My Love from Seoul

di ribo_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Can you hear me? ***
Capitolo 2: *** Don't leave me alone ***
Capitolo 3: *** I'll be waiting for you ***
Capitolo 4: *** You’re everything I need ***
Capitolo 5: *** Cominciamo da capo? ***
Capitolo 6: *** I'm not alone, no more ***
Capitolo 7: *** I'm coming for you ***
Capitolo 8: *** Mistery ***
Capitolo 9: *** Sono fragile ***
Capitolo 10: *** New and old friends ***
Capitolo 11: *** The way you smile ***
Capitolo 12: *** Sensazioni ***
Capitolo 13: *** Obbligo o verità ***
Capitolo 14: *** Passato e novità ***
Capitolo 15: *** Turning point ***
Capitolo 16: *** La promessa ***
Capitolo 17: *** NamJoon ***
Capitolo 18: *** Getting drunk ***
Capitolo 19: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 20: *** Fear ***
Capitolo 21: *** Another fight ***
Capitolo 22: *** Un pessimo inizio ***
Capitolo 23: *** Here we go again ***
Capitolo 24: *** Non si può tornare come prima ***
Capitolo 25: *** Cicatrici ***
Capitolo 26: *** A little secret ***
Capitolo 27: *** We like 2 party ***



Capitolo 1
*** Can you hear me? ***


Salve, è la mia prima fanfiction ed è ispirata ad uno dei miei tanti sogni ad occhi aperti. Spero che sia di vostro gradimente e accetto qualsiasi critica purchè mi aiuti a migliorare come scrittrice :) 
Silvia il personaggio, principale, è una ragazza dal carattere apparentemente forte, ma in realta abbastanza debole. E' una ragazza solitaria e non molto amichevole con gli sconosciuti, molto gentile invece con coloro a cui si affeziona,


1. Can you hear me?
- Cos'hai detto brutta troia!-
- Ho detto che ti dai troppe arie!-
- Brutta!...- Quello che accadde dopo non lo ricordo bene, ricordo solo che fece male.
Avevo litigato nuovamente con qualcuno, per meglio dire le avevo prese nuovamente da qualcuno. Mi avviai zoppicante in infermeria, aprii la porta e Antonia, l'infermiera mi vide.
- Anche oggi zuccherina?- disse con un forte accento siciliano.
- Lo sai che ormai potrei sostituire un sacco da box...- Le risposi
- Ma almeno copriti il tuo bel viso! Te lo rovineranno tutto...-
- Scusa- le risposi guardandola con faccia afflitta.
- Dai non fare quella faccia! Adesso ti disinfetto le ferite e ti preparo qualcosa di caldo per rimetterti a nuovo!-
- Grazie, fa così freddo!-
Era lei che curava le mie ferite e che mi ascoltava sempre. In pratica era la mia seconda famiglia, nonché una delle pochissime persone con cui potevo parlare e a cui volevo bene in tutta la scuola. Quando fini la mia cioccolata mi avviai alla porta, ma la voce di Antonia mi bloccò:
- Dovresti smetterla di rispondere alle provocazioni o passerai per una di quegli sciocchi che sanno fare solo a botte- Ormai mi salutava così.
- Meglio quello che una persona passiva. Ciao Antonia.-
- Ma insomma Silvia...almeno va in classe! E cerca di...- Non la sentivo più ero uscita e mi ero diretta alla vecchia aula di musica. Di andare in classe non se ne parlava: domande asfissianti della professoressa e compagni idioti.
La vecchia aula di musica era quasi vuota e molto rovinata poiché nessuno la curava più da parecchi anni e io andavo lì solo per cantare. Le pareti spoglie e i pochi leggii erano gli unici spettatori e mi ascoltavano pazientemente.
Entrata mi misi le cuffiette e feci partire una base a caso. Never too late dei Three days Grace. Come al solito la musica era l'unica a capirmi.
Finii di cantare e l'applauso di qualcuno mi fece sobbalzare.
- Chi è lei?!- chiesi rossa per l'imbarazzo.
- Scusa! Ti ho spaventata. Io sono Stefano il manager di una casa discografica, ma una volta ero l'insegnante di questa scuola.- Rispose con fare vago.
- Che ci fa qui? - Chiesi sospettosa.
- Son dovuto venire a scuola per questioni burocratiche e volevo vedere che fine aveva fatto l'aula in cui ho insegnato per anni... Però potrei farti la stessa domanda!- Disse e io arrossii ulteriormente.
- Le sembrerà incredibile, ma vengo qui per sfogarmi cantando- Risposi imbarazzata.
- E fai bene, carissima, hai un bella voce- Affermò convinto.
- Non la sorprende che non sia in classe?- Chiesi dopo averci pensato un po' su.
- No in realtà, però dovresti seguire la scuola è importante- Mi guardò apprensivo.
- Non sopporto la mia classe e poi so già quello che stanno facendo- Dissi infastidita.
- Cosa? -
- Impazzire la professoressa- Esclamai
- Non sono qui per parlarti di questo, ma per chiederti di venire a trovarmi. Ho bisogno della tua voce- Cambiò argomento lui.
- Sta scherzando vero? Lo sa vero che sta chiedendo alla persona più lunatica, suscettibile e impulsiva di questa scuola!?- Esclamai.
- No, perché dovrei?  E poi io vedo dell'altro in te, voglio capire se il mio intuito funziona come una volta- Mi sorrise e io lo guardai sorpresa e sospettosa, come faceva a sapere del mio lato accuratamente nascosto dietro ad una corazza ben costruita negli anni?
- Io ci sto, tanto so già come va a finire- Dissi rassegnata.
- Potrei sorprenderti. E dammi del tu- Mi guardò ancora una volta con il suo sguardo apprensivo.
- Va bene-
- Questo è il mio biglietto da visita, quando vuoi raggiungimi all'indirizzo scritto in basso a sinistra. Io vado ci vediamo- Mi porse un pezzetto di carta bianco.
Presi il bigliettino, diedi un occhiata, ma non c'era scritta la casa discografica. Lo misi in tasca e decisi di raggiungere un posto più sicuro di quella scuola. Ma all'uscita fui fermata dal solito gruppo di che mi tormentava da quando avevo messo piede in quella scuola.
- Io e te non abbiamo finito grassona- Disse il capo banda, Giorgio.
- Io non la penso come te- Risposi con astio.
- Mi spiace informarti che, come al solito ha ragione il boss- Rispose Luca, il leccapiedi del boss.
- Certo tu non sai che dare ragione al boss- Risposi infastidita -Mi fate pena-.
- Cosa hai detto butta troia! - Disse Edoardo ( quello egocentrico) sistemandosi il ciuffo.
Cominciarono a picchiarmi è nel trambusto, sentii anche una voce profonda, ma non la distinsi perché non riuscivo a distinguere quello che accadeva intorno a me in quelle situazioni.
 
Scappata da dalla rissa mi avviai verso il mio rifugio. Arrivai nella radura che ormai aveva preso tutti i colori dell'autunno e mi sedetti sulla grossa e piatta pietra che era situata nel centro. Era un posto difficile da trovare, bisognava cercarlo, proprio come avevo fatto io cinque anni fa scappando da uno dei soliti attacchi d'ira di mia madre.  Da allora ci andavo ogni volta che avevo paura oppure non volevo più ascoltare le cavolate di mia madre. La vista era ottima e mi rasserenava ogni qualvolta ne avevo bisogno. Ripresi in mano il mio mp3 e andai sulla playlist del Kpop e premetti su riproduzione casuale. Sentii la voce di CL che cantava le prime note di Fire  e cullata dalle voci delle 2NE1 mi addormentai, non prima di essermi coperta. Per fortuna qualche mese dopo aver scoperto il nascondiglio mi ero procurata il necessario per stare al caldo anche nei mesi più freddi.
 
Mi svegliai e vidi sul display del telefono che erano quasi le sei. Mi alzai di scatto, misi la coperta sotto al cespuglio dove la riponevo solitamente e mi avviai a passo sostenuto verso casa. Odiavo arrivare tardi a casa e sentire mia madre dare di matto.
Durante il tragitto mi soffermai a riflettere sulla giornata assurda che avevo passato. Un manager, alla mia scuola e voleva me. Di sicuro si sarebbe pentito presto di quella sua proposta. Ma non capivo come avesse fatto a vedere la vera Silvia con una sola occhiata e avendomi rivolto solo qualche innocua domanda.
Stavo ancora ragionando su questi avvenimenti quando arrivai a casa. Trovai mia madre sul suo profilo di Facebook che messaggiava con qualcuno. Quando mi vide sulla soglia della cucina chiuse di scatto il portatile e mi salutò infastidita della mia presenza.
- Ah, sei già tornata? - mi chiese con quel tono che mi faceva venir voglia di prenderla a schiaffi.
- Scusa se torno a casa mia!- risposi visibilmente irritata.
- Ti pare il modo di rispondere a tua madre?-
- Madre adottiva- Dissi sottolineando l'ultima parola.
- Non ne vedo la differenza!- Rispose con il suo solito modo superbo.
- È pronto?- chiesi per cambiare discorso.
- Ti sembro la tua serva?!- Rispose acida.
- Va bene, me lo faccio da sola- dissi mentre mi stavo già muovendo verso il frigo. Lo aprii e decisi di mangiare gli avanzi della sera prima. Finito mi feci una doccia calda. Una volta in camera mia, mi presi avanti con lo studio e successivamente mi stesi sul letto e mi addormentai ripensando alla giornata appena conclusa.

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Capitolo 2
*** Don't leave me alone ***


“Change the way you’ve lived for so long
You find the strength you’ve
Had inside all along
Cause life starts now”
Life starts now- Three Days Grace
 
Don’t leave me alone
POV TOP
Ero arrivato in Italia ad aprile del 2010 perché la Oriental Records aveva accordi con la YG Entertainment: la mia casa discografica e il Ceo aveva deciso che, prima del ritorno dei Bigbang sulle scene, avrei provato a far carriera in Europa, precisamente in Italia. Subito mi ero ritrovato d'accordo con l'idea, ma dopo sette mesi di insuccessi mi chiedevo il motivo della mia permanenza in un paese che non era mio, con una lingua che ancora non parlavo perfettamente e persone ostili nei miei confronti.
L'unico posto in cui mi sentivo a mio agio era l'edificio della Oriental Records dove c'erano parecchi artisti asiatici, di cui la maggior parte era coreana. Potevo parlare la mia lingua e molti mi conoscevano e mi portavano rispetto. Stefano, il manager responsabile del mio programma di inserimento nelle classifiche italiane, era colui con cui avevo maggiormente legato. Era pazzo quasi quanto Daesung e con le sue improbabili proposte mi faceva morir dal ridere. Inoltre aveva un particolare talento: riusciva a capire l'animo delle persone, anche se queste lo tenevano ben nascosto agli altri; proprio come il sottoscritto. Mi facevo vedere come una persona fredda è distaccata, ma in realtà ero ben differente. Amavo stare in compagnia ed ero molto attaccato ai miei amici. Essendo io, però, orgoglioso non potevo mostrarmi per quello che ero veramente. Con lui era diverso, potevo essere Seung Hyun e non Top.
La settimana che era appena iniziata sarebbe stata una settimana normale, o almeno la pensavo così. Tuttavia un avvenimento mi fece cambiare idea.
Era martedì e il programma era sempre il solito la mattina allenamento e il pomeriggio sarei stato libero di fare quello che volevo. Infatti la mattina passò normalmente e nel pomeriggio decisi di andare a fare un giro per la città, che in confronto a Seoul era piccola e tranquilla, forse un po' sciatta, almeno non dovevo preoccuparmi di Paparazzi indiscreti.
Arrivai in centro città verso mezzogiorno e mezzo e le strette vie in stile romano erano affollate. Erano piene di giovani che avevano appena terminato le lezioni. Alcuni erano sorridenti altri avevano l'aria affranta e sofferente. Era tutto normale, poi svoltai in una via parallela al corso principale e vidi una folla di ragazzi, decisi di avvicinarmi e vidi una cosa che mi lasciò schifato. Stavano picchiando una ragazza che faceva di tutto per difendersi, ma i ragazzi erano troppi e troppo forti per lei.
- Che cosa hai detto brutta troia? - disse uno di loro. La risposta non la sentii, poiché lei aveva la voce spezzata per via delle continue percosse.
- Cosa state facendo- Dissi senza pensare a ciò che stavo facendo
- Che cosa vuoi brutto cinese di merda? - Questa volta la domanda era riferita a me.
- Vi rendete conto che lei è una ragazza?- Risposi senza fare caso alla domanda
- È quello che si merita una puttanella come lei. E tu non dovresti intrometterti.- Mi rispose lui scocciato.
- Non capisco il ragionamento, lei è indifesa e poi si porta rispetto agli altri! -
- Vecchiaccio non ti è chiaro il messaggio? Furi dalle palle!-
- SeungHyun, andiamocene! - Questa era la voce di Stefano.
- Che ci fai qui tu?- gli chiesi.
- È una storia lunga. Vieni te la racconto.-
- Ma lei?- chiesi esterrefatto.
- Mi pare lei voglia arrangiarsi. -
- Ma...- non mi lasciò il tempo di ribattere, mi trascinó via verso il corso principale.
- Allora in italia siete tutti molto indifferenti.- dissi. Ero ancora molto arrabbiato con Stefano.
- Quella ragazza è più orgogliosa di te, caro SeungHyun e se avessimo provato ad aiutarla ci avrebbe picchiati- disse per rassicurarmi.
- Io ancora non ti capisco. Ma, poi, come fai a saperlo? - chiesi dopo averci pensato un po' su.
- Lei è la mia nuova scoperta! L'ho trovata oggi nella scuola in cui insegnavo. Ha una voce particolare. Domani verrà a farmela sentire meglio - Disse con una luce negli occhi.
- Ma cosa ci facevi in quella scuola?  -
-Sono andato a cercare nuovi talenti, in quella scuola che è associata con la nostra casa discografica ed ero rimasto deluso di non aver trovato nessuno da poter presentare come rivelazione dell’anno. Poi ho incontrato lei ed ho deciso che proverò a farla diventare famosa in Corea.- Disse entusiasta.
- Ma a lei avrai detto una bugia insensata- Dissi indicando verso la direzione della rissa.
- Vedo che ormai hai imparato qualcosa su di me- Disse ridendo e la sua risata mi contagiò. Anche se provavo amarezza per non aver aiutato quella poveretta.
- SeungHyun, non cercare di fare l'eroe non ti porterà a niente! - Disse Stefano, che probabilmente leggeva anche nel pensiero.
Rise ancora più forte quando vide la mia faccia sorpresa.
- Ti stupisci ancora? - mi chiese quando si fu calmato.
- Ancora non mi sono abituato del tutto- Dissi sorridendo.
- Scusa, lo so che ti ho trascinato via da li, ma pensavo che avresti potuto fare un'assurdità. Io comunque devo andare agli studi ora, vieni con me?- Mi chiese mentre si stava già avviando.
- No, scusa devo fare una cosa- Dissi incamminandomi verso la direzione opposta.
- Allora ci vediamo domani- Mi disse mentre scuoteva la mano per salutarmi.
- Ciao! - Gli urlai, ma ormai era troppo lontano e non mi sentiva.
Mi avviai alla fermata dell'autobus che portava verso le colline che circondavano quella città. Su quelle colline avevo trovato un piccolo rifugio difficile da trovare e molto suggestivo.
Quando arrivai nella piccola radura vidi che c'era qualcun'altro. Era la ragazza che fino a mezz'ora fa era in mezzo a quei ragazzi e le prendeva. Infatti aveva dei lividi sulla faccia, l'unica parte scoperta a causa del freddo, e si stava pulendo le ferite. Era una ragazza affascinante, non era come tutte le ragazze che avevo visto fino ad allora, tutte così perfette da non sembrare umane. Lei non era magra, aveva le giuste curve e soprattutto non aveva l'aspetto di una bambola. Dal primo momento avevo capito che, se quella ragazza fosse entrata alla OR, avrebbe attirato la mia attenzione e sentivo che mi avrebbe dato filo da torcere. Aveva i capelli legati e le cuffiette nelle orecchie. Ero talmente curioso, volevo sapere che musica le piacesse. Volevo così tremendamente conoscerla e mi sentivo strano, nemmeno la conoscevo ma sentivo già di esserne attratto.
La sua voce mi interruppe. Ero scioccato, stava cantando Fire delle 2NE1. Conosceva il kpop! La cosa mi fece incuriosire, perché lei conosceva un genere che in pochi conoscevano in quella regione? Come aveva fatto a scoprirlo? E, soprattutto, conosceva anche me?
Queste domande mi tormentarono per tutto il tempo che rimasi ad osservarla e anche quando fui tornato ai dormitori della OR.
Solo la telefonata di JiYong, che ricevetti dopo la doccia, interruppe il mio flusso di pensieri.
~ Ciao! Come va lì in Italia? ~ Sentii la sua voce dopo parecchie settimane.
- JiYong! Io sto bene, ma qui in Italia va sempre peggio- Dissi amareggiato.
~ Ho una notizia che forse ti tirerà su di morale! Vengo a trovarti, starò in italia cinque settimane e poi andrò a Londra.~
A quella notizia rischiai di far cadere il telefono.
~ Hyung! Ci sei? ~
- È fantastico! - Dissi saltando giù dal letto.
~ Lo so, mi mancavi troppo~ Disse ridendo.
- Tanto lo so che vieni qui per stare con Chaerin senza che i paparazzi vi diano fastidio- Dissi in tono di rimprovero. Stavolta fu lui a far cadere il cellulare. Svelto lo raccolse.
~ Come fai a saperlo? ~ aveva perso tutta la sua solita calma.
- Non urlare! Vuoi farti sentire? Guarda che è da quando abbiamo fatto il video di lollipop, aiutandole a debuttare, che non le togli gli occhi di dosso! E da un po' di tempo si capiva che avevi un segreto da nascondere. Ho fatto un po' di conti e ho collegato il tutto.- Gli risposi tranquillamente.
~ Lo hai detti a qualcuno? ~ Mi chiese preoccupato.
- No, non sono io quello incauto tra noi due! - Risposi cercando di sdrammatizzare.
~ Grazie al cielo! La mia e la sua carriera sarebbero sfumate in poco tempo se si scoprisse che ci sentiamo! Maledizione a quel vecchiaccio e a quello stupido contratto che non ci permette di uscire con nessuno fino ai cinque anni dal successo! ~ Disse irritato.
- Lo sai che il nostro scade a breve? - Dissi ridendo.
~ Si ma il suo durerà altri quattro lunghissimi anni~ Mi rispose disperato.
- Non ci pensare, passeranno in fretta. Nel 2012 ci sarà il nostro comeback e allora avrai poco tempo per pensarci- Dissi allegro.
~ Ma mancano due anni! Non ce la farò mai~ Disse esagerando come suo solito.
- Tornando a noi quando arrivi? - Chiesi cambiando discorso.
~ Tra due settimane! ~ Disse recuperando la sua vitalità.
- Allora ci vediamo tra due settimane! Ciao- 
~ Ciao~  Disse e chiusi la chiamata.
C'era molto da fare prima che arrivasse il mio amico. Ma riuscivo solo a pensare all'indomani. Avrei conosciuto quella ragazza misteriosa e mi sentivo emozionato. Che cosa insensata, mi sentivo come alle audizioni per la parte di un film, ma non ero io a dovermi far conoscere da Stefano. Decisi di dormirci su e cercai disperatamente di chiudere occhio, ma il mio cervello elaborava troppi pensiero è non chiusi occhio per tutta la notte.
 
Buongiorno! Eccomi qui con un altro capitolo.
Devo dire che so che esistono contratti che impediscono di frequentare altre persone agli  artisti sotto contratto, ma non so se la YG imponga il limite durante tutto il contratto o solo per un paio di anni.
E si io amo la skydragon come coppia.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e se volete lasciare qualche recensione ne sarei grata.
Io non posseggo i diritti su nessuno dei personaggi ne tantomeno sulle canzoni.

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Capitolo 3
*** I'll be waiting for you ***


"You don't control me,
until you've walked a mile in my shoes
you don't know me"
You don't know me - Ariana Grande

 

Capitolo 3
Il pomeriggio mi ritrovai davanti al grande  edificio grigio della casa discografica che scoprii essere la Oriental Records, famosa perché lanciava giovani talenti in Asia e introduceva artisti orientali in Europa. La cosa mi stupì molto perché avevo da sempre  una passione per i paesi orientali, soprattutto Giappone e Corea. Entrai senza troppa speranza, nulla in cui speravo succedeva. L'ambiente interno era più accogliente di come poteva apparire dall'esterno, c'erano segretarie che correvano da una stanza all'altra, uomini vestiti eleganti che uscivano dell'edificio parlando al telefono con una schiera di persone che li circondavano e tentavano di farsi notare. Davanti a me c'era l'enorme bancone informazioni con due ragazze sorridenti che mi guardavano apprensive.
- Dovrei incontrare il signor Stefano-
- Ha un appuntamento?- Chiese la ragazza a destra con una voce fastidiosa.
- Che!?... no, nessun appuntamento, ma lui mi aveva detto di passare in qualsiasi momento...
- Mi spiace ma se non ha l'appuntamento non può entrare- Mi sorrise evidentemente irritata
- Ma Stefano...-
- Se non ha l'appuntamento non può vederlo-
- Sa dove può andarsene?!- Urlai e ci fu un improvviso silenzio
- Sicurezza!-
- Lei può andarsene a...-
- Sicurezza-
Arrivò la sicurezza e mi trascinó fuori mentre mi dimenavo invenendo contro le due ragazze al bancone.
- Aspettate lei sta con me!- Urlò una profonda voce maschile.
I bodyguard mi lasciarono andare e io mi voltai scoprendo che a pronunciare quelle parole era stato Stefano.
- Grazie al cielo sei arrivato!-
- Grazie al cielo, altrimenti avresti ucciso qualcuno- Disse ridendo
Si mise a ridere e poi mi condusse in una stanza di registrazione, era uguale a una di quelle che avevo visto nei film.
- Lo sai vero che io non ho ancora delle canzoni da registrare? -
- Certo che lo so! Voglio solo sentire la tua voce senza interferenze acustiche-
- Ok cosa devo cantare? -
- La tua canzone preferita.-
- Così mi metti in difficoltà...direi...In Viaggio di Fiorella Mannoia-
- Posso sapere perché? -
- Direi che non ti riguarda-
- Ho capito, va bene... Allora entra e fammi sentire quello che hai in serbo per il mondo! -
Andai in sala registrazione, non prima di avergli mandato un'occhiataccia. Mi misi le cuffie, sentii la base e cominciai a cantare:
Domani paritari, non ti posso accompagnare
E le prime lacrime cominciarono a cadere

Finito di cantare la voce di Stefano mi risuonó nelle orecchie, mi stava gridando: "BRAVA, BRAVA". Come al solito la canzone mi aveva resa malinconica e la reazione di Stefano, come quella di chiunque altro mi aveva dato fastidio.
Uscii dalla sala audio e gli diedi l'ennesima ochiataccia facendolo sorridere.
- Ti voglio presentare un po' di gente e poi a fine giornata dovrai compilare un questionario.-
- Che questionario-
- Lo saprai dopo-
- Quel ghigno non mi piace....-
- Dovrai abbituartici- Disse con un sorriso a trentadue denti.

Arrivammo in una grossa palestra piena di specchi e persone che si allenavano. Io avevo sempre sperato di raggiungere un simile livello, ma le gambe seguivano un ritmo e le braccia un altro.
- Dai Silvia voglio vedere come balli! -
- COSA!!!!!???-
- Calma altrimenti ti vengono le rughe! - disse una voce femminile con un forte accento russo.
- E tu chi sei?-
- Sempre molto simpatici voi italiani... sono Natasha e tu? -
- Sono Silvia-
- La finiamo con questo teatrino? Silvia facci vedere cosa sai fare! - disse Stefano
- Che? Io?  No guarda dovrei andare ho un appuntamento e non vorrei sudare...-
- Cosa c'è hai perso tutta la tua arroganza adesso? - intervenne Natasha.
- Dai su vogliamo vedere il tua talento- Continuò Stefano
- Esatto, facci vedere -  Aggiunse Natasha con tono di sfida
- IO NON SO BALLARE!!! - Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Cosa? Davvero? - Esclamarono gli altri due in coro.
- È così, lo sport non è il mio forte e per quanto ami guardare la gente ballare non sono brava con il ritmo. E ora me ne vado da questo posto...-
Tentai di correre via, ma qualcuno afferrò la mia mano: - Aspetta! -
Mi volati e vidi un bel ragazzo, alto, tratti asiatici capelli corti color blu, occhi a mandorla color nocciola e un sorriso che ti lascia senza parole.
- Ma tu sei TOP! Cos'è tutta questa confidenza? Lasciami subito la mano.- lo fulminai con lo sguardo e lui mi rispose con altrettanta ostilità.
- Si sono TOP e tu devi calmerti un po' perché sei fortunata a poter essere qui! E ti ho fermata perché prima mi sono imbattuto nella sala registrazioni e la tua voce mi ha letteralmente incantato. Se te ne andassi, sprecheresti il tuo talento.-
- Sentilo. Ha parlato mister arroganza e io cosa dovrei fare stare cento giorni con te?  - Chiesi con tono di sfida.
- Eh?!-
- Perfetto, un coreano che non conosce i film prodotti nel suo paese!-
- Non amo i film, preferisco i libri!- Disse a disagio.
- Ma non sei un attore quando non canti? Un attore che non ama i film che cosa strana- Dissi divertita lo avevo battuto in uno dei suoi campi.
- VOGLIAMO SMETTERLA? Cosa siete due bambini? - Disse Stefano arrabbiato
- Scusa...- Disse Top uscendo dalla stanza con braccia alzate in segno di resa.
- Scusa, possiamo andarcene Stefano? Non mi piace l'aria che tira qui..- Dissi perché ormai avevo perso del tutto la mia pazienza.
- Si è meglio finirla qui per oggi ti presenterò tutti più avanti. Vieni ti faccio compilare il questionario- disse avviandosi all'uscita della sala prove.
Andammo nel suo ufficio e mi diede un foglio con una decina di domande, le solite domande: Nome, Cognome, nato a.. una di queste attirò la mia attenzione: Desideri cantare come solista o con una band?
- Ehi! Aspetta, ma la band la posso scegliere io? - Chiesi emozionata.
- Certo! Perché hai una band? - Chiese sorpreso.
- Più o meno, abbiamo suonato poche volte e pochi brani- Sussurai
- Come vi chiamate? - Mi chiese curioso.
- No name-
- Non avete un nome? - Disse quasi deluso.
- No name è il nostro nome!- Alzai la voce.
- Questo spiega tutto- Disse sollevato.
- Scusa ora devo andare- Dissi dopo aver guardato l'orologio e aver visto che erano le sei- Questi li porto a casa e te li riporto ok?-
- Si si, va benissimo. Torna domani per le tre con la band- Mi disse sorridendo.
- Va bene...-
Mi avviai verso il luogo delle prove della band. Durante il tragitto mi maledissi, ero una stupida! Io avevo una fissa per Top sin dal loro debutto nel 2006 e cosa avevo fatto quando mi aveva parlato? Gli avevo risposto con arroganza e sufficienza. Invece avrei voluto abbracciarlo forte e provare a fondermi con lui così forse avrei raddrizzato quella vita che ormai andava avanti per routine. In più ero stata scorbutica con quella ragazza e il perché mi era ignoto. Insomma mi era sembrata simpatica e aveva cercato di alleviare la mia tensione facendo una battuta. Io, però avevo sollevato la mia barriera di sicurezza e avevo mostrato il mio lato arrogante e infantile. Mi sentivo uno schifo e mentre mi stavo ripromettendo che l'indomani sarei stata più socievole raggiunsi il luogo in cui la mia band provava. Mi trovavo davanti ad un garage bianco con le pareti incrostate di muffa e grige per il fumo. Vi entrai e sentii subito la puzza pungente del fumo.
- Silvia- Dissero quattro voci in coro.
- Ragazzi ho una notizia fenomenale!-
- Cosa? - Chiese Filippo. Filippo era il bassista del gruppo, era quello con cui avevo più confidenza perché avevamo caratteri simili. Aveva capelli neri e corti, una folta barba, era molto alto e magro. Il suo unico difetto? Fumava in ogni momento possibile...
- Ho trovato una casa discografica che vuole appoggiarci come band. Il manager è stranissimo e hanno dei metodi diversi di fare contratti, ma ragazzi è la Oriental Records!-
- Wow!- esclamò Samuele il chitarrista del gruppo. Era un ragazzo solare e pieno di vota che mi dava fastidio quando cominciava a dire che la vita è bella e che dovevamo essere ottimisti, ma le sue abilità musicali compensavano. Non era troppo alto ed era magro, ma scoppiava di energia quando era sul palco.
La reazione di Andrea fu la stessa. Era il pianista ed era uguale a Samuele, suo fratello.
- Che cos'è la Oriental Records? - La domanda fu posta da Giacomo il batterista e ultimo componente della band. Era sempre sulle sue e viveva in una realtà parallela. Ogni volta se ne usciva con strane proposte o con domande assurde, ma era apposto.
- Non sai che cos'è?!!- Domandammo all'unisono.
- Scusate!- Rispose offeso.
Gli spiegarono che cosa fosse e si dimostrò entusiasta. Così decidemmo di provare a diventare famosi

Scusatemi sono in ritardissimo :o ho avuto problemi di rete.
Ed ecco il primo incontro dei due protagonisti dal punto di vidta di lei :D
Spero che vi piacce e magari in qualche recensione per sapere cosa ne pensate
Un Bacione e alla prossima <3

P:S i diritti dei personaggi e delle canzoni non mi appartengono.

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Capitolo 4
*** You’re everything I need ***


“People say that I’m still too young
But I don’t need to hear that, I’m gonna run to you right now
Even though I run out of breath from life
At the assurance that you’ll be there in the end makes me live today”
Wild and Young – Kang Seung Yoon


Capitolo 4
POV TOP 
Dopo la notte, passata in bianco, mi alzai dal letto, mi misi una semplice tuta, benché odiassi le tute, e mi avviai verso la mensa del dormitorio canticchiando. Gabriella, la cuoca del dormitorio, che per la prima volta dopo tanto tempo mi vide di buon umore chiese sorpresa: 
- SeungHyun finalmente ti vedo felice! A cos'è dovuto questo entusiasmo? -
- Cara Gabriella, oggi abbiamo visite- Dissi con un sorriso ebete.
- Che visite? Qualcuno di importante? - Mi chiese sorpresa. 
- No- 
- La tua fidanzatina direttamente dalla Corea?- Disse con un sorriso materno.
- No!- Mi affrettai a smentire e poi aggiunsi - Solo una ragazza che mi interessa- 
- Ah! La tua futura conquista- Ormai conosceva la mia "reputazione" di dongiovanni. 
- No! Cioè, non lo so...- Dissi abbassando il capo. 
- Ah, ma allora sei interessato?!- Mi fece l' occhiolino. 
- Può essere...- Le risposi facendole l'occhiolino. Il mio gesto la fece ridere.
Dopo aver preso la mia colazione, che quella mattina consisteva in cornetto e caffè, e dopo averla salutata mi avviai al mio tavolo. Consumai la mia colazione e corsi in sala prove volevo che quella mattina passasse in fretta. Così mi impegnai totalmente nei miei esercizi fisici e nelle prove di canto. 
Verso l'ora di pranzo Stefano mi invitò a pranzo, asserendo che doveva parlarmi di qualcosa di importante. Così mi feci una doccia calda per lavare via il sudore e mi misi la giacca nera  con il simbolo dei Rolling  Stone rosso e blu sparso per tutta l'indumento. Arrivai ad un ristorante e trovai Stefano ad un tavolo appartato che stava ordinando.
- Eccoti SeungHyun- disse con un sorriso- cosa vuoi ordinare?-
- Prendo il menù del giorno- 
- I signori desiderano altro? -
- No- rispondemmo all'unisono.
- Allora vi auguro buon pranzo- Disse avviandosi ad un altro tavolo.
- Allora cos'era la cosa importante che volevi dirmi?- chiesi una volta rimasti soli.
- Ah si! La settimana prossima devi partire per l'Irlanda.- mi disse e io quasi mi soffocai con l'acqua.
- Cosa!? Stai scherzando vero?- dissi dopo essermi ripreso dal soffocamento.
- No sono serio- disse scrutando la mia reazione.
- Perché? -
- Set fotografico e il fotografo non può muoversi da Dublino- 
- Va bene e per quanto tempo? - chiesi entusiasta.
- Una settimana, così ti riposi un po' - disse lui.
- Addirittura? - chiesi sorpreso.
- Te lo meriti è da quando sei arrivato qui in Italia che lavori senza sosta- mi fece l'occhiolino.
- Grazie- dissi iniziando a mangiare visto che erano arrivate le portate.
Finimmo di mangiare parlando del più e del meno. Usciti dal ristorante ci avviamo agli studi e io ero sempre più agitato per l'emozione. Stefano era sempre del solito umore allegro. Ci avviammo verso la Oriental Record parlando degli impegni che mi attendevano nelle seguenti settimane. Arrivati davanti all’ufficio di Stefano ci dividemmo ognuno per la propria strada. Erano le due e la misteriosa ragazza sarebbe arrivata probabilmente solo dopo le tre, anche se non aveva specificato ne orario ne altri particolari tranne che sarebbe venuta.
Decisi, dunque, di andare in camera mia e di riposare prima del su arrivo e per la stanchezza dovuta agli allenamenti e alla notte passata in bianco. Mi addormentai subito senza cambiarmi o impostare la sveglia per le tre. Ciò mi costò caro: quando mi svegliai erano quasi le quattro. Preso dalla disperazione e da un’ansia indescrivibile corsi verso la sala di registrazione.  Mi rassegnato al fatto che non l’avrei mai incontrata per quel giorno, eppure quando ormai avevo perso ogni speranza sentii una voce molto chiara e potente che cantava una canzone italiana:
“ Rivendica il diritto ad essere felice
non dar retta alla gente 
non sa quello che dice”

Non capivo tutto perfettamente, ma quelle parole pronunciate con tono solenne riuscirono a colpire la mia anima. Era una canzone nostalgica che riportava alla mia mente vecchi ricordi. La mia infanzia e tutte le volte che tornavo a casa piangendo perché mi avevano preso in giro. Mia mamma che provava a consolarmi nonostante le rispondessi in malo modo.
“Ed io ti penserò in silenzio 
nelle notti d'estate, 
nell'ora del tramonto 
quando si oscura il mondo 
l'ora muta delle fate 
e parlerò al mio cuore , più forte 
perchè tu lo possa sentire”

In quello che doveva essere il ritornello le sue note alte, quasi perfette, mi fecero venire la pelle d’oca e mi emozionai. Per quanto poco, capivo che la canzone parlava di una madre che doveva lasciar andare sua figli e le dava dei consigli. Allora mi ricordai di tutte le chiamate di mia madre e mia sorella in cui mi sommergevano di raccomandazioni: “Ricordati di mangiare bene e regolarmente”; “anche quando non devi apparire in televisione lavati”; “ Mantieniti in salute e non sovraccaricarti di lavoro”. Mi venne spontaneo sorridere, poi una parte colpì la mia attenzione:
“Ricorda che l'umiltà 
apre tutte le porte 
e che la conoscenza 
ti renderà più forte 
Lo sai che l'onestà 
non è un concetto vecchio 
non vergognarti mai 
quando ti guardi nello specchio”

Era una frase così vera, solo allora capii che la musica italiana nascondeva qualcosa che non avevo notato prima. Mentre riflettevo su ciò la ragazza terminò il suo brano e lei e Stefano cominciarono a mormorare e io percepii soltanto che volevano andare in sala prove per conoscere i ballerini. Me ne andai prima che potessero scoprirmi  e qualche minuto dopo mi trovai davanti alla porta della palestra per scoprire se era brava anche a ballare.
Tuttavia mi trovai davanti a qualcosa di diverso da ciò che mi aspettavo: la ragazza dal carattere tutt’altro che amichevole stava litigando con una delle ballerine, Shasha una delle migliori trainee. Sentii solo che voleva andarsene e non potevo permettermelo dovevo intervenire.
 – Aspetta!- dissi afferrandole la mano e lei mi squadrò da capo a piedi con uno sguardo confuso e sorpreso allo stesso tempo.
– Ma tu sei TOP!- esclamò e disse anche dell’altro, ma io non ci feci caso. Non potevo crederci mi conosceva! Mi sembrava di essere il fan che incontra l’idol quando la situazione era l’opposta.
Ciò che seguì fu uno scambio di battute tutt’altro che dolci, addirittura infantili ad un certo punto. Quando mi accusò di non conoscere i film coreani stavo per risponderle che ero una persona impegnata quando Stefano ci interruppe. Quel round lo aveva vinto lei ma la guerra l’avrei vinta io!
Stefano la portò via e me ne andai anch’io verso la palestra avevo bisogno di chiarire le mie idee.
L’esercizio fisico non mi era bastato,  così, qualche ora dopo, chiamai il mio amico DongWook per farmi dare qualche consiglio.
­­­­­­~Pronto?~ rispose con voce affaticata. Probabilmente stava ancora provando.
–Pronto hyung! Come stai?- chiesi.
~ Senti SeungHyun, sai che ore sono? Le due di notte e se tu hai voglia solo di fare due chiacchere evitiamo~ esclamò irritato
– No ti prego! Ho bisogno di chiederti un parere su una cosa molto importante- dissi sottolineando il molto – Ti ruberò solo due minuti.-
­­­~Va bene, sai che non so dirti di no. Ma che siano davvero solo due minuti~ sospirò rassegnato.
-Grazie!- gridai sollevato –Okay la faccio breve: ho trovato una ragazza molto bella, però ha un caratteraccio…-
~Uh… ti sei innamorato!~ mi interruppe ~Ma quanto bella è?~
-Non dire stupidaggini! Hai presente quelle persone che benchè non siano perfette ti tolgono il fiato e ti mandano in tilt? Lei è una di quelle persone…-
~E per quanto riguarda il carattere, sei sicuro che sia effettivamente così? Da quanto la conosci?~ chiese
-Da oggi pomeriggio…- risposi un po’imbarazzato.
~E pensi di poter giudicare una persona che conosci da appena due o tre ore?!~ mi rimproverò
-Hai ragione…-
~Comunque credo tu ti sia preso una bella cotta~ disse ridendo
-Credi?-
~Ne sono certo! Dimmi un po’, come va lì?~domandò cambiando discorso
-Così così-
La conversazione andò avanti ben oltre i due minuti e quando terminammo era ora di cena e mi avviai in mensa.
-Non lo sai? Presto ci saranno le audizioni per i nuovi trainee!-
-Davvero? Allora non saremo più noi i più giovani?-
-No, finalmente! Dopo tutte le torture subite-
Due ragazzini stavano parlando tra loro ad un volume abbastanza alto perché potessi sentire anch’io. Ma di che audizioni parlavano?
 
 
Buonasera ^^ finalmente l’incontro dal punto di vista di top. Mi divertiva l’idea di un SeungHyun che fangirla per una ragazza. spero vi abbia strappato un sorriso.
se volete potete lasciarmi una recensione per dirmi cosa ne pensate, fa sempre piacere :D 
buona serata a tutte <3

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Capitolo 5
*** Cominciamo da capo? ***


 Do you know what it's like when
You're not who you wanna be?
Do you know what it's like to
Be your own worst enemy
Who sees the things in me I can't hide?
Do you know what it's like
to wanna surrender?
"Never surrender - Skillet"

 
Capitolo 5: Cominciamo da capo?

Alle tre in punto io e la mia band ci trovavamo davanti all'ufficio di Stefani e, pochi minuti aver bussato, ci accolse facendoci sedere su delle poltrone beige in pelle.
- Piacere di conoscervi io sono Stefano uno dei manager della OR- si presentò
- Il piacere di conoscerla è nostro- risposero i ragazzi un po' a disagio. E dopo che si furono presentati uno ad uno, Stefano provò a cominciare uno dei suoi discorsi da rappresentante politico.
- Senta, non siamo qui per eleggerla nuovo presidente d'Italia, quindi facciamo questa audizione e finiamola qui! -esclamai spazientita.
- Certo! Seguitemi vi porto all'Auditorium- mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Non lo sopportavo quell'uomo!
Mi alzai sbuffando seguita dagli altri e, guidati da Stefano raggiungemmo la sala. Era enorme proprio come quella che vedi nei concerti lirici. Solo che sul palco non c'era un pianoforte, bensì una batteria.
Quando Giacomo la vide vi corse incontro e la ammirò in ogni minimo dettaglio e quando lo raggiungemmo Stefano disse:
- Ti piace eh? La potrai usare per farmi sentire come se la cava la vostra band-
- Prego?! Sta dicendo sul serio? - domandò Jack felicissimo.
- Certo! Dubito tu abbia portato la tua da casa- rise Stefano.
- Grazie mille! - disse ormai seduto dietro alla batteria.
- Cosa mi suonerete di bello? - chiese rivolto a tutti
- Get out alive! - esclamammo in coro tutti tranne Jack che era tornato nel suo mondo.
Era una delle nostre canzoni preferite e la suonavamo ogni volta alle prove. Finita l'esibizione, dopo un breve applauso, Stefano ci disse:
- Se mi lasciate parlare con gli altri della CEO vi saprò dire tra una mezz'ora-
- Certo signore- disse Fil - dove possiamo aspettare? -
- In caffetteria, vicino ai dormitori, oppure in giardino anche se fa un po' freddo...-
- Il giardino è perfetto- lo interruppi
- Perfetto! Uscite da qui e percorrete il corridoio fino alla reception, poi da lì...-
"Ma quanto parla questo? " pensai annoiata.
Finito il suo discorso infinito ci dirigemmo dove ci aveva indicato. Una volta nel cortile discutemmo sulla possibilità di firmare il contratto con la OR*.
- È una buona opportunità per poter vivere grazie alla musica- cominciò Fil
- Peccato per quel demente del manager-dissi suscitando l'ilarità di tutti.
- Non dire così, sembra simpatico- disse Smau con un sorriso.
- Ragazzi, devo dirvi una cosa- si intromise Jack cupo.
- Cosa?!- ci voltammo tutti preoccupati verso di lui
- Non penso di poter venire....-
- Perché!? - gridammo tutti in coro
- Lo sapete com'è mio padre... già fa storie perché suono con voi in qualche concertino per divertirmi, non mi lascerà mai venire in Corea con voi per fare successo...- disse sconsolato
- Ma chi ha detto che andremo in Corea?!- se ne uscì Andrea
- Cretino, la OR è stata costruita con il progetto di mandare idol e crew in Corea e debuttare lì! - lo sgridò Fil
- Mi dispiace ragazzi ma non posso seguirvi...- disse triste
- In realtà....- seguì un silenzio tediante-  Nemmeno io e mio fratello possiamo venire.. -
- Suonare con voi è bello ma rimane solo un passatempo, sono già stato ammesso all'università in cui speravo di entrare e lui presto comincerà il viaggio che ha sempre voluto fare....-disse Samuele.
- In sostanza rimaniamo solo io e Fil? Perfetto formeremo il coretto di famiglia- dissi scocciata.
- Silvia! Adesso calmati! Non puoi pretendere che vengano con noi, vedrai che, mettendocela tutta, ce la faremo-  mi tranquillizzò con tono paterno.
- Scusatemi... è che ci tenevo a farcela come gruppo...- dissi triste.
- Ragazzi, buone notizie! Da oggi siete parte della OR!- disse Stefano che era arrivato in quel momento.
- Dovremmo parlare di qualche dettaglio...- affermò serio Fil
- Ci sono già problemi? Non avete nemmeno debuttato! - cercò di tagliare tutta quella serietà.
- Mentre ne parlate io vado a riposarmi sotto quell'albero- interventi indicando una quercia li vicino.
- Va bene, ti chiamo quando abbiamo finito- mi sorrise Fil
Arrivai sotto la quercia e presi le mie cuffiette. La musica mi avrebbe sollevato il morale. Feci partire la riproduzione casuale e parti "Io non ho paura"*. "Cara musica sta volta hai sbagliato" pensai sorridendo, "io di paura ne ho tanta. Cosa accadrà in questo nuovo paese, è tutto il liceo che voglio scappare e adesso che ne ho la possibilità ne sono terrorizzata".
- Cominciamo da capo? Ti va? - una voce profonda interruppe il mio pensiero. Mi voltai era TOP. Quel ragazzo riusciva a sorprendermi sempre, lo guardai stupita e imbarazzata.
- Ti sto così antipatico? - mi guardò "Dio che occhi bellissimi che ha... aspetta! Cosa vado a pensare, io non ho possibilità con lui..." sorrisi amareggiata.
- Uh-uh! C'è qualcuno in casa? - mi sventolò la sua mano a pochi centimetri dal viso.
- Scusa stavo pensando- risposi prima che potessi perdermi nuovamente nei miei pensieri.
- È così dura la decisione di perdonarmi? - la domanda mi sorprese e mi fece sorridere.
- No, scusa ero persa nei miei pensieri- dissi ridacchiando.
- Sei più bella quando ridi- se ne uscì e in tutta risposta lo fissai per poi diventare rossa come un pomodoro. Lo sentii ridere.
- Cosa ascolti di bello? Posso ascoltare? - mi chiese cambiando discorso.
- Scusa ma non faccio ascoltare la mia musica a nessuno, nemmeno a mio cugino- cavolo perché dovevo essere così fissata su certe cose, era ovvio che poi le persone mi evitassero...
- Allora non sono l'unico! Odio che la gente guardi la mia musica, è come se guardasse cosa c'è nel mio cervello! - "possibile che io non sia l'unica pazza al mondo?! Miracolo!!"
- Almeno qualcuno mi capisce! - risi
- Senti, ma perché sei qui? Ti interessa l'Asia? - chiese lui
- In effetti si... ho vissuto in Giappone per un po' di tempo e anche in Corea, ma non posso ricordarlo-
- Perché? Eri troppo piccola? - chiese lui sempre più interessato.
- Diciamo di si...-
- Ma quindi ascolti kpop? -
- Si da quando sono alle superiori si-  un po' me ne vergognavo, per la mia passione per il kpop ero presa di mira come quella strana e ora mi riusciva difficile dirlo con leggerezza a persone appena conosciute.
- Quindi è per questo che mi conosci! Me lo sono chiesto per tutta ieri- rise grattandosi i capelli. "Aspetta! Cosa! Ci ha pensato tutta ieri! A me! Silvia, calma non montarti la testa"
- Diciamo che non sono brava con i nomi dei membri di una band, preferisco seguirli per le canzoni non per fare la fangirl... ma per i Bigbang è stato diverso, eravate i primi e tu e G-Dragon eravate inconfondibili...- "Wow Silvia! Che bel discorso! Ora sarai solo la fan di turno..."
- Ma allora ci conoscono anche in Italia! Pensavo che il kpop fosse solo un fenomeno asiatico! - "Cosa! Ne è felice? Io sarei disperata! Fan è uguale a sasaeng, sasaeng è uguale a problemi! "
- Cosa fai domani? Sei impegnata? - mi chiese euforico
- Veramente ho un impegno... e poi non esco con gli sconosciuti... anche se tu sei TOP- "Cretina! "
- Posso unirmi a te se ti va bene...- insistette lui.
- Se ci tieni tanto...- "ma ci sta provando con me? "
- Fatta! Dove ci troviamo? - fissammo così il luogo e l'ora "dell'appuntamento" e lo salutami per tornare da Fil ancora sotto shock.

* é una canzone di Fiorella Mannoia. chiedo scusa ma alcune canzoni potrebbero essere postume a quando ho ambientato la storia, spero non vi presterete troppa attenzione XD 
[entra cercando di evitare i pomodori] buonasera ragazze, sono tornata dopo mesi c.c chiedo scusa ma ero nelle fasi oddio comincia scuola devo finire i compiti e oddio la scula è cominciata e cominciano le verifiche XD visto che ho avuto pace e la connessione mi ha assistita ho pubblicato :D 
per farmi perdonare pubblicherò in poco tempo tutti i capitoli che avrei dovuto presentare in questi mesi e poi tornerò ai ritmi soliti :D 
Se avete qualche domanda sulla storia e sui personaggi chiedete pure sarò molto felice di rispondervi. Ora vi lascio torno al mio caro Macchiavelli XD 
annyoung! <3 

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Capitolo 6
*** I'm not alone, no more ***


“Somehow I found
A way to get lost in you
Let me inside
Let me get close to you
Change your mind”
Lost in You- Three days of grace
 
 
Capitolo 6: I’m not alone, no more
TOP POV
"SeungHyun da dove diavolo ti è uscito il 'sei più bella quando ridi' ? Se volevi fare il dongiovanni bravo, ci sei riuscito! Se speri che ti parli ancora allora puoi anche finché aspetti" ero disperato, ma anche felice di avere un'appuntamento con quella ragazza di cui ancora non sapevo il nome. Il resto della giornata passò in fretta, come la mattinata seguente e alle tre in punto la aspettavo all'uscita della sua scuola. Era un palazzo enorme e abbastanza vecchio anche se tenuto bene. Quindi era questo il famoso edificio collegato alla OR, infatti potevo sentire musica e lo stridere di scarpe da ginnastica sul pavimento accompagnato da urla degli istruttori." Brutti ricordi vero SeungHyun" pensai ridendo.
Il suono della campanella interruppe i miei pensieri e un fiume di ragazzi mi investì. "Se non voglio morire è meglio che mi sposti" pensai e mi sposati velocemente sul lato destro della porta visto che tutti i ragazzi precedevano dritti verso il corso principale. Stavo aspettando da quindici minuti abbondanti quando la vidi uscire. Era bellissima. Con lunghi capelli rossicci e mossi e una frangetta ribelle. Però aveva di nuovo quel cipiglio che stonava con tutto il resto, forse le era successo qualcosa anche oggi. Non sembrava però avere altri lividi oltre quelli di lunedì. Quando mi vide accennò un saluto con la testa e si diresse verso di me cercando, forse, di non farsi notare troppo. Nonostante i suoi sforzi io mi sentivo tremendamente osservato "calma è solo una sensazione, qui nessuno ti conosce" cercai di rassicurarmi.
- Senti scusa devo tornare a casa un attimo per mettere giù tutta questa roba- disse dopo avermi raggiunto e indicando l'enorme cartella e le varie cartelline e borse.
- Nessun problema, va bene se ti accompagno o preferisci che ci troviamo dopo? - le chiesi
- Ma figurati! Ti ho fatto scomodare fino a qui non ti vorrei disturbare...-
- Allora la stronza si è trovata un povero cinese da importunare! - la interruppe una voce femminile.
"Ma cavolo riesce ad avere problemi con tutti" pensai sconcertato
- Cosa vuoi Francesca? Non ti sono bastate tutte le ore di scuola? Devi darmi fastidio ancora? - le rispose a tono.
- Vedi che non hai capito niente! Sfotterti è sempre bello-  rise quella
- Scusa ma ce ne stavamo andando, non ci interessano le tue cazzate- intervenni. Presi la ragazza per mano e le presi un po' di borse. Ci avviammo velocemente in una direzione a caso. Arrivati ad un piccolo parco cominciò a guidarmi lei nella direzione di casa, ma non proferì parola. Dopo pochi minuti arrivammo davanti ad una piccola villetta di color azzurro pastello. Solo allora si accorse che mi stava ancora tenendo la mano e ritornasse la sua all'istante rossa in viso.
- Devo avvertirti di una cosa, ho due cani belli grandi quindi se hai paura dei cani dillo ora o taci per sempre! - mi disse mentre cercava le chiavi.
- Mi piacciono i cani e non mi fanno paura-  "non saranno mica due alani" pensai.
Apri la porta e mi fece accomodare, ma dei cani nessuna traccia, forse stavano dormendo o erano in giardino.
- Baku, Okami! Dove siete venite dalla mamma a cui siete tanto mancati! - li chiamò lei. Dopo senti un po' di frastuono e li vidi "Diavolo! Sono veramente enormi! Un Pastore belga e un San Bernardo e come fa a tenerli in casa?"
Le due bestie le saltarono addosso e le fecero le feste.
-Si belli anch’io vi voglio bene, ma siete pesanti. Dovete essere più composte davanti ad un ospite- disse loro con la solita voce che si fa quando si parla con gli animali. “Wow! Questo lato da lei non me lo sarei mai aspettato” pensai trattenendo le risate.
I due cagnoloni si misero ad annusarmi e io allungai timidamente la mano per fare amicizia e mentre il San Bernardo la ignorò completamente il pastore belga cominciò a leccarla e dopo pochi secondi si alzò sulle zampe posteriori e raggiunse l’altezza del mio collo con il naso e leccò anche quello.
-Okami! Giù! Non saltare addosso a un nuovo ospite, cattiva! Scusala, adora i ragazzi… spero non ti abbia dato fastidio- disse imbarazzata.
-Tranquilla, mi piacciono i cani. E poi ha buon gusto- “ma che? Da dove diavolo ti è uscita! Bocca vuoi collaborare con il cervello?” non sapevo più dove sbattere la faccia per la disperazione.
-Ahah, non guarda la bellezza, ma quello che hai dentro, salta addosso a persone che si rivelano poi gentili. Scusa penserai che sono pazza…-
-Perché dovrei? A volte gli animali sono meglio degli uomini ed è bello vedere che c’è chi li ama così tanto- “cavolo sei proprio bella” pensai.
-Preparati perché io sono strana in tutto e tu hai voluto seguirmi in questo pomeriggio decisamente poco normale- mi sorrise divertita.
-Devo cominciare ad avere paura? Non potrai mica farmi morire, sono curioso di vivere un pomeriggio insolito- le sorrisi.
-Comunque, mi sono accorta che non sai ancora come mi chiamo, sono Silvia e loro sono Baku, la mia vecchiotta, e Okami, la tenerona. Piacere- disse ridendo.
-È un piacere conoscervi signorine. Posso sapere perché hai dato loro il nome di due demoni giapponesi?-
-Wow sei il primo che me lo chiede! Perché loro due sono delle piccole demoniette, Baku è arrivata per prima e quando lei dormiva con me non avevo più incubi così è diventata il demone che mi protegge dagli incubi. Okami, è arrivata un anno dopo e ha portato caos e aveva un comportamento tipico dei lupi così è diventata il demone lupo- quando parlava di Baku e Okami le si illuminavano gli occhi.
-Sei la prima persona che incontro che da un nome ai propri cani con un tale criterio- quando lo dissi mi guardò orgogliosa.
-Lo prendo come un complimento- rise lei
-Non vorrai restare qui tutto il pomeriggio con quello zaino sulle spalle!- le ricordai.
-Hai ragione! Scusa non ti ho nemmeno chiesto se hai bisogno di qualcosa! Hai sete? Devi andare in bagno?- era così gentile con me.
-No grazie, ti aspetterò qui mentre ti cambi e fai quello di cui hai bisogno..-
-Nemmeno per sogno! Vieni ti faccio aspettare per lo meno in camera mia- intervenne lei.
La segui per un lungo corridoio e per una rampa di scale arrivando così in una camera piena di disegni e manga, doveva proprio amare l’oriente. Mi stavo guardando intorno quando pensai “aspetta, ma se io sono qui in camera sua… lei dove si cambia? Qui?” diventai tutto rosso,  lei noto il mio cambiamento di colore e mi guardò con una faccia strana.
-Hai caldo? Vuoi che apra la finestra?- mi chiese
“Beata innocenza…” pensai
-No no tranquilla è tutto apposto- dissi ancora in imbarazzo.
-Okay, metto giù la mia roba e poi possiamo andare- disse indaffarata a mettere apposto il contenuto di quelle borse – Scusa ma ci metterò un po’, perché oggi avevo parecchia roba-
-Non ti preoccupare Okami mi farà compagnia- le risposi accarezzando Okami che scodinzolava felice, mentre Baku seguiva Silvia come la sua ombra. Poi lei si mise a canticchiare “Follow me” delle 2NE1 e i due cani si fermarono come se volessero godersi la sua voce. La scena si interruppe quando lei sentì la porta d’ingresso aprirsi. Si voltò spaventata e quello che disse spaventò me:
-Ti prego devi nasconderti! Ora! Ti supplico- Mi prese per un braccio e mi nascose nell’armadio, senza lasciarmi rispondere.
- Hol vagy?- Disse una voce femminile in una lingua che decisamente non era italiano.
- A szobamba, miert? Mit akarz?- rispose lei in quella lingua. La conversazione andò ancora avanti per un po’ con toni che non sembravano per niente amichevoli. Il tutto finì quando la portà sbattè violentemente e Silvia venne ad aprire la porta dell’armadio.
-A cosa ho appena assistito?- chiesi appena aprì la porta.
-Quella è mia zia e hai appena assistito ad un litigio- rispose lei vaga.
-Che lingua era!?- dovevo svelare l'arcano
-Ungherese, sono italoungherese e mia zia è ungherese trasferitasi in Italia- rispose lei tranquillamente
-Perchè avete litigato- volevo consolarla.
-Non sono affari tuoi- fu la sua risposta secca di lei.
-Scusa non volevo essere maleducato..- mi scusai imbarazzato.
-Non preoccuparti sono stata io la maleducata, ma ora andiamo prima che la vipera torni! Prendi il collare di Okami che usciamo.- mi lanciò un guinzalio rosa con degli ossi stampati sopra. Così lo misi a Okami e di corsa uscimmo di casa.
Una mezz’ora più tardi scopri che il nostro appuntamento consisteva nel andare nelle vecchie librerie a cercare alcuni volumi. Era davvero strana, una ragazza insolita che non solo era molto bella e molto sensibile, ma era anche intelligente. Non vedevo l’ora di conoscere tutti i suoi lati nascosti.
-Certo che avevi ragione, sei proprio strana!- Le dissi quando stavamo ormai uscendo dalla quarta libreria con svariate borse di libri.
-Io ti avevo avvisato- disse lei ridendo.
-Hai ragione, senti visto che a te piace così tanto leggere e io vorrei tanto imparare meglio l’italiano che ne dici se mi dai delle lezioni di questa lingua?-  „Che scemo!Non accetterà mai una proposta così da uno che conosce da appena due giorni”
-Perchè no? È proprio un’idea carina- Mi sorrise lei
Così alla fine di quella giornata, non solo avevamo avuto modo di conoscerci meglio, ma avevo trovato il modo per incontrarla ancora e spesso.

Buonasera gente! 
come promesso, in tempi record, ecco a voi il sesto capitolo. tranquilli che non sono impazzita Silvia e sua zia parlano una strana lingua che esiste, no, non me la sono inventata XD è ungherese. e vogliono dire "Dove sei?" e "Sono nella mia stanza, perchè? Cosa vuoi?" 
spero che il capitolo vi sia piaciuto e se volete lasciate una piccola recensione sarò entusiasta di rispondervi <3

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Capitolo 7
*** I'm coming for you ***


“I am still broken into parts
There is my mind there is my heart
Nowhere for me to run and hide”
The way back- One ok rock
 
Cap 7 I'm coming for you
Erano passati due giorni da quel mercoledì pomeriggio e SeungHyun mi aveva detto che non ci saremmo visti per una settimana perché domenica sarebbe partito. Così la mia routine era ripresa lenta e monotona, i soliti bulli e la solita Francesca insopportabile. Per fortuna avevo Silvia e JiHyon le mie due care amiche. Io e Silvia ci conoscevamo dalla  prima superiore e ci siamo avvicinate grazie al nostro nome. JiHyon si era trasferita nella nostra scuola in seconda e visto che era straniera e quasi tutti i gruppi si erano formati io e Silvia l'abbiamo fatta entrare nel nostro pazzo mondo e ora siamo inseparabili. Ma non avrei mai dovuto dire loro che ero uscita con SeungHyun perché, dopo aver conosciuto JiHyon, ci eravamo appassionate di kpop e mentre io lo ascoltavo senza star li a stalkerare vari cantanti, loro erano delle piccole investigatrici e di TOP sapevano pure il codice genetico. Da due giorni la frase che sentivo più spesso era: "ti rendi conto che sei uscita con Top dei Bigbang?!". Ormai lo usavano come intercalare e come virgola.
- Volete capire che siamo usciti come amici? Non montatevi troppo la testa! - stavo ripetendo per l'ennesima volta già sapendo che non sarebbe servito a niente.
- Ma lo sai che fortuna hai avuto?- cominciò JiHyon - Uno ne riconosci in tutte le band che ascolti e hai avuto la fortuna di trovarlo! Qui in questo paesino sperduto! Sarei per sempre il mio mito! - disse ridendo.
- Si... va bene JiHyon. Adesso l'abbiamo finita con queste cavolate? - dissi spazientita.
- Ma com'è? È bello come nei photoshoot? - chiese Silvia facendomi perdere tutte le speranze di accantonare questa storia una volta per tutte.
- Silvia cara, era molto bello quando te l'ho detto due giorni fa, dimmi come può in due giorni la mia mente forbiarsi tanto da ricordarlo brutto come un orco? - risposi sarcastica.
- Sei sempre la solita simpaticona! - disse Silvia abituata alle mie risposte non troppo carine.
- Comunque sei stata fortunata a non dover vedere Francesca per due giorni visto che è andata con i suoi a Parigi, ma quando torna dovrai prepararti alla guerra! Quella proverà ad amazzarti. Ma sei sicura che non abbia riconosciuto Top? - chiese JiHyon.
- È difficile riconoscerlo con i capelli azzurri, quando te li aspetti biondi, e una mascherina. Posso solo sperare di no-  dissi pensierosa.
- Allora sono più tranquilla anche perché sai che è peggio delle sasaeng! - disse JiHyon mentre Silvia annuiva.
La campanella interruppe la nostra conversazione e il resto della giornata trascorse tranquillo, fin troppo tranquillo, avevo un brutto presentimento: sarebbe successo qualcosa di brutto perché non poteva esserci una giornata tutta buona per me.
Alla fine delle lezioni dimenticai questo presentimento e, salutate le mie amiche, mi avviai verso la collina. Arrivata stesi la coperta e mi sedetti sopra. Tirai fuori il mio iPod e indecisa su che playlist scegliere optai per la riproduzione casuale ma venni interrotta da una chiamata improvvisa. Sul display c'era scritto Mattia "perché si fa sentire adesso? Sarà successo qualcosa di grave? "
~ Silvia, ciao come stai? ~ disse lui
- Bene e tu? È successo qualcosa? -
~ A me niente, ma devo dirti una cosa, promettimi che non ti preoccuparai troppo~ rispose grave lui.
- Così mi fai morire Mattia! -
~ Me lo prometti? ~ ripete lui
- Va bene, basta che mi dici tutto- risposi preoccupata.
~ La nonna è in ospedale e...~
- COSA?!- lo interruppi io, mi mancava l'aria.
~ Tranquilla non sta morendo, ha solo avuto uno svenimento per un po' di anemia. ~ cercò di rassicurarmi lui.
- Ma vive da sola come mai è all'ospedale? Si è fatta male cadendo? - chiesi preoccupata.
~ No era in centro vicino al trinity college e un ragazzo l'ha sorretta quando è svenuta~ rispose lui.
- Devo andare a trovarla, verrai anche tu? -
~ Ma la scuola?!~ mi rimproveró lui.
- Al diavolo la scuola! La nonna ha bisogno di me!- dissi urlando
~ Va bene vai, ma io non posso lasciare il lavoro scusa~ disse triste.
- Ciao Mattia- lo salutai in fretta dovevo comprare il biglietto aereo sperando di trovare un last minute.
~ Ciao, buon viaggio~ era triste la sua voce, era da troppo che non ci vedevamo e a uno mancava la presenza dell'altra e viceversa, ma c'era l'arpia di mia zia che ostacolava tutto e tutti.
Corsi giù dalla collina e avvertite Silvia e JiHyon che non sarei andata a scuola la prossima settimana, e avvertito Stefano che per impegni avrei iniziato ad andare alla OR solo la settimana successiva, arrivai a casa e preparai le valige con lo stretto necessario. Mi precipitati all'aeroporto in taxi e dopo un'ora arrivai e comprai un last minute che per mia immensa fortuna sarebbe partito tra tre ore. Mi misi in sala d'attesa e dopo un'ora di attesa e le altre due di check-in e fila salii sull'aereo e mi addetti al mio posto.
Stavo per mettermi le cuffiette, ma una voce mi chiese di spostarmi per potersi sedere vicino a me. Quando mi alzai riconobbi la persona di cui era il vocione e quasi mi mancarono i sensi.
-Tu! Qui! Ma queste sono coincidenze! - mi sorrise Top.
- E che coincidenze! - risposi ironica, ma lui non capì la mia evidente ironia perché continuò a sorridermi. Passammo un quarto d'ora senza parlare, ma poi arrivò la cosa che più odiavo dei voli: l'atterraggio! Cominciai a sudare e mi sentivo sempre più nervosa e Top se ne accorse perché mi prese la mano e me la strinse forte. Mi voltai verso di lui e mi guardò con un sorriso che mi rassicurò più di qualsiasi altra cosa al mondo.
- Non hai mai volato? - mi chiese per distrarmi
- Ho passato la mia infanzia a volare, ma l'atterraggio mi farà sempre paura- risposi un po' in imbarazzo.
- E perché stai andando a Dublino? - continuava a sorridermi.
- Vado a trovare una persona- risposi vaga e senza guardarlo, non volevo parlare di nonna con uno sconosciuto.
- Capisco- disse. Mi voltai a guardarlo "lui...non vuole sapere? Non insiste se non parlo troppo e rispetta la mia intimità? Esistono davvero queste persone? " mi chiesi e poi chiesi a lui:
- E tu cosa vai a fare a Dublino? -
- Un servizio fotografico e un po' di vacanza prima che quel rompiscatole di JiYong venga a stravolgere la mia routine per due settimane- rispose ridendo.
- GDragon viene nel mio piccolo paesino?!- ero stupefatta
- Si- mi guardò e poi mi indicò fuori dal finestrino -guarda siamo atterrati e non te ne sei resa conto-
Era vero! Sbarrai gli occhi e poi lo guardai: - Sei una specie di supereroe che soccorre le ragazze in pericolo signor Top? - dissi ridendo.
- Primo chiamami SeungHyun e secondo certo che lo sono- ridemmo insieme.
E il viaggio passò tra una chiacchera e l'altra. Scesi dall'aereo dovremmo separarci e mi precipitai dall'ospedale da mia nonna per quelle strade che conoscevo molto bene.

Buonasera :D pensavate mi fossi dimenticata eh? no invece! sono qui :D 
spero il nuovo capitolo vi piaccia e se lasciate una recensioncina farebbe mooolto piacere **
torno al mio caro epicuro XD ciao ragazzi 

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Capitolo 8
*** Mistery ***


Capitolo 8: Mysteries

"Non c’è più tempo
Forse fa male
Anche se non trovi le parole
Hai girato il mondo dentro un cuore"
Anche se non trovi le parole - Elisa

 
 
Pov Top
Mi guardai le mani "Mio caro SeungHyun hai avuto una di quelle fortune che non capitano più di una volta nella vita, le hai stretto la mano per tutto il viaggio. Non importa se sia stato per sua distrazione o perché le è piaciuto, l'importante è che l'hai stretta e le hai dato coraggio" pensai tra di me come se invece che una semplice stretta di mano avessi salvato la terra, ma in quel momento ero felice per quel momento speciale che avevo avuto.
" Ripensandoci non so nemmeno dove sia diretta! E se le succedesse qualcosa? Se venisse rapita o molestata? SeungHyun è tuo dovere seguirla e, in caso di necessità, soccorerla! " diedi le mie valige al mio assistente e partii alla rincorsa di Silvia. Pregando di non perderla di vista e di conseguenza perdermi per le strade di Dublino la raggiunsi e, a debita distanza, la seguii fino ad arrivare davanti ad un ospedale.
" Mio Dio, spero non sia successo niente di grave. E se fosse morto qualcuno dei suoi parenti? Sarei stato insensibile a farla ridere in un momento simile..." pensai ormai nel panico totale.
Entrai e mi ritrovai davanti ad un enorme bancone, che probabilmente era quello della reception. La vidi che chiedeva informazioni ad una delle tante infermiere. Mi avvicinai attentamente per ascoltare e sentii solo il numero di stanza: la 247. Così corsi e presi l'ascensore e la vidi che parlava ancora con l'infermiera. Raggiunsi il secondo piano e in pochi minuti raggiunsi la camera 247 e senti due persone che parlavano.
" Ma questo...non è coreano? Perché stanno parlando in coreano? Aspetta un attimo, ma questa non è la voce di DaeSung? Cosa... ma che diavolo ci fa qui? " ero sorpreso e volevo sapere di più, ma non potevo farmi scoprire da Silvia così mi nascosi dietro una pianta.
- DaeSungah non ti preoccupare per me! Starò bene giovedì ho solo avuto un mancamento - provò a rassicurare DaeSung la voce di una sconosciuta.
- Nonnina come posso stare tranquillo? Ammettilo è successo qualcosa tra te e quell'uomo!- affermò DaeSung.
- Figliolo di questo tu non ti devi occupare! Stai lontano da quel verme e proteggi la mia nipotina- la voce si era addolcita.
- Come posso farlo stando a chilometri di distanza? Lo sai che lei non deve avvicinarsi a Seoul! - disse lui sconsolato.
- Tranquillo presto tornerà a Seoul...-
- Come puoi dire questo nonnina? Lo sai te lo ha detto lei? - chiese allarmato il mio amico.
- No, ma il richiamo verso la corea per lei è troppo forte... presto tornerà. Ma ora vai che lei sta arrivando! Presto sarà qui e non deve ricordare ora! -
- Vado nonnina, stammi bene e goditi questa settimana con lei- disse DaeSung con voce spezzata e uscì dalla camera.
Lo vidi sbucare fuori, incrociarsi con Silvia e sparire nel corridoio e poi mi concentrai su Silvia che entrava nella stanza.
- Nonna! Come stai? - le sentii dire con voce preoccupata.
- Sto bene stellina mia- disse una voce anziana.
- Cosa è successo? Non mentirmi per favore...- stava già piangendo e mi si formò un groppo alla gola.
- Ho solo avuto un po' di anemia, amore, tutto qui - le rispose la vecchietta.
- Chi c'era con te? Lo conosco? Non mentire per favore...- chiese lei tra un singhiozzo e l'altro.
- No stella dei miei occhi, è un mio caro amico e un giorno te lo presenterò, ma non ora perché è tornato in Corea-
- Nonna tu hai solo la Corea in mente- disse lei finalmente ridendo.
- Ti ci è voluto un po' ma lo hai capito! - disse anche la vecchina ridendo.
- ...Nonna?.... - disse dopo pochi minuti Silvia.
- Dimmi amore-
- Mi racconti la storia del tuo incontro con il nonno? -
- Non ti stanchi mai di questa storia vero? - la prese in giro la anziana signora.
- Ti ci è voluto un po' ma alla fine lo hai capito- le rispose a tono Silvia e le due scoppiarono a ridere.
La donna parlava troppo forte e non capii nulla del racconto "Meglio così SeungHyun, è meglio che sia lei a parlatene se e quando ne avrà voglia. Non sono affari tuoi" pensai.
- Sai mi manca il tuo nonno- concluse la donna.
- Immagino nonna, manca a tutti...- la sua voce si stava incrinando.
- Amore, mi spiace interrompere il nostro bel momento, ma l'orario di visite sta terminando e tu dovresti riposarti. Prendi le chiavi di casa che sono nella borsa nel piccolo armadio e il biglietto del treno che ho e vai! - disse la nonnina e io corsi verso l'ascensore e in pochi minuti lasciai l'edificio. La vidi uscire e in poco tempo la raggiunsi.
- Ciao! Come stai? Non hai una bella faccia! È successo qualcosa? Hai trovato la persona che dovevi trovare? - le chiesi.
- Scusa SeungHyun, ma non è un bel momento... non voglio risponderti male...- mi rispose triste.
- Allora ti accompagno in silenzio-  le risposi.
- No, tranquillo non devi...- cercò di rifiutare la mia offerta.
- Sei matta? Non ti lascio girare per Dublino da sola! - le risposi
- Grazie-
Facemmo il tratto dall'ospedale fino alla stazione in silenzio, lei davanti e io dietro che non la perdevo d'occhio. Salimmo sul Trento dopo che ebbi comprato il biglietto e scendemmo a Howrth. Camminammo fino ad una casetta arancione acceso in una stradina di casette a schiera. Il vento era pungente nonostante fosse solo metà ottobre e la sentii che starnuti spesso. Per fortuna entrammo presto in casa e fummo accolti da un bel calduccio.
- Vuoi qualcosa? Hai bisogno del bagno? - mi chiese cortesemente lei.
- No grazie- le risposi guardandomi intorno. La casa era piccola e arredata in uno stile abbastanza moderno e le pareti erano ricoperte di foto di Silvia e di altri due ragazzi da bambini. "Era carina anche da piccola" pensai sorridendo.
La vidi arrivare dalla cucina con due tazze fumanti e me ne porse una.
- Ma... io...- cercai di dire.
- Devi pur avere sete o per lo meno ti scalderà! Qundi beve- mi ordinò lei.
- Va bene... E tu come stai? Meglio? - speravo di sentire che stava meglio, ma la vidi incupirsi e una lacrima le rigò la guancia destra.
- Oddio... scusa...non...dovresti...vedermi...così...- si scusò ormai in un fiume di lacrime.
Mi venne spontaneo abbracciarla e una volta tra le mie braccia scoppiò in lacrime senza più trattenersi. Restammo così tutta la notte e la consolai come meglio potei. Verso l'alba si addormentò con la testa sulle mie spalle e le braccia attorno alla mia vita. Io non avevo il coraggio di dormire volevo vegliare su di lei. La presi in braccio e la portai in camera da letto la stesi sul letto e mi sdraiai al suo fianco accarezzandole i capelli e alla fine la stanchezza prese il sopravvento e mi addormentai anch'io.

E sono tornata! Ebbene sì, babbo natale mi ha riportata qui con la sua slitta! *evita le uova*
spero che questi capitoli non siano noiosi, ma devo ancora arrivare nel vivo della storia... presto dovrei arrivarci e spero venga come vorrei...
per il momento aggiungo tanti bei misteri che vi fanno stare in suspanse e vi fa bene u.u
se volete commentare, anche solo per dirmi che dovrei ritirarmi in una caverna e vivere da eremita definitivamente invece che tornare con questi capitoli schifosetti, lasciatemi una adorabile recensione che le leggo volentieri.
buon natale in ritardo XD

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Capitolo 9
*** Sono fragile ***


Capitolo 9: Sono fragile

Sono fragile perché sono un nido caduto
sono fragile perché non ho più te
sono fragile perché sono seta nel fuoco
sono fragile perché non ho più te
Fragile- Fiorella Mannoia


La mattina aprii gli occhi e mi trovai a pochi centimetri il faccione di SeungHyun. Superato lo spavento iniziale, osservai attentamente il suo viso in tutti i suoi lineamenti. Era veramente mozzafiato. "Devo un favore a quest'uomo mozzafiato che ieri sera mi ha aiutata più di chiunque altro... ma cosa posso fare?... ci sono! Gli farò una buona colazione! Wow, sono proprio l'originalità in persona....speriamo bene..." pensai e mi alzai dal letto. Optai per una colazione alla coreana visto che mia nonna mi aveva insegnato tutto sulla corea e a SeungHyun aveva probabilmente nostalgia del suo cibo. Con qualche piccolo disastro riuscii a preparare tutto e preparai il tavolo. Quando mi voltai me lo ritrovai vicino alla porta che mi guardava e presi così tanta paura che stavo per far cadere i piatti. Ma SeungHyun fece uno scatto e li prese al volo poco prima che si frantumassero.
- Mio Dio! Grazie, hai salvato i piatti di mia nonna- dissi sollevata.
- Prego, non so da dove ho tirato fuori questa agilità, ma prego- disse e ci mettemmo a ridere.
- La colazione è pronta e salva grazie a te quindi possiamo mangiare invece che pulire- risi.
- Grazie, hai fatto la zuppa di alghe! La adoro! Ma a dire la verità il cibo italiano è il mio preferito...- aveva già la bava alla bocca solo al pensiero.
- Mi spiace pensavo ti mancasse il cibo coreano e che non ne potessi più di colazione dolce...-mi scusai.
- Ma figurati! Hai fatto tutto questo per me ed è un dono bellissimo- mi fece il sorriso più bello del mondo.
- Dai mangiamo che ho una fame...- dissi dopo essermi ripresa da quel sorriso magnetico.
Ci mettemmo a tavola e cominciammo a mangiare. Per la maggior parte del pasto rimanemmo in assoluto silenzio, poi SeungHyun interruppe il silenzio e il discorso che cominciò non mi piaceva per nulla.
- Adesso che sei calma... si, insomma... mi spieghi perché stavi piangendo? Cosa è successo se posso chiedere? -
- Per ieri sera ti chiedo scusa, ho avuto un crollo emotivo. Venerdì ho saputo che nonna era stata male ed era all'ospedale, essendo lei l'unica famiglia che mi è rimasta oltre a mio fratello e mio cugino ho avuto paura di perderla. Poi quando l'ho vista li su quel letto di ospedale mi si è stretto il cuore e ho capito quanto poco tempo io e lei abbiamo passato insieme in questi cinque anni e quanto io non possa fare niente nel caso lei si faccia male o stia male. Mi sono sentita una egoista e una cattiva nipote. Quindi sono scoppiata a piangere sia per la preoccupazione che per i sensi di colpa e mi dispiace di averti coinvolto in qualcosa che non ti riguarda...- stavo per piangere di nuovo " Che stupida che sono! Non osare piangere davanti a lui! Il tuo dolore lo tieni per te!"
- Io vorrei che non mi vedessi come un estraneo che con te non c'entra nulla, è vero ci conosciamo da poco, ma vorrei che mi considerassi come un amico, uno di quelli pronti a venire se hai un problema anche se sono le tre di notte, quelli che ti offriranno una spalla su cui piangere sempre e a cui puoi dire tutto senza mezzi termini- il suo discorso mi lasciò a bocca aperta, era così dolce che mi fece scappare una lacrima.
-Non so cosa dire... io... sono grata per quello che mi hai detto, sei una persona fantastica, ma io non sono abituata a fidarmi della gente...- risposi in imbarazzo.
- Dovresti, non dico al primo che passa, ma alle persone che si interessano a te dovresti dare una possibilità! - mi sorrise lui.
- Grazie...davvero... per tutto- gli sorrisi.
Finimmo la nostra colazione in silenzio, poi SeungHyun se ne andò perché aveva un set fotografico, ma mi promise che una volta terminato quello sarebbe venuto a prendermi e avremmo fatto un giro per Dublino.
Verso le due andai a prendere mia nonna in ospedale, perché ritenevano che potesse tornare a casa in quanto ripresasi molto bene. Arrivata a casa si accorse di un certo disordine che io da sola non avrei potuto fare, mi guardò con sospetto e poi mi prese per mano, mi fece sedere sul divano con lei e passò all'attacco- Hai trovato il ragazzo? E l'hai pure portato in casa mia? - chiese e capii di essere nei guai fino al collo. "Dove diavolo è SeungHyun quando serve? Perché non è telematico e non viene a salvarmi?" Stavo sudando dal nervoso.
- No nonna! Ma cosa vai a chiedermi! IO! Il ragazzo! Che bella battuta- risi forzatamente.
- Non fare la stupidina! Io e te ci diciamo sempre tutto! Non puoi nascondermi queste cose!- mi rimproverò con gentilezza. "Si nonna ci diciamo tutto, ma come ti spiego che ho pianto per tutta la notte perché mi sentivo in colpa? Con che faccia tosta avrei il coraggio di farti preoccupare? "
- No nonna, non era il mio ragazzo, era un mio amico che non aveva prenotato l'hotel per ieri sera e ha dormito qui- "Va bene così, in fondo è una mezza verità" pensai.
- Ti stai addolcendo cara, sono felice di saperlo-
- Eh già...No! Aspetta cosa!?- la guardai confusa.
- Fino a qualche mese fa non avresti fatto amicizia con nessuno e non avresti portato in casa nessuno se non i tuoi amici della band e le ragazze, ma suppongo non sia nessuno di loro visto che non hai fatto nomi- mi sorrise dolce.
- Tu dici? Non mi sento troppo diversa, ma questo ragazzo... lo conosco da qualche giorno e già ha sconvolto tutto...-sorridetti ripensando agli ultimi giorni.
- Si chiama amore a prima vista- aveva lo sguardo fisso alla finestra e gli occhi persi nel vuoto, "Chissà cosa le ho fatto tornare alla memoria..." pensai guardandola "Aspetta! Cosa? Amore? A prima vista!!"
- Nonna sei pazza!? Cosa ti viene in mente? Amore a prima vista?! Lo sai che non credo a quelle assurdità! - stavo quasi urlando dallo stupore.
- Tesoro calmati, le questioni di cuore ti colpiscono all'improvviso e senza preavviso- mi sorrise ancora.
- No nonna, io non mi sento innamorata e continuerò a non credere a queste cose- la rassicurai, o stavo rassicurando me stessa?
- Sei uguale a me... nemmeno io ci credevo, ma il nonno mi ha aperto gli occhi- aveva un sorriso malinconico mentre riportava a galla quei bei ricordi.
- Non è detto che a me capiti la stessa fortuna- sorrisi amara.
- Qualsiasi cosa accada ti assicuro che troverai colui che ti ruberà il cuore e alla mia età il ricordo di voi due ti farà sorridere come sto facendo io- disse tenendo fisso lo sguardo alla finestra.
- È l'augurio più bello che potessi farmi nonna- lo era davvero...
- Quello che ogni madre o nonna dovrebbe augurare ad un figlio o ad un nipote...- mi guardò con il sorriso più sincero che mi avesse mai rivolto.
- Se non avessi te io sarei persa, potrò mai ringraziarti abbastanza?- appoggiai le ginocchia al petto e ripensai a quello che noi due avevamo passato insieme: la morte di mamma, la scomparsa degli zii per me e di un figlio per nonna, la fuga di papà dopo la morte del nonno e tutte le botte che mi ero presa per la mia sfacciataggine che lei aveva dovuto curare con tanto amore.
- Io e te tesoro siamo diamante puro, nessuno potrà più scalfirci tranne la morte...- mi strinse la mano e mi diede un bacio in fronte.
- Non dire sciocchezze nonna quella nera signora starà alla larga da te per molto tempo ancora altrimenti dovrà vedersela con me! - le presi le mani, la guardai negli occhi e ci mettemmo a ridere.
Questo momento venne interrotto dal suono del campanello. La nonna andò ad aprire e si ritrovò difronte ad un SeungHyun tutto in tiro che subito si scusò pensando di aver sbagliato casa, ma lo fermai prima che nonna chiudesse la porta.
- Aspetta nonna è un mio amico! SeungHyun non hai sbagliato casa! - urlai  per farmi sentire da lui ormai a metà vialetto.
- Oh! Quindi lei è tua nonna? L'hanno dimessa presto!- le sorrise cordialmente- mi congratulo per la bellissima casa, spero che stia meglio- fece un leggero inchino.
- Non osare darmi del lei! Mi fai sentire vecchia! Comunque ti ringrazio e si sto molto meglio ora che mia nipote è qui con me- lo fece accomodare sul divano in salotto.
- Nonna tu sei vecchia! - intervenni prendendola in giro.
- Piccola ingrata! Guarda che ti diseredo!- ci mettemmo a ridere.
SeungHyun ci guardava stupito, non si aspettava che mia nonna sapesse perfettamente il coreano e io ci provassi. Era un'espressione impagabile e allo stesso tempo buffussima. Io e nonna lo guardammo e scoppiammo nuovamente a ridere.
- Ma voi sapete...- provò a dire indicandoci con un dito sospeso a mezz'aria e l'espressione da pesce lesso.
- Eh già! - annuimmo io e mia nonna insieme.
- Cavolo Silvia sapevo che mi riservavi ancora molte sorprese, ma questa!- sorrise ancora un po' stranito.
- Nonna noi andiamo a fare un giro, penso che dovrò raccontargli moolte cose!- feci un occhiolino a mia nonna, presi la giacca e dopo che SeungHyun ebbe salutato mia nonna con svariati inchini uscimmo.
- Sei un piccolo cilindro Silvia! Non so mai quando e se farai uscire un coniglio o una colomba.- disse mentre ci avviamo verso il Trinity College.
- Fatta! Ho un futuro assicurato- lo presi in giro.
- Scherza scherza, ma non ascolterai la mia teoria- rispose a tono lui.
- Sai mia nonna era fissata per la Corea e alla mia età vi si è trasferita e ha conosciuto mio nonno e dopo varie peripezie, che ti racconterò più avanti, si sono sposati e hanno avuto due figli e hanno vissuto lì. Mio padre era un mercante di oro e argento e ha continuato a viaggiare portandosi dietro anche la mia famiglia, ma ora è tutto molto diverso...- diavolo quanto tempo era passato da tutti quegli avvenimenti disastrosi.
- Perché parli al passato? Cosa è successo? - mi chiese preoccupato.
- Mia madre è morta in circostanze ignote quando avevo dieci anni e da allora mio padre è cambiato e alla morte del nonno sei anni fa è impazzito e scappato...- non avevo voglia di parlare di quel periodo, ma di lui potevo fidarmi.
- Mi dispiace, so che non basta, ma sappi che se hai bisogno di parlare io ci sono-
Dopo questo non dissi più nulla e il pomeriggio passò in fretta girando per la città e visitando i vari edifici e perdendosi per le vie di Temple Bar.

Ta-da!! Sorpresona!!! Surprise!! Uberraschung!! ok la smetto
Ecoo a voi il regalo di natale a santo Stefano XD
volevo pubblicare prima, ma ho avuto delle complicazioni, del tipo internet che non va e subito dopo computer rotto... ma visto che sono riuscita a rubarlo a mio fratello ho deciso di farvi una sorpresa <3 spero vi piacciano i due capitoli, sperando di non aver fatto troppi errori grammaticali o di battitura, e sappiate che una recensione è ben accetta <3
Ancora buon natale in ritardo <3

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Capitolo 10
*** New and old friends ***


"Maybe it’s all a dream. Even your appearance before my eyes.
What’s the truth? Because I don’t know for sure. Where’s the truth?
It’s painful…fade out…"
Sherlock- SHINee

Capitolo 10:New and old friends
TOP POV
Ormai era lunedì e la settimana a Dublino era passata troppo velocemente. Io e Silvia ci eravamo trovati spesso, quasi ogni giorno e avevamo fatto i turisti. Lei conosceva ogni piccola via ogni monumento e io che la seguivo e potevo osservarla ora che finalmente era felice. Al ritorno in aereo eravamo nuovamente vicini e mi ritrovai a pensare a lei, cosa che in quella settimana mi era accaduta spesso. Pensai che probabilmente lei in italia non era felice, lo potevo dire guardandola in volto come la sua espressione cambiava man mano che l'aereo si muoveva, lei voleva sicuramente rimanere in Irlanda o scappare da quel paese che forse le stava stretto ormai. Ma tenni questi pensieri per me e decisi di chiedere consiglio a JiYong.
Proprio lui aspettavo in aeroporto da ormai una mezz'ora tanto che cominciavo a stancarmi, ma quando stavo pensando di andarmene e lasciarlo da solo lo vidi arrivare in compagnia di Chaerin. Aveva di nuovo scambiato colore di capelli, ora erano biondo platino tenuti a caschetto. Andai loro in contro prima che potessero far danni, o meglio prima che JiYong potesse far danni. Ci salutammo, ma rimandammo le chiacchiere a dopo visto che erano stanchi dopo tredici ore di aereo e un cambio di aereo per cui avevano atteso qualche ora. Prendemmo un taxi e dopo un'ora arrivammo al dormitorio dove i due si recarono il mio letto e vi rimasero per tutta la mattinata e alle tre del pomeriggio si svegliarono.
Dopo quattro ore di sonno e occupazione del mio letto, i due si degnarono di parlarmi.
-Come stai hyung?- chiese JiYong stropicciandosi gli occhi impiastrati di sonno.
- Finalmente dopo sei ore me lo chiedi- lo guardai ridendo – sto bene, solo mi mancate-.
- per il momento ti faremo compagnia qualche settimana, ma comunque entro breve tornerai in Corea, il tuo anno qui è praticamente finito- mi sorrise Chaerin.
- Tengo duro solo per quello…- sorrisi amaro
- E per una certa ragazza…- rideva sotto i baffi JiYong. Lo fulminai con lo sguardo “non ha tutti i torti, anzi non ne ha proprio” e fulminai me stesso per quello che avevo pensato.
- Hyung a me non puoi mentire! Dong Wook mi racconta tutto- mi guardà con sguardo di riprovero cercando di mantenersi serio, ma gli era impossibile.
- La conosco da appena qualche settimana come potrei provare qualcosa per lei?- ridetti nervosamente.
- A volte basta meno di qualche giorno. Per l’amore tutto è possibile- lanciò uno sguardo complice alla sua ragazza. Li invidiavo molto, riuscivano a stare insieme nonostante gli impegni e la segretezza della loro relazione. E io? Non riuscivo nemmeno a dire a Silvia che mi piacerebbe uscire con lei…
- Ti stai di nuovo abbattendo vero?- Chaerin interruppe il mio silenzio.
- Quella ragazza, Silvia, mi piace molto, ma non voglio sembrarle strano confessandole tutto dal momento che ci conosciamo da pochissimo tempo. E poi lei è una persona da trattare con delicatezza, non si fida del primo che passo e non ha la giusta considerazione di se stessa anche se è bellissima…- confessai loro,
- Ma non ha passato i provini per la OR? Presto verrà in Corea e potrete conoscervi meglio e, se continuerai a provare questo sentimento, e se riuscirai a guadagnarti la sua fiducia, potrai dichiararti- Chaerin trovava sempre come tirarmi su di morale.
- JiYong, sei sicuro di meritarti una ragazza così gentile? Chaerin non perdere tempo con uno così meriti di meglio- JiYong si finse offeso, mai poi si unì alle nostre risate.
- Vi ringrazio, siete degli ottimi amici- feci loro un sorriso.
- Ma cosa ringrazi a fare! Non abbiamo fatto nulla di che! Questo ed altro per un amico- mi sorrisero
- Ma questa ragazza ce la farai conoscere?- chiese Chaerin
- Tra un po' verrà a provare con la band e la conoscerete pienamente. Solo quando canta riesce ad esprimersi.-
- È importante che un cantante riesca ad esprimere i propri sentimenti in una canzone, forse ha solo bisogno delle persone giuste per lasciarsi andare- disse Chaerin.
- Glielo auguro- ci speravo davvero ed era la prima volta che mettevo una persona, che non fossi io, al primo posto nei miei pensieri.
- Hyung! Quando iniziano le prove? - mi chiese JiYong
- Tra mezz'ora dobbiamo essere lì, quindi direi di prepararci per arrivare in orario- dissi guardando l'orologio- vi lascio così potete prepararvi. Niente cose zozze! -
Uscendo dalla camera li sentii ridere.

Dopo mezz'ora eravamo davanti alla sala prova principale davanti alla quale trovammo Stefano che aspettava la band.
- So perché siete qui piccole pesti! Andate a nascondervi, altrimenti Silvia fa dietrofront e non la vedo mai più- ci fece un occhiolino. Ci andammo a nascondere dentro la sala dietro alle poltrone all'estrema sinistra. Dopo poco li vedemmo entrare.
- Grazie per questa opportunità Stefano-  disse un ragazzo alto e magro fin troppo vicino a Silvia "Staccati brutto infame! " gli lanciai uno sguardo assassino che non poté percepire.
- Abbiamo brutte notizie, solo io e Silvia possiamo firmare il contratto gli altri non hanno possibilità... ci dispiace- si scusò lo smilzo.
- Mi dispiace... la soluzione che propongo è di formare un duo voi due che verrà completato da altri due ragazzi a cui farò il provino una volta in Corea-
- Se devono essere nella nostra band preferirei essere io a scegliere- disse Silvia distaccata.
- Come preferisci mia cara- le sorrise Stefano - cominciamo il riscaldamento ragazzi? -
- Certo! - risposero in coro.
Dopo molti esercizi per aumentare la propria vocalità cominciarono a cantare alcune canzoni che Stefano assegnava loro. La prima fu Don't touch me di Ailee* che, per richiesta del vecchio, fu cantata solo da Silvia, la seconda, cantata solo dallo smilzo o meglio rappata, fu One of a kind di JiYong. Sapeva rappare molto bene e vidi che JiYong lo stava studiando come non faceva da tanto tempo con nessuno. Alla fine della canzone Stefano spiegò loro che voleva testare la loro conoscenza del coreano oltre che la loro voce. Dovetti ammettere che erano bravi.
Come terza canzone fece eseguire loro Rod di JiYong e Chaerin che interpretarono molto bene. Finita la canzone uscimmo per non origliare altri discorsi che non ci pertinevano.
Ci sedemmo su una panchina e discutemmo su cosa avevamo appena sentito.
- Quella ragazza ha una voce molto chiara e ha un buon fiato anche quando fa acuti difficili. Ma nemmeno il suo amico scherza, non ho mai sentito qualcuno interpretare così bene una mia canzone e poi come la riarrangiata mi ha colpito- disse JiYong mentre la sua ragazza si diceva d'accordo con quello che diceva.
- Hai avuto un buon gusto- mi sorrise Chaerin- sembra simpatica una volta che si affeziona a te-
-Anch'io ho avuto questa impressione- disse JiYong.
Vidi le porte della sala aprirsi e Silvia uscire da sola. Mi venne istintivo salutarla e invitarla lì con noi.
- Ehi Silvia! Cosa fai non mi saluti?- le dissi quando vidi che ci stava superando senza accorgersi di noi.
- Oh! Ciao SeungHyun, cosa ci fai qui? - disse avvicinandosi.
- Dei miei amici sono arrivati da poco- dissi indicando i due vicino a me-e gli sto facendo fare un giro per la struttura. Tu sei venuta alle prove? - le chiesi
- Si sono qui per quelle, ci ha dato quindici minuti di riposo e poi riprendiamo... ma i tuoi amici mi stanno guardando in modo strano....- mi voltai e notai che la stavano guardando troppo.
- Ragazzi lei è Silvia, Silvia loro sono JiYong e Chaerin o meglio conosciuti come G-Dragon e CL- dissi in coreano questa volta.
- Spero vi prenderete cura di me! -fece un inchino.
- Ragazza è troppo formale! Non siamo mica i genitori di SeungHyun che devono darvi il permesso di sposarvi!- mi voltai di scatto rosso di imbarazzo e lo guardai in malo modo "JiYong stai esagerando".
- Scusate, sono abituata al coreano formale ormai, non più a quello informale- disse ridendo. Per fortuna lei non l'aveva presa male.
- Nessun problema, ma non sei una nostra fan? - chiese Chaerin.
- Ecco, non sono brava con il ricordarmi le facce e ascolto le canzoni per le parole o perché mi piacciono, non per il cantate...- disse in imbarazzo.
- Penso tu sia l'unica! Mi stai proprio simpatica, vieni andiamo a farci un giro e lasciamo i ragazzi parlare con calma- disse Chaerin prendendola sotto braccio e trascinandola via.
- Che l'iniziazione abbia inizio...- disse JiYong attirando l'attenzione su di lui.
- Cosa vuol dire?- chiesi confuso.
- Chaerin ci tiene che tu possa trovare una ragazza decente e vuole testarla... spero non sarà troppo cattiva con lei-
- E non me lo hai detto! Sono spacciato, non mi parlerà più!- presi la testa tra le mani.
- Non la ucciderà mica! Se è quella giusta rimarrà fidati- JiYong mi mise una mano sulla spalla.
- Me lo auguro... anche perché sarà sempre più difficile la nostra relazione se dovessimo frequentarci...-
- Già...-

Anche se in ritardone buon 2016 a tutti!!
Vi risparmio il fatto che sono in ritardo tanto ormai è una cosa scontata XD
i personaggi non so se siano realmente così,ma li ho rappresentati come immagino siano. Spero il capitolo vi piaccia e vi avverto che tra qualche capitolo ci sarà una grande svolta :D
Un abbraccio a tutti e vi auguro che sia una bella settimana <3
P.S Se recensite vi do un biscottone :3

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Capitolo 11
*** The way you smile ***


Behind your back, people are talking
Using words that cut you down to size
You wanna fight back, you’re out in the open
You’re under attack but your spirit’s not broken
You know it’s worth fighting for
Unbreakable Heart - Three Days Grace

Capitolo 11 The way you smile

CL POV
Ci avviammo fino a raggiungere la sala prove e ci sedemmo su una delle poltroncine. Silvia non aveva più detto niente e sembrava nervosa. Quella ragazza mi faceva tenerezza, SeungHyun aveva detto che non era brava ad esprimere i propri sentimenti o a dimostrare affetto alle altre persone, però quando canta riesce ad esprimersi a pieno. Quando la guardavo vedevo in lei la me stessa prima del debutto, la tipica ragazza che vuole dimostrarsi forte ed autonoma, ma che sa di avere bisogno di persone che le diano una mano o anche solo sostegno morale. Anch'io non volevo avere legami con le persone fino a quel giorno. “Non pensarci! Non hai bisogno di rattristarti”
-Sai Silvia, tenersi tutto dentro non fa bene...-
-Non mi consoci nemmeno e cerchi di darmi consigli?- disse fredda.
-Non fare la superiore, ognuno di noi ha bisogno di sfogarsi e so che nemmeno tu puoi farcela da sola. Non ti sto certo dicendo di venire a dirmi i tuoi segreti più intimi, ma forse dovresti fidarti di più delle persone invece che lanciare loro sguardi sospettosi. Lo hai fatto con me, come lo stavi facendo, anche se meno evidentemente con SeungHyun. Dagli una possibilità e vedrai che non ti farà del male-
-Pensi che sia facile fidarsi per me? Almeno mi conosci per potermi dire come vivere? Pensi di poter venire qui e farmi il bel discorso e cambiare il mondo? Certo che vi basta poco per credervi chissà chi! Se posso fidarmi di lui lo giudicherò da me, va bene? Pazzesco, si credono tanto importanti..- se ne stava andando via scocciata.
-Cosa hai detto? Pensi davvero che io sia venuta qui a schioccare le dita e darti degli ordini? Non mi permetterei mai, come non mi permetterei di montarmi la testa solo perchè ho un po' di fama. Io sono qua in vece di una normale ragazza che vuole dare un consiglio ad un'amica.- la fermai prendendola per un braccio.
-Non siamo amiche, ci conosciamo appena da qualche minuto. Se fidarmi di lui lo giudicherò io stessa se sia una persona affidabile- mi rispose a tono.
-So che è difficile fidarsi, credimi, ci tengo ad averti come amica, lo so che è abbastanza illogico visto che ci conosciamo da poco, ma siamo più simili di quanto pensi- si voltò e mi guardò negli occhi e poi si sedette.
-E' difficile fidarsi quando per tanto tempo incontri solo persone che si prendono gioco di te... credimi ho solo bisogno del mio tempo per capire se sia una persona affidabile... per quanto riguarda noi due, ti chiedo scusa, ultimamente non faccio che litigare con persone che nemmeno conosco... possiamo ricominciare da capo?-
-Certo! Che ne dici se dopo le prove ci troviamo e mi fai fare un giro per la città? SeungHyung è simpatico,ma non è una brava guida- ridemmo insieme.
-Non che ci sia molto da vedere, ma per me va più che bene, solo che devo andare a casa per prendere i miei cani, hanno bisogno della loro passeggiata giornaliera...-
-Io amo i cani! Anche JiYong ha uno sharpei ed è adorabile- ridemmo insieme prima di essere interrotte dall'entrata di Stefano e del ragazzo alto che era con Silvia prima.
-Scusa la mia pausa è terminata, devo andare a provare, ma se vuoi puoi rimanere ad ascoltarmi- mi sorrise e poi si alzò per correre verso gli altri due.
Sentii delle mani posarsi sulle mie spalle e presi uno spavento, ma poi capii che era JiYong che poi si sedette accanto a me insieme a SeungHyun. Entrambi mi guardarono curiosi di sapere di cosa avessimo parlato. Li liquidai con un sorriso e le prove di Silvia mi salvarono da spiegazioni noiose.
-E' quella giusta- mi limitai a dire.
Silvia e il suo amico interpretarono varie canzoni e noi tre dopo un'ora uscimmo dalla stanza per lasciarli finire le prove e discutere con calma. Spiegai loro che avevo deciso di uscire con Silvia per conoscerci meglio e che loro non erano graditi. Li salutai velocemente e andai a cambiarmi nella stanza di SeungHyun. Mi misi una mascherina ,un capello e un paio di occhiali da sole per coprire il mio viso e non farmi riconoscere, anche se non eravamo in Corea la prudenza non era mai troppa.
Quindici minuti dopo mi trovavo all'uscita della sala prove ad attendere Silvia che arrivò pochi minuti dopo con due cani enormi.
-Come fai a non farti trascinare da queste due bestie?- chiesi prendendo il guinzaglio del San Bernardo.
-Ahah non ti preoccupare sono delle brave bambine. Lei è Baku e questa è Okami- mi sorrise.
-Posso tenerla io? Mi sembravi in difficoltà anche se non lo ammetti.- le feci una linguaccia e lei si mise a ridere.
-Posso chiederti com'è SeungHyun. Non vorrei farmi un'idea sbagliata su di lui- disse timidamente.
-Sai io, JiYong e SeungHyun ci conosciamo da quattro anni e so dirti per certo che è una persona incredibile, anche se tende a non parlare di se e tenersi tutto dentro, sa come consolarti e cosa dire nel momento giusto. La prima volta che l'ho visto ero alla mensa della YG. In quel periodo nessuno dei due aveva ancora avuto il proprio debutto e io ero evitata da tutti perchè ritenevano ingiusto che fossi entrata nell'agenzia con la certezza che avrei debuttato quando loro dovevano faticare e comunque rimanevano trainee senza la certezza del debutto. Lui si sedette vicino a me e si presentò. Ciò creò molto scalpore nei presenti che cominciarono a discutere animatamente. Lui si alzò e disse che non avrebbero dovuto giudicarmi se nemmeno sapevano la mia storia e che il presidente non faceva entrare persone a caso. Si zittirono subito tutti e da allora in molti vennero a scusarsi anche se c'è ancora gente che mi odia. Per me è stato un grande amico e non penso riuscirò mai a ripagarlo per quel gesto.- i vecchi ricordi mi fecero sorridere.
-Ma allora perchè sembri più interessata a JiYong?- alla domanda mi voltai sorpresa.
-C-come...hai fatto a capirlo??- le chiesi.
-Ho visto come vi guardavate durante le prove e che vi tenevate la mano-
-Non devi dirlo a nessuno- la pregai
-Tranquilla, però dovreste stare più attenti, anche se non siete in Corea alla OR potrebbe girare qualche vostro fan e anche qui in città- mi disse sorridendomi.
-Lo so, ma a volte è difficile doversi nascondere da tutti...- confessai triste.
-Immagino, come vi siete conosciuti, se posso chiedere.-
-La nostra storia è cominciata dopo il suo debutto. La troppa fama lo fece cadere in una forte depressione e anche se si mostrava felice e senza pensieri questo essere considerato dalle persone solo perchè ora era famoso lo faceva stare malissimo. Io personalmente non lo conoscevo e il suo modo di comportarsi per cui voleva sembrare amico di tutti mi dava sui nervi e proprio per questo volevo stargli il più lontano possibile. Ogni volta che SeungHyun provava a presentarmelo trovavo una scusa per scappare. Le poche persone che ancora mi odiavano videro, in quel periodo, un motivo in più per odiarmi visto che conoscevo TOP dei Big Bang e arrivarono a fare delle cose terribili. Quel giorno due ragazze chiesero di parlarmi e mi portarono sul tetto della YG. Non avrei mai dovuto seguirle, mi lanciarono addosso delle uova marce e mi spinsero fino al bordo del tetto e dicendomi cose orribili che nessuno merita di sentirsi dire provarono a buttarmi giù. Per fortuna JiYong quel giorno aveva scelto di farsi un riposino in un angolino del tetto e svegliandosi alle mie urla venne a salvarmi. E quando domando il motivo delle azioni le ragazze gli risposero che minacciavo la carriera dei Big Bang con la mia presenza e la mia amicizia con TOP. Avresti dovuto vedere la faccia di JiYong era schifato e arrabbiato. Le scacciò in malo modo e disse loro che se dovevano essere quel tipo di fan potevano anche disiscriversi al loro fanclub. E più o meno in quel momento capì che ero innamorata di quel ragazzo così gentile che non si era montato la testa per il successo e che era pronto ad aiutare il prossimo. Io lo aiutai ad uscire dalla depressione e lui mi aveva salvato la vita. L'anno del mio debutto diventammo fidanzati anche se dobbiamo tenerlo nascosto.- quei ricordi fecero scendere una lacrima che gli occhiali e la mascherina nascosero.
-Quelle persone non meritano di essere considerate tali! Chi si credono di essere? Saresti una fan migliore delle altre e ti permetti di far del male ad una persona? Ti chiedo scusa se prima ti ho data dell'egocentrica, a quanto pare ho fatto quello che odio venga fatto a me: giudicare senza sapere...- era così carina.
-Non ti preoccupare, nemmeno io mi sono comportata troppo bene nei tuoi confronti- cercai di consolarla- comunque non ci pensare troppo, ora va tutto bene e quelle persone mi evitano-
-Sai, mio papà era un uomo di affari e ci costringeva a cambiare città spesso e io ho imparato molte lingue e ho sviluppato la capacità di apprenderle molto facilmente. Ma non è facile fare amicizia quando tutti ti giudicano perchè sei straniero e non accettano il fatto che tu sappia tante lingue. Cinque anni fa mio padre mi ha portata qui da mia zia ed è sparito definitivamente. Qui ho trovato delle persone pessime salvo alcune eccezioni che non sopportano il fatto che sappia già coreano meglio di loro e che sia arrivata a rovinare loro i piani. Per fortuna nel tempo ho imparato a difendermi, ma mi hanno preso di mira in troppi e anche se faccio box da tanto tempo non riesco a difendermi da sei persone contemporaneamente...-
-Fai box? Che bello! Deve aiutarti a sfogare un sacco di energie!-
-Si moltissime! Stasera ho lezione quindi tra un po' ti devo lasciare, spero ci rivedremo presto- mi sorrise
-Guarda come cambia la situazione-ridemmo insieme.
-Le prime impressioni sono delle brutte bestie! - disse lei tra una risata e l'altra.
-Ti ridò Baku così puoi tornare a casa a prepararti. Ci vediamo Silvia- ci salutammo con un abbraccio e la guardai attraversare la strada.
"È proprio la ragazza giusta per SeungHyun" pensai avviandomi al dormitorio.

Buondì! cercherò di essere più regolare, anche se non prometto niente visto che la scuola mi succhia tempo e voglia. Spero che questo capitolo da un punto di vita un po' diverso vi possa piacere e vi avverto che più avanti ne arriveranno altri dal momento che non mi piaceva l'idea che i punti di vista fossero solo quelli di Silvia e di Top. Fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni :)
Un bacione e buona settimana a tutti <3

 

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Capitolo 12
*** Sensazioni ***


 

Miageta yozora no sukuriin ni wa
Kazoe kirenu hodo no hikari ga.
Ima mite iru sono kagayaki wa mou
Boku ga umareru haruka
mae mukashi no.
(Osservo lo schermo del cielo notturno,
ora che riesco a notarne la luminosità.
Adesso vedo le innumerevoli luci del
passato che risalgono a molto prima
della mia nascita)
Memories - One Ok Rock


Capitolo 12: Sensazioni

La sera dopo la mia lezione di box e una bella doccia mi stesi sul letto. Baku mi saltò addosso e si mise al mio fianco. Okami si mise in fondo al mio letto come al solito. Così potevo finalmente dormire, ma vi erano troppe cose che mi tenevano sveglia. "Come si può fare una cosa del genere ad una persona? Le sasaeng fan sono proprio orribili... anche se ha trovato l'amore, ma spero di non trovarlo così." Mentre pensavo a queste cose mi addormentai.
La mattina dopo andai a scuola con Silvia e JiHyon. Con un po' di coraggio raccontai loro cosa mi era successo il giorno prima.
-T-tu hai incontrato G-Dragon?!!- mi guardò con occhi sgranati JiHyon.
-Così ti cadranno gli occhi- dissi ridendo per la sua espressione.
- Hai anche incontrato CL e ci hai parlato per qualche ora. Insomma lei è la tua idol- mi scosse per le spalle Silvia.
- A parte che loro sono persone normali e non sono alieni. Li ho incontrati ieri, ma li rivedrò per le prossime settimane e non posso fare gli occhi a cuoricino e osservarli per tutto il tempo senza dire niente. Sarebbe inquietante!- a queste parole le due ragazze si calmarono.
- Hai ragione, però ammetti che è un po' strano come incontro- disse Silvia
- Insomma sono G-Dragon e CL !- aggiunse gesticolando JiHyon.
- Dai ragazze prossimamente ve li presento- sorrisi loro.
- Davvero?!- chiesero in coro e alla mia risposta positiva si misero a saltellare in tondo. Io ridevo per quella scena insolita.
Nel frattempo avevamo raggiunto l'edificio scolastico e le ragazze provarono a riprendere un comportamento normale, ma non era nel loro DNA.
- Ci hai reso la giornata più bella! - mi ringraziarono.
- E come potrebbe? È solo una poveraccia è vi avrebbe migliorato la giornata? - si intromise Francesca.
- Ma per piacere nemmeno tu la puoi rovinare ormai!- Silvia la guardò male.
- Mi pare che attorno a voi stiano succedendo cose troppo strane... Prima il principe azzurro della principessina qui e poi la vostra euforia. Per non parlare del fatto che Silvia stia venendo a scuola abbastanza frequentemente.-
- Non possiamo essere felici? E tu non puoi farti gli affari tuoi? - le risposi
- Una bella dose di affaracci tuoi! - sottolineò JiHyon.
-Intanto vi calmate stronzette! Fate tanto le sostenute, ma mica state nascondendo un attentato alla regina dell’Inghilterra!- si mise ad urlare Francesca.
-Tipetta, stai cominciando a darmi sui nervi!- le dissi stringendo i pugni.
-Cosa vuoi farle?- si intromise Edoardo il suo fidanzato, nonché la vanità in persona.
-Credi che abbia paura di farti il culo?! Solo tu hai paura di essere picchiato infatti chiami i tuoi amici ad aiutarti- lo presi per il collo della felpa, ma Silvia mi fermò prima che potessi tirargli un pugno nello stomaco.
-Silvia non ti conviene sei già stata 57 volte dal preside quest’anno e siamo solo a metà novembre!- mi disse Silvia.
-Puoi dargli una lezione dopo!- mi prese il braccio JiHyon.
-Tranquille mi è passata la voglia di dargli una lezione, troppa crema per il viso mi ungerei le dita…- feci ridere le mie amiche. Ci voltammo e li lasciammo lì pietrificati.
La campanella ci avvisò che mancavano cinque minuti alla lezione e corremmo in classe. La professoressa entrò proprio quando io e le altre ci sedemmo. Le ore passarono e io di ascoltare la lezione di quella di coreano non avevo voglia, anche perché aveva una pessima pronuncia e non sapeva insegnare. E per mia grande gioia avevamo due ore di fila con quella nana isterica. Isterica perché mi odiava per il semplice fatto che ero nata in corea e sapevo la lingua meglio di lei e questo non poteva accettarlo.  Al mio ennesimo sbadiglio cominciò ad urlare:
-Signorina come ti permetti! Pensi di essere così brava da mancare di rispetto alla professoressa? Non ti piace come insegno? Bene vieni qui a spiegare tu la lezione!-
Stavo per alzarmi e fare la lezione al suo posto quando la porta si aprì ed entrò il preside. “Mamma mia! E’ diventato indovino e sa anche quando deve venire qui perché ne sto per combinare una delle mie” pensai ridendo.
-Professoressa *** c’è una persona che sta cercando Silvia..-
-Quale delle due?- dicemmo io e Silvia in coro.
-Quella che viene sempre a trovarmi…- mi sorrise il preside.
-Non la lascio uscire quella fannullona, se questa persona ha qualcosa di tanto urgente da dirle venga in classe a farlo. Ah Jinja!- urlò la professoressa isterica.
-Eccomi qui! Sono venuto a prendere Silvia da questa gabbia di matti- disse una voce maschile in perfetto coreano facendo sgranare gli occhi alla professoressa. E la prof fu seguita da tutta la classe quando questo entrò in classe. E anch'io per poco non cascai dalla sedia. Era JiYong! "È impazzito?! Avrei dovuto avvisarlo che qui tutti lo conoscono... la mia vita è rovinata! Mi chiederanno tutti il suo autografo e faranno i ruffiani... "
-Silvia! Vieni ti portò in un bel posto! Ho già firmato tutto possiamo andare- gli altri ci guardavano increduli, ma data la pronuncia veloce e molto nasale non penso potessero capire troppo- per fortuna!-.
-Ma oppa! Non puoi piombati qui! Davanti a tutti senza nessun travestimento! Magari c'è pure Chaerin unni e fate la coppietta felice!- Urali disperata. Lui corse a tapparmi la bocca.
-Sei pazza? Non puoi urlarlo così! - mi disse e successivamente tolse la mano.
-Si scusa perché piombare nella mia scuola così e farsi riconoscere da tutti è normale...- lo guardai malissimo.
Rise grattandosi la nuca. Poi mi prese libri vari e li infilò in cartella. Mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla classe dopo aver fatto un inchino alla prof e al preside.
Eravamo fuori da quel posto e solo allora mi chiesi cosa diavolo potesse volere da me JiYong che mi conosceva solo da un giorno e già si permetteva tutta quella confidenza.
-Scusa se mi permetto, ma cosa vi ho fatto di male? - mi voltai verso di lui.
-Perché scusa? - mi guardò interdetto.
-Prima il tuo amico piomba qui, mi scombussola la vita! Poi tu che arrivi nella mia scuola e per di più in classe mia e mi fai fare un infarto. Adesso non smetteranno di darti fastidio e verranno da me per il tuo autografo... Dovresti essere abbastanza grande per rendertene conto!- a queste parole si voltò verso di me.
-Cosa? Puoi ripetere?- disse con la faccia di uno che ha appena visto un fantasma.
-Ho detto che ormai non hai bisogno della mamma che ti dica cosa fare o non fare!- era sordo o cosa?
-Io e te ci conosciamo già?- se ne uscì come se non avessi detto niente.
-Come potrebbe mai essere possibile? Tu sei una celebrità coreana e io una comune ragazza italiana quando mai potremmo esserci incontrati?- lo guardai con una faccia scocciata.
-La frase con cui mi hai sgridato prima! Quella me la diceva sempre una bambina che conoscevo con cui ho perso i contatti… purtroppo non ricordo il suo nome… uffa che rottura!.-
Quello che provocò in me quella frase è difficile da spiegare. Vidi un susseguirsi di cose che sembravano un sogno, ma troppo nitide per esserlo. Vidi un bambino che mi salutava e si presentava, ma no sentii il suo nome. Lo rividi poi che mi afferrava le mani e che mi diceva di seguirlo mentre mi portava su un tappeto elastico. “Oppa” fu l’ultima cosa che sentii detto da una voce di bambina.
-Silvia! Cosa ti succede? Stai bene? Silvia!!- sentii JiYong che mi chiamava e qualcosa che mi strattonava e tornai in me stessa.
-Scusa ho appena avuto un sogno ad occhi aperti- mi scusai.
-Tutto apposto? Sei sicura?- domandava mentre annuivo- Che tipo di sogno era? Ti capita spesso?-
-A dire il vero questa è la prima volta… non lo ricordo bene, era molto confuso, ricordo solo un bambino niente di chiaro- mentii, per parlarne con qualcuno prima dovevo accertarmi di cosa volesse dire quello che avevo visto.
-Capisco… immagino tu non abbia voglia di parlarne… Ma le tue lezioni sono sempre così? Ho sentito la tipa urlare da due classi prima della tua!-
-A volte è anche peggio! Quella è fuori di testa, non sa parlare e se dico qualcosa si arrabbia e mi manda sempre dal preside. Ormai io e Roberto siamo migliori amici…- dissi ironica.
-Assurdo… assumo davvero gente così?-
-Anche di peggio!- mi guardò perplesso –Parliamo di altro che è meglio, perché volevi vedermi? - chiesi guardandolo.
-Non mi piaceva l'idea che avessi potuto conoscere tutti bene tranne me..-si grattò ridendo.
-Tutto qui? E ti sei praticamente giocato il fattore di incognito per conoscere meglio la sottoscritta? Ho già un debito enorme con te cavolo! - dissi ridendo mentre mi guardava perplesso.
-Che debiti? Io non voglio avere debitori! - disse confuso.
-Mica sono soldi, mi hai semplicemente salvata da altre ore infernali in quella classe! - dissi indicando nella direzione dell'edificio che ormai avevamo perso di vista. Finalmente capì e si mise a ridere.
-Hai una bella risata- dissi senza pensarci.
-Oh! Mi avevano detto che eri una tranquilla, ma qui ci stai già provando!” rise JiYong.
-Cosa!? Ma sei ubbriaco o cosa? Era solo una costatazione!- dissi arrabbiata e imbarazzata.
-Scherzavo! Era per rompere il ghiaccio!- si scusò lui.
-Non mi sembra il modo giusto per farlo…-
-Va bene, scusa sarò più attento la prossima volta- mi sorrise lui.
-Come se no sapessi che tu e Chaerin avete una storia!-
-Cosa?! – stavolta fu lui ad avere un infarto.
-Niente mi sfugge e poi ieri me lo ha detto Chaerin. Tranquillo non dirò niente a nessuno- sorrisi complice.
-Davvero? Grazie mille!- mi ringraziò con un inchino profondo.
-Siamo pari no?- dissi.
-Perché?- mi guardò confuso
-Mi hai salvato da quella scuola e io non dirò il tuo segreto ad anima viva- lo guardai come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ma come farai ad evitare i miei fan che cercheranno di squartarti per avere un autografo?- come osava guardarmi divertito quando la situazione era così grave!
-Non andrò a scuola per qualche giorno e tornerò quando avrò una scusa plausibile-
Avevamo fatto quasi tutto il corso principale della mia città con qualche fermata del signorino a guardare le vetrine ammirato. Come se fossero le sfilate di Gucci o Dolce e Gabbana. Non pensavo che avrei avuto un incontro simile con il leader di una delle mie band preferite, mangiando una pizza al trancio in mezzo ai piccioni vicino alla Basilica. Almeno potevo dire di aver avuto una giornata diversa dal solito.


Domenica scorso ho dimenticato di pubblicare (complimenti ribo -_-) per questo oggi pubblicherò il capitolo di domenica scorso e domani un altro.
Arrivano i misteri :D spero di averlo reso abbastanza integrante <3
chiedo ancora scusa per il ritardo, ma tra formule fisiche, Galilei e mineralogia ero leggermente fusa XD
un buon finde a tutti quanti :D<3

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Capitolo 13
*** Obbligo o verità ***


 

I remember when
We used to laugh
And now I wish those nights would last
Those nights - Skillet 

 
 
 



TOP POV
In quelle sei settimane avevamo prima salutato JiYong e Chaerin, poi lei aveva cominciato a frequentare regolarmente le prove e provava anche ad andare a scuola ogni giorno, ma proprio non la sopportava. Invece noi avevamo dato via alle mie lezioni di italiano e andavo a casa sua spesso. Era la cosa che aspettavo per tutto il giorno, amavo le sue lezioni, spesso restavo per ore a meno che non avesse lezione di boxe o sua zia non tornasse troppo presto. Anche se per quello la soluzione era che mi chiudeva nell'armadio, ogni volta che il pericolo era scampato scoppiavamo a ridere. A parte queste interruzioni le nostre lezioni erano suddivise in scrittura, lettura(spesso di classici) e parlato, ma quello lo sperimentavo ogni giorno. Ultimamente stavamo leggendo un episodio della Gerusalemme liberata, di cui non capivo nulla, ma quell'episodio mi aveva colpito in particolare: la morte di Clorinda. Una frase in particolare  'gli occhi tuoi pagheran di quel sangue ogni stilla un mar di pianto'. Come poteva una persona essere così soddisfatta in un primo momento? Nemmeno Silvia aveva trovato risposta a questa domanda... lei quando si trattava di amore cambiava subito discorso. Cosa poteva passare in quella testa complicata? I misteri della vita, il più grande: le donne.
Nelle ultime settimane questo piccolo mistero vivente non aveva fatto altro che fare a botte con i ragazzi che avevo incontrato il giorno in cui la vidi per la prima volta, a volte le risse cominciavano per il carattere di lei un po' troppo irascibile. Dopo averci riflettuto avevo deciso di parlarle, anche se rischiavo un bel pugno in faccia dovevo farle capire che picchiare le persone non può essere la soluzione a tutto. La aspettavo come al solito davanti a scuola per accompagnarla a casa sua e, nonostante le proteste da parte sua, mangiare con lei per non farla sentire troppo sola. Vedevo nei suoi occhi quella solitudine che spesso le persone sole provano dopo la fama e volevo proteggerla da quella sensazione. L'unico modo era quello.
- Stai di nuovo navigando nel tuo mondo fantastico?- Silvia interruppe i miei pensieri.
- No sto progettando come intrufolarmi a casa tua, nonostante tu non voglia, anche oggi- lei rispose con un sonoro sbuffo.
Mi prese il braccio e mi trascinò in un posto meno esposto.
- Guarda che ce la faccio da solo, ormai so dove andare! Ogni giorno la stessa storia, non vuoi che mi riconoscano e mi trascini qui...- sbuffai io
- Senti mi è bastato il tuo amico JiYong  a fare un casino! Per lui ho saltato sue settimane di scuola aspettando il nuovo scandalo non voglio perderne altre due perché qualcuno ti riconosce...- disse puntandomi il dito al petto.
- Prometto che non farò nulla di imprudente- cercai di rassicurarla.
- Certo, perché venire davanti a scuola  mia senza cammuffarsi è prudentissimo- mi guardò snervata.
- In un mese nessuno mi ha riconosciuto, qualcosa vorrà pur dire!- le rinfacciai io.
- Questo te lo concedo, ma non prenderla con troppa leggerezza!- mi ammonì lei
- Restiamo qui o ci avviamo? Avrei fame e devo sapere come finisce quell'episodio della Gerusalemme liberata!- mi volta e con la coda dell'occhio la vidi ridere.
Solito percorso fatto in silenzio, solita Silvia che pensava alle sue cose senza troppa voglia di parlare. In poco tempo avevo imparato a capire che mentre camminava o affrontava un viaggio in macchina non amava parlare, voleva pensare alle sue cose e a me andava bene visto che anch'io ero uno di poche parole. Ma oggi dovevo infrangere una delle sue due regole d'oro.
- Silvia, vorrei parlarti di una cosa...- cominciai titubante.
- Dimmi...- mi volevo proprio male, lo capivo dal suo tono di voce.
- Perché hai così paura della gente da dover reagire con la violenza?- "via il dente via il dolore" pensai.
- Perché la gente è inaffidabile...- "che risposta sarebbe?" La guardai interdetto.
- Dovresti dare una possibilità alle persone... almeno fino a capire se veramente sono dannose..-
- Credi che non lo sappia? Avrei bisogno di cambiare... molte cose, ma il coraggio manca- disse lei e io cominciai a pensare ad un modo per darle una mano.
Il tragitto continuò in silenzio. Entrati in casa le diedi una mano a sistemare alcune cose mentre lei cucinava per noi due (visto che io ero un completo disastro con i fornelli).
- Senti oggi possiamo fare uno strappo alla regola e fare un gioco?- le chiesi sornione.
- Ho paura di quello che uscirà, ma va bene- mi sorrise.
Finimmo il pranzo con calma mentre Silvia mi raccontava della sua giornata scolastica. “Le solite cose: Silvia e Jihyon che cercano di estrapolarle informazioni su di me, prof rompiscatole che la mandano in presidenza, Francesca che fa la acida e la solita rissa con Giorgio e i suoi amici stupidi” penso mentre lei parla “le sue giornate sembrano fatte con lo stampino”.
-Temo di averti perso qualche minuto fa SeungHyun- dice sventolandomi la mano davanti agli occhi.
-Scusa sai che mi distraggo facilmente…- la guardai complice.
Lei si mise a ridere scuotendo leggermente la testa. Di lì a poco finimmo di pranzare e andammo in camera sua sotto lo sguardo vigile dei cani che ormai alla mia presenza ormai si erano abituati alla mia presenza. Entrati in stanza lei si sedette sul suo letto seguita dai due bestioni e io optai per il divano situato accanto al suo letto.
-Allora che gioco vorresti fare?- mi chiese appena mi fui accomodato.
-Obbligo o verità- le sorrisi sornione.
-Cosa!? No no e ancora no! Sei pazzo è un gioco senza senso!-
-Hai paura?- la presi in giro.
-Di cosa?- disse indispettita.
-E allora se è senza senso perché non vuoi giocarci?- la provocai ulteriormente.
-Che sia una cosa veloce- ci riflesse qualche minuto e poi aggiunse – posso cominciare io?-
-Certo scelgo verità- dico prevedendo la domanda.
-Ti sei mai innamorato di una fan? - chiese lei dopo averci pensato un attimo.
-Ad essere sincero no, non ne avrei avuto il tempo tra impegni personali, concerti, programmi a cui partecipare e quel poco di riposo che mi spetta. Non avrei avuto tempo di innamorarmi in generale... Obbligo o verità?-
-Verità- rispose pensierosa.
-Perché sei tanto diffidente?- le chiedo getto e la domanda sembra turbarla per un attimo, ma subito mi risponde:
-È una bella domanda...non penso di riuscire a spiegarlo a parole. Un tempo era diverso, ma poi sono arrivata qui e mi sono sentita quella diversa che con gli altri non centra nulla. Ho avuto molte brutte esperienze e pian piano ho capito che posso fidarmi solo di me stessa. In fine ho imparato a difendermi da sola con la boxe- la guardai e pensai a quello che anch'io avevo provato e pensai che senza l'aiuto di Stefano avrei fatto la stessa fine di Silvia anche se per il mio carattere non mi sarei mai permesso di usare le mani. -Obbligo o verità?- tagliò l'aria poi.
-Direi obbligo- dissi dopo aver riflettuto sul fatto che non mi avrebbe mai potuto dare un obbligo troppo cattivo.
-Ti obbligo ad essere meno protettivo con me!-
-Ma che obbligo sarebbe?!- la guardai confuso.
-Senti niente polemiche! Ogni volta che giriamo insieme sembri il mio bodyguard invece che un amico. So difendermi da sola, vorrei un po’ di fiducia-
-E va bene… Obbligo o verità?- le chiedo
-Non so se fidarmi e scegliere obbligo o se lasciar perdere e procedere con verità…- mi guardò per qualche secondo –me ne pentirò ma obbligo-
La guardai soddisfatto “Ci sono riuscito prima di quanto pensassi!”
-Ti obbligo a fare una cosa pazza. Come… tingerti i capelli di blu!-le sorrisi.
-Cosa? Non ha senso come cosa, è irrazionale!- mi guardò scettica.
-Appunto! Per un attimo smetti di essere razionale e fai una pazzia. Se non adesso quando?- provai a rassicurarla.
-Ma perché? So che dopo me ne pentirò. E poi cosa penserà la gente di me?-
-E a te cosa dovrebbe importare? Tu sei tu a prescindere da cosa gli altri dicono o pensano di te. Se passerai tutta la vita ad evitare di fare le cose per paura di cosa pensano gli altri sarà come se tu non avessi mai vissuto!- mi guardò combattuta tra il buttarsi e il rimanere razionale.
-Tu sei pazzo, e fino a qui nulla in contrario, il problema è che mi stai trascinando nella tua pazzia. Non penso di essere pronta…-
-E’ questo il punto! Pensi, pensi e sai fare solo quello! Per una volta prova a buttarti e fregartene. E poi è un obbligo-
-E va bene! Se poi mi pento vengo a cercarti e ti picchio- la convinco finalmente.
-Non te ne pentirai- le sorrido –chiamo Giacomo e sento quando possiamo dare vi alla tua piccola pazzia-
-Va bene, muoviti che così poi continuiamo- la sentii dire prima di uscire dalla stanza con la chiamata già avviata.

-Cosa?! Questa sera stessa?- esclamò.
-Ha un piccolo buco e per me lo fa volentieri- le dico sperando che accetti anche perché io ho già effettivamente detto di si.
-Va bene, prima lo faccio e meglio è almeno non ho il tempo per pentirmi.- disse rassegnata.
-Vuoi che continuiamo?- le chiesi per cambiare argomento.
-Si, tanto peggio di così non può andare… toccava a te, obbligo o verità?-
-Sei sempre così ottimista- risi guardandola, stava sorridendo anche lei- direi che per oggi gli obblighi sono sufficienti, quindi verità-
-Perché hai scelto di fare il rapper pur sapendo che ciò ti avrebbe tolto ogni possibilità di avere una vita amorosa?- “colpito e affondato”
-Il fatto che non mi sia mai innamorato- “ che grandissimo bugiardo che sei”- non è mai stato così devastante- “fino ad adesso”- perché ho sempre saputo che sto facendo qualcosa che ho sempre desiderato e che in molti non hanno la possibilità di fare. Per quanto potrebbe mancarmi penso a tutto quello che provo sul palco e dove sono arrivato grazie alle fan e penso che per l’amore c’è tempo.-
-Ma non sei più un bambino e se un giorno dovessi pentirti?- mi chiede a brucia pelo “come se non lo sapessi… tu mi farai pentire di tutto ciò e io non posso farci niente…” penso amareggiato.
-Ogni cosa a suo tempo e se anche se avessi sbagliato non ho tempo per pentirmene. E anche se qualcuno la pensa diversamente ceste mia vita, mie decisioni…- forse ero stato stronzo, ma non ho mai sopportato che le persone mi giudicassero o mi dicessero cosa fare della mia vita.
-Ho capito che è meglio se cambiamo discorso, vai con la domanda- sembrava comprendere quel mio stupido orgoglio.
-La cosa più strana che ti sia mai capitata?- le chiesi perché avevo voglia di ridere e smettere di deprimerci.
Parlammo per diverse ore fino a che non arrivò l’ora dell’appuntamento con Giacomo…


Ta-da colpo di scena :D non saprete cosa succede fino al prossimo capitolo. Grazie mille per tutti i lettori che hanno letto la mia storia perchè aver raggiunto le 1000 visualizzazioni mi fa commuovere :') continuate a segure la storia e se lasciate un commentino piccolino mi farebbe moooolto piacere.
E se succedono cose strane non prendete paura sto sperimentando nuovi formati e nuovi stili :D

 

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Capitolo 14
*** Passato e novità ***


지루함에 익숙해져
특별함을 잊었잖아
이제 천천히 고개를 들어 줘
내 두 눈에 입 맞춰
You were so used to being bored, you forgot about the specialness
Now slowly lift your head
Kiss me on my eyes
View - SHINee

Capitolo 14: Passato e novità Silvia POV (l'amica)
-CHE. COSA. HAI. FATTO?- la guardai stupita - Dimmi che fine ha fatto la Silvia razionale che non fa pazzie-
-Mi spiace, ma quella Silvia è la stessa che hai davanti...- nonostante me lo avesse ripetuto svariate volte ancora non riuscivo a concepirlo -te lo avevo detto che prima o poi avrei fatto una pazzia-
La guardai e poi mi guardai intorno, tutti fissavano quei capelli turchesi. Era insolita come cosa in una cittadina piccola come la nostra. Piccola ma soprattutto chiusa alle novità.
-Perché blu?- le chiesi tornando a guardarle i capelli.
-Me lo ha detto lui...poi non mi veniva altro colore e quando il parrucchiere mi ha chiesto di che colore li volessi l'ho guardato e ho pensato che a lui quel colore stava bene perché non fidarmi...- stava cominciando a parlare a vanvera.
-Qualcosa mi puzza... non è che hai preso una cotta per lui?- a quelle parole si voltò verso di me come se l'avessi accusata di aver ucciso un uomo.
-Da dove ti escono certe cose! A me non piacerebbe un tipo come lui con quel bel sorriso e con occhi profondi come quelli. Sempre gentile con ne e con cui mi sento così bene- sembrava una frase ironica eppure era fin troppo seria.
-Ma ti sei sentita? Sembra che tu mi stia prendendo per i fondelli.-
-Sono seria!- rispose lei stizzita.
-Seria... lo stavi descrivendo come la persona migliore al mondo e poi mi hai detto che non ti piace...e io dovrei crederci?- stavo cominciando ad arrabbiarmi.
-Lo ammetto forse mi piace un po', ma lo conosco da troppo poco tempo per dirlo con certezza...- "Lo ha ammesso! Signore grazie" esultai in silenzio.
-Praticamente vivete insieme. Vi vedete ogni giorno e per lunghe ore, vorresti dirmi che lo conosci poco? E poi l'amore arriva senza chiedere il permesso alla tua ragione- dissi indicandole la fronte.
-Già ma adesso basta che siamo davanti a scuola e se qualcuno ci sente poi non avrò più pace per il resto della mia vita scolastica- mi sussurra e io le rispondo con un "ok" silenzioso.
Entrate in classe e avendo due ore di matematica e fisica di cui non capisco niente mi ritiro in meditazione spirituale. Penso a Silvia e tutto quello che ha passato. "La sua vita sembra perfetta per fare la trama di un drama.
Nata in una famiglia agiata ha vissuto la sua vita tranquillamente con suo fratello e suo cugino in Corea fino al 21 agosto del 1994. Quel giorno sua madre e i suoi zii ad una cena a cui Silvia, Matteo e Filippo non potevano partecipare perché troppo piccoli, mentre il padre e i nonni erano impegnati quella sera. La notte tornando la macchina per cause misteriose uscì fuori strada e i tre morirono sul colpo. I tre bambini che avevano tre, sette e cinque anni non ricordano molto solo due particolari: la nonna materna che piangeva disperata per la perdita delle sue due figlie e del cognato a cui era tanto affezionata, mentre il padre non aveva pianto ne dato segni di tristezza per dare forza agli altri membri della famiglia. Dopo tale evento Silvia Matteo e Filippo legarono moltissimo, tanto da considerare Filippo un terzo fratello. Questi sono gli unici dettagli che Silvia ricorda, poichè a sette anni subì un gravissimo incidente che la mandò in coma per quasi un anno e al risveglio non si ricordava nulla del suo passato. Il ritorno alla normalità è stato lungo e doloroso per lei visto che nessuno andava a trovarla (Matteo e Filippo erano troppo piccoli, il padre girava per affari, i nonni materni erano tornati nel paese natale, l'Ungheria, mentre le condizioni di suo nonno paterno erano gravi e la nonna non si fidava di lasciarlo solo). Solo una persona la andava a trovare tutti i giorni: NamJoon un ragazzo che affermava di essere un amico di lunga data. Lui le raccontava tutto quello che poteva ricordare e che lei gli aveva raccontato. Lui le ha letteralmente salvato la vita. Un anno e mezzo dopo Silvia è stata dimessa e proprio quando pensava di poter tornare alla normalità ha scoperto che il padre aveva intenzione, dal momento che anche i suoi nonni paterni si erano trasferiti in Irlanda, di far venire i tre bambini con se nei suoi viaggi di affari. Quindi prima rimase in Cina per tre anni e mezzo, in Giappone per uno e mezzo  e in Irlanda dalla nonna e il nonno per uno. Proprio in quell'anno successe l'ennesimo fatto spiacevole, il suo nonno paterno morì per un infarto e ciò scatenò una serie di eventi che per Silvia sono rimasti sempre incomprensibili. Suo padre l'ha presa e portata qui in Italia proprio nel momento in cui sua nonna aveva bisogno di lei, dopo averla portata l'ha lasciata da sua zia promettendole che entro pochi mesi sarebbe tornato a prenderla e doveva capire cosa era successo agli altri nonni che da mesi ormai non entravano in contatto con lui. Quei mesi sono diventati un anno e ora sono cinque anni che aspettava il ritorno di suo padre. Cinque anni in cui non è riuscita ad ambientarsi in questo paese che è il paese di origine di sua nonna e di suo padre, ma che a lei è sempre stato stretto e scomodo come un maglione di lana ispida. Per fortuna l'ho potuta conoscere e avvicinare, io e lei siamo simili forse non per il passato, ma non ci apriamo facilmente e poter vedere che di me si fida è bellissimo. E adesso che è arrivato SeungHyun che sta riuscendo a farla stare meglio spero che Silvia riesca a superare i suoi traumi... I capelli blu" mi misi a ridere e solo dopo realizza che eravamo nel mezzo della lezione di Filosofia e che, oltre al fatto che mi ero distratta per due ore e un quarto, tutta la classe si era girata a fissarmi come se fossi io ad avere i capelli blu.
-Chiedo scusa! Continui pure con la spiegazione professore - gli feci gesto di continuare.

-Tu sei tutta matta!- mi accusò JiHyon alla fine delle lezioni.
-No, perché? Solo perché si è messa a ridere dal nulla durante la bellissima spiegazione di Cartesio?- disse ironica Silvia.
-Ya! La volete finire? Sapete che odio filosofia!- le richiamai irritata scatenando le loro risate
-Allora venite con me alla OR? Stiamo provando una nuova canzone- domandò Silvia.
-Certo! E lo chiedi pure?- certe volte io e JiHyon eravamo fin troppo coordinate nel rispondere alla nostra unni(si era la più vecchia, aveva un anno in più) ci facevamo paura.
-Bene perché SungHyun ci aspetta fuori- io e JiHyon ammicchiamo l'una all'altra -Volete finirla?- ci ammonisce Silvia.
- Aspetta, ma dove eri finita questa mattina? - chiesi a JiHyon per cambiare argomento.
-I miei genitori cominciano ad essere sempre più insistenti con il discorso del trasloco e abbiamo litigato questa mattina... ho dovuto correre per non arrivare in ritardo per questo vi ho chiamate dicendovi di non aspettarmi- giusto, presto JiHyon sarebbe tornata in Corea...
-Hai spiegato loro che vorresti finire la scuola per non perdere l'anno- cercò di rassicurarla Silvia.
-Ma cosa vuoi che spieghi loro? Non gli interessano i miei discorsi hanno solo voglia di tornare a casa e stare con gli amici che non vedono da tempo...-disse rassegnata lei.
-Non ti preoccupare ci parleremo noi con loro- le sorrise Silvia.
-Si tanto Silvia sta tanto simpatica ai tuoi, li convincerà di sicuro- afferma e loro inizialmente mi guardarono male, ma poi ci mettemmo a ridere tutte e tre. Uscite da scuola io e JiHyon ci mettemmo alla ricerca di un ragazzo alto con la chioma blu e gli occhi a mandorla. Ma non lo trovammo.
-Ciao ragazze!- ci salutò un Top con i capelli neri.
- Ma...- provai a dire stupita.
-Eh già, abbiamo fatto a cambio- disse ridendo Silvia.
-Allora come ci si sente ad essere al centro dell'attenzione?- disse Top prendendola sotto braccio. Io e JiHyon li seguimmo ridacchiando da brave fangirl.
-L'avete finita di ridere? Vi ho sentite starnazzare per tutto il viaggio- ci sgridò una volta arrivate all'edificio, ma era ancora tutta rossa in viso per l'imbarazzo.
-Non so se offendermi o se continuare a starnazzare- disse JiHyon e dopo mi lanciò uno sguardo di intesa.
-Io direi che potresti lanciare una nuova moda! Il blu dei capelli si intona al rosso peperone del tuo viso- continuai intuendo cosa JiHyon volesse dire.
-Voi due avete una intesa che fa paura- disse coprendo il viso con le mani.
L'arrivo di Fil la salvò da quella situazione. I due ci salutarono e seguirono Stefano in sala prove. Stefano per i ragazzi era diventato come uno zio anche se Silvia non volesse ammetterlo. Soprattutto con lei, capiva quando qualcosa non andava , che per il carattere che aveva Silvia era una vera e propria impresa, e , anche se gli era ancora ostile, le dava un grande sostegno morale.
Io e JiHyon decidemmo di saltare le prove e farci un giro per l'edificio in cerca della fauna maschile. Dopo tre ore di ricerche e  scarsi avvistamenti ci sedemmo alla caffetteria per chiacchierare.
-Non credi che dovremmo prendere esempio da Silvia e cercarci un ragazzo?- intavolai il discorso.
-Appena torno in Corea apro la caccia ai fighi coreani!- disse con la faccia da pervertita.
-Vorrei poter fare lo stesso, ma in Francia- piagnucolai accasciandomi sul tavolo.
-Mi chiedevo proprio quando avresti ricominciato a lamentarti- mi prese in giro Silvia che ci aveva appena raggiunte. JiHyon si mise a ridere.
-Ma unni anche voi vi lamentate!- era proprio snervante quando faceva così.
-Si di te!- si erano messe d'accordo le due -è un modo per volerti bene- disse JiHyon notando la mia faccia.
-Lecca piedi...- mormoro indispettita.
-Scansa fatiche! Siete venute qui per “vedere le prove”- dice imitando le virgolette con le dita- Vedo! Non sapevo che le prove fossero itineranti… magari con un pubblico maschile- calcò l’ultima parola.
-Ma era una canzone nuova, avrete passato tutto il tempo a ripetere le stesse parti ripetutamente… che noia!- dissi con la faccia da cucciolo.
-Che sfacciata! Lo sai che con me quella faccia non funziona!-
-Ehi Silvia pensa che così si troveranno un fidanzato di lamentarsi con te- intervenne Fil che era appena arrivato.
-Però Fil! Volevo sentire il parere di qualcuno di esterno…- disse coccolosa, l’unico con cui lo faceva era suo cugino.
-Ahh la mia orsetta!- disse con gli occhi a cuoricino mentre le pizzicava le guance.
-Sembrate una coppietta!- rise JiHyon.
-Ma lo siamo! Non lo vedi- disse Fil e la abbracciò. Era strano vederlo così di solito era sempre per i fatti suoi.
-Sei l’unico a cui permette di fare così quando hai uno dei tuoi attacchi di dolcezza- io e JiHyon lo invidiavamo un po’.
-Sì perché chissà quando ricapita uno dei suoi attacchi, vero barbone?- gli tirò la barba.
-Per favore sembrate una coppietta- disse schifata JiHyon –Scusate devo scappare se voglio poter continuare a vivere- corse via.
-Anche noi andiamo prima che la zia ci sgridi- Silvia e Fil si avviarono.
Io rimasi li a guardarmi attorno, uscii dalla caffetteria e vidi Top che stava dormendo su una panchina. Mi avvicinai a lui e guardai il suo viso dormiente, mi sentivo una stalker, fino a che non aprì un occhio. Indietreggiai spaventata mentre lui si alzò e sbadigliò.
-Non sapevo fossi una stalker- disse ancora mezzo assonnato.
-Non permetterti sai! Non sono nemmeno lontanamente una Stalker- dissi stizzita –E poi sei già prenotato- questo lo sussurrai.
-Come prego? Penso di non aver capito bene- disse strafottente.
-Se non lo dico ad alta voce vuol dire che non ti riguarda- dissi indispettita.
-Certo, come no… senti devo farti una domanda, anzi alcune domande- il tono cominciò ad insospettirmi.
-Me ne pentirò, ma chiedimi pure…- mi sedetti affianco a lui.
-Mi puoi parlare di Silvia?- disse un po’ in imbarazzo.
-Tu ne sei proprio cotto!- “l’ho detto ad alta voce!” mi coprii la bocca con la mano.
-Si vede tanto?- mi guarda attonito.
-Eh già- gli diedi delle leggere pacche alla spalla.
-Ma quindi Silvia ha capito?- mi chiese preoccupato.
-Non lo capirebbe nemmeno se le dedicassi un intero album dei BigBang- “figurarsi, quella testona” scossi la testa.
-In effetti…-si mise a ridere.
-Cosa vuoi che ti dica?- dissi rassegnata a dover tirar fuori vecchie storie e a prendermi una ramanzina da Silvia.
-Perché si trova qui?- non capii la domanda e quando se ne accorse riformulò- perché nonostante non sia che in parte italiana vive qui? Mentre sua nonna sta in Irlanda?-
-Ahh! Quello! E’ una storia lunga… mettiti comodo che è meglio-gli raccontai così tutta la storia per quanto la conoscevo.
-Wow, è un bel casino…- disse una volta venuto a conoscenza dei fatti.
-Quando ti dichiarerai?- chiesi facendolo diventare tutto rosso.
-Non penso nemmeno di piacerle…-
-E invece…- avevo detto nuovamente troppo.

Holaaa... si lo so sono in ritardo, ma ho una motivazione valida: tre simpatici individui Leonardo, Michelangelo e Raffaello mi hanno intrattenuta con le loro meravigliose opere con il meraviglioso supporto di Beccaria e di Shakespeare. Una settimana fantastica insomma...
spero di pubblicare il capitolo 15 domenica, perchè altrimenti devo saltare due settimane, martedì parto per la Spagna Olè. Che dire il colpo di scena si avvicina sempre di più... cosa succederà Top si confesserà si accettano scommesse XD
Un buon fine settimana a tutte e un bacione <3

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Capitolo 15
*** Turning point ***


“넌 내가 싫다고 이유가 뭐냐고
지친 네 표정이
모든걸 말해줘 슬프게 해
그래도 좋다고 기회를 달래도
한번 돌아선 네 모습 차가운
그 눈빛이 싫어요
You say you don’t like me, what’s the reason why?
Your annoyed expression
that gives everything away makes me sad
But even if I still like you and asked you for a chance
I don’t like the cold look in your eyes
when you turn away”
Heartbreaker – G-Dragon

Capitolo 15: Turning point

-COME HAI OSATO- le urlai addosso a pieni polmoni.
-Unnii, non l’ho fatto apposta!- provò a farsi perdonare Silvia.
-Ti rendi conto che primo: hai sbandierato la mia vita a tutti, secondo: gli hai detto che mi piace- non potevo veramente perdonarla, come aveva potuto tradirmi così e credere che l’avrei perdonata?
-Almeno ti darai una mossa! Lo vuoi capire che il tuo amore non è a senso unico, ma che lui ti ricambia? Sei un caso perso!- si stava arrabbiando.
“Lei si arrabbia? Si certo lei! Lei che ha la bocca larga e non si fa i fatti suoi!”
-Non provare ad arrabbiarti sai! Non te lo permetto!- la volevo picchiare.
-Certo che mi arrabbio! Una persona ti ama e tu hai talmente paura di soffrire che non fai che pensare al fatto che ti farà soffrire. Perché dovrebbe? Ti ha mai fatto pensare che sia una persona con intenzioni cattive nei tuoi confronti? NO! E’ sempre gentile con te e ti tratta come la persona importante che tu sei- ormai si era alzata e aveva rovesciato i libri da sopra la sua scrivania.
-Non è che ho paura di soffrire…- provai a controbattere, ma sapevo che aveva ragione.
-Per quante volte ancora hai intenzione di dirti bugie? Hai veramente così paura da non avere la curiosità di provare a buttarti? Lo so che ho fatto una cazzata, ma adesso hai la tua occasione per dirgli tutto!- mi disse scuotendomi per le spalle.
-Hai ragione Silvia! Grazie- lo avevo realizzato solo allora.
-Vai muoviti non perdere tempo!- mi disse sorridendomi.
Corsi fuori fregandomene di non avere il cappotto o la mia borsa. Silvia aveva ragione, mi ero innamorata di SeunHyun. Era una cosa non accettabile per la mia personalità troppo razionale, ma avevo doppiamente seguito il consiglio di SeunHyun e avevo fatto un’altra pazzia. Il mio cuore aveva preso il sopravvento, lo conoscevo da pochi mesi eppure mi sembrava di conoscerlo da una vita. I giorni con lui sembravano settimane e le settimane mesi. Nella mia vita mi ero affezionata poche volte e ogni volta avevo sofferto per la perdita di queste persone, ma stavolta no, non avrei perso la persona che amavo, non sarei rimasta sola ancora! La cosa mi faceva sorridere, io che nemmeno avevo previsto di innamorarmi mi ero persa in quegli occhi così profondi ed espressivi, ero rimasta affascinata da quella risata così calda da scaldare il cuore e quelle piccole fossette che si formano quando sorride avevo voglia di giocarci. In quel momento il mio cuore si scaldò e il desiderio di potermi perdere tra le sue braccia e nel suo intenso profumo mi fece correre più forte di quello che mi credevo in grado di riuscire. Pensai a quei cinque anni in cui non avevo avuto nessuno se non le mie due amiche con cui parlare e che mi potesse anche rispondere e consigliare. Mi davo della stupida per non aver capito che con lui era tutto diverso e che potevo aprirmi senza problemi perché con lui ero effettivamente sempre stata la vera Silvia, piena di problemi, lunatica senza eguali e con un carattere che non è facile da sopportare, ma lui non si era allontanato bensì mi aveva accolta.
Se l’emozione era tanta la paura era altrettanta. Dove avevo preso tutto quel coraggio che ora mi faceva correre? Ero veramente sicura che stavo facendo la cosa giusta? Semplicemente continuai a correre lasciandomi guidare ancora una volta dal mio cuore. Per la confusione che avevo in testa e i troppi sentimenti che provavo cominciai a piangere senza riuscire se fossero di gioia o di tristezza, ma optai per la prima possibilità.
Non ricordavo che la OR fosse così lontana da casa di Silvia, ma in quindici minuti di corsa mi trovavo davanti all’edificio che oramai mi era così familiare. Entrai e senza esitazione arrivai alla palestra in cui ero sicura avrei trovato SeungHyun dato che erano ancora le quattro di pomeriggio. Arrivata alla porta la trovai semi aperta e vidi Top che parlava al telefono probabilmente con JiYong. Lo capii visto che per sbaglio lo aveva lasciato in vivavoce.
-Quando pensi di dirle che ti piace?- “di chi stanno parlando” pensai preoccupata.
-Ma chi?- rispose SeungHyun con un sorriso.
-Come chi? Silvia!- “stanno parlando di me?” sentii il viso andarmi a fuoco.
-Ma cosa diavolo ti sei messo in testa? Come potrebbe piacermi una così, non va bene per il mondo della ribalta soprattutto per il kpop è troppo grassa!- mi si gelò il sangue e sentii qualcosa incrinarsi dentro di me. Sentivo qualcosa di amaro nel mio stomaco e le lacrime spingevano per uscire. Ma non dovevo piangere, non volevo. Tirai fuori tutto il mio coraggio e la forza che avevo ed entrai dentro la palestra. Ero furiosa e stringevo talmente tanto i pugni che le unghie stavano lacerando la pelle.
-Tu! Tu brutto stronzo!- a queste parole si girò sorpreso -Chi ti da il diritto di dire quelle cose di me? Cosa credi che non sappia di avere un sacco di difetti? Che il mio fisico non va bene e che non posso in queste condizioni avviare la mia carriera da idol? Lo so perfettamente, ma non permetto a nessuno di farmi sentire in questo modo! Io mi fidavo di te, forse più di quello che avrei dovuto fare! Mi sono pure tinta i capelli perché me lo hai fatto sembrare una cosa carina! Dammi due anni e mezzo di tempo e tornerà da te per farti il culo. Ti dimostrerò che al mondo non esiste solo il fisico. Diventerò più famosa di te se serve per darti una lezione! Non provare mai più a parlarmi e non pensarci nemmeno di venire a cercarmi per dire che c’è stato un malinteso quando sarò uscita da questa porta. Ah no, scusa quello succede solo nei drama o nei manga. Tu sei solo l’ennesimo stronzo che è venuto a distruggere il mio cuore- lo dissi con tutta la rabbia e la cattiveria che avevo in corpo. Uscii dalla porta, mi fermai per qualche minuto perché in fondo speravo ancora che mi rincoresse per dirmi che non era vero. Ma quel bastardo non aveva nemmeno provato a rifilarmi delle scuse.
-Sei un coglione- sentii dire a JiYong.
-Un giorno capirà- furono le ultime parole che sentii dire al doppiogiochista.
Non volevo sentire più la sua voce e non volevo rischiare di incontrarlo per nei corridoi della OR. Presi una decisione forse illogica, ma che in quel momento mi sembrava la cosa più sensata da fare: mi sarei trasferita, quella notte stessa. Mia nonna sarebbe stata felice di avermi al suo fianco per qualche tempo. Capii però che non potevo andarmene senza avvisare le persone che a me ci tenevano. Decisi quindi di chiamare Stefano.
~Pronto?~ rispose al secondo squillo.
-Pronto Stefano, sono Silvia. Devo dirti una cosa- dissi andando dritta al punto.
~Dimmi tutto. È successo qualcosa? Stai bene? - domandò preoccupato.
-Si sto bene. Voglio andarmene da qui, ma non sono pronta per la Corea. Ho deciso che andrò da mia nonna e migliorerò nel ballo lì- dissi decisa.
~Ho capito...ci sarebbe un problema~ provò a dire.
-Mi spiace ho già deciso, non provarci nemmeno a fermarmi-
~Infatti non voglio fermarti, ma non puoi andarci da sola. Come puoi pensare così nel ballo? Tu e Filippo andrete lì con Natasha e tra due anni e qualche mese mi raggiungerte in Corea. Va bene?~ riuscii a percepire il suo sorriso che ormai non mi infastidita più di tanto.
-Grazie mille. Io informo Fil e tu Natasha. Grazie per tutto...- riagganciai il telefono.
Solo allora potei permettermi di scoppiare in lacrime ed erano anche questa volta lacrime amare. Mi trovai davanti a casa di Silvia. Avevo le mani congelate tanto da non riuscire a muoverle completamente, ma d'altronde cosa mi aspettavo mancava una settimana dalle vacanze. Suonai alla porta e Silvia mi venne ad aprire. Non disse niente, le bastò guardarmi in volto per capire cosa era successo. Mi abbracciò stretta e finalmente potei piangere a pieni polmoni.
-Scusa...- la sentii dire. -È stato così cattivo? - mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.
-Da lui una cosa così non me la aspettavo...- non riuscivo a parlare molto bene a causa delle lacrime e avevo la voce rotta.
-Cosa hai intenzione di fare?- chiese porgendomi un fazzoletto.
-Me ne vado...vado da mia nonna così potrò avere la mia vendetta-
-Ma noi come faremo senza te? Voglio venire con te!-
-No! Voi dovete rimanere qui e assicurarvi di poter superare i provini della OR così ci potremo ritrovare lì...- mi guardò in lacrime.
-Questa è un promessa vero? Noi ci troveremo lì a tutti i costi vero? - annuii e la abbracciai.
-Ma non sarai sola vero? -  chiese ancora
-Tranquilla Fil viene con me- dopo non ci furono più parole ma solo un lungo abbraccio e delle lacrime silenziose.
Mi arrivò un messaggio da Stefano che diceva che l'aereo era per le dieci e che i biglietti li stava portando Natasha.
-È meglio che tu vada...- Silvia mi fece strada fino alla porta.
-Non piangere il tempo passerà più in fretta di quanto pensi e di a JiHyon che mi spiace di non averla salutata come si deve, ma la situazione è questa- mi sentivo in colpa per non averla salutata.
-Non sentirti in colpa, lei capirà di sicuro e poi tra tre anni vi rivedrete- mi sorrise.
-Chiedile scusa lo stesso- corsi fuori con il mio cappotto e lo zaino di scuola e mi avviai verso casa.
Non avevo intenzione di spiegare niente a mia zia avevo quasi vent'anni e lei non poteva fare storie. In casa trovai solo Fil e dopo avergli spiegato tutta la situazione mi diede una mano a preparare la valigia e preparò la sua. Decidemmo di lasciare un breve bigliettino alla vecchiaccia.
-Finalmente ce ne liberiamo- esclamai facendo ridere Fil.
Arrivati all'aeroporto trovammo Natasha che ci aspettava con le nostre carte di imbarco. Non ci fece domande semplicemente fece segno di depositare i bagagli. Dopo il check in ci sedemmo nella sala d'attesa e vidi molti aerei partire. Il rombo del motore che pian piano aumenta di intensità,  gli ultimi che si affrettano a prendere l'aereo e i turisti che si fanno gli autoscatti appena scesi. Io che avevo vissuto quasi tutta la mia vita viaggiando sapevo perfettamente come funzionava, ogni volta mi imbarcavo con il cuore pesante e le lacrime perchè stavo lasciando le persone a cui tenevo, ma mai come adesso avevo il cuore a pezzi... non dovevo pensarci, altrimenti non sarei riuscita a partire serena. Dovevo pensare al futuro e alla mia rivincita. Una volta salita su quell'aereo non c'era via di ritorno, nessun rimpianto (avevo fatto tutto quello che potevo) e nuova vita.

Buona sera... scusate non sono riuscita apubblicare della spagna T.T
E spero non mi vogliate uccidere per il capitolo...non so da dove mi sia uscita questa idea malsana, ma tutto serivrà per la trama credetemi.
aspettate il prossimo e da li comincerà la vera e propria storia, lo so che quindici capitoli di premessa sono tanti ma cerate di capire la mia mente malata che si fa di troppi kdrama e alla fine questo è il risultato XD (fatemi sapere se sono l'unica che ha questa patologia o se sono in buona compagnia :D)
per il resto nulla... vi auguro una buona settimana <3

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Capitolo 16
*** La promessa ***


Girl now I’m looking for love for love
As time passes my eyes lose their focus
I hear your voice
I walk down the street and see someone’s back that seems like yours
girl now I’m looking for love for love
시간이 지날수록 풀리는 두 눈이
어느새인가 내 귓가엔 네 목소리
갈 길을 잃어가 널 닮은 뒷 모습에
Pour up – Dean ft. Zico

Capitolo 16: La promessa
TOP POV
Tre anni dopo
Sono in un vicolo cieco, ma non riesco a trovare il modo di superarlo. Mi volto e vedo una chioma azzurra che volta l'angolo e inizio a seguirla. Ogni volta che mi sembra di stara raggiungendo lei sparisce per un vicolo che prima non esisteva. Quando finalmente la raggiungo mi trovo di fronte una ragazza che piange di spalle. La raggiungo e quando la faccio girare mi trovo davanti Silvia che non sta piangendo, ma si sta tirando coltellate sulle cosce e sulla pancia. Non esce sangue ma una sensazione che mi mette a disagio. Sento la delusione e l'odio che prova per me. Faceva più male a me che a lei. Poi si alzò in piedi mi guardò con uno sguardo spaventoso.
-È giunto il tempo- disse e sparì.
Mi svegliai spaventato. Pensai a che giorno fosse, erano già passati due anni e mezzo... non ricordavo più della sua promessa, solo di lei. Ricordavo il suo bellissimo sorriso che rivolgeva solo a pochi fortunati, i suoi lunghi capelli che profumavano di pesca e la sua voce bellissima. Da qualche tempo il suo ricordo non mi lasciava più dormire, veniva a ricordarmi la persona di merda che ero stato con lei. Non ho nemmeno idea di come abbia avuto la forza di dire quelle cose alla persona che aveva fatto battere il mio cuore, l'avevo fatto per lei... si certo all'epoca mi sembrava sensato, ma ora mi sentivo una schifezza.
La sveglia suonò per dirmi che era ora di prepararsi per andare verso l'accademia. Oggi cominciava un nuovo anno e avrei visto le nuove matricole e sentito i nuovi talenti.
Arrivato davanti al portone con gli occhi di mezza accademia che mi fissavano incontrai JiYong che mi aspettava con un enorme sorriso.
-Adoro questo periodo dell'anno in cui posso vedere la nuova generazione di cantanti. L'anno scorso abbiamo avuto gli Exo e quest'anno chi avremo- disse con aria sognante.
-Lo sai che io odio questa cosa.- rovinai l'atmosfera.
-Da quando hai fatto il creino odi tutto e tutti a prescindere.
-Sempre simpatico tu...- Lo guardai male.
-Entriamo che stanno per cominciare- mi trascinò con sé il mio amico.
Entrammo nell'auditorium e vi trovammo molti spettatori tra cui tanti idol. Ci avviammo ai nostri posti e man mano che incontravamo i nostri colleghi li salutavamo con un inchino. Superati i Super Junior e le 2ne1 mi sedetti al mio posto pronto per lo spettacolo.
Il primo ragazzo che entrò si presentò come Jackson da Hong Kong, si scusò per il suo coreano e continuò parlando in inglese. Disse di essere un rapper e un buon acrobata. La sua esibizione fu molto buona peccato sembrasse voler sempre stare al centro delle attenzioni.
Subito dopo si esibì un altro inglese un certo Mark anche lui rapper e ottimo ballerino. Era tutto il contrario della precedente matricola, molto timido e di poche parole. Si susseguirono molte matricole tra cui molte usarono nomi di arte.
I Ceo delle varie case discografiche, tra cui anche YG, osservavano attenti consapevoli che tra qualche settimana avrebbero dovuto scegliere i nuovi trainee.
Quando cominciavo ad annoiarmi entrò una ragazza magrissima con i capelli lunghi color viola. Era bellissima, mi ricordava molto qualcuno, ma non riuscivo a capire chi mi ricordasse. Ero troppo preso dai miei pensieri che non sentii la sua presentazione solo la canzone con cui si presentava  con Titanium di David Guetta Ft Sia. Si alzò subito un trambusto perché nessuno credeva che potesse arrivare a quelle note altissime, ma tutti si zittirono quando la musica partì. Tutto normale all'inizio ma quando arrivarono le note alte fu qualcosa di inspiegabile aveva un estensione vocale davvero impressionante. Vidi i giudici parlare tra di loro erano rimasti sicuramente colpiti dal suo enorme talento e la guerra sarebbe stata spietata per averla nella propria agenzia. Qualche ora più tardi le esibizioni ebbero finalmente fine. Mi avviai verso le uscite avevo bisogno di fumare in pace senza fan che mi assillassero per avere un autografo. Voltai l'angolo verso l'uscita, ma mi scontrai con qualcuno. Fu un attimo, un secondo prima pensavo ai cavoli miei e quello dopo avevo sbattuto il sedere a terra. Quando riaprii gli occhi la vidi davanti a me, la ragazza dai capelli viola. Mi guardò scocciato.
-Almeno guardi dove vai? Oppure voi idol sapete solo essere maleducati?-
-A me la maleducata qui sembri tu! Non è che mi diverto ad andare a sbattere addosso alle persone, è stato un caso... e io che volevo pure chiederle scusa...- borbottai scocciato.
-Meglio se me ne vado, non vorrei rimanere contagiata dalla tua maleducazione- rispose superba.
-Puoi spiegarmi perchè ti comporti così? Mi hai appena visto e già mi odi... cosa ti ho fatto di male?- le chiesi.
-È me lo chiedi pure?- mi guardò furiosa.
-Certo! Ti ho appena incontrata e non capisco come avrei mai potuto farti un torto-
-Fatti un analisi di coscienza e magari il tuo stupido cervello ci potrà arrivare- detto questo girò i tacchi e se ne andò.
Che cosa poteva volere quella donna? Mai vista prima dovevo pure vergognarmi per qualcosa che non avevo fatto. Queste donne hanno un pessimo carattere. Non me ne curai troppo e andai a fumarmi la mia sigaretta sperando di non trovare altri psicopatici. Ad un certo punto Chaerin mi raggiunse e mi chiese di parlare.
-Oggi ti ho visto più pensieroso del solito... è successo qualcosa? Stavi pensando a lei?- mi chiese.
-Già è da un po' che la sogno...- sospirai.
-Se proprio uno stupido... perché lo hai fatto? Sai bene cosa vuol dire essere presi in giro per il proprio peso, potevi trovare un'altra scusa! Che poi perché hai dovuto farlo? La ami così tanto che anche ora ti stai struggendo per lei- mi rinfacciò cose che mi ripetevo da una vita.
-Possiamo evitare questo argomento? Pensavo che se le avessi dato un motivo valido, come la vendetta nei miei confronti, lei avrebbe trovato la forza per perdere peso. Mi dicevo che era per il suo bene ma alla fin fine mi sento un coglione, le ho fatto del male e lo sto facendo anche a me...- ora capivo quella frase di Tasso... pensavo di aver fatto una cosa molto bella e positiva per lei e invece ora stavo rimpiangendo ogni cosa detta e ogni gesto.
-Ma perché? Come avrebbe potuto aiutarla perdere peso? Apparte per la sua salute.- mi chiese lai più confusa di prima.
-Se avesse provato ad entrare in questa scuola non sarebbe mai stata amessa e ne avrebbe sofferto e posto che fosse diventata famosa non avrebbe retto tutte le critiche degli Anti fan per il suo peso. Volevo che potesse debuttare serenamente-
-Credimi il pensiero era carino, ma quelli avrebbero trovato mille altri motivi per criticarla e spettava a lei trovare la forza per andare avanti. Te lo dice chi ne sa qualcosa- disse malinconica.
-Già hai ragione, ma tutto questo mi viene in mente solo ora...- ero definitivamente disperato.
 -Avresti dovuto pensarci meglio- mi rimproverò ancora.
-Lo so, lo so... oggi tutti a criticare...pure lei...-pensai ad alta voce alla ragazza scorbutica.
-Lei chi?- mi chiese con faccia sconvolta.
-Quella dai capelli viola...- il ricordo mi diede il mal umore.
-L'hai incontrata?-cosa aveva da scandalizzarsi tanto...
-Si, ma dovresti vederla... mi tratta come se le avessi fatto il torto peggiore che potessi farle eppure io non l'ho mai vista prima!- mi sfogai.
-Ah...- la cosa sembrò rasserenarla -Senti ora dovremmo scendere tra un po' ci assegnerranno le matricole di quest'anno- disse dopo qualche minuto di silenzio alzandosi in piedi.
Scendemmo dal tetto e ci avviammo verso il cortile in cui ormai si era creata una grande folla. Le matricole erano in file ordinate, dietro c'erano i genitori ansiosi e anche le fan dei vari idol che ne approffitavano di quel giorno per poter vedere i loro idol. Io e Chaerin ci sedemmo velocemente ai nostri posti. Suho, il leader degli Exo-k, stava facendo il discorso per le matricole. Ogni anno il leader o il rappresentante del gruppo che aveva debuttato l'anno precedente doveva fare il discorso. Visto che più di un gruppo debuttava in un anno si sceglieva per estrazione e quest'anno era capitato agli Exo. Questo si pensava che desse più carica alle matricole. Vista la visibilità che questo gruppo aveva ricevuto il cortile della scuola era più pieno del solito e le fan erano chiassose. Ricordo l'anno in cui JiYong dovette fare il discorso, l'accademia aveva aperto da poco e gli studenti non erano molte, ma quell'anno aumentammo il numero di iscritti.
Finito il discorso, Kris, con l'aiuto di Suho, cominciò ad assegnare le matricole, quelle che avevano passato il provino, a noi idol. A JiYong venne assegnata una ragazza di nome Irene, TaeYang fu sfortunato e venne assegnato alla ragazza dai capelli viola , io ad un tipo che disse di chiamarsi Han SooHyuk, Daesung a Jackson e SeungRi a Song Mino. Man mano che le nostre matricole ci raggiunsero cominciammo a conoscerci.
-Senti, non è che non mi piaci tu personalmente, è solo che non sopporto dover essere un tutore per voi novellini.  Non so nemmeno ballare e a volte penso di essere diventato famoso per caso e che la fortuna mi abbia aiutato fin troppo ad entrare in questa accademia.- misi le cose in chiaro anche se l'ultima parte era un discorso che facevo soprattutto a me stesso.
-Immagino...deve essere difficile insegnare a qualcuno. Anche perché rischi di diventare un modello dell'altro e devi dare il buon esempio...- non riuscivo a capire se fosse serio o meno ma volendo evitare problemi non vi diedi troppo peso.
-Qual è la tua specialità?-
-Sono un cantante e spero che il corso di danza mi aiuti a migliorare...- disse grattandosi la testa .
-Ti capisco il ballo è una brutta rogna-
Nel frattempo gli mostrai la scuola, le aule per le lezioni normali, i laboratori, la caffetteria, la biblioteca, gli auditorium, le palestre, le aule di musica e le sale comuni
-Aspetta! Cosa c'è su questo schermi? - chiese indicando lo schermo centrale - cosa vogliono quei numeri-
-Vedi che negli schermi minori vengono mandati dei video con dei ragazzi che ballano? Ecco le due cose sono collegate. I ragazzi che ballano sono i gruppi che stanno per debuttare e qui numeri sono dei conti alla rovescia. I prossimi sono i bts- spiegai.
-Oddio debutteranno tra poco!- esclamò sorpreso.
-Si quando non ci sono debutti imminenti sugli schermi vengono proiettati i comeback-
-Invece quella parte della sala a cosa serve?- sembrava un bimbo al parco giochi.
-Quello è dove gli studenti si sfidano. Serve per evitare, ci si sfida a karaoke o, raramente, ballando. Se vinci una sfida di, minimo, 5 canzoni ottieni dei punti extra che ti aiuteranno con la valutazione di fine anno, mentre chi perde deve pulire i bagni della scuola. Non perde punti semplicemente perché la nostra scuola non ammette l’espulsione dei suoi studenti-
-Perché?- mi interruppe lui.
-Primo per mantenere alta la fama e secondo perché già è difficile entrare in questa scuola che se si potesse essere espulsi quasi nessuno vi si iscriverebbe.-
-Ok-
-Ah e ovviamente ci si può sfidare anche solo per gioco con una o due canzoni. Anche se solo quelle serie diventano un grande evento-
- Questa scuola diventa sempre più interessante!- disse lui.
Visto che non c’erano lezioni per il resto della giornata chiacchierammo a lungo, ma il mio unico pensiero era lei… due anni e mezzo erano passati perché lei però non si era presentata? Anche se dubitavo mi avrebbe parlato avevo bisogno di rivederla…

buona sera a tutti :D capitolo nuovo yeeehhh \°u°/ come pensate che andrà avanti? lasciatemi qualche piccola recension con il vostro pensier <3
scusate ma sono stanchissima quindi vi auguro una buona settimana e vi mando un baciottone :3

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Capitolo 17
*** NamJoon ***


 

All you say, that the matter's over

But now that chapter's over

I'm done trusting you it's ended

Even after I catch you red handed

Should’ve when you could’ve – Skillet

 

Capitolo 17: NamJoon

 

I due anni e mezzo sono passati. "Quello stronzo me la pagherà cara!" è il mio primo pensiero quando varco il cancello dell'accademia. Ho tanta voglia di vederlo e di sbattergli in faccia quello che sono diventata.

Per il momento mi preparo al mio esame d'ingresso. Anche se sono nervosa mi faccio coraggio quando arriva il mio turno e salgo sul palco. Il maledetto è lì in prima fila!

-Salve mi chiamo Silvia- sottolineo il mio nome, ma non sembra scomporsi sentendo il mio nome -ho 21 anni e il mio sogno è cantare per molta gente-

-Che canzone canterai - mi chiede il Ceo della YG.

-Titanium di David Guetta- risposi emozionata. Sentii un gran vociare e vidi le facce sorprese di tutto il pubblico. Nessuno credeva che ce l’avrei fatta… solo SeungHyun mi guardava senza dire nulla “Che mi abbia riconosciuta?”

Partì la base che avevo leggermente modificato togliendo le parti house per renderla più cantabile dal vivo e mi concentrai. Finito feci un grande inchino e senza aspettare domande ne niente scesi dal palco.

-Sei stata bravissima!- mi abbracciò mio cugino.

-Grazie Fil- lo strinsi forte mentre mi stava scendendo l’adrenalina –Ora tocca a te. Stendili tutti con il tuo rap!- lo incoraggiai. Mi rispose con un sorriso nervoso. Salito sul palco fece una esibizione brillante e aspettai che finisse così sarei potuta andarmene da quel luogo affollatissimo e raggiungere il tetto che avevo scoperto come prima cosa dove si trovasse. Saliti i quattro piani che mi separavano dal mio piccolo attimo di serenità mi piazzai in un punto in cui i bidelli avevano posizionato una piccola serra e in cui gli ultimi fiori stavano sbocciando. Mi misi le mie cuffiette adorate e feci partire la musica mia migliore alleata. “Aspetterò tre orette che finiscano gli esami e poi vedrò la cerimonia di assegnazione”. Chiusi gli occhi e pensai a mia nonna e al fatto che ci eravamo nuovamente separate.

 

“Tesoro stai molto attenta! In Corea troverai molta gente che ti vorrà bene ma ne troverai altrettanta che vorrà farti del male e basta.”

 

Mi svegliai a queste parole, chissà a cosa si riferivano, poi guardai l’orologio e mi resi conto che tra qualche minuto sarebbe iniziata la cerimonia. Così corsi giù dal tetto più velocemente che potevo e pensando sempre alle parole quando andai a sbattere contro qualcuno. Lo guardai e vidi l’ultima persona che avrei voluto vedere. Non gli lasciai nemmeno prendere coscienza di cosa fosse successo che subito lo aggredii.

-Almeno guardi dove vai? Oppure voi idol sapete solo essere maleducati?- avevo troppa rabbia in corpo per ascoltare le cazzate che mi stava dicendo.

“Non ce la faccio a guardarlo così da vicino… questo bastardo è solo bravo a fare del male alle persone! La mattina si sveglia annoiato e decide di divertirsi così… nemmeno si ricorda di te dopo che ti ha visto piangere probabilmente…”

Quando raggiunsi il culmine me ne andai e pensai che probabilmente mia nonna si riferiva a quell’essere. Arrabbiata si, ma non potevo mica arrivare in ritardo alla mia cerimonia di ingresso.

Nel cortile si stavano radunando le matricole a tante, troppe, ragazzine che sembravano essere delle fan degli Exo. E Fil mi disse che erano il gruppo che si sarebbe esibito a breve e che avrebbe fatto il discorso introduttivo. Infatti pochi minuti dopo partì la loro canzone di debutto Mama  ed entrarono gli Exo incappucciati.

-Ma… sono 12! Sono tantissimi come fanno a riconoscerli le fan?- dissi sottovoce a Fil.

-Sei tutta strana… tu li ascolti e non sai nemmeno che sono 12- mi prese in giro lui.

-Senti! Lo sai che la musica io la ascolto non per interessarmi alla vita di chi la fa!- lo feci ridere.

Un tipo bassetto cominciò a parlare al microfono incoraggiandoci a dare il nostro meglio anche se per quell’anno non saremmo stati ammessi e poi un tipo che al suo fianco sembrava un gigante con l’aiuto del nanetto ci assegnarono in nostri tutor. Spiegarono anche che questi ci avrebbero accompagnati fino al nostro debutto e che avrebbero risposto ad ogni nostro dubbio. Fil fu assegnato a D.O degli Exo ed io fui assegnata a TaeYang dei BigBang.

-Piacere son Silvia- gli porsi la mano.

-Sono TaeYang, il mio vero nome è YoungBae, ma se vuoi tu puoi chiamarmi con il soprannome che mi hai dato tanti anni fa.- lo guardai basita.

-Prego? Scusa ma non so di cosa tu stia parlando… io ti vedo oggi per la prima volta- risi nervosa.

-Non fare la difficile! Dai, come fai a non ricordarti di me? Andavamo in sieme al campo estivo quando eravamo piccoli e con noi c’era pure JiYong!-

 

-Silvia! Ci sei anche quest’anno! JiYong vieni a salutare Silvia- un bambino si avvicinò  a me e al suo amico che riesce a sorridere pure con gli occhi.

-YoungBae oppa, sei diventato più alto! Anche tu JiYong oppa! Tra un po’ non riuscirò più a starvi dietro-

-Guarda che anche tu stai crescendo!- mi carezzò la testa il ragazzino con lo sguardo furbetto.

-Ma ti sei già dimenticata i nostri soprannomi?- mi chiese ragazzo troppo sorridente.

-No no oppa sole e oppa volpe- dissi e ci mettemmo tutti a ridere.

-Che brava la dongsaeng permalosa- mi prese in giro il ragazzo furbo

-Non sono permalosa- scatenai l’ilarità dei due.

-Infatti come no-

 

-Oppa sole…?- la mia era più una domanda che una affermazione.

-Allora vedi che ti ricordi! Se cresciuta ora sei proprio una bellissima signorina!- disse.

-Ora ricordo! Tu, io e JiYong oppa andavamo insieme al campo!-

-Esatto!- mi sorrise.

-E ricordo anche il perché di quel soprannome, per il tuo sorriso. Però io quel soprannome non ho intenzione di usarlo mai più.- affermai categorica.

-Perché? È così carino- mi prese in giro.

-Posso chiederti come hai fatto a riconoscermi? JiYong mi ha riconosciuta per una frase che a quanto pare gli dicevo spesso. Ma tu come hai fatto?- domandai curiosa.

-Quando ho preso in mano la tua domanda di ammissione ho visto il nome di tua nonna e tutte le coincidenze e sono arrivata a questa conclusione-

-Wow sei un detective provetto- lo presi in giro.

-Ma tu perché non sei più venuta al campo e perché sembravi non ricordarti di noi?-

-Quando avevo sette anni ho fatto un incidente e dopo un periodo di coma mi sono risvegliata senza ricordi di nulla di quello che fosse successo prima tranne qualche piccolo particolare. Ecco perché non sono mai più venuta, nemmeno sapevo esistesse questo campo…e non vi ho avvertito perché non sapevo che voi esisteste proprio come per il campo.- confessai dispiaciuta.

-Tranquilla l’importante è che ci siamo ritrovati- mi sorrise rassicurante, decisamente questo ragazzo si meritava il suo soprannome.

-Allora come funziona questa scuola?-

-Oltre le normali ore di lezione che sono Coreano, inglese o giapponese o cinese, e matematica spicciola ci sono parecchie ore di ballo e altrettante ore di canto. Più avanti le unirete insieme, ma ora non vi ritengono pronti. Ah e ricordati che voi ragazze avete anche la classe per imparare a ballare con i tacchi.- a questa affermazione impallidii.

-Cosa? È già tanto se so ballare come possono pretendere che balli con quegli attrezzi assassini- piagnucolai.

-Invece dovrai- mi diede una pacca sulla spalla per consolarmi- poi ogni mese vi sarà una prova per vedere se siete migliorati e ogni altro mese sono aperte al pubblico così che chi vuole può vedervi. Se hai voglia di fare a botte evita di arrivare alle mani e sfida l’altro a karaoke in una delle tante sale comuni se lo sconfiggi nelle canzoni preposte, che devono essere più di cinque, guadagni cinque punti. Punti che a fine anno o anche solo a fine mese potrebbero farti crescere di molti posizioni nella classifica. Gli orari sono flessibili, ma se vuoi passare all’anno successivo devi superare tutti i test.- spiegò molto velocemente.

-Okay!- gli feci segno con la mano.

-Ma sai che anche altri del campo sono qui in questa accademia. Questo vuol dire che potresti anche conoscere il tipo lì e non saperlo- disse indicando un ragazzo di spalle che si stava girando in quel momento.

-Oddio, ma lui è… NamJoon!- dissi correndo da lui.

-Silvia noona! Ma cosa ci fai qui?- mi chiese sorpreso.

-Quello che fanno tutti: cerco di debuttare- dissi abbracciandolo.

-Aspetta, ma com’è che lui te lo ricordi?- si fise arrabbiato YoungBae.

-Perché lui in qualche modo che non mi vuole svelare, visto che non se la sente di parlare dell’incidente, era presente in quel momento ed è venuto a trovarmi ogni giorno all’ospedale è grazie a lui se sono qui- mi era mancato il mio piccolo NamJoon.

-Siete troppo vicini per il mio gusto- fa l’acidino YoungBae.

-Non fare la suocera!- lo presi in giro e lui fece il finto offeso. Ci mettemmo a ridere.

-Ma quando sei tornata a Seoul?- mi chiese poi NamJoon.

-Ieri sera tardi e pensavo di chiamarti finito qui, ma guarda caso ci siamo ritrovati qui.-

-Già già- ridemmo insieme.

-NamJoon hyung ti ricordo che tra un po’ abbiamo le prove e non puoi mancare viste le tue doti di ballerino no puoi permetterti di non venire- disse un ragazzino che sembrava giovanissimo.

-Arrivo JungKook!- rispose lui.

-Devi forse dirmi qualcosa?- lo guardai sospettosa.

-Sto per debuttare e tra un po’ mi dovrai chiamare Rap Monster.-disse tutto fiero.

-Oh modesto il tipo- gli feci la linguaccia.

-Vuoi venire a vederci? Insomma hai la giornata libera e nulla da fare- YoungBae fece un colpo di tosse- Ovviamente se tua mamma ti lascia- rise NamJoon prendendolo in giro.

-Mamii posso?- mi rivolsi a YoungBae e lui annui ridendo.

-Ci vediamo domani ragazzi- ci salutò poi e noi ci inchinammo all’unisono.

-Quello che hai visto prima era Kookie pensa che ha solo 17 anni-

-Cosa!? È praticamente un bambino!- esclamai sorpresa.

-Già è stata la reazione di tutti nel gruppo- sorrise con lo sguardo da ci sono passato anche io.

-Quanti siete nella band?- chiesi curiosa.

-Siamo sette: io, che sono il leader, Suga, detto anche YoonGi un rapper molto empatico, J-Hope, detto anche HoSeok altro rapper un piccolo pervertito, Jin, SeokJin la principessa del gruppo, Jimin, un ballerino molto bravo ma carente in altezza, V, TaeHyun un vero e proprio alieno, e JungKook il maknae-

-Ahh, se pure il leader! Che bravo bimbo che sei!- lo presi in giro.

-Sempre stato- rispose a tono

Scusate il ritardone. Buona lettura <3

ps. perdonate anche la mia pessima fantasia nei soprannomi XD

 

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Capitolo 18
*** Getting drunk ***


“E correndo mi incontrò lungo le scale

quasi nulla mi sembrò cambiato in lei.

La tristezza poi ci avvolse come miele

per il tempo scivolato su noi due.”

Incontro – Francesco Guccini

 

Capitolo 18: Getting Drunk

 

Rap Monster Pov

Era tornata. La mia sorellona era di nuovo con me. E a vedere da come mi aveva abbracciato anch’io le ero mancato tanto quanto lei era mancata a me.

-Ma lei… è la tua fidanzata?- chiese un J-Hope timido.

-Non dire cavolate! Lei è solo la mia noona. La mia sorellona che mi ha sempre dato una mano contro bulli e rompiscatole. Nulla di più nulla di meno- spiegai loro per l’ennesima volta.

-Ah ti ha respinto- disse Suga e gli altri annuirono con lui.

-NO! Enne, o. cosa non capite in questa parola così semplice?- dissi ormai infastidito dalla situazione.

-Ragazzi avte intenzione di complottare ancora a lungo oppure cominciate le prove- ci interruppe Silvia.

-Adesso cominciamo noona- “come si permette HoSeok a chiamarla noona con tanta velocità!?”

Iniziammo le prove e ogni tanto la vedevo che ci osservava e sembrava entusiasta della nostra bravura. Quel giorno per la prima volta feci tutti i passi giusti senza fare errori. E mi riuscì bene anche il rap forse era perché sentivo il debutto ancora più vicino avendo un’osservatrice per la prima volta.

-Wow! Siete bravi!- applaudì lei alla fine.

-Tutto merito nostro vero Kookie?- disse fiero HoSeok.

-NamJoon vedo che hai amici molto modesti come te- lo prese in giro lei.

Finite le prove potevamo finalmente parlare di cosa fosse sucesso in quegli anni. O almeno così speravo.

-Andiamo a mangiare qualcosa?- le chiesi.

-Certo! Scommetto che hai voglia di maiale.- mi rispose lei.

-Oh oh, allora ti ricordi ancora dei miei gusti-

-Certo, me lo portavi sempre in ospedale- si mise a ridere.

-Possiamo venire anche noi noona?- fece il dolce Kooki. Sapevano che se avessero chiesto a me non avrei dato loro il permesso, mentre con lei hanno una possibilità.

-Per me va bene, per il vostro hyung va bene?- chiese a me e io come potevo dire di no…

-Ah, mi farete impazzire, ma va bene- mi rassegnai.

Ci avviammo verso un piccolo ristorante dove ti davano la possibilità di cucinare da te ciò che vuoi mangiare. Visto che eravamo nove, nel frattempo si era aggiunto Filippo, dovevamo unire i tavoli.

-Non ti senti a disagio ad essere l’unica donna?- Filippo punzecchiò sua cugina.

-Nah, siamo i più grandi quindi possiamo definirci i genitori di sette piccoli terremoti. Visto che tu sei il papà paghi tu vero?- rispose a tono.

-Mamma possiamo comprare anche del soju?- ne approfittò Jimin. “Aish! Che cosa stanno facendo” mi disperai.

-Poi lo spieghi tu al manager vero?- lo richiamai facendolo sbuffare.

-Io propongo un obbligo verità alcolico*- intervenne HoSeok.

-E va bene ma le parole ve le prendete voi- dovetti rassegnarmi visto che erano tutti favorevoli.

-Cominci tu NamJoon- intervenne Silvia.

-Ti piace la noona?- chiese V. ”Maledetto! quante volte devo dire loro che non mi piace!”. Lo fulminai con lo sguardo. Tutti mi guardarono curiosi.

-No, non mi piace. Siamo come due fratelli e basta- dissi sincero.

-Sei sicuro- chiese V e io annuii –Bene scegli la prossima vittima-

-Fate voi, io con queste cose non sono bravo- dissi sollevato per essermi salvato.

-Noona, in questo momento ti piace qualcuno?- chiesero e la vidi subito rabbuiarsi.

-Purtroppo provo ancora qualcosa per una persona che mi ha fatto soffrire, ma non vidirò come si chiama- disse prevedendo la domanda successiva a quella.

Il giocò continuò e l’unica cosa che le chiesero fu come si chiamasse lui e lei non rispose preferendo bersi un bicchierino di soju. Inutile dire che a fine serata ere ubriaca.

-Ma avete dovuto chiederglielo venti volte?- li sgridai-Ancora un po’ e andava in coma etilico.-

-Tranquilli la porto a casa io. E tranquilli perché per la prima volta dopo tempo l’ho vista divertirsi- disse Fil.

-Ti accompagno- dissi vedendolo provato dall’alcol. Perché i cretini avevano provato a chiedere anche a lui il fatidico nome.

 Arrivammo al dormitorio dell’accademia e scoprimmo che i nostri appartamenti, perché erano troppo grandi per essere definiti solo delle stanze, erano sullo stesso piano. Lo stesso delle 2ne1, dei Bigbang e degli Exo per il momento. Infatti trovammo Top sunbae che si aggirava per il piano come un’anima in pena.

-Buongiorno sunbae- dissi inchinandomi.

-Buonasera vorrai dire- rise lui.

-Scusalo è già ubriaco- mi prese in giro Fil.

-Mai quanto lei- mi difesi indicando la noona che ormai era nel mondo dei sogni.

-Siete sempre a bere- disse Top guardando male la noona. “perché sembra odiarla” mi chiesi.

-La nostra è la 402- disse Fil porgendomi le chiavi e superando Top sunbae a fatica.

Aprii la porta e mi trovai davanti due cani enormi che mi fissavano minacciosi. Quando videro Fil però cominciarono a scodinzolare e annusarono Silvia per capire cosa fosse successo.

-Siete tronati finalmente!- comparvero due ragazze, una coreana e l’altra occidentale.

-Silvia, JiHyon, che cosa ci fate qui?-Chiese Fil sorpreso. Io ero molto confuso.

-Una promessa va mantenuta- sorrise la coreana.

-Piuttosto perché Silvia si trova in questo stato?- disse l’altra indicando Silvia addormentata.

-Colpa mia, i miei amici l’hanno fatta bere troppo- dissi.

-Aspetta, ma tu sei Rap Monster- disse la bassetta. “cosa? Ma come fanno..”

-Si, è quello dei BTS!- confermò l’altra. “Okay sono delle stalker”

-Bello che vi siate accorte di lui solo ora- rise Fil mentre metteva Silvia sul letto.

-Ma come avete fatto ad essere suoi amici già il primo giorno?- chiesero.

-In realtà siamo amici d’infanzia- rispose Fil mentre dava da bere ai cani.

-Piacere io sono JiHyon, questa è Silvia, si ha lo stesso nome della tua amica. Mentre loro sono Okami e Baku- disse indicando prima uno e poi l’altro cane.

-Piacere di conoscervi, io tolgo il disturbo, immagino avrete molto di cui discutere e non vorrei disturbarvi ulteriormente.- dissi avviandomi verso la porta.

-Okay grazie mille per la cena di stasera.

Feci un inchino ed uscii dalla porta. Le cose si facevano sempre più complicate e io non ero disposto a mentire troppo a lungo alla mia noona. Non ero certo bravo come DaeSung, lui aveva assistito a tutti gli orrori e nonostante ciò riusciva a tenere la bocca chiusa. Sarebbero arrivati molti problemi me lo sentivo.

 

“Tutto quello che hai visto, ti prego dimenticalo o per lo meno fingi di non sapere. Se loro dovessero venire a cercarti e ti chiedessero tu fingi di non sapere. Soprattutto non farne parola con lei. Deve ricordare da sola solo così tutto potrà essere svelato e noi liberi da lui”

 

Quelle parole non le avevo dimenticate e ora più di prima ne avevo paura, terribilmente paura. Prima o poi lui sarebbe tornato e i suoi scagnozzi non mi avrebbero lasciato in pace a lungo. Più di tutto come avrei potuto trattarla normalmente? Non avrei potuto fare molto per proteggerla e l’idea che lei avrebbe sofferto ancora per colpa sua mi faceva impazzire.

I miei pensieri furono interrotti quando, arrivato davanti alla porta del mio appartamento, vidi delle valige. Sentii una brutta sensazione. “Cosa sono queste valige e perché sono qui?”.

-Ti prego dimmi che non è tornato- mi sorprese Fil che probabilmente aveva la mia stessa sensazione.

-Pensi anche tu che sia lui?-chiesi schifato.

-Purtroppo quelle sono le sue valige- mi mise una mano sulla spalla.

-Mi stavate aspettando?- chiese una voce fin troppo familiare e mi sentii un braccio sulle spalle.

-Cosa ci fai qui?- chiese Fil arrabbiato.

-Sono venuto dalla mia sorellina cuginetto mio- disse sorpreso dal tono del cugino.

-È facile tornare quando le cose si sono sistemate…- lo guardò in cagnesco.

-Pensi sia fuggito in America? O pensi che ci sia andato per divertirmi?- iniziò ad alzare la voce Matteo.

-Pensi che mi importi? Le tue scuse non mi interessano più, sai perché? Perché noi abbiamo sofferto. E perché hai lasciato lei da sola!-

-Io mi fido di te e sapevo che con te non avrebbe sentito la mia mancanza troppo! E poi ripeto dovevo fare una cosa.-

-Sentiamo, cosa sei andato a fare- stavano dando spettacolo ormai.

-Sono tornato qui proprio per parlartene!-

-Oh oh potevi tranquillamente risparmiartela. Potevi fare come vostro padre che non è più tornato.-

-Ragazzi! State urlando troppo. Non dobbiamo dare spettacolo, venite entrate da me.- intervenni per calmarli. Entrammo nell’appartamento che condividevo con i ragazzi sperando che non fossero ancora tornati scoprendo che erano tornati, ma fortunatamente dormivano così profondamente che nemmeno una bomba li avrebbe svegliati.

-Ti rendi conto che la tua “sorellina”- proseguì Fil sottolineando quella parola- mentre tu eri a fare il gran turista in America, perché è inutile che lo neghi è abbastanza evidente, è stata vittima di bullismo ed è stata picchiata più o meno ogni giorno che metteva piede nella sua scuola, ha dovuto sopportare la zia che ci sfruttava  e ci trattava come spazzatura, sopportare una tremenda solitudine e, come se non bastasse, ha dovuto sopportare uno stronzo che le ha spezzato il cuore.- mi sentivo in colpa anch’io a quelle parole, dove ero stato in tutto quel tempo, come era successo che ci fossimo separati…

-Lo so, ci parlavo ogni altro giorno e mi ha raccontato tutto! Non sono andato a fare il turista, ma primo: portare a casa dei soldi per potermi trasferire con voi in qualche altre posto. Non avevo calcolato che vi sareste trasferiti qui in Core dopo l’Irlanda. E secondo: sono andato a cercare quella persona- disse stupendo entrambi.

Fil mi aveva raccontato di come se ne fosse andato e ne ero rimasto anch’io deluso, ma scoprendo cosa avesse fatto mi sentii in colpa per aver pensato male di lui. Mi sentii mancare per quella notizia, a quanto pare sarebbe successo tutto più in fretta di quanto avessi previsto.

 

-Vi farò pentire di quello che mi avete fatto- quell’essere prese la bambina e cominciò a scappare.

-Aiuto sorellona!- gridava le terrorizzata.

Silvia senza pensarci due volte cominciò ad inseguirli pronta a morire pur di salvare sua sorella. Quando li raggiunse e stava per afferrare la mano di sua sorella l’uomo prima le graffio il braccio e poi la pugnalò al di sotto dello sterno.

 

-Cosa?- anche Fil era sconvolto.

-L’ho trovata, ci ho messo sei anni, ma l’ho trovata. Purtroppo nemmeno lei ricorda molto dell’incidente o per lo meno finge di non ricordare. Si ricorda di te e tua cugina, ma potrebbe non riconoscervi. Lo schifoso l’ha massa in una scuola impedendole di uscire o di parlare con gli altri. Per fortuna sono riuscito a farla evadere e su sua richiesta l’ho portata qui. Ora frequenta anche lei l’accademia.-

-In che camera si trova?- gli chiese Fil.

-Nella 402…- disse Matteo.

-Cosa?! È la nostra camera!- si disperò Fil.

-Questo ci porterà in un grosso casino…- dissi pensieroso.

 

*L’hanno inventato dei miei amici, non ci sono vere e proprie penitenze, solo una: bere alcol se non rispondi ad una domanda e se si vede che stai bluffando.

E per una volta sono puntuale! anche in anticipo! Domani nevica XD chiedo veramente scusa ma in queste settimane è già tanto se trovo il tempo di respirare e nonostante abbia voglia di passare tutto il tempo a scrivere non ho mai tempo :C
Za-zan comincia il mistero, spero di averlo scritto decentemente e che almeno un po' di curiosità ve la metta :/ se avete qualcosa di dirmi lasciatemi una recensione che avrei veramente voglia di sapere cosa ne pensate <3 mi va bene anche che mi diciate che fa schifo ma almeno vi prego ditemi qualcosa <3 :'(
Vi auguro una buona domenica e una buona settimana <3 :D

 

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Capitolo 19
*** Di nuovo insieme ***



"나만 달달달 볶아 실수도 잘못처럼
세상 모두가 입에 망치 때려 날 못처럼
구멍투성인 마음 눈물만 새
웃으면 안 돼? 난 왜?
사람 싫어하는데 무슨 이유가 있냐고?
내가 싫을 땐 왜 수천 수만가지냐고

They only nag me as if my mistakes are faults
They hammer my mouth as if I am a nail
Only my tear flows in my heart which is filled with holes
Shouldn’t I smile? Why only me?
You said there is no reason to hate someone
Why are there thousands of reasons in my case?
Everybody yells that everything is my fault"
Don't hate me - Epik High

 

Capitolo 19: Di nuovo insieme

 

“Che male alla testa” pensai quando la sveglia suonò.

-Tieni ubriacona! Proprio il primo giorno di scuola dovevi ubriacarti- mi sgridò Silvia.

-Silvia, dai smettila!... aspetta…Silvia!- esclamai alzandomi di scatto, il che non aiutò il mal di testa.

-Buongiorno cara- mi prese in giro JiHyon.

-Mio Dio ragazze!- esclamai stringendole fortissimo.

-Ci sei mancata-

-Anche voi ragazze-

-Con tutto questo casino sveglierete anche gli altri inquilini- intervenne Fil che sembrava aver chiuso occhio.

-Cosa ti è successo?- chiesi preoccupata.

-Niente- mi tranquillizzò.

-Aspetta chi sono gli altri inquilini?- mi resi conto solo allora della seconda parte della frase.

-Un ragazzo e una ragazza… non so con che criterio ci abbiano assegnato nella stessa stanza.-

-Su li conosceremo dopo. Adesso andiamo a fare colazione- ci interruppe JiHyon.

-L’abbiamo preparata prima proprio per non arrivare tardi alle lezioni- continuò Silvia.

Finita colazione ci avviammo verso scuola. Mi sentivo osservata da tutti e non erano certo sguardi positivi. Più volte li sentii sussurrare “raccomandata”. “Che diavolo vogliono perché mi sembra che stiano parlando di me?” pensai.

-Silvia_ mi chiamò YongBae.

-Oppa! Che cosa è successo?- gli chiesi quando si avvicinò.

-Vieni ti faccio vedere- rispose telegrafico.

Mi portò davanti ad un tabellone dove c'erano esposti una serie di nomi tra cui c'era anche il mio con scritto a fianco tre mesi.

-Cosa significa?- chiesi a YongBae.

-Questo è il cartellone dei debutti e tu debutterai tra tre mesi con tuo cugino e altri due- rispose preoccupato.

-Cosa? È fantastico, ma io non volevo questo. Perché sembri così preoccupato?-

-È che diventerai una raccomandata agli occhi degli altri e non ho un buon presagio...-

-Che casino... che poi chi sono questi due? - lessi i nomi delle persone con cui avrei dovuto formare una band.

-Lo scoprirai presto...- YongBae mi preoccupava moltissimo.

~Silvia, Filippo, Sarah e SooHyuk sono convocati nell'ufficio della YG~ annunciò una voce femminile all'autoparlante e non avevo una buona sensazione.

Io e Fil ci avviammo verso l'ufficio, che YongBae ci aveva spiegato come raggiungere, sotto lo sguardo infastidito di tutta la scuola. Odio queste situazioni, ho sempre cercato di passare inosservata, ma Seoul sembra odiarmi...

Arrivati bussammo e sentimmo la voce di YG inviarci ad entrare. Gli altri due erano già arrivati, erano una ragazza orientale e un ragazzo coreano che sorrideva.

-Cosa vorrebbe dire tutto questo?- chiesi infastidita da tutta la situazione.

-Sembra essere la domanda del giorno- rise il vecchiaccio.

-Senta non mi va di vederla ridere mentre tutta l'accademia vuole uccidermi... Mi vuole tanto male? Perché mi farà debuttare così presto? E con il permesso di chi?- gli lanciai uno sguardo di sfida.

-Altri starebbero saltando di gioia per una possibilità del genere- mi guardò superbo

-Si, ma gli altri in questione se lo meriterebbero-

-Pensi ti abbia scelto con i tappi? Mi prendi per rimbambito? Io investo solo su veri talenti e voi tutti lo siete!- mi sorrise.

-Ma io, noi non abbiamo firmato!- dissi.

-Non ancora- mi porse un foglio che sembrava essere un contratto.

-Io ci sto- disse Fil. Lo guardai stupita.

-Se lui ci sta per me va bene- firmai il contratto.

-Bene ci siamo tutti- esclamò il ragazzo. - piacere io sono SooHyuk e lei è Sarah è un po' timida, ma è ok-

-Ma...!-gli tirò una sberla.

-Spero andremo d'accordo- dissi inchinandomi.

-Ma tu sei quella di ieri sera! Dormi in groppa a lui!- se ne uscì Sarah.

-Prego?- ero esterrefatta.

-Sembrava vi conosciate già, ora scusate ma ho un altro appuntamento ci vediamo nel pomeriggio che cominciano gli allenamenti- non sapevo per cosa essere sorpresa...

-Dove ci hai visti? - chiesi confusa

-Siamo coinquilini e quindi quando ho sentito trambusto sono uscita e vi ho visti- disse con lo sguardo basso.

-Ahhh! Allora siamo coinquilini! Fil possiamo stare tranquilli- solo allora mi accorsi della faccia pallida di mio cugino -Fil! Stai bene? Fil!- lo scossi.

-Scusa ho avuto un giramento, devo andare...a...lezione sarà cominciata - scappò con una scusa.

-Vi assicuro che di solito non è così- mi scusai con gli altri due.

-Ma siete fidanzati?- mi chiese SooHyuk.

-No è mio cugino, ma siamo come fratelli... dice che sono la sua orsetta...- dissi sorridendo per i bei ricordi. Vidi Sarah sussultare e irrigidirsi. Era come se fosse stata colpita da un flashback... proprio come i miei...

-Sarah!- la chiamò SooHyuk.

-Scusate, mi succede ogni tanto...- sorrise nostalgica.

-Per caso anche tu hai dei Flashback improvvisi?- le chiesi cauta.

-Come... come fai a saperlo?- chiese spaventata.

-Li ho anch'io quando parlo con certe persone e dicono cose particolari- confessai.

-Abbiamo tante cose in comune- disse guardandomi.

 

Vidi una ragazza che aveva la mia età e che somigliava a me da piccola, solo più fragile e pallida. Correva spensierata dietro una farfalla.

- Sorellina sai che poi ti metti a urlare se ti tocca una farfalla- la presi in giro.

-Silvia non fare così! - mi sgridò quella che riconobbi come mia madre -Sai che Sarah è debole, ha bisogno del tuo aiuto, quando non ci sarò proteggila come farei io- mi carezzò la testa.

-Va bene mamma- le sorrisi.

-Mamma io e la mia orsetta abbiamo molto in comune- mi pizzicò le guance la bambina pallida.

-Per fortuna- dissi accarezzandole i capelli e ridendo con lei.

Poi arrivò una figura nera che la prese per il braccio e la trascinò via e sentii una brutta sensazione.

 

-Già molto in comune sorellina- dissi in tranche.

Poi mi svegliai dalla mia trance e li vidi che mi guardavano straniti e mi resi conto di cosa avevo detto.

-Aspettate, ma allora voi due...- provò a dire SooHyuk.

-Sei mia sorella...- cominciò a dire Sarah

-Già... non ti ricordavo scusa, ma ho avuto un incidente per cui sono stata in coma e ho dimenticato tutto dei miei primi otto anni...- mi scusai.

-Tranquilla non sei da sola nemmeno io ho dei ricordi ben chiari e non ti avevo riconosciuta perché sei cambiata tanto- mi tranquillizzò lei.

-Ma devo chiamarti noona come con lei oppure no? Quando sei nata?- chiese SooHyuk.

-Sono nata il 22 maggio del 91-

-Come me?- disse Sarah sconvolta.

-Ecco perché vi somigliate tanto siete gemelle!- esclamò SooHyuk.

-Ho sempre voluto una gemella!- esclamammo all'unisono.

-Che belle gemelle insieme avrete dal si e no una memoria scarsa della vostra infanzia- ci prese in giro SooHyuk.

-Simpatico il tuo ragazzo- dissi a quella che a quanto pare era la mia gemella.

-Aspetta aspetta aspetta! Lui non è il mio ragazzo, siamo solo amici- le senti dire per la prima volta con tono deciso.

-Come vi siete  conosciuti?- chiesi ridendo.

-Stesso college a Londra, ero il suo tutore e abbiamo scoperto di saper parlare bene entrambi il coreano, peccato non sapesse altrettanto bene l'inglese e poi abbiamo scoperto che ad entrambi piace il kpop. Ho provato a chiedere al mio patrigno ma ha detto che prima dovevo fare diversi anni in America per poter capire come ai sta fuori di casa e ho dovuto farlo per poi venire qui. Matteo mi ha aiutata a scappare dalla furia del mio patrigno che ancora si ostinava a non farmi partire.- era triste mentre raccontava ciò.

-Yo Silvia- ci interruppe YongBae.

-Oppa ho scoperto di avere una sorella…Tu lo sapevi?- chiesi beccandomi uno sguardo strano da parte sua.

-Dovrei saperlo io?- mi guardò divertito.

-Sai com’è l’incidente…-

-Ah scusa! No io non l’ho mai vista, probabilmente non veniva al campo-

-Ma, lo dici con tanta tranquillità al tuo tutor? In un giorno così intimi… aspetta quale campo- ci guardò confusi lei.

-A quanto pare da piccoli andavamo ad un campo, scoperta ieri questa cosa, ma forse tu non c’eri…- le spiegai.

-Spigionate una gran memoria…- ci prese in giro YongBae.

-Gliel’ho detto pure io- intervenne SooHyuk.

-Che simpatici- dissimo all’unisono io e quella che era mia sorella gemella. Poi suonò la campanella e ci avviammo verso le nostre classi, io canto, Sarah coreano e YongBae e SooHyuk quella di inglese.

Entrai in classe e tutti avevano gli occhi puntati verso di me. Per fortuna vidi un NamJoon familiare e mi sedetti vicino a lui. Poi il professore di canto che si presentò come Siwon dei Super Junior. Ci disse che avrebbe testato le voci delle matricole per decidere se fossero cantanti o rapper.

-Bene inizierei da… Silvia visto che presto debutterai- mi sorprese.

-Cosa?- chiesi incredula.

-Che canzone ci canterai?- chiese disinvolto lui.

-Così su due piedi senza aver preparato nulla direi… “Baby don’t cry”-

Mi fece alzare e mettere vicino a lui. Poi potei cominciare a cantare senza più pensare alle persone nella stanza o alle male lingue che c’erano su di me. Mi concentrai solo sui ricordi che erano legati a quella canzone ma che non centravano con l’amore per lui, bensì l’amore per la mia nonnina. La mia cara nonnina che quando piangevo mi consolava e mi coccolava. Finito vidi le espressioni sorprese dei presenti e un Rap Monster che mi incoraggiava.

-Adesso capisco perché stai per debuttare- disse Siwon dandomi una pacca sulla spalla.

Ta-da sono tornata! Scusate la mia assenza, ma gli ultimi due mesi di scuola sono pienissimi per me e nel tempo libero non mi viene voglia di pubblicare... e pensare che sono già al capitolo 25 di scritto e finito però perdo un sacco di tempo a trovare la canzone giusta, in più sto usando il computer di mio fratello e non sempre posso usarlo ç.ç
Spero mi perdonerete nel frattempo godetevi questo capitolo domani proverò a pubblicare incrociamo le dita per me XD

 

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Capitolo 20
*** Fear ***


뒤돌아 봤을
생각보다 멀리
와있었어 혼자였고
문득 겁이 났지
내가 봤을
지쳐있단 사실을
몰랐었어 외로웠고
문득 겁이 났지

Guardandomi alle spalle

Ho scoperto di essere allontanato più di quanto pensassi

Ero da solo

All'improvviso ho avuto paura

Guardando me stesso

Non mi ero accorto di essere esausto

Ero da solo

All'improvviso ho avuto paura”

Fear – Mino ft TaeYang

Capitolo 20:Fear

 

G-Dragon Pov

È passato tanto di quel tempo da quando sono stato incastrato in quell’incidente eppure la gente ancora ne parla. Tutti mi accusano di essere un drogato e quando passo mi lanciano sguardi di derisione e non lo sopporto più. Anche qui in accademia hanno cominciato a parlare sempre più. Fino a che c’era Chaerin tutto sembrava molto più distante e sopportabile, ma adesso che lei è via per potersi preparare al comeback con un brano solista. E io? Io sono rimasto solo e non ce la faccio a sopportare le frecciatine e gli sguardi. Non sono mai stato forte, ma come potevo immaginare di diventare una figura con tanta influenza sui fan? Tutto quello che faccio arriva direttamente sulla bocca di tutti che sia la presenza alla settimana della moda a Seoul o una storia montata per infamarmi.

L’arrivo di TaeYang interrompe i miei pensieri e con lui c’è una ragazza familiare.

-JiYong ho trovato Silvia!- esclama indicando la ragazza.

-Chi?- cercai di associare un volto a quel nome che mi era familiare- “Ma certo la mia amica di infanzia!”

-La nostra amica del campo- YongBae confermò a sua insaputa la mia ipotesi. “Aspetta ma quel volto… è la stessa Silvia di due anni fa! Quella coinvolta con SeungHyun”

-Ma tu se Silvia, quella…- dissi senza pensarci beccandomi uno sguardo assassino dalla ragazza.

-Non dire quel soprannome è imbarazzante!- mi interruppe facendomi capire di non parlare di quell’argomento.

-Va bene- le ressi il gioco.

-Ah, ecco che arrivano Dae e Ri- intervenne YongBae salutando i due con la mano. –Lei è Silvia colei a cui faccio da mentore.-

-Allora è lei la vostra amica d’infanzia- la abbracciò Ri stupendola per il gesto che effettivamente era strano per un asiatico.

-Piacere- disse DaeSung che si era improvvisamente irrigidito.

-Non ti ho mai visto così, cosa ti succede Dae?- lo guardai sorpreso.

-È che lei non mi piace- tagliò corto prima di andarsene.

Cosa gli stava succedendo? Non aveva mai fatto così nemmeno con una persona che non sopportava. Ultimamente quel ragazzo si comportava in modo strano, sembrava sempre nervoso e come in attesa di qualcuno… spesso lo avevo sentito parlare al telefono riguardo ad un certo incidente, una ragazza e parlava di questa ragazza. Poi si accorgeva che eravamo arrivati e chiudeva la chiamata. Ci salutava sospettoso e senza spiegazioni si chiudeva in camera. Ora questo. Non sapevo più cosa pensare, mi bastava già una rogna da risolvere, di certo non mi serviva anche un DaeSung isterico.

-Scusalo di solito non è così. Ultimamente è strano- si scusò Ri.

-Scuasa- disse una ragazza battendo sulla spalla di Silvia – Sei tu Silvia?-

-Sì, sono io- disse Silvia voltandosi verso la ragazza –cosa c’è?-

-Puoi venire un attimo con me? Vorrei parlarti- il tono della ragazza non era per niente rassicurante.

-Scusatemi ragazzi, torno subito- ci disse allontanandosi.

Io e YongBae ci scambiammo uno sguardo di intesa e seguimmo le due ragazze, allontanandoci da Ri con una scusa. La ragazza stava portando la nostra amica in uno dei tre giardini interni dell’accademia. Quello più nascosto. Era un pessimo segnale e sapevamo già cosa voleva dire. Decidemmo di vedere cosa sarebbe successo e se le cose si fossero messe male per Silvia saremmo intervenuti.

-Perché mi hai portato in un posto del genere- chiese sospettosa Silvia, che aveva probabilmente avuto la nostra stessa sensazione.

-Perché io e te siamo destinati a trovarci solo in posti come questi per confrontarci- un ragazzo spuntò fuori dall’ombra con un sorriso poco amichevole.

-Luca, mi ero dimenticata di te- lo beffeggiò.

-Sei rimasta la solita troia- la fulminò con lo sguardo. Avevo voglia di picchiarlo e anche il mio amico, ma mi trattenne convincendomi ad aspettare ancora un po’.

-Cosa ci fai qui? Non sapevo ammettessero anche i cretini- l’atteggiamento di Silvia era completamente cambiato da prima, era in assetto di difesa.

-Cerco di debuttare cosa se non questo- le rispose superbo.

-E allora, cosa puoi voler da me?-

-Me lo chiedi pure? Sai cosa ci si sente ad essere qui da due o più anni a cercare di debuttare facendocisi il culo- si rivolse alla folla che si stava creando e lo acclamava –e poi, poi arrivi tu. Non sei qui nemmeno da un giorno e puff, decidono di farti debuttare? Sei ingombrante come al solito- le sputò in faccia tutto il suo odio.

-Ah povero Luca, vedo che non sei cambiato per niente! Se non ti fanno debuttare io un paio di domande, giusto un paio, me le farei- rispose con ironia.

-Brutta stronza!- le tirò un pugno e per un attimo mi prese il panico. Per fortuna lei riuscì a parare il colpo e rispose con un pugno in pieno stomaco. Questo disse qualcosa in italiano.

-Cosa c’è? Se sei solo non riesci a sconfiggere questa stronza?- lo provocò.

In pochi secondi successe il finimondo: qualcuno le versò addosso un secchio pieno di roba puzzolente e appiccicosa. Intorno a lei si formo un piccolo cerchio di persone che le lanciavano uova che dalla puzza si sentiva essere marce.

-Lo sai che contro di me non si può vincere!- disse il ragazzo appena si fu ripreso.

Quando mi resi conto di cosa stesse succedendo mi buttai in mezzo al cerchio per proteggere Silvia da quella folla.

-Oh guarda! Il giusto principe azzurro per la nostra principessa raccomandata. Il drogatone!- mi prese in giro Luca.

-Almeno io non mi faccio picchiare dalle donne mentre cerco di fare una cosa così infima come picchiarle-

-Lei non è una donna! È sempre stata solo uno sgorbio, uno di quelli fastidiosi-

-Se ti credi tanto bravo sfidala onestamente: uno contro uno e secondo le regole della scuola-

-Andiamocene- mi supplicò Silvia tremando.

-Povera donzella indifesa- ci prese in giro quello, ma io mi stavo già allontanando indifferente.

Io e YongBae la accompagnammo fino a camera sua e, dopo esserci fatti dare il codice della porta, la portammo fino al bagno.

-Fatti la doccia con calma, noi ti aspettiamo in salotto- disse YongBae.

-Vi prego andatevene…-

-Ma…-

-Niente ma! Ho bisogno di stare sola e poi voi mi avete già aiutata abbastanza, non mettetevi nei casini per colpa mia. E poi tu JiYong ti sei sporcato per salvarmi. Devi lavare via subito l’uovo altrimenti la puzza ci metterà molto di più a levarsi- disse atona.

-Almeno dicci chi era quel tipo…- provò ancora YongBae.

-Andatevene, non lo voglio più ripetere- entrò in bagno e chiuse la porta alle spalle.

Io e il mio amico ci guardammo e ci rassegnammo a fare ciò che ci aveva detto Silvia. Una volta in camera nostra misi subito a lavare l’uniforme proprio come aveva suggerito Silvia. Presi la tuta di ricambio ed uscii per assistere alle altre lezioni della giornata. Ma subito mi resi conto che avrei fatto meglio a restare in camera per il resto della settimana… per tutto l’istituto c’erano delle mie foto, ma non erano foto normali, erano state modificate. I miei occhi erano rossi, tra le mani avevano disegnato una canna e tutto in torno c’erano delle foglie di Marijuana. Quanto sarebbe andata avanti questa storia! Strappai la foto attirando l’attenzione degli studenti che ridacchiavano. Mi avviai verso la sala relax principali e scoprii che le sorprese non erano ancora finite. Al centro sullo schermo dei conti alla rovescia c’era una foto gigantesca di me che portavo Silvia in braccio accompagnata dalla scritta “futuri sposi”. Di certo non mi aspettavo questo quando ho scelto di diventare famoso, mi sentivo la testa scoppiare e un vuoto allo stomaco. Avevo voglia di gridare contro tutti e di sfogare la mia rabbia. Era veramente così divertente rendermi impossibile la vita?

Per fortuna YongBae era al mio fianco e, come in ogni momento di difficoltà, era al mio fianco a impedire che mi scoppiasse la testa. Mi convinse a tornare in camera e di lasciar perdere le lezioni almeno per quel giorno. Seguii il suo consiglio e arrivato al mio letto mi ci buttai però non vi rimasi a lungo. Il mio cervello aveva cominciato a comporre nuove canzoni e non potevo lasciarmi sfuggire l’ispirazione che mi era mancata per tanto tempo.

Prima che potessi accorgermene arrivò sera e anche gli altri tornarono al dormitorio. Avevano tante domande da farmi glielo si leggeva dagli sguardi.

-Sto meglio, se è quello che vi state chiedendo però ho bisogno di lei in questo momento…- dissi riferendomi a Chaerin. Ormai tutti i ragazzi sapevano della nostra storia e si erano sempre dimostrati favorevoli.

-Lo so che non serve a molto, ma tutto passa…- provò a consolarmi Ri e gliene ero davvero grato, ma come aveva premesso non poteva servire a molto.

-Ragazzi, io…- in quel momento il campanello mi interruppe –vado io-

-Potrebbe essere un hater- provò a fermarmi Dae.

-Non penso siano arrivati fino ad avere il coraggio di suonare qui- li rassicurai.

Infatti mi ritrovai davanti una Silvia con i capelli spettinati, in quello che sembrava essere un pigiama e con due cani che mi fissavano.

-Sono… sono venuta perché le bestie hanno bisogno di una passeggiata e da sola non riesco a portarli…- disse timida.

-Senti non ho voglia…- provai a dire.

-Non ti sto chiedendo se vuoi, ti sto dicendo che devi- mi mise in mano un guinzaglio.

-Va bene…- mi rassegnai –Ragazzi io esco, non so quando torno- li avvisai chiudendo la porta e ignorando le loro proteste.

-Ti porto in un posto in cui nessuno verrà a darci fastidio.- mi sorrise facendomi capire che sapeva cosa era successo.

-Non è che mi trascina via?- chiesi indicando il piccolo bisonte scodinzolante.

-Ti ho dato la più tranquilla- mi rassicurò. Per sicurezza non dicemmo niente per tutto il tragitto fino a che non raggiungemmo una piccola collina verde all’interno dello sconfinato perimetro dell’accademia dove nessuno ci avrebbe trovato.

-Come hai fatto a sapere cosa mi è successo? Sei per caso uscita dalla tua camera?- le chiesi preoccupato.

-No, non me la sentivo di reggere quegli sguardi…- mi fecero sentire meglio quelle parole, non penso che avrebbe retto anche a quello.

-Non ti stai chiedendo perché mi chiamano drogato?-

-Certo che me lo sto chiedendo, ma non voglio costringerti a parlarne, se vorrai raccontarmi io ti ascolterò volentieri- stava guardando il cielo mentre il san bernardo la guardava

scodinzolando.

-Ormai quasi un anno fa sono stato coinvolto in uno scandalo. Tutti mi credono un drogato nonostante abbia sempre dichiarato di non esserlo. Ovviamente nessuno mi crede e la cosa temo non finirà mai. Il problema è che io non ho nemmeno preso in bocca lo spinello che mi hanno trovato tra le dita… Avevo deciso di partecipare a questa festa per festeggiare il nostro ritorno imminente sulle scene. Siamo andati a questo locale e verso le due i ragazzi mi hanno chiesto se volessi tornare a casa con loro. Io come un cretino rifiutai assicurando loro che sarei tornato più tardi e dicendo che avevo voglia di divertirmi. Poi dei ragazzi mi circondarono con la scusa dell’autografo e della foto, peccato che qui ragazzi volessero infangare il mio nome e dopo avermi drogato la bevanda mi misero in mano lo spinello, dopo avermi fumato addosso, e scapparono via. La polizia arrivò perché era stato denunciata la puzza di marijuana e hanno trovato solo me e dopo è uscito un enorme casino.- raccontai per la prima volta dopo tanto tempo.

-E i ragazzi? Loro ti credono? E Chaerin?- mi chiese lei senza giudicarmi.

-I ragazzi mi hanno creduto dopo che ho raccontato loro la storia. Chaerin non ha avuto bisogno di spiegazioni, mi ha creduto sin dall’inizio- mi mancava proprio quella ragazza.

-So che non ti sembra così, ma l’importante è che loro ti credano, per quanto riguarda i fan quelli che se ne vanno per questo scandalo non sono veri fan. Solo coloro che ti sono rimasti a fianco anche se “hai fatto uno sbaglio” sono veri fan. Tu hai bisogno solo di loro dei fan ipocriti non curarti minimamente- cercò di rassicurarmi a modo suo.

-Ma allora tu sei davvero la Silvia che ho conosciuto quasi tre anni fa?- era il mio turno di fare domande.

-Già, faccio proprio pena…- sorrise amara.

-È stato lui il cretino… non capisco il senso di quello che ha fatto… diceva tante belle parole e poi ha fatto una cosa così-

-Sono io la cretina che si è illusa di poter piacere ad uno bello come lui…- disse amareggiata.

-Non si sbaglia mai ad amare, semmai si sbaglia ad odiare- provai a consolarla.

-Dovresti dirlo a tutta l’accademia, visto che già al secondo giorno mi odiano…-

-Passerà, tu trovati gli amici giusti e di loro fregatene- per ironia ora ero io a rassicurare lei.

-Se non bastasse da quando sono tornata qui scopro cose che non pensavo nemmeno concepibili. Ho una sorella gemella e andavo ad un campo con due delle più importanti celebrità coreane. Ora mi basta scoprire che in realtà mio padre è il preside dell’accademia- la buttò sul ridere.

Passammo il resto del tempo ad aggiornarci su cosa fosse accaduto in quegli anni. Lei mi raccontò della sua dieta e del suo allenamento e io del nostro comeback e di come andava la mia relazione.

-Grazie per avermi fatto prendere un po’ d’aria e per avermi fatto riflettere- la salutai a fine serata e lei mi sorrise, mi salutò con un cenno della testa e si allontanò.

Non ieri, ma ho pubblicato oggi XD Spero mi perdonerete. Dovremmo chiamare questo angolo l'angolo delle scuse visto che sono sempre in ritardo e ho sempre di che scusarmi.
La canzone con cui ho introdotto il testo è molto bella e vi consiglio di andare a darci un'occhiata ;)
Mentre per quanto riguarda la storia, ho provato ad immaginare un punto di vista diverso dal solito, ho pensato a cosa farei se dovessi subire quello che molti personaggi famosi subiscono per colpa delle fan e penso che proverei questo. Ditemi cosa ne pensate, mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista :*
Un bacione e buona settimana :D

 

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Capitolo 21
*** Another fight ***


“Kept down so long

Sick of living in the middle

If you stand for nothing

You'll fall for anything

Our time is now

We won't stand down

Wake up scream out

We are the chosen ones”

One by one – One ok rock

 

Capitolo 21: Another fight

 

Dopo la passeggiata con JiYong mi resi conto che non dovevo saltare le lezioni anche se l’umiliazione era stata grande, dovevo andare a scuola a testa alta.

-Sei sicura di voler affrontare quella marmaglia di gente?- chiese ansioso Fil.

-Ne abbiamo passate di peggio- lo rassicurai.

-Va bene… ricordati che alle tre abbiamo l’appuntamento con il nostro nuovo manager- mi disse prima di avviarsi verso la cucina per fare colazione.

Entrai in cucina aspettandomi il quarto grado delle ragazze, ma trovai qualcosa che non mi aspettavo. Sarah. Era li davanti ai miei occhi in divisa, ma ancora con i capelli non perfettamente in ordine.

-E tu cosa ci fai qui?- la guardai confusa.

-È camera nostra questa- mi prese per le spalle un SooHyuk selvatico.

-Davvero? Cavolo mi sono persa un po’ di cose in questi due giorni…- guardai Fil.

-Non guardare me, penso di essermi perso qualcosa anch’io- mi guardò interrogativo.

-Ah si, lei è mia sorella…gemella- dissi non dandoci troppo peso.

-JiHyon dimmi che oggi è il primo Aprile...- disse Silvia che pensava scherzassi.

-No, lo abbiamo passato da un po' di tempo- rispose JiHyon dopo aver controllato la data.

-Lo so che sembra un scherzo, ma è vero. Anch'io ero sorpresa, ma ha confermato anche Matteo dicendomi che l'ha cercata per tanto tempo e che l'ha portata lui qui. È possibile sia vero visto il mio enorme vuoto di memoria.- spiegai loro.

-Spero mi accetterete nel vostro gruppo- si inchinò lei timida.

-Certo cara, se tu dei disposta a sopportare le sue lamentele e i suoi cambi d'umore allora sei dei nostri- disse JiHyon indicando prima Silvia e poi me.

-E tu? Tu sei perfetta?-

-Ovvio- ci mettemmo tutte a ridere.

-Mangiamo che tra un po' dobbiamo andare- intervenne Fil.

-Guarda che è anche tua cugina!-

-Lo so, Matteo mi aveva già detto tutto- "ma tu e lui non avevate litigato duramente?" Gli lanciai uno sguardo interrogativo a cui lui rispose mettendomi un cucchiaio di riso in bocca.

Finita la colazione e pronti per le lezioni uscimmo di casa, se così si poteva chiamare. Ma uscita vidi l'ultima e la prima persona che volevo vedere. SeungHyun.

-Devo proprio cominciare la giornata vedendo la faccia di questo qui- dissi a voce troppo alta.

-Perché vedere te pensi sia piacevole- quello rispose alla provocazione.

-Mi chiedo come facciano a sopportarti  i tuoi colleghi- indicai gli altri che nel frattempo erano usciti dalla loro casa.

-E io mi chiedo cosa ti ho fatto per meritare tutto questo odio- mi squadrò superbo.

-Ma non ti guardi allo specchio? Ogni cosa di te è fastidiosa! E poi prova a pensare che magari ti viene in mente quello che mi hai fatto!-

-Andiamo via Silvia!- mi trascinò Fil.

Mi voltai in modo da non doverlo vedere.

Arrivati non fu facile reggere tutti gli sguardi derisori che avevo già vissuto nei miei anni di Liceo. Però questa volta dovevo rimanere indifferente e andare avanti a testa alta. Ero cresciuta e sapevo come comportarmi.

Andai direttamente alla mia classe: danza. Ovviamente non c'era nessuno che conoscessi e decisi di sedermi in un angolino. Poi vidi entrare un ragazzo alto con il tatuaggio di un auricolare dietro l'orecchio destro. Aveva su le cuffiette e non sembrava a suo agio tra tutta quella gente. Si sedette vicino a me forse per evitare gli sguardi della gente e per un attimo mi sembrava mi stesse sorridendo. Poi arrivarono delle ragazze e lui distolse lo sguardo.

-Deve proprio essere l'angolo dei rifiuti umani- ridacchiò una.

-Una venuta qui perché è la solita raccomandata e l'altro? L'altro prima si lamenta della Corea e poi ci torna, che ipocrita- assentì l'altra.

-Shut up!- le interruppe lui.

-Bello, guarda che siamo in Corea non nella grande Seattle- risero le due oche.

-Penso che il messaggio fosse chiaro e lo sarebbe anche se fosse in armeno- intervenni facendo loro gesto di andarsene.

-Chi ti credi di essere? Non montarti la testa- una delle due mi prese per i capelli.

-Evidentemente non avete ancora capito con chi avete a che fare- le strinsi il braccio fino a farlo diventare viola.

-Lasciami!- esclamò lasciandomi andare i capelli. Appena le mollai le due scapparono via.

-Tutto bene?- chiesi al ragazzo.

-Ci sono abituato, lo fanno da tre anni, anche se ora che ho fondato la AOMG si sono dati ancora più da fare- sorrise amaro.

-Fai bene ad ascoltare la musica, aiuta molto, e almeno non ti metti nei guai come me. Buttai sul comico.

-No, ma sei forte? Fai qualche sport?-

-Una volta facevo boxe e amavo nuotare-

-Lo sai che qui a scuola c’è una piscina e una palestra con sacchi da boxe?-

-Davvero? Mi hai reso la persona più felice del mondo!- gli strinsi le mani.

-Esagerata!- disse sorridendo.

 

-Oppa!- salutai un bambino più alto di me, era un gigante.

-Silvia! How are you? Scusa, volevo dire come stai?- rise la montagna.

-Mi fai sentire bassa!- piagnucolai.

-Se vuoi me ne vado- fece l’offeso questo.

-No! Mi sei mancato da morire!- lo abbracciai forte.

-Esagerata!- disse sorridendo.

-Ah, perché a te, JaeBoum oppa, io non sono mancata?-

-Tantissimo- mi carezzò la testa.

 

-JaeBoum oppa?- dissi insicura.

-Come sai il mio nome?- mi guardò stupito.

-Non ne sono sicura…- dissi insicura.

-Sei una stalker?- disse sospettoso.

-NO!- esclamai facendo girare tutti verso di noi –Non è così te lo assicuro. Io… ti ho visto in un flash, è che è difficile da spiegare… mi chiamavi silvia con il tuo coreano impacciato ed eri altissimo. Poi hai detto la stessa cosa che mi avevi detto prima, con la stessa espressione e lo stesso tono- come potevo spiegare qualcosa che non ero nemmeno sicura fosse vero e che non sapevo comunque spiegare.

-Aspetta, dove tutto questo? E tu come ti chiami?- chiese sempre più confuso.

-Mi chiamo Silvia e credo di averti conosciuto ad un campo, ma non riesco a ricordare quale- mi sentivo una stupida.

-Quella Silvia?- sembrava aver capito.

-Credo di si…-

-Ma certo sei l’unica Silvia che conosco- disse lui sorridendomi –Ma perché dici sempre credo e comunque non sembri convinta delle tue affermazioni?-

-Ecco vedi…- volevo provare a chiarire ma il professore entrò in classe e non potei più parlare per non farci sgridare, mi mancava solo quello e poi ero a posto.

Nemmeno finita la lezione potei spiegargli niente perché Filippo venne a prendermi e mi trascinò nell’ufficio del Ceo della YG. Li incontrai anche Sarah e SooHyuk che ci stavano aspettando. Appena ci sedemmo entrò quello che si presentò come il nostro nuovo manager e ci spiegò il nostro programma per i tre mesi successivi. Cosa fare dopo le lezioni, quali fossero le palestre da usare nei vari giorni, i corsi che avremmo dovuto seguire e le ore di allenamento. Inoltre ci spiegò il concept per il debutto e visto che sapeva che ero una scrittrice di canzoni mi disse che voleva vedere qualche testo per decidere se pubblicarlo. Stava succedendo tutto così in fretta.

-Non è una preparazione, è una tortura!- dissi disperata alle mie amiche dopo l’incontro.

-Tranquilla, non ci pensare. Che poi ti rendi conto che stai debuttare è quello che hai, abbiamo sempre desiderato- mi consolò Sarah.

-Andiamo che sta per suonare la prossima ora- ci spronò JiHyon.

Ci avviammo velocemente verso i nostri armadietti, ma JiHyon andò a sbattere contro…

-JaeBoum oppa?- gli porsi una mano per aiutarlo a rialzarsi.

-Prima non te l’ho detto, ma adesso mi faccio chiamare Jay- mi disse afferrandomi la mano.

-Ah ok scusa- mi scusai –Prima ci ha interrotti il professore, ma ti stavo dicendo…- e gli spiegai tutta la mia storia e il motivo di tanta confusione gli fu più chiaro.

-Se hai bisogno un giorno con più calma ti racconto tutti i ricordi che ho con te- disse correndo via.

Sollevata di aver chiarito tutto mi voltai verso le mie amiche . vidi che JiHyon si era incantata nella posizione assunta dopo lo scontro con Jay. Aveva il viso rosso e continuava a seguirlo con lo sguardo. Ci vollero svariati tentativi per svegliarla e andare nelle nostre classi. Dovetti correre verso la mia classe: danza moderna. Ovviamente nessuno voleva stare vicino a me, ma, quando stavo perdendo la speranza, un ragazzo cinese mi fece segno di sedersi vicino a lui.

-Scusa ci conosciamo?- gli chiesi sedendomi.

-Come, non mi riconosci Silvia noona?- mi guardò offeso con una faccia buffissima.

 

-Silvia noona! Dove sei?- mi sentii chiamare.

Ero in un posto scuro che non sembrava essere molto grande, probabilmente un armadio. Stavo tremando e le lacrime mi rigavano il volto. Quando vidi le ante aprirsi tremai ancora più forte, ma poi vedendo il volto di un bambino mi tranquillizai.

-Perché sei qui?- mi chiese.

-Lascia stare non capiresti- gli dissi carezzandogli la testa.

-Non sono più un bambino- fece una faccia buffissima.

 

-Non è possibile…- sussurrai.

-Cosa?- mi chiese avvicinandosi.

-Non capisco perché da ogni volta che mi volto trovo qualcuno che mi conosce, ma che io non riesco a ricordare!- gli risposi male.

-Scusa-

-Scusa un cavolo! Non ne posso più. Non mi ricordo di te e poi passo per quella strana!-

-Perché?- mi guardò stupito.

-Non sono affari tuoi! E adesso…- una secchiata d’acqua rovesciatami contro interruppe ciò che stavo dicendo.

-Noona stai bene?- tirò fuori un asciugamano per aiutarmi.

-Lasciami in pace! Lasciatemi tutti in pace”- me ne andai fradicia e furiosa.

“Perché sono qui?” pensai allontanandomi da quell’inferno.


Ebbene sono di nuovo in ritardo... chedo scusa, ma l'ultimo periodo non è stato tra i migliori da pggi proverò ad essere abbastanza regolare. spero che apprezzerete anche questo capitolo, se vi va lasciatemi una recensioncina, ne sarei molto contenta :)
un bacione e buona settimana :*

 

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Capitolo 22
*** Un pessimo inizio ***


“So here we go again

The same fight we're always in

I don't care so why pretend

Wake me when your lecture ends

You tried to make me small

Make me fall and it's all your fault

With the pain you put me through

And now I know that it's not me it's you”

It’s not me it’s you - Skillet

 

Capitolo 22: Un pessimo inizio

 

JiHyon POV

-Scusa ultimamente ho la testa da un’altra parte- ero andata a sbattere di nuovo contro Jay.

-Deve proprio essere divertente- mi sorrise facendomi mancare diversi battiti.

-In questo periodo Silvia mi preoccupa molto e la maggior parte del tempo penso a come aiutarla non sono molto presente- mi giustificai di nuovo.

-Stavo scherzando- mi porse una barretta energetica.

-No grazie, non voglio rubarti il cibo che ti serve-

-E’ da tre giorni che non ti vedo ne pranzare, ne fare merenda… scommetto che non fai nemmeno colazione- mi sorprese con questa frase.

-Come fai a saperlo? Sei uno stalker?- gli chiesi sospettosa.

-Ma sei matta?- lo vidi arrossire notevolmente.

-Aspetta, ma sei diventato rosso?- gli presi il viso tra le mani e lo guardai negli occhi per una frazione di secondi. Io arrossii e anche lui, più di prima.

-Devo andare- disse impacciato, mettendomi tra le mani la barretta, tirandosi su il cappuccio e correndo via.

“JiHyon non puoi innamorarti di lui a prima vista…” tentai di convincermi inutilmente. Sentii la campanella segno che il pranzo era finito e io dovevo andare alla classe di inglese. Come potevo stare attenta dopo quello che è successo? Arrivai all’aula un po’ in ritardo per fortuna il professore ancora non era arrivato. C’erano solo due banchi liberi e io già mi aspettavo di passare la lezione da sola, non sospettavo la lezione potesse diventare così interessante. Lo capii solo quando, pochi minuti dopo l’arrivo del prof, la porta si aprì ed entrò in classe un piccolo Jay sudato e senza fiato. Dopo la sgridata del professore si accorse che l’unico posto a sedere era quello vicino al mio e la sua faccia divenne di nuovo rossa. Già la situazione era imbarazzante in più ci fu assegnato un lavoro a coppie e ovviamente io e lui eravamo insieme.

“Come posso fare un lavoro di gruppo con lui se non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi?” mi disperai.

-Dopo ti devo parlare- mi disse e il mio cervello andò in tilt e la lezione perse ogni importanza dopo quella frase. Finita quell’interminabile ora mi prese per il polso e mi trascinò sul tetto.

-Cosa c’è?- gli chiesi dopo essermi sciolta dalla presa.

 Non mi rispose nemmeno, mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Era la prima volta che baciavo qualcuno  e non pensavo si provasse una sensazione simile. Sentii una fitta allo stomaco e il cuore batteva fortissimo. Le guance mi andavano a fuoco e sentivo di volere più di quel semplice contatto. Volevo che quel momento non finisse mai, ma lui si staccò e mi guardò stranito. Era tanto rosso in viso quanto me e sembrava essersi pentito di quello che aveva fatto.

Non disse niente e se ne andò lasciandomi li sola a fondermi il cervello su cosa potesse voler dire quel gesto.

Per una settimana non ci parlai ne lo vidi ero troppo impegnata per il debutto di Silvia visto che ero una componente della crew di ballerini che li avrebbe accompagnati durante le loro esibizioni dal vivo. Poi arrivò la classe di inglese e dovetti rivederlo, avevo paura. Mi sedetti nello stesso banco visto che le coppie decise dal prifessore sarebbero rimaste le stesse per tutto l'anno. Lo vidi entrare con le sue solite cuffiette su e venne a sedersi vicino a me. Lo salutai in imbarazzo e anche lui sembrava a disagio. Non ci feci caso e, con tutta la forza che avevo, ripresi il lavoro che la settimana prima avevamo cominciato.

-Cominciamo?- gli chiesi con un sorriso forzato.

-Si- "Si? È tutto quello che sai dire? Con la scusa di parlare mi hai baciata e poi non cerchi nemmeno di spiegare! Pensavo lo avessi fatto perché almeno un po' ti piacevo" pensai triste.

Ovviamente non riuscii più a concentrarmi e la cosa non migliorava visto che non dava segno di volermi parlare riguardo quel bacio. Ci volle uno sforzo enorme per non far cadere il mio sguardo sulle sue labbra. Erano così belle, carnose e morbide, eppure non potevo farmi beccare a fissarle. Dopo quella che era un'eternità l'ora finì e potei fuggire.

-JiHyon lo sai che i ballerini non sono fissi per una sola casa discografica, ma cambiano in base a chi ne ha bisogno?- mi disse Silvia sulla strada di ritorno al dormitorio.

-Amen almeno non staremo mai ferme- dissi non dando troppo peso alle sue parole.

Arrivate in stanza andai a farmi una doccia con la musica a tutto volume visto che era presto e non avrei disturbato nessuno. Tornai in stanza ballando sulle note di Mirotic dei TVXQ e presi in mano il telefono notando un messaggio.

"Signorina Im volevamo avvisarla che è stata richiesta come ballerina per una coreografia. La preghiamo di presentarsi domani nella palestra E per le 14:00. Le spiegheremo tutti i dettagli. Grazie e ci auguriamo una buona collaborazione"

Risposi in fretta ringraziando il mittente e poi corsi in salotto dove erano tutti riuniti. Abbracciai tutti e questi mi lanciarono delle strane occhiate.

-Mi hanno appena contattata per un nuovo lavoro- esclamai saltellando.

-Davvero?- mi saltò addosso Silvia.

-Brava unni!- si aggiunse l'altra Silvia.

-Ragazze non vedo l'ora di cominciare- non l'avessi mai detto...

Il giorno dopo raggiunsi la palestra E cinque minuti in anticipo. Avevo le mie cuffiette nelle orecchie e la palestra libera così non resistetti alla tentazione di ballare. Mi muovevo a ritmo della canzone e la mia testa era svuotata da ogni pensiero. Solo dopo aver fatto una piroetta notai che c'erano degli spettatori. Mi bloccai e mi senti la faccia andare a fuoco per l'imbarazzo.

-Te l'ho detto che era una buona scelta- disse una voce che conoscevo fin troppo bene.

Mi girai ed ebbi conferma di qualcosa a cui non riuscivo a credere. Era lui. Jay Park.

-Buongiorno, sono JiHyon piacere di conoscerti- mi presentai.

-Piacere sono Gray- si presentò l'altro.

-Bene ora che ci conosciamo tutti procediamo con i dettagli. Per l'inaugurazione della AOMG stavo pensando di rilasciare un video musicale e qualche esibizione se ci riusciamo. Mi serve una ballerina che mi accompagni e tu sei perfetta. Ti pagheremo per il video e anche per le esibizioni se ci saranno. Ora ti faccio sentire la canzone e poi mi darai una mano a pensare alla coreografia- mi spiegò in inglese.

-Certo- gli risposi pensierosa.

-Cominciamo- disse mettendo su una canzone che di ballabile aveva ben poco ma dovevo concentrarmi su una possibile coreografia.

-Allora cosa ne pensi?- mi chiese quando la canzone fu finita.

-Difficile, ma non impossibile- affermai sicura -Tra qualche giorno avrai la tua coreografia- provai a sorridere.

-Possiamo cominciare ora a crearla?- mi chiese -Gray se vuoi tu puoi andare-

Il ragazzo ci salutò e se ne andò svelto. Rimanemmo soli e mi tolsi la felpa per poter cominciare a pensare a qualcosa. Anche lui si tolse la felpa rimanendo in canottiera e mettendo in mostra tutti i suoi muscoli perfetti.

-Devo proprio piacerti sembra che tu mi stia mangiando con gli occhi proprio come oggi a lezione- mi fece diventare tutta rossa.

-Penso tu abbia frainteso...- provai a dire.

-Non penso proprio... peccato che io stessi giocando- distrusse tutti i castelli che avevo campato per aria.

-Scusa?-

-Non mi piaci, stavo giocando quando ti ho baciato.- mi guardò con un sorriso sbruffone.

-Non dovevi permetterti!- sentivo le lacrime spingere.

-Ah si?- si avvicinò a me spingendomi contro il muro. Mi blocco con il suo corpo e mi baciò ancora e stavolta in modo più prepotente. Spinse la lingua nella mia bocca e fece aderire il suo corpo verso il mio.

-Però una botta e via con te la farei- mi disse.

-Sei uno stronzo- sussurrai.

-Cosa? Ti ricordo che non hai respinto i miei baci- mi parlava con la faccia talmente vicina alla mia che non riuscivo a respirare figurarsi pensare.

-E allora? Scusa se mi sono illusa che tu fossi un bravo ragazzo- con tutta la forza che avevo in corpo lo spinsi via.

-Povera innocente bimba- mi disse.

-Pensavo tu fossi una bella persona e di potermi fidare. Invece sei come tutti gli altri che pensano con il cazzo!- gli urlai in faccia.

-Se non sei nulla di che non è colpa mia. Non dare a me la colpa- mi guardò freddo.

-Che ragionamento di merda- dissi prima di andarmene.

-Te ne vai così?- mi chiese sbruffone.

-Pur di non stare con te. Trovati un'altra ballerina.- dissi con le lacrime agli occhi.

Corsi via in senza cambiarmi e sembravo molto buffa poi andai a sbattere contro qualcuno. Quel profumo... non poteva che essere la mia unni.

-JiHyon cosa ti è successo? Sembri sconvolta-

-Pensavo che Jay fosse diverso e invece è come tutti gli altri che mi hanno chiamato cinegra fino ad adesso. Mi ha anche baciata solo per gioco.-

-Come si permette? Adesso vado io a dargli una bella lezione- si avviò su tutte le furie verso la palestra.

-Tu pezzo di merda!- lo prese per il colletto della maglietta.

-Pensavo fossimo amici- la guardò sconvolto dalla sua forza. La mia unni stupiva sempre per la sua forza la prima volta che la usava contro la persona.

-Io pensavo fossi un bravo ragazzo e invece sei solo un deficente- disse arrabbiata.

-Penso invece che sia la fantasia della tua amica che galoppa troppo in fretta.- rispose freddo.

-Certo hai ragione... cosa vuoi che sia le hai solo dato il suo primo bacio per gioco cosa vuoi che sia? Una sciocchezza come un saluto ad un conoscente- rispose ironica.

-Cosa?- sembrava sconvolto.

-Senti sai quanti l'hanno presa per il culo solo per il colore della pelle e per gli occhi a mandorla? Non le serviva l'ennesimo coglione sulla lista. Ah no aspetta tu sei al primo posto visto che l'hai baciata con leggerezza. Se non vuoi che ti rovini quel bel faccino non farti più vedere- stava per tirargli un pugno in faccia.

-Unni non farlo- le bloccai la mano.

-Cosa? Perché?- mi guardò stupita.

-Con lui è diverso... penso di provare qualcosa di profondo non le solite cottarelle...-

-Ma allora sei stupida?- stavolta ero io a essere sorpresa. -Questo essere ti maltratta e tu lo vuoi pure perdonare?- mi urlò addosso.

-Non voglio mettermi nei guai- le dissi a testa bassa sul punto di piangere.

-Quando riuscirai a tirare fuori le palle! Prima Max, Alex e Paolo, poi Alessandro e adesso lui. Da quanti ancora vuoi farti prendere per il culo!? Sai cosa ti dico a questo punto? Tira fuori un cartello con su scritto “Se mi maltrattate io mi diverto, servitevi pure”- non mi aspettavo qualcosa di simile dalla mia unni. Eppure sapevo che aveva ragione e la cosa mi faceva piangere lacrime amare.

-Non sono qui per vedere le vostre scenate- disse lui freddo.

-Se odi tanto vedere le scenate comincia a pensare a quello che fai- mi raggiunse Silvia, mi tirò su di peso e mi trascinò via –E trovati un’altra ballerina questa non ha intenzione di diventare il tuo giocattolo- disse appena prima di uscire.

-Mi spiace quando un contratto è firmato non si torna indietro- disse con un sorriso malefico.

-Tu puoi aspettare quanto vuoi, ma fino a che non cambi sarà solo tempo sprecato- dissi con tutto il coraggio che avevo.

-Stasera ti proibisco di deprimerti da sola nel tuo letto, vieni a dormire da me- disse Silvia dopo avermi accompagnato al bagno.

-Grazie per aiutarmi ogni volta-


Ta dan surprais owo ho avuto una sera libera e per farmi perdonare della mia assenza vi posto il capitolo 22 che mi sembra meno peggio degli altri XD vi confesserò che in questo periodo sono fissata con Jay Park, mi fa ridere con le sue espressioni strane, mi piace la sua spontaneita essendo il capo di se stesso e le canzoni poco caste che fa. Diciamo che è una fissa per tutta la Aomg (Loco è troppo carino ** e Simon D è un amore **).
Non odiatemi, tutto ha una spiegazione e Jay in fondo è un bravo ragazzo XD scrivetemi una recensioncina per farmi sapere cosa ne pensate (In cambio vi darò un biscottino OwO)
Un Bacione e buon proseguimento della settimana <3

 

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Capitolo 23
*** Here we go again ***



"You should, it would've been so good
You should've when I would've
Now I know I've had enough
Better luck next time girl
You should, it would've been so good"
Should've when you could've - Skillet

 

Capitolo 23: Here we go again

 

TOP POV

Primo Maggio. Giorno d’esame e io per quel mese sarei stato il giudice. Odiavo doverlo fare ma quel mese avrei potuto giudicare una certa ragazza dai capelli viola e mostrarle chi comanda.

Uscito dal dormitorio e arrivato all’accademia si poteva capire che era periodo di esami. Gli studenti che prima giravano spensierati scherzando tra di loro e stando in piccoli gruppetti ora sembrava non conoscersi nemmeno, niente scherzi niente gruppetti solo ragazzi che giravano a testa bassa con le cuffiette concentrati sul brano da cantare o su quello da ballare. Mi ricordavano il me stesso di qualche anno prima che in periodo di esame nemmeno riusciva a dormire e non voleva vedere nessuno.

Per non dover sopportare gli sguardi degli studenti che mi guardavano sorridenti nella speranza di addolcirmi salii sul tetto. La porta era già aperta voleva dire che c’era già qualcuno. La cosa mi infastidì, ma quando scoprii chi fosse questo qualcuno ne rimasi ancora più scocciato. La ragazza dai capelli sembrava essere la mia maledizione. Non bastava che vivesse nel mio stesso piano, che la porta della sua camera fosse di fronte alla mia, che facesse parte della mia stessa compagnia e che uno dei componenti della band fosse il suo tutor; no dovevo anche trovarmela ogni volta tra i piedi. Anche se era una maledizione particolarmente comica: in quel momento stava sgridando un paio di scarpe col tacco per la loro altezza pericolosa e malediceva chiunque li avesse inventati.

Anche Silvia odiava i tacchi. Per non parlare del fatto che si metteva ad inveire contro gli oggetti” pensai divertito.

-Maledizione anche alle scarpe!- urlò in italiano.

Aspetta! Parla l’italiano?” pensai stupito.

-Noona parla in coreano o in inglese, non una lingua a me incomprensibile- la sgridò SooHyuk.

-Se vuoi ho anche cinese, giapponese e ungherese in repertorio posso cominciare- lo prese in giro lei.

-Sei proprio insensibile- si offese lui e in quel momento si voltò nella mia direzione. Mi vide e mi corse in contro.

-Sunbaenim cosa ci fai qui?- mi chiese facendo un veloce inchino. La mia maledizione che fino ad allora stava sorridendo si incupì all’improvviso.

-Ti sei allenato abbastanza? Lo sai che anche se io sono il giudice non sarò clemente- dissi provando ad essere severo.

-Cosa? Sarà lui a giudicarci? Incredibile non sa nemmeno ballare e poi vorrebbe venire a criticare cosa non va bene- sbuffò lei.

-Mica sono l’unico giudice, ce ne sono altri due, uno per il canto e l’altro per il ballo, e in più ci sono anche i Ceo delle varie agenzie- appena cominciavo a parlarci perdevo la pazienza.

-Sarà, ma speravo di non dovermi far giudicare da uno come te- disse scocciata.

-Lo sai che inimicarsi il giudice prima dell’esame è contro produttivo?- la guardai infastidito.

-Si suppone che il giudice sia imparziale- calcò sul “suppone”.

-Si suppone anche che tu debba portarmi rispetto- avevo voglia di buttarla giù dal tetto.

-Si suppone…- provò a ribattere lei-.

-Adesso noi andiamo così intanto gli chiedo gli ultimi chiarimenti- la interruppe SooHyuk

Feci per girare i tacchi ed andarmene quando mi sentii qualcosa saltare addosso e buttare a terra. Stavo già pensando ad una possibile vendetta della nanetta quando aprii gli occhi e vidi un ammasso di peli con la lingua che voleva leccarmi.

-Okami, spostati che potresti essere infettata dalla sua antipatia- disse la ragazza trascinando via la bestia.

Mi alzai e la vidi che accarezzava un sanbernardo mentre un pastore maremmano mi osservava scodinzolando.

"Okami... mi ricorda qualcosa..."

-Siete delle cattive bambine, siete scappate di nuovo!- le sgridò lei.

-Lo sai che tra mezz'ora cominciano gli esami e noi dobbiamo essere pronti? Devi riportarli subito indietro- la ammonì SooHyuk.

-È qui che ti sbagli! Ho il permesso del preside di poterli tener liberi-

-Hai scritto al preside?- un ragazzo spuntò fuori dalla piccola serra.

-No Fil, gli ho solo scritto una lettera in cui gli spiegavo la mia situazione. E lui mi ha dato il permesso-

"Fil? Quel Fil? Come fa a conoscere questa ragazza?" I miei dubbi aumentarono.

-Andiamo che dobbiamo prepararci!- arrivò una ragazza simile alla nanetta. I quattro corsero via e io rimasi con i cani che mi guardavano scodinzolando.

-Voi due sapete qualcosa che io non so vero?- li scrutai attentamente -scemo io che mi aspetto una cavolo di risposta da due cani-.

"E nemmeno oggi mi sono riposato" pensai scendendo le scale e raggiungendo l'auditorium.

Incontrai gli altri due giudici che erano TaeYang e TaeYeon. Dopo poco arrivarono anche i Ceo delle agenzie. Ci spiegarono che anche per quell'anno ci sarebbero state le tre prove: canto come band, canto singolo o duetto e ballo in gruppo. Solo che quest'anno avremmo avuto una quarta prova annunciata quel giorno e da portare entro tre giorni per testare l'organizzazione degli studenti. Questo mese sarebbe stata una prova a coppie: cantante e rapper anche mischiati tra idol e matricole. Mentre ovviamente per i semplici ballerini ci sarebbero state prove a parte. Poco dopo partirono gli esami e dovetti prepararmi ad una giornata intera di balletti e canzoni. Iniziammo con le band e i solisti che avevano già debuttato e che dovevano ancora finire l'accademia. Per fortuna di solito in questa parte non c'erano problemi. Poi iniziarono coloro che dovevano debuttare presto per ricontrollare le loro abilità. La parte problematica sarebbero state le semplici matricole che sarebbero scoppiate in pianti isterici per aver sbagliato qualcosa o che non sapevano comportarsi sul palco. Però intanto mi godevo la mia parte preferita: la band della nanetta.

-Come vi chiamate?- chiese gentile TaeYeon.

-Io sono Filippo, lui è SooHyuk, lei Sarah e quella è Silvia. Non sappiamo ancora il nome della band-

"Silvia? Quella Silvia? È sempre stata davanti ai miei occhi e non me ne sono mai accorto? Impossibile la mia Silvia non è così!" Rimasi sconvolto da quel nome.

-Cosa ci cantate oggi?- chiese TaeYang.

-Come gruppo A.D.T.O.Y. dei 2pm, i rapper faranno freestyle e le ragazze si esibiscono con Tell me your wish delle SNSD- rispose Filippo.

-E come ballo?- chiese JYP.

-Growl degli Exo- risposero in coro.

-Ok, cominciate pure- annuì YG.

Le luci divennero soffuse e la base della prima canzone partì. Come gruppo erano molto sintonizzati anche se si conoscevano da poche settimane. Si vedeva una complicità che si vedeva in pochi trainee che aspettavano il debutto da diversi anni. All'improvviso la musica cessò e partì una base ritmata sulla quale i ragazzi improvvisarono qualche rima mentre le ragazze scendevano dal palco. La musica cambiò di nuovo e le ragazze presero il posto dei il posto dei ragazzi in una esibizione ottima per due principianti.

Ma quello che mi colpì fu la voce di quella nanetta. Era la stessa della mia Silvia aveva solo migliorato la sua estensione, ma il timbro era quello. C'erano troppe coincidenze. Aveva il suo stesso nome, conosceva Fil, aveva due cani identici e con lo stesso nome e per di più la voce.

"SeungHyun sei uno scemo! L'hai avuta davanti ai tuoi occhi per tutto questo tempo e l'hai saputa riconoscere solo ora! Dopo quello che le ho fatto la ritrovo è cosa faccio? Le dico solo cattiverie! Non vorrà più vedermi nemmeno se la supplico. Se uno stupido" mi disperai in silenzio.

Quando finirono anche Growl fecero un inchino e scesero dal palco sollevati di aver finito.

-L'avevo detto che erano pronti per il debutto- disse fiero il presidente.

Dovetti subirmi altre tre ore di tortura tra trainee incapaci e litigate furiose sul palco che a volte dovevamo pure sedare.

Finita quella tortura richiamammo tutti gli studenti per avvisarli dell'ultima prova tra tre giorni. La reazione non fu buona ma sedammo i brontolii annunciando le coppie e assegnando le canzoni. Poi fummo liberi di fare quello che volevamo e finalmente potei correre da lei. Uscito la vidi che camminava con le sue cuffiette. La raggiunsi e l'afferrai per un polso e la feci fermare.

-Silvia sei veramente tu?- le chiesi incredulo.

-Che cosa vuoi da me?- mi chiese infastidita.

-Allora hai mantenuto la promessa? Sono felice di rivederti-

-Ti sei rimbambito del tutto?- si liberò bruscamente dalla mia presa -Pensi davvero di poter venire qui e fare come se nulla fosse? Ti ripeto che non siamo in un drama dove io sono la protagonista rimbambita che perdona lo stronzo di turno. Non farò più lo stesso sbaglio te lo dico una volta per tutte non farti più vedere da me!-

-Ma io sono cambiato! Ho riflettuto e ho capito che senza te non posso vivere-

-Tu, tu e sempre solo tu. Sai pensare ad altro oppure se così pieno di te che non riesci a fare altro? Pensa a cosa ho provato io oppure hai visto che dimagrita non ero poi così brutta e ora i tuoi ormoni si sono messi in moto? Rifletti non sono cambiata solo fuori-

-Ti sta dando fastidio Silvia?- chiese un ragazzo.

-Non interrompere la conversazione di qualcun'altro- Silvia fece segno al tipo di andarsene -Silvia io ti amo!- feci un ultimo tentativo disperato.

-Io no e non farti vedere davanti a me mai più- disse voltandomi le spalle.

-Ti basta poco per trovarti un altro uomo- le dissi deluso.

-Come ti permetti? Sei tu quello che mi hai detto che di una grassa come me non se ne fa nulla io ho sofferto ma me la sto mettendo via- mi guardò piena di rabbia.

-Io ti ho appena detto che ti amo!- le urlai contro.

In risposta lei mi tirò un ceffone talmente forte che lo schiocco rimbombò nelle mie orecchie per qualche minuto -Io invece ti ho detto che sono cambiata e non voglio più fare gli stessi sbagli -

-Silvia vi stanno guardando tutti così ti metterai nei guai- la avvertì il ragazzo.

-Non me ne frega niente! Facciano pure, mi trattino male, mi picchino tanto non mi faranno mai male quanto me ne ha fatto questo stronzo!- si voltò e non ebbi più il coraggio di fermarla.


Capitolo 23 c.c è già da così tanto che vi rompo le scatole con questa storia? E giusto per non smentirmi sono in ritardo XD Ma vi prometto che ora che la scuola è finita sarò puntuale (Tanto so che avete rinunciato a credere alle mie promesse XD)
Cambiand discorso oggi è uscita monster ** io mi sono innamorata del rap di ChanYeol e penso che sarà la mia fissa per il prossimo mese XD. Domani esce Heartbreak hotel di tiffany ft. Simon D e sono proprio curiosa di sentire com'è. bene ora che ho fangirlato abbastanza mi dileguo XD
Un bacione a tutti e buone vacanze! <3

 

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Capitolo 24
*** Non si può tornare come prima ***


去っていったアンタなんかは バイバイバイ
って言いたいけど言えないのは なんで?なんで?
アンタなんか見たくないのさ永遠に
って言えたけど思ってないのは なんで?なんで?

E' per te che manca, bye bye bye
E' quello che voglio dire ma perchè non riesco a dirlo? Perchè?
Non voglio mai più vederti
E' quello che avrei dovuto dire ma perchè non l'ho pensato? Perchè?”

Et cetera – One ok Rock
 

Capitolo 24: Non si può tornare come prima

 

Forse ritrovare Marco non era stato poi così male. Lo avevo trovato dopo gli esami, si era scusato per il suo comportamento alle superiori e aveva giurato di essere cambiato e di essere lì per provare a far successo come ballerino. Non ci avevo troppo creduto fino a che pochi minuti fa non era venuto in mio soccorso.

Se non ci fosse stato lui non so con quale coraggio avrei schiaffeggiato SeungHyun, anzi Top non avevo più intenzione di chiamarlo per nome. Ci eravamo allontanati da un pezzo da davanti l'auditorium ma io non riuscivo a smettere di tremare. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non speravo così presto e che mi dicesse tutte quelle cose. Non ero preparata e ora mi ero messa in grossi guai.

-Tutto bene?- mi domandò Marco.

-Ce ne fosse una che va bene. Non chiedo tanto, solo una vita normale, ma da quando l'ho conosciuto non me ne va bene una- mi veniva da piangere ma non potevo permettermi di farlo.

-Stai con me e ti farò avere una vita normale- la proposta mi fece arrossire.

-Scusa non sono convinta, fino a tre anni fa mi prendevi in giro e ora, dicendo di essere cambiato, non solo pretendi ti creda, ma fai anche queste proposte-

-Hai ragione, ti dimostrerò che sono cambiato e che posso renderti felice-

-Scusa ora non riesco a crederci, magari domani con una bella dormita e a mente fresca potrò crederci di più- gli feci un sorriso forzato.

-Certo ti accompagno al dormitorio-

Mi accompagnò fino alla mia porta e una volta rimasta sola in casa mi feci una doccia fredda. Finito andai a letto nonostante fossero le cinque e non avessi cenato, ma non avevo voglia di vedere gli altri e dover dare spiegazioni. La mattina dopo non so con quale forza andai a scuola. Ma si rivelò non essere una buona idea: trovai la porta del mio armadietto pieno di incisioni che mi invitavano a morire e l'armadietto pieno di foglietti scritti con quello che sembrava sangue in cui c'era scritto che non dovevo permettermi di mettere le mie luride mani su "Top oppa". Non avevo intenzione di darci troppo peso, ma quando mi voltai mi trovai circondata di ragazzine furiose.

-Ti sei permessa di toccare il nostro oppa e ora ne pagherai le conseguenze- affermò una ragazzina occidentale con un forte accento americano.

Fece un movimento con la mano e mi resi conto di essere circondata non da un semplice gruppo di ragazzine arrabbiate, ma da un gruppo di ragazzine arrabbiate munite di gavettoni. "Cavolo non avevo voglia di farmi una doccia di prima mattina" mi preparai al peggio: chiusi gli occhi e mi incucciai. Ma qualcuno si parò davanti e mi fece da scudo contro i colpi. Quando aprii gli occhi mi trovai la faccia di Marco a pochi centimetri dalla mia.

-Marco! Stai bene?- gli chiesi preoccupata.

-Allora mi credi alla fin fine- mi sorrise.

-Non fare lo scemo come stai?-

-Bene, secondo solo cambiarmi la divisa- si tolse la giacca piena di poltiglia puzzolente.

-Siete contente? Se vi annoiate tanto andate ad allenarvi così da avere una minima possibilità di debuttare- presi Marco e lo portai più possibile da li.

-Tu Silvia come stai?-

-Mi sento uno schifo... fino a che coinvolgono solo me non è un problema, ma se fanno danni agli altri mi sento male-

-Allora lo ammetti che ti interessa di me- ammiccò felice.

-Scemo- lo spintonai ridendo.

-Adesso va a lezione e non pensarci- mi scompigliò i capelli -e ricordati che non devi sopportare tutto questo da sola-

-Sai... sono fatta così il mio dolore lo devo tenere per me... non preoccuparti per me vai a lezione tranquillo- lo salutai e cominciai a correre per raggiungere la classe che si trovava dall'altra parte della scuola. Mi aspettava un’ora di danza moderna, la prima che frequentavo dall’inizio dei corsi.

Entrata in palestra vidi il ragazzo della volta scorsa e mi ricordai di come lo avevo trattato. Dovevo chiedergli scusa, mi ero comportata male solo perché ero nervosa.

-Silvia noona sei in coppia con me, pensavo non venissi più- mi sorrise come se nulla fosse successo.

-Non sei arrabbiato?- gli chiesi avvicinandomi.

Qualcosa però mi impedì di appoggiare il piede in modo adeguato e qualche istante dopo mi trovai con la faccia a terra. Qualcuno mi aveva fatto lo sgambetto.

-Noona stai bene?- mi chiese preoccupato lui.

-Sto benissimo- mi alzai di scatto in profondo imbarazzo.

-Vieni con me in infermeria!- la sua preoccupazione era aumentata.

-Ma se ti ho detto che sto bene- cercai di rassicurarlo. Questo però mi prese con delicatezza e mi portò fino in infermeria.

-Devi avere cura del tuo corpo altrimenti sarai una pessima idol- prese il kit di primo soccorso.

-Ti ho detto che sto bene- provai a dire per l’ennesima volta, ma questo mi strofinò sotto il naso un pezzo di cotone con del disinfettante.

-Allora questo cos’è salsa di pomodoro?- mi porse il pezzo di cotone pieno di sangue.

-O mio dio- mi toccai sopra il labbro e constatai che effettivamente stavo perdendo sangue –non mi ero accorta… scusa il disturbo ora vai non voglio farti perdere la lezione-

-Ma tu sai fidarti degli altri? Oppure pensi che tutti vogliano farti del male?- chiese innervosito.

-È che…- non so per quale motivo, ma non riuscivo a parlare, sentivo le lacrime che spingevano. Forse per tutto quello che in questi giorni era successo: l’imbarazzo della caduta, il nervoso di dover sopportare tutte quelle bambinette e la rabbia dell’incontro con quel verme. Non mi chiese spiegazioni ne niente, semplicemente mi abbracciò con delicatezza e mi cullò con estrema dolcezza.

-Stai bene noona?- mi chiese quando mi fui calmata.

-Si abbastanza- mi scostai per asciugarmi le lacrime, ma vidi che gli avevo sporcato la maglia di sangue.

-Omo! Scusa! Anche tu però dovevi metterti una maglietta bianca e poi abbracciarmi sapendo che potevo sporcarti di sangue?- provai a pulire la macchia disperata.

-Tranquilla tanto è macchiata- mi mostrò un buchino vicino alla scritta a caratteri cubitali “WANG”.

-Mi dispiace…- provai a ricordarmi il suo nome, ma mi accorsi che non me lo aveva mai detto.

-Jackson, Jackson Wang- disse ridendo- mi hai proprio dimenticato-

-Scusa ho avuto un incidente e ora non ricordo i miei primi sette anni di vita- mi scusai –Aspetta! Ti sei stampato il tuo nome sulla maglia?-

-È un bel nome- si finse offeso.

-Megalomane!- lo presi in giro.

-Solo un po’-

-Dai andiamo che almeno l’ultima parte della lezione la recuperiamo- lo trascinai per il braccio.

-Allora non sei più arrabbiata con me?- fece un faccino da cucciolo.

-No ero solo stressata e ho finito per prendermela con te che non centri niente, scusa-

Fece un sorriso sollevato e mi raccontò un po’ cosa fosse successo in quegli anni a lui e alla sua famiglia.

-Ma tu mi sai spiegare perché conosco tutta questa gente nell’accademia- lo interruppi sovrappensiero.

-Semplice, eravamo tutti allo stesso campo, la maggior parte degli studenti lo era- mi disse come se fosse ovvio.

-Quindi potrei conoscere la metà degli studenti?- chiesi sorpresa.

-Può darsi, non so con chi tu avessi fatto amicizia al campo-

-O mio dio… prevedo che tutto ciò mi metterà in guai ancora più grossi-

-Non preoccuparti ci sono io a difenderti, comunque il tuo cinese è migliorato moltissimo-

-Cavolo non mi ero accorta di star parlando in cinese- mi resi conto solo allora.

Non potei aggiungere altro perché arrivammo in palestra e dopo aver spiegato la situazione al prof potemmo cominciare la lezione. Per fortuna la danza l’avevo praticata con Natasha.

-Ok ragazzi entro un mese dovrete prepararmi una coreografia con almeno sei passi base su una canzone dei Super Junior- annunciò il prof alla fine dell’ora.

-Ok Jackson se mi dai il tuo numero ci mettiamo d’accordo dove e quando trovarci- dissi prima di andare in spogliatoio.

-Ah solo per questo dovremmo trovarci?- chiese offeso.

-Sei proprio permaloso! Mettiamola così: dammi il tuo numero che rimaniamo in contatto- lo resi un bambino felice.

Qualche ora più tardi, evitato gli attacchi delle fan arrabbiate nel tragitto da un’aula all’altra e superate le ore stesse, potevo finalmente passare un’oretta nel mio posto preferito, il tetto. Mi stesi a terra, cuffiette su e tutto il resto poteva starsene fuori. In quel momento Baku si stese vicino a me e poggiò la testa sulla mia pancia e mi guardò come per rassicurarmi. Qualche minuto dopo però si alzò di scatto e cominciò a ringhiare. Alzai lo sguardo e vidi la ragazzina di questa mattina.

-Senti lasciami stare, ho i miei motivi per quello che ho fatto e voi sapete solo schierarvi dalla parte di Top senza sapere gli antefatti- le dissi stanca.

-Top oppa non farebbe del male a nessuno e tu lo hai schiaffeggiato! Perché? Ti sei confessata e ti ha rifiutata? Forse non hai ancora capito che lui vive solo per noi e non avrà mai una donna per non farci soffrire-

-Forse tu non hai capito che “Top oppa” prima di una celebrità è un essere umano e voi, care mie, dovete smetterla di impedirgli di essere felice. Vi rendete conto di quanto sia scomodo non poter essere libero di sbagliare o di fare una cazzata perché un branco di ragazzine da fan diventano anti-fan e lo insultano-

-Cosa vuoi saperne tu! Sei solo gelosa!-

-Che bambina!- avevo voglia di prenderla a pugni.

-Amy! Che cosa ci fai qui?- arrivò Marco.

-Marco! Ma niente facevo amicizia con lei- gli si attaccò al braccio e mi fece venire un conato di vomito.

-Per fortuna, le hai chiesto scusa per quello che hai fatto stamattina- mi fece un occhiolino.

-Certo!- “Che bugiarda” cominciai a valutare i posti in cui nascondere il suo corpo.

-Trattala bene perché per me è speciale- lei fece una faccia schifata e io la guardai vittoriosa.

-Scusate ragazzi io vado. Vieni Baku- me ne andavo sapendo di aver vinto e per non dover vedere quella biondina rifatta.

-Silvia aspetta, giù ci sono i cartelloni per le coppie della quarta prova di dopo domani con tutte le specificazioni-

-Grazia- corsi giù seguita da Baku.

Arrivai davanti alla bacheca principale e dissi a Baku di aspettarmi li per non farsi male. Dovetti farmi strada tra la gente e poi cercai il mio nome.

 -O mio dio… tra tutti perché lui?- mi disperai dopo aver visto quel nome.


Lo so, sono in ritardo... mi risparmio le solite scuse e vi permetto di venire a bastonarmi...(se volete perseguitarmi su snapchat mi chiamo weirdosu, oppure su we heart it sempre weirdosu).
prometto che per farmi perdonare la prossima settimana ne pubblicherò un paio di capitoli visto che il 25 è il mio preferito e che sul computer ho fino al capitolo 28. Spero che vi sia piaciuto il capitolo e se volete sto scrivendo un'altra storia che si chiama Le apparenze ingannano e il protagonista maschile e Bobby degli Ikon.
E niente, vi auguro una buona settimana <3

 

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Capitolo 25
*** Cicatrici ***


Oh girl I change my mind

No girl you ain't my type

I've seen this shit before

girl you ain't no surprise”

2nd THOTS – Jay Park

 

 

Capitolo 25: Cicatrici

 

Jay Park POV

-Tra tutti perché con lei?- stavo guardando il cartellone delle coppie.

Ci avevo litigato qualche giorno fa e ora dovevo anche cantarci! Ero nella merda. Già ci avevo messo anni per far accettare il fatto che volevo fondare una nuova casa discografica e farla accettare nell’accademia e ora non potevo permettermi di fallire un esame solo perché ci odiamo. Che poi cosa poteva saperne lei? Era brava a parlare, a dire che non doveva giudicare qualcuno senza sapere niente, ma lei cosa ne sapeva di me? Niente ovviamente e non doveva permettersi di parlare.

Non avevo certo deciso io di diventare stronzo. Avevo sempre fatto il bravo ragazzo e trattato bene le ragazze, ma ogni volta la ragazza di turno mi spezzava il cuore. Ma nessuno come lei… quella bugiarda mi aveva sempre detto di non amare le feste e di preferire la biblioteca. Sembrava così innocente e mi era venuta voglia di proteggerla. Con delle belle parole mi aveva conquistato, peccato fossero tutte false. Quel sabato sera ero andato in discoteca, visto che mi aveva detto che sarebbe rimasta a casa a studiare, ero uscito con i miei amici. Non riuscivo a credere che quella ragazza mezza nuda attaccata a uno che sembrava molto ricco era la stessa ragazza che si mostrava tanto pura e innocente eppure dovevo arrendermi a questa squallida realtà. Mi avvicinai per chiedere spiegazioni ma quello che sentii mi deluse molto più di vederla li in quello stato.

-Ma non stai con quello sfigato di JaeBoum?-

-Ma figurarsi! È solo un cretino con cui è divertente passare il proprio tempo. Poi vedessi come ubbidisce a quello che gli chiedo! È un cagnolino divertente- si misero a ridere di me.

Da quel giorno l'avevo evitata nel modo più assoluto e avevo eretto un muro intorno a me. Questa volta volevo essere io lo stronzo di turno. Ma quando avevo visto JiHyon avevo sentito qualcosa di strano all'altezza dello stomaco e mi era sembrato ingiusto farle del male. Ma avevo ignorato quella sensazione e l'avevo baciata. Ora avevo persino dei momenti in cui mi sentivo in colpa.

-Adesso basta Jay ora vai da lei e le dici che anche se vi odiate dovete collaborare per passare l'esame- mi convinsi da solo.

Cercai Silvia per parlarle e la vidi nel giardino interno tra le palestre. Stavo per raggiungerla quando dei ragazzi la circondarono. Mi bloccai di scatto e mi nascosi dietro la colonna. A pochi passi da me c'erano due ragazzi uno di spalle e l'altro lo vedevo bene in volto, stavano parlando di Silvia.

-Continua così, quella troia non deve permettersi di toccarmi ne di mettermi in imbarazzo davanti a tutta la scuola- disse il ragazzo di spalle.

-Certo voglio vedere il suo faccino deluso- rispose quello con un viso perfido.

-Una persona non può cambiare in così poco tempo e invece lei ci crede. Le insegneremo a stare al suo posto.- i due si misero a ridere.

Mi voltai verso la scena preoccupato per le parole che avevo appena sentito. E capii cosa voleva dire il tipo di spalle con darle una lezione e quello che Silvia voleva dire con il fatto che si metteva sempre nei guai. Per quanto riuscisse a difendersi bene da alcuni loro colpi e ne infligesse parecchi loro erano troppi perché lei potesse farcela da sola. In quel momento due la presero per le braccia e la bloccarono e gli altri tre cominciarono a tirarle dei calci nella pancia. Lei per quanto poteva si difendeva con le gambe ma la maggior parte dei calci la colpivano in pieno stomaco. Stava sanguinando parecchio e non potevo stare li a guardarla senza fare niente. Presi tutto il coraggio che avevo e mi buttai in suo soccorso.

-Lasciatela stare! Cinque contro uno è una cosa schifosa- si fermarono e la lasciarono li per scappare via cercando di coprire i visi per non farsi riconoscere.

Presi Silvia in braccio cercando di non farle ancora più male ma questa era già svenuta. Corsi in infermeria sperando che non ci fosse nessuno non volevo che passasse dei guai pur non avendo nessuna colpa. Per fortuna erano tutti occupati e nemmeno l'infermiera era presente così la stesi su un lettino e in quel momento si svegliò.

-Non volevo andasse a finire così- sputò del sangue.

-Poteva andare peggio- presi delle bende e del cotone con del disinfettante.

-Non preoccuparti faccio da sola- provò a dire.

-Sei matta? Scordatelo- cominciai a pulirle la faccia dal sangue.

Aveva un labbro rotto con del sangue coagulato, un taglio profondo sopra il sopracciglio, un occhio nero e svariati lividi e tagli solo sulla faccia. Le misi la pomata sui lividi e dei cerotti sui tagli.

-Alza la maglietta- le dissi.

-Cosa?- diventò tutta rossa.

-Mica voglio violentarti, sono uno stronzo non un verme- gliela tolsi io nonostante le proteste.

Aveva svariati tagli anche sulle braccia e ancora più lividi. Poi vidi sul braccio destro una benda sporca.

-Oh ma allora ti avevano già fatto del male- provai a toccare la benda ma lei scostò il braccio nascondendolo dietro la schiena. Solo allora notai una grossa cicatrice tra i due seni un po' sotto il cuore.

-Ma questo è qualcosa di serio- dissi preoccupato.

-Questa non me l'hanno fatta loro... ce l'ho dall'incidente- disse cupa.

-Oh... scusa... ora voltati- la presi per le spalle e la aiutai.

Però vidi che la schiena era messa malissimo. Anche lì era piena di cicatrici alcune più piccole e leggere altre erano profonde e anche lunghe. Ma non erano fresche sembravano vecchie.

-Anche queste dall'incidente?- le sfiorai con delicatezza.

-Già... deve essere una brutta vista...- sospirò lei.

-Chissà quanto più male fanno quelle che hai nell'anima- mi faceva rabbia, era ingiusto quello che questa povera creatura doveva passare in silenzio.

-Se sai quello che vuole dire non dovevi fare del male a JiHyon- disse fredda.

-Hai mai fatto una cazzata per paura di soffrire ancora?- le chiesi triste.

-Ne ho fatte tante...-

-Io pure ma questa volta sento di averla fatta enorme... lei come sta?-

-Non lo se non esce da camera sua da allora-

-Cosa? Ti prego dimmi che posso fare qualcosa per cancellare il passato- sentivo qualcosa stringermi lo stomaco.

-No non puoi- una lacrima solcò il mio volto -Ma puoi fare qualcosa per farti perdonare. Se tu provi qualcosa per lei, e lo provi te lo assicuro io, allora dovresti correre da lei-

-Finisco qui e poi vado- mi sentivo sollevato dalle sue parole -Grazie per non avermi odiato e aver provato a capirmi.-

-Non ho avuto scelta, JiHyon vedeva qualcosa in te e io di lei mi fido- mi sorrise dolce. Le bendai in fretta le ultime ferite e disinfettai dove c'era bisogno poi la salutai e ringraziai per l'ultima volta e corsi fuori dall'infermeria. In pochi minuti raggiunsi la loro camera e bussai fingendomi un fattorino della piazza.

-Ho portato una viennese con patatine come ordinato- per fortuna Silvia mi aveva consigliato questo stratagemma. Qualche minuto dopo mi aprì una JiHyon spettinata con gli occhi rossi. Quando mi vide spalancò gli occhi per la sorpresa e provò a chiudere, ma io fui più veloce e bloccai la porta. Entrai a forza e la bloccai prima che potesse chiudersi in camera sua.

-Cosa mi vuoi fare ancora? Dopo il primo bacio vuoi togliermi anche la prima volta?- chiese con le lacrime agli occhi.

Non ci pensai troppo e la baciai un'altra volta e la resistenza che trovai era minima. Poi mi spinse via.

-Ti prego smettila di giocare con me!-

-Non sto più giocando. Sono stato un cretino... avrei dovuto dirti che ti amo e basta eppure ho avuto paura... ho pensato solo a me stesso senza pensare che avrei potuto farti del male . Lo so che non mi perdonerai facilmente ma ho capito che per te vale la pena farsi del male e soffrire- le raccontai perché mi ero comportato così anche se quella storia mi faceva ancora tanto male. Alla fine del racconto lei mi abbracciò e solo allora mi accorsi che stavo tremando e che mi ero seduto.

-Scusami mi sono costruito un muro contro gli haters e contro il dolore ma alla fine ho fatto solo peggio- sentivo una fitta al cuore mi sentivo amareggiato.

-Non è colpa tua, non tutta. Ora sai che diventare come gli altri non è una soluzione- mi carezzò i capelli mentre mi stringeva a se.

-Ti prego aiutami a distruggere quel muro...- chiesi sussurrando.

-Ci vorrà tempo ma stai sicuro che ti aiuterò- mi rassicurò.

-Perché non mi hai tirato un pugno quel giorno? Sei troppo buona- la strinsi forte.

-Avevo visto nei tuoi occhi una luce che non era quella di una persona cattiva... sembra stessi soffrendo e non volevo farti soffrire-

-E hai preferito soffrire tu? La prossima volta fa come ti aveva suggerito Silvia-

-Mi stai dicendo che dovrei picchiarti- si mise a ridere.

-Se serve-

-Ah da domani mentre proviamo ti riempo di sberle- mi prese in giro.

-Allora sarai la mia ballerina?- chiesi incredulo.

-Se a te sta bene...- rispose timida.

-Grazie- mi alzai, le presi il viso tra le mani e le baciai la fronte.

-Tutto qui?- azzardò timida.

-Prego? Vuoi di più?- mi avvicinai al suo volto in modo che le bocche si sfiorassero. Lei diventò tutta rossa e chiuse gli occhi come per darmi il permesso.

-Prendiamocela comoda con te non voglio fare altre cavolate- mi allontanai sorridendole.

-Ma mi hai già baciata- protesto lei.

-Fai tanto la timida ma sotto sotto sei una sporcacciona- la tontonai.

-Scusa...-

-Di cosa? Preferisco le ragazze sincere che dicono cosa pensano a quelle che si fingono pure e poi si farebbero il primo che passa- la strinsi a me.

-Grazie per essere così... finalmente ho trovato qualcuno che mi apprezza anche coi miei difetti-

-Quello che molti vedono come difetto a me piace. Mi piacciono le ragazze scure di pelle e poi se sono pure pervertite- la stuzzicai un po'.

-Mi sa che devo diventarlo di più, penso che potrai aiutarmi- rispose a tono.

-Possiamo co...- la porta si aprì e l'apparizione di Silvia ci interruppe.

-Unni cosa ti è successo- disse JiHyon notando la condizione della sua amica.

-Luca... mi ha teso una imboscata- disse appoggiandosi al divano.

-Che stronzo! Sembra che ti segua per renderti impossibile la vita- le si avvicinò JiHyon.

-Non ci voleva proprio adesso che siamo vicini al tuo debutto- intervenni io.

-Chiederò o a NamJoon o a Jackson oppure a Marco di accompagnarmi per non incappare in quell'individuo- provò a rassicurarci lei.

-Non fidarti troppo di Marco che non mi convince- sbottò JiHyon.

-Deve piacere a me e ora se permetti vado a fare una passeggiata con NamJoon e le mie bimbe- solo allora mi accorsi della presenza di un Sanbernardo che mi guardava e scodinzolava. Silvia lo prese al guinzaglio e lo portò fuori con se dove c’era un ragazzo che la aspettava con un pastore bernese.

-Che testona che è!- disse JiHyon quando Silvia se ne fu andata.

-Penso che preferisca sbagliare per conto suo che ricevere l’aiuto altrui, mi ha dato questa impressione- provai a calmarla.

-Si ma poi soffre e mi fa star male vederla in quella condizione- disse lei poi le squillo il telefono e rispose –Pronto? Chi è?... Nonna come sta?- mi fece segno che sarebbe tornata subito e di aspettarmi lì. Dopo qualche minuto tornò in salotto.

-Era la nonna di quella ribelle lì, non le ho detto cosa le è successo… spero si sia medicata bene-

-Certo, l’ho medicata io!- provai a farla sorridere.

-Si è lasciata toccare da te? Anche la schiena? E la pancia? Non vorrai dirmi che ti ha fatto vedere pure il braccio!- annuii alle prime tre domande ma l’ultima mi incuriosì.

-No perché? Che cos’ha sul braccio? Quando ho provato a toccarle la benda l’ha scostato in fretta-

-Se non te l’ha detto lei io non posso permettermi di dirlo… Oddio sono già le sette forse è meglio che tu vada i tuoi compagni si staranno preoccupando-

-Già hai ragione- mi avviai verso la porta poi mi voltai le presi il volto e la baciai in fronte.

-Ci stai prendendo gusto- mi prese in giro.

-Trema per quando prenderò gusto a fare dell’altro-

-Non vedo l’ora…- mi provocò lei.

-JiHyon hai sentito che torna nostra nonna?- ci interruppe un ragazzo –ah scusate- richiuse la porta.

-Scusami è il cugino di Silvia- rise lei –ci vediamo domani ok? Fil torna dentro-

-Ciao baby aspetto domani con ansia- uscii dalla stanza e il ragazzo rientrò.


Ed ecco il capitolo 25 :D stavolta sono stata puntuoale (yeeehhh).
La storia di Jay è ispirata dalla canzone 2nd Thots che al tempo ascoltavo giorno e notte XD
Spero di averlo fatto abbastanza dolcino, anche se il personaggio sarà abbastanza pervertito (non che nella realtà non lo sia)
So che non centra con la storia principale ma ci tenevo ad approfondire le storie degli altri personaggi c.c
Spero vi sia piaciuto e le recensioni sono ben gradite <3

 

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Capitolo 26
*** A little secret ***


And when I was dead, you gave me new life
I'm lifting you up with all of my might
I don't care who's to the left, to the right
You're all that's on my mind
Don't really care what they say, what they think
I feel so alive

Famous – Skillet

 

Capitolo 26: A little secret

 

 

Sarah POV
"Domani si debutta! Madre non sono pronta!"
-Silvia, Silvia ho paura! E se domani va male? Se non piace? E se...- dissi a mia sorella.
-Sarah riprenditi! Mica ci esibiamo domani! Domani il video e poi tutto il resto- mi prese in giro ma si vedeva che era nervosa anche lei.
In questi due mesi erano successe un po' di cose: Silvia e gli altri avevano passato la quarta prova a pieni voti come del resto tutte le altre prove, Jay aveva avuto la piena approvazione per la Aomg e ora aveva un sacco di cose da fare per farsi pubblicità e trovare nuovi talenti. Tra le altre cose avrebbe anche fatto un tour per farsi pubblicità con Gray e Chacha. Con loro sarebbe andata anche JiHyon nonostante le proteste di Silvia. I Bts erano debuttati e ora Silvia e NamJoon non riuscivano più ad andare a fare le loro passeggiate con i cani, stessa cosa per Jackson che a Gennaio sarebbe debuttato con i Got7. Noi invece avremmo debuttato l'indomani. Era tutto molto, troppo frenetico per i miei gusti... troppa ansia da sopportare per tutti, SooHyuk che ogni tre secondi controllava lo schermo con il conto alla rovescia del nostro debutto, Silvia che rispondeva male a tutti e Fil che cercava di calmarmi. Come se tutto ciò non bastasse YG ci aveva convocati nel suo ufficio insieme al manager Kim.
-Ciao ragazzi miei, vi ho chiamati per farvi i miei complimenti. In pochi mesi siete arrivati molto lontani sono orgoglioso di voi. Visto i problemi che Silvia ha avuto qualche mese fa, e preferendo evitare che capiti qualcosa di analogo vi ho preso un appartamento vicino a quello delle 2ne1. Non tornerete qui per quest'anno di promozione e mi assicurerò non perdite l'anno accademico. Mentre starete li girerete un programma simile al YGTV.
Ricordatevi che domani avete un'intervista alla radio per presentare la nuova canzone. Tra due giorni sarete ad Inkigayo. Per adesso è tutto, il resto ve lo spiegherà il manager Kim.- ci spiegò il presidente.
-Si grazie presidente- lo ringraziammo.
-Andate pure e fate valere i No Name- ci salutò.
-Alla fine lo abbiamo convinto a tenere il nostro nome- disse felice Silvia una volta usciti dall'ufficio e salutato il segretario Kim.
-Ha un senso profondo. Non abbiamo un nome così che tutti possano riconoscersi in noi. E poi il nome del fandom era facile da trovare: gli Anonymus - disse fiero Fil che a suo tempo aveva inventato il nome.
-Bon andiamo a salutare un po' di gente  e tra tre ore in camera a preparare la valigia- lo ignorò SooHyuk.
-Senti com'è autoritario il nostro maknae- lo presi in giro e ricevetti in tutta risposta una linguaccia.
-Ci vediamo dopo ragazzi, se non saluto Jackson non mi parlerà mai più e non voglio immaginare i due maroni che farà a Mark- ci salutò Silvia.
-Vado pure io- si congedò Fil.
-Ci vediamo dopo SooHyuk- mi allontanai pure io.
Grazie a mia sorella ero riuscita a fare amicizia con molta gente in molto meno tempo di quanto avrei impiegato io, ma c'era una persona che conoscevo da molto tempo e non poteva vedere la mia sorellona (lo era per soli due minuti d'anticipo). Senza farmi vedere dagli altri andai al dormitorio, arrivai al quarto piano alla stanza 401, quella di fronte alla nostra, e bussai. Mi aprì Daesung.
-Sei solo in casa?- gli chiesi.
-Mi meraviglia tutto questo coraggio- ci conoscevamo da quando avevamo appena qualche anno in due eppure era diventato un pervertito.
-Sempre a pensare male. Sono seria devo parlarti- lo rimproverai.
-Tranquilla non c'è nessuno. Entra prima che qualcuno ti veda- mi afferrò per un braccio e mi trascinò in camera sua -qui non ti sentirà nessuno-
-Hai novità? Sto per andarmene e per tanto tempo quindi ti chiedo rapporto prime del solito...non so quando riusciremo a vederci- mi sedetti sul suo letto.
-Tua nonna non aggiunge particolari, per quanto le chieda risponde sempre che a suo tempo sapremo tutto. Dice che dovete ricordare voi e poi agire di conseguenza-
-Cavolo nonna sempre a tenere segreti!-
-Ha detto che finito il periodo di debutto verrà a trovarvi e magari riuscirai a convincerla a dirti qualcosa in più- sedette vicino a me.

-Tu come ti senti?- cambiai discorso visto che quello non portava a niente.
-Come credi che ci si senta a doverla vedere ogni giorno e tenere dentro un segreto così pesante? Per fortuna NamJoon sta collaborando ma non so fino a quando ci riuscirà...-
-Non è colpa tua... ma di quell'uomo

《Ero nascosta nello sgabuzzino e sentivo un grande peso schiacciarmi il cuore oltre che tanta paura.
-Sarah amore mio vieni fuori che non voglio farti del male... non farti pregare- sento dei passi infondo al corridoio. Apre una porta.
-Non puoi nasconderti per sempre- lo sento ridere è una risata raccapricciante che mi fa gelare il sangue. Il mio cuore batte sempre più forte. Apre un'altra porta e sento che la prossima potrebbe essere la mia.
-Mi sto arrabbiando- la voce sembra alterata. Non voglio che mi tocchi ancora, la schiena mi fa ancora male e le ferite non si sono ancora rimarginate. So che se picchia su una ferita aperta il dolore sarà più forte. Vorrei sparire... vorrei che Daesung fosse qui con me.
Sento un altra porta aprirsi. Ancora poche porte e potrebbe aprire la mia.
-Sai perché tua sorella è al campo e tu no? Perché sei una bambina cattiva- la prossima è la porta di fronte alla mia, ho paura e l'unica cosa che posso fare è piangere. Quando la apre il suo tono è arrabbiato.
-Se ti trovo torni in punizione e sai che l'armadio non è comodo per rimanerci una settimana senza cibo- sento i suoi passi fermarsi davanti alla mia porta. Il mio cuore batte talmente forte che temo potrebbe sentirlo. Però poi sento i suoi passi allontanarsi e quasi non ci credo.
"Sono salva"
Sento solo il mio cuore ormai.
"Che sollievo"
Click.
La porta si apre.
La luce si accende.
-Piccola sgualdrina pensi di poter scappare? - mi solleva di peso e mi trascina via -verrai punita per questo- sento già la sensazione del bastone che si schianta sulla mia schiena.》

-Sarah stai bene?- Daesung interruppe quel brutto ricordo.
-Io...- il trauma non mi permetteva di parlare riuscivo solo a tremare.
-Non ti preoccupare, lo troveremo e la pagherà cara!- Daesung mi strinse forte ma non era abbastanza per mandare via quel dolore.
-Come può una persona... arrivare a fare questo?- Daesung mi strinse ancora più forte.
-Devo andare avanti. Lo so è difficile ma tu sei una bella persona e lui aveva torto dicendoti che sei una cattiva ragazza. Era sol un pazzo- mi carezzò una guancia.
-Un pazzo che è ancora libero da qualche parte e io non so cosa aspettarmi...-
-Fino a che ci sono io accanto a te tu non devi preoccuparti- mi prese il volto tra le mani, mi guardò come per cercare dentro la mia anima. Sin da piccoli lui era l'unico che ne aveva il permesso, però ora era diverso. Diverso perché io lo vedevo con occhi diversi. Prima che potessi rivelargli i miei sentimenti lui posò le labbra sulle mie. Quelle labbra che avevo aspettato per tanto tempo e che avevo sempre creduto di non meritare, ora capivo che anche lui desiderava le mie da tanto tempo. Era un contatto che ci serviva per curare le ferite l'uno dell'altra.
-Come farò senza di te?- mi chiese staccatosi da quel bacio.
-Hai resistito anche per più tempo-
-Mi ero ripromesso di non lasciarti più-
-Se vai a trovare le 2ne1 potremmo avere incontri casuali in ascensore- ammiccai.
-Ma incontri o incontri ravvicinati?- sottolineò lui sornione.
-Ma! Che pervertito. Ovvio che sono incontri ravvicinati!- la mia affermazione sembrò sconvolgerlo.
-Un bacio ti fa questo effetto? Prima eri una piccola suora e ora sei un zozzona- scoppiammo a ridere. -È a questo come reagisci?- fece un attacco a sorpresa mi bloccò sul letto e mi baciò sul collo, ma c'era qualcosa di strano.
-Perché cavolo...?- dopo qualche minuto riuscii a liberarmi dalla presa.
-Un regalino- sorrise furbetto.
-Cosa...?- corsi allo specchio e spostai i capelli. E lo vidi. Era lì, una enorme macchia rossa che tendeva al violaceo. Un succhiotto!
-Ma come ti sei permesso?- la mia reazione suscitò la sua ilarità.
-Avrei dovuto fotografare la tua faccia- disse rigirandosi nel letto.
-Lo sai che dovrò dare molte spiegazioni ai ragazzi?

E come lo copro sul palco poi?- gli saltai addosso.
-Ti amo anch'io! Dovresti ringraziarmi quando ti specchierai penserai a me- mi strinse a se.
-Io ti odio-
-Capita- giocherellò con le mie guance.
-Ti fembro un orfo coccolofo?- provai a dire e lui scoppiò a ridere.
Passammo altre due ore a parlare del più e del meno. Poi sentimmo la serratura della porta d'ingresso scattare.
-Cazzo!- scattò in piedi Daesung -come esci adesso?-
-O dalla finestra.... oppure con molta indifferenza- provai a dire pur sapendo che presto avrei assunto una tonalità di rosso mai vista prima.
Ma quando uscimmo di camera nessuno mi notò. Potei così uscire dalla loro camera.
-Sarah cosa ci facevi lì?- non avevo calcolato che, essendo camera nostra vicina a quella dei ragazzi, avrei potuto trovare mia sorella o uno della band.
-Stavo chiedendo dei consigli, meglio tenere buoni rapporti con i nostri sunbae- cercai una scusa plausibile.
-Entra in camera dobbiamo parlare- non mi credette nemmeno un po'.
-Ti sto dicendo la verità- ribadii il concetto una volta entrata in camera nostra.
-Certo e per farlo dovevi andare in camera sua- disse ironica.
-C'è qualcosa di male?- andai sulla difensiva.
-Lo accetto solo perché ognuno è libero di avere i suoi segreti - mi guardò scettica.
-Hm- mi voltai offesa.
-Capisco anche che per i tuoi consigli quel succhiotto fosse necessario, ma almeno coprilo- disse divertita. Sentii il viso andare a fuoco, me n'ero dimenticata.
-Vado a farmi la valigia- corsi in camera mia.
-Ti conviene! Non farti distrarre che domani è il grande giorno!- la sentii urlare.
"Devo trovare un modo per nasconderlo" mi disperai una volta chiusa la porta.
Poi ricordai il nostro bacio e, dopo essere diventata un peperone, saltellai in giro per la stanza in maniera molto matura.


Lo so sono disperatamente in ritardo ç.ç e chiedo scusa ma in questi due mesi di assenza sono stata sempre via tra un campo e l'altro e quando tornavo a casa ero stanca e due settimane fa, tornata dalla gmg, mi sono ammalata e fino a due giorni fa stavo da cani. ora che mi sento meglio pubblico questo capitolo sperando di riuscire a pubblicare i prossimi il prima possibile.
Che dire, sto facendo alcune digressioni dalla storia principale, ma presto vi saranno dei risvolti spero sorprendenti XD A dire il vero non so quanti capitoli scriverò ancora visto che la storia ce l'ho già tutta nella mia testa, ma spesso mi trovo a fare delle piccole variazioni quindi potrebbe durare più di quello a cui avevevo pensato inizialmente.
Spero questa coppia possa piacervi e tenete d'occhio DaeSung che è abbastanza importante in questa storia.
Se avete qualcosa da dirmi lasciatemi una recensione che mi farebbe piacere e niente un bacione e buon proseguimento di settimana <3

 

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Capitolo 27
*** We like 2 party ***


You left my side tonight,
And I just don't feel right,
But I can't let you out of sight
Without you I'm no one,
I'm nothing at all

Without you – Three days grace

 

Capitolo 27: We Like 2 party

 

TOP POV

-Dai muoviti SeungHyun! Tra un'ora dobbiamo essere lì- entrò Ri con poca delicatezza in camera mia.
-Sai che voglia...- mi sistemai la giacca.
-Sempre il solito associale! - si intromise YongBae.
-Pensavo ti interessasse sapere come se la sono passata in questo anno e mezzo i No Name- intervenne sornione JiYong.
"Prova ad aggiungere altro e io spiattello tutto su te e Chaerin!" Lo fulminai con lo sguardo e sembrò aver capito perché si fece serio.
-Andiamo se non vogliamo arrivare tardi- ci richiamò Daesung che sembrava emozionato.
Arrivammo al ristorante con quindici minuti di anticipo. Un cameriere ci accolse e ci chiese foto e autografi. Ci spiegò che essendo stato il ristorante prenotato per tutta la sera aveva capito che sarebbe arrivato qualcuno di famoso ma non pensava che sarebbe venuti tutti i cantanti di YG e JYP. Ci accomodammo nella sala principale è ci accorgemmo di essere arrivati per la prima volta secondi. I No Name erano già arrivati.
-Oh Daesung non siamo i primi per una volta- ridacchiò Ri.
-Colpa di Silvia e la sua mania si arrivare in anticipo- disse Sarah indicando la sorella.
-Meglio prima che tardi- si difese Silvia.
-Ma siamo qui da 15 minuti- sbottò JiHyon.
-Andresti d'accordo con Daesung- JiYong diede una pacca a Dae.
-Non penso proprio- disse secco e ci fu un scambio di sguardi tra lui e Sarah.
-I Got7 sono qui!- entrò urlando un ragazzetto interrompendo tutto.
-Jackson!- gli corse in contro Silvia.
-Noona!- la sollevò da terra.
-Ragazzi come ve la siete passata?- chiese abbracciando uno a uno tutti e sette i ragazzi.
-Bene anche se è strano essere famosi- disse un ragazzo alto.
-Povero YeugYom- gli scompigliò i capelli -omo Bambam sei cresciuto tantissimo!-
-Te l'avevo detto che sarebbe arrivato il mio momento- scatenò la risata degli altri sette.
-Mark adesso sta zitto, ma per tutto il viaggio ha saltellato dicendo che non vedeva l'ora di vederti- Jackson diede una pacca alla spalla di un ragazzo non troppo alto che sembrava non essere a suo agio tra tutte quelle persone.
-Ma!- protestò il ragazzo.
-Che carino- Silvia lo abbracciò.
-SeungHyun se continui a stringere così il pugno ti verranno i buchi nelle mani- mi sussurrò JiYong divertito. Lo fulminai con lo sguardo e me ne andai infastidito. Quella nanetta riusciva sempre a farmi perdere le staffe.
Arrivarono poi uno per uno tutti i membri delle due case discografiche. Per ultimi arrivarono i due presidenti con Rain e Seven e annunciarono che presto sia uno che l'altro membri più anziano delle case avrebbero terminato definitivamente i loro contratti.
-Per festeggiare quest'anno finito e accogliere bene quello che verrà e per salutare i nostri due cari amici stasera divertiamoci senza troppe preoccupazioni- annunciò JYP ricevendo il consenso generale.
-E dopo tutti in discoteca!- l'affermazione di YG suscitò l'entusiasmo di tutti.

-Prevedo già il finale di questa serata- mi si avvicinò DongWook*.

-Basta che loro due non si ubriachino- indicai i due presidenti.

Al contrario delle nostre previsioni fino a che rimanemmo al ristorante non successe nulla, tranne il continuo sfottere da parte di JiYong e DongWook (che grandi amici che mi sono trovato) che sembravano essersi coalizzati contro il sottoscritto. Per fortuna verso le undici ci trasferimmo in discoteca e non dovetti più sopportarli. Anche la discoteca era stata prenotata solo per noi anche se potevamo portare ed invitare chiunque volessimo.

-Secondo te quanto sono ubriachi?- mi chiese divertito DongWook facendomi notare che era successo l’opposto di quello che speravo.

-Non mi sembra troppo…- in quel momento JYP salì alla postazione del dj, prese il microfono e invitò Yg a cantare con lui. -Sono decisamente ubriachi- mi ridissi.

-Dovremmo fermarli?-

-...Nahh…- scoppiammo a ridere -Magari lo convinco a farci fare un comeback-

-Si, minacciandolo con le foto di lui che balla ubriaco- disse ironico.

Poi notai che non eravamo gli unici a divertirci infatti quando mi voltai vidi Silvia ad un tavolo seduta vicino a Marco e ai Got7 che faceva a gara con gli altri di chi riusciva a reggere meglio l’alcol. Sembrava già alticcia.

-Vuoi andare a sfidarla?- mi sorprese JiYong.

-Figurarsi la straccerei!- feci il superiore.

-Mi sa di no- mi sfidò lui sapendo che non so rinunciare alle sfide.

-Vedremo- dissi avvicinandomi al tavolo -posso aggiungermi anch’io?- mi sedetti senza aspettare il permesso.

-Sperando tu sia un degno avversario- mi indicò gli altri che sono già ubriachi.

-Direi di andarci giù pesante- ordinai alcune bottiglie di super alcolici.

-Voi non state bene- sentii una voce ovattata dopo aver bevuto parecchi bicchieri.

-Non perdo mai una sfida- risponse Silvia che sembrava star cedendo agli effetti dell’alcol.

-Peccato che siamo in due- le puntai il dito contro e lo vedo duplicarsi e triplicarsi fino a che non si ferma.

-Ti amo- Marco sembrò riprendere coscienza per qualche secondo ma poi sviene di nuovo.

-Ti amo a chi stronzo- dico ad effetto ritardato.

-Non dare dello stronzo al mio ragazzo!- mi minacciò Silvia.

-Perchè altrimenti cosa mi fai?- tutto questo parlare mi fece venire un gran mal di testa.

-Vado a ballare- scosse un po’ Marco e lo trascinò in pista lasciandolo stordito poichè non stava capendo niente.

-Non le farò più toccare alcol è un pericolo che cammina!- si disperò sua sorella.

-Lo sai che è troppo tardi? È da tempo che cerca di battere il suo record personale e temo che oggi ci riuscirà- rise JiHyon.

Volevo inserirmi nel discorso, ma gli occhi si chiudevano da soli, li sentivo pesantissimi. Mi poggiai con la schiena al muro e da li a pochi secondi mi si fece tutto offuscato. Quando riaprii gli occhi mi resi conto di essermi addormentato, l’ora sullo screen del telefono me ne diede conferma. Mi sgranchii le ossa, ma c’era qualcosa che mi impediva di muovermi liberamente. Abbassai lo sguardo e vidi che Silvia era poggiata sulle mie cosce e aveva le braccia intorno alla mia vita.

-Certo che se proprio bella, anche quando sei ubriaca- le poggiai una mano sui capelli e il gesto la svegliò. Mi sorrise e mi giunse una puzza di alcol -Sei ancora ubriaca-

-Sei proprio uno stronzo- mi sorprese -Peccato tu sia uno stronzo molto sexy- mi puntò un dito al petto e prima che potessi fare qualcosa lei si alzò e se ne andò via- le corsi dietro e incontrai l’unica persona ancora sobria: TaeYang-

-Che cosa è successo mentre dormivo?-

-Non so quando tu ti sia addormentato. Per farla breve io e te siamo gli unici della band ad essere ancora qui, Silvia è l’unica rimasta de No Name gli altri se ne sono andati via a metà serata tranne SooHyuk che se n’è andato poco fa raccomandandomi di portarla a casa intera. Ad un certo punto Jay Park si è imbucato alla festa ma se n’è andato via poco dopo con JiHyon. Marco è stato portato via da quella Amy e la cosa non mi piace per niente- mi riassunse la serata al meglio che poteva.

-Non so tu ma io vedo tresche ovunque…-

-Se non ti muovi perderemo Silvia per le strade di Seoul- ignorò la mia considerazione e mi indicò la porta della discoteca dalla quale Silvia stava cercando di uscire.

Presi la sua borsa e i nostri cappotti e la raggiunsi pria che potesse fare danni ingiro per la città. Le misi il cappotto, ci mancava solo che prendesse la febbre, poi la colpa sarebbe stata mia e non mi andava di peggiorare il nostro rapporto.

-Ferma! Non andare in giro da sola, seguimi ti porto a casa- la presi per il polso cercando di portarla alla mia macchina.

-Questo signore stronzo ma sexy sta cercando di rapirmi!- si mise ad urlare a pieni polmoni.

-Che stai dicendo?- le tappai la bocca perché primo erano le quattro di mattina e secondo non volevo passare per un pervertito.

Finalmente riuscii a metterla in macchina con la stessa difficoltà con cui si mette un gatto in una vasca d’acqua. Provai ad allacciarle la cintura, ma lei pensava volessi baciarla e mi stringeva verso di lei per baciarmi. La nottata si prospettava molto più lunga del previsto.

-Quanto dura questa sbornia?- mi posizionai sfinito sul sedile del guidatore.

Nemmeno il viaggio in macchina si rivelò più facile. La signorina continuava a passare da una felicità esagerata, alla depressione, dall’irrefrenabile voglia di guidare al posto mio al mal d’auto con tanto di tentativi di buttarsi fuori dalla macchina. Arrivati al loro appartamento la presi in braccio, per fortuna si era calmata, e, dopo aver scoperto che l’ascensore era rotto, la trasportai per i sette piani di scale che ci separavano dal suo appartamento. Finiti i sette piani più faticosi della mia vita non avevo più la sensibilità delle mie gambe, ma almeno sapevo di averla portata sana a casa sua.

-Lo sai che non vivo più qua? Da oggi ci siamo ritrasferiti al dormitorio- si mise a ridere del mio errore.

-Non potevi dirmelo sette piani fa? Pesi e io non sono abituato a questi sforzi!- sbottai infastidito. Tutta questa situazione stava iniziando a distruggere i miei poveri nervi.

Ben presto mi resi conto che arrabbiarmi non avrebbe certo migliorato la mia situazione così mi arresi e iniziai la nostra lunga discesa ripromettendomi che Silvia non avrebbe mai più toccato un goccio d’alcol in tutta la sua vita.

Arrivato a terra con il fiatone feci un ultimo sforzo per raggiungere la macchina.

Per fortuna raggiungemmo la macchina prima che iniziasse un forte temporale.

-Qual è il codice?- le chiesi, ma non ricevetti risposta la sentii solo canticchiare la canzone di auguri -Speriamo che ciò voglia dire che il tuo codice è la data del tuo compleanno. 22...05- click! La porta si aprì.

-Sei uno stalker, pure il mio compleanno ti ricordi!- mi carezzò la testa.

-Vorrei ricordarti che me lo hai detto tu!- all’improvviso la luce si accese. Silvia, l’amica della pazza che avevo sulle spalle, mi guardò stupita e poi tirò un lungo sospiro vedendo lei svenuta.

-Possibile che da qualche mese a questa parte tu ti faccia portare a casa spesso da un uomo e sempre diverso se non bastasse! Quante volte ancora farai azioni sconsiderate come questa? Vieni ti mostro la sua camera. Che poi, dico io tutti a divertirsi e io qui a casa a preoccuparmi. Mi sento una mamma- sparì brontolando dopo avermi mostrato la camera dell’amica.

-Vieni prima che succedano scandali- la stesi sul letto di camera sua.

-Questo non è il mio pigiama- disse indicando il suo vestito fin troppo corto -non posso dormire con questo-

-Fai come vuoi io me ne vado- mi voltai per sistemarmi la giacca e la cravatta e poi tornai a guardarla per vedere se avesse bisogno di qualcosa. Me la ritrovai davanti in intimo -Cosa?! Aspetta, aspetta… mettiti qualcosa- mi voltai rosso per l’imbarazzo.

“E pi chi lo calma il mio amico? Ok SeungHyun cerca di calmarti si starà rivestendo” provai a tranquillizzarmi ma mi sentii due braccia esili circondarmi il basso addome.

-Non ricordo dove sia il mio pigiama…- disse con fare provocante.

“Sono nella merda. Perché sono in camera da solo con lei ubriaca che cerca di abbordarmi?” disperai.

-Se non ti vesti potrei farti delle brutte cose, sono pur sempre un uomo- cominciai a sbottonarmi la camicia.

-Sesso!- urlò euforica, le tappai la bocca sperando che Silvia non avesse sentito.

-Non ci penso nemmeno con te in queste condizioni- provai a metterle la camicia, ma lei non voleva collaborare: mentre provavo ad abbottonare lei sbottonava.

Stava per protestare quando un luce intensa invase la stanza e lei si paralizzò. Dopo qualche secondo vi fu un boato fortissimo e lei si accucciò a terra tremando. Il vero e proprio temporale era appena cominciato e probabilmente sarebbe continuato fino al giorno dopo.

-Hai paura dei tuoni?- mi accucciai vicino a lei.

Non fece in tempo a dire nulla che un altro rombo potente squarciò il silenzio della notte. Dalla paura mi saltò tra le braccia nascondendo la testa nell’incavo della mia clavicola.

-Ti prego non lasciarmi, resta con me solo per stanotte- stava piangendo e tremava come una foglia.

Non potevo lasciarla in quello stato e sperare di dormire tranquillo. La presi dunque in braccio e la misi sul letto. Subito mi prese il braccio e mi invitò a buttarmi vicino a lei. Mi stesi e la lasciai accoccolarsi tra le mie braccia sperando di poterla consolare. Sembrò calmarsi un po’ dal momento che tremava molto meno rispetto a prima.

-Non pensare ai tuoni, vedrai che se mi racconti qualcosa non li sentirai- le carezzai i capelli.

-Sono proprio una stupida… ho cominciato da poco a frequentarmi con Marco. E fin qui tutto bene. Il problema è che non riesco a togliermi dalla mente un ragazzo. Bellissimo, ma stronzo. Pensa che non lo merito perché sono grassa… da allora ogni volta che mi guardo allo specchio vedo quella ciccia, quella per cui lui mi ha respinta. Sono cambiata per lui, per dimostrare che non sono solo quella ciccia. Il mio cervello continua a negarlo eppure il cuore lo sa che l’ho fatto per lui e ogni volta che lo vedo questo comincia a battere fortissimo. Te l’ho detto che sono una stupida- una laccrima solitaria stava scendendo. Gliela asciugai.

-Forse l’ha fatto per il tuo bene…-

-Cazzate!-

-Lo sai vero che tre anni fa non saresti riuscita a debuttare con la stessa serenità che hai adesso? E poi se prima eri bellissima ora lo sei di più perché stai meglio con te stessa!- provai a dirle, ma stava già dormendo così mi rassegnai e decisi di provare a dormire anch’io.

Nemmeno questa volta sono riuscita ad essere puntuale... ma ormai ci sarete abituati. chiedo veramente scusa, ma sto passando un brutto momento, sono nel mezzo di un conflitto con la mia famiglia e anche dentro di me quindi scriverei solo cose brutte e deprimenti... spero che passi in fretta e di poter scrivere perchè vedo che molti la seguono anche se nessuno recensisce. Mi farebbe piacere che mi scriveste perchè mi permetterebbe di capire se ci sono cose da migliorare o cose che non vi piacciono, ma fino ad ora ho avuto solo una recensione, quindi per favore scrivete quello che pensate, vanno bene anche critiche.
Per quanto riguarda il capitolo è un po' una digressione, ma mi piace vedere Top un po' geloso. presto si tornerà alla trama principale e scoprirete un po' di cose in più.
Bacioni e buona settimana <3

 

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