SMILE AND IF YOU CAN'T FIND A REASON TO, DO IT FOR ME

di ToInfinityAndBeyond_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Los Angeles ***
Capitolo 2: *** The meeting ***
Capitolo 3: *** Nash ***
Capitolo 4: *** The invitation ***
Capitolo 5: *** Pool Party ***
Capitolo 6: *** Shopping center ***
Capitolo 7: *** Pain ***
Capitolo 8: *** Goodbye Nash ***
Capitolo 9: *** Madison's tweet ***
Capitolo 10: *** Jack ***
Capitolo 11: *** Unexpected check in ***
Capitolo 12: *** Welcome home ***
Capitolo 13: *** Explanations ***
Capitolo 14: *** The phone call ***
Capitolo 15: *** School ***
Capitolo 16: *** Secrets ***
Capitolo 17: *** It wasn't me ***
Capitolo 18: *** Jack's date ***
Capitolo 19: *** Kiss ***
Capitolo 20: *** Cash ***
Capitolo 21: *** Cinema ***
Capitolo 22: *** Is it not that you hide the queen too? ***
Capitolo 23: *** Jack & Jack ***
Capitolo 24: *** He is Nash Grier, what did you expect? ***
Capitolo 25: *** I will miss your lips ***
Capitolo 26: *** Take care of you ***
Capitolo 27: *** Only a chance ***
Capitolo 28: *** Advice ***
Capitolo 29: *** Be yourself ***
Capitolo 30: *** Mistake ***
Capitolo 31: *** Bad feelings ***
Capitolo 32: *** Confidence ***
Capitolo 33: *** Goodbye Jacks ***
Capitolo 34: *** Last three days ***
Capitolo 35: *** New York ***
Capitolo 36: *** We love you, Cam ***
Capitolo 37: *** Not like that ***
Capitolo 38: *** Maybe I have an idea! ***
Capitolo 39: *** Merry Christmas ***



Capitolo 1
*** Los Angeles ***




LOS ANGELES:


Il primo giorno d’estate era arrivato e finalmente eravamo giunte a Los Angeles dopo circa 12 ore in aereo con due scali.
Io ed Eleonora eravamo sfinite, ma lei aveva ancora un po’ di energia per voler fare una passeggiata sul lungo mare intanto che la camera dell’hotel si liberava.
-Gre, sbrigati!- iniziò ad urlarmi mentre il sole ci illuminava il viso appena uscite dall’aeroporto.
-Arrivo!- le risposi andandole incontro.
Mettemmo le valige su un taxi che le avrebbe portate all’hotel mentre noi avremmo camminato sul lungo mare per goderci l’alba di Los Angeles.
C’era un piccolo chiosco ed Eleonora andò a prendere due milk-shake per noi due, anche se erano circa le sei e mezza del mattino, un milk-shake era la cosa perfetta in quel momento.
-L’alba è meravigliosa- dissi inspirando ed espirando l’aria marina.
-Sì, è stupenda-
-Che facciamo oggi allora?-
-Direi di andare in spiaggia e stasera usciamo. Devo comprare un paio di costumi-
-Va bene- conclusi sorridendole.
Continuammo la nostra camminata per circa una ventina di minuti, dopodiché raggiungemmo l’hotel, il quale personale ci avvisò che la camera era pronta e che avevano già portato là le valige.
Raggiungemmo la stanza ed era bellissima.
-Io prendo il letto vicino alla finestra!- urlò Eleonora.
-Hahaha okay Ele- risposi ridendo.
Rimanemmo incantate dalla vista che dava sull’oceano e sulla spiaggia.
Improvvisamente sentii un il rumore di un twitt provenire dal mio cellulare, così entrai su twitter e la notifica era di Nash Grier che aveva postato una foto con Cameron Dallas in una piazza con delle fans con scritto
“GIORNATA STUEPNDA A LA!”.
-Ehi Ele, guarda il twitt di Nash- le dissi indicando il suo cellulare.
Lei prese il cellulare e dopo rispose guardandomi stupefatta
-Ma.. ma è a Los Angeles! È qui dove siamo noi! ODDIO!-.
Io sorrisi e dopo le proposi
-E se andassimo a vedere dove erano?-
-Sì! Assolutamente!- mi rispose sorridendo abbracciandomi.
Restammo in camera fino alle otto, poi scendemmo per fare colazione.
Io presi un cappuccino con brioche alla crema, mentre Eleonora prese della cioccolata calda con una fetta di crostata alle mele.
Appena finimmo la colazione, andammo alla reception e chiedemmo se sapevano dove si trovava la piazza nella foto in cui erano Nash e Cam.
Loro ci risposero che era circa mezz’ora da qui.
Li ringraziammo e uscimmo dall’hotel prendendo un taxi per andare in quella piazza.
-Gre, lo sai che se anche andiamo in quella piazza, loro non saranno lì, vero?- farfugliò Eleonora con le cuffiette nelle orecchie.
-Sì, lo so. Voglio solo stare nello stesso posto dove è stato Nash ieri- le risposi sorridendo.
Poi misi le cuffiette anche io iniziai ad ascoltare “Life of the party” di Shawn Mendes, uno dei Magcon Boys.
Adoravo la sua voce ed inoltre era un mix perfetto con il colore del cielo e della spiaggia.
Passò mezz’ora e arrivammo alla piazza della foto.
Pagammo il taxi e dopo andammo nel mezzo del piazzale.
-Ti rendi conto che Cam e Nash erano qua ieri?!- iniziò a dire Eleonora.
-Non mi sembra vero. Peccato non essere qua con loro-
-Bhe, anche se fossimo state qui, con tutte quelle fan, non ci avrebbero nemmeno notato-
-Lo so, ma anche solo l’emozione di stare nello stesso posto di Nash sarebbe stato perfetto- conclusi guardandomi attorno.
Ci sedemmo su una panchina davanti alla piazza e bisbigliai tra me e me
-Non posso credere che tu eri qui ieri. Proprio dove sono io ora-.
Eleonora mi guardò stranita e rispose
-Magari ci riverranno oggi o domani- sorridendomi.
Io scossi la testa, poi guardai di nuovo il piazzale e notai una cosa colorata dall’altra parte tra delle palme in un cespuglio.
Mi alzai ed andai nella sua direzione.
-Ma dove diavolo stai andando?- mi urlò Eleonora.
-Resta lì, arrivo subito- le risposi.
Raggiunsi l’oggetto che era incastrato nel cespuglio e vidi che era una bandana blu.
-NON CI CREDO!- urlai girandomi verso Eleonora.
Lei corse verso di me urlando cosa fosse successo, così le mostrai la bandana.
Gli si illuminarono gli occhi e sibilò
-Ma.. è la bandana che aveva su Nash ieri nella foto! Aspetta, perché è qui?-
-Probabilmente gli sarà caduta ieri, o una fan l’aveva presa e poi l’ha persa hahaha non ne ho idea in realtà- risposi girando la bandana tra le mani.
Era bellissima e sentii il profumo di Nash sulla stoffa.
Per scherzo la misi sui capelli ed Eleonora  disse
-Ti sta benissimo, dovresti tenertela-
-Non è mia Ele, dovrei restituirgliela-
-Dovresti..-
-Dai Eleonora! Devo ridargliela, è sua poi magari la starà cercando-
-Ne ha tante, nemmeno si ricorderà di averla persa. E poi è stupenda- rispose guardando la bandana come se fosse oro.
-In più, come fai a restituirgliela se non lo vedi?- aggiunse.
Io abbassai lo sguardo e le diedi ragione.
-Ma sì, tienitela, pensa che te l’abbia regalata lui hahaha- continuò dandomi una pacca sulla spalla.
Io sorrisi e poi la misi intorno alla testa e le domandai ridendo
-Come sto?-
-Perfettamente bene! Ora sembri proprio la sua ragazza-
-Che gli ruba le bandane ovviamente hahaha-
-Ovviamente hahaha- concluse Eleonora ridendo.
Io guardai il cellulare e notai che erano già mezzogiorno e mezzo, così dissi
-Andiamo a mangiare ora, poi penseremo bene a cosa fare-
-Ho una fame da lupi- aggiunse Eleonora.
Così cercammo un posto dove mangiare.


LOS ANGELES:
 
 

                                                                                                                                                               
Hey, sono Greta :)
Questa è la mia nuova Fan Fiction su Nash Grier, spero vi piaccia :)
Mi farebbe molto piacere se recensiste la storia per sapere dove potrei migliorare, grazie mille! 
Un bacio,
Gre.

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Capitolo 2
*** The meeting ***


THE MEETING:





Erano circa le due e dopo aver mangiato, decidemmo di fare un giro in città.
C’erano parecchi negozi carini, ed Eleonora si prese un paio di costumi davvero magnifici: uno color azzurro marino e l’altro color rosa pesca.
Ad un certo punto vidi in un negozio degli occhiali da sole davvero carini, così entrai e li provai.
-Come sto?- chiesi ad Eleonora intenta a messaggiare con il cellulare.
-Oh, scusami non ti stavo ascoltando. Che dicevi?-
-Come mi stanno gli occhiali?-
-Gre, sono orribili! Ti prego provane degli altri- rispose ridendo.
Io li posai e provai altri modelli fino a quando Eleonora non  ne prese un paio e mi disse di provarli.
-Ti stanno da Dio!- esclamò la mia amica mentre i suoi occhi chiedevano palesemente un ringraziamento per avermeli trovati.
Io mi guardi allo specchio e concordai che mi stavano bene.
-Sì bhe.. non sono niente male-
-Meglio di quei cosi che sembravano dei catarifrangenti di sicuro!- rispose ridendo compiaciuta per l’approvazione.
Tolsi gli occhiali ed andai a pagarli alla cassa.
Appena uscite dal negozio li indossai ed Eleonora mi fermò e mi disse
-Okay Gre, devo farti una foto: con la bandana di Nash e gli occhiali così, stai benissimo-
-Se proprio devi ahahaha- risposi sorridendo.
Mi scattò la foto ed aggiunse
-La metto su Instagram, ti taggherò in seguito ahahaha-
-Va bene ahahaha- risposi guardandomi attorno.
Andammo in giro per negozi per più di due ore ed ormai erano le cinque passate, così prendemmo un taxi per riportarci all’hotel.
Dopo circa mezz’ora eravamo arrivate e mi arrivò la notifica su Instagram di Eleonora.
-Direi di andare in camera ora e riposarci un po’- propose Eleonora mentre prendeva i sacchetti dai sedili del taxi.
Salimmo in camera e misi a caricare il cellulare il quale aveva poco più del 5% di batteria.
-Vado a farmi una doccia, a dopo- mi avvisò Eleonora chiudendo la porta del bagno.
Io mi misi davanti allo specchio sedendomi sul pavimento a gambe incrociate.
Iniziai a fare strane facci allo specchio mentre il mio sguardo era diretto sulla bandana di Nash.
La slegai e la presi tra le mani.
Sapere che era stata sui suoi capelli mi dava un senso piacevole.
Mi arrivò una notifica su Instagram, così presi il cellulare e cliccai sopra la notifica.
Era la mia foto su Direct, così ci cliccai per vedere di chi era.
“Hey, credo che la bandana che indossi sia mia :) “ c’era scritto sotto la foto.
Guardai di chi era il messaggio e con mio grande stupore notai che era di Nash!
-ODDIO!- urlai-
Eleonora aprì la porta del bagno e mi chiese preoccupata
-Cosa è successo?-
-Guarda!- le risposi mostrandole la foto.
-Non ci credo, ed io che pensavo che non gliene fregasse niente di averla persa hahaha-
-Penserà che sono una ladra-
-Ma no!-
-Cosa gli rispondo?-
-Non so, ora l’unica cosa di cui sono certa è che devo finire di asciugarmi i capelli- concluse andandosene in bagno.
Pensai a lungo a cosa potergli scrivergli, ma appena digitavo la frase, mi sembrava troppo stupida e la cancellavo.
Così feci un respiro profondo e risposi
“Ciao Nash :) lo so, l’ho trovata nella piazza dove eravate tu e Cameron ieri. Volevo ridartela”.
Uscii da Instagram e continuai a guardare lo screen del cellulare per vedere la notifica della sua risposta, ma niente.
Passò all’incirca un quarto d’ora ed Eleonora uscì dal bagno.
-Allora novità?- mi chiese indicando il cellulare.
Io ero stesa sul letto a pancia in giù con la faccia immersa nel cuscino.
Scossi la testa, così lei mi rispose
-Tranquilla, sarà occupato. Risponderà tra poco, vedrai-.
Io mugugnai qualcosa nel cuscino.
-Conviene che tu ti dia una sistemata per stasera se vogliamo uscire- continuò la mia amica mentre si stava iniziando a vestire.
Io non risposi, così lei mi si avvicinò e mi scosse il corpo cercando di farmi reagire.
-Non puoi fare così solamente perché non ti ha ancora risposto Gre!- urlò.
Io mi girai alzandomi ed annuendo.
-Non possiamo farci rovinare questa vacanza- aggiunse abbracciandomi.
Io la strinsi forte.
-Che mi metto?- chiesi cercando delle idee da qualche parte nella mia mente.
-Io metto il vestito violetto che avevo preso l’anno scorso a Parigi: lo amo!- mi rispose indossando il vestito guardandosi allo specchio.
Io aprii la valigia e tirai fuori degli short di jeans a vita alta ed una maglietta color azzurro pallido con delle scritte.
-Ti vesti così?- chiese Eleonora pettinandosi.
-Voglio stare comoda ahahaha- risposi sorridendo.
Lei prese delle All Star bianche alte e se le allacciò, mentre io presi le mie amate Vans blu e le indossai.
Ci sistemammo e dopo circa un’ora uscimmo.
Sentii vibrare il cellulare, così guardai lo schermo ed era una notifica da Instagram.
Il cuore mi batteva forte.
“Me la potresti ridare? Ti va bene se stasera ci troviamo nella piazza?:)!” era la risposta di Nash.
Gli occhi iniziarono a brillarmi.
-Ele, dobbiamo riandare di nuovo nella piazza di oggi: Nash ha risposto che sarebbe stato lì per restituirgli la bandana-
-Ancora là?-
-Sì, magari porterà anche Cam- le risposi sogghignando.
Lei ammiccò un sorriso ed annuì.
Mangiammo in un bar fuori dall’hotel e verso le otto e mezza prendemmo un taxi per riportarci alla piazza.
Quando arrivammo il cuore iniziò a battermi così forte che lo sentivo palpitare in tutto il corpo.
-Ma dove è scusa? Non vedo nessuno quì- chiese Eleonora guardandosi attorno.
Io socchiusi gli occhi e rilessi il messaggio della sua risposta.
Quando eravamo a mangiare gli risposi che andava bene per incontrarci nel piazzale.
-Bhe, starà arrivando. Dagli del tempo- le risposi.
Le mie parole erano piene di incertezza, cosa che notò anche lei a giudicare dal suo sguardo sconsolato.
Passò mezz’ora e non c’era ancora traccia del ragazzo dagli occhi azzurri.
-Senti, sei sicura che venga?- replicò Eleonora prendendomi la mano per consolarmi.
-Certo! Mi ha detto che sarebbe venuto e quindi verrà- le risposi cercando di aggrapparmi alle parole del messaggio.
Lei sospirò dubbiosa.
Vennero le undici ed Eleonora si alzò e disse quello che ormai era ovvio per chiunque
-Gre, non è venuto. Torniamo all’hotel-.
-Verrà a momenti!- ribattei in tono scontroso.
-Hai detto la stessa cosa appena abbiamo messo piede in questa piazza stasera. È dalle nove che siamo qui e non c’è traccia di Nash. Non è venuto, rassegnati- replicò guardandomi.
Io abbassai lo sguardo.
-Non piangere ora, è solo una bandana e lui se ne sarà dimenticato- concluse allontanandosi dalla piazza cercando un taxi libero.
Io mi alzai e le lacrime iniziarono a scendermi dagli occhi fino a riempirmi il viso.
Eleonora mi chiamò per avvisarmi del taxi ed io le corsi incontro cercando di asciugarmi le lacrime.
-Hai gli occhi gonfi e rossi- notò guardandomi.
Io continuai a guardare fuori dal finestrino.
Perché diavolo non sei venuto? Sei tu che hai voluto che ci incontrassimo e perché non ti sei presentato? Continuavo a chiedermi.
Quando arrivammo all’hotel salii in camera e mi andai a stendere sul cuscino piangendo.


Vestiti di Greta.
Vestiti di Eleonora.

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Capitolo 3
*** Nash ***


 

NASH:



La mattina seguente mi svegliai stravolta e il cuscino era un miscuglio di lacrime e trucco.
Erano circa le sei e notai che Eleonora stava ancora dormendo, così decisi di non svegliarla.
Andai in bagno a specchiarmi ed ero uno schifo: avevo i capelli che avevano deciso di andare ognuno per la sua direzione, il trucco sbavato e gli occhi gonfi.
Aprii l’acqua del rubinetto e mi sciacquai il viso togliendo il trucco.
L’acqua che scivolava sulla pelle mi dava una sensazione di sollievo fantastica.
Poi presi la spazzola e cercai di pettinare i capelli, ma alla fine decisi di legarli in una coda alta.
Mi cambiai gli abiti dell’altra notte e misi dei pantaloncini di pizzo bianco e una canottiera larga color blu.
Misi dei sandali color pelle, presi gli occhiali da sole, la borsa, il cellulare ed uscii dalla camera.
Scrissi un messaggio ad Eleonora per avvisarla che ero andata a fare una passeggiata nel caso si fosse svegliata senza vedermi.
Andai al chiosco sulla spiaggia per prendere un milk-shake, ma non era ancora aperto, così decisi di andare in riva al mare.
Non c’era nessuno, tranne qualche passate che correva e dei gabbiani appollaiati sugli scogli.
Avevo bisogno di quella tranquillità, specialmente dopo la grossa delusione dell’ altra sera.
Ormai avevo deciso di tenermi la bandana di Nash; aveva avuto la sua occasione per riprendersela e non si era presentato.
Il motivo del perché non fosse venuto mi era ancora poco chiaro.
Mi sedetti sulla spiaggia e chiusi gli occhi.
Il suono costante, quasi magico delle onde del mare mi trasmettevano tranquillità.
Ad un certo punto sentii tirarmi la spalla, così aprii gli occhi e vidi un uomo incappucciato con degli occhiali scuri che stava frugando nella mia borsa.
-Hei!- gli urlai scontrosamente.
L’uomo si allontanò dalla borsa con in mano la bandana.
Io gli corsi in contro e gli dissi
-Quella bandana è mia, cosa diavolo pensa di fare?!-.
L’uomo continuò a camminare a passo veloce, così gli strattonai la spalla facendolo girare verso me intanto che gli urlavo
-Le sto parlando!-.
L’uomo si voltò e gli caddero gli occhiali sui piedi.
Lo guardai e due occhi color azzurro cielo spiccavano dall’ombra del volto guardandomi.
Io indietreggiai e balbettai
-N..Nash Grier?-
-Ti prego abbassa la voce- mi rispose lui mettendosi il dito davanti alla bocca.
-Ma come?! Ma tu!?- continuai a chiedergli con domande scollegate.
-Sì, sono Nash, ero venuto a fare un giro, ma poi ho visto la mia bandana ed ho capito che la ragazza di ieri sera eri tu- disse sorridendomi.
Io continuai a dire frasi talmente sconnesse che sembrava che ormai la mia grammatica avesse deciso di sparire per un po’ dal mio vocabolario.
Presi un respiro profondo e gli risposi sconsolata
-Ieri sera sono andata nella piazza che avevi detto e ti ho aspettato fino alle undici, ma tu non c’eri-.
Lui si morse le labbra e abbassò lo sguardo.
Io guardai altrove e conclusi
-Tranquillo, non mi devi dare spiegazioni. Prendi pure la tua bandana-
-No!- replicò lui prendendomi il braccio.
Io sobbalzai e rimasi incantata nuovamente da quegli occhi color ghiaccio che mi fissavano.
-Non sono potuto venire perché mentre stavo uscendo dall’hotel camuffato per non farmi notare, lungo la strada, delle fans mi hanno riconosciuto e mi hanno bloccato facendo foto ed autografi. Ho passato più di un’ ora e mezza sulla strada con loro e poi sono ritornato in hotel altrimenti mi avrebbero notato altre persone. Non era mia intenzione mancare, perdonami..- rispose cercando le mie scuse con occhi mortificati.
Io arrossii ed il cuore iniziò a battermi come mai prima d’ora.
-No scusami tu, non volevo crearti problemi- risposi.
-Come hai detto che ti chiami?- chiese sorridendo.
Io rimasi immobile a fissare il suo sorriso: dal vivo era ancora più bello.
Quando ritornai alla realtà vidi Nash attendere una risposta così lo accontentai
-Greta, ma tutti mi chiamano Gre-
-Bellissimo nome, davvero- rispose lui.
Poi guardando la bandana mi disse
-Grazie per averla tenuta al sicuro ahahaha-
-Prego ahahha. Sappi solo che non te la volevo rubare, davvero, l’ho trovata nella piazza ed ero determinata a restituirtela ieri sera-
-Sì, mi era caduta l’altro giorno- concluse lui.
-Bhe, io devo andare ora. Ci sentiamo, se ti va- aggiunse facendomi l’occhiolino.
Mi accorsi che avevo un espressione davvero stupida e Nash rise.
Cercai di ricompormi e poi gli risposi goffamente
-Sì ti prego!-.
I miei occhi cercavano di guardarlo il più a lungo possibile.
Lui raccolse gli occhiali e li indossò, poi mi chiese
-Hai un pennarello o qualcosa con cui scrivere?-.
Io cercai nella borsa una penna o qualcosa di simile, ma non riuscii a trovare niente, così urlai
-Maledizione!-.
Nash si mise a ridere ed io gli sorrisi cercando di chiedere a me stessa di evitare altre figure imbarazzanti.
Finalmente trovai un pennarello e glielo diedi.
Lui tolse il tappo con la bocca e prese la sua bandana scrivendoci sopra.
-Fatto- disse porgendomi la bandana ed il pennarello.
-Ci vediamo, ciao Gre- aggiunse andandosene via lungo la passerella della spiaggia.
-Ma la tua bandana?!- gli chiesi.
-Sta molto meglio a te che a me- rispose Nash in lontananza alzando il braccio per salutarmi.
Io dovetti fare mente locale per capire cosa fosse appena successo.
Guardai la bandana e vidi che aveva scritto un numero, il suo numero!
Mi misi una mano sopra la bocca per non urlare dall’emozione.
Dopo alcuni istanti mi accorsi che avevo dipinto sul volto un sorriso da ebete.
Mi guardai attorno per vedere se riuscivo a intravedere ancora Nash da qualche parte,  ma di quel ragazzo dagli occhi azzurro cielo non ce n’era traccia.
Corsi il più velocemente possibile verso l’hotel per salire in camera a raccontare tutto ad Eleonora.
Appena aprii la porta vidi Eleonora appena sveglia che stava sistemandosi.
-Perché quel sorriso?- mi chiese divertita.
-Bhe..- risposi lanciandogli la bandana.
-Che risposta sarebbe ahahaha- domandò stranita.
Io gli feci segno di girare la bandana ed appena notò il numero chiese stupita
-Aspetta, di chi è?-
-Secondo te?-
-Non ci credo che sia di Nash. Come fai a sapere che è il suo?-
-Me l’ha dato il diretto interessato- sogghignai.
Lei si passò una mano sul viso e disse
-Sono troppe cose per essere solo le sette e un quarto del mattino Gre-.
Io le sorrisi e dopo domandò
-Hai provato a chiamarlo?-.
Io scossi la testa e lei mi chiese di raccontarle come era andata la cosa, così le raccontai tutto.


 
   







 Nash Grier.

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Capitolo 4
*** The invitation ***


 

THE INVITATION:




Bhe, che aspetti a chiamarlo allora?- replicò Eleonora sorridendo mentre si vestiva.
Io abbassai lo sguardo.
-Bhe, quando ci esci?-
-Come scusa?-
-Bhe, ora che hai il suo numero pensi di usarlo solamente per fargli gli auguri di Pasqua e di Natale? Chiamalo e digli di uscire!-
-Ele hem.. ti ricordo che lui è sempre Nash Grier..-
-E cosa c’entra? Alla fine è un ragazzo come tutti! Anzi, magari ti da il numero di Cam- rispose sogghignando.
-Ah ecco..- ribattei ridendo.
Quando Eleonora finì di prepararsi, prendemmo le borse da spiaggia ed uscimmo dalla camera andando a fare colazione.
Quando finimmo andammo direttamente in spiaggia.
-Tra un’oretta andiamo a fare il bagno, okay?- propose.
Io annuii mentre stendevamo i teli da mare sulla sabbia.
Eleonora era contenta di prendere il sole, poiché poteva finalmente sfoggiare uno dei suoi nuovi costumi che aveva preso l’altro giorno.
Il sole era caldo e ci saranno stati almeno 35°C.
Misi gli occhiali da sole e mi stesi sul telo chiudendo gli occhi.
Non c’era sensazione migliore al mondo del sole caldo sulla pelle.
Passò un po’ di tempo e finalmente andammo a  fare il bagno, così io ed Eleonora ci avviamo verso l’acqua.
Lei si buttò direttamente, mentre io avanzavo gradualmente, poiché avevo il corpo completamente caldo.
-Buttati!- mi urlò Eleonora, la quale non faceva altro che sguazzare nell’oceano.
L’acqua era stupenda ed il colore cristallino, quasi trasparente, la rendeva ancor più bella.
Dopo circa mezz’ora, uscimmo ed andammo ad asciugarci.
Presi il cellulare per vedere che ore fossero ed Eleonora mi domandò
-Hai già scritto a Nash?-.
Io mi girai a guardarla impettita.
-Cosa diavolo stai aspettando? Lui non può scriverti se non ha il tuo numero Gre!- continuò.
-Okay, provo a scrivergli. Se non altro la smetterai di fare la pressa ahahaha- risposi sorridendole.
Andai sul suo contatto ed aprii i messaggi.
Ancora una volta non sapevo cosa scrivergli, così iniziai a digitare:
“Hey, sono Gre, la ragazza della bandana :)”.
Sembrava stupido, ma in quel momento non avevo altre idee.
Premetti invio ed il messaggio si inviò.
Il cuore mi batteva forte e sapevo che da quel momento in poi, non avrei fatto altro  che pensare a quando mi risponderà.
Misi il cellulare nella borsa e poi restai a prendere il sole con Eleonora.
Quando guardai il cellulare vidi che erano circa le undici ed Eleonora propose di andare a fare un giro da qualche parte.
Così prendemmo i teli da mare, le borse e riandammo in hotel.
-Oddio, ma che capelli orribili non ho!?- domandò perplessa Eleonora con una faccia disgustata allo specchio.
-Dai prepariamoci- la incalzai per evitare altre sue lamentele.
Mi pettinai i capelli che raccolsi in una treccia di lato, misi del mascara e un vestito leggero in pizzo color menta, mentre Eleonora fece uno chignon e misi dei leggins con una canottiera lunga grigia.
Uscimmo dalla camera e il cellulare vibrò.
Aprii la schermata e vidi che c’era un nuovo messaggio, così guardai di chi era:
“Ciaoo, senti ti va di vederci?” fu la risposta di Nash.
Io urlai ed Eleonora mise la sua mano sulla mia bocca per farmi tacere.
Le mostrai il cellulare e lei sorrise sospirando.
-Bhe, rispondigli!- aggiunse.
-Cosa gli dico?-
-Digli che va bene, oddio ma sei così stupida!? Ahahaha- rispose ridendo.
“Va bene, dimmi tu quando :)” gli risposi.
Uscimmo dall’hotel e ci addentrammo nella città per vedere un po’ di negozi.
Dopo circa mezz’ora ricevetti la risposta di Nash:
“Stasera, Cameron da una festa in piscina, se vuoi venire a me farebbe piacere :)”.
Feci leggere il messaggio ad Eleonora la quale mi supplicò
-Ti prego, per tutto ciò che c’è di buono e caro a questo mondo, mi appello anche alla nostra amicizia, ti supplico, chiedigli se posso venire con te!-.
Io risi e poi risposi a Nash:
“Sarebbe bellissimo! Può venire anche una mia amica?”.
Eleonora attendeva la sua risposta più di quanto l’attendessi io e i suoi occhi si aggrappavano alla speranza di un’approvazione nella risposta.
Vibrò il cellulare ed Eleonora sobbalzò.
Ormai la gente intorno ci guardava, come guardava due ragazze appena uscite da un ospedale psichiatrico dopo anni di trattamenti per curare la sociopatia.
Eleonora mi incitava  a guardare il cellulare, così l’accontentai e leggemmo assieme la sua risposta
“Certo, venite tutte e due :)
L’indirizzo è:
Roes Street 17.
È una casa bianca, la vedrete subito ed ovviamente portate il costume, vi aspetto verso le 9, a stasera:)”.
Io ed Eleonora urlammo.
-Cosa ci mettiamo?! Cosa facciamo?! Come ci sistemiamo?! AIUTO!- iniziò a gridare Eleonora in preda al panico.
-Iniziamo con l’accettare l’invito magari- suggerii io cercando di mantenere la calma.
“Perfetto, a stasera allora :)” gli risposi.
-Ora, andiamo a trovare un vestito da metterci!- proposi.
Era mezzogiorno e mezzo ed andammo a pranzare in un chiosco lì vicino.
Appena finimmo di mangiare, andammo in cerca del vestito per la serata.
-Okay io voglio quello!- annunciò Eleonora indicando un abito in una vetrina di un negozio.
-Provalo!- la incoraggiai.
Entrammo nel negozio ed Eleonora si provò il vestito: le stava d’incanto.
-Come mi sta?- chiese girando su se stessa.
-Sei bellissima, davvero Ele- le risposi guardandola sorridendo.
Era un mini abito color panna son una cintura nera.
Provò anche delle scarpe color panna anch’esse.
Pagò il tutto e poi uscimmo dal negozio.
-Starai benissimo stasera ed appena Cam ti vedrà cadrà in piscina ahahaha- le dissi ridendo.
-In quel caso mi butterei in acqua per salvarlo, comunque ora dobbiamo trovare un abito per te!- rispose guardando i negozi.
Io annuii.
Continuammo per negozi per circa un’ora, fino a quando non vidi un abito color pesca in velluto con la scollatura a cuore in una vetrina.
Mi fermai a fissarlo ed Eleonora si fermò a guardarlo con me.
-E’ magnifico!- esclamò guardando l’abito.
-Lo vado a provare- annunciai correndo dentro al negozio.
Andai in camerino e lo provai subito.
Quando uscii chiesi un parere ad Eleonora alla quale le si illuminarono gli occhi.
-Hei!?- esclamai cercando una sua risposta.
-Sei bellissima Gre, davvero non ho parole- rispose guardando l’abito.
Evidentemente era davvero bello, perché da dodici anni che conosco Eleonora, non c’è mai stata una volta in cui rimanesse senza parole.
-Okay, a giudicare dalla tua espressione credo che lo prenderò- dissi in tono sarcastico.
-Oh certo che lo prendi!- ribatté in tono serio.
Mi cambiai e poi andai a pagare l’abito alla cassa.
Appena uscii dal negozio Eleonora mi domandò
-E come scarpe?-
-Oh, non so.. delle Vans-
-CHE!? Cioè fammi capire, Nash Grier ti ha invitato ad una festa in piscina e tu ti presenti con un vestito da sballo e con delle banalissime Vans?- replicò guardandomi sbalordita.
Io la scrutai in cagnesco e dopo le misi una mano sulla bocca sussurrandole nell’orecchio
-Non azzardarti a mettere ancora la parola “banale” nella stessa frase della parola “Vans”; mai più-.
La fissai negli occhi sogghignando.
Lei si spaventò ed io le tolsi la mano dalla bocca ammiccando un sorriso.
-Okay, tu sei fuori- disse guardandomi stranita ed impaurita.
-Sei tu che mi hai costretta a farlo: hai insultato delle Vans- le risposi sospirando.
Dopodiché vidi un negozio di scarpe e vidi subito delle Vans e i miei occhi si riempirono di felicità.
-Quale colore di intona con il vestito?- domandai ad Eleonora mentre i miei occhi continuavano a guardare le scarpe come se fossero oro.
-Quelle lì, color corallo- rispose indicando delle Vans sullo scaffale alla mia destra.
-Sì, sono bellissime- aggiunsi provandomele.
-In effetti, non starebbero male con il vestito- esclamò Eleonora guardandole da vicino.
-E ci mancherebbe!- ribattei io ridendo.
Ovviamente le presi e finalmente avevo anche io il vestito e le scarpe per la serata.
-Bhe, di costumi ne abbiamo, no?- mi domandò Eleonora appena uscite dal negozio.
-Sì, io ho quello che avevo preso ad Ibiza tre mesi fa, quello color bluette e tu quello azzurro che hai preso ieri- le risposi.
-Okay, allora non ci resta che prepararci per stasera!- esclamò Eleonora sorridendo.

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Capitolo 5
*** Pool Party ***


POOL PARTY:



Erano circa le sette di sera ed io ed Eleonora ci stavamo preparando per la festa  in piscina.
Avevo indossato l’abito e avevo messo anche il trucco che consisteva in un po’ di mascara con un ombretto rosa brillantinato: decisi di non mettere troppo trucco, poiché era una festa in piscina e non volevo di certo che il trucco sbavasse e mi facesse sembrare un procione.
-Va bene il trucco Ele?- le chiesi.
Lei mi guardò e rispose
-Sì, il brillantinato risalta il verde/marrone dei tuoi occhi, io che mi metto?-
-Bhe, il vestito è chiaro, per cui metti un trucco leggero- le suggerii.
Dopo andai a specchiarmi; dovevo decidere come fare i capelli, così decisi di fare una treccia a lisca di pesce di lato e legarla con un fiocco rosa, mentre Eleonora lasciò i capelli sciolti.
Erano ormai le otto e un quarto e mancavano solo quarantacinque minuti alla festa.
-Okay, che manca ora?- domandò Eleonora guardandosi attorno.
-Le scarpe e ci conviene sbrigarci, anche perché io non ho assolutamente idea di dove si trovi la casa di Cam- le risposi.
Lei annuì e dopo andai a mettermi le mie nuove Vans color corallo.
Le allacciai e dopo mi alzai andandomi a specchiare.
-Sì, probabilmente Nash si ecciterà appena ti vede- sospirò Eleonora guardandomi.
-Ma Ele! Ahahaha- risposi ridendo diventando completamente rossa.
-Tu piuttosto, sei pronta?- le domandai mentre finiva di mettersi le scarpe.
Lei si alzò ed era davvero bellissima.
-Okay, è ora di andare ragazza mia!- mi incalzò Eleonora prendendo la borsa.
-Il costume l’hai già messo sotto al vestito?- le chiesi.
-Sì, ora andiamo!- concluse sbattendomi fuori dalla porta.
Appena scendemmo ed arrivammo fuori dall’hotel chiamammo un taxi.
-Dove vi devo portare ragazze?- chiese l’autista.
-Roes Street 17, grazie- rispondemmo noi.
-Oh! Gente importante allora- aggiunse l’uomo guardandoci dallo specchietto retrovisore dell’auto.
-Perché dice gente importante?-
-Bhe, in quella zona  è tutta gente benestante, se non addirittura famosa-
-Oh, wow- rispondemmo noi guardandoci negli occhi.
Io presi a guardare fuori dal finestrino a fissare il tramonto.
-Tra una ventina di minuti saremo arrivati ragazze- ci avvisò l’autista.
Noi annuimmo ed Eleonora iniziò a parlarmi, ma la mia mente era troppo occupata a pensare a Nash ed alla serata.
Il tempo sembrava passare velocemente e in un batter d’occhio eravamo arrivate.
-Eccoci arrivate ragazze- disse l’autista.
Noi lo pagammo e ci fece gli auguri per la serata.
-Wow, la casa è davvero bianca come diceva!- esclamò Eleonora guardandola.
Io rimasi a bocca aperta da quanto era grande.
-Bhe, che facciamo? Suoniamo?- chiesi balbettano.
-No, io direi di scavalcare il cancello direttamente- rispose Eleonora ridendo.
-Già, forse è meglio suonare- conclusi sorridendole.
Ci avvicinammo ai cancelli e suonammo al citofono sul muro alla nostra destra.
-Chi è?- domandò la voce di un ragazzo.
-Siamo Greta ed Eleonora, ci ha invitate Nash- risposi.
-Okay, arrivo subito- terminò.
Noi aspettammo qualche istante fuori dai cancelli e all’improvviso venne verso di noi un ragazzo.
-Merda! È Cam!- mi sussurrò nelle orecchie Eleonora.
Il ragazzo venne ad aprirci ed si presentò
-Hey, io sono Cameron, benvenute alla festa, prego- disse facendoci segno di entrare.
-Io sono Greta, ma puoi chiamarmi Gre-
-Ed io Eleonora, ma chiamami pure Ele- rispondemmo.
-Benissimo, venite pure, tra poco potremo andare in piscina- aggiunse facendoci strada verso quella reggia.
Io continuai a guardarmi attorno e c’erano un casino di ragazzi e ragazze.
Appena entrammo vidimo subito alcuni ragazzi dei Magcon Boys: Matthew Espinosa, Carter Reynolds e Jack Gilinsky.
-Bene, divertitevi pure- ci disse Cam prima di andare.
Io lo fermai e gli chiesi arrossendo
-Sai per caso dove è Nash?-
-Sì, vado subito a chiamarlo-
-Oh, non voglio disturbarlo-
-Ma figurati, sarà felice di vederti- rispose sorridendomi salendo le scale principale della casa.
-Bhe, che facciamo ora?- mi chiese Eleonora un po’ a disagio.
-Comportiamoci come tutti, insomma, non capita tutti i giorni di essere invitate ad una festa di Cameron Dallas, Ele- le risposi cercando di farla scatenare un po’.
Lei annuì e poi andammo di fuori.
Accesero la musica ad alto volume e la gente iniziò a buttarsi in piscina, la quale era grandissima e dava la vista su tutta Los Angeles.
Sentii prendermi la spalla e sobbalzai.
-Hey, sei venuta allora- mi disse Nash salutandomi.
Era vestito con dei bermuda, una camicia azzurra e delle Vans blu scure.
Io rimasi a guardarlo per quanto era bello.
-Sì, questa è l’amica di cui ti dicevo- risposi indicando Eleonora la quale si presentò.
-Ottimo, divertitevi allora!- concluse andando dagli altri ragazzi.
Io rimasi ferma a guardarlo a parlare.
-Dio se è bello Gre!- esclamò Eleonora nell’orecchio.
-Già..- risposi quasi impercettibilmente.
-Bhe, che ti prende? Avevi detto di sballarci e tu vuoi restare qui a fissare Nash come un ebete?- aggiunse dandomi un colpetto sulla spalla.
Io cercai di ricompormi e poi annuii.
Inaspettatamente vidi Jack venire verso di me con due cocktail e mi domandò sorridendo
-Tu sei la ragazza della bandana, vero?-
-Sì ahahaha- risposi arrossendo.
-Tieni- disse porgendomi uno dei due cocktail.
-Cos’è?-
-Provalo, ti piacerà- rispose Jack bevendo il suo.
Io lo provai ed il gusto era delizioso: era composto da birra mista gazzosa con ghiaccio e menta.
-Ti piace?- chiese lui ed io annuii.
Mi guardai attorno e vidi Nash mentre parlava con Matt ed altri.
-Come hai detto che ti chiami?- mi chiese.
-Greta, ma chiamami Gre- risposi sorridendo.
-Bel nome, sei italiana?-
-Sì, di Milano-
-Oh, bellissima Milano come città-
-Già, ma Los Angeles è ancora meglio-
-Insomma.. direi che si equivalgono ahahaha- rispose Jack ridendo.
Poi vidi arrivare Matt di corsa verso di noi, afferrò Jack per la spalla e gli disse ridendo
-Hey, non fare così che poi il ragazzo laggiù ci rimane male-.
Jack alzò le mani come per discolparsi ed io guardai Nash dietro di noi verso la piscina che ci stava guardando.
-Agli ordini- rispose guardando Matt.
-Ci si vede Gre- disse guardandomi salutandomi mentre si allontanava con Matt.
Io alzai la mano per salutarli.
Poi diressi il mio sguardo verso Nash, il quale stava parlando con alcune ragazze.
Mi accorsi che la cosa mi dava fastidio, ma loro erano sue amiche ed io ero una ragazza che aveva conosciuto la mattina per una bandana, cosa potevo pretendere? Che passasse tutta la serata con me? Che stesse tutto il tempo a parlarmi?
Mentre continuavo a pormi nuove domande, sentii prendermi il braccio.
-Che succede?- le chiesi guardandola, mentre lei euforica mi rispose
-Indovina!-.
Io la guardai con faccia stranita e lei spiegò
-Prima ero in cucina e c’era anche Cam. Ho iniziato a parlargli ed ha detto che sto benissimo con questo vestito, non riesco ancora a crederci!-.
Io l’abbracciai.
-Sono davvero felice per te!- risposi.
-E Nash?- chiese cercandolo tra le presone.
Io abbassai o sguardo e gli indicai il gruppo di ragazze infondo alla piscina.
-E che ci fai ancora qui? Vai a parlargli!- quasi urlò Eleonora guardandomi con aria sconcertata.
-Ma sta parlando!-
-E allora? Mi chiedo perché tu ti faccia sempre così tanti problemi quando si tratta di lui-
-Bhe, sai com’è, lo adoro da un casino di tempo, poterlo incontrare è sempre stato il mio sogno ed ora si è realizzato. È il ragazzo migliore al mondo per me, nonostante i suoi difetti ed il suo amore smisurato per il cibo-
-Ed ora hai la possibilità di dirglielo, di parlarci, insomma ti ha invitata ad una festa Gre!-
-Lo so.. è solo chè-
-Solo ché niente, ora vai a parlarci!- replicò Eleonora in tono determinato.
Io annuii passivamente.
Decisi di andare a parlargli, così iniziai a percorrere la strada che ci separava.
Il cuore faceva un tale rumore che avevo il continuo timore che qualcuno potesse sentirlo.
Ormai ero vicina a Nash e vidi che lui mi aveva notato, così alzai la mano per salutarlo.
Finalmente ero vicina a lui ed esclamai
-Hey N- ma non feci nemmeno in tempo a finire il suo nome, che venni spintonata da qualcuno e caddi completamente in piscina.
L’acqua continuava ad entrarmi dalla bocca.
Iniziavo a non respirare e cercavo di riemergere il più possibile, ma iniziai a vedere completamente annebbiato.
Improvvisamente sentii un braccio stringermi alla vita e a riportarmi in superficie.
Presi una boccata d’aria profonda e tossii per l’acqua ingerita.
Mi voltai e alle mie spalle vidi Jack.
-Tutto bene?- mi domandò portandomi al bordo della piscina.
-Sì..- risposi tremando.
Vidi Cameron porgermi la mano sul bordo dicendomi
-Greta, perdonami sono mortificato! Non volevo spingerti in acqua, ti prego scusami!-.
-Tranquillo, non è niente- risposi abbassando lo sguardo.
Il vestito era tutto bagnato, così come i capelli ed il trucco.
Eleonora corse verso di me.
-Cosa diavolo ti è successo?- mi chiese allarmata.
-E’ stata colpa mia, l’ho spinta erroneamente in piscina- rispose al posto mio Cam.
Presi la sua mano ed insieme  Jack, mi aiutarono a tirarmi fuori dalla piscina.
Matt ci venne incontro lanciando un telo da mare a me e a Jack.
Tremavo come una foglia e mentre stavo parlando con Eleonora vidi avvicinarsi Nash.
-Ma cosa sta succedendo?- chiese Nash guardandomi e guardando Jack.
Cam gli spiegò tutto e poi Matt aggiunse sogghignando
-Per fortuna che Jack l’ha salvata-.
I arrossi e poi Nash esclamò sarcastico
-Per fortuna che c’è Jack!-.
Jack sorrise e poi venne verso di me e mi domandò se andava tutto bene ora che eravamo usciti dalla piscina.
-Sì, sto meglio, grazie per prima- risposi a bassa voce.
Lui mi diede una leggera pacca sulla spalla e poi venne Cam mortificato a chiedermi scusa nuovamente.
-Tranquillo Cam, non mi avevi visto ed io dovevo stare attenta a non stare così vicina alla piscina risposi cercando di rassicurarlo.
Dopo tutto il casino, rientrai in casa ed andai a cambiarmi al piano di sopra: Cam mi aveva prestato dei vestiti di sua sorella.
Quando finii di cambiarmi andai sul balcone e la vista di Los Angeles di notte era a dir poco spettacolare.
Sentii aprirsi la porta e vidi Nash.
I suoi occhi azzurri brillavano al bagliore della luna.
Io mi spostai per  fargli spazio e lui si mise accanto a me e sospirò
-Allora, come va la festa? Tralasciando la caduta in piscina-
-Tutto bene, è davvero bella-
-Come la compagnia si spera-
-Quella è il massimo ovviamente- conclusi ridendo.
Nash sorrise volgendo lo sguardo verso la luna.
Io guardai le luci della città e poi sussurrai
-Non posso credere di essere qui con te..-
-Come?- chiese Nash fissandomi.
-Oh, nulla- risposi cercando di guardare altrove per non incrociare quegli occhi color ghiaccio.
Sentimmo delle voci: Eleonora, Cam e Jack ci chiamavano al piano di sotto.
-Che rompi coglioni!- esclamò Nash guardandomi-
Io risi e lui esclamò
-Oh, ovviamente non Eleonora ahahaha, intendevo i ragazzi-
-Tranquillo ahahaha- risposi sorridendogli.
Dopo scendemmo al piano terra ed ormai era circa mezzanotte.
Ormai la maggior parte degli ospiti se ne stava andando, così Eleonora disse
-Bhe, ce ne andiamo anche noi ora-
-Sì. Grazie per la bellissima festa- aggiunsi.
-Figuratevi e scusami ancora per l’incidente- replicò Cam strofinandosi i capelli.
Nash stava per salutarmi, quando dal dietro giunse Jack che mi diede un bacio sulla guancia salutandomi.
Fuori era arrivato il taxi e noi dovevamo andare, così salutai tutti di fretta e il mio ultimo sguardo fu diretto a Nash il quale notando i miei occhi posati su di lui, sorrise salutandomi con la mano.

Vestito di Greta.
Vestito di Eleonora.
Nash.

Cam.

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Capitolo 6
*** Shopping center ***


 

SHOPPING CENTER:




La mattina seguente mi svegliai con un sorriso da ebete sulle labbra a quanto diceva Eleonora che non faceva altro che ricordarmelo dalle nove di quella mattina.
Eravamo in giro e ad Eleonora venne un’ idea
-Senti, proponi a Nash di venire a fare un giro con noi! Ovviamente digli di far venire anche Cam-
-Ché? Sarà occupato!- risposi.
-Macché  occupato! Chiediglielo, non costa nulla, dai- ribatté lei.
Io presi fuori il cellulare dalla borsa e scrissi a Nash
“Ciao Nash :) Vi va a te e a Cam di venire a fare un giro con me ed Eleonora al centro commerciale vicino alla piazza?”.
-Okay, inviato- dissi ad Eleonora.
-Sempre a me devono venire queste belle idee!- esclamò Eleonora saltando per tutto il centro commerciale non curante dei passanti che la scrutavano in cagnesco.
-Sarà una bella idea se accetterà- replicai sbuffando.
Sentii il cellulare vibrare e vidi che sullo schermo c’era il nome di Nash.
“Hey :) Certo, va bene, eravamo fuori anche noi e siamo lì vicino, aspettateci all’ingresso che in 5 minuti arriviamo” fu la sua risposta.
-Vengono!- dissi ad Eleonora.
Lei sorrise.
Cam le piaceva davvero e si vedeva lontano un miglio.
Andammo all’ingresso ed i cinque minuti passarono velocemente.
Vidimo arrivare Nash e Cam che ci correvano incontro.
-Hey!- esclamarono loro salutandoci.
-Che si fa?- chiese Cam abbracciando Eleonora, la quale non riusciva più a contenere la felicità.
-Bhe, è mezzogiorno direi di mangiare, vi prego sto morendo di fame- rispose Nash pregandoci.
Noi annuimmo ridendo.
-Hai mangiato circa un’ora fa amico!- aggiunse Cam strattonandolo.
-Mi chiedo come fai ad avere un fisico così mangiando come se non ci fosse un domani- dissi a Nash.
Lui rise e rispose
-Palestra. No scherzo, ho un metabolismo veloce ahahaha-.
Decidemmo di andare a mangiare da McDonald.
Nash prese una doppia porzione di tutto e noialtri restammo guardarlo mentre ingurgitava tutto quel cibo.
-Che c’è? Devo crescere- esclamò lui quando si accorse che lo stavamo fissando.
Noi ridemmo e poi mangiammo anche noi.
Quando finimmo andammo in giro per il centro commerciale e decidemmo di fare delle foto assieme nelle cabine per le foto.
Erano stupende.
La prima eravamo tutti e quattro con facce strane, la seconda eravamo tutti e quattro sorridendo, la terza era con Cameron che abbracciava Eleonora, la quale era rossissima, mentre la quarta era Nash che mi dava un bacio sulla guancia ed io avevo un’espressione davvero felice ed in più non me l’aspettavo e questo si vedeva anche nella foto.
-Okay, siamo troppo carini!- esclamò Cam guardando le foto.
Io continuavo a guardare la foto con me e Nash.
-Siamo usciti bene eh- mi disse guardando la foto sorridendomi.
-Già!- risposi arrossendo.
-Ma guarda chi si rivede!- esclamò una voce dietro di noi.
Ci girammo e vidimo Jack e Matt.
-Ciao ragazzi!- esclamò Matt guardandoci.
Jack mi guardò  e mi sorrise, poi Nash venne davanti a me e Jack gli disse
-Grier!-
-Gilinsky- rispose Nash passivo.
-Che ci fate qua ragazzi?- domandò Cam per smorzare la tensione.
-Eravamo in giro con Carter, ma è andato a fare una cosa ed ha detto che ci avrebbe raggiunti, voi?- replicò Matt sorridente.
-Le ragazze ci hanno invitato a fare un giro- rispose Nash sorridente.
Jack sogghignò ed abbassò lo sguardo.
Si fece un silenzio imbarazzante ed io ed Eleonora eravamo completamente rosse.
-Bene, mi spiace, ma dobbiamo andare- concluse Nash spintonandomi in avanti.
-A fare ché?- replicò Jack guardando Nash accigliato.
-Okay, noi dobbiamo andare davvero ragazzi, ci sentiamo- concluse Cam sorridendo.
Noi ci salutammo e Jack mi fece l’occhiolino.
Io gli sorrisi, poi sentii il braccio di Nash attorno alle mie spalle ed io lo guardai.
Possibile che stesse accadendo davvero? Possibile che non fosse solo un sogno?
-Prendiamo un gelato?- propose Nash guardandoci.
-Grier, sei il ragazzo più ingordo che conosca- gli ammonì Eleonora ridendo.
Lui fece spallucce e sorrise.
-Va bene, andiamo a prenderci il gelato- replicò Cam sospirando.
Nash iniziò a saltellare come un bambino e stargli dietro era difficile dato che il mio stomaco era pieno fino a scoppiare.
Arrivammo alla gelateria e prendemmo il gelato: Eleonora prese cioccolato e fragola, Cam menta e yoghurt, Nash vaniglia e crema mentre io presi tiramisù e cannella.
Ovviamente Nash prese il cono più grande, mentre noi ci accontentammo di un cono piccolo.
-Ehi, fammene provare un po’!- esclamò Nash a Cam.
-Amico, hai una porzione esorbitante, cosa diavolo vuoi mangiare anche quello degli altri!?- replicò Cam.
-Oh, solo per provarlo, dai Cam-
-No!-
-Non fare lo stronzo ora-
-Non sto facendo lo stronzo Nash, mangiati il tuo gelato e basta!- rispose Cam andando a sedersi vicino ad Eleonora.
Dopo un po’ finimmo tutti il gelato ed io chiesi a Nash
-Sei pieno adesso?-
 -Sì, ora il mio stomaco è felice- rispose sorridendo.
Ci sedemmo su una panchina ed iniziammo a parlare.
-Mi ero dimenticato di dirti che l’altra sera eri a dir poco stupenda con quel vestito- mi disse Nash guardandomi negli occhi.
-Oh, grazie mille!-
-E soprattutto, ottima scelta per le scarpe: le Vans intendo-
-Oh, sì sono le mie scarpe preferite, non potrei vivere senza di loro-
-Idem ahaha-
-Fino a quando resterete a Los Angeles?-
-Fino a dopodomani, voi?-
-Così poco? Noi ancora una settimana..-
-Allora domani dobbiamo assolutamente vederci-
-Sì!-
-Verrete mai in Italia?-
-Come tour?-
-Anche..-
-Bhe, probabilmente-
-Bene!-
-Vuoi sapere anche di me?-
-Oh sì, verrai?-
-Prima o poi certo!-
-Sarebbe bellissimo-
-Ovviamente quando verrò, dovrai portarmi a mangiare la pizza più buona del mondo-
-Certo Nash!-
-Ottimo!- concluse guardandosi attorno per poi chiedere
-Ma dove sono Cam ed Eleonora?-
-Non saprei- risposi guardandomi attorno.
Ci alzammo e girammo l’angolo e vedemmo Cameron ed Eleonora seduti vicino ad una fontana a farsi delle foto.
-Ehi voi due! Avete finito il servizio fotografico?- chiese Nash ridendo.
Loro si ricomposero e ridettero.
Guardai il cellulare ed erano le sei e mezza di sera.
-Ele dovremmo andare ora- dissi.
-Okay, bhe, quando ci vediamo?- chiese lei.
-Domani, perché poi dopodomani partiamo- rispose Cam.
-COME?!- esclamò Eleonora incredula.
-Sì, partiamo dopodomani- replicò Nash.
-Ma quindi non ci rivedremo più?- chiese Eleonora quasi in lacrime.
-Ma certo che sì! Scambiamoci i numeri così potremo restare sempre in contatto- rispose Cam rassicurandola.
Ci scambiammo i numeri e dopo ci salutammo.
Eleonora andò a chiamare il taxi ed improvvisamente la tristezza mi assalì: iniziai a piangere.
Andai nel taxi e appena Eleonora si accorse che stavo piangendo mi chiese
-Greta, che succede? Perché piangi?-.
Io mi strini tra le sue braccia abbracciandola.

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Capitolo 7
*** Pain ***


PAIN:




Quando arrivammo in camera non riuscii più a trattenere le lacrime che mi travolsero nuovamente.
Corsi in bagno e chiusi la porta lasciando Eleonora fuori.
-Greta! Apri la porta, non c’è bisogno di piangere, li rivedremo domani!- iniziò ad urlare bussando alla porta sperando che la facessi entrare.
-Ma non capisci che non li rivedremo mai più? Non posso fare di questi gironi solo un ricordo!- risposi gridando.
Lei batté le mani sulla porta cercando di aprirla, ma senza successo.
-Apri subito questa dannatissima porta!- ordinò.
-No! Voglio stare sola!- le risposi tappandomi le orecchie con le mani.
Sentii Eleonora allontanarsi per poi riavvicinarsi dicendomi
-Senti, hai un messaggio di Nash-.
Sentire il suo nome mi fece stare peggio.
-Greta rispondigli!- mi ordinò Eleonora.
Io aprii la porta di poco e le dissi
-Passami il cellulare-.
Lei mi guardò afflitta ed abbassò lo sguardo dandomi il cellulare.
Poi richiusi la porta.
Sbloccai lo schermo e vidi il suo messaggio:
“E se ci vedessimo domani sera tutti e quattro :) ?”.
Io buttai il cellulare sul pavimento.
Poi andai ad aprire la porta del bagno ed Eleonora entrò subito.
Andai a sedermi dentro la vasca da bagno, mentre Eleonora si sedette sul ripiano del lavandino.
-Allora? Che dice il messaggio?- mi chiese lei cercando di  incrociare i miei occhi.
-Ha chiesto se ci vedevamo domani sera tutti e quattro..-
-E tu cosa gli hai risposto?-
-Ancora nulla, ma non credo di accettare..-
-COME?!-
-Oh, tranquilla tu puoi pure andarci, Cameron ne sarà contento-
-E Nash invece? Non pensi che se tu non ci andrai ci rimarrà male?-
-Oh.. tanto non si ricorderà più nemmeno del mio nome una volta partito-
-Ma stai sentendo le cazzate che dici?-
-Non sono cazzate-
-Sì, lo sono e lo sai benissimo anche tu! Hai il suo numero ecc.. resterete sempre in contatto!-
-Sì, all’inizio forse, ma dopo inizierà a stancarsi fino a scordarsi di me-
-No! Pensa che potrai chiamarlo quando vuoi, scriverci quando vuoi e fare anche FaceTime!-
-E’ solo che..-
-E prima o poi verrà anche in Italia, te l’ha pure promesso Gre- concluse Eleonora scendendo dal ripiano venendo verso di me prendendomi le mani.
Io la guardai dritta negli occhi e vedevo che a tutte le cose che mi aveva detto prima ci credeva veramente.
Così l’abbracciai e gli sussurrai nelle orecchie
-Grazie Ele..-.
Erano circa le nove di sera e non avevo ancora risposto a Nash.
Non sapevo se sarei dovuta andare o restare in hotel.
-Quindi che si fa per domani sera?- chiese Eleonora dall’altra parte del letto.
Io continuai a fissare il soffitto.
-Hey!?- m’incalzò lei lanciandomi un cuscino.
-Non lo so! Non so se andarci o no..-
-Se è davvero l’ultima volta che lo vedrai, perché poi passerà un po’ di tempo, ti conviene andarci, altrimenti so come sei fatta e te ne pentirei appena se ne andranno-
-Lo so..-
-Quindi è deciso, ora rispondigli che accettiamo- rispose indicando il cellulare che continuavo a girare tra le mani.
-Ma..-
-Niente ma! Rispondigli- concluse determinata lei.
Andai su messaggi, selezionai il suo nome e digitai
“Va benissimo :)” ed inviai il messaggio.
Passò un po’ di tempo e ricevetti il messaggio di Nash che diceva
“Ottimo, domani sera verso le otto e mezza venite ancora alla casa di Cam, faremo in modo che se è l’ultima volta che ci vedremo per un po’, c’e la ricorderemo tutti! Un bacio a domani sera :*”.
Lo feci leggere ad Eleonora e si mise ad urlare.
-Okay, domani dovremo essere stupende. Non si dimenticheranno così facilmente di noi, te lo assicuro!- esclamò Eleonora andando a rovistare nelle valige entusiasta.
-Ma che stai facendo?- le domandai passiva guardandola mentre continuava a lanciare vestiti per tutta la stanza.
-Sarà l’ultima sera, pensi di andare da loro in pigiama?- mi ammonì lanciandomi un’ occhiata.
-No, credo di no..- risposi alzandomi dal letto andando verso di lei.
-Okay, ma che stai cercando nella mia valigia?- le chiesi mentre cercavo di sistemare i vestiti.
Lei per un po’ non rispose fino a quando non esclamò
-Eccolo!-.
-Cosa?- le chiesi guardandola mentre nascondeva qualcosa tra le mani.
-Bhe.. ti ricordi quel bellissimo vestito che avevamo preso insieme a Londra un estate fa?-
-Sì?- replicai non capendo dove volesse andare a parare.
Lei si stampò un’ enorme  sorriso sulla faccia e dal dietro tirò fuori un vestito bianco con delle decorazioni sul corpetto.
I miei occhi iniziarono a brillare.
-Vedo che te lo ricordi insomma- sogghignò lei.
Io afferrai l’abito e lo strinsi tra le mani quasi incredula nel vederlo.
-Ma, non l’avevo messo in valigia io, come diavolo hai fatto a trovarlo?- le domandai stupita.
-Bhe, mentre ti aiutavo a preparare la valigia, tua mamma aveva detto di controllare anche negli armadi nel ripostiglio che c’erano cose tue. Ovviamente tu non ci hai guardato, ma io sono andata a darci un’occhiata ed avevo visto il vestito e te lo avevo messo dentro alle valige- rispose sospirando.
Io la guardai con gli occhi pieni di gratitudine.
Mentre rovistammo nelle valige, ci accorgemmo che erano già le undici e mezza ed io dissi
-Se domani dobbiamo alzarci alle sette, ci conviene andare a dormire ora-
-Ottima idea- rispose Eleonora sbadigliando.

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Capitolo 8
*** Goodbye Nash ***


 

GOODBYE NASH:




La mattina seguente la passammo a sistemare la camera, che era un disastro: vestiti ovunque, scarpe, caricatori per cellulari sotto ai letti.
Verso le cinque di pomeriggio iniziammo a prepararci.
-Okay, come ci sistemiamo?- chiesi ad Eleonora.
-Allora, io metterò quell’abito color blu oltremare che mi avevano regalato al compleanno, non l’ho mai messo perché occasioni così non sono mai capitate ahahaha- rispose prendendo fuori l’abito dalla valigia.
-Okay, io metterò il vestito di ieri sera allora-
-Ovvio, è stupendo quell’abito e vedrai che te lo dirà anche Nash!-
-E come scarpe?-
-Se metti ancora delle Vans ti uccido!-
-COME SCUSA?!- le gridai avvicinandomi verso di lei.
-No intendevo, almeno l’ultima sera metti delle scarpe, hem.. diciamo.. delle scarpe eleganti, con il tacco per esempio- rispose cercando di rimediare all’errore di prima sorridendo.
-Mmh..-
-Dai, solo per stasera!-
-Okay- risposi sospirando.
Poi vidi Eleonora dirigersi alla sua valigia saltellando.
-Tadan!!- esclamò mostrandomi delle scarpe col tacco color beige.
-Wow!- risposi prendendole in mano.
-Belle eh?-
-Sono stupende!-
-Già e con il tuo vestito staranno ancora meglio- concluse lei.
-E tu che scarpe metti?-
-Delle scarpe con il tacco color nero, hai presente quelle del ballo?-
-Oh sì! Sono bellissime-
-Esatto, metterò quelle- rispose sorridendo.
Successivamente andammo a vestirci.
Poi era il momento dei capelli ed io non avevo la minima idea di come farli.
-Che faccio ai capelli?- chiesi ad Eleonora.
-Mmh.. perché non li lasci sciolti?-
-Sciolti?-
-Sì, staresti benissimo- concluse lei.
Io andai allo specchio a spazzolarmi i capelli.
Dopo li lasciai scivolare sulla schiena ed andai in bagno per truccarmi: misi del fondotinta,del mascara e dell’ eye-liner.
Uscii dal bagno e c’era Eleonora che si stava mettendo le scarpe.
Io la guardai immobile fuori dalla porta dal bagno e lei guardandomi di sfuggita mi chiese
-Non ti metti le scarpe?-
-Che ore sono?-
-Sono quasi le otto, ci vogliono minimo venti minuti ad arrivare a casa di Cam-
-E’ così tardi!?-
-Sì, per cui sbrigati- finì lei sistemandosi.
Io andai a mettermi le scarpe, poi mi diedi l’ultima controllata allo specchio insieme ad Eleonora, presi la borsa e poi uscimmo dalla camera.
Uscimmo dall’hotel ad aspettare un taxi, ma nessuno si fermava.
-Ma porca troia possibile che siano tutti occupati?- continuava ad urlare Eleonora mentre io ridevo.
-Sei poco agitata insomma- le bofonchiai.
Dopo qualche minuto un taxi si fermò e noi salimmo in tutta fretta.
Eleonora iniziò a dire la destinazione
-Salve, ci porti a-
-Roes Street 17- concluse il conducente del taxi.
-E lei come fa a saperlo?- gli chiedemmo noi stupite.
-Perché sono la stessa persona che vi ci ha portato qualche giorno fa- concluse lui guardandoci dallo specchietto retrovisore.
Noi alzammo lo sguardo e sorridemmo: era lo stesso autista che vi aveva portato alla festa di Cameron la scorsa volta.
Poi gli raccontammo dell’altra volta e ci disse di conoscere Nash e Cam.
-Come fa a conoscerli?-
-Hanno preso il mio taxi un po’ di volte e ormai ci mettevamo a parlare sempre quando salivano. Sono dei ragazzi davvero simpatici e non si comportano per niente come snob famosi che ci sono in quella zona-
-Sì bhe.. sono fantastici-
-Oh sì, poi sono davvero dei ragazzi gentili ed educati- concluse l’autista.
Ormai eravamo quasi arrivati ed il cuore mi batteva all’impazzata.
Avevo una voglia irrefrenabile di vedere di nuovo quegli occhi azzurro cielo.
-Eccoci arrivati, buona serata e divertitevi- ci augurò l’autista salutandoci.
Noi scendemmo dall’auto e diressi il mio sguardo ad Eleonora la quale stava tremando dall’emozione come me.
-Bene, direi di suonare- disse lei cercando di calmarsi.
Suonammo e Cam rispose al citofono dicendoci di aspettare fuori che sarebbero scesi subito.
Attendemmo qualche secondo e poi li vidimo arrivare: Nash aveva una giacca grigia con una camicia azzurra sotto e dei pantaloni neri con delle Vans nere anch’esse, mentre Cam aveva una giacca nera con dei pantaloni neri e delle Vans.
Appena aprirono il cancello Nash mi guardò ed esclamò
-Porca troia!-.
Io lo guardai arrossendo e Cam strattonandolo gli disse
-Amico, credo che anche un “sei bellissima”vada bene ahahaha-
-No ma, cioè, wow!- replicò lui avvicinandosi a me.
-Sei uno schianto!- esclamai guardandolo.
-No, ma, tu, cioè, oddio.. sei stupenda Gre- rispose lui dandomi un bacio sulla guancia.
Cam ed Eleonora si salutarono e dopo Cam ci disse
-Abbiamo una sorpresa in riserva per voi stasera, ma intanto direi di andare a cenare-.
Noi annuimmo e poi Cam andò a prendere  la sua macchina.
-Prego ragazze- ci disse facendoci salire.
Eleonora andò davanti con lui, mentre io mi sedetti nei sedili posteriori con Nash.
Mentre Cam guidava noi parlammo un po’.
Quando ci fermammo, scendemmo tutti dall’auto e ci trovammo di fronte ad un ristorante stupendo che dava la vista su Los Angeles alla nostra destra e sull’oceano alla nostra sinistra.
Entrammo nel ristorante a mangiare e quando finimmo ci fermammo ad ammirare le luci della città.
-Nash, sono le dieci!- esclamò Cam guardando Nash.
-E quindi?- chiese Eleonora stranita.
Loro ci presero le mani ed iniziammo a salire dei gradini di pietra che erano accanto al ristorante.
-Ma che succede?- chiedemmo io ed Eleonora guardandoci.
Loro sorrisero, ma non risposero.
Dopo alcuni minuti arrivammo in cima ad una torretta con un balcone da dove si vedeva tutta la città e l’oceano.
Nash mi si avvicino e non riuscivo a credere a quello spettacolo meraviglioso pieno di luci e colori.
-E non è ancora tutto!- esclamarono loro sorridendo.
Cam si mise accanto ad Eleonora vicino alla ringhiera del balcone e Nash fece altrettanto, dopo ci dissero di guardare il cielo e in pochi istanti sentimmo dei rumori e dei fuochi d’artificio iniziarono a brillare nel cielo.
-Tadann!!- esclamarono loro.
-Non ci credo!- dissi coprendomi la bocca con le mani per l’emozione.
Il sorriso di Nash faceva contrasto con il cielo scuro.
I fuochi continuarono per altri cinque minuti ed erano stupendi.
-Ti sono piaciuti?- mi chiese Nash guardandomi.
-Sono meravigliosi!- risposi abbracciandolo.
Lui contraccambiò l’abbraccio.
Dopo appoggiai la mia testa sulla sua spalla stringendo il suo braccio guardando quello spettacolo meraviglioso.
Lui mi strinse la vita e sussurrò
-Mi mancherà tutto questo..-.
Io abbassai lo sguardo.
Poi sentii la sua stretta farsi più forte ed io mi strinsi a lui.
Non riuscivo ad esprimere i miei sentimenti in quel momento.
-Vero che ci sentiremo ancora quando sarai partito?- iniziai a chiedergli.
-Ogni singolo giorno-
-E che ci rivedremo ancora?-
-Te lo prometto-
-Grazie Nash, sei il ragazzo migliore che abbia mai conosciuto- conclusi mentre il chiarore della luna faceva brillare quei suoi occhi azzurri nell’oscurità della notte.
Restammo così per un po’ di tempo e mai c’era stata tanta perfezione in un solo posto: Los Angeles di notte,  la vista meravigliosa, il bagliore della luna, l’oceano, i fuochi e soprattutto Nash.
Ormai era quasi mezzanotte e noi dovevamo tornare all’hotel, mentre i ragazzi sarebbero dovuti tornare anche loro al loro hotel per sistemare le valigie per partire la mattina dopo.
Così scendemmo dalla torretta e ritornammo in macchina.
Ci avrebbero riaccompagnato loro all’hotel.
Mentre ero in macchina accanto a Nash, ad un certo punto mi prese la mano e la strinse forte tra la sua.
Io guardai le nostre mani strette e mi chiedevo quando quella scena si sarebbe ripetuta ancora.
Passati alcuni minuti eravamo arrivate all’hotel, così scendemmo tutti e quattro dalla macchina.
Cam iniziò a parlare con Eleonora la quale iniziò ad intristirsi.
Nash mi guardava mettendosi una mano tra i capelli arrossendo.
-Bhe..- iniziò a dire.
-Dunque..- continuai io.
-Grazie per questi giorni, non mi sono mai divertito tanto, davvero!- disse.
-Sono stati i giorni più belli di tutta la mia vita e non li dimenticherò mai-
-Sì bhe.. ovviamente ci sentiremo anche domani-
-Certamente-
-E quando verrò in Italia, ti prometto che, sarai la prima a cui lo dirò-
-Non aspetterò altro!- risposi guardandolo negli occhi.
Vidi il suo viso rattristarsi.
Io allora lo abbracciai più forte che potevo e gli sussurrai
-Mi mancherai Nash-.
Lui appoggiò il suo viso sulla mia spalla e rispose
-Anche tu Gre- stringendomi forte a sé.
Poi sentimmo delle urla e vidimo delle ragazze non troppo lontane da noi che stavano venendo nella nostra direzione urlando il nome di Nash e Cameron.
I ragazzi salirono subito in macchina e vidi la mano di Nash sul finestrino che mi salutava.
Il motore si accese e la macchina partì, mentre io ed Eleonora rientrammo di corsa in hotel.
Salimmo subito in camera e chiudemmo la porta.
Scorgemmo la strada dalla finestra della camera e vidimo tantissime ragazze fuori dall’hotel: alcune stavano rincorrendo la macchina dei ragazzi, mentre altre erano lì a fare foto ed ad urlare.
Noi chiudemmo le tende.
-Ma ti rendi conto? Come si fa a non amarli? Sono perfetti- iniziò a dire Eleonora buttandosi sul letto sorridendo.
Iniziammo a parlare e dopo un po’ andammo a letto e per tutta la notte non feci altro che pensare a Nash ed alla bellissima serata.
Quando mi svegliai la mattina seguente, accesi il telefono e mi trovai notifiche su Instagram, Kik, Twitter e messaggi.
Salii su Instangram e la Home era piena di foto di Nash e Cam che parlavano con noi fuori dall’hotel.
C’erano foto dappertutto.
Su Twitter lessi un messaggio:
“Vedo che trovate facilmente dei rimpiazzi, vero?#NashGrier #CameronDallas”.
Guardai chi era: Madison Beer.
Non riuscivo a credere ai miei occhi.
-Ma che cazzo sta succedendo?!- urlai.
Vestito di Eleonora.
Vestito di Greta.


Vestito di Nash.
Vestito di Cam.

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Capitolo 9
*** Madison's tweet ***


MADISON'S TWEET:




Guardai tutta la Home di Twitter e non c’erano altro che retweet e tweet con foto dei ragazzi.
Andai sui messaggi sperando che il messaggio ricevuto fosse di Nash.
“Hei Gre, sono Jack G, Cam mi ha dato il tuo numero, sei libera oggi? :)”.
Era di Jack Ghilinsky.
Io non risposi, non avevo tempo.
Svegliai Eleonora ed appena accese il cellulare vide anche lei le foto ecc..
-Ma sanno che le ragazze eravamo noi?- chiese stiracchiandosi.
-Non penso-
-Oh, per fortuna-
-Hai letto il tweet di Madison Beer?-
-Quale?- domandò cercandolo su Twitter.
Io glielo feci leggere e lei rimase a bocca aperta.
-A cosa diavolo si riferiva con il termine “rimpiazzi”?- chiese arrabbiata ed infastidita Eleonora alzandosi dal letto in fretta e furia.
-Non ne ho idea, ma loro non le hanno risposto-
-Bhe, dobbiamo andare a fondo di questa faccenda-
-Già-
-A proposito, ti ha scritto Nash?-
-No..-
-Come? Aveva detto che ti avrebbe scritto appena partito-
-Lo so, ma da lui non ho ricevuto nessun messaggio-
-Magari non sono ancora partiti-
-Avevano detto che sarebbero partiti stamattina presto e sono già le nove e mezza-
-Oh..- terminò Eleonora abbassando lo sguardo mentre si cambiava.
-In ogni caso voglio delle spiegazioni per il tweet di Madison- ringhiai.
Eleonora fece spallucce e mentre lei era in bagno a sistemarsi, io iniziai a cambiarmi.
Quando finimmo erano circa le dieci e un quarto e appena uscimmo dall’hotel andammo a fare una camminata sul lungo mare.
Ad un certo punto sentii squillare il cellulare, ci fermammo e risposi.
-Pronto?-
-Ciao Greta, sono Jack Ghilinsky-.
Mi venne in mente il messaggio che avevo letto circa un’ora prima e mi morsi il labbro inferiore.
-Oh, ciao Jack!-
-Come va? Tutto bene?-
-Sì sì, tu?-
-Benissimo. Senti, hai letto il mio messaggio?-
-Sì, scusa se non ti ho risposto, ma ero un po’ occupata prima-
-Tranquilla non c’è problema. Quindi sei libera?- chiese lui.
Io non sapevo cosa rispondere, così gli dissi
-Aspetta un secondo che chiedo ad Eleonora se aveva già pianificato qualcosa-
-Certo, va bene- rispose.
Io misi la chiamata in attesa e chiesi ad Eleonora
-E’ Jack-
-Ghillinsky?!-
-Sì, mi ha chiesto se oggi ero libera, cosa gli dico?-
-Sì, assolutamente, totalmente e pienamente libera!-
-Ahahaha okay- terminai.
-Jack, ci sei ancora?-
-Certo!-
-Okay, allora per oggi va bene-
-Puoi uscire?-
-Sì-
-Ottimo, dove stai?-
-Ti mando l’indirizzo per messaggio-
-Perfetto, ti verrò a prendere verso le cinque-
-Va bene, a dopo Jack-
-A dopo bellissima- concluse Jack mettendo giù la chiamata.
Scrissi l’indirizzo per messaggio e lo inviai a Jack.
-Quindi?- chiese Eleonora guardandomi sorridente.
-Nulla, oggi esco con lui verso le cinque-
-Aw-
-Non farti strane idee tu-
-Ahahaha certo che sì invece-
-No, usciamo da amici-
-Oh, certo certo..-
-Ehi, ti sei forse dimenticata di Nash? Credi che solo perché ora è partito, io non pensi più a lui?- replicai seria.
Lei abbassò lo sguardo.
-Lui è impresso nel mio cervello ormai, ancora più del dover respirare..- aggiunsi.
Poi riprendemmo a camminare.
-Appena sentirò Nash gli chiederò del tweet di Madison-
-Dici che si riferiva proprio a noi?-
-E a chi altri se no?-
-Sì in effetti hai ragione..-
-C’è qualcosa di strano e loro ne sanno qualcosa ovviamente-
-Penso proprio di sì- terminò Eleonora.
Le parole di Madison continuavano a tormentarmi: “Vedo che trovate facilmente dei rimpiazzi, vero?”.
Noi saremmo state dei rimpiazzi per Cam e Nash? Possibile? E lei cosa ne poteva sapere di noi?
Le domande mi offuscavano la mente ed io non riuscivo a farle sparire.



 
Hey, sono Greta :)
Questa è la mia nuova Fan Fiction su Nash Grier, spero vi piaccia :)
Mi farebbe molto piacere se recensiste la storia per sapere dove potrei migliorare, grazie mille! 
Un bacio,
Gre.

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Capitolo 10
*** Jack ***


JACK:





Dopo un po’ mangiammo in un bar e poi andammo a prendere il sole sulla spiaggia.
-Sono le tre, alle quattro e un quarto rientriamo così ti puoi preparare- disse Eleonora guardando l’orario sul cellulare.
-Okay, ma non è che mi metterò chissà cosa- risposi arrossendo.
-Oh non importa- replicò lei.
Io feci spallucce e stesi il telo da mare sulla sabbia stendendomi sopra.
Prendemmo il sole per circa mezz’ora e dopo andammo a fare il bagno.
Appena uscimmo dall’acqua guardai il cellulare e vidi che erano le quattro, così ci asciugammo e dopo ritornammo in hotel.
Appena salite in camera mi feci una doccia.
Quando finii chiesi ad Eleonora cosa avrei potuto mettere.
-Cosa metto?-
-Mmh.. shorts e canottiera?-
-Sì dai- risposi annuendo.
Misi degli shorts di jeans e una canottiera bianca larga con sotto un top nero.
Mi feci una coda e poi iniziai a truccarmi.
Mentre stavo mettendo il mascara Eleonora entrò nel bagno e esclamò
-Ma ti stai ancora truccando? Mancano cinque minuti alle cinque!-
-Davvero?-
-Sì!-
-Merda!- urali finendo di mettermi il mascara ed uscendo dal bagno mettendomi delle Vans.
Passarono alcuni istanti e il mio cellulare iniziò a vibrare: mi stava chiamando Jack.
-Pronto?-
-Sono qua fuori-
-Okay, arrivo subito-
-Va bene!- terminò lui.
Io misi il telefono in borsa e poi salutai Eleonora.
-Divertiti e poi fammi sapere come è andata-
-Certo!-
-E fai la brava-
-Ovvio, dai vado se no magari se ne va senza di me ahahaha-
-Okay, ciao Gre- concluse lei abbracciandomi.
Appena uscii dall’hotel vidi una macchina nera ed appena mi ci avvicinai, si abbassò il finestrino e vidi Jack con degli occhiali da sole che sorridendo mi disse
-Prego Signorina- aprendomi la portiera.
Io entrai e mi sedetti accanto a lui.
-Sei uno schianto!- mi disse lui dandomi un bacio sulla guancia per salutarmi.
-Oh, grazie mille, anche tu!- risposi arrossendo.
Aveva una canottiera nera e dei bermuda grigi con delle Nike.
La macchina partì ed io gli chiesi
-Dove andiamo?-
-Oh, sorpresa!- rispose sorridendo.
Poi iniziammo a parlare.
-Ma pensavo che ance tu partissi con gli altri stamattina-
-Oh no, io, Matt e Carter staremo qua ancora per qualche giorno, tu invece?-
-Io ed Eleonora resteremo ancora una settimana circa-
-Bhe, spero vi stiate divertendo a Los Angeles-
-Sì! È una città meravigliosa-
-Sì, ha il suo fascino- concluse lui guardando fuori dal finestrino.
Dopo circa mezz’ora di macchina ci fermammo.
Jack parcheggiò l’auto e poi mi raggiunse.
Eravamo sul lungo mare, ma era una zona che non avevo mai visto prima.
-Bene, siamo arrivati. Il tramonto qua è stupendo- disse lui togliendosi gli occhiali da sole agganciandoli alla canottiera.
Il rosso del sole faceva contrasto con i suoi occhi marroni e quei lineamenti americani lo rendevano davvero bello; bhe, Jack era bello.
Poi mi guardò ed io girai la testa arrossendo.
-Andiamo- disse lui prendendomi la mano.
Io guardai le nostre mani l’una nell’altra.
Iniziammo a parlare e Jack faceva davvero morire dal ridere.
Era davvero divertente.
Dopo un po’ prendemmo due tranci di pizza in un bar sulla spiaggia e ci fermammo a mangiarli su delle sdraio in riva all’oceano.
Quando iniziammo a mangiare la pizza lo guardai e vidi che aveva del sugo sul naso, così iniziai a ridere.
-Perché ridi?- mi domandò lui sorridendo.
-Non pensavo che fossi Rudolf la renna ahahaha-
-Ma che!?- esclamò lui.
Io gli feci segno di pulirsi sul naso e lui rise.
-Non sei carina a ridere degli altri-
-Oh, andiamo Ghilinsky, non dirmi che te la sei presa- sogghignai io.
Lui finì il pezzo di pizza in un istante e dopo venne verso di me e mi prese in braccio e corse verso l’acqua.
-Ma cosa diavolo stai facendo?!- urlai dimenandomi.
-Chiedimi scusa o ti butto in acqua- rispose lui sospirando ridendo.
-Mai!- risposi.
Lui allentò la presa ed esclamò
-Allora dovrò lasciarti andare e ti bagnerai tutta-
-No! Okay, scusa Jack!- risposi mettendo le braccia attorno al suo collo stringendomi.
Non volevo di certo cadere in acqua.
Poi quando arrivammo sulla spiaggia mi fece scendere e ci mettemmo a ridere come idioti.
Ormai erano circa le otto e mezza di sera e le luci iniziarono ad accendersi.
Ci addentrammo nella città e Jack mi prese di nuovo la mano.
Il mio cuore batteva forte, ma non capivo perché: insomma a me piaceva Nash e Jack mi piaceva, ma solo come amico, nulla di più.
Los Angeles di notte era ancora più viva che di giorno.
Ogni tanto incontravamo ragazze che chiedevano di fare una foto con Jack e lui le accontentava sempre.
Faceva foto con ogni singola fan e questa era una cosa davvero dolce.
Facemmo un giro tra i negozi, tra le piazze e in particolare in un enorme piazza dove c’era una grandissima fontana dove Jack ad un certo punto prese la rincorsa e poiché l’acqua bagnava un po’ dell’asfalto, iniziò a scivolarci sopra come fosse su una pista da pattinaggio.
Poi venne verso di me e prendendomi la mano esclamò
-Devi farlo anche tu, è una cosa fighissima!-.
Io scossi la testa, ma Jack non gli diede importanza, così scivolammo su quell’asfalto bagnato.
Sembravamo dei bambini e la gente ci guardava sorridendo, ma non m’importava: mi stavo divertendo troppo.
Verso le undici ci fermammo su una panchina per riposare.
-Allora, divertita?- chiese lui guardandomi.
-Oh sì! Grazie mille per la serata-
-Figurati, mi piace passare del tempo con te- rispose sorridendomi.
Aveva davvero un sorriso perfetto ed altamente invidiabile.
Ad un certo punto sentì vibrare il cellulare, così lo guardai e vidi che c’era un messaggio di Nash:
“Dobbiamo parlare” diceva.
Io divenni di sasso.
-Che c’è? Sembra che tu abbia visto un fantasma ahahah- disse Jack guardandomi preoccupato.
-No nulla, dicevi?- risposi mettendo via il cellulare.
-Stavamo parlando di quanto è bello passare del tempo con te-
-Oh bhe, grazie ahahaha, anche tu non sei niente male Jack, anzi- risposi.
Dopo sentii il cellulare vibrare di nuovo e vidi che Nash mi stava chiamando, così dissi a Jack
-Scusami, ho una chiamata, aspettami un secondo-
-Certo, tranquilla- rispose.
Io mi allontanai di qualche metro e poi risposi.
-Pronto?-
-Greta, sono Nash-
-Oh..ciao-
-Senti, so che probabilmente hai letto il tweet di Madison-
-Sì, infatti..-
-Bhe, non è come pensi-
-Cosa dovrei pensare?-
-Lei ha scritto rimpiazzi e tutte quelle cazzate, ma non è vero-
-Bhe.. allora dimmelo tu come è la cosa-
-Ci sono stati diversi problemi con Madison, me, Cam e gli altri ragazzi-
-Sì avevo sentito-
-Ecco, per cui l’ha fatto solo perché è gelosa!-.
Io abbassai lo sguardo e vidi Jack sulla panchina sorridermi.
-Nash, non posso parlare in questo momento, ci sentiamo domani mattina-
-Ma veramente-
-Nash, non posso! A domani-
-Okay.. buona notte Gre-
-Anche a te, ciao- conclusi mettendo giù il telefono.
Continuai a pensare alle parole di Nash mentre stavo andando da Jack.
Mi sedetti sulla panchina e Jack mi prese il viso chiedendomi
-Ehi, che hai? Da quando hai risposto alla chiamata sembri triste..-
-Oh, non è niente..- risposi socchiudendo gli occhi.
Lui mi prese e mi abbracciò.
Io mi lasciai stringere dalle sue braccia ed appoggia la mia testa sulla sua spalla.
Dopo ci dirigemmo all’auto e Jack mi riportò all’hotel.
Appena scesi lui si accosto al finestrino e mi disse
-E’ stata una delle serate più belle di sempre, grazie per aver accettato di uscire-
-Grazie a te! E’ stata davvero una bella serata-
-Bhe, allora ci vediamo ancora prima che parta-
-Sì certo!- risposi sorridendo.
Lui mise la testa fuori dal finestrino e mi diede un bacio sulla guancia.
Io arrossii e lui se ne andò.
Vestito di Greta.
Jack.

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Capitolo 11
*** Unexpected check in ***


 

UNEXPECTED CHECK IN:




Quando salii in camera non vidi Eleonora, così la chiamai ma non mi rispose.
Io andai a cambiarmi in bagno e poi mi stesi sul letto.
Presi il cellulare, ci attaccai le cuffiette ed iniziai ad ascoltare un po’ di musica.
Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi, anche se non facevo altro che ritrascorrere con la mente la serata passata con Jack.
Ad un certo punto sentii sbattere la porta: era Eleonora.
-Ma cosa diavolo ti prende? Mi hai fatto prendere un colpo!- le urlai.
-Allora con quello che ti sto per dire morirai del tutto!- ribatté lei infuriata.
Io mi alzai dal letto guardandola stranita.
-Dunque, mi ha chiamato l’aeroporto stasera verso le sette ed in breve..-
-In breve cosa?!-
-In breve domani dobbiamo partire per ritornare a Milano-
-COME?!-
-Lo so.. sono arrabbiata pure io. Hanno detto che c’è stato un casino e alcuni voli sono stati cancellati, tra cui il nostro. Ed il prossimo volo sarebbe stato tra un mese altrimenti-
-Ma che cazzo di problemi hanno?! Quindi oggi è stato il nostro ultimo giorno a Los Angeles?-
-Così pare..-
-Ma avevo promesso a Jack che saremmo usciti ancora nei prossimi giorni!-
-A proposito, come è andata con Jack oggi?- domandò lei preparando le valigie.
Io gli raccontai tutto e alla fine disse
-Non è che piaci a Gilinsky? Eh?-
-Ahahaha, ma non dire assurdità, siamo amici-
-Amici si..-
-Sì, amici!- replicai io lanciandogli un’occhiata.
-Bhe, ci conviene preparare le valigie a sto punto- aggiunse Eleonora sconsolata.
-Non  è giusto però-
-Lo so Greta, ma non possiamo fare altrimenti! Non abbiamo abbastanza soldi per stare qua un altro mese!- rispose scocciata.
Io abbassai lo sguardo e misi i vestiti nelle valigie.
Nel sistemare vidi la bandana di Nash e gli occhi iniziarono a diventarmi lucidi, ma li asciugai con la manica del pigiama.
Dopo circa un’ora finimmo di sistemare e ce ne andammo a letto.
Io mi addormentai stringendo la bandana di Nash tra le mani.
La mattina seguente eravamo distrutte.
Eravamo andate a letto verso le due di notte e c’eravamo alzate alle sei, poiché il volo era previsto per le sette.
Preparammo le valigie nel taxi e ci dirigemmo in aeroporto.
Salimmo sull’aereo e ci sedemmo ai nostri posti.
Sentii il cellulare vibrare e vidi che mi stava chiamando qualcuno: era Jack.
-Ele, è Jack. Che faccio? Rispondo?-
-Sì, digli che c’è stato un imprevisto per il volo e che siamo partite oggi-
-Okay- conclusi rispondendo alla chiamata.
-Pronto?-
-Hei bellissima!-
-Ciao Jack-
-Senti, che fai oggi?-
-Jack, c’è un problema...-
-Hai già degli impegni? Se è così possiamo rimandare a domani, non ci sono problemi-
-No Jack.. io sto partendo per Milano-
-Come?-
-C’è stato un casino ed in breve, il volo è stato anticipato a stamattina-
-No!-
-Non parlarmene che sono incazzata nera-
-Quindi io e te.. insomma.. non ci rivedremo più?-
-Almeno che tu non venga in Italia-
-Bhe, potrebbe starci come tour con i ragazzi-
-Sì!-
-O anche da solo non so.. ti giuro mi dispiace davvero tanto che tu debba partire oggi..-
-Lo so, dispiace tanto anche a me Jack-
-Bhe, comunque ci sentiremo, non è vero? Intendo con i messaggi, chiamate ecc..-
-Sì ovvio!-
-Bhe, mi mancherai Gre..-
-Anche tu Jack, ora scusami, ma devo spegnere il cellulare perché stiamo decollando, ci sentiamo-
-Va bene, buon ritorno a casa-
-Grazie Jack, ciao-
-Alla prossima bellissima- concluse.
Poi spensi il cellulare e con l’Ipod mi misi le cuffiette nelle orecchie ed iniziai ad ascoltare della musica.

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Capitolo 12
*** Welcome home ***


 

WELCOME HOME:




Quando finalmente arrivammo a Milano, prendemmo un taxi che ci riportasse a casa.
Con il fuso orario, in Italia era notte.
Dopo che ebbi salutato Eleonora entrai in casa e tutte le luci erano spente.
I miei stavano dormendo, così decisi di lasciarli riposare e me ne andai nella mia stanza.
Sistemai un po’ di vestiti e poi andai a dormire anche io.
La mattina seguente appena mi svegliai, scesi in cucina per fare colazione e vidi mia madre.
-Oh tesoro! Sei arrivata finalmente-
-Sì, mi sei mancata mamma-
-Anche tu bambina mia. Mi dispiace per l’anticipazione del volo-
-Anche a me, ma ormai sono qui-.
Poi chiesi
-Dov’è papà?-
-Oh, aveva un impegno di lavoro e starà fuori per qualce giorno. Mi ha raccomandato di darti il buongiorno-
-Okay-
-Allora, vi siete divertite tu ed Eleonora? Raccontami un po’- disse lei preparandomi una tazza di latte con dei cereali.
Io le racconta della vacanza, ma non menzionai ne Nash, ne Jack ne nessuno dei ragazzi.
Appena finita la colazione andai in camera mia a riordinare i vestiti mettendoli nei cassetti e quelli sporchi a lavare.
Risistemando le valigie trovai le foto mie e di Nash che ci facemmo al centro commerciale.
Gli occhi mi divennero lucidi e appena mi guardai allo specchio vidi stampato sul mio viso un sorriso che riconoscevo: sorridevo così solo quando c’era di mezzo Nash.
A quanto diceva Eleonora era un sorriso da ebete, ma non m’importava.
Continuai a guardare quelle foto e dissi a bassa voce
-Non è possibile che sono stata solo un rimpiazzo per te, quei sorrisi erano sinceri. Non è possibile..-.
Poi mi arrivò un messaggio da Eleonora:
“Quando sono tornata ieri sera mi ha chiamato Cam. Tu con Nash?”.
Io la chiamai.
-Pronto?-
-Ele sono io-
-Ah ciao, allora con Nash?-
-Mi ha detto che mi avrebbe chiamata stamattina, ma ora con i fusi ecc.. non so più quando mi chiamerà-
-Oh è vero..-
-Comunque mi aveva accennato del tweet di Madison e a quanto mi ha detto sono tutte cazzate quelle che ha scritto lei. È solo gelosa, però non abbiamo ancora chiarito tutto, quando saprò qualcosa e lo sentirò, ti dirò tutto-
-Okay, perché Cam ieri sera non mi ha nemmeno accennato di Madison ecc..-.
Mia mamma iniziò a chiamarmi, così dovetti chiudere la chiamata con Eleonora.
Quando andai in lavanderia vidi mia mamma guardarmi accigliata.
-Avete incontrato dei ragazzi a Los Angeles?- mi chiese puntandomi addosso i suoi occhi neri come la pece.
-Come?- le chiesi non capendo dove volesse arrivare.
-Avete incontrato dei ragazzi?-
-Perché mi stai chiedendo questo?-
-Perché non penso tu vada a chiedere numeri alle ragazze- terminò aprendo la sua mano dove c’era la bandana di Nash.
-Di chi è questo numero e questa bandana?-
-Oh, di una nostra amica che abbiamo incontrato la-
-Non mi avevi detto di aver fatto amicizia con una ragazza-
-Mamma, non pensavo di doverti dire se io ed Eleonora avessimo fatto amicizia con qualcuno-
-E perché c’è scritto il suo numero? Non potevi semplicemente salvarlo in rubrica?-
-In quel momento non avevo il cellulare-
-Lo porti sempre con te veramente-
-Bhe, in quel momento non ce l’avevo-
-E te l’ha scritto sulla sua bandana che ha dato a te?-
-Sì, così non ci saremmo scordate di lei ha detto-
-Ed a Eleonora cosa ha dato? Una maglietta?-
-Ah non so-
-Mh, sai cosa c’è di strano? Che questa è una bandana maschile-
-No, le bandane possono essere unisex-
-Qua c’è scritto che è da uomo-
-Non vado a chiedere alla gente dove prende le cose mamma!-
-Oh, quindi se ora la chiami per salutarla ti risponderà lei giusto?-
-No..-
-Come no?-
-Abita in America e la ora è mattina presto, non sarà ancora sveglia-
-Bhe, la chiameremo quando da lei è pomeriggio allora-
-Mamma, cosa diavolo ti interessa?-
-Voglio che mi dici di chi è la bandana ed il numero-
-Ma te l’ho detto!-
-Ottimo, quindi stasera la chiamerai- concluse lei ridandomi la bandana.
Io andai di nuovo in camera mia.
Chiamai di nuovo Eleonora e le raccontai il casino che era successo con mia madre.
-Quindi ora cosa hai intenzione di fare?- mi domandò Eleonora preoccupata.
-Non posso di certo telefonare a Nash!-
-Ma scusa perché non gli dici chi è?-
-Perché lo direbbe in giro! Lei sa chi è, ed appena glielo direi lo andrebbe a dire a tutti, tra cui le sue amiche altezzose, che lo direbbero alle figlie e le figlie verrebbero a dirlo a me e non riuscirei a sostenere una cosa del genere!-
-Non ci avevo pensato..-
-Esatto ed ora sono nella merda!-
-Aspetta e se avvisassi Nash di non rispondere al cellulare se lo chiamassi oggi?-
-Non so, non voglio aggiungere altri casini-
-Okay, ma è l’unico modo Gre-
-Tu dici?-
-Sì-
-Okay, dopo gli scriverò e lo avviserò-
-Brava! Che bel benvenuto che ti ha dato tua madre insomma-
-Sì guarda, non me ne parlare. Ora devo andare, ti avviso se ci sono novità-
-Okay, ciao Gre- terminò Eleonora.
Ora dovevo avvisare Nash, così gli scrissi
“Se oggi ti chiamo, tu non rispondere, ti spiegherò tutto dopo”.
Appena inviai il messaggio mia mamma mi chiamò per dirmi che era pronto da mangiare.

 
Ciao ragazzi,
scusate se ho ritarato di qualche giorno, ma essendo andata in vacanza non ho potuto portarmi dietro il computer :(
Spero vi piaccia la ff fin'ora e continuerò ad aggiornare il prima possibile.
Un bacione e non dimenticate di recensire :*

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Capitolo 13
*** Explanations ***


 

EXPLANATIONS:




Verso le cinque del pomeriggio Nash mi rispose al messaggio:
“Okay, lo lascerò squillare, però dobbiamo parlare seriamente riguardo al tweet”.
Mia mamma uscì di casa e non sarebbe rientrata prima delle sei, così risposi a Nash
“Se vuoi ora possiamo sentirci”.
Dopo alcuni istanti mi vibrò il cellulare e vidi che era Nash che mi stava chiamando con facetime.
Accettai la chiamata e mi ritrovai sullo schermo i suoi enormi occhi azzurri che mi guardavano.
-Hei!- disse lui salutandomi.
-Ciao- risposi andando in salotto.
-Ma dove sei?-
-Oh è vero, non te l’avevo detto.. hanno anticipato il volo e sono a casa..-
-A casa? Pensavo fossi ancora a Los Angeles-
-Purtroppo no-
-Mi spiace-
-Ormai non posso più farci nulla- risposi guardandolo.
Riuscivo ad intravedere un po’ di malinconia dipinta sul suo volto e poi disse
-Ora dobbiamo parlare della storia di Madison-
-Sì..-
-Senti, ora ti spiegherò come stanno veramente le cose e cosa è successo. Un po’ di tempo fa, noi ragazzi dei Magcon eravamo usciti con Madison ed era diventata una nostra amica. Poi ha iniziato a provarci un po’ con quasi tutti i ragazzi e quando noi ce n’eravamo accorti lei non sapeva più che dire, così si è allontanata da noi. Io non ho nulla contro di lei, ma personalmente non voglio più averci nulla a che fare. Ha scritto quella cosa solo perché è gelosa! Lo è sempre stata ed appena ha visto che io e Cam eravamo usciti con delle ragazze, ha voluto screditarci come per dire che ora che lei non è più con noi, come ripicca siamo usciti con delle ragazze come sostitute-
-Oh..-
-Ma sono puttanate Greta, ne io ne Cam faremmo mai una cosa del genere!-
-Lo so, è solo che..-
-Non puoi credere ad una cosa del genere, tu sai come sono veramente e non sto parlando del famoso viner o youtuber che tutti credono di conoscere, ma solamente del vero me, Nash Grier- concluse lui con gli occhi lucidi perforandomi con quegli occhi azzurro ghiaccio.
Vederlo parlare così mi rallegrò il cuore perché stava dimostrando che ci teneva veramente a me.
Poi vidi che abbassò lo sguardo ed aggiunse
-Tu non sei una fan.. tu sei speciale-.
I suoi occhi erano puntati fissi sui miei.
-Se un mese fa qualcuno mi avesse detto che avrei incontrato Nash Grier e tutto quello che è successo, gli avrei riso in faccia, mentre ora è tutto vero. Scusami se sono stata scontrosa per la storia di Madison..-
-E’ tutto okay- rispose.
Quando lo guardai vidi che nei suoi occhi c’era qualcosa, un qualcosa che gli impediva di sorridere nonostante avessimo sistemato tutto, così gli chiesi preoccupata
-Nash, va tutto bene?-
-Sì..-
-Io non credo, che succede?-
-Bhe.. ti sei divertita con Jack l’altro giorno?-
-Come?-
-Ho visto alcune foto su Instagram ecc..-
-Oh, siamo solo usciti a fare un giro-
-Non sembra dalle foto-
-Nash, siamo usciti una sera, niente di chè-
-Hm-
-Non sarai mica geloso?- lo stuzzicai sogghignando.
-No certo che no!-
-A proposito di foto, stamattina ho trovato le nostre foto che avevamo fatto al centro commerciale-
-Oh! Me le devi passare, voglio averle anche io-
-Certo!-
-Che ore sono lì in Italia?-
-Manca dieci alle sei, da te invece?-
-Mezzogiorno quasi-
-Merda, ma sono quasi le sei!-
-Sì, dunque?-
-Devo spiegarti il messaggio di oggi della chiamata-
-Ah è vero, dimmi-
-E’ successo un casino perché mia mamma ha trovato la tua bandana con su il tuo numero e io ho detto che era di un’amica mia e di Eleonora che avevamo conosciuto a Los Angeles e siccome lei non ci crede, ha detto che stasera l’avrei dovuta chiamare, così avrebbe avuto la piena certezza che era una ragazza-
-Ma tu le hai detto qualcosa di me o Cam o Jack o dei ragazzi?-
-No, certo che no! Non lo sa nessuno tranne Eleonora-
-Allora io nono dovrei rispondere se mi chiami?-
-Esatto, anche se ti chiamassi venti volte tu non rispondere-
-Okay va bene, non volevo crearti casini, scusami-
-Ma figurati, tu non centri nulla, sono io che ho lasciato le cose sul letto e lei è venuta per lavarle. Avrei dovuto essere più prudente-
-Bhe, quindi è tutto risolto?-
-Sì!- risposi sorridendo.
Restammo a guardarci sorridendo finché non sentii la porta di casa aprirsi.
-E’ arrivata mia madre, ricordati della chiamata, mi farò sentire appena posso, ciao Nash-
-Ciao baby girl- concluse lui disconnettendosi.
Adoravo il modo in cui diceva “baby girl”, ma mentre pensavo alle sue parole, venne mia mamma in salotto e disse
-Ciao cara, stasera chiameremo la tua amica-
-Okay-
-A proposito, com’è che si chiama?- chiese lei andando in cucina.
Tra me e me pensavo di risponderle “Nashley” dato che in un video che Nash aveva fatto su Youtube tempo fa aveva detto che se fosse stato una ragazza si sarebbe voluto chiamare così, ma poi accantonai l’idea.
-Si chiama..Jessica-
-Oh bene, allora dopo chiameremo Jessica-
-Okay..- conclusi uscendo.
Decisi di andare a fare un giro.
Era tutto così diverso da Los Angeles e più continuavo a camminare più mi mancava quel paradiso.
Dopo un po’ mi vibrò il cellulare e vidi che era Jack che mi stava chiamando, così risposi.
-Pronto?-
-Ciao Greta!-
-Hey Jack!- replicai sorridendo.
Mi faceva piacere sentire la sua voce.
-Come stai?-
-Non bene, sento la mancanza di Los Angeles-
-Bhe, anche Los Angeles sente la tua-
-Ahahaha-
-Ed anche io-
-Anche tu mi manchi Jack-
-Sarei voluto uscire ancora con te-
-Anche io..-
-Bhe, prima o poi ci rivedremo-
-Sì, assolutamente!-
-Che fai?-
-Sto facendo un giro, tu?-
-Sto ritornando in hotel con i ragazzi- concluse lui.
Dopo un po’ arrivai di nuovo a casa, così dovetti salutare Jack.
Appena entrai cenai e subito dopo mia madre mi disse
-Direi che ora potremmo chiamare Jessica-
-Sarà impegnata mamma-
-Bhe, solo un saluto-
-Okay- risposi digitando il numero sul cellulare mettendo il vivavoce.
Pregai che Nash si ricordasse di non dover rispondere.

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Capitolo 14
*** The phone call ***


THE PHONE CALL:





Il cellulare cominciò a squillare ed andò avanti per quasi un minuto.
-Bhe, sarà occupata, te l’avevo detto mamma- le dissi sospirando.
-Oh, prova un’ultima volta, non avrà sentito il telefono magari- rispose lei sorridendo.
La richiamai per accontentarla e mettere fine ad ogni suo dubbio.
Il cellulare iniziò a squillare di nuovo.
Dopo un po’ schiacciai sullo schermo per chiudere la chiamata, ma vidi che qualcuno aveva risposto.
-Pronto?- rispose una voce maschile.
Divenni bianca come un fantasma.
Non era la voce di Nash al telefono.
Mia mamma mi guardò accigliata e chiese sottovoce
-Jessica ha la voce di un ragazzo per caso?-.
-Pronto, chi sei?- chiesi al telefono.
-Tu chi sei? Sei tu che hai chiamato-
-Sì, sono Greta c’è Jessica?-
-Jessica?-
-Sì, Jessica! Ma tu chi sei?-
-Io sono Hayes- rispose la voce al telefono.
Era il fratello di Nash!
-Oh okay, se non c’è dille che ho chiamato-
-Ma non c’è nessuna Jessica qua! Hai chiamato mio fratello tu- continuò lui.
Vidi mia madre avvicinarsi al telefono guardandomi con espressione enigmatica.
Io non sapevo più cosa rispondere, fino quando al telefono un’altra voce disse
-Ehi Greta, sì Jessica è uscita, ma ha dimenticato il telefono qui, quando rientrerà le dirò che hai chiamato-.
Era Nash!
-E chi è questo ora?- chiese mia mamma stranita sottovoce.
-Oh, okay. Tu chi sei?-
-Sono.. Hamilton il suo ragazzo, scusa ma mio fratello ha confuso il cellulare mio con quello di Jessica e pensava che tu stessi chiamando me, perdonalo ahahaha-
-Oh, sì tranquillo. Grazie mille, aspetterò Jessica-
-Va bene, ciao Greta- concluse lui mettendo giù la chiamata.
Ero diventata completamente rossa sulle guance e vidi mia mamma fissarmi dritta negli occhi.
-Bhe, era fuori- le dissi alzandomi dalla sedia.
Lei mi prese il polso e disse
-Qui c’è qualcosa di strano e la prima a saperlo sei tu. Ringrazia che non vado a fondo della faccenda-
-Non c’è nessuna faccenda qui-
-Ma smettila, quel ragazzino nemmeno sapeva chi era Jessica nonostante a quanto dice quell’Hamilton sia la ragazza di suo fratello-
-Non è colpa mia se Hayes si confonde-
-Finché non sentirò la voce di Jessica non ci crederò- concluse mia madre andando a sistemare la cucina.
Andai in camera mia, misi una felpa larga con il cappuccio, degli shorts, delle Vans nere ed uscii di casa per andare a fare un giro.
Vidi un messaggio di Nash, così lo chiamai
-Pronto?-
-Sono Gre-
-Hey baby girl!-
-Credo che appena vedrò tuo fratello lo ucciderò ahahaha-
-Scusami, avevo lasciato il telefono in cucina e Hayes sentendolo ha risposto-
-E’ okay, però ora mia mamma è ancora più insospettita-
-Oh.. mi dispiace-
-Fa niente non preoccuparti- risposi sospirando.
Poi aggiunse
-Mi manchi-
-Anche tu Nash..-
-Vorrei essere ancora a Los Angeles, su quella torretta, su quel balcone, con i fuochi d’artificio, con te-
-Anche io. Non vedo l’ora che tu venga in Italia-
-Verrò presto, non preoccuparti-
-Sarebbe bellissimo poter stare ancora con te..-
-Lo stai dicendo con un tono come per dire che non succederà mai più-
-No, è solo che-
-Se ti dico che verrò è una promessa ed io mantengo sempre le mie promesse-
-Grazie Nash, sei sempre il migliore- conclusi.
La voce mi tremava e sentivo che qualcuno lo stava chiamando.
-Scusami, ma mia mamma mi sta chiamando, ci sentiamo verso le otto?-
-Nash, quando da te sono le otto da me sono le due di notte..-
-Il fuso è vero..-
-Ci sentiamo quando da me è sera e da te è tipo mattina okay?-
-Okay allora a domani mattina-
-Okay, ciao Gre-
-Ciao Nash- conclusi io mettendo il telefono in tasca.
Andai davanti a casa di Eleonora e le feci uno squillo con il cellulare.
Lei si affacciò alla finestra e le feci segno di scendere.
Appena uscì dalla porta di casa mi salutò e mi chiese
-Che ci fai a quest’ora qui? Perché non mi hai avvisata che saresti venuta da me?-
-In realtà stavo facendo un giro e mi sono ritrovata qua-
-Oh, okay vuoi entrare?-
-Va bene, grazie- le risposi mentre entrammo in casa sua e ci dirigemmo nella sua stanza.
Appena mi sedetti sul suo letto vidi accanto al comò le foto di lei e Cam.
Io le presi e mi misi a guardarle; non avevo mai visto Eleonora così felice come in quelle foto.
Lei chiuse la porta della camera e poi disse sorridendo
-Oh, stai guardando le foto?-
-Sì, siete così belli- risposi sospirando.
Lei si sedette in parte a me e prese il lato destro delle foto.
-Perché questa faccia così afflitta?- mi chiese prendendomi la mano.
Io le raccontati della spiegazione di Nash riguardo al tweet di Madison, all’uscita con Jack e tutto il resto.
-La distanza è uno schifo- concluse lei abbracciandomi cercando di confortarmi.
-Tu con Cam?- le chiesi sogghignando.
Lei arrossì immediatamente e rispose
-Ci siamo chiamati tre volte oggi-
-Fantastico Ele!-
-Già, non riesco ancora a crederci-
-E invece è tutto vero!-
-Anche con Nash è tutto vero però-
-Sì bhe.. solo che io devo tenerlo nascosto a tutti tranne che a te..-
-Bhe, è difficile lo so. Anche io vorrei urlarlo ai quattro venti, ma posso dirlo solo a te, a mia mamma e a mia sorella che non lo conoscono ahahaha-
-Io invece con mia mamma sono nella merda-
-Perché? Non era sistemata la cosa della chiamata?-
-No, suo fratello ha complicato le cose.. ahahaha-
-Hayes?-
-Sì-
-Cioè?- chiese lei allarmata, così le spiegai tutto.
Rise ed io le dissi
-Sì, l’assurdità della cosa è esorbitante..-.
Lei continuò a ridere, poi si alzò e mi chiese
-Sono le undici, vuoi restare a dormire da me?-
-Non so, provo a chiamare mia mamma ora- le risposi tirando fuori il cellulare.
-Pronto?-
-Mamma sono Greta, posso restare a dormire da Eleonora stanotte?-
-Okay, ti preparo le cose per venirle a prendere-
-Perfetto, tra dieci minuti sarò lì-
-Va bene, a dopo-
-Okay, a dopo- conclusi spegnendo il cellulare.
Eleonora Preparò il letto ed io mi diressi a casa per prendere le cose per dormire da lei.

 Hayes Grier.

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Capitolo 15
*** School ***


 

SCHOOL:




**DUE MESI DOPO**
 
 
Ormai l’estate era finita e la scuola sarebbe ricominciata il giorno dopo.
In questi due mesi Nash ed io c’eravamo sentiti quasi ogni giorno con Facetime, chiamate, messaggi, Skype ecc.. ormai sapevo molte più cose su di lui ed era ancora più divertente di quanto immaginassi.
Avevo anche parlato con Hayes e Skylynn qualche volta e non mi ero mai divertita tanto come quando in un giorno a metà agosto, facemmo Facetime io, Nash, Hayes e Sky.
Erano delle persone dolcissime e davvero in gamba.
Fortunatamente mia mamma accantonò l’idea di volere altre prove per quanto riguardava Jessica e la bandana e i miei problemi si ridussero notevolmente.
Quella sera ero in camera mia con Eleonora ed ad un certo punto propose
-E se chiamiamo Nash e Cam?-
-Ahahaha perché?-
-Domani ricomincia la scuola, finiamo bene quest’estate almeno-
-Buona idea, chiamo Nash su Facetime-
-Sì!- esclamò Eleonora al massimo della sua felicità.
Dopo alcuni istanti vidi apparire sullo schermo le fecce di Nash  e Cam.
-Hei!- gli dicemmo noi sorridenti.
-Ciao ragazze, come state?- risposero loro sorridendo.
-Bene, voi? - gli rispose Eleonora sorridendo.
-Bene dai, novità?-
-Domani ricomincia la scuola-
-Oh..-
-Che schifo- aggiunse Eleonora roteando gli occhi.
Noialtri ridemmo ed Eleonora continuò ignara che fosse lei la cause delle nostre risate.
-Ma dove siete voi?- chiesi io notando che non si trattava della casa di Nash.
Loro si guardarono e vidi Cam girarsi dall’altra parte e Nash iniziare a balbettare
-Siamo.. siamo in hotel-
-In hotel? State facendo un tour?-
-Sì, cioè no. Stiamo andando a trovare Carter, così ci siamo fermati in un hotel- rispose Cam sorridendo.
Tutte le volte che sorrideva mi chiedevo sempre come diavolo faceva ad avere quasi vent’anni: ne dimostrava sedici se non diciassette!
Dopo annuii e vidi Eleonora imbambolarsi davanti allo schermo, così le diedi un colpetto con la spalla e lei sembrò ritornare alla realtà.
Cam, Nash ed io ridemmo e lei arrossì sorridendo.
Poi chiesi
-Ma perché c’è buio da voi? Non è tipo pomeriggio in America?-
-Sì, ma piove ed abbiamo chiuso le tende; la pioggia ci mette tristezza- rispose Nash facendo una smorfia.
-A che scuole andate?- chiese Cam.
Eleonora gli disse la sua e dopo io dissi la mia.
Dopo circa un’ora di risate e chiacchiere li salutammo e spensi il cellulare.
-Sono sempre più innamorata di quel ragazzo- disse Eleonora buttandosi sul mio letto.
Io sospirai e le sorrisi.
La capivo benissimo e più il tempo passava, più continuavo ad innamorarmi di Nash per come era veramente e non per il famoso Viner che tutti conoscevano.
Dopodiché aprii l’armadio e le chiesi
-Cosa mi metto domani per andare a scuola?-
-Un vestito a righe bianchi e nere, solitamente è quella la divisa per andare in prigione- rispose Eleonora sarcastica mettendosi le mani sugli occhi.
-Ahahaha Ele dai! Cosa posso indossare?-
-Dei jeans ed una maglietta colorata-
-Ottima idea- conclusi tirando fuori i vestiti.
Erano le undici e mezza ed Eleonora disse
-Sarà meglio che torni a casa ora, devo sistemare ancora le cose per la scuola. Ci sentiamo domani mattina. Buona notte e auguri per domani ahahaha-
-Oh, auguri anche a te, notte Ele-  le risposi abbracciandola.
La vidi uscire di casa salutandomi con un cenno.
Sentii mia mamma rientrare e venne in camera mia.
-Tesoro, devo andare a Parigi per circa una settimana. Me l’hanno comunicato dal lavoro mentre ero in macchina, va bene per te?- chiese guardandomi.
-Oh, certo. Quando parti?-
-Domani mattina verso le cinque. Tesoro mi dispiace non poterti dare il buongiorno il tuo primo giorno di scuola-
-Tranquilla, tanto non sarebbe stato un buongiorno comunque-
-Vedrai che quest’ anno sarà meglio tesoro, andrà bene-
-Sì.. okay- conclusi sistemando la cartella.
Mia madre mi diede un bacio sulla fronte e poi se ne andò chiudendo la porta dietro di se.
Mi sedetti sul letto e presi tra le mani la bandana di Nash.
Non volevo ritornare a scuola e non solo per il semplice fatto che quasi tutti la odiano, ma perché ho sempre subito del bullismo da due anni a questa parte da parte di alcune ragazze più grandi.
Nessuno lo sapeva fatta eccezione per Eleonora.
A mia madre non ho mai detto come stavano le cose, le accennai solo di aver avuto alcuni problemi con delle ragazze.
Non volevo che succedessero casini, perciò ho sempre deciso di tenermelo per me.
Dopo che sistema i vestiti e le cose per la scuola andai a dormire.
La mattina seguente mi svegliai verso le sei e mezza: feci colazione e mi vestii.
Misi la maglietta e gli shorts che mi consigliò la sera prima Eleonora, poi feci una coda alta e misi le Vans che avevo preso a LA, poi mi legai la bandana di Nash al polso come porta fortuna e misi la cartella sulla spalla.
Quando finii erano le sette e mezza, così uscii di casa ad aspettare che passasse il pullman.
Arrivai davanti alla scuola ed iniziai ad innervosirmi, così feci dei respiri profondi.
All’entrata di scuola vidi una mia compagna di classe, Nicole.
Le andai incontro e l’abbracciai salutandola.
-Come stai Gre? È da un casino di tempo che non ci vediamo!- mi disse sorridendo.
-Bene, tu? Tutto okay?-
-Sì, sì. Mi sei mancata quest’estate-
-Anche tu Nichi-
-Ma perché mai deve ricominciare la scuola?-
-Non ne ho idea-
-Bhe, entriamo se no faremo tardi- concluse lei.
Entrammo nella scuola e lei andò a salutare delle sue compagne, mentre io mi diressi alla mia classe.
Andai in bagno per bere un po’ d’acqua ed appena uscii vidi in lontananza le stesse ragazze degli anni scorsi.
Affrettai il passo, ma loro notarono la mia presenza e mi seguirono.
Appena entrai in classe la più robusta mise un braccio davanti a me e disse
-Come hai passato l’estate? Uno schifo come le altre?-
-Non sono cazzi tuoi- le risposi cercando di spostarla.
-Oh, ma come siamo nervosette stamattina- disse Sofia strattonandomi.
Io la scostai ed entrai in classe.
Non potevo pensare assolutamente di passare un altro anno come gli ultimi due.
Quando finirono le prime tre ore e ci fu l’intervallo, ricevetti un messaggio sul cellulare in anonimo:
“Esci nel cortile”.
Pensai subito che erano ancora le ragazze di prima così non risposi.
Dopo alcuni istanti ricevetti un altro messaggio ancora in anonimo:
“Ho una sorpresa per te, esci”.
Il cuore iniziò a battermi forte, ma decisi che non dovevo aver paura di loro, non più.
Quest’anno sarebbe stato diverso, così feci un respiro profondo ed uscii.
Iniziai a guardarmi in giro, ma non vidi nessuno, finché ad un certo punto sentii qualcuno prendermi alla vita ed iniziai a dimenarmi dandogli calci e sberle per liberarmi.
-Brutte stronze!- urlai.
Mi girai e vidi una figura incappucciata a terra che si teneva il ginocchio sfregandolo.
-Porca..- iniziò a imprecare.
Gli scostai il cappuccio e non potevo crederci: era Nash!
-Oh Dio!- urali inginocchiandomi accanto a lui cercando di farlo alzare.
Lui continuò a sfregarsi il ginocchio e poi mi sorrise.
Rivedere quel sorriso e quei due zaffiri come occhi mi fece battere il cuore all’impazzata.
Finalmente dopo mesi che ci eravamo visti sempre e solo dietro ad uno schermo, ora era di nuovo lì, accanto a me.
-Nash, cosa ci fai qui?- gli chiesi abbracciandolo.
-Volevo farti una sorpresa, ma vedo che l’hai fatta tu a me ahahaha- rispose cercando di alzarsi.
-Reagisci sempre così quando ti fanno delle sorprese?- chiese lui dandomi un bacio sulla guancia e tendendomi stretta in un abbraccio.
Mise le sue mani sulla mia vita ed io le mie attorno al suo collo e gli risposi nell’orecchio
-E’ complicato..-.
Lui tolse la sua faccia dalla mia spalla e mi guardò dritto negli occhi.
-Che vuoi dire?- mi chiese lui accigliato.
Io abbassai lo sguardo e poi mi prese la mano stringendola forte e si mise di nuovo il cappuccio.
-Senti, non possiamo stare qua- esclamò guardandosi attorno.
-Sì lo so, l’intervallo è quasi finito- risposi guardando altrove.
-No intendo dire, non possiamo stare alla tua scuola! Sono venuto per farti una sorpresa-
-Nash, io ho lezione ora-
-Non puoi saltare per una volta?-
-Sarebbe il mio primo giorno di scuola-
-Solo per oggi Gre- concluse lui prendendomi le mani iniziando a guardarmi con il labbruccio.
-Okay, hai vinto!- gli risposi sorridendo.
-Perfetto, ti aspetto all’ingresso- rispose lui dandomi un bacio sulla fronte andandosene via con il cappuccio sulla testa.

Vestiti di Greta.
Nash.

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Capitolo 16
*** Secrets ***


SECRETS:





Non riuscivo ancora a credere che Nash fossi qui, in Italia, alla mia scuola!
Rientrai nell’istituto e percorsi il corridoio per uscire dalla scuola, ma prima di aprire le porte sentii toccarmi le spalle e sobbalzai.
Mi girai e le vidi, di nuovo.
-Vuoi scappare dalla scuola ora?- sogghignò Sofia bloccandomi la porta con il suo braccio.
-Non sono affari tuoi, levati!- ringhiai cercando di spostarla.
Si mise davanti di nuovo la ragazza più robusta ed io sbuffando dissi
-Cos’è, ora metti anche gli armadi davanti alle porte? Spostatevi!-
-Oh, non ti conviene offendere Marta, è un tantino suscettibile- continuò Sofia.
La ragazza armadio tirò un pugno sul muro in parte a me e iniziò a ringhiare.
Dovevo assolutamente andare da Nash.
Cercai di ignorarle, ma dal dietro si aggiunse un’altra ragazza.
-Hei Naomi, vuoi dare anche tu il buon giorno a Greta?- esclamò Sofia ridendo.
Mentre Marta guardava Naomi arrivare, io la spostai con una forza che non sapevo nemmeno di avere ed aprii la porta e corsi fuori dalla scuola.
Sentii le loro urla chiamarmi e dirmi di ritornare indietro, ma non feci altro che correre, fino a quando non vidi Nash accostato dietro ad una macchina.
Io mi fermai e mi piegai su me stessa con il fiatone e Nash vedendomi venne verso di me e mi mise una mano sulla schiena per cercare di farmi alzare.
-Perché hai corso?- mi chiese ammiccando un sorriso.
-Oh bhe, scusami se non ho chiesto il permesso per uscire ora dalla scuola Nash- gli risposi sogghignando.
Lui si mise a ridere e poi notai che continuava a sfregarsi il ginocchio; dovevo avergli fatto proprio male.
-Devo curarti quel ginocchio- dissi andando con lui alla fermata del pullman.
Mentre eravamo ad aspettare l’autobus Nash mi prese la mano ed io arrossii.
-Dove andiamo ora?- chiese lui guardandomi.
-A casa mia-
-Wow!- esclamò Nash ridendo.
-Ma cosa via a pensare, devo medicarti il ginocchio ahahaha- risposi diventando completamente rossa.
Sentii la sua mano stringere ancora più forte la mia ed io non riuscii più a trattenere la felicità in corpo.
-Dove diavolo pensi di andare moretta?!- sentimmo urlare in direzione della scuola.
Erano Sofia, Marta, Naomi ed un’altra ragazza che stavano venendoci incontro.
-Scappi con il fidanzatino? Che cosa romantica- continuò Sofia.
-Chi sono quelle?- mi chiese Nash girandosi verso di loro.
Io cercai di non guardarle e come per miracolo il pullman arrivò ed io e Nash ci salimmo subito.
Ci sedemmo nei posti a metà e ci tenemmo per mano tutto il tempo.
Quando arrivammo davanti a casa, aprii la porta con le chiavi.
Vidi Nash guardarsi attorno e gli dissi sorridendo
-I miei non ci sono, per cui fai pure come se fosse casa tua-.
Lui andò in salotto e si sedette sul divano.
-Dove sei?- mi chiese lui.
-Sono in cucina, sto prendendo del ghiaccio da metterti sul ginocchio- risposi togliendo il ghiaccio da frezzer e mettendolo in un panno spesso.
Andai in salotto e Nash si abbassò il cappuccio.
Stese la gamba lungo il divano e gli misi il ghiaccio sopra.
-Con questo ti dovrebbe fare meno male- dissi sospirando.
Le mani stavano iniziando a diventarmi gelate, ma cercai di non darci peso.
Poi Nash cercò di alzarsi lievemente.
-Posso tenerlo io, tranquilla- iniziò prendendo il panno schiacciandolo.
-No Nash! Non così forte!- esclamai cercando di riprendere il panno.
Subito dopo il ghiaccio uscì dal panno e si rovesciò sul divano e sui miei vestiti.
Io cercai di spostarmi, ma alcuni cubetti di ghiaccio mi finirono nella maglietta, così cercai di farli uscire il più velocemente possibile.
Avevo il corpo completamente gelato e poi vidi Nash alzarsi sedendosi accanto a me sul tappeto.
-Ti prego scusami, sono un tale idiota!- esclamò tenendomi le mani guardandomi negli occhi con
espressione mortificata.
Io iniziai a ridere a crepapelle.
-Perché ridi?- chiese Nash sorridendo non capendo la mia reazione.
Dopo alcuni minuti si mise a ridere anche lui e continuammo per qualche minuto.
-Okay, vado a cambiarmi, aspettami qui e cerca di non combinare altri casini, siamo intesi Hamilton?- sogghignai.
Lui alzò un sopracciglio ed iniziò a sorridere maliziosamente.
Appena entrai in camera chiusi la porta e dopo aprii l’armadio.
Mi tolsi i vestiti bagnati e mi misi una canottiera grigia, una tuta come pantaloni e delle infradito.
Quando ritornai in salotto vidi Nash che stava asciugando il divano con la sua felpa.
Iniziai a ridere ed esclamai
-Ma Nash cosa diavolo stai facendo? Ahahaha-.
Lui si voltò di scatto e sorrise arrossendo.
-Stavo cercando di asciugare il divano, ma non sapevo dove avevi asciugamani o robe del genere- rispose guardando il divano ancora fradicio.
Io andai da lui e vidi che anche la sua felpa era bagnata.
-Devi cambiarti la felpa Nash- gli dissi.
Lui annuì e se la tolse: restò a torso nudo.
-Non puoi farmi questo Hamilton..- sussurrai restando impalata a guardare tutta quella perfezione.
Vidi Nash iniziare a gesticolare e chiedermi dove poteva mettere la felpa.
Quando ritornai in me gli risposi
-Mettila pure sul tavolo in cucina, ora vado a prendere degli altri asciugamani per asciugare il divano ed il tappeto-.
Andai a prendere dei panni per ripulire il disastro e mi ritrovai Nash davanti appena chiusi la porta del bagno.
Mi voltai dall’altra parte e dissi ridacchiando
-Non puoi metterti qualcosa addosso?-
-So che non ti da fastidio il panorama ahahaha- rispose lui ridendo a crepapelle.
-Ah no?- ribattei io posando i panni a terra  iniziando a fargli il solletico.
Finimmo sul pavimento a ridere e a farci il solletico fino a quando eravamo a terra, l’ uno accanto all’altra  a guardarci.
Non riuscivo a distogliere i miei occhi da quelle labbra carnose.
Lui si avvicinò di più a me e mi abbracciò ed io misi la mia testa sotto al suo collo.
-Posso farti una domanda?- iniziò lui accarezzandomi i capelli.
-Certo- risposi sorridendo.
Speravo che non sentisse che il mio cuore stava per scoppiare da un momento all’altro.
-Perché quelle ragazze prima a scuola ti avevano detto quelle cose?- chiese lui.
Io mi alzai ed andai in cucina senza dire un parola.
Nash si alzò subito e venne in parte a me.
-Che succede con quelle ragazze?- continuò.
-Niente- mentii io guardando altrove.
Poi iniziai ad asciugargli la felpa sul tavolo, ma Nash mi prese i polsi con le sue mani ed esclamò guardandomi dritta negli occhi
-Ti prego, dimmelo-.
Io abbassai lo sguardo e le lacrime iniziarono a scendermi dagli occhi.
Lui mi abbracciò tenendomi stretta a se.
Andammo nella veranda dietro casa e ci sedemmo sulle delle sedie bianche attorno ad un piccolo tavolino bianco anch’esso.
-E’ difficile da spiegare..- iniziai io.
Lui mi prese la mano e disse rassicurandomi
-Ci sono qui io, non preoccuparti Gre-.
-Da due anni a questa parte, sono stata presa di mira da questo gruppetto di ragazze. Non so il perché, io non gli ho fatto niente, non sapevo nemmeno chi fossero, ma poi hanno iniziato a deridermi per qualsiasi cosa facessi o dicessi, iniziarono a farmi scherzi pesanti, ad umiliarmi. Cercavo di ignorarle, ma poi hanno iniziato a prendermi a sberle e a pugni e tutte le volte mi dissero che se mi azzardavo a dirlo a qualcuno avrebbero fatto anche di peggio e non solo a me..- m’interruppi.
Nash si alzò dalla sedia e venne verso di me, mi fece alzare, si sedette sulla mia sedia e dopo mi disse di sedermi imbraccio a lui.
Avevo la testa posata sulla sua spalla e iniziò a tenermi le mani.
-E’ una cosa terribile- disse lui asciugandomi le lacrime.
-L’unica persona che ne è al corrente è Eleonora ed ora anche te-
-E i tuoi genitori non sanno nulla?-
-Mio padre è sempre via per lavoro e a mia mamma accennai solo al fatto che cerano delle ragazze che mi davano fastidio ogni tanto, ma nulla di più..-
-Devi fare qualcosa!-
-No. Lascia perdere non puoi capire..-
-Oh si che posso invece!- replicò lui stringendomi le mani ancora più forte.
I miei occhi guardarono i suoi e vidi che iniziò a mordersi le labbra.
-Cosa vuoi dire?- gli chiesi io indugiando qualche istante.
-Prima che succedesse tutto questo, prima che diventassi famoso ecc.. c’erano dei tipi alla mia scuola che mi trattavano più o meno come queste ragazze fanno con te, solo che loro evitavano gli scherzi: andavano dritti al punto e mi picchiavano. Cercavo di non darci importanza, ma ero stanco e non ne potevo più, così lo dissi a mio padre e a mia madre. Andarono a parlare con il preside della scuola e sospesero quei ragazzi. Non mi sono mai sentito così sollevato come quella volta, credimi. Non devi subire certe cose, specialmente se non ne hai colpa Greta- rispose lui stringendomi tra le sue braccia.
Restammo così per circa un quarto d’ora e poi rientrammo in casa.
Era mezzogiorno e mezzo e conoscendo Nash, sapevo che aveva fame, così gli proposi
-Ti va bene se ordino la pizza?-.
Vidi i suoi occhi illuminarsi e con un enorme sorriso stampato in faccia mi rispose
-Sì, ti prego!-
-Infondo ti avevo promesso che quando saresti arrivato in Italia saremmo andati a mangiare la pizza. Ora è la pizza che verrà per essere mangiata da noi ahahaha-
-A me basta mangiarla, poi quando, dove o perché sono indifferenti ahahaha- rispose ridendo.
-Come la vuoi?- chiesi digitando il numero della pizzeria con il cellulare.
-Margherita- rispose sedendosi su una sedia in cucina.
Il cellulare iniziò a squillare
-Pronto salve, potrei ordinare due pizze? … Una margherita ed un’americana. Grazie salve- dissi.
Poi andai ad apparecchiare il tavolo ed aspettammo le pizze.
-Grazie per quello che mi hai detto prima..- dissi a Nash.
-Ci tengo troppo a te per permettere che tu soffra- rispose lui sorridendomi.
Io rimasi incantata da quel sorriso perfetto e lui iniziò ad arrossire.
Nash.

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Capitolo 17
*** It wasn't me ***


IT WASN'T ME:





Ormai erano circa le sette di sera e avevamo passato tutto il giorno a parlare, a vedere i suoi Vines e video su Youtube e non avrei mai immaginato che prima o poi li avrei rivisti insieme a lui.
Era magnifico poter ridere insieme a lui guardando i video e poter esprimere i miei pareri con lui.
Ma doveva ritornare all’hotel perché Cam non aveva le chiavi per rientrare.
Mi aveva detto che anche Cameron era andato a fare una sorpresa ad Eleonora alla sua scuola, sperai solo che lei avesse reagito meglio di come avevo reagito io.
Il ginocchio di Nash sembrava essersi sgonfiato e a quanto diceva lui, non gli faceva più male.
Eravamo sulla porta di casa per salutarci e lui iniziò a guadarsi intorno, così mise di nuovo il cappuccio sulla testa ed iniziammo a salutarci
-Se mia mamma scopre che ho saltato la scuola, mi ammazza- dissi io sospirando.
-Almeno morirai felice- rispose lui sogghignando.
Io gli diedi un piccolo colpetto sulla spalla.
-Domani sei libera? Di pomeriggio intendo-
-Sì, certo!-
-Ottimo, così mi farai vedere un po’ la città e passeremo del tempo insieme finalmente!-
-Perfetto, a domani allora-
-Va bene, buona serata baby girl- concluse lui dandomi un bacio sulla guancia sfiorandomi per poco l’angolo destro delle labbra.
Io arrossi e lui se ne andò salutandomi con un cenno della mano.
Appena chiusi la porta iniziai ad urlare dalla felicità.
Mi arrivò un messaggio da Nash con scritto
“Non vedo l’ora che sia domani <3”.
Io gli risposi
“Anche io Nash :* ”.
Non avevo fame, così non cenai, ma restai in salotto a guardare American Horror Story per quasi tutta la serata.
Verso le nove feci una pausa e vidi delle notifiche su Twitter.
La connessione internet era scarsa, così ci volle un po’ prima che si caricasse la Home, ma poi vidi un messaggio di Nash su Twitter:
“Credo di essermi innamorato.. :)”.
Iniziai a sorridere come una stupida e non riuscii a smettere di gridare.
Poi arrivò un’altra notifica da un altro tweet di Nash:
“Ti voglio un bene assurdo, manchi anche tu, ma ti prometto che ci rivedremo il prima possibile <3 @MaryLoganGrier”.
Era in risposta al tweet della ragazza:
“Non ti fai più sentire Nash, manchi davvero tanto. Non dimenticarti di me :( @NashGrier”.
Cliccai sul nome della ragazza, ma a causa della poca connessione potetti vedere solo la sua foto profilo.
Era davvero una ragazza stupenda.
Mi crollò il mondo addosso.
Come potevo anche solo pensare che la ragazza di cui era innamorato ero io? Come? Come diavolo avevo anche solo potuto credere che ero io? Si trattava certamente di quella ragazza.
Non scriveva mai tweet del genere per delle semplici fans.
Lanciai il cellulare sul pavimento ed iniziai a piangere.
Ad un certo punto sentii suonare il campanello, così guardai fuori dallo spioncino, ma non vidi nessuno; così riandai a sedermi sul divano mentre le lacrime non la smettevano più di rigarmi le guance.
Guardai il cellulare e c’era una foto su Twitter dove era stato taggato Nash: era lui abbracciato a quella ragazza a casa sua.
L’aveva taggato lei.
Spensi il cellulare e lo lasciai in camera.
Dopo alcuni secondi sentii di nuovo suonare il campanello, ma non vidi ancora nessuno.
Mentre stavo andando in cucina a bere un bicchiere d’acqua sentii bussare alla porta.
Iniziai ad avere davvero paura, così andai nello sgabuzzino e presi la mazza da baseball di mio cugino ed una torcia e mi avvicinai alla porta.
Feci un respiro profondo ed aprii la porta.
-Chi c’è?!- urlai guardandomi attorno, ma non c’era anima viva.
Abbassai lo sguardo e vidi un mazzo di fiori sullo zerbino, così mi abbassai e lo raccolsi.
-Sorpresa!- sentii esclamare all’improvviso.
Io urlai e sobbalzai tenendo in mano la mazza.
Appena puntai la torcia davanti a me vidi un ragazzo: era Jack!
-Hei, non voglio farti niente!- disse alzando le braccia guardando la mazza nelle mie mani.
-Dannazione, Gilinsky!- replicai spegnendo la torcia e buttando la mazza a terra.
Lui sorrise e spalancò le braccia ed io lo abbracciai stringendolo forte a me.
Mi prese alla vita e mi alzò da terra facendomi girare per alcuni istanti.
Quando mi posò a terra dissi sorridendo leggermente
-Ma perché voi americani avete la mania di fare sorprese alle persone ahahaha-.
-Scusami se sono qui a quest’ora, ma non avevo calcolato il fuso orario in America. Nella mia mente ora sono le undici di mattino- disse spostandosi i capelli.
-Non ti sono piaciuti i fiori?- chiese lui guardando il mazzo a terra.
Io lo raccolsi e poi risposi
-Sono bellissimi Jack, ma mi sono caduti quando sei saltato fuori dal nulla ahahaha-.
Dopodiché entrammo in casa e mentre chiudevo la porta e mettevo i fiori in un vaso,  Jack mi prese delicatamente il mento con le dita e guardandomi mi chiese
-Stavi piangendo? Hai gli occhi rossi e gonfi-
-No, ho una specie di allergia verso qualcosa, ho preso delle gocce, sto già meglio- mentii asciugandomi gli occhi con un fazzoletto.
Poi ci fermammo in cucina a parlare.
-Come mai sei qui?- gli iniziai a chiedere preparando due succhi di frutta.
-Ti avevo promesso che ci saremmo rivisti ancora Gre-
-Oh che tenero!-
-Sono qui con Jack a casa di una sua prozia da quel che ho capito-
-C’è anche Jack Johnson!?-
-Sì ahahaha-
-Devo assolutamente conoscerlo!- esclami ridendo.
Portai i due succhi sul tavolo e mi sedetti su una sedia accanto a lui.
-Non sai quanto ci sono rimasto male quando mi avevi detto che eri su quell’aereo di ritorno..- iniziò lui bevendo il succo.
-Ci sono rimasta davvero male anche io Jack, ma comunque ci siamo rivisti!- risposi sorridendo.
Continuammo a parlare per quasi un’ora e mezza, poi Jack alzandosi disse
-E’ tardi, credo che sia meglio che vada ora-
-Va bene- risposi sorridendo accompagnandolo alla porta.
Lui mi guardò negli occhi e mi chiese prendendomi la mano
-Sei libera domani verso le cinque?-.
Io non sapevo cosa rispondere: con quello che era successo prima con Nash non sapevo più cosa pensare.
-Penso di sì, ma ti darò la conferma domani mattina, okay?- risposi sorridendo.
Lui annuì e dopo mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò mandandomi un bacio con la mano.
Io chiusi la porta dietro di me.
Andai a guardare i fiori che mi aveva regalato Jack: erano color azzurro e rosa pallido ed erano davvero bellissimi.
Guardai sul tavolino dove c’era posato il vaso e notai un foglietto, così lo raccolsi e lo voltai.
“Direttamente da Los Angeles per la ragazza migliore che ci sia!” c’era scritto.
Sorrisi subito a quelle parole che riuscirono a rincuorarmi.
Andai in camera e vidi sul letto il mio cellulare.
Lo accesi e mi trovai  cinque messaggi:
Due di Eleonora, uno di mia mamma, uno di Jack e l’ultimo di Nash.
Eleonora mi scrisse riguardo alla sorpresa che le aveva fatto Cam a scuola, mia mamma mi scrisse per chiedermi se andava tutto bene, Jack mi diede la buonanotte e mi scrisse di fargli sapere il prima possibile per domani, mentre Nash mi scrisse che non vedeva l’ora che fosse domani pomeriggio.
Erano le undici così risposi ad Eleonora della sorpresa di Nash, a mia mamma le mentii dicendole che la scuola era andata bene e che era tutto apposto, a Jack gli risposi che l’avrei chiamato in mattinata, mentre a Nash decisi di non rispondergli; gli avrei risposto la mattina seguente.
Subito dopo andai a dormire.
Non riuscivo a togliermi dalla mente quei tweet, era più forte di me.
Non riuscivo a credere che quella ragazza non ero io.
Pensavo di avere un certo legame con Nash.
Pesavo che fossimo più che amici, ma evidentemente non era così.
Dopo un po’ di tempo finalmente riuscii ad addormentarmi.
Quando mi svegliai feci colazione e mentre mi stavo preparando per andare a scuola mi squillò il cellulare: era la mia compagna di classe Nicole.
-Pronto?-
-Ciao Gre, sono Nichi-
-Ciao Nichi, dimmi-
-Dove eri finita ieri dopo l’intervallo ieri? Dicono che sei scappata con uno-
-Nulla, sono solo voci. Che c’è?-
-Non c’è scuola oggi!-
-Non c’è scuola?!-
-Sì, ieri alcuni di quarta hanno suonato l’allarme antincendio per non so quale motivo e c’è tutta la scuola bagnata e sono successi alcuni casini, per cui oggi e domani resterà chiusa hanno detto-
-Non potevi darmi notizia migliore, davvero!-
-Sapevo che ne saresti stata felice ahahaha-
-Quindi possiamo starcene beatamente a casa?-
-Sì, scusami ma ora devo andare, ti avevo chiamato nel caso nessuno ti avesse avvisato-
-Okay, grazie mille Nichi, ci vediamo dopodomani-
-Va bene, buona giornata Gre- concluse lei.
Dopo quella bella notizia, decisi di scrivere la risposta al messaggio di Nash:
“Scusami Nash, ma per oggi non posso, ho un altro impegno”.
Glielo inviai e dopo chiamai Jack.
-Pronto?-
-Ciao Jack! Sono Gre-
-Ciao bellissima, come stai?-
-Bene grazie, per oggi sono completamente libera-
-Davvero?!-
-Sì!-
-Non potevi rendermi la mattinata più piacevole, sarò da te verso le cinque, okay?-
-Va benissimo!-
-Perfetto, a oggi bellissima-
-A oggi Jack!- terminai mettendo giù la chiamata.
Sistemai la cartella sulle spalle e ritornai a riposare sul divano.
 
 
  Jack.






 
Hei belle :)
Spero che la ff vi stia piacendo e che non sia banale o altro,
mi farebbe piacere se dopo averla letta recensiste per sapere un po' cosa ne pensate.
Un bacione, 
Gre :*

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Capitolo 18
*** Jack's date ***


JACK'S DATE:




Mi svegliai verso mezzogiorno e sapere che non sarei dovuta andare a scuola mi rese davvero felice.
Guardai il cellulare e c’erano due messaggi di Nash e tre sue chiamate perse.
Lessi i messaggi:
“Ma pensavo che fossi libera, volevo passare il pomeriggio solo con te..” diceva il primo.
“Perché non rispondi alle chiamate? Gre, va tutto bene?” diceva il secondo.
Io non gli risposi, stavo ancora troppo male per tutto quello che era successo, così cercai di concentrarmi solo  sull’uscita di quel pomeriggio con Jack.
Andai in cucina, mi preparai un panino con prosciutto e formaggio ed un succo d’arancia ed andai a mangiarli sul tavolino in sala.
Quando finii sentii suonare alla porta; andai a vedere e vidi Eleonora.
Aprii la porta e ci abbracciammo.
-Allora, come vanno le cose qua?- chiese lei entrando.
Andammo in salotto ed iniziammo a parlare.
-Veramente, erano stupende fino a ieri mattina, ma da ieri sera è diventato tutto una merda- le risposi io infastidita e demoralizzata.
-Cosa vuoi dire? Cos’è successo?-
-Nash..-
-Cosa è successo con Nash? Ti ha fatto la sorpresa a scuola!-
-Sì bhe.. non hai letto i suoi tweet?-
-No, ho una connessione schifosa a casa ultimamente, cosa è successo?-
Io gli feci vedere le due foto dei tweet a cui avevo fatto lo screen.
-Il suo primo tweet diceva che era innamorato ed appena l’ho letto stavo iniziando ad urlare per tutta casa Ele, non puoi immaginare. Ma nemmeno il tempo di sorridere che risponde ad un tweet di una ragazza; scusami, la ragazza di cui è innamorato-
-Come fai a dire che è innamorato di quella ragazza?-
-Perché guarda i loro tweet, si conoscono da un casino di tempo e lei l’ha taggato anche in una foto dove sono abbracciati! Come diavolo ho anche solo potuto pesare che fossi io..-
-Ma sei tu infatti Gre!-
-Eleonora ma sei ceca? Non hai visto le foto?!-
-E ora cosa pensi di fare?-
-Oggi esco con Jack-
-Jack? Gilisky?-
-Sì!-
-E’ qua anche lui? Davvero?-
-Sì, oggi usciamo- risposi ammiccando un sorriso.
Continuammo a parlare per più di un’ora e mezza, ma tranne per Cam, non toccammo più l’argomento Nash e Jack.
Verso le due se ne andò ed io rimasi da sola.
Dovevo preparami per l’uscita che ci sarebbe stata tre ore dopo ed ero davvero felice di poter riuscire con Jack.
Anche se non ero a Los Angeles, l’importante era la compagnia, pensai; e poi mi avrebbe aiutato a non pensare a Nash.
Sistemai un po’ la casa perché mi accorsi che era letteralmente un disastro e senza nemmeno accorgermene arrivarono le tre e mezza.
Andai in camera e mi cambiai: decisi di mettere un vestito rosso a scollatura a cuore e dei sandali neri col tacco.
Decisi di raccogliere i capelli in una mezza coda che fermai con una molletta.
Misi del mascara e dell’eye-liner, un po’ di cipria e del lucidalabbra.
Quando finii di sistemarmi mancava un quarto alle cinque, così presi la borsa bianca ed andai ad aspettare in salotto.
Il cuore mi batteva a mille e non vedevo l’ora che arrivasse Jack.
Dopo alcuni minuti sentii bussare alla porta.
Andai ad aprire e vidi davanti a me Jack con uno smoking nero e un fiore bianco nel taschino: era davvero bellissimo e quel sorriso lo rendeva ancora più stupendo.
-Sei davvero bellissima Greta!- esclamò lui guardandomi dandomi un bacio sulla guancia.
-Sei fantastico anche tu Jack- risposi arrossendo.
Chiusi la porta e misi le chiavi nella borsa.
Jack mi accompagnò alla macchina e aprendo la portiera mi fece segno di entrare.
Io arrossii e mi sedetti sul sedile e subito dopo Jack salì dall’altra parte e chiudendo la portiera mi chiese sorridendo
-Bene, dove andiamo ora principessa?-
-Milano, così vedrai un po’ com’è- conclusi io sospirando.
Lui annuì ed accese l’auto.
Iniziammo a parlare della mia scuola, ma non gli dissi nulla di quelle ragazze.
Poi parlammo del fatto che Jack fosse qui e di dove stava
-Così tu e Jack state nella casa di una sua prozia?- iniziai io.
-Sì, è una signora sessantenne, ma è davvero tenera! Quando io e Jack ci svegliamo ci prepara sempre delle torte fatte in casa. È come se fosse la nostra adorabile nonnina- rispose lui ridendo.
Io scoppiai a ridere per il modo in cui disse “adorabile nonnina”.
Poi continuò
-Il bello è che lei non sapeva nulla di me e Jack che eravamo diventati famosi e che cantavamo, così un giorno avevamo acceso il computer ed eravamo andati su un nostro video e quando la chiamammo urlammo “Oddio ci siamo io e Jack sul computer! Guarda!” ahahaha. Non abbiamo mai riso così tanto come quel giorno, te lo giuro!-
-E lei cosa ha detto? Ahahaha-
-Continuava ad avvicinarsi ed allontanarsi dallo schermo per vedere se eravamo davvero noi ahahaha adoro quella signora-
-E poi le avete spiegato le cose?-
-Sì, ma ha detto che per lei noi resteremo sempre i soliti Jack Johnson e Jack Gilinsky, i due inseparabili Jacks-
-Che persona adorabile-
-Sì ahahaha- concluse lui sorridendomi.
Dopo circa venti minuti di macchina eravamo arrivati a Milano ed andammo subito in giro per negozi.
Jack si prese un mucchio di vestiti e altre cose con su scritto Milano.
Dopo vidi Jack che continuava ad ammirare il Duomo come stregato e mi disse
-Sarà bella Los Angeles, ma anche Milano non scherza!-.
Io annuii e quando vennero circa le otto di sera andammo a mangiare in un ristorante nei dintorni.
Quando finimmo di mangiare facemmo ancora un giro vicino al Duomo e senza nemmeno rendermene conto la mia mano destra era nella mano sinistra di Jack.
Ci facemmo tantissime foto e una l’aveva messa come sfondo del blocco del suo cellulare.
Verso le dieci e mezza ritornammo alla macchina ed appena cinque minuti dopo vidimo un lunapark fuori dalla città.
-E’ da quando sono piccolo che non sono più andato in un lunapark!- esclamò lui guardandomi.
-Allora da stasera non potrai più dire lo stesso Gilinsky- risposi sogghignando facendogli l’occhiolino.
Lui ammiccò un sorriso e guidò in direzione del lunapark.
Dopo cinque minuti eravamo arrivati nel parcheggio e scendemmo dall’auto.
-Mi sembra di ritornare bambino- disse lui arrossendo prendendomi per mano.
Io annuii ed appena entrammo mi venne subito voglia di uno zucchero filato.
-Jack, ho fame di zucchero filato ahahaha!- esclamai ridendo.
Andammo verso la bancarella e me  lo prese dicendo
-Sembriamo dei bambini ahahaha-.
Io risi mangiando quella dolcezza appiccicaticcia e zuccherosa simile ad una nuvola rosa.
Appena finito lo zucchero andammo sugli autoscontri e Jack ed io non facemmo altro che scontrarci tutto il tempo e continuavamo a ridere come due idioti.
Scesi dagli autoscontri decidemmo di andare sulle montagne russe.
-Hai paura?- mi chiese lui ammiccando un sorriso.
-No, tu Gilinsky?- replicai sogghignando.
Lui scosse la testa e poi ci andammo a  sedere in prima fila.
Mi prese la mano e mi disse
-Te la tengo solo perché così non avrai paura-
-Bella scusa Jack- ribattei ridendo.
Facemmo circa tre volte il giro sulle montagne russe e quando scendemmo avevo la testa che mi girava tutta e mi reggevo in piedi a stento.
Vidi Jack avvicinarsi a me e prendermi in braccio, così mia aggrappai al suo collo.
-Che stai facendo?- chiesi arrossendo.
-Credo che basti così per te. Ti gira la testa e quei tacchi non ti aiutano di certo- rispose dirigendosi all’auto.
Quando salimmo in macchina mi sentii meglio ed iniziai a ridere; non so il perché, forse per il fatto che sembravamo due bambini o per l’effetto del troppo zucchero che era andato al cervello o forse solo per la situazione, ma non riuscivo a smettere di ridere.
Jack mi sorrise e disse
-Sei tutta matta tu ahahaha-
-Le matte sono le migliori- gli risposi facendogli l’occhiolino.
Mentre mi stava riaccompagnando a casa dissi
-Grazie per la serata Jack, ne avevo davvero bisogno. È stata stupenda-
-Anche per me. Milano è una città meravigliosa, ma la compagnia è indescrivibile- disse lui guardandomi arrossendo.
Dopo alcuni minuti eravamo arrivati davanti a casa mia e lui mi disse
-Buona notte Gre-.
Poi venne verso di me e mi diede un bacio sulla guancia.
Sentire le sue labbra sulla mia pelle era una cosa inspiegabile.
-Buona notte anche a te Jack- risposi uscendo dall’auto.
Subito dopo la macchina partì ed io avevo un sorriso stampato in faccia.
Percorsi il vialetto e mentre tiravo fuori le chiavi dalla borsa per aprire la porta di casa sentii
-Quindi era questo il tuo impegno per cui non potevi uscire con me oggi. Divertita con Gilisnky?-.
Sobbalzai girandomi e dietro di me vidi Nash con espressione davvero arrabbiata e riuscivo a intravedere i suoi occhi lucidi brillare al bagliore della luna.

 Vestito di Greta.
Jack.
 Nash.

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Capitolo 19
*** Kiss ***


KISS:




-Non rispondi?- continuò Nash mettendosi davanti alla porta.
-Vuoi fare una sceneggiata in piena notte per strada?! Entriamo almeno- risposi io infuriata.
Quando chiusi la porta gli dissi di andare ad aspettarmi in salotto mentre mi andavo a cambiare in camera.
Misi una felpa blu e dei pantaloncini neri e dei calzini, poi andai da Nash in salotto che non faceva altro che camminare avanti e indietro.
-Siediti pure- gli dissi io indicando il divano.
-Perché l’hai fatto?!- gridò lui ignorando le mie parole e continuando a camminare avanti e indietro.
-Hamilton siediti! Mi stai facendo venire il mal di testa a vederti camminare così!- gridai io guardandolo negli occhi.
Lui si sedette davanti a me sul tappeto.
Vedere quegli occhi azzurri completamente lucidi, quell’espressione di delusione dipinta sul volto e soprattutto, vedere lui in quello stato mi faceva male; ma non tanto quanto il male che mi aveva fatto lui con quei tweet.
-Perché mi hai mentito? Perché hai detto che non potevi uscire con me perché avevi un impegno quando sei andata a divertirti con Gilinsky!?- continuò ad urlare.
La sua voce sprigionava rabbia, tristezza e gelosia.
-Cosa ti interessa se sono uscita con Jack? Perché non vai da Mary Logan al posto di venire a mezzanotte a casa mia a farmi questa patetica scenata di gelosia?!-
-Cosa diavolo c’entra Mary Logan con questa storia?-
-Non fare il finto tonto con me Nash-
-Ma di cosa stai parlando!?- replicò lui avvicinandosi a me infuriato.
Io sbuffai e gli feci vedere le foto dei tweet.
-Di questo sto parlando!- esclamai dandogli il cellulare.
Lui sogghignò.
-Mary Logan è mia cugina- disse guardandomi negli occhi.
-Ma non dire cazzate Nash- risposi riprendendomi il cellulare.
-Sei andata almeno a vedere chi è?-
-Sì, ho visto anche la foto in cui ti aveva taggato mentre eri abbracciato a lei-
-Ma hai visto TUTTO il suo profilo?-
-No, la connessione ultimamente non va molto bene..- risposi guardando il cellulare.
Lui andò su Twitter con il suo cellulare e poi dandomelo disse
-Ora guardaci-.
Io scorsi la pagina e vidi foto di loro con i genitori di Nash e di Mary Logan da piccoli con anche Hayes e Will.
-Ed inoltre si chiama Grier di cognome- aggiunse lui riprendendosi il cellulare lanciandomi un’ occhiataccia.
-Va bhe, tantissime fans e ragazze si chiamano Grier di cognome riferito a te per cui non pensavo ci fosse un vero legame di parentela- risposi io sbuffando.
Lui iniziò a fissarmi ed io gli dissi
-Okay, okay ho capito male.. scusami-
-Adesso mi spieghi di Gilinsky- rispose lui accigliato.
-Non c’è  niente da spiegare. Sono uscita con Jack- risposi io con nonchalance.
-E perché? Mi avevi detto che avevi un impegno e poi da quando Jack è qui in Italia?-
-Perché avevo visto quei tweet e pensavo che ti piacesse Mary Logan. La sera che tu eri andato via da casa mia, Jack mi ha fatto una sorpresa e mi ha chiesto se il giorno dopo, cioè oggi, potevamo uscire-
-E tu hai scelto lui ovviamente-
-Nash è stato tutto in fottuto malinteso! Io avevo letto quei tweet e..-
-Potevi rispondere alle mie chiamate o ai miei messaggi almeno!-
-Ma ero furiosa con te!-
-Tu non sai quanto ci sono stato male: non mi avevi più risposto ad una chiamata ad un messaggio, ero in pena per te. Mi sono precipitato a casa tua oggi per vedere se stavi bene. Ti ho aspettato dalle sei di pomeriggio e tu sei tornata a  mezzanotte!-
-Ci sono stata male anche io a vedere quei tweet, cosa pensi?!-
-Però sono io che ti ho aspettato per ben sei maledettissime ore fuori da casa tua come un idiota per poi vederti scendere dannatamente stupenda con un sorriso in faccia dalla macchina di Gilinsky !- ringhiò lui con le lacrime agli occhi.
Poi si alzò e si passò una mano sul viso tirando indietro i capelli.
Mi si spezzò letteralmente il cuore.
-E’ stata solo un’uscita!- replicai io cercando il suo sguardo.
Lui si risedette sul tappeto, ma stavolta si mise più lontano da me.
Io mi alzai ed andai dietro di lui e lo abbracciai alla vita stringendolo forte a me.
Sentivo il suo respiro e le sue lacrime che cadevano sulle mie mani.
-E’ solo che.. non voglio perderti..- sussurrò a bassa voce stringendo le sue mani nelle mie.
Io appoggiai la mia testa sulla sua schiena chiudendo gli occhi.
Non parlammo più, restammo solo vicini.
Il sollievo che mi dava stare accanto a lui era una cosa inspiegabile.
Sapere che lui teneva così tanto a me mi fece sorridere.
Ad un certo punto sentimmo squillare un cellulare: era quello di Nash.
Guardò sullo schermo ed era Cam.
-Dannazione!- esclamò lui.
-Che c’è?-
-Non lo avevo avvisato che non ero in hotel- replicò lui.
Dopo rispose a Cam.
-Pronto?-
-Dove diavolo sei? È quasi l’una di notte!-
-Arrivo subito, dammi dieci minuti e sono lì-
-Okay, a dopo Nash- concluse Cam.
Lui si girò verso di me e mi disse
-Devo andare ora-.
Io annuii e poi ci alzammo tutti e due.
Nash si asciugò le lacrime mentre ci stavamo dirigendo alla porta.
Aprii la porta e lui si appoggiò sulla soglia.
Io abbassai gli occhi e dopo dissi
-C’è ancora una cosa che però non ho ancora capito..-
-E quale sarebbe?- chiese Nash sorridendo.
Io lo guardai negli occhi e gli domandai
-Chi è allora la ragazza della quale hai scritto di esserne innamorato?-.
Lui arrossì e mentre stava per rispondere, il cellulare suonò un’altra volta: era di nuovo Cam.
-Cosa c’è ora?!-
-Nash sbrigati, dove sei?-
-Ti ho detto dieci minuti Dallas, saranno passati solo trenta secondi!-
-Okay fai veloce-
-Sì arrivo- concluse Nash uscendo salutandomi con la mano.
Appena stavo per chiudere la porta, sentii qualcuno riaprirla.
Entrò di nuovo da Nash e mi disse
-Comunque, la ragazza se non l’avevi ancora davvero capito.. sei tu- e subito dopo mi baciò.
Le nostre labbra si sfiorarono per la prima volta ed avevo aspettato quel momento da tutta la vita.
Mi prese alla vita e mi strinse verso di sé.
Dopo alcuni istanti mi sussurrò nelle orecchie
-Non sai da quanto volevo baciarti-.
Io sorrisi e dopo se ne andò correndo per la strada saltando.
Mi domandavo cosa avrebbe pensato la gente nel vedere un ragazzo all’una di notte saltare in mezzo alla strada se non che fosse mentalmente disturbato.
Quando chiusi la porta non potevo ancora crederci a quello che era successo: Nash mi aveva baciato!
E non potevo crederci che la ragazza di cui era innamorato ero io!
L’euforia prese il sopravvento su di me ed urlai per tutta casa non dando importanza al fatto  che tutti stessero dormendo.
Volevo chiamare Eleonora per raccontarle tutto, ma stava sicuramente dormendo così decisi di rinviare l’idea al giorno dopo.
Stavo letteralmente morendo dal sonno, così decisi di andare a dormire, anche se sapevo che non sarei riuscita a chiudere occhio per tutta la notte.
Nella mia mente continuava a ripetersi la scena del bacio tra me e Nash.
Non mi sembrava vero.
Poi guardai il telefono ed era l’una e mezza, così decisi di andare a dormire e dopo un po’ di minuti finalmente riuscii a prendere sonno.
Quando mi svegliai la mattina dopo verso le dieci, avevo la testa che mi stava letteralmente scoppiando.
Mi alzai ed accesi il cellulare.
Andai in cucina e bevvi un bicchiere di latte.
Sentii che mi erano arrivati dei messaggi sul cellulare, così andai a vedere di chi fossero.
Uno era di Eleonora la quale mi diceva di chiamarla, due di Nash e uno di Jack.
Dovevo subito parlare con Jack, dovevo dirgli che io ero innamorata di Nash.
Mi sentivo letteralmente uno schifo, ma dovevo farlo.
Mi vestii e chiamai Jack al telefono.
Dopo alcuni secondi rispose
-Pronto?-
-Ciao Jack, sono Gre-
-Ciao bellissima, come stai?-
-Bene, tu?-
-Benissimo ora che ti sento-
-Jack senti.. dobbiamo parlare-
-Riguardo a cosa?-
-Non voglio dirtelo per telefono..-
-Okay, quando?-
-Puoi venire ora da me?-
-Veramente devo andare a fare una cosa con Jack-
-Non ci vorrà molto..-
-Okay, sarò da te tra dieci minuti più o meno-
-Va bene, a dopo Jack-
-A dopo Gre- concluse lui mettendo giù la chiamata.
Ero davvero nervosa, non sapevo come dirglielo; non volevo ferire i suoi sentimenti, non se lo meritava.
Era un ragazzo davvero magnifico, solo che io ero innamorata di Nash.
Dopo alcuni minuti sentii bussare alla porta e il tempo sembrò non darmi nemmeno un momento per pensare a cosa dirgli concretamente.
Aprii la porta vidi Jack che mi diede un bacio sulla guancia sorridendo.
Io ammiccai un sorriso, ma poi mi feci seria.
-Cosa volevi dirmi?- chiese lui guardandomi negli occhi impaziente.
Io iniziai a mordermi le labbra e balbettai.
-Vedi.. Jack..-
-Sì?- m’incalzò lui.
-Jack, tu sei un ragazzo perfetto, veramente. Sei gentile, educato, simpatico, solare, intelligente, bellissimo ed hai un sorriso stupendo. Insomma sei perfetto, ma io..- indugiai alcuni istanti e poi lo dissi
-Io sono innamorata di Nash-.
Vidi Jack allontanarsi di qualche passo da me.
-Oh, capisco..- rispose guardando a terra.
-Jack, ti prego non odiarmi-
-Cosa? Io odiarti? Mai-
-Jack sei una persona stupenda e ti voglio davvero bene è solo che-
-A te piace Nash, lo capisco. Tranquilla Greta, l’importante è che tu sia felice- concluse lui accennando un pallido sorriso, nemmeno lontanamente paragonabile ai suoi soliti sorrisi che gli illuminavano il viso.
Dopo lo abbracciai e lui mi strinse forte.
Prima di andare venne verso di me e mi disse
-Sai, conosco Nash da un bel po’ e sapevo che anche lui era innamorato di te e credimi.. non ha mai provato niente di simile per nessuno come per te Greta. Buona fortuna-
-Grazie Jack- gli risposi salutandolo dalla soglia della porta.
Dopodiché lui salì in macchina e se ne andò.

  Nash.
  Jack.

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Capitolo 20
*** Cash ***


 

CASH:



Io rientrai in casa e mi sentivo davvero uno schifo, ma ero sollevata per come aveva reagito.
E soprattutto, apprezzai molto le sue parole riguardo a Nash.
Presi il cellulare e lessi i messaggi di Nash:
“Non sai come mi sento ora, vorrei essere ancora lì con te <3” diceva il primo che mi aveva inviato ieri notte verso le due.
“Buon giorno baby girl<3” era il secondo che mi aveva mandato stamattina verso le nove.
Io sorrisi davanti allo schermo del cellulare e gli risposi
“Buon giorno anche a te Nash <3”.
Dopo decisi di chiamare subito Eleonora, ma mi dimenticai che lei era a scuola e solo il nostro istituto era stato chiuso per dei casini.
Dopo alcuni istanti sentii squillare il mio cellulare e quando andai per rispondere vidi che era Nash che mi stava chiamando con Facetime, così accettai la chiamata ed in un batter d’occhio mi ritrovai Nash e Cam sullo schermo tutti sorridenti.
-Hei!- esclamò Cam salutandomi.
-Ciao Cam!- risposi sorridendo.
Dopo io e Cameron guardammo Nash che mi stava guardando completamente rosso.
-Non stupirti, è così da quando mi ha raccontato di ieri sera- disse Cam sfottendo.
Noi tutti ridemmo e Nash diede un colpo sulla spalla di Cameron ed io risi.
-Come stai baby girl?- mi chiese Nash guardandomi spostando Cam dallo schermo il quale cercò di protestare.
-Bene, tu?- replicai tutta rossa.
Sembravamo due bambini innamorati per la prima volta, completamente goffi, impacciati ed entusiasti.
Poi Cam spostò Nash ed esclamò
-Comunque riguardo a ieri sera.. FINALMENTE!-
-DALLAS!- ringhiò Nash ridendo.
Io non la smettevo più di ridere e dissi
-Cash, siete i migliori ahahaha-.
Poi Cam mi chiese
-Hai parlato con Eleonora per caso?-
-A dire il vero no, volevo chiamarla quando tornava a casa da scuola oggi-
-Oh, perfetto-
-Perché?-
-Nulla nulla- concluse lui sorridendo.
Io andai a stendermi sul divano mentre loro continuavano a spintonarsi l’un l’altro per farsi posto finché Nash non esclamò
-Cam sono io quello innamorato di lei!-.
Cameron cercò di trattenere una risata e sorrise mentre io arrossi ancora di più.
Dopo Nash mi guardò e si passò una mano tra i capelli.
-Comunque, ora dobbiamo lasciarti perché dobbiamo andare a fare un nuovo video per Youtube, almeno, se Nash è cerebralmente stabile ahahaha- scherzò Cam guardandolo.
-Va bene, ciao ragazzi!- risposi io salutandoli
Loro contraccambiarono e Nash mi mandò un bacio con la mano.
Rivederlo dopo la notte scorsa era strano: sapere che anche lui era innamorato di me era una cosa davvero stupenda e incredibile.
Misi il cellulare a caricare e sistemai un po’ la mia camera dato che era letteralmente un casino.
Quando finii misi dei pantaloncini, una felpa ed uscii a fare un giro.
Faceva davvero freddo quella mattina e mi maledissi per non aver messo la tuta al posto degli shorts.
Ad un certo punto vidi in lontananza Nicole e Federica che riconoscendomi mi vennero incontro.
-Hey!- esclamarono loro abbracciandomi.
Ci sedemmo sul muretto del marciapiede ed iniziammo a parlare
-Senti, ma cosa è successo l’altra volta a scuola?- mi chiese Nichi.
Io abbassai lo sguardo e cercai una scusa plausibile.
-Niente, me ne volevo semplicemente andare ahahaha-
-Sofia, Marta, Naomi ed Emily dicono che sei scappata con un ragazzo- aggiunse Federica guardandomi.
-Ma tu stai ad ascoltare gente del genere? Lasciale perdere inventano un casino di scemate-
-Sarà.. allora dove sei andata?- replicò ancora Federica.
Quella ragazza sapeva distinguere una verità da una bugia lontano kilometri ed i suoi occhi neri puntati su di me non mi facilitavano di certo le cose.
-Ma perché non parliamo di qualcosa di più interessante?- chiesi io cercando di cambiare disperatamente discorso.
-Jack ha aggiunto altre foto su Snapchat!- esclamò Fede guardando il cellulare.
-Come?- domandai io stranita.
-Ha una specie di fissazione per Jack Gilinky da  quattro mesi a questa parte- rispose Nichi al posto suo.
-Ti piace Jack?- chiesi a Federica.
-Bhe, è stupendo, non puoi nemmeno immaginare quanto è perfetto!- mi rispose lei continuando a guardare le sue foto.
-Sì, è davvero un ragazzo meraviglioso- replicai io sospirando.
-Non puoi capire, tu hai la fissa per Grier-
-Eh sì, Nash è Nash- risposi arrossendo.
Poi guardammo Nicole la quale non era per niente impassibile al discorso, così io le chiesi
-E tu Nicole?-
-Oh lei è segretamente innamorata di Johnson!- esclamò Fede al posto suo.
-Ma Federica!- ringhiò Nicole strattonandola.
-E’ interessante come quando chiedo qualcosa ad una di voi due mi risponde sempre l’ altra ahahaha- dissi io ridendo.
-Johnson eh?- replicai poi sogghignando.
-Bhe, lui e Jack cantano davvero bene- rispose lei cercando di trattenersi.
-Sì quello è fuori discussione- ribatté Federica con tono assoluto.
Se solo Fede sapeva quello che era successo con Jack, mi avrebbe strangolato.
-Chissà se verranno mai in Italia..- sospirò Nicole guardando una coccinella che le si era posata sul ginocchio.
-Secondo me sì, voglio dire, altrimenti come farà a trovare la sua futura moglie?- replicò Fede ridendo.
-Ti stai riferendo a te per caso?- sogghignai io guardandola maliziosamente.
-E a chi altri se no?!- rispose facendo una smorfia.
-Io mi chiedo perché devono riaprire la scuola domani che il giorno dopo è Domenica..- disse Nicole sbuffando.
-La gente è stupida, dovresti saperlo- rispose Federica alzandosi.
-Nicole dovevamo andare a prendere le cose per tua mamma!- esclamò Fede mettendosi una mano nei capelli.
-Cazzo! È vero!- rispose Nicole alzandosi di scatto.
Io mi alzai di conseguenza.
-Dobbiamo andare, ci vediamo domani Gre!- mi dissero loro salutandomi andandosene via correndo.
-Ciao ragazze!- risposi io salutandole con la mano.
Continuai quello che doveva essere un giro tranquillo fino a quando mi accorsi che ero andata un po’ troppo lontana da casa, così ritornai indietro.
Ad un certo punto vidi un ragazzo che mi era familiare, così mi ci avvicinai ed avevo ragione: era Jack Johnson!
Lui si voltò verso di me e mi disse
-Io ti conosco, ti ho già vista da qualche parte-
-Sono Greta! Conosco Jack- risposi io sorridendo.
-Ma certo! Greta!- esclamò mettendosi una mano sulla fronte.
Poi continuò sorridendomi
-Come stai?!-
-Tutto bene, tu?-
-Bene dai..-
-Jack per caso ti ha raccontato..?-
-Sì.. ma ammiro il fatto che tu sia stata sincera con lui, voglio dire, altre ragazze avrebbero continuato ad uscire con lui anche se gli fosse piaciuto Nash-
-Oh, se la guardi in questo modo sì..-
-Non si sceglie di chi innamorarsi, non hai nessuna colpa Greta. Jack non è arrabbiato con te, ha accettato la cosa e va bene così- rispose lui guardandomi negli occhi sorridendo.
Io ammiccai un sorriso, ma era poco convinto.
Mi faceva piacere sapere che Jack non mi odiava e che Jack Johnson stava cercando di farmi stare meglio, ma mi sentivo comunque uno schifo nei suoi confronti.
-Dobbiamo vederci ancora tutti una volta!- aggiunse lui sorridendo.
-Sì certo!- risposi.
-Bhe io devo andare, ci sentiamo, ciao Greta- disse lui abbracciandomi.
-Ciao Jack- risposi io.
Dopo alcuni minuti ritornai a casa.
Era mezzogiorno e mezzo così mangiai: mi preparai un piatto di pasta con il sugo.
Quando finii posai il piatto nel lavandino ed andai a sedermi su una delle sedie in veranda.
Improvvisamente mi squillò il cellulare: era Eleonora.
-Pronto?-
-Dove sei?-
-A casa, perché?-
-Okay, sto venendo da te-
-Va bene, a dopo-
-No intendo, aprimi che sono nel vialetto!-
-Ah okay ahahaha- conclusi rientrando andando ad aprire la porta.
Appena l’aprii, Eleonora si precipitò dentro casa abbracciandomi.
-Hey, mi stai uccidendo così!- le dissi scherzando.
Lei allentò la presa e dopo andammo in camera mia.
-Okay, dimmi tutto- le dissi sorridendo.
-Sono innamorata di Cam!- esclamò lei guardandomi.
-Sì questo era palese..-
-No aspetta, anche lui mi ha detto che è innamorato di me!- aggiunse buttandosi sul mio letto come una bambina il giorno di Natale.
-E’ fantastico Ele!- risposi sorridendole.
-E mi ha chiesto di essere la sua ragazza Greta!- urlò a squarcia gola.
-Come?!- replicai incredula.
-Ovviamente io gli ho risposto di sì ed ora stiamo insieme! Greta ti giuro non ci credo!- continuò lei spostandosi da una parte all’altra della mia stanza.
Poi si sedette e mi chiese
-Tu invece? Novità con Jack e Nash?-.
Le raccontai tutto quello che era successo: dell’uscita con Jack, di quando ieri notte Nash è venuto da me, che mi ha confessato che anche lui era innamorato di me ecc..
Dopo chiese sorridendo
-Ma quindi state insieme?!-.
A primo impatto volevo risponderle “sì”, ma poi ci pensai su.
Sinceramente non sapevo se stavamo insieme, ufficialmente intendevo.
Nash non mi aveva mai proposto direttamente di stare insieme o cose simili, così non sapevo darle una risposta precisa.
-Non so sinceramente- le risposi vaga.

  Jack Johnson.

 Nash & Cam.



Hei belle :)
Spero che la ff vi stia piacendo!
Volevo dirvi che il nome del capitolo: "CASH", che poi viene ripreso nella storia,
serve per indicare l'unione di Nash e Cam, per l'appunto Cash :)
Un bacione,
 Gre :*

 


 
 

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Capitolo 21
*** Cinema ***


 

CINEMA:



Erano circa le nove di sera e sapere che la mattina dopo sarei dovuta ritornare ancora sui banchi di scuola mi iniziò a deprimere, ma cercai di non pensarci troppo.
Mentre stavo sistemando la cartella con dentro i libri sentii il cellulare squillare, così andai a rispondere.
-Pronto?-
-Ehi baby girl!- rispose Nash.
-Ciao Nash!-
-Come stai?-
-Benissimo, tu?-
-Ora che ti sento, molto meglio. Senti, domani sera sei impegnata?-
-No, sono completamente ed assolutamente libera-
-Perfetto, allora.. che ne pensi di andare al cinema?-
-Sarebbe stupendo Nash!-
-Ottimo, allora domani sera usciamo. Io e Cam saremo lì da te verso le nove-
-Ah.. c’è anche Cam?-
-No no! Lui esce con Eleonora, ci da solo il passaggio ahahaha-
-Ah okay ahahaha-
-A domani sera allora-
-Va bene, buona notte Nash-
-Buona notte Gre- concluse lui mettendo giù la chiamata.
Quanto amavo la sua voce, era qualcosa di magico, sarei rimasta ad ascoltarla per ore ed ore.
Era ancora troppo presto per andare a dormire; è vero che il giorno dopo c’era scuola, ma non volevo andare a letto alle nove e un quarto di sera, così decisi si stare in alzata fino alle undici a vedermi American Horror Story.
Ero tipo drogata di quella serie.
Ho sempre amato il genere horror, gotico, drammatico, ma in quella serie riuscivo a trovare qualcosa anche di comico; forse ero l’unica, ma fatto sta che l’adoravo.
Dopo essermi vista ben quattro episodi, decisi di andare a letto, anche perché erano le undici e un quarto e non volevo addormentarmi sui banchi di scuola.
Così andai a mettermi il pigiama e mi stesi sul letto e dopo alcuni istanti caddi in un sonno profondo.
Mi svegliai appena sentii il fastidiosissimo suono della sveglia.
Mi alzai dal letto ed andai a cambiarmi e sistemarmi per la scuola: decisi di mettere un paio di pantaloni rosa pallido, una canottiera grigia e delle All Stars bianche.
Senza accorgermene erano già le sette e quaranta e mi ci volevano minimo venti minuti per andare a scuola, dannazione!
Non avevo tempo per la colazione, così uscii di casa e presi per miracolo il pullman.
Quando arrivai davanti all’istituto corsi subito alla prima macchinetta che mi trovai davanti e presi una barretta di Twix: era l’unica cosa che poteva farmi stare bene in quel momento.
Quando andai in classe vidi Nicole, così andai a sedermi accanto a lei.
Le lezioni passarono velocemente e quando tornai a casa decisi di portarmi avanti con i compiti che ci avevano assegnato, così iniziai con inglese e matematica.
Verso le tre finii tutti gli esercizi, così andai a vedere se Eleonora era in casa.
Uscii e mentre camminavo per strada mi arrivò la notifica di un tweet: era di Nash.
“Non sono mai voluto andare così tanto al cinema come stasera :)”.
Sorrisi e pensai a cosa la gente stesse pensando mentre lo leggeva.
Dopo alcuni minuti mi trovai davanti a casa di Eleonora, così le feci uno squillo al cellulare e dopo alcuni istanti uscì dalla porta d’ingresso venendomi incontro infastidita con un asciugamano sui capelli.
-Dannazione anche a te Greta, perché diavolo non mi avvisi quando decidi di venire da me?!- esclamò mentre entrammo in fretta e furia in casa.
Vidi sua mamma in cucina, così la salutai mentre salivamo in camera di Eleonora.
Lei chiuse la porta ed io mi sedetti sul letto.
-Perché sei qui? Non ti prepari per stasera?- chiese lei asciugandosi i capelli con il phon.
Mi stesi sul materasso e risposi
-Sono le tre e un quarto e Nash e Cam passeranno alle nove..-
-Ma dove andate voi?-
-Nash ha deciso di andare al cinema-
-Oh e che film vedete?-
-Non ne ho idea, ma a me basta stare con lui-
-Aw, che carina- concluse lei sorridendomi mentre i capelli le finivano da tutte le parti.
Io ammiccai un leggero sorriso.
-Tu con Cam invece?- le chiesi incuriosita.
-Oh, non so ha detto che era una sorpresa-
-Non sai tanto nemmeno te eh- replicai ridendo.
Lei mi fece una smorfia e poi continuò ad asciugarsi i capelli.
Accesi il suo stereo e scelsi una canzone dal suo Ipod: misi “Fire N Gold” di Bea Miller.
Dopodiché restai a fissare il soffitto di camera sua.
-Che faccio ai capelli? Mossi, lisci, coda o treccia? Aiuto!- iniziò Eleonora andando in panico.
-Senti, Cam è innamorato di te, anche se ti presentassi con il pigiama saresti comunque bellissima per lui- le risposi schietta.
-Non so se prenderlo come un complimento o un’offesa..- replicò lei fissandomi immobile.
Restai tutto il pomeriggio da lei e verso le sei ritornai a casa.
Appena entrai vidi due chiamate perse sul cellulare di casa: era mia mamma, così decisi di richiamarla.
-Pronto?-
-Ciao mamma-
-Oh tesoro, come stai?-
-Bene tu?-
-Bene, come vanno le cose lì? Come va la scuola?-
-Come sempre, ci si annoia, tu piuttosto?-
-Bhe, c’è molto lavoro, ma Parigi è una città meravigliosa-
-Sono contenta che piaccia-
-Sì, ma tra poco dovrò ritornare-
-Eh sì.. va bhe, goditi la città quando hai dei momenti liberi-
-Senz’ altro! Ora devo andare tesoro, chiamami se hai dei problemi o se ti serve qualcosa-
-Lo farò. Ciao mamma-
-Ciao Greta- concluse lei.
Rimisi apposto il telefono e poi andai a farmi una doccia.
Quando finii erano le sette e mezza e mangiai giusto un panino dato che conoscendo Nash, avremmo mangiato sicuramente altro al cinema.
Verso le otto iniziai a sistemarmi; quella sera faceva abbastanza freddo, così decisi di mettere una felpa grigia dell’ Obey, dei jeans e delle Vans rosse.
Misi del mascara, feci una coda e legai al polso la bandana di Nash.
Mancavano ormai dieci minuti e non vedevo l’ora di rivedere Nash dopo la scorsa notte.
Non ebbi nemmeno il tempo per chiudere casa che erano già arrivati.
Andai di corsa ad aprire e vidi Nash con un enorme sorriso sulla faccia.
Aveva una camicia a quadretti blu e neri, dei jeans, delle Vans nere, una berretta e degli occhiali da sole.
-Ciao Nash!- esclamai io abbracciandolo.
-Ehi baby girl!- rispose lui avvicinandosi al mio viso dandomi un bacio.
Le nostre labbra si sfiorarono di nuovo e ad essere sincera era ancora una cosa nuova per me, poiché non avevo ancora realizzato a pieno che i sentimenti miei e di Nash erano reciproci.
Poi chiusi la porta di casa e lui mi accompagnò alla fine del vialetto con il suo braccio sul mio fianco tenendomi stretta a lui.
Mi aprì la portiera ed mi sedetti sui sedili posteriori dell’auto.
-Ciao Gre!- esclamarono Eleonora e Cam dai sedili davanti.
-Ehi ragazzi!- risposi salutandoli, dopodiché Nash si sedette accanto a me tenendo il suo braccio sulla  mia spalla.
-Allora vi accompagniamo al cinema ora, giusto?- chiese Cam.
-Sì- rispose Nash sorridendomi.
Io appoggiai la mia testa sulla sua spalla e ci tenemmo per mano tutto il tempo.
Quando finalmente arrivammo davanti al cinema scendemmo dalla macchina salutando Ele e Cam.
-Che vediamo?- mi domandò Nash dandomi un bacio sulla fronte.
Io arrossii e feci spallucce, poi proposi
-Che ne dici di “Colpa delle stelle”?-
-Che film è?- chiese lui mentre entravamo nel cinema.
-Oh, penso che ti piacerà- risposi sospirando.
Appena entrammo mi diressi alla cassa per prendere i biglietti.
Quando li presi mi accorsi che Nash non era lì con me, così andai a cercarlo e lo trovai al bar che prendeva da mangiare.
Lui si accorse della mia presenza ed iniziò a ridere.
-Nash! Stai prendendo cibo per un esercito!- lo rimproverai vedendo gli enormi sacchetti di popcorn, le buste di caramelle, le due bibite giganti e altre schifezze varie.
-Almeno non dovremo alzarci durante il film-
-Oh bhe certo, tanto il cibo ci sommergerà per cui non riusciremo ad alzarci di sicuro!- esclamai ridendo.
Lui rise e dopo prendemmo il cibo e ci dirigemmo alla sala dove avrebbero dovuto proiettare il film.
La sala era abbastanza piena e noi ci sedemmo verso il fondo e quando le luci divennero più soffuse si tolse gli occhiali e mi guardò.
Io stavo cercando di aprire le caramelle quando sentii un click.
Mi girai e vidi Nash che mi scattò una foto.
-Ma che diavolo stai facendo?- chiesi io strappando il sacchetto delle caramelle.
-Una foto, comunque.. vedo che sai aprire le cose senza romperle - iniziò a sfottere lui sogghignando.
Iniziò subito a mangiare i popcorn ed io risi: sembrava un bambino in un negozio di caramelle il giorno di Halloween.
Dopo alcuni istanti il film iniziò.
Il rumore che faceva Nash nel mangiare era una cosa impressionante, ma lo adoravo.
Dopo mezz’ora di film Nash aveva già finito i popcorn, le caramelle e metà della bibita gigante, mentre io ero riuscita a malapena a mangiare qualche caramella e ad iniziare a mangiare i popcorn.
Ad un certo punto sentii esclamare
-Gre!-.
Io mi girai e vidi Federica e Nicole.
-Merda!- sussurrai.
Nash mi guardò stranito e loro vennero verso di noi.
-Greta anche tu qui?!- mi chiese Nicole.
-Sì, che coincidenza..- risposi arrossendo.
-Ma chi è il ragazzo in parte a te?- chiese Federica sporgendosi in avanti.
Nash si voltò verso di loro sorridendo ed alzando la mano per salutarle.
-NASH GRIER?!?!- esclamò Federica indietreggiando.
-Shh!- l’ammonii io guardandola.
-Ma che diamine?!- continuò Nicole con in mano un gelato.
Dopo alcuni secondi venne verso di noi una signora che ci disse
-Ragazzi, se non volete vedere il film, uscite: state disturbando tutti gli altri!-.
Io e Nash ci alzammo e con Nicole e Federica uscimmo dal cinema.
Vidi i loro occhi guardare Nash incredule.
-Cioè no.. che.. okay.. Nash?!- disse Nicole fissandomi.
-Dunque..- iniziai io imbarazzata.
Vidi Nash continuare a sorridere e non capivo come stesse prendendo la cosa, ma poi vidi i suoi occhi fissi sul gelato di Nicole, la quale non sapeva cosa fare.
-Perché sta fissando il mio gelato?- chiese a bassa voce Nicole.
Io diedi un colpetto alla spalla di Nash il quale distolse subito lo sguardo dal gelato.
-Quindi riguardo a Nash?- richiese impaziente Federica.
-Bhe, è venuto a trovarmi!- dissi ammiccando un sorriso.
Nichi e Fede si guardarono tra di loro finché Nash non propose sorridendo
-Che ne dite di venire da Greta domani così vi spigheremo meglio?-
-Perfetto, va bene!- risposero loro.
Nash dopo si avvicinò a me e mise un braccio attorno al mio fianco.
-Verso le tre per voi va bene?-  chiesi io.
-Certo!- risposero.
-Allora a domani!- concluse Nash salutandole.
Poi rientrammo nella sala a finire di vederci il film.
Eravamo verso la fine e Nash mi disse sarcastico
-Dire che ho capito tutto della storia- ed io sorrisi.
Non sapevo come aveva preso quello che era successo prima e non capivo il perché avesse invitato Federica e Nicole da me il giorno dopo.
Il film finì verso mezzanotte e un quarto e quando uscimmo dal cinema  Nash chiamò Cam per farci venire a prendere.
Ci sedemmo sul marciapiede e Nash mise il suo braccio sulla mia spalla tirandomi verso di se dandomi un bacio sulla fronte.
-Certo che Hazel e Gus erano una delle coppie più belle che io abbia mai visto. Potremo anche noi usare “okay”come “sempre”- disse lui ad un certo punto.
Io abbassai lo sguardo e sospirai.
-Ehi, va tutto bene?- mi chiese lui guardandomi negli occhi.
-Nash.. noi cosa siamo?- chiesi agitata.
Lui mi guardò stranito chiedendo chiarimenti
-Cosa vuoi dire con “Cosa siamo”?-.
-Intendo.. noi due stiamo.. insieme?- domandai guardando a terra.
Nash non rispose per alcuni istanti, ma poi disse
-Io sono innamorato di te, Greta. Ed è un sentimento nuovo perché non ero mai stato così attratto da una persona come con te ora-.
Io mi voltai a guardarlo.
-Io.. insomma penso che alla fine noi ci comportiamo come se fossimo fidanzati- aggiunse lui arrossendo.
-Quindi vuoi dire che stiamo insieme?- richiesi cercando una risposta diretta.
-Se per te va bene..- rispose lui guardandomi negli occhi prendendomi il viso tra le sue mani baciandomi.
Dopo mi appoggiai sorridendo al suo petto e lui mi abbracciò stringendomi forte.
Passarono alcuni minuti e vidimo la macchina di Cam fermarsi davanti a noi.
Io e Nash ci alzammo e poi entrammo in macchina nei sedili posteriori.
-Come è andato il cinema?- ci chiesero loro subito.
-Bello, molto.. emozionante- rispose Nash guardandomi.
-Come è andata a voi la serata?- chiesi io.
-Bene ci siamo divertiti un mondo- rispose Ele sorridendo.
Dopo Nash mi prese la mano per tutto il tempo restante del tragitto.
Quando arrivammo davanti a casa mia ringraziai Cam per il passaggio e mentre stavo per salutare Nash, lui disse sorridendo
-No, ti accompagno fino alla porta-.
-Nash! È quasi l’una e dobbiamo riaccompagnare anche Ele, poi l’ hotel chiude!- l’ammonì Cam girandosi.
-Metti che mentre noi partiamo c’è qualche malintenzionato che passa e le fa del male?!- rispose Nash fulminandolo con lo sguardo.
-Nash non fare il pessimista, sono solo dieci metri, non è necessario che tu mi accompagni- aggiunsi uscendo dall’auto.
-Sei la mia ragazza, è compito mio prendermi cura di te e proteggerti, per cui ti accompagnerò, non si discute- concluse lui uscendo dall’auto.
Poi mise il suo braccio introno al mio fianco  mi accompagnò davanti alla porta.
-Grazie per avermi salvato ed aver impedito ai cattivi di farmi del male, mio eroe- dissi scherzando.
Lui rise e poi mi prese i fianchi tirandomi verso di lui baciandomi.
-Grazie per la serata, ci vediamo domani verso le due e mezza allora- disse.
-Sì, dovremo anche parlare con Nicole e Federica-
-Nessun problema- rispose lui sorridendo.
Poi se ne andò in direzione della macchina ed appena ci salì sopra, tirò giù il finestrino e mi salutò.
Dopo alcuni istanti la macchina partì ed il finestrino si richiuse.

 Vestiti di Greta (scuola).

 Vestiti di Greta (cinema).


 Nash.
   

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Capitolo 22
*** Is it not that you hide the queen too? ***


IS IT NOT THAT YOU HIDE THE QUEEN TOO?:



La mattina seguente mi svegliai con il rumore del bussare della porta, così mi alzai ed andai a vedere chi fosse.
Misi una felpa larga grigia, dei pantaloncini e dei calzini il più velocemente possibile.
Erano circa le otto e mezza di domenica mattina e mi chiedevo chi diavolo potesse essere a quell’ora.
Percorsi il corridoio ed appena aprii la porta mi trovai davanti due occhi azzurri che mi guardavano.
-Buon giorno principessa!- esclamò Nash dandomi un bacio.
Aveva una maglietta a mezzemaniche bianca, dei pantaloni beige e delle Vans rosse.
-Nash! Cosa ci fai qui? Sono le otto e mezza di domenica mattina!- risposi facendolo entrare in casa.
-Stavi dormendo?- chiese lui guardandosi attorno in imbarazzo.
Io annuii e lui aggiunse
-Comunque, sei bellissima anche appena sveglia-.
Poi ci dirigemmo in salotto ed io mi sdraiai sul divano.
-Se vuoi ripasso più tardi- disse lui sorridendomi.
-No tranquillo, ormai non riuscirei più ad addormentarmi- risposi sbadigliando.
-Allora riguardo ad oggi? Cosa hai intenzione di dire a Nicole e a Federica?- chiesi io iniziando il discorso.
-Che stiamo insieme- rispose lui sorridendomi.
-Ah-
-Non vuoi dirglielo?-
-Non so, per te va bene che loro lo sappiano?-
-Certo! Tutto il mondo deve sapere che ragazza meravigliosa ho!- rispose sdraiandosi accanto a me.
I miei occhi facevano fatica a restare aperti ed il sonno iniziò a farsi sentire.
Nash mise le sue braccia attorno alla mia vita e mi strinse a se, mentre io appoggiai la mia testa al suo petto.
Dopo alcuni minuti il sonno prese il sopravvento su di me e mi riaddormentai abbracciata a Nash.
Dopo circa due ore mi svegliai e sentii un delizioso profumo che mi pervase le narici.
Mi alzai e mi diressi in cucina dove trovai Nash che stava cucinando.
-Ehi!- esclamai andando verso di lui abbracciandolo alla vita.
-Sei caduta tra le braccia di Morfeo ho visto- sogghignò sorridendomi.
-Che cucini?-
-Bhe, mi sono dovuto arrangiare dato che non sapevo dove erano gli ingredienti e tutto il resto, ma sono riuscito a cucinare delle frittelle-
-Fantastico, le adoro!- risposi dandogli un bacio sulla guancia.
Poi andai a prendere dei piatti e delle posate e li misi sul tavolo in cucina.
Dopo pochi secondi, Nash posò le frittelle nei piatti e ci sedemmo a fare colazione.
-Sono buonissime Nash!- esclamai io assaggiandole.
-Sono contento che ti piacciono- rispose lui continuando a mangiare.
Avevano un sapore delizioso e non pensavo che Nash fosse così bravo nel cucinare.
-Mi sono fatto perdonare per averti svegliato così presto con le frittelle?- domandò lui facendo il labbruccio.
-Mmmh.. certo!- risposi sorridendo.
Dopo alcuni minuti sistemammo i piatti e poi andai in camera per rifare il letto.
Nash mi seguì ed appena entrò in camera mia vide che avevo accanto al comodino la sua bandana.
La prese e disse
-Credo che devo ringraziare questa bandana-
-Che?- chiesi io stranita girandomi verso di lui mentre sistemavo le coperte.
-Se non l’avessi persa non ci saremmo mai potuti incontrare- spiegò lui guardandomi.
-Grazie bandana!- esclamai io ridendo guardando la bandana.
Mentre finivo di fare il letto vidi Nash che dava un’ occhiata per la stanza.
-Bella camera tua- disse dopo un po’.
-Sì bhe, non è nulla di speciale- risposi.
Rifeci il letto e dopo mi chiese
-Che facciamo?-
-Non so, sono le undici e un quarto, cosa vuoi fare?-
-Basta stare con te, poi qualsiasi cosa per me va bene- rispose venendo verso di me abbracciandomi.
-Okay, magari mi do una sistemata per iniziare- dissi.
-Va bene, ti aspetto in salotto nel frattempo- rispose Nash uscendo dalla camera.
Misi una maglietta larga azzurra e degli shorts di jeans e le Vans color corallo.
Mi feci un cucù e misi del mascara.
Poi andai in salotto e proposi a Nash
-Ti va di andare a fare un giro fuori?-.
Lui si alzò ed annuì.
Presi le chiavi di casa, il cellulare e chiusi la porta.
-Che bella giornata!- esclamò Nash prendendomi la mano.
-E se per oggi facciamo dei biscotti?- propose Nash guardandomi sorridente.
-Bella idea! Andiamo al supermercato e prendiamo gli ingredienti- gli risposi.
Poi ci dirigemmo a un supermercato lì vicino ed appena entrammo andammo nel reparto dolci.
Io presi l’impasto e Nash le gocce di cioccolato da mettere dentro ai biscotti.
Quando finimmo di prendere l’occorrente ci dirigemmo alla cassa e dopo aver pagato uscimmo dal supermercato.
Verso metà strada, mentre io e Nash stavamo camminando per ritornare a casa, ci vennero incontro due ragazze.
-Possiamo fare una foto con te?!- chiesero subito guardando Nash.
-Certo- rispose lui.
Loro si misero in parte a lui e fecero un paio di foto.
-Grazie Nash!- risposero loro dandogli un bacio sulla guancia.
Poi si girarono verso di me salutandomi, così le salutai anch’io.
Quando si allontanarono Nash mi prese il fianco con la mano e poi avvicinandosi al mio orecchio mi chiese
-Tutto okay?-
-Sì sì certo!- risposi sorridendo.
Non volevo di certo essere una di quelle fidanzate gelose, loro erano sue fans quindi era normale e poi Nash era il mio ragazzo per cui decisi che non dovevo preoccuparmi.
Dopo circa dieci minuti arrivammo a casa e ci dirigemmo in cucina.
-Okay è mezzogiorno e un quarto, direi di pranzare, va bene?- chiesi a Nash mentre posava i sacchetti sui ripiani in cucina.
 -Mangiamo pasta?- propose lui venendo verso di me.
Io annuii e dopo preparammo da mangiare.
Verso le due iniziammo a preparare i biscotti, così mettemmo due grembiuli ed iniziammo a farli.
Ad un certo punto Nash prese le gocce di cioccolato da mettere nell’impasto ed iniziò a mangiarne qualcuna fino a quando ad un certo punto si voltò verso di me ridendo.
-Lasciane almeno qualcuna per i biscotti!- gli dissi guadandolo mentre si puliva la bocca sporca di cioccolato.
Poi misi i biscotti in forno e Nash mi lanciò un po’ di farina addosso.
-Grier cosa stai facendo!?- urlai guardandolo divertito mentre la farina mi finiva sui capelli.
Poi presi la farina e mentre stavo per lanciargliela il telefono di casa suonò.
Andai a rispondere e vidi che era mia mamma.
-Pronto?-
-Ciao tesoro!-
-Ciao mamma!- risposi io mentre feci segno a Nash di tacere.
-Come stai?-
-Bene tu? Come va il lavoro?-
-Va alla grande, ma tra qualche giorno dovrò ritornare-
-Oh sì, ma prenditi pure qualche giorno per goderti la città-
-Mi stai cacciando per caso? Ahahaha-
-No no, ma comunque non capita tutti  i giorni di andare a Parigi-
-Certo, come vanno le cose lì? La scuola? Novità?-
-Oh tutto come al solito, nulla di eclatante- risposi mentre Nash stava ripulendo il casino che avevamo fatto in cucina.
Ad un certo punto sentimmo squillare un cellulare, così ci girammo ed era quello di Nash che suonava in salotto.
-Cos’era quel rumore?- chiese mia mamma.
Io feci segno a Nash di andare a rispondere, così lui si buttò letteralmente sul divano ed andò a rispondere al cellulare.
-Niente, ho acceso la tv e stavo vedendo un film-
-Va bene, devo lasciarti ora, ti chiamerò nei prossimi giorni, un bacione tesoro-
-Okay, ciao mamma- risposi mettendo giù la chiamata.
Poi andai da Nash e gli chiesi
-Chi era al telefono?-
-Hayes- rispose lui richiamandolo.
Mise il vivavoce.
-Trash!- rispose Hayes al telefono.
-Cosa diavolo vuoi?- replicò Nash infastidito.
-Che stai facendo?-
-Sono a casa di Greta-
-Oh, è lì con te?-
-Ciao Hayes!- dissi ridendo.
-Ciao!-
-Come stai?-
-Bene tu?-
-Hei! Perché mi hai chiamato?!- si intromise Nash fissando il cellulare.
-Trash, mamma ha chiesto dove eri-
-Smettila di chiamarmi Trash! Cosa le hai risposto?-
-Le ho inventato la scusa che eri andato con Bryant per un servizio fotografico a Toronto-
-E ti ha chiesto altro?-
-No, solo quello-
-Perfetto. Come stanno Will, Sky e papà?-
-Stanno bene, voi? Tutto apposto?-
-Sì.. stiamo insieme- rispose dopo Nash guardandomi arrossendo.
-Era ora Trash!- esclamò Hayes.
-Ti ho detto di non chiamarmi Trash!- ringhiò Nash roteando gli occhi.
-Bhe, sono contento per voi- continuò Hayes.
Io non la smettevo più di ridere e dopo un po’ Nash disse
-Okay, dobbiamo andare, ciao!-
-Ciao ragazzi!- concluse Hayes.
Poi Nash spense la chiamata e sospirò
-Quel ragazzo mi porterà all’esasperazione-.
Io andai a sedermi accanto a lui sul divano abbracciandolo.
-Sarà meglio che ripuliamo quel disastro- dissi indicando la cucina.
Lui annuì, poi mi diede un bacio e si alzò dirigendosi verso la cucina tenendomi la mano.
Prendemmo scopa, paletta e degli stracci e ripulimmo il pavimento ed il ripiano della cucina insieme al tavolo.
Quando finimmo di mettere tutto apposto mancava un quarto alle tre e sarebbero arrivate Nicole e Federica.
-Vado in bagno a togliere la farina dai capelli se riesco- dissi a Nash lanciandogli un’occhiata.
-Se vuoi posso darti una mano-
-Meglio di no, hai già fatto troppi casini- risposi ridendo.
Poi andai in bagno e mi pettinai i capelli cercando di togliere la farina, ma ogni mio sforzo era inutile, così decisi di lavarli.
Aprii l’acqua del rubinetto del lavandino, presi lo shampo e mi strofinai i capelli.
Quando finii cercai il phon per asciugarli e subito dopo vidi Nash davanti alla porta del bagno che mi disse
-I biscotti sono pronti, li ho tirati fuori dal forno e li ho lasciati raffreddare sul tavolo-
-Perfetto!- risposi sorridendogli.
Poi vidi che si appoggiò alla soglia della porta e incrociò le braccia guardandomi.
-Che c’è? Ho qualcosa che non va?- chiesi arrossendo.
-No no assolutamente! Potrò guardare la mia ragazza, no?!- replicò lui sorridendo venendo verso di me mettendomi le sue mani sui miei fianchi.
-Devo trovare il phon!- esclamai cercandolo.
-Stai benissimo con i capelli bagnati- rispose lui guardandomi.
Io sospirai e poi ci dirigemmo in cucina.
Tolsi i biscotti dalla teglia del forno e li posai su un vassoio.
Dopo alcuni secondi sentimmo suonare alla porta, così andai ad aprire mentre Nash si andò a sedere in salotto sulla poltrona.
Aprii la porta e vidi Federica e Nicole sorridenti chi mi guardavano.
-Ciao ragazze!-
-Ciao Gre!- risposero loro abbracciandomi.
Dopo ci dirigemmo in salotto ed il loro sguardo si posò subito su Nash.
-Hei!- esclamò lui salutandole.
-Ciao!- risposero loro sedendosi sul divano.
Io andai in cucina a prendere il vassoio di biscotti e lo portai sul tavolino in salotto.
Vidi gli occhi di Nicole puntare subito i dolcetti.
Poi dissi sorridendo
-Li abbiamo fatti io e Nash per voi-.
Nicole si lanciò direttamente sui biscotti prendendone il più possibile, mentre Federica ne provò qualcuno.
 -Quindi? Raccontate un po’!- esclamò dopo Federica guardando me e Nash.
Io le iniziai a raccontare di me ed Eleonora che eravamo andate a LA, poi della bandana e che ora stavamo insieme ed alla fine Nicole esclamò
-C’è anche Cameron Dallas?!-
-Sì!- gli rispose Nash guardandola.
-Oh e ci sono anche- iniziò Nash.
-Nash aiutami a portare in cucina il vassoio- lo interruppi io.
-Perché? Ma io volevo solo dirle che-
-Hamilton! In cucina! Ora!- gli ordinai prendendo il vassoio.
Quando arrivammo in cucina mi chiese sottovoce
-Che succede? Volevo solo dirle di Jack G e Jack J-
-Lo so! Ma non dobbiamo dirglielo-
-Perché?-
-Federica è letteralmente ossessionata da Jack Gilinsky e a Nicole piace Jack Johnson-
-Ancora meglio! Non pensi che sarebbero contente di vederli?!-
-Sì, ma non così. Ho un’idea, tu reggimi il gioco-
-Va bene baby girl- rispose lui dandomi un bacio.
Poi ritornammo in salotto e rimanemmo a parlare tutti e quattro fino alle sei.
Verso la fine proposi
-Ragazze, che ne dite domani sera di uscire io, Nash, Cam, Ele e voi due?-.
Fede e Nichi si guardarono tra di loro e poi accettarono.
-Okay, allora verso le sette da me, va bene?-
-Perfetto!- rispose Nicole entusiasta.
Poi ci alzammo e mentre eravamo vicino alla porta, vidi Federica ritornare indietro e dirigersi verso la cucina.
Io guardai Nash e lui guardò me aggrottando le sopracciglia, poi seguimmo Federica in cucina che guardandosi attorno chiese
-Nash Grier e Cameron Dallas eh? Non è che nascondi anche la Regina?- guardandosi attorno sogghignando.
-No no, tranquille ahahaha- risposi ridendo.
Subito dopo io e Nash le salutammo e loro se ne andarono.
-Ma che hai in mente?- mi chiese Nash prendendomi i fianchi.
-Tra poco lo saprai- risposi io prendendo il cellulare.
Poi andammo in camera mia e Nash si stese sul mio letto mentre io decisi di attuare la mia idea.
Chiamai Jack Johnson.
-Pronto?-
-Ciao Jack, sono Greta!-
-Oh, ciao!-
-Come stai?-
-Bene tu?-
-Tutto bene dai- risposi mentre Nash continuava a guardarmi stranito.
-Sei lì con Jack?- gli chiesi dopo.
-Sì è qui con me, perché?-
-Vi va domani sera di uscire con me, Nash, Cam ed altri nostri amici?- proposi speranzosa in una loro risposta positiva.
-Chiedo a Jack, aspetta- mi disse Jack J.
Sentivo  Jack J informare della proposta Jack G.
-No! No!- sentii ad un certo punto al telefono: era Jack Gilinsky.
-Pronto, Greta?- riprese Jack J.
-Se non potete perché avete altri impegni, fa niente..-
-No, veniamo!-
-Davvero?!-
-Sì, certo!- rispose mentre sentivo Jack G continuare ad urlare di “no”.
-Okay, per le sette da me, okay? Jack G sa dov’è casa mia-
-Perfetto, a domani sera allora!-
-Va bene, buona serata Jack-
-Anche a te!- rispose lui.
Poi terminai la chiamata.
Subito dopo chiamai Eleonora per chiederle se lei e Cam sarebbero stati liberi la sera seguente e mi disse che sarebbero potuti venire anche loro.
-Scusa, hai intenzione di rendere partecipe anche me alla cosa o..- mi chiese Nash iniziando a scrutarmi in cagnesco.
-In breve, voglio fare una sorpresa a Nicole e a Federica: domani sera quando verranno, penseranno che consoceranno solo Cam, ma la vera sorpresa è che ci saranno anche Jack Johnson e Jack Gilinsky!- spiegai io sedendomi a gambe incrociate accanto a lui.
-Bell’idea!- rispose afferrandomi con le braccia sdraiandomi accanto a lui.

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Capitolo 23
*** Jack & Jack ***


JACK & JACK:


Verso le undici Nash se ne andò ed io andai a dormire dato che il giorno dopo sarei dovuta ritornare a scuola.
Mi svegliai verso le sette e subito dopo andai a fare colazione.
Quando finii andai a vestirmi: quella mattina era particolarmente calda, così decisi di mettere degli short di jeans decorati con del pizzo bianco, una canottiera azzurra con delle scritte e delle Vans azzurre.
Guardai l’orario ed ero dannatamente in ritardo, ancora!
Corsi subito fuori di casa e riuscii a prender il pullman per un soffio.
Quando finalmente arrivai davanti a scuola, mi passò davanti Nicole, così la chiamai:
-Nicole!-.
Lei si girò verso di me e venendomi incontro mi urlò
-Hey Miss Grier!-.
Io gli feci segno di tacere con il dito.
Quando arrivò davanti a me mi guardò con faccia stranita esclamando
-Che c’è?-
-Shh! Non nominare Nash a scuola-
-E perché? Non siete fidanzati scusa?-
-Sì, ma non ci tengo che la gente a scuola lo sappia-
-Prima o poi lo sapranno tutti Gre..-
-Bhe, si vedrà. Ora andiamo se no faremo tardi a lezione e per di più alla prima ora abbiamo Bianchi e quella è sempre puntuale come la morte-
-Hai ragione, quella donna incute terrore e panico-
-Esatto, per cui muoviamoci- replicai io mentre ci affrettavamo ad entrare nell’istituto.
La campanella stava suonando ed arrivammo giusto in tempo per l’appello.
La puntualità era una cosa che mi era sempre venuta  a mancare nel mio carattere.
La mattinata passò velocemente e di Naomi, Marta, Sofia ecc.. non c’erano più tracce per il momento.
Quando arrivai a casa vidi che c’era un messaggio sulla segreteria del telefono, così lo ascoltai mentre mi preparavo un panino in cucina.
“Tesoro buon giorno, probabilmente sarai ancora a scuola, ma volevo informarti che mercoledì, massimo giovedì sarò di ritorno a casa, quindi non farla trovare un disastro, un bacione!” era mia mamma.
Mi sedetti sul tavolo e finii di mangiarmi il panino.
Ad un certo punto il mio cellulare iniziò a squillare: era Nash.
-Pronto?-
-Ciao baby girl!-
-Ciao Nash!-
-Come stai?-
-Bene, stavo mangiando, tu?-
-Bene, a che ora vengo da te per stasera?-
-Non so.. a un quarto alle sette?-
-Ma gli altri arriveranno alle sette!-
-Quindi?-
-Quindi minimo alle sei e mezza sarò da te-
-Ma mi devo preparare!-
-Bhe, ti terrò compagnia-
-Ahahaha okay-
-A stasera baby girl-
-Okay, a stasera Hamilton-
-Non chiamarmi Hamilton, sai che non lo sopporto-
-Ma io posso, è così bello!-
-Solo perché sei tu..-
-Grazie Hamilton, a stasera-
-A stasera- concluse lui mettendo giù la chiamata.
Subito dopo iniziai a fare i compiti: decisi di cominciare con storia.
Dopo quasi due ora a parlare del Medioevo, finalmente feci una pausa.
Erano quasi le quattro, così misi via il libro di storia e poi mi squillò il cellulare, andai a vedere chi fosse ed era Federica.
-Pronto?-
-Hey! Sono Fede-
-Ciao Fede, dimmi-
-Ma per stasera..-
-Sì?-
-Cioè non sarà strano?-
-Perché strano dici?-
-Bhe.. tu stai con Nash, Ele sta con Cam ed io e Nicole veniamo a fare il candelino?-
-Ma certo che no! Vi divertirete un botto, ve lo assicuro e poi non capita tutti i giorni di uscire con i Cash, insomma dai!-
-Ahahaha per quello hai ragione-
-Perfetto, quindi alle sette da me-
-Okay, ancora una cosa: come dobbiamo vestirci?-
-Mmh.. vestitevi normali-
-Okay, anche perché fa tremendamente caldo!-
-Già, a stasera allora-
-Va bene, ciao Gre- concluse Federica.
Io spensi il telefono e m’immaginai le loro facce appena avrebbero visto Jack G e Jack J.
Subito dopo chiamai Eleonora.
-Pronto?-
-Ciao Ele, sono Gre-
-Ciao Gre, come va?-
-Bene tu?-
-Bene dai, senti ma per stasera cosa mi devo mettere?-
-Vestiti tranquilla. Voglio dire non mettere un vestito o cose così, metti una cosa tranquilla-
-Va bene okay alle sette giusto?-
-Sì! Dici che l’idea della Nicole, della Federica e dei Jacks va bene?-
-Diamine sì! Nicole e Federica ti adoreranno per tutta la vita ahahaha-
-Lo credo anche io ahahaha-
-Okay, allora a dopo-
-A dopo, ciao Ele- finii io spegnendo la chiamata.
Erano ormai le cinque e così scrissi un messaggio a Nash:
“Sia chiaro che tu quando arrivi da me devi essere già pronto, okay? :)”.
Dopo circa cinque minuti mi rispose:
“A dire la verità mi dovrò mettere la camicia da te.. :/”.
“Perché?” chiesi in risposta al suo messaggio.
“Ti spiegherò poi, vengo verso le sei però” diceva il suo messaggio.
Decisi di chiamarlo.
-Pronto?-
-Cos’è la storia che devi metterti la camicia da me?-
-In breve, volevo mettere una camicia, solo che per sbaglio Cam ci ha rovesciato dell’acqua addosso.. e devo aspettare che si asciughi-
-Non puoi semplicemente indossarne un’altra?-
-No, io voglio mettere quella ahahaha-
-Okay okay, io mi inizio a sistemare-
-Va bene, tra mezz’ora sono da te. A dopo baby girl-
-A dopo Nash- conclusi io.
Io andai in camera ed iniziai a prepararmi.
Misi degli shorts di jeans chiari ed un top azzurro marino.
Il tempo passò in fretta e sentii bussare alla porta d’ingresso, così in fretta e furia percorsi il corridoio ed andai ad aprire.
-Hey!- esclamò Nash dandomi un bacio afferrandomi ai fianchi e tirandomi verso di lui.
Io misi le mie braccia attorno al suo collo e mi strinsi a lui.
Aveva dei bermuda beige, delle Vans nere ed una canottiera.
Abbassai lo sguardo e vidi che aveva la camicia tra le mani.
-Dovrei cambiarmi la camicia- disse lui entrando in casa.
-Okay, se vuoi tu puoi andare a cambiarti in camera mentre io finisco di sistemarmi in bagno, va bene?- gli proposi.
Lui ammiccò un sorriso e si diresse in camera mia.
Io andai in bagno invece.
Midi del mascara, un ombretto azzurro e un po’ di fard sulle guance.
Mi accorsi che avevo dimenticato la piastra per fare i boccoli in camera, così uscii dal bagno ed andai nella mia stanza.
Appena aprii la porta mi trovai Nash sul tappeto a gambe incrociate senza maglietta con in mano un foglietto.
Non riuscivo ancora a reggere alla vista di tanta perfezione.
Appena Nash notò la mia presenza mi guardò e si coprì di scatto il petto con le mani ed urlò
-Non guardarmi sono nudo!-.
Io lo guardai con gli occhi serrati ed esclamai ridendo
-Ma mi prendi in giro? Sei solo senza maglietta Nash!-
-Ah già ahahaha- rispose lui ridendo abbassando le mani.
Poi mi avvicinai e gli chiesi
-Cosa avevi in mano?-.
Lui si alzo e mi passò le nostre foto.
-Pensavo dovessi solo metterti una camicia..-
-Ho solo dato un’occhiata in giro- rise cercando di discolparsi.
Io ripresi la foto e la rimisi nel comodino.
-Già finito?- mi chiese lui abbracciandomi dal dietro mentre cercavo la piastra per i boccoli.
-No, sto cercando la piastra per i capelli, tu piuttosto, perché sei a torso nudo?- replicai sogghignando.
-Ora mi vesto- rispose sospirando dandomi un bacio sulla guancia.
-Trovata!- esclamai dopo alcuni istanti.
Dopo corsi in bagno a farmi i boccoli e dopo circa dieci minuti ritornai in camera esclamando
-Sto entrando, nel caso fossi nudo o che altro, copriti!-.
Appena entrai vidi Nash guardarmi sorridendo: era uno splendore.
Io rimasi in mobile sulla soglia della porta a guardarlo.
-Che c’è?- chiese lui arrossendo.
-Sei bellissimo- risposi senza distogliere lo sguardo.
-Ha parlato la perfezione, ma ti sei vista? Dio se sei bella baby girl!- replicò venendo verso di me prendendomi la mano andando davanti allo specchio della camera.
-Che stai facendo?- gli chiesi ridendo.
-Selfie!- esclamò lui ridendo iniziando a scattare foto.
-Ti prego non metterle su Snapchat ahahaha- l’ammonii io continuando a ridere.
Lui annuì e dopo continuò a scattare foto di me e lui.
Senza accorgercene erano quasi le sette e sarebbero arrivati a momenti tutti.
Subito dopo misi le All Star bianche e con Nash andai sul divano ad aspettare gli altri.
-Speriamo che Federica e Nicole reagiscano in modo contenuto ahahaha- dissi a Nash scherzando.
-Perché?- mi chiese lui ridendo.
-Federica salterà addosso a Jack G e Nicole idem ahahaha però secondo me si troveranno bene tra di loro- risposi sospirando.
Lui annuì e poi mi diede un bacio sulla fronte.
Improvvisamente sentimmo bussare alla porta, così andai ad aprire ed erano i Jacks.
-Ciao ragazzi!- esclamai salutandoli.
-Ciao Greta!- risposero loro entrando.
-Ma siamo i primi? Cioè non c’è nessuno?- mi domandò Jack J.
-C’è Nash in salotto, ma lui è qua da quasi un’ora. Comunque siete i primi- risposi sorridendogli.
Jack Johnosn aveva una maglietta bianca e dei pantaloni neri con delle Vans rosse, mente Jack Gilinsky aveva una maglietta nera con dei bermuda grigi e delle Vans nere.
Poi Jack J rivolgendosi a Jack G gli disse
-Te lo avevo detto che eravamo partiti troppo presto-.
Jack G fece spallucce.
Dopo alcuni secondi ci raggiunse Nash.
-Ciao Nash!- esclamò Jack J.
-Hey!- rispose lui.
-Jack ciao!- disse Nash guardando Jack G.
-Ciao Nash- rispose lui.
Vidi della tensione tra Nash e Jack G, ma cercai di cambiare argomento.
-Allora, ci saranno due ragazze che sono davvero molto simpatiche e anche carine ed inoltre vi adorano- dissi guardando i Jack sorridente.
-Fantastico!- esclamò Jack J.
Poi Nash dal dietro mi prese i fianchi e mi baciò la guancia.
Io mi girai e vidi che stava guardando Jack G.
Poi qualcuno bussò alla porta di nuovo, così l’aprii e vidi che erano Cam ed Ele.
-Ciao ragazzi!- esclamai io.
-Ciao Gre!- risposero salutandomi entrando.
Eleonora indossava una maglietta corta nera, dei jeans e delle All Star nere ed aveva i capelli raccolti in una treccia, mentre Cam aveva una camicia bianca e dei bermuda neri con delle Nike bianche.
-Okay, Jacks dovete aiutarmi a fare una sorpresa a Federica e Nicole- iniziai io guardandoli.
Loro annuirono interessati.
-Okay, loro non sanno che siete qui, per cui quando entreranno mentre saremo tutti qui prima di andare uscirete voi, va bene?- chiesi io sorridendo.
-Perfetto!- risposero loro annuendo.
Improvvisamente qualcuno bussò di nuovo alla porta e i Jacks si andarono a nascondere in salotto.
Andai ad aprire e vidi Federica e Nicole sorridenti sulla porta.
Nicole aveva una maglietta e degli shorts che sfumavano da un orsa ad un azzurro e delle Vans azzurre con u capelli legati in una cosa, mentre Federica indossava una canottiera nera, degli shorts beige/marroni, delle Nike bianche e uno chignon
-Alla buon’ora!- esclamai io facendole entrare.
-Ciao Gre, scusaci ma Nicole ha impiegato tre anni a vestirsi- rispose Federica ridendo mentre Nicole le diede un colpetto sulla spalla.
-I Cash al completo finalmente!- esclamarono loro guardando Nash e Cam.
Poi andarono a salutare Eleonora la quale era completamente rossa e continuava a ridere a causa della sorpresa.
-Perché ridi Ele?- le chiese Nicole guardandola.
-Ma nulla è da quando siamo partiti che va avanti a ridere ahahaha- rispose Cameron prendendole la mano.
-Okay, dove si va di bello?- chiese Federica sorridente.
-Che ve ne pare di Città Alta?- proposi io.
-E’ a Bergamo vero?- chiese Eleonora.
Io annuii e dopo Nicole disse
-Perfetto, andiamo?-.
Io le girai facendogli dare le spalle al salotto e dissi
-Okay, allora.. Fede so che mi avevi detto che tu e Nichi non volevate fare il “candelino” stasera, ma ci divertiremo molto tutti e sei!- poi feci segno ai Jacks di entrare e loro dissero
-Tutti e otto per la verità-.
Nicole e Federica si girarono di scatto e appena li videro iniziarono ad urlare.
Noi tutti ci coprimmo le orecchie ed io dissi
-Potete anche andarli a salutare e parlarci eh!-.
Subito dopo corsero verso di loro e sembravano un bambino in un negozio di caramelle.
-Okay, ora che sono tutti felicemente felici, direi di andare- conclusi guardando Nicole abbracciata a Johnson e Federica aggrovigliata a Gilinsky.
Ma notai che anche loro erano felici.
Uscimmo finalmente dalla porta di casa e prendemmo due auto: una di Cam e una dei Jacks.
-Okay, Nicole, Johnson ed Eleonora con me mentre Gre, Nash e Federica andate con Jack G- disse Cam.
Vidi Nash e Jack G guardarsi e dopo ognuno andò nell’auto con cui sarebbe dovuto andare.
Jack G si mise al volante ed accanto a lui si sedette Federica, mentre io e Nash eravamo seduto nei sedili posteriori.
Per tutto il viaggio spiegai la strada a Jack con Nash che mi teneva la mano e Federica che fissava Jack.
Dopo quasi un’oretta raggiungemmo Città Alta.
Parcheggiammo lungo ad una strada e dopo scendemmo tutti dalle auto.
Appena Johnson scese dall’auto vidi Nicole andargli subito dietro, mentre quando Gilinsky scese, Federica gli si attaccò letteralmente al braccio come un ameba.
La scena era davvero tenera.
Poi dissi
-Okay, facciamo un giro-
-Però dopo mangiamo, vero?!- replicò Nash venendo verso di me sorridendo.
-Grier, da quando ti conosco avrò sentito questa frase uscire dalla tua bocca come minimo trecentomila volte!- esclamò Jack J ridendo.
Noi tutti scoppiammo a ridere e Nash arrossì.
Subito dopo iniziammo camminare e la vista dalle mura di Città Alta era favolosa.
Iniziammo a farci tutti delle foto e nella maggior parte uscivamo tutti altamente male.
Poi avevamo fatto una foto ai ragazzi ed erano usciti meravigliosamente.
Dopo quasi un’ora che camminavamo per la città Nash iniziò a lamentarsi perché aveva fame, così prendemmo dei tranci di pizza.
Verso sera Nicole chiese
-Ed ora che si fa?-
-Io ho voglia di ballare!- esclamò Jack J guardandola sorridendo.
Noi guardammo tutti Jack in malo modo e lui alzò le mani come per discolparsi dalla proposta che aveva appena lanciato.
-Sì dai, andiamo!- continuò Cam.
-Ché?!- obbiettò Eleonora guardandolo in cagnesco.
Cam la prese alla vita e cercò di convincerla.
Poi Nicole si girò verso me, Nash, Fede e Jack G e ci chiese
-Voi bellezze? Che volete fare?-.
Noi iniziammo a guardarci e facemmo spallucce.
Non ero una grande ballerina anche se avevo fatto qualche anno di danza moderna e jazz, ma morivo dalla voglia divedere Nash ballare così esclamai
-Per noi va bene!-.
-Sei impazzita? Mi vuoi già far fare una figuraccia dopo solo due ore che conosco Jack Gilinsky?- esclamò Federica infuriata.
Jack G dopo venne verso di lei e prendendole la mano le disse
-Non sono bravo nemmeno io nel ballo, stai tranquilla ahahaha-
-Vuoi scherzare? Ho visto tutti i video tuoi e di Jack e siete semplicemente stupendi nel ballare!- rispose Federica afflitta.
Io cercai di convincerla e con l’aiuto i Jack G accettò.
Dopo vidimo una pista da ballo mentre camminavamo e Jack J e Nicole corsero subito in quella direzione.
Noi cercammo di raggiungerli e vidimo che sulla pista c’era altra gente, ma loro andarono dal dj e vidi Jack J dirgli qualcosa.
Poi tornarono verso di noi che nel frattempo eravamo sulla pista.
Appena la gente ci vide si spostò dalla pista e tra me e me pensai “anche qua conoscono quasi tutti Nash, Cam e i Jacks..”.
Quando i Jacks, Cam e Nash iniziarono a ballare ci guardarono e ci dissero di venire.
Noi altre eravamo completamente rosse, ma Nicole si lanciò sulla pista ed iniziò a ballare con Johnson.
Poi andò anche Eleonora che si diresse verso Cam.
Io guardai Nash e vederlo contorcersi e muoversi in quel modo era una scena impagabile.
Improvvisamente misero “Wild life” di Jack Johnson e Jack Gilinsky.
Noi tutti ci voltammo a guardarli e loro iniziarono a cantare la canzone mentre ballavano.
Alla fine Federica corse a ballare con Jack G completamente incantata da quel ragazzo.
Io facevo fatica a trattenermi dalle risate nel vedere Nash “ballare”.
Passammo quasi tutta la serata a ballare e non potevo chiedere di meglio in quel momento.



 Vestiti di Greta (Scuola).    

 Vestiti di Greta.                  Nash.



 Vestiti di Eleonora.             Cam.




 Vestiti di Nicole.               Vestiti di Federica.

                         

                                                 Jack Gilinsky & Jack Johnson.






 
Ciao bellezze :)
Allora, volevo scusarmi per aver ritardato nel postare il capitolo,
ma la scuola è inizita ed il tempo per scrivere si è ridotto drasticamente D: *piange*.
Ovviamente aggiornerò sempre, però con meno frequenza (quindi non ogni tre giorni).
Mi farebbe anche piacere se dopo aver letto il capitolo recensiste :)
Un bacione
-Gre :*

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Capitolo 24
*** He is Nash Grier, what did you expect? ***


HE IS NASH GRIER, WHAT DID YOU EXPECT?:


La mattina seguente andare a scuola era l’ultima cosa che volevo, ma purtroppo ci dovevo andare.
Mi alzai velocemente dal letto e mi vestii.
Bevvi una tazza di latte e misi le scarpe in fretta e furia.
Appena uscii di casa vidi il pullman passarmi davanti ed imprecai urlando.
Prima o poi sapevo che il mio perenne ritardo nella vita mi avrebbe portato a cose ben peggiori che perdere il pullman, ma ora come ora dovevo andare a scuola.
Il pullman successivo sarebbe passato dopo circa venti minuti ed erano già le sette e mezza passate.
Non sarei riuscita ad arrivare in tempo a scuola, così presi la brillante idea di camminare e di raggiungere la scuola a piedi.
Iniziai a camminare a passo veloce.
Dopo dieci minuti di cammino sapevo che sarei arrivata in ritardo anche così, a decisi comunque di affrettare il passo.
Improvvisamente sentii il rumore di una macchina accostarsi e sentii una voce familiare.
-Vuoi un passaggio ritardataria?-.
Mi girai di scatto e vidi Jack G ammiccare un sorriso.
Senza nemmeno dire una vera e propria risposta salii in macchina e Jack ripartì.
-Grazie mille, sarei arrivata in ritardo altrimenti. Ho perso il pullman stamattina purtroppo..- gli dissi allacciandomi la cintura.
-Tranquilla, dov’è la scuola?- chiese Jack guardando la strada davanti a noi.
Io gli spiegai dove era collocata e lui continuò a guidare.
Notai Jack abbastanza taciturno, così provai a parlargli.
-Divertito l’altra sera?- gli chiesi guardandolo sorridendo.
Lo vidi sobbalzare, evidentemente non si aspettava una mia domanda in quel momento su ieri sera.
-Oh sì sì!- rispose Jack guardandomi.
-Simpatiche Nicole e Federica, vero?- domandai ammiccando un sorriso.
-Molto! Credo che non se l’aspettassero davvero di vedere me e Jack- rispose curvando le labbra in un sorriso.
Dopo circa dieci minuti arrivammo davanti alla scuola, così mi slacciai la cintura e ringraziai Jack per il passaggio.
Subito dopo se ne andò e Nicole mi venne incontro dall’entrata della scuola.
-Greta!- mi urlò correndo con un enorme sorriso stampato sul volto.
Appena mi raggiunse mi abbracciò aggrappandosi al mio collo.
Io cercai di allentare la presa e dopo Nicole guardandomi esclamò
-Grazie! Non ti ringrazierò mai abbastanza per ieri! È’ stata la serata migliore della mia vita! GRAZIE!-
-Sono contenta che ti sei divertita!- risposi arrossendo.
Dopo entrammo nella scuola ed appena entrammo in classe ci sedemmo nei banchi infondo.
Alla prima ora avevamo spagnolo ed appena la Profe entrò ci comunicò un avviso.
-Ragazzi, per la vostra felicità domani la scuola resterà chiusa per i 150 anni dell’Istituto- ci informò la Profe.
Noi tutti urlammo dalla felicità per la bella notizia e subito dopo continuò
-Per cui dato che salteremo una lezione, oggi test d’ingresso ragazzi!-.
Non c’era notizia peggiore.
Le ore sembravano non finire mai, ma arrivò il suono della campanella per uscire.
Quando arrivai a casa lasciai la cartella in camera ed andai in cucina a mangiare.
Verso le due mi arrivò un messaggio di Nash:
“Stasera pizza a casa tua? :)”.
Lo chiamai.
-Pronto?-
-Nash?-
-No sono Cam!-
-Oh, ciao Cam sono Gre, dov’è Nash?-
-Sta facendo una doccia ora, devo dirgli qualcosa?-
-Sì, digli per stasera di essere da me verso le sette e mezza-
-Va bene! Glielo dirò. Ieri sera è stato uno sballo comunque-
-Sono contenta che ti sia divertito Cam!-
-Sì, la compagnia era il meglio-
-Ahahaha concordo a pieno con te-
-E’ da rifare comunque! Ora scusami, ma devo andare. Dirò a Nash dell’orario. Ciao Gre-
-Va bene, ciao Cam- risposi mettendo giù la chiamata.
Sentii dei rumori e guardando fuori dalla finestra notai che stava iniziando a piovere e il cielo minacciava tempesta, così per rendere tutto ancora peggiore, iniziai a studiare storia.
Mi preparai una cioccolata calda e mi sedetti accanto alla finestra con il libro di storia aperto a pagina 178.
Verso le cinque e mezza finii di studiare e guardando fuori dalla finestra notai che il tempo era peggiorato.
Andai a mettere il libro sulla scrivania e ritornai in sala a guardare la tv.
Non c’era molto di interessante alla televisione, ma volevo almeno far passare un’oretta, giusto per aspettare Nash.
Verso le sei e un quarto andai a farmi una doccia e non c’era sensazione migliore che fare la doccia mentre fuori pioveva.
Quando finii decisi di non asciugare i capelli, ma di lasciarli asciugare da soli, così andai a vestirmi.
Decisi di indossare qualcosa di comodo e caldo, così misi una tuta grigia ed una felpa nera.
Subito dopo sentii bussare alla porta ed andai ad aprire.
Vidi Nash completamente fradicio entrare subito in casa.
Appena varcò la soglia della porta si appoggiò al muro ed iniziò a respirare con il fiatone.
-Che succede?- gli chiesi avvicinandomi.
Lui fece qualche respiro e dopo rispose
-Cam mi ha accompagnato fino all’inizio della via con la macchina e poi sono dovuto correre fin qui cercando di bagnarmi il meno possibile.. ma non ha funzionato un granché-.
Io lo guardai in attesa di un saluto e dopo esclamò
-Oh certo!- venendo verso di me.
Mi prese i fianchi e mi baciò.
Poi mi sussurrò all’orecchio
-Mi fai impazzire quando indossi delle felpe larghe-.
Io lo guardai sorridendo.
Subito dopo domandò andando in cucina
-Ordiniamo la pizza baby girl?-.
Io guardai fuori dalla finestra e la pioggia sembrava essersi trasformata in grandine.
-Credi che la consegnino anche con questo brutto tempo?- replicai guardandolo dubbiosa.
-CERTO CHE SI!- rispose lui quasi urlando ridendo.
Presi il cellulare e chiamai la pizzeria.
Ordinai due pizze americane.
Subito dopo si andò a sedere sul divano e chiese
-Non hai una coperta?-.
Io annuii ed andai nell’armadio in camera mia a vedere se riuscivo a trovarne una.
Quando la trovai ritornai in salotto e gliela diedi; lui si sedette a gambe incrociate sul divano e si avvolse la coperta attorno a se.
-Indossi anche una felpa, hai così freddo?- gli chiesi guardandolo mentre stava cercando di coprirsi completamente lasciando scoperto solo il viso dal naso in su.
Io mi sedetti accanto a lui sul divano a vedere la tv e dopo un quarto d’ora le pizze arrivarono.
Portai gli scatoloni in sala e le posai sul tappeto.
Nash si fece scivolare dal divano al tappeto e si buttò letteralmente sulle pizze ancora fumanti.
-Nash!- esclamai guardandolo mentre mi fissava con sguardo colpevole ridendo.
Subito dopo mi sedetti sul tappeto con le pizze davanti a me ed ognuno si prese la sua.
Nash sembrava non mangiare da giorni, ma questo suo lato quasi infantile mi ha sempre affascinato dalla prima volta che iniziai a vedere i suoi video, inoltre era quasi l’unico ragazzo che non ti faceva sentire in soggezione mentre mangiavi dato che era troppo occupato nel  ingurgitarsi di cibo.
Iniziai a mangiare la pizza ed era davvero buona.
-In America pizze del genere c’e le sogniamo: sono sempre collose e gommose- disse ad un certo punto Nash quando finì quasi tutta la pizza.
-Bhe, l’ Italia è famosa anche per la pizza ahahaha- gli risposi.
Quando finimmo di mangiare sistemammo gli scatoloni e tutto il resto.
Successivamente riandammo sul divano e iniziammo a guardare MTV sulla tv.
Ero seduta accanto a Nash con il suo braccio attorno alle mie spalle e la sua mano che giocherellava con le mie dita.
Il tutto accompagnato da della musica; non c’era cosa migliore.
Verso le undici sentimmo dei tuoni, così dovetti staccare le spine delle tv.
Dopo che le ebbi staccate tutte andai in camera per staccare la spina dello stereo e Nash mi raggiunse.
Si buttò sul mio letto e restò a guardarmi mentre io cercavo di togliere le spine cercando di non far saltare qualcosa.
C’erano un mucchio di fili e non ci capivo nulla così guardai in direzione di Nash e lo vidi divertito nel vedermi completamente in crisi.
-Potresti anche aiutarmi al posto di ridere di me Hamilton!- gli rimproveri fissandolo.
Lui rise e si alzò dal letto venendo verso la mia direzione.
-Okay, vediamo cosa abbiamo qua- disse iniziando a prendere in mano fili di qua e di la.
Dopo cinque minuti riuscì a capire quali fili doveva sistemare e quale presa doveva togliere, così si girò verso di me.
Mise le sue mani attorno alla mia vita e subito dopo andò verso il letto dove ci cademmo sopra.
Subito dopo lui si stese sul letto contro il muro ed io in parte a lui.
Iniziò a prendere alcune ciocche dei miei capelli facendosele passare tra le dita.
-Mi mancherai quando partirò- sussurrò lui guardandomi.
Non ero ancora abituata ad avere quegli occhi di ghiaccio puntati addosso così da vicino.
-Ma ci potremo comunque vedere con Facetime e scriverci ecc..- gli risposi.
-Ma non sarà lo stesso-
-Lo so Nash, ma ci rivedremo ancora, non essere così melodrammatico- risposi cercando di sdrammatizzare la cosa.
-Hai visto le foto che ho messo su Snapchat?- mi chiese lui sorridendo avvicinandosi a me.
Io arrossi e dopo risposi
-A dire il vero no-
-Quelle con te sono stupende-
-Oh, non dire idiozie-
-Ma è vero! Ho la ragazza più bella del mondo, mettere foto con lei è il minimo-
-Ma di me e te lo sanno solo Cam, i Jacks, Ele, Fede e Nichi-
-Bhe, tra poco lo saprà l’intero mondo- aggiunse.
Improvvisamente lasciò i miei capelli e si avvicinò ancora di più a me.
I nostri corpi si toccarono ed io arrossi ancora di più e senza sapere una ragione precisa indietreggiai, ma dovevo aver calcolato male le distanze perché non sentii più il letto sotto al mio corpo e caddi.
Finii sul tappeto e nel cadere colpii la spalla contro il mobiletto accanto al letto.
Nash si alzò subito e scese dal letto mettendosi accanto a me.
-Ti sei fatta male?- mi chiese guardandomi la spalla.
-Un po’- risposi alzandomi.
Andai a prendere il ghiaccio che c’era nel frizzer in cucina.
Lo misi sul livido che mi era venuto sulla spalla.
Subito dopo il cellulare di Nash s’illuminò: era un messaggio.
Nash lo lesse e poi disse
-Cam ha detto che è fuori da casa tua che mi sta aspettando per riportarmi in hotel-.
Io annuii e dopo aggiunse
-Speriamo che non mi bagni come prima almeno-.
Io posai il ghiaccio sul lavandino e dopo andai con lui in corridoio accompagnandolo alla porta.
Si mise su il cappuccio e si strinse nella sua felpa.
-Mi spiace per la caduta..- sussurrò guardandomi.
-Oh, non è niente. Guarirà. Sono io che sono sbadata- risposi rassicurandolo.
Subito dopo mi baciò ed uscì correndo dalla porta precipitandosi dentro alla macchina di Cameron.
Dopo alcuni minuti la grandine che ci aveva accompagnato tutta la serata lasciò il posto ad una leggera pioggia.
Andai a riattaccare tutte le spine e mi arrivò una chiamata da Skype sul computer.
Vidi che la chiamata era da Eleonora, Federica e Nicole, così risposi.
Mi sedetti davanti al computer e i loro visi mi apparsero sul monitor.
-Hei!- esclamò Federica.
Noi altre la salutammo.
-Cara Greta, è maleducazione non rispondere ai messaggi ed alle chiamate sai?!- mi scoccò Nicole.
Io guardai il cellulare e vidi delle chiamate perse e dei messaggi di Nicole, Federica ed Eleonora.
-Scusate, avevo messo il cellulare in silenzioso; c’era Nash- dissi io discolpandomi.
-Ah.. c’era Naaaash- replicò Eleonora ridendo.
-Se..- risposi guardando a terra.
-Perché quella faccia?- mi chiese Federica in tono interrogativo.
-Bhe..- iniziai a sospirare.
Subito dopo gli raccontai di quando Nash ed io eravamo sul mio letto e della caduta.
-Ma sarai scema dico io!- esclamò Nicole alla fine del discorso.
-Cosa volevi che facessi?!- replicai io guardandola.
-Infondo è sempre Nash Grier..- iniziò a dire Eleonora con evidenza.
-Esatto, è sempre Nash Grier, che ti aspettavi che facesse altrimenti..- aggiunse Federica sogghignando.
A quelle parole rimasi un tantino delusa.
-Perché? Cosa vorreste insinuare?- replicai io guardandole.
-Dai Greta, su!- rispose Nicole guardandomi.
Il mio umore cambiò radicalmente dopo quelle parole.
Eleonora dopo iniziò a parlare d’altro e per tutto il tempo restante non si parlò più della serata tra me  e Nash.
Verso mezzanotte e mezza spensi il computer ed andai a dormire.
Prima di addormentarmi pensai alle parole di Federica, Eleonora e Nicole: Nash era diverso da tutti gli altri ragazzi e non capivo perché loro non riuscissero a vederlo.
O forse ero solamente io che lo vedevo diverso.

 Nash.

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Capitolo 25
*** I will miss your lips ***


I WILL MISS YOUR LIPS:




La mattina seguente mi svegliai verso le dieci e mezza e sentii dei rumori provenire dalla cucina, così andai velocemente a vedere da cosa fossero provocati.
Appena aprii la porta vidi mia madre che stava sistemando le borse e stava portando alcune cose in salotto.
-Mamma!- esclamai guardandola.
Lei si girò verso di me e mi abbracciò stringendomi forte a se.
-Come stai tesoro? Mi sei mancata così tanto!- disse poi lasciandomi.
Si guardò attorno e poi mi chiese
-Aspetta un attimo, perché non sei a scuola?-
-Oggi era chiusa per i 150 anni dell’ Istituto- risposi.
-Davvero?- richiese con tono sospettoso.
-Ma sì! Chiama Nicole se non ci credi che è a casa anche lei- le risposi sospirando.
-Va bene, vuoi che ti prepari la colazione?- mi propose sorridendo.
-Oh, non ho molta fame a dire il vero-
-Avrai mangiato schifezze ieri sera-
-Ma certo che no mamma-
-Sì, ci sono gli scatolini della pizza di fuori-
-Bhe, avevo fame ieri sera-
-E ti sei mangiata due pizze intere?-
-Sì, come ripeto, avevo fame..- ribadii sperando che ci credesse senza dover dare ulteriori spiegazioni.
Dopo andammo in sala ed iniziò a chiedermi sedendosi accanto a me
-Allora, come è andata la settimana? Con la scuola?-.
Io mi guardai un po’ attorno per cercare un argomento che riempisse tutti i giorni in cui era stata via senza far sospettare di Nash.
-Bhe, nulla di nuovo, ogni tanto sono uscita con Eleonora, Nicole e Federica- le risposi cercando di tenere un tono abbastanza convincente.
Lei annuì e dopo le domandai cercando di cambiare discorso
-Invece come è andata a Parigi?-.
Lei sorrise con l’angolo della bocca e dopo iniziò a raccontarmi della sua settimana.
Dopo circa mezz’oretta che stavamo parlando si alzò ed andò a sistemare le valige.
Non mi piaceva mentire a mia madre, soprattutto perché non se lo meritava, ma non potevo dirle di Nash.
Subito dopo suonò il telefono di casa così andai a rispondere.
-Pronto?-  dissi.
-Ma rispondere al cellulare qualche volta, no eh?- rispose Federica.
Dopodiché andai in camera ed accesi il cellulare.
-Scusa, lo accendo ora..-
-Tranquilla, oggi cosa fai?-
-Nulla di ché, tu?-
-Usciamo a fare un giro?-
-Va bene! A che ora?-
-Verso le tre ti va bene?-
-Perfetto, devo parlarti un po’ riguardo all’altra sera quando siamo usciti tutti insieme-
-Cioè? È successo qualcosa?-
-No no, ti spigherò dopo-
-Va bene, a oggi pomeriggio-
-Certo, ciao Gre-
-Ciao Fede- conclusi io mettendo giù la chiamata.
Rimisi il telefono di casa in corridoio e dopo andai in camera mia.
Vidi alcuni messaggi di Nash.
“Come sta la spalla?” diceva il primo.
“Comunque grazie per la serata di ieri, ma devo dirti una cosa” era il secondo.
Quando lessi l’ultimo messaggio iniziai ad innervosirmi così gli riposi
“Che succede? Cosa devi dirmi?”.
“Ci possiamo vedere?” rispose lui.
“Mia mamma è tornata stamattina da Parigi, non posso uscire, anche perché devo già uscire con Fede oggi pomeriggio” replicai.
Dopo alcuni secondi mi squillò il cellulare: era Nash.
-Pronto?-
-Buon giorno baby girl!- rispose lui.
Io chiusi la porta della camera e dopo iniziammo a parlare.
-Cosa dovevi dirmi?- chiesi impaziente.
-Nulla di ché in realtà, solamente che domenica parto- rispose lui con un leggero filo di voce.
-Come?! Già domenica?!- replicai io stupita.
-Sì..- riconfermò lui attonito.
Non sapevo cosa dire.
-Bhe, oggi è giovedì, abbiamo ancora tre o quattro giorni per vederci- continuò lui.
-Sì, bhe.. devi proprio partire domenica?-
-Purtroppo sì baby girl. È uno schifo, lo so, ma sfortunatamente devo rientrare- continuò lui.
Era la notizia peggiore che potevo ricevere in quel momento, però sapevo che prima o poi sarebbe dovuto ripartire per ritornare in America.
-Dai, ci vedremo ancora una volta in questi giorni, non facciamo i melodrammatici- esclamò lui ad un certo punto.
-Sì, hai ragione, ma mi mancherà non poterti più abbracciare quasi ogni giorno-
-Mi mancheranno le tue labbra- proseguì lui.
Mentre stavo per rispondergli aggiunse quasi urlando
-E la pizza! Come diamine farò senza la mia adorata pizza?!-
-Hem, scusami? La tua “adorata” pizza?- l’ammonii io.
-Bhe, la pizza è sempre la pizza baby girl- rispose sospirando.
Io risi.
Subito dopo sentii mia mamma chiamarmi, così dissi a Nash
-Ora devo andare Nash, mia mamma mi sta chiamando-
-Oh, non le hai detto di noi..-
-No no, altrimenti avrebbe già tirato in ballo casini-
-Perché?-
-Perché lo avrebbe detto a mezzo mondo! E’ buona, ma non sa tenere un segreto purtroppo..- conclusi io.
Lo sentii sospirare e dopo disse
-Va bene, fammi sapere per vederci uno di questi giorni-
-Okay, ciao Nash!-
-Ciao baby girl!- concluse lui mettendo giù la chiamata.
Subito dopo raggiunsi mia madre in cucina.
-Mi aiuteresti a mettere apposto alcuni vestiti tesoro?- mi chiese indicandomi la valigia.
-Certo mamma- le risposi prendendo alcuni abiti dalla valigia portandoli in camera.
Dopo quasi un’ora a sistemare vestiti ed oggetti vari era quasi mezzogiorno e mezzo e mamma iniziò a cucinare.
Verso le due e mezza iniziai a prepararmi, così andai in camera mia a vestirmi: misi una maglietta da baseball rossa e bianca, dei jeans e delle Vans rosse.
Subito dopo andai in bagno a lavarmi la faccia; misi un po’ di mascara e lasciai i capelli sciolti.
Erano già le tre e sentii bussare alla porta.
-Greta!- mi avvisò mia mamma dalla cucina.
Andai ad aprire alla porta e vidi Fede.
-Ciao bellezza!- esclamò Federica abbracciandomi.
-Hey!- risposi.
-Mamma, noi usciamo!- esclamai poi.
Uscimmo da casa mia e ci dirigemmo verso il marciapiede.
-Dove vuoi andare?- mi chiese Federica guardandomi mentre si mordeva il labbro nervosamente.
-Dove vuoi tu, per me è indifferente- le risposi aspettando che parlasse.
-Okay, allora andiamo al parco, dato che c’è il sole almeno potremo stare lì per un po’- disse poi guardando l’asfalto.
Per i successivi dieci minuti non disse nulla, così decisi di andare subito al sodo.
-Cosa volevi dirmi riguardo all’altra sera?- le chiesi senza giri di parole.
Lei si voltò subito verso di me e la vidi innervosirsi di nuovo.
-Bhe..- sospirò con un filo di voce.
-Sì?- la incalzai io guardandola.
La vidi aprire la bocca, ma senza far uscire alcun suono, così cercai di agevolarla.
-Vuoi dirmi qualcosa che riguarda Jack Gilinsky?- le domandai cercando di farle rispondere.
Lei mi guardò mentre continuavamo a camminare.
-Okay, come ti è sembrato Jack l’altra sera?- mi domandò afflitta.
-In che senso scusa?-
-Sì, insomma.. è stata la serata più bella della mia vita, ma non sembrava lo stesso per lui-
-Fede, guarda che si è divertito molto Jack!-
-Non so, sembrava assente, come se non volesse essere lì..-
-Non dire idiozie-
-Non sono idiozie Gre-
-Allora, ho visto Jack l’altra mattina e ti posso assicurare che mi ha detto che si è davvero divertito-
-Non so Gre..-
-Lo so io Federica!- esclamai infine io.
Arrivammo finalmente al parco e ci sedemmo su una panchina.
Ci mettemmo una di fronte all’altra a gambe incrociate.
-Vorrei tanto parlare ancora con Jack- disse lei sospirando.
-Bhe, puoi ancora farlo, non è partito-
-Non ho nemmeno il suo numero-
-Ce l’ho io!- risposi tirando fuori il cellulare.
Vidi i suoi occhi illuminarsi e subito dopo sorrise.
Appena le diedi il numero le dissi
-Stasera scrivigli eh!-.
Lei annuì abbracciandomi.
-Jack è il ragazzo migliore di questo mondo- sospirò subito dopo.
Mi vennero in mente le parole che mi dissero Federica, Nicole ed Eleonora l’altra sera.
-Che hai?- mi chiese dopo guardandomi.
-Nulla,  perché?-
-Hai lo sguardo spento..- rispose lei cercando di incrociare i miei occhi.
-Okay, voglio chiederti una cosa- le dissi subito diretta.
Lei spalancò gli occhi e disse
-Dimmi-.
Guardai a terra e poi le chiesi
-Perché avete detto quelle cose ieri sera riguardo a Nash?-.
Lei socchiuse gli occhi e poi disse
-Intendi quando ti abbiamo detto cosa ti aspettavi ecc..?-
-Sì-
-Ma nulla, l’abbiamo detto così per dire-
-Perché? Cosa volevate insinuare scusa?-
-Non è come pensi tu, abbiamo detto quelle così solo per scherzare perché tu avevi indietreggiato ed eri caduta-
-Okay, perché sembrava che intendevate qualcos’ altro sinceramente-
-No, te lo assicuro! Senti, vi ho visto tu e Nash l’altra sera e anche l’altro pomeriggio, non è come tutti gli altri. Te lo dico sinceramente, ha viaggiato per mezzo mondo, è famoso e potrebbe avere tutte le ragazze che vuole, eppure si è innamorato di te. Devi essere davvero speciale per lui Gre- rispose alla fine guardandomi sorridendo.
-Grazie per le belle parole Fede-
-Figurati, io pensavo lo sapessi che stavamo scherzando. Fidati, è davvero innamorato della ragazza della bandana ahahaha- aggiunse ridendo.
Io risi e mi venne in mente la scena di quando io e Nash eravamo in spiaggia a LA.
Restammo al parco fino circa alle cinque e mezza e mentre stavamo tornando a casa dissi e Federica
-Stasera ricorda di scrivere a Jack!-
-Okay okay, proverò a scrivergli- rispose lei sospirando.

Vestiti di Gre.

Vestiti di Fede.

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Capitolo 26
*** Take care of you ***


 

TAKE CARE OF YOU:



Sabato mattina mi sveglia ancora con fastidiosissimo suono della sveglia accanto al mio letto.
Non avevo voglia di andare a scuola, ma l’unica cosa che mi diede la forza per svegliarmi, era sapere che il pomeriggio sarei uscita con Nash.
C’eravamo messi d’accordo la sera prima: io avrei detto a mia mamma che sarei uscita tutto il pomeriggio con Eleonora, mentre in realtà sarei andata con Nash a Città Alta.
Ringraziai Eleonora che mi resse il gioco.
Mi misi dei jeans ed una maglietta nera con delle scritte bianche, dopodiché andai in bagno e mi feci una treccia di lato, ma non era venuta un granché a giudicare dalla quantità di capelli che rimasero incastrati nell’elastico, poi misi del mascara e per finire andai a mettere le Vans.
Andai in cucina per salutare mia mamma.
-Scappo o perderò il pullman!- le dissi poi dirigendomi di corsa verso la porta d’ingresso.
-Va bene, fai attenzione! Buona giornata tesoro- rispose subito dopo.
Riuscii a prendere il pullman per un pelo e quando mi sedetti su un sedile avevo ancora il fiatone per la corsa.
Le ore sembravano non finire mai e l’uscita con Nash stava sempre più avvicinandosi.
Era l’ultima volta che l’avrei rivisto per un po’ di tempo e la cosa mi rendeva davvero triste.
Quando verso mezzogiorno e mezzo arrivai a casa, vidi mia mamma in cucina sorridente.
-Come è andata la scuola?- mi chiese invitandomi a sedere al tavolo.
-E’ andata.. novità?- le domandai poi guardandola mentre mi sedevo lentamente sulla sedia della cucina.
-Domani tuo padre ritornerà a casa ed ha detto che starà qui per almeno una settimana- rispose sospirando.
Poi andò verso i fornelli e mise due piatti di pasta al sugo sul tavolo.
-Ora vai a posare la cartella in camera e vieni che si raffredda!- esclamò subito dopo.
Io ubbidii e quando tornai in cucina mi sedetti al tavolo per mangiare.
-A che ora esci oggi con Eleonora?- mi domandò dopo alcuni minuti.
Io la guardai e le risposi
-Mh, verso le tre più o meno-
-Viene qua a chiamarti?-
-Oh no, abbiamo deciso che ci saremmo trovate al parco-
-E dove andate?-
-Non lo so, dobbiamo vedere. Vuoi pedinarci per caso?- chiesi sogghignando.
Lei aggrottò la fronte e rispose ridendo
-No, certo che no!-.
Verso le due e mezza andai in camera per cambiarmi.
Aprii l’armadio e restai qualche minuto a guardare i vestiti nell’attesa che mi venisse qualche idea su cosa indossare.
Dopo decisi di indossare una canottiera rosa e degli shorts di jeans.
Andai in bagno e mi misi del mascara ed un filo di eye-liner e raccolsi i capelli in una coda alta.
Erano le tre e cinque minuti, così andai velocemente a mettere delle All Star bianche.
Presi la borsa ed il cellulare e dopo andai verso la porta d’ingresso per uscire.
-Mamma io esco!- l’avvisai.
-Va bene, salutami Eleonora. Buon pomeriggio!- rispose lei dal salotto.
Finalmente uscii di casa e il cellulare squillò improvvisamente.
Sbloccai lo schermo ed era Nash.
-Pronto?-
-Baby girl! Mi sono perso temo- rispose Nash ridendo.
-Dove ti trovi?-
-Sono vicino al supermercato dove avevamo preso i biscotti-
-Okay, prendi la stradina verso destra, io sto venendo lì, ci vedremo a metà strada-
-Va bene, a dopo Gre-
-A dopo Nash- conclusi mettendo giù la chiamata.
Mi affrettai per raggiungerlo e sperai solamente che avesse capito la strada che doveva percorrere.
Dopo circa un quarto d’ora lo vidi in lontananza che camminava verso la mia direzione.
Appena mi vide gli feci segno di venire verso di me e lui iniziò a correre.
Aveva una corsa alquanto buffa e non potetti fare a meno che ridere.
Appena arrivò si piegò su se stesso per riprendere fiato.
-Okay.. un secondo ancora.. wow- disse mentre si rialzò guardandomi.
Dopo venne verso di me e prendendomi il viso tra le sue mani mi baciò.
Sentire le sue labbra calde posarsi sulle mie era una cosa che non aveva prezzo.
Poi mi guardò ed esclamò
-Wow, sei una favola!-.
Io arrossii e risposi
-Grazie, anche tu non sei niente male- sogghignando.
Indossava una camicia blu e dei bermuda neri con delle Vans nere: era dannatamente stupendo.
Poi mise il suo braccio attorno alla mia spalla e mi chiese
-Dove andiamo oggi?-
-Città Alta Hamilton!- esclamai sorridendogli.
Lui annuì e dopo ci dirigemmo alla fermata del pullman.
Passarono alcuni minuti e l’autobus arrivò.
Ci sedemmo infondo e dopo circa dieci minuti arrivammo a destinazione.
Appena scendemmo iniziammo a camminare lungo un viale alberato.
Vidi Nash guardarmi e dopo si fermò prendendomi la mano.
Mi guardò e mi chiese
-Baby girl, ci prendiamo  un gelato?-.
Io scoppiai a ridere in una sonora risata e Nash mi seguì subito dopo.
-A volte mi chiedo se hai altre priorità oltre al cibo nella vita- replicai ancora ridendo.
-Sì sì, però ora ho una voglia assurda di gelato!-
-Okay, andiamo a prenderci questo gelato- risposi prendendogli la mano dirigendoci alla gelateria.
Quando ci arrivammo prendemmo il gelato: io una coppetta alla cannella e fiordilatte, mentre Nash un cono grande al cioccolato e panna.
Dopo ci andammo a sedere su una panchina che dava la vista sulla città.
Nash mise il suo braccio attorno alle mie spalle ed io appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
-Mi mancherà tutto questo- sospirò dopo lui con un filo di voce.
Io abbassai lo sguardo.
-A che ora parti domani?- gli chiesi prendendogli l’altra mano.
-Verso le nove del mattino-
-Posso accompagnarti in aeroporto?-
-Certo! Mi farebbe davvero piacere baby girl- concluse lui baciandomi la fronte.
Passammo tutto il pomeriggio a parlare, a far foto e video.
Volevo solo godermi gli ultimi istanti con Nash.
Verso le sette ritornammo in città e lui si diresse all’albergo, mentre io me ne ritornai a casa.
Sapevo che quando sarebbe partito non avrei aspettato altro che il momento in cui avrei potuto rivederlo.
Mi diressi subito in camera e mi stesi sul letto.
Mia mamma entrò e mi chiese
-Come mai quella faccetta afflitta? Non ti sei divertita con Eleonora?-
-Cosa?! Oh no, ci siamo divertite un mondo, sono solo.. stanca- le risposi continuando a guardare il soffitto della mia camera.
Lei annuì e poi disse
-Verso le otto sarà pronta la cena-.
Io annuii e lei se ne andò.
Subito dopo chiesi a Nash se poteva inviarmi le foto di me e lui e dopo alcuni minuti vidi tantissime foto e video apparirmi nella chat dei messaggi.
Non potetti fare  a meno che sorridere.
Avevo voglia di risentire la sua voce, così lo chiamai e non m’importava se l’avevo sentito fino a un quarto d’ora prima.
Digitai il numero e lo chiamai.
Dopo alcuni secondi rispose.
-Pronto?-
-Hei Hamilton!- risposi sarcasticamente.
-Come mai mi chiami di già? Ti manco ahaha?-
-Mi pare ovvio. Sto continuando a riguardare le nostre foto-
-Sono bellissime, veramente-
-Già.. grazie per oggi, mi sono divertita da morire-
-Grazie a te! Mi mancherai in America..-
-Anche tu Nash..per domani vengo all’aeroporto verso le otto?-
-Sì, perfetto! Non vedo l’ora di rivederti baby girl-
-Anche io Nash- risposi con un filo di voce.
-Baby girl, ora devo andare. Ci vediamo domani okay? Buona serata e buona notte Gre-
-Anche a te Nash, a domani- conclusi mettendo giù la chiamata.
La sera andai a dormire verso le undici e sapere che il giorno dopo era l’ultima volta che avrei rivisto Nash per un bel po’ di tempo, non mi aiutava di certo a dormire meglio.
La mattina seguente mi alzai verso le sette ed ero letteralmente distrutta.
Non ero per niente in vena di vestirmi decentemente, così misi una felpa larga grigia, dei jeans e le Vans rosse.
A mia mamma dissi che dovevo andare a casa di Nicole e lei ci credette, così verso le sette e mezza uscii di casa e con il pullman raggiunsi l’aeroporto.
Quando arrivai erano circa le otto e vidi Cam in lontananza vicino al nastro trasportatore per i bagagli.
Gli andai incontro.
-Ciao Cam!- esclamai appoggiando la mia mano sulla sua spalla.
Lui si girò e disse
-Ciao Gre!- abbracciandomi.
Io mi guardai attorno e gli chiesi
-Dov’è Nash?-.
Lui indicò un punto lungo il nastro trasportatore.
-E’ laggiù, io devo fare una cosa prima, intanto vai dai lui- aggiunse allontanandosi.
Io mi diressi verso Nash.
Appena gli apparvi davanti sobbalzò; evidentemente non mi aveva vista.
-Baby girl!- esclamò dopo.
-Vedi che sono venuta alla fine?-
-Non l’avrei mai messo in dubbio- replicò sogghignando.
Indossava un cappello blu, con una maglietta bianca, dei pantaloni neri e delle Vans bianche.
Ci alzammo e ci andammo a sedere su due sedie per aspettare il volo.
-E così tra meno di un’ora partirai..- dissi io guardando a terra.
Lui annuì lentamente.
-Devo.. dirti una cosa- disse ad un certo punto prendendomi la mano guardandomi.
Io lo fissai.
-Okay allora.. probabilmente ci rivedremo tra alcuni mesi, due o tre, ma sappi che io penserò a te oggi giorno baby girl. Inoltre voglio dirti che.. io sono davvero innamorato di te, non è una cotta passeggera o robe simili, è un sentimento che non ho mai provato per nessuno. Ed è strano perché è una sensazione nuova per me. Non staremo insieme “ufficialmente” da molto, ma mi sei piaciuta dalla prima volta che ti ho vista quella mattina su quella spiaggia in riva all’oceano- disse continuando a guardarmi negli occhi tenendo le mie mani strette nelle sue.
-E poi riguardo alla sera che sono venuto da te e tu sei.. caduta “accidentalmente” dal letto, so come stanno le cose davvero e che quella caduta non era una vera e propria caduta..- aggiunse.
-No, ma io, è che vedi- cercai di spiegare.
-Aspetta. Noi stiamo facendo sul serio e voglio dirti che per me non c’è nessun problema, possiamo aspettare non voglio metterti fretta o altro. Io.. tengo troppo a te baby girl- concluse lui prendendo il mio viso nelle sue mani baciandomi.
Io mi strinsi a lui e dopo lo abbracciai e lui mi tenne stretta nelle sue braccia.
Avrei voluto che quel momento non finisse mai, ma più il tempo passava, più ero consapevole che quelli erano gli ultimi istanti che avrei passato con lui prima che partisse.
Dopo venti minuti che io Nash parlavamo, Cam venne verso di noi e disse guardando me
-Ho chiamato Eleonora al telefono. Dille che mi mancherà davvero tanto..-
-Va bene Cam, glielo dirò- risposi io annuendo.
Poi disse rivolto a Nash
-Amico, dobbiamo andare altrimenti perdiamo il volo-.
-Non è che mi dispiacerebbe più di tanto se lo perdessimo..- rispose lui a bassa voce.
Subito dopo si alzò e li accompagnai fino ai cancelli.
Cam si voltò verso di me e mi abbracciò.
-Abbi cura di te Gre-
-Anche tu Cam- risposi io.
Poi si girò verso di me Nash con il labbruccio.
Io sorrisi e dopo lo baciai abbracciandolo.
-Mi mancherai baby girl- mi sussurrò nell’orecchio.
-Anche tu Nash- risposi stringendolo forte a me.
Subito dopo sentimmo l’altoparlante chiamare i passeggeri per il volo per andare in America e Cam chiamò Nash.
Subito dopo Nash prese la valigia e lo zaino e se ne andò.
Io restai a guardarlo fino a vederlo scomparire dietro al muro per dirigersi verso l’aereo.
-Ti amo..- dissi con filo di voce restando immobile tra la gente che camminava.

 Vestiti di scuola di Gre.

 Vestiti dell'uscita con Nash di Gre.

 Nash all'uscita con Gre.

 Nash all'aeroporto.

 


Ciao ragazze :)
Dunque, mi farebbe davvero piacere se recensiste per sapere un po' cosa ne pensate ;)
Un bacio
-Gre :*

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Capitolo 27
*** Only a chance ***


ONLY A CHANCE:



Tornare a casa non era mai stato così deprimente come quel giorno.
Il paesaggio sembrava aver perso tutti i suoi colori.
Quando arrivai a casa non vidi nessuno, così andai in camera mia.
Dopo circa venti minuti sentii delle voci provenire dall’ingresso, così andai a vedere di chi fossero.
Appena svoltai il corridoio vidi mia madre con una borsa in mano mentre si dirigeva in salotto, ma lasciò la porta aperta, così mi affrettai per chiuderla e vidi una figura maschile scaricare altre borse dalla macchina parcheggiata fuori casa.
Appena l’uomo di girò capii che era mio padre.
Corsi verso di lui abbracciandolo.
-Piccolina!- esclamò lui stringendomi a se.
Dopo lasciai andare le mie mani dal suo collo e l’aiutai a portare dentro casa le borse.
Quando ci ritrovammo tutti e tre in salotto, mio padre si sedette sul divano accanto a mia madre entrambi sorridenti.
-Che bello rivedervi! Mi siete mancate davvero molto- iniziò a dire mio padre guardando me e mia madre.
-Come è andata in Inghilterra tesoro?- chiese mia madre subito dopo.
Lui iniziò a raccontarci dell’azienda e di alcune noiose riunioni a cui era dovuto andare.
-Fino a quanto ti fermi?- gli chiesi io.
-Probabilmente per una settimana, poi dovrò ripartire- rispose lui sospirando.
Io abbassai lo sguardo.
Mio padre passava quasi tutti i mesi dell’anno all’estero per lavoro ed il ché era grandioso da una parte, ma dall’altra era una cosa che iniziava a pesarmi, ma non glielo dissi mai esplicitamente, anche se alcuni miei comportamenti portavano a pensarlo.
Verso le nove e mezza papà entrò in camera mia e si sedette sul mio letto.
Allentò la cravatta ed iniziò a guardarmi sorridendo.
-Che c’è?- chiesi io.
-Allora, è da quasi un mese che non ti vedo Greta, raccontami un po’- disse guardandosi in giro per la stanza.
-Nulla di nuovo a dire il vero. La scuola è iniziata qualche settimane fa- iniziai a raccontargli.
-E con i ragazzi?- chiese dopo guardandomi dritta negli occhi.
Io iniziai a guardarmi attorno arrossendo
-Papà!-
-Insomma, sei sempre la mia piccolina, è un mio diritto sapere se hai un ragazzo o meno-
-No, sono cose personali papà. E comunque no, non c’è l’ho-
-Nemmeno un “amico amico”?- richiese sogghignando.
-No, nemmeno un “amico amico” papà!- replicai guardandolo.
Lui annuì ridendo.
Non sapevo quanto le mie risposte potessero sembrargli convincenti, ma cercai di fare del mio meglio.
-E perché non c’e’ nessun ragazzo? Se posso chiedere- continuò lui.
Ovviamente ignorò le mie richieste di cambiare argomento, così gli risposi
-Perché.. dei ragazzi che conosco ce ne sono pochi interessanti-.
Lui annuì e dopo alzò le mani dicendo
-Non mi voglio intromettere più di così. Vado ad aiutare tua madre nel sistemare le valigie-.
Successivamente uscì dalla mia camera chiudendo la porta dietro di se.
Dopo alcuni minuti andai a farmi una doccia.
Nel pomeriggio papà decise di andare a fare un girò al Lago di Garda.
Così mentre ero in macchina a sonnecchiare per il sonno, improvvisamente ricevetti un messaggio.
“Mia madre mi ha fatto l’interrogatorio prima :’)”: era di Nash.
A quelle parole mi scappò una risata.
“A me mio padre :) Come va lì?” risposi.
Passammo tutto il pomeriggio a camminare sul lungo lago e poter stare finalmente anche con mio padre era una cosa magnifica.
Verso la sera Nash non mi aveva ancora risposto, ma sapevo bene che la sua vita in America era piena di impegni, così non ci detti troppo caso.
Intorno alle dieci ero letteralmente sfinita ed andai a dormire e sapere che il giorno dopo mi sarei dovuta alzare alle sei e mezza mi fece addormentare ancora più velocemente.
Quando la mattina seguente arrivai a scuola, trovai Nicole all’ingresso che mi stava aspettando.
-Buon giorno Gre- disse salutandomi.
-Ciao Nicole- le risposi sorridendole.
Entrammo nell’istituto e salimmo nella nostra classe.
Durante le lezioni mi vennero in mente le parole di Federica riguardanti Jack G, così decisi che il pomeriggio sarei andata da lui per parlare.
La mattinata passò veloce e appena tornai a casa mangiai con mia madre e mio padre.
-Oggi vado da Federica- mentii quando sparecchiai il mio piatto.
-Va bene tesoro, io andrò a fare la spesa rispose mia madre.
-Perfetto, così potrò concentrarmi sul lavoro nel frattempo- aggiunse mio padre.
Verso le tre inizia a prepararmi: misi dei jeans, una maglietta a maniche lunghe e raccolsi i capelli in una coda.
Alle tre e mezza uscii di casa per andare da Jack.
Lungo il tragitto controllai più volte il cellulare per vedere se Nash mi avesse risposto, ma non avevo più ricevuto una sua risposta dal pomeriggio scorso e sinceramente ci rimasi un pochino male, perché speravo in una sua risposta o in una sua chiamata, ma in quel momento non potevo permettermi di pensare a lui; dovevo pensare a cosa dire a Jack.
Arrivai davanti alla casa dei Jacks, così andai a bussare alla porta.
In pochi istanti vidi davanti a me una donna sulla sessantina che continuando a guardarmi mi chiese con un sorriso enorme
-Sei un’amica del mio Johnny?-.
-Come scusi?- domandai confusa.
-Zia!- esclamò una voce maschile dietro la donna.
Improvvisamente vidi apparire accanto a lei Jack J.
-Oh, ciao Greta!- disse stupito guardandomi.
-E’ una tua amica?- continuò la signora pizzicando la guancia destra di Jack.
-Sì- rispose Jack.
Quando lo guardai vidi che indossava solo i suoi boxer, così arrossii.
-Ti sembra questo il modo di presentarti? Mentre tu vai a metterti qualcosa addosso, io farò entrare la tua amica- disse la donna scrutando Jack.
Dopo si voltò verso di me sorridente e mi fece entrare in casa.
-Sono Anne, la prozia di Johnny- disse poi presentandosi.
-Io mi chiamo Greta, sono un’amica dei Jacks- le risposi sorridendole.
Subito dopo mi fece accomodare su una poltrona in salotto e mi chiese
-Ho fatto i biscotti, ne vuoi provare qualcuno cara?-
-Oh, certo grazie- le risposi.
-Arrivo subito, quei due vanno pazzi per i miei biscotti ed inoltre mangiano sempre come un esercito- aggiunse Anne mentre si dirigeva in cucina.
Era davvero una signora adorabile; aveva i capelli ricci di un biondo scuro, portati indietro da un cerchietto e due piccoli occhietti color azzurro ghiaccio.
Era poco più bassa di me ed era l’esatta copia di una deliziosa prozia.
Subito dopo scese dalle scale Jack J che venne verso di me sedendosi sul divano.
Aveva una felpa nera larga ed una tuta e con aria stranita mi chiese
-Come mai da queste parti?-.
Io non sapevo bene cosa rispondere, così domandai subito senza indugi
-C’è Jack?-.
Lui si passò una mano tra i capelli e rispose
-No, è uscito una decina di minuti fa-
-Oh, allora ripasserò più tardi-
-No aspetta, vorrei anche io parlare con te-
-A che proposito?-
-Jack- rispose lui guardandomi dritto negli occhi.
Vidi che lo sguardo di Jack era serio, così mi feci seria anche io.
Subito dopo arrivò Anne con un vassoio pieno di biscotti al cioccolato e due bicchieri di latte.
-Sono ancora caldi. Parlate pure, io sarò di fuori a stendere- ci disse sorridendo.
-Okay, perché vuoi parlare con Jack?- mi chiese subito Jack J.
Io presi un biscotto e lo morsi.
-Volevo chiedergli una cosa riguardo all’uscita dell’altra volta- risposi senza distogliere lo sguardo da Jack J.
Lui prese alcuni biscotti ed iniziò a mangiarli.
-Perché vuoi parlargli di quella serata?- chiese lui.
-Perché mi è sembrato strano-
-Bhe, tu sei venuta con Nash..- rispose poi lui guardando i biscotti tra le sue mani.
-Jack, io e Nash stiamo insieme- gli dissi fissandolo.
-Questo lo so, soprattutto Jack- replicò bevendo un sorso di latte dal bicchiere.
Sbuffai e dopo posai i biscotti sul tavolo e gli dissi avvicinandomi di più a lui
-Jack, con Gilinsky non c’erano più problemi mi sembrava. Io sono stata sincera con lui e poi mi sembra che si fosse divertito con Federica quella sera. A proposito di Federica, perché non gli proponi a Jack di uscirci una volta intanto che siete ancora qua in Italia?-.
-Oh.. sì, potrei proporglielo..- rispose lui abbassando lo sguardo.
-E mi sembra che ti sia divertito anche tu con Nicole, o sbaglio?- gli domandai maliziosamente.
Lui arrossì ed annuì.
-Quella ragazza è del tutto pazza!- esclamò dopo lui sorridendo.
Io iniziai a ridere.
-Ma in senso positivo ovviamente!- aggiunse lui continuando a mangiare i suoi biscotti.
Tutti e due dopo scoppiammo  in una sonora risata finché non sentimmo sbattere la porta d’ingresso.
Davanti a noi comparve Jack G.
-C..ciao- balbettò guardandomi incredulo della mia presenza.
Vidi i suoi occhi neri spalancarsi ed iniziare a fissarmi.
Vidi Jack J alzarsi ed andare in cucina.
-Jack, vorrei parlarti- gli dissi alzandomi andando verso di lui.
Lui annuì fissando il pavimento e dopo mi fece segno di salire di  sopra.
Io lo seguii mentre salivo le scale dietro di lui.
Mi portò nella stanza di lui e Jack.
-Siediti pure- disse dopo mentre si toglieva le scarpe.
Io restai in piedi accanto alla porta.
Lui notò la cosa e fece spallucce.
-Jack ti comporti strano con me..- dissi io incrociando le braccia guardandolo.
-Davvero?-
-Sì! Da quando siamo usciti quella sera, tu-
-E lascia perdere quella sera!- gridò voltandosi verso di me.
Vidi la sua mascella irrigidirsi e le vene del suo collo pulsare.
Io indietreggiai di alcuni passi e vidi apparire accanto a me Jack J.
-Cosa sta succedendo?- chiese guardando me e Jack.
-Niente, stiamo solo parlando- rispose Jack G sedendosi sul suo letto.
Jack J annuì vagamente lanciandomi un’occhiata e dopo uscì dalla stanza lasciandoci da soli.
Io mi avvicinai a Jack G e mi sedetti accanto a lui.
-Mi dici che cos’hai?- gli chiesi con un filo di voce guardandolo.
Lui iniziò a guardarsi attorno cercando di non incrociare il mio sguardo.
-Se è per Nash..- iniziai io continuando a guardarlo.
-Non è per Grier- mi interruppe lui voltandosi verso di me.
Aggrottai la fronte e dopo Jack iniziò a parlare.
-So che tu e Nash state insieme e lo accetto, ma non riesco ad accettare il fatto che tu abbia portato quella ragazza, Federica, solo per farti stare apposto con la tua coscienza- disse quasi con riluttanza.
-Ma io non l’ho fatto per la mia coscienza Jack, io l’ho fatto per te e per lei- gli risposi guardandolo.
-Lei ti adora Jack, non fa altro che parlare di te, sei il suo idolo- continuai io.
-E’ questo il punto: io voglio una ragazza, non una fan- rispose lui attonito.
Poi si alzò ed iniziò a camminare avanti ed indietro per la stanza.
-Hai passato solo poche ore con lei, prova ad uscirci Jack!- lo pregai.
Non potevo permettere che lui non desse nemmeno  un’opportunità a Federica.
Quella ragazza si meritava una chance.
-Okay e cosa dovrei fare secondo te?- mi chiese poi girandosi verso di me con le braccia incrociate.
-Dalle una possibilità, prova ad uscirci un pomeriggio- gli risposi io implorandolo con lo sguardo.
Lui mi continuò a guardare e dopo annuì.

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Capitolo 28
*** Advice ***


ADVICE:



Quando il giorno dopo tornai da casa ero distrutta.
Andai a distendermi sul letto in camera mia e cercai di rilassarmi.
Nash non mi aveva ancora risposto al messaggio dell’altro giorno e nemmeno alle chiamate che gli avevo fatto.
La cosa mi intristì.
Nash mi mancava così tanto e il fatto che non mi rispondesse rendeva tutto ancora peggiore.
Ad un certo punto vidi mia mamma sulla soglia della porta chiamarmi.
-Greta, c’è una visita per te!- esclamò sorridendomi.
Io non sapevo chi potesse essere, così mi guardai velocemente allo specchio ed ero un disastro: i miei capelli erano completamente spettinati, così li legai in uno chignon come potevo, indossava una tuta ed una maglietta larga a mezzemaniche.
Quando andai verso la porta mi fermai.
Era Jack Gilinsky che stava parlando amabilmente con mia madre.
-Jack!- esclamai io avanzando verso di loro.
-Ciao Gre!- rispose lui facendo un enorme sorriso che sembrava far dimenticare la discussione del giorno precedente.
-Chi è questo bel ragazzo?- chiese mia mamma guardandoci.
Io arrossi e poi li presentai.
-Mamma, Jack. Jack, mamma-.
Ero letteralmente imbarazzata, ma mia mamma sembrò non capirlo perché disse
-Jack, prego accomodati!-
-Grazie signora, ma veramente dovevo solo scambiare due parole con sua figlia- rispose lui poi puntando il suo sguardo su di me facendosi serio.
Mia mamma annuì e ci lasciò da soli salutandolo.
Io dissi a Jack di seguirmi e ci dirigemmo in camera mia dove potevamo parlare tranquillamente.
Dissi a Jack di sedersi e lui si posò sulla sedia della mia scrivania, mentre io mi sedette con le gambe incrociate sul bordo del letto dopo aver chiuso la porta.
-Cosa succede?- gli domandai guardandolo incuriosita.
Ci doveva essere un motivo se Jack era venuto fino a casa mia senza nemmeno preavviso.
Alla mia domanda lui si fece rigido e si innervosì parecchio.
-Io.. ho chiesto a Federica.. di uscire- rispose poi balbettando.
-COSA?!- urlai io con un sorriso sul viso.
La porta della mia stanza si aprì improvvisamente e vidi mio padre sulla soglia.
Jack si alzò di scatto e disse
-Buon giorno signore!-.
Mio padre si lanciò un sorriso amichevole.
-Ciao, tu sei?-
-Jack. Jack Gilinsky- rispose poi lui continuando a tenere lo sguardo fisso su mio padre.
-Bene, non volevo interrompervi, ma questa la teniamo aperta magari. Buon pomeriggio!- concluse mio papà indicando la porta sorridendoci.
Io alzai gli occhi al cielo e lo pregai di andarsene con lo sguardo.
Lui afferrò il concetto e ci lasciò da soli.
Dissi a Jack di parlare a bassa voce e gli chiesi di spiegarmi la sua risposta riguardo a Fede.
Lui si schiarì la voce e poi continuò
-Sì, insomma.. dopo la discussione di ieri, ho deciso di provare ad uscire con lei per vedere se riuscivo a capire il suo vero carattere; insomma per vedere se avevi ragione te-.
Sul mio volto si dipinse un enorme sorriso.
-E non te ne pentirai Jack!- esclamai io alzandomi e dandogli un leggero pugno sulla spalla come segno di incoraggiamento.
Lui sorrise ed abbassò lo sguardo arrossendo.
-Però mi devi aiutare!- disse quasi pregandomi poi alzandosi dalla sedia.
La sua figura torreggiava su di me e le dita della sua mano tenevano strette il mio polso destro.
Io lo guardai e poi annuii leggermente.
-Okay, allora cosa le piace? Insomma cosa dovrei fare? Come mi dovrei vestire?- iniziò a domandare a raffica senza fare nemmeno una pausa.
Io cercai di calmarlo e non potetti fare a meno che ridere.
Anche se Jack non lo voleva ammettere, Federica iniziava ad avere un certo effetto su di lui.
-Per prima cosa, quando uscite?- gli chiesi io totalmente presa dalla curiosità.
-Sabato pomeriggio- rispose lui poi sedendosi accanto a me.
-Cosa le piace?- mi chiese poi lui.
-Shopping- gli risposi abbozzando un sorriso.
-Potremmo andare ad un certo commerciale, cosa ne dici?- mi chiese lui cercando conferma nei miei occhi.
Io annuii e lui sospirò.
-Okay, dopo le chiederò se le va bene- disse lui guardandosi attorno.
Io annuii dandogli un sorriso d’incoraggiamento.
Lui si avvicinò di più a me e sussurrò
-Scusami per ieri. Non volevo alzare la voce in quel modo-.
Io cercai di incrociare il suo sguardo che aveva l’aria colpevole.
-E’ tutto okay Jack, ormai è passato- gli risposi appoggiandomi alla sua spalla.
Erano ormai le quattro e mezza e accorgendosene, Jack si alzò di scatto e disse
-Devo andare da Jack ora. Ci sentiamo per sabato, okay?-
-Va bene- risposi poi accompagnandolo alla porta.
Mia mamma si precipitò da noi e chiese
-Te ne vai di già?-.
Lui le sorrise e rispose
-Sì, purtroppo devo rientrare. Alla prossima volta signora- disse guardando mia madre.
-Ciao Greta- disse infine rivolgendosi a me.
Noi lo salutammo e lui uscì dalla porta salendo sulla sua macchina parcheggiata nel vialetto.
-Ora tu mi devi spiegare però- disse mia mamma con  una risata beffarda.
-Cosa c’è da spiegare? È solo un mio amico- risposi imbarazzata.
Poi arrivò mio papà.
-Chi era quel ragazzo?- domandò scrutandomi.
-Solo un mio amico!- replicai alzando un po’ di più il tono di voce.
Loro si scambiarono uno sguardo veloce e poi mi padre continuò il suo interrogatorio.
-Com’è che non l’ho mai sentito nominare?-
-Perché quando mai io ti dico i nomi dei miei amici?- risposi aggrottando le sopracciglia.
Stava per rispondermi altro quando alzai le mani e dissi
-Io vado in camera mia!-.
Se facevano così tante storie per Jack solamente perché era venuto a casa mia per parlare, figuriamoci come avrebbero reagito se gli avessi anche solo accennato di Nash.
Verso la sera mi chiamò Federica al telefono.
-Pronto?- dissi rispondendo alla chiamata.
-GRE!!!- urlò lei dall’altra parte del telefono.
La sentii gridare, così dovetti staccare di qualche centimetro il cellulare dall’orecchia.
-Fede?- le domandai io pregandola che non urlasse ancora.
-Indovina?!- esclamò lei.
-Mmh.. non so, dimmi-
-Jack! Jack Gilinsky mi ha chiesto di uscire sabato pomeriggio!- rispose lei entusiasta.
-Benissimo Fede! Sono contentissima per te!- le risposi cercando di non farle capire che già sapevo tutto.
-Non so come vestirmi Gre!- disse poi ad un certo punto.
-Sei sempre stupenda Fede, vestiti normale!- le risposi cercando di farla calmare.
La sentii sospirare.
Sapevo che quella situazione le creava agitazione, ma era proprio quello che speravo non avesse quando sarebbe uscita con Jack; non volevo che si comportasse da fan, così cercai di farglielo capire.
-Fede, l’importante è che tu sia te stessa-
-Lo so, ma insomma.. uscirò con Jack Gilinsky!-
-Proprio per questo, comportati normalmente! Non trattarlo da persona famosa-
-Okay, ma io non mi comporto da fan!-
-Federica.. quando eravamo usciti la scorsa volta eri attaccata come un’ameba sul suo braccio continuando a ripetere il suo nome e quanto fosse perfetto..- le ricordai.
-Oh..- disse con un filo di voce.
-Comportati con naturalezza, altrimenti non capirà mai com’è il tuo carattere- aggiunsi io cercando di farle capire il mio consiglio.
-Okay, cercherò di essere me stessa il più possibile allora- concluse lei.
Fui sollevata alle sue parole; credevo che ormai aveva capito cosa intendessi dirle.
Improvvisamente entrò mia mamma dicendomi che la cena era pronta, così salutai Federica.
Dopo cena andai in salotto e mi stesi sul divano accedendo la tv.
Non c’erano programmi interessanti, così lasciai su MTV.
Ad un certo punto senti il cellulare vibrare: era un messaggio di Nash.
“Scusami, ma non sono ancora riuscito ad abituarmi alla routine qua in America :)”.
Decisi di chiamarlo.
Il cellulare continuava a squillare, ma lui non rispondeva.
Dopo alcuni istanti ricevetti un altro suo messaggio.
“Sto andando ad un meet & greet, non posso rispondere al telefono baby girl :( “ diceva.
Non sapevo bene come prendere le sue parole; non mi aveva scritto per alcuni giorni, poi doveva andare ad un meet & greet e la cosa più strana era che non aveva nemmeno il tempo per parlare.
Io avevo bisogno di sentirlo di nuovo, di sentire quella voce calda e profonda.
“Quando possiamo sentirci?” gli chiesi in un messaggio.
“Ti chiamo io domani quando da te è pomeriggio :*” rispose dopo alcuni minuti.
Io bloccai il telefono e continuai  a guardare la tv.
Verso le undici andai in camera mia e mi misi il pigiama.
Dopodiché andai a dormire.

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Capitolo 29
*** Be yourself ***


BE YOURSELF:



Il weekend arrivò velocemente e di questo ne ero completamente grata.
Il sabato mattina mi svegliai con il rumore della suoneria del mio cellulare.
Guardai lo schermo e vidi che erano le sette e mezza del mattino.
Era Federica.
Sbattei le palpebre più volte e schiarendomi la voce risposi.
-Pronto?-
-Buon giorno!- esclamò lei quasi urlando.
La mia mente era ancora tra le braccia di Morfeo, così Federica provò a richiamare la mia attenzione.
-Gre?!-.
-Sì scusami, è che è ancora presto..- mi giustificai sbadigliando.
-Perdonami, so che ora come ora vorrai uccidermi, ma oggi pomeriggio uscirò con Jack- rispose lei con un filo di voce.
Anche se non potevo vederla, sapevo che le sue guance stavano prendendo un colore rosastro.
-Fede, devi stare tranquilla. Perché diavolo sei già in piedi a quest’ora?-
-Veramente sono sveglia da circa le sei e un quarto..-
-Come?!- esclamai incredula.
-Non sono riuscita a dormire stanotte Gre.. ero troppo agitata- ammise poi.
Riuscivo a sentire la sua voce tremare e capii che era davvero agitata.
-Sarò da te verso le otto..- dissi infine sospirando.
-Grazie Gre! Sei una vera amica!- rispose lei euforica.
Successivamente spensi la chiamata e mi ributtai sul letto.
Mi passai le mani sul viso e mi auto convinsi ad alzarmi dal letto.
Andai in bagno a darmi  una rinfrescata e dopo mi vestii: misi una tuta grigia ed una maglietta a maniche corte con le Vans rosse. Raccolsi i capelli in una coda e uscii dalla mia camera.
Vidi che i miei stavano ancora dormendo, così decisi di non svegliarli uscendo di cassa il più silenziosamente possibile.
Quando arrivai a casa di Federica verso le otto lei uscì in strada prendendomi il braccio e trascinandomi  letteralmente dentro casa sua.
Poi andammo in camera e mi sedetti sul suo letto.
-Ma i tuoi dove sono?- chiesi poi ancora un po’ assonnata notando che non c’era anima viva oltre a lei nella casa.
Iniziò a sistemare alcuni vestiti e poi rispose
-Sono andati a far visita ad una nostra zia in Piemonte-.
Io annuii e dopo mi guardai attorno: c’erano vestiti sparsi da per tutto ed ironizzai
-Sembra che sia scoppiata una bomba qua dentro-.
Lei si spostò i ricci capelli dalla fronte e rispose
-Mi devi aiutare a trovare dei vestiti da indossare oggi-.
-Federica, metti quello che ti piace di più!- esclamai cercando di sdrammatizzare la cosa.
Lei scosse la testa e prendendomi i polsi mi aiutò ad alzare portandomi davanti al suo enorme guardaroba.
-Aiutami- sospirò con un filo di voce poi.
La guardai negli occhi e vidi che voleva davvero il mio aiuto, così l’accontentai.
Iniziai a spostare abiti, vestiti, magliette e pantaloni.
Poi vidi un top a quadri rossi e blu scuro e lo tirai fuori guardandolo meglio.
Lo posai su Federica e lo misi sul letto annuendo.
Rovistai tra i suoi cassetti e trovai un paio di short di jeans niente male che si abbinavano perfettamente con il top.
Lei mi guardo con fare curioso lasciandomi fare.
Mi guardai attorno e le misi accanto delle All Star nere che si abbinavano perfettamente al completo.
Federica si avvicinò poi ai vestiti prendendoli tra le mani.
-Non mi ricordavo nemmeno più di avere questo top- disse sorridendomi.
-Ed invece è un peccato perché è davvero carino- le risposi mentre continuava a guardare l’abbinamento che avevo scelto per l’uscita.
Dopo che l’accontentai riguardo ai vestiti parlammo per un po’.
Verso le undici mi chiese
-Puoi stare qui da me fino a ché non arriva Jack?-.
Io la guardai perplessa.
-A che ora arriva?- le domandai.
-Verso le tre e mezza-
-Allora starò qui fino alle tre- conclusi io.
Lei annuì e poi chiamai mia mamma avvisandola che sarei rimasta a pranzare da Federica.
Verso mezzo giorno preparammo la pasta che poi avremmo mangiato.
Anche mente cucinava, notai le mani di Federica continuare a tremare per l’ansia.
Quando finimmo di mangiare a mettemmo tutto apposto le dissi
-Sembri più in ansia che emozionata per l’uscita con Jack-.
Lei abbassò lo sguardo timidamente.
Quella ragazza era un insieme di emozioni in quell’instante e non potetti non abbracciarla stringendola forte a me.
-Per te è diverso..- disse poi quando ci sedemmo l’una accanto all’altra sul dondolo in veranda.
-Nash ti ama e tu ami lui..- aggiunse mentre il vento le scompigliava i ricci capelli portandoli sul suo viso.
Non sapevo come prendere quelle parole.
Io amavo Nash e questo era innegabile, ma non ero sicura di quello che lui provava per me al cento per cento.
Ci teneva  a me e gli piacevo, ma dal piacergli ad amarmi.. erano due cose molto diverse.
Ed inoltre non mi aveva più richiamata quel pomeriggio e la cosa iniziava ad infastidirmi un po’.
Mentre stavo ragionando su questi due termini, Federica mi diede una piccola pacca sulla spalla cercando di attirare la mia attenzione sul suo discorso.
-Io Jack lo adoro, ma devo sapere che io potrei in qualche modo.. piacergli- continuò poi abbassando lo sguardo.
Io le presi il mento con le dita e le risposi
-Fede, credimi.. andrà tutto bene. Devi solo essere te stessa-.
Lei sembrò apprezzare le mie parole d’incoraggiamento dal momento che si alzò e mi abbracciò quasi facendomi mancare il respiro.
Subito dopo ci accorgemmo che erano già le due e mezza e ci precipitammo in camera sua.
Lei si vestì e dopo mi chiese
-Come diavolo  faccio i capelli?!-.
Io cercai di calmarla e le feci uno chignon, subito dopo lei andò in bagno per truccarsi mentre io restai sul suo letto ad aspettare che uscisse.
Guardai il cellulare e vidi che non c’era nessun messaggio o chiamata da parte di Nash e ne rimasi delusa, ma dopo alcuni minuti vidi davanti a me duo grandi occhi marroni che mi fissavano.
-Come sto?- chiese Federica girando su se stessa.
-Sei bellissima!- le risposi.
Erano le tre passate e ormai dovevo ritornare a casa.
Quando mi assicurai che si era tranquillizzata le augurai buona fortuna ed uscii da casa sua.
Mentre tornavo a casa, pregai solamente che Federica si ricordasse delle mie precedenti parole e dei miei consigli.
Quando finalmente arrivai a casa trovai mia madre in salotto.
-Ciao tesoro!- esclamò lei salutandomi.
-Ciao mamma- le risposi io sorridendole andando verso di lei.
Improvvisamente sbucò mio papà dalla porta dell’ufficio.
Venne verso di me e mi diede un leggero bacio sulla fronte stringendomi tra le sue braccia affettuosamente.
-Greta, domani pomeriggio dovrò ripartire per lavoro- disse tutto d’un fiato.
-Oh..- risposi con un filo di voce abbassando lo sguardo.
Lui mi prese il mento tra le sue dita costringendomi a guardarlo negli occhi,
-Tesoro, starò via per un mesetto o due. Ti prometto che ci vedremo sicuramente per Natale- mi confortò con un leggero sorriso che comparve sul suo volto.
Io poi annuii lentamente cercando di prendere al meglio le sue parole.
-Perciò stasera si mangerà la pizza!- esclamò mia mamma alzandosi dal divano per sdrammatizzare la situazione.
Noi ridemmo ed annuimmo.
Verso le quattro continuai a guardare il cellulare, ma non c’era ancora nessuna notifica da parte di Nash.
Aspettai cinque minuti e poi decisi di chiamarlo.
Misi il cellulare attaccato all’orecchio ed attesi che rispondesse.
Passarono alcuni istanti, ma di Nash non c’era nessun segnale.
Ero abbastanza infastidita per il suo comportamento nei miei confronti, poiché sembrava che si stesse dimenticando di me.
Decisi poi di scacciare dalla mente quei pensieri cercando di rivolgerli a Jack e Federica.
Mi domandai come stesse andando l’uscita e a come si stesse comportando Fede.
Subito dopo decisi di rendere il pomeriggio produttivo, così mi portai avanti con i compiti.
Verso le sei e mezza, quando finii matematica, geografia e psicologia, chiusi tutti i libri e quaderni e li riposi sugli scaffali della libreria in camera mia.
Sentii mia madre chiamarmi.
-Dimmi!- esclamai io dirigendomi in cucina.
-Come la vuoi la pizza?- mi chiese lei al telefono.
-Margherita per  me va bene- le risposi io.
Quando tornai in camera mia sentii il telefono vibrare e quando andai a rispondere vidi che era Nash che mi stava chiamando su FaceTime.
Chiusi la porta della camera e risposi.
Vidi apparire due occhi color ghiaccio ed un enorme sorriso sullo schermo.
Io sorrisi ed annuii timidamente.
-Baby girl!- esclamò lui sistemando meglio lo schermo del telefono.
Vidi che c’erano un mucchio di persone attorno a lui che parlavano, correvano e camminavano.
-Dove sei?- gli chiesi io rimanendo incatenata al suo sguardo magnetico.
-Sono ad un convegno- rispose poi girandosi.
-Oh.. bhe, come stai?- gli domandai io cercando di non pensare al fatto che dopo avrebbe avuto centinaia di ragazze che gli avrebbero fatto domande di ogni tipo.
-Benissimo, tu?-
-Bene..- risposi poi guardando la mia stanza.
Vidi il suo sguardo vagare oltre lo schermo e poi fissandomi dritto negli occhi sussurrò
-Mi manchi Gre..-.
Aggrottò le sopracciglia e i suoi occhi sembrarono sinceri alle sue parole.
Io abbassai lo sguardo e mi morsi il labbro inferiore.
-Anche tu- risposi io con un filo di voce.
-Da quando ho provato la pizza in Italia, quella schifezza che fanno gommosa in America non riesco nemmeno più a mangiarla- ironizzò poi scoppiando a ridere.
Io mi unii a lui.
Dopo alcuni secondi sentii una voce chiamarlo.
-Nash, dobbiamo andare staccati da quel maledetto telefono!- esclamò una voce.
Vidi Nash alzare gli occhi al cielo e bofonchiare qualcosa e improvvisamente vidi Hayes accanto a lui.
-Ciao Gre!- esclamò sorridendomi.
-Hey Hayes!- risposi io salutandolo.
Dopo che parlammo per alcuni minuti li dovetti salutare.
-Baby girl, noi dobbiamo andare..- iniziò a dire passandosi una mano tra i capelli mentre diceva ad Hayes di andare avanti.
-Oh.. ci sentiamo quando puoi allora- gli dissi abbozzando un sorriso.
-Certo! Ci sentiamo, ciao baby girl-
-Ciao Nash- gli risposi io prima che lui spegnesse la videochiamata.
Quando lo schermo mi ritornò sulla home la bocca si inclinò di lato.
Ero contenta di aver rivisto Nash anche se solo per pochi minuti.
Mi mancava sentire la sua voce.
Mi mancava vedere i suoi bellissimi occhi e il suo meraviglioso sorriso.
Mi mancava lui.
Mentre pensavo ancora alla chiamata  mia mamma mi chiamò per dirmi che era arrivata la pizza e che dovevamo cenare, così mi precipitai in cucina.
Quando finii di mangiare sentii bussare alla porta, così andai a vedere chi fosse.
Quando l’aprii mi trovai davanti Jack Gilinsky.
-Jack?- chiesi confusa.
Lui aveva un enorme sorriso stampato in faccia e mi domandò
-Hai un minuto?-.
Io annuii ed urlai
-Mamma, è Jack arrivo subito!-.
Poi uscii e chiusi la porta dietro di me.
-Come è andata l’uscita oggi?- gli domandai incuriosita.
Lui abbassò lo sguardo ed arrossì sorridendo.
Capii che ci sarebbe voluto più di un semplice minuto, così ci sedemmo sul marciapiede fuori da casa mia.
-Racconta- lo incitai.
-Allora- iniziò lui –Sono andato alle tre e mezza da lei ed era uno schianto, veramente! Siamo andati al centro commerciale ed all’inizio vedevo che era davvero timida, cioè non parlava quasi mai ed io facevo di tutto per farla parlare. Dopo un po’ le chiesi che cosa avesse e lei mi disse che non voleva sembrare oppressiva e fare la “fan”, così le dissi di essere semplicemente se stessa- rispose poi sospirando guardando di fronte  se la fioca luce dei lampioni.
-E?- gli chiesi curiosa.
-E grazie al cielo! Ha una personalità davvero meravigliosa e interessante!- esclamò lui quasi compiaciuto.
Io risi e gli tirai una leggera gomitata.
-Quindi è andata bene?- ironizzai sapendo già la risposta.
-Più che bene io direi- rispose mostrando il suo bellissimo sorriso che gli illuminava il volto valorizzato ancor di più dall’oscurità della sera.
Non potevo crederci a quelle parole e mi immaginai l’espressione di Federica.
-Sono davvero felice Jack!- esclamai io guardandolo.
Improvvisamente vidi la porta di casa aprirsi ed uscì mio papà.
-Se volete parlare entrare pure, non è sicuro stare fuori a quest’ora sul marciapiede!- esclamò cercando di farsi sentire.
Jack si alzò aiutandomi poi ad alzarmi a mia volta.
-Non c’è bisogno signore, me ne vado ora- gli rispose Jack salutandolo con la mano.
Mio padre annuì e rientrò in casa.
-Sarà meglio che vada ora- disse poi Jack guardandomi.
Io annuii e poi ci salutammo mentre lui si incamminò lungo la strada.
Io rientrai in casa e sapere che l’uscita tra Jack e Federica era andata alla grande mi riempì di gioia.
 
 Vestiti di Federica.

 Jack.

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Capitolo 30
*** Mistake ***


MISTAKE:



Mi svegliai con la voce di mia mamma che mi chiamava.
-Tesoro, sono le dieci e mezza- disse posando la sua mano sul mio viso dolcemente cercando di capire se l’avessi sentita.
Io annuii alzando le coperte sul mio viso.
Dopo alcuni minuti sbattei le palpebre più volte ed aprii gli occhi.
Quella domenica faceva particolarmente freddo per essere ad ottobre.
Mi alzai mi diressi in cucina dove vidi mia madre mentre stava preparandomi la colazione.
-Buon giorno Greta!- esclamò sorridendomi.
-Buon giorno mamma- le risposi andandomi a sedere al tavolo.
Dopo alcuni istanti mia madre mise la colazione su un piatto che mi mise davanti a me.
Erano delle frittelle.
A quella visione non potette non venirmi in mente Nash e a quando aveva cucinato per noi la colazione.
-Spero ti piacciano tesoro- aggiunse lei andando poi in salotto.
La domenica era sempre un giorno abbastanza bello della settimana, ma non quella domenica in particolare: quel pomeriggio sarebbe partito mio padre di nuovo ed io non l’avrei rivisto per altri due mesi.
Quando finii le deliziose frittelle misi il piatto nel lavandino e mentre stavo andando  in camera per cambiarmi, incrociai mio padre per il corridoio.
Lui mi salutò abbozzando un sorriso e facendomi un cenno con la mano, così io gli corsi incontro e lo strinsi forte a me in un abbraccio.
Lui contraccambiò e mi diede un leggero bacio sulla fronte prima di lasciarmi andare delicatamente.
Io gli feci un sorriso poco convinto  ed andai in camera.
Sentii il mio cellulare vibrare e vidi sullo schermo il nome di Eleonora.
-Pronto?- risposi.
-Gre..- disse lei con un filo di voce.
-Ele tutto bene?- le domandai io preoccupata.
Non sentii alcuna risposta.
-Eleonora?!- ripresi io con un tono di voce più alto.
-Oggi sei libera?- mi chiese lei.
La sentivo singhiozzare.
-Veramente oggi pomeriggio mio padre parte.. se vuoi verso le cinque dovrei essere libera-
-Okay, alle cinque vieni da me- concluse lei.
-Va bene..-
-A dopo Greta-
-Ciao Ele- risposi io.
Ero terribilmente preoccupata e il fatto che volesse vedermi non mi faceva stare un gran ché meglio.
Posai il telefono sul comodino e mi cambiai.
Misi dei jeans stretti e una maglietta da baseball a maniche lunghe.
Erano quasi le tre e mio padre stava caricando le valigie sulla macchina, mente mia madre si assicurava che avesse preso tutto.
Salimmo tutti e tre in macchina per andare in aeroporto.
Il buon umore era qualcosa che in quei giorni stava iniziando ad essermi difficile.
Per tutto il tragitto mio padre non fece altro che parlare e scherzare con mia mamma cercando di coinvolgermi il più possibile, ma senza successo.
Ogni tanto abbozzavo qualche sorriso, ma era sforzato.
Quando arrivammo all’aeroporto mio padre andò subito a prendere il biglietto, mentre mia madre ed io lo aspettavamo sulle sedie vicino ai cancelli.
Era strano essere di nuovo lì.
L’ultima volta ero venuta per salutare Nash ed ora per mio padre.
Non avevo più quella grande ammirazione per gli aeroporti nell’ultimo periodo.
Dopo circa dieci minuti vidi mio padre venire verso di noi con in mano il biglietto aereo.
-L’aereo partirà verso le quattro e mezza- disse sospirando e guardandosi attorno.
-Quindi devo essere lì almeno un’oretta prima, per ciò tra dieci minuti devo andare- aggiunse poi.
Mia madre si alzò dalla sedia e lo baciò dicendogli di stare attento e varie raccomandazioni; pareva fosse più sua madre che sua moglie.
Poi mio padre mi guardò e spalancò le braccia invitandomi ad abbracciarlo.
Io annuii impercettibilmente e alzandomi andai ad abbracciarlo stringendolo il più forte possibile.
-Fai la brava bambina mia ed ubbidisci alla mamma- sussurrò al mio orecchio.
Io annuii strofinando le mie guance sulle sue spalle.
-E se ti serve qualcosa io ci sono, basta che fai una telefonata, va bene?- aggiunse poi dandomi un bacio sulla guancia.
-Va bene- risposi con un filo di voce.
Sentimmo una voce chiamare per il volo di mio padre, così lui ci salutò un’ultima volta per poi dirigersi ai cancelli.
Quando ritornammo in macchina iniziò a piovere e tutto attorno a me mi sembrava grigio; sia l’umore che i colori.
Arrivammo a casa e mia madre uscì dalla macchina dirigendosi dentro casa correndo per non bagnarsi, mentre io me la presi un po’ con calma.
Non mi dava fastidio le gocce d’acqua che mi stavano bagnando i capelli e le spalle, anzi le trovavo rilassanti.
Quando rientrai in casa  vidi che mancavano dieci minuti alle cinque, così avvisai mia mamma che sarei andata da Eleonora.
Subito dopo uscii di casa e mi diressi verso casa sua.
Ogni passo che facevo il cuore continuava a battermi sempre di più: non avevo la minima idea del perché stesse piangendo.
Ormai ero arrivata  a casa sua e quando bussai alla porta, in pochi istanti lei uscì e iniziò ad incamminarsi lungo la strada facendomi cenno di seguirla.
Io camminai dietro di lei e poi disse nascondendo la testa nel cappuccio
-Andiamo al parco-.
Io annuii non capendo bene cosa stesse succedendo, ma mi limitai a seguirla.
Quando arrivammo al solito parco dove a volte ci trovavamo, ci sedemmo su una panchina.
Iniziò ad imbrunire e si alzò un leggero vento, così mi strinsi a me in attesa che lei iniziasse a parlare.
-Ho fatto una cosa..- iniziò  a dire con un leggero filo di voce.
Io mi sporsi in avanti cercando di scorgere il suo viso e vidi il suo sguardo spento.
-L’altra sera.. c’era una festa che aveva organizzato Marco, un mio compagno di classe- continuò deglutendo.
-Sì?- la incalzai io cercando di capire dove volesse arrivare.
-Ho bevuto un po’..- proseguì mordendosi il labbro inferiore.
-E l’hai baciato?- chiesi io cercando di comprendere il problema.
-Veramente, siamo andati un po’ oltre il bacio- rispose lei con voce rotta.
A quelle parole sgranai gli occhi.
Lei poi si girò lentamente verso di me per vedere la mia reazione.
Rimasi a bocca aperta cercando ancora di interpretare le sue parole.
-E mi sento letteralmente una merda!- esclamò poi con gli occhi lucidi guardandomi.
Non riuscivo ancora a credere alle sue parole, lei era una delle ragazze più tranquille che conoscessi, aveva sempre il controllo della situazione e sapeva responsabilizzarsi.
-Non so cosa fare con Cam..- aggiunse lei.
Vidi una lacrima scendergli dall’occhio rigandogli la guancia destra.
-Bhe.. – sospirai io.
-Non credo sia giusto che gli nasconda questo, non se lo merita- disse guardando il cielo farsi sempre più scuro.
-Hai ragione- mi limitai a dire.
Non sapevo ancora cosa dirle, non sapevo come avrebbe preso la cosa Cam.
-Ma non so come dirglielo Gre!- esclamò girandosi verso di me.
-Non posso dirglielo così in un messaggio o al telefono o robe di questo genere- aggiunse passandosi le mani tra i capelli.
-Ma non posso nemmeno andare da lui in America per dirglielo..- pensò poi.
-Forse la cosa migliore è chiamarlo e dirglielo- concluse infine convincendosi.
-Spiegagli la situazione. Eri praticamente ubriaca Eleonora e non lo avresti mai tradito o altro altrimenti- dissi io cercando di aiutarla.
Lei sembrò rassegnarsi che la chiamata era l’unica scelta possibile.
-Stasera lo chiamerò e gli spiegherò tutto..- disse lei sospirando.
Poi mi lanciò un’occhiata e mi abbracciò stringendomi forte.
Sentivo il suo cuore battere velocemente e il suo respiro farsi pesante.
Io cercai di confortarla come meglio potevo, ma la verità era che non sapevo come davvero avrebbe reagito Cam a questa cosa.
Sperai solamente che avrebbe capito che si era trattato solo di uno sbaglio e che Eleonora ci teneva davvero a lui.
Restammo a parlare ancora per una mezzora per poi tornare a casa.
L’autunno iniziava a farsi sentire e a dire il vero non mi dispiaceva troppo.
Quando arrivai a casa restai tutta la sera a pensare a come avrebbe reagito Cam.

 

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Capitolo 31
*** Bad feelings ***


BAD FEELINGS:




Erano passati alcuni giorni dall’ultima volta che sentii Eleonora quella domenica pomeriggio.
La mattina appena arrivai a scuola vidi Nicole che si stava incamminando per entrare nell’istituto.
-Nichi!- le urlai cercando di farmi sentire.
Lei si girò di scatto e si fermò aspettandomi.
-Ho saputo dell’uscita di Jack e Federica- mi disse compiaciuta ridendo.
Io annui sorridendole.
Quando salimmo in classe entrò una bidella che ci annunciò che la professoressa di chimica era assente e che avremmo avuto un’ora di supplenza.
-Fantastico, dirci che mancava così dormivo un’ora in più no eh?!- si lamentò Nicole alzando gli occhi al cielo sbuffando.
-Dio mio l’organizzazione qua dentro è venuta  a mancare trent’anni fa..- continuò mettendo il broncio.
Io la guardai e non potetti fare a meno che ridere.
-Hai ragione Nichi- le risposi dandole ragione.
All’intervallo ero in classe a ripassare inglese dato che dopo avrei avuto l’interrogazione su un’infinità di brani, ma ad un certo punto mi squillò il cellulare.
Quando guardia lo schermo vidi che era Nash e la cosa mi insospettii poiché sapevo che in America a quell’ora era notte già da un pezzo.
Mi alzai ed andai a rispondere in un angolo isolato della classe.
-Pronto?- risposi con un filo di voce.
-Greta, sono Nash- disse lui con voce seria.
-Dimmi, è successo qualcosa?- domandai stranita.
-Cam mi ha detto di Eleonora- rispose con voce rotta.
Ci fu un momento di silenzio: tutti e due avevamo capito  che l’argomento era abbastanza serio.
-Oh..- sospirai abbassando lo sguardo.
-Cosa diavolo è successo? Cam è furioso e sta male!- rispose; riuscivo a sentire la rabbia nelle sue parole.
-Nash, non lo so io non c’ero alla festa. Mi ha raccontato Eleonora cosa è successo-
-Perché ha fatto una cosa del genere a Cam?-
-Era praticamente ubriaca Nash! Non l’avrebbe mai tradito, lei è letteralmente innamorata di lui-
-Se ami una persona non la tradisci-.
A quelle parole non sapevo bene come rispondere.
-Era ubriaca! Non sapeva cosa stava facendo- ripresi io.
-Tu non puoi capire come diamine si sta sentendo Cameron! Sta male da quando lei lo ha chiamato- rispose alzando quasi la voce.
Vedere il modo in cui li preoccupava per Cam era una cosa davvero bella anche se la situazione non lo era.
Stavo per rispondergli, ma suonò la campanella.
-Nash, ho lezione ora.. ci sentiamo dopo, okay?-
-Sono tipo le tre di notte, ti chiamerò quando da te sarà sera-
-Va bene.. ciao Nash-
-Ciao baby girl- concluse lui abbassando la voce.
Quando la scuola finii mi precipitai subito a casa.
Fortunatamente l’interrogazione era sufficiente, ma era stata un disastro rispetto alla mia media.
Appena aprii la porta mangia velocemente e poi mi precipitai in camera.
Presi il telefono e chiamai immediatamente Eleonora.
Lei non rispose, così provai a chiamarla finché non avrebbe risposto.
Il cellulare continuava a squillare, ma del suono della sua voce non c’era traccia.
Guardai l’orologio, erano quasi le due.
Mi sistemai un po’ i capelli che erano u disastro, cambiai la maglietta e poi uscii di casa.
Mentre mi stavo dirigendo verso casa sua pensai a come l’avesse presa male Cam; ci pensai molto a quello che aveva fatto e ovviamente è stata una cosa sbagliata, ma lei ci teneva davvero tanto a  Cameron e non l’ha fatto di proposito.
Mentre stavo immergendomi sempre di più nei miei pensieri, arrivai davanti a casa sua e bussai alla porta.
Mi aprì sua madre.
-Buon pomeriggio Elena, c’è Eleonora?- le domandai cercando di sorridere.
-Certo Greta, entra pure, è in camera sua- rispose facendomi entrare indicandomi le scale.
Io la salutai e dopo salii le scale.
Entrai in camera, ma non vidi nessuno.
Iniziai a chiamarla, ma non ricevetti nessuna risposta; stavo iniziando a preoccuparmi seriamente.
Provai a cercarla per tutta la camera, anche sotto il letto fino a quando non sentii
-Mi devo iniziare a preoccupare?-.
Alzai la testa e vidi Eleonora sulla soglia della porta in accappatoio.
-Non ti trovavo..- risposi io alzandomi.
-Stavo facendo una doccia- disse prendendo dei vestiti.
-Vado a cambiarmi, aspettami pure qui- aggiunse uscendo dalla stanza.
Dopo dieci minuti rientrò di nuovo nella camera e si sedette sulla sedia della scrivania a gambe incrociate.
Io mi sedetti sul letto e la guardai aspettando che iniziasse  a parlare.
-Ho chiamato Cam..- iniziò a spiegare con un filo di voce.
Continuava a giocare con le sue dita, poi scostò i capelli bagnati dal suo viso e li mise dietro l’orecchio destro e continuò a parlare.
-Gli ho detto tutto quello che è successo e.. è furioso con me. Anzi, credo che mi detesti ora-.
Io la guardai e storsi la bocca.
Sapevo quanto Cam stava male dalle parole di Nash.
-Io ho cercato di spiegargli che è stato un errore ed ero ubriaca e che non connettevo più il cervello in quel momento, ma non mi ha voluto ascoltare!- continuò iniziando a singhiozzare.
Poi si alzò di scatto e chiuse la porta della camera e si lasciò andare sedendosi sul tappeto di camera sua.
Si portò le mani sugli occhi ed iniziò a piangere.
Io scivolai dal letto al tappeto sedendomi accanto a lei abbracciandola.
Lei posò la sua testa sulla mia spalla e mi strinse forte a se, mentre le lacrime prendevano il sopravvento sulle sue guance.
-Io non volevo davvero farlo..- continuava a ripetere a voce rotta.
-Ele è solo scosso, dagli un po’ di tempo, vedrai che capirà e gli passerà- cercai di confortarla io.
-Sono solo una stupida!- iniziò a dire piangendo più forte.
-Non sei una stupida, hai fatto solo un errore! Sei umana Ele non si può essere perfetti- le risposi cercando di calmarla.
Le presi il viso tra le mani e cercai di farla tranquillizzare.
-Ma io lo amo Gre..- disse poi abbassando lo sguardo.
Io mi morsi il labbro inferiore.
Sapevo quello che provava, perché era lo stesso sentimento che provavo per Nash, solo che non glielo avevo mai detto.
Restammo sedute a parlare abbracciate per tutto il pomeriggio e verso sera me ne ritornai a casa.
Sapevo che Nash mi avrebbe dovuto chiamare, ma non potevo aspettare, così lo chiamai io.
Dopo alcuni secondi che il telefono continuava a squillare finalmente sentii la sua voce.
-Pronto?- rispose lui.
-Nash, sono Gre-
-Ciao baby girl!-
-Sono andata da Eleonora oggi. Sta malissimo Nash!-
-Bhe, allora Cam?-
-Nash, ha fatto un errore-
-Non è una scusante- replicò con voce seria.
Non sapevo più come spiegare che Eleonora non l’aveva fatto volontariamente.
-Mi manchi..- disse poi a voce più tranquilla, quasi timidamente.
Io arrossi anche se non potevo vederlo.
-Anche tu Nash..- risposi abbassando lo sguardo.
Improvvisamente si spalancò la porta ed entrò mia madre con un enorme sorriso stampato sul volto.
-Tesor.. oh, sei al telefono?- esclamò lei guadandomi euforica.
-Ehm, ciao Nicole, ci sentiamo!- risposi a Nash al telefono mettendo giù la chiamata.
-Mamma, dimmi- le dissi cercando di apparire il più disinvolta possibile.
Lei iniziò ad andare avanti indietro per la stanza e intanto io scrissi un messaggio a Nash:
“Scusami, ma era entrata mia madre..  :(“.
Ad un certo punto si fermò e si girò verso di me.
-Tesoro, ho una sorpresa per te!- iniziò.
Io la guardai stranita ed inclinai la testa.
-Verso metà dicembre mi hanno detto che dovrò andare a New York per lavoro e se ti fa piacere vorrei che venissi con me- disse sorridendo.
Il mio cervello stava ancora cercando di metabolizzare le sue parole.
-Cioè, mi stai chiedendo se voglio venire con te s New York?!- esclamai in attesa di un riconferma.
-Esatto- rispose.
-Oddio SI!!- risposi io a gran voce.
Andai verso di lei e l’abbracciai.
-Ma come, quando?- le domandai io ancora incredula.
- Al lavoro mi hanno detto che sarei dovuta andare a New York per circa una ventina di giorni e non volevo lasciarti sola per così tanto tempo, perciò ti volevo portare con me. Ho parlato con la tua scuola ed hanno detto che potrai recuperare le eventuali verifiche ed interrogazioni al rientro delle vacanze natalizie, perciò non pensare che starai in America a fare la turista eh tesoro!- rispose lei ironica.
Non potevo ancora a credere alle sue parole.
Mi sorrise e prima di uscire dalla mia stanza disse
-Ricordati che tra due mesi circa partiamo- sorridendo.

 

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Capitolo 32
*** Confidence ***


CONFIDENCE:




La mattina seguente andai a scuola più felice che mai: per prima cosa era giovedì e stava quasi per iniziare il weekend e come seconda cosa sarei partita per New York!
Sapevo benissimo che mancavano ancora due mesi, ma da quel momento in poi non avrei fatto altro che contare i giorni, le ore ed i minuti che sarebbero mancati prima di poter partire.
Le lezioni passarono velocemente e questo grazie alle due ore di supplenza nelle ore di storia, dove non feci altro che parlare con Nicole.
Quando tornai a casa vidi che mia madre non c’era ed il che mi faceva capire che era ancora al lavoro.
Andai a posare la cartella in camera mia e sentii improvvisamente bussare alla porta.
Corsi lungo il corridoio recandomi alla porta.
Quando l’aprii vidi Jack Gilinsky con un enorme sorriso stampato in faccia mentre si stava togliendo gli occhiali da sole mostrando i suoi occhi color nocciola.
-Hey!- esclamò lui sporgendosi in avanti dandomi un leggero bacio sulla guancia.
-Ciao Jack! Come mai da queste parti?- gli domandai invitandolo ad entrare.
Lui restò sulla soglia della porta sorridendo.
-Grazie, ma ero solo venuto ad avvisarti che domani sera io e Jack partiamo. Ce ne ritorniamo a Los Angeles- mi disse mordendosi il labbro inferiore.
A quelle parole spalancai gli occhi; erano in Italia da un mese se non di più ed il tempo era passato davvero velocemente.
-Oh..- sospirai abbassando lo sguardo.
-Che c’è? Sei dispiaciuta ora?- ironizzò sogghignando.
-Ma certo, razza di idiota!- gli risposi io ridendo dandogli un piccolo pugnetto sulla spalla destra.
-Mi mancherai Gre- disse poi facendosi più serio.
-Anche tu Gilinsky- risposi io guardandolo negli occhi.
-Andiamo, non chiamarmi per cognome..-
-Adoro pronunciare il tuo cognome- risposi divertita.
Lui sbuffò alzando gli occhi al cielo mostrando il suo sorriso perfetto.
-Mi piacerebbe restare ad ascoltare il mio cognome ancora per un po’, ma avevo promesso a Federica che avrei fatto un salto da lei- disse poi arrossendo voltandosi.
-Oooh!- esclamai io sorridendo.
-Esatto, perciò ti devo lasciare-
-Quando posso salutarti?-
-Se vuoi domani pomeriggio passa dalla casa della prozia di Jack verso le quattro- rispose.
-Va bene!- conclusi io annuendo.
Lui mi salutò abbracciandomi velocemente per poi dirigersi alla sua macchina partendo.
Ero davvero felice che andasse a trovare Federica, soprattutto perché sapevo che lei ne sarebbe stata entusiasta.
La felicità scomparve quando vidi segnato sul mio diario che il giorno dopo forse avrebbe interrogato in chimica.
In teoria la professoressa diceva sempre che le volte dopo avrebbe dovuto interrogare, ma in pratica non se ne era mai ricordata; così decisi di dare una lettura al libro.
Mentre ero immersa nel leggere la tavola periodica degli elementi sentii il computer emettere un suono.
Corsi in camera e vidi che era una chiamata su FaceTime.
L’aprii e vidi che era di Nash.
Aspettai alcuni istanti che la connessione funzionasse e mi ritrovai sullo schermo il ragazzo più bello del mondo che stava sorridendo.
-Buon giorno baby girl!- esclamò lui mandandomi un bacio con la bocca tramite lo schermo.
Io risi e lo salutai agitando la mano.
-Come stai?- mi domandò poi andandosi a sdraiare sul letto.
-Bene, anche se stavo studiando chimica- risposi ammiccando un sorriso.
-Tu invece?- chiesi poi.
-Io tutto bene ma..- iniziò a dire guardandosi attorno –Cam sta ancora male-.
Io abbassai lo sguardo.
-Siamo ad un altro convegno e sta ancora male per la storia di Eleonora.. credo la voglia lasciare- disse lui alzando il suo sguardo verso di me.
Io serrai gli occhi.
Non potevo credere che Cam volesse davvero chiudere con Eleonora, non dopo tutto quello che c’era stato tra loro.
-Ma ha già deciso?- gli domandai io cercando di scorgere un barlume di speranza nella sua risposta.
-E’ irremovibile. Ha deciso di lasciarla..- rispose lui inclinando il lato destro della bocca.
Improvvisamente il silenzio prese il sopravvento, ma poi mi ricordai di New York.
-Ho una cosa da dirti!- esclamai io cercando di cambiare argomento.
-Dimmi!- rispose lui un con bagliore negli occhi sorridendo.
-Verso Natale verrò a New York!- gli dissi aspettando una sua reazione.
-COME?!- esclamò portandosi le mani alla bocca.
Non riuscii a capire a pieno la sua reazione fino a quando non vidi un enorme sorriso dipingersi sul suo viso.
-Davvero?!- richiese come per avere una riconferma.
-Sì! Salvo imprevisti dovrei andarci!- gli risposi più felice che mai.
-E’ una cosa stupenda baby girl!- esclamò lui.
Vidi i suoi occhi pieni di felicità e la cosa mi scaldò il cuore.
All’improvviso sentii un rumore e Nash si girò di scatto verso la porta della stanza: era Cam.
-Cosa stai facendo?- gli domandò lui.
Capii subito che era di pessimo umore.
-C’è Gre, vuoi salutarla?- gli domandò Nash seguendolo con lo sguardo.
Cam si avvicinò e mi salutò sforzatamente.
-Senti, è meglio che vada ora.. Cam è ancora giù di corda.. ci sentiamo- disse lui abbassando lo sguardo.
-Va bene Nash-
-E fammi sapere per New York!- esclamò lui lanciandomi un sorriso.
-Senz’altro! Ciao- risposi io prima di abbassare lo schermo.
Subito dopo andai a riprendere il mio libro di chimica per continuare a ripassare.
Andai a stendermi sul letto fino a quando non sentii.
-Cos’è la storia di New York?- domandò una voce.
Mi girai attorno, ma non vidi nessuno.
-Verrà a New York verso Natale- sentii poi.
Avrei giurato che fosse la voce di Nash!
Mi alzai e andai verso il computer; aveva lasciato la video chiamata accesa!
Loro non potevano vedermi, ma io potevo vedere benissimo Cam vicino alla finestra della camera e Nash sul letto che guardava il cellulare.
-E viene a fare?- chiese poi Cam in malo modo.
Vidi Nash abbassarlo sguardo.
-Pensi che venga per te?- domandò poi Cam lanciando un’occhiata a Nash.
-Senti, non è che ora che sei in questa situazione con Eleonora devi odiare tutto il genere femminile!-l’ammonì Nash guardandolo accigliato.
Vidi le vene del suo collo pulsare notevolmente e notai che la sua mascella era tesa.
-Non intendevo quello, ti sto solo dicendo di stare attento. Tu non sai cosa fa lei là in Italia..- rispose Cam sistemando alcune cose nella sua valigia.
A quelle parole m’infuriai come non mai.
Come si permetteva di insinuare certe cose sul mio conto?
-Cosa staresti cercando di dire?!- esclamò Nash alzandosi andando verso di lui.
-Che non sai effettivamente cosa faccia in Italia mentre tu sei qua- continuò Cameron come se non desse il giusto peso alle sue parole nei miei confronti.
-Ti conviene stare zitto Cam!- ringhiò Nash mettendosi un dito davanti alle labbra facendogli segno di tacere.
-Nash, ti da fastidio solamente perché sai che ho ragione-
-Io mi fido di lei!-
-Anche io mi fidavo di Eleonora e guarda cosa è successo ora!- ribatté Cam stringendo i denti alzandosi alla stessa altezza di Nash.
Mi faceva male sapere che Cam potesse pensare questo di me solo per via di Eleonora, ma vedere il modo in cui Nash stava difendendo la mia reputazione mi fece calmare.
Improvvisamente vidi aprirsi la porta della loro stanza ed entrò Matt.
-Ehi, va tutto bene qui?- domandò guardando Nash e Cameron i quali annuirono senza proferire parola.
-Ottimo, vi stiamo aspettando per andare a mangiare qualcosa, sbrigatevi!- aggiunse facendo un sorriso poco convinto prima di richiudere la porta.
Vidi poi i due cambiarsi dandosi una sistemata ai capelli prima che spegnessero la tv e il computer.
In pochi secondi lo schermo del pc ritornò sul mio desktop.
Dopo mezz’ora rientrò mia madre, la quale mi salutò venendo in camera dandomi un bacio sulla fronte.
-Come stai?- mi domandò mentre appoggiava la borsa nell’armadio togliendo le chiavi della macchina.
-Bene!- esclamai guardandola sorridente.
-Immagino che quel sorriso è per via di New York- ammiccò lei.
Io annuii e poi le chiesi
-Mamma, sei sicura che ci andremo vero? Cioè che partiremo veramente?-.
-Sì tesoro, è circa la dodicesima volta che me lo chiedi: ti giuro che ci andremo veramente- rispose facendosi una coda alta sospirando.
-Indovina chi ho visto nel tornare a casa?- mi domandò poi lei sorridendo con il lato sinistro della bocca.
-Chi?- le domandai incuriosita.
-Jack, quel ragazzo alto, moro con quel sorriso perfetto- rispose quasi incantata.
Se non sapessi l’età di mia madre c’avrei giurato che aveva un debole per Jack.
-Oh, è venuto a salutarmi oggi pomeriggio- risposi con nonchalance.
Vidi mia mamma lanciarmi un’occhiata alzando un sopracciglio.
-No no, è venuto solo a salutarmi perché doveva andare da Federica. Domani parte- le risposi evitando fraintendimenti.
-Parte di già?-
-Sì, lui e Jack partono domani-
-Ah c’è un altro Jack?-
-Sì, si chiamano tutti e due Jack- conclusi io sedendoci assieme sul divano.
Improvvisamente sentii il cellulare squillare.
-Pronto?-
-Gre, sono Fede! Devo raccontarti di Jack!- disse lei quasi urlando al telefono spaccandomi un timpano.
-Okay okay, vengo da te dopo cena, va bene?-
-Perfetto!- esclamò urlando nuovamente.
Dopo ci salutammo e me ne ritornai sul divano a guardare la  tv con mia madre.

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Capitolo 33
*** Goodbye Jacks ***


GOODBYE JACKS:




Più tardi quella sera uscii di casa ed andai da Federica.
Non era tanto distante casa di Fede dalla mia, ma era davvero buio e il vento invernale autunnale iniziava a farsi sentire.
Quando finalmente la raggiunsi bussai alla porta.
L’aprii suo padre.
-Ciao Greta!- esclamò facendomi entrare.
-Buona sera, c’è Federica?- gli domandai.
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondermi che Federica si catapultò giù dalle scale continuando ad urlare il mio nome.
-Tesoro, sarà meglio che abbassi la voce se non vuoi che i vicini ci arrestino per rumori molesti- l’ammonì suo padre cercando di calmarla.
Lei emise un respiro profondo per poi prendermi la mano e catapultarmi nel vero senso della parola in camera sua.
La vidi letteralmente su di giri, così cercai di farla parlare.
-Dovevi dirmi qualcosa?- cercai di incalzarla.
-Jack! Jack ed io ci siamo baciati!- rispose tutto d’un fiato.
Io spalancai gli occhi e rimasi a bocca aperta.
-Non.. non sei felice per me?- mi domandò lei cercando di farmi rispondere qualcosa.
Io ripresi i sensi e sorrisi.
-Sì, sì certo! È una cosa magnifica Fede!- esclamai davvero felice per lei.
Lei non fece altro che girare per tutta la stanza come una bambina e mi veniva da ridere nel vederla così, ma ero contenta che almeno lei fosse al massimo della sua felicità.
-Ti rendi conto? JACK GILINSKY!!!- continuò poi.
Sentimmo bussare alla porta ed entrò la madre di Federica.
-Federica!!- la sgridò portandosi un dito alle labbra facendole segno di tacere.
-Santo cielo Federica, possibile che tu non sappia tenere un tono di voce che sia adeguato per le nostre povere orecchie?- continuò quasi scherzosamente.
-Scusami..- rispose Federica sedendosi sulla sedia della sua scrivania abbassando lo sguardo arrossendo.
-Tuo padre è andato in ospedale, c’era un’urgenza- l’avvertì sua madre poi.
Federica annuì.
Subito dopo sua mamma chiuse la porta della camera lasciandoci sole.
-Verrai domani pomeriggio dai Jacks?- mi domandò tenendo un tono di voce nettamente più basso rispetto a prima.
-Sì, certo- le risposi sorridendole.
-Sono così triste che debba partire.. voglio dire, che debbano partire, mi mancherà anche Jack Johnson ovviamente- si corresse lei ammiccando un sorriso.
Dopo circa venti minuti decisi che era meglio rientrare a casa, così uscii dalla camera di Federica la quale mi accompagnò fino alla porta.
-Tesoro, c’è un problema per Natale- disse la mamma di Federica venendo verso di noi.
Io richiusi la porta ed aspettai.
-Che problema?- domandò Fede guardandola accigliata.
-Ti ricordi di zia Giulia? Quella che vive in Piemonte- le domandò sua madre.
Federica annuì lentamente.
-Ecco, sta ancora male ed io e tuo padre dovremo andare da lei per le vacanze, ma non voglio che tu venga con noi.. non mi piace che tu stia in luoghi come ospedali e case di cura nelle vacanze- spiegò sua madre abbassando lo sguardo.
-Quindi dovrei restare a casa da sola?- chiese Federica afflitta.
-Bhe, Greta potrebbe teneri compagnia ogni tanto se le va bene- optò sua madre guardandomi sorridendo.
-Oh, mi piacerebbe molto, ma andrò a New York per le vacanze- risposi prendendomi il labbro inferiore tra i denti.
Successivamente tutte e due abbassarono lo sguardo cercando di trovare una soluzione.
Poi mi venne un’idea!
-Se volete, Federica potrebbe venire con me e mia madre a New York!- esclama.
Vidi i loro occhi illuminarsi guardandomi stupite.
-Davvero?!- domandò Federica dirigendo il suo sguardo verso sua mamma.
-Come? È molto carino da parte tua Greta, ma non penso sia il caso. Insomma, non so se a tua madre vada bene questa cosa e poi New York, in America, dall’altra parte del mondo.. non lo so..- iniziò sua madre dubbiosa.
-Potrei chiedere a mia madre se per lei va bene e poi vi faccio sapere, cosa ne dite?- domandai sorridendo.
Loro annuirono compiaciute e dopo che le ebbi salutate, uscii di casa per ritornare alla mia.
Ero davvero stanchissima, così prima di andare a dormire informai mia mamma l’idea di far venire Federica con noi a New York.
Per tutto il tempo si limitò ad annuire ad ogni mia parola e alla fine le domandai
-Quindi cosa ne pensi?-
-Dunque, effettivamente non ci sarebbero problemi a far venire Federica con noi e mi farebbe piacere che tu stessi con qualcuno quando sarò al lavoro, perciò se sua madre è d’accordo, per me può anche venire con noi a New York- rispose sorridendo.
A quelle parole saltai dalla gioia e prima di andare a dormire scrissi un messaggio a Federica per informarla dell’approvazione di mia madre.
Era finalmente arrivato sabato pomeriggio e mi sarei dovuta preparare per andare dai Jacks a salutarli.
Faceva abbastanza caldo quel pomeriggio, così misi una camicia  a quadri neri e rossi e dei pantaloni neri. Misi un filo di cipria e del mascara, poi passai del lucidalabbra rosa pallido sulle labbra e raccolsi i capelli in una coda. Indossai le mie amatissime Vans rosse e presi la borsa.
Passai per il corridoio per dirigermi alla porta e sentii mia madre dirmi
-Salutami i Jacks! Specialmente quello moro!-.
Io la guardai alzando un sopracciglio e poi uscii dalla porta ridendo.
Quando arrivai alla casa di Jack J, suonai al campanello e mi aprì la sua prozia.
-Buon pomeriggio cara!- mi esclamò quella deliziosa signora.
-Salve!- le risposi sorridendole.
-Oh cara, vieni entra! Ti stanno aspettando tutti in giardino!- continuò poi facendomi entrare indicandomi la finestra che dava in giardino.
Appena arrivai vidi subito davanti a me Jack Gilinsky che stava amabilmente parlando con Fede su un dondolo e a destra Jack Johnson e Nichi che stavano mangiando delle patatine come se non ci fosse un domani.
-No okay, se volete me ne vado- dissi facendo la finta offesa ridendo.
Loro si girarono di scatto verso di me correndo ad abbracciarmi.
Avevo sempre amato gli abbracci di gruppo dove tutti venivano completamente schiacciati.
-Okay okay, non uccidetemi ora!- scherzai io allontanandomi.
Ci andammo a sedere sull’erba un po’ più distanti dalla porta ed iniziammo a parlare.
Federica indossava una canottiera bianca con delle scritte nere e dei leggins neri aderenti, mentre Nicole portava una canottiera nera con degli shorts di jeans.
Jack G indossava una canottiera viola e dei bermuda a righe blu ed azzurre, mentre jack J aveva una maglietta a righe con dei pantaloni grigi chiari.
Improvvisamente arrivò la prozia di Jack J la quale ci stava portando dei dolcetti.
-Johnny! Sfaticato vieni qua ad aiutarmi a portarli!- urlò poi la donna a Jack J mentre noi tutti ridevamo.
Jack J si alzò ed andò ad aiutarla.
Quando prese il vassoio la donna rientrò, ma prima gli raccomandò di fare attenzione.
Nemmeno il tempo di dirlo che vidimo Jack J scivolare sull’erba portando a terra con se il vassoio e tutti i dolci.
-Jack!- urlammo noi andandogli incontro preoccupati.
-Sto bene, non mi sono fatto nulla- rispose alzandosi da terra togliendosi i dolcetti dai vestiti.
Vidi Nicole prenderlo per le mani aiutandolo ad alzare.
-JOHNNY!- sentimmo gridare da dietro di noi.
La prozia ci venne incontro e si portò le mani alla bocca vedendo il disastro che Jack aveva combinato.
-Zia scusami è che..- iniziò a dire Jack J cercando di confortarla.
-Johnny, sei un disastro! Ti avevo avvertito di stare attento!- lo sgridò la prozia puntandogli l’indice accusatorio addosso.
-Ha pienamente ragione, te l’aveva detto Jack, avresti dovuto fare più attenzione- rispose Jack G andando vicino alla prozia sorridendo.
-Gilinsky, taci!- l’ammonì Nicole infastidita sbuffando.
Noi tutti poi aiutammo Jack J a ripulire il disastro mentre Jack G cercò di calmare la prozia evitando che gli scoppiassero le coronarie.
Appena finimmo di pulire il casino, restammo in giardino a continuare a parlare.
-E’ bruttissimo sapere che domani partirete..- disse Federica aggrappandosi al braccio di Jack G a mo’ di ameba.
-Ci mancherete ragazze- rispose Jack J guardandoci mettendo poi un braccio intorno alle spalle di Nicole la quale stava finendo di mangiare delle caramelle.
-Sei l’unica ragazza su questo pianeta che mangia tanto quanto me Nichi..- continuò poi guardandola mentre lei ignara della situazione proseguiva la sua mangiata ipercalorica di dolci come una bambina.
Restammo ancora fino a circa le sei, poi dovemmo tornare a casa dato che i Jacks dovevano ancora finire di preparare le valigie dato che sarebbero partiti la mattina dopo verso le sei.
Quando tornai a casa trovai mia madre in salotto.
-Allora, come è andata la festa?- mi domandò mentre leggeva un libro.
-Bene, eravamo tutti un po’ tristi per la loro partenza- le risposi cercando di non menzionare l’incidente di Jack J e i dolcetti.
-Eravamo? Chi c’era oltre a te?-
-Federica e Nicole-
-Ma stanno insieme ai Jacks o..?- chiese curiosa.
-Mamma! Sembra di essere ad uno di quei programmi di gossip pomeridiani- le risposi imbarazzata.
Subito dopo andai in camera e il cellulare squillò, guardai lo schermo e vidi il nome di Eleonora.
-Pronto?-
-Sono Ele-
-Oh, ciao!-
-Ero venuta a trovarti oggi, ma non c’eri- disse con un filo di voce ad un certo punto.
-Mia madre non mi ha detto che eri venuta a casa- le dissi.
-Non c’era nessuno, sarà uscita-
-Okay. Ero dai Jacks a casa della prozia di Jack J con Federica e Nicole-
-Oh, sì mi avevano chiesto di venire, ma non mi sembrava il caso..- rispose lasciando intendere “l’argomento Cam”.
 -Comunque, volevi dirmi qualcosa oggi?- le domandai poi.
-No..volevo solo stare con qualcuno.. non mi andava di restare da sola- rispose quasi impercettibilmente.

 I Jacks.

Vestiti di Greta.

 Vestiti di Nicole.

 Vestiti di Federica.

 

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Capitolo 34
*** Last three days ***


 

LAST THREE DAYS:




**DUE MESI E MEZZO DOPO**
 
Era circa il 17 dicembre e dopo tre giorni io, Federica e mia madre saremmo dovute partire per New York e non c’era nulla che potessi desiderare.
Avevo passati quei mesi a sentire Nash ed era davvero felice di sapere che sarei venuta a New York e che finalmente ci saremmo rivisti dopo tanto tempo.
Quella sera ci saremmo trovate tutte a casa di Nicole per salutarci.
Nel frattempo Eleonora sarebbe venuta da me.
Verso le cinque sentii bussare alla porta e vidi Eleonora.
I suoi lunghi capelli castani erano raccolti in una coda di lato ed indossava dei jeans scuri ed un giubbotto nero.
Vidi un leggero sorriso comparire timidamente sul suo viso ed io l’abbracciai.
In questi mesi aveva cercato più e più volte di superare la rottura con Cam e c’era quasi riuscita ad andare avanti, ma la verità era che non si può cercare di dimenticare una persona che è stata così tanto importante per te in soli pochi mesi.
-Ciao Eleonora!- esclamò mia madre uscendo dalla cucina precipitandosi in corridoio.
-Salve signora!- le rispose Ele sorridendole.
Subito dopo andammo in camera mia e mentre lei si sedette sul letto. Io chiusi la porta della stanza.
-Emozionata che partirai tra soli tre giorni?- mi chiese mentre i suoi occhi marroni vagavano a curiosare le valige che avevo preparato come “bozza”.
-Moltissimo!- risposi facendole un sorrisone.
-Mi mancherà non poterti vedere per tutte le vacanze…- sussurrò lei abbassando lo sguardo.
-Anche tu Ele,  ma si tratterà solo di una quindicina di giorni più o meno- le risposi andandomi a sedere accanto a lei.
-Sei fortunata, potrai vedere Nash- aggiunse guardandomi negli occhi.
Io annuii accarezzandole i capelli.
-Sono davvero contenta per te Gre- concluse lei dandomi un forte abbraccio.
Quando affrontavamo il discorso “Nash” non ero mai sicura di cosa dire per non accennare anche “Cam”.
Erano quasi le otto e non sapevo cosa mettermi, così chiesi aiuto ad Eleonora la quale mi disse di mettere una camicia larga bianca  e nera e dei leggins neri con le mie amatissime Vanes nere.
Non c’era la neve,  ma credo che anche con quella avrei sempre indossato quelle scarpe, non curante ovviamente di quante ossa mi sarei rotta per tutte le cadute e scivolate che avrei fatto.
Mi chiese se poteva farmi una treccia, così sciolsi i miei capelli che erano legati in una coda, lasciandoli cadere sulle mie spalle e sulla mia schiena.
Ci sedemmo sul tappeto e lei venne dietro di me iniziando ad afferrarmi i capelli facendoli girare delicatamente tra le sue dita e dopo alcuni minuti si alzò ed esclamò
-Non è dannatamente bella?- sorridendo.
Io la guardai allo specchio ed era davvero stupenda!
Andai in bagno a mettermi un filo di trucco e quando uscii erano già le otto e mezza e mi accorsi che eravamo in ritardo.
Preso il giubbino, la borsa ed il cellulare ed insieme ad Eleonora uscii di casa.
Dopo circa venti minuti raggiungemmo casa di Nicole e si sentiva lei e Federica parlare dalla strada.
Bussammo alla porta e trovammo il suo gatto davanti a noi.
-Ma che diamine?!- esclamai stupita.
-Siamo in salotto, venite pure!- rispose Nicole dall’altra parte della casa.
-C’era il tuo gatto quando siamo entrare e…-
-Vi ho aperto io la porta. Non penserai davvero che il mio gatto sappia aprire la porta di casa, vero Greta?- mi ammonì lei sogghignando.
Dopo ci andammo a sedere tutte e quattro in salotto ed iniziammo a parlare.
-Nash lo sa che verrai a New York?- chiese Nicole maliziosamente.
-Certo! Vuoi che non lo sappia ahahaha!- le rispose al posto mio Federica mentre io arrossii timidamente.
-La coppietta si riunirà ancora eh!- aggiunse Federica.
Io le feci segno di tacere dato che avevo notato che lo sguardo di Eleonora si era fatto più cupo.
-Vado ad ordinare le pizze intanto. Le solite vero?- chiese Federica alzandosi dalla poltrona in pelle andando a prendere il telefono all’ingresso.
Dopo alcuni minuti ritornò e Nicole esclamò
-Bhe, sono i vostri ultimi giorni in Italia!-.
Eleonora annuì e si alzò in piedi dicendo
-Questa mi sembra più una veglia funebre, ragazze divertiamoci!-.
Io e Federica scoppiammo a ridere e subito dopo accese lo stereo mettendo su della musica.
Dopo alcuni istanti riconobbi la canzone “She looks so perfect” dei 5 SOS.
Iniziò a cantarla anche Fede ed adoravo la sua voce quanto cantava, era particolarmente melodica e davvero stupenda.
Quando finimmo di mangiare le pizze, squillò il telefono ad Eleonora.
-Ragazze, mi dispiace davvero tanto, ma mia mamma ha detto che devo tornare a casa ora- ci disse quando finì di parlare.
-E’ successo qualcosa di grave?- le domandò Nicole.
-No no, poi vi farò sapere- concluse lei indossando il giubbino uscendo dalla casa di Nicole in fretta e furia.
-E tu invece rivedrai Jack?- chiese Nicole a Federica.
-Non lo so, non vivono a New York- spiegò lei  piegano la bocca di lato.
-Potresti sempre chiamarlo, Fede!- le suggerii io.
-Immagino quanto possa essere felice Nash di vederti finalmente- disse Nicole facendomi l’occhiolino.
-Bhe, è da tanto che non ci vediamo… forse anche troppo e mi manca terribilmente. I suoi abbracci confortanti e caldi, le sue labbra così dannatamente perfette, i suoi occhi color ghiaccio e paiono di cristallo talmente sembrano fragili e quei suoi capelli che starei ore ed ore a toccare. Diamine, mi manca da morire!- conclusi io abbassando lo sguardo.
-E’ amore vero, signore!- esclamò Federica dandomi un colpetto sulla spalla.
Io risi ed annuii.
-Chissà che bello deve essere svegliarsi al mattino con la scritta “ti amo” sul cellulare- disse Nicole sbattendo le ciglia il più velocemente possibile.
Io abbassai lo sguardo.
-Che c’è?- chiese Federica piegando la testa di lato.
Io sospirai.
-E’ che…- iniziai io balbettando –Non mi ha mai detto “ti amo”…- conclusi con un filo di voce.
Nicole prese in braccio il suo gatto ed alzò un sopracciglio spalancando gli occhi.
-Come?! Vuoi forse farmi credere che Nash Grier non ti ha mai detto “ti amo” da quanto state insieme? Ma è uno dei ragazzi più dolci e romantici che ci sia sulla Terra!- esclamò lei.
Le sue parole non mi erano di grande aiuto dato che le sapevo già.
-Lo so Nicole…- risposi serrando gli occhi.
-Va bhe, alla fine non conta così tanto, lui te lo dimostra e te lo ha sempre dimostrato Gre- cercò di indorare la pillola Federica sorridendomi.
-Okay, ma un “ti amo” non ha mai ucciso nessuno-
-Nicole, taci ora, grazie!- l’ammonì Fede fulminandola con lo sguardo.
-A tua mamma hai detto qualcosa di Nash? Un accenno o…?- chiese Nicole mordendosi il labbro inferiore.
Io scossi il capo; non le avevo mai detto nulla e per tutti questi mesi ero riuscita a nasconderglielo quasi alla perfezione.
-E quando hai intenzione di dirglielo?- domandò Federica fissandomi.
-Non ne ho idea. Non riesco a trovare il momento adatto- le risposi guardando il gatto di Nicole stiracchiarsi sulle sue gambe mentre lei continuava ad accarezzargli le orecchie nere.
Federica si alzò ed iniziò a scuotere la testa ed io iniziai ad arrabbiarmi.
-Non posso di certo dire a mia madre “Ciao mamma, quest’estate ho incontrato il famoso viner e youtuber Nash Grier ed ora stiamo insieme da quasi 4 mesi e vengo a New York per lui. Ah, ed inoltre, mentre tu eri via a Parigi, è stato a casa nostra per quasi tutto il tempo”- le ringhiai quasi contro.
Lei sbuffò ed andò a sedersi sul divano.
-Non ho detto di dirle così, ma prima o poi lo verrà a sapere Greta- continuò lei irremovibile senza batter ciglio.
-Tu hai detto ai tuoi di Jack Gilinsky?- le chiesi io.
Lei aprì la bocca per rispondere, ma non disse alcuna parola e la richiuse subito.
-Gli ho detto solo che è un mio amico- rispose lei guardando altrove.
-“Amico”? Federica, ci stai insieme e non penso anche che tu gli abbia accennato che è un famoso viner e cantante americano- continuai io.
Nicole si mise in mezzo e cercò di calmare la situazione che si era fatta abbastanza tesa.
-Ragazze, smettetela di discutere come delle bambine. Ognuna lo dirà quando si sentirà pronta- concluse lei facendoci calmare.
Subito dopo io e Federica ci calmammo e ci andammo a sedere entrambe sulle nostre poltrone.
-Scusami, non volevo insistere su questa questione. La vita è tua e sei libera di agire come vuoi- disse Fede venendo verso di me abbracciandomi.
Io la strinsi forte a me e mi scusai a mia volta.
Odiavo litigare con le persone, specialmente se erano così importanti per me.
Il resto della serata passò tranquillamente e verso le undici ritornai a casa dove trovai mia madre sul divano davanti alla tv con gli occhi chiusi.
Andai in salotto a spegnere la televisione, le misi una coperta addosso e le tolsi il telecomando dalle mani appoggiandolo sul tavolino.
Entrai in camera mia e mi stesi sul letto.
Avevo un infinità di parole e pensieri che continuavano a tormentarmi: Nash, New York, mamma, Federica, Eleonora e Cam…
In quel momento l’unica cosa che mi sembrava giusta da fare era riposare, così chiusi gli occhi e mi addormentai.

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Capitolo 35
*** New York ***


NEW YORK:



Finalmente il giorno di partire ed andare a New York era arrivato ed in quel momento io ero seduta accanto a Federica sui sedili dell’aereo.
Le lancia un’occhiata al suo volto, e la vidi con la testa appoggiata alla mia spalla con le cuffiette infilate nelle orecchie mentre dormiva.
Sentivo il suo respiro regolare e sembrava così calma quando dormiva, cosa che era tutto il contrario quando poi era sveglia.
Finalmente dopo 9 ore di aereo eravamo arrivate a New York e Federica sembrava davvero turbata nell’aver interrotto il suo sonno così bruscamente.
Quando arrivammo a destinazione con il taxi, ci trovammo di fronte ad un gigantesco ed immenso grattacielo che sembrava non avesse una fine e che continuasse anche oltre il cielo.
-Staremo qua?- domandò incredula Federica spalancando la sua bocca impressionata.
-Sì- esclamò mia madre, anch’ella emozionata.
Subito dopo entrammo e quando salimmo tutti i piani, circa ventidue, per arrivare alle nostre stanze, entrammo posando le valige al suo interno.
-Questa deve essere la vostra, la mia è quella accanto- disse mia madre uscendo per andare nell’altra camera.
Era davvero enorme, con una bellissima vetrata che aveva la visuale su Central Park, quasi innevato.
-SIAMO A NEW YORK!- quasi strillò Federica buttandosi a capofitto sul suo letto, quello vicino al muro.
-Sì Fede, ma non urlare altrimenti ci cacciano ed addio vacanza ahaha- la scherzai io dirigendomi alla vetrata.
Lei rise ed annuì, poi quando ci assicurammo che la porta della stanza era chiusa ed il badge l’avevamo noi, Federica si sedette sul mio letto chiedendomi
-Quando vedrai Nash?- sorridente e felice come una Pasqua.
-C’eravamo messi d’accordo che quando sarei arrivata sarei potuta andare da lui in qualsiasi momento- le risposi tenendo un tono di voce bassa per evitare che mia madre potesse sentire qualcosa.
-Oggi?- propose lei.
-Siamo appena arrivate Fede!-
-Appunto! Non c’è niente di meglio che un bacio di Nash per darti il benvenuto a New York, Gre- scherzò lei ghignando.
Io annuii e sorrisi.
-Ragazze!- ci chiamò mia madre da fuori la stanza.
Noi accorremmo subito da lei, aprendola.
-Okay, io ora devo andare al lavoro, voi divertiteti pure, l’importante è che verso sera vi facciate trovare in albergo. Se andate a fare un giro, fate attenzione: New York è una città davvero grande e ci sono davvero parecchie persone, perciò fate le brave! A stasera- ci raccomandò mia madre per poi salutarci.
Subito dopo chiudemmo la porta e rientrammo in camera.
-Okay, io direi di andare ora da Nash- disse lei aprendo le valigie.
Sembrava più impaziente lei di vederlo che io a prima vista.
-Okay, ma non ti sembra di essere un po’ frettolosa?- le chiesi io guardandola.
Lei sospirò per poi iniziare a frugare nella sua valigia per cercare dei vestiti.
Io nel frattempo aprii  la mia, anche se non sapevo ancora cosa indossare sinceramente.
-Cosa dici di mettere? Fa abbastanza freddo fuori- chiese lei lanciandomi un’occhiata.
Io feci spallucce e dopo alcuni minuti, tirai fuori dalla valigia un maglione grigio chiaro e dei jeans neri, mentre Fede indossò una felpa nera e dei jeans.
Quando poi avevamo entrambe finito di vestirci io e Federica uscimmo dalla camera e chiamai Nash che dopo alcuni squilli rispose
-Pronto?-
-Nash! Io e Fede stiamo uscendo dall’albero, dove ci troviamo?-
-Baby Girl! Come si chiama l’albergo?-
Quando glielo dissi, mi avvertì che sarebbe arrivato a prenderci e che non era molto distante da lì.
Così uscimmo dall’albergo ed entrambe ci sedemmo su una panchina non troppo distante.
-Fatemi solo un favore, se dovete sbaciucchiarvi, abbiate almeno la decenza di un po’ di contegno!- esclamò Federica ridendo ed io con lei annuendo.
-Jack? Ti ha più fatto sapere nulla?- le domandai curiosa.
-Credo che sia ancora a Los Angeles per un tour- rispose sospirando.
Dopo alcuni istanti vidimo una figura correre davanti all’hotel mentre parlava con il portinaio.
Appena si girò, riconobbi quegli occhi azzurri che tanto m i erano mancati in quei mesi.
-Grier!- urlò Federica accanto a me sghignazzando.
Io le diedi un colpetto sulla spalla per pregarla di abbassare la voce.
Subito dopo si girò e quando ci localizzò,  la sua bocca prese una forma ad “O”.
Capii che era davvero sorpreso appena i nostri sguardi dopo tanto tempo si erano finalmente incontrati.
Eravamo entrambi immobili e Federica ad un certo punto disse
-Okay, ora potete sbaciucchiarvi, mi giro- allontanandosi da me di qualche passo.
A quel punto vidi Nash sorridere; quel sorriso che avevo visto solo tramite uno schermo.
Iniziò a correre verso di me ed io verso di lui, come non avevo mai fatto.
Finalmente ci abbracciammo e sentire il suo corpo contro il mio, il suo respiro pesante ed il suo petto che si alzava e si abbassava a ritmo irregolare mi fece quasi tremare l’anima.
Mi aggrappai con le mie gambe attorno al suo bacino e misi le braccia al suo collo con le mani tra i suoi capelli scuri e soffici.
Dopo alcuni istanti le nostre labbra si toccarono e si ceravano come per trovare il bisogno che quel momento fosse reale e non uno dei tanti sogni che mi ero ormai fatta tutte le notti prima di partire per New York.
-Baby girl!-esclamò sorridendomi con quel sorriso dannatamente perfetto.
Lo strinsi ancora una volta e lui sembrò accorgersene perché esclamò
-Hei, calmati! Non ti ricordavo così estremamente espansiva, Gre- ridendo.
Io risi con lui e poi lo lasciai.
Dopo alcuni istanti, Nash si girò e guardò dietro di me e disse
-Ciao Federica!- sorridendole.
-Hamilton! Ma quanto tempo!- gli scoccò lei sogghignando.
-Ti prego, non chiamarmi Hamilton- la supplicò.
A quelle parole lei fece un sorriso beffardo.
-Dove si va ora?- domandò fede guardandosi attorno curiosa.
-Mh… avete già fatto colazione?- ci chiese Nash passandosi una mano tra i capelli.
-Non penso si possa definire una vera colazione quella che ti danno in aereo- si lamentò Federica infastidita.
-Allora che ne dite se vi portò a farla da Starbucks?- propose lui guardandoci alzando un sopracciglio.
-Sì!- rispose quasi urlando Federica con sguardo sognante.
Io e Nash ridemmo a crepapelle.
Appena finimmo entrambi di ridere, Nash mi prese la mano e tutti e tre ci dirigemmo da Starbucks per fare colazione.
Quando finimmo, erano circa le undici e mezza e Nash ci chiese se volevamo venire da lui e Cam e noi accettammo.
Quando arrivammo davanti ad un enorme palazzo, Nash tirò fuori le chiavi di casa ed aprì i cancelli.
Arrivati al settimo piano, tirò fuori delle chiavi diverse da quelle precedenti ed aprì  la porta di casa.
-Prego- ci disse facendoci entrare per poi chiudere la porta dietro di lui.
Vidi gli occhi di Federica girovagare per tutto l’interno dell’appartamento con fare curioso ed io mi unii a lei.
-Avevo sempre visto questo posto dai tuoi video!- esclamò poi lei quasi incredula.
Nash sorrise e poi ci chiese se volevamo qualcosa da bere, io presi dell’acqua, mentre lui e Fede presero del succo d’arancia.
Tutti e tre ci sedemmo al bancone della cucina e Nash si diresse verso le scale che portavano al piano di sopra.
-Arrivo subito- ci disse prima di iniziare a salire i gradini delle scale.
-Sei mesi fa non ci avrei mai creduto che mi sarei trovata nello stesso appartamento che vedevo nei suoi video- mi ritrovai a pensare ad alta voce.
Diedi un leggero sguardo a Fede, la quale non faceva altro che ingurgitare succo continuando a guardarsi attorno.
Dopo alcuni minuti che io e Federica continuammo a parlare, vidimo Nash scendere dalle scale, ma non era solo a giudicare dagli altri passi che seguivano subito dietro di lui.
-Signore, Shawn Mendes!- esclamò indicandoci il moro che scese dietro di lui dalle scale.
-Nash, andiamo… mi sembra di essere ad una conferenza- scherzò lui dandogli un leggero colpetto sulla spalla.
Subito dopo venne verso di noi porgendoci ad entrambe la mano.
Nash si mise accanto a me presentandoci.
-Lei è Greta, la mia ragazza e lei è Federica, una sua amica- spiegò guardandoci.
Non c’era cosa più bella da sentirsi dire che Nash che mi chiamasse sua.
-Io sono Shawn, piacere- concluse lui sorridendo.
Era un bel ragazzo esteticamente, non troppo alto, muscoloso, occhi marroni e capelli castano scuro abbastanza corti.
-Aspetta, tu sei la ragazza di Jack Gilinsky!- sbottò dopo alcuni secondi Shawn guardando Federica, la quale arrossì improvvisamente annuendo.
-Cam?- chiese poi Nash guardando l’amico titubante.
-E’ ancora in camera sua…- rispose Shawn mordendosi il labbro inferiore.
-Sta ancora male per Eleonora?- chiesi io guardandoli entrambi.
-Sì. Dopo la fase “odio tutto il genere femminile” c’è la fase “non mi muovo dal mio letto nemmeno se la terra stesse crollando”- spiegò Nash mettendola un po’ sul ridere.
Chiesi se potevo andarlo a salutare e il ragazzo dagli occhi azzurri come il ghiaccio acconsentì, accompagnandomi al piano di sopra con Fede e Shawn che ci seguivano dietro di noi.
Nash bussò alla porta della camera chiusa.
-Cam, ci sono delle visite-.
Sentimmo leggero “sì”, il quale sembrava più un lamento che un’affermazione.
La porta della stanza si aprì lentamente e vidi Cam sotto le coperte del suo letto con accanto una ciotola di cereali, un joystick, dei fumetti mentre era intento con lo sguardo sul suo cellulare.
-Cam!- lo richiamò Nash cercando di attirare la sua attenzione.
-Che c’è?- sbottò scocciato lui guardandoci.
-Hei Cam!- esclamai facendo un debole sorriso.
-Ciao Gre- rispose lui riposando il suo sguardo sullo schermo del suo cellulare.
-Ciao Cameron- disse Federica sporgendosi un po’ più avanti in modo che potesse vederlo meglio.
-Ciao Luisa- rispose lui senza nemmeno alzare gli occhi.
-Mi chiamo Federica veramente- lo schernì lei infastidita e seccata.
Non avevo mai visto Cam così ed ora potevo capire come si dovesse sentire Nash quando al telefono mi parlava di lui.
-Se ti serve qualcosa chiamami, ciao Cameron- gli fece sapere Nash prima di chiudere la porta della sua stanza.
Quando eravamo ancora al piano di sotto, Shawn andò di nuovo in cucina a parlare con Federica, mentre Nash prendendomi la mano, mi portò fuori sul lungo balcone che dava una vista stupenda di New York.
-Scusalo, è che sta ancora male…- mi disse Nash prendendomi le mani guardandomi negli occhi.
-Tranquillo, non è colpa sua- risposi io facendo un debole sorriso.
Subito dopo lasciò delicatamente le mie mani per posare le sue sul mio bacino costringendo i nostri corpi a toccarci.
A quella vicinanza mi sentii ancora più bassa, dato che lui era più di un metro e ottanta ed io era già bello se raggiungevo un metro e sessantacinque.
Posai le mie braccia sulle sue spalle e lui mi tirò ancora più vicina a se per poi darmi un caldo bacio sulla fronte e appoggiare la sua guancia sulla mia testa
Posai la mia testa sul suo petto ed avrei voluto rimanere in quella posizione per sempre.
-Solo ora che sei qui tra le mie braccia, capisco davvero quanto mi sei mancata, Gre- sussurrò alle mie orecchie. 


  Nash.

  Shawn.

 Vestiti Gre.



  Vestiti Fede.

 
Ciao ragazze :)
Mi scuso enormemente per questo enorem ritardo e cercherò di essere più puntuale prossimamente!
Buon anno a tutte (anche se in ritardo lol)
Un bacio
Gre :*

 

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Capitolo 36
*** We love you, Cam ***


WE LOVE YOU, CAM:



Quando rientrammo in casa, vedemmo Shawn e Federica mentre parlavano amabilmente.
-Oggi facciamo un giro per New York!- esclamò Nash guardandoci entusiasta.
-Avevi promesso di accompagnarmi in aeroporto- disse Shawn guardando Nash alzando un sopracciglio.
-Certo! Ti accompagneremo prima di andare a fare u giro, Shawny- spiegò Nash facendogli l’occhiolino.
-Non chiamarmi così!- protestò lui come un bambino.
-E perché? Non è adorabile?- ironizzò lanciandomi un sguardo complice.
-Anche Trash è carino, sai?- ribatté Shawn ghignando.
-Va bene, avete tutti dei bellissimi nomi!- s’intromise Federica facendo terminare quel ridicolo scambio di nomignoli.
-Vado a preparare le valigie- concluse il canadese salendo le scale velocemente.
Nash mi guardò e poi si colpì la fronte con una mano.
-Dannazione! Oggi devo registrare il mio nuovo video per youtube!- esclamò alzando gli occhi al cielo sbuffando.
-E’ tutto okay- lo rassicurai dandogli un leggero bacio sulla guancia.
-Ma volevo andare a fare un giro con te!- protestò lui mettendo il labbruccio.
Federica lo guardò con gli occhi sbarrati e lui aggiunse
-Ed anche con Fede, naturalmente- sorridendole.
-Naturalmente- rispose lei guardando da un’altra parte.
Io risi.
-Bhe, se vuoi, una volta finito il video possiamo sempre uscire- risposi sorridendogli.
-Ottima idea, baby girl!- rispose dandomi un bacio sulle labbra.
Dio quanto mi era mancata quella sensazione.
Improvvisamente sentimmo Shawn chiamare Nash di sopra e tutti e tre accorremmo per vedere cosa stesse succedendo.
-Nash!- continuò ad urlare Shawn.
Entrammo nella stanza e Shawn esclamò
-Mi hanno anticipato il volo tra meno di due ore!-.
Nash annuì cercando di mantenere la calma ed iniziò ad aiutare Shawn a preparare le valigie.
Avevo sete, così scesi dalle scale ed andai in cucina aprendo il frigo e tolsi il cartone del succo.
Presi un bicchiere ed improvvisamente sentii prendermi la spalla.
Mi girai di scatto e vidi Federica.
-Posso un po’ di succo?- mi domandò con un sorrisetto beffardo.
Io annuii e versai un po’ del liquido rossastro anche nel suo bicchiere.
Dopo circa venti minuti, Nash scese con Shawn dal piano di sopra ed uscirono entrambi per andare in aeroporto.
-Tua mamma ti ha fatto sapere qualcosa?- mi chiese Federica sedendosi sul divano comodamente.
Io scossi la testa.
Alla fine mi aveva detto solo di farci trovare in hotel verso sera e non era ancora nemmeno mezzogiorno.
-Io ho bisogno di fare un po’ di shopping americano oggi, ti avviso- disse Fede dopo sospirando.
Lasciò cadere la testa all’indietro ed i corti capelli ricci e scuri finirono sullo schienale del divano.
Dopo alcuni secondi lanciò uno sguardo verso l’enorme vetrata alla nostra destra ed entrambe restammo a goderci quel panorama stupendo di New York.
Sentimmo dei rumori e alzando lo sguardo, vidimo Cam, in boxer, scendere dalle scale ciondolante, per dirigersi in cucina e versare altri cereali nella ciotola che aveva in mano.
Non ci diede la minima attenzione e quasi inciampò nel trascinare i piedi sul pavimento.
Mi mancava così tremendamente il vecchio Cam.
-Come fa Nash a vivere con una specie di vegetale?- sbottò Federica infastidita.
-Shh! Potrebbe sentirti- l’ammonii io colpendola leggermente sul braccio sinistro.
-Lo sa benissimo anche lui. Senti, è Cameron Dallas, okay? Non può restare in questo stato comatoso per mesi- iniziò lei determinata. –Eleonora c’è stata davvero male, ma poi è riuscita in qualche modo a superarlo e Cam deve fare lo stesso. Non può continuare a piangersi addosso e vivere come se il mondo in torno a lui non stesse andando avanti, perché ci sono moltissime persone che tengono a lui ed anche Eleonora ci tiene ancora- aggiunse in tono risoluto.
Quelle parole delinearono a pieno quello che era il mio pensiero su quella situazione.
Restammo per altro tempo sul divano, finché non entrò Nash dalla porta d’ingresso.
-Chi ha fame?- domandò con un enorme sorriso dipinto sul volto.
Mi era davvero mancata la sua voracità che era sempre presente ad ogni ora del giorno.
Io e Federica ridemmo e poi ci alzammo andando da lui in cucina.
-Cosa volete mangiare?- ci domandò aprendo armadietti e credenze per tutta la cucina.
-Per me è uguale- risposi sorridendo.
-Mh… vediamo un po’ cosa sai fare ai fornelli, Grier- lo punzecchiò Federica con un sogghigno.
-E va bene- accettò la sfida lui sospirando.
Iniziò a tirare fuori pentole e padelle e poi ci disse di andare di sopra che sarebbe stata una sorpresa.
Dopo circa un’ora chiamò me, Fede e Cam per dirci che era pronto.
Io e Federica scendemmo e vidimo sul tavolo della cucina un enorme piatto di pizza, grande il triplo di una pizza normale, con su quantità industriali di cibo come condimento.
-Tadan!- esclamò con un sorriso enorme.
-Che bravo il nostro chef provetto- ironizzai dandogli un bacio.
-Hai cucinato una pizza a due italiane? Hai scelto una strada difficile, Nash- lo avvertì Fede sospirando sedendosi subito a  tavola.
-Sono stato per quasi un mese in Italia, ho imparato qualcosina a forza di mangiare pizza, Federica- replicò lui invitandoci a sedere.
Iniziammo a mangiare e dovevo ammettere che era davvero buona!
Come condimento c’era di tutto, da wurstel a bacon, da formaggio a peperoni.
-Niente male Nash, davvero niente male- ammise Federica continuando a mangiare tranci di pizza uno dietro l’altro.
-Grazie Fede- rispose Nash soddisfatto.
Mi domandavo solamente come avremmo mai finito tutta quella roba, dato che già alla seconda fetta ero quasi piena.
Dopo un po’ Federica si guardò attorno e chiese
-Ma Cam?-
-Io l’ho chiamato, ma credo non voglia scendere- rispose Nash passandosi una mano tra i capelli.
La riccia si alzò di scatto e prese un piatto e ci mise su due fette di pizza.
-Dove vai?- gli chiedemmo noi.
-Ora Dallas mi dovrà sentire e dovrà mangiare queste fette di pizza- rispose lei seria.
Di fronte a quella determinazione, io e Nash ci lanciammo degli sguardi ed entrambi eravamo sorpresi.
Federica salì le scale e mentre Nash iniziava a mettere a posto, io la seguii.
-Fede!- la chiamai senza alzare troppo la voce.
-Fermati, dannazione!- continuai.
-No, sta volta mi dovrà sentire- rispose lei avanzando a passi da gigante lungo il corridoio fino alla camera di Cam, dove riuscii a bloccarla giusto in tempo, prima che aprisse la porta e scatenasse un putiferio.
-Gre, lasciami- disse cercando di divincolarsi dalla mia presa sul suo braccio.
-Non puoi andare lì a sbraitargli contro, non è così che si fa!-
-Non gli sbraiterò contro. Gli darò solamente la pizza-
-Federica…-
-Fidati di me- concluse lei aprendo la porta.
Io restai fuori per sentire cosa stesse succedendo, ma tranne che per qualche parola di Federica sulla pizza, non ci fu altro.
Quando uscì scese le scale ed io la seguii.
Vidi Nash iniziare a sparecchiare ed a pulire il tavolo, così gli demmo una mano.
Verso le due, Nash ci avvertì che doveva iniziare  a filmare il video, così io e Federica ci sedemmo sul divano tranquille.
Lui posò la telecamera davanti a se su un cavalletto ed iniziò a riprendersi.
Era strano vederlo senza essere dall’altra parte dello schermo.
E ad ogni parola che pronunciava, un piccolo sorriso faceva sempre capolino sul mio volto.
Sarei potuta rimanere ore ed ore a vederlo parlare o anche solo a vederlo respirare, senza che facesse nulla.
Dopo un po’ vidi Federica salire le scale per andare in bagno ed io continuai a guardare Nash, come stregata.
Ogni tanto, senza che lui se ne accorgesse, gli scattavo qualche foto come ricordo ed era bellissimo.
Era passato circa un quarto d’ora e di Federica non c’era nessuna traccia, così salii le scale, ma vidi che il bagno era aperto senza nessuno al suo interno.
Passai per il corridoio e vidi la camera di Cam socchiusa e delle voci parlare.
Appoggiai l’orecchio alla  porta e sentii paralare la voce di Federica.
-Cam, non puoi continuare così, ci sono milioni di persone che tengono a te, hai i tuoi amici che ti adorano, non puoi continuare a comportarti come se non te ne fregasse nulla- sentii dire da Federica.
Pregai che avesse un po’ di tatto con Cam in quel momento, altrimenti tutti i suoi intenti non sarebbero serviti a nulla.
-E’ difficile- sentii rispondere Cam con un filo di voce.
-Certo che lo è, ma si può andare avanti. Eleonora ha fatto uno sbaglio e credimi, le è dispiaciuto da morire, ma sono passati alcuni mesi, è ora di ricominciare. Lei ci tiene ancora molto a te, come tutti noi. Io non ti conosco da molto, perché siamo usciti solo poche volte, ma ti ho sempre considerato un ragazzo solare e divertente e non dovresti darmi motivo di ricredermi- disse lei.
Mi stupii di quelle parole.
-Lo so, è solo che a volte mi chiedo se sono così facile da dimenticare?-
-No Cam, credimi, non lo sei affatto- concluse lei.
Ero davvero felice che quei due stessero avendo quella conversazione.
-Che ne dici se dopo vieni con me, Nash e Gre a fare un giro? Ci divertiremo!- gli propose lei speranzosa. –Guarda che mi offendo se non vieni, inizierò a farmi complessi pensando che delle coperte e dei cereali siano meglio di me- aggiunse scherzando.
-Okay, okay verrò con voi- rispose Cameron.
A quelle parole sorrisi e ringraziai mentalmente Federica per averlo aiutato.
-Baby girl!?- sentii chiamare dal piano di sotto.
Mi allontanai velocemente dalla porta e scesi le scale.
Quando scesi al piano di sotto, vidi Nash intento a mettere apposto la videocamera e tutto il resto.
-Stasera lo monto e appena posso lo pubblico- disse soddisfatto.
-Perfetto!- gli risposi andando da lui per dargli un bacio sulle labbra rosee e carnose.
Sentimmo dei rumori e scesero dalle scale anche Federica, seguita inaspettatamente da Cameron.
-Indovinate, verrà anche Cam con noi oggi!- esclamò Fede lanciando un occhiata complice al ragazzo dietro di lei.
Io e Nash sorridemmo, lui più stupito di me ovviamente.
-Grande bro!- esclamò lui andando ad abbracciarlo.
Ero felice che l’aria in casa si fosse calmata.
-Okay, dateci cinque minuti per sistemarci e poi usciamo- ci informarono i ragazzi salendo al piano di sopra, mentre Fede ed io restammo al piano di sotto sedendoci sulle sedie della cucina aspettandoli.
Dopo alcuni minuti, scesero entrambi sorridenti.
Cameron indossava un maglione blu scuro e dei jeans neri con delle Timberland ai piedi.
Mentre Nash aveva una felpa grigio scuro e dei pantaloni beige con delle Vans nere.
Dopo che tutti e quattro mettemmo giacche, giubbini ecc.. uscimmo dall’appartamento.
Appena fuori dall’edificio, un vento freddo ci venne addosso e la temperatura si era abbassata notevolmente rispetto a qualche ora prima.
-Che volete fare?- ci chiesero guardandosi attorno.
-Io devo fare shopping- rispose risoluta Fede ammiccando un sorriso malizioso.
Tutti ridemmo e poi iniziammo a camminare per l’enormi vie di New York.
Prendemmo dei frappé da Starbucks e Federica continuò a fare shopping ininterrottamente per tutto il pomeriggio.
Molto spesso capitava che alcune ragazze ci fermassero per fare delle foto con Nash e Cam, ma orami c’ero abituata.
Verso le cinque e mezza ci sedemmo tutti e quattro su una lunga panchina, anche se io ero seduta sulle gambe di Nash.
Avevo le mie braccia attorno al suo collo e le mie dita giocavano con i suoi soffici capelli scuri.
Non facevo altro che rimanere incantata da tutta quella perfezione che avevo davanti.
Avevo la punta del mio naso attaccata alla sua e dai nostri occhi c’erano si e no 5cm di distanza.
Erano così azzurri che sembravano essere davvero di ghiaccio, contornati attorno poi da una parte nettamente più scura, con delle lunghe ciglia nere da far invidia a qualunque ragazza.
-Ma guardali come sono teneri i due piccioncini- sentii alle mie spalle.
Mi girai e vidi Cam e Fede scherzare su me e Nash.
-Guardali!- esclamò Federica poi sorridendo.
Io e Nash arrossimmo immediatamente ed iniziammo a ridere.



 
Ciao belle :*
So che avevo promesso di essere più puntuale con la pubblicazione,
ma ultimamente non ho un attimo libero D:

Spero che questo capitolo vi piaccia :)
Un bacio
-Gre c:

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Capitolo 37
*** Not like that ***


NOT LIKE THAT



Quando tornammo all’hotel verso sera, io e Federica ci eravamo fatte trovare in camera.
Mia mamma entrò bussando per poi appoggiare la sua borsa sulla scrivania con un enorme sorriso sul volto.
-Come è andata la giornata? Cosa hanno fatto di bello queste due ragazze?- ci chiese sedendosi su una sedia.
Io e Federica ci lanciammo uno sguardo d’intesa prima di rispondere.
-Abbiamo fatto un po’ un giro per New York, è davvero una bella città!- esclamò entusiasta Fede.
Aveva perfettamente capito che non doveva nominare ne Nash ne Cam.
-Quindi presumo che vi siete divertite- disse mia madre per poi lanciarmi un’occhiata compiaciuta.
-Oh, sì è una città meravigliosa!- risposi prendendo a guardare fuori dalla finestra per vedere la città illuminata.
-Avete mangiato, vero?- ci domandò ancora.
-Siamo state letteralmente sommerse dal cibo- scherzò Federica mentre le immagini della pizza di Nash riaffioravano tra i miei pensieri.
-Sì, anche il cibo non è niente male qua- aggiunsi.
-Bene, sono contenta che vi siete divertite, la cena sarà pronta verso le otto, vi vengo a chiamare. A dopo ragazze- ci salutò mia madre uscendo dalla porta prendendo con se la sua borsa.
Appena chiusa la porta, Federica si precipitò sul  mio letto con una velocità spaventosa.
-Quando hai intenzione di dire a tua madre del ragazzo dagli occhi di ghiaccio, huh?- chiese Federica sospirando.
Stavo per risponderle, ma dalle mie labbra non uscì alcun suono.
-Andiamo, state insieme da un po’, e poi siete così carini insieme, dovresti dirglielo, Gre- suggerì con un sorriso d’incoraggiamento.
-Fede, non è come dire che sei fidanzata con il tuo vicino di casa o con un tuo compagno di classe. E’ diverso e molto più complicato- iniziai a spiegare sbuffando.
-Bhe, all’inizio sarà un po’ strano, ma poi ci farà l’abitudine! Alla fine è sempre un ragazzo come tutti gli altri. Penso che molte volte anche lui vorrebbe ritornare alla normalità. Ovviamente è stupendo essere famosi e si vede che sia a lui che agli altri piace questa cosa, ma penso che alla fine la normalità sarà sempre la cosa che nel profondo cercano- rispose lei cercando di farmi vedere le cose positive della situazione.
-Okay, però è comunque difficile andarle a dire “Mamma, hai presente il ragazzo di cui ho tremila foto, che continuo a disegnare, da cui insomma sono ossessionata? Ecco, ora è il mio ragazzo”- dissi imitando un discorso tra me e mia madre, al quale Federica iniziò a ridere.
-Va bhe, puoi farti dare qualche consiglio anche da Nash, insomma c’entra anche lui in questa storia- sogghignò lei.
-Va bene, va bene- conclusi io alzandomi dal letto per prepararmi per la cena.
Il pomeriggio seguente verso le tre, io e Federica eravamo andate all’appartamento di Nash e Cam.
Bussammo alla porta e, un Cam totalmente diverso dal ragazzo triste e depresso del giorno prima, ci aprì la porta sorridendo.
-Ciao ragazze!- esclamò facendoci entrare.
-Ciao Cam- rispondemmo noi in coro.
Sentimmo un grande fracasso e dopo alcuni secondi, vedemmo scendere Nash dalle scale per dirigersi verso di me baciandomi.
Le sue labbra erano calde e soffici e ogni volta che si toccavano con le mie mi rendevo conto di quanto mi fossero mancate in quei mesi.
-Bambolina!- esclamò posando il suo naso contro il mio.
Le sue mani erano strette sui miei fianchi, mentre le mie erano legate attorno al suo collo toccando i suoi morbidi capelli.
-Okay che la ami, ma almeno le buone maniere potresti tenerle, Grier- lo schernì Federica incrociando le braccia e mettendo il broncio.
-Oh, ehilà Fede!- esclamò Nash passandosi una mano tra i capelli imbarazzato.
-Mh, ecco- continuò Federica tirandogli un piccolo pugno sul braccio.
-Veramente, basta! Cioè se avrò il diabete sarà per colpa vostra- si lamentò Cam ridendo alzando gli occhi al cielo.
-Allora non guardarci- gli rispose Nash con una smorfia.
-Volentieri, ma è davvero difficile se ogni volta sembrate risucchiarvi a vicenda- aggiunse Federica ridendo a crepapelle mentre Cam si unì a lei.
Io e Nash arrossimmo e lui mi prese la mano stringendola.
Quanto era bello.
Improvvisamente sentimmo un suono provenire dal cellulare di Federica, così lei lo estrasse fuori per leggere a voce alta la scritta apparsa sullo schermo.
-Mi è arrivata una notifica da Twitter “Vai a guardare il nuovo video dei Jacks ‘Like that’- lesse per poi alzare lo sguardo verso di noi.
-Hanno fatto un nuovo video? Non lo sapevo- dissi guardando i ragazzi.
-Nemmeno io!- esclamò Fede mettendo via il telefono.
-Nash, possiamo guardarlo in salotto?- chiesi mentre io e Federica ci andavamo a sedere sul divano.
-NO!- esclamarono loro mettendosi davanti a noi.
-Scusami?- iniziò Federica alzando un sopracciglio.
-Non potete vederlo- rispose Cam lanciandosi un’occhiata d’intesa con Nash.
-Il mio ragazzo ha fatto una nuova canzone con un nuovo video e tu mi stai vietando di vederlo?- continuò Federica mentre il suo tono di voce si alzò di un’ottava.
-Non possiamo fare qualcosa di più interessante?- propose Nash cercando di sviare il discorso.
-Moretto non attacca, ora te lo chiederò gentilmente: accendi la tv, grazie- rispose a denti stretti la ragazza riccia accanto a me.
Nash e Cam sbuffarono per poi accendere la grande tv appesa al muro andando su youtube.
-Eccolo!- esclamai io sorridendo.
Ero contenta di poter sentire una loro nuova canzone, ma non si poteva dire lo stesso di Nash e Cam per motivi a me occulti in quel momento.
-Nash? Ti si è addormentato il dito?- lo richiamai io vedendo che teneva il mouse fermo puntato su play.
Lui sembrò guardarmi con occhi imploranti e dopo alcuni istanti premette il tasto ed il video partì.
-Guardalo!- urlò Federica appena la figura di Jack entrò in scena.
-Ci sono anche Jack Johnson e Nate- aggiunsi sorridendo.
Iniziai a guardare il video interessata e già da quell’accenno di pianoforte la canzone iniziava a piacermi.
Dopo alcuni istanti il video prese il via e sullo schermo apparvero altre tre o quattro ragazze.
Cam prese in mano il telecomando e Nash si mise accanto a me cercando di attirare la mia attenzione.
Vidi Jack G avvicinarsi allo schermo per poi iniziare a cantare.
Guardai Federica accanto a me e notai il suo sorriso spegnersi dopo qualche secondo che la voce di Jack risuonava ormai nell’appartamento.
Mi girai verso lo schermo e davanti a me si proiettò l’immagine di Jack che cantava mentre il suo sguardo rimaneva fisso, quasi stregato, sul seno della ragazza accanto a lui che faceva ondeggiare i lunghi capelli neri.
Successivamente lo schermo si spense e tutti gli occhi caddero su Cam con in mano il telecomando con il dito premuto sul pulsante d’accensione.
-DALLAS!- urlò fuori di sé la riccia.
Cam si spaventò e lanciò il telecomando a Nash, il quale impaurito cadde all’indietro dal divano con un’espressione spaventata sul volto.
-GRIER, ACCENDI SUBITO QUELLA MALEDETTA TV!- lo minacciò Federica alzandosi dal divano.
Lui annuì per poi riaccendere la televisione.
Nash si sedette accanto a me tenendo ben saldo il telecomando tra le sue mani e Cam accanto a Federica.
Non potevo credere ai miei occhi, gli occhi di Jack G sembravano incatenati al prominente davanzale della ragazza che ormai Federica stava sbranando con lo sguardo.
-E’ una mia impressione o Gilinsky sta fissando morbosamente il seno della ragazza?- domandai alzando un sopracciglio.
-Non ha ritegno quel ragazzo- commentò Cam.
Federica gli lanciò un pugno sul braccio.
-Ahia!-
-Stai sempre parlando del mio ragazzo!- rispose lei furiosa.
Il video continuava a trasmettersi e la canzone non era affatto male, anzi, la voce bassa di Nate legava alla perfezione con quella di Jack G ed il rap di Jack J era fenomenale.
-Non è brutta la ragazza però- disse poi Nash studiando la figura della ragazza davanti a se.
Tutti e tre lo fissammo incenerendolo con lo sguardo.
-Come?- chiesi io con la mascella tesa.
-Davvero, fratello? Davvero?- replicò Cam sporgendosi in avanti per incontrare i suoi occhi.
Nash abbassò gli occhi e scosse la testa arrossendo.
In quel momento iniziavo ad odiare il genere femminile tanto quanto Federica.
Dopo alcuni minuti il video terminò e un telefono squillò.
Ci voltammo ed era il cellulare di Cam.
Andò a rispondere, ma grazie alla mia vista acuta riuscii a leggere il nome sullo schermo: Gili c’era scritto.
Mentalmente risi per il buffo soprannome con cui l’aveva salvato, ma poi tutti e tre restammo a fissarlo.
-Pronto? Nonna… hem ciao!- rispose Cam arrossendo ed iniziando a gesticolare.
-Hem io... sì, ti passo Nash- continuò per poi lanciare il telefono a Nash, che con una presa niente male se lo passò all’orecchio.
Federica lo fulminò con lo sguardo e credo che se avesse saputo che era Jack avrebbe ucciso all’istante i due ragazzi.
-Pronto?- si schiarì la voce Nash.
-Ma bellissima! Ciao sì… no ti risento, sì esatto!- continuò mentendo spudoratamente.
-Addio ti risento! Sì ti richiamo io!- alzò la voce tossendo.
-A mai più!- concluse spegnendo il telefono passandolo poi di nuovo a Cam.
Gli occhi miei e di Federica rimbalzavano da Cam a Nash come due palline da ping pong in attesa di chiarimenti.
-Chi vuole una pizza?- propose Nash sorridente nella quasi tangibile tensione che si stava creando.
-Una pizza? Grier, non so se hai appena visto il video dove Gilinsky stava mangiandosi con gli occhi le tette di quella ragazza con nonchalance. Ora voi due state giocando all’indovina chi senza spiegare niente a me e alla tua ragazza, e tu chiedi chi vuole una pizza?!- quasi urlò Federica alzandosi dal divano con i denti stretti ed i pugni chiusi.
Nash abbassò lo sguardo e si risedette accanto a me posando la sua testa nell’incavo del mio collo prendendo a giocare con le punte delle mie dita.
-Ora voglio delle maledette spiegazioni! Chi diavolo era al telefono?- domandò Fede fulminando con lo sguardo il bel ragazzo accanto a me per poi passare a Cam.
-Era..mia nonna- rispose poco convinto Cam.
Per quanto gli volessi bene, la sua abilità nel mentire era sempre stata dannatamente scarsa.
Era più forte di lui, riusciva a fare qualsiasi cosa, ma nel mentire era negato.
-Tua nonna? E cos’è, una spasimante di Nash per caso?- chiese la riccia.
-No, certo che no!- rispose con una smorfia il ragazzo dagli occhi blu.
-E perché l’hai chiamata bellissima?- continuò quell’inverosimile dibattito la mia amica.
Sapevo che Federica avrebbe avuto le sue risposte, la sua testardaggine la portava lontano solitamente e quella volta non era di certo un’eccezione.
-Scusami, ma non credo ti riguardi sapere con chi parliamo io o Cam- rispose Nash serio.
Da quelle parole capii che c’era sotto qualcosa.
Federica sbuffò, ma non ribatté più alla risposta di Nash.
Subito dopo, lei e Cameron andarono in cucina, mentre io e Nash restammo da soli.
-Hai intenzione di chiarirmi le idee, o ti aspetti che creda alla storiella che tra te e la nonna di Cam ci sia qualcosa?- domandai sorridendo.
Lui rise e prendendo alcune ciocche dei miei capelli tra le dita sospirò.
-Te lo spiego più tardi, te lo prometto, baby girl- rispose lui dandomi un leggero bacio sula fronte prima di accarezzare con le dita le mie guance.


 
Ciao dolcezze :*
Sì è passato più di un mese dall'ultima pubblicazione,
ma sono sempre stata impegnata e  mi scuso per l'enorme ritardo!
Spero vi piaccia il capitolo c:
Un bacio,
-Gre.

 

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Capitolo 38
*** Maybe I have an idea! ***


MAYBE I HAVE AN IDEA!:


Prima di andare a dormire, Federica si sedette sul mio letto ed io mi spostai un po’ più in là facendole spazio.
I suoi occhi scuri guizzavano di una luce strana ed io capii subito che qualcosa le balenava nella mente.
-Fede, se devi dirmi qualcosa sputa il rospo, ma ti prego, non restare a fissarmi in quel modo, è inquietante e snervante- la canzonai osservando i suoi lineamenti.
-Dio, detto così mi fai sembrare una maniaca- scherzò lei ridendo della sua battuta.
-Forza, cosa devi dirmi?- ripresi a domandarle.
-Tu e Nashty state insieme da un po’, mi sembra..- iniziò con uno sguardo ammiccante. Pregai con tutta me stessa che non andasse a parare il discorso dove temevo. –E da quel che tutti possono notare, lui è praticamente cotto di te. Perciò, mi stavo solamente domandando quando aveste intenzione di fare evolvere la vostra relazione?- terminò poi sogghignando.
Ovviamente le mie preghiere non erano state ascoltate ed il termine che aveva utilizzato per la nostra relazione, mi faceva pensare al gioco dei Pokemon.
Mi aveva colto alla sprovvista e non sapevo bene ancora cosa rispondere.
-Bhe- iniziai prendendo a giocherellare con le punte delle dita. –Non ne abbiamo ancora parlato effettivamente io e Nash- risposi in seguito.
Lei rise guardandomi compiaciuta.
-Ovviamente, è un gentil uomo quel ragazzo- ironizzò.
Io serrai gli occhi per la sua pessima battuta.
-Gre, tu lo ami e lui prova lo stesso per te, qual è il problema?- continuò lei.
Teoricamente il problema non c’era, solo che non sapevo se ero ancora pronta a fare questo passo.
-Non lo so..- risposi semplicemente e in totale sincerità.
-Secondo me dovreste parlarne- suggerì Federica dandomi un sorriso d’incoraggiamento.
-Okay, gliene parlerò- conclusi sospirando e rivolgendo i miei pensieri a due occhi azzurri come l’oceano.
La mattina seguente, Cam e Fede erano usciti a fare la spesa per l’appartamento di lui e Nash, mentre io ero rimasta con quest ultimo nell’appartamento.
Eravamo sdraiati sul suo letto con il suo braccio attorno alle mie spalle mentre la grande televisione al plasma trasmetteva dei programmi musicali.
Dopo alcuni istanti, Nash prese a guardarmi sorridendo.
-Devo dirti una cosa- confessò avvicinando il suo viso di più al mio.
Io deglutii a fatica e poi feci un cenno per indicargli di continuare.
-Hai presente ieri quando ha chiamato la nonna di Cam?- domandò imbarazzato con le guance rosse ricordando quell’imbarazzante episodio.
-Sì?-
-Ecco, non era sua nonna-
-Davvero, Nash? Ed io che iniziavo a temere che mi volessi tradire con qualche ottantenne- ironizzai scherzando.
Lui rise e poi mi diede un casto bacio sulle labbra.
-Bhe, era Jack Gilinsky- spiegò il moro davanti a me.
Io strabuzzai gli occhi a quel nome non capendo.
-Jack?- chiesi alzando un sopracciglio.
-Esatto, la cosa che ti sto per dire non deve assolutamente saperla Federica, è chiaro?- mi avvisò lui serio.
Io annuii lentamente per assimilare le sue prossime parole.
-Jack vuole farle una sorpresa per l’ultimo dell’anno. Il piano che sia io che Cam sappiamo è il seguente: la sera di Capodanno, io, te, Cam e Fede andremo tutti a festeggiare a Time Square e nel momento del fatidico conto alla rovescia, Jack sbucherà fuori facendole la sorpresa!- spiegò entusiasta.
-Sarebbe un’idea magnifica, se non fosse per quel video di pessimo gusto che ha fatto e che Federica ha visto- ricordai mordendomi il labbro inferiore.
-Se ne dimenticherà non appena lo avrà di fronte- mi rassicurò lui mettendo in mostra la sua fossetta sulla guancia destra.
-Bhe, ad ogni modo è un’ idea bellissima e penso che Federica ne resterà felice- sorrisi.
-Concordo- concluse Nash prendendo ad accarezzarmi delicatamente il viso con una mano.
In quel preciso istante, le parole di Federica della notte precedente mi vennero alla mente ed io presi a guardare Nash.
-Nash- borbottai facendo attirare l’attenzione dei suoi occhi blu come l’oceano sui miei.
-Sì?- domandò sorridendo non capendo le mie intenzioni.
-Stiamo insieme da un po’ ed io posso dire di amarti davvero- iniziai non sapendo bene che parole utilizzare.
-Anche io ti amo, baby girl- disse prendendo a baciarmi  le labbra giocosamente.
-Ecco, uhm... quindi, quand’è che... sì, insomma...- balbettai come un’ idiota mentre le guance mi diventavano rosse per l’imbarazzo.
Lui parve non capire il mio discorso.
Dio, l’intuito di quel ragazzo era davvero pessimo, pensai.
-Insomma, quand’è che io e te...- ritentai prendendo a guardare il soffitto come se ci fosse davvero qualcosa di interessante se non dell’intonaco bianco.
-Oh!- esclamò finalmente capendo le mie intenzioni.
Le sue guancie si dipinsero di un colorito roseo e mi sentii sollevata a sapere di non essere l’unico un tantino in imbarazzo in quella situazione.
-Bhe, lo sai che ti amo, baby girl, ma non voglio assolutamente metterti fretta o cose simili- spiegò prendendo la mia mano nella sua stringendola.
-E per questo ti ringrazio, Nash- confessai sorridendo.
-Tu sei il mio primo e vero ragazzo ed è strano perché in più sei anche famoso, per cui io non vorrei sembrarti in qualche modo... stupida- spiegai mordendomi il labbro inferiore di riflesso.
-Non sei stupida, sei bellissima e mia- mi ricordò e tranquillizzò con quelle parole che mi fecero quasi vibrare l’anima.
Nessuno mi aveva mai detto una cosa simile, nemmeno lontanamente.
-Perciò, quanto ti sentirai pronta, io ci sarò- concluse dandomi un delicato bacio sulla fronte.
Successivamente si avvicinò al mio orecchio e dolcemente sussurrò un –Ti amo- che sembrò echeggiare per tutta la mia testa.
All’improvviso sentimmo la porta principale sbattere e dei rumori farsi largo tra la quiete precedente dell’appartamento.
Sia io che Nash sobbalzammo scendendo al piano di sotto, dove vedemmo Federica e Cameron entrambi furiosi.
-Che succede?- domandai cercando di capirci qualcosa.
-Un’ora, una fottutissima ora per trovare un fottuto parcheggio per quel fottutissimo discount per poi scoprire che era chiuso anticipatamente per le vacanze natalizie!- sbraitò fuori di sé Federica stringendo i denti.
-Hai detto la parola ‘fottuto’ e ‘fottutamente’ almeno tre volte- costatò Nash con un sorrisetto.
-Grier, non è il momento- ribatté lei bruciandolo con lo sguardo.
Sapevo che la pazienza non era mai stata una particolare dote di quella ragazza.
-No, immagino di no- rispose lui attonito alzando gli occhi al cielo.
-Amico, stasera ci converrà ordinare dei tacos- disse poi Cam a Nash sospirando.
-Al diavolo voi e i vostri fottuti tacos!- esclamò Fede spogliandosi il cappotto e la sciarpa lanciandoli sull’attaccapanni.
-Fede, dovresti darti una calmata, hai quasi colpito il volto di Cam mettendo il cappotto sull’attaccapanni- cercai di tranquillizzarla io.
Lei sospirò profondamente e si calmò.
-Hai un comportamento tendente alla schizofrenia in questi giorni, Federica- sussurrò Nash osservandola ed io gli tirai una gomitata ordinando gli di tacere.
-Parlò quello che ci prova con le vecchiette- ribatté lei.
-Veramente n..- iniziò Nash, che però benne fermato dalla pacca sulla schiena di Cam.
Quel ragazzo era un tale idiota che non potevo fare altro che amarlo.
-Dopodomani è Natale!- esclamò Cam cercando di cambiare discorso.
-E’ vero!- continuai io.
-E noi non abbiamo ancora l’albero di Natale- borbottò Nash guardandosi attorno con espressione amareggiata.
-Lo faremo oggi, non preoccuparti- rispose Cam ridendo.
-Perfetto! Non voglio interrompere lo spirito natalizio che c’è in me in questo periodo dell’anno- continuò Nash compiaciuto.
-L’unico spirito natalizio che c’è in te proviene dal tuo stomaco per tutto il cibo che ingurgiterai- sogghignò Fede andando verso il divano.
Nash alzò gli occhi al cielo sospirando.
-Verrai da me per Natale, vero baby girl?- domandò il moro di fronte a me.
-Ovviamente!- risposi entusiasta.
Federica mi lanciò uno sguardo poco rassicurante.
-Ottimo! Voglio portarti fuori a cena- aggiunse con un sorrisetto malizioso.
Cam lo ringraziò ridendo al posto mio, ma poi Federica lo guardò male e lui si ricompose.
Dopo alcuni istanti, il cellulare mi vibrò e vidi che mia madre mi aveva appena mandato un messaggio.
“Ho il resto della mattinata libera, che ne dici se andiamo tutte e tre a mangiare qualcosa?”.
Feci leggere il messaggio a Fede e dopo alcuni secondi, Federica disse
-Ci dispiace, ma ora dobbiamo andare, ci vediamo, ciaooo- sbattendoci entrambe fuori dall’appartamento senza che nemmeno potessimo salutare Cam o Nash.
-Cavolo, Greta. Siamo amiche da così tanto tempo e tu non mi dici nemmeno che hai il dono dell’obliquità?- scherzò Federica mentre camminavamo per la strada per ritornare in Hotel.
-Che?- domandai cercando spiegazioni.
-Non pensi che a Natale tua madre vorrà stare anche con te?- iniziò Fede aumentando il passo.
-Hai ragione- risposi maledicendomi mentalmente; avevo accettato di uscire con Nash dimenticandomi completamente della presenza di mia mamma!
-Cosa pensi di fare?- domandò poi lei.
-Non ne ho idea, ma non voglio rinunciare ad uscire con Nash. È il primo Natale che festeggiamo insieme- risposi indecisa sul cosa fare.
-Forse ho un’ idea!- esclamò Federica facendomi l’occhiolino fermandosi davanti all’hotel.
Io la guardai e lei sospirò con un sorriso compiaciuto. 

 

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Capitolo 39
*** Merry Christmas ***


 

MERRY CHRISTMAS:



Era la sera della vigilia di Natale e dovevo iniziare a mettere in pratica il piano che mi aveva detto Federica.
La mattina precedente mi aveva suggerito di iniziare a fare finta di stare male, così la sera di Natale potevo raccontare a mia madre che non mi sentivo bene e se potevo non andare a cena.
Avevamo organizzato tutto: appena mia mamma e Federica sarebbero uscite, io sarei uscita dall’hotel ed avrei raggiunto Nash al suo appartamento per poi uscire a cena.
Sentimmo bussare alla porta della camera dell’hotel.
-Ragazze, va tutto bene?- ci domandò mia mamma entrando dalla porta guardandoci.
-Sì, mi fa ancora un po’ male lo stomaco, ma nulla di grave- risposi portando le mie mani sullo stomaco lentamente.
-Oh, sarà qualcosa che hai mangiato?- domandò sedendosi sul letto accanto a me.
-Sicuramente sarà il vento. Ho un po’ di mal di gola in questi giorni- aggiunse Federica lanciandomi un’occhiata complice.
-Ovviamente- rispose mia madre prendendo ad accarezzarmi i capelli delicatamente.
-Mi ha chiamato il lavoro prima e mi ha informato che l’ultimo dell’anno dovrò molto probabilmente lavorare per restare in redazione a causa di alcune uscite straordinarie- ci informò.
I miei occhi si illuminarono a quelle parole.
-Che peccato!- esclamò Federica mordendosi il labbro inferiore.
-Vi lascerò la serata libera, ma fate attenzione!- ci raccomandò infine avvicinandosi alla porta della camera.
-Guarisci presto, tesoro. Buonanotte ragazze!- aggiunse prima di uscire dalla stanza.
Appena la porta si chiuse, Federica si scaraventò sul mio letto.
-Che programmi abbiamo per Capodanno?- domandò lei con sguardo curioso.
-Oh, verrà..- mi morsi subito la lingua tra i denti maledicendomi mentalmente.
-Verrà chi?- mi incalzò lei alzando un sopracciglio.
-Nash e Cam, ovviamente- risposi non sicura sul cosa dire.
-E dove andremo?- continuò quella specie di interrogatorio.      
-A Time Square, ci sarà il conto alla rovescia e so che tu hai sempre sognato un Capodanno a Time Square- risposi sorridendole.
Lei annuì con un sorrisetto compiaciuto.
Mi immaginai la sua espressione appena avrebbe visto Jack.
Subito dopo calò un silenzio imbarazzante, così informai Federica della chiacchierata del giorno prima con Nash.
-Quando tu e Cam siete usciti per andare al discount, io e Nash abbiamo parlato un po’- iniziai e vidi i suoi occhi scuri guizzare di una strana luce al loro interno.
-Devo tirare ad indovinare gli argomenti?- scherzò sogghignando.
Io abbassai lo sguardo ed arrossii.
-Ho seguito i tuoi suggerimenti e..-
-E? Cosa ha detto?- domandò quasi morbosamente.
-Ha detto che mi aspetterà fino a quando non mi sentirò pronta- risposi semplicemente facendo spallucce.
-Dio, possibile che tu non riesca a leggere tra le righe?- esclamò quasi ridendo.
-Quel ragazzo o è troppo gentile e premuroso, o è gay- sbottò passandosi una mano tra i ricci che le cadevano sul viso.
-So cosa vuoi dire, ma Nash è un ragazzo sincero e se ha detto così è perché lo pensa veramente- dissi sicura guardandola dritta negli occhi.
Lei annuì sospirando.
-Okay, hai ragione. Però ci penserei su come far svolgere la serata dopo la cena di domani- aggiunse ammiccando un sorriso malizioso.
Io alzai gli occhi al cielo.
Era  il giorno di Natale e tra meno di un’ora sarei dovuta essere all’appartamento di Nash.
Mia mamma  e Federica erano già uscite da almeno un quarto d’ora ed io avevo tutto il tempo per prepararmi.
Guardai nella valigia curiosando qua e là, fino a quando non vidi un abito rosso scuro: aveva la scollatura a cuore e  i bordi del vestito erano ricamati in pizzo, rosso anch esso.
Lo guardai meglio e decisi di indossarlo.
Una volta indossi, mi guardai allo specchio ed era incantevole, avrei giurato che sarebbe piaciuto anche a Nash.
Successivamente andai in bagno per sistemarmi.
Mi guardai allo specchio e vidi la mia pelle bianca essere in netto contrasto con il colore del vestito, dovevo rimediare.
Aprii la piccola sacchetta di trucchi che mi ero portata dietro ed estrassi del fondotinta: lo cosparsi leggermente sulla pelle in modo omogeneo e poi misi un po’ di fard sulle guance.
Passai un leggero strato di eye-liner sopra gli occhi e misi del mascara sulle ciglia cercando di volumizzarle il più possibile.
Infine passai dell’ombretto rosa sulle palpebre e per finire il tutto, passai un leggero strato di lucidalabbra sulla bocca.
Quando uscii, mi guardai i capelli non sapendo ancora bene come acconciarli.
Non sapevo se fare una cosa, una treccia o lasciarli sciolti, se farli ricci o lasciarli lisci.
Alzai gli occhi al cielo posando le mani sui fianchi pensando che Fede avrebbe potuto aiutarmi in situazioni di indecisione come queste.
Mi guardai ancora una volta allo specchio e decisi di lasciarli sciolti e lisci pettinandoli soltanto.
Guardai velocemente l’orologio e mi accorsi che erano già le sei e un quarto e dovevo assolutamente andare da Nash.
Un groppo mi salì in gola e misi velocemente delle scarpe nere con un minimo di tacco.
Mi diedi un ultimo sguardo prima di indossare un cappotto neri e prendere la borsa.
Era una delle poche volte che mi piacevo per come apparivo e ne andai fiera.
Staccai il cellulare dalla carica e poi uscii dalla stanza e successivamente dall’hotel.
Dopo circa un quarto d’ora raggiunsi il piano di Cam e Nash e bussai alla porta.
Ero un fascio di nervi e non sapevo bene il perché.
Non era la prima volta che uscivo con lui, eppure sentivo che quella serata sarebbe stata diversa dalle altre.
Passarono alcuni secondi e la porta si aprì di getto.
-Buona sera Gre!- esclamò Cameron facendomi entrare.
-Hei Cam!- risposi guardandomi attorno alla ricerca di due occhi azzurri color ghiaccio.
-Se stai cercando il tuo amato, ti informo che è di sopra che sta finendo di sistemarsi- spiegò sorridendo guardandomi.
-Sei uno schianto, comunque- aggiunse facendomi l’occhiolino.
-Grazie Cam- risposi arrossendo.
-Nash! Muoviti o questa bambolina me la porto fuori a cena io- urlò Cam ridendo.
-Non ti azzardare se vuoi avere ancora i tuoi gioielli domani mattina, e no, non sto parlando di collane o robe simili, Dallas!- ribatté da in cima alle scale Nash.
Potevo giurare che i Cash erano uno dei rapporti che più adoravo.
Dopo un po’ di trambusto, dei tonfi ci fecero capire che qualcuno stava scendendo dalle scale di ferro e passati alcuni secondi, la visione più bella della mia vita restò ferma davanti ai miei occhi.
Restammo a fissarci entrambi senza che nessuno dei due disse niente.
-Dio, vi volete baciare o devo cominciare a fangirlare su voi due?- scherzò Cam rompendo il ghiaccio al posto nostro.
-Sei meravigliosa- sussurrò avvicinandosi a me mentre un sorriso si fece spazio sul suo volto.
-Anche tu, Nash- risposi arrossendo visibilmente baciandolo.
Indossava uno smoking nero con sotto una camicia color azzurro pallido facendo risaltare il colore dei suoi occhi.
-Siete molto teneri, ma voi due avete una cena a cui andare ed io devo prepararmi per uscire, per cui, CIAO-  concluse Cam avvicinandoci alla porta del loro appartamento.
Nash prese la giacca dall’appendiabiti e poi uscimmo entrambi dopo il –Buona serata- auguratoci da Cameron.
Appena in strada, Nash mi porse il suo braccio ed io lo afferrai dandogli un bacio sulla guancia dove vi spuntò subito una fossetta che adoravo terribilmente.
-Allora, dove vogliamo andare?- gli domandai guarda domi attorno.
Le luci natalizie si accesero lasciando la città immersa in un gioco di colori luminosi.
-Voglio portarti in un posto speciale- rispose lui dandomi un caldo e confortante bacio sulle labbra.
-Metti a dura prova la mia curiosità in questo modo, Grier- lo canzonai alzando un sopracciglio.
-Ne varrà la pena, fidati di me, baby girl- rispose sogghignando.
Subito dopo prendemmo il taxi che ci portò in una parte più appartata dal grande caos di New York.
Nash mi fece scendere dall’auto e prendendomi la mano ci avvicinammo a quelle luci che attiravano la mia attenzione.
-Continua a camminare, siamo quasi arrivati- m’incoraggiò stringendomi la mano.
Io annuii cercando di mettere a fuoco le immagini davanti a me: ci fermammo davanti ad un edificio color grigio scuro e con il nome “The Lights” illuminato sopra.
Entrammo entro al ristorante ed una donna sulla trentina ci accolse facendo scorrere su e giù i suoi grandi occhi color nocciola sulle nostre figure.
-Buona sera e Buon Natale! Voi siete?- domandò la donna guardandoci.
-Ho prenotato a nome Grier- rispose Nash facendomi l’occhiolino.
La donna dai lunghi capelli biondi e lisci come la seta annuì per poi andare lungo una sala indicandoci il nostro tavolo ed i nostri rispettivi posti.
-Wow!- esclamai non appena misi piede nella sala.
Era circondata da alberi argentati con delle luci attorno color ghiaccio.
I tavolini erano uno stanziato dall’altro e a giudicare dalle persone là dentro, eravamo sicuramente i più giovani.
-Vi lascio i menù- ci disse la donna porgendoci cortesemente i libricini sottili color argento.
-Qua ci sarà da sbizzarrirsi- ironizzò Nash aprendo il menù.
Quasi tutti gli occhi erano postai su di noi ed io mi domandai come facesse Nash a conoscere quel posto così fuori dal mondo.
-Ti piace?- mi domandò poi guardandomi.
Potevo giurare di potermici perdere in quel mare che aveva nei suoi occhi.
-Vuoi scherzare? È meraviglioso, cioè.. wow!- esclamai come una bambina.
Lui rise per poi afferrarmi la mano stringendola alla sua sopra al tavolo.
-Io sto morendo di fame, tu cosa prendi?- mi chiese guardando morbosamente i piatti davanti a sé.
Io risi e scossi la testa.
Mi era mancata così tanto questa sua parte.
-Credo che prenderò il numero 12- risposi leggendo i vari piatti.
C’e n’erano un’ infinità.
 -Risotto? Ottima scelta, sembra gustoso! Che ne dici anche del numero 26?-
-Carne? Perché no- risposi sorridendogli.
Dopo alcuni istanti, arrivò un ragazzo che supposi fosse il cameriere.
-Buona serata e Buon Natale! Cosa posso portarvi?- domandò sorridente guardandoci.
Nash continuò a far scorrere i suoi occhi su e giù per il menù per poi rispondergli
-Dunque, due numeri 12, due 26, un 34, un 52 e un 46, senza aceto, grazie-.
Alle sue parole, sia io che il ragazzo strabuzzammo gli occhi per l’enorme quantità di cibo che aveva ordinato.
-Ottimo. Da bere?- continui ricomponendosi il cameriere.
-Quello che offre la casa- rispose Nash ammiccando un sorriso.
-Perfetto! Arrivano subito- concluse il cameriere per poi sparire in mezzo ai tavoli dell’enorme sala.
-Perché mi guardi così?- chiese il moro davanti a me fissandomi.
-Oh, niente è che.. potevi anche ordinare direttamente tutta la cucina con i cuochi compresi, non trovi?- ironizzai scoppiando a ridere.
-Ci sono solo quattro cose a cu non posso rinunciare per nulla al modo, attualmente: il cibo, i miei fans, dormire e cosa più importante, te- rispose facendosi serio.
Adoravo quando diceva frasi tra l’ironia ed il romanticismo a cui non sapevo resistere.
-E poi ho fame, dannazione- aggiunse mettendo in mostra la sua fossetta sulla guancia destra.
Quando finimmo di mangiare e Nash pagò la cena, uscimmo dal locale aspettando il taxi.
-Deve esserti costata una cifra colossale la cena- dissi io scaldandomi le mani sfregandole l’una contro l’altra.
-Nah, e poi, per te questo ed altro- rispose baciandomi.
-Secondo me, stanotte nevicherà- disse poi alzando gli occhi al cielo.
Quelle parole arrivarono alla mia mente come ovattate mentre rimasi immobile, come stregata ad osservare quei lineamenti al bagliore della luna del ragazzo accanto a me.
Dio, quanto era bello.
Gli occhi guizzavano di un azzurro intenso ed i suoi denti bianchi e perfetti, erano in nettamente in contrasto con l’oscurità della sera attorno a noi.
Ogni istante che passavo con lui, mi accorgevo sempre di più di quanto lo potessi amare.
Appena arrivammo all’appartamento, decisi di scrivere un messaggio a Federica.
“Come procede la serata? Mia mamma sospetta niente?”.
-Vuoi bere qualcosa, baby girl?- mi domandò Nash dirigendosi verso la cucina dopo essersi tolto la giacca e lo smoking restando con i pantaloni e la camicia azzurra.
Io scossi il capo andandomi a sedere sul divano spogliandomi le scarpe diventate ormai scomode.
-Ugh, quanto rimpiango le Vans in momenti simili- dissi lamentandomi per il dolore.
-Tu sei sempre stata la ragazza della bandana e le Vans- scherzò lui venendo verso di me con un bicchiere d’acqua in mano.
Subito dopo, si sedette accanto a me mettendo il suo braccio attorno alle mie spalle stringendomi a sé con fare protettivo.
Potevo sentire il suo profumo che avrei riconosciuto tra mille.
Improvvisamente mi vibrò il cellulare.
“Tua madre mi sta riempiendo di cibo, ma è adorabile e non sospetta nulla. La tua serata come procede, invece? Dovresti prendere in considerazione la mia idea ;)” rispose Federica.
A quelle parole deglutii a fatica per poi voltarmi verso Nash.
Lui si accorse del mio nervosismo e che lo stavo letteralmente fissando, così sorrise non capendo il perché di quel mio stano comportamento.
Io sospirai per poi prendere a baciargli quelle labbra rosse e carnose con foga.
Ne avevo un disperato bisogno ed in quel momento capii che era il ragazzo giusto per me.
Lui posò le sue mani sui miei fianchi dolcemente ed io mi misi a cavalcioni su di lui, mettendo entrambe le ginocchia ai lati dei suoi fianchi.
-Nash- lo richiamai cercando di attirare la sua attenzione sulle mie prossime parole.
-Sì?-
-Sono pronta, ho deciso- dissi determinata.
Lui sembrò non capire, ma quando finalmente sembrò afferrare il concetto, annuì lentamente.
-Sei sicura baby girl?- domandò accarezzandomi i capelli dolcemente.
Io annuii mordendomi il labbro inferiore nervosamente.
Lui sorrise infondendomi sicurezza ed iniziò a baciarmi dolcemente.
Dopodiché, mi prese in braccio portandomi lentamente nella sua stanza al piano di sopra.
-Mi ha scritto Cam dicendomi che dorme da un suo amico stanotte- mi informò Nash.
Io annuii ringraziando mentalmente chiunque fosse l’amico di Cameron.
Ero seduta sul bordo del suo letto ed il cuore mi batteva a mille; batteva così forte che avevo paura che Nash potesse sentirlo.
Lui si tolse la camicia ed i pantaloni restando solamente in boxer.
Subito dopo si sedette sul letto accanto a me sfilandomi gentilmente il vestito diventato ormai di troppo in quella situazione posandolo sul comodino della stanza.
Poi mi fece stendere dolcemente e lui fece lo stesso accanto a me.
-Stai bene?- mi domandò in tono premuroso incurvando le labbra carnose in un sorriso rincuorante.
Io annuii, le parole sembravano aver abbandonato il mio vocabolario in quell’istante.
Lui si avvicinò facendo toccare i nostri corpi per prendere a baciarmi dolcemente.
Non potevo credere che fosse mio, quel ragazzo che amavo era mio ed io ero sua.
I nostri battiti acceleravano ed i respiri diventavano sempre più pesanti e dopo alcuni istanti, Nash si spostò sopra di me tenendo il peso sui gomiti piegati.
I nostri sguardi erano connessi l’uno con l’altra e potevo giurare che il tempo si fosse fermato in quel preciso istante.
-Buon Natale, baby girl- sussurrò al mio orecchio sorridendo.

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