Un canzoniere ubriaco

di Mucenje
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non arrivasti mai ***
Capitolo 2: *** Universo d'occhi ***
Capitolo 3: *** Il Cavallo ***
Capitolo 4: *** Lucifero e la Venere Sperduta ***
Capitolo 5: *** Fragili scuse di donna ***



Capitolo 1
*** Non arrivasti mai ***


Non arrivasti mai.



Ti attesi infinite ore,
su una panchina della stazione, solo, povero e pazzo,
cercandoti in una folla di nuvole e sabbie mobili,
non arrivasti mai.

Ricordai le agrodolci parole che mi giurasti,
le irrealizzabili realtà che giacciono tra le stelle e le comete lontane,
mentre con gli occhi umidi seguivo i treni passare per i deserti,
pensai.

Quando mi dicesti «Che male vuoi che ci sia?» io ti credetti,
e finii incastrato tra i tuoi denti e la tua gola,
aggrappato con un dito all'amore che non mi davi,
sprofondai.

Un brivido mi percorse la schiena,
ed invocando Dei in cui non credevo,
incatenati in orizzonti che non vedevo,
pregai.

Accanto a quella lastra di marmo,
ti attesi per anni, immobile,
con un mazzo di crisantemi rossi in mano,
ma non arrivasti mai.

Nel silenzio mi chiesi perché,
e non seppi rispondermi.
Ti attesi, ti attendo e ti attenderò,
finché tu ti ricongiungerai alle stelle.

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Capitolo 2
*** Universo d'occhi ***


Universo d'occhi
 
 
 
 
L'Arido sole d'agosto,
confessò alla pelle ed al sale il tuo arrivo
come fosse un'aurora boreale all'equatore,
pronta ad impregnarsi del mare e della gente
travolgendo la terra fin a tramutarsi in fiammella nelle mie mani.

Le suadenti stelle,
esplose in un attimo come supernove
incorniciarono su uno sfondo d'arancio e di turchese
il momento fatale nel quale le nostre pupille si diluirono,
presagendo troppi guai all'orizzonte.

Beffardo il fato!
Volle che solo la notte ci vedesse,
per mille e mille sere
trascorse in una settimana
tra l'asfalto e le zanzare.

Il pesante scirocco,
sussurrava di noi mentre
ci nascondevamo dietro tende di velluto rosso,
fingendo che nessuno ci circondasse,
che nessuno sapesse ciò che a nostra volta non volevamo dire.

La fredda corrente di settembre,
ci avvolse svegliandoci dal torpore,
e profetizzando l'imminente scissione
ci spinse finalmente ad abbracciarci
avidi e disillusi mentre maledivamo la fatalità.

Maledetto Bacco!
mi costrinse ad assaggiare il tabacco dalle tue labbra,
mentre Venere sfacciata ci legava insieme le lingue,
coronando i vizi dei mortali ancora una volta,
e mi impedì di portarmi in salvo.

Neve di novembre,
mi abbraccia nella mia fredda e nuova città
ricordandomi del mare.

Nebbia artificiale,
mentre scrivo parole su cartine di riso,
offusca la mente ed il tuo ricordo.

 
 
 

 

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Capitolo 3
*** Il Cavallo ***


Il Cavallo
 
 
 
 
I tuoi occhi sapevan d'America,
l'ebbrezza dello stallone selvaggio
nella prateria vulcanica,
mentre corre nel vento, lontano.

Le tue labbra sapevan di fragole,
appena strappate dalla serra,
ancora verdi, ancora aspre,
preludio di primavera.

I tuoi capelli sapevan d'India,
come l'Himalaya appena innevato,
incline ad uccidere qualche alpinista,
ignaro e su di esso aggrappato.

La tua pelle sapeva di pesca,
dolce e soave, tenera,
rosea come poche
benché allergica.

Il tuo cuore sapeva d'Italia,
di marmo, di arte,
di pietra dura scolpita,
pronta ad ingannare.

Il tuo cervello sa di merda,
vile e bastardo,
eri il mondo ai miei occhi,
ti rivelasti sterco di cavallo.



 

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Capitolo 4
*** Lucifero e la Venere Sperduta ***


 
 
Lucifero e la Venere Sperduta
 
 
 
 
Nella tormenta di neve fredda
Ti incontrai
Sorridere con gli occhi blu
Senza pensare.

Il freddo siberiano
Ti incorniciava
E risplendevi nel buio
Di un alba arrivata presto.

Fosti musa e ispirazione
Ad un artista senza penna
Un angelo caduto
Per puro caso.

Animale spaesato
Ingenuo
Ti presi le mani fredde
E venni con te.

Mi insegnasti il mondo
Portandomi in terre calde
In colori chiari
In respiri brevi.

Ogni cosa sembrava seguirti
Ed in tua assenza deprimersi
Come un letto incontenibile
Una sigaretta senza filtro

A cosa serve più un cuore?
Rattoppato con fili viola
Da donna scettica e schiva
Il nero del tuo bianco

Non mi mossi più
Intrappolata immobile
Spaventata
In una campana di vetro

Mi porgesti la mano
L'afferrai di nuovo
Pensando di cadere
In una nota scogliera.

Confessasti a me mortale
Ciò che non si può sapere
Mostrandomi l'ala spezzata
Il sangue ed i graffi.

Fosti sempre un angelo
Mentre tra le tue braccia
Sussurravo poesie
eretiche.

Mi entrasti in testa
Alla luce di un fiume
Legata ormai a te
Ti amai.



 

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Capitolo 5
*** Fragili scuse di donna ***


Fragili scuse di donna

Chiedo scusa per le notti insonni
Quelle passate a carezzarti 
Quando dormivi inconsapevole
 
Chiedo scusa per le mattine 
Quelle con le sveglie troppo presto
Quando poi non ti volevo alzato
 
Chiedo scusa per i pianti 
Quelli convulsi sotto le lenzuola 
Quando chiudevamo le telefonate 
 
Chiedo scusa per i miei va tutto bene
Quelli falsi detti via messaggio
Quando bene non andava niente 
 
Chiedo scusa per i crampi al piede
Quelli scomodi ed inadeguati 
Quando facevano l'amore
 
Chiedo scusa per i miei sospiri
Quelli rivolti al mondo 
Quando non dovevo pensare ad altro
 
Chiedo scusa per le mie lacrime 
Quelle scivolate sul tuo petto
Quando ci salutavamo in stazione 
 
Chiedo scusa per le mie insicurezze 
Quelle che fingevi di non vedere
Quando dicevo che eri troppo per me
 
Chiedo scusa per non dirti le cose
Quelle che non so dire nemmeno a me
Quando mi guardi negli occhi
 
Chiedo scusa per tutto
Pure quello che non ho ancora fatto 
Ma quando sono tra le tue braccia, sono felice. 

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