All Your Perfect Imperfections

di TheImpossibleJJ
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come Tutto Ebbe Inizio ***
Capitolo 2: *** Il Ballo della Vittoria ***
Capitolo 3: *** Tre mesi Dopo ***
Capitolo 4: *** Il Falò ***
Capitolo 5: *** Il Falò_Seconda Parte ***
Capitolo 6: *** La Fine dell'Estate ***
Capitolo 7: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 8: *** Confusione e Confronti ***
Capitolo 9: *** Quidditch e Bolidi Inaspettati ***
Capitolo 10: *** Hogsmeade e Inviti ***
Capitolo 11: *** Penitenze, Sorrisi e Pensieri ***
Capitolo 12: *** Il Profumo ***
Capitolo 13: *** Guferia E Viaggi in Scopa ***
Capitolo 14: *** Natale ***
Capitolo 15: *** Capodanno ***
Capitolo 16: *** Dubbi e Richieste... Sportive ***
Capitolo 17: *** Grifondoro contro Serpeverde ***
Capitolo 18: *** Un Faccia a (quasi) Faccia ***
Capitolo 19: *** LA VOCE ***
Capitolo 20: *** LO SCONTRO ***
Capitolo 21: *** IL FACCIA A FACCIA ***
Capitolo 22: *** L'ALTRA PERSONA ***
Capitolo 23: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Come Tutto Ebbe Inizio ***


Ecco qui la mia prima FF! In realtà la seconda, ma sarà comunque la prima che avrà una fine!  La storia è già tutta pianificata, spero solo di riuscire a pubblicare spesso! State comunque certi che non l'abbandonerò! Buona lettura e spero vi piaccia! :D


CAPITOLO 1- COME TUTTO EBBE INIZIO

La mattina in cui tutto iniziò, Rose stava percorrendo i corridoi di Hogwarts. Era un giorno come un altro: sveglia, colazione, lezioni e buonanotte. Era la sua solita routine. La vita di Rose era molto piatta, non le succedeva mai nulla. Non le piaceva stare in mezzo alla gente, le piaceva solo stare con le sue amiche e i suoi cugini. E questo le bastava. O perlomeno le piaceva pensarlo.
Sul fronte amoroso la situazione era pressoché la stessa. I ragazzi non si avvicinavano a lei, non erano interessati e lei di conseguenza non lo era di loro. Perché? Perché lei era grassa.

Rose Weasley era cicciona.

Dai geni Weasley aveva ereditato l’appetito smisurato, ma sfortunatamente, il metabolismo veloce no. Tutto quello che mangiava, le andava a finire sulle cosce e sui fianchi. La gonna dell’uniforme le stava male, le pieghe infatti si aprivano tutte e i bottoni della camicia tiravano. Per Rose il tormento non finiva qui. Portare le collant per tutto l’anno scolastico era peggio di qualunque altra tortura. Le collant si abbassavano, e a fine giornata se le ritrovava sempre a metà gamba e questo voleva dire solo una cosa: sfregamento dell’interno coscia.

E chi lo vive ogni giorno, sa che è peggio di qualunque altro supplizio.

Oltre a dover affrontare questi problemi di abbigliamento ogni giorno, il suo tormento più grande dal primo Settembre fino alla fine dell’anno scolastico, aveva il volto di Scorpius Malfoy. Non passava settimana che non facesse battute sul suo peso, su come era vestita, sui suoi capelli e questo non faceva altro che portarla in un circolo vizioso di cibo consumato e di pianti nei bagni del quinto piano.
Rose aveva la sensazione che nulla sarebbe mai cambiato, sarebbe sempre stata la Weasley cicciona, sarebbe stata sempre presa in giro da Scorpius Malfoy e guardata con pietà da suo cugino Al e dalle sue amiche.

Rose odiava Scorpius, sembrava che il suo unico obiettivo della giornata fosse quello di renderle la vita un inferno e in questo suo gioco crudele includeva Al, anche se in genere non diceva mai niente quel codardo, Thomas Goyle, Sebastian Nott e Charlie Zabini. Quest’ultimo era l’unico che si salvava, che mostrava un po’ di senso di colpa nei suoi confronti, ed era anche uno dei più carini di tutta Hogwarts, con i suoi capelli scuri e gli occhi blu. Sembrava proprio un modello.
La vita di Rose cambiò proprio grazie a lui, a Charlie Zabini e al suo invito inaspettato.
Quella mattina, mentre correva trafelata per i corridoi di Hogwarts e stava per girare l’angolo, Rose Weasley non aveva fatto caso all’ombra che stava provenendo dalla direzione opposta e così, resasi contro troppo tardi, ci andò a finire inesorabilmente addosso. Tra l’agitazione e la fretta di arrivare in orario a lezione, si accorse solo dopo che la persona con cui si era scontrata era proprio Charlie Zabini.

“Oddio, scusami, andavo di fretta e non ti ho visto.” Iniziò Rose mentre, senza nemmeno alzare lo sguardo, raccoglieva i libri che le erano caduti e li rimetteva dentro la borsa.

“Non ti preoccupare, Rose. A dire il vero ti stavo proprio cercando.”
In quel momento, in un attimo che durò meno di due secondi, Rose collegò la voce che le aveva appena parlato, con il volto di Charlie e si rese conto che la sua cotta fin dal primo anno, nonché vincitore per due anni consecutivi della posizione numero uno della Top Ten dei Manzi di Hogwarts, era davanti a lei e la stava cercando.
Lei.
Rose Weasley la cicciona che non veniva mai cercata da nessuno se non per i compiti che poteva passare.

“Mi… mi stavi cercando?” chiese balbettando diventando bordeaux.

“Sì, Rose. Ti volevo chiedere una cosa importante.”

“Vuoi copiare il mio tema sulle proprietà della Felix Felicis? L’ho dato prima a Gracie, dovrai aspettare due giorni almeno, poi se vuoi—“

“No, Rose.” La interruppe Charlie sorridendo. “Quel tema l’ho già scritto e la cosa che ti devo chiedere è di tutt’altra natura.”
Rose rimase un attimo senza parole a guardarlo. La faccia interrogativa e le dita che si contorcevano. Dopo un po’ si schiarì la voce.

“Ah si? Solo che sono in ritardo per Pozioni, non puoi chiedermelo dopo?”
Charlie Zabini ti parla e tu gli dici che sei in ritardo per Pozioni. Rose Weasley chiama Rose Weasley, che cavolo stai facendo?

“Ma davvero? Anche io sto andando a Pozioni. Perché non andiamo insieme?”
Come poteva dire di no a Mr. Sorriso Perfetto?

“O-Ok.” Rose iniziò ad incamminarsi. Ogni tanto si voltava a guardarlo. Sembra imbarazzato e anche un po’ teso. “Cosa dovevi chiedermi quindi?”

“Come?”

“Prima mi hai detto che dovevi chiedermi una cosa. E’ un altro degli scherzi di Malfoy? Ti giuro che se c’è il suo zampino, io…”

“No, Rose. Tranquilla.” Fece una lunga pausa. Per un attimo Rose pensò che fosse davvero tutto uno scherzo e da un momento all’altro Malfoy sarebbe comparso e l’avrebbe affatturata.

“Volevo sapere se volevi venire al Ballo della Vittoria con me.”
Rose smise di camminare. Charlie Zabini l’aveva appena invitata ad un Ballo. Anzi al Ballo per eccellenza. Aveva invitato lei, con i suoi kg di troppo e la sua quantità spropositata di lentiggini. Non sapeva davvero cosa rispondere. Se fosse stato uno degli scherzi di Malfoy? Non voleva rischiare di essere messa in imbarazzo davanti a tutti. Soprattutto perché al Ballo della Vittoria ci sarebbero stati anche i suoi genitori.
Come se potesse ascoltare i suoi pensieri, Charlie cercò di rassicurarla.

“Rose, ti giuro che non è uno scherzo. Andiamo insieme e vedrai che ci divertiremo.”
A Rose sembrava quasi disperato. Disperato perché l’amava troppo e voleva che andasse al ballo con lei.
Sì, Rose. Credici.

“Rose ti prego, non te ne pentirai.”

“Zabini, ti giuro che se è uno scherzo di Malfoy io…”

“No, Rose niente del genere. Tu sei una ragazza bellissima. Davvero. Mi dispiace che ti prendiamo sempre in giro, non sei nemmeno così… mmm così formosa come pensi. Mi dispiace se Scorpius se la prende sempre con te, ma io cerco sempre d starci lontano quando fa delle cattiverie.”
Vedeva nei suoi occhi del rimpianto, e anche un po’ di colpa, ma non sapeva ancora cosa fare. Era davvero bellissima come lui diceva? Sicuramente era un po’ esagerato, con i suoi modi da signorotto del 1800 e la sua gentilezza smisurata. Si era sempre chiesta come potesse essere amico di quel bastardo di Malfoy, ma alcune volte l’amicizia è davvero qualcosa di incomprensibile. Magari con lui si comportava bene.

“Quindi Rose?”

“Va bene, Zabini. Ehm… Charlie. Verrò al ballo con te. Ma se dietro a tutto c’è Malfoy, ti giuro che questa è la volta buona che la Sala Comune di Serpeverde salta per aria.” Concluse con un’occhiata truce verso il Serpeverde.

“Non te ne pentirai, Rose.”

Rose arrivò in orario alla lezione di Pozioni, ma non ascoltò una parola di quello che stava spiegando la professoressa Hartman e ringraziò Merlino che non avessero dovuto preparare una pozione, perché sicuramente, con la poca concentrazione che aveva, avrebbe fatto saltare per aria tutti i sotterranei.
Per tutte le due ore, non fece che altro che pensare che aver accettato l’invito di Zabini era stato un errore. Come poteva fidarsi di uno dei migliori amici di Malfoy? Era stata un’ingenua, decisamente. Ma quando Zabini l’aveva guardata con quegli occhioni blu e con quel suo sorriso non aveva saputo dire di no.

“Speriamo solo che non ci siamo lo zampino di Malfoy.” Pensò prima di abbandonarsi alle braccia di Morfeo.

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Capitolo 2
*** Il Ballo della Vittoria ***


Buonasera a tutti!!! Sono proprio contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto! Sono qua che ballo la conga da sola xD
Ho pensato di pubblicare già anche il secondo così la storia inizia a delinearsi. Spero vi piaccia! :D Grazie mille a tutte/i!!! <3


CAPITOLO DUE- IL BALLO DELLA VITTORIA



Rose aveva trovato l’abito perfetto. Era nero, di pizzo, lungo al punto giusto e abbracciava le curve in un modo assolutamente strategico.

“Rose, sei davvero bellissima.” Sospirò sognante la sua migliore amica Alice Paciock.

“Dici Ali? Non mi fa i fianconi, vero?” Chiese Rose preoccupata.

“No, Rose. Te lo assicuro.”

“Mmm… va bene.”

Ovviamente non le credeva, ma i giudizi positivi erano sempre i benvenuti.
Alice sorrise e tornò sul suo letto. Alice era la migliore amica di Rose da ancora prima di Hogwarts. Erano inseparabili. Aveva i capelli biondi come sua madre e gli occhi grandi di suo padre, l’attuale professore di Erbologia. Sebbene ad un primo sguardo facesse pensare ad una persona ingenua e un po’ tra le nuvole, Alice era la parte razionale di Rose. Quella che la faceva ragionare quando era in crisi e quella che le faceva capire che c’era sempre una soluzione a tutto.
Per quello ora Rose si stava mangiando le mani. Avrebbe dovuto dire a Zabini che ci avrebbe pensato un po’ prima di accettare l’invito, così si sarebbe consultata con Alice. Lei sì che le avrebbe suggerito la risposta giusta. In queste situazioni, le situazioni impreviste in cui a Rose non piaceva ritrovarcisi, Alice la aiutava sempre. Era la sua voce della ragione.

“Ali?”

“Sì, Rose?”

“Secondo te ho fatto bene ad accettare l’invito di Zabini? E’ un amico di Malfoy! Continuo ad immaginarmi scenari in cui mi fa passare per scema.”

Ali appoggiò il libro che stava leggendo, si passò una mano tra i lunghi capelli biondi e rispose “Rose, cerca di vedere la situazione in modo oggettivo. Zabini non ti ha mai parlato, è nella banda di quell’idiota di Albus e di quello stronzo di Malfoy e per di più ho sentito dire che Scorpius lo sta ricattando per qualcosa. Quindi, dati questi elementi, io direi di andare con Zabini, perché ormai hai accettato ma devi prepararti un Piano B, un piano di riserva per ogni evenienza e soprattutto tenere le antenne bene alzate.”

“Che tipo di Piano B? Tipo un accompagnatore di riserva? O un incantesimo protettivo?”

“Io pensavo piuttosto al secondo. Una sorta di incantesimo che ti protegga da qualunque cosa potrebbero farti. Abbiamo due giorni di tempo per cercarne uno adatto. Possiamo farcela.”

“E se chiedessi ad Albus? Magari sa qualcosa…” provò Rose.

“Albus è un bamboccio che non sa pensare con la sua testa. Segue tutto quello che gli dice Malfoy. L’unica cosa che non fa è prendere in giro te, ma se fosse davvero un uomo d’onore gli direbbe di smetterla e lo sai anche tu.” Disse Alice sprezzante.
Ops.

Rose si rese conto che aveva parlato troppo. Se lei odiava Malfoy, Alice disprezzava Albus con tutto il cuore. Albus la prendeva sempre di mira, aveva iniziato appena arrivati ad Hogwarts, prima i due erano stati molto amici e poi lui aveva imboccato la strada della stronzaggine. Alice non glielo aveva mai perdonato. Albus si credeva divertente. E così era finita un’amicizia.

“Va bene Ali. Dobbiamo iniziare a cercare allora. Fortuna che ci sei tu. Lo sai che ti voglio bene, vero?”

“Sei proprio una ruffiana.” Disse ridendo Alice mentre tornava sul suo letto a leggere.

“Te invece con chi vai al ballo?”
Alice non rispose.

“Ali?”

“Ehm…”

“Eh?”

“nikolaskrum.” Disse tutto d’un fiato.

“Come scusa? Non ho capito nulla?”.

“Vado con Nikolas.”

Nikolas Krum oltre ad essere il figlio di Viktor Krum, era anche e soprattutto il battitore dei Cannoni di Chudley. A differenza di suo padre, aveva frequentato Hogwarts nello stesso anno del primogenito Potter ed erano diventati molto amici.

Era stato proprio così che lui ed Alice un’estate prima si erano conosciuti. La storia era durata tre mesi e poi era finita quando lei aveva dovuto iniziare il sesto anno di Hogwarts e lui era entrato nei Cannoni. Si erano lasciati senza litigare, in modo molto naturale, come due amici. Rose aveva sempre pensato che Nikolas non fosse il ragazzo giusto per lei ,ma Alice sembrava così felice quando erano insieme che aveva deciso di farsi i fatti propri.
Alla fine era solo una sensazione, e sotto sotto sapeva che il desiderio di vederla insieme ad uno dei suoi cugini per farla entrare ufficialmente in famiglia influenzava il suo giudizio. In ogni caso, quando Alice ammise che il suo accompagnatore sarebbe stato Nikolas Krum, Rose non poté non esserne stupita. Alice, appena si erano lasciati, non aveva fatto altro che dire che erano meglio da amici, che lui era un po’ un farfallone, che era una storia non destinata a durare…

“So cosa stai pensando, Rose. Ma andiamo solo come amici. Mi doveva un favore allora gliel’ho chiesto. Ci scriviamo ancora ogni tanto sai? E’ così dolce, ma ovviamente non ci tornerai mai più insieme. Troppo farfallone.” Disse ispezionandosi attentamente le unghie.

“E per fortuna. Sai che tu devi metterti con uno dei miei cugini. C’è ampia scelta, sai? Meglio ancora mio fratello. Potresti usarlo come Toy Boy.” Disse Rose alzando e abbassando le sopracciglia.

“Hugo proprio no Rosie. Tra i tuoi cugini sceglierei senz’altro Louis, lui sì che è bello. Eccome se lo è.”
Si perse in uno sguardo sognante immaginando l’unico Weasley con i capelli biondi.

“E Al no?” Rose si pentì subito delle sue parole. Due volte lo stesso errore nel giro di cinque minuti.
Complimenti Rose. Clap Clap.
Smettila di applaudirmi.
Guarda che ti stai applaudendo da sola.
SMETTILA!!!

“Hai detto Al per caso? Rose Weasley quante volte devo dirti che io non lo sopporto! Lo odio! Non voglio più averci niente a che fare!”

“Va bene scusa, Ali. Puoi prenderti Louis, Non ci vedremo così tanto durante l’anno, sai che papà si vede di più con lo zio Harry, ma fa niente troveremo il modo.” Concluse Rose facendo il labbrino.

“Tu sei pazza, Rosie.” Scoppiò a ridere Alice. “E ora fammi vedere che scarpe vuoi mettere domani.”
 
***
 
Erano passati due giorni. Alice e Rose avevano trovato l’incantesimo protettivo ed erano molto fiduciose sulla riuscita della serata.
Erano entrambe indaffarate nella preparazione per il Ballo e a sistemare gli ultimi accorgimenti. Rose finalmente poteva indossare il suo vestito nero di pizzo, Alice aveva optato per uno blu chiaro e delle scarpe argentate, Gracie Thomas ne aveva scelto uno viola che si intonava perfettamente alla sua pelle ambrata e Susan Finnigan non aveva saputo resistere ad un vestitino corto rosa antico con le ruche. Tutte avevano delle acconciature molto complicate, che solo grazie alla manualità di Susan e a qualche colpo di bacchetta erano riuscite a farsi.
Si stavano guardando davanti allo specchio, gli occhi spalancati e i volti luminosi.

Erano tutte e quattro bellissime.

“Siamo proprio belle, vero?” chiese Susan avvicinando il volto allo specchio per guardarsi meglio.


“Già, non vedo l’ora di vedere la faccia di Matthew.” Disse Gracie, riferendosi al suo accompagnatore Tassorosso.

“Oddio è vero che vai con Smith! Ma come fai sopportarlo?” Disse sbuffando e ridendo Alice, colpendo Gracie nel fianco con il gomito.

“Senti carina, non tutte possono permettersi di avere una star del Quidditch come ex fidanzato ed attuale amico.” E le fece una linguaccia. “E poi Matthew non è malaccio dai. In ogni caso non è che dobbiamo sposarci dopo questo ballo. Vedo come va poi decido.”

“Va bene, se lo dici tu. Io inizio a scendere che Nikolas dovrebbe essere già arrivato.”

“No, cara. Tu non vai da nessuna parte. Prima dobbiamo farci una foto.” Proclamò autoritaria Rose.
Alice la guardò male, ma poi la sua espressione si addolcì. “Ok. Facciamo questa foto.”
Rose posizionò la fotocamera magica sul baule e corse a mettersi in posa con le sue amiche.

“Dite Cheese!”

“Cheeeeese!”
 
 
Dopo venti minuti si ritrovarono tutte e quattro dentro la Sala Grande, allestita e addobbata per l’occasione. Foto degli eroi della Seconda Guerra Magica erano appese su un lato della sala da ballo, fiori blu e bianchi davano un tocco di classe ai tavoli sparsi e le risate degli invitati facevano dimenticare le tante perdite che la guerra di vent’anni prima aveva causato.
Alice era in un angolo che rideva con Nikolas, poco più in là c’era Gracie con un imbarazzato Matthew Smith e già scatenata sulla pista da ballo c’era Susan e il suo accompagnatore che però Rose non conosceva.
Ora mancava solo lei.
Ma Zabini dove si era cacciato?
Iniziò a guardarsi intorno e subito riconobbe Malfoy. La cosa strana era che Malfoy la stava guardando, ma non con il solito sguardo cattivo e strafottente, no, quello che Rose si ritrovò davanti agli occhi, era uno sguardo stupito e anche un po’ d’apprezzamento.
O forse aveva visto male?
Lo strano scambio durò poco, Malfoy infatti sembrò essersi accorto di quello che stava facendo e subito si ricompose, assumendo il suo solito cipiglio arrogante.
Pochi istanti dopo, Rose vide anche Zabini.

E non era solo.

Era insieme ad una ragazza alta e snella con i capelli neri. Sembrava teso e non sorridente come due giorni prima quando l’aveva invitata. Appena i loro occhi si incontrarono, lui sembrò volerle chiedere scusa e qualche secondo dopo, si girò verso la ragazza e la accompagnò sulla pista da ballo.

Forse è solo una sua amica. Adesso viene qua e mi porta a ballare.

I due niziarono a ballare un lento.

O forse no.

Gliel’avevano fatta ancora una volta. L’avevano presa in giro. L’avevano ridicolizzata. Tra gli occhi lucidi riusciva a vedere il ghigno soddisfatto di Malfoy. Si girò per andarsene, non voleva dargli anche la soddisfazione di vederla piangere davanti a tutti, quando qualcuno le prese il braccio.
Si bloccò un attimo, non aveva senso divincolarsi, e si girò.
Davanti a lei, c’era Nikolas Krum. In tutto il suo splendore. No, non aveva proprio preso dal padre.
Subito si girò verso Alice che le fece l’occhiolino e le sorrise. Santa Alice.

“Vuoi ballare, Rose?” le chiese Nikolas porgendole la mano.

“Volentieri, Nikolas.” Prese la sua mano e si fece portare sulla pista da ballo dove iniziarono a ballare anche loro un lento.

“Io faccio parte del Piano B. Alice mi ha avvertito che sarebbe successo qualcosa allora mi sono messo a disposizione.”

Rose rise. “Grazie. Sei stato molto gentile. Credo che me ne sarei tornata in camera se tu non fossi arrivato.”

“Ah lo so. Per quello Alice mi ha detto di andarti a fermare. Però non bisogna sempre correre via dai problemi Rose.”

Rose rimase un attimo stralunata dalla sua ultima frase. Qualcuno per caso gli aveva chiesto un consiglio su come vivere la propria vita?
Poi prima di aprire bocca e rispondere in modo acido si rese conto che Nikolas aveva ragione. Tutto quello che aveva fatto in questi sei anni era stato scappare dai problemi o nel caso, chiedere ad Alice di risolverglieli. Non aveva mai affrontato una situazione, non aveva mai affrontato le persone che le avevano da sempre reso la vita un inferno, non aveva mai affrontato il problema del suo peso.
Rose capì che era giunto il momento.

Era giunto il momento di cambiare. Fu come un’illuminazione. La voglia di farcela superava tutto il resto. Ora aveva un obiettivo in testa e niente e nessuno glielo avrebbe impedito.

“Grazie, Nikolas.” Bastava così, un semplice grazie che veniva dal cuore. Non doveva aggiungere altro. Si appoggiò alla spalla di Nikolas e si lasciò cullare da quella dolce melodia che stava per finire.
A fine serata andò a salutare i suoi genitori e disse a sua madre quello che aveva intenzione di fare durante l’estate. Hermione Granger vide la giusta determinazione negli occhi di sua figlia e non poté fare altro che approvare. In quei tre mesi estivi, Rose Weasley si sarebbe trasformata, sia dentro che fuori.
 
***
 
Scorpius Malfoy passò tutta la serata a stringere i pugni e maledire internamente Nikolas Krum. Quel tizio gli aveva rovinato lo scherzetto alla Weasley. Anzi! Aveva anche avuto il coraggio di ballarci insieme. Come aveva potuto? Prendere in giro la Weasley era il suo hobby preferito, trovare nuovi per renderle la vita un inferno era la cosa che lo divertiva di più. Sapeva perché faceva così ma non lo avrebbe mai ammesso con nessuno. Beh, con qualcuno l’aveva ammesso. Diciamo che non l’avrebbe mai ammesso pubblicamente. Tutti avevano sempre dato per scontato che lui se la prendesse con lei perché la odiava, perché era una Grifondoro. Charlie una volta aveva suggerito che lo faceva perché in realtà ne era innamorato, quasi ossessionato.

Lui si era messo a ridere. Charlie ci aveva visto giusto.

Ma non poteva rischiare di essere scoperto. Era una debolezza che non voleva permettersi, una distrazione che era meglio lasciare lì dov’era. Un piccolo incidente di percorso che ormai durava quasi sei anni.
Si sentiva sempre male quando vedeva che l’aveva fatta soffrire. Ogni ghigno cattivo che mostrava nascondeva il dolore che provava nel vederla star male. Ma Scorpius era egoista. Per ora era meglio allontanarla ed eliminare ogni possibilità di avvicinamento tra di loro.
L’amore, se di amore si trattava, non gli avrebbe fatto bene, lui stava bene come stava.

Ma come poteva essere innamorato di lei? Lei con i suoi capelli soffici, gli occhi grandi, il viso dolce, lei che anche se aveva qualche kg di troppo era bellissima.

Lui innamorato di lei?

Forse. Ma preferiva non pensarci troppo.

Decise che per l’ultimo mese di scuola non l’avrebbe più importunata. Era meglio starle lontano e cercare di disintossicarsi dalla sua presenza.

Si rese conto solo all’inizio di Giugno che avrebbe passato tutto Agosto a casa Potter.

E questo voleva dire solo una cosa. Anzi un nome. Rose Weasley.


Tadannn colpo di scena! Sì, Scorpius è un po' confuso. Ma è un uomo, è nella sua natura. U_U  La cosa certa è che è interessato a Rose. Non mi andava di scrivere una storia in cui il ragazzo si innamora della ragazza quando lei diventa magra, troppo facile amico, no? No, volevo fosse chiaro che Scorpius è sempre stato attratto da lei, dalla sua personalità, e sì, anche dal suo corpo, sebbene non rispecchi i canoni tradizionali. Il problema di Rose è che lei non è solo in carne, è pure in sovrappeso e lo è non per qualche malattia, ma perchè trova nel cibo una consolazione. In questo capitolo capisce che non deve più vederla così e realizza che per stare bene, occuparsi del suo corpo è la prima cosa che deve fare.
Non è mia intenzione scrivere di disturbi alimentari (anche se devo ammettere che all'inizio ci ho pensato), semplicemente perchè scrivere di cose che non conosco bene, soprattutto se sono tematiche delicate come quelle, non mi sembra giusto.
Ho preferito scrivere di una cosa che invece conosco bene, il fatto di non piacersi come si è e il voler cambiare.
E questo è quello che farà Rose.
Rimanendo con i suoi difetti e non diventando un Victoria's Angel XD
La paternale è finita! Spero continuiate a leggere questa FanFiction e spero soprattutto che continui a piacervi! Baci :D

 

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Capitolo 3
*** Tre mesi Dopo ***


Eccomi con un nuovo capitolo!!! E' un po' di passaggio ma spero vi piaccia lo stesso!!! <3

CAPITOLO 3- TRE MESI DOPO

 
Erano passati esattamente tre mesi dal memorabile Ballo della Vittoria. Rose aveva passato tutto quel tempo ad allenarsi con Lily e a mangiare sano, anche se doveva ammettere che rifiutare costantemente i manicaretti di Nonna Weasley era stata la fatica più grande. Aveva perso quasi tutto il peso in eccesso e sebbene non fosse ancora arrivata al suo obiettivo finale, ora si sentiva finalmente bene. Aveva sempre le gambe un po’ grosse, i fianchi un po’ larghi ma ora stava bene con se stessa, ed era quella la cosa più importante. Poteva finalmente mettersi tutto quello che voleva senza sentirsi a disagio, si sentiva più spigliata con i ragazzi ma anche con le persone in generale.

Rose Weasley era cambiata.

E i suoi genitori, i suoi mille parenti e i suoi amici non facevano altro che dirglielo, sotto forma di complimenti ma anche sotto forma di “falsi complimenti”. Rose sapeva che non era fatti con cattiveria, ma in ogni caso ci rimaneva male. La frase esempio dei “falsi complimenti” era “Ora sì che stai bene”.

E Rose non poteva fare altro che pensare
Quindi prima stavo male? Stai dicendo che prima ero cicciona? Ero brutta? No, ma grazie. Non potevi dirlo subito? Quando ti chiedevo se qualcosa mi stava bene e mi dicevi di sì allora era una bugia? Mi hai sempre mentito?
Dopo le prime volte che succedeva, ci aveva fatto l’abitudine. Anche suo cugino Albus era cascato nell’uso del “falso complimento”, ma Rose sapeva che essendo maschio la sua sensibilità era pari a quello di un cucchiaino da zucchero, quindi non ci dava molto peso.
La persona che non vedeva l’ora di stupire con il suo cambiamento, anche se non l’avrebbe mai detto a nessuno, era Malfoy.
Cosa si sarebbe inventato ora per prenderla in giro? Che cattiverie avrebbe tirato fuori? Ma soprattutto… che faccia avrebbe fatto quell’odioso Serpeverde quando l’avrebbe vista? Non che gli importasse, sia chiaro, ma stupire Malfoy lasciandolo a bocca aperta era uno dei sogni che ultimamente faceva di più.
E l’occasione stava per arrivare.

Albus infatti proprio quella mattina quando si era vista con Lily per andare a fare la loro solita corsa, le aveva riferito che Malfoy sarebbe arrivato per passare quasi tutto Agosto insieme ai Potter.

“Mi raccomando non litigate, Rose!”

“A me lo dici? Guarda che è il tuo amichetto che non fa altro che prendermi in giro e comunque inizia sempre lui!”

“Certo che se tu non fossi così cocciuta capiresti che…”

Rose lo interruppe subito. “Cosa capirei Al? Che tu quando succede qualcosa e devi prendere posizione, scompari sempre. Puuf e Al non c’è più!”
Al guardò il pavimento. Sua cugina aveva ragione. Era proprio un vigliacco. Sapeva che Scorpius esagerava ma se Rose avesse saputo quello che sapeva lui, le cose forse sarebbero state diverse. Se solo Scorpius…

“Hai ragione, Rose. Scusami. Quest’anno sarà diverso.” Concluse serio.

“Per forza sarà diverso. Ora cosa si inventerà per prendermi in giro? Guarda come sono bella” Rose fece l’occhiolino facendo capire che stava scherzando.

“E modesta soprattutto. Comunque Rose tu sei sempre stata bellissima.”

“Che ruffiano. Se continui a dire cavolate ti affatturo.”
Albus sorrise.

“Ti prego Rose, no. Fammi arrivare almeno ai 18 anni.”

“Va bene. Si può fare. Quindi hai detto che viene Malfoy?” Chiese Rose con una smorfia.

“Sì. Esatto. Dovrebbe arrivare tra un’oretta o due. Dipende a che ora si è svegliato quel dormiglione.”

“Ho capito. Ah, Sabato io e Lily ci vediamo con le mie amiche nella spiaggia magica qui vicino che c’è un falò. Se vuoi venire, sei il benvenuto!”

La spiaggia magica era una spiaggia poco lontano la Tana, nascosta da un incantesimo di protezione. Solo i maghi e le streghe potevano accedervi e per farlo bisognava attraversare una piccola foresta e puntare la bacchetta contro una grande quercia.

“Posso invitare anche i miei amici?”

“Quali amici?”

“Rose secondo te? Scorpius e gli altri, no?”

Rose fece una pausa. Prima o poi avrebbe dovuto affrontarli di nuovo. Con Zabini aveva già parlato e le aveva chiesto scusa ma il fatto che l’avesse trattata male a Rose ancora non era andato giù. Malfoy invece, dalla fine della scuola, non l’aveva ancora visto.

“Mmm, va bene. Ma tieni Malfoy lontano da me.” Concluse alzando l’indice minacciosamente.

“LILYYYYYYYYYYY!!!! MUOVITI!” urlò Rose per la tromba della scale.

“Arrivo, arrivo.” Rispose Lily mentre scendeva, sistemandosi i lunghi capelli lisci in una coda alta.

“Carica?” Chiese Rose preparando la mano per il cinque.

“Carica!” rispose Lily unendo la mano con quella della cugina.

“Andiamo allora.”
Albus guardò sua sorella e sua cugina iniziare a correre. Rose era davvero cambiata in quei tre mesi. Non aveva più il volto buio che aveva prima. Sembrava che i kg che avesse perso si fossero portati via anche la tristezza che spesso la contraddistingueva. Dopo pochi minuti, il camino espulse uno Scorpius Malfoy pieno di fuliggine.

“Ehi, Al!” Salutò Scorpius “Come va?”

“Ciao Scor! Io tutto bene! Tu? Pronto a passare la più bella estate della tua vita?” Chiese Albus sornione.

“Ma perché devi sempre dirlo? E’ dal primo anno!”

“Perché è tradizione ormai. E perché sono simpatico.”

“Ah certo. Se lo dici tu.” Disse Scorpius ridendo. Aveva aspettato tutta l’estate quel momento. Passare l’estate con il suo migliore amico a giocare a Quidditch e a divertirsi. Non c’era niente di più bello. Non che a casa sua si trovasse male, anzi, ma stare alla Tana era una vera pacchia.

“Che avevi in mente di fare?” Chiese Scorpius appoggiando il borsone che si era portato dietro.

“Non lo so ancora, ma so cosa faremo Sabato sera!”

“Scommetto che c’è una festa!”

“Scommetti bene, bello!”

“Bello?”

“Eddai, Scor, non fare il prezioso. Comunque, Rose mi ha invitato ad un falò sulla spiaggia. Ci saranno anche le sue compagne di dormitorio. Che ne pensi? Riuscirai a non attaccarla e a vivere in armonia per il resto delle vacanze?”

Scorpius alzò un sopracciglio. La Weasley che invitava Al ad una festa? Da quando in qua? Al pensiero della cugina del suo migliore amico, il suo stomaco si contorse. Dalla prima volta che l’aveva vista, anche se aveva solo undici anni, si era sentito attratto da lei. Non sapeva perché e non sapeva come, ma non poteva farci nulla. Il piccolo Scorpius però, invece di farci amicizia, aveva fatto l’unica cosa che fa in genere un bambino quando gli piace una ragazzina. L’aveva presa in giro. Il problema all’epoca non era tanto grande, avrebbe sempre avuto tempo per spiegarsi e soprattutto dichiararsi, ma invece di chiedere scusa per averle reso la vita un inferno, Scorpius aveva sempre di più peggiorato le cose. Quando la insultava di giorno, la sera andava poi in bagno a sbattere ripetutamente la testa contro il muro per averla fatta piangere ancora, tutto sotto lo sguardo sconcertato di Al che scuoteva la testa rassegnato. Al infatti sapeva del piccolo segreto di Scorpius, ma da bravo migliore amico aveva sempre tenuto la bocca chiusa. Sapeva che anche Charlie e Sebastian avevano qualche dubbio, ma l’unico con cui si era confidato era Al.

“Ci provo, Al. Ma sai che la mia bocca si apre ancora prima di pensare quando la vedo.”

“Che romanticone che sei Scor. Dovresti aprire una rubrica sul Gazzettino di Hogwarts in cui dai consigli per essere un vero e proprio pappamolla.” Albus iniziò a ridere.
Scorpius lo guardò male.

“Pappamolla? Quanti anni hai? Parla quello che ogni volta che vede la Paciock non fa altro che litigarci e poi prima di andare a dormire guarda una sua foto. Credi non sappia della tua piccola ossessione Al?”

Albus boccheggiò, cercò di ricomporsi ma negare l’ovvio gli sembrava inutile. Era forse giunta l’ora di ammettere la sua debolezza? Ma poi quale debolezza? A lui Alice non piaceva.

“Lo sapevo Al!!!”

“Cosa?”

“Eddai, ammettilo che ti piace Alice! Io ti ho detto di Rose!”

“No. A me lei non piace. Anzi, non la sopporto. Se mi piacesse, saresti il primo a cui lo direi ma posso assicurarti che non è così. Ogni volta che la vedo non vedo l’ora di farla arrabbiare.” Albus fece un sorrisino malefico.

Scorpius evitò di rispondere.

Più testoni di Albus c’erano solo i muli.
 
***
 
Un’ora e mezza dopo Lily e Rose avevano finito la loro corsa e il loro stretching e stavano tornando alla Tana. A loro si era aggiunto John, il ragazzo con cui Rose si vedeva da ormai due settimane intere e che abitava nel villaggio vicino.  Si erano conosciuti un pomeriggio mentre lei correva. Lui le aveva detto che era dall'inizio dell'estate che la vedeva correre quasi ogni giorno in quel parco e aveva deciso che voleva conoscerla. Era anche lui un mago ma aveva finito Hogwarts da due anni ormai. Era molto carino, con i capelli castani, gli occhiali e il sorriso facile. Stare con lui era una boccata d’aria fresca per Rose. Parlavano di tutto e su molte cose erano d’accordo. L’unica cosa che le dava fastidio era il fatto che quando lo guardava negli occhi, non faceva altro che ricordarsi di quelli di Scorpius. E questa cosa non andava affatto bene. Parlando del diavolo, appena entrarono dentro la Tana, trovarono proprio il Serpeverde insieme ad Al che stavano discutevano di Quidditch.

“Ehi, ragazzi? Che fate?” Domandò Lily curiosa.

“Parliamo, Lily. Non lo vedi?”

Lily fece un sorrisino malefico.
“Se se, per me voi vi state dicendo dei segreti. Come due migliori amiche. Oh ma che carini che siete!!! Dopo fate anche un pigiama party e una lotta con i cuscini?” Lo stuzzicò Lily.

Al la guardò male. “No, e comunque nel caso non saresti invitata.”

“Ma che peccato, vorrei proprio sentire cosa state nascondendo voi due.” Fece una pausa d’effetto. “Perché io ho capito cosa state nascondendo.”

“Lily allora devi assolutamente dirmelo anche a me!”

“Prima devo avere delle conferme però. Ma ti giuro che appena ne ho la certezza, saprai la prima a saperlo.”
Scorpius si accorse solo in quel momento che c’era anche Rose nella stanza. Non aveva proprio collegato che la ragazza vicino a Lily era Rose. Era così diversa da tre mesi prima Era sempre stata bella, ma ora sembrava quasi che emanasse della luce. Senza contare il fatto che aveva messo su un fisico niente male. Le gambe che lei copriva sempre con dei gonnelloni più lunghi del normale o con dei pantaloni larghi, erano ora più snelle e in bella vista, coperte solo da degli shorts da corsa. La canottiera rosa fluo in completo contrasto con i suoi capelli rossi metteva in evidenza il seno e il punto vita ora stretto, così come i fianchi prorompenti, ma non larghi come prima. Scorpius non riusciva a parlare, gli si era seccata la gola. E la cosa peggiore era che ora tutti lo stavano guardando.

“Ehi Malfoy? Vuoi per caso una foto di Rose?” Chiese Lily con un sorrisino che non prometteva niente di buono.

Beccato. Lily aveva fatto due più due e aveva capito tutto. Lo sapeva. Quella piccoletta era geniale.
Scorpius cercò di darsi un contegno mentre i quattro lo guardavano. Quattro? Ma chi c’era con Rose? Chi era quel tipo? Come se lo avesse letto nel pensiero, John si presentò porgendo la mano.

“Piacere sono John Leery. Un… ehm un amico di Rose.” Disse nervoso lanciando un’occhiata all’interessata.
Scorpius fece un sorriso malefico.
“Io sono Scorpius Malfoy. Anche io sono un amico di Rose.”

“Malfoy non esagerare. E’ già tanto che possiamo definirci conoscenti.” Sbuffò Rose guardandolo male.

“Come dici tu, Weasley. Ti trovo bene comunque. Cos’hai fatto? Sei andata in un campo per ciccioni in questi tre mesi? O hai fatto un incantesimo Riducente? Forse era meglio se lo facevi qualche anno fa, no?”
Rose non riuscì a rispondere. Ma come si permetteva quel bastardo di Malfoy ad offenderla così davanti a tutti?

“Non perdo nemmeno tempo a risponderti. Andiamo John. Ciao Al, ciao Lily. Ci vediamo Sabato.”

John le prese la mano e insieme uscirono.
Scorpius rimase zitto. Come al solito era stato uno stronzo. Il progetto di conquistare Rose era ancora più lontano.

“Eccheccavolo Scor!!! Ma ti sembra dire quelle cose a Rose!”

“Già Malfoy, come pensi di metterti insieme a Rose se continui ad offenderla?” Disse Lily facendo girare entrambi i ragazzi.

“Come prego? Io non voglio mettermi con lei, ma proprio per niente.” Scorpius si ritrovò a sbattere un po’ troppe volte le palpebre.

“Sì, certo.” Lily fece una risatina divertita. Ma con chi pensavano di avere a che fare?

“Sentite, se volete davvero conquistare le ragazze che vi piacciono – e sì Al, so che anche tu hai una ragazza nel tuo piccolo cuoricino Serpeverde – dovete iniziare a trattarle bene. Fare gli stronzi non porta a nulla, ve lo posso assicurare. Il bad boy piace all’inizio ma a lungo andare viene lasciato per strada. E ti dirò di più Malfoy, se non la smetti di trattarla male, Rose troverà qualcun altro. Soprattutto ora che sta piacendo sempre più ai ragazzi.” E con il capo indicò la finestra.

Appena Scorpius si girò il suo cuore mancò di un battito.
 
Rose e John si stavano baciando.

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Capitolo 4
*** Il Falò ***


CAPITOLO 4- IL FALO’
 
Eccomi qui con un altro capitolo! RIngrazio tutti quelli che stanno leggendo!!! Mi fa davvero piacere leggere le vostre recensioni e vedere tutte le visualizzazioni che riceve! E OVVIAMENTE non posso non ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!!!!!!!!! Grazie mille a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia! <3

Poche certezze aveva nella vita Scorpius Malfoy. Amava il verde – sì, era proprio un bel colore-, amava il Quidditch – oh sì, il miglior sport del mondo- e amava il fatto di essere certo che nessuna ragazza avrebbe potuto rovinargli una giornata, tantomeno un’estate intera, nemmeno Rose Weasley.

E invece.

Scorpius Malfoy accettò dopo ben 3 giorni interi il fatto che l’immagine di Rose che baciava quel babbeo l’avrebbe accompagnato per tutta l’estate. Ormai se n’era fatto una ragione. La cosa che però gli dava più fastidio non era l’azione in sé, ma il fatto che gli desse fastidio. Sì, era decisamente un ragionamento molto contorto, ma dopo lunghe e dettagliate riflessioni, Scorpius arrivò alla conclusione che a lui dava fastidio il fatto che gli avesse dato fastidio! Chiaro, no? Scorpius aveva capito che per stare bene, avrebbe dovuto eliminare il problema alla base, quindi eliminare il suo interesse (?), non sapeva nemmeno lui come chiamarlo, che provava verso Rose Weasley. Era ovvio che fosse quello il problema, non il fatto che la ragazza che gli piaceva stesse baciando un altro. Ma che scherziamo? No, Scorpius aveva scoperto la radice del suo problema e dopo 3 giorni di ragionamenti che gli avevano fatto perdere preziose ore di sonno, era arrivato ad una conclusione che tutto sommato considerava geniale. Scorpius Malfoy si sarebbe tolto dalla testa Rose Weasley. Dopo sei anni di un’insana ossessione, perché di questo si parlava, non di amore o altro, Scorpius aveva deciso che era giunto il momento di chiudere quel capitolo della sua vita e andare oltre. Non che in quegli anni si fosse fatto dei problemi, aveva baciato una quantità interessante di ragazze e alcune gli erano anche piaciucchiate, ma nessuna era stata un leitmotiv come Rose.

Rose e i suoi capelli rossi, Rose e le sue curve pronunciate, Rose e la sua intelligenza, Rose e il suo essere timida ma loquace allo stesso tempo, Rose che…

Scorpius Malfoy, datti un contegno. TU non sei interessato alla Weasley, non più almeno.

Fu con questo nuovo spirito che il Serpeverde si presentò a fare colazione quel sabato mattina.

“Cos’è quel sorrisetto, Scor?” chiese Albus mentre tagliava i pancakes ricoperti di caramello.

“Niente, ho appena deciso una cosa.”

“Cosa?”

“Niente.”

“Eddai, dimmelo! Sono o non sono il tuo migliore amico?”

L’intera famiglia Potter assisteva interessata allo scambio di battute tra i due amici. Scorpius si rese conto solo dopo che avevano un pubblico, un motivo in più per non raccontare ad Albus quello che aveva deciso di fare.
Ginny Weasley, captando il disagio del biondo, cercò di cambiare argomento.

“Quindi stasera andate al falò sulla spiaggia?”

“Già.” Rispose Albus a bocca piena.

“E chi c’è?” chiese Ginny. Harry la stava guardando divertito, sapeva che tutte quelle domande avrebbero fatto incavolare Albus, ma a loro piaceva divertirsi così.

“I soliti.”

“E chi sono i soliti, Al?”

“Sì, chi sono i soliti, Al?” si unì Lily, lanciando un sorrisetto a suo padre.

“Scor, Sebastian, Charlie, forse Thomas.”

“Ah, bene. E nessun altro?”

“Anche le amiche di Rose.”

“Oh, che bello! Uscite tutti insieme? Ti porti anche Lily, vero? C’è anche Alice? Quella cara ragazza! Ormai non si vede più, chissà come sta! Devo scrivere a Hannah!”

“Oddio, sì mamma ci sono tutti. Anzi, ti dirò! Credo ci sia anche altra gente di Hogwarts! E persone degli anni precedenti! Hai finito l’interrogatorio?” sbottò Albus, tagliando ferocemente un altro pezzo di pancake.

Senza farsi vedere, Ginny fece l’occhiolino al marito.

“Ma se ti ho fatto due domandine, Al! Come te la prendi! James era molto più paziente di te alla tua età! Anzi, perché non chiami anche lui a questo falò?”

“No, ieri mi ha mandato un gufo e ha detto che è in Bulgaria per una partita. Tornerà l’ultima settimana di Agosto.”

“Mmm, va bene. Ora smettetela di parlare e andate a sistemare il giardino! Oggi pomeriggio vengono gli zii e i cugini e voglio tutto in ordine!”

Albus cercò di replicare ma sapeva che era tutto inutile. Fece un cenno col capo a Scorpius e si diressero verso il giardino.

Sarebbe stata una lunga giornata.
 
***
 
Era finalmente arrivata l’ora del falò. Una leggera brezza riempiva l’aria e rendeva piacevole e non afosa la serata. Albus, Scorpius e i loro amici incontrarono Rose, Alice e le loro amiche fuori dalla Tana, per dirigersi insieme verso il falò. Nonostante le varie tensioni tra i due gruppi, aleggiava intorno a loro una strana eccitazione. Il falò, non solo aveva riscaldato gli spiriti, forse li aveva anche resi più miti.
Scorpius guardò di sottecchi Rose. Aveva messo un vestitino bianco di pizzo e dei sandali dorati. Era bellissima. Il sole estivo poi le aveva colorato la carnagione in maniera perfetta. Scorpius non vedeva l’ora di prenderla e di…

“Al, quanto manca?” Chiese Charlie, che camminava al suo fianco.
Per fortuna Charlie gli aveva interrotto il flusso di pensieri. Doveva smetterla di pensare sempre. Doveva attenersi al suo nuovo piano. Togliersi dalla testa Rose Weasley. Solo così avrebbe potuto finalmente vivere sereno.
 
Poco più avanti, camminavano Gracie Thomas e Alice Paciock. La prima aveva un paio di shorts e una maglietta nera svolazzante, la seconda aveva optato per un minidress rosso ciliegia che si intonava perfettamente al colore dei suoi capelli.

“Ehi, Ali! Allora come va? Che mi racconti? Dimmi che hai trovato qualche bell’americano mentre eri in vacanza!” le disse Gracie mentre con il gomito le colpiva il fianco.

“Se magari! Sai cosa abbiamo fatto in America? Il tour delle serre magiche. Ecco cosa abbiamo fatto. Non ho visto praticamente nulla della cultura americana. Certo, ho mangiato un sacco di hamburger ma del resto è stata una palla EPOCALE.”

“E sì vede che hai mangiato tanti hamburger, Paciock. Hai fatto su un culo enorme.” Urlò Albus da dietro facendo ridere i suoi quattro amici.

“Non ascoltarlo, Ali. Stai d’incanto stasera.” Le disse Gracie prendendola a braccetto. “E poi sai come la penso su Al. Per me è cotto e stracotto di te.” Le disse nell’orecchio.

“Bel modo di dimostrarlo.” Sbottò Alice, girandosi a guardare in cagnesco il diretto interessato.
Albus la salutò con un sorrisino derisorio. Rose gli arrivò da dietro e gli tirò uno scappellotto.

“Ahia! Ehi, ma che caz-“

“Albus Severus Potter, se continui ad importunare Alice ti butto dentro al falò.”

“Ok ok. Stai calma, però. Mi hai fatto male.”

“Te lo sei meritato.” Disse Rose, incrociando le braccia al petto.
Albus sbuffò e riprese a parlare con i suoi amici.
Rose lo guardò. Come faceva ad essere così idiota? Si erano accorti tutti tranne lui che gli piaceva Alice. Non che avesse molte speranze, ora come ora, ma forse col tempo… impossibile. Serviva un miracolo per far cambiare idea ad Albus. Rose spostò lo sguardo su Scorpius. Per la serata si era proprio sistemato bene. O forse era così solo perché era bello di suo?

Rose? Smettila di fare pensieri impuri su Malfoy.
Non sto facendo pensieri imp-
Non mentire. Sono te, lo so cosa pensi.
Va bene, guardare ma non toccare, si può fare, no?
Sì. Direi di sì. Ma ricordati che là ti sta aspettando John. Presente? Il ragazzo che dovrebbe piacerti?
Ma a me piace John. Cosa stai insinuando?
Nulla.
Sarà.

“Rose!!! Siamo arrivati! Sbrigati!”

Appena attraversarono il grande albero al limitare della foresta che avevano appena finito di percorrere, i nove si ritrovarono su una spiaggia con in mezzo un grande falò che illuminava quasi a giorno tutto l’ambiente.

“E’ fighissimo!” sospirò Susan mentre si sistemava gonna gialla corta che si era messa, abbinata ad un top nero.

“Mai quanto te, splendore.” Le dissero due ragazzi che stavano passando di lì con una bottiglia di Whiskey Incendiario.

Susan arrossì ma non disse nulla. Thomas Nott la stava guardando in modo strano, si accorse Rose.
Interessante.
Qualcuno arrivò da dietro e le circondò la vita con un solo braccio. Un bacio tra i capelli, una stretta salda e seppe subito che si trattava di John.

“Rose.” Gli sussurrò vicino all’orecchio. “Pensavo non venissi più.”

Rose si girò. Non si aspettava di vederselo così vicino.

“Ci abbiamo messo troppo a prepararci, scusa.”
“Non importa, sei bellissima stasera.” Le disse, dandole un bacio a fior di labbra.
Rose sorrise. E per fortuna John aveva apprezzato! Quel vestito la stava facendo impazzire. Non solo faticava a respirare ma se si fosse piegata troppo, tutti avrebbe scoperto che le sue mutande avevano la stampa di Winnie The Pooh. Molto bene.

“John?” Un ragazzo lo stava chiamando. Rose però non lo conosceva.

“Ehi, Steve!”

“Dove ti eri cacciato? Un momento eri davanti a me, quello dopo eri scomparso!”

Rose osservò il ragazzo che stava parlando. Aveva i capelli scuri come John, ma sembrava più piccolo. Era un po’ magrolino ma nell’insieme non era male.
Accortosi forse della fotografia mentale che Rose gli stava facendo, lo sconosciuto tese la mano per presentarsi.

“Piacere, io sono Steve. Il fratellino di John! Vengo anche io ad Hogwarts ma sono in Corvonero!”
Ora che ci guardava bene erano proprio uguali.

“Piacere, Rose! Quindi sei un gran studioso? Il Cappello aveva considerato l’ipotesi di mettermi nella tua Casa, ma alla fine la componente Grifondoro ha avuto la meglio.”
Steve rise. A fianco a lui arrivarono altri due ragazzi. Uno con i capelli biondo scuro e molto alto e l’altro bassino, con gli occhiali e un’aria da nerd.

“Questi sono Liam e Francis!”

“Piacere, Rose!” Sorrise ad entrambi. Erano abbastanza anonimi. Il genere di ragazzi che non ti volti due volte a guardarli se li vedi per strada, ma a Rose non piaceva giudicare solo dalle apparenze. Magari erano i ragazzi più interessanti del mondo magico. In ogni caso, alla Nuova Rose piaceva incontrare persone nuove e questi tre nuovi tre Corvonero sembravano proprio simpatici.
Parlarono del più e del meno per qualche minuto, poi John si schiarì la voce per attirare l’attenzione. “Scusate se vi interrompo, m vorrei portare la mia donzella sulla pista da ballo.”
Rose sorrise. Amava ballare. Ora che aveva smesso di farsi troppi problemi ed era finalmente felice, ballare davanti a tutti era diventato il suo divertimento preferito.

“Certo. E me lo chiedi pure?”
Salutarono i tre ragazzi e si avviarono verso la pista.
Iniziava ad accorgersi di qualche volto conosciuto, qualche suo compagno dello stesso anno ma anche gente di anni prima o anche già fuori Hogwarts.
Pochi di loro capirono che era proprio lei. E Rose ne fu felice. Non voleva essere subito bombardata di domande. Perché sapeva che sarebbe andata sicuramente così.
Non c’era una vera e proprio pista. Si ballava sulla spiaggia, con la luce del falò che illuminava le persone di sbieco, creando un’atmosfera a dir poco magica. I volti erano tutti sereni e spensierati, gli amici si divertivano, le coppie si guardavano in modo innamorato e i ragazzi e le ragazze “a caccia” sapevano che alla fine della serata avrebbero portato a casa un bottino certo.

Non molto in là, c‘era Lily con le sue compagne di dormitorio che rideva spensierata.
Rose vide poi subito Alice, Gracie e Susan che ballavano in cerchio. Alice che continuava a toccarsi e capelli e a chiudere gli occhi godendosi a pieno la musica, Susan che si faceva delle foto cercando di coinvolgerle e Gracie che continuava a cercare con gli occhi qualche ragazzo carino. Poco più in là, sempre in pista, Albus, Malfoy e i loro amici ballavano nel modo tipico in cui ballano i maschi, mettendo avanti un piede, poi un altro e muovendo la testa a tempo di musica. Rose si accorse che Albus stava guardando rapito qualcosa e seguendo la traiettoria si accorse che quel qualcosa era un qualcuno, ed era Alice. Interessante.
A Rose sembrò di disturbare un momento intimo, così spostò lo sguardò sulla persona vicina ad Albus, che guarda un po’, era proprio Malfoy. Anche Scorpius sembrava essersi accorto di Al e delle sue strane occhiate verso Alice, notò Rose. Chissà se il migliore amico di suo cugino sapeva cosa gli stava passando per la testa.

In quel momento, come se stesse sentendo i suoi pensieri, Malfoy si girò a guardarla e per un lungo attimo i loro occhi rimasero legati. Scorpius sembrava quasi ipnotizzato, non riusciva ad interrompere quel contatto. Rose aveva come l’impressione di essersi persa nei suoi occhi. Ma quello che a loro sembrò un’eternità, durò solo qualche secondo. John prese per la vita Rose e la portò in mezzo alla pista, concludendo così quello strano momento tra i due.
Rose si sentiva strana, ma decise che era meglio non pensare troppo a quello che Malfoy le aveva ispirato in quei pochi secondi. Lei era lì con John e quello bastava.

Dall’altra parte della pista, Scorpius era nella stessa situazione. Il suo piano iniziava a fare acqua da tutte le parti, doveva assolutamente trovarsi una ragazza con cui distrarsi e non pensare più a Rose Weasley. Iniziò a guardarsi in giro e in quel momento vide Alice e un tipo alto che stavano ballando in una maniera un po’ troppo… esplicita. Si girò a guardare Albus, ma si accorse subito che aveva smesso di guardarla. Posò di nuovo lo sguardo su Rose e vide che aveva iniziato a baciare John.

Un pugno lo colpì in pieno stomaco.

Figurativamente.

Decise di farsi gli affari propri e di continuare a ballare.

Poco dopo, proprio quando aveva individuato una ragazza “interessante”, sentì Albus agitarsi a fianco a lui.

“Che cavolo sta facendo Alice?” urlò sopra la musica, tutto rosso in volto.

“Al, stai calmo. Si sta divertendo...” Charlie gli diede una pacca sulla spalla.

“E anche tanto!” Aggiunse Thomas ridacchiando.

“Sì, mi pare anche a me.” Concluse Scorpius facendo un sorrisino.

Albus però non sembrava condividere il loro buon umore.

“Non può divertirsi! Non così! Non si vergogna? Suo padre è un professore! Che figura gli fa fare?” Sbraitò di nuovo Albus, sempre più rosso.

“Al amico, calmati. Che fastidio ti dà? Sono fatti suoi quello che fa!” cercò di calmarlo Charlie.
Albus sembrò valutare le parole del suo amico. Fece qualche respiro e si calmò.
Almeno apparentemente.

“No, no. Avete ragione. Io cosa c’entro? Non è che è la mia ragazza, no? E non mi piace nemmeno, quindi…” Fece una risatina nervosa. “Ehi, guardate là, ci sono Penny e Anita.” Indicò due ragazze a lato della pista. Le due ragazze erano due loro compagne di Casa. Albus le salutò e tutti e cinque le andarono a salutare.

Penelope era la ragazza che Charlie aveva portato al Ballo della Vittoria. Non aveva idea che dietro c’era tutto un tranello di Malfoy, ed essendo amica di Rose, si era molto dispiaciuta di averle rovinato la serata. Il giorno dopo il Ballo infatti, era andata a chiederle scusa e a dirle che appena aveva saputo aveva lanciato un Pietrificus Totalus a Zabini e gli aveva distrutto davanti la sua preziosa scopa da Quidditch. Era stato più che altro un gesto simbolico visto che finito l’incantesimo Zabini l’aveva sistemata. In ogni caso Rose aveva apprezzato il gesto e qualche giorno dopo si era vista arrivare davanti un Zabini balbettante e con la coda tra le gambe che le porgeva le proprie scuse. E alla buon’ora. Rose le aveva accettate e aveva anche capito che Malfoy aveva qualche informazione su Charlie e l’aveva costretto ad invitarla e a rovinarle la serata.
Tipico di Malfoy, aveva pensato qualche mese prima Rose.

“Ehi, ragazzi! Come state?” salutò Anita, la migliore amica di Penelope e grande giocatrice di Quidditch.

“Noi tutto bene.” Rispose Malfoy per tutti. “C’è Albus qui che è tutta sera che sta stalkerando Alice, ma del resto tutto bene.”

“Oh, beh, il solito quindi. Giusto, Al?” Chiese sorniona Penelope facendogli l’occhiolino.
Albus guardò tutti in cagnesco. “Non siete simpatici. Dovevi vedere come stava ballando con quel tizio. Non che a me ne freghi eh! Ma cavolo, suo padre è un prof di Hogwarts! Dovrebbe mantenere un po’ di ritegno!”
Gli altri lo guardarono divertiti.

“Comunque tranquillo, ora non sta più ballando con il tipo. Credo sia proprio uscita dalla pista.” Lo informò Penelope.
Albus si girò di scatto e iniziò a cercare Alice con lo sguardo.

“Amico, credo che si sia appartata col tizio! Hai capito la Paciock?” Rise Thomas Nott.

“Guarda che non è la prima volta che Alice si impezza uno, eh!” Sentenziò Penelope. “E poi che male c’è scusa? E’ libera di fare quello che le pare.”

“Già.” Confermò Anita, annuendo.

“Sì, ma suo padre è…” iniziò di nuovo Albus, cercando di far valere un parere che faceva acqua da tutte le parti.

“Non dire cazzate Al! Perché non ammetti che Alice ti…” lo interruppe Anita.

“Ragazzi, smettetela. Il problema ora è un altro. Credo di aver riconosciuto il tizio con cui ballava Alice. E’ Alan Scott. Ex Corvonero e un tipo non tanto affidabile.” Disse Sebastian guardando gli altri preoccupato. “Mia sorella era nel suo stesso anno e mi diceva che non trattava per niente bene le ragazze con cui stava.”

“Non le trattava bene… in che senso?” chiese Penelope, ormai preoccupata anche lei per la sua amica Grifondoro.

“Nel senso che se una ragazza gli dice di no, lui non la prende tanto bene.” Disse serio Sebastian.

Albus sbiancò. Chissà cosa stava facendo ad Alice. Una fitta di terrore gli colpì il petto. Se le avesse anche solo torto un capello, lui…

“Andiamo a cercarla.” Albus non era mai stato così serio in vita sua.

“Va bene. Forse è meglio andare a chiedere a Rose, magari li ha visti.”

Trovarono subito Rose. Era seduta ad un tavolino insieme a John e ad altri tre ragazzi che Scorpius non aveva mai visto.  Stava ridendo e mentre lo faceva appoggiava la testa sulla spalla di John. Scorpius si ritrovò a considerare l’ipotesi di voler diventare una spalla nell’immediato futuro. Scosse la testa. Basta Rose. I ragazzi si avvicinarono al tavolo. Scorpius notò subito che uno dei tre ragazzi lo stava guardando di sbieco. Che problemi aveva quel tipo?

“Rose, John.” Li salutò Albus con la mano. Il volto contratto dalla preoccupazione e le spalle tese. Rose capì subito che c’era qualcosa che non andava.

“Cosa c’è, Al? E’ successo qualcosa a casa?”

“No, Rosie. Alice è con un tipo poco affidabile.”
Gli altri annuirono per confermare.

“In che senso? Stava ballando con un ragazzo carino l’ultima volta che l’ho vista. Me lo ha anche presentato!”

“Beh, diciamo che è meglio non fidarsi di quel tipo. Sebastian ha detto che non tratta molto bene le ragazze che non… ecco… che non sono facili.”

“Oddio. Mi ha detto che sarebbero andati vicino al mare perché lui voleva farle vedere una cosa.”

“Sì, posso immaginare cosa.” Borbottò Albus.

“Al, smettila!” Anita gli diede uno scappellotto dietro la testa.

Albus sembrò ricomporsi. “Ok. Da che parte è andata te lo ricordi?”

Rose si alzò in tutta fretta. “Credo… mmm… da questa parte.”
Iniziarono a correre verso la direzione indicata da Rose. Scorpius era vicino a lei. Riusciva a percepire la sua tensione e senza nemmeno pensarci le prese la mano. Gli era venuto così naturale che non ci aveva nemmeno pensato. Nemmeno Rose sembrò accorgersene, ma Scorpius sentì chiaramente che iniziava a rilassarsi.
Quello che invece era teso come una corda di violino era Al. Al a cui non interessava Alice, Al che odiava Alice, Al che aveva paura di perdere Alice.
Continuava a pensare solo quello mentre correvano a cercarla. Arrivati alla spiaggia si arrestarono.

Rose si rese conto che aveva tenuto per tutto il tempo la mano di Scorpius e la tolse subito.

“Che c’è Weasley? Ti piaceva troppo?” Disse con un ghigno Scorpius.

“Sei proprio un idiota, Malfoy.” E si allontanò. Meglio così, pensò Scorpius. La sua vicinanza lo stava confondendo. Come al solito, d’altronde.

“ALIIICE?!” Iniziarono ad urlare tutti.

“ALICE, DOVE SEI?” urlò Rose.

Niente, il silenzio. “Dove possono essere andati?”
Il buio sovrastava la spiaggia, Alice poteva essere ovunque. Nemmeno le bacchette illuminavano abbastanza.

“Magari non le sta succedendo nulla. Magari sta bene e noi la stiamo solo disturbando.” Propose Thomas.

“Non lo so, Tom, ma ho una brutta sensazione.” Disse con voce sottile Rose.

E in quel momento qualcuno urlò.

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Capitolo 5
*** Il Falò_Seconda Parte ***


CAPITOLO 5- IL FALO’ (PARTE 2)

Ciao a tutti!!! Ho deciso di pubblicare ogni Lunedì! Quindi... ecco qui! Volevo ringraziarvi TUTTI!!! Anche se non recensite e leggete solo, è bello lo stesso, quindi grazie mille!!! <3 JJ

“ALICEEEE!!!” Urlò Albus a pieni polmoni.

“ALICEEE!!!” Seguirono anche gli altri.
Rose aveva davvero una brutta sensazione. L’urlo che avevano sentito poco prima era chiaramente di Alice, ma con tutto quel buio non riuscivano proprio a capire dove si trovasse.

“Dev’essere per forza nei dintorni.” Esclamò Rose. “Dividiamoci! Poi appena qualcuno la trova manda subito una scarica di scintille, ok?”
La prima cosa che venne in mente a Scorpius furono i film horror e la stupida decisione che i protagonisti prendevano sempre quando la situazione si metteva male, cioè dividersi. Poi però ci pensò un po’ su e capì che Rose non aveva avuto una cattiva idea e in ogni cado bisogna sbrigarsi prima che quel tipo facesse del male ad Alice e Albus di conseguenza lo uccidesse.

“Va bene. Siamo in sei. Facciamo tre gruppi da due, ok?” Suggerì Rose vedendo che i ragazzi avevano accettato la sua proposta. “Io vado con Al, Charlie con Malfoy e Sebastian con Thomas. Va bene?”

“Io direi di fare due gruppi da tre. Almeno se li troviamo riusciamo meglio ad aiutare Alice. Alla fine solo due persone sono poche. Una persona dovrebbe prendersi cura di Alice e l’altra fronteggiare da sola quel tizio!”

“Sì, forse Scorpius ha ragione.” Disse Al. “Tu vieni con me e Rose. Il primo che li trova avvisi gli altri!”

“Va bene!” I due gruppi presero le due direzioni opposte.

“Speriamo di trovarla presto. Giuro che se quello le ha fatto qualcosa io…”

“Al stai tranquillo.” Gli disse Rose mettendogli una mano sul braccio. “Vedrai che la troveremo presto.”

“Lo spero, Rosie.”

“E comunque Alice si sa difendere da sola. Non ti preoccupare.”
Scorpius assisteva alla scena tra i cugini poco più indietro. Non aveva mai visto Albus così teso e per fortuna che Alice non gli interessava! Va bene che poteva essere la preoccupazione di un amico, ma quei due passavano più tempo a dirsi dei nomi che a fare gli amici.

“Lasciami stare! Aiutoooo!!!” Era Alice che urlava ed era anche poco distante.
Albus partì a razzo, Rose cercò si afferrargli il polso ma era troppo veloce. Scorpius raggiunse subito Rose. “Dobbiamo raggiungerlo! Non vorrei facesse delle cavolate!” Gli disse Rose concitata.
Scorpius afferrò la mano di Rose, questa volta senza fare battutine o altro. Una scarica elettrica passò tra i due. Nessuno dei due aveva mai provato una cosa simile.

Rose si schiarì la gola. “Forse… forse è meglio se andiamo.”

“Sì, forse è meglio.” Ammise Scorpius ma decide di non lasciarle la mano. E lei non disse nulla. Corsero insieme, mano nella mano dietro Albus, che ormai era scomparso nel buio della spiaggia.

“Aiutooooo!!! Lasciami!” Urlò ancora Alice.

“Allontanati da lei, Scott, o ti giuro che ti crucio.” Albus parlò con un tono di voce così grave che Rose per un attimo credette davvero che sarebbe stato in grado di lanciare una Maledizione Senza Perdono.

“Guarda che ha chiesto lei di essere portata qui, io non ho fatto nulla.” Disse Alan Scott con un sorriso strano.

“Bugiardo! Sei stato tu a portarmi qui!”

“Sta zitta!” Si girò verso Alice e la Schiantò. Alice non ebbe il tempo di reagire e volò pochi metri più avanti contro un tronco e sbattè la testa.

“Alice!!” Urlò Albus guardando Alice, poi furioso si girò verso Scott. “Come hai potuto? Ora la pagherai cara.”
Nel giro di un secondo i due iniziarono a lanciarsi degli Incantesimi. Entrambi erano però abili duellanti e la battaglia sembrava non avere un vincitore.
Rose era corsa a vedere come stava Alice. Si accorse subito che la sua amica perdeva sangue dalla testa. E quella non era l’unica ferita che aveva. I polsi e le braccia erano piene di lividi e il suoi amato vestito rosso era strappato. Povera Alice, pensò Rose. Per un attimo pensò di andare a dare man forte ad Albus ma quando si girò si accorse che c’era già Scorpius ad aiutarlo.

Rose lanciò qualche incantesimo curativo. Non era molto esperta quindi si limitò a lanciare quelli di base. Ma Alice ancora non si svegliava. Decise di non toccarla. Se aveva sbattuto forte la testa era meglio tenerla ferma. Almeno respirava ancora. Si girò a guardare Albus e Scorpius e vide che il secondo era appena stato colpito da uno Schiantesimo. Albus guardò l’amico volare a terra e subito si girò. Approfittandosi della temporanea distrazione dell’avversario, Albus gli lanciò uno Stupeficium e finalmente il duello si concluse. Scorpius intanto aveva raggiunto l’amico. Con un cenno del capo gli fece capire che se ne sarebbe occupato lui.

Albus corse allora verso Alice e Rose e si inginocchiò vicino ad Alice.

“Oddio, Alice.” Fece per toccarle la testa ma si fermò notando la gravità delle ferite, e passò le nocche sulla sua guancia.

“Non si è ancora svegliata, Al! Cosa facciamo?” Chiese preoccupata Rose.

“Non lo so. Cerchiamo di chiuderle la ferita sulla testa almeno.”
Albus, data la sua passione per la Medimagia, era più pratico e riuscì a chiudere la ferita e a far sparire quasi tutti i lividi che aveva.

“Non credo abbia traumi interni, dobbiamo solo aspettare. Tu intanto vai a chiamare gli altri che chissà dove sono finiti.” Le disse Al concitato.
Rose capì subito che Albus voleva rimanere da solo con Alice e così si allontanò. Lanciò il richiamo per i suoi amici e si avvicinò a Scorpius. Da lontano vedeva Al che accarezzava i capelli di Alice e si avvicinava al suo orecchio per dirle qualcosa.
E poi diceva che la odiava? Mmm, certo Al… certo.
Lei e Albus avrebbero fatto una bella chiacchierata.
 
“Alice come sta?”
Si girò a guardare Scorpius. Le stava per caso parlando?

“Ehm… non lo so. Non si è ancora svegliata. Ma Al l’ha un po’ curata.”
Scorpius sospirò. Rose iniziava a sentirsi un po’ in imbarazzo.

“Quei due dovrebbero farsi una bella chiacchierata.” Ridacchiò Scorpius.
A Rose sembrava strano vederlo così. Con un sorriso genuino e il volto rilassato. Dov’era finito il solito Malfoy che le rendeva la vita un inferno? Rose decise di non farsi troppe domande e di godersi l’attimo.

“Quindi hai notato anche tu la strana situazione tra i due? Albus è troppo cotto di Alice, ma proprio non riesce a capirlo! Voi uomini siete troppo lenti!”

“Anche per me è innamorato di Alice, ma non vuole ammetterlo. E sì, hai ragione Weasley… noi uomini siamo un po’ lenti a capire le cose.”

Malfoy stava forse cercando di dire qualcosa?

No, impossibile.

O forse sì?

Rimasero in silenzio. Rose cercò disperatamente qualcosa da dire per cambiare argomento.

“Ehm… quindi come va da Al?” Chiese titubante lei.
Scorpius la guardò interrogativo.

“Bene…? Sì, insomma, da Al ci si diverte sempre.” Sorrise.

“Eccoci ragazzi! Abbiamo visto il vostro richiamo, cos’è successo? Alice?”
Rose si girò a guardare i tre amici di suo cugino. Per fortuna erano arrivati perché non aveva proprio idea di cosa dire a Scorpius. Dopo aver passato tutta la sua vita a rispondere e ad incassare le offese, Rose si accorse che lei e Scorpius non avevano mai avuto una conversazione normale. Era forse per quello il motivo per cui quando lui le aveva sorriso, il suo stomaco aveva fatto le capriole?

Sì, certamente era per quello.

“Alice non si è ancora svegliata. Al è con lei.”
Si guardarono tutti con un sorrisino che la diceva lunga. Dopo qualche scambio di battute decisero di raggiungere Al e Alice.

Appena si avvicinarono, Rose si accorse che Al aveva spostato la testa di Alice sulle sue gambe e le stava dolcemente accarezzando i capelli. Nel mentre mugugnava una canzoncina che a Rose sembrava di aver già sentito, forse nel passato.
Si avvicinò lentamente ad Al, temendo di disturbare quel momento così privato.

“Ehi, Al?”

“Mmm?”

“Come sta Alice?”

Albus alzò lo sguardo e Rose si accorse che aveva gli occhi preoccupati e stanchi.

“Prima si è svegliata. Ma poi si è subito riaddormentata. E’ meglio se la portiamo a casa.”

“Non è meglio portarla al San Mungo?” Chiese Scorpius mentre guardava Alice preoccupato.

“Non so, quando si è svegliata è riuscita a dire che non voleva che lo dicessimo ai suoi… quindi non so…”

“Potremmo portarla a casa mia. Mia mamma si arrabbierà un po’, ma sa essere molto discreta. Intanto le mando un Patronus per avvisarla che stiamo arrivando. Va bene?”

“Sì, dai. Zia Hermione e zio Ron vanno bene. Ci Smaterializziamo davanti a casa tua, ok? Io prendo Alice.” Disse Albus serio.

“Vado a dire alle altre che ce ne andiamo. Forse è meglio avvisare anche Lily. E anche Penelope e Anita che sono rimaste al falò.”

Gli altri annuirono e dopo un po’ qualcuno la raggiunse.

“Ehi, Rose. Vengo anche io, che tuo cugino non voleva lasciarti andare al buio.”

“Charlie?”

Lei e Charlie non si vedevano Da tre mesi interi. Certo, lui si era scusato, ma Rose pensava che sotto ci fosse qualcosa che non voleva dire. Che cosa aveva su di lui Malfoy? Nascondeva forse qualche segreto?

“Senti, Rose. So che mi sono già scusato, ma volevi chiederti di nuovo scusa per il mio comportamento al Ballo della Vittoria. So che è solo colpa mia e ti giuro che se potessi tornare indietro non lo farei, ma Scorpius sa una cosa su di me che non voglio si sappia. E soprattutto non voglio che la scopra una persona a me molto vicina.”

Che cosa poteva nascondere Zabini? Il cervello di Rose si mise in moto e iniziò a pensare a tutte le possibili cose che poteva nascondere. Era gay? Aveva rubato? Aveva ucciso? Aveva copiato? Che cavolo nascondeva Charlie Zabini? Non poteva lanciarle l’amo e poi stare zitto.

“Non… non ti preoccupare. Davvero. E’ acqua passata. Certo, Malfoy non credo di averlo ancora perdonato ma quello è un altro discorso. Cerca di non farti influenzare troppo da lui. E se vuoi parlare con qualcuno sai dove trovarmi.” Concluse Rose con un sorriso. Sperando sotto sotto che Zabini le rivelasse il suo segreto.

“Grazie, Rose. Sei molto gentile. Ma ti assicuro che Scor può essere un vero amico quando vuole e non è tanto male come può sembrare.”

Ritenta Rose! Sarai più fortunata.

“Sì, beh, forse con te non è tanto male. Io ho dovuto sopportare i suoi scherzetti per più di sei anni, quindi scusami se solo la sua presenza mi irrita. Lo odio proprio!”

Charlie alzò le mani in segno di resa. “Ricordati Rose che il confine tra odio e amore è molto sottile.”

“Ma va, va!” Rispose Rose dandogli una spinta leggera. “Va bene se io vado ad avvisare le altre e tu vai a dirlo a Lily? Dille che Al tornerà tra un’oretta tipo, e di non dire nulla ai suoi. Ci penserà poi Al quando tonerà a casa.”

“Ehm… va bene, ci rivediamo qui allora!”
 
***
 
“Cos’e’ successo Rose?” La accolse sua madre sulla soglia di casa.

Hermione Granger portava molto bene i suoi quarant’anni. I capelli che un tempo erano cespugliosi ora erano legati in una elegante coda alta e il fisico era ancora tonico quasi come quando era giovane. Era ancora sposata con Ron Weasley, certo avevano le loro incomprensioni ogni tanto, ma erano comunque una delle coppie più felici che Rose avesse mai incontrato. Il modo in cui suo padre guardava sua madre ogni giorno, sempre con orgoglio e con amore, e il modo in cui sua madre guardava suo padre, con tenerezza e passione. Rose più volte si ritrovava a pensare che anche lei avrebbe voluto un matrimonio come quello dei suoi genitori, un’unione felice, che ti rendeva migliore, che ti completava. Ma chissà dov’era la sua anima gemella!

Era forse John? O l’aveva già incontrata ma non l’aveva mai capito?

Si accorse di essersi persa nei suoi pensieri e di non aver ancora risposto a sua madre.

“Alice è stata aggredita da un ragazzo mentre eravamo al falò. Non sappiamo bene come sia andata perché siamo arrivati troppo tardi, ma siamo certi che lui volesse farle del male.” Rose rabbrividì e si accorse che suo cugino stava stringendo i pugni.

“Oddio!” Hermione si mise una mano davanti alla bocca. “Vai a chiamare tuo padre! E bisogna assolutamente avvisare Neville!”

“Ma mamma Alice non voleva che…”

“Rose, non mi importa che cosa voleva Alice. Se fossi io al posto di Neville, vorrei sapere una cosa del genere. Non credi?”

Il ragionamento di sua madre non faceva una piega e fu costretta soltanto ad annuire.
“Intanto le do io un’occhiata.”

“Avete usato qualche incantesimo per sistemare le ferite?”
Albus si fece avanti. “Sì, ho usato quelle che ho imparato durante il tirocinio di quest’estate al San Mungo. Ho chiuso la ferita dietro la testa, avevo un po’ di Dittamo dietro. Il problema è che non si sveglia. Ha aperto solo gli occhi prima, biascicando qualcosa e poi li ha richiusi.”

“Bravissimo Al! Non ti preoccupare, non ha emorragie interne e nient’altro di troppo grave. E’ un po’ lo shock e la botta. Le basterà riposare e tra qualche giorno sarà come nuova.”
Albus sembrò riacquistare un po’ di vita.

“Ehi, che succede? Spiegatemi tutto” Ron arrivò scendendo le scale. Anche a lui gli anni non l’avevano abbattuto. Era alto e ben piazzato, grazie agli allenamenti di Quidditch e a quelli da Auror che ancora faceva. Qualche capello grigio spiccava tra i capelli rossi ma se uno si soffermava solo sul volto, sembrava ancora il ragazzo di diciotto anni che aveva aiutato a sconfiggere Voldemort più di un ventennio prima.

“Hai avvisato…” Iniziò Hermione.

“Sì, ho già avvisato Neville e Hannah.” La interruppe con un sorriso suo marito. “Dovrebbero essere qui a momenti. Intanto ditemi che fine ha fatto il tizio. Dovremmo portarlo dentro. E’ anche maggiorenne, giusto?”

Scorpius si fece avanti un po’ timoroso. “Ehm… l’abbiamo legato e gli abbiamo tolto la bacchetta. Ora è in cucina ancora Schiantato.”

Ron lo squadrò da capo a piedi. “Va bene, Malfoy. Grazie.”

“Ron, dai. Tratta meglio Scorpius. Non è mica la prima volta che lo vedi, no?”

Si girò a guardare sua moglie. Perché aveva sempre ragione? Sbuffò e poi si girò di nuovo verso il diretto interessato.

“Scusami Scorpius. Mia moglie ha ragione. E’ solo che sei così uguale a tuo padre alla sua età che… mmm… mi salgono gli istinti che avevo all’epoca.” Ammise ridendo Ron, dando una pacca, forse un tantino troppo forte, sulla schiena di Scorpius.

Scorpius sorrise. Apprezzava la sincerità di quell’uomo. Almeno era stato onesto. Sapeva però che se avesse saputo tutte le cose che faceva passare a sua figlia da sei anni ormai, non sarebbe stato così bonario. Figuriamoci se avesse scoperto i veri sentimenti di Scorpius verso la sua unica figlia femmina. Apriti cielo!

“Non si preoccupi, signor Weasley. So bene com’era mio padre alla mia età e capisco benissimo.”
Ron sorrise e si avvicinò alla moglie che lo stava guardando orgogliosa. “Ma come è cresciuto il mio Ron Ron.” Gli disse a bassa voce mettendogli le braccia attorno al collo.

“Tutto merito di una certa so-tutto-io!” Le rispose lui, circondandole la vita con le grandi braccia e posandole un bacio sul naso.

“Potete smetterla di fare i fidanzatini per favore? Ogni giorno è la stessa storia!” Li interruppe scocciata Rose.

“Quante storie, Rosie.”

Nonostante tutto si staccarono e Ron decise di andare a controllare Alan Scott.

“Meglio tenerlo d’occhio quel tipo.” Disse mentre usciva dalla stanza.

“Zia?”

“Sì, Al?”

“Alice quindi guarirà del tutto?”

“Sì, Al. Non ti preoccupare, tornerà come nuova.” Lo rincuorò Hermione mettendogli una mano sulla spalla.
Al era seduto vicino a Alice, nel grande divano al centro del salotto di casa Weasley-Granger. Le teneva la mano e ogni tanto le spostava qualche ciocca di capelli dal viso. Lo faceva senza pensarci, come se gli venisse naturale e Rose realizzò quanto suo cugino tenesse alla sua migliore amica.

Dopo poco Sebastian, Thomas e Charlie se ne andarono, era diventato davvero troppo tardi. Rimasero solo Rose, Al e Scorpius e un’inconscia Alice.

“Oh cavolo.” Saltò su Rose. “Non ho avvisato John che me ne sarei andata via!”

“Ma sì, Rosie. Appena gli avrai spiegato la situazione capirà che lo hai fatto per una giusta ragione.”

Rose ci pensò un po’ su. “Avete ragione. Però gli vado a scrivere lo stesso un gufo.” E corse su per le scale.

“Al, dimmi un po’. Come ti sembra questo ragazzo? Da quando ha perso i kg in più siamo pieni di ragazzi che le ronzano intorno! Ron impazzisce ogni volta. John però mi sembra abbastanza serio, no?”
Al incrociò velocemente lo sguardo con Scorpius. Doveva dire davanti al suo migliore amico innamorato di sua cugina che effettivamente il suo fidanzato gli stava simpatico? Domanda da un milione di galeoni.

“Ehm… non saprei zia. Diciamo che non è male. Ma forse non è proprio il tipo di cui ha bisogno Rose.”

“Dici, Al? Però è un buon ragazzo vero?”

“Sì, lo è.” Disse soltanto Al.

“Avrà tempo per trovare il ragazzo giusto. Nemmeno io credo che John sia quello giusto… vedrai che non dureranno molto.”
Scorpius e Albus scoppiarono a ridere. “Cerca di non farti sentire da Rose, zia.”

“Oh, lo so. L’ultima volta le ho detto che a 10 anni era meglio smetter di dormire con 10 pupazzi nel letto e indovina chi, a diciassette anni, non si fa scrupoli e quasi cade dal letto per far posto ai suoi amici pelosi?” Hermione scosse la testa. “E’ quasi più testarda di Ron. Almeno Hugo ha preso da me.”

“Stavate parlando di me?” Disse Ron entrando di nuovo in salotto.

“Sì, caro. Dicevamo di quanto Rose abbia preso da te la testardaggine!”

“Non credete alle cose che dice mia moglie. Le piace mentire.” Hermione lo guardò male e gli tirò uno scappellotto facendo ridere ancora Scorpius e Albus.

“Ehi, Mione! Ma mi fai male così!” Si lamentò Ron toccandosi la testa.

“Te lo sei meritato, Ronald Weasley.”

Ron mise il broncio. “Dov’è Rose? Lei sì che mi protegge sempre dalle tue angherie.”

“Sono qua papà.” Rose aveva assistito a tutta la scenetta dalle scale solo che si era soffermata a guardare Scorpius e a come i suoi occhi fossero spensierati in quel momento. Era davvero bello.

“Rose salvami ti prego!”

“Signor Weasley, la salvo io, basta che mi dia un antidolorifico!” biascicò una voce sottile dal divano.

“Alice!”

“Alice ti sei svegliata.”

“Sì ma non urlate che ho un martello in testa.” Sorrise debolmente lasciando la testa indietro sul divano.

“Tra poco dovrebbero arrivare i tuoi genitori.”

Rose le fece un sorrisino di scuse.

“Papà si arrabbierà da morire.”

“Ma va, non hai fatto niente di male, Ali!”

“A parte ballare in pose esplicite con un ragazzo appena conosciuto e seguirlo in spiaggia per fare chissà cosa… no, è vero. Non hai fatto niente di male.” Albus si accorse troppo tardi di aver fatto un brutto errore. Un bruttissimo.

“Come scusa? Ma come ti permetti di giudicarmi? Sei mio padre per caso? Il mio ragazzo? Un mio amico? Credo di no, Albus Potter, quindi vedi di farti gli affaracci tuoi e chiudi il becco.”

Rose e Scorpius si guardarono preoccupati. Ahia.

“Io gli affaracci tuoi me li faccio eccome invece. Hai fatto preoccupare tutti per colpa delle tue azioni sconsiderate! Comportati da adulta la prossima volta.” Sbottò Albus passandosi una mano tra i capelli.

“E’ colpa mia se Alan era un pazzo maniaco? Io ho fatto quello che tutte le ragazze della mia età fanno. Si vogliono divertire. Qual è esattamente il tuo problema, Albus? Chi ti ha chiesto niente!”

“Alice, Al ti ha…” iniziò Rose, ma si trovò la mano di Scorpius sulla sua per interromperla.

“Alice, è stata una serata pesante per tutti. Albus non sa quello che dice. E’ solo un po’ stanco. Ora è meglio se torniamo a casa.” Scorpius usò il suo irresistibile sorriso per convincere Alice, che alla fine sorrise anche lei.

“Sì, forse è meglio. Grazie che siete rimasti qua. E che mi avete salvata.”

“Rose, posso parlarti un attimo di là?” Chiese ad un tratto Albus.

“S-Sì, va bene. Andiamo di là.”
Rose fece strada a suo cugino. Non aveva proprio idea di quello che volesse dirle.

“Rose, ti devo chiedere un favore.” Esordì serio Albus passandosi una mano tra i capelli neri.

“Sì, dimmi.”

“Vorrei che non dicessi ad Alice che sono stato io a curarla e che sono stato con lei tutto il tempo.”

“Ma perché no, Al? Lo apprezzerebbe molto e poi finalmente potreste…”

Albus la interruppe. “Ti prego, Rose. Fa come ti ho detto.”

“Va bene. Se pensi sia un bene… lo farò.”

“Grazie.”

Tornarono in salotto e Albus andò vicino a Scorpius.

“Noi andiamo allora.”

“Va bene! Domani ci sentiamo, ok?”

“Ok, Rosie.”

“Ciao a tutti!” Cinguettò Alice mentre guardava male Albus.

“Ciao! Arrivederci signora Weasley. Mi saluti suo marito.” Disse Scorpius gentile.

“Sarà fatto.”

E dopo poco i due scomparvero nella notte.

“Qualcuno mi dice cos’è successo quindi? Mi ricordo solo che Alan voleva fare qualcosa che io… ecco… che io non volevo fare, ho urlato, vi ho visti arrivare e poi buio totale!”

Rose sospirò e le raccontò tutto. Omettendo le parti che riguardavano Al. I genitori di Alice arrivarono poco dopo, e dove essersi sincerati dello stato di salute della figlia, la sgridarono e la misero in punizione. Nel giro di mezz’ora in casa rimase solo la famiglia Weasley.

“E quindi Alice e Albus, eh?”

“Già.” Confermò Rose alla madre.

“Lui lo sa?”

“No.”

“Lei?”

“Nemmeno.”

“Scommetto che entro Natale si mettono insieme.”

“Mamma!!!”

Hermione Granger guardò sua figlia ridere. Poteva vederci sia un po’ di lei che un po’ di Ron. Ed era davvero una cosa bellissima, meglio della magia. Sperava davvero che sua figlia fosse finalmente felice e sperava che trovasse anche qualcuno con cui condividere la propria felicità, proprio come lei aveva trovato Ron molti anni prima.

Non voleva dirlo a nessuno, anche se probabilmente il giorno dopo avrebbe scritto a Ginny, ma aveva notato un certo biondino che lanciava certe occhiate sfuggenti a sua figlia… le stesse occhiate che più di vent’anni prima lei e suo marito si scambiavano nelle mura di Hogwarts.

Spero vi sia piaciuto e... al Prossimo Lunedì!!! ;D

 

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Capitolo 6
*** La Fine dell'Estate ***


CAPITOLO SEI- LA FINE DELL’ESTATE

Ecco qui un altro capitolo! Succederanno un po' di cose che serviranno per lo sviluppo della trama (eh eh eh)
Vi ringrazio ancora tantissimo per le recensioni, per chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate! E anche chi soltanto legge!
Spero davvero che questo capitolo vi piaccia!
Baci, JJ


Erano passate ormai tre settimane dall’infausta serata al falò. Alice non era più in punizione, Scorpius stava trascorrendo le ultime giornate di sole a casa Potter e Rose usciva ancora con John. Proprio quel martedì mattina Rose ricevette un gufo da quest’ultimo che la invitava ad uscire perché doveva dirle una cosa importante.

“Secondo te che cosa vuole?” Chiese Rose a Lily mentre correvano.

“Non lo so proprio… magari vuole chiederti di sposarlo!” Scherzò Lily. Rose la guardò male. “Eddai che scherzo! Ti vorrà chiedere se vuoi approfondire la vostra storia… no?” Lily guardò sorniona Rose.

“In che senso… ahhhh… LILY!!! Usciamo solo da…”

“Uscite da quasi un mese e gli hai dato solo qualche bacetto a quel povero cristo. Non so proprio come faccia a resistere sinceramente.”

Rose le diede una leggera spinta. “Ehi! Ognuno ha i suoi tempi! E poi vorrei fare quelle cose con la persona giusta!”

“Beh… potresti iniziare con la persona quasi giusta così con quella giusta sei già esperta, no? E poi chi ti dice che John non sia quello giusto!”

“Per me una persona se la deve sentire di fare quelle… mmm… cose… e sinceramente non so ancora se John sia quello giusto… mi rende felice sì ma… ecco…” Rose tergiversò.

“Non c’è la scintilla, i fuochi d’artificio e quant’altro… giusto?”

“Esattamente.”

“Guardala la piccola Rose che deve prendere queste decisioni da grande… darla o no al ragazzo che forse non è quello giusto?” la scimmiottò Lily.

“Lily se continui giuro che dico a tutti…”

“Cosa Rose? Io sono praticamente una santa!” Lily le fece una pernacchia.

“Una santa? Aspetta che dica a zia Ginny quello che hai fatto al falò con Finch- Fletcher.”

Lily aprì la bocca per ribattere ma sapeva che Rose ce l’aveva in pugno. Maledetta Rose. Peggio di sua madre che sapeva sempre tutto.

“Non oseresti… sono la tua cuginetta preferita…” E le fece gli occhioni dolci.

“Se se. Continua a prendermi in giro e vedi se non svelo il tuo piccolo segreto.”

“Va bene. Ma sei molto cattiva sappilo.” Lily mise su il broncio.

Rose la guardò divertita. “Ma sinceramente come ti è venuto di andare con quello? E’ brutto come uno Schiopodo! Lily, eddai!”

“Te l’ho detto Rose. Bisogna fare pratica con i rospi, per poi essere esperte con i principi.” Le rispose saggiamente Lily.

“Per me dici solo delle…”
***
 
Quel pomeriggio lei e John si incontrarono davanti al Paiolo Magico. Avevano deciso di fare un giro per Diagon Alley e poi prendere un gelato. Per tutto il tragitto verso il punto di ritrovo, Rose non fece altro che domandarsi quello che John doveva dirle. Voleva forse lasciarla? Aveva trovato un’altra? Rose non sapeva proprio che cosa pensare! Dalla lettera che aveva scritto, non si capiva proprio.
Arrivò davanti al Paiolo Magico e vide che John era già lì. La salutò con un sorriso e con un leggero bacio sulle labbra.

“Ehi, Rose!”

“Ehi, John!”

“Come stai? Vuoi andare da Fortebraccio? Avrei proprio voglia di un gelato!”

“Ma sì, dai! Perché no?”

Lui le prese la mano e si recarono alla vicina gelateria.
Dopo aver preso il gelato si sedettero dai tavolini bianchi posizionati fuori la gelateria, godendosi l’aria estiva e la gente che iniziava a fare compere per l’incombente anno scolastico.

“Allora John di cosa volevi parlarmi?” Rose non ce la faceva più a resistere. Era tutta la giornata che si chiedeva cosa volesse il suo ragazzo.

John si schiarì la voce e si guardò le mani. Sembrava trovarle molto interessanti in quel momento.

“John?”

“Rose?”

“Dimmi! Non mi hai chiesto di vederci proprio perché dovevi dirmi una cosa?”

John finalmente alzò lo sguardo.

“Ti ricordi che ti avevo detto che avevo fatto domanda per fare un tirocinio presso l’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale?”

“Sì…”

“Beh, diciamo che mi hanno preso! Mi hanno assegnato alla Confederazione Internazionale dei Maghi!”

“Wow, John! Ma è bellissimo! Sono contentissima per te!” Si sporse per abbracciarlo, ma lo trovò abbastanza rigido.

Che strano.

“Beh… mmm… grazie. Ma…”

Rose notò che John era quasi… spaventato?

“Ma?”

“Mi hanno assegnato al seggio australiano.”

“Australiano nel senso di Australia?” chiese stupidamente Rose.

John fece una risata nervosa e si passò una mano dietro il collo. “Sì, Rose. Esattamente in Australia.”
John sarebbe andato in Australia. Come avrebbero fatto a vedersi? Le Passaporte erano più difficili da prendere se le mete erano internazionali. Come avrebbero continuato la loro storia?

“Rose, non ti preoccupare. So cosa stai pensando. Ma ce la faremo! Tengo davvero a te… non sarà certo la distanza a farci lasciare.” Disse John con un sorriso. Le prese la mano e gliela strinse.

“Ma come faremo, John? Come faremo a vederci?”

“Cercherò di tornare per le vacanze di Natale e comunque potremmo scriverci, no? Non ci saremmo visti in questi tre mesi…”

“Ci saremmo potuti vedere durante le gite ad Hogsmeade…”

John non sapeva più cosa dire. “Vedrai, Rose che ce la faremo.”
Rose fece una pausa. Il punto non era tanto il non vedersi per tre mesi… il punto era se ne valeva davvero la pena. Guardò John, con il suo volto da cucciolo bastonato e gli occhioni grandi che nascondevano una preghiera. Dire che era confusa era un eufemismo, ma alla fine prese la sua decisione.

“Ma sì, dai. Dicono che la distanza rafforzi il rapporto, no? Quando ci rivedremo saremo più uniti che mai.”

Rose lo baciò, ma non poteva fare a meno di avere una strana sensazione.

La sensazione di aver preso la decisione sbagliata.
 
***
 
Quando tornò a casa quel tardo pomeriggio, trovò Alice che la stava aspettando.

“Alice, cosa ci fai qui?”

“Ciao, Rose! Non posso venire a trovare la mia migliore amica?” domandò allegra Alice.

Anche se sembrava felice, vedeva che dietro il sorriso la sua amica nascondeva qualcosa. Quello che aveva passato con Alan non era affatto bello, e notava chiaramente i segni di stress e di stanchezza sul volto della sua migliore amica.

“Certo che puoi venire! Come stai, Ali? Cosa mi racconti di nuovo?”

“Mah, di nuovo proprio niente. Questa estate è stata veramente piatta, a parte beh… sai cosa.” Ridacchiò nervosamente.

“Sicura di stare bene, Ali? Vuoi che ti faccio una tazza di the?” Rose era convinta che una buona tazza di the fosse la cura a tutto, meglio se abbinata a qualche biscotto.

“Il the miracoloso di Rose Weasley? No, non preoccuparti, Rosie. Faccio ancora qualche incubo, ma sto abbastanza bene. Sono venuta perché mi ha scritto un gufo Lily chiedendomi di andare a Casa Potter a trovarla.”

“Ah… e perché sei qui?”

“Non è che potresti venire con me? Non mi va di affrontare Albus da sola. Dopo quella sera proprio non ci voglio più avere niente a che fare. Mi ha trattata malissimo davanti a tutti e senza motivo! Avrebbe potuto aiutarmi e invece niente. Con me ha chiuso. Per sempre, davvero.”

Rose si morse la lingua. Voleva troppo dire ad Alice la verità, ma Al le aveva fatto promettere di non aprire bocca. Che stupido, Al. Lui e le sue convinzioni senza senso.

“Va bene, Ali. Vengo con te. Ma dovresti parlare con Al. Davvero.”

“Ci penserò. Ora muoviamoci che ho voglia di fare un bagno nel laghetto.”

Si Smaterializzarono e si ritrovarono davanti alla Tana. Ora lì ci viveva la famiglia Potter. Il signor e la signora Weasley avevano deciso di andare a vivere sul mare, in una piccola casetta con un orto e un grande giardino. Avevano deciso di passare la loro pensione girando il mondo, quindi la Tana sarebbe stata un tantino inutile, rimanendo quasi sempre vuota. Ginny, essendo l’unica femmina della famiglia aveva “vinto” la casa e lì aveva costruito la sua famiglia con Harry.
Avevano deciso di ristrutturarla un po’, ora era meno sbilenca e un po’ più moderna ma, sia Harry che Ginny, avevano preferito lasciare quel po’ di decadente che la caratterizzava e la rendeva unica.

“C’è ancora Malfoy, vero?” Chiese Rose prima di entrare.

“Ehm… credo proprio di sì.”

“Cavolo.”

“Sei una vera amica Rosie!”

“E tu sei una vera ruffiana.” Alice le fece una linguaccia e bussò alla porta. Per la fortuna di Alice, aprì la porta proprio Albus.

“Alice.”

“Albus.”

“Rose.”

“Al.”
Stettero zitti a guardarsi.

“Vuoi farci entrare o no, Potter?”

“Stai calma, Paciock. Chi ti ha invitata?”

“In realtà l’ho invitata io, Al. Quindi vedi di smetterla di fare lo scorbutico e falle entrare! Ehi, Rose! Ci sei anche tu! Chissà perché sapevo di trovare anche te qua!” Disse Lily con un sorrisino.

“Sì, beh… volevo passare a trovarvi”

“Sì, certo Rose. Entrate, entrate! C’è anche James! E’ riuscito a tornare prima! Ci ha fatto una sorpresa. Ma domani va già via.”

“Ah, c’è anche James?” Chiese Alice a bassa voce. James era la sua cotta di quando era bambina. James era stato un po’ la cotta di tutti. Aveva ereditato i capelli neri e spettinati del padre e gli occhi nocciola della madre. Giocava a Quidditch a livello professionale da quasi due anni ormai ed era stato eletto dalla Gazzetta del Profeta
“Il Mago più sexy under 30 dell’anno”. Cosa che lui non faceva altro che sottolineare ogni volta che lo si incontrava.

“Rosie!!!” Urlò James andandole incontro e abbracciandola.

“Jamie! Come stai? Non sapevo tornassi!” Mentre salutava il cugino, si era accorta che Alice era rimasta indietro ed era diventata bordeaux. Era chiaro che la cotta non le era ancora passata. Rose notò che non era l’unica che se n’era accorta. In un angolino, infatti, Albus assisteva alla scena con uno strano sorrisino. E infatti poco dopo parlò.

“Ehi Alice, non vuoi salutare anche tu il nostro caro Jamie?”

James si accorse solo in quel momento che c’era anche Alice. “Alice! Come stai? E’ da un po’ che non ci si vede! Mi hanno detto quello che è successo al falò…” Lanciò un’occhiata ad Al. “Spero che tu ora stia bene.”

Rose capì subito che James aveva già capito tutto. Poteva sembrare un po’ superficiale qualche volta, ma suo cugino era davvero intelligente. Aveva capito lo strano rapporto tra suo fratello ed Alice e del piccolo segreto di Al.

“Ehm… I-Io…“  Alice si schiarì la voce. Alice datti un contegno. “Io tutto bene, James. Sì, diciamo che non è stata una bella serata come avevo immaginato, ma ora sto bene.” Concluse con un sorriso. Ce l’aveva fatta. Aveva parlato a James Potter, sua cotta decennale, senza balbettare e senza mangiarsi le parole. Dieci punti a Grifondoro. Aveva anche l’insana voglia di fare una linguaccia ad Albus, ma decise di contenersi. “E tu, invece? Come va il Quidditch?”

“Io mi diverto alla grande! E’ davvero un sogno. Ma ogni tanto sento la mancanza di casa e dei miei fratellini.” Disse James ridendo.  Alice ridacchiò

“E della tua cugina preferita no?” Domandò Rose facendo la finta imbronciata.

“Oh, certo Rosie. Anche di Roxanne.” Confermò James con un ghigno divertito.

“Se, se, chiedimi ancora di aiutarti in qualcosa e vedi come lo faccio.”

“Eddai, Rose. Che codona di paglia che hai!”

“Sì, esatto.” Mise il broncio Rose incrociando le braccia la petto.

In quel momento entrò Scorpius.

“Weasley. Alice.” Le salutò con la mano.

“Malfoy.” Risposero loro in coro.

“Che ci fate qui?” Chiese mentre si versava un bicchiere d’acqua.

“Le ho invitate io, Scor. Gli devo chiedere una cosa.” Si rivolse a sua cugina e alla sua amica. “Andiamo fuori?”

Rose e Alice seguirono Lily fuori in giardino. Erano sempre state molto unite loro tre, avevano passato tutta l’infanzia insieme e quella non era la prima volta che Lily chiedesse loro un consiglio.

Arrivarono in un punto illuminato dal sole che stava ormai calando e si sedettero per terra. Era in una piccola radura vicino alla Tana ed era anche il loro posto preferito. Il luogo dove si dicevano i segreti, sicure che nessuno ne sapeva l’esistenza.

“Cosa dovevi dirci, Lils?” Domandò Rose guardando la cugina.

“In realtà avevo chiamato solo Alice… ma penso che possa aiutarmi anche tu… ora che hai iniziato ad essere anche tu più… mmm… come dire…” Fece una pausa pe trovare un termine che non offendesse sua cugina. “Più attiva? S’, più attiva con i ragazzi.”

Rose non sapeva se offendersi o se riderci su. Optò per la seconda, sapeva che Lily non l’aveva detto con cattiveria. “Non ti preoccupare, Lily. E comunque sono uscita solo con John.”

“Ecco a proposito! Com’è andata con John? Avevi detto che ti doveva dire una cosa importante! Ti ha proposto quello che immaginavo?” Chiese Lily alzando e abbassando le sopracciglia e facendo ridere Alice.

Ad un certo punto sentirono un rumore poco lontano.

“Cos’è stato?” Rose era già pronta con la bacchetta alla mano.

“Niente, torna a sederti e dicci cosa voleva John lo stallone!”

“John, lo stallone, non voleva assolutamente fare quello che pensavi tu, vecchia marpiona. Mi ha detto che l’hanno preso a fare un tirocinio…” Rose fece una pausa.

“Wow, che bello! E dove?”

Rose non rispose.

“In Australia.”

Le due rimasero in silenzio.

“Come?” “Cosa?” “E come…?”

“Ragazze, calmatevi. Ha detto che tornerà a Natale e che potremo scriverci mentre sarà là. Ci saremo comunque visti poco visto che tra poco riinizia la scuola. A proposito, Lily!!! Congratulazioni per essere diventata Prefetto!”

“Grazie Rose. Ma tu come l’hai presa? Pensi che… insomma, pensi che durerà?”

“Lo spero tanto. Anche se, boh… sarà molto difficile. Comunque, eravamo venute qui per parlare di te non di me. Cosa volevi chiedere all’esperta Alice?”

“Ehi, detta così sembra che ho avuto 1000 ragazzi!”

“Beh più o meno.” Borbottò Lily.

“Cos’hai detto?” “Io? Nulla.” Fece la finta tonta Lily.

Sentirono un altro rumore da dove l’avevano sentito prima.

“Ragazze, questi rumori mi fanno paura. Sbrigati a dirci quello che devi dirci Lily!
Lily fece un respiro profondo. “Allora, come dire? Ecco, mi piace un ragazzo. Solo che è molto vicino ad Al.”
Rose pensò subito a Malfoy. A Lily piaceva Malfoy? Perché la cosa sembrava darle fastidio?

“Non è Malfoy, ma preferisco non dirvi chi è. Mi sembra che ogni tanto mi lanci delle occhiate strane. Avete presente quegli sguardi che capti quando ti giri all’improvviso? Ecco! Proprio quelli. E mi sono accorta che me ne lancia tantissimi. Mi ha anche sorriso qualche volta. Solo che non so cosa significhino… dite che gli piaccio? A me piace da una vita tipo.”

“Oddio e chi è? Lily non puoi dirci una cosa così e non rivelarci il nome!!! Io ESIGO di saperlo! Comunque per me gli piaci.” Non può guardarti così spesso come dici e non essere interessato!”

“Eh, lo so, Ali, ma Al è un suo amico e ho paura che non faccia la prima mossa proprio per quel motivo.”

“Lily, magari aspetta un po’ e vedi cosa fa mentre sei ad Hogwarts, magari riesci ad avvicinarti meglio, no? Non disperare!” La consolò Rose.

“Va bene… avete ragione. Vediamo cosa succede.”
Continuarono a parlare del più o del meno, raccontandosi quello che avevano fatto nei giorni che non si erano viste e delle novità che avevano scoperto.

“Hai saputo poi cos’è successo ad Alan Scott?” Chiese Lily ad Alice. Rose lo sapeva bene, suo padre si era occupato direttamente della faccenda e con suo zio Harry si erano sincerati che quell’essere non desse più fastidio a nessuno e che imparasse la lezione.

“Papà mi ha detto che l’hanno rinchiuso ad Azkaban per tre anni. Quando uscirà sarà in libertà vigilata. Ho ancora i brividi a pensarci. Per fortuna siete arrivati voi ragazzi. Non so davvero cosa avrei fatto senza di voi.”

“Che bastardo. Io l’avrei fatto rimanere dentro di più. E se quando uscirà, farà del male a qualcun altro? Tre anni mi sembrano davvero pochi.” Constatò Lily seria.

Rose annuì. “Sì, anche a me sembrano pochi. Spero davvero che gli prolunghino la pena.”

“Raggiungiamo gli altri? Mi sa che sono vicino al laghetto!”

“Ma sì, dai. Ho voglia di bagnarmi un po’ i piedi nell’acqua.”
 
***
 
Albus, Scorpius e James guardarono le tre ragazze allontanarsi. James iniziò a ridere.

“Mi dispiace, caro fratellino. Ma credo che il tuo piano per nascondere la verità ad Alice faccia acqua da tutte le parti.” Lo prese in giro James.

“Cosa- cosa vuoi dire? Quale verità’?”

“Non sto parlando del fatto che tu l’abbia aiutata la sera del falò… dico l’altra cosa. E se non vuoi capire, beh… sappiamo per chi ha avuto sempre una cotta Alice, no? Io sono sempre disponibile ad aiutare delle povere fanciulle indifese!” Disse sornione James, facendo l’occhiolino a Scorpius.

“Io non so proprio di cosa tu stia parlando.”

“Vaaaa bene. Io vado che devo andare a trovare Fred! Ci vediamo più tardi.”

I due salutarono James e appena videro che era lontano si guardarono complici.

“Andiamo a sentire cosa si dicono? Come ai vecchi tempi? Pensano ancora che quello sia un posto nascosto… pfff. Muoviamoci.”

Arrivarono alla radura e si nascosero dietro ad un cespuglio. Si accorsero che le ragazze avevano già iniziato a parlare.

“Ecco a proposito! Com’è andata con John? Avevi detto che ti doveva dire una cosa importante! Ti ha proposto quello che immaginavo?” Sentirono Lily chiedere a Rose e in sottofondo una risatina divertita di Alice. Albus era felice di sentirla ridere. Anche se non era lui la causa di quelle risate, almeno sapeva che ora era più tranquilla.
Scorpius invece non apprezzò per niente quello che aveva appena sentito e perse l’equilibrio, cadendo quasi per terra.

“Shhh” gli fece Albus piano. “Così ci scopriranno.”

E infatti videro Rose alzarsi di soprassalto e armarsi di bacchetta. Scorpius la guardava ammirato. Quanto era coraggiosa la sua Rose.

Sua?

Il piano non era dimenticarla, Scorpius?

Sì, ma…

Sì, ma niente. Basta con questi pensieri da ragazzo innamorato.

Si era perso nei suoi pensieri e non aveva ascoltato la conversazione delle ragazze, ma doveva essere qualcosa di interessante visto che si erano agitate tutte. Si girò verso con fare interrogativo.

“John se ne va in Australia!” gli sussurrò l’amico.

Scorpius era senza parola. In Australia? E lasciava da sola Rose? Aveva la possibilità di stare con lei e se ne andava così? E Rose come la pensava? Proprio in quel momento sentì la risposta di Rose e la cosa lo rese un po’ felice.

 “…. Cosa volevi chiedere all’esperta Alice?”

“Ehi, detta così sembra che ho avuto 1000 ragazzi!”

“Beh più o meno.” Borbottò Lily.

“Alice ha avuto 1000 ragazzi?!?!” Gli chiese concitato Albus.

“Non lo so, Al. Ma non…”

Vide Albus che serrava la mascella e stringeva i pugni. “Con chi sarà andata? Voglio sapere i nomi!”

“Al, stai calmo che ci sentono!”

“Ragazze, questi rumori mi fanno paura. Sbrigati a dirci quello che devi dirci Lily!”

“Visto?” Sussurrò Scorpius.

“Volevo vedere te se sentivi che la ragazza che… odi è stata con tanti ragazzi.”

“Che odi, Al? E poi che ne sai che è stata con 1000 ragazzi?  E poi scusa, hai detto che…”

Albus scrollò le spalle e Scorpius capì che era meglio lasciar perdere. Albus era davvero un testone.

Sentirono Lily fare un respiro profondo. “Allora, come dire? Ecco, mi piace un ragazzo. Solo che è molto vicino ad Al.”

“Oddio, sei tu? Lo sapevo che ti veniva dietro. D’ora in poi non verrai più a casa mia.” Proclamò Al.

 “Non è Malfoy, ma preferisco non dirvi chi è…” Sentirono dire da Lily. E Scorpius notò che Rose sembrava rilassarsi.

“Ok, Scor. Scusami, sei di nuovo il benvenuto.”

Scorpius gli lanciò un’occhiata. “Vedo che valuti molto la nostra amicizia, Al.”

“Scusa Scor. Sai che è la mia sorellina.”

“Per stavolta sei perdonato.”

Continuarono ad ascoltare le ragazze parlare dei fatti loro, finché un nome attirò la loro attenzione. Scorpius sentì Albus irrigidirsi. “… cos’è successo ad Alan Scott?” Sentirono chiedere Lily ad Alice. Albus aveva chiesto a suo padre di gestire la situazione nel modo più rigido possibile. Non voleva che quel tipo si riavvicinasse ad Alice nel breve futuro. Sapeva che sarebbe rimasto ad Azkaban un po’ di tempo, a gli era sembrato comunque troppo poco per quello che aveva fatto.

“Ho ancora i brividi a pensarci. Per fortuna siete arrivati voi ragazzi. Non so davvero cosa avrei fatto senza di voi.” Alice gli sembrava ancora spaventata. Aveva notato qualcosa di strano in lei infatti.

“Raggiungiamo gli altri? Mi sa che sono vicino al laghetto!”

Albus e Scorpius si guardarono spaventati. Loro non erano al laghetto.

Iniziarono a correre.
 
***
 
Le tre ragazze trovarono Albus e Scorpius sdraiati sull’erba vicino al laghetto. Sembravano un po’ sudati, come se avessero appena finito di correre, ma probabilmente era solo il caldo. Il laghetto vicino alla Tana era piccolo ma veramente adorabile, Con un piccolo passaggio di legno bianco, l’acqua trasparente e un vegetazione rigogliosa.

“Eccovi qui!” Disse Lily. “Che ne dite di un bel bagno?”

“Ma Lily non abbiamo il costume!” Si lamentò Alice.

“Paciock, non ci tengo davvero a vederti in costume, sappilo. Quindi è meglio così.” Disse sprezzante Albus.

“Ah, sì? Beh, mi dispiace per te, Potter, ma credo che questo non sia il tuo giorno fortunato.”

Albus la guardò interrogativo e appena capì quello che stava per fare diventò rosso pomodoro. Alice si stava svestendo davanti a lui.

“Che c’è, Al? Ti senti in imbarazzo?” Lo stuzzicò Rose e Lily si mise a ridere.

“N- no…”

“Io mi butto allora!”

“Aspettami, Alice. Vengo anche io!” Le urlò dietro Rose. Ormai non si sentiva più in imbarazzo per il suo corpo. Aveva qualche smagliatura, certo, ma la sia autostima
era cresciuta di molto e sapeva che l’importante era stare bene. Così si tolse la maglietta e gli shorts di jeans e rimase in mutande e reggiseno. Erano blu scuro, per fortuna. Non si sarebbe visto nulla di imbarazzante. Con la coda dell’occhio vide Malfoy che la guardava. Aveva qualcosa da dire? La stava forse per offendere come suo solito?

“Che c’è, Malfoy?”

Si accorse che anche lui era rosso in volto. “N- niente, Weasley. Solo… complimenti.”
Le aveva appena fatto i complimenti? Che strano. Decise di rispondergli soltanto con un sorrisino e andò a raggiungere Alice che si stava per tuffare. Alice sì, che aveva un bel fisico. Tonica ovunque e con la pelle senza imperfezioni. Rose si trovò ad invidiarla un pochino.

“Al mio tre Rose… uno due… TRE!” E si tuffarono insieme. L’acqua non era particolarmente fredda, si stava veramente bene.

“Non ci raggiungete anche voi?” Urlò Alice dal centro del laghetto.

Lily, Scorpius e Albus si guardarono. Poi iniziarono a spogliarsi. Rose si trovò incantata ad osservare il fisico statuario di Scorpius. Il Quidditch gli aveva davvero fatto bene. Eccome, se gli aveva fatto bene. Aveva le braccia allenate e la pancia con un accenno di addominali. Le gambe erano muscolose al punto giusto e… Rose cosa stai guardando? Alza lo sguardo immediatamente. Beh, anche l’unico reparto coperto sembrava messo bene. Si sentì un po’ in colpa per John, ma guardare Scorpius era come guardare un modello di biancheria intima e farci dei pensieri sconci… non era vero tradimento, no?

Si girò a guardare Alice e vide che anche lei si era incantata a guardare qualcuno… e quel qualcuno era suo cugino Albus. Da cugina Rose poteva ammettere oggettivamente che Albus era un bel ragazzo. Il fisico era simile a quello di Scorpius, ma Albus era più piantato e muscoloso, cosa che sembrava apprezzare Alice visto che quasi le usciva la bava dalla bocca. E poi aveva ereditato gli occhi verdi dello zio Harry, cosa che piaceva molto alle ragazze, soprattutto se abbinati a quella faccia da cucciolo che sfoggiava sempre.

“Alice, vuoi che ti vada a prendere un fazzoletto?"

“Per cosa?”

“Così ti pulisci la bava, no?”

“Ma che simpatica che sei, Rose. Forse servirebbe anche a te, eh? Ho visto come guardavi Malfoy, vecchia marpiona.” Alice iniziò ad inondarla d’acqua.

“Smettila, Ali! Non ci vedo nulla! Aiutatemi!”

Dopo poco Alice smise e si accorse che era perché Albus l’aveva presa da dietro e le aveva fatto fare un tuffo.

“Albus Potter, come osi?” Urlò Alice quando riemerse. Iniziò a schizzare anche lui, solo che perse di nuovo e si ritrovò a soccombere al suo solletico.

“Rose, Rose! Aiutami! Tuo cugino vuole uccidermi!”

Rose iniziò a nuotare verso Alice per aiutarla, ma venne fermata da qualcosa… o meglio qualcuno. Scorpius le aveva afferrato una caviglia e la stava riportando indietro.

“Ehi, Malfoy! Lasciami andare ad aiutare...” Scorpius le aveva messo la testa sott’acqua.

“Come osi!” Gli si lanciò contro per affogarlo, ma lui la fermò mettendole le due mani intorno alla vita. I loro visi erano vicini, i capelli sgocciolavano ed entrambi avevano il fiatone.

Stettero lì a guardarsi per minuti interminabili, facendosi domande che non avrebbero trovato risposta, ed alzando interrogativi che avrebbero creato solo altri problemi. Rose si rese conto che l’attrazione tra loro due era inevitabile.  Era di nuovo come la sera del Ballo. Il suo sguardo magnetico, era una cosa che faceva del male fisico staccarcisi. Sapeva che se avesse smesso si guardarlo, l’incanto sarebbe finito. E lo stesso sapeva lui. E proprio in quel momento, vide il viso di Scorpius che si stava avvicinando, sempre di più. Il suo cuore iniziò ad accelerare, o era quello di Scorpius? Erano così vicini che ormai erano un tutt’uno.

Rose smise di pensare a tutto.

Chi era John? Cos’era Hogwarts? Perché era in acqua? Bisogna davvero respirare per vivere?
In quel momento si era annullato tutto. Erano solo loro due. Due corpi che pulsavano allo stesso ritmo. Poteva vedere il colore esatto delle iridi di Scorpius, poteva vedere il piccolo neo sopra il labbro superiore, poteva vedere la poca barba che stava iniziando a crescere. Erano distanti pochi centimetri, ormai, la lontananza di un respiro e…

SPLAAAAASH!!!!!

Lily gli era arrivata da dietro e li aveva inondati d’acqua.

Si allontanarono imbarazzati. Quanto tempo erano rimasti in quella posizione? Gli altri se n’erano accorti? Si girò e vide che Alice stava facendo il morto e Al le stava tenendo a galla la testa, Avevano un’espressione così serena entrambi… Perché non si mettevano insieme?

E lei e Malfoy invece? Quel momento era stato molto strano. Doveva ammetterlo. Aveva quasi tradito John. Si sentì una brutta persona per quello. Lei non tradiva, mai. E non sarebbe caduta tra le braccia di un ragazzo che gliene aveva fatte passare di tutti i colori e che ora si era accorto di lei solo perché era dimagrita.
Decise di uscire dal laghetto e di tornare a casa. Salutò tutti e notò che Scorpius stava guardando dall’altra parte.

Beh, almeno non era l’unica vigliacca.
 
***
Dopo cena, si stese sul letto e chiuse gli occhi. Era stata una giornata veramente lunga. Quando stava per addormentarsi, sentì uno strano picchiettio sulla finestra. Aprì gli occhi e notò che era un gufo. Un gufo a quest’ora? Lo fece entrare e si accorse che quel gufo non l’aveva mai visto. Di chi era? Era forse di John? Di Scorpius?

E perché dovrebbe essere di Scorpius, Rose?

Gli diede un biscottino e gli prese la lettera dalla zampa. La lettera era senza mittente e il suo indirizzo era scritto… a macchina da scrivere?
Aprì la lettera e tirò fuori il piccolo bigliettino bianco che conteneva.

Rose,
Bella come la luna, fiera come il sole.
Rose,
Il mio sogno, la mia perfezione.
Rose,
Il mio cuore, il mio amore.
 
Un tuo ammiratore

 
Che cosa aveva appena letto?

Oppala!!! Chi pensate che sia l'autore dei bigliettini? Sarà buono o no? Passerà un po' prima di scoprirlo U_U
E Rose e Scorpius? Mi è piaciuto scrivere quella scena, mi sono quasi immedesimata xD 
Spero davvero che vi sia piaciuto!
Ci vediamo il prossimo Lunedì!
Baci, JJ

 

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Capitolo 7
*** Ritorno ad Hogwarts ***


CAPITOLO SETTE- RITORNO AD HOGWARTS
 
Ehilà! Ecco qui un nuovo capitolo! Un po' più tardi del solito, ma almeno è sempre Lunedì xD Spero vi piaccia!
Baci,
JJ


 
La mattina del primo Settembre, Rose corse giù per la scale di casa sua e si precipitò in cucina. Sentiva già il profumo delle frittelle di sua mamma, che lei molto saggiamente abbinava alla Nutella, e del caffè, che preparava suo papà. Anche se si era messa a dieta, la buona forchetta le era rimasta e la colazione era un’ottima scusa per dedicarsi al piacere più grande della vita: mangiare. Ora Rose mangiava con più parsimonia e non fino a scoppiare. E anche in modo più sano. Tranne per qualche eccezione. La vera sfida sarebbe arrivata iniziando di nuovo Hogwarts e resistere alla bontà della sua cucina. Rose ancora non lo sapeva ma sicuramente si sarebbe impegnata come aveva fatto in questi ultimi mesi. Di sicuro non voleva riprendere tutti i kg persi e soprattutto non voleva rovinare l’equilibrio che aveva raggiunto con tanta fatica.

“Rose, hai preparato tutto?” Chiese sua madre, dietro di lei suo padre che alzava gli occhi al cielo.

Rose e Hugo fecero un risolino. “Sì, mamma.”

“E tu Hugo?”

“Sì.” Rispose sbuffando e sollevando qualche ciocca rossa che si era depositata sugli occhi. Hugo Weasley era la copia di Ron ma sembrava aver ereditato la natura alternativa dello zio Charlie. Hugo, invece che essere appassionata di draghi e di altre creature pericolose, era ossessionato dai computer. Il suo obiettivo era infatti quello di frequentare una Università babbana alla fine di Hogwarts e cercare poi di inserire quella tecnologia poco conosciuta, nel mondo magico. Hugo Weasley aveva davvero le idee chiare per essere un quindicenne.

“Bravi i miei bambini. Rose questo è il tuo ultimo anno. Goditelo fino in fondo. Hogwarts ti mancherà tantissimo.”

“Vostra madre ha ragione. Io rimpiango un sacco di non aver fatto il settimo anno. Voi divertitevi… e non fate niente che io non farei.”

“Ron se gli dici così però!”

“Eddai, Hermione. Lasciali in pace. Sanno cosa fare e cosa non fare, sono degli Weasley d’altronde.” Concluse serafico Ron, guadagnandosi uno scappellotto da Hermione.

“E sarebbe consolante?” Rose e Hugo scoppiarono a ridere.

Ron si alzò e andò ad abbracciare la moglie. “Suvvia, Hermione. Calmati. Sono ancora i nostri bambini.”

Hermione tirò su con il naso. “L-lo so. Ma Rose sta iniziando il suo ultimo anno e Hugo… Hugo il quinto! Quest’anno avrà i GUFO!” Prese un fazzolettino per tamponarsi gli occhi lucidi.

Ron le sorrise e le diede in bacio sulla testa. “Ragazzi, ricordatevi questo momento. Vostra madre commossa! Mai successo! Nemmeno il giorno del nostro matrimonio!”

“Ma va, non è vero!” Hermione si tolse dall’abbraccio ma sorrise al marito. Sapeva che stava solo cercando di tirarle su il morale.

“Se lo dici tu. Ragazzi andate a prendere i bauli che dobbiamo andare.” Ordinò Ron, in versione papà autoritario.
 
***
 
Rose era nello scompartimento con Gracie, Susan e Alice. Le tre amiche stavano parlando ma Rose stava pensando a tutt’altro. Circa una mezz’oretta prima aveva salutato i suoi genitori ed era andata a cercare uno scompartimento vuoto.  Ma, essendo sovrappensiero, era andata a sbattere contro qualcuno.

Malfoy.

“Malfoy.”

“Weasley.”

Erano rimasti lì a guardarsi per secondi che sembravano ore. Entrambi si stavano ricordando di quello che era successo al laghetto.

Poi lui, come in trance, aveva alzato la sua mano e l’aveva appoggiata sulla sua guancia. Delicatamente, come se lei fosse stata qualcosa di dannatamente prezioso.

Rose l’aveva guardato in modo interrogativo, ma lui non aveva dato cenno di spostarsi. Poi aveva iniziato a muovere il pollice contro il suo zigomo. Improvvisamente

Rose si era riempita di brividi. Brividi ovunque. Lungo la schiena, nelle gambe, persino sulla testa. Così si era ritrovata a fare l’ultima cosa che mai si sarebbe aspettata di fare: aveva chiuso gli occhi. Aveva chiuso gli occhi e si era abbandonata a quelle leggere carezze che le stava facendo Scorpius.

Lì. In mezzo al corridoio. La cosa però in quel momento non sembrava preoccuparla più di tanto.

“Rose?” Aveva sussurrato Scorpius spostando la mano verso il suo collo.

“Mmm?” Rose non aveva proprio la forza di parlare.

Scorpius continuava a tenere la mano ferma sul suo collo e Rose sentì che si stava avvicinando. Il respiro alla menta di Scorpius si infrangeva contro le sue labbra. Era davvero molto vicino.

“Io non so che mi succede, ma…”
Scorpius non era riuscito a finire la frase che aveva appoggiato le labbra su quelle di Rose. Lei era rimasta immobile poi, come risvegliatasi da un lungo sogno, aveva risposto al bacio. Era stata la prima volta che si era sentita così… viva. Entrambi erano rimasti fermi, immobili, come per paura che anche solo un movimento d’aria avrebbe potuto cambiare le cose. Nessuno dei due aveva provato ad approfondire il bacio, ma nonostante questo, le infinite sensazioni che li stavano attraversando, parlavano molto chiaro.

Non era solo voglia, c’era anche dell’altro. E forse uno dei due aveva già dato un nome a quel nuovo sentimento.

Scorpius si era staccato. Rose non era riuscita a quantificare il tempo in cui erano rimasti lì a baciarsi, potevano essere dieci secondi come mezz’ora.

Rose aveva aperto gli occhi e si era trovata quelli di lui a pochi centimetri che la guardavano, forse ancora più luminosi del solito.

Si erano guardati, poi lui aveva fatto uno scatto indietro. Che si fosse pentito?

“Forse è meglio che vada. Albus mi starà cercando.”

“S-sì, è meglio che vada anche io.” Poi aveva guardato la schiena di lui che si era allontanata lungo il corridoio.

Rose rimase lì a guardarlo toccandosi le labbra. Che cosa aveva appena fatto? Aveva baciato Scorpius Malfoy? Tecnicamente lui aveva baciato lei.
Rose.

Ok, ok. Ci siamo baciati reciprocamente.

Ecco, brava.

E John? Oddio! Era diventata una traditrice! Quelle che aveva sempre biasimato per tutta la sua vita. E ora? Ora non poteva fare altro che risentire il respiro di Scorpius su di lei e le sue labbra morbide sulle sue. La sua mano sul collo. I brividi ovunque. Se solo avessero approfondito quel bacio chissà dove sarebbero stati ora forse a fare…
 
“Rose?”

Gracie l’aveva riportata alla realtà.

“S-sì?”

“Hai sentito quello che ho detto? Hai questa faccia da spiritata da quando ti abbiamo trovata nel corridoio.”

“Ehm…”

Le altre la guardarono in modo strano.

“Io so a cosa sta pensando Rose.” Saltò su Alice.

“A cosa?”

Alice fece un sorrisino malefico. “All’incontro ravvicinato che ha avuto con Malfoy nel laghetto della Tana. Si stavano quasi per baciare quei due.”

Alice mi sa che sei rimasta un po’ indietro.

Le altre la guardarono a bocca aperta. “Tu…cosa?” “Come, scusa?”

Rose stava per strangolare Alice, quella pettegola!

“Non è successo niente. Mi ha solo tirato indietro perché voleva che Albus e Alice continuassero a fare i piccioncini!!!” Tiè, Alice!

Alice la guardò torva. “Non è vero.”

“E allora non dire bugie.”

“Io non dico bugie. Ce ne siamo accorti tutti del vostro strano momento.”

“Se se. Smettila. Cosa stavi dicendo, Gracie?” Chiese Rose cambiando discorso.

“Anche se questo argomento sembra molto interessante, e stai certa che lo riprenderemo dopo, stavo dicendo che al falò sono stata con un ragazzo che…”

“Sei stata cioè?” La interruppe Rose, improvvisamente interessata alla parte più succosa della storia.

“Ci siamo baciati! Solo baciati, Rosie. Frena gli ormoni. Poi abbiamo parlato, ballato, ci siamo ri-baciati. E per tutta estate non ha fatto altro che scrivermi, dicendo che
non vedeva l’ora di rivedermi, gli mancavo. Solo che non potevamo vederci perché fino a ieri l’altro ero dai parenti di mia mamma in Francia.”

“Ma davvero?”

“E non è finita qua!” Esclamò Gracie.

“No?” Chiese Rose. Le dispiaceva per Gracie, non trovava mai dei ragazzi “bravi”. Sembrava cercare con il lanternino quelli più stronzi.

“Scusa, Rose ma non hai ascoltato proprio nulla?”

“Ehm… mi sono un po’ persa.”

“Fa niente, cara. Sarei anche io persa se fossi stata molto vicina a Scorpius Malfoy, o meglio… ai suoi addominali.” Gracie fece un sorrisino, poi subito si rabbuiò.

“Comunque, ieri sono andata a Diagon Alley e indovina un po’ chi c’era? Il tipo del falò con cui ho passato tipo la più bella serata della mia vita, ed era lì che si baciava con un’altra ragazza!!!”

“No, giura?”

“Te lo giuro, Rose! E sono stata anche un po’ lì a vedere se, che ne so, avevo visto male? Lei si era buttata su di lui? Lui la stava per spostare? Ma no, ci stavano dando dentro. E pure tanto!”

“Ma che stronzo! E la tipa chi era? La conosciamo?”

“Oh, sì che la conosciamo. Era Janet, quella dello stesso anno di Lily ma di Corvonero.”

“Quella che ha avuto l’inciucio con praticamente tutta Hogwarts?”

“Proprio lei! Però sì, diciamo che è colpa di lui. Janet mica sapeva che ci stavamo sentendo.”

“Povera Gracie! Mi dispiace. Ma… lui chi è?”

“Preferirei non dirvelo per ora. Voglio proprio evitarlo e non parlarne più. Questa cosa inizia e finisce qui, ok?”

Le altre annuirono.

“Rose, ma alla fine hai ricevuto qualche altro biglietto strano?”

Rose ripensò al biglietto che aveva ricevuto qualche giorno prima. Non riusciva a capire se era inquietante o romantico. Per ora l’aveva detto ai suoi, ma loro l’avevano tranquillizzata dicendole che sicuramente era un ragazzo che l’aveva notata. A Rose comunque tutta la situazione non piaceva e non poteva fare altro che avere una strana sensazione.

“No, nessun altro biglietto. E spero di non riceverne altri. E’ stato abbastanza inquietante. E’ come avere qualcuno che ti osserva, ma che non sai chi è.” Rose rabbrividì. “Ma sì, comunque non sarà niente di che.”

Il viaggio proseguì tra le chiacchiere e presto si ritrovarono a tavola al banchetto, per il loro ultimo banchetto di inizio anno. A Rose quasi veniva da piangere. Sua mamma aveva ragione. Doveva proprio godersi al massimo questo ultimo anno.

Si girò a parlare con Susan e si accorse che aveva gli occhi di quasi tutta la Sala Grande puntati su di lei. Tutta Hogwarts si era accorta del cambiamento e già l’aveva capito dopo che la settima persona che non conosceva era venuta a congratularsi con lei, ma ritrovarsi sotto il radar dell’intera popolazione hogwartsiana era davvero troppo. Troppo imbarazzante. Cercò di far finta di niente finché sentì delle urla provenire dal portone principale.
Erano Albus e Alice. Che si urlavano addosso.

“Che cavolo è successo a quei due?” Chiese a Gracie che continuava a lanciare occhiate davanti a lei.
Stava forse guardando qualcuno nel tavolo Serpeverde?
“DEVI FARTI GLI AFFARI TUOI, PACIOCK!”

“IO MI STAVO FACENDO GLI AFFARI MIEI! SEI TU CHE HAI DECISO DI SCAMBIARTI LA SALIVA CON QUELL’OCA PROPRIO DAVANTI AI MIEI OCCHI. E SE PERMETTI, MI FA PROPRIO -”

“NESSUNO TI HA CHIESTO DI GUARDARCI! POTEVI ANDARTENE.”

“ERAVAMO SULLE CARROZZE, POTTER. COSA FACEVO? MI BUTTAVO GIU’?”

“FORSE SAREBBE STATO MEGLIO!”

“Come hai detto scusa?” Chiese Alice con una strana calma nella voce.

“Ho detto che sarebbe stato meglio se tu fossi caduta dalla carrozza. Così almeno avresti chiuso quella tua enorme bocca!”

“Ma io ti – STUPEFICIUM!” Gli urlò contro Alice.

Albus non fu abbastanza veloce e venne scaraventato contro il muro della Sala Grande.

“PACIOCK! POTTER! IN PUNIZIONE!” Tuonò il professor Paciock dal tavolo degli insegnanti.

“Ma papà!”

“Niente papà, Alice! Andate a mangiare e poi venite nel mio studio che vi do una bella punizione.”

Entrambi si recarono ai rispettivi tavoli e iniziarono a mangiare.

“Non si può dire che mio padre faccia preferenze.”

Le sue amiche ridacchiarono. “Ma che ti ha fatto Al?”

“Non hai sentito? Si è slinguazzato… bleah… davanti a me con quell’oca della Smith per tutto il viaggio della carrozza! Appena gli ho detto di smetterla e di prendere un po’ di aria, ha iniziato ad urlarmi contro dicendo che io mi ero fatta mille ragazzi! Ma quando mai? Allora gli ho chiesto se mi stava forse dando della poco di buono e lui ha detto che stava dicendo solo la verità. Ma vi pare? Quel brutto pezzo di –“

“Pollo Alice?” Chiese Susan interrompendola.

“Sì, grazie.” Alice prese una coscia di pollo e iniziò a divorarla. “Io non lo sopporto Albus. Quella sera al lago sembrava di nuovo l’Albus dei miei primi undici anni e poi BAM ecco che torna lo stronzo di sempre. E io ci casco inevitabilmente. Succede sempre così! Penso che sia cambiato e invece no. E’ sempre il solito.”

“Su, Alice. Lo sai che lo fa per farti arrabbiare. Gli piace darti fastidio.” Cercò di consolarla Rose.

“Sì, ma deve smetterla. Mi fa impazzire. Questo è l’ultimo anno e io non voglio stare a pensare a Potter tutto il tempo.”

“Perché lo pensi sempre?” Chiese Rose sorniona.

Le sue amiche si misero a ridere ed Alice le guardò tutte male. “Hai capito cosa intendevo. Ora fatemi mangiare che litigare con Potter mi fa venire fame.”

Rose annuì e lanciò uno sguardo al tavolo Serpeverde. C’era Albus che parlava concitato e continuava a lanciare occhiate furenti ad Alice. I suoi amici che gli davano delle pacche sulle spalle per consolarlo e Scorpius ridacchiava sotto i baffi. In quel momento lui alzò lo sguardo e si guardarono. Questa volta però lui riabbassò subito gli occhi e Rose si sentì quasi rifiutata. Rimase lì impalata a guardare la sua testa bionda ma lui non la rialzò più. Era forse imbarazzato? Ci stava pensando ossessivamente come ci stava pensando lei? O semplicemente non gliene fregava nulla?

Decise di usare la stessa strategia e buttarsi a capofitto sul cibo.

Il cibo non ti rifiuta mai.

Gran perla di saggezza, Rose.

“Studenti e studentesse di Hogwarts! Il banchetto è giunto al termine, ma prima di tornare nei vostri dormitori dobbiamo fare un annuncio importante.” La McGranitt fece una pausa. Quello sarebbe stato il suo ultimo anno a Hogwarts. Sarebbe mancata a molti. Rose aveva come la sensazione che il professor Paciock avrebbe preso il suo posto l’anno dopo.

“Quest’anno, in occasione della Festa di Halloween, la scuola ha deciso che, invece che indire il solito banchetto, sarà organizzato un ballo. L’organizzazione sarà dei
Capiscuola e dei Prefetti e si invita alla massima maturità per questo evento.”

La Sala Grande proruppe in mille bisbigli e Rose vide distintamente un sorrisino increspare le sottili labbra della preside.

“Per questa sera è tutto. Prefetti, portate nei dormitori i ragazzi dei primo anno. Buonanotte a tutti.”

“Wow, un ballo! Non ci credo, che bello!!! Potremo travestirci! Non vedo l’ora!” Esclamò Susan iniziando a saltellare.

“Susie, ti prego. Non dare spettacolo.” Gracie la prese per un braccio per farla fermare.

“Oddio, Gracie! Un po’ di entusiasmo! Su con la vita!!! Sei giù per il tipo misterioso, lo so . Ma questa del ballo vedila come un’occasione per mostrare a Mr. X quello che si sta perdendo.”

Susie le fece fare una giravolta e la guardò malandrina.

“Vedrai che gli serviremo una bella vendetta a quell’idiota.” Continuò Susan prendendola a braccetto.

“Dici?”

“Oh, sì, cara mia. Fidati della vecchia zia Susie.” E le fece l’occhiolino.

“Va bene dai. Per stavolta mi fiderò. Ma vedi di non farmi fare brutte figure.” La ammonì con un dito Gracie.

“Ma quando mai? Io?”

Le altre tre si guardarono e scoppiarono a ridere. Arrivarono così alla Torre di Grifondoro. Felici e serene, pronte per affrontare il loro ultimo anno ad Hogwarts.
                                                                               
 
***
 
Erano tornati ad Hogwarts già da un mese ormai. Un mese che Rose non vedeva John, un mese che lei e Scorpius avevano avuto quel Momento (sì, con la M maiuscola) e un mese che lei e Scorpius non si parlavano. Era successo così, non si erano nemmeno confrontati, avevano solamente smesso di parlarsi. Lui aveva smesso anche di guardarla. Rose non capiva come mai e non saperlo la stava letteralmente logorando. Si era quasi ritrovata a rimpiangere le battute cattive che lui le faceva, poi ci aveva pensato un po’ su e si era ricreduta.

Quella mattina stava andando a fare colazione quando vide Liam, Steve e Francis uscire dalla Sala Grande. Erano proprio dei Corvonero. Non erano nemmeno le sette e mezza e già avevano fatto colazione.

“Ciao, Rose! Come stai?” Le chiese gentile Steve.

“Io tutto bene, voi ragazzi? Come sta andando il rientro?”

“Bene, dai. Pensavo peggio in realtà. Ma per ora ce la stiamo cavando.” Le disse sorridendo Liam.

“E’ poi passato solo un mese… il carico arriverà tra un po’ credo. Anche se spero di no.”

Gli altri sorrisero. “E John come sta? E’ da un po’ che non lo sento.” Due intere settimane, se vogliamo essere precisi. La cosa non la disturbava più di tanto in realtà.

John era scomparso. Dopo aver risposto alle prime due lettere che gli aveva mandato all’inizio dell’anno scolastico, John non si era fatto più sentire. Che gli fosse successo qualcosa? 
Ma a chi voleva darla a bere? Anche John si era stancato della lontananza e non gli andava più di stare con una che andava ancora a scuola.  E che si bacia altri ragazzi. Rose sapeva che era così, ma ammetterlo e dirlo a voce alta l’avrebbe reso troppo vero. E soprattutto ----

“Ehm… sì, l’ho sentito qualche giorno fa e ti saluta.”

Rose apprezzò il tentativo di Steve ma non ci credette molto. “Beh, se lo senti, ringrazialo da parte mia e digli di leggere le mie lettere almeno.”

“Lo farò.”

Rose salutò i tre ragazzi ed entrò in Sala Grande a far colazione.

Era ancora persa nei suoi pensieri quando sentì un risolino provenire dall’altra parte della Sala.

Voleva far finta di niente ma era una cosa davvero troppo irritante. Così alzò lo sguardo, pronta a fulminare con lo sguardo chiunque stesse emettendo versi tanto fastidiosi ed ecco che davanti a lei si presentò una scena che le fece passare la fame. E quella mattina gli Elfi avevano preparato la torta al cioccolato, la preferita di Rose.

Davanti a lei, esattamente davanti ai suoi occhi, Scorpius Malfoy si stava facendo imboccare da una bimbetta della sua Casa. E non era finita qui. Ogni tanto, ad intervalli più o meno regolari, lui le faceva il solletico, facendola saltare così in alto che la tipa si buttava completamente su di lui. E lui non aveva nemmeno la faccia scocciata.

Molto bene.

Rose appoggiò delicatamente la forchetta nel piatto. Si asciugò la bocca con il tovagliolo. Afferrò la borsa e uscì dalla Sala Grande stizzita.

“Maledetto Malfoy che fa il simpaticone con le tipe e maledetta io che ci sto anche a rimuginare.”
Borbottò Rose fra se’, non notando lo sguardo di sconforto che le stava lanciando Scorpius dal suo posto. 


Scorpius, Scorpius, Scorpius. Mannaggia a te.
E' una prerogativa degli uomini fare cavolate o è solo di Scorpius? xD
E Albus? ALBUS! Hai Alice davanti e... va beh.
E chi sarà il ragazzo misterioso di Gracie?
Grazie di nuovo a voi che leggete, chi recensisce e chi segue, ricorda e preferisce la storia. *Lancia cupcakes a tutti*

Baci,
JJ


 

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Capitolo 8
*** Confusione e Confronti ***


CAPITOLO OTTO – CONFUSIONE

Ciao a tutti! Sono tornata!!! Scusate l'assenza ma la sessione estiva mi ha uccisa. Ma ora LIBERTAAAAAAA' (fino alla sessione di Settembre... sob). Comunque... ecco qui un nuovo capitolo. Spero vi piaccia e un grazie enorme a chi legge, segue, ricorda e preferisce! Mi rendete DAVVERO felice *_*
Baci, JJ


 
Era ormai passata un’intera settimana da quando Rose aveva assistito alla disgustosa scenetta tra Scorpius e la ragazzetta dentro la Sala Grande. Ci stava per caso pensando ogni giorno? Nooo. Le saliva per caso il nervoso ogni volta che lo vedeva scherzare con qualche ragazza? Macchè, lei? Naaa.

Lei aveva un meraviglioso fidanzato che non sentiva da ormai un mese. John Il Disperso nella Terra dei Canguri l’aveva rinomato Alice. Ed era davvero un nome che calzava a pennello dal momento che l’interessato ormai era come scomparso.

Rose aveva pensato ad ogni possibile scenario per le mancate risposte del ragazzo.

Scenario numero 1: Un drago aveva assalito il povero John bruciandogli entrambe le mani e lasciandolo in uno stato catatonico. Come poteva scrivere a Rose?

Scenario numero 2: Un canguro aveva dato un potente calcio a John facendolo cadere giù per un dirupo e facendolo entrare in coma, rendendo così impossibile la comunicazione con Rose.

Scenario numero 3- detto anche “Lo scenario più plausibile”: Il caro John aveva incontrato una bella australiana, dimenticando così la povera Rose che lo stava aspettando nella lontana Gran Bretagna.

Lo scenario numero 3, Rose era convinta, corrispondeva quasi sicuramente alla realtà dei fatti. In aggiunta al fatto che si era accorta che John non le stava mancando per niente e nella sua testa c’era un biondo di verde vestito, Rose decise che era ora di chiudere la storia. Che storia poi che non si stavano nemmeno più sentendo? Una relazione può cadere in prescrizione se i due soggetti non hanno più contatti? Rose pensava di sì, ma era meglio chiudere ufficialmente per non dare adito a strane situazioni.

Era proprio per quel motivo che quella mattina, prima di andare a fare colazione, si stava dirigendo verso la Guferia per spedire una lettera di addio al caro John. Aveva appena legato la lettera alla zampa del gufo e l’aveva salutato dalla Torre quando sentì dei passi dietro di lei.

Si girò all’improvviso e si trovò davanti una maglietta verde scuro.

“Ehi, Weasley. Sta un po’ attenta! Ho capito che ti piace venirmi addosso, ma per favore… e poi a chi scrivi di prima mattina?”

Rose incrociò le braccia al petto. Che cavolo voleva? Non le aveva parlato per un mese e ora faceva il simpatico? Ma soprattutto… perché lei ci stava pensando così tanto?

“Non credo siano affari tuoi, Malfoy. E poi se mi compari davanti all’improvviso non è colpa mia. Cosa sei… un mago?” Rose capì nel giro di un secondo che aveva detto una cavolata.

Scorpius alzò un sopracciglio. “Sì, Weasley. Sono un mago. Come vedi siamo in una Scuola di Magia e Stregoneria e abbiamo una bacchetta magica. Hai visto che bella?” Tirò fuori la
sua bacchetta e la agitò. “Con questa si fanno degli incantesimi!”

“Non sei simpatico, Malfoy. E non fare il saputello con me.” Rose fece una pausa. “Soprattutto dopo che mi hai ignorata per un mese intero!”

Rose si pentì subito di quello che gli aveva detto. Regola numero uno: mai mostrare che ci sei rimasta male. Lo stronzo se ne approfitterà e ti tratterà peggio.

Malfoy la guardò in modo interrogativo, poi uno strano sorrisino fece capolino sul suo volto.

“Quindi stai dicendo che ti sono mancato, Weasley?”

“No, Malfoy. Sto solo dicendo che non è che non mi parli per un mese e poi la prima cosa che fai è offendermi!”

“Ma se ho sempre fatto così… anzi! Ho fatto anche di peggio, non credi?”

“S-sì, ma… ma è diverso!”

“Cosa è diverso, Weasley? Qualcosa per caso ti ha fatto pensare che la situazione tra noi fosse cambiata?”

Maledetto Malfoy! La pensava così quindi! Non gliene fregava nulla! Molto bene. Adesso Rose sapeva come comportarsi.

“No, Malfoy. Assolutamente. Sai che c’è? Fa come se non esistessi. Io farò lo stesso. Mi sono stancata di te, dei tuoi giochetti, delle tue battutine, di tutto. La vecchia Rose forse l’avrebbe accettato, ma alla nuova Rose di te e del tuo comportamento infantile non interessa nulla. Quindi, ciao Malfoy e buona giornata.” Mentre se ne stava andando le venne in mente un’altra cosa. “Ah… e ti prego di smetterla di mandarmi quelle letterine. Sono piuttosto inquietanti.”

Detto ciò, girò i tacchi e uscì dalla Guferia.

Scorpius rimase a guardare la schiena di Rose che si allontanava. Tantissime domande gli frullavano per la testa ma una in particolare sembrava non voler chetarsi.

Di che letterine stava parlando Rose?
 
***
 
 
“Ehi, Rose! Che fine avevi fatto?” Le chiese Alice al tavolo dei Grifondoro mentre facevano colazione.

“Dovevo mollare John.” Rispose lei senza particolare attenzione. Aveva già parlato con le sue amiche della situazione che si era creata con il ragazzo e non pensava fosse così difficile
immaginare come sarebbe finita. E invece si sbagliava.
Susan si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi.

“Oddio, Rose!!! Mi dispiace così tanto.” Si alzò per andare ad abbracciarla. “Povera piccola Rose, che soffriva in silenzio e non ci ha mai detto nulla.”

“Susie, guarda che ne abbiamo parlato anche ieri s-“
Grace, seduta affianco a lei, le posò una mano sul braccio, gli occhi lucidi pieni di emozione. “Rose, se hai bisogno di parlare… io sono qui.”

“Ragazze, davvero… non è niente di che.”

“Ma è la tua prima rottura. E’ una cosa importante! Noi ti siamo vicine, tesoro.” Continuo Susan accarezzandole i capelli.

Cercò di scrollarsele via ma le due non demorsero. Si girò verso Alice in cerca di aiuto ma la trovò che stava fissando un punto davanti a lei. O forse qualcuno. A giudicare dalle occhiate di fuoco e dalle parole poco carine che Rose riusciva a carpire sapeva anche CHI era il diretto interessato.

Prese subito la palla al balzo.

 “Ragazze, guardate! Alice non si sente bene.” Le due prontamente si staccarono e si girarono verso la bionda.

“Oddio che brutta cera che ha. Alice, cara, tutto bene?”
Alice non dava segni di vita.

Le tre seguirono il suo sguardo e videro che stava guardando, macchè guardando, fulminando con gli occhi Albus Potter.
Albus Potter stava letteralmente mangiando la faccia della ragazza vicino a lui.

“Chi è oggi? Alice che ti aspettavi… sai che le cambia ogni settimana ormai.”

“Lo so.” Rispose in modo piatto Alice.

Susan tirò fuori il suo Cannocchiale Magico, regalo fattole da sua nonna poco prima del quinto anno. La nonna sapeva che la nipote era una ficcanaso quanto lei e sapeva che il Cannocchiale sarebbe stato un regalo perfetto. Quello non solo ti permetteva di vedere le cose lontane vicine, ma ti permetteva anche di registrate l’evento e di scattare foto per rivederle più tardi. Ovviamente il tutto era in alta definizione e collegato alla rete Intermagica mondiale. Proprio un gioiellino. L’altra cosa che lo rendeva particolarmente unico era che poteva diventare invisibile e sorreggersi da solo. Così, se per caso non volevi farti notare in pubblico, lo impostavi su Invisibile e su Auto e ta daaan! La gente pensava solo che tu stessi guardando molto intensamente qualcosa.

Susan, ovviamente, usò le impostazioni Invisibile e Auto e iniziò a squadrare la ragazza della settimana di Albus.

“Cosa vedi, Susie’” Le bisbigliò piano Gracie.

“Capelli scuri, legati in una coda. Non capisco la lunghezza perché la coda è nascosta. Tiene gli occhi aperti mentre bacia Al. Cosa piuttosto inquietante direi ma almeno ci consente di vedere il colore degli occhi. Verdi, ragazze. Quante ragazze con i capelli scuri e gli occhi verdi conosciamo?”

“Non so, Susie… che cavolo di domanda è?”

“Ce ne sono cinque a Serpeverde dal quinto anno in su. Non credo che Albus se la faccia con quelle più piccole. Non è da lui.” Sentenziò seria Gracie.

“La ragazza ha un orecchino a forma di gufo e un piccolo neo sotto l’occhio sinistro.”

“Ragazze, ma siete serie? Lasciate perdere!” Rose iniziava a sentirsi imbarazzata.

“Rose, non capisci. Al è tuo cugino e va bene. Ma non può continuare a fare così.”

“E perché di grazia?”

“Come perché? Forse perché piace ad Alice e lei ci sta male a vederlo fare così?”

Alice si riscosse dallo stato di trance. “A me Potter non piace. Lo odio e basta. E ora smettila, Susan. Non mi interessa sapere con chi si scambia i germi questa settimana.”

“Sì, giusto un attimo. Ho quasi…. ECCO!”

“Scoperto chi è?” Chiese Grace facendosi vicina all’amica.

“Sì. La ragazza è H-“

“Io me ne vado. A dopo, ragazze.” Alice si alzò e senza guardare indietro se ne andò.

Le tre la guardarono andare via. Alice non si era mai comportata così, in genere la reazione solita che aveva contro Albus era picchiarlo. Certo, una reazione un po’ violenta ma almeno era nella sua personalità. La nuova Alice invece sembrava non riuscire più a sopportare quella situazione, sembrava preferire scappare dalle cose che la facevano soffrire invece che affrontarle a muso duro come sempre aveva fatto.
Rose non sapeva come fare. Aveva provato a parlargliene ma si era trovata davanti soltanto dei monosillabi e degli sguardi vacui. Cos’era successo all’Alice che conosceva?

“Che ha Alice?” Chiese preoccupata Grace.

“Non lo so. Ma ora è meglio lasciarla un po’ da sola. Dopo le lezioni glielo chiederemo.”

Le tre si guardarono preoccupate.

“Comunque la ragazza era Holly Carmichael. Sesto anno.”

“Ma come fai? Dovresti mettere su un’agenzia investigativa!”

“No, solo memoria fotografica e tante informazioni immagazzinate negli anni.”

“Ehi, Rose. Mi sa che quel gufo sta venendo per te. Strano la posta l’hanno portata prima.”

Rose vide arrivare un grosso gufo bruno. E come aveva detto Susan si andò proprio a posare davanti a lei.

Sapeva già cos’era.

Un’altra di quelle lettere.

Diede un biscottino al gufo e prese la lettera legata alla zampa. Appena la srotolò, una dozzina di rose rosse saltò fuori. Ma non erano rose normali. Erano Rose Canterine. E fedeli al proprio nome, iniziarono ad intonare una canzone. Quella che cantarono però non fu una canzone normale. Le parole erano state scritte dal mittente. Rose infatti le lesse anche nel foglio da cui erano sbucate le rose.

“Rose, più bella che mai.
Mia per sempre sarai.
Mai più ti lascerò.
Perfetta solo tu.
Amami e vedrai che il buio con me mai più conoscerai.”


Appena le rose finirono di cantare, Rose alzò lo sguardo e si ritrovò tutta la Sala Grande che la stava fissando. I sentimenti erano un po’ contrastanti. Chi rideva, chi era preoccupato, chi faceva i fatti proprio, chi era curioso.
Rose odiava tutta quell’attenzione, quindi si alzò e uscì dalla Sala Grande. Le rose le lasciò indietro. Senza sapere che facendo così aveva fatto un torto al mittente. E il mittente la stava guardando.
 
***
 
“Al? Chi è che manda Rose Canterine a tua cugina?” Domandò Scorpius con lo sguardo ancora fisso sul tavolo dei Grifondoro. Ecco a cosa si riferiva Rose.

“Non lo proprio. Sarà un ammiratore. Non sai quanti abbia dovuto Schiantarne dall’inizio di quest’anno perché facevano apprezzamenti troppo spinti su di lei e il suo fisico nuovo.”

“Era un po’ inquietante comunque, no?”

“Dici? Io non ho sentito molto. Ero un po’ impegnato.” Albus si passò una mano sul collo e sorrise imbarazzato.

“Solo un po’? A che numero sei arrivato? Stai per caso facendo una gara?”

Albus scosse la testa. “Naaa, mi diverto soltanto. Ho diciassette anni, no?”

“Sì, ma…”

“Niente ma, Scor. Diciamo che è successa una cosa e ora me ne frego di meno di quello che può pensare la gente.”

Scorpius alzò un sopracciglio. “La gente, eh? Sicuro che “La gente” non inizi con A e finisca con lice?”

Albus diventò rosso, ma cercò di mantenere un certo contegno. “Ma va. Ma che dici? A me di lei non frega proprio nulla. Piuttosto parliamo di te che osservi sempre mia cugina. E con sempre intendo proprio perennemente. Amico, ti dico solo che se non vuoi che scopre della tua cotta per lei, fissarla non è proprio la mossa più giusta.”

“Al tranquillo che con Rose ho perso proprio ogni speranza.”

“La speranza è l’ultima a morire, ricorda Scor.” Albus gli diede una pacca sulla spalla e si alzò dalla panca. “E poi cosa avrai fatto di così grave?”

Scorpius lo seguì mentre uscivano dalla Sala Grande per recarsi a lezione. “L’hobafhcaiah”

“Come?”

“L’hobaciata.” Disse velocemente Scorpius non osando guardare l’amico.

“Come scusa?” Albus si era fermato. “Puoi ripetere?”

“L’ho baciata. Baciata. Ho baciato Rose.”

“Tu cosa? SCORPIUS!!!” Albus era diventato rosso.

“Al, posso spiegare.”

“Spiega, allora.” Sibilò tra i denti il giovane Potter.

“Mi è venuta addosso in treno e per non farla cadere l’ho stretta a me… e sai come profuma di buono, no? E poi le sue lentiggini… i suoi occhi, i capelli tutti disordinati… era bellissima. E io dovevo, dovevo per forza baciarla, capisci? Ma è stato un bacino innocuo. Poi non le ho più parlato.”

Albus lo guardava con gli occhi spalancati. “Tu… tu hai baciato mia cugina. Non so se abbracciarti o darti un pugno.”

“La prima?”

“Senti, Scor. Se l’hai baciata e basta perché dici che non hai più speranze? Non hai fatto niente di male.”

“Ehm.”

“Cosa? Cosa Scor? Cosa diavolo hai fatto?”

“Beh, diciamo che dopo il bacio non ci siamo più parlati e io pensavo che lei non volesse più avere niente a che fare con me, quindi una mattina ho incontrato Sissy e mi sono fatto imboccare e ci ho preso gusto. Sai lei come fa, no?”

“Sì. Sì, che lo so. Ma non devi fare così, Scor! A Rose non piacciono i giochetti. Se ti piace devi dirglielo e basta. Ma vista la vostra situazione particolare prima è meglio se riacquisti la sua fiducia. Diventale amico e poi vedi come va.”

“Hai ragione, hai ragione, Al. Ma poi stamattina in Guferia ci siamo incontrati e io subito ho pensato che stesse scrivendo a quel Josh, John come cavolo si chiama e mi sono irritato e alla fine abbiamo litigato e ha detto che io per lei non esisto più.”

“Scor? Sai perché stava scrivendo a John?”

“No. E non so se lo voglio s-“

“Oh, sì che lo vuoi sapere. Ieri sera Rose è venuta da me e mi ha detto che aveva deciso di lasciarlo. E che stamattina gli avrebbe spedito una lettera. Ecco perché era in Guferia stamattina.”

“Dav- davvero?” Scorpius non poteva crederci. Aveva proprio fatto una cavolata.

“Già. E ora te lo dico per l’ultima volta. Se vuoi conquistarla, non fare lo stronzo.”

“Va bene, capo. Ma la cosa vale anche per te.”

Albus lo guardò in modo strano. “Cosa intendi dire?”

“Beh, se ti piace così tanto Alice perché ti fai una ragazza diversa ogni settimana?”

“A me Alice non piace. Mai piaciuta. Non la sopporto. E smettila di dirlo.”

“Vaa bene. Se lo dici tu. Adesso andiamo che se no arriviamo tardi a lezione.”

I due ragazzi si incamminarono verso i Sotterranei. Scorpius finalmente aveva raccontato tutto ad Albus e finalmente aveva deciso che avrebbe cambiato le cose e avrebbe provato a conquistare Rose seriamente. Sempre se lei glielo avrebbe permesso.

Una figura uscì da dietro una colonna, nello stesso corridoio dove i due avevano appena finito di parlare. La figura si asciugò gli occhi e si incamminò verso la sua classe. Aveva sentito tutto.

 
***
 

Era stata una giornata lunga quella per Rose. Prima aveva lasciato John, poi aveva litigato con Scorpius, poi aveva avuto mille lezioni e ora doveva affrontare Alice. Alice che non le aveva rivolto la parola per tutto il giorno. Le aveva fatto per caso qualcosa e non se n’era accorta? Tra poco l’avrebbe scoperto. Entrò nel Dormitorio di Grifondoro e si rese conto che non c’era nessuno. Abbandonò la borsa sul letto. Entrò in bagno per darsi una sistemata e mentre usciva si accorse che era appena passata un’ombra e decide di fermarsi sulla porta.
Chi c’era oltre a lei? Le altre dovevano essere già a cena o ad allenamento. Prese in mano la sua bacchetta e si preparò ad attaccare.

Fece un passo.

Due.

Tre.

Poi andò a sbattere contro qualcuno.

“EXPELL-“

“Ehi, Rose! Sono io!”

“Oddio, Alice! Mi hai fatto prendere un colpo. Perché cavolo ti muovevi di soppiatto!”

“Ti stavo aspettando. Dovevo parlarti.”

“Bene. Anche io dovevo parlarti, ma prima andiamo a cena, ti prego, ho f-”

“So che hai baciato Scorpius.”

“Come? Cosa? Come lo sai?”

“Ho ascoltato una conversazione tra lui e Potter.”

“E cosa vuoi sapere? Fammi il terzo grado, me lo merito. Scusa se non te l’ho detto, ma…”

“Siamo pari in realtà, Rose.”

“Come siamo pari? In che senso?”

“Nel senso che anche io ho baciato qualcuno ma non te l’ho detto.”

Rose spalancò la bocca. “COME! E CHI?”

Alice non rispose. Sembrava quasi che se l'avesse detto ad alta voce, la cosa sarebbe diventata ancora più reale.

"Ali, se non vuoi dirmelo, non importa. Dav-"

“Al. Ho baciato Albus, Rose.”



Che Cliffhanger, ragazzi!!! Albus proprio non ce la fa, povero. Scorpius nemmeno. Alice manco per niente. Rose finalmente ha lasciato John che è scappato con Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri. Ma dopo un mese di silenzio radio era anche ora. Spero vi sia piaciuto!
Il prossimo capitolo arriva Lunedì!
Baci a tutti,
JJ

 

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Capitolo 9
*** Quidditch e Bolidi Inaspettati ***


CAPITOLO NOVE – QUIDDITCH e BOLIDI INASPETTATI

Ciao a tutti!!! Ecco un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia!!! Come sempre, grazie a tutti voi!!!
Baci,
JJ


Rose guardò Alice indossare gli abiti da Battitrice. Quella mattina si sarebbe svolta la prima partita di Quidditch della stagione ed Alice era nella squadra di Grifondoro, così come Grace. Grace era la Cercatrice ed era entrata subito al secondo anno e nessuno da allora aveva preso il suo posto.

“Alice che hai? Forza che è la prima partita e dobbiamo essere cariche!” Sbraitò Grace mentre si legava i capelli in una coda alta.
Rose non voleva dire chiaro e tondo a Grace che era meglio lasciare stare Alice, che oggi era meglio adottare con lei la filosofia “vivi e lascia vivere”, quindi scosse un po’ la testa di lato in direzione di Grace e assunse un’espressione significativa.
Purtroppo Grace non carpì il messaggio.

“Aliiiiiiiiiiice! Cos’è quel muso!!! Fammi un sorriso, forza!!! Guarda che se non ci sei tu a proteggermi dai Bolidi, il Boccino mica lo prendo! E poi la prossima l’abbiamo contro Serpeverde quindi dobbiamo metterci in vantaggio già da ora! Se tu fai la morta già da ora!”

Rose decise di intervenire. Era meglio evitare una strage. “Grace, Ali è solo un po’ stanca. Stanotte non ha dormito bene. Perché non vai giù a fare colazione intanto che noi arriviamo tra poco?”
Questa volta Grace aveva capito che c’era qualcos’altro sotto e decise di seguire il consiglio di Rose.

“Va bene. Certo, certo. Vado giù prima che Susan si finisca tutto.” Fece una risatina nervosa, salutò le amiche e uscì dal dormitorio.

“Rosie, io non so se ce la faccio. Mi fa troppo male vederlo e soprattutto vederlo con quella gallina. Tutti picci picci, piccolina, biscottino, tenerino. Che nervoso! Posso tirargli addosso un bolide?” Sul volto di Alice si aprì un sorriso speranzoso.

“Facciamo di no, eh! Che poi ti espellono e poi Grifondoro perde.”

“Ah, grazie! Lo sapevo che saresti stata dalla sua parte. Dovevo immaginarlo. E’ tuo cugino. Figurati. Io sono solo l’amica che conosci da quando sei nata, niente di che, lo so. Eh, va
beh si vede che era destino per me rimanere sola per sempre.”

Rose iniziò a spazientirsi. Se c’era una cosa che odiava erano le persone che si piangevano addosso. E soprattutto, se a farlo era la sua migliore amica che da sempre era la persona meno piagnucolosa sulla faccia della Terra…

“Alice, ti prego smettila. Finiscila di piangerti addosso. Io non sto dalla parte di nessuno. Non puoi chiedermi di schierarmi e in ogni caso non lo farei. Avete sbagliato entrambi, non solo lui… quindi ora sai cosa puoi fare? Puoi finire di vestirti, fare qualcosa a quei capelli che ti ritrovi che credo tu non stia pettinando da settimane e-“

“Ehi!!!”

“E’ vero. Non negarlo! E fammi finire… E andare in campo e fare il culo a tutti. Poi, come ti ho detto ieri, tu il tuo l’hai fatto. Ora tocca ad Al fare la sua mossa. Se non la fa, amen. Ma nel
frattempo non puoi aspettare per tutta la vita che lui smetta di fare il coglione. Ok?”

“Ok, capo.”

“Brava, così ti voglio, E ora vado giù in Sala Grande che ho fame.”

 
Rose uscì dalla Sala Comune di Grifondoro e si diresse verso la Sala Grande. Le dispiaceva davvero per Alice e per Albus, quei due erano davvero due testoni ma sotto sotto sapeva che prima o poi sarebbero finiti insieme. Non sapeva né come, né perché, né quando, ma sapeva che sarebbe successo. La professoressa Cooman sarebbe stata fiera di lei e del suo Occhio Interiore.
La sera prima era stato orribile vedere Alice piangere disperatamente. Non l’aveva mai vista così. Appena aveva ammesso di aver baciato Albus, Rose aveva avuto visioni di una tenera famigliola tra la sua amica e il cugino, due maschietti dai capelli neri e una piccola bambina dai capelli biondi e gli occhi verdi. Si era immaginata il loro matrimonio, la Tana allestita a festa, il suo abito da damigella d’onore – perché sì, sarebbe stata lei la damigella d’onore- e poi tutto era caduto in mille tristissimi pezzi, quando Alice aveva iniziato a raccontare nei particolari la vicenda.
I due si erano visti una settimana dopo il banchetto del primo giorno di scuola, per scontare la loro punizione. Rose si ricordava di quanto Alice si era lamentata di dover passare ben quattro ore insieme a suo cugino ma Rose aveva ancora in mente il bacio tra lei e Scorpius quindi viveva tutto come da dentro una bolla di sapone. Tutto era ovattato e tutto aveva poca importanza.
Comunque, i due si erano visti alle otto in punto davanti allo studio del padre di Alice, il quale gli aveva ordinato di pulire tutti i bagni del quinto piano, compreso quindi anche l’enorme Bagno dei Prefetti. Ovviamente senza magia. Decisamente troppo facile se no. Dopo tre ore si erano trovati dentro il bagno dei Prefetti avevano dato il via alla pulizia. Era tutto filato liscio fino a quando Albus non aveva preso in mano uno spruzzino e aveva iniziato a bagnare Alice.

“E secondo te io sono rimasta lì a farmi bagnare da quell’idiota di tuo cugino?” le aveva detto Alice la sera prima.
Ovviamente no e tra due era iniziata una battaglia d’acqua senza eguali. Tutto nella norma fino a quando Albus non era scivolato per terra e si era tirato dietro anche lei.
Rose aveva capito subito che i due erano finiti uno sopra l’altro, ma mai si sarebbe aspettata quello che era successo dopo.

“L’ho baciato, Rose. Mi guardava così intensamente che non ho potuto fare altro. Ha questi occhi verdissimi che ti incantano quasi. Boh. Ti giuro che è stato più forte di me. Ma è stato bellissimo. Davvero. Mi ha stretto a lui come se non volesse più lasciarmi andare. Saremmo stati lì come minimo mezz’ora… poi abbiamo sentito dei rumori, sicuramente mio padre che stava arrivando, e ci siamo staccati. E io ho fatto la cazzata più grande del secolo…”

“Cosa?”

“Gli ho detto che era stato un errore, che era meglio dimenticare tutto e che dovevamo fare finta di nulla e tornare come eravamo prima.”

“Alice…” Iniziò Rose.

“Lo so, Rose. Lo so anche io. Ma lì per lì non sapevo cosa fare. Ci siamo odiati per sette anni e lui cosa si aspettava? Una promessa di amore eterno?”

“No, però, Ali… Lo sai che lui ha sempre avuto un debole per te…”

“No, non lo so, Rose. Mi ha sempre attaccato e basta dopo il primo anno e sai che io voglio le cose chiare. Se ti piaccio devi dirmelo, se no ciccia.” Aveva detto Alice mettendo il broncio.

“Alice, lo stesso vale per te allora.” Le aveva risposto Rose con espressione marpiona.

“Non so di cosa tu stia parlando. Comunque poi lui, senza dirmi una parola, si è girato e se n’è andato. Così capito? Non ha nemmeno provato a dirmi che mi sbagliavo, che potevamo provare. Nada, nichts!”

“Alice, tu sei un controsenso fatto a persona. Ma perché non gli hai detto tu che avresti voluto provare a vedere come sarebbe stato stare con lui? Sai che Al è un gran testone.”

“Ma l’ho fatto, Rose!”

“Come?” Rose era rimasta a bocca aperta! Come aveva fatto a non accorgersi di nulla? Aveva avuto così tanto la testa tra le nuvole?

“Sì! Dopo due giorni sono andata a parlargli e gli ho detto che mi ero sbagliata e che quel bacio non mi era stato indifferente e che se voleva potevamo provare ad uscire.” Ad Alice avevano iniziato a riempirsi gli occhi di lacrime.

“Ma immagino che lui…” Aveva iniziato Rose.

“Immagini bene. Lui mi ha detto che avevo fatto bene a dirgli che era stato un errore. Che lo aveva aiutato a vedere le cose in prospettiva. Che cavolo vuoi dire, poi? E che era meglio non provare nemmeno a frequentarsi perché tanto non avrebbe funzionato. Ha detto che preferiva provare nuove esperienze per ora e che doveva raggiungere i miei numeri... cosa vuol dire? Comunque hai visto, no? Ne sta cambiando una ogni settimana…”

Alice era scoppiata a piangere. Aveva continuato a piangere silenziosamente per almeno un’ora. Rose le aveva detto chiaramente di lasciarlo perdere. Era suo cugino, sì, ma lei era la sua migliore amica e lui si era comportato male. Alice si meritava una persona più matura.
L’aveva abbracciata e le aveva accarezzato i capelli. Suo cugino era davvero un idiota. Sperava solo che la partita di Quidditch la potesse aiutare a distendere i nervi.


***
 

Rose arrivò in Sala Grande accolta dalle urla festanti dei suoi compagni di Casa che pensavano che con lei ci fosse anche Alice. Subito gli schiamazzi si chetarono.

“No, ma grazie eh. Grazie dell’entusiasmo!” Esclamò mentre prendeva posto vicino a Susan.

“Non ti preoccupare, cara. Quando sono arrivata io, pensavano ci fosse anche Grace e avevano fatto partire i fuochi d’artificio. Appena si sono accorti che ero sola, i fuochi si sono trasformati in trombette tristi e mi hanno tirato addosso i cornflakes. Ti pare?” Sentenziò Susan guardandola allibita. “Manco fossi una Tassorosso!”

“Povera Susie!” Cercò di consolarla Rose. “Dovremmo entrare anche noi in squadra! Così avremmo anche noi un’accoglienza coi fiocchi.” Proclamò, unendosi all’amica a lanciare sguardi offesi agli atleti di rosso e oro vestiti.
Grace gli lanciò un sorriso imbarazzato ma continuò a festeggiare con gli altri il pre-partita a suon di salsicce e pancake. La colazione dei campioni come la chiamava Alice.
Proprio in quel momento si alzò un altro boato ed Alice fece il suo ingresso in Sala Grande vestita di tutto punto e con un bel sorriso che finalmente aveva saputo spazzare via la brutta nottata che aveva passato. Rose notò che non aveva degnato il tavolo Serpeverde nemmeno di uno sguardo, neanche con la coda dell’occhio. Nello stesso tempo però notò anche le occhiate fugaci che suo cugino le stava lanciando mentre baciava con dubbio trasporto Holly Carmichael.

Interessante – pensò Rose sogghignando tra sé. Allora forse Albus qualche rotella che funzionava ancora ce l’aveva.
Guardò Alice sedersi tra i suoi compagni e alzare il calice di Succo di Zucca e iniziando ad intonare l’inno dei Grifondoro. Tutta la tavolata le andò dietro e, suo malgrado, anche Rose.
Sì, Alice sembrava finalmente aver riacquistato la sua vecchia personalità e Rose sperava non fosse solo una cosa temporanea.
 

***
 
“ED ECCO LE DUE FORMAZIONI! DA UNA PARTE I GRIFONDORO CON SAM WOOD A DIFENDERE GLI ANELLI, ALICE PACIOCK E DAVID ERSHWIN A RESPINGERE I BOLIDI, HUGO WEASLEY, LILY POTTER E CHRISTOPHER WEST A LANCIARE LA PLUFFA NEGLI ANELLI E LA GRANDISSIMA E INEGUAGLIABILE GRACE THOMAS ALLA RICERCA DEL BOCCINO D’ORO!”

La torre dei Grifondoro si aprì in un urlo gioioso e i suoi giocatori iniziarono a girare in cerchio attorno al campo come prevedeva il rito di inizio partita. Di lì a poco, si aggiunse anche la squadra dei Tassorosso, capitanati da Robert Edwards, figlio di Alicia Spinnet e di un Babbano.

“LE DUE SQUADRE SI POSIZIONANO NELLE POSTAZIONI. MANCA SOLO IL FISCHIO DI MADAMA GREEN E LA PARTITA PUO’ INIZIARE.”

Madama Green fischiò e i quattordici giocatori iniziarono la loro danza sportiva. I due Cercatori si muovevano sinuosi per il campo in cerca del tanto agognato Boccino d’Oro. Il Cercatore dei Tassorosso si rendeva conto della palese superiorità di Grace, per questo seguiva ogni sua mossa con occhio vigile.
Alice e David erano due soldati. Non guardavano in faccia a nessuno. Sincronizzati come due ballerini, respingevano ogni Bolide che riuscivano ad intercettare e lo spedivano verso la squadra avversaria. I Battitori giallo neri non avevano speranze contro di loro.

Hugo, Lily e Christopher stavano seguendo il loro schema segreto. Schema tramandato anni prima dal vecchio Capitano James Sirius Potter. Da allora, quasi nessuno aveva vinto contro la loro squadra.

E poi c’era Grace. Grace Thomas era la vera stella. Appena partiva il fischio nessuno la vedeva più. Ricompariva sempre e solo quando aveva acchiappato il Boccino.

Ma non quel giorno.

Quel giorno andò diversamente.
 
 
“La superiorità dei Grifondoro è palese. Prevedo la loro vittoria con un punteggio finale di 250 a 30.” Disse Steve finendo di scrivere su un blocchetto. La statistica era la sua passione e le sue previsioni sulle partite di Quidditch non sbagliavano mai. O quasi.

“Ne sei sicuro? Dobbiamo assolutamente fare un sacco di punti in questa perché la prossima è contro le Serpi e loro sono veramente forti.” Spiegò Rose al fratello di John.

Quella mattina, mentre stava uscendo dalla Sala Grande per recarsi verso il campo di Quidditch aveva incontrato Steve, Liam e Francis e si era fermata a parlare con loro. Non li vedeva già da un bel po’ di tempo e anche se le cose erano finite tra lei e John, Steve rimaneva comunque un ragazzo simpatico, quindi perché non continuare a frequentarlo?
Tra una chiacchiera e l’altra l’avevano invitata a vedere la partita dalla Torre Corvonero – lei infatti si era lamentata del chiasso che facevano sempre i suoi compagni di Casa- e ora si trovava lì, tra Liam e Steve ad assistere al primo match della stagione.

“E HUGO WEASLEY SEGNA! 30 A 0 PER I GRIFONDORO!” Sbraitò il commentatore.

Rose esultò anche se essendo l’unica Grifondoro lì in mezzo lo rendeva alquanto imbarazzante.

“I Tassorosso sono troppo scoordinati. Guardano troppo quello che fate voi quindi si concentrano poco sul loro gioco. Per questo motivo perdono sempre.” Questa volta era stato Liam, l’amico nerd di Steve, a parlare. Si sistemò gli occhiali vicino al naso e le sorrise. “E poi ho notato che avete uno schema segreto. E’ quello il vostro punto forte. Lo schema che nessuno riesce a decifrare.”

“Quale schema? Non so di cosa tu stia parlando!” Rose fece la finta tonta. Quasi tutti i Grifondoro sapevano che suo cugino James aveva inventato una strategia segreta. E quello era lo Schema.

“FALLO PER PACIOCK! OGGI SEMBRA UN PO’ SBADATA LA BATTITRICE GRIFONDORO. E’ GIA’ IL TERZO CHE COMMETTE OGGI! SE NON FOSSE PER LE STRAORDINARIE PARATE DI SAM WOOD A QUEST’ORA I TASSOROSSO LI AVREBBERO RAGGIUNTI. MA ORA, ECCO CHE MATTHEW SMITH, CACCIATORE TASSOROSSO SI PREPARA A TIRARE. PUNTA LA PLUFFA E……. SEGNA! 30-10!”

Rose seguì con lo sguardo Alice che lanciava imprecazioni all’aria. Era nervosa, lo percepiva anche lei.
Scandagliò le altre Torri fino ad arrivare a quella Serpeverde e lì bello come il sole c’era suo cugino Albus abbracciato alla sciacquetta della settimana.

Albus. Albus. Perché fai sempre cazzate?

A fianco a lui vide Scorpius che guardava tutto interessato la partita. Da come esultava per ogni azione dei Grifondoro, sembrava tifasse per loro.

Che strano, in genere ci infama sempre.

Poi come se si sentisse osservato, smise di guardare la partita e si guardò intorno. Rose notò che stava osservando insistentemente le due torri Grifondoro. Chi stava cercando con tanta insistenza? Poi lo vide chiedere qualcosa ad Albus, fare una faccia scocciata e lanciare un’occhiata verso la torre Corvonero opposta a quella di Rose e poi, subito a quella dove
era seduta lei.

Da lontano lo vide scrutare ogni persona e quando si accorse che lei era già lì a guardarlo, si arrestò un momento ma poi alzò una mano per salutarla.
Rose stava per rispondere al saluto quando decise di ignorarlo e di girarsi e continuare a parlare con Liam.
Forse si sentiva un po’ in colpa, ma Scorpius l’aveva trattata male e sicuramente non sarebbe stato un sorrisino a sistemare le cose. Lei, Liam e Steve continuarono a parlare per quasi tutta la durata della partita. Fino a quel momento le previsioni di Steve si rivelarono esatte. Grifondoro conduceva con 100 punti contro i 20 dei suoi rivali.

Poi qualcosa cambiò. Qualcuno dagli spalti dei Grifondoro-  qualcuno che a Rose sembrò Susan- urlò a pieni polmoni “ATTENTA ALI!” e tutto lo stadio si fermò.

Un Bolide stava arrivando a grande velocità – perlomeno più del solito, sembrava a Rose – contro Alice. Il problema era che Alice era girata e poco probabilmente sarebbe riuscita a scansarlo. Poco prima dell’impatto però, un giocatore Grifondoro arrivò a tutta velocità e con la coda della scopa respinse il Bolide.
Rose si accorse che era stata Grace. Tirò un sospiro di sollievo. L’aveva scampata bella.

Ma forse aveva parlato troppo presto perché il Bolide tornò indietro come un boomerang e questa volta era in direzione di Grace.
In quel momento però la Cercatrice era girata di spalle e stava dicendo due cose all’amica Battitrice.

Stava succedendo tutto troppo in fretta.
Nessuno ebbe il tempo di aprire bocca. Le parole morirono sulla bocca di tutti gli spettatori impotenti di fronte a quello che stavano per vedere.
Anche Alice se ne accorse troppo tardi. Vide il Bolide avvicinarsi sempre più, ma quando aprì la bocca per avvertire l’amica avvenne lo schianto.

Alice vide il volto dell’amica contorcersi dal dolore e poi sentì una fitta sulla spalla. Il Bolide aveva colpito anche lei. Assistette inerme alla caduta rovinosa di Grace al suolo. Il dolore alla spalla era troppo forte. Le impediva di respirare. Di pensare. Vide il sangue uscire dalla ferita alla testa dell’amica.

Sentì il silenzio innaturale dello stadio e poi il buio ebbe il sopravvento.
 

***
 

Rose si sentiva inutile. Non era stata capace di fare nulla. Anni e anni di studi, una formidabile bacchetta come compagna di vita e lei era solamente stata capace di assistere alla caduta delle sue amiche tenendosi una mano sulla bocca.

Appena le vide cadere, una dopo l’altra, si alzò e corse giù verso il campo. Trovò già lì le due squadre e i professori.
Piano piano la folla intorno alle ragazze parve aumentare. Tutta la scuola le stava circondando e Rose iniziava a spazientirsi. Che cosa avevano da guardare? Le sue migliori amiche stavano male e per gli altri erano diventare solo fonte di curiosità. Una novità da raccontare.

“Allontanatevi tutti!” Tuonò la McGranitt. “Uscite dal campo. Non c’è niente da vedere.”
Nessuno dava segno di muoversi.

“Se non vi allontanate tolgo cento punti a persona!”
Tutti decisero che era meglio cambiare aria.

Poco dopo arrivò di corsa Madama Chips, anche lei ormai verso la pensione, con due barelle e due infermiere al seguito. Caricò le due ragazze e le portò in Infermerie. Prima di andarsene si fermò a dire due cose alla McGranitt e Rose capì che non era cose belle.

Si unì a Susan, che come lei aveva un’espressione preoccupata in volto e insieme decisero di seguire le amiche infortunate.

Davanti all’Infermeria trovarono Albus, Scorpius, Charlie, Sebastian, Thomas e l’intera squadra di Grifondoro.

“Alice si riprenderà in fretta. Alla fine il Bolide le ha solo colpito la spalla, ma Gracie… Gracie ha preso una bella botta alla testa. Ho sentito dire dalla Pince che ci metterà un po’ a svegliarsi.” Li informò Lily con voce preoccupata.

“E’ colpa mia ragazzi. Alice si era distratta perché io la stavo chiamando. L’altro Bolide mi stava facendo impazzire e volevo il suo aiuto… lei si è girata e…” Mormorò triste David stringendo i pugni.

“No, David. Alice si era distratta per qualcos’altro. Stava volando e poi si è bloccata di colpo. Deve aver visto qualcosa.” Cercò di consolarlo Sam Wood, il capitano della squadra e secondogenito di Oliver Wood. La primogenita, Emilia, aveva frequentato Hogwarts pochi anni prima, insieme a James. Ma i due non si sopportavano, sebbene fossero compagni di squadra. Rose si ricordava ancora i nomi che si lanciavano per i corridoi di Hogwarts e sotto sotto aveva sempre pensato che tra i due ci fosse del tenero.

Rose si girò verso Albus. L’espressione preoccupata gli riempiva il volto. L’aveva visto così solo quando Alice era stata attaccata durante il falò. Ma forse c’era altro in quello sguardo… senso di colpa forse?

Rose continuò a squadrare gli amici di Albus e finalmente si fece la domanda chiave. Che cosa ci facevano lì? Non erano propriamente amici di Alice e Grace e soprattutto non andavano d’accordo con gli altri Grifondoro, quindi… perché?

“Perché siete qui?” Rose indirizzò la domanda al gruppetto dei Serpeverde.

“Come?” Domandò Albus tentennando. Era rossore quello sulle orecchie?

“Ho chiesto perché siete qui.” Ripetè Rose incrociando le braccia al petto.

“Sì, infatti, Che ci fate qui? Volete vedere se per la prossima partita sarete avvantaggiati perché avremo due giocatori in meno?” Ora l’intera squadra rosso oro si sentiva presa in causa.

Rose si chiese se forse non avesse esagerato. Magari la loro preoccupazione era sincera.

“Alice e Grace sono anche nostre amiche. Vogliamo sapere come stanno.” Esclamò Albus mettendosi davanti ai suoi amici.

I Grifondoro lo guardarono scettici. “Non vogliamo fare polemiche quindi facciamo che vi crediamo per questa volta.”

Proprio in quel momento madame Pince uscì dall’infermeria e li informò che Alice si era svegliata.

Rose notò un impercettibile sorrisino sulla bocca del cugino ma preferì non farglielo notare. Quando entrarono si diressero subito verso Alice. Era ancora sotto medicinali ma almeno si era svegliata. Vicino a lei, Grace dormiva beata, incurante del dolore che avrebbe provato da sveglia e della preoccupazione dei suoi amici.

“Ehi, ragazzi!” Li salutò Alice dal suo letto. Aveva la spalla bendata e la testa fasciata. Il corpo era pieno di botte per la caduta, ma cosa che spiccava più di tutte era un grosso taglio sul labbro inferiore.

“Oddio, Alice!” Esclamò Susan correndole incontro. Era arrivata in ritardo ma aveva già preso le prime posizioni. “Povera piccola paciocchina. Sei tanto dolorante, vero?”

Alice annuì. Faceva fatica a parlare per via del taglio e come se non bastasse non riusciva nemmeno a sorridere.

“Sai niente di Grace?” Le chiese Hugo.

“No, Madama Chips l’ha medicata ma ancora non si è svegliata. Hanno provato a vedere se il colpo alla testa le ha provocato altri danni, ma è troppo presto per dirlo.” Gli occhi le si riempirono di lacrime. “E’ tutta colpa mia. Mi sono distratta e non ho proprio visto quel Bolide arrivare.”

Sam le si avvicinò e le prese una mano. “Ali, sono cose che capitano. Non è colpa tua. Vedrai che Gracie tornerà più forte di prima e ci farà allenare tutti il doppio!”

Albus guardava le mani dei due come se fossero due scarafaggi in fase di accoppiamento.

“Sì, Ali. Vedrai che tutto si sistemerà.” Era stato proprio Albus a parlare. Tutti non dissero nulla, aspettando la reazione di Alice.

Ma lei era troppo stanca per trovare una risposta mordente e si limitò ad un “Grazie Albus.” Sussurrato tra i denti.

A poco a poco si accorsero tutti che la testa di Alice iniziava a non sorreggersi più da sola e dopo appena cinque minuti dal suo risveglio, la bionda ritornò tra le braccia di Morfeo.

Rose le accarezzò la testa ed uscì dall’infermeria. Non mancando di notare che suo cugino aveva fatto lo stesso.
 
***
 
Nessuno si accorse che qualche ora dopo, quando ormai la notte era scesa sul castello, una persona di quel variegato gruppetto tornò indietro.
La persona in questione non era però un Grifondoro e non aveva nemmeno scelto di sedersi vicino al letto di Alice Paciock.

Oh, no.

La mano che in quel momento stava stringendo con tanto ardore era la mano di Grace Thomas. Farfugliava parole di scuse, promesse d’amore, richieste di perdono e intervallava il tutto da piccoli baci che posava sulla mano della Grifondoro.

Furono proprio quelli a risvegliare il sonno profondo di Grace, quelli e la voce del ragazzo che quell’estate le aveva spezzato il cuore in mille pezzi.

Grace rispose alla stretta della mano, sbattè le palpebre qualche volta per abituarsi al buio soffuso e si girò verso il ragazzo. Le ci volle qualche minuto per capire che non stava più sognando e che lui era lì, in carne ed ossa. Non sapeva come reagire. Si sentiva intorpidita, dolorante ovunque e soprattutto ancora addormentata. Che cosa era successo? Ah, sì. Era caduta. Ma lui? Che ci faceva lì?

Lui parve leggere il suo sgomento sul viso e le strinse una mano. Voleva chiederle perdono, abbracciarla, stare con lei e non lasciarla mai più. Si era comportato da codardo e avrebbe scontato qualsiasi pena pur di stare con lei di nuovo. Pensieri un po’ troppo definitivi per un diciassettenne, ma in quel momento per lui contava solo quello.

“Grace... come stai?” Chiese titubante lui.

“Cosa ci fai qua, Sebastian?”

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Capitolo 10
*** Hogsmeade e Inviti ***


CAPITOLO DIECI- HOGSMEADE e INVITI
 
Ehilààà!!! Sono tornata! Non uccidetemi, vi prego! Sono stata sommersa dagli esami e poi avevo poca ispirazione xD Spero che il capitolo vi piaccia. Non è dei migliori ma spero apprezzerete lo stesso!!! Baci, JJ


“No, no. Aspetta un attimo. Quindi tu mi stai dicendo che Sebastian Nott è il ragazzo misterioso con cui avevi una tresca quest’estate?” Domandò sorpresa Rose.

Sebastian e Grace. Grace e Sebastian. Chi l’avrebbe mai detto! Rose pensava che persone più diverse non potevano esistere. Lei esuberante e sempre pronta all’avventura e lui pacato e riflessivo. Era forse per quello che si erano piaciuti? Gli opposti si attraggono davvero? O forse si completano?
Rose si era persa a farsi domande esistenziali e non si era accorta che Grace aveva iniziato a raccontare.

“No, no, Grace. Inizia di nuovo ti prego perché non ti stavo ascoltando.”
Grace la guardò male. “E’ già la seconda volta che succede! Rose, è importante. Mi serve un consiglio.”

“Scusami hai ragione. Ti giuro che ora starò attenta.”

“Sarà meglio. Comunque.” Grace si posizionò meglio sul letto dell’Infermeria. Era lì da ormai quattro giorni. Il Bolide non aveva provocato nessun danno collaterale, ma Madama Chips aveva preferito tenerla sotto osservazione. Come se non bastasse, la gamba destra si era rotta in un punto piuttosto critico e la pozione Ossofast non aveva avuto molto effetto.

“Ieri sera Sebastian è venuto a trovarmi. Ti giuro che proprio non me lo sarei mai aspettato. Per me era una storia conclusa. Certo, vederlo in giro non era il massimo ma mi ci stavo abituando. E poi lui cosa fa? Si presenta al mio capezzale!”

“Ma guarda te che ingrato.” Esclamò ironica Rose.

“No, davvero. Ti sembra una cosa normale? Il punto comunque non è questo. Il punto è che mi ha detto chiaro e tondo che non mi ha dimenticata. Ha detto che la storia con l’altra è stata solamente un errore e che se ne pente tantissimo.”

“Continua.” La intimò Rose.

“Non so, Rose. Non so se posso fidarmi, capisci? Mi ha preso in giro e sinceramente delle sue scuse non me ne faccio una beata cippa. Comunque mi ha detto che vuole riconquistarmi. Vuole riconquistare la mia fiducia e vuole che andiamo al Ballo di Halloween insieme.”

Grace sembrava perplessa. Rose glielo leggeva chiaro negli occhi.

“La fiducia non arriva subito, Gracie. Devi darti tempo. Soprattutto se hai davvero intenzione di ricucire il rapporto. Se lui è davvero pentito fattelo dimostrare. E soprattutto chiedigli del tempo. Se vuole davvero stare con te capirà.”

“Quindi tu dici che devo dargli una possibilità?”

“Io non ti dico nulla, Gracie. Devi fare solo quello che vuoi tu.”

Grace per qualche minuto non parlò. Aveva l’espressione concentrata di quando a Pozioni cercava di decifrare le istruzioni per il compito. Rose non sapeva cosa dirle. Lei forse non si sarebbe fidata di uno che l’aveva tradita alla prima occasione, ma sapeva anche che delle dinamiche tra Grace e Nott non sapeva nulla. Non era a conoscenza di tutti i particolari, sapeva solo che il ragazzo l’aveva fatta soffrire e che se n’era pentito.

“Lui mi piace ancora, Rose. Credo che gli darò un’opportunità. Sì. Ma per ora gli dico che voglio fare le cose con molta calma e che prima dobbiamo provare ad essere amici.”

“Mi sembra un’idea ottima, Gracie.”

“Grazie cara. A tal proposito volevo informarti che questo weekend siamo invitate con Sebastian e il suo gruppetto a fare insieme la gita ad Hogsmeade.”

Rose forse aveva sentito male.

“Come hai detto scusa?”

“Ehm… mi ha invitato ieri sera ma io gli ho detto che da soli era meglio di no quindi, sai… ha proposto di andare in gruppo quindi tadan! Sabato usciamo tutti insieme.”

“Io non vengo. Alice e Albus non si parlano. Io e Scorpius pure. Sarà una cosa ultra imbarazzante. Per non parlare del fatto che voglio fare shopping per il ballo e con dei maschi intorno non riesco. Mi mettono fretta! Loro e il loro pressing!” Concluse sbuffando Rose e facendo alzare un ciuffo che aveva davanti agli occhi.

“Dai, Rose. Puoi parlare con Albus e con gli altri, no? Cerchiamo solo di non far avvicinare Alice e tuo cugino e poi tutto dovrebbe filare liscio.”

Evitare Scorpius non sarebbe stato difficile. Bastava non guardarlo, non parlargli, non osservarlo di sottecchi… forse sì, sarebbe stato un tantino difficile. Quel ragazzo era una costante nei suoi pensieri, se ne rendeva conto anche lei, ma non aveva certo voglia di farsi prendere in giro da quell’esemplare di troglodita.

“Va bene.” Iniziò Rose guardando la sua amica. “Ma…”

“Lo sapevo che stava arrivando un ma.”

“Ma dovrai fare in modo che Malfoy non mi si avvicini.”

Grace scoppiò a ridere. “Rosie, ogni tuo desiderio è un ordine.” Disse facendo un inchino da seduta.

Rose alzò il naso per aria. “Grazie.” Le fece un sorrisino ed uscì dall’Infermeria.
 
***
 
“Lo sapevo che era una cattiva idea.” Borbottò Alice nell’orecchio di Rose mentre si dirigevano all’appuntamento con i Serpeverde.

“Eddai, Alice! Vedrai che andrà bene. Noi pensiamo allo shopping e osserviamo le mosse di Nott… del resto freghiamocene, ok?”

Lei ed Alice avevano fatto questo patto. Osservare da lontano il comportamento di Nott e poi fare un report dettagliato a Grace. Sarebbe stata una giornata molto impegnativa per loro.

Alice si era anche portata dietro un taccuino. Erano solo loro tre quel giorno. Susan aveva accettato l’invito di un aitante Corvonero, sia per il ballo che per il weekend a Hogsmeade. In realtà il weekend ad Hogsmeade era una prova… se l’avesse superata avrebbe potuto accompagnare Susan al ballo. Susan era molto puntigliosa.

“O-ops.” Disse piano Grace. Rose alzò subito lo sguardo e si accorse che oltre che Scorpius, Albus, Nott e Goyle c’era anche una presenza femminile.

“Che ci fa quella lì, qui?” Bisbigliò ad alta voce Alice.

“Shhh.” Fece Rose. “Non lo so, Ali. Tu evitala e vedrai che passeremo una bella giornata.”

“Ehi, non c’è nemmeno Zabini!” Rose si accorse in quel momento che mancava anche il quinto componente della banda. Era un peccato perché da quando si erano chiariti, lei e

Charlie erano diventati ottimi amici e soprattutto non vedeva l’ora di fargli un bell’interrogatorio approfondito sulle intenzioni di Nott con Grace.

“Ma ciao, ragazze!!!” Gli venne incontro Holly Carmichael abbracciandole una ad una.

Che accoglienza.

“Tu devi essere la famosa cugina di Albussino, vero? Il mio Bubu parla sempre di te e dei suoi altri cugini, ma tu sei di sicuro la sua preferita. Diventeremo ottime amiche, cara.”

Rose cercò di fare un sorriso. “Piacere di conoscerti, Holly. A me Albussino ancora non ha detto nulla di te…” Fece una pausa assumendo un’espressione rammaricata. “Purtroppo.”

Holly non colse l’ironia e si girò verso Alice che stava trovando davvero interessanti le punte delle sue scarpe.

“Ma cara, tu devi essere la figlia del professor Paciock! Ti piace anche a te Erbologia, vero? Nessuno usa più quel verde foresta da anni ormai!” Holly scoppiò a ridere indicando il maglione di Alice. Pensava di aver fatto una battuta? Alice preferì tacere e Rose guardò suo cugino per fargli capire che doveva spegnere la sua ragazza.

“Ehm… perché non andiamo? Non troveremo mai posto ai Tre Manici di Scopa se non ci muoviamo.” A parlare era stato Scorpius che quel giorno aveva deciso di indossare le cose che probabilmente lo facevano sembrare ancora più figo.

Rose.

Che c’è? E’ vero!

Rose si schiarì la voce cercando di non far trapelare i suoi pensieri poco pudici e disse “Sì, dai forse è meglio se andiamo!”

Si incamminarono tutti. Rose affiancata da Alice, Grace sostenuta da Sebastian, Albus avvinghiato alla biondina e Scorpion che chiacchierava con Goyle.

Tutto sommato non sembrava andare male. Ognuno aveva il suo compagno di merende e non c’era puzza di drama all’orizzonte.

Dopo una ventina di minuti arrivarono ad Hogsmeade e decisero di andare ai Tre Manici di Scopa.

Si posizionarono in un tavolo tondo e senza sapere come ne’ perché, Rose si ritrovò vicino a Scorpius. Fortuna che Grace le aveva promesso che li avrebbe tenuti separati. Non riuscì nemmeno a fare un cambio posto veloce con Alice. Era ormai troppo tardi. Si disse di fare finta di niente. Ignorarlo era la miglior arma.

Sicura Rose? E’ piuttosto figo oggi.

Rose?

Rosellina?

Non ignorare anche la tua coscienza che dice sempre la verità.

“Rose?”

“Sì?”

“C’è il cameriere che vorrebbe prendere la tua ordinazione.”

“Sì, Weasley non abbiamo tutto il giorno.”

“Ehm… una Burrobirra per me, grazie.” Sorrise al cameriere che ricambiò e scrisse l’ordinazione. Ignorare Malfoy. Questo era l’obiettivo della giornata.
Il gruppo stette zitto per qualche attimo. Era la prima volta che erano costretti ad un tavolo tutti insieme, e per di più con l’obbligo di parlarsi.

“Allora!” Iniziò Grace battendo le mani senza motivo. Rose immaginò che sentiva il peso della giornata sulle spalle. “Avete già deciso da cosa vestirvi per Halloween?”

“Beh, io credo che mi vestirò da gattina e Albussino si vestirà da micione. Vero, Albussino mio?” Holly si girò verso il suo micione e iniziò a strusciarsi sul ragazzo. Albus rimase interdetto per un attimo poi sorrise imbarazzato ad Holly. “Sì, beh…” Si schiarì la voce. “Beh, Holly, non credo che mi vestirò da… micione. Ho già comprato un altro abito.”

Holly lo guardò con occhi spalancati.

“Cosa? Stai scherzando? ALBUS!” La sua voce raggiunse per un attimo gli ultrasuoni. Rose e Alice si guardarono facendo un sorrisino.

“Holly, mi dispiace. Ma avevo già deciso di vestirmi in un altro modo. Io e Scorpius parliamo di questa cosa da anni ormai.”

“Bum Bum, non so se posso perdonarti. Io ci contavo davvero molto. Sicuro che non vuoi cambiare idea?” Holly prese i capelli biondi con una mano e li spostò con un movimento fluido sulla spalla, esponendo il collo al lato di Albus, che deglutì imbarazzato.

“Ehm… N-no, Holly, ormai ho deciso. Mi dispiace.”

Avvenne una strana trasformazione in Holly Carmichael. Rose che era esattamente di fronte a lei vide il suo viso cambiare colore da rosa pallido a rosso cremisi. Il volto sembrava anche più gonfio. La cosa ancora più inquietante fu che la sua voce, prima acuta e cristallina, diventa bassa e terrificante. Si stava per caso trasformando?

“ALBUS!!! COME OSI DIRMI DI NO? TRA NOI E’ FINITA! F-I-N-I-T-A!” Detto ciò girò i tacchi e uscì dal locale.

I restanti ragazzi rimasero a guardarsi allibiti.

“Forse ho sbagliato domanda?” Chiese Grace trattenendo un risolino.

Albus rispose alzando le spalle. “Mi stava già stancando comunque. Non sapeva nemmeno come funzionava il Quidditch! Ma vi pare? Nemmeno le basi!!!”

“Non è colpa nostra, Albussino se ti scegli sempre le oche.” Declamò Alice mentre si guardava con interesse le unghie.

Albus la guardò per qualche attimo poi rispose. “In effetti… forse dovrei iniziare a cambiare genere.”

Alice alzò gli occhi. Rose sapeva che si aspettava una risposta pungente come al solito e che la risposta calma di Albus l’aveva lasciata basita.

“Sì, beh, mi sembra una buona idea.”

Albus nascose un sorrisino e dopo quel momento l’intera situazione sembrò rilassarsi.

Grace e Sebastian sembravano persi nel loro mondo, non ascoltavano gli altri e parlavano così piano, che gli altri non riuscivano nemmeno a sentirli. Erano tutti un susseguirsi di
sorrisini e sguardi penetranti.

“Sembra che Grace l’abbia perdonato in fretta.” Disse Alice facendo un cenno verso i due colombi.

“Già, io l’avrei fatto rodere un bel po’ se fossi stata al suo posto.” Affermò Rose bevendo un sorso della sua Burrobirra.

“Ah davvero, Weasley? Quindi sei una che porta rancore?”

Eccolo Malfoy che non poteva non farsi gli affari suoi.

“No, Malfoy. Non porto rancore. Ma se uno mi ha trattata male di sicuro non lo perdono in fretta e solo perché mi fa qualche sorrisino.”

“Quindi sì, Weasley. Tu porti rancore. Scommetto che porti rancore anche nei miei confronti vero?”

“Oddio, no! Come può venirti in mente una cosa del genere, Malfoy! Mi hai trattata così bene in questi anni che non posso fare altro che adularti come fanno le che sgallettate che ti
circondano sempre.” Fece una pausa e non riuscì a fermare la frase successiva. “O quelle con cui fai colazione.”

Scorpius alzò un sopracciglio. Rose cercò di rimanere impassibile ma non ci riuscì molto.

“Weasley non pensavo fossi gelosa del sottoscritto!”

“Ma infatti non lo sono.  Sono completamente indifferente nei tuoi confronti.”

“Certo. Infatti l’altro giorno –“ Non poté continuare a parlare perché qualcuno si avvicinò al tavolo.

 “Alice?”

La persona che si era avvicinata altri non era che Sam Wood, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro.  Era piuttosto alto, con braccia che facevano venire l’acquolina in bocca e dei capelli biondi scuri tutti scompigliati. Si passò una mano tra questi ultimi mentre guardava nervoso la ragazza.

“Ehi ciao, Sam! Come va? Vuoi sederti con noi?”

Rose guardò divertita il figlio di Oliver Wood. Sapeva già cosa stava per accadere. Aveva percepito qualcosa già dal giorno della partita di Quidditch in cui Alice e Grace si erano fatte male.

“N-no. In realtà volevo parlarti, Alice! Puoi venire con me fuori?”

“Oddio, è per la partita, vero? Vuoi cacciarmi dalla squadra? Ti prego, Sam! Non cacciarmi! Ti giuro che dalla prossima partita starò più attenta!”

Sam le sorrise intenerito. “No, Alice. Tranquilla, sei ancora nella squadra. Ti devo parlare di un’altra cosa. Ti va di venire un attimo fuori?”

Alice lo guardò in modo strano. Poi si girò verso Rose con espressione interrogativa e alla fine si alzò dalla sedia seguendo il ragazzo fuori dal locale.

Rose fece un sorrisino e si scambiò un’occhiata con Grace. Anche lei aveva capito tutto.

“Secondo voi cosa vuole Sam da Alice?” Chiese Albus mentre cercava di sbirciare quello che stava succedendo fuori.

“Secondo te Al cosa vuole? Le sta chiedendo di andare insieme al ballo, no?”

“Ah…”

“Già!” Disse Grace sorridendo. “Quel figaccio di Sam Wood sta chiedendo ad Alice di andare insieme al ballo, capite?” Mise enfasi sul nome del ragazzo come sempre facevano lei e
lei sue amiche quando ne parlavano. E ne parlavano spesso.

Rose la guardò divertita. “Oh sì che capisco. Credo che Alice diventerà la ragazza più invidiata di tutta la scuola.” Le due iniziarono a ridere.
La popolazione maschile del tavolo rimase a guardarle allibita. “Voi state dicendo che Sam Wood viene considerato un… figaccio da voi ragazze?” Chiese Sebastian incredulo.

“Beh, non so se l’hai visto... non considerarlo un figo sarebbe come dire che la Burrobirra sia cattiva.” Gli rispose Rose sorseggiando la sua Burrobirra e sorridendo sotto i baffi.

“E poi voi ragazze non volete essere giudicate per l’aspetto? Ma vedete che alla fine fate la stessa cosa che facciamo noi? Solo che noi poi veniamo considerati superficiali e invece voi solo divertenti e spregiudicate!” Esclamò Scorpius girandosi verso Rose.

“Oddio, Malfoy! Ma cosa c’entra? Abbiamo solo detto che è un bel ragazzo! Tutto qua! Che è praticamente una cosa oggettiva!  Qual è esattamente il tuo problema?”

Scorpius non riuscì a rispondere perché in quel momento rientrò Alice. Dal suo volto sorridente capirono tutti che le previsioni di Rose e di Grace erano esatte.

“Allora cara, cosa è successo là fuori con Sam Wood?” Chiese Grace mettendo enfasi sul nome del giocatore di Quidditch e guadagnandosi un’occhiata in tralice da Sebastian.

“Ehm… mi ha chiesto se avevo voglia di andare al ballo con lui e gli ho detto sì.” Rispose Alice con una strana calma, non guardando in faccia nessuno.

“Tutto qui? Non vuoi aggiungere altro? Alice… Sam Wood ti ha invitato al ballo e tu lo dici come se stessi leggendo la lista della spesa.” Proclamò indignata Rose.

“Ma no, Rose. E’ che lo vedo più come un amico, un compagno di squadra. E gliel’ho detto, eh! Quindi diciamo che andiamo come amici. Ha detto che proverà a farmi cambiare idea.”

Grace e Rose si guardarono un attimo interdette. “Tu stai dicendo che hai friendzonato Sam Wood?”

“Ma no, ho solo...”

“Sì, TU hai friendzonato Sam Wood! Non ci posso credere!”

“Se non mi piace in quel modo perché dovrebbe! Io gliel’ho detto chiaramente come stanno le cose. Gli ho anche detto che non avevo intenzione di andare al ballo! Poi lui mi ha detto che saremmo potuti andare come amici… quindi ho accettato. Ragazze, non fatene una tragedia. Sam Wood non è un dio in terra.”

“Ci manca poco, comunque.” Affermò Grace nell’orecchio di Rose e iniziarono a ridacchiare. Quando si parlava di Sam Wood tutte perdevano la ragione. Non solo era un bel ragazzo, ma era anche gentile e disponibile. Poche volte aveva avuto una ragazza, e quando era successo erano sempre state storie lunghe. Giravano storie su come gli piaceva organizzare sorprese alle proprie ragazze o come le trattava come principesse. Rose si chiese che cosa diavolo non andava in Alice. Poteva essere l’occasione buona per farsi passare la cotta per
Albus, e invece… Poi però si rese conto che se ad Alice non interessava poco poteva farci. Chissà che Sam non l’avrebbe affascinata con il suo charm da bravo ragazzo.

“Usciamo?” Propose Sebastian. Decisero di fare un giretto per Hogsmeade e senza sapere ne’ come ne’ perché, Rose si ritrovò affianco a Scorpius (di nuovo) e Alice vicino ad Albus. E stranamente stavano parlando civilmente. Rose cercò di focalizzarsi sulla loro conversazione.

“Come stai quindi? Hai ancora male da qualche parte?” Stava chiedendo Albus ad Alice. Rose si sorprese per la gentilezza nel tono di Albus.

“Ogni tanto mi vengono delle fitte nel braccio ma tutto sommato sto bene.”

“Ci credo. Mi dispiace, Ali. Per la prossima partita potrai giocare? Siete contro di noi! Devi per forza esserci!” Albus le stava sorridendo e lei ricambiò. Pensieri di una famigliola tra i due
ritornarono prepotentemente nella testa di Rose. Posso essere ancora damigella d’onore.

“Spero di sì. Sam ha detto che se riesco a riacquistare le forze abbastanza da tenere in mano la mazza e respingere i Bolidi allora posso giocare. E poi, sa che sono indispensabile per la squadra. Il problema sarà trovare un sostituto per Grace! Lei di sicuro per la prossima non potrà giocare.”

Rimasero per un po’ in silenzio poi Albus le chiese “Come mai ti era distratta? Quando ti stava per colpire il Bolide… perché non eri attenta come lo sei di solito.”

Rose guardò il volto di Alice e si accorse che era diventato di una bella sfumatura color papavero.

“Ehm… mmm… avevo visto qualcosa nelle tribune.”

“Che cosa?” Albus non si dava per vinto, notò Rose. Sembrava quasi che sapesse cosa avesse visto Alice ma non voleva dirlo chiaramente.

“Io… avevo visto una cosa che mi ha distratto. Una cosa che pensavo che non mi avrebbe distratto così tanto e invece l’ha fatto lo stesso. Sai, quando pensi che ormai una cosa non ti fa più male e che puoi andare avanti, poi invece ti succede quella piccola cosa che ti fa tornare indietro. Ecco, durante la partita ho visto una cosa che mi ha fatto capire che sarà difficile andare avanti e cambiare… diciamo idea su quell’argomento.”

“Non so se ho capito cosa intendi.”

“Mi dispiace, Al, di più non ti posso dire.”

“Va bene, ma prima o poi me lo spiegherai più chiaramente.”

“Non so… tu cosa mi dai in cambio?”

Albus fece un sorrisino malandrino e mentre stava per sentire la risposta di suo cugino, Rose venne interrotta da una voce annoiata vicino al suo orecchio.

“Hai finito di origliare quello che stanno dicendo? Non sai cos’è la privacy, Weasley?”

“Oddio, Malfoy, sul serio? Vuoi fare davvero conversazione con me?”

“Non vedo alternative, Weasley. Sono tutti con qualcuno… vuoi per caso andare a rompere l’idillio tra Grace e Sebastian o tra Alice e Albus, che finalmente non stanno litigando?”

“No, però…”

“Weasley, dimmi un po’… come sta andando questo ultimo anno? Hai già deciso cosa fare dopo il diploma?”

“Hai davvero intenzione di parlare normalmente con me? Non hai intenzione di offendermi in qualche modo… dirmi che sono brutta… grassa… che tutti mi stanno dietro solo perché ora sono dimagrita…”

“Weasley, mi dispiace di averti offeso in passato. Non era mia intenzione. Ogni tanto il lato da bambino viziato e stronzo esce e non riesco a fermarlo.”

“Com’è allora che per sei anni mi hai reso la vita un inferno e solo da quest’anno hai cambiato opinione?”

“Weasley, non aveva a che fare con il tuo peso. Diciamo che lo usavo come pretesto. Mi piaceva disturbarti e farti arrabbiare.”

“E questo dovrebbe essere consolante?”

“No, però non volevo offenderti Rose, non l’ho mai voluto. A me piace dare fastidio. Lo so, parlo da bambino di 8 anni.” Fece una risatina. “Ma ho sempre amato fare scherzi e prendere in giro. Ora però sono cresciuto, no? Le persone cambiano e sono qui a chiederti scusa.”

“Scorpius Malfoy mi sta chiedendo scusa?”

“Esatto.”

“Sai chi altro ha 8 anni?”

“Chi?”

“Io, Malfoy. E sai cosa devi fare per fare in modo che io accetti le tue scuse?”

“No… ma forse ho paura a chiederti come?”

“Non averne, Malfoy… o meglio Scorpius, no? Ora siamo Amici Forever! Devi solo renderti ridicolo davanti a tutti! Semplice!”

“In che modo ridicolo? Ehi, Weasley! Anche io ho una dignità.”

Rose lo guardò in modo divertito. Mai si sarebbe aspettata questo plot twist! Scorpius Malfoy che voleva il suo perdono e sembrava piuttosto disponibile anche a rendersi ridicolo per ottenerlo. Interessante. Si sentiva piuttosto potente in quel momento. Il ragazzo che l’aveva presa in giro per tutti gli anni della scuola ora tornava sui suoi passi e voleva farsi perdonare. Molto strano. Certo che dopo il bacio che si erano dati, era stato un po’ un susseguirsi di cose e comportamenti strani. In ogni caso, avrebbe preso questa palla al balzo. Oh, sì che l‘avrebbe presa.

“Malfoy, cosa ne pensi di buttarti in mutante nel Lago Nero? O, ancora meglio, metterti in mutande qui davanti a tutti e chiedermi scusa.”

“Non capisco il fatto di dovermi mettere in mutande… vuoi per caso vedere il mio fisico scolpito? So di essere figo, non come Sam Wood ovviamente… ma comunque. Ammettilo
Weasley…”

“Qui credo che stiamo cambiando argomento. Mi vuoi confondere ma non cadrò nei tuoi trucchetti, ok?”

Scorpius le fece un sorrisetto.

“Ok, ho deciso cosa devi fare. Se lo farai, diciamo che potresti avere una buona possibilità di diventare mio amico… facciamo conoscente, dai.”

“Quindi non c’è nemmeno la certezza che tu mi perdoni se faccio la cosa imbarazzante che hai in mente? Eh no, Weasley… almeno una certezza devi darmela, no?”

“Facciamo così. Se fai la cosa che ho intenzione di farti fare tutti i tuoi peccati passati sono cancellati. Ma non posso darti la certezza che diventeremo amici.”

Scorpius ci pensò un po’ su. Cercare di ricominciare da zero con Rose poteva essere una bella cosa. Avrebbe cercato di entrare nella sua via pian piano e poi forse, finalmente lei l’avrebbe iniziato a considerare qualcosa di più che il migliore amico di suo cugino. Era un rischio che voleva correre. Se non altro per avere una possibilità con lei.

“Accetto.”

“Accetti? Così a scatola chiusa?”

Rose era sorpresa. Doveva tenerci proprio tanto. Che avesse altro in mente?

“Sì, accetto. Ora dimmi in che modo dovrò rendermi ridicolo davanti a tutti a facciamola finita.”

Rose iniziò a spiegargli per filo e per segno quello che aveva in mente d fargli fare. Era proprio vero che era una Weasley. Grande inventiva per gli scherzi. Già. Scorpius iniziava a pentirsene ma poi ripensò a quanto il volto di Rose si era illuminato quando aveva accettato e pensò che dopo tutto era anche fattibile. Con tutto quello che le aveva fatto in sei anni, si meravigliò che non avesse chiesto di più lei. Scorpius continuò ad ascoltarla, ad osservare il suo viso sorridente e a come muoveva le mani per supportare le sue idee. Avrebbe mai avuto il coraggio di rivelarle quello che provava? O si sarebbe comportato sempre da codardo?

Un passo alla volta, Scorpius.

“Hai capito quindi?”

“Sì, Weasley. Ma ora rispondi alla domanda che ti ho fatto prima. Cosa vuoi fare dopo il diploma?”

“Guardalo, Malfoy che vuole fare conversazione da grande. Vuoi chiedermi anche quando ho intenzione di sposarmi e quanti figli avere per caso?”

“No, mi sembrava una domanda normale... non è che stai evitando di rispondermi perché non hai idea di cosa fare?”

Rose rimase impietrita. Come aveva fatto a capirlo?

“Forse… diciamo che sto mantenendo aperte delle possibilità.”

“In che senso?”

“Nel senso che ci sono troppe cose che mi piacciono e non so quale voglio farla diventare un lavoro. Sono confusa. Ma non posso dirlo ai miei perché se no… apriti cielo! Mia mamma sapeva già cosa fare della sua vita a 11 anni, mio padre dopo i 15 ha sempre avuto le idee chiare. Certo, prima ha aiutato suo fratello al negozio, ma poi è andato a fare l’Auror che era la cosa che gli interessava più di tutte. Hugo, anche lui, sa già di voler fare il Medimago come pure Albus e io? Non ne ho idea. Zero.” Fece una pausa per riprendere fiato. “Tu invece?”

“Beh, Weasley, forse abbiamo qualcosa in comune allora. Nemmeno io so cosa fare. Pensavo di voler fare il giocatore di Quidditch fino l’anno scorso poi però… non so, non sono più così sicuro.”

“Guardaci, Malfoy. Qui che parliamo in modo civile. Chi l’avrebbe mai detto, vero?”

“Già.”

Stettero un po’ in silenzio a godersi quello strano momento.

“Quindi non vuoi andare al ballo di Halloween?”

“Mi stai cercando di invitare?”

“Io? No. Voglio sapere solo perché non ci vuoi andare.”

“Vuoi sapere la verità? Da quando ho perso i kg di troppo sembra che i ragazzi si siano accorti solo ora della mia esistenza. E’ frustrante. Non credo che quei kg di troppo che avevo facessero così tanto la differenza. Ho già ricevuto 5 inviti per il ballo e li ho declinati tutti. Non voglio andare con un ragazzo che pensa che io sia degna solo perché ora sono magra. Ha senso per te? Le altre mi dicono di accettare un invito e di finirla di fare questi pensieri.”

Com’è che era così facile parlare con Malfoy? Non si era mai aperta con nessuno come stava facendo con lui.


“Weasley, penso che se ha senso per te, va bene. Devi fregartene di quello che pensano gli altri e fare solo quello che ti senti tu.”

“Malfoy, alla fine si pensa sempre a quello che pensano gli altri. Diciamo che si cerca di pensarci poco.” Risero insieme. “Penso che alla fine ci andrò da sola. Mi piace osservare quello che fanno le persone quando pensano di non essere osservate. Lo so, è inquietante detto così, ma credo che sarà proprio quello che farò. E tu invece Malfoy? Hai già una dama per il ballo?”

“No. Credo che mi affiancherò a te ad osservare le persone. Mi sembra proprio un bel passatempo. E dopo quello che mi farai fare domani per farmela pagare, spero che almeno mi concederai un ballo, no?”


Rose gli diede una piccola spinta con la mano. “Vedremo, Malfoy. Vedremo.”

Continuarono a chiacchierare fino a quando non si divisero e le ragazze andarono a fare shopping.

Alice e Rose fecero il terzo grado a Grace. Le chiesero per filo e per segno quello che stava succedendo tra lei e Sebastian. Poi, Alice ammise che Albus si era comportato bene con lei
prima e ne era rimasta sorpresa. Poi fu il turno di Rose, che fu costretta ad ammettere che chiacchierare con Malfoy non era stato affatto male. Dopo poco le raggiunse Susan che affermò che il Corvonero aveva passato l’esame e si fece fare un resoconto dettagliato di quello che era successo nel pomeriggio. Finite le compere per il ballo si diressero verso il castello, stanche ma felici di aver passato una bella giornata.
 
 
La sera si ritrovarono tutti in Sala Grande per cena e Rose si sorprese quando si ritrovò i ragazzi Serpeverde al tavolo Grifondoro. Albus e Alice si salutarono civilmente e Rose non mancò di notare che il cugino lanciò un’occhiataccia a Sam Wood che in quel momento stava chiacchierando allegramente con Alice.

Tra i Serpeverde c’era anche Zabini, che durante il pomeriggio aveva avuto un appuntamento con una ragazza misteriosa. Nemmeno i suoi amici sapevano chi fosse. Chissà come mai non voleva farlo sapere. Sembrava abbastanza nervoso di essere lì e continuava a guardarsi intorno.

Rose prese posto vicino ad Alice e salutò Scorpius che era esattamente di fronte a lei.

I ragazzi si erano spostati perché Sebastian voleva stare vicino a Grace. Naturalmente. E infatti i due piccioncini erano vicini a parlarsi a pochi centimetri di distanza.

Prima di iniziare la cena però vide Steve dirigersi verso il loro tavolo.

“Rose? Posso chiederti una cosa?”

“Certo! Dimmi pure!”

“Mi chiedevo se potevi aiutare me e gli altri con Trasfigurazione… ci siamo accorti che sta diventando piuttosto difficile e…”

“Certo non c’è problema! Vi aiuto volentieri! Ditemi quando potete così poi ci mettiamo d’accordo!”

“Grazie mille, Rose! Vado a sentire gli altri poi ti dico! Ciao e… ciao Lily!” Steve scappò imbarazzato.

“Ciao Steve!” Salutò Lily sorridendo alla schiena del ragazzo che ormai era arrivato al suo tavolo.

“Prima che vi facciate strane idee, Steve è il mio compagno di banco a Pozioni. Per questo ci conosciamo. Non fatevi strani castelli.”

“Oh… ok.”

Iniziarono a mangiare e a parlare del più e del meno. Verso la fine del pasto però, un gufo entrò nella Sala Grande e fece cadere una lettera di fronte a Rose.

Rose si impietrì. Con mani tremanti prese in mano il biglietto e lo aprì. Dentro ci trovò dei petali di rose essiccati e una breve messaggio.

Rose, amore mio,

Tu non sai chi sono io, ma sappi che ti amo. Ti chiedo di andare da sola al ballo. A mezzanotte verrò a prenderti e ti porterò in un posto segreto dove finalmente mi mostrerò a te. Ti prego di non dire a nessuno quello che ti ho scritto. Io ti amo, Rose. Voglio solo il meglio per te. E so che il meglio sono io.

Questa persona risultava sempre più inquietante. L’avvertiva di non dire nulla a nessuno e poi le mandava il biglietto davanti a tutti? Che cos’aveva in mente? E soprattutto chi diavolo era questa persona che ogni tanto ricompariva e le mandava questi messaggi inquietanti?

“Rose, chi ti ha scritto?” Le chiese Albus, guardando in modo truce il biglietto.

Rose afferrò il biglietto prima che qualcuno lo prendesse e lo leggesse.

“Sempre il solito.”

“Come sempre il solito?”

“Ma sì, il solito che mi scrive. Non preoccupatevi.”

Tutti rimasero basiti dalla sua riposta.

“Weasley, c’è tipo un maniaco che ti scrive cose inquietanti e tu dici alla tua famiglia di non preoccuparsi? Questa persona può essere chiunque! Non hai paura che possa farti del male?” Scorpius non poteva credere che Rose prendeva così sotto gamba una situazione di tale entità. Chi cavolo era quel pazzoide che le mandava quei biglietti?

“Ma va! Che male può farmi? Basta stare all’erta. Davvero. Non preoccupatevi. Ci penso io.”

Ad Halloween l’avrebbe finalmente incontrato e gliene avrebbe dette quattro. Ma non poteva comunque dire tutto alla sua famiglia. Le avrebbero detto di non incontrarlo, che poteva essere pericoloso.

Ma no. Lei ci sarebbe andata comunque. Ormai aveva deciso. Bastava prepararsi ad ogni evenienza. Ecco tutto.
 
***
 
Erano le due di notte e Charlie Zabini stava appoggiato ad una colonna nel corridoio del settimo piano. I capelli scuri adagiati sulla fronte che lui provvide a spostarli in modo disordinato con una mano. Guardò l’orologio che portava al polso. Arrivava sempre troppo in anticipo, ormai aveva capito che lei era sempre in ritardo. Il pensiero della ragazza lo fece sorridere teneramente. Come aveva fatto senza di lei fino a quel momento? Poco dopo il quadro della Signora Grassa si aprì e ne uscì una ragazza dai capelli rosso fuoco.

“Charlie? Charlie dove sei?” Iniziò a bisbigliare sottovoce.

“Sono qui.”

Charlie uscì da dietro la colonna e le andò incontro. Lei gli sorrise. Lui pensò di non aver ma visto nulla di così bello, poi si diede uno scappellotto mentale per essere così smielato.

“Ehi, mi sei mancato.” Gli disse lei abbracciandolo. Lui affondò il naso nei suoi capelli e inspirò. Fiori freschi. Non poteva fare a meno di quella ragazza.

“Anche tu mi sei mancata.”

Lui le mise le mani sui fianchi e le baciò la punta del naso. Poi la trascinò fino a dietro la colonna e la appoggiò al muro. Le spostò la ciocca di capelli lisci dietro l’orecchio destro e le sorrise.

“Abbiamo rischiato di farci scoprire da tuo fratello oggi. Dobbiamo stare più attenti le prossime volte.” Le bisbigliò piano.

“Hai ragione, ma tanto prima o poi dovremmo dirlo, no? O vuoi continuare a vedermi di nascosto?” Le rispose lei accarezzandogli una guancia.

“No, amore, però sai com’è fatto tuo fratello… e tutti i tuoi cugini… e i vostri zii. Ho paura.”

La ragazza fece un risolino e lo abbracciò. “Ti proteggerò io non ti preoccupare.”

“Certo. Certo. Ah! Vorrei sapere che cosa vuole da te quello Steve!”

“Steve? Ma niente. E’ solo un amico.”

“Sicura?”

“Ma sì. Mi ha chiesto di andare al ballo insieme a lui, ma solo perché siamo amici e non aveva nessun altro a cui chiederlo. Non ti preoccupare!”

“Lily, mi stai dicendo che ti ha chiesto di andare con lui al ballo e non me lo hai detto?”

“Ehm… dovevo dirtelo? Tanto lo sapevi che gli avrei detto di no, no?”

“Sì, ma…”

“Stai tranquillo, Charlie. Io amo solo te.”

“Mmm.”

“Eddai, non fare il prezioso.” Lily iniziò a fargli il solletico e lui non riuscì più a tenere il muso.

“Va bene. Anche io amo solo te, Lily Potter. E ho deciso che al ballo di Halloween lo dirò anche a tuo fratello. Sperando non mi uccida.”

“Ma no. Ti proteggerò io, topolino.”

“Smettila di chiamarmi così.”

Charlie si avvicinò di nuovo a lei e la baciò. Passarono minuti come ore, poi però entrambi decisero che era ora di tornare ai rispettivi dormitori. Si salutarono e si divisero.

Lily stava per giungere davanti al ritratto della Signora Grassa quando qualcuno la Schiantò e la trascinò via nel buio del corridoio.


Tornò qualche ora dopo, dimentica di quello che le era successo e con un nuovo ragazzo in mente: Steve Leery.


Ecco qui!!! Spero vi sia piaciuto! Cerco di pubblicarne un altro in settimana! 
Baci,
JJ

 

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Capitolo 11
*** Penitenze, Sorrisi e Pensieri ***


CAPITOLO 11 – PENITENZE, SORRISI E PENSIERI

Ciao a tutti! Dopo mesi eccomi di nuovo qua!!! Questo è un capitolo di passaggio, nel prossimo ci sarà il Ballo e poi Natale!! Tante cose succederanno eh eh! Ho già deciso tutto, devo SOLO scrivere! Ma vi giuro che stavolta continuerò senza lunghe pause (max 2 settimane)! E niente, dopo aver detto cose a caso, buona lettura e spero vi piaccia <3 Baci, JJ

 
Rose si svegliò felice la mattina dopo. Non vedeva l’ora di far fare la penitenza a Scorpius e non vedeva l’ora che arrivasse il giorno del ballo per sapere chi era la persona che le mandava quei biglietti inquietanti.  Sapeva che non era moralmente giusto godere di una vendetta, che avrebbe dovuto fare la persona matura e perdonarlo. Ma a lei non fregava nulla di fare la persona seria. Dopo tutto quello che Scorpius le aveva fatto passare in quegli anni, la penitenza che doveva subire era totalmente equa. Non chiedeva poi molto, solo fargli passare qualche momento imbarazzante… quando si dice occhio per occhio…
Sua mamma di certo non avrebbe approvato, ma Hermione Granger era piuttosto lontana per riuscire a mettere il naso negli affari della figlia e sinceramente Rose era anche contenta così.
Svegliò le sue compagne, si prepararono e insieme andarono a colazione.
“Quindi stamattina Malfoy farà quello che gli hai detto?” Chiese Susan curiosa e con un sorrisino sul volto.

Rose annuì e si fregò le mani contenta. “Oh sì. E non vedo proprio l’ora.”

“Bisognerebbe fare un video ragazze! Per i posteri, no?” Propose Alice.

“Oddio sì! Sapete che bello? Poi potremmo distribuirlo a tutta la scuola come ricordo.” Grace aveva gli occhi sognanti mentre si immaginava come la scuola avrebbe riso del Serpeverde.

“Sei sicura che poi il Sebastianuccio non si arrabbi?” La stuzzicò Rose.

“Oh, ma figurati! A lui piacciono gli scherzi.” Fece una pausa. “E poi non è mio, siamo solo amici. Come vi ho detto anche ieri.” Riferendosi al pigiama party che avevano fatto la sera prima e dopo Grace aveva raccontato per filo e per segno i particolare dell’uscita insieme a Sebastian.
Le altre tre si guardarono ridendo sotto i baffi. “Se lo dici tu, Gracie.” Affermò Alice dandole una leggera gomitata e guardandola in modo ammiccante.

Arrivarono in Sala Grande dopo poco e come Rose aveva pianificato, la Sala era piena. Anzi, stracolma Scorpius avrebbe avuto un bel pubblico. A parte le sue amiche e probabilmente gli amici di lui, nessuno sapeva cosa stava per succedere. Sarebbe stata una bella sorpresa per tutti. Oh, sì. Rose prese posto al tavolo Grifondoro e iniziò a guardarsi intorno. Scorpius non era ancora arrivato, ma i suoi amici sì e stavano già ridacchiando. L’unico che non sembrava troppo contento era Charlie, che continuava a guardare verso… di loro? Cosa gli era successo? Probabilmente si era solo svegliato male.
In quel momento però l’attenzione di Rose venne richiamata da una certa persona che stava entrando in Sala Grande.

“Eccolo che arriva.” Sogghignò Alice.

Rose osservò Scorpius sedersi vicino ai suoi amici. Aveva il volto un po’ preoccupato ma sotto sotto si notava anche una certa determinazione. Di sicuro voleva che il tutto fosse veloce e indolore. Rose ridacchiò tra sé e lo salutò quando si accorse che lui la stava guardando dal suo tavolo.
Scorpius scosse la testa ridendo. Come aveva fatto a finire in quella situazione? Maledetta Rose e maledetti i suoi occhioni convincenti. La guardò mentre rideva con le sue amiche. Sicuramente di lui e di quello che stava per fare. Ora o mai più, si disse Scorpius.

Si alzò e si puntò la bacchetta addosso borbottando l’incantesimo che gli aveva detto Rose il giorno prima. La nuca iniziò a solleticargli e i capelli iniziarono a crescergli fino alle spalle, assumendo un divertente color carota.
Gli studenti della Sala Grande iniziarono a guardarlo incuriositi. Proseguì togliendosi il mantello e rimanendo con un maglione dei pantaloni. Si puntò di nuovo la bacchetta addosso e subito fu immerso in una nuvola viola. Quando questa svanì, la fase uno della penitenza era completa.
Davanti agli occhi di tutti i presenti, Scorpius Malfoy aveva un adorabile caschetto biondo che gli incorniciava il viso, una camicia blu elettrico e dei deliziosi pantaloni argentati a zampa di elefante. Per completare il look in mano aveva un piccolo strumento musicale. Un triangolo.
Nessuno però si aspettava quello che avvenne poco dopo. Scorpius si schiarì la voce, si diede il La con il triangolo e iniziò ad intonare una canzone. Iniziò a battere il tempo con il piede, coperto da un paio di stivali a punta rossi di pelle e fece da lontano un occhiolino a Rose, indicandola con un dito.
Rose nascose la faccia tra le mani mentre le sue amiche scoppiavano a ridere.

You can dance, you can jive, having the time of your life 
See that girl, watch that scene, dig in the Dancing Queen 

Scorpius alzò le mani al cielo indicando una palla da discoteca che era appena scesa dal soffitto della Sala Grande.

Friday night and the lights are low 
Looking out for the place to go 
Where they play the right music, getting in the swing 
You come in to look for a king


Altro che vendetta, Scorpius Malfoy ci sapeva fare davvero. Chi l’avrebbe mai detto. Ecco perché aveva accettato senza farsi troppi problemi! Tutto lo studentato di Hogwarts lo guardava basito. Nessuno riusciva a credere che Malfoy, proprio quel Malfoy stava facendo quello spettacolino.

You come in to look for a king 
Anybody could be that guy 
Night is young and the music's high 
With a bit of rock music, everything is fine 
You're in the mood for a dance


Cantando si era spostato verso i tavoli dei Grifoni e mentre intonò And when you get the chance... fece suonare il triangolino che teneva in mano. L’intera Sala Grande scoppiò a ridere.

You are the Dancing Queen, young and sweet, only seventeen 
Dancing Queen, feel the beat from the tambourine 
You can dance, you can jive, having the time of your life 
See that girl, watch that scene, dig in the Dancing Queen 


Scorpius continuò a cantare a pieni polmoni. La cosa strana era che nessun professor l’aveva fermato. Tutto il corpo insegnante si stava godendo lo spettacolo. Alcuni stavano anche sogghignando sotto i baffi.

You're a teaser, you turn 'em on 
Scorpius si aprì la camicia e si girò verso il suo fan club. Rose scosse la testa. Sempre il solito.
Leave them burning and then you're gone 
Looking out for another, anyone will do 
You're in the mood for a dance 


Ormai aveva tutte le ragazze intorno che facevano il tifo per lui. Dal rendersi ridicolo, era diventato il solito sex symbol della situazione. Maledetto Malfoy.

And when you get the chance...
You are the Dancing Queen, young and sweet, only seventeen 
Dancing Queen, feel the beat from the tambourine 
You can dance, you can jive, having the time of your life 
See that girl, watch that scene, dig in the Dancing Queen 


Quando le ultime note della canzone si spensero, Scorpius fece un profondo inchino, afferrò un mazzo di fiori che qualcuno gli aveva lanciato e si rimise apposto. Si puntò la bacchetta addosso per ritornare come prima, ma non successe nulla.

Riprovò una seconda volta e ancora nulla. Una terza. Una quarta. Poi vide l’ombra di qualcuno dietro di lui e un profumo che ormai aveva imparato a riconoscere anche a distanza.

Rose.

Si girò e la vide che lo guardava divertita. “Cosa c’è, Malfoy? Non riesci a tornare come prima?”

La guardò sbigottito. Cosa stava succedendo?

“Sai, hai presente quando ieri ti ho offerto quella caramella?”

“Sì…” Si ricordava della caramella che Rose gli aveva dato con tanta gentilezza. Ora però la situazione iniziava ad insospettirlo.

“Beh, diciamo che non era una normale caramella. L’ho presa al negozio dello zio e si chiama “Caramella Attacchincantesimo Pro” e fa in modo che se ti fai un incantesimo di make up o comunque sull’aspetto, questo ti dura un po’ di più del dovuto.”

Rose non riusciva a parlare dal tanto che rideva.

“Quanto è “un po’ di più del dovuto”, Weasley?”

“Mmm… seufeiigionrni.” Biascicò Rose tra le risate.

“Come?” Scorpius sperava di non aver capito bene.

“Sette giorni, Malfoy. Sette lunghi giorni. E la cosa bella è che hai fatto anche l’incantesimo sui vestiti quindi sarai costretto ad indossarli per sette lunghissimi giorni.”

“Questa me la paghi, Weasley. Non erano questi i patti.”

“Pensi davvero che ti avrei rivelato tutto, Malfoy? E’ una penitenza. Solo la canzone era troppo poco per fartela pagare, non credi?”

Scorpius si alzò in piedi. “Come hai potuto? Sono stato anche troppo gentile ad accettare questa cosa e tu mi fai rendere ancora più ridicolo?”

“Povero Malfoy. Facile avere tutto programmato, no? E’ bene che inizi ad accettare la cosa perché dovrai rimanere conciato così per tutta la settimana. Ciao ciao! Ci vediamo dopo!”

Rose uscì dalla Sala Grande lanciando un’ultima occhiata a Scorpius e ridendo di gusto con le sue amiche.

Si accorse poi che sua cugina Lily era abbracciata a qualcuno.

Bene, bene. Lily ha un ragazzo? A Rose non piaceva spettegolare ma alla fine non poteva farne a meno. Si avvicinò per vedere chi era la conquista della cugina e notò un ragazzino abbastanza alto con i capelli neri. Le sembrava abbastanza familiare ma non riusciva bene a capire chi fosse. Rose continuò a osservarli da lontano quando il ragazzo finalmente si girò.

Steve.

Steve?

Il ragazzo era davvero Steve? Il fratello di John? Interessante. E anche molto sospettoso considerando quanto poco solo ieri Lily fosse interessata a lui.
Si avvicinò per sentire cosa si stessero dicendo.

“Dai Steve andiamo al ballo insieme! Ti prego ti prego ti prego ti prego!!!”
Mentre lo diceva abbracciava fortissimo Steve che sembrava piuttosto interdetto.

“Ehm Lily… ma sei sicura? L’altro giorno mi hai detto di no e ora cambi idea? Mi avevi detto che ci saresti andata con un altro ragazzo!”

“No, Steve. Non è vero. Io voglio solo teeee. Andiamo insieme al ballo.”

“Lily, non lo so. Sicura di stare bene? Non mi sembri molto in te.”

“Sono perfettamente in me. Ti prego Steveee!” Alla supplica abbinò un paio di occhioni da cucciolo di labrador e Steve non riuscì più a trovare delle obiezioni.

“Va bene, Lily. Andiamo insieme al ballo.”

“Oh, che bello. Ora andiamo a lezione dai.” Lo prese per mano e andarono verso i sotterranei.

Rose rimase a guardarli. Lily era molto strana. Non l’aveva mai vista così e poi aveva detto chiaramente che Steve non le interessava quindi perché questo cambiamento improvviso. Si vide una figura accanto. Charlie.

“Dove sta andando, Lily?”

“A lezione, immagino.”

“Mmm. E cosa ci fa con lei quel tizio?”

Com’è che tutti oggi si comportavano in modo strano?

“Non lo so, Charlie. Sto cercando di capirlo anche io. Ieri mi aveva detto che non le piaceva ma oggi…”

“Ho capito. Credi che le abbia fatto qualche incantesimo?”

“Come? Steve? No, non credo! Non capiva nemmeno lui quello che stava succedendo!”

Charlie si girò di scatto con faccia sorpresa.

“Davvero?”

“Già.”

“Allora non capisco proprio. Ieri mi aveva detto –“

“Ti aveva detto?” Da quando Lily e Charlie parlavano?

“Oh, niente, niente. Meglio che vada a lezione. Ciao Rose!”

“Ciao Charlie.”
 
I giorni prima del ballo passarono piuttosto veloci e presto la penitenza di Scorpius finì. Era stato parecchio divertente, soprattutto vedere come cercava di mantenere il suo solito nobile contegno quando tutti lo indicavano e gli ridevano in faccia.

Il Serpeverde non aveva parlato con Rose per tutti quei giorni, anzi! L’aveva letteralmente snobbata. Continuava a guardarla in cagnesco ma Rose gli aveva dato poco peso. Aveva altre cose a cui pensare, una fra tutti lo strano comportamento della sua cuginetta. Lily non si staccava un attimo da Steve e Rose aveva deciso che era meglio unirsi al gruppetto con una scusa. Almeno avrebbe potuto osservare il suo comportamento da più vicino.
Proprio per quel motivo, la mattina del ballo si trovava a fare colazione al tavolo dei Corvonero.

Era vicino a Francis, il ragazzo più silenzioso di quel gruppetto, ma anche quello che sembrava già maturo per i suoi 16 anni. L’aveva osservato in quei giorni e aveva notato quanto prendesse tempo prima di rispondere e quanto si notasse una certa cultura dietro le sue parole. Non certamente un livello da adolescente. La cosa era piuttosto interessante. A Rose piaceva incontrare persone nuove e con lati mai visti prima. Per questo, aveva iniziato a sedersi sempre vicino a lui e a fare conversazione.

“Quindi Francis, chi porterai al ballo stasera?”

Il ragazzo si asciugò la bocca e appoggiò il tovagliolo sul tavolo.

“Vedi quella ragazza laggiù?” Indicò un punto lontano verso il tavolo dei Tassorosso. “Lei è Greta Darlain e le ho chiesto di venire al ballo con me 14 volte. Tutte in modo diverso. E sai qual è stata sempre la sua risposta?”

“Posso immaginarla.”

“Ecco. Sempre no. Io sinceramente non capisco. La cosa che mi consola è che ha detto no anche ad altri ragazzi che l’hanno invitata. Quindi diciamo che posso ancora sperare. Oggi ho intenzione di chiederglielo ancora e chissà che non sia la volta buona.”

“Ma che dolce che sei, Francis! Spero davvero ti dica di sì!”

“Ma io la conosco Greta! Se vuoi posso aiutarti nella causa, che ne dici?”

A parlare era stata Lily, stretta vicino al suo Steve, sebbene avesse 30 cm di spazio libero vicino a lei.

“Grazie mille, Lily, sarebbe davvero fantastico.” Francis le sorrise riconoscente.
In questi momenti Lily sembrava la vecchia Lily, ma nel giro di un attimo ritornava la Lily ossessionata da Steve.

Fortunatamente Steve non ne stava approfittando. Se l’avesse fatto, probabilmente avrebbe perso qualche facoltà motoria grazie a Rose.

“E tu Liam? Hai già una dama?”

Il ragazzo portava i capelli neri pettinati di tutto punto, niente nel suo aspetto faceva pensare alla parola disordinato.

“Io andrò con Amber, la mia compagna di pozioni.” Concluse la frase con una scrollata di spalle. Non ne sembrava molto contento. “E tu, Rose?”

“Io andrò in solitaria. Starò con i miei cugini.”

“Io invece starò con il mio Steve, per sempre. Vero, Steve?”

Steve venne preso alla sprovvista. “Ehm… Io… non…”

“Non cosa? Steve non puoi farmi andare al ballo da sola. Ti prego. Dobbiamo stare sempre insieme. Sempre.”

“Certo Lily. Non preoccuparti.”

Era così ogni santo giorno. Lily non era più lei, ma doveva capire cosa diavolo le fosse successo. Per Rose era davvero un mistero. Ne aveva parlato anche con i suoi cugini ma non riuscivano a capire da cosa derivasse quel brusco cambiamento.
Finirono di fare colazione e ognuno andò presso il proprio dormitorio nonostante i lamenti di Lily che non voleva lasciare il suo Steve.
 
Era un sabato di dicembre e fortunatamente le lezioni non erano in programma, così Rose decise di approfittarne per andare a fare una camminata intorno al castello. Poi sarebbe rientrata e si sarebbe preparata insieme alle sue amiche per il ballo.

L’aria che tirava era fredda, più che pungente. Rose si chiuse il mantello ancora più stretto ma non cambiò molto la situazione.

“Ehi, Weasley, giri tutta sola? Pensavo stessi sempre con i Corvonero ora!” Malfoy sbucò da dietro un albero, stava fumando una sigaretta magica, una di quelle che nascondevano l’odore di fumo e non erano nocive. Praticamente creavano solo dipendenza.

“Ebbene sì, Malfoy. E se non ti dispiace vorrei proseguire.”

“Weasley, Weasley, Weasley. Ma per chi mi hai preso? Pensi davvero che ti farò proseguire da sola con questo tempaccio che si avvicina? Sai che sono un gentleman!”

Rose lo guardò scettica. “Fai sul serio, Malfoy?”

“Rose, pensavo avessimo fatto pace, no?”

Rose ci pensò un po’ su. “Va bene, Scorpius, ma niente tiri mancini!”

Lui annuì e proseguirono in silenzio. Scorpius era alto, più dei suoi coetanei e averlo vicino dava quasi un senso di protezione. Rose non voleva pensarlo, ma ai pensieri non si può mettere un freno. Lo guardava di sottecchi e sapeva benissimo che lui se ne stava accorgendo, ma non poteva farne a meno. Scorpius

Malfoy era davvero bello e guardarlo era un piacere. Rose si ridestò e tentò di iniziare una conversazione.

“Quindi dove passerai queste vacanze? Verrai alla Tana?”

“E’ un invito per caso?” Ecco di nuovo il suo ghigno.

“No, te l’ho chiesto perché…”

“Lo so perché me lo hai chiesto. Comunque la risposta è sì. Verrò alla Tana qualche giorno intorno a Capodanno. Per il resto starò a casa con i miei e con la mia famiglia. Mio padre ci tiene. Ama il natale.”

Difficile immaginare Draco Malfoy con un maglione natalizio che cantava canti di natale e passava regali a Scorpius.
“Anche noi amiamo il Natale e staremo per la maggior parte del tempo alla tana, poi a casa.”

Scorpius annuì. “Sai che ti ho fatto un regalo? Ho pensato che ormai è come se fossimo amici, no? E agli amici si fanno i regali quindi il 25 mattina ci sarà anche il mio tra la mucchia che riceverai.”
Le aveva preso un regalo? Amici era una parola un po’ grossa per descrivere il loro rapporto. C’erano stati dei momenti tra di loro ma Rose ancora non sapeva come definire la loro relazione. Di sicuro non amicizia.

“Davvero? Ma io non ti ho preso nulla…”

“Non importa, Weasley, davvero.” Si girò verso di lei e sorrise. Rose sentì una stretta allo stomaco. Il sorriso spontaneo di Scorpius Malfoy era una di quelle cose che andrebbero incorniciate per non essere mai più dimenticate.

Pensa vederlo la mattina appena svegli…

Zitta.

Ok…

“Hai scoperto qualcosa su Lily quindi? Albus inizia a preoccuparsi. E sinceramente anche io, è come una sorellina per me.”

“No, purtroppo no. Io penso che le abbiano fatto un incantesimo ma non riesco a capire perché. Se domani le cose non sono cambiate bisognerà portarla in Infermeria. Sembra proprio innamorata di Steve! Ma Steve non ne sta approfittando, quindi deve esserci un altro motivo! Ma cosa?”

“Beh, stai passando molto tempo tra i Corvonero!”

“E quindi?”

“E se qualcuno ti volesse lì? Ci hai mai pensato? Magari è questo il motivo…”

Erano arrivati al castello e si stava avvicinando l’ora della preparazione così Rose approfittò del momento per tagliare la conversazione e andarsene.

Qualcosa in quello che aveva detto Scorpius poteva essere vero ma le aveva anche lasciato una strana sensazione. Non poteva davvero essere lei la motivazione di un incantesimo su sua cugina. O forse sì? E se tutto fosse collegato ai bigliettini che riceveva? C’era la stessa persona dietro?

Salì i gradini per la torre di Grifondoro a due a due, sperando di sbagliarsi e di riuscire a capire cosa stesse succedendo. Era anche per quel motivo che aveva deciso di andare da sola al ballo. Solo così sarebbe stata attenta a tutto. Nessuna distrazione.

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Capitolo 12
*** Il Profumo ***


CAPITOLO 12- IL BALLO DI HALLOWEEN
 
“Wow, Alice. Sei bellissima.” Sospirò Rose. “Anche io voglio essere bionda.”

“E io rossa come te.” Si sorrisero. “Comunque grazie. Questo vestito era di mia nonna, sai? Me lo ha dato mio papà. Una delle poche cose che ha tenuto dei suoi genitori dopo che sono morti l’anno scorso.”

I genitori di Neville Paciock erano morti insieme dopo aver combattuto una battaglia per più di 30 anni. Insieme erano stati colpiti e insieme se n’erano andati. Ed era giusto così.
“E’ davvero bellissimo, vintage!”

Alice fece una piroetta su stessa. Indossava un abito argenteo ricoperto di perline. Aveva un taglio anni 20, quindi con la vita bassa, uno di quei tagli che se non hai fisico di Alice Paciock non può sicuramente starti bene e a lei stava un incanto.

“Anche tu comunque Weasley non stai affatto male.”

“Dici eh?”

“Sì, Rose sei figa.”

Rose si era vestita da sirena, da Ariel per l’esattezza. Aveva messo un top viola e una gonna verde, due colori che contrastavano ma lei era stata in grado di scegliere due toni che stavano alla perfezione.

“Ma grazie, cara.”

“No, sul serio! Che fisico hai fatto su! Stai benissimo! Non che prima stessi male, eh! Però caspita!”

“Mi alleno 5 giorni su 7, se non si vedessero i risultati sarei anche un po’ incazzata!”

“In effetti.”

“Non immagini quanto sia bello aver perso quei kg di troppo e poter mettere tutto quello che ho sempre voluto mettere e sentirmi finalmente bella.”

Alice le sorrise. Non servivano parole.
 
Entrando in Sala Grande, Rose salutò le amiche e i rispettivi accompagnatori e si avvicinò al piccolo gruppetto dei cugini scoppiati. Tra di loro c’era, incredibilmente, anche Albus.

“Albus!!! Che ci fai qui?”

“E’ un ballo pubblico, Rose. Sono invitati tutti.”

Qualcosa non andava nel cugino. “Che c’è Albus? Dillo alla tua cugina preferita.”

“Niente, Rose. Non c’è niente che non vada.”

Ma Rose aveva già capito. Il cugino aveva l’opposto di niente infatti bastava seguire il suo sguardo e capire che quel niente aveva i capelli biondi e stava ballando nelle braccia di un altro.

“Su Albus, andiamo a ballare!”

“No, dai Rose non ne ho proprio voglia.”

“Eddaiiiii. Una ballatina allegra per tirarti su di morale.” Rose sporse il labbro inferiore in avanti. “Ti prego.”

“Va bene. Poi però torniamo qui, ok?”

Si incamminarono verso la pista da ballo, non prima di aver bevuto il famoso cocktail inventato dagli elfi per l’occasione, lo Zuccotto d’Oro, una mix rinfrescante a base di agrumi e di un ingrediente segreto che gli elfi non avevano voluto rivelare, ma probabilmente zucca, visto il nome. Negli anni dopo la guerra, quindi da quando Hermione Granger aveva fatto crescere il suo CREPA, gli elfi avevano iniziato a ricoprire veri e propri posti di lavoro e la stragrande maggioranza aveva voluto studiare più a fondo l’arte del cibo. In poche parole, tutti gli elfi del mondo magico a parte poche eccezioni, erano diventati dei grandi cuochi.

Rose era felice di essere al ballo, ma una vena di inquietudine la attraversava. A mezzanotte avrebbe incontrato la persona misteriosa che le mandava quelle lettere e chissà che forse non avrebbe anche scoperto la sua identità.

Non voleva dire nulla ai suoi cugini e nemmeno alle sue amiche. Avrebbe significato rovinare la serata a tutti ed era l’ultima cosa che Rose voleva. La mezzanotte era comunque ancora lontana e per ora era meglio godersi le ore che restavano prima dell’incontro in allegria.

Continuarono a ballare per un po’, poi Rose si spostò verso le sue amiche, momentaneamente senza accompagnatori.

“Aliiice, allora come sta andando con Wood?” le chiese Gracie mettendole un braccio intorno alla spalla.

“Molto bene, ragazze. Wood è proprio carino e gentile.”
“Noi vogliamo un altro tipo di dettagli. E lo sai bene, cara.” Sentenziò Susan incrociando le braccia.

Le altre annuirono d’accordo.

“Oddio, come siete. Non ci siamo baciati. E non credo lo faremo. E’ solo carino, ragazze ma non ho intenzione di approfondire.”

“Ma è Sam Wood, diamine!!!” Le tre si stavano mettendo le mani tra i capelli.

“SHHH! Lo so come si chiama, ma non mi piace in quel modo. Tutto qui.”

“E allora chi ti piace?” Le chiese Susan.

“Sì, chi ti piace?” fece eco Rose.

Alice le guardò di traverso e si allontanò per raggiungere Sam Wood in compagnia dei suoi amici.

“Ma vedete che fatica? Alice sa con chi vorrebbe stare ma non vuole ammetterlo!” Sospirò Rose.

“Già. Certo che però anche tuo cugino è un bel testone, eh! Basterebbe così poco!”

Sospirarono insieme. Albus era davvero un gran testone ma Rose sperava che prima o poi capisse cosa si stava perdendo.

“Dai andiamo a ballare!”

Passarono le ore a ballare e a mangiare. Rose ballò con tutti i suoi cugini e con qualche suo amico e per tutto il tempo si sentì osservata. Percepiva come due occhi che le bruciavano il corpo, uno sguardo che la seguiva ovunque andasse. Una sensazione davvero fastidiosa e parecchio inquietante. Ogni tanto si guardava in giro ma non vedeva nessuno. Era come se la persona in questione si nascondesse nell’ombra.

Era così presa e cercare nella sala che non si accorse della mano che si era posata sulla sua spalla.

“Ehi Weasley!”

“Ahh!”

“Oddio, Weasley, capisco che la mia bellezza superba possa colpire, ma addirittura urlare? Sono onorato, davvero.”

Rose incrociò le braccia

“Che vuoi, Malfoy?”

“Pensavo dovessimo osservare la gente insieme stasera e poi, se non sbaglio, mi devi anche un ballo.”

“Vedremo, Malfoy. Per la questione dell’osservare la gente, ci sto. Anche perché è tutta sera che mi sento osservata… magari tu noti qualcosa!”

Il volto di Scorpius cambiò subito espressione. “In che senso osservata?”

“Non lo so. Mi sento come seguita.” Rose si guardò intorno. Nessuno la stava guardando.

“Andiamo a metterci in un punto in cui nessuno può vederci e poi cerchiamo di osservare tutta la sala e capire chi sta cercando qualcuno.”

“Malfoy… è quasi un’idea geniale.”

Scorpius la guardò di traverso poi senza pensarci le prese mano e la fece acquattare.

“Che diavolo fai?” bisbigliò Rose.

“Non è che possiamo prendere e spostarci, ci vedrebbe, no? Dobbiamo fargli perdere le nostre tracce!”

“Sempre più astuto, Malfoy.”

“Dai andiamo dietro quella colonna.”

Si nascosero dietro la colonna e iniziarono a setacciare con lo sguardo tutta la Sala Grande.

Era impossibile capire chi stesse cercando chi, le persone erano davvero troppe.

Rose però era sicura che chi la stesse osservando, era la stessa persona che le mandava i messaggi. Guardò l’orologio e vide che erano le 11:50. Mancava poco all’incontro.

Si girò verso Scorpius e lo trovò intento a guardare ogni persona .

Era proprio carino.

“Scorpius?”

“Stavo pensando che potrebbe essere il momento in cui accetto il tuo invito per il ballo.”

Scorpius si girò di scatto, ancora non riusciva a mettere insieme le parole che aveva pronunciato Rose.

“O magari no.”

“No, no. Andiamo.”

E come in ogni momento romantico la musica allegra lasciò il posto ad un lento. Scorpius le offrì la mano e Rose non poté fare altro che accettarla e farsi portare sulla pista da ballo,
dove già altre coppie avevano iniziato a danzare.
 
What would I do without your smart mouth?
 Drawing me in, and you kicking me out
 You've got my head spinning, no kidding, I can't pin you down
 What's going on in that beautiful mind
 I'm on your magical mystery ride
 And I'm so dizzy, don't know what hit me, but I'll be alright
 
Rose appoggiò la testa sulla spalla di Scorpius e senza farsi notare inalò un po’ del suo profumo. Spero intimamente di non essere stata vista da nessuno.

My head's under water
 But I'm breathing fine
 You're crazy and I'm out of my mind
 
Scorpius la strinse a sè. Non stavano nemmeno ballando. Stavano solo ondeggiando. Era come se nessuno fosse più intorno a loro. Erano loro due il centro di tutto. Rose si rese conto di aver chiuso gli occhi. Mai nella vita si era sentita così rilassata e così a suo agio.
 
'Cause all of me
 Loves all of you
 Love your curves and all your edges
 All your perfect imperfections
 Give your all to me
 I'll give my all to you
 You're my end and my beginning
 Even when I lose I'm winning
 'Cause I give you all of me
 And you give me all of you, oh oh
 
Rose spostò la testa e guardò Scorpius.  Si sentiva stranamente protetta tra le braccia del ragazzo, lo stesso ragazzo che le aveva fatto passare degli anni infernali. Ma ormai era tutto nel passato. Lui era cambiato e l’aveva dimostrato più di una volta.
 
How many times do I have to tell you
Even when you're crying you're beautiful too
The world is beating you down, I'm around through every mood
You're my downfall, you're my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
I can't stop singing, it's ringing, in my head for you

 
Si stavano guardando, aspettando che l’uno o l’altra facesse la prima mossa. Poi un particolare catturò l’attenzione di Rose. Era quasi mezzanotte.
Doveva andare dalla persona misteriosa, subito!

“Scorpius, io… io devo andare.”

“Ma aspetta… finiamo almeno il ballo, no?”

Give me all of you

“Non posso. Devo andare. Davvero.”

Cards on the table, we're both showing hearts

“Rose…”

 Risking it all, though it's hard
 
Rose corse via e attraversò la porta della Sala Grande. Non sapeva dove doveva andare. La persona le aveva solo scritto “a mezzanotte” così rimase fuori dalla Sala guardandosi intorno. Non c’era nessuno.
Poi iniziò a sentire un sibilo nella testa, come un fischio che proveniva da lontano.

Ciao Rose. So che mi stai sentendo.”  La voce le stava parlando dentro la testa. Aveva già sentito parlare di questa cosa, erano stati i suoi genitori a dirglielo quando le avevano raccontato la battaglia di Hogwarts.

“Dove sei?”

“Puoi anche non parlare ad alta voce, mia cara.”

“Che diavolo mi hai fatto?!”

“Assolutamente nulla. Ho creato solo un contatto tra noi in modo che nessun altro possa sentirci. Durerà solo il tempo di questa chiacchierata, non preoccuparti.”

“Tu sei malato.”

Era difficile capire chi fosse. La voce era contraffatta, era acuta e stridula. Irriconoscibile. Chiunque fosse quella persona, sapeva il fatto suo. Doveva per forza essere qualcuno dell’ultimo anno, o del penultimo. Faceva degli incantesimi troppo complessi per qualcuno più piccolo ma Rose non riusciva a capire chi fosse.

“Così mi ferisci, Rose.”

“Che cosa vuoi da me?”

“Non voglio nulla da te. Io voglio te.”

“Mi sembra un po’ esigente dal momento che non ti ho mai incontrato.”

“Prima o poi lo faremo, Rose. Ci incontreremo e tu ti accorgerai che siamo esattamente uguali.”

“Ma cosa vuoi dire? Dimmi chi sei!”

“Prima dobbiamo mettere delle cose in chiaro. Una su tutte, non puoi ballare più con Scorpius, tantomeno parlarci. Chiaro?”

Rose scoppiò a ridere. “Beh, certo, uno sconosciuto mi dice di non parlare più con un mio amico e io non lo faccio. Se mi conoscessi bene come dici, sapresti come sono fatta.”

“Oh, lo so e per questo so che non metteresti mai in pericolo la vita dei tuoi amici.”

“Cosa vorresti dire?” La conversazione stava prendere una piega che a Rose non piaceva per nulla.

“Credo tu abbia capito. Non devi avvicinarti a Scorpius se no qualcuno si farà male.”

“Non puoi farlo davvero.” A Rose tremavano le mani dalla rabbia. Chi era questa persona che pensava di poter dettar legge nella sua vita?

“Certo che posso.”

Rose non rispose ma sentì una presenza che le si avvicinava dietro.

“I tuoi capelli sono così meravigliosi.”

Una mano le stava accarezzando la lunghezza dei capelli, e quel gesto così normale e intimo, la stava disgustando.

“Smettila.” Sibilò tra i denti.

“Non smetterò finché non mi dirai di sì.”

“Non ho nessuna intenzione di scendere a patti con te.”

“Benissimo, Rose. Ma vorrei farti presente quello che è successo a tua cugina. L’ossessione che ha per Steve è solo il primo passo, quello che non sai è che finirà per impazzire… e tu
non vuoi questo, vero?”


“Quindi sei stato tu! Lo sapevo che c’era di mezzo qualcosa di strano. Ma perché?”

“Il perché non è importante. Ora hai capito cosa posso fare. Sono potente, ricordalo.”

Questa persona era malata.  Lily non c’entrava nulla, eppure l’aveva praticamente colpita per causa sua.

“Devi lasciare in pace Lily. Elimina l’incantesimo che le hai fatto.”

“Rose, Rose, Rose… non si può eliminare così facilmente. Lily deve essere baciata dal suo vero amore per essere risvegliata, ma ahimè temo sia un po’ difficile che accada…”

Il suo vero amore? E come l’avrebbe trovato?

“Rose non siamo qui a parlare di Lily. Dobbiamo parlare di noi due.”

“Non c’è nessun noi due. Devi smetterla!”

“Non mentire, Rose. So che senti il legame che c’è tra di noi.”

Rose sentì la figura avvicinarsi a lei e afferrarle il polso.

“Vieni con me. Ti avevo promesso che mi sarei mostrato.”

“Non voglio venire con te. Vattene via.”

“Rose. Seguimi. E’ un ordine.”

Rose rimase immobile. Lo sentiva dietro di lei, la mano di lui ancora stretta intorno al suo polso e il fiato caldo sul collo. Era alto, almeno 10 cm più di lei ma non sembrava troppo fisicato, probabilmente con un incantesimo ben piazzato avrebbe potuto metterlo KO. Purtroppo Rose si rese conto che bloccandole il polso destro, le aveva anche impedito di prendere la bacchetta. Era fregata.

“Lasciami stare.”

“No. Devi fidarti di me. Poi mi ringrazierai.”

Non aveva vie di scampo poi, come se il cielo l’avesse ascoltata, vide due figure avvicinarsi. Doveva essere una coppietta che cercava una colonna dove nascondersi per finire la serata a pomiciare.

Più si avvicinava, più Rose si rendeva conto che la coppia era formata da non altri che Scorpius e Alice. Insieme?

“Rose? Oddio ti stavamo cercando ovunque! Sei scomparsa!”

E ora che poteva dirle?

“Sono uscita a prendere un po’ d’aria.”

“Certo.” Sentenziò Scorpius. Sapeva che era una bugia ma non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

“Rose, forza torniamo dentro. Qui c’è un’aria strana.”

“Sì, vi raggiungo tra un attimo.”

“No, Rose vieni ora.” Ribadì Scorpius.

“Ha detto che vi raggiunge.”

La voce aveva parlato e il sangue si gelò nelle vene di tutti e tre.

“Chi- chi ha parlato?” Balbettò Rose.

“E’ la persona che mi scrive. Mi ha detto di incontrarci a mezzanotte. Andate dentro, me la sbrigo io.”

“Ma dov’è?” Chiese Alice spaventata.

“E’ qui dietro di me. Voi andate, non preoccupatevi.”

“Rose… ma stai scherzando? Col cavolo che ti lasciamo qui! Fatti vedere, pazzoide, così ti diamo una bella lezione.” Scorpius brandì la bacchetta e iniziò a guardarsi intorno cercando
di capire dove fosse esattamente quella persona misteriosa.

“Rose… io ora me ne vado. Qui la situazione si sta facendo troppo pubblica. La prossima volta mi assicurerò che non avremo visite. Ti scriverò ancora e fino ad allora, ricorda la tua promessa. Sta lontana da Scorpius.”

E improvvisamente la figura scomparve.

“Dov’è? Dimmelo Rose!”

“Se n’è andato. Me lo ha appena detto. Mi parlava attraverso i miei pensieri. Ma non sono riuscita a capire in che modo. Ha detto che mi ricontatterà.”

“Oh, Rose, vieni qui.” Alice aprì le braccia e la avvolse in un abbraccio. “Quel viscidone non ti si avvicinerà più, te lo prometto.”

Mentre abbracciava Alice si girò verso Scorpius e gli sorrise. Era anche grazie a lui che Mr Pazzoide non le aveva fatto del male.

Mentre stavano per rientrare nella Sala Grande, si accorsero che delle voci concitate si stavano avvicinando. Altre persone stavano uscendo e quelle persone erano Lily, Steve e…
Charlie?

“Lily, ascoltami, non puoi stare con Steve.” Charlie sembrava disperato, con la cravatta allentata e la camicia fuori dai pantaloni. Sì, non si era proprio impegnato per i travestimenti di
Halloween.

“Perché no, Charlie? Vuoi stressarmi anche tu come uno dei miei fratelli?”

“No, io…”

“Vieni Steve. Andiamo fuori nel parco a fare una passeggiata. Mi sono stancata di stare qui ad ascoltare Zabini.” Lily prese per mano Steve ma la sua mano venne intercettata da Charlie che gliela prese e la trascinò vicino a sé.

“Lily, tu non capisci. Perché non ricordi? Perché non ti ricordi di noi?”

Rose e Alice si guardarono a bocca aperta e anche Steve e Scorpius non furono da meno. Alla faccia del colpo di scena!

“Quindi voi due… insomma… e Albus lo sa?”

“Ma cosa? DI cosa state parlando? Io con Zabini non ci ho mai nemmeno parlato! Ma cosa vuoi? Mollami!

“No, Lily, tu mi ami! Me lo dici ogni giorno, come hai fatto a dimenticarlo? Perché ti piace quel Corvonero? Così da un giorno all’altro! E’ impossibile… questa non sei tu!”
Steve cercò di ribattere ma capì subito che aveva poco senso.

“Ma… ma certo!” Esclamò Rose. “Baciala!!! Sì, Charlie, baciala. Fidati di me!”

Ovviamente Charlie non se lo fece ripetere due volte, prese il volto di Lily tra le mani e iniziò a baciarla, prima timidamente poi vedendo che non opponeva resistenza in modo più
profondo. Improvvisamente Lily e Charlie vennero circondati da un fumo rosso cremisi che nel giro di poco scomparve.

“Charlie? Cosa ci facciamo qui?”

Lily si guardò intorno. Aveva la faccia di una persona che si era svegliata da poco.

“E cosa ci fanno loro qui? Oddio ci hanno visto!”

“Lily non ti ricordi proprio nulla?”

“No, l’ultima cosa che ricordo è quando ho salutato Charlie ieri sera…”

“Era almeno una settimana fa Lily.”

“Oddio.” Si girò a guardare Charlie che le sorrise felice mentre lei aveva una faccia sconvolta. “E cos’è successo?”

“E’ successo che uno dei miei migliori amici si è appena baciato mia sorella.” Albus aveva appena parlato e probabilmente sentenziato la condanna a morte di Charlie.

“No, Albus, guarda che hai capito male.” Cercò di intervenire Rose con scarsi risultati. Albus era livido di rabbia.

“COME HAI OSATO! PENSAVO FOSSI MIO AMICO! TE NE SEI SOLO APPROFITTATO!!!”

“Ehi Al, calmati. Fa parlare Charlie.” Lo intimò Scorpius.

“No, non voglio ascoltare. Per me la nostra amicizia è finita.” E com’era apparso, sparì uscendo dal portone di ingresso.

“Vado io. Magari riesco a calmarlo.” Disse Alice, correndo poi verso l’uscita.

“Vedrai che tornerà in sé e sistemerete le cose.”

“Già, lo spero. Almeno Lily ora sta bene. Andiamo a fare un giro così ti aggiorno su tutto?”

“Ok. Ma proprio tutto, eh!”

Charlie la prese per mano e iniziarono a scendere verso i sotterranei.

Erano rimasti Steve, Rose e Scorpius, un trio piuttosto strano cosa che notò presto il Corvonero che decise di salutarli e ritornare in Sala Grande.

“Quindi…”

“Quindi…”

“Mi è piaciuto ballare con te, Weasley.”

“Anche a me è piaciuto ballare con te, Malfoy.”

“Pensi si possa fare una seconda volta?”

“Mi stai chiedendo di uscire per caso?”

Le gote di Scorpius si tinsero di rosa. Era raffinato anche nell’arrossire, incredibile.

“Ti sto chiedendo di conoscerci, non come Malfoy e Weasley, ma come Rose e Scorpius. Che ne dici?”

Rose non sapeva cosa rispondergli. Scorpius le faceva di queste proposte proprio ora che Mr. Pazzoide le aveva proibito di stargli accanto. Ma come poteva negare l’attrazione che c’era tra di loro? Come poteva mettere un freno agli ormoni galoppanti della diciassettenne qual era e soprattutto come faceva a dire di no al sorriso imbarazzato e speranzoso del ragazzo più bello di Hogwarts?

“Va bene. Ma deve rimanere una cosa discreta. Ci stai?”

“Ci sto.”

Rimasero a guardarsi sorridendo per un po’ poi Scorpius le prese una mano e se la portò sulla guancia, baciandole il palmo.
Rose rimase imbambolata con la mano poggiata sulla guancia del ragazzo, aspettando la mossa successiva che non tardò ad arrivare. Scorpius la spinse contro la colonna e appoggiò il suo corpo contro quello di Rose. Aderivano completamente. Poi lentamente fece scorrere una mano lungo un fianco e con l’altra le prese la nuca. In un attimo si stavano baciando e tutto sembrava un deja vu bellissimo. I baci passati, quello presente e anche quelli futuri. Rose non capiva, voleva solo non finisse più. Le lingue danzavano insieme, in un ritmo lento, assaporandosi e conoscendosi, questa volta non di fretta come le altre, questa volta con tutto il tempo del mondo davanti.

Poi Scorpius spostò le due mani sulle cosce di Rose e con una spinta la prese in braccio, le gambe di lei intorno alla vita di lui, le loro risate sussurrate e i baci che continuavano, non solo più sulla bocca, ma sul naso, le guance, il mento, gli occhi.

Erano così felici e persi nel loro mondo che non si accorsero delle due persone che stavano rientrando mano nella mano dal parco della scuola.
 
Circa un’oretta o due più tardi, Rose tornò al suo dormitorio, ancora confusa da tutto quello che era accaduto e con una felicità addosso come non se la sentiva da anni.
Si era svestita, messa il pigiama e poi era andata sotto le coperte del letto a baldacchino.
Stava per lasciarsi andare e addormentarsi quando qualcosa la colpì.
Mr. Pazzoide non aveva considerato una cosa importante. Poteva rendersi invisibile e camuffare la sua voce, ma non poteva nascondere il suo profumo. Era infatti un profumo quello che aveva sentito quando quella persona le si era avvicinata. A pensarci bene era un profumo che aveva già sentito altre volte.  Un profumo maschile, pungente e non propriamente piacevole come altri profumi che aveva sentito.
Era strano come un piccolo dettaglio possa rendere una persona così riconoscibile. Eppure…  eppure Rose non riusciva a capire chi fosse. Che l’avesse sentito durante il ballo?

No.

Era qualcosa che aveva sentito prima.

Ma quando?

Ciao a tutti!!! Finisco sempre dei mini colpi di scena per farmi odiare hahaha scherzo, ovviamente! Spero vi sia piaciuto!!!
Avete qualche idea su chi possa essere Mr X? E di Rose e Scorpius che pensate?
A presto con il nuovo capitolo di AIPI (acronimo fa così cool xD)! Baci, JJ

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Capitolo 13
*** Guferia E Viaggi in Scopa ***


CAPITOLO 13 - GUFERIA E VIAGGI IN SCOPA
Ciao a tutti! Eccomi qua! Mi dispiace essere mancata per tanto tempo ma... mi sono trasferita in Scozia!!! O_O Quindi tra una cosa e l'altra ho avuto poco tempo!!!
Spero possiate perdonarmi !!! E ora vi lascio al capitolo!! :D

“Quindi dov’eri sparita ieri sera?” domandò Alice sorniona.

Rose cercò di mantenersi composta mentre le immagini della sua serata con Scorpius le tornavano alla mente.

“N-non so proprio a cosa tu ti riferisca. Piuttosto tu” la indicò con fare accusatorio “dove sei stata. Dopo che hai seguito Albus non sei tornata più.”

Alice fece una faccia oltraggiata. “Ma guardate come gira bene la frittata la signorina SonoStataInCompagniaDiScorpiusTuttaNotteAFare-“

Rose le saltò addosso e le mise una mano sulla bocca. “Zitta Alice!”

Rose sentì qualcosa di viscido bagnarle la mano e la tirò via di scatto. “Mi hai davvero leccato la mano?” Alice le fece un sorrisino. “Ma quanti anni hai?”

“Cinque.” Le rispose Alice facendole una pernacchia.

“Lo sai vero che tu puoi essere brava a mantenere i segreti ma il mio caro cuginetto no e alla prima ansia crolla subito. Lo sai vero, mia cara piccola Alice?”

Alice e Rose si guardarono per qualche secondo sfidandosi. Una delle due sarebbe crollata, ma quel giorno, purtroppo per Alice, non sarebbe stata di certo la rossa.
“E va bene!!!” Alice buttò in aria le mani. “Adesso ti racconto tutto.”

“Nei dettagli, ma non troppo.”

“Non ti preoccupare. Non è accaduto nulla di che. Praticamente dopo che se n’è andato per Lily e Charlie, l’ho seguito e ho cercato di calmarlo. C’era davvero rimasto male. Così niente, una cosa tira l’altra e ci siamo baciati.”

“No!”

“Sì. Però dopo siamo tornati nelle nostre Sala Comuni senza dirci nulla quindi non so esattamente come siamo rimasti e sinceramente aspetto che sia lui a venirmi a dire qualcosa.”

“Aspetti veramente che mio cugino venga a dirti qualcosa? Hai presente com’è fatto?”

“Sì, Rose però non è che può fare sempre così quindi ora sta a lui.”

Si girarono entrambe verso il tavolo dei Serpeverde e notarono che anche Scorpius e Albus stavano confabulando tra di loro.

***
“Ma dici sul serio?”

“Te lo giuro, Scorpius. Dico sul serio.”

Si guardarono intensamente.

“Non ci credo che hai trovato due Cioccorane attaccate. I pacchetti sono singoli.” Rispose Scorpius mentre si tagliava un pezzo di bacon in modo molto elegante e composto.

“Non vuol dire nulla. Anche a mio zio Ron è capitato una volta, l’ho visto con i miei occhi. E’ stato argomento di conversazione per mesi.”

Restarono in silenzio.

“Ma dimmi un po’… ieri dov’eri finito insieme ad Alice?”

“Al parco.”

“A fare?”

“Parlare.”

“Albus, cavolo vuoi darmi una risposta chiara!”

“Scorp, ci siamo baciati ma ora come ora non so cosa fare. Non so nemmeno se parlarle.  Forse è meglio se aspetto che faccia lei qualcosa, no?”

“Sì forse è meglio dai.”

“Dici?”

“Sì, così rimarrete a non parlarvi per mesi visto che siete entrambi due testoni.”

“Ah sì? E tu con mia cugina? Cosa pensi che non mi sia accorto che anche tu eri tornato da poco in dormitorio? Eh Scorp, cosa hai fatto con la mia cuginetta?”

“Senti Al, non so se tu voglia davvero saperlo.”

“Scorp… guarda che è come se stessi parlando di mia sorella.” Lo ammonì l’amico.

“Al, non ti preoccupare, nulla che tu non abbia fatto con Alice.”

“Me lo farò bastare anche se la cosa non mi consola.”

“Però per ora preferiamo non farlo sapere in giro. Quindi vedi di non dirlo ai tuoi cugini e a nessun altro.”

“Conta su di me.”

Scorpius lo guardò scettico. Sperava che l’amico non avesse ereditato troppo dal lato pettegolo della sua famiglia. Il lato Weasley ovviamente.

***
La fine delle lezioni arrivò presto quel giorno e mentre tutti gli studenti si stavano recando presso le rispettive Sale Comuni per andare a preparasi per la cena, Rose decise di fare una capatina in Guferia.
Era da qualche giorno che non scriveva ai suoi genitori e prima che sua madre mandasse gli Auror a cercarla, era meglio farsi sentire.

Tirò fuori la pergamena dalla sua borsa e iniziò a scrivere, aggiornandoli soprattutto sul ballo e sulle lezioni che stava seguendo. Era così immersa nella scrittura che non si accorse dell’altra figura che aveva varcato l’ingresso e si stava dirigendo verso di lei.

Un ciuffo di capelli le cadde davanti ma nella foga della scrittura non se ne accorse. Poi improvvisamente una mano che non era la sua glieli spostò e glieli mise dietro l’orecchio, accompagnando il gesto con un bacio sulla guancia.

Rose si girò di scatto e incontrò due occhi grigi che la guardavano divertiti.

“Malfoy!!! Mi hai fatto prendere uno spavento! Ma ti sembra arrivare così di soppiatto?!”
 
Scorpius fece il girò del tavolo e si mise davanti a lei.


“Ehi Weasley, non pensavo ti scaldassi per così poco.”

Rose lo guardò male.

“Malfoy puoi andare che devo finire di scrivere? Mi stai facendo perdere tempo.”

Scorpius si mise una mano sul cuore. “Così mi ferisci però. Ero venuto fin qua per stare con te.”

Scorpius cercò di intenerirla facendo una faccina buffa e coccolosa ma Rose rimase imperterrita.

“Non mi incanti, Malfoy.”

“Va bene Weasley, rimarrò qui in silenzio finché non avrai finito poi però dobbiamo parlare.”

Rose si rimise a scrivere, e per tutti i minuti successivi si sentì addosso gli occhi insistenti del biondo. Quando mise l’ultimo punto, piegò la pergamena e la imbustò. Si diresse verso uno dei gufi della scuola e fece partire la missiva.

“Ecco ora sono pronta per-“
Ma non riuscì a finire la frase perché delle labbre si posarono sulle sue. Scorpius la avvolse con le sue braccia e la spinse contro il muro. All’inizio Rose cercò di divincolarsi ma poi si abbandonò al bacio.
Tornarono le stesse sensazioni della sera prima, ma ora era più lucida e la paura di essere visti le impedì di rilassarsi al 100%.

Le labbra di Scorpius erano una droga che non voleva smettere di prendere, così decise e volitive nei momenti che facevano sentire Rose la ragazza più desiderata al mondo. I baci si spostarono sul collo e una mano di Scorpius si spostò sul suo fianco stringendola ancora di più a sé. Ora riusciva a capire che si stava divertendo anche lui. Brividi di piacere iniziarono a irradiarsi nel corpo di Rose e non riusciva più a capire se era ancora in Guferia o in un qualche universo parallelo.

Non devi avvicinarti a Scorpius se no qualcuno si farà male.

Le parole della persona misteriosa ritornarono prepotenti alla memoria. Non potevano esser visti insieme. Non poteva rischiare che qualcuno si facesse male per colpa sua.

“Scorp.” Lo chiamò piano Rose mentre lui risaliva il collo e si avvicinava nuovamente alle sue labbra.

“Scorp.” Scorpius non dava segni di aver sentito.

“MALFOY!”

Il ragazzo si allontanò di scatto. “Cosa c’è Rose?”
“Dobbiamo fare attenzione. Qualcuno potrebbe vederci.”

“Ieri non ti facevi tutti questi problemi mi sembra.” Le rispose Scorpius sornione mentre si riavvicinava a lei e le prendeva il volto tra le mani.

“La voce mi ha detto di starti lontana se no qualcuno si sarebbe fatto male.”

“E tu gli credi? E’ solo ossessionata da te, Rose. Non arriverebbe davvero a tanto.”

“Hai visto cosa ha fatto a Lily! E’ stato per mettermi in guardia. Non posso rischiare di mettere in pericolo qualcuno a cui tengo.”

“Anche io quindi sono compreso tra le persone a cui tieni?” Disse il biondo cercando di riprendere l’azione dove l’avevano lasciata.

“Ma certo! Ma non capisci la gravità della situazione.”

“Rose-“

“E’ pericoloso e non voglio essere la causa di-“

“Rose. Ascoltami. Lo so che è pericoloso ma ora come ora non mi interessa. Voglio solo stare con te.” Scorpius fece un sorriso sghembo e Rose sentì una fitta allo stomaco. Scorpius Malfoy era davvero bello.

“Va bene. Ma ad una condizione. Non dobbiamo farci scoprire, ci vedremo di nascosto finché questa storia non finirà. D’accordo?” Rose tese la mano.

Scorpius studiò il volto della ragazza per qualche secondo. Se questo era l’unico modo per stare con la Weasley allora avrebbe accettato.

“D’accordo.” Le strinse la mano poi la tirò a sé e catturò le sue labbra. “ma stiamo ancora così per due minuti” Le sussurrò vicino al volto.

“Ok.”
 
Dopo molto più di due minuti i due ragazzi si salutarono di fronte alla Guferia.

“Possiamo vederci stasera dopo cena?” le chiese Scorpius sorridendo.

“No, devo dare ripetizioni a Steve, Liam e Francis. Gliel’ho promesso.“

“Non puoi non farlo?”

“No che non posso Scorpius. Ci vediamo domani, va bene?”

“Va bene.”
Si salutarono e Rose iniziò a scendere le scale per dirigersi verso la Sala Grande e incontrarsi con le sue amiche.
Le dispiaceva aver lasciato Scorpius in quel modo brusco ma aveva davvero paura che qualcuno potesse vederli e non volevo rischiare di mettere qualcun altro in pericolo dopo sua cugina Lily. Sperava solo che l’idea di vedersi di nascosto funzionasse. Ora che finalmente lei e Scorpius si frequentavano, non voleva perdere tutto. Mentre si avvicinava al tavolo dei Grifondoro scorse sua cugina Lily al tavolo delle Serpi vicino a Charlie. Lei che mangiava come una camionista e lui che la guardava ammirato e innamorato. Poteva esserci una cosa più bella? Sorrise tra sé e si sedette vicino ad Alice che stava borbottando frasi sconnesse.

“Ehi Alice. Che c’è?”

“Oh eccola finalmente. Finalmente qualcuno che mi viene a cercare. Da quando Grace si è fidanzata non si vede più, sta sempre con quella serpe là. Susan ha sempre la testa tra le nuvole e non mi ascolta poi tu che scompari e chissà dove vai! E io con chi parlo, diamine?”
Susan alzò la testa un attimo e la ripiegò subito sospirando in modo sconsolato.

“Ma che le succede?”

“Non lo so, non mi ascolta. E’ nel suo mondo.” Rispose Alice dando dei piccoli colpi sulla schiena dell’amica.

“Quando sarà pronta ce lo dirà, sai che fa sempre così.”

“Ma sì dai, hai ragione.”

“Ma veniamo a noi. Cosa ti è successo, Alice?”

Alice si guardò in giro con fare sospetto e piano piano si avvicinò all’amica.

“Ho parlato con tuo cugino.”

“No, non mi dire.”

“Sì, ma è capitato per caso. Sai che seguiamo entrambi Cura delle Creature Magiche, no? Ecco, Hagrid ci ha messo in coppia e ci siamo ritrovati a parlare per forza di quello che è successo ieri sera.”

“E’ stato tanto traumatico?” Le domandò Rose cercando di restare seria.
“No, dai, però tuo cugino continuava a girarci intorno e non arrivava mai al punto. Quindi alla fine ho preso, come al solito, in mano io la situazione e…”

Alice temporeggiò.

“E? Non lasciarmi sulle spine!!!”

“E niente abbiamo deciso di vederci ma vogliamo mantenere tutto nascosto, non vogliamo assolutamente che si sappia in giro. Lo sai solo tu e ovviamente lo saprà anche Scorpius tra poco.”

“Oddio che bello! Sono davvero felice per voi!” Rose lanciò le braccia intorno al collo dell’amica. “Sapevo che prima o poi sarebbe successo.”

“Sì, sì, va bene ma ora basta che poi attiriamo l’attenzione.” Alice si districò dall’abbraccio di Rose e si servì di un paio di cosce di pollo al forno.

Rose si girò verso il cugino e si accorse che anche lui stava raccontando qualcosa a Scorpius ed era ovviamente diventato rosso peperone.

“Tu invece con Malfoy? Non dirmi che hai fatto tardi perché ti sei messa a guardare le stelle perché tanto non ci credo.”

“No, diciamo che ho avuto una visita a sorpresa mentre ero in Guferia e abbiamo più o meno deciso la stessa cosa che avete deciso voi. Però non so se stiamo insieme in modo ufficiale.”

“Perché no, scusa?”

“Beh, non è che mi ha chiesto di diventare la sua ragazza, per ora ci stiamo solo frequentando diciamo.”

“Mmm capisco… quindi secondo te c’è differenza tra frequentarsi ed essere fidanzati?”

Rose ci pensò un po’ su. “Direi di sì… diciamo che ci frequentiamo è una cosa più libera, no?”

Alice la guardò in modo strano. “Più libera in che senso? Che ti va bene se esce con delle altre persone? Io non voglio che Al esce con delle altre ragazze.”

“Ma no, non in quel senso… è solo che è… più libero.”

Non sapeva nemmeno Rose la differenza tra le due cose, ma nella sua testa erano due cose diverse.

“Quindi per te Al mi ha chiesto di frequentarci perché vuole vedersi con altre ragazze?”

Alice si girò a cercare Albus con lo sguardo e lo trovò che stava ridendo con due compagne di Serpeverde.

“Dai Alice, non ci pensare ha sempre fatto così, sai che non è uno che fa il provolone con le altre.”

Alice rimase un altro attimo a guardarlo poi si girò.

“Mmm, va bene. Passami le patate arrosto va’.”

***

“Oddio Albus sei troppo divertente.” Cinguettò Moira, quarto anno di Serpeverde.

“Eh sì, è divertentissimo.” Proclamò Scorpius.

“Salvami Scorp.” Gli disse piano Albus girandosi verso di lui.

“Ma ora ve lo devo rubare perché mi deve spiegare un’importante tattica di Quidditch.”

“Uff, va bene.”
Albus si girò e ringraziò l’amico. “Quando iniziano poi non si staccano più.”

“E’ perché sei famoso, amico.”

“Sì, va bene. Comunque ti stavo dicendo che non so cosa fare con Alice.”

“In che senso? Non vi siete messi insieme?”

“No… o forse sì. Io non gliel’ho chiesto esplicitamente.”

“Allora vi state solo frequentando.”

“Ma che vuol dire? E’ la stessa cosa.”

“No, Al. E’ meno impegnativo.”

“Quindi anche tu ti stai solo frequentando con Rose.”

Scorpius sbarrò gli occhi.

“Quindi nemmeno voi.”

Entrambi guardarono verso le ragazze e sospirarono. Perché non filava mai liscio nulla?

***
“Grazie mille Rose, sei stata gentilissima a volerci aiutare.”

“Ma figurati Steve! Così ripasso anche io per i M.A.G.O., no?”

I quattro entrarono in biblioteca e si sedettero intorno a un tavolo appartato.

“Bene quindi da dove volete iniziare il ripasso?”

“E’ Liam quello che ha più bisogno quindi…”

Rose si girò verso il ragazzo e gli sorrise gentile. “Dimmi Liam!”

“Allora sì… ecco… io…” Il ragazzo diventò rosso peperone.

“Lui non sa fare gli incantesimi di Trasfigurazione e poi ha preso T nella pozione Polisucco.” ---- prese la parola.

“Anche io avevo avuto problemi con quelli! Ma il trucco per farli venire bene e agitare bene il polso. La riuscita degli incantesimi è tutta lì infatti! Fare bene il movimento. Guarda ti faccio vedere.” Rose prese la sua bacchetta e la agitò elegantemente. Una matita si trasformò improvvisamente in una mazza da baseball.

I tre rimasero stupefatti e iniziarono a provare anche loro.

“No, Liam muovi in modo troppo veloce il polso, l’incantesimo deve essere accompagnato.” Rose appoggiò la sua mano sopra quella del ragazzo e gli fece vedere come fare il movimento. “Hai capito?”

“S-sì, grazie.” Dopo il quinto tentativo anche Liam riuscì a trasformare il suo astuccio in un criceto.

“E poi la pozione Polisucco avete detto?”

“Sì, nemmeno noi siamo andati benissimo, ci sono dei passaggi un po’ difficili.”

Passarono l’ora successiva a esercitarsi su Pozioni e Trasfigurazione fino a quando Madama Pince non venne a dire loro che la Biblioteca stava chiudendo.

“Dai ragazzi, ci vediamo prossima settimana allora, va bene?”

“Ok, Rose! Grazie mille!”

Rose salutò i tre Corvonero e si diresse verso la sua Sala Comune.

Appena attraversò il ritratto della Signora Grassa sentì le urla di una voce che sembrava stranamente familiare.

“NON PUOI SBACIUCCHIARTI CON LUI, LILY!!!”

“E PERCHE’ NO?”

“PERCHE’ QUELLA E’ LA SALA COMUNE DEI SERPEVERDE E TU NON PUOI FARLO!!!”

“ALBUS MA TI SENTI QUANDO PARLI?”

“Albus che succede? Perché stai stressando Lily?” Intervenì Alice scendendo dal dormitorio femminile.

“Stanne fuori. Non sono affari che ti riguardano.”

Alice lo guardò male e disse solo 
“Ho capito.”

Poi si girò e iniziò a tornare nel dormitorio.

Albus si girò verso la sorella per continuare la ramanzina ma lei lo bloccò.

“Perché non ti preoccupi della tua vita sentimentale invece della mia? Mi sembra che tu ne abbia più bisogno.”

E detto questo andò a letto, lasciando un Albus confuso e piuttosto arrabbiato verso l’intero genere umano. “Se anche tu Rose mi dici qualcosa, ti giuro che ti mangio.”

“Non ti preoccupare cuginetto, te ne hanno già dette abbastanza.” Rose gli diede una pacca sulla spalla e raggiunse Alice nel dormitorio. Sapeva che Lily sarebbe stata consolata dalle sue amiche e ormai i battibecchi tra i due fratelli erano all’ordine del giorno.

“Rose hai visto tuo cugino come fa? Non lo sopporto!”

Rose la raggiunse sul letto e si sedette vicino a lei. “Mia piccola dolce Alice, Albus è fatto così. Vedrai che a mente fredda ragionerà meglio e verrà in ginocchio da te e da Lily a chiedervi scusa.”

“Ma non può fare sempre così.”

“Hai ragione, ma lui è uguale a mio papà quindi c’è poco da fare. Deve convincersi lui che è nel torto.”

“Va bene Rose.”

Si prepararono per andare a letto e spensero le luci. Proprio nel momento esatto in cui Rose aveva finalmente trovato la posizione giusta per dormire, qualcosa picchiettò alla finestra.

Tic tic

Tic tic

“Rose? Che cavolo è?” Chiese Grace dal suo letto in fondo al dormitorio.

“Non lo so, vai a vedere, no?”

“No, vai tu.”

“No.”

“Perché non va Susan?”

Nessuna risposta.

“Sai che Susan dorme alla grande.”

“Vado io va bene!!!” Sbottò Alice, stanca di essere il battibecco delle amiche.

Si mise le ciabatte a forma di Puffola Pigmea, regalo da parte di Susan di due Natali prima, e si diresse verso la finestra.

Tic tic

“Se è ancora Sebastian che ti manda letterine d’amore nel cuore della notte, Grace, ti giuro che- “

“Ciao Alice.”

“Albus?”

Rose si tirò dal letto e si sporse per vedere cosa stava succedendo. Vicino al bordo della finestra, fluttuante sulla sua scopa, c’era Albus Potter.

“Che ci fai qui?”

“Volevo parlarti.”

Alice incrociò le braccia e gli girò le spalle.

“Non ho niente da dirti.”

“Ma io sì, ti prego. Vieni con me.”

Alice non gli rispose.
“Alice, per favore. Mi dispiace per prima non volevo parlarti così.

Alice pian piano si girò e i due si guardarono. Albus le sorrise ma lei rimase di marmo.

“Stiamo fuori poco. Davvero.”

Alice iniziò a togliersi le ciabatte pelose e rosa e si avvicinò al suo letto.

Rose si accorse che suo cugino stava per andarsene.

“Sarà meglio che guidi bene la scopa, Potter.”

Albus rialzò lo sguardo e si trovò Alice davanti. Si era messa le scarpe.

“Avevi dubbi, Paciock?”

Detto questo si sorrisero e Alice saltò sulla scopa di Albus. Rose e Grace si affacciarono alla finestra e li videro scomparire nella notte.

“Che cosa romantica…” commentò sospirando Grace.

“Albus è proprio dolce. Dici che stanno insieme?”

“Non lo so, Gracie, ma aspetta che Alice ti aggiorni su quello che è successo al ballo…”

“Cooosaaaa?”

“Forse non dovevo dirlo!”

E per evitare un interrogatorio da parte di Grace, Rose si catapultò a letto. “Buonanotte!”

“Ma non puoi fare così! Domani mi sentite entrambe!”

***

“E poi siamo andati vicino al lago e lì mi ha detto che gli dispiaceva e che non doveva rispondermi così ma era alterato per colpa di Charlie e Lily – questa cosa proprio non l’accetta, sapete? –
allora io gli ho detto che non deve fare così perché sua sorella è grande, ma sapete come fa, quindi abbiamo litigato ancora, ma poi non so come, né perché, ci siamo ritrovati uno sopra l’altro e ci siamo baciati. E tutto in un colpo, tutta l’arrabbiatura è scomparsa. PUF. Cavolo Rose, tuo cugino bacia troppo bene davvero.”

“Non lo volevo sapere, ma grazie lo stesso.” Commentò Rose mentre Grace e Susan ridacchiavano tra di loro.
Alice si girò velocemente a guardare Albus poi ritornò al racconto.

“E poi niente mi ha detto che però è meglio di non dirlo troppo in giro per ora. Sai che ha il suo fan club… diventerei il target di troppi scherzi e sinceramente mi piace vivere in questo alone di mistero per un po’.”

“Questa Alice innamorata e tutta unicorni e arcobaleni non riesco proprio a riconoscerla.” Sentenziò Grace che si avvicinò all’amica, la prese per le spalle e iniziò a scuoterla.

“Stai bene? Alice cosa ti succede? Sei ancora lì dentro?”

“Ma smettila!” Alice si alzò dal tavolo e salutò le amiche. “Vado a prendere i libri, ci vediamo a lezione.”

“Che carini! Non vedevo l’ora si mettessero insieme, Davvero.” Proclamò Susan mentre si tagliava elegantemente un’arancia.

“E a te come va con il Corvonero? Eri depressa per lui ieri?” le chiese Rose mentre si serviva di altri due pancake. Dopo avrebbe fatto un giro di corsa in più.

“Non si è fatto più sentire, capite?”

“No, davvero?”

“Non capisco cosa sia andato storto. Io mi sono divertita, ho parlato un sacco e lui sembrava interessato. Mi ha fatto ballare, abbiamo riso, scherzato, poi, non si è fatto più vedere.”

“Susie, ogni tanto i ragazzi fanno così. Non pensarci però se vuoi sapere cos’è successo, vallo a cercare e chiediglielo direttamente.”

“Tu la fai facile, Rose.”

“Susie, Rose ha ragione. Io con Sebastian faccio così. Gli chiedo le cose precise e dirette così non può girarci intorno.”

Susan ci pensò un po’ su.

“Adesso vedo cosa fare. Andiamo a lezione?”

 
Poco più in là, al tavolo dei Serpeverde, Albus e Scorpius stavano consumando la loro colazione. L’aria che tirava tra Albus e Charlie non era buona, infatti gli altri amici cercavano di tenerli
separati almeno ai pasti. Avevano deciso di non prendere parti, anche se tutti concordavano sul fatto che Albus stesse esagerando, quindi Charlie stava con Sebastian e Thomas mentre Albus stava con Scorpius. I loro amici avevano deciso di aspettare una settimana, poi se i due non avessero fatto pace, ci avrebbero pensato loro.

“E quindi dov’eri scomparso ieri sera?” Chiese Scorpius a Albus mentre si serviva di un’abbondante porzione di bacon.

“Prima sono andato da Lily a dirle cosa ne penso su di lei e Charlie.”

“Immagino l’abbia presa bene. Scommetto che aspettava di sentire la tua opinione, Al.”

Albus lo guardò di traverso.

“Poi mentre mi arrabbiavo con mia sorella, è arrivata Alice e diciamo che le ho risposto male.”

“Cavolo Al, ma perché voi due finite sempre per litigare?”

Albus si passò una mano tra i folti capelli neri, arruffandosi un po’ il ciuffo.

“Non lo so, ma stavolta sono riuscito a farmi perdonare subito.”

“No, non ci credo.”

“Credici invece perché sono andato al dormitorio femminile con la scopa e abbiamo fatto pace.”

Scoprius rimase a bocca aperta.
“Mi stai dicendo che sei andato a prenderla con la scopa?”

“Sì.”

“E lei è venuta?”

“Sì.”

“Al, non ti facevo così romantico sinceramente.”

Scorpius era allibito. “Ecco perché non tornavi più! Stavate festeggiando vecchio marpione.”

“No comment.”

Scorpius gli fece un sorrisino poi si girò verso il tavolo dei Grifondoro per cercare Rose ma non la trovò. Dopo che aveva capito quanto fosse pericolosa la persona che le mandava le lettere,
Scorpius cercava di stare sempre all’erta e quando si accorgeva che lei non era nella stanza, si preoccupava subito.
“Non ti preoccupare Scorp. Sono uscite prima. Per prima Alice poi le altre.”

Scorpius si girò verso Albus. “Ma come-“

“Pensi di essere l’unico che sta attento alle cose. Anche io sono preoccupato per Rose. E non dimenticarti che sta sempre con Alice quindi anche lei potrebbe essere in pericolo.”
Scorpius non aveva pensato a questo fatto. Ora capiva come doveva sentirsi Rose, preoccupata di non far rischiare nessuno di finire nel fuoco incrociato tra lei e il pazzoide.

“Comunque io e Alice abbiamo deciso di tenerlo nascosto per un po’ quindi non dirlo in giro.”
“Ok, cercherò di non farlo sapere al mio circolo di GossipAHogwarts.”

Albus lo guardò in tralice e Scorpius scoppiò a ridere. “Andiamo a lezione dai!”

***
Rose uscì dall’Aula di Pozioni e si diresse verso la seconda lezione della giornata. Stava per svoltare l’angolo quando qualcuno la prese per il braccio e la trascinò dietro ad una colonna.
“Ma che cav-“

“Ciao Weasley.”
Rose aveva il volto di Scorpius a due centimetri dal suo. Il cuore le batteva all’impazzata, qualcuno avrebbe potuto vederli, ma a vedere lui che sorrideva come un bambino a Natale tutte le preoccupazioni svanirono.

“Mi sei mancata.” Le sussurrò nell’orecchio, riempiendole istantaneamente di brividi.

“Davvero?”

“Sì.”

“Allora potevi venire anche tu a prendermi con la scopa ieri sera.”

Scorpius si allontanò di scatto. “Ehi, ma mi hai detto che avevi ripetizioni!”

Rose mantenne la faccia seria per qualche altro secondo ma poi gli scoppiò a ridere in faccia. “Scherzavo dai.”

“Weasley, puoi darmi un bacio così posso andare a lezione?”

“Ti serve per avere la carica?”

“Eh già.” Il serpe verde cercò di fare una faccia compassionevole.

“E va bene dai. Però chiudi gli occhi.” Scorpius obbedì. Rose gli prese allora il volto tra le mani e gli scoccò un bacio sul naso.

“Ehi Rose, ma dai però!”

Ma Rose era già filata via verso l’aula del secondo piano ridendo e salutando Scorpius con la mano.

Scorpius si toccò il naso, scosse la testa ridendo e si avviò anche lui alla seconda lezione del giorno.

Ecco qui ragazzi!!! Cosa ne pensate? Capitolo un po' di passaggio ma spero vi sia piaciuto!
Finisco di editare anche il prossimo e lo pubblico subito!!! Ci stiamo avvicinando alla fineeee ma ho già in mente due "spin off" quindi stay tuned!

Baci,
JJ

 

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Capitolo 14
*** Natale ***


CAPITOLO 14 - NATALE 
Ta daaaannnn!!! Capitolo lunghissimo a tema natalizio che per fortuna non ho aspettato dicembre per pubblicare! Spero vi piaccia!
Entro la fine della settimana spero di riuscire a scriverne un altro! *_*
Buona lettura!



UN MESE E MEZZO DOPO

Era dalla sera del ballo che Rose non aveva ricevute lettere. Questo voleva dire due cose: o la persona aspettava il momento giusto per agire o aveva smesso di stressarla. Certo era che un po’ più di tranquillità aleggiava nel cuore della ragazza, meno preoccupazioni e più divertimento soprattutto grazie alla presenza di Scorpius. Non immaginava che sarebbe stato così naturale stare insieme a lui, invece le attenzioni e le premure del ragazzo l’avevano positivamente colpita.
Le piaceva poi il fatto che la scuola ancora non lo sapesse, in questo modo riuscivano a viversi appieno, senza dover dare conto a nessuno.
Le sue amiche erano state delle tombe e fortunatamente i cugini, a parte Albus ovviamente, non si erano accorti di nulla.

Anche la storia tra Alice e Albus stava andando a gonfie vele. Ogni tanto bisticciavano ma poi Alice veniva prelevata da Albus dal dormitorio con la sua scopa e si faceva perdonare. Ormai era un rito tra di loro. Il motivo dei loro litigi era sostanzialmente uno: Sam Wood. Il compagno di squadra di Alice era ancora palesemente interessato a lei e cercava in ogni modo di conquistarla anche se riceveva sempre il due di picche. Nonostante questo, la situazione irritava parecchio Albus che lo vedeva come un rivale vero e proprio e appena si accorgeva di qualche interazione tra i due che gli sembrava un po’ troppo amichevole, se la prendeva subito con Alice.

Questo succedeva quindi regolarmente.

“Ciao ragazze.” Salutò Rose quella mattina di inizio vacanze natalizie. Sarebbero tornate tutte e quattro a casa per festeggiare con le rispettive famiglie e Rose non vedeva l’ora di andare alla Tana e incontrare tutti.

“Ciao Rose. Oggi si torna a casa, eh? Sei pronta per i manicaretti di nonna Molly?” Le chiese Grace, grande amante del cibo di Molly.

“Sì, non vedo l’ora.”

“Voi Alice venite da noi a Natale?”

“No quest’anno papà vuole andare in Islanda. Vuole andare a vedere una particolare pianta che muore ogni anno a Natale e poi si riprende e cambia colore.”

“Sembra interessante.”

“Lo spero. Mi perdo il Natale con voi per quella pianta quindi come minimo deve fare anche un balletto.”

Scoppiarono tutte a ridere. “Ma ad Al lo hai detto?”

“No, ancora no. L’ho scoperto solo a inizio settimana ma sai che abbiamo fatto pace solo ieri quindi non volevo rovinare il momento.”

 “Mi sembra giusto. Quindi glielo dici stamattina?”

“Sì, lo fermo prima che torni nei dormitori e glielo dico. Tanto comunque ci vedremo per la festa di Capodanno.”

“Ah ma allora se vieni a Capodanno!”

“Sì, sì. Non posso assolutamente perdere la festa più figa dell’anno!”

“Hai ragione.”

“Ma invece con Scorpius? Lui viene alla Tana per Natale?”

“Mi ha detto di sì. Però ancora deve avere la conferma dei suoi.”

“Ma che carini, i due piccioncini che si vedono per Natale e che non devono farsi scoprire dalla famiglia! Proprio come in un film.” Disse Grace mentre faceva gomito gomito a Rose. 

“Io e Sebastian invece andiamo nel suo rifugio sulle Alpi svizzere. Solo noi due senza genitori e faremo un sacco di -”

“Non farmi immaginare cose, Gracie, per favore, sto facendo colazione.” La bloccò subito Susan.
“Ma fammi finire! E faremo un sacco di sciate. Di sciate. Ecco.” Fece una pausa. “E probabilmente anche di altro.”
“Lo sapevo.” La guardò male Susan.
“Cosa credi che le due signorinelle qui non faranno le stesse cose con i due Serpeverde?”
Alice diventò improvvisamente rossa come un peperone. “Noi no assolutamente.”
“ALICE!” urlò Rose continuando poi a bassa voce. “L’avete fatto?”
“No!” Sussurrò forte. “Assolutamente no, non l’abbiamo fatto.”
Susan e Grace la guardarono sornione mentre Rose rimane scandalizzata con la bocca aperta. “Però avete fatto altro. Dicci la verità, Alice.”
“Io- noi… Non... Smettetela. Me ne vado. Albus è andato al dormitorio.”

“In verità Al è ancora seduto – Ciao Alice!” ormai Alice era uscita di gran fretta dalla Sala Grande.

“Ragazze, se voleva tenercelo nascosto non ha proprio usato la tattica migliore.” Si mise a ridere Grace mentre Rose continuava a guardare verso il tavolo dei Serpeverde. Albus si accorse di essere osservato dalla cugina perché si alzò e si diresse verso il tavolo dei Grifondoro.

“Che c’è Rose? Perché continui a guardarmi con quella facciamo sconvolta?”

“Tu- tu…  e Alice!”

“Che fate tu ed Alice quando la vieni a prendere con la scopa, eh Al?” gli chiese Susan alzando le sopracciglia.

“Noi… ma cos- dov’è Alice?” Anche Albus aveva raggiunto le stesse tonalità di Alice.

“Ha detto che eri andato al dormitorio e ti doveva parlare. Ma in realtà era solo in imbarazzo.”

“Ah ok. Allora vado a cercarla.”

Le tre guardarono il moro che si avviava verso l’uscita della Sala Grande. “Avete capito Alice? La nostra piccola Paciock si dà da fare!”

“Era da dire ragazze, dai! Quanta tensione sessuale c’è tra quei due? Quasi quanto quella tra Rose e Scorpius.” Sentenziò Grace guardando di sottecchi Rose.

“Come?” Sbottò la diretta interessata.

“Non far la gnorri, sappiamo che anche tu e Malfoy ci date dentro.”

“Vi sbagliate di grosso, care.”

“Se se.” Le risposero in coro Grace e Susan.

***

“Ma come non vieni a Natale?” Esclamò Albus sbattendo un piede per terra con un bambino. “Avevi detto che saresti venuta. E ora quando te lo do il regalo che ti ho fatto?”

“Dammelo ora, no?” Gli rispose Alice mettendogli le braccia intorno al collo.

Lui la strinse a sé e affondò il naso tra i suoi capelli. “No, ce l’ho alla tana.  Pensavo venissi quindi l’ho fatto mandare là.”

“L’hai fatto mandare? Ma che cos’è?”

“Poi vedrai.” Le sorrise vicino alle labbra e poi le diede un leggere bacio.

“In treno possiamo stare insieme?” Gli chiese Alice mentre gli posava delicati baci su tutto il viso.

“Non lo so, Alice e se qualcuno dovesse vederci? Non avevamo deciso di non farlo sapere?”

“Ma ormai stiamo insieme da quasi due mesi. Mi sembra di renderlo pubblico, no?”

“Dopo le vacanze, va bene?”

“Va bene. Ma sbrigati perché Sam è sempre più insistente. Mi ha anche invitato alla fest a di capodanno. Vuole che andiamo insieme. Io non sapevo cosa rispondergli.”

“E cosa gli hai detto?” Gli disse cupo Albus.

“Gli ho detto che avevo già preso impegni e ci sarei andata con Rose.”

“Ah ok.”

Rimasero abbracciati in silenzio per un po’ poi Albus di staccò. “Ora devo andare. Non ho ancora fatto i bagagli. Mi prometti però che ci sarai alla festa di Capodanno?”

“Ma non lo so, vediamo come si comporta una certa persona.”

Albus mise su il broncio. “Ehi!”

“Dai che scherzo, Al. Ora vado anche io. Ci vediamo tra una settimana.” Detto questo Alice corse via raggiungendo le sue amiche nel dormitorio.
 
***
 
“Quindi Al ci è rimasto tanto male?”

“Ma no dai, l’ha presa abbastanza bene.” Rispose Alice mentre cercava di chiudere il baule.
Susan comparve dal bagno e la guardò sorniona. “Non dovresti finire di dirci qualcosa, Paciock?”

“Assolutamente no. Non c’è niente da dire. Mi avete solo presa alla sprovvista.” Il rossore comparso sul viso di Alice lasciava però intendere il contrario.

“Ma sarà.”

“Ma quindi non ho capito, tu e Al state insieme o no?”
Rose si accorse che l’argomento che Grace aveva toccato non era proprio il preferito di Alice.

“Ci frequentiamo. Ma non stiamo insieme. Non ci vediamo ogni giorno, né ci scriviamo letterine romantiche. Abbiamo soprattutto dei momenti clandestini insieme in cui dobbiamo dirci tutto di fretta per non rischiare di essere scoperti.” Alice fece un sospiro stanco. “Albus continua a temporeggiare e a non voler rendere tutto ufficiale. Ha detto dopo le vacanze, ma che differenza fa se prima o dopo?”

“Pensi di fare qualcosa?” Le domandò Rose un po’ preoccupata. Lei e Scorpius avevano più o meno lo stesso problema. Si vedevano poco e di nascosto e ogni momento che passavano insieme sembrava durare sempre meno. La voglia di rendere tutto ufficiale era tanta ma aveva ancora paura che la persona che le aveva spedito quelle lettere la osservasse da lontano per aspettare un suo passo falso. Tra Alice e Albus invece era diverso e non capiva perché il ragazzo non volesse prendersi un impegno stabile.

“Aspetterò… come ho sempre fatto.”

Le tre amiche si guardarono preoccupate. Non pensavano che Alice stesse così male per quella situazione. Pensavano che a stare finalmente con Albus le cose si sarebbero sistemate, e invece sembrava tutto il contrario.

Finirono di fare i bauli e si avviarono verso l’uscita per andare verso Hogsmeade e prendere il treno per il rientro a casa.

Mentre stava per salire sul treno Rose notò Albus che stava parlando con Holly e altre due ragazze, una delle quali lo aveva preso a braccetto. Si girò verso Alice e si accorse che la ragazza aveva visto la stessa cosa ma stava facendo finta di niente.

“Andiamo dai.” Le disse l’amica mentre saliva sul treno e si metteva alla ricerca di uno scompartimento solo per loro. Dopo varie ricerche ne trovarono uno già riempito da Sebastian, Grace, Sam Wood, Lily e Charlie.

“Ehi ciao, possiamo sederci qui?” Chiese Alice al gruppetto.

Appena la vide Sam Wood si alzò in piedi e la trascinò a sedere vicino a lui. “Alice! Dov’eri finita! Stamattina non ti ho visto a fare colazione.”

“Ero andata a preparare i bagagli. Ma ero scesa, sei tu che ti svegli sempre tardi, Sam!”

“Se sapevo che saresti scesa presto, ti avrei raggiunto.”

Alice si limitò a sorridergli poi annunciò agli altri che si sarebbe fatta un pisolino.

Il resto del viaggio passò tra dormite e giocate a SparaSchiocco, qualche incursione di altri amici e tanti assaggi di dolci dal carrello. Ad un certo punto erano arrivati anche Albus e Scorpius a cercare Sebastian e Rose aveva notato che Albus aveva serrato la mascella quando aveva visto Alice e Sam vicini. Scorpius le aveva fatto un sorriso di nascosto e poi anche lui aveva notato la reazione di Albus. La loro incursione era stata però breve perché, prelevato Sebastian, si erano volatilizzati.

Arrivati a Londra recuperarono i bagagli e ognuno si diresse verso i proprio genitori. L’intero clan Weasley-Potter era lì ad aspettarli e Rose si fiondò subito tra le braccia di suo padre.

“Ciao genitori come state?”

“Ma guardala la mia bambina com’è diventata bella!” Disse Ron abbracciando più stretto Rose. “Vieni anche tu qui Hugo, non fare il timido.”

“No, grazie ma-“ Ma ormai anche lui era dentro l’abbraccio stritolatore di Ron Weasley. Il delizioso quadretto veniva ammirato da Hermione, che subito corse a farne parte anche lei.
Si sciolsero dall’abbraccio e Ron iniziò a raccontare loro come si sarebbero svolte quelle vacanze di Natale. Vigilia a casa, Natale alla Tana e Capodanno alla Festa dei Potter. Nessuna novità quindi.

Continuarono a parlare del più e del meno e dopo aver salutato il resto della famiglia si avviarono verso la loro auto per tornare finalmente a casa. Prima di salire sull’auto Rose si girò a cercare Scorpius. Non l’aveva visto per tutto il viaggio e lui non era andato nemmeno a salutarla. Lo vide che stava andando via con i suoi genitori. Si sarebbero visti sicuramente dopo Natale alla Tana, ma era una magra consolazione.

***

Rose sistemò la sua roba in camera e scese per la cena. Mentre faceva le scale che l’avrebbero portata nell’ampio soggiorno, si fermò a guardare i suoi genitori che battibeccavano amorevolmente in cucina. Suo padre continuava a voler assaggiare il sugo delle polpette di sua mamma e sua mamma cercava di bloccarlo, ovviamente senza risultati. “Ron smettila, il sugo lo mangi dopo.”

“Dai Mione per favore, fammene sentire un po’.”

“No, smettila.”

“Dai.”

“No.”

“Dai.”

“No, Ron. Vai ad apparecchiare, forza.”

“Va bene.” Ron sconsolato recuperò le cose necessarie per apparecchiare e andò in soggiorno. Rose ne approfittò per raggiungere la madre e fare due chiacchiere.

“Ehi Rose! Vieni qui a dirmi com’è il sugo. Fai in fretta però che non voglio che ti veda papà”

Le era mancata la routine di casa sua. Si sporse per assaggiare il sugo. Divino.

“Buonissimo mamma, come sempre.”

“Bene. Non mi fido di tuo padre per il cibo. Per lui è sempre tutto buono.”

“Quando lo fai certo, mia cara.” Disse Ron comparendo sulla porta della cucina. Hermione gli sorrise e iniziò a fare i piatti. A tavola si misero a parlare del più e del meno fino a quando Hugo non tirò fuori l’argomento delle lettere.

Rose lo fulminò con lo sguardo.

“Quindi ne hai ricevute altre, Rose?”

“Sì, ma non preoccupatevi è un mese e mezzo che non mi arriva nulla.” Cercò di rassicurarli fallendo miseramente.

“Rose, non vuol dire nulla. Può aspettare qualcosa, una molla che gli dia la carica e lo inviti a colpire.”

“Ascolta tua madre, Rose. Noi siamo esperti di psicopatici.”

Hermione lo guardò di traverso poi si rassegnò. “E’ vero… purtroppo.”


“Rose spiegaci bene quello che è successo da quest’estate. Dobbiamo avere tutti gli elementi per valutare bene la situazione. E poi se riesci anche a darci tutte le lettere che hai 
ricevuto… potremmo provare a capire se vengono da dentro il castello o se da qualcuno fuori.”

Rose iniziò a raccontare tutta la storia delle lettere fino all’ultimo episodio avvenuto la sera del ballo. L’ultima storia colpì particolarmente i suoi genitori soprattutto la parte dove il 
Pazzoide le aveva parlato nella testa.

“Questo è malato, Rose. Devi stare attenta, non è finita. E temo che sia qualcuno dentro il castello. Anzi, ne sono quasi sicuro.”

“Concordo con te, Ron. E’ qualcuno che la osserva d vicino.”

“Ma chi può essere?” Chiese Rose. I suoi genitori non la stavano per niente tranquillizzando.

“Tieni gli occhi aperti, tesoro. Prima o poi farà di sicuro un passo falso.” Sentenziò Ron.

“Entro il tuo ritorno a scuola ti sapremo dire di più su chi le ha spedite. Intanto, per ora, goditi queste vacanze.”

Rose passò il resto della serata cercando di allontanare i pensieri riguardanti quella persona. Verso le 11 salutò tutti e salì in camera per andare a dormire.

Dopo essersi preparata con lavaggio di denti e vestizione di pigiama con i Boccini d’Oro, iniziò a sentire qualcosa che picchiettava sul vetro. Si girò di scatto e vide che c’era un enorme civetta bianca alla finestra.

No, un’altra lettera.
Era tentata di non aprire e rimandarlo al mittente poi però si fece coraggio e gli aprì. Prese la lettera, diede due biscottini al gufo e lo rimandò indietro. Rose si rigirò la lettera tra le mani, era diversa dalle altre che aveva ricevuto dal pazzoide. La aprì e subito sorrise. Aveva riconosciuto subito la scrittura. Era quella di Scorpius.

Ciao Rose,
come è andato il rientro a casa? Tuo padre ha guidato bene?
Mi dispiace non essere riuscito a salutarti ma almeno tra qualche giorno ci vediamo alla Tana.
Arriverò alla Tana qualche giorno dopo Natale per passare il Capodanno insieme e non vedo davvero l'ora di vederti.
Non immagini nemmeno quanto mi manchi.

Tuo Scorpius

Rose si strinse la lettera al petto e sorrise. Quanto poteva essere dolce il ragazzo che solo l'anno prima odiava a morte?

***

La mattina di Natale Rose venne svegliata dal profumino di caffè e dal vociare allegro della sua famiglia. Si preparò e scese le scale in gran fretta, sapeva che Hugo stava finendo tutti i pancake e se non si fosse mossa, avrebbe anche finito il caffè.
“Buon Natale!” Esclamò appena entrò in cucina.

“Buon Natale, Rosie. Dormito bene?” Le chiese sua madre mentre impediva a suo marito di prendere altre fette di pane tostato. “Eddai, Hermione!”

“Basta Ron! Dopo andiamo alla Tania e ti riempirai di cibo.”
Ma Ron si approfittò del momento di distrazione e si accaparrò due fette di pane.

“Ma ho fame ora!”

Hermione lo guardò in tralice e si girò verso Rose.

“Rose, tuo fratello ti ha lasciato due pancake. Ho provato a salvarne altri ma non ci sono riuscita.”

“Fa niente mamma, due basteranno.”

Rose iniziò a mangiare mentre guardava male Hugo che se la rideva sotto i baffi.
Finirono di fare colazione e passarono il resto della mattinata giocando a Scacchi e a Sparaschiocco fino a quando non arrivò l’ora dei preparativi.

“Sbrigatevi che nonna Molly si arrabbia se arriviamo in ritardo!” Li mise in guardia Hermione mentre guardava i suoi figli e suo marito spaparanzati sul divano.

“Mamma, ma se arriviamo sempre in anticipo! Siamo sempre i primi!” Si lamentò Hugo mentre si divertiva a spingere Rose giù dal divano.

“Smettila Hugo! Se continui ti brucio la tua collezione di maglie dei Cannoni di Chudley.” Lo ammonì Rose mentre gli dava un pizzicotto sulla gamba.

“Non osare!!! E comunque sai io che faccio? Le chiedo a James.”

“Smettetela e andate a prepararvi!”
I due smisero di bisticciare. “Va bene mamma.” Dissero in coro e si diressero verso il primo piano.

“Anche tu Ron.” Il rosso si beccò una brutta occhiataccia dalla moglie.

“E va bene!!!”
Dopo una mezz’oretta si Materializzarono davanti alla Tana e incredibilmente scoprirono di non essere i primi. Oltre ovviamente alla famiglia Potter che ci abitava, c’erano già Molly e Arthur Weasley, Teddy e Victoire che facevano coppia fissa da qualche anno e la famiglia di Bill e Fleur.

“Buon Natale!” Esclamò Molly quando li vide entrare. Seguirono gli auguri da tutti i parenti fino a quando Rose non venne presa in ostaggio da Lily che la portò di corsa in camera sua.

“Che c’è Lily? Cos’è questa fretta?”

“Rose!”

“Che c’è?”

“Ehi ciao Rose!”

“Dominique!!!” Rose abbracciò la sua cugina per un quarto Veela e iniziarono a parlare del più e del meno fino a quando Lily non si schiarì la voce in modo piuttosto chiaro.

“Scusate se vi interrompo ma siete in questa camera per un motivo, mie care cugine.”

Le due si guardarono scettiche. “Scusaci Lily, non ci vediamo solo da 6 mesi.”

“Non vi preoccupate, avrete tutto il tempo dopo per aggiornavi. Ora però mi servite per una missione speciale.”

“Spara.”

“Albus ha minacciato di dire a mamma e papà della mia storia con Charlie!!! E vuole sganciare la bomba a pranzo! Ha detto che avrei dovuto dirglielo in questi due giorni quindi visto 
che ho evitato è compito suo vuotare il sacco!”

“Il solito Al.”

“Tra l’altro lui come osa fare una cosa del genere che non vuole nemmeno ammettere di essere insieme ad Ali?” Si chiese ad alta voce Rose, rendendosi conto troppo tardi che le due cugine non sapevano nulla. “Ops.”

“Oddio, ma questo è uno scoop” Lo sapevo che sarebbero finiti insieme quei due!”

“Ma cosa insieme! Albus non lo vuole nemmeno ammettere!”

“Come no? E perché?!” Chiese Dominique curiosa.

“Non lo so e non lo sa nemmeno Alice. Solo che ogni volta che provano a parlare lui devia il discorso.” Rispose Rose perplessa.

“Mio fratello è proprio stupido.” Asserì Lily e continuò “Ma grazie alla sua stupidaggine posso scamparla senza problemi oggi.”

Rose e Dominique si guardarono senza capire poi vennero colte entrambe da un lampo.

“Ahhhhhhn!” Dissero in coro. “Stai parlando di… ricatto?” Domandò Rose a Lily.

“Sto parlando proprio di quello cugina.”

“Andiamo subito a mettere in atto il piano prima che sia troppo tardi.”

Le cugine scesero le scale e raggiunsero gli altri, notando che il numero di persone era ampiamente aumentato.

“Eccovi qua! Mancavate solo voi!  Dai che è tutto pronto!” Disse loro nonno Arthur.

“Ciao Rose!” La venne a salutare Albus con un sorriso malandrino. “Come va?”

“Io tutto bene. Tu? Hai sentito Alice?”

“No.“ Disse disinteressato.

“Le hai scritto almeno?” Indagò Rose.

“No. Ha detto che mi avrebbe scritto lei.” Albus fece spallucce.

Rose gli diede uno scappellotto. “Perché non capisci niente?” Rose gliene diede un altro.

Alice stava sicuramente aspettando una lettera da Albus soprattutto per Natale e lui ovviamente non le aveva scritto. Tipico di Albus.

“Ma cosa ho sbagliato adesso?” Chiese Albus mentre si sfregava la testa dove lo aveva colpito Rose.

“Alice si aspetta che tu le scriva, Al.”
“Ma-“ Albus non poté finire la frase perché venne interrotto da sua sorella.

“Ciao Al. Di che parlate?”

Lily fece un sorrisino a Rose.

“Di niente, Lils. Vai dagli altri, dai.” Cercò di mandarla via ma Lily puntò i piedi.

“No, caro fratello. Prima dobbiamo parlare dell’annuncio che vorresti fare dopo.”

“Che farò, vorrai dire?”

Lily alzò il dito indice e lo mosse. “Non credo. A meno che tu non voglia far sapere a tutti che stai insieme ad Alice.”

Albus si girò di scatto verso Rose. “Glielo hai detto!!! Era un segreto.”

“Mi è scappato mi dispiace. E comunque tu non dovevi dire di lei e Charlie, quindi te lo sei meritato.”

“Lily se osi dire qualcosa, ti giuro che…”

“Cosa?”

“Non lo so, fatto sta che io e Alice non stiamo insieme, ci stiamo solo vedendo ogni tanto.”

Lily gli diede una pacca sulla spalla. “Questo a me non interessa, l’importante è che non dici nulla di me e Charlie. Anzi se voleste anche fare pace, sarebbe fantastico.” Concluse Lily 
andandosene a verso la tavola dove già l’intera famiglia aveva iniziato a mangiare.

“Rose. Doveva essere un segreto.”

“Lo so, Al. Scusami. Ti giuro che non l’ho fatto apposta.”

Albus rimase zitto per un po’ poi accettò la situazione. “Ma dimmi invece tu hai parlato dei tuoi di Scorpius?”

“Ma figurati! Ma te lo immagini mio padre? No, mi devo preparare psicologicamente.”

Albus scoppiò a ridere e le mise un braccio intorno alle spalle. “Hai ragione. Andiamo a mangiare, dai.”
Il pranzo di Natale fu seguito dalla merenda di Natale e dalla successiva cena di Natale. Non si poteva dire che la famiglia Weasley non sapesse mangiare. Da Zuccotti di Zucca, al famoso arrosto di Molly fino al dolce al cioccolato francese fatto da Fleur. Avevano riso, si erano divertiti, si erano fatti degli scherzi e Albus aveva tenuto la bocca chiusa. Rose aveva notato che non aveva apprezzato i commenti di Louis su Alice ma non aveva detto nulla.

“Oddio sono pienissima.” Sospirò Lily buttandosi sul divano intorno cui erano già seduti tutti i suoi cugini.

“E’ stata un’impresa finire tutto.” Si toccò la pancia Dominique.

“Io ho ancora fame a dir la verità.” Commentò James mentre si apriva una Cioccorana.
Tutti i cugini di girarono verso di lui disgustati. “Ehi non giudicatemi. Sono un giocatore di Quidditch, ho un metabolismo veloce.”

“No, sei un pozzo senza fondo, è diverso.” Gli disse Rose.

“Dicci Jamie, com’è essere un famoso giocatore di Quidditch? Hai tante ragazze intorno?” Gli domandò Louis interessato.

“Se ho ragazze intorno? Ti dico solo che stasera ho ben due appuntamenti.”

“Non ti vergogni, vero?” Gli chiese Lily guardandolo male.

“Neanche un po’ sinceramente.” Rispose serafico il fratello maggiore.

“E io che speravo che tu ti mettessi con Emilia.”

“Emilia chi?” Chiese Teddy

“Ma sì, la sorella maggiore di Sam Wood. Lei e James si odiavano, una volta lei lo ha pure mandato in Infermeria, non mi ricordo il motivo, però.” Rispose Lily grattandosi il mento 
cercando di ricordare.

“Le avevo buttato nel water tutti i compiti della settimana.” Rispose James mettendosi a ridere e poi sospirando in modo malinconico. “Che bei tempi. Mi costò un braccio rotto e una 
frattura al naso, ma non immaginate la soddisfazione di vedere la sua faccia quando aveva realizzato quello che avevo fatto.” Scoppiò a ridere.
“Non fa ridere, Jamie.” Gli disse Dominique. “Chissà cosa fa ora. Era una delle più brave mi sembra di ricordare.”

“Sì, sta studiando per diventare Guaritrice.” Rispose Albus.

Tutti si girarono verso di lui interrogativi. “L’ho incontrata durante il mio stage estivo al San Mungo. Aveva iniziato da poco.”

“Perché non me lo hai detto, fratello degenere.”

“E’ stata lei a dirmi di non dirtelo perché sapeva che saresti venuto a disturbarla.”

James scoppiò a ridere. “Aveva ragione.”

“Stareste stati benissimo insieme.”

“Mai dire mai.” Borbottò James.

“Come?”

“Niente.”

Continuarono a parlare intorno al fuoco scoppiettante, ogni tanto uno di loro si addormentava e decideva di salire a dormire. Rimasero solo Rose e Albus svegli. Lily dormiva beata 
sul divano, priva di conoscenza.

“Che hai regalato a Scorpius?”

“Una radio Babbana. Mi ha detto che gli piacciono queste cose quindi ho pensato gli potesse far piacere.” Ancora non si erano scambiati i regali, avevano deciso di darseli quando si 
sarebbero visti a Capodanno.

“Io ad Alice non ho preso nulla.”

“Come no! Ma Al!” Rose gli diede una spinta che gli fece perdere l’equilibrio.

“Eh, non ho avuto tempo.”

“Mah sarà. Non capisco perché tu la stia trattando così.”

“Ma così come? A me sembra di essere normale.”

“Non capisco perché tu non voglia dire che state insieme. Cosa c’è di male? E poi perché sembra che non te ne freghi nulla?”

“Non voglio che si sappia, Rosie. E’ una cosa privata, ecco. E poi non è vero che non me ne frega… anzi… solo che non riesco ad essere romantico come Scorpius, tutto qua.”

“Lo speso per te. Alice inizia ad essere stanca di questa situazione. Pensa che tu non voglia stare con lei.”

“Ma non è vero.”

“E allora dimostralo, Al.”

E con queste parole Rose si alzò e salì su per la scale per andare a dormire, lasciando un Albus confuso e piuttosto pensieroso.

Finito un altro capitolo!!! Spero vi sia piaciutooo!
Baci,
JJ

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Capitolo 15
*** Capodanno ***


CAPITOLO 15 - CAPODANNO
Ciao a tutti! Questa volta non vi ho fatto aspettare troppo, vero?
La risoluzione del mistero si avvicina!
Spero davvero che il capitolo vi piaccia. E' davvero lungo ma ero piuttosto ispirata.
Ditemi cosa ne pensate! Amo leggere le vostre recensioni. e grazie anche a chi segue la storia in modo silenzioso... non passate inosservati *wink wink*

Baci,
JJ


I giorni dopo Natale passarono in fretta e presto arrivò il 30 dicembre, il giorno in cui dovevano arrivare sia Scorpius che Alice.

“Alice! Mi sembra di non vederti da un secolo. Come stai?” Chiese Rose mentre accoglieva la sua amica in casa.

“Tutto bene! Mi sei mancata però.” Rispose Alice mentre si strofinava le mani per il freddo.

“Sei pronta per la festa di domani?”

La festa di Capodanno organizzata dai Potter era ormai una tradizione e le persone bramavano essere invitate. Tutto era iniziato per caso quando James aveva un anno e Ginny non aveva voglia di uscire. Allora le era venuto il lampo di genio. Perché non invitare tutti a casa e organizzare qualcosa di informale? E così era stato, un gruppo ristretto di amici, qualche fuoco d’artificio dei Tiri Vispi e qualche stuzzichino. Solo che anno dopo anno la festa era diventata sempre più famosa e ora Ginny si ritrovava a doverla organizzare già dai primi di novembre.

“Oh sì, ho comprato un vestito mentre ero là che è bellissimo!” Disse Alice con aria sognante.

“Non vedo l’ora di vederlo.” Le rispose Rose mentre la prendeva a braccetto e la portava in casa. “Ma ora abbiamo tante cose da fare. Prima di tutto devi aprire il mio regalo. Poi dobbiamo andare a Diagon Alley e infine dobbiamo vederci con Lily.”

“Come mai con Lily?” Domandò Alice curiosa mentre prendeva il regalo che le aveva fatto Rose.

“Vuole fare un incontro segreto al laghetto.”

“Va bene… oddio ma è bellissima!!!”

“Ti piace?”

“Se mi piace?” Alice alzò la mazza da Battitrice che Rose aveva fatto fare su misura per l’amica. “E’ un sogno. Come fai ad azzeccare sempre i regali?” Se la stava abbracciando.
Rose scoppiò a ridere. “Mi sei mancata.”

Fecero colazione e parlarono delle loro vacanze. Alice era entusiasta dell’Islanda e progettava un viaggio durante l’estate. “Spero di riuscire a tornarci, c’erano un sacco di altre cose da vedere. Potremmo fare un viaggio di gruppo, che dici?”
Rose ci pensò su. “Non sarebbe una cattiva idea, sai. Dici anche con Scorpius, Albus e gli altri?”

“Sì dai tutti insieme. Più siamo meglio è.” Disse Alice con un sorrisino.

“E con Al vi siete sentiti?”

Alice si guardò le unghie con molto interesse. “Mi ha fatto gli auguri di Natale.”

“E basta?”

“E basta.”

Stettero un attimo in silenzio. “Ma sì, Rose non ti preoccupare. Sai che è fatto così. E poi non è che stiamo insieme.”

Rose la guardò di sottecchi. “E va bene. Come preferisci. Pronta per andare a Diagon Alley?”
“Prontissima!”
 
Passarono la giornata a fare spese e poi pranzarono al Paiolo Magico con un hamburger della casa. Il pomeriggio erano troppo stanche per continuare ma si trascinarono comunque per le viuzze perché non riuscivano a trovare delle scarpe adatte per la festa. E come diceva Susan, le scarpe erano la parte fondamentale di un outfit. Quando finalmente trovarono quelle giuste si Materializzarono alla Tana per incontrarsi con Lily.

“Lily! Siamo qui!” Urlò Rose sulla porta della tana. “LILY!”

“Ehi Rose! Lily è fuori non può sentirti.” Le disse Albus, seduto sul divano insieme a una testa bionda.

“Rose, cavolo! Potevi aspettarmi invece di entrare subito. Sta anche piovendo!” Si lamentò Alice mentre entrava in tutta fretta in salotto.

“Alice!” Esclamò Albus un po’ troppo forte alzandosi di scatto dal divano.

“Ciao Albus. Tutto bene?”

“Sì, grazie. Tu?”

“Benissimo.” Rispose Alice con un sorriso un po’ tirato.

Anche Scorpius intanto si era alzato e si era avvicinato a Rose. “E tu come stai invece?” le domandò andandole incontro e avvicinandosi al suo viso.

“Io tutto bene. Tu?”

“Mi sei mancata.” Scorpius spostò l’attenzione sulle labbra della ragazza e le carezzò con un dolce bacio.


“Scorpius…” La ammonì Rose anche se non vedeva l’ora di essere da sola con lui per abbracciarlo in modo appropriato.

“Tanto loro lo sanno.”

“Sì ma se arriva qualcuno?”

“E va bene.” Scorpius ai allontanò da Rose. “Dimmi un po’, cosa sei venuta a fare qui Weasley?”

“Ah ora ci chiamiamo per cognome, eh? Va bene, Malfoy. Siamo qui per vederci con Lily. Andiamo Ali.” Disse Rose mentre si incamminava verso l’uscita posteriore della casa.

“Sì, arrivo.”
Scorpius si girò verso l’amico. “Che succede tra voi? E’ strano che vi evitiate in questo modo.”

“Dobbiamo solo trovare un momento per parlare. Tutto qui. Dai, continuiamo a giocare.”
“Credo stiano andando vicino al laghetto.”

I due ragazzi si guardarono.

“Per quanto la mia voglia di andare ad ascoltarle sia grande, preferisco stare sul divano a giocare. Fa troppo freddo, Scorp.

“Sei sempre il solito, Al.”

***

“Cavolo a vedere te e Al insieme mi è venuto freddo.”

Alice scoppiò a ridere. “Voglio un po’ vedere se continua a ignorarmi come se fossi una sconosciuta.”

“Non so come andrà a finire questa storia.”

Alice fece spallucce e Lily si sedette per terra.

“Allora ragazze ho bisogno di un vostro consiglio. Si tratta di Charlie.”

“Spara.” Disse Rose curiosa di sapere come stavano andando le cose tra la cugina e il Serpeverde.

“Allora, non voglio girarci troppo intorno. Ne abbiamo parlato e vogliamo farlo.”

Alice e Rose si portarono le mani sulla bocca.

“Cosa?!?!” Urlò Alice. “Sei troppo piccola!”

“Ho quindici anni. Non sono piccola.” Sentenziò Lily mettendo il broncio.

“Va beh, Ali ha detto la sua. Tu Rose cosa ne pensi?”

“Credo di pensarla come lei, Lils. Cos’è tutta questa fretta?”


“Fretta? Ma se stiamo insieme da quasi otto mesi ormai.”

“Ah beh se sono otto mesi…” Rispose Alice alzando le mani.

“Volete dirmi che voi ancora non l’avete fatto?” Domandò Lily curiosa guardando tra l’amica e la cugina.

“Io no.” Sentenziò Rose.

“Io nemmeno.” Rispose Alice.


“No, Ali, non ci credo che tu non l’abbia ancora fatto.”

“E invece credici, mia cara. Sto aspettando il ragazzo giusto.”

“E mio fratello è il ragazzo giusto?” Le chiese Lily dandole il gomito e alzando le sopracciglia.

“Chissà… ma chiediamo a Rose invece. E’ a lei che le cose vanno a gonfie vele. Sarà lei la prima a…”


“Prendere il boccino.”

“Prendere il boccino?” Scoppiarono a ridere tutte e tre.

“Oddio… non so ragazze. Quando accadrà, accadrà.”

“Praticamente non mi avete aiutato… dovrò decidere da sola.”


“Eh già, cugina. E’ così che si diventa adulti.”

Le tre tornarono alla Tana e poi Alice e Rose tornarono a casa della rossa. La giornata successiva sarebbe stata importante e dovevano riposarsi il più possibile, per questo dopo aver
cenato si erano fatte una maschera di bellezza e poi erano andate a dormire.

***
“Sei sicura che mi stia bene questo vestito?” Chiese Rose mentre si guardava allo specchio.

“Sì, Rosie. Ti sta un incanto. E ora se non ti dispiace vorrei guardarmi un po’ anche io.

Si misero vicine e si diedero l’ultima sistemata generale poi scesero le scale e raggiunsero il resto della famiglia di Rose. Alice aveva un abito corto e verde smeraldo, molto semplice
ma con i suoi capelli biondi stava un incanto. Rose aveva invece optato per un abito blu scuro e un paio di scarpe argentate. Appena le aveva viste le aveva amate.
Avevano passato la giornata a prepararsi, prendendosela molto comoda e facendo le cose molto lentamente, come ogni anno per la Festa di Capodanno. Invece di usare la Metropolvere decisero di Materializzarsi, i vestiti non potevano sporcarsi con un così barbaro metodo di trasporto.

“Ci vediamo là davanti allora.” Disse Hermione avvolta nel suo vestito blu notte di velluto.

“Sì, mamma. A dopo!” E in due secondi si ritrovarono davanti alla Tana, tutta allestita a dovere come ogni anno. Salutarono i genitori e si misero subito alla ricerca dei loro amici.

“Cosa vuoi, Potter? Pensavo di averti già sopportato abbastanza durante i sette anni a Hogwarts. Non hai qualche tua fan da rincorrere o qualche compagno di squadra con cui parlare
di Quidditch?” A parlare era stata Emilia Wood, la figlia di Oliver Wood famoso giocatore di Quidditch nonché grande amico della famiglia Potter. Emilia aveva i capelli a caschetto
castano chiaro e grandi occhi marroni. Lei e James non si sopportavano. Semplicemente. La mera presenza di uno non faceva altro che irritare l’altro. Era stato sempre così e la diretta
conseguenza di ciò era che entrambi arrivavano ad un punto di rottura e iniziavano a lanciarsi incantesimi. Nessuno sapeva il perché dell’odio reciproco e nessuno sapeva da chi era
partito. Ovviamente tutti puntavano sul cugino di Rose, James, e anche lei tendeva a sostenere quell’opinione. Se non fosse stato suo cugino, l’avrebbe volentieri strangolato alcune volte. Ma Rose e Lily sotto sotto speravano che tra i due nascesse una storia, lo si poteva percepire chiaramente che c’era qualcosa tra di loro, qualcosa che era successo ma che entrambi avevano cercato di seppellire da tempo. Rose era curiosa di sapere il perché e le sarebbe piaciuto tanto ficcare il naso ma le occasioni per vedere entrambi erano veramente poche e preferiva parlare con entrambi senza farli innervosire.

“Wood, dì la verità che sei gelosa.. Vorresti essere anche tu giocare a Quidditch come il sottoscritto, vero? E invece sei richiusa in quell’ospedale dalla mattina alla sera, senza vita sociale, senza amici, senza fidanzato…”

Emilia si stava guardando le unghie con fare disinteressato. “Hai finito? Sei diventato un po’ ripetitivo Potter. Ora scusami ma vado dai miei amici a bermi qualcosa, mentre aspetto che arrivi il mio ragazzo.”
Rose notò la faccia spaesata di James mentre guardava Emilia andare via.

“James mi ricorda qualcuno non credi?” Commentò Alice con noncuranza.

“Me lo ricorda anche a me.”

Le due scoppiarono a ridere poi, vedendo James ancora piuttosto perso dopo la discussione con Emilia, decisero di sedersi un po’ con lui al bar.

“Allora James come va?” Gli chiese Alice mentre si sistemava sugli sgabelli alti di legno.

Ginny aveva trasformato la Tana in un locale. La cucina era diventata il bar, il salotto era stato allestito con tavoli e sedie e il giardino era stato coperto con un tendone e trasformato in pista di ballo. Come ogni anno, si era superata.

“Come va, mi chiedi? Sono stanco morto, ecco come va. Mi alleno 6 giorni su 7 e il settimo ho la partita. Se esco la sera non posso divertirmi perché rischierei di fare tardi e la mattina
mi devo svegliare alle 6. Da due settimane l’allenatore preferisce far giocare MacMillan invece del sottoscritto. Pensavo di venire qui stasera e divertirmi, ma la Wood mi abbassato ancora di più il morale. Aiutami cuginetta mia.”

Rose guardò attentamente il cugino. Non ci aveva fatto caso a Natale ma effettivamente aveva il volto stanco. “Perché non andiamo un po’ fuori James? Magari l’aria ti dà una mano!”

“Dai, buona idea, Rose! Usciamo un po’.”

Cercarono di farsi strada tra la folla e raggiunsero il tendone dove alcune persone avevano già iniziato a ballare, accompagnati dalle note di una canzone jazz.

“Ma è bellissimo! Tua mamma ha fatto proprio un bel lavoro!” Esclamò Alice ammirata.
Il tendone che si estendeva per quasi tutto il giardino sul retro, era allestito in modo molto semplice. Aveva candele che fluttuavano vicino al soffitto, delle colonne argentate cosparse di fiori bordeaux per tutta la loro lunghezza che stavano su con la magia e in uno dei lato corti del tendone la band suonava su un piccolo rialzo e tutti e quattro i componenti avevano delle giacche d’oro scintillante.

“Già, quest’anno si è proprio superata. E non sono se avete visto il salotto! E’ ancora meglio.”
Rimasero per un po’ in silenzio a guardare la gente che ballava, riconobbero alcuni compagni di scuola, qualche professore degli anni passati e poi finalmente Rose vide Scorpius che chiacchierava con Albus.

“Ehi Rose, Alice, io vado a parlare con Frank.”

Le due guardarono il ragazzo allontanarsi. “Non pensavo ci fosse anche il mio fratellone.” Commentò Alice pensierosa. “Sarà stato mio papà a mandarlo per controllarmi.” Le due scoppiarono a ridere poi decisero insieme di rientrare per prendere un drink.

***
“Hai visto che sono arrivate Alice e Rose?” Disse Albus a Scorpius guardandosi in giro nervosamente.

“No.” Scorpius si girò e vide che le due ragazze stavano rientrando nella casa. “Ah eccole.”

Notò che alcuni ragazzi si erano girati a guardarle e la cosa gli diede parecchio fastidio ma preferì non fare nulla e aspettare che la ragazza uscisse di nuovo per poi portarla a ballare al centro della sala e far vedere a tutti che era solo sua. Senza però far capire che erano fidanzati. Voleva solo marcare il territorio, sì, come un cane.
Albus, d’altra parte, stava gestendo la situazione in maniera un po’ diversa. Scorpius vide che iniziò a stringere i pugni e a slegarsi il nodo della cravatta.

“Al, calmati, cavolo. Ti sta venendo un attacco di qualcosa?”

“No, Scorp. Sono calmissimo. Vado un attimo dentro a prendermi qualcosa.”

“Ti seguo.”

Entrarono dentro la casa e Scorpius notò che Al aveva subito individuato Alice. Sfortunatamente però Alice stava parlando con Sam Wood.

“Lo sapevo.” Bisbigliò Albus tra i denti.

“Al, stai calmo. Stanno solo parlando. Sai che ad Alice non interessa quel tipo.”

Albus fece un respiro profondo poi si ricompose. “No, hai ragione. Adesso vado là e sarò la persona più calma del mondo.” E iniziò ad avvicinarsi al bar a grandi passi.
Scorpius intano si passò impaziente una mano tra i capelli. Non sapeva perché si sentiva così strano, Non vedeva Rose da giorni e anche se le lettere che si erano scambiati avevano attenuato un po’ la mancanza, l’averla vicina, il poterla toccare… quello non si poteva vivere con una lettera. Così quando la vide, lì che rideva con Alice e sorseggiava il suo drink fu come se tutto il mondo attorno a lui scomparisse. C’erano solo lui e lei ma lei ancora non si era accorta di nulla, era ignara della scrupolosa osservazione che il ragazzo stava facendo, dei suoi battiti accelerati, del fatto che lui riuscisse a individuare la sua voce anche tra mille. Poi lei finalmente si girò e i loro occhi si incrociarono. Si sorrisero. E tutto era di nuovo come prima delle vacanze. Non era cambiato nulla anzi, forse quei giorni che avevano passato separati non avevano fatto altro che rafforzare il loro legame.
Scorpius ci pensò su e concluse che tutto sommato, sì, era possibile amare così tanto una persona a diciotto anni.
Poi si riprese un attimo. Amare? Lui amava Rose Weasley? Avrebbe voluto approfondire meglio l’argomento ma una voce familiare aveva iniziato a parlargli nell’orecchio.

“Scorp? Sam Wood ha appena preso Alice per mano e l’ha portata in mezzo alla pista a ballare.”

“Come?”

“Ma mi stai ascoltando?

“Sì, scusa. Wood sta ballando con Alice?”


“Al, non ti preoccupare ad Alice non interessa Sam.” Rose era comparsa a fianco di Scorpius.

I due si sorrisero e Scorpius allungò la mano per prendere quella della ragazza.

“Ho capito, Rose. Ma non voglio che ballino insieme. Alice è la mia… noi due stiamo… Insomma, non voglio che stia sempre con Sam. Ecco.”

Rose e Scorpius continuavano a guardarsi. La voce di Albus era solo un rumore di sottofondo.

“Vuoi ballare?”

“Con molto piacere.”

Scorpius la portò in mezzo alla pista e iniziarono a ondeggiare sulle notte di un lento. Poco distante da loro, Alice e Sam Wood stavano facendo lo stesso, la ragazza manteneva però le distanze, sembrava quasi non si toccassero a differenza di Rose e Scorpius. Tra i due non sarebbe passata nemmeno una piuma.
Rose appoggiò la testa sulla spalla di Scorpius e si lasciò trasportare dal ragazzo. Quanto le era mancato il suo profumo e quanto le era mancata la sua presenza. Alzò il volto e incontrò gli occhi grigi di lui che le sorridevano. “Sei bellissima, Weasley.”

“Grazie Malfoy, non sei male nemmeno tu.”
Continuarono così per altre tre canzoni poi il ragazzo si staccò e le porse di nuovo la mano. “Andiamo a farci una passeggiata? Ti va?”

“Ok.”
Uscirono dal tendone e si ritrovarono nel giardino dei Potter. Non c’era nessuno oltre loro e qualche altra coppietta che voleva un po’ di privacy.

“Andiamo là dietro.” Disse Rose indicando la grande quercia in fondo al giardino. “C’è una panca dove possiamo sederci.”
Attraversarono il giardino, incontrando una coppia che si stava baciando in modo piuttosto appassionato contro un albero. A Rose parvero familiari ma non volle approfondire la cosa, non vedeva l’ora di fare la stessa cosa con Scorpius di lì a un minuto quindi non voleva iniziare a perdere tempo.

“Eccoci qui. Mi sembra un post-“ Ma non riuscì a finire la frase perché Scorpius la attirò a sé e appoggiò le sue labbra sulle sue.

“Quanto mi sei mancata, Weasley.”

Rose sorrise e per qualche secondo rimasero così poi la passione ebbe il sopravvento e il ragazzo le prese il volto tra le mani e la baciò.

“Anche tu, Malfoy.” Sospirò Rose sulle bocca del ragazzo.

Scorpius la spinse contro l’albero e fece aderire i due corpi. Le mani dal volto si spostarono sulla vita e poi sulla schiena. Voleva sentirla, non riusciva a credere di averla di nuovo tra
le braccia.

Rose passò le mani tra i capelli del ragazzo. Erano morbidi come se li ricordava. La cosa sembrava essere molto apprezzata perché Scorpius approfondì il bacio avvolgendo la lingua
intorno a quella di Rose che inarcò la schiena. I vestiti che li dividevano stavano iniziando ad essere di troppo.
Poi Rose riprese coscienza di sé e si staccò dal ragazzo.

“Ehi, che succede? Ho fatto qualcosa di male?” Chiese preoccupato Scorpius.

Rose cercò di riprendere fiato poi gli sorrise. “No, è che… sembra che facciamo solo questo ogni volta che ci vediamo… perché… ecco… non parliamo un po’?”

Scorpius la guardò sorpreso. In fondo non aveva tutti i torti. “Va bene. Di cosa vuoi parlare?”

“Mmm… non so… cos’hai fatto durante le vacanze di natale, per esempio?”

Scorpius scoppiò a ridere poi si sedette sulla panchina. “Allora, vediamo. Ho festeggiato con la mia famiglia, ti avevo che mio padre è un patito del Natale.”

“E’ vero, mi ricordo che me lo avevi detto. Dì la verità… si veste da Babbo Natale?”

“Se proprio vuoi saperlo quando ero piccolo sì, ma non dirlo a nessuno, ti prego. Potrebbe Cruciarmi.”

Rose scoppiò a ridere. Draco Malfoy con la barba bianca e il costume rosso. Voleva proprio vedere la faccia di suo papà quando glielo avrebbe raccontato.

“No, no non lo dirò a nessuno.”

“Weasley… nemmeno ai tuoi mi raccomando.”

“Mannaggia, nemmeno a mio padre?”

“Soprattutto non a tuo padre!”

“Va bene. E’ solo che mi sembra strano immaginare tuo padre… in quel modo.”

“Ma perché voi Weasley siete cresciuti con l’idea che mio padre fosse una cattiva persona – “


“Non è vero -“

“No, lasciami finire. Non una cattiva persona ok, ma non una da accettare liberamente in famiglia. Mio padre mi ha raccontato quello che è successo durante la Guerra e sa di aver
fatto degli errori e il fatto di essere stato solo un ragazzo non è completamente perdonabile.” Disse Scorpius tristemente.

“Scorp… aveva sedici, diciassette anni. E’ difficile rinnegare la proprio famiglia a quell’età.”

“Hai ragione, ma lui si sente ancora in colpa. Avrebbe voluto agire diversamente.”

“L’importante è che abbia capito cosa era giusto e cosa sbagliato. Ora è una persona diversa. Ha aiutato a rintracciare i Mangiamorte ancora in circolazione che non si erano pentiti
nonostante fossero amici della vostra famiglia.”

“Sì, ma-“

Rose gli mise un dito sulle labbra. “Perché non continuiamo a fare quello che facevamo prima?”
Scorpius rise. “Sono totalmente d’accordo, Weasley.”

***

Come osava Rose baciarsi con quell’essere? Dopo tutto l’amore che LUI le aveva dimostrato.
Come osava rinnegare tutto quello che aveva fatto per lei, come osava poggiare le sue perfette labbra su quelle di quel Mangiamorte biondo. Scorpius Malfoy. Due parole per rappresentare un essere immondo.
Che incantesimo aveva fatto a Rose per conquistarla? Cosa le aveva raccontato? Scommetteva che era per colpa sua che Rose non rispondeva alle sue lettere. Sì, di sicuro era colpa sua. Voleva tenersela tutta per sé. Ecco perché. Maledetto Malfoy. Ah, ma l’avrebbe pagata cara, certo che l’avrebbe pagata cara.
La figura scura evitava di nascondersi, con tutte le persone che c’erano era facile passare inosservata e così li osservava da lontano, pensando alla prossima mossa, pensando a chi colpire visto che la sua amata Rose aveva disobbedito.

***

“ALLONTANATI DA LEI, WOOD!”

Rose sentì delle urla provenire dalla pista da ballo.

“E ora che cavolo succede!”

“Io un’idea ce l’avrei.” Commentò Scorpius mentre entrambi si dirigevano verso la pista da ballo.

E come aveva ben previsto si trovarono davanti Albus e Sam che si urlavano addosso, Alice nel mezzo e una ragazza vicino ad Albus.


“Che cosa ci fa quella vicino ad Al?” Chiese Rose a Scorpius indicando Holly Carmichael.

“Oh, oh.”

“Cosa intendi con ‘oh oh’?”


“Può essere che Albus l’avesse invitata per Capodanno quando si frequentavano.”

“Ok, ma ora non si frequentano più… che cosa ci fa qui?”

“Diciamo che era parecchio persistente nella nostra Sala Comune ma ti posso assicurare che Al non ha mai fatto nulla.”

“E ci mancherebbe scusa. Quindi non ho capito. Le ha detto di venire lo stesso?”


“Credo di sì.”

“Capisco l’oh oh adesso. Non penso che Alice la prenderà molto bene.”

Si avvicinarono al quartetto inferocito. Albus aveva la faccia rossa mentre Sam sembrava stranamente calmo.

“Cosa vuoi, Potter? Non sto facendo nulla.”

“HO PROPRIO VISTO CHE NON STAVI FACENDO NULLA, PEZZO DI – “


“ORA BASTA, SMETTETELA!!!” Urlò Alice.

“Sì, basta Albinuccio, cosa te ne frega se la Paciock balla con lui? Hai invitato me qui, no?”

“Sì, continuate a ballare, Potter.” Detto questo Alice si girò e uscì dalla pista da ballo.

“Sei contento ora, Potter?” Commentò Sam con un ghigno.


Albus corse in avanti e tentò di colpirlo con un pugno. Scorpius e James, anche lui arrivato per le urla che aveva sentito, riuscirono a trattenerlo per un pelo.

“Ehi Al, cosa fai? Sei impazzito?” Scorpius lo teneva per un braccio.

“Stava per baciare Alice, Scorp.” Gli disse Al infuriato.

“Ma a quanto mi sembra tu stavi ballando con un’altra ragazza, o no Al?” Era stata Emilia a parlare.

“E lei adesso da dove salta fuori?” Sospirò James mentre teneva il fratello per le spalle.


“Sono sempre stata qua nel caso tu non te ne fossi accorto, Potter. Ora, volevo solo dire che se Alice stava ballando con mio fratello Sam e non con te Al, forse un motivo c’era, non
credi?”


“Emmy, per favore, non metterti in mezzo.” La ammonì Sam, piuttosto imbarazzato nell’essere difeso dalla sorella.

“Non mi metto in mezzo. Sto solo cercando di far capire una cosa ad Al. Magari è più sveglio di suo fratello James.” Sorrise con scherno al primogenito Potter.

“Perché mia sorella mi ha appena tirato un pugno?” Domandò Frank Paciock, ignaro di tutto quello che stava succedendo, mentre si sfregava il braccio destro.

“Sembra che mio fratello abbia provato a baciare Alice e ad Al la cosa non andava bene così ha iniziato a sbraitare, rendendosi – scusa se te lo dico Al – piuttosto ridicolo, e Alice è uscita dalla pista perché giustamente non è un pupazzo con cui tutti possono giocare. Non è forse giusto, Al? Sam?”


I due ragazzi rimasero zitti. Emilia fece un sorrisino e guardò James. “Sembra proprio un deja vu, non ti sembra, Potter?” Detto questo se ne andò e Rose non poté fare a meno di
guardarla in modo ammirato. James, d’altra parte rimase a boccheggiare. L’ultima frase pronunciata dalla ragazza doveva aver sortito qualche cosa in lui perché disse qualcosa
nell’orecchio del fratello e uscì anche lui dal tendone.
Era rimasto solo Scorpius a tenere Albus ma ormai non ce n’erano più bisogno. Il Potter di mezzo si era ripreso e ora stava allungando il collo per vedere dov’era finita Alice.

“E’ andata verso il laghetto, Al. Non farmi pentire di avertelo detto, ok?” Gli disse Frank torvo.

“Grazie Frank.” Al si allontanò dal gruppo e corse verso il laghetto come gli aveva detto Frank. “Quei due stanno insieme, vero?” Chiese a Rose e a Scorpius preoccupato.

“Ehm – “

“Loro – “

“Stanno insieme? La risposta è semplice, ragazzi.”

“Non lo abbiamo capito nemmeno noi a essere sinceri, Frank.” Tentennò. “Diciamo che si vedono ecco.” Gli rispose Rose facendo spallucce.

Frank guardò i due serio. “Va bene. Tenetemi informato però. Dovevo immaginarlo che sarebbe finita così.” Borbottò l’ultima frase mentre si allontanava per cercare un drink.

“Ragazzi, non volevo creare dei problemi. Alice mi piace da secoli e non sapevo stesse con Al.” Sam si passò una mano sul volto. “Stanno davvero insieme?” Chiese serio guardando
Rose.

“Sam, si stanno vedendo. Altro non posso e non so dirti.”

“Ok.” Assunse un’aria pensierosa poi fece un sorrisino tra sé. “Quindi diciamo che ho ancora speranza. Bene.” Detto questo si allontanò, anche lui verso l’interno della casa,
probabilmente a prendersi qualcosa da bere.

“Forse non ha capito che di speranza non ne ha proprio.” Scorpius lo guardò andare via e intanto pensava al suo amico Albus e sperò se la stesse cavando bene con Alice. Quei due
avevano bisogno di sedersi a un tavolino e parlare. Parlare e parlare, quella era la soluzione per farli stare bene. Aveva solo paura che una loro normale chiacchierata si trasformasse velocemente in una rissa violenta. Conoscendoli entrambi, ovviamente. Guardò Rose, anche lei era pensierosa. Era felice con lei ma sentiva che mancava qualcosa. Non poteva rendere tutto ufficiale, non ancora. I suoi di lei cosa avrebbero detto, soprattutto suo padre. Ma Scorpius lo sapeva che erano solo scuse, sapeva che le persone di cui temeva più il giudizio erano i suoi genitori e i suoi nonni. Avrebbero accettato Rose? Avevano accettato Albus, non potevano avere problemi con Rose. O forse sì? Scorpius preferiva restare in quella bolla di incertezza in cui tutto era possibile. Appena avrebbero sganciato la bomba, sarebbero diventati automaticamente il centro dell’attenzione della scuola. Per non parlare del pazzo che scriveva a Rose e di cui non si sapeva l’identità. Cosa sarebbe successo se si fosse scoperto? Era meglio aspettare, prendere tempo e poi dirlo a tutti. Sì, quella era la soluzione migliore.

“Tu dici? Io penso che se Al non si muove, Alice potrebbe mollarlo.”

“Vedremo Weasley… intanto che ne dici che torniamo dietro quell’albero? C’era un punto interessante nella corteccia che vorrei rivedere.”
Rose scoppiò a ridere. “Sei proprio scemo. Andiamo dai.”

***

“Alice, so che sei qui, vieni fuori.”

Albus era calmo. No, non era vero. Cercava di essere calmo, ma in realtà non era mai stato più agitato. Sapeva di averla fatta grossa questa volta e Alice poteva non perdonarlo. Ma
aveva un asso nella manica. Doveva solo giocarselo bene.

“Alice? Ti prego. Voglio scusarmi.”
Albus sentì tirare su con il naso. “Non pensare di passarla liscia con delle semplici scuse, mio caro.”
Alice uscì dal suo nascondiglio dietro un cespuglio. Aveva gli occhi rossi e Albus si sentì in colpa. Si rese conto in quel momento che era sempre lui il motivo per cui lei piangeva. Era forse meglio smettere di vedersi?

Albus le andò incontro. Voleva abbracciarla, baciarla, farla ridere come… come quando? Con lui lei non rideva mai. La presa di coscienza dei fatti lo gettò nello sconforto. Perché si comportava sempre così? Perché non poteva fare come Scorpius con Rose? Scosse la testa. Avrebbe imparato. Sarebbe cresciuto. Non poteva perdere la cosa più bella che gli era capitata.

“Mi dispiace Ali. Davvero, davvero tanto. Te lo giuro.”

“Non ti credo, Al. Dici sempre così e poi finiamo sempre per litigare.  Per ogni cosa. Pensavo mi accogliessi in modo diversi ieri alla Tana. Invece nemmeno un abbraccio. Non mi hai
scritto per tutte le vacanze, non mi hai nemmeno fatto un regalo! Non vuoi stare con me? Basta che lo dici! E poi che ci faceva quell’oca?” Disse tutto senza prendere fiato. Era ora che sentisse queste cose. Si era stancata.

Albus le prese le mani. Alice poteva sentire i calli provocati dalla scopa. Quanto amava quelle mani. “Ali, ti giuro che questa è l’ultima volta. Non voglio perderti. Dammi un’altra possibilità.
E Holly l’avevo invitata quando uscivamo poi me lo ha chiesto qualche giorno prima delle vacanze e le ho detto di sì ma non perché volevo farci qualcosa, solo perché non sapeva dove andare e altri compagni venivano qua e non potevo dire di no.”
Alice studiò il volto del ragazzo. Sembrava sincero, ma era anche vero che con Albus era sempre così. Un saliscendi di emozioni. Un giorno erano felici, quello dopo litigavano come gatti. Non poteva dire che non le piaceva, ma a volte diventava veramente troppo.

“Non lo so, Al. Sembra che non te ne freghi nulla.”

“Ma non è vero. Ali, io ti –“

“Cosa?”

“Io voglio stare con te. Voglio che tu sia la mia ragazza.”
La ragazza lo guardò. Finalmente aveva fatto la fatidica domanda. Gli occhi di Albus erano di un verde speranza, proprio in tutti i sensi e Alice si ritrovò a chiedersi se sarebbe mai riuscita a dirgli di no.

“Va bene.” Disse piano.

“Come? Puoi ripetere?”

Alice si schiarì la voce. “Ho detto che va bene. Ma vedi di comportarti bene, Potter perché –“

Albus la sollevò da terra e girò su se stesso. Poi la abbassò e la baciò.
Passò molto tempo prima che ripresero a parlare ma Albus non aveva finito con le sorprese. “Ti ho preso una cosa, Ali.”

“Quindi mi avevi fatto un regalo!” Alice batté le mani. Amava le sorprese.

“Sì, beh, diciamo che è una cosa recente, ecco.”

“Va bene, dai, fammi vedere.”

Albus mise la mano in tasca e tirò una collana.

“Non ho avuto il tempo di impacchettarla perché non pensavo di dartela stasera.”

“Però la tenevi in tasca?”

“Ecco… avevo la sensazione che sarebbe tornata utile ma un pacchetto intero nelle tasche non mi ci entrava.” Albus fece una risatina nervosa. “Quindi ecco qui, per te. Spero ti piaccia. E’ vintage.”

“Vintage, eh?” Alice prese la collana in mano. Era d’argento con piccoli pendenti verdi. Semplice ma bellissima, come lei.

“Appena l’ho vista ho pensato subito a te.” Albus la fece voltare e spostò i capelli su una spalla. La abbracciò da dietro e le posò un bacio leggere sul collo. Poi le prese la collana dalle mani e gliela allacciò.

“Come mi sta?” Chiese Alice girandosi verso Albus.

“Bellissima… voglio dire, stai benissimo.”

Alice gli si avvicinò e gli diede un bacio. “Niente più scherzi, Potter, va bene?”

“Va benissimo, Paciock.”

Lo prese per mano e si diressero verso la festa.

La mezzanotte era vicina e quale momento migliore per iniziare una nuova storia che con un bacio e dei fuochi d’artificio?

***

“DIECI!”

“NOVE!”
Rose si girò verso Scorpius. Erano ancora nascosti nel posto di prima. Avrebbero festeggiato insieme la mezzanotte poi si sarebbero salutati. Meglio non destare troppi sospetti. Questi erano i patti.

“SEI!”

“CINQUE!”

Scorpius tirò fuori una bottiglia di champagne da dietro la schiena. “E questa da dove l’hai tirata fuori, Malfoy?”

“Non chiedere, Weasley.” Scorpius iniziò a riempire i bicchieri.


“TRE!”

“DUE!”

“UNO!!!!”

Dal tendone si levarono i festeggiamenti e si sentirono diversi botti dovuti allo spumante aperto.

“A noi, Rose.”

“A noi, Scorpius.”
Fece tintinnarono i bicchieri e bevvero. L’alcol che aveva appena bevuto e quello che aveva assunto precedentemente diedero a Rose il coraggio per fare a Scorpius la domanda che da
qualche tempo ormai voleva fargli.

“Scorpius, perché non diciamo a tutti che ci stiamo frequentando? I nostri amici già lo sanno… cosa può succedere? La mia famiglia ti vuole bene, anche mio padre anche se magari non lo dimostra esplicitamente. Quindi perché no?” Le sembrava di aver esposto dei fatti piuttosto convincenti. “Ah, e poi il pazzoide non si fa sentire dal Ballo di Halloween, non credo mi scriverà ancora e se lo farà ne assumerò le conseguenze. Non può davvero rovinarmi la vita, non credi?”

“Non lo so, Rose. L’avevi detto anche tu… guarda cosa ha fatto a Lily… insomma sei davvero sicura?”
Rose lo guardò di traverso. “Se sono sicura io? Meglio chiedere se sei sicuro tu, Malfoy, visto che non mi hai nemmeno chiesto di essere la tua ragazza!”
Il ragazzo rimase spiazzato. “Beh, noi ci vediamo, ci baciamo, non lo facciamo con altri… è vero non l’ho mai detto esplicitamente ma tu per me lo sei.”

“Sono cosa?”

“Sei la mia ragazza, Rose. Io penso solo a te, voglio stare solo con te. E’ da anni che mi piaci, anche quando ti rendevo la vita un inferno. Mi pento di quel periodo, davvero. Vorrei cancellarlo dalla mia vita, ero un idiota. Ma tu… tu mi piaci. E non voglio stare con nessun’altra persona che non sia tu, solo… aspettiamo un altro po’ prima di dirlo, ok? Voglio prima essere sicuro che il pazzoide venga scoperto.”

Rose scrutò il viso del ragazzo. Ci vedeva altro, non solo preoccupazione. Sapeva che Scorpius stava nascondendo qualcosa, sapeva che c’era un altro motivo per cui non voleva farlo sapere ma per quella sera le andò bene così. Finalmente stavano insieme. Era la ragazza di Scorpius Malfoy e non poteva essere più felice.

***

“Allora vi siete divertiti, figli miei?” Chiese Ron a Rose e a Hugo quando varcarono l’uscio di casa.

“Assolutamente, è stato strepitoso. Ho ballato con alcune lontane parenti - e con lontane intendo che non c’è nessun legame di parentela con noi – francesi e una mi ha anche dato il
suo indirizzo! Ha detto che possiamo scriverci!”

Hermione guardò con tenerezza il suo secondogenito. Quando erano cresciuti i suoi figli? Un attimo prima avevano 2 anni e ora parlavano, camminavano e avevano una vita amorosa.

“Sono contento per te, Hugo.” Commentò Ron mentre si ficcava in bocca un waffel freddo.

“Ron, che cavolo ti stai mangiando?” Esclamò Hermione mentre lo guardava disgustata. “E’ tutta la sera che ti riempi di cibo. Sei un pozzo senza fondo.”

“Hermione, lo sai che quando bevo un po’ troppo mi viene fame… e sai cosa altro mi succede quando bevo un po’ troppo…” Lasciò la frase in sospeso e guardò in modo malandrino

Hermione che diventò tutta rossa e gli diede una spintarella. Si girò verso i figli. Loro avevano capito.

“Io – io e papà andiamo a dormire, ok?” I genitori si presero per mano e salirono in fretta le scale.

“Andiamo a dormire, ragazzi. Non disturbateci.” Aggiunse Ron con tanto di occhiolino mentre salivano le scale.

Rose e Hugo rimasero in fondo alle scale a guardarli. “Io non voglio nemmeno pensarci, Rosie. Vado a letto che è meglio.” Hugo iniziò a salire le scale scuotendo la testa e mettendosi
le mani sulle orecchie.

Rose andò in salotto e si sedette sul divano. Erano già le quattro e lei non era per niente stanca così accese la televisione e vide tutti i festeggiamenti babbani nel resto del mondo poi mentre stava per addormentarsi sentì un picchiettare sulla finestra. Si girò. C’era un gufo.

Si alzò e si avvicinò alla finestra. Prese la lettera e srotolò la pergamena.
 
Rose.
Mi sembrava di essere stato chiaro e invece tu non hai rispettato le regole. E ora qualcuno dovrà pagarla. Ma chi? Forse la tua amica Alice? O forse uno dei tuoi cugini? O forse lo stesso Scorpius Malfoy? Sì, vi ho visti nel giardino e no, non ero uno degli invitati ma c’ero lo stesso e sai perché? Perché io posso essere ovunque. Io sono ovunque e presto saprai anche chi sono. Molto presto.
Mi hai spezzato il cuore, Rose. Io ti amo e tu mi hai spezzato il cuore. Ma non sarò l’unico a soffrire, ricordarlo.
Buon anno, Rose.


Ecco che il pazzoide ritorna! Quale sarà la sua prossima mossa?
Stay  tuned perché in settimana arriva un altro capitolo!
Baci,
JJ

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Capitolo 16
*** Dubbi e Richieste... Sportive ***


CAPITOLO 16 – DUBBI E RICHIESTE... SPORTIVE
Ciao ragazzi! Nuovo capitolo un po' di passaggio della FF! A breve posterò il successivo... e con "a breve" intento tra 10 minuti.
Ditemi cosa ne pensate! Leggere le vostre recensioni è sempre un piacere!
Baci,
JJ


“Ciao ragazzi, allora come state?”
Rose stava dando ripetizioni a Liam, Francis e Steve in Biblioteca. Erano tornati dalle vacanze di Natale da un mese e mezzo ormai e da gennaio si vedeva due sere a settimana con loro per le ripetizioni. “Non vi ho chiesto cosa avete fatto a Capodanno! Dove siete stati?

“Siamo andati a una festa! In effetti era vicino alla Tana, in quel nuovo locale che hanno aperto. Lo conosci?” le rispose Steve.

“No, non la conosco, ma sono sicura che James o Albus ci sono andati.”

“Tu invece ti sei divertita alla Tana?” Le domandò Liam curioso.

“Se mi sono divertita? E’ stato una delle feste più belle degli ultimi anni! Il prossimo anno potreste venire anche voi! Ne parlerò con zia Ginny”

“Davvero? Sarebbe bellissimo, quella festa è leggendaria.”

Continuarono a parlare del più e del meno poi ritorno alle ripetizioni. Liam sembrava avere ancora problemi con il movimento della bacchetta.

“No, Liam. Così sembra che la stai per lanciare per terra. Il movimento è più fluido.” Rose mise la sua mano sopra quella del ragazzo. “Vedi?” Gli mostrò il movimento giusto. “E’ così che devi fare.”

Liam provò da solo ma ancora non riusciva. “Scusa, Rose, ma proprio non riesco. Puoi farmi rivedere?”
Rose andò dietro di lui. Liam era molto alto e la testa di Rose gli arrivava poco oltre metà della sua schiena. “Liam sei davvero alto, lo sai?” Lui fece una risatina nervosa poi quando lei gli prese di nuovo il braccio per mostrargli il movimento, Rose lo sentì bloccarsi.

“Tutto bene?”

“Sì, sì. Puoi continuare. Mi ero un attimo distratto.”

“Ok, allora prima in alto, poi in basso poi un giro. Ma in modo armonioso. Così.” Rose gli fece di nuovo vedere come muoversi e finalmente sentì che aveva capito.

“Grazie mille, Rose.” Liam le sorrise e si andò a sedere di nuovo vicino a Francis che li stava guardando in modo curioso.

“Hai bisogno anche tu, Francis?”

“No, grazie Rose, questo incantesimo mi viene piuttosto bene.”

“Rose puoi rispiegarmi le Guerre degli Gnomi del 18° secolo?”

***
Quella sera avevano fatto davvero tardi. Era a mezzanotte, ciò voleva dire che era rimasta con i tre Corvonero per ben tre ore. Sperava di non svegliare nessuna delle sue compagne e soprattutto sperava di non incontrare qualcuno di poco gradito. L’ultima lettera l’aveva messa all’erta. L’aveva mostrata a sua madre a cui aveva parlato di Scorpius e gliela aveva lasciata, sperava di trovare qualcosa, le aveva detto. Una delle cose di cui era certa era che la persona era una persona della scuola ed era un ragazzo. Ne aveva la certezza.
Svoltò l’angolo e vide che una finestra era aperta. Il vento le scompigliò i capelli e poi lo sentì. Quel profumo. Di nuovo. Si guardò intorno. “Chi c’è? Sei tu? Vieni fuori.”
Rimase lì con la bacchetta sguainata poi qualcuno la abbracciò da dietro. Cercò di divincolarsi ma la persona era troppo forte, allora Rose passò alle maniere forti. Iniziò a dare gomitate e a scalciare. “Lasciami subito!” Urlò.
“Ehi, Rose. Sono io.”

Rose si girò. Era Scorpius. Rose tirò un sospiro di sollievo poi gli diede una manata sul bicipite.

“EHI! Che ho fatto?”

“Mi hai spaventata, ecco cosa hai fatto! Pensavo fossi il pazzoide.”

Scorpius si fece subito serio. “Perché hai visto qualcuno?”

“No, però… ho percepito qualcosa. Di nuovo quello strano profumo che avevo sentito ad Halloween.”

Era sicura fosse il suo profumo, ormai non poteva più dimenticarlo. La cosa che la faceva pensare era perché aveva sentito quel profumo e poi era comparso Scorpius?

No, non poteva essere lui, in fondo il pazzoide non voleva che lei si vedesse con Scorpius quindi era un controsenso. A meno che non avesse personalità multiple… in quel caso
poteva essere plausibile. Rose guardò Scorpius di sottecchi. Strano che avesse iniziato a trovarla carina proprio l’ultimo anno, l’anno in cui lei era dimagrita, l’anno in cui era diventata
un’altra persona. Se gli piaceva così tanto come le aveva detto a Capodanno perché non si era fatto avanti prima e non aveva smesso di prenderla in giro?

“Ehi Rose, non starai mica pensando che sia io il pazzoide, vero?”

Rose si riprese “No, no… ma che dici! Mi hai preso solo di sorpresa!” Infatti, che stava pensando, non poteva esserci Scorpius dietro a tutto.

Scorpius la avvicinò a sé e la abbracciò. “Mi sei mancata, Rose.”

“Anche tu.”

“Non tornavi più. Sei stata in biblioteca per quanto tempo? Tre ore? Non mi piace che vai in giro da sola la sera.”

Rose fece una faccina tenera. “No, eri preoccupato per me?”

“Ma certo! Se dovessi succederti qualcosa, io non so cosa farei!”

Rose vide sincerità nei suoi occhi. Come aveva potuto dubitare del suo ragazzo?
“Che dolce che sei.” Allungò una mano per spostargli una ciocca dei capelli biondi che gli si era posata sugli occhi. “Ti dispiace se parliamo domani? Sono davvero stanchissima.
Steve, Liam e Francis non capivano come fare degli incantesimi e ci ho messo ore a spiegarglielo. Poi ancora la Pozione Polisucco… non la riescono proprio a completare.”

“Come fanno a non saper fare degli incantesimi che sono al sesto anno?” Chiese Scorpius dubbioso.

“Non lo so.” Rose alzò in aria le mani. “Pensa che ho dovuto mostrare il movimento a Liam. Ho dovuto proprio prendergli la mano e farglielo vedere.”

Scorpius rimase zitto un attimo. “Ah… gli hai preso la mano.” L’affermazione sembrava aver risvegliato qualcosa in lui.

“Sì, e anche il braccio! Non voleva proprio capire!” Insistette Rose.
“Rose, non ti sei chiesta che forse quei tre sono capaci di fare quelle cose e stanno facendo leva sul tuo buon cuore solo perché… ecco… gli piaci?”

Rose aprì la bocca per ribattere ma non trovò nulla da dire.

“Non mi piace che per colpa loro stai in giro fino a tardi. Per di più se non hanno nemmeno bisogno di ripetizioni!”

“Scorpius, stai davvero dicendo che perdono tutte quelle ore per stare con me in biblioteca?”

“Sì. Ne sono sicurissimo.” Confermò lui con aria solenne.
Rose scoppiò a ridere, poi si ricordò che era più di mezzanotte e cercò di ridere silenziosamente. “Ma figurati! Guarda che hanno davvero bisogno. Fidati! Me ne accorgerei, no?”

Rose avvicinò il viso al ragazzo che ancora la teneva tra le braccia e gli diede un bacio sulla guancia. “Sei per caso geloso, Malfoy?”

Scorpius si allontanò veloce. “Io geloso? Io non sono mai geloso. Dico solo che è strano, tutto qui e vorrei facessi attenzione. E che tu tornassi prima. L’ultima lettera che ti è arrivata era
peggio delle altre. E se dovesse farti qualcosa mentre sei in giro da sola? Non potrei perdonarmelo. Giurami che farai più attenzione.”

La ragazza lo guardò e vide che era davvero serio. “Va bene. Te lo giuro. Croce sul cuore.”
“Adesso però vieni qui che ti devo dare il bacio della buonanotte. E’ da ore che ti aspetto.”

“Mmm ok.”

***

"Oddio che carino! Quindi ti ha aspettato tutta sera solo per darti la buonanotte? Ma chi l’avrebbe detto che Scorpius Malfoy fosse così dolce!” Sospirò Susan mentre con il cucchiaio
girava il pudding alla cannella.

“Eh già, chi l’avrebbe mai detto. Solo l’anno scorso era uno stronzo.” Commentò Alice mentre si girava a cercare il suo di ragazzo al tavolo dei Serpeverde.

“Sì, ok, ma non offendere però.” Disse Rose guardandola torva.

“E’ solo una constatazione. Anche Albus era uno stronzo. Sono fatti oggettivi e devo aggiungere, anche documentabili.” Rispose con aria di chi la sa lunga.

“Chi era uno stronzo, scusa?”

Alice si girò di scatto e vide il suo ragazzo in piedi dietro di lei. “Ehm…”

“Ti ho sentito, tante grazie.” Albus mise su il muso.

“Beh, non puoi dire che eri tanto gentile e disponibile. O no?” Alice gli mise le braccia intorno alla vita e lo strinse forte.

“Attenta che mi rompi la scopa così.”

Albus era in tenuta da Quidditch perché quella mattina avevano avuto gli allenamenti. Di lì a poco ci sarebbe stata la partita Grifondoro contro Serpeverde e sia Alice che Albus erano diventati iper competitivi. Rose non vedeva l’ora che la partita venisse giocata così per tutta la vita poteva non sentirne più parlare. Grazie a Dio non giocava a Quidditch.
“Potrei boicottarla solo un pochettino così alla partita di sabato non ti funziona bene, ti tiro un Bolide – ma non troppo forte, il giusto per farti barcollare sulla scopa – e Gracie prende il Boccino!” Alice cacciò un fischio con le mani e lanciò i pugni per aria mentre Albus e le sue amiche la guardavano straniti.

“O se no, tu non la boicotti e noi vinciamo la partita senza trucchi e senza inganni, visto che voi Grifondoro siete delle schiappe e noi Serpeverde siamo fortissimi.”

Detto questo Albus corse via rincorso ovviamente da Alice che doveva fargliela pagare. Come aveva osato dire quelle fesserie sulla sua squadra?
Rose li guardò uscire dalla Sala Grande e si rallegrò nel vedere che lei tra i due finalmente andavano bene. Erano una bella coppia e in quelle tre settimane in cui erano tornati a scuola non avevano mai litigato, nemmeno una volta. Andavano d’amore e d’accordo. Non si arrabbiavano più per nulla, Albus sembrava aver finalmente capito che evitare Alice non aveva senso e soprattutto che Sam Wood non era una minaccia. Alice d’altra parte, aveva smesso di arrabbiarsi per ogni cosa che Albus diceva, anche se pensava comunque di avere sempre ragione lei.

“Mi manca fare sport, sapete?” Disse improvvisamente ad alta voce Rose. Solo in quel momento si era accorta di quanto le mancasse fare dell’attività fisica.

“Perché non ritorni a correre! Lo facevi sempre quest’estate e anche all’inizio dell’anno!” Le disse Grace mentre sorseggiava il suo succo all’arancia.

Rose ponderò le parole di Grace. Ritornare a correre… in effetti aveva ripreso qualche kg, non che si facesse troppi problemi però le piaceva essere in forma e attiva quindi perché no?

“Buona idea Grace! Credo proprio che tornerò a correre!”

***

“Assolutamente no, Rose!”  Scorpius era categorico. Le braccia conserte, il volto serio, dimostrava molto più dei suoi diciassette anni.
“Ma perché no?”

“Perché mentre sei da sola qualcuno può seguirti e farti del male.”

“Non posso stare rinchiusa in Sala Comune tutto il giorno, o in Biblioteca o a fare lezione. Mi dispiace, ma ormai ho deciso, riprenderò a correre.” Rose fece spallucce, per lei la
discussione finiva lì. “Ora devo andare a lezione. Ci vediamo stasera, ok?”

Scorpius non le rispose ma mentre lei se ne stava andando la prese per il braccio. “Rose. Sono serio. Non voglio che tu vada. Quel tipo mi fa paura! Più tempo passi da sola, più sono le possibilità che ti faccia qualcosa.”

La ragazza gli prese il volto tra le mani. “Non devi preoccuparti. Starò attenta.” Detto questo se ne andò, lasciando il biondo sconsolato.
Scorpius tirò un calcio alla terra. Alcune volte non sopportava la testa dura di Rose. Non era difficile capire che quel tipo era davvero ovunque come le aveva detto. Perché non voleva stare al sicuro? Perché voleva rischiare? Scorpius si incamminò verso la Sala Comune di Serpeverde e mentre stava per entrare incontrò Lily e Charlie che uscivano in tutta fretta.
Lily aveva il volto arrossato e Charlie non riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia. “Che vi succede a voi due?” Indagò Scorpius guardandoli intensamente. I due sussultarono, non si erano accorti della presenza del Serpeverde.

“Lily voleva ripetizioni di Babbanologia”

“Trasfigurazione.”

“Babbanologia o Trasfigurazione? Sembrate un po’ confusi.” Scorpius cercò di rimanere serio menre vedeva i suoi che si arrampicavano sugli specchi.

“Un misto di entrambi, Lily ha bisogno di entrambi.” Charlie fece spallucce poi mise un braccio intorno alle spalle di Lily e la portò via. Poi a metà del corridoio si girò e fece il dito medio
a Scorpius.

“Mi sembra giusto.” Commentò Scorpius ridendo mentre entrava nella sua Sala Comune.

***

“Io e Charlie l’abbiamo fatto.”

“Cooooooooosaaaaa?” Urlò Rose.

Alice intanto si stava strozzando con il tè che stava bevendo prima di ricevere quella bomba di notizia.

“E lo dici così?” Disse Alice quando ritrovò la voce. “Come se stessi dicendo ‘ah e ieri sono andata a fare la spesa’?”

Lily fece un sorrisone. “Scusate ragazze ma cosa dovevo fare? Prendere un leggio e farvi un discorso?”

“No, va beh. Ma l’hai buttata con troppa nonchalance.” Le disse Rose. “Com’è andata comunque?”

“Charlie è stato dolcissimo. Per lui non era la prima volta però ha detto che era come se lo fosse perché mi ama e vuole stare con me per sempre.”

“Che dolce.” Commentò Rose.

“Lo sai vero che tu hai quindici anni e lui diciassette e le probabilità che rimaniate insieme a lungo termine sono piuttosto poche?” Ad Alice non piacevano i mezzi termini.

“Grazie Ali, mi mancavano i tuoi commenti dolci.”
“Strano, pensavo che ora che tra te e Al le cose vanno bene fossi più unicorni e arcobaleni.”

Alice le guardò scettica. “Solo perché i nostri genitori si sono messi insieme in tenera età ed è durata, questo non vuol dire che accadrà anche a noi. Capite cosa voglio dire? Voglio
solo rimanere con i piedi per terra. Non voglio rimanerci troppo male se dovesse finire.”

Lily e Rose e si guardarono. “Ma perché tu ci tieni a mio fratello e vorresti non finisse mai. Ma che dolce e coccolosa che sei Alice, vieni dalla tua cognatina.” Lily si avvicinò a una titubante Alice e la abbracciò forte. “Vedrai che tu e Al non vi lascerete mai.”


“Non ho detto questo – “

“Shhh.” Lily le stava accarezzando i capelli mentre Alice guardava Rose che se la rideva sotto i baffi.

“E tu e Scorpius invece?”

“Io e Scorpius cosa?”

“Avete preso il Boccino?”

“Eh?”
Rose guardò interrogativa le due ragazze. “Ah.”

“Quindi?”

“Abbiamo deciso di aspettare. Prima vogliamo che si sistemino che cose con il pazzoide.”
Le due annuirono. Aveva senso. “Scommetto che invece mio fratello ha già fatto la sua mossa, vero Alice?”

“Forse…” Rose e Lily si guardarono e si misero le mani sulla bocca.

“No!”

“Invece sì. Ma non l’abbiamo ancora fatto… diciamo che abbiamo fatto altro.”

Iniziarono a ridacchiare senza motivo e si raccontarono i dettagli delle loro esperienze. In fin dei conti è questo a cui servono le amiche, no?

Andarono a dormire tardi quella sera ma la mattina dopo, quando Rose si svegliò per andare a correre come si era ripromessa, si sentiva stranamente riposata. Si vestì, raccolse i
capelli in una coda e scese nel giardino del castello.

Aveva intenzione di correre solo una mezz’oretta, poi nei giorni successivi avrebbe man mano aumentato. Fece partire il cronometro e iniziò. Le era proprio mancato correre, l’aria
fresca sul volto, il corpo che si rigenera, stare in mezzo alla natura.

Fece due giri veloci intorno al Lago poi si accorse che vicino alla sua ombra sul terreno, se n’era formata un’altra.

E’ lui. E’ qui.

Si girò di scatto e si trovò davanti Francis, l’amico di Steve. Si fermò subito e lo guardò interrogativo. “Ehi Francis, che ci fai qui?”

“Sono venuto a correre. Ogni tanto lo faccio.”

Francis aveva proprio l’aria da nerd. Gli occhiali neri e spessi, i capelli sempre spettinati e la divisa un po’ trasandata. Era il suo stile e anche se più volte i professori gli avevano detto di sistemarsi, lui non poteva farci nulla, gli piaceva stare così.

“Davvero? Non ti ho mai visto le altre mattine, quando venivo prima delle vacanze intendo.”

Francis. Non si era mai troppo soffermata su quel ragazzo. Era simpatico certo, come anche Liam e Steve ma lo conosceva? Perché l’aveva incontrato proprio il giorno in cui aveva
deciso di riprendere la corsa?
“Sì, beh l’altro giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono accorto che avevo messo un po’ di peso.”

Rose lo guardò, cercando di nascondere il suo scetticismo. Francis era magro. Non c’erano altre parole per descriverlo. Non aveva il fisico muscolo di Albus e Scorpius o Charlie. Era semplicemente magro. Tutta questa storia sembrava una farsa a Rose, così decise di inventarsi una scusa e rientrare nel Castello.

Fece una risata finta cercando di mascherarla per bene poi disse “Io per stamattina ho finito. Credo che rientrerò adesso. Le altre mi stanno aspettando.”

Francis la guardò, sembrava volesse dirle qualcosa. “Io- fai attenzione.”
“A cosa?”

“Volevo dirtelo l’altro giorno dopo le ripetizioni, ma ormai era tardi e non volevo farti perdere altro tempo. So che stai ricevendo delle lettere piuttosto inquietanti e volevo dirti che io –“
Ma Francis non riuscì a finire la frase perché qualcosa lo colpì. Sbarrò gli occhi e cadde a terra come un oggetto inanimato. Rose si guardò intorno, non c’era nessuno oltre a loro. Cercò il battito di Francis e constatò che c’era. Doveva portarlo subito in Infermeria. Francis stava per dirle chi era la persona che le mandava le lettere e qualcuno l’aveva colpito. E quel qualcuno era di sicuro il pazzoide e probabilmente in quel momento era lì da qualche parte.

“Levicorpus.” Il corpo incosciente di Francis si librò in aria e Rose lo guidò fino da Madama Chips. Varcato il portone del Castello vide Steve e Liam che recavano in Sala Grande a far
colazione.

“Rose? Ehi ciao – “ Disse Liam sorridendo.

“Ma quello è Francis?” Lo interruppe Steve che corse subito a vedere come stava l’amico. Liam lo seguì, anche lui con lo sguardo interrogativo.

“Che gli è successo?” Chiese concitato.

“Qualcosa lo ha colpito ed è crollato esanime. Lo sto portando in Infermeria.”

Steve tirò fuori la bacchetta e così anche Liam.  “Lascia stare, ci pensiamo noi.”

“Siete sicuri, posso aiutarvi…”

“No, non ti preoccupare. Grazie mille Rose.” Le disse Liam mentre si allontanava con Steve facendo fluttuare Francis davanti alle loro teste.

Rose rimase a guardarli per qualche secondo poi decise che era meglio andare a cambiare.

“Ehi Rose, che ci fai qui?”

Cavolo. Era Scorpius.

Rose si girò. Eccolo lì in tutto il suo splendore.
“Ciao! Sono andata a correre e ora stavo andando a cambiarmi.”

“Ok. E’ successo qualcosa?”

“No, assolutamente.” Rose cercò di fare il sorriso più sincero che poteva venirle in quel momento poi decise che era meglio levare le tende. Non sarebbe riuscita a mentire a Scorpius ancora per molto.

“Certo. Ora vado. A dopo!” E corse via. Ma Scorpius non sembrava della stessa idea perché le andò dietro e la fermò. “Dove scappi?”

Lei non rispose. Ottimo piano Rose, così non scoprirà mai che è successo qualcosa.
“Te l’ho detto… sto andando a cambiarmi. Sai, è tutta la mattina che corro… mi è venuta un po’ di fame.” Fece spallucce cercando di risultare sincera.

Scorpius la guardò di traverso. Non le credeva. “Cos’è successo là fuori, Rose?”
Rose tirò un sospiro poi gli raccontò tutto. Tanto sarebbe venuto a scoprirlo prima o poi.

“Mi stai dicendo che Francis è stato colpito proprio mentre ti stava dicendo una cosa importante sul pazzoide e tutto questo mentre tu stavi correndo da sola al parco?”

“Ehm… sì.”

Scorpius si mise le mani tra i capelli. “Rose! Ma vedi che quello ti segue! Promettimi che d’ora in poi avrai sempre qualcuno al tuo fianco!”
Rose ponderò la richiesta. Il suo ragazzo non aveva tutti i torti. “Va bene. Ma non capisco perché non possa essere tu a stare insieme a me.”

“Rose, lo sai che se dovesse vederci insieme si arrabbierebbe. Non ti ha scritto così? E poi i miei ancora non lo sanno. Qualcuno potrebbe dirglielo prima che io ne abbia l’occasione.”

“Hai avuto tutte le vacanze per dirglielo! I miei non hanno problemi per la nostra storia, se ne sono fatti una ragione. Perché i tuoi non potrebbero fare lo stesso? E tra le due famiglie,
sono i miei che dovrebbero avere più ripensamenti, visto quello che ha fatto la tua prozia a mia madre.”

L’ultima frase Rose la disse senza pensare e se ne pentì quasi subito, anche se sotto sotto l’aveva sempre pensato. “Rose le cose sono complicate. Ci sono di mezzo anche i miei nonni. Voglio avere tempo per spiegarglielo, per far capire loro quanto tu sia importante per me, lo capisci?”
Rose guardò il ragazzo. Per adesso poteva anche andarle bene quella risposta ma se non avesse avuto un pazzoide alle calcagna, le cose sarebbe state diverse. “Io penso che tu abbia paura di tuo nonno e del giudizio dei tuoi. Soprattutto di tuo padre… non è forse vero?

Scorpius rimase zitto. “Voglio solo che tutti vadano d’accordo. Non voglio che rovinino la nostra storia.”

Scorpius aveva il volto sconsolato. “Nemmeno io Scorp, ma prima o poi bisognerà dirglielo e ad aspettare non so quanto cambieranno le cose. Ora vado. Ci vediamo dopo.”
Rose girò i tacchi e se ne andò. Non diede nemmeno un bacio al ragazzo. Ma tanto era stato lui a dire che dovevano stare attenti… o no?

***

Rose entrò nel dormitorio e trovò Grace seduta sul letto, nella sua divisa da Quidditch, che fissava il vuoto senza batter ciglio.

“Ehi Grace? Tutto bene?”

La ragazza non rispose.

“Gracie?” Rose mosse una mano davanti al suo volto e l’amica sembrò destarsi da un sonno profondo.

“Come?”

“Ho chiesto se va tutto bene. Ti eri incantata a guardare il nulla.”

“No, non va tutto bene, Rose.” Grace guardò Rose negli occhi. Erano lucidi.
“Che è successo?” La rossa si avvicinò all’amica e le mise un braccio intorno alle spalle. “Dimmi tutto.”

“Non posso giocare a Quidditch. Non posso fare la mia ultima partita contro Serpeverde.”

“Oddio e perché? Sei sicura?”

“Durante gli ultimi allenamenti la gamba ha iniziato di nuovo a farmi male. All’inizio pensavo fossero dolorini di assestamento, sai non avendola sforzata da tanto tempo, e invece no.
C’è qualcosa che non va e Madama Chips mi ha detto che devo tenerla ancora a riposo.” Grace scoppiò a piangere. “Io volevo giocare, Rose. E’ l’ultima partita contro i Serpeverde,
dovevamo batterli, togliere quel sorrisetto a quelle Serpi!”

Alice uscì dal bagno, anche lei era tornata da poco dagli allenamenti. “Hai sentito la notizia, Rose? Senza di te Grace perderemo sicuramente. E chi glielo toglie più il ghigno di
superiorità ad Al?”

Grace scoppiò a piangere e le due la abbracciarono. “Il sostituto però voglio sceglierlo io… anzi, voglio che sia tu Rose.”

Come?

“Come? Io non so giocare a Quidditch.”
“Impossibile che non sai giocare! Sei cresciuta in mezzo a giocatori di Quidditch. Tutta la tua famiglia gioca è impossibile che tu non sappia giocare.”

“No, davvero, io ho preso dalla parte di mia mamma, i Babbani che non sanno giocare. Davvero. Non lo dico per vantarmi.”

Alice la guardò sospettosa. “Non ci credo. Dopo vado dire agli altri che sei in squadra.”

“No, davvero io non –“

“Fallo per me, Rose.” La pregò Grace.

“Ok.”

In che diavolo di casino si era cacciata?

Ecco qui!!! Come ho detto un po' di passaggio ma prepara le cose per il prossimo capitolo >.> che spero vi lascerà a bocca aperta!
Baci,
JJ


 

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Capitolo 17
*** Grifondoro contro Serpeverde ***


CAPITOLO 17 – GRIFONDORO CONTRO SERPEVERDE
Ta dannnn!! Ecco qui il 17° capitolo! Spero vi piaccia! Succedono un sacco di cose e finisce con un colpo di scena... era da un po' che non ne mettevo!

Fatemi sapere cosa ne pensate!! :)
Baci,
JJ


“Fammi capire un attimo Rose. Grace ti ha convinto, in un qualche modo strano, non solo a giocare a Quidditch ma proprio a giocare alla partita che c’è sabato?” Albus cercò di capire a pieno quello che era successo e quando sua cugina annuì con fare sconsolato lui iniziò a ridere a crepapelle. Alice gli diede uno scappellotto dietro la testa ma la cosa non sembrò fermarlo, anzi rise più forte, stava quasi ululando.

“Smettila Al, non vedi che Rose lo sta facendo solo per aiutare Grace?” Lo ammonì Alice con un dito alzato davanti alla sua faccia.

“Che succede ragazzi? Perché Al sta ridendo?” Era arrivato Scorpius.

“Rose… Rose…” Albus non riusciva a parlare da quanto rideva.

“Cosa Rose?”

“Rose giocherà a Quidditch sabato.”

Scorpius rimase senza parole per un attimo poi anche lui si unì alla risata di Albus. “Oddio non vedo l’ora di vederti. Se giochi come hai giocato due estati fa abbiamo praticamente la
vittoria in pugno.” Lui e Al si diedero un pugno poi si alzarono e andarono verso il loro tavolo nella Sala Grande.
Rose e Alice li guardarono andare via scuotendo la testa. “Se pensa di uscire con me stasera, sbaglia di grosso.” Poi si girò verso Rose. “Dobbiamo vederci con la squadra e stabilire
un piano d’azione. Senza Grace sarà difficile vincere ma se facciamo molti punti e cerchiamo di non fargli prendere il Boccino…” Alice continuò a confabulare con sé stessa poi si alzò prendendo Rose per mano e la portò da Sam, il capitano della squadra.

“Sam, Rose farà la Cercatrice al posto di Grace. Lo ha deciso Grace e non possiamo dirle di no, non credi?”

“Ma in realtà io sarei il Capitano quindi potrei –“

Sam guardò Alice e si accorse che non poteva contraddirla. “Ok. Benvenuta in squadra Rose, ora cerchiamo un modo per farti giocare il meno possibile.”

“Grazie Sam, gentilissimo.”

***

Sabato arrivò in fretta e quei giorni di allenamento non avevano molto aiutato Rose, anzi a dir la verità l’avevano solo fatta rendere conto della sua inadeguatezza nella squadra. Era
quasi certa che la partita non sarebbe andata per niente bene ai suoi adorati Grifoni, ma questo era un pensiero che preferiva non condividere con i suoi nuovi compagni di squadra.
Anche se era convinta della disfatta a cui andava incontro Grifondoro, lei cercava comunque di mettercela tutta durante gli allenamenti, non solo perché non voleva farli perdere ma soprattutto per rispetto verso Grace. Dovevano vincere per lei. Alice era quella più lanciata, voleva che Rose andasse in giro con un Boccino d’Oro da allenamento e si allenasse a
catturarlo in tutte le ore del giorno. Per qualche giorno la rossa ci aveva provato poi però ci aveva rinunciato anche perché erano più le volte che si ritrovava a doverlo rincorrere per i corridoi che le volte che lo prendeva.

Quindi le sue giornate in quegli ultimi cinque giorni prima della partita era tutti studio-Quidditch e niente Scorpius. Ce l’aveva ancora un po’ con lui per il fatto che non volesse dirlo ai suoi. Non capiva dove fosse il problema, ormai erano adulti e dovevano entrambi fa capire alle proprie famiglie che queste erano decisioni che sapevano prendere in modo autonomo. Rose non aveva dubbi sui suoi genitori. Sapeva che suo padre avrebbe storto un po’ il naso ma sapeva anche che lui voleva solo vederla felice; sua mamma invece lo sapeva già e aveva fatto i salti di gioia. Stimava Scorpius soprattutto grazie alle cose che le raccontava Ginny. Anche Scorpius pareva avercela un po’ con lei. Da quando avevano avuto quella discussione, passava sempre meno tempo insieme a lei. Rose non capiva se era un fatto intenzionale o era colpa degli allenamenti super intensivi di Quidditch che stavano avendo anche loro. Alice e Albus erano più o meno nella stessa situazione ma tra loro era quasi peggio perché quando si vedevano sembravano due tifosi ultrà iper combattivi.

“Fate schifo! Schifondoro dovreste chiamarvi!” Stava urlando Albus una mattina in Sala Grande ad Alice.

“Schifondoro a chi? Voi siete così poracci che dovreste chiamarvi Vomitoverde.” La tavola dei Grifondoro era scoppiata a ridere e tutti avevano dato il cinque ad Alice che si era riseduta senza nemmeno guardare in faccia Albus. Era stato in quel momento che dal tavolo delle Serpi si era alzato un boato e qualcuno, la persona era tutt’ora anonima, aveva lanciato un pezzo di bacon addosso a Sam. Quella mattina c’era stata la battaglia di cibo e non solo. La cosa però si era conclusa con una stretta di mano tra Alice e Albus e la promessa che non avrebbero fatto più nulla fino alla partita.

“Non parlerò più con Al fino a che non avremo vinto.” Aveva sentenziato Alice mentre cercava di togliersi dei pezzi di uovo strapazzato dai capelli.

“Ok.” Aveva risposto Rose mentre usciva da sotto il tavolo. “Sono d’accordo. Ogni cosa che vi dite poi si trasforma in un insulto quindi meglio evitare.”

“Già.”

Il venerdì sera prima della partita Scorpius fermò Rose all’uscita della Sala Grande.

“Ehi, posso parlarti?” Chiese nervoso mentre si contorceva le mani.

“Sì… non vorrai boicottarmi, vero?” Rose lo guardò in modo sospettoso.

“Ma va.” Scoppiò a ridere. “Seguimi.” La prese per mano e la trascinò verso un Aula vuota nei Sotterranei.

“Cosa volevi dir – “

Ma non riuscì a finire la frase perché Scorpius la spinse contro la lavagna e iniziò a baciarla. Fece scivolare le mani sui fianchi e poi dietro la schiena andando ad accarezzarla sotto la
maglietta.

“Mi eri mancato.” Sì, avevano discusso ma non poteva negare che i baci di Scorpius fossero una droga.

Scorpius le mise una mano sul viso e la guardò restando in silenzio. “Anche tu… eri arrabbiata con me, vero?”

“Sì.” Rispose semplicemente lei, non servivano spiegazioni.

“Anche io ero arrabbiato. Sono geloso, Rose.”

Rose lo allontanò. “Ma di chi?”

“Di quei tre a cui dai ripetizioni. Li stai vedendo ogni sera e per me non hai più tempo. Pensa se fosse stato il contrario!”

“Scorp… ma di cosa stai parlando? Gli sto dando solo ripetizioni… e poi in Biblioteca non in una camera d’albergo… e se anche fosse non succederebbe nulla.”

“Non mi importa, non mi piacciono quei tre, per me nascondono qualcosa.”

“Lo dici solo perché sei geloso.”

“Non è vero. Non voglio che li vedi più.”
Rose lo guardò a bocca aperta. “Come scusa?”

 “Ho detto che non voglio che li vedi più.”

Rose gli puntò un dito sul petto. “Non puoi dirmi cosa devo e non devo fare. Prima con la corsa e ora con questo. Qui non si tratta più di essere preoccupati, lo stai facendo per puro
egoismo. Ti credevo diverso… Malfoy.”

Rose pronunciò il cognome del ragazzo con disprezzo e della cosa se ne pentì subito. Stava per ribattere ma Scorpius prese la parola subito. “Ah sì, Weasley? Io sono egoista? Sei tu
che visto che sei la figlia del Trio d’Oro hai mille privilegi. Non ha nemmeno senso che giochi domani e invece chissà come mai hanno scelto te.”

“Non c’entra nulla, me lo ha chiesto Grace! E se tuo padre non avesse aiutato i Mangiamorte durante la guerra forse, e dico forse, voi tutti verreste considerati in modo diverso dal
mondo magico.”

Scorpius la guardò offeso. “Mi sembrava mi avessi detto delle cose diverse a Capodanno, Weasley. Pensi di essere migliore degli altri solo perché ora sei magra e piaci a tutti? Nessuno ti voleva prima, quei ragazzi ti stanno dietro solo perché ora sei bella. Prima non piacevi a nessuno, eri uno zimbello. Anche i tuoi cugini si vergognavano di te.” Scorpius capì solo dopo qualche secondo di aver detto delle cose che sarebbe stato poi difficile rimangiarsele.
Rose lo guardò con il mento alzato, sperando che da quell’angolazione lui non riuscisse a vedere le lacrime che le si stavano formando negli occhi. “Ho capito, Malfoy. Grazie di avermi fatto fare un tuffo nei ricordi.” Era riuscita a dire tutta la frase senza nemmeno far tremare la voce. “Ah… e per la cronaca, non voglio vederti mai più.”
Rose uscì dall’aula correndo, raggiunse il settimo piano e senza guardare in faccia nessuno dei suoi compagni che l’aspettavano nella Sala Comune, salì le scale a due a due per entrare nel Dormitorio e buttarsi sul letto.

Non riusciva nemmeno a piangere così rimase distesa sul letto a occhi chiusi e a luce spenta. Sentì arrivare le sue amiche ma fece finta di dormire. Non aveva voglia di parlare e
probabilmente, se avesse detto ad alta voce quello che era successo con Scorpius, non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime. Alla fine, piano piano si addormentò e la mattina dopo di svegliò all’alba. Rimase a letto a fissare il soffitto poi sentì qualcuno che si svegliava, si alzava e camminava. Poco dopo sentì le coperte alzarsi e quando aprì gli occhi si vide davanti gli occhioni scuri e ancora un po’ assonnati di Alice. “Che ti succede, Rose?” le chiese l’amica preoccupata.

“Ho litigato con Scorpius… o per meglio dire ho lasciato Scorpius.”

“No.”

“Sì, invece. Abbiamo iniziato a parlare poi lui ha detto che non dovevo più dare ripetizioni ai miei tre amici di Corvonero e una cosa tira l’altra e mi ha detto che ora la gente vuole stare
con me solo perché ora sono magra e bella.”
“L’ha detto veramente?”

“Già.”

Alice scosse la testa e abbracciò Rose. “E’ un cretino, Rosie, ma non lo pensa veramente.”

“Cosa te lo fa credere?”

“Me lo fa credere il fatto che lui sia palesemente innamorato di te, mia cara rosellina.”

“Dici? Beh allora se fosse davvero innamorato di me quelle cose non le avrebbe dette.”

“Ma torniamo un attimo indietro. Tu cosa gli hai detto per farlo infuriare tanto?”


“Potrei o non potrei aver menzionato il fatto che suo padre stava con i Mangiamorte.”

Alice la guardò con gli occhi sbarrati. “Non glielo hai detto davvero.”
“Invece temo di sì.”

“Allora adesso è tutto chiaro. Dovete solo chiarirvi e soprattutto chiedervi scusa. Cerca di farlo prima della partita così almeno non rischi di essere colpita da un Bolide perché sei
sovrappensiero.”
 
Ma Rose non riuscì a parlare con Scorpius prima della partita. Lui non l’aveva nemmeno degnata di uno sguardo e così anche suo cugino Albus. Dovevano aver fatto fronte comune. Come d’altronde lo stavano facendo lei ed Alice. Rose non era riuscita nemmeno a fermarlo quando era uscito dalla Sala Grande ed era sicura che l’avesse vista chiamarlo. L’aveva semplicemente ignorata.

Ci aveva anche riprovato mentre le due squadre si recavano negli spogliatoi. Aveva fatto cenno ad Albus di chiamarlo, lui titubante aveva bisbigliato qualcosa nell’orecchio e il biondo, senza nemmeno alzare la testa, aveva detto di no. Si era ritrovata a pensare quello che lui le aveva detto ed era vero che la gente quest’anno sembrava esserle più amica, ma era anche vero che anche lei aveva cambiato modo di approcciarsi alle persone. Prima evitava i contatti a prescindere, ora no, aveva acquisito più sicurezza. Scorpius le aveva detto quelle cose solo per ferirla e la cosa non le andava per niente bene ma voleva parlargli e cercare di chiarire visto che anche lei gli aveva detto delle cose poco carine.
Ma ora era troppo tardi perché Rose si trovava sulla scopa a circa 30 metri di altezza sullo stadio senza la più pallida idea di come ci fosse finita e con in testa solo il biondo Serpeverde. Aveva ricevuto istruzioni molto chiare da Sam “non fare nulla” aveva detto, “non muoverti, ci pensiamo noi”. La tattica era fare più punti possibile e vincere senza prendere il Boccino. Rose aveva dei seri dubbi che potesse funzionare ma gli aveva dato ascolto, d’altronde era lui il Capitano. Così si era scelta un punto in cui avesse una visuale perfetta per godersi la partita. Notò Liam e Steve seduti sugli spalti. Il povero Francis era ancora in Infermeria, ancora incosciente. Rose voleva essere lì quando si fosse risvegliato, doveva sapere chi era la persona che le mandava le lettere. Doveva affrontarla e farla smettere.

“E GRIFONDORO SEGNA ANCORA! 100 A 30 PER I ROSSO ORO!”

Rose vide Alice lanciare un Bolide contrò Albus e poi lanciargli un bacio con la mano. Si mise a ridere. Almeno si stava divertendo.

Poco più in là Lily riuscì a riprendere possesso della Pluffa e a passarla a Hugo che veloce come un razzo si preparò a lanciarla nell’anello destro.

“HUGO WEASLEY SEGNA! 110 A 30 PER I GRIFONDORO.”
I Grifondoro erano inarrestabili. Avevano sempre il controllo della Pluffa e i Serpeverde, seppur anche loro fossero bravi, non riuscivano ad eguagliare la loro strategia. Ma forse Rose
aveva esultato troppo presto perché all’improvviso Serpeverde aveva fatto segnato.

“Cavolo.” Si guardò un po’ attorno, magari vedeva il Boccino e riusciva a prenderlo mettendo fino a quell’agonia. Ma purtroppo non lo trovò, come non trovò nemmeno sua cugino suo cugino Albus, l’altro Cercatore, in campo. Era di lui che aveva principalmente paura. Albus era bravo, molto bravo, e in genere riusciva a prendere il Boccino in poco tempo, ma quella volta ci stava mettendo più del solito.

Ed era anche meglio così.

Rose decise che era giunto il momento di rendersi utile. Iniziò a scendere di qualche metro e fece larghi giri per il campo. Prima o poi il Boccino sarebbe saltato fuori e –

WOOOSHHHH

Rose per poco non cadde dalla scopa. Era stato un Bolide?

“ROSE WEASLEY, CERCATRICE DI GRIFONDORO, RISCHIA DI CADERE DALLA SCOPA PER COLPA DI UN BOLIDE TIRATO DA SCORPIUS MALFOY!”

Rose guardò verso Scorpius e lo vide che la stava guardando senza espressione.
Era ancora arrabbiato ma la sua reazione le sembrava un po’ esagerata. Si tolse via dalla traiettoria e decise di risalire di qualche metro.

“MA COSA STA SUCCEDENDO? ALBUS POTTER HA VISTO IL BOCCINO?”

Cosa?

Rose individuò subito Albus che aveva accelerato e stava inseguendo il Boccino dirigendosi verso gli spalti. Riuscì a raggiungerlo – non sapeva giocare a Quidditch ma almeno sulla scopa sapeva volare piuttosto bene -  e vide anche lei la pallina dorata.

“Non puoi prenderlo, Al!”

“E chi me lo impedisce, cugina?”

“IO!”

Rose gli diede una spinta con la spalla e gli fece perdere l’equilibrio. Quando si risistemò, il Boccino era scomparso.

Scampato pericolo.

“LILY POTTER SEGNA! 160 A 40 PER I GRIFONDORO!”

La strategia di Sam stava stranamente funzionando. Dovevano solo continuare a fare goal con la Pluffa e sarebbe andato tutto bene.

“ALBUS POTTER SI MUOVE IN CIRCOLO SULLO STADIO. AVRA’ INDIVIDUATO DI NUOVO IL BOCCINO? RICORDIAMO A TUTTI I TIFOSI CHE QUESTA E’ L’ULTIMA PARTITA
GRIFONDORO – SERPEVERDE CHE VEDE SCONTRARSI SAM WOOD, SCORPIUS MALFOY, ALICE PACIOCK, ALBUS SEVERUS POTTER E ANITA STEIN. CHE SQUADRONI RAGAZZI!
DA LIBRI DI STORIA!” Il pubblico esultò per il doppio complimento e anche Rose si ritrovò a battere le mani mentre era sulla scopa.

Ma che diavolo fai, Rose? Si ricompose in fretta e continuò a seguire le mosse di Albus.

Intanto Hugo aveva segnato un’altra volta e stava esultando con Lily e Alice sotto lo sguardo arrabbiato di Scorpius e il resto della squadra verde argentata.

“ED ECCO ALICE PACIOCK CHE CON LA SUA MAESTRANZA LANCIA UN BOLIDE VELOCISSIMO CONTRO ALBUS POTTER. DI NUOVO ALICE, DAVVERO? CHE TI HA FATTO QUEL
POVERO RAGAZZO? MA ECCO CHE POTTER LO SCANSA E SFORTUNATAMENTE VA A COLPIRE L’ALTRO BATTITORE SERPEVERDE, SCORPIUS MALFOY.”

Rose guardò subito in basso. C’era Scorpius che si massaggiava il braccio e guardava torvo Alice. A parte una piccola contusione non sembrava essersi fatto nulla.

“ALTRI 10 PUNTI A GRIFONDORO GRAZIE A UN TIRO SENSAZIONALE DI CHRISTOPHER WEST!” Christopher lanciò il pugno per aria. Sembrava fatta, il distacco stava per diventare ormai nullo, bastavano altri 20 punti e nessun altro goal di Serpeverde e Grifondoro si sarebbe praticamente assicurato la vittoria.

Poi Albus accelerò di nuovo. “RAGAZZI, MI SA CHE CI SIAMO. POTTER HA CAPTATO QUALCOSA.”

Rose diede un colpo di anca e raggiunse Albus in un battibaleno. Gli era dietro e anche lei poteva vedere lo sfarfallio del Boccino. Diede un altro po’ di velocità, ormai era un testa a testa, poi Albus allungò la mano, Rose cercò di spostarlo, ma lui era troppo fermo e concentrato. Era una statua. Albus allungò un altro po’ il braccio e catturò la pallina d’oro.

Serpeverde aveva vinto la partita.

***

“Ok, tecnicamente ha vinto, ma solo di 10 punti.” Commentò Alice mentre si metteva la scopa sulle spalle e si dirigeva verso gli spogliatoi con il resto della squadra.

“Alice… non giriamoci attorno. Abbiamo perso.” Disse Sam sconsolato. “Avrei potuto vantarmi per tutta la vita di questa vittoria, raccontarla ai miei figli, ai miei nipoti… e invece…”

Rose stava indietro ai suoi sei temporanei compagni di squadra. Si sentiva incredibilmente in colpa, se fosse stata più scaltra, avrebbe potuto avere qualche possibilità e prendere il
Boccino.

“Rose, cosa stai rimuginando in quella testolina?” Alice le era venuta accanto. “Non pensare che sia colpa tua, eh! Abbiamo solo avuto sfortuna. Immagina Grace quanto debba sentirsi
in colpa!”

Povera Grace. “Già.”

“Dai andiamo a lavarci. Poi pranziamo, poi ci rilassiamo e poi andiamo a cena.” Si sorrisero.

“Va bene dai!” Rose si sentiva già più rinvigorita.

In quel momento però non sapevano che da quella sera sarebbe cambiato tutto.

***

Erano scese per pranzo e mentre entravano in Sala Grande avevano incontrato il gruppo dei Serpeverde che esultavano contenti per la vittoria più o meno meritata.
Alice cercò di coprirsi il viso con le mani e accelerò il passo verso il tavolo dei Grifondoro, che aveva l’umore opposto a quello verde argentato, ma non ce la fece perché venne individuata da Albus che urlò “Ragazzi, salutate tutti la mia ragazza che oggi ha perso miseramente!”

Alice lo guardò male. “Non sei simpatico, Albus!”

“Sì, ma almeno ho vinto.”

Alice si girò senza rispondergli. “Mangiamo in fretta che voglio tornarmene in camera. Al non lo sopporto quando fa così.”

“Beh, comunque sei migliorata… l’anno scorso l’avresti Schiantato sul posto.”

Alice annuì. “Sì, è vero. Sto diventando troppo buona.”

“O forse sei solo innamorata.” Le diede un po’ di gomitate nel fianco.

“Smettila!” Si ricompose. “Hai poi parlato con Scorpius?”

Rose si voltò verso il tavolo Serpeverde a cercare il biondo. “No, non hai visto che occhiata cattiva mi ha lanciato prima? Non che lui abbia detto delle cose tanto carine sul mio conto,
eh! Almeno io ho provato a parlargli… lui non mi guarda nemmeno… a parte prima, ma per lanciarmi un’occhiata quindi non vale.”
Alice abbracciò l’amica. “Vedrai che si sistemerà tutto. Dovete solo chiarirvi. Non mi dicevi le stesse cose anche tu quando litigavo con Al. Hai visto ora come andiamo d’amore e d’accordo?”
E come se avesse sentito il suo nome, Albus comparì dietro Alice e le diede un bacio sulla guancia. “Ciao… quanto mi odi da 1 a Avada Kedavra?”

“Sei intorno al Crucio in questo momento.”
Albus fece spallucce. “Beh dai sono salvo allora.” Le sorrise poi continuò. “Stasera non possiamo vederci, Ali.”

“Perché?”

“La squadra vuole festeggiare la vittoria in Sala Comune quindi… ecco… tu sei della squadra avversaria… non so se ti divertiresti…”

“Ok.”

“Ok?” Albus aveva la faccia stranita.

“Va bene. Tanto anche io stavo per dirti che stasera non potevamo vederci.”

“Ah sì, e come mai?” Chiese curioso Albus.

“Io e Rose abbiamo da fare.”

Albus guardò scettico le due ragazze. “Ma davvero? E scommetto che se ti chiedo cosa rimarrai di nuovo sul vago…”

“Già.” Alice gli fece un sorrisone. “Ora se vuoi scusarci dobbiamo andare in Sala Comune. A dopo!” Gli diede un bacio, che lo lasciò un po’ spiazzato, poi entrambe uscirono dalla Sala
Grande.

Alice non parlò per tutto il tragitto poi arrivate al settimo piano si girò verso Rose e disse “Stasera Rosellina mia abbiamo da fare. Dobbiamo intrufolarci dentro la Sala Comune di Serpeverde e vedere cosa fanno quei due.”

“Alice! Ma ci riconosceranno subito.” Da una parte non voleva andare… e se Scorpius si fosse subito consolato con qualcuna della sua Casa? E l’avesse già dimenticata? D’altra parte, se Al non stava nascondendo nulla perché non aveva invitato almeno Alice? La faccenda gli puzzava.

“Non se ci camuffiamo un po’. Vedrai Rosie, non si accorgeranno nemmeno che siamo lì.”
Rose ponderò. Se le avessero scoperte, cosa si sarebbero inventate? Sarebbe stato palese che erano andate lì a spiare i loro ragazzi. Anzi, il ragazzo di Alice. Lei e Scorpius non stavano più insieme. La realizzazione della loro situazione la colpì allo stomaco. Ma le cose potevano sistemarsi, dovevano solo parlarsi, chiarirsi. La festa di quella sera sarebbe stata un’occasione perfetta.

Si girò verso Alice, rinvigorita da un nuovo obiettivo. “Dimmi il tuo piano.”

***

“Questo sarebbe il tuo grandissimo piano?”

Alice guardò Rose che aveva la faccia mezza verde e mezza argento, una grande sciarpa di Serpeverde e un cappello con i campanelli.

Alice era uguale a lei. “Certo Rose! Sono già stata ad altre loro feste! Si conciano così i Serpeverde. Sono molto… patriottici verso la loro squadra.”

“Non credo siano così patriottici.”

“E allora tu cosa suggerisci?” Alice spazientita annullò l’incantesimo che aveva fatto su entrambe e tornarono ai loro colori normali.

“Chiediamo a Lily se può prendere il Mantello dell’Invisibilità e lo usiamo per intrufolarci nella Sala Comune Serpeverde, così potremmo osservare tutto senza farci notare.”

Alice la guardò ammirata. “Perché non me lo hai detto subito!!!”

Passarono il pomeriggio a pianificare le mosse e soprattutto a decidere cosa mettersi e cosa dire a Scorpius. Alice aveva deciso che sarebbe rimasta sotto il Mantello tutto il tempo
perché voleva solo controllare Albus. Ancora non si fidava di lui al 100%, dopo quello che lui le aveva fatto passare nei mesi precedenti non si sentiva di poter contare sul ragazzo
completamente. Rose un po’ la capiva ma andare a spiare Albus per vedere se faceva il bravo non le sembrava molto corretto.
Per l’ora di cena decisero di non scendere e iniziarono a prepararsi, Lily durante il pomeriggio aveva chiesto il Mantello dell’Invisibilità in prestito al fratello e lui era stato così gentile da darle anche la Mappa del Malandrino. “Questa però la tengo io. Serve a me e a Charlie.”
Rose aveva deciso di non indagare oltre. Ora si trovava davanti allo specchio e si stava guardando. Alice l’aveva convinta a mettersi qualcosa di comodo perché avrebbero dovuto essere agili, così aveva optato per un paio di leggings neri, un maglione lungo verde smeraldo e una cintura in vita. Ai piedi degli stivaletti comodi. Sarebbe andato tutto bene, avrebbe fatto pace con Scorpius, si sarebbero chiesti scusa e tutto sarebbe tornato come prima.

“Sei pronta?” le chiese Alice.

“Prontissima.” Si misero sotto il Mantello e uscirono dalla Sala Comune. Erano le 10:30 e la festa doveva iniziare alle 10, così erano riuscite a scoprire da Lily. Lei e Charlie però non ci sarebbero stati perché avevano deciso di passare in modo alternativo la serata.

Arrivarono ai Sotterranei e sentirono dei passi dietro di loro. Si girarono e videro Penelope e Anita avvicinarsi all’entrata della loro Sala Comune. Per un attimo Rose si dimenticò di
avere il mantello addosso e le salutò con la mano.

“Che diavolo fai, Rose?” le bisbigliò Alice indicando la mano che si muoveva e cercando di trattenere le risate.

Rose scoppiò a ridere un po’ troppo forte perché Penelope e Anita si girarono di scatto verso di loro. “Hai sentito? Qualcuno si è messo a ridere.”

“Sì, ho sentito anche io.” Sfoderarono le bacchette e iniziarono ad avvicinarsi alle due ragazze che avevano iniziato ad indietreggiare.

“Qui si mette male.” Disse Alice piano a Rose.
Fortunatamente però l’entrata della Sala Comune si aprì e le due ragazze decisero di entrare. Rose e Alice captarono della musica e delle risate. “E’ ora di agire.”

“Corri. Si sta per chiudere.”

Le due ragazze corsero verso l’entrata ma qualcosa andò storto perché una forza le trascinò indietro e le sbatté contro il pavimento di pietra.

“Ma che succede?”

“Forse è un incantesimo di protezione per non far entrare gente delle altre case?”

“No.”

Alice e Rose si girarono di scatto. Erano ancora sul pavimento e potevano vedere una figura scura che si stava approcciando.

“E’ lui, Alice.” Bisbigliò Rose. Aveva riconosciuto la voce metallica della sera di Halloween.

“So che siete sotto il Mantello dell’Invisibilità. Uscite e nessuno si farà male. Voglio solo parlare con Rose.”

Alice uscì per prima e sguainò la bacchetta. “Non credo proprio.” Lanciò un Pietrificus Totalus ma la persona riuscì a scansarlo.

“Cavolo. C’è mancato poco.” Anche Rose uscì dal Mantello e andò vicino ad Alice.

“Rose, tu scappa a lui ci penso io.”

“Non pensarci nemmeno.”

“Ehi ragazze, sono qui solo per parlare con Rose. Datemi dieci minuti.”

“No, sei solo un pazzoide.”

“Questo, Alice Paciock, è offendere. Stupeficium!”

Protego!”  Urlò Alice.

“Rose vieni con me. Non mi hai ascoltato. Dovevi stare lontana da Scorpius e invece hai deciso di metterti insieme a lui. Ti rendi conto di quanto tu mi abbia spezzato il cuore? Darmi del
pazzoide poi! Io ti amo, tu sei mia e solo mia perché non vuoi capirlo?” La sua voce si stava mano a mano alzando e l’incantesimo che aveva usato per modificarla stava scomparendo.
Rose l’aveva già sentita quella voce. Ma chi era?

“Tu non stai bene.” Commentò Alice. “Se ci fai andare, ti giuro che non diremo nulla a nessuno. Ma devi smetterla di importunare Rose. Lei non è innamorata di te. Lei ama Scorpius!”

“Sono bugie. Lei deve stare con me. Lei starà con me e non mi farò certo fermare da una pezzente come Alice Paciock.”

“Ehi, bada a come parli.”

Rose si mise davanti ad Alice. “Va bene, parliamo. Che devi dirmi?”

“In privato, mia Rose. Non davanti a lei.” Indicò con la mano Alice e dal nulla comparvero delle corde intorno al collo della ragazza.
“Lasciala andare.” Urlò Rose mentre cercava di allargare le corde. Ma erano troppo forti. Sembravano dotate di vita propria e per di più continuavano a stringersi.

“Solo se vieni con me.”

“Rose non andare.” Riuscì a dire Alice con voce strozzata.

“Prima lasciala.”

“E tu prometti di venire con me?”

“Sì, te lo giuro.”

Rose vide che il pazzoide mosse la bacchetta e le corde intorno al collo di Alice si sciolsero.

Rose si avvicinò alla persona misteriosa. Ancora non riusciva a vederlo in volto, aveva una specie di cappuccio nero che rendeva praticamente impossibile capire qualcosa. Più si
avvicinava più capiva di star facendo una cavolata. Si girò veloce verso Alice e vide che aveva di nuovo preso in mano la bacchetta e stava per lanciare un incantesimo contro la persona misteriosa. Ma era stata troppo lenta perché un fascio luminoso partì dalla bacchetta dell’avversario e la colpì in pieno petto. Alice aprì la bocca per urlare ma non ci riuscì perché il dolore era troppo grande. Nel giro di pochi secondi il suo corpo si riempì di tagli profondi e cadde a terra.

“Cosa le hai fatto?”

“Hai detto che saresti venuta con me, Rose. Seguimi prima che le faccia qualcosa di peggio.”

Rose corse verso Alice ma non riuscì a raggiungerla perché qualcosa la trascinò indietro. Cercò di divincolarsi, di lottare, ma non ce la fece. L’ultima cosa che vide fu il sangue che impregnava il maglione bianco dell’amica.

Poi il nulla.

Il pazzoide si è palesato! O_O  Avete qualche idea di chi possa essere? E cosa farà a Rose? E soprattutto come sta Alice?
Cosa ne pensate poi della rottura di Scorpius e Rose? :( 
A breve posterò un nuovo capitolo!
Grazie a tuttiiiiii!!!!

Baci,
JJ

 

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Capitolo 18
*** Un Faccia a (quasi) Faccia ***


CAPITOLO 18 - Un Faccia a (quasi) Faccia

Ciao a tutti! La mia velocità nello scrivere questi ultimi capitoli mi sta veramente sorprendendo. Ne mancano esattamente 4 alla fine  e se continuo con questo ritmo da Usain Bolt diciamo che la fine è davvero vicina hahahah
Scherzi a parte, spero che il capitolo vi piaccia... c'è molto pazzoide... si scoprono un po' le sue intenzioni ma...


La musica pompava forte nella Sala Comune di Serpeverde. C’era gente che ballava spensierata, altra che beveva e non riusciva a stare in piedi, altra ancora che si baciava negli angoli nascosti o dietro le colonne. Scorpius e Albus ricadevano tra la prima e la seconda categoria: stavano ballando – ma non in modo spensierato – e stavano bevendo alla grande. Albus continuava a guardarsi intorno, sembrava attendere qualcosa o qualcuno, mentre Scorpius era serio e cercava di buttare giù la tristezza che lo attanagliava in quel momento nell’alcol.

“Andiamo a sederci?” Domandò Albus mentre indicava con il mento il divano.
Scorpius annuì e seguì l’amico. Si fecero largo tra i compagni, tutti vestiti di verde e di argento e tutti pieno di gioiosa noncuranza per il prossimo che gli passava accanto.

“Ehi Scorpiusss” Lo chiamò una delle amiche di Holly Carmichael. “Perché non vieni a ballare con me?” La ragazza gli si avvicinò e iniziò ad accarezzargli il braccio.

“No, grazie. Sono stanco.” Si tolse dalle sue grinfie e si voltò verso l’amico che vide era finito proprio in quelle di Holly.

“Dai Albussino… ti perdono per quello che è successo prima di Halloween… perché non mi segui su in camera che ti devo far vedere una cosa?” Fece l’occhiolino e fece per prendergli
la mano ma Albus si scostò e raggiunse il biondo sul divano. “Scampato pericolo.” Si passò una mano sulla fronte.
Scorpius ridacchiò e si bevve un altro sorso della sua birra. “Quindi non hai scoperto dove andava Alice stasera?” Gli chiese rimanendo sul vago.

“No, e tu hai fatto pace con Rose invece?”

“No. Ho visto che voleva parlarmi oggi ma non me la sento ancora. Anche se ora credo non voglia più parlarmi lei visto che pensa che le ho tirato il Bolide apposta.”

“Ma figurati lo sa che non lo hai fatto intenzionalmente.”

Albus gli diede una leggera spallata poi anche lui continuò a bere la birra.

“Io non so proprio perché a volte faccia così la misteriosa. Quanto le costava dirmi che andava da qualche parte? O era offesa perché li abbiamo battuti? Ma noi siamo superiori, che ci vuoi fare?!”

“Diciamo che c’è andata di culo, Al.”

“Sì, ma non dirlo ad Ali.” I due si misero a ridere e poi sospirarono.

“Secondo te dovrei scusarmi con Rose?” Chiese ad un tratto Scorpius.

“Per me dovreste parlare. Anche lei non ti ha detto cose proprio carine, quindi per me la ragione sta nel mezzo. Alla fine il problema principale è che tu non lo hai ancora detto ai tuoi.”

“Ok, ma lei lo ha detto solo a sua madre.”

“E secondo te zia Hermione non lo ha detto a zio Ron? Quei due si dicono tutto! E poi avete ballato a Capodanno e se ti ricordi bene solo l’anno scorso non facevi altro che renderle la
vita un inferno… quindi credo che abbia intuito e se non ti ha detto nulla, si vede che ti ha accettato.”

Scorpius lo guardò sorpreso. “Dici? Pensavo mi mandasse qualche Maledizione Senza Perdono, qualche Fattura potente, non che restasse così… calmo.”

“Eh beh stando con mia zia si è un po’ calmato.” Albus ridacchiò poi il suo sguardo cadde sull’entrata della Sala Comune. “Che cavolo ci fa Lily qui?”

Lily corse verso di lui con volto preoccupato. “Al, devi venire subito fuori, è urgente.”

“Che succede, Lils? Charlie ti ha fatto qualcosa?”

“Ma va. No, si tratta di Alice…”

Albus si alzò in piedi velocemente e, senza dar tempo a Lily di aggiungere altro, uscì dalla Sala Comune. Scorpius lo seguiva a ruota libera e appena anche lui varcò la soglia
l’immagine che si trovò davanti lo colpì in pieno petto. Non immaginava nemmeno cosa dovesse star provando in quel momento Albus.

“Cosa- cosa le è successo?” Chiese Albus mentre si inginocchiava vicino a Alice e le cercava il battito. Fece un sospiro di sollievo, era ancora viva ma le ferite che aveva riportato, e che in quel momento Charlie stava cercando di richiudere, erano troppo profonde.

“Non lo so. L’abbiamo trovata così mentre tornavamo.” Rispose Charlie. “Prima era sveglia comunque.”
“Cosa ha detto?” Albus stava aiutando Charlie con le ferite ma prima di farlo aveva mandato un Patronus alla Professoressa MacGranitt avvertendola di ciò che era successo.

“Ha detto che è stato Lui… che Lui l’ha presa. Poi ha perso i sensi.”
Scorpius venne percorso da un brivido freddo. Lui l’aveva presa. Aveva preso Rose. L’aveva lasciata da sola e il pazzoide se n’era approfittato subito. Doveva immaginarlo e non
avrebbe mai dovuto abbandonarla così. “Rose.” Riuscì solo a dire. “Ha detto altro?”

“Ha indicato con il braccio quel corridoio… ma Scorp non so quanto tempo fa l’abbia presa… Alice ha perso molto sangue e penso sia così da almeno 20 minuti.”

“Venti minuti…” Sussurrò Albus. Passò una mano sui capelli di Alice e mise la testa della ragazza sulle sue gambe.

“Al, non è colpa tua. Ora dobbiamo trovare Rose.”

“Sì…” Albus guardò Alice ancora incosciente. “Vorrei aspettare almeno che arrivi Madama Chips… non dovrebbe mancare molto.”

“Al, non preoccuparti. Vado io con Scorpius. Tu rimani qui con Lily e Alice.” Si fece avanti Charlie. “Vado dentro a chiamare anche Sebastian e Thomas.” Entrò di corsa mentre Scorpius
aspettava impaziente. Che fine aveva fatto Rose? Dove l’aveva portata quel tipo? Cosa le stava facendo? Solo il pensiero lo mandava in bestia. Come aveva potuto far accedere tutto ciò? Si mise le mani nei capelli, non sapeva cosa fare, si sentiva inutile. Da dove avrebbero iniziato a cercarla? Poi gli venne un’idea.

“Al, hai tu la Mappa del Malandrino? Potremmo vedere dov’è nel castello…”

“L’ho data a Lily…”

Lily cercò nelle pieghe del mantello poi la trovò. “Eccola qui.”

Scorpius aprì la Mappa in tutta fretta e iniziò a scandagliarla. Nessun segno di Rose.

“Non c’è.”
“Come non c’è? Fammi vedere.” Lily si alzò in piedi e prese in mano la Mappa.

“E’ vero, non c’è.”

I tre ragazzi si guardarono preoccupati e Scorpius più che mai si sentiva impotente.

“Seguiamo la direzione che ha detto Alice poi vediamo. Al, tengo la Mappa, magari Rose compare e sappiamo dove andare.”
In quel momento Charlie uscì dal ritratto con Sebastian e Thomas. “Charlie ci ha spiegato tutto. Andiamo.”
Scorpius si mise in tasca la Mappa. “A dopo, Al.”

Al mugugnò qualcosa ma si riebbe quando vide arrivare in tutta fretta la MacGranitt e Madama Chips.

“Signor Potter, ci spieghi tutto!”

Ma Scorpius non riuscì a sentire la risposta di Albus perché ormai era alla fine del corridoio indicato da Alice.

***

Faceva freddo e aveva qualcosa davanti agli occhi. Doveva essere una benda. Voleva riuscire a capire in che posto di trovava ma l’ultima immagine che si ricordava era Alice sanguinante per terra. Si era risvegliata da poco e non sapeva se erano passati minuti o ore, l’unica cosa che riusciva a percepire era un’altra presenza. L’impazienza dei suoi movimenti, il suo andare avanti e indietro, il suo strusciarsi le mani e quel maledetto profumo che si ricordava chiaramente da Halloween l’avevano fatta arrivare ad una semplice conclusione.

Era lui. Aveva detto che voleva parlare ma sapeva che la verità era che voleva averla solo per lui. Come può una persona del genere voler solo parlare? Rose si ritrovò a ringraziare Merlino o chi per lui che il pazzoide avesse preso lei e non qualcun altro. Non se lo sarebbe mai perdonata.
Ora doveva solo riuscire a capire come uscirne viva.

“Dove sono?”

Sentì i suoi passi che si avvicinavano e il suo volto a pochi centimetri dal suo.

“Rose… che bello che ti sei svegliata. Possiamo iniziare allora.”

“Iniziare cosa?”

Aveva ancora la voce camuffata… ma quel profumo… quell’odore l’avrebbe riconosciuto ovunque.

“Oh, ti piacerà. Dopo quello che ti farò tu amerai solo e soltanto me.”

“Cosa vuoi dire?”

“Ho aspettato e aspettato. Ho atteso che tu capissi che sono io l’unico ragazzo giusto per te ma invece tu no.” La sua voce si stava facendo sottile. Sembrava quasi un serpente. “Tu hai
preferito quel Serpeverde. Hai preferito Malfoy, lui che ti ha offeso, umiliato per tutti questi anni.”
“Hai ragione ma io e Scorpius non stiamo più insieme.” Doveva tentare di far uscire Scorpius da quella conversazione.

“Lo so che non state più insieme ma tu lo ami ancora. Ed è questo che non va bene. Capisci Rose? Tu devi dimenticarlo.”

“Va bene. Cosa vuoi che faccia? Posso smettere di vederlo.”

Rose sentì lui sbattere i piedi per terra. “Perché non capisci? Non è così facile. Io… io devo farlo. Se no tu penserai sempre a lui. Tu devi amare me.”
“Non puoi chiedere a una persona di amarti. Non so nemmeno chi tu sia.”

“Ma certo che sai chi sono. Mi vedi nei corridoi, mi saluti, parliamo. Stiamo da soli.”

“Ti sbagli. Non ho idea di chi tu possa essere.”
Ma lui ignorò la domanda e si avvicinò ancora di più a lei. “Ti ho vista al Falò quest’estate ed eri bellissima. Ho visto come sei corsa ad aiutare la tua amica. Sei l’essere più perfetto di
questo pianeta.” Il dorso della sua mano iniziò ad accarezzarle la guancia scendendo verso il collo.

“Ti sbagli. Sono piena di difetti.” Rose cercò di spostarsi. Sentire la mano del pazzoide sulla sua pelle le faceva venire i brividi.

Lui ridacchiò. “Non mentire. Sai anche tu di essere perfetta. Io ho bisogno di questo. Io ho bisogno di te.”

“Ma perché?”

Lui esitò. “Vedi… tu non sai molto della mia famiglia ma ho passato la vita nel caos. Mia madre ha ucciso mio padre qualche anno dopo la mia nascita e da quel momento ho girato tra
case famiglia e orfanotrofi. Nessuno voleva adottarmi. Poi a 11 anni ho ricevuto la lettera per Hogwarts, non immagini la mia felicità, finalmente appartenevo a qualcosa. Avevo persone che mi volevano bene. E non potevo sbagliare. Tutto doveva essere perfetto. Non potevano abbandonarmi, capisci? E se avessi incontrato anche io una donna che poi mi avrebbe ucciso? Mio padre ha fatto un unico errore, scegliere una donna non alla sua altezza, per questo mia madre lo ha ucciso. Ma io Rose ho scelto te. E tu mi amerai per sempre.”

“Io non ti amerò mai.”

“Oh, e invece sì.”

La persona si avvicinò e le tolse la benda. Rose non vedeva nulla, aveva una luce puntata addosso ed era legata. Lui era dietro la luce, nascosto da ogni possibile riconoscimento.

“Cosa vuoi farmi?” Chiese spaventata cercando di muoversi per capire chi fosse il ragazzo.

“Ti farò solo un piccolo incantesimo. Niente di che. Una necessità se voglia rimanere in tema.” Sghignazzò tra sé.

“Siamo nella Stanza delle Necessità?”

“Esatto. Sapevo che eri sveglia.”

Il fatto di sapere di essere ancora dentro il castello la rincuorò. Qualcuno avrebbe potuto trovarla. Poi la realizzazione. Dalla Mappa del Malandrino non si poteva vedere la Stanza delle
Necessità.

“Lasciami andare.”

Lui rise ma rimase dov’era. “Certo, mia cara. Prima però devo farti un piccolo incantesimo. Come ti ho già detto, non puoi amare Scorpius, devi amare solo me.”

“Io… io non lo amo più.”

“Sappiamo entrambi che è una bugia. Quindi non giriamoci intorno. Se ti rilassi non sentirai nulla. Sarà una cosa graduale. Non posso fare in modo che ti innamori subito di me, mi scoprirebbero subito. Per adesso ti farò dimenticare per sempre Scorpius Malfoy. Lo odierai e non vorrai avere nulla a che fare con quel Serpeverde.”

“LASCIAMI!” Rose iniziò a urlare ma sapeva anche lei che era inutile. Nessuno l’avrebbe sentita. Doveva riuscire a fuggire. Non poteva odiare Scorpius. Quante cose non gli aveva
ancora detto. Dovevano fare pace, dovevano ritornare insieme.

Mentre il ragazzo si avvicinava riusciva a distinguere la sua fisionomia. Aveva ragione. Lo conosceva. E ci aveva anche parlato più volte. Che sciocca che era stata. Adesso riusciva a
collegare tutto. Poi quando le si presentò completamente davanti ebbe la conferma.

“Sei tu…”

Ma non ebbe il tempo di finire la frase, perché lui le lanciò una Maledizione Senza Perdono.

Imperio.

“Ora sì che sarai per sempre mia.”

***

Scorpius correva per i corridoi come un forsennato. Dov’era Rose? Che fine aveva fatto? Perché non era nella Mappa?

“Scorp, fermati! A fare così non risolvi nulla!”

Erano le 23 e la luce della luna entrava attraverso le lunghe finestre del Castello illuminando a metà il volto dei quattro ragazzi Serpeverde. “Charlie ha ragione. Dobbiamo
organizzarci.” Disse Sebastian.

Scorpius cercò di ricomporsi. “Va bene. Dividiamoci. Io e Charlie gli ultimi tre piani e voi fino al quarto.”
Essere razionali in quel momento era molto difficile ma i suoi amici avevano ragione. Non poteva correre per tutto il Castello senza meta nella speranza di trovarla.

“Ok. Il primo che scopre qualcosa manda un Patronus. Appena finiamo, se non troviamo nulla, andiamo direttamente in Infermeria per vedere come sta Alice.”

Annuirono tutti e quattro e si salutarono.

“Vedrai che la troveremo.” Cercò di confortarlo Charlie ma Scorpius non registrò le parole dell’amico. Era troppo preoccupato.


“Se non riuscissimo a trovarla io…” Si passò una mano tra i capelli. Scorpius non si era mai sentito così senza speranza.

“Non ci pensare. Iniziamo la ricerca, dai.”

Scandagliarono tutto il quinto piano ma non trovarono nessuna traccia della ragazza o del pazzoide.
Salirono al sesto e non furono fortunati nemmeno lì.

Disperati arrivarono al settimo piano. Passarono davanti al ritratto di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll e Scorpius si fermò di scatto.


“Hai sentito anche tu?”

Charlie si guardò intorno cercando di sentire qualcosa. “Non mi sembra, Scorp.”

Scorpius rimase zitto poi alzò un dito e disse. “Ecco, ora lo senti?”
“No, Scorp. Ma cosa stai sentendo di preciso?”


“Sento delle urla, Charlie. Mi sembra la voce di Rose.” Iniziò a camminare avanti e indietro e dopo un po’ si fermò. “Non sento più nulla.” Il tono serio con cui lo disse fece venire i brividi
a Charlie.

“Vuoi vedere se è nel suo dormitorio? Possiamo chiedere a Grace o a Susan…”

“Sì, dai andiamo.”


Andarono nella Sala Comune di Grifondoro. La Signora Grassa li fece incredibilmente passare, doveva aver captato le loro buone intenzioni. Chiamarono Grace e Susan ma entrambe
confermarono che Rose non era con loro. Appena saputo cosa era successo alle due amiche decisero di seguire i ragazzi che stavano andando in Infermeria per incontrarsi con gli
altri.


“Come sta Alice?” Chiesero ad Albus che aspettava fuori con il volto bianco dalla preoccupazione.

“Non lo so, non ci hanno voluto dire nulla.” Aveva ancora le mani sporche di sangue e stava tremando. Lily si avvicinò ad abbracciarlo. “Avete trovato Rose?”

“No.” Disse Scorpius. “Abbiamo cercato in tutto il Castello. Ma non è da nessuna parte.”


“A Scorpius è sembrato di sentire qualcosa al Settimo Piano di fronte a un ritratto però non c’è nulla lì mi sembra.”

Lily e Albus si guardarono istantaneamente. “Che sia…”


“No, l’hanno distrutta non ti ricordi?”

“Magari qualcuno l’ha ricostruita…”

“Di cosa state parlando?” Domandò impaziente Grace abbracciata a Sebastian.


“Della Stanza delle Necessità. Era al settimo piano, o così ci hanno raccontato i nostri genitori e i nostri zii ma è stata distrutta da mio padre e dai genitori di Rose, anzi… è stata distrutta
dagli amici di tuo padre Scorp, durante la Guerra Magica.”

“Ma può essere che sia tornata. Alla fine è la Stanza delle Necessità, magari torna se qualcuno ne ha davvero bisogno.”


“Può essere.” Confermò Lily. “E questo spiegherebbe il perché Rose non si trovi sulla Mappa. Dalla Mappa non si vede la Stanza.”

Scorpius tirò un pugno contro il muro vicino a lui. “Me lo sentivo. Sapevo di aver sentito qualcosa.”


“Torniamo là! Se andiamo in tanti abbiamo più possibilità di prenderlo e…”

Stavano per ripartire tutti quando Lily li fermò. “Aspettate.”

“Cosa c’è Lily? Ogni minuto è prezioso.”


“Rose non è più nella Stanza delle Necessità.”

“E come fai a saperlo?” Corsero tutti intorno a Lily.


“Perché è a letto nella nostra Sala Comune.”

Rimasero a guardarsi interrogativi. Com’era possibile?

“Andiamo lo stesso!” Intervenì Scorpius.


“Io ragazzi rimango qui con Alice.” Disse Albus. “Potrebbe svegliarsi e non voglio che stia da sola.”

“Va bene. Ti aggiorniamo dopo il Sala Comune.”

Partirono tutti di nuovo alla volta della Torre di Grifondoro. Entrarono nella Sala Comune e le ragazze andarono su a chiamare Rose.

Dopo qualche minuto scesero e con loro c’era anche lei. Il volto stanco e addormentato. Stava sbadigliando.

“Rose, dov’eri finita!? Dove ti aveva portato? Siamo quasi impazziti!” Le disse Lily mentre la abbracciava.

“Sì, io e Scorpius e gli altri ti abbiamo cercata per tutto il Castello. Eri nella Stanza delle Necessità, vero?” Le domandò Charlie curioso e preoccupato.

Scorpius non parlò ma la raggiunse a grandi passi e la baciò con passione. Pensò che con quel bacio lei avrebbe capito che gli dispiaceva di tutto, che non voleva che le cose
andassero così, che per lui niente era più importante di lei… ma Rose non sembrava d’accordo. Lo allontanò con uno spintone e gli diede uno schiaffo.

“Sta lontano da me, Malfoy.” Disse con disprezzo. “Chi ti ha dato il permesso di toccarmi?”

“Rose… che ti succede?” Lily si avvicinò alla cugina e cercò il motivo di quel comportamento sul suo volto. “Scorpius è il tuo ragazzo.” Disse piano. C’erano altre persone della casa e
sapeva che volevano mantenerlo segreto.

Rose scoppiò a ridere. “Oddio Lily non credo proprio. Piuttosto mi butto giù dalla Torre.”

Tutti rimasero a bocca aperta. “Rose sei sicura di stare bene?” Scorpius cercò di avvicinarsi di nuovo ma sul viso della rossa vide solo odio.

Rose non gli rispose e guardò le sue amiche. “Mi avete detto che Alice non sta bene… mi portate da lei?”

Le altre annuirono e iniziarono ad uscire dal ritratto.

Mentre se ne stavano andando Scorpius fece l’ultimo tentativo. Non poteva essere davvero Rose quella davanti a lui. “Rose… mi dispiace per quello che ti ho detto ieri… ti prego…
parliamone.”

Rose rimase di spalle per qualche secondo poi si girò. Il biondo non aveva mai visto quell’espressione sul suo volto. “Non abbiamo nulla da dirci, Malfoy. Anzi, ti chiederei di non
parlarmi mai più. Per me tu non esisti.”

Scorpius rimase senza parole in mezzo al corridoio. La solitudine lo pervase mentre guardava la ragazza che pensava essere l’amore della sua vita, andarsene via, probabilmente per
sempre.

- Continua dal messaggio iniziale -  NON si scopre chi è il pazzoide... dovrete aspettare un altro po' miei prodi!
Alla prossima... di sicuro in breve brevissimo tempo!

Baci,
JJ

 

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Capitolo 19
*** LA VOCE ***


CAPITOLO 19 – LA VOCE

A Scorpius sembrava di essere in un film. Non riusciva a capire cosa stava facendo, vedeva tutto a rallentatore. Le persone gli parlavano ma lui non capiva, era come se fosse in un altro pianeta.

“Ehi Scorpius, tutto bene?” Albus gli diede una leggera strattonata alla manica della giacca.

“Come? Sì, sì. Certo. Io… ecco… come sta Alice?”

Albus sospirò. “Non lo so, non hanno ancora fatto sapere nulla. È al San Mungo ora. Oggi Neville non era nemmeno a scuola. Ho davvero paura. Quelle ferite non promettevano nulla di buono.”

Scorpius guardò l’amico e notò solo in quel momento gli occhi segnati dalle occhiaie e il volto bianco. “Andrà tutto bene, Al. Si sistemerà tutto.”

Sospirarono insieme, il peso della situazione che affondava sui loro petti. Entrarono in Sala Grande e videro subito Rose con Grace e Susan che stavano confabulando serie.

Scorpius cercò con lo sguardo Albus per capire se gli andava di andare un po’ più vicino e il moro annuì. Ma mano che si avvicinavano, le voci delle ragazze si facevano sempre più basse. Di sicuro si erano accorte che i ragazzi si stavano approcciando e non volevano far sentire quello che si stavano dicendo.

“Hai ragione, Rose. Dopo quello che ha fatto fai bene a non… EHI, ciao ragazzi!” Esclamò Grace un po’ troppo forte.

“Io me ne vado. Ci vediamo a lezione.” Rose si alzò e se ne andò di corsa, non senza aver lanciato uno sguardo pieno di risentimento a
Scorpius.

Il ragazzo la guardò uscire dalla Sala Grande e prese il suo posto al tavolo. “Quindi avete capito che cosa è successo a Rose?”
Susan e Grace lo guardarono interrogative. “In che senso cosa è successo? Malfoy, non so se te lo sei dimenticato ma tu e lei avete litigato, quindi mi pare normale che non voglia parlarti.” La frase di Susan poteva avere anche senso ma Scorpius sentiva che sotto al nuovo comportamento di Rose c’era anche altro.

“No, non capite. E’ troppo strano che dopo essere stata con quella persona là ora si comporti in questo modo.” Cercò con lo sguardo il consenso di Albus ma l’amico non sembrava supportare completamente la sua tesi.

“Scorpius, vedrai che prima o poi ti perdonerà e riuscirete a chiarirvi.” Aggiunse Grace mettendogli una mano sul braccio.
Scorpius stentava a credere di essere davvero in quella situazione. La sua ragazza lo odiava e sicuramente era per colpa del maniaco che l’aveva rapita la sera prima. E nessuno gli stava credendo. Era tanto semplice come ragionamento logico.

“No, sono sicuro che quello là le ha fatto qualcosa. Non è la Rose che conosco. E ve lo proverò.” Si alzò in tutta fretta e uscì dalla Sala Grande. Albus rimase a guardare l’amico poi iniziò a spizzicare un pezzo di toast abbrustolito.

“Oggi vai a trovare Alice al San Mungo?” la voce di Susan riscosse Albus dai pensieri in cui era immerso.

“Sì, credo di sì, finite le lezioni. Dalle sei inizia l’orario di visita quindi penso di andare per quell’ora lì. Volete venire anche voi?”

“Oh, no. Vai pure solo tu. Noi andremo un altro giorno.” Lo rassicurò Grace con un sorriso.

“Ok, allora poi vi aggiorno sulle sue condizioni.” Si alzò e uscì anche lui.

***

Albus entrò al San Mungo alle sei precise. Aveva corso come un matto verso l’ufficio del preside per riuscire a prendere la Metropolvere. Non vedeva l’ora di rivedere Alice. Dopo che aveva parlato con suo padre quella mattina dopo colazione, aveva scoperto che si era risvegliata ma ancora non riusciva a parlare.

Stranamente l’odore di ospedale era un odore che gli piaceva. Quando aveva fatto il tirocinio l’estate prima si era divertito, se così si può dire, e aveva deciso che il medico sarebbe stato il suo lavoro. Ora, all’ultimo anno di scuola, era più che mai certo che quella era la strada che voleva percorrere. Stava per entrare nel reparto dove sapeva che era ricoverata Alice quando si sentì chiamare da una voce femminile.

Si girò di scatto e si trovò davanti il volto tondo e sorridente di Emilia Wood. Aveva i capelli raccolti in una coda bassa e portava un paio di occhiali dalla montatura spessa e nera. Sotto di essi, gli occhi castani erano resi ancora più profondi da ciglia lunghe e nere. Albus le sorrise. Gli piaceva Emilia Wood. Quando era ancora a Hogwarts e litigava con James, era uno spettacolo imperdibile.

“Ehi Emilia! Come va?”

“Oh, tutto bene. Tu invece? So che c’è Alice ricoverata. Non ti preoccupare, si è svegliata. Ha delle brutte ferite ancora e alcune cose non le ricorda, poi ha due costole rotte e ha rischiato anche un’emorragia interna ma stai pur certo che si rimetterà presto.”
Albus la guardò sconcertato… fortuna che avrebbe dovuto rassicurarlo.

“Ehm… grazie?”

“Oh scusami. Lo so, devo fare attenzione a quello che dico alle famiglie dei pazienti. Devo fare ancora un po’ di allenamento.” Fece un sorrisino di scuse.

“Sì, direi di sì. Comunque tutto bene. Penso di iscrivermi a Medimagia finito questo anno.”

“Ma davvero? Ma che bello! Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure sono a tua disposizione. Ma credimi, la miglior scuola è in America. Qui i professori sono bravi ma le attrezzature non sono all’avanguardia come le loro. Quindi prendi in considerazione questa piccola informazione che ti sto dando quando deciderai dove iscriverti.”

“America? Non so se posso andare così lontano… comunque grazie della dritta.”

“Pensaci, Al. E’ il tuo futuro.”

Albus le sorrise poi entrò nella stanza di Alice. Appena la vide a Albus gli si strinse il cuore. Sembrava piccola e indifesa, con tubicini che partivano dalle sue braccia e i macchinari che la circondavano.

“Ehi Ali,” Albus le mise una mano sul volto pieno di graffi e di qualche livido, “come stai?”

“Al…” disse Alice con un filo di voce, “sono stata meglio.” Provò a ridere ma si toccò subito le costole. “Ahi, ahi, ahi.”

“Non ridere!” Le intimò Albus preoccupato. “E’ meglio se stai ferma per un po’.”

“Sì, forse è meglio.”

Rimasero un po’ in silenzio mentre Albus le accarezzava il dorso della mano. “Mi hai fatto preoccupare. Che ci facevate fuori dalla nostra
Sala Comune?”

“Oh, non è importante.” Ma Albus era di altre idee visto il rosso cremisi che era diventato il volto di Alice.

“Ok… ti ricordi qualcosa di quello che è successo?”

Alice scosse il capo. “Non mi ricordo nulla, purtroppo. Ricordo solo di essere fuori dalla vostra Sala Comune, di aver visto una persona che arrivava poi nulla e mi sono risvegliata qui.”

“Non ti preoccupare.”

“Vorrei essere più d’aiuto.”

“Non è colpa tua.”

Albus si alzò dalla sedia e si mise sul letto vicino a Alice. “Come sta Rose?”

Il ragazzo si mise a ridere. “Adesso odia Scorpius. Lui pensa che sia per colpa del maniaco, che le abbia fatto qualche giochetto ma Susan e Grace non ne sono convinte. Pensano che lui si sia comportato male quindi la sua reazione è nella norma.” Fece una pausa. “Tu cosa ne pensi?”

Alice lo guardò confusa. “Io penso abbia ragione Scorpius. Assolutamente. Ne sono certa. E’ impossibile Rose lo odi.”

“Dici sul serio?”

“Certo. Rose ha di sicuro qualcosa che non va. Cercate di capire cosa sia. Io proverò a guarire il più in fretta possibile.”

“Va bene, Ali. Ora però posso baciarti?”

***

Scorpius stava seguendo Rose da quella mattina dopo colazione. In apparenza sembra la Rose di sempre, parlava con tutti, scherzava. Ma solo un occhio attento riusciva ad accorgersi degli strani tic nervosi che aveva la sua mano destra e che la Rose di prima non aveva. Scorpius sapeva che c’era qualcosa di strano.

Il primo segno l’aveva notato quella mattina a colazione. Mentre tirava su il pancake con la forchetta la mano aveva avuto uno scatto e l’aveva fatto ricadere nel piatto. Si era guardata intorno per vedere se qualcuno l’aveva sorpresa in quell’atto ma non si era accorta di Scorpius. Poi verso il pomeriggio l’aveva vista continuare a grattarsi incessantemente l’avanbraccio, come se avesse un invisibile fastidio.

La vedeva che era come un’altra persona, sempre all’erta… come se si sentisse costantemente osservata.

Verso la fine della giornata incontrò di nuovo Albus. Probabilmente era stato con lui tutto il giorno ma solo in quel momento si era accorto della sua presenza.

“Ehi Al! Quindi come è andata con Alice? Come sta?”

“Ha dei dolori sparsi ma diciamo che ora sta bene. Dice che è d’accordo con te, che sicuramente è stato il tizio a fare in modo che Rose ti odi, quindi non ti preoccupare, troveremo una soluzione.”

Scorpius gli sorrise. Era poco, ma almeno era consolante sapere che non era l’unico ad aver capito che quella non era la Rose di sempre.

***

“Devi smetterla. Non puoi continuare così! Non starò più al tuo gioco… anche se…”

“Anche se cosa?” La interruppe il ragazzo. “Ormai sei troppo dentro a questa storia per tirartene fuori.”

“Io… non pensavo arrivassi a questo punto.”

“Mi dispiace ma sapevi qual era il mio obiettivo. Era lei, è sempre stata lei, quindi non ti meravigliare se le cose hanno preso questa piega,
ok?”

“Io non credo di poter ancora avanti con il piano.”

“Oh, ma non ti preoccuparti… siamo quasi alla fine.”

Le due ombre si abbracciarono poi quella più alta si incamminò giù per i Sotterranei mentre quella più bassa iniziò a salire velocemente le scale.

Non si accorsero però che nascosti nell’ombra due occhi avevano assistito a tutta la scena.

***

“Non toccarmi, Malfoy. Non ti voglio vicino!”

“Rose, ascoltami.”

“Non voglio ascoltarti, stupida Serpe! E se mi tocchi ancora una volta giuro che mi metto a urlare così tutti penseranno che mi stai
molestando. E a chi credi che crederanno… a te o a me? La ragazza d’oro Weasley?” Detto questo la rossa si girò e ritornò dentro al castello.

Era ormai il tramonto e Scorpius stava tornando dagli allenamenti di Quidditch quando aveva visto Rose leggere sotto una grande quercia.

In un primo momento gli era sembrato che stesse parlando con qualcuno, forse qualcuno che era in un lato della quercia che non riusciva a vedere, ma poi si era accorto che Rose stava parlando da sola.

“Devi lasciarmi andare!”

Per un attimo gli era sembrato risentire la Rose di un tempo poi però appena si era accorta che lui era lì, era ritornata quella delle ultime due settimane. Astiosa e rabbiosa e con un odio profondo nei suoi confronti.

Scorpius si passò una mano sul volto, era esausto. Sembravano passati mesi dall’inizio di quella situazione sebbene fossero pochi giorni.
Rientrò anche lui nella scuola e scese verso il suo dormitorio. Si mise a letto anche se erano le sei di sera. Gli sembrava di non avere più motivazione per impegnarsi a fare le cose.
Chiuse gli occhi, sperando che il giorno seguente portasse buone notizie.

 

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Capitolo 20
*** LO SCONTRO ***


CAPITOLO 20 – LO SCONTRO

“Ci ho provato ma è davvero tutto inutile. Non vuole parlarmi, è come se mi odiasse.”

“Oggi torna Alice quindi la faremo indagare, ok?” Disse Albus con un sorrisino. Era passata un’altra settimana e il mezzano dei Potter non vedeva l’ora di vedere Alice. Forse la ragazza avrebbe aiutato a risolvere il mistero che avvolgeva il comportamento di Rose.

“La vedrai oggi a colazione?” Chiese Scorpius interessato. Stranamente la Paciock stava mancando anche a lui. Era diventata un’amica. Tutto il gruppo di Grifondoro era suo amico ora. E la cosa non gli dispiaceva affatto.

Si girò verso Albus che, appena entrato nella Sala Grande, era già alla ricerca della sua bionda.

“Ancora non la vedo, probabilmente arriverà per la prima ora di lezione.”

“Dai, Al, non ti preoccupare. Se ha detto che arriva oggi, arriverà oggi.”

“Hai ragione.”

Fecero colazione poi si prepararono per la prima ora di lezione, Pozioni. C’era un piccolo gruppetto davanti all’aula, e Rose era vicina al centro dell’attenzione. Alice era finalmente tornata e Scorpius sentì la figura di Albus allontanarsi velocemente e fiondarsi in mezzo alla folla.

“Alice!!!” Albus la stava facendo roteare sul posto e appena la mise giù le riempì il volto di baci. Scorpius era troppo lontano per sentire cosa si stavano dicendo, ma un’idea ce l’aveva. Si avvicinava molto a quello che avrebbe voluto dire a Rose se fosse stato nella stessa situazione.

A proposito di Rose, in quel momento se ne stava in disparte, con il volto tormentato, come se avesse una conversazione cruciale nella sua mente. Appena si accorse che Scorpius la stava guardando, Rose girò i tacchi ed entrò in aula.

“Ehi Scorp! Come va?” Alice lo abbracciò e gli sorrise triste.

“Io bene, Alice. Ma tu?”

“Tutto bene, come al solito sono piena di acciacchi. Com’è che capitano tutte a me?” Albus le passò un braccio dietro le spalle e le diede un bacio sulla tempia.

“Non lo so, Ali. Proprio non lo so. Forse perché ti cacci sempre nei guai?”

Lei gli fece la linguaccia.

“Ma dì a Scorpius quello che hai detto a me.”

“Oh, giusto. Prima stavo parlando con Rose e mi è sembrata davvero strana. E’ come se fosse su un altro pianeta. Albus mi ha detto che per te c’è qualcosa che non
va e sono dello stesso parere.”

Scorpius spalancò gli occhi. Lo sapeva, ne era sicuro che c’era qualcosa di strano in lei e ora che anche la migliore amica di Rose ne era convinta, nulla poteva fargli credere il contrario. “Dobbiamo vederci e parlarne. Vi va stasera se organizziamo un incontro?”

“Io veramente volevo – “ Iniziò Albus.

“Va bene. Io ci sto. Questa storia deve finire una volta per tutta.”

***

Quella sera si ritrovarono nella Sala Comune di Serpeverde e vedere così tanto rosso e oro fece quasi impallidire il Barone Sanguinario. Oltre Scorpius, Albus e Alice, c’erano anche Lily, Grace, Thomas e Charlie. Susan era rimasta con Rose e insieme avevano deciso di andare a vedere la partita di Gobbiglie.

“Allora, facciamo il punto della situazione.” Cominciò Scorpius tirandosi su le maniche del maglione.

“Sì.” Annuirono tutti in coro.

“Dopo che è scomparsa per qualche ora, Rose è diventata… strana. Alice è d’accordo e anche io quindi è per forza vero.”

“Il tuo ragionamento non fa una piega.” Disse Charlie sghignazzando. “Ma non può essere che sia solo stanca di te?”

“No.” Scorpius lo guardò male poi continuò. “Qualcuno di voi ha visto qualche comportamento strano o qualche movimento strano attorno al castello?”

Rimasero in silenzio poi Lily alzò piano la mano. “Io. L’altra sera stavo tornando in Sala Comune dopo gli allenamenti e ho visto due figure che parlavano e una diceva che non poteva continuare a fare così. Sembravano due voci conosciute e non so perché ho avuto la sensazione che si trattasse di Rose.”

“Cosa te lo fa pensare? Poteva essere chiunque.”

“Non lo so… è solo una sensazione. Fattostà che qualunque cosa stia accadendo sta per giungere al termine. E non credo che sia qualcosa di buono.”

“In che senso? Intendi in senso buono o… no?”

“Non in senso buono, Scorpius.”

“Allora dobbiamo iniziare a tenerla d’occhio. Dobbiamo fare i turni. Sono sicuro che prima o poi questa persona… o persone verranno fuori e noi saremo lì a prenderle.”

“Io ci sto. Durante il giorno ci pensiamo noi ragazze. Di sera, fate voi ragazzi, ok?”

Si guardarono negli occhi. Erano tutti d’accordo. Avrebbero smascherato quella persona una volta per tutte.

***

“Alice, come stai quindi? Puoi dirmelo, davvero.” Albus e Alice erano sul letto del ragazzo, abbracciati.

“Ho male ovunque e sempre mal di testa. Ma ho una gran voglia di tornare a volare. Quanto mi manca, Al. Tu puoi capirmi, vero?”

“Certo Ali.” Le accarezzò i capelli. “Pensi di voler diventare una giocatrice di Quidditch di professione?”

Alice si tirò sui gomiti e guardò il ragazzo negli occhi. Chi l’avrebbe mai detto un anno fa che esattamente un anno dopo sarebbe stata sul letto di Albus a parlare del
futuro. E forse del loro futuro insieme?

“Sì, credo proprio che quello sarà quella la mia strada. Giocare per una quindicina di anni e poi diventare allenatrice. Che ne dici, Al? Mi ci vedi?”

“Se ti ci vedo? Per me è il tuo destino, Ali. Dovresti farlo.”

“Grazie.” Si guardarono sorridendo poi rimasero in silenzio per qualche minuto. “Io invece ti vedrei davvero diventare Medimago.”

“Sul serio?”

“Per me è la tua strada.”

“Volevo proprio parlarti di questo. Mentre ero in ospedale ho incontrato Emilia Wood e mi ha consigliato di andare alla scuola di Medimagia che c’è negli Stati Uniti.
Dicono sia la migliore in assoluto ora come ora.”

Alice rimase in silenzio per un po’ poi gli sorrise. “Credo sia una buona idea Albus Potter. E’ il tuo sogno e dovresti realizzarlo. E poi mi hanno detto che te la cavi bene a salvare vite.”

Albus le prese il volto tra le mani e la baciò.

“Quindi Rose te l’ha detto che al falò ti ho aiutato io!”

“No… eri stato tu? Io mi riferivo a questo ultimo attacco. Quindi… oh Al! Avresti dovuto dirmelo.”

“Perché? Non mi sopportavi e di sicuro non avresti voluto saperlo. Il tuo orgoglio ne sarebbe stato ferito.”

La ragazza ci pensò un po’ su. “Hai ragione, purtroppo. Ma tu eri davvero pesante da sopportare.”

“Ci aspetta un futuro pieno di sorprese, vero?”

“Sì. E sarà ancora più bello perché lo passeremo insieme.”

***

Quella sera era il turno di Scorpius. Erano già passati tre giorni da quando avevano fatto l’incontro e ancora non era successo nulla, ma lui era sicuro che era solo questione di giorni. Era da troppo tempo che andava avanti quella storia e sapeva che prima o poi ci sarebbe stata la resa dei conti.

La stava seguendo da due ore ormai. Era rimasto appostato davanti alla Sala Comune di Grifondoro così tanto che aveva fatto amicizia con la Signora Grassa. Poi finalmente l ritratto si spostò e Rose ne uscì. Aveva il mantello addosso e sembrava stesse uscendo per andare da qualche parte.
Ma dove? Scorpius rimase a qualche metro di distanza e dopo aver fatto un incantesimo Muffliato alle scarpe, la seguì fino al portone della scuola.
Allora stava davvero uscendo e la meta sembravano le Serre.
All’ultimo però, virò verso il Lago Nero poi all’improvviso si girò e i loro sguardi si incatenarono. Per un attimo, solo per un attimo Scorpius vide di nuovo la Rose di un tempo. E il suo sguardo era preoccupato, o meglio, spaventato.

“Scappa Scorpius. Perché mi hai seguito?”

Non erano soli.

Si girò di scatto. Ed eccola lì la persona che fin dall’inizio dell’anno aveva abitato i suoi incubi peggiori.

“Ciao Scorpius.”

“Tu.”

La persona sorrise. “Chi l’avrebbe mai detto, eh? Ma dimmi… dove pensi di andare? Non lo sai che Rose non vuole più avere nulla a che fare con te?”

“Sei stato tu! Tu eri dietro a tutto.”

“Oh, sì, io. Ma ho avuto un aiuto sai… qualcuno che non ti aspetti. Ma ora basta parlare. Sistemiamo le cose una volta per tutte. Crucio!”

Scorpius scansò il colpo.

“Lascialo stare!”

Rose stava correndo verso la figura con la bacchetta aizzata, pronta a lanciare un incantesimo.

“Ma come- “

“Non ti lascerò far del male anche a lui.”

Stupeficium!”

Rose venne disarmata ma invece di correre verso la sua bacchetta, corse verso Scorpius.

“Se ti proteggo, non potrà farti nulla.”

“No, scappa.”

“Pensi di potermi fermare? Oh, Rose. Non mi conosci proprio. Crucio!”

La maledizione senza Perdono invece di colpire Rose, con precisione minuziosa arrivò a colpire Scorpius che cadde a terra. Era ancora cosciente. Non poteva lasciare
Rose.

Il pazzoide si avvicinò e lo sovrastò. Gli puntò la bacchetta addosso e urlò per una seconda volta la maledizione.

Scorpius cedette e l’ultima cosa che vide fu Rose prendergli il volto tra le mani, prima di essere trascinata via dentro il buio della notte.

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Capitolo 21
*** IL FACCIA A FACCIA ***


CAP 21 – IL FACCIA A FACCIA
Era freddo attorno a lui, e molto umido. Era seduto ma percepiva che il luogo in cui si trovava, era piccolo, quasi soffocante.
Piano piano aprì gli occhi e come aveva presagito la stanza era buia. Lentamente i ricordi di quello che era successo prima riaffiorarono e un’ondata di paura lo attraversò.

Rose.

Dov’era? Cosa le era successo dopo che era stato attaccato? Ancora prima di riuscire a ragionare, Scorpius iniziò a urlare il nome della ragazza, sperando che in un qualche modo riuscisse a raggiungerla anche solo con la forza della sua voce.

“Scorpius!”

Era Rose, e non sembrava lontana da dove era lui in quel momento. Le sue mani erano legate dietro alla schiena e gli era difficile capire se aveva ancora la sua bacchetta sotto al mantello.

“Resisti Rose, sto cercando un modo per liberarmi.”

“Rimani lì, Scorp. Non fare nulla.” Urlò di rimando Rose.

“Non dire cavolate.”

Scorpius iniziò a muovere i polsi su e giù per cercare di allentare i nodi delle corde. Era tutto inutile.

“Cosa cerchi di fare, Malfoy?” Una figura scura era nascosta dietro il pilastro di pietra della stanza.

“Lasciami andare.”

La figura schioccò le labbra e rise. “Malfoy, vedi… la tua richiesta non può essere accettata. Se ti lascio andare poi cercherai di duellare con me e sinceramente non mi va. Ah e non dimentichiamo che vorrai liberare Rose e come vi ho già fatto sapere più volte, ROSE E’ MIA!”

“Non sarà mai tua. Sei solo un pazzo. Devi curarti. Non hai nemmeno il coraggio di farti vedere. Sei un codardo. Perché non hai provato a
conquistare Rose in maniera normale?”

Una scarica rossa scaturì dalla bacchetta della persona e Scorpius venne scaraventato per terra.

“Zitto Malfoy. Cerca di calibrare le parole che dici perché vedi, saranno le ultime che usciranno dalla tua bocca.”

“NO!” Urlò Rose. “Non fargli del male ti prego.”

“Oh, ma Rose, è colpa tua se siamo arrivati a questo. Se ti fossi comportata bene come mi avevi promesso, nulla di questo sarebbe
successo… e invece no. Dovevi per forza stare con lui. Con uno sporco figlio di un Mangiamorte.”

“Ti prometto che starò con te per sempre. Non parlerò mai più con lui.”

“Non mentire. L’unico modo per fartelo dimenticare è eliminarlo.”

“Non è vero. Ti prego, non fargli del male.”

“Non ti preoccupare Rose. Glielo farò prima io. Expelliarmus!” Scorpius era riuscito ad alzarsi e aveva disarmato la figura. Si avvicinò alla
persona e finalmente poté vedere il volto della persona che aveva reso la vita un inferno ai suoi amici ma soprattutto a Rose.

“Tu. Lo sapevo che non avrebbe dovuto fidarsi di te.”

Liam sogghignò. “E invece si è fidata di me e ora staremo per sempre insieme.”

“Ma qual è esattamente il tuo problema? Perché sei ossessionata da lei?”

“Io ossessionato. Tu non capisci, io la amo. Io ho bisogno di lei. Lei è la metà perfetta della mia vita.” Liam era riuscito ad alzarsi e aveva
richiamato a sé la sua bacchetta.

“Non è la tua metà, Liam. Non è la metà di nessuno. E soprattutto non è la tua.”

Iniziarono a girarsi intorno come due cani che si stanno per azzannare. Era come se aspettassero che uno dei due facesse la prima mossa.

Sectusempra!” Urlò Liam dando inizio alla battaglia.

Rose urlò e cercò di liberarsi dalla prigione di corde che la teneva legata in fondo alla stanza.

“Basta!”

“Mi hai mancato, Liam. Pietrificus Totalus!”

Liam fece un balzo di lato e riuscì a schivare l’incantesimo. Fece una risata di scherno verso il Serpeverde e si rimise in posizione di attacco. “Pensi davvero che usando questi incantesimi da poppante riuscirai a fermarmi? Sono molto più bravo di te, Malfoy.”

“Non ne sarei così sicuro.” Gli rispose Scorpius. “Stupeficium!”

Liam si abbassò e riuscì a mancare d nuovo il colpo. “Smettetela!” Urlò Rose. Si dimenò per un po’ ma non riuscì a liberarsi. Voleva solo
far finire tutto e mettere Scorpius al sicuro.

Rose vedeva che si erano fatti ancora più vicini e in quel momento aveva solo un gran paura non per se stessa, ma per la sorte di Scorpius.

***

“Stasera non toccava a Scorpius controllare Rose? Che fine ha fatto?”
Albus, Alice, Grace, Sebastian e tutti gli altri erano nella Sala Comune Grifondoro.

“Non lo so. E’ da un po‘ che è via. E a pensarci anche Rose.” Rispose Albus mentre metteva un braccio intorno alle spalle di Alice.

Lily si alzò di scatto e corse su per le scale che portavano ai dormitori. Gli altri si guardarono interdetti. “Ma dove è andata?” Charlie rimase a guardare le scale che portavano di sopra e da cui dopo pochi attimi ricomparve Lily con in mano un pezzo di carta.

“So io come trovarli.”

“Ma ce l’hai tu allora!!!” Si lamentò Albus indicando la Mappa del Malandrino.

“Sì. E visto? Sapevo che sarebbe servita? Vediamo un po’ dov’è Rose.”

Iniziarono a perlustrare con lo sguardo la mappa ma sembrava che fosse tutto inutile. Non c’era traccia dei due ragazzi.

“E’ impossibile che siano scomparsi.” Proclamò Alice seria. “Devono essere da qualche parte. Oltre la Stanza delle Necessità c’è qualche
altra zona che la Mappa non mostra?

I due fratelli Potter si guardarono. “Forse… forse potrebbe esserci una zona della scuola che la Mappa non fa vedere.”

“E quale sarebbe?”

“Non ne siamo sicuri ma credo sia la nuova ala del castello. La Mappa non si è aggiornata.”

“Ne siete sicuri?”

“Andiamo a controllare.”

Si alzarono tutti insieme e uscirono dalla Sala Comune.

Uno di loro però rimase indietro.

***

“Non ti sei ancora arreso, Malfoy?”

Scorpius era a terra, con un rivolo di sangue che gli usciva dal labbro. Il Sectusempra lanciato poco prima l’aveva preso di striscio e seppur
non fosse stato l’intero incantesimo a colpirlo, il dolore era lancinante. Rimase confuso per qualche secondo, la stanza era diventata improvvisamente sfocata.

Vide la figura scura di Liam allontanarsi e andare nel punto in cui c’era Rose.

“Cosa vuoi fare ora? Lasciala stare!”

“Credete di amarvi così tanto, vero? Di essere più forti di tutti gli altri, ma vediamo se Rose ti ama così tanto da riuscire a non farti de
male…” Liam fece un sorriso strano, quasi malato.

Si girò lentamente verso Rose, alzò la bacchetta e lancio un incantesimo non verbale. Scorpius per un attimo scorse un lampo di dolore
negli occhi di Rose poi la vide alzarsi come un automa e dirigersi verso di lui

“Ehi Rose, cosa fai?”

“Non riesco a fermarmi, Scorpius. Mi dispiace. E’ più forte di me.” Si posizionò davanti a lui e gli tolse la bacchetta dalle mani.

“Rose, cerca di resistere.”

“Non posso.”

Lentamente alzò la sua bacchetta e la puntò contro il ragazzo.

“Puoi combatterlo Rose.”

“Io… Cr-Nooo.”

Rose cadde a terra e iniziò a contorcersi quasi come in preda alle convulsioni.

“Cosa le hai fatto?” Scorpius andò come una furia verso Liam. Lo prese per il colletto della camicia e lo spinse contro il muro.

“Io – io… lei avrebbe dovuto colpirti, finirti.”

“Tu sei pazzo. Sistema ciò che hai fatto!”

Rose si fermò, ma non era stato per qualcosa fatto da Liam.

“Allora sei tu!!!” Gli altri erano arrivati e Alice davanti a tutti brandiva la sua bacchetta.

“LIAM!” Urlò sorpresa Lily. “Come hai potuto?”

“Sì, Liam, cosa ti passa per la testa? E cosa hai fatto a Rose?”

Scorpius riuscì a toglierli la bacchetta e riuscirono a spingerlo in un angolo lontano da Rose.

“Lei doveva colpirti, lei non doveva essere tua. Doveva essere solo mia.”

“Rose non è di nessuno. Ti portiamo dalla preside. Così finalmente avrai quello che ti meriti.”

 Trascinarono Liam fuori dalla nuova ala mentre Scorpius, Alice e Albus portavano Rose in Infermeria.

L’incubo che li aveva accompagnati sin dall’inizio dell’anno sembrava essere giunto al termine.

***

“Quindi è per questo che ti voleva tutta per lui?”

“Sì. Si era messo in testa che ero perfetta e che sarei diventata la perfetta compagna per lui in futuro.”

“Ma che senso ha?” Chiese Alice.

“In uno dei suoi sproloqui mi ha detto che la madre ha ucciso il padre e per questo, per non fare la fine del padre, voleva un donna perfetta
con cui dividere la vita e pare che per lui io sia quel tipo di donna.”

Rimasero in silenzio per un lungo minuto.

“Mi vengono davvero i brividi sapete?” Disse Alice circondandosi con le braccia avvolte dal maglione.

“Già. Tutto questo tempo ci ha osservati e noi non ce ne siamo nemmeno accorti.”

Rose si mise seduta sul letto. “E’ questo che non capisco. Non può aver fatto tutto da solo.”

“Beh, è molto intelligente. Può aver organizzato un modo per tenere tutti d’occhio e sapere sempre tutto.” Disse Albus pensieroso.

“Non credo.” Rispose Rose. “Ho come la sensazione che ci sia qualcun altro coinvolto.”

I quattro si guardarono e capirono che la storia non era ancora finita.

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Capitolo 22
*** L'ALTRA PERSONA ***


CAP 22 – L’ALTRA PERSONA

 “Il signor Liam è stato portato al San Mungo per degli accertamenti sul suo stato di salute mentale. Non sappiamo quanto sarà lungo il suo ricovero ma posso assicurarvi che ora è in mani sicure.”

I ragazzi si girarono verso Rose e la videro sospirare. “Quindi è davvero finita? Ho come la sensazione che ci manchi un pezzo. E’ come se non mi sentissi ancora sicura.”

Scorpius l’abbracciò. “Vedrai che è solo questo, una sensazione.”

Il Professor Paciock si alzò dalla sua cattedra e si avvicinò a Rose. “Rose, se davvero non ti senti sicura possiamo lasciarti un Auror accanto, ok?”

Rose ci pensò un po’ su. “No, direi di no. Ma ti faccio sapere se cambio idea, Neville.”

Dare del lei a Neville era troppo difficile per la famiglia Weasley-Potter e nelle situazioni meno ufficiali usavano sempre il tu.

“Va bene. Per oggi siete liberi, ma domani tornate a lezione. E’ il vostro ultimo anno e non voglio che perdete troppe ore.”

“Va bene, papà.”

Uscirono dall’Ufficio del professor Paciock e si recarono tutti verso il dormitorio di Grifondoro.

Era come se da una parte fossero finalmente liberi di godersi il resto dell’anno scolastico ma dall’altra un’ombra inspiegabile di inquietudine rimanesse ancora su di loro. Scorpius si ritrovò a pensare che forse Rose aveva davvero ragione, forse Liam era stato aiutato da qualcun altro, forse non pericoloso come lui, ma in ogni modo, sempre in sua combutta.
Nonostante tutto, per essere davvero liberi, dovevano risolvere anche questo ultimo mistero. E Scorpius non vedeva l’ora di trovare anche questo ultimo pezzo del puzzle.

“Rose tutto bene quindi?” Alice e Rose erano poco più avanti e si tenevano abbracciate.

Scorpius non sentì la risposta di Rose ma vide la sua testa rossa appoggiarsi sulla spalla dell’amica.

“Ragazzi, noi andiamo in camera, ci vediamo più tardi, ok?” Alice lanciò un bacio a Albus e insieme all’amica iniziarono a salire le scale.

I due ragazzi le guardarono andare su poi decisero che era meglio uscire un po’ nel parco per schiarirsi un po’ le idee.

“Sei riuscito a parlare con Rose alla fine?”

“Alla fine no… penso che aspetterò un altro po’.”

Erano sotto la grande quercia vicino al Lago Nero e la leggera brezza del mese di aprile scompigliava i capelli di entrambi i ragazzi. Non stavano parlando, cercavano di godersi quell’attimo di tranquillità che volenti o nolenti sapevano non sarebbe durato abbastanza.
Quell’anno era passato troppo in fretta. Da lì a pochi mesi ognuno di loro avrebbe preso la propria strada e avrebbe iniziato il lungo cammino nell’età adulta.
Come se non bastasse, anche se la storia di Liam sembrava archiviata, un senso di non chiusura aleggiava su tutti loro. Se davvero Rose aveva ragione, allora chi aveva aiutato il ragazzo? Doveva per forza essere qualcuno vicino a loro, qualcuno vicino a Rose, qualcuno che sapeva i suoi spostamenti e i suoi segreti.

Ma chi?

Come se non bastasse, doveva ancora chiarire con lei, doveva sistemare le cose prima che diventasse troppo tardi.

"Non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene con rode. È solo stanca."

Albus gli stava proprio leggendo il pensiero.

"Hai ragione. Voglio solo che sappia che quello che gli ho detto non è vero. Al, mi sento davvero in colpa."

"Non rimuginare troppo, aspetta che si riposi e poi parlale.” Fece una pausa. “Anche io dovrei parlare con Ali."

"Perché?"

"Voglio entrare alla scuola di Medimagia in America e non so esattamente come faremo a organizzarci..."

"Quindi vuoi lasciarla?"

"Certo che no. Voglio trovare una soluzione."

"Come sei cresciuto, Al."

"Eh già mi sento proprio un adulto. Come cambiano le cose."

Sospirarono poi decisero che era diventato troppo freddo per rimanere ancora fuori così decisero di fare un salto alle cucine e farsi fare una bela cioccolata dagli Elfi.

***

“Quindi come stai? Sicura di stare meglio?”

Alice era seduta sul suo letto mentre Rose stava appoggiata alla finestra e guardava fuori. Era strano essere di nuovo padrona del proprio
corpo, le faceva apprezzare quello che prima dava per scontato. Dopo avere passato tutte quelle settimane sotto Imperio era quasi un miracolo che stesse così bene. Certo, si sentiva ancora piuttosto scombussolata ma tutto sommato le cose andavano meglio del previsto.

L’unica cosa che la disturbava era quella sensazione di incertezza e di non chiusura che sentiva persistere alla bocca dello stomaco. Sapeva che c’era qualcosa che non tornava, ma non riusciva davvero a capire e anche se una parte di lei voleva arrivare ad una conclusione, l’altra voleva solo riposarsi e mettersi tutto alle spalle.

“Sì, davvero, va molto meglio ora.” Si girò verso l’amica e fece un sorrisino fugace poi riprese a guardare fuori mentre i tenui raggi di sole le colpivano il volto.

“Ci hai fatto davvero preoccupare. Non sapevamo come fare per aiutarti. Scorpius era davvero disperato. Continuava a dire che era impossibile che lo odiassi così tanto, che di sicuro ti era successo qualcosa.”

Rose continuava a guardare fuori. “Davvero?”

“Sì. Non avete ancora chiarito? Pensavo che dopo tutto quello che è successo, fosse quasi automatico.” Ribattè Alice.
Rose sospirò e si girò verso l’amica. “Credo che dobbiamo parlare e capire se vale la pena continuare o meno.”

“Ma certo che vale la pena, Rosie! Siete fatti l’uno per l’altra.”

“Mi ha detto delle cose piuttosto cattive però.”

“Sì, ma-“

“Non so se voglio stare con qualcuno che appena le cose vanno male, mi attacca.”

“Rose, anche tu gli hai detto cose che non avresti dovuto.”

“Lo so, ma – “

“No, niente ma. Ascoltami.” Alice si alzò e andò vicino all’amica. “Parlatene e vedrai che si sistemerà tutto.”

Rose rimase seria per qualche secondo poi annuì. “Va bene. Seguirò il tuo consiglio.”

“Brava.”

Rimasero un po’ in silenzio poi Rose scattò in piedi. “Ma certo. Forse ho capito. Devo solo parlare con Lily.”

“Ma cos-?” Alice non riuscì a fermarla che Rose era già corsa fuori dal dormitorio a cercare la cugina.

***

Albus e Scorpius avevano passato il pomeriggio in Sala Comune a giocare a Spara Schiocco e ora erano pronti per andare a cenare in Sala
Grande. Il loro piano era cenare e poi andare a cercare le due ragazze per capire se finalmente potevano passare del tempo insieme o meno. Ma il destino aveva altri piani perché appena risalirono le scale dai Sotterranei le trovarono davanti al portone della Sala proprio in loro attesa.

“Perché ci avete messo tanto?”

“Infatti, vi stiamo aspettando da almeno mezz’ora.”

Scorpius e Albus si guardarono interdetti. “Perché ci cercavate?”

“Rose forse ha finalmente capito cosa non quadra in tutta la storia ma prima vuole fare un test.”

“Nel senso che hai capito chi era l’aiutante di Liam?”

“Sì, credo di sì. E’ stato anche grazie a Lily che mi ha detto che ha origliato una conversazione di Liam con qualcuno e questo qualcuno
aveva qualcosa di davvero inconfondibile.”

“Ma quindi ora cosa vuoi fare?”

“State a vedere. Dovete solo tenere gli occhi aperti mentre siamo al tavolo. La persona potrebbe cercare di scappare.”

“Ok.”

Si incamminarono verso la Sala Grande ma prima che Rose potesse entrare, Scorpius la prese per un braccio.

“Rose vorrei parlarti.”

“Non puoi aspettare?”

“No Rose. Non posso più aspettare. E se poi ti succede qualcos’altro? Come faccio? Non voglio più rischiare di non vederti mai più.”
Rose si passò una mano tra i capelli. “Non… non è il momento Scorpius. Prima voglio chiudere questa storia una volta per tutte.”

“No. Io voglio sistemare le cose ora. Mi dispiace, ok? Mi dispiace così tanto di averti ferita, di averti detto quelle cose… non che tu me ne
abbia dette di carine, ma io sono stato un vero e proprio stronzo e voglio continuare a stare con te. Non posso stare con nessun’altra. Ti amo, Rose.”

“Come?”

“Hai capito bene. Io ti amo, Rose Weasley.”

Rose gli buttò le braccia intorno al collo e Scorpius la tirò su facendola roteare, poi mentre la riappoggiava al suolo le prese il viso tra le
mani e le diede un bacio. “E tu?”

“Certo che ti amo anche io, Scorpius Malfoy. E mi dispiace davvero per tutto. Non vedo l’ora di iniziare la vita con te.”

Si baciarono ancora, poi quando ormai il fiato di entrambi era corto, decisero che ra il momento di mettere in atto il piano di Rose.

“Sei sicura di star facendo una cosa saggia?”

La ragazza alzò le sopracciglia. “Quando mai faccio qualcosa di sbagliato?” Detto questo girò su i tacchi ed entrò.

Trovò subito Alice, Grace e Susan e gli altri suoi compagni di corso che appena la videro la salutarono con una bella ola. Si sedette tra Alice
e Lily, di fronte a lei Grace e Susan. Le sue amiche chiesero come stava. Erano preoccupate, lo si poteva leggere sui loro volti.

“Ora va bene. Sono contenta che finalmente abbiamo scoperto chi si nascondeva dietro a quelle lettere ma il problema è che ho come la
sensazione che ci sia qualcun altro. “

“In che senso?” Chiese Lily mentre infilzava con la forchetta una crocchetta di patate.

“Nel senso che quel pazzoide aveva di sicuro qualcuno che lo aiutava.”

“Ne sei sicura?”

“Ma certo.”

“E cosa te lo fa pensare?” Le chiese Alice. Avevano provato la scena in Dormitorio proprio prima, sapevano che il momento della verità
stava per arrivare.

“Beh, prima d tutto sapeva sempre tutto quello che mi succedeva. Secondo, era come se fosse ovunque, e una persona da sola non può fare tutto il lavoro. Terzo, so per certo che l’attacco a Lily non è stato fatto da Liam bensì dalla persona che lo ha aiutato.”

“E hai idea di chi possa essere?”

“No, per ora no. Ma so che è un pazzo come lui. Mi ha raccontato certe cose della sua famiglia… non mi meraviglio se fossero pure
imparentati. Sai, il sangue non mente. E se mai questa persona dovesse venire fuori, ne avrei paura. Come ha fatto ad aver seguito i suoi
ordini? Come ha potuto tradire la mia amicizia in questo modo? Per me sono pazzi uguali. Sarebbero da rinchiudere entrambi.”
Il gruppetto rimase in silenzio per un po’ continuando a mangiare poi Grace le prese la mano. “L’importante è che stai bene, Rose. Non sai quanto ci hai fatte preoccupare.”

“Grazie Gracie.”


“Oh ragazze, questa situazione mi ha fatto proprio commuovere. Vado un attimo a rinfrescarmi il viso in bagno. Torno subito.” Detto
questo Susan si alzò e si diresse verso l’uscita.

“Oh, aspettami Susie, vengo con te.”

Susan cercò di ribattere ma Rose era già vicino a lei e insieme uscirono.

“Tutto bene, Susie?”

“Sì, certo. Dovevo solo andare in bagno. Questa storia mi ha davvero sconvolto.”
“Ci credo. Anche io sarei sconvolta se mio fratello avesse fatto quello che ha fatto il tuo.”

Susan si arrestò di colpo ma non si girò.

“Da quanto tempo lo sai?”

“Da quando Lily mi ha detto che ha visto Liam parlare con qualcuno e questo qualcuno in tasca aveva un Cannocchiale Magico. Sei l’unica
a scuola che ce l’ha. Per il resto mi è bastato fare due più due. Doveva per forza essere una di voi. Liam sapeva troppe cose di me.”

“Mi dispiace, Rose.”

“Lo so. Ma questo non toglie che sapevi cosa stava facendo e non hai fatto nulla per fermarlo.”

“Io… è l’unico membro della mia famiglia che mi è rimasto. E’ il mio fratellino, All’inizio pensavo fosse una cosa normale, pensavo volesse
solo consigli su come conuistarti, poi ho visto che peggiorava e non sapevo più come fermarlo.”

“Potevi dircelo. Non avevi le mani legate. Sapevi che era malato.”

“Non è colpa sua. Dopo la morte dei nostri genitori io sono stata adottata dalla famiglia Finnigan mentre lui è andato con un’altra famiglia.
Lo hanno sempre trattato male ed è stato inevitabile che i suoi problemi venissero alla luce. Ci siamo rincontrati qui a Hogwarts durante il
mio terzo anno. Finalmente lo rivedevo, dopo anni. Non potevo crederci.”

“Susan, avresti dovuto dirlo a qualcuno. Magari la tua famiglia lo avrebbe aiutato. Hai fatto del male a molte persone.”

“Lo so, Rose. Mi dispiace.” Susan scoppiò a piangere e si accasciò contro la colonna. “Non potevo lasciarlo solo. E’ mio fratello.” I
singhiozzi non si fermavano.

“Lo so, Susie. Ma ora è tempo che tu ti prenda e tue responsabilità.”

Susan tirò su con il naso. “Hai ragione. Cercherò di sistemare le cose. Vado a parlare con il Preside.”

“Sì. Mi sembra una buona idea.”

Appena Susan svoltò l’angolo, il portone della Sala Grande si aprì e Albus, Scorpius, Alice e Lily uscirono e le corsero incontro.

“Rose? Che succede? Tutto bene? Alice ci ha detto tutto.” Chiese Scorpius mentre la prendeva tra le braccia.

Rose rimase a guardare la direzione in cui era andata Susan poi alzò gli occhi verso Scorpius e gli sorrise.

“Ora sì. Ora va tutto bene.”


 

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Capitolo 23
*** EPILOGO ***


EPILOGO
SETTE ANNI DOPO

Era une bella giornata di sole quella domenica di maggio. Rose aveva un bellissimo vestito azzurro mentre Lily, ovviamente, bianco.
Perché ovviamente? Perché finalmente si sarebbe sposata con l’amore della sua vita, Charlie Zabini.
Il vento entrava dalla finestra della camera della più piccola dei Potter e, anche se stava spettinando i capelli della sposa e delle sue damigelle, a loro non importava, le risate e l’allegria coprivano ogni possibile disturbo.

Era ormai ora. Alle undici in un punto la marcia nuziale sarebbe iniziata e Lily avrebbe percorso la navata. Rose non riusciva a crederci. La sua cuginetta si stava sposando. Sembrava ieri che erano a Hogwarts e che aveva scoperto che lei e Charlie stavano insieme. Che anno, il settimo. Nonostante tutto, forse il più bello della sua carriera scolastica.

“Ragazze, è ora.” Ginny Weasley, nel suo abito verde smeraldo, era venuta ad avvertire Rose, Dominique, Victoire e Rachel, la migliore amica di Lily nonché damigella d’onore, che era giunto il momento di scendere.

“Oddio, che ansia.”

“Stai tranquilla. Andrà tutto bene.” Rose le diede un bacio sulla guancia poi iniziò a scendere le scale. Era l’ultima delle damigelle che
scendeva e lì ad aspettarla c’era Scorpius, in un meraviglioso completo blu scuro che lo rendeva ancora più affascinante.

“Finalmente. Pensavo non arrivassi più.”

“Dovevamo farci belle.” Gli rispose Rose mentre si appoggiava al suo braccio.

Scorpius si sporse vicino al suo orecchio. “Tu sei sempre bellissima.”

Anche dopo anni, la presenza di Scorpius le faceva sempre venire un brivido. Erano felici. Ogni minuto, ogni ora, ogni giorno con lui, non faceva altro che rafforzare la sua convinzione sul fatto che fossero anime gemelle. Si capivano, si amavano e si rendevano felici anche solo guardandosi. Chi l’avrebbe mai detto otto anni prima, quando ancora erano nemici giurati?

Si posizionarono in fondo alla navata cosparsa di fiori. Come da tradizione, Lily e Charlie avevano deciso di sposarsi alla Tana. La cerimonia era all’aperto, le persone erano sedute su sedie di legno bianche e l’altare era una meravigliosa composizione di tulipani e margherite.

Scorpius e Rose attraversarono la navata e si divisero quando raggiunsero l’altare. Scorpius andò a sinistra e Rose a destra.

Dopo poco arrivò anche Lily con Harry. Harry era commosso e cercava di asciugarsi le lacrime da sotto gli occhiali. Lily gli diede un bacio sulla guancia poi arrivarono anche loro davanti all’altare. Lì, con un elegante abito nero e un tulipano rosso all’occhiello, l’aspettava Charlie.

Poi iniziò la cerimonia e fu commovente e divertente e quando giunse alla fine, tutti si recarono al tendone bianco dove si sarebbe tenuto il ricevimento.

Scorpius e Rose passarono la maggior parte del tempo sulla pista da ballo, danzando, cantando e divertendosi con i loro più cari amici.
Grace e Sebastian erano ancora insieme, sposati da ormai due anni e genitori di un bambino di uno. Susan era venuta con suo marito, un Babbano conosciuto mentre prendeva il dottorato in psicologia a Oxford. Suo fratello Liam non era invitato ovviamente, ma ora stava meglio e stava seguendo delle terapie presso il San Mungo. Il gruppetto di amiche aveva cercato di riallacciare i rapporti con la ragazza dopo i fatti accaduti durante il settimo anno di Hogwarts, e anche se era difficile, sapevano tutte che il tempo avrebbe curato qualunque ferita.

L’unica che mancava era Alice. Lei e Albus, dopo aver provato a mantenere la relazione a distanza, si erano lasciati dopo un anno e da allora erano veramente scarse le volte in cui si erano rivolti la parola. Era proprio lei che mancava quel giorno al matrimonio di Lily. Aveva detto che avrebbe dovuto sistemare prima una cosa poi forse sarebbe venuta, ma aveva usato così tanto quella scusa che ormai nessuno le credeva più. Da quando si era lasciata con Albus cercava di evitare gli eventi in cui sapeva che ci sarebbe stato anche lui, ma Rose pensava che il matrimonio di Lily sarebbe stato un evento troppo importante per essere saltato.

E infatti fu così. A metà pomeriggio una figura iniziò ad avvicinarsi. Rose strinse gli occhi per cercare di mettere a fuoco e fu contenta di vedere che era proprio Alice. Ma non era sola. Insieme a lei c’erano altre due persone, o meglio una e mezza. Un uomo, alto e piuttosto affascinante e una bambina, bionda come Alice e con un paio di occhiali che le incorniciavano il viso.

“Alice!!!”

Lily le corse incontro e l’abbraccio. “Lily. Sei bellissima. Mi dispiace non essere riuscita a venire prima. Mia figlia Maggie ha avuto un problemino.”

“Sì, non riuscivo più a smettere di andare in bagno. Mi dispiace Lily, volevo tanto conoscerti e vedere il matrimonio.” Maggie incrociò le piccole braccine e fece un labbrino.

Era la prima volta che Rose vedeva Alice da mesi e soprattutto era la prima volta che scopriva che Alice aveva una figlia. Come era possibile che non le avesse detto nulla? La bambina aveva almeno tre o quattro anni. Come aveva fatto a mantenere un segreto simile per così tanto tempo?

“Piacere Maggie, io sono Lily, una cara amica di tua mamma e questo è mio marito, Charlie.”

“Ohh, Charlie è molto bello. E anche tu sei molto bella. Avete già mangiato la torta? Non so se posso mangiarla però ne vorrei un po’. Ne è
rimasta?” Si mise in punta di piedi e si guardò intorno.

“Ancora non l’abbiamo mangiata, ma perché non vai a vederla con…”

“Io sono Matthew. Matt, un amico di Alice.” Il ragazzo allungò la mano verso Lily e poi verso Charlie. “E’ un piacere conoscervi. Alice mi ha parlato tanto di voi.”

“E di me ha parlato?” Rose si era avvicinata e aveva allungato anche lei la mano al ragazzo. Non sembrava male. Biondo, molto alto e con un bel sorriso. Alice se l’era scelto molto bene, anche se aveva come la sensazione che quei due nascondessero qualcosa.

“Ma certo. La famosa Rose. Sei sempre al centro delle storie che racconta Alice.”

“Vorrei dire lo stesso di te.”

Alice scoppiò in una risata forzata poi si abbassò verso Maggie e le sussurrò qualcosa all’orecchio. “Va bene, mamma. Io e Matty ora andiamo a vedere la torta. Però possono venire anche Lily e Charlie?” La bambina allungò la mano verso Lily che gliela prese subito e insieme al marito e al ragazzo si diressero verso il piccolo gazebo dove era stato posizionato il dolce.

“E quindi? Alice Paciock hai una figlia e lo veniamo a scoprire ora?”
Alice le guardò colpevole. Si contorse un po’ le mani poi quando cercò di parlare venne interrotta di nuovo da Rose.

“Prima fatti abbracciare. E’ da un sacco che non ci vediamo. Ora capisco tutte le buche che ci davi. Era perché dovevi stare con lei. Perché non ce lo hai detto prima? Non capisco!”

“Beh, ecco io… è una lunga storia. E non penso che oggi sia il momento adatto per raccontarvela.”
Rose ci pensò un po’ su. “Va bene. Oggi è il matrimonio di Lily quindi possiamo sorvolare ma domani ci vediamo e mi dici tutto.”

“Va bene.”

“E poi chi è quel fusto? Hai un ragazzo e non – “

“Ehi Rose, C’è bisogno di te al – Alice?”

Rimase a guardarla interdetto, non riuscendo a capire se era un sogno o se era realtà.

“Ehi Albus! Come stai? Io bene. Sono qui con mia figlia e il mio amico Matthew. Tu come stai? Fai il dottore ora, vero? Che bello. Sono
proprio contenta per te. Forse ora è meglio che vada a cercarli. A dopo!” Girò sui tacchi e andò verso la figlia e l’amico senza osare girarsi per guardare cosa stesse succedendo alle sue spalle.

“Era davvero Alice o qualcuno che parlava davvero veloce? Ho capito bene o ha una figlia?”

“Sì. Hai capito bene. E’ quell’esserino biondo che sta osservando la torta in braccio a Charlie.”
Albus si sporse un po’ in avanti. “Sono proprio uguali. E quel tipo vicino chi è? Il padre?”

“Non credo. Ha detto che è un suo amico. Perché sei geloso, Al?”
Rose gli diede una gomitata nelle costole guadagnandosi un’occhiata di traverso dal cugino.

“No, ovvio che no. Chiedevo solo. Sai che sono fidanzato.”

“Non piace a nessuno la tua ragazza, Al.”

“Infatti non deve piacere a voi, fino a prova contraria.”

“Sì, va bene, come vuoi. Hai visto Scorpius?”

“Sì, è là vicino l’entrata di casa che parla con tuo padre.”

Rose si girò e trovò suo padre e il suo ragazzo che parlavano. Gli uomini più importanti della sua vita andavano d’accordo e non poteva
chiedere di meglio. Iniziò ad avvicinarsi a loro ma dopo aver fatto due passi cambiò direzione. Voleva lasciare loro del tempo da soli. Non li aveva mai visti avere una conversazione di più di un minuto e vederli finalmente insieme le riempiva il cuore di gioia. Iniziò a camminare e senza accorgersene si ritrovò alla vecchia radura in ci si incontrava sempre di nascosto con Lily e Alice quando era adolescente e incredibilmente trovò le due ragazze in quella stessa radura che parlavano animatamente.

“Pensavi non me ne accorgessi. Aspetta solo che Maggie parli con mia madre e poi lo sapranno tutti.”

“Io – “

“Non capisci Alice che è suo diritto sapere? Non puoi tenerlo all’oscuro ancora per molto.”

“Ehi ragazze, che succede?”

“Rose!” Esclamarono in coro.

“Alice deve dirti una cosa.”

“Lils, ti prego. Più persone lo sanno più sarà difficile mantenere il segreto.”

“E’ questo il punto, Ali. Non dovrebbe essere un segreto.”

“Volete dirmi cosa sta succedendo?”

Lily guardò di traverso Alice che alla fine cedette e si fece avanti. “Rose… sto per dirti una cosa ma devi promettermi che non ti arrabbierai
con me, ok?”

“Va… va bene. Dimmi.”

“Hai presente Maggie, mia figlia? Beh, lei ha anche un padre e diciamo che quel padre è una persona a te molto vicina.”

“Non mi starai dicendo che…”

“Sì, Rose. Il padre di Maggie è Albus.”


Non ci riesco a credere che finalmente sono riuscita a finirla. Forse non è bella come mi immaginavo sarebbe venuta ma sono così contenta e orgogliosa che non importa! Spero davvero che vi piaccia. Ovviamento l'epilogo serve per introdurre la seconda fanfiction della trilogia che sarà incentrata sulla coppia Alice/Albus. Non vedo l'ora di iniziarla e spero davvero di non metterci altri tre anni e mezzo per concluderla xD

Baci e a presto,
JJ

 

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