Ratchet e Clank: Lombax Knight

di Super_Steve the Hedgehog
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** War is coming ***
Capitolo 3: *** Cowardice ***
Capitolo 4: *** Project re:Born ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La situazione era critica.
Le nuove norme sul commercio avevano tolto il respiro ai piccoli commercianti in favore delle grandi compagnie. Soffocati dalle tasse, per sopravvivere crearono piccole reti di mercato nero. E i governi planetari, miopi, risero: in fondo che potevano fare un branco di straccivendoli?
Ma la rete crebbe ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, diventando in pochi anni un cancro per l’intera economia.
I governi planetari smisero di ridere. Mobilitarono le proprie forze armate, rispondendo alla disperazione con la repressione.
I commercianti avevano previsto da tempo questa mossa, e per prevenirla avevano usato l’unico potere in loro possesso: i soldi.
I commercianti non li aveva eletti nessuno, ma pagavano in orario e in contanti. Molti contanti. Per le forze dell’ordine era molto più gratificante lavorare per loro. Quindi, nel momento in cui arrivò l’ordine, scattò la rivolta.

Le sedi delle grandi compagnie furono incendiate. I Centri di Difesa Planetari furono occupati con la forza. I palazzi governativi divennero teatro di esecuzioni sommarie. Al grido «Basta tasse!» risposero triliardi di cittadini esasperati.
Da Umbris a Boltaire, da Yeedil a Siberius, da Vapedia a Torren IV, tutti i sistemi che avevano ripudiato le leggi delle Galassie Unite si erano uniti sotto la bandiera dei Separatisti. 
Il Consiglio delle Galassie Unite, però, continuava ad ignorare la situazione. Vennero inviate solo poche truppe nei pianeti rivoltosi, nessuno si aspettava che dei commercianti potessero essere un problema serio.

L'attenzione di tutti era rivolta verso l'evento dell'anno, Ratchet e Clank avrebbero ricevuto i riconoscimenti che meritavano dopo anni di servizio. Le forze dell'ordine avrebbero fatto di tutto per evitare che chiunque potesse rovinare un momento del genere....




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Seconda stesura del prologo. Inizio ufficialmente la mia rilettura e seguente riscrittura dei vari capitoli sotto la sapiente guida di Iryael (leggete le sue storie, sono fantastiche). La ringrazio soprattutto per l'inizio del prologo e per il nome Dictator, che adoro.
Qui è tutto dall'angolo dell'autore, chiudo.



 

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Capitolo 2
*** War is coming ***


Metropolis, Kerwan
 
Sasha
 
Ero seduta alla mia scrivania intenta a temperare tutte le matite. Passavo così le mie giornate da sindaco di Metropolis, immersa in nella noia. Niente tirannoidi estremisti vogliosi di sangue, niente attacchi da parte di scienziati malvagi con manie di grandezza e niente invasioni di alieni penta-dimensionali armati fino ai denti. Per quanto potessero sembrare cose orribili, avrei pagato pur di vivere un’avventura, combattere una battaglia o anche solo poter andare in giro per la città senza scorta. Ovviamente era impossibile, ero il sindaco di Metropolis dopo tutto e le giornate si ripetevano sempre calme e noiose.
-Signor sindaco!- tuonò una voce dall’ interfono – La scorta l’ aspetta nel parcheggio.
-Hm... Oh, scusa Elyos. Arrivo subito.- come potevo essermene dimenticata, avrei dovuto dare delle stupide medaglie senza alcun valore a Ratchet e Clank. Come se mi andasse. Non vedeva Ratchet da anni e non volevo vederlo, era dai tempi di Dreadzone che non si faceva sentire, dopo qualche anno si era fatto rivedere per la faccenda di Artemis Zogg, ma poi niente, scomparso di nuovo. E oggi pretendeva pure che gli dessi una medaglia.  
Avevo voglia di insultarlo pesantemente sul palco, ma non avrei fatto bella figura davanti ai miei elettori. Al massimo avrei potuto fargli un bel discorsetto dopo la premiazione.
Mi lavai, infilai gli abiti da cerimonia, diamine se odiavo quegli abiti, e mi uscì dall’ufficio. Salutai Anja, la mia segretaria, e l’Idraulico intento a riparare chissà quale gabinetto di chissà quale bagno. Passai davanti Eloys, il portiere ed entrai nel garage.
Avevo a disposizione una macchina per ogni giorno della settimana Daimoniana, e loro hanno settimane lunghe sedici giorni, ma la mia scorta sapeva che la mia preferita era la DeRilgar 500 di mio padre, era un semplice minivan, ma mi ricordava casa mia su Cazar.
 Entrai in macchina e vi trovai la mia scorta: un Rilgarien, due Kerwaniani e un altro Cazar, mancava Hermit, un Cartesian, sapevo fosse a casa dalla madre, su Torren IV.
 
La Piazza principale era piena di gente, Kerwaniani, Cartesian, Rilgarien, Cazar, Terachnoidi, Vullard, Fongoid e anche qualche Tirannoide. Non siuscivo a capire perché tante persone fossero entusiaste di ciò che hanno fatto quei due, capisco che siano degli eroi che hanno salvato tre galassie più e più volte, ma se avessero conosciuto Ratchet  come lo conoscevo io avrebbero saputo che persona di merda fosse.
I due mi aspettavano sul palco impazienti, evidentemente ero in ritardo, ma non mi importava. Cosa gli avrebbe fatto aspettare un po’ di più?
-Hm...hm.- mi schiarì la voce- Salve a tutti...- feci uno di quegli stupidi discorsi del tipo “quanto sono bravi e belli e bla bla bla...” come se ci credessi.  
Gli consegnai le medaglie e scesero dal palco. Dovevo solo fare qualche discorso sulla crisi che la nostra galassia stava attraversando prima di andare. La gente voleva sentire qualcosa di rassicurante dal rappresentante del consiglio:- Come ben saprete la nostra Federazione sta attraversando un brutto momento: i sistemi stellari Separatisti si stanno radunando a Snivelak, ma non dobbiamo preoccuparci, il Consiglio ha tutto sotto controllo.- mi dispiaceva mentire ai cittadini, il Consiglio se ne era totalmente sbattuto, credo che volessero affidare il problema a Ratchet e Clank, come sempre. - Bogon sta venendo setacciata per distruggere le cellule terroristiche, così come ogni altro sistema ribelle in tutte le galassie. La crisi sta venendo domata con sapienza e attenzione. Non c’è niente di cui preoccuparsi.
 Feci i dovuti convenevoli e mi diressi verso il palazzo presidenziale, non prima di aver mandato a chiamare Ratchet: volevo dirgli quattro paroline.
 
Ratchet
 
Clank mi stava dando i risultati dell’ ultima corsa di Hoverbike quando un Cazar dal pelo grigio con una cicatrice sul viso mi chiamò –Il Sindaco vuole parlarle.
-Ehm...- rimasi stizzito per un po’- Oh, sì. Il Sindaco. Le dica che sto arrivando.- cosa voleva Sasha? Sembrava così assente durante la cerimonia, quasi rassegnata.
Infilai gli Hoverscarponi e volai in giro per la città fino ad arrivare al palazzo. Durante la strada pensai a quel Cazar, ero sicuro di averlo già visto. Forse avevamo combattuto insieme, ma ne dubitavo. Possibile fosse quel presentatore di “Come perdere i pantaloni in pubblico, ma non la dignità”?
Sasha mi accolse bruscamente, mi fece sedere su una poltrona eccessivamente comoda e mi diede del tè, strano comportamento. Non mi aspettavo baci e abbracci, ma almeno un po’ più di calore. Dopo tutto erano anni che non ci vedevamo.
-Bene Ratche, – aveva un tono di voce freddo e duro, come di un rimprovero– è un po’ che non ci sentiamo. Allora, come va la vita? Ho saputo che hai liberato Polaris da un esercito di creature dimensionali di recente. Hai fatto altro?  Catturato qualche pazzo criminale? Ripristinato il continuum spazio-temporale? Abbandonato qualche ragazza in giro per l’ universo?
 – Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo.
-Quante altre ragazze hanno fatto la mia fine solo perché volevi andare in un’ altra galassia in cerca di avventure?- il suo tono passò dall’ accusatorio all’ incazzato nero.- Non credi che abbia sofferto quando te ne sei andato? Eri stato rapito da Tachyon, ero preoccupatissima. Poi sei tornato fresco come una rosa con Talwyn e non avevi occhi che per lei.- continuò così per dieci minuti, ma ormai non l’ascoltavo nemmeno più. Stavo riflettendo sulle sue parole: non l’ avevo mai vista da questo punto di vista. Ero io il cattivo stavolta, non avevo distrutto pianeti o galassie, avevo distrutto una persona, anzi due, c’era anche Angela, ma lei era scomparsa del tutto.
Sasha era distrutta. Continuava ad accusarmi, la sua voce era incrinata dal pianto, ma era troppo orgogliosa per piangere. Smise di parlare e mi guardò. Si aspettava una risposta, voleva sentire le mie scuse. All’improvviso il rumore di un fucile a flusso ruppe quel teso silenzio, mi lanciai su Sasha mentre il proiettile mi sfiorava l’ orecchio, un cecchino.
 
Clank
 
E fu così che iniziò il casino, il rumore di uno sparo amplificato da un eruttore sonico riecheggiò nella piazza del Palazzo e dal nulla apparvero soldati armati fino ai denti.
Attaccavano chiunque. Quando vidi un Argoniano avvicinarsi a me con fare minaccioso provai a lanciare una cronobamba, ma qualcuno mi colpì il braccio con una mazza prima che potessi farlo. Nella sparatoria riuscì ad avvistare Ratchet e Sasha uscire dal Palazzo Presidenziale insieme ad un Cazar grigio.
Io, però, non potevo unirmi a loro, ero bloccato a terra, calpestato e preso a calci da persone in fuga. Cercai di attivare la mia antenna e chiamare qualche microbot, ma nessuno rispose alla mia chiamata.
Intanto riuscì a capire chi ci stava attaccando: truppe separatiste. Erano mescolati tra la folla e aspettavano solo il momento in cui un cecchino, nascosto tra le guglie dei tetti, avesse sparato al Sindaco. Lo sparo sarebbe stato amplificato da un eruttore sonico e sarebbe stato il segnale stabilito per  cominciare a distruggere tutto, prima disordinatamente, poi sempre più ordinati e organizzati.
Mentre ragionavo sul loro possibile obbiettivo un plotone mi passò accanto, era capitanato dal Cazar grigio che aveva accompagnato Ratchet e Sasha. –Ehi, voi!- urlai- Aiuto!
-Signor Clank! Se ne vada subito, è pericoloso qui.- mi ordinò il Cazar.
-Sarei leggermente impedito da una forza maggiore.- gli feci notare che avevo il braccio e le gambe rotte.
-Ragazzi, raggiungete il Palazzo Presidenziale, ho un piano. Io porterò il signor Clank al sicuro, vi raggiungo il prima possibile.- il Cazar mi prese in braccio e si incamminò per le strade.- Il mio nome è Ben Torras, Capitano del Plotone Y. Piacere di conoscerla.
Devo ammettere che sapeva sparare, molte volte ci trovammo attaccati dai nemici, ma lui riusciva sempre a uscirne integro, più o meno: mentre passavamo per la sopraelevata A4 una pallottola gli perforò l’ orecchio, urlò di dolore, il sangue gli scorreva sul viso. –Signore, penso che dovremmo fermarci.
-Non c’è bisogno. Devo portarla al sicuro, non sarà certo una pallottola a fermarmi.
-Almeno gli spalmi sopra del Nanogel.- insistetti, lui annuì e, raggiunto un posto sicuro si spalmò il gel pieno di nanobot sull’ orecchio.-Bene, questo dovrebbe fermare l’ emorragia. Ora posso portarla in salvo?- riprese il cammino e in poco tempo raggiungemmo la stazione di Radio Kerwan, quello che immaginai fosse il luogo sicuro.
 
Ratchet
 
Dopo Clank arrivarono moltissimi civili, ma fuori dalla stazione la battaglia continuava. Torras si stava accertando dei feriti, ma credo che il suo vero obbiettivo fosse recuperare un mezzo.
-Se le interessa un mezzo, nel mio vecchio appartamento dovrebbe esserci il mio vecchio caccia.- non lo usavo da anni e avrei potuto usare l’ Aphelion.- La situazione non è delle migliori là fuori, magari se intervenissi...
Torras mi interruppe –Non voglio che civili disarmati partecipino alla battaglia.
-Non sono disarmato, ho la mia onnichiave.- estrassi l’arma di Azimuth, mi faceva ancora uno strano effetto tenerla in mano. Mi ricordava il Generale e la mia occasione di trovare i lombax.
-Quella in una vera guerra è inutile! Non siamo a Dreadzone!- quel tipo non mi piaceva per niente, mi trattava come se fossi un bambino troppo cresciuto. Avevo combattuto innumerevoli battaglie eppure i soldati continuavano a chiamarmi “Quello di Dreadzone” e a non considerandomi uno di loro. –Ora se non vi dispiace prendo in prestito la vostra nave e vado a spaccare qualche culo. - Era troppo sicuro di se, il piano non era nemmeno sensato, posto che aveva scelto per appostarsi era troppo esposto ai colpi nemici, ma chi sono io per giudicare, sono io quello che attaccava interi eserciti da solo.
Così il Cazar si allontanò, nella stanza rimanemmo solo io, Clank e qualche civile. Sasha sembrava scomparsa dopo il nostro salvataggio da parte di Torras. Un silenzio innaturale avvolgeva la stanza, totalmente contrapposto al disordine che regnava per le strade. –Penso che dovremmo andarcene di qui Ratchet, Talwyn sarà preoccupata.- Clank interruppe il silenzio. Appoggiai la sua scelta e ci dirigemmo verso l’ Aphelion, se non potevo combattere era meglio avvertire le altre galassie.
L’ Aphelion era parcheggiato in uno spazioporto poco lontano da Radio Kerwan, eravamo quasi arrivati davanti allo spazioporto quando un’ esplosione scoppiò sulla cima del Palazzo Presidenziale, Clank sobbalzò, doveva essere successo qualcosa al Plotone Y. I detriti mi sferzavano il viso mentre una coltre di polvere rendeva impossibile vedere a un palmo dal naso. In mezzo ai detriti riuscimmo a trovare l’ Aphelion, non sembrava  avesse danni molto gravi, il vetro era danneggiato ma per il resto c’ erano solo graffi. Saltammo a bordo, accendemmo i comandi e decollammo.
 
Orbita di Kerwan, Settore Wert
 
Il pianeta non era circondato da navi, non capivo da dove fossero arrivati i separatisti. Mentre mi allontanavo dal settore pensavo “è la prima volta che fuggo da un pianeta in pericolo”, mi sentivo in colpa.
-Senti Clank, forse dovremmo tornare.
-Sei sicuro che potremmo fare qualcosa con solo un onnichiave?
-Azimuth con questa onnichiave distruggeva eserciti di argoniani. La nostra non è una scusa, se possiamo aiutare qualcuno, perché non farlo? Sto invertendo la rotta.-  stavamo per rientrare nella troposfera quando un raggio laser ci sfiorò.- Hanno attivato il sistema di difesa planetario. – era impossibile avvicinarsi al pianeta, ogni nave alleata veniva respinta dal protocollo di difesa. – Nessun problema, possiamo eluderlo.- esclamai. Evitai un missile, schivai dei laser e attivai il turbo. Scattò la spia del radar, ci avevano agganciato. Una alleata distrusse il missile prima che potesse colpirci, ma venne colpita da un laser. Così come tantissime altre navi di pattuglia sull’orbita. Non potevamo attraversare quell’inferno di laser ed esplosioni. Fummo costretti a fuggire lasciandoci il pianeta alle spalle.

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Ed ecco la seconda stesura del primo capitolo, come promesso. Per i nuovi arrivati, questa è la prima storia di una serie compsta da tre capitoli, per ora. La serie avrà anche vari spin-off. Ogni storia sarà ispirata a film o a eventi sorici, questa ad esempio sarà ispirata a Star Wars.
Ringrazio ancora Iryael per l'aiuto che mi ha dato con la correzione.
Vi invito a recensire, ogni tipo di critica costruttiva è ben accetta.
Dall'angolo dell'autore è tutto.
Qui Super_Steve the Hedgehog, chiudo. 

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Capitolo 3
*** Cowardice ***


Stazione Spaziale Apogee, Cintura d’asteroidi di Nundac
 
Capitano Qwark
 
-Diciamo la verità, la Gadgetron, la Grummelnet o qualunque altra grande corporazione non stanno facendo niente per le vostre galassie. Se le Galassie Unite venissero rifornite dalla Megacorp avremmo già vinto la guerra da tempo e con armi molto più fighe. Quei discotron sono patetici in confronto ai nostri rimbalzor.- Fizzwidget parlava da ore sul perché la sua azienda fosse la migliore fornitrice di armi dell’ universo, smisi di ascoltarlo dopo l’ ennesimo tentativo di convincere Talwyn a riempire la Stazione Apogee di rivenditori Megacorp e comprare armature Infernox per tutti gli addetti alle pulizie. Decisi di lasciare la Sala del Consiglio prima che potessi comprare un altro gratta-schiena atomico Megacorp. Nel corridoio un infobot mi avvertì dell’arrivo di una navicella lombax blu con un lombax ed un robot al suo interno, con la mia grande intelligenza dedussi si trattasse dell’ Aphelion.
Raggiunsi l’Hangar dove Ratchet e Clank stavano scendendo dalla nave. -Ratchet! Clank!- gli corsi in contro e li abbracciai. - Come sono felice di vedervi vivi. Ho saputo dell’ esplosione del Palazzo Presidenziale. Pensavo ci aveste rimesso le penne.-  mi raccontarono della loro fuga camminando verso la Sala del Consiglio, quando un Fizzwidget infuriato uscì dalla Sala:- ...e se perdete la guerra non chiedete aiuto alla Megacorp.- si allontanò infuriato dalla Sala e si diresse verso i quartieri abitabili.
- Quell’uomo è pazzo.- intervenne Talwyn.- Non gli interessa niente di chi vincerà la guerra: vuole solo guadagnare mucchi di bolt. Non mi sorprenderei se vendesse armi ai Separatisti.- si buttò sulla sua poltrona.- Sono esausta, controllare un esercito è più faticoso di quanto pensassi.- Ratchet si sedette accanto a lei e le mise un braccio attorno alle spalle. Decisi che era il momento di andare a fare un giro nell’ Hangar. La Stazione Apogee era stata convertita in una base bellica a difesa di Polaris. L’Hangar era pieno di soldati armati e feriti.  
Stavo firmando autografi per un gruppo di Rilgarien quando una navetta irruppe nell’ Hangar, chiunque fosse doveva imparare a parcheggiare decentemente. Il portellone si aprì e ne uscì un Cazar grigio con un braccio sanguinante. Balbettava e si mangiava le parole, ma riuscì a capire cosa diceva:- S...sta...stanno arr...ndo.- Qualcuno stava arrivando.
 
Ratchet
 
Dovevo aspettarmi che ci avrebbero seguito, o che avrebbero seguito Torras. I Separatisti irruppero nella Sala di Controllo sparando alla cieca, io e Talwyn ci riparammo dietro una scrivania, estraemmo i Lanceri e cominciammo a sparare. Feci molta attenzione alle orecchie, erano già abbastanza bruciacchiate e sapevo che erano molto esposte. Li respingemmo verso le scale e decidemmo di dare supporto alle altre squadre. –
Ratchet! Proteggi i feriti!- mi ordinò Talwyn.
 Mi feci strada fino all’ infermeria sparando. Non ero molto concentrato, mi colpirono un paio di volte, stavo pensando a Talwyn e Clank: lei a respingere l’ attacco e lui in infermeria, senza un braccio e con un’ alta probabilità di morire. Distrussi un mech e varie sferolame disseminate nei corridoi. Finite le munizioni lanciai il lancere contro un Rilgarien ribelle ed estrassi l’ onnichiave. Impressionante come potessi scordarmi sempre il Trasponder per armi. L’infermeria non era meno incasinata  del resto della Base, i Ribelli sparavano ai feriti fregandosene dei medici e dei soldati di guardia, volevano uccidere i deboli. –Luridi vigliacchi!- urlai e li colpì con forza, ne colpì uno alla testa, schivai uno sparo e ne colpì un altro allo stomaco. Un lettino saltò in aria, approfittai della confusione per stenderne altri tre con dei colpi secchi, gli altri soldati intanto avevano ucciso gli altri Ribelli.
Clank si era rifugiato in sala operatoria insieme ad altri feriti, i rifugiati non avevano subito danni evidenti. Quello messo peggio era Torras, che se ne stava sdraiato su un lettino ancora grondante di sangue e privo di sensi. Assicuratomi che tutti stessero bene, uscì dall’ infermeria.
La Base era deserta, a parte gli addetti alle pulizie con le loro armature Infernox, non c’era nessuno.
 
Ben Torras
 
  Puzzavo di sangue, sangue e sporco. Passai la lingua tra i denti, ne mancava uno. La cicatrice mi bruciava, mi si era riaperta. Mi alzai e potei notare di essere a torso nudo, una ferita mi attraversava l’addome, il sangue grondava copiosamente su tutto il corpo. Avevo una ferita anche al braccio destro, il sinistro era bruciato. Ci voleva molto più di qualche nanotech per sistemare quel casino.
Cercai di scendere dal lettino su cui ero sdraiato, ma quando poggiai il piede a terra venni attraversato da un dolore lancinante. Doveva essere rotto.
- Signor Torras.- un infermiere mi porse un infobot.- C’è una chiamata per lei.
-Hm. Oh sì, grazie. Accesi l’ infobot, apparve il volto conosciuto del Generale dell’ Esercito Solariano.- Salve, Signore.
-Cosa ti è saltato per la testa?- sbraitò- Sei andato contro i miei ordini e hai spedito la tua squadra verso morte certa. E non solo, hai abbandonato la battaglia per raggiungere un luogo sicuro, e indovina un po’? Hai spedito un battaglione nemico contro un gruppo di feriti. È inammissibile che un Capitano si comporti in questo modo.
-Signore, pensavo che attaccare dal Palazzo Presidenziale fosse una buona idea.
-Ma non lo è stata. Gli ordini erano di  scortare i civili lontano dalla battaglia, non di salire su un palazzo altamente esposto e attaccare le navi nemiche. Vi hanno bombardato, la tua squadra è morta, i civili sono morti. E tu che fai? Te ne vai abbandonando i pochi civili rimasti.
-Ma vede in che condizioni sono? Sarei stato inutile, e sarei morto entro pochi minuti.
-Era un rischio che dovevi correre. Ti hanno seguito mentre fuggivi e hanno ucciso decine di feriti e di civili. Mi dispiace, ma è mio dovere farlo. La degrado a recluta.
-Cosa? Non può farlo.
-Certo che posso, è mio dovere. Quando verrà dimesso dall’ infermeria l’ aspetto a Marcadia: devo assegnarla ad un’ altra squadra. Qui Passeltomp, chiudo.
Ero in un bel casino, degradato a semplice recluta. È il peggio che possa accadere ad un capitano. Dovevo ristabilirmi al comando, e in fretta. Mi imposi un obbiettivo, dovevo puntare a diventare Generale se volevo riscattarmi. E ce l’avrei messa tutta pur di farcela.

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Capitolo 4
*** Project re:Born ***


 
Cintura di asteroidi di Nundac, Spazio Profondo
 
Angela Cross
 
La mia nave era a pezzi. Quei Thug mi avevano impedito di effettuare un salto nell’iperspazio per mezza Bogon. Dovetti raggiungere il Parco Maktar perché i sistemi di difesa Megacorp le facessero saltare in aria.
Mi teletrasportai a Polaris, contavo di chiedere informazioni al mio vecchio amico Max Apogee.
Avevo ottenuto dati molto preoccupanti dalle prigioni di Tachyon. Dopo due anni avevo scoperto che il progetto Re:Born era ancora in porto. 
Mi trovavo su un asteroide, a pochi chilometri dalla Stazione Spaziale Apogee. Inviai vari messaggi via radio, ma sembrava che nessuno mi ricevesse.
Stavo camminando avanti e indietro per l’asteroide quando delle navi irruppero nella Stazione, distruggendo gli asteroidi intorno. Un missile prese in pieno il mio asteroide e io mi trovai sospesa nel vuoto. Le navi erano troppo lontane perché i miei graviscarponi potessero agganciarli. Mi aggrappai ad un altro asteroide con lo swingshot ma ero ancora sospesa, potevo ritirare lo swingshot, ma non sono fatti per luoghi senza gravità: avrei potuto galleggiare all’infinito. A meno che... detriti! Le navi stavano venendo distrutte dal Sistema di difesa, così io potei aggrapparmi ai detriti con i graviscarponi.
Atterrai su un pannello fotovoltaico. La battaglia infuriava all’interno dell’ edificio, sentivo le esplosioni dal mio panello. Notai con piacere che i numeri di spari erano diminuiti, la battaglia doveva essere finita.
Camminando lentamente sulle superfici metalliche della stazione cercai di raggiungere una qualche  apertura. Le porte erano sbarrate. Non sapevo fino a quando sarebbero rimaste chiuse, potevo solo aspettare, da sola, nel buio dello spazio.
 
Interno della Stazione spaziale Apogee, cintura di asteroidi di Nundac
 
Ratchet
 
Ero sdraiato sulla mia branda in una stanza con altri soldati. Clank stava elaborando una strategia di guerra, in una stanza qualche piano sotto i quartieri abitati, insieme a Talwyn e ad altri membri del Consiglio delle Galassie Unite. In teoria avrei dovuto partecipare anche io al Consiglio, ma io e Qwark siamo stati cacciati per aver scatenato una rissa con un ufficiale della Marina Solariana .
I soldati stavano chiacchierando tra di loro della battaglia appena avvenuta. Io invece ero estraniato dalla conversazione, non volevo ricordare le facce di quei feriti mentre venivano uccisi senza pietà dai separatisti.
Riparavo le mie armi con la musica dei Fastoon Boy ad alto volume nelle orecchie, perciò non mi accorsi dei rumori che stavano infastidendo gli altri. Vidi semplicemente gli altri alzarsi dalle loro brande e avvicinarsi al muro. Mi tolsi le cuffie e potei sentire anch’io il rumore di graviscarponi sul metallo. Qualcuno stava facendo una passeggiata sulla Stazione.
Non c’erano oblò per vedere chi fosse. Decisi di uscire, indossai la mia tuta antigravità e i graviscarponi e presi un lancere per mano.
 
Esterno della Stazione Apogee, cintura di asteroidi di Nundac
 
L’ombra si muoveva velocemente per avere i graviscarponi, non sembrava essersi accorta della mia presenza. Prima di rivelarmi volevo capire le sue intenzioni.  Si fermava ad ogni boccaporto, erano tutti chiusi per evitare ai separatisti di entrare. Forse cercava un modo per entrare e ucciderci. O forse era solo un soldato rimasto fuori durante la battaglia. Non potevo rischiare di sparare, poteva essere dei nostri.
Ero distratto quando mancai per sbaglio una superficie metallica e poggiai il piede su un oblò. Mi scappò un urlo di sorpresa. Teoricamente nello spazio sarebbe stato impossibile sentirmi, ma il mio casco 02 ha la funzione di microfono incorporata. Il mio urlo echeggiò in tutte le radio nel raggio di due parsec. Ero stato scoperto.
Poggiai il piede su una lastra di metallo. L’ombra si stava avvicinando pericolosamente, era molto vicina, presi la mira con il lancere, era troppo vicina per sparare, chiusi gli occhi pronto a essere scaraventato nel vuoto. Sentii qualcosa che si stava avvinghiando a me. L’ombra mi stava abbracciando. Era l’ultima cosa che mi aspettavo facesse. Mi lasciò andare dall’abbraccio e finalmente potei vederla con i miei occhi. Angela Cross era davanti a me, ferita e con l’armatura rotta, ma sana e salva.
Rimasi a fissarla per una decina di secondi, in religioso silenzio. –Vedo che stai bene.- interruppe il silenzio.
-Tu... Credevo fossi morta.- ero sconvolto, era dalla morte di Azimuth che non vedevo un altro lombax, di certo non mi aspettavo di vedere lei.- Credevo che Tachyon ti avesse uccisa.
-Ci ha provato, più volte. Ovviamente ha fallito.
-Angela, è pericoloso qua fuori e tu sei ferita. Dovresti entrare e farti visitare.- non sembrava potesse stare in piedi da sola, così la feci appoggiare al mio braccio. Non le feci altre domande per non farla stancare.
-Parlami di te. – disse mentre raggiungevamo un ingresso della base. – Non farmi svenire, raccontami di quello che hai fatto. – e così feci. Le raccontai di Nefarious, di Dreadzone, di Tachyon, dei Prog e di Azimuth.
 
Clank
 Angela Cross era scomparsa anni fa. Si diceva fosse stata giustiziata da Tachyon. Era una cosa concordata da tutti. Nessuno si aspettava fosse ancora viva e soprattutto con notizie preoccupanti.
Venne convocato un Consiglio straordinario per sentire ciò che Angela aveva da dire. La sala del Consiglio era stranamente affollata. Ratchet, Qwark e io sedevamo la parte destra del tavolo. I tre ambasciatori delle diverse galassie, tra cui Fizzwidget, occupavano la parte sinistra. Talwyn sedeva a capo tavola, all’altro capo del tavolo Angela era in piedi sotto gli occhi di tutti. L’elemento che stonava in tutto questo era un tipo incappucciato in piedi in una angolo della Sala.
Durante le presentazioni fu l’unico a non parlare. Potevo vedere solo i suoi occhi, uno di un azzurro innaturale, l’altro verde acqua.
Angela non sembrava a disagio nel torreggiare davanti a tante persone di cui la maggior parte sconosciuta.  - I separatisti stanno lavorando a qualcosa di grosso.- diceva- Qualcosa che, speravo, sarebbe stata dimenticata con Tachyon.
- Stiamo parlando di progetti dei tempi dell’Impero.- aggiunse Talwyn – I miei uomini dovrebbero aver distrutto tutto.
-A quanto pare, i tuoi uomini non hanno fatto il loro dovere. Non posso biasimarli, è un progetto che neanche i Lombax hanno cancellato del tutto ai tempi.- alle parole di Angela, Ratchet sembrò prendere uno strano vigore.
-Posso sapere di quale progetto stiamo parlando?- chiesi.
-Il progetto re:Born. Un progetto che...- si interruppe quando l’uomo incappucciato si mosse. Sembrava avesse avuto uno spasmo. Quando si accorse di essere fissato da tutti si decise a parlare.
- Un progetto che mira a creare un esercito di Lombax mutanti. Lo conosco bene, dopo tutto ne sono frutto.- a queste parole si tolse il cappuccio rivelando un muso marrone pieno di cicatrici e un solo orecchio enorme. Era un Lombax. – Pensavo che avreste accolto in maniera diversa la vista di un vostro simile.- commentò gli sguardi perplessi con cui lo stavano guardando tutti. Ratchet e Angela erano i più increduli. Una sola persona pareva quasi divertita da tutta la scena: Abercrombie Fizzwidget, doveva essere stato lui a portare là dentro il Lombax.
-Immagino di dover dare delle spiegazioni. Prima di tutto, mi presento, il mio nome è Clever Ranford e sono un esperimento fallito.  Sono l’unico esemplare mutante creato dall’originale progetto Born a non essere una deforme massa di peli e carne.
Venni creato dai cragmiti quarant’anni fa, ma mi ribellai a loro e mi unii ai Lombax. Combattei al fianco del Generale Azimuth e Kaden nella guardia pretoriana Lombax, ero con loro durante all’attacco a Fastoon. Non sono riuscito a raggiungerli così dopo la Sporca Guerra fui costretto a sfuggire a Tachyon rifugiandomi a Bogon. Durante gli anni della mia fuga ho cercato in lungo e in largo altri Lombax. Ne ho trovati ben tre.
- Altri tre Lombax?- lo interruppe Ratchet.
- Tre bambini, nati da chissà quali poveri lombax che sfortunatamente non si trovavano su Fastoon quel fatidico giorno e che ora sono nelle mani dei separatisti.
-Dai cui geni vogliono ottenere un esercito di lombax.- stavolta intervenne Angela. – Dobbiamo salvarli!
- Per questo sono venuto da voi. I separatisti avevano catturato anche me, ma quando hanno scoperto che non sono un “vero” lombax mi hanno abbandonato su Joba, dove mi ha trovato Fizzwidget. Quei bambini hanno bisogno di noi.
- Dove si trovano?- chiese Ratchet.
- Sull’ Ammiraglia dei separatisti.- Angela rispose prima che potesse farlo Clever, che annuì.
-Fantastico!- intervenne Qwark –Ho già un piano geniale per farvi entrare là dentro.  

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