Murder Case Before Halloween

di Novelist Nemesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Londra ***
Capitolo 2: *** 2 - Sorpresa ***
Capitolo 3: *** 3 - Visita Inaspettata ***
Capitolo 4: *** 4 - Passeggiata Sull'Elicottero ***
Capitolo 5: *** 5 - Complicazione ***
Capitolo 6: *** 6 - Ghiaccio ***
Capitolo 7: *** 7 - Colpo ***
Capitolo 8: *** 8 - Accanto ***
Capitolo 9: *** 9 - Sospetto ***
Capitolo 10: *** 10 - Saluto ***
Capitolo 11: *** 11 - Velocità ***
Capitolo 12: *** 12 - Assalto ***
Capitolo 13: *** 13 - Halloween ***
Capitolo 14: *** 14 - Risvolto Inatteso ***
Capitolo 15: *** 15 - Offerta ***
Capitolo 16: *** 16 - Passato, Presente, Futuro ***



Capitolo 1
*** 1 - Londra ***


Ottobre era appena iniziato ed era una bella e fresca giornata londinese. Il sole mattutino batté violentemente su quel viso chiaro. Si scordava sempre di chiudere le tende la sera, dannazione. Comunque, niente di che, anzi, meglio così, altrimenti non si sarebbe svegliata subito. In fondo, andava tutto bene. Un comodo letto, una bella mattinata, l’odore dei biscotti appena sfornati, la radio che mandava le canzoni del buongiorno. Andava davvero tutto bene, finalmente.

Hayley si alzò di buonumore, indossando l’uniforme e fischiettando le canzoni della radio. Prese la tracolla e scese le scale bianche della sua nuova casa, dove viveva da circa un anno coi suoi nuovi genitori, i coniugi Wallace. Bravissime persone. E sua madre, Cleas… Da benedire! Arrossiva per qualunque cosa senza un motivo preciso.

-Buongiorno, mamma-

-Buon… Buongiorno, Hayley! Ti ho preparato la colazione-

-Ma dovevo farlo io stamattina! Oh, mamma…- adorava quella donna, senza dubbio.

-Buongiorno, signorina- disse suo padre, Charles, che cercava di annodarsi la cravatta, senza successo

-Ciao, papà… Ancora con quella cravatta?- in effetti, che se le metteva a fare, se non le sapeva mettere?

-Oggi ho una causa importante, mica posso andarci senza cravatta!-

-Ceeeeeerto… Vabbè, io vado!-

Le strade di Londra si stavano affollando, e i negozi cominciavano a illuminarsi di decorazioni su Halloween e sconti vari. Hayley passeggiava tranquilla, col cornetto al cioccolato in mano, che si guardava intorno a vedere quel via vai di gente. Camminare liberamente senza preoccuparsi di essere seguita e senza la paura di venire picchiata da qualcuno. Quello che aveva sempre sognato.

Si fermò davanti a un negozio d’elettronica che esponeva una bellissima TV al plasma accesa, che trasmetteva il notiziario.

-E’ stato appena risolto il caso BB di Los Angeles grazie al provvidenziale aiuto dell’FBI, che ha agito su indicazioni del famosissimo detective conosciuto come L. Stando alle testimonianze di alcuni agenti…-

Hayley sorrise. Se lo aspettava. Era passato un anno dal loro saluto, eppure sembrava ieri. Chissà come stavano i ragazzi. Bè, almeno sapeva che L col lavoro stava andando alla grande, come al solito. E Wammy, dalle lettere che riceveva da lui, sembrava stare bene coi ragazzi all’orfanotrofio, e che erano arrivate un paio di nuove conoscenze. Insomma, tutto come sepre. Le dispiaceva non andare a trovarli tanto spesso a Winchester, ma aveva diversi impegni, per esempio come addetta agli articoli di cronaca sul suo giornalino scolastico. Le sue amiche l’avevano candidta senza il suo consenso. Ma ormai era fatta. Dicevano che era perfetta per quel ruolo, e visto che i pomeriggi non aveva nulla da fare, perché no?

Arrivò a scuola, dove le sue amiche l’aspettavano con un sorriso.

-Ciao, Hayley! Hai visto in TV?-

-Cosa?-

-Il caso di Los Angeles-

-Ah, già-

-Io l’ho sempre detto: nessuno può competere con l’FBI-

-Frena, Al- disse Frances, una delle sue amiche di Hayley –Guarda che se non fosse per questo fantomatico L, chissà dove sarebbero ora-

-Lo stai idealizzando troppo a questo L, Frances… Sicuramente è un vecchietto con la pipa in bocca alla Sherlock Holmes che vive solo per il lavoro-

Hayley scoppiò a ridere. Cercò di sovrapporre all’insolita figura di L l’immagine di Sherlock Holmes, sicuramente più consona a un detective. No… Non c’era storia. Ormai era abituata a ricordare L così com’era, in quei jeans e in quella maglietta semplicissimi, le mani sempre in tasca o in bocca a mangiare un dolce, a bere tè, seduto in quella strana maniera, con quegli occhi sconvolti e circondati dalle occhiaie. I capelli spettinati e neri, poi, lo rendevano ancora più distante dalla figura dell’ordinario investigatore. Chissà che cosa stava facendo in quel momento…

-L…-

-Cosa c’è, Wammy?- rispose L sedendosi davanti al computer nella sua tipica posa

-Hanno chiesto il tuo intervento per un caso in Francia-

-Fammi dare un’occhiata-

Dopo qualche tempo L cliccò qualcosa col mouse, ricevendo subito una riposta da Wammy

-Sei sicuro?-

-Sì. Non è poi così complicato come caso. Dì alla polizia francese che devono acquisire più voglia di mettersi al lavoro. Il caso non m’interessa-

-Va bene, L, come vuoi-

L si rialzò, affacciandosi alla finestra dell’hotel in cui alloggiava. Presto sarebbe partito anche da lì, facendo sparire ogni traccia di sé. Come sempre. Sembrava un fantasma. Sorseggiò del tè e guardò il panorama di Los Angeles. Aveva risolto il caso in maniera eccellente, ma gli lasciava un po’ l’amaro in bocca. Forse era per questo che riempiva la tazza di zucchero.

-Wallace, hai da fare oggi pomeriggio?-

-No…- rispose incerta Hayley

-Bene, allora potrai rimanere a scuola a fare l’articolo sul caso di Los Angeles, vero?-

-Professoressa, bè, non saprei…-

-Grazie, Wallace. Possiamo sempre contare su di te!-

Hayley sospirò. Lo sapeva che andava così. Quella scuola era di un livello troppo scarso in confronto alla Wammy’s House dove studiava prima. Dopotutto, lei era un genio, non aveva bisogno di studiare quelle robette da quattro soldi che davano nella sua scuola. Si alzò dalla sedia lanciando un altro sospiro, ripensando a tutto quello che era successo solo un anno prima. Adesso stava bene, ma le mancava da morire il tempo passato lì, anche se poco.

-Wammy, preparami un volo per Londra-

-Per Londra? Ma non dovevi tornare all’orfanotrofio?-

-No, devo risolvere un caso-

-Come vuoi, L- dopo qualche minuto Wammy riprese la comunicazione –L, c’è un volo disponibile alle 12 e 30-

-Bene, parto subito-

-Potrei sapere…-

-Ti spiego tutto con calma più tardi, Wammy. Ora vado di fretta. Intanto devi svolgere alcune ricerche per me, se non ti dispiace-

Cos’era successo all’improvviso? Che prendeva a L? Un caso? A dove? A Londra, per quanto Wammy ne sapeva, non stava succedendo nulla di che.

-Un’altra giornata piena, eh?- chiese Frances

-Accidenti a voi che mi avete messo in mezzo a questa cosa del giornale…-

-Bè, tanto tra poco avrai un po’ di tregua per la festa di Halloween. Anche se ottobre è appena cominciato abbiamo molto da fare-

-Giusto, Al! Sarà la festa più bella del secolo! Pensa, Hayley, che verranno anche studenti delle altre scuole!-

-Mmh mmh…- sapeva a cosa stavano pensando le sue amiche. A un cavaliere con cui andarci alla festa. Lei sarebbe andata da sola, di certo. Non si fidava ancora degli uomini. Preferiva starci alla larga. Le sue amiche non sapevano, ovviamente. Meglio così. Si fidava ciecamente solo di un uomo… Ma preferì scacciare subito quei pensieri. Le veniva la malinconia addosso.

E poi successe tutto molto in fretta. Un vetro che si rompeva davanti ai suoi occhi, un uomo vestito di nero che schizzava dalla vetrina. E poi rumori, rumori e altri rumori, assordanti. E un urlo.

-Tutti a terra!-

-M-ma che succede?! Una rapina?!- gridò Alicia, o Al che dir si coglia, buttandosi per terra

-Hayley, che fai?! Mettiti giù!-

Ma Hayley restava impassibile, a vedere quei colpi di pistola volare a destra e a manca. Sembrava confusa, frastornata. Non riusciva a fare niente. Incorciò per un atimo lo sguardo dell’uomo col passamontagna che era volato dalla finestra. Occhi di un tale nero da mettere paura.

Hayley rabbrividì. I suoi occhi… Avevano qualcosa di strano. Ora sì che aveva paura.

 

Adesso mi spara…

 

E invece l’uomo se ne andò, facendosi inseguire dalle auto della polizia.

-Oh, cielo, che paura…- disse Al –Hayley, stai bene?-

-S-sì… E’ meglio allontanarsi da qui…- disse aiutando Frances e Al ad alzarsi.

-L, c’è stata una sparatoria a Londra. Ti mando le immagini-

-Sì, grazie- L era sull’aereo da un bel pezzo. Ancora qualche ora e sarebbe arrivato. Ricevette subito le immagini sul computer e strinse i pugni.

-Merda…- disse, mordicchiandosi il pollice

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Capitolo 2
*** 2 - Sorpresa ***


Una volta tornata a casa, Hayley si buttò subito sul letto, tremando come una foglia. Era una sensazione bruttissima che non voleva andarsene. Quello sguardo… La terrorizzava. Possibile che dopo tutto questo tempo non riusciva ancora a passeggiare tranquillamente? Sembrava che tutto stesse andando bene, e invece… Le sembrava di essere di nuovo in quella stanzetta spoglia e fredda, a rivivere la stessa paura che l’attanagliava prima che arrivasse L…

Prese un cuscino e se lo strinse in petto, tremando ancora.

Mello giocava con la matita, aspettando che uscissero i risultati dell’ultimo test. Era nervoso, altrochè, ma non poteva mangiare cioccolata a lezione.

-Bene, eccovi i risultati. Mello, avvicinati-

Il primo a essere chiamato. Pessimo segno. Mello cercò comunque di rimanere sicuro di sé, e si avvicinò con passo svelto a Roger.

Near lo osservava calmo, giocherellando con i capelli e completando un puzzle.

Il telefono squillò in casa Wallace. Hayley quel giorno era sola a casa. A malavoglia, scese dal letto e si buttò sul telefono prima che smettesse di squillare.

-Pronto? Casa Wallace- rispose con voce svogliata

-Hayley!-

-Al, che succede?-

-Accendi subito la TV!-

Hayley obbedì –Scusa, che canale?-

-Uno qualunque! C’è un’edizione straordinaria!-

Infatti dopo qualche secondo apparve un’edizione straordinaria. Parlava di un’esplosione avvenuta a poche miglia da Londra. Tutto nero, tutto distrutto, in piedi solo qualche albero secolare. Stando alle notizie, era difficile capire cosa avesse provocato l’esplosione.

-Hayley, ci sei ancora?-

-Sì… Ma che è successo?-

-Non lo so, però se ti può consolare è perfetto per Halloween!-

-Mica vorrai fare la festa lì!-

-Ma no, ovviamente!- sbottò Alicia. Hayley a volte se ne usciva con affermazioni che ti lasciavano davvero di stucco –Però dovremmo andare a fare qualche foto, così poi per gli addobbi è più facile… Ricreeremo l’atmosfera!-

-Ah, ho capito- disse Hayley sospirando impeccertibilmente –E io devo fare la reporter, vero?-

-Il tuo talento al giornalismo ci sarà utile. Frances farà le foto-

-Va bene, va bene…- non sapeva dire di no alle sue amiche –Ci sentiamo dopo per metterci d’accordo- riagganciò, pensando che quello che era successo le aveva lasciato una strana sensazione addosso.

-Allora, Roger?- chiese Mello

-Ottimo, Mello. Pr un punto non prendevi il massimo-

Potente, peccato per quel punto… Mello, tornò a posto, in mezzo agli sguardi ammirati e sorpresi dei suoi compagni.

-Near, vieni, per favore-

Near si alzò, diventando così oggetto di sguardi pieni di odio da parte di Mello. Dopo qualche secondo Near tornò a posto. Quanto aveva preso? Mello non stava più nella pelle

-Allora, Near? Fai un po’…-

Ma subito tutti si avvicinarono a Near, e sorpresi mormoravano qualcosa. Mello era ancora più impaziente, ma sentì un distinto “Mello l’ha battuto…”

-Near, quanto hai preso?-

E Near, indifferente -98 su 100-

E Mello… 99. 99 su 100. Aveva… Aveva preso un voto più alto di Near.

-Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì! Evvai, evvai, evvai! Ti ho battuto, Near, sììììììììììììììì!-

E mentre Mello saltava sul suo banco felicisimmo, sotto lo sguardo esasperato di Roger, qualche ragazzino al fianco di Near bisbigliava –Hai visto? Ha battuto Near-

-Sicuramente c’è qualcosa che non va… E’ un pessimo segno, non è mai successo prima…-

Near sembrava perplesso per tutto tranne che pee il voto.

-Wammy, sono appena arrivato-

-Sei sicuro di voler stare in un hotel? Dopotutto Winchester non è così lontana da Londra-

-Va bene così, Wammy- rispose L togliendosi immediatamente le scarpe slacciate e malandate una volta entrato nella stanza lussuosa dell’albergo –Hai fatto le ricerche che ti ho chiesto?-

-Sì, ma ho anche una novità, L-

-Novità? Di che si tratta?- L sembrava sorpreso

-C’è stata un’esplosione vicino a Londra-

-Ci sono state morti?- chiese subito L

-No, ma non si riesce a capire da dove sia partita l’esplosione-

-Okay- disse L –Mandami l’immagine-

Quello che stava succedendo sembrava così irreale. E non gli era mai successo prima. E la foto che ricevette non gli piacque neanche un po’.

-Wammy, avverti la polizia inglese, per favore-

-Come?-

-Immediatamente, subito!-

-Va bene…- disse Wammy sorpreso.

Sul computer apparve la schermata della polizia inglese

-Sono L. Ho osservato attentamente ciò che è successo nell’esplosione e con mio rammarico ho ragione di pensare che le morti ci siano state eccome. Vi chiedo di mandare degli uomi a perlustare sulle coordinate che ora indicherò-

Una volta impartito l’ordine, L tornò a contattare Wammy –Ho bisogno di un grandissimo favore, Wammy…-

Il giorno dopo per Hayley sembrava destinato essere come tutti gli altri. Una noiosa giornata di scuola. Ma perché si trovava lì? Lei era un genio, perché doveva studiare quelle cose di così basso livello? E non si faceva altro che parlare dell’esplosione… Facevano congetture assurde, inverosimili. Si sarebbe divertita di più con Mello e Near. Ora un po’ capiva tutto quel loro entusiasmo nel risolvere casi con L.

Nella sua classe poi arrivò una signora, forse la bidella, con una busta da lettere per lei. Sarà sicuramente Wammy, pensava Hayley, anche se trovava strano che arrivasse una lettera mentre lei era a scuola. Guardò l’ora. Le 9 del mattino. Perché così presto?

Aprì comunque la lettere di Wammy, come aveva previsto.

 

Cara Hayley,

 Mi ha fatto piacere ricevere la tua ultima lettera e ti informo che stiamo tutti bene. Ho saputo degli ultimi avvenimenti a Londra e mi riempie di sollievo sapere che stai bene. Mi auguro che le cose continuino ad andare così e spero che verrai a trovarci presto. Mello e Near ne sarebbero ben felici.

 

Wammy

 

P.S.: L non vuole che prendi iniziative personali su quello che succede a Londra e ti saluta

 

Hayley non sapeva come reagire. Dannato L, riusciva a capire proprio tutto di lei! Effettivamente la voglia di sapere c’era… Però… Bastava non far sapere nulla a Wammy, no? Se Wammy non sapeva niente, nemmeno L sapeva niente. Problema risolto. Tirò un sospiro di sollievo.

Però era stata davvero una sorpresa. Tutto quello che stava succedendo era una sorpresa. E sembrava complicarsi sempre di più.

Forse c’era un nesso tra la sparatoria e l’esplosione? Chi c’era dietro a tutto questo, e a che scopo?

 

Sono commossa... Sono riuscita ad andare a capoooooo!

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Capitolo 3
*** 3 - Visita Inaspettata ***


Più il tempo passava e più accadevano strane cose a Londra. Nell’ultima settimana c’erano state ben 4 sparatorie e un’altra esplosione misteriosa. Hayley stava guardando la sera, coi suoi genitori.

-Ecco, lo sapevo- disse Charles –Prima o poi anche Londra sarebbe diventata una gabbia di matti-

Hayley restava in silenzio, mangiando tranquillamente, ma ben attenta a ciò che trasmettevano in TV.

E tra i commenti di suo padre e gli aggiornamenti dei giornalisti, ci fu qualcosa che catturò la sua attenzione. Come aveva fatto a non notarlo prima, si chiedeva.

-Papà, per caso hai registrato anche la prima esplosione, in TV?-

-Sì, perché?-

-Ah, no, volevo rivederla… Devo farci una relazione a scuola…-

-Va bene, ma ora mangia… Tua madre si è raccomandata educatamente di mangiare tutto che oggi fa tardi. Ha da fare in ospedale-

Una volta finita la cena Hayley piombò in salotto, buttandosi sul divano, telecomando in mano. Riguardò entrambe le esplosioni e fermò l’immagine alla prima.

-Proprio come pensavo…- disse –Ci sono stati dei morti…-

-Hayley, hai detto qualcosa?-

-Eh? No, papà!- disse lei tappandosi la bocca. Meglio evitare pensieri a voce alta.

Riguardò fino alla nausea quelle registrazioni. E vedeva sempre quel particolare, quell’ombra che girava tra gli alberi… Perché non l’aveva notata prima? Ma soprattutto, chi era?

Bè, ora on aveva molto tempo per capire chi fosse. Stava succednedo qualcosa di strano, e non era una casualità come sembrava. Prese carta e penna e scrisse velocemente una lettera. Per Wammy.

L era nella sua stanza d’albergo, attaccato al computer, con una macedonia in mano, ornata da un ombrellino. Sfregava i piedi tra loro, come fosse impaziente per qualcosa. Poi sul PC apparvero delle persone.

-Buonasera, signori. È L che vi parla- disse, prendendo un boccone di macedonia –Vi ringrazio per l’appoggio e per le preziose informazioni. Vi dico subito le conclusioni concernenti il caso- prese un altro boccone –Credo che questi siano degli attacchi terroristici. Ho ragione di pensare che stiano cercando qualcosa di molto importante a Londra, e che le esplosioni siano solo un diversivo-

-Come fa a dirlo?- disse un poliziotto.

Ma L continuò il discorso come se nulla fosse –Immagino che abbiate scoperto chi fossero i cadaveri delle esplosioni. Sono comuni cittadini. Non ricoprono nessuna carica importante nella società e non hanno precedenti penali. Il che mi fa pensare che probabilmente non si sono curati molto dei dettagli. Il loro sembra quasi un ricatto nei confronti della società… “Se non fate come vi diciamo uccideremo tutti!” Una cosa del genere, più o meno- prese un altro boccone –Inoltre, le sparatorie… Non avete notato sin dall’inizio che ci fosse qualcosa che non andava? Le sparatorie finiscono tutte nella stessa maniera, nessun uso di armi, nessun ostaggio, nessun furto o rapimento. E inoltre avvengono tutte nei dintorni di quartieri popolari ma che non sono ricchissimi. Non mirano a gioielli o soldi. Sembra che vogliano farsi notare-

-Quindi nemmeno tu hai idea di cosa stia succedendo-

-Mi dispiace, ma ora come ora non ho abbastanza informazioni a disposizione. Ma vi pregherei di indagare meglio sui quartieri che sono stati attaccati. Per ora è tutto-

Non diede il tempo di replicare e chiuse subito la conversazione. Purtroppo era vero, non poteva, ora come ora, scervellarsi più di tanto. Sapeva ancora troppo poco.

-L…-

-Dimmi, Wammy-

-E’ arrivata una lettera di Hayley per te-

-Non ho tempo ora. Le risponderò domani- Hayley gli aveva mandato una lettera? Ma che stava succedendo?

-Credo che faresti meglio a leggerla, L…-

Era cominciata un’altra giornata come tutte le altre a Londra. Le esplosioni e le sparatorie sembravano non scovolgere più di tanto la vita tranquilla londinese. E anche Hayley sembrava tranquilla. Almeno, era finita un’altra giornata di scuola.

-Un’altra giornata finitaaaaa!- disse Frances stiracchiandosi –Domani abbiamo la riunione per i preparativi per Halloween-

-A proposito, voi avete pensato a cosa travestirvi?- chiese Al.

Mentre arrivavano verso l’uscita notavano gli sguardi sorpresi dei loro compagni, anzi, di tutti, e il loro vociare. C’era qualcosa di insolito nel retro della scuola. Le ragazze si precipitarono. Tutti guardavano la stessa cosa, tranne Hayley, che aveva la faccia più scioccata di tutte.

Non. Era. Possibile.

Eppure era lì! Maglietta bianca, jeans larghi, mani in tasca, scarpe malandate e senza calze.

Quelle occhieie… Il suo sguardo indecifrabile…

L!

Ma che ci faceva nel retro della sua scuola… Con un elicottero?!

E la cosa ancora più sorprendente era che L si stava avvicinando a lei!

-Ciao, Hayley- disse L, ormai davanti a lei

Alicia e Frances guardavano sorprese la scena. Subito a commentare.

-Hai visto che tipo strano?-

-Ma è matita o sono occhiaie quelle che ha sugli occhi?-

-Sembra piuttosto intimo con Hayley…-

-Ma è suo l’elicottero?

-Allora è ricco…-

-Sarà il suo ragazzo…-

-Per arrivare qui con elicottero…-

Hayley sentiva tutto. Il suo ragazzo? Ma per favore! Cercò comunque di capire perché L fosse lì.

-Che ci fai qui?-

-Sono venuto a trovarti-

Bugiardo. Sicuramente c’era qualcosa sotto. Hayley se lo sentiva

-Hai sentito?- disse Al

-E’ venuto a trovarla…-

Si decisero a chiedere qualcosa

-E’ un tuo amico, Hayley?-

E Alicia bisbigliò –O forse è il tuo ragazzo…-

Hayley arrossì –Lui è…-

-Sei molto carina in uniforme scolastica, Hayley- disse L all’improvviso, portandosi un dito alla bocca.

Hayley arrossì all’inverosimile. E Alicia e Frances a commentare

-Hai visto? Le ha fatto un complimento!-

-E lei è arrossita! Dev’essere per forza il suo ragazzo! È strambo, ma gentile… E pure ricco!-

No, ragazze… Non è come credete…

-Salve, io sono Frances Crew. E lei è Alicia Johnson-

-Io sono…-

No! Non poteva mica dire il suo nome! L, non farlo! Hayley, rimedia!

-Lucas!- disse prontamente Hayley –Lui è Lucas Lenford!-

L la guardò. Hayley sudava. Appena in tempo…

-E sei il ragazzo di Hayley?- chiese Frances

Su quello Hayley era tranquilla. L non avrebbe mai detto…

-Tengo molto a lei- rispose L. Qualunque cosa volesse dire, era una risposta totalmente sbagliata. Al e Frances avrebbero frainteso, senza dubbio. E ora come rimedi, Hayley?

-Hayley, vogliamo andare?-

-Andare dove?-

-Dove vuoi tu. Scegli tu il posto-

Alicia e Frances erano colpite da tanta gentilezza. Ormai erano certe che quel ragazzo particolare fosse il fidanzato di Hayley.

L non sapeva che stava andando incontro alla punizione divina per la situazione che aveva creato.

-Ma sì, adate!- disse Frances

-Ci vediamo domani, Hayley, e divertiti!- continuò Alicia, e subito sparì con l’amico alla velocità della luce, ridacchiando.

Per Hayley le cose stavano prendendo una piega troppo strana

-Io ti ammazzo…-

-Come?-

-Andiamocene, così ti disintegro con calma!- sbottò Hayley, dirigendosi furibonda sull’elicottero.

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Capitolo 4
*** 4 - Passeggiata Sull'Elicottero ***


Hayley era decisamente furiosa. E L apparentemente non capiva perché. Erano svariati minuti che i due non si parlavano, ed L era intento a pilotare l’elicottero. Un elicottero… Ecco il primo punto per cui Hayley era furiosa. Ma una noralissima macchina no? E proprio nella scuola lo doveva mettere? E cosa ancora più tremenda: ora le sue amiche erano convinte che lui era il suo fidanzato Lucas Lenford, nome convenzionale dato alppena in tempo a L.

Che giornata…

-Non hai niente da dire?- disse Hayley, decisa a rompere il silenzio. Non sopportava quei momenti

-Hayley, sei di non fare così. Guarda che ho più ragioni io per essere arrabbiato-

-Arrabbiato tu?- questa sì che era bella

-Che avevi intenzione di fare?-

-Assolutamente niente…-

-“Dì a L di non preoccuparsi, so cavarela da sola. Risolverò questa faccenda a modo mio”-

-Oh…- disse Hayley imbarazzata –Hai letto la lettera?-

-Hayley, apprezzo che vuoi fare qualcosa, ma…-

-Guarda che lo so che sono piccola e che non posso fare molto! Ma stai tranquillo! Io…-

-Tu eri presente alla prima sparatoria, vero?-

Hayley restò muta per qualche secondo. Non sopportava quella tensione. Non sopportava esitare davanti a lui, si sentiva così impotente…

-Sì, con Frances e Al- rispose Hayley chinando il capo. Poi le venne un sospetto –Ma non è che mi stai spiando?!-

-Forse dovrei cominciare- rispose L senza staccare gli occhi per un secondo dai comandi dell’elicottero –Non ti si può lasciare a piede libero per molto, Hayley…-

-Va bene, e ora che vuoi fare? Tenermi segregata in chissà quale posto per evitare che prenda iniziative?-

-Hayley, non ci scherzare, per favore-

Tornò il silenzio, e Hayley era sepre più frustrata. Anche lei voleva capire, cosa credeva? Era come se tutto quello che avevano passato insieme fosse andato nel dimenticatoio. E questo le faceva male…

-Hai visto qualcosa di strano?- chiese L all’improvviso

-Mh?-

-Alla sparatoria-

Ah, era questo… Solo questo…

-No, niente di strano. Solo un uomo volare dalla finestra-

A ripensare a quegli occhi le rivenivano i brividi.

L la osservava col suo fare innocente. C’era qualcosa che turbava Hayley, ma ormai aveva capito che doveva sudare sette camicie per sapere qualcosa.

Tornò il silenzio. Sembrava un’abitudine, ormai. Parecchio frustrante.

Ma dopo parecchi minuti, passati a guardare il paesaggio britannico dall’alto, fu Hayley a prendere parola

-Hai visto anche tu alle esplosioni?-

-Sì-

-Secondo te chi è?-

-O meglio cosa è. Mai visti aggeggi simili, nemmeno da Wammy-

-Aggeggi? Io stavo parlando dell’ombra che c’era tra gli alberi-

-Ombra? Dove l’hai vista?-

-Era tra gli alberi… In entrambe le esplosioni c’è un uomo, credo, che si aggira tra gli alberi…-

L ci pesò su un momento –E non hai visto, proprio un secondo prima dell’esplosione, dei piccoli aggeggi simili a detonatori?-

Hayley lo guardò, e la sua espressione lasciava intendere tutto.

-Ho capito- disse L –Prendi il computer sotto il sedile- Hayley obbedì –Guarda bene le registrazioni a rallentatore-

E in effetti c’erano degli oggetti strani, ma… -Ma questi non sono detonatori… Sembrano più… Sì, ecco, sono più simili a dei robottini… Di quelli radiocomandati…-

-A me sembrano detonatori-

-No, no, guarda bene qui… Questa lucetta rossa non si trova sui detonatori-

Persone comuni non avrebbero potuto notare, se non a un attentissimo esame, quei particolari. Ma loro erano tutt’altro che norali.

-Bè, resta il fatto che non ho mai visto nulla di simile-

-Ho chiesto a Wammy se li conosceva, ma non ha saputo rispondermi…-

-Hai qualche idea?-

-Per avercela ce l’ho… Ma se fosse così sarebbe un bel problema…-

-Che tu non puoi dirmi, dico bene?-

L restò zitto qualche secondo, per poi rispondere con uno svogliato –Credo che sia giusto così-

-Ah, benissimo, allora- disse Hayley sbuffando. Quanto era irritante, a volte. Anzi, spesso.

-Sei ancora arrabbiata?- chiese L come sorpreso da quell’atteggiamento

-Non posso certo scordarmi in men che non si dica il casino che hai fatto a scuola-

-Volevo evitare che prendessi colpi di testa-

-Non è solo per quello, stupido- sbuffò ancora –Ti sei reso conto di quello che hai detto alle mie amiche?-

-Mi stavo solo presentando-

-Anche. Come ti è saltato in tetsta di…-

-Hayley, se esco di casa non mi presento mica come L-

Che… Figuraccia

-Ah, no?- chiese Hayley imbarazzatissima

-Avrei scelto un nome più carino di Lucas-

Ma… Ma a lei piaceva tanto quel nome… Che ingrato…

-Aaaah, meglio lasciar perdere questo discorso, tanto ormai è fatta… Vorrà dire che ti farai perdonare… A proposito, dov’è che stiamo andando?-

-Non lo so. Una passeggiata- rispose L con educazione

-Bene, portami al mare, allora-

L sembrava sorpreso –Al mare?-

-Sì-

-A ottobre?-

-E allora?-

-… D’accordo. Come vuoi. D’altra parte te l‘avevo detto io di scegliere il posto-

Questo era uno dei lati buoni di L. Veramente gentile.

L premette qualcosa, e l’elicottero cambiò direzione. A Hayley veniva il solletico alla pancia. Che sensazione splendida…

-Ehi, dove vai? Il mare è proprio qui sotto-

-Ti porto in un mare più bello-

-Costa Azzurra?-

-Spiacente, ma sei fuori strada-

Era incredibile del comportamento strano di L, e delle sensazioni che scatenava nella gente. Prima Hayley l’avrebbe strozzato per il casino che aveva combinato,anche se senza volerlo. E ora, invece… No vedeva l’ora di sapere dove la portava di bello.

Dopo circa un’ora e mezza di volo atterrarono. Hayley scese subito, e sentiva già la brezza marina. Non era mai stata al mare in vita sua, e le sembrava un’esperienza tutta nuova. E davanti a lei un bellissimo mare, di un blu bellissimo. La spiaggia quasi bianca. E gli scogli, che grazie alleffetto dell’erosione avevano delle forme quasi aggraziate, e venivano bagnate dalle onde. Era uno spettacolo bellissimo, tutta un’altra cosa rispetto ai libri che aveva visto.

-Ti piace, Hayley?- disse L con la voce un po’ più bassa del solito. Er dietro di lei, non c’era bisogno di urlare.

-Questa è la Costa Azzurra, ammettilo- disse Hayley estasiata.

-No, questa è la Sicilia. Ma se vuoi ti porto in Costa Azzurra-

-Sicilia…? Italia?-

-Sì. È bella, vero?-

Hayley non riusciva neanche a esprimere un concetto sensato di fronte a quel panorama. Forse era l’unica persona a reagire così di fronte a un mare della Sicilia. Ma non poteva farci niente. Di fornte a ragazzi della sua età, magari ai suoi compagni di scuola, sicuramente si sarebbe vergognata e sarebbe stata presa per pazza. Ma con L sentiva di poterselo permettere.

-Sai, L… Dicono che anche il mare della Sardegna sia bello…-

-Vuoi andare lì?-

-Se per te non è un problema…-

-No, affatto. Però a una condizione…-

Ecco, troppo bello per essere vero. Chiss che le chiedeva, ora… E Hayley non si spiegava la paura di quello che L le stava per chiedere

-Non farai più niente di avventato. Potrai collaborare all’indagine con me, ma quando lo ritengo necessario tu non dovrai muovere un dito, intesi?-

Hayley ci restò quasi male –Ma io…-

-Te lo chiedo per favore, Hayley-

-… Va bene-

Un’altra cosa che non sopportava era essere così arrendevole. Si sentiva debole, ma allo stesso tempo non riusciva a farne a meno.

-Ora mi porti in Sardegna?-

-Certo. Dove vuoi andare esattamente? Hai l’imbarazzo della scelta- disse L, accopagnandola all’elicottero.

Per Hayley era la prima volta che provava un odio mischiato a un affetto. Era strano… Non sapeva mai come comportarsi con lui. Forse era perché voleva sapere di più su quello che stava succedendo a Londra. Ma davanti a quel mare le era passato di mente. Volevo solo terminare quella passeggiata sull’elicottero.

 

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Capitolo 5
*** 5 - Complicazione ***


Notte fonda. Hayley non riusciva a dormire. Guardava la sua finestra leggermente illuminata dalla pallida Luna. Le coperte improvvisamente si fecero troppo fredde, per lei. Sentiva il bisogno di un po’ di calore, di una brezza leggera. Come il mare. Sì, voleva andare di nuovo al mare. Era tornata a casa pressochè da poco. L, chissà quando, aveva avvertito i genitori di Hayley che faceva tardi, tramite Wammy, forse, così non sollevarono problemi. Ora capiva perché era sorpreso di andare al mare a ottobre. A Londra poi c’era troppa umidità. Forse era strana lei o era normale trovare quel freddo troppo strano? Si strinse di più nelle coperte, pensado a cosa stesse facendo L in quel momento. Sicuramente a risolvere il caso in una lussuosa stanza d’albergo. Lussuosa, ma da solo… Doveva essere triste. Ma sicuramente per L era ben poca cosa.

Stava per chiudere gli occhi dalla stanchezza, quando sentì un rumore dalla finestra. L’albero, sicuramente. E invece l’albero diventava parecchio insistente. Hayley si girò di scatto seccata, ma quello che vide al posto dell’albero non gli piacque affatto.

Quegli occhi… Che sembravano guardarla con odio profondo…

Quell’uomo sparì subito.

Ora Hayley non sarebbe più riuscita ad addormentarsi, guardando la finestra per tutta la notte.

-Buongiorno, Hay… Oddio, che cos’hai?-

-Non ho chiuso occhio per tutta la notte…- disse Hayley facendo uno sbadiglio

-Si vede… Guarda che faccia…- disse Frances, che fece un occhiolino ad Alicia

-Che cosa hai fatto con Lucas, zozza?!-

-Assolutamente niente, ci siamo fatti solo un giro, vi dico che…-

-Calmati, non c’è bisogno di agitarsi così… Sempre che non abbiate fatto qualcos’altro-

Perché le sue amiche dovevano alludere a quelle cose? Con L… Oh, cielo, mai e poi mai!

-E dove ti ha portato di bello?-

-Sicilia e Sardegna-

Quand’è che impari a startene zitta, Hayley?

-Uuuuuuh, che romanticoooo! Hai sentito, Al?-

-Appuntiamo- Alicia prese carta e penna –Alto e snello… Strano… Gentile… Ricco… Romantico…- scrisse queste cose e guardò Hayley –Difetti?-

-Irritante allo stato puro- sbottò Hayley chiudendo con forza l’armadietto –E non capisce un accidente di una donna-

-Se ti porta in un posto come la Sicilia o la Sardegna tanto fessacchiotto non è…-

-Perché non lo conoscete- perché diceva tutte queste cose? Forse aveva solo bisogno di sfogarsi

–Pensa sempre e solo al lavoro e ha una lingua troppo tagliente-

-Appunta, Alicia- disse Frances –Queste cose non vanno tralasciate-

-Però almeno hai un cavaliere per la festa di Halloween-

-Molto spiritosa, Al- disse Hayley –Te l’ho detto che pensa solo al lavoro. Ipossibile che accetti di uscire. Ora cambiamo discorso, per favore-

Hayley si allontanò da loro di qualche passo, ma sentì benissimo i loro commenti

-Insomma, sarebbe un gran bastardo questo Lucas?-

-Sai com’è, coi ragazzi… Sembrano sempliciotti, e invece… Bam! Ti tirano le fregature appena possono-

Squillò il cellulare di Hayley. Appena in tempo. Non voleva proprio sentire parlare di lui.

-Pronto?-

-Hayley? Sono io. Buongiorno-

-Ma… Ma come fai ad avere il mio numero?- si corresse subito –Scusa, ogni tanto dimentico che sei un detective. Cosa vuoi?-

-Vorrei che venissi con me sul luogo dell’esplosione-

Cosa? Diceva davvero?

-D-davvero?-

-Dopotutto te l’avevo promesso. Vedi di farti trovare a scuola. Passo io a…-

-No! No! Non ce n’è bisogno! Ci vediamo davanti a casa mia, e vieni senza elicottero, per favore!-

-… Okay. A dopo, allora-

Riattaccò. Era al settimo cielo. Finalmente poteva di nuovo indagare con lui! Si era quasi scordata di Alicia e Frances che la guardavano divertite

-Frances, falle una foto, ti prego… Guardala com’è contenta…-

-Magari ha fatto pace con Lucas… Sembra proprio il suo tipo!-

Per tutta la giornata Hayley non fece che pensare al caso. Ancora poche ore e poteva di nuovo partecipare! A casa non riusciva a stare ferma nemmeno un secondo, aspettando con ansia l’ora in cui si sarebbe fatto vivo. Un po’ le dispiaceva che non ci sarebbero stati Mello e Near a indagare con lei, ma era allo stesso tempo troppo eccitata. Suonarono il campanello. Lui, finalmente! Certo, la situazione era un po’ strana… Di solito una ragazza è così in ansia per un appuntamento romantico con un ragazzo, e invece lei aspettava di risolvere un caso. Andò ad aprire, e per un attimo le prese un colpo. E quando riconnesse…

-Wammy?-

-Ciao, Hayley-

-Ti ha mandato L?-

-Sì. Dobbiamo andare, Hayley-

In quel momento arrivarono i genitori di Hayley –Wammy! Che sorpresa! Vuoi entrare per un tè?-

-Mi piacerebbe molto, ma vado di fretta. Gradirei però che Hayley facesse una passeggiata con me. Ho delle cose importanti da dirle-

-Mamma… Papà… Posso, vero?-

-Va bene… Non fare tardi come ieri-

Hayley andò a prendersi velocemente un giacchetto e uno zainetto e uscì di corsa, con Wammy che aveva un’espressione tutto sommato tranquilla.

-Bene, Hayley- disse Wammy indicandogli una bellissima limousine, un modello abbastanza vecchio, ma dal fascino tutto particolare. Tirata a lucido, sicuramente Wammy la lavava tutti i giorni, o forse si era inventato qualche congegno per tenerla sempre pulita e splendente. Che macchina da urlo… A Hayley non sarebbe dispiaciuto se L fosse andato a prenderla con una macchina del genere. Sempre meglio di un elicottero –Dobbiamo andare-

Hayley salì con un certo disagio sulla bellissima macchina, ma si sentì ancora più a disagio nel vedere L seduto davanti a lei, in quella strana posa affatto consona per un lusso simile.

-Ciao, Hayley. Accomodati pure-

Hayley salì, senza sapere esattamente cosa dire –Però… Che macchina…-

-Mi hai detto tu di non presentarmi in elicottero-

-Ah, già…- si sedette vicino a lui, guardando subito verso il finestrino. Era troppo lussuoso per lei.

-Allora?- disse L mettendosi un dito alla bocca.

-Cosa?- rispose lei senza distogliere lo sguardo

-Ti è venuta qualche idea per il caso?-

E adesso che gli andava a raccontare? Qualche idea ce l’aveva, ma non riusciva a formulare bene la frase. Anche perché di colpo ripensò a quegli occhi, nerissimi, che la guardavano con odio… Eppure era certa di non aver mai visto degli occhi del genere, quindi era escluso che potesse conoscerlo.

-No, mi dispiace, L- disse lei, cercando di sembrare naturale –Vorrei esaminare il luogo dell’esplosione, prima di formulare qualche ipotesi-

-Hai ragione- disse L senza smettere di guardarla con curiosità

Una volta arrivati, per Hayley, fu un’altra sorpresa: Mello e Near che giravano per quel deserto di cenere.

-Hayley!- gridò Mello –Quanto tempo!-

-Possibile che mangi cioccolata anche qui? Fatti abbracciare, vieni qua! Oh, Near, anche tu!-

L se ne stava in disparte a osservare la scena, senza nessuna espressione di rilievo. Guardava e basta. Poi decise di voltarsi e andare a zonzo per quel distastro. Hayley e gli altri lo notarono, e decisero di mettersi all’opera anche loro. Hayley andò dalla parte opposta di L, mentre Mello e Near facevano di tutto per stare al fianco di L. Un po’ li invidiava. Lei non ce la faceva a stargli vicino più di tanto. Più che altro temeva che se ne sarebbe uscita con la isita di quella notte. Non sembrava, dopotutto, un evento così importante. non poteva c’entrare con le esplosioni. Oppure no? Che confusione!

-Ehi, guarda che ho trovato!- disse Mello entusiasta. Prese dal terreno un frammento metallico. Hayley si avvicinò, e prese il frammento.

-Oh, questo l’ho visto su un libro. È un tipo di cemento speciale usato soprattutto dai militari-

-Ma qui non c’era un corpo militare-

-Oppure è quello che volevano farci credere- disse L mordicchiandosi il pollice –Mi sembra troppo facile. È possibile che appartenga a uno dei respnsabili dell’esplosione. Oppure che ci sia qualcosa di molto più complicato sotto…-

-In ogni caso, basterà prenderne le impronte digitali e…-

-No, Mello- disse Near –Quel frammento ormai è andato. Ci sono le tue impronte, quelle di Hayley… E poi non credo che lascerebbero impronte in modo così incosciente-

-… Giusto…- disse L –oppure possiamo supporre perlomeno che l’abbiamo ripulita. O che volevano che trovassimo una oggetto simile. In ogni caso, Wammy lo analizzerà- L si diresse verso il centro dell’esplosione –E’ molto strano che non si riesca a capire da dove sia partito il colpo…-

-Ci faccio caso solo ora che ci cammino sopra, ma…- disse Hayley incerta –La terra qui è debole. Quasi quasi ci si affonda- andò verso gli alberi, dove aveva visto quell’ombra –Mentre qui è durissima… Non è normale-

L la seguì, toccando il tronco di un albero

-E’ troppo strano…- continuò Hayley –E’ un qualcosa di più dell’esplosione… Qui c’erano solo catapecchie, e allora perché salta fuori un materiale militare? Perché questo posto non è normale?-

-Si direbbe che abbiano avuto troppa fretta di curarsi dei dettagli- disse L estraendo un altro frammento identico a quello trovato da Mello –Ho ragione di pensare che queste persone pecchino di superficialità. Forse sono solo sicari incaricati di fare questo disastro-

-Io non ci sto più capendo nulla- disse Mello addentando la cioccolata –Non posso credere che della gente, soprattutto criminale, possa essere così stupida. Ci sarà un 70% di probabilità-

-Ma c’è sempre il 30% da non sottovalutare- disse Near –C’è un odore strano… Tipo ruggine…-

-L, è tutto troppo confuso per capirci qualcosa- fisse Hayley turbata

-Se non saremo precipitosi, prima o poi ne usciremo…- disse L –C’è sempre una via d’uscita a tutto. O almeno, quasi sempre. E qui sicuramente c’è-

-Come fai a dirlo?-

-Perché… Supponiamo che questa gente sia solo stata incaricata… Se io fossi il mandante, andrei su tutte le furie a sapere che hanno lasciato indizi così importanti. Quindi…- si chinò versò il centro, toccando il terreno. C’era ancora qualche rimasuglio di sangue delle vittime –Non era questo lo scopo principale del mandante. C’è qualcos’altro… Forse questo era solo un avvertimento…-

Restò in silenzio qualche secondo, per poi voltarsi verso Mello, Near e Hayley –Dov’è avvenuta la seconda esplosione?-

-In un posto simile a questo, anche se più nascosto. Lì non ci sono proprio resti-

-Credo che faremmo meglio a controllare anche lì- concluse L –Vi informerò appena Wammy mi dirà il risultato delle analisi. Torniamo a casa, per ora-

Durante il viaggio in macchina Hayley non disse nemmeno una parola. Si sentiva inutile per quel caso. Era la prima per lei sentirsi così. Voleva essere d’aiuto a tutti… E invece L non sollevava nemmeno la questione. Sembrava totalmente indifferente, e questo a Hayley faceva ancora più male.

Wammy lasciò Near e Mello davanti all’albergo in cui si erano momentaneamente fermati, e continuò a guidare per la casa di Hayley. L alzò il finestrino che separava Wammy da loro due.

-Hayley, ti senti in colpa?-

Purtroppo non ci potevano essere segreti per lui. Troppo perspicace

-Un po’-

-Un po’ quanto?-

-Questo non ha importanza- ecco, ci mancava solo che facesse l’acida

-Hayley…- continuò L guardando in alto –Non devi sentirti così. Mi sei stata d’aiuto, oggi. Davvero-

-Davvero?- disse Hayley sopresa –Non devi dirlo per farmi il contentino-

-Non ti sto facendo il contentino. Ormai dovresti saperlo che dico sempre le cose così come stanno-

Lei non era del tutto convinta –Grazie…-

-C’è dell’altro?- continuò L –Non è normale che te ne stai zitta per tutto il tempo-

Hayley distolse lo sguardo –No, niente, davvero. Sono solo un po’ giù di morale-

-Hayley…- ma la macchina si fermò. Erano arrivati.

-L, siamo arrivati-

-Va bene, Wammy. Grazie- guardò di nuovo Hayley, che stava già aprendo lo sportello

-Allora ciao, L. Grazie per il passaggio-

-Hayley…-

-Sì?-

-Sei stata bravissima, oggi. Dico davvero-

-Va bene, L, ho capito-

-Guarda, come premio ti faccio scegliere un altro posto dove passeggiare- disse L –Ti sta bene?-

-Hayley lo fissò per un po’, ma poi sorrise. Tipico di lui –Va bene, ci penserò. Buonanotte, L-

-Buonanotte, Hayley-

Mentre la macchina di L se ne andava, Hayley sorrise. Aveva già deciso dove andare. Aveva già scelto il suo premio.

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Capitolo 6
*** 6 - Ghiaccio ***


A scuola era tutto un parlare della festa di Halloween. E a Hayley toccava pure presenziare alle riunioni del comitato studentesco, in quanto addetta al giornale scolastico. A lei toccava fare il resoconto della festa sul giornale e pure occuparsi dell’organizzazione.

Era un pomeriggio nuvoloso, quella volta, e Hayley stava controllando i lavoretti di ogni studente, dagli addobbi alla cucina. Era stato snervante, con qualche lamentela, ma nella norma. Senonchè, un suo compagno di classe, un certo Josh, le si avvicinò. Il classico ragazzo carino che pensa di avere tutte le donne del mondo. Un ragazzo tristemente idiota.

-Ehi, Wallace… Hai da fare alla festa, a parte occuparti di quello stupido giornale?-

-No-

-Allora perché non vieni con me? Andare alla festa da soli è molto triste… Ma d’altronde tu sei nuova di queste parti… Lascia che ti ci porti io-

-Spiacente, ma Hayley non può- disse prontamente Alicia, facendo brillare alla debole luce della palestra della scuola il suo orecchino al labbro. Se lo poteva mettere solo in orari furoi dalla scuola. Le regole erano rigide lì, e il suo look punk non era ben visto nella scuola. Per non parlare delle tinte stravaganti che si faceva. Una volta tentò anche con una cresta. Per poco non la sospendevano

–Hayley ha già un cavaliere, Josh-

-Ah… E sarebbe?- disse lui, come per prenderla in giro. Non ci credeva? O era geloso?

-Lucas Lenford… Il suo ragazzo-

-Wallace ha un ragazzo?-

-Ed è pure ricco. Ha un elicottero, sai?-

Hayley era leggermente imbarazzata. Josh era visibilmente incavolato. E Alicia era visibilmente soddisfatta.

-Uhm… D’accordo- disse Josh –Non vedo l’ora di conoscerlo, questo Lucas. Ci vediamo, Wallace… Johnson…-

-Ritenta, Josh- disse Alicia –Sarai più fortunato la prossima volta-

Josh sparì dalla loro vista, e a quel punto Hayley aggiunse –Vai a farti fottere-

-Oh, ooooh- disse Alicia –Duretta, la nostra Hayley-

L era nella sua stanza d’albergo con Wammy, che osservava il frammento metallico trovato sul luogo della prima esplosione

-Effettivamente ha ragione Hayley- disse Wammy –Di solito lo usano i militari per rafforzare le loro armi…-

-In che senso, Wammy?- chiese L

-Vedi?- disse Wammy indicando l’aggeggio –Anche se non sembra, questo materiale è fatto con sostane chimiche fuori dal comune. È facile capirlo perché questo metallo rimane sempre pulito. Nonostante tutta la terra da cui era circondato, sembra nuovo, dopo una pulita veloce-

L continuava a osservare in silenzio

-Le sostanze chimiche di cui è composto però sono altamente tossiche. Certo, a un esame così sommario non sono ancora in grado di capire cosa, ma posso assicurare che sono sostanze pericolose-

-Tipo l’amianto?-

-Sì. Forse qualcosa di ancora più pericoloso, se in grande quantità-

-Quindi è possibile avvelenare qualcuno con questo frammeto?-

-Con un solo frammento no- disse Wammy osservando il frammento –Ma a occhio e croce direi che grande quanto un mattone è sufficiente per far venire la nausea a qualcuno-

-E possono andare distrutti con un’esplosione?-

-E’ difficile, data la durezza del materiale. La carica dev’essere veramente grande-

-Capisco…- L si portò un pollice in bocca, perplesso. Poi prese del melone, e guardò Wammy

–Secondo te è stata un’esplosione o un avvelenamento di massa?-

-Avvelenamento di massa?-

-Tipo le guerre batteriologiche-

-E’ possibile-

L finì alla velocità della luce il melone, per poi dire –Meglio non azzardare nulla finchè non vedo anche il luogo della seconda esplosione. Non una parola su questo frammento, Wammy, per cortesia-

-Dove vai, ora?- chiese Wammy, notando che L si avvicinava alla porta

-Prepara la macchina. Avevo promesso a Hayley un premio per la collaborazione-

Hayley era ancora seccata dall’invito di Josh –Che nervi mi fa! Si crede d’essere chissà chi quando è solo un bamboccio che deve ancora sviluppare!-

-Non ti ho mai vista così irritata davanti a un ragazzo, Hayley- disse Frances –Quasi quasi ti faccio una foto…-

-Frena il tuo talento, Frances- disse Al –E’ proprio furiosa-

-Non sopporto la gente come lui. Gente interessata a come sei tra le gambe… Mi fanno schifo…-

Hayley non aveva dimenticato. Non riusciva a dimenticare. Era già tanto se un ragazzo come Josh riusciva a dirle “ciao”. Non poteva sopportare di nuovo delle mani viscide sul suo corpo… Ancora non era pronta. Ma lo sarebbe stata, prima o poi? L’avrebbe superato?

Squillò il suo telefono. Numero sconosciuto.

-Sono L-

-Dimmi- disse lei con voce svogliata

-Ti aspetto davanti a casa. Oggi ti porto dove vuoi, come promesso-

Hayley sorrise. Che tipo strano che era… -Va bene. Ci vediamo- riattaccò, rimanendo sorrdente. Aveva programmato tutto, anche se non si aspettava così presto la sua visita. Ma on importava.

Tornò a casa e vide subito la bellissima macchina di L. si avvicinò a Wammy sorridente.

-Ciao, Wammy. Oggi prenditi una giornata di riposo. Ci penso io a L, oggi. Non c’è bisogno che ci accompagni dappertutto-

-Grazie Hayley, ma preferisco restare. Vi giuro che non vi sarò d’impiccio-

-… Okay. Se lo dici tu…- guardò L –Aspettate un attimo, mi cambio e arrivo-

Insolitamente ci mise un po’ a prepararsi. Non era da lei. Sperò che L non si fosse spazientito, nel frattempo, ma era improbabile. Scese velocemente le scale e prese lo zainetto, per poi salire in macchina.

-Bene, Wammy, se non ti dispiace andiamo alla pasticceria in centro-

-Pasticceria?- chiese L

-Io non ho ancora mangiato nulla. E i miei oggi a casa non ci sono-

-Capisco-

Arrivarono in centro, e da lì Hayley chiese di andare a piedi. Entrarono in pasticceria, Wammy tenendosi a una certa distanza da L e Haylery.

-Tu cosa vuoi?-

-Non vorrei disturbare…-

-Ma no!- rispose Hayley –Dai, scegli quello che vuoi!-

-Vada per un milkshake alla fragola, allora-

Hayley ne prese due, uno al cioccolato per lei e uno alla fragola per lui. Evidentemente L andava matto per le fragole.

Uscirono e da lì ci fu un imbarazzante silenzio, creato con la scusa di finire il milkshake. Hayley avrebbe voluto dire tante cose, ma non era abituata a stare con L in quel modo… Tentò comunque di scacciare un po’ di tensione.

-E’ buono, L?- chiese. Che razza di domanda.

-Sì- rispose L, guardandosi intorno. E a Hayley non sfuggì quel particolare.

-Non ti capita mai di passeggiare per Londra, vero?-

-Già…- rispose lui

-Mettono un po’ soggezione tutte queste persone che camminano insieme…- constatò Hayley. La sua faccia si fece nostalgica, e a L non sfuggì –Quando vivevo per strada mi nascondevo nelle periferie, per paura di essere presa a calci da qualcuno… E ora passeggio come tutti gli altri. Che strano…- rise, sentendosi cretina.

-Sei fortunata- disse L –Hai fatto progressi, no?-

Hayley sorrise –Già… Ho fatto enormi progressi…-

Camminarono per Londra per un po’, senza parlare più di tanto, e Wammy li seguiva sempre da una certa distanza. Era davvero una giornata insolita per quei tre, ma era comunque piacevole.

-A proposito, Hayley… Dove stiamo andando?-

Hayley sorrise –Ti piace pattinare, L?_

-Pattinare?-

-Sul ghiaccio. Da piccola lo facevo sempre, quando le piste chiudevano. Mi intrufolavo, prendevo in prestito dei pattini e via!-

-Io non ho mai pattinato-

-Allora è una buona occasione per cominciare. Non aver paura, okay? È facile- disse Hayley.

Erano arrivati davanti alla pista. Era da molto che Hayley non andava a pattinare. Stavolta ci sarebbero state delle persone a vederla. E soprattutto, anche L avrebbe pattinato. Hayley si trattenne dal ridere. Sapeva bene cos’era in grado di fare un principiante.

Entrarono, Hayley noleggiò i pattini e se li mise. Ma vide che L non metteva nulla.

-Bè?-

-Preferisco guardare che pattinare-

Hayley guardò un momento la pista. Effettivamente c’era tantissima gente. Forse L… Aveva paura? A vederlo non sembrava proprio. Ma ormai Hayley aveva capito che L sapeva nascondere benissimo le cose. Non si sentiva di biasimarlo.

-D’accordo… Allora stai a vedere come si pattina!-

Entrò nella pista sorridente e, dopo qualche giro semplice, iniziò a sbizzarrirsi con salti vari. Aveva gli sguardi di parecchia gente ammirata, ma a lei sembrava non importare. Sembrava non accorgersene. Aveva quasi scordato quanto fosse bello per lei pattinare. Dentiva il vento tra i capelli, e anche se a ottobre faceva freddino, a lei non dispiaceva affatto.

Non si accorgeva nemmeno che L la stava guardando. Il suo capo seguiva ogni movimento di Hayley, e sembrava che la folla non ci fosse nemmeno. Era mostruosamente brava.

L notò un responsabile della pista. Si moridcchiò il pollice, e poi si rivolse a Wammy

-Wammy, avrei bisogno di un favore-

Hayley continuava a pattinare senza pensare a nulla. Si era scordata persino di essere andata lì con L e Wammy. Avrebbe continuato all’infinito, ma vide che un bambino era caduto, e che un ragazzo, a tutta velocità, si dirigeva verso di lui. Purtroppo Hayley sapeva bene cosa poteva succedere. Se i pattini prendevano le dita…

Non ci pensò due volte. Pattinò, partì a tutta velocità. E appena in tempo prese il bambino e con qualche giravolta degna di una pattinatrice portò il bambino al sicuro. Ovviamente, sotto lo sguardo di tutti.

-Stai bene, piccolo?-

Il bambino rispose con un cenno della testa, stordito per quello che era successo così velocemente

-Fai più attenzione la prossima volta, okay?-

Una volta che il bambino uscì dalla pista, un altoparlante comunicò qualcosa. Era l’ora di chiusura. A Hayley stava dispiacendo molto. Uscì rassegnata dalla pista, ma venne fermata da una voce.

-Dove vai, Hayley?-

-Stanno chiudendo…- si girò, e rimase subito sorpresa –Ma che stai…?-

-Tranquilla, se ne sta occupando Wammy. Possiamo pattinare un altro po’- disse L che cercava di mettersi i pattini.

Hayley guardò verso Wammy, e lo vide parlare col responsabile della pista. Accidenti, chissà quanto gli andava a costare quell’orario prolungato…

-L, quanto ti costerà?- voleva esserne sicura

-Wammy riuscirà a trovare un prezzo ragionevole-

Non sapeva come ringraziarlo. Rise, però, nel vederlo così conentrato coi pattini –Aspetta, ti aiuto-

Se però non riusciva nemmeno ad allacciarsi dei pattini era il caso di insegnargli parecchie cose.

-Bene, innanzitutto non devi aver paura…- si girò verso L, e non seppe descrivere la propria espressione –Scusa, cosa stai facendo?-

-Sto in piedi sui pattini- rispose L tranquillissimo

-Oh, santo piripillo, cosa vedono i miei occhi…- se se ne usciva con cose come “Santo piripillo” era grave. Molto grave –Cos’è quella posa così scorretta?! Petto in furoi, gambe dritte, mento alzato, spalle indietro! Così non riuscirai neanche a stare in piedi!-

-Ma io sono abituato a stare così…-

-Non m’interessa la tua opinione! Non puoi pattinare se non regoli un po’ quella schiena!- Hayley andò dietro L, a cercare di raddrizzargli un po’ quella schiena ricurva. Come faceva a stare tranquillamente così?

Non è che riuscì a fare molto, ma entrarono lo stesso nella pista –Dammi la mano… Tranquillo, stai fermo… Ora, insieme a me… Uno e due… Uno e due…- a tempo, muoveva i piedi, e a stento si tratteneva dal ridere a vedere L. Sembrava un pesce fuor d’acqua –Uno e due… Destra e sinistra…-

-Così?-

-Più o meno… Facciamo qualche giro, ti va? Aggrappati ai bordi, per stare tranquillo-

Era comunque divertente insegnare quelle cose a L. Si sentiva simile a lui. Cioè, non lo vedeva più come un genio incontrastato. Lo vedeva come un normale ragazzo che doveva pattinare per almeno un metro. Era divertente.

-Adesso prova ad andare da solo-

-Da solo?-

-Io ti do una piccola spinta-

-Aspetta, non credo di…-

-Pronti, via!-

Partito! L ormai non poteva più opporsi

-Bravissimo! Non ti preoccupare… Non allargare le gambe, altrimenti ti sbilanci! Su, uno e due, destra e sinistra… Oh, cavolo…-

A metà pista L si ritrovò col muso per terra. A malapena riuscì a coprirsi il viso. Hayley corse verso di lui sperando che non si fosse rotto il naso.

-L! Tutto okay?-

-Niente di rotto- disse facendo capolino. Niente di rotto? Aveva una faccia…

-Ce la fai a rialzrati?-

-No-

-… Benissimo…- Hayley si rialzò, per aiutarlo, ma L le afferrò la gamba, facendola cadere.

-Ma che fai?!-

-Non mi va che solo tu riesci a rialzarti-

Hayley non sapeva se ridere o piangere –Insomma, dobbiamo restare così?-

-Tanto abbiamo tutto il tempo-

-Tu sei proprio un tipo assurdo…- disse Hayley sbuffando –Infantile-

-Infatti-

Hayley restò sorpresa. Le dava davvero ragione o era solo per zittirla? Bè, in ogni caso, doveva rialzarsi –Dai, L…-

-Allora facciamo così: tu fammi un salto difficile. Se ci riesci puoi restare in piedi-

Che razza di scommessa… ma Hayley accettò. Evidentemente L non sapeva con chi aveva a che fare.

-L, conosci qualcosa del pattinaggio?-

-No-

-Nemmeno i salti, dunque… Allora ti mostrerò il più difficile, l’Axel-

Hayley andò a metà pista, riscaldandosi. Bastò poco a prendere la riconcorsa e fare quel salto bellissimo. Alla faccia se era difficile. L non aveva nessuna espressione, come al solito, ma con sé stesso ammise che era davvero brava. E chissà, magari aveva visto fare quel salto solo una volta da qualche professionista. Ma Hayley era un genio, d’altronde. Doveva aspettarselo, da lei.

-Allora?-

-D’accordo… Hai vinto- disse L

-Non te la prendere…-

-No, tranquilla. Stavo pensando-

-A cosa?-

L non rispose, cercando di rialzarsi. Ricadde un’altra volta

-Lascia che ti aiuti, stavolta- disse Hayley. Prese la mano di L, ma non riuscirono a trovare l’esquilibrio, risultato? Entrambi col sedere per terra.

Hayley e L si guardarono. Ma stavolta Hayley non ce la fece. Scoppiò a ridere, e non riusciva a fermarsi.

-Cosa c’è di così divertente?-

-Ah ah ah ah ah ah ah! Non sono mai caduta così tante volte in un colpo solo! L, sei incredibile!- e Hayley continuò a ridere

-E questo fa ridere?- chiese L.

Ma Hayley lo ignorò, coprendosi la pancia dal ridere.

Era irritante, dalla lingua tagliente, strambo… Ma così buffo! Era impossibile non ridere!

-Forse è meglio tornare a casa, L…- disse Hayley, rialzandosi. Si asciugò una lacrimuccia liberatoria. Era davvero il colmo.

In macchina si sentì improvvisamente stanca. Forse aveva pattinato troppo. O forse semplicemente L era stato stancante. Altro che principiante… Alla fine non era riuscito a fare nemmeno mezza pista da solo.

-Sei stanca, Hayley?-

-Un po’… Più che altro ho un sacco da fare in questi. Preparare la festa e tutto-

-Festa?-

-Di Halloween. Nella mia scuola. Che palle…-

-Capisco- disse L. giocherellò un po’ col labbro, lo sguardo perso nel vuoto, e poi chiese innocentemente –Ma per il caso sei disponibile, vero?-

Hayley sorrise, davvero contenta –Certo…- le faceva piacere sentirsi in qualche modo indispensabile –A questo proposito, avrei un’idea…-

-Dimmi-

-Una guerra batteriologica-

-Guerra batteriologica?-

-Quel frammetno è strano… Aveva una puzza tremenda. Sicuramente conteneva qualche sostanza chimica pericolosa-

E Wammy, guarda caso, aveva ipotizzato delle sostanze chimiche pericolose, che componevano quel frammento.

-Teoria interessante, Hayley. Se per te non è un problema, domani vorrei andare sul luogo sdell’altra esplosione-

-Certo, sono disponibile-

-Ti sono grato. Immagino che con la festa non hai molto tempo, mi dispiace…-

Non importava. Hayley era felice. Non sapeva ancora bene perché, ma voleva seriamente aiutarlo nelle indagini. Anche se sembrava qualcosa di strettamente pericoloso e complicato.

-Grazie del passaggio, L. Ci vediamo domani-

-Passo a prenderti a scuola?-

-Se sei in macchina, sì- sorrise. Chissà le facce di Alicia e Frances, a vedere una macchina così…

-D’accordo- il telefono di L scquillò. Dopo qualche secondo riattaccò –Ora vado. Ci vediamo-

Hayley, ancora sorridente, tornò a casa. Che giornata strana, ma piacevole…

L tornò in albergo con Wamy –Allora è arrivato, Wammy?-

-Proprio poco fa, come ha detto Mello dalla chiamata. L’ha chiamato lui personalmente. Fidati, è un elemento valido. All’orfanotrofio ha presentato ottime qualità nel pedinare ed è molto attento ai particolari-

L entrò nella sua stanza. Mello lo accolse calorosamente, e Near… Mah, forse a modo suo… Ma c’era un’altra presenza che a L interessava. Mello prese per braccio il nuovo arrivato e lo mise davanti a L

-Ecco qui, L. Vedrai che ci sarà utile-

-Ciao- disse L osservando attentamente quel ragazzino dagli occhialetti rotondi e con in mano una consolle per videogiochi –Io sono L-

-Io sono Matt- rispose il ragazzo, circa della stessa età di Mello –Mello ha detto che avete bisogno di me per questo caso-

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Capitolo 7
*** 7 - Colpo ***


Hayley si svegliò decisamente di buonumore, quella mattina. Colazione, tracolla, uniforme, tutto in ordine. Si sarebbe goduta una bella passeggiata, quella mattina. Salutò i genitori e uscì, canticchiando.

Mentre camminava espresse in cuor suo il desiderio di pattinare ancora. Risentire quel venticello tra i capelli. Ma ripensò a L e… Per poco la gente non la prese per matta, a vederla ridere da sola.

Ora che ci pensava, non si verificavano più rapine, dove volava sempre una persona dalla finestra. Ecco, quella persona. Sembrava avercela a morte con lei. Però era da un po’ di giorni che non si faceva vedere. Che strano…

A scuola però si ritrovò una sorpresa. C’era uno scoop.

-C’è stata un’altra rapina incompiuta- sentiva dire. Come non detto.

-Chissà che sta succedendo…-

Stavolta però Hayley non era presente a quella rapina. Forse allora i suoi erano solo sfortunati eventi. Magari lei era un caso.

-Ehi, Hayley! Ieri eri una furia e oggi sprizzi allegria da tutti i pori!- disse Frances. Si rivolse ad Alicia –Come posso non fotografarla quando fa queste espressioni?-

Alicia si limitava a guardare con un sorriso sghembo l’amica sorridente.

-Niente di particolare, ragazze. Ogni tanto sono giù di morale-

-Immagino che sia stato Lucas a farti passare il malumore… Che avete fatto di bello?-

-Niente, abbiamo solo pattinato, e oggi…- … Porca miseria…

Subito si rizzarono le antenne del “gossip” –E che fate oggi? Dove ti porta? Di nuovo in elicottero?-

-Niente elicottero…- decise di non sbilanciarsi troppo –Stiamo in macchina-

-Posso immaginare il lusso…- a Frances brillavano gli occhi –Uuuuh, come ti invidio, Hayley! Magari ce l’avessi io un ragazzo che ti fa fare quello che vuoi!-

Se solo Hayley avesse potuto togliersi la soddisfazione di dire che razza di persona era “Lucas”… Ora che ci pensava, forse il nome non gli donava granchè.

Per fortuna la giornata scolastica era passata in fretta. Poteva andare a casa a riposare, in vista delle indagini. Ma si era scordata di essersi presa un impegno importante…

-Hayley, credo che Lucas sia qui…- disse Frances indicando l’oggetto davanti a sé.

Hayley si rimangiò tutto quello che aveva pensato. Che fosse venuto in elicottero o in macchina, riusciva comunque a farsi osservare da tutti. Forse non era il caso. Ma che razza di detective era, se ostentava tutte queste cose da capogiro? E perché scendeva dalla macchina?!

-Ciao, Hayley-

-C-ciao…- Hayley non riusciva a non guardare la faccia di Frances e l’espressione di Alicia

-Ciao, Lucas!- disse subito Frances –Che fate oggi di bello?-

L la guardò per un po’, senza dire nulla. Poi –Frances Crew, vero?- Frances annuì contenta –Non facciamo nulla di particolare, oggi. Le devo parlare-

Frances ebbe un sussulto, e si rivolse a Alicia eccitante –Forse le chiede di sposarlo!-

-Non correre, Frances…- disse Alicia –Bè, noi ci dileguiamo. È meglio che andate anche voi, altrimenti sono capaci di rubarvi quello splendore. Ci vediamo domani, Hayely!- si avvicinò all’orecchio dell’amica –E non fate porcellate, eh!-

-Ma cosa stai…-

Alicia rise a crepapelle e se la svignò con Frances, che faceva foto alla macchina con occhi luccicanti.

-Hayley, tutto okay? Sei rossa in viso…-

-E’ colpa delle mie amiche…-

-Sono divertenti-

-Imbarazzanti, vorrai dire…-

Sviò velocemente quel discorso, andando in macchina. L la seguì.

-Bene, si va a vedere l’esplosione?-

-Sì-

-Anche Mello e Near?-

-No, loro stanno facendo altre ricerche. Saremo solo io e te oggi, Hayley-

Non si riusciva a capire se in quelle parole ci fosse qualche altro messaggio nascosto. Ma non era da L. Mah…

In quanto a desolazione quel posto batteva tutti. A parte gli alberi, non c’era niente.

-Credo che non ci sia bisogno di fare esami più attenti- disse Hayley. Si tappò il naso –Ma la puzza qui è tremenda… Un colpo pazzesco… Oddio…-

L non si tappava niente. sembrava immune. Beato lui…

-Sostanze chimiche… Tossiche… Frammenti… Esplosioni… Per coprire le prove…-

-Cosa, L?-

-Forse la tua teoria non è del tutto insensata, Hayley. Forse questa è sul serio una guerra batteriologica-

-E avrebbero fatto saltare in aria tutto per non lasciare tracce?-

-Forse quel frammento è ciò che resta dell’esplosivo. Per sicurezza hanno messo delle sostanze tossiche anche lì, in modo da andare sul sicuro-

-E perché? Qui non c’è niente…- disse Hayley camminando. Ma inciampò –Ahio!- che dolore alla gamba! Sembrava fosse caduta sopra il cemento armato

-Fatta male?-

-Mi sono sbucciata la caviglia, ma passa subito. Piuttosto…- Hayley osservò il terreno. Sentiva attraverso le sue dita che la terra era perfettamente liscia –Come ho fatto a inciampare? La terra qui è perfettamente liscia…- rimase impassibile per qualche secondo –L…- era spaventata –C’è qualcosa qui sotto… E’ terribile… Hanno seppellito tutto… Ciò che c’era da nascondere… E magari ci sono anche delle persone…-

-Hayley, calmati…- L le coprì gli occhi –Abbiamo visto abbastanza. Andiamocene-

In macchina Hayley si sentiva uno schifo –Mi dispiace, L…-

-Non c’è problema- L guardò la gamba di Hayley –Come va la gamba?-

-E’ solo una sbucciatura, L. Un colpetto. Domani non si vedrà più-

Tornata a casa voleva solo dormire. E invece…

-Bentornata, Hayley. C’è una lettera per te- disse sua madre –L’ho messa in camera tua-

Con aria svogliata Hayley si diresse in camera. Fare le scale si dimostrò essere il doppio della fatica. Perché?

Prese la lettera, e la riappoggiò sulla scrivania. Ma poi ci ripensò, prendendola subito. Era spaventata, di nuovo. Ma chi diavolo era? Non aveva il coraggio di aprirla. Chissà cosa c’era scritto… E non era segnato nemeno il mittente.

Sentì un rumore dalla finestra. Era certa, era quell’uomo… Si affacciò alla finestra. Ma non c’era nessuno.

-Tanto lo so che sei lì! Vieni fuori!- niente –Chi mi spia?- ancora niente. ma lei sentiva i passi. Sentiva che era vicino. E va bene, a mali estremi…

Prese una mazza, creata da lei, apposta contro contro i maniaci. La prudenza è la virtù dei forti.

-Sei qui!-

-Frena! Ma che ti salta in mente?!-

-Ma tu non sei quel…- in effetti, non era lui. Era invece un ragazzino con gli occhiali e la maglietta a righe.

-Mi manda L-

-Davvero?- era a dir poco dubbiosa –Potrei avere una prova?-

-Alloggio al suo stesso albergo con Mello e Near. Mi chiamo Matt, e sono nuovo della Wammy’s House. Puoi chiedere a Wammy-

-Va bene, ti credo…- abbassò la mazza, e Matt entrò –E così L mi sta spiando…-

-No, voleva che ti riferissi una cosa da parte sua-

Hayley aspettava

-L ha detto che non è più necessario che partecipi al caso-

Hayley restò impassibile. Sembrava che Matt non avesse ancora detto nulla –Bella storia…-

-No, no, è vero-

-Ma se è per quello che è successo oggi…-

-Perché? Che è successo oggi?-

-Non sono affari tuoi. Io voglio partecipare-

-Senti, io non posso farci nulla. Posso riferire, ma non è che cambierà qualcosa- Matt si girò verso la scrivania, e fece un’espressione ammirata –Ma questo è il nuovo Game Boy Advance! Edizione limtatissima! Cavoli, che fortuna!-

-Se ti piace tanto te lo regalo- disse Hayley, persa in una dimensione ultraterrena. Perché L faceva così? Ogni volta che sembrava essere utile, lui la allontanava. Perché? Voleva dire che L si era solo servito di lei? Possibile?

-Grazie- disse Matt –Allora vado. Ci vediamo-

Appena Hayley fu certa che Matt si era dileguato, diede pugni a più non posso contro il cuscino.

-Lurido bastardo… Lurido bastardo… Perché ti comporti così?! Perché devi sempre farti odiare?! Non mi stupisce che non hai uno straccio d’amico, razza di idiota! Traditore!-

Le scappò qualche lacrima, ma la frenò subito. Non doveva piangere per lui. Si girò verso la scrivania, doveva finire un articolo per il giornale. Ma improvvisamente quello fu l’ultimo dei suoi pensieri.

Tra la lettera e il Game Boy, Matt aveva scelto la lettera. L’aveva fregata!

-Bentornato, Matt- disse L –Allora?-

-Dice che sta bene, ma io non ci credo- rispose Matt con aria risoluta –Nessuno rinuncia a un’edizione limitatissima del nuovo Game Boy Advance. Non può stare bene-

-A parte questo, c’è altro?-

-Sì. Ti odia-

-Mi odia?- sembrava sorpreso

-Non ha digerito quello che mi hai mandato a dirle. Ah, credo anche che qualcuno la stia perseguitando. Quando me la sono trovata di fronte, aveva una mazza e ha detto “Ma tu non sei quel…”-

L prese una manciata di zollette di zucchero, e una per una, le metteva in bocca, ingoiandola senza masticare

-E poi ha ricevuto una lettera, che non ha aperto- prese la lettera dalla tasca e la diede a L

-Ottimo lavoro, Matt- disse L, prendendo la lettera. Nessun mittente, ma il timbro postale era di Londra. Posta prioritaria. Spedito il giorno prima, a giudicare dal timbro. Girò la lettera, e la sua espressione era sorpresa.

La lettera era per Hayley Lorraine.

Qualcuno conosceva il vecchio cognome di Hayley. Era in pericolo. Allora forse allontanarla dal caso non era servito per tenerla lontano dal perisolo? L aveva un brutto presentiento…

Hayley quella mattina si alzò svogliata. Non aveva nemmeno fame. E stava anche facendo tardi a scuola.

-Hayley, stai bene? Hai un colorito strano… Ti do qualcosa?- chiese sua madre

-Non ho bisogno di niente, mamma- uscì di casa barcollando.

Sembrava uno zombie, quando camminava. Le facce della gente la dicevano lunga su quello che pensavano a vederla.

Anche Frances e Alicia lo notarono –Hayley, ma va tutto bene? Oggi sei arrivata in ritardo, e hai una faccia…-

Frances bisbigliò ad Alicia –Avrà l’influenza?-

Alicia era seriamente preoccupata –Forse è meglio portarla in infermeria…-

-Devo… Andare un secondo al bagno… Scusatemi un secondo…-

Era appena entrata, ma non riuscì a raggiungere un gabinetto. Si inginocchiò, vomitando tantissimo. Sentiva lo stomaco vuoto, eppure non riusciva a smettere di vomitare. Vomitare cosa, poi? Non aveva fatto neanche colazione.

Aveva la nausea, gli girava la testa, tremava, ma non per il freddo… Aveva un colorito simile a quello di un cadavere. A stento si rialzò, e si guardò allo specchio.

Era orribile. Era morta.

-Questa… Questa non sono io…- sfiorò lo specchio con le dita –Non sono io…- non sapeva cosa le stava prendendo, ma ormai sentiva di essere impazzita –Io lo so chi sono! Io sono Hayley Wallace! Wallace! Hayley… Hayley Lorraine è morta!- forse non se ne rendeva conto, ma spaccò con un pugno lo specchio. Il sangue usciva a fiotti dalla mano, ma lei non faceva niente per fermarlo.

-Hayley, ma che ti succede?!-

-Hayley! Un’ambulanza, chiamate un’ambulanza!-

Hayley vedeva tutto nero. Sentiva rimbombare le voci di Alicia e Frances, piombate lì dopo aver sentito il rumore dello specchio in frantumi. Sentiva che piangevano.

-Morta… Morta… Lei è morta…-

-Morta? Chi è morta, Hayley?-

-Sta delirando. Chiamate sua madre! È un medico, no?-

Tutti erano troppo occupati per notare una presenza anomala nella scuola. Si aggirava tranquillamente per quei corridoi, a sentire le voci degli studenti. Che fessi che erano, pensò.

Matt uscì dalla scuola, e prese il cellulare. Sentì la voce di un ragazzo, che diceva ai suoi amici che Wallace si era sentita male nei bagni.

-Che c’è, Matt?-

-Hayley si è sentita male-

-Stai dicendo sul serio, Matt?-

-Sono serissimo, Mello. Adesso la portano dalla madre che è medico-

Mello guardò stralunato Near, che si chiedeva cosa stava succedendo –Ho capito. Stiamo arrivando- riattaccò.

-Arrivando dove?- chiese Near –Non possiamo muoverci, finchè Wammy e L non tornano-

-Lasciamo un biglietto a L, Near. Dobbiamo correre all’ospedale. E non dobbiamo farci notare-

Mello prese subito carta e penna e scrisse con un grafie molto frettolosa

 

Hayley si è sentita male, stiamo andando all’ospedale da lei. Non faremo niente di avventato. Appena potete raggiungeteci.

 

Mello… E anche Near

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Capitolo 8
*** 8 - Accanto ***


Era tutto nero, senza pareti, senza un suolo su cui mettere piede. Era tutto troppo irreale. Dov’era?

Correva, correva, senza andare da nessuna parte. Correva, correva…

Era tutto troppo difficile. Voleva gridare aiuto. Ma come, se le corde vocali non ingranavano?

Che ore erano? Quanto tempo era passato da quando viveva una vita normale?

Era stato bello. Già… Troppo bello perché potesse durare. Apparteneva comunque alla strada, a quello schifoso traffico.

Sarebbe stato meglio se fosse rimasta in quella gabbia.

Sì, sarebbe stato mille volte meglio così…

Ma non ce la faceva a sopportarlo. Non ce la faceva. L’orgoglio era troppo forte.

Talmente forte che ora sentiva delle voci, vicino. Chi parlava? Che c’era?

-Io non credo di poter farla uscire così… E’ ancora infetta…-

-Penseremo noi a curarla-

Quelle voci…

-Vi prego, datele queste due volte al giorno, a pranzo e a cena-

-Va bene. La ringrazio, dottoressa Wallace-

Ma non era morta…?

-Farò causa contro quegli infami. Devono pagarla di come hanno ridotto Hayley-

Ma dove accidenti era finita?

 

-Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-

Hayley riaprì gli occhi di malavoglia. Mello balzava sul suo letto, e Matt le tirava cuscinate. Forse non era il caso di dire parolacce, ma quello era davvero un buongiorno del cazzo.

-Sììììììì, sono sveglia…-

-Come stai oggi?-

-Bene, finchè non siete arrivati voi…-

-Ohi, Mello, che ne dici se ora andiamo a distruggere qualche puzzle del nano albino?-

-Uuuuuh, perfido, Matt… Così ti voglio!-

Si dileguarono, lasciando Hayley da sola. Sbuffò. Tra poco sarebbe arrivata l’infermiera a controllarle la pressione e le solite cose ormai da una settimana. E da una settimana sognava sempre quel nero.

Ma Hayley si rese presto conto che non si trovava più nella poco accogliente stanza d’ospedale. Era invece in una bellissima stanza d’albergo nel centro di Londra. Ma quando, e come, c’era arrivata lì?

Ebbe subito la risposta: L entrò nella sua stanza, accompagnato da un medico.

-Buongiorno, signorina Wallace. Come vi sentite?-

Hayley lo guardava perplessa.

Il dottore guardò L –Lei era con la signorina, quando siete entrati a contatto delle sostanze tossiche?-

-Sì-

-E’ molto strano che però lei non si sia sentito male, signor Lenford…-

Lenford…? Si era spacciato per Lucas Lenford? Il nome che a lui non piaceva?

-Hayley è anche caduta, dottore- disse L sbrigativo –E si è sbucciata la gamba-

Subito il medico si rivolse a Hayley –Posso vedere la sua gamba, signorina Wallace?-

Hayley alzò la coperta, titubante –Ma è solo una sbucciatura. Guardi che…-

Ma L alzò i pantaloni di Hayley, scoprendo la gamba e la “sbucciatura”, se così si poteva definire. La sbucciatura era orai un visibile… Coso nero. Una specie di cenere sulla gamba.

-Dev’essere questo che ha fatto infezione. Forse è un virus che si trasmette col sangue. Lasciatemi controllare-

L tolse subito la mano, e mentre il dottore controllava, prese un fazzoletto e si pulì le mani. Hayley ci restò male. Faceva così schifo?

Per fortuna il male si scoprì subito. Era stato il contatto col sangue a provocare infezione. Ora si doveva aspettare che la sbucciatura svanisse. Ma finchè c’è l’aveva Hayley doveva muoversi con una stampella, perché le gambe se le sentiva stanchissime. Che situazione fastidiosa.

L si sedette di fianco a lei una volta che il medico se ne andò –Bene. Finchè non ti sarai ripresa, resterai qui. Tua madre mi ha dato il consenso-

-Ma non mi dire…-

-Come?-

Hayley sbuffò –Davvero vuoi che uno schifo come me giri liberamente per la tua stanza?-

-Non ho mai detto che sei uno schifo-

-Ma lo hai pensato-

-No-

-E perché allora ti sei pulito?-

-Hayley, se fosse stato per me io quella gamba non l’avrei proprio toccata. Chiunque si pulirebbe dopo un contatto simile-

Hayley abbassò lo sguardo -… Sì, certo…-

-Non mi credi, vero?-

-Tu non mi vuoi più per le indagini-

-Credo di aver fatto bene- disse L indicando la gamba di Hayley –Guarda come ti sei ridotta-

-Tu non capisci proprio un’accidente di una donna. Di me-

A quel punto scese il silenzio. Forse era finalmete riuscita a zittirlo. Forse si era finalmente reso conto che con lei stava sbagliando un sacco di cose. Magari ora le avrebbe finalmente chiesto scusa. Ma L si alzò dalla sedia, frugando nel cassetto della scrivania. Nessuna parola. Hayley ci aveva quasi sperato…

-Credo che dovresti leggerla- disse L porgendogliela. Il destinatario era Hayley Lorraine

-La lettera che mi ha rubato Matt…- guardò L –Posso leggerla davvero?-

L annuì. Era il suo modo per scusarsi?

Hayley lesse ad alta voce –All’attenzione della signorina Hayley Lorraine, ora Hayley Wallace. Ormai è già stato deiso che lei…- spalancò gli occhi -… Dovrà morire…- deglutì –Ma a noi non resta che mostrarci magnanimi con lei, pertanto le daremo un’ultima possibilità. Ci mandi in galera, con l’aiuto dell’investigatore L. Se entro una settimana non ci sarà riuscita, allora avremo vinto noi- ma che diavolo… -Inoltre, le lascereo degli indizi. Buona giornata-

Ma…

-Buona giornata?!-

L prese un marshmallow e se lo mangiò.

-Ma questa gente è completamente pazza!-

-Avevi ragione tu, Hayley- disse L interrompendola –Sotto terra ci sono dei morti. E non solo quello. Cassette, valigiette. Tutte piene di droga. E documenti importanti che attestano la parteciapzione di importanti politici a questo affare. E c’erano i nomi dei tuoi genitori-

Hayley guardava ancora la lettera –Quelli… Quelli non sono i miei genitori- disse –Dì pure che i miei non sono bei pensieri, ma sono contenta che adesso stiano marcendo in prigione- non era andata a trovarli neppure una volta. Anche se l’impulso di sputargli un faccia era grande.

-E’ normale, Hayley- rispose L –Ora, però, concentrati sulla lettera-

-Cosa potrei capirci, qua?-

-Hayley, tu sei brava a capire le persone-

Hayley lo guardò –Psicologia criminale, eh?- guardò attentamente la lettera. Ci pensò su per qualche tempo –Anzitutto la grafia è ordinata, piccola e precisa. Ricorda molto la scrittura di un anziano. O di un bambino che sta imparando a scrivere. Se devo azzardare un’età, direi che potrebbe essere un sessantenne o a dir tanto un ventenne di buona famiglia. Poi, uso spesso il pronome “noi”, quindi è sicuro che sia un’orgazzinazzione. Di alto livello, dal modo in cui scrive. E la carta da lettere è di ottima fattura. E non è facile trovarla nelle normali cartolerie- ci pensò un altro po’ –Mi sento di dire che potrebbe essere quache organizzazione mafiosa- le sembrò improbabile pensare a un qualcosa come la mafia, ma era sempre una possibilità –Sono persone piuttosto infantili, se pensano a questa situazione come un gioco. Però sono impazienti, visto che mi hanno dato una scadenza. Hanno comunque un loro codice d’onore, visto che mi augurano buona giornata e mi lasciano pure degli indizi. Sarà, ma l’ipotesi della mafia mi pare sempre più probabile. Però sono troppo infantili- mostrò la lettera a L –Vedi? Si sono inventati una filastrocca assurda per prendermi in giro- rilesse ad alta voce la filastrocca –Arriva il cavaliere nel castello del drago cattivo sputafuoco. Giunse al ponte, sconfiggendo le guardie, e abbattendo il drago cattivo con la sua spada nera, salvò la sua bella principessa, vivendo accanto a lei per il resto dei loro giorni- prese un bel respiro –Questo non ci porta a niente. Non me la sento di escludere completamente che si tratti solo del territorio londinese, ma è più probabile che questo luogo si trovi nel raggio di tutta l’Inghilterra. Ma la stragrande maggiornaza dei castelli inglesi vengono usati come mostre e sono super controllati. Inoltre dubito che mettano sul serio delle persone di guardia a un ponte. Per spada nera potrebbero intendere un fucile, e il drago cattivo potrebbe essere il capo-

-Eccezionale, Hayley- disse L –Solo tu riesci a fare un profilo psicologico così dettagliato partendo da una lettera-

Hayley rise –Guarda che non m’incanti. Anche tu potresti farlo-

-Ma tu sei portata per la psicologia criminale- L sorrise –Anche se anch’io stavo pensando alla mafia. Non mi stupirebbe se i tuoi genitori avessero collaborato anche con loro. Magari chissà, anche il traffico di bambini era una loro piccola attività-

-E’ probabile- Hayley sospirò –Ma delle sostanze tossiche si è capito qualcosa?-

-Un virus creato dall’uomo. Una vera e propria guerra batteriologica. In quei luoghi a quanto pare c’erano covi di bande rivali-

-Ora si spiega-

-Wammy comunque è riuscito a trovare un’antidoto, insieme alla collaborazione di tua madre. All’inizio ti abbiamo portato in ospedale da lei, e lì ci siamo trovati costretti a dirle la verità-

Qui Hayley sobbalzò, terrorizzata. Forse L non aveva idea di che tipo fosse sua madre. Piccolina, gentile, che arrossiva per tutto. Come avrebbe reagito a sentire quello che combinava la figlia, invece di vivere come tutte le sedicenni? –L, ma cos’hai…-

-Non mi aspettavo che reagisse in modo così forte. Tua madre è una donna eccezionale-

-Vuoi dire… Che non è svenuta, arrossita, non ha pianto…?-

-No. Anzi, ha avuto il massimo della serietà per curarti. Professionalemente è bravissima-

Hayley adorava già quella donna. Ma ora che sapeva queste cose, l’adorava ancora di più

-Tuo padre invece non sa niente. è convinto che si sia trattato di rifiuti tossici, e vuole fare causa-

-Tipico di lui-

-Stai tranquilla, Hayley. Vedrai che ce la faremo- fece un sorriso, quasi da bambino –La giustizia trionfa sempre-

Anche Hayley sorrise –E’ vero, L. La giustizia trionfa sempre-

Dopo un attimo di silenzio, L prese qualcosa dal cassetto –Tua madre ha detto che devi prendere una medicina a pranzo e a cena-

Il colore della medicina, un bruttissimo blu misto al verde, non piacque affatto a Hayley –Io non la bevo quella roba-

-Dopo ci mangiamo una torta-

-Davvero davvero?-

-Certo. Ora prendi la medicina… Non è poi così cattiva-

Hayley vide che L prendeva il cucchiaino e lo avvicinava alla bocca Non è il caso che m’imbocchi-

-Almeno così sono sicuro che la prendi. Adesso apri la bocca-

Hayley obbedì. Ma che schifo! E quella cosa l’avrebbe dovuta prendere ogni giorno, per due volte al giorno?

-Blaaaaah!-

-Vedi?- disse L –Passa subito-

-D’accordo, ora dammi la torta-

L prese la sua porzione e il cucchiaino –Spiacente, ma devi aspettare un quarto d’ora prima di mangiare qualcos’altro-

-Ma tu avevi detto…-

-Che avremmo mangiato la torta dopo la medicina. Mica ho dato un’ora precisa-

-Che infame…- rispose Hayley tenendo le braccia conserte.

E mentre L si mangiava la sua torta, lei lo guardava. Oddio, quanto doveva essere buona… Con panna e fragole…

-Scommetto che ne vuoi un po’- disse L

-Noooooo…-

-E invece me la mangio tutta io questa bontà-

-Ma che ti ho fatto di male?!-

L guardò l’orologio. Prese l’ultimo boccone di torta –Spiacente, Hayley, ma…- le diede l’ultimo boccone –Puoi prenderti solo l’ultimo boccone. Il quarto d’ora è passato-

Hayley si fece imboccare senza troppe storie. Il suo palato si era finalmente revitalizzato, anche se solo con quel boccone. Meglio di niente.

-Mh, a proposito…- disse Hayley masticando quella goduria –Ma posso tornare a scuola?-

-Certo, ma con le stampelle-

-Vabbè, tanto devo occuparmi della festa-

-Per Halloween?-

-Già-

-Ti travestirai?-

-Non so che mettermi… E poi c’è Josh?-

-Chi è Josh?-

Che domanda strana, da parte di L. Ma Hayley si stava divertendo… -Uno che mi ha chiesto di essere il mio cavaliere per la festa-

-Ah-

-Ma credo che rifiuterò-

-Okay-

Ma non c’era gusto così…

Ci fu un po’ di silenzio. L poi riprese parola –La porti sempre, vedo-

-Cosa?-

-La collana che ti ho regalato io-

E dire che spesso la teneva nascosta dalle maglietta. Non gli sfuggiva nulla. Hayley non si aspettava che se lo sarebbe ricordato.

-Già… Bè, è un regalo… E poi mi piace… Ora che ci penso, me l’hai regalata poco dopo il mio compleanno, un anno fa…-

Lo non diceva niente, si limitava ad annuire.

-A proposito di feste… La tua?-

La mia?- ripetè L

-Il tuo compleanno. Per farmi perdonare di tutti i disagi che ti ho creato, lo festeggeremo insieme. ti va?-

-Non credo che avrai tempo per quel giorno-

-Non compi ancora gli anni?-

-No-

Che fortuna! –Dai, dimmelo! Tanto che avrò mai di così importante da…-

-Il 31 ottobre-

Hayley pensò, sperò di non aver sentito bene, di aver confuso il 31 col 21 –Puoi ripetere?-

-Il 31 ottobre è il mio compleanno, e faccio 23 anni- L notò la faccia dispiaciuta di Hayley –Stai tranquilla. In fondo è un giorno come un altro-

-No, non è un giorno come un altro- ci pensò su, e sembrava aver ormai gettato la spugna, quando le venne un’idea –Ci sono! Potremmo festeggiarlo la sera! Tanto la festa a scuola inizia il pomeriggio!- non diede il tempo di replicare a L –Vedrai che sarà divertente! Comprerò io la torta e i cappellini! E anche qualche decorazione per Halloween, visto che cade il 31! E già che ci sono porterò qualche film horror!- guardò L, che sembrava non molto convinto –Per te va bene…?-

L restò zitto per qualche secondo –Mmmmh… Non ci vedo nessun problema. Perché no?-

Hayley sorrise, davvero contenta. Chissà che tristezza, per lui, dover passare ogni compleanno da solo. Lui aveva solo Wammy. Ma la sua vita, le sue cose, i suoi genitori… Possibile che lui non ce l’avesse un passato? Possibile che a lui non importava. Doveva aver sofferto tantissimo a ogni suo compleanno. Sicuramente quel giorno si chiedeva perché era nato. Ma ormai era giunto il momento in cui avrebbe passato un compleanno coe si doveva. Ci sarebbe stato da divertirsi.

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Capitolo 9
*** 9 - Sospetto ***


Hayley scese dalla macchina di L, con l’aiuto di Wammy, e si diresse verso l’entrata della scuola. Ovviamente, avendo le stampelle, tutti la guardavano.

-Hayley! Come stai?- chiesero Alicia e Frances

-Sto bene. Sono solo caduta e devo stare con le stampelle per un po’-

Alicia e Frances notarono la macchina di L, o Lucas che dir si voglia, ma soprattutto notarono che stava scendendo anche lui dalla macchina.

-Buongiorno, ragazze- disse L

-L… Lucas, non è necessario che mi accompagni fino all’entrata- disse Hayley, tirando un sospiro di sollievo. Per poco non lo chiamava L.

-Volevo assicurarmi che arrivassi tutta intera. Ti passo a prendere anche all’uscita-

-Va bene-

Poi L guardò le sue amiche –Me lo fareste un favore?-

-Certo…- disse Al, mentre Frances si avvicinò di più a Hayley.

-Scusa… Ti accompagna con la macchina, ti fa fare giri in elicottero, ti scorta all’entrata… Ma nemmeno un bacio?-

-Ehm…- Hayley arrossì –A lui non piacciono queste effusioni in pubblico…- perché nno se la sentiva di dire che era stato tutto un malinteso, e che in realtà quello che loro credevano Lucas era solo un… Compagno di indagini?

L diede la medicina ad Al –Assicuratevi che la prenda a pranzo, e aspettate un quarto d’ora prima che mangi qualcos’altro. vidto che oggi avete l’orario prolungato, non sono sicuro che la prenda. Anche con la forza, se necessario-

-Ma Lucas! Ti ho promesso che l’avrei presa!-

-Non mi fido tanto delle tue promesse- disse lui con la solita espressione –Hayley, ricordati che io lo vengo comunque a sapere se l’hai presa o no-

-Fa paura- bisbigliò Frances –E se venisse a sapere di un tradimento…-

-Frances, la smetti con queste fantasticherie?- disse esasperata Alicia –Va bene, Lucas, ce ne occuperemo noi. La legheremo anche alla sedia, se necessario-

-Vi sono grato- guardò Hayley –Allora ci vediamo più tardi, Hayley. Non sforzarti troppo, mi raccomando-

L rientrò nella sua favolosa macchina e partì, lasciandosi dietro gli sguardi e i commenti di tutti.

-Alla fine niente sbaciucchini nemmeno stavolta…-

-Frances, mi dispiace smontarti così, ma da me e Lucas non vedrai nulla di ciò che fanno normalmente le coppie. Forse portarmi in giro con la macchina e accompagnarmi a scuola, ma nulla di più- preferiva non ripensare al suo ultimo giorno alla Wammy’s House. Era stato doloroso lasciarlo, lasciare tutti. Il patto, se così si poteva dire, era far finta che non fosse mai successo, ma lei era stata la prima a sbagliare. Magari lui se l’era pure scordato, mentre lei, ogni volta che guardava meglio la sua collana, ci ripensava. Era proprio vero… Con L non si poteva avere un rapporto norale. Non sapeva se definirsi sua compagna di indagini, sua aiutante, sua conoscente o sua… Amica. Chissà se lui sapeva cosa significava avere un amico.

L tornò nel suo albergo, dove Wammy stava facendo qualcosa al computer.

-Allora, Wammy? Li hai trovati?-

-Ho tentato con tutti. Scotland Yard, polizie locali, perfino servizi segreti… Ma nessuno vuole mettersi contro la mafia-

-… Capisco… Vorrà dire che ce la caveremo da soli-

-Ma è la mafia…-

-Ho detto che ce la caveremo da soli, Wammy-

-… D’accordo. Mi dispiace, L-

-No, anzi… Scusami tu, Wammy-

Wammy sospirò –Aaaah, stai pure tranquillo, L… So benissimo che persona sei. E so che è inutile cercare di farti cambiare idea. All’orfanotrofio, appena arrivato, hai monopolizzato tutto, perché eri il più forte-

-… Già…-

-Per non parlare dei bambini che hai steso a terra appena arrivato-

-Volevano usare violenza contro di me, Wammy-

-Volevano accoglierti, L- Wammy rise, e cercò di cambiare discorso –Possiamo provare con qualche criminale-

-Ci stavo pensando… Ma abbiamo già usato questo trucco. Sarebbe rischioso- caminò a zonzo per la sua stanza –Drago cattivo… Spada nera…-

-Ripensi ancora alla filastrocca?-

-…- si fermò al centro della stanza –Loro sanno che il vecchio cognome di hayley era Lorraine e sanno che mi sta aiutando…- si voltò verso Wammy –Fai una ricerca di tutte le attività in cui hanno partecipato i veri genitori di Hayley. Riesamina anche il traffico, se necessario-

Hayley era in classe, sempre sotto lo sguardo di tutti. Finchè facevano lezione era tutto a posto, ma appena cominciato l’intervallo si doveva aspettare un assalto. E infatti così avvenne. Sospirò, appena vide i suoi compagni avvicinarsi a lei in tutta fretta.

-Che hai fatto alla gamab? Ci fai vedere?-

-E’ solo una cicatrice…-

-Dai…-

Hayley, seppure un po’ controvoglia, abbassò la calza e tolse la benda, mostrando a tutti la cicatrice nera, sempre più simile alla cenere. Tutte le espressioni dei loro compagni erano spaventate e un p schifate. Ma qualcuno era anche ammirato.

-Potente…-

-E tu sopravvivi con una cosa del genere?-

-Mi sento le gambe stanche, per questo porto le stampelle-

L’assedio continuò per tutto l’intervallo, e trovare una scusa per spiegare quella cicatrice era davvero stata un’impresa. Ora c’era francese… Cielo, francese…

-Trovato, L- disse Wammy –Spaccio di droga, e collaborazione a esperimenti biologici illegali, come il creare potenziali virus-

-Ottimo lavoro, Wammy-

-La signora Lorraine ha partecipato allo spaccio di droga, mentre suo marito si occupava delle rierche in laboratorio-

L guardò il computer mettendosi le dita in bocca, com’era sua consuetudine –E’ strano… Perché adesso vogliono Hayley? Non me la sento di escludere completamente che sia una tattica per intimorirmi, però…-

-Ho trovato anche questi, L- disse Wammy cliccando col mouse –Sono libri contabili di alcune organizzazioni-

Dopo una prima occhiata L esclamò –Ma qui i conti sono tutti sballati!- era come se improvvisamente si fosse aperto un altro meccanismo nella sua testa –Rubavano?-

-Forse… E non solo questo di libro…-

-La… Filastrocca… Il castello…- cercò di ricollegare i suoi pensieri –E se il castello fosse… la prigione? Se i cattivi fossero i suoi genitori? Il drago è la sentinella, la bella principessa la vendetta… La spada nera è il fucile, l’esecuzione…-

-Ma non c’è nessun ponte vicino alla prigioe dei suoi genitori-

-Non è detto che tutto ciò che ha a che fare con la filastrocca ci sia nella relatà. può essere che per ponte si intenda ostacolo, cammino…- si mordicchiò il pollice –In tal caso… Hayley si è sbagliata?-

Che noia francese… Che noia tutto… Ma al professore sembrava non importare, continuava a ripetere l’imperfetto diu chissà quale verbo…

Hayley prese un foglio per gli appunti e la matita, e cominciò a scarabocchiare. I disegnini uscivano in maniera del tutto naturale. Innanzitutto disegnò un drago. Che sputava fuoco. E poi un acstello, simile a quelli del medioevo. E tante persone a difesa del drago, e il cavaliere da solo a combatterli. E lì Hayley capì. Si era… Forse sbagliata? Doveva parlarne assolutamente con L. Ma come? Non aveva il suo numero. E mancavano ancora due ore all’uscita…

Iniziò l’ora di pranzo. E dovette prendere quella cavolo di medicina. Bleah…

-Oh, Wallace si è fatta la bua?-

-Sparisci, Josh… Non è giornata…-

-Cattivo umore? Cos’è, hai litigato col tuo amore?-

-Finiscila. Dico davvero-

-Allora perché non vieni alla festa con me? Guarda che ti tratto bene io…-

-Josh, allontanati di almeno cento passi da me, se non vuoi che ti faccia diventare femmina all’istante- rispose irritata –Dico davvero, non è assolutamente giornata-

-va bene, va bene, non ti ho chiesto nulla- disse lui sparendo e imprecando tra i denti.

-Però…- disse Alicia –Con lui sei davvero un portento… Sei così anche con Lucas?-

-Lui non mi porta a questi livelli. Non approfitterebbe mai di me in questo modo- o forse sì. Non ne era pienamente convinta delle intenzioni di L con lei.

Alicia sorrise –Sai, da come parli di lui si direbbe proprio che non ci si può fidare. Sembra un approfittatore di prima categoria, un grandissimo bugiardo, e dall’alto tasso di stronzaggine-

Hayley deglutì. Però, c’aveva più o meno azzeccato.

-Però continui a stare con lui- disse sorridendo –Quindi ne deduco che è molto diverso dagli imbecilli come Josh-

-Lui è diverso da ogni essere umano, Al. È… Difficile da spiegare- e ora gli tornò l’urgenza –Ora che ci penso, devo parlargli, ed è importante! non ho il suo numero, porca miseria…-

Squillò il suo telefono. Lui. Però che tempismo. Ma Hayley era ancora più preoccupata.

-Scusa un secondo, Al…- rispose –Perché mi chiami?!-

-Hayley, devo parlarti-

-Sì, ma non qui! Cioè, non col telefono mio! Potrei essere intercettata-

-Ah, l’hai pensato anche tu?-

-Lo sai?- disse lei sorpresa –Comunque, dato che ci siamo, volevo dirti che forse la filastrocca intende qualcos’altro…-

-Esatto. Ho scoperto che i tuoi genitori rubavano dal libro contabili-

-Non so perché ma me l’aspettavo… Senti, forse il castello è in realtà una qualche fortezza… Un luogo ostile-

-Come la prigione. Sapevo che ci saresti arrivata-

-E tu hai un tempismo invidiabile, L- disse lei con un sorriso sghembo –Comunque, adesso che si fa? Che vogliono fare davvero?-

-Non lo so… Questa gente è pazza, Hayley, posso dire solo questo. Ma a te… Dispiacerebbe se uccidessero i tuoi genitori?-

Hayley restò a pensarci per un po’. Credeva che a una domanda così avrebbe risposto senza esitazione –Non lo so, L… E’ normale che risponda così?-

-Sì…- disse lui col suo tono stanco –Comunque, sarà meglio restare a guardare un altro po’-

-L, ma mancano quattro giorni dalla scadenza!-

-In qualche modo faremo- disse L –Fidati di me, Hayley-

Perché mi dici questo? Quante volte mi sono fidata di te? Perché per una volta non sei tu a fidarti di me?

-… D’accordo. Ci vediamo all’uscita-

-Va bene- disse L –Grazie, Hayley- disse poi, quasi bisbigliato. Hayley lo percepì, sembrava davvero sincero –Oh, a proposito… L’hai presa la medicina?-

-… Sì, l’ho presa…-

-Brava. Così si fa! Ci vediamo dopo-

Era stato troppo rischioso parlarsi in quel modo al telefono. Avendo a che fare con la mafia, non c’era da stupirsi che lei venisse intercettata. Solo quattro giorni… Merda, che dovevano fare? E chi era questa gente? Dove si nascondeva?

Hayley non sapeva coe spiegarlo, ma aveva la sensazoone che il nemico fosse vicino a lei. Molto vicino. Il nemico si nasconde sempre dove sa che tu non cercheresti mai. Come per esempio al tuo fianco.

-Uff…-

-Tutto a posto, Hayley?-

-Al… Se… Se tu fossi con una persona come… Lucas… Bè… Fino a che punto ti fideresti di lui?-

-Mmh…- Alicia ci pensò un po’ su. Giocherello con uno dei suoi orecchini e dissi –Non lo so. Allora, è un bastardo, bugiardo, imprevedibile e strano. Con questi presupposti direi che non mi fiderei proprio. Però… E’ sempre disponibile, attento, scrupoloso, ti accompagna fino all’entrata di scuola e non fa effusioni in pubblico con te. Insomma, voi siete una coppia proprio strana. Se io fossi in te e Lucas fosse il mio ragazzo… Mi fiderei di lui-

Hayley sorrise –Grazie, Al… Ma lo sai che sei un’incanto con i capelli rossi?-

-Vero? C’ho messo ore per coprire la tinta blu, ma ne è valsa la pena!-

Matt camminava per il perimetro della scuola di hayley, con Mello al suo fianco.

-E’ sempre lì?- chiese Mello

-Sì- rispose Matt –Ora parla coi suoi amici. Fa lo spaccone-

Mello, si sporse un po’ per vederlo meglio –L ha detto che bisogna starci attenti, ma a me sembra tutto fuorchè intelligente. Sarà uno scherzo-

Pedinavano quella persona da due giorni. Le ricerche e lìintuito di L avevano portato a risultati straordinari, se aveva già un sospettato.

-Matt, com’è che si chiama?-

-Josh Scott. La sua famiglia si occupa di immobili e gallerie d’arte, ma L ha scoperto che è sul libro paga della mafia-

-Quindi, se lo prendessimo, avremmo qualche possibilità-

-Forse-

Mello finì la sua cioccolata, prendendone un’altra barretta –Ma non è un po’ troppo facile, così-

-In effetti…-

Squillò il telefono di Mello

-Sono L. Ho una richiesta da farvi. Smettetela di occuparvi di Scott. Non è lui il nostro uomo-

-Va bene-

-Ora aggregatevi a Near-

Near era dall’altra parte della scuola, a seguire l’altro sospettato. Era una ragazza che fotografava da sola le piante. Controllò di nuovo la sua scheda. Si chiamava frances Crew, e viveva nel collegio della scuola. I suoi genitori erano sempre in giro per il mondo a occuparsi di gallerie d’arte, ma in realtà facevano affari sporchi per conto del governo, in cambio della libertà per spacciare droga. A quanto pare, L non era sicuro che Frances sapesse o meno degli affari di famiglia. Ma c’era sempre una poccibilità. Tra tutte le famiglie mafiose o sottoposti, c’era anche la famiglia Crew. Non potevano scartare nessuna possibilità.

Finalmente arrivò l’ora di uscita. Era snervante usare quelle stamepelle. Era snervante ricevere sempre gli sguardi di tutti.

Ed eccolo là, davanti alla sua bella macchina, con Wamy che si fingeva l’autista.

-Bene, ragazze, ci vediamo- disse Hayley salutando Frances e Alicia con la mano

-Tutto a posto, Hayley? Come va la gamba?-

-Tutto okay. Me le sento sempre stanche, ma non importa. Piuttosto, ho un sacco da studiare. Soprattutto francese-

-Francese?- disse L una volta saliti in macchina –Se vuoi posso aiutarti-

-Sai il francese?- chiese lei stupita.

-E anche il tedesco, lo spagnolo, l’italiano, il giapponese, il latino, il greco… E anche il cinese mandarino-

Portento… -D’accordo, grazie!-

-Ah, abbiamo anche dei sospettati-

-Davvero? Fantastico! E chi sono?-

-La famiglia Crew-

Hayley dopo il primo attimo ci rise su –Ma dai…-

-Tranquilla. Può essere che la tua amica non sia coinvolta-

-Ma intanto la stanno spiando… L, perchè non me l’hai detto subito?!-

-Hayley, ti ho detto che…-

-Non mi interessa! Tu dici sempre questo e quello, ma hai mai chiesto la mia opinione?! Ti sei consultato con me?! Quando la smetterai coi tuoi trucchetti?!-

Ci fu il silenzio, dopo quelle parole. Stavolta aveva toccato il fondo. Una sua amica era sospettata e lei non lo sapeva. Come poteva collaborare con lui se si comportava così?

-Mi… Dispiace, Hayley-

-Ah, ora ti dispiace? Dici sempre così…-

-Hayley…- sembrava esitare stavolta. Sembrava triste –Te lo giuro… Mi dispiace…-

-Non so fino a che punto fidarmi di te. Perché non ti metti un po’ nei miei panni?-

-Lo so… Però… A me sembra che sia tu quella che non vuole mettersi nei miei panni. Ma d’altra parte lo capisco, Hayley, quindi non ti serbo rancore-

Uno dei più grandi difetti di L, se difetto lo si poteva chiamare, era che riusciva a capire tutti, e a ribaltare la situazione. Adesso era Hayley a sentirsi in colpa.

-Almeno ci sono prove?-

-Direi che siamo sull’80%-

-E va bene… Almeno lascia che controlli anche io le sue mosse… Me lo concedi?-

-Va bene- rispose lui senza esitazione –Per farmi perdonare te lo concedo-

Grazie, L.

Cos’è che aveva detto Alicia? Che aveva tutte le carte in regola per essere uno di cui non ci si può fidare. Eppure, dava l’effetto contrario, alla fine… Cioè, ti spingeva a stare con lui, almeno per quanto riguardava Hayley. Forse era l’unica a sopportare quel carattere. Però Mello e Near lo consideravano un dio. Che ragazzo complicato. Lo vedeva, giocare con le labbbra. Era l’unica persona che non riusciva a capire pienamente. E questo le dispiaceva. Da morire.

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Capitolo 10
*** 10 - Saluto ***


Dentro di sé non ce la faceva. Si diceva che non poteva seguire, spiare una sua amica sospettata di avere a che fare con la mafia, di attentare alla sua vita. Hayley non se ne capacitava. Frances, la sua amica, sospettata da L, il più grande detective del mondo. La cosa che preoccupava maggiormente Hayley era che L non si era mai sbagliato, e aveva sempre fornito prove schiaccianti in tutti i casi a cui aveva lavorato. E se avesse avuto ragione anche stavolta? A ogni modo, ormai la frittata era fatta: aveva detto che l’avrebbe tenuta d’occhio, e lei non si rimangiava la parola.

Il vederla a scuola con Alicia, sorridente, era come un pugno alo stomaco. Si sentiva falsa, doppiogiochista, a fare una cosa del genere a chi l’aveva accolta a braccia aperte, quando lei era nuova e non aveva nessuno…

Però doveva farlo. Doveva sapere, doveva togliersi il pensiero.

L era nella sua stanza d’albergo a osservare tre monitor: uno riprendeva la famiglia Crew, uno solo dei genitori e l’altro solo di Frances. Sembrava una famiglia del tutto nornale. Eppure L se lo sentiva che c’era qualcosa di strano. Soprattutto in quei genitori. aveva un brutto presentimento.

-Wammy, cos’hanno fatto ieri i Crew?-

-A parte il signor Crew, che era fuori per lavoro, sono rimasti tutti a casa. La signora ha guardato una fiction e poi è andata a dormire-

-Non abbiamo installato telecamere sul luogo di lavoro del marito. E nemmeno nella stanza della figlia…-

-Ne abbiamo installata una per evitare passi falsi, L-

-Procurami una planimetria della casa, e di tutto ciò che è di loro proprietà. Voglio anche tutti i dati personali degli inquilini. Anche della servitù-

-Va bene-

Hayley osservava Frances, facendo finta di nulla. Per sua fortuna, o sfortuna, la sua amica non aveva niente di sospetto, almeno per il momento. Il vero problema sarebbe stato all’uscita. Frances di solito andava subito al collegio. I suoi genitori erano spesso fuori e quindi lei stava in un collegio della scuola. Però a Hayley venne un dubbio… Una volta che parlava con Frances, ricordò benissimo una cosa che le tornò utile in quel momento. Aveva paura ad accertarsene, ma doveva farlo.

Tra un cambio dell’ora e l’altro, Hayley si fee coraggio –Ehi, Frances… A casa come va?-

-Mh? Tutto bene, Hayley, grazie… Tra una settimana torna mio padre-

-Ah, bene! E la servit? Non c’era quel cameriere proprio carino… Com’era che si chiamava…?-

-Ah, quello… Bè, si è licenziato ieri. Che peccato… Era così gentile e carino…-

-Davvero?-

-Sì, sai, un vero gentiluomo. Digli quello che ti piace e stai sicura che lui te lo fa avere. Una volta gli ho detto che mi piacevano le rose, e lui me le ha portate insieme alla colazione, a letto!-

-Davvero galante…- … Davvero disastroso…

Hayley si appartò subito al telefono della scuola, chiamando Mello.

-Parola d’ordine- disse Mello dopo il primo squillo. Hayley sbuffo. Oh, cielo…

-Mello, non è il caso…-

-Chi è Mello? Parola d’ordine, prego-

Hayley sbuffò ancora –Cioccolata-

-Mello al vostro servizio, signora- disse Mello prendendo della cioccolata. Hayley lo sentiva masticare

-L’agente segreto Mello dovrebbe comunicare una cosa urgente a L- disse Hayley con aria da prima donna. Non andava pazza per quei giochetti in quelle situazioni, ma doveva ammettere che con Mello si divertiva.

-Aspetta, ti metto in diretto contatto con lui, allora- disse Mello tornando serio –Un secondo-

Mello prese una specie di cercapersone e digitò a Wammy il numero 3471.

Wammy ricevette subito il numero col codice. L gliel’aveva spiegato centinaia di volte che signifato aveva quel codice. Dunque… 3, simile alla E, per identificare Hayley. 4 uguale A. 7 uguale L rovesciata e 1 stava per priorità. Dunque Hayley doveva parlare subito con L. Si mise subito all’opera.

-Hayley?-

-Wammy?- disse hayley –E Mello?-

-Ha passato la comunicazione a me. Ti metto subito in contatto con L-

Questi giri te li faceva fare solo L, per evitare intercettazioni… Ma in fondo, che problema c’era? Tanto i soldi alla cabina erano di Hayley…

-Sì?- rispose finalmente L

-Halleluja…- disse Hayley –Forse avevi ragione. Su Frances, intendo- prese un bel respiro –Mi ha parlato un po’ di casa sua, tempo fa, e l’ho trovato subito strano, visto che lei dovrebbe stare sempre in collegio. Mi ha parlato di un maggiordomo a cui era particolarmente affezionata, e mi ha detto che ieri ha dato le dimissioni. Ma lei come faceva a saperlo, se doveva stare in collegio?-

-Maggiordomo?- disse L –Per casi si chiamava Johnathan Peyton-

-Non lo so, questo non gliel’ho chiesto… Perché?-

-Perché quell’uomo è morto proprio ieri. Overdose di farmaci a casa sua. Ed era in servizio dai Crew fino a ieri- L coprì un momento il telefono –Wammy, fammi una ricerca più dettagliata di Peyton-

-M-morto?- mormorò Hayley –Bè, potrebbe essere stato davvero suicidio

-Mmmh… Ieri Peyton ha dato effettivamente le dimissioni, come è scritto sulla lettera che ha lasciato a casa. Gli hanno dato la paga dell’ultimo mese e l’hanno lasciato andare…- ricoprì il telefono –Non puoi trovare qualcosa di più specifico Wammy?-

-L… Non crederai che anche la servitù sia coinvolta-

-Mi spiace deluderti, Hayley- disse L che aveva appena ricevuto gli ultimi dati –Ma sembra proprio di sì. Ma qui leggo anche che voleva costituirsi. Forse è per quello che ha dato le dimissioni-

-E si sa come va afinire con la mafia. Se la vuoi lasciare, devi essere morto-

-Forse è andata proprio così. L’avranno fatto fuori-

-Non ci posso credere… Allora Frances è davero…-

-Non ne siamo ancora sicuri, Hayley. Potrebbero averlo ucciso tenendola all’oscuro di tutto-

Hayley sperò con tutto il cuore che la sua amica non c’entrasse davvero niente con quella storia.

-Hayley, tutto okay? A che pensi?- chiese Frances

-Io lo so…- disse Alicia –A Lucas… Dico bene?-

-In un certo senso…-

-Oggi che fate di bello?-

-Frances, non è detto che dobbiamo vederci per forza tutti i giorni- anche se effettivamente ormai si vedevano tutti i giorni. Ma per indagare su di lei.

-Senti, parlando d’altro, da cosa ti travesti alla festa?-

Hayley non aveva connesso quella frase. Non doveva connetterla. Era meglio di no.

-Porca miseria… Non ho uno straccio da mettermi!-

-Faresti meglio a sbrigarti- disse Al –Tra poco i saldi finiscono e con loro anche i vestiti-

-Vai a comprare qualcosa con Lucas!-

-Frances…- disse Hayley –Sai che a volte ho la sensazione che ti sia innamorata di Lucas?- ridacchiò. Che pensiero scemo.

-Ti invidio un sacco, Hayley… Lo vorrei anche io un ragazzo che tiene così tanto a te. Una persona qualunque che mi dimostra tutto questo affetto…-

-Credo che tu stia travisando, Frances… E poi, Lucas non ha il minimo senso dello shopping, credo…- chissà come faceva a parlare ancora così tranquillamente con lei. Si sentì un mostro. O forse il vero mostro era Frances, e quindi lei era stata tradita da un’amica?

-Bentornata, Hayley-

-Ciao, Matt- disse lei senza neanche guardarlo. Tanto lui stava giocando col Game Boy.

-Oh, capiti proprio al momento giusto, Hayley- disse L –E’ appena tornato il padre di Frances dall’America-

Hayley lo guardò per un momento –Sembra una brava persona- ma niente ormai era ciò che sembrava –Vestiti firmati e tenuti bene. Sicuramente costosissimi. Ottimo portamento e corpo ben curato. Dimostra molto meno della sua età. Ha l’aria molto professionale. Noto che guarda spesso l’orologio. Sarà un maniacò della puntualità? Forse tutto nella sua vita va come pervisto. Non sopporta che qualcosa vada storto, forse-

-Sei riuscita a capirlo guardando un orologio, Hayley. Sei davvero impressionante-

-Lo so, L, la psicologia criminale fa al caso mio…- a lei non sembrava di avere chissà quale dote.

-Bè, in ogni caso Near lo tiene d’occhio. Puoi riposarti, per questo pomeriggio-

-Non credo proprio che potrò riposare-

-Francese?-

-Anche- Hayley si buttò sul letto –Uuuuff… Tra poco è Halloween e non ho un vestito…-

-E’… Molto importante?-

-Per una liceale sì, L-

-D’accordo- L si rivolse a Wammy –Prepara la macchina, Wammy-

A Hayley per poco non veniva un colpo –Cosa stai facendo…?-

-Andiamo a prendere un vestito per la festa di Halloween-

-Andiamo…? Cioè, vieni pure tu?-

-Non devo?-

Sarebbe stata una giornata stancante anche quella. Hayley sospirò.

Una volta arrivati al centro commerciale, hayley mise subito le cose in chiaro –Sia chiaro, L… Qualunque vestito vedrò e vorrò provare, tu dovrai dare commenti sinceri e spietati-

-Va bene-

-E non farmi fare brutte figure, per favore. Se io dovessi entrare in un camerino, tu non dovrai assolutamente allontanarti e non dovrai nemmeno fare un passo verso il camerino. Stai fermo doce sei finchè non esco o ti posso tenere d’occhio-

-Okay-

-E non farti incantare dalle commesse-

-Come, scusa?-

-Tu non hai la minima idea di cosa sono capaci le commesse! Tutte moine e complimenti per spingerti a comprare le cose più orrende! Qualcunque cosa ti dicano, tu dovrai dire semplicemente “No, grazie, non sono interessato”. Se vedi che insistono, tu mostrati indifferente al loro fascino. E vedi di esserlo, indifferente. A quelle non sfugge niente-

Sembrava una ragazzina gelosissima del suo ragazzo. Ma si diede della stupida. Lo stava solo aiutando a prepararsi al faticoso mondo dello shopping. Non che lei amasse stare sempre per i negozi, ma era una necessità, stavolta.

Primo negozio.

-Guarda che carino questo!- Hayley era in totale ammirazione per un vestito bianco. Ne aveva visto uno simile anche a una cantante. Ma i suoi sogni vennero infranti da L

-Troppo lungo. Finiresti per sporcarlo-

-Mmmh… Giusto. Passiamo a altro-

Secondo negozio. L guardava uno scaffale. E a Hayley non sfuggì.

-C’è qualcosa che ti piace?-

-Perché non compri questo con le fragole?-

Era un orrore. Disgustoso. Troppe fragole. Troppo tutto.

-Sia chiaro, L… Io non metterò mai e poi mai una cosa così oscena. Hai visto quanto è corto?-

-Ma ci sono le fragole-

-Questo è un vestito adatto a una pornostar! Ma sei impazzito?! Fragole o non fragole, è comunque troppo corto!-Terzo negozio. Finalmente si passò alla fase camerino.

-Cosa ti ho detto, L?-

-Che devo stare qui e non fare niente-

-Bravo! Non ci metto molto, okay? E mi raccomando, spietato coi commenti-

Evidentemente nemmeno Hayley sapeva di cosa erano realmente capaci quelle streghe chiamate commesse. Ci fu subito l’assediamento.

-Posso aiutarla, signore?-

-Non…-

-Perché on prova questa giacca?-

-Io non…-

-Sicuramente le starà benissimo-

-Grazie, ma… Non mi piace-

Non era quello che aveva detto Hayley, ma era comunque una risposta per levarsela di torno.

Hayley si guardava allo specchio, prima di uscire. Non stava tanto male. Il verde le donava. Bene, un bel respiro…

-Come sto?- ma vide che L non era più nella sua postazione, e che purtroppo era stato assediato, insieme a Wammy, dalle commesse, che però sembravano abbastanza affaticate. C’erano tante scatole e vestiti ammucchiati sul banco.

-Vi ringrazio, ma a me questa roba non piace- disse L –Wammy, credo che comprerò questa maglietta bianca- disse poi, prendendola. Poi notò Hayley –Oh, Haylery… Hai fatto?-

-Che è successo qui?-

-Volevano vendermi della roba. Tutti vestiti scarsi. Non mi piace niente qui dentro-

Hayley li vide quei vestiti. Firmati. Robe del tipo Valentino, Vivienne Westwood, Versace… Robe da capogiro… E lui… Una maglietta bianca. Doveva essere davvero stancante andare in giro per negozi con L.

-Comunque, per il vestito…-

-Ah, come sto?-

-Non mi piace. Troppo scollato sul davanti. Se ti muovi troppo lasci intravedere tutto-

Hayley si riguardò alo specchio. Effettivamente forse avrebbe dovuto avere più seno per rendere di più quel vestito.

-Va bene, mi cambio…-

-Ho detto qualcosa che non va?- chiese L vedendo la faccia delusa di Hayley. Ma gli venne chiusa la porta in faccia. allora L si guardò intorno. E notò, all’angolino, un vestito. Bello, lungo, un misto tra quelli da principesse e quelli da streghe. Le maniche erano davvero belline. E L non sapeva perché, ma restò a guardarlo finchè non gli si avvicinò una commessa.

-Posso aiutarla, signore?-

-Quanto costa questo abito?-

La commessa lo gaurdò stranita –E’ davvero interessato, signore?-

-Sì-

Quel vestito non lo voleva nessuno… Ma vabbè. Non era affare della commessa, quello.

-Forse però dovrebbero provarlo…-

-No, no, lo prendo. Wammy, occupatene tu, per favore- disse poi, notando che Hayley era uscita dal camerino.

Alla fine Hayley era uscita a mani vuote. Non aveva trovato niente.

-E’ talmente grave non aver trovato nulla?-

-Sì, L. Vedi, la vita liceale dà importanza a queste sciocchezze-

-E tu non puoi permetterti di fare brutta figura?-

-Detesto farlo, ma purtroppo fa parte del lavoro… Al giornale hanno detto che devo essere adeguata alla situazione…-

-Capisco… Allora tieni- disse L progendole una scatola

-E questo quando l’hai preso?-

-Quando eri in camerino-

Hayley si aspettava già una cosa orrenda. Magari il vestito con le fragole. E invece… Porca miseria, quanto era bello! Hayley non era una fan della moda, dei vestiti firmati, non le importava un’accidente, ma chiunque avrebbe voluto un vestito simile.

-Ma… Ma è bellissimo…-

-Quando l’ho visto ho pensato che ti starebbe bene- disse lui tranquillo

Hayley aveva lìimpulso di abbracciarlo, ringraziarlo. Però si trattenne. Dall’atteggiamento di L, aveva capito che lui non amava molto il contatto fisico.

-Grazie…-

-Di niente. Così non farai brutta figura-

-Speriamo che passi in fretta quella giornata. Non sopporto dovermi affaticare così per una festa- riguardò il vestito –Certo che però una bellezza simile… Non so davvero come ringraziarti, L…-

Il giorno dopo a scuola c’era il putiferio. Tutti diretti verso il collegio femminile. Hayley, avendo ancora le stampelle, arrivò a rilento verso qualcunoa  cui chiedere.

-Cos’è successo?- chiese a un ragazzo qualunque

-Una ragazza si è suicidata-

Subito Hayley volle una conferma. E la ebbe, ma non quella che sperava. Alicia piangeva, in un angolo.

-Al…-

-Hayley…- Alicia non riusciva a calmarsi –E’… Terribile…-

Hayley lasciò cadere le stampelle, per correre, andare da lei. Forse era tutto un malinteso. Ma cadde. Non riusciva ancora a muoversi come voleva.

-Hayley, fermati…-

-No, Al… Fammi andare da lei… Voiglio vederla!-

Alicia, a malincuore, l’accompagnò, facendosi strada tra la folla. Erano arrivate, nella sua stanza. Era tutto in ordine, tranne che per una sediolina rovesciata e lei. Frances. Però era appesa con una corda. La sua faccia lasciava intendere che aveva sofferto parecchio, prima di andarsene per sempre. E il suo colore… Non aveva più le guance leggermente arrossate, non aveva più quel colore vivo. Alicia chiuse gli occhi e distolse lo sguardo. Non ce la faceva a guardarla.

-Frances…- mormorò Hayley –Frances! Frances, dimmi che non sei ancora morta! Frances!-

-Smettila, Hayley! È morta da almeno dieci ore!-

Non poteva essere, non poteva essere… Hayley si inginocchiò per terra, distrutta –Non è giusto, non è giusto… Perdonami, Frances… Oh, dio…- cominciò a pinagere anche lei. Non era un brutto sogno, purtropo. Frances era morta. Impiccata. Era morta… Ma Hayley, nonostante lo shock, o forse proprio per quello, notò subito qualcosa. Non potè fare molto perché la portarono via. Ma sarebbe tornata. L’avrebbe fatto per Frances.

Tornò infatti, una volta che i poliziotti se ne furono andati. Tolse i sigilli alla porta con estrema cura. Questo era un crimine bello e buono, ma in fondo chi se ne importava? Lei doveva sapere.

Innanzitutto, la sedia. Hayley la rialzò. Troppo alta. Superava di un centimetro i piedi di Frances. Proprio come temeva. Inoltre, era tutto in ordine. Tranne che per un piccolo dettaglio: la scrivania. Era una scrivania piuttosto antica, con lo scaffalino che si mota sul tavolo. Quello scaffale era leggermente spostato, e aveva un graffietto. Frances aveva lottato. Poi Hayley vide che sulla scrivania c’era una lettera. Non era stata toccata. La aprì. Un po’ di inchiostro era sbavato. Aveva pianto… Era stata costretta a scrivere la lettera. La lesse

 

Non voglio più stare qui. La gente è cattiva, e non c’è nessun principe ad aspettarmi, a cercarmi. Vado dove so che mi accoglieranno. Lascio tutti e tutto. Lascio la cattiberia e lascio l’angelo cattivo che mi da la caccia.

 

P.S.: Sar sempre attenta a ciò che fate. Sarò sempre a vedervi.

 

Quel P.S…. Per per lei. Era per Hayley. Frances era sempre attenta a quello che afceva lei con L, o Lucas. Sicuramente frances se n’è andata con la convinzione che L fosse Lucas.

-Perdonami, Frances… Non sono riuscita a dirti della giornata di shopping con Lucas…-

Comunque la questione era un’altra. Frances era stata uccisa, e costretta a scrivere quella lettera. Angelo cattivo… Forse alludevano a L?

Rimise tutto al lproprio posto e guardò per un’ultima volta la faccia angosciata di Frances.

-Stai tranquilla, Frances… Dirò ad Al che ci osservi. E non temere… Ti vendicherò io!-

Tornò all’hotel di L, e gli raccontò ogni cosa. Ora le cose sì che erano complicate. Avevano due giorni di tempo. Forse Frances era un avvetimento? Forse la prossima sarebbe stata Hayley?

-Però perché ucciderla?-

-Guarda- L le diede dei documenti –Attestano che Frances sapeva dell’attività di famiglia e ogni tanto vi partecipava-

-Non posso crederci…-

-Forse non se l’è sentita di mettersi contro di te. E si sa che nella mafia…-

-… L’unico modo per lasciarla è essere morti…- guardò con decisione L –Alla fine hai visto che lei non c’entrava?-

-ma la sua famiglia sì. Hayley, non c’è tempo per rinfacciarsi le cose, ora-

-Non ti sto rinfacciando nulla…- mormorò –Anzi, grazie…-

Non restava più molto tempo, ormai. Ma doveva almeno ringraziarlo. Alla fine, non aveva sbagliato nemmeno questa volta.

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Capitolo 11
*** 11 - Velocità ***


Erano praticamente nella merda, e lui se ne stava tranquillo a sorseggiare il caffè. Ma come faceva?! Hayley non riusciva a stare ferma, e aveva pure le stampelle! Restava solo un giorno… Come avrebbero fatto? E non avevano la minima idea di dove cercare…

Mai come in quel momento Hayley desiderava essere nell’albergo di L a indagare. E invece le toccava stare a scuola. Maledizione…

La cosa che le dava ancora più fastidio era che Josh non la piantava di guardarla. Cosa aveva da guardare, stavolta? Hayley provava un disgusto assurdo per quel ragazzo. Al diavolo la popolarità, al diavolo tutto. Inoltre a lui non sembrava importare della morte di Frances. Non era normale. Però anche la sua famiglia era invischiata nella mafia. Forse, con la morte di Frances, la sua famiglia si era levata molti impicci… Ah, ma che andava a pensare? L aveva detto che non era lui il loro uomo, e L non aveva mai sbagliato. Ma quanto le sarebbe piaciuto vederlo in galera…

Stavolta toccò a Hayley osservarlo, e origliare le sue conversazioni con lacuni compagni. Parlavano di una festa, che si sarebbe tenuta il giorno dopo, data dai genitori di Josh. In un castello noleggiato apposta. Però, ne hanno di soldi da spendere…

-Sarà tutto allestito perfettamente. È mia madre a organizzare tutto. Persino il ponte lo addobba lei- disse lui con aria risoluta.

Non poteva essere davvero lì. Troppo facile così.

-Era invitata anche la famiglia della ragazza morta, no?-

-Sì, ma si sono tagliati fuori dopo un po’. Non vanno d’accordo con la nostra-

E se invece fosse stata la loro famiglia a ucciderla?

-Comunque sia, non me ne importa nulla. Non mi è mai stata simpatica quella là-

E se invece fosse davvero così facile?

Hayley non ce la fece più. Doveva dirglielo. Si diresse subito a una cabina e chiamò L, con il solito giro per rintracciarlo.

-Sì?- rispose lui

-L, forse li ho trovati? La famiglia di Josh da una festa domani sera, hanno noleggiato un castello, con tanto di ponte-

-Mi sembra un po’ poco per trarre conclusioni. Potrebbe essere una coincidenza-

-Ma tu ci credi alle coincidenze?-

-Dipende, Hayley, ma non è questo il punto-

-E se fossero stati loro a…-

-Hayley, ti prego di non farti prendere dalla fretta- disse calmo L

-L, la scadenza è domani! Prima Frances per avvertirmi, e ora a chi toccherà?!- si trattenne dal piangere –Il prossimo potresti essere anche tu, L…-

-Non accadrà, stai tranquilla- disse lui, sempre calmo. Quella calma riusciva a tranquillizzarla un poco –Faresti meglio a tenere gli occhi aperti, piuttosto- Hayley non capiva –Non ti è sembrato strano che fosse così acile?-

-Sì, però… Se a volte le cose lo fossero davvero così facili?-

-Facciamo così, allora: io a questa ipotesi do il 3% di probabilità-

-E la tua, di ipotesi?-

-Che tu sei nei guai, e faresti meglio a non prendere per oro colato quelloo che dice quel Scott. Magari l’ha detto apposta, sicuro del fatto che tu lo stavi ascoltando…-

-E a questa ipotesi dai…-

-Il 97% di probabilità-

-Molto sleale, L- disse Hayley –Ma ci sto. Sai, non mi sono mai fidata più di tanto delle tue percentuali-

Hayley richiuse la cornetta, ma quando si voltò si trovò faccia a faccia con Josh.

-Mi hai fatto prendere un colpo, cretino!-

-Con chi parlavi?-

-Non sono affari tuoi- vedeva che Josh la braccava –Fammi passare. Devo tornare a lezione-

-Parlavi col tuo ragazzo?-

-Non capisco cosa accidenti hai contro di me- disse Hayley sprezzante –Tanto tu non sei innamorato di me, vuoi solo…-

-Voglio solo?-

-Lasciamo stare. Comuqnue sia, lasciami stare. Io non ti ho fatto nulla-

-Ah, no?-

Lui SA. Cavolo, se sa.

-Josh, lasciami andare…- le faceva schifo avere di nuovo delle mani su di sé. Erano viscide, sudate, proprio come quelle di suo padre. Calde, troppo calde. Erano disgustose…

-Non mi toccare… Smettila…-

-Oh, stai tremando? Senza le tue amiche intorno non fai più la spaccona? E come farai senza ragazzo?-

Hayley lo spintonò con forza –Basta! Mi fai schifo! Guarda che tu mi sei indifferente! Pensi di essere importante solo perché ti ho guardato cinque minuti? Pensi che abbia paura di te per quello che fa la tua famiglia?! Mi fai schifo!-

Scappò via, ma non verso la classe. In un colpo aveva qualcosa di più chiaro. Aveva paura però he Josh potesse raggiungerla, visto che lei aveva ancora le stampelle. Tentò il tutto per tutto. Doveva almeno assicurarsi che non sarebbe uscito per un po’ da scuola. Appena arrivata all’uscita, mise le stameplle sulla porta. Voilà, bloccata. E ora, via. Da L, subito! Cadde a terra. Doveva farcela, anche a costo di strisciare.

L mangiava un gelato e se ne stava tutto solo nella sua stanza. Ripensava alla telefonata di Hayley. Certo, era possibile che il luogo era quello, però perché? E poi più ci pensava più era convinto che Scott avesse parlato apposta di quella festa…

In ogni caso, su una cosa Hayley aveva ragione: restava solo un giorno. E forse valeva la pena dare un occhiata a quella festa.

-Wammy, contattami Hayley, per favore-

Dopo qualche minuto Wammy dovette portare una brutta notizia a L –Hayley non è rintracciabile?-

-In che senso?-

-Non è rintracciabile. Le stampelle deve averle lasciate a scuola. La microspia che hai fatto installare nelle stampelle segnalano che sono a scuola, ma di hayley nessuna traccia-

L si moridcchiò il pollice –Me l’ha fatta…- doveva mantenere la calma –Sicuramente sta venedno qui. Wammy, prepara la macchina. Andiamo a cercarla-

Hayley si aggrappava a ogni cosa per riuscire a stare in piedi. Non si era mai sentita così stanca. E mancava ancora qualche chilometro prima di arrivare da L. Se solo avesse potuto chiamarlo… Dirgli che stava bene, che stava andando da lui… E chissà a scuola il putiferio…

Hayley non capiva che situazione assurda si era creata. Non capiva perché proprio lei doveva mettersi contro la mafia, e perché non se ne è tirata fuori? E intanto le ritornava in mente quella filastrocca… Il drago cattivo sputafuoco… Fuochi d’artificio? Se si trattava di una festa era possibile… Allora ci sarebbe una possibilità!

Hayley vedeva che gli sguardi di tutti erano su di lei. Forse volevano aiutarla, o forse la trovavano una zingara. Cosa poteva fare, da sola?

-Ancora niente, Wammy?-

-No, L. Ma se come dici tu non riesce ancora a camminare bene, è più probabile che sia vicino alla scuola-

L rimase in silenzio, prendendo un lecca lecca. Perché gli tornava in mente quella filastrocca? E perché era così preoccupato per Hayley, anche se non lo dava a vedere?

-Wammy, mettimi in contatto con Matt-

E immediatamente Matt rispose alla chiamata –Dimmi-

-Ripetimi per filo e per segno l’incontro con Hayley-

Hayley continuava a camminare, anzi, a barcollare da un posto all’altro. era stanca, voleva fermarsi, perndere fiato. Le sembrava che il tempo fosse troppo veloce, che il mondo fosse troppo veloce. Si sentiva pressata, proprio come quando viveva per strada. Era tornata lo schifo che era.

Si sentiva osservata. Chi era? Josh? Chi era che la spiava?

-Wammy, accellera-

-Ci sto provando, L, ma questa macchina on va più di tanto-

-Accellera immediatamente! Dobbiamo arrivare in tempo! Hayley è in pericolo!-

Hayley si appartò a un muro, lontana da sguardi indiscreti. Tranne uno sguardo. Ma chi era? Che voleva?

-Mello-

-Parola d’ordine, prego-

-Mello, ma quando la finisci con…-

-Come, Matt? Chi è Mello?-

-Cioccolata disse Matta sbuffando

-Mello a rapporto- rispose lui sorridendo

-Il nano albino è con te?

-Purtroppo sì. Perché?-

-L ha un favore da chiedervi. Ma dovete muovervi-

Hayley non ce la faceva più. Si controllò la benda. C’era ancora quella bruttissima traccia simile al carbone a impedirle i movimenti. Non ce la faceva più. Si accasciò a terra.

-Chi sei?-

Silenzio. Era insopportabile avere la sensazione di parlare da soli quando non si era da soli.

-Hai visto che sono debole, no? Dai, vieni a uccidermi-

L non sarebbe arrivato stavolta. Non avrebbe fatto in tempo. Forse era meglio così. In quelle condizioni non poteva fare molto.

E la vide, finalmente, quel’ombra, quell’uomo dagli occhi scurissimi che la perseguitava. Tutto di nero, si vedevano solo quegli occhi stretti, arrabbiati, neri. Pieni di odio. Hayley chiuse gli occhi. Aveva paura. Ma si vergognava a dimostrarlo.

-Addosso!- e un attimo dopo Mello era sopra quel’uomo, buttatosi da chissà quale piano di chissà quale palazzo.

Hayley spalancò gli occhi, notando come il nero dei vestiti di Mello si intonava ai vestiti del persecutore. Si voltò, e notò invece il vestito bianco di Near, simile a un pigiama, che bloccava i piedi di quell’individuo.

-Hayley, tutto okay?-

-Sì, Mello… Ma voi che ci fate qua?-

-Ci ha avvertiti L. Ha visto che non faceva in tempo e ci ha etto di perlustrare la zona. Per fortuna eravamo già qui, e Near- disse guardandolo male –Ha notato subito che c’era qualcosa di strano. Detesto ammetterlo, ma è un ottimo osservatore-

-Ora andiamocene da qui. Dobbiamo andare da L-

Davanti alla strada arrivò Matt con un motorino. Mello poggiò l’uomo, appena caturato e bendato, dietro a Matt.

-Aspetta, potrebbe avere una trasmittente- disse hayley –Spogliamolo-

-Ma col freddo che fa?-

-Sopporterà. Spoglialo-

Una volta eseguito, finalmente si potè partire. Mello e Near aiutarono Hayley e Matt andò col motorino.

-Forse era meglio madare Hayley con Matt sul motorino-

-Sì, e la forza portare in braccio quel tipo dove la trovavi, Near?-

-Ecco Matt, L- L scese dalla macchina con Wammy e davanti a lui si fermò Matt, poggiando a terra quell’uomo ormai nudo.

Wammy non potè farsi scappare un commento –Gli avete tolto tutto tranne la maschera?-

-Non ha trasmittenti lì. Non l’abbiamo ritenuto necessario-

L si abbassò verso il tizio, e gli levò la maschera. In quel momento arrivarono anche Mello, Near e Hayley. Hayley non riuscì a trattenere un sussurro quando vide L. Allora la stava cercando!

-Dimmi chi ti manda- disse L. Quell’uomo ora era senza maschera. Era pelato, dal naso abbastanza sporgente. Sicuramente era un professionista.

-Lui non parlerà- disse hayley delusa –Sicuramente l’hanno tenuto all’oscuro di tutto-

-Se ti rifiuti ricorreremo a qualunque mezzo per farti parlare-

Ma quello se ne stava zitto.

-D’accordo. Wammy, procedi-

Wammy prese una siringa, facendosi qualcosa con le mani

-Cos’è quello…?-

-Curaro- disse L –Se non parli morirai avvelenato all’istante-

Hayley era terrorizzata. Non l’aveva mai visto così. E gli altri erano tranquilli, tranquillissimi. Possibile?!

-Va bene, va bene. Mi hanno pagato per uccidere la ragazza-

-Questo l’avevo dedotto. Voglio qualcosa di più. Nomi, luoghi, modalità di pagametno. Voglio tutto-

-Non lo so-

-Wammy, fai l’iniezione-

-No, no, no, va bene! Non so chi è stato direttamente, so solo che è la mafia! Hanno sempre pagato tutto puntualmente e mi chiamavano al telefono cammuffando la voce tramite un numero cifrato-

-Per evitare intercettazioni. Ci sanno fare- disse Near –A che ora chiamavano?-

-Non lo so, non sto certo a vedere che ora è quando chiamano?-

-Mattino? Sera? Fatti venire in mente qualcosa-

-Soprattutto la sera, o il tardo pomeriggio-

-Il padre… Di Frances…- disse Hayley –Il padre di Frances è tornato da poco dall’America. Paga sempre puntualmente perché lui non sopporta i ritardi! Chiama soprattutto la sera e il tardo pomeriggio perché sono gli unici momenti in cui ha campo libero al lavoro!-

-Ha ragione?- chiese L col solito tono di sempre

-Non lo so chi è direttamente. Nei casi urgenti mandavano un loro uomo-

-Com’era fatto quest’uomo?- chiese hayley in fretta –Era alto? Moro? Carino?-

La guardarono tutti. Carino? Che razza di domanda era?

-Non lo so come si chiamava. Mi ricordo che era un loro maggiordomo-

Hayley e L si guardarono e nello stesso momento dissero –Johnathan Peyton!-

-Near, lega quest’uomo e avverti la polizia che è qui- disse L rialzandosi –Wammy, trovaci un mezzo di trasporto grande, in grado di portarci tutti, e veloce-

-Come un furgone?- disse Wammy adocchiando un furgone poco distante

-E’ veloce?-

-Posso modificarlo-

-Fai in fretta, allora. Procuraci qualche arma, e qualcosa per proteggerci-

Abbandonarono lì il killer si diressero verso il furgone.

-Ma non è nostro… Questo è furto, L-

-Non è furto. Lo prendiamo in prestito-

-Senza permesso, quindi è furto-

-Lo restituiamo, quindi non è furto-

Inutile parlare con lui. Sembrava tutto deciso. L salì nel retrò del furgone, seguito da Near. Wammy si ra già armato di tutto e aveva in mano un fucile. Hayley salì, trovando tutto troppo assiurdo. Voleva un po’ di tempo per pensare.

-Dove andiamo?-

-Andiamo a casa dei Crew, hayley. Quel killer non ci ha detto tutto-

-Certo che però curaro, L… Devi essere pazzo-

-Hayley, credevo che mi conoscessi- disse L sedendosi nella sua posa –Quello non era curaro. Era Pentothal-

-Pento… Che?-

-Siero della verità. L’avrei usato se non avesse parlato-

-E hai mentito…-

-Non ci vuole molto a far parlare gente come quella. Ora dobbiamo andare-

-Ma se Wammy è qui armato…- notò Hayley –Chi guida allora?-

Ma non fece in tempo a far rispondere qualcuno, perché il furgone partì a tutta velocità. Caddero tutti a terra, tranne L.

Davanti c’erano seduti Mello e Matt, e Matt guidava.

-Matt!- disse Mello spaventato –Ma ce l’hai la patente?-

-No! Non ho nemmeno l’età per guidare!-

-Non sarà pericoloso?-

-Ma no… E’ come giocare ai rally. Guarda che testacoda che ti faccio!- e subito fece un testacoda invidiabile per essere su un furgone.

E di nuovo dietro caddero tutti, tranne L –Ma chi diavolo è che guida?! Ma volete guidare!?-

Hayley guardò L –Come fai a essere così tranquillo? Sempre, per giunta!-

Ma L non rispose, cambiando argomento –Stai bene?- Hayley era sorpresa –Ti hanno fato qualcosa?-

-No… Sto bene…-

-Matt mi aveva detto che ti perseguitavano. Hayley, perché non me l’hai detto?-

-Pensavo che non c’entrasse con le indagini…- disse mortificata

-Ma c’entra con te-

Forse era il suo modo di dire che era in pensiero? Allora avrebbe dovuto dire anche di Josh? Mah, in fondo Josh non era niente

-A proposito…- disse poi L –Questo Peyton era davvero così carino?-

Gelosia?! –Frances ne parlava sempre bene-

-Capisco-

Se solo Hayley avesse potuto decifrare qualcosa dagli sguardi e dalle risposte.

L aprì uno sportello del retro, per avere una chiara visuale della strada, pr vedere se qualcuno li seguiva. Il vento arrivava gelido e forte nel furgone, e a fatica tutti stavano in piedi. E per una pazzia di Matt, che si sentiva in un videogioco, ricaddero tutti, e per poco Hayley non cascava dal furgone. Per fortuna L l’aveva presa per un braccio.

-Sta calma, Hayley. Tra poco chiuderemo questa faccenda-

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Capitolo 12
*** 12 - Assalto ***


L, con l’aiuto di Wammy, prendeva tutto ciò che occorreva per difendersi e attaccare: un arma. Un fucile per Wammy. Hayley guardava quell’anziano signore tra l’ammirato e l’incredulo. Insomma, era sempre un vecchietto quello che teneva un fucile.

-Stai calma, Hayley- disse Wammy accorgendosi della sua espressione –So come si spara-

L porse una pistola a Hayley –Per difesa-

-Ma io non ho la minima idea di come si spari…-

-Quando si è sul punto di morire si è in grado di fare tutto- disse L, senza lasciare intravedere qualche espressione di rilievo, come al solito.

Il furgone sfrecciava per l’autostrada, ed inevitabilmente tutti lo guardavano, e chiamavano chi di dovere per fermare quel casino. E delle auto in effetti arrivarono, ma non della polizia.

-Non è la polizia a inseguirci?- chiese Hayley sorpresa.

-Ho avvertito la polizia come ha detto L-

-Eccellente, Near- disse L, che restava a guardare quelle macchine che si avvicinavano.

-Matt, ci inseguono!- disse Mello spaventato, non tanto perché li stavano inseguendo, ma perché non era la polizia a inseguirli.

-Forte! Sembra di stare a GTA! Guarda come me ne sbarazzo!-

Hayley cercava di restare in equilibrio al fianco di L –Pensi che siano degli uomini di Crew?-

-E’ probabile. Wammy, cerca di tenerli lontani-

E Wammy sparò un colpo, e un altro, e un altro ancora. Tutti sulle gomme. Però! He mira eccezionale!

-Non te l’aspettavi, Hayley?- chiese Wammy, mentre lei guardava quelle auto fermarsi e schiantarsi tra loro per l’impatto, senza comunque fare danni catastrofici.

Il furgone continuava a correre per le strade di Londra, creando scompiglio. Sembrava mancare un’eternità alla casa di Frances, dei suoi genitori.

-Ehi, Mello! Guarda laggiù! Ci stanno riprendendo con le telecamere!-

-Pensa a guidare, cretino!- gridò Mello gurando la testa distratta di Matt sulla strada.

-Manca poco! Siamo quansi arrivati!- disse L alzandosi in piedi, riuscendo a tenersi in equilibrio. Poi gli venne in mente un cosa e disse a Hayley –Ah, per la cronaca, Hayley, riesco a stare così in equilibrio perché mi tengo ricurvo-

Se l’era presa per il pattinaggio, sicuramente. Bè, non tutti sanno fare tutto tutto. Doveva pur capacitarsene. Hayley l’avrebbe gonfiato di botte una volta scesi dal furgone.

Con un testacoda Matt si fermò davanti al grande cancello che dava alla villa di Frances. Hayley scese immediatamente, seguita da Wammy, L e Near.

-Bene, signori, ascoltatemi tutti- disse L prendendo un bastoncino e tracciando una mappa per terra –Questa è la casa dei Crew. Apparentemente è innocua, ma sicuramente ci sono degli allarmi. Manderemo prima Wammy a controllare la situazione e a disinserire i vari sistemi di sicurezza. Hayley e Near andranno per il retro, Matt e Mello cercheranno di intrufolarsi e di trovare il signor Crew. Io vado con Wammy. Niente di avventato. Non c’è bisogno che ve lo doca, vero?-

Hayley andò con Near, come L aveva detto, ma si vedeva che era nervosa, il che creava un netto contrasto con la freddezza di Near. E Near lo notava benissimo.

-Vorresti sparare in quelle condizioni?-

-Non è detto che voglia sparare. Non è facile sparare a una persona-

-Anche se questa persona forse ha ammazzato una tua amica?-

Non le sembrava normale quel bambino. Che cosa aveva passato per provare certe cose, dirle senza neanche un minimo senso di disagio o vergogna?

-Eccolo là- disse Near indicando una porta finestra. C’era il padre di Frances, affacciato. Sembrava tranquillo.

-E’ molto strano. Sembra trascurato. E guarda l’orologio in modo più insistente- Near l’ascoltava senza dire nulla –Forse sta per intraprendere qualche azione. Forse è preoccupato sul da farsi- guardò Near –Cerchiamo di avvicinarci di più-

-L ha detto…-

-Near, ogni tanto bisogna agire di testa propria nella vita-

Near la guardò per un momento –Poi non farmi dire “Te l’avevo detto”-

Cominciarono a strisciare verso la porta finestra, verso quella persona che si aggirava nervosamente per casa.

-Riesci a sentire qualcosa?- chiese Hayley

-No-

-Resta giù, Near, non sporgerti troppo- continuarono a osservarlo per un po’ –Near…- chiese poi lei guardandosi intorno –Non trovi strano che non ci sia la servitù?-

E nemmeno il tempo di rispondere per Near che davanti a loro si presentarono degli uomini, sei, per la precisione, armati fino ai denti. Hayley, istintivamente, mise il capo di Near verso il terreno, mentre lei guardava esterrefatta la scena davanti. Doveva sparare, difendersi! Ma la mano le tremava.

Un colpo però partì lo stesso, dall’alto. Che mise fuori combattimento le mani e i piedi di quei tizi. Hayley guardò verso il tetto, e notò subito Wammy che aveva appena sparato col fucile.

-Wammy! Tempismo perfetto!- Hayley però notò che come al soltio mancava lui –E L?-

-Dentro casa- disse Wammy scendendo per la grondaia. Però, si teneva in forma, per avere una certa età –Vuole interrogare il padre della tua amica. Oh, eccolo-

Hayley si girò verso la porta. L era lì, davanti al signor Crew, che gli puntava una pistola in faccia. perché wammy non agiva? Hayley guardò il vetro e si rispose da sola. Evidentemente erano vetri corazzati.

Non riusciva nemmeno a sentire quello che si dicevano, ma vedeva le labbra di L muoversi. Voleva essere lì, e sentire quello che stava dicendo quell’uomo. Se davvero c’entrava qualcosa.

-Wammy! Siete qui, allora!- disse Mello arrivando in fretta e furia con Matt –Ma L cha fa là dentro da solo?! Dobbiamo fare qualcosa, se no quello gli spara!-

-Ha ragione!- disse Hayley –Non è nemmeno armato!-

-L ha molti metodi per cavarsela- disse Wammy –Hayley, forse tu non lo sai, essendo nuova dell’orfanotrofio, ma L monopolizzava tutto ciò che vedeva, già da otto ani. E lo sai il perché?-

Hayley riguardò il vetro, e ciò che c’era dall’altra parte.

-Perché era il più forte- concluse Wammy.

E in poco tempo quell’uomo era disarmato, grazie a una mossa di L. a hayley sembrò di averle già viste quelle mosse, anche se non ricordava dove. Però almeno era riuscito a difendersi. L andò subitò a disenserire un allarme e aprì la porta finestra, richiudendola subito dopo

-Muoviamoci- disse –Tra poco qui sarà pieno di sicari. Di corsa al furgone-

Non se lo fecero ripetere due volte, e andarono subito, Matt di nuovo alla guida, che partì in quarta, stavolta Hayley cercava con tutte le sue forze di reggersi in piedi. Col vento che arrivava, poi, era davvero un’impresa.

-L… Cosa ti ha detto il padre di Frances?-

L la guardò, mettendosi un pollice in bocca –Ha mandato qualcuno a ucciderla. Però non voleva-

-Un padre non dovrebbe mandare un sicario a uccidere la figlia-

-Lo sai come funziona nella mafia-

-E adesso?-

-La polizia si occuperà del’arresto. Noi ora stiamo andando a fermare un altro po’ di persone. Persone che hanno collaborato all’omicidio della tua amica-

Hayley stava per rispondere, ma cadde a terra. Qualcuno stava cercando di mandarli furoi strada. Auto della mafia. Veloci, dannatamente veloci. Ma Matt non demordeva. Non voleva perdere.

-Wammy, cerca di mandarli fuori strada- ordinò L. Aprì uno sportello al fianco del furgone, facendo entrare ancora più vento, e meno possibilità di stare in equilibrio, tant’è che anche lui dovette poggiarsi a terra –Cercate di resistere- disse, cercando di farsi sentire nonostante la corrente.

Hayley vedeva che delle macchine stavano andando davanti, e che qualcuno puntava una pistola verso la guida. Oh, cavolo! Mello! Matt!

Agì d’impulso. Si aggrappò allo sportello, ritrovandosi appesa e col vento che le andava forte in faccia. Un ottimo bersaglio.

-Hayley! Torna qui!- gridò L, ma Hayley non lo sentì. Fece finta di non sentirlo. Doveva fare qualcosa anche lei. Con una mano cercò di aprire lo sportello, e per fortuna Matt l’aiutò. E una pallottola arrivò allo specchietto sfiorando le mani di entrambi.

-Presto, dentro!- disse Melo prendendo un attimo il volante, per dare più libertà a Matt di aiutare Hayley a salire davanti.

-Vi hanno preso?-

-No, ma a te quasi-

-Mi è venuta un’idea. Matt, fai un testacoda. Di quelli potenti-

-Ma siamo in una galleria. Un furgone così grande non riuscirà mai a fare un testacoda-

-Anche perché così L potrebbe cadere-

-Eh?-

Mello era affacciato al finestrino, verso l’alto. L era riuscito a salire sul tettuccio del furgone, e cercava di reggersi in piedi.

-Ma è pazzo?! Che vuole fare?!-

Hayley vedeva che L scendeva verso il finestrino di Mello, reggendosi solo con una mano.

-Continua a guidare, Matt!- disse L, allargando un braccio –Wammy, sai che devi fare!. Near, aiuta Wammy, aiutalo con le munizioni! Non posso permettermi di rischiare di rimanere scoperto-

Le altre macchine sfrecciavano al loro fianco, pistole alla mano, sparavano, sparavano, sparavano. E per poco non andavano a segno con tutti.

-State calmi- disse L –Voi guidate- appena una macchina si avvicinò a L, L tirò un calcio, disarmando il tiratore. E così con le altre macchine che si avvicinavano.

-L, è pericoloso! Torna dentro!-

-Near! Hai fatto?!- grisò L

-Sì- disse Near calmo –Dovrebbero arrivare fra tre… Due… Uno…-

Tanti, tanti rumori. Soprattutto sirene. Sirene della polizia. E frenate, inversioni di marcia. Il vento che urtava le orecchie. Loro che frecciavano verso la polizia, la polizia che fermava le auto della mafia. E così, L aveva ordinato a Near di avvertire la polizia. Ce l’avevano fatta? Era finita?

Ma solo in quel momento Hayley capì a cosa stavano andando incontro. C’era un palo, in sporgenza, e se non avessero invertito, L sarebbe finito schiacciato

-Inverti la marcia! Frena!- gridò a Matt

-Ti ho detto che…-

-Aaaaah, dammi quest’affare!- gridò lei prendendo il volante e frenando di colpo. Si rigirò, facendo un testacoda disastroso, dato che le dimensioni del irgone impedivano una cosa così eclatante. Ma lameno L non era andato a spappolarsi contro il palo, ma il furgone era irrimediabilmente andato. Distrutto. Lo restituivano così?

-L!- gridò Hayley. L era ancora appogiato al finestrino di Mello, guardando la polizia che arrestava i mafiosi lì presenti. Poi guardò Hayley –Sì?- disse, come se nulla fosse. Scese dal furgone, e così fecero tutti. L sgattaiolò nel retro, al coperto, dove c’erano Wammy e Naer. Hayley lo seguì.

-Wammy, Near… Tutto bene?-

-Sì- risposero in coro. Hayley riguardò L –E tu?-

-Sto bene-

Hayley gli diede uno schiaffo un sonoro schiaffo –Stupido! Ti rendi conto che per poco non ci lasciavi le penne?! Che ti salta in mente di fare queste stramberie?!-

-Se però non l’avessi fatto, tu ti saresti ritrovata con una pallottola alla tempia-

-Non avresti dovuto fare l’eroe- gridò lei dandogli dei pugni sul petto –Guarda quanto hai rischiato!-

-E tu perché hai voluto strafare e andare davanti?-

-Qui non si tratta di me!-

-Sì, invece- disse L –Hayley, io non posso davvero lasciarti sola un attimo, che rischi sempre di morire. Cosa preferivi? Una pallottola in testa o noi malridotti però salvi?-

-Smettila di fare questi discorsi? Possibile che non capisci che ero preoccupata per te? Che non voglio che ti accada qualcosa?!-

L decise di non rispondere, ignorandola completamente. Si rivolse a Wammy –E’ tutto pronto, Wammy?-

Wammy si stava togliendo l’attrazzatura, e aveva in mano delle chiavi –La macchina è qui vicino-

-Bene, Matt, Mello, voi andate in motorino. Near, tu stai davanti con Wammy- guardò Hayley –E tu vieni con me-

Improvvisamente hayley ebbe paura di lui. Per la prima volta. Che aveva? Era arrabbiato? Era nervoso? Quanto avrebbe voluto capirlo come capiva tutti gli esseri umani…

Dopo qualche minuto di tragitto in macchina, L alzò il finestrino che lo divideva da Wammy alla guida e Near.

-Tanto non ho niente da dirti, L- disse Hayley con voce bassissima e guardando al finestrino il paesaggio londinese

-Infatti parlo io, Hayley- disse L. Hayley si girò verso di lui. Non aveva paura a guardarlo negli occhi, quegli occhi stanchi, sempre aperti, pieni di occhiaie e scurissimi, talmente scuri da non riuscire a vedere bene la pupilla. Non le veniva neanche da ridere a vederlo seduto in quella buffa posa, simile a un bambino nella pancia della madre.

-Perché non mi dai mai ascolto quando ti dico le cose?-

Hayley lo guardava con aria di sfida

-Hayley, guarda che non sei solo tu l’essere umano qui-

Quella frase era stata più dolorosa di qualsiasi pallottola, frustata, e quant’altro. Solo adesso le sembrava di capirlo di più. Solo adesso le dispiaceva davvero, e capiva che anche lui si preoccupava per qualcuno. Solo che non lo dava a vedere.

-Scusa…- disse Hayley. L la guardava. Forse voleva fare qualcosa, voleva dirle qualcosa di carino. La guardava e basta. Ma vennero interrotti da Wammy

-Ho avvertito la polizia, L-

-Bene-

-Per fare cosa?- chiese Hayley

-Per arrestare un’altra famiglia mafiosa. La famiglia Scott-

-Scott?- Hayley era sorpresa –Quella di Josh Scott, per casp?-

-Sì-

Hayley sorrise –Ah, ben gli sta! Chissà con che faccia si presenterà a scuola alla festa, quel buffone!- poi le venne un’idea, come per farsi perdonare –Che ne diresti di venire alla festa con me?-

-Alla festa?-

-Sì, sarà divertente! Piena di dolci e addobbi! Ho organizzato io tutto quanto!-

-Immagino che sarò bello- disse L –Ma non credo che verrò-

-No?-

-No, grazie… Mi ha fatto comunque piacere che tu me l’abbia chiesto-

-Capisco… Bè, se non vuoi…- forse lui non se la sentiva di stare in mezzo a tanta gente. Va bene

-Però… Il mio compleanno lo festeggiamo lo stesso insieme, vero?- una domanda che lasciò Hayley di stucco –Sempre se non hai da fare alla festa-

Hayley sorrise –Ma certo! Te l’ho promesso! Ah, alla torta c’hai pensato? Come la vuoi?-

-Alle fragole. E anche con la panna-

-Facciamo così. Al tramonto vengo al tuo albergo e festeggiamo-

-Va bene. Ah, ti lascio a casa-

Passarono i restanti chilometri nel silenzio. Però Hayley era felice. Finalmente le sembrava di conoscere meglio L, di essere più in sintonia con lui.

Una volta arrivata a casa, Hayley, non senza prima aver scambiato le ultime chiacchiere con L

-La festa è tra due giorni. Allora ci vediamo verso il tramonto-

-Va bene-

-Ah, a proposito… Io… Volevo ringraziarti. Per oggi. Per tutto. Non avrei dovuto schiaffeggiarti e trattarti in quel modo-

-Stai tranquilla, Hayley. Ti capisco-

Beato te, che riesci a capirmi… Ma vorrei tanto sapere che ti frulla in testa.

L prese il ciondolo di Hayley, quello che le aveva regalato prima di salutarsi, e se lo rigirava tra le mani.

-Meno male- disse lui –Non si è graffiato nella confusione di oggi-

Hayley lo riprese e lo nascose nella maglietta –Lo tratto bene il tuo regalo…- sorrise, e si avvicinò a L –Non ti stupire di quello che sto per fare- gli diede un bacio sulla guancia, quella dove lo aveva schiaffeggiato. L se la toccò, dopo quel lieve contatto, e sembrava sorpreso.

-Allora ciao, L. ci vediamo-

-Ciao, Hayley- disse lui senza smettere di toccarsi la guancia –Buonanotte-

Finalmente era finita. Ora poteva pensare a una cosa lieta come un compleanno. Si sarebbe fatat perdonare dello schiaffo e del resto. Non vedeva l’ora.

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Capitolo 13
*** 13 - Halloween ***


Alicia e Hayley erano vestite di nero. Alicia si era tinta ancora una volta i capelli, stavolta di nero, e aveva un trucco più pesante del solito. Hayley in mano teneva un mazzo di rose bianche e con la sua amica si dirigeva davanti alla lapide che diceva

 

Frances Crew

13 aprile 1985 – 25 ottobre 2002

Che possa vivere la sua giovinezza nella luce di Dio

 

Hayley e Alicia sistemarono i fiori e fecero una preghiera in silenzio.

-Tra poco è Halloween…- disse Alicia una volta finita la preghiera

-A Frances sarebbe piaciuto tanto…-

-Avrebbe voluto vederti alla festa con Lucas…-

-Bè, Frances, scusami, ma lo sai com’è fatto Lucas… Però ti ha vendicato… Ti abbiamo vendicato… Ora tuo padre e i suoi uomini sono in galera, e tu potrai finalmente riposare in pace…-

Si strinsero la mano a vicenda e diedero un bacio alla foto sulla lapide –Riposa in pace, Frances-

Una volta uscite dal cimitero e abbandonata quell’atmosfera tetra, si parlò proprio della festa.

-Domani allora ci vediamo all’entrata della palestra?-

-Sì. Tu verrai con qualcuno?-

-No- rispose Al –Mi godo la mia libertà da single. Tu, piuttosto? Perché Lucas non viene?-

-Non gli piacciono granchè le feste… E poi domani è il suo compleanno, e pensavamo di festeggiarlo per conto nostro, da lui-

-Da lui?! Hayley, mi raccomando, allora, fatelo protetto…-

-Ma smettila!- rispose Hayley arrossendo violentemente.

Tornata a casa Hayley non fece che pensare alla festa. E non aveva niente da mettersi. Anzi, no… Prese dall’armadio la scatola del vestito che le aveva comprato L. Lo prese. Era veramente bello. Aveva paura di stropicciarlo, sporcarlo. Sembrava un vestito dal valore inestimabile. Decise comunque di provarlo.

L’argentato della collana valorizzava alkl’inverosimile quel vestito. Era veramente bello, e hayley si sentiva insignificante dentro quel vestito. Dunque, la domanda era: se lo metteva per la festa o non se lo metteva?

Squillò il suo telefono, e Hayley andò a rispondere alzando la gonna. Aveva davvero paura a sporcarlo.

-Sì, pronto?-

-Hayley? Sono L-

-Ciao!- rispose con un sorriso Hayley –Che succede?-

-Niente, volevo sapere se per domani è ancora valida la tua visita qui-

-Certo, certo! Sai che sto provando il vestito che mi hai comprato?-

-Ah- rispose lui col solito tono piatto –E com’è? Ti piace?-

-E’ veramente da urlo, L! Non so come ringraziarti!-

-Mi fa piacere- rispose lui –Mi piacerebbe vedertelo addosso-

Hayley arrossì –Davvero?-

-Sì. Ora scusami, ma devo andare. I vediamo domani al tramonto qui, allora. divertiti alla festa-

Neanche il tempo di salutarlo che si sentì il suono che segnava la fine della telefonata. Hayley si guardò allo specchio. Dopotutto, se ci stava attenta, non succedeva nulla al vestito.

Finalmente quel giorno arrivò. Era Halloween. Hayley vide subito la sua amica Alicia aspettarla davanti alla palestra, in un vestito nero, tipico del suo stile. Forse si era travestita da strega.

-Allora ciao, papà. Non faccio molto tardi- scese dalla macchina e l’espressione della sua amica era sbigottita.

-E questo splendore di vestito dove cavolo l’hai preso?-

-Ehm… Me l’ha comprato… Lucas… Ha detto che ce lo vedeva bene addosso a me e…-

-Ha gusto il tuo ragazzo!-

-Non diresti la stessa cosa se ti indicasse il vestito con le fragole che voleva lui…-

-Aspetta, aspetta…- prese un ragazzino a caso che entrava in palestra e gli diede una macchinetta fotografica –Mi raccomando, prendi tutti i vestiti- abbracciò Hayley –Fai un bel sorriso che questa la mettiamo sulla tomba di Frances!- fecero la foto, e entrarono dentro.

Hayley perse il conto di quante persone le avevano detto che quel vestito era un amore o anche solo guardato con ammirazione. Ma chi era che la guardava in modo completamente diverso? Josh, ovviamente, che da lontano la guardava ridacchiando. La sua famiglia era andata in prigione, ma su di lui non c’erano prove, ed era minorenne. A Hayley però andava bene così. Sapeva quanto lui ci stesse rosicando. In un certo senso, se avesse portato L alla festa Josh avrebbe rosicato di più. Magari…

La festa procedeva bene, e per hayley che aveva organizzato gran parte della festa era una bella soddisfazione. L’ora del tramonto si avvicinava, e francamente non vedeva l’ora di tirare le orecchie a L. 23 anni? 23 tirate delle orecchie. Che sadica che era…

-Quand’è che vai da Lucas?-

-Verso il tramonto, Al. Ti dispiace?-

-Ma no, tranquilla. A proposito, quanti anni fa?-

-23-

-Grandicello per te… 7 anni di differenza…-

-So tenergli testa, fidati…-

-Ah, tra poco te ne vai, allora?- disse Josh dietro di loro. Eccolo, ti pareva.

-L, tutto bene?- chiese Wammy portando via un carrello di dolci, gran parte mangiati-

-Sì, Wammy-

-E’ da un bel po’ che guardi alla finestra. C’0è qualcosa di bello?-

-Sì…- rispose L –Il tramonto-

Hayley aveva perso di vista Al, e le dispiaceva, perché tra poco doveva andare a prendere la torta per L, e le candeline. Cercò un po’ dappertutto, chiese in giro, ma nessuno sapeva niente. si ritrovò costretta a chiedere a Josh

-Mmmh… Mi pare di averla vista uscire… Vieni-

-So benissimo come si esce dalla palestra, Josh- rispose abbastanza acda Hayley –Devi solo dirmi dove è andata-

-Forse è uscita-

-Bene, grazie- disse lei, e si girò subito per uscire.

-Anzi, no, aspetta! L’ho appena vista andare lì!- disse lui prendendo Hayley per un braccio –Dai, andiamo-

-Aspetta, non tirare!- disse hayley. La musica era forte, le mandava il cervello in tilt. Vedeva gran parte dei suoi compagni bere, passarsi cose sospette, sicuramente non giravano cose buone. Si girò qua e là, e vide che Alicia stava parlando con una compagna di classe, all’angolo, dall’altra parte della strada.

-Josh, ma Al è…- solo allora capì di trovarsi forse nel retro della palestra della scuola, dove non ci va nessuno, praticamente, e che Josh la teneva braccata al muro –Josh, lasciami andare-

-Mi hai umiliato!- disse Josh visibilmente arrabbiato –Pensi di essere tanto brava solo perché vai bene a scuola? Perché oensi di essere carina? Perché hai delle amiche? Guarda che io sono più forte di te, Wallace…-

Hayley sentiva la guancia sfiorata dalle mani, e cominciava a rabbrividire –Ti ho detto di lasciarmi andare e di smetterla di farti questi complessi- disse togliendo la mano di dosso.

-L, ancora a guardare alla finestra?- disse Wammy –Il tramonto ormai è quasi finito-

-Che ore sono, Wammy?-

-Le venti. Non vuoi mangiare nulla?-

-Poggia tutto sul tavolo. Tranquillo- disse L, senza smettere di guardare il Sole che spariva all’orizzonte.

Hayley non poteva più parlare, la bocca tappata da una mano di Josh, che faceva un sorriso per niente rassicurante.

-Ma lo sai che sei davvero bella con questo vestito?- disse lui mentre le sfiorava il braccio –E che bella questa gonna…-

Hayley, non appena vide che le mani miravano ad alzare la gonna, cercò di scappare, difendersi. Ogni volte che le sembrava di essere libera, subito quelle mani, viscide, sudate, forti, la afferravano. Josh la sbattè con forza al muro.

-Lo so che in realtà ti piace… Dai, stai calma…-

-L, ancora a guardare la finestra?-

-Prepara la macchina, Wammy-

-Dove andiamo?-

Ma L non rispose, prendendo un cioccolatino e mangiandoselo. Prese poi una scatoletta di fragole e se la portò con sé, uscendo dalla sua stanza d’albergo.

Hayley aveva una resistenza invidiabile, se Josh non era ancora riuscito ad alzare un poco la gonna. Ma ogni volta che cercava di difendersi lei si prendeva qualche schiaffo. Si sentiva di nuovo sporca, contaminata, debole. Come quando viveva per strada. Come quando era con suo padre. Si sedette per terra, Hayley, rannicchiandosi su sé stessa, e iniziò a tremare. Era tornata a essere lo schifo che era prima.

-Tremi, ora?- disse Josh –Ma guardati… L’hai capito ora qual è il tuo posto? Hai capito chi comanda qui? La gente come te non è nessuno. È la legge del più forte, Hayley. Io vinco, tu perdi- cercò ancora di alzare la goina, ma hayley, seppur tremolante, lo fermava.

-Io no…- disse tremando –Io lo so chi sono… Io sono Hayley… E sono forte…-

-Una persona che parla così non è forte, Hayley. Fa finta di esserlo- disse lui ridendo.

Alicia girava per la palestra da un bel po’, e non trovava Hayley. Chiedeva, chiedeva e chiedeva, ma nessuno l’aveva vista. Quando improvvisamente vide una figura familiare girovagare per quel casino nella palestra.

-Lucas!- disse lei raggiungendolo e afferrandogli un braccio. L immediatamente si girò, staccando il braccio da Alicia.

-Tranquillo, sono io!- disse Al –Che fai qui?-

-Dov’è Hayley?-

-Non lo so! All’inizio credevo fosse andata da te, ma mi hanno detto che non è uscita da qui…-

L restò fermo per la palestra e si guardò intorno –Ci sono uscite secondarie? Retri? Dimmi tutto quello che sai su questo posto, Johnson- si moridcchiò il pollice –Per favore-

Hayley tremava, talmente tanto che sembrava un terremoto. Sentiva anche tanto freddo. Sentiva troppe cose spiacevoli su di sé, come le mani di quel porco che insistevano a entrare nella sua gonna.

-Wallace, guarda che fatica mi stai facendo fare- disse Josh –Guarda che ho tanti modi per convincerti… Non m’incanti, Wallace…-

-Si può sapere cosa diavolo stai facendo a Hayley, brutto porco?!- gridò Alicia.

Hayley provò un sollievo indescrivibile. Ma anche tanta sorpresa, vedendo che Alicia era seguita da L! Cos’era venuto a fare? Purtroppo non riusciva a capirlo dalle espressioni di lui. Non riusciva mai a capirlo.

Josh immediatamente tolse le mani di dosso da Hayley –Niente, niente- rispose –Ci stavamo solo divertendo-

-Divertendo?!- Alicia notò i lividi che aveva Hayley e che tremava –Ma guardala com’è conciata!-

Josh notò anche che c’era L, e fece due più due –Lucas Lenfors?-

-Josh Scott?- disse L in tutta risposta. Si girò verso hayley e Alicia e disse –Ora Hayely viene via con me. Scusaci, Johnson-

-No, no, fai pure. Meglio così- disse Al –Hayley, stai calma, adesso ti porta via Lucas…-

-Sì…- ma Hayley non riusciva a smettere di tremare, anche se Alicia l’abbracciava, anche se lei si sentiva tranquilla.

-Cosa è successo con Hayley qui?- disse L

-Perché non te lo fai dire da lei? Guarda, avevamo giusto finito-

Hayley avrebbe voluto gridare che non era vero, ma non ce la faceva. Non si sentiva la voce.

L si girò verso Hayley –Hayley, stai tranquilla. Adesso ti porto via. Però ti devo toccare per portarti via, capisci?-

-Sì…- le sembrava di rivivere quel giorno col padre, in Scozia. Anche quella volta l’aveva salvata L. Sembrava che dipendesse da lui. Le dispiaceva.

-Ma come? La porti via?- disse Josh –Guarda che potevi unirti a noi, se fossi arrivato prima-

L restò fermo davanti a hayley, e la guardava. Sembrava che quelle parole non l’avessero toccato.

-Sai che ci sa fare? Fossi in te non mi fiderei di lei-

L si alzò guardando in faccia quel ragazzo. Carino, ma col cervello di una mosca. Una dignità pari a zero. Si diresse verso di lui.

-Cos’è, ora? Vuoi fare a botte?-

A botte lo fecero, ma fu soprattutto L a riempirlo di pugni. Col primo pugno aveva già fatto sanguinare il labbro a quel ragazzo, ma per essere sicuri gliene diede almeno tre, pi qualche calcio, giusto per vederlo a terra.

-No, non volevo fare a botte- disse L abbassandosi verso di lui –Questo infatti è da parte di Hayley-

Si diresse nuovamente verso Hayley, prendendola in braccio.

-Noi andiamo. Scusaci ancora per l’inconveniente, Johnson-

-Torna a casa, Al- disse Hayley –Non voglio che resti con uno coe quello-

-Certo- disse Al –Fate attenzione. Grazie, Lucas-

L portò Hayley verso la macchina, dove Wammy li aspettava. Appena dentro, Wamy diede una coperta a Hayley.

-Hai freddo, Hayley?-

-Un po’…- si sentiva uno schifo. Una come lei poteva davvero essere toccata da L?

-Non… Ti pulisci?-

-Come?-

-Non ti faccio schifo?-

-Cosa ti viene in mente, Hayley?-

-Mi dispiace tanto, L…- disse lei, quasi pinagendo –Non sono riuscita a comprare la torta, le candele… Non sono venuta al tramonto…-

-Hayley, stai tranquilla- disse L prendendo la scatola di fragole –Ne vuoi una?-

-No, grazie…- disse lei sospirando –Ora dove andiamo?-

-In albergo. Così ti riposi un po’- disse lui prendendo la fragola.

-L, ti chiedo scusa…-

-Hayley, ho capito. Non devi scusarti. Non è stata colpa tua- si girò verso il finestrio –Forse sarebbe stato meglio venire alla festa con te. Mi dispiace, Hayley, tendo a lasciarti sola troppe volte-

Hayley sospirò ancora, e poggiò la testa sulla spalla di L –Grazie…- non tremava più, sentiva calore, un calore piacevole e familiare. Si sentiva bene, anche se ancora un po’ sporca. E si sentiva in colpa per lui.

Arrivati in albergo Hayley si tolse la coperta di dosso, si era bene o male ripresa. Salì con L fino alla sua camera, come sempre lussuosa, pina di carrelli di dolci.

-Mettiti pure comoda, Hayley. Riposati-

-No. Dobbiamo festeggiare il tuo compleanno. Senza candeline e torta, ma lo festeggiamo lo stesso-

-Hayley…-

-Noleggiamo un film horror e guardiamolo-

-Hayley…-

-Sto bene, L, davvero. Voglio festeggiare. Te l’avevo promesso-

Dopo quakche secondo L si decise ad acconsentire –Va bene, Hayley. Come vuoi tu-

Hayley sorrise e si abbassò verso la TV al plasma –Ehi, ma ci sono dei film qui! Questo albergo ha davvero tutto! Uh, vediamoci questo, ti prego! Ti piacciono i film di Burton? Edward mani Di Forbice! Dai, vediamocelo!-

-Per me va bene- disse L, sedendosi davanti alla TV. Hayley mise il film nel lettore DVD e si sedette accanto a lui, in una posa simile.

Se non fosse stato per il film il silenzio sarebbe stato snervante tra i due. Hayley osservava L guardare il film, giocherellando col labbro. Chissà cosa pensava. Appena distolse lo sguardo da lui per concentrarsi sul film, L le rivolse una domanda.

-Cosa ti ha fatto?-

Hayley rabbrividì –Niente. C’ha provato, ma ti giuro che non è successo niente-

-Sei sicura di stare bene?-

-Sì, L- disse lei rivolgendo la testa verso di lui –Ora sto bene. Grazie-

L prese la collana –Stavolta si è un po’ graffiata-

-Oh, la pulisco subito-

-Faccio io, tranquilla- L si leccò un dito e lo passò sulla collana, facendo dei movimenti circolari. Insisteva parecchio con la collana.

-Non vuoi proprio che si sporchi, eh?-

-Già… Un regalo rimane un regalo-

-Non vuoi che si sporchi l’unico oggetto che ti lega a me, Hayley? Non vuoi che mi sporchi io?-

L restò zitto, approfittandone per pulire ancora quella collana –Non ti si può proprio nascondere niente, Hayley-

Hayley riabbassò lo sguardo verso la collana. Stava dicendo la verità? Che cosa intendeva esattamente? E se invece fosse stata una bugia?

Hayley fermò la mano di L, che ancora puliva quella collana, e alzò lo sguardo verso di lui.

-Scusami- disse, e non diede il tempo a L di replicare. Ne approfittò subito, mentre lui aveva le mani impegnate con la collana e apriva la bocca per parlare. Stavolta non si sarebbe pentita. Chiuse gli occhi e spedita andò al punto. Voleva riaprire gli occhi, vedere l’espressione di lui, forse soprpresa nel ritrovarsi delle labbra tanto vicine alla sua bocca, che si schiudevano, e della mani che andavano dietro il suo collo. Hayley cercava di non essere troppo impulsiva, ma voleva sapere. Voleva sapere quali limiti aveva con lui, e quanto lui dicesse la verità. Le labbra di Hayley si schiudevano sempre di più, ma da parte di L nulla. E Hayley cominciava a perdere le speranze.

E invece la cosa alla fine sorprese di più lei perché L cominciava ad assecondarla. Le labbra si schiudevano a sua volta e cercavano di essere comode per lei. Hayley lì per lì si sentiva incerta. Ora cosa avrebbe dovuto fare? Fu L stavolta ad approfondire quel bacio, muovendo le labbra a modo, cercando di non travolgerla troppo. Hayley lo capiva dai movimenti della sua lingua che era incerto anche lui. Lui non la stava neanche abbracciando, forse proprio perché incerto. Ma Hayley ci stava prendendo gusto, trovava le labbra di lui accoglienti, dolci. Quando c’era stato quel piccolo bacio alla Wammy’s House non aveva fatto in tempo a rendersene conto, ma L baciava bene. Cavolo, se baciava bene. Chissà cosa pensava in quel momento L, si disse. O forse era lei che si faceva troppi pensieri, magari lui si stava solo lasciando andare al bacio, senza pensare ad altro. e Hayley lì si sentì quasi inadeguata. Sentiva il respiro di L contro il suo, dìsentiva fin troopo bene la sua lingua mischiarsi con la propria, sentiva troppo bene le mani di lui che andavano sulla sua guancia. Ma stavolta non voleva fermarlo. Era davvero bello, sentiva un calore bellissimo. E riusciva a sentire il suo sapore, un mix di dolci, come poteva immaginare. Sentiva il suo odore, sentiva le sue mani calde, la sua lingua che acconsentiva sempre di più, che non obiettava. E lei si sebntiva sempre più libera. Forse troppo. E fu questa libertà a fermare tutto.

-Cosa fai?- disse L staccandosi da lei, il respiro leggermente affannato.

Hayley abbassò leggermente lo sguardo e vide che le sua mani non erano più intorno al collo di L, ma sotto la sua maglietta, ad accarezzare la schiena. Si vergognò profondamente e tolse subito le mani, mettendole dietro la schiena.

-Scusa- disse lei arrossendo –Però…-

-Lo so- disse L, e riprese a baciarla. Forse le aveva letto nel pensiero? Fatto stava che la baciò ancora come prima, come voleva lei. Le mani di L stavolta andarono dietro la schiena di lei, prendendo le sue mani. Si staccò ancora –Però anche tu… Continua, per favore- Hayley, in silenzio e arrossendo, rimise le mani sotto la maglietta di L, guidata da lui e dal suo forte senso di stringerlo a sé –Non te l’ho mai detto- dsse lui –Ma mi ricordi molto la fragola. Sei davvero buona, Hayley-

Hayley richiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel momento. Era buona. Come la fragola. Hayley era felicissima di quella frase. Era felicissima da baciarlo e abbracciarlo. Senza paura, senza la paura di essere sporca. Sentiva che L non avrebbe voluto fermarsi, ma che non voleva sbagliare. Lo sentiva dal suo modo di baciare, dalle sue mani che accarezzavano i capelli. Hayley avrebbe voluto quadi femrarsi, riprendere fiato, chiarire la situazione che si stava creando, ma quel bacio ne riachiamava altri, e altri ancora, senza fermarsi. Quanto avrebbe voluto essere un dolce per stare costantemente a stretto contatto con la sua bocca.

Ma si staccarono, dopo un po’, i respiri affannati. Hayley stavolta teneva le mani sotto la maglietta di L, che non aveva assolutamente intenzione di fermarla. Non era mai successo prima per lui, sentirsi così.

-Perché sei così rossa?- chiese lui, respirando un po’ forte

-Non… Me l’aspattevo che…- non sapeva nemmeno cosa dire. Era andata in tilt, praticamente

–Scusa…-

L sorrise –No, scusami tu. Forse non avrei dovuto-

E invece Hayley l’avrebbe osannato per quello che aveva fatto. Ora sì che non si pentiva di aessersi buttata su di lui per baciarlo. Però adesso che piega avrebbe preso quella situazione?

-Alla fine del film non abbiamo visto niente- disse L guardando la TV

-Ti dispiace?-

-Il film l’hai scelto tu. Credevo che dispiacesse di più a te-

Hayley rise debolmente –Ma no, stai tranquillo- cominciò a sentirsi scomoda, seduta per terra, e si rialzò –Mi senti le gambe a pezzi…- si mise a letto –Uh, che comodo! Immagino che farai sogni d’oro, qui!-

-Io se dormo non dormo a letto- disse L

-E dove dormi?-

-Sulla poltrona-

-Fammi indovinare… Nella tua posa di sempre?-

-Esatto-

Hayley sorrise, prendendo un cuscino e stringendolo a sé –Bè, se tu stai comoso così… Però ti vorrei proprio vedere dorimire su un letto!- rise, dandosi della cretina. Sentì il materasso muoversi leggermente, e delle mani afferrare da dietro. Stavolta non aveva paura di uno stupro. Sapeva che non potevano essere né suo padre né Josh. Si fece girare senza obiettare verso di lui, e si sentì felice a vedere che lui voleva ancora baciarla. Era praticamente nella sua posa, ma era orizzontale. Sì, si poteva dire, che era sdraiato. Ma ciò ormai non importava più. Era incredibile di come i suoi baci le facevano dimenticare tutto il resto del mondo. E Hayley nemmeno si accorse, almeno sul momento, che L stava andando sopra di lei, e che lei non si sognava minimamente di cacciarlo via.

-Il vestito ti sta davvero bene, Hayley…-

-Grazie… Volevo che me lo vedessi addosso…-

-Grazie…-

-Consideralo il tuo regalo di compleanno L-

L restò zitto, a osservarla in quel vestito

-E tanti auguri di buon compleanno, L-

-Grazie…- sussurrò lui, baciandole una guancia. Hayley si sentiva troppo bene perché tutto quello fosse reale. Strinse le braccia intorno alla sua schiena e pensò che quella maglietta era d’impiccio. Ma non poteva levargliela. Magari a lui non piaceva spingersi troppo oltre.

L riprese a baciare le sue labbra, e Hayley trovò tutto il resto di poco conto. Pertanto se ne fregò altamente della magliettà e gliela sfilò.

-Hayley…- disse lui –Se non vuoi fermami-

Hayley lo guardò per un po’, legermente affannata e rossa in viso. Gli aveva tolto la maglietta, e se ne rese conto solo in quel momento. Sorrise –No, non voglio fermarti-

L la baciò ancora sulla guancia, avvicinandosi di più all’orecchio, e le accarezzava il collo. Anche lui respirava abbastanza forte. Forse anche lui si sentiva strano, magari anche a lui sembrava che tutto il resto fosse sparito. Nemmeno si accorse che il film stava finendo. Prese una coperta e se la mise sulle spalle, avvolgendo Hayley. Hayley cercò di essere accomodante per lui, cercò di non dargli a vedere che a lei non stava qualcosa, visto che non era vero. Non voleva che si proccupasse. E L non potè fare a meno di spoingere leggermente il bacino contro quello di Hayley, facendola respirare forte, forte.

-Hayley, ti prego, fermami…- disse lui col respiro affannoso, ma Hayley non rispondeva, non faceva niente per fermarlo. Anzi, le sue mani andarono suoi pantaloni.

Non sapevano quanto tempo era passato e loro stavano avvolti in quel lenzuolo. Ma Hayley ormai se la sentiva, non voleva fermarsi. Lasciava che L le levasse quel vestito bellissimo, con estrema cura, e che lo posasse da qualche parte. e intanto Hayley faceva scendere i pantaloni, con calma e tremando. Aveva paura di sbagliare, un po’.

Ma che stavano facendo? Non potevano, era sbagliato, forse, forse non era in realtà il momento giusto.

-Hayley, sei ancora in tempo…-

-No, stai tranquillo…-

-Hayley, io…-

-L, sa davvero non avessi volito, avrei preso a tremare già dall’inizio-

L restò a guardarla, mentre si faceva audace verso di lei. E vide subito che l’espressione di Hayley cambiava, ma non gli piacque affatto.

-Hayley, ti sto facendo male. Io mi fermo qui-

-No, ti prego…-

E L, non sapeva bene perché, continuò ancora, e stavolta Hayley si lamentò

-Hayley, ti prego, fammi smettere-

-No…- le faceva male, eccome se le faceva male. Lo sapeva già dall’inizio che le avrebbe fatto male. Ma non era colpa di L. la prima volta per tutte le ragazze era così. Doveva sopportare.

L cercò di continuare, ma più andava avanti e più Hayley si lamentava.

-Ahi…-

-Hayley…- disse lui avvicinandosi al suo orecchio

-No, L, io…- ma Hayley lasciò che la rase restasse incompiuta, perché L la sorprese con quello che le aveva appena detto. L’emozione era stata talmente grande che non si accorse dell’ultimo dolore. Cioè, se ne accorse, ma non si lamentò, sorpresa com’era. E le scese una lacrima.

-Hayley… Ho fatto qualcosa di sbagliato?- disse L notando la lacrima. Respirava più forte di prima, ed era leggermente sudato –Non dovevo continuare?-

-No, io… Scusa, L… Sono solo felice…-

-Ti ho fatto male?-

-Ormai però è fatta- disse Hayley con un sorriso. Era vero, ormai era fatta. Era passato il dolore, e lei ormai sentiva di essere una sola cosa con lui.

Restarono fermi a guardarsi per un po’, poi Hayley sentì che L si stava allontanando da lei.

-No, non andartene…-

E L ritornò sui suoi passi, respirando, ansiamdno. E anche Hayley lo fece. Non le era mai successo di sentirsi così –Non vado via, stai tranquilla-

Per tutto il tempo Hayley si sentiva più che bene. E finalmente vedeva che anche L stava bene, che era felice di averla lì, su quel letto. Ora ci credeva a quello che L le aveva detto. Ora lo capiva, riusciva a vedere cosa pensasse. E mentre Hayley lo abbracciava, lo stringeva forte a sé, L le dava dei piccoli baci sul collo, abbracciandola forte a sua volta. Per tutto il tempo, finchè L non si fermò, stanco, ormai finito, esausto. Quanto tempo erano stati così? E riuscivano ancora a respirare?

-L…-

-Mh?-

-Anche io…-

-Come?- respirava troppo forte per capire bene cosa stesse dicendo

Hayley riprese fiato –Anche io… Credo… Anzi, no, niente credo… Sono innamorata di te…-

L restò sorpreso a guardarla. Stavolta Hayley riusciva a capirlo che era sorpreso di sentirselo dire. L poi sorrise e disse –Credevo che non l’avessi sentito quando te l’ho detto-

-Come posso non sentire una cosa simile?!-

L si staccò da lei e si mise al suo fianco, nella sua posa. Hayley fece una brutta faccia.

-Come faccio ad abbracciarti se ci sono le tua gambe davanti?-

-Oh, scusa- L la prese la avvicinò a sé, cercando di metterla comoda tra le sue gambe, senza scomporsi più di tanto. Mise un braccio sotto la testa di Hayley, in modo da continuare ad accarezzarle i capelli.

-Come stai, L?- chiese Hayley –Hai il respiro un po’ affannoso…-

-Senti da che pulpito…- disse L –Comunque… Dire che sto bene è veramente poco-

-Ma ora?-

-Cosa intendi dire?-

-Noi due… Insomma… Che ne sarà di noi due?- chiese incerta. Ora aveva paura. Cosa avrebbe detto L?

L ci pensò su un momento –Credo che arrivati a questo punto non possiamo più tirarci indietro-

-Quindi stiamo… Insieme?-

-Non lo so se lo vuoi-

-Cioè?-

-Hayley, io sono L- disse lui –Sono un’investigatore, mando in galera un sacco di gente, ti ho coinvolta in un sacco di faccende losche. Inoltre nessuno sa che faccia ho, nessuno sa chi sia L, nessuno sa che esisto- continuò, vedendo che Haykey non controbatteva –Vuoi davvero stare con uno che per gli altri non esiste? Con uno che non viene calcolato da nessuno?-

Hayley, dopo averlo guardato per un po’, disse –Sì-

-Allora va bene così, Hayley- disse lui, tornando ad abbracciarla.

Hayley si strinse a lui –Bene, allora- ci fu pio un silenzio strano –Non dormi, L?-

-Tu?-

-Io voglio vederti dormire!-

-Aspetto che ti addormenti tu e poi mi metto a dormire anche io-

-Davvero?-

-Sì. Ti sorprenderai, ma sono stanco- veramente, no. Dopo quello che avevano fatto, non c’era da stupirsi se un ragazzo era stanco. Ma lui era L, ecco perché era strano.

-Va bene- disse Hayley chiudendo gli occhi –Allora buonanotte-

-Buonanotte-

Hayley aspettò un bel po’, forse ore, prima di riaprire gli occhi e vedere che anche L ce li aveva chiusi. Era riuscita a far addormentare L! Uno che dorme quasi mai! Doveva segnarselo.

Fece molta attenziuone a non muoverlo e su una scrivania prese carta e pena. Scrisse:

 

Hayley Wallace, alle ore 23:45, è riuscita far addormentare L!

 

Ripose tutto sul comodino e richiuse gli occhi, stavolta stanchi davvero, e dopo un po’ si riaddormentò.

L aprì gli occhi, sorridendo. Facendo attenzione riprese il foglietto con la penna, e stava per scrivere. Ma poi ci ripensò, e modificò il messaggio:

 

Ore 8:30. Hayley Wallace è molto tenera quando dorme.

 

Ma sì, era meglio fargli credere di esserci riuscita, nell’impresa…

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Capitolo 14
*** 14 - Risvolto Inatteso ***


Hayley si svegliò travolta dai primi raggi del Sole, ma non trovò nessuno accanto a lei. Trovò invece un biglietto, quello che aveva scritto lei, che diceva anche:

 

Ore 08:30. Hayley Wallace è molto tenera quando dorme

 

Sorrise, guardando l’orologio. Le nove. L non c’era. Chissà dov’era andato. Piuttosto, ieri aveva passato una nottata fuori dal comune, decisamente. Si strinse intorno a un cuscino, rendendosi conto che avevano ancora l’odore di L. Se ci ripensava arrossiva all’inverosimile. Insomma, era vero che ora dovevano essere fidanzati, ma faceva un effetto così strano, ancora… Ridacchiò come una scema, arrossendo ancora di più. chissà che avrebbe detto Alicia, se lo avesse saputo di quello che aveva fatto con lui! Ricordò anche le parole della sua amica…

 

Mi raccomando, fatelo protetto!

 

Che scema… Ma… Oh, porca di quella miseria…

Proprio in quel momento la porta si aprì, e tornò L con un sacchetto, sicuramente di dolci. Hayley si rivestì in tutta fretta e con l’ansia si rivolse a L.

-Devo andare assolutamente in farmacia!-

-Oh, buongiorno, Hayley- disse lui, prendendo dal sacchetto un dolce

-Buongiorno un cavolo, L! Devo correre in farmacia!-

-Tranquilla, ho mandato Wammy a prenderla- disse L, estraendo dal sacchetto ciò che Hayley voleva comprare.

Hayley era esterrefatta –Hai mandato Wammy a comprare una pillola?-

-Appena hanno aperto le farmacie. Prima la prendi, meglio è, no?-

Hayley non sapeva se vergognarsi di essersi fatta comprare una pillola anticoncezionale da un anziano o cosa. Bè, comunque ormai c’era, doveva solo prenderla…

-Oggi è festa e non vai a scuola, vero?- chiese L affacciandosi alla finestra

-Già… Ma devo comunque studiare…-

-Francese?-

-Sì…-

-Studia, allora-

Hayley prese un libro e con aria combattiva lo diede a L –Interrogami!-

L prese il libro col suo fare schifato e disse –Okay- guard il libro per un momento, poi si rivolse ancora alla finestra –Perché continui a fare il quarto liceo?- disse

Hayley ci pensò su un momento. Non aveva capito la domanda –Devo… Tradurla?-

-E’ solo una domanda, Hayley- disse lui prendendo del tè –Perché continui a fare il liceo? Col cervello che ti ritrovi, potresti diplomarti quando vuoi-

Effettivamente era vero –Hai ragione, però… Io ho ancora sedici anni, L- disse lei con un sorriso –Non voglio bruciare nessuna tappa. Con calma-

-Però, con quello che abbiamo fatto ieri, non hai già bruciato abbastanza?-

-Mmmh… E’ un tantino diverso, credo…- disse Hayley arrossendo. Doveva ancora farci l’abitudine –Quello lo fai quando te lo senti, non credo che l’età c’entri più di tanto… Invece la scuola, il lavoro… Ecco, non so se mi hai capita…-

-Va bene… Come vuoi- rispose L leccandosi un dito pieno di panna –Allora? Questa traduzione?-

-Traduzione?- chiese lei, come se stesse cascando dalle nuvole.

-Certo. Perché continui a fare il quarto liceo? Voglio la traduzione-

-Ma non c’è sul libro-

-Hayley, non è difficile-

-Allora, porquoi… Porquoi tu continues… Sto dicendo bene…?-

-Il francese non è proprio il tuo forte, eh?-

-Non mi piace per niente!- disse lei con una linguaccia

-Comunque è: porquoi tu continues-faire la quatrième secondaire? Stavi andando bene. Allora coniugami il presente di faire-

Ma Hayley torvò un modo per sfuggire all’interrogazione.

-Oh, mi sono ricordata che devo comprare una cosa urgente! Tornò tra un secondo!- non era una bugia. La cosa urgente la doveva comprare per davvero. Liquidò L con un bacio (e non potè fare a meno di arrossire, visto che non era ancora abituata), e uscì. Ora poteva correre, non aveva più bisogno delle stampelle. Fece i salti mortali per trovare in tempo e senza intoppi quello che le serviva, e fece un salto veloce a casa. Il tempo di preparare tutto e tornare. Con una scatola.

-Eccomi!-

-Che hai comprato?- chiese L poggiando la tazza da tè finita. Ci aveva messo un po’ a tornare.

-Tadaaaan!- disse Hayley con un leggero fiatone –Con fragole e panna, come volevi tu!-

-Hayley…- disse L guardando la torta –Il mio compleanno era ieri-

-Ma senza torta cos’è un compleanno?! Dai, mangiala!-

L tagliò un pezzetto di torta e senza farselo ripetere due volte ne prese un boccone. Masticò lentamente.

-Buona…-

-Davvero?!-

-Sì… Davvero… Le fragole si sentono benissimo, e la panna è morbida, si scioglie in bocca…-

Hayley posò la torta sul tavolo e saltò dalla gioia –Evvivaaaaaa!-

-Cosa c’è?-

-L’ho fatta io questa torta! Ho comprato gli ingredienti e mi sono sbrigata a farla!-

-Ah- disse L mangiando ancora la torta –Bè, è buona davvero. Complimenti-

-Aaaaaah, evviva!-

-Perché sei così felice?-

-Vedi, L…- disse Hayley trasognata –Per una donna non c’è niente di meglio che sentirsi dire dal proprio uomo che cucina bene-

L la guardò –Quindi sei felice?-

-Certo! Non puoi immaginare quanto e…- venne sopraffatta dalle labbra di L. Ma perché ora la baciava così all’improvviso? Bè, chi se ne frega, dopotutto. Acconsentì al bacio, che durò un po’.

-Come mai ora tutta questa confidenza?- disse lei una volta finito.

-Non devo?- chiese L

-No! No! Non fare caso a quello che dico!- si sedette davanti alla TV, sviando l’argomento facendo zapping. A suo modo, rimaneva comunque un tipo irritante. Ma possibile che non capiva che lei era leggermente a disagio?

Quei pensieri sparirono in un colpo notando una notizia in TV –Oh, oggi trasmettono in diretta le condanne a morte?- a Hayley non piaceva assolutamente che mostrassero in diretta l’uccisione di qualcuno, ma rimase comunaue a guardare. E non riuscì a cambiare canale sapendo che chi doveva andare sulla sedia elettrica era la signora Mary Hawk. La sua vera madre.

L se ne accorse di quello che Hayley stava guardando, ed era già pronto a spegnere la TV, ma Hayley lo bloccò –No, voglio vedere. In fondo è pur sempre mia madre-

Iniziò l’esecuzione. Le avevano coperto il volto con un cappuccio, forse perché c’erano anche dei bambini a guardare. Chissà com’era la sua faccia, mentre si prendeva quelle tremende scosse. Era morta subito? Stava soffrendo? Hayley però non riusciva a piangere, a provare dispiacere, a sorridere per la morte di una donna che le aveva fatto tanto male, ma che rimaneva sempre sua madre.

L le coprì gli occhi con una mano, ma stavolta Hayley non obbiettò.

-L… Secondo te è normale che non provi nulla per quella donna?-

-Sì- rispose L senza pensarci

Hayley lo abbracci, e L le tolse la mano dagli occhi. Hayley si vergognava di provare tutta quella indifferenza, ma dopotutto cosa pretendeva? Non immaginava certo di essere così fredda, ma dopotutto non la si poteva biasimare. L la capiva. Almeno lui. Questo le bastava.

-E mio padre?-

-Domani- rispose L

-Voglio vederlo-

-… Come vuoi-

Il giorno dopo non solo ci sarebbe stata l’esecuzione di suo padre, ma anche la partenza di Mello, Matt e Near per tornare a casa, accompagnati da Wammy. Hayley approfittò di quel pomeriggio libero per salutarli.

-Fate i bravi, okay?-

-Okay- risposero in coro Matt e Mello

-E non maltrattate Near-

-Va bene- entrambi incrociarono le dita da dietro, e Matt ridacchiò di nascosto

-Near, cerca di essere più amichevole con loro-

-Va bene- ma Matt e Mello sapevano benissimo che Near stava dicendo una bugia. Amichevole, come no…

-Vi ho fatto dei regali- disse Hayley sorridente, prendendo i regali per i ragazzi –A Near un puzzle, a Mello una scatola di barrette di cioccolato e a Matt…- diede il regalo a Matt

-Il Game Boiy Advance versione limitatissima! E ci sono pure i videogiochi! Sei sicura di quello che fai?-

-Certo! Trattalo bene!-

-Sarà come un tesoro!-

Le dispiaceva salutarli di nuovo. Chissà quando si sarebbero rivisti…

Hayley tornò a casa, dicendo ad L che si sarebbero rivisti l’indomani mattina per vedere l’esecuzione. Certo che era strano tra fidanzati darsi appuntamento per queste cose.

Hayley si addormentò ripensando a sua madre che moriva su quella sedia. Avrebbe reagito allo stesso modo guardando il padre?

La mattina seguente arrivò velocemente, e Hayley era già arrivata all’albergo, facendo in fretta. L TV nella stanza di L era accesa, e L beveva una tazza di tè seduto sulla poltrona davanti alla TV, tutto preso dal vederla.

-Non dirmi che sono arrivata in ritardo…- disse Hayley guardando l’ora. Si era svegliata de ore prima, per sicurezza.

-No, sei in anticipo- disse L –Ma tuo padre è morto prima che lo giustiziassero-

-Morto?-

-Arresto cardiaco-

-Strano… Non mi sembrava uno che soffrisse di cuore…- era sorpresa. Non se l’aspettava proprio.

-Bè, può succedere- disse L poggiando la tazza sul tavolino di fronte a lui.

Ma Hayley aveva come l’impressione che L si fosse accorto di qualcosa di strano. Ma sarebbe stato inutile chiederglielo. Non avrebbe risposto.

I giorni passavano come niente, e Hayley portava avanti la sua vita, tra scuola e amici. Alicia era ancora convinta che L fosse Lucas, ma questa volte Hayley non si vergognava a dire che era il suo ragazzo. Inoltre Josh si teneva a debita distanza da lei. Non poteva andare meglio, insomma, e Hayley si divertiva a scandire il tempo grazie al cambio del colore dei capelli di Alicia. E con L… Bè, tutto come sempre, anche se erano diventati parecchio intimi e passavano gran parte del tempo insieme. Stava bene, ora. Era felice.

Ma allo stesso tempo c’era una cosa che la preoccupava, ogni volta che guardava la TV. All’inizio non ci faceva caso più di tanto, ma ora era evidente. Doveva parlarne con L. Ne avrebbe approfittato proprio quel giorno, in albergo.

Appena Hayley arrivò notò che L guardava la TV, mangiando una fetta di torta. Anche lui se ne era accorto. Anzi, forse lui se n’era accorto già da prima.

-Ciao, L. Che guardi?-

-Il notiziario-

Lui sapeva. Altrochè se sapeva –L, te ne sei accorto anche tu?-

-Di cosa, Hayley?-

-Questa settimana sono morti venti condannati a morte-

L sorseggiò del caffè.

-Tutti di arresto cardiaco. Le cose sono due: o c’è una strana epidemia in giro, o qualcuno, non so come, li sta facendo fuori-

L sorrise –E cos’ te ne sei accorta anche tu-

-Ma chi…-

-In pubblico è ancora argomento tabù, ma su Internet, dove è facile mantenere l’anonimato, si sente sempre più parlare di Kira. Una specie di giustiziere che fa fuori i cattivi-

-Giustiziere? Come può un giustiziere ammazzare così freddamente venti criminali in una settimana?-

-Io mi chiedo perché li sta uccidendo tutti insieme. Che voglia farsi notare?-

-E’ molto infantile questo, non ti pare?- bene, allora si poteva dire che ormai avrebbero lavorato insieme a un altro caso. A Hayley andava bene così.

-Però è furbo-

-Ma la polizia non…-

-Non si è accorta di niente, ancora. Chissà che aspettano-

-Sicuramente chiederanno a te di risolvere il caso-

-E io sono pronto ad accettarlo. Questo Kira mi intriga. Vale la pena lavorarci. Ho già avvisato Wammy di preparare tutto-

-Preparare cosa?-

-Ho ragione di pensare che Kira si nasconda in Giappone-

No. Pessimo segno. Allora lui…

-Devi proprio, L?- chiese timorosa Hayley

-Sì, Hayley- si voltò verso di lei –Mi dispiace…-

Tutto quello che Hayley aveva costruito con lui sembrò andare in pezzi. Non c’era proprio una via d’uscita?

-Quando…?-

-Il più presto possibile- rispose L. Era freddo. Come sempre. Ma questo improvvisamente a Hayley fece male.

Sapeva bene quanto fosse importante il suo lavoro per lui. Ma sentiva che c’era qualcosa di rischioso, di pericoloso, qualcosa di grande in cui lei non poteva immischiarsi. Ma perché? Cosa avrebbe dovuto fare, Hayley, adesso?

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Capitolo 15
*** 15 - Offerta ***


Era la decima volta che sua madre bussava alla porta della camera di Hayley.

-Hayley, che ti prende? Così farai tardi a scuola-

-Non è giornata per andare a scuola, mamma- disse lei affondando nelle coperte

-Stai male?- chiese Cleas con aria apprensiva

-Sì-

-Vuoi che ti dia qualcosa? Posso dare un’occhiata? Hai mal di testa?- chiese sua madre. Hayley se la immaginò, sicuramente arrossita e ansiosa.

No, mamma, è un male che nessuna medicina può curare.

E per la decia volta in quella mattina Hayley pianse. Il cuscino era ormai fradicio, e lei aveva due occhi gonfissimi. Non è giusto, si ripeteva. Sei uno stupido, L. Non è vero che la giustizia trionfa sempre. Tu adesso te ne vai in Giappone, ti pare giusto?!

Primo giorno.

Hayley non era ancora andata a scuola, e mangiava un cornetto, tutta sola a casa. Il telefono squillò, ma lei non rispose, così partì la segreteria.

-Hayley, sono Al. Sono tre giorni che a scuola non ti fai vedere, che ti succede? Fammi sapere, ti prego-

Secondo giorno.

Hayley ancora non andava a scuola, e guardava la TV, che trasmetteva il notiziario sulla scomparsa di un altro criminale. Il telefono squillò ancora, ma non rispose.

-Hayley, che ti sta succedendo? Non puoi parlarne?- era ancora Alicia

Terzo giorno.

Hayley cominciava a non avere più appetito, e passava gran parte del suo tempo a leggere libri di Shakespeare. Chissà da quando gli era venuta questa fissa.

Dquillò ancora il telefono, e non rispose neanche stavolta, facendo partire la segreteria.

-Hayley, sono seriamente preoccupata. Se non ti fai vedere a scuola domani, vengo da te e ti ci trascino a morsi. Tanto lo so che sei a casa-

Ma a Hayley questo sembrava non importare.

Ci fu un altro messaggio.

-Hayley, sono Wammy. L è preoccupato per te, e anche io lo sono. Contattaci appena senti questo messaggio-

Hayley si volt verso il telefono, con aria assete. Sembrava indefferente.

-Ha incaricato Wammy di sapere come stavo…- ridacchiò, tornado a leggere. Mentre leggeva sulle pagine si formavano delle lacrime. Non è giusto, continuava a dire.

Quarto giorno.

Hayley si decise a chiamare Al, giusto per farle sapre che non sarebbe venuta a scuola.

-Mi dispiace, ma non sto bene, Al…-

-Certo che ce ne hai messo per dirlo!

-Scusa…-

-Dai, ti vengo a trovare oggi pomeriggio, se non sei contagiosa!- disse Alicia ridacchiando. Forse a Hayley le avrebbe fatto bene parlare con lei.

Era da un paio di giorni che Hayley non stava bene anche fisicamente. Mal di testa, al di pancia… Forse era perché non mangiava, ma appena vedeva del cibo le veniva la nausea. Avevo lo stomaco chiuso.

Mentre aspettava Alicia, però, si sentì il doppio del male. Era sicuramente la fame, ma non ce la faceva a mettere niente in bocca. Per colpa di chi, poi? Preferì non ripensarci.

Alicia suonò il campanello. Aspettò un po’, ma non rispondeva nessuno. Era la volta buona che sfondava la porta.

Finalmente Hayley si decise ad aprire –Oh, mio Dio… Ma che ti è successo?- la vedeva che era dimagrita, pallida, priva di forze.

Hayley l’accolse comunque con un sorriso –Ciao, Al. Accomodati-

Alicia ormai l’aveva capito –E’ per Lucas?-

Hayley sorrise amaramente –Se ne va in Giappone per lavoro-

Alicia l’abbracciò, tremendamente dispiaciuta per lei. Doveva rendersene conto da prima, che non era esattamente un problea di salute, quello della sua amica. Sentiva che Hayley cominciava a singhiozzare.

-Ora sediamoci che mi spieghi un po’ di cosette…-

Si fece spiegare tutto, parole, gesti, luoghi. Hayley cercava di coprire comunque la verà identità di Lucas Lenford.

-Però scusa… Non torna qui?- chiese Al una volt finito il racconto.

-Non lo so…- disse Hayley –Ho paura che non torni più… E ho paura di andare a salutarlo-

-Lui non si fa ancora vedere-

-Prova a cerarmi, ma… Lasciamo stare…-

-i dispiace, Hayley… Immagino come tu possa sentirti… Però… Prova a pensare anche a come possa sentirsi lui. Sicuramente ci sta rimanendo abbastanza male nell’averti detto che partiva-

-Avresti dovuto vederlo, Al- disse Hayley con gli occhi lucidi –Era freddo, troppo freddo, e se ne stava a bere quel maledetto caffè…-

Al allora le fece una domanda per Hayley abbastanza scioccante –L’avete fatto?-

-Eh?-

-Siete andati a letto insieme?-

Hayley arrossì. Non capiva cosa c’entrasse, ma doveva comunque rispondere –Ehm… Sì-

-Quante volte?-

Ma cosa c’entrava? –Non lo so… Più di una volta sicuro…-

-Però…- disse Al facendo un fischietto –Non hai perso tempo, vedo…-

-Cosa c’entra comunque questo?-

-Niente, solo che non mi sembravi il tipo da farlo subito, ecco… Comunque, quando l’avete fatto lui com’era?-

-Quanti particolari vuoi sapere, Al?!-

-Intendo dire se ti è sembrato indifferente anche lì!-

-No, no… Non era indifferente, anzi…-

-Allora non ti ha usata- disse Al tirando un sospiro di sollievo –Parlaci, un’ultima volta-

-Non lo so… Non me la sento…-

-Sì, sì, e poi, quando lui sarà in Giappone a lavorare, tu ti piangerai addosso dicendo “Perché non gli ho parlato un’ultima volta?!”-

Hayley rabbrividì –Non voglio pensarci!-

-E allora vai da lui e parlagli, così vi chiarite una volta per tutte-

-E se mi sento male?-

-Sempre meglio che sentirsi male per tutta la vita-

Hayley non era ancora sicura. Ma promise comunque ad Alicia che ci avrebbe pensato.

-Bene, ora ci mangiamo qualcosa? Hai una faccia scipatissima-

-Prendi quel che vuoi. Io non ho fame- disse Hayley –Se provo a mangiare do di stomanco-

-Dici davvero o è una scusa per non mangiare?-

-Dico davvero, è già successo- rispose Hayley reggendosi la pancia –E un po’ di nausea anche adesso…-

Alicia la guardò con fare sospetto. Hayley non le aveva detto tutto. Detestava farlo, ma doveva sapere.

-Hayey, dimmelo-

-Cosa?-

-C’è altro che non vuoi dirmi, ma ti prego di dirmelo-

-Ma non è niente. E’ perché non mangio e allora ha sballato tutto-

-Hayley, non girarci intorno e dimmelo- Alicia si stava facendo prendere dall’ansia

Hayley deglutì –Ho un ritardo-

L guardava alla finestra, mani in tasca. Era una settimana che non vedeva Hayley. Più passavano i giorni che non la vedeva, e più zucchero metteva nel caffè. Coincidenza?

Wammy lo osservava di nascosto, mentre preparava le valigie per il Giappone. Era triste che quei due non si parlassero un’ultima volta, ma lui non poteva immischiarsi. Non sarebbe stato giusto.

-D’accordo, d’accordo, okay, va bene, sono calma…- disse Alicia facendo un profondo respiro. Hayley era desuta dabanti a lei con l’aria mortificata –Da quanto?-

-Due settimane-

-E’ normale?-

-No. È sempre stato regolare-

-Può essere che siccome non mangi diventa irregolare?-

-Sì-

-Ma non di due settimane, giusto?-

-Giusto- Hayley continuava a tenere il capo basso.

-E l’ultima volta con lui è stato…?-

-Tre settimane fa-

-Precauzioni?-

-Pillola-

-Ed è possibile che abbia fatto cilecca?-

-Non lo so-

Alicia corse in bagno, aprendo lo specchietto sopra il lavandino. C’era stata un sacco di volte in quella casa, la conosceva a memoria. Non trovando nulla aprì tutti i cassetti che trovava a portata di mano.

-Che cerchi?- chiese Hayley guardandola strano

-Tua madre è un medico, ce l’avrà per forza…- riuscì a trovarlo –Ecco! Fallo subito-

-Ma se se ne accorge…-

-Faremo in modo che non se ne accorga. Hayley, prima sappiamo, meglio è-

L era ancora affacciato alla finestra. Non si stancava proprio mai. Wammy si muoveva silenziosamente per la sua stanza, ma L sapeva che era lì.

-Quand’è la partenza, Wammy?-

-Domani- rispose Wammy.

Hayley e Alicia gironzolavano per casa, ansiose, in attesa del risultato del test. Tra le due non si capiva chi era più terrorizzata.

-E se è positivo?-

-Non lo so, Al…-

-Potresti costringere Lucas a portarti con sé per mantenerlo…-

-Ma smettila, Al, non posso fare una cosa così meschina!-

-E se lui ti lasciasse sapendo che è positivo? O magari ti costringe ad abortire…-

-Non è il tipo, Al… Anzi, non sono ancora sicura se stiamo ancora insieme, visto che non ci parliao e sentiamo da una settimana…-

Al guardò l’orologio –Tempo scaduto!-

Si buttarono tutte e due verso il test, ma la meglio la ebbe Alicia. Diede uno sguardo d’intesa a Hayley e insieme deglutirono. Al guardò attentamente il risultato, aiutandosi con le istruzioni sulla confezione.

-Allora?- chiese Hayley sudando –Che è uscito?-

Alicia si inginocchiò per terra, tremando –E’ negativo…-

Hayley pure si inginocchiò –Oh, cielo… Che spavento…-

-La prossima volta stateci più attenti- disse Al con fare da mamma apprensiva.

Hayley si rattristò –Non so se ci sarà una prossima volta-

-Proprio per questo devi assolutamente parlargli!-

-A che ora è la partenza, Wammy?- chiese L bevendo del caffè. Aveva ancora raddoppiato la porzione di zucchero.

-Alle dicei di mattina, L-

Erano le nove di sera. L guardò l’orologio per un po’, mentre in TV davano notizie di altri criminali morti di arresto cardiaco.

L posò la tazza piena a metà di caffè e uscì dalla stanza, lasciando Wammy ridacchiare.

Il perché non avesse preso l’ascensore non lo sapeva, sapeva solo che si stava facendo ventitre piani a piedi. Chissà che gli passava per la testa.

Il telefono di Wammy squillò –Sì?-

-Wammy, dov’è L?- chiese apprensiva Hayley

Wammy ridacchio –E’ uscito a cercarti-

-Sai dov’è andato?-

-Conoscendolo, starà ancora scendendo le sale. Tu aspettalo fuori all’albergo-

L scedeva quelle scale a passo svelto, aveva perso la cognizione del tempo, e agli ultimi due piani inciampò diverse volte. La prossima volta avrebbe fatto meglio ad allacciarsi le scarpe, e forse avrebbe dovuto mettersi anche dei calzini. A lui non le sopportave neanche un pochetto le calze.

Tuttavia continu a scendere, finchè finalmente non arrivò alla hall dell’albergo, verso l’uscita. Riscese le scale, ma venne fermato da una voce.

-Ciao, L-

L si girò, e si trovò di fronte Hayley. Era un po’ sciupata, ma vestita di tutto punto e sorridente.

-Dove stavi andando così di corsa?-

-Da te, Hayley- rispose L riprendendo un po’ di fiato –Tu che ci fai qui?-

-Volevo vederti correre con le scarpe slacciate…- disse ridendo –Scherzi a parte, sono venuta a dirti un paio di cosette- aspettò che L si avvicinasse a lei, per parlargli –Prima di tutto mi dispiace non averti cercato in questa settimana. Sicuramente ti sei preoccupato-

-Già…- disse L –Che ti è successo?- le sfiorò una guancia –Sei dimagrita, sciupata…-

-Non volevo che mi vedessi così- disse Hayley, prendendo la mano di L e sfregandosela sulla guancia –Non volevo rivederti per soffrire ancora-

-Hayley, mi rincresce per tutto quel che ti ho fatto passare-

-No, no, no, non voglio sentirlo. Non è colpa tua, sto cercando di convincermi di questo. Quindi fai in modo che non ce l’abbia con te, per favore-

L continuava ad accarezzare la sua guancia. Anche se era dimagrita la guacia rimaneva morbida.

-Sai, c’era la possibilità che fossi rimasta incinta- continuò Hayley

-Come?- era come se L fosse sceso dalle nuvole

-Ma era un falso allarme-

-Ah…- Hayley non capiva se L ne era sollevato o cosa.

-In parte però è meglio così. Se avessi aspettato un bambino da te, probabilmente ti saresti sentito in dovere di portarmi con te-

-Hayley, aspetta un attimo- disse L –Dove vuoi andare a parare?-

-Quello che voglio dire è che non voglio essere un peso per te, capisci?-

-Io non ho mai detto che sei un peso- rispose prontamente L

-Lo so che dici così per non farmi sentire in colpa, ma non ti devi preoccupare, ora sto bene…-

L rivolse gli occhi al cielo, pensando attentamente alle parole di Hayley. Poi la riguardò negli occhi –Hayley, mi sa che tu hai un po’ travisato qualche mia parola-

Hayley cadde dalle nuvole, letteralmente –Come, prego?-

-Hayley, io non ho mai usato parole come “arrivederci”, “addio”, “è stato bello”, “un giorno tornerò”, okay?-

-E quindi…?- chiese timorosa Hayley

-Stavo prendendo in considerazione l’idea di portarti con me, Hayley-

COSA?!

-So che è rischioso seguirmi in un’indagine così complicata. Qui rischiamo grosso-

-Tipo morire come è successo circa un centinaio di volte?- chiese Hayley sarcastica

-Ma stavolta, se le mie supposizioni sono esatte, questo Kira può uccidere semplicemente conoscendo volto e nome della vittima-

-Oh, cavolo…- Hayley ebbe davvero paura –Non partire, allora! Non voglio… Perderti…-

-Se non mi faccio vedere e non rivelo il mio nome non dovrei correre rischi. Però tu… Tu sei un caso a parte…-

-Cioè?-

-Tu adesso sei Hayley Wallace, ma il tuo vecchio cognome era Lorraine. Non so se quasto cambio di nome valga o no. Non so se rimani sempre una Lorraine, per essere uccisa-

-Mmmh… Mi sembra troppo complicato perfino per me…- constatò Hayley. Non ci stava capendo nulla. Comunque, c’era un’altra cosa a cui doveva pensare, ben più importante di un serial killer.

-Potresti ripetere la tua offerta, per cortesia?- chiese lei per sicurezza.

-Hayley, io domani mattina alle dieci parto per il Giappone. Ti chiedo se vuoi venire con me-

-E se… Rifiutassi?-

L sorrise –Non mi offendo. Però in questo caso saremmo nel dubbio. Cioè, sta tutto a te. Se continuare a considerarmi il tuo uomo anche se saremo lontani, casomai non dovessimo vederci più, o chiuderla qui-

-E tu…? Che ne pensi di tutto questo?-

-Voglio essere corretto con te fino in fondo. Ti ho portato un sacco di guai, ti ho fatto soffrire… Ma se intendi come reagirei io, casomai rifiutassi… Io continuerò a pensare a te come…-

-Ho capito, L. Insomma, la scelta sta a me se stare con te nonostante tutto o no-

-Esatto- rispose L. Hayley sorrise e lo baciò. voleva coprire la settimana in cui lo aveva evitato. Ora che era di nuovo con lui si era proprio pentita di non avergli rivolto la parola per tutto quel tempo. Aveva ragione Alicia, era meglio parlargli fin dall’inizio. Così aveva più tempo per pensare alla proposta. Così L non ci rimaneva male, perché, a giudicare da come ricambiava il bacio, c’era rimasto male, malissimo, di tutto quello che era successo in quel periodo.

-Ti chiedo solo un po’ di tempo, L. Facciamo entro le nove di domattina- sussurrò lei dopo il bacio.

-Sì… Scusami ancora, Hayley- disse L

-Allora a domani- disse lei con un sorriso, scendendo le scale.

-Ah, a proposito…-

-Sì?-

-Davvero temevi di essere rimasta incinta?-

-Sì, mannaggia a te. Dovrei sgozzarti per questo- disse, voltandosi per andarsene.

-Buonanotte, Hayley-

Hayley sorrise. Ci voleva proprio incontrarlo. Decisamente.

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Capitolo 16
*** 16 - Passato, Presente, Futuro ***


Wammy stava uscendo dalla stanza di L, lasciandolo da solo. Entrò nella sua e torvò hayley che gli sorrideva, sul letto.

-Non dovresti essere a casa?- chiese lui senza scomporsi.

-Volevo sapere una cosa prima di prendere la mia decisione- disse Hayley senza smettere di sorridere –Perché tu lo sai di quello che mi ha chiesto L, vero?-

-Sì, lo so- rispose Wammy sedendosi sulla poltrona. Offrì del caffè a Hayley –Comunque, cosa volevi sapere?-

-Wammy, immagino che ora sia un diritto per me sapere qualcosa di più su L. Prima che ci conoscessimo, intendo. Io non so nulla di lui, e mi fa male-

Wammy bevve del caffè, e ci mise dello zucchero. Mescolò tranquillo –Immaginavo che prima o poi saresti tornata a chiederlo- rispose lui facendo un sorriso –D’accordo, allora. come hai detto tu, è un tuo diritto sapere, e L non mi ha proibito di parlarne con te, dopotutto-

Finalmente Hayley avrebbe saputo qualcosa di più su di lui. Non si sarebbe più sentita così estranea.

Wammy poggiò sul tavolino la tazza, e fece un colpetto di tosse –L aveva otto anni quando arrivò alla Wammy’s  House. Era un orfanello che viveva per strada, da solo, senza nessuno. Era un bambino che andava a procurarsi il civo nella spazzatura, e si accampava con degli scatoloni prestati da qualche vagabondo come lui-

Insomma, nemmeno lui se l’era passata bene.

-Lo portai con me- continuò Wammy –E appena arrivati all’orfanotrofio aveva già creato scompiglio-

-Cioè?-

-Aveva steso a terra tutti i bambini che volevano coccolarlo dicendo “Hanno usato violenza contro di me. Sono loro che hanno iniziato. Io sono la giustizia”-

Non si smentiva mai nemmeno da piccolo, a quanto sembrava…

-Già da piccolo aveva quelle occhiaie. All’inizio è stata dura abituarsi a vederlo sembre ridotto così, magro, che non dormiva mai. Solo io me ne accorgevo, ma lui di notte girava sempre per l’orfanotrofio a passeggiare. Un giorno l’ho visto piangere. Hai fatto caso che ha gli occhi sempre aperti? Bè, ha pianto così tanto prima di venire a Winchester che…-

-Capisco…- disse Hayley bevendo del caffè malinconica –Ma i suoi genitori? non lo so, avete provato a cercarli?-

-Certo, è la prima cosa che ho fatto- rispose Wammy bevendo il caffè –Ma sono praticamente partito da zero, visto che L non sapeva nemmeno doc’era nato. Sapeva solo il suo nome, e non ricordava chi glielo avesse dato, chi l’avesse cresciuto e come avesse fatto a finire per strada-

-Potrebbe essere un’amnesia provocata da uno shock- esordì Hayley.

-Lo pensai anche io, ma il nome di L non risultava in nessun anagrafe. Anche provando a cercare oltre il suolo britannico, non si trovava niente. ho provato anche ad andare in quegli ospedali dove si abbandonano i figli appena nati, dopo avergli dato un nome, ma nessuno ricordava un bambino del genere o un cognome come quello di L-

-Insomma…- disse Hayley un po’ terrorizzata –Praticamente L non esiste all’anagrafe, giusto?-

-Esatto. L dovrebbe essere un fantasma, Hayley-

-Continua, Wammy- disse Hayley. La rabbrivida quella cosa. Da nessuna parte risultava nato uno come L.

-Intanto L monopolizzava tutto ciò che voleva all’orfanotrofio, perché era il più forte. Se voleva guardare la Tv, monopolizzava la TV, se voleva fare un puzzle lo faceva. Col tempo cominciò a chiedere giocattoli più difficili e prese a mangiare una gran quantità di dolci, mano a mano. E al primo test che gli ho fatto fare ha ottenuto quasi il massimo, 499 su 500. Ormai avevo chiaro che era un bambino fuori dal comune. Dato il suo quoziente intellettivo, non mi stupii che fosse riuscito a vivere per strada da solo- Wammy bevve un altro po’ di caffè –Intanto nessuna novità sul suo passato, e anche controllando denunce di figli scomparsi o rapiti non si trovava niente che facesse al caso mio. Senonchè un giorno, L guardando una soap opera straniera, si mise a parlare italiano-

-Italiano?-

-Italiano-

-Bè, L mi ha detto che parla anche italiano…-

-Sì, ma ora ha ventitre anni, Hayley, ha studiato. Quella volta invece non aveva mai aperto un libro di lingua italiana-

-Quindi L è italiano?-

-No, non risulta nato nemmeno lì, ma ho scoperto che c’è stato per un po’ di tempo quando era più piccolo- Wammy mise altro caffè una volta finita la tazza –Così sono andato in Italia a fare un p di ricerche, tenendomi sempre informato su L all’orfanotrofio. Non sapevo perché, ma L mi interessava parecchio. E mi dispiaceva saperlo sempre da solo, senza farsi toccare da nessuno-

Hayley continuava a essere malinconica. Sembrava proprio che per L non ci fosse mai stata pace.

-Un giorno però mi chiamò proprio L mentre ero in Italia. Me lo ricordo benissimo. Mi disse “Fai attenzione, Wammy, e torna presto-

-Mi stai dicendo… Che si era affezionato a te?-

-Di cosa ti stupisci, Hayley?-

-Bè, ti tratta sempre come un maggiordomo-

-E’ un rapporto strano quello tra me ed L, Hayley. Strano, ma bello. Vedi, lui, senza chiedere nulla in cambio e senza che glielo chiedessi, mi ha dato consigli su come giocare in borsa, sempre da piccolo. Nel giro di due anni il mio patrimonio era triplicato. E io, per ricompensarlo, gli diedi una stanza tutta per sé, con un computer, quando l’uso di Internet era ancora sconosciuto a mezzo mondo-

Hayley sorrise. Chissà quanto si era dannato Wammy per stargli appresso.

-In Italia riuscii finalmente a trovare qualcosa di interessante. Una donna aveva in qualche modo saputo delle mie ricerche, e diceva di essere la madre di L-

Hayley spalancò gli occhi –Hai trovato sua madre?!-

-Parlai con lei, e la sua storia, come dovevo aspettarmi, non era felice. Quando l’ho conosciuta aveva solo ventitre anni, quindi quando nacque L lei ne aveva quindici. Una ragazza madre abbandonata dal proprio fidanzato quando ha saputo di essere rimasta incinta, da quello che mi raccontò questa donna. Parlava bene italiano, ma non sembrava nata e cresciuta lì. Comunque, la cosa che mi interessava era capire le origini di L. Finalmente non sembrava un bambino comparso dal nulla-

La conversazione prese un risvolto diverso. Hayley aveva l’ansia.

-Questa ragazza mi raccontò che non aveva soldi per manenere un figlio, per permettersi di prendere precauzioni contro una gravidanza, che non poteva pagarsi gli studi e non poteva lavorare. Diceva di venire da una famiglia severa e dalle regole rigide, e che era stata cacciata di casa dopo aver saputo del bambino. Non sapendo dove andare decise di abortire-

Però L era vivo. Quindi?

-Non aveva soldi nemmeno per l’intervento, e ci voleva il consenso dei genitori per abortire. E…- Wammy restò in silenzio a mescolare lo zucchero del caffè. Hayley lo esortò a continuare.

-Rimase a fare tutto da sola per sette mesi, mentre la gravidanza si mostrava difficile. Lei era troppo cagionevole di salute per reggere una gravidanza e il bambino ogni volta aveva qualche problema. Così si mise a studiare da sola medicina e pensò ad abortire da sola-

-Da sola?!-

-Da sola. A casa, senza l’aiuto di nessuno-

-Ma è orribile…-

-E’ la disperazione della gente, Hayley. Comunque qualcosa andò storto. Le cose andarono peggiorando e lei rischiava di perdere anche la sua vita. Dovette per forza chiedere aiuto e andare all’ospedale. Ovviamente lo seppero i genitori, e accorsero immediatamente all’ospedale. Era il 31 ottobre del 1979, ed era nato L-

-In Italia?-

-Questo non me l’ha voluto dire, ma credo che sia probabile-

-Va bene…-

-Al bambino venne dato il cognome del padre, e purtroppo tutti i problemi durante la gravidanza non erano stati superati. Era nato al settimo mese, pesava pochissimo, era pallido e aveva problemi respiratori. Hai fatto caso che la sua voce sembra sempre stanca? E lo sapevi che pesa cinquanta chili per un metro e ottanta di altezza?

-Anche se mangia tutti quei dolci?- chiese sbalordita Hayley. Wammy annuì –Potrebbe avere una malattia…-

-Almeno non così grave da portarlo alla morte-

Hayley tirò un piccolo sospiro di sollievo.

-La ragazza, per essere riaccolta a casa, dovette abbandonare il bambino-

-E perché si è rifatta viva otto anni dopo?- chiese Hayley

-Voleva rivederlo, ma non era disposta a riprenderlo con sé-

-Perché?-

-Era ancora sotto la custodia dei genitori, ed era sempre senza un soldo. Non voleva rischiare di restare sotto un ponte-

-E suo padre? Niente?-

-L’ho rintracciato, ma lui non voleva proprio saperne di…- Hayley lo esortò a continuare –Di un figlio anormale-

-Vai avanti, Wammy, ti ascolto- mai come in quel momento si sentiva vicina a L.

-Fissammo la data per un incontro con L e sua madre, ma L sembrava indifferente quando gliel’ho detto. Poi, una volta soli, venne nel mio sutdio e mi disse con un sorriso “Grazie, Wammy. Ti voglio bene”-

Hayley si fece scappare un sorriso intenerito.

-Davanti a qualcuno non lo vedrai mai fare queste effusioni, Hayley, ma ti giuro che mi ha detto così-

-Sì, immaginavo, Wammy- disse Hayley sorridendo e bevendo ancora del caffè.

-Poi mi chiese com’era fatta sua madre. Chiedeva un sacco di cose. Mi fece promettere di non rivelarlo a nessuno, ma non vedeva l’ora di vederla- Wammy a questo punto abbandonò il sorriso che gli venne ricordando quei momenti –Ma il giorno dell’incontro andò tutto a monte. Sua madre l’aveva abbandonato una seconda volta. Si era dileguata con un uomo, mandando comunque tanti saluti e soldi del suo nuovo ragazzo all’orfanotrofio. E il suo vero padre era finito in galera perché accusato di violenza verso la moglie. E i genitori della ragazza non volevano sapere di un nipote nato prematuro-

-E’… Orribile, Wammy…- disse Hayley –E… L?-

-Fece l’indifferente anche quella volta. Ovviamente davanti agli altri dava quast’impressione. Ma vedi, Hayley, il silenzio vale molto più di qualunque parola. Se ne stava tutto il giorno a guardare alla finestra, in quella strana posa, come un bambino che è ancora nel ventre della madre. Anche di notte era sempre lì, ma non piangeva più-

Hayley si versò dell’altro caffè e mise un po’ di zucchero –Cavolo, mi dispiace…-

-Immagino, Hayley. Da allora, per rispetto a L, non ho più fatto ricerche sul suo conto. Anche perché sicuramente ci ha già pensato da solo ma non lo vuole dire-

-Sicuramente-

-Da allora fece finta di nulla. Era ancora meno interessanto ad avere rapporti con qualcuno dell’ìorfanotrofio, ma aveva un cervello invidiabile che affascinava gli altri bambini. Un giorno, portandogli la colazione, lo vidi leggere sul giornale un caso d’omicidio senza nessun indizio. E lui rideva, dicendo che quello era doverso da ogni puzle e gioco. Nel gior di due giorni risolvette il caso nell’anonimato, firmando le prove su Internet con la lettera L. Ma il carattere normale non gli piaceva, così gli inserii la lettera in Old English. E lì capii la strada che avrei preso con L. Quella di contribuire allo sviluppo della giustizia. E L lo vedevo sorridere di più per ogni caso che risolveva, lo vedevo divertirsi e sentirsi, a modo suo, realizzato nel vedere che, come dice lui, la giustizia trionfa sempre. Io ero diventato il suo braccio destro e facdevo da tramite alle prime piccole organizzazioni che chiedevano il suo appoggio. Poi, sai, grazie al passaparola di Internet e vari, la fama di L divenne sempre più grande, tant’è che cominciarono anche a pagarlo, diventando così un investigatore effettivo, che sta bene attento a non rivelare la sua identità. E io divenni Watari, il tramite in tutte le sue indagini. Ma facendo l’investigatore si fece presto molti nemici che volevano sapere di lui, così si inventò altre due identità, Erald Coil e Deneuve. Insieme a L sono i migliori detective del mondo intero-

Hayley stavolta era ammirata. Partendo da zero, L ora era qualcuno.

-Erald Coil risulta essere uno che si scomoda solo per denaro, mentre Deneuve viene richiesto più per affari come spionaggio-

Hayley posò la tazza sul tavolo –Grazie, Wammy. Credo di aver saputo abbastanza, per ora-

-Spero di esserti stato d’aiuto-

-Certo-

-Hai preso la tua decisione?-

-Sono tentata, ma credo che mi prenderò qualche altro minuto per mpensarci… Ora vado, altrimenti è possibile che L scopra che sono ancora qui. Sicuramente a lui non piace che si ficchi il naso nei suoi affari personali-

-Forse per te farebbe un’eccezione-

Hayley sorrise aprendo la porta. Fece un saluto con la mano a Wammy –Allora ciao, Wammy-

Hayley non chiuse d’occhio per tutta la notte, e fece in modo di non svegliare i suoi genitori, al ritorno a casa. La mattina arrivò presto, e appena svegli i genitori, Hayley li pregò di starla a sentire.

Erano le nove in punto. L era sveglio, e faceva colazione coi soliti dolci, più una torta alle fragole, e tè.

-Buongiorno, L- disse Wammy –Vedo che neanche stavolta hai dormito-

-Buongiorno, Wammy. Grazie per avermi portato la colazione- disse L.

Wammy girovagò un po’ per la stanza per sistemare le ultime cose nelle valigie –Credi che verrà-

-E’ la prima volta che non so cosa aspettarmi da una persona, Wammy- rispose L senza cambiare espressione.

Nove e cinque, L e Wammy uscirono dall’albergo. Arrivò una macchina, vicino alla loro, da cui scese Hayley, con al seguito Alicia e i suoi genitori, Charles e Cleas.

-Buongiorno, Hayley- disse L osservando chi li accompagnava. Loro che ci facevano lì?

-Buongiorno, Lucas- disse Alicia –Siamo venuti a sdalutare Hayley, ti dispiace?-

-Per nulla al mondo mi perdo la partenza di mia figlia che ha vinto una borsa di studio! Fai vedere ai giapponesi chi sei, Hayley!-

-Papà, calmati…-

-Mi raccomando, Hayley…- disse Cleas arrossendo –Sii educata con chi ti ospita… E scrivici… Mi mancherai…-

-Va bene, mamma, ora non arrossire…-

L restava a guardare, in silenzio. Poi vide che Alicia abbracciava Hayley –Stammi bene- diceva –E telefonami ogni tanto! Voglio essere aggiornata!- poi Alicia si avvicinò a L e gli sussurrò minacciosa –Stammi bene a sentire, Lucas… La prima volta okay, la lascio passare, ma se Hayley mi si ripresenta col rischio di essere incinta io non ci metto niente a ridurtelo in polvere. Prendi sempre tutte le precauzioni, soprattutto per te, e che siano marche buone!-

L annuì –D’accordo-

Ma aveva capito, almeno? Alicia lo guardò stranita. Non sembrava tanto convinta di quel “d’accordo”.

Hayley salì sull macchina di Wammy –Allora statemi bene, okay? Torno presto-

Wammy sorrise e salì in macchina. A L non restava che salire e salutare tutti.

Hayley si affacciò al finestrino, mentre la macchina si allontanava, salutando tutti. Le scese qualche lacrima, ma stava bene.

-Che cosa è successo?-

-Ma non ci sei ancora arrivato? Ho accettato la tua proposta, L: ti seguo in Giappone-

-Davvero?- chiese L

-Davvero. Hai visto Wammy che caricava le valigie qui dietro, no?-

-Sei sicura? Non hai paura del caso Kira, o di chissà quale altro pericolo ti faccio correre?-

-L, perché mi sembri pentito di avermi proposto la cosa?-

-No, è che sinceramente non mi aspettavo che avresti accettato-

-Mi hai messo alla prova?- chiese lei avvicinandosi

-… Sì- disse lui.

-E…? Come sono andata?-

L sorrise –Direi che sei andata bene. Grazie, Hayley. Ma se avessi rifiu…-

-Niente se, L- disse lei mettendogli un indice davanti alla bocca –Non supponiamo nulla, per stavolta-

Fece avvicinare L a sé, tenendolo come un bambino che andava coccolato. Hayley cominciò a canticchiare un qualcosa come una ninna nanna.

L la abbracciò –Grazie, Hayley…- disse, poggiando poi le labbra su quelle di Hayley. Avrebbero affrontato insieme anche quel caso, come era giusto che fosse. Era questo che si dicevano mentre il bacio continuava. Entrambi sarebbero stati insieme anche in quella circostanza. Non sarebbe certo bastato un altro caso a separare Hayley da L, e questo forse Hayley l’avrebbe dovuto capire già da prima. Ma ormai l’importante era averlo lì, vicino, sapendo tutto quello che eva passato, che anche lui come lei non era stato fortunato. E allora Hayley fece una promessa: avrebbe cercato di portargli fortuna. Costi quel che costi.

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