Lo strano caso di R. Fentz

di Sail00r
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nota:Le vicende che seguono fanno riferimento ad avvenimenti presumibilmente accaduti, ma senza prove certe. Per chi solitamente visita forum alla ricerca di storie come questa, può darsi che ne abbia già sentito parlare. Non potendo collocarla in una sezione specifica, mi limito a proporla tra le originali.

1950, New York City

Flebile, la luce di un sole in procinto di calare illumina a sprazzi le facciate degli uffici, le saracinesche arrugginite e i tettucci delle decappottabili allineate sull’asfalto.
A Times Square, mentre si dilegua la frenesia tipica della città e del giorno ormai trascorso, il sergente Hubert V. Rihm del dipartimento di polizia di New York mantiene i nervi saldi e le mani affondate nelle tasche del suo anticato cappotto. Il suo sguardo, improvvisamente distante, suggerisce che ha lasciato correre troppo i pensieri. Non ancora cosciente della situazione che dovrà affrontare, ripensa alle tante scartoffie abbandonate con fretta e non curanza sulla sua scrivania del centralino, al rumore di tacchi come sottofondo del corridoio e all’odore di caffè economico ancora nelle sue narici. Poi, dal nulla, una chiamata urgente gli impone di recarsi dove si trova ora, per prendere parte alle indagini. Le parole della signorina in piedi davanti a lui, scandite con più vigore, sembrano riportarlo immediatamente con i piedi per terra. A prima vista angosciata, non ci vuole molto per capire che è una dei tanti testimoni in attesa di risposte. Lasciandosi scivolare addosso quella parlantina allarmata e i bisbigli dei passanti stranamente irrequieti, l’attenzione del sergente si sposta sull’oggetto di tanto scompiglio. Ogni cosa sembra essersi fermata intorno al corpo senza vita di un uomo, ora coperto da uno spesso telo bianco, il quale non nasconde per intero il rosso di cui è tinto il terreno.
I flash delle prime macchine fotografiche fanno da scenario al macabro incidente che zittisce i curiosi. Al contrario, l’animo di Hubert non si scompone, abituato ormai ad occuparsi di numerosi casi simili ogni giorno. Con l’arrivo dei primi giornalisti e paramedici, il sergente registra mentalmente le parole dei presenti, mentre cammina verso i suoi colleghi in borghese, intenti a discutere con chi ha ancora vivo negli occhi il terrore dell’accaduto.
“..ero seduto dall’altro lato della strada, quando vidi quel giovinotto. Da come era conciato, sembrava uscito da un romanzo di Jane Austen.” 
Un uomo sull’ottantina tiene stretto il suo bastone da passeggio mentre racconta la sua testimonianza ai due agenti. Una folla sempre più numerosa si raggruppa alle spalle dell’anziano, ed essa suggerisce dettagli e impressioni alla storia.
“Calma, per favore. Ricorda qualcos’altro?”
“Si guardava intorno come un pesce fuor d’acqua. Mi creda, agente, a meno che non fosse ubriaco o pazzo, non so perché sia finito in mezzo alla strada .. e poi sotto quel furgoncino..”
Hubert scambia sguardi riluttanti con i colleghi, per poi tornare a fissare il cadavere dell’uomo. Presto la polizia analizzerà il corpo, raccogliendo informazioni sufficienti per avere un quadro chiaro della faccenda. Apparentemente, non c’è nulla di strano. Un colpo di sfortuna, certo. Eppure qualcosa scatta nella mente del sergente, più simile ad un campanello d’allarme che al fastidio causato dal troppo inquinamento acustico.
Apparentemente, non c’è nulla di strano. 

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Capitolo 2
*** Uno ***



1950, New York City

L’orologio alla parete segna le 8:00 del mattino, mentre le stanze nel dipartimento di polizia si animano con il passare dei minuti. La tazza di caffè è ormai fredda, lasciata vicino ad alcuni appunti scritti in malo modo. Senza spostare lo sguardo dai grattacieli al di là della finestra, seduto come sempre alla sua scrivania, per nulla interessato al panorama, Hubert risponde distrattamente ai saluti dei suoi colleghi. Nessuno di loro proferisce parola di fronte alla glacialità del nostro sergente, ben noto ormai per la sua scarsa fiducia nel lavoro di gruppo e per la sua brutale efficienza. Nessuno, a parte Cassie, raggiante come se, anche oggi, sulle sue spalle non gravasse alcuna responsabilità, nessuna preoccupazione con la quale tormentarsi quotidianamente come qualsiasi altro essere umano. Cassie, una delle tante segretarie, per intenderci.
Non proprio una come tante. Le sue camicie di raso e i suoi boccoli biondi sono da sempre tra gli argomenti più discussi durante la pausa caffè, tanto da scatenare l’invidia dei visi più angelici che il vecchio dipartimento abbia mai conosciuto. Cassie replica le attenzioni dei colleghi con un raggiante sorriso, promettendo di fermarsi più tardi per scambiare due chiacchiere. Sfila per i corridoi stringendo tra le mani un nuovo fascicolo e una busta sigillata, probabilmente catalogati e sigillati qualche ora prima dal caposala dell’obitorio.
‘Buongiorno, Hubert’
Finalmente la sua attenzione sembra spostarsi su qualcosa di concreto, e i suoi occhi incontrano per un attimo quelli vispi della segretaria.
‘Buongiorno’
In alcuni momenti di noia, Hubert si era chiesto cosa ci fosse di particolare in quella donna tanto da tenere in scacco dozzine di uomini. Forse le labbra vermiglie, o la gonna ben stretta ai fianchi?
Ecco il dossier che stavi aspettando, quello sull’incidente di ieri. Non sentirti in dovere di ringraziarmi’
Un’affermazione del genere susciterebbe disappunto, senza dubbio. In pochi si rivolgerebbero a lui in quel modo, ma Cassie ha sempre detestato le formalità. Quel sarcasmo poco studiato che la collega sparge abitualmente a larga mano, fiera come un’artista all’apice del successo, anche questa volta non scompongono il sergente Hubert. La busta sigillata ha dei contorni irregolari. Mentre il rumore di tacchi in lontananza fa da sottofondo alla sua curiosità crescente, il sergente sfoglia le prime pagine del rapporto, che catalogano una serie di oggetti rinvenuti dagli indumenti della vittima.
Attimi dopo, tutto il contenuto si riversa sulla scrivania.
Gli oggetti sono ordinatamente etichettati e racchiusi in piccole buste di plastica opaca. La maggior parte di loro mostra segni di invecchiamento.

-Un tappo di rame, probabilmente di una birra, che riporta il nome di un saloon, non presente nelle vicinanze.
-Una prescrizione medica relativa la cura di un cavallo e la ricevuta del lavaggio di un carro.
-Circa 70 dollari in vecchie banconote.
-Alcuni biglietti da visita con il nome Rudolph Fentz ed un indirizzo sulla Fifth Avenue.
-Una lettera inviata all’indirizzo sopra riportato da Philadelphia, nel Giugno del 1876.

Una scritta isolata, al termine dell’elenco, riporta la seguente constatazione.

Nota: Alcuni degli oggetti mostrano segni di invecchiamento, compreso il vestiario dell’uomo, in stile epoca vittoriana.

Identità: Sconosciuta
Età: Incerta, circa 30 anni
Provenienza: Sconosciuta
Statura: 1,80
Capelli: Castani
Occhi: Castani
Segni particolari: Nessuno
Causa del decesso: incidente stradale, morte sul colpo
Note: il corpo della vittima non presenta tracce di sostanze stupefacenti.


Non è facile dire quanto tempo sia passato da quando è stato consegnato il dossier. Il cielo si tinge gradualmente di colori scuri, dando alla città un aspetto tetro e malsano, insignificante per la maggior parte dei newyorkesi. Scombussolata è la mente del sergente Hubert in questo momento, a conoscenza degli indizi in suo possesso. Giugno 1876, vecchie banconote, vecchi indumenti. Che assurdità.
‘Quale sano di mente andrebbe in giro con certa roba?’
L’investigatore non si è accorto di Cassie, ancora in piedi vicino alla porta con le braccia conserte, simile ad una bambina al cospetto dei genitori, in balia del desiderio di sentire il lieto fine di una fiaba.
‘Forse era un fanatico?’
‘Un fanatico abbastanza stupido da bighellonare in mezzo alla strada’
Hubert scuote la testa con disappunto.
Solo qualcuno uscito da un romanzo di Jane Austen pensa il sergente, con un mezzo sorriso anche se avrei preferito Dickens.
Allontanando la frustrazione per il diluvio imminente, analizza per l’ennesima volta tutte le sue scartoffie, ricorda il corpo nascosto alla vista dei curiosi a Times Square e capisce due cose: il tono assunto dai testimoni durante il resoconto dei fatti non era del tutto immotivato, o inopportuno. Infine, l’insieme dei dati raccolti dal medico legale rendeva il quadro della situazione molto più ambiguo che mai. Cerca il filo di logica necessario e collegare tutto ciò che ha a disposizione, Hubert, ma senza successo. Fentz? Con una smorfia irritata si strofina nuovamente la guancia. Non si tratta di un omicidio, ovviamente. Non si tratta neppure di ciò che il sergente si aspettava. Identificare un cadavere, alzare la cornetta del telefono, fare qualche telefonata, annunciare una brutta notizia a dei semplici sconosciuti. Ma questa volta, in fondo, c’è davvero qualcosa di strano.
A suo malgrado, realizza che per vedere in modo  chiaro ha bisogno di scavare ancora più a fondo. 

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