Five Nights at (Humanized) Freddy's - Credi che sia cambiato, ma non è così.

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuto al F-F-Freddy's! ***
Capitolo 2: *** Aiuto! ***
Capitolo 3: *** Prima Notte ***
Capitolo 4: *** Seconda Notte: Foxy Foxy - I' Parte ***
Capitolo 5: *** Seconda Notte: Foxy Foxy - II' Parte ***
Capitolo 6: *** Sensi di Colpa e lo Zio Fritz! ***
Capitolo 7: *** Kick Ass, Freddy And Chica - I’ Parte ***
Capitolo 8: *** Kick Ass, Freddy And Chica - (Prima Parte Della) II’ Parte ***
Capitolo 9: *** Kick Ass, Freddy And Chica - (Seconda Parte Della) II’ Parte ***
Capitolo 10: *** Bigliettaio, Benvenuto a Bordo del Trenino dell'Orrore ***



Capitolo 1
*** Benvenuto al F-F-Freddy's! ***


CAPITOLO 1
BENVENUTO AL F-F-FREDDY’S!
 
Ore 4.15 PM Scarto l’ennesimo ghiacciolo buttando giù un sospiro e, con tutto l’entusiasmo che riesco a raschiare dal mio animo (pari a… ehm… zero), sfoglio il giornale in cerca di un lavoro. Ma che cavolo! Ho solo diciotto anni e mio padre già pretende che entri nel mondo del lavoro come “un uomo di mondo” invece di “sprecare l’intera estate attorno a quegli idioti che io chiamo amici!”. E mia madre gli da pure ragione!
Quindi ora mi ritrovo rinchiuso in camera mia mentre Harvey e Lolita sono a divertirsi al pub, a scorrere il dito sulla bacheca degli annunci in cerca di un lavoro decente e a schiattare dal caldo, dato che il ventilatore si è rotto.
Cercasi cameriere al Bridge Bistro. Dai sedici anni in su.
Mhn… Mettiamolo tra i forse.
Babysitter, possibilmente con referenze.
No. Già mi incavolo a tenere d’occhio la marmocchia, mia sorella Izzie. Non mi servono altri succhia-ciucci e lancia-bambole.
Bracciante Agricolo.
No. Non sono esattamente un palestrato, quindi… scarto.
Un annuncio attira la mia attenzione, con una grande scritta recitante “HELP WANTED”, cercasi aiuto, accompagnato dall’immagine di un orso con tanto di cilindro e papillon, e al suo fianco due ragazzi vestiti in modo semplicemente strabico: una ragazza con un grembiule da cuoca tutto merlettato su cui è scritto “LET’S EAT!” e un paio di pantaloncini corti sul ginocchio ai quali era stata incollata una coda di piume, e un ragazzo vestito più elegantemente con una camicia e un piccolo grembiule da cameriere legato in vita, brandisce una chitarra elettrica, ma due larghe orecchie da coniglio gli spuntano tra i folti capelli. E’ strano. Punto.
Comunque, leggo l’annuncio:
 
Freddy Fatzbear’s Pizza
Grande riapertura
Cercasi guardiano notturno
120 $ a settimana.
 
Centoventi dollari a settimana?? Per scaldare la sedia in una pizzeria di notte (perché, diciamocelo, chi verrebbe a rubare in una pizzeria?)? Mi ci butto a capofitto!
 
Ore 4.45 PM – Pronto, Erin? Sei tu? – risponde Harvey dall’altro capo del telefono. – Qui al pub c’è poco campo… ma non eri a casa a cercare lavoro? –
- Infatti, e ho trovato l’annuncio perfetto! –
- Che dice? Che fa? – sento chiedere Lolita di sottofondo.
- Dice che ha trovato lavoro. – le risponde Harvey.
- Non ho trovato lavoro. – mi affretto a rispondere. – Ho appena chiamato il proprietario e ho chiesto se poteva ricevermi oggi e lui ha detto sì. Lo incontro tra un’ora al ristorante. –
- Aspetta, quale proprietario? Che ristorante?? Asp… Oh, che palle, Lola! Piantala di spingermi! –Sento il rumore di un pugno che batte sul tavolo. – Metti il vivavoce, cavolo! –
Lolita Hudson è la ragazza più virile (o, come dice Harvey, “immascolinita”) che il mondo conosca. Se alle ragazze piacciono i trucchi e lo shopping, a Lolita piace la kickboxing e le steack house. Sarà perché suo padre è insegnante in una scuola militare e lei è la sua copia sputata di quando era giovane, solo in versione femminile. In comune hanno: i capelli color grano, gli occhi chiari, lo stile militaresco e il carattere irascibile e comandante. Il piccolo carro armato di papà.
- Okay, ho messo il vivavoce. Contenta? – chiede stizzito Harvey.
- Ora sì. Ehi, Eri! Un lavoro, eh? Che figo! Dove? –Sospiro. – Al Freddy Fatzbear’s Pizza… -
- Quello che è rimasto chiuso dal 1987 per-non-so-quale-motivo? – dice Lolita.Io rispondo: - Sì… -
- Vuoi fare il cameriere? – chiede Harvey.
- NO!  La guardia notturna! Comunque, volete accompagnarmi al colloquio? –
- Ovvio! – rispondono in stereo. – Cinque minuti e siamo da te! Ciao! –
- Okay, ciao. – 

Ore 7.00 PM Siamo arrivati al ristorante con un quarto d’ora di ritardo, spero che il proprietario non sia un pignolo. Anche se… al telefono mi è sembrato simpatico. Forse chiuderà un occhio. O forse mi toccherà scaricare tutta la colpa sui miei due amici che si sono dimenticati di fare benzina e che hanno speso un’eternità per fare rifornimento al self service.
Il posto non è affatto male! Appena siamo entrati, un grande costume da orso dalla voce metallica, lo stesso che ho visto sul volantino, ci ha salutati con un gioioso “Benvenuti da Freddy! Wow! N-N-N-Non si vedono molti raga-raga-ragazzi della vostra età qui! Ma non è un problema: il Freddy Fatzbear’s Pizza è a-a-adatto a tutte l’età! Ahahah!”.
Appena l’ha visto, Lolita si è subito ritratta indietro, infatti detesta i pupazzi parlanti, ma io, dal canto mio, l’ho trovato simpatico.
Le stanze sono molto illuminate e profumano di pizza al formaggio e peperoni. Sento della musica provenire dalla stanza con il cartello Show Stage, una ragazza sta cantando. Mi piacerebbe fermarmi e magari ordinare un pizza, ma il proprietario mi ha detto di aspettarlo all’ingresso.
- Non male il posticino. – commenta Harvey.
- A me non piace. – sbuffa Lolita, appoggiandosi mollemente al muro. – è da marmocchi. E i pupazzi parlanti mi terrorizzano. –Io ed Harvey non ci tratteniamo e cominciamo a sghignazzare.
- Sul serio, voi due! – ribatte Lolita. – Non so cosa ci sia divertente in un peluche gigante dagli occhi vuoti e la voce sconnessa. – 

Ore 7.05 PM Un uomo di mezza età ci viene incontro, secco allampanato, ma con un gran sorriso stampato in faccia. Okay, un altro tipo da aggiungere alla lista nera di Lolita.
- Buonasera, ragazzi. Io sono il proprietario di questa meravigliosa pizzeria, Mike Goodman. Chi di voi è Erin Fitzgerald? – chiede gentile.Io mi faccio avanti più disinvolto. Bene, non se l’è presa per il ritardo. – Buonasera, signore. –
- Ah! Sei davvero molto giovane.- mi squadra dall’alto in basso per poi fulminarmi con lo sguardo. Cacchio, fa paura! - Perché desideri essere una guardia notturna? –.
- Sarà solo per questa estate, poi andrò all’università. - rispondo io tutto d’un fiato. -È possibile? Occupare questo posto solo per le vacanze, intendo. –
- Mhn… Sì, non penso ci siano problemi. Rimane comunque il piccolo neo sulla tua età. Hai almeno una qualche esperienza? –
- Ehm… no. - Potevo mentire, ma non ne ho il fegato. No, non ho esperienze. Per tutta la vita non ho mai lavorato, nemmeno a casa: so a malapena mantenere in stato decente la mia camera da letto.Mike sospira. – Sai, abbiamo urgentemente bisogno di una guardia notturna e, purtroppo, non posso permettermi di rinviare tanto. Se vuoi possiamo concederti cinque notti di prova. – mi dice. – Così alla fine potremo decidere se assumerti o meno. –
- Davvero?! Grazie! –
- Bene! – esclama Mike. – Allora puoi cominciare da stasera, se non ti dispiace. Il tuo turno inizia a mezzanotte in punto e finisce alle sei del mattino. Ricordati, ragazzo, per qualsiasi problema, non esitare a venire da me!–Sono entusiasta! Ho un lavoro! Ho un lavoro!

Ore 7.15 PM Mike ci offre una pizza per festeggiare la mia assunzione, ma prima vuole farci fare un giro del locale per introdurmi le stanze che, mi ha detto, controllerò dall’ufficio attraverso le telecamere.
La prima stanza che visitiamo è la sala ristorante, probabilmente riservata a chi vuole semplicemente rilassarsi e mangiare senza intrattenimento; è molto ampia e c’è il pienone di gente. Poi ci mostra le due Party Room, riservate ai festeggiamenti e ai compleanni, molto colorate e piene di poster, festoni a forma di bambole e sui tavoli ci sono dei segnaposti e cappellini da festa a spirali arcobaleno.
Ho trovato il posto perfetto per il compleanno della marmocchia Izzie… sempre che non debba badare io a lei quel giorno.
Nel cuore del ristorante si trovano due vani, comunicanti attraverso una porta interna, il Kids Cove e il Pirate Cove. Sono entrambi dotati di un piccolo palco scenico circolare, ma, mentre nel Kids Cove ci sono palloncini blu, viola, rosa, rossi, gialli e verdi, pacchi regalo e disegni fatti dai bambini attaccati alle pareti, nel Pirate Cove l’atmosfera è più… marinaresca, con l’animatore vestito da pirata con tanto d’uncino, poster di navi, forzieri con monete d’oro e mappe del tesoro a decorare la parete e una grande bandiera nera con il teschio e le ossa incrociate che sventola in cima al palco, facendo a pugni con il sipario viola. L’animatore sta cantando Drunken Sailor.
Già, bella canzone per dei bambini… vabbe’, meglio dare un’occhiata nel Kids Cove.
Qui l’animatrice è una ragazza. Ha i capelli rosso ciliegia con la frangetta rosa che a dirla tutta sembra una parrucca, ma si abbina alla perfezione con la blouse bianca, il fiocco scarlatto che porta al collo e i guanti di raso bianchi. Mi dispiace un po’ per il cerotto sull’occhio sinistro. Probabilmente soffre di ambliopia.
Ad un certo punto il Pirata si sporge dalla porta comunicante e fa segno alla sua collega di raggiungerlo.
- Forza, bambini! Tutti al Pirate Cove! – esclama la Rossa. – Foxy ci sta aspettando per lo show! -
- Evviva!! – urlano i bambini precipitandosi oltre la porta.E così il pirata si chiama “Foxy”. Mhn… sarà sicuramente un attore o qualcosa del genere.
Una volta che tutti i bambini sono entrati nel Pirate Cove, la Rossa raggiunge Foxy sul palco, indossa veloce un cappello da pirata rosa con la piuma nera e insieme cominciano a cantare:
 
Andiamo a navigar, a fare i briganti del mar!
Tutti i marinai tremano al sol sentir il nome di Foxy,
il Re dei Pirati!
Guai a voi, mal capitati, siete finiti nelle nostre mani!
Foxy e Mangle e la loro ciurma
Vi daranno in pasto ai pescecani!
 
Io scoppio a ridere assieme ai bambini, sono troppo ganzi! Ho sempre amato i pirati da bambino e questa scena mi sta facendo tornare indietro nel tempo, quando a carnevale mi mascheravo da Capitan Uncino e andavo in giro per casa dicendo: “Yarrgh! Yarrgh! Ti scoverò Peter Pan!”. Anche Mike e Harvey ridono, mentre Lolita accenna semplicemente ad un lieve sorriso. Oh, non le piace proprio questo posto!
- Erin, loro sono Foxy e Mangle, gli animatori dei “Coves”, come hai visto.- mi spiega Mike. - Sono molto attivi, ti consiglio di tenerli d’occhio più spesso. -Ah, okay…
Aspetta! Tenerli d’occhio? Perché? Dormono qui, per caso?
 
Ore 7.30 Finalmente arriviamo davanti allo Show Stage. C’è ancora della musica e la stessa ragazza di prima canta ancora a squarcia gola.
- Mi scusi, ma chi sta suonando? – chiedo. – La ragazza ha una bella voce. Fa parte di una band che avete ingaggiato o…? -
- No no! – mi interrompe Mike con un gesto della mano. – Noi abbiamo la nostra band personale. – a questo punto apre la porta e l’odore di pizza e supplì ci investono completamente, facendo sbavare me e i miei amici.Anche questa stanza è abbastanza grande, ma non quanto la sala ristorante, e tutti i tavoli sono disposti davanti un basso palcoscenico illuminato da luci al neon molto appariscenti. Là sopra si sta esibendo un duetto che riconosco come i due ragazzi che ho visto nella foto dell’annuncio e trovo che la cantante sia molto carina: ha un chioma corta ma sbarazzina di capelli biondi ad incorniciarle il viso tondo e indossa gli stessi pantaloncini che avevo visto nella foto, giallo crema, con la coda di piume da pulcino e ovviamente non manca il grembiule decorato coi coriandoli e merletti rosa. Accanto a lei suona la chitarra elettrica il Ragazzo-Coniglio”. I suoi capelli sono di uno strano viola, lunghi, legati in un codino. Le due orecchie sono ancora più grandi di quello che mi è sembrato nella foto! La camicia che indossa è molto trasandata, sgualcita, ma trova un equilibrio grazie al papillon rosso e al bel gilet nero abbinato, peccato per i pantaloni strappati sul ginocchio.
Appena i due finiscono di suonare, fanno un profondo inchino al pubblico.
- Grazie, bambini! Vi adoro tutti! – urla entusiasta la ragazza mandando baci.
- C’è qualcosa di strano nella sua voce, sembrava più melodiosa quando cantava, invece adesso pare abbia parlato attraverso un megafono mal funzionante. – mi dice Harvey all’orecchio.Scrollo le spalle. - Ma no! – dico. - Sarà sicuramente il microfono! - .
- Erin, quale microfono? –Passo velocemente lo sguardo da Harvey al duo. In effetti non hanno nessun microfono, l’unica cosa che tiene in mano è un cupcake di plastica rosa.
- Forse questo posto ha una buona acustica. – ipotizzo, anche se Harvey non sembra convinto.Il duo scende dal palco, pronti ad andare verso i minifan adoranti, ma Mike gli fa cenno di avvicinarsi.
Io mi irrigidisco quando i miei occhi incontrano da lontano quelli della cantante bionda. Oddio, è davvero carina! Sembra quasi una bambolina, una bella bambolina dallo sguardo materno. Credo che anche Harvey stia pensando la stessa cosa, perché sta fissando la ragazza con gli occhi sgranati e… ehm… sì, sta (letteralmente!) sbavando.
Lolita ha assunto la sua posizione di sfida (mani sui fianchi, sensualmente inclinati di lato) il che vuol dire che la biondina, che continua a sorridere apertamente sia verso di noi che verso i bambini, non le piace per niente.
- Ragazzi miei, permettetemi di presentarvi Chica e Bonnie. – dice Mike orgoglioso. – Sono animatronics. –
- Anima-che?! – Lolita fa una smorfia continuando a fissare il duo.Prima che Mike possa darci una spiegazione, Chica dice: - Ciao, cari ragazzi… ra-ra-ga… Benvenuti al Freddy Fatzbear’s P-P-Pizza! Vedo delle facce nuove tra di noi! Q-Q-Qual è il tuo nome? –
La sua voce è meccanica come prima e mi fa venire i brividi, come se qualcuno stesse graffiando una lastra di ferro. Dov’è finita la cantante di prima?
- Siamo felici di avervi qui! Sie-sie-siete pronti a fare della meravigliosa musica con noi? – canticchia Bonnie, stuzzicando con i polpastrelli le corde della chitarra.Lolita fa una faccia ancora più disgustata.
- Sono robot! – esclama Harvey tra l’eccitato e il terrorizzato.
- Esatto! – dice Mike. – Non ve ne siete accorti? Anche Mangle e Foxy sono animatronics! Ora qui li chiamiamo “humanized animatronics”. Animatroni umanizzati. –Tutti e tre impallidiamo all’istante. Sembravano così… reali! Come è possibile?
Lolita si avvicina a Chica e Bonnie con circospetto. Si china in avanti per guardare più da vicino per poi girarsi verso di noi annuendo. – Non c’è dubbio: è metallo plastificato. – dice. – Non lo notavamo a causa delle luci, oltre al fatto che questi cosi sembrano fatti a posta per un set cinematografico. Devono essere costati un fortuna! –
- Non esattamente. Non abbiamo fatto altro che sostituire i costumi da animali con quelli umani. – ribatte Mike.Harvey prende la parola alzando la mano (facepalm… ma credo faccia parte del suo istinto di nerd): - Mia madre mi ha raccontato che le mascotte del Freddy Fatzbear’s Pizza, prima che chiudesse, erano tutte animali. Perché li avete sostituiti? -
Mike si scura in volto. Mette le mani dietro la schiena e si incurva.
Non so perché, ma adesso l’atmosfera si è fatta tesa e ho una strana sensazione.
Dopo qualche secondo di riflessione, Mike fa un gesto improvviso della mano, come per scacciare una mosca fastidiosa, si schiarisce la voce e dice sbrigativo: - Abbiamo sostituito i costumi degli animali con quelli umani per ragioni di sicurezza. Nulla di cui preoccuparsi. E poi, ai bambini piacciono molto di più così! –
Sarà, ma la sua faccia non mi convince molto…
 
Ore 9.00 PM Dopo la visita allo Show Stage, abbiamo chiuso il tour con il Prize Corner, la cucina, il backstage e infine il mio ufficio. È abbastanza spazioso, ho a disposizione una scrivania, con  il ventilatore, e posso portare con me una bibita in caso mi venga sete durante la notte poiché, giustamente, non posso lasciare la mia postazione.
“È indispensabile che tu non abbandoni mai l’ufficio, Erin, mai!” mi ha detto Mike. Sembrava preoccupato, mi ha fatto anche promettere.
Più che altro mi incuriosisce un po’ questa storia degli humanized animatronics. Mike mi ha detto che devo controllare che non girovaghino per tutto il locale, dice che non possono spegnergli perché altrimenti i loro servomotori si romperebbero. Okay, ci sto, ma non ci ho capito molto, cioè, devo controllare che nessun ladro venga a svaligiare la pizzeria, o che gli animatronics non cerchino di fuggire?
Oh, mamma! Mi sento come in “Una Notte al Museo”.
In ogni caso, sono sicuro che imparerò sul lavoro. Non posso arrendermi alle prime difficoltà, papà me lo ripete sempre, devo stringere i denti ed affrontare. Solo sbagliando si impara. Farò del mio meglio stanotte.
La cena a base di pizza gratis è stata un sogno e infine Mike mi ha consigliato di tornare a casa e di riposare perché dovrò essere in piena forma, ed è proprio quello che ho intenzione di fare.
Sveglia alle 11.30.
Okay. Buonanotte.

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Capitolo 2
*** Aiuto! ***


 
CAPITOLO 3
AIUTO!
 
Ore 10.00 AM Quando sono tornato a casa, piombando in cucina come una furia,  mia madre era già a preparare la colazione per papà e la piccola Izzie, e non appena mi ha visto le è scivolata la tazzina del caffè dalle mani, che ha rovinato a terra, frantumandosi. – Santo cielo, Erin! – ha esclamato sconvolta. – Sei pallido come un cadavere e hai una faccia! Si può sapere che ti è successo? –
Non le ho risposto perché mi stavo piegando in due per il fiatone e avevo le vertigini. Lei ha voluto a tutti i costi misurarmi la febbre, mettermi in testa un sacchetto di ghiaccio e prepararmi un’abbondante e grassa colazione, nonostante i miei tentativi di dirle che non avevo assolutamente fame e che volevo solo andare a letto. Quindi ho lasciato a metà la torretta di pancake anti calo di glucosio e ho bevuto solo un bicchiere d’acqua, sono salito in camera, sprofondato nel letto e ho dormito quattro ore. Ho sognato anche, ma durante i miei sogni, fatti di alette di pollo piccanti, concerti dei Linking Park e giornate in spiaggia, si infiltravano spesso spezzoni della notte passata, con il Bastardo di Las Vegas che entrava nel mio ufficio e allungava la sua sporca mano metallica non invitata sul bavero della camicia. Risultato: sono ancora più stanco di prima. Evviva…
Ancora non riesco a togliermi dalla mente quel sorriso visto attraverso la telecamera. Da incubo.
In effetti, forse è solo stato… No. Impossibile. Voglio dire, so distinguere un sogno dalla realtà, e poi, che cliché! In quanti film avrò sentito questa battuta?
Comunque il fatto è questo: lavoro in una pizzeria spettrale con all’interno degli animatronics assassini. Ma per il resto va tutto bene, eh! Sì, sì…
 
Ore 11.00 AM Il cellulare emette una vibrazione e noto che mi è arrivato un messaggio su Watsapp. È di Harvey, scritto sul gruppo.
 
Harvey
Oi Eri! :-) Come è andata la
prima notte di lavoro? Rispondi che
voglio sapere!
 
… E adesso? Non posso scrivergli “eh, sai com’è… a parte un ragazzo, barra coniglio, barra chitarrista assassino è andata abbastanza bene”, e non me la sento neanche di dirgli che è andato tutto alla grande e che ho mangiato patatine e ascoltato gli AC/DC tutta la notte.
Un altro messaggio, questa volta da parte di Lolita:
 
No! >o< Ce lo deve dire a quattr’occhi
davanti ad una bibita gelata! Tu e questi
cacchio di messaggi!
 
Harvey adora il suo cellulare come un dio sceso in terra e sta sempre su Watsapp, Ask., Facebook, invece Lolita è molto all’antica: non le piace mandare messaggi, preferisce incontrare la gente e parlare faccia a faccia piuttosto che da dietro uno schermo. Non ha tutti i torti, ma in questo momento preferirei mascherare la verità dietro mille pixel e faccine sorridenti. Non mi va di vederli.
 
Harvey
Okay. Erin, ci incontriamo a casa tua?
 
Lolita
Tra cinque minuti e preparami un bicchiere
di latte e menta.
 
Harvey
E poi dici a me! Un panino al burro d’arachidi
e sono in paradiso!
 
Lolita
-.- vabbè, facciamo direttamente un brunch
da Eri, no?
 
Harvey
Mica sarebbe una cattiva idea! *.*
 
Lolita
Vero? :D
 
Dicevo, non vorrei vederli, ma conoscendoli sono sicuro che si autoinviteranno, rimarranno per un brunch a base di latte alla menta e panini al burro d’arachidi e mi faranno due palle così coi loro battibecchi inutili su quanto possa essere salutare o meno mettere anche la nutella col burro, ho ragione? Ma che genio!
Rispondo:
 
Va bene, ma voi portate
la nutella
 
Ore 11.45 AM Lola e Harvey sono arrivati con la merce mezz’ora fa, Harvey ha portato la nutella, mentre Lolita, dopo averle chiesto la “parola d’ordine” prima di farla entrare e facendomi rimproverare da lei per la mia infantilità, ha infilato tutte le albicocche una per volta nella buca delle lettere prima che le aprissi, con il risultato che ora ci ritroviamo a mangiare frutta ammaccata.
- La parola d’ordine è Nicholas Flamel! – l’ho ammonita appena è sgattaiolata all’interno e questa, di tutta risposta, ha scosso la testa, facendo ricadere tutti i riccioli biondi davanti agli occhi.Avevo già preparato latte e menta in quantità e i panini carichi di burro d’arachidi che il mio nerd ha poi finito di riempire con un doppio strato di nutella, mentre la soldatessa lo guardava disgustata.
- Come fai ha mangiare tutta quella roba?? – gli aveva chiesto, stando bene attenta a proteggersi i pantaloni con stampa cachemire che erano a rischio di bombardamento di molliche e condimenti.
- Con la bocca. – aveva risposto Harvey. O buon Dio…Ora che siamo belli satolli e ci siamo fatti qualche risata, è il momento della resa dei conti, ma in fondo spero che si siano dimenticati…
- Allora, Eri, come è andato ‘sto lavoro? – chiede secco Harvey.Okay, come non detto (alzo bandiera bianca).
Non sono bravo a mentire quindi scarto da subito l’idea di dire che è andato tutto bene. Urlare loro in faccia che quel posto è infestato dai fantasmi e dagli spiriti sarebbe l’equivalente di firmare un contratto di vitto e alloggio a vita per il manicomio, ma anche dirglielo con calma stile Dr. House, con un bastone su cui reggermi e una mano in tasca: “Quel posto è infestato” e uscire di scena con uno sguardo da “Fuck, yeah” non sarebbe il massimo… ammetto di essermi lasciato andare con l’immaginazione. Tornando a noi, anche se raccontassi loro tutta la notte da mezzanotte alle sei, non mi crederebbero. Non trovo soluzione!
- Erin, sveglia! – sento uno schiocco avanti a me e mi risveglio dall’incantamento.
- Che è…? –
- Ti sei imbambolato cinque minuti fa! – esclama Lolita. – Che succede? –Dico la prima cosa che mi viene in mente: - Forse non mi va di parlarne. –
- E invece ora ce ne parli! Non abbiamo aspettato tutta la notte insonni per farci dire questo! – ribatte Harvey.Lolita gli lancia un’occhiataccia. – Secchione, piantala! – abbaia. – Eri, se dici così mi fai preoccupare! Di solito bisogna picchiarti con un piede di porco per farti stare zitto, e ora scappi fuori che non vuoi parlare?! – aggiunge.
Harvey sghignazza. – Hehe! Piede di porco… -
Lola gli tira addosso la confezione di pane prendendolo in piena faccia, senza distogliere lo sguardo da me. - Eri...? –
Basta! Io vuoto il sacco!
- Mi promettete di non ridere? –I due annuiscono. – Perché mai dovremmo ridere? – chiede Harvey.
Sospiro e comincio a raccontare.
 
Ore 12.00 PM Non ho tralasciato nemmeno un dettaglio. Adesso Lolita e Harvey mi guardano con gli occhi sgranati, sicuramente non sapendo cosa pensare di me.
Restiamo in silenzio per un tempo che mi sembra infinito, poi è Lolita a rompere il silenzio: - Erin, non puoi essere serio. – dice senza trattenere un ghigno canzonatorio.
Ecco, lo sapevo!
- Amico, non sapevo sapessi inventare storie così belle! – dice Harvey puramente stupito.
- Non sono storie, lo giuro. – cerco di convincerli, con un tono di voce patetico. – Non voglio tornarci in quel posto di merda! –Harvey e Lolita non la piantano di ridacchiare.
- Oh, dateci un taglio! –esclamo.
- Hehe! Scusa, Erin, ma la tua faccia in questo momento è stracomica! –Che palle!
- Okay, a parte scherzi, - dice Lolita. – anche se non ci avessi raccontato una balla pazzesca, sicuramente non eri lucido e la stanchezza ti ha giocato brutti scherzi. –
- Umph! Non ho immaginato nulla: quei cosi si muovono. –
- Ho un’idea! Stanotte ti faremo compagnia durante il tuo turno! – propone Harvey.Lolita sgrana gli occhi. So già a cosa sta pensando: a Freddy, l’orso abbraccia tutti. E la mia ipotesi viene affermata dalla seguente esclamazione della bionda militare: – Peccato! Perché credo sia improbabile che Mike ci dia il permesso di restare. –
- Allora questo pomeriggio andiamo alla pizzeria e glielo chiediamo. –Lolita sprofonda nella sedia, atterrita.
Sono fortunato: ho due amici che mi organizzano la giornata senza nemmeno consultarmi.
- Perché sei troppo pigro! – rispondono in stereo quando glielo faccio notare. 

Ore 2.00 PM Provo a contattare Mike chiamandolo al Freddy’s, ma dopo un’eternità che il telefono squilla mi risponde un tizio dalla voce roca (e noto anche un leggero accento italiano, tesovo?). – Freddy Fatzbear’s Pizzeria. Vuole ordinare?-
- Salve, aehmm… no, no! Non voglio ordinare… sono Erin Fitzgerald, la nuova guardia notturna. Devo parlare con Mike Goodman, è lì? –
- Coso, sono rilegato in cucina, come credi che io possa vedere il capo da queste parti?? E poi sto lavorando, non venire a disturbare gente che lavora per delle cacchiate, coso. – risponde aspro l’italiano. Coso? A me?? Ma a’ soreta!Sono sul punto di mandarlo a quel paese, ma riesco a trattenermi, gli chiedo gentilmente scusa per il disturbo e riattacco.
- Chi ti ha risposto? – mi chiede Harvey.Ho già detto che dopo il sostanzioso brunch i miei due amici si sono invitati anche a pranzo e hanno preteso di stare con me tutto il pomeriggio? No? Ebbene, è stato proprio così!
- Uno stronzo. – rispondo io. – Mi sa che dovremmo fargli una sorpresa. –Lolita sbuffa. – Possibile che non gli hai chiesto il numero di telefono così da contattarlo più facilmente?! –
Mi allungo sul divano, avvicinandomi a lei finché i nostri nasi non si toccano, i suoi occhi sgranati, e le sussurro: – Non farmi giocare la carta “ho-dimenticato-di-fare-benzina-e-sono-rimasta-a-secco-sulla-statale”-
Subito la mia amica diventa rossa e si innervosisce. – Piantala! – con uno schiaffo mi butta a terra.
Bah! Oramai ne ho ricevuti talmente tanti che non sento più nulla da questa guancia… e dal didietro (un bel dieci e lode in “calci in culo” per Miss Hudson!).
- Quindi, ripeti un po’, Bonnie il Bastardo di Las Vegas ha fatto irruzione nel tuo ufficio e stava per ucciderti?? – chiede Harvey, pulendosi gli occhiali con la maglietta.
- Sì-ì… È la millesima volta che me lo fai dire. –
- Ma perché lo chiami “Bastardo di Las Vegas”??- chiede Lolita.Faccio finta di pensarci un po’ su e poi dico: - Perché è un vero bastardo e mi ricorda i camerieri dei locali Playboy di Las Vegas. –
Lolita sorride malefica: - E tu come fai a sapere come sono i camerieri dei locali Playboy? –
Dopo questo la mia reazione è stata: sollevo il dito indice ammonitore, prendo fiato per parlare, ma poi capisco che Lola mi ha chiuso alla grande e preferisco ficcarmi in bocca un’albicocca intera.  
 
Ore 4.00 PM Siamo al Freddy’s, in cerca di Mike. Be’, in realtà stiamo vagando senza metà. Fa caldo anche qui dentro e i vapori delle pizze fumanti appena sfornate che escono dalla cucina non aiutano di certo! Sono sudato fradicio, e comincio ad emanare un odore anche abbastanza sgradevole.
Anche oggi i clienti abbondano: bambini strepitanti, accompagnati dai genitori notevolmente esausti e un po’ nervosi, entrano ed escono dalle sale che preferiscono. Lo Show Stage sembra il più popolare, ma io non ho intenzione di rientrarci, non dopo la notte scorsa!
Piuttosto faccio una capatina ai Coves.
- No, e dai! – si lamenta Harvey mentre lo trascino lontano dallo Show Stage. – Sei tu quello che si è messo paura stanotte! Non io! Voglio vedere Bonnie che suona la chitarra! –Lolita lo afferra per le gambe e ora lo teniamo sospeso come un cadavere da gettare in mare. – No! Tu vuoi vedere quell’animatronic mezza donna, mezzo pollo. – sibila Lolita, puramente imbarazzata dalle sue scenate. – Ma ti riporto alla realtà: neanche un sasso vorrebbe uscire con te, figurati un robot! –
Quindi, con almeno sessanta chili al trasporto, raggiungo il Kids Cove.
La scena è più o meno quella che mi aspettavo: Mangle è in piedi al centro della sala e i bambini le stanno addosso, tirandola per le braccia e stringendosi sulle sue gambe. Lei si tiene in equilibrio a malapena. Uno dei piccoli si arrampica sulla schiena dell’animatronic, quasi facendola rovinare a terra, e sale sulle sue spalle stringendo le orecchie da volpe meccaniche bianche e rosa per non cadere.
Per un momento, ma forse è solo la mia impressione, il sorriso onnipresente dell’animatronic si trasforma in una smorfia. Muove appena, appena le labbra, senza che un suono esca dalla sua bocca, componendo col labiale la parola “dolore”. Poi l’espressione gioviale ritorna e dice con voce metallica: - Attenti con le braccia, bambini: sono un po’ fragile! -
- Poverina! – commenta Harvey a testa in giù. – Non vorrei essere al suo posto. Deve essere terribile, non trovate? –
Lolita scrolla le spalle: - E’ programmata per questo. Non capisco come faccia a farti pena. –
- Okay, ma ora mi lasciate giù? È imbarazzante! –Io e Lola ci scambiamo uno sguardo intuitivo, annuiamo e lasciamo cadere Harvey a terra con un tonfo sordo.
- Il mio cu…~! – prima che Harvey possa finire la frase, un uomo in divisa, la stessa che ho indossato la notte scorsa, gli arriva dietro e gli chiude la bocca.
- Scusa, ragazzo, - dice, accennando ad un sorriso imbarazzato. – ma ti ricordo che sei in presenza di decine di bambini. Parlare in modo così volgare sarebbe inadeguato, no? –Harvey lo guarda un po’ perplesso e, una volta libero, si scusa con l’uomo.  - Mi chiamo Scott, - si presenta quest’ultimo. Dopodiché si rivolge a me. – Tu sei… - schiocca le dita tentando di azzeccare il mio nome. – Helen… Eren… -
Helen??
- Erin. – Lo correggo io porgendogli la mano. – Erin Fitzgerald. –
- Ah! Sì, scusa. – mi stringe la mano. – Sei la nuova guardia notturna, giusto? Ti ho notato ieri, quando parlavi con Mike. – incrocia le braccia intorno al petto e continua: - Mi sorprende vedere dipendenti così giovani. Guardia notturna, poi… Finora nessuno si era presentato per quel posto e Mike stava per cederlo a me. – mi guarda come per dire: “mi hai salvato la vita!”. Non è per caso che lui sa??Prima che io possa fargli qualche domanda a proposito, Lola mi anticipa: - A proposito di Mike, lo stiamo cercando. Sai dov’è? –
Scott scuote la testa. – Mi spiace, ma Mike oggi non è a lavoro. Aveva delle commissioni da fare, suppongo. –
- Be’, noi volevamo chiedergli se era possibile far compagnia ad Erin durante il suo turno. - dice Harvey, cingendomi le spalle con un braccio.
- Non saprei… - risponde Scott. – Provate a venire domani. -Harvey mi stringe ancora di più. “La trachea! La trachea!!” provo a mimare ora che il braccio del mio amico mi avvolge il collo.
- Ooh! Ma noi dobbiamo fargli compagnia stasera!! – si lamenta il secchione. – Possiamo fare una minuuuuscola eccezione per oggi? Please! –Scott sospira. – Be’, se ci tenete tanto… Ma io non centro nulla, eh! Mi raccomando, che Mike non venga poi a lamentarsi da me! – detto questo gira i tacchi e torna a lavoro, salutando con la mano.
- Contaci, Scott! Ci vediamo! – Harvey mi lascia andare e mi guarda a petto gonfio. – Visto? È stato facile. –
- Lo sai che hai fatto la figura della bimba minchia, West? – dice Lolita, guardando in basso, probabilmente vergognandosi di essere sua amica.
- Che linguaggio inadeguato, Miss Hudson! – canticchia Harvey in risposta saltellandole vicino. – Siamo in presenza di decine di bambini, vergogna! – 

Ore 4.30 PM Ce ne stavamo per andare, quando sentiamo la voce di Scott, proveniente dal Kids Cove, chiedere a tutti i bambini di uscire e andare nello Show Stage perché Mangle “ha sonno e vuole riposare”. Solo quando esce dalla stanza con altri suoi due colleghi capisco perché: tengono tra le braccia l’animatronic, la quale non ha un bell’aspetto: la copertura del braccio destro, dell’avambraccio, del polpaccio sinistro e del busto è stata smontata, lasciando scoperti endoscheletro, fili elettrici e circuiti. Anche la coda da volpe rosso ciliegia che aveva attaccata ai pantaloni, proprio come quella di Chica, è saltata e il cerotto sull’occhio le è stato tolto, mostrando l’orbita vuota. Ecco perché lo aveva…
- Ehi, Scott! – chiamo io. – Si è rotto un’animatronic? –
- È la quinta volta questa settimana! – si lamenta. – So che era già accaduto in passato. I bambini amano smontarla e rimontarla! Ma lo dovevamo immaginare, è il più esposto perché gioca e non resta sul palco a lungo. Hehe! Sembra un po’ la sua maledizione! –
- Che ci farete ora? – chiede Lolita.
- Se la manutenzione non si è stufata, lo faremo riparare, altrimenti resterà l’attrazione “smonta e rimonta" del locale, come avevano già proposto. –
- Ma questo non istigherebbe i bambini all’omicidio? – ribatte Lola.
Scott scrolla le spalle, ci saluta e porta Mangle, o quel che ne resta, nel backstage. 


Ore 6.15 PM Messaggio con i ragazzi.
Andate a dormire presto: stanotte
sarà una LUNGA notte
Lolita:
Ci sono abituata da anni ormai,
con chi credi di parlare?? ;-)
 
Harvey:
Anch’io! Vi ricordo che a scuola facevo
le nottate  per studiare, poi arrivavo la mattina
sveglissimo!
Per me non sarà un problema
 
Riposati comunque.
Credetemi, non sarà una passeggiata!
Harvey:
Ecco! Lui è allucinato e… poof! Diventa
responsabile
-.-“” Signore e signori, il prototipo
del ragazzo prodigio più brillante
della città…
Lolita:
TA RAN TA TAAAAA!! XD XD
 
Harvey:

 
Sono sicuro di non essere stato allucinato! E stasera lo proverò!
- Cazzo, sì che lo proverò!! -
- ERIN!! VIENI SUBITO GIU’!! RAGAZZACCIO, SOLO PERCHE’ ORA SEI MAGGIORENNE CREDI DI AVERE IL PERMESSO DI DIRE CERTE PAROLE?!?! NON SOTTO IL MIO TETTO!! – urla mia madre dal piano terra.
- LAGAZZASSHIO!! – le fa eco la marmocchia Izzie.Meglio darle retta e scendere subito.
 
Ore 7.00 PM Con le orecchie doloranti e la maglietta sporca della pappa di mia sorella, perché, per punizione, mi è toccato imboccarla (e solo mamma sa quanto io odi imboccare la marmocchia), vado finalmente a letto.
Dio, non ci credo che stasera tornerò lì! Buhuu!!

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Capitolo 3
*** Prima Notte ***


Prefazione (sì, PREFAZIONE, così sono sicura che leggerete, spero, i miei avvisi!): Bonjour a' tout le monde! Volevo solo affittarmi un piccolo angolo dell'autrice per dirvi che ora sta a voi! Avete capito quello che voglio, vero?? Tante RECENSIONI!!! Okay, se riceverò almeno una piccola, minuscola recensione positiva, continuerò a pubblicare. Altrimenti appenderò al chiodo questastoria e mi concentrerò su farfalline e coniglietti... Buona lettura!!
 

CAPITOLO 2
PRIMA NOTTE
 
Ore 12.00 AM Da ora ha inizio il mio nuovo lavoro.
Quando ho detto a mio padre che avrei fatto la guardia notturna in un ristorante è stato molto sorpreso. Non se l’aspettava. Ho evitato di accennare al fatto che l’ho scelto selezionandolo come “il lavoro più semplice sulla faccia della terra”.
Appena sono arrivato ho indossato subito la mia divisa (molto comoda e fresca) e ora sono seduto alla scrivania, con lo schermo delle telecamere che controlla attraverso una tastiera; posso muoverle per controllare la stanza a 360°.
Le due porte ai lati dell’ufficio mi preoccupano un po’: sono solo due entrate completamente esposte.
Solo ora noto i due pannelli, uno per porta, con due interruttori ciascuno: uno rosso e uno bianco. Sopra quello bianco c’è scritto Light (Luce) mentre su quello rosso Door (Porta).
Davvero?
Premo l’interruttore rosso della porta destra. Subito da sopra scende una pesante porta di sicurezza in metallo. Non mi trattengo nell’esclamare “Wow!”. Cioè, a cosa serve una porta di sicurezza QUI?? Me lo spiegate??
Premo di nuovo l’interruttore e la porta di riapre rumorosamente.
Bho!
Dato che sarà una noia ho portato di nascosto le cuffiette per ascoltare la musica dall’IPhone e un pacchetto di CrockCrisp in caso mi venisse fame.
Si comincia!… a mangiare le patatine.
 
Ore 12.15 PM Patatine finite dopo luuunghe e godute masticate. Cavolo, dovrò stare a digiuno tutta la notte adesso.
 
Ore 12.20 PM Mhn… sarebbe meglio se cominciassi a muovere un po’ queste telecamere, tanto per fare qualcosa… Okay, ho deciso: solo dopo aver ascoltato un paio di canzoni degli AC/DC.
 
Ore 12.40 PM Be’, forse sono state più di un paio. Umph! Vabbè, vediamo un po’.
Comincio a passare da una telecamera all’altra guardando distrattamente le immagini sul monitor.
Passo dalla hall al backstage, alla Party Room 1, alla Party Room 2, alla sala ristorante, al Prize Corner.
Poi mi ricordo degli animatronics e la curiosità mi assale.
Cerco sul monitor il numero della telecamera del Pirate Cove. CAM 1C. Perfetto!
Clicco sull’icona e mi appare la visuale completa della stanza illuminata a infrarossi.
Scruto l’immagine, spulciando con gli occhi da cima a fondo, ma di coso-lì-come-si-chiama… di Foxy neanche l’ombra, però il sipario è scostato appena. Sarà sicuramente là dietro.
Comunque, diamo un’occhiata allo Show Stage.  
CAM09A.
Ed eccoli là: Chica e Bonnie, e con loro c’è anche “l’orso abbraccia tutti” che ci ha accolto prima. Si chiama Freddy Fatzbear ed è il titolare del locale, me lo ha detto Mike. L’unico animatronic non umanizzato. Ovvio, è il marchio di fabbrica per eccellenza.
Sono tutti e tre accasciati al suolo, con le braccia e le gambe piegate in posizioni innaturali e hanno gli occhi aperti, ma vuoti. Sembrano cadaveri.
Mi sa che quelle patatine stanno tornando indietro, perché mi è venuta una nausea!
Imposto nuovamente la telecamera della hall. Basta così! Ho visto abbastanza.
Ma ora che faccio per tutto il resto della serata?
 
Ore 2.00 AM Son le due di notte e tutto va bene!
 
Ore 2.10 AM Dovevo portarmi la console con Assassin’s Creed!
 
Ore 2.20 AM Perché non ho scaricato l’app di Assassin’s Creed sul mio IPhone?!
 
Ore 2.30 AM Zzzzz…
 
Ore 3.00 AM Okay, forse sto impazzendo, ma credo di aver sentito dei rumori provenire dal corridoio… Nah! Sarà la stanchezza! Anche se…
 
Ore 3.05 AM Va bene, dopo un’attenta valutazione (di due minuti -.-“) ho deciso di ricontrollare le telecamere. Non me lo sono immaginato: qualcosa si sta muovendo qua dentro!
Avanti! La hall, il backstage, il Pirate Cove, la sala ristorante, le due Party Room, lo Show Stage…
Driiin! Driiin!
Per lo spavento, salto sulla sedia quasi cadendo da essa.
Ora mi dite chi telefona alle tre di notte per una pizza??
Vabbè, meglio rispondere.
"Pronto? Pronto?..." risponde una voce maschile dall’altro capo del telefono.
Mi preparo a rispondere, ma la voce mi precede: "Be’, se stai ascoltando questa registrazione, vuol dire che hai scelto il lavoro più penoso di tutti (penoso??). In ogni caso, vorrei introdurti un momento le regole del… ehm… sì, chiamalo gioco in cui ti sei venuto a cacciare. Evito da subito di leggerti l’introduzione di benvenuto da parte della compagnia(Ah, grazie!), perché probabilmente ne hai ricevuti anche abbastanza di “benvenuto!” e “il Freddy Faztbear’s Pizza è un posto magnifico dove i bambini crescono tra magnifici giochi e la fantasia prende vita. Il locale non è responsabile dello smarrimento di beni personali, ne di infortuni alla clientela.(Ehi! Non avevi detto “evito da subito di leggerti l’introduzione”, Mister Coerenza?) In caso di smarrimento blah blah blah!”, quindi passiamo ai fatti (Dimmi, dimmi!). Ti dico fin da adesso che non c’è nulla da temere, okay? E sono sicuro che farai un ottimo lavoro (Grazie!). Ora, gli animatronics, che probabilmente hai già avuto occasione di incontrare, diventano particolarmente… eccentrici la notte. Umh… sai, dopo la chiusura girovagano senza meta per tutta la pizzeria poiché ritrovandosi da soli e senza una mansione da svolgere (Ah, davvero? Devo ricordarmi di comprarne uno per mamma a Natale.)… ma se per caso ti trovassero, ti riconoscerebbero NON come persona, ma come endoscheletro da infilare in un costume e questo, be’, non farebbe male molto, no… al massimo muori (… Cosa?!?! x?x). Quindi, in breve, ricordati di setacciare per bene le stanze con le telecamere e chiudi le porte soltanto in caso di estrema emergenza. Il generatore non deve assolutamente esaurirsi! Vabbè, ci sentiamo. ‘notte!"
Mi butto all’indietro sulla sedia, trattenendo il respiro. Cos’ho appena ascoltato??
 
Ore 3.30 AM Ho cercato di convincermi che quella fosse stata solo stata la registrazione di un pazzo maniaco, ma ogni volta che il mio cervello sembrava essersi deciso ad accettare la risposta più razionale, altri rumori sinistri rimbombavano nei corridoi ed io, con la furia di un ciclone, mi spingevo in avanti sul monitor, quasi facendolo cadere dalla scrivania, e ricontrollavo da capo a dodici tutti i vani del locale.
Eppure tutto sembra essere perfettamente in regola: nessun movimento, non più rumori sospetti e soprattutto gli humanized animatronics se ne stanno ancora a loro posto.
Mi asciugo il sudore e lancio un’occhiata all’icona del generatore: 50%.
In effetti, non è che ho usato molto le apparecchiature, ma la luce dell’ufficio consuma più di quanto pensassi. Mi chiedo quanto possano consumare le porte e le luci del corridoio…
Devo aspettare le sei di mattina, giusto? Bene, aspetterò. Quanto mai potrebbe volerci? Solo tre ore. E io ho una lunga playlist di canzoni. Posso resistere.
 
Ore 4.00 PM Ancora due ore. Sì. Ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio…
Mamma mia, sto tremando peggio di un chihuahua!
Sono sicuro che quella stupida chiamata mi abbia suggestionato, ma non riesco proprio a togliermela dalla mente e più sto dentro questo ufficio, più il Freddy’s si fa inquietante ai miei occhi. Colpa anche di quei maledettissimi cadaveri ambulanti!
A proposito, è quasi un’ora che il monitor mostra la Hall, sarebbe ora di dare un’occhiata. Susu, Erin: manca pochissimo!
La Hall, Prize Corner, backstage, sala ristorante, Show Stage…
Resto immobile, fisso sullo schermo, le mani che mi tremano e il latte alle ginocchia.
Faccio girare la telecamera più volte, e zoommo e ristringo ancora di più, ma mi viene la nausea quando realizzo che Bonnie è scomparso!
No. No no. Nononononono!
Party Room 1 Pirate Cove Party Room 2… Dove cazzo sei??
Un momento. C’è qualcosa in quest’ultima stanza… è un’ombra! Fammi zoommare.
È lui! Madre mia, è lui! Quel bastardo di Las Vegas (Ho trovato il nome perfetto per questo qui)!
Sta fermo tra i due tavolini, di fronte alla telecamera e mi fissa, se fissa me.
Dio, fa paura! E mo’? Che faccio? Starà fermo?
E Chica e Freddy? Meglio controllare. Ah, Deo gratias!  Sono ancora lì!
 
Ore 4.30 AM NO! Non sta fermo per niente, ‘sto Bastardo di Las Vegas!
Si è mosso! Non è più nella Party Room 2!
Hall, Kids Cove, backstage…
VAFFANCULO! NON LO VOGLIO UN TUO PRIMO PIANO, BASTARDO!!
Si è messo proprio davanti alla telecamera del backstage e ora io ho il suo bel faccino con gli occhi color lillà come salvaschermo! Grazie!
Dio! Voglio la mamma! Meglio: VOGLIO LOLITA!!!
Oddiooddiooddio!
Che faccio? Che faccio?! CHE FACCIO?!?!
Generatore: 27%!
E CHE FINE HA FATTO IL RESTANTE VENTITRE PERCENTO?!
 
Ore 4.55 AM Oddio, che faccio? Oddio, che faccio?? Questo s’è mosso di nuovo! DIO!! Oh! O-Okay! È in corridoio!
Okay! Okay, niente panico!
Ho capito una cosa: si muove molto lentamente e aspetta almeno un quarto d’ora prima di risposarsi, quindi non devo fare altro che… pregare che nelle sue lunghe soste non si metta a studiare una cartina della pizzeria! Buhu!
 
Ore 5.15 AM C-Ci sono dei rumori inquietanti provenienti dal corridoio di sinistra. Oso accendere la luce? Oso?!
Ehmm… Va bene. Prima controlliamo la telecamera fuori l’ufficio.
Appena seleziono la telecamera, questa inquadra il Bastardo di Las Vegas dall’alto, che quando si accorge che la telecamera è stata attivata, rivolge lo sguardo verso di essa muovendo a scatti la testa e sorride minacciosamente.
- MA SALVE! – esclamo preso alla sprovvista e con un colpo di reni mi  slancio verso la porta, premo l’interruttore rosso e la serranda metallica si richiude in un lampo. Sono salvo. Per ora. Generatore: 15%.Accendo la luce del corridoio e controllo dalla finestra . Sì, è lì che alita sul vetro.
Quando te ne vai? E lui sorride.
Senti, va a quel paese!
Intanto la telecamera esterna all’ufficio è stata disattivata, così come quella del corridoio centrale.
Punto su quella del corridoio est e ci trovo Chica, in piedi di fronte ai bagni! Non è possibile! Anche lei no!
Tre quarti d’ora. Tre quarti d’ora!
 
Ore 5.30 AM Bonnie se n’è andato da un bel pezzo e io ho potuto riaprire la porta, ma ora non stacco più gli occhi dal monitor. Le telecamere che si erano impallate prima sono tornate in funzione.
Il Bastardo di Las Vegas è nella hall, Chica si è spostata ed ora è nel corridoio centrale… ed io sono quasi a corto di energia! Se uno dei due mi si ripresenta qua davanti, sarò nei guai fino al collo.
Freddy è ancora al suo posto e da Foxy e Mangle neanche il minimo segno di vita (be’, almeno loro!).
Ma proprio io ci dovevo finire in questa situazione??
 
Ore 5.50 AM Generatore: 3%.
O mio Dio! Tre percento! Tre percento!! Oh, no! Non mi possono bastare!
Ti prego, fammi dare almeno un’ultima occhiata alle telecamere!!
Hall! Backstage! Show Stage! Sala ristorante!
Ecco, vedo Chica! Ma il Bastardo??
Party Room 1! Party Room 2! Corridoio!
No, non può essere!
Generatore 2%. NOOO!!
Via dal monitor! Ma ora? Corridoio corridoio corridoio!
Clicco l’interruttore bianco e accendo la luce. Schiacciato sul vetro mi ritrovo il Bastardo di Las Vegas, sorride e mi guarda con occhi assatanati.
- Aaahh!! Chiudi!! – premo l’interruttore rosso, una, due tre volte, ma solo ora realizzo che la porta è bloccata e che non si chiude! – Cosa?! Perché?! Perché?! Perché?! Cosa?! Che succede?!?! NOOOO!!!-Ti prego, no! Ti prego, no!
Bonnie si sporge sulla soglia e allunga la mano verso di me, producendo un cigolio metallico da spavento. Trattengo il fiato. Non ho scampo!

Ore 6.00 PM Dall’orologio appeso sopra la scrivania risuonano i rintocchi di una campana che mi indica che sono le sei di mattina.
Bonnie è rimasto con il braccio sospeso a mezz’aria e mi guarda come spaesato. Sorride ancora, ma ha assunto un’espressione perplessa.
Una volta che la campana dell’orologio cessa di suonare, l’animatronic si accascia a terra con un tonfo sordo.
Che gli è successo? Chi se ne frega! È il momento perfetto per defilarmi!
Scavalco con un salto il robot, corro verso l’uscita e una volta fuori dall’edificio prendo un enorme sospiro e cerco di distendere i nervi; ma non ce la faccio, sono teso, spaventato e confuso e ora voglio fare l’unica cosa che non ho potuto fare per tutta la nottata dentro il Freddy’s: correre via.

 

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Capitolo 4
*** Seconda Notte: Foxy Foxy - I' Parte ***


CAPITOLO 4
SECONDA NOTTE: FOXY FOXY
I' PARTE
 
Ore 12.00 AM Appena arrivati alla pizzeria, io, Lolita e Harvey siamo sgattaiolati all’interno dell’ufficio di sicurezza. Harvey voleva cominciare con un “giro di perlustrazione”, ma l’ho subito bloccato e stavolta mi ha seguito senza fare storie.
Ora che siamo in tre qua dentro, la stanza sembra molto più piccola.
- Allora, cosa si fa adesso? – chiede Lolita seduta sulla sedia da ufficio che continua a far girare.
- Cosa credi si faccia? – rispondo io. – Si lavora. –Non passa un secondo che i due scoppiano a ridere.
- Sì, certo! – sghignazza Harvey.Ma che bella faccia da schiaffi che c’ha quando ride così sguaiatamente. – Che c’è di divertente? – chiedo.
- C’è, caro mio, che tu hai pronunciato la parola “lavoro”, parlandone come se volessi davvero spaccarti la schiena  sul pannello di controllo delle telecamere di una pizzeria. – risponde il mio nerd. – Non è esattamente il tuo stile, scansafatiche come sei.
- Sul serio, che fai qui per divertirti? – insiste.…
Lo posso uccidere adesso?
- Divertirmi? Io qui ci devo lavorare! Ti ricordo che mi pagano per sorvegliare questo postaccio, il che fa del mio un la-vo-ro! – replico isterico, gesticolando come mia madre (a che livello sono sceso, povero me!). - Ah, no! E non osare lamentarti, West! – aggiungo quando vedo Harvey preso nel tentativo di aprire bocca per rispondermi. Provaci solo, coglione! - Sei tu che sei voluto venire! -
Lolita mi mette una mano sulla spalla e mi invita a sedere, sulla scrivania però, perché mai e poi mai Lolita Hudson abbandonerebbe la sua comoda postazione! – Eri, mi sembri un po’ agitato… -
- Tu credi?!?! – sbotto girandomi di scatto verso di lei.In effetti non sono al massimo del relax. Meglio, diciamo che non lo sono per niente. Il pensiero di essere di nuovo in balia di quei… cosi mi mette davvero a disagio! E Lolita e Harvey, specialmente Harvey, non mi fanno stare meglio. Penso che sarebbe stato più confortante se avessi invitato due scimmie con la parrucca.
- Dai calmati, - riprova Lola. – Che sarà mai? –Proprio non lo vogliono capire. Non mi credono. Ma và! Non l’avrei mai detto!
 
Ore 1.00 AM Ho passato un’ora a insegnare ai due come usare le telecamere, così mi aiuteranno, e abbiamo deciso di fare dei turni, sempre se la notte passerà tranquilla. Ho un po’ di dubbi a riguardo perché ho una strana sensazione. Ah! No, aspetta… è la nutella.
Do un’occhiata veloce alle telecamere per essere sicuro che gli humanized animatronic siano ancora lì.
Allora, allo Show Stage sono tutti presenti, Chica, Bonnie e Freddy. Perfetto. Dal Pirate Cove neanche il minimo segno di vita: il sipario è serrato e Foxy non si vede.
… Mi assale un dubbio! Meglio controllare i corridoi la vicino... E… nulla! Bene!
- Ehi! Vi ricordate di Mangle? – dice Lolita ad un certo punto.Vediamo… la visione spettrale di un cadavere robotico con l’orbita vuota, mezzo endoscheletro di fuori e olio come sangue a macchiargli la faccia? No, non ricordo, no. Che caspio di domande sono, Lolita? Smettila di dare corda ad Harvey, smettila!!
Io e Harvey annuiamo.
- È sicuramente nel backstage. – dico io e clicco sull’icona CAM 5. Mi aspetto di trovarla stesa sul tavolo da lavoro, ma… no, non c’è.
- Che strano! – commenta Lola.
- Forse Scott e gli altri l’hanno riportata nel Kids Cove. – ipotizzo io.
- O forse ha preso vita e ci è tornata da sola. – sghignazza Harvey dandomi una pacca sulla spalla che mi fa sobbalzare.Perché all’improvviso ho voglia di sbatterlo fuori dall’ufficio e lasciarlo in corridoio tutta la notte?
In ogni caso mi trattengo: l’assicurazione non copre ragazzi trucidati da pupazzi parlanti.
Clicco sull’icona del Kids Cove…
- Ma che cavolo è quel coso?!?! – esclama Harvey alla vista del cumulo di ferro lacerato dagli arti e la testa umani.Ecco quello che rimane di Mangle, di cui solo ora capisco il perché del nome. La luce a infrarossi non mi permette una visuale in Full HD, ma posso dire con sicurezza che gli addetti alle riparazioni hanno tentato un riassemblaggio disperato: le poche parti del costume di Mangle rimaste sono tenute su da nastro isolante e sembra quasi che possano cedere da un momento all’altro come gli altri componenti.
Non era meno costoso e... tetro ordinare in internet una scatola di LEGO gigante? Che c’è sotto? Motivi sentimentali?
- Fa paura! – commenta Harvey. – Ti prego, toglilo, Erin. –Lolita dietro di lui annuisce.
Imposto la telecamera sulla sala ristorante e lascio che Harvey si diverti con il suo vecchio amore, il computer, in fondo è stato fuori casa quasi tutto il giorno, poverino… ma non fatelo sapere al cellulare!
Lolita butta giù un sospiro.
Non riesco a nascondere un sorriso di scherno. – Che c’è? Già stanca? – dico.
La soldatessa scrolla le spalle e si volta verso il poster attaccato sopra la scrivania, rappresentate Freddy in compagnia dei vecchi non-humanized Chica e Bonnie. – Ti ricordo che non volevo venire fin dall’inizio. –
 
Ore 1.30 AM Assieme ad Harvey controllo le stanze ripetutamente.
Hall, backstage, Party Room 1, Party Room 2, sala ristorante, cucina… Questo non avevo notato, che la telecamera della cucina non si accende e che è disponibile solo l’audio, il che non ci è d’aiuto dato che il silenzio più totale regna sovrano.
Perché, ditemi, PERCHE’ hanno riaperto una fottuta pizzeria vintage e non hanno aggiustato a dovere le telecamere che potrebbero salvarmi la vita stanotte. Pochi soldi? Guasto del momento? Manutenzione andicappata? Si accettano scommesse, offro anche videopoker!
In ogni caso, passiamo dallo Show Stage, al Pirate Cove, al Kids Cove, al Prize Corner, ma tutto sembra perfettamente a posto senza nessuna “attività sovrannaturale”.
- Visto, Eri? Non c’è nulla di cui preoccuparsi! –Giuro che se lo ripetono un’altra volta gli ficco il mouse da qualche parte dolorosa e irraggiungibile!
 
Ore 2.15 AM Non avendo nulla da fare, ci siamo messi a curiosare un po’ in giro: abbiamo aperto un po’ di cassetti e dato una sbirciatina agli angoli più nascosti.
Intanto il generatore è già all’75% di energia. Domani, se incontrerò Mike, devo dirgli di smetterla di farsi abbindolare dalle confezioni di batterie con il passionale bollino rosso SCONTO “metà prezzo”, quelli con il disegno della batteria tutta sorridente che fa “okay” con il pollice.
Io non ho trovato altro che un pacco di inutili scartoffie, un paio di penne non funzionanti e un pacchetto di sigarette vuoto (ragazzi, chi ha fatto il furbetto??).
Sento un urlo alle mie spalle! È Lolita!
- HARVEY!! IO TI AMMAZZO!! – urla la mia amica, improvvisamente rossa di rabbia. Harvey intanto è girato di spalle e si sta piegando in due dalle risate.
- Che è successo? – chiedo.Lolita si gira verso di me puntando il dito contro il secchione ed esclama: - Quel brutto idiota mi ha fatto quasi venire un infarto!! –
Lolita, so che Harvey è brutto, specialmente se illuminato da una luce artificiale, sto per dirle, ma non mi sembra carino farglielo notare in modo così rude.
Capisco immediatamente cosa ha spaventato Lola quando Harvey si gira: il nerd ha indossato una maschera a forma di testa di Freddy Fazbear, l’incubo numero uno della mia amica da quando siamo qui, e le è venuto dietro. Ora si sta pavoneggiando con la maschera ancora in testa, camminando avanti e indietro  vicino a lei. Traduco lo sguardo di quest’ultima in un unico e scandito pensiero: “vaffan@£&§!!”.
- Porca miseria, Harvey!! – esclama nuovamente Lolita e, con un sonoro schiaffo, gli fa cadere la maschera.Mi chiedo come facciano ad essere amici, quei due.
 
Ore 2.30 AM Mhnn… Finora tutto bene. Ma non abbasserò MAI la guardia!
 
Ore 2.33 AM Sempre attento. Sempre sveglio. Sempre vigile. Wow! Mr. Hudson sarebbe orgoglioso di… Zzzzz…
 
Ore 2.35 AM AAHH!! Che è stato?!?! Ah… no. Lolita ha fatto cadere il portapenne.
- Scusa! – dice.
- Fa nulla! –Mamma mia, che strizza!
 
Ore 2.45 AM – Sssh! – fa Harvey ad un certo punto. – Non avete sentito nulla? – aggiunge alzando la testa.
- Stai parlando della rabbia e il pensiero di vendetta che ribollono in Lola? Perché se per questo, li sento anch’io. – Lolita si volta verso di me. Uuh! Se lo sguardo potesse uccidere!
- No! – ribatte Harvey. – Ho sentito come una specie di colpo. Proveniva da fuori. -Io e Lolita lo imitiamo e ci mettiamo in ascolto. Sento il sangue diventare gelo nelle mie vene. Mi butto sulle telecamere e torno a controllare lo Show Stage. Freddy, Chica e Bonnie sono lì, con la faccia… rivolta… verso… la telecamera(?). Oookayy? Non ricordo di averli lasciati così. Cavolo.
Anche Lolita e Harvey l’hanno notato, perché si stanno scambiando occhiate perplesse. Poi è Lolita a parlare: - Bah! Non hai detto che li lasciavano accesi perché altrimenti il servomotore va in avaria? Sono accesi, è ovvio che si muovono un po’. Forse è questo che ti ha suggestionato. –
- Sarà. – rispondo. Ormai non ci spreco neanche più la voce.Pirate Cove. Foxy non si vede ancora. Bravo, Foxino di papà, continua così che mi fai tanto felice! 
Kids Cove. Appena seleziono la telecamera il rumore di un segnale radio distorto ci frantuma i timpani!
Cacchio! Come si disattiva l’audio?! Ah, santo… Argh!!
Harvey si spinge in avanti e clicca su CAM2B, il corridoio ovest.
Buttiamo tutti giù un sospiro.
- Ma che era?? – chiede Lolita, massaggiandosi le orecchie.
- Ah, bho! Piuttosto, qualcuno ha visto se Mangle era ancora presente? –
- Sì sì, c’era. – mi risponde Harvey.Fiuu! – Bene. –
Driiin! Driiin!
Mi irrigidisco sulla sedia, preso per la seconda volta di sorpresa. Lolita e Harvey guardano il telefono un po’ confusi. – Ma che…? – fa Harvey.
- Eri, non avevi detto anche che avevi ricevuto una telefonata con una registrazione che ti ha detto degli humanized animatronics? – dice Lolita.Io annuisco a gola asciutta e la registrazione parte:
“Pronto? Pronto? Ehi! Ci sei, ce l’hai fatta! Molto, molto bravo, complimenti! (Grazie!) … (Uhmm… Ehilà?) Non parlerò molto questa volta dato che Freddy e i suoi amici tendono a diventare più attivi ogni notte che passa. Ti conviene tenere d’occhio le telecamere mentre parlo. (Va bene! Harvey, prendi il mio posto e sorveglia le stanze.) In effetti, Freddy stesso non lascia quasi mai la sua postazione(Sentito, Lolita? Felice?). Ho sentito che diventa più attivo nel buio, quindi, ehi, un’altra buona ragione per non far scaricare il generatore, giusto? (Ma perché ‘sti intervalli?)… Inoltre va a controllare il Pirate Cove di tanto in tanto; il personaggio al suo interno, Foxy la Volpe Pirata, o almeno così mi sembra, diventa più attivo se le telecamere rimangono per troppo tempo accese. Credo non gli piaccia essere guardato (Sono troppo bello per voi comuni mortali!)… (Un altro intervallo. Comincio a stufarmi, sai?) A proposito di Foxy, hanno provato a ridisegnarlo, sai? (Ridisegnarlo?? Che cavolo vuol dire? E poi, è la mia impressione, o questo tizio ha cambiato voce??) … in modo che potesse avere un aspetto un po’ più amichevole e lo hanno messo nel Kids Cove. Ma i bambini di questi tempi proprio non sanno tenere le mani a posto. Lo staff doveva rimettere tutti i pezzi insieme dopo ogni giornata. Quindi alla fine hanno semplicemente smesso di ricostruirlo e lo hanno trasformato in una specie di attrazione smonta e rimonta… si riferiscono al nuovo Foxy come “Mangle”… (Oookay…?) Uhmm... per aiutarti contro alcuni animatronic ti diamo una testa svuotata di Freddy Fazbear, problema risolto! Ora devo andare. Ci sentiamo domani, buonanotte!”
Dopo questo, mi volto verso Lolita e Harvey per vedere la loro reazione. Sono uno accanto all’altro, in piedi, le braccia lungo i fianchi, gli occhi puntati sul telefono e sguardi tra l’increduli e spaventati. Dite cheese, pesci lessi!  Ma credo che quella telefonata li abbia finalmente convinti che ciò che dico è vero.
Dopo un po’ di tempo che restano immobili, decido di rompere l’incantamento: - Ohi! Tutto bene? –
Entrambi trasaliscono. – C-Cosa c’è? – balbetta Harvey.
- Ho detto, tutto bene? –Harvey, secondo me, se la sta facendo sotto. Letteralmente? Probabile. – Sembra quasi Outlast… - dice ad un certo punto. - solo che invece dell’e-mail c’è la telefonata… -  pausa ad effetto. – Fico! -
COOOSA?!?!
- Cioè, inquietante, certo, e ovviamente da incubo, ma fico! – aggiunge.Non credo alle mie orecchie. Mi avvicino a lui e gli metto amichevolmente una mano sulla spalla. – Harvey, - dico. – lo so che quella del diciottenne è una vita difficile, ma, credimi, farsi di coca non è la risposta a tutto. C’è la Bibbia, ad esempio, o Mahatma Gandhi… -
Lolita deglutisce a secco, per poi cambiare espressione. – Ah, no! – esclama nervosa. – Io non ci casco! Se non vedo, non credo. Semplice. Tutta questa storia mi sembra… assurda, ecco! – purtroppo il suo tremolio continuo la sta tradendo di brutto.
- Va be’… - fa Harvey, chinandosi a terra. – Comunque non ho capito cosa dobbiamo farci. –
- Con cosa? – chiedo io.
- Con questa. - riprende la testa di Freddy Fazbear da terra dove l’aveva lasciata e, senza volerlo, la alza proprio davanti a Lola che, non avendo visto Harvey, lancia un secondo urlo. - DEFICIENTE, DACCI UN TAGLIO!! IMBECILLE, PATETICO, FIGLIO DI …!! – e da qui in poi preferisco censurare. 

Ore 3.05 AM Sto controllando i corridoio quando… Tonk! Un rumore come di un urto su una superficie metallica attira la mia attenzione e decido di concentrarmi sulla CAM4B.
E ancora: tonk! Tonk! Tonk! … sì, insomma, un continuo di tonk! Devo preoccuparmi? A meno che non siano dei procioni venuti a morire proprio nelle tubature della pizzeria, forse un tantino ci sarebbe da preoccuparsi. Passo dal corridoio ovest al corridoio est.
No! Ora mi dite perché la telecamera non riceve nessun segnale?!?! – Perché?!?! –
- Ci deve essere un’interferenza. – risponde Harvey.Le foche applaudono la sua intelligenza. Le senti, Harvey?
Questo lo avevo capito anch’io. – ribatto. – Ma fino ad un momento fa funzionavano! –
- Ehi, guardate! – esclama Lolita sporgendosi in avanti sul monitor. – L’immagine sta tornando normale! –È vero: lo statico sta svanendo, lasciando il posto all’immagine del corridoio. Bene, almeno una tragedia è evitata… forse.
- Oi, Eri! Ma Foxy? – chiede Lolita.
- Oh, cavolo! –Foxy! Me ne ero quasi dimenticato! Andiamo immediatamente al Pirate Cove, CAM1C. La scena è sempre la stessa: sipario sigillato e nessun segno di vita. Sto per cliccare su un’altra icona quando Lolita mi dice di alzare l’audio che io avevo abbassato prima per evitare una seconda sturata d’orecchie. Non appena il volume è abbastanza alto, sentiamo un canticchio provenire da dietro i tendaggi… Foxy sta canticchiando. Foxy… sta… canticchiando? Vogliamo parlarne? Chissà, magari tra poco sentiremo anche lo scarico di un water e il rumore di fogli di un giornale che viene chiuso. Tutto può succedere là dietro.
Giusto per informare, mi sono ficcato le mani tra i capelli in preda a un esaurimento nervoso già da un po’ di tempo. Resisterò fino alle sei del mattino senza spararmi in testa?
 
Ore 3.15 AM Harvey continua a camminare quasi saltellando avanti e indietro con il cellulare in mano e, di tanto in tanto, lancia anche qualche sguardo all’orologio. Non gli chiedo che cos’ha perché… be’, non mi interessa. Sai, quando sei talmente preso dal cercare di sopravvivere tutta la notte in una pizzeria abitata da animatronic assassini, tra cui un Bastardo di Las Vegas, in compagnia di due vecchi amici che non fanno nulla per aiutarti, non le noti certe cose.
- Ragazzi, qualcuno di voi necessita la toilette? – dice Harvey.
- No. – diciamo in coro io e Lolita.Harvey si sporge dalla porta sinistra, guardando in fondo al corridoio buio, per poi girarsi verso di noi. – Io però ne avrei. –
- Cosa? – faccio io.
- Necessità. –
- Di cosa? Ho perso il filo. Sul serio, non sto scherzando. – dice Lolita.
- Porca miseria, Erin! – esclama Harvey mettendosi tra me e la scrivania, quasi facendo cadere il monitor del computer. – Devo andare al cesso! Capito adesso? –E quanto ci vuole a scandire quattro parole una dietro all’altra?!  
Lolita si copre gli occhi con una mano e borbotta qualcosa di incomprensibile alle nostre orecchie. – Non possiamo uscire dall’ufficio, ricordi? – mi anticipa subito dopo. – Ti avevo detto di andare in bagno prima di salire in macchina. –
E Harvey scrolla le spalle.
- Va be’, vai, ma muoviti. – sospira Lolita.Con uno scatto mi paro davanti la porta e blocco loro il passaggio. – Alt! Alt! Altaltaltalt! ALT! Mike è stato chiaro come l’acqua, e anche il tizio del telefono non mi sembra abbia parlato in turco! Ma si può sapere cos’avete in quella zucca? –
- Erin, per favore! – mugola Harvey. - È urgente! –
- No! – esclamo.
- Ehi, guardate qua! – ci chiama Lolita. – Se ti preoccupi tanto per gli humanized animatronic, possiamo usare questo! –Ci mostra un condotto di ventilazione nascosto dalla scrivania, proprio ai piedi della porta di destra.
- Grazie alle telecamere, ho visto che questo condotto sbocca proprio di fronte ai bagni. Harvey può scivolarci dentro, intrufolarsi nella toilette degli uomini, fare quello che deve fare e tornare indietro, il tutto senza correre nessun rischio. –
- L’idea è pazza, ma potrebbe funzionare! – dice Harvey, ovviamente parlando a nome della sua vescica. – Che ne dici, Fritz? –
- Prima di tutto è Fitz. – dico io. – Fitzgerald. E, secondo… provaci, se proprio è urgente… ma portati dietro Lolita. –
- Perché? – chiedono in stereo.
- Credetemi, è meglio così.  –  e senza aggiungere altro, spostiamo la scrivania di lato in modo da creare abbastanza spazio per farli passare, poi apriamo il condotto.
- Prima le signore. – dice galante Harvey,accennando un inchino di fronte a Lola.
- Prima i disabili. – ribadisce la mia amica.
- Non sono disabile. –
- Lo diverrai se mi riproponi una cosa del genere, pervertito. – dice minacciosa. – Muovi il culetto. Hop hop hop! –
- Sì, signora! – detto questo, prima Harvey e poi Lolita, si infilano nel condotto dell’aria, mentre io li osservo strisciare finché non spariscono. 

Ore 3.10 AM Ho aspettato di vederli scivolare fuori dal condotto di ventilazione tenendo sempre accesa la telecamera che dava sui bagni, a parte qualche sosta per controllare il Pirate Cove.
Dopo una lunga attesa eccoli sbucare come crostacei da una crepa negli scogli. Harvey ovviamente rovina a terra come una patata lessa, mentre Lolita se ne esce tutta sciolta e chiudendo in bellezza con una capriola. Si vede che ha frequentato l’accademia militare invece del liceo.
Il mio nerd scappa subito in bagno e Lola si appoggia al muro in sua attesa.
Okay. Mhnn…
CAM 1C.
- ODDIO!! –Per lo spavento, mi butto indietro sulla sedia con ancora in mano il mouse, che si sgancia dalla presa.
Foxy la Volpe Pirata si è accostato all’esterno del sipario, la mano ad uncino alzata come se volesse minacciarmi o mandarmi a quel paese alzando il dito medio, non potendo, purtroppo (musica triste… *sob* Povero Foxy…).
Cominciamo?
Kids Cove. Chiudo gli occhi. Mangle, dimmi che sei ancora lì. TI PREGO dimmi che sei ancora lì! Sorpresa, sorpresa…. Non c’è! Zan Zan! Ma una ka di animatronic sfasciata per tre quarti come ka fa a vagare in una ka di pizzeria? KA!
Presto, presto! Backstage? No. Sala ristorante? No. Show Stage? No. Party Ro… Aspetta, aspetta! Torniamo indietro. No, sul serio, perché stavolta mi incazzo. Freddy, Bonnie… Chica? Chiquita? Chiquita banana? Dove sei? Chiquita??
Bagni! Dove sono i ragazzi!
Ragazzi!! Chica  si sta muovendo! Sbrigatevi!! 
Tonk! Tonk!
Oh merda! 
Vedo Lolita drizzare la testa non appena sente quel rumore e si guarda intorno.
Tonk! Tonk!
Va verso la porta del bagno e bussa. – Harvey! – dice a bassa voce. – Harvey, datti una mossa! – 

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Capitolo 5
*** Seconda Notte: Foxy Foxy - II' Parte ***


CAPITOLO 5
SECONDA NOTTE: FOXY FOXY
II ‘ PARTE
 
Ore 3.15 AM Tonk! Tonk! Tonk! Tonk!
Il rumore metallico assume un ritmo più incalzante, come se qualcuno stesse correndo proprio dalla sua parte.
Un momento! Ed io, che ho le porte spalancate ed è un’eternità che non mi stacco dal monitor?!
Mi allungo verso il pannello della porta di sinistra e accendo la luce. Niente. Bene!
Voglio essere ottimista! Accendo la luce della porta di destra e…
Chiudichiudichiudichiudichiudi!!
Chica, col viso schiacciato al vetro come il piccolo Tim sulla vetrina del negozio di giocattoli, mi sorride e ridacchia. E io la fisso. E lei ridacchia. E io la fisso.
- Diventiamo amici! – biascica con la sua voce radiofonica.
- Ma anche no! – 

Ore 3.25 AM Dopo venti, lunghi, maledettissimi secondi, Chica ha deciso di andarsene per un’altra strada, lasciandomi aprire la porta di sicurezza. Il generatore? Aehmmm… 49 %! Grazie. Porco cane.
Le urla improvvise dei miei due amici, che rimbombando per tutto il condotto arrivando a me, mi riportano alla realtà. Mi butto sulla scrivania e sul monitor mi appare l’immagine ripresa dalla telecamera di fronte ai bagni.
Harvey e Lolita sono in mezzo al corridoio, rivolti verso la telecamera. Ma non guardano ad essa, bensì più avanti, ma sempre in alto. Di nuovo quel suono metallico di prima: Tonk tonk! I due sembrano essere pronti alla fuga. Che sia… ? AH! Di nuovo l’interferenza all’audio! Mi sta fracassando i timpani, ca…! Argh! Lo disattivo immediatamente, ma ora è l’immagine a dare problemi! Qualcos’altro?? No, dico, perché se è proprio necessario passiamo direttamente ad un corto circuito delle apparecchiatu… sta’ zitta, boccaccia, mia! Sta’ zitta! Concentrandomi un po’, riesco a seguire la scena: un’ombra proiettata dalle luci soffuse del corridoio, che Harvey e Lola hanno acceso, si sposta restando dietro la telecamera, saltando dal soffitto alla parete (Spiderman, Spiderman, does whatever a spider can… no, aspetta, che dico!), mentre i due la seguono con lo sguardo, direi atterriti. Vedo Harvey cercare di nascondersi dietro Lolita, rannicchiandosi mano a mano sempre di più, senza mai distogliere lo sguardo da quello che oramai è ovvio sia un animatronic. Scommetto che in questo preciso istante il mio amico sta desiderando più che mai di essere uno struzzo solo per nascondere la testa sottoterra. Il mio cuor di leone… -.-“ . Ad un certo punto l’animatronic spicca un secondo salto e si riaggrappa al soffitto e, ora che non si trova più nel punto cieco, la posso vedere, Mangle.
Okay, questa mi è nuova. Più quest’avventura va avanti e più perde ogni minimo senso! Voglio dire, che cacchio ci fa sul soffitto??
Non me ne sono accorto prima, ma sto trattenendo il fiato da un’eternità.
Con le gambe endoscheletriche si aggancia ad un appiglio e con uno scatto felino si allunga verso Lolita e Harvey pronta ad afferrarli, ma Lola schiva prontamente le rampe meccaniche e scivola vicino al dotto, trascinando con se anche Harvey. Ora l’immagine è completamente sparita. Non ci posso credere!
Passo velocemente da una telecamera all’altra. Tutte funzionanti, meno che quella dei bagni. Spingo un tasto a caso e mi butto sul condotto. Vorrei urlare loro di rientrare subito nel condotto, ma ho la gola secca!
 
Ore 3.27 AM - Entra! Sbrigati, sbrigati! – strilla Lolita. – Corri, Harvey! Aaahh! –
- Lolita?! Lolita! –
- Cazzo, mi aveva preso per lo stivale!! Muoviti! Vai vai vai!! –Dopo qualche secondo li vedo ascendere dal buio del cunicolo, tirando spallate e gomitate convulsamente nel tentativo di raggiungerne la fine il più presto possibile. Subito li aiuto e ci affrettiamo a richiudere con la grata.
Harvey è il primo a rompere gli indugi. – Erin! Siamo salvi per miracolo! Mangle ci ha attaccati! –
- Lo so, ho visto tutto. – dico.
- Era previsto che camminasse sul soffitto?? – chiede Lolita tutto d’un fiato.
- Previsto da me? No. -Riprendo il mio posto alla scrivania e mi accorgo di una cosa abbastanza grave: ho lasciato accesa la telecamera del Pirate Cove. Okay, ora veramente mi sento un gran deficiente.
Foxy è sparito.
Backstage, Prize Corner, sala ristorante, hall…
Ma quello è Foxy? Sta correndo da questa parte! O il suo stile di corsa, notiamo, molto simile a quello di Tom inseguito da Spyke, ci fa dedurre che stia scappando da qualcuno (sei forse entrato nel letto di Chica, ubriaco, e ti sei fatto beccare da Freddy?). Oh be’!
- Lolita! Sinistra! CHIUDI!!  -
Lolita si butta sul pannello senza indugio e la serranda viene giù, bloccando il passaggio.
Tre forti colpi alla porta metallica ci fanno capire che Foxy è arrivato e noi restiamo a fiato sospeso (a me una bombola d’ossigeno!). Lolita si accosta appena alla finestra. – Se ne sta andando. – sussurra. Solo quando butta giù un sospiro di sollievo, io e Harvey riprendiamo a respirare regolarmente.
- Ora mi credete? – mi scappa detto.Harvey e Lolita si scambiano uno sguardo frustato. – Sì. –
Angeli, suonate le vostre campane!
 
Ore 4.00 AM – Ragazzi, mancano due ore. Possiamo resistere, vedrete. – dico io cercando di infondere fiducia (prima tra tutti a me stesso).
Facciamo il punto della situazione: Chica è in movimento, ora nella sala ristorante, Foxy è tornato nel Pirate Cove, ma potrebbe uscire da un momento all’altro se sto troppo tempo con la sua telecamera accesa, Mangle si muove sul tetto e Bastardo di Las Vegas e Freddy… Ehmmm…
CAM 09A. Ah! Bene, sono ancora lì!
I miei due amici sono schiacciati una su una finestra e l’altro sull’altra, accendendo e spegnendo ogni cinque secondi le luci del corridoio. Intanto il contatore del generatore scende in picchiata.
- Ma la volete piantare?!?! – esclamo. – Guardate che dobbiamo risparmiare energia. -
- Ma gli humanized animatronics potrebbero fare la loro comparsa da un momento all’altro! – dice Harvey.
- Giusto! – lo appoggia Lolita. – Dobbiamo essere pronti e al minimo segno di presenza del nemico, non avendo un piano d’attacco, passare alla difesa immediata. –E questi erano i soggetti che fino a meno di un’ora fa non credevano alla storia del Bastardo di Las Vegas e gli altri. Hanno cambiato il loro umore da “psicoterapeuta razionale” a “recluta cagasotto della marina militare”. Coerenza, saltami addosso.
Generatore: 34%
- Oi! –
- Che c’è? –
- DATECI UN TAGLIO! - 

Ore 4.30 AM Mi bruciavano gli occhi a stare tutto quel tempo davanti allo schermo del computer, così ho lasciato il mio posto ad Harvey. È da un pezzo invece che Lolita se ne sta appoggiata alla parete, le braccia conserte, a fissare il pavimento. Probabilmente sta pensando ad una via di fuga; è tipico da parte sua non perdere la calma in situazioni del genere, ma analizzare e sapere come uscirne indenne. Per fortuna c’è lei.
 
Ore 4.40 AM Mangle si sta muovendo nuovamente. Ora è nella hall e, aggrappandosi ad ogni minimo appiglio che riesce a trovare sul soffitto, sta raggiungendo velocemente il corridoio principale.
Intanto nel Pirate Cove, Foxy è di nuovo uscito da dietro il sipario. Chica si è rifugiata nella Party Room 1 e sta camminando in circolo, qualche volta avvicinandosi al tavolo e chinandosi sulle sedie. Non ho la più pallida idea del perché lo faccia e sinceramente non me ne frega un cavolo. Nello Show Stage Freddy se ne sta buono buonino nel suo angoletto accasciato a terra, ma Bonnie il Bastardo di Las Vegas manca!
E ma andiamo, su! Perché non invitate anche Freddy così tutti insieme ci prendiamo un bel tè e andate tutti a FOTTERVI, PER LA MISERIA!!
 
Ore 5.00 AM – Chiudi, Erin! Chiudiii!! – urla Harvey indicandomi la porta di destra.
Quando mi accosto a questa, ad aspettarmi sopra la soglia c’è Mangle che, dondolandosi leggermente, mi guarda sorridente, ma chiaramente famelica! Riesco a chiudere proprio nel momento in cui l’animatronic con un colpo di reni si spinge in avanti verso di me. Una volta che la serranda si è abbassata, dopo un colpo secco alla porta e in seguito il fracasso come di un mucchio di travi di ferro, mi accosto alla finestra per vedere cos’è successo e vedo Mangle allungata a terra a faccia in giù con le braccia stese in avanti. Quando alza la testa, muovendola a scatti, noto subito la profonda ammaccatura al centro della fronte.
Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere! - Bwhahahaha!!
Per un momento ho avuto l’impressione che Mangle stesse digrignando i denti offesa.
- Che succede? – chiede Lolita.
- Vieni a vedere tu stessa! – le dico indicando fuori dalla finestra, ma una volta che la mia amica mi raggiunge, Mangle si è già defilata. 

Ore 5.15 AM Tutto tranquillo.
Ho le palpebre pesanti e vorrei essere nel mio letto. So che possiamo resistere, lo so!
 
Ore 5.30 AM Con un colpo di fortuna siamo riusciti ad evitare Bonnie che, dopo aver sostato qualche minuto nel corridoio vicino l’ufficio, ha cambiato direzione ed è tornato indietro. Giuro, me la stavo per fare addosso!
Lolita ha cominciato a dare calcetti la maschera di Freddy abbandonata a terra. - Il tizio al telefono ha detto che la maschera ci sarebbe servita con alcuni animatronics. – dice. - Cosa vuol dire? Che gliela dobbiamo lanciare addosso? –
- Non credo. Ma anch’io non ho capito molto bene. – rispondo.Harvey è troppo concentrato sulle telecamere per dare un’opinione. Dato che per tutta la notte non ha fatto altro che sparare cazzate, gliene sono grato.
 
Ore 5.35 AM Foxy è uscito dal Pirate Cove!
- Harvey, quante maledettissime volte hai acceso la telecamera del Pirate Cove?!?! –
- Due… tre… e va bene, molte volte… ma volevo essere sicuro che non uscisse! –
- Invece hai fatto l’esatto contrario! –Chiudo veloce la porta di sinistra. Di nuovo tre colpi e Foxy se ne va.
Subito dopo Mangle fa la sua comparsa dal corridoio di sinistra! Il generatore è quasi completamente scarico, non possiamo rischiare!
- Non chiudete! – ordino ad Harvey. Mangle si avvicina ancora di più all’accesso facendo cigolare le giunture.
- Ehmmm… No, ho cambiato idea. Chiudete! –Generatore: 10%
- No! Aprite! Aprite! …No, chiudete! …No, aprite! … Chiudi! Chiudi! Aspetta, apri! No! No! Sì! No! –Lolita e Harvey mi fulminano con lo sguardo: - DECIDITI!! -  
Preso dal panico e senza una qualsivoglia idea, faccio la prima cosa che mi viene in mente: mi infilo la maschera di Freddy Fazbear.
Con ‘sto bolide addosso mi sento ridicolo.
I miei due amici mi squadrano con gli occhi sgranati, sicuramente pensando: “ma sei cretino o che?”. Anche Mangle mi fissa con lo stesso sguardo, ferma, aggrappata proprio di fronte all’entrata. Si guarda da una parte all’altra, confusa, per poi fare retromarcia con gli occhi ridotti a fessure puntati su di me come a dire: “ti tengo d’occhio…”.
Quando sono sicuro che se n’è andata, tolgo la maschera e riprendo fiato: qua dentro non si respira proprio!
Ecco allora come funziona!
 
Ore 5.50 AM Evvai! Mancano solo dieci minuti e questo incubo avrà fine!
Devo ricordarmi di uccidere Lolita e Harvey per avermi costretto a tornare e poi punire me stesso per non aver portato almeno un piede di porco con il gancio appuntito!
Generatore: 6%
Mammina! Be’, tecnicamente non ho nulla da temere, in fondo che cosa mai potrà accadere in dieci minu…
- Bonnie è qua fuori! – esclama Lolita.Ma perché non sto zitto?
Chiudo la porta e prego Gesù, Shiva e Buddha tutti insieme affinché il generatore non si scarichi proprio ora (uno dei tre deve pur essere quello giusto, no?).
 
Ore 5.55 AM Il Bastardo di Las Vegas se ne andato prima ‘sta volta, ma il generatore è agli sgoccioli.
Spengo il monitor e mi allontano.
Harvey non stacca gli occhi dall’orologio.
Ho la sensazione che questi ultimi saranno i cinque minuti più lunghi di tutta la mia vita.
 
Ore 6.00 AM Non appena l’orologio scocca le sei, tutti e tre scattiamo in piedi e ci catapultiamo fuori dall’ufficio e dalla pizzeria. Nel bel mezzo del corridoio incrociamo Foxy, la mano a uncino alzata, ma è fermo immobile e non ci degna neanche di uno sguardo. Stessa storia: quando la melodia dell’orologio si arresta, si accascia a terra.
Nonostante il sole sorto da un pezzo, l’aria è abbastanza gelida e tutti e tre ci stringiamo nel tentativo di riscaldarci. Lolita è tesa come una corda di violino, mentre Harvey sta tremando. In questo momento sono l’unico abbastanza lucido per mandare avanti il gruppo.
Avendo parcheggiato lontano, dobbiamo fare un pezzo a piedi, ed è difficile con loro due che di tanto in tanto hanno delle mancanze e rischiano di crollarmi addosso da un momento all’altro. Mi sa che toccherà a me guidare.
Non vedo l’ora di essere a casa e, una volta ben riposato, mollerò questo lavoro.

ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Spero vivamente che la lettura sia stata di vostro gradimento e anche di non avervi annoiati a morte in questo capitolo un po' improvvisato. Chiedo venia per i miei abominevoli ritardi, che ci sono stati e che pobabilmente si ripeteranno in futuro (speriamo di no), ma purtroppo tra impegni e la mia musa che è una pigra baldracca, mi capita spesso di non toccare tasto del computer se non per andare su YouTube a vedere FaviJ... Comunquesia, se trovate qualche errore di battitura scusate la mia ignoranzità, ma di solito do una rilettura veloce al capitolo e non bado molto a questi errori! 
Volevo solo lasciare una piccola nota: nei capitoli, le frasi scritte in corsivo (che, come avrete notato, ce ne sono anche abbastanza) sono, a parte qualche eccezione, esagerazioni di Erin, che io personalmente amo definire "battute sciocche messe lì a scopo di fare la figura della comica pollo"... ma pensatela come volete voi.
Alla prossima!

 

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Capitolo 6
*** Sensi di Colpa e lo Zio Fritz! ***


Prefazione: RECENSITE! RECENSITE IN TANTI! Detto questo, buona lettura. 

CAPITOLO 6
SENSI DI COLPA E LO ZIO FRITZ!
 
Ore 10.30 Una volta lasciato Harvey di fronte a casa sua, verso le sei e un quarto circa, ho parcheggiato la macchina nel suo garage e sono tornato a casa a piedi. Per fortuna abitiamo a pochi isolati di distanza.
Non abbiamo detto una parola per tutta la durata del viaggio, e né Lolita né Harvey hanno salutato quando sono arrivati: erano sbattuti peggio di un paio di uova strapazzate, tremanti e tesi.
Ora mi sento un gran pezzo di stronzo; voglio dire, mi sono fatto grande solo perché sapevo di avere ragione sulla pizzeria, ma se non fossimo stati così pronti con quel paio di pulsanti a nostra disposizione, un morto, forse, ci scappava, e io li ho riempiti di “ve l’avevo detto” e “ora ci credete?” e ancora giù con ordini. Non mi sorprenderebbe se, una volta ripresi, mi rinfacciassero tutto e non mi rivolgessero più la parola. Una parte di me dice: “e allora? È colpa loro! Se la sono cercata.”, ma d’altro canto un piccolo omino nascosto nel mio cervello sperava che si unissero a me nella seconda notte.
Anche stavolta mamma mi ha sgamato mentre rincasavo, ma invece di darmi del malato, mi ha semplicemente detto che avevo un’espressione stanchissima, mi ha fatto sedere e mi ha preparato waffles e macedonia per colazione. Mentre mangiavo non la smetteva di accarezzarmi i capelli e di sorridermi. Mi metteva un po’ a disagio a dir la verità, ma poi ho pensato che era da anni che non me lo concedeva, questo lusso, e alla fine mi sono lasciato coccolare per tutto il tempo, finché non è comparsa Izzie sulla soglia della cucina; il modo in cui lo ha fatto mi ha ricordato un po’ gli humanized animatronics ed io ho sussultato.
- Elin ha paula? – ha chiesto la mia sorellina avvicinandosi a mamma, l’orsacchiotto di peluche stretto forte sotto il braccino.
- No, tesoro. – le ha risposto mamma. – Erin è stanco perché ha lavorato stanotte. Non ha fatto la nanna. –Una volta realizzato cosa mamma avesse detto, Izzie mi è venuta vicino e mi ha messo l’orsacchiotto in grembo. – Gingel ti aiuta a fale la nanna. – e mi ha abbracciato.
Le ho balbettato un grazie e a quel punto la sensazione di stronzaggine è tornata a galla.
Prima che papà si svegliasse e mi bombardasse di domande, sono corso nella mia stanza e sono crollato sul letto, addormentandomi con il pupazzo di Izzie.
Ho passato due notti di cacchina in una pizzeria maledetta, ho rischiato di essere ucciso dagli animatronics e mi sono beccato una bella botta di sensi di colpa a causa dei miei amici. Bé, poteva andare peggio. Ah, no. In effetti quando dirò al vecchio le mie intenzioni si scatenerà l’apocalisse. Non può andare peggio.
Il bello è che non posso nemmeno denunciare la cosa senza passare per un matto; nessuno mi crederebbe mai, neanche se mi presentassi con l’uncino di Foxy che fa capolino dal mio stomaco o con il cupcake di Chica ficcato in gola a forza.
Ora la domanda è: come faccio a dire a papà che mollo il lavoro?
 
Ore 12.00 PM Seduto sulla sua scrivania, piegato sopra dei fogliacci pieni zeppi di numeri e parole incomprensibili, mio padre ha l’aria di uno ch non ha voglia di ricevere cattive notizie… un punto a sfavore per la mia impresa, vorrei sottolineare, titanica.
I capelli biondo cenere leggermente arruffati e la barbetta incolta che normalmente non ha mi fanno capire che è da un botto di tempo che ci sta sopra, a quei calcoli e a quei ragionamenti. Si tiene la testa con una mano e si vede che da un momento a l’altro rischia di crollare.
E noi non volgiamo disturbarlo, vero? Quindi adesso, con molta nonchalance… No! Erin, sei un uomo o un cavallo? … No, non era un topo? Un cavallo e un topo? Essere o non essere? Argh! Al diavolo!
Prendo un respiro profondo e mi faccio avanti.
- Buongiorno, papà. –Papà alza lo sguardo e accenna ad un sorriso. – Buongiorno, Erin. Ti volevo proprio parlare, sai? –
Mi siedo sulla poltrona accanto al tavolo e incrocio le braccia. – Davvero? Che mi dovevi dire? – chiedo. Comincio a riprendere in considerazione l’opzione di fuga. La finestra è aperta? Sì. Molto bene.
Il vecchio scrolla le spalle e butta la penna sulle scartoffie, sgranchendosi la mano. – Oh be’, ieri non abbiamo avuto occasione di parlare, con il lavoro la mattina e tu che il pomeriggio sei uscito con i tuoi amici. – pausa. – A proposito, volevo scusarmi con te per averli chiamati idioti. Certi commenti dovrei tenerli per me… -
Ah, sono felice che si sia scusato per questa storia! Gli ho sbraitato in faccia quel giorno proprio per questo motivo ed è stata la nostra ultima conversazione ben strutturata. Per quanto le nostre conversazioni possano essere ben strutturate. Non è che parlo molto con papi, e se dobbiamo discutere su qualcosa i nostri argomenti sono quasi permanentemente: baseball, hot dog, università, lavoro, stipendio, il motore di quel rottame che convenzionalmente chiamiamo ancora auto e ancora “il ventilatore oggi è mio”.
- Comunque, dimmi, come sono andati i due primi giorni di lavoro? –Ora la cosa si fa critica. Non posso rintanarmi nella fodera della poltrona e dire: “Mm… papà, m-mi daresti il permesso di licenziarmi, p-perché ho paura dei p-pup-pazzi …”. Sicuramente a questa scenata ci sarebbe gente che potrebbe pensare “Fratello, che ciofeca”. No, un momento, zitti! Quando devo dare una brutta notizia a papà che riguarda scuola, università e lavoro in generale e a lui capita di avermi faccia a faccia e quindi l’occasione di distruggermi psicologicamente fino a farmi sentire uno schifo (ma qualche volta anche fisicamente), c’è sempre d’aver paura. Ma ora sono qui e devo scegliere tra cominciare un dibattito con mio padre che potrebbe durare fino a nuovo secolo, con alte possibilità di perdita, o gettami dalla finestra dal primo piano in un disperato tentativo di salvare il mio sodo didietro accalappia ragazze (non ancora testato) dalla furia spietata di mio padre. Pessime scelte in ogni caso.
- Erin? –
- Eh? –
- Ci sei? Ti ho fatto una domanda cinque minuti fa. –
- Ah! È passato così tanto? –
- Sì. –
- Be’,  ehm… è un po’ strano… -
- Cosa? –Mi arrendo! È troppo difficile. Sto riconsiderando l’idea della finestra.
Proprio in quel momento qualcuno suona al campanello. Papà punta lo sguardo sulla porta e io ne approfitto per afflosciarmi sulla poltrona tutto sudato.
Sento provenire delle voci dal piano disotto, mamma ha aperto la porta e ha salutato qualcuno tutta contenta e ora sta salendo sulle scale. Quando si affaccia la porta dice rivolta a papà: - Caro, Smith è arrivato. –
- Arrivo immediatamente, Penny. – risponde papà. 

Ore 12.26 PM Evviva! Adoro lo zio Smith!
In realtà il suo nome completo è Fritz Smith, ma lo chiamano tutti per cognome per paura di scoppiare a ridere. Lo sappiamo tutti che è un nome completamente normale Made in USA, ma non ne possiamo fare a meno da quando hanno inventato le caramelle Fritz Cola-Lemon[1]. Come se già non facesse ridere da se: alto, magro come un giunco, coi riccioli pel di carota e le lentiggini. Tante. Lentiggini. Le ha dappertutto. A volte mi chiedo se le abbia anche sul… Coff coff! E poi è anche un po’ fesso e imbranato. Ma gli vogliamo un mondo di bene. Specialmente io, quando mi porta…
- Tre biglietti per il Super Bowl del prossimo gennaio?! Come diamine hai fatto ad averli?! – ho la voce strozzata.Lo zio si passa una mano sulla camicia, tutto impettito e con un sorriso sornione. – Conoscenze. –
 
Ore 12.35 PM Ero così emozionato che per ben cinque lunghi, gloriosi minuti ho saltato per tutta la casa urlando “Oh, Dio, santissimo, non ci credo! Il Super Bowl! Andrò al Super Bowl! Con Harvey e Lolita! Il Super Bowl! Il Super Bowl!”. Se non si è capito adoro la partitissima del Super Bowl. Ho persino preso in braccio Izzie e gli ho fatto fare vola vola per dieci volte di seguito per sua gioia. Poi mi sono calmato e mi sono seduto in salotto con lo zio, mio padre, aspettando il pranzo. Papà gli fa domande sul suo lavoro (ma và!) e sulla sua fidanzata del mese, Cassidy Lovett.
- Oh… - fa lo zio. – Ci siamo lasciati. – dice tutto malinconico.Bah! La cosa non mi sorprende: Smith si innamora sempre di belle donne bionde dal davanzale abbondante, una bellezza alla vista, ma opportuniste e viscide, che lo mollano appena trovano qualcuno di più benestante e bello (e con un nome decente).
- Mi spiace molto. – dice mio padre, realmente mortificato.
- Fa niente! – dice con gesto veloce della mano e sforzandosi di sorridere, pur sapendo di non saper minimamente simulare. – Ma, dimmi Erin, so che ti sei trovato un lavoretto estivo! –
- Ehmm… sì?- balbetto.
- Caro! – chiama mia madre dalla cucina. – verresti ad aiutarmi con la lasagna? –
- Eccomi! – e papà corre in cucina lasciando me e mio zio da soli.Lo zio si tira su gli occhiali dalla montatura rossa e torna a fissarmi. – Dicevi? –
Ora che ci penso, lui è l’unico a cui posso rivelare tutto, disposto a mantenere segreto. Una volta, quando avevo otto anni, gli confessai di aver rotto la penna a stilo preferita di mio padre, smontandola ma non riuscendo a rimontarla, e Smith la prese e se la portò a casa. Una settimana dopo tornò con quella completamente aggiustata, dicendo al vecchio di avergliela presa per sbaglio. Insomma, potrei dirgli della notizia da dare a mio padre e chiedergli qualche consiglio. Ovviamente salterò la parte di Bastardo di Las Vegas, Chiquita banana e compagnia bella.
E gli dico tutto.
- Secondo me non dovresti mollare. – mi dice infine. – Se fossi Fitzgerald Senior ti direi che non dovresti arrenderti alle prime difficoltà… -
- Sì sì, conosco quella parte. – dico.
- Be’, aggira il problema. Trova una soluzione concreta e risolvi. Ti ho detto che io e tuo padre abbiamo lavorato insieme per un po’, vero? Sì. Io sono stato licenziato alla prima botta dopo un incidente per cui mi accusarono, ma tuo padre resistette alle difficoltà peggiori pur di dimostrare di valere qualcosa  infine riuscì ad essere promosso. Tutto questo senza violare il regolamento e stringendo i denti. Ammetto che era una persona migliore di me. –Sigh! Se solo sapesse…
- Ma tu non capisci! Qui si tratta molto di più che stingere i denti e andare avanti! – sussurro esasperato.
- Immagino… - sospira. – In ogni caso non ti consiglio di licenziarti. Finisci almeno i giorni di prova! Sono sicuro che tuo padre sarà fiero di te. – 

Ore 15.00 PM
 
Ehi…

Harvey
Erin!

 
Lolita
Erin! Ci dispiace! Dovevamo crederti!
 
Harvey
Sì! Non ce l’hai con noi, vero?
 
Ma no!
 
Bene, non ce l’hanno con me!

 
Lolita
Hai detto a tuo padre che ti licenzi?
 
Harvey
Se vuoi veniamo lì così per te sarà più
facile spiegarglielo.
 
No…

 
Harvey
No che??
 
Lolita
Non gliel’hai detto?
 
No… non mi licenzio!
 
Mi rispondono solo dopo minuti silenziosi e di agonia.
 
Lolita
COSA?!

 
Harvey
No! Erin! Non puoi tornare!
 
Lolita
Aspetta! Collegatevi su Skype!
 
E lo faccio. Accendo Skype e subito ricevo la chiamata di Lolita, sconvolta e con le borse sotto gli occhi. Si unisce anche Harvey, che non è da meno, con la camicia sgualcita e gli occhi rossi.
- Ci stai prendendo in giro! – esclama quest’ultimo.
- No. – rispondo pacato. – Non posso licenziarmi. –
- È per tuo padre, vero? – dice Lolita con fare accusatorio. – Non dargli ascolto! Hai diciott’anni, Eri! Puoi decidere sa so… -
- Lo so! – esclamo. – Ma vorrei anche dimostrargli che posso farcela a mantenermi un lavoro! Che so essere come lui e che non sono uno svogliato. –
- PUOI FARCELA?!?! – urla Lolita con la voce spezzata dalla rabbia. Mano a mano sta assumendo un colorito scarlatto simile al colore dei capelli di Mangle. – Erin, forse non ricordi! STIAMO PARLANDO DI ROBOT MALEDETTI! NON E’ UNA SITUAZIONE NORMALE! –
- Eri, non puoi fare sul serio! – dice Harvey. – Sei nostro amico! Noi non te lo permettiamo. -
- E io non vi do ascolto! – mi sto comportando come uno stupido e non credo neanche io alle mie stesse parole, ma so di aver deluso più volte mio padre. - È che mi è sembrato così fiero di me quando mi ha chiesto di parlargli dei miei primi giorni di lavoro… L’ho deluso un sacco di volte: a scuola, al campo scout, a casa… non voglio che pensi che ha cresciuto un figlio incapace e tu, Lolita, dovresti capirlo più di tutti. –Lolita sembra pronta a ribattere, ma si limita a sospirare, Harvey che aspetta impaziente una sua reazione che mi convinca a rinunciare.
- E va bene. – dice Lolita. – Ma io non ti lascio solo. Vengo con te anche stanotte. –
- Cosa?!?! – esclama Harvey. Dopo un minuto di riflessione in sacrosanto silenzio, il mio nerd si riprende e borbotta. – Okay, vi accompagno. Se Lolita è i muscoli e Erin la mano lesta, vi manca solo un cervello che stia di vedetta. -Un sorriso radioso, uno dei più rari, si fa strada sul volto di Lolita. - Sapevo di poter contare su dite, Harvey! –
 
Ore 16.00 PM Siamo al Freddy’s, io, Lolita e Harvey per studiare il comportamento di tutti gli animatronics e magari trarne vantaggio.
Abbiamo notato che Bonnie ha registrata una personalità per cui è abituato a stare al centro dell’attenzione, forse è per questo che è il primo a scendere dal palco e quando si muove è spesso rivolto verso la telecamera? Bimbo minchia… Chica invece fa spesso il giro di tutte le stanze per assicurarsi che i bambini stiano bene e fa lo slalom tra tutti i tavoli, uno per uno, sorridendo al suo piccolo pubblico quando non canta, un po’ come Freddy, ma lui gira e intona filastrocche del locale e presenta i vari show, tra i quali anche quello di Foxy che resta spesso e volentieri nascosto dietro il suo orribile sipario viola ed esce solo per cantare qualche canzoncina. Nel Kids Cove ci sono più membri della sicurezza del solito, con i bambini che urlano e strepitano divertiti e Mangle sul soffitto alla quale i bambini hanno deciso di sottoporre un make over allungandole delle braccia con pezzi di ricambio (che un qualche mini impavido ha sicuramente rubato dal backstage) e vari oggetti trovati nella stanza tra i quali palloncini, cappelli da festa, disegni, una pallina da tennis, nastri e stelline di plastica, quelle appese al soffitto con fili trasparenti. Ha ancora il nastro adesivo a tenerla tutta in piedi.
- Non dovrebbe comportarsi così! – sussurra preoccupato uno della sicurezza al suo collega che ci da le spalle.
- La manutenzione non vuole saperne di ripararla, ma ora non possiamo intervenire con tutti questi bambini: potrebbero farsi male! –Lo riconosco: - Scott! – lo chiamo e lui si volta.
- Erin! –
- Mangle vi da ancora problemi? Perché non la disattivate? – chiedo speranzoso. Gli occhi dei miei amici brillano al solo pensiero di avere almeno un animatronic fuori gioco.Invece Scott scuote la testa. – Non possiamo fare nulla senza gli ordini del grande capo. –
- Mike. –
- Esatto. Ma anche oggi aveva degli impegni. In banca, immagino. Quindi…–
- Mm… - 
- La terremo impegnata fino a nuovo ordine. -
Lolita e Harvey si sgonfiano come palloncini.
 
Ore 16.30 PM Ci siamo diligentemente appuntati tutte le possibili strategia, idea Made in Harvey’s Brain, e siamo tornati a casa mesti.
- Non siete obbligati a venire con me se non volete. – ho detto loro, ma hanno risposto che era tutto okay, che erano solo un po’ preoccupati e che sarebbero venuti con me in ogni caso.Con loro al mio fianco, sono pronto ad affrontare la terza notte da Freddy.

[1] Completamente inventate da me, come le Crock Crisp.

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Capitolo 7
*** Kick Ass, Freddy And Chica - I’ Parte ***


Prefazione: Come prima, ho deciso di dividere questo capitolo in due parti, un po' perché credo di aver rimandato l'aggiornamento per troppo tempo, ma anche perché immagino verrebbe troppo lungo se ne scrivessi uno omogeneo. Chiedo un favore ai ragazzi (maschi! uomini!): ciò che scrivo rispecchia una visuale maschile? Cioè, vi sembra davvero  la narrazione di un ragazzo quale è Erin? O vi sembra troppo effemminato? Scrivetemelo se non è così, e datemi consigli! Grazie. Scusate la lunga introduzione! Buona lettura! :)

CAPITOLO 7
TERZA NOTTE:
KICK ASS, FREDDY AND CHICA
I’ PARTE
 
Ore 20.10 PM Un quarto d’ora fa Scott mi ha chiamato dicendomi che lo staff aveva bisogno di me per un trasferimento. Sono onorato  di far definitivamente parte della squadra (ah ah ah. No, non è vero), peccato solo che stia cercando di evitare quel posto come la peste, salvo il mio pesante orario di lavoro in cui sono costretto a sedermi in un ufficio e sbattere la porta in faccia a dei pupazzi provenienti da un set dell’orrore. Ma nell’udire le dolci parole “paga extra” mi sono sciolto come un gelato ad agosto o come mia madre alla vista di tanti adorabili gattini accatastati in un cesto infiocchettato e mi sono detto “perché no?”, dimenticando completamente i simpatici robottoni. Perché voglio i big money, baby!
Quindi, sì, ho preso la macchina e mi sono diretto alla pizzeria.
Quando sono arrivato lì mi sono diretto nel retro del locale, come mi aveva riferito Scott, e qui l’ho trovato impegnato insieme ad altri colleghi, cinque in tutto e molto giovani come lui, a ficcare le mani in uno scatolone tanto grosso quanto avrei giurato che all’interno ci fosse stato un orso bruno. Be’, tecnicamente non mi sbagliavo.
 
Ore 20.30 PM Quello che io e i miei colleghi dovevamo tirare fuori dalla scatola era un enorme costume quasi completamente vuoto di un Freddy Fazbear giallo. Nonostante quello che poteva sembrare, era pesante! Sfido che avessero chiamato l’intera squadra a rapporto. Ognuno si è caricato una parte e l’ha portata nel backstage. Per me è stato un po’ imbarazzante dover trasportare la mia, il bacino, che, a causa della pesantezza, ho dovuto afferrare da sotto il cavallo. Insomma, non che nessuno ci abbia fatto realmente caso, ma quell’affare aveva una forma piuttosto ambigua: sembrava davvero ci fosse… qualcosa la sotto. È stato il momento più gay di tutta la mia vita. E credo mi sia anche scappata fuori l’ernia. Gli altri, sebbene avessero parti anche più grandi della mia, sembravano non far fatica a trasportarle, nemmeno Scott, che portava in schiena l’intero busto! Sotto quella camicia ben stirata deve esserci un corpo da uno che va in palestra almeno tre volte alla settimana per farsi qualche muscolo e qualcosa di più. E credo di non essere l’unico ad averlo pensato, perché l’unica ragazza di tutto il gruppo, Tiffany, gli ha girato intorno per tutto il tempo, sculettando e ondeggiando come un kiwi in calore, e continua pure adesso! Non che io non apprezzi delle belle e abbondanti curve e un corpo tonico sotto una divisa deliziosamente bagnata di sudore (tipo Lolita alla fine di una giornata all’Accademia… Oddio, l’ho pensato davvero?!), ma, cavolo, si vede lontano un miglio che quella punta solo una cosa!
Una volta sistemati i pezzi del costume, Scott e Joshua, un canadese con i una cresta di capelli tinti di blu, hanno svuotato lo scatolone dalla plastica da imballaggio e l’hanno accatastato accanto al secchione della spazzatura.
Il cartone era stato foderato da nastro adesivo, fogli scritti a mano, ormai talmente vecchi da essere diventati illeggibili, e nastro della polizia. Quando me ne sono accorto ho strabuzzato gli occhi e credo anche di aver fatto una faccia da foglio accartocciato perché Scott mi ha guardato e ha detto “Eeehh… Coso, tutto okay?”. Chiedo agli altri come mai del nastro giallo, mi rispondono che quel costume, come tutti gli altri, era stato sequestrato dalla polizia nel 1987, ma a quanto pare Mike Goodman non ha detto loro perché. ‘Sto Mike mi sembra un po’ strano, ma gli concedo il beneficio del dubbio e faccio finta di non sapere nulla. Perché? Perché sono un menefreghista sfegatato!
- Mike ci ha solo detto che nell’ ’87 sono successi fatti poco piacevoli. – dice Kevin, il più alto e il più calvo.
- Tipo? – chiede Tiffany pettinandosi la frangetta pel di carota. – Sono l’ultima arrivata, non so nulla. – si giustifica. Poi mi lancia un’occhiata veloce. – Penultima arrivata. – precisa, per poi buttarsi molla sulla spalla di Scott. Troia.
Scott scrolla le spalle, dando anche una bella botta a Tiffany senza accorgersene. – Mm. Ha parlato di bambini scomparsi e animatronics difettosi che hanno fatto dei danni. Di più non so, anche perché, lo hai visto anche tu, Mike è molto impegnato e non spreca il suo tempo a parlare del vecchio locale. –
- Peccato, perché io amo i misteri e le cose macabre. – dice Joshua.
Joshua amante dei misteri macabri? Bah, con quella capigliatura da nipote fatto della fata turchina e quel piercing al labbro non l’avrei mai detto, fratello.
- Scoooooott… - mugola Tiffany quando ci siamo salutati tutti per tornare a casa. – Mi daresti uno strappoooo? Ho chiesto a tutti, ma nessuno sembra essere abbastanza cortese da accompagnarmiiii. –Ah ah ah. Non è vero, perché non ha chiesto proprio niente a nessuno, ‘sta baldracca.
- Eri! – mi chiama Scott. – Mike mi ha chiesto di informarti che a causa di un problema all’impianto elettrico, stasera il generatore ha solo il sessanta percento di energia. Per te è un problema? –
Non riesco a realizzare quello che ha detto fino a che non rientro in macchina.
Cazzo.
 
Ore 12.00 AM – Pronti? – chiedo a Lolita ed Harvey fuori dal locale.
- Pronti! – esclamano in stereo.
Harvey apre il borsone che si è portato da casa. – Stavolta ci siamo preparati! – dice e ne tira fuori una mazza da baseball.DA FAQ è questo?
- Che diavolo ci vuoi fare con quella?! –
- Ehmm… Ovvio, no? Se vediamo un animatronic… lo spappoliamo! – risponde quello che una volta era conosciuto come “il cervello più geniale di tutta la città”. Okay… voi sapete che quando si parla di lavoro cerchi di evitare in tutti i modi di essere licenziato, ed è specialmente quello che sto cercando di fare io perché bla bla bla padre, bla bla bla dignità… Quindi, credo che arrivare sul posto di lavoro e cominciare a fare casino (organizzare festini, rubare la pizza e RIDURRE GLI HUMANIZED ANIMATRONICS IN ROTTAMI!) sia la via più semplice e veloce per farmi licenziare, quindi… no.
Harvey lo capisce dal mio sguardo e ributta la mazza nel borsone, tutto sconsolato.
- Quanta roba ti eri portato esattamente? – chiedo.
Dal borsone scappano fuori, in ordine di apparizione: la mazza, un piede di porco, un set di cacciaviti, pinze, forbici, forbicette,falce per la potatura, un fucile ad aria compressa, due pistole a pallini, tre ad acqua e una spada samurai comprata al comicon di Los Angeles del 2009.
Anche Lolita ha uno zainetto. – Tu invece? – le dico.
Lei distoglie lo sguardo.
– Molla la merce. – insisto.
Sospira esasperata, toglie lo zainetto dalla spalla e ne tira fuori una mitraglietta Mini-Uzi, sicuramente di Hudson Senior.
- Tutta la merce! –
- Che palle! – e tira fuori anche una piccola candela di dinamite.
Harvey la guarda inorridito.– Che c’è, brutto muso? In caso d’emergenza… -
Buon Dio… Dovrei ascoltare più spesso i commenti di mio padre.
 
 Ore 12.10 AM – Muovetevi, voi due! – sbraita Lolita nel corridoio principale.
- Aehmm… Lola, l’ufficio è di là! – sussurro indicando il corridoio di sinistra.
- Oh, zitto! Mi hai già tolto la pistoletta, – sorella, chiama quella pistoletta. – ‘mo non ti lamentare. Voglio solo controllare se quei cosi hanno un punto debole che magari possiamo sfruttare! –
- Whoa! Ferma un momento! – esclama Harvey. – Vuoi presentarti davanti a quei robottoni senza la minima protezione?? E se si attivassero?? –
- Ma va a quel paese, pessimista del cavolo! – gli tira un calcio ben assestato negli stinchi e Harvey mi casca addosso come una pera matura, tenendosi la gamba e mugolando di dolore. Piccola nota per me: non prendere Lolita per il verso sbagliato specialmente quando indossa gli anfibi.Entriamo nello Show Stage ed eccoli là, distesi sul palco, ancora… addormentati? Mhnn…
Lolita si avvicina di soppiatto, camminando lentamente e senza produrre il minimo rumore. E io? La dovrei seguire, dovrei dimostrarle la stessa lealtà che lei ha dimostrato a me venendo qui, consapevole di stare rischiando, starle accanto e pronto a proteggerla con il mio corpo nel momento stesso in cui quegli esseri infernali tenteranno di attaccarla! E invece, sono ancora qui…. nello stesso… identico… punto… a farmela sotto con Harvey… bella prospettiva, però.
Lola è al bordo del palco e si sporge per avere una migliore visuale. Io mi tormento le mani, impaziente di ritrovarmi nel mio sicuro ufficio mentre Harvey si tira gli occhiali sulla testa. Perché, poi? Senza non ci vede un emerito cavolo. Di solito lo fa quando è in un momento di concentrazione assoluta, quando deve trovare velocemente una soluzione a qualcosa, ma adesso non ce n’è bisogno. Mm. Eh, se non ricordassi di aver fatto un patto con lui quando avevamo quattordici’anni, direi che sta cercando di far colpo su Lolita. A quel tempo avevamo preso entrambi una bella sbandata per lei, ma non avremmo mai permesso che una stupida rivalità mettesse a repentaglio la nostra amicizia, quindi optammo per una rinuncia. Bei tempi… 
Lola sale sul palco e delicatamente punzecchia Chica. Preso coraggio le gira intorno, la studia, le da dei colpetti lungo tutto il corpo e poi si accovaccia fronteggiando il volto dell’animatronic.
Ad un certo punto sentiamo un tetro scricchiolio provenire da là, come l’ingranaggio di un orologio. Lolita si rialza lentamente, rigida. È girata di spalle, non posso vedere il suo volto, ma sono sicuro che è sbiancata. Il cigolio sinistro continua e la testa di Chica comincia a muoversi a piccoli scatti, la frangetta bionda che le ricade davanti agli occhi. Restiamo tutti col fiato sospeso, fino a quando l’animatronic non è arrivato a guardare Lolita, muovendo completamente la testa con movimenti compulsivi, quasi violenti, ed emettendo suoni sempre più forti.
Lolita lancia un urlo! Con un movimento rapido, quasi impercettibile, tira un calcio basso, facendo sobbalzare la testa di Chica, salta giù dal palco e corre verso di noi. – VIA! VIA! VIA DI QUI! –
 
Ore 12.15 AM Quando e se il mio cuore ricomincerà a battere, continuerò a narrare.
 
Ore 12.20 AM Harvey è pallido come un cencio e scommetto che si sta pentendo di avermi sostenuto in questa follia. Nel momento stesso in cui ha acceso il monitor ha sobbalzato.
- Erin, siamo già al cinquantanove percento d’energia! –
Già, e io sono stato così intelligente da tornare e non chiedere nemmeno un misero, tapino aiuto a Scott! Il mio unico neurone funzionante sta per morire di solitudine!
 
Ore 1.00 AM “Ehi, sei tornato per la terza notte, eh? Festeggiamo, perché non tutti lo fanno! Devi volere molto quei centoventi dollari di paga, altrimenti sei solo molto stupido. (Mi stai prendendo in giro, vero?) Senti, evitiamo altra inutile ironia, tanto sia io che te sappiamo oramai la verità, okay? Okay! Allora, sono sicuro che il caro proprietario ti ha avvertito del fatto dell’energia che scarseggia, n’è vero? (Sì, mi ha accennato qualcosa…) A causa della crisi e della mancanza di buoni tecnici in città, il generatore di cui disponiamo fa parte dell’età della pietra (Scusa, capisco la crisi, ma come sarebbe a dire mancanza di buoni tecnici in città? Ma viviamo in culo alla luna o che??), quindi non ti sorprendere se stasera il contatore farà i capricci. (Senti, fottiti, tizio del telefono! Ci sono io da questa parte, mica tu!). Allora comincia con l’usare al minimo il monitor, cerca di non svegliare Foxy e tieni le luci spente. () Be’, ci vediamo domani… spero. (Tutto qui? Hai sprecato secondi preziosi della mia vita solo per darmi tre misere indicazioni?? MUORI!)”
Io e i miei amici scuotiamo la testa, disillusi dal fatto che questo tizio possa darci una qualche indicazione veramente utile d’ora in poi.
 
Ore 1.37 AM Il computer è praticamente immacolato. Dopo che Harvey si è tolto di mezzo nessuno ha osato toccarlo per paura che anche un singolo movimento verso di questo possa far scalare il generatore del dieci percento d’energia. In compenso abbiamo controllato più volte le porte di sicurezza e le finestre, ma dato che si vedeva il nulla del nulla abbiamo deciso d’accendere le luci di entrambi i corridoi, facendo sicuramente scendere il generatore almeno del venti percento dell’energia.  
Ma, ehi, stiamo bene!
 
Ore 1.45 AM Stiamo bene un corno!
Nel corridoio rimbomba il suono di pentole buttate a terra e arriva fino a noi! Qualcuno è già in movimento!
- Diamo solo un’occhiata. Quanta energia potrà mai sprecare una sbirciatina veloce? – faccio, colto da un bagliore di coraggio. Preciso: è il primo e sarà l’ultimo questa serata.
- Secondo i miei calcoli una sbirciatina – dice Harvey, mettendo le virgolette alla parola “sbirciatina”. – Ci costerebbe il tre percento dell’energia, solo  se non attiviamo le porte e non accendiamo le luci. – Bravo, Harvey! Metti in moto quella tua bella testa d’uovo! Lolita sbuffa. – Cattiva strategia! – dice. – Così ci priveremo prima delle difese, sarei d’accordo se avessimo uno schema d’attacco, ma viste le circostanze… - e qui mi lancia un’occhiataccia.
- E allora che facciamo?! -Un altro sbatacchio di pentole ancora più forte ci fa sobbalzare. Basta! Io mi fiondo sul computer.
CAM 3B, cucina. Oggi funziona, stranamente. Giro, giro, giro, e vedo una figura femminile, china sul tavolo, intenta a rovesciare tutti gli utensili a terra con violenza. Zoomo un po’ sulla figura e… come pensavo, è Chica (in preda ad una furia da sintomi premestruali dovrei dire)!
- Che strano! – fa Harvey. – Ma è normale che si comporti così? –
- Forse le si sono fusi i circuiti! – ipotizza Lolita, incurante.Chica s’arresta di colpo e si raddrizza. Io non capisco… L’animatronic comincia a voltarsi lentamente, fronteggia la telecamera e… c’è qualcosa che non va! Non la vedo bene, ma non mi sembra che la faccia sia completamente sana…
- Ugh! CRISTO!! – Cado dalla sedia battendo il deretano a terra come mai in tutta la mia vita.Mi rialzo e torno a guardare il monitor. Chica non ha la mascella. Letteralmente, cioè, le manca la base del… “teschio”?
- L-Lolita, ma sei stata tu a farle quello?? – chiedo.
- Mi sono spaventata e le ho tirato un calcio, prima, ma non pensavo d’aver fatto così forte! – risponde, sorpresa quanto me.Harvey rabbrividisce.
- Che c’è?- chiede Lolita.
- Ehmm… - fa Harvey. – forse è solo la mia impressione, ma, non vi sembra che Chica abbia uno sguardo strano?? –
- Si ce ne siamo accorti, West. Le manca mezzo viso! –
- No, non è quello! Non sta guardando storto la telecamera? Guadate meglio: sembra quasi assonnata… o contrariata! –In effetti è così, gli occhi sono socchiusi e, se non fosse per le ciglia dipinte, direi che è furiosa. Lolita si avvicina per guardare meglio, ma appena si ferma di fronte al monitor, l’animatronic in cucina, scricchiola pericolosamente, trafigge la telecamera con i suoi occhi vitrei, la afferra con entrambe le mani e, senza il minimo sforzo, tirandola, la strappa dal muro, facendoci perdere ogni qualsivoglia segnale con quel vano.
Lolita continua a guardare il monitor scioccata.

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Capitolo 8
*** Kick Ass, Freddy And Chica - (Prima Parte Della) II’ Parte ***


Allora, non solo vi faccio aspettare un'eternità (quanto sarà passato dalla mia ultima pubblicazione? Uno, due mesi?), ma... leggete il titolo del capitolo... ESATTO! Vi pubblico solo una parte della seconda parte di Kick Ass, Freddy and Chica! Ma quanto sono stronza da 1 a 10? Non me lo dite, vi prego, è stata una tragedia anche per me! Sono davvero dispiaciuta, ma cercherò di impegnarmi al meglio per finire il resto il prima possibile. Ringrazio tantissimo Alison Cole per avermi ispirato con le sue divertentissime battute e freddure! Grazie mille!
Grazie e buona lettura.
CAPITOLO 8
TERZA NOTTE:
KICK ASS, FREDDY AND CHICA
(PRIMA PARTE DELLA)
II’ PARTE
 
Ore 3.00 AM L’episodio del monitor ci ha lasciati senza parole tutti e tre, ma soprattutto la mia amica, che si è dovuta sedere sulla sedia d’ufficio in preda al latte alle ginocchia. È rimasta in silenzio a lungo. Non avevo idea a cosa stava pensando e sinceramente non ne ho idea neanche adesso. Sorpresi? Io no.
- Maah, secondo me è stato un comportamento del tutto normale… nella media dei pupazzi del Fazbear’s Pizza, intendo. – dice Harvey, con la sua aria da finto secchione (ce ne siamo fatti una ragione: con la fine del liceo Harvey ha staccato la spina al suo criceto. Requiéscant in pace...). Chissà perché, però, riesce ad interpretare benissimo la parte del coglione, sem-pre.
Lolita gli pianta addosso il suo tipico sguardo da “aprite le porte e tutti gli infissi, che sta’ cazzata è troppo grossa!”. – Ma se sembrava me con tanto di mestruo e cadetti del primo anno che mi rompono gli zebedei! – esclama.

Non so se sia peggio Chica o te in questo frangente… - sussurra Harvey, non abbastanza piano da non farsi udire da Lolita.- Harvey.
- Cosa?
- Scappa. -
 
Ore 3.01 AM E mentre Lolita tenta di castrare Harvey con delle forbici trovate nel cassetto, io do un’occhiata alle telecamere.
 
Ore 3.15 AM E siamo già al 49% . Evviva…
Camera 1C. Foxy è ancora sigillato nel Pirate Cove.
Nello Show Stage, CAM 09A, Il Bastardo di Las Vegas e Freddy stanno fermi e buoni. Devo ammettere che nonostante tutto Freddy è stato fin ora il più buono di tutti.
Mi pentirò delle mie parole? Spero proprio di no… ma accadrà. Dio ce ne scampi, sono certo che accadrà.
Piuttosto, ecco una domanda che (per pigrizia) avevo evitato per un po’: ma a che vantaggio ristrutturare gli animatronic, Mike? Sul serio, scommetto che rimettere in sesto un locale che era rimasto a marcire dal 1987 non sia stato un lavoretto da quattro soldi, ma insomma, ci si poteva costruire un bel ristorantino romantico, con qualche cuscino, tende avana e un po’ di originalità… ma, spendere ancora più verdoni per riparare e sostituire (e aggiungere una bella dose di isteria femminile) ad un quintetto di robottoni la cui unica funzione è… intrattenere mocciosi! Ora Mikey, puoi anche essere un fanatico dei bambini, ma che cazzo! Poi lo sai qual è il bello? Che fai assumere un adolescente/neo adulto  che al sol sentir parlare di lavoro cade in depressione, non gli metti una mano sulla spalla avvertendolo che gli animatronics sono mortalmente difettosi, ma lo lasci in compagnia di un fottuto tizio del telefono che spreca minuti preziosi di andirivieni per dirti, cosa? Due grasse cavolate che anche un bambino avrebbe potuto intendere prima di chiunque altro. Poi, perché sì, c’è anche un poi, sparisci dalla circolazione, puff! , nel momento in cui voglio chiudere, salvandomi così la vita, lasciandomi in balia di un Bastardo di Las Vegas che mi guarda come un bimbo minchia in fase omicida, Chiquita la gallina giuliva in piena fase, Foxy il pirata dalla dubbia virilità e Mangle la storpia che non vede l’ora di ammazzarci! Perché? PERCHE’, MIKE?? PERCHE’???
 
Ore 3.30 AM Batteria: 40%.
Mangle e Chica si sono mosse e ora stanno entrambe nella Hall, a parlare di cosmetici e robe varie? Mm…
“Sì, cioè, tesò, oggi mi sono rotta tutta sul lavoro! Che tragggggedia, cioè!”
“CEEEH! Mangle, perché non sai meee! Oggi una troietta è venuta da me e mi ha spaccato ‘sta cosa, la mascella!”
“Cioè, che tragggggedia, tesò! Allora tu usa questo balsamo alla ciliegia, così forse nessuno ti nota l’incidente!”
“Sei sicura?”
“Cioè, sìììì, e, così fai swiiiish con i capelli!”
“Come sulla pubblicità della Pantene??”
“Sì, cioè!” ****

Mamma mia…
Comunque… Nello Show Stage... anche Bonnie è sparito. Ma dai.
CAM 1C. Foxy ha scostato il sipario e ora mi si è parato proprio di fronte alla telecamera. – Ma buongiorno! –
Torno allo Show Stage. Freddy è ancora là. Ma… è girato verso la telecamera… Not a big deal. Credo…
Batteria: 39%.
Eheh! Siamo spacciati…
 
Ore 4.00 AM Batteria: 30%.
Sssh…Tonk!  Sssh…Tonk! Sssh.. Tonk!
Mi scosso, riprendendomi dallo stato di dormiveglia in cui ero caduto. Che è stato?
Harvey si drizza sulla sedia, sussultando, e si volta prima verso la porta di destra, poi verso quella di sinistra.
Sssh…Tonk! Sssh… Tonk!
Comincio a pensare che Mangle ci abbia già raggiunto, ma non sembra come l’altra volta: sembrano piuttosto passi strusciati e lei cammina sul soffitto, per quel che mi ricordo!
Sono solo due ore…
Lolita si affaccia al corridoio destro. – Ascoltate, viene da qui! - 
Sssh… Tonk! Tonk tonk tonk tonk!! Il fruscio è scomparso, ora è solo in corsa! Guardo Lolita, il pannello di chiusura e poi ancora Lolita.
Lolita si sporge verso gli interruttori. - Accendiamo la luc… -
- LOLITA SPOSTATI!! – urlo in preda al panico. Lolita non fa in tempo a voltarsi che una figura alta e robusta emerge dal buio e le piomba di fronte!
SKREEEEEEEEEEEEEEE!!!


**** : Sia chiaro, qui ho avuto un collasso emotivo!

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Capitolo 9
*** Kick Ass, Freddy And Chica - (Seconda Parte Della) II’ Parte ***


Il nuovo capitolo, yay!! Allora, solo un piccolo avvertimento: dato che sono le 22.44 h non ho ne le forze ne la voglia di di rileggere questo capitolo mastodontico e assicurarmi che sia tutto a posto (pigrona!), quindi se notate qualcosa che non va nella storia, ditemelo! Provvederò alla correzione! Grazie molte e buona lettura!

CAPITOLO 9
KICK ASS, FREDDY AND CHICA
(SECONDA PARTE DELLA)
II' PARTE

 
Ore 4.03 AM Con uno scatto felino Lolita riesce ad evitare l’affondo dell’animatronic, che, riemersa dall’oscurità del corridoio di destra, si è fiondata senza esitazione sulla mia amica, le fauci meccaniche spalancate!  Nella foga del momento, Lolita si butta, rotolando a terra fino a nascondersi sotto la scrivania, mentre Chica ci va a sbattere il fianco. Con un cigolio sinistro si volta nuovamente verso Lolita, gli occhi illuminati da un’artificiale luce omicida. Ma anche la mia amica non è da meno: ripresasi dallo spavento, il suo volto si è piegato in una smorfia carica di rabbia; lo conosco bene. Io mi appiattisco contro il piccolo spazio che c’è tra la porta e la scrivania e Harvey fa lo stesso dall’altro lato.
Chica ritorna alla carica, ma Lola scatta da sotto il tavolo e balza, avvinghiandosi bene alle spalle dell’animatronic e dando inizio ad una lotta di forza e resistenza di cui non ci sto capendo nulla, perché ho il cervello completamente fuso! Sono qui, ad osservare un robot assassino che tenta di disarcionare e fare a pezzi la mia migliore amica, così come Harvey che, con un bolide infilato in testa, ansima peggio di un obeso dopo dieci chilometri di corsa! Perlomeno lui è salvo, ma io…. Non so cosa fare!
Lolita intanto è riuscita a bloccare le braccia dell’animatronic incrociando le gambe sui suoi tozzi avambracci. Ora Chica sembra in enorme difficoltà, con l’endoscheletro apparentemente inceppato! Con una forte spinta all’indietro, Lolita, le mani strette attorno al cranio dell’animatronic, riesce a far perdere l’equilibrio alla humanized Chica, facendola cadere in avanti! Mi sono fin da subito aspettato il peggio per Lolita che, petto contro petto con l’animatronic, sarebbe dovuta atterrare di schiena con non so quanti chili superflui a peggiorare il colpo a terra, invece niente! Una volta atterrata, Lolita fa ruotare Chica fino a ritrovarsi sopra di lei e, come se il materiale che ricopre l’endoscheletro fosse solo plastica, sfodera un pugno talmente forte da ammaccarle la guancia sinistra! Ormai praticamente fuori uso a causa degli urti subiti, Chica tenta di rimettersi in piedi, ma, anticipandola, Lola infila la mano sotto il suo cranio, dove prima vi era situata la mascella, affonda con velocità e, dopo un attimo, gli occhi dell’animatronic si spengono!
Ora sono il lieve rumore del servomotore in fase di spegnimento non permette alla stanza di cadere nel più greve silenzio, perché, sinceramente, io non so che dire.

Ore 4.30 AM Una volta esserci accertati che fosse completamente disattiva, abbiamo spinto Chica fuori dall’ufficio di sicurezza e serrato la porta, in barba alla piccola quantità di energia residua: 18%... Lo so, ma io ed Harvey abbiamo accidentalmente acceso entrambe le luci del corridoio prima, quando, in preda al panico, siamo andati con la schiena contro il muro e, da quel che ho potuto realizzare poi, contro l’interruttore della luce.
Lolita cammina su e giù per la stanza in preda ai tremori, leggermente ricurva su se stessa. Le chiedo: - Tutto bene? – ma che cazzo di domanda, Erin! Trema,ha gli occhi lucidi e manca poco che si butta a terra e vomita, e tu le vai a chiedere se sta bene?! Io non so, mah, il cervello!
Sussulta e si gira verso di me: - Eh? –
- Ho chiesto se va tutto bene, Lola. – ribadisco. Sì, eh, pure. Verrebbe proprio voglia di prendermi a cazzotti in faccia!
- Ehmm… - si raddrizza e ributta indietro i riccioli flosci.
– Sì. – dice fingendo sicurezza. Sono felice, però, di vedere che è sempre la solita testarda.Harvey scuote la testa. La montatura dei suoi occhiali si è rotta a causa della maschera indossata velocemente, e anche un angolo della lente si è leggermente crepato, ma lui sembra stare meglio di tutti, dopotutto.
 
Ore 4.47 AM Sentiamo un leggero ticchettio metallico provenire dal corridoio e ci affacciamo alla finestra. Chica, muovendosi ad una lentezza quasi impercettibile, si rialza e, una volta in piedi, resta ferma, lo sguardo perso avanti a lei. È in condizioni a dir poco disastrose: la faccia, già da prima ridotta a metà con l’endoscheletro ben in vista, ora ha anche una profonda ammaccatura sotto l’occhio, reso strabico per la palpebra storta; anche le braccia e le gambe mostrano graffi e altre ammaccature e la spallina del grembiule rosa si è staccata. Poco a poco sembra riprendersi e comincia a camminare, sempre più lontana dall’ufficio, probabilmente diretta nello Show Stage.
Sono rovinato! Ma sono così felice che siamo salvi… MA SONO ROVINATO!!
 
Ore 5.00 AM Batteria: 5%.
Okay, niente panico. Luci: spente; porte: pericolosamente spalancate; telecamere: spente. Forse… per un’oretta…
Batteria: 4%.
Meglio stare zitto, vero?
Batteria: 3%.
Dio? Gesù?? Buddha???
Batteria: 2%.
Se non ne esco vivo, vi ho sempre amato, ali di pollo! Zio Fritz, riprenditi i biglietti del Super Bowl e goditelo per me! E a te, maledetto ventilatore ciuccia energia rompi presa figlio di fabbrica cinese ti rivedrò all’inferno, TI ASPETTO!!
Batteria: 1%.
 
Ore 5.01 AM Bene, siamo al buio, senza luce, senza protezione. Moriremo tutti.
 
Ore 5.05 AM – Ragazzi, eureka! – esclama Harvey. Non ho idea di cosa stia facendo, perché sto praticamente brancolando nel buio e non riesco a vedere più in là del mio naso. – Credo d’aver trovato una torcia elettrica! –
- Davvero? Sicuro che ci siano le pile dentro? – chiede Lolita.
Sento Harvey girarsi e rigirarsi l’oggetto tra le mani. – Ah, ecco! –
Click!  Una lieve luce pallida invade a stanza, e finalmente rivedo i miei amici: Harvey è in un bagno di sudore (ma questo l’avevo percepito anche prima…), con i capelli castani attaccati alla fronte e gli occhiali appannati; Lolita non è da meno, un po’ cerea e con i riccioli scompigliati.
- Non possiamo rimanere al buio. – sbotto io. – Ricordate cosa ha detto il tizio del telefono? Al buio Freddy s’attiva più facilmente ! –
Lolita sussulta silenziosamente.
- Ma Mike ti ha anche avvertito di non lasciare l’ufficio per nessun motivo. – ribatte Harvey.
- E allora che facciamo? –Alzo lo sguardo e qualcosa attira la mia attenzione: dove Harvey ha puntato la torcia c’è un piccolo bagliore sulla parete, nascosto in parte dietro uno dei poster. Strappo dalla parete quest’ultimo e trovo una mappa delle uscite di sicurezza e di tutti gli impianti d’emergenza , tra cui anche il generatore centrale.
- Le chiamano coincidenze… - dice Harvey.
- A casa mia si chiama “avere culo”. – fa Lolita.
Uscendo dall’ufficio della sicurezza, arriveremo alla sala ristorante e allo Show Stage e, attraversandoli, ci ritroveremmo nel backstage; il generatore è là dentro, l’ho visto anche oggi, quando mi ha chiamato Scott. Più o meno so come funziona, e se riuscissi a ricaricarlo almeno un po’, la luce tornerebbe. Ma, dovendo passare vicino allo Show Stage c’è una buona percentuale di ritrovarci intrappolati dagli animatronics. In più c’è il problema di Foxy e Mangle, infatti i Coves sono quasi direttamente collegati alla sala ristorante e allo Show Stage… anche se sarebbe possibile sgattaiolare prima dietro l’arcade e poi piano tra i tavoli. Mmm… poi però, se andassimo tutti e tre, l’ufficio rimarrebbe sguarnito e al nostro ritorno potremmo ritrovarci l’intera banda nell’unico posto sicuro del ristorante, quindi sarebbe meglio se uno di noi rimanesse e sorvegliasse (Io voto per Lolita!  Silenzio, Piccola Vocina Erin!).
- Erin, - mi chiama Lolita. – A cosa stai pensando? –
Lo sa! Lo sa! Legge nella tua testa!
Spiego loro il mio ragionamento e ci troviamo tutti e tre d’accordo che dobbiamo raggiungere il generatore in un modo o nell’altro, non c’è altra soluzione.
- Più o meno ci siamo. – dice ad un certo punto Harvey. – Ma chi resta? –
- Io saprei riattivare il generatore. – dico.
- E io non sarei dei migliori a proteggere l’ufficio. – si sbriga ad aggiungere Harvey.
- Va bene, io resto qui! L’ufficio è la cosa più importante. E poi voi due vi muovete veloci… vero? – chiede Lolita.Ehmmm… Sìììììì??
- Ma, Lola, sei sicura…? –
- Bah! Hai visto come ho conciato Chica, no? – sì, ho notato, grazie… - Senza dubbio, meglio io che voi due. – 

Ore 5.10 AM Abbiamo lasciato a Lolita la torcia elettrica, mentre noi ci orienteremo con quella dei nostri cellulari, in più porteremo con noi la mappa trovata prima per evitare di passare dai corridoi sbagliati.
Appena mettiamo il naso fuori dall’ufficio, brividi gelati mi salgono su per la schiena, questo corridoio è più sinistro del solito. Con una spinta forzata, io e Harvey ci incamminiamo lungo l’androne, le luci a nostra disposizione puntate avanti a noi. Sento l’adrenalina fare sette giri al secondo lungo tutto il mio corpo, le tre parole combatti o fuggi rimbombano nella mia testa e per ora il mio corpo è più per il fuggi. Ma resisto e mi faccio coraggio. Penso a mio padre, ora mi darebbe dello stupido, o mi considererebbe tenace e sarebbe orgoglioso di me, no so…
Poi penso allo zio Fritz… e scoppio a ridere! Cavolo, perché ho pensato al suo nome?!
 
Ore 5.12 AM Siamo all’entrata della sala ristorante e ci ritroviamo davanti all’arcade.
- Vedi qualcosa, Eri? – chiede Harvey.
Muovo il cellulare da destra a sinistra, lungo tutto il vano, ma non vedo nulla di sospetto. Tendo l’orecchio e mi concentro. Niente.
- No, possiamo andare. – 

Ore 5.14 AM Siamo sgattaiolati prima dietro l’arcade e, solo dopo un’attenta ennesima valutazione, ci siamo acquattati a terra, gattonando verso i tavoli. Harvey starà anche per vomitare l’anima dall’agitazione, ma io sono talmente teso che potrei benissimo suonare il violino con i miei nervi come corde! 
Strisciamo lesti appiccicati al primo tavolo, per poi passare ad un altro, poi un altro e un altro ancora… Con un colpo di reni mi lancio verso il quinto tavolo, avvicinandomi sempre di più alla porta dello Show Stage, ma Harvey perde l’equilibrio, scivolando sul pavimento ultra pulito e andando a sbattere contro la gamba di legno! Il rumore della tavola da pranzo mossa bruscamente si espande per tutto il locale e l’eco si ripete di stanza in stanza. Resto immobile finché questo non è cessato. – Fanculo, Harvey! – esclamo, cercando di non urlare. – Fai più attenzione! –
Hello, daddy! Hello, mom! I’m your ch-ch-ch-cherry bomb!!
 
Ore 5.17 AM Mi sono preso un tale spavento che ho spiccato un salto a quattro zampe e ho pure sbattuto la testa contro una sedia! Mi sono divincolato come uno scarafaggio a pancia in su alle prese con la ricerca disperata del mio cellulare che era caduto a terra! Quale momento migliore per ricevere una telefonata! Alle cinque del mattino!!
Appena ho il telefono tra le mani, scorro convulsivamente il dito sul touch screen, nell’intento di azzittirlo!
Finalmente la musica cessa. Ma un secondo rumore, più fastidioso e inopportuno si sostituisce a quello precedente: - ELIN!!! DOV’E’ GINGEL?!?! –
 
Ore 5.18 AM La marmocchia Izzie non la smetteva di urlare dall’altro capo del telefono: - Dov’è, Elin?! Dov’è Gingel?! Lo hai poltato a lavolo! È piccolo! Non può lavolale come un glande!! –
Harvey mi guardava con la faccia sconvolta. “Falla star zitta!” mi diceva senza parlare, ma mimando la decapitazione.
Non riattacco subito: Izzie sarebbe capace di richiamarmi immediatamente, più squillante di prima! Ma ora non ne posso più: non solo rischia di farci scoprire, ma la sua voce mi da i nervi!
- Gingerèincameramiamarmocchia!! – esclamo contro il telefono. Silenzio per due secondi e poi: - Va bene, Elin. Ti voglio bene, ciao ciao! – e riattacca.
Io e Harvey ci scambiamo un occhiata. Il secchione sta per dire qualcosa, ma lo blocco. – Harvey, emetti un fiato e giuro che t’ammazzo. –
 
Ore 5.20 AM – Che strizza! Pensa se la voce della tua sorellina avesse attirato l’attenzione di qualche animatronic! –
- Sai mi sembrava strano che la marmocchia Izzie non avesse voce in capitolo in questo incubo! -
Tonk! Tonk! Tonk!
Siamo oramai giunti allo Show Stage, ma, nascosti dietro l’arcade, sentiamo qualcuno muoversi verso di noi. Bonnie? Chica? Foxy?
Restiamo immobili come statue, tratteniamo il respiro e attendiamo.
Tonk! Tonk! Tonk!
Abbiamo spento le luci dei cellulari, ma un lieve lume bluastro illumina parzialmente il vano.
- Dum! Dum dum! Dum! – canticchia qualcuno con una voce robotica. Probabilmente è Foxy. Mi appiattisco contro il videogioco a gettoni.
Tonk! Tonk! Tonk…
Serro gli occhi.
Tonk! Tonk! Tonk! Tonk!
Si allontana e la luce, che prima trapassava le mie palpebre, sparisce con lui.
Harvey sussurra: - Harvey, da quella parte c’è l’ufficio! –
- Non preoccuparti, Lolita può occuparsi benissimo da sola degli humanized animatronics. Noi dobbiamo raggiungere il generatore centrale. –Detto questo, torniamo alla nostra missione.
 
Ore 5.30 AM Ci abbiamo messo un’eternità a raggiungere l’ultimo tavolo, che si trovava proprio davanti il palco scenico. Chica è proprio là su, immobile, l’avambraccio teso in avanti come se in mano avesse ancora quel grosso cupcake rosa; guarda fissa avanti a lei, lo sguardo spezzato e perso, artificiale, privo di ogni qualsiasi emozione, come un normalissimo animatronic. Il Bastardo di Las Vegas e Freddy Fazbear mancano all’appello, ma non mi sorprendo. Spero solo di riattivare la luce in tempo, senza essere scoperto dagli humanized!
Faccio segno ad Harvey di continuare e senza ulteriori indugi sbiettiamo verso il backstage; Chica sembra non accorgersi di nulla. Entriamo e chiudiamo la porta.
Io e il mio amico buttiamo giù un sospiro di sollievo e ci accasciamo a terra per riprendere fiato, almeno due secondi.
Appena mi tornano le forze, vado alla ricerca dei pannelli di controllo del generatore. Eccoli! Ora non devo far alto che resettare il sistema.
- Aiutami, Harvey. –
- Non sembra difficile. La caldaia di casa mia funziona più o meno così. -
- Allora, vediamo… - 

Ore 5.45 AM Evviva! Siamo riuscito a riattivare l’energia! Batteria: 30%. Meglio di niente!
- Non è stato difficile…! – dice Harvey.
- A parte il fatto che ci abbiamo messo un buon quarto d’ora. – aggiungo io.
- Non funziona come la caldaia di casa mia. –
AAAAAAAAAAAAAARGH!!
Un urlo agghiacciante spezza la nostra tranquillità. Lolita!
Scattando ci buttiamo alla porta e usciamo come fulmini dal backstage! Corriamo attraverso lo Show Stage ed entriamo nella sala ristorante, ma ad aspettarci ci sono Foxy e Mangle, che adocchiandoci, si buttano all’inseguimento, l’uno a terra, l’altra sul soffitto! Con un’acrobazia dopo l’altra, l’animatronic sfasciata raggiunge Harvey e, avvinghiata al soffitto, si butta sul mio amico, la bocca talmente spalancata che anche a lei le si è slogata in parte la mascella! Con una prontezza degna del campione di palla avvelenata, Harvey schiva l’affondo dell’animatronic e continua la sua corsa con me, mentre questa perde la presa e finisce faccia contro terra. Foxy ci blocca l’uscita, in piedi in tutto il suo metro e ottanta d’altezza! – V-V-Voglio finire il l-l-l-lavoro-ro! – esclama con la sua voce radiofonica, per poi scattare in avanti contro di noi! Spingo Harvey alla mia sinistra, mentre io mi getto verso la destra. Foxy ci manca e scivola in avanti; tenta di frenare inchiodando l’uncino al pavimento, ma non fa in tempo a fermarsi che finisce addosso a Mangle, rovinando terribilmente a terra.
Io e Harvey riprendiamo la corsa e ci ritroviamo nuovamente nel corridoio di destra!
Sento il mio sterno chiedere pietà, mi sto per piegare in due! Non riesco più a correre! Intanto una filastrocca canticchiata mi giunge alle orecchie:
 
Hi, there! I’m Freddy,
wanna come and play?
I think you’re special in your
own way.
I’d like to sing a song with you,
it’s my favorite thing to do,
‘cus I love yout through and through!
 
- Canti da schifo! STA LONTANO DA ME!! – sentiamo urlare Lolita.
Arriviamo all’ufficio e Freddy Fazbear è lì, altissimo, enorme e con due enormi occhi che brillano di una luce bluastra, la stessa che ci ha spaventati prima! Lolita si volta verso di noi, accucciata sotto la scrivania. – Aiuto! – esclama.
La prima cosa che mi viene in mente per distrarlo è tirargli addosso una cosa qualsiasi che mi capita a tiro… come questo portapenne! Lancio! Freddy sembra neanche aver subito il colpo, poi si volta! Dice: - Tsk! T-T-Tsk! Non si tirano gli o-o-oggetti addosso a Freddy F-F-Fazbear! – poi ci viene incontro, le luci degli occhi che brillano di un freddo lume demoniaco! Accade tutto ad una velocità surreale: l’animatronic allunga il braccio e mi afferra per i capelli, incastrando la mia testa nella sua mano non contraibile, mi solleva, si avvicina e mi studia, per poi urlarmi addosso: SKREEEEEEEEE!!
Sento che il mio fisico sta per collassare, il cuore mi va a mille, riesco solo a sentire le palpitazione del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie! Chiudo gli occhi! Finiscimi!

Ding dong ding dong! Dong dong ding dong!
 
Ore… non lo so, ma AM La presa di Freddy si fa più debole e tutto d’un tratto mi ritrovo sbattuto a terra; faccio in tempo a scartare di lato, prima che l’animatronic mi crolli addosso, semidisattivo.
Non ci capisco più niente…
Guardo prima Lolita, affacciata sotto la scrivania. L’ufficio è un disastro, il poster strappato è ancora a terra, così come la tastiera e i suoi tasti sparsi su tutto il pavimento, la sedia ribaltata…
Poi vedo Harvey, sopra il tavolo, allungato verso l’orologio elettronico, e ora tutto mi si schiarisce.
- Credo d’aver trovato la soluzione hai nostri problemi. – dice con un filo di voce. Poi guarda Lolita, questa ricambia lo sguardo e poi ritornano entrambi guardare me.Improvvisamente tutto attorno a me comincia a vorticare, sento le gambe molle, i muscoli deboli. Vedo tutto offuscato, un forte torpore mi assale. Buio. 

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Capitolo 10
*** Bigliettaio, Benvenuto a Bordo del Trenino dell'Orrore ***


CAPITOLO 10
BIGLIETTAIO,  BENVENUTO A BORDO DEL
TRENINO DELL’ORRORE
 
La cosa che più odio dell’estate? Il caldo e i ventilatori rotti.
Cosa adoro dell’estate? La possibilità di restare a letto senza il pericolo della scuola che ti spia da dietro l’angolo anche quando dormi, assaporando le undici del mattino da sotto le lenzuola bianche e l’aria intrisa dell’odore di detergenti ecologici che ti penetra nei polmoni.
Ma, dico, da quando mia madre utilizza detergenti ecologici? E da quando le mie lenzuola sono bianche? Ogni singolo giorno mi sveglio investito dalla vista di cinquanta sfumature di blu, che, porca miseria, potrei benissimo aggiungere un libro alla saga, tutte mixate in un’orribile fantasia psichedelica, e non è una cosa che noti difficilmente, lo dimostra il fatto che stamattina non mi è venuto il mal di testa non appena ho schiuso gli occhi, subito richiusi a causa della luce fastidiosa.
Cerco di captare qualche rumore, una voce, qualcosa che, nonostante tutto, mi faccia riconoscere casa.

- Eccolo! – finalmente riconosco la voce di mia madre. – Vieni, caro! Erin, si sta riprendendo. –
- Eri? – mi chiama papà. Perché parlano così? mi chiedo, sembrano preoccupati. Poi ricordo… anzi, non ricordo di essere tornato a casa. Stavo a lavoro e… non lo so…
- Tesoro, - continua mia madre. – eravamo così preoccupati, sai? – 
E dopo qualche minuto passato ad occhi serrati nel tentativo di dare una spiegazione alla mia giugulare dolorante, mi ritorna tutto in mente! Davanti ai miei occhi: flash di luci fredde che si alternano a momenti di più totale buio e la faccia di Freddy Fazbear che mi fissa con una tale furia da riuscire a superare l’ostacolo della maschera allegra per i bambini, gli occhi di vetro spiritati, irati, e il grido di un bimbo morente! Solo ora mi accorgo che il cuore ha cominciato a battermi all’impazzata e, involontariamente, caccio un urlo.
 
Ore 12.00 PM Avanti veloce, è l’ora di pranzo. Mi ci è voluta un’ora per riprendermi dall’attacco di panico improvviso e inaspettato, ma in un certo senso ovvio, dopo tutte queste spaventose avventure che avrei preferito evitare. Ora, in cui, sdraiato sul mio lettino e mezzo stordito a causa di non so quanti litri di anestetico che mi scorreva nelle vene assieme ai globuli rossi, ho avuto il tempo di analizzare la stanza in cui mi trovavo (infatti le osservazioni più acute che in quel momento riuscivo a fare era il distinguere una mela da un’arancia), spaziosa, con le pareti colorate per metà di giallo paglierino, il resto era bianco, e la povera mobilia come due poltrone occupate dai miei genitori qualche scaffale qua e la, un televisore e una sedia bianca; cosa che ho realizzato dopo essere una sedia, perché, dato il mio stato in quel momento in aggiunta alla vista offuscata, l’avevo scambiato per un cesso messo lì a caso in mezzo alla stanza. Solo all’arrivo di un tipo in camice mi sono effettivamente reso conto di essere in un ospedale. Perché, no, quando mi hanno portato in una saletta a farmi le analisi del sangue, facendomi passare da un corridoio pieni di tizi col cartellino al bavero a quanto pare non avevo realizzato ciò.
Dopo il post sbornia da anestesia e altre varie analisi, sono arrivati Harvey e Lolita, il primo preoccupato come se fossi stato sul punto di morire, la seconda impaziente, nervosa e pronta a scaricare sugli infermieri tutta la sua rabbia.

- Quei pezzi di merda! – ha esclamato prima di entrare, il carro armato col reggiseno. – Ci hanno fatto aspettare nella hall dalle sei! Le SEI! Ti rendi conto! – non capivo nemmeno a chi era rivolta. Avevo buttato uno sguardo all’orologio ed effettivamente erano le undici, quindi immagino la noia.
I miei genitori sono rimasti scandalizzati dall’entrata in scena e credo che mio padre ci sia rimasto un tantino male, mentre la mamma ha preferito tacere mentre assumeva un colorito rosso, in violento con la pelle diafana e i capelli corvini. Il bello è che se io impreco buttando giù tutti i santi, rischio una denuncia per disturbo della quiete pubblica da parte dei miei stessi genitori, mentre se sono gli altri a farlo, o abbassano lo sguardo, o arrossiscono, o si dissestano un poco. A volte ho l’impressione di essere stato adottato, per poi ricordarmi della schiacciante somiglianza fisica: un frullato di entrambi, con gli occhi azzurri, i tratti del viso spigolosi e la carnagione giallastra di mio padre, assieme ai capelli nerissimi, il naso dritto e appuntito e l’altezza di mia madre, insomma, un mix che porta il vecchio a dare inevitabilmente la colpa del mio linguaggio allo zio Smith.
 
Ore 4.00 PM Tornato a casa verso le tre, dopo la conclusione dei dottori, cioè poche ore di sonno, non ho neanche fatto in tempo a mettere piede nella mia camera da letto che sento esplodere in vibrazioni dalla tasca dei miei pantaloni il cellulare e, sullo schermo, il nome di Scott.
Ma non mi dire...
Voglio dire, non è che sono sorpreso, eh! È stata la prima cosa che mi sono figurato quando sono tornato in me, che Scott o qualcun altro mi avrebbe chiamato per avere spiegazioni, però chi c’ha il coraggio di rispondere e beccarsi una tremenda ramanzina? O peggio… Cioè, gli abbiamo distrutto un animatronic, non l’intero locale, dopo tutto, ma non credo che non appena risponderò, mi saluterà contento come se fossimo amici da una vita, del tipo: “yo, com’è, coso?”. Ora come ora, sarò fortunato se potrò riattaccare dopo due secondi, preceduto da un assordante e alquanto infuriato “sei LI-CEN-ZIA-TO!”.
Ma a ripensarci, brutto sarebbe se il vecchio stesso venisse a sapere che io, Lolita e Harvey abbiamo fatto un gran casino ieri sera, avendo Scott anche il numero del telefono fisso, e manco a dire che posso giustificarmi! Non mi crederebbe nessuno, se raccontassi la storia dei robot assassini! Conseguenze: mi gioco la fiducia dei miei genitori, il Super Bowl, l’estate, gli amici e la libertà a vita.
Conclusione: meglio rispondere.

- Pronto? –
- Erin. – fa Scott dall’altro capo del telefono. Il suo tono è più freddo del solito, fermo, terribilmente serio. Mi sembra di vederlo davanti a me, rigido e con una vena pulsante dalla rabbia sul collo. Prima che io possa rispondere, mi precede: - Erin, cosa… umph! – sospira. – Come stai? So che ti hanno portato all’ospedale… -Immagino lo stia chiedendo solo per cortesia, infatti, dopo aver risposto: - Bene, grazie, solo un calo di pressione. –,  Scott mi rimbecca subito.
- Mi spieghi cos’è successo ieri notte? –
 S-Scott, se ti riferisci alla Chica, posso spiegare… - in realtà non posso, sto solo cercando di allungare il brodo.
- Erin, non mi riferisco solo a Chica! – ribatte. – Ma a tutti gli animatronic! E… non solo. –
- C-Che intendi dire? -
- Tutti i robot – continua. – sono stati trovati fuori dalle loro postazioni, Freddy, Bonnie, Foxy… bah! E in più… posso capire che di notte ti venga fame e tutto il resto, ma è proprio necessario che tu vada in cucina e metta in disordine la dispensa? Ti era anche stato espressamente vietato di allontanarti dall’ufficio! –La cucina?? – M-Ma Scott! Ci deve essere un errore: io non sono andato in cucina! –
- E allora chi è stato? Uno dei tuoi amici…? Argh! – ora sì che è incavolato. – Non posso credere di essermi reso complice di questa cosa! Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! – lo sento mormorare. – Lo sapevo che non dovevo lasciarti lavorare con i tuoi amici! … Senti, ora tutti e tre venite immediatamente qui al Freddy’s e mi date una spiegazione a tutto questo casino! –
Subito dopo riattacca, senza darmi neanche il tempo di salutare.
 
Ore 4.49 PM Lolita e Harvey sono nervosissimi. Se prima avevano rimpianto di avermi seguito a lavoro, ora lo stanno facendo ancora di più. In macchina non abbiamo quasi spiccicato parola, ma meglio così, perché mi ha dato più tempo per pensare ad una scusa per giustificare tutto il casino che non si concluda nel peggiore dei modi, tra cui elenchiamo lo psicanalista o la prigione. Alla fine, sicuro del mio licenziamento imminente, e quasi lieto di ciò, ho pensato di addossare tutta la colpa su di me. Insomma, non mi sembra leale incolpare i ragazzi di tutto, non è da me e non è da amico, no? Potevo chiedere loro di aiutarmi e di condividere la terribile sorte assieme, non che loro non avrebbero accettato, ma poi mi sarei sentito una schifezza per tutta la vita. Sono arrivati a questo punto con me senza tirarsi indietro, è il minimo che posso fare per loro. Dirò a Scott di avergli mentito prima, che sono effettivamente andato in cucina e che involontariamente (pariamoci un po’ il culo, per quel che possiamo) ho rovesciato il contenuto della dispensa mentre cercavo dei… ehm… del… qualcosa da mangiare là dentro, che io ho acceso i robot per fare il grande davanti ai miei amici e, bla, bla, bla… tutto il resto.
Lolita mi carezza la spalla teneramente. – Non preoccuparti, - mi dice. – ne abbiamo passate di peggio. Ricordi quando, a tredici’anni, mio padre ci ha beccati tutti insieme ad armeggiare con la pistola che avevamo trovato nel suo armadio? Quello che si era dimenticato di chiudere a chiave? Non dirmi che le parole di quell’agnello Scott compenseranno le tirate d’orecchio di papà! –

- Seguite subito dopo dalla castigazione da parte dei nostri genitori. – aggiunge Harvey.
 
Ore 5.00 PM – Alla buon ora! – esclama Scott venendoci incontro dal retro del locale.

- Scusa, - rispondo. – Ma i nostri quartieri sono un po’ lontani da… -
- Vabbe’, non è questo che mi interessa. – dice interrompendomi. Posa le mani sui fianchi e tenta di ricavarsene un’aria seria e di rimprovero, o almeno ci prova, e ci farebbe ridere se non fosse che abbiamo ben altro in mente che giudicare il suo portamento effeminato. – Sono in attesa. –
In un attimo la pigrizia (o il senso d'onestà) mi attanaglia: tutto il discorso che mi ero preparato svanisce davanti ai miei occhi, parola dopo parola, una ad una. Penso “perché devo? Perché devo mentire, sprecare fiato? Perché così, una volta licenziato, un altro idiota come me potrà rischiare la sua vita qui? Quanto mi costa dire che ci sono degli animatronics assassini dentro quella pizzeria davanti a noi? Sicuramente molto meno di tutto quel pasticcio di spiegazioni plausibili, ma non vere e in certi casi imbarazzanti”. Sono pensieri da idiota, pigro e… no. Non avevo mai pensato a un eventuale successore, ma ora, di punto in bianco, mi sta a cuore la vita di quel probabile qualcuno che potrebbe benissimo essere un ragazzo della mia età, più del mio orgoglio e della mia credibilità stessa. So perfettamente che anche i miei amici vogliono che io tiri fuori la verità, nonostante la loro riluttanza, e anche loro sanno benissimo che c’è una probabilità su un miliardo che Scott o qualcun altro dotato di un minimo di sale in zucca possa credermi.
Sono così confuso. E stanco. E nervoso.
Per un momento mi sembra che tutto attorno a me sia sparito, sento il battito del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie. Ho anche l’impressione di non poter distinguere il caldo dal freddo. Ma poi realizzo, è solo un altro mio tentativo di evadere da quella realtà del lavoro che, da che concentravo la mia esistenza in pennichelle e uscite con Harvey e Lola, tutto d’un tratto mi ha travolto con il suo lato più oscuro, perfettamente nascosto in una pizzeria e dalle sembianze di lavoro più semplice del mondo, almeno secondo i miei standard.

- Oi! – Scott mi fa rinvenire schioccando le dita sotto i miei occhi, incantati al terreno. – Ebbene? –
- Sigh! Scott, se ti dicessi la verità non mi crederesti, quindi licenziami qui adesso e facciamola finita. Sappi solo che non è stato piacevole per me. –
- Vuoi spiegare? – replica lui.
Prendo un altro sospiro e comincio a raccontare tutto quanto, tutte e tre le notti passate, senza tralasciare dettagli. Lo vedo fare smorfie di derisione, seguite da sguardi increduli, spaventati e, infine, da chi ne ha abbastanza di sentir parlare.
 
Ore 5.15 PM – Oh, Signore! – esclama Scott alla fine. – Non vorrai mica mettermi nel sacco con tutte queste fandonie, vero? Lo sai perché ti ho fatto continuare fino al termine del racconto? Perché adoro le storie dell’orrore, e tu, Erin, le sai davvero raccontare, questa te la devo. Ma, dimmi, come cavolo ti è venuto in mente?! – continua gesticolando animatamente. - È vero, lavoro tutto il giorno con i bambini, ma non per questo sono disposto a ritenere vero tutto questo! Animatronics che prendono vita, Chica che mette a soqquadro la cucina, Freddy che tenta di ucciderti… COS’ALTRO?! Il Cupcake ti ha morso un piede?!?! – è decisamente fuori di se, così Harvey e Lolita provano a calmarlo. Io, invece, semplicemente guardo Scott, senza sapere cosa dire. Ma in fondo come biasimarlo: anch’io avrei reagito così se fossi stato al suo posto, ma… è la realtà. Che uno di noi tre provasse a negarlo.
Scott sospira e si asciuga la fronte scura imperlata di sudore. Quanti anni avrà su per giù? Forse una decina in più di noi.
Passandosi una mano sopra gli occhi mormora: - Miseriaccia! Sai che rischio di finirci io in mezzo a tutta ‘sta storia? Sono stato io a darvi il permesso di lavorare assieme! Se almeno riuscissi a contattare Mike… -

- Ancora non è tornato?? – chiede sorpreso Harvey.
- Si è fatto vedere pochissimo! – risponde Scott. – In fretta e furia la mattina, sistemava due cose e poi, via, in banca o a fare altro, bah! Ma stamattina mi ha chiamato sua moglie, Dolly, dicendomi che non poteva presentarsi in pizzeria a causa di una brutta influenza, poco prima del mio arrivo, ma quando sono entrato, diamine, e chi aveva più il coraggio di chiamarlo, Mike! In ogni caso, quello tiene il cellulare spento o in culo alla luna. –
- Non devi prenderti tu la colpa. – cerco di rassicurarlo. – Ci posso parlare io con lui, e risolverò tutto. O… no. –
- E come? Raccontandogli la storiella degli humanized animatronics assassini? Sigh! Sono rovinato! – deglutisce a fatica nascondendosi la faccia nella mano, esausto. Si vede che questa situazione fa più male a lui che a noi, sembra tenerci proprio a questo lavoro.
- Ho bisogno di un bicchiere d’acqua. – dice infine. 

Ore 5.20 PM Lo accompagniamo all’interno del locale, lungo il backstage, lo Show Stage, verso la cucina. Ci sono alcuni addetti la manutenzione che alla nostra entrata ci squadrano dall’alto in basso e molto irritati, sicuramente anche loro convinti che a fare tutta questa confusione siamo stati io e i miei amici. Alcuni di loro trasportano Foxy e Bonnie alle loro postazioni sui palchi, altri Mangle nel backstage, per le riparazioni suppongo, e altri ancora accerchiano Chica, scambiandosi occhiate interrogative e scuotendo la testa. Tra loro riconosco anche Joshua, Kevin e, a mio malgrado,Tiffany, la quale si sbraccia e si sgola pur di salutare Scott dall’altra parte della stanza. Nonostante queste attenzioni, lui non fa altro che farle un cenno con la testa, per poi continuare verso la cucina con noi al seguito. La sgualdrina torna a lavoro molto delusa.
 
Ore 5.21 PM  - Quindi, non ci credi? – sbotto ad un certo punto. La cucina è stata rimessa a posto ed è deserta. Solo una grande pentola d’alluminio ammaccata sembra non essere sopravvissuta all’…ira di Chica? Ancora mi chiedo se quei robot siamo in grado di provare emozioni. Ogni volta che mi capitava di vederli attraverso la telecamera era come se riuscissi a scorgere nascoste sotto le maschere emozioni e a volte anche qualcosa di più… più umano. Al solo pensiero mi sento un’idiota. Deve essere solo una mia sensazione, o una malfunzione degli animatronic.

- Quanto verrebbero le riparazioni di Chica? – chiede Lolita impassibile.
- Più di quanto costi ricomprare tutte le pentole della cucina, di sicuro. Ma se vuoi una cifra, sono più di cinquecento dollari. – risponde Scott, fisso sul contenuto del bicchiere di plastica.Il volto di Lolita si piega in una smorfia. – Non riuscirei a mettere su quella cifra neanche se andassi a pulire gli spogliatoi dell’accademia per un intero anno. – dice fra se e se, poi si rivolge a Scott: - E se ti dimostrassimo che Erin non sta mentendo estingueresti il conto? –
- In quel caso dovrei darvi ragione e, sì, i danni andrebbero a nome di Mike, ma… - sghignazzò silenziosamente, scuotendo la testa.
- Allora facciamo così: rinvierai il licenziamento di Erin a domani, stasera verrai con noi e vedrai gli humanized animatronics in azione con i tuoi stessi occhi. Accordato? –
Scott sembra sul punto di rifiutare, ma Lolita lo rimbecca subito. – Altrimenti puoi benissimo affrontare Mike da solo e accollarti tutta la colpa. –
Dopo momenti di esitazione, senza mancare di riluttanza Scott accetta. – Va bene, farò questa mattata, contenti? – dice guardando storto Lola. – Che poi non capisco perché dovresti accollarti tu il conto della manutenzione. –
Lolita assume uno sguardo stizzito e si raddrizza la schiena, come se avesse appena ricevuto l’insulto peggiore del mondo. - Perché si da il caso, caro mio, che Erin non ti abbia accennato che Chica l’ho ridotta io così! – in effetti è vero, non ho incolpato loro di nulla. – Ma non ho intenzione di lavorare durante l’estate per riparare al danno, quindi vedi di far trovare il tuo deretano tiepido qui fuori in tempo per mezzanotte. Sono stata chiara? -

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