievi piuttosto che rompere le scatole a me. Sbaglio o sono il migliore della classe?".
Quanta arroganza in quelle parole, nello sguardo e nei gesti.
"No, non sbagli. Ma se non cambi atteggiamento signorino, non andrai da nessuna parte. Sarai anche il migliore, ma la condotta conta quanto la bravura, se non di più. Non dimenticarlo.".
La vide voltargli le spalle ed allontanarsi.
Ecco che qualcuno gli mostrava di avere le palle e lo guardava dritto negli occhi quando gli parlava, ma non ne fu contento.
Era una donna, doveva stare al suo posto.
"Dì quello che vuoi, non m'interessa.".
La ragazza senza fermarsi sputò la sua sentenza.
"T'importerà quando verrai bocciato per la quarta volta."
Lui, la guardava andar via.
Provava rabbia, ma anche una sorta di eccitazione.
"Non credo ci sarà una prossima volta.".
Già, perchè Seifer aveva già scelto la propria strada.
Avrebbe voltato le spalle a chi non lo reputava all'altezza, avrebbe servito colei che lo considerava il migliore.
L'unica forse, in tutti quegli anni che lo avesse notato.
Con lei si sarebbe sentito il più forte, come sempre del resto, ma con qualche soddisfazione al seguito.
Non sapeva certo che questo lo avrebbe portato a ricredersi, anche se mai lo avrebbe ammesso.
Seifer Almasy era il migliore sì, ma non come soldato, come sognatore.




Note dell'autrice:
Eccomi qua con una raccolta completamente dedicata a Seifer Almasy, uno dei personaggi molto complessi di Final Fantasy VIII.
Sto cercando di entrare nella sua testa, basandomi sui peccati capitali.
Mi ispira questa cosa, anche perchè mi sembrano fatti apposta per lui.
Il prossimo capitolo della raccolta sarà "Avarizia".
Avverto subito, che gli eventi non seguono la trama cronologica del gioco, a peccato corrisponde evento.
Alcuni dei quali, inventati dalla sottoscritta.
Dovrò impegnarmi per "Gola", oh eccome.
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo.
.BloodNyar.

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Capitolo 2
*** 02. Avarizia ***


Seven deadly sins


02. Avarizia


Era una novità per lui trovarsi nelle file dei soldati di Galbadia e di esserne addirittura il comandante.
Il comandante Seifer Almasy, al servizio della strega Edea.
Aveva giurato a se stesso di proteggerla, di difenderla, mettendo in pratica i suoi anni di allenamento.
La sua potenza come Gunblader, finalmente sarebbe stata elogiata.
Sorrise volgendo lo sguardo al cielo.
Si trovava sul balcone del Garden di Galbadia, gli occhi puntati all'orizzonte, in direzione di Balamb.
Quell'insulsa accademia, che l'aveva cresciuto, adesso era il suo obiettivo di distruzione.
Avrebbero rimpianto il vecchio Seifer, si sarebbero pentiti di non averlo nominato SeeD.
Già, Seifer Almasy non perdona.
Aveva tradito coloro che avevano tradito lui.
Nonostante in quel luogo si trovassero i suoi vecchi compagni, la sua vecchia vita, lui non aveva il minimo rimorso per ciò che aveva fatto.
Non gli importava di nessuno, come sempre era stato.
Sentì il cigolio della porta che si apriva, qualcuno stava uscendo a prendere una boccata d'aria, qualcuno lo stava disturbando.
Si voltò,  seccato, scoprendo che chi era appena uscito, era Fujin.
Già, i soliti due leccapiedi lo avevano seguito persino a Galbadia, tradendo anche loro.
Non gli era mai importato del perchè lo avessero fatto, convinto che fosse per via della loro codardia.
Ignorava i veri motivi, ma a Seifer fondamentalmente cosa importava?
Ognuno fa le sue scelte.
Lui aveva deciso di tradire e pensare solo a se stesso e ai suoi sogni.
Loro avevano deciso di tradire, per non trovarselo contro.
"Che vuoi, Fujin?"
La ragazza lo guardava con profondo rispetto nei suoi confronti, osservandolo attentamente. Da quando Seifer aveva abbandonato Balamb, era sempre stata convinta che non avesse fatto la giusta scelta, ma non aveva mai osato dirglielo.
Fino a quel momento almeno.
"Sei sicuro?"
Ma di cosa stava parlando quella sciocca?
"Non capisco a cosa tu stia alludendo."
Odiava chi metteva in discussione le sue scelte, qualsiasi esse fossero. A qualsiasi cosa quella ragazza si riferisse, non aveva il diritto di intromettersi.
Lui era sempre sicuro di ciò che faceva.
"Sei davvero felice di essere qui?"
Rabbia. Come osava chiedergli una cosa simile?
"Mi pare che qui sia tu quella che non è sicura. Se non volevi lasciare Balamb dovevi pensarci prima!".
Balamb era stato solamente un tramite per lui, nient'altro.
Se il Garden fosse esploso con tutti quelli che c'erano dentro, lui non avrebbe fatto una piega.
"No."
Che voleva ancora?
"Cosa vuoi adesso?"
"Se ti ho seguito, se ti abbiamo seguito, è perchè lo volevamo."
Certo che era proprio stupida, dove voleva arrivare?
Se pensava che gli facesse piacere, aveva sbagliato strada.
Non aveva capito niente di lui.
"E quindi? Pensi che m'importi Fujin?"
Un colpo al cuore per la ragazza, ma cercò di nascondere le proprie emozioni.
Aveva seguito Seifer, insieme a Raijin, non solo perchè era il loro capo, ma anche perchè lo volevano davvero. Seifer contava molto per loro.
"Lo pensavo. Cosa siamo per te?"
Seifer la guardò sprezzante, poi un ghigno comparve sul suo volto.
"Pedine."
Ciò detto, la sua attenzione tornò all'orizzonte, senza accorgersi della porta che sbatteva.
Senza curarsi di aver ferito o meno i sentimenti di Fujin.
Quella ragazza, assieme a quell'energumero di Raijin, erano solo oggetti al suo servizio.
Li usava se gli facevano comodo, niente di più, niente di meno.
Seifer era troppo occupato a sognare ad occhi aperti per rendersi conto di ciò che veramente contava per lui.
Era sempre stato cieco.
Forse un giorno avrebbe aperto gli occhi.
In quel momento, ciò che importava, era essere il cavaliere della strega.
Tutto il resto non lo sfiorava neppure.
Se Fujin o Raijin fossero morti in una missione, probabilmente neppure gli avrebbe dato importanza.
La cosa che lo avrebbe colpito, era una sola, ma avrebbe fatto in modo che non accadesse mai.
Nessuno avrebbe dovuto portargli via ciò che era suo.
Se solo qualcuno avesse messo fine ai suoi sogni, lo avrebbe ucciso con le sue mani, facendo così diventare importante la vendetta.
Ma quando pensava a questo, scuoteva la testa, sentendosi un debole.
Seifer non avrebbe mai perduto ciò che possedeva.
Era suo.
E quel che era suo, nessuno poteva permettersi di toccarglielo.




Note dell'autrice:
So che questo capitolo è abbastanza corto, ma quel che c'era da dire, l'ho detto, se avessi continuato, avrei finito di ripetermi.
Ho voluto inserire un dialogo con Fujin, perchè volevo mettere ancora in chiaro la loro posizione.
Per come la vedo io, Seifer, non pensa a loro come amici, o almeno, non all'inizio.
Seifer è un gran bastardo, farebbe di tutto per raggiungere i suoi scopi ed io lo apprezzo così.
Questa raccolta si basa soprattutto su com'è Seifer prima che apra gli occhi.
Avverto che l'aggiornamento avverrà ogni 4 giorni.
Volevo ringraziare Silver Wolf per la recensione: mi ha fatto molto piacere che il primo capitolo ti sia piaciuto. Spero che questo non ti abbia deluso. Chiamami pure Cami se ti va. Ah, Seifer è anche il mio preferito!!
See you soon!
Next time: "Lussuria".

.BloodNyar.

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Capitolo 3
*** 03. Lussuria ***


Seven deadly sins


03. Lussuria


Se ne stava seduto sull'erba di quel prato, la testa di lei appoggiata alle sue ginocchia.
Una mano che di tanto in tanto accarezzava i capelli setosi di lei.
Seifer la osservava in tutta la sua bellezza, il suo volto così angelico, gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra.
Pareva felice, Rinoa.
Sembrava fosse persa in quel magico momento.
Improvvisamente il ragazzo tolse la mano dai suoi capelli, cercando una sigarette in una delle tasche del suo giaccone bianco e Rinoa aprì gli occhi.
Poi, cambiò posizione, sedendosi di fronte a lui. Voleva guardarlo meglio negli occhi, quei profondi occhi azzurri che l'avevano stregata.
Non parlava molto Seifer, ma lei ormai capiva alla perfezione che cosa gli passava per la testa.
Un po' le dispiaceva, ma il suo silenzio era forse più prezioso delle parole.
"Non dovresti fumare, lo sai."
La voce melodiosa della ragazza distolse Seifer dai pensieri in cui era caduto, la guardò negli occhi, perdendocisi dentro.
Quello sguardo dolce, allo stesso tempo determinato, lo elettrizzavano.
Un brivido gli percose la schiena, tanto forte era il desiderio di baciarla.
Avrebbe voluto prenderle il viso con una mano e attirarla a sè, assaporando quelle labbra carnose.
Percorrere il suo corpo con le mani, esplorando ogni singolo luogo che ancora non era mai stato scoperto da nessuno.
Avrebbe voluto essere lui il primo e godere della sua pelle vellutata.
Il suo sguardo si spostò sui capelli corvini di lei, lucenti e invitanti.
Ah, quanto gli piacevano, avrebbe passato ore ed ore ad accarezzarli, godendo della loro morbidezza.
Si sentiva al di sopra di tutto con lei accanto.
"E tu non dovresti farmelo notare, non è di tuo interesse."
Rinoa spalancò gli occhi, sorpresa dalle parole di Seifer. Non se l'aspettava.
Come poteva quello sciocco pensare che non fosse di suo interesse?
E poi, eccola l'espressione che tanto piaceva al ragazzo.
Se ne stava immobile, Rinoa, occhi puntati su di lui, offesa dalla frase appena uscita dalle sue labbra.
La bocca si tramutò in un broncio.
Lui le sorrise, scompigliandole dolcemente i capelli.
"Mi piace quando sei arrabbiata."
Non durò a lungo. Il sorriso tornò ad illuminare il volto della moretta. Era più forte di lei, non riusciva a resistergli.
"Credimi, non ti piacerebbe se mi arrabbiassi sul serio."
Le mani di lei si posarono sulle sue spalle.
"Dici? Io non credo."
Un ghignò si formò sul suo volto.
Lentamente afferrò una delle sue mani, portandosela alla bocca, baciandola.
"Non sai quanto posso diventare cattiva in quel caso."
Gli disse allegra.
"No, hai ragione, ma una cosa la so per certo mia cara."
Si separò dalla piccola mano di lei, avvicinandosi lentamente al suo volto. Si fermò a pochi centimetri dalle sue labbra.
"Sarebbe?"
Chiuse gli occhi.
Prima di risponderle, toccò le labbra con le sue, mordendogliele delicatamente, poi vi posò sopra un leggero bacio.
Si staccò da lei poco dopo, udendo un gemito di disapprovazione da parte sua.
"Che sei sempre bella. Anche se tu diventassi cattiva come dici, saresti sempre bella ai miei occhi."
Si stupì pure lui di tali parole, ma poi, si rese conto che non era mai stato così sincero.
Forse Rinoa, era l'unica persona che avesse avuto importanza per Seifer.
Mai aveva trattato qualcuno con tanta dolcezza e questo, non era da lui.
Guardandola, gli scappò una risata.
Lei era rimasta talmente colpita da quelle parole, che non era riuscita più a dire nulla. Le labbra leggermente aperte dallo stupore.
Seifer le sorrise caldamente e per la seconda volta la baciò, senza staccarsi stavolta.
Poteva sentire le braccia di lei circondargli la vita, possessive.
Il ragazzo la fece sdraiare lentamente, posizionandosi sopra di lei, ben attento a non farle male. Talvolta aveva quasi paura di romperla da quanto sembrava fragile.
Cominciò ad accarezzarle dolcemente i capelli, come faceva sempre, era diventato ormai un gesto meccanico. Non riusciva a baciarla se non aveva il contatto con essi.
Poteva sentire il battito accelerato a contatto col suo petto, un suono che lo tranquillizzava e che lo incitava a darle di più di quel semplice bacio.
Oh se lo avrebbe voluto.
Non era la prima volta che provava il desiderio di possederla da quando si erano conosciuti, ma ogni volta si tratteneva, non voleva commettere errori.
Però, qualcosa in lui, cercava di persuaderlo e, beh, d'altra parte poteva provarci, non sarebbe accaduto niente di male.
Cautamente, fece scivolare la mano dai capelli al suo seno, prima sfiorandolo appena, poi, afferrandolo dolcemente.
Lei gemette sorpresa, ma non lo fermò.
Era la prima volta che Seifer, toccava così una donna. Gli piaceva sentire quella rotondità sotto le dita.
Continuò per un po' a massaggiarla, quando alla fine, decise di staccarsi dalle sue labbra.
Ripresero fiato entrambi.
I volti arrossati, gli occhi lucidi per la passione.
Seifer si spostò, sdraiandosi di fianco a lei, prendendole la mano.
Non dissero niente per non rovinare il momento.
Lui chiuse gli occhi, godendosi il venticello fresco che gli accarezzava il volto.
Pensava a Rinoa, pensava a loro due insieme.
Gli sarebbe davvero piaciuto scoprire cosa si prova a possedere una donna, a possedere lei.
Sarebbe stata un'esperienza meravigliosa, già lo sapeva.
Lei, che lo aveva colpito al cuore.
Lei, che gli aveva donato l'affetto che credeva di non aver bisogno.
Inorridì al pensiero che quell'estate stava per finire, destinandoli a separarsi.
Lui sarebbe tornato alla solita vita monotona di Balamb, in attesa di rivederla un giorno.
Scosse la testa violentemente a quel pensiero, non voleva pensarci.
Aprì gli occhi e si voltò a guardarla, attirandola poi a sè e stringendola fra le sue braccia.
No. Non ci avrebbe più pensato.
Aveva deciso che avrebbe vissuto intensamente ogni momento, come se fosse l'ultimo.
Fino ad allora, avrebbe pensato solo a loro due insieme, non era il momento di pensare ad una separazione.
Le baciò nuovamente le labbra.
"Che cosa c'è?"
Una domanda lecita vista l'espressione cupa che aveva assunto il volto di Seifer.
Lui le sorrise, cercando di rassicurarla.
"Stavo pensando."
Non ci volle molto prima che lei gli porgesse un'altra domanda. E lui sapeva che l'avrebbe fatto.
"A cosa?"
Ed ora, era così dura risponderle.
Da una parte avea una gran paura.
Seifer che aveva paura? Non era proprio da lui.
"Che non voglio perderti."
Lo disse, semplicemente le confidò i suoi pensieri, le sue paure.
"Non mi perderai, questo non è possibile."
Perchè nonostante quelle parole rassicuranti, accompagnate da un sorriso non riusciva a crederle?
"Rinoa, l'estate presto finirà. Io me ne torno a Balamb."
Si era promesso di non pensarci, ma data la piega che aveva preso la situazione, era chiaro che ci fosse ricascato.
A quelle parole Rinoa si rattristò un po', ma poi, tornò a sorridere.
"Lo so, è inevitabile. Ma io, non ti dimenticherò e tu non dimenticherai me. I momenti passati insieme non si cancelleranno perchè sono stati importanti per entrambi."
Finalmente si era calmato.
Non era cambiato granchè, in fondo, le cose non sarebbero cambiate, ma sapeva che lei era stata sincera.
Si era sentito uno sciocco a non crederle prima.
Stavolta fu lei a baciarlo, cogliendolo di sopresa.
Già, aveva ragione lei, momenti del genere era impossibile dimenticarli.
Sapeva che in sua assenza l'avrebbe pensata costantemente, senza mai dimenticare quelle labbra che tanto amava.
Quei momenti non avrebbero mai lasciato il suo cuore. Mai.

Note dell'autrice:
Devo dire che mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo, anche se, forse non proprio di lussuria si parla.
Non ho descritto alcuna scena di passione carnale.
La vedo più come una lussuria leggera, perchè in fondo, penso di avere espresso il piacere che prova Seifer con lei.
Mi scuso se vi ho deluso con questo capitolo.
Mi sono anche accorta che scrivendo di Seifer e Rinoa, mi sto appassionando molto alla coppia e credo che non sarà l'ultima SeiferRinoa che scriverò.
Con questo, spero vi sia piaciuto il capitolo e vi annuncio che il prossimo sarà "invidia". Ahhh, proprio ciò che aspettavo con ansia, devo dire la verità.
Adesso ringraziamenti:
Barbidoluzza: Ti ringrazio moltissimo e sono contenta che ti siano piaciuti. Spero di non deluderti con gli altri!
Silver Wolf: Grazie ancora Bea! Ma sai che io adoro le recensioni lunghe? E le tue mi fanno un sacco piacere, non sai quanto mi rende felice sapere che questa Fan Fiction ti piace e anche orgogliosa, perchè da come dici, sembro esser riuscita ad entrare nella testolina di Seifer! ^^ Eh già, i bastardi sono davvero i più affascinanti! *_* Grazie ancora!
Alla prossima, ovvero, fra 4 giorni! XP
.BloodNyar.

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Capitolo 4
*** 04. Invidia ***


Seven deadly sins


04. Invidia



Eccolo lì Seifer. Seduto al solito molo con la canna da pesca fra le mani, lo sguardo fisso sul galleggiante.
Era solo quel giorno, Fujin e Raijin non c'erano e neppure gli importava.
Per un momento spostò lo sguardo al cielo, neppure una nuvola e ciò voleva dire neanche un minuto d'ombra.
Pescare sotto il sole cuocente non era la miglior cosa, ma lui d'altronde che poteva fare? Era l'unico passatempo rimastogli.
Da quando non era più il cavaliere della strega, le sue giornate erano diventate così monotone, vuote.
Sospirò. In fondo, se l'era scelta lui quella vita.
Aveva avuto la possibilità di tornare al Garden, il preside Cid lo avrebbe accettato nuovamente, ma tornare per cosa? Per chi?
Non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarlo, o almeno, non lei.
Senza accorgersene, strinse la canna con rabbia. Fosse stata meno resistente l'avrebbe rotta.
Il pensiero di Rinoa non l'aveva mai abbandonato nonostante fossero passati anni da quell'estate.
Già, non aveva mai avuto fortuna in vita sua.
Come poteva lontanamente desiderare di tornare all'accademia?
Non avrebbe retto la visione di lei tra le braccia del suo odiato rivale.
Pensando a Squall la sua rabbia aumentò.
Quante volte, aveva fatto la vittima da bambino?



"Madre! Mia sorella non c'è più!"



Se ne stava sempre in disparte, a piangere e ovviamente la Madre non poteva fare a meno di consolarlo.
Lo esortava a giocare con gli altri bambini, ma Squall non ne voleva sapere.
Se ne stava sempre al solito posto, ad aspettare che Ellione tornasse.
Tutti si preoccupavano per lui, sempre in ogni occasione, tutti lo preferivano.



"Sorellina, dove sei?"



Già, Ellione stravedeva per lui.
Per quante volte Seifer aveva provato a starle vicino, a mettersi in mostra, Squall rimaneva il suo preferito.
E questo, lo rendeva invidioso.
Lui adorava la sorella, faceva di tutto pur di averla per sè, o almeno per ottenere un minimo di considerazione da parte sua.



"Sorellina... Ellione..."



No. Non poteva tollerarlo.
Quello stupido ragazzino! Gli bastava piagnucolare e lei correva a consolarlo.
Poi, un giorno se n'è andata e non ha più fatto ritorno.
Se da un lato gli dispiaceva perchè non l'avrebbe più rivista, dall'altro ne era felice.
Preferiva che non ci fosse più.



"Dove sei andata... sorellina? Non mi vuoi più bene?"



Lo preferiva sì, perchè così non avrebbe assistito alle patetiche scenate di Squall.
Era felice del fatto che Squall sarebbe rimasto solo.
Seifer ogni volta gli diceva che era colpa sua se Ellione era andata via.
Lo aveva abbandonato perchè piangeva sempre, si era liberato di lui.



"Sono tanto triste."



Ma anche a quel tempo, Squall era sempre il più fortunato fra i due.
Perchè aveva qualcuno che gli stava accanto, mentre Seifer si limitava ad essere quello che veniva rispettato.
Ma non era la stessa cosa. Nessuno gli voleva bene in realtà, avevano solo il timore di farlo arrabbiare.



"Io... sorellina... io sono solo."



Come poteva avere solo il coraggio di sentirsi solo?
Squall era sempre stato circondato d'affetto, era lui a rifiutarlo.
Squall non se lo meritava.
La rabbia cresceva, se solo lo avesse avuto davanti!
Avrebbe tanto voluto spaccargli la faccia, fargli capire una volta per tutte che a lui era toccata tutta la fortuna del mondo.
Che aveva tutto.
Fin da bambino era stato il punto di riferimento di qualcuno.
Al Garden, tutti lo elogiavano per la sua bravura, le ragazzine erano affascinate dalla sua bellezza e gli istruttori erano fieri di lui.
Seifer, non veniva mai elogiato, tutt'altro. Gli facevano la predica per la sua cattiva condotta.
Quistis se l'era preso sotto la sua ala protettiva. Da quando era arrivata al Garden, non aveva mai lasciato Squall.
Quando litigava con Seifer, lei prendeva le sue difese, incolpando quest'ultimo e alla fine, gli istruttori punivano solamente lui.
Cos'aveva Squall di così speciale? Come ci riusciva?
Da sempre andava avanti quella storia, da sempre.
Poi, arrivò l'estate, l'unico momento forse, in cui Seifer si sentì superiore a lui, perchè aveva incontrato Rinoa, era veramente felice, finalmente.
Aveva provato il vero amore, aveva qualcuno da proteggere, da amare.
Però, la felicità non dura per sempre, no?
Alla fine, aveva vinto lui, come al solito. Perchè era riuscito a portargli via anche lei, a rovinargli del tutto la vita, prendendosi l'unica persona che era stata davvero importante per Seifer.
A quel pensiero, si alzò di scatto, scaraventando per terra la canna da pesca.
Iniziò a camminare, per andare dove, non lo sapeva, voleva solo smetterla di pensare a lui, a lei.
Possibile che non poteva avere un attimo di tranquillità neanche adesso che non li vedeva più? Era il prezzo da pagare per aver tradito Balamb? Cos'era?
Mentre camminava, non si accorse di due volti familiari che gli andavano in contro, erano Fujin e Raijin.
Entrambi notarono la sua espressione, il ragazzo non osò dire nulla, fu l'altra a parlare.
"Seifer?"
Il biondo si riscosse dai pensieri udendo la sua voce.
Non aveva proprio voglia di trovarsi a che fare con quei due in quel momento.
"Che vuoi?"
Come sempre, non faceva caso a quanto fossero preoccupati i suoi compagni e anche se fosse, non gli sarebbe importato.
"Che ti succede?"
Fu in quel momento, che per la prima volta Seifer tirò fuori quello che aveva dentro.
"Quel bastardo ha tutto, ha sempre avuto tutto! Perchè io non posso?"
Oltrepassò i due ragazzi, senz'aspettare alcuna risposta, senza guardarli negli occhi.
Voleva sparire dalla loro vista, o forse, sparire lui stesso per non provare tutta quell'invidia che lo stava lacerando.

 

"Io... sorellina... io sono solo."



In quel momento avrebbe voluto che lo Squall di un tempo lo vedesse, così avrebbe capito cosa voleva dire essere davvero soli.
Quel bambino che si era permesso di piangere, quando da grande avrebbe avuto tutto.
Seifer sospirò, lasciandosi cadere lungo il muro di un'abitazione, non aveva più la forza di fare niente.
Tutta una vita passata a sentirsi il migliore, quando in realtà in quel momento si sentiva una nullità.
Per la prima volta, accettò la realtà.
Per la prima volta desiderò essere al posto di Squall ed essere felice.
È proprio vero che l'invidia fa perdere la testa.




Note dell'autrice:
Avevo detto di aspettare questo capitolo, ma in realtà mi è riuscito davvero difficile.
Spero di essere riuscita a mantebere comunque Seifer IC, altrimenti mi scuso.
Però, è stata una faticaccia! Sono andata pure su Youtube a cercare la parte in cui Squall&Co. ricordano la loro infanzia e rubare così le battute al piccolo Squall.
E per fortuna le ho trovate, guardandomi di nuovo quella scena! Quanto adoravo quella parte del gioco!
Mamma mia, è stato davvero difficile questo capitolo, ero convinta fosse una passeggiata e invece...
Beh, spero vi sia piaciuto, sul serio.
Next time ""
Passo ai ringraziamenti:
Silver Wolf: Grazie grazie grazie cara! Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuta, oltretutto, ce l'ho messa tutta per questo capitolo! *_* Seifer e Rinoa mi hanno colpita tantissimo!
Questo capitolo invece mi è restato molto difficile, infatti non mi piace molto... U_u
Akagi_san: Oh, sono molto contenta di vedere una nuova lettrice della raccolta! Grazie per i complimenti, mi fa sempre piacere poi ricevere recensioni lunghe! Mi esaltano! ^O^ Beh, sono davvero felice che ti piacciano i capitoli, spero che anche questo ti piaccia! ^^
Barbidoluzza: Ma grazie, il tuo commento mi ha emozionata, davvero. Sono sempre felice quando quanlcuno apprezza quello che scrivo. Comunque, sì, ho capito alla perfezione quello che intendi, e sono d'accordo con te. ^^
Ancora grazie per i complimenti, farò il possibile per non deluderti con i prossimi (Gola è la mia morte, è complicatissimo!!!).
Shuriken: Ma ciao!! Tu sei Shuriken del forum CloTi vero? ^^ Comunque ti ringrazio moltissimo per i complimenti, il mio 'io' ne sta risentendo positivamente per tutti questi complimenti! *_* Alla prossima!! XD

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Capitolo 5
*** 05. Accidia ***


Seven deadly sins


05. Accidia


Balamb, il porto, le stesse persone.
A Seifer piaceva quella vita o meglio, non gli dispiaceva.
Tutto ciò che c'era da fare era trovarsi un lavoro e vivere la propria vita aspettando che i giorni scorressero.
Se ne stava seduto sul marmo del porto e tutto ciò che faceva era guardare il galleggiante, aspettando che qualche pesce abboccasse.
Troppa fatica per fare altro.
Ormai aveva esaurito la voglia di vivere.
Non voleva più combattere, tantomeno divertirsi.
Non aveva più niente.
Tutto ciò che gli restava era una stupida canna da pesca, nient'altro.
Quant'era che non lasciava la città per svagarsi altrove?
Uno, due, tre mesi, forse un anno?
Non gli importava granchè, in ogni caso non avrebbe più apprezzato niente.
Notò il sughero muoversi leggermente, per poi andare a fondo.
Dette uno strattone e la cima della canna cominciò ad inclinarsi, segno che qualcosa aveva abboccato.
Quel gesto era diventato talmente meccanico, che ormai non ne poteva più, così, con la stessa velocità con cui aveva accalappiato il pesce, tagliò la lenza, lasciando che fuggisse.
Seifer tirò un sospiro, quel giorno non aveva neppure la forza per pescare.
Lentamente si lasciò andare, sdraiandosi sul pavimento.
Teneva gli occhi socchiusi, il sole lo accecava.
Cominciò poi a pensare a se stesso, alla sua vita, rendendosi poi conto di non aver fatto niente di utile in quegli ultimi mesi.
Se avesse avuto la mentalità di qualche anno prima, avrebbe odiato quella vita.
Il Seifer di un tempo cercava sempre di fare qualcosa che lo tenesse occupato seriamente, non smetteva mai di allenarsi, il suo scopo era quello di migliorare.
Adesso invece, se solo pensava ad un allenamento gli venivano i brividi.
A che scopo usare Hyperion? A che scopo migliorarsi?
Non aveva alcun senso, e di certo, non gli passava nemmeno per la testa.
Aveva riposto il Gunblade sotto il letto poco dopo essere arrivato a Balamb mesi prima, senza mai tirarlo fuori da lì.
Faceva parte del suo passato, archiviato insieme a tante altre cose.
Avesse potuto, avrebbe fatto sparire pure Fujin e Raijin.
Quei due erano così noiosi.
Ogni giorno non facevano che chiedergli se aveva voglia di fare un salto a Timber o da qualsiasi altra parte, ma lui non aveva la minima intenzione di smuoversi da dov'era.
Oltretutto continuava a chiedersi perchè li stava ancora a sentire, ma quelli non si arrendevano.
Tempo sprecato.
Divertimento, viaggiare, svagarsi.
Queste parole non facevano più parte del vocabolario di Seifer, li aveva dimenticati.
Era diventato vecchio troppo in fretta per godersi la vita.
Una volta Raijin gli aveva persino chiesto per quale motivo si comportasse così. Era talmente stupido da non arrivarci da solo?
Il fatto era uno solo: gli mancava la voglia.
Non aveva la spinta per cominciare una nuova vita diversa da quella attuale, ormai, qualsiasi cosa accadesse non lo soddisfava.
Non aveva più interessi, anche quelli facevano parte del passato.
La pesca?
Quella era solo un passatempo, per non pensare.
In realtà neppure gli piaceva, lo trovava stupido.
Passare le proprie giornate a osservare un gingillo di sughero e tirare la canna al momento giusto, per fare cosa?
A lui non piaceva neanche il pesce.
Beh, a lui non piaceva niente, neanche se stesso, non più.
Si sentiva talmente tanto inutile che gli veniva a noia qualsiasi cosa.
Era diventato troppo pigro Seifer, persino per uccidersi.
Aveva pensato tante volte alla morte, la vera pace.
Nessun pensiero, nessun fastidio, ma soprattutto non ci sarebbe stato più il tempo che scorreva.
Poi però arriva alla conclusione che sarebbe stato fin troppo bello.
Se davvero Hyne fosse esistito, non gli avrebbe concesso tanto.
Seifer non meritava la pace eterna.
Seifer era destinato al dolore.
Si sentiva quasi un martire, e gli veniva pure da ridere.
Una vita passata ad inseguire un sogno che lo avrebbe rovinato per l'eternità.
Non male davvero.
Per questo non se la sentiva di farlo.
Preferiva aspettare il momento giusto, semmai sarebbe arrivato.
Chissà che Hyne avesse intenzione di lasciarlo in vita per sempre.
Bah, qualsiasi cosa decidesse non sarebbe stato piacevole, se lo sentiva.
Dopo un po', si mise seduto per osservare l'orizzonte, chiedendosi dove fosse in quel momento il Garden.
Chiedendosi dove fosse lui, che lo aveva condannato a quell'esistenza.
Sbuffò.
Era troppo pigro anche per prendersi le colpe.
O troppo orgoglioso, chissà.
Scacciando quei pensieri, si alzò in piedi e decise di tornare a casa, magari dormire un po' gli faceva bene.
Per lo meno avrebbe passato il tempo senza rendersene conto, senza sentire quel senso di noia che lo avvolgeva ormai da troppo tempo.



Note dell'autrice:
Sapevo che questo capitolo, assieme a "Gola" sarebbe stato la mia rovina.
Ce ne ho messo di tempo per scriverlo, è stato alquanto difficile.
Però, bene o male credo di essere riuscita a restare in tema, credo.
Mah, non mi piace comunque.
Il prossimo capitolo sarà "Ira", col quale non avrò sicuramente problemi! XD
Barbidoluzza: Bene bene, sono felice ti sia piaciuto il capitolo precedente! Speriamo che questo non deluda le tue aspettative, perchè come ho scritto poco sopra, a me non piace per nulla questo quinto capitolo.

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Capitolo 6
*** 06. Ira ***


Seven deadly sins


06. Ira

Rabbia.
Il sangue che ribolle nelle vene, vetri che si infrangono, sangue che cola.
Adesso il bagno era un disastro.
Dello specchio non c'era nessuna traccia, se non mille pezzettini sparsi per tutto il pavimento.
Pezzettini che riflettevano lui, che nel vedersi ritratto in ognuno di essi provò ancora più rabbia.
Per cosa si era ridotto così? Per chi?
Ma aveva davvero importanza? Era davvero quello ciò che voleva?
Il suo sogno era andato in frantumi, come lo specchio che aveva appena distrutto.
Com'è che si dice? Sette anni di sfiga?
Poco male, lui lo era di natura, che differenza faceva averne un po' di più?
Tutto ciò che voleva Seifer era proteggere Edea, la madre, esserne il suo cavaliere. E adesso?
Adesso si trovava a dover eseguire gli ordini di una folle, che nemmeno aveva mai visto in faccia.
Una strega del futuro, che lo comandava a bacchetta, come se fosse un semplice oggetto.
Gli faceva comodo, Seifer, solo questo.
E lui non lo tollerava.
No.
Una volta disse a Squall che amava la guerra, che grazie ad essa era vicino alla realizzazione del suo sogno. Ma l'amava perchè amava lei. La madre, che lo aveva allevato.
Sì, Seifer provava affetto per quella donna, conosciuta proprio grazie alla guerra.
A quei tempi, quando aveva solamente cinque anni, si era ritrovato in un orfanotrofio, senza genitori, morti per mano dei soldati di Galbadia probabilmente, questo non lo ricordava.
Però ricordava bene la donna che lo aveva portato via dalla strada, conducendolo nella sua dimora.
Si era presa cura di lui sin dal principio, volendogli bene fin dal primo istante, senza curarsi del suo carattere ribelle.
Apprezzando ogni suo difetto.
Era suo figlio, adottivo, ma pur sempre suo figlio.
Quando, tredici anni dopo l'aveva incontrata a Timber, l'aveva seguita, giurando di proteggerla.
Voleva ricambiarla in qualche modo.
E qual'era il modo migliore se non farle da cavaliere?
Seifer si sentiva realizzato, ma era durato poco.
I SeeD erano arrivati, l'avevano sconfitta e per ordine della strega del futuro aveva dovuto passare i poteri a Rinoa, abbandonandolo così, per la seconda volta.
E adesso, era di nuovo solo, senza il suo sogno, senza le sue speranze.
Era stato ingannato.
Ma finchè era al fianco di Edea, non gli importava, anche se lo avesse scoperto prima.
Adesso che era di nuovo solo, provava odio per quella donna, che gli aveva portato via la madre, costringendolo a restare solo, in un mondo che non era il suo.
Artemisia, l'artefice di tutti i suoi mali.
Si lasciò cadere a terra, ignorando i pezzetti di vetro che gli si conficcarono nelle ginocchia, ignorando il dolore.
Adesso si sentiva un debole, ed era tutta colpa di quella strega.
Strinse i pugni, in un gesto di stizza.
Ciò che gli faceva più rabbia era il fatto di dover restare accanto a quella sconosciuta, doverle obbedire.
Non che lo volesse realmente ma... aveva un posto dove tornare? No.
E poi era troppo orgoglioso per farlo.
Ormai era in gioco, doveva giocarsi il tutto e per tutto.
Era un buon pretesto per farla pagare a Squall.
Nonostante questo pensiero però, non riusciva a tranquillizzarsi, la rabbia gli stava dando alla testa, lo stava rendendo pazzo. Come lei.
E la pazzia lo portava unicamente in una direzione, la morte.
La morte di chiunque l'ostacolasse.
E lui odiava chi gli si metteva contro, nessuno doveva osare sfidarlo.
Nessuno.
Era una cosa che lo mandava in bestia, come chi gli dava gli ordini.
Seifer non prende ordini da nessuno.
Si soffermò un attimo a pensare, lei gli dava gli ordini.
Lui li eseguiva, senza battere ciglio.
Questo era uno dei tanti motivi per cui la detestava. E si detestava.
Non riusciva a ribellarsi, a dirle di no.
Cos'aveva per rendere Seifer così sottomesso?
Neppure lui lo sapeva.
Quella non era la madre, non era nessuno e lui, continuava imperterrito a fare tutto ciò che gli diceva di fare.
E la rabbia aumentava.
E la follia prendeva il sopravvento.
Seifer odiava tutto questo, eppure lei ci riusciva.
Aveva paura.
Sì, ne aveva.
Lo ammetteva.
In fondo anche l'uomo più impavido aveva i suoi timori, e Seifer non era altrettanto diverso.
Temeva la strega.
Se ne vergognava, ma la temeva.
Ancora non era riuscito ad ammetterlo del tutto nemmeno a se stesso.
Ma ne era consapevole.
E ovviamente, la rabbia si sommava.
Gli aveva tolto tutto, anche la sicurezza.
Si sentiva in gabbia e si era fottuto con le sue stesse mani.
Possibile che sbagliava sempre?
Possibile che il desiderio di seguire Edea lo aveva portato all'ennesimo errore?
Maledizione.
Era proprio un fallito.
Aveva perso su tutta la linea.
Adesso, tutto ciò che gli restava era sfogare la rabbia accumulata, uccidendo.
Per sentirsi libero.
Per sentirsi meglio.
Folle.
Sì, lo era.
L'ira che lo pervadeva l'aveva reso pazzo.
Doveva svuotarsi.
Doveva porre fine all'odio che lo reprimeva.


Note dell'autrice:
Bien bien, eccomi qui, in ritardo di un giorno, lo so.
Ma l'ispirazione era andata via per un attimo, tornata non appena ho cominciato a scrivere.
Era più una convinzione mia, vedere il foglio bianco e dire: "E ora che scrivo?".
Poi, dopo un caffè -la mia nuova droga- e la sigaretta del dopo caffè, ho iniziato a digitare le prime parole, et voilà! Seifer è davvero la mia fonte di ispirazione.
Eh sì, siamo arrivati quasi alla fine, e sinceramente mi dispiace.
Ma i peccati sono sette e sette sono le oneshot che posso pubblicare! XD
Adesso non vi resta che attendere "Gola" eh sì, ciò che tanto mi deprimeva, adesso non è più un problema.
So come impostarla, so cosa scrivere.
Sono orgogliosa di me! XD
Quindi, cercherò di chiudere la raccolta in grande stile, proprio come si addice a Seifer.
 Akagi-san: Addirittura "eccelso" reputi "accidia". Oddio, tu mi vuoi morta! ** Grazie, davvero, questo aggettivo portail mio ego alle stelle, sul serio. Non ho mai ricevuto tale complimento!
Beh, la caratterizzazione di Seifer la Square la lasciata parecchio in disparte, come per tutti i personaggi che non siano Squall o Rinoa. Perciò, con gli altri personaggi si può davvero dar sfogo alla fantasia.
Ah, e grazie per aver messo la storia tra i preferiti! ** Mi sento onorata di tutto ciò!
Barbidoluzza: Ecco un'altro aggettivo che non è mai stato usato per le mie storie: "capolavoro". Ragazze, voi mi lusingate davvero così, mi commuovo.
Sono felice che il capitolo che mi ha fatto penare così tanto sia piaciuto, credevo di aver rasentato l'assurdità, invece mi dite che è addirittura il migliore?
I tuoi commenti, mi danno sempre maggiore spinta per scrivere, sono sempre così lusinghieri, ti ringrazio, moltissimo. Cercherò di non deluderti col prossimo, ora che finalmente SO cosa scrivere.
J3nnif3r: Ti ringrazio infinitamente per i complimenti, stai contribuendo assieme alle altre alla crescita del mio orgoglio, non avevo mai ricevuto così tanti complimenti nella mia "carriera" di fanwriter.
È un onore per me riceverli da una fanwriter del tuo calibro, perchè ho letto alcune delle tue storie e sono bellissime. Affascianti. Ben scritte.
Grazie Jennifer, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo e che ti piaccia pure il prossimo ed ultimo.

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Capitolo 7
*** 07. Gola ***


Seven deadly sins


07. Gola


Sangue. Seifer lo bramava, costantemente. Lo rendeva soddisfatto, appagato.
Uccideva senza il minimo rancore, adorava stare a guardare quel rosso scarlatto, lo faceva sentire meglio.
La sua valvola di sfogo era la vista del sangue, le urla agonizzanti delle sue vittime. Prede.
Seifer era diventato il carneficie, fiero di esserlo.
Un tempo era diverso.
Sì, voleva vincere, ma evitando di uccidere, non aveva mai reputato giusto porre fine ad una vita, fosse pure il suo peggior nemico.
Ora no.
Morte.
Sangue.
Dolore.
Solo questo lo rendeva soddisfatto, eccitato al tempo stesso.
Anche quella volta Seifer desiderava uccidere. Non era necessario, ma l'uomo che aveva davanti, terrorizzato, gli aveva scatenato un' insana voglia di farlo.
Con fare altezzoso gli puntò Hyperion alla gola, sfiorandola. Egli deglutì, consapevole di essere prossimo alla fine.
Tremava, ma ormai si era arreso, pregava solo che il cavaliere si sbrigasse ad ucciderlo. Il suo sguardo era supplichevole, Seifer se ne accorse.
"Sai qual è la differenza tra me e te?" l'uomo restò in silenzio, senza capire la domanda, aspettando una risposta.
"Sei un uomo libero, o almeno, lo eri fino a questo momento. Io no. Non lo sono mai stato." nelle sue parole trapelava una punta di tristezza.
Invidiava la sua vittima, lui non era obbligato a rispettare gli ordini di nessuno. Seifer sì, pendeva dalle labbra della strega, odiando quella situazione.
Per questo motivo trovava eccitante uccidere, voleva negare loro la libertà che lui non aveva mai ottenuto. Certo, personalmente non ci guadagnava niente, ma almeno la soddisfazione di porre fine ai piaceri della gente l'aveva.
Seifer osservava il ragazzo, impassibile e sollevando il Gunblade lo colpì violentemente, lacerando quel povero corpo e macchiandosi del suo sangue.
Se lo sentiva sulle labbra, lo leccò, compiacendosi del gesto appena compiuto, sentendosi ancora una volta soddisfatto.
Un ghigno si distese sul suo volto, poi, inconsciamente gli vennero strani pensieri per la testa. Da quanto tempo andava avanti questa storia? Quand'è che aveva cominciato a sentirsi appagato alla vista del sague?
Certo, da quando la sua vita aveva cominciato a farsi terribilmente opprimente, ma precisamente, cos'era stato a renderlo così? Doveva essere accaduto qualcosa. Ma cosa?
Si sedette sul pavimento, accanto alla sua vittima e la osserava, ne osservava il liquido che a poco a poco si stava raggrumando sulla pelle del malcapitato.
Sospirò, concentrandosi, cercando di ricordare. Allora chiuse gli occhi, premendosi una mano sulla fronte e pian piano, cominciò a visuallizzare frammenti dei suoi ricordi.


* * *


Non erano passati neanche due mesi dacchè Seifer aveva lasciato il Garden per seguire la strega Edea, diventandone il suo Cavaliere. Quel giorno, si stava apprestando ad eseguire una delle sue prime missioni, doveva controllare le mosse dei SeeD, che in quel momento si trovavano a Fisherman's Horizon, non doveva interferire, solamente controllare che non facessero mosse azzardate.
Non era un compito difficile, tutt'altro, infatti non appena aveva sentito lo svolgimento della missione aveva sbuffato, sarebbe stato noioso, molto più di quello stupido esame SeeD a Dollet, almeno in quell'occasione si era scaldato combattendo con qualche soldato.
Camminava per la città, in cerca dei suoi ex-compagni, quando in lontananza riconobbe Rinoa e la ragazzina porta-ordini, di cui non ricordava neppure il nome.
Imprecò, proprio Rinoa doveva incontrare? Oltre che noiosa che quella missione si stava dimostrando snervante. Convincendosi che quelle due da sole non avrebbero combinato niente di eclatante decise di andare alla ricerca del suo rivale, forse l'unico che avrebbe potuto scombinare i piani.
La maestrina da sola non avrebbe combinato un bel niente, troppo insicura delle sue capacità per prendere decisioni, il Gallinaccio neppure lo contava, semmai avesse tentato di fare qualsiasi cosa, sarebbe stata quella sbagliata, come al solito.
Nel momento in cui si trovò nella piazza principale della città, si sentì chiamare, o almeno, immaginò che la voce di donna che aveva udito si riferisse a lui.
Si voltò lentamente, scorgendo il volto contratto dalla rabbia di un'anziana signora, che lo stava fissando troppo per i suoi gusti. Non le rispose, ma le si avvicinò per sentire ciò aveva da dirgli, per curiosità.
"Perchè sta girando con una spada? Lo sa che in questa città è proibita la guerra?" proibita? Che parola stupida, per lui niente era proibito. Solo lui decideva cosa non dovesse fare o meno, non era certo quella vecchia ad imporgli le leggi.
"Ah sì? Ne è proprio sicura? Non lo vedo scritto da nessuna parte." l'arma preferita di Seifer, l'arroganza, che tirava fuori in ogni occasione, sia per infastidire la gente che per intimorirla, ma quella donna non pareva per nulla impaurita dal tono della sua voce.
"Beh è risaputo che in questo luogo regna la pace. Tutti siamo contro la guerra e chiunque porta armi come lei, vuol dire che è a favore di questi sciocchi massacri che stanno rovinando il mondo." più la vecchia parlava, più Seifer si infastidiva. Non aveva più voglia di starla a sentire, tanto, dalla sua bocca uscivano solo stronzate.
"Non esiste un mondo senza guerra, se lo metta in testa." detto questo le voltò le spalle, fece per andarsene ma ancora una volta la donna parlò.
"È solo colpa vostra se questo mondo è destinato alla rovina. Voi, che tanto amate la guerra, lo fate solo perchè siete repressi e non avete altro modo per sfogarvi se non combattendo. Siete patetici!" quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, non avrebbe permesso un'altra parola, non un'altra sentenza.
Se c'era qualcosa che faceva scattare i nervi a Seifer, era mettergli davanti la realtà dei fatti, sapeva che quello che aveva detto la donna era vero, ma non accettava che gli si rinfacciasse la verità, tantomeno da una sconosciuta che non sapeva niente di lui, non conosceva le motivazioni.
In pochi attimi le fu davanti, la prese per il bavero di quella insulsa vestaglia. Nello sguardo si leggeva odio, rancore.
"Non un'altra parola. Non una sola." dentro di sè, sapeva che prendersela con una donna indifesa non era la cosa giusta, ma più la guardava negli occhi, più sentiva la rabbia crescere.
"Tutto quello che sapete fare è usare la violenza..." le parole che uscirono dalle labbra della signora erano contratte dalla paura, ma Seifer non ci fece caso, non gli importava di quello che provava lei in quel momento. Ciò che contava era come era stato trattato.
"Scommetto che non vuoi provare la violenza che tanto odi sulla tua pelle, vero nonna?" ma quell'avvertimento non arrivò alle sue orecchie come tale, lo prese come una provocazione.
Quello fu il suo più grande errore, purtroppo per lei lasciò che le parole uscissero nuovamente.
"Uno come te non capirà mai il valore delle mie parole, uno come te merita di morire solo, come tutti quelli come te." solitudine, quanto bene conosceva il senso di quella parola, quando la detestava, quanto avrebbe voluto non sentirsi così.
Fu un gesto, veloce, automatico. La lama di Hyperion, conficcata nella giugulare della donna, il sangue che cominciava a sgorgare dalla ferita, gli ultimi gemiti agonizzanti della donna, poi silenzio.
Non appena Seifer si rese conto di ciò che aveva fatto, lasciò immediatamente il Gunblade, lasciandosi cadere sul freddo pavimento, terrorizzato, spossato, incredulo.
Gli occhi fissi sul cadavere inerme che aveva di fronte. Si portò le mani alla testa, scioccato, non poteva credere a ciò che aveva appena fatto, aveva ucciso una persona, un essere umano, come lui.
No, non era più un essere umano, era un mostro, così si sentiva. Il suo corpo era scosso da tremori, la sua mente era vuota, non riusciva a pensare a niente.
Cominciò ad ansimare, non si era mai sentito così.
Ci volle un po' prima che si calmasse, la respirazione tornò regolare, si asciugò il sudore dalla fronte e tornò ad osservare la donna. Forse era il caso di allontanarsi da lì, era già un miracolo che nessuno lo avesse visto.
Dopo aver recuperato il Gunblade, prima di andarsene dette un ultimo sguardo alla donna, ma stavolta, non sentì alcun senso di colpevolezza come poco prima, si sentì leggero e si rese conto di sentirsi meglio di prima.
Non aveva più pensieri per la testa, non capiva neppure lui cosa gli stava succedendo ma... credeva di sentirsi davvero bene. Libero. Riflettendoci, aveva eliminato una donna che si era messa in mezzo, che gli imponeva i suoi ideali, sbagliati dal punto di vista di Seifer, gli aveva augurato la solitudine, cosa che già provava da tempo.
Semplicemente Seifer aveva posto fine alle sue chiacchiere. Lei parlava perchè non sapeva come ci si sentisse al suo posto, non aveva mai provato niente di simile e mai lo avrebbe provato nella sua insulsa vita.
Gli sembrò impossibile aver cambiato idea in così poco tempo, ma se prima era convinto di essere un mostro, adesso si reputava una vittima che si era difesa.
Il sangue sul corpo della donna gli accese una strana voglia di uccidere, nuovamente, perchè in fondo, nonostante i sentimenti provati all'inizio, sentiva che se lo avesse fatto ancora, si sarebbe sentito meglio.
Un sorrisetto compiaciuto comparve sul suo volto, già, forse uccidere non era poi così male, tutt'altro.


* * *


Aveva ricordato la sua prima esperienza di morte, aveva ucciso una donna innocente, provando ribrezzo per se stesso inizialmente, sentendosi sollevato poco dopo.
Logico, le prime esperienze si rivelano sempre traumatizzanti, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine, uccidere ormai era diventato un gesto meccanico per lui, come allacciarsi le scarpe o abbottonare una camicia, ma molto più soddisfacente.
A volte gli succedeva ancora di sentirsi colpevole quando ammazzava qualcuno, ma era questione di pochi attimi, perchè si rendeva subito conto di quanto lo faceva sentire meglio.
Erano loro quelli tutti uguali, cui si riferiva la donna. Tutti uguali perchè non conoscevano la sofferenza, loro avevano sempre vissuto serenamente, ovvio, alti e bassi, ma mai erano sprofondati nel baratro come lui.
Non avrebbero mai compreso quanto fosse orribile la vita, per questo Seifer metteva mano ad Hyperion, li voleva morti, tutti, dal primo all'ultimo. Si sentiva soddisfatto, certamente, ma mai del tutto. Colui che davvero avrebbe voluto ammazzare e godersi la vista del suo sangue era Squall, lui era     quello che meno di tutti meritava di vivere, prima o poi lo avrebbe fatto fuori e si sarebbe goduto la più grande delle sue soddisfazioni. Cosa ci sarebbe stato di più bello?
Le sue mani macchiate del sangue del suo rivale. Quel sangue, trofeo di una vittoria tanto agognata, la fine di una vita tanto odiata e forse, la sua rinascita.


Note dell'autrice:
Ed eccoci arrivati alla conclusione di questa raccolta, devo dire che mi mancherà moltissimo.
Chiedo scusa se ci è voluto molto, lo so, avevo detto che avrei aggiornato ogni tre giorni, ma per quest'ultimo mi ci è voluto più tempo. Dannato blocco dello scrittore!
Tra l'altro difficile come argomento "gola". Ho guardato sulla definizione e diciamo che si può ricongiungere a gola, anche se non si tratta nè di cibo, nè di alcoolici, come di solito si associa a questo peccato.
Riporto una parte della definizione: "Il peccato di gola coincide con un desiderio d'appagamento immediato del corpo per mezzo di qualche cosa di materiale che provoca compiacimento.".
Direi che a questo punto il sangue appaga Seifer, perciò, non sono andata poi fuori tema, no? Ditemi di no! T_T Almeno su, fatemelo credere! XD
Beh, dopo questo, passo ai ringraziamenti, gli ultimi di questa raccolta.
Ringrazio chiunque abbia recensito e\o messo la storia nei preferiti, davvero, non avevo mai ricevuto così tante recensioni in una storia, non me ne aspettavo così tante, soprattutto perchè Seifer è uno di quei personaggi poco considerati, perciò mi aspettavo praticamente poche recensioni, ma mi avete fatta ricredere, mi avete commossa!
Barbidoluzza: La mia cara e dolce Quistis! Sono contenta di averto incontrata anche al Garden, mi fa piacere esserci incontrate, proprio una coincidenza assurda! ^^ Quando mi hai detto che eri tu, quasi non ci credevo! XD Comunque, rispondo alla tua recensione. Mi hai detto di contunuare a scrivere storie su Seifer ebbene, non preoccuparti lo farò. Oltre alla ormai certa SeiferRinoa in programma, ce ne saranno altre, non posso trascurare il mio personaggio preferito, va contro le mie regole!
Ti ringrazio ancora infinitamente delle recensioni piene di complimenti che non credevo possibile ricevere! Grazie grazie grazie! Un bacione, tanto noi ci sentiamo al Garden! ^^
Akagi_san: Una perla di questa raccolta, epico, phatos, un nuovo Sephiroth, sei completa come scrittrice! Queste parole sono quelle che più di tutte mi hanno colpita della tua recensione. Ma lo sai che questi sono dei complimenti che tutti insieme mi fanno esplodere di orgoglio? Io non ti ringrazierò mai abbastanza, perchè tu mia elogiata oltre ogni dire, mi hai fatta sentire davvero felice, sì, felice perchè giuro che tanti complimenti meravigliosi in una sola recensione mi emozionano (senza lasciare le altre eh! Ma questa recensione è quella che più di tutte mi ha colpita!)! Ti ringrazio per avermi seguita fino alla fine di questa raccolta e spero di risentirti in altre fanfiction, come già detto Seifer non lo abbanono, scriverò ancora su di lui! ^^
j3nnif3r: Ed eccoti "gola", chiedo scusa se ci ho messo tanto! Spero di non averto delusa, e se così fosse mi dispiacerebbe molto. Grazie anche a te infinitamente, io invece attendo con impazienza gli altri peccati della tua fanfiction su Cid! **
Che ahimè, non ho ancora recensito il quinto, ma provvederò al più presto! ^^
E un ringraziamento speciale va anche a Silver Wolf, che pure lei mi ha recensita, facendomi sorridere, ho apprezzato moltissimo i tuoi complimenti!

Alla prossima ragazze, e ancora grazie! Non vorrei ripetermi ma... mi avete commossa davvero! Un bacione!

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