L'amaro sapore della libertà

di _Will_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove siamo? ***
Capitolo 2: *** Tempo, spazio, pensiero ***



Capitolo 1
*** Dove siamo? ***


Joe fissava l’orologio che teneva in mano. Com’era possibile che quel piccolo oggetto avesse portato a lui ed ai suoi fratelli così tanta felicità e tristezza insieme? Per trovare risposta alla sua domanda non c’era niente da fare se non tornare indietro nel tempo con la mente: a trovare quel oggetto,così magico e così maledetto, era stato William tra le cianfrusaglie di Vero Falco, un martedì nuvoloso durante il quale la misera vita dei quattro banditi era cambiata, aveva assunto un retrogusto amaro di cui i quattro ragazzi non si sarebbero mai disfatti…
*FLASHBACK*
“Che hai trovato William”,chiese Jack osservando il fratello con una specie di orologio in mano;“Niente un altro souvenir indiano di Vero Falco da quattro soldi…””Dà qua idiota!”disse Joe scontrosamente strappandogli l’oggetto dalle mani. Non sapeva ancora il perché ma quello strano affare lo incuriosiva,odorava di piano!  I suoi pensieri d’evasione e libertà furono però interrotti dalla vocina acuta di Averell che aveva iniziato a urlargli nelle orecchie tutto contento:  “mi compri un paio di calzini indiani, mi compri un paio di calzini indiani, mi compri un paio di indiani calzini, mi compri un paio di calzini allora???”. Joe non ne poteva più di quella cantilena e,dopo aver poggiato il misterioso orologio, iniziò, con tutta la rabbia che aveva in corpo, a correre dietro di lui per poterlo raggiungere, dargli un bello schiaffo e ripetergli per la millesima volta: SEI SOLO UNA PALLA AL PIEDE!!!. Intanto Jack studiando l’oggetto misterioso col suo solito sguardo ingegnoso. Aveva appena notato un pulsante rosso di lato e preso dalla curiosità l’aveva premuto per vedere a cosa serviva. Improvvisamente una luce intensa avvolse i quattro fratelli che dopo un secondo erano nel buio più totale. “Non posso crederci” fu l’unica cosa che disse William con un tono che andava dall’ammirazione allo spavento mentre osservava lo spazio in cui si trovavano illuminarsi. Un lungo corridoio pieno di porte trasparenti fu l’unica cosa che dopo poco parve chiara a i quattro ragazzi, ancora confusi da ciò che stava succedendo intorno a loro; in quel silenzio, in quel vuoto, in quel luogo così differente dalla loro casa sembrava che i loro corpi volasserò in quel meraviglioso infinito. “Dove siamo?”, chiese il più piccolo con la voce che gli tremava come quella di un bambino “Bella domanda Averell” disse con voce colpevole il fratello che li aveva teletrasportati in quel luogo così pauroso ma allo stesso tempo così tranquillo. “COME BELLA DOMANDA?! CI FAI ARRIVARE IN UN MONDO DISTANTE ANNI LUCE DAL NOSTRO E NON SAI NE’ DOVE SIAMO NE’ COME TORNARE INDIETRO!!!” gli sbraitò contro il più basso provocando il dispiacere nel fratello più grande, che intanto aveva poggiato a terra quello strano orologio,e le lacrime in quello minore. “Calmati Joe! Jack ha fatto solo uno sbaglio sai quanti ne fai tu! E poi:
1) Questo non è un mondo è una realtà parallelA
2)Io so come tornare indietro e sfruttare questa realtà a nostro favore per evadere”, disse William prendendo le redini della situazione con voce ferma e tranquilla. Joe odiava quando William dava voce alla sua enorme intelligenza, ma l’ultima parola della sua frase aveva cancellato tutto il resto. Evadere, ecco il suo scopo di vita, ecco lo scopo che lo stava consumando ogni giorno di più, facendo male a se stesso e a i suoi fratelli, la sua famiglia… 
“OK Mr.Sotuttoio dicci che cosa avevi in mente quando hai parlato di evasione”disse Joe con un ghigno sul volto. Mr.Sotuttoio rimase un attimo in silenzio; odiava il nome che gli era stato affibbiato e ogni volta che lo sentiva ripetere si poneva mille domande all’interno del suo cervello ed una in particolare gli rimbombava in testa in quel momento : perché si deve essere presi in giro per ciò che si ama? ‘Perché prendere in giro Joe per i suoi piani o me perché amo studiare o ancora Averell per i suoi quadri(o TE che stai leggendo la mia storia perché guardi i Dalton e le loro avventure, pillole di allegria contro la tristezza)’. Poi il fratello maggiore tornò alla realtà e avvicinandosi a i fratelli poco distanti da lui gli disse: “Ok, questo è tutto quello che dovete sapere del posto in cui ci troviamo…”

ANGOLO DELLA AUTRICE  PAZZA:
Ok per chi già mi conosce sa che sono un po’ pazza e per chi no, bhe adesso ne è a conoscenza :P! Per la prima volta scrivo su argomento Dalton e non so se è un po’ affrettato scrivere una serie ma… perché no (proviamoci almeno)! Io sono Blue Dreamer/Marty(Martina) e questa storia avuto origine dalle folli idee che giravano nel mio cervello e in quello della mia amica Emanuela(anche lei fan dei Daltooon!^^) ed è a lei che dedico questa serie. Non sto ancora ad annoiarvi con le mie chiacchiere quindi, che dire, mandatemi tante recensioni per farmi sapere che ne pensate; baci Blue Dreamer! ;*
PS Scusate se il capitolo è corto ma all’inizio tutta la storia doveva essere una One shot ma visto che mi veniva già lunga così solo la prima parte l’ho trasformata in una serie. Ciaooo! ^^

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Capitolo 2
*** Tempo, spazio, pensiero ***


 
Joe fissava l’orologio che teneva in mano. Com’era possibile che quel piccolo oggetto avesse portato a lui ed ai suoi fratelli così tanta felicità e tristezza insieme? Per trovare risposta alla sua domanda non c’era niente da fare se non tornare indietro nel tempo con la mente: era stato Averell a fargli aprire gli occhi, azione che avrebbe cambiato in un solo giorno la loro vita…
*FLASHBACK*
“Quindi a quanto ho capito, questo luogo dove siamo capitati non ha ne spazio ne tempo, insomma da qui possiamo andare in qualsiasi epoca storica e in qualsiasi luogo?”chiese dopo aver ascoltato il fratello maggiore Jack; “Esattamente come hai detto tu” “Io non ho capito però!” “Ti spiego meglio io dopo Averell” rispose dolcemente William rispondendo agli interrogativi dei fratelli. Amava i suoi fratelli e sin da piccolo aveva sempre avuto l’istinto di aiutarli a crescere, a sognare… Sognare,era quando i suoi pensieri arrivavano qui che il suo stomaco si scombussolava, la testa si riempiva di parole confuse e i suoi occhi iniziavano a bruciare. Ogni Domenica sera,quando erano ancora bambini William adorava fare un gioco con i fratellini: Sognare; chiedeva ad ogni fratello di descrivere cosa sperava nel suo futuro e il perché:
Averell, voleva diventare un cuoco perché amava il cibo, Jack un’ingegnere perché adorava giocare con i suoi attrezzi giocattolo e Joe il più grande bandito del West assieme alla sua famiglia da secoli ricordata come rapinatori, di banche, treni e quant’altro!
L’ultimo desiderio più di tutti scoppiava dalla voglia di diventare realtà e purtroppo quello che era solo un’illusione era diventata con gli anni una dura realtà che gli altri tre fratelli avrebbero dovuto digerire man mano col tempo. “William” lo chiamò dolcemente prendendogli la manica della maglietta Averell vedendo lo sguardo perso nel vuoto del fratellone; “Cavolo” sfuggì al maggiore accorgendosi di essersi di nuovo perso nei suoi pensieri “Sei hai finito caro Signor Sognoadocchiaperti vorrei capire come dovremmo usare questo coso per evadere” gli urlò Joe svegliandolo definitivamente da quello stato diciamo di trans . “Carino il nuovo soprannome!” disse con ironia iniziando il suo discorso William: ”Per evadere grazie a questo oggetto non serve troppo per capire come: entri in uno di questi portali e sei fuori dal penitenziario e se lo desiderassi potresti anche andare in un’altra nazione o addirittura un altro continente! Ma se vuoi le banche e i soldi, l’affare si complica perché dobbiamo unire l’effetto del pulsante che ferma il tempo a quello che teletrasporta. Jack mi puoi aiutare a capire come?””Certo!”, aveva risposto il più piccolo con una luce negli occhi! ”Si e noi che facciamo?” aveva sbuffato il più basso; “Per adesso rilassatevi e…” mise una mano in un portale e ne tirò fuori un vassoio di biscotti ”… fate merenda!””Siiii!”rispose afferrando un dolcetto dal piatto” Grazie mammina!”disse Joe incrociando le braccia e sedendosi a terra vicino al fratellino. “Da quando William è così odioso?” chiese al ragazzo seduto affianco a sé Joe con fare odioso; “Piuttosto da quanto non era così William!”,”In che senso?” aveva domandato confuso il più basso. “Era da tanto che William non aveva quel luccichio negli occhi quel tono da guida, da fratello maggiore! Ogni volta che gli parlavamo dei nostri progetti i suoi occhi brillavano” rispose emozionato il più piccolo dando un morsetto al biscotto che aveva in mano.
Averell capiva poco e niente ma più di una volta dimostrava avere uno sguardo più attento di Joe: uno sguardo oltre le apparenze…
Joe non capiva: di solito era lui ad avere i piani, non William; di solito era lui a fare tutto il lavoro, non Jack; e di solito era lui a non farsi capire da Averell, non il contrario.
Erano quattro individui completamente diversi accumunati insieme da un qualche cosa.
Dal sogno di diventare il miglior bandito? No quello era il suo sogno.
Dalla rabbia incontrollata? Nemmeno, quello era un suo difetto.
Non sapeva niente di quegli individui che lo circondavano. Erano una famiglia.
Ma erano la sua famiglia?
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Lo so sono in straritardo ma meglio tardi che mai, no?
Pubblicherò presto anche gli ultimi capitoli della storia così per chi ha letto il primo capitolo (ovvero nessuno) non lo lascio più in suspance. Mandate tante recensioni, baci Blue Dreamer/ Marty! ;*

 

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