Crime at school

di Keep_Breathing_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Se siete sensibili agli omicidi, chiudete subito questo libro. Nascondetelo in qualche angolo della casa, dimenticatelo e continuate normalmente la vostra vita.
Anche se non siete sensibili ed impressionabili, chiudete il libro, nascondetelo in qualche angolo della casa, dimenticatelo e continuate normalmente la vostra vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Okay, siete degli ossi duri. Beh, allora, continuate pure a leggere. Io avrei seguito il mio consiglio.
Intanto mi presento.
Mi chiamo Anna Solwont Clasbur ,ho 16 anni e vivo in una cittadina del Texas,nemmeno nominata nelle cartine, Carynol.
Fine presentazione.
Tutto è iniziato a fine agosto. Era calda come giornata. Mi alzai alle 7.58. E sì, sì ricordo l'orario preciso. Io soffro di ipertimesia da quando ho 5 anni. A volte è forte ricordare tutto, a volte no. Mi alzai ed andai in bagno. Ho i capelli neri, lisci spaghetto, non sono né pallida né abbronzata. Sono di una colorazione non definibile. Ho gli occhi azzurri. Non verde acqua, proprio azzurri. Del colore del mare d'estate, quell'azzurro acceso delle matite...non so che altri esempi fare. Squilla il telefono. Esco dal bagno e lo prendo dal comodino. Lo sblocco e leggo il messaggio. E' di mio fratello. Di 12 anni." Scendi, è pronta la colazione.". Viviamo nella stessa casa e spreca credito pur di non parlarmi. Tolgo il pigiama, metto dei pantaloncini corti di jeans neri, una camicia bianca di cotone a maniche lunghe e molto, ma molto larga, e dei sandali neri. Andai in cucina dove mia madre, Madison,era ai fornelli, mio fratello, Flynn, è al telefono e mio padre, Joshua, sta raccogliendo la posta. " Ciao Anna... hai fame?" mi chiede mia madre mettendomi davanti un piatto con un cornetto appena fatto e una coppetta di gelato. Io annuisco e inizio a mangiare. Mi squilla il cellulare. Un altro messaggio. Lo sblocco e mentre sto per leggere il messaggio mio madre inizia ad agitare le braccia. " Joshua! Che succede?"gli chiede mia madre correndogli incontro. Mio padre butta a terra tutte le buste della posta tranne una. Flynn mi guarda e va da loro. Io mi alzo con un pezzo di cornetto in mano e prendo la busta dalla mano di mio padre. Mangio il cornetto e leggo quello che c'è scritto sulla busta.
Per Anna Solwont Clasbur
15, G. F. Habbiro Street
Carynol, Texas, U.S.A.
Giro la busta:
Tampleton High.
Il mio cuore perde qualche battito. Apro la busta.
Gentile Anna Solwont Clasbur,
vogliamo informarla che lei è stata ammessa alla Tampleton High.
La preghiamo di presentarsi alla scuola il giorno 3 settembre, cioè tra una settimana esatta.
Portare solo una valigia con i vestiti. I libri saranno nella sua stanza del dormitorio.
Cordiali saluti,
Elga Dengol.
 
"Mi hanno ammessa! MI hanno ammessa alla Tampleton High!"urlai.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


" Alla faccia della scuola."esclama mio fratello. Per una volta sono d'accordo con lui. La Tampleton High è...indescrivibile. Immaginate un castello. Di quelli enormi. Ci siete? Bene. La Tampleton High è 500 volte meglio. È interamente di pietra, con finestre ad arco enormi. È circondata da un enorme parco, un boschetto, campi da tennis, da basket, da calcio, una piscina e...un cinema! " Posso venire con te?"mi implora mio fratello attaccandosi al mio braccio." Certo...che no."rispondo. " Va bene, ora IO entro, DA SOLA, e voi fate ciao ciao con la manina. Okay?"dico ai miei genitori." Okay, rispondono all'unisono. Li abbraccio, e abbraccio anche Flynn, prendo la mia valigiona e la mia tracolla e varco il portone. Si sente il suono di un pianoforte. Cerco di riconoscere la melodia. La Marcia di Bach. Una ragazza entra dal portone con almeno tre valigie e mi viene addosso. " Oh scusami! Scusami tanto! Mi chiamo Jennifer, piacere. Vengo da San Diego." dice tutto d'un fiato. " Io sono Anna, piacere."rispondo sorridendo. " Oh, ma questo è Bach! Cioè, uno dei venti figli di Bach. Sai, ho letto che si può studiare uno strumento..io vorrei fare pianoforte. O violino. Tu invece? Hai la faccia da pianista. ". " Oh, beh, sì, anche io vorrei fare pianoforte..."inizio, quando una donna, sulla 50ina, ci dice che dobbiamo salire nei dormitori e ci indica la strada. " Uh, sì."dico io. Trascino la valigia fino al 5 piano. Sulle scale. C'è un uomo che aspetta, ci chiede il nome e ci dà due chiavi con un numero, quella delle stanze. Abbiamo la stessa stanza. Jennifer mi segue a fatica. Apro la porta della camera e c'è una ragazza seduta su uno dei tre letti. È bassina, con i capelli rossi. Appena ci vede sorride e si alza. " Io sono Marlene, piacere." . " Io sono Anna e quella che sta morendo alla mia sinistra è Jennifer. Piacere." sorrido anche io. Jennifer grugnisce qualcosa che sembra un " Ciao" e si butta su un letto. " Questa stanza è almeno il triplo della mia a casa..."mormoro. " Eh sì...comuqnue scegliete i letti " dice Jennifer. C'è me sono tre, a due piazze ciascuno. Uno sotto la finestra, uno opposto alla porta e uno addossato ad una parete. " Io prendo quello sotto la finestra!"esclamo. " Okay...Marlene, tu che letto vuoi?"chiede Jennifer. Marlene si siede su quello accanto alla porta, dove era anche prima che noi entrassimo. " Perfetto."gioisce Jennifer e si butta sul suo nuovo letto. " Ah, abbiamo anche un bagno privato, enorme."dice Marlene. " Bagno!"esclamo io, mettendomi a sedere. Noto solo in quel momento una porta opposta al letto di Jennifer. Mi alzo e apro la porta. A destra, c'è una vasca enorme, grande quanto un letto. Sul bordo ci sono tante piccole bottigliette si sapone e shampoo. Accanto ci sono tre appendini, con tre accappatoi appesi. Non ci sono finestre, e per la luce ci sono dei faretti sul soffitto. Alla mia sinistra c'è un ripiano con tre lavandini, come quelli negli aeroporti solo che molto più pulito. Naturalmente c'è il water e poi ci sono tre armadietti con dei cassetti. " Wow."mormora Jennifer, che era dietro di me. " Lo so!"esclama Marlene sorridendo. " Che ore sono?"chiedo. Jennifer prende il cellulare "Le 12.46"risponde. " Ah, alle 13.00 in punto si mangia. Sapete, per ogni anno ci sono solo 20 studenti...e ci sono 3 anni in questa scuola. Siamo sessanta in tutto!"dice Marlene. " Speriamo che ci siano ragazzi carini!"esclama Jennifer. " Vedrai...finito il pranzo ci si iscrive ai corsi extra...come musica, pittura..."ci informa. " Che volantino ti sei mangiata Marlene?"esclamo ridendo. " Ha ha. "risponde Marlene. Qualcuno bussa alla porta. "Uh vado io."dico. Vado alla porta e apro. Un ragazzo. Capelli tra il biondo e il castano, occhi verdi. " Ehi, io sono Manuel. E loro sono Alexander e George."dice. " Loro?"chiedo. Lui si guarda un attimo intorno " Scusa un attimo."sbuffa. Va verso destra e torna tirando due ragazzi. "E loro sono un po' timidi."borbotta. " Io sono Alexander, ma è un nome troppo lungo...quindi solo Alex okay?"supplica il ragazzo biondo, con gli occhi azzurri. " Okay...quindi..tu sei George presumo."dico al ragazzo moro, che ha lo sguardo basso. Annuisce. " Ehi, non mordo."dico io ridendo. Lui alza lo sguardo e... per mille calzini di Dobby. E' bellissimo. Non sembra Ken come il biondino o un modello come Manuel. " Io sono Anna, piacere."sorrido. Jennifer mi tira in stanza per un braccio e si fionda alla porfta. " Ehi, io sono Jennifer piacere."sorride. Marlene la scaraventa nella stanza e si appoggia alla porta. " Io sono Marlene piacere.". Noto che Manuel non toglie gli occhi di dosso da Jennifer. Beh sì, lei è davvero bella. E' alta, ha i capelli biondi e mossi e gli occhi color Nutella. Seriamente, a chi non piace la Nutella? George guarda l'orologia. " Sono quasi le 13, andiamo a mangiare?"chiede. Io annuisco. " Dite che vado bene così?"chiedo. Ho una t-shirt corta e larga, metà interamente bianca, mentre la parte sotto è a righe viola e bianche, dei pantaloncini di jeans chiaro e delle scarpe da ginnastica. Marlene e Jennifer annuiscono. I ragazzi alzano le spalle. Sì beh, non capiscono di moda i maschi. " Bene, scendiamo.". Prendo il cellulare e la chiave della porta ed esco dalla stanza con le altre.

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