Il Nuovo Mondo: Figli, di un passato nascosto

di valevalee89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mappamondo ***
Capitolo 2: *** Progettare Castelli ***
Capitolo 3: *** Famiglia ***
Capitolo 4: *** Panico ***
Capitolo 5: *** Sabbie mobili ***
Capitolo 6: *** Realtà distolta ***
Capitolo 7: *** Ciò, di cui ,ho bisogno ***
Capitolo 8: *** Addio ***
Capitolo 9: *** Tutto Tace ***
Capitolo 10: *** Vampiro ***
Capitolo 11: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 12: *** Lui, chi? ***
Capitolo 13: *** Fuori Città ***
Capitolo 14: *** Dolore e nostalgia ***
Capitolo 15: *** Travolta da mille emozioni ***
Capitolo 16: *** Mio dolce brivido ***
Capitolo 17: *** Così vicini, così lontani ***
Capitolo 18: *** Lo scorrere del tempo ***
Capitolo 19: *** Tu ***
Capitolo 20: *** Frammento di un passato ***
Capitolo 21: *** Sul fondo della pazzia ***
Capitolo 22: *** Un caldo abbraccio ***
Capitolo 23: *** Pezzi di un Puzzle ***
Capitolo 24: *** Contatto ***



Capitolo 1
*** Mappamondo ***


Il tempo, correva veloce; la mia pancia, cresceva a vista d’occhio e ,tutto, il mio mondo, assunse ,un non so che, di normalità….Mystic Falls, 21, maggio, 2014; ottavo mese di gravidanza; la luna, mi ha completamente, abbandonata. Mattina ; mi sveglio, con la solita nausea ;mi porto seduta, posando la schiena alla spalliera del letto. Il piccolo, si muove ,provocandomi ,ancor più fastidio; mugolo, portandomi, le mani, sul viso; Damon, apre gli occhi, porta ,la mano ,sul mio pancione “ei..”; il piccolo, scalcia; sorride “buon giorno anche a te”; poso, la mano, sulla sua “che ne dici ,di cantargli una ninna nanna?”; Damon ,si porta seduto, lascia un bacio ,sulle mie labbra “ non ti ha fatta dormire, è?”, forzo un sorriso “non vedo l’ora che nasca”, bacia ,la mia pancia “sei, un piccolo, birbante”; passo una mano, tra, i suoi capelli, corvino; Damon, ne lascia, un ,altro, bacio “un birbante, al quale ,voglio tanto bene”, porta gli occhi, sul mio viso “amore, vuoi che ti prepari un tè ,o del latte caldo?”; non resisto, a quelle labbra; lo bacio “ stringimi tra le tue braccia”. Egli, si distende ed io ,mi accoccolo, su di lui. Il bambino, continua a muoversi; si, è magico ,ma, anche, molto fastidioso; mi scappa un gemito “mmmm..”; Damon , massaggia, la mia schiena, bacia, la mia nuca “amore mio”, “Damon, ne ho abbastanza”, sorride “prevedo, sarà, un rompi palle come la sua mamma”, “no, sarà esattamente come te”, “come, sexy ed affascinante?”, guardo i suoi occhi, sospiro “testardo ed impulsivo”, mi bacia “spero, tu , ti stia sbagliando”, mi riporto seduta “credi sia un maschio?” domando, “spero, lo sia………. ho già un gran da fare, a star dietro, ad una pazza come te, non potrei badare, ad una bimba, con i nostri geni… una bimba, che diverrà donna”, faccio una smorfia “cosa vorresti dire?” , “se si innamorasse di un tipo come me?”, “non potrei sognare futuro migliore per lei”; Damon, storta il naso “io, non sopporterei, vedere, la mia bambina ,tra le braccia ,di uno così”, sorrido “la tua bambina?”, posa, le labbra, sul pancione “ la mia piccola, Emma”; arruffo ,i suoi capelli “ le hai dato un nome?”;posa, la testa ,su di esso “non ti piace?”, sorrido “no, al contrario, lo trovo perfetto, ma se fosse maschio?” , “Lorenzo”, “Mmm…carino… ma ,un tantino, lungo per i miei gusti…io, pensavo a un nome incisivo….come Tom, Dean, Sam…”, mi blocca “ che ne dici di Marco, incisivo, italiano e non si addice ad un cane”, sorrido “ok… ma il prossimo lo decido io”, si porta seduto “il prossimo?!”, lo bacio “certo, avrà bisogno di compagnia e distrazione, qualora, noi due, avremmo voglia ,di soddisfare, le nostre esigenze”, ammicca un sorriso, pieno, di malizia “spero ,che le tue esigenze ,convergano sulle mie”, “mm… si, se si tratta, di cenetta a lume di candela, o di una serata al cinema ”, “eeemmm… no ,io ,pensavo a un qualcosa di più intimo”, lo bacio “mmm…si può fare, basti, sia preceduto, da una serata romantica”, lo bacio di nuovo “ma ora, ho tanta fame….facciamo colazione?”….

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Capitolo 2
*** Progettare Castelli ***


Jenna, è indaffarata ad imbandire la tavola; biscotti, ciambelle e pancake, ne fanno da padrona; sorrido con l’acquolina in bocca; “abbiamo ospiti?” le domando; lei, si distoglie dalla, sua, valorosa, faccenda domestica ; alza lo sguardo ,ad incontrare il mio “ho pensato di farvi una sorpresa”, “e la ricorrenza?” chiedo; Jenna, sistema le tazze, sulla tavola; mi raggiunge, porta ,le mani ,sul mio pancione “volevo che il mio nipotino, iniziasse la giornata alla grande”; Damon, che è di fianco a me, fa un ghigno “a quanto ne so , sei pessima in cucina”; Jenna, ha uno strofinaccio sulla spalla, lo prende e lo caccia sul volto di Damon; egli, sorride “ei.. stavo scherzando”; lei, ride “sei un ingrato” ; Damon ,afferra una ciambella “no, non dica così; sono diffidente quando lei cucina, ma ,è stata, davvero, gentile a prepararci la colazione”, l’addenta “mmm.. devo dire , si, è ottima… i miei complimenti a donna Sommers”, mia Zia, scuote la testa “sei davvero un idiota”, “ei ..non accetti, neanche, un complimento?”, intervengo “Damon, ha preso ,tutto, al bar”, inghiottisce il boccone “ma certo, lo so, cosa credi , non sono, così, stupido” ,scoppio a ridere e Jenna con me. Jenna, è ,visibilmente, agitata; si mangia le unghie e tiene gli occhi ,incollati, all'orologio, che vi è, fissato, sopra il frigorifero; le sorrido “ei …tutto bene?”, si morde il labbro “ho appuntamento con il rettore della Facoltà”, sorrido nuovamente “hai intenzione di riprendere i corsi?”, “credi ,forse, sia troppo presto?” mi risponde, con un’altra domanda, l’abbraccio “no è fantastico”, “spero ,mi permetta, di proseguire il tirocinio, qui ,a Mystic Falls”, mi scosto “un po’ di trucco ,un abito sexy e nessun uomo, avrà il coraggio di dirti di no” , sospira “lo spero proprio”, rivolge l’attenzione a Damon “dovresti farmi un favore..”, la interrompe “mi spiace, la soggiogazione ,se ne è andata ”, “no, cosa vai a pensare….. ho bisogno che mi aiuti con Jeremy……. dovresti accompagnarlo a scuola e assicurarti che vi entri”, “cosa ha combinato?” le domando, “oh, non ha combinato nulla; non vedo come potrebbe, se, non si presenta alle lezioni”, scuoto la testa “è incorreggibile, io, davvero… non riesco a comprendere..” Damon, mi blocca “ei.. tranquilla, ci penso io”…..Jenna ci lasciò….. Mi siedo a tavola; Damon ,mi versa, il latte nella tazza e mi porge il barattolo di miele. Inzuppo, il cucchiaino, nel vasetto e aggiungo il miele al latte. Damon, si siede di fianco a me “Elena, non credi , dovremmo trasferirci?.... si, ok ,è bello avere un aiuto, ma ,casa tua, è un poco stretta, per tutti noi”, “hai ragione ,ma ,con Klaus, in libertà …io, non me la sento di lasciarli soli”, “potremmo, tornare, tutti, alla pensione, li c’è Stefan e saremmo ancor più al sicuro”, “Damon, ne abbiamo già parlato… a Jeremy, non piace ,stare in quella casa e poi è questione di settimane, ormai; il bambino, nascerà; io, tornerò ad essere un lupo, ci libereremo di Klaus e potremmo andarcene”, “dove vorresti andare?” domanda, “come?”;Damon, prende tre pancake, li dispone nel piatto e vi versa sopra, una quantità, esagerata, di miele “non ne abbiamo mai parlato, ma…”, lo interrompo “Damon, sei disgustoso”, “disgustoso?”, “persino, le mie voglie, vomiterebbero, alla vista della tua colazione”, sorride “le tue voglie, non sanno cosa si perdono; io, amo il dolce”, “no, ami lo sdegno”, ne taglia un triangolino, se lo porta alla bocca “comunque, tornando al mio discorso, vorrei ci cercassimo un posto tutto nostro ”, “avevo capito, volessi, tornare alla pensione”, “si ,certo, potremmo viverci per un po’, ma mi piacerebbe trovassimo una casetta dove poter vivere in pace e tranquillità”, “tipo?” domando; egli, mi da ,un, piccolo, bacio, sulla guancia, lasciandomi un’impronta di miele “non so, proponi tu”, prendo un tovagliolino di carta, mi pulisco “Haa.. sei proprio un paciugone… ma penso che una casa simile a questa possa andar bene”, “dove?”, “perché, non in questo quartiere?”, “e se ce ne andassimo?...se lasciassimo la città?”, “Damon, qui c’è la mia famiglia, tuo fratello”, “Elena, mio fratello è un vampiro e presto o tardi dovrà lasciare questo posto e la tua famiglia…bè ….. facciamo così, nasce il bambino; ci trasferiamo alla pensione; aspettiamo che tuo fratello metta la testa apposto; aspettiamo, persino il suo diploma, ma a quel punto, anche ,lui, avrà preso la sua strada ; Jenna, potrà vivere la sua vita e noi la nostra” , alzo gli occhi al cielo “sentiamo, dove vorresti andare?”, accenna un sorriso “California?”; temo sia impazzito; aggrotto le sopracciglia; la mia espressione equivale a un enorme èèè?; “Damon, ricordi, volevo lasciare il paese?! Ricordi la tua risposta?! Bè, ti rinfresco la memoria”, gli faccio il verso “io, non lascerò casa mia”, faccio una smorfia “E ora, mi vieni a dire, che vorresti vivere a più di 3000 Km di distanza da Mystic Falls?!”, “è diverso Elena, tu, volevi scappare; io, voglio costruirmi una vita, con te e il bambino”, “Damon..”, mi da, un, dolce ,bacio, sulle labbra “avremmo il mare…” me ne dona un altro “ il sole … poi ho sentito di un ottimo college e penso posa fare, proprio, al caso tuo”, lo bacio a mia volta “non credevo sognassi ad occhi aperti…..ma sentiamo, parlami della tua prospettiva lavorativa”, “gestire un piccolo ristorante sulla spiaggia”, sorrido “le onde del mare, il salmastro nei capelli e l’abbronzatura sulla pelle…. non ti facevo così”, “tutto il merito va alla, nostra, breve vacanza in Sud America”, poso ,la mano ,sul suo viso “sai , probabilmente , resterà soltanto un sogno”, diventa enfatizzante “Elena, immagina : lunghe passeggiate sulla spiaggia; le onde, a cullarci il sonno….e poi, potremmo tornare a Mystic Falls, ogni qualvolta vogliamo”, ritiro la mia mano “Damon, è una pazzia”, “la nostra vita lo è… Elena, prendi , questa pazzia ,in considerazione”, sospiro “d’accordo ci penserò” ;la ,mia, mano, va a incastrarsi, tra i suoi capelli “comunque, signor Salvatore, vorrei tanto farle una domanda; posso?”, fa una smorfia “mmm….. non me l’ha appena fatta?”; appallottolo ,il tovagliolino, di carta, che ho in mano e glielo lancio sul volto; mi guarda di striscio “signorina Ghilbert, è fortunata ad aver ,in grembo, mio figlio, altrimenti..”, lo interrompo “altrimenti cosa?”, mi bacia “altrimenti ti ribalterei all'istante”; stendo ,le braccia, verso l’alto; sbadiglio “il fortunato sei tu; visto, le mie attuali condizioni ,mi hanno privato del sovrannaturale”, mi prende la guancia, la strapazza, deformandomi il volto “perché, non la finisce e mi fa questa domanda?”, sorrido “ è un desiderio…….. desidero, diventare, la signora Salvatore”; egli, mi prende la mano; quella, in cui, vi è posato, l’anello di fidanzamento, lo bacia “questa è la mia promessa, ricordi?.... molto presto la porterò all'altare”…

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Capitolo 3
*** Famiglia ***


Damon, bacia le mie labbra; sono così morbide e piene di passione, le sue; si irrigidisce “Mmmm..”, si scosta; i suoi occhi guardano oltre me; “buon giorno fuggiasco” le sue parole, vengono pronunciate con un pizzico di ironia; seguo i suoi occhi, mi volto ;Jeremy , è sulla soglia della cucina; sorrido “cosa fai già in piedi?”; egli, sbadiglia, stropicciandosi gli occhi “HHHaa… credi, possa essere possibile, continuare a dormire con voi due?”, avanza verso il tavolino come uno zombie “nel silenzio della casa, si sentono solo le vostre voci”; Damon, emette un sospiro “ immagino, non ti faccia, affatto male, svegliarti così presto …….sai… una bella doccia, che ti apra la mente….e una colazione sostanziosa per affrontare, al meglio, la giornata”; Jeremy, forza un sorriso “disse colui, che rimane a casa, a far nulla, tutto il giorno”; Damon, s’alza dal tavolo, lo raggiunge ,gli da, due, finte sberle, sulla guancia “ei ragazzino, abbi rispetto per le persone più grandi… e poi, se , non faccio nulla ,è perché posso permettermelo, tu al contrari, puoi permettertelo?!”; Jeremy , si porta seduto, difronte a me “ da quando in qua, ti interessi a me?!”, Damon, lo segue e si risiede accanto a me “da quando in qua, marini la scuola?!”; Jeremy, scuote la testa “tu, non sei mio padre!” esclama, “e tu, non sei mio figlio, ma fai, comunque, parte della mia famiglia”; mi fratello, si acciglia, ma con un tono di sorpresa ; Damon, gli lancia una ciambella nel piatto “dai….coraggio, fa colazione e va a preparati …. questa mattina, ti ci accompagno, io, a scuola”… il campanello, interruppe, la nostra, surreale, ma piacevole, realtà familiare…. M’alzo, Damon, prende la mia mano, sorride; come solo lui sa fare; “resta, vado io”, mi chino su di lui, poso le labbra, sulla la sua fronte “ti amo, ma non sono mala”, gli do un bacio all’eschimese “continua a far la ramanzina a mio fratello”; egli, porta la mano dietro al mio collo, mi traina verso se e stampa la bocca sulla mia “ti amo”. Vado alla porta, l’apro; Rebecca, è davanti a me, l’abbraccio “ciao… è bello rivederti, ma che ci fai qui? Pensavo, che, tu e Max, foste ancora a New York”, si scosta ,dalla mia morsa “Elena, abbiamo un problema”, “che succede?” domando, ha il volto scosso “fammi entrare”, “si,ok… accomodati”; Rebecca, attraversa la soglia, mi scana “ dov’è il tuo uomo?!”, allargo le braccia, insegno di resa “è in cucina…ma…”, mi ignora e raggiunge Damon . Le corro dietro “ si può sapere che succede?!” domando ; la vampira, non m risponde, porta l’attenzione su Damon “Salvatore, siamo nei guai”; egli, tiene la tazza di latte tra le mani, la porta sul tavolo; battendola appena; sbuffa “uuuff…fantastico, ci mancava la sorella dell’ibrido; l’ultima persona che ho voglia vedere”; la bionda, si serve con una brioche ;Damon, si porta la mano alla tempia “ma prego, serviti pure”, “il cibo mi tiene la mente occupata… ma veniamo a noi” , lui, la interrompe “ è no…non ho ne il tempo e ne la voglia di ascoltare i tuoi problemi”; Rebecca , si accomoda su una sedia “vedi, Damon, non si parla dei miei problemi, ma dei vostri”, Damon si tira in piedi “bè qualsiasi cosa sia può aspettare ..ho altre faccende da sbrigare”, con la mano le segnala l’uscita “perciò se ora non ti dispiace”, poi, rivolge lo sguardo a Jeremy “ e tu, fila a prepararti”; mio fratello ubbidisce, al suono incisivo, della voce ,di Damon; la vampira ,sbarra gli occhi “mi stai cacciando?!... io vengo per aiutarvi e tu mi cacci?!”; egli, porta lo sguardo al soffitto “Rebecca ,sei libera di rimanere, se, Elena, ne ha piacere…. Ma non mi va d’ ascoltare nulla di problematico e irrazionale”, lei ride in modo isterico “incredibile” ; Damon, è decisamente seccato “dai ,di quello che devi e facciamola finita” , “Dovete liberarvi del bambino” pronuncia, senza troppi preamboli, la bionda; Egli, le salta addosso ,la scaraventa a terra stringendole il collo “vedi, irrazionale e insensato, aggiungerei”, avvicina le labbra all’orecchio della vampira “ora vattene!” ; Rebecca, si libera e lo inchioda al muro; io, ne sono pietrificata, “Rebecca, lascialo!.. o detto lascialo!” urlo; la vampira, guarda dritto, in volto Damon “poso ucciderti in un solo istante”, “fallo e mio fratello ucciderà te!”, lei scuote la testa “smettila”, “tu prova solo a toccarla e giuro..”; Rebecca, lascia la presa “non voglio farle del male”, si volta verso me “ non potrei, sei la mia unica amica”, digrigno “vuoi uccidere il nostro bambino!”, “no, ma Klaus, lui, deve credere che tu abbia abortito”, “Rebecca, guardami, sono mongolfiera”, “vorrà dire , che farete credere che sia nato morto”, scuoto la testa “cosa?!..no!”; Damon ,mi viene vicino “Elena, ha ragione; niente sotterfugi, affronteremo il problema alla luce del sole”, “ragazzi, Klaus ,vuole impossessarsi di vostro figlio”, “io, non glielo permetterò!” pronuncia, incisivo, Damon, “non essere stupido!” continua lei, “ei…non sono io ad averla convinta a trasformarsi in Samantha Morgan… e poi quando il bimbo sarà nato ,Elena, sarà nuovamente pericolosa e allora tutto si sistemerà”, “ Damon, lei, non sarà più un pericolo per noi”, a quel punto intervengo “come scusa?”, lo sguardo della bionda si posa sul pavimento “Elena, tornerai ad essere un, semplice, doppelganger… ed è positivo , Klaus, non vorrà più trasformarti; Tatia non tornerebbe; il problema è che vuole vostro figlio ”; mi agito, il cuore mi martella in gola “no, ti sbagliando… io, sono ancora un licantropo”, mi porto le mani sul viso “devo esserlo, dobbiamo liberarci di Klaus… io, no, no..No!”; Damon, mi abbraccia “Ei… no, calmati”, mi lascia un bacio sulla nuca “non devi preoccuparti”, mi aggrappo al suo corpo; vorrei sparirne al suo interno; “Damon, non ci riesco”, sono in lacrime “non posso… perché succedono tutte a noi!.. Damon perché!”, mi strinse forte, tra le sue possenti braccia “Ssshhh, amore, basta… ti prego”; singhiozzo; egli mi prende il viso, asciuga le mie lacrime “ sapevamo che non sarebbe stato facile”, “Damon”, “no, andrà tutto bene”, mi da un piccolo bacio sulle labbra, sorride “non accadrà nulla, vedrai”, “Damon, ce lo porterà via” , bacia di nuovo le mie labbra “io, non lo permetterò, nessuno distruggerà la nostra famiglia…. Ma ora, rilassati, finisci la, tua, colazione…. Io porto Jeremy a scuola e al mio ritorno penseremo a Klaus”, posa le labbra sulla mia fronte “ok?”, annuisco “ok”, mi sorride “brava la mia pulce”, bacia ancora le mie labbra “si sistemerà tutto”, io, bacio le sue “ti amo, Damon”, incolla le sue labbra alle mie “anch'io, ti amo; ti amo, da morire”…..

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Capitolo 4
*** Panico ***


Sono le dieci del mattino e Damon, non è ancora rientrato. Rebecca, è qui accanto a me; abbiamo parlato molto, le ho raccontato dei miei progetti con Damon; del nostro futuro; lei ,mi ha parlato di Max e della sua folle idea di trasferirsi in Francia. Il telefono, di casa, squilla, vado a rispondere; è il liceo di Mystic Falls , mi avverte che Jeremy ha saltato la seconda ora e non si è ancora presentato alla terza. Sono arrabbiata, l’ha fatto di novo, ci ha presi in giro. Salgo al piano di sopra; raggiungo la mia stanza; ho intenzione di andare a stanare Jeremy , ma prima devo indossare qualcosa di comodo; vi trovo un macello. Il cassettone di ciliegio, completamente rivoltato, il suo contenuto, sull’intero pavimento. La mia testa è annebbiata da un orrendo presentimento; mi chino a rovistare tra gli indumenti; “Non C’è.. non c’è!” esclamo, cerco di mantenere la calma; un cassetto è stato posato sul letto, lo raggiungo e prego di trovarvi il paletto di quercia bianca. Le mie preghiere, non sono state ascoltate; entro nel panico, “No!..No!..No!...Damon, No!” grido. Esco dalla stanza, scendo le scale e raggiungo il cordless della cucina. Compongo il numero, del mio stupido fidanzato , faccio partire la chiamata; da libero, ma lui non risponde. Lo stomaco, mi si aggroviglia; lo richiamo “Maledizione, Damon, rispondi….”; nulla da fare; vado fuori di me; “Rebecca!” urlo e lei mi raggiunge. Le mie mani si torturano, gli occhi sono un fuco di rabbia e disperazione; “Damon ,a preso il paletto di quercia bianca” riesco a pronunciare, “Vuole uccidere Klaus?” domanda; la mia voce si fa stridula “Rebecca, ragiona, Damon, non è più un vampiro, lui non riuscirà ad uccidere Klaus….al contrario, si farà uccidere” ;la bionda, mi abbraccia “ tranquilla, ci penserò io… vado a fermarlo”, “io, vengo con te”, “no, tu resterai qui!” comanda; scuoto la testa “no!... si tratta di Damon, io verrò con te”…

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Capitolo 5
*** Sabbie mobili ***


“Elena, Ghilbert!” il mio nome, viene, gridato, al di fuori della mia abitazione; la sua voce ,ormai, mi è inconfondibile . Klaus. Accorro alla porta; Rebecca, mi si fionda davanti “Elena, no”, la scanso ed apro la porta. L’ibrido, è davanti a me; il volto ricolmo di rabbia e un sorriso riluttante; “vedo che la sua pancia è alquanto rigonfia”, “dov’è Damon?” domando, temendo la sua risposta; egli, ride; “ho detto Dov’è?!” ripeto con rabbia; Klaus , sorride con disprezzo, dalla sua mano scivola, a terra, un piccolo oggetto; l’anello , solare di Damon….. Damon, non aveva, più, bisogno di quel cerchio d’argento che incastonava un lapislazzulo ,il sole non lo feriva più; quell'anello era rimasto, sul suo dito, solo, come ricordo, un ricordo di quella vita sovrannaturale che l’aveva lasciato e un legame inossidabile con il fratello ,Stefan….. l’ibrido, gli da un calcio, portandolo all'interno della casa “la sua impulsività l'ha portato alla morte”; raccolgo, l’anello e lo stringo tra le mie mani.Quelle parole, sono come lame che trafiggono il mio cuore, ciò nonostante non gli credo. Klaus, sta bleffando; “Spero ti basti, come ricordo di un uomo folle e stupido” continua, lui; guardo i suoi occhi “non ti credo, dimmi dov’è!”, “l’ho ucciso” precisa, scandendo ogni singola sillaba; incredula, e disperata, mi poro le mani sul viso; il mio cuore pompa ad un ritmo incontrollabile e i i miei occhi si riempiono di lacrime “no… non è vero”; egli, fa una smorfia “e perché mai dovrei mentirti?”… realizzai, che non ne aveva motivo……ora, le lacrime, mi coprono, l’intero, il viso; la testa gira, non sento più la terra sotto i piedi; le gambe mi cedono, crollo a terra “no… no…. No….. non può essere morto”, “stupida ragazzina” ,mi manca il respiro “perché…. l’hai…. fatto?... perché….. perché….. tu sei un mostro! un mostro senza alcuna speranza”, fa una smorfia “sai, il tuo uomo era alquanto delizioso”; l’ira, mi riporta in piedi, sto per saltargli addosso, voglio ucciderlo; Rebecca, mi afferra e chiude la porta; mi avvento su di essa; mi trattiene “Elena cerca di calmarti”, le sue braccia m’avvolgono da dietro “ti prego”; l’ombra del dolore, mi acceca la mente e perdo il controllo delle mie emozioni ; strepito e mi dimeno; “No!...No!...No!...HHAA! ..Calmarmi!... Calmarmi!... come posso calmarmi!…..Damon ”, ho un attimo di esitazione “lui non c’è più” pronuncio con tono strozzato, “smettila!” urla la vampira; il pianto, mi crea convulsioni “No…io….N0!....io, non la smetterò fino a quando, Klaus ,non avrà emesso il suo ultimo respiro”, “pensa al bambino , Elena” mi sussurra all’orecchio; ora mi trovo a terra, la testa sul pavimento, batto la mano su di esso “Damon…..Damon…..Dannazione, perché l’hai fatto!......noooo!..HhhAaaaa..dio..” urlo dal dolore ,scaccio la bionda, che ancora mi stringe “vattene!”, “Elena” pronuncia inerme, “ho detto vattene!” ripeto, rende il suo abbraccio più prorompente “mi dispiace”; mi lascio andare e l’abbraccio a mia volta “ non esisto senza lui… non posso”, “si che puoi”, “no… no….fa male …lui….. o dio… non può essere vero… è un incubo… Damon ,non mi avrebbe fatto questo.. Damon, non mi ha fatto questo” ,“Elena”, “Rebecca, non ho più nulla” ,“hai un bambino”, mi agito ulteriormente “ il mio bambino…. Klaus… lui me lo porterà via ..io …oh…no, non posso ”….percepii una fitta alla pancia….. il dolore fisico, sovrasta sul mio dolore interiore “hhhAaaaa……” strillo, “che ti succede?!”domanda, preoccupata, la vampira; “il bambino….il bambino….. fa male….HhhAaaaa…..Damon…Damon…Aaaaa…”…

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Capitolo 6
*** Realtà distolta ***


il medico, mi visita d’urgenza, nei suoi occhi leggo preoccupazione; qualcosa non va; respiro affannosamente “che succede?”, “signorina cerchi di calmarsi”, le lacrime continuano ad invadermi il volto; il pensiero di Damon ,non mi abbandona un secondo; “Damon…Damon”; ho una tremenda fitta “Damon..Haaa…Damon”; Rebecca, è accanto a me “Elena calmati”, “Voglio Damon……Damon”, lei, si scosta appena “ vado ad avvertire la tua famiglia”…delirai…….“no è Damon che voglio… ti prego ho bisogno di lui, dov’è Damon?...chiama Damon…. Damon, non lasciarci”; la bionda, sorride malamente “lo farò”. Rebecca, ha lasciato la stanza d’ospedale. Mi trovo sola, con il medico e un’infermiera. Egli, mi fa un’iniezione….credo fosse morfina o roba del genere, dato che guardando quell’uomo vidi il volto di Damon….i suoi occhi, il suo sorriso “sei qui” pronuncio serenamente, allungo la mano a sfiorargli il viso “tu sei qui,…oh sapevo ,che ,non poteva essere vero, tu non ci abbandoneresti…io ti amo… ti amo Damon… ti amo….. resta con me…resta……io, ti amo Damon…”…. gli occhi, mi si fecero pesanti e mi addormentai. Uno strano bip mi riportò alla realtà… apro gli occhi; Jenna, è accanto a me; “dove mi trovo?” domando stordita, “oh tesoro”, mi porto una mano alla tempia “la testa …mmhh..è come…come se mi stesse per esplodere”; il collo ,mi duole; voglio sedermi, ci provo; la pelle, della pancia mi tira “hhAaa..”, “Tesoro resta sdraiata”, “Damon, lui, dov’è?”, “Elena, sta calma” pronuncia pacatamente, Jenna; porto, la mano sul mio ventre “il bambino” ; piccoli ricordi mi affiorano alla mente; “ Jenna, cos’è successo?!”; dai suoi occhi ,fuoriescono lacrime; scuoto la testa “No… No!” urlo, mi abbraccia “Sssshh… tesoro sta bene”, “dov’è?... dov’è il mio bambino”, “sta bene, ma l’hanno portata in terapia intensiva… è prematura e”, “dov’è Damon?”, “Elena ”, “Jenna, dov’è Damon?!” insisto ; mio fratello, irrompe nella stanza; rivolgo l’attenzione su di lui “Jeremy, dov’è Damon?”, allunga il passo verso me, mi abbraccia “Elena, mi dispiace”, cado in un agognante pianto; lui è morto, questo è ciò che intende ; “no.. no… Klaus ha mentito… io l’ho visto ,era con me ,prima che perdessi i sensi, lui era con me”, percepisco, un suo pianto, soffocato dalle parole “Elena non c’è più”, stritolo il busto di mio fratello “no… lui non è morto”, mi scosto “lui non è morto!” grido straziata dal dolore; Jenna, mi abbraccia “tesoro, ora basta”, “no, io….io..”; le parole, non mi escono; ogni mio sogno o desidero si sta incagliando nelle crepe del mio cuore…. un piccolo pensiero mi diede la forza di reagire….. “è una bambina?” domando tra le lacrime; Jenna annuisce; la mia bambina, Emma; la piccola Emma Salvatore….

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Capitolo 7
*** Ciò, di cui ,ho bisogno ***


I giorni, passarono lenti; la morte mi stava logorando dentro e non potevo pensare alla mia vita senza Damon. Lui, non ci sarebbe più stato; non avrei rivisto i suoi occhi, il suo sorriso; il mio dolore era troppo grande da sopportare…… 8 giugno, 2014, diciotto giorni senza Damon; diciotto giorni senza vita. Questa mattina, ho lasciato definitivamente l’ospedale. Emma, sta Bene, è una bambina bellissima e i suoi occhi; dio i suoi occhi; mi frantumano il cuore solo a guardarli. Jenna, ha sistemato, la culla della piccola, nella mia stanza, e addobbato la sala con palloncini e striscioni di Benvenuto…. Quando entrai a casa, e vidi i miei amici e la mia faglia festeggiare il nostro arrivo ,ebbi l’ennesimo groppo al cuore….. Sorrido, fingendo entusiasmo e sorpresa; abbraccio ogni singolo componente della mia famiglia allargata e mi accomodo sul divano; con la piccola tra le braccia. Caroline, è di fianco a me; parla a macchinetta e agita le mani come fossero maracas. Non comprendo una sola parola e annuisco a ogni sua domanda; Ad un tratto, attira la mia attenzione, “Damon” pronuncia, i miei occhi si riempiono di lacrime; con Emma ancora tra le braccia, mi alzo dal divano e mi affretto a raggiungere le scale; le salgo correndo e mi porto in camera. Poso Emma nella sua culla e mi getto nel letto. Le urla , mi vengono, soffocate dalle lacrime e non c’è un solo motivo per cui io debba smettere. Jenna, mi raggiunge, si siede sul letto, posa una mano sulla mia schiena “tesoro mio”; non ho voce nemmeno per scacciarla; si distende accanto a me e mi stringe tra le sue braccia “non è giusto”; mi aggrappo a lei “io… Jen… io..”, vorrei parlare, il singhiozzo me lo impedisce; Zia Jenna ,mi dona un baci sulla nuca “respira, amore mio, respira”, “dimmi che l’hanno ritrovato, dimmi che potrò piangerlo come lui merita” riesco a dire, “amore mi dispiace”, “Non mi è concesso neppure dirgli addio” il fiato mi si spezza in gola; lei, mi stringe ,ancor, più forte “Stefan, ha organizzato una piccola cerimonia”, “che significa?” domando, “ha fatto preparare un loculo e una lapide”, mi alzo di scatto “vuol dar pace a un corpo ,che non c’è?!”, mi segue “Elena, credo che gli sia dovuto…Damon, ha bisogno di essere celebrato e anche la sua famiglia ne ha bisogno; compresa tu”, scuoto la testa “no!... no!.... io..io..”, posa la mano sul mio viso “amore mio”, la scanso “no , non capisci?... io ho bisogno di lui…Emma ,ha bisogno di lui!”, mi abbraccia “oh Elena”, mi lascio andare “non lo rivedrò più”…

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Capitolo 8
*** Addio ***


9 giugno, 2014; sono sola, in quel letto ,che, ormai, mi sta scomodo. La notte, è passata fin troppo veloce; i miei occhi, venati dall’ennesima notte in bianco e rigonfi dal mio pianto senza fine; il sole ,penetra attraverso le tende e si posa sul mio viso; odio il sole, odio l’estate, odio la mia vita ; porto la testa sotto il cuscino, Emma piange; il suo vagito, mi obbliga a portarmi giù dal letto. Prendo la piccola “amore mio”, la stringo, la cullo, la bacio; non smette d’urlare; le odoro il sederino, ha bisogno di essere cambiata…. Mi dedicai a lei ,e una volta cambiata , nutrita la riposai all’interno della culla ed io mi ributtai sotto le coperte….. si fanno le 9:30 del mattino; Jenna, bussa alla mia porta “Elena, sei sveglia?”, non le rispondo ed ella, irrompe nella stanza. Porto la testa sotto le coperte, Jenna me le porta via “tesoro, dobbiamo fare una cosa importante”, fisso il suo volto “non ho più nulla di importante da fare”, si siede sul letto “dobbiamo dire addio ha Damon”, “non lo farò”, il volto le si vampa di rosso e gli occhi le si riempiono di luce “so che stai male, ma non sei la sola” , si porta le mani sul viso “io, ho perso mia sorella; Jeremy, come te ha perso i genitori e ora abbiamo perso un altro componente importante della famiglia… certo era un ex vampiro, un impulsivo e maleducato ….ma gli volevo bene ed anche Jeremy gliene voleva….. e ora vedo te in questo letto; io, non voglio perdere anche te, io….”, “Jenna, sono già morta”, mi da uno schiaffo “smettila!.. hai una figlia , lei, non merita questo comportamento….Damon, non vorrebbe vederti così”, “non mi importa ciò che, Damon, vorrebbe… non mi importa, perché lui non c’è più!” urlo; Zia Jenna, mi afferra un braccio, mi trascina giù dal letto “non ti importa!.... vedi di farti una doccia e vestirti…. Io raggiungo Jeremy a Casa Salvatore e ti inviterei a fare lo stesso!”, “non verrò!”. Rebecca, compare sull’uscio della porta, della mia stanza “oh si che ci andrai”, “vattene!” pronuncio; la vampira, mi si avvicina “Elena ,ho visto il tuo dolore già una volta e la persona che l’ha vissuto ha perso il lume della ragione”, “non paragonarmi a Klaus”, “non lo sto facendo…ma voglio che tu riesca a dire addio al tuo amore”….. Addio, quella parola mi stava facendo esplodere…. do un bacio a Jenna “ti voglio bene….. e vorrei prendessi Emma e la portassi alla pensione con te”, “Elena…” la interrompo “io vi raggiungerò, ok?….sarà Rebecca ad accompagnarmici”…

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Capitolo 9
*** Tutto Tace ***


Non so cosa mi dicesse il cervello; non so nemmeno come potei solo pensarlo…. Mi trovo in piedi, davanti al lavabo del bagno; guardo il mio volto, riflesso ,nello specchio; ho appena fatto la doccia, l’asciugamano mi avvolge il corpo ed un turbante mi sostiene i capelli. Il volto gonfio, gli occhiaie due dita sotto gli occhi e una bocca incapace di sorridere. Sciolgo i capelli ,dall’abbraccio, dell’asciugamano e li scuoto districandoli. Torno a fissare lo specchio; vedo la tristezza fatta a persona; sto per crollare nuovamente. Afferro la confezione di tranquillanti, che posa sul lavandino ; il medico, ha detto: prenda queste solo se necessario, ma con un massimo di tre compresse al giorno; solo se necessario, oh se è necessario…. Me ne portai, tre, nel palmo e le inghiottii……… Lo stomaco, mi si contorce; credo , sia dato dall’assenza totale di cibo in esso , cibo ,che non vedeva da giorni; rigetto le pillole nel Water e scoppio in lacrime. Inerme, sul pavimento del bagno, mi accorgo della presenza di una vecchia lametta, dimenticata sul retro del bidè. Allungo un braccio, le dita della mia mano si spingo ad afferrare la lama arrugginita. La stringono…respirai profondamente; ebbi un flash : Damon e le sue parole “non potrei vivere senza te…… posso pensarti lontana ma non morta”; io , volevo continuasse a vivere per me, ora ero io a non poter esistere senza lui…… la follia suicida sta inondando ogni angolo della mia testa. Stringo, quella vecchia lametta arrugginita, tra pollice ,e indice e con un colpo secco, taglio, prima, le vene del polso sinistro e poi quelle del polso destro. Poso la schiena al vetro della doccia e abbandono lo sguardo al bianco soffitto; sorrido, immaginandomi il volto di Damon “amore mio….. staremo di nuovo insieme, tu ed io…. Sarà per sempre”…..….Apro gli occhi; Rebecca, mi sostiene la testa e mi nutre col suo sangue. Scanso la vampira “no!”, lei incolla il polso alla mia bocca “Elena bevi!”, la scanso nuovamente “ho detto no!”; i miei tagli sono guariti; scuoto la testa “perché l’hai fatto?!... perché mi hai salvato la vita?!” urlo, e becca si solleva da terra “ non abbiamo bisogno di seppellire qualcun altro”, “perché ha nessuno importa ciò che voglio io?”, ”non è vero ,Elena”, “se non è così ,perché ,non mi hai lasciata morire, perché ,non mi hai permesso di raggiungerlo?!”, “perché non è ciò che vuoi”, mi sorreggo alla tazza del Water , mi sollevo e appoggio il mio corpo alla parete “io voglio Damon”; lei ,non ha parole, tenta d’abbracciarmi, mi scosto “no sono stanca di pietà e compassione…..sono stanca di sentirmi dire che un giorno andrà meglio; perché non è così; sono stanca di piangere, di vivere e provare quest’immenso dolore… io non vedo futuro per me”, “Emma è il tuo futuro”, “io non posso esserlo per lei!... Klaus verrà a prendersela ed io non posso far nulla per impedirlo.. io perderò anche lei.. io sono un peso e un pericolo per la mia famiglia”, “Elena…”…. Non fece in tempo a dire altro; le ruppi il collo; le rubai le chiavi dell’auto e mi diressi sul vecchio ponte della città…. Sono in piedi, sulla ringhiera di quel vecchio ponte; alzo gli occhi al cielo; delle prorompenti nuvole minacciose stanno prendendo il posto del sole. Accenno un amaro sorriso “sembra che tu sia l’unico a capirmi per davvero”. il vento si alza, scuote la ringhiera, traballo; porto gli occhi sul fiume impetuoso….. aprii le braccia come due gradi ali; chiusi gli occhi e mi lanciai nel vuoto…..il mio corpo, sprofonda, in quelle acque oscure; la testa mi sbatte su una grossa roccia, si squarcia e vi fuoriesce molto sangue; perdo i sensi e vi affogo…..

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Capitolo 10
*** Vampiro ***


10 giugno, 2014; Un sussulto mi riporta dal mondo dei morti . Mattina, la brezza estiva mi lambisce il volto e il sole me lo riscalda; lo fa in modo doloroso . Sono un vampiro; una creatura dell’oscurità; una creatura in grado di controllare la sua umanità e di spegnerla se necessario. Una coperta , copre la mia nudità; qualcuno deve avermi trovata; mi avvolgo in essa e mi sollevo dal terreno. Attorno a me, solo, foglie e fango ; vi sono dei vestiti ,piegati e posti con cura su una roccia. Li indosso. “Sei tornata” pronuncia, una voce alle mie spalle, mi volto; Max; “cosa fai qui?” domando , “io e Rebecca ,ti abbiamo trovata , a faccia in giù,nel fiume più di 12 ore fa”; mi porto le mani sul viso “dodici ore Fa? Ma come è possibile..” mi blocco; c’è qualcosa di strano; qualcosa, non vi è più , sulla mia mano sinistra. L’ho perso; o mio dio, ho perso il mio anello di fidanzamento; No..No..No devo ritrovarlo. Ignoro del tutto Max e mi incammino verso l’affluente; è li che l’ho perso, non c’è altro luogo in cui potrei trovarlo. Max ,mi afferra “dove stai andando?”, guardo i suoi occhi; sono di un verde ,quasi ,smeraldo; “ il mio anello io…”, “l’ha preso Rebecca….sei un vampiro ed hai bisogno di un amuleto per proteggerti dalla luce solare … Lei, ha, solo ,pensato che avresti voluto, che, in un modo o nell’ altro, fosse, ancora, Damon a tenerti in vita”, “Damon è morto”, “perché l’hai fatto?... perché hai dato fine alla tua vita?”; vi ho molte risposte da dare , ma non una, in grado di convincermi; “ho trovato una scappatoia” rispondo con semplicità; mi prende per il colletto della T-shirt, m’alza da terra e mi sbatte contro la corteccia di un albero “sei una stupida! hai dato via la tua vita, Elena! Questo gesto, non può essere, considerato, una scappatoia”, “sono un vampiro, posso dare un taglio al mio dolore”, molla la presa “oh no Elena, non sai cosa stai dicendo ,non hai la più pallida idea di cosa significhi essere un vampiro” , “il dolore mi ha portata al suicidio e…” mi interrompe “so ciò che hai fatto… mi spiace, che tu, non abbia compreso l’amore che Damon provava nei tuoi confronti”, “non puoi..”, mi interrompe nuovamente “ lui ti amava, lui voleva vivessi una vita umana, che ti creassi una famiglia , ti voleva felice Elena” , “ho avuto quella vita , mi sono innamorata; stavo costruendo una famiglia e… ora è tutto finito….. Klaus, ha ucciso l’amore della mia vita …” …… il dolore mi arrestò; fu così forte, così insopportabile che dovetti scappare … M’addentro nel bosco e inizio a correre; corro senza badare a ciò che mi circonda. I rami ,mi frustano il viso ,le rocce appuntite bucano i miei piedi ,rimasti , nudi e le lacrime mi annebbiano la vista. Il bosco, ora, è alle mie spalle , mentre davanti a me vi è solo un precipizio .Delle immagini compaiono nella mia mente. Klaus. Le sue mani, la sua bocca e la sua lingua percorrono il mio corpo; mi sento violentata “HHAAaa…” grido e barcollo sull’orlo di quel dirupo. Delle braccia mi afferrano e mi riportano nel bosco; mi scosto rapidamente da quella morsa “non mi toccare!....non osare toccarmi!”, “Elena….ei Elena. Calmati, sono, io ,Rebecca”, mi volto “ ricordo ogni cosa……Klaus…. Lui che abusa di me”, “Elena, non avresti dovuto farlo, non avresti dovuto trasformarti in vampiro”, “ho fatto ciò che andava fatto”, “Elena….”, “potrò difendere la mia famiglia… potrò proteggere Emma da Klaus”, gli occhi le si fanno lucidi “oh Elena, il sangue di Damon lo sta riportando alla sua ,antica, natura umana …. Klaus, non è più un problema”….Capii d’aver agito con stupidità, ma capii anche ,che la mia vita, specialmente, da vampiro non poté andar oltre; raccolsi un ramo, lo spezzai e mi trafissi il petto…. Primo tentativo; pessima mira; ho preso un polmone. Mi accascio a terra; respiro a fatica. Rebecca, estrae il ramo dal mio torace “sai. sei identica a Damon, impulsiva e cocciuta”, mi porge una sacca di sangue “e non è un complimento…..coraggio bevi”, afferro il plasma, tra le mani; lo porto alle labbra , lo strizzo e il sangue raggiunge la bocca del mio stomaco ;sono assetata, ne voglio di più. Il desiderio di uccidere ,si fa vivo, nella mia testa; il dolore e la morte di Damon si stanno allontanando. Sento che potrei continuare a vivere; la creatura notturna che vi è al mio interno; l’animale, il mostro spietato ed assetato di sangue, può prendere il posto, della fragile e compassionevole Elena Ghilbert. No! Che mi prende? Perché, penso a queste cose? Questa, non è Elena e non sarà mai Elena. Guardo la vampira che è davanti a me “ Ti prego, lascia che muoia ”, “è colpa mia… Damon, è morto a causa mia… Elena, mi dispiace, non avrei mai dovuto irrompere, in quel modo, in casa tua e non avrei dovuto allarmarvi tanto”, “Rebecca, tu non capisci, se non sarò io a morire saranno gli altri….. io lo sento, è dentro di me e non posso allontanarlo….. il dolore mi porterà a spegnere tutto e non posso, non voglio”; la vampira, strappa l’amuleto anti soggiogazione dal mio collo, raccoglie il mio viso “lo so e mi dispiace veramente tanto”; intuisco le sue intenzioni; mi tiro in dietro “che vuoi fare?!”, “credimi è l’ultima cosa che voglio”, scuoto la testa “No!...No!... Rebecca, non farlo…lasciami morire…..non cancellare Damon dalla mia vita; ti prego non farlo”, “ devo….. la mia famiglia ti ha ,già, tolto così tanto….e non solo a te ; Elena, c’è chi ha ancora bisogno di te …… Emma, quella bambina non merita che tu l’abbandoni in questo modo”, “sono un vampiro, come potrei farle da madre?”, “forse potrai essere una sorella o meglio un cugina”, “Rebecca, no io lo amo…senza di lui, senza il suo ricordo…”, mi guarda dritta negli occhi “il suo ricordo ti sta uccidendo ; ma spero, che un giorno tu possa ricordare ogni cosa, lo spero davvero Elena…….Damon Salvatore...”……

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Capitolo 11
*** Ritorno a casa ***


Damon salvatore, fu cancellato dalla mia vita; il nostro amore, nostra figlia, i nostri progetti; spazzati via come le foglie d’autunno. Mi restava un passato incoerente , colmo di lacune e dolore. Dolore , esso faceva ancora parte di me; Klaus, che abusa di me , la morte dei mie genitori e un senso di vuoto. Un vuoto incolmabile; quel vuoto che solo in seguito riuscii a comprendere……. Confusa e stordita, mi sollevo dal tappeto muschiato del sottobosco; Rebecca, mi sta ,proprio, difronte; mi porto una mano alla tempia “che è successo?”, “ti riporto a casa” sibila appena, la bionda ; tasselli si ricompongono nella mia testa “aspetta…io, sono un vampiro…e…”mi blocco; Rebecca porta lo sguardo sul terreno “ sei sparita…. Ti abbiamo cercata da per tutto e alla fine eccoci qui… mi spiace. Elena. mi spiace di non essere riuscita ad impedirlo”; altri tasselli si aggiungono al puzzle “Rebecca. L’ho fatto per Jeremy, per Jenna e la piccola Emma… ora posso proteggerli”, “Elena…”, “no , non aggiungere altro; io sto bene”; bene, una parola grossa, ma mi sento libera ; per la prima volta, da quando la licantropia mi ha stranamente lasciata, io, non ho più paura .Jenna, cammina, nervosamente, avanti e indietro, davanti al portone di casa; la mia casa, quella dei miei genitori, di Jeremy ed ora divenuta, anche ,di Jenna e la piccola Emma. Jenna sta piangendo, lo sta facendo per me. Non comprende che il mio stato attuale ci proteggerà. Proteggerà la nostra famiglia. La raggiungo, mi da un ceffone “come hai potuto?!....come hai potuto farti questo!”; quel ceffone, provoca uno strano senso di rabbia in me. Lo reprimo. “ho dovuto, Jenna”, “no…. Ti sei comportata da immatura” ; i canini spingono sulle gengive; sono arrabbiata, la mia rabbia è amplificata. Respiro profondamente, cerco di allontanare l’istinto del predatore e mi aggrappo alla mia umanità. All’amore. Gli occhi mi si riempiono di luce; anche il mio amore è amplificato. Allargo le braccia, le butto, al collo di Jenna, l’abbraccio. “oh… Jenna, ti voglio bene”, ora è lei ad abbracciarmi e a stringermi. “Tesoro mio… anch’io te ne voglio”, prende il mio viso, ne bacia le guance “e non mi importa cosa sei diventata….ma non sopporto quello che ti hanno fatto”, sorrido “Jenna è tutto apposto” cerco di rincuorarla; lei forza un sorriso “no nulla lo è.. ma sono felice che tu sia ancora qui con noi”……Jenna mi invitò, ad entrare ,in casa; raggiunsi la mia camera. La mia camera, prima della mia follia sucida ,era ricolma di ricordi appartenenti a Damon e alla nostra storia; le sue cose, i suoi vestiti, le nostre foto. Ora era stata accuratamente ripulita; non vi era più niente a ricordare il nostro amore; persino la culla, di Emma, era stata spostata e sistemata nella stanza di Jenna; ora era lei sua madre, era zia Jenna ad occuparsi di lei……. La finestra è aperta e le tende sventolano al ritmo del vento; un Dejà vu; un peso inspiegabile, sul cuore e gli occhi che vogliono solo piangere. Il respiro affannato, il cuore che batte ,ad ogni mio passo, più veloce; poso le mani sul davanzale , mi sporgo al di fuori della finestra. Scruto ogni angolo, che ,la mia visuale è in grado di raggiungere; c’è qualcosa, deve esserci qualcosa. Un pensiero; forse c’era ed ora non c’è più. Ho un vuoto in colmabile nel petto e la sensazione d’aver perso qualcosa; qualcosa di veramente importante. Il battere di una mano sulla porta, mi distoglie dai miei ,enigmatici ,pensieri; mi volto. Jenna ,è nella mia stanza; la piccola Emma è tra le sue braccia; avanza , a piccoli passi, verso la mia persona .“ Elena cosa stavi facendo?” domanda, le sorrido “nulla, ammiravo il panorama”, sorride a sua volta “panorama? Ormai sono anni che è sempre lo stesso”; ho l’ennesimo groppo al cuore; il volto mi si incupisce “ ho una strana sensazione… un presentimento”, scosta i capelli dal mio viso “Klaus?”, una lacrima cade dai miei occhi “ no…”, sorrido “si tratta di qualcosa di dolce, col sapore di nostalgico”. Emma, dorme, tra le braccia di Jenna ed io non resisto, le do un piccolo bacio sul capo. La piccola apre i suoi grandi occhioni di ghiaccio; sento dolore e nostalgia, solo ,dolore e nostalgia. Perché? Che mi succede?; quel vuoto si amplifica; indietreggio “oh… no…no….no………noi!” urlo; la piccola inizia a piangere; Jenna, la culla “no, tesoro…non è niente…su….da brava, non piangere”. Emma si quieta. Jenna si porta vicino a me “Elena cosa ti prende?”; Dolore e nostalgia; respira, Elena, respira ; forzo un sorriso “ non ho nulla”, lei, posa una mano sul mio viso “Elena, non ti credo”; non posso dirle ciò che provo, non voglio dirle ciò che provo; sorrido nuovamente “Jenna sto bene;davvero ; non ho nulla”…….

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Capitolo 12
*** Lui, chi? ***


10 giugno , 2014, ore 21:30 ; Tik..Tak..Tik..Tak.. è la sveglia sopra il comodino; mi da sui nervi; e ancora Tik..Tak..Tik…. le ho dato una manata; ora è in mille pezzi. Da ore, non mi nutro e la fame si fa sentire; ho la smania; i denti masticano l’interno guancia e la lingua, quasi ,come fosse un chewingum ; il sangue diventa il mio pensiero fisso; devo nutrirmi; ho delle sacche ,di plasma, in frigo, non le userò; voglio farlo alla vecchia maniera. Mordi e cancella. Sto rovistando nel mio armadio, in cerca del vestito più sexy che possiedo. Eccolo, è lui, un micro tubino rosso. Lo indosso. infilo dei tacchi vertiginosi. Arricchisco il mio volto con del trucco e impreziosisco la mia pelle con una valanga di profumo. Dono uno sguardo allo specchio e sorrido, al mio riflesso “oh si… perfetto.. Elena Ghilbert è tornata” mi faccio l’occhiolino “tesoro, da questa sera si balla”; prendo la borsa ed esco dalla stanza. Scendo le scale. Jeremy, è davanti a me, afferra il mio polso “come ti sei conciata?!”, “Esco. Vado a fare baldoria”, “come?!... no e per di più conciata in questo modo?!”, “Jer ho 20 anni …sono single e per giunta un neo vampiro…. ho, solo, voglia di divertirmi” ;mi accorgo ,che ,ha il volto tumefatto dal pianto “Jeremy cos’ è successo?”, “mia sorella ha deciso di trasformarsi in vampiro” , poso una mano sul suo viso “oh Jeremy… non devi essere triste” accenno un sorriso “sono sempre io”, scuote la testa “Sai. Hai ragione…. Tu sei sempre tu, non fai altro che comportarti in modo stupido… ma per la cronaca, non sei l’unica ad aver perso qualcuno”; perso qualcuno? A chi si sta riferendo? Forse a mamma e papà; “Jeremy; l’ho fatto per noi, per salvaguardare la nostra famiglia” i suoi occhi grondano come fiumi impetuosi “ no tu l’hai fatto per te… ….. Sai. Credevo che questa volta sarebbe stato diverso….pensavo avresti condiviso il tuo dolore con me e come uno stupido mi sono illuso di poter contare su di te…. Ma ancora una volta hai pensato a te stessa” guarda i miei occhi “ho riperso la mia famiglia ,Elena”; sono turbata e confusa; l’istinto mi porta ad abbracciarlo “Jeremy; ti voglio bene ;io non ti ho lasciato e non lo farò mai” , mi scosta bruscamente “ lui non te l’avrebbe permesso!”; ed eccola lì, la mia voragine; “lui chi?” domando, scuote la testa “dio Elena…. Lo detestavo … ma, lui, teneva a noi; era divenuto una colonna importante della nostra famiglia…. Io, gli volevo bene. Ok? l’ho detto ,gli volevo bene! Era un coglione ma gli volevo, comunque, bene!” urla; a chi voleva bene Jeremy?;“di chi stai parlando!” urlo a mia volta, “il sovrannaturale ci ha portato via tutto ed ora a portato via anche te”, “Jeremy, di chi stai parlando! Dimmelo, ti prego dimmelo” insisto, “Elena …”…Jenna ci raggiunse….. si interpone tra noi e abbraccia mio fratello “Jeremy, smettila”, lui la stringe “sono stanco di perdere le persone a cui tengo”; non so cosa sta succedendo, mi sento tagliata fuori; “ditemi che succede!” urlo nuovamente; Jenna, si volta verso me, sorride “ tesoro va tutto bene”, “No! Jenna, voglio sapere!”;lei, aggiunge, l’ennesimo ,sorriso “ Elena, esci, va a divertirti”….

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Capitolo 13
*** Fuori Città ***


A malincuore, lasciai perdere; presi la giacca ed uscii. Le mie gambe mi portarono a percorrere una strada a me sconosciuta. Esse si mossero ad ogni passo più veloce. Iniziai a correre; correvo pur avendo ai piedi dei ,vertiginosi, tacchi. Risi. Mi sentii libera, intoccabile e capace di qualsiasi cosa …. Fuori città. Mi imbatto, in una birreria. Non ho ancora ventun anni, non mi è permesso entrarvi, ma, sono un vampiro e tutto mi è concesso. Tipi loschi, alcol e musica Rock; non di certo il luogo o la compagnia ideale, ma, la musica ,non è niente male. Tra quella gentaglia, vi è un uomo. Un giovane uomo ;ha i capelli castano d’orati, il viso pulito e abiti, non ,di certo ,consoni ad un simile luogo. Seduto ad un tavolo ;in un angolo della birreria; tiene, una sigaretta, tra le labbra e un boccale di birra tra le mani. Ho deciso. Lui, è la mia cena. Tolgo la giacca, raddrizzo le spalle, pancia indentro e petto in fuori. Vado a sedermi al suo tavolo, gli porto via il boccale e mi scolo , quelle due ,ultime ,dita di birra rimaste. Egli, sorride “Ei… si può sapere cosa fa, una ragazza come te, in un luogo come questo?”, “divertimento” rispondo con un piccolo sorriso ; il giovane uomo si riprende il boccale “e pensi di poterlo trovare qui?”, faccio una smorfia “No, non lo penso. Lo già trovato”, “oh bellezza, non sono il tipo da far bisbocce”, “io non direi”; egli, accenna uno smagliante sorriso “posso ,almeno, aver il piacere di conoscere, il nome, della fanciulla con cui sto parlando? ”, “mmm…si, ti dico il mio, se ,tu mi dici il tuo”; l’uomo ,spegne la sigaretta, sul , vecchio, tavolo, tarlato del locale “d’accordo…”, mi porge la mano “Alaric Saltzman; chiamami Rick”, afferro la sua mano “è un piacere Rick ;io, sono Elena, Elena Ghilbert”; avvicino il mio volto al suo; guardo i suoi occhi “ora, farai esattamente come ti dico ”; lui , ride “no, non ci credo; un vampiro”; lascio la sua mano ; egli sorride “ei… tranquilla..”, avvicina le labbra al mio orecchio “ti svelo un segreto …. sono come te”; no…uuff…. non è possibile…feci per andarmene ed egli mi afferrò …. “aspetta, Elena…insegnami come ci si diverte”; non sopporto che un uomo mi tocchi; odio che la sua mano mi stringa. Vorrei sganciarmi dalla sua morsa; sono debole, troppo debole. Gli lancio un sorriso forzato “Rick, ho bisogno di nutrirmi”…. In realtà, gridavo :toglimi la mano di dosso!.....Egli, mi trascina sulla sedia “allora.. siamo in due…. Guarda ed impara”. Chiama il barista “ ei.. tu, ti dispiacerebbe raggiungerci”. L’uomo si avvicina . Rick , lo soggioga “amico, mi dispiace ,ma la signorina sta morendo di fame”, sfila ,un coltellino svizzero, dalla tasca della sua giacca e vi va a provocare una ferita sul polso dell’uomo; il sangue fuoriesce da quel piccolo taglio e Rick lo fa fluire all’interno del boccale di birra rimasto, precedentemente, vuoto…..Ripulì, la ferita ,alla vittima e la mandò via…….. . Il mio ,nuovo, amico vampiro, mi porge il boccale “eccoti servita” , sorrido, accogliendo con gioia il suo dono “sangue alla spina. È?.....Grazie, Rick” ;assaporo, il sangue, che mi è stato, gentilmente ,servito. Oh ora va meglio; la vita scorre, nuovamente nelle mie vene; va decisamente meglio. Rick sfiora, dolcemente, la mia mano “Non c’è di che…. Ma ora ,che ne dici di divertirci un po’?”;oh no, non toccarmi; ritraggo, rapidamente, la mano “mi spiace , non sono così divertente”; Egli ,emette un sospiro “bè... vorrà dire che faremo qualche chicchera ….da quanto tempo sei un vampiro?” .Guardo, il mio boccale è vuoto; ho terminato la mia dose di sangue…uuff vorrei fare come winnie the pooh e leccare il fondo del barattolo ( boccale ) ; lui, mi passa una mano davanti al volto “iuhu… Elena, ci sei?... ho chiesto, da quanto tempo sei un vampiro?”; allontano il pensiero del sangue e porto lo sguardo su Rick. Sorrido “a…si certo…da questa mattina…. E tu?” domando a mia volta; egli, fa una smorfia “caspita, una novellina” ,“già..ma, non mi hai risposto” sottolineo; Egli ,sorride “ma certo, hai ragione….sono un magnifico immortale , da quando il mio caro amico mi ha aggredito"; “amico, sono quindici ,lunghi, giorni, che ti sopporto” aggiunge, un ragazzo ,sedendosi al nostro tavolo…..

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Capitolo 14
*** Dolore e nostalgia ***


Un ragazzo, dai capelli corvino, si è seduto accanto a Rick. Rick, mi sorride “ti presento Dylan”; il bruno ,sposta lo sguardo nella mia direzione; i suoi occhi, cristallini come il cielo e venati come il ghiaccio. Dolore e nostalgia. Ho un tuffo al cuore. Egli ,sorride lanciando lo sguardo all’amico “allora, hai una nuova amica?”; quel sorriso, dio, quel sorriso, Elena che ti succede?; Rick, gli lancia un’occhiatina di dissenso “mi spiace, è un vampiro” .Non riesco a distogliere, lo sguardo ,da quei lineamenti ; ho un groviglio di emozioni nel petto, emozioni che non riesco a distinguere. Rick ,lancia una sigaretta all’amico “hai scoperto qualcosa?”;il bruno, la prende e la stralcia “si….ho scoperto di non essere un fumatore”….loro conversavano ed io, non riuscivo ad ascoltarli; captavo ,solo ,il dolce suono, della voce di Dylan. Era così familiare, inspiegabilmente familiare. Placava il mio dolore , placava la mia fame e placava i miei demoni.…. “ei…. Rick , ma le hanno tagliato la lingua?” domanda il bruno, riferendosi a me…. Mi scossi cercando di ritornare sulla terra…… Egli, gli sorride “sai, Elena, lei è nuova ”; Dylan, socchiude, dolcemente, le labbra “Elena?”; i suoi occhi si spostano dentro i miei; “Elena” ripete. Il mio cuore è un martello pneumatico; gli occhi, mi bruciano, in un modo inspiegabile. Che mi succede? Che diamine sta succedendo? ;non riesco a sostenere la situazione. Mi porto in piedi; sono pronta a scappare. Rick, ha preso la mia mano “ti senti bene?”; no, sono turbata ; scosto la mano del vampiro “io… io, devo andare”; il bruno , mi raggiunge “tu mi conosci?”; io, cosa? no, non ti conosco Dylan. Io, non l’ho mai visto, io… ma , perché mi fa quest’effetto? e i suoi occhi; dolore e nostalgia. Dylan, mi sfiora la mano “tu mi conosci…. Tu mi conosci!”; il suo tocco ,non mi infastidisce ,al contrario, mi provoca brividi dimenticati; indietreggio “io…io no… mi dispiace”….. scattai ed uscii dal locale…..

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Capitolo 15
*** Travolta da mille emozioni ***


Sono una stupida; oh dio che cretina; scappare via in quel modo. No, non posso pensarci; avranno pensato, che, io, si a pazza. Aspetta, sono pazza, sono completamente pazza. E quel ragazzo; mi guardava come ,fossi, un fantasma; ma chi era quel ragazzo? Oh bè, poco importa, tanto ,non lo rivedrò più. Qualcuno, mi segue; accelero il passo. Chiunque sia, continua a seguirmi. Mi fermo, al margine della strada ;sei un vampiro, Elena, non puoi avere paura; mi volto ,afferro l’uomo e lo inchiodo alla parete, di una cabina telefonica. Porto, il suo volto, alla luce del lampione; Dylan; ma che diamine…Cosa vuole da me; “tu? Perché mi hai pedinata?”; egli, solleva un angolo della bocca, sorride “Elena”; quel sorriso, dannazione, ha uno stano effetto su di me; “ ho detto perché ?!”ripeto con rabbia, “cerca di calmarti” ;oh no, ne ho abbastanza; lo scuoto con forza “che stupida sono stata; tu e il tuo amico; siete due uomini di Klaus; non è così!” urlo; Dylan, non oppone resistenza; il che, è strano, molto strano; “non so chi sia questo Klaus” afferma, lui; le mie mani, allentano la presa, lo lasciano libero “perché mi hai seguita?”domando, nuovamente, “perché sei scappata in quel modo?”; perché…. Perché…;alzo, gli occhi al cielo “limitati a rispondere; perché mi hai seguita?”;egli, si porta una mano tra i capelli “tu ed io, ci conosciamo?.... Tu sai chi sono?”; nelle sue parole vi è ,tanta, speranza ;io, non posso dargliene conferma. Non ricordo il suo viso, non lo conosco…anche, se ,c’è qualcosa, qualcosa nei suoi occhi, nella sua voce e nel suo sorriso, ma è sempre un qualcosa che non riesco a spiegare. “Cos’è, un nuovo modo per rimorchiare?” domando, sorridendogli; anch’egli, mi sorride “io, mi ricordo il tuo viso”; il cuore ,sembra esplodermi dalla gioia e non ne vedo il motivo. Opprimo quella sensazione. La sua affermazione, mi porta a Katherine.“Katherine Pierce…. Questo nome ti dice qualcosa?” domando, fiduciosa , “no,non l'ho mai sentito”, sospiro “bè è probabile abbia usato un ,falso ,nome” , “scusa?”, “c’è un’altra me in questo mondo”; il suo volto, equivale, a un enorme punto di domanda; sorrido “è il mio Doppelganger…sai io e lei, siamo come gemelle, ma, non siamo sorelle” , “Doppel.. che?”, rido“ è la stessa cosa che ho detto io …. Ma è una storia lunga e non credo possa interessarti” ;nei suoi occhi ,è risorta, la fiamma della speranza “Elena, fammela incontrare… ti prego…ho bisogno di risposte”; sto per infrangere ,nuovamente, le sue aspettative; ne sono dispiaciuta, non vorrei farlo, ma non posso far altrimenti “ Dylan, non ho la più pallida idea di dove, Katherine, si trovi….ma se può consolarti, lei è una vera stronza e ,non credo sia in grado d’aiutarti, o meglio, non credo vorrebbe farlo”; i suoi occhi si spengono; forzo un sorriso “ascolta, magari…”, mi interrompe “ dimmi perché sei scappata, via, in quel modo?”; ecco…uuff… perché, insisti tanto, io non lo so; “Elena, perché?” mi domanda, ancora; porto gli occhi a fissare il terreno; non so che dire, non vi è una spiegazione logica ( a parte, che io, sia stupida ) “Dylan, io…io…”; egli, solleva, delicatamente, il mio viso ; il suo tocco , ancora il suo tocco. Lo paragono a una dolce carezza. Benessere e protezione; sensazioni dimenticate e improvvisamente riapparse. Chi sei ,affascinante, straniero. Felicità, l’ennesima, sensazione dimenticata; il mio viso, si illumina; “Grazie” pronuncio sovrappensiero; Dylan, sorride, calamitando i nostri sguardi “perché mi ringrazi?”; sono al centro di un tornado emozionale; ne sono completamente travolta e non vi riesco a resistere. Distolgo , immediatamente, lo sguardo “ mi dispiace…. sono pessima , la ero da umane e a quanto pare, la sono ,persino da vampira”, percepisco una lieve risata “ oh …non preoccuparti, se mi conoscessi ,capiresti, di non essere, così, male quanto credi”….

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Capitolo 16
*** Mio dolce brivido ***


Mi trovavo lì, nel bel mezzo di una strada a me sconosciuta e completamente deserta. In compagnia di uno sconosciuto. Un vampiro che riusciva ad ammaliarmi senza il bisogno della soggiogazione. l’unico uomo sulla terra a cui permettevo di sfiorarmi……. Dylan , si leva la giacca, la posa sulle mie spalle; in quel momento mi accorgo d’aver abbandonato la mia nel locale; mi stringo in essa, è calda ed emana un seducente profumo; mi sento a casa; sorrido “grazie….. ma sono un vampiro, non necessito di calore”, mi scosta i capelli dal viso; lo fa ,come fosse, il gesto ,più normale al mondo. Mi piace. I nostri occhi si incontrano di nuovo. “persino i vampiri necessitano di calore ”pronuncia, con dolcezza . Sono in pace con me stessa, non sono mai stata tanto bene in vita mia e se egli, mi volesse baciare, io ,glielo permetterei. Perché la sua presenza mi provoca tanto calore?. Egli , nota il diamante sulla mia mano sinistra, lo sfila “uauu… che gioiellino”; divampo in volto “Dylan, ridammelo”; il bruno, se lo gira e rigira tra le mani “sei fidanzata?”, “no…e ora ridammelo!”, sorride “sicura?”, me lo riprendo “è un ricordo di mia nonna ed è il mio anello solare”… mia nonna, già, Rebecca, non aveva ,trovato, scusa migliore….“emmm…anello solare?” domanda, con sconcerto, “certo, con questo posso camminare alla luce del sole; tu non ne hai uno?”;ne è meravigliato “no, credo di no”, scuoto la testa “come sarebbe a dire credi di no?”; il suo volto, sembra incupirsi “ci sono molte cose che non ricordo”, “in che senso?” domando; egli, si porta una mano alla tempia “vedi, risale a circa 18 o 19 giorni fa…mi sono svegliato in un bosco e tra l’altro nemmeno , molto, lontano da qui; non ricordavo nulla, Elena, e quando dico nulla, intendo proprio nulla…ero come un bambino. Un bambino, che scopre il mondo per la prima volta; non ricordavo la parola e non comprendevo , il significato ,di nulla”, ride quasi imbarazzato “pensa che una volta uscito dal bosco, mi sono trovato per la strada; le macchine correvano veloci ed io. Io ne ho avuto paura”; le sue parole mi hanno intristita “Dyla, oh dio, mi dispiace; come hai fatto ha sopravvivere?”;egli, forza un sorriso “l’istinto del predatore… un’inspiegabile paura per il sole…e la memoria primitiva che è riaffiorata in pochi giorni”; quel ragazzo deve aver passato l’inferno; “ e ora? Ricordi?”, “so di essere un vampiro, è già tanto , non trovi?”;ho voglia di piangere, ma non voglio sembrare patetica “ti senti solo, non è così?”; Dylan, posa una mano sul mio viso; come capisse ciò che provo; “forse lo sono sempre stato”, prendo la sua mano “non dire così”; stringe la mia mano; ora vorrei baciarlo; ammicca un sorriso “e tu, ti senti sola?”; in questo momento no; gli sorrido a mia volta “so di non esserla”, “e sei felice?”; in questo momento si, ma la verità è ,che ,non conosco più il significato della parola felicità; mi rabbuio; lascio la sua mano “credo d’ esserla stata” …..

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Capitolo 17
*** Così vicini, così lontani ***


L’obbiettivo , punta nella mia direzione; ti senti sola? Sei felice? Sono cose, che ,non dovrebbero interessare, ad uno sconosciuto; la farò breve, non amo parlare di me. Forzo un sorriso “ascolta….si è fatto tardi ed io ,ho molta strada da fare ,perciò..” ,Dylan, mi interrompe “sono stato invadente.”, scuoto la testa “no, figurati è solo che devo proprio andare”. Egli, raddrizza la schiena “allora, ti accompagno alla tua auto…. Sai .non vorrei, incontrassi, qualche malintenzionato pronto a farti la festa ”, sorrido “non credo ,vorrai accompagnarmi all’auto” ;lui, si morde il labbro inferiore “e perché no.” ; è Sexy, è dannatamente sexy; inarco le sopracciglia “ci stai provando con me?”, “ei…. Sono uno smemorato…potrei aver moglie e figli a carico…perciò no, non ci sto provando con te”, sospiro “bè… comunque, la mia auto è molto distante da qui, per la precisione si trova nel vialetto di casa mia; in un grazioso quartiere di Mystic Falls”; Dylan, solleva l’angolo della bocca, sorride “una lunga passeggiate, è?… Bè non ho alcun impegno, perciò andiamo” ;ma questo, non si arrende mai?; sorrido, a mia volta “non ho bisogno della scorta…sono un vampiro, so badare a me stessa”, “mi è perfettamente chiaro; ma mi farebbe, comunque piacere riaccompagnarla a casa” ;sbigottita , mi arrendo “bè …..se le fa così piacere ; accetto”….imboccammo la strada per Mystic Falls e camminammo per circa due ore prima di giungere a destinazione; ore che volarono. Attimi in cui avrei voluto fermare il tempo. Elena, era nuovamente Elena. Una semplice ragazza. Una ventenne che si godeva la compagnia di un misterioso ed affascinante ragazzo; un vampiro, la cui bellezza sembrava provenire da un altro pianeta. Lui, mi faceva sentire viva. Stranamente, viva..….11 Giugno, 2014;ore 01:20 ; è notte fonda; sono a casa. Dylan , si è comodamente seduto, sul dondolo in legno. Il Dondolo che Papà ,aveva, appositamente, montato, in veranda, per mamma più di 18 anni fa. Lei, amava lasciarsi cullare, da quel dolce e lento movimento altalenante , passandovi ore a leggere o a far chiacchera con le amiche. Quanto, mi manca mamma, quanto mi manca confidarmi con lei . Dylan , fa oscillare, la, ormai, cigolosa e vecchia ,struttura in legno; tale cigolio, mi strappa dai ricordi e mi riporta al presente. Egli, mi sorride “dove sei stata?”; socchiudo gli occhi, scuotendo la testa; batte, la mano, sul cuscino del dondolo, invitandomi a sedere affianco a lui. Accetto. Mi porto accanto ad esso; i miei occhi si colmano della sua figura, sorrido “perché, sei qui?”; “curiosità” risponde con molta semplicità, lui; “perché se qui?” domando, nuovamente; egli, porta i suoi occhi sul mio viso “ la tua immagine, è impressa nella mia mete e…” , lo interrompo “speravi di poter ricordare”; Dylan, si porta in piedi “Elena, è stato tutto uno sbaglio”, lo raggiungo “io…”; vorrei riuscire a spiegare le sensazioni, di famigliarità ,che egli provoca in me. Non ci riesco. Dylan, mi regala un sorriso “sei una bella persona Elena; ti chiedo scusa; non avrei dovuto usarti”, scuoto la testa “non mi sento usata e non mi devi delle scuse..…. anzi…..io, vorrei aiutarti…”, mi arresto a pensare ,a ciò che ho detto; io cosa?.. Si, è ciò che voglio; sorrido “vorrei, poterti aiutare a mettere insieme i pezzi del tuo passato”; Dylan, ne è stupito “Perché vorresti farlo?” ; Gli occhi, mi divengono, lucidi “so cosa significa perdere tutto” ; sento il bisogno di sfogarmi. Lo faccio. “il sovrannaturale, ha cancellato i miei sogni….la mia doppelganger, ha ucciso mio padre e mia madre… un essere di oltre mille anni, ha ripetutamente abusato di me e…”;c’è di più, si, qual cos'altro. Un muro, una barriera invisibile mi impedisce di raggiungerlo. Il vuoto, il dolore, non riesco ad andare oltre. Forzo un sorriso “e.. e guardami, sono morta”, la sua mano sfiora il mio viso; allevia le mie pene. Ti prego non smettere. Inclino la testa, a cullarsi sul suo palmo “Dylan, non è bello sentirsi soli” ;egli, dona ,un bacio, sulla mia fronte ;un brivido mi percorre il corpo; “sei una donna coraggiosa ,Elena”; ora m’abbraccia; è tutto perfetto, lui è perfetto. “permettimi d’aiutarti” pronuncio, appena; le sue braccia, ancora, m’avvolgono “non credo sia giusto”, mi scosto quel tanto da guardargli il viso “aiutare te aiuterebbe me” ;egli, sorride “ Elena…… si è fatto tardi…tra poco sorgerà il sole…. ed io…. bè …non ho un anello magico che mi impedisca d’arrostire” ;fantastico, ora sono ,io, l’invadente; mi scosto dal suo abbraccio “ok.. mi dispiace… non avrei dovuto insistere tanto…. Ma per quanto riguarda l’anello solare io, ho un’amica in grado di procurartene uno” , “poter camminare alla luce del sole….sarebbe stupendo…”, posa una mano sul mio viso “fantastico… meraviglioso..” ;credo,mi voglia baciare. I sui occhi si incollano hai miei , le sue labbra si avvicinano alle mie. Si blocca, scostandosi , rapidamente, dalla mia figura “ è stato bello conoscerti…..” , mi regala un ultimo sorriso “….. la notte se ne sta andando; non posso restare”……

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Capitolo 18
*** Lo scorrere del tempo ***


Emma, cresceva a vista d’occhio. Imparò a gattonare, a reggersi sulle sue gambe e a parlare . “Dido”, la sua prima parola, non che , il suo, inseparabile, orsacchiotto. Emma, la bambolina di casa Ghilbert. Capelli lisci e neri, due lapislazzuli al posto degli occhi e una pelle candida come la neve. Dolce, vivace e sempre sorridente ,ma con un caratterino un po’ troppo irruente. Tutti l’amavano e coccolavano. Tutti ,tranne me; non riuscivo a toccarla, non riuscivo a guardarla e non riuscivo ad esprimerle alcun gesto d’amore. Mi stavo perdendo ogni cosa. Stavo perdendo la mia bambina…….8 Gennaio 2016; è trascorso un anno , sei mesi e 29 giorni , da quando sono morta e rinata come creatura delle tenebre. Tra qualche giorno, a Mystic Falls, si terrà, la tradizionale, parata di inizio anno. Si raccolgono gli addobbi natalizi e si allestiscono le strade di rosso di bianco e di blu. La bandiera, a stelle e strisce, trionfa nella mia città. Una volta, amavo le feste dei fondatori. Amavo, agghindarmi secondo le vecchie tradizioni. Adoravo ,sfilare ,a fianco delle mie amiche, per le strade di questa ,piccola, città e ritrovarmi al centro dell’attenzione. Oggi, mi è, tutto, indifferente, sono un vampiro; un vampiro, che fatica a guardarsi allo specchio. Spesso, mi domando, se sia ,realmente, giusto ,opprimere la mia natura, da predatore e fingere di essere umana. Sono rimasta sola. Caroline ,sta girando il mondo assieme a Stefan. Bonnie, nonostante, la magia, i suoi intrighi con vampiri, ibridi e la sottoscritta, se la cava abbastanza bene; frequenta ancora il college. Jeremy, ha messo la testa apposto. Lo scorso settembre si è iscritto all'università; frequenta un corso d’arte al Whitmore college . Jenna, conduce una vita frenetica ;Emma, lavoro e studi ;ha concluso il tirocinio ed ora si sta preparando per la tesi finale. Elena Ghilbert, bè, che dire di me…..sono immortale, non ho ,un vero, scopo nella vita e ho molti problemi relazionali. Relazioni di tipo sentimentale…. A dimenticavo, sono stata incastrata. Devo occuparmi ,delle pratiche burocratiche - organizzative, della parata. Ho trascorso, la giornata , compilando moduli . Permessi per bancarelle, giostre e ….ufff…..la testa sta per esplodermi. La giornata è finita;porto le mie gambe in direzione casa. Sono, quasi arrivata. Una figura ,mi placca da sinistra. M’abbraccia. Caroline. “Elena, mi sei mancata”, ricambio il suo abbraccio “Caroline, sei proprio tu?...ma …cosa ci fai qui?”; la bionda si scosta, sorride “chiamala nostalgia … avevo voglia di riabbracciare i miei amici”, l’abbraccio nuovamente “ carino da parte tua… ma non penso, tu sia tornata solo per questo e poi dimmi, dove hai lasciato Stefan?”, si distacca dalle mie braccia “oh… Stefan è in Europa”, “vi siete lasciati?”;lei, sorride “no…. È solo che……non se la sentiva di tornare a Mystic Folls… ma… lasciamo stare………..piuttosto, è un po’, che non abbiamo occasione di parlare… raccontami della scia ,di cuori infranti, che ti porti alle spalle…. perché ne hai infranti ,vero?”;ee.. come no; rido “a miliardi”; Caroline, mi dona una pacca sul sedere “e brava la mia Elena!…. e dimmi ..chi è l’ultimo?”; dobbiamo proprio parlare di questo?!;sorrido, imbarazzata “emmm…. Vedi….”, “non dirmi, che in tutto questo tempo ,non ti sei fatta nessuno!”, “ non sono il tipo ,di persona ,che salta da un fiore all'altro” ;lei, storta il naso “ non sei nemmeno una suora di clausura!”, “ non ho avuto tempo per gli uomini…ok?!”sottolineo, un po’ seccata; lei, inarca le sopracciglia “….cosa?...sei un vampiro! ….Elena, hai tutto il tempo del mondo…e quel Dylan?....quel misterioso, ed affascinante ragazzo, di cui mi hai tanto parlato? Che fine ha fatto? ”; vorrei ,tanto, saperlo anch'io; sorrido “cosa ti ha riportata a Mystic Falls?”; Caroline, scuote ripetutamente, la testa“Elena, tu ,hai bisogno di uscire con qualcuno”, sorrido forzatamente “ah.. ora capisco .... assillare Elena Ghilbert, questo è il motivo del tuo ritorno”….

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Capitolo 19
*** Tu ***


21:30; Jeremy ha rivoltato la stanza. Mi cascano le braccia;mai visto, tanto, disordine. Porto le mani tra i capelli “Jer….oh dio, dimmi che è uno scherzo!”; egli, lancia cose, a destra e a manca “oh.. non preoccuparti….ciò che non farò questa sera , farò in tempo a farlo domani”; mio fratello è un casinista; sbarro gli occhi “Oh… si… certo, come no!”; Jeremy, sbuffa “Elena…”,scuoto la testa “No… Jer, se mamma fosse qui ,lei….bè, innanzitutto, avresti preparato i bagagli per tempo e…”,mi blocca “ se mamma fosse qui, mi preparerebbe, le valige, lei stessa”; vi è un paio di calzini, sporchi, sul pavimento, li afferro e glieli lancio in volto “toglitelo dalla testa!”; lui, sorride “ Elena, sai che ti voglio bene”; gli do, una pacca ,sulla spalla; sorrido a mia volta “mi spiace, non attacca”. Vado ad aprire il suo armadio ; sto per sentirmi male; le magliette appallottolate, le camice non sanno più cosa sia una cruccia e… no, vi è, persino ,un paio di scarpe, avvolte da dei Jeans. Richiudo , rapidamente, le ante dell’armadio “senti …racimola magliette e pantaloni, a piegarli ci penso io” ;Jeremy, lascia un bacio sulla mia guancia “grazie, mille, sorellina”. Emma. La piccola, dormiva, tranquilla e beata nella sua stanzetta. Dormiva. Ora strilla. Dovrei andare da lei; prendermi cura di lei. Non ci riesco. Guardo mio fratello “andresti a controllarla?”;egli, sospira “non riesco a comprenderti… Elena, se, non vuoi occuparti di Emma, non prendertene impegno”; porto gli occhi a fissare il pavimento “Jer… Jenna, fa così tanto per noi , non mi va di non aiutarla”, “è.. no! sono io ad aiutarla….ma sono curioso, cosa succede in questa casa, quando ,sono al college?”; Emma ,continua a piangere; riporto ,lo sguardo ,sul viso di mio fratello “ti prego…”;lui, forza un sorriso “e va bene, ci penso io”. Piego magliette su magliette. Il campanello di casa. Lancio la T-Shirt ,che ho tra le mani ed accoro alla porta. Un immenso sorriso, compare, sul mio viso. “Tu?... ma cosa ci fai qui?” domando con sorpresa. Egli , solleva un angolo della bocca, sorride “passavo da queste parti”;dio quel sorriso; mi volto in direzione della tromba delle scale “Jeremy!” urlo; il mio super udito percepisce un qualcosa tipo “che palle..” ,proseguito da un tono molto più chiaro e definito “Elena ,non sono Superman!”, “Jeremy, pronuncia, forte e chiaro: PUOI ENTRARE!”; Egli , sbuffa “un altro vampiro?”, “Jeremy!” grido, “ok….d’accordo…..avanti… Mrs. Serial Killer, è libero , nell'accomodarsi, nella nostra, ormai, non più sicura, casa” pronuncia seccato, mio fratello. Porto il mio sguardo, a riempirsi, di quei due, stupendi ,occhi di ghiaccio; sorrido “Hai sentito mio fratello…coraggio, entra”…

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Capitolo 20
*** Frammento di un passato ***


Cosa fa, lui, qui?;non mi dispiace, anzi; ma, perché, è tornato? E dopo tutto questo tempo, per giunta . Dylan, l’ho fatto accomodare in salotto; attende, io, lo raggiunga. “Preferisci alcolici o vivande gassate?” gli domando, dalla cucina, “prendo quello che prendi tu” risponde, lui, probabilmente dal divano. Apro la credenza, in vetro, vicino al frigorifero, vi prendo due bicchieri. Nel ripiano, sovrastante, i bicchieri, vi è una pila di tazze. Regali. Regalate da me e Jeremy ai nostri genitori. Una tradizione, la nostra tradizione. Osservando quelle tazze, m'accorgo di una mancante; colei ,che Jeremy realizzò con le sue mani. Aveva sei anni. A scuola , le maestre, impiegavano i bambini a lavorare la terra cotta. Egli , la confezionò, in occasione della festa della mamma. Non aveva un bel'aspetto . Storta e piena d’ammaccature. Io, lo presi in giro. Jeremy, si mise a piangere e mi sentii in colpa. Presi la tazza e lo aiutai a decorrala. Jeremy, era così felice del risultato finale . Ricordo, quando la diede a mamma; le disse che era solo grazie a me se era divenuta così bella. Riposo ,un bicchiere, in credenza. Scosto la pila di tazze. Dietro, vi è, una bottiglia di bourbon. Bourbon. Stringo, il bicchiere, rimasto nella mia mano sinistra , “bourbon” pronuncio. Due persone, conversano alle mie spalle. Mi volto; sto pestando qualcosa. Porto l’attenzione sul pavimento. La tazza. Oh dio ,è distrutta. Mi chino a raccoglierne i pezzi. Vengo anticipata. Sono io, sono sempre io. Solo molto tempo fa, visto il taglio e il colore di capelli, di un biondo ,quasi, platino. È un ricordo. No, è impossibile. Indietreggio. Stringo, forte, il bicchiere. Sono sconvolta. Dev’essere un sogno. Si, è così, mi sono addormentata sul letto di Jeremy. Osservo la scena , proposta, davanti ai mie occhi. La vecchia me ,è a terra, raccoglie i cocci ed è visibilmente arrabbiata; scuote, ripetutamente, la testa “ma dico …non potevi far attenzione?!....sei…. uuhhmm… sei un disastro! un pasticcione…”. C'è una figura alle sue spalle. Un ragazzo. Non riesco a captarne il volto. Egli, si china su di essa, l’abbraccia; avvolgendola da dietro; le va a baciare il collo “amore …mi dispiace”; la sua voce è distolta. Lei, si volta ,bacia le labbra del ragazzo ; non riesco ancora a darne un volto; sorride “dai… aiutami a pulire, non voglio ,che Jeremy la veda”. Sono scioccata. Nel'impeto, stringo, ancor più, forte quel bicchiere. Il vetro si frantuma. Ritorno alla realtà. Le mani di Dylan, stringono il mio viso “Elena….ei…Elena, stai bene?”;non era un sogno, forse, un'allucinazione ; con le dita, spingo , sotto l'epidermide ,i vetri rimasti incollati al mio palmo; egli, prende la mia mano, grondante di sangue. Toglie uno a uno i vetri ,che vi sono conficcati nella carne “andiamo a lavare queste ferita”; ferita?; scuoto la testa “è in mille pezzi”. Dylan ,mi trascina ,al lavello della cucina. Apre l’acqua e mi immerge la mano sotto il flusso. Ritraggo, rapidamente, la mano “è in mille pezzi!” grido; egli, raccoglie il mio viso “Elena, è tutto apposto; era solo un bicchiere”; mi perdo nel suo sguardo “no, era molto di più…. Quella tazza….” ,Scuoto la testa “aiutami a pulire …non voglio ,che Jeremy se ne accorga….. e se lo scopre , diremo che sono stata io a romperla , Ok? ”; Dylan, ritrae le sue mani “Elena?”; mi scuoto. Sono confusa. Cosa diavolo….oh no sto impazzendo. Forzo un sorriso “Dylan….mi dispiace…io, non so cosa mi sia preso”….

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Capitolo 21
*** Sul fondo della pazzia ***


I tagli si sono rimarginati, ora, sul mio palmo, vi è rimasto solo sangue. Uno strofinaccio, posa, sul bordo del lavello. Lo raccolgo e con rapidi sfregamenti, vi porto via il sangue, dalla mia pelle. Sono stordita. Dylan, mi guarda in modo strano. Sono in imbarazzo; forzo un sorrido “ascolta, sono davvero dispiaciuta”; egli ,porta la mano a sfiorarmi il viso “cosa ti è preso?...ma, soprattutto, stai bene?”. Adoro le sensazioni, che egli provoca in me. Non posso pensarvi al momento . Lo scosto. Ho altro per la testa. Sospiro “io…. Io, non lo so…. È strano……. Ho avuto come l’impressione di…” mi blocco, rido in modo isterico “oh…no…è assurdo….ho bisogno di nutrirmi; ecco cos’è successo; ho passato una lunga e, stressante giornata e ho dimenticato ,che un vampiro, ha bisogno di sangue, se, non vuole essiccarsi”. Emma, sta ancora piangendo. Le sue grida, raggiungono la cucina. Scuoto la testa “Jeremy!” urlo; egli, non mi da udienza. Dylan, sorride “vampiri e bambini. È?” domanda con stupore. Il vagito di Emma si avvicina. Le sue urla, sommate alla strana esperienza, appena vissuta , mi mandano fuori di testa. Il mio volto ,si trasforma in bestia, sto per perdere il controllo. Le mie mani, vanno ad incastrarsi, tra i capelli, li tirano “Basta!” urlo. Dylan, mi stringe le spalle, mi scuote “Ei…Ei!.... Elena!…. Elena...Calmati!”. Opprimo la bestia. Il vampiro, assetato di sangue. il mio volto, riprende, sembianze umane. Emma, ha smesso di gridare. Sorrido a quell’affascinante vampiro “grazie”. Dei passi si avvicinano. Mi volto. Incrocio lo sguardo di Jeremy. Emma, è tra le sue braccia. La piccola ,allunga le braccia verso me “Nena…Nena…imbraccio”. Ancora non connetto. Prendo la piccola; ho preso la piccola!...Cosa che ,non ho mai fatto prima. Lei, porta le braccia attorno al mio collo “Dido…Nena… Dido..”. Porto gli occhi su Jeremy. La bocca aperta e due occhi sbarrati. Guarda, in direzione, Dylan. Si scuote “è impossibile. Tu…no…io…no…no...no è impossibile…..”. Jeremy, scatta, va ad abbracciarlo “ma…sei tu?…. Sei proprio tu?”; non comprendo l’evolversi degli eventi ; Dylan, lo scosta “ei…amico”. Jeremy ,esplode dalla felicità “sei vivo!.. tu sei vivo!” ,sorride instancabilmente “Oh…non sai quanto odi ammetterlo”, l’abbraccia ,nuovamente “mi sei mancato”; egli, si ritrae ancora “tu, mi conosci?” domanda, il bruno. Jeremy, è, visibilmente, spiazzato “Damon, mi stai prendendo in giro?”. Damon?...Ok.. a cosa sto assistendo?.. Mi interpongo tra i due, “ che sta succedendo, qui?!” domando, riferendomi ad entrambi. Vengo ignorata. “Damon, è questo il mio nome?” domanda, il bel vampiro ,a mio fratello; egli, fa una smorfia “scherzi, vero?”. È no, ora basta, esigo delle spiegazioni. “smettetela!” sbraito. Jeremy, mi fissa. “Dimmi che succede?” gli domando, “Elena, chiama Jenna”, scuoto la testa “no! pretendo delle spiegazioni!”, “Elena, chiama Jenna” insiste lui…..

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Capitolo 22
*** Un caldo abbraccio ***


La testa; c’è qualcosa, qualcosa che non ricordo ,oh forse è solo pazzia; fa male. Stringo Emma, tra le braccia, abbandono Jeremy e Dylan ,e mi dirigo nella sua stanzetta. Emma, la poso nel suo lettino. La testa gira, le pareti girano. Il mio cuore accelera. Ansia. Inquietudine. Turbamento. Le gambe non mi reggono , m'accascio sul pavimento .Strane immagini ,fluttuano, nella mia mente. Distolte, offuscate ma ricche di particolari. Un anello, un anello e Klaus; egli, fa scivolare l’anello a terra. Una frase, rimbomba, nelle mie orecchie …L’ho ucciso…. L’ho ucciso…..l’ho ucciso….. “Basta! ….Basta!...Smettila!” grido, portando le mani, a coprirmi, le orecchie. La voce si è spenta. Tremo ;cosa mi succede?; sto perdendo il lume della ragione e il contatto con la realtà . Spaventata, m’aggrappo, alle sbarre del lettino e mi riporto in piedi. L’anello, dov'è l’anello? Ora ,tutto, torna ha girare. Mi sorreggo al piccolo letto. Altre immagini. Due occhi. Dolore e nostalgia. Lacrime inondano il mio viso. Un flash . Il sole, il mare e….. un sorriso. Io ,conosco quel sorriso. Una, tremenda, fitta alla tempia, non mi fa andare oltre, “Haa…” grido, dal dolore; oh dio, cosa sta succedendo?;un’altra fitta “haaa…”, grido ancora. Elena, Elena, respira, mantieni il controllo, mi ripeto nella mente . Lo sguardo, si posa su un antico baule , posto sotto la finestra; mi è familiare; credo provenga da casa Salvatore. Una voce; l’istinto; mi porta ad aprirlo. È chiuso a chiave “Maledizione!”, forzo la serratura e vi tiro su il coperchio. Pupazzi e giochi. Vi frugo in profondità; getto i giocatoli sul pavimento; sorrido “sorpresa, sorpresa”, vi è un panello a nascondere un doppio fondo .Una ,piccola ,pressione su di esso e il gioco è fatto . I miei occhi, colgono un diario e una scatola di scarpe. La scatola , ora, è nelle mie mani, l’apro. Fotografie. Ne prendo un paio. Ritraggono la mia persona. Ne prendo altre. Le mie mani tremano. Le foto, ritornano nella scatola ed ,io, m’affretto a rimettervi il coperchio ; sono sconvolta “No!…No!…No!” urlo. Respiro , in modo affannato; se non fossi un vampiro, ne sono certa, mi verrebbe un infarto. Riporto la scatola nel baule. Qualcosa, vi luccica ,sul fondo; allungo la mano ad afferrare quella piccola luce. Un anello, non è un anello qualsiasi. L’anello. Le palpebre si chiudono e pronuncio queste, esatte, parole “il sole....il mare.. un sorriso….Damon….”…………Cinque del mattino. Apro gli occhi. il sole, non è ,ancora ,sorto. Allungo una mano,la porto, nell’altro lato del materasso, in cerca del mio amore; non lo trovo; mi porto seduta ed accendo la bajour,che vi è sopra il comodino; mi guardo attorno; Damon, non c’è. Poso, i piedi, sul pavimento, mi isso in piedi “Damon….Damon, dove sei?”. La porta ,della stanza ,si apre. Damon. Egli , mi sorride “Elena, dove stavi andando?” ;riporto, il mio, adorato, culetto, nell letto “venivo a cercarti”; mi raggiunge, mi bacia “non temere, non vado da nessuna parte… non senza di te”. Distesa, sotto il suo corpo, sono la donna più felice al mondo. Sorrido “promettilo”;egli , torna a baciarmi le labbra “te lo prometto” ;prendo il suo viso “ ti amo, Damon”; le ,sue dolci, labbra posano, di nuovo, sulle mie “anch’io ti amo...." , si porta seduto "ma ora...coraggio... alzati”, faccio una smorfia “come scusa?”; Damon, mi pizzica un braccio “dai muoviti”; schiaffeggio la sua, dannata, mano “ai.. Damon, così, mi fai male!”; mi pizzica ancora “Elena, non siamo venuti, fin qui ,per dormire”, lo spingo via "ai.. e smettila!" ; egli, m’afferra i polsi, mi tira giù dal letto “forza, pigrona” ,mi da una pacca sul sedere “fila a prepararti”. Damon Salvatore, mi ha, praticamene, costretta a lasciare l'albergo. Per le strade, non vi è anima viva. In cielo ,vi sono ancore le stelle e noi due passeggiamo, mano nella mano sul bagnasciuga . Raggiungiamo gli scogli; siedo su uno di essi. Damon, si accomoda alle mie spalle, m’abbraccia. Il peso del mio corpo, si posa sul suo torace. Stringo, le sue mani, nelle mie“Damon, perché mi hai portata qui?”; egli, lascia un bacio sulla mia guancia “aspetta e vedrai” ;ruoto, leggermente, la testa, porto gli occhi a specchiarsi nei suoi “vuoi scherzare?”; lui, ride “shhh… ascolta la voce del mare”. Sospiro, chiudo gli occhi e mi sistemo, per benino, nel suo petto “ok…tu, ascolta quanto vuoi, io, dormo” ;egli, fa il gesto ,di mordermi ,una spalla “no ...non dormirai”, sbuffo “Damon, ti prego...”, “Elena, fallo per me”; non so resistere alle sue suppliche; sorrido, lo bacio “ok….ma ,solo, perché ti amo”. Porto gli occhi ad ammirare le stelle , stelle ,che ad una a una scompaiono . Una scia luminosa. “Damon, Damon, guarda!...una stella cadente!” esclamo ,“Esprimi un desiderio” mi sussurra, dolcemente, all'orecchio, lui; mi volto, bacio le sue labbra “tutto ciò, che desidero ,è qui con me”.Mezzora, se n'è andata e il cielo si è schiarito. I primi raggi ,di sole, sbucano dalle profondità del mare. Damon, mi porta, un piccolo oggetto tra le mani; non vi do peso; bacia l’incavata del mio collo “mi accudirai, vero?”; lo guardo stranita “come?”; sorride “prometti ,di prenderti cura di me”; sorrido a mia volta “ certo…… ma perché dici questo?”; sorride ancora “perché , potrebbe farmi, molto ,male” . Damon, si porta in piedi, avanza, fino a sfiorare, le onde del mare . Nelle mie mani, ha lasciato, il suo anello solare; m’alzo di scatto e lo raggiungo. Prendo la sua mano, vi poso l'anello nel palmo “Damon, non fare sciocchezze.. rimettilo”.L'anello, lo fa scivolare a terra. Il sole, si leva dal mare ed egli mi bacia sotto quel bagliore. I raggi, ci bagnano il viso; ritraggo le labbra dalle sue . Damon, socchiude gli occhi, solleva quel suo ,prezioso, angolo di bocca, sorride. Un sorriso , che non nasconde dolore; il sole, lo sta abbracciando ed egli ne è ,pienamente, felice; “Elena, non sai quanto, questo, mi sia mancato”….

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Capitolo 23
*** Pezzi di un Puzzle ***


“Damon…. Damon…Damon…” ripeto ininterrottamente; Damon è vivo, lui è qui. Ho un capogiro, mi sorreggo alla parete. Un emicrania e del sangue fuoriesce dal mio naso. Cosa succede, ancora? Nuovi flash del mio passato; non mantengo l’equilibrio e casco, nuovamente, a terra. La vista, si offusca e il cuore ,rimbomba nelle orecchie, perdo i sensi…..l’albergo è stupendo, la camera è stupenda. Una suite reale. Damon, sta facendo la doccia; io ,ne approfitto per chiamare Jenna. Trascorro ,quasi, un’ora al telefono .Damon, non è, ancora, uscito dal bagno. Fa molto caldo, ho bisogno di darmi una rinfrescata. Raggiungo il bagno.La porta, è chiusa a chiave, vi busso “Damon… non sei l’unico a volersi lavare”, “Elena, ho finito, aspetta solo un...ummm…” ,egli ,smorza ,immediatamente, una nota di dolore; “Damon, ti senti bene?” domando , “ Si…. Si, benissimo… ” risponde, a fiato strozzato ; sta mentendo; “Damon ,che ti succede?” domando preoccupata, “nulla” mi rassicura subito ,lui; non gli credo; “apri la porta” gli ordino, “Elena…” lo interrompo “ho detto apri la porta!” comando nuovamente. L’apre. Egli, indossa, ancora, il costume e la t-shirt, impolverata dalla sabbia. Scuoto la testa “ si può sapere cosa combini?!”; Damon ,mostra, un viso sofferto “Elena, non ci riesco….fa male…”, sembra fatichi, persino ,a respirare “il mio corpo sta bruciando….io, sto andando a fuoco” continua lui. Ora è, tutto, chiaro, Damon si è scottato. È buffo, vorrei tanto ridere, mi trattengo “oh.. amore, perché ,non mi hai dato retta, ti avevo detto di mettere la protezione”; egli ,forza un sorriso “bè non l’ho fatto”; porto una mano a sfioragli il viso “dai non è nulla …è solo un po’ di sole”, “ Elena, togli quella mano da li!” grida sofferente, lui ;scosto la mano; non trattengo, più, la risata “Damon, non esagerare”, “non esagerare?....Elena, è, più, di un secolo e mezzo che non prendo sole” ;io, non riesco a smettere di ride “Damon, vieni, ti aiuto a togliere i vestiti”, “no!” urla; rilasso i muscoli facciali, mi ricompongo “Damon, non puoi rimanere in queste condizioni…. Il rossore ,non sparirà ”, “non puoi saperlo!”sottolinea lui; sospiro “il sole, non ti ha ridotto in cenere, perciò ,non penso guarirai tanto in fretta”; egli, scuote la testa “ non mi importa”; è davvero ostinato; prendo i margini della sua maglietta e la sollevo fino all’ombelico, sorrido con comprensione “amore, solleva le braccia”; lui, ne è titubante “Elena, io, non credo…”, non gli permetto parlare “lascia, sia io, a prendermi cura di te”…riuscii a convincerlo, lo spogliai e con gran fatica lo convinsi persino a fare la doccia….. Damon, il peperone, passeggia, come uno zombie ; per tuta la suite; come mamma l’ha fatto, nudo. Sbuffo “Damon, mettiti un paio di mutande”, fa una smorfia “no... e perché dovrei?”, “non è educato”, “Elena ,non c’è nessuno”, “ ci sono io”, “ti infastidisce vedermi nudo?” ; come può pensare una cosa simile; arrossisco “no, al contrario… ma mi metti in soggezione ” ; egli, ammicca un sorriso, colmo, di malizia “spogliati”; Damon, non cambierà mai; alzo gli occhi al soffitto “Ma guardati, fatichi persino a camminare ….. e poi , per favore, coprirti ”; Damon, si porta una stola, di seta bianca, alla vita e ve l’avvolge “contenta?”, sorrido “grazie… ora pensiamo alle tue scottature”, “Elena, non ti lascerò toccare la mia schiena”, sospiro “come faro conte……comunque - amore - mi hai fatto toccare, molto più ,di una semplice schiena… dai siediti sul letto”, “no!”;è davvero impossibile ; mi avvicino, poso una mano sulla sua spalla; egli, soffoca smorfie di dolore; lo spingo contro il letto e lo costringo a sedere “ visto, non è stato così difficile”; mi guarda malissimo; lo ignoro; prendo la crema dopo sole ,lasciata, in precedenza, sul comodino; salgo sul letto; apro il tubetto e vi spruzzo la crema, sulle spalle di Damon; egli ,trema “haa…sei pazza!”, sorrido“sshh..tranquillo” ;delicatamente, spalmo, la crema su tutta la superficie della schiena. Passo alle braccia e alle mani. Lo faccio stendere a pancia in su. Egli, mi sorride “sai... non è tanto male”; vado a baciarli le labbra; Damon, porta una mano tra i miei capelli “sarai un’ottima madre”; riposo le labbra sulle sue “oh… per allora ,avrò fatto un bel po’ d’esperienza, visto ,che ho un bambino, per fidanzato”; egli, porta una mano sul mio ventre “cercherò di crescere, te lo prometto” ; ribalta, il mio corpo, accanto a se , si porta sopra di me, solleva delicatamente la camicetta di lino e porta le labbra sulla mia pancia “lo prometto anche a te, mio piccolo amore” sussurra alla, fragile, creatura ,che vi è all'interno….

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Capitolo 24
*** Contatto ***


“Elena… Elena…Ei... Elena…” una voce, invoca il mio nome; una mano, mi scuote; a gran fatica, riapro gli occhi . Jeremy . “….mmm…. si….si…sto bene” farfuglio, portandomi seduta; egli, mi porge la mano, l’afferro e mi rimetto in piedi. Stordita, la parola che mi si addice, meglio, in questo momento .Barcollo, Jeremy, mi sorregge “Elena, ei…cosa ti succede?” mi domanda, con tono, alquanto preoccupato . - Damon -pronuncia una vocina, nella mia testa; ricordo ogni cosa, ricordo ogni attimo, passato, accanto a lui; “Emma” sibilo a bassa voce; Jeremy, mi coglie il viso “Elena, Elena!...stai bene?”; acqua salata, gronda dai miei occhi “mi dispiace….Jeremy, mi dispiace…io…sono stata un’egoista…..Jer ….ti prego… perdonami”; egli m’abbraccia “Elena… no, non ho nulla da perdonarti” ;si sbaglia, ho un’intera vita da farmi perdonare; “ho fatto di me un vampiro …. Jeremy.... l’ho fatto ,perché volevo eliminare ,il dolore dalla mia vita ..ho pensato a me Jer..solo ed esclusivamente a me….e mi dispiace, mi dispiace veramente tanto”, mi stringe “è tutto ok, Elena…l’importante è che tu sia qui”. Emma, strilla, nel suo lettino; mi ritraggo dalle braccia di mio fratello e accorro da lei; l’accolgo tra le mie braccia; bacio il suo adorabile visino e la stringo ,forte ,a me “amore mio…amore mio, ti prego, non piangere”; la piccola, porta le manine dietro il mio collo; si quieta; le bacio la nuca “ tutto si sistemerà… tutto ritornerà al su posto…saremo di nuovo una famiglia…te lo prometto”. Damon, è al piano disotto, i mie sensi da vampiro ne percepiscono la presenza. Devo andare da lui. Varco la porta della stanza; Jeremy, m’afferra il braccio “dove stai andando?”; tra le braccia ,stringo, la mia bambina; sorrido “Damon”, “Elena, non ha alcun ricordo”; - ricorderà – risponde quella vocina, nella mia testa; sorrido, ancora “Ho bisogno di lui…abbiamo bisogno di lui”; egli ,fa il gesto di prendersi Emma “dalla a me” ;io, la trattengo “no”, “Elena, non essere sciocca; lui non ne ha ricordo; lo sconvolgeresti e basta …perciò, ti prego, dalla a me”…. a malincuore, lasciai Emma, tra le sue braccia e raggiunsi Damon …… Egli, è davanti a me ;ancora ,non ci credo; sorrido “tu…tu sei qui”; i suoi, bellissimi, occhi vanno a posarsi sul pavimento “Elena, io…”; si sente a disagio e lo comprendo. I miei occhi, stentano a trattenere lacrime di gioia; il mio corpo, freme, lo vuole tra le sue braccia; “mi sei mancato” pronuncio , portando la mia mano sul suo viso; quel lieve contatto, non mi basta; l’abbraccio; Damon, si irrigidisce; comprendo, d’aver sbagliato, ma ne ho, comunque, bisogno; lo stringo “ ti prego, abbracciami” ;ennesimo errore; le sue braccia, m’avvolgono, lo fanno con freddezza ; non mi importa; accosto la testa sul suo petto. Il suo cuore ,rimbomba nelle mie orecchie ; quanto, mi è mancato, questo dolce suono; e il profumo della sua pelle; fragranza, che non avrei mai voluto dimenticare; sta inebriando ogni mio senso . Il mio istinto, si fa incontrollabile ; mi scosto; egli ,ne è sollevato; “riavrai i tuoi ricordi, te lo prometto” pronuncio , fiduciosa; Damon, evita il mio sguardo “ si, certo…probabile….ma ora…..ora devo andare”; no, questo, no; raccolgo le sue mani, le stringo “resta”; lui, le ritrae all’istante “Rick, mi sta aspettando”; Rick?...questa è la tua scusa?!;scuoto la testa “no… Damon…no… io, ho bisogno di te”, “Elena ,non ho alcun ricordo ”, “ricorderai… io ti aiuterò… so tutto di te ,so chi eri , chi sei diventato e..”, mi interrompe “ ma, non sai chi sono oggi”, “no, Damon, tu…” ;egli, blocca ,nuovamente, le mie parole “Elena, qualunque cosa nasconda il nostro passato …non si potrà ripetere”, istintivamente, raccolgo il suo viso “Damon, sei sconvolto e lo capisco ,ma non ti permetto di parlare in questo modo”; lui , prende le mie mani, e le fa scivolare via dal suo viso “Elena… io….uufff….non so come dirtelo…” ; sorrido ,guardando all’interno, di quei ,due, bellissimi occhi “Damon, io ti amo”; egli, per la prima volta, sostiene il mio sguardo “ lo sospettavo…..e mi dispiace…..davvero Elena, mi dispiace…….ma…io…io, sono andato avanti”; avanti?; sorrido impacciata “tu… cosa…cosa significa?”, “mi sono lasciato il passato alle spalle”, “no, Damon, tu sei qui”; egli , si porta, nervosamente, una mano tra i capelli “devo andare”; no, non te ne andrai di nuovo; “quando Dylan ha incontrato Elena; egli, cercava disperatamente un frammento del suo passato …. Ed ora l’ha ritrovato…. tu non vuoi andartene !”; Damon, mi da le spalle, raggiunge l’entrata; a velocità, vampiresca, mi porto davanti lui “non farlo…. Non lasciare la tua famiglia”, sono in lacrime “per favore non abbandonarci ancora”; egli , non ha più il coraggio di guardarmi “Elena, non posso restare”, prendo la sua mano, la poso sul mio cuore; proverò, il tutto per tutto; “lo senti , Damon lo senti?…lui batte per te!” ,porto la mia sul suo “e questo, lui è tornato ad mare per me ……. Un giorno mi hai descritta come la cosa più bella che la vita ti avesse donato… e Damon..” , ritira la sua mano “Damon, è morto … non tornerà da te”…….

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