Casi Fuera Del Cielo...

di comme par miracle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** qui ti amo/ Aquì te amo ***
Capitolo 2: *** Poema en diez versos ***
Capitolo 3: *** Para mi corazòn... ***
Capitolo 4: *** inclinado en las tardes... ***
Capitolo 5: *** Me gustas cuando callas ***
Capitolo 6: *** Es la manana llena ***
Capitolo 7: *** Ausencia ***
Capitolo 8: *** Para que tu me oigas... ***
Capitolo 9: *** Tal vez herido voy ***
Capitolo 10: *** Te recuerdo como eras... ***
Capitolo 11: *** Quiénes se amaron como nosotros? ***
Capitolo 12: *** Tal vez no ser es ser ***
Capitolo 13: *** No te quiero ***
Capitolo 14: *** La infinita ***
Capitolo 15: *** Tu risa ***



Capitolo 1
*** qui ti amo/ Aquì te amo ***


Pag. 57                                                                 


Qui ti amo/ Aquì te amo


Qui ti amo.
Negli oscuri pini si discioglie il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.
 
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.
 
Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi
Che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie ancore.
I moli sono più tristi quanto attracca la sera.
La vita s’affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
 
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini, nel vento,
Vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
 
 
Ti bacio, ancora una volta, e poi in silenzio ti vedo tornare nel tuo mondo. I miei occhi si posano sulle gradi navi attraccate, che lentamente oscillano seguendo le onde del mare, il chiarore del crepuscolo mi colpisce come una stilettata al cuore, e mi ricorda che la mia giornata sta per iniziare e che dovrò attendere il buio. Mi alzo e con una calma che non mi appartiene mi metto a lavoro. In vita mia non ho mai voluto fare il marinaio, avevo altri sogni, aspirazioni diverse – ma infondo questa vita mi ha portato a te-.
Il sole è già alto, così caldo che mi fa sudare e bruciare dentro. Le grandi navi mercantili sono già arrivate e io e i miei compagni ci occupiamo di scaricare e caricare le varie merci e nel momento in cui queste, grandi, navi salpano m’immagino che siano baci, i miei, e so che puoi vederle, anche nell’oscurità del mare.
Suona, e risuona il mare mentre i gabbiani urlano e cercano di prendere il nostro pesce; mi chiedo come può una creatura perfetta come te amarmi. E mentre il sole tramonta e i moli sembrano trasudare tristezza mi avvio verso il nostro posto, le mani mi tremano – in effetti trema tutto il mio corpo-. Manca poco, così poco e finalmente potrò vederti e toccarti, aspetto impaziente all’arrivo del buio, e quando il sole inizia a tramontare mi ritrovo, come ogni sera, a combattere contro i lenti *crepuscoli e quando la notte giunge come una calda coperta, che copre tutto, il tuo corpo emerge dell’acqua, bianco e tempestato di piccoli nei.
E mentre la luna fa girare la sua pellicola di sogno, illuminando i nostri corpi nudi che si stanno amando, penso di essere diventato da te.
E mentre mi spingo fino in fondo dentro il tuo corpo rovente e stretto ripeto come una preghiera, un mantra, il mio amore per te.
 
*non so se lo sapete, ma esistono tre tipi di crepuscolo: civile, nautico e astronomico.
Sono i tre tipi di crepuscoli che incontriamo prima del sorgere del sole o dopo il tramonto.

salve a tutti ^^
sono tornata, alla fine tra Neruda e Baudelaire ho scelto il piccolo Pablo.
fatemi sapere cosa ne pensate e mi scuso di eventuali errori.
bye bye
e buona giornata :)
 

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Capitolo 2
*** Poema en diez versos ***


Pag.29   


Poema in dieci versi/ Poema en diez versos
 
Era il mio cuore un’ala viva e torbida
E paurosa ala d’anelito.
 
Era Primavera sui campi verdi.
Azzurra era l’altezza ed era smeraldo il suolo.
 
*Lui- quello che mi amava- morì in Primavera.
Ricordo ancora i suoi occhi di colomba in ansia.
 
*Lui- quello che mi amava- chiuse gli occhi. Sera.
Sera di campo, azzurro. Sera d’ali e di voli.
 
*Lui-quello che mi amava- morì in Primavera.
E si portò la Primavera in cielo.
 
*frase messa al maschile
 
 
Ricordo ogni singolo momento insieme, i litigi, i silenzi, i baci; ricordo ogni singolo momento vissuto insieme, anche il più insignificante –ricordo perfettamente i diversi sapori che le tue labbra avevano-. E ora mi restano solo i ricordi, non potrò mai più toccare e assaporare la tua pelle e non sentirò mai più la tua voce. Mai più. Tra tutti i momenti che abbiamo vissuto uno, rimarrà per sempre in me, non potrò mai dimenticare il giorno in cui ti ho perso. L’immagine dei tuoi occhi chiusi, della tua pelle pallida e il silenzio, innaturale, del tuo cuore riecheggiano in ogni mia cellula, sei morto proprio il primo giorno di primavera – la stagione della nascita e della rinascita-.
Il bosco –ogni singola pianta- era smeraldo, e azzurro era il cielo e poi semplicemente i colori sono scomparsi, svaniti nello stesso istante in cui il tuo cuore ha smesso di battere. Nel momento stesso in cui il tuo sangue ha smesso di scorrere –come un fiume in piena- ogni singolo essere vivente ha smesso di vivere.
Sono rimasto affianco al tuo corpo, privo di vita, fino a che il sole non ha iniziato a tramontare.
Sei morto e con te hai portato via la primavera, lasciandomi vivere da solo in questo mondo privo di te.


buona sera a tutti!
ecco il secondo capitolo di questa raccolta, voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto e messo questa storia tra le seguite.
Grazie davvero.
fatemi sapere cosa ne pensate e mi scuso se ci sono degli errori.
bye bye

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Capitolo 3
*** Para mi corazòn... ***


Pag.47


Per il mio cuore/ Para mi corazòn
 
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arriverà fino al cielo,
ciò ch’era addormentato sulla tua anima.
 
In te è l’illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada alle corolle.
Scavi l’orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l’onda.
 
Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi di nave.
Com’essi sei alto e taciturno*.
E ti rattristi d’improvviso, come un viaggio.
 
Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Mi son svegliato e a volte emigrano e fuggono
uccelli che dormivano nella tua anima.
 
*frase messa al maschile
 
Rinunciare, che brutta parola, odio questa parola.
Non ho mai rinunciato a niente e a nessuno, mai, non ho mai mollato – neanche quando le cose iniziavano ad andare male e la maggior parte delle persone iniziavano a morire-.
Non sono una persona che rinuncia a ciò che vuole facilmente, non ho mollato tutto quando il mio migliore amico –mio fratello- è stato morso, ne quando mi sono ritrovato davanti una lucertola assassina; e quindi non rinuncio a te – a noi-.
Non ho mai mollato la presa su di te, e so che mi sei grato ma adesso, sei tu che devi sfoderare gli artigli –e non intendo solo quelli da licantropo- e riuscire a farmi tornare a galla. Perché, davvero, non ci riesco ad andare avanti, come posso continuare a respirare – a vivere- quando per colpa mia sono morte persone innocenti; come posso guardare negli occhi Scott senza sentirmi in colpa per aver ucciso Allison?
Mi chiedo come tu sia riuscito ad andare avanti, come hai fatto ad rialzarti?
Rinunciare è davvero una brutta parola e sono contento che tu non abbiamo rinuncia a me.
E ora per andare avanti mi basta un tuo abbraccio.
Mi hai salvato, l’uomo taciturno, scontroso e con gli occhi pieni di dolore e tristezza mi ha salvato.
L’uomo che è eternamente in fuga come un’onda del mare ha deciso di restare al mio fianco.

E ora sono qui, con te, e mi sento come se stessi percorrendo una vecchia strada, popolata da echi e ricordi, e ti ringrazio.


buona sera a tutti o forse buona notte :)
ecco il nuovo capitolo di questa raccolta.
ringrazio tutti quelli che leggono e mi scuso di eventuali errori.
ora vi lascio... buona notte e al prossimo aggiornamento.
bye bye

 

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Capitolo 4
*** inclinado en las tardes... ***


 
pag. 39


Chino sulle sere/ Inclinado en las tardes
 
Chino sulle sere tiro le mie tristi reti
ai tuoi occhi oceanici.
 
Lì si distende e arde nel più alto fuoco
La mia solitudine come il mare sulla riva di un faro.
 
Conservi solo tenebre, uomo distante e mio*,
dal tuo sguardo emerge a volte del terrore.
 
Chino sulle sere getto le mie tristi reti
in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici.
 
Gli uccelli notturni beccano le prime stelle
che scintillano come la mia anima quando ti amo.
 
Galoppa la notte sulla sua cavalla cupa
Spargendo spighe azzurre sul prato.
 
*frase messa al maschile
 
Non riesco a prendere sonno, mi giro e mi rigiro nel mio letto e continuo a pensare a te, a me, a noi e a tutti gli eventi che ci hanno travolto come una valanga. E ora mi sento come uno scalatore sopravvissuto che, cerca di sopravvivere e trova davanti ai suoi occhi solo desolazione.
Si, mi sento così. Ripenso a tutto quello che è accaduto, ripenso al kanima, al nogitsune. Ci sono successe così tante cose.
Ripenso a tutto e tiro le somme, e mi rendo conto che non sono mai riuscito a classificare il colore dei tuoi occhi. Dio che pensiero così sdolcinato ma è vero. Sei distante da tutti quelli che ti amano, sei distante da me ma sei mio. Mi si spezza il respiro quando dal tuo sguardo emerge del terrore, non voglio più vedere i tuoi occhi pieni di paura e di dolore.
Questa sera, sdraiato sul mio letto, tiro le somme della nostra relazione – o qualunque cosa sia- e sono convinto di essere riuscito a scuoterti, si scuotere i tuoi occhi come il mare in tempesta. Non sono come un sopravvissuto ad una valanga, no, sono colui che vive in un faro in tempesta – e tu sei la mia tempesta-, una bellissima e pericolosa tempesta.
E ora, mentre ti faccio spazio nel mio letto mi ritrovo a sorridere come uno stupido, e ti sussurro che ti amo.
E continuo a ripetere queste parole mentre ti addormenti, mentre la notte continua a scorrere e mentre il cielo si dipinge di spighe color azzurro.


buona sera a tutti o per alcuni è meglio dire buona notte.
ecco il nuovo capitolo di questa raccolta :)
ringrazio tutti quelli che leggono e che mi hanno lasciato una recensione.
grazie davvero.
bye bye
p.s. mi scuso se ci sono degli errori ^^

 
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Capitolo 5
*** Me gustas cuando callas ***


Pag.51


Mi piaci quando taci/Me gustas cuando callas

 
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
 
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piena dell’anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.
 
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbane.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.
 
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
Chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenzio e costellato*.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
 
Mi piace quando taci perché sei come assente.
Distante e doloroso come se fossi morto*.
Allora una parola, un sorriso bastano
E son felice, felice che non sia così.
 
 
*frase messa al maschile
 
Mi piaci quando taci e sei come distante e assente, mi piaci quando sei silenzioso e resti fermo immobile mentre le mie mani scorrono tra i tuoi capelli neri. Mi piaci quando taci e tutto quello che fai è osservare i miei occhi e baciare le mie labbra, i tuoi silenzi sono come confessioni d’amore – l’unica differenza è che le tue confessioni sono silenziose e le scrivi sul mio collo, sulla mia schiena e sul mio petto-.
Mi piaci quando taci e pensi, sono sempre a che cosa pensi e riesco sempre a capire i tuoi silenzi. So quando stai pensando a Kate, al fuoco e al dolore e so quando pensi a me – a noi-.
Mi piaci quando taci e sembri distante, ma so che sei come se. Mi ascolti ma sembra che la mia voce non ti raggiunge e allora, quando succede anche io divento silenzioso e ovunque ci troviamo -che sia sul divano o sul nostro letto con ancora addosso l’odore di sesso e le lenzuola intrecciate- iniziamo a parlare ma non articolando dei suoni, no, noi parliamo con gli occhi, con i baci e con le nostre mani. Ed è il linguaggio più bello che esiste.
Mi piaci quando taci e tutto sembra andare nella direzione giusta, e anche se sembri distante so che mi basta una parola, un sorriso per farti ritornare da me.


buon giorno a tutti ^^
ecco il nuovo capitolo, volevo scrivere qualcosa di dolce ma non so perchè le mie storie sono sempre malinconiche.
fatemi sapere cosa ne pensate ;)
(mi scuso se ci sono degli errori)
bye bye

 

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Capitolo 6
*** Es la manana llena ***


Pag. 35


È il mattino pieno/ es la manana llena

 
È il mattino pieno di tempesta
nel cuore dell’estate.
 
Come bianchi fazzoletti d’addio viaggiano le nubi,
il vento le scuote con le sue mani viaggianti.
 
Cuore innumerevole del vento
che palpiti sul nostro silenzio innamorato.
 
Ronzando tra li alberi, orchestrale e divino,
come una lingua piena di guerre e di canti.
 
Vento che porti in ratto rapito il fogliame
e devii le frecce palpitanti degli uccelli.
 
Vento che l’abbatte in onda senza schiuma
e in sostanza senza peso, e fuochi inclinati.
 
Si rompe e si sommerge il suo volume di baci
combattuto sulla porta del vento d’estate
 
 
Il crepuscolo lascia spazio all’alba e lentamente la vita inizia a scorrere nel bosco, gli animali si svegliano e i raggi del sole entrano silenziosi dalla finestra del loft. L’odore dell’estate mi riempie le narici, e stringo la tua vita nuda più forte. Sospiri e un sorriso ti nasce sulle labbra e mi domano cosa stai sognando di così bello. Lentamente apri gli occhi e senza parlare mi sorridi, per poi scivolare ancora più vicino a me e nascondere il tuo viso nel mio collo e mentre con le labbra veneri la mia spalle, il mio collo ed infine il mio petto muscoloso faccio scorrere le mie mani tra i tuoi capelli che, finalmente sono cresciuti. Mi piace svegliarmi cosi, con te ancora contro il mio fianco nudo, con i nostri odori uniti.
Mi piace svegliarmi così, lentamente e senza il peso dei miei errori, mi piace rimanere a letto con te e coccolarti e farmi coccolare. Mi piace svegliarmi e trovarti al mio fianco, ma soprattutto mi piace svegliarmi in silenzio – così da sentire i battiti del tuo cuore e il vento che passa tra gli alberi, che muove le foglie, e che silenzioso e invisibile entra dalla finestra e accarezza il tuo corpo nudo. Mi piace svegliarmi e rimanere in silenzio e ascoltare il suono che i nostri baci producono.


buon giorno a tutti!
ecco il nuovo capitolo, questo è quello che meno mi convince .-.
ci vediamo al prossimo capitolo e Buona Pasqua a tutti ^^
mi scuso se ci sono errori.
bye bye :D
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Capitolo 7
*** Ausencia ***


Pag.163/164

Assenza/Ausencia

 
Appena ti ho lasciato,
sei in me, cristallino
o tremante,
o inquieto, da me ferito
o colmo d’amore, come quando i tuoi occhi
si chiudono sul dono della vita
che senza sosta ti affido.
 
Amore mio
ci siamo incontrati
assetati e ci siamo
bevuta tutta l’acqua e il sangue,
ci siam trovati
affamati
e ci siam morsi
come morde il fuoco,
lasciandoci ferite.
 
Ma attendimi,
conservami la tua dolcezza.
Io ti darò anche
Una rosa.
 
Nel momento stesso in cui ti ho lasciato, la tua immagine si è cristallizzata nella mia mente.
Ogni momento che abbiamo vissuto: quando eri tremante di paura, quando eri inquieto, quando eri ferito, o quando eri colmo d’amore, tutti questi momenti sono impressi nella mia memoria.
Amore mio.
Ci siamo incontrati e come due calamite ci siamo scontrati, attratti, entrambi assetati di qualcosa, chi di vendetta e odio, chi di voglia d’aiutare ed essere utile. Ci siamo trovati affamati, affamati di calore, amore, bocche, pelle, sudore e lacrime. E ci siamo fatti del male, ci siamo morsi come morde il fuoco- lo stesso fuoco che ha ucciso la mia famiglia- e ci siamo feriti a vicenda. Morsi, per ricordare, ricordare il dolore ma soprattutto per far capire agli altri che ci apparteniamo.
Ora devo andare via, per capire quali sono le mie priorità ma una sola cosa so.
Di una sola cosa sono sicuro, ti amo e tornerò da te. E lascio questa città, lascio il nostro letto ancora pregno dei nostri odori, mentre lascio te ti chiedo di conservare il tuo amore e la tua dolcezza. E io ti darò anche una rosa solo per vedere il tuo –stupido-sorriso.

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Capitolo 8
*** Para que tu me oigas... ***


Pag.35/36

Perché tu mi oda/ Para que tu me oigas…

 
Perché tu mi oda
le mie parole
a volte si assottigliano
come le orme dei gabbiani sulle spiagge.
 
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l’uva.
 
E le vedo lontane le mie parole.
Più che mie esse son tue.
Si arrampicano sul mio vecchio dolore come l’edera.
 
Si arrampicano così sulle pareti umide.
Sei tu il colpevole di questo gioco sanguinoso.
Esse fuggono al mio rifugio oscuro.
Tu riempi tutto, tutto riempi.
 
Prima di te popolarono la solitudine che occupi,
e sono abituate più di te alla mia tristezza.
 
Ora voglio che dicano ciò che voglio dirti
perché tu oda come voglio che m’oda.
 
Il vento dell’angoscia ancora le trascina.
Uragani di sogni a volte ancora le abbattono.
Senti altre voci nella mia voce addolorata.
 
Pianto di vecchie bocche, sangue di vecchie suppliche.
Amami, compagno. Non abbandonarmi. Seguimi.
Seguimi, compagno, in quest’onda di angoscia.
 
Ma vanno tingendosi del tuo amore le mie parole.
Tu occupi tutto, tutto occupi.
 
Ne farò di tutte una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l’uva.
 
 
Ci sono volte, così tante volte che non riesco a farti sentire la mia voce. Le parole, i discorsi che voglio che tu senta restano bloccate nei miei polmoni, non riesco ad articolare nessun suono, la bocca mi si secca e le mani sudano. Mi maledico così tanto, vorrei avere la tua stessa capacità; la capacità di parlare, di riuscire a tirare fuori i propri sentimenti, le proprie paure e tutto il dolore.
Le parole che voglio dirti sono così lontane, e non riesco neanche a creare un discorso perché mi sembra tutto un miraggio, ci sono così tante parole che voglio che tu senta ma non ci riesco e queste, silenziose, si arrampicano, si annidano nel mio animo -dilaniato e sanguinante-.
Si arrampicano come l’edera e si cristallizzano, e la colpa è solo tua, perché da quando ti conosco riempi tutto il mio essere, e tutto quello che provo per te trabocca come un vaso troppo pieno e non ci riesco, non riesco a lasciarmi andare.
Prima di te c’era solo solitudine e tristezza – la stessa tristezza a cui non sei abituato-, ma ora voglio, finalmente liberare tutte queste parole, voglio che tu mi ascolti. Voglio che tu mi oda senza interrompermi, senza commenti, ti voglio silenzioso e con il cuore aperto. Perché ho così tanta paura, e ti prego, ti supplico di non lasciarmi. Amami, seguimi, non abbandonarmi e occupa tutto il mio essere con la tua presenza; scaccia via il dolore, le urla, il sangue e le lacrime. Amami mentre ti confesso il mio amore, mentre le mie parole si tingono del mio amore che provo per te. E mentre ti dico, ti confesso, ciò che ho tenuto segreto faccio intrecciare le mie mani, grandi e macchiate di sangue alle tue bianche e dolci come l’uva.
-il mio lupo ti ha scelto Stiles- mormoro dopo aver dato voce a tutto ciò che sono.
-che intendi dire? - chiedi con gli occhi lucidi, le guance rosse come due ciliegie e il suo dolce sorriso.
-sei il mio compagno- ti sussurro sulle labbra prima di baciarti.

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Capitolo 9
*** Tal vez herido voy ***


Pag.237

Forse sono ferito/ tal vez herido voy
 
Forse sono ferito senz’essere insanguinato
da uno dei fulmini della tua vita
e a mezza selva mi trattiene l'acqua:
la pioggia che cade col suo cielo.
 
Allora tocco il cuore bagnato di pioggia:
lì so che i tuoi occhi penetrarono
nella regione estesa del mio dolore
e un sussurro d'ombra sorge solo:
 
Chi è? Chi è? Ma non ebbe nome
la foglia o l'acqua oscura che palpita
a mezza selva, sorda, per la strada,
 
così, amor mio, seppi che fui ferito
e lì nessuno parlava, altro che  l'ombra,
la notte errante, il bacio della pioggia.
 
Forse, sono ferito senza sanguinare, senza arrancare al suolo. Forse sono ferito dal momento stesso in cui il mio primo vagito si è liberato dai miei polmoni, o forse sono ferito da quando sei apparso come un fulmine nel bosco. Arranco e zoppico da quando il mio migliore amico è diventato un licantropo. So di aver scelto io questa vita, e non rimpiango niente -forse giusto qualche decisione- ma ora mentre gli incubi e le allucinazioni mi spingono verso il baratro, l’oscurità più profonda, ora, rimpiango la mia vita.
Mi domando perché a me? Perché io? Questa è la mia punizione? Mi sono calato nell’acqua gelida per salvare mio padre e cosa ricevo in cambio? Dolore, urla, lacrime e un demone giapponese nella mia testa.
Per settimane ha abitato un mostro dentro di me, e mentre pezzo dopo pezzo crollavo, come un castello di carte, il nogitsune si divertiva a giocare con la mia mente.
"Tutti ce l’hanno ma nessuno può perderla" ripeteva.
Forse sono maledetto o forse sono semplicemente ferito a tal punto da non essere abbastanza forte.
E anche ora, dopo aver sconfitto un vero incubo, continuo ad essere ferito – sono ferito nell’animo e nel corpo- e silenziosamente sorrido e fingo di andare avanti – ma come posso andare avanti se le mie mani sono sporche di sangue, del sangue di Allison-.
Solo tu e io tuoi occhi penetrano nella regione estesa del mio dolore, solo i tuoi occhi penetrano come l’acqua, gelata, in ogni mia fessura, solo tu riesci a capire il mio dolore.
Forse sono ferito senza sanguinare ma, ti basta uno sguardo per leggermi l’anima, e mentre le nostre lingue s’incontrano per la prima volta mi rendo conto di essere ferito, ma non mi importa se sanguino o arranco al suolo; tu sei con me.
E ti bacio, ti bacio fino all’alba infreddolito, innamorato e con il sapore delle tue labbra e della pioggia sulla bocca.

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Capitolo 10
*** Te recuerdo como eras... ***


pag.37
 
Ti ricordo come eri/ Te recuerdo como eras
 
Ti ricordo come eri nell’ultimo autunno.
Eri il berretto grigio e il cuore in calma.
Nei tuoi occhi lottavano fiamme del crepuscolo
E le foglie cadevano nell’acqua della tua anima.
 
Stretto alle mie braccia come un rampicante,
le ore raccoglievano la tua voce lenta e in calma.
Fuoco di stupore cui la mia sete ardeva.
Dolce giacinto azzurro attorno alla mia anima.
 
Sento viaggiare i tuoi occhi ed è distante l’autunno:
berretto grigio, voce d’uccello e cuore di casa
verso cui emigravano i miei profondi aneliti*
e cadevano i miei baci allegri come brage*.
 
Cielo da un naviglio*. Campo dalle colline:
il tuo ricordo è di luce, di fumo, di stagno in calma!
Oltre i tuoi occhi ardevano i crepuscoli.
Foglie secche d’autunno giravano nella tua anima.
  
Ti ricordi come eri prima di me? Io sì.
Autunno, foglie dai coloro vivaci e te, ecco cosa ricordo di quel giorno.
Ricordo di averti visto camminare verso la sede di medicina, con il tuo adorabile berretto grigio e lo sguardo calmo, ricordo la sensazione che ho provato quando ti ho visto, felicità, stupore e paura. Non ci sono riuscivo a starti lontano, ero ossessionato da te e in questo caso la mia costanza mi ha portato a qualcosa di meraviglioso. Un mese, mi ci è voluto un mese per presentarmi, prendere un caffè con te e assaggiare le tue labbra, e lentamente -come gli alberi che perdono le loro foglie- ti sei aperto, sono riuscito a superare e distruggere ogni tuo muro, ogni tuo silenzio. In un mese per me eri il ragazzo con il berretto grigio, il cuore in calma e con gli occhi pieni d’amore e del dolore – delle fiamme che hanno ucciso la tua famiglia- ma soprattutto in un mese sei diventato mio. E lentamente ti sei lasciato andare.
E non ti lascio, non ti abbandono, sono come una pianta arrampicante che ti stringe.Ti tengo tra le mie braccia mentre il mio corpo, la mia pelle e le mie orecchie raccolgono la tua voce lenta e calma, e lentamente mentre le tue foglie cadono, la mia anima fiorisce come un giacinto azzurro.
Alcune volte i tuoi occhi viaggiano lontani da me ma so che ci sei. L’autunno sta finendo Derek, ragazzo dal berretto grigio, ma noi non finiamo.
E menre facciamo l’amore, mentre ti spingi in me sempre più forte esalo i miei profondi aneliti – ma non vado via, resto qui con te- e i miei baci, allegri come dolci poesie, cadono sul tuo viso mentre ti dichiaro il mio amore.

Tutto i nostri momenti per me sono luce, sono fumo e calma, e anche se avvolte i tuoi occhi riflettono il fuoco e ardono non ti lascio. Resto qui.
E alla fine anche le ultime foglie secche girano intorno alla tua anima.


buona sera a tutti :)
ecco il nuovo capitolo fatemi sapere cosa ne pensate ;)

*aneliti: Soffio vitale,l'ultimo respiro 
*brage: Nella mitologia norrena Bragi è considerato il dio della poesia,ed è solitamente associato a bragr, la parola in norreno che sta per poesia.
*naviglio:Il termine naviglio,utilizzato come sinonimo di un gruppo di imbarcazioni generiche,ed è usato per individuare un canale artificiale

Non sono del tutto sicura di aver ricreato il concetto che vi volevo far intendere. Per me Derek è come un albero, l'autunno e le foglie che cadono sono i cambiamenti che fa grazie a Stiles. Stiles, invece, grazie a Derek diventa più calmo e più paziente infatti non è un caso che il significato del giacinto azzuro sia propiro costanza.
p.s. mi scuso di eventuali errori 
bye bye
 

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Capitolo 11
*** Quiénes se amaron como nosotros? ***


Pag.239

Chi s’amò come noi? / Quiénes se amaron como nosotros?

 
Chi s’amò come noi? Cerchiamo
le antiche ceneri del cuore bruciato
e lì cadano a uno a uno i nostri baci
finché risusciti il fiore disabitato.
 
Amiamo l’amore che consumò il suo frutto
e discese nella terra con volo e potere:
tu e io siamo la luce che continua,
la sua infrangibile spiga delicata.
 
All’amore sepolto da tanto tempo freddo,
da neve e primavera, da oblio e autunno,
avviciniamo la luce d’una nuova mela,
 
della freschezza aperta da una nuova ferita,
come l’amore antico che cammina in silenzio
per un’eternità di bocche sotterrate.
 
Ti aspetto, lo faccio da così tanto tempo. Ho dimenticato il mio nome ed ho inciso il tuo nel mio cuore.
Ti aspetto, silenzioso e paziente, ti aspetto mentre il tempo scorre e tutto intorno a me cambia, muta mentre io, resto immutato.
Ti aspetto e ti proteggo mentre tu quieto dormi, e rimango in attesa del tuo risveglio e sogno il tuo sorriso, la tua voce e il tuo corpo. Vado avanti sapendo di poterti stringere, vado avanti perché ti amo e lo farò sempre.
Ci siamo amati così intensamente, riesco a percepire i tuoi baci sul mio viso, sul mio collo, sulle mie labbra e ci siamo consumanti fino alle ossa.
Amore mio, ti ho sepolto e attendo il tuo risveglio mentre qui il tempo, freddo, scorre. La tua tomba, il tuo giaciglio, la tua salvezza resta immutata e non viene corrosa dal tempo, dalla neve che la ricopre, brilla di luce propria durante la primavera ed è silente e spettare durante l’autunno ma sono qui e ti aspetto.
E quando finalmente brilla tutto il tuo essere, e la luce mi colpisce e mi acceca per qualche secondo finalmente la tua voce si libera ed esalo un sospiro -ora posso respirare- e come un amore antico che cammina in silenzio le nostre bocche che per un’eternità sono state divise e sotterrate si uniscono. 


giorno a tutti :)
ecco il nuovo capitolo di questa raccolta!
voglio ringraziate tutti quelli che leggono e chi mi ha lasciato un commento. GRAZIE ^^
per questo capitolo mi sono ispirata ad una serie tv, secondo voi qual'è?
ci stiamo avvicinando alla fine e beh alla prossima! 
mi scuso di eventuali errori :D
bye bye


 

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Capitolo 12
*** Tal vez no ser es ser ***


 
 
Pag. 235
Forse non essere è essere/ Tal vez no ser es ser
 
Forse non essere è essere senza che tu sia,
senza che tu vada tagliando il mezzogiorno
come un fiore azzurro, senza che tu cammini
più tardi per la nebbia e i mattoni,
 
senza quella luce che tu rechi in mano
che forse altri non vedran dorata,
che forse nessun seppe che cresceva
come l’origine rossa della rosa,
 
senza che tu sia, infine, senza che venissi
brusco, eccitante, a conoscer la mia vita,
raffica di roseto, frumento del vento,
 
e da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo.
 
Il caldo ti copre come una coperta mentre lavori nei campi, alzi la testa dal tuo terreno e con gli occhi assapori quella che da pochi anni a questa parte chiami casa. Ti chiedi cosa ti ha spinto a lasciare tutto per venire a vivere in un posto così caldo, ma poi ripensi ai litigi, alle urla e al dolore della perdita che i tuoi dubbi evaporano come l’acqua; bevi un sorso d’acqua fresca e ti rimetti a lavoro.
Lavori senza sosta fino a mezzogiorno, e finalmente ti concedi un po’ di meritato riposo, mentre ti ristori sotto un albero di ciliegio, con il vento che asciuga il tuo sudore e la gola rinfrescata dalla gelida acqua noti un piccolo particolare.
In mezzo a delle piante di ortica una pallida mano spunta come un piccolo bucaneve, per un momento pensi sia colpa del caldo ma la mano è ancora lì, immobile e bianca come una perla.
Come sotto un incantesimo ti muovi verso quella mano, che noti è di un uomo, ti avvicini e senza pensare al bruciore alle mani scrosti le piante e ti ritrovi accecato da tanta bellezza, un ragazzo – un giovane ragazzo- dorme, nudo, tra l’ortica e ti rendi conto che la sua pelle al contrario della tua non è arrossata dalla pianta.
Delicatamente prendi in braccio quello strano ragazzo e lo porti all’interno della tua piccola casa.
E ti ritrovi a sorridere come un bambino senza sapere il perché.
Stiles si chiama il ragazzo, un nome insolito per un ragazzo insolito.
 
E così passa l’estate e arriva la stagione fredda, ma non senti il gelo, come puoi sentire freddo mentre ti spighi dentro il corpo caldo e rovente di Stiles, come puoi sentire freddo mentre le sue unghie graffiano la tua pelle e la sua voce ti incita “Più forte, di più” urla direttamente sul tuo orecchio.
E da quel momento, dal momento in cui avete dato voce ai vostri pensieri, ai vostri sentimenti sei, e siamo perché amore mio sarò tuo, sarai mio e saremo un'unica cosa.


Salve a tutti! come va?
Manca davvero poco alla fine di questa raccolta e amo ognuno di voi <3
Su questo capitolo non ho molto da dire, so di non aver spiegato bene come Stiles arrivi a dormire nudo in mezzo all'ortica... 
Mi scuso di eventuali errori e beh al prossimo capitolo 
Bye bye

 

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Capitolo 13
*** No te quiero ***


Pag. 240



Non t’amo / No te quiero

 
Non t’amo se non perché t’amo
e dall’amarti a non amarti giungo
e dall’attenderti quando non t’attendo
Passa dal freddo al fuoco il mio cuore.
 
Ti amo solo perché ti amo,
senza fine io t’odio, e odiandoti ti prego,
e la misura del mio amor viandante
è non vederti e amarti come un cieco.
 
Forse consumerà la luce di gennaio,
il raggio crudo, il mio cuore puro,
rubandomi la chiave della calma.
 
In questa storia solo io muoio
E morirò d’amore perché ti amo,
perché t’amo, amore, a sangue e fuoco.
 
 
Cerchi di dormire, di bloccare i pensieri senza risultati, sbuffi e ti rigiri tra le lenzuola che si stringono e non ti fanno respirare e muovere liberamente; immagini vive e nitide invadono il tuo nervo ottico e ti ritrovi a vivere ancora una volta la stessa scena, riesci a sentire i suoni e ti chiedi da quando il tuo cervello riesce a cogliere così tanti particolari.
Ti ho odiato, ti ho amato e ti amo e ti odio ancora e ancora fino alla fine dei miei giorni.
Non riesci a rimanere ancora a letto e con uno scatto ti alzi e ti ritrovi a poggiare i piedi nudi sul pavimento gelato e ancora una volta il tuo cervello fa delle associazioni inimmaginabili e vieni trasportato in un nuovo ricordo: Acqua, l’acqua gelata della piscina, la stessa piscina che hai condiviso con lui.
Ti dai dell’idiota o meglio insulti il tuo cervello che continua a riportarti sempre su di lui, ancora e ancora.
Scendi le scale e ti ritrovi in sala, non c’è nessuno in casa, sei da solo e pensi a tuo padre; anche lui adesso è solo e ti chiedi come fa ad andare avanti senza Claudia, come si può continuare a vivere, a dormire, a mangiare se la persona che ami non c’è più? Forse si tratta solo di sopravvivenza.
L’acqua del rubinetto che gocciala ti riconduce in un altro ricordo, l’orologio di Derek produceva lo stesso identico suono quel giorno.
Ricordo ogni singola parola, ogni singolo sguardo, ricordo il tuo volto che lentamente cambiava espressione.
Ricordo il tuo sguardo, duro e fermo, mentre ti dichiaravo il mio amore, un amore semplice, puro – puro come il mio cuore- un amore senza pretese e senza un fine.
Un amore cieco che non ha visto, o meglio non ha voluto vedere la donna con cui hai deciso di stare.
Mi ritrovo sul mio letto senza ricordare il percorso che ho svolto, e mi rendo conto che è l’alba.
La luce di gennaio rischiara il cielo, un raggio crudo illumina il mio viso rigato dai segni di una notte insonne e mi chiedo cosa stai facendo in questo momento, mi chiedo se sei felice e se quella di lasciarmi è stata la decisione giusta.
Il mio sguardo vaga nella mia camera da letto, il mio cervello mi riconduce ad un altro ricordo, un ricordo molto più recente che mi fa spuntare un piccolo sorriso sulle labbra, e mi rendo conto che ti amo e ti odio ancora e ancora ma ora non importa.
Ora qualcun altro è riuscito a farmi dimenticare di te, e mentre la notte fa spazio al giorno sento un auto parcheggiare, e corro fino alla porta di ingresso, corro fino ad avere il fiatone.
 
-Hey, sei già sveglio- mormora mentre ti stringe al petto.
-Vieni dentro- gli dici mentre fai intrecciare le vostre mani e fai tintinnare le vostre fedi.
E finalmente lo baci e mentre percorrete la vostra casa, lasci andare Derek, e mentre ti stendi sul tuo letto- sul vostro letto- ti rendi conto che sei felice e che è merito di questo fantastico uomo - Ti amo, Jamie- mormori fra i suoi capelli rossi mentre, lui, tuo marito ti stringe a sé.


non ho molto da dire su questo capitolo.
quindi vi auguro una buona notte <3
bye bye

 

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Capitolo 14
*** La infinita ***


Pag.163


L’Infinita/ La infinita
 Vedi queste mani? Han misurato
La terra, han separato
I minerali e i cereali,
han fatto la pace e la guerra,
hanno abbattuto le distanze
di tutti i mari, di tutti i fiumi,
e tuttavia
quando percorro
te, piccolo,
grano di frumento, allodola,
non riescono a comprenderti tutto,
si stancano raggiungendo
le colombe gemelle
che riposano o volano sul tuo petto,
percorrono le distanze delle tua gambe,
si avvolgono alla luce della tua cintura.
Per me sei un tesoro più colmo
D’immensità che non il mare e i grappoli,
e sei bianco e azzurro e vasto come
la terra nella vendemmia.
In questo territorio,
dai tuoi piedi alla tua fronte,
camminando, camminando, camminando,
passerò la mia vita.

Cinque dita e 27 ossa compongono la mia mano.
Il carpo che compone il mio polso comporta 8 ossa disposte in due file – prossimale e distale-.
Nella prossimale troviamo: scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme mentre nella distale troviamo trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.
Il mio metacarpo comprende 5 ossa lunghe, cave, ricche di midollo osseo, le falangi, invece, che compongono le mie dita sono composte da 14 ossa.
Solo 27 ossa mi permettono di toccare, accarezzare e sfiorare. 27 ossa che mi hanno permesso di uccidere, di spezzare e di togliere la vita.
27, un numero semplice che ti riporta nel passato: il 27 è il numero atomico del cobalto, questo ti ricorda il liceo e ti ricorda di Paige.
Ricordi ancora il suono delle sue ossa, mentre la stringevi a te, ricordi le tue mani che spingevano il suo corpo contro il tuo in una morsa di ferro. Riesci ancora a percepire sul tuo viso il suo ultimo anelito, mentre ti sussurrava che non era colpa tua.
Non gli hai mai creduto.
Ho fatto la pace e la guerra con queste mani, ho seminato, raccolto, misurato e distrutto senza esitazione ma quando tocco il tuo corpo, perdo la mia sicurezza. E mentre faccio scorrere le mie mani sul tuo petto non riesco a comprenderti, il respiro mi si blocca in fondo ai polmoni e la gola brucia mentre lentamente percorro le tue gambe.
Per me sei come un tesoro, un cristallo lucente quanto fragile.
Sei più immenso del mare, sei bianco e azzurro e vasto come la terra durante la vendemmia.
Sei come un terreno, e dai i tuoi piedi alla tua fronte io cammino su di te- e cammino, cammino e passerò così la mia vita-.


buona sera a tutti.
questo è il penultimo capitolo di questa raccolta.
ci vediamo al prossimo ed ultimo capitolo.
grazie a tutti quelli che mi hanno lasciato un commento, chi ha messo la storia tra le seguite e i lettori silenziosi.
bye bye

 

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Capitolo 15
*** Tu risa ***


En un beso sabràs todo lo que he callado.
In un bacio saprai tutto ciò che ho taciuto.

Pablo Neruda.

 
Pag. 153

Il tuo riso/ Tu risa
 
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo riso.
 
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
 
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo riso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
 
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
Il tuo riso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada.
Ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
 
Vicino al mare d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di schiuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo.
Il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
 
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li chiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo riso mai,
perché io ne morirei.
 
 
 
Derek non sa spiegare come sia successo, si sente un po’ stupido ora che ha capito, che ha compreso.
Così facile era la soluzione a tutto che ora si chiede come ha fatto a vivere senza.
Stiles ride, ride tanto e lo fa sempre – dopo un battuta per sdrammatizzare la situazione, dopo aver risolto un mistero o semplicemente ride forte-.
Ti chiedi se il suono della sua risata sia cambiato negli anni, e per un momento sei geloso di Scott che ha potuto udirla e annegare in quel suono meraviglioso.
Ed ecco che il suono che ti fa girare la testa e sentire leggero si libera nel tuo loft, non ascolti quello che dice Malia a Stiles; no senti solo la sua risata e ti ritrovi a osservare il suo corpo.
Il ritmo respiratorio si modifica, e c’è una sospensione dell’aspirazione per pochi secondi ed ecco che l’aria incanalata manda delle scosse che percuotono la laringe, i muscoli addominali e facciali si contraggono, le labbra rosse e ricoperte di morsi si stendono e si alzano come un sipario da dove, escono fieri i denti bianchi, piccole rughe si formano intorno agli occhi e le lunghe ciglia – ricoperte di piccole gocce salate- brillano.
Un fenomeno meraviglioso è la risata di Stiles.
Ti dici che potresti vivere solo grazie al suo riso, niente pane, niente aria solo il suo riso -che ti riscalda-.
Lotte e combattimenti hanno adornato la tua vita, e nonostante i muscoli e il tuo atteggiamento i tuoi occhi sono così stanchi, di vedere la terra che non cambia e sangue ma quando il tuo riso si libera sale fino al cielo e mi viene a cercare, e ovunque io sia lo sento delle mie orecchie, nel mio cuore e nelle ossa.
E anche quando arranco a terra ricoperto di ferite, mentre sputo sangue sulla pietra l’unica cosa che mi serve per andare avanti è il tuo riso, che come una spada fresca mi infonde forza e mi permette di combattere per te.
Voglio il tuo riso come una coperta calda, come la primavera, come la schiuma del mare.
Ridi, ridi e riditela della notte, del giorno, della luna.
E ridi di me, di questo rozzo ragazzo che ti ama, di questo ragazzo con l’anima spezzata.
Ridi mentre chiudo gli occhi, mentre li apro.
Ridi mentre cammino e ridi ancora più forte mentre torno da te.
Negami il pane, l’aria, la luce, la primavera ma non il tuo riso, non farlo Stiles.
Ridi, espandi questo suono meraviglioso perché senza io ne morirei.
 
Così perso tra i tuoi pensieri che non ascolti più quello che Stiles ti dice -derek mi ascolti- ripete per la seconda volta con un piccolo broncio.
-no- rispondi con tranquillità senza vergognarti di esserti perso.
-se ne sono andati via tutti- risponde Stiles, così senza un motivo.
E lo osservi, e lo trovi bellissimo con la sua felpa rossa e i capelli da tutte le parti - ti amo- dici senza muoverti dal tuo posto, ed ecco che Stiles ride e anche tu ti ritrovi a sorridere – ti amo anche io sourwolf-.



Siamo arrivati alla fine di questa raccolta.
Grazie a tuti quelli che sono arrviati qui, grazie a chi ha messo la storia tra le seguite e chi mi ha lasciato un piccolo commento.
Amo la sterek ma con l'arrivo della nuova stagione di Teen Wolf non so se tornerò a scrivere su di loro.
fatemi sapere cosa ne pensate di questo ultimo capitolo e della poesia e tra l'altro è la mia preferita.
E se volete leggere altre mie storie ho pubblicato un'altra raccolta sempre su Stiles e Derek, questa volta il poeta è Prevert, e ho in corso una solangelo.
bye bye

 

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