Nove coglioni in una galleria

di Moge_k0_02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** idee brillanti a random ***
Capitolo 2: *** LE ROSE SON ROSSE LE VIOLE SON BLU.. ASPETTA CHE..??! ***



Capitolo 1
*** idee brillanti a random ***


NOVE COGLIONI IN UNA GALLERIA
 
Avete presente quelle splendide giornate in cui i vostri genitori hanno la brillante idea di organizzare le annuali vacanze di famiglia?
Ecco, bene, io no.
Erano le prime giornate di vacanze estive in cu vorresti dormire tutto il giorno e senza spiegazioni alle sette di mattina ero già sveglia.
Con gli occhi semichiusi a causa del sonno,  appena varcai la soglia del portone del mio palazzo, mi ritrovai in una selva oscur- ah no aspet.. maledetto Dante.
C’era una fila di macchine appartenenti alla mia grande felice famiglia che ci stava aspettando con l’allegria stampata in viso! Oltre ai miei cugini che beh, non erano proprio allegri.
Ma proprio un cazzo.
Fatto sta che, senza spiegazioni (come tra l’altro avevano fatto durante tutta la mattinata da quando ero sveglia), ci ritrovammo in macchina anche noi, dove per un quarto d’ora avevo dovuto sopportare mio fratello che si lamentava, prima di addormentarsi sbavando sulla mia spalla.
Dopo un’oretta di viaggio in cui mi ero addormentata anch’io, raggiungemmo una città che non avevo mai visto prima.
Sempre e comunque assonnati, noi cugini ci radunammo in gruppo senza rivolgerci la parola, sperando che fosse tutto un brutto sogno e che stessimo ancora a letto, abbracciati al cuscino.
Colgo l’occasione per presentarveli.
Antonio è il più grande, infatti ha 19 anni, poi c’è Marilisa, sua sorella, che ha 15 anni; Alessandra, 13 anni (aspetta che arrivi settembre muahahaaha),i tre fratelli Monica , 11 anni, Francesco, 10 anni , ed Alessandro, di 4 anni,  Martina, 10 anni, e mio fratello, Cesare, idem. Io? 12 anni, ma lo saprete già.
Come stavo dicendo, eravamo lì, su un marciapiede a noi ignoto (??) aspettando che genitori, parenti, zii, nonni, bisnonni, prozii, proparenti e tutto l’albero genealogico si decidesse ad entrare in quel grande portone di vetro opaco davanti al quale si erano fermati a chiacchierare come se nulla fosse.
Finalmente ci fecero strada. L’interno del locale odorava di vernice e pastelli, le pareti erano bianche e il tavolo della hall era pieno di volantini, cataloghi e via dicendo. Dietro la cassa, ine signora con gli occhiali, la classica bibliotecaria antipatica che si vede in tutti i film. vi erano due finestre senza tendine e qualche quadro. non eravamo gli unici lì dentro: vi era parecchia gente che si guardava incuriosita ed interessata attorno, e c’era una simpatica musichetta di sottofondo. TROPPO simpatichetta, ti veniva da chiedere :“DOV’E’ IL TRUCCO? DOVE??!”
Fu in quel momento che spiccicammo le nostre prime parole:”Ma dove diaaaaaspita siamo….?”
I parenti (ecc… ) si guardarono compiaciuti, per poi sorridere e gridare in coro. “GALLERIA D’ARTE! SORPRESAAAAAAAA!!!!!!!!!”
OHNONONONO.
IO SONO GALLERIADARTEFOBICA.
Alessandra, Monica, Martina ed io ci ritrovammo con gli occhi fuori dalle orbite e la mandibola a terra, mio fratello si portò una mano alla fronte rassegnato alla stupidità umana e Alessandro, il più piccolo, si mise a saltare ed applaudire.
Biascicai:”E….. e l’artista…?”
Mio padre fece: “Mah, un certo Weiss Guartena.”
E niente, i sopra citati, più Francesco, prendemmo a correre urlando come dannati per la sala, Antonio ci guardava perplesso e Marilisa continuava a chattare come se non ci fosse un domani.
Ah, e Alessandro lanciò un urlo eccitato da bravo fanboy prematuro che era.
“PERFETTO. TRE PAROLE.
SIAMO.
NELLA.
CACCA.”
E indovinate cosa ci dissero in quel momento, mentre facevano i biglietti d’entrata alla cassa?
“Ah, vi state annoiando, vero?”
NONONONO MA CHI VI HA CHIESTO NIENTE NON VI DISTURBATE.
“Beh, suppongo che potete andare avanti voi, non date fastidio agli altri visitatori, eh?”
MACHIVICAGAAAAAAAAAA
E ci mandarono via, contenti di farci un favore che si potevano benissimo risparmiare.
Praticamente noi malcapitati ci ritrovammo a dover spiegare la situazione agli altri comuni mortali, EVITANDO ASSOLUTAMENTE di passare davanti al quadro del “Fabricated World”.
Marilisa, come al solito, ci ignorava, continuando ad amoreggiare con il cellulare, Antonio era sempre più interessato. Gli altri o non ci credevano, o si scandalizzavano.
“OK. CALMI RAGAZZI. CI BASTERA’ NON GUARDARE QUEL QUADRO PER NESSUN MOTIVO AL MONDO, MA PERCHE’ CI METTONO TANTO????!”
Marilisa decise di intervenire:” Dai, che vuoi che sia, è solo un videogioco! Piantatela!”
In quel momento scattò qualcosa in me. Qualcosa di isterico e molto stupido.
“AH SI’? SEGUIMI, ALLORA!”
La presi per il braccio e la trascinai su per le scale, seguita dalla massa di cugini che tentava di fermarmi, con in coda Alessandra che urlava:” FERMATELA!! QUALCUNO LA FERMI!!!! PER CARITA’!!!!!!”

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Capitolo 2
*** LE ROSE SON ROSSE LE VIOLE SON BLU.. ASPETTA CHE..??! ***


Premessa: 
soundtrack iniziale da togliere appena c’è scritto che è finita la musica https://www.youtube.com/watch?v=I3vJSs8hP-s  =IB OST GALLERY THEME
Soundtrack per quando saltiamo nell’Abiss of the Deep
https://www.youtube.com/watch?v=pqjBg3sXw9E  = IB OST INQUIRY


Non  erano passati pochi secondi che ci ritrovammo tutti davanti al lungo quadro, col fiatone.
Monica mi si avvicinò poggiandomi la mano sulla spalla: “CALMA MARI. NON FARLO. RESPIIIIRAAAAA…”
La parte stupida e isterica che aveva preso il sopravvento se la scrollò di dosso, per poi avvicinarsi alla targhetta dorata che citava il titolo del dipinto. Lessi ad alta voce, prima che Alessandra riuscisse a tapparmi la bocca frettolosamente: “FABRICATED WORLD”, poi mi guardai intorno, aspettando che accadesse non sapevo bene cosa.
“Allora?” Marilisa aveva ripreso a messaggiare, come se NON FOSSIMO IN PERICOLO MORTALE. “Non succede niente, ve l’ho detto”.
“SHHHHH” le feci.
“No, non sto zitta, okay?”
“SHHHHHHHHHHHHH!!!! ASCOLTATE!”
Martina mi guardò: “Mari, io non sento niente….”
“Appunto, hai visto? Non una voce, che fine ha fatto la canzoncina carina? ODDIO QUANTO RIMPIANGO LA CANZONCINA CARINA! ERA COSÌ SIMPATICA, COSÌ CARINA, NON LA SENTIREMO MAI PIUUUUUUUUU’!!!!!!!!!!!!!!!!!!” cominciai a tirarmi nervosamente pizzichi, per poi sbattere ripetutamente la testa contro il quadro.
“Dici che è tornata in sé?” Francesco guardò Cesare con la coda dell’occhio.
Mio fratello mi osservò con aria interrogativa, mentre distruggevo a testate il vetro della cornice. “Sì, è decisamente la Mariagrazia che conosco io.”
“MARILISA, HAI UN TELEFONO, USALO!” fece Antonio alla sorella.
“Non c’è campo”
“MERDA”
Lei ripose il telefono in tasca (MIRACOLO!!!!!), per poi chiedere “Beh, e adesso?”
Il gruppo mi guardò, qualcuno con speranza riposta in me (errore abbastanza grave comunque), la maggior parte con sguardi accusatori.
“E VA BENE! D’ACCORDO, da questa parte!” li guidai giù per le scale, al piano terra. La sala era completamente vuota, e le finestre oscurate. Antonio provò futilmente a forzare la porta, mentre Alessandro si mise in punta di piedi per guardare fuori. Io mi guardavo attorno, cercando di mettere in atto quella buona memoria che avevo acquisito guardando ventisette volte di fila il gameplay. I miei pensieri vennero interrotti dal pianto di mio cugino. Mi avvicinai a lui: lo trovai a terra, in lacrime, mentre mi indicava la finestrella, sporca di un liquido rosso, che sembrava versato dall’esterno. Il gruppo gli si radunò attorno, per poi scandalizzarsi a quella vista. 
“CALMI, CALMI TUTTI GENTE!!!! E’ SOLO VERNICEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!! ….credo” urlò Alessandra. “MUOVERSI, MUOVERSI, NON C’E’ NULLA DA VEDERE.”
Non sapendo esattamente cosa fare, tornammo sopra, al quadro che aveva fatto cominciare tutto. Era comparsa una scritta sul muro… Senza guardarla, feci: “A-AHA! Questa la so! !!!
“MA CHE C’ENTRA IB CON NOI??! “ mio fratello mi guardò con disappunto. Mi girai, per leggere la scritta: 
“Venite giù, Mariagrazia, Alessandra, Monica, Martina, Marilisa, Cesare, Francesco” ripresi fiato “Alessandro e Antonio, vi mostrerò un posto segreto”.
“Certo che la galleria rimpiange il nome monosillabico di Ib” osservò Francesco.
Tornammo giù, scocciati del nostro inutile andirivieni, per trovare il quadro con il grande pesce, “Abiss of the Deep”, aperto.
Monica prese il controllo della situazione. “Ragazzi, mi sa che dobbiamo fare un tuffo a bomba.”
“Stai scherzando…vero? Cioè, è un dipinto!” la guardò Marilisa.
“Uff, e va bene!” presi coraggio e mi lanciai nel dipinto per prima.
“E’… Sparita…?” mia cugina guardò il gruppo confusa.
“Forza, avanti il prossimo” uno dopo l’altro si gettarono tutti nel dipinto, per poi ritrovarsi in un corridoio lungo, con due porte alle estremità. Mi guardai attorno, per poi indicare una direzione:”A destra! Ci dovrebbe essere la chiave e… le rose? Chissà come faremo a riconoscere la propria ognuno di noi…”
Ci dirigemmo verso il punto in cui doveva trovarsi il tavolo con le rose. Le contai nella mente “Nove. Ci sono tutte, a quanto pare.” Guardai il bouquet con aria sconcertata “Ma… qual è la mia…?”
“Mah, prendiamole a caso e come viene viene!” sento la voce di mio fratello alle mie spalle, come se non sapesse che se mi capita la sua di rosa e le faccio perdere un petalo è lui a rimetterci.
“Aspettate un attimo… quella di Ib, che ha nove anni, ha cinque petali, quindi… dovrebbe bastare contarli!” allungai la mano verso una rosa verde, la più grande. “Dieci!! Antonio, questa è la tua!” urlai, cercando con lo sguardo mio cugino. “Antonio…? Dove sei…?”
Cominciammo a cercarlo per tutto il corridoio, preoccupati, finchè non lo ritrovammo davanti alla porta dell’ala ovest, che stava cercando di forzare prendendola a testate. Marilisa si portò una mano alla fronte: “ANTONIO, LA CHIAVE E’DI LA’!”
Lui ci guardò con aria offesa. “E non potevate dirmelo prima? ”
“Muoviti e non fare storie!” la sorella lo prese per un orecchio, quasi fosse lei la maggiore. Gli porsi la sua rosa e gli spiegai il suo utilizzo varie volte, per esserne sicura.
Tornammo indietro. Diedi un’altra rapida occhiata ad Antonio prima di continuare ad associare le rose alla comitiva, ritrovandolo che litigava con Alessandro, il quale insisteva per tenere in mano la sua rosa verde.
“No, Mariagrazia ha detto di tenerla al sicuro da qualunque minaccia!”
Lo guardai disperata e rassegnata: “E’ solo un bambino!!”, poi ripresi a contare i petali delle rose. “Dunque… otto petali, arancione, deve essere di Marilisa! Sette..? Alessandra..?!  Che figo, la tua rosa è nera! Pare che rappresentino la propria anima.. ma non perdiamoci in chiacchiere. Che cariiiiina questa rosellina verde acquaaaa!!!!! Aspetta, ha solo due petali!!!! Chi si prende la responsabilità di salvaguardare  la vita di Alessandro!!???! Marilisa, vuoi tu prenderti la resp..
“Taglia corto”
“Okay, tieni” le porsi la rosa verde acqua tra le dita. 
Approfittando della mia distrazione, Monica decise di continuare lei la distribuzione: “Vediamo, se questa rossa da sei petali è mia, ne rimangono tre da cinque petali ciascuna… dunque, la più femminile credo sia questa turchese.. Martina? Tienila tu, è più probabile che sia la tua. Alloraaa… ne rimangono una blu e una verde oliva…? MA CHE SCHIFO DI COLORE E’ VERDE OLIVA??!
“NON TI PERMETTERE DI INSULTARE IL VERDE OLIVA, EH??!” mio fratello mi sfilò la rosa dalla mano.
“Sì, è decisamente sua” rise Alessandra.
“Quindi la blu è mia!” Francesco la afferrò dal vaso, senza dare nemmeno il tempo di parlare a sua sorella.
Martina fu la prima ad accorgersi che qualcosa non quadrava:” Mari, non avevi detto di averne contate nove? Dov’è la tua, allora?”
“vero…! Non saprei, mi sembrava di averne vista un’altra… viola, mi pare, ma non ne sono certa…”
Guardai nuovamente nel vaso: vi era uno stelo vuoto, privo di petali! Cominciai a parlare a vanvera preoccupata:” E ADESSO!??? E SE NON DOVESSI PIU’SALVARE  LA MIA ROSA??! E SE DOVESSI RIMANERE RINCHIUSA QUI IN ETERNO!?? E SE MORISSI PRIMA DI ARRIVARE NELL’AREA DI MARY??! NON POTREI CERCARE DI FERMARE ALESSANDRA DAI SUOI ISTINTI OMICIDI VERSO DI LEI!!! ALE, SE DOVESSI MORIRE, TI PREGO FAI USCIRE MARY, TI SCONGIURO!!! VOLEVA SOLO DEGLI AMICI!!!
“La situazione sta degenerando” osservò Ale.
“Aspetta, guarda!!!” Monica indicò il vaso. Delle piccole scintille dorate prendevano pian piano forma, sullo stelo vuoto e spoglio.
“….E VOLEVA SOLO RESTARE CON SUO PADRE!! NON HA COLPE, VI DICO!! NON NE HA!!!!! “ il resto del gruppo continuava ad osservarmi mentre sbattevo la testa contro il tavolino in stile “Dobby l’elfo libero”. Martina mi indicò il vaso. Le scintille dorate continuavano a girare attorno, per poi uniformarsi e diventare una rosa gialla da sette petali. “Gialla.. ma cosa? Ero convinta di aver visto un colore scuro prima!”
La presi tra le dita, tranquillizzandomi e smettendo di parlare di Mary e del suo triste destino (!??). In quel momento accadde qualcosa di strano. I petali andavano via via sbiadendosi, per poi assumere colore e consistenza di fogli di vetro trasparente.
“Ma cos…! Non ci sto capendo niente!!!”
Monica sembrò illuminata:”MARI!! HAI DETTO CHE IL COLORE DELLA ROSA RAPPRESENTI LA PROPRIA ANIMA, GIUSTO??”
“Così pare…”
“TI RICORDI QUEL FUMETTO CHE MI FACESTI LEGGERE, SCRITTO E DISEGNATO DA TE?”
“Quale…? Non ti seguo…”
“Quello che rappresentava il tuo cervello come una base comandata da vari personaggi di rpg! Si chiamava.. ah! “An Rpg’s nerd’s brain’s tales”!! LE STORIELLE DI UN CERVELLO DI UNA NERD DI RPG!!!! Ricordi ora?”

“Oddio, è vero! Ogni personaggio aveva un carattere diverso e, in base alla situazione, si davano il cambio!” Continuò Alessandra.
“Già, Mary era la disperazione e la gelosia, Chloe la rassegnazione, Sachiko la cattiveria, Moge-Ko la pazzia, Aya la troppa bontà ed Ellen la furbizia e la responsabilità!!! Ecco perché prima che cominciassi io a distribuire le rose al posto tuo, ti sembrava di averla vista viola! E quando nessuna di loro ti rappresenta, torna trasparente!”
“Oddio, è vero!! Quindi dalla mia rosa posso capire come mi sento in quel momento? FANTASTICO!!!”
“Non so di cosa stiate parlando, ma avete ragione voi” La voce di Marilisa prese parte alla conversazione, mentre il suo corpo era impegnato a tenere la testa piegata sul cellulare.
“MA NON HAI DETTO CHE NON C’ERA CAMPO!??!?” le urlammo nelle orecchie.
“Sto giocando ad aa.” 
“Non dureremo mezzo minuto qua dentro ragazzi, poco ma sicuro. Parola di Alessandra.”


Angolo Tunze
Welà! Piaciuto il capitulo? 
Bene! 
Ringrazio kidthephantomthief, Rolythebest e Aya The Dark per aver recensito la storia, nuovamente Rolythebest e Yumechan_Yandere per averla aggiunta alle preferite e Soleil de Lune per averla aggiunta alle ricordate. Caspita quanta gente!!!!!!
Per chi me lo chieda, sì, ho fatto davvero un fumetto intitolato così, ma è tutto mio, fa parte del mio passato e presente oscuro u.u
Eeeee niente se vi è piaciuta recensite, se non vi è piaciuta recensite, se recensite recensite, se non recensite recensite.
Amen

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