L'attore e la fotografa

di FairyJuls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto iniziò con uno scatto rubato ***
Capitolo 2: *** Numeri ***
Capitolo 3: *** Un giorno pieno di SMS ***
Capitolo 4: *** Una giornata normale ***
Capitolo 5: *** Litigi ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Nuovi amici ***
Capitolo 8: *** Un ritorno a casa movimentato ***
Capitolo 9: *** Pic-nic ***
Capitolo 10: *** Messaggio senza risposta ***
Capitolo 11: *** Confessione ***
Capitolo 12: *** Una festa per la quale prepararsi ***
Capitolo 13: *** My world ***



Capitolo 1
*** Tutto iniziò con uno scatto rubato ***


Ciao a tutti!!!
E' la prima fanfiction che scrivo in questo fandom e spero che vi piaccia.
AMO Jeremy Renner e per questo ho voluto scrivere qualcosa su di lui.
 
Buona lettura e a presto!!
 
 
 
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*Click*
 
-Ma che?- il rumore dello scatto fece girare l'uomo che se ne stava tranquillo ad osservare il paesaggio dal ponticello del parco.
-Scusa. Non volevo essere inopportuna, ma volevo cogliere l'attimo...- si cercò di spiegare lei facendo spallucce con un mezzo sorriso, la reflex stretta tra le mani.
-Voi paparazzi, seguite chiunque ovunque, non avete un minimo di rispetto per la privacy altrui!- asserì lui, tutto convinto di ciò che diceva;
lei inarcò un sopracciglio mezza scioccata ma lo lasciò parlare fin che non ebbe finito.
-Mi dispiace smentirti, ma non sono un paparazzo.- scosse il capo, mentre lui, incrociando le braccia si girò in sua direzione ad ascoltare;
-Sono solo una che gira per la città con in mano una macchina fotografica a catturare momenti di tutti i giorni...- spiegò verso di lui.
Ascoltò con attenzione le parole di lei e alla fine l'unica domanda che gli venne in mente, -Quindi tu non sai chi sono io?- domanda da mille dollari,
e subito a lui venne da pensare che quella tipa che si trovava davanti fosse parecchio strana, ma la risposta che lei gli diede lo spiazzò ancora di più.
-So benissimo chi sei!- annuì lei con estrema naturalezza, -Ma poco importa. Ora come ora sei solo un uomo che ho fotografato mentre osservava pensieroso il paesaggio dal luogo che preferisco in questo parco.-
Le parole di lei lo spiazzarono completamente.
-Scusa, non volevo aggredirti.- si scusò subito lui, -Sono venuto qui per scappare dalla vita mondana e appena ho sentito lo scatto di una fotografia, mi sono innervosito.-
Lei restò ad ascoltarlo e alla fine fece spallucce con un mezzo sorriso.
-In fondo è bello che a qualcun altro piaccia questo posto, oltre che a me.- un mezzo sorriso e una frase buttata li, come se dovesse incominciare a parlare con una persona normale.
 
Erano su un ponticello di mattoni che stava sopra un fiumiciattolo che collegava due laghetti di Central Park.
Lui era poggiato con la base della schiena contro il parapetto in muratura, era vestito con un paio di jeans e una felpa con sopra un cappotto nero aperto;
era bello come lo era nei film.
Lei, una ragazza normalissima e semplice; lunghi capelli castani, occhi verde smeraldo;
quel giorno era vestita con un paio di scarpette da ginnastica, un paio di jeans e una giacca di lana grigia.
 
Si fissarono per un pò pria che uno dei due disse qualcosa di intelligente.
-Posso vedere la foto?- domandò lui, come se non volesse che quella conversazione finisse li.
Lei annuì, -Certo.- disse muovendo qualche passo in sua direzione, smacchinettando con il pollice sui tasti della reflex recuperando dalla memoria interna la foto appena scattata;
era a poco più di un passo da lui, girò la fotocamera e la allungò in sua direzione, in modo che lui potesse vedere la foto.
-Wow, è davvero bella! Sei brava...- asserì lui leggermente imbarazzato, era la prima volta che parlava con qualcuno al quale non importasse di chi fosse.
-Grazie.- lei sorrise e lui fece lo stesso, la situazione era leggermente imbarazzante, ma in fondo erano adulti e vaccinati e sapevano cavarsela, volendo...
Delle campane, in lontananza suonarono le undici, -E' tardi. devo scappare...- disse la mora spegnendo con un gesto la reflex e portandosela al petto, come a tenerla stretta a se; mosse qualche passo verso il sentiero.
-Posso sapere almeno il tuo nome?- domandò lui, alzando appena la voce per farsi sentire dalla donna che si era allontanata di qualche metro.
Sorridendo lei si girò a guardarlo, muovendo comunque dei passi all'indietro.
-Sarah.- rispose tranquilla sorridendo in sua direzione.
-Se volessi rivederti?- domandò spontaneamente il biondo attore.
-Vengo qui tutte le mattine.-
-A che ora?-
-Scoprilo.- detto ciò la mora tornò a girarsi e con un sorriso scomparve dietro l'angolo del sentiero.
 
 
 
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Ringrazio chi la leggerà e chi la seguirà man mano che i capitoli verranno pubblicati.
Spero di leggere vostre recensioni con commenti belli o brutti e anche critiche costruttive (sempre ben accette).
A presto allora!!!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

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Capitolo 2
*** Numeri ***


Eccomi con il secondo capitolo.
Sono veloce a postarli, sarà che sono parecchio ispirata dato che ieri sera sono andata a vedere per la seconda volta "Hansel e Gretel"... Quant'è bello!!
Tornando a noi... XP
Da questo capitolo ho deciso di mettere anche una foto.
Qui ho scelto questa perchè... Beh, lo capirete solo leggendo.
Quindi...
BUONA LETTURA!!!
 
 
 
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Passò una settimana e come detto Sarah passava un paio d'ore tutti i giorni a Central Park, nei pressi del ponticello.
Ma di lui non vi era traccia.
L'ottavo giorno dopo essersi visti per la prima volta, quando la mora arrivò al ponticello, rimase piacevolmente sorpresa.
-Ciao...- sorrise lei avvicinandosi al parapetto del ponticello e poggiandovisi con i gomiti.
Quando sentì la sua voce, l'attore girò il volto in sua direzione ma rimase in silenzio.
Restarono cosi per un pò, la situazione non era delle migliori e l'imbarazzo era molto, ma forse era normale cosi.
-Cominciavo quasi a pensare che non ti avrei più rivisto.- lei girò il capo verso di lui e sorrise.
-Oh, quindi ci speravi.- ribattè lui ridendo appena, girando il volto a guardarla.
-No, non è vero!- rise lei girandosi a guardare altro, sicura di essere arrossita; lui allungò il volto a guardarla in viso.
-Oh, si invece. Te lo leggo in faccia.- rise mentre continuava a cercare il suo sguardo.
Sarah si girò a guardarlo, -Non mi conosci neppure, come fai a leggermi in faccia?- domandò ridendo divertita.
Lui fece spallucce ridendo, -Cosi... Comunque non mi dispiacerebbe.-
-Cosa?-
-Conoscerti.- una confessione che la spiazzò, Sarah sgranò gli occhi osservandolo.
Lui distolse lo sguardo come se fosse imbarazzato, -Non sono il tipo giusto per te.- lei scosse il capo dondolandosi avanti e indietro sui piedi, palesemente imbarazzata.
-Come mai non saresti il tipo giusto per me? Illuminami.- rise lui osservandola con un'aria da pesce lesso.
-Sono una persona normale.- fece spallucce, -La sera non passeggio sul tappeto rosso sorridendo e facendomi fotografare. Non passo le serate tra una premiazione e l'altra.- spiegò lei sempre più imbarazzata.
-E come passi le serate? Sono curioso.- lui poggiò i gomiti sul parapetto del ponticello e poggiò il capo sulle mani fissandola con uno sguardo parecchio inquietante.
Lei girò lo sguardo ad osservarlo e scoppiò a ridere, -Mah, che ne so. Shopping, cinema, passeggiate e cose cosi...- elencò lei facendo spallucce.
-Ah, cinema. allora qualcosa in comune l'abbiamo.- asserì lui con un sorriso trentadue denti.
-Punti di vista! Io i film li guardo, non li faccio!- rise lei divertita.
Ridendo lui si rialzò con la schiena dritta, -Si, punti di vista.-
Il suo cellulare squillò e lui sorrise come per scusarsi e poi rispose.
-Pronto?... Sono fuori... In giro... Ok, ci vediamo la. Ciao.- chiuse la chiamata in un tempo record tornando poi verso di lei al parapetto.
-Scommetto che devi andare...- tirò a caso lei sorridendogli appena; lui alla sua domanda annuì senza dire nulla,
poggiò le mani sul parapetto che ormai aveva raggiunto e si stiracchiò puntando i piedi e tirando in dietro la schiena;
lei nel frattempo si era girata dando la schiena al fiumiciattolo e poggiandosi contro il parapetto con il fondo schiena.
Lui sbuffò sonoramente, -Il lavoro chiama...- asserì poi tornando dritto con la schiena e battendo a ritmo i palmi sul parapetto.
Lei annuì, -Già, devo andare anche io...- si guardò attorno.
Evitavano di guardarsi, il momento era imbarazzante per entrambi, non sapevano come salutarsi.
-Beh, allora... Ci vediamo...- si fece coraggio lui girando il volto a guardarla.
Anche lei si girò a guardare lui, -Certo...- sorrise imbarazzata, -Mi trovi qui.-
A quelle parole lui sorrise e prese poi a camminare seguendo il sentiero che lo avrebbe portato all'uscita.
-Aspetta.- lei gli corse dietro, lui non esitò a girarsi e aspettò che lei arrivasse li davanti.
Arrivata davanti a lui, Sarah estrasse dalla tasca dei jeans una penna, non disse nulla, allungò solo una mano a prendere la destra di lui e dopo aver fatto scattare la penna scrisse qualcosa sulla sua mano.
-Magari cosi farai meno fatica a trovarmi.- gli sorrise, fece spallucce e dopo essersi ficcata la penna nuovamente in tasca si diresse dalla parte opposta.
Lui la seguì con lo sguardo fin che non scomparve e solo dopo si guardò la mano.
Lei gli aveva scritto il suo numero di cellulare.
Lui sorrise e mentre riprese a camminare estrasse dalla tasca del cappotto il telefono e se lo segnò prima che quei piccoli numeri scomparissero del tutto.
 
Quella sera, Sarah, era uscita con delle amiche.
Erano sedute intorno ad un tavolo a ridere, scherzare e bere qualcosa.
Sarah rideva e scherzava e mentre stava sorseggiando la sua birra, il cellulare le vibrò in tasca.
Quando andò a leggere il messaggio, le venne da sorridere.
 
*Questo è il mio numero.
Jeremy!*

 
Sorrise ma non rispose e subito le sua amiche le si appiccicarono a chiederle chi fosse e farle il terzo grado, ma l'unica cosa che lei disse fu solo che era uno che aveva conosciuto al parco.
 
 
 
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Piaciuto? Spero di si!!
Ringrazio ovviamente chi legge e chi mi lascia recensioni DOLCISSIMEEEE!!!!!
 
P.S.- Capito perchè ho scelto questa foto? XP
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

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Capitolo 3
*** Un giorno pieno di SMS ***


Ecco il terzo capitolo.
Oggi ero ispiratissima!!
Ma come potete darmi torto, dopo tutto, con una bellezza cosi, come si può non essere ispirati!! XD
Comunque, come potrete notare, questo è un capitolo diverso,
non saranno molti i capitolo cosi, anzi, forse questo sarà il primo e l'ultimo.
Spero vi piaccia.
 
BUONA LETTURA!!!
 
 
 
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Ore 9.30

 

*Buongiorno!
Per me niente parco oggi, il lavoro mi ha rapito.
Jeremy*

 

*Giorno!
Non ti preoccupare.
Tanto oggi ci sono solo per poco.
Buon lavoro allora!
Sarah*

Ore 12.45
 

*Buon appetito!
Jeremy*

 

*Buon appetito anche a te!
Sarah*

 
Ore 20.45

 

*Ti posso rompere un pò le scatole?
E' un passatempo divertente!
Jeremy*

 

*Ahahah!!!
Ciao mister simpatia!
Certo, rompi pure, tanto non sto facendo nulla!
Sarah*

*Mister simpatia?! Mi hai messo cosi sul telefono?!
Che tipo di nulla stai facendo?
Jeremy*

 

*No, ma penso che lo farò presto!
Il tipo di nulla che ti porta a stare seduto sul divano a fare zapping.
Tu che fai?
Sarah*

*Ohoh, allora dovrò trovare come rinominarti!
Ok, fai zapping dove vuoi ma non sulla CBS.
Jeremy*

 

*E come mai non li?
Sarah*

*Perchè sono al Letterman Show.
Jeremy*

 

*Oddio!
No, voglio vedere!
Giuro che non ti prenderò in giro!
Sarah*

*D'accordo, ma dubito che non lo farai!
Jeremy*

 

 
Subito Sarah mise sulla CBS per guardare il Late Show stava cominciando dopo la pubblicità.
-Il prossimo ospite è un attore più volte candidato all'oscar. Diamo il benvenuto a Jeremy Renner.- il presentatore, lo annunciò.
L'attore entrò nella sala, accolto dagli applausi e dalle urla del pubblico, elegante nel suo completo blu scuro, camicia bianca e cravatta grigia.
Strinse la mano al presentatore e mentre si sedeva sulla poltroncina accanto alla scrivania, sganciò il bottone della giacca.
-Come stai?- chiese Letterman.
-Benissimo- rispose Jeremy sistemandosi più comodo sulla poltroncina.
-Allora Jeremy. sei stato più volte candidato all'oscar, la prima volta con "The Hurt Locker" di Kathryn Bigelow, la seconda volta con "The Town" di Ben Affleck. Quest'anno entrambi i loro film sono candidati come miglior film. In cosa differiscono, questi due grandi registi, a parte il sesso?- alla domanda di Letterman il pubblico scoppiò a ridere e cosi anche Jeremy.
-Si, sono entrambi dei grandi talenti. Ma non saprei, sono molto diversi. Ho lavorato spesso con Ben come attore, con lui c'era più dialogo, ci conoscevamo di più. Con Kathryn, in "The Hurt Locker", ci vedevamo poco, il set era enorme, a fine giornata arrivava con uno scialle in testa, con in mano degli schermi apribili a conchiglia e mi chiedeva come stavo. Invece Ben era sul set con me.- rispose lui ridendo tra una frase e l'altra.
Sarah si era messa comoda sul divano, gambe incrociate e una coperta sulle gambe.
-Al Late Show i colpi bassi sono all'ordine del giorno. Allora Jeremy, durante la pubblicità, dietro le quinte ti ho visto intento a smacchinettare con il telefono. Devo dedurre che c'è qualcuno d'interessante nella tua vita?- chiese Letterman con una risata che in quel momento a Sarah sembrò diabolica.
-Lo sai che non parlo della mia vita privata.- rispose diplomatico Jeremy mentre Sarah si stava schiacciando contro lo schienale del divano, sentendosi ovviamente presa in causa.
-Lo so, ma una piccola dritta per le tue fan potresti darla.- Letterman lo stava punzecchiando pur sapendo che Jeremy non parlava mai della sua vita privata.
-Sai come la penso, la mia vita privata riguarda solo me.- rispose ancora Jeremy e a quel punto Letterman rinunciò.
-Allora, a breve uscirà il tuo nuovo film. Hansel e Gretel, cacciatori di streghe. Raccontaci del film.- incalzò verso l'attore.
-Semplicemente è la favola tipica, ripresa quindici anni dopo. A quell'epoca non andavi in terapia dopo un trauma, diventavi un cacciatore di streghe.- rise Jeremy spiegando.
Letterman annuì ridendo, -Allora, ecco una clip tratta dal film.-
E in quel momento partì una scena del film che durò circa un minuto.
-Signore e signori, Jeremy Renner.- finita la clip Letterman lo annunciò di nuovo, entrambi si alzarono e dopo essersi stretti la mano Jeremy si girò a salutare il pubblico, e partì la pubblicità.
L'intervista a Jeremy era finita e Sarah tirò un respiro di sollievo.

 

 
Ore 22.00

 

*Odio quando mi fanno domande personali.
Jeremy*

 

*Mi sono sentita presa in causa,
è normale?
Sarah*

*Penso di si,
stavo scrivendo a te!
Jeremy*

 

*Ooh,
stai dicendo che messaggi solo con me?
Sarah*

*Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
Jeremy*

 

*Antipatico.
Sarah*

*Sei tu che mi hai nominato mister simpatia!
Domani mattina forse riesco a passare al parco.
Jeremy*

 

*Domani non ci sono.
Ho la giornata stracolma.
E purtroppo non ci sarò per un paio di giorni.
Ma venerdi ci sono!
Sarah*

*Allora a venerdi.
Jeremy*

 

* A venerdi.
Ora vado a letto,
devo alzarmi presto domani.
Buona notte Mister Simpatia.
Sarah*

*Buona notte anche a te!
Jeremy*

 
 
 
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Allora com'è? Piaciuto?
Grazie mille a chi recensisce e chi legge la storia.
Spero mi facciate sapere come trovate i capitolo.
A presto!!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

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Capitolo 4
*** Una giornata normale ***


Eccomi, super ispirata, con il capitolo numero quattro.
Spero sempre che vi piacciano i capitoli e spero che continuerete a seguirmi!

BUONA LETTURA!!
 
 
 
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Venerdì mattina.
Sarah arrivò al ponticello con  due tazze di caffè da portar via.
Una la portò alla bocca e l'altra la poggiò sul parapetto davanti all'attore che era arrivato li prima di lei.
-Divertente l'intervista dell'altra sera!- ridacchiò lei sorseggiando il suo cappuccino.
Lui si portò il caffè alla bocca e rispose solo dopo aver buttato giù qualche sorso, -Avevi detto che non avresti preso in giro.-
-Infatti non ti sto prendendo in giro!- trattenne una risata.
-Che hai fatto in questi giorni?- domandò lui con aria curiosa mentre sorseggiava il caffè.
-Nulla di che, ho girato per lavoro!- fece spallucce la mora cercando di deviare l'argomento.
Lui girò il volto a guardarla, -Ah! Allora hai un lavoro!- disse con tono finto sorpreso.
Lei si girò a guardarlo e sollevò gli occhi al cielo, -Signore e signori ecco a voi, mister simpatia! Certo che ho un lavoro!- asserì tornando a sorseggiare il cappuccino che ormai aveva finito.
-Posso chiedere di che si tratta?- domandò ora tra una risata e l'altra con un minimo di cautela.
-Sei particolarmente curioso oggi!- ridacchiò lei avvicinandosi al primo cestino a portata buttandoci dentro il bicchiere vuoto,
-Comunque...- continuò tornando verso di lui, -...sai già che lavoro faccio. La fotografa!- sorrise picchiettando la mano sul parapetto,
-Sto per aprire una galleria!- confessò infine.
Lui girò il volto verso di lei e sgranò gli occhi, -Una galleria?!- la voce leggermente stupefatta.
Lei annuì leggermente imbarazzata, -Oh si! E ci sarà anche la foto che ti ho fatto. Sempre se non ti da fastidio.- disse esitante.
-Oh, allora se ci sarò esposto anche io verrò di certo all'inaugurazione.- asserì lui con tranquillità.
-Non sei obbligato!- disse scuotendo il capo; -Ma voglio! Giuro!- rispose lui.
 
Dopo qualche attimo di imbarazzante silenzio, -Allora, rimaniamo tutta la mattina qui?- domandò lui con un mezzo sorrisetto dopo aver finito il caffè.
-Che vuoi fare? Se esci di qui sarai circondato da paparazzi ed una moltitudine di altra gente che non ti farebbe camminare per mezzo metro senza farti fermare.- ricordò lei.
Lui annuì, -Effettivamente...- ma venne subito interrotto da lei, -Aspetta, hai degli occhiali da sole?- domandò girandosi con tutto il busto verso di lui
-Certo, ma hai guardato su internet? E' pieno di mie foto con gli occhiali da sole, mi riconoscerebbero comunque.- ribattè lui;
-Uomo di poca fede, aspettami qui, torno subito.- ridacchiò lei correndo lungo il sentiero e scomparendo dietro l'angolo.
Passarono pochi minuti prima che lei tornò con una busta di plastica.
-Eccoci...- ridacchiò lei fermandosi davanti a lui che nel frattempo si era messo gli occhiali da sole,
Sarah tirò fuori dalla busta di plastica un berretto con la visiera e la scritta "I Love NY" con il cuoricino al posto della parola "love".
-Ti prego, dimmi che scherzi!- asserì lui mentre lei gli stava mettendo intorno al collo una sciarpa dai colori tipicamente americani.
-Per come sei vestito oggi va benissimo.- rispose lei divertita.
Quella mattina lui era vestito con un paio di jeans e una felpa abbastanza sportiva da poter star bene con berretto e sciarpa.
-Forse cosi non ti riconosceranno!- ridacchiò lei divertita.
Lui le fece l'eco ridacchiando in modo sarcastico, -Mi sento ridicolo!- sbuffò.
-Lo sei!- scoppiò a ridere lei cercando poi, per gentilezza di trattenere una seconda sonora risata.
 
Passarono la mattinata a girare per Manhattan tra risate e foto.
Pranzarono in un fast food e a metà pomeriggio tornarono verso il parco.
 
-Visto? Nessuno ti ha riconosciuto e hai passato una giornata normale!- asserì lei ridendo mentre lui si cavava di dosso berretto e sciarpa.
-Ok, la prossima volta mi fiderò.- rispose lui divertito, -Ah, quindi questa era una tipica giornata da persona normale?- domandò ridacchiando.
Sarah annuì, -Certo, hai sperimentato una giornata normale.- asserì passando la busta di plastica a lui che ci rimise dentro sciarpa e berretto porgendola nuovamente a lei.
-Mi farai sapere dove e quando per la galleria?- domandò lui con estrema calma.
Lei annuì prendendo la busta, -Ora vado. Ci sentiamo!- sorrise lei prendendo poi a camminare lungo il sentiero mentre lui rimase fermo sul ponticello a guardarla mentre si allontanava.
-Certo.- rispose lui.
Sarah aveva fatto almeno una decina di metri, era arrivata quasi alla curva del sentiero quando si girò verso il ponticello dove lui era ancora li a fissarla,
-Comunque eri molto elegante con quel completo blu!- un veloce occhiolino e via che riprese a camminare scomparendo dietro la fila di alberi, lasciando lui a sorridere sul ponticello.
 
Quella sera, dopo aver cenato e sistemato le ultime cose per la galleria.
 
*Domenica alle 20.
Galleria Fotografica,
Church Ave,
Brooklyn.
Sarah*

*Ci sarò.
Promesso!
Jeremy*

 
 
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GRAZIE MILLE PER LE BELLISSIME RECENSIONI!
Grazie a tutti!
spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere!!!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 5
*** Litigi ***


Chiedo scusa in partenza per quello che leggerete!
Detto questo, BUONA LETTURA!
 
 
 
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In casa sua, Sarah, nella completa agitazione si stava preparando per l'apertura della galleria.
I capelli sciolti sulle spalle, un abito nero leggermente attillato che le lasciava scoperte le spalle e la fasciava in vita e un paio di scarpe con i tacchi non troppo alti.
 
Tirata su la serranda della galleria e accese le luci, era tutto perfetto!
Gli invitati all'inaugurazione arrivarono tutti.
La serata era iniziata, mancava solo lui.
 
Sarah riusciva a districarsi tra gli invitati e a volte riusciva perfino a fermarsi a commentare le fotografie con qualcuno o a fermarsi a guardare il suoi capolavori.
La galleria era abbastanza grande, tutte le foto erano appese alle pareti, nel centro ve ne erano solo tre, quelle che preferiva;
a destra la foto di un tramonto che tingeva di arancione la baia di Long Island,
a sinistra una panchina solitaria in mezzo ad un prato ricoperto di foglie gialle ed in mezzo c'era la foto che aveva scattato a Jeremy quando si erano conosciuti.
-Bene o male non si riconosce del tutto.- disse Sarah tra se e se.
Era li, ferma ad osservare quella foto, era passata un'ora dall'orario che aveva detto a lui ed ancora lui non era arrivato; ormai iniziava a perdere la speranza.
 
Qualcuno, dietro di lei, le coprì gli occhi.
-Sorpresa.- sussurrò una voce al suo orecchio.
-Orami pensavo che non venissi più.- disse lei riconoscendolo subito.
-Te lo avevo promesso!- rispose lui togliendo le mani da davanti gli occhi di lei e posizionandosi al suo fianco osservando la foto, -Alla faccia della gigantografia.-
Sarah si girò verso di lui e scoppiò a ridere, -Ti prego, dimmi che sono quei cosi!- indicando con l'indice la faccia di lui.
Sorrisone trentadue denti da parte dell'attore, -Occhiali finti per non farmi riconoscere.- rispose sorridendo come un ebete.
Lei trattenne un'altra risata, -Ti mancano i baffi finti e il naso enorme. Oh, aspetta, prendo una matita per occhi e ti dipingo un paio di bei baffetti alla francese in faccia.- rise divertita.
-Non ti azzardare!- rispose lui girando su se stesso guardandosi attorno, -Mi fai fare un giro della galleria?- domandò poi lui.
Lei annuì e prendendolo sottobraccio come se nulla fosse ed insieme iniziarono a girare la galleria.
 
Erano solo alla prima foto quando lui, guardandosi attorno, notò una cosa abbastanza scomoda all'ingresso.
-Paparazzi.- asserì, subito Sarah guardò nella stessa direzione.
-Nel retro, subito. Vai. Me ne occupo io...- asserì spingendolo verso la porta sul retro.
Subito lui vi entrò e rimase e guardare da un minimo spiraglio che aveva lasciato aperto.
 
Sarah dopo essersi assicurata che nessuno lo avesse notato si diresse verso i paparazzi e i giornalisti che stavano affollando l'ingresso.
-Salve. Scusate, ma questa è un'inaugurazione a numero chiuso.- asserì sincera verso quel mucchio di gente.
I fotografi iniziarono comunque a girare e guardarsi attorno e i giornalisti partirono in quarta.
-L'attore Jeremy Renner è stato avvistato mentre entrava in questo locale. Dov'è? Chi è lei?- domande a manetta.
Sarah imitò una risata divertita degna di un'attrice, -Posso assicurarvi che se Jeremy Renner fosse qui lo saprei.
Questa è l'inaugurazione della mia galleria fotografica, e siccome non penso che voi non siate qui per fare un servizio su di me e sulla mia galleria, vi prego di andarvene. Grazie.-
rispose lei con la più totale calma.
I giornalisti e i paparazzi continuarono per altri minuti a starle addosso, ma alla fine se ne andarono.
Jeremy aveva visto tutto.
Sarah, appena si assicurò che tutti quei rompiscatole se ne fossero andati e si diresse subito verso la porta sul retro e da li tutto andò a catafascio.
 
-Se ne sono andati!- asserì lei tirando un sospiro di sollievo.
-Certo, e chissà che gli hai detto?- infierì lui, -Gli hai detto di conoscermi? Gli hai raccontato di noi?- era infuriato, Sarah cercò più e più volte di spiegarsi ma lui non gliene diede l'occasione.
-Pensavo fossi diversa, non credevo che anche tu cercassi solo un'altro povero cretino per fare il salto nella celebrità.- gesticolava e per fortuna nell'altra stanza non sentivano nulla.
Sarah sgranò gli occhi, cercò ancora di spiegarli che non aveva fatto nulla di tutto ciò ma lui continuava ad interromperla.
-Mi hai deluso. Addio!- disse infine lui uscendo dalla porta del magazzino per non farsi vedere.
Sarah rimase li, ferma per dei minuti interminabili.
 
Riuscì a fingere con gli ospiti e quando tutti se ne furono andati chiuse la galleria e salì in casa sua, che era proprio sopra la galleria.
Solo in quel momento, una volta stesa a letto scoppiò a piangere in modo incontrollato
 
 
 
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SCUSATEEEE!!!
Non linciatemi, giuro che sistemerò tutto.
Grazie delle recensioni, ora però scappo sennò mi uccidete!!!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 6
*** Rivelazioni ***


Sesto capitolo.
Chiedo ancora scusa per il capitolo prima,
ma non poteva essere tutto rose e fiori.
Piano piano sistemerò le cose, promesso.
 
BUONA LETTURA!!
 
 
 
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Era passata una settimana dalla serata d'inaugurazione.
Il magazine dei giornalisti che erano stati buttati fuori da Sarah uscì la domenica dopo.
Era mattina, e il gruppo di attori era in hotel.
Scarlett Johansson stava leggendo quel magazine, Jeremy le aveva raccontato tutto e quando l'attrice si imbatté in quell'articolo.
 

Jeremy Renner fugge e ci imbattiamo in una tenace fotografa!
Stavamo seguendo Jeremy Renner,
lo abbiamo seguito da Manhattan a Brooklyn fino a perderlo nei pressi di una galleria.
Credendo che fosse entrato li, senza indugio lo abbiamo seguito.
All'ingresso della galleria ci siamo imbattuti nella fotografa che ha aperto quella galleria.
Subito ha risposto che non era possibile che l'attore fosse entrato li,
e continuava a sostenerlo nonostante i nostri continui tentativi di estorcerle una confessione.
E' stato tutto inutile!
 
Abbiamo anche perso l'attore.
Ma nostri cari lettori,
lo ritroveremo!

 
Quando Scarlett lesse l'articolo, il primo impulso fu quello di voler strangolare l'amico, ma riuscì a contenersi.
Strappò la pagina, la piegò e la infilò in una busta infilandoci anche un biglietto.
Sulla busta scrisse che era urgente e che l'aveva lasciata lei.
Si vestì ed uscì dalla camera.
Infilò la busta sotto la porta della camera di Jermey, uscì dall'albergo e prese il primo taxi diretto a Brooklyn.
 
*Din Don*
Il campanello di casa di Sarah suonò.
-Arrivo.- urlacchiò dalla camera mentre camminava verso la porta e quando aprì si trovò davanti l'attrice.
-Ciao, scusa se mi presento qui, ma volevo parlarti.- Scarlett le sorrise ma Sarah era rimasta bloccata.
Scosse il capo per riprendersi, -Se sei qui da parte di quel cretino puoi dirgli che è davvero da persona immatura mandare avanti l'amica.- rispose Sarah.
Scarlett fece di no con il capo, -Concordo sul fatto che sia un cretino, ma non mi manda lui.- alle sue parole Sarah sospirò e si spostò dalla porta, -Entra pure allora.- la invitò.
Si sedettero sul divano del salotto, -Mi dispiace! Mi ha raccontato tutto, so come vi siete conosciuti e di quando vi siete incontrati. E so anche come ti ha trattata la settimana scorsa.- incominciò l'attrice; Sarah fece un sorriso appena accennato sbattendo un pò più veloce le palpebre per far asciugare le lacrime che stavano minacciando di rigarle il volto,
-Non so che ti ha detto lui, ma sicuramente non rispecchia sicuramente quello che è successo.- fece spallucce.
-Stamattina ho letto l'articolo che hanno scritto.- cercò di rassicurarla l'attrice, -Quando lo leggerà si renderà conto di essere un cretino di prima categoria.-
Sarah sorrise appena, -Beato lui che ha qualcuno con cui parlare, io non posso dire nulla con le mie amiche.- sbuffò,
-Ma non fa nulla, per lui sono solo un passatempo per distrarlo dalla sua perfetta vita da attore super ricercato.-
Scarlett sorrise e scosse il capo, -Sarah, te lo dico ma non te l'ho detto. Tu hai conosciuto il Jeremy vero, quello che non deve fare la bella faccia davanti alle telecamere, quello che non deve sempre per forza sorridere perchè è sotto i riflettori... Se con te sorride, è perchè sei tu a farlo sorridere.- il tono dell'attrice era dolce e sincero.
-Se quello che dici è vero, allora perchè non mi ha fatto spiegare domenica scorsa. Si è infuriato e se ne è andato sbattendo la porta.- fece spallucce abbassando lo sguardo.
-Ha fatto cosi perchè le donne che ha frequentato fino ad ora si sono comportate cosi, lo hanno usato fino a diventare famose e poi lo hanno smollato come una pezza da piedi.- spiegò Scarlett sorridendo alla donna, -Sarah, quanti anni hai?- le domandò in confidenza l'attrice.
Lei ascoltò le parole di Scarlett e alla sua domanda sospirò appena,
-Vent'otto.- rispose, -Jeremy ne ha quarantadue, e in vita sua è rimasto scottato molte volte. Ne porta ancora i segni, emotivi, s'intende.- continuò Scarlett.
-Sarò sincera con te. Mi piace, a chi non piacerebbe. E' affascinante e bello, simpatico, divertente e stupido.- sorrise pensando all'attore,
-Non mi è mai passato in mente si usarlo per arrivare al successo, sinceramente a me non interessa il successo!- spiegò Sarah.
-Sei dolce.- l'attrice le sorrise, -E lui è stato un cretino a trattarti cosi. Gliela farò pagare a vita!- asserì Scarlett.
 
Parlando e parlando ormai si era fatta l'ora di pranzo.
 
-Ora devo scappare, ho un'intervista.- si alzò in piedi e cosi anche Sarah,
-E' stato un piacere conoscerti e spero di rivederti presto, in momenti migliori.- Scarlett sorrise e dopo essersi salutate come grandi amiche, Sarah accompagnò l'attrice alla porta e la richiuse.
Il pomeriggio Sarah lo passò in casa tra un film e l'altro, la sera invece scese alla galleria lasciando il cellulare in casa.
 
Jeremy rimase in camera sua tutto il giorno, e solo alla sera si accorse della lettera, solo perchè ricevette un messaggio di Scarlett che lo informava della stessa.
Lesse l'articolo e il bigliettino che l'attrice aveva messo nella busta, un biglietto che recitava: "Sei un cretino!"
Subito l'attore prese il telefono, cercò il numero di Sarah in rubrica e fece partire la chiamata.
Nessuna risposta.
Andò avanti a chiamarla in continuazione ma niente.
Infine le scrisse un messaggio e tornò a letto, ripromettendosi che il giorno seguente sarebbe andato da lei.
 
Quando Sarah tornò in casa il flash del cellulare si spegneva ed accendeva, segno che era arrivato qualcosa.
Prese il cellulare e trovò 30 chiamate senza risposta e un messaggio.
 
*Ti prego rispondi.
Devo parlarti!
Jeremy*
 
Letto il messaggio, spense il cellulare e se ne andò a letto.
 
 
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
 
 
Vi avevo promesso che avrei sistemato tutto.
Spero vi sia piaciuta!!
Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa FanFiction.
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 7
*** Nuovi amici ***


Capitolo sette e anche qui so che mi vorrete uccidere...
Ma vi prego, ricordatevi che vi piace la mia fanfiction
e che se mi uccidete non potrò finirla!!
 
BUONA LETTURA!!!
 
 
 
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La sera prima Sarah aveva ignorato sia il messaggio che le chiamate di lui.
Non aveva voglia di sentirlo.
 
Quella mattina, dopo essersi svegliata e preparata, la mora decise di fare un salto al parco.
Sbuffò uscendo di casa, quasi convinta che andando la, lui si sarebbe presentato.
Era pronta ad affrontarlo e se fosse stato necessario anche a mollargli uno schiaffo.
Stava camminando lungo il marciapiede e quando arrivò sulle strisce per attraversare quella macchina non si fermò.
 
I lampeggianti dell'ambulanza e della polizia stavano lampeggiando quando la macchina di Jeremy si fermò davanti la galleria,
Scarlett gli aveva detto che Sarah abitava sopra di essa.
In un primo momento lui ignorò la confusione e la gente che si era radunata attorno al luogo dell'incidente;
stava per suonare il campanello quando una coppia di anziane gli passò accanto, senza volere sentì quello di cui parlavano,
- Povera ragazza, aveva appena inaugurato la sua galleria. Speriamo che si riprenda.- a quelle parole, l'attore corse verso la folla e facendosi strada a spintoni tra i curiosi,
la scena che gli si aprì davanti non era delle più felici.
Una macchina ferma e un uomo che parlava con la polizia,
il parabrezza e il cofano della macchina erano sporchi di spruzzi di sangue e sulla barella che i paramedici stavano caricando in ambulanza c'era lei.
-Agente.- urlò l'attore che indossava berretto e occhiali da sole per evitare di essere riconosciuto.
Uno degli agenti che controllava il perimetro si avvicinò, -Si?- domandò cortese.
-In che ospedale la portano? La conosco e vorrei raggiungerla in ospedale.- si spiegò l'attore.
-Al Presbyterian Hospital.- rispose cordiale l'agente, appena saputo l'attore corse verso la macchina e raggiunse di corsa l'ospedale.
 
Jeremy riuscì a non farsi riconoscere, rimase tutto il tempo in sala d'aspetto mentre lei era in sala operatoria e quando la portarono in camera i medici lo lasciarono entrare.
 
Passarono un paio d'ore prima che Sarah si risvegliasse dopo l'intervento.
Aveva la flebo al braccio destro, un paio di punti in fronte con un cerotto, il polso destro e la caviglia sinistra fasciati,
e un cerotto con fasciatura all'addome per via dell'intervento che aveva subito alla milza.
E ovviamente qualche livido qui e la.
Il monitor dell'elettrocardiogramma emetteva i suoi tipici suoni seguendo il battito cardiaco.
 
Aprì gli occhi molto lentamente mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Lui era seduto sulla poltroncina accanto al letto e quando sentì il suo mugolio si alzò in piedi avvicinandosi al letto.
-Ciao.- sussurrò lui cercando di sorriderle.
-Che...ci... fai qui?- domandò lei a fatica dopo aver deglutito un paio di volte.
Lui fece spallucce, prese un bicchiere con dell'acqua e glielo porse,
Sarah lo prese con la mano sinistra e lo portò alla bocca sorseggiandone il contenuto per poi ridarlo a lui che lo rimise sul tavolino accanto al letto.
-Stavo venendo da te e ho visto l'ambulanza.- spiegò lui, tirò la poltrona al lato del letto e si sedette.
-Volevo andare al parco...- deglutì lei a fatica, -...ero convinta di trovarti li...- sospirò, -...ero pronta a prenderti a schiaffi.- un lieve accenno di sorriso.
Lui sorrise di rimando, -Avresti fatto bene.- asserì lui divertito, -Mi dispiace! Non dovevo prendermela cosi, dovevo lasciarti spiegare.- abbassò lo sguardo sinceramente dispiaciuto.
-Sei qui ora... Vorrà pur dire qualcosa...- sorrise appena, lui rialzò lo sguardo e sorrise di rimando,
-Devi riposare, io rimarrò qui nel caso avessi bisogno.- asserì lui facendole segno di mettersi a dormire unendo i palmi delle mani e poggiandoli sulla guancia.
Lei sorrise e poco dopo si addormentò.
 
Quando Sarah si risvegliò dopo un tempo indeterminato, fuori dalla finestra c'era buio e sul tavolino in fondo ai piedi del letto vi era un enorme vaso piano di rose rosse,
e sulla poltroncina accanto al letto Jeremy era sparito per far spazio a Piper, una della più vecchie amiche di Sarah.
Piper era una ragazza di vent'otto anni come Sarah, aveva i capelli lunghi mossi e gli occhi verdi come l'amica.
Si conoscevano da una vita ed erano cresciute insieme.
-Hey, che ci fai qui?- domandò la mora dal letto dell'ospedale.
-Hey!- si girò la rossa che stava leggendo una rivista, -Come ti senti? Mi hai fatto prendere un colpo.- asserì sorridendo all'amica.
Solo in quel momento Sarah si accorse delle rose, -E quelle chi le ha portate?- domandò Sarah sgranando appena gli occhi.
Piper si allungò a prendere il bigliettino che vi era in mezzo e lo porse all'amica,
-Non lo so, un minuto prima non c'erano, sono andata in bagno e si erano materializzate li in tutto il loro splendore. Chi le manda?- spiegò e domandò curiosa.
Con un pò di fatica Sarah aprì la bustina e lesse il biglietto, sorrise e guardò l'amica, -Solo un amico...- rispose lei evasiva.
Piper tornò a sedersi. Le due iniziarono a chiacchierare, ma Sarah non lasciò mai andare il bigliettino, lo tenne sempre in mano.
 
"Sono dovuto scappare per un impegno,
torno a trovarti domani.
                                         Guarisci presto che ci aspetta il nostro ponticello.
                                            E poi devi ancora farmi fare un giro in galleria.
                                                                                                  Scusa ancora!
                                                                                                           Jeremy"
 
 
 
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Allora? Da 1 a 10 quanto mi volete uccidere??
<< Sorrisone trentadue denti. >>
Voletemi bene!!! XDD
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

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Capitolo 8
*** Un ritorno a casa movimentato ***


Capitolo 8!
Ho pensato tutto il week end a come fare questo capitolo,
ho buttato giù vari appunti ed eccolo che alla fine è nato!
 
BUONA LETTURA!!!
 
 
 
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Le settimane passavano, Sarah si riprendeva e Jeremy andava a trovarla ogni volta che poteva, stando sempre ben attento a non farsi riconoscere.
Un mese dopo aver avuto l'incidente, Piper accompagnò Sarah a casa.
Erano sul divano a chiacchierare.
-Sono in missione per conto dei tuoi!- asserì la rossa.
-Ci avrei giurato.- rispose Sarah, -Ma puoi dirgli che a casa non ci torno. Non voglio fare parte di quel mondo.- continuò la mora.
-Lo sanno, ma vogliono starti accanto.- continuò l'amica.
-Ci penserò.- annuì Sarah, il cellulare vibrò in tasca e sorridendo andò a tirarlo fuori.
-Capito, spasimante segreto. Vado a preparare qualcosa da mangiare.- Piper si alzò scuotendo il capo con una risatina.
 
*Come si sta a casa propria?
E' meglio dell'ospedale?
Jeremy*

*Sicuramente meglio che la dentro.
Quando vieni a vedere la galleria?
Sarah*

*Anche ora se vuoi,
sono nei paraggi!
Jeremy*

*Perfetto.
Ti aspetto.
Sarah*

 
-Scendo! Voglio andare a controllare la galleria.- Sarah si alzò a fatica dal divano.
-E' inutile cercare di fermarti.- rispose urlacchiando Piper dalla cucina.
 
Quando Sarah scese di casa, appoggiato al muro accanto la porta della galleria c'era un Jeremy con berretto e occhiali da sole.
-Preferisco il berretto con scritto "I love NY".- ridacchiò lei avvicinandosi con estrema tranquillità alla porta, vi infilò la chiave nella toppa e fece scattare la serratura.
-Wow.- asserì lui entrando e togliendosi gli occhiali iniziò a guardarsi attorno, -Non smetterò mai di chiederti scusa per quella sera.- disse girandosi verso di lei.
Un passo dietro l'altro, le braccia incrociate mentre affiancava l'attore, alzando lo sguardo e sorridendo.
-E' tutto passato...- fece spallucce sorridendo in direzione di lui.
Un piede avanti e la caviglia finì per cederle facendola cadere in avanti, e sarebbe anche finita dritta a terra se non fosse stato per Jeremy,
che con dei riflessi velocissimi, allungò le mani in avanti e la sorresse prima che potesse cadere.
-Forse è meglio che torni in casa, devi riposarti.- asserì lui, le sua mani attorno ai fianchi di lei e le mani di della mora sul petto di lui.
Erano pericolosamente vicini, il primo pensiero di entrambi era che si fossero fatti un pò più avanti con il volto, forse...
 
-Sarah, il pranzo è pronto.- la voce di Piper ruppe l'atmosfera.
Fu veloce il gesto che li fece allontanare.
-Arrivo.- rispose Sarah, restando con lo sguardo fisso in quello di lui.
I passi della rossa si stavano avvicinando.
-Ciao, scusa. E' colpa mia se ha fatto tardi.- Jeremy si levò il berretto e con uno dei suoi migliori sorrisi porse la mano destra a presentarsi.
Quando Piper lo vide rimase di stucco, la bocca spalancata allungando la mano a stringere quella di lui.
-Tu...tu.... tu sei...- la rossa non riusciva a parlare.
-Si. Emh... Piper lui è Jeremy. Jeremy, lei è Piper, una mia amica d'infanzia.-  li presentò Sarah con estremo imbarazzo.
-Lo... lo... lo spasimante segreto?- domandò Piper rischiando l'infarto.
-Piper... Ma ti pare?- Sarah sembrò scioccata, -Adesso arrivo a mangiare...- disse verso l'amica.
La rossa annuì e si diresse verso l'uscita salendo poi in casa, quando Piper fu fuori dalla loro portata scoppiarono entrambi in una sonora risata.
-Per la cronaca, sei l'unica che non ha reagito cosi.- disse lui avvicinandosi lentamente alla porta per uscire.
Lei camminava accanto a lui, verso la porta. -Mi dispiace, non eri obbligato a farti vedere.- rispose lei.
-L'ultima volta che mi hai messo nel retro è andata malissimo. Poi non succederà chissà cosa, spero.- ridacchiò lui, lo sguardo fisso in quello verde di lei.
-La terrò d'occhio! Promesso.- sorrise lei.
-Ti lascio andare a mangiare... E riposati.- sorrise lui, avvicinando il volto a quello di li, dandole un bacio sulla guancia, -A presto.- sorrise poi uscendo.
Sarah rimase li, imbambolata a fissarlo mentre scompariva nella macchina.
 
-Sei una grandissima ipocrita.- le urlò contro Piper quando Sarah tornò in casa.
-Che ho fatto?- domandò sconvolta.
-Non voglio far parte del mondo dei miei...- le fece eco l'amica, -E poi ti vedi con un attore?- domandò infine.
Sarah fece spallucce.
-Sarah, lui fa parte dello stesso mondo dal quale sei scappata!- urlò ancora Piper contro l'amcia.
 
 
 
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E' ancora presto per farli baciare definitivamente,
quindi un bacio sulla guancia può andare, per ora...
Spero vivamente vi sia piaciuta.
Ringrazio come sempre chi recensisce, chi legge e chi segue la storia.
Spero di non farvi aspettare molto per il prossimo capitolo!!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 9
*** Pic-nic ***


Super ispirata anche se ci ho messo un pò per iniziarlo.
Spero vi piaccia, come sempre ovvio.
BUONA LETTURA!!
 
 
 
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-Chi era?- domandò la rossa dal divano mettendo in muto la televisione.
-Era una chiamata di lavoro.- rispose Sarah entrando in salotto.
-Che volevano?- domandò di rimando l'amica.
-Vogliono che porti la mia galleria a Los Angeles.- rispose la mora con sguardo stranito.
-C'è lo zampino dei tuoi?- inarco un sopracciglio la rossa osservando l'amica.
-Credo di si, ma resta il fatto che sarebbe una grossa opportunità.- asserì Sara sedendosi sul divano.
 
Erano passati un paio di giorni da quando si erano visti alla galleria.
Era mattina e dopo aver ricevuto la chiamata per la galleria, Sarah, decise di andare a fare due passi, fece in tempo a fare qualche isolato prima di controllare il cellulare.
E fortuna che lo guardò, c'era un messaggio.
 
*Dove sei?
Jeremy*

*Sono su Nassau Ave.
Perchè?
Sarah*

*Ferma li, vengo a prenderti!
Jeremy*
 
Sorrise al messaggio e si sedette sui gradini di una palazzina restando ad aspettare.
Passarono una decina di minuti prima di sentire il rombo di una moto.
Subito, la mora, pensò che non potesse essere lui, ma quando quella moto si fermò davanti a lei inarcò le sopracciglia.
Lui si tolse il casco integrale  e sfoderò un sorriso trentadue denti.
-Se pensi che salirò su quell'affare puoi togliertelo da quella tua testolina malata.- asserì lei sicura.
-Eddai, cosi mi smonti.- rise lui.
-Succede.- fece spallucce lei, -Ma comunque li non ci salgo.- annuì.
Lui inclinò il capo di lato, -Ti fidi di me?- domandò verso di lei allungandole la mano sinistra.
Sarah sbuffò alzandosi in piedi, afferrò la mano di lui con la sua mano sinistra e si avvicinò, -Si, mi fido.- rispose.
-Non ti succederà nulla.- sorrise lui.
Lei sbuffò ancora ma alla fine cedette, salì sulla moto dietro di lui e si allacciò il casco che le aveva dato in mano.
-Tieniti.- asserì lui prima di infilarsi il casco integrale.
Sarah lo circondò con le braccia poggiando poi il volto contro le spalle di lui mentre partiva.
Si da piccola aveva paura di salire in moto.
 
Viaggiarono per un paio d'ore, fino ad arrivare alla baia di Long Island.
Sarah, dopo un pò, riuscì ad alzare il volto per guardare il paesaggio, il sole che si rifletteva sulla baia, le spiagge e i prati.
Si fermarono in una zona deserta.
Si tolsero il casco, scesero dalla moto e lui la mise sul cavalletto.
-Ti piace?- le domandò subito una volta che la vide osservare meravigliata il paesaggio.
-E' favoloso.- asserì lei rimanendo imbambolata a guardare la bellezza di quel panorama.
Lui sorrise e dopo aver assicurato i caschi alla moto l'affiancò,
-Vieni, ho organizzato una cosa...- sorrise e portò la mano sinistra dietro la schiena di lei prima di indirizzarla verso un sentiero in mezzo al prato.
Seguì il sentiero fino alla curva, e poco prima di girare lui la fermò posandole le mani sulle spalle.
-Aspetta.- asserì lui posizionando le mani sugli occhi di lei, -Bene, ora avanza lentamente.- la dirigeva con la voce.
-Eccoci.- annunciò poco dopo.
Quando Sarah riaprì gli occhi si ritrovò davanti ad uno spiazzo di prato in mezzo agli alberi, da un lato,
per circa due o tre metri gli alberi scomparivano per lasciar posto alla vista della spiaggia e dell'oceano.
Sul prato una tovaglia da pic-nic già stesa e un cestino pronto per loro.
-Wow...- solo questo riuscì a dire la mora che subito si girò a guardarlo.
Lui sorrise e si guardò attorno soddisfatto per poi abbassare lo sguardo a guardarla negli occhi,
-Hai fatto molto per me. Non mi hai trattato come fanno tutti, mi hai trattato come una persona normale.- sorrise facendo spallucce,
-Questo è solo un piccolo ringraziamento. Una volta mi hai fatto passare una giornata normale all'interno della città. Oggi la giornata normale la facciamo lontano da tutti.- sorrise lui.
Lei annuì, ma non riuscì a dire nulla di più.
 
Si sistemarono sulla tovaglia e ridendo e scherzando tirarono fuori tutto quello che vi era nel cestino.
Pranzarono e giocarono come bambini, rincorrendosi sulla spiaggia e nascondendosi dietro gli alberi.
 
Erano stesi sulla tovaglia, stavano guardando il cielo che iniziava a tingersi di rosso per il tramonto.
-Vorrei stare qui per sempre.- asserì lei con un sospiro.
Lui sorrise, -Potremmo farlo.- disse girando il volto verso di lei, -Sarebbe complicato, ma non impossibile.- rifletté lui.
-Tu hai il tuo lavoro, e io il mio...- sospirò lei, -...stamattina mi hanno proposto di portare la galleria a Los Angeles e di espanderla.- buttò li la notizia, prima o poi doveva dirglielo.
Lui si alzò a sedere e si girò a guardarla, -Ma è favoloso.- la sua voce era davvero felice.
-Lo so. E' un sogno che si realizza. Ma se accettassi...- era difficile da mandare giù la cosa,
-...se accettassi vorrebbe dover dire addio ai nostri caffè al parco e le giornate normali.- asserì lei, sedendosi a sua volta a gambe incrociate tenendo lo sguardo basso.
Lui rise appena, si avvicinò a lei e le circondò le spalle con il braccio destro,
-Hey, dovresti sapere che non abito a New York.- disse lui con estrema calma e tranquillità,
-Abito a Los Angeles, sono qui per interviste e roba di lavoro, ma a breve tornerò a casa pure io.- disse sorridendole.
Lei girò il volto verso di lui a guardarlo, -E' vero... Lo avevo scordato.- sorrise appena.
Lui avvicinò il volto a quello di lei, avvicinando le labbra al suo orecchio, -Quindi direi che questa opportunità è arrivata al momento giusto.- le sussurrò all'orecchio.
Lei sorrise ed annuì, -Giusto.-
-E poi una volta la, potremo uscire senza tanti problemi di chi ci vede o no. Li sono abituati a vedere attori per strada.- ridacchiò lui.
Sarah scoppiò a ridere e poi l'idea di tornare a casa dai suoi non l'attirava più di tanto, -Dovrò tornare a casa dei miei...- alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-Oddio, sono cosi terribili i tuoi?- domandò lui curioso, il suo braccio era sempre dietro la schiena di lei.
-Terribili no, ma loro sono... Famosi. e hanno sempre voluto che io seguissi le loro orme. Solo negli ultimi anni hanno accettato la mia carriera da fotografa, solo perchè inizio a farmi strada.- rispose lei.
-Come si chiamano i tuoi, li conosco?- domandò lui, il tono sempre curioso.
-Conosci mio padre. Ma ho paura che dicendotelo, cambierai idea su di me.- asserì lei stringendosi nelle spalle.
Lui sorrise alle parole della mora, e le diede una leggera spallata.
-Tu mi hai trattato da persona normale, e sei riuscita a conoscermi in modo diverso dagli altri; prometto che farò la stessa cosa.- la rassicurò lui,
-E poi io conosco la vera Sarah, o no?- domandò sorridendole.
Lei annuì, -Mio padre è...- sospirò, -Brad Bird.- disse il nome del padre tutto d'un fiato e strinse gli occhi come se dovesse succedere il finimondo.
-Brad? Wow, capisco il senso di oppressione ma non devi preoccuparti. E' la persona più buona del mondo.- sorrise lui,
-Allora tu sei la figlia di cui tanto parlava sul set. Beh, sappi che ti adora!- la rassicurò lui.
-Grazie.- sorrise lei girandosi a guardarlo.
-Di che?- domandò lui inarcando un sopracciglio.
-Di tutto.- rispose lei con estrema sincerità.
 
 
 
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Mi dispiace, ancora nessun bacio.
Ma almeno ora sappiamo chi è il padre di Sarah.
E' vero, Brad Bird non ha figlie femmine, ma per la storia mi serviva qualcuno di famoso e ho pescato lui (con l'aiuto di Pippi91)
Piano piano le cose vengono a galla.
Al prossimo capitolo con nuove rivelazioni!
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 10
*** Messaggio senza risposta ***


Scusate l'assenza, ma finalmente sono riuscita a continuare la FF ed a scrivere il nuovo capitolo.
BUONA LETTURA!!
 
 
 
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Non era facile sapere di aver lasciato tutti gli amici a New York, ma Los Angeles voleva dire una nuova vita, una nuova galleria e forse un qualsivoglia futuro con Jeremy.
Sarah era tornata a casa, pranzato con i suoi e stava sistemando le cose nella depandance  (spero di averlo scritto bene. NdA) quando la suoneria dei messaggi la fece voltare verso il comodino dove poggiava il cellulare.
 
*Ho saputo che sei a L.A.
Ti va di vederci per un caffè?
Scarlett*
*Certo.
Sarah*
*Al Cafè Du Monde.
In centro.
A dopo.
Scarlett*
*A dopo.
Sarah*
 
Con un sorriso divertito Sarah si preparò al volo e subito corse verso il centro della città, sfrecciando per le strade sul taxi che aveva fermato fuori casa.
 
Scarlet era già li ad aspettarla, davanti al cafè con un bellissimo tubino nero.
-Ciao, come va?- domandò l'attrice alla fotografa, -Io sto benissimo, tu?- rispose e domandò in risposta lei.
Dopo i vari convenevoli entrarono nel cafè e sorridendo e chiacchierando iniziarono a gustarsi un delizioso cappuccino tra una chiacchiera e l'altra.
-Ho saputo che Jeremy ti ha preparato una sorpresa a Long Island qualche giorno fa...-  disse Scarlett con un sorrisone di complicità, Sarah annuì e ridacchiò appena, -Si, è stato bellissimo, mi sono divertita un mondo, e lui è stato dolcissimo.- anche Sarah sorrise complice.
Scarlett sorrise osservando Sarah in volto, -Ti piace molto... Si vede lontano un miglio.- ridacchiò e di conseguenza Sarah si portò le mani al volto rendendosi conto di essere arrossita.
 
Chiacchierarono ancora un pò, e dopo aver finito le loro consumazioni decisero di fare due passi.
Ma ancora non sapevano che sarebbe stata una pessima idea.
 
Stavano camminando, una accanto all'altra, nel frattempo chiacchieravano e ridevano.
Stavano ancora camminando quando, passando davanti ad uno dei ristoranti più rinomati di Los Angeles uscì dalla porta d'ingresso una donna bionda, ben vestita e che se la tirava un bel pò, subito Scarlett la guardò malissimo. -Che c'è, hai una faccia.- chiese Sarah alternando lo sguardo tra Scarlett e la bionda, -E' l'ex di Jeremy.- rispose subito l'attrice e di conseguenza senza neanche rendersene conto anche Sarah la stava guardando male; ma il peggio arrivò per entrambe quando videro chi usci dal ristorante dopo di lei. Si, era proprio lui, Jeremy.
-Ma che cazz...- Scarlett prese a camminare verso di lui, ma Sarah non riusciva a muovere un passo.
La bionda vide l'attrice e subito fece una faccia disgustata e quando Jeremy vide Scarlett era troppo tardi, oramai gli era addosso, o pressappoco. -Ma che ci fai con lei?- domandò l'attrice, -Tesoro, non credo siano affari tuoi.- disse la bionda che ricevette un'occhiataccia da Scarlett, ma quando tornò a guardare Jeremy lui aveva lo sguardo nel vuoto.
Sarah era ferma a qualche passo, con lo sguardo fisso su Jeremy. -Ecco, appunto.- sussurrò Scarlett alternando lo sguardo tra i due che si stavano fissando.
-Sarah...- sussurrò Jeremy muovendo un passo verso la fotografa e di conseguenza lei mosse lo stesso passo indietro, deglutì e diniegò con il capo.
Subito si girò fermando un taxi, vi sali e fece partire il tassista a tutto gas. -Sarah aspetta.- urlò Jeremy dietro il taxi, sospirò quando vide che il taxi non si fermava e si girò verso Scarlett.
-Che ci facevate qui?- chiese lui verso l'amica, -Ci siamo viste a prendere un caffè e stavamo facendo una passeggiata. Piuttosto tu che ci facevi con questa?- domandò di rimando, -Le ho portato della sue cose che erano a casa mia, sai benissimo che non voglio stare con lei.- rispose lui.
Stavano parlando della bionda come se lei non ci fosse, più, ed in breve anche lei se ne andò stizzita.
-Torna a casa, scrivile e vedi che si sistemerà tutto.- disse Scarlett fermando a sua volta un taxi e scomparendo tra le vie della città.
Jeremy tornò alla sua villa sospirando e calciando un sassolino. Non gli faceva piacere quello che era successo.
Tornato a casa camminava su e giù per il salotto, con il cellulare nella mano, e pensando a cosa scrivere, ed una volta scritto il messaggio continuò a camminare avanti e indietro aspettando una risposta.
 
Sarah tornò a casa e sbattendo tutte le porte che le si paravano davanti arrivò fino alla sua depandance.
Fece in tempo a farsi un rilassante bagno caldo e mentre era immersa nella vasca le arrivò il messaggio; lo lesse, più e più volte, ma non rispose. Ripose il cellulare sul tavolino accanto alla vasca e continuò a godersi il suo bagno cercando di svuotare la testa, e successivamente andò a letto, lasciando il messaggio senza risposta.
 
*Vorrei vederti, vorrei spiegarti.
Non è come puoi credere.
Ti prego, lasciami spiegare.
Jeremy*


 
 
 
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Chiedo ancora SUPER scusa per la lunga assenza,
ma ho avuto problemi a casa e purtroppo non ho avuto tempo di mettermi a scrivere.
Ma l'importante che ora il capitolo sia arrivato.
Spero vi sia piaciuto.
Fatemi sapere.
 
Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 11
*** Confessione ***


Scusate lalunga assenza, ma ho avuto problemi di studio e di salute.
Eccovi un capitolo molto atteso.

Buona lettura...



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I messaggi che Jeremy mandò a Sarah durate tutta la notte e la mattinata seguente erano continui.
Continue richieste di vedersi e di lasciarlo spiegare.
 
Era ormai mezzogiorno quando un ulteriore messaggio arrivò al cellulare di Sarah.
 
*Sto venendo li.
Tu non mi rispondi e dobbiamo parlare.
Quindi sto venendo li.
Jeremy*
 
-Cosa?- la voce di Sarah risuonò nella depandance che ormai era stata del  tutto arredata e sistemata.
 
*No, a casa mia no.
Vediamoci al Liberty Park.
Sarah*
 
Inviato il messaggio la mora uscì di casa e si diresse lungo la strada per raggiungere il parco che distava poco da casa sua.
 
Il parco era deserto e siccome doveva aspettare, Sarah andò a sedersi su una delle altalene dondolandosi leggermente avanti e indietro.
Immersa nei suoi pensieri non sentì il rombo della moto dell'attore, una volta parcheggiato il mezzo, il biondo si diresse verso la mora con un sorriso incerto.
-Ciao.- disse pacato sedendosi sull'altalena accanto a quella della donna.
-Ciao.- rispose lei deglutendo.
-Immagino che hai pensato ieri, ma lascia che ti spie...- stava dicendo lui prima che lei lo interrompesse
alzandosi in piedi e fermandosi qualche passo davanti a lui lasciando l'altalena dove era seduta fino a poco fa dondolare e cigolare vuota,
-Guarda, non mi interessa ciò che fai nel tempo libero, non sono la tua fidanzata, non mi devi dire quello che fai, dove vai o con chi ti vedi...- disse lei tutto d'un fiato deglutendo alla fine.
Jeremy restò in silenzio ad ascoltarla, quando lei ebbe finito lui si alzò e mosse un paio di passi verso di lei stando in silenzio e diminuendo la distanza a meno di un metro,
-Se la pensi davvero cosi, allora perchè hai gli occhi rossi e ieri sei scappata come una pazza gelosa?- domandò lui pacato con un mezzo sorriso.
-Davvero ancora non lo hai capito?- domandò lei sospirando, sapendo che ormai era tardi per nascondere le cose. Lui scosse la testa con un sorriso
-Forse lo so, ma voglio esserne sicuro.- rispose tornando in silenzio.
Lei fece un altro passo indietro. Sospirò e si inumidì le labbra con la lingua.
-Santo cielo. MI PIACI. E' ovvio che ci sono rimasta di merda vedendoti con quella ieri. Si, va bene? Mi piaci, non so da quanto va avanti la cosa, e si, sono stata zitta, perchè tu sei tu e io non sono nessuno, ma tu mi piaci e non posso farci nulla. E ti prego, ti supplico, ora non seguirmi...-
disse tutto d'un fiato rimettendoci anche una lacrimuccia che le scese sulla guancia, e una volta finito di parlare prese a correre scomparendo ben presto dietro una villetta.
Jeremy rimase interdetto dallo sfogo e dalla confessione della ragazza, le sue parole le erano entrate nel cuore, ma fece come lei le aveva chiesto, non la seguì.
Rimase a bocca aperta per qualche istante fin che lei non era più a portata di vista e richiudendo la bocca tornò sulla sua moto ornando a casa.
 
Tornata a casa Sarah si chiuse nella sua depandance e restò li tutta la sera,
Jeremy invece rientrò a casa ancora stordito.
Si sedette sul divano osservando il cellulare poggiato sul tavolino davanti a lui,
lo guardò come se fosse intenzionato a prenderlo e farci qualcosa,
ma dopo mezz'ora passata ad osservarlo si alzò e si andò a fare una doccia senza più prendere in mano l'aggeggio elettronico.
 
 
 
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Allora?
Piaciuto?
Spero non vogliate uccidermi!!!

Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 12
*** Una festa per la quale prepararsi ***


So di essere stata MOLTO assente, ma tra lavoro e vita privata ho avuto proprio poco tempo.
Siamo alla fine, il prossimo capitolo è l'ultimo. Godetevi questo penultimo.

Buona lettura...




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-Mi hai rotto le palle.- Scarlett è a casa di Jeremy dopo che ha saputo da Sarah che lui non si è fatto sentire per dei giorni. -Ma che vuoi..- lui era scocciato della presenza dell'amica,
-Allora, da quando la conosci mi hai fatto una testa enorme perchè ti piaceva uscire con lei ed adesso che lei ti ha detto in faccia che le piaci sparisci?- il ragionamento fila,
poi è sempre meglio non contraddire le donne -Sei un uomo senza palle.- aggiunge poi lei scuotendo il capo con lui che la fulmina con lo sguardo.
 
Le ore passano e i due hanno un interessate scambio di opinioni su quello che gli uomini pensano il che comprende anche una svariata serie di parolacce da lei a lui poco gentili e dolci.
 
-La settimana prossima a casa mia da una festa. In maschera. Tu vieni. Senza storie.- gli dice lei mentre si alza in piedi e recupera la borsa per andare via.
-Ci sarà anche lei?- la domanda di lui esce direttamente senza passare dal cervello.
-Certo che si. E come te è stata obbligata.- il sorriso spavaldo che si fa largo sul volto dell'attrice è spettacolare e riesce a contagiare l'amico e farlo sorridere.
 
Jeremy si trovava obbligato ad andare a quella festa, con poca voglia uscì a Beverly Hills a fare compere,
doveva prendere un abito particolare perchè Scarlett aveva pure imposto all'amico un colore particolare.
 
*Rosso sangue.
Ecco come dovrai essere vestito.
Sulla Hills Boulevard c'è un negozio di abiti,
ti aspettano in settimana per provare gli abiti,
ne hanno già una selezione del colore scelto.
SENZA STORIE.
Scarlett*
 
-Dio quanto odio quella donna.- si disse lui tra se e se mentre rileggeva il messaggio dirigendosi a piedi verso il negozio d'abiti indicatogli.
Il negozio era enorme, quando entrò nel negozio rimase basito dalla quantità di abiti e colori che vi erano. -Mister Renner.- il commesso sui quarantacinque anni
si avvicinava e l'attore lo iniziò a fissare stranito. -Ci avevano avvisato del suo arrivo, mi segua che le mostro gli abiti selezionati per lei.- disse l'uomo facendo cenno l'ungo il corridoio facendo strada.
Con un lieve cenno del capo e lo sguardo attonito l'attore seguì l'uomo lungo il corridoio fino ad un salone pieno di piedistalli davanti a degli specchi,
manichini vestiti ed abiti appesi a stampelle e porta abiti a rotelle.
 
Ci mise mezza giornata a provarli tutti, ma quello che scelse alla fine era perfetto.
Camicia nera slacciata sul davanti, panciotto rosso sangue e giacca nera cosi come i pantaloni.
Per sorpresa del biondino l'uomo del negozio arrivò poco dopo con una scatola porgendogliela. Il biglietto sulla scatola riportava una semplice frase.
"E' una festa in maschera." infatti dentro la scatola il biondo trova una maschera a metà faccia, in stile fantasma dell'opera, solo di colore uguale al panciotto, rosso sangue.
 
L'attrice amica di entrambi quando ci si mette è davvero perfida.
 
A pochi giorni dalla festa in maschera un pacco arrivò tramite corriere privato a Sarah, direttamente in depandance. Nella busta un bigliettino.
"Lo ho visto e ti ho pensato, spero di aver azzeccato la misura. Ci vediamo alla festa. O meglio, non ci vediamo alla festa." con sotto la firma di Scarlett.
Dentro la scatola un lungo e seducente abito nero a fascia, senza spalline e con una scollatura a cuore, il corpetto semirigido,
il tutto nero che sfuma in rosso scendendo lungo le gambe e diventando di un rosso sangue intenso al bordo inferiore.
Non era uno di quegli abiti gonfi e pomposi, era semplice e liscio, cadeva sulle forme di donna della mora che una volta indossato se ne innamorò.
C'era anche una maschera a spicchio di luna che le prendeva il viso incorniciandolo quasi, nascondendo entrambi gli occhi e le labbra
una maschera nera con sfumature rosse sempre più accentuate sulle punte dello spicchio della luna.
 
Se solo entrambi avessero saputo cosa girava nella mente di Scarlett...
 
 
 
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Don't kill me...

Un abbraccio
Fairy Photograph

 

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Capitolo 13
*** My world ***


Scusate la lunga assenza ma ho avuto grossi problemi tra famiglia, salute e lavoro, e solo stasera ho trovato tempo ed ispirazione per scrivere questo capitolo.
Spero vi piaccia!!

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-Vorrei che ci onorassi con una delle tue performance al pianoforte.- asserì l’attrice prendendo sottobraccio l’amico che era appena arrivato, già pronto e vestito di tutto punto, con tanto di maschera.
-Ma che? Non hai chiamato qualcuno a suonare?- domandò lui sgranando gli occhi da sotto la maschera, -Si, ma deve pur fare una pausa, e tu sei eccezionale a suonare il pianoforte.- stava provando ad adularlo
mentre lui cercava con lo sguardo tra le persone presenti. -Non ti dirò se è arrivata a meno che tu non mi dici di si per suonare.- ed ecco il ricatto. -Sei bastarda.- sbuffò lui -Una ricattatrice bastarda.- annuì lui sospirando,
-Suonerò.- annuì ancora, -Quando?- domandò rassegnato, -Adesso.- asserì lei prendendolo sottobraccio e portandolo verso il piano posizionato nel salone pieno di gente in abito vistoso e maschera.
-Scarlett…-disse lui semplicemente lasciandosi trascinare dall’amica e collega verso il grosso pianoforte a coda bianco dove lei con un gesto mandò via l’uomo seduto li dicendogli semplicemente, -Fai una pausa.-.
Letteralmente lo spinse a sedere sullo sgabello davanti i tasti bianchi e neri, lei aveva un gran sorriso e lo guardò divertita. -Tu suona.- disse con un ampio sorriso divertito, -Santo cielo, ti ho imposto un colore,
sarà pure un indizio, o no?- gli disse facendogli un veloce occhiolino e lanciandogli un sorriso tranquillo mentre si allontanava dal pianoforte lasciandolo solo in metto alla sala, tra il baito delle persone che parlavano e qualcuno che lo fissava in attesa.
 
Sarah era arrivata da poco, Scarlet l’aveva salutata e l’aveva invitata a fare un giro, bere qualcosa e rilassarsi godendosi la serata.
 
Jeremy sospirò ed iniziò a guardarsi attorno dopo che il piccolo indizio dell’amica gli arrivò al cervello. Faceva girare gli occhi a cercare qualcuno, o meglio, qualcuna, con un abito dello stesso colore del suo panciotto.
Intravide qualcosa, come un fruscio dietro ad altre persone, la coda di un abito, una chioma di capelli castani semi raccolti il cui viso era nascosto da una maschera, una maschera color rosso sangue. -Eccola.- l’aveva beccata, ora poteva suonare.
Si sgranchì le dita facendosele scrocchiare e le poggiò sui tasti, muovendo i piedi sui pedali (O come si chiamano. NdA) e facendo letteralmente danzare le dita sui tasti bianchi e neri.
Lo sguardo si alternava tra le proprie mani e la donna che aveva puntato, che si fermò a guardare in direzione del piano quando la musica riprese a riempire l’aria.
-Leaves are Falling in the summertime…- lui iniziò a cantare, lo sguardo altalenante tra lei e le mani che danzano sul piano.  -…and the days and nights… feel the same...- Sarah non si fece strada verso di lui,
ma rimase ferma, immobile, bloccata ad ascoltarlo e guardarlo.
-I'm looking for the mask to hide behind… So then how'd you go and rain on this parade…- lo sguardo di lui che si intrecciava con quello di lei ogni volta che lui alzava lo sguardo dal piano.
-…and I guess there's nothing more that I can say.-  le persone nella stanza ormai erano silenzione, impazienti di sentire quella canzone originale e bella.
Scarlett si avvicinò a Sarah con un sorriso poggiandole una mano sulla schiena, avvicinando il viso a quello di lei per andare ad avvicinare le labbra all’orecchio della donna in rosso,
-Bravo vero?- domandò lei a bassa voce con un sorriso, mentre la mora in rosso annuì e basta alla domanda dell’attrice, -Inutile dirti chi è, dovresti riconoscerlo.- disse con un sorriso l’attrice che se ne andò poco dopo
dando due pacche sulle spalle della mora che rimaneva, imperterrita, a fissare l’uomo al piano.
-So why'd you leave my world, when you turned your back and left me far behind saved me from the front line…- Era una specie di ritornello,
ma le parole erano come piccole frecciatine che la mora incassava restando a fissarlo. -…and when you walked out I couldn't let you know, that I can let go can let go.- la musica andò abbassandosi fin che non cessò del tutto.
Tutti applaudirono mentre l’artista si alzava e dopo aver fatto un veloce ed imbarazzato inchino si diresse verso un punto imprecisato della sala infilandosi tra le vetrate che danno sul giardino della casa.
 
-Seguilo.- la voce dell’attrice arriva all’orecchio della mora come se fosse una vocina dentro la sua testa oppure come il diavoletto sulla spalla che litiga con l’angioletto sulla spalla opposta.
 
Un sospiro ed un passo dietro l’altro portano la mora verso il giardino sul retro della villa.
-Bella canzone.- asserì una volta mosso un passo all’esterno. Lui, in giacca e cravatta con tanto di maschera era appoggiato al parapetto a metà della scala che scende in giardino.
Lo sguardo di lui passò dal vuoto scuro del giardino alla figura contro luce della donna che stava li in alto ad osservarlo, non disse nulla, un flebile sorriso sbuffato mentre tornando dritto con la schiena si diresse su per le scale,
affiancandola e girandosi verso di lei. -Breve ma intensa.- disse lei con un sorriso, riguardo alla canzone. Prima di tutto si tolse la maschera andando a lasciarla cadere a terra.
Ancora una volta lui non rispose, ma nel suo silenzio si mosse, andando a fare una cosa che spiazzò entrambi, come se i suoi muscoli agissero da soli a fargli fare ciò che avrebbe dovuto fare già da tempo.
Allungo le mani verso di lei, con la sinistra le afferrò il fianco destro, portando la mano sulla sua schiena e tirandola a se in modo sicuro e deciso,
mentre la mano destra si alzò andando a toglierle la maschera per mollarla a terra cosi come la sua e tornando con la stessa mano a prenderla dietro il collo per avvicinarla di più a se mentre si avvicinava a lei con il viso.
Centimetro dopo centimetro avvicinava il volto a quello di lei fin che le loro labbra finalmente si sfiorarono prima per poi toccarsi del tutto andando a suggellare un bacio che forse doveva nascere prima di quel momento.
 
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Qui trovate il nostro amato Jeremy Renner che canta la canzone che ho messo nel capitolo,
è una canzone scritta da lui stesso. C'è da dire che canta e suona in modo ECCEZIONALE!
LINK
...
Sarà l'ultimo capitolo?

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