Love Torn.

di Siren Park
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** - Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** - Capitolo 1. ***



                                    

                               Capitolo 1                                                                                                                                                                                

 

 

 

Era una giornata come le altre che passavo all’ospedale, Il Santa Barbara per precisione,  per via di una rara malattia genetica, da ormai due settimane ed iniziavo ad avere nostalgia della mia casa, però, almeno avevo qualcuno con cui parlare tra pazienti ed infermieri, mentre nel mio appartamento abitavo da solo.

L’unica pecca in quell’ospedale era il dottore che mi avevano affidato, era sempre scontroso e misterioso nei miei confronti e ciò mi infastidiva.  Si chiamava Watanabe Eisuke.

Però, questa mattina, si era comportato davvero in modo molto insolito.

Era l’ora della colazione ed insistette per fare colazione assieme nella terrazza dell’ospedale.

                                                                          .  .  .

-  Ti piace la terrazza?  - Mi chiese, con lo sguardo altrove.

- Si, almeno si respira un aria migliore di quella della stanza e poi c’è davvero un bel panorama  - dissi io mentre sorseggiavo il mio tè caldo.

- A proposito - si girò per guardarmi - Non so ancora il tuo nome, sta scritto su ogni cartella dei nostri pazienti ma io non ci faccio mai caso .. Potresti dirmelo? –

Rimasi a bocca aperta per la sua domanda, insomma, faceva parte del suo lavoro, poteva pure darci solo un occhiata!

- Inoue Fumio - Gli dissi con tono offeso, senza aggiungere altro e dopo di che non ci dicemmo più niente.

Me ne tornai nella stanza, ringraziandolo dell’invito e lasciandolo lì, mentre si finiva il suo caffè.

                               .  .  .

 

Dopo essere tornato nella mia stanza mi misi a giocare a carte con i miei (anziani) compagni di stanza, ogni tanto organizzavano delle partite dove, invece di puntare i soldi, puntavano  delle caramelle o cose di pochissimo valore ma era comunque divertente parteciparvi.

Dopo poco vennero alcuni parenti a fare visita ai loro cari, era l’orario delle visite dopotutto, e smettemmo di giocare.

Ovviamente vennero i parenti di tutti, tranne i miei.

Ero rimasto orfano in tenera età e molti dei miei parenti abitavano in tutt’altre città e non potevamo vederci spesso.

Decisi di uscire dalla stanza per fare una passeggiata, e mi rifugiai nel giardino dell’ospedale, era molto grande e pieno di fiori di ogni tipo.

Adoravo quel posto.

Feci un enorme sospiro, mettendomi a pensare del più e del meno finché non sentii la presenza di qualcuno.

Mi girai.

Era Eisuke.

- Uh? come mai sei qui a quest’ora? – Gli chiesi, abbastanza sorpreso. Da quel che ricordavo, quello, non era l’orario di pausa.

- Sono venuto a farti compagnia, mi sembri un cane abbandonato - Disse, quasi con un sorrisino nostalgico sul viso.

 Lo guardai abbastanza irritato, non avevo bisogno di essere compatito da lui.

- Fa’ pure allora -  Gli risposi poi, voltandomi e ritornando a guardare ciò che mi circondava -

Sentii un tepore scorrere lungo tutta la mia schiena.

Solo dopo mi accorsi che mi stava abbracciando da dietro, tenendo le braccia attorno al mio collo e la sua guancia destra contro la mia sinistra.

All’inizio lo lasciai stare, poi appoggiai le mie mani sulle sue braccia per distaccarle e, con lieve timidezza, provai a parlare.

- C - Cosa ti salta in mente? Con una donna poteva pure andare, ma con un uomo .. -

Lasciai la frase in sospeso, mettendomi a riflettere.

Con un uomo, cosa? Cosa c’era che non andava in quel gesto? Lo facevo spesso con i miei amici mentre scherzavamo ed era sempre andato bene, quindi perché era così strano in quel momento?

E’ vero, non eravamo poi così “amici”, io e lui, da fare gesti come questi però sentivo come se c’era una nota stonata in tutto ciò.

Lui non rispose, mantenne l’abbraccio e restammo così per un bel po’ finché, ad un tratto, mollò la presa e rientrò dentro l’ospedale con una certa fretta.

- Dove vai? - Gli chiesi, voltandomi per guardarlo.

- A fare il mio lavoro – Rispose lui, chiudendo poi la porta dietro di se.

Forse, in fondo, era una brava persona, non ostante il lavoro aveva trovato il tempo per farmi compagnia senza farmi sentire solo per via dell’orario di visite.

O forse stavo troppo leggendo tra le righe io.

Però, mi era sembrato un gesto abbastanza carino da parte sua, non si sarebbe mai detto dal suo modo di fare.

Forse era solo timido.

Mi feci una risatina, lui timido? Ma dai, neanche fra cento anni!

Rimossi quell’idea dai miei pensieri e tornai a guardarmi attorno, era davvero una bella vista quella che si poteva ammirare dal giardino.

Davvero bella.

Mi tornò in mente ciò che era appena successo ed il mio cuore iniziò a scalpitare, cosa stava succedendo?

Perché mi sentivo così nel ripensarci?

Scossi la testa, provando a pensare ad altro ma non ci riuscivo ed un lieve rossore faceva spazio nelle mie guance.

Capii che c’era qualcosa di strano in me, qualcosa di davvero molto strano.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice.

Ehehhh, eccomi qui con un'altra FanFic! (•̀ᴗ•́)و ̑̑

Questa volta ho deciso di farne una a capitoli, speriamo che vada tutto bene.

Ebbene, che ne dite?

Vi è piaciuta o no? Fatemelo sapere, ne sarei felicissima! ()

Nel prossimo capitolo proverò ad introdurre dei nuovi personaggi ed approfondire meglio la storia dei due protagonisti.

E niente, ci rivediamo nel prossimo capitolo! °˖ ✧◝(○ ○)◜✧˖ °

        

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Capitolo 2
*** - Capitolo 2. ***


Aspettate!

Prima che iniziate a leggere questo capitolo, mi vorrei scusare per averci messo così tanto a scriverlo

Ho avuto molto da fare, in più il pc aveva dato di matto

Ma per fortuna ora è tutto apposto!

Spero di caricare il prossimo capitolo nel più breve tempo possibile.

Intanto, vorrei ringraziare manueos85 per aver recensito il primo capitolo ed aver seguito la storia, ringrazio anche nami78 per averla seguita ed infine ringrazio m a f u r i n e Mikan_Sakura per averla aggiunta tra i preferiti.

Vi ringrazio di cuore!

Buona lettura. (o´`)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                Capitolo 2

 

 

 

 

Era una giornata come le altre trascorse al Sana Barbara, avevo appena finito di fare le mie visite mattutine ed avevo deciso di farmi una camminata lungo i corridoi del mio reparto.

Mentre attraversavo il corridoio davo una fugace occhiata nelle camere altrui, era triste vedere tutte quelle persone malate ma, allo stesso tempo, mi faceva sentire meno solo il fatto di non essere l’unico ad avere una malattia definita dai dottori “inguaribile”.

All’inizio mi dissero che avevo davvero poco tempo da vivere, neanche più di tre anni, e che dovevo prepararmi al peggio.

Ora ne sono passati 7 e vivo ogni giorno con il terrore di lasciarmi tutto alle spalle e sparire per sempre, senza rivedere più le persone che ho amato per tutto questo tempo e senza potergli dire addio.

Il giorno dopo avrei compiuto il mio 38° compleanno ed all’inizio non avevo nessuna intenzione di festeggiarlo, sarebbe stato soltanto un altro modo per ricordarmi che di lì a poco sarei morto e ciò mi faceva star male.

Dopo aver attraversato il lungo corridoio voltai a sinistra, salendo le piccole scale che portavano alla terrazza.

Entrai, facendo attenzione a chiudere la porta dietro di me, mi incamminai verso un angolino nascosto della terrazza.

Da lì si poteva godere di una splendida veduta, era il mio posto preferito, l’unico a farmi sentire meglio.

Mi appoggiai con la schiena sul muro strascinandomi a terra, stringendomi le braccia al petto dando libero sfogo alle mie lacrime che sembravano quasi interminabili.

Piansi, piansi ed ancora piansi, piansi così tanto da dimenticarmi il motivo delle mie lacrime.

La verità che non ho mai voluto affrontare è che ero rimasto solo al mondo, i miei genitori erano morti da ormai molto tempo e gli unici parenti rimasti erano lontani da qui, in più non avevamo un buon rapporto e se ci fossero stati o meno era uguale per me. Di amici al di fuori dell’ospedale non ne avevo, non ero mai stato un tipo molto sociale.

Mi destai dai miei pensieri quando sentii la porta aprirsi.

Con tutta fretta mi asciugai le lacrime e mi rimisi in piedi, sbirciai da dietro il muro per vedere chi era entrato.

Intravidi una figura di un uomo rivolto di schiena che se ne stava lì, in piedi.

Cercai di vedere meglio, avvicinandomi.

Era Eisuke!

O meglio, visto da dietro sembrava lui ma non aveva il suo solito camice e, a vederlo da vicino, era persino più alto.

Cercai in tutti i modi di avvicinarmi in silenzio ma inciampai per colpa del pigiama troppo lungo e feci un casino assurdo mentre le mie guance diventavano sempre più rosse dall’imbarazzo.

L’uomo si girò d’improvviso verso di me e, preoccupato, mi aiutò a rimettermi in piedi.

Pensai “Che gioia! Ho appena fatto una figuraccia passando per uno stalker da un tizio che neanche conosco! Urrà!”

 

- Ehi, tutto bene? Ti fa male qualcosa? Vuoi che chiami qualcuno? - Mi chiese l’uomo, mentre io mi rialzavo con la stessa lentezza di un bradipo.

 

“Mamma mia, quante domande!” pensai, ridendo leggermente sotto i baffi.

 

- Sto bene, non preoccuparti! Grazie per avermi aiutato - Risposi, sforzandomi di fare un lieve sorriso. Non sia mai che mi faccia altre domande a raffica come quelle.

 

- E’ compito di un gentiluomo aiutare una fanciulla in pericolo … - Dopo aver detto questo, lo sconosciuto si avvicinò pericolosamente a me, sorridente, per poi prendendomi la mano e schioccarci sopra un bacio.

Rimasi senza parole.

Non solo mi aveva scambiato per una ragazza, in quel momento ci stava persino provando con me!

Scossi la testa, tentandomi di liberare dalla sua presa.

- E - Ecco, veramente io ...  Non sono una “fanciulla”, mi chiamo Inoue Fumio … Fumi per gli amici. -

In effetti, ero un ragazzo abbastanza aggraziato, carnagione chiara, occhi color ghiaccio, capelli castani e medio-corti che di solito raccoglievo in una coda bassa.

Venivo spesso scambiato per una ragazza da piccino, non avrei mai pensato che sarebbe accaduto di nuovo.

L’uomo si sorprese e mi fissò per un bel po’ incredulo.

Poi, si fece coraggio e parlò.

- Sono desolato! Davvero, non era mia intenzione … Chiedo umilmente susa! E’ che, non per offesa, ma hai dei lineamenti così delicati, quasi femminili e … I - In ogni caso, è un piacere conoscerti Fumio, il mio nome è Daisuke Shin *- Terminò così l’uomo che, dentro di sé, era ancora dispiaciuto per l’errore fatto.

Appena lo sentii pensai che era un nome davvero adatto a lui.

Gli calzava a pennello.

E poi, oltre ad essere gentile, era anche piuttosto bello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* In giapponese il nome Shin Significa Gentiluomo, per questo è un nome adatto a lui.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice.

 

Ehi, Ehi!

Rieccoci qui, nel mio piccolo spazietto. (*^ω^)

Che ne pensate? E’ stato di vostro gradimento oppure no?

Fatemelo sapere, sarei felice di rispondere ai vostri commenti. (*ω)

Duunque, che ci faceva Shin nella terrazza? E come mai assomiglia ad Eisuke?

Uhuhuh, scoprirete tutto nel prossimo capitolo!

Alla prossima! (´ε )

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