With you, I'm complete

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pugno ***
Capitolo 2: *** My lullaby ***
Capitolo 3: *** Urla ***



Capitolo 1
*** Pugno ***


Pugno
 

Prompt di Irene: Nezumi/Shion: "Mi hai dato un pugno", "Te lo sei meritato".
Parole: 419

 
“Non ci credo.”
Shion tentò di mantenere un tono di voce serio, ma una nota acuta tradì il suo divertimento. “Dai, è così… improbabile! Inventatene un’altra!”
“È la pura verità.”, rispose Nezumi; il ragazzo teneva lo sguardo fisso davanti a sé e il volto era una maschera priva d’espressione. Shion non credeva che questo discorso l’avrebbe messo così in imbarazzo – forse perché innanzitutto non credeva esistesse qualcosa che Nezumi non fosse in grado di fare. E invece, a quanto pare, qualcosa c’era.
“Non so andare in biciletta.”, ammise Nezumi.
Shion non intendeva ferirlo, ma non riuscì a trattenere il riso che sfuggì dalle sue labbra. Si coprì la bocca con una mano, inutilmente, finché un dolore improvviso alla spalle sinistra lo fece sobbalzare.
“Ahi!”, esclamò lamentosamente. “Mi hai dato un pugno!”
“Te lo sei meritato.”, grugnì Nezumi.
Touché, pensò Shion, massaggiandosi la spalla. “D’accordo, scusami.”
L’atmosfera nella camera si era fatta pesante. Nezumi continuava ostinatamente ad evitare di guardarlo negli occhi, e Shion stava pensando ad un modo per riappacificarsi con il compagno. Beh, un modo effettivamente c’era, ma doveva scegliere le parole giuste, o avrebbe ferito il suo orgoglio, di nuovo. Perché Nezumi era così, terribilmente orgoglioso e riservato quando si trattava di sé stesso, e Shion avrebbe dovuto comportarsi meglio invece che ridergli in faccia quando finalmente il ragazzo aveva incominciato ad aprirsi con lui.
“Te la stai prendendo per nulla, fidati.”, cominciò timidamente. “Anch’io non ero capace, sai? Anzi, ero terribile: ho usato le rotelline fino a dieci anni.”, buttò lì. Si disse che una piccola bugia non avrebbe fatto male a nessuno, ma ancora non vi era nessuna risposta da parte dell’altro.
“Insomma, se vuoi… posso insegnarti.”, propose cautamente. Questa volta fu il turno di Nezumi di ridere, ma si trattava di una risata vuota, amara, sprezzante. “Nel caso ti fosse sfuggito, non si trovano molte biciclette fuori da No.6.”, gli ricordò.
“Non importa, ne costruiremo una.”, disse entusiasticamente Shion. La sua mente passò in rassegna i pezzi di cui avrebbe avuto bisogno, e dove avrebbe potuto trovarli nella discarica vicino alla periferia…
Nezumi scosse la testa. “E sai anche dove andare a cercare i pezzi? Hai mai costruito una bicicletta prima d’ora?”
“Beh… no.”, dovette ammettere Shion. “Ma non importa. In qualche modo ce la faremo. Forse Inukashi ci darà anche una mano.”, continuò, saltando in piedi.
“Chi, quella? Te lo puoi scordare.”, rispose Nezumi, ma Shion non l’ascoltava più, intento ad elencare a voce alta quello che occorreva e dove andare a trovarlo.

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Capitolo 2
*** My lullaby ***


My lullaby
 
 


Le prime notti dopo la sua fuga da No.6, Shion ha grandi difficoltà ad addormentarsi. Si gira e si rigira incessantemente nella brandina, con mille pensieri che gli galoppano nella mente, senza soffermarsi mai su uno di essi più di tanto per dargli forma; e quando gli sembra di essere sul punto di addormentarsi, ecco che ogni volta, puntualmente, si riscuote. Le cose non vanno meglio quando riesce finalmente a perdere conoscenza: il suo subconscio gli presenta davanti immagini tutt’altro che piacevoli, che lo fanno risvegliare con la fronte madida di sudore.
Shion ha tentato di tenere Nezumi all’oscuro della sua insonnia, fingendo che vada tutto bene; riesce a tenere in piedi questa farsa finché una notte Nezumi lo trova seduto sul letto con la testa tra le mani ed il fiatone, dopo aver avuto un orribile incubo popolato da rapimenti ed insetti mostruosi che uscivano dalla sua carne.
Da quel momento in poi, sordo alle sue proteste, Nezumi si sistema accanto a lui nella brandina e comincia a raccontare una delle sue storie - e Shion deve ammettere che Nezumi è un ottimo narratore: sono storie sulla vita fuori delle mura di No.6, della gente che ha incontrato ed aiutato, di alcuni rari, momenti di felicità che occorrono anche quando si vive nella più totale miseria; neanche una volta, però, Nezumi fa accenno ad un fatto che lo riguardi personalmente, ad eccezione di alcuni episodi che lo vedono coinvolto in maniera marginale, nonostante le insistenze di Shion.
Grazie ai racconti di Nezumi, in ogni caso, Shion riesce a rilassarsi quel tanto che basta per prendere sonno. A volte, Nezumi intona nella sua voce bassa e gentile una canzone, e Shion si lascia cullare dalle sue note: non lo dice mai ad alta voce, ma quella la considera la sua canzone, e Nezumi sembra averlo intuito in qualche modo, perché, quando le palpebre di Shion si fanno pesanti, è sempre la stessa canzone ad accompagnarlo in un sonno ristoratore privo di incubi.




 

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Capitolo 3
*** Urla ***


Urla

Prompt di Macy McLaughlin: Nezushi, ci ha pensato, Nezumi, a uccidere Shion. Un'occasione in cui ha desiderato di tentare di ucciderlo ma non ci è riuscito.
Parole: 303
 

C’era stata una volta in cui Nezumi aveva desiderato uccidere Shion. Si era detto che, in quella circostanza, sarebbe stato un mero atto di misericordia da parte sua, considerato lo stato in cui si trovava Shion. Quando si erano accorti che nella nuca di Shion risiedeva una di quelle api usate per spiare i cittadini di No.6, in procinto di risvegliarsi, Nezumi non aveva avuto altra scelta se non rimuoverla lui stesso – il che aveva voluto dire praticare una dolorosissima operazione per estrarla, con strumenti rudimentali e senza anestetico o antidolorifico per alleviare le sofferenze di Shion, nonostante Nezumi avesse tentato di essere il più delicato possibile.
Le urla di sofferenza e le suppliche di far finire tutto in fretta di Shion erano qualcosa che Nezumi non avrebbe dimenticato mai. Ed era stato in quei concitati momenti che aveva pensato di dare ascolto alle parole dell’altro ragazzo e porre fine alle sue sofferenze: non solo, ma avrebbe potuto lasciare quel mondo corrotto per un altro, si sperava, più giusto e misericordioso.
Ma aveva esitato. Aveva ricordato di come, anni prima, Shion lo aveva ospitato a casa sua e salvandogli la vita, benché non lo conoscesse nemmeno. Di come avesse sacrificato la sua posizione privilegiata per un fuggitivo. E di come Nezumi stesso non ci avesse pensato due volte prima di salvarlo dalla polizia e di portarlo fuori da No.6.
Quindi si era detto che no, non l’avrebbe fatto. Aveva rassicurato Shion e l’aveva invitato a resistere ancora un po’, mentre lentamente estraeva l’ape dalla sua carne. In quel momento aveva capito che il suo destino e quello di Shion erano inesorabilmente legati. Non era riuscito ad ucciderlo allora, quando sarebbe stata la cosa migliore per lui, e non sarebbe riuscito a farlo neanche adesso, non con quei sentimenti che ardevano nel suo petto.



 

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