I flutti dell'amore

di Chloe R Pendragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invito ***
Capitolo 2: *** È qui la festa? ***
Capitolo 3: *** Senza fiato ***



Capitolo 1
*** L'invito ***


I flutti dell’amore
 

1)    L’invito

 
«Eccola!»
«Sta arrivando, svelti!»
«L’ascensore sta salendo!»
«Buongiorno, Lady Glamour!»
 
Le voci concitate dei suoi dipendenti riecheggiavano in tutto l’edificio, proprio come ogni mattina: l’arrivo di Felicia Glam, caporedattrice della rivista newyorkese di moda più famosa al mondo, creava sempre grande scompiglio. Quando le spesse porte di metallo si aprirono, gli splendidi occhi verdi della giovane dirigente si soffermarono per un istante su ogni impiegato, scandagliando minuziosamente ogni dettaglio per essere certa che tutto fosse in ordine.
Come al solito, ignorò gli sguardi colmi di ammirazione degli stagisti e quelli pieni di disprezzo di segretarie, giornalisti e fotografi, per poi dirigersi spedita verso il suo ufficio in fondo al corridoio centrale. Sfilò tra la folla senza neppure ascoltare i saluti ossequiosi che le venivano rivolti, camminando con disinvolta eleganza nelle sue Manolo verde smeraldo, i tacchi a spillo che si posavano delicati sul pavimento in granito.
La lunga gonna bianca ondeggiava con grazia al ritmo della sua falcata, proprio come i boccoli neri che sfioravano le scapole nude; al collo, oltre al laccio color prato del largo top di raso, teneva l’immancabile crocifisso in oro bianco, regalatole dalla madre in occasione del suo diciottesimo compleanno, l’ultimo al quale assistette prima dell’incidente che l’aveva trasformata in un vegetale.
Aprì la porta con un gesto secco e con un paio di passi raggiunse la poltrona in pelle nera, sulla quale si accomodò e si rilassò per una manciata di secondi, sollevando la mano sinistra in attesa del suo immancabile caffè macchiato. Da quando suo padre era morto tre anni prima, quelle azioni facevano parte della sua routine mattutina: arrivo, ascensore, accoglienza, ufficio, poltrona e caffè, seguito dal puntuale resoconto di Danny, il suo fidato assistente, che le raccontava cos’era accaduto in sua assenza e cosa le avrebbe riservato quella giornata.
«Il suo caffè, Lady Glamour!» eccolo lì, perfettamente in orario, come sempre.
«Novità?» si limitò a chiedere Felicia, sorseggiando la deliziosa bevanda calda mentre osservava la pila di scartoffie che l’attendeva sulla sua scrivania in mogano.
«Sono arrivate le bozze della copertina del numero di marzo, Dalila ha detto che ha quasi terminato il suo servizio sulla pochettes, mentre Mark ha detto che l’intervista a Gaultier dovrà essere spostata a giorno 3 perché lo stilista ha deciso “di fare il prezioso”, per usare le sue stesse parole...»
La redattrice capo sospirò, scuotendo il capo di fronte a quell’inutile contrattempo: come sempre, avrebbe dovuto pensarci lei agli errori di quel giornalista da due soldi, ma stavolta non l’avrebbe passata liscia...
«Ah! Quasi dimenticavo: è arrivato un invito per domani, quello nella busta rossa. Chiaramente non ho aperto la busta, non mi permetterei mai...» disse agitando le mani davanti a sé a mo’ di scuse.
«Chiudi la porta quando te ne vai, Danny» rispose lei semplicemente,iniziando la ricerca di quella misteriosa lettera. La trovò proprio quando il suo assistente uscì dall’ufficio e fu un bene, dato che non poté trattenere un sobbalzo alla vista del mittente: Richard Hudson & Maya Bradford, la sua insopportabile mogliettina, nonché ex compagna di liceo di Felicia. La rivalità tra le due donne in carriera era nota a tutti: stessa classe, stesso college, stesso stage... e stesso amante! Richard era stato l’uomo più importante nella vita della dirigente, dopo suo padre, ed era stato la sua unica sconfitta: stavano insieme da sei anni quando Maya si era infilata tra le sue lenzuola e lo aveva sedotto, tuttavia Felicia sapeva che il cuore di quell’uomo sarebbe sempre appartenute a lei e non a quella sgualdrina.
La caporedattrice passò diversi minuti a soppesare quella busta, incerta sul da farsi, finché non si persuase ad aprirla. Al suo interno vi era un elegante foglietto argentato con una scritta dorata che recitava:
 
Gentilissima Felicia Glam,
abbiamo il piacere di invitarLa a un esclusivo Happy Hour,
che si terrà giorno 28 Febbraio alle ore 7:30pm presso il nostro loft,
all’incrocio tra la 65esima e Park Avenue.
Aspettiamo Vostre notizie.
 
Richard & Maya Hudson
 
Felicia per poco non cadde dalla poltrona, sconcertata da quell’invito spudorato: che diavolo avevano in mente quei due? Da un loro invito non c’era da aspettarsi nulla di buono, questo era certo... Eppure, una voce nella testa della dirigente iniziò a farsi strada, un sussurro molto persuasivo, al quale non sarebbe stato facile resistere.
Perché non provare?”, le diceva quella voce, “Potrebbe essere l’occasione che aspettavi per riprenderti il tuo amato, no?”.
La caporedattrice non poté trattenere un ghigno compiaciuto, in fondo era proprio ciò che desiderava: non aveva mai smesso di amare Richard, lui era lì quando aveva perso suo padre e l’aveva aiutata a superare quella terribile fase di transizione. Se era riuscita a essere all’altezza del suo ruolo, lo doveva anche a lui e ai suoi incoraggiamenti: non poteva lasciare che una persona tanto splendida finisse nelle mani di una strega come Maya.
«Danny! Vieni subito!» chiamò a gran voce il suo assistente, certa sul da farsi.
«Sì, Lady Glamour?» le chiese prima ancora di aprire la porta.
«Chiama subito gli Hudson e conferma la mia presenza per domani sera»
Era tempo di vendicarsi...
 
 
 
Spazio di Chloe:
 
Buonasera a tutti! ^^
Questa storia era in cantiere da più di un anno e finalmente ha visto la luce dello schermo: dire che sono emozionata è riduttivo... *^*
Come avrete certamente notato, di sovrannaturale al momento non c’è nulla – al massimo la menzione di una marca da parte mia, questo sì che è sovrannaturale... XD – ma non preoccupatevi: a partire dal terzo capitolo la storia prenderà una piega completamente diversa... ;)
Voglio ringraziare Fantfine per avermi dato l’input per questa storia, sperando che non voglia strangolarmi per aver tardato così tanto... *^*
Infine, come si suol dire “last but not least”, ringrazio già da ora chiunque leggerà/recensirà/inserirà questa storia da qualche parte: il vostro supporto e le vostre opinioni significano tantissimo per me, qualunque sia il vostro pensiero mi aiuterà a migliorare, perciò vi aspetto a braccia aperte! ^^
Stavo per dimenticare la cosa più importante: è mia intenzione aggiornare la storia ogni dieci giorni, se dovessero sorgere problemi vi avviserò in questo angolino! ;)
Ci vediamo al prossimo capitolo, bacioni a tutti! <3

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Capitolo 2
*** È qui la festa? ***


I flutti dell’amore

2)    È qui la festa?

 
Felicia osservò il suo riflesso un’ultima volta prima di scendere dalla limousine, osservando minuziosamente ogni dettaglio del suo viso: i capelli erano raccolti in una lunga treccia corvina che scivolava sinuosa lungo la spalla destra fino a indugiare sulla scollatura a V del suo Gucci in seta, gli occhi verdi messi in risalto da un finissimo ombretto rosa e dal mascara blu notte di Lancôme, la carnagione perlacea resa ancor più luminosa dalla cipria leggera e dal rossetto dello stesso tono dell’abito. Sorrise della sua perfezione e scese dal veicolo con eleganza innata, quasi fosse una novella Afrodite giunta tra i mortali per mostrar loro la vera bellezza.
«Bene... Ci siamo...» mormorò Danny, allisciando spasmodicamente la sua giacca nera, danneggiando così l’immagine della caporedattrice.
«Potresti evitare di renderti ridicolo, almeno per questa sera? Devo ricordarti che se il mio piano andasse in fumo, trasformerei la tua vita in un inferno?» domandò la donna con un sopracciglio inarcato, terrorizzando il suo assistente. Questi sbiancò e annuì ripetutamente, per poi porgere il braccio alla sua superiore con eccessiva rigidità.
Forse è stata una pessima idea quella di coinvolgere Danny, le strategie ambiziose non fanno per lui...” pensò Felicia mentre appoggiava lievemente la mano sull’incavo del gomito del suo accompagnatore e lo strattonava per avanzare. Avevano provato quella scena per tutto il giorno precedente, non poteva permettersi alcuno sbaglio: il suo obiettivo era quello di ingelosire Richard e di attirarlo a sé, conscia del fatto che tra di loro la scintilla non si era ancora spenta. Maya era una persona troppo subdola e bassa per stare al suo livello, mentre lei era nata per vivere al suo fianco, lo aveva sempre saputo.
Entrati nell’edificio, non ebbero nemmeno bisogno di parlare che già il portiere aveva fornito loro tutti i dettagli, dispensando la redattrice-capo da quegli inutili convenevoli. Presero l’ascensore in fondo all’immensa hall e Felicia pigiò il pulsante che indicava il quarantaduesimo piano, proprio come le era stato suggerito. Per tutta la durata della salita, la donna in carriera si assicurò che Danny non vacillasse e che il suo aspetto fosse invidiabile: vedeva già gli occhi blu del suo ex brillare dallo stupore e dalla gioia, mentre la sgualdrina spalancava la bocca e rosicava in silenzio. Sì, sarebbe andato tutto bene...
Quando le porte di metallo si aprirono, fu chiaro che nulla sarebbe andato come previsto: la coppia peggiore dell’anno era al centro della sala d’ingresso, circondata da invitati di tutte le età che si congratulavano con loro. Il lampadario di cristallo risplendeva come se fosse stato fatto di diamanti, proprio come tutto in quella stanza, dai pavimenti in marmo ai flûtes in vetro di Murano, eppure gli occhi dei presenti erano fissi sui padroni di casa: i due sorridevano felici, le mani intrecciate sul ventre di lei, un ventre piuttosto sporgente, come se fosse...
«Ha... ehm, messo su qualche chilo Miss Hudson, o sbaglio?» sussurrò Danny per cercare di stemperare l’ira che stava infiammando la sua datrice di lavoro, con scarsi risultati.
«Quella lì è... è incinta?» chiese Felicia con un filo di voce, gli occhi verdi capaci di uccidere con uno sguardo; prese un respiro profondo e si fece avanti con il suo accompagnatore, esibendo il suo solito sorriso tagliente e la sua espressione di circostanza.
«Maya! Richard! Ma che splendida notizia! Congratulazioni!» esordì lei, portando con sé un silenzio colmo di tensione: tutti conoscevano i trascorsi amorosi dei tre, proprio come sapevano della rivalità imperitura tra le due prime donne.
«F-Felicia...» balbettò l’uomo contesto, piuttosto turbato dall’arrivo della sua vecchia fiamma, ma la sua consorte lo interruppe.
«Oh, Felicia! Ti aspettavamo con impazienza, sai? Morivamo dalla voglia di condividere questa splendida notizia con te!» esclamò quella vipera con un sorriso smagliante, in netto contrasto con le iridi nere come la pece che trasudavano sarcasmo. Danny e Richard cercarono di allontanare le rispettive accompagnatrici da quel gioco pericoloso, ma le due donne non avevano intenzione di mollare l’osso tanto facilmente.
«Che pensiero delizioso! Sono lusingata da tutte queste premure, mi onorate così! Mi piacerebbe molto poter intervistare i futuri genitori di questa splendida creatura, così da rendervi gli omaggi che meritate...» asserì con voce zuccherina, protendendo la mano sinistra verso un vassoio pieno di bicchieri così da sorseggiare un po’ di champagne: nella sua agenda mentale era già stata inserita la voce “frigobar post farsam”, tanto valeva partire avvantaggiati...
«Che idea magnifica, cara! Mi sembra perfetto, vero, tesoro?» rispose Maya guardando Richard, il quale annuì con un sorriso di circostanza, lo sguardo combattuto mentre osservava una serafica Felicia che sorrideva loro come una tigre in gabbia. La serata andò avanti così, tra sguardi colmi d’odio e frasi piene di falsa ammirazione, finché non giunse il momento di congedarsi.
«È stata una serata magnifica!» esclamò “Lady Glamour” avvicinandosi ai festeggiati, «Vi auguro tanta felicità e mi raccomando: non dimenticatevi del servizio!»
«Come potremmo? Piuttosto, tu non dimenticare che sei la benvenuta qui!» rispose Maya porgendo la guancia impiastricciata di fard. Gli altri invitati credevano che le due vecchie nemiche si fossero riconciliate, ma in realtà quella maschera di ipocrisia spariva ogni volta che si trovavano a distanza ravvicinata. Nell’attimo in cui furono l’una a portata dell’orecchio dell’altra, l’antico rancore non tardò a manifestarsi, seppure sotto forma di flebili sussurri.
«A quanto pare, ho vinto io, Felix» le soffiò la padrona di casa, tronfia per il grande successo.
«Goditi il momento, May, perché non durerà a lungo...» replicò con un filo di voce Felicia, una muta collera che rendeva le sue gote ancora più rosse di quanto non avesse fatto l’alcool.
«Lo vedremo...» chiuse l’altra sciogliendo l’abbraccio con un caldo sorriso colmo di soddisfazione, lo stesso che si era formato sulle labbra infuocate della redattrice. Fu quando Richard le si avvicinò che Felicia lasciò trasparire la sua gelida collera, bruciandolo sul tempo prima che potesse raccontarle qualche sciocchezza.
«Congratulazioni per il bambino! Spero che almeno un Hudson possa venir su con un briciolo di buongusto...» disse lapidaria e si voltò per raggiungere Danny, ma qualcosa la bloccò: la stanza sembrò ruotare su sé stessa, rivoltandosi come un calzino e privandola di un solido sostegno. Sarebbe sicuramente finita con la faccia a terra se Richard non l’avesse afferrata saldamente dai fianchi, stringendola a sé e guardandola con apprensione.
«Stai bene?» le chiese in un soffio rapito da quel contatto tanto ravvicinato quanto inaspettato. Lei si limitò ad annuire, aspettando che il mondo tornasse al suo posto; aveva la nausea e sentiva le gambe sempre più deboli, eppure per una manciata di secondi pensò di essere di nuovo a casa, come se fosse partita per un lungo viaggio. Fu la voce di Danny, sbucato da chissà dove, a farla rinsavire.
«Deve aver bevuto troppo, ci penso io...»
Le esili braccia dell’assistente le cinsero le spalle e la strapparono da quel momento tanto agognato, scortandola fino all’ascensore senza che se ne accorgesse: era troppo impegnata a combattere quei giramenti di testa e a metabolizzare l’effetto di quella vicinanza per poter pensare ad altro. Chiusi in quella scatola di metallo, le gambe cedettero definitivamente e un improvviso attacco di sonno la stava fiaccando: possibile che avesse davvero esagerato con lo champagne? Eppure Felicia era certa di aver bevuto molto di più in altre occasioni, non avrebbe mai rischiato di perdere il controllo nella tana del lupo...
Tutto intorno a lei prese a vorticare, spingendola sempre di più tra le braccia di Morfeo, nonostante lei stesse facendo l’impossibile per restare cosciente. Cercò di concentrarsi sul viso di Danny, il quale la teneva stretta a sé e le accarezzava dolcemente la schiena nuda, mentre i suoi occhi nocciola si spostavano freneticamente dappertutto. Avrebbe voluto chiedergli perché fosse tanto tormentato, ma quello strano malessere era talmente violento da serrarle le labbra e avvolgere il suo campo visivo nell’oscurità, trascinando la sua coscienza con sé.
 
 
 
Spazio di Chloe:
 
Buon salve a tutti!!!! ^^
In primis, scusatemi se non ho rispettato i dieci giorni promessi, ma sono stata sequestrata da una mia amica ieri e oggi, per cui non ho potuto neppure avvicinare un computer... TT.TT
In secundis, non so che pensare di questo capitolo, lo ammetto! Mi rendo conto che può sembrare confuso, ma nel prossimo capitolo le cose cambieranno... forse... più o meno... XD
Ok, anche nel prossimo ci sarà parecchia confusione, però capirete molto presto il perché e allora direte “Aaaaah! Allora Chloe ha una mente malata e crudele!”, vedrete... XD
Ora passo ai super ringraziamenti:
  1. tienimiancora e bradlifer per aver recensito il primo capitolo, VI ADORO! *^*
  2. salice_piangente e Sali_17 per aver inserito la storia tra le seguite, ADORO anche voi! *^*
  3. Fantfine per avermi dato l’idea per questa storia, senza di lei non avrei neanche iniziato... ^^”
  4. Tutte quelle anime pie che hanno letto il primo capitolo senza morire per l’orrore (spero *^*)
Grazie di cuore a tutti voi, ci vediamo tra dieci giorni! *^*
(Non sono previsti sequestri stavolta, il mio compleanno è andato, perciò siamo apposto... XD)
Bacioni grandi! <3

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Capitolo 3
*** Senza fiato ***


3) Senza fiato

 
Per quanto si sforzasse Felicia non riusciva ad aprire gli occhi, sembrava quasi che le avessero cucito le palpebre. Si sentiva trasportare da qualche parte, senza sapere dove fosse o con chi: l’ultimo ricordo che aveva era in quel maledetto ascensore, quando era svenuta tra le braccia di un agitatissimo Danny. Può darsi che fosse semplicemente preoccupato per lei, eppure la caporedattrice aveva l’impressione che ci fosse stato dell’altro...
Un cellulare squillò da qualche parte in quell’oscurità, un suono ovattato eppure fastidioso, una musichetta lontana ma penetrante: qualcuno rispose, però la voce sembrava distorta, come se stesse ascoltando il tutto attraverso un muro. Dovette concentrarsi più che poteva per distinguere le parole della persona che era con lei, che fosse il suo assistente o qualcun altro, magari Richard... No, lui di sicuro era con la sua dolce compagna, la madre di suo figlio, la vipera che aveva goduto nel darle quella ripugnante notizia. Scacciò quei pensieri dalla mente annebbiata e tornò a concentrarsi sulla conversazione, augurandosi di carpire qualche indizio su dove si trovasse.
«... con me, anche se ancora è incosciente. Cosa vuoi che faccia?» riuscì infine a comprendere, abituandosi a quella percezione distorta; ancora non capiva a chi appartenesse quella voce o se si trattasse di qualche conoscente, ma almeno adesso aveva un flebile legame con la realtà. Si aggrappò a quello sprazzo di vita con tutte le sue forze, cercando di riprendere conoscenza e di scoprire cosa stesse accadendo.
«Cosa?!» esclamò la “voce” d’un tratto, acuendo la fastidiosa emicrania che si portava dietro dalla festa.
«Avevamo un accordo, dannazione, e poi sai bene che non sono un assassino!»
 
Touché!” pensò Felicia con soddisfazione, dato che aveva appena scoperto il sesso del suo “carceriere”, se così poteva definirlo. Subito dopo, però, subentrò un sordo terrore: la mente dietro quel rapimento voleva che la uccidessero! Doveva svegliarsi il prima possibile, altrimenti sarebbe stata spacciata. Non voleva morire, non poteva permettersi quel lusso: che ne sarebbe stato della rivista di suo padre? Dei sogni che aveva coltivato fin da bambina? Del suo desiderio di vendetta nei confronti di Maya? Il panico minacciava di farsi strada dentro di lei, altro lusso che non poteva concedersi: lei era Lady Glamour, avrebbe trovato il modo per uscire da quella terribile situazione.
«Sei sicura di quello che stai dicendo? Se le succede qualcosa, ti giuro che me la paghi!»
Mentre ascoltava quella minaccia, la caporedattrice trovò la forza per riaprire parzialmente gli occhi, ma ciò che vide fu inquietante. Si trovava in uno spazio angusto e rivestito da una fetida moquette nera, il corpo rannicchiato in una posa innaturale e le gambe completamente paralizzate: quel bastardo l’aveva chiusa nel bagagliaio di una macchina, presumibilmente una di quelle utilitarie piccolissime, visto che riusciva a sentire il suo aguzzino nonostante i sensi offuscati. Improvvisamente si ricordò di un dettaglio sconcertante, qualcosa che la fece ribollire di rabbia: c’era una persona di sua conoscenza che possedeva una vettura del genere, colui che era al suo fianco alla festa di Maya e Richard...
 
Daniel Bridgestone...” pensò tra sé mentre il portabagagli si apriva e rivelava il volto di Danny. Quando il suo assistente si accorse che lei era sveglia, s’irrigidì vistosamente e deglutì a vuoto una manciata di volte. Pur avendo la vista appannata, la redattrice-capo poté scorgere il velo di lacrime che offuscò gli occhi nocciola del ragazzo, gli zigomi sempre più pronunciati e l’incarnato ancor più pallido del solito. Aveva tolto la giacca nera, ma la camicia di seta bianca fasciava ancora il suo fisico esile, proprio come i pantaloni scuri: con quei capelli arruffati e l’espressione spaurita, sembrava quasi che stesse salendo sul patibolo.
«F-Felicia... io... tu non... non è come pensi, credimi...» balbettò con voce esitante, resa ulteriormente flebile alle orecchie di una stordita e rabbiosa Felicia. Aveva sempre odiato quelle scuse patetiche nei film, quel “posso spiegarti tutto” fatto apposta per temporeggiare e quelle espressioni contrite da quattro soldi: perché non le diceva chiaramente quello che pensava? Perché non ammetteva di averla drogata per conto di qualcuno e di volerla fare fuori per sporchi interessi? Sarebbe stato più coerente, almeno quello. Provò a parlare, a rispondergli per le rime, ma tutto quello che uscì dalla sua bocca fu una serie sconnessa di versi biascicati.
«Shh...» le disse posando l’indice su quelle labbra infuocate, chinandosi verso di lei con uno sguardo colmo di tristezza.
«Non devi sforzarti, Lady Glamour... Spero solo che tu possa perdonarmi un giorno, magari capirai anche le mie motivazioni...»
Quell’ultima frase sembrava uscire dalle profondità di una grotta sotterranea, colma di una mestizia antica e di uno sconforto inconsolabile. Le faceva venire il voltastomaco, specie quando la prese tra le sue braccia come se fosse una sposa e le posò un candido bacio sulla fronte.
«Ricordati tutto quello che ho fatto per te, Felicia. Ti scongiuro, ricordati di noi!» esclamò in preda alla disperazione, prima di spostarsi verso il ciglio della strada e lasciarla cadere nel vuoto. Due pensieri aleggiarono simultaneamente nei meandri della coscienza della redattrice, mentre il suo corpo precipitava sempre più rapidamente.
 
Noi?!
Non c’è più nulla da fare...
 
Subito dopo avvertì l’impatto doloroso con... l’acqua! L’aveva gettata in mare! Lo scontro con quel muro liquido fu così violento da mozzarle il fiato, facendole sprecare ossigeno prezioso. Nonostante il vestito e lo stordimento, cercò in tutti i modi di tornare in superficie, ma fu tutto inutile: le gambe continuavano a formicolarle, incapaci di muoversi, e la trascinavano sempre più in basso, verso le profondità degli abissi. Dopo un minuto e mezzo di lotta furiosa, di movimenti disperati e di sforzi disumani per trattenere quel briciolo di aria che le rimaneva nei polmoni, Felicia dovette arrendersi all’inevitabile: era giunta la sua fine...
 
 
 
Spazio di Chloe
 
Eccoci qui!!!!! ^^
Sono passati anche questi dieci giorni e la situazione... è drasticamente peggiorata per Felicia! O.O
Vi avevo promesso maggiori chiarimenti in questo capitolo, ma non avevo considerato il fattore Danny: a proposito, che ne pensate di lui? Sono curiosa di saperlo, lo ammetto! *^*
Come al solito, ringrazio immensamente Marti per il suo supporto: senza le tue recensioni sarei perduta! *^*
Altro “must have”, ringrazio Fantfine per l’ispirazione che mi ha dato, Felicia e io ti dobbiamo tantissimo! ^^
Ringrazio immensamente anche marscam per aver aggiunto la storia tra le ricordate, mi hai resa felicissima! *^*
What else? Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, perché dal prossimo ci saranno grossi cambiamenti... Eh eh eh!
Quasi dimenticavo: il prossimo aggiornamento potrebbe arrivare giorno 16, a causa dell’esame di Tecnica Farmaceutica, quindi compatitemi, please! TT.TT
A presto e grazie a tutti coloro che leggeranno! *^*
Bacioni! <3

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