What's My Name

di AlyTae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- ***
Capitolo 2: *** 2- ***
Capitolo 3: *** 3- ***
Capitolo 4: *** 4- ***
Capitolo 5: *** 5- ***
Capitolo 6: *** 6- ***
Capitolo 7: *** 7- ***
Capitolo 8: *** 8- ***
Capitolo 9: *** 9- ***
Capitolo 10: *** 10- ***
Capitolo 11: *** 11- ***
Capitolo 12: *** 12- ***
Capitolo 13: *** 13- ***
Capitolo 14: *** 14- ***
Capitolo 15: *** 15- ***
Capitolo 16: *** 16- ***
Capitolo 17: *** 17- ***
Capitolo 18: *** 18- ***
Capitolo 19: *** 19- ***
Capitolo 20: *** 20- ***
Capitolo 21: *** 21- ***
Capitolo 22: *** 22- ***
Capitolo 23: *** 23- ***
Capitolo 24: *** 24- ***
Capitolo 25: *** 25- ***
Capitolo 26: *** 26- ***
Capitolo 27: *** 27- ***
Capitolo 28: *** 28- ***
Capitolo 29: *** 29- ***
Capitolo 30: *** 30- ***
Capitolo 31: *** 31- ***



Capitolo 1
*** 1- ***


- Dove sei?-
Le sue urla eccheggiavano per la casa. Anche se era nascosta nell'armadio, poteva sentire chiaramente che era furioso. Se l'avesse trovata probabilmente l'avrebbe uccisa con le sue mani.
- Dove ti sei nascosta?- ringhiò lui - E' tutto inutile, tanto lo sai che ti trovo!-
Si raggomitolò per bene dentro l'armadio, cercando di non emettere alcun fiato. Anche il minimo respiro poteva essere troppo rumoroso. Lo sentì mentre sbatteva le porte di ogni singola camera, nel tentativo di trovarla. Le sembrò di sentire anche il rumore di un piatto che cade fragorosamente a terra, spargendosi in tanti piccoli pezzi sul pavimento.
- Merda- ringhiò lui - Non puoi nasconderti per sempre! - disse poi urlando ancora più forte - Ti ricordo che sei nascosta dentro casa mia!-
Aveva ragione. L'avrebbe trovata. E sarebbero stati guai seri.
Entrò dentro la camera proprio pochi secondi dopo. La porta sbattè violentemente, quel rumore improvviso la fece sussultare.
- Lo so che sei qui! Ti conviene uscire subito!-
Sbirciò dallo spiraglio della porta dell'armadio e lo vide mentre la cercava sotto il letto e sotto la scrivania. Poi sentì i suoi passi che diventavano sempre più rumorosi. Si stava avvicinando. Sempre più, sempre più....
Oh, no!  Ormai l'aveva scoperta.
Lui aprì l'armadio con violenza. Lei non potè fare a meno di cacciare un urlo agghiacciante.
- Ti ho trovata!-
I suoi occhi brillavano di uno sguardo omicida.
- N-no...- provò a dire lei - T-ti prego, io non centro nulla. N-no ho fatto...-
Non la fece nemmeno finire di parlare, la prese per un braccio e la tirò fuori dall'armadio. Lei cadde sul pavimento e si fece male al ginocchio. Non riusciva ad alzarsi. Non poteva scappare. Poteva solo stare sdraiata sul pavimento mentre lui raspava dentro l'armadio, scaraventandone fuori una dozzina di vestiti alla volta.
- Hai nascosto qui la roba, vero?-
- No!- gridò lei - Io non centro niente in questa storia, te lo giuro!-
- Non ti credo. So che hai nascosto tutto qui! Io.... Ha-ah! Come pensavo...-
- Nooo! Non è come pensi! Ti giuro, io non...-
- Come spieghi questo, allora?-
Il ragazzo tirò fuori dall'armadio uno scatolone non molto grande, lo aprì e ne rovesciò il contenuto sul pavimento: era pieno di dolci, merendine e barrette di cioccolato.
- Lo sapevo! Sei stata tu a nascondermi la merenda! Giuro che non la passerai liscia!-
- Shingdong aspetta! Fammi spiegare almeno...-
- Nono voglio sentire spiegazioni!-
- E' stata un'idea di Sooyoung, veramente! Non centro niente io!-
- Io invece scommetto che me li hai rubati perchè volevi mangiarteli tutti tu! Ammettilo.-
- No...-
- Preparati! E' arrivata la tua ora... Yaaah!-
Shindong prese un cuscino e cominciò a riempire la sua amica di cuscinate. Lei cercò di difendersi, ma lui ormai l'aveva spinta sul letto e la teneva intrappolata, senza smettere di sbatterle il cuscino sulla faccia.
- Allora Stephanie? Ti arrendi?-
Stephanie prese l'altro cuscino e ridendo cominciò a colpire il suo amico.
- Non ci sperare, ora ti faccio vedere io!-
- Ladra!-
- Ingordo!-
Continuarono a lottare e a riempirsi di insulti, finchè non furono allo stremo delle forze e si sdraiarono sul letto uno di fianco all'altra ansimanti. Nonostante non avessero più fiato, continuarono a sussurrare gli insulti e le minacce rimaste.
- Anf, anf... g-giuro che te la farò pagare cara...-
- Non ci... anf... giurare...uff...-
- Sai, tutto questo movimento mi ha fatto venire una certa fame!-
Una barretta di cioccolata giaceva sul pavimento, vicina allo spigolo del letto in cui erano stesi, ditante di pochissimi passi.
Entrambi i ragazzi la guardarono.
Poi si scambiarono un'occhiata.
E dopo qualche attimo di silenzio...
- L'ho vista prima io!-
- No, io!-
- Molla l'osso, è mia!-
- Non ci provare, ti conviene darla a me.-
La povera barretta veniva strattonata violentemente da una parte all'altra, passando prima nella mani di Shindong e poi in quelle di Stephanie, prima che Shindong gliela strappasse nuovamente di mano, e così via. In quella furiosa lotta si ritrovarono presto a rotolare per terra e riempirsi di spintoni.
Stephani si ritrovò con tante ciocche dei suoi capelli lunghi e rossi davanti gli occhi e non vedeva più nulla, ma continuava imoerterrita a stringere la cioccolata tra le sue mani, e nemmeno Shing dong si decideva a mollare la presa.
- Sai qual è la cosa assurda?- disse il ragazzo
- Quale?-
- Che stiamo litigando da mezz'ora per un pezzo di cioccolata, quando proprio qui c'è uno scatolone pieno di dolci.-
Rimasero in silenzio per un attimo e poi scoppiarono in una fragorosa risata che li fece lacrimare gli occhi.
- Ehi, chi ha rotto questo piatto?- disse una voce proveniente dalla cucina.
- Oh,oh! Mi sa che è mia sorella...- disse Shindong. Infatti poco dopo si sentì la porta aprirsi, e la sorella di Shindong entrò.
- Che succede qui?-
- Ehm... ciao Sooyoung.- disse Stephanie, cercando di rimettersi a posto a capelli.
- Stephanie! Ti avevo detto di nascondere tutte queste schifezze!-
- Quante storie sorellina. Solo perchè tu sei magra come uno stecchino non signice che anche io debba mettermi a dieta...-
- Bha.. almeno vieni di la a mettere a posto il casino che hai combinato. Tra un po' arriveranno gli altri!-
In quel momento suonò il campanello.
- Cosa? Sono già qui?-
Sooyoung andò ad aprire, e subito si sentì l'urlo pazzerello di Sunny, che subito corse ad abbracciare tutti.
- Stephanieeee! - Sunny strinse forte l'amica - Buon compleanno!-
Sunny non era arrivata da sola. Con lei c'erano anche Taeyeon e Leeteuk. Ora erano al completo.
Leeteuk fu il primo a salutarla.
- Buon compleanno Stephanie.-

Come tutti gli anni fu una serata piacevolissima. Mangiarono i dolci di Shindong (Sooyoung accettò di farglieli mangiare, visto che stavano festeggiando.) e rimasero a chiacchierare sul divano. Erano un gruppo veramente unito, si conoscevano da quando erano piccoli e tutte le esperienze che aveva fatto le avevano fatte praticamente insieme. Stephanie li aodrava tutti, dal primo all'ultimo. Non riusciva ad immaginare la sua vita senza di loro.
Taeyeon, la sua migliore amica, la prima che abbia mai avuto. Aveva un carattere grintoso, forte e autoritario, sempre pronta ad aiutarla quando si sentiva insicura e piccola.
Sooyoung e Shindong erano fratelli. Entrambi due adoratori del cibo, con la differenza che lei preferisce mangiare ''buon cibo'' e non le ''porcherie'' che suo fratello tanto ama. Litigano spesso, ma si vogliono un bene dell'anima. Stephanie invidiava il loro legame. Essendo figlia unica, non aveva mai provato le gioie di avere un fratello da odiare e con cui litigare.
Leeteuk, l'anima calma del gruppo. Serio, ma spesso anche divertente, misterioso, affascinante, sensibile... Stephanie aveva una leggera cotta per lui, ma non era mai stata sicura che tra loro potesse funzionare. La loro amicizia la riteneva mille volte più importante.
Infine, Sunkyu. La persona più idiota che avesse mai incontrato. Simpatica, frizzande, riesce sempre a portare un po' di sole, anche nei momenti più bui (ecco perchè le avevano dato il soprannome ''Sunny''), ma allo stesso tempo intelligente, sveglia e incredibilmente dolce.
Insomma, erano i suoi amici. Le persone più importanti della sua vita. Bhè, a parte...
- Stephanie, tutto bene?- le chiese Taeyeon. Si era subito accorta che c'era qualcosa che non andava.
- Sei.. sei preoccupata per tua madre vero?- disse Sooyoung.
Stephanie annuì:- I medici dicono che è in via di guarigione, ma sta ancora molto male.-
- Su, cosa sono questi musi lunghi ragazzi! E' il tuo compleanno Steph!- disse Sunny - Facciamo così! Domani mattina ci alziamo tutti presto e andiamo in ospedale a trovarla. Che ne dite?-
- Sarebbe... sarebbe davvero fantatsico grazie ragazzi! E' tantissimo che non la vedo.-
Il telfono squillò e Sooyoung andò a rispondere. Tornò indietro quasi subito dopo
- Stephanie, è per te!-
- Per me? E chi è?-
- Bhè è... è il signor Hwang.-
L'atmosfera un sala si fece gelida. Nessuno disse una singola parola. Nessuno si mosse.
- Credo che dovresti parlargli, Stephanie.-
Lei prese il telefono e si portò la cornetta all'orecchio:- Sì, signor Hwnag, cosa c'è?-
- Signor Hwang? Steph, ancora con questa storia del signor Hwang? Perchè non mi chiami semplicemente ''papà''?-
Stephanie sospirò :- Cosa vuoi, signor Hwang?-
- Nulla è che... a casa non riponde nessuno...-
- Dormo a casa di Sooyoung, te lo avevo detto.-
- Sìsì, volevo solo dirti buon compleanno. -
- Bene, grazie mille. Addio.-
- Stephanie, lo so che sei arrabbiata perchè ho lasciato te e tua madre per venire qui in California con Natalie. Ma siamo ancora una famiglia in fondo...-
- Si vede che abbiamo una concezione di ''famiglia'' molto diversa. Ora devo proprio andare. Addio.-
Attaccò il telefono. Non aveva nient'altro da dire.

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Capitolo 2
*** 2- ***


Papà.
Non lo chiamava così da quando aveva dodici anni. Non l’aveva mai perdonato per quello che le aveva fatto passare. A lei e a sua madre.
Ricorda ancora quei momenti terribili. Una ragazza adulta avrebbe semplicemente capito che i suoi genitori stavano per separarsi. Ma lei era solo una bambina.
Urla. Piatti rotti. Porte sbattute. E lei nascosta nell’armadio. Si nascondeva sempre nell’armadio. È un vizio che non si era mai tolta.
Poi, finalmente, silenzio. Così sarebbe potuta uscire dal suo nascondiglio, e si sarebbe diretta verso la cucina.  Lì, avrebbe trovato la madre, in lacrime, seduta sul divano.
- Stephanie! Oh, Stephanie!-
Ricordava ancora le sue urla disperate.
Suo padre non si fece più rivedere. Era andato in America, in California. Avrebbe chiamato qualche anno dopo, quando Stephanie aveva compiuto i diciassette anni. Quando ormai era grande e matura.
Ricordava ancora la prima telefonata con suo padre. Lui, cercava di riguadagnare il suo affetto, con frasi smielate e scuse patetiche. Lei, non aveva detto una parola. Solo alla fine era riuscita a mormorare :- Credo che abbia sbagliato numero Signor Hwang. Io non ricordo di aver mai avuto un padre.- prima di attaccare il telefono.
E poi sua madre si ammalò gravemente. Stephanie viveva al college, e nessuno poteva stare in casa con lei. Così la portarono in ospedale. E quando Stephanie finì gli studi i medici si rifiutarono di mandarla a casa, perché la sua malattia si era aggravata.
 
Si svegliò non appena sentì qualcosa colpirle la faccia. Qualcosa di morbido e soffocante. Un cuscino. E sapeva benissimo chi era stato a tirarglielo.
-  Shindong!-
- Ehm…-
- Shindong, lo sai che questa non te la perdonerò mai, vero?-
- No! Mi hai sempre perdonato fino a oggi, perché dovresti perdere la pazienza per…-
-Yaaa!-
Tra loro due finiva sempre così. Una cuscinata. Un’altra. Un’altra ancora. E via.
Ad un certo punto si sentì l’urletto ben definito di Sunny:
- Siiii! Battaglia coi cusciniii-
La piccola ragazza dai capelli color miele piombò addosso a loro ed iniziò a colpirli entrambi con un cuscino, usando tutta la sua frizzante spumeggiante energia. Alla fine il trio venne sommerso da una vagonata di piume d’oca, e si misero a ridere come pazzi.
Stephanie adorava svegliarsi così. Adorava i suoi amici. Adorava quella casa, dove poteva rifugiarsi nei momenti tristi. Adorava quell’atmosfera. Adorava il modo in cui lei, Shindong e Sunny condividevano la loro pazzia e… sì,… adorava come Leeteuk, Sooyoung e Taeyeon cercavano, ogni volta, di riportarli al mondo reale.
- Ma che casino avete combinato?-
Sooyoung adorava la parola ‘’casino’’.  La diceva sempre, e la sottolineava con grande vivacità nella voce in un modo che solo lei riusciva a fare. Per lei una cosa non era disordinata o  chiassosa o emozionante o trascinante… era tutto semplicemente un gran casino.
- Ed ecco che arrivavo le tre anime noiose del gruppo…- sbuffò Sunny, tra l’irritato e lo scherzoso.
- Dai ragazzi, avete 20 anni!- replicò Leeteuk
- Già. Siete così infantili…- disse Taeyeon.
- Ma sentitela! Smetti di fare la noiosa, divertiti un po’!-
- No,no! Ehiii….-
Shindong la tirò nel letto insieme a loro e cominciarono a tartassarla di cuscinate. Lei, ridendo come una pazza, si lasciò trascinare nella lotta con entusiasmo e ben presto tutti quanti, Sooyoung e Leeteuk compresi, iniziarono un incredibile combattimento.
- Tutti addosso alla festeggiataaaa…!-
Stephanie non riuscì a capire chi fosse stato a proporre quella cosa, fatto sta che ben presto si ritrovò sommersa da una marea di cuscini.  Cercando di liberarsi da tutti quei mostri morbidi e rettangolari che cercavano di opprimerla, agitando il suo cuscino alla cieca, andò a sbattere contro uno dei suoi amici. Quando riprese lucidità, si accorse che quel qualcuno era proprio Leeteuk. Sopra di lei, i loro visi erano vicinissimi. Lui rideva, proprio come farebbe un qualsiasi altro ragazzo che finisce addosso ad una sua amica. Lei, invece, si sentì improvvisamente a disagio, diventando tutta rossa in viso. Quello era uno di quei momenti in cui l’amicizia che provava per lui svaniva per lasciar spazio a qualcosa di tremendamente più grande e forte.
- Ehi, ehi, certe cose fatele quando siete da soli, non in casa mia!-
Leeteuk rise alla battuta di Shindong, e si staccò da lei.
Nessuno conosceva il piccolo segreto di Stephanie. Solo con Taeyeon era riuscita a confidarsi.
- Ehi, è parecchio tardi!- disse ad un certo punto Sooyoung . La sua coda di cavallo si era sciolta e aveva tutti i capelli spettinati davanti agli occhi – Su, su ragazzi! Andiamo a prepararci prima di fare colazione.-
 
- Quanto tempo pensi ancora di impiegare?-
- Arrivo subito! Aspetta solo un attimo…-
- Sei lì dentro da un’ora! Esci da quel maledetto bagno!-
- Uffaaa, allora entra anche tu visto che sei così impaziente.-
- Ma devo pisciare!-
- Ma di cosa ti vergogni, siamo fratello e sorella no? A tre anni facevamo il bagnetto insieme! –
- Bha…-
Shindong entrò velocemente in bagno e fece quello che doveva fare mentre Sooyoung si lavava i denti.
- Non lo avrei mai immaginato sai?- disse tutto d’un tratto lei.
- Che cosa?- disse suo fratello, diventando improvvisamente nervoso.
- Che ti piacesse proprio lei.- continuò la ragazza, mentre si passava noncurante la spazzola tra i capelli – Insomma, siete amici strettissimo da quando andavate all’asilo. Non credevo che con il tempo avresti provato dei sentimenti per lei.-
Shindong era rimasto spiazzato dalle sue parole. Passò un lungo istante di silenzio prima che lui trovasse il coraggio di parlare: - Da quanto tempo lo sai?-
- Mmh…- Sooyoung finì di truccarsi – Da un po’.-
- E… e in che modo ci sei arrivata?-
- Sono tua sorella, io so tutto di te! Anzi, adesso che mi ci fai pensare… credo di averlo scoperto circa un mese fa, quando tu accettasti di metterti a dieta.-
- Come? Ah… sì, ricordo.-
- Capii subito che dietro ci fosse qualcuno, anzi, qualcuna. Ma non immaginavo esattamente chi. Poi c’è stata la festa di compleanno di Sunny dove tu hai rifiutato di mangiare la torta…-
Mentre la sorella parlava, Shindong cercava di ripetere nella sua mente ogni istante di quel giorno. Fu proprio il giorno in cui ebbe la certezza di essersi innamorato.
- Poi- continuò Sooyoung – Stephanie ha detto: “Ma dai Shindong, non ha senso mettersi a dieta. Più magro di così  non mi piaceresti. A noi piaci così come sei”. E chissà perché, dopo le sue parole, ti sei mangiato ben due fette di torta senza problemi.-
Shindong non riusciva a dire nulla. Davvero era così evidente? Ebbene, era la verità.
Amava Stephanie. Amava il suo sorriso, la sua risata, il suo carattere così allegro e scherzoso, come il suo, amava i suoi capelli lunghi lisci e rossi. Quel rosso acceso, che le donava così tanto.
- Non credevo si vedesse così tanto…-
- Non si vede infatti. Lo hai nascosto molto bene. Credo che nessuno se ne sia accorto.-
- Davvero? Ma allora tu come hai fatto…-
- Te l’ho già detto.- Sooyoung schioccò un bacio sulla fronte di Shindong e si avviò verso l’uscita del bagno – Sono tua sorella.-

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Capitolo 3
*** 3- ***


Quella stanza, Quella maledetta stanza.
La stessa stanza di sempre.
Quella stanza dove trascorreva le serate, le feste, le chiacchierate con la famiglia.
Già, la famiglia. Perchè ormai, la sua famiglia era solo lei. E lei non poteva andare da nessuna parte. Poteva semplicemente stare in quella stra-fottutissima stanza di ospedale.
- Stephanie...- disse con un filo di voce.
- Mamma... - disse la ragazza, cercando di trattenere le lacrime alla vista della sua povera madre malata - Scusa, non volevo svegliarti.-
La donna cercò di sedersi sul letto bianco, muovendo leggermente le lenzuola e i tubi della flebo. Aprì le braccia, invitando la figlia ad avvicinarsi. Stephanie fece qualche passo in avanti, prima di iniziare a correre e di buttarsi dentro il caldo abbraccio di sua madre.
- Tanti auguri piccola mia.-
- Ieri era il mio compleanno, mamma.-
- Lo so.-
- E tu non c'eri.-
- Mi dispiace.-
- Perchè? Perchè non ci sei mai? Perchè non puoi mai uscire da qui? Quand'è che uscirai da qui?-
Stephanie faceva sempre la stessa domanda, ma era ormai da tanto tempo che non si aspettava più la minima risposta. La reazione della madre era sempre quella: sorriso timido, e cercare di sviare il discorso.
Ma quel giorno la sua reazione fu diversa.
- Steph, voglio dirti una cosa.-
- So già cosa mi vuoi dire.- disse con gli occhi già lucidi - Che non uscirai mai. Che il tuo tumore è troppo grave e che non può essere guarito. Che morirai.-
Nessuna risposta.
- Avanti mamma, ribatti! Perchè rimani zitta? Dovrersti dire : "No, Stephanie, non è vero. Io guarirò e presto ritornerò a casa e saremo di nuovo insieme". Perchè p questo che succederà! Tu non morirai. Non morirai! Non morirai!-
Continuò a riperlo, più a sè stessa che a sua madre. Ormai era scoppiata in un fiume di lascrime.
- Volgio che tu faccia una cosa, Stephanie.-
La ragazza scostò dal viso i suoi capelli lunghi e rossi, zuppi di lascrime, e cercò di soffocare i singhiozzi, per poi prestare ascolto.
- Io... io voglio che tu vada da tuo padre!-
Un attimo di silenzio.
- Come?-
- In California. Nella stessa città in cui abita, a pochi minuti da casa sua, c'è un college veramente formidabile. E pare sia una delle scuole migliori del mondo. Avrai un'istruzione incredibile.-
Un altro attimo di silenzio.
- Perchè mi dici questo?-
- Io non voglio che tu rimanga sola, Steph!-
Stephanie annuì. Ormai era inutile negare quanto fosse grave la malattia di sua madre. Ma non capiva perchè proprio in quel momento aveva deciso di parlarne. E perchè le aveva fatto quella proposta? Una proposta che sapeva avrebbe rifiutato.
- Io studierò qui. In Corea. Con Taeyeon, Sunny, Leeteuk, Sooyoung e Shindong. Con i miei amici. Loro sono la mia famiglia, e non sarò mai sola.-
- Loro non sono la tua famiglia. La tua famiglia sono io. E quando io non ci sarò più, la tua famiglia sarà tuo padre.-
Stephanie scosse la testa con violenza.
- Quando tu non ci sarai più, la mia famiglia saranno i miei amici. Mio padre... lui non è nessuno.-
- Ascolta, è importante per me. E' importante sapere che avrai qualcuno di adulto e maturo accanto. Ti prego, appena finisci gli esami va' da tuo padre. Potrai tornare in Corea per le vacanze, o per week-end.... tutte le volte che vorrai insomma!-
- L'unica persona adulta e matura che avrò accanto... sarò io. Me stessa. Sono adulta. Non sono più una bambina.-
- Almeno pensaci su.- disse sospirando e abbassando lo sguardo. - Ti prego.-
- Va bene mamma.-
Non l'aveva mai vista così sconsolata. Ci teneva davvero a questa cosa.
- Torna a dormire ora mamma. Io devo andare, o farò tardi a scuola.-
- Hai un esame oggi?-
- Sì. Lo scritto di  cinese.-
- Cinese... va bene allora. Mi raccomando rimani concentrata.-
Quando Stephanie uscì dalla stanza ebbe una strana sensazione. Come se quelle pareti bianche e quegli odori pungenti improvvisamente fossero diventati ricordi lontani. Come se un giorno avrebbe provato nostalgia di quella stanza. Come se quella fosse stata l'ultima volta che chiudesse quella porta.

Erano seduti tutti al bar dell'ospedale. Nessuno aveva detto una parola. Solo Sunny qualche volta cercava di alleggerire l'atmosfera, ma anche lei sapeva che quando Stephanie andava a trovare sua madre era un momento solenne.
Quando la videro arrivare non fecero domande, perchè sapevano che non avrebbero avito risposte. Si limitavano ad abbracciare la loro amica e condividere con lei qualche sorriso per cercare di tirarla su. E il più delle volte funzionava.

Dopo la chiacchierata con Sooyoung, Shindong si sentiva strano. Era come se solo in quel momento si fosse reso conto di quando avesse sprecato del tempo prezioso in lotte con i cuscini, mangiate di dolciumi e qualche pomeriggio passato a studiare e a chiacchierare. Ora era il momento di agire. Avrebbe comprato a Stephanie una delle sue colazioni preferite, un barretta di cioccolato alle nocciole, poi le avrebbe chiesto di fare un giro (loro sue, DA SOLI) e poi si sarebbe dichiarato. Non doveva per forza rifiutarlo. Chissà, magari le avrebbe fatto piacere. Fece un respiro profondo e...
- Stephanie...-
- Sì, Shin, dimmi.-
- Ti ho comprato questa. E' la tua preferita vero? Ho pensato... bhè visto che non hai mangiato niente stamattina...-
- Grazie, ma non ho molta fame al momento. Anzi, credo che andrò a casa per ripassare un po' prima dell'esame. Sono un po' agitata. Ci vediamo a scuola.-
Fine. Tutto lì. Missione fallita.
Ovvio, ma cosa si aspettava? Forse aveva capito tutto, forse lo sa già da un sacco di tempo, forse da adesso in poi inizierà a evitarlo, forse non lo considera più un suo amico, forse aveva detto qualcosa di antipatico che non si ricordava più, forse non si era lavato abbastanza quella mattina, forse era spettinato, forse non si era vistito abbastanza ekegante...
Ma chi voglio prendere in giro? pensò E' ovvio, semplicemente non le piaccio. E come potrei piacerle? Nessuno si interesserrebbe mai a me. Sono solo il buffone del gruppo brutto e grasso che sono sempre stato e non piacerò mai a nessuno, è questa la verità.
- Ehi, Shindong!- disse ad un tratto Sunny, sbucando da dietro di lui - Ti ho comprato questa brioche! Al cioccolato con granuline di zucchero come piace a te! Sai... dato che non hai mangiato molto stamattina quindi...-
- Grazie Sunny, ma non ho fame. Anzi, credo che andrò a casa a ripassare prima dell'esame. Sono unpo' agitato. Ci vediamo a scuola.-
E, sconsolato, si avviò verso l'uscita dell'ospedale.
Già, io non potrò mai piacere a nessuno. A nessuno

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Capitolo 4
*** 4- ***


- Ciao…- mormorò Stephanie. Nessuna risposta.
In fondo, stava parlando con un sasso. Non poteva certo pretendere che rispondesse.
- Sai.. ce l’ho fatta. Ho superato tutti gli esami, a pieni voti.-
Il sasso rimase zitto.
- Bhè, non proprio…-
-…-
- Eddai, non guardarmi così!-
La roccia non si mosse, e non diede ancora risposte.
- Ok, ok, all’esame di cinese ho fatto solo 60 su 100, contenta?-
Il sasso continuò il suo silenzio.
- Non posso crederci, devi sempre seccarmi. Uff, almeno l’esame l’ho passato no?-
-…-
- Mi è arrivata… la borsa di studio. Potrei andarci davvero. All’università, intendo. Sarebbe davvero una grande opportunità. Per me. So che tu volevi che ci andassi.-
-…-
-…-
-…-
- Sappi che… se lo faccio lo faccio solo per te. Solo per te.-
Lacrime iniziarono a sgorgare sulle sue guance.
- Lo sai che… io non ci voglio andare. È l’ultima cosa che voglio. Ma io lo farò perché… perché tu vuoi che lo faccia. Io so che tu vuoi solo il meglio per me.-
Le poche lacrime iniziali diventarono presto un torrente d’acqua scrosciante, accompagnata da così tanti singhiozzi che Stephanie non riusciva quasi a scandire le parole.
- Se… se lo faccio… tu sarai orgogliosa di me? Eh?! Lo sarai?!-
Senza neanche accorgersene, aveva iniziato ad urlare. Urlare contro un sasso. Stava forse impazzando?
Urlava, piangeva, sapeva che era patetica in quelle condizioni ma proprio non riusciva a smettere. Finchè delle braccia calde e sicure non la presero e l’abbracciarono. E lei continuò a piangere e urlare, appoggiata a quella spalla.
Sunny? Taeyeon? Leetueuk? Non le importava chi fosse. Ora voleva stare tra le braccia di quella persona e poter sfogare tutto il dolore che aveva cercato di tenere dentro di sé per tutto il funerale. Non aveva versato nemmeno una lacrima finchè non era rimasta da sola con quella lapide, quel sasso maledetto. Che ancora non emetteva un fiato.
Ma vedeva. Vedeva tutto.
 
Toc! Toc!
- Stephanie…-
La ragazza non rispose.
- Ecco… io non credevo che saresti venuta…-
- Ti ho chiamato appena sono scesa dall’aereo. Ti avevo detto che avevo preso il taxi e che stavo arrivando. Il tutto non più di dieci minuti fa.-
- Lo so, ma… Non capisco come mai, tutto d’un tratto tu abbia deciso… Insomma, me lo avevi detto anche a giugno che dopo l’estate avresti studiato qui, ma credevo avessi cambiato idea e…-
-…-
- Mi dispiace. Per la mamma, intendo…-
- E’ stato tre mesi fa.-
- Già, ma immagino che tu non abbia passato un’estate molto felice…-
- Non avresti dovuto passarla nemmeno tu. A meno che non fosse come ho sempre pensato: ovvero che non te ne è mai importato niente.-
- COSA?? NON PARLARLE IN QUESTO MODO A TUO PADRE! Lo sai benissimo che nonostante il divorzio io abbia grande rispetto per tua madre, che le voglio bene e che sono sempre stato preoccupato per la sua malattia…-
- Peccato che questo tu non l’abbia mai detto. E che lei abbia sempre sofferto. E che ora sia troppo tardi.-
-…-
-Vuoi farmi restare sulla porta o pensi di farmi entrare in quella che d’ora in poi sarà casa mia?-
- Certo…- sospirò l’uomo – Entra.-
 
La casa era bellissima, e grande. La classica villa californiana, una delle tante tutte messe a schiera. Al piano terra c’era la cucina e un grandissimo soggiorno molto accogliente. Al piano di sopra, molto probabilmente, c’erano le camere.
Seduta sul divano, mentre sorseggiava un leggero tè, c’era una donna, vestita molto elegante, capelli biondissimi (probabilmente tinti), e la faccia coperta di un trucco pesante.
Pff, americani di merdapensò Stephanie.
-Stephanie!- disse la donna, sorridendo radiosa – Finalmente ti vedo dal vivo cara! Tuo padre mi ha parlato tantissimo di te, ma non credevo che tu fossi una ragazza così bella! Fatti guardare.. Io sono.. bhè, tu sai chi sono, no?-
Oh si che lo so…
-Uhm…- disse Stephanie facendo finta di pensare – Faccia da donna sessantenne tirata grazie alla chirurgia plastica, capelli ossigenati, trucco da troia e vestiti ridicoli… oh!... ma tu sei Natalie!! Ooh cara scusa non ti avevo riconosciuto! Ti avevo immaginata molto più stronza! Non credevo fossi in grado di fare un sorriso così radioso! Oh, ma che colpi. Ti chiedo scusa ancora, cara…-
Il “sorriso radioso” di Natalie si congelò piano piano, come se ancora non si fosse resa conto delle parole della ragazza che aveva di fronte.
- STEPHANIE!-
L’urlo di suo padre le fece venire un sussulto. Sentì come un gelo alle spalle. Quelle urla le ricordavano troppo i vecchi tempi. Ma non voleva smettere. Ora era lì, avrebbe potuto dire tutto quello che si era tenuta dentro per anni. Voleva farli soffrire, farli arrabbiare.
- Che ho detto di male papà…- pronunciò Stephanie con ironia, girandosi prima dalla parte del padre, poi nuovamente dalla parte di Natalie – Non sei contento? Guardala, è una donna bellissima! E guardati intorno: questa casa è fantastica! Sei in California! Sei in America, il luogo che tutti sognano! Cosa volere di più? È la cosa migliore che poteva capitarti! Lasciare me e la mamma ti ha permesso di lasciare quello schifo di Corea e guarda dove ti ha portato! E chissenefrega se io ho sofferto per tutti questi anni! Chissenefrega se la mamma è morta! Massì, l’importante è che ora hai soldi, successo e tante belle puttanelle intorno a te!-
Gli occhi di Natalie iniziavano a velarsi di lacrime. Stephanie se ne accorse.
- Come ci si sente?- disse, tagliente come il ghiaccio – Come ci si sente ad aver rovinato una famiglia?-
- STEPHANIE! ORA BASTA!-
Suo padre, furibondo, andò con passo spedito ad abbracciare la donna, la quale, distrutta dalle ultime parole della ragazza, era ormai scoppiata in un pianto dirotto.
- RAGAZZINA, COME TI PERMETTI? Smettila di comportanti in questo modo! Ora vivi sotto il mio tetto e pretendo rispetto per me e per mia moglie! VA BENE?-
- TU IL RISPETTO LO HAI MAI AVUTO PER ME? E PER MAMMA? PROPRIO TU MI VIENI A PARLARE DI RISPETTO ADESSO.. TI RENDI CONTO CHE HO PASSATO LA MIA INFANZIA DENTRO UN ARMADIO? DENTRO UN ARMADIO PAPA! UN FOTTUTISSIMO ARMADIO DI MERDA, CHE MI HA CONSOLATO SICURAMENTE PIU’ DI TE IN TUTTA LA MIA VITA!-
Adesso urlava anche lei. Ma non piengeva. Perché in quel momento non voleva mostrarsi debole davanti a loro. Non voleva sembrare triste. Voleva sembrare solo arrabbiata.
Le sue ultime parole fecero effetto al signor Hwang, molto di più di quello che sperava. Natalie aveva smesso di piangere, ma fissava con occhioni malinconici la ragazza. Era come sei quei due avessero capito tutto il suo dolore solo in quel momento.
- Alla buon’ora…- sussurrò Stephanie – Diciotto anni. Diciotto fottutissimi lunghi anni.-
Prese la sua borsa con un gesto brusco, e si avviò su per le scale.
- Sarò in camera mai.- fu la sua ultima parola, per quel giorno.

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Capitolo 5
*** 5- ***


Era sempre stata una ragazza forte.
Forse a causa del suo passato.
Forte, certo, ma non credeva così tanto.
Una cosa che odiava di sé stessa era che faceva molto difficoltà nel dire le cose in faccia. Una volta aveva litigato con Taeyeon. In quel periodo era davvero molto arrabbiata con la sua migliore amica e non faceva altro che sparlare di lei con Sunny. Fu Taeyeon a chiedere di fare pace per prima. Era lei quella forte, lei quella matura. Dopo quell’episodio Stephanie si era sentita veramente in colpa cambiando completamente opinione sul suo carattere.
Quella sera si era nuovamente ricreduta.
Cavolo era… era stata semplicemente fantastica! Godeva nel vedere quella lurida puttana piangere alle sue parole taglienti. Già, che parole! Lei, che si era quasi sempre tenuta tutto dentro, era riuscita a sputare addosso a suo padre e alla sua mante tutto il veleno che si era tenuta in bocca per anni. Forse era per quello che era voluta andare in California. Per dire tutto quello. La morte della mamma le aveva fatto nascere una grande rabbia dentro ed ora si sentiva meglio. Però… era lì. Non in Corea. E avrebbe dovuto studiare lì, almeno per un altro anno. Senza Taeyeon. Senza Sunny, Soooyoung e Shindong. Senza… senza Leeteuk.
Ora aveva imparato in che modo dire le cose agli altri, chissà se sarebbe riuscita a dichiararsi pure a lui.
- Stephanie.-
Cazzo, e ora cosa voleva?
La sua voce non era arrabbiata. A quanto pare lui e Natalie avevano fatto una lunga chiacchierata. Stephanie non voleva voltarsi. Era sdraiata sul letto e guardava la luna fuori dalla finestra dando le spalle alla porta. Sentì suo padre avvicinarsi e sedersi accanto a lei.
- Domani è il tuo primo giorno di scuola…- disse con voce dolce e stanca.
- Lo so…-
Un momento di silenzio, indifferente per Stephanie ma molto molto imbarazzante per suo padre. P
- Sai, quando sei nata tua madre insisteva col chiamarti Tiffany. Abbiamo litigato molto, sai? Che ricordi...-
Cosa?
Era vera quella storia? Sua madre non ne aveva mai parlato…
Alzò la testa lievemente.
- Quindi...- mormorò - Qual è il mio nome papà?-
- Cosa intendi dire?- disse suo padre, in tono quasi severo - Stephanie, ovviamente.-
Stephanie lo guardò intensamente
- Non mentirmi, papà.- disse - Qual è il mio nome?-
Il signor Hwang provò a farfugliare qualcosa, senza riuscire a dire nulla. Non capiva proprio cosa volesse dire sua figlia.
In che senso quale è il suo nome?
- E’ sempre quello Stephanie.- balbettò – E’ quello! I tuoi amici ti chiamano così, io e tua madre ti abbiamo sempre chiamata così… io non…-
- Papà, questo nome me lo hai dato tu!- disse la ragazza con voce calma, e il padre smise di parlare per poterla ascoltare – Ti rendi conto? Quante persone possiedono il nome che ha scelto il proprio padre per loro? Tantissime, anzi, forse la maggior parte di questo mondo. Ma… loro un padre lo hanno avuti. Per anni. Per sempre. Io invece un padre non l’ho mai avuto.-
- Stephanie ti prego, il tuo comportamento di prima non mi è piaciuto neanche un po’, ora non ricominciare…-
- No, papà ascoltami!- disse seccamente – Ho avuto il nome che tu hai scelto per me per tutti questi anni. Ma tu dov’eri? Essere un padre non è solo una questione di DNA, ma anche essere un amico, un insegnante, un eroe per la propria figlia. Io non ho nessun ricordo di te, se non urla e porte sbattute. Non mi hai insegnato niente, solo a diffidare delle persone. Dopo di te, ho fatto molta fatica a trovare persone vere di cui fidarmi. E pensa alla mamma. Mi chiamava Stephanie, ogni volta, sempre, e questo era solo un ricordo di te. Solo ora mi rendo conto di questo. Chiamarmi per nome, la faceva soffrire ancora di più…-
Cavolo. Aveva davvero detto tutto questo?
Lo aveva pensato. Lo aveva detto. No anzi, aveva praticamente pensato ad alta voce. Senza ragionare. La sensazione era… bellissima. Una grande liberazione che non aveva sentito mai.
E l’espressione confusa del padre la faceva sentire ancora più orgogliosa di sé stessa.
- Stephanie, ti prego, basta…- disse lui con voce rotta – Sentire queste cosa mi fa stare davvero male. Anche Natalie. Non ha fatto altro di dire quanto si sentiva in colpa. Ho dovuto ripeterle mille volte che non è vero. Perché vuoi farci sentire così?-
Li faceva stare male? L’aveva fatta sentire in colpa? Sul serio ci era riuscita?
Perfetto.
- Però quando eravamo noi a stare male, a te non importava nulla vero?-
Silenzio.
- Ora proverai tutto il dolore che provò mamma. La mia missione è questa, altrimenti non sarei mai venuta qui.-
- Cosa?- suo padre stava iniziando in innervosirsi – STEPHANIE ORA BASTA. Non voglio che ti rivolgi a…-
- Non sono più Stephanie. – disse fredda – Da oggi in poi il mio nome è Tiffany.-
- Ragazzina, non scherzare! Non si può cambiare il nome così, da un giorno all’altro…-
- Ogni volta che mi chiamerai, ti ricorderai di lei.- disse di nuovo la ragazza – Lei ha sempre avuto una parte di te al suo fianco, per colpa mia. Ora lei non c’è più, ma voglio che in questa casa ci sia una parte di lei. E sarò io. Il mio nome ora è Tiffany.-
- Ma… Stephanie cosa..-
- Tiffany.- continuò lei, sempre più decisa – Tiffany.-
- Ma…-
- Ho deciso. È tutto. Ora puoi andare. Buonanotte.-
Il signor Hwang non sapeva cosa fare. Era come bloccato. Aspettò cinque minuti di confusione totale prima di alzarsi dal letto e uscire dalla stanza.
Lasciando Stephanie da sola con i suoi pensieri.
Anzi no. Tiffany.

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Capitolo 6
*** 6- ***


Quella mattina si svegliò di buon ora. Subito sentì qualcosa di strano, qualcosa di diverso in quel risveglio. Forse il fatto che ad averlo fatto fossero i raggi abbaglianti del sole che penetravano nel vetro della finestra. Semplicemente quello.
 
Non le risate di Sunny. Non le cuscinate di Shindong. Non i rimproveri di Sooyoung.
 
Silenzio.
 
Quella casa, quel posto… era tutto troppo vuoto. Sentì un velo di tristezza e angoscia passarle in petto, come se il suo cuore avesse appena fatto un tuffo. Come aveva potuto abbandonare i suoi amici? Aveva una missione in testa, va bene, ma chi avrebbe avuto di fianco a farle sostegno? Certo, avrebbe potuto trovare amici nuovi, ma sarebbe stata la stessa cosa?
 
Decise di fare una pausa dalle preoccupazioni. Forse avrebbe dovuto pensare al suo primo giorno di scuola. Si vestì velocemente ed andò al piano di sotto. In cucina era tutto apparecchiato per la colazione, e seduta a tavola c’era una persona…. Natalie.
 
Oh cazzo, no!
 
Fece un respiro profondo, poi si sedette di fronte a lei. Natalie stava leggendo una rivista, alzò lo sguardo solo pochi istanti per poter osservare bene la ragazza poi continuò la sua lettura senza dire una parola. L’altra, per tutta risposta, si concentrò sul piatto di pancake che aveva davanti.
 
Colazione americana, bha…
 
Non le piaceva tutta quella pesantezza di prima mattina, poi lei aveva mangiato sempre molto poco considerando che aveva passato quasi 5 anni al college, accontentandosi della misera mensa.
 
Mandò giù un paio di forchettate di quelle frittelle, sentendo subito la forte quantità di burro e zucchero che contenevano. Le venne quasi da vomitare. Cercò di trattenere un conato, ma non ci riuscì.
 
- Non ti sei ancora abituata alla nostra cucina, vero?- disse Natalie ad un certo punto, senza alzare lo sguardo.
 
- No, a dire il vero…- bevve un sorso si succo di frutta – Forse se evitaste di friggere ogni cosa magari non sareste il Paese con il maggior numero di obesi al mondo…-
 
Natalie abbozzò un sorriso:- E voi non sareste considerati i bassi e gracilini cinesini che siete…-
 
Cinesini???
 
- Sono coreana…-
 
- E’ la stessa cosa…-
 
- No, non lo è!- battè forte un pugno sul tavolo e la sua tazza di caffè si rovesciò, spargendo il liquido nero per tutta la tavola. Ma nessuna delle due ci badò.
 
- Hai sposato un uomo coreano, ormai dovresti sapere che sono due culture molto diverse! –
 
- Sì, peccato che lui non parli mai del suo luogo d’origine.-
 
- Intendi dire forse che ora la sua famiglia sei tu, e non io?-
 
Natalie chiuse la rivista con un colpo secco:- No! Non intendevo questo! Io…-
 
- Lascia perdere. Quello che penso l’ho detto ieri e non voglio più litigare. Sappi solo che non ti chiederò scusa, e non ti tratterò mai come una madre. Cercherò di darmi un piccola regolata dato che abiteremo insieme, ok?-
 
Natalie annuì.
 
- Io vado a scuola.- disse la rossa, dopo una piccola pausa di silenzio – Preferirei di evitare si incontrare papà, stamattina.-
 
- Tuo padre è già uscito. Penso sia andato proprio alla tua scuola.-
 
- Ah sì? E a fare che?-
 
- Non lo so. Non me lo ha detto.-
 
La rossa si alzò da tavola per avviarsi verso la porta.
 
- Aspetta, mi sono dimenticata di avvertirti di una cosa! Oggi verrà mio figlio. Ho litigato con lui tempo fa a causa del matrimonio con tuo padre. Vedi, sono divorziata. Ma l’ho convinto a trasferirsi da noi oggi pomeriggio. Dovrebbe frequentare la tua stessa scuola.-
 
- Ok. Bene. Nessun problema. A più tardi allora.- il figlio di quella sgualdrina era l’ultimo dei suoi problemi.
 
 
Si avviò a scuola con passo svelto. Non voleva fare tardi il primo giorno. Si sentiva terribilmente male ogni passo che faceva. L’arrivo nella nuovo città e nella nuova scuola la metteva terribilmente a disagio.
 
Vide un enorme edificio in lontananza. La sua scuola. Ne era sicura. Fece un respiro profondo e si sistemò meglio la cartella sua spalla. Nel grande giardino non c’era nessuno e i cancelli erano già aperti.
 
In ritardo, lo sapevo!
 
Entrò. La scuola era davvero bellissima. L’atrio era grande e ben attrezzato, e da esso partivano numerosi ed immensi corridoi, attrezzati di centinaia di armadietti appoggiati lungo il muro. La classica scuola americana, insomma. Si avviò verso la segreteria per chiedere informazioni.
 
- Scusi?-
 
- Mmh?- disse distrattamente la tizia seduta dall’altra parte del vetro, una signora di mezza età dai capelli biondi raccolti da un chinon e occhi azzurri.
 
- Salve. Sono una nuova studentessa e sono arrivata in ritardo. Potrei sapere dov’è la mia classe?-
 
La signora digitò qualcosa al computer:- Nome?-
 
- Hwang…-
 
- Tiffany Hwang?-
 
Cosa? Aveva sentito bene?
No, non era un sogno. Era registrata proprio sotto il nome di Tiffany. Tiffany. Doveva essere stato suo padre. Già, forse era andato a scuola di mattina proprio per cambiare il suo nome. Allora… allora questo voleva dire che era d’accordo con lei? Aveva accettato questa sua condizione, forse davvero si stava pentendo di ciò che aveva fatto…
 
- Sì, esatto.- disse alla fine, convinta – Sono Tiffany Hwang.-
 
- Alla prima ora ha il corso di storia del Giappone. Ecco il suo orario. L’aula si trova al primo piano.-
 
- Grazie.-
 
Mentre saliva le scale, Tiffany lesse l’orario che le aveva dato la signora. Quel giorno avrebbe avuto due ore di storia del Giappone, una di coreano e dopo pranzo aveva due ore di taiwanese e una cinese mandarino.
 
Cinese all’ultima ora, uff Non era certo la sua materia preferita. Comunque alla terza ora avrebbe avuto il corso di coreano, e almeno lì avrebbe potuto rilassarsi. In fondo era la sua lingua, la conosceva alla perfezione.
 
Arrivata di fronte all’aula bussò timidamente poi entrò. Riuscì a vedere di sfuggita la sua classe. La maggior parte di essi erano asiatici. Il fatto che un’università di Lingue Asiatiche fosse frequentata soprattutto da suoi simili era un vero sollievo. Il terrore di essere vittima di bullismo in una scuola americana era tanto, ma il quel tipo di scuola non ci sarebbe stato poi tutto questo pericolo. Almeno, così le sembrava…
 
- Sì?- disse la professoressa, interrompendo la sua lettura.
 
- Sono Tiffany Hwang. Mi scusi per il ritardo…-
 
- Ah, la signorina Hwang! Benvenuta fra noi! Tranquilla, abbiamo cominciato da pochissimo. Siediti pure in quel banco vuoto.-
 
Tiffany obbedì, e si sedette di fianco ad una ragazza con lunghi capelli biondi.
 
- Ciao…- le disse piano Tiffany.
 
La ragazza, per tutta risposta, sbuffò seccata e non rispose. Tiffany rimase colpita da quel comportamento così occidentale. Era asiatica, certo, ma essendo cresciuta lì non poteva non comportarsi come un’insopportabile americana.
 
Fantastico, cominciamo proprio bene…



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Salve ragazzi!
Allora intanto volevo dirvi che questo e il capitolo che seguirà dovevano essere un unico capitolo ma li ho divisi perchè sennò diventava troppo lungo!
Devo dirvi che per ora nessuno dei capitoli che ho scritto di soddisfa molto D: spero che la storia non vi stia annoiando. Le cose interessanti arriveranno un po' più avanti qui portate pazienza ancora per un po'
Grazie mille a tutti quelli che hanno messo la storia nelle seguite/preferite/ricordate, e un grazie speciale a
AliceBaskerville per le sue recensioni. Grazie mille, mi fanno davvero molto piacere, spero continuerai a seguira la storia!<3
Con questo mi eclisso, ciao e alla prossima!^^
Aly

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Capitolo 7
*** 7- ***


La giornata fu… noiosa, a dir poco.  Quasi nessuno si era degnato di rivolgerle la parola. Quindi capitò ciò che Tiffany temeva fin da quando aveva messo piede dentro quella scuola: andare a pranzo, da sola.
 
Dove sarebbe andata?Se conosceva bene le scuole americane, allora ogni tavolo apparteneva ad una specifica combriccola. Dove avrebbe potuto sedersi?
 
Nella sala da pranzo c’era tantissima confusione con un gran via-vai di studenti, grida, chiacchiere ecc. Tiffany prese il suo vassoio e decise che sarebbe andata a prendersi da mangiare prima di decidere dove andare. Si stava servendo di un po’ di purè di patate, quando improvvisamente sentì una voce alle sue spalle.
 
- Tu sei Tiffany Hwang?-
 
Si girò. A parlare era stata proprio quella ragazza bionda che prima le aveva sbuffato in faccia. Stavolta però aveva un sorrisetto beffardo in viso. Vicino a lei c’era un’altra ragazza dai folti capelli bruni, vestita da cheerleader con un top sportivo e una gonna molto corta che mostrava due gambe perfette, molto più in carne rispetto a quelle della ragazza bionda. Un fisico per il quale Tiffany non poté fare a meno di rosicare.
 
- Sì, sono io.-
 
- Scusa, prima non abbiamo avuto modo di presentarci. Io sono Jessica Jung, piacere!-
 
Le porse la mano. Tiffany gliela strinse, dopo un attimo di esitazione.
 
- Io sono Yuri.- disse la ragazza cheerleader – Frequento il tuo stesso corso di coreano, non so se ricordi…-
 
Ah, ecco doveva l’aveva già vista.
 
- Oh, sì ricordo…-
 
- Ehi ragazze!- a urlare erano stati un gruppo di ragazzi seduti ad un tavolo. Yuri e Jessica si voltarono verso di loro e li salutarono con la mano.
 
- Su coraggio! Vieni a mangiare con noi.- disse Yuri prendendo Tiffany per un braccio.
 
- Grazie, ma preferisco di no.- rispose la rossa. Non le piacevano quei tipi, non le piaceva l’aria che si respirava, non le piaceva quell’atmosfera… Se prima aveva paura di mangiare da sola, in quel momento lo avrebbe preferito.
 
- No? – disse la mora – Ho sentito bene? –
 
- Sì, hai sentito benissimo. Preferisco mangiare da qualche altra parte.-
 
- Senti carina, non so come vanno le cose dalle tue parti, ma in questa scuola ci sono due tipi di gruppi: le nullità e quelli che contano. Tu da che parte vuoi stare?-
 
Nullità? Quelli che contano?
 
- Credo che deciderò io coloro che si meriteranno la mia amicizia, grazie.-
 
Yuri fece una faccia disgustata : - Bene, come vuoi tu allora cara.- smise di stringerle il braccio, poi prese fra le mani una ciocca dei suoi capelli. – Ooh, ma che bel colore, sono troooppo belli! Naturali o tinti?-
 
Tiffany rimase un attimo in silenzio. Cos’era quella gentilezza improvvisa?
 
- Tinti…- disse alla fine con un filo di voce.
 
- Lo immaginavo.- Yuri si girò verso il tavolo dei ragazzi che prima le avevano chiamate – Ehi Siwon, non trovi anche tu che questi capelli siano bellissimi?-
 
Un ragazzo moro che era seduto al tavolo, di spalle, si girò verso la loro direzione. Era l’unico a non aver emesso un fiato. Guardò Tiffany con i suoi occhi neri e profondi. La rossa deglutì. Quello sguardo la fece sentire piccola piccola, e a disagio.
Il ragazzo rimase in silenzio per un po’.
 
- No.- disse alla fine, in modo talmente freddo che a Tiffany vennero quasi i brividi – Troppo appariscenti. È ridicola.-
 
I ragazzi vicino a lui iniziarono a sghignazzare, mentre Tiffany si sentiva sempre più male. Voleva sono andare via, lontano da loro. Sentiva puzza di guai.
 
- Oh, ma come…- continuò Yuri – Io li trovo così belli invece. Sarebbe proprio un peccato che qualcuno…-
 
Non terminò neanche la frase, e strattonò con forza la ciocca di capelli che aveva in mano. Tiffany, più per il gesto inaspettato che per il dolore, non potè fare a meno di cacciare un urlo. Nella mensa ormai si era fatto un gran silenzio e tutti gli studenti si erano fermati a guardare la scena.
 
- Occavolo, scuuusa. Che sbadata non volevo.- disse la mora, appena prima di ripetere il gesto una seconda volta – Ops. Oggi non ci sto proprio con la testa…-
 
- Basta, lasciami!- Tiffany si liberò dalla presa di Yuri con uno strattone secco della testa, ma questo la fece barcollare leggermente all’indietro. Questo permise a Jessica di mollarle un calcio alle gambe, facendo cadere a terra prima il vassoio di cibo, poi lei.
Prima che potesse rendersene conto Tiffany era finita con la faccia nel purè, ed aveva pure sbattuto il ginocchio nella caduta. Sentiva solamente l’intera sala che era scoppiata in una fragorosa risata, poi la scarpa di Jessica che le si era appoggiata sulla sua nuca.
 
- Spero avrai capito chi comanda in questa scuola, lurida punk- disse la bionda, per poi mollarle un calcio in testa subito dopo.
 
Bullismo. E rendersi ridicola. Era successo.
 
Non aveva neanche la forza di alzare la testa. Preferiva rimanere per sempre lì, con la faccia nel purè di patate, pur di non vedere l’intera scuola che rideva di lei.
Finché delle braccia non la aiutarono ad alzarsi e la trascinarono via. Sporca ancora di purè, non riuscì a vedere né chi fosse né dove la stesse portando, ma non le importava granché, voleva solo andare via di lì.
Il caos della sala da pranzo scompariva sempre più mano a mano che lei e lo sconosciuto si allontanavano. Finché non scomparve del tutto.
 
- Ecco…- disse una voce. Era la voce di una ragazza. – Tranquilla, è passato. Pulisciti con questo.-
 
Gesticolando alla cieca, Tiffany riuscì ad afferrare un fazzoletto umido, che si passò immediatamente sul viso. Così poté vedere il volto della sua salvatrice.
 
Doveva essere più giovane di lei almeno di un anno, lunghi capelli neri e lisci, pelle chiarissima e occhi molto a mandorla, di un nero intenso. La sua espressione era così calma ed innocente…
 
- Gra… grazie…-
 
- Non ti preoccupare. Ci siamo passati tutti. Yuri è fatta così…- disse la ragazza – E’ il capo delle cheerleader. È considerata la più popolare a scuola, e ovviamente tutti gli sfigati si serbano questo trattamento, il primo giorno. –
 
- Vuoi dire… che ha fatto la stessa cosa con te?-
 
- Bhè, non proprio. Almeno a te ha chiesto se volevi mangiare con loro. Se accettavi, saresti ufficialmente entrata nel loro gruppo. A quanto pare ti riteneva carina abbastanza da poter entrare a far parte di “quelli che contano”. No, con me è stato diverso. Non mi fece nessun tipo di proposta, passò subito ai fatti. Mi sono appena trasferita dalla Corea, e Yuri è nel mio stesso corso di storia della Corea. È il mio Paese, sono abbastanza informata, quindi ho sempre il massimo dei voti. Il primo giorno di scuola, Yuri mi ha raggiunto nei corridoi, mi ha detto : Vedo che ti piace fare la saputella, vediamo se ti piace questo, e mi ha fatto cadere tutti libri. Poi mentre li raccoglievo mi ha pure preso a calci assieme alle sue amichette. Bhè, è meno terribile di quel che si pensi, ormai è passato.-
 
Tiffany rimase zitta senza sapere cosa dire. Le dispiaceva molto per quella ragazza. Chissà quali altri ragazzi avevano tormentato, quelli lì.
 
Subito sentì un brivido alla schiena. Perfetto, era successo. aveva fatto di tutto per impedirlo, ma ormai era troppo tardi: si era resa ridicola. Adesso avrebbe dovuto subire del bullismo per tutto l’anno? Quasi si pentì di non aver accettato la risposta di Yuri…
 
- Non farci caso…- continuò la ragazza, mantenendo lo sguardo basso -  Sono sicura che con il tempo si dimenticheranno di te. Comunque piacere, io sono Joo Hyun. Seo Joo Hyun.-
 
- Tiffany Hwang, piacere.-
 
 
Quando la campanella suonò, Tiffany tirò un grande sospiro di sollievo. Voleva tornare in classe, voleva stare in pace e non parlare con nessuno. Ma mentre camminava per i corridoi si rese subito conto che la maggior parte degli studenti l’aveva riconosciuta. Maledisse i suoi capelli rossi, e maledisse il giorno in cui aveva deciso di tingerli.
 
Finalmente raggiunse l’aula del suo prossimo corso, ma una volta dentro ebbe una brutta sorpresa…
 
- Ehi Siwon, guarda un po’ chi c’è.-
 
Nella classe c’erano solo due studenti. Gli altri probabilmente si stavano ancora godendo un po’ di intervallo. Uno di loro aveva i capelli castani e lisci e un sorriso beffardo in viso. Tiffany lo riconobbe: anche lui era un membro della lurida combriccola di Yuri. L’altro invece era il ragazzo dallo sguardo tenebroso che faceva sentire Tiffany tanto a disagio.
 
- Ti fai ancora vedere per la scuola? Brava, hai fegato. Credevo te ne fossi tornata in Corea a gambe levate. Bhè, forse sarebbe stata la mossa più saggia.- disse il tipo dal sorriso beffardo, avvicinandosi a lei.
 
- Perché dici questo? Guarda che anche tu hai i tratti asiatici!- ribatté la ragazza, cercando di non mostrarsi intimorita.
 
- Uhu, hai sentito Siwon? La punkettona vuole fare la coraggiosa…-
 
Siwon rimase seduto al proprio posto, senza dire una parola e prestando il minimo interesse a ciò che stava succedendo.
 
- Ti vuoi proprio scavare la fossa, eh piccoletta? Avresti dovuto accettare di mangiare con noi oggi, così ora non saresti in un mare di guai.-
 
- Cavolo, hai proprio ragione! Avrei dovuto accettare! Così sarei diventata un lurida marionetta tra le mani di quella sgualdrina della capo-cheerleader. Che occasione! E poi cosa ci avrei guadagnato? Magari sarei uscita con dei tipi come te? Bhè, sappi che non ci tengo proprio.-
 
Stavolta il sorrisetto del ragazzo si trasformò in una vera e propria smorfia di rabbia. Offeso da quelle parole, con uno scatto afferrò i capelli di Tiffany e la spinse con forza contro il muro.
 
- Come ti permetti, piccola….-
 
- Donghae! Ora basta!-
 
Tiffany era già pronta a prendersi le botte, ma Siwon aveva bloccato il pugno dell’amico, che era rimasto a mezz’aria, prima che potesse fare qualsiasi cosa.
 
- Siwon, che cazzo stai facendo?-
 
Tiffany non poteva crederci. La stava difendendo? Lo stava facendo davvero?
 
Siwon la guardò con il suo solito sguardo tenebroso, poi si rivolse a Donghae :- Non serve a niente perdere tempo con questi pivellini. Lascia perdere.-
 
Detto questo mollò la presa e tornò al suo posto. Donghae si avvicinò di più al viso di Tiffany, sussurrando minaccioso :- Sei stata solo fortunata ok? Non è finita qui!- prima di lasciarle i capelli e di raggiungere il suo amico mentre la classe si stava mano a mano riempiendo di studenti.
 
 
Tornò a casa con passo svelto. La fortuna volle che non incontrò nessuno fuori dalla scuola. In quel momento volevo solo andare nella sua camera, accendere la radio e fare i compiti, non chiedeva di più, voleva solo dimenticare quella giornata. A casa non c’era nessuno. Si tolse le scarpe e corse su per le scale. Ma appena chiuse la porta della sua camera il campanello suonò.
 
Oh, no! E ora chi è?
 
Ah, giusto! Natalie le aveva detto che quel giorno sarebbe arrivato suo figlio. Le aveva detto che aveva la sua età, magari non sarebbe stato poi così terribile.
 
Tornò al piano di sotto e aprì la porta.
 

 

 
No!
 
Che cazzo ci faceva lui qui?
 
- Che cazzo ci fai qui?- disse Tiffany quasi gridando.
 
Un attimo di silenzio, leggermente imbarazzante.
 
- Questa è casa mia.- disse infine Siwon, con noncuranza – Mi fai entrare?-

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Lo so, sono in ritardissimo! Mi scuso con tutti voi XD
Aly

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Capitolo 8
*** 8- ***


Cosa?
 
Eh?
 
Aveva capito male?
 
Quindi… lui, quel maledetto bastardo che aveva provveduto a farla umiliare davanti a tutta la scuola sarebbe stato il suo futuro fratellastro? No, non voleva crederci.
 
- Allora?- disse lui freddamente – Mi fai entrare?-
 
Tiffany si spostò quasi meccanicamente e lui entrò. Aveva in mano una valigia e in spalla uno zaino. Alzò lo sguardo e diede un’occhiata veloce al soggiorno, poi si girò verso la rossa e disse:- Dov’è la mia camera?-
 
- Al piano di sopra ma…-
 
- Ok, perfetto.- disse di nuovo Siwon velocemente poi salì in fretta le scale e sparì.
 
Possibile che non avesse detto niente?
 
L’aveva presa in giro a scuola, ma l’aveva pure difesa (anche se le sue parole non erano state affatto gentili) e vedere che in realtà la ragazza-punk-zimbello-della-scuola sarebbe diventata sua sorella non gli faceva né caldo né freddo?
 
Tiffany rimase ferma imbambolata, presa dai suoi pensieri… poi raccolse un po’ di coraggio e salì le scale.
 
Forse non le aveva detto nulla perché non l’aveva riconosciuta… No, impossibile. Ricordava benissimo quello che aveva detto quel giorno a pranzo.
 
Quei capelli sono troppo appariscenti. Non mi piacciono.
 
Al piano di sopra c’erano tre camere. Una era la sua e un’altra quella di Natalie e il signor Hwang… la rimanente doveva essere per forza quella di Siwon.
 
Bussò. Sentì la sua voce dall’altra parte della porta.
 
- Che c’è?-
 
- Posso entrare?-
 
- Entra pure!-
 
Tiffany aprì la porta pianissimo, come fosse timorosa nell’entrare. E in effetti lo era. Si sentiva parecchio in imbarazzo, soprattutto per il fatto che lui  era perfettamente a suo agio!
 
Lui era seduto sul letto e stava tirando fuori dalla sua valigia una dozzina di t-shirts.
 
- Dimmi.- disse, mantenendo sempre la sua solita espressione.
 
- Ecco…- cominciò la rossa, imbarazzatissima – Volevo ringraziarti… per oggi…-
 
Siwon smise di fare quello che stava facendo e guardò la ragazza dritto negli occhi. Lei si sentì avvampare. Il ragazzo alzò un sopracciglio.
 
- Cioè?-
 
Cioè? Cioè? Dio, ma cos’è che andava male nella testa di quel ragazzo? Questo fece vergognare Tiffany ancora di più.
 
- Non ricordi?- continuò lei, sempre più timorosa – Hai impedito a quel ragazzo di picchiarmi…-
 
Siwon rimase un attimo in silenzio – Ah!- disse, alla fine – Quello. –
 
Tiffany tirò un sospiro di sollievo. Meno male, allora era consapevole della situazione!
 
- Allooora…- continuò la rossa, cercando di far smettere quel silenzio imbarazzante –A quanto pare diventeremo fratelli, io e te…-
 
-  Già. Bhè, non che me ne importi qualcosa.-
 
Quelle parole colpirono Tiffany ancora una volta. Perché si comportava così? Lei voleva solo fare amicizia, sarebbero vissuti sotto lo stesso tetto in fondo…
 
Proprio in quel momento suonò il campanello.  Tiffany sospirò di sollievo.
 
Deve’essere papà… tempismo perfetto!
 
- Bhè, io vado ad aprire.- disse la ragazza, avviandosi verso la porta. Ma non riuscì ad andare oltre e si sentì afferrare per un braccio. Si voltò e si ritrovò il viso di Siwon vicinissimo al suo. Si sentì avvampare, e un brivido le passò lungo la schiena. Caldo e freddo misto insieme. Perché si comportava così, ora?
 
- Prova a dire a qualcuno a scuola che viviamo insieme… - sussurrò il ragazzo - … e giuro che me la pagherai! Sono stato chiaro?-
 
Tiffany annuì. Non riusciva a parlare, era come paralizzata. Ora lo riconosceva…
 
Appena Siwon le lasciò andare il braccio lei uscì di fretta dalla camera ed andò ad aprire la porta quasi correndo. 


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Capitolo molto corto e molto inutile, sì, me ne rendo conto, ma serviva per andare avanti.
Uhmmm, nient'altro da dire. Grazie mille a tutti quelli che seguono la storia^^
Ciaoo
Aly

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Capitolo 9
*** 9- ***


In quel momento avrebbe voluto solo stendersi sul divano. Aveva tanti problemi per la testa, e forse sarebbe riuscita a soffocarli con un po’ di musica e un po’ di riposo. O forse avrebbe potuto fare un po’ di compiti per distrarsi. Ma non potè fare niente di tutto ciò.
 
Appena aprì la porta fu invasa da mille e mille buste per la spesa.
Insieme al signor Hwang c’era anche Natalie. Sia lui che lei sembravano muli da soma, tanto si erano caricati di sporte stra-colme di cibo.
 
- Siamo arrivaatiii…- disse Natalie quasi cantando, entrando in casa.
 
- Ma cos…- farfugliò Tiffany incredula – Ma quanta roba avete comprato? Sono le provviste per l’inverno? Avete deciso di andare in letargo?-
 
- Invece di fare la spiritosa perché non ci aiuti a mettere a posto?-
 
Tiffany alzò le spalle sospirando. Bhè, era proprio di distrazione ciò di cui aveva bisogno no?
 
Prese una busta ed iniziò a distribuirne il contenuto nei vari scaffali della cucina.
 
- Allora- disse il signor Hwang – com’è andato il primo giorno di scuola, Tiffany?-
 
La ragazza quasi sussultò.
 
L’aveva chiamata Tiffany.
 
E l’aveva fatto con un sorriso sulle labbra, come se avesse dimenticato il loro discorso della sera prima. Questo voleva dire che l’aveva capita, ed aveva accettato il gioco senza protestare.
 
- Bene…- disse la ragazza alla fine, sorridendo leggermente a quel pensiero. Suo padre forse si stava pentendo davvero.
 
- Tiffany, tesoro, potresti aiutarmi qui per favore?- urlò Natalie dall’altra parte della cucina.
 
Tiffany?
 
La ragazza la raggiunse. Stava tagliando le verdure.
 
- Oggi prepareremo una cena speciale.- continuò la donna sorridendo radiosa – Tornerà anche mio figlio, quindi oggi  si mangiano solo prelibatezze asiatiche! Uhm… ho difficoltà a preparare il ramen, mi aiuti tu per favore?-
 
Stephanie era sempre stata bravissima a cucinare. Quindi lo sarebbe stata anche Tiffany. Iniziò a tagliare le verdure anche lei.
 
- Quindi hai parlato con mio padre?- le sussurrò piano.
 
Natalie rimase in silenzio per un attimo, poi capì :- Ah, ti riferisci alla faccenda del nome? Oh, cara, non c’è nessun problema, figurati! E poi trovo che Tiffany sia molto più carino di Stephanie…-
 
- Ti ringrazio di aver capito la mia situazione. Ma…- la rossa fissò la bionda in modo glaciale – evita di chiamarmi tesoro. Non sei mia madre, va bene?-
 
Natalie si fece improvvisamente cupa. Ci stava provando, questo Tiffany lo capiva, ma non voleva darle nessun tipo di soddisfazione. Non era ancora pronta a perdonarla.
 
- Anche suo figlio è coreano?- disse ancora la ragazza, tornando a parlare ad alta voce.
 
- Oh… ah, già! Il fatto è che ho vissuto in Corea per motivi di lavoro ma… bhè, è andata a finire male. Dovevo tornare in America, insomma, è qui che mi sento veramente a casa. Il divorzio non è mai andato giù a mio figlio, e alla fine ha lasciato casa, sono tornata di nuovo sola e…-
 
Puttana!Pensò Tiffany, mentre ascoltava con scarso interesse la stora.
 
- Ah, e comunque come lo sai? Lui è già…-
 
- Ciao Natalie.-
 
Sia lei che Tiffany sussultarono. Siwon era apparso nell’atrio della cucina, silenzioso come un fantasma.
 
- Ah, ma allora sei già qui!- disse Natalie, sorridendo, ma nella sua voce si sentiva una punta di disagio. – E vedo che hai già conosciuto Tiffany.-
 
Siwon guardò la rossa :- Sì…-
 
Tiffany arrossì leggermente, e tornò a concentrarsi sulle verdure.
 
In quel momento entrò anche il signor Hwang in cucina, e appena vide il ragazzo sorrise.
 
- Ehi, ma tu devi essere Siwon! Piacere di conoscerti ragazzo!-
 
L’uomo gli porse la mano. Il ragazzo guardò prima la mano, poi guardò in faccia il singor Hwang. Mantenendo sempre quello sguardo glaciale.
 
Dopo una lunga pausa, finalmente parlò:- Anche per me, signor Hwang.- poi uscì dalla stanza, lasciando il padre di Tiffany con la mano a mezz’aria.
 
- Mi dispiace.- disse Natalie – E’ sempre stato un po’ così. L’educazione non è il suo forte.-
 
- Bha, non preoccuparti, saprò abituarmi. Anzi, credo che potrebbe andare molto d’accordo con una certa persona…-
 
Guardò Tiffany, la quale abbassò lo sguardo con uno scatto e tornò ad affettare le verdure.
 
 
Chiuse la porta della sua camera ed accese il computer. Non ci capiva molto di quelle cose, e nemmeno di Skype, ma qualcosa si ricordava dalle lezioni di Shingdong.
 
Entrò nel suo account. Shindong era online. Perfetto!
 
Non fece in tempo a premere neanche un pulsante che le arrivò subito la richiesta di video-chiamata. E appena la accettò, sentì subito un urletto gioioso uscire dal suo computer.
 
- Ciaoooo Stephanieee!!!-
 
La ragazza non potè fare a meno di ridere. La voce di Sunny le era mancate davvero tanto.
 
- Oh, cazzo Sunny, sempre a urlare stai…-  Sooyoung cercò di farsi spazio per poter guardare anche lei lo schermo del computer.
 
- Dio santo Shindong, occupi tutto lo spazio…-
 
- Oh, senti arrangiati! –
 
- Ma sentilo! Come ti permetti di parlare così a tua sorella?-
 
- Ragazzi vi prego, non litigate…. Ancora!- la voce autoritaria di Taeyeon, come al solito fece zittire tutti. – Steph! Allora, com’è la California?-
 
- Bella…- disse Stephanie cercando di soffocare le risate – Ma ecco, non bella quanto casa mia.-
 
- Ecco lo sapevo, ti sei già pentita di partire. Bhè, allora ti conviene prendere il primo aereo per Seoul, altrimenti vengo lì e ti ci spedisco io a calci in culo!-
 
- Insomma, Tae, non riesci proprio a trattenerti almeno per cinque minuti?- la voce calma di Leeteuk. Il ragazzo spinse la via Taeyeon, e, finalmente, Stephanie riuscì a rivederlo.
 
- Tutto bene Steph?-
 
Anche se attraverso uno schermo, nel rivederlo il suo cuore ebbe un tuffo. Si era dimenticata di quando le fosse mancato.
 
- Sì, tutto bene.-
 
- Uffa, basta ora tocca a me parlare con lei!- di nuovo Sunny.
 
- Ah, no ora tocca a me… Steph, ti devo dire un sacco di cose, tu non sai quante ne sono successe… hai presente la barista del locale di fronte a casa mia? Non indovinerai mai con chi sta uscendo in questo periodo… ehi, cazzo Shindong fatti più in là.-  Sooyoung.
 
- Dio santo, sembriamo in una gabbia di matti.- Leeteuk
 
- Stephanie! Com’è la cucina americana? Stai mangiando bene, vero?- Shindong.
 
- Santa Maria, ma chi sei? Sua madre?- Sooyoung.
 
- Sunny, vuoi stare ferma almeno un attimo? Mi stai pestando un piede, per l’amor di Dio!- Taeyeon.
 
E Staphanie non riusciva neanche un secondo a smettere di ridere.
 
- Ehi, Steph, cos’hai? Stai soffocando?-
 
- Ahahahahaha, no… ahahaha, è solo che…. Dio, quanto mi siete mancati!-
 
Passò un attimo, poi anche gli altri scoppiarono in una risata fragorosa.
 
- Anche tu ci manchi davvero tanto!-
 
- Bhè, direi che per oggi può bastare. Devo andare giù a cena. –
 
- Nooo, così presto?-
 
- E va bene. Ciaoo Stephanie.-
 
- Ciao ragazzi!-
 
Spense il computer  e si alzò dalla scrivania. Non si era resa conto che la porta era aperta.
 
Fece quasi un salto dalla paura. Siwon era lì, sulla porta. Non l’aveva sentito né bussare né entrare. Possibile che doveva apparire sempre così all’improvviso?
 
- Stephanie?- disse.
 
Lei non rispose. Oh, cazzo l’aveva scoperta.
 
E adesso… adesso cosa avrebbe risposto.
 
Siwon entrò e chiuse lentamente la porta, senza smettere di fissarla.
 
- Natalie deve ancora iniziare a preparare il ramen.- disse il ragazzo – Quindi abbia un sacco di tempo.-
 
Non aveva scampo. Si sedettero sul letto, e lei gli spiegò ogni cosa.
 
 
- Allora? Com’era?-
 
- Uhm… per essere la prima volta che cucini il ramen, credo che tu abbia fatto proprio un ottimo lavoro. Brava Natalie.-
 
Odiava ammetterlo, ma anche Tiffany aveva gradito la cena. Natalie si era impegnata proprio tanto, a quanto pare ci teneva.
 
- Allora… voi due frequentate qualche corso insieme?-
 
- Sì… bhè, quello…- iniziò Tiffany timidamente.
 
- Quello di cinese.- disse Siwon con fermezza.
 
- Davvero? Oh, grandioso! Siwon ha sempre avuto il massimo dei voti in questa materia. Se ti trovi in difficoltà potrai sempre chiedere a lui.- disse Natalie.
 
- Oh, ma figurati! Io… non ho certo bisogno in cinese.-
 
Facile, mentire, certe volte…
 
- Bhè, ragazzi, credo che voi dovreste andare a dormire adesso. È tardi e domani c’è scuola.
 
Siwon e Tiffany si alzarono ed andarono al piano di sopra. Siwon sussurrò un – Buonanotte Stephanie – alla ragazza prima di entrare in camera sua.
 
Fratello o no, Tiffany era sempre più convinta di odiare profondamente quel ragazzo.
 
La mattina seguente Siwon non c’era a colazione. A quanto pare gli piaceva alzarsi prestissimo e uscire di casa il più possibile. Così Tiffany andò a scuola da sola anche quel giorno.
 
La mattina passò veloce e noiosa. Non incontrò nessuno del team di Yuri, per fortuna, e all’ora di pranzo le tornò una piccola sensazione di panico. Che avrebbe fatto ora?
 
- Ehi Tiffany!-
 
La ragazza si girò. Era stata Joon Hyun a chiamarla. La ragazza che l’aveva salvata il giorno prima. Si ricordava di lei.
 
Al suo tavolo erano seduti un’altra ragazza e un ragazzo. Sollevata, Tiffany si sedette al loro tavolo. Joon Hyun le sorrise.
 
- Grazie per avermi chiamata. Avevo paura di mangiare da sola, dopo quello che è successo ieri. –
 
- Tranquilla, probabilmente si sono già scordati di te. E poi ci siamo passati tutti – disse l’altra ragazza – E non preoccuparti, non ti sei resa nemmeno così ridicola. Con me hanno fatto molto peggio… comunque piacere, io sono Im Yoon Ah.-
 
Era una ragazza molto bella, con i capelli lunghi, lisci e ramati. Anche il ragazzo di fianco a lei era molto carino, con stampato in faccia un’espressione dolce e gentile.
 
- Io invece sono Kyuhyun – disse – Piacere.-
 
Tiffany strinse la mano a tutti e due. I quattro iniziarono a chiacchierare allegramente, e questo aiutò la ragazza a distrarsi un po’ dai suoi problemi. Era davvero sollevata di aver trovato anche delle persone simpatiche. Finchè…
 
- Oh, guarda, guarda, la banda degli sfigato al completo…-
 
Yuri si era avvicinata al loro tavolo. C’era anche Donghae con lei.
 
- Oh, Yuri ti prego evita di rompere i coglioni almeno oggi…- disse Yoona. Tiffany rimase quasi spiazzata nel sentire quella ragazza, apparentemente tanto gentile e innocente, rivolgersi in modo così sicuro alla capo-cheerleader.
E rimase ancora più spiazzate nel vedere che le sue parole avevano zittito Yuri. Infatti la bruna non fece altro che sbuffare e andare a sedersi al suo tavolo.
 
Donghae invece puntò minaccioso il dito verso la ragazza rossa : Tu!- urlò – Abbiamo un conto in sospeso.-
 
Tiffany si alzò dalla sedia, cercando di mostrarsi il più sicura possibile.
 
- Rimangiatelo.- disse lui.
 
- Rimangiarmi cosa?-
 
- Quello che hai detto ieri. –
 
- Cosa ho detto ieri? Non ricordo…-
 
- Lo sai, carina, e fai poco la spiritosa.-
 
- Ok, ma… se non ne avessi voglia?-
 
- Ti conviene fartela venire…- disse Donghae e l’afferrò per i capelli, proprio come il giorno prima.
 
Tiffany d’istinto afferrò il suo bicchiere di succo di frutta e lo rovesciò addosso al ragazzo.  Non si era nemmeno resa conto di quello che aveva fatto, e sentì immediatamente l’intera sala scoppiare in un fragorosa risata.
 
Alcuni studenti urlarono più forte di altri.
 
- Brava!-
 
- Così si fa!-
 
- Era ora che qualcuno desse una lezione a quel deficiente!-
 
Donghae, furioso, corse fuori dalla mensa, e Tiffany si sedette nuovamente al suo posto ridendo. Finalmente le cose sembravano andare meglio.

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Capitolo 10
*** 10- ***


Corse in bagno per pulirsi di dosso quel liquido appiccicoso.
Accidenti, ma come si era permessa?
Nessuno aveva mai provato a provocarlo in questo modo. Nessuno!
 
Lui era Donghae, uno dei ragazzi più ammirati e temuti di tutta la scuola, e non avrebbe certo permesso che una punk venuta fuori dal nulla gli rovinasse la reputazione in questo modo!
 
Quella ragazza si era appena scavata la fossa.
 
Anche se aveva una nuova sensazione addosso. Non gli era mai capitato di essere umiliato, e quindi in un certo senso sconfitto, da qualcuno. Tanto meno da una ragazza.
 
Era abituato ad andare in giro per la scuola a testa alta senza paura di nulla, sapendo che tutte le persone che aveva intorno lo avrebbero sempre e comunque rispettato, chi per ammirazione, chi per paura.
Adesso invece… forse sarebbe toccato a lui avere paura?
 
Paura di… di cosa? Di un’altra dose di succo di frutta? Pff, ovviamente no.
 
La sensazione che aveva addosso non poteva essere paura, né timore. E se fosse…
 
- Ehi, Donghae! La ragazza nuova di ha dato proprio una bella lezione eh?-
 
Siwon era entrato in bagno in quel momento interrompendo i suoi pensieri.
 
- Oh, ti prego, stai zitto Siwon!-
 
Donghae finì di asciugarsi, ma le macchie di succo non erano ancora sparite del tutto dalla sua camicia bianca.
 
- Cos… dovrei andare in giro per la scuola conciato così?-
 
- Ti tocca, vecchio mio…-
 
- Non sei mai stato una simpatia, Siwon, ma oggi sei più stronzo del solito.-
 
Il moro alzò gli occhi al cielo. Lui era come un libro chiuso: talmente inespressivo che nessuno sarebbe riuscito a capire il suo stato d’animo. Ma Donghae aveva ragione: quel giorno era particolarmente di cattivo umore.
 
- Allora… Esci da questo maledetto bagno o hai paura di incontrare la rossa per i corridoi?- disse Siwon sperando di far innervosire ancora di più l’amico. Ma rimase stupito nel vederlo impassibile.
 
- Sai…- disse invece Donghae con calma – Non è mai capitato. Voglio dire… il fatto che qualcuno mi abbia fatto…. questo.-
 
- Eh? Ma che stai dicendo? Ti droghi?-
 
- Seriamente Siwon! Questa è una situazione in cui non mi sono mai ritrovato.-
 
- Allora è come penso io. Tu hai paura di lei…-
 
Non riuscì a finire la frase, che Donghae alzò la testa di scatto, con negli occhi una strana luce. Come avesse avuto una rivelazione.
 
- Oh cazzo!- esclamò. Siwon continuava a fissarlo incredulo.
 
- Siwon!- Donghae prese l’amico per le spalle, sempre con quella luce che brillava nei suoi occhi spalancati – Cazzo, Siwon, non ci voglio credere, ma penso sia proprio così!-
 
- Ma che cazzo…? Cosa intendi dire?-
 
- Quella ragazza!- esclamò Donghae, preso da un’improvvisa ridarella – Credo mi piaccia! Mi piace davvero tanto!-
 
 
- Ahahaha Tiffany sei stata grande!- gridava Joo Hyun, eccitatissima
 
- E’ vero! Formidabile!- dissi Kyuhyun – Hai visto la sua faccia quando è andato via?-
 
Il ragazzo provò a imitare l’espressione arrabbiata di Donghae, strizzando gli occhi e stringendo i denti, facendo scoppiare le ragazze in una risata fragorosa.
 
- Grazie ragazzi. È stato stranissimo: non ci ho nemmeno ragionato sopra. Ho agito e basta. – diceva Tiffany, ancora incredula – Ah, e comunque anche tu sei stata grande Yoona!-
 
La ragazza la guardò perplessa – Io? E prechè? –
 
- Hai urlato contro Yuri senza paura! E lei sembrava anche intimorita da te!-
 
- Ah, quello…- Yoona abbassò lo sguardo, diventato improvvisamente malinconico – Lo faccio sempre. Non c’è niente di strano.-
 
- Come niente di strano? È stato straordinario…-
 
Tiffany smise di parlare appena percepì che l’atmosfera era completamente cambiate. Anche Kyuhyun e Joohyun si erano fatti seri tutto d’un tratto. Si iniziava a respirare un’aria gelida.
 
- Ragazzi, tutto ok?-
 
Dopo una lunga pausa di silenzio, Yoona finalmente alzò lo sguardo, e guardò Tiffany dritta negli occhi.
 
- Yuri è mia sorella – disse decisa.

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Capitolo 11
*** 11- ***


- Inizialmente non avevamo un cattivo rapporto. Litigavamo normalmente, come tutte le sorelle, ma ho anche tanti bei ricordi legati a lei. Da bambine ci comportavamo proprio come due migliori amiche: ci pettinavamo i capelli e ci scambiavamo i vestiti. Lo so, sembra stupido, ma noi ci divertivamo così. Finché non arrivò il primo giorno di scuola, alle elementari. Lei conobbe un gruppo di ragazze, ed io invece frequentavo una cerchia completamente diversa. Lei cambiò. Si comportava sempre in modo strano, e cominciò a pregare nostra madre affinché la iscrivesse al corso di cheerleading, perché “tutte le sue amiche lo facevano”. Diventò bravissima, è vero, sia allenava ogni giorno e grazie a questo cambiò anche il suo fisico. Sportivo, leggermente muscoloso… bellissimo insomma. Sì, cominciavo ad essere invidiosa di lei, ma con il tempo l’invidia diventò odio.
 
Si dava delle arie in continuazione, venne persino a dirmi che si vergognava di avermi come sorella. Iniziò a maltrattarmi solo per mostrarsi agli altri e… bhè, è diventata quello che è adesso.
 
Nessuno sa che siamo sorelle, a parte voi. Lei mi ha proibito di dirlo in giro. Dice che ne vale la sua reputazione.-
 
Silenzio. Tiffany era rimasta a bocca aperta. Che storia! Un po’ le ricordava la sua situazione con Siwon. In fondo anche lui le aveva detto la stessa cosa.
 
- I tuoi genitori sanno di tutto questo?-
 
Yonna fece di no con la testa.
 
Nessuno parlò più finché l’ora del pranzo non finì.
 
 
 
- Cosa? Dai amico non scherzare…-
 
- Non sto scherzando Siwon. È proprio ciò che penso.-
 
- Naah, tu… tu non puoi dire sul serio. A te sono sempre piaciute ragazze come… come Jessica! E poi scusa: con tutte le ragazze che ti vengono dietro devi proprio scegliere quella che ti ha tirato del succo di frutta addosso? Andiamo Donghae…-
 
- Ma Siwon! È proprio questo il punto.- il ragazzo dai capelli castani si appoggiò al muro del bagno, guardando il soffitto – Nessuna ragazza è mai riuscita a resistermi ma lei… lei…-
 
- … Ti ha tirato addosso del succo di frutta.-
 
Donghae abbassò lo sguardo e vide Siwon che lo fissava in modo truce, come se volesse rimproverarlo.
 
- Siwon, va tutto bene? Perché mi guardi in quel modo?-
 
- Non ci credo.- disse Siwon in modo freddo e diretto, senza cambiare di un minimo la sua espressione – Non ci credo che ti sei innamorato per davvero, Donghae.-
 
- Perché no? Sì, lo so, è strano detto da me però…-
 
- No, non è strano. È semplicemente impossibile. Tu non ti sei innamorato di lei. Al massimo vorresti solo portartela a letto. E la faresti soffrire, come hai fatto con tutte le ragazze a cui ti sei interessato.-
 
- E se non fosse così? Perché sei convinto che non sia vero?-
 
- Perché tu sei un maledettissimo bastardo, Donghae. Sei nato bastardo, e morirai bastardo.-
 
Donghae rimase a bocca aperta a sentire quelle parole. Era amico di Siwon da molti anni, ma era la prima volta che lo sentiva ribattere in quel modo. Era sempre stato molto silenzioso, non ribatteva mai alle offese e non diceva mai la sua parola su qualcosa. Il suo carattere poteva definirsi un vantaggio o uno svantaggio secondo le circostanze. Ma adesso… adesso aveva detto quello che pensava. Ed era quello che pensava davvero di lui? Che era un bastardo?
 
- Bhè, metti che tu abbia ragione.- replicò Donghae, infastidito dal nuovo modo di fare dell’amico – Che cosa te ne frega se mi sono… diciamo interessato a quella ragazza? Che te ne frega se la farò soffrire?-
 
Siwon non cambiò la sua espressione. Continuò a fissare l’amico, senza dire nulla, con i suoi occhi neri penetranti, tanto che ad un certo punto Donghae ringhiò di rabbia, infastidito, distolse lo sguardo e si girò verso la porta.
 
- Che tipo che sei, Siwon. Non ti capirò mai.-
 
 
 
In California il clima era incredibilmente caldo. Nonostante fosse quasi ottobre, la gente si concedeva qualche giornata in spiaggia per godersi gli ultimi attimi dei caldi raggi del sole. Tiffany aveva sempre desiderato visitare una delle grandi spiagge californiane, ma la scuola era parecchio impegnativa e non aveva molto tempo.
 
Quella mattina era parecchio soprapensiero. La storia di Yoona l’aveva sorpresa parecchio. La disgustava proprio il modo di fare di quelle persone. Come si permetteva Yuri di trattare così sua sorella? Come poteva non provare pietà nel vedere la ragazza con cui è cresciuta e con cui è stata insieme per tutta la vita essere pestata e maltrattata da quelle oche che le girano intorno?
 
Certo, anche lei stava vivendo una situazione simile con Siwon, ma era diverso. Siwon… non era un fratello di sangue. Si erano appena conosciuti. E lui… bhè, lui aveva la sua compagnia, e lei la propria. Ormai una speranza di amicizia, o di confidenza, era morta.
 
- Signorina Hwang?-
 
Tiffany si riscosse dai suoi pensieri appena sentì la voce della prof, come se si fosse svegliata di soprassalto dopo un terribile incubo.
 
- S… sì prof?-
 
- Sei con noi? È la terza volta che ti richiamo.-
 
Rossa in viso, Tiffany si sistemò una ciocca di capelli
 
- Scusi professoressa, non mi distrarrò più-
 
- Alla lavagna, forza!-
 
Tiffany provò una fitta di terrore al petto, come se il suo cuore avesse appena fatto un tuffo.
 
- Come?-
 
- Alla lavagna! Sei interrogata, è per questo che ti ho chiamato.-
 
Tiffany sentì il panico invaderla per tutto il corpo.
 
Cazzo.
 
- Prof, credevo… non mi ha interrogato la settimana scorsa?-
 
- Oh certo. Lei parla di quella brillante interrogazione dove ha preso una bella F. Bhè, a casa mia, signorina Hwang, quel voto potrebbe provocarle una bella bocciatura nella mia materia. Quindi immagino che lei si sia preparata per recuperare vero?-
 
Come no! Tiffany avrebbe preferito buttarsi dalla finestra del quinto piano piuttosto che mettersi a studiare cinese. Andava bene in tutte le altre materie, il coreano lo parlava fluentemente, la storia antica e la letteratura la interessavano, e aveva un talento per tutte le lingue straniere: in giapponese, thailandese, taiwanese e indhi aveva il massimo dei voti. Conosceva addirittura qualche parola in spagnolo. Ma cinese… cinese no! Odiava quella lingua, proprio non le entrava in testa.
 
Si alzò lentamente, con gambe tremanti. Ormai era spacciata, tanto valeva andare incontro alla morte con dignità.
Mentre si avvicinava alla cattedra, per un attimo il suo sguardo cadde su Siwon. Era seduto in un banco in seconda fila, e si era girato per guardarla avanzare verso la lavagna. Aveva uno sguardo quasi divertito: sembrava che il terrore della ragazza lo giovasse.
 
Bastardo. pensò Tiffany. Il fatto che lui fosse il primo del corso la faceva innervosire. È vero, lei aveva rifiutato il suo aiuto, ma il suo orgoglio andava prima di tutto.
 
Come previsto, non sapeva nulla. Ad ogni domanda della prof Tiffany faceva sempre e solo scena muta. Prese una F, ovviamente.
 
Potrei iniziare a collezionarlepensò, giù di morale, mentre tornava al suo posto. Guardò di nuovo Siwon e… sì, si stava proprio divertendo. Quanto avrebbe voluto mollargli un pugno lì, davanti a tutti, e magri beccarsi anche una note e finire dal preside… non le importava. Sentiva l’odio aumentargli in corpo.
 
- La prossima settimana ci sarà una verifica su tutti gli argomenti fatti finora- disse la professoressa – E mi auguro che tutti quelli in difficoltà colgano l’occasione per poter recuperare.-
 
Perfetto
 
Tiffany si sedette al suo banco. Il suo morale non poteva essere più sottoterra.
 
In quel preciso istante sentì una vibrazione nella tasca dei suoi jeans. Le era arrivato un messaggio. Senza farsi vedere dalla prof, tirò fuori il suo telefono e lo lesse. Era di Joohyun.
 

Ehi Fany, ti va di andare al cinema dopo la scuola? L’idea è di Yoona, pare ci sia il suo attore preferito. Verrai con noi vero?
Noi siamo qui al corso di storia del Giappone, noooia Jahahah
Facci sapere! Joo Hyun <3

 
Tiffany non poté fare a meno di abbozzare un sorriso. E perché no, in fondo? Ormai quelli potevano essere… ma sì, li poteva già considerare suoi amici. Yoona le aveva persino detto il suo segreto, Joohyun era stato gentilissima con lei… e Kyuhyun sembrava un ragazzo davvero dolce, anche se ancora non lo conosceva bene, ma questa sembrava l’occasione giusta no? E poi a cosa serviva isolarsi?
Sì, avrebbe accettato. Dopo una giornata del genere le avrebbe fatto solo bene. Erano stati davvero gentili ad invitarli. E poi quel soprannome che Joohyun le aveva dato, Fany… le piaceva! E in più le ricordava il suo vecchio nome.
 
Stephanie. A quel pensiero sentì una fitta al cuore. Stava facendo la cosa giusta? Mentire a tutti sulla propria identità, non solo ai suoi nuovi amici, ma anche a Taeyeon, a Leeteuk, a Shindong… se lo avessero scoperto, come avrebbero reagito? Di sicuro si sarebbero sentiti traditi e affranti. Mentendo sul suo nome stava anche nascondendo ogni traccia del suo passato: sua madre, i suoi amici, i bei momenti passati con loro…
 
Da quando aveva deciso quel cambiamento non si era mai soffermata a pensarci, e solo ora si rendeva conto della persone lurida e bugiarda che era.
 
Mammapensò, mentre sentiva gli occhi diventarle lucidi lo sto facendo solo per te. Solo per te.
 
 
 
La campanella le sembrò un canto angelico venuto da cielo. Mise i libri dentro la cartella e si fiondò fuori dall’aula nei corridoi. Raggiunse il suo armadietto ed iniziò a metterci dentro tutti i suoi libri e appunti. Se sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio, preferiva stare leggera. Li avrebbe poi ripresi il giorno seguente, e fanculo i compiti.
 
Chiuse l’armadietto, e quasi le venne un colpo: davanti a lei, appoggiato al muro a braccia conserte, impedendole di andare avanti, si era piazzato Siwon, con ancora sul viso l’espressione divertita di poco fa.
 
- Che cazzo stai facendo?- disse Tiffany, quasi a bassa voce, guardandosi intorno preoccupata – Se ci vedono…-
 
- Cosa succede se ci vedono?- disse Siwon tranquillo – Stiamo parlando, mica pomiciando!-
 
- Cos… Ma proprio tu hai detto che non vuoi che gli altri sappiano che siamo fratelli.-
 
- Infatti.- il ragazzo si fece improvvisamente serio – E se lo dirai a qualcuno giuro che ti strappo i capelli uno per uno.-
 
- Allora vattene, che cazzo ci fai qui davanti a me? Si potrebbero insospettire.-
 
- Sicuramente penseranno che ti sto prendendo in giro per la figuraccia che hai fatto durante l’ora di cinese.-
 
- Ah…- Tiffany sbuffò. Ecco dove voleva andare a parare. Voleva solo prenderla in giro per prima. Ci era cascata in pieno. Figura di merda numero 2 del giorno.
 
- E così la prossima settimana ci sarà il test…- disse Siwon – Come pensi di affrontarlo?-
 
- Che domande! Studiando, no?-
 
- Ma non farmi ridere. Sbaglio o non hai mai studiato questa materia in vita tua? E se ti volessi offrire il mio aiuto?-
 
- Ah ah ah questa è bella. Ti prego, finisci in fretta in prendermi per il culo, ho un appuntamento con degli amici tra poco.-
 
- Io non prendo per il culo nessuno. Sono sincero. Se ti aiutassi a studiare sicuramente recupererai i voti. Viviamo sotto lo stesso tetto, non mi costa molto…-
 
- Ti prego piantala. Ti stai comportando anche quasi gentilmente, è ovvio che mi stai prendendo in giro. E comunque non ho affatto bisogno del tuo aiuto.-
 
- Oh sì che ce l’hai.- Siwon fece un sorrisetto beffardo, sempre più divertito nel vedere la ragazza di fronte a lei in difficoltà. Tiffany non l’aveva mai visto sorridere. Rimase quasi incantata nel vederlo così.
 
- N.. no! Non è vero!-
 
- Invece sì.-
 
- No.-
 
- Ti dico di sì!-
 
- Oh, basta! Te ne vuoi andare? Ti ho detto che ho…- non finì la frase. Siwon aveva smesso di ridere e si era fatto serio immediatamente. E stava guardando un punto dietro di lei. Tiffany si girò. A qualche metro più in là, c’era Donghae, fermo in mezzo al corridoio, tra il grande via-vai di studenti. In viso aveva un’espressione incredibilmente seria, arrabbiata quasi, gli occhi pieni di odio e la bocca sembrava nascondere un digrigno di denti.
 
Oh cazzo Tiffany nel vederlo così fece quasi un sussulto. Sicuramente, dopo l’episodio di quel giorno, il suo odio per lei era aumentato e si sarebbe sicuramente vendicato. Sentì un brivido di terrore su per la schiena.
Ma un istante dopo si rese conto che quello sguardo non era rivolto a lei. Ma a Siwon. Tiffany si voltò e vide che il moro guardava Donghae con uno sguardo arrabbiato, sì, ma di una rabbia più calma, più superiore. I ragazzi continuarono a fissarsi finchè Donghae non fece dietro-front e scomparve tra la folla di studenti.
 
-  Fa’ come vuoi- disse alla fine Siwon – Se cambi idea, sai dove trovarmi.-
 
Il ragazzo se ne andò. Tiffany rimase sola, a riflettere su ciò che aveva appena visto. Perché quei due si stavano guardando in quel modo torvo? Cos’era successo? forse Donghae stava progettando un piano per vendicarsi di lei? Si riscosse, pensando che probabilmente avevano solo litigato. Erano amici da tanto tempo, una piccola discussione ogni tanto è normale. Non fece nemmeno in tempo a pensare a quest’ultimo suo ragionamento quando improvvisamente si ritrovò Joohyun davanti a lei, che la fissava. Dio, possibile che quel giorno tutti le si piazzassero davanti in quel modo?
 
- Stavi… stavi parlando con Siwon?- urlò, incredula.
 
- Ecco…- Tiffany si girò a guardare il ragazzo che l’aveva appena lasciata, come per controllare - …sì!?-
 
- Oh mio Dio!- Joohyun fece un urletto eccitato – Ma tu lo sai quanto è popolare?-
 
- Oh, bhè…. Non lo so…. Quanto è popolare?-
 
- Cosa ti ha detto?-
 
- Ecco…-
 
Nella sua mente volarono le parole di Siwon: Se lo dirai a qualcuno giuro che ti strappo i capelli uno per uno.
 
- Mi stava… solo prendendo in giro. Non ti ho raccontato della figuraccia che ho fatto oggi a lezione?-
 
- No.-
 
- Vieni, raggiungiamo gli altri. Ti dirò tutto strada facendo.-


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Sì lo so... sono in ritardo!!!
Non uccidetemi please, il fatto è che ero in vacanza e non aveva internet. Comunque ora SONO TORNATAAA contenti????
*silenzio di tomba*
ehm.. ehm... coomunque, ringrazio un sacco tutti quelli che seguono/recensiscono e spero che la storia stia continuando a paicervi^^ Un saluto a tutti
Aly


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Capitolo 12
*** 12- ***


Tiffany, Joohyun, Yoona e Kyuhyun andarono nel cinema della scuola, dove proiettavano soprattutto film asiatici in lingua originale. Serviva ai professori, per aiutare gli studenti a comprendere meglio la lingua, ma nel pomeriggio era aperto a tutti ed era quindi frequentato anche da turisti o immigrati che provenivano da paesi asiatici.
 
Quel giorno c’era un film appena uscito nelle sale coreane. Tiffany se lo ricordava: aveva visto il trailer insieme a Sunkyu, e gli era piaciuto a tal punto che si sarebbero ripromesse di andarlo a vedere insieme.
 
L’attore protagonista era Jang Geun Suk, che a quanto pare era proprio l’attore preferito di Yoona. Era molto famoso in Corea: aveva circa la stessa età di Tiffany, ma faceva parte del mondo dello spettacolo da quando aveva 6 anni.
 
Il film fu molto carino e piacevole da guardare, ma Yoona ne fu entusiasta. Appena uscirono dalla sala la ragazza iniziò a saltellare per la strada tutta eccitata, continuando a dire frasi come:- Avete la visto la scena in cui grida contro suo padre?- oppure – E quella in cui corre incontro la ragazza e la bacia? È troppo romantico…-
 
- Sì, Yoona! Il film lo abbiamo appena visto pure noi. Non c’è bisogno che ci ri-elenchi tutte le scene.- sbuffò Joohyun. Poi sussurrò a Tiffany :- Fa sempre così ogni volta che andiamo a vedere un film con Jang Geun Suk. Sempre la stessa storia…-
 
Tiffany ridacchiò.
 
- Ehi, Joohyun, guarda che ti ho sentito!- gridò Yoona, girandosi verso la ragazza mora e guardandola infastidita. Joohyun le fece la linguaccia.
 
- Dai, Joohyun, lasciala sognare.- rise Kyuhyun.
 
- Sognare?- chiese Tiffany.
 
- Oh sì! Il mio sogno è quello di diventare attrice e girare un drama assieme a Geun Suk!-
 
Kyuhyun e Joohyun alzarono gli occhi al cielo, come se quella solfa l’avessero sentita mille e mille volte. Tiffany invece lo trovò molto interessante.
 
- Wow, davvero? E sei brava a recitare?-
 
- Bhe…- Yoona sorrise radiosa,- me la cavo…- disse con uno strano tono di voce, come se volesse sembrare modesta.
 
- Si certo, come no…- sospirò Joohyun. Yoona le lanciò un altro sguardo arrabbiato.
 
- Perché, pensate che non ne possa essere capace?-
 
- Bhè, anche se diventi attrice non è detto che un giorno girerai un drama proprio con Jang Geun Suk. Insomma, ci sono troppe poche probabilità che…-
 
- Ok, ok ho capito. Ora piantale però.- Yoona sbuffò e mise il broncio. Tiffany, vedendo che l’atmosfera si stava facendo un po’ troppo pesante, cercò di rimediare: mise una mano sopra la spalla di Yoona e disse:- Oh, dai! La speranza è l’ultima a morire no? In fondo, basta lavorare sodo per essere perfetti. Quindi, lavora sodo e vedrai che riuscirai ad esaudire tutti i tuoi desideri.-
 
A Yoona le s’illuminarono gli occhi: - Lo pensi veramente?-
 
- Certo! E poi anche io ho un sogno nel cassetto.-
 
- Ah sì? Quale?-
 
Tiffany arrossì leggermente. Non ne aveva mai parlato con nessuno:- Il mio sogno è poter diventare una cantante!-
 
- Davvero?- era stato Kyuhyun. Al ragazzo gli si illuminarono gli occhi:- Ma pensa! È anche il mio, di sogno!-
 
- Dici davvero?- Tiffany rimase a bocca aperta. – Wow, non credevo che anche ai maschi piacesse cantare.-
 
- In effetti vengo un po’ preso in giro per questo. Però, quando diventerò ricco e famoso scommetto che tutti quelli che mi hanno canzonato se ne pentiranno amaramente.-
 
- Già, lo penso anch’io…- disse Yoona guardando torva Joohyun.
 
Lei sbuffò: - Ok, ti chiedo scusa va bene?- poi si avvicinò alla sua amica e l’abbracciò forte scompigliandole i capelli:- Lo so che ce la farai! E poi, come dico sempre, se il tuo sogno è vivo dentro di te, un giorno si avvererà.-
 
I quattro ragazzi iniziarono a ridere tra di loro. Il resto del pomeriggio fu proprio piacevole, e quando fu l’ora di tornare a casa Tiffany aveva nascosto tutti i suoi problemi dietro un grande sorriso stampato sulle labbra.
 
Appena aprì la porta di casa la prima cosa che vide fu Natalie, seduta sul divano, intenta a leggere un libro. La donna alzò lo sguardo e sorrise dolcemente alla ragazza : - Ah, eccoti! Tuo padre ti stava cercando. Dove sei stata?-
 
- Ero al cinema con degli amici…- disse freddamente Tiffany. Con il tempo aveva compreso il dispiacere e il disagio di Natalie, ma ancora non riusciva a farsela piacere. Natalie lo capiva, quindi non fece caso a quella sgarbata risposta.
 
Tiffany, sentendosi un po’ in colpa, si sedette vicino a lei e le chiese:- Cosa leggi?-
 
- Oh, è uno dei vecchi libri di tuo padre. Mi chiedevo cosa gli piacesse leggere, ed ho notato che…-
 
-È un grande appassionato di Stephen King- Tiffany finì la frase al posto di Natalie. Nonostante non avesse passato molto tempo con suo padre, conosceva molto bene le sue passioni.
 
- Già.- disse Natalie – Stavo proprio provando a leggere uno dei suoi libri. Trovo che sia proprio un bravo scrittore, ma il genere… oh, è troppo impressionante! Personalmente preferisco i romanzi rosa.-
 
- Io invece trovo il genere horror così avvincente! È una delle poche cose che io e mio padre abbiamo in comune. Abbiamo anche gli stessi gusti nella musica. –
 
- Oh, no! Senza offesa cara, ma tutto quel rumore che ascolta tuo padre non riesco proprio a sopportarlo…-
 
- Non è rumore! È rock! I Beatles, gli U2, i The Door…  mi ha regalato un CD dei Green Day, il miglior compleanno della mia vita!-
 
Già. Il miglior compleanno della sua vita. O forse l’unico compleanno che avesse trascorso serenamente, insieme a sua madre e… Oh, quanto le sembravano lontani quei momenti.
Natalie si era accorta che Tiffany aveva cambiato espressione.
 
- Tutto bene?-
 
- Oh… Sì!- la ragazza si riscosse, e sfoggiò un sorriso – Comunque è sempre stato più appassionato alla lettura che alla musica. Penso proprio che sia a causa del suo amore per Stephen King che abbia deciso di darmi il nome di Stephanie…-
 
No, era troppo! Troppi ricordi infelici le stavano tornando alla mente. Che razza di discorsi erano venuti fuori…
Tiffany sentì una mano morbida toccarle la spalla. Si girò e guardò Natalie con occhi lucidi. Cercò di ingoiare le lacrime, mentre il suo viso si stava arrossando di imbarazzo.
 
- Non fare così cara – disse Natalie con voce dolce – Io ti capisco. Capisco il fatto che ti sto antipatica, capisco che non hai avuto un passato felice, capisco che ti manca tua madre. Tuo padre pensa che questa tua… decisione sia troppo da immatura, ma io non la penso così. Io continuerò a chiamarti Tiffany per tutto il tempo che vorrai.-
 
Avrebbe voluto ringraziarla. Ma non lo fece. Era ancora troppo presto. Ancora non aveva voglia di comportarsi gentilmente con lei.
 
- Lascia stare…- si affrettò a dire Tiffany – Ah, dov’è Siwon?-
 
- Qui.- disse una voce calda e ferma dietro di lei. Tiffany, colta alla sprovvista, di girò di scatto. Siwon era appena uscito dalla cucina ed aveva un bicchiere colmo di caffè.
 
- Ehi mi hai spaventato! E perché bevi tutto quel caffè?-
 
- Fa bene allo studio!-
 
Appena disse quest’ultima frase, Siwon accennò un sorrisetto senza denti ed ammiccò a Tiffany, la quale, meravigliata da quel gesto, per poco non cadde all’indietro dal divano.
 
Stupido! Chi ti credi di essere….
 
Una cosa era certa: non avrebbe mai ceduto! Era perfettamente in grado di studiare da sola, non aveva bisogno di chiedergli nessun aiuto! E se poi l’avrebbe fatto… sarebbe stato proprio quello che lui avrebbe voluto. No! Non gli avrebbe dato questa soddisfazione!
 
 
 
Lei.
 
La scrivania.
 
La lampada.
 
Il libro aperto.
 
Tutto pronto. Ora doveva solo mettersi a studiare.
 
Eh… è una parola!
 
- Dunque…- Tiffany iniziò a picchiettare la pagina del libro con la biro – Iniziamo dall’inizio… le vocali e gli accenti.-
 
Erano le dieci di sera. Appena aveva finito di cenare, era salita in camera sua convinta che fosse meglio iniziare a studiare fin da subito. Mancava una settimana, è vero, ma ripassare tutto il programma non era certo uno scherzo.
 
Ma la giornata era stata piuttosto movimentata, tra la scuola e il pomeriggio con gli amici, e i suoi occhi faticavano a rimanere aperti a causa della stanchezza. Si riscosse velocemente.
 
Concentrati Stephanie! Non trovare scuse! Devi passare questo test. Prendila come una specie di sfida personale. Anzi, una sfida contro Siwon! Fagli vedere che ce la puoi fare!
 
- Le vocali e gli accenti…-
 
Fissò il libro per qualche secondo.
 
- Bha, in fondo queste cose si sanno. Non credo che le metterà nel test.-
 
Girò pagina e passò al secondo argomento. Poi al terzo e poi al quarto.
 
Nulla. Il vuoto assoluto. Non ci capiva nulla, come sempre.
 
Disperata, appoggiò la testa contro la scrivania.
 
Uffa, perché faccio così fatica? È una lingua come tutte le altre no?
 
- No, non lo è…- disse ad alta voce. A sé stessa, probabilmente – Troppe regole, troppe particolarità. Non ha nemmeno un alfabeto proprio. Come fanno i cinesi a vivere con una lingua del genere?-
 
Non avrebbe risolto nulla se avesse continuato a sbuffare per tutta la sera. Forse, per una volta, avrebbe fatto meglio a scegliere la mossa più intelligente, e mettere da parte l’orgoglio…
 
 
 
Bussò alla porta.
 
Nessuna risposta.
 
Bussò ancora.
 
Niente.
 
Forse dorme
 
Bussò un’altra volta.
 
- Avanti!-
 
Oh cazzo
 
Per un attimo avrebbe sperato che dormisse. Bhè, ormai è troppo tardi per cambiare idea. Aprì la porta ed entrò nella camera.
 
Siwon era seduto alla scrivania e stava leggendo un libro alla luce della lampada. Alzò lo sguardo verso Tiffany. Sorrise soddisfatto.
 
Quanto vorrei picchiarlo. Ora e subito…
 
Tiffany non potè fare a meno di sentirsi debole. Si era posta un obbiettivo, ed aveva fallito. Aveva perso la battaglia, già in partenza. Ma forse le sarebbe servito per vincere la guerra!
 
- Sì?- fece Siwon, ma sapeva già perché era lì.
 
- Ho bisogno di aiuto.- disse la rossa, rassegnata.
 
- Non avevo dubbi.- Siwon chiuse il libro che stava leggendo e tirò fuori dallo zaino i libri di cinese. – Chiudi la porta, per favore.-
 
Tiffany obbedì, poi andò a sedersi alla scrivania, mentre il ragazzo continuava a tirar fuori dallo zaino ogni genere di fogli e appunti.
 
- Si prepari, signorina Stephanie, ci attende una lunga notte.-

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Salve a tuttiii! Sono tornataaa di nuov ahahah non odiatemi ma fino a oggi ero sempre in vacanza, e ora le ferie sono finite anche per me *piange*
A parte il fatto che sono appena tornata da un college in Inghilterra dove ho conosciuto delle persone fantastiche e che ho pianto come una dannata quando ci siamo dovuti lasciare... bhè fa niente dai, almeno ora sono qui e posso di nuovo scrivere... per VOI! quindi AMATEMI! LOL

Ringrazio tantissimo chi sta seguendo la storia, ed un ringraziamente speciale va ad AliceBaskerville e Angel_15! Vi adoro ragazze, le vostre recensione mi fanno sempre un gran piacere! Spero continuate a seguire la storia!!
Detto questo, un bacio a tutti e alla prossima!!

   

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Capitolo 13
*** 13- ***


La luce del mattino penetrò nel vetro della stanza e colpì gli occhi di Tiffany, quasi ferendola. Infastidita, strizzò gli occhi e si rigirò su un fianco, abbracciando il cuscino, continuando a dormire. Dopo un po’ di tempo però si disse che forse era tardi e che doveva affrettarsi se voleva arrivare a scuola in orario.
 
Socchiuse leggermente gli occhi, ma poi li spalancò completamente.
 
Quello non era il suo letto! E quella non era la sua camera! Ma… dov’era? Cosa ci faceva lì?
 
Sorpresa, e anche leggermente presa dal panico, si sedette di scatto per osservare meglio il luogo in cui si trovava, ma il vero colpo le venne quando vide l’altro lato del letto.
 
Siwon.
 
Siwon, che dormiva.
 
Siwon, che dormiva, accanto a lei, nello stesso letto.
 
Il ragazzo aprì gli occhi in quel momento, e si stiracchiò, sbuffando e scocciato che fosse già mattina, mormorando un flebile – ‘Giorno… - alla ragazza.
 
- Tu… io… cosa…?- Tiffany continuava a balbettare, confusa di quella situazione.
 
- Eh, cosa?- disse Siwon, ancora mezzo addormentato.
 
- Ieri sera… cosa è successo? Non avremo mica fatto…-
 
- Fatto che?-
 
- Quella…. Quella cosa!-
 
- Eh?-
 
- Quella cosa… quella cosa con la S…-
 
-Studiato! Certo! E di brutto anche…-
 
Studiato?! Ah, certo, ora ricordava. Era andata da lui per chiedergli aiuto in cinese. Ma la sua mente aveva un vuoto, e non ricordava assolutamente niente.
 
- Per… per quanto tempo abbiamo studiato?-
 
- Per tre ore circa, se non ricordo male.-
 
- E poi…. poi cosa è successo?-
 
- Mentre ti spiegavo, ad un certo punto tu ti sei addormentata sulla scrivania. Bella soddisfazione dai a tuoi professori, complimenti! Comunque non mi sono sentito di svegliarti, quindi ti ho messa sul letto e mi sono messo a dormire pure io.-
 
Mentre lui raccontava, Tiffany cominciava a ricordare mano a mano quello che era successo. Ed in effetti aveva ragione lui.
 
Siwon scoppiò improvvisamente in un risata.
 
- Sorellina, non ti credevo così maliziosa! Che razza di pensieri ti vengono in mente?-
 
Tiffany divenne tutta rossa di vergogna. In fondo aveva ragione lui, che razza di pensieri le venivano? Si sentì così stupida, così infantile.
 
- Su coraggio, meglio se andiamo a fare a colazione. Abbiamo dormito anche troppo.-
 
Siwon scese dal letto con un piccolo balzo. E solo in quel momento Tiffany si rese conto di quanto fosse strana quella situazione.
 
Prima Siwon a stento le rivolgeva la parola, si comportava in modo scorbutico, e ora, non solo si era offerto di aiutarla nello studio, ma sorrideva, rideva, la prendeva in giro scherzosamente… Tutto questo lo faceva mantenendo una certa freddura, ma comunque c’era un miglioramento.
 
Forse, finalmente, stavano iniziando a rompere il ghiaccio. Forse… sì, perché no, sarebbero diventati una famiglia. Forse con il tempo non si sarebbero visti più come fratellastri, ma come fratelli a tutti gli effetti.
 
- Che fai lì imbambolata? Esci dalla mia stanza pervertita che non sei altro, mi devo cambiare!-
 
Tiffany si alzò dal letto ed uscì, fulminando Siwon con lo sguardo mandandolo a quel paese… ma appena si chiuse la porta alle spalla, quasi contro la sua volontà, gli angoli della sua bocca di allargarono in un sorriso.
 
 
 
- Fany! Fany! Ehi, mi senti?-
 
- Eh? Cosa?-
 
La voce di Kyuhyun la riportò alla realtà.
 
- Cosa c’è?-
 
- Nulla. Volevo solo impedirti di addormentarti sulla zuppa.-
 
Tiffany iniziò piano a piano a concentrarsi sui rumori caotici della sala da pranzo, che poco fa le sembravano soltanto suoni ovattati.
 
- Cos’hai? Non hai dormito?- le chiese Yoona, preoccupata.
 
- No…- Tiffany sbadigliò – Ho solo dormito poco.-
 
- Come mai?- chiese Joohyun
 
- Uff… ho studiato per tutta la notte.-
 
- Seriamente? Per il test di cinese?- chiese Kyuhyun. Tiffany annuì.
 
- Ma dai, perché? Manca una settimana intera!-
 
- Lo so! Il problema è che devo ripassare tutto il programma. Oddio se ci penso… Una settimana mi sembra anche troppa.-
 
- Tranquilla, vedrai che ce la farai.- le disse Yoona.
 
Tiffany sorrise alla sua amica.
 
- Parlando di altro… tra poco c’è il ballo della scuola ragazzi!- disse Joohyun scocciata. Yoona e Kyuhyun sbuffarono. Tiffany invece, non sapendo di cosa stessero parlando, chiese: - Cos’è il ballo della scuola?-
 
- Bha… un’americanata!- sbuffò Kyuhyun – La scuola organizza questo avvenimento ogni anno, prima delle vacanze di Natale. Un classico: un ragazzo deve invitare una ragazza al ballo…-
 
-… e come ogni anno noi siamo senza accompagnatore.- continuò Yoona – Bhè, poco male. Io tanto non mi divertirei comunque a passare la serata con quelli lì.- ed indicò il tavolo di Yuri e la sua combriccola. Tiffany intravide con la coda dell’occhio Yuri che rideva mentre Siwon le diceva qualcosa. Improvvisamente sentì la rabbia affiorarle lentamente su per il corpo. Perché rideva? Siwon le stava raccontando qualcosa di divertente? E perché? Come si permetteva quella smorfiosa di ridergli in faccia in quel…
 
- Fany?-
 
Tiffany girò la testa di scatto – Si?-
 
Yoona, Joohyun e Kyuhyun si guardarono.
 
- Credo che tu abbia bisogno di farti una bella dormita.-
 
Tiffany sospirò.
 
- Sì, sicuramente è per questo. Ho solo bisogno di dormire.-
 
 
 
Il ballo della scuola. Era decisamente l’ultima cosa che voleva. Era giusto una cosa in più per metterla ancora più in ridicolo davanti a tutta la scuola, un altro preteso per farsi prendere in giro di Yuri e Jessica.
 
Sicuramente loro avrebbero avuto solo l’imbarazzo della scelta tra i mille ragazzi che chiederanno loro di accompagnarle. E lei… lei cosa sperava? Sicuramente nessuno le avrebbe chiesto niente. Non era forse lo zimbello della scuola, la punkettona che il primo giorno ha affondato la faccia nel purè?
Chissà Siwon chi avrebbe invitato… Sicuramente non avrebbe invitato lei.
 
E se…
 
In fondo in quel periodo si stavano avvicinando. Avrebbe potuto chiederglielo così, per amicizia…
 
Si riscosse. Cosa diavolo pensava? E perché ci sperava così tanto? Cosa gliene fregava di andare al ballo con lui? E poi non glielo avrebbe chiesto comunque. Le tornarono in mentre lui e Yuri che ridevano insieme all’ora di pranzo…
 
Mentre usciva dalla scuola, qualcuno le prese la mano e la trascinò via. Tiffany alzò gli occhi e lo vide.
 
- Che stai facendo?-
 
- Non abbiamo un minuto da perdere! Ci attende un pomeriggio di studio, ricordi?- disse Siwon
 
- Ma non poteva trovarci a casa? Se qualcuno ci avesse visto…-
 
- Non ci ha visto nessuno. Su coraggio, non voglio perdere tempo!-
 
 
 
Li aveva visti.
 
Aveva subito capito che c’era qualcosa di strano, tra loro due, e ne voleva assolutamente capire di più.
 
Siwon aveva preso per mano Tiffany e loro due erano corsi via insieme.
Ovviamente non avevano notato di essere spiati, tanto era nascosto bene in mezzo al fogliame e ai cespugli.
 
Corrugò la fronte. Cosa stavano nascondendo? Si frequentavano in segreto per caso?
Questo avrebbe spiegato lo strano comportamento di Siwon, negli ultimi giorni.
 
Ma sentiva che c’era molto di più, dietro. Non poteva essere successo tutto così all’improvviso. I dubbi crescevano. Voleva saperne di più.
 
Decise di seguirli.



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Scusate se sono lenta come una lumaca a scrivere i capitoli, ma non ho molto tempo. Prometto che proverò a fare più in fretta d'ora in poi.
Grazie mille a tutti quelli seguono la storia, e un grazie speciale ad Angel_15 (che si è persa il capitolo precedente, scusa se non ti ho aspettato T_T) e AliceBaskerville per le loro recensioni <3 Grazie di cuore ragazze <3 Alla prossima^^
Aly^^

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Capitolo 14
*** 14- ***


Siwon appoggiò i suoi libri sul tavolo
 
- Bene… - disse – Prima di iniziare facciamo una piccola interrogazione. Vediamo cosa ti ricordi di quello che abbiamo detto ieri.-
 
Tiffany sospirò :- Siwon, è inutile anche solo provarci. Non ricordo nulla. Non ricordavo nemmeno come mai mi trovavo sul suo letto…-
 
- Non mettere in discussione le mie doti di insegnante!- replicò il ragazzo – Ora dimmi qual è il classificatore della parola shu!-
 
- Ben!- rispose prontamente Tiffany. Poi rimase zitta, incredula di ciò che aveva appena detto. Aveva risposta senza nemmeno pensare… ed aveva risposto giusto!
 
Siwon sorrise soddisfatto :- Visto? Lo sai benissimo!-
 
- Non… non ci posso credere! Ma come è possibile?-
 
- Te l’ho detto: sono un insegnante formidabile. Ora dimmi il classificatore degli animali.-
 
- La so! Zhi, giusto?-
 
- Giustissimo!-
 
Siwon continuò a interrogare la ragazza per una buona mezz’ora, e Tiffany se la cavava benissimo. Qualche volta aveva vuoti di memoria, e il ragazzo era costretto a darle qualche piccolo indizio, ma per la maggior parte delle volte si rivelò più che preparata.
 
- Vedi? Non è così difficile dopotutto. È proprio come il giapponese o il taiwanese.-
 
Tiffany era euforica. Non avrebbe mai creduto che sarebbe riuscita ad imparare così tanto in una sola notte. Ne era convinta: sarebbe riuscita a passare il test!
 
- Ehi, non cantare vittoria troppo presto.- disse Siwon, come se avesse letto nei suoi pensieri – Abbiamo ancora tanto da studiare.-
 
Iniziarono a ripassare il capitolo 2 del libro, “il tempo e l’orario”. Tiffany si ricordava che era un argomento che odiava particolarmente.
 
Siwon iniziò a spiegarle, ma lei non guardava il libro. Guardava lui.
 
Perché? Non lo sapeva. Sapeva solo che le piaceva guardarlo, mentre leggeva quei caratteri incomprensibile e traduceva delle frasi in cinese.
 
Lo guardava, e mentre lo guardava non poteva fare a meno di pensare a giusto poche ore prima, quando lo aveva visto ridere insieme a Yuri. E non poteva fare a meno di ripensare a ciò che stava pensando prima, mentre usciva da scuola…
 
- Chi hai intenzione di invitare al ballo della scuola?-
 
Quelle parole le erano uscite dalla bocca, così, all’improvviso. Le venne quasi di tapparsi la bocca appena pronunciò quelle parole. Ma che le era preso? Lui la stava aiutando a studiare, e lei lo interrompe facendo una domanda del genere?
 
Stupida, stupida, stupida io e la mia fottuttissima impulsività pensò Tiffany tra sé e sé.
 
Siwon alzò gli occhi dal libro e la guardò stranito. Ovvio che non se lo aspettava. Per un attimo Tiffany ebbe paura che l’avrebbe sgridata.
 
Invece disse solamente:- Nessuno.-
 
Tiffany si stupì. Perché aveva risposto, ma soprattutto per la risposta di per sé.
 
- E perché?-
 
- Non mi piacciono quelle feste lì. Anche se ci andassi non mi divertirei. E se devo essere sincero non ho nessuno con cui abbia davvero voglia di andarci.-
 
Tiffany rimase davvero delusa. Per attimo aveva sperato davvero che… insomma, che avesse pensato a lei. Ma in fondo se l’aspettava, in fondo erano diventati “quasi-amici” solo da due giorni.
In parte, però, ne fu anche sollevata. Questo voleva dire che non avrebbe invitato nemmeno Yuri, e che la sera del ballo lei non sarebbe rimasta da sola come una stupida.
 
- Su coraggio, continuiamo.-
 
Tiffany annuì.
 
 
 
Lo sapeva. Lo sapeva.
 
Lo sapeva che c’era qualcosa di strano.
 
Erano entrati tutti e due nella stessa casa. E quella non era la casa di Siwon. Almeno, non quella che conosceva. Sapeva che poco tempo fa si era trasferito dalla madre, che ora viveva con il suo nuovo compagno…
 
Il nuovo compagno.
 
No, quell’idea era davvero assurda. Possibile che fosse caduto in una simile coincidenza?
 
Decise di non arrivare a conclusioni affrettate. Per capire quella situazione aveva bisogno di più tempo… e più fatti.
 
Senza che nessuno se ne accorgesse, scavalcò il cancello che separava il giardino della casa con la strada principale. Fece un rapido giro intorno alla casa, vide un albero e si arrampicò cercando di fare il minor rumore possibile. Raggiunse uno dei rami più alti, e si guardò ancora intorno. A quell’ora del pomeriggio non c’era quasi nessuno in giro, quindi dubitava di essere stato visto, ma per sicurezza decisa di arrampicarsi ancora un po’ finchè non raggiunse la chioma. Con tutte quelle foglie intorno nessuno avrebbe notato nulla.
 
La fortuna volle che il ramo in cui si era seduto era a pochi passi da una finestra, probabilmente di una stanza del piano superiore della casa.
 
Si avvicinò un po’. E li vide.
 
Erano insieme, nella stessa camera, seduti uno vicino all’altra.
 
Stavano studiando. Solo studiando.
 
Anche questo non voleva dire niente. Studiare insieme era una cosa normalissima! Sia se si tratti di amici, sia di amanti e sia di…
 
No, pazientare.
 
Decise di rimanere ancora lì, tra il fogliame di quel ramo, in attesa di qualcos’altro. E se non sarebbe successo ancora nulla… avrebbe fatto in modo che Siwon stesso gli confessasse tutto!
 
 
 
Non ce la faceva più.
 
Avevano studiato per tutto il pomeriggio, con pochissime pause, e per di più Tiffany doveva ancora iniziare la sua ricerca sugli effetti della bomba atomica, che doveva consegnare il giorno dopo al corso di storia del Giappone.
 
Ed ormai erano le dieci di sera. Era stanca, stanchissima.
 
- Siwon, ti prego, basta così per oggi. Ho un sonno pazzesco.-
 
- Assolutamente no! Dobbiamo finire almeno questi ultimi vocaboli.-
 
- Abbiamo altri sei giorni. È un sacco di tempo!-
 
- Sembra un sacco di tempo.-
 
- Devo fare una ricerca…-
 
- Se prendi una F in storia del Giappone non sarà una tragedia, tanto lì hai sempre avuto il massimo dei voti.-
 
- Uffa… solo altri cinque minuti poi mi lasci andare. Promesso?-
 
- Aah, non lo so! Dipende da te. Vediamo quanto riesci a imparare in cinque minuti.-
 
Sbuffando, Tiffany continuò ad ascoltare la voce di Siwon, mentre ripeteva le parole con pronuncia perfetta. Cercò di rimanere concentrata, si stropicciò gli occhi e si diede persino qualche leggero schiaffo sulla guancia.
 
Non voleva addormentarsi, e non voleva dormire un’altra notte sul letto di Siwon. Si sentiva in imbarazzo per questo. Ovviamente non avevano fatto nulla ( eh ci mancherebbe altro… pensò Tiffany ) ma comunque si sentiva a disagio e voleva assolutamente evitarlo.
 
Ma gli occhi iniziavano a farsi gonfi, e a chiudersi. La giornata era stata parecchio pesante.
Non ce la fece più, e lasciò che la sua testa sbattesse contro la scrivania. Poi si addormentò, lì, così.
 
Siwon la guardò, mentre russava leggermente vicino a lui, con la testa un po’ piegata sul tavolo. Sorrise leggermente. Era proprio dolce mentre dormiva. Sembrava più silenziosa, più innocente… non come la chiacchierona insopportabile che era nella realtà!
 
Non aveva mai sopportato i chiacchieroni.
 
Però… chissà perché, ma lei aveva qualcosa di diverso. Riusciva anche a divertirsi insieme a lei. Da quando vivevano sotto lo stesso tetto sembrava che la sua vita fosse cambiata di colpo… ed era cambiato anche lui.
 
Accarezzò delicatamente la testa rossa di Tiffany. La ragazza si mosse un po’ e mormorò qualcosa nel sonno, per poi tornare a russare. Siwon sorrise dolcemente, intenerito da quella reazione.
Prese in braccio la ragazza e la mise nel letto, proprio come la sera precedente, poi uscì dalla camera per andare in bagno.
 
In quel momento, fuori dalla finestra, scattò un flash. Poi si sentì un fruscio di foglie e una figura nera che scendeva dall’albero.
 
Ma nessuno la vide.



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Mmmh sta succedendo qualcosa di losco eh? Che cosa potrebbe essere? Voi lo sapete? Io no.... u.u
Scoprirete tutto nei prossimi capitoli, perchè fino adesso non abbiamo ancora iniziato a fare sul serio: ci sono taante altre cose che devono accadere...
Ok, la smetto qui u.u voi portate solo pazienza.
Un grandissimo GRAZIE ad AliceBaskerville che non smette mai di recensire, davvero grazie grazie grazie!!! <3 <3
Grazie a Angel_15 per le rencesioni che ha lasciato negli altri capitoli :3
E grazie anche a tutti quelli che mettono la storia nelle preferite e nelle seguite (che non siete in pochi) e che continuano a seguire la storia u.u Vi adoro
Alla prossimaaa <3
-Aly

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Capitolo 15
*** 15- ***


Questa volta svegliarsi nel letto di Siwon fu meno scioccante. Appena Tiffany aprì gli occhi incontrò quelli del fratello, che si era già alzato, ed entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
 
- Pare che l’abbiamo “fatto” un’altra volta, sorellina…-
 
- Ooh, ma smettila di prendermi in giro!-
 
- Ok ok, io scendo a fare colazione. Tu fai con calma. È ancora presto.-
 
Siwon uscì dalla stanza. Anche Tiffany uscì, per poter andare nella sua camera. Quasi le sembrò strano andarci. Erano ben due notti che non ci dormiva. Chissà se avrebbe continuato a dormire da Siwon per tutta la settimana.
 
Tiffany a quel pensiero si sentì morire il sorriso sulle labbra. Dopo che sarebbe finita la settimana, e Siwon non l’avrebbe più aiutata nello studio, cosa sarebbe successo? Sarebbero finite le risate, le battute, i sorrisi? O avrebbero persistito anche dopo, mantenendo tra i due un buon rapporto?
 
Non lo sapeva, ma Tiffany, in quel momento, poteva solo sperare.
 
 
 
Scese in cucina a fare colazione. Non si era mai svegliata così presto, quindi fu quasi una sorpresa ritrovare tutta la famiglia seduta a tavola mentre sorseggiava il caffè.
 
- Ciao Tiffany, dormito bene?- le chiese suo padre.
 
- Benissimo, grazie…- disse sedendosi a tavola.
 
- Non sei mai stata così mattiniera…-
 
- Mi stupisco pure io.-
 
- Tieni un po’ di caffè.- disse Siwon, passandole un bicchiere pieno del liquido nero bollente.
 
Tiffany esitò un momento, poi con le mani quasi tremanti afferrò il bicchiere:- Gra… grazie Siwon…-
 
- Figurati.- sorrideva di meno, rispetto a prima, ma forse solo perché non voleva mostrarsi troppo emotivo davanti a sua madre. Comunque quel gesto così gentile era incredibilmente inaspettato. E Tiffany non potè fare a meno di scoppiare di gioia, interiormente.
 
- Meglio che vada ora, si sta facendo tardi.- disse dopo un po’ la ragazza, alzandosi dalla sedia e dirigendosi alla porta.
 
- Ehi aspetta!- gridò Siwon. Tiffany si girò di scatto.
 
- Che c’è?-
 
- Come che c’è?- si alzò e la raggiunse – Andiamo insieme, no?-
 
Ok, sotto sotto poteva accettare di farsi aiutare in cinese, e anche il bicchiere del caffè… ma ora? Cosa? Andare a scuola insieme?
 
Finse un sorriso mentre uscivano insieme di casa, ma una volta fuori gli disse :- Che stai facendo?-
 
- Nulla…- disse il ragazzo, stupito dal comportamento di Tiffany.
 
- Come nulla? Non ricordi? “Se dici a qualcuno che siamo fratelli ti strappo i capelli uno per uno”…-
 
- Certo. Ed è ancora così… per adesso.-
 
- Per adesso?-
 
- Vedi… non credevo che l’avrei mai detto, ma mi sei abbastanza simpatica. Credo che con il tempo potrei abituarmi. A io e te fratelli, intendo.-
 
- Quindi – Tiffany sorrise e guardò radiosa Siwon – potremmo dirlo a tutti?-
 
- Non ancora, stai calmina.- disse Siwon facendosi improvvisamente serio – Devo ancora valutare le ultime cose…-
 
Tiffany sbuffò infastidita.
Che cazzo devi valutare? Io e te siamo fratelli, perché i nostri genitori si sono sposati. Punto.
 
Cercò comunque di trattenere la sua rabbia. Tra lui e lei, comunque, c’erano dei progressi.
 
Le sembrò quasi strano entrare a scuola insieme a lui. Infatti tutti si giravano al loro passaggio, sussurrandosi tra loro chissà cosa, e fissandoli con occhi stupiti.
 
- Siwon…- sussurrò Tiffany – Credo chi stiamo dando un po’ troppo nell’occhio.-
Ma il ragazzo la ignorò e continuò a camminare per il corridoio, finchè non raggiunse la bacheca della scuola, dove venivano appesi gli avvisi, i cartoncini pubblicitari e tutto ciò che gli insegnanti volevano comunicare agli studenti.
 
Attorno alla bacheca, quel giorno, c’erano un sacco di studenti. Probabilmente c’era un avviso parecchio importante. Siwon si fece strada a furia di spintoni, finchè finalmente riuscì ad avere un po’ di visuale.
Si bloccò completamente. Quello che vide non era né un avviso né una comunicazione.
 
Erano foto.
 
 
 

Tiffany spingeva e mormorava dei –permesso- mano a mano che andava avanti, finchè non vide Siwon fermo davanti alla bacheca che tutti guardavano.
- Ti ho raggiunto finalmente, perché sei corso via così…-
 
La sua voce si affievolì leggermente quando vide ciò che era appeso in bacheca. Davanti a lei. Davanti a tutti.
 
Foto. Tantissime, migliaia di foto che occupavano quasi la metà dello spazio disponibile. E in quelle foto… c’era lei! E non era sola.
 
In una foto c’erano lei e Siwon, insieme, mentre camminavano verso casa. Un’altra li aveva ripresi mentre erano proprio davanti alla porta, e Siwon aveva appena messo la chiave nella toppa.
 
Un’altra sembrava addirittura scattata fuori dalla loro finestra, e c’erano loro che studiavano insieme.  E in un’altra c’era lei, addormentata, con la testa sul tavolo, e Siwon che le accarezzava i capelli.
 
Tiffany si sentì gelare il sangue. Chi poteva essere stato?
Dovevano per forza essere stati seguiti. Ma da chi? Non si erano mai parlati a scuola, lei e Siwon, nessuno avrebbe mai dovuto sospettare nulla.
 
Sentiva il brusio degli studenti, intorno a lei.
 
- Secondo me si frequentano in segreto.-
 
- Scherzi? Siwon, con tutte le ragazze che gli vanno dietro, perché dovrebbe andare proprio con quella sfigata?-
 
- Bhè, allora perché è andata a casa sua? Hai una spiegazione migliore?-
 
Siwon scattò. Pieno di rabbia iniziò a strappare via le foto dalla bacheca, e lo fece con una tale violenza che Tiffany quasi si spaventò.
 
Anche tutti i presenti furono presi alla sprovvista, soprattutto quando Siwon iniziò a gridare: - Chi cazzo è stato? Se scopro chi è stato giuro che gli spacco la faccia! Che si faccia i cazzi suoi, quell’idiota. Allora?-
 
Nessuno si fece avanti. Siwon, pieno di rabbia, se ne andò quasi correndo verso la sua classe.
 
Tiffany non sapeva che fare, come muoversi, cosa dire. Le immagini che aveva visto l’avevano troppo scioccata. Adesso aveva paura.
 
Paura, perché probabilmente c’era qualcuno che la seguiva. Oppure seguiva Siwon. Più probabile, magari era una delle sue numerose ammiratrici … ma questa cosa non le andava a genio nemmeno un po’. Quello… quello era stalking! E lo stalking è illegale.
 
Cercò di allontanarsi a passo svelto. La folla di studenti l’aveva già adocchiata ed aveva paura che cominciassero a farle un po’ di domande. E non aveva voglia.
Ma durante il cammino fu bloccata da un altro piccolo gruppo di persone. Alzò lo sguardo e li riconobbe.
Yoona, Joohyun, Kyuhyun.
Pure loro avevano visto tutto.
 
 



Siwon entrò in classe come una furia, quasi sbattendo la porta. Era ancora presto, la prof non c’era, ma i pochi studenti che erano dentro ne furono quasi spaventati.
 
- Dov’è Donghae?- chiese il ragazzo moro quasi urlando.
 
- Era qui un attimo fa. Credo sia andato in bagno…- rispose un suo compagno.
 
Siwon corse a più non posso verso il bagno, dove quasi aggredì la porta a furia di batterla con forti pugni.
 
- Donghae! Apri! Lo so che sei lì dentro!-
 
Dopo qualche secondo, la porta di aprì leggermente. Senza esitare un attimo, Siwon entrò e chiuse la porta sbattendola, per poi incenerire l’amico con uno sguardo furioso.
 
- Accidenti amico, se dovevi cagare bastava dirlo…- disse scherzosamente Donghae, ma nella sua voce c’era qualcosa di strano. Come se sapesse già il motivo della sua rabbia.
 
- Pezzo di merda, sai già perché sono qui!- gridò Siwon.
 
- Davvero, tanti tanti complimenti Siwon! Non credevo che ci saresti arrivato così velocemente.-
 
Il ragazzo moro si sentì lentamente ribollire di rabbia. Allora i suoi sospetti erano giusti.
 
- Belle le foto vero?- disse tranquillamente Donghae, con un sorriso soddisfatto sulle labbra – Certo che pedinarvi è stato un gioco da ragazzi. Non vi siete accorti proprio di nulla, bravi tontoloni. Anche se non è stato poi così facile scattare quelle foto. Mi sono dovuto persino arrampicare sopra un albero. Ma mi ci vedi? Ma direi che ne è valsa la p…-
Non riuscì a finire la frase. Il pugno in faccia gli arrivò diretto e quasi inaspettato. Lo aveva provocato decisamente troppo.
Siwon era davvero furioso. Non gli importava se aveva colpito il suo migliore amico e non gli importava nemmeno se quest’ultimo sarebbe uscito e avrebbe detto tutto al preside, non gli importava se gli aveva rotto il naso o simili, anzi, quasi ci sperava…
 
Donghae era rimasto piegato in due, con lo sguardo rivolto verso il pavimento, e rimase immobile in quella posizione per un bel po’ di secondi. Siwon pensava di avergli fatto davvero male. Ma ad un certo punto il ragazzo dai capelli castani scoppiò in una risata malefica.
 
Rideva. Rideva con il sangue al naso.
Siwon si sentì preso in giro da quel comportamento.
- Mi hai picchiato davvero Siwon…- disse Donghae senza smettere di ridere.
 
- Perché è quello che ti meriti brutto bastardo!-
 
- Mi hai picchiato… Non ci credo…-
 
- Perché lo hai fatto? Perché ci hai seguiti? E come ti è venuto in mente di farci delle foto?-
 
Donghae sembrava divertito da tutto ciò. Si pulì dal sangue e guardò l’amico con occhi pieni di soddisfazione.
 
- Perché te la prendi tanto Siwon? Avevi forse intenzione di nasconderlo per sempre?-
 
Il moro strabuzzò gli occhi, incredulo. Forse Donghae aveva già scoperto tutto?
 
-  Di cosa ti vergogni? Se ti piace quella ragazza, perché non dici al mondo che state insieme?-
 
Sussultò. No, Donghae non aveva capito proprio niente.
 
- Visto? Non hai capito proprio un cazzo! Io non ci sto mica insieme, con quella lì!-
 
- Certo che non ci stai insieme!- disse Donghae – E tu non potrai mai  starci insieme! Perché lei è tua sorella, ho ragione?-
 
A Siwon scoppiava la testa. Allora Donghae aveva capito. Ma dove voleva andare a parare? Perché faceva tutti quei giri di parole?
 
Donghae si avvicinò all’orecchio di Siwon e gli sussurrò:- Sai che significa questo vero? Un fratello e una sorella non possono stare insieme. Vero? Correggimi se sbaglio Siwon.-
 
Che cosa intendeva? Cosa intendeva?
 
- Cosa intendi dire con questi Donghae?-
 
Donghae rise beffardo.
 
- Cosa intendo? Intendo che, grazie alle mie foto, tra poco tutti sapranno che tu e la rossa siete fratelli. E questo significa che tu non starai più tra i miei piedi Siwon. Perché, se tu e la rossa vi mettete insieme, questo farebbe nascere un enorme scandalo. E tu non intendi fare una cosa del genere, vero Siwon?-
 
Il ragazzo, lentamente, iniziò a capire. Ma era ancora confuso.
 
Nemico? Scandalo?
 
Rimase fermo immobile a fissare il vuoto, immerso nei suoi pensieri.
 
Inizialmente Tiffany non gli piaceva assolutamente per niente. Anzi, la odiava. La odiava, perché era la figlia di quel bastardo che aveva allontanato sua madre dalla famiglia. Ma poi aveva ascoltato la sua storia, e perché aveva deciso di cambiare nome. Anche lei aveva sofferto, proprio come lui. Anzi, forse più di lui. Perché suo padre era in Corea, da qualche parte, vivo e vegeto anche se solo, mentre la madre di Tiffany non c’era più.
 
Dopo un po’ di tempo, studiare cinese insieme a lei era diventato piacevole. Non gli dispiaceva la sua compagnia. Aveva iniziato a vederla come una vera sorella.
 
E adesso che tutti lo sapevano…
 
Avrebbe dovuto essere contento. L’aveva accettata come sorella, non c’era niente di male se lo sapevano tutti.
 
Ma… perché non era contento? Perché questa cosa gli aveva lasciato un grande vuoto dentro? Perché gli dava fastidio tutto ciò? Strinse il pugno, sempre più confuso a causa di quella marea di emozioni che lo stavano avvolgendo.
 
- E adesso cosa farai Donghae?-
 
Il ragazzo castano si diresse verso la porta.
 
- Prova a indovinare – disse – Ti do un indizio: proprio adesso, in questa scuola, una certa persona ha un gran bisogno di essere consolata.-
 
Detto questo concluse con lo scoppiare in un’altra risata, per poi uscire dal bagno, chiudendo la porta.

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Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma la scuola mi sta davvero uccidendo lol
bhè, che dire: vi voglio ringraziare di nuovo tutti voi, che state seguendo la mia storia. So che vi sta piacendo, e questo mi rende davvero felice.
Ringrazio ancora le bellissime donne che recensiscono ogni capitolo: AliceBaskerville, Angel_15 e, nuovo arrivo, One_Little_Dream <3 vi adoro <3
al prossimo capitoloooooo

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Capitolo 16
*** 16- ***


Quel giorno a scuola c’era un gran fremito: tutti parlavano fra di loro, sussurravano, indicavano, rimanevano zitti a fissare per poi riprendere a parlare dopo due secondi.
Un solo argomento era sulla bocca di tutti…
 
Tiffany riusciva a stento a mangiare. Ogni volta che alzava lo sguardo, non poteva fare a meno di notare mille occhi che la fissavano e altrettante teste che si giravano subito dall’altra parte. Così, dopo un po’, smise di alzare la testa, concentrandosi solo sul suo pranzo. Non si era mai sentita così a disagio.
Yoona, Kyuhyun e Joohyun non avevano detto una parola da quando si erano seduti in mensa. Nel loro tavolo regnava un silenzio imbarazzante.
Poi, finalmente, Joohyun parlò.
 
- Tuo fratello?-
 
Tiffany annuì.
 
- Ancora stento a crederci…-  sospirò la ragazza mora, sospirando e appoggiando la schiena sullo schienale della sedia.
 
- Perché non ce lo hai mai detto?- chiese Kyuhyun con la sua solita gentilezza.
 
- Avrei voluto, ragazzi…- mormorò Tiffany, senza alzare lo sguardo – Ma vedete… Siwon me lo ha proibito, non voleva che si sapesse in giro.-
 
- Io il mio segreto ve l’ho detto….-
Tutti si girarono verso Yoona. Non aveva ancora detto una parola quel giorno, e pronunciò quell’unica frase con una punta di nervosismo.
- Yoong…- iniziò Tiffany – Lo so che sei arrabbiata…-
 
- Io credevo che ci saremmo dette tutto. Che potevamo contare su noi quattro.- la interruppe l’altra – Io abito sotto lo stesso tetto di quell’essere senza cuore di mia sorella, che non fa altro che farmi stare male… Io sto male a casa mia…. Solo quando sono a scuola, o vado al cinema insieme a voi, mi sento davvero bene. Ecco perché secondo me è importante che sappiate queste cose! E perché tu no? Perché ce lo hai tenuto nascosto? –
Stava alzando la voce. E i suoi occhi erano lucidi.
 
- Yoona, ascolta, capisco che tu sei arrabbiata! Ma Siwon mi ha impedito di dirlo a chiunque e…-
- ANCHE YURI!- stavolta Yoona si era messa a gridare veramente – Anche Yuri me lo aveva vietato! Ma cosa vuoi che me ne importi? Pensi che, dopo tutto il dolore che mi ha fatto passare, io ascolti ancora le sue parole? Tanto cosa potrebbe farmi, io sono già abituata al peggio!-
 
Tiffany era incredula. Non poteva credere che Yoona soffrisse davvero così tanto a casa sua.
- Mi dispiace Yoong…- mormorò abbassando nuovamente lo sguardo – ma Siwon è diverso.-
 
- Diverso? Diverso? Sono tutti uguali quei bastardi schifosi!-
 
- No Yoona! Siwon è diverso veramente! Io a casa mia, insieme a lui, mi sento bene. Sto bene assieme a lui!-
 
- Bene! Allora perché sei qui? Perché non sei seduta al tavolo di quei bastardi?-
 
- Forse… forse non sono dei bastardi… Forse anche loro nascondono segreti…-
 
Yoona si morse le labbra:- Bene. Ho sentito abbastanza.- si alzò ed uscì dalla mensa a passo svelto.
 
Tiffany sentì le lacrime salirle nuovamente.  E Joohyun e Kyuhyun non spiaccicavano parola.
 
 
 
Appena suonò la campanella di fine lezione, Tiffany si fiondò verso l’uscita, senza salutare i suoi amici. Voleva andare a casa il più in fretta possibile, stare lì in mezzo a tutta quella gente che la fissava  la faceva sentire solo a disagio.
Ma fuori dal portone d’uscita trovò una brutta sorpresa: Siwon, che stava parlando tranquillamente con Jessica, Yuri e Donghae. E appena Tiffany spalancò le ante, tutti  si voltarono verso di lei.
Terribilmente in imbarazzo e a disagio, l’unica cosa che riuscì a fare fu abbassare lo sguardo e cercare di allontanarsi il più in fretta possibile. Ma una voce maschile la fece fermare.
- Ehi! Si può sapere dove stai andando?-
Tiffany si girò, e rispose balbettando imbarazzata:- A… a casa!-
- Allora aspettami che vengo anch’io, no?- disse Siwon.
Tiffany spalancò gli occhi. Davvero lo aveva detto? Davanti ai suoi amici, poi?
- Ci vediamo domani ragazzi!-
I suoi amici ricambiarono il saluto, anche se con una punta di antipatia nella voce, e Siwon si avviò verso casa fianco a fianco con Tiffany.
Quando furono sufficientemente lontani, la ragazza finalmente parlò:- Non ti da fastidio?-
Siwon, senza guardarla negli occhi, rispose:- Che cosa?-
- Come che cosa? Che adesso tutta la scuola sa che siamo fratelli…-
- Ah, quello. No, perché dovrei?-
- Perché… tu dicevi che non volevi rischiare di rovinarmi la reputazione…-
- Ho cambiato idea. Se non fosse stato per quelle foto, probabilmente lo avrei detto io a tutta la scuola.-
- Veramente?- Tiffany sorrise radiosa – Quindi vuol dire che… mi accetti come sorella?-
- Bhè, diciamo di sì.-
Fany era senza parole. La gioia che provava era indescrivibile, aveva un enorme sorriso stampato in faccia e non poteva assolutamente cancellarlo.
Aveva un fratello. Aveva sempre desiderato averne uno. E forse, forse sarebbe riuscita a ricominciare tutto daccapo. Nuova famiglia, nuova scuola, nuovi amici... Non le dispiaceva affatto tutto questo.
Siwon però non spiaccicava sorriso. Rimaneva inespressivo, come suo solito. Tiffany iniziò a preoccuparsi: come poteva capire ciò che provava, se si comportava come un libro chiuso?
- Ehi! Va tutto bene?-
- Certo.- rispose il ragazzo, con un tono di voce che non diceva assolutamente nulla-A meraviglia.-
 
I due entrarono in casa. Né Natalie né il signor Hwang era tornati.
- Bhè, andiamo su. Dobbiamo studiare.- disse Tiffany.
- No, non ne ho voglia.- ribattè Siwon. La ragazza rimase spiazzata.
- Come? Mi devi aiutare. Ho il test tra pochi giorni.-
- Oggi non ho voglia di studiare.-
Stavolta il tono del ragazzo era decisamente più brusco.
Tiffany fu molto stupida e molto turbata dalla sua reazione. Doveva aver fatto una faccia spaventata, perché Siwon, appena se ne accorse, fece un lungo sospiro poi riprese a parlare, con voce più calma :- Oggi sono veramente stanco. È stato una giornata… particolare.-
- Sì… sì, forse.- disse Tiffany con voce insicura.
- Forse è meglio se ti riposi anche tu. Lascia perdere lo studio. Vedrai che domani recupereremo il tempo perso.-
- Va bene. Va bene…-
Siwon abbassò la testa, facendo di nuovo un grande sospiro. Sembrava davvero stanco e scombussolato. Fece un ultimo cenno col capo alla ragazza, per poi salire le scale e dirigersi di filata nella sua stanza.
Tiffany si abbandonò sul divano.
No. C’era qualcosa che non andava in Siwon. Quel giorno era troppo strano. E Tiffany credeva di sapere anche il perché:
non era vero che l’accettava come sorella. Non era vero che si sentiva bene. Non era vero che iniziava a volerle bene.
A lui dava fastidio. Dava fastidio che i suoi amici sapessero. Dava fastidio che tutta la scuola sapesse.
Perché la odiava.
Sì, mi odia. pensò Tiffany, coprendosi ilo viso con le mani Mi odia. Non c’è altra spiegazione. Fanculo, io che mi illudevo di ricostruirmi una famiglia.
Rimase in quella posizione per quasi mezz’ora, cercando disperatamente di non scoppiare a piangere.
Perché doveva piangere, poi? Non le serviva certo il suo permesso per poter essere felice. Che cazzo le importava se lui non l’accettava come una sorella?
Eh, le importava. Le importava eccome. Perché quegli ultimi giorni insieme a lui erano stati fantastici e sereni. Come se, subito dopo un lungo periodo di dolore, fosse finalmente riuscita a ritrovare la sua felicità.
Rivoleva indietro il vecchio Siwon. Quello che l’aiutava a studiare. Quello che le sorrideva e la prendeva in giro al mattino appena si svegliava.
Voleva un fratello, e voleva lui. Ma lui non voleva lei.
Yoona aveva ragione: erano tutti dei fottuttissimi bastardi, nessuno escluso. Non c’era nessuno bontà dentro quel tipo di gente lì. Siwon l’aveva ingannata. Era un falso, proprio come Jessica, Yuri e Donghae.
 
 
 
Appena entrò nella sua camera, Siwon si buttò sul letto e rimase fermo lì, senza nemmeno accendere la luce.
Era la prima volta in tutta la sua vita che non riusciva a capire sé stesso.
Perché si era comportato in quel modo, con Tiffany? Perché aveva rifiutato di studiare con lei?
La sua testa era così confusa che non riusciva a ragionare. Poteva solo sentirsi ripetere le parole che Donghae gli aveva detto quella mattina. Ricordava di aver voluto picchiarlo, e che sentiva una rabbia fortissima dentro di lui.
E perché? Era forse perché aveva scattato quelle foto?
No. Siwon sentiva che non poteva essere per quello. Quel giorno stesso aveva pensato di spargere lui stesso la voce.
Allora perché?
Sentiva un vuoto dentro la sua mente, una domanda alla quale non trovava alcuna risposta.
Era forse a causa di Tiffany?
Tiffany. Con Tiffany lui stava bene. Certo, era una chiacchierona insopportabile, e a volte un po’ stupida, ma in quei giorni si era ricreduto sul suo conto. Eppure gli dava fastidio il fatto che tutti sapessero del loro legame famigliare.
Dentro di sé sentiva che non poteva, non voleva accettarla come sorella.
Ma se per lui non era una sorella… allora cos’era?
 
 
 
La mattina dopo fu molto strano per Tiffany svegliarsi nel suo letto. Siwon le mancava da morire… ed era stata senza di lui per solo un giorno!
Si vestì e scese giù in cucina. Vide Siwon seduto a tavola, mentre beveva un caffè. La ragazza chinò leggermente il capo, ma appena Siwon la vide le sorrise radioso:- Buongiorno sorellina! Caffè?-
Tiffany sgranò gli occhi per la sorpresa
- Ma… ma quindi non sei arrabbiato con me?-
- Uhm… no! Perché dovrei?-
- Non lo so. Ieri eri strano.-
- Nha, ero solo stanco, te l’ho detto! Anzi, oggi appena torniamo a casa recuperiamo il tempo perso e ci rimettiamo a studiare di brutto, ok?-
Tiffany sorrise sollevata. Forse si stava facendo davvero troppe paranoie.
- Ok!-
I due fratelli fecero colazione insieme poi uscirono di casa, diretti verso la scuola.
Appena entrarono, capirono subito che c’era un’aria tutta nuova: gli studenti non parlavano più di loro. Perché c’era un’altra novità sulla bocca di tutti…
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Ragazzi ma..... BUON NATALEEEEEEEEEEE <3
Che bello, finalmente è arrivata la mia festa preferita, e come festeggiarlo se non pubblicando un nuovo capitolo??
Spero vi piaccia, e vi ringrazio tutti, che la state seguendo ^^
Spero che passiate un buon Natale e delle buone feste, che le vostre tavole siano piene di cibo delizioso e che sotto l'albero ci siano tutti i regali che desiderate di più <3
Ci vediamo al prossimo capitolo, e ancora tanti tanti auguriiii <3

-Aly

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Capitolo 17
*** 17- ***


Tiffany aveva già notato che c’era qualcosa di strano, quella mattina.
Troppa agitazione e studenti che sussurravano tra di loro… e non era a causa sua, né di Siwon. Un’altra novità era arrivata nella loro scuola.
- Ragazzi, si può sapere che succede?- chiese Fany, appena riuscì a raggiungere i suoi amici, tra il gran trambusto del corridoio.
- Non so i dettagli – rispose Joonhyun – Ma sembra che sia arrivata una nuova studentessa, qui.-
Tiffany aggrottò le sopracciglia:- Tutto qui? Ma è americana?-
- Non lo so…-
- Credo sia cinese.- disse Kyuhyun – Oppure è appena tornata dalla Cina.-
La rossa alzò le spalle :- Credevo fosse qualcosa di più interessante. Sapete dov’è Yoona?-
Joonhyun la guardò con uno sguardo malinconico :- Credo… credo sia fuori in cortile.-
- Vado da lei. Non sopporto che sia arrabbiata con me.-
- Cercate di chiarire, va bene? Non mi piace vedere il nostro gruppo separato.-
- Tranquillo Kyuhyun. Ora vado!-
Mancava poco all’inizio delle lezioni, doveva sbrigarsi! Corse più che poteva nel corridoio, cercando di schivare chi ostacolava il suo percorso (anche se spesso andava a sbatterci contro).
Andò a sbattere contro una ragazza, che teneva un pacco di fogli in mano, i quali si sparpagliarono sul pavimento appena le due ragazze andarono una contro l’altra.
- Oddio… scusami, mi dispiace.-
Tiffany si chinò ad aiutare la ragazza. E in quel momento si accorse di non averla mia vista prima. Aveva lunghi capelli dorati, ed era vestita in modo strano: tuta da ginnastica, top molto sportivo, scaldamuscoli e scarpe da tennis. Non sembrava neanche una studentessa, ma piuttosto un’insegnate di educazione fisica.
- Fa’ nulla.- disse la ragazza misteriosa, sorridendo gentile – Sembri di fretta. Faccio da sola qui, non preoccuparti.-
- Grazie. Grazie mille. E scusa ancora.- grata (e anche un po’ stupita) dalla gentilezza di quella ragazza, Tiffany riprese a correre.
Finalmente raggiunse il giardino. Cercò Yoona ovunque, finchè non la trovò seduta su una panchina, col capo chino.
- Yoona! YOONA! Finalmente, ti ho cercata ovun…-
Non riuscì a finire la frase.
Yonna piangeva.
Teneva la testa bassa, e i suoi boccoli castani coprivano il suo viso, come fossero una tenda… ma le spalle le tremavano in quelli che erano palesemente dei singhiozzi.
Tiffany, non sapendo cosa fare, si sedette lentamente accanto alla sua amica.
- Yoo…Yoona?- mormorò la rossa, toccandole la spalla con mano tremante.
Yoona, con uno scatto, si girò e strinse Tiffany in un abbraccio, esplodendo in un pianto fortissimo.
- Yoona…- balbettò Fany, un po’ sorpresa da quel gesto, e sempre più preoccupata per la sua amica – Yoona calmati, per favore. Che cosa succede?-
- Oh Tiffany… io… io…- la ragazza non riusciva a parlare a causa dei singhiozzi. Finchè, improvvisamente, con grande stupore di Tffany, il pianto si trasformò in una risata incredibilmente fragorosa. – Sono… sono scappata di casa!-
La rossa sgranò gli occhi :- Come? Sei scappata?-
- Oddio, sì!- Yoona si mise le mani tra i capelli, senza smettere di ridere – Ho affrontato mia sorella. Ma stavolta l’ho fatto per davvero. Le ho detto ciò che penso di lei, e di tutta la nostra famiglia. Di quanto non ne potessi più dio+ stare sotto il suo stesso tetto, e quello di quello stronzo di nostro padre. Di quanto mi mancasse nostra madre, e che il motivo per cui se n’è andata è solo colpa loro! E… - le lacrime stavano per tornare. In quel momento stava provando troppe emozioni. Si sentiva libera, finalmente, e forte, ma il ricordo di sua madre la faceva rattristire troppo.
- E’ successo così in fretta – continuò – ho raccolto le mie cose e me sono andata. Mio padre urlava, mi ha anche quasi picchiata pur di non farmi uscire da quella porta. Ma non ha potuto fermarmi. Sono scappata, capisci? Sono finalmente riuscita a uscire da quella vita, e da quella casa, che mi ha causato solo sofferenze. Me ne sono andata da quello schifo di famiglia che avevo. Ora ho una mia vita. Finirò gli studi, e diventerò un’attrice. Nessuno mi fermerà. Finalmente… finalmente sono io la padrone di me stessa.-
Tiffany strinse forte a sé l’amica, mentre quest’ultima stava iniziando di nuovo a piangere silenziosamente. Non sapeva cosa fosse accaduto a sua madre, e non aveva capito molto bene cosa fosse esattamente successo. Ma non importava.
Yoona in quel momento aveva bisogno di sfogarsi, e Tiffany era lì. Per ascoltarla in silenzio, e per abbracciarla. Anche se non capiva. E andava bene così.
 
 
Era in ritardo. Era parecchio in ritardo.
La prof questa volta l’avrebbe uccisa di sicuro.
Tiffany correva per i corridoi della scuola, ormai vuoti e silenziosi. Sicuramente erano tutti in classe.
Sbirciò, nella corsa, attraverso una porta socchiusa si un’aula a caso. Intravide l’orologio: erano le otto e cinque.
Cinque minuti. Forse la prof non era nemmeno arrivata.
Purtroppo si sbagliava. Appena spalancò la porta, quella vecchia megera era già lì, in piedi davanti alla cattedra.
- Ma buongiorno signorina Hwang. – disse, con la sua solita voce insopportabilmente antipatica – Ce la siamo presa comoda stamattina, eh?-
- Scusi signora… ma… davvero non….- Tiffany aveva il fiatone, e non riuscì a poter dare una spiegazione. Anche perché la professoressa la interruppe quasi subito.
- Non mi interessano le tue scuse. E comunque per stavolta lascio correre, visto che la lezione è iniziata da poco. Quindi sta’ zitta e va’ al tuo posto, prima che cambi idea.-
Tiffany avrebbe voluto risponderle per le righe, ma decise che era meglio non cacciarsi in guai inutili. Poi di brutte figure, durante quelle lezioni, ne aveva fatte anche fin troppe.
Andò a sedersi. E solo in quel momento si rese conto che qualcosa non andava.
C’era qualcosa di strano. Qualcosa di diverso.
Aveva ancora in mente la pace fatta con Yoona, ed era tramortita dalla corsa. Ci volle tempo prima che potesse mettere a fuoco la situazione.
La ragazza con cui si era scontrata prima, quella bionda e vestita con abiti sportivi, era in piedi, vicino alla prof, davanti a tutti.
Sorrideva radiosa a tutti, e sembrava avvolta da una strana luce.
- Ora che anche la signorina Hwang ha deciso di farci compagnia, posso finalmente presentarvi la vostra nuova compagna.- disse la prof – Ha vissuto qualche tempo in Cina. Quindi molti di voi potrebbero imparare davvero tanto da lei.-
- Ni men hao…- disse la ragazza, con una voce dolce, limpida e forte – Wo jiao Kim Hyo Yeon. Hen gao xing renshi ni men!-
La sua pronuncia in cinese era semplicemente perfetta, tanto che Tiffany dovette riflettere un attimo prima di tradurre la frase: li aveva salutati. Aveva detto che il suo nome era Kim Hyo Yeon (Nome coreano pensò Tiffany) e che era molto felice di conoscerli.
Tiffany sbuffò. Non le importava di quella nuova ragazza. In lei vedeva solamente una nuova cocchina della prof, che l’avrebbe messa nuovamente sotto una cattiva luce. E considerando il suo carattere, così solare e vivace, sembrava un potenziale nuovo membro della tavola di Yuri. Meglio evitare di fare amicizia con lei.
Che ci viene a fare nel corso di cinese, se lo sa già perfetto? Pensò Fany. Per mettersi in mostra, ovvio. Per cos’altro?
- Bene signorina Kim! Vada pure a sedersi a quel banco vuoto.-
“Quel banco vuoto”non era altri che quello accanto a Tiffany.
Oh, perfetto… sbuffò nuovamente la ragazza.
Hyoyeon si sedette vicino a lei, le sorrise : - Ciao!-
Tiffany la guardò, senza sorridere: - Ciao…-
- Mi piacciono i tuoi capelli! – continuò la nuova arrivata, senza perdere il sorriso e mantenendo nella voce quel gradevole suono di entusiasmo – Sono così naturali?-
- No. Tinti.-
- Davvero? Anche i miei, sai?-
Tiffany sgranò gli occhi, ed osservò meglio quella ragazza: il biondo dei suoi capelli sembrava così naturale, invece! Un biondo leggermente sporco, ma tuttavia luminoso.
- Non sembra…-
- Invece è così. In realtà li ho castani. Li ho tinti poco tempo fa. Così, perché avevo voglia di cambiare. Ovvio che non sono belli come i tuoi. Mi piacciono molto, sono così originali!-
Tiffany rimase un attimo in silenzio. Non sapeva se la stava prendendo in giro o se era davvero così gentile.
- Grazie.-
- Come ti chiami?-
- Tiffany.-
- Sei americana?-
- No. No… Sono coreana.-
- Anche io!-
- Lo immaginavo. Anche la mia migliore amica si chiama Kim.-
- Ma pensa! Come mai hai un nome americano, allora?-
- A mia madre piaceva questo…-
Tiffany s’incupì. Come ogni volta che le tornava in mente il ricordo di sua madre.
E Hyoyeon se ne accorse.
- Tutto bene?-
Tiffany si riscosse.
- Sì. Sì…-
Chiacchierarono per buona parte della lezione. Hyoyeon non aveva certo bisogno di stare attenta, e Tiffany…. Bhè, a Tiffany non importava nulla, in ogni modo.
Hyoyeon cominciava a piacerle. Prima le sembrava una smorfiosa in cerca di attenzioni, ma ora la vedeva con occhi diversi. Era simpatica.
Ed era… diversa da tutte le altre ragazze. Solare e vivace, piena di spontaneità. Calda, ma senza esagerare. Un carattere da maschio, intrappolato dentro il corpo di una ragazza.
- Conosci già qualcuno qui?- le chiese Tiffany.
- Mmn, non ancora. Sei la prima che ho incontrato.-
- Ti va di mangiare insieme a me? Così ti presento i miei amici…-


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Ehi ragazzi!! Scusate davvero tanto per il ritardo, ho la scuola che mi ruba un sacco di tempo. Riesco ad aggiornare
oggi solo perchè sono malata -.- '' Spero che vi sia piaciuto il capitolo!!

Per AliceBaskerville e SicaChu : grazie mille per le vostre recensioni al capitolo precendete, vi adoro <3
Per One_Little_Dream e Angel_15 : vi siete perse un capitolo, scusate se non vi ho aspettato T.T

in più grazie mille anche a tutti gli altri che seguono la mia storia, baci <3

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Capitolo 18
*** 18- ***


- Tiffany! TIFFANY! Siamo qui!-
Tiffany si muoveva nella solita confusione della mensa, cercando la voce di Yoona che la stava chiamando. Finalmente riuscì a vedere il suo solito tavolo, con le solite persone al loro posto.
- Ciao ragazzi! Voglio farvi conoscere una persona...-
Hyoyeon si sedette al loro tavolo, e salutò tutti gentilmente.
- Ciao!-
- Ciao...-
JooHyun, Yoona e Kyuhyun, uno alla volta, si presentarono.
- Allora sei tu quella nuova! Da dove vieni?-
- Sono coreana.-
- Ah, infatti hai un nome coreano.- osservò JooHyun - Che strano... delle voci dicevano che eri cinese.-
- Ho vissuto in Cina per molto tempo.-

I ragazzi inziarono a parlare timidamente con lei, poi piano piano la conversazione divenne molto più leggera e piacevole. Tiffany si sentiva bene. Quella situazione le ricordava molto il suo primo giorno, quando era lei quella nuova e impaurita.
Ah, le sembravano così lontani quei giorni. I maltrattamenti di Yuri e Jessica, il salvataggio di Joohyun, lei che versava il succo di frutta addosso a Donghae... Quante cose erano successe da allora!
- Ehi, sbaglio o qui c'è una faccia nuova?-
Oh, merda... no!
Sì, era proprio quello che temeva.
Yuri.
- Che cosa ci fai nel tavolo degli sfigati, novellina?-
Hyoyeon la guardava senza capire. Non aveva ancora idea di quello che le aspettava.
- Sfigati?-
- Ti do un consiglio: vieni con noi adesso e la tua vita sarà decisamente più facile.-
- E perchè, scusa?-
- Fidati, con noi starai meglio. Non stare con queste piccole nullità...-
Mentre pronunciava le ultime parole, gli occhi di Yuri incontrarono per un attimo quelli di Yoona. I due sguardi delle ragazze erano carichi di elettricità, talmente forte che Tiffany quasi si sentì rizzare i capelli.
Yoona sostenne lo sguardo con fermezza. Yuri sbattè le palpebre, come se fosse in difficoltà, e distolse lo sguardo per prima. Tiffany non potè fare a meno di sorridere leggermente sotto i baffi.
- Allora?-
- No grazie. Rimango qui. Non mi va di frequemtare gente come te.- rispose una volta per tutte Hyoyeon.
Eh sì, mi sembra proprio di rivivere il mio primo giorno....
Yuri sbuffò : - Fa' come ti pare.- e si diresse verso il suo tavolo dove già erano seduti Jessica e Donghae.
Tiffany si voltò a guardarli, e scorse anche si Siwon assieme a loro. Si ri-girò subito, prima che anche lui la vedesse.
- Eh, cara mia, questa è l'America - disse JooHyun - Ma ci siamo passati tutti quanti. Anzi, con te Yuri è stata parecchio gentile.-
- Già. Non ti ha messo la faccia nel purè, almeno...- sospirò Tiffany.
- Accidenti, che razza di gente!- mormorò Hyoyeon, quasi divertita, e lanciando un'occhiata al tavolo di Yuri - Non posso proprio credere che... ehi!!-
Appena la bionda esclamò, tutti gli altri si presero un colpo!
- Cosa?!?- ansimò Kyuhyun.
- Chi è quello là? Quela ragazzo moro!-
Ragazzo moro??
No, pensò Tiffany, non può essere chi penso io...
Guardò nella direzione in cui guardava Hyoyeon, e con orrore, si accorse che alludeva proprio a...
- Lui è Siwon - disse Yoona - Lui è..-
- E' mio fratello.- Tiffany finì la frase al posto dell'amica.
- Tuo fratello? Ma.. come... allora perchè lui è lì e tu sei qua?-
- Bhè... è una storia complicata. Non è proprio mio fratello a dire la verità... bhè insomma... comunque sia abbiamo compagnie diverse.-
- E' troppo carino!!!-
No...
- Cos.. nhaa.- disse Tiffany.
- Come no? E' davvero figo invece!-
No, non lo può pensare davvero.
- No, non puoi pensarlo sul serio...-
- Lo penso! Wow! Tiffany, me lo puoi presentare? Ti prego!-
 Oh, no. OH NO! Col cavolo che te lo presento, bellina...
- Te lo detto, abbiamo compganie diverse... E' un po' complicato.-
- Mmh. Capisco.-
Smettila di fissarlo. SMETTILA DI FISSARLO! Dannazzione, dannazzione smettila di fissarlo o giuro che ti strappo tutti i riccioli d'oro che ti ritrovi in testa...
Ma cosa stava pensando?!? Solo perchè la nuova ragazza aveva mostrato interesse per Siwon già iniziava ad arrabbiarsi? Fosse stata l'unica! Siwon era uno dei ragazzi più ammirati della scuola, assieme a Donghae.
E poi... e poi era suo fratello! Non di sangue, però... ma era sempre suo fratello in fondo, accidenti? Perchè era così gelosa? Perchè, improvvisamente, si sentiva minacciata dalla nuova ragazza? Perchè le davano fastidio i suoi complimenti e Siowon?
Perchè, perchè perchè? Che accidenti le succedeva?
- Ho sentito che ci sarà un ballo in questa scuola!- disse Hyoyeon - E se lo invitassi.-
Joohyun, Yoona, Kyuhyun e Tiffany sbarrano tutti e quattro gli occhi. Kyuhyun per poco non si stozzava con l'acqua che stava bevendo.
- Coff, coff... che?!?-
- PPff, non farmi ridere...- disse Joohyun.
- Perchè?- Hyoyeon sembrava sorpresa dalla reazione dei nuovi amici.
- Sono i maschi che invitano le ragazze.- precisò Yoona.
- Già...e poi non accetterebbe mai!- si affrettò a dire Tiffany.
- E per quale motivo?-
- Ha detto... ha detto che lui non ci vuole andare al ballo. Che pensa sia una noia. E poi... bhè, hai scelto il tavolo degli sfigati cara mia. Chi pensi accetterrebbe ad un tuo invito?-
Hyoyeon aggrottò le sopracciglia.
- Perchè fate il loro gioco?-
La sua voce sembrava più decisa. Talmente decisa che gli altri quattro quasi sussultarono a sentirla parlare in quelo modo.
- Perchè fate il loro gioco? Solo perchè loro vi hanno etichettato come "sfigati" , ora voi credete di esserlo veramente? Voi non siete delle etichette! Non dovete sentirvi così Non siete delle etichette, Cristo! Voi non dipendete dalle loro parole! Vi siete lamentati della mente chiusa degli americani, ma non vi rendete conto che voi siete proprio come loro? Comportandovi così non migliorate decisamente nulla.-
Quelle parole aprirono gli occhi a tutti. Rimasero zitti, non sapendo cosa rispondere.
Dopo quel discorso, Tiffany si rese conto di che tipo fosse Hyoyeon: forte, decisa, con una gran carattere, e voglia di cambiare le regole. Il suo coraggio le metteva paura. Paura, perchè sapeva che adesso sarebbe andata da Siwon con nessun timore.
Non voleva. Era gelosa. Ma di cosa, ancora, non se ne rendeva conto....


Tiffany era terribilmente di malumore dopo il pranzo. Aveva la testa piena di pensieri e confusione. Forse le lezioni l'avrebbero aiutata a distrarsi un po'.
Andò al suo armadietto per recuperare i libri. Nel corridoio, in mezzo alla folla di studente, vide una cosa che le fece gelare il sangue.
Hyoyeon e Siwon. Che parlavano.
Di già? Non aveva perso tempo.
Si sentì ribollire di rabbia. Aveva voglia di andare lì ed interrompere immediatamente la loro conversazione. Non sopportava che quella lì parlasse con Siwon. Non...

- Ehi!-

Tiffany si girò. Perfetto. La giornata andava di male in peggio.
Donghae si era fermato davanti a lei, a braccia conserte. Per un po' l'aveva lasciata in pace, forse perchè adesso sapeva che era la sorella del suo migliore amico... ma tra loro c'era ancora un conto in sospeso.
- Donghae... che vuoi?- cercò di non sembrare di spaventata.
- Non ti ancora perdonato il fatto che tu mi abbia tirato addosso del succo di frutta...-
- Senti... ti prego, se mi vuoi strappare i capelli, puoi farlo più tardi? Ora ho altri problemi...-
- Ti va di venire al ballo con me?-
Silenzio. Se prima c'era confusione nella testa di Tiffany, ora ce n'era molta di più.
Dopo essere rimasta zitta per un bel po' di tempo, riuscì solo a dire:
- Che?!?-


La giornata era stata piuttosto pesante anche per Siwon, e anche lui rimase altrettanto sorpreso quando la nuova arrivata lo fermò per il corridoio.
- Ciao!-
Siwon rimase zitto per qualche secondo.
- Ci conosciamo?-
- Sono Hyoyeon. Siamo dello stesso corso di cinese.-
- Oh. Sì, sì penso di ricordare.-
- Sei il fratello di Tiffany vero?-
- Fratellastro, sì.-
- Mi ha detto che non andrai ala ballo. E se ti invitassi io?-
Siwon rimase spiazzato. Nessuna ammiratrice aveva mai avuto il coraggio di farsi avanti con lui, e il coraggio di quella nuova ragazza lo aveva sorpreso un bel po'. E, comunque, ammise che era davvero bella, come ragazza.
Ad un certo puntò alzò lo sguardo, e scorse, poco lontano da loro, Tiffany e Donghae che parlavano. Sentì accendersi un fuoco dentro di sè: Donghae... aveva deciso di farsi avanti? Aveva davvero intenzione di invitare Tiffany al ballo.
Non riusciva ad accettarlo. Vederli lì, uno accanto all'altra, lo fece ribollire di una rabbia mai provata.

Gli sguardi di Tiffany e Siwon, ad un tratto, s'incontrarono. Erano sguardi confusi, che cercavano di comunicare lo stesso debole messaggio. Sguardi impauriti, arrabbiati. Urlavanom piangenvano, gridavano all'altro... il tutto in pochi secondi. Perchè, entrambi, abbassarono lo sguardo quasi subito.
E, immediatamente dopo, le loro bocche pronunciarono la stessa cosa nello stesso momento.

-Accetto. Verrò al ballo con te-


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Lo so, non scrivo da secoli. Ah, mi mancava scrivere.
Scusate il ritardo, ma ho avuto mille impegni (maledetta vita sociale!! XD) e in più spesso aspettavo ci fossero più recensioni, così ero sicura che nessuno si fosse perso un capitolo... ma il tempo diventava un poì troppo quindi ho deciso di continuare!
spero di non aver perso dei lettori

un bacioo <3
Aly




 

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Capitolo 19
*** 19- ***


Correva.
Non capiva fino in fondo come mai si era messa a correre.
Non aveva fretta, né stava scappando.
O forse sì?
Mise la chiave nella toppa di casa sua, quasi tremando, e appena aprì la porta corse al piano superiore, entrò in camera sua, lanciò lo zaino sul letto e chiuse, sbattendo, la porta. Rimase ferma qualche secondo, la schiena appoggiata alla porta chiusa, e finalmente riuscì ad ascoltare il suo respiro affannoso.
 
Donghae le aveva chiesto di andare al ballo con lui.
 
Donghae. Uno dei ragazzi più popolari e più desiderati della scuola.
Quello che il primo giorno le aveva quasi strappato i capelli.
Quello che le aveva reso la vita a scuola un inferno.
Quello al quale aveva versato del succo di frutta addosso.
 
Le aveva chiesto di andare al ballo.
E lei aveva detto sì.
 
Perché? Perché perché perché aveva detto di sì?
 
Odiava Donghae, lo odiava dal suo primo giorno di scuola, dal primo momento. Non aveva mai sopportato i ragazzi pomposi, che si credevano superiori e desiderati da tutti. Ecco perché aveva sempre preferito la compagnia di ragazzi… come dire… veri. Ragazzi che non si mettevano in mostra, che magari sono invisibili agli occhi degli altri ma che vengono amati da amici veri, per quello che sono.
Ragazzi come Shingdong o Leeteuk.
 
Al ricordo di loro due, Tiffany ebbe un tuffo al cuore.
Erano tanti, tanti mesi che non li sentiva. Tanto tempo che non sentiva le voci dei suoi vecchi amici, che non aveva notizie della sua vecchia vita, che non sentiva pronunciare il suo vero nome.
Stava quasi per dimenticarlo, il suo nome. Si stava abituando troppo alla sua nuova vita, la vita di Tiffany.
Ma chi era veramente Tiffany?
Se Taeyeon e tutti gli altri avessero scoperto che aveva deciso di farsi chiamare in un altro modo, cosa avrebbero pensato?
Sicuramente, si sentirebbero traditi. Dimenticati.
Tiffany non ne aveva mai parlato con i suoi nuovi amici, non aveva mai accennato una sola volta a Stephanie.
E se avessero scoperto di Stephanie? Si sarebbero resi conto che era solo una bugiarda, che aveva nascosto la vera sé stessa.
Stava rimpiangendo le persone vere, ma solo in quel momento si rese conto che era lei la più falsa di tutti.
 
Lasciò scivolare la sua schiena contro la porta, fino a raggomitolarsi completamente, il mento appoggiato sulle ginocchia, i lunghi e spettinati capelli rossi che le percorrevano il corpo e gli occhi che iniziavano a velarsi di lacrime leggere.
 
Chi sono io?
 
Si era cacciata in quel guaio da sola. Lei aveva deciso di cambiare nome. E lo aveva deciso per un unico motivo: cercare di tenere in vita sua madre.
Tua madre è morta. È morta. La gente muore ogni giorno. Anche tu morirai. Perché non riesci ancora ad accettarlo?
Col tempo si era dimenticata pure di questo. Stava iniziando a perdonare suo padre. Ed apprezzare Natalie. Si crogiolava in quella famiglia, così calda e così comoda. La famiglia che non aveva mai avuto.
Ma quella famiglia era di Tiffany, non di Stephanie.
Quella vita, era di Tiffany. Ma Tiffany… chi era, Tiffany?
Era lei? O qualcun altro?
Chi sono io?
Quando qualcuno bussò alla porta, i suoi pensieri e le sue preoccupazioni s’infransero come vetro. Ma poteva ancora sentirne le schegge appuntite ferirle la mente. E le lacrime non si fermavano ancora facilmente.
- Chi è?-
- Sono Siwon. Non mi hai aspettato oggi.-
Si passò frettolosamente una mano sotto gli occhi, tirando un po’ su col naso.
- S…sì scusa. Volevo tornare a casa presto per studiare.-
- Potevi aspettarmi. Studiavamo insieme.-
- Sì ma… Ecco, non volevo disturbarti.-
- Posso entrare?-
No. Non entrare. Non voglio che tu mi veda così.
-Entra pure.-
Siwon entra, e Tiffany nota subito che i suoi occhi brillano di una luce strana. E la fissano.
Si è accorto che stavo piangendo. Sicuramente.
- Non stavi studiando.-
- Stavo iniziando.-
- Lui cosa ti ha fatto?-
La domanda piombò inaspettata. Tiffany spalancò gli occhi, incredula e confusa.
- Lui chi?-
- Donghae.- improvvisamente la voce di Siwon si fece più decisa e rabbiosa – Ho visto che parlavi con lui oggi. Cosa ti ha fatto? Ti fatto qualcosa?-
- No.- disse Fany, con voce decisa ma allo stesso tempo titubante – No..-
- Cosa ti ha detto oggi, allora?-
L’espressione di Siwon, come al solito, non lasciava trapelare veramente i suoi pensieri e il suo stato d’animo. Ma la voce lo tradiva. La sua voce era più tremante del solito. Tremante di preoccupazione, o di rabbia, o … o… non si sa.
- Niente. Niente, mi ha solo… lui… mi ha invitata al ballo.-
Tiffany rimase incredibilmente stupita nel vedere che Siwon non sembrava affatto sorpreso. Si aspettava una minima reazione, un po’ di stupore… invece nulla. Si limitò semplicemente a passarsi una mano tra i capelli, con un ghigno stampato in faccia, divertito ma allo stesso tempo amareggiato.
- E così l’ha fatto, alla fine…-
- Cosa?- Tiffany era sempre più confusa.
- Non me l’aspettavo, davvero. Me ne aveva parlato, certo, ma non credevo l’avrebbe mai fatto. Con la sua reputazione e tutto… Bha, non ci posso credere…-
- Te ne aveva parlato?-
Siwon si sedette sul letto, e fece un lungo sospiro.
- Hai accettato?-
- Sì.-
Il ragazzo alzò la testa di scatto, e le rivolse uno sguardo talmente fulminante che Tiffany ne percepì l’elettricità in ogni membra del suo corpo.
- Digli che non ci vai più.-
- E perché?-
- Non avresti dovuto accettare. Perché l’hai fatto?-
Me lo chiedo anche io.
- Bhè… forse perché mi piace, no?-
Ma che cazzo sto dicendo?
Siwon ghignò di nuovo:  - Ti piace…-
No. No..
- Sì…-
Siwon rise amaramente, quasi tossendo, scuotendo la testa.
- Ti credevo diversa. Credevo non fossi una di quelle oche che gli filavano dietro. Invece sei come tutte le altre.-
- Che cosa t’importa? Non puoi dirmi cosa devo fare! E poi lui è tuo amico, o sbaglio?-
- Certo che lo è! Ecco perché lo conosco bene! E ti posso assicurare che tu a lui non piaci per niente!-
- Che ne sai? Magari invece sì, altrimenti non mi avrebbe invitata.-
- Lui vuole una sola cosa da te. Prova ad immaginare cosa.-
Piccola pausa.
- E’ solo un bastardo. Accettando il suo invito hai solo dimostrato di essere una troietta. E ti farà soffrire, come ha fatto soffrire tante altre prima di te!-
- Stai zitto!- Tiffany aveva alzato la voce – Che cosa te ne importa di me, adesso? Perché mi dici quello che devo fare?-
- M’importa… perché sei mia sorella.-
 
La ragazza si congelò. Sorella.
E’ così che la vedeva.
Avrebbe voluto urlare di gioia. Sentire che finalmente lui l’accettava nella famiglia, che anche lui era pronto a ricominciare.
Allora perché non era felice di quelle parole?
Perché, immaginando lui e lei, insieme, sotto lo stesso tetto, come due fratelli, non la rendeva affatto contenta? Anzi, sentì dentro di sé un grande vuoto, un buco nero dentro il suo petto pronto a risucchiarla in un’ennesima dimensione di tristezza.
Voleva piangere.
Perché?
- Bhe… bene – cercò di inghiottire le lacrime. Non poteva piangere davanti a lui. Se avesse pianto avrebbe dovuto dare delle spiegazioni, ma quali, se nemmeno lei sapeva darle a sé stessa? – Mi fa… mi fa piacere che ti preoccupi per me. Ma sono adulta, e quindi andrò al ballo con chi voglio.-
Siwon sospirò esasperato e si passò nuovamente una mano tra i capelli. Nella stanza calò improvvisamente un imbarazzante silenzio.
 
- Stephanie non avrebbe mai accettato.-
 
Tiffany sentì di nuovo il tuffo al cuore. Sentì di nuovo i dubbi crescerle nella mente. Sentì dentro di sé la solita sensazione di tristezza e confusione e vuoto.
- Che ne sai!- persino lei si stupì del fatto che stava gridando – Non puoi saperlo. Tu non conosci Stephanie. NON SAI NULLA DI STEPHANIE.-
Siwon non si fece impressionare da quelle urla. Anzi, si alzò di scatto dal letto e le rispose per le rime.
- HAI RAGIONE NON LA CONOSCO. MA SONO SICURO CHE NON SAREBBE SCESA AD UN LIVELLO COSI’ BASSO. NON ERA COSI’ LA RAGAZZA CHE HO VISTO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA.-
- Bhe... bè, neppure tu sei quello che credevo.- disse Tiffany con voce tremante – Non avevi detto che non volevi andare al ballo? Che ti annoiavi. Ti ho visto che parlavi con quella nuova, oggi. –
Siwon divenne improvvisamente paonazzo.
- E’ diverso..-
- Diverso. Certo. Lei non la conosci neanche. Tra tutte quelle che potevi scegliere, hai accettato l’invito da una perfetta sconosciuta.-
- E’ carina. E sembrava simpatica. Mi piaceva.-
Tiffany si ammutolì.
Carina. Simpatica. Mi piaceva.
- Non la conosci.-
- La conoscerò.-
-Potrebbe non piacerti.-
-Oppure sì.-
- Va bene… VA BENE. Fa’  quello che ti pare, e io farò lo stesso.-
Siwon, esasperato, disse un secco – Bene! – e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
E finalmente, Tiffany potè scoppiare a piangere.

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Capitolo 20
*** 20- ***


Quella notte Tiffany non riuscì quasi a chiudere occhio.
E non tanto per quello che era successo quel giorno, non per Donghae, non per il test di cinese e nemmeno per Hyoyeon. Il suo pensiero era un altro:
fare pace con Siwon.
Sì, perché alla fine era quello che più la preoccupava. Lei teneva tantissimo a lui, e non voleva che il loro litigio durasse un minuto di più. Rimase fino alle 5 del mattino a fissare il soffitto, pensando alle parole giuste da dirgli in modo che dimenticassero la loro discussione. Volevo che tutto tornasse come prima.
Non sapeva però che, presto, nulla sarebbe tornato come prima.
 
Non dovette fare nulla, però. Quando si fu alzata e si fu vestita, scese al piano di sotto e si ritrovò Siwon in fondo alle scale che la stava aspettando. Lui le rivolse uno dei suoi soliti sguardi impenetrabili, e Tiffany, come al solito, non riuscì a capire il suo stato d’animo: se era arrabbiato, o non lo era…
Quei dannatissimi sguardi erano capaci solo di farle battere il cuore sempre più forte, troppo forte, talmente forte che aveva paura che persino le persone intorno a lei avrebbero potuto sentirlo.
Provò a dire qualcosa, ma venne subito interrotta dal moro
- Oggi hai il test.-
Un attimo di silenzio.
- Lo so.-
- Come ti senti? Sei pronta?-
- Io… penso di sì. Ho comunque paura.-
E poi, gesto inaspettato: Siwon prese Tiffany per un braccio, la tirò a sé e la strinse un forte abbraccio. Tiffany si sentì il viso bruciare in fiamme ardenti. Era la prima volta che si scambiavano un gesto così affettuoso.
- Ce la farai.- le disse lui.
Sebbene quasi contro la sua volontà, Tiffany sentì le sue labbra distendersi in un sorriso enorme.
 
 
 
- Tiffany! Tiffanyy!-
L’urlo di JoonHyun si distinse chiaramente nonostante il chiasso della mensa, e si propagò, acuto e squillante, fino alle orecchie della rossa.
- Non urlare, ci sento benissimo!- replicò, impugnando il suo vassoio ed avvicinandosi al tavolo dei suoi amici.
- Allora, com’è andata?-
Tiffany teneva lo sguardo basso, e non disse una parola. L’aria che si respirava era carica di tensione. Hyoyeon, Joohyun , Yoona e Kyuhyun si guardarono, visibilmente preoccupati.
Finchè, improvvisamente, Tiffany alzò la testa di scatto.
- E’ andata BENISSIMO, cazzo!- esclamò, e quasi a Kyuhyun andò di traverso l’acqua che stava bevendo – Sapevo tutto! Almeno credo…-
- Grande!!-
La rossa battè il cinque ad ognuno dei suoi amici.
- Potevi tenere il telefono acceso.- disse Hyoyeon – Ti avrei mandato qualche messaggio per aiutarti.-
- Nha, ce li avevano sequestrasti.- rispose Tiffany sbuffando – E comunque è meglio così. Sono sicura di aver fatto una buon risultato, e ci sono riuscita con le mie forze! La soddisfazione sarà più grande…-
- Le tue forze?- disse una voce.
Tutti i membri del tavolo si voltarono verso di essa.
Era Siwon.
Il ragazzo rivolse a Tiffany uno dei soliti deboli sorrisi: - Se ce l’ha fatta, il merito è solo di una persona…-
- Ah, ma stai zitto…-
- Quando torniamo a casa voglio che mi prepari la cena. Come minimo. Ah, e dovrai farmi il letto per una settimana.-
Tiffany rise, e lo spintonò via : - Ma va’ via, idiota!-
Anche Siwon rise, poi si diresse verso il tavolo di Yuri salutando la rossa con un cenno della mano.
- Il vostro rapporto è migliorato, direi…- disse Yoona.
- A scuola non mi considera molto, ma a casa stiamo bene, tutto sommato…-
- Non mi ha nemmeno salutata…- sospirò improvvisamente Hyoyeon, sconsolata.
Tutti si voltarono verso di lei.
- E’… timido- disse Tiffany, poco convinta. Non aveva ancora mandato giù il fatto che sarebbero andati al ballo insieme, ma Hyoyeon era comunque una sua amica e, bhe, doveva accettare questo fatto. Poi, se andavano al ballo insieme, mica voleva dire che si dovevano sposare.
- Tranquilla.- la rossa mise una mano sulla spalla della bionda – Mi ha parlato bene di te. Ha detto che gli sembri simpatica, e che gli piacerebbe conoscerti meglio.-
Lo sguardo di Hyoyeon s’illuminò:- Veramente?-
- Se ti ha detto di sì ci sarà pure un motivo.- continuò Joohyun – E poi guardati, ragazza. Sei uno schianto.-
Hyoyeon sorrise ed arrossì.
Ok, i complimenti diventano troppi adesso, però…
- E ne abbiamo un’altra di rubacuori qui!- intervenne Yoona – Invitata – e dico invitata – ufficialmente da Donghae!-
Tiffany impallidì.
- Ehm…- balbettò – Non… non ricordo di avervelo già detto.-
- Sei qui da mesi ormai. Credevo avessi capito che questa è una scuola particolarmente pettegola.-
Tiffany si guardò intorno, e solo in quel momento si accorse che, negli altri tavoli, ogni tanto qualcuno si girava e bisbigliava qualcosa al suo vicino.
Perfetto.
Abbassò lo sguardo.
- Scusatemi ragazzi. Forse ho fatto male ad accettare…-
- Male? Hai fatto BENISSIMO.-
Tiffany spalancò gli occhi e fissò Joohyun, incredula.
- Sul serio?!-
- Certo!- insisté la mora
- Ma come… Credevo lo odiaste tutti…-
- Lo odiamo infatti – intervenne Kyuhyun – Ma, andiamo, com’è possibile che uno come Donghae abbia invitato una come te? Cioè, una che fin dal primo giorno è stata etichettata una “sfigata” dal gruppo di Yuri? Ti rendi conto che è il ragazzo più popolare della scuola?-
- Già- Yoona scoppiò a ridere – M’immagino la faccia di Yuri quando sarà venuta a saperlo. Avrei voluto assistere alla scena. Chissà che spasso.-
Tiffany si sentì sollevata. Aveva paura di essere accusata dai suoi amici, esattamente nel modo in cui era stata accusata da Siwon, ma per fortuna era andata diversamente. Ma, più pensava al ballo, più si sentiva a disagio. Voleva solo che finisse, così poi si sarebbe goduta le vacanze di Natale.
 
 
La campanella era suonata da un po’ e i corridoi erano quasi deserti. Tiffany però non aveva fretta di andare a lezione, e si diresse con tutta calma verso il suo armadietto. La giornata stava filando tranquilla e normale, e questo era un sollievo per lei, dopo tutte le confusioni e le novità di quei giorni. Meno male che la scuola stava finendo!
Stava decidendo quale libro prendere, quando improvvisamente qualcuno le chiuse in faccia l’armadietto e la spintonò via. Tiffany non fece in tempo nemmeno a capire cosa stesse succedendo né chi fosse il personaggio misterioso, che si beccò uno schiaffo sulla guancia talmente forte che la fece cadere a terra.
- Puttana!- gridò una voce femminile – Sei solo una lurida puttana, maledetta zoccola!-
Tiffany cercò di mettersi a sedere, e solo allora mise a fuoco la situazione: davanti a lei, bollente di rabbia, c’era Jessica. I suoi occhi marrone scuro erano ridotti a fessura, facendoli sembrare ancora più chiusi di quanto non fossero già di natura, ed erano puntati verso la ragazza rossa, come se volessero fulminarla o bruciarla viva.
Non era semplice bullismo. Tiffany poteva percepire a distanza la collera della bionda, ma ancora non ne capiva il motivo.
- Cosa ti prende? – si decise finalmente a dire, cercando di sembrare spavalda quando invece era palesemente spaventata.
- Stai zitta, lurida zoccola! – gridò nuovamente Jessica, prima di avventarsi su lei.
Tiffany si ritrovò ben presto la bionda su di lei, che non la smetteva di darle schiaffi e di tirarle i capelli. Provò a dimenarsi, ma Jessica le teneva stretta la vita con le cosce e l’aveva bloccata sul pavimento. Non aveva quasi libertà di movimento.
- Jessica! JESSICA! Ora basta.-
Qualcuno tirò via Jessica da lei, e finalmente potè respirare. Sentiva il viso e il cuoio capelluto terribilmente doloranti. Si scostò i capelli dal viso e vide il suo salvatore.
Yuri.
La mora teneva la bionda per i gomiti, che ancora cercava di lottare per liberarsi.
- Mollami Yuri! – gridava – Mollami!-
- Non ne vale la pena, Sica.- disse Yuri – Vuoi finire in presidenza per colpa di questa sfigata? Lascia perdere…-
Jessica lottò ancora per qualche secondo, poi ci rinunciò e rilassò le braccia. Yuri lasciò la presa, le cinse le spalle ed entrambe si voltarono ed andarono via.
Tiffany aveva paura di emettere un solo fiato. Cos’era successo? Perché Jessica l’aveva aggredita in quel modo? E soprattutto perché Yuri l’aveva fermata? Di solito non era lei quella che picchiava in pieno corridoio o a mensa davanti a tutti?
Si massaggiò la guancia, che ancora sfrigolava di pungente dolore.
C’era decisamente qualcosa che non quadrava: di solito i bulli picchiano gli indifesi davanti a tutti, in modo che possano essere anche umiliato oltre che feriti. Ma a quell’ora il corridoio era vuoto. Nessuno aveva visto.
E Jessica… Jessica era diversa. Il suo sguardo brillava di un fuoco assolutamente nuovo. Non la guardava con superiorità, ma con disprezzo.
Puro, vero, intenso disprezzo.
Ma cos’aveva fatto?
Decise di seguirle.
Avevano voltato l’angolo e le aveva perse di vista, ma non potevano essere andate troppo lontano. Dopo che aveva voltato tre o quattro angoli, ipotizzò che fossero già andate in classe.
Finchè non sentì un rumore.
Singhiozzi strozzati che provenivano dal bagno delle ragazze.
Jessica… sta piangendo.
Avrebbe voluto andare via e basta.
Non sono affari tuoi, continuava a ripetersi non sono affari tuoi.
Eppure… bussò leggermente alla porta.
Non dovette aspettare neanche un minuto, che subito spuntò fuori la folta chioma nera di Yuri. La cheerleader uscì dal bagno e chiuse, furtiva, la porta, appoggiando la schiena ad essa. Lei e Tiffany erano faccia a faccia.
- Che cazzo vuoi?- sibilò Yuri, fissandola con i suoi penetranti occhi neri.
- Voglio solo sapere  che succede.-
- Non sono affari tuoi.-
- Invece direi che sono proprio affari miei – Tiffany indicò il rossore che aveva sulla guancia.
Yuri si mordicchiò il labbro ed abbassò lo sguardo.
- Non posso ancora crederci che ti abbia invitato al ballo…-
- Cosa… Donghae? – Tiffany spalancò gli occhi.
- Già. È lui il problema.-
- Accidenti… è solo questo! E io che mi stavo preoccupando…-
Gli occhi di Yuri brillarono improvvisamente di una collera tutta nuova.
- Solo questo? Solo questo? – le gridò in faccia.
La rossa indietreggiò un po’, spaventata e sorpresa da quella reazione.
- Certo…- continuò Yuri, abbassando la voce, quasi sibilando – E’ ovvio. Tante ragazze staranno piangendo in questo momento, dato che Donghae non è più disponibile. Ragazzine che nemmeno lo conoscono, che non sanno quali siano i suoi pregi i suoi difetti. Troiette, che gli vanno dietro solo perché è figo, solo perché sperano di poterselo fare… Certo, è questo che credi. E pensi che Jessica sia una di quelle troie, vero?-
- Io… - Tiffany non sapeva cosa dire – Io non ho detto questo…-
- Jessica lo ama.- continuò la mora, e le ultime due parole si diffusero piene e sonore nel corridoio deserto – Lo ama, per quello che è, e non per quelle che appare. Lo ama per tutte le sue qualità, per come è sempre disponibile, per come non si lascia mai sopraffare dagli ostacoli, per come riesce sempre a completare un obiettivo fino in fondo. Lo ama da anni, e lui non ha mai ricambiato. Sono andati a letto insieme una volta, ebbene sì. E poi più nulla. Perché Donghae è sempre stato un bastardo di questo genere. Sai quanto a sofferto? E non ha mai cessato di amarlo, nonostante tutto, perché ama anche la parte bastarda che c’è in lui. E non le dava fastidio il fatto che ti abbia invitato al ballo, perché immaginava come sarebbe andata: avreste scopato e poi più nulla, come sempre. Ma sai cosa dice Donghae di te? Che gli piaci. E che vorrebbe provare ad avere una storia seria con te. Non ha mai detto una cosa del genere. Ed ecco! – prese un respiro – ecco perché c’è Jessica che piange, qui dentro, lurida….- si bloccò per qualche secondo, poi sospirò. Sembrava non essere in vena di offendere.
- Perché credete tutti che siamo senza cuore?- continuò – Che siamo superficiali. Credi che abbia una vita facile? Mia sorella è scappata di casa da giorni, non ha alcuna intenzione di tornare. La vedo a scuola ma non so dove alloggi, e se sta bene. I miei genitori continuano a litigare e forse anche mia madre presto di deciderà a fare le valigie e…-
Si bloccò. Alzò la testa di scatto. Stava parlando decisamente troppo.
Tiffany la fissava con occhi e bocca spalancati. La sua mente di rifiutava di pensare.
Gli occhi neri di Yuri si erano fatti improvvisamente più lucidi.
- Se…- mormorò la cheerleader cercando di inghiottire le lacrime – Se vai a dire in giro ciò che ti ho detto adesso, ti giuro che ti strappo i capelli uno per uno. Intesi?-
Tiffany annuì lentamente. Non aveva fiato per dire una sola sillaba.
Yuri si voltò e rientrò in bagno chiudendo la porta.
 

Li aveva sempre giudicati come dei mostri. Ma erano persone anche loro.
Persone, con i loro problemi di tutti i giorni. Persone con un loro gruppo, con i loro legami, con i loro pregi.
Sentire quelle parole, dette da Yuri, l’aveva fatta pensare. Persino quelli considerano i più bastardi non meriterebbero delle etichette. Aveva ragione Hyoyeon.
“ Noi non siamo delle etichette”.
Yuri… era preoccupata per Yoona. Sì, sentiva nella sua voce. Era preoccupata, nonostante Yoona abbia detto che l’aveva sempre maltrattata e odiata.
E Jessica non era un’oca sciacquetta come sembrava all’inizio, ma aveva un cuore in grado di innamorarsi seriamente.
Ora le dispiaceva per lei, e si maledisse per aver accettato l’invito di Donghae. Era stato un errore fin dall’inizio, e l’aveva sempre saputo. Voleva solo che quel maledetto ballo finisse.
Sospirò. Sarebbe finita, sarebbe finita presto. Il ballo in fondo sarebbe stato quella sera. Non sarebbe stato così terribile.
Si sistemò i capelli rossi, e si diresse verso la sua classe.

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Capitolo 21
*** 21- ***


Non fu mai così contenta di sentire la campanella. L’ultimo giorno. Finalmente.
Ora avrebbe avuto 15 settimane di libertà, e voleva solo andare a casa a distendersi sul letto. Ma i suoi piani vennero completamente sconvolto.
- Tiffany! – gridò una voce, in mezzo alla confusione degli studenti.
Tiffany dapprima alzò gli occhi al cielo, poi si sforzò di sorridere e si girò.
- Hyoyeon!-
- Fany..- la bionda le corse incontro – Come ti senti per stasera? Sei emozionata?-
- Io? Mmh, direi di no.-
Che bugia ragazzi. Che grossa bugia.
- Bhe, io sì…- Hyoyeon si sistemò una ciocca di capelli, imbarazzata – E’ per questo che vorrei che tu mi aiutassi.-
- Cioè?-
- Bhe, sei la sorella di Siwon. Potresti darmi dei consigli no?-
Consigli… certo! Se c’era qualcosa che non voleva assolutamente darle erano dei consigli. Su Siwon, poi.
- Per esempio, che tipo di ragazze gli piacciono. Come dovrò vestirmi? Tu ce l’hai già un vestito?-
- Un vestito?-
Cazzo. Non ci aveva proprio pensato. Era così occupata a pensare ad altre cose, che non le era nemmeno passato per la mente. Le venne subito il panico.
- No, non ce l’ho ancora.-
- Nemmeno io. Perfetto! Allora possiamo andare a fare shopping insieme! Su!-
Hyoyeon la prese per la mano, ed insieme si diressero verso il centro città. Tiffany sorrise leggermente. Era da tanto che non faceva shopping con un’amica. Le vennero in mente i pomeriggi con Taeyeon, Sooyoung e Sunny passati a girare per negozi. Ma si sentiva un po’ a disagio ad andarci un Hyoyeon. Per oscuri motivi, ancora non sapeva se adorare quella ragazza, o se odiarla.
 

- Fany, provati questo!-
Ore e ore passate nei grandi magazzini della California e ancora le due ragazze erano indecise su cosa comprare. E Tiffany sentiva su di sé sempre di più la tensione.
- Questo? Sei sicura Hyo?-
- Provatelo! Secondo me staresti benissimo.-
Aveva in mano un vestito ad una sola spallina, stretto in vita e un po’ più largo sulla gonna, ma comunque abbastanza attillato.
Ed era rosa.
Tiffany amava il rosa.
Entrò nel camerino del negozio e se lo provò velocemente.
Come immaginava: troppo attillato. E troppo corto. Uscì dal camerino con un lieve imbarazzo. Hyoyeon sbarrò gli occhi.
- Fany, stai benissimo!- esclamò.
- D…dici?- mormorò la rossa – Non è un po’ troppo corto?-
- Stai scherzando? È perfetto per te, mette in evidenza il tuo bel fisico.-
Tiffany non aveva mai pensato di aver un “bel fisico”.
- E poi trovo che il rosa ti doni molto. È proprio il tuo colore.-
-Dici eh?-
- Ora è meglio che mi decida anche io.- Mentre Tiffany si ricambiava, Hyoyeon si rimise a guardare tra i mille vestiti che il negozio proponeva - Non so proprio decidermi. Sono sempre stata una sportiva, non me ne intendo di vestiti.-
- Mm, aspetta…- Tiffany prese un vestito verde scuro – Prova questo. –
Quando Hyoyeon uscì dal camerino, Tiffany si ammutolì. Non sapeva proprio cosa dire.
- Allora? Come sto?-
- Sei…- inghiottì la saliva – Sei carina! Davvero, davvero carina!-
Un’altra bugia. Era bellissima. Eppure si rifiutava di dirlo, come se si rifiutasse persino di crederlo.
- Pensi che così potrò piacere a Siwon?-
Inghiottì nuovamente la saliva.
Questione di qualche ora, e poi finirà tutto…
- Sì… credo proprio di sì!-
Hyoyeon sorrise radiosa. E a quel sorriso fece morire Tiffany dentro.
 

Terminati gli acquisti andarono a prendere un caffè, e Tiffany piano piano riuscì a godersi il pomeriggio. Lei e Hyoyeon parlarono e risero molto, iniziarono a conoscersi meglio. E Tiffany trovava sempre più motivi per considerarla un’amica. Ma c’era qualcosa che la bloccava.
- Vedrai che lo stenderai stasera!- disse vivace Hyo, sorseggiando la sua tazza di caffè.
- Chi? Donghae?- disse Tiffany cupa, ripensando ai singhiozzi di Jessica in bagno.
- Col tuo nuovo vestito sei davvero una bomba! Vedrai, farai scintille.-
Tiffany arrossì:- Grazie.-
- Sai…- mormorò Hyo con voce tremante, quasi come se si vergognasse – Tuo fratello è proprio un tipo interessante.-
A Tiffany quasi andò il caffè di traverso. Cercò di non darlo a vedere.
- Solo che lui è così strano… Insomma, quando gli ho parlato non capivo cosa provasse. Sembra non abbia emozioni.-
- Sì, lui è fatto così.- mormorò la rossa, pensando a quante volte aveva cercato di penetrare nei pensieri di Siwon, senza mai riuscirci.
- Vorrei che mi aiutassi.-
Gli occhi di Tiffany si ridussero a due fessure.
- Aiutarti? Per… per cosa?- mormorò, ma immaginava già la risposta.
- Ecco – il viso di Hyoyeon si faceva sempre più paonazzo – Il mio non è un semplice invito ad un semplice ballo… a me lui piace veramente.-
La rossa strinse fortemente il manico della sua tazza, talmente tanto che quasi si fece male.
- Potresti… non so… darmi qualche consiglio o…-
- No.-
Hyoyeon guardò Tiffany con occhi sorpresi. Non si aspettava una risposta così secca, e nemmeno Tiffany si era resa conto di averla tirata fuori. Era come se la sua bocca avesse agito senza il consenso del suo cervello.
- In che senso ‘no’?-
- Nel senso che perdi tempo. – continuò Tiffany, con un tono di voce incredibilmente apatico, quasi antipatico – Non si è mai interessato alle ragazze. In tante gli vanno dietro ma lui non ha mai mostrato interesse. Non so il motivo per cui ha accettato il tuo invito, ma stai sicura che non è intenzionato ad iniziare una relazione seria. È uno stronzo, ti farà star male e basta. Lascia perdere.-
Gli occhi castani di Hyoyeon, che minuti brillavano di speranza, di abbassarono lentamente.
Tiffany era consapevole di essere stata un po’ dura, ed era consapevole anche del fatto che non tutte le cose che aveva detto erano vere. Ma, dentro di sé, non provava, nemmeno minimamente, un senso di colpa o dispiacere.
- Capisco.- disse vuotamente Hyoyeon.
- Non preoccuparti Hyo. Ne trovi degli altri, decisamente migliori di lui.-
- Lo so.-
 
 

Alle ore 9 di quella sera, Tiffany era ancora in camera sua per prepararsi. Non aveva un’idea su come prepararsi, a dir la verità. Non era mai stata ad una festa elegante, e non aveva mai avuto un motivo di truccarsi o sistemarsi i capelli in modo strano.
Dopo essersi infilata il vestito rosa rimase quasi un quarto d’ora davanti allo specchio, pensando a cosa fare di più per migliorare il proprio aspetto.
Bha, ma a cosa serve?
Era troppo nervosa per pensare. Non voleva andare al ballo, non ci voleva andare con Donghae e non voleva sorbirsi Hyoyeon ballare con Siwon per tutta la sera. Aveva paura, anche se non capiva davvero per che cosa, e sapeva che sarebbe stata totalmente a disagio. Ma prima iniziava, prima finiva. Giusto?
Si  ricordò il giorno del suo undicesimo compleanno, quando sua madre le regalò una scatola di trucchi ed aveva iniziato ad insegnarle ad usarli, perché, secondo lei, stava diventando una ‘signorina’. Ricordò che l’aveva truccata, e che non le era piaciuto quello che aveva visto. Ricordò la sé stessa di undici anni piagnucolare e promettere che non si sarebbe mai più truccata, se per piacere agli altri doveva essere così diversa.
Si truccò leggermente, poi indossò una collana che le aveva regalato Sooyoung tempo fa e si pettinò i capelli. Decise in seguito di raccoglierli in una coda, lasciando libere alcune ciocche rosse che le contornavano il viso.
Si guardò allo specchio.
Non sapeva se essere compiaciuta o no di quello che stava guardando. Era… bellissima. Ma che senso aveva essere così bella se stava per andare ad un ballo con una persona che non le interessava? E che senso aveva se non si era fatta bella per colui che invece le interessava?
Qualcuno bussò alla porta e Tiffany trasalì dalla sorpresa.
- Ci sei?- disse una voce fuori dalla porta. Siwon.
- S…sì. Che c’è?-
- Niente, ti avvertivo che è quasi ora. Ed è un sacco che sei in camera. Dio, ma quanto tempo ci metti per infilarti un semplice vest…- il ragazzo aprì la porta irrompendo nella camera, e smise di colpo di parlare. Spalancò gli occhi.
Per qualche secondo i due fratelli si guardarono senza dire niente.
Siwon era vestito in modo semplice: smoking elegante, con giacca e pantaloni neri e una camicia bianca. Ma nella sua semplicità, gli donava molto.
Era bellissimo.
- Bhè?- fu Tiffany la prima a rompere il silenzio, con voce tremante e insicura.
Siwon rimase in silenzio per ancora qualche secondo.
- Sei molto bella.-
Tiffany si sentì avvampare le guance, e pregò che non si vedesse il rossore della sua pelle. Si schiarì la voce.
- Anche tu.-
Siwon lo fissò dritta negli occhi, con il suo solito sguardo tanto ricco quanto impenetrabile. La ragazza sentì un brivido trapassarle la spina dorsale, e uno strano calore attraversarle tutto il corpo. Chissà perché, ma si sentiva strana. Tante volte lui l’aveva guardata in quel modo, ma solo adesso i suoi occhi le facevano uno strano effetto. Aveva caldo. Tantissimo caldo, anche se erano prossimi a Natale. E nonostante lo sguardo di Siwon puntato su di lei la mettesse a disagio, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Non voleva staccargli gli occhi di dosso.
- E’ ora che vada.-
La voce di Siwon fu per Tiffany una specie di richiamo al mondo reale.
- Cosa? Dove vai?-
- A prendere Hyoyeon. Qui è tradizione che gli uomini vadano a prendere le ragazze per ballo. Tu stai qui e aspetta Donghae.-
- Oh..-
Già. Hyoyeon. Donghae.
- E…- Siwon prese un respiro – Mi raccomando, stai attenta.-
Tiffany annuì, abbassando gli occhi, malinconica.
Siwon chinò il capo in segno di saluto e chiuse la porta. Tiffany si sedette sul letto.
Poche ore, e finirà tutto.
 

Donghae arrivò leggermente in ritardo. Tiffany per un secondo sperava non venisse più.
- Oh, Tiffanyyyyy tesorooo!! È arrivato il tu cavaliere!!- la chiamò la voce squillante di Natalie.
Cazzo.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio, poi uscì dalla sua stanza e scese giù per le scale. A metà strada, incontrò Natalie.
- E’ davvero moooolto bello – le sussurrò all’orecchio la donna – Divertiti, mi raccomando.-
Tiffany sorrise alla sua matrigna, ma dentro di sé il disagio cresceva sempre più. In fondo alle scale, vide Donghae che l’aspettava. Anche lui aveva lo stesso smoking di Siwon, e anche a lui gli donava davvero molto. Accidenti, quanto era bello! Ma, chissà perché, Tiffany, nel vederlo, non provò lo stesso calore che aveva provato prima con Siwon. Anzi, sentiva il sangue gelarle sempre più, sempre più, e per un momento le sembrò che avesse smesso di pomparle nelle vene.
Appena la vide, Donghae le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi sbarazzini, che nascondo qualcosa di affascinante e, spesso, di pericoloso.
- Sei bellissima.-
- Grazie.-
No. Ancora nessun calore.
- Scusa il ritardo. È meglio se ci sbrighiamo.-
- Già.-
Lui la prese per mano, e quasi Tiffany sussultò a quel gesto. Uscirono di casa.

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Capitolo 22
*** 22- ***


Il ballo si svolgeva nella palestra della scuola, e al loro arrivo Donghae e Tiffany trovarono già un bel po’ di gente.
- Accidenti, mi sa che siamo in ritardo.- disse Donghae, ma il suo tono era stranamente divertito. E Tiffany, purtroppo, immaginava il perché. Arrivare in ritardo significa mettersi ancora di più in mostra, e ovviamente questo era il principale obiettivo del ragazzo… e ciò che invece Tiffany avrebbe voluto evitare.

Poche ore, e sarà tutto finito. Poche ore, e sarà tutto finito.

Entrarono in palestra. La musica era già accesa, molte persone stavano già ballando e altre ancora stavano in piedi o sedute a chiacchierare e a bere punch. Erano tutti in coppia, ma molti si erano uniti a formare gruppetti. Come festa sembrava anche piuttosto piacevole, ma il disagio di Tiffany era sempre più grande: i suoi amici non erano lì, e guardandosi intorno vedeva solamente facce sconosciute o viste solo un paio di volte nei corridoi della scuola.

- Tiffany! Sei arrivata!- gridò una voce femminile.

Tiffany si voltò. Hyoyeon, con indosso il suo vestito verde e un bicchiere in mano. Per un attimo, Tiffany fu felicissima di vedere una faccia amica… poi la felicità si gelò all’istante, quando vide sbucare dietro di lei Siwon.
- Ehi, Siwon!- Donghae salutò l’amico, rivolgendogli un sorriso beffardo – troppo beffardo –. Siwon lo squadrò con uno sguardo terribilmente serio e freddo.
- Tutto a posto, Hae?- disse alla fine, con un tono di voce che non lasciava trasparire alcuna emozione.
-Bhè, direi alla grande. Vi state divertendo?-
- Prima ho visto Jessica.- disse Siwon, così dal nulla.
Il sorriso di Donghae gli morì lentamente tra le labbra. Tiffany alzò la testa, improvvisamente interessata.
- Ah… sì?-
- Sì- stavolta era Siwon quello che sorrideva – Credo abbia accettato finalmente l’invito di Kangin. Del resto lui ha sempre avuto una cotta per lei…-
- Non credevo che a lei piacesse..-
Donghae sembrava scombussolato. Reazione interessante, pensò Tiffany.
- Deve averla convinta, alla fine…-
- Ehi, adoro questa canzone!- la voce di Hyoyeon riuscì a dissolvere un po’ di tensione che si stava creando tra i due amici. – Dai Siwon, vieni a ballare.-
- Cos…-
Tiffany rise sotto i baffi. Siwon che balla? Un ragazzo così freddo e così orgoglioso?
- Dai, dai ti prego!-
Hyoyeon, chissà come, riuscì a trascinarlo nella pista da ballo. Iniziò a ballare.
Tiffany li guardava insieme, e subito sentì crescerle dentro una sensazione di malinconia.
Hyoyeon ballava benissimo. Muoveva il corpo in modo incredibilmente sciolto e a suo agio, come se i suoi movimenti e la musica fossero un tutt’uno. Certo, lei era una sportiva, aveva il fisico e sicuramente aveva preso lezioni di danza in passato. In confronto a lei, avrebbe fatto una pessima figura. E vederla lì, felice, assieme a Siwon, le faceva malissimo.
Cercò di guardare altrove, nella folla. Girando lo sguardo tra tutti quegli studenti mai visti, i suoi occhi i bloccarono appena videro un viso conosciuto:
Jessica.
La bionda si trovava vicino al tavolo del buffet e stava parlando con una ragazzo che Tiffany non aveva mai visto, ma era troppo lontana e la musica era troppo alta perché capisse cosa si stessero dicendo. Gli occhi delle due ragazze s’incrociarono. Jessica dapprima sussultò, poi posò gli occhi su Donghae. Poi di nuovo su Tiffany.
Poi successe una cosa inaspettata: Jessica staccò gli occhi da loro, si avvicinò al ragazzo con cui stava parlando e lo baciò. Un bacio lungo, che sembrava non finire mai. Tiffany guardò Donghae: li stava fissando, senza dire una parola, con occhi privi di emozione.
- Vuoi ballare?- chiese improvvisamente il ragazzo.
- No.-
No. No. Non era assolutamente in vena.
- Nemmeno io.- anche il ragazzo sembrava stranamente cupo. – Vieni.-
La prese per mano e la tirò via, facendosi strada tra la folla di gente che ballava e rideva. Tiffany non conosceva molto bene la palestra, quindi non aveva la più pallida idea di dove la stesse portando. Finchè il ragazzo non aprì una porta ed entrò insieme a lei in una stanza. Il vociare e il chiacchiericcio degli studenti scomparve, e la musica divenne un suono ovattato. Erano in bagno.
In bagno. Da soli.
Tiffany iniziò ad avere paura. Poteva immaginare le intenzioni di Donghae.
Lui appoggiò la schiena alla parete.
- Perché siamo qui?- osò domandare la ragazza.
- Non mi andava di stare in mezzo a quel caos, tutto qui.-
Donghae fissò il pavimento e si passò una mano tra i capelli. Tiffany, a quella vista, si addolcì.
Non sembrava avere cattive intenzioni. Sembrava seriamente turbato, come se quella vista l’avesse davvero infastidito e non avesse veramente più voglia di stare in mezzo a quella gente. E Tiffany lo capiva.
- E’… è per Jessica vero?-
Quasi si pentì di aver fatto quella domanda. Lei e Donghae non avevano quel genere di confidenza e forse faceva male a ficcare il naso nei suoi affari. Ma in quel momento, nel vederlo così confuso, chissà come mai, si sentiva molto vicina a lui.
Il ragazzo la guardò incredulo, poi alzò lo sguardo al cielo ed emise una risata strozzata, sorridendo amaramente.
- Cosa sai di me e Jessica?-
- Solo che avete avuto una specie di storia..-
- Non ho mai avuto storie. Non sono mai stato interessato ad averle…- fece una piccola pausa. Sospirò. – Almeno fin’ora.-
Alzò la testa e fissò Tiffany. La ragazza sentì nuovamente il sangue gelarle nelle vene.
- Donghae…-
- No, Tiffany, ascoltami.- la prese per un braccio e la tirò più vicino a lui – Tu mi piaci molto.-
- Donghae…- Tiffany cercò di liberarsi ma il ragazzo era decisamente più forte di lei.
- Per la prima volta credo di volere una relazione seria. Davvero, non sto scherzando. Per favore, dimmi che sei d’accordo anche tu.-
No. No. Non voglio.
Stava per dirlo. Avrebbe voluto dirlo. Avrebbe tanto voluto dire che lei non desiderava una storia, o almeno non con lui. Che lui non le era mai piaciuto. Che ogni secondo che passava si pentiva di aver accettato il suo invito.
Ma non potè dire niente, perché nel momento stesso in cui stava per prendere fiato per parlare, il ragazzo l’aveva stretta forte a sé e le aveva tappato la bocca con le sue labbra. Il bacio arrivò così improvviso, così inaspettato, che Tiffany non sapeva nemmeno cosa pensare. Provava a scavare dentro la sua mente alla ricerca di una minima emozione. Disgusto, forse, o rabbia.
Niente. Solo nebbia. Nebbia, che ogni tanto spariva e lasciava spazio all’immagine di Siwon e Hyoyeon che ballavano insieme. Un’immagine che più tentava di cancellare, più diventava nitida e più Tiffany sentiva crescerle dentro la rabbia e la gelosia.
Chiuse gli occhi e rispose al bacio, abbracciando anche lei a sua volta Donghae. Rimasero così avvinghiati, ancora per qualche secondo.
Non era male, pensava Tiffany. Da parte del ragazzo si sarebbe aspettata qualcosa di più pericoloso, ma il bacio che si stavano scambiando era anche abbastanza innocente. Almeno, fino a quel momento. Finchè Donghae non iniziò ad abbracciare la boccia di Tiffany con le sue labbra con ancora più foga, quasi come se volesse inspirare tutta l’aria presente nel suo corpo. Tiffany provò a staccarsi, ma la stretta del ragazzo era troppo forte.
- Donghae…-
Le mani del ragazzo scesero dalla schiena di Tiffany, per poi risalire di nuovo. Si muovevano curiose, troppo curiose. Era troppo.
- Donghae… basta!-
Tiffany cercò di bloccarlo, ma probabilmente non ce l’avrebbe mai fatta… se qualcun altro, improvvisamente, non avesse mollato un pugno a Donghae tanto forte da farlo cadere a terra.
- Levale le mani di dosso!-
La nebbia nella mente di Tiffany piano piano si dissolse.
Siwon.
- Siwon?-
- Siwon, che cazzo fai?- gli urlò Donghae, coprendosi il naso con la mano. Probabilmente perché gli usciva del sangue.
- Tu che cazzo fai.-
- Non ci stavo facendo niente di male con la tua sorellina.-
-  Niente di male? Certo, questa è bella.-
- Se avesse voluto fermarmi era liberissima di farlo, sai? Cos’è, la vuoi casta e pura fino al matrimonio? Non ti facevo così responsabile riguardo alla tua famiglia, Siwon…-
Tiffany avrebbe voluto dire qualcosa. In fondo stavano parlando di lei come se non fosse davvero presente, e questo le faceva rabbia. Che ne sapevano, loro due, di quello che voleva lei? Ma il terrore, la sorpresa, lo shock di tutto quello che stava succedendo in quei pochi istanti, le fece mancare il respiro e la forza di emettere un qualsiasi tipo di suono.
- Maledetto bastardo – gridò Siwon, stringendo i pugni e i denti – Dovrei ammazzarti qui, ora e subito….-
- Siwon, basta!-
Una testa bionda bloccò il pugno che Siwon stava nuovamente per lanciare.
Jessica.
- Sica, che cazzo...?-
- Basta Siwon! Davvero.-
Jessica lanciò un’occhiata a Donghae, che era ancora per terra. Lui distolse bruscamente lo sguardo, fissando una piastrelle del pavimento con aria truce. La bionda guardò di nuovo Siwon.
- Se gli fai del male ti caccerai nei guai inutilmente – gli disse – Davvero, lascia perdere qui.-
Il ragazzo moro si liberò dalla presa di Jessica, lanciò un’ultima occhiataccia a Donghae poi si voltò di scatto ed afferrò Tiffany per un polso.
- Ehi! Ma che…-
- Andiamo a casa.-
Non le lasciò dire una parole. Uscirono dal bagno e di nuovo la mente di Tiffany divenne un misto di confusione in mezzo a quella folla e a quella musica. Tutti gli altri studenti si divertivano normalmente e nessuno si era accorto di ciò che era appena successo.
- Dov’è Hyoyeon?-
- Le ho detto di andare a casa.-
Uscirono dalla palestra, e furono invasi di nuovo dal silenzio. L’aria fresca della notte pizzicò leggermente la pelle di Tiffany, facendole sentire un sensazione di piacevolissimo sollievo. Anche se i suoi pensieri erano ancora scossi dalle troppe cose successe.
- Ora dimmi cosa CAZZO TI E’ VENUTO IN MENTE.-
L’urlo di Siwon squarciarono la quiete notturna e quasi la spaventò.
- Cosa… perché urli?-
- Io te l’avevo detto!- Siwon la fulminava con i suoi occhi neri, che nell’oscurità della sera sembravano brillare ancora di più – Te l’avevo detto che di Donghae non c’è da fidarsi.-
- Ci stavamo baciando…- Tiffany rispose alle urla del ragazzo, cercando anche lei di essere più convincente possibile – Solo baciando. Non c’era niente di male.-
- Solo baciando? Chissà perché, ma non mi sembrava..-
- Sì, bhè… forse. E allora? Sono adulta, so cavarmela da sola. Magari lo volevo!-
No, non lo volevo. Non lo volevo.
- Ah! Lo volevi?-
No. NO.
- Sì…-
- Sai come sarebbe finita, vero? Non ti avrebbe più considerata, dopo. Ti avrebbe fatta soffrire.-
- Ha detto di volere una relazione seria.-
- E tu gli hai creduto!- Siwon si passò una mano tra i capelli, esasperato – Lo conosco bene, le sue sono solo finzioni. E poi…andiamo! Anche se fosse, tu davvero desideri una relazione con lui?-
- Bhè, magari sì Siwon! Magari sì. Perché non ti fai gli affari tuoi, eh! Se davvero volessi una relazione con lui?-
Siwon la fissò rimanendo in silenzio, come se non sapesse cosa dire. Prese un respiro.
- Non lo sopporterei.- mormorò.
- Ma perché Siwon? PERCHE?- Tiffany era esasperata. Stava per sputar fuori tutti i pensieri degli ultimi mesi – Prima dici che non vuoi essere mio fratello, poi improvvisamente vuoi esserlo. E appena tutta la scuola viene a saperlo dici di essere contento, ma poi non lo sei più. Ma dici che ti va bene. Ma non ti va bene. E poi vuoi “proteggermi” da un ragazzo che io continuo a ripeterti che mi piace! E dici che lo fai perché sei mio fratello, nonostante tu non lo sia e non vuoi esserlo, perché lo so, lo so che non vuoi esserlo. Oppure mi sbaglio… non lo so, Cristo, non lo so! Illuminami. Cosa vuoi essere per me tu? Cosa? COSA? Io non so cosa c’è dentro la tua testa, provo sempre a capirci qualcosa ma non ci riesc…-
Successe di nuovo. Le sue parole vennero immediatamente soffocate da un altro bacio.
Ma stavolta era diverso.
Stavolta non c’era nessuna nebbia, solo tanti colori e fuochi d’artificio che spruzzavano e scoppiettavano in ogni angolo della sua testa.
L’aria fresca della sera era un ricordo lontano, sostituita da un caldo bollente proveniente da chissà dove, che la stava letteralmente bruciando dentro.
Le immagini, i ricordi… non c’era più niente. Solo ora, solo quel momento.
Perché stavolta il bacio era di Siwon.
Erano le labbra di Siwon quelle che abbracciavano le sue, era le sue braccia quelle che la stringevano, era il suo corpo quello che sentiva premuto contro il suo.
Il secondo bacio che riceveva quei dieci minuti, e tutto sembrava nuovo e diverso.
Siwon si staccò dalle sue labbra con uno schiocco, e la guardò dritta negli occhi.
- Questo.- le disse – E’ questo quello che voglio essere.-
 
 
- Ti fa male qui?-
- Lasciami stare.-
- Hae, stai sanguinando. Vuoi stare fermo, accidenti?-
Jessica tamponò con un fazzoletto la parte sotto il naso del ragazzo, che ormai era incrostato di sangue secco.
- Mi fa male!-
- Vuoi stare fermo?-
- Perché non vai da Kangin? Si starà preoccupando.-
- Non è più qui, credo. L’ho mandato via.-
- Lo tratti così, dopo che l’hai baciato?-
- Da che pulpito.-
Jessica fissò Donghae con occhi severi. Il ragazzo distolse lo sguardo sospirando.
- Comunque – continuò la ragazza – mi dispiace come è andata a finire. So che… so che ci tenevi a Tiffany e…-
- Anch’io lo credevo.- la interruppe Donghae, con voce roca.
Jessica si bloccò e lo guardò, vogliosa di spiegazioni.
- Credevo…- continuò lui – Credevo mi piacesse. Pensavo a lei spessissimo, e mi sentivo persino minacciato da Siwon. È per questo che ho scattato quelle foto. Ma oggi, quando ti ho vista baciare Kangin… non lo so che mi è preso. Mi è tornato in mente quella volta, e mi sono reso conto che mi manchi tantissimo. Lo so, forse non mi crederai, e ti sembrerà strano detto da me, ma… aaah, non lo so!-
- Sst – lo zittì Jessica, e lo guardò dolcemente – Ne parliamo dopo. Fammi rivedere quella ferita, adesso.-
Donghae la guardò, desideroso di voler dare più spiegazioni, ma lo sguardo della ragazza lo fece sorridere e rilassare. I due si guardarono teneramente, poi il ragazzo alzò il mento e lasciò che la bionda lo curasse.
 
 
 
Silenzio.
Nessuno aveva detto più niente.
Ma com’era possibile? Dopo che era successa una cose del genere… perché non diceva nulla?
Siwon infilò la chiave nella toppa, ed entrò in casa.
- Fai piano.- sussurrò – Natalie e il signor Hwang staranno sicuramente dormendo.-
-Ok-
Cosa? Era questa la prima cosa che si erano detti dopo il bacio? Veramente?
Tiffany voleva parlare, voleva davvero, ma le mancava la forza. E anche le parole.
Salirono le scale ed ognuno raggiunse la porta della propria stanza.
- Bhe- disse piano Siwon – Buonanotte Tiffany.-
Cosa? Voleva finirla così? Dopo che si era praticamente dichiarato a lei?
Perché quella era una dichiarazione, vero?
Tiffany non lo sapeva e non sapeva cosa pensare. Voleva una conferma da lui, ma come al solito lui non aveva intenzione di lasciar trasparire nulla. L’aveva baciata perché voleva, o solo per prendersi gioco di lei? E quel “questo”, cosa significava per lui? Significava qualcosa, almeno?
- Aspetta.- riuscì a dire la ragazza, finalmente.
- Hm?- rispose Siwon.
- Non ne vuoi parlare?-
- Parlare di cosa?-
Lo odiava quando faceva così.
- Bhè, ci siamo baciati.-
- Hm..-
- Cioè… tu hai baciato me.-
- E tu non hai protestato.-
Tiffany divenne rossa in viso.
- Sì perché.. perché per me è stato… bhè… tu… l’hai fatto per… cioè, dimmi qualcosa! Non hai nulla da dire? L’hai fatto per un motivo in particolare o per prendermi in giro? Non puoi non dire nulla come se niente fos..-
Siwon la spinse contro il muro e soffocò le sue parole baciandola nuovamente, con la stessa foga di quello precedente. Tiffany sbarrò gli occhi, poi li chiuse, rilassata, assaporando nuovamente le sue labbra, provando la stessa valanga di emozioni che aveva provato pochi minuti prima. Questa volta però il bacio fu molto più breve.
- Ti prego…- sussurrò il ragazzo, appoggiando la sua fronte a quella di Fany - ..stai zitta!-
Si staccò poi da lei ed entrò nella sua camera. Tiffany si girò e fece per entrare nella sua camera.
No. Non finiva così. Troppa gente quella sera l’aveva baciata solo per tapparle la bocca. Non voleva lasciarsi abbindolare. Voleva risposte, voleva una spiegazione.
Fece dietro front e bussò alla sua porta. Nessuna risposta. Forse dormiva. O forse la stava ancora prendendo in giro. E non poteva sopportare di essere presa in giro un secondo di più.
Aprì la porta ed irruppe nella sua camera. Ma appena fece un passo avanti si ritrovò il ragazzo dritto in piedi, a pochi passi dalla porta, con le braccia conserte, come se la stesse aspettando.
- Non dovevi farlo.- disse con tono severo.
Tiffany sbarrò gli occhi. Non si aspettava di trovarlo già lì, e ne fu quasi spaventata.
- Co.. cosa?-
Siwon allungò il braccio, afferrò la maniglia della porta e la chiuse, molto lentamente. Ora erano entrambi dentro la camera. La luce era spenta, la striscia di luce lunare che filtrava dalla finestra era l’unica fonte di luce.
- Entrare nella mia camera. Non dovevi farlo.- continuò Siwon, senza cambiare il tono di voce – Poi, conciata così, con quel vestito così corto addosso… non lo sai che può essere pericoloso?-
Tiffany deglutì. Siwon era proprio strano. Non l’aveva mai sentito pronunciare quelle parole. E dire che in camera sua era entrata tante di quelle volte! Ed aveva pure dormito nel suo letto! Adesso le faceva paura.
Lentamente fece un passo indietro, verso la porta, ma Siwon la bloccò immediatamente, afferrandola per un braccio.
- Troppo tardi.-
La strinse a sé e la baciò con una foga e una voracità tutta nuova. Sebbene fosse la terza volta, Tiffany non poteva che rimanerne sorpresa ogni volta. E sebbene pochi secondi prima fosse arrabbiata con lui per come la trattava, ci cascò un’altra volta. Chiuse gli occhi, gli cinse il collo con le braccia e rispose al bacio, anche lei come fosse assetata della sua aria.
Il tempo e lo spazio non esistevano più. C’erano solo loro due, e i loro respiri che si fondevano.
Le mani di Siwon si muovevano e stringevano la schiena della ragazza, finchè ad un certo punto trovarono la lampo del suo vestito. Tiffany s’irrigidì.
- Siwon…- provò a dirgli.
Il ragazzo, senza smetterla di guardarla, tirò la lampo del suo vestito verso il basso. Ma a metà strada si fermò.
- Se non vuoi, fa lo stesso…-
Tiffany lo guardò per qualche secondo, concentrandosi sui suoi pensieri e su ciò che voleva.
- No..- allungò la mano alla cerniera dei suoi pantaloni – No, lo voglio..-
Di quello che successe dopo, ne percepì solo qualche loop temporale: prima continuavano a baciarsi, fermi al loro posto, un attimo dopo erano senza vestiti e un attimo dopo ancora erano sul letto, lui sopra di lei. E mai, nemmeno per un secondo, le loro bocche si erano separate.
I dubbi, le preoccupazioni, le ansie di quelle ore e di quei giorni, ora Tiffany non ne sentiva nemmeno l’ombra. Ogni cosa, a parte quel momento, era svanito.
- Aspetta Siwon… poi se ci sentono…-
- Sst.-
Il ragazzo riprese a baciarla e a stringerla, e premette ancora di più il corpo contro il suo. Contro la sua volontà, Tiffany si lasciò sfuggire un gemito.
- Attenta Tiffany, che poi ci sentono..- disse con ironia Siwon, guardandola divertito.
La rossa lo guardò scocciata.
- Piantala di prendermi in giro…-
Ripresero a baciarsi.
Per un secondo, a Tiffany tornò in mente la prima notte in cui aveva dormito su quel letto. Pensò al suo risveglio, e a come Siwon si era preso gioco del suo imbarazzo. Un po’ rise a quel ricordo. A quei tempi non l’avrebbe neppure immaginato.
Poi chiuse gli occhi. E non pensò più a niente.

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Capitolo 23
*** 23- ***


La luce filtrò dal vetro della finestra fino a raggiungere i suoi occhi, facendoli aprire lentamente e tremanti. Il sole era abbastanza alto, dovevano essere circa quasi le undici. Tiffany sbatté un attimo le palpebre, sussultando, prima di ricordarsi che quello era il primo giorno di vacanza e non doveva andare a scuola.
Rilassò i muscoli e tornò a distendersi sul letto. Lasciò cadere la testa, aspettandosi di trovare un morbido cuscino, invece andò a sbattere contro qualcosa di più duro. Spalancò gli occhi: un braccio.
Si voltò di scatto e si rese conto di non aver dormito da sola: Siwon sonnecchiava vicino a lei, i capelli neri parecchio spettinati che gli coprivano gran parte del viso.
Tiffany prima sussultò, poi si ricordò e sorrise. Cavolo, ma perché ogni volta che si svegliava dimenticava subito le cose successe la sera prima?
Tornò ad accoccolarsi tra le braccia del ragazzo, ma i suoi movimenti disturbarono il sonno del ragazzo e lo fecero svegliare. Il moro si stiracchiò e si grattò i capelli, infastidito di essere stato svegliato e borbottando qualcosa circa la luce del sole troppo forte. Poi il suo sguardo cadde sulla rossa.
Per un attimo fu stupito di vederla lì, come se nemmeno lui ricordasse ciò che era successo. Tiffany gli rivolse un sorriso imbarazzato, e lui rispose con un ghigno tra il malizioso e il soddisfatto.

- Buongiorno.- le disse lui.

- ‘giorno…- rispose lei, per poi irrigidirsi di colpo e sbarrare gli occhi – Aspetta…-

Siwon non smetteva di fissarla e la sua espressione diventava sempre più divertita:-Eh si..-

- Ma cos..- Tiffany cercò di alzarsi di scatto, ma fece un movimento sbagliato e cadde fragorosamente dal letto, sbattendo l’osso sacro.

- Ahia!- si lamentò. Ormai Siwon era esploso, aveva gettato la testa all’indietro ed era scoppiato in un’enorme risata, talmente fragorosa che Tiffany per un momento dubitò fosse sua. Non l’aveva mai sentito ridere così di gusto.
Si massaggiò il sedere dolorante, e fu in quel momento che si accorse che non aveva niente addosso.

Caaazzo…

Con uno scatto strattonò via la coperta dal letto e la usò per coprirsi. Siwon si sdraiò e si sporse verso di lei.

- E’ inutile che ti copri – disse malizioso – Tanto non c’è nulla che non abbia già visto, lì sotto.-

Tiffany divenne rossa in viso

- Quindi…- balbettò – Insomma… noi…-

- L’abbiamo fatto. L’abbiamo fatto per davvero stavolta. E ti è pure piaciuto.-

- STAI… zitto…-

- Ma guardati, sei rossa come i tuoi capelli.-

- Smettila di ridere!-

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Siwon smise subito di ridere e Tiffany tacque. Calò il silenzio. I due ragazzi si guardarono. I loro volti erano pieni di terrore.

- Yu-huuu, Siwooon.. tesoro sei sveglioo?- disse la voce ovattata di Natalie dietro la porta.

- Cazzo…- sussurrò Tiffany – Cosa facciamo adesso?-

Siwon si alzò, ma nemmeno lui indossava niente. Cercò i suoi vestiti senza trovarli, e la prima cosa che riuscì a rimediare fu un paio di boxer. Se li infilò disse a Tiffany sottovoce:- Nasconditi!!- prima di aprire la porta della sua camera. Tiffany si chinò ancora di più, in modo da essere coperta dal letto.

- Siwon, perché non sei vestito?-

- Mi sono appena svegliato..-

- Ed hai dormito così? Solo con i boxer?-

- Avevo caldo.-

- A dicembre? Bha, beato te che sei giovane.. Comunque volevo avvisarti che io e il signor Hwang usciamo per fare un po’ di spesa. Torneremo fra un’ora.-

- D’accordo.-

- E Tiffany dove..?-

- Sta… ancora dormendo – si affrettò a dire il ragazzo – Almeno credo… ehm.. comunque non andare in camera sua, lasciala dormire! È il primo giorno di vacanza in fondo..-

- Uhmm, sì forse hai ragione.. poi chissà ieri sera a che ora è tornata… Io con un ragazzo come quello ci sarei stata tutta la notte, altroché!-

- Mamma!-

- Suvvia, non si può fare nemmeno qualche battuta? Comunque a una certa ora svegliala, non può mica stare a letto tutto il giorno! Noi andiamo!-

- Va bene, va bene, ciao eh..-  e si affrettò a chiudere la porta. Tiffany sbucò fuori dal suo nascondiglio, sospirando di sollievo.

- Fiuu, c’è mancato un pelo…-

- Eri geloso, o sbaglio?-

Siwon spalancò gli occhi :- Eh?-

Tiffany rise. Stavolta toccava a lei prenderlo in giro.

- Quando Natalie parlava di Donghae..- continuò lei – Eri geloooso..-

- No, non è vero..-

- Invece sì. Ho sentito che ti stavi innervosendo.-

- Non sono geloso.-

- Sì…-

- NO!-

- Ma ti dico di sì…-
Siwon tornò a sdraiarsi sul letto, prese Tiffany per un braccio e la tirò su con lui. La tenne stretta per i polsi.

- Rimangia quello che hai detto!-

- Lasciami…-

- Rimangiatelo!-

- No! Perché è vero!-
Tiffany cercò di liberarsi dalla presa, ma Siwon la teneva troppo stretta. Il ragazzo la spinse sul materasso. Erano di nuovo uno sopra l’altra.
Siwon la baciò.

- Cazzo, è ovvio che sono geloso…- le sussurrò poi.

- Lo hai ammesso.- gli disse Tiffany guardandolo negli occhi.

- Certo, ma che credevi! Non sopportavo l’idea che tu andassi al ballo con Donghae. Non perché è un bastardo, o perché volevo proteggerti o altro. Ma solo perché tu non devi essere di nessun altro se non mia. Ti amo.-

A Tiffany mancò il fiato. L’aveva detto. Lo aveva proprio detto, e non se l’era sognata.

- L’hai detto…- mormorò – Quindi è questo che pensi.-

- Cos… ma allora perché ti avrei baciata, secondo te?-

- Non lo so… Per prendermi in giro…-

- Pensavi questo.- Siwon scoppiò nuovamente a ridere – Sei proprio strana..-

- Senti chi parla!-
Si scambiarono qualche tenera cuscinata, finché non finirono per baciarsi di nuovo.

- Ti amo.- ripeté Siwon, e i due si guardarono teneramente in silenzio.

- Come facciamo a dirlo agli altri?- disse Tiffany dopo un po’. A quella domanda, Siwon si gelò immediatamente. Era tornato al suo sguardo freddo e senza emozioni di sempre. La sua espressione quasi spaventò la rossa.

- Non lo so.- rispose secco, e con uno scatto di allontanò da lei, si alzò da letto e si avvicinò al suo armadio, probabilmente per cercare qualcosa da mettersi.
Tiffany si spaventò da quella reazione. Forse l’aveva fatto preoccupare? Bhè, come dargli torto in fondo. Per tutti quanti loro erano fratelli. Come l’avrebbero presa? E cosa avrebbero pensato i suoi genitori?

- Tranquillo…- disse esitando un po’ Tiffany – Vedrai che risolviamo la situazione.-
Siwon non si voltò neppure, emise solo un freddo – Mmh,mmh- di assenso, a labbra strette. Tiffany uscì dalla camera e si diresse verso il bagno per farsi una doccia. Si rilassò sotto l’acqua calda. Ne aveva bisogno. In poco tempo erano successe tante, troppe cose. Quando uscì si rese conto che forse era rimasta troppo tempo sotto l’acqua, perché un colpo secco di chiave segnalò che Natalie e il signor Hwang erano già tornati a casa.
 

Aveva passato la giornata a non fare assolutamente niente, ed era lieta di questo. Era tantissimo tempo che non oziava. Siwon era uscito per passare il pomeriggio con i suoi amici. Tiffany aveva provato a chiamare Joohyun ma lei le aveva detto che era pieni di impegni per tutta la settimana. In più Yoona aveva appena scoperto che sua madre aveva lasciato la famiglia ed ora a casa sua erano rimasti solo Yuri e suo padre, e un po’ si sentiva in colpa per non essersi fatta sentire. E Hyoyeon… Tiffany preferiva non chiamarla. Così passò il pomeriggio davanti al computer. Era tanto tempo che non si collegava a qualsiasi social network, e in quel momento le venne in mente che erano mesi che non sentiva i suoi vecchi amici. Fece scorrere la chat sua e Taeyeon, ridendo per le cose che si dicevano e improvvisamente le venne una gran nostalgia. Il monitor del computer lampeggiò: una chiamata di Sunny. Sembrava quasi le avesse letto nel pensiero. Raggiante, accettò e subito vide comparire il visino della ragazza dai capelli color miele.

- Ciao Steeeeph- gridò con la sua vocina, solare come sempre.

- Sunny, così mi spacchi i timpani.- disse la rossa, ridendo – Sai, ti stavo pensando. Mi sei mancata così tan…-

- Parlo prima io! Parlo prima io!- strillò lei. Tiffany sbarrò gli occhi. Anche se dall’altra parte dello schermo, sembrava particolarmente eccitata. Il che suonava strano, perché Sunny si eccitava praticamente per qualsiasi cosa. Quindi alzò gli occhi al cielo, sorridendo, e disse:- Ti ascolto…-

- Ti ricordi di quello zio di cui ti parlavo?- mentre parlava sembrava che saltellasse sulla sedia – Quello che era in contatto con quella casa discografica?-

Stephanie rifletté un attimo:- Sì, me ne avevi parlato.-

- Bene! Insomma, pochi giorni fa questa casa discografica lo ha chiamato. Pare vogliano dargli una promozione! Ad una condizione.- riprese fiato, diventando ogni secondo più radiosa – Hanno detto che gli daranno una promozione solamente se riuscirà a raccogliere nuovi talenti per formare nuovi gruppi. E deve farlo entro un mese. E indovina un po’…. La SM Entertainment verrà in California questo Natale! E sono aperti i provini!-

Stephanie quasi cadde dalla sedia:- Oh mio Dio, stai dicendo che…-

- Sì!Sì!Sì!Sììììì!- squittiva Sunny – Puoi fare i provini! E se ti prendono ti faranno il contratto! Potrai esaudire il tuo sogno di diventare una cantante!-

Stephanie ebbe uno scatto: si alzò dalla sedia di botto, con così tanta fretta che quest’ultima cadde sul pavimento fragorosamente. Ma non le importava. Era troppo felice. Aveva l’occasione di far esaudire il suo sogno,e non l’avrebbe perso.

- Aspetta, non ho finito!- urlò Sunny.

- Cos’altro c’è di nuovo?-

- Veniamo in California!- la ragazza dai capelli color miele iniziò a ridacchiare ancora più emozionata di prima – Tutti quanti!-

Stephanie quasi non ci credette:- Tutti tutti?-

- Io, Shingdong, Taeyeon, Leeteuk e Sooyoung! Tutti!-

- Non ci posso credere! E perchè?-

- Vogliamo provarci anche noi. Parteciperemo ai provini. E …- pausa – Veniamo a trovare te!-

Stephanie non poteva crederci. Era talmente euforica in quel momento che quasi si dimenticò di tutto il resto, la sua mente ora era troppo concentrata nel tentare di realizzare ciò che aveva appena sentito. Era… fantastico! Avrebbe rivisto i suoi amici.

- Ci stiamo a casa tua?-

- Io… certo! Almeno credo, ma… ma chissenefrega! Per voi potrei dormire sul divano per tutte le vacanze! Anzi, anche per terra se sarà necessario! Quando arrivate?-

- Bhè, credo…- fece una piccola pausa, poi strillò – DOMANIII-

- Oh mio Dio! Oh mio Dio! Sono felicissima, non vedo l’ora di vedervi tutti!-

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Capitolo 24
*** 24- ***


Tiffany corse al piano di sotto. Siwon, Natalie e suo padre erano seduti sul divano, e stava bevendo caffè.
- Papà! Papaaà- gridò la ragazza.
- Tiffany…- suo padre la guardò allarmato – Cosa c’è?-
- Papà, dimmi…- Tiffany aveva il fiatone, ma era troppo emozionata per riprendere fiato. – I miei amici… i miei amici saranno qui domani!Possiamo ospitarli per le vacanze di Natale? Ti prego!-
Il signor Hwang sbattè le palpebre:- Certo ma.. quanti sono? Abbiamo una sola camera degli ospiti, lo sai.-
-Non importa. Alcuni possono dormire in camera mia. E io posso dormire sul divano. Non ho problemi. Ti prego! Non li vedo da tanto tempo…-
Il signor Hwang lanciò un’occhiata a Natalie.
- Oh, ma è fantastico!-  gridò Natalie col suo solito entusiasmo – Sarei più che felice di ospitare della gente. Ti immagini che bel Natale? Che gioia…-
Siwon, come al solito, non disse una parola.
- Quindi?- Tiffany guardava prima Natalie, poi suo padre, con la stessa eccitazione di una bambina di cinque anni quando chiede il permesso ai genitori di comprarle un gioco – E’ deciso?-
Il signor Hwang alzò le spalle, sospirò e disse sorridendo:- E sia. Poi so che eri molto legata a questi ragazzi. Sarà un piacere conoscerli!-
- Siiii!- Tiffany abbracciò suo padre. Era felicissima. Quante cose da dire a Taeyeon, quante con cui spettegolare con Sooyoung, quante risate da fare con Shindong…
- Ah, però…- la faccia del signor Hwang si fece improvvisamente cupa, un po’ preoccupata. – Quindi, come dovremmo chiamarti, Tiffany?-
Nel salotto calò il silenzio. Siwon si fece improvvisamente attento. Tiffany sentì un tuffo al cuore.
Giusto. Se n’era dimenticata.
Improvvisamente cadde in quello stato di angoscia e tristezza in cui si trovava sempre, quando ci pensava.
Tiffany o Stephanie? Tiffany o Stephanie?
Chi era, lei? Qual era il suo nome? Qual è il mio nome?
- A loro non ho detto nulla…- disse con un filo di voce – Quindi, finché è per le vacanze natalizie, direi che potete ricominciare a chiamarmi Stephanie, in loro presenza…-
Il signor Hwang annuì. Natalie annuì. Siwon non reagì in nessun modo.
 
 
Chiuse la porta della sua camera e si gettò sul letto.
Niente. Ogni volta che ci pensava, non riusciva a trattenere le sue lacrime. Si sentiva una bugiarda, una falsa…
Come avrebbero reagito i suoi amici, se avessero saputo? Ovvio, non lo avrebbero mai scoperto. Suo padre capiva la situazione, e anche Natalie. Ma non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.
Si era costruita due vite. Stephanie, la ragazza liceale timida, senza famiglia, se non una madre morta, e amici fantastici con cui condividere la sua vita vuota e dolorosa.
E poi c’era Tiffany, in una villa della California, prima zimbello della scuola, poi, improvvisamente, ricercata ed amata dal ragazzo più figo dell’istituto e innamorata di colui che dovrebbe essere suo fratello.
Sentiva di aver tradito i suoi amici. E anche sua madre. Aveva cambiato il nome per lei, ma aveva ottenuto tutt’altro effetto. Stephanie non si era vendicata, e Tiffany si era creata una nuova famiglia. Pensò anche a Joohyun, Yoona e gli altri. Anche loro erano suoi amici, e cosa avrebbero pensato se avessero scoperto che la loro amica era una persona inventata, che non esisteva?
Andò in bagno, si sciacquò la faccia cercando di calmarsi. Alzò lo sguardo e guardò il suo riflesso nello specchio. Quasi sussultò: in quei mesi non si era quasi accorta che i suoi capelli era cresciuti molto. Già quando era partita aveva notato la ricrescita, ma non ci aveva dato molto peso. Ora le ciocche rosse spuntavano solo dall’orecchio in giù, e i suoi naturali capelli neri lucenti stavano prendendo nuovamente il sopravvento. Quell’immagine la incupì ancora di più. Nero e rosso. Stephanie e Tiffany. Due esseri che lottavano in una sola mente. Scosse la testa. Non sapeva più a cosa pensare. Cercò di farsi coraggio, pensando che, in qualche modo, avrebbe rimediato.
 
 
Quando suonò il campanello, Stephanie si sentì fremere da una nuova eccitazione. Quanto tempo che non li vedeva. Natalie, che stava seduta sul divano a leggere un libro, alzò lo sguardo su di lei.
- Sono sicuramente loro.- disse sorridendo – Non vai ad aprire?-
Stephanie sorrise nervosa. Dietro quella porta c’era tutta l’allegria e la gioia della sua vecchia vita, e sapeva che andare ad aprirla costituiva un grosso pericolo. Sospirò profondamente, si avvicinò alla porta e, lentamente abbassò la maniglia.
Chiuse gli occhi.
- SSSSSSTEEEEEPHAAAANIEEEEEEEEEEEEE-
L’impatto non tradì le aspettative. Sentì subito tante braccia stingerla in una morsa e soffocarla, e un famigliare sapore di capelli in bocca.
Erano loro. Erano arrivati. Erano lì.
- Ci sei mancata un sacco!! È bellissimo rivederti, Steph!- urlò Sunny, stringendo fortissimo l’amica. Stephanie sentì una gioia mai provata invaderle il petto. Solo in quel momento si rese conto di quanto li erano mancati i suoi amici.
Qualcuno staccò Sunny da lei, e Stephanie si sentì stritolata in un’altra enorme morsa. Shindong. Stephanie lo strinse fortissimo.
- Mi sei mancata un sacco!-
- Anche tu… Non sei dimagrito per niente!-
Shindong la spinse via fingendosi offeso, poi non poté fare a meno di sorridere.
- Steph!- Sooyoung fece capolino da dietro Shindong – Ma hai visto i tuoi capelli? Non te li sei mai tagliati? Tutta la tinta sta andando via.-
La rossa si toccò le ciocche:- Sì, me ne ero accorta giusto ieri…-
- Stephanie!!-
Stephanie si riscosse. Sorrise radiosa. L’abbraccio con Taeyeon fu il più lungo di tutti. Le era mancata a tal punto che non voleva più mollarla, come se avesse paura di perderla di nuovo. Era stata la persona più importante della sua vita, e non poteva credere di essere stata così tanti mesi lontana da lei.
Poi arrivò il turno di Leeteuk. Il loro abbraccio fu corto, ma sentito. Stephanie per un attimo si sentì avvampare: il ricordo più vivido della loro amicizia era la piccola cotta che aveva sempre avuto per lui, e che, in quel momento, sentì riaffiorarle leggermente. Si staccò da lui velocemente.
Natalie, sempre con la sua vivacità occidentale, si era alzata subito in piedi ed aveva assistito alla scena dei saluti con  gli occhi colmi di lacrime di commozione.
- Sniff…- la donna tirò su col naso, e subito fu al centro dell’attenzione di quei ragazzi – Scusate, non volevo interrompere… ma io ho sempre adorato i saluti… scusate…-
Stephanie notò che i suoi amici la guardavano con aria interrogativa, quindi si affrettò a dire:- Scusate, non vi ho presentati. Lei è Natalie, la compagna di mio padre.-
Dapprima non seppero come comportarsi. Conoscevano bene la storia della famiglia di Stephanie, e immaginavano che l’incontro tra loro due non doveva essere stato piacevole, e ,sebbene Natalie avesse un aspetto simpatico, non erano sicuri di doversi mostrare felici a fare la sua conoscenza. Ma poi videro l’espressione serena e radiosa della loro amica, quindi sorrisero anche loro. A quanto pare, aveva fatto pace con suo padre e con il suo passato.
Per qualche minuto si divertirono ad ascoltare Natalie che cercava di ricordare tutti i loro nomi, pronunciandoli faticosamente con accento americano, poi la donna scomparve in cucina a preparare il caffè e si sedettero tutti sul divano. Mentre Stephanie raccontava loro della scuola e subiva i loro soliti stupidi commenti, sentirono un rumore proveniente dalle scale. Siwon era uscito dalla sua camera in quel momento. Appena fu in soggiorno, alzò la testa e nel suo sguardo comparve un velo di stupore. Probabilmente non si era accorto che quei ragazzi erano già arrivati. Appena lo vide, Stephanie sorrise, corse verso di lui, lo prese per mano e lo trascinò davanti ai suoi amici.
- Giusto, lui è Siwon. È mio fratello…- poi si corresse – O meglio, è il figlio di Natalie.-
Tutti lo salutarono sorridendo. Siwon li squadrò gelido, senza dire una parola. Poi si liberò dalla presa di Stephanie, con uno strattone, e disse freddo:- Io esco. Ci vediamo dopo.- per poi uscire, chiudendosi la porta alle spalle.
Nella sala calò un silenzio gelido.
- Non è molto simpatico…- disse Taeyeon seria.
- Ma mooolto carino.- commentò Sooyoung.
- Già, già – disse Sunny, che continuava a guardare ammirata la porta dalla quale Siwon era uscito – Dimmi Steph, ce l’ha la ragazza?-
Stephanie sentì una punta di gelosia salirle su per la gola.
- Sì.- rispose secca – Sì, sì ce l’ha.-
Sooyoung e Sunkyu abbassarono lo sguardo, visibilmente deluse.
Stephanie in quel momento ebbe un lampo: stavano davvero insieme?
In effetti nessuno dei due l’aveva detto, ancora. Ma lui le aveva detto che l’amava. E poi, quella notte passata assieme…
Non ne avevano più parlato. Anzi, non si erano proprio rivolti la parola dopo quell’episodio. Stephanie si sentì inquieta. Doveva parlarne assolutamente con lui. Non voleva avere più dubbi su quella faccenda.
Natalie spuntò fuori dalla cucina con caffè e pasticcini, e l’atmosfera tornò calda e piacevole.
 
 
 
Alla fine dell’allegra chiacchierata, Stephanie condusse i suoi amici al piano di sopra. Concordarono come assegnare i posti: Shindong, Leeteuk e Sooyoung avrebbero dormito nella stanza degli ospiti, e Sunny, Taeyeon nella stanza di Stephanie. La rossa, invece, avrebbe dormito sul divano, dato che non c’era altro posto. Ma a lei andava benissimo.
All’ora di cena, i ragazzi coreani era stanchissimo. Lo stress del viaggio iniziava a farsi sentire.
- Dov’è Siwon?- chiese Natalie.
- E’ uscito qualche ora fa..- si limitò a rispondere Stephanie.
Natalie alzò le spalle. Ormai era abituata allo strano comportamento del figlio, e non ci faceva più caso.
A tarda sera, i ragazzi andarono subito a dormire. Erano stremati. Stephanie promise loro che il giorno dopo li avrebbe portati in giro per la California. Poi scese al piano di sotto e si stese sul divano, cercando di dormire. Senza riuscirci. Non riusciva proprio a chiudere occhio. Ormai aveva talmente tanti pensieri che le turbavano la mente, che il sonno sembrava solo una perdita di tempo.
Il rumore della chiave che si gira nella toppa la fece sussultare. Siwon. Si mise a sedere di scatto, e aspettò che la porta si spalancasse. Il ragazzo fece un singolo passo in casa, ma appena vide la rossa si bloccò subito.
- Dov’eri?- chiese lei.
- In giro.- rispose lui secco, per poi avviarsi verso le scale.
- Possiamo parlare?- chiese Stephanie alzandosi di scatto.
Lui si fermò. Calò un breve silenzio.
- No.- rispose lui. E andò al piano di sopra.
Stephanie si accasciò nuovamente sul divano. Forse era quello che gli dava fastidio? Il fatto che avesse ripreso il suo vecchio nome? Certo, in fondo lui era innamorato di Tiffany. Non di Stephanie.
Si prese la testa fra le mani. Cercò di trattenere le lacrime senza riuscirci. Non importava il nome. Lei sentiva di amarlo, comunque. E non poteva sopportare l’idea di perderlo.
Doveva trovare un’idea per rimediare a tutti i suoi errori. Doveva capire qual era la sua vita, e qual era il suo vero nome.
Ma soprattutto, doveva riavere Siwon.

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Capitolo 25
*** 25- ***


- Sssh fate piano.-
- Cazzo Shindong, mi hai pestato un piede.-
- Piantala di lamentarti!-
- Ragazzi, accidenti volete piantarla? Così la svegliamo!-
Ma Stephanie era già sveglia. Aveva dormito male quella notte. Il divano era più scomodo di quanto si aspettasse, ma alla fine era riuscita a chiudere gli occhi.
Dalla finestra filtrava una debole luce, segno che doveva essere abbastanza presto. Le sette forse, o le sette e mezza.
- Siete pronti?- sussurrò Sooyoung.
Stephanie sorrise sotto i cuscini del sofa. Cercava di restare immobile senza scoppiare a ridere. Sentiva i passi dei suoi amici che si avvicinavano sempre più.
- Al mio tre…- la voce di Taeyeon.
Stava soffocando a furia di trattenere la risata. Se non si fossero sbrigati sarebbe esplosa. Afferrò il cuscino che aveva sotto il viso.
- Uno…-
Strizzò gli occhi. L’impatto era sempre più vicino.
-…due…-
Ci fu una pausa, fin troppo lunga. La sua schiena fu scossa da un leggero brivido.
- ….Tre!!-
Non fecero in tempo a investirla di cuscinate. Stephanie scattò in piedi prima di loro, ed iniziò a colpirli col cuscino che aveva preso poco prima.
- Maldetta, era già sveglia!- gridò Sunny.
- Questa ce la paghi..- ringhiò Shindong, prima di avventarsi su lei.
Stephanie lottò con tutte le sue forze, ma cinque cuscini contro uno erano decisamente troppi. Presto fu completamente sommersa dalle piume.
- Ok… ahaha… ok ragazzi! Mi arrendo! Mi arrendo!-
Scoppiarono tutti in una fragorosa risata. Nonostante avesse passato una nottataccia, ora si sentiva più serena. Quella situazione la riportava indietro, a quando stava in Corea, e subito fu invasa dai ricordi. Non si era mai resa conto di quanto il suo passato e il suo presente avessero dei sapori così diversi.
- Cos’è tutto questo baccano?-
Suo padre. Era sveglio. Sentì i suoi passi stanchi e striscianti scendere giù per le scale. Sbarrò gli occhi.
- Ragazzi, ma che casino avete combinato?-
- Papà! Scusaci…- Stephanie non smetteva di ridere. Il signor Hwang sospirò.
- Chiuderò un occhio, per stavolta – disse – Però dovete rimettere tutto in ordine, capito? – e tornò al piano di sopra.
- Va bene papà, te lo promettiamo!-
Cercò di respirare per prendere fiato, ma le risate continuavano a salirle per la gola senza fermarsi. Ma c’era qualcosa di strano. I suoi amici avevano smesso improvvisamente di ridere.
- Bhè?- disse Stephanie, senza riuscire ancora a fermare le risate – Che vi prende? Non ve la sarete mica presa per le sgridate di mio padre, vero? Se penso a quante volte tua madre ci abbia sgridati, Shin..-
- Steph..- fece Taeyeon, in tono grave – Tu…-
- Io… cosa?- Stephanie stava iniziando a preoccuparsi.
I suoi amici si guardarono tra loro, gli sguardi che celavano chissà quale inquietudine.
- Ragazzi… così mi fate paura..-
Cercò i loro sguardi, ma non li trovò. Tutti guardavano il pavimento. Sembravano a disagio tutto d’un tratto. Cosa stava succedendo?
Finalmente, Taeyeon alzò gli occhi.
- Stephanie…- mormorò – Tu… non hai mai chiamato “papà” il signor Hwang.-
 
 
 
Poche ore dopo fu servita la colazione. Natalie diede il meglio di sé: la tavola era zeppa di pasticcini, pancake, dolci alla marmellata, uova e pancetta, latte, caffè e succo di frutta.
- Accidenti, Natalie! Così esploderanno!- protestava Stephanie.
- Oh, Steph, ma cosa dici? Ma non vedi come siete magrolini? Dio, ma vi danno da mangiare in Corea? A parte lui…- e diede una pacca sulla spalla a Shindong – lui sì che è in salute! Anche tu – rivolgendosi a Sooyoung – mangi parecchio! Non mi spiego proprio come tu faccia a essere così magra! Metti tutto ciò che mangi in altezza?-
- Probabile.. – rispose la ragazza, sorridendo.
- Dov’è Siwon?-
Il ragazzo moro arrivò proprio in quell’istante. E come al solito, nel vedere l’atmosfera che quei ragazzi avevano portato in casa sua, i suoi occhi si velarono di un fatsidio glaciale.
-Oh, eccoti caro.-
Siwon si sedette nell’unico posto rimasto libero, di fianco a Sooyoung. La ragazza lanciò un’occhiata maliziosa a Sunny, la quale, di risposta, le tirò una gomitata. Le due iniziarono a ridacchiare tra di loro e a sussurrarsi chissà quali pensieri.
Stephanie cercava gli occhi di Siwon, senza trovarli. Aveva davvero bisogno di parlargli, e di capire il suo cambiamento. Voleva capire cosa aveva fatto di sbagliato.
- Allora ragazzi…- disse ad un certo punto il singor Hwang, rompendo il silenzio – Quand’è che andata a fare le audizioni?-
- Mio zio  mi ha chiamata ieri sera!- scattò subito Sunny – Ha detto che possiamo andare già dopodomani!-
- Bene, bene.. certo che è una bella opportunità! Anche se non mi va molto a genio che mia figlia intraprenda una carriera del genere…-
- Eddai papà!- protestò lei.
Il singor Hwang alzò le spalle :- Avrei preferito continuassi gli studi, tutto qui.-
- Gli studi li continuo, ma lo sai che cantare è sempre stato il mio sogno! E poi non è nemmeno sicuro che mi prendano.-
Il signor Hwang sbuffò leggermente, ma non replicò. Torno il silenzio, un po’ più glaciale del solito. Stephanie osservò i suoi amici: era chiaro come il sole che avevano capito che qualcosa non andava. Era partita dalla Corea con un brutto passato alle spalle, e una grande rabbia dentro; e adesso chiamava “papà” colui che era la causa dei suoi guai. E non solo, ma ci parlava addirittura serenamente. Si stupì lei stessa di quanto le differenze tra Tiffany e Stephanie si facevano sempre più marcate. Quella doppia identità la sentiva pesante come un macigno. Avrebbe voluto dire tutto. Avrebbe voluto dare spiegazioni, cercare di chiarire. Ma le mancava il coraggio.
 
 
C’era qualcosa che non andava, e Shindong l’aveva capito fin da subito. Ma gli altri non lo ascoltavano. Aveva provato a dire loro che qualcosa era cambiato in Stephanie, che non era normale il suo comportamento. Gli altri l’avevano difesa: dicevano che era normale, che dopo mesi di convivenza era ovvio che lei e il padre avessero fatto pace. E che era del tutto normale che si fosse fatta quella nuova vita, e che fosse un po’ cambiata.
Troppo cambiata. Quella non era la ragazza di cui si era innamorato.
La Stephanie che lui conosceva non avrebbe perdonato così facilmente un uomo orribile come suo padre, né sarebbe potuta vivere assieme a lui, né avrebbe mai pensato di sostituire sua madre con quella donna.
Dal momento stesso in cui aveva messo piede dentro quella casa, sentiva quanto tutto stonasse. Voleva delle spiegazioni da Stephanie.
Si decise che quella sera l’avrebbe presa da parte, e avrebbero parlato.
 
 
Finita la colazione, ognuno si alzò dal proprio posto.
- E ora che si fa?-
- Usciamo- propose Stephanie – Voglio farvi vedere la città.-
I suoi amici acconsentirono subito.
Mentre si preparavo per uscire, Stephanie scorse Siwon che si dirigeva verso il piano superiore. Gli corse incontro.
- Ti devo parlare.- gli disse.
Lui la squadrò qualche secondo:- Non ho nulla da dirti.-
- Io sì.-
Cadde un silenzio abbastanza pesante.
- Stasera. Vieni in camera mia, ok?-

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Capitolo 26
*** 26- ***


Bussò alla porta. Attese.
Tre secondi. I tre secondi più lunghi della sua vita. E poi, finalmente, lui aprì la porta.
- Bene - le disse Siwon - Ti aspettavo.-
Stephanie non disse nulla. Non sapeva cosa dire. Si limitò a respirare profondamente e ad entare nella camera.
- Gli altri dormono tutti?- chiese il ragazzo.
- Sì...- rispose lei.
- Bene.-
Siwon si sedette sul letto, alzò il capo e guardò Stephanie dritta negli occhi. La ragazza si contorceva le mani, nervosa. Nessuno osò a rompere il silenzio che aleggiava in quella stanza, la stanza che più di chiunque altra cosa era stata testimone della loro storia.

Le lezioni di cinese... le notti passate insieme... LA notte passata insieme

- Bhè?- disse improvvisamente Siwon.
Stephanie si riscosse.
- Co... cosa?-
- Come cosa? Sei tu che volevi tanto parlare con me o sbaglio? Bene, sono qui. Parla.-
Stephanie abbassò la testa. Sì, voleva parlare con lui. Ma ora l'atmosfera le sembrava talmente pesante da bloccare ogni suoi movimento, soffocarle la gola e impedendo ad ogni tipo di parola di uscire.
- Io... ecco...-
- Lo sapevo.-  sospirò il ragazzo, abbozzando un sorriso triste
- Siwon!- disse finalmente Stephanie, che cominciava a sentire uno spicchio di decisione salirle per la gola - Ho bisogno di capire.-
- Capire...- mormorò di nuovo lui, senza togliesi quel sorriso dalla bocca. Un sorriso che non avrebbe potuto trasudare più tristezza di così.
Stephanie riprese fiato :- Sono giorni che mi eviti. Da quando sono arrivati i miei amici, tu sei assente, e non mi parli più e...-
- Non ho niente da dirti.-
- Io sì! Lasciami finire, ti prego... Tu... tu mi hai baciata, ok? Puoi negarlo? No, non puoi. Ma non è quello. Anche Donghae mi ha baciata. Insomma, chiunque può baciarmi, se proprio deve. Ma tu mi hai detto "ti amo", Siwon. "Ti amo" è una frase forte. Forse non per te, ma per me lo è. Cosa significava quel "ti amo", allora, se adesso non mi parli nemmeno più?-
Stava parlando a voce alta, troppo alta. Rischiava di svegliare tutti. Ma non le importava. Non le importava più. Se avesse avuto una risposta concreta, ora, in quel momento, da Siwon, sarebbe uscita a quella stanza, svegliando tutti, e dicendo a suo padre, Natalie e tutti i suoi amici che era innamorata di quel ragazzo, sì, di suo "fratello", e che non le importava più niente di ciò che pensavano gli altri.
Ma Siwon non rispose. Almeno per i seguenti tre secondi.
I tre secondi più lunghi della sua vita.
- E così...- Siwon si lasciò sfuggire una piccola risata malinconica - te ne importa qualcosa.-
- Certo!- replicò lei. Odiava, odiava fortemente quando faceva il misterioso in quel modo - Perchè non dovrebbe importarmene? Se tu Siwon, se tu quello che fuggiva da me in questi giorni! Non io! Ora sono qui a chiederti se a te importa qualcosa, proprio perchè a me importa e...-
- Ti prego, stai zitta STAI ZITTA!-
Il suo sorriso era svanito. E anche la tristezza. Ora, nel volto del ragazzo, all'interno del mare nero dei suoi occhi, si poteva percepire solo una forte rabbia. Una rabbia talmente nera, che Stephanie quasi se ne spaventò.
- E' per via del mio nome, vero?- mormorò lei - Lo sapevo, è per quello. Ti sei reso conto di non essere innamorato di me, ma di Tiffany. Ma io chi sono? Tiffany, o Stephanie? Non lo so nemmeno io, Siwon! Ma per te io posso essere Tiffany se...-
- NON DIRE UNA PAROLA DI PIU'! STAI ZITTA, STAI ZITTA!-
Stavolta, Stephanie rimase letteralmente travolta dalla sue urla di rabbia. Non capiva, non capiva proprio. Era sempre più confusa. Perchè si comportava così? Qual era il problema?
Siwon si passò una mano tra i capelli, e sibilò rabbioso :- Guai a te se dici una parola di più. Dalla tua bocca escono solo delle stramaledette sciocchezze.-
- Ma... cosa...- provò a dire la ragazza, ma Siwon la interruppe subito.
- Stephanie.... Tiffany... che gran cavolata! Sono tutte cavolate, tutte pippe mentali! Che cazzo vuoi che me ne freghi, a me, delle tue pippe di merda? Cosa vuoi che me ne freghi del tuo fottuto nome, eh? Sì, ti ho detto "ti amo", quella volta. Vuoi proprio saperne il motivo? Bene, te lo dico adesso: perchè è così, ok? Per te saranno anche parole forti, e per me è la fottuta verità. Parole forti un cazzo. Te le ripeto anche adesso, quanto vuoi. Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo. Se ti chiami Stephanie, o Tiffany, o chissà quale altro nome, a me non frega niente. -
Più Siwon parlava, e più Stephanie sentiva le proprie pupille diventare sempre più grandi per lo stupore. Quelle parole le avvolgevano la mente, e la stritolavano in una morsa di totale confusione.
Non capiva. Nulla aveva senso.
- Ma... allora... cos...-
- Ti ricordi...- riprese il ragazzo, con voce più calma, ma senza nascondere la rabbia che provava - Ricordi quando te l'ho detto? Ricordi cosa mi hai risposto?-
- Io....-
- "Come facciamo a dirlo agli altri". Questo mi hai detto. Ed è questo che mi ha distrutto. I problemi che ti fai, sempre e in qualunque situazione. Non mi hai dato una risposta, non hai detto che mi ami anche tu. Ti sei subito preoccupata della razione di tuo padre, e di mia madre. Ma vaffanculo! Se mi amassi veramente, non dovrebbe importartene nulla. Io sarei subito stato pronto a dirlo, e anche a fare i bagagli, se fosse stato necessatio! Se mi amassi veramente, saresti stata pronta anche tu! Ma...- rise - ma...-
Staphanier sentì le lacrime gonfiarle gli occhi. Il problema era quello, allora!
Siwon l'amava. L'amava così tanto da fregarsene di tutto il resto. E non gli importava del suo nome. Era stata una stupida. Una stupida, come sempre. Da quando sua madre era morta, da quando era arrivata in California, aveva solo commesso azioni stupide, facendo soffrire delle persone senza nemmeno renderse conto, credendo di essere stata sempre e solo lei quella a soffrire. Se ne rendeva conto solo adesso. Quella rivelazione eracosì  arrivata all'improvviso, in tutta la sua grandezza, che non ce la fece. Esplose.
Le lacrime iniziarono  a scendere copiose sulle sue guance, e si lanciò tra le braccia di Siwon, stringendolo forte. Il ragazzo, per un attimo, rimase spiazzato da quella reazione, accogliendo immobile e rigido quell'abbraccio.
- Mi dispiace..- singhiozzava Stephanie - Mi dispiace, davvero...-
- Sei una stupida- disse lui, sciogliendosi un po', e iniziando, titubante, a ricambiare l'abbraccio - Se davvero una stupida.-
- Io ti amo. Ti amo. Mi dispiace, mi dispiace davvero...-
Non era la prima volta che Siwon le tappava la bocca con un bacio. Stavolta però lo accolse, senza fastidio. Capiva adesso ciò che provava, e fosse stata un'altra persona probabilmente anche lei avrebbe fatto di tutto per farla stare zitta.
In quel momento sentirono un tonfo sordo. Entrambi sussultarono. Qualcuno aveva sbattuto la porta della camera.
- Ma... la porta non l'avevi chiusa?- chiese Siwon.
Stephanie annuì. Sì, era sicura di averla chiusa, quando era entrata.
I due ragazzi si guardarono preoccupati.
Qualcuno l'aveva aperta senza che se ne accorgessero. Qualcuno li aveva visti, e probabilmente aveva persino sentito ogni cosa.

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Capitolo 27
*** 27- ***


Tremava mentre scendeva le scale. Tremava, nonostante non ne avesse assolutamente motivo. Ormai non aveva più dubbi, a riguardo. La sua identità, il suo nome, la sua famiglia e i suoi amici... non le importava più della loro reazione.
Lo avrebbe detto. Avrebbe detto che lei e Siwon stavano insieme. E qualunque fosse stata la reazione degli altri... bhè, non avrebbe cambiato assolutamente nulla. E chiunque li avesse visti, la sera prima, non faceva differenza chi fosse. Tra poco tutti l'avrebbero saputo.
Eppure tremava.
Tremava, perchè aveva paura, e perchè provava vergogna. Qualcuno li aveva scoperti nel modo peggiore in cui si può scoprire una persona: così, per caso, improvvisamente e brutalmente. Come una porta sbattuta in faccia, una doccia d'acqua gelida, un fulmine a ciel sereno.
Tremava, perchè tra pochissimo sarebbe entrata in cucina, e quella persona misteriosa si trovava già lì, a tavola, assieme a tutti gli altri.
Tremava, perchè era probabile che avesse già dato la notizia a tutti quanti.
Tremava, perchè se lo avesse capito prima, se non fosse stata così impegnata ad occuparsi dei suoi problemi di identità, l'avrebbe già data lei stessa la notizia, e sarebbe stato molto meglio.
Tremava, anche mentre alzava il braccio ed impugnava la maniglia della porta della cucina. E non smise di tremare, finchè non aprì completamente la porta, e non li vide tutti lì davanti, seduti attorno al tavolo. Girati verso di lei. Che attendevano il suo arrivo.



- Buongiorno Stephanie! - la salutò Natalie, sorridente come al solito - Vieni vieni, che se non ti sbrighi i tuoi amichetti qui si fanno fuori tutti i muffin!-
Risatine imbarazzate da parte di Sunny e Sooyoung. Stephanie rimane immobile al suo posto per qualche secondo.
Sembrava tutto... anormalmente normale.
Guardò Natalie, e guardò suo padre. I loro visi erano sereni. Non provavano imbarazzo nel guardarla negli occhi. Il motivo poteva essere solo uno: non sapevano. Non ancora, almeno.
Guardò i suoi amici. Sunny e Sooyoung ridacchiavano e si sussurravano chissà quale divertente segreto. Normale.
Shindong masticava i muffin con appetito. Normale.
Leeteuk era piuttosto silenzio, e si concentrava intensamente sulla tazza di caffè che teneva sotto il naso. Strano, in effetti, ma lui era sempre stato un ragazzo misterioso. A Stephanie parve normale pure quello.
Finchè i suoi occhi non raggiunsero quelli di Taeyeon. Fu come una scossa. Come se i loro occhi avessero scatenato una strana reazione. Taeyeon spalancò gli occhi, il suo sguardo s'irrigidì in una strana smorfia, carica di esitazione e nervosismo. Le sue pupille guizzarono da una parte all'altra della stanza, come se volesse guardare qualsiasi cosa che non fossero gli occhi di Stephanie.
Taeyeon…
Non normale. Assolutamente non normale. Forse era lei…
- Allora?- la vocina di Natalie la riportò alla realtà – Emozionati per oggi?-
- Un pochino…- disse timidamente Shindong
- Io no!- replicò Sooyoung – Tanto il capo è lo zio di Sunkyu!-
- Cosa c’entra!- esclamò Sunny, visibilmente offesa – Mio zio è un professionista! Non vi prende certo solo perché siete miei amici! E poi non c’è solo lui a comandare!-
- E ci sarà sicuramente un sacco di gente…- disse Leeteuk sconsolato.
Stephanie non riusciva a seguire il discorso quasi per nulla. Quella era la giornata che aspettava da una vita, la sua unica occasione per poter realizzare il sui sogno. Ma l’emozione non raggiunse le sue membra. Erano troppo impegnate a tremare, per altri motivi.
 
 
 
Era pronti per andare. Appena furono tutti quanti lavati e vestiti, si diressero verso la porta. Stephanie stava per chiuderla alle sue spalle, ma sentì qualcosa fare resistenza.
- Ehi aspettatemi!-
Era Siwon. Stephanie strabuzzò gli occhi.
- Ma.. ma..- balbettò – Che stai facendo?-
- Vengo anche io.- disse lui, tranquillo.
- Ma… non credevo che tu fossi interessato a… ehm… non credevo di piacesse cantare!-
- Non sono molto interessato. E non mi piace cantare. Però mi hanno detto che sono bravo.-
Stephanie non poteva credere a ciò che sentiva. Ormai la sua vita era completamente formata da un unico ed infinito stato di confusione.
- Qual è il problema Steph?- le urlò Sunny, che si era già incamminata assieme agli altri – Più siamo meglio è?-
Stephanie sospirò rassegnata. Non valeva nemmeno la pena di rimanere perplessi. S’incamminò, quindi, cercando di concentrarsi sul paesaggio della California, le strade affollate, i negozi colmi di oggetti natalizi. Improvvisamente, quasi dal nulla, sentì uno strano calore alle dita. Alzò gli occhi di scatto. Siwon le aveva stretto la mano con forza e tenerezza allo stesso tempo. Non la guardò negli occhi. Continuava a camminare, fissando un punto fisso davanti a sé. Stephanie sorrise, e rispose con calore alla stretta di mano. I suoi amici erano un po’ più avanti rispetto a loro, e per un attimo la ragazza si lasciò trasportare dalla fantasia: immaginò un futuro in cui lui e lei, da soli, giravano per le strade californiane, addobbate di decorazioni natalizie, che litigano su quale regalo scegliere per i propri famigliari. Magari con un bambino al loro seguito. Un figlio. Stephanie arrossì al pensiero. Un figlio. Sarebbe stato bello, molto bello. Le sarebbe piaciuta proprio, una vita del genere…
Troppo presa da i suoi pensieri, non si accorse subito che Taeyeon aveva girato leggermente la testa, e li stava guardando. Appena i loro sguardi si incontrarono, sentì come una scossa invaderle tutto il corpo. Durò pochi secondi. E poi, Taeyeon si voltò di scatto.
 
 
Quando arrivarono, c’era già un po’ gente che si era messa in fila. Tanta, ma non troppa, dato che erano arrivati in anticipo. Il luogo dei provini si sarebbe tenuto dentro un grande edificio, i cancelli del quale dovevano ancora aprirsi. All’ingresso, ancora chiuso, era stata attaccata una grande targa bianca, con una scritta rosa : S.M. ENTERTAINMENT.
- Quando aprono?- chiese Leeteuk.
- Dovrebbero aprire i cancelli tra quindici minuti.- disse Sunny – Ma una volta dentro mi sa che dovremmo aspettare ancora.-
- Ma perchè hanno deciso di farli qui in California, i provini?-
- Mio zio non me l’ha spiegato bene. Credo avessero dei problemi, nella sede a Seul.-
Col passare dei minuti la gente aumentava. Erano tutti dei ragazzi, più o meno della loro età. Raramente si intravedeva qualcuno di più anziano. Si sedettero per terra, ed attesero. Passò mezz’ora, e i cancelli ancora non si aprivano.
- Ma quanto ci mettono?- sbuffò Sooyoung.
- Nel mondo dello spettacolo non rispettano mai l’orario.- disse Sunkyu.
- Cheppalle.- fu il commento di Shindong. – Non possiamo andare un attimo in un bar a prendere qualcosa da mangiare? Ho una fame…-
- Abbiamo appena fatto colazione!- ribatté la sorella – E comunque non possiamo lasciare il nostro posto in fila.-
- Vado io.- disse improvvisamente Taeyeon, alzandosi in piedi – Mentre venivamo ho un visto un bar, poco lontano da qui. Prendo del caffè per tutti.-
Gli altri acconsentirono. Stephanie, leggermente titubante, si alzò in piedi anche lei.
- Vengo con te!- mormorò – Non puoi prenderli tutti da sola.-
Taeyeon la fissò per un secondo, gli occhi spalancati, senza proferire parola. Per Stephanie, quell’unico attimo di esitazione le parve un secolo. Avvertiva una fortissima tensione, talmente forte da aver paura di esserne travolta.
- Ok.- disse alla fine Taeyeon. – Allora…. andiamo..-

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Capitolo 28
*** 28- ***


Erano quasi le nove e mezza, quando finalmente si udì il rumore stridulo di un cancello che si apre.
- Finalmente!- disse Sunny, alzandosi in piedi e stiracchiandosi gli arti – Non ce la facevo più ad aspettare.-
- Ma tuo zio non poteva nemmeno farci saltare la fila?- disse Sooyoung.
- Insomma, basta! Ne abbiamo già parlato! Mio zio è serissimo nel suo lavoro, e non ha certo intenzione di essere più buono con me che con altri! Figurarsi con i miei amici, poi…-
Sooyoung sbuffò, poi si alzò in piedi anche lei. Tutti quanti si diressero verso l’entrata dell’edificio, spingendo e facendosi strada tra l’enorme massa di gente che tentava di entrare.
- Ma Stephanie e Taeyeon…-
- Andiamo senza di loro. Poi si arrangeranno.-
 
 
Nessuna aveva proferito parola per tutto il tragitto. E anche in quel momento, al bancone del bar, l’unico rumore che si sentiva era lo scroscio della schiuma del latte che si mischia col caffè caldo, appena sceso da una macchinetta.
- Sono 10 dollari.- disse la biondissima barista, sorridente.
- Ecco.- Stephanie porse il denaro alla ragazza, e afferrò alcuni dei cappuccini che avevano ordinato. Taeyeon prese quelli che rimanevano.
- Grazie mille, e arrivederci.- le salutò la barista.
Una volta che la porta del bar si chiuse, ritornò un silenzio glaciale.
- Adesso lo sai proprio bene, l’inglese…- commentò, dopo qualche istante, Taeyeon.
Stephanie s’irrigidì appena la sentì parlare:- Sì.. ormai mi viene naturale…-
Calò di nuovo il silenzio. Stephanie era sempre più a disagio, e dal tono di voce di Tae, e dai suoi movimenti, poteva capire che per lei la situazione era altrettanto imbarazzante.
Doveva fare qualcosa. Doveva dire qualcosa. Ormai sentiva il bisogno di uscire da quella situazione, e trovare una propria identità. Anzi, la sua identità l’aveva già trovata: accanto a Siwon. Che sia Tiffany o Stephanie, lei aveva bisogno di lui. Siwon era la persona più importante che le fosse mai capitato di incontrare, e non voleva perderlo per nulla al mondo. Anche se Taeyeon non fosse stata d’accordo, anche se avesse dovuto litigare con lei. Taeyeon. La sua migliore amica..
- Tae…- iniziò.
Taeyeon si girò verso di lei, in ascolto. Era il momento. Basta. Non doveva avere paura della sua reazione. Non doveva importarle.
La mia migliore amica…
- Tae…- si morse un labbro, come una soffice carezza di incoraggiamento – Volevo parlarti. Di quello… quello che è successo ieri sera.-
I movimenti di Taeyeon divennero sempre più rigidi. Stephanie lo notò. Poteva percepire il disagio della sua amica.
- Ieri sera?- balbettò.
Faceva la finta tonta. Era impossibile non accorgersene.
- Tae, ti prego, non far finta di non capire.- continuò Stephanie, che stava acquisendo poco a poco sempre più coraggio .
Lo sguardo di Taeyeon trasudava di preoccupazione. Stephanie intuì che avesse temuto fino a quel momento quello scontro, che non volesse assolutamente parlarne. Ma perché, si chiedeva. Perché? Era forse così grave?
- Quindi…- sospirò Taeyeon, rassegnata - … te ne sei accorta…-
- Sì. Ti ho sentita.-
Il respiro di Taeyeon diventava sempre più affannoso. Stephanie la scrutò, visibilmente preoccupata. Non credeva che la sua relazione con Siwon potesse angosciare così tanto la sua amica.
- Io..- provò a dire Taeyeon, ma non riuscì a finire la frase. E scoppiò in lacrime.
 
 
 
Shindong cercò di farsi largo tra la folla a furia di gomitate e spintoni, ma neppure uno tipo corpulento come lui riuscì a sovrastare tutto quel caos.
- Ragazzi! RAGAZZI! Aspettatemi!-
Tutto inutile, ormai. I suoi amici erano avanti anni luce.
Begli amici pensò era così difficile aspettarmi per soli due minuti?
Sbuffò, e si rassegnò ad andare avanti da solo. Poco male, tanto si sarebbero persi di vista lo stesso, e comunque si sarebbero ritrovati all’uscita.
Finalmente riuscì ad entrare nell’edificio. Orde e orde di persone vagavano per i corridoi, leggendo i cartelli attaccati alle pareti e chiedevano indicazioni. C’era quasi più caos lì dentro che all’uscita.
Il ragazzo imboccò un corridoio, a passo indeciso. In effetti, non aveva idea del motivo per cui era venuto lì. Il sogno di diventare una celebrità era sempre stato quello di Sooyoung, di Taeyeon o di Leeteuk… ma lui, cosa c’entrava? Non era nemmeno sicuro di avere un talento speciale. Allora, perché aveva fatto quel viaggio così lungo?
Per Stephanie.
I suoi passi divennero sempre più lenti, fino a fermarsi del tutto. Stephanie.
Sì, era lei il motivo di tutto. I mesi senza di lei furono per lui uno strazio totale, ma la lunga attesa non fece che aumentarne il desiderio. L’amava. Sì, l’amava. Era sempre stato convinto di essere innamorato, ma in quel momento ne fu sicuro più che mai.
Strinse i pugni. A cosa serviva? Tanto, con lei non avrebbe mai funzionato. Credeva che lei fosse diversa da tutte le altre ragazze superficiali, che guardano solo all’aspetto fisico. Un tempo era davvero sicuro di avere delle possibilità. Ma si sbagliava. Stephanie era come tutte le altre, se non peggio. Era cambiata. Oppure era sempre stata così? Non lo sapeva. Solo di una cosa era certo: che nonostante tutto, lui era sempre innamorato. Perdutamente innamorato.
Innamorato di una stronza.
- Scusa…- disse una vocina alle sue spalle.
Si voltò. Era una ragazza dai lunghi capelli biondi.
- Scusa, sai dirmi dove si tengono le audizioni per i ballerini?-
Shindong, per tutta risposta, alzò le spalle. Non perché non sapesse la risposta, ma la ragazza parlava inglese, e lui non capiva assolutamente quello che stava dicendo.
- Capito, grazie lo stesso.- rispose lei. Ma mentre stava per andarsene, Shindong la sentì borbottare :- E come se non bastasse, non ho idea di dove siano finiti Yoona e gli altri…-
- A… aspetta…- osò il ragazzo, correndole in contro – Parli coreano? Sei coreana?-
La ragazza rimase confusa per qualche secondo, per poi annuire.
- Grazie al cielo- sospirò lui – Scusami, non volevo disturbarti. È che mi sono perso, e non so parlare inglese.. e in più scusami se non ho risposto alla tua domanda prima, ma proprio non…-
- Ok, ok, ho capito non preoccuparti.- lo interruppe la ragazza, che aveva iniziato a ridere dolcemente. Shindong arrossì, lievemente imbarazzato. Ma in fondo era sollevato di aver trovato qualcuno che lo capiva.
- Allora mi puoi aiutare a cercare dove selezionano i ballerini?-
- Certo. Anche io sto cercando proprio quello.-
Mentiva. Ma non sapeva dove andare, al momento. E poi, se la cavava nel ballo, tutto sommato. Non sarebbe stato male provare.
- Splendido!- esclamò la ragazza, sorridendo. E Shindong non potè fare a meno di pensare che era davvero carina.
Si avviarono insieme per uno dei tanti corridoi affollati.
- Mi chiamo Shindong. Piacere.-
- Piacere, Hyoyeon.-
 
 
Ormai i loro cappuccini era finiti a terra, bagnando di un bianco sporco il marciapiede. Ma Stephanie non gli diede molta importanza. E come avrebbe potuto, con Taeyeon che le stava bagnando la maglietta di lacrime salate?
- Tae…- provò a dire la rossa, ma davvero non aveva idea di come reagire. Tantissime volte aveva visto la sua amica piangere, ed aveva sempre avuto le parole giuste per consolarla. Questa volta era diverso: perché si comportava così? Che cosa l’aveva scossa così tanto? Possibile che la colpa fosse tutta sua e di Siwon? Questa faccenda le lasciava dell’amaro in bocca. Era sicura che almeno lei l’avrebbe capita.
Taeyeon. La sua migliore amica. Perché?
- Scusa… Stephanie, scusami davvero!-
- Ma… cosa stai dicendo? Non ti devi scusare…-
Tutto stava diventando piuttosto strano. Per quale motivo avrebbe dovuto scusarsi? Non era forse lei, nel torto?
- Io… è successo tutto così in fretta?-
In fretta? Ma cosa? Stephanie ormai era totalmente confusa. I discorsi non filavano. C’era qualcosa che non andava.
- In che senso Tae? Spiegati…-
- Io…- Taeyeon prese un respiro – Io.. non riuscivo a dormire. Ero scesa in salotto per prendere un bicchiere d’acqua e… bhe, c’era anche lui. Era seduto sul divano. Mi guarda e mi dice “nemmeno tu riesci a dormire eh?”. Io mi sono seduta vicino a lui e abbiamo parlato. Nulla di strano, abbiamo sempre parlato. Siamo amici da molti anni, no? Ma poi… poi lui ha iniziato a parlarmi di cose strane. E io non sapevo che fare, cosa rispondere… Finché non mi guarda negli occhi e mi bacia. Volevo staccarmi, lo volevo davvero ti giuro! Ma non l’ho fatto, non so perché non l’ho fatto. E non credevo ci avessi visti, io…-
- Taeyeon! – Stephanie la interruppe bruscamente – Taeyeon, calmati adesso! Si può sapere di chi stai parlando?-
Taeyeon si asciugò le lacrime, e guardò l’amica dritta negli occhi.
- Come di chi sto parlando?- domandò. Ora il suo sguardo era confuso tanto quanto quello della rossa.
 
Taeyeon tende le orecchie. Le è sembrato di sentire un rumore strano. Si alza dal letto, cercando di non svegliare Sooyoung che ronfa accanto a lei, apre la porta e fissa il corridoio. È tutto buio e non c’è nessuno. Probabilmente quel rumore se lo è immaginato. Ma non può farci niente. Nonostante fosse già un’adulta, la sua paura del buio e persisteva da anni. Ormai non sarebbe riuscita a dormire bene.
Chiuse la porta delicatamente e scese le scale per andare al piano di sotto. Forse bere qualcosa l’avrebbe aiutata a calmarla. Ma appena raggiunse il salotto, vide una sagoma scura seduta sul divano. Trasalì, e per poco non urlò.
- Nemmeno tu riesci a dormire eh?-
 La ragazza tirò un sospiro di sollievo.
- Leeteuk! Accidenti mi hai fatto prendere un colpo!-
Il ragazzo rise, ma piano, per non svegliare tutti gli altri che dormivano al piano superiore.
- Hai sempre avuto paura del buio, fifona che non sei altro!-
Taeyeon si sedette vicino a lui e gli diede una cuscinata amichevole sulla testa.
- Non prendermi in giro!- sbuffò, fingendosi arrabbiata
- Meno male che ci siamo stati sempre io e Stephanie a salvarti dal mondo delle tenebre..-
- Se per “mondo delle tenebre” intendi “Sunny e i suoi modi decisamente poco simpatici per farmi paura”… allora sì, siete stati due veri cavalieri.-
Si misero a ridere.
- Mi chiedo come mai non me l’abbia mai detto..-
- Chi?-
- Stephanie.-
Taeyeon smise immediatamente di ridere.
- In.. in che senso?-
- Non far finta di non sapere niente. So benissimo che gli piaccio.-
Calò un silenzio piuttosto imbarazzante. Non c’erano mai stati silenzi imbarazzanti tra di loro, e questo fece aumentare il disagio di Taeyeon.
- Come fai a saperlo?-
- E’ palese. Lo si capisce da come mi guarda.-
- Non dirglielo che lo sai.-
- Figurati.-
- E’ sempre stata molto timida con i ragazzi, probabilmente è per questo che non ti ha mai confessato quello che prova. Magari se provi a parlarle tu..-
- Non posso parlarle. Dovrebbe essere lei a parlare con me. Sarebbe molto più facile – fece una pausa – dirle di no.-
Taeyeon rimase spiazzata:- Come… no?-
- No. Non mi piace Stephanie. Non in quel modo.-
Taeyeon abbassò lo sguardo. Le dispiaceva un sacco. Per anni aveva ascoltato Stephanie parlare della sua cotta, aveva fatto il tifo per lei, e ora scoprire che Leeteuk non la ricambiava per nulla. Era triste. Eppure… perché non si sentiva triste? Voleva esserlo, ma non lo era. Improvvisamente pensò a tutti i sentimenti turbati ogni volta che Stephanie le parlava di Leeteuk, di quanto era innamorata, i suoi sogni di costruire un futuro con lui… e tutto ciò che provava, in quel momento, era uno strano, misterioso, dolce sentimento di sollievo.
I suoi pensieri furono interrotti da un contatto caldo sulla sua mano. Trasalì. Leeteuk le aveva preso la mano. Si voltò e trovò il viso del ragazzo paurosamente vicino al suo.
- Leeteuk..- mormorò, impaurita.
- Shh.- rispose secco lui.
Il bacio arrivò inaspettato. La sensazione di qualcosa di viscido avvolgerle la lingua, ancora di più. Ancora meno aspettate furono le mani di lui che prima le cingevano la vita, poi scendevano, sempre più giù. Il tintinnio di una cintura che si scioglie, la sensazione del suo corpo che diventava sempre più orizzontale, il contatto di cuscini del divano sulla sua schiena… Taeyeon non se ne rendeva nemmeno conto. La mente era totalmente annebbiata, buia e silenziosa come quella notte. Tutto ciò che riusciva a provare era quella solita sensazione di puro  sollievo.

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Capitolo 29
*** 29- ***


Correva.
Si era messa a correre, perché finalmente si era resa conto di quanta strada dovesse percorrere. Si era resa conto che, se avesse iniziato a camminare prima, ora sarebbe già arrivata al traguardo. Che se fosse stata sincera con tutti fin dall’inizio, adesso non avrebbe avuto più nessun tipo di problema.
Ma era stata ferma. E adesso era costretta a recuperare la strada persa. Correndo.
I cappuccini ormai erano finiti per terra, non c’era tempo per comprarne altri, e non le importava. Aveva lasciato indietro Taeyeon, ma anche questo non era grave: l’avrebbe rivista più tardi e le avrebbe spiegato tutto.
Adesso correva, correva per le strade di quella città della California, per vie che aveva già percorso, vedendo volare attorno a sé edifici che aveva già visto, persone che aveva già incontrato, e solo in quel momento si accorse di conoscere ogni dettaglio di quel posto.
Correva. Era stanca, aveva il fiatone, ma non poteva fermarsi. Non voleva fermarsi.
Correva, e raggiunse finalmente il suo traguardo. L’edificio della SM Entertainment.
 
 
All’interno, il caos del via-vai di gente era indescrivibile. Con tutta quella gente sarebbe stato impossibile orientarsi, quasi impossibile. E come avrebbe fatto a trovare gli altri?
Stephanie si mise a cercare, spintonando qua e là le persone, scontrandosi goffamente, ripetendo in continuazione “permesso”,”scusi”,”permesso, dovrei passare”…
Dove stava andando? Non ne aveva idea neppure lei. Sapeva solo che non poteva stare ferma, che doveva trovare gli altri il prima possibile. E… e poi?
Si fermò.
Già. E poi? Cosa avrebbe detto, poi? La verità? Sì, sì, l’avrebbe fatto! Ma… ne avrebbe avuto il coraggio? La sicurezza che aveva acquistato prima era svanita nel nulla. Non sapeva più cosa sarebbe stata in grado di fare, e cosa no. E poi, da quale verità cominciare, con tutte le bugie che aveva raccontato, tutte le faccende che aveva inventato e nascosto…
Qualcuno le prese il braccio, e la trascinò via.
- Eccoti! Maledizione, è da un’ora che ti cerchiamo!-
Stephanie doveva ancora rendersi veramente conto di quello che stava succedendo, e solo pochi istanti dopo si accorse che quello che l’aveva afferrata e che la stava tirando, correndo, per i corridoi dell’edificio, era Siwon.
Siwon. Ma certo, Siwon! Siwon poteva aiutarla.
- Siwon!- cercò di dire, col fiatone in gola per la corsa – Siwon, fermati un attimo! Ti devo dire una cosa…-
- Adesso è il momento- rispose il ragazzo senza nemmeno girarsi.
- Sì, sì è il momento invece!- cercò di gridare la rossa. Siwon non la considerò neppure, e continuò a correre. Le faceva venire i nervi quando faceva cosi! Veramente! Proprio in quel momento che si stava decidendo, proprio adesso che voleva togliersi una volta per tutte quel peso da cuore… Siwon, accidenti a te, Siwon! Da quando lo conosceva, quel ragazzo le aveva causato solo guai, problemi con sé stessa, disagi, confusioni… eppure, più andava avanti, e più capiva quanto fosse importante nella sua vita, e quanto fosse innamorata di lui.
Finalmente i due ragazzi raggiunsero la loro destinazione: una sala d’aspetto, piena di gente. Che ci facevano lì?
- Ecco!- esclamò Siwon, dirigendosi verso l’angolo della stanza. Lì ad aspettarli c’erano tutti quanti: Sunny, Sooyoung, Leeteuk… e Shindong? Dov’era Shindong?
- Dov’è Shindong?- chiese subito Stephanie, d’impatto.
- Non lo sappiamo.- rispose Leeteuk.
- Dobbiamo trovarlo. Devo parlare con tutti i voi.-
- Lascialo stare, lo cerchiamo più tardi!- la interruppe Sooyoung. Sembrava molto nervosa – Coraggio, ora devi sbrigarti!-
- No ragazzi, vi prego, è importante!-
- Oh, insomma, vuoi stare zitta e concentrarti? Devi muoverti, sei l’ultima!-
- L’ultima? L’ultima di cosa?-
Nessuno le rispose. A malapena si rese conto della mano di Sooyoung che le stringeva il polso, l’altra che le premeva la schiena e la spingeva dentro una stanza. La porta si chiuse con un tonfo. E poi gli occhi rimasero accecati da una fortissima luce bianca, e le orecchie quasi fischiarono per il silenzio improvviso che ci fu.
 
 
- Stephanie Hwang?-
Stephanie all’inizio non rispose. Non si era neppure resa conto che qualcuno l’aveva chiamata. Era ancora confuse e disorientata. Dove si trovava?
La stanza era vuota, i muri completamente bianchi, e il tutto sembrava brillare di una luce propria, piacevole ma accecante. L’unica cosa che riempiva quel vuoto era un tavolo in legno, posto esattamente al centro della sala. Seduti al tavolo, tre persone: due uomini e una donna. Dopo essersi ripresa, Stephanie riuscì finalmente a mettere a fuoco quelle figure. Tutti e tre avevano un’aria piuttosto professionale, vestiti formalmente, pettinature sobrie. Un uomo e la donna portavano gli occhiali, e sembravano avere una certa età. L’altro uomo, invece, era più giovane, sui trent’anni, ma non per questo aveva un’aria meno severa. Stephanie riconobbe immediatamente l’uomo più anziano: Lee So Man. Il fondatore della SM Entertainment. Lo zio di Sunny.
- Stephanie Hwang?- ripeté la donna – E’ lei, Stephanie Hwang?-
E Stephanie finalmente capì. Il provino! Certo! Era per quello che era venuta lì, quella mattina! Aveva talmente tanti pensieri in testa, così tante preoccupazioni, tanti progetti, che se ne era completamente dimenticata.
- S.. sì.-
- Ah, signorina Hwang, è un piacere riaverla qui con noi, sul pianeta Terra.- disse la donna, in tono decisamente antipatico. Parlava coreano – Spero che ora sia abbastanza sveglia da poterci far vedere cosa sa fare.-
A Stephanie venne improvvisamente il panico. Non aveva neppure avuto il tempo prepararsi psicologicamente.
- Dunque… vuole dirci qualcosa prima di cominciare il provino?-
La ragazza respirava affannosamente. Non si era ancora ripresa dai pensieri e dalle decisioni prese qualche attimo fa. Ed ancora il suo corpo tremava e bruciava dalla fatica della corsa precedente.
- Io… bhe..-
- E’ qui con noi?-
- Io.. s..sì! Ho studiato qui in California, e ci abito da qualche tempo. Parlo fluentemente l’ingles..-
- Ah, sentiamo la pronuncia allora! Cantaci qualcosa in inglese.-
Stephanie rimase paralizzata. L’aveva già interrotta? Aveva altre cose da dire! L’essere interrotta così bruscamente l’aveva disorientata e allo stesso tempo infastidita.
- Bhè? Cosa sta aspettando?-
- Io.. cosa dovrei cantare?- balbettò. Incredibile quanto facesse fatica a parlare.
- Quello che vuole.-
- Io.. non lo so..-
- Mi fa piacere, signorina Hwang, che lei non si sia preparata assolutamente nulla da poter presentare. E dire che questo è a tutti gli effetti un colloquio di lavoro. E in un colloquio è necessario dimostrare professionalità.-
Stephanie sentì le lacrime inumidirle gli occhi. No, non era possibile. Non stava succedendo. Aspettava quel giorno da settimane. Era il suo sogno. E stava tutto andando a puttane. Non lo accettava, no! Il momento era sbagliato, i pensieri che aveva in testa, la sua situazione.. tutto, tutto sbagliato! Avrebbe voluto gridare in faccia a quella vecchia che quello era per lei un periodo duro, che aveva mille angosce, ma che comunque era perfetta per quel lavoro, che nessuna più di lei avrebbe mostrato professionalità, se solo ne avesse avuto l’occasione.  Ma non disse nulla. Non aveva la forza, o il coraggio, o la determinazione di dire qualcosa.
- La sua motivazione mi commuove, signorina Hwang!- la donna si sistemò gli occhiali – Se vuole, può anche togliere il disturbo. Nessuno la trattiene. –
- No!- disse frettolosamente Stephanie. Doveva aver alzato la voce, perché tutte e tre le persone sussultarono sorprese. – Non voglio andarmene. Ho una canzone. Canterò.-
 
 
La sigla del film Titanic. Scontata. Quasi si vergognava di essere stata così schifosamente mainstream. Ma era la prima cosa che le era venuta in mente.
- Allora?- le domandò Sunny eccitata, appena uscì dalla stanza – Come è andata?-
Male. Malissimo.
- Bene, credo.-
Almeno era finita. In un certo senso era felice di essersi tolta quel peso dal cuore. Ma ad attenderla, c’era un altro peso da levare.
- Avete tutti fatto il provino?-
- Sì, tutti.- rispose Leeteuk – Anche Siwon.-
- Dov’è Shindong?-
- Ah, l’avevo visto quando sono andata a fare il provino di ballo.- disse Sooyoung.
- E perché non è con te, allora?-
- Non mi ha vista, credo. E non volevo disturbarlo.- poi fece sorriso furbetto – Era insieme ad una ragazza..-
- Che?- fece Leeteuk, spalancando gli occhi dalla sorpresa – Shindong con una ragazza? Non ci credo.-
- Te lo giuro, te lo giuro!- continuò Sooyoung, che ormai aveva iniziato a ridere istericamente. Anche Leeteuk iniziò a ridacchiare, incredulo. L’unica che non rideva, era Sunny. Strano. Sunny rideva sempre.
- Ragazzi!- gridò Stephanie, cercando di attirare l’attenzione di tutti. Non le importava della vita privata di Shindong. In quel momento voleva solo poter spiegare tutto ai suoi amici. – Ragazzi, dobbiamo trovare Shindong. E raggiungere Taeyeon. Ho bisogno di parlarvi, a tutti voi.-
- Stephanie… ma cosa succede? E’ da quando sei arrivata che sei stranissima.- commentò Sooyoung, un po’ infastidita che l’amica avesse interrotto il suo momento di gossip.
- Stephanie..- fece Siwon, guardandola intensamente coi suoi occhi scuri – Non vorrai…-
- Sst!- lo interruppe lei – Tu non dei fare niente. Io ho creato tutta questa situazione, ed io ho intenzione di spiegarla. E mi prendo ogni responsabilità.-
- Hai intenzione di dirlo anche a Natalie? E a tuo padre?-
- Sì, anche a loro.-
Gli occhi di Sooyoung, Leeteuk e Sunny guizzavano da una parte all’altra: prima guardavano Stephanie, poi Siwon, come stessero guardando un’intensa partita di ping-pong… senza capirci nulla delle regole, però, a giudicare dalle loro espressioni.
- Vi spiego tutto più tardi, ragazzi. Ora andiamo!-
 
 
L’edificio diventava mano a mano sempre più vuoto. Ormai tutti avevano concluso i loro provini, e si preparavano a tornare a casa. In giro c’erano persone esaltate, persone depresse, persone che si lamentavano con altre persone della severità dei giudici. Stephanie camminava a passo svelto, guardandosi intorno ansiosamente, scrutando ogni angolo di quei corridoi. Niente. Di Shindong nessuna traccia.
- Tiffany!- chiamò qualcuno a gran voce. E Stephanie quasi faticò a voltarsi. Dovette ricordarsi in poco tempo dell’altra sé stessa, e del suo secondo nome, della sua seconda identità. Finalmente si voltò e sorrise: a chiamarla era stata Joohyun, con Yoona e Kyuhyun al suo fianco. I suoi amici. Erano giorni che non li vedeva. Li raggiunse, correndo.
- Ragazzii!- Tiffany li abbracciò tutti e tre in una volta – Ma cosa ci fate qui?-
- Il provino, no?- disse Joohyun, arrossendo – Ok, è vero che avevo detto che per me era una sciocchezza. Ma poi ho pensato che potesse essere divertente.-
- Io ho avuto modo di farmi notare anche come attrice!- esclamò Yoona.
- E non sai chi abbiamo incontrato poco fa!- mormorò Kyuhyun, facendosi serio – Jessica e Yuri. E mi pare ci fosse anche Donghae. Lui e Jessica stavano sempre vicini, mano nella mano…-
Tiffany deglutì. Jessica, Yuri e Donghae.. quei nomi le riportavano alla mente dei brutti ricordi. E non era l’unica. Yoona si era improvvisamente incupita.
- Yoona..?- provò a dire Tiffany, timorosa – Yoona, come stai?-
Yoona si riscosse, e sorrise :- Sto bene. Non sono ancora tornata a casa. Ma non mi importa. Sto bene. E poi…- prese un respiro – Appena finirò gli studi, ho deciso che mi impregnerò ancora di più per raggiungere la carriera di attrice. Così potrò comprarmi una casa tutta mia, e andare avanti da sola.-
- Te l’ho già detto più volte - si intromise Joohyun – che puoi stare da me ancora tutto il tempo che vuoi. Ai miei fa piacere. Non ci dai nessun fastidio.-
Tiffany sorrise tristemente. Pensò a quella volta che Yuri le aveva concesso quei piccoli istanti di confessione. Pensò alla sua voce che le tremava, rotta da un pianto che non era mai arrivato. Di sicuro le mancava Yoona. Le voleva bene. E di sicuro si pentiva di ciò che aveva fatto. Ma quella stronza era decisamente troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Ah! E c’è anche Hyoyeon. Solo che adesso non so dove sia finita…- continuò Joohyun.
- Cosa?- esclamò Tiffany – Hyoyeon è qui?-
- Certo! Ma adesso l’ho persa di vista. Era insieme ad un ragazzo… ah, a proposito! Non la vedevo dall’ultimo giorno di scuola? Come è andato il ballo, assieme a tuo fratello? Si sono divertiti? Non sembra si sentano ancora, se lei va in giro a flirtare con altri…-
Se prima era inquieta, adesso era decisamente terrorizzata. Hyoyeon. Doveva cercare anche lei? Doveva parlarle? Per dirle cosa? Troppe cose, troppi discorsi già preparati le frullavano in testa. Non avrebbe saputo da cosa cominciare.
- Sono qui.- disse una voce alle sue spalle, riportandola alla realtà.
Si voltò di scatto, e trasalì dallo stupore. Hyoyeon. Da quanto tempo era lì?
- Ciao Tiffany.- le disse, rivolgendole uno sguardo inespressivo ed impenetrabile.
Ma la cosa che la spaventò di più non fu lei. La bionda era in compagnia di un’altra persona.
Shindong la fissava con occhi profondi, pieni di rabbia.
- Ciao..- disse con voce piatta e calma -… Tiffany.-

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Capitolo 30
*** 30- ***


L’aveva perso un’altra volta. Non le aveva nemmeno lasciato il tempo di spiegare. Semplicemente, era andato via, fuori dall’edificio, lasciando tutti quanti confusi: gli amici di Tiffany, gli amici di Stephanie.. Anche Tiffany era confusa, e lo era anche Stephanie. Ogni parte del suo corpo non sapeva più che pesci pigliare. L’unica cosa che riuscì a fare fu dire frettolosamente – Trovate Taeyeon – ai suoi amici, per poi uscire fuori anche lei. Non le avrebbe lasciato scappare di nuovo. Ora era determinata a dire tutto, e nulla l’avrebbe fermata.
Fuori iniziava a calare la sera. Il cielo era colorato di una sfumatura viola, azzurra e arancione. L’aria era fresca, finalmente anche la California iniziava ad assumere un clima adatto al mese di dicembre.
Stephanie si guardava intorno, ma di Shindong nessuna traccia. Lui non conosceva bene la città, quindi non poteva essere andato lontano. Cercò di fare mente locale, e ricordarsi tutti i posti in cui aveva portato i suoi amici in quei giorni di vacanza. Locali, bar… no. Forse Shindong in quel momento aveva solo bisogno di stare solo, di riflettere, e dubitava fosse andato in qualche pub. E poi non era mai stato il tipo che affogava i dispiaceri nell’alcol.
Rifletti! Tiffany, rifletti!
Sussultò a quel pensiero. Si era chiamata “Tiffany” anche tra sé e sé. E non aveva idea di cosa volesse dire ciò, e soprattutto se volesse dire effettivamente qualcosa.
Già, cosa voleva dire? Qual era la sua vita? Cosa avrebbe detto a Shindong? Che le dispiaceva aver mentito, che si rendeva conto che non poteva avere due identità?
No.
Lei non aveva mai avuto due identità. Era sempre stata sé stessa, e basta. Ciò che faceva Tiffany, sarebbe stata in grado di farlo anche Stephanie. E quando Stephanie prendeva una decisione, Tiffany annuiva con energia, e approvava. E se Tiffany piangeva, anche Stephanie aveva i suoi motivi per piangere ed essere triste. Ma poi trovava un modo per tirarsi su, ed essere allegra, e così anche Tiffany sarebbe stata in grado di sorridere.
Tiffany e Stephanie erano una persona sola. Letteralmente. Che sciocca decisione, quella di cambiare nome! Lei per prima voleva dare una svolta alla sua vita, cambiare, e solo in quel momento si rendeva conto che non aveva cambiato proprio niente! Se non la casa, la scuola, la compagnia… Ma non aveva mai, mai cambiato sé stessa.
Ecco cosa avrebbe detto a Shindong. Ecco cosa avrebbe detto a tutti quanti.
Si diresse verso la spiaggia. Erano stati in tante spiagge in quei giorni, ma probabilmente la scelta più logica era dirigersi verso quella più vicina. Poi l’orario era perfetto: si stava avvicinando l’ora di cena, quindi non ci sarebbe stato nessuno in giro. Il luogo perfetto per stare soli e tranquilli. Shindong era sicuramente lì.
 
 
 
Ed eccolo lì, infatti. Seduto sulla sabbia, girato di schiena, lo sguardo rivolto verso il mare, a fissare la sottile linea dell’orizzonte. Vederlo così, immobile, rigido e freddo come la pietra, le fece sparire anche solo per un attimo tutta la determinazione che aveva provato precedentemente. Fece un respiro profondo: ora era lì, era ad un passo dal levarsi quel peso dal cuore.
Si avvicinò a lui, muovendo i piedi lenti e silenziosi nella sabbia, leggere come un fantasma. Come se non volesse far rumore, come se volesse far credere al ragazzo di essere da solo, almeno fino a qualche secondo prima. Non servì a molto. Infatti, fu il ragazzo a parlare per primo, senza girarsi, come se avesse da sempre percepito la sua presenza.
- Ci hai messo poco, a trovarmi.-
Stephanie sussultò in silenzio. Non se lo aspettava. Cercò di rispondere con tutta la calma e la serietà possibile.
- E’ perché ti conosco.-
Shindong rise amaramente :- Bhe, non si può mai sapere. Anch’io credevo di conoscerti, ma adesso mi rendo conto di non sapere praticamente nulla di te. Quindi, ecco… è un errore credere di conoscere veramente qualcuno, no?-
Tiffany si morse il labbro. Sentì una gelida morsa al cuore. Come dargli torto, in fondo? Nemmeno lei conosceva sé stessa.
Non disse nulla. Si sedette semplicemente sulla sabbia, accanto al ragazzo. Lui non protestò, nonostante fosse palese che era arrabbiato con lei.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, fissando il sole che si tuffava nel mare, donandogli mille colori caldi: dal giallo, al rosso, all’arancione. Come un acquarello che si scioglie nell’acqua, e crea il più bello dei dipinti.
Stephanie ruppe il silenzio.
- E se fossi stata io a scappare? Dove mi avresti cercato?-
- Nell’armadio di casa tua.-
I due scoppiarono in una risata non troppo fragorosa. Erano ancora a disagio, e nonostante stessero parlando come avevano sempre parlato, sapevano che prima poi avrebbero dovuto toccare il punto dolente della situazione.
- Almeno..- mormorò Shindong, mente la risata gli moriva in bocca – Stephanie avrebbe fatto così.-
Stephanie deglutì. Ecco, il punto era stato toccato.
- Anche Tiffany avrebbe fatto così.- disse, il più piatto possibile.
Lo sguardo di Shindong, ancora rivolto verso l’oceano, s’indurì.
- Non saprei. Non conosco questa Tiffany.-
- Io sono Tiffany.- disse Tiffany, decisa.
Shindong ridacchiò :- Tu sei Stephanie…-
- Sì. Ma sono anche Tiffany.- ripetè ostinatamente Stephanie.
- Non puoi essere due persone.-
- Non lo sono. Sono io, e basta.-
- Di solito le persone hanno un solo nome.-
- E io ne ho due.-
- Che cazzata.-
- Sì, hai ragione. Tutto questo è solo una gran cazzata.-
Calò nuovamente il silenzio. Ormai il sole era solo un’insignificante palla arancione, che si nascondeva timido dietro la linea dell’orizzonte.
- Come l’hai scoperto?- chiese Tiffany, rompendo ancora una volta il silenzio.
- L’ho sentito. Ieri notte.-
Stephanie sbarrò gli occhi. Si era già dimenticata di quel particolare. Adesso la risposta le era piombata addosso, inaspettata, e non sapeva cosa pensare o come comportarsi.
- Quindi eri tu..-
- Già.-
- Mi dispiace.-
- Oooh, non devi. Perché devi dispiacerti? Solo perché sono innamorato di te da anni?-
Stephanie sgranò gli occhi :- Non lo sapevo.-
- E non volevo lo scoprissi così.- Shindong sospirò amareggiato – Ma in fondo non mi stupisco che tu abbia scelto quello lì al posto mio. Chiunque lo farebbe.-
-  Shin…-
- Tranquilla.-
- No davvero, fammi parlare…-
- Non ce n’è bisogno.-
- Mi dispiace.-
Non rispose.
- Mi dispiace davvero.-
- Non serve che menti.-
- Non mento, davvero…-
- Oh, ti prego! Piantala! Non credo più a nessuna tua parola. Pensavo fossi diversa, pensavo che tu fossi sincera. Per quello mi piacevi. Non per i tuoi capelli tinti, o per il tuo fisichino, o per i tuoi occhi a mandorla che diventano due deliziose fessure quando sorridi…. NO! Mi piacevi per la tua gentilezza e la tua sincerità. Ma quale sincerità! Sei superficiale, come tutti gli altri! Una superficiale che va ad innamorarsi di bellocci, insapori e senza carattere, che sono sicuro la facciano pure soffrire!-
Tiffany strinse i pugni. È vero, Siwon non l’aveva fatta soffrire più volte, ed in un certo senso, non aveva mai smesso. Eppure provò una punta di fastidio nel sentire quelle accuse contro di lei: non era superficiale, quello mai! Non era falsa. Stephanie aveva sempre voluto bene a Shindong, e di Tiffany poteva dire la stessa cosa. Sentire l’amico giudicarla in quel modo, le fece male. Molto male. Shindong non la capiva, e non aveva capito nulla della situazione.
- Non è vero…- mormorò.
- Cosa?- domando Shindong.
- Non è vero!- ripeté Stephanie, più forte – Non sono una superficiale, e non dico bugie. Se mi sono innamorata di Siwon sono solo fatti miei. Se dici queste cose, vuol dire che sei tu quello superficiale, quello che non capisce nulla!-
Shindong sorrise, un sorriso metà triste e metà divertito :- Non hai idea di quello che si prova ad essere grassi, e ad essere continuamente canzonati, ad essere a disagio con sé stessi…-
- Lo so, invece! Anche io sono stata vittima di bullismo qui.-
- Solo qui, Stephanie! Non la tua intera fottuta vita! Solo qui! E per tutti questi anni, sei stata solo incapace di guardarti intorno.-
- Anche tu, se per questo!- sibilò rabbiosamente Tiffany. Ormai la sua rabbia la stava facendo quasi ribollire.
- Io? IO? Non avevo motivo di guardarmi intorno, io! A chi vuoi che possa piacere uno come…-
- Sunny.-
Le era sfuggito. A causa della rabbia, aveva perso ogni controllo. Le uscì dalla bocca, come può uscire un respiro leggero, un’unica emissione di fiato.
Shindong rimase spiazzato per qualche istante.
- Come?- domandò il ragazzo. Aveva sentito male, pensò. Sì, aveva sicuramente sentito male.
Stephanie si mise una mano davanti alla bocca.
- Non avrei dovuto dirlo.- mormorò, in risposta.
 
 
 
Era un segreto. Stephanie era sempre stata brava a mantenere i segreti. Ecco perché, all’interno del gruppo, quasi tutti si confidavano con lei. Persino Sunny, la quale amava spettegolare soprattutto con la sua migliore amica, Sooyoung, a volte le confidava cose che non avrebbe mai condiviso con nessun altro. Come la sua cotta per Shindong. Non poteva parlarne con Sooyoung. Lei era una schiappa con i segreti, e per di più era la sorella. Avrebbe spifferato tutto subito. Andava avanti da anni, ormai. Stephanie continuava a consigliarle di dichiararsi, ma Sunkyu, ogni volta, scuoteva la testa con violenza, diventando tutta rossa. – Non ce la faccio – diceva – Ti prego Stephanie, non dirglielo mai! Non dirlo mai a nessuno.-
Stephanie promise. Ma Tiffany ruppe quella promessa per sempre.
 
 
Una volta a casa, confessare tutto quanto agli altri fu più semplice del previsto. A Tiffany tremava la voce mentre spiegava, ma nessuno dei suoi amici ebbe reazioni strane. Nemmeno Yoona, Joohyun e Kyuhyun. Certo, ne in un primo momento rimasero letteralmente a bocca aperta, ma non fecero commenti spiacevoli. Hyoyeon era la più seria. Sembrava volesse dire qualcosa, ad un certo, ma poi ingoiò ogni parola e abbassò il capo. Sooyoung e Sunny si trattennero dal ridacchiare, compresero che la situazione era seria, ma non erano arrabbiata. Taeyeon e Leeteuk (solo Tiffany lo notò, probabilmente) si presero segretamente per mano, e non commentarono. La rossa non poté fare altro che respirare di sollievo quando, una volta finito di raccontare, tutti i suoi amici dissero che andava tutto bene. Quella sera andarono al ristorante tutti assieme. La serata fu piacevole, allegra, come se non fosse successo nulla. La mattina seguente, dopo gli ultimi saluti, abbracci e lacrime, gli amici di Stephanie presero l’aereo e se ne tornarono in Corea. La vacanze natalizie stavano per giungere al termine.
 
 
 
- Sei sicura di volerlo dire tu?-
Tiffany si morse il labbro. Tremava. Però annuì.
- Non sei costretta. Posso dirlo io, se non te la senti.-
Guardò Siwon dritto negli occhi, e scosse la testa. No. Sentiva che doveva farlo lei.
- Riguarda anche me!- sospirò il ragazzo, esasperato.
- Lo so..- riuscì a dire la ragazza – Ma… sento di doverlo fare io. Credo di essere molto più coinvolta di te. Mi capisci?-
- Anche io sono coinvolto!- protestò Siwon, però abbassò subito la testa e non disse più niente. Sì, in un certo senso la capiva.
- Siwoooon! Stephanieeee! È quasi pronta la cena! Scendete!-
La voce di Natalie, proveniente dal piano di sotto, fece tremare la schiena di Tiffany ancora di più. Siwon le mise una mano sulla spalla, fissandola con sguardo fiducioso. Bastò quel gesto a darle più coraggio.
Scesero insieme le scale. Sia Natalie che il signor Hwang erano seduti sul divano, a bere il loro solito Spritz prima di cena.
- Oooh! Finalmente siete scesi! La zuppa si fredda! Ma cosa stavate facendo di sopra?-
Tiffany prese un respiro.
- Natalie… Papà… non alzatevi. Dobbiamo dirvi una cosa.-
- Ahia.-  scherzò il signor Hwang – Sono arrivati i risultati dell’esame di cinese? Sarà meglio che ti laurei in fretta, figlia mia. Non accetto nemmeno due minuti fuori corso!-
Anche Natalie scoppiò a ridere. I due ragazzi rimasero seri. I genitori non avevano ancora capitò quanto fosse pesante l’aria che aleggiava.
- Ecco…-
Si bloccò. Non riuscì a dire nient’altro.
Non ce la faccio. Non ce la faccio.
- Stephanie… - suo padre smise di sorridere. Iniziava a preoccuparsi – Ti senti bene, stai tremando. Parla! Cosa succede?-
Era sull’orlo delle lacrime. Ma non poteva piangere. Almeno non prima di essersi tolta quel peso dal cuore.
Siwon la prese per mano. Tiffany quasi sussultò. E sussultarono anche i loro genitori. Di sicuro quel gesto, così semplice e così insignificante, aveva spiazzato anche loro.
Tiffany alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi neri del fratellastro. Quegli occhi impenetrabili, che per mesi aveva continuato a fissare, sperando di poter leggere dentro di loro, sperando che le parlassero, senza mai riuscirci. Per la prima volta, riuscì a vedere cosa c’era dentro Siwon. Sì, era palese! Le diceva che era forte, che poteva farcela. La incoraggiava a farsi forza. Era quello il momento di far vedere al mondo la vera sé stessa. Tiffany, Stephanie… erano solo nomi. La vera sé stessa, era lei.
Sentì un fuoco dentro di lei, un coraggio mai provato. Respirò profondamente. Sì, poteva farcela!
Guardò di nuovo Natalie e il signor Hwang.
- Io e Siwon siamo innamorati. Da molte settimane. Vogliamo metterci insieme.-
Non si rese conto esattamente quale faccia fecero le due persone di fronte a lei. Non ricordò nessuna espressione strana, o qualche parola come risposta, ma nemmeno un silenzio imbarazzante. Tutto quello che percepì, fu una mano che, rapida, si alzò e la colpì violentemente in faccia.

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Capitolo 31
*** 31- ***


Non riusciva a muovere un muscolo. Nonostante sentisse dentro di sé anche solo un pizzico di voglia di osservare l’ambiente circostante, non ce la fece.
Il colpo le aveva fatto girare la testa, e i suoi occhi fissavano un pezzo del pavimento sotto di sé. Rimase così, gli occhi sbarrati. Sentiva la guancia bruciare, il colpo era stato abbastanza forte e doloroso, eppure non versò una sola lacrima.
Alle orecchie, le arrivavano delle voci.
- Come osi dire certe cose? COME OSI?-
-  L’hai picchiata! Non devi permetterti! Non devi permetterti di picchiarla!-
- Lasciami!-
- Sei impazzita? Come hai osato farlo?-
- Non sono io ad essere pazza! I pazzi siete voi! Pazzi! PAZZI!-
Urla di Siwon e di Natalie. Non un solo fiato pronunciato dal padre.
- Siete fratelli! Fratelli! Vi rendete conto di questo?-
- Non siamo fratelli di sangue.-
- Siamo sposati! Il nostro è un legame matrimoniale! Questo fa di voi due fratelli! Ufficialmente, Siwon! Scritto nero su bianco! Lo capisci?-
- Lo capisco, e non mi importa!-
Sentì il ragazzo respirare profondamente prima di ricominciare a parlare.
- Io la amo.-
Stavolta per Tiffany fu impossibile non alzare lo sguardo. Lo fece lentamente, ma lo fece. Siwon che teneva stretto nel pugno il polso di sua madre, lo stesso braccio che pochi secondi prima l’aveva colpita. Madre e figlio si fissavano negli occhi. Entrambi i loro sguardi erano pieni di fuoco, di odio. Quell’immagine la riempì di tristezza.
Non era quello che voleva. No. Aveva perdonato Natalie, aveva perdonato suo padre, e pregava che sua madre, da lassù, perdonasse lei. Aveva accettato quella nuova famiglia, e una famiglia non deve avere segreti. Ma  quella verità la stava distruggendo, quando lei sperava di riunirla ancora di più.
- Sei pazzo!- urlò di nuovo Natalie – Pazzo!-
- No. Tutt’altro, mamma! Non mi sono mai sentito sano di mente come adesso.-
Siwon rivolse uno sguardo a Tiffany. Lei lo sostenne. Sentiva la guancia arrossarsi, ma resistette per non massaggiarsela o fare qualcosa per alleviare il dolore. Tenne le braccia lungo i fianchi ed alzò la testa. Quella guerra doveva continuare ad essere combattuta.
Natalie si liberò dalla presa di Siwon e si voltò di scatto verso il singor Hwang.
- Di’ qualcosa!- gli gridò – Ti prego aiutami! Di’ qualcosa anche tu!-
Il signor Hwang era rimasto seduto sul divano, e fissava un punto nel pavimento, probabilmente lo stesso che stava fissando Tiffany qualche secondo prima. Non aveva detto una parola. Rimase in silenzio ancora per qualche istante, poi, finalmente, parlò.
- Hai picchiato mia figlia.-
Fu poco più di un sussurro, eppure abbastanza forte da gelare l’intera stanza. Siwon, Tiffany e Natalie aveva ora i loro occhi puntati su di lui, ognuno con i propri pensieri in testa, ma nessuno osò rompere il silenzio.
- Tesoro…- riuscì a mormorare Natalie, con la voce che stava iniziando a rompersi per colpa del pianto.
- L’hai picchiata. – finalmente lui la guardò negli occhi – Lo sai, no? Te ne sei resa conto, vero?-
Natalie si sforzava per dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono solo versi incomprensibili e i suoi occhi diventavano sempre più lucidi.
Il signor Hwang si alzò dal divano con una calma quasi innaturale
- Fai le valigie Stephanie – disse, dirigendosi verso il piano superiore, senza guardare negli occhi nessuno – Ce ne andiamo.-
 
 
Ormai i suoi capelli erano lunghissimi. Era da quando si era trasferita che non li tagliava. I suoi vecchi capelli neri stavano letteralmente ingoiando quelli rossi.
Si fissò ancora un po’ allo specchio. Poi rivolse lo sguardo alle forbici che aveva in mano.
La lotta tra capelli rossi e capelli neri. Tempo prima l’aveva paragonata alla lotta tra Stephanie e Tiffany.
Stephanie o Tiffany? Tiffany o Stephanie? Ripeteva continuamente dentro la sua testa.
Un tempo.
Con un tetro sorriso stampato sul volto, avvicinò le forbici ad una grossa ciocca di capelli. Riuscì a sentirne il metallo sfiorarle il lobo dell’orecchio. Poi, con gesto secco, tagliò.
Ciocche rosse fiammeggianti caddero, invadendo il pavimento del bagno, come fosse sangue che sgorga a fiotti da una grossa ferita.
Basta bugie, basta inutili falsità. Stephanie alzò lo sguardo verso la sua immagine riflessa. Ora aveva solo un dolce e rotondo caschetto nero come la pece, che le contornava il viso. Era come guardare una vecchia foto. Non smise un secondo di sorridere.
- Bentornata- sussurrò, senza smettere di guardarsi – Bentornata, vera me stessa.-
 
 
Quando Siwon entrò con foga nella sua stanza, Tiffany aveva appena chiuso la sua valigia. E l’armadio era vuoto.
- Di solito si bussa…- disse infastidita la ragazza. Siwon la ignorò. Non la guardò nemmeno gli occhi. Fissava, con sguardo pieno di incredulità, la valigia appena finita.
- Lo stai facendo davvero? Te ne stai andando?-
- Non ho molta scelta.- disse, cercando in tutti modi possibili di essere calma. Non le riuscì molto bene: dalla gola le uscì una voce rotta e piena di angoscia, prossima al pianto.
- Ce l’hai la scelta.- disse Siwon, stavolta alzando lo sguardo verso di lei – Se vuoi rimanere, tuo padre ti lascerebbe di sicuro e…-
Non continuò la frase. Si avvicinò a lei, le prese il viso tra le mani e le sfiorò una ciocca di capelli corvini.
- Dio mio…- mormorò – Che hai fatto?-
Tiffany sorrise tristemente : - Una scelta.-
Siwon annuì, abbassando lo sguardo :- Allora non dire che non hai scelta. Dimmelo, senza troppi giri di parole, dimmelo che te ne vai perché vuoi tornare.-
Tiffany si morse le labbra, nervosamente, poi si decise a parlare :- Non ho più molto da fare qui.-
- Come sarebbe a dire, che non hai molto da fare? Hai la scuola, hai i tuoi amici…- esitò qualche momento – Hai me!-
Tiffany lo fissò dritto negli occhi : - Natalie non approva, Siwon. E mi ha picchiata. Non posso stare qui.-
- Natalie la convincerò io. E se non la convinco, allora ce ne andremo insieme. Non c’è bisogno di tornare in Corea.-
- La Corea è la mia casa.-
- Era la tua casa.-
- È. Lo è sempre stata. Qui non mi sono mai sentita a casa.-
Non glielo aveva mai detto. Non l’aveva mai detto a nessuno. Neppure a sé stessa. Già da tempo si stava convincendo che quella sarebbe stata la sua nuova vita, ma era tutta una presa in giro. Quella vita era solo una pausa. Una pausa dalla monotonia delle sue giornate, dai compleanni passati da Sooyoung mentre sua madre era in ospedale, dalle insapori chiamate di suo padre, dal freddo e dai grigi colori di un Paese che, tuttavia, aveva un disperato bisogno di rivedere.
Siwon sbarrò gli occhi, incredulo. Non credeva a quella confessione.
- No.- disse fermamente – Non lo pensi davvero.-
- Siwon, io…-
- Sono tutte sciocchezze. Tu sei fatta così, ti piace crogiolarti nelle sciocchezze che ti crei da sola. Esattamente come la storia del nome. Sei solo una ragazzina che non sa ancora cosa vuole…-
- Hai ragione, Siwon. Ero così. Adesso non più. Ora so fare delle scelte da sola. E voglio tornare a casa mia.-
Forse tutto ciò di cui aveva bisogno era solo uno schiaffo. Uno schiaffo violento, doloroso, dritto in faccia, che lasciasse il segno, e la svegliasse dal torpore in cui aveva vissuto per mesi, per anni. Natalie aveva provveduto, con grandi risultati. Quello schiaffo l’aveva svegliata da un sonno profondo, e adesso che era giù dal letto tutto le era più chiaro: in quel posto, lei non aveva più nulla da fare. E lo stesso schiaffo che l’aveva colpita aveva svegliato anche suo padre, che da dodici anni dormiva del suo stesso sonno.
Fai le valigie Stephanie. Ce ne andiamo.
Siwon scosse con violenza la testa, come se volesse scacciare quelle parole prima che raggiungessero le sue orecchie. I suoi occhi iniziavano ad arrossarsi. Persino Tiffany si stupì. Non l’aveva mai visto piangere.
- Quindi le cazzate le hai dette solo a me, alla fine.- disse violentemente il ragazzo, la voce rotta a metà – Dicevi di amarmi, poi silenziosamente stavi prendendo le tue preziosissime scelte…-
- No, Siwon! Non ho mai detto questo!- si affrettò a replicare Tiffany.
- Adesso non cercare di dirne altre, di cazzate.-
Siwon iniziò a ridere nervosamente, probabilmente perché preferiva ridere come un idiota piuttosto che piangere davanti a lei. Tiffany lo guardava con occhi pieni di pietà.
- Siwon, cerca di capire. Io… io sento che è questo, quello che voglio.-
- E io? Ti sei mai chiesta cosa voglio, io?-
Tiffany non sapeva cosa rispondere. Siwon le era sempre sembrato un ragazzo che avesse già tutto: popolarità, fascino, intelligenza. Di cos’altro aveva bisogno?
- L’unica cosa che voglio sei tu! Tu soltanto!-
Per un attimo, Tiffany dimenticò come si respira. Non riuscì a sollevare lo sguardo. Siwon continuò:- Cosa vuoi che me freghi, a me, della scuola, di Hae, di Yuri e tutta quella gente lì… Io… io avevo tutto, eppure sentivo di non avere niente. Non mi interessavo alle ragazze, perché credevo di non averne bisogno. Ero uno stronzo. Uno stronzetto, orgoglioso, convinto di non aver bisogno di nessuno, eppure mi mancava qualcosa. Ma facevo fatica ad ammetterlo. Sentivo di essere perfetto, e se ti manca qualcosa perfetto non sei. E poi sei piombata tu, dal nulla. E…- rise ancora, e stavolta la sua risata fu ancora più straziante – e guardami adesso. Siwon, il più popolare della scuola, quello con il massimo dei voti in tutte le materie, il ragazzo perfetto, sta piangendo davanti ad una ragazza.-
Calò uno strano silenzio, rotto solamente dai singhiozzi di Siwon. Tiffany, ritta in piedi, era seriamente in difficoltà. Non sapeva cosa dire. Era convinta di conoscerlo, ormai, quel freddo ragazzo che dal nulla era diventato prima suo fratello e poi il suo fidanzato. A lui aveva confidato cose che non aveva mai confidato a nessuno, e lo stesso ha fatto lui con lei. Avevano condiviso momenti stupendi, e notti meravigliose, più di una volta. E adesso… chi era quel ragazzo seduto sul letto, col viso tra le mani e le spalle possedute da spasmi e sussulti?
La ragazza si avvicinò a lui, titubante, e gli prese le mani tra le sue.
- Non posso chiederti di venire con me.- mormorò – Devi stare qui. Tua madre ha bisogno di te. Anche leu sta perdendo una persona che ama…-
- Nessuno te lo sta chiedendo.- Siwon la guardò severamente negli occhi –Io vengo con te, e non me lo impedirai.-
 
 
 
- Partiamo domani mattina. Molto presto. Non ce lo impedirai.-
- Io… io…mi dispiace…-
- Hai picchiato mia figlia, Natalie. È molto grave.-
- Ti chiedo scusa. Chiama Stephanie, le chiedo scusa personalmente…-
- E’ tardi.-
- Ti prego, non te ne andare. Io ti amo.-
- Cosa vuoi saperne, di amare? Hai picchiato mia figlia, solo perché ama tuo figlio.-
- Sicuramente sono solo confusi. In fondo sono due ragazzi giovani, sotto lo stesso tetto…-
- Non voglio sentire scuse. Noi ce ne andremo.-
- Ti prego… se mi ami, ti prego…-
- Non ti ho mai amata. E nemmeno tu hai mai amato me.-
- No…-
- E’ tutto vero. Eravamo due persone sole. Avevamo bisogno di qualcuno con cui condividere il nostro dolore, il nostro passato. Ci siamo sposati perché eravamo disperati.-
- Condividere il dolore… non è forse amore, questo?-
- Non so cosa sia, esattamente, l’amore. So solo una cosa: amo mia figlia, la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non dovevo abbandonarla, non doveva abbandonare sua madre. Sono stato un maiale. Quando l’hai picchiata, mi sono tornate in mente le litigate con lei, le urla, io che la schiaffeggiavo… che merda, che merda di uomo. Basta mentire a noi stessi. Voglio tornare a casa, con mia figlia.-
- Falle finire la scuola, almeno…. Io non posso vivere senza di te…-
- Ripeto: io non ti amo, e tu non mi ami. Tu non vuoi che io resti qua. No, a te non frega nulla se io e Stephanie che ne andiamo. Hai paura di perdere Siwon. Siamo uguali, Natalie, anche tu ami tuo figlio, ma adesso che sai cosa prova per mia figlia hai paura che voglia abbandonarti anche lui. Per questo vuoi che restiamo qui.-
-…-
- Se Siwon vuole partire con noi, sarò più che felice di accoglierlo in casa mia.-
 
 
 
Quante volte erano caduti silenzi gelidi tra loro due? Troppe, troppe volte. Ma Tiffany non sapeva proprio come fare per romperli. Ogni volta si trovava in difficoltà.
Cosa avrebbe dovuto rispondere? Certo, sprizzava di gioia al pensiero di Siwon accanto a lei, in Corea, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa. Dopotutto, la California era la sua casa.
- La California è la tua casa…-
- Tu sei la mia casa.-
Tiffany si mordicchiò il labbro. A quanto pare, a lui non interessava nulla. Voleva solo stare con lei. Stentava a crederci. No, le sembrava tutto troppo surreale. In fondo, cos’era, lei? Una ragazza normalissima, semplice, a volte anzi decisamente troppo chiacchierona ed insopportabile. Cosa ci trovava di così speciale, in lei?
Siwon le accarezzò il viso. Tiffany erano talmente persa nei suoi pensieri, che sussultò al tocco del ragazzo.
- Sai che stai molto meglio, con i capelli tagliati così?-
Bastardo. Appena la vedeva in difficoltà, si divertiva a metterla ancora di più in imbarazzo. Che gli piacesse vederla così impacciata e così rossa in viso. Goffamente, Tiffany lo spintonò leggermente, ridendo e cercando di nascondere – senza riuscirci molto – il suo nervosismo.
- Cosa vorresti insinuare? Non ti piacevo, con i capelli rossi?-
- No.- rispose lui, con calma – Te l’ho sempre detto che li trovavo ridicoli.-
Tiffany si finse offesa, tentando di essere il più realistica possibile :- Se non ti piacciono allora puoi startene qui.-
- No. Tanto adesso non ci sono più.-
- Chi ti dice che non me li tingerò di nuovo? Magari di blu, o di arancione.-
- Allora meglio che venga con te, così sarò presente e pronto ad impedirtelo.-
- Non so se sia la decisione giusta, per te…-
Non aveva nemmeno finito di formulare la frase, che sentì qualcosa di viscido tapparle la bocca e muoversi come un pesce impazzito sotto la sua lingua.
Siwon l'aveva baciata. Dal nulla, senza preavviso. Solo per farla smettere di parlare. Come al solito.
Quel suo atteggiamento la faceva innervosire, ma stavolta non riuscì a protestare. Gli cinse il collo e lo strinse fortissimo a sé, e solo in quel momento si rese conto di quanto fosse spaventata al pensiero di perderlo. Un singhiozzo improvviso le fece esplodere il petto.
- Ehi...- sussurrò Siwon, appoggiando la sua fronte alla sua - Adesso non inizierai mica a piangere pure tu, eh?-
Inutile. Ormai non erano più solo occhi lucidi. Le lacrime stavano scendendo a fiotti, bagnando le guance come grosse cascate.
- Vieni come me...- riuscì solo a dire la ragazza, tra enormi singhiozzi
- E' quello che cerco di dirti da un'ora.- Siwon non riuscì a trattenere una risata. Che stupida, pensava. Ormai era un classico: ostinata, quando prendeva una decisione, e appena si rendeva conto di aver fatto una sciocchezza era buona solamente a piangere a disperarsi nel casino che le stessa aveva combinato. Come mai un ragazzo come lui si era innamorato di una persona così confusa, così incoerente, così irresponsabile?
- Dimentica tutto quello che ho detto prima...- continuava Tiffany - Non so cosa mi passava per la testa... vieni con me, e fanculo tutti gli altri.-
- Sì- disse Siwon in un sussurro - Sì...- La baciò di nuovo. Se non l'avesse fatto, avrebbe continuato a fartenicare. La preferiva decisamente con la bocca occupata a fare altro.
Le mise le mani coi fianchi, poi, lentamente, iniziò ad accarezzarle la schiena, sotto la maglietta.
- Natalie e mio padre sono in casa - mormorò Tiffany con voce affannata.
- Che sentano.- fu la risposta secca di Siwon.

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