Sei il mio più grande tesoro

di CatWhiskers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compagni di vita ***
Capitolo 2: *** Sempre al tuo fianco ***



Capitolo 1
*** Compagni di vita ***


COMPAGNI DI VITA


A volte ci si ferma a pensare a come la nostra vita avrebbe potuto andare diversamente se avessimo preso un’altra decisione. Ci si può pentire, oppure si sorride e si ringrazia il cielo di aver scelto quella strada.

Era una mattina di Dicembre. Il cielo di Londra era coperto da grigie nuvole che come spesso accade, preannunciavano pioggia imminente. La casa era ancora avvolta dal silenzio del primo mattino, intervallato solo dal cinguettio di qualche uccellino e scandito dal ticchettio della pioggia sulla finestra. La sveglia non aveva ancora suonato, ma Phil era già sveglio da qualche minuto. Si stava ancora stiracchiando pigramente nel letto, avvolto dal piumone colorato, quando lo schermo del cellulare si illuminò: erano le sette in punto.

“Uff… un’altra giornataccia” pensò, osservando con gli occhi ancora mezzi addormentati il cielo fuori dalla finestra.

Spostò il pesante piumone dalla sua schiena e allungò le braccia per stiracchiarsi meglio. Si sedette sul bordo del letto sbattendo le palpebre per riacquisire una vista nitida, sistemandosi il ciuffo della frangetta di lato. Sospirò a lungo, lanciando un’occhiata verso la porta della stanza del suo coinquilino, Dan, sperando che fosse già sveglio.

“Probabilmente starà ancora dormendo. Sarà stato sveglio fino alle 2 del mattino a cazzeggiare su Internet come al solito”.

Phil prese il telefono dal comodino e si ridistese sul letto, passando un buon quarto d’ora a controllare la posta, Instragram, Facebook, Tumblr e Twitter, nonché i commenti dell’ultimo video che aveva caricato su YouTube. Mentre scrollava i milioni di commenti, gli capitava di sorridere, talvolta invece ridacchiava di gusto: lo rendeva felice vedere quanto i suoi fans lo amavano e lo apprezzavano per quello che faceva. Si sentiva amato, e questo era l’importante per lui. Fin da piccolo, Phil era considerato il classico ragazzo “diverso”, quello con pochi amici, quello strano, magari anche il secchione che viveva in un mondo immaginario tutto suo, estraniandosi da tutto il resto. Ma era fatto così, preferiva stare da solo con i suoi due amichetti piuttosto che essere l’amico di tutti ed intrattenere le folle.
Ecco perché era così sconcertato del suo successo su YouTube.
Per lui, ogni commento positivo, ogni mi piace, ogni nuovo follower o iscritto era un motivo in più per fare sempre meglio e spingerlo a credere che ne era valsa davvero la pena di caricare quel primo, vecchissimo video in cui, con quella pettinatura improbabile, si presentava al mondo.

Phil Lester, il ragazzo diverso.

Improvvisamente, un tonfo catturò l’attenzione di Phil.

-Ahio! Cavolo…

-Dan? Dan sei tu? Ce è successo?- chiese Phil, balzando in piedi e trottando in punta di piedi verso la stanza di Dan.

-Niente, sono solo  caduto dal letto- rispose l’altro, con una voce sofferente.

Da dietro la porta, Phil dapprima si preoccupò, dopo soffocò una risata che sentiva gli stava per scoppiare in corpo.

-Posso entrare?- domandò, dando un colpetto alla porta.

Il fatto di chiedere il permesso per entrare nella stanza di Dan era una cosa che Phil non riusciva a comprendere, dopotutto condividevano tutto in quella casa, fatta eccezione per le stanze e quindi il letto. Forse Dan riteneva che tutta questa condivisione sarebbe stata troppo audace per due ragazzi, ma Phil era perfettamente tranquillo a proposito: più volte aveva spiegato a Dan che non c’era alcun pericolo di potersi innamorare l’uno dell’altro, sapevano benissimo entrambi che sarebbe stato un problema per il loro lavoro.

-Entra pure, e dammi una mano, penso di essermi slogato una caviglia!

Phil entrò nella stanza del suo coinquilino con un’espressione divertita in volto, e Dan non poté fare a meno di notarla.

-Stai ridendo di me?- lo guardò di traverso.

-Oh nono, stavo ripensando ad un commento che avevo letto poco fa sotto il mio ultimo video- spiegò, aiutando Dan ad alzarsi e a sedersi sul letto.

-Quello “Perché ero un bambino strano?”- chiese Dan, massaggiandosi la caviglia.

-Sì… una ragazza ha scritto che se ne avesse avuto l’occasione sarebbe diventata la mia migliore amica e avremmo potuto essere strani in due. È stata carina- disse sorridendo.

Dan guardò il suo migliore amico con una punta di gelosia, e, appoggiandogli una mano sulla spalla, gli confessò:

-Sai che sarebbe stato lo stesso anche per me, non a caso ho deciso di dividere questo appartamento con il mio più grande migliore amico.

Phil si voltò, incontrando il volto di Dan che era aperto in un grande sorriso. Lui ricambiò, e abbassò gli occhi.

-Lo so- sussurrò.

-Oh Phil, è tardissimo!- urlò all’improvviso Dan, spezzando quel momento così tenero, -Abbiamo l’appuntamento con la BBC tra meno di un’ora!

Phil scattò in piedi seguito da Dan. Entrambi corsero in bagno, incespicando lungo il corridoio disseminato di calzini e vestiti del castano.

-Dan perché il pavimento della tua stanza è sempre pieno di vestiti?!

-Scusa, è che non so mai cosa mettermi e lascio tutto in giro!

Si prepararono in un lampo, e altrettanto in fretta si vestirono: camicia a quadri e jeans scuri per Phil e maglietta nera e jeans dello stesso colore per Dan. Afferrarono al volo i giubbotti e in meno di venti minuti erano seduti sulla metro in direzione centro. Ora che Natale si avvicinava, tutte le emittenti televisive e radiofoniche cercavano di accaparrarsi l’ospite più ambito per uno special stagionale, facendosi a gara tra di loro su chi otteneva gli ascolti più alti. Di sicuro i due ragazzi erano molto famosi a Londra, ma non pensavano di essere così tanto famosi.
Ad attenderli fuori dagli studi della BBC, infatti, vi era un’orda urlante di ragazze e ragazzi di ogni età che non appena intravidero i due scoppiarono in un boato. Il sorriso di Dan si fece ancora più luminoso, mentre Phil aveva i grandi occhi blu sbarrati e una bocca spalancata dall’incredulità.

-Sono davvero tutti qui per noi?- domandò Phil all’amico, incapace di credere ai suoi occhi.

-A quanto pare sì!- rispose entusiasta Dan, cominciando a fare foto con la folla e a firmare autografi.

Per un momento Phil rimase in disparte, anche se “disparte” non era la parola giusta da usare vista la mole di gente che li circondava: Phil se ne stava di poco più indietro dell’amico, lasciandogli quasi la precedenza per il successo, facendogli tastare il terreno prima di addentrarsi anch’egli nella marea di folla adorante. A Phil non piaceva essere circondato da così tanta gente, era quasi una sua fobia essere davanti a centinaia di persone presenti solo per lui. Dan era molto più bravo in questo, a detta sua. Più volte, prima di alcuni spettacoli o incontri con il pubblico dal vivo, Dan aveva dovuto tranquillizzare il maggiore dall’ansia che lo assaliva. Più volte aveva ripetuto che tutto questo non faceva per lui, che avrebbe preferito starsene a casa a fare i suoi video in santa pace nella sua camera piuttosto che fare la figura dell’idiota davanti a un pubblico. E Dan, ogni volta, pazientemente lo consolava e lo rassicurava che sarebbe andato tutto bene, che non l’avrebbe abbandonato o messo mai a disagio sul palco. E a Phil questo bastava, almeno per calmare l’ansia.

-Hey Phil, andiamo?- urlò Dan, cercando di farsi sentire in mezzo alla baraonda.

-Eh? Sì sì! Arrivo- rispose Phil, accelerando il passo per raggiungerlo.

Salutarono gli ultimi fans ed entrarono nelle immense sale della BBC, decorate da cima a fondo con ogni tipo di ghingheri natalizi: stelle di natale, abeti, palle colorate, nastri, neve artificiale. Phil si guardò attorno estasiato, sembrava proprio di stare in un villaggio di Natale! Dan sorrise scorgendo l’amico con quella sua espressione da bambino in viso, e si incamminò piano verso lo studio di registrazione, badando bene di non farsi scoprire mentre lo osservava di nascosto. I due arrivarono finalmente nello studio, dove li accolse lo speaker della giornata, John. I due ragazzi lo conoscevano bene, era da un sacco che lavoravano per lui e si erano sempre sentiti a loro agio durante la registrazione. Persino Phil, che solitamente era un fascio di nervi, sembrava più rilassato con lui.

-Ciao ragazzi come state?- li accolse John, allargando le braccia per salutarli con un abbraccio.

-Bene grazie, e tu?- ricambiò Dan, con una scioltezza tale che Phil si sentì immediatamente impacciato nell’imitarlo salutare John.

-Hey Phil, come stai? tutto bene?- chiese sorridendo l’uomo, indossando le cuffie già pronto per registrare.

-Oh, si, tutto bene! Mi… mi piace come avete decorato l’ingresso, sembra di stare nel villaggio di Babbo Natale!- disse piano, un po’ vergognandosi, ma sorridendo allegramente.

Dan chiuse gli occhi e scosse la testa china, facendosi scappare una leggera risata. Amava quando Phil se ne usciva con queste affermazioni così da bambino, ma assolutamente adorabili.
In pochi minuti tutto era pronto per registrare lo special di Natale con Dan e Phil. Le luci furono posizionate, i microfoni accesi, le telecamere puntate su di loro ed il copione proiettato sullo schermo davanti a loro. Li raggiunse Jenny, l’altra speaker che li avrebbe intervistati, sedendosi di fronte a loro.

Una voce urlò: “Tre, due, uno…. In onda!”

-Eccoci qui con lo special natalizio della BBC! Oggi, esclusivamente per voi, abbiamo pensato di farvi un  regalo in anticipo, vero Jenny?

-Eccome John, salutate tutti i due ragazzi più simpatici di Londra, Dan e Phil!

Mentre i due salutavano agitando le mani verso la telecamera, partì la registrazione di una folla in visibilio, esattamente come quella che li aveva accolti all’ingresso degli studi. Dan sorrideva alle telecamere, e Phil lo imitò, cercando di mettere in mostra il meglio di sé.

-Bene bene, e cosa c’è di meglio se non una bella intervista con le domande inviate dai vostri fan?- annunciò Jenny, facendo l’occhiolino ai due ragazzi.

-Oh beh, prepariamoci al peggio allora!- ridacchiò Dan.

-Ho paura…. MAWH!- aggiunse Phil, facendo scoppiare a ridere l’intero gruppo.

-Dunque dunque dunque, prima domanda, suggerita da Emily: Dan, Phil, com’è vivere assieme all’altro?

I due ci pensarono un po’, poi si guardarono. Entrambi sorridevano: non avevano intenzione di svelare proprio tutto quello che facevano, ma cercarono di mettere in scena una parodia l’uno dell’altro della loro giornata tipo. Dan imitò Phil mentre cercava di cucinare qualcosa di decente ma con scarsi risultati, lo imitò mentre era nella sua camera per fare nuovi video e persino quella volta che lui camminò sonnambulo nel bel mezzo della notte andando verso il telefono. Tutti risero, Phil compreso. Osservava Dan mentre lo imitava con gli occhi pieni di gioia, sapeva che dopotutto, anche se era un disastro Dan gli voleva un mondo di bene, altrimenti non avrebbe scherzato su queste cose.
Fu poi il turno di Phil. Per vendicarsi dell’amico, Phil mise in scena le migliori scene che vedevano protagonista Dan nelle situazioni più assurde, ad esempio la sua tipica posizione mentre navigava su Internet, i suoi momenti “no” quando era assalito da una crisi esistenziale, oppure la sua totale estraneazione dal mondo quando, sotto effetto della dipendenza da cellulare, rispondeva farfugliando qualcosa di incomprensibile. Di nuovo, tutti risero a quelle imitazioni, Dan compreso, e diede una bella pacca sulla coscia di Phil, facendolo sobbalzare dalla sorpresa. Le risate erano così contagiose che per due minuti buoni non si riuscì a tornare alla normalità.
L’intervista proseguì per una mezzoretta circa, tra momenti seri e confessioni imbarazzanti, tra risate generali e momenti che fecero esclamare tutti per la tenerezza. Verso il termine, Jenny annunciò:

-Bene, siamo arrivati all’ultima domanda, siete pronti?

-Mmmm forse?- disse scherzosamente Dan, ridacchiando.

-Oh beh, fossi in voi mi preparerei!- disse maliziosa Jenny, -Diteci la verità… tra di voi, c’è per caso una relazione?
 

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Capitolo 2
*** Sempre al tuo fianco ***


SEMPRE AL TUO FIANCO


Dan rimase con la bocca aperta, Phil si appoggiò le mani sulle guance e spalancò gli occhi incredulo. Le sue gote arrossirono all’istante, tradendo una certa ansia relativa alla domanda.

-Domanda un po’ scomoda, non trovate?- fece Jessy, facendosi sfuggire un risolino maligno e un’occhiata ironica.

Nessuno dei due rispose, anzi rimasero in silenzio, incapaci di proferir parola, visibilmente imbarazzati. Tutti si sarebbero stupiti nel vedere la loro reazione a una domanda che non era di certo nuova, seppur formulata in maniera diversa in passato. Più volte sul web si erano infatti imbattuti in immagini, forum, fanfiction, discussioni che li ritraevano come una coppia di “ragazzi nerd- gay”, ma entrambi avevano sempre liquidato la cosa con una grossa risata o un commento ironico. Era chiaro che tra di loro c’era un forte legame, ma nulla di ciò che l’intero fandom pensava.  Erano solo buoni amici, nulla più. Eppure, perché avevano reagito in quel modo? Per sciogliere il silenzio, Dan intervenne con voce chiara e seria:

-Tra me e Phil vi è solo una grande amicizia, nulla più. Mi dispiace tradire i sogni delle nostre fans, ma noi non stiamo assieme. Lui è il mio migliore amico.

Phil sentì la testa girare e la sua vista si annebbiò per un istante solo, ma a lui parve un’eternità. Non c’era cosa più dolorosa per Phil nel sentir pronunciare quelle parole dalla bocca di Dan: migliori amici. Sapeva benissimo che Dan non lo amava, eppure Phil si sentiva molto più di un migliore amico per lui. Da quando le loro strade si erano incontrare, non hanno smesso un secondo di stare insieme, fino alla grande decisione di vivere sotto lo stesso tetto. A Dan non dava assolutamente nessun fastidio condividere la casa con lui, e Phil si sentiva molto meno solo. Tuttavia, in cuor suo Phil sapeva che due ragazzi che vivono assieme avrebbero finito col combinare qualche casino, e così fu quando per sbaglio Phil baciò Dan. Non era un bacio come di quelli tra fidanzati: fu un bacio veloce, distratto, dato per sbaglio durante una festa tra amici. Forse nessuno se ne accorse neanche, e Dan non diede molto peso alla cosa inizialmente, eppure dal giorno successivo qualcosa cambiò. Sembrava come se Dan fosse più irrequieto, come se evitasse in tutti i modi di trovarsi nella stessa stanza di Phil, ed ovviamente era una situazione molto scomoda, dal momento che si erano già trasferiti insieme a Londra. Quella sera stessa, Dan bussò alla porta del coinquilino. Era da tutto il pomeriggio che Phil non usciva da lì.

-Hey Phil…- chiamò.

Per qualche minuto non ci fu risposta, finché si sentì armeggiare con la serratura e il viso di Phil fare capolino da dietro la porta.

-Sì?- sussurrò, cercando di nascondere gli occhi rossi di pianto con la manica della felpa.

-Posso… posso entrare un secondo?

Inizialmente Phil  fu titubante, poi si spostò ed aprì la porta, facendolo entrare. Dan entrò con le mani infilate nelle tasche dei jeans neri e la testa bassa, ammutolito dai sensi di colpa. Phil riprese posto fra la montagna di coperte del suo letto, e fece spazio anche per Dan, se mai avesse voluto sedersi. Passarono due minuti buoni prima che uno dei due aprisse bocca:

-Senti, mi dispiace per come ti ho trattato ieri… è che… non me l’aspettavo, tutto qua- cominciò il castano.

-Tutto qua?!- disse con tono ironico Phil, -Hai presente che mal di stomaco ho da ieri sera? Che sensi di colpa sto provando anche adesso? Pensi che sia stato facile per me ieri tornare a casa, andare a dormire, svegliarmi e passare un’intera giornata cercando di evitare il mio coinquilino che la sera prima ho baciato? Pensi che la mia testa sia felice nel rivivere la scena mille e mille volte ancora, facendomi sentire ancora più idiota di quello che già penso di essere?

-Phil, non sto dicendo che sei un idiota, ma..

-Lo stai pensando vero?- lo interruppe, -Ebbene sì, sono un idiota! Non stavo nemmeno pensando a quello che stavo facendo, eppure sembra che sia successo un dramma per un bacio…

-Beh scusa se a me non piacciono gli uomini!- gli urlò contro Dan, rosso in viso dalla rabbia e dalla vergogna.

Phil ammutolì all’istante. Sbarrò quei suoi enormi occhi blu per osservare incapace di fare qualsiasi cosa il volto arrabbiato di Dan che lo fissava. Si sentiva esattamente come da piccolo: una nullità. Strinse più forte a sé il cuscino che teneva fra le braccia. Chinò la testa e sospirò.

-Certo, è chiaro. Sono un idiota, ecco tutto. Capirò se d’ora in poi non sarà tutto come prima e se mi eviterai- disse con un tono piatto, quasi sull’orlo delle lacrime.

In meno di due giorni, aveva rovinato tutto quello che più al mondo lo rendeva felice: la sua amicizia con Dan. E tutto per cosa? Per uno stupido bacio.
Non fece nemmeno in tempo di alzare la testa che sentì due braccia cingergli le sue e un corpo caldo contro il suo viso. Phil riaprì gli occhi: Dan lo stava stringendo forte a sé, tenendogli la testa poggiata sul suo petto. Poteva sentire il profumo della sua pelle salirgli fino al cervello, un profumo inebriante misto all’odore di pino. A Phil piaceva tanto quel profumo, l’aveva regalato a Dan per il suo primo compleanno passato insieme. E lui lo indossava ancora tutt’oggi. Phil sentì gli occhi colmarsi di lacrime, ma non voleva piangere, non voleva mostrare il suo viso tutto rosso e arruffato di quando piangeva. Voleva mostrarsi forte, ma essere forte non era da lui.

-Phil tu sei la persona più importante per me, sai che non ti lascerò mai da solo e sarò sempre accanto a te. Sei il mio più grande tesoro.

Dan pronunciò quelle parole nell’orecchio di Phil, che nel frattempo aveva già ceduto al pianto. Gli accarezzò lentamente i capelli corvini e sorrise. Le lacrime di Phil cadevano lente e roventi sul braccio di Dan, facendogli venire la pelle d’oca.

-Hey, non piangere ti prego, altrimenti piango anch’io- ridacchiò.

-Beh- cominciò Phil, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano, -È quello che ti meriti per avermi fatto piangere- concluse sorridendo.

L’abbraccio si sciolse solo perché Phil voleva guardare dritto negli occhi il suo amico e regalargli il sorriso più bello che mai aveva potuto fare.

-Dimentichiamo tutto ok?- propose Dan, tendendo la mano a Phil.

-D’accordo- rispose, serrando la mano sulla sua e stringendola, sigillando l’accordo.
 
°°°
 
Il cielo era già cambiato da quella mattina. Erano appena le 13 del pomeriggio che un diluvio universale aveva investito i due sfortunati amici nell’intento di tornare a casa in tempo per la nuova puntata di “Doctor Who”.

-Che ne dici se ci fermiamo a mangiare qualcosa in qualche fast food?- propose Phil.

-Ok, andata- accettò Dan, incamminandosi verso le affollate vie del centro.

Per fortuna che si erano portati un ombrello da casa, altrimenti sarebbero arrivati zuppi d’acqua da capo a piedi. Mentre camminavano, Dan ripensò alla sua risposta all’ultima domanda dell’intervista. Proprio non riusciva a credere che c’era davvero gente che tifasse per loro due come coppia. Erano davvero così adorabili lui e Phil assieme? Giusto una volta provò a pensare a come sarebbe stato diventare ufficialmente una coppia, ma scartò subito l’idea. Troppa tenerezza non faceva per lui. E poi, sarebbe stato troppo strano, lui vedeva Phil esclusivamente come il suo migliore amico. Non per questo, però, pensava che lui non avrebbe potuto diventare qualcosa di più importante: dalla prima volta che si erano incontrati ad oggi, il loro rapporto si è fatto molto più solido e profondo. Inizialmente, il tutto si basava sulla passione in comune per fare video su YouTube e qualche altra cosa in comune. Ora, invece, le loro vite si completano a vicenda, l’uno è sempre circondato dall’altro, e non vi era modo di dissolvere la loro solida amicizia. I viaggi più belli, le esperienze più importanti, le confessioni più ridicole, i momenti più difficili erano condivisi da entrambi. Insieme. La loro era molto di più che una semplice amicizia. Era amore, ma quell’amore che si può avere verso un fratello, l’amore incondizionato e puro verso un tuo familiare. Ecco cosa li legava.

-Questo ti va bene? Almeno siamo riparati dalla pioggia- esordì Phil, mostrando un piccolo localino con una grossa insegna luminosa gialla.

-Non ho la più pallida idea di che posto sia ma entriamoci, mi sto congelando le orecchie!- rispose Dan.

I due si sedettero ad un piccolo tavolino nell’angolo del locale, completamente buio eccezione la lampada che pendeva dal centro del soffitto e i faretti lungo le pareti che gettavano bagliori giallastri.

-Ma dove siamo capitati?- rise Dan, osservando il posto.

-Dev’essere uno di quei pub di cui ti parlavo l’altro giorno, quelli dove si dice che si aggirino i fantasmi dei vecchi proprietari- lo provocò Phil, preparandosi alla sua reazione.

-Fantasmi?! No Phil ti prego andiamocene!- esclamò Dan.

Subito Phil scoppiò a ridere e spiegò che si trattava solo di uno scherzo. Davvero non riusciva a trattenere le lacrime vedendo la faccia dell’amico impallidire all’improvviso. Dan dapprima lo picchiò sul braccio, poi rise anche lui. In fondo, gli scherzi di Phil lo distraevano dai suoi pensieri più bui. Era davvero una fortuna aver incontrato una persona così.. così…. Non c’era un modo preciso per definirlo.
Phil era un sacco di cose, sia positive che negative, ma l’unica cosa certa era che lo completava alla perfezione. Lui, occhi scuri e dall’animo oscuro aveva trovato in un ragazzo così solare che emanava luce propria.

La notte e il giorno, il bianco e il nero.

Mentre guardava distrattamente la pioggia che batteva sul vetro della taverna, la mano di Phil scivolò sotto il tavolo, incontrando quella di Dan. I due non si guardarono negli occhi, ma le loro dita si incrociarono, stringendosi saldamente.
Il castano sorrise imbarazzato, ma felice. Felice di avere un amico come Phil. Felice di avere Phil.

-Forse stasera ti lascio il permesso di dormire in camera mia- abbozzò Dan, guardando verso l’alto con fare vago.

Phil non rispose. Si limitò a sorridere, stringendo ancora più saldamente la sua mano con quella di Dan per poi lanciarsi su di lui in un grande abbraccio.

-Sei il migliore amico che potessi mai avere- sussurrò commosso nella felpa dell’amico.

-Anche tu, Phil- gli fece eco Dan, sorridendo.
 

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