Tra la realtà e la finzione

di keepAsecret_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A's message ***
Capitolo 2: *** What is? ***
Capitolo 3: *** Bitch -A ***
Capitolo 4: *** "rat" me out! ***
Capitolo 5: *** Diamoci un tAglio ***
Capitolo 6: *** "la cosa di Lucy" ***
Capitolo 7: *** 214 ***
Capitolo 8: *** StAlle ***
Capitolo 9: *** Are you "A"?! I think not... ***
Capitolo 10: *** veritA' ***
Capitolo 11: *** Robert? ***
Capitolo 12: *** Andrew! ***
Capitolo 13: *** La festa ***
Capitolo 14: *** Where is she?! ***
Capitolo 15: *** Red CoAt ***
Capitolo 16: *** HSE4 ***
Capitolo 17: *** Violet (?) ***
Capitolo 18: *** Violet! ***
Capitolo 19: *** Mai dire ***
Capitolo 20: *** Dead ***
Capitolo 21: *** Sangue ***
Capitolo 22: *** Pre-party ***
Capitolo 23: *** Halloween pArty ***
Capitolo 24: *** Lucy... ***
Capitolo 25: *** Be careful Liars... ***
Capitolo 26: *** Tour de Force ***
Capitolo 27: *** Casinò=casino ***



Capitolo 1
*** A's message ***


Ashley’s pov
 
Erano davvero tante, troppe, quelle valigie. Specialmente il trolley blu di plastica mi rotolava continuamente sulle scarpe. Stavo camminando nell’aeroporto di Los Angeles piena di trolley, valigione, valigine e beauty case, come avevo promesso all’emittente sconosciuto del messaggio che mi era arrivato quella mattina: “Mezza mattinata aeroporto di L.A. (porta più valigie possibili)   –T” ignoravo ancora chi fosse “-T”, ma recitare in Pretty Little Liars mi aveva insegnato a non sottovalutare gli SMS misteriosi. 
Bene, mi ero persa! Mentre stavo cercando di capire dai cartelloni blu in quale gate mi trovassi sentii delle mani gelide, che profumavano di borotalco e miele, coprirmi gli occhi. Quell’odore mi era familiare ma non riuscivo a ricordare il perché e dove l’avessi sentito in passato:
-Chi sono?- mi domandò alle mie spalle una voce appositamente nasale e resa irriconoscibile, io alzai le mani in segno di resa e sentii le mani staccarsi dal mio viso. Appena fui libera mi voltai e rimasi scioccata:
-Troian!- le saltai al collo abbracciandola e rimanemmo così attaccate per un tempo che mi sembrò infinito mentre i viaggiatori ci sfrecciavano accanto. La mia grande amica ricambiò la stretta e poi si passò l’indice davanti alle labbra come vedevamo fare Lucy nella sigla di PLL.
-Sorpresa!- esclamò felice mentre si dondolava sulle scarpe nere che indossava e si tormentava una ciocca dei bellissimi capelli:
-Wow Troi! E tu che ci fai qua! Che piacere rivederti!
-Sono qui perché…- non finì la frase perché una figura minuta sbucò da dietro un distributore di patatine:
-Perché ricominciano le riprese di PLL!- Troian s’imbronciò:
-Lucy! Hai rovinato l’effetto sorpresa...
-Come?
-Esatto, ricominciano le riprese!
-Shay! Aspetta un attimo… perché tutte voi lo sapevate e io no?- la cosa cominciava a insospettirmi e così mi volli togliere la curiosità, ma a rispondermi non fu una delle altre Liars, ma Ian, il nostro Ezra, che sbucò da dietro il distributore:
-Marlene non era riuscita a contattarti così Troian ha avuto l’idea di farti una sorpresa- mi girai e la ragazza mi sorrise poi la sorpresi a fissare quel distributore di patatine: non è che doveva spuntare ancora qualcun altro? Sentii del rumore e poi vidi uscire un po’ impacciato Tyler. Mi porti le mani al viso e contenendo l’emozione gli saltai al collo. Mentre avevo la guancia appoggiata sul suo petto sentivo che il suo cuore batteva all’impazzata e che il braccio destro mi cingeva la schiena in modo molto protettivo.
-Ash…- mormorò con la voce rotta dall’emozione e il naso tuffato nei miei capelli biondi, poi sorrise ironico:
-I tuoi capelli sanno di vaniglia, ti sei fatta lo shampoo in un muffin?- scherzò e io gli diedi un buffetto affettuoso sulla testa, Tyler mi mise una mano sotto le ginocchia e mi sollevò:
-Mi sei mancata bellissima.
-Anche tu capellone.
-Che carini!- mormorò Lucy con gli occhi a cuoricino.
-Secondo me sono fidanzati.- insinuò Troian fantasticando.
-State insieme, vero?- chiese Shay sorridendo con le mani sui fianchi e io, sempre abbracciata a Tyler risposi:
-Nah, certo che no stupidi!- poi lo guardai, scoppiai a ridere come una matta e continuai
-anche se lo amo!- gli diedi un bacio con la punta delle labbra sulle sue, come ormai eravamo abituati a fare. Tutti scoppiarono a ridere e anche io e Tyler quando sentimmo tutti i nostri cellulari squillare all’unisono.
All’inizio raggelammo pensando al peggio, poi ricordammo di essere nella realtà:
-Sarà Marlene!- esclamò Shay ma dal tono sicuro della sua voce capimmo che più che altro cercava di convincere se stessa.
-Io però non ho ricevuto niente!- Ian alzò le spalle e ci mostrò sconsolato il suo cellulare
“0 MESSAGGI IN ARRIVO”. Neanche Tyler aveva ricevuto niente. Io, Shay, Lucy e Troian sollevammo il cellulare e sentii un brivido attraversarmi la schiena. Con voce teatrale Troian lesse: “Carini, carini, carini… avete finito ora? Vi ricordo che i morti non si baciano. Bentornate stronzette  -A”
Dovevo avere uno sguardo atterrito perché Tyler apprensivo chiese:
-Che c’era in quel messaggio Ashley?- gli porsi il telefono:
-Che vuol dire Ty?- senza accorgermene cominciai a tremare e lui mi abbracciò:
-No Ashley… tranquilla piccola, sarà lo scherzo di un idiota!-
Volevo tanto crederci.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** What is? ***


Shay’s pov
 
Appena lessi quel messaggio scoppiai a ridere e infilando il cellulare nella borsetta Michael Kors esclamai:
-Bene, molto, molto divertente, chi è stato?-  mi piaceva essere sempre così diretta così nascondevo la mia reale insicurezza. Ashley scoppiò a ridere e guardò Tyler con quegli stupendi occhi azzurri che le invidiavo tanto:
-Secondo me è stato Ty, sei stato tu vero?- lui scosse la testa un po’ confuso di essere accusato di quello scherzo e alzò le mani in segno di innocenza.
-Sicuro?
-Non sono stato io!
-Ian?
-Non guardate me.- in effetti era davvero buffo accusare di qualcosa quel simpaticone in bermuda vestito da “mister campeggiatore!”.
-Sarà qualche fan che si vuole divertire ragazze! Facciamolo divertire pure.- Lucy ci sorrise con quella faccia da Biancaneve e ci convinse con un solo sguardo innocente. Era questo il potere di Lucy: l’ingenuità. Non era la più bella di noi certamente, ma con quello sguardo ingenuo e da cucciolo bastonato riusciva a trasmettere tranquillità.
-il jet privato di Marlene ci aspetta, è quello rosso sulla pista numero sei. A momenti dobbiamo partire, meglio che andiamo.
-Mancano ancora Sasha e Janel…- fece notare a tutti Ashley guardandosi intorno alla ricerca delle nostre amiche.
-Sasha ha l’influenza, Marlene mi ha avvisato che ci raggiungerà la settimana prossima con i suoi genitori.- ci disse Lucy stringendosi nel suo impermeabile rosa a fiorellini.
-Janel?
-Possiamo fare a meno di lei…- commentò acida Lucy, infatti come ben sapevamo non correva buon sangue tra le due, a causa di un triangolo amoroso con al centro Ian.
-Ragazzi! Ragazzi!
-Janel!- Troian le andò in contro dribblando dieci pendolari inferociti, mentre Lucy le dava le spalle mormorando:
-Eh quando mai…
-Scusate il ritardo ragazzi, c’era traffico per strada e ho preso una scorciatoia che finiva però in un vicolo cieco… mi dispiace tanto.- mentre si sporgeva in avanti a salutarci dall’enorme tasca dei pantaloni a pois cadde un telefono usa e getta con la scheda prepagata. Troian si chinò a prenderlo con i capelli che le svolazzavano davanti agli occhi:
-farti una coda no? Troi?- scosse la chioma divertita e chiese a Janel:
-Che ci fai con quello?- con uno scatto Jan sfilò il telefono dalle mani della mia amica e sorridendo nervosamente iniziò a gesticolare istericamente spiegandoci che era di una sua amica di Londra che era andata a trovarla e lo aveva dimenticato.
-Se lo dici tu… Bene, raggiungiamo il jet, Marlene è molto ansiosa per le riprese e vuole che siamo lì il prima possibile.
-Voi andate, prima devo fare una telefonata.- ci spiegò Janel continuando a torturarsi un lembo dei pantaloni a pois e prese il telefono prepagato.
-Non era della tua amica quello?- scocciata mi fulminò con lo sguardo:
-Si, giusto.- lo posò in tasca e aspettò che me ne fossi andata. Ero rimasta indietro rispetto agli altri e una volta superato l’angolo mi stupii di trovarci Tyler appostato:
-Stai spiando Janel?
-Shhh.- gli afferrai un braccio trascinandolo via.
-Ehi! Che fai?!
-Penso che ognuno abbia diritto alla sua privacy Ty…
-Credo che stia usando il telefono usa e getta “della sua amica”!
-Magari sta chiamando i parenti dell’amica!
-Magari sei troppo ingenua Shay!- quella conversazione cominciava a farsi insopportabile e sbottai:
-Non sei Caleb! Tyler! Non sei la Turner… Holbrook… o qualsiasi altro investigatore di Pretty Little Liars! Anzi, sai che ti dico? Fai quello che vuoi!- gli lasciai il braccio e raggiunsi gli altri notando con piacere che Tyler mi stava seguendo.
Una volta sul jet non potevamo immaginare cosa ci sarebbe capitato a partire dal nostro arrivo.
Angolo autrice
Ciao ragazzi! Allora… pensavo di scrivere
a fine capitolo sempre un “angolo autrice”
dove pongo le grandi domande del
capitolo e voi provate a dare
le risposte nelle recensioni.
Che ne dite?
Poi pensavo anche di mettere alla fine del tutto
qualche immagine dei nostri amati attori.
Ora scriverò le domande del secondo capitolo ma prima
dovevo aggiungere una cosina all’introduzione
della storia (avevo finito i caratteri ahaha): alla fine nasceranno anche
delle storie tra i nostri attori,
magari tra attori i cui personaggi stanno insieme…
Ma andiamo alle domande:
  1. Di chi è il cellulare che Janel dice essere della sua amica?
  2. Per cosa lo usa se pensate che sia suo?
  3. Cosa ha da nascondere?
  4. Pensate che A sia un fan esaltato o qualcosa di più serio?
 
Rispondere nelle recensioni! Risposte tra 3…2…1… Via!
 
 

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Capitolo 3
*** Bitch -A ***


Lucy’s pov
 
Il rumore del carrello dell’aereo mi fece svegliare dal pisolino che avevo schiacciato sul jet.
-Ragazze… siamo arrivati.- svegliai Janel e Shay che ancora dormivano con la testa sullo schienale del sedile.
-Grazie a Dio!- disse Ian verde come una foglia. Non aveva un aspetto molto rassicurante per via del “mal d’aereo” e il suo colorito s’intonava con il colore dei suoi bermuda.
-Marlene ci aspetta in albergo, mi ha inviato un messaggio, ha detto di sbrigarci.
-E che facciamo con i fan?- chiese Troian indicando la folla di ragazzini urlanti accalcati sulle transenne che delimitavano il percorso fino al pullman rosso.
-Passiamo avanti, per ora: Marlene non accetterà un “dovevamo realizzare il sogno dei fan” come giustificazione per il ritardo.- così passammo a testa bassa tra i ragazzini che ci acclamavano. L’unica che si mise a firmare autografi, farsi selfie con i fan e salutare, fu Ashley. Quella ragazza era davvero piena di vita!
-Ashley!- la chiamai con un tono di rimprovero mentre il vento mi faceva svolazzare la sciarpa davanti al viso. La mia amica mi sorrise, scosse la testa innocente e continuò per la sua strada  a far felici centinaia di ragazzi.
Il tragitto sul pullman fu molto breve e in cinque minuti raggiungemmo l’albergo di lusso che ormai conoscevamo bene.
Presi in spalla il mio zainetto azzurro Eastpack e impugnai il manico del mio unico trolley verde-acqua. Mentre guardavo passare Ashley, Troian e Shay cariche di valigie mi chiesi dove avessi sbagliato.
Entrammo per la porta scorrevole e trovammo Marlene seduta sul divano della hall con un’espressione seria in volto. Ci fissava severa stringendosi nella giacca blu elegante che indossava e aggiustandosi continuamente la cravattina nera.
Dov’erano finiti il sorrisone e i vestitini colorati della nostra produttrice da “fuori set”?
-Chi è lo spiritoso?- chiese e io istintivamente strinsi la maniglia del trolley chiedendomi cosa fosse successo di così grave.
-Non sappiamo di cosa tu stia parlando.
-Invece lo sapete eccome Lucy… non ci saranno conseguenza, basta che confessiate e riportiate qui il furgone.
-Che è successo al furgone?- chiese Shay stupita ma Marlene non le credette e proseguì con tono duro:
-Visto che volete rinfrescata la memoria… Qualcuno ha rubato il furgone con l’attrezzatura per girare Pretty Little Liars. Telecamere, costumi, effetti speciali… ho sporto denuncia, ma poi ho trovato questo sul mio letto!- ci porse un bigliettino glicine piegato accuratamente in quattro parti.
Ian lo dispiegò con facilità mordendosi il labbro a sangue e lesse:
 
Hai perSo qualcosa? ricorda chi ha creaTo il mostRO, MarleNe… chi è ora il paZzo? –A
   
-Chi l’ha inviato questo?
-Lo sto chiedendo a voi ragazzi, anche perché il messaggio lasciato tra le righe non è molto carino…
-Ecco, le lettere in maiuscolo formano una parola… S…T….R…O…N…Z! Stronz?
-Credo conti anche la “A” alla fine, ed è STRONZA… Marlene non siamo stati noi non ti scriveremmo mai questo…- commentai atterrita e sentii che Ian mi stringeva la mano affettuoso.
-Lo spero per voi ragazzi.- disse e fece per andarsene ma Shay la trattenne:
-Aspetta! Anche noi ab…- Troian la interruppe passandosi un dito sulle labbra in segno di silenzio:
-Anche noi abbiamo voglia di scoprire chi è stato Marl.- Marlene ci sorrise appena e raggiunse la sua camera.
-Che fai?
-Non diciamoglielo ancora, del messaggio che ci è arrivato da “A”: è inutile farla preoccupare per un pericolo probabilmente inesistente. Aspettiamo che colpisca di nuovo e andiamo dalla polizia.
-Ha ragione Troi, è inutile cantare “al lupo”! Già Marlene è abbastanza scossa per il furgone rubato. Pensa anche che siamo stati noi, ma non è così… perché NON è così! Vero?- chiesi fissando negli occhi tutti i miei colleghi che scossero debolmente la testa.
-Io sono ufficialmente spaventata.- mormorò Shay sorridendo leggermente – se è qualcuno di voi parli ora.-
-Esatto.- visto che nessuno disse niente ci separammo e ci dirigemmo ognuno verso la sua suite. Io ero al primo piano, suite 112, come diceva il medaglione argentato attaccato alla chiave.
Ero appena entrata e ne deducevo anche gli altri a giudicare dal rumore di serratura che proveniva da tutti i piani, quando sentimmo Ashley urlare.
 
Angolo autrice *u*
Buongiorno! Ecco il nuovo capitolo!
Bene… ecco le domandine di oggi!
  1. Dov’è il furgone?
  2. Chi l’ha rubato?
  3. È qualcuno del cast “A”?
  4. Ma soprattutto… cosa è successo ad Ashley?
 
Provate a rispondere nei commenti *o*
1…2…3… via!
xoxo
-A

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Capitolo 4
*** "rat" me out! ***


Troian’s pov
 
Appena sentii quell’urlo lanciai in aria le valigie  e mi catapultai al piano di sotto, davanti alla camera 212. All’urlo erano accorsi anche tutti gli altri, perché li trovai quasi tutti davanti alla suite della mia amica. Ashley stava bene ma indicava gesticolando qualcosa sul letto:
-Non lo fare mai più Ash, credevo ti fosse successo qualcosa!- sussurrò sollevato Tyler passandosi una mano tremante tra i capelli imperlati di sudore e abbracciò l’amica (“amica” *colpo di tosse*).
-Ashley per l’amor di Dio mi hai spaventata!- Lucy l’abbracciò preoccupata rimproverandola.
-Troian? Non dici niente?- sorrisi squadrando Ashley e sussurrai:
-Ho lanciato la mia borsa sul pavimento per correre da te! Credevo che ti fossi fatta male!- Ashley fece un’espressione preoccupata:
-La borsa Gucci?!- Shay scoppiò a ridere:
-Direi che Ash sta bene!-
-Che è successo qui? Ashley sta bene?- chiese Janel appena arrivata:
-Ti sembra il momento di arrivare? Se Ash fosse stata in pericolo sarebbe già morta!-
-Non essere così acida Lucy!- le mormorai.
-Molto carina questa preoccupazione per Ashley, ma perché ha gridato?- domandò Janel con quell’atteggiamento un po’ snob a cui ormai mi ero abituata. Tyler si avvicinò al letto e sollevò per la coda un ratto morto con attaccato al muso un biglietto.
-Credo fosse per questo.- Ashley annuì trattenendo un conato di vomito.
-Che dice il biglietto?
-Non l’ho letto! Appena ho visto il topo…- distolse lo sguardo nauseata.
Il testo del biglietto era preso da un messaggio di “A” in Pretty Little Liars e giocando sul doppio senso della parola “rat”, che significa “topo” ,diceva:
 
“Rat” me out and you will regret it
-A
 
-“traditemi e ve ne pentirete  -A…”- lesse Ian preoccupato e passandosi le dita tra i capelli istericamente.
-Quindi questo pazzo è entrato qui? Io non ci dormo più cambiatemi la camera!- gridò Ashley e mi porse le chiavi della sua camera tenendole con la punta delle dita come un insetto morto.
-Io vado dalla polizia... tipo subito!- esclamò Shay sfilandosi l’orologio fucsia dal polso e infilandolo nella borsa, accanto alla trusse con il cellulare.
-Ian, ci accompagni tu?- il ragazzo mi lanciò le chiavi del suo furgoncino:
-Tenete, vi presto la macchina ma non posso venire con voi, ho… un impegno con Janel.- vidi Lucy trattenere a stento un’ondata di gelosia.
-Precisamente che impegno?- domandò Shay.
-Penso che ognuno abbia diritto alla sua privacy!- la scimmiottò Tyler. Tutti diedero segno di non capire ma penso che si riferisse alle battute animate che si erano scambiati all’aeroporto. Shay gli fece una smorfia e mi sfilò le chiavi dalle mani:
-Oggi guido io.- in quel momento arrivò Keegan e commentò:
-Shay al volante pericolo ambulante!- poi abbracciò da dietro me e Lucy, che eravamo le uniche proprio davanti alla porta.
-Buongiorno bellissime, Spencer… Aria…- fece un mezzo inchino e io gli diedi una leggera boffa affettuosa sulla guancia.
-Chiamami Troian scemo.- lui mi guardò con un finto sguardo innocente e capii che stava facendo il buffone. Sorridendomi impacciato come un giullare mi disse:
-Ma se sei Troian e non Spencer come faccio a fare… questo?- cogliendomi alla sprovvista mi mise una mano dietro il fianco e premette con forza la sua bocca sulla mia. Appena ci staccammo, quella scena ai limiti della realtà finì, e scoppiammo tutti a ridere. Keegan sfilò le chiavi del furgone di Ian dalle mani a Shay e infilandosele nella tasca di pile del suo maglioncino rosso ci disse:
-Forse è meglio che guido io.- Shay si imbronciò per finta ma alla fine cedette.
 

 
Il furgone di Ian era una roba da rottamare. L’unico vantaggio che aveva era la capienza: poteva ospitare fino a undici persone. La vernice un tempo doveva essere color panna ma ormai era saltata in molti punti e la carrozzeria era ammaccata ovunque. Comunque aveva un che di desueto che mi affascinava e amavo viaggiarci sopra anche se… non era proprio il massimo della comodità:
-Tyler! Mi stai comprimendo il posteriore!- strillò Ashley che era schiacciata come un salame tra Ty e Lucy.
-Che ne dite allora di Shay che mi sta importunando?- scherzò Tyler indicando la nostra amica che per obblighi di spazio era seduta quasi sopra di lui.
-Ragazzi che diremo una volta alla polizia? Se c’è una cosa che ci ha insegnato Pretty Little Liars è certamente che la polizia non aiuta molto…
-E anche a non fidarsi della polizia: che dite di Wilden, Garret e Hoolbrook?- aggiunsi e tutti mi diedero ragione.
-Ragazzi, ma se questo “A” è… serio, ci cancellerà i messaggi dal telefono!
-Sono certa che li cancellerà, ma abbiamo ancora il topo e il biglietto, li hai tu Lucy?
-Si li ho io…- confermò Lucy mostrandoci un sacchetto di plastica con una sagoma scura all’interno.
Una volta raggiunto il distretto di polizia ci assicurammo di avere con noi  tutto e salimmo al secondo piano. Seduto all’entrata dietro a un vetro c’era un ragazzo sui diciannove anni, in divisa da poliziotto, che leggeva il giornale frettolosamente. Appena ci vide arrivare sussultò, posò il giornale al contrario sul tavolo e si aggiustò il colletto della camicia:
-Posso esservi uti…- si bloccò e si sfilò gli spessi occhiali che indossava ripulendoli con il polsino della manica, poi li inforcò nuovamente e ripeté la stessa operazione per circa due volte.
-ma voi siete…?- ci fissava atterrito, io feci per rispondergli ma proprio in quel momento entrò un uomo sulla cinquantina in divisa. Subito il ragazzo scattò in piedi e si portò una mano alla fronte, come un saluto militare.
-buongiorno signor generale!
-Buongiorno a te Mark! Qualche problema?
-no, loro… loro erano appena arrivati.- il generale si sfilò gli occhialetti dalla montatura sottile infilandoli nel collo della camicia.
-ma voi siete attori televisivi! Mi è sembrato di vedervi sull’ipad di mia figlia qualche giorno fa mentre si guardava qualcosa di nome… Priti Liti Lairs?- Trattenni l’impulso di ridere, e vidi fare così pure agli altri miei amici.
-Ehm…. Si… Qualcosa del genere… Comunque volevamo parlare con un poliziotto.
-Potete parlare con me! Seguitemi nella stanza accanto… però prima firmatemi un autografo! Mi figlia impazzirà…- seguimmo  l’uomo nella stanza accanto, che era molto graziosa. Era un po’ piccolina e contornata da pareti di vetro che le davano un aspetto… moderno! Al centro era situata una scrivania di plastica dura, con due sedie una di fronte all’altra: in una si accomodò il generale mentre sull’altra si sedette Lucy con il sacchetto in mano.
-Allora… nel telefilm che giriamo ci sono quattro ragazze che sono perseguitate da un anonimo che nei messaggi si firma “A”. Qualcuno ha preso spunto da Pretty Little Liars e … insomma siamo minacciati!
-Avete delle prove?- noi guardammo i nostri telefoni e notammo con piacere che i messaggi c’erano ancora tutti quanti.
-Si, certo.- Lucy consegnò il sacchetto chiuso al poliziotto e i cellulari con i messaggi.
-Bene, andate di là, esamineremo le prove e vi avviseremo quando sapremo qualcosa.
Il tempo passato ad attendere i risultati delle analisi delle prove mi sembrò infinito e lo passai interamente a sgranocchiare orsetti di gomma (non allucinogeni, non preoccupatevi).
-Ingrasserai di due chili se continui così Troi… almeno offri!- scherzò Ashley porgendomi il palmo aperto della mano. Ci misi sopra con la punta delle dita un solo orsetto blu, aspettando la sua reazione. Appena vide il “bottino” sbottò:
-Andiamo Troi!- ridendo le porsi il sacchettino di caramelle. In quel momento entrò nella stanza il generale con un espressione sospettosa in volto. Tyler si aggiustò i capelli e chiese:
-Allora?- il poliziotto ci squadrò severo:
-Cos’è? Una specie di scherzo?- scattai in piedi frustata pestando involontariamente gli stivaletti di Lucy:
-Come?!
-Dentro il sacchetto c’era un topo di peluche…e… per quanto riguarda i messaggi… dopo esserveli auto-mandati almeno potevate eliminare il cellulare!
-Scusi non capisco…
-I messaggi sono stati inviati da un telefono prepagato che si trova all’interno dell’albergo!
 
*intanto una figura che indossa un cappuccio nero si aggira furtiva e sospetta intorno al furgone dei ragazzi con un paio di pinze e delle tronchesi*
 
Angolo autrice
 
Bene bene! Ed ecco il quarto capitolo!
“A” sta tirando ai nostri ragazzi un bello scherzo… ahaha
che fine avrà fatto fare al topo?
Comunque io adoro gli orsetti di gomma! Ahaha, (non allucinogeni!)
Avete visto la 6x07 di Pll? Povero toby eh? Domani esce la 6x09! Yeah!
*sclera malissimo*
Comunque arriviamo alle domande!
  1. Che impegno avevano Ian e Janel?
  2. Quando e come “A” ha cambiato il topo morto con uno di peluche?
  3. Di chi  il telefono prepagato all’interno dell’hotel?
  4. Che sta facendo “A” alla macchina di Ian?
 
Provate a rispondere nelle recensioni! (chissà se “A” ha nascosto il telefono nell’hotel per far credere alla polizia che i ragazzi si stesser mandando i messaggi da soli oppure se il telefono è stato dimenticato accidentalmente da qualcuno dell’albergo!)
 

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Capitolo 5
*** Diamoci un tAglio ***


Narratore’s pov
 
I ragazzi uscirono dal distretto di polizia senza dire una parola.
Troian camminava saltellando e si sbottonava istericamente il cappotto beige lungo che indossava mentre barcollava sui tacchi delle scarpe eleganti. Portava i capelli sciolti sulla schiena e il vento glieli faceva svolazzare davanti al viso.
Davanti a lei camminava Ashley con i lunghi capelli biondi che le cadevano sulle spalle e sul vestitino attillato fucsia che aveva deciso di indossare. Le scarpe con i tacchi erano particolarmente fastidiose sul terreno sterrato dove stavano camminando ma lei sembrava non farci caso. Shay si stringeva nel maglioncino a cuoricini verdi che le aveva prestato Lucy e che le stava notevolmente corto, mentre Tyler copriva le spalle alle ragazze camminando appena dietro di loro. Era stranamente silenzioso, anche se di tanto in tanto si scambiava con Keegan un’occhiata rassegnata.
-Torniamo in albergo e avvisiamo Ian e Janel del nostro “grande successo”?- propose Kee, ma Lucy si fermò di botto e Keegan le finì addosso, poi la ragazza sbottò:
-Andiamo! Ditelo! Non sono l’unica a pensare che Janel c’entri qualcosa!
-Certamente Jan è un po’ sospetta, ma se cominciamo da subito a pestarci i piedi l’un l’altro finiremo male molto presto. È questo che A vuole!- propose Troian.
-Troian ha ragione, il discorso non fa una piega e sono d’accordo… ma quel “è questo che A vuole” è inquietante. Mi fa credere che A sia reale! Ma lo sappiamo tutti che è solo uno scherzo… eh?- insinuò Ashley incerta.
-Per me è più inquietante quel “pestarci i piedi l’un l’altro”. Include un “noi” sottinteso e io non riesco a concepire noi e Janel  come un “noi” complessivo.- spiegò Lucy mentre apriva con forza lo sportello del furgoncino.
La macchina di Ian era utilizzata di solito per i loro spostamenti, infatti era concepita per 11 persone. Tuttavia ultimamente Ian l’aveva riempita di attrezzature da campeggio riducendo i posti a sedere ai due davanti (quello del guidatore e quello accanto), e alla fila dietro.
Nella fila dietro normalmente posti dovrebbero essere tre, ma anch’essa era ingombra di oggetti di Ian, quindi il massimo di persone che potevano sedercisi erano due.
Keegan occupò prontamente il posto guidatori inserendo automaticamente le chiavi nell’apertura e mettendo in moto. Accanto a lui Troian e Tyler si divisero scomodamente un unico sedile lamentandosi continuamente, mentre dietro Lucy si era sistemata accanto al finestrino.
Intanto Ashley si stava osservando le unghia lamentandosi di quanto si fosse rovinato lo smalto fucsia così fu Shay ad occupare con un balzo l’ultimo posto rimanente. 
 -Bene, e io adesso come salgo?
-Non c’è il posto per Ashley ragazzi.
-Siediti in braccio a Shay.
-Shay?- chiese Ashley imbarazzata.
-Vai pure, tanto sei leggera…- acconsentì l’amica.
Keegan mise in moto e il furgoncino si mosse lento in avanti come di consueto facendo stridere le ruote ormai consumate sull’asfalto rovinato della strada. Mentre la macchina prendeva velocità scricchiolando Shay si prese di coraggio e affondando le unghia nella lana del maglione cominciò:
-So che non è un argomento piacevole, ma non potremo evitarlo per sempre, quindi… meglio ora che dopo: “A” ha sabotato le prove. Come ha fatto?
-Io ho tenuto sempre il topo… l’ho posato solamente quando dovevo andare al bagno e l’ho lasciato sul un’aiuola proprio qui fuori per qualche secondo… ma c’erano solamente lì intorno una vecchietta con la girella per camminare e un ragazzo.
-Che aspetto aveva il ragazzo?
-Io…io non lo so. Aveva un cappuccio nero… merda!- Lucy si rese conto di tutto all’istante e si portò una mano gelida al viso senza riuscire a capacitarsi di ciò che era successo. Troian, che condivideva con Tyler il sedile singolo nel posto davanti accanto al guidatore stritolò in una stretta forte un lembo della sciarpa nera che indossava mentre si rendeva conto di quanto aveva raccontato Lucy.
-L’area davanti al nostro albergo è protetta, possono averci accesso solamente membri del cast o della produzione esecutiva del programma…
-O persone che si sono infiltrate…- aggiunse Ashley.
-è possibile che ogni volta che faccio un passo avanti nella risoluzione del mistero tu faccia in modo di cancellarlo?- commentò Shay infastidita da quanto detto dall’amica e tentò di allontanarsi un po’ ma è molto difficile quando l’interessata è seduta proprio sopra di te.
Troian si stava disinteressando ai battibecchi tra le due e cercava si coprirsi il più possibile con il cappotto un po’ leggero che indossava, rabbrividendo per il freddo. Dal posto guidatori accanto a lei Keegan la scorse con la coda dell’occhio:
-Hai freddo?
-No, no…- mentì lei e per sviare il discorso da come si sentisse lei cominciò:
-Ma tu concentrati piuttosto a far andare un po’ più veloce questo furgone, siamo lenti come lumache!
-Non è colpa mia! Dovreste dire a Ian di rottamare questo catorcio! Nemmeno la cinquecento di mia nonna va a questa velocità.
-Glielo dirò!- rise Troian quando vide Keegan con un’espressione preoccupata chinarsi sui pedali.
-Keegan che succede?
-Su, su, andiamo!- mormorò il ragazzo senza rispondere a Troian.
-Che succede Kee?
-Dai!
-Kee?
-Non funzionano i freni! Dio mio prima funzionavano all’andata! Merda …- sussurrò rosso in viso e Troian sbiancò:
-Fai qualcosa! Stiamo andando a sbattere contro quel muro di pietre!- Keegan batteva istericamente il piede sul freno senza ottenere nessun risultato così urlò:
-Tenetevi forti!- l’impatto non fu particolarmente violento per via della modesta velocità ma Ashley, che era seduta sulle gambe di Shay, volò in avanti tra l’apertura dei due sedili di fronte. Prima che sbattesse la testa sul cruscotto Tyler riuscì a mettere una mano tra lei e la dura plastica.
Keegan scese dall’auto e sconvolto si passò una mano sudata sul labbro sanguinante osservando il muso ammaccato del furgone.
-Cosa è appena successo?- Lucy aveva aperto lo sportello e a aveva raggiunto Keegan:
-Poteva andare molto peggio, menomale che il furgone andava lentamente…
Una discreta folla si stava radunando intorno al luogo dell’incidente e già qualcuno aveva telefonato al 911. Troian deglutì da dentro la macchina sfilando un braccio dall’airbag che le era esploso in pancia:
-Credo che ucciderò Ian…
 

 
Una mezz’ora dopo al distretto di polizia i ragazzi stavano aspettando l’arrivo del generale che li avrebbe dovuti interrogare sulle dinamiche dell’incidente.
-Bene bene, abbiamo i referti ufficiali sulla causa del non adeguato funzionamento del mezzo: qualcuno ha tagliato i freni.
-“Tagliato” nel senso “di proposito”?
-Si, il taglio è stato effettuato con delle tronchesi di media taglia, ma non preoccupatevi, indagheremo, su chi è questa persona… ah! Dimenticavo! È stato trovato questo dentro il cofano.- il poliziotto ci porse un biglietto sporco di catrame con sopra stampata una “A” in rosso.
Quando il poliziotto se ne andò Ashley sbottò:
-E quando mai… cavolo ragazzi perché non lo abbiamo capito subito! “A”, ovvio che era stato lui/lei.
-Temo che sia più di uno scherzo ragazzi…- suggerì Shay tastandosi il livido sul ginocchio.
I cellulari squillarono all’unisono e prima di leggere il messaggio Ashley seppellì la faccia nella maglietta di Tyler:
-Non ce la faccio a leggere…- lesse Shay per tutti:
 
Vi ho in pugno stronzette       -A
 
 
Angolo autrice
 
Questo capitolo stralungo era solo una soluzione
al mistero lasciato in sospeso nel precedente…
ma allacciate le cinture (fatelo davvero “A”
potrebbe essere in agguato ahaha”) perché
nel prossimo capitolo succederà l’inimmaginabile!
 Cosa succederà mai? Muahaha leggete e vedrete!
  1. Perché A ha tagliato i freni alla macchina dei ragazzi?
  2. Riusciranno le ragazze a convincere i poliziotti nonostante la falsificazione delle prove da parte di A?
  3. Cosa succederà di tanto brutto nel capitolo successivo?
 
Al prossimo capitolo stronzette       -A
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** "la cosa di Lucy" ***


Ashley’s pov
 
Appena la mattina dopo aprii gli occhi, una sirena trapana cervelli mi fece esplodere i timpani. Coprendomi le orecchie con le mani raggiunsi la finestra e scostai la tenda rosa per vedere cosa stesse accadendo.
Una decina di volanti della polizia accerchiavano l’ingresso dell’albergo e una poliziotta con un taccuino azzurro in mano interrogava una Marlene in lacrime.
Le mie amiche stavano in disparte dietro la porta a vetri dell’hotel aspettando di parlare con Marlene.
Shay, che indossava ancora il pigiama a orsacchiotti con cui aveva dormito, aveva le lacrime agli occhi mentre le altre già vestite fissavano atterrite la polizia mormorando qualcosa che io non potevo udire.
Agguantai subito la ciambellina glassata che avevo lasciato sul comodino e mordendola al volo scesi di corsa in pigiama, correndo per le scale.
Ero già al pianerottolo del primo piano quando andai a sbattere contro qualcosa, anzi qualcuno: era Ian. Mi massaggiai il braccio e lui mi domandò:
-Fatta male?- scossi la testa e abbassando lo sguardo vidi che anche il mio amico indossava un pigiama. Il suo era nero con disegnati tanti Pikachu gialli, Ian seguì il mio sguardo e alzò le mani in segno di resa:
-Non dire una sola parola!- disse e io gli sorrisi:
-Non intendevo farlo! Mi è sempre piaciuto Pikachu!- scherzai e lui mi diede una spintarella.
-Ma che sta succedendo giù?
-Non lo so Ash, mi sono svegliato adesso, gli altri sono tutti giù, penso che sapremo cosa è successo solo andando a chiedere!- continuammo a scendere le scale e raggiungemmo la porta a vetri. Lucy mi venne incontro con gli occhi sbarrati e mi abbracciò:
-Ash…- ricambiai la stretta e mentre mi abbassavo con la mano la camicia da notte un po’ troppo corta chiesi alla mia amica:
-Cosa è successo?
-è scomparsa Sasha!- le sfuggì un singhiozzo.
-Cioè… la Sasha che non è mai arrivata?- Lucy annuì.
-In realtà è partita tre giorni fa per raggiungerci, non stava male, ma non è mai arrivata!
-L’hanno cercata ovunque!- intervenne Shay. A quel punto Marlene si liberò e noi uscimmo dall’hotel per andarle incontro. Si girò con il viso rigato dalle lacrime, che però si asciugò in fretta appena ci vide venirle incontro:
-La ritroveranno, non preoccupatevi.- ci abbracciò e appeni ci lasciò andare vedemmo la madre di Sasha fissarci. Scattò in avanti ma una poliziotta le afferrò il polso. Ci gridò:
-è tutta colpa vostra! Siete più grandi! Dovevate proteggerla!- feci un salto indietro dallo spavento e lei fece per continuare la scenata, ma il marito la trascinò dentro la macchina.  
-Sapete bene che non è colpa nostra, vero?- decise di chiarire Troian. Annuimmo tutte, troppo scioccate per commentare.
Stavamo per incamminarci verso le nostre camere quando sentimmo i cellulari squillare. Noi li fissammo immobili e spaventate ma Lucy ci rassicurò:
-Su! Leggete! A me non è arrivato, quindi non sarà di “A”.- presi il telefono in mano e lessi il messaggio. Rimasi a fissarlo sconvolta ma appena vidi che Lucy mi guardava le sorrisi:
-Era solo mia madre.- Shay si girò e cominciò incerta:
-Da me… beh… era una mia vecchia zia che viene… dall’Olanda, sai! Non la vedo da quando sono piccola…- Ci girammo verso Troian:
-Una notifica di Candy Crush.- sorrise lei e appena Lucy si distrasse un secondo, ci mimò con la bocca:
-Ne parliamo più tardi.-
-Ehm… io andrei a vestirmi di sopra.- disse Shay sistemandomi frettolosamente il pigiama infantile che indossava e prese sottobraccio Troian. Rimasi da sola con Lucy:
-è proprio un bel guaio eh?
-Povera Sasha… Dovevamo accertarci che venisse con noi!
-Su, sai che in fondo non è colpa nostra.- mi sorrise svogliatamente e raggiunse Ian. Mi guardai intorno in cerca di Tyler e lo vidi in jeans e maglietta appoggiato a un palo arrugginito.
-Ehi Ty.
-Ash!
-Hai sentito di Sasha?- il ragazzo annuì scuotendo i capelli e avvicinandosi a me. Io mi riavviai i lunghi capelli biondi e sospirai.
-Tranquilla, la ritroveranno… probabilmente sarà scappata con un ragazzo.- insinuò Tyler ma io abbassai il capo sconsolata:
-All’inizio si sperava lo stesso di Alison…
-Ashley, ricorda che Sasha non è Alison, Alison non esiste… ma ricorda anche Ash, che Alison è tornata.- gli sorrisi gratificante e indicai l’hotel:
-Mi accompagni sopra a cambiarmi? Non voglio che le telecamere mi filmino con una camicia da notte inguinale per le strade della Pennsylvania.
-Certo, ma mi farai restare mentre la togli?- chiese con un sorriso stupido in viso e io inclinai la testa da un lato fissandolo sorpresa. Tyler scoppiò a ridere:
-Scherzo! Ma forse ci conviene salire dal retro, troppi giornalisti.- annuii e ci dirigemmo verso il retro dell’hotel. Appena girato l’angolo mi venne incontro una giovane giornalista (come non detto!) in un completino verde pistacchio con un cameramen dietro che mi infilò un microfono legato ad un’asta sotto la bocca.
La donna si girò verso la telecamera e tenendomi con forza un braccio disse agli spettatori:
-Eccoci qui! Forse finalmente Ashley Benson ci svelerà il segreto del suo fisico perfetto!- poi si voltò verso di me:
-Su Ashley, come fai ad essere sempre così in forma?- la ignorai e procedetti con Tyler oltre, camminando più velocemente. La giornalista mi inseguì ticchettando sui tacchi a spillo che indossava e intanto il mio pensiero corse a Sasha: dov’era lei mentre io venivo intervistata sulla mia forma fisica? Continuai ad ignorare la donna ma lei era insistente e mi rincorse:
-Vedete come può essere perfetta Ashley Benson anche con una semplice… cos’è? Una camicia da notte?- rise e le lacrime cominciarono a scorrermi lungo il viso. Sul volto della giornalista si dipinse un’espressione predatrice, da avvoltoio che voleva catturare ogni notizia:
-Oh mio Dio! La nostra Ashley in lacrime! Cosa sarà mai successo? Questo si che è uno scoop!- più aumentavo il passo più lei accelerava così mi bloccai, scoppiai in lacrime e seppellii il viso nel petto di Tyler:
-Falli andare via!- singhiozzai. Intanto il cameramen cercava in tutti i modi di inquadrarmi il viso, però senza successo, visto che l’avevo sepolto nella maglietta di Ty.
-Dio mio! Ashley Benson e Tyler Blackburn stanno insieme?!- domandò la giornalista incredula fissando la telecamera.
-Non sapete più cosa inventarvi eh? Piuttosto andate via, la stampa non sarebbe tanto felice di sapere che due giornalisti della “Scoop News” hanno approfittato di un momento “no” di una ragazza, di un’attrice, per tartassarla di domande fino a farla crollare.- li minacciò Tyler e appena mi staccai dalla sua maglietta loro non c’erano più:
-Tutto bene?- mi sfuggì un singhiozzo e lui mi abbracciò. Intanto io pensavo che il nuovo, il vero “A” cominciava a renderci la vita un inferno.
 

 
Più tardi io, Troian e Shay eravamo riunite nella camera di Shay.
-Ti ho visto piangere oggi, tutto bene?- mi chiese Shay. Io sospirai e mi buttai a peso morto sul letto della mia amica.
-Una giornalista-avvoltoio mi ha riempito di domande in un momento di debolezza… ma non preoccupatevi, sto bene.-
-Quella è la maglietta che ti ho prestato io?- domandò Troian e io presi un lembo della t-shirt azzurra che indossavo:
-Si, mi sta da Dio, posso tenerla?- Troian alzò gli occhi al cielo ma acconsentì.
-Adesso però parliamo del motivo per cui siamo qua: quindi ora “A” comincia pure a ricattarci!- affermò Shay e io mormorai:
-Mi sento in colpa a fare questa conversazione in assenza di Lucy…Vi ricordate quando Hanna è stata costretta a dare quel biglietto alla mamma di Aria? Mi sento allo stesso modo…- Troian annuì alzandosi dal letto e andandosi a sedere su una poltroncina viola, poi prese il telefono e lesse a voce alta l’SMS che “A” ci aveva inviato quella mattina:
 
Volete indietro Sasha? Fate in modo che Ian scopra la “cosa di Lucy”    -A
 
-Come fa “A” a sapere la cosa di Lucy? Non la sa nessuno a parte noi, lei ed Andrew!- ci fece notare Troi rigirandosi in mano una pesca.
-“A” sa tutto cara, meglio che cominciamo a farci l’abitudine…
-Noi ovviamente non lo faremo vero?
-Sasha è in pericolo!
-Questo non è un buon motivo per tradire un’amica!
-O probabilmente si…
-Ma la domanda è: ce la faremmo a farle mai questo?- chiesi, quando sentimmo bussare alla porta:
-Shay!  Sono Lucy! Sono venuta a riprendermi i vestiti che ieri ho lasciato nella tua camera!- udimmo la maniglia abbassarsi e ci guardammo sconvolte. Poi io mi alzai, scattai verso il bagno e mi infilai per lungo distesa nella vasca, mentre Troian si infilò nel guardaroba.
-Ehi Shay!
-Lucy!
-Una pesca? Tu non sei allergica alle pesche?- chiese e Shay prese in mano il frutto rigirandoselo in mano:
-Infatti! Ma forse non lo sono più!- Lucy la guardò stupida e poi prese in mano un maglioncino a cuori verdi dalla sedia.
-Okay, io vado… aspetta, non è il cellulare di Ash quello?- mi maledissi mentalmente.
-Ehm, si, aveva un problemino tecnico e glielo stavo risolvendo…
-Da quando sei un’informatica?- stavolta Shay non rispose e Lucy si avvicinò al letto prendendo il telefono della nostra amica in mano.
-Aspetta Shay… è di A questo messaggio?- lei glielo sfilò velocemente dalle mani prima che potesse leggere.
-No… è … mia zia! Quella che…sai… viene dall’Olanda! Si, è di nuovo lei! Mi… mi stava dando dei consigli su come risolvere il problema al telefono di Ashley, lei è… un’informatica! Si… si chiama A…Adelina!- Lucy annuì sospetta e con un sorriso smagliante fissò Shay:
-Ora vado da Ian! Sai, ora che non c’è più pericolo che scopra la “cosa di Andrew”, penso che le cose si possano aggiustare tra di noi! Ammesso che Janel non rovini tutto.- Lucy lasciò la stanza, io uscii dalla vasca e Troian dal guardaroba.
-Zia dall’Olanda?!- cominciai io.
-Informatica?!- continuò Troian, e poi esclamammo in coro:
-ADELINA?!- Shay alzò le spalle per discolparsi e si sistemò la cintura dei pantaloni, troppo larga per lei.
-Non possiamo rovinare il suo sogno con Ian.- proprio in quel momento ci squillarono i cellulari:
 
Sasha ha le ore contate.
È cominciato il countdown,  agite stronzette o rimarrete in 4    -A
 
-O forse possiamo…- cambiò idea Shay.
-Come facciamo a dire tutto a Ian? Non ci crederà mai!
-Ho una foto.
-Che?- io e Troian ci girammo di scatto verso Shay.
-Ho una foto di Lucy che bacia Andrew, e sul tavolo c’è il giornale che indica la data. Ian capirà che Lucy frequentava un altro mentre stavano insieme…
-Quindi in altre parole questa foto verrà ritrovata magicamente da Ian?- mi portai le mani al viso e mi buttai su un cuscino:
-Non me lo perdonerò mai… non so se riuscirò a farlo.- dissi e Shay si distese accanto a me:
-Forza Benzo, anche per me è dura, ma dopo diremo tutto a Lucy, capirà.-
Dieci minuti dopo avevamo lasciato la foto sul copriletto azzurro della stanza di Ian e aspettavamo l’arrivo del nostro amico dietro a un angolo con le lacrime agli occhi.
 
--
Una figura con un cappuccio nero intanto prende una suite nell’albergo dove alloggia il cast.
 
 
 
Angolo autrice
 
Lunghetto questo capitolo… eh?
Non voglio perdermi adesso in chiacchiere, scrivo velocemente le domande di oggi…
  1. Cosa è successo a Sasha?
  2. Come reagirà Ian alla “cosa di Lucy”?
  3. Lucy scoprirà chi gli ha dato le foto?
  4. Cosa succederà a Sasha?
 
Adesso vi lascio e mi preparo psicologicamente a svegliarmi domani sapendo che mancheranno solo due giorni all’ultimo episodio! (scusate eventuali errori ma l’ho scritto un po’ di fretta… ihihi)
-A
 

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Capitolo 7
*** 214 ***


Shay’s pov
 
Qualche ora prima io, Ashley e Troian avevamo messo nella stanza di Ian una “bomba” che poteva distruggere la vita amorosa della nostra migliore amica.
Ero stata dietro l’angolo fino a che Ian non era entrato nella stanza, ma appena avevo visto la porta chiudersi alle sue spalle non ce l’avevo fatta rimanere lì e, divorata dai sensi di colpa, ero andata via, notando che le mie amiche mi stavano seguendo.
Volevo solo dormire. Dormire sperando di svegliarmi qualche ora dopo scoprendo che era stato tutto un incubo.
Purtroppo appena mi svegliai mi ritrovai sul mio morbido letto della suite 312, dove un paio d’ore prima avevo parlato con le mie amiche. Solo due delle mie amiche, e probabilmente le uniche che mi rimanevano.
Presi il mio cellulare in mano e notai che avevo due messaggi non letti da parte di Troi:
 
(1) I ragazzi vanno a prendere un aperitivo prima della cena
appena pensi di scendere avvisami che ci
vediamo in corridoio.
 
(2)Non me la sento di scendere da sola.
 
Presi in mano la sveglia di plastica violetta che c’era sul mio comodino e guardai l’orario: ero ancora in tempo. Aprii l’armadio con le ante a specchio, presi un paio di pantaloncini jeans con il bordo di pizzo e una camicia a quadretti rossi e neri e infine indossai le converse blu.
Quando uscii dalla camera mi assicurai di aver chiuso bene la porta e poi mi diressi a passo sostenuto verso il piano di sopra, dove si trovava la suite di Troian. Bussai prima piano ma non ottenni risposta, così picchiai con il pugno più forte sul legno.
Con uno scricchiolio la porta si aprì e comparve davanti a me Troian con un sorriso sulle labbra e una vestaglia spelacchiata addosso.
-Shay! Entra!
-Entra? Non sono venuta a trovarti Troi, dobbiamo scendere per l’aperitivo.
-Hai ragione…- si sfilò la vestaglia e la gettò con un tiro lungo sul letto.
-Non sono sicura di riuscire a sostenere lo sguardo di Lucy.- Troian non rispose, ma si infilò le scarpe e uscì dalla suite.
-Lo scopriremo presto.- mentre scendevamo le scale per raggiungere la camera di Ashley non parlammo, il silenzio spiegava meglio di mille parole quello che provavamo in quel momento.
Arrivate al secondo piano trovammo Ashley già fuori dalla suite che passeggiava in corridoio con gli occhi rossi.
-Vi aspettavo ragazze!- ci corse incontro.
-Avete ricevuto altri messaggi di A?- scossi la testa e accelerai il passo.
-Nemmeno io, ho paura ragazze…
-Di “A”?
-Sincera? Onestamente più di Lucy.- Troian rise nervosamente e si bloccò davanti a una porta chiusa.
-Troi?
-è dove ci dovevamo riunire per l’aperitivo. Pronte?- io ed Ash annuimmo. Troian sembrava molto scossa, tutte lo eravamo infondo, così le presi la mano per rassicurarla.
Una volta entrate nel bar dell’hotel vedemmo Ian, che seduto su uno sgabello con una faccia di bronzo imperscrutabile, sorseggiava un Mohito. Accanto a lui Tyler in tuta da ginnastica sgranocchiava patatine e noccioline come se non ci fosse un domani.
Inizialmente non vidi Keegan ma appena mi voltai notai che era appoggiato al bancone del bar a chiedere una bottiglietta d’acqua. Indossava dei bermuda. Strano, Keegan non indossava mai i bermuda!
-Buon pomeriggio ragazze.
-Buon pomeriggio Ty.- ricambiai il saluto e a quel punto sentii una vocetta acida e stridula provenire da dietro di me:
-Shay, Ash, Troi… dov’è Lucy? Vi siete perse una pecorella?- in quel momento provai l’irrefrenabile desiderio di far girare la testa come una trottola a quella ragazza a suon di schiaffi. Però mi trattenni.
-No Janel, non l’abbiamo sentita questo pomeriggio.
-Allora organizziamo per un aperitivo fuori dall’albergo?
-Aspettiamo Lucy, non mi va di lasciare uno di noi da solo con “A” in giro per la città.- propose Ian, ma poi aggiunse:
-Anche se quel qualcuno è Lucy.
-Ha ragione Ian ragazzi.
-Rimaniamo noi con Lucy!- mi girai sconvolta verso Troian che dopo aver sparato quella “genialata” giocherellava con il suo braccialetto d’argento in attesa di una risposta.
-Cosa hai detto?- mi avvicinai a lei e scandii bene le parole. A quel punto intervenne Ashley, si alzò dallo sgabello e mi poggiò una mano sulla spalla.
-Lo so Shay che muori dalla voglia di un Crodino, ma facciamo compagnia a Lucy, per oggi.- mi serrò il polso in una stretta fortissima e mi trascinò fuori dalla stanza. Una volta raggiunto il corridoio, sconvolta guardai le mie amiche e cominciai:
-Ma cosa fate?!- Ashley alzò le spalle e indicando Troian rispose:
-Quella pazza non lo so… io ho salvato la situazione! Già cominciavano a guardarti storto, Shay!
-è il momento di chiarire con Lucy ragazze. Le diremo la verità senza giri di parole e… speriamo bene! Avete sentito Ian, è arrabbiato con Lucy… ora non dite: “ma vuole proteggerla! Non voleva lasciarla sola!” perché questo non vuol dire niente. Avete sentito cosa ha aggiunto dopo.- il discorso di Troian non faceva una piega e non trovai cosa controbattere.
-Così le diremo tutta la verità?- chiese Ashley coprendosi il viso con le mani.
-Si, una volta per tutte.
Quando bussammo alla porta di Lucy chiedendo di poter entrare, eravamo ben decise a fare la cosa giusta, ma quando aprimmo la porta e vedemmo Lucy in lacrime sul letto, sommersa di fazzoletti zuppi, tutti i buoni propositi svanirono. La nostra amica indossava una vecchia tuta di flanella troppo stretta per lei e teneva i capelli sudati raccolti in una coda alta sciatta.
Indossava ancora le scarpe ma nonostante ciò era distesa comunque sul letto e attorno a lei erano sparsi tanti, troppi fazzolettini di carta pieni di lacrime.
Appena ebbi il coraggio di guardarla in viso vidi che aveva il naso e gli occhi rossi dal pianto e tutto il rimmel scolato sulle guance.
Mi andai a sedere accanto a lei, giocherellando con le mani incerta e rimuginando su cosa dirle.
In quel momento il mio cellulare squillò. Le altre due lo avevano lasciato in camera infatti avevamo pensato che non potevamo rischiare che ci squillassero i cellulari un’altra volta contemporaneamente in presenza di Lucy.
Guardai il messaggio e trasalii:
 
La verità mi brucia sulla lingua stronzette,
e io odio scottarmi. Parlate o lo farò io.   –A
 
-Era sempre la zia olandese?- annuii poco convinta guardando Ashley implorante, chiedendole silenziosamente di salvare la situazione con la sua prontezza. Lei capì al volo e scattò in piedi, prese Lucy per una mano ed esclamò:
-Ora andiamo a fare un po’ di shopping per tirarti su il morale!- Lucy lasciò andare la mano di Ashley e si raggomitolò su se stessa:
-Sono chiusi i negozi a quest’ora…
-Una passeggiatina non ti farà male!- Lucy si asciugò le guance con il dorso della mano e mormorò:
-Non volete sapere che cosa è successo?- mi misi in spalla la borsa Prada e le sorrisi incoraggiante:
-Ce lo racconti per strada.
 
--
 
Appena tornammo in albergo erano le undici di sera. Eravamo riuscite a far ritornare il sorriso a Lucy ma ci eravamo perse la cena di gruppo.
Quando varcammo la porta a vetri dell’hotel, vedemmo tutti gli altri seduti sui divanetti di pelle della hall con un’espressione seria e preoccupata in volto.
Io e le mie amiche ci avvicinammo circospette.
-Ah, eccovi ragazze…- cominciò Keegan.
-Abbiamo preso una decisione e volevamo mettervi al corrente. Sedetevi…- io, Lucy e Troian occupammo gli unici posti disponibili ed Ashley rimase in piedi.
-Cos’è? Uno scherzo? Vi siete messi d’accordo per farmi rimanere sempre in piedi?- rise lei rassegnata e Tyler le fece cenno di avvicinarsi, poi le prese una mano e la fece sedere sulle sue gambe. Ian fece un colpo di tosse per riconquistare l’attenzione, poi continuò il suo discorso:
-Data la situazione, la scomparsa di Sasha, i messaggi… abbiamo pensato che fosse meglio non farvi dormire separate.
-Cioè avete deciso per noi senza consultarci?
-Beh, avete qualcosa da ridire? Non vi piace l’idea?
-Si, scusa, è fantastica…
-Allora io salirei, domani cominciano le riprese di mattina presto e non voglio essere stanco.- disse Ian ed Ashley sghignazzò:
-Vai a metterti il piagiamino di Pikachu?- lui sorrise e raddrizzandosi il cravattino blu le rispose solennemente:
-E tu vai a metterti quella camicetta inguinale? Anzi sì, ti prego, mettila!- Ashley lo guardò storto e si sistemò meglio sulle gambe di Tyler.
-Comunque buonanotte Ash, Troi, Shay…- passò davanti a Lucy senza dire niente e a lei sfuggì un singhiozzo. Io le strinsi la mano sentendomi in colpa come mai.
Decidemmo di dormire nella camera di Ashley, che oltre ad essere la più spaziosa era quella più vicina ai ragazzi e ci faceva sentire più al sicuro. Eravamo state indecise fino all’ultimo se invitare Janel ma alla fine avevamo scelto di lasciar perdere per il bene di Lucy.
-Lucy?- la mia amica si girò. Indossava un pigiama verde con i pantaloni lunghi e un orsacchiotto addormentato disegnato sulla maglietta. Tra le braccia Lucy teneva un serpentello di peluche, MrSnaky, dal quale, a quanto capito, non si era mai staccata da quando a due anni l’aveva ricevuto in regalo a Natale.
-Non mi parlerà mai più…- si lamentò lei inzuppando di lacrime MrSnaky e lasciando un’impronta bagnata sul copriletto fucsia di Ash.
-Ti parlerà di nuovo, non ti preoccupare.
-Tu dici? Ma poi come avrà mai scoperto “la cosa di Andrew”? Non la sapeva nessuno… Ah, giusto, “A” sa tutto!- in quel momento Ashley uscì dal bagno con i capelli biondi raccolti in una lunga coda alta e si buttò sul letto accanto a Lucy mormorando:
-E se non fosse stato “A”?- conoscendo Ashley stava per spifferare tutto.
Dal materasso a terra accanto al letto Troian intervenne prendendo con un balzo il telecomando della televisione e accendendola:
-Penso che ci faccia bene distrarsi con un po’ di tv!- nel canale su cui era impostata la tv della camera di Ashley stavano trasmettendo il telegiornale. Sullo schermo una signorina bionda con degli occhialetti sottili lesse da un foglio:
 
E ancora non si hanno notizie di Sasha Pieterse, la giovane attrice che è scomparsa questa mattina…
 
Mentre attonite sentivamo quella triste notizia, il telefono di Lucy squillò e lei sollevò di malavoglia la testa da sopra il serpente MrSnaky.
-è arrivato solo a me?- chiese e noi annuimmo. Lei prese il telefono e lesse a voce alta:
 
Oh oh… una stronzetta è scomparsa… io però se fossi in te mi preoccuperei di più delle tre che sono rimaste    -A
 
Io, Ashley e Troian ci fissammo sconvolte e Lucy si avvicinò a noi.
-“A” vuole solo metterci una contro l’altra, so che voi non fareste niente alle mie spalle!- sentii un nodo in gola che non voleva scendere e deglutendo, tentando di scacciarlo, abbracciai Lucy.
Avevo appena poggiato la testa sul cuscino profumato quando sentimmo un rumore fortissimo di vetro rotto nella stanza accanto.
Scattai in piedi:
-Che è stato?!
-Ho sentito che oggi un turista ha affittato una suite nell’hotel, da quando abbiamo dato il “falso” allarme alla polizia hanno cominciato a credere che siamo delle ragazzine in cerca di attenzioni. Ci hanno revocato il diritto all’hotel privato…
-Quindi qui accanto ci alloggia uno sconosciuto.- annuii e Troian strillò:
-Oh mio Dio credo sia “A”- preoccupata Ashley si coprì con il piumone fino alla punta del naso.
-Cosa te lo fa credere?
-Oggi ho visto un tipo incappucciato entrare in quella camera. L’ho notato con la coda dell’occhio mentre passavo dal corridoio accanto, così ho pensato che me lo fossi immaginato per il troppo stress.
-Secondo voi dovremmo andare a vedere?
-Quel rumore di vetri rotti potrebbe significare che sia uscito dalla finestra, infondo siamo al secondo piano e c’è una grondaia accanto. Se la stanza è vuota allora andiamo.- tremante mi sollevai dal letto e infilai le pantofole. Mentre le mie amiche erano girate composi il 911, pronta a premere “avvio chiamata” in caso di bisogno. Ashley indossò sopra la camicia da notte una vestaglia di seta che si annodò davanti con un bel fiocco.
Lucy era ancora sul letto e abbracciava MrSnaky incerta:
-Sicure di andare?- io annuii anche se in realtà non ero del tutto sicura, ma, in fondo, le menti geniali e innovative erano Troi e Ash, e se loro erano convinte… beh, potevamo andare.
Quando finalmente anche Lucy e Troian si sollevarono dal letto, lasciammo la camera e in punta di piedi ci avvicinammo alla porta della 214.
Ashley si stirò la manica della vestaglia fino a coprire tutto il palmo della mano per non lasciare impronte digitali e provò ad abbassare la maniglia.
La porta era aperta e con uno scricchiolio di legno rotto ben diverso dal cigolio dei cardini arrugginiti della camera di Ashley, essa si spalancò.
La suite sembrava essere vuota e regnava un silenzio tombale davanti al quale io e le mie amiche non sapevamo più come reagire.
Avanzammo nell’oscurità entrando più a fondo nella camera misteriosa quando sentimmo qualcuno ansimare. Terrorizzate ci girammo lentamente e vedemmo una figura con un cappuccio nero calato sul viso appena dietro di noi.
Tentai di gridare ma dal panico non mi uscì la voce, così squadrai l’incappucciato e vidi che aveva una pistola con incisa una “A” dentro la cintura.
La figura scattò in avanti e con due braccia possenti ci spinse scaraventandoci contro una credenza di vetro, poi con un balzo uscì dalla finestra. Mentre sbattevo e sentivo il vetro infrangersi alle mie spalle cacciai l’urlo più forte di tutta la mia vita.
Come al solito nell’angolo autrice scriverò delle domande, provate a rispondere nelle recensioni!
 
 
Angolo autrice
 
Buon giorno! Anzi buona notte!
Che fate di bello? In questo capitolo si vede come ha reagito Ian alla “cosa di Lucy”,
arrabbiato ma tranquillo, quindi più deluso… povera Lucy, ignara di cosa hanno fatto le sue amiche del cuore.
Un po’ imprudenti le ragazze che entrano in una camera dove sanno che ci potrebbe essere “A”… (infatti!)

 
  1. Ian perdonerà Lucy?
  2. Lucy scoprirà chi la ha “tradita”?
  3. Quella è la camera di “A”? (la risposta è piuttosto ovvia!)
  4. Perché “A” ha reagito così all’entrata delle ragazze? Ha avuto paura che scoprissero la sua identità?
  5. Nonostante “A” con “molta delicatezza” le abbia lanciate contro una credenza e abbiano perso un’occasione per scoprire chi fosse… troveranno qualcosa di interessante nella stanza?

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Capitolo 8
*** StAlle ***


Lucy’s pov
 
Quando mi ero girata e avevo visto quella figura incappucciata che si ergeva impettita dietro di noi mi ero pietrificata. Sarei voluta scappare, ma le gambe non rispondevano ai miei comandi, poi comunque non avrei potuto lasciare le mie amiche lì. Avevo così paura che “A” estraesse quella dannata pistola di acciaio che portava infilata nella cintura nera di cuoio, che nemmeno mi scansai. Appena lo vidi scattare verso di noi non avevo idea di quello che avrebbe potuto fare, voleva scappare? Rapirci?
Appena ci spinse con violenza contro quella credenza gridai, e sentii l’urlo di Ashley, Troian e Shay unirsi al mio.
Il mobile contro cui ci scaraventò “A” con una spallata era una vecchia credenza ottocentesca, credo l’unico oggetto non moderno che si trovasse in quell’hotel di lusso. Era di legno con degli sportelli di vetro che lasciavano intravedere una collezione di servizi da Tè in porcellana.
Io e le mie amiche ci finimmo di sopra contemporaneamente e con uno scricchiolio sinistro il legno si spaccò facendoci piovere addosso mille frammenti di vetro e porcellana luccicanti.
Immediatamente dopo il nostro urlo disperato e il rumore della credenza andata in frantumi sentii dei passi veloci e pesanti in corridoio. Dovevano essere i nostri amici, o almeno speravo.
Mentre aspettavo che arrivasse qualcuno, frastornata guardai in basso e vidi che il mio pigiama verde di flanella era macchiato di sangue in vari punti. Provai a muovere il piede destro ma una trave di legno lo bloccava così, nel panico, mi guardai intorno. Alla mia destra era distesa scompostamente Shay con un’espressione terrorizzata in volto, la mano destra premeva sulla gamba sinistra e in quel punto sul pigiama si allargava una macchia rosso cupo. Per il resto sembrava stesse bene. Alla mia sinistra Ashley era seduta rannicchiata sul pavimento cosparso di vetro, aveva gli occhi strizzati, e sul viso una smorfia dolorante. Notai che faticosamente si teneva con la mano sinistra la spalla destra.
Troian sembrava più spaventata che altro e aveva la faccia sepolta nel lurido (o perlomeno come me lo immaginavo) copriletto di quella stanza infernale, non mi sembrava ferita, anche se tanti piccoli frammenti luccicanti le ricoprivano la testa e i capelli come se fossero perline.
Sentii la porta spalancarsi e un’ondata di luce mi travolse, mentre gli occhi mi si abituavano per un attimo temetti di trattasse di “A”, ma appena guardai vidi che erano arrivati Tyler, Ian e Keegan. 
Si guardarono intorno un attimo e quando capirono cosa era successo corsero da noi e sollevarono con fatica il telaio della credenza (o comunque ciò che rimaneva) che ci teneva bloccate. Tyler indossava un pigiama composto da un paio di pantaloncini beige e una maglietta pesante a maniche lunghe dello stesso colore con l’immagine di Snoopy disegnata in bianco e nero. Non avevo mai capito che senso avesse avere un pigiama con pantaloncini corti ma il sopra di un tessuto pesante, tuttavia mi piaceva molto per via di Snoopy e istintivamente guardai l’orsetto addormentato al centro della mia maglietta.
Il pigiama di Keegan era semplice, anzi non ero nemmeno sicura che fosse “nato” come pigiama, infatti consisteva in una semplice maglietta bianca e dei pantaloni di tuta grigi. Le sue pantofole erano con un forma particolare e gialle, solo in seguito capii che erano a forma di Minion. Infine c’era Ian, il mio Ian. Era così bello, perfetto, stupendo, anche nella penombra di quella stanza. Il suo pigiama di Pikachu a proposito del quale Ash lo aveva preso in giro era adorabile, davvero. Come avevo fatto a essere così tanto stupida? Quando avevo tutto ciò che ora desidero di più, Ian, volevo di più e mi ero lasciata trasportare dalla bellezza fulminante, che ora mi sembrava banale, di Andrew.
Era tutto finito, ero pentita, ma “la cosa di Andrew”, non so come, era saltata fuori e avevo rovinato tutto. Ovviamente le mie amiche avrebbero a capire chi era stato, così avrei potuto guardarlo in faccia e dirgli quanto lo odiavo. Cosa avevo mai fatto per farmi odiare così? Quella persona doveva davvero disprezzarmi… menomale che potevo contare sulle mie amiche.
Appena i ragazzi riuscirono a sollevare la pesante credenza io e Troian ci alzammo di scatto. Sentendo il vetro e la porcellana scricchiolare sotto le suole corsi dalla mia amica e l’abbracciai. Quando mi girai vidi che Ashley e Shay erano ancora a terra nella stessa posizione in cui le avevo viste prima e che non accennavano d alzarsi, così mi scollai dalla stretta di Troi e mi avvicinai, sedendomi accanto a Tyler che si era accovacciato di fronte ad Ashley.
-Dio mio Ashley che è successo? Cosa ti fa male?- chiedeva il ragazzo cercando di farle staccare il viso dalle ginocchia rannicchiate senza successo. Non mi sembrava che piangesse ma continuava a tenersi la spalla e aveva il respiro affannoso. In quel momento entrò Janel trafelata, notai che aveva un taglio sulla fronte che gocciolava di sangue e arrotolata alla vita portava una vecchia felpa nera cosparsa di vetro. Si avvicinò a Shay:
-Shay tesoro! Che è successo?! Stai bene?- la mia amica la fissò con gli occhi rossi di pianto e la spinse in avanti:
-Vattene! Sei tu la causa di tutto!- Janel si allontanò con un’espressione ferita barcollando all’indietro e mandando di continuo occhiate fugaci alla felpa nera. Intanto Tyler continuava a incitare Ashley a parlare e mostrargli che problema avesse:
-Ash, piccola, cosa ti fa male? Dimmelo.- mi avvicinai al ragazzo e gli suggerii:
-Vedile la spalla.- Tyler le scostò delicatamente la mano da sopra la spalla e le abbassò la spallina della camicia da notte.
-Non sei ferita, non hai sangue…- poi passò una mano sulla pelle ed Ashley gemette sollevando finalmente la testa. Accanto a loro vidi Ian che si era avvicinato a Shay e le stava guardando la ferita sulla gamba, li raggiunsi e dissi ad Ian:
-Perde sangue dalla gamba.- senza trasmettere emozioni, con una faccia di bronzo si girò a  guardarmi:
-Lo so.- poi aggrottò per un attimo la fronte scrutandomi il viso e per un secondo credetti di scorgere una ruga di preoccupazione sul suo volto:
-Ah, Lucy, hai un taglio sullo zigomo.- ci passò velocemente sopra un fazzolettino asciugandomi il sangue, poi concentrò nuovamente l’attenzione su Shay.
-Grazie.- mormorai e lui senza nemmeno sollevare lo sguardo mi rispose freddo:
-Prego.- io non ne potevo più, così gli afferrai un polso:
-Senti Ian dobbiamo parlare…- con uno scossone si sfilò dalla mia stretta e mi fissò vitreo:
-Non dobbiamo parlare di niente, già so tutto quello che dovevo sapere.- mi allontanai con le lacrime salate che mi rigavano le guance facendomi bruciare il taglio sullo zigomo, ma la ferita che mi briciava di più l’avevo dentro. Incontrai lo sguardo di Ashley che ancora rannicchiata sul pavimento era sottoposta alle attenzioni di Tyler:
-Lucy che è successo?- chiese, io mi asciugai le lacrime e le sorrisi:
-Niente, tu invece che hai?- in quel momento Tyler le mosse la spalla e le sfuggì un gridolino.
-Andrà tutto bene Ash.- evitò il mio sguardo e lo posò sul letto nascosto nella penombra, a un certo punto spalancò gli occhi e tenendosi la spalla con la mano opposto scattò in piedi.
-Ashley che fai?- la ragazza fece per avvicinarsi al letto ma Tyler le afferrò il polso:
-Ashley! La spalla potrebbe essere rotta! Non devi muoverti.- dolorante Ashley non lo ascoltò e afferrò con il braccio sano un biglietto che si trovava sul letto.
-Guardate qui! Deve averlo perso “A”!- ci mostrò un biglietto colorato. Ian si avvicinò e glielo sfilò dalle mani:
 
Maneggio/allevamento Rossi- passione cavalli
 
-I miei conoscono quel posto!- esclamò Troian.
-Cioè… io non so dov’è… ma so che questo maneggio ha chiuso nel 1993 in seguito a un misterioso incidente a cavallo durante un gara in cui una ragazza perse la vita.
-Forse è dove “A” aveva un appuntamento segreto!
-O forse è il quartier generale di “A”…- intanto notai che Janel era sparita.
-Non c’è però nessun indirizzo sopra.
-E su Internet nemmeno, sono stati eliminati tutti i link collegati a quel maneggio, dopo l’incidente.
-Ma noi dobbiamo andare!- esclamò Ashley, ma Tyler la tirò per il braccio, senza volerlo il sinistro e la mia amica quasi perse i sensi per il dolore.
-Dio Ashley scusa!- Tyler si sedette su una poltrona ed Ashley sulle sue gambe. Come erano carini insieme quei due! Non capivo perché non si fidanzavano.
-Dovresti andare all’ospedale Ash, potresti avere un problema alla cuffietta come è successo ad Emily in Pretty Little Liars!- propose Shay mentre si premeva uno straccio pulito sulla ferita della coscia come le aveva consigliato Ian. Ash la guardò preoccupata con gli occhi annebbiati  dalle lacrime che però non le uscivano.
-O potrebbe essere rotta…- Tyler le accarezzò il braccio.
-La mia spalla non ha nessun problema.- singhiozzò lei piangendo, io mi voltai e notai un bigliettino bianco sotto il cuscino.
-Ehi, ragazzi! Cosa è quello?- tutti si voltarono verso di me e Keegan si arrampicò agilmente sul materasso prendendo tra le dita quello straccetto di carta.
-C’è un indirizzo!
-Potrebbe essere quello del maneggio?
-Non lo so, è fuori città, dovrebbe essere quello.
-Si, è quello.- tutti si zittirono e mi fissarono.
-Si, il timbro sul bigliettino corrisponde a quello sul volantino del maneggio. Andiamo lì il prima possibile!- nessuno parlò ma acconsentirono in silenzio.
 
--
 
Stavolta controllammo i freni prima di salire. Keegan aveva acquistato un pullmino spazioso e li dentro si stava da Dio.
Ashley e Shay avevano insistito per venire nonostante fossero ferite e noi volessimo proteggerle, e alla fine, nonostante Tyler si era dimostrato contrariato come non mai, ci avevano convinti.
Kee aveva impostato il navigatore sulla destinazione trovata sul foglietto e ora stava seguendo le indicazioni.
GIRARE A DESTRA
-Che voce suadente che hai, bella…- commentò Keegan dopo aver sentito il navigatore che con una voce da donna leggeva le indicazioni a voce alta. Troian esclamò:
-Ma tu sei matto!- Keegan scoppiò a ridere come un bambino, seguito a ruota da tutti noi. Visto che sentii anche la risata di Ashley, mi girai verso il sedile posteriore e vidi che la mia amica sorrideva e che provava a muovere la spalla, ora con meno fatica:
-Come va la spalla?
-Va meglio, va meglio…- mi sorrise soddisfatta.
-Evidentemente non c’era una lesione se sta migliorando!
-Si, già posso muoverlo un po’ senza svenire!- rise.
-Dai noi sei svenuta prima!
-C’è mancato poco quando quell’essere mi ha tirato il braccio!- scherzò lei indicando Tyler e lui, che era seduto esattamente nel sedile di fronte a quello di Ash, alzò le mani innocente continuando a scusarsi.
-Dai Ash! Che sei crudele! Non vedi come si sente in colpa?- la mia amica affacciò la testa e vide dal volto di Tyler che era veramente dispiaciuto, così, lo abbracciò da dietro (con un solo braccio) e gli mormorò:
-Scherzo capellone, lo so che non volevi.- ad un certo punto Keegan accostò al bordo della strada e piantò i freni.
-Che significa?- chiese a voce alta e io Troian preoccupata gli domandò:
-Che succede Kee?- lui indicò con il dito lo schermo del navigatore:
-Il sentiero si interrompe qui! Non c’è più una strada con cui andare con la macchina!
-Stai dicendo che era tutta una presa in giro?
-No, che non c’è un sentiero per la macchina, ma un sentiero c’è…- Keegan gli fece notare che nella “foresta” di erbe alte su cui puntava il navigatore c’erano delle parti libere e potate, che con un po’ di fantasia potevano formare un sentiero.
-Quindi dovremmo lasciare il pullmino ed entrare lì dentro?- Keegan annuì dando un bacio sul volante dell’auto nuova. Tyler si girò verso Shay ed Ashley:
-Ve la sentite?- loro annuirono e scendemmo dalla macchina.
Fin da subito si dimostrò un’idea pessima. L’erbaccia mi agganciava la gonna blu a fiori che indossavo e i rovi mi ferivano le caviglia. Il navigatore sul cellulare di Troian non era molto affidabile e onestamente non mi fidavo di Google maps quando mi trovavo nel mezzo del nulla.
L’aria era pungente, ma non era particolarmente fredda, e data l’umidità brulicava di moscerini. Oltre a erbacce stoppose e secche c’erano anche dei fiori colorati e delle piante conosciute, inoltre tra i cespugli fitti di rovi avevo anche trovato qualche mora, di cui andavo ghiotta.
Tyler camminava con fare protettivo accanto ad Ashley e Shay, mentre Keegan scherzava, rideva e si prendeva a spintarelle con Troian.
Gli unici che camminavano isolati come pecore nere eravamo io ed Ian. Tentai di avvicinarmi a lui, e cominciai:
-Mi dispiace.- stavolta lui non si allontanò cambiando discorso, ma si mise al mio fianco:
-Anche a me.- con le lacrime agli occhi gli sussurrai:
-Ce l’avrai con me per sempre?- lui mi guardò e scosse la testa incredulo.
-Com’è possibile che non capisci? Io non ce l’ho con te. Non più. La rabbia mi è già passata… io ti voglio bene Lucy, non sono arrabbiato, ma non potrò mai dimenticare quello che hai fatto. Niente sarà come prima!
-Potrai mai perdonarmi?
-Per ora no...
-Vorrei annullare tutto… vorrei tornare indiet…
-Ma non puoi.
-Scusa.- le lacrima mi scendevano sulle guance per la seconda volta quel giorno, e alla chiara luce della luna piena sembravano perle.
-Lucy, butta a terra questa.- mi porse una biglia di vetro.
-Che?-
-Buttala.- la gettai a terra e questa esplose in mille pezzi. Ian mi guardò e mi disse:
-Chiedile scusa.- un po’ stranita borbottai:
-Scusa.
-è tornata intera?- mi chiese il ragazzo e io scossi la testa.
-Ecco.- disse lui e si allontanò, ero persa nei miei pensieri e riflettevo sulla metafora di Ian, quando:
-Oh mio Dio no!- gridò Troian.
-Che succede Troi?
-Non c’è più connessione…nessun servizio!
-Quindi ci siamo persi nel bosco?- chiese Ashley stringendo la morbida stoffa della felpa di Tyler.
-Direi di si…
-O forse no!- esclamò Shay orgogliosa indicandoci un edificio di legno nascosto dal muschio e dalle frasche.
Correndo lo raggiungemmo e accanto ad esso scovammo anche un cancello arrugginito. Con i trucchetti di Troian non ci volle molto a fare saltare il vecchio lucchetto e ad aprirlo.
Appena cedette ci ritrovammo davanti, anzi dentro, il maneggio Rossi.
Un po’ timorosi avanzammo al buio stringendoci l’un l’altro per darci calore e trasmetterci serenità. La luna piena illuminava abbastanza bene da farci vedere la strada, ma avanzavamo ugualmente lentamente.
Il silenzio era assoluto, così quando sentimmo uno scricchiolio provenire da una stalla saltammo letteralmente in aria. Ci avvicinammo e ci affacciammo dentro l’edificio.
Sembrava deserto, non c’era nessuna persona, e nessun animale. Entrammo tutti cautamente, guardandoci intorno, ma a un certo punto sentimmo un botto e la porta si chiuse alle nostre spalle.
Keegan si lanciò sulla porta:
-è bloccata! Non si apre!- Tyler e Ian provarono ad aiutarlo ma la porta non cedette.
In quel momento sentimmo i nostri cellulari squillare:
-Proprio ora doveva tornare la connessione!
 
Il gioco finisce quando lo decido io, non dovevate alzarvi dal vostro lettino stanotte, buonanotte stronzette, dormite bene.    -A

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Capitolo 9
*** Are you "A"?! I think not... ***


Troian’s pov
 
Quando sentii la porta chiudersi alle nostre spalle maledissi il fatto di non aver pensato a questa possibilità.
-Provate a spingere più forte!- gridai ai ragazzi che davano spallate e pugni al legno senza successo. Non c’era una serratura, l’unico modo di chiudere quella sorta di cancello era calare una spranga di metallo che impedisse l’apertura.
Ashley era seduta su una balla di fieno con le gambe a penzoloni e con un lembo della vestaglia si copriva “tutto ciò” che la camicia da notte inguinale lasciava scoperto.
-Che stupidità alzarsi questa notte, dovevamo dormire in pace…- propose la bionda e Lucy pensierosa alzò gli occhi al cielo:
-Secondo voi cosa intendeva prima “A” con “se fossi in te mi preoccuperei delle tre che restano”? Perché dovrei preoccuparmi di voi? Siete le mie amiche!- guardai negli occhi Shay ed Ash impietrita: non era quello il momento adatto di dire la verità, ma non avevo idea di come cambiare argomento. A creare un diversivo fu Ashley, che saltò giù dalla balla di fieno con un balzo sbattendo appositamente la spalla su una parete. Sotto i nostri sguardi attoniti si piegò in due dal dolore, mentre Lucy le si avvicinò:
-Ash tutto bene?
-Non sono svenuta, vuol dire che va molto meglio.- poi sollevò lo sguardo mentre Lucy ci dava le spalle e io le mimai con la bocca:
-Ma che fai?! Sei fuori di testa?- lei scosse la testa ancora un po’ intontita dal dolore e mi rispose muovendo le labbra:
-Almeno ho cambiato argomento.- io le guardai la spalla dolorante che si teneva con l’altra mano e le risposi:
-Ma sei una kamikaze! Potevi farti seriamente male!- fui lenta a dare da mia risposta e Lucy si voltò scorgendomi mentre comunicavo con Ashley mimando le parole con la bocca:
-Di cosa parlate alle mie spalle sceme?- rise lei e stavolta le stavo davvero per dire tutto, ma grazie al cielo Shay attirò la nostra attenzione.
-Ragazzi! Venite qui!- i ragazzi smisero di tentare di aprire la porta e raggiunsero la nostra amica.
Shay era in piedi accanto a un vecchio abbeveratoio di latta e indicava davanti a sé. C’era un’ampia parete di legno ricoperta di muschio e di licheni che emanava un odore fetido di terra marcia, in molti punti l’intonaco bianco era saltato e s’intravedeva il colore rossiccio del legno di ciliegio. Al centro torreggiava un poster che era fissato alla parete con delle puntine da disegno colorate, su di esso era disegnato con gli acquarelli un volto pallido.
Sopra la bocca un paio di baffi alla messicana lo caratterizzavano e sui radi capelli biondi era disegnato un cappello da cowboy, Ian si avvicinò:
-Per carità, è un disegno molto carino, ma non vedo come possa aiutarci.- io ed Ashley ci avvicinammo lentamente, in contemporanea, alla parete.
-Vedi anche tu quello che vedo io?- mi chiese la mia amica mentre cercava con la mano di non farsi dondolare i lunghi capelli biondi davanti agli occhi. Io annuii mentre gli altri amici ci guardavano senza capire. Insieme staccammo in un solo colpo il poster, e facemmo notare a tutti che dietro di esso c’erano, nascoste, delle sporgenze nel legno, che formavano una specie di scaletta.
-Possiamo uscire in questo modo da cui!- proposi facendo vedere che da sopra la parete non era attaccata al tetto, ma c’era una fessura di circa un metro attraverso la quale si poteva passare e uscire da lì.
-è rischioso, le sporgenze sono molto piccole, è facile scivolare…
-E poi chi ci dice che ci saranno anche dall’altro lato?
-L’unico modo è provare!- Proposi mettendo il piede con le ballerine bianche sul primo piolo, ma Ian mi poggiò una mano sulla spalla.
-Preferirei andare prima io, non sappiamo ancora se reggono questi cosi!- a malincuore mi allontanai dalla parete facendo spazio a Ian. Con agilità il mio amico in pochi secondi si trovò in cima. Guardò oltre la parete e ci fece un cenno:
-C’è un carro con della paglia dentro, si può saltare con facilità, la salita è un po’ difficile, state attenti che potrebbe essere pericoloso. Mi scappò un risolino e Ian mi fissò sorpreso:
-Che c’è da ridere?- sorrisi e gli risposi incrociando le braccia:
-è difficile prendere sul serio un ventottenne che indossa un pigiama di Pikachu.- tutti ridacchiarono e Ian s’imbronciò, poi con un balzo si staccò dalla parete. Attendemmo un paio di secondi con il fiato sospeso e poi sentimmo un tonfo:
-Si, sto bene, è morbido.- Ashley mi guardò e canticchiò:
-Buttati, che è morbido.- era la pubblicità del panettone e mi assalì un senso inspiegato di nostalgia del Natale.
-Vai tu Troian?- annuii e sollevandomi un po’ la camicia da notte misi il piede sul primo piolo. Tirai un sospiro profondo e mi aggrappai con la mano destra a quello superiore. Da quanto stringevo mi erano diventate le nocche bianche, ma non ci feci caso e tirandomi su con i bicipiti raggiunsi con il piede la sporgenza successiva. Chiusi gli occhi e proseguii per qualche secondo, appena li riaprii ero quasi arrivata in cima. La camicia da notte mi svolazzava e Keegan mormorò:
-Ehi Troi! C’è davvero una bella visuale da qui sotto!- poi beato fece un sorriso ebete. Arrossii violentemente e cercai di mettermi la gonna della camicia da notte in mezzo alle gambe per coprire le mutande, ma senza successo. Mi voltai e sorrisi ai miei amici, che mi guardavano da terra, facendo una boccaccia a Kee, poi fissai con un’aria di sfida l’ultimo piolo che mi separava dalla cima della parete.
Alzai il piede destro e lo misi sulla sporgenza che c’era dieci centimetri sopra quello precedente, feci forza sulle braccia e spostai tutto il peso un po’ sopra il legno. Avevo quasi raggiunto con la mano il bordo della parete, quando sentii uno scricchiolio. Intuii subito che stava succedendo, ma ero ancora un po’ intontita dal sonno, così non reagii prontamente. Mentre il piolo si spezzava quindi io rimasi imbambolata e caddi giù coprendomi il viso con le mani.
Stranamente caddi sul morbido. Appeni aprii gli occhi mi ritrovai tra le braccia di Keegan che evidentemente mia aveva preso al volo. Con il mento appoggiato sulla sua spalla feci appello a tutte le mie forze per non piangere dallo spavento che mi ero presa, rivolgendo la concentrazione al mio corpo, cercando di capire se fossi ferita. Il mio amico mi tolse il braccio da sotto le ginocchia facendomi mettere in piedi e tutti mi accerchiarono.
-Troi tutto bene?
-Sei ferita?
-Come sei caduta?
-Grazie al cielo c’era Keegan- feci per raggiungere le mie amiche, ma avevo ancora le ginocchia molli dallo spavento così persi l’equilibrio e mi aggrappai a Keegan per cadere. Intanto Tyler mi stava osservando la coscia.
-No Ty, non è niente, è solo un po’ rosso perché ho strisciato, ma sto bene.- mi tremava la voce e lui apprensivo chiese:
-Ti sei fatta male?- scossi la testa e Keegan mi abbracciò. Stavo per ritentare la mia impresa, ma sentimmo un cigolio sinistro e un urlo di giubilo di Ian. La parete si stava aprendo (si, aprendo! Come un porta!).
-Ho scoperto che questo è un cancello, si può uscire da qui!- Ian era notevolmente allegro a ci faceva cenno di seguirlo.
Appena usciti ci ritrovammo su un sentiero illuminato dalla luna piena, che proseguiva anche oltre l’edificio da cui eravamo appena andati via. Quando svoltammo l’angolo il cuore mi fece un salto nel petto: appoggiato a un albero a cinquanta metri da noi c’era “A”.
Una figura con un cappuccio nero ci dava le spalle e spiava qualcuno con un binocolo sofisticato e professionale.
Quel qualcuno però non eravamo noi. Con un sorriso trionfante Tyler esclamò:
-Siete pronte ragazze a scoprire finalmente chi è “A”?- io non annuii, perché in realtà non ero pronta. Non ero pronta a scoprire chi voleva farci morire in un incidente d’auto, chi voleva rovinare la nostra amicizia con Lucy e soprattutto chi voleva fare del male a Sasha.
Ad un certo punto “A” si girò e ci vide, aveva il volto coperto da un passamontagna nero che lasciava scoperti solamente un paio di occhietti marroni attenti. Lasciò cadere a terra il binocolo e cominciò a correre veloce come un fulmine verso un’auto blu che era parcheggiata al lato del sentiero duecento metri più avanti.
-Correte!- gridò Keegan, come se ce ne fosse bisogno, e tutti cominciammo a inseguire “A”. La figura quperò l’auto seza entrarci dentro dirigendosi dentro la piccola foresta che avevamo attraversato all’andata.
Tuttavia “A”  era più veloce di noi, e con quella tuta nera aveva anche un abbigliamento più adatto per la corsa, così lo perdemmo subito di vista.
-Dov’è quel bastardo?- strillò Lucy rossa in volto dalla rabbia girando in tondo attorno a un albero. Io sospirai esasperata e mi voltai dall’altro lato, quando aguzzando la vista notai un’ombra in mezzo alle foglie:
-Oh mio Dio è lì!- indicai una figura che correva tra le foglie. Ashley scattò in avanti, ma Shay la fermò:
-è inutile Ash, non lo prendiamo più…- gettò un sasso a terra scompigliando un mucchio di foglie secche. Ashley sorrise maliziosa e dondolandosi sulle punte delle pantofole di pelo e stringendosi nella vestaglia violetta che indossava sopra la camicia da notte le rispose:
-Peccato che “A” non sa che lì in fondo c’è un muro e non c’è via di uscita.- la guardai in adorazione benedicendo la sua prontezza che non le faceva mai perdere la lucidità, e con passo veloce cominciai ad andare verso la piccola foresta.
I miei amici correvano così accelerai anche io. “L’incappucciato “ si faceva sempre più vicino e adesso potevamo anche notare che si guardava intorno disperato cercando una via d’uscita.
Con uno scatto finale fummo a dieci metri di distanza quando “A” notò un buco abbastanza grande, sul muretto che gli bloccava la fuga.
-Bloccatelo!- gridai mentre il nostro “persecutore” ci scappava davanti agli occhi. Io ero rimasta indietro, ma in quel momento non ci vidi più dalla disperazione. Cominciai a correre come non avevo mai fatto e mi sentivo fischiare il vento nelle orecchie. Allungai le braccia in avanti chiudendo gli occhi sperando di afferrarlo, sentii qualcosa tra le dite e quando schiusi le palpebre mi ritrovai a terra coperta di foglie. Tra le mani stringevo il braccio di “A”.
Tyler, Keegan e Ian subito si mossero per aiutarmi e mentre “A” tentava di divincolarsi con movimenti bruschi, loro lo bloccarono contro un albero.
Lucy si scrocchiò le dite e con gli occhi lucidi gli strappò violentemente il passamontagna. Tutti sgranammo gli occhi e Shay scosse la testa incredula ed esclamò con un tono duro e un po’ sollevato:
-Allora sei tu Janel!
Allora avevo la mente e i sentimenti in subbuglio, ma ora posso chiaramente affermare che niente era come sembrava.
 
 
 
 

Angolo autrice
 
Ciaoo! Allora ragazzi,
su questo capitolo vi dico solo una cosa:
la storia non è finita, e come ha ben detto Troian,
NIENTE È COME SEMBRA!

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Capitolo 10
*** veritA' ***


Narratore’s pov
 
Allora sei tu Janel!- esclamò incredula Shay lasciando cadere a terra il suo copri pigiama argentato. Janel provò a divincolarsi con bruschi movimenti, poi sibilò a denti stretti fissandoci a uno ad uno:
-Non state capendo assolutamente nulla! Dovete lasciarmi andare!- più si agitava, più Tyler, Keegan ed Ian la tenevano immobile contro  l’albero.
-Come hai potuto farci questo?- chiese Ashley con le lacrime agli occhi scuotendo la testa, ferita, e stringendo con la mano destra il braccio di Troian.
-Non è come pensate! Poi vi spiego ma ora dovete lasciarmi o lo perderò!- fece uno scatto con il braccio ma Keegan la immobilizzò nuovamente e Janel lo fissò con uno sguardo carico di irritazione.
-Tu ci devi molte spiegazioni…- propose Troian gelida con la lingua che le fremeva di rabbia.
-Brutta bastarda…- Lucy si avvicinò con tono minaccioso e con i pugni serrati ma Ian la fermò prima che potesse attaccare Janel.
-Ashley, proprio tu devi capire! Convincili a lasciarmi andare!- pregò Janel muovendosi irrequieta e guardandosi intorno, Ashley si avvicinò e, sorprendendo tutti, le mollò uno schiaffo.
Janel si tenne la guancia stupita e dolorante, poi il suo tono si fece da arrabbiato a implorante:
-Non ho fatto io quello he pensate, poi vi spiegherò tutto! Lasciatemi andare o lo perderò!- con nervosismo si avvicinò al viso il binocolo, squadrò la foresta e poi, con un’espressione rassegnata in volto, smise di agitarsi e lasciò cadere le braccia lungo il corpo.
-Contenti adesso? L’ho perso! Ero a tanto così…- sibilò con odio nella voce.
-Perdere cosa?- chiese Tyler, ma Janel non rispose.
-Ci spiegherai tutto in macchina “A”! Almeno spero che ti sia divertita a escogitare tutti i modi per farci fuori.
-“A”? Mi hai chiamata “A”? è possibile che non capiate!
-Ovviamente eri tu “A”, ma avrai modo di spiegarci tutto…- disse con rancore e ironia Tyler, poi la strattonò verso la macchina. Janel con uno scossone si divincolò dalla sua stretta e si tolse il cappuccio nero:
-Faccio da sola!- evidentemente non gradiva che qualcuno la tirasse, tuttavia non scappò. Appena arrivarono al furgone e tutti furono entrati Janel si sedette con lo sguardo perso nel vuoto, e Shay ma spintonò:
-Avanti!- Janel si scansò allontanandosi dall’altra ragazza:
-è cominciato tutto una settimana prima che Marlene ci convocasse per le riprese…
-Vuoi iniziare addirittura con “c’era una volta”?- la canzonò su di giri Lucy, ma Janel la ignorò e proseguì:
-Allora… ho un cugino che lavora all’informatica di Los Angeles, che mi aveva telefonato avvisandomi che un individuo aveva acquistato venti cellulari prepagati nel suo negozio… Lui me lo aveva detto a proposito del fatto che c’era un premio per chi avesse comprato più di quindici prepagati, un premio in denaro piuttosto ingente, che ora il negozio doveva sborsare per darli…
-Giungi al dunque.
-Allora, visto che qualche sera prima avevo visto qualcuno con un cappuccio nero girare intorno a casa mia, ho pensato… non so come mi è venuto in mente!! Che potesse essere qualcuno che volesse imitare “A”. Servendomi di alcune conoscenze stavo cercando di risalire a chi avesse effettuato l’acquisto, ed ero a tanto così dal scoprirlo quando mi arrivato un SMS che diceva “già sai troppo, smetti di cercare e chiuditi la bocca o lo farò io    -A”. Io non ho smesso di cercare, ma mi sono anzi fatta dare da mio cugino uno di quei telefoni che era stato riportato indietro dal cliente, di cui mi ha detto di non aver visto il volto. In quel telefono già erano stati registrati dei numeri, e quella volta all’aeroporto stavo cercando di richiamarne uno. Quel prepagato era uno dei venti acquistati da “A”! Seguendo delle tracce di un localizzatore che era installato in quel telefono sono riuscita a seguire questa persona per un po’  dal nostro arrivo. Prima che decidesse di alloggiare in questo albergo, non so come, ha scoperto che lo stavo seguendo ed è riuscito a far impazzire il localizzatore, ma intanto avevo scoperto che voleva fare… Stasera lo avevo visto entrare in quella stanza, e con una felpa uguale alla sua, nera, per mimetizzarmi, ero entrata anche io e avevo visto questo biglietto del maneggio. Sfortunatamente “A” mi ha visto e dato che stavo per scoprire la sua identità è scappato con un salto fuori da una finestra, è stato a quel punto che avete sentito il rumore di vetri rotti! A questo punto siete entrate nella stanza e stavate per vedermi, ho pensato che avreste pensato che fossi io “A”, quindi, in preda al panico, vi ho spinte contro la credenza e sono scappata. Giuro che non volevo farlo! Ero nel panico! Una volta uscita sono risalita in albergo dimenticandomi la felpa legata alla vita, e ho sperato che nessuno la vedesse, ma tu, Lucy, l’hai vista e sperando che non realizzassi velocemente cosa avevi notato, sono uscita velocemente e ho raggiunto il maneggio. Lì, mi sono messa a spiare “A” senza che sapesse che io c’ero, a un certo punto ho visto che si dirigeva verso una stalla e chiudeva la porta… ho sentito delle voci e ho capito che dentro c’eravate voi, ma non potevo aprirvi! Avreste visto tutto e scoperto tutto… Allora mi sono messa a spiare “A”, l’ho visto avvicinarsi a una macchina. Dev’essersi messo/a a parlare con qualcuno all’interno della macchina perché è stato chino su un finestrino aperto per un po’. A poco a poco mi sono avvicinata, ero a tanto così da scoprire chi era ma mi ha sentito nuovamente, e si è messo a correre. Non l’ho inseguito perché stava andando in un vicolo cieco e sapevo che sarebbe dovuto tornare indietro, poi siete arrivati voi! Lo stavo per prendere se solo mi aveste lasciato in pace! Vi avevo detto di farmi andare!
-Chi ce lo dice che non sei tu “A” e ti sei inventata tutto?- chiese Troian e Janel scosse la testa come infastidita e seccata, parve riflettere su che prove mostrare ai ragazzi, poi si illuminò:
-Quando “A” vi ha tagliato i freni io ero con Ian!- Ian annuì e fu costretto a confermare.
-Quindi ci hai spinte tu contor la credenza nella stanza! Non “A”!- chiese Shay e Janel alzò gli occhi al cielo rassegnata:
-Non volevo! Mi sono resa conto dopo! Dovevo farlo! Ero nel panico! E poi mi sembra che non si sia fatta male nessuna!- Ashley si lanciò un’occhiata fugace alla spalla che le faceva un po’ meno male ma che si stava colorando di viola e nero. Janel preoccupata si portò le mani al viso:
-Dio mio Ash! Non avevo idea! Scusami non volevo farti male!- provò ad avvicinare la mano alla spalla dell’amica per toccarla ma con una leggera spallata Tyler l’allontanò:
-Non toccarla!- le intimò.
-Non dovrei toccare Ashley? Perché scusa?- Janel rise amaramente e fece per riavvicinarsi contando sull’appoggio di Ash, ma per la seconda volta in quel stupì i suoi amici, si allontanò coprendosi la spalla e le disse fredda:
-Fa quello che ha detto Tyler.
-Non mi credete ancora?- chiese e Troian, agitandosi sul sedile del pullmino le rispose:
-Dobbiamo lavorarci, abbiamo ancora tante domande.
In quel momento tutti i cellulari, anche quelli dei ragazzi, suonarono contemporaneamente. Tremando tutti presero i telefoni e con sollievo videro che non era di “A”.
-è Marlene! Dice che  preoccupata perché non riesce a contattarci…- Ashley si strinse nella vestaglia che indossava e sistemandosi una ciocca di capelli dietri l’orecchio si appoggiò rassegnata allo schienale del sedile:
-Mi sa che ci toccherà dare un po’ di spiegazioni…
Quando Marlene ricevette il messaggio in cui i ragazzi l’avvisavano che stavano arrivando e che avevano avuto un contrattempo, certamente non immaginò di vederli entrare nella hall dell’albergo in quelle condizioni.
Troian era ricoperta di vetro e di foglie e aveva il viso sporco di terra, Ashley aveva una spalla violacea e un’espressione sofferente, la gamba di Shay sanguinava e Lucy aveva la faccia piena di tagli.
Tyler, Ian e Keegan avevano foglie tra i capelli e i vestiti strappati e trascinavano per un braccio Janel.
-Santo cielo che è successo?- Marlene indossava un largo pigiama fiorato di Dolce e Gabbana, ma sotto di esso aveva messo un paio di scarpe per uscire. Negli occhietti scuri i ragazzi le leggevano l’angoscia e l’agitazione che la loro assenza le aveva procurato e a confermarlo le rughe di preoccupazione che le arricciavano la fronte. Con passo trotterellante si avvicinò:
-Oh cielo Ashley, piccola, che hai fatto alla spalla? Shay? Ragazzi che avete combinato? Devo chiamare il 911?- il petto le si sollevava ritmicamente e il cuore le batteva forte.
In quel momento dalla porta a vetri entrò correndo una figura con una chioma nera e due fugaci occhi blu:
-Shaylene!- la chiamò incredula Ashley avendo riconosciuto la sorella maggiore.
-Tu che ci fai qui?
-Mi ha chiamata Marlene, ha detto che non vi trovava più! Mi hai fatto prendere uno spavento!- ansimò Shaylene e abbracciò Ashley con vigore fino a che la bionda non trasalì.
-Ahi.-
-Che è succ… Ash che hai fatto alla spalla?! Dio mio Ash è rotta?
-No, no, Shaylene non preoccuparti, sta guarendo!
-Ash è viola! Devo chiamare la mamma?- agitata la ragazza frugò nella borsa alla ricerca del cellulare ma la sorella minore la bloccò:
-Shay! Ho detto che sto bene! È solo un livido!
-Sicura?
-Si Shaylene, puoi andare!- prima di lasciare l’hotel la ragazza si girò verso Tyler:
-Stai attento alla mia sorellina! Abbi cura di lei!- il ragazzo arrossì e annuì, poi cominciò:
-Certo, ma comunque noi non…- s’interruppe perché già Shaylene era andata via.
-Che avete combinato?- Marlene li fissava con uno sguardo accusatorio, e qualcosa nella sua espressione fece capire i ragazzi che niente avrebbe potuto far evitare loro quell’interrogatorio:
-è stata colpa mia!- tutti si girarono verso Janel e la ragazza proseguì:
-Ho avuto la stupida idea di farci una foto su un albero così ad uno ad uno siamo saliti tutti…ma… come ho detto…  stata un’idea stupida! L’albero non ha retto e… beh, il resto è storia.- Marlene li squadrava ancora sospettosi dando loro l’impressione di non essersela bevuta, ma comunque, creduto alla storia o no, comunque sorvolò, e lasciando una scia di profumo alla zucchero a velo salì in camera.
A quel punto anche i ragazzi si separarono, ma Ashley, Lucy, Troian e Shay decisero di continuare a dormire insieme nella stessa stanza, così raggiunsero la camera di Ashley. Mentre la bionda con il braccio non dolorante armeggiava con la serratura sentì il cellulare vibrarle nella tasca. Anche Shay e Troian avevano ricevuto il messaggio e senza farsi vedere da Lucy che non le aveva ancora raggiunte, lessero a mente:
 
Quattro stronzette nella stessa camera, mi rendete il gioco così facile… Dite alla quarta stronzetta la verità o questa storia non finirà bene      -A
 
-Non è un messaggio nello stile di “A”…-
-Penso abbia voluto rendere l’idea, non oso immaginare cosa stia facendo a Sasha.- Troian rabbrividì.
-Che starà facendo a Sasha? Se Sasha è ancora viva…- insinuò macabra Ashley e le altre la guardarono attonite, poi esclamarono in coro:
-Ashley!
-Andiamo ragazze! Non è quello che pensiamo tutte?
-No!
-Non rispondete così in coro, mi fate paura!- rise lei, e mentre si chinava a prendere la chiave che le era scivolata, il telefono le cadde a terra.
Prima che qualcuno potesse fermarla Lucy lo raccolse e lesse il messaggio.
-ragazze che significa? Che mi dovreste dire?- dal tono di voce si capiva che erano le domande di chi non voleva realmente una risposta. Ashley deglutì e con un unico scatto spalancò la porta. Un lingotto di piombo cadde a terra con un tonfo, e le ragazze fecero un salto dallo spavento. Con una vernice rosso sangue, sul metallo c’era scritto in un chiaro maiuscolo “LIARS”.  Appese con un filo per il collo al lingotto c’erano tre bamboline con le sembianze di Ashley, Troian e Shay.
-Bugiarde? Che significa ragazze?- Lucy era agitata e spostava lo sguardo sulle sue amiche istericamente.
Troian si appoggiò con pesantezza alla porta di legno e con un nodo in gola disse:
-Abbiamo detto noi a Ian “la cosa di Andrew”…-

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Capitolo 11
*** Robert? ***


Ashley’s pov
 
-Abbiamo detto noi a Ian la “cosa di Andrew”.- appena Troian pronunciò quelle parole lasciai cadere sul pavimento la chiave che tenevo in mano e tirai un lungo sospiro.
Lucy rise amaramente facendomi drizzare i capelli e con un’espressione imperturbabile sghignazzò:
-è uno scherzo vero?- nessuna di noi rideva anzi eravamo tutte piuttosto serie e abbattute, così la nostra amica si diede la risposta da sola e cominciando a mordicchiarsi le unghia, mormorò:
-Non è uno scherzo…- scossi debolmente la testa e Lucy serrò i pugni, così io cominciai a spiegarle con una voce supplicante.
-Lucy, “A” ci ha ricattate, noi non volevamo, siamo state malissim…- Lucy mi bloccò con un gesto della mano e mi ordinò:
-Smetti di parlare.- “smetti di parlare”. Conoscevo questa risposta. Era la risposta che aveva dato Aria ad Hanna quando aveva scoperto che era stata lei a dare il biglietto della mostra a sua madre.
-Ti preg…
-Smetti di parlare, smettete tutte di parlare.- stavolta il suo tono di voce era più alto e imperiale. Lucy si aggiustò il pigiama e sollevò con forza la valigia, poi lasciò la stanza sbattendo violentemente la porta.
Io, Troian e Shay ci guardammo l’un l’altra, eravamo spettinate, struccate e in pigiama, ma pure in quelle condizioni pietose eravamo riuscite a distruggere un’amicizia.  
Sentimmo bussare alla porta e un sorrisone mi si dipinse sul viso, fissando trionfante le mie amiche annunciai:
-Avete visto! Magari ci ha ripensato!- aprii la porta e mi ritrovai davanti una cinesina cinquantenne, alta 1.50, che indossava un grembiule azzurro, dei sabot bianchi da infermiera e che aveva una scopa in mano:
-Io pulile vostla camela.- fu più per delusione che per cattiveria, ma le sbattei la porta in faccia senza darle una risposta.
Appena mi volta vidi Shay e Troian che mi fissavano stralunate:
-Che c’è?!
-Ashley! È un’inserviente! È il suo lavoro!- sbuffando aprii la porta e ritrovai la cinesina nella stessa identica posizione che aveva quando avevo chiuso la porta. Sfoderai il più falso sorriso che mi riuscisse, ed esclamai:
-Può andale via signola, nostla camela pulita!- poi richiusi la porta, guardai le mie amiche e scoppiammo tutte a ridere. Sentii un enorme vuoto nella pancia a ridere dopo ciò che era successo con Lucy, ma ero anche consapevole che a me, Troian e Shay serviva distrarsi un po’.
 
---
 
La mattina dopo mi svegliai con un mal di testa atroce e la spalla dolorante.
-Shay?- la mia amica si rigirò brontolando lasciando una scia di saliva sul cuscino.
-Shay tesoro, capisco che senti il bisogno impellente di imbavarmi il letto, ma temo che ti debba alzare!- scherzai e lei, lamentandosi, mi guardò aprendo gli occhi a fessura:
-Tra un po’…- la mia espressione si fece seria.
-Shay… ricordi? Lucy…- scattò a sedere.
-Vero, dobbiamo parlarle, ma… dov’è Troian?- mi guardai intorno stupita e notai solo il quel momento l’assenza della nostra amica.
-Probabilmente sarà già scesa.- mormorai un po’ sorpresa dal fatto che Troian non ci avesse svegliato.
In qualche secondo Shay fu in piedi:
-Oggi cominciano le riprese Ash, come direbbe Marlene: “fate una colazione sostanziosa!”.- io m’imbronciai e pensando al fatto che sarebbero cominciate le riprese e quindi avremmo potuto tranquillamente evitare Lucy: non aveva senso scendere in quel momento! Così mi gettai a braccia conserte sul letto e cominciai:
-Pensandoci bene… alla faccia della “colazione sostanziosa di Marlene”! Io ho una mela qui in camera, non dobbiamo per forza scendere…- Shay saltò con le ginocchia sul letto di fronte a me, e sorridendo cantilenò:
-Oggi fanno i pancaaaaake!- scattai a sedere (adoro i pancake)e con un’espressione furba e divertita esclamai:
-Fanculo la mela! Diamoci sotto con i pancake!
Appena io e Shay raggiungemmo la sala pranzo dove l’hotel allestiva la colazione, ci guardammo intorno cercando Troian. In un tavolo per quattro persone erano seduti Ian, Tyler e Keegan. In primo tentava di bere una tazza di Tè caldo senza buttarselo di sopra, parlava e rideva, probabilmente raccontando qualche aneddoto. Accanto a lui Tyler mordicchiava un cornetto alla nutella e interrompeva di tanto in tanto Ian per aggiungere qualcosa, mentre Keegan, che doveva già aver finito di mangiare perché aveva davanti un piatto vuoto, ascoltava attentamente lasciandosi sfuggire di tanto in tanto qualche risolino.
Di Troian e Janel nessuna traccia. Alla destra del tavolo dei ragazzi, da sola, con un’espressione pensierosa, sedeva Lucy. Io e Shay eravamo ancora in pigiama, mentre lei indossava già un’ampia gonna a fiori da Aria, probabilmente pronta per girare le scene di Pll.
I capelli erano pettinati alla perfezione, le labbra erano dipinte di un rosso accesso e gli occhi luccicavano di ombretto.
Appena la porta della sala sbatté alle nostre spalle lei nemmeno si girò, voleva dare segno di non essersi accorta del nostro arrivo, ma noi capimmo che ci aveva viste perché si irrigidì e bloccò a mezz’aria la tazza del cappuccino senza né berlo né posarlo.
Davanti a lei c’era un piatto con una fetta di torta intatta, e una ciambella anch’essa intera. Io e Shay ci voltammo l’una verso l’altra e ci scambiammo uno sguardo eloquente, poi ci dirigemmo verso il tavolo di Lucy. Lei non si mosse, rimase immobile, rigida, come un cane da guardia allerta, sempre voltata dall’altro lato, almeno finché noi non ci sedemmo accanto a lei. Allora Lucy, continuando a non degnarci di uno sguardo o di una parola, sollevò il vassoio roboticamente e cambiò tavolo. Tutti ci girarono a guardarci e Keegan esclamò:
-Ehi ehi ehi… che succede là sotto? Giornata no, Lucy?- la nostra amica gli rivolse un sorrisetto falso e Shay cominciò:
-Ti prego Lucy…
-Non parlarmi.
-Dai…
-Non parlarmi!-Lucy bevette l’ultimo sorso del cappuccino e lasciò la stanza infuriata, con Shay in lacrime che la seguiva a ruota.
Così rimasi da sola nella stanza con i ragazzi che mi guardavano stupiti cercando di capire cosa stesse accadendo. Voltai la testa con gli occhi che mi pizzicavano e mi alzai raggiungendo il tavolo con il cibo. Senza rifletterci iniziai a infilare nel piatto di tutto e di più, con le guance calde e bagnate, fino a che non sentii dei passi dietro di me:
-Vuoi finire tutto il buffet Ash?- scherzò Tyler e io tentai di sorridere, accorgendomi solo allora che ero di spalle e che quindi lui non poteva comunque vedermi. Non volevo farmi vedere piangere così non mi voltai verso il mio amico.
-Scherzo, me lo passi il latte?- allungai la mano di fronte a me per afferrare la brocca:
-Come va la spalla?
-Bene.- singhiozzai tentando di camuffare la voce ma non riuscii a ingannarlo.
-Ash?
-Si.- mi prese la mano, feci un sospiro e mi voltai con gli occhi rossi, lui mi abbracciò:
-Ashley non piangere… che è successo con Lucy?- non risposi e Tyler mi passò una mano tra i capelli.
-Se non ne vuoi parlare va bene, non sei obbligata a dirmelo, ma dimmi cosa posso fare per farti stare meglio, non posso vederti soffrire e piangere.- Dio quanto lo adoravo, sapeva sempre dire le parole giuste quando mi vedeva giù.
-Non mi guarderesti più allo stesso modo se te lo dicessi…
-Ti guarderò sempre allo stesso modo Ash, sarai sempre la mia piccola Hanna Banana.- rise e riuscì a strapparmi un sorriso sincero tra le lacrime.
-Ne parliamo al tavolo, ma prima passami il latte.- scoppiai a ridere:
-Hai ragione, il latte, tu eri venuto solo per il latte e alla fine non te l’ho nemmeno dato!- allungai la mano e afferrai la caraffa di vetro, la tirai verso di me e cominciai a versare il latte nel bicchiere di Tyler, quando qualcosa di viscido sgusciò fuori. Feci un salto indietro lanciando cadere a terra la brocca, che esplose in mille pezzi cospargendo in pavimento di liquido bianco, e con orrore vidi che nella pozza di latte sguazzava una piccola biscia.
Alzai lo sguardo e notai che nessuno guardava il rettile ai miei piedi, ma che tutti guardavano un punto sopra di me, dove dal tetto penzolava uno striscione, collegato a un meccanismo che lo aveva portato a mezz’aria, e che probabilmente io avevo attivato inconsapevolmente. Mi avvicinai e lessi a caratteri cubitali:
 
BITCHES
SAPEVO CHE AVEVATE LA STOFFA DELLA BUGIARDE.
GRAZIE MILLE PER AVER FATTO SCOPRIRE A IAN LA
“LA COSA DI ANDREW”.
BUONA MATTINA STRONZETTE
 
-A

 
 
Appena abbassai lo sguardo vidi tutti gli occhi puntati su di me. Ian era sconcertato e gli leggevo negli occhi lo sgomento per quanto accaduto. Tyler mi scrutava stupito e un po’ deluso e questa fu la cosa che mi fece più male. Il primo a parlare fu Keegan:
-Siete state voi?!- a salvarmi da quella situazione fu Marlene che entrò vestita di tutto punto nella stanza. Sul viso imbellettato e tutto incipriato le si leggeva l‘agitazione per il primo giorno delle riprese e aveva mille fogli in mano. Dietro di lei Norman, l’assistente di scena, la seguiva trafelato e un po’ confuso.
Marlene mi si avvicinò in punta di piedi cercando di non sporcarsi le scarpe di latte, probabilmente neppure vedendo la biscia, e mi prese per un braccio.
-Cosa avete fatto a questa poverina?- domandò ai ragazzi passandomi una mano sulle guance bagnate, poi mi guardò eccitata:
-Su col morale Ash, asciugati le lacrime e corri in camerino, Hanna Marin deve tornare più forte di prima!
-Anche voi sbrigatevi a vestirvi fannulloni! Con questo tempaccio abbuia presto e dobbiamo girare più scene possibile!- disse rivolta ai ragazzi indicando le nuvole e i lampi che illuminavano la campagna intorno all’albergo.
Appena fui pronta scesi al piano di sotto, dove dovevo avere l’appuntamento con Shay, Troian e Lucy, ma trovai solamente Shay.
-Notizie di Troian?- le chiesi sedendomi sul divanetto rosso accanto a lei. Shay giocherellò con la manica della mia felpa grigia e scosse la testa:
-Non risponde alle telefonate e ai messaggi, nessuno l’ha sentita!
-Non c’è nemmeno Janel, magari sono insieme…
-Marlene le ucciderà se non si presentano alle riprese!- esclamò Shay allarmata ma io le sorrisi complice:
-Sanno che la faranno franca per l’ennesima volta!- sorrisi io, infatti non era la prima volta che ritardavamo, e Marlene si era sempre dimostrata piuttosto comprensiva.
Lanciai una fugace occhiata all’orologio:
-è l’orario, possiamo raggiungere Marlene, sai com’è agitata il primo giorno dopo la pausa estiva. Non è la prima volta!- dissi a Shay e mi alzai in piedi aggiustandomi i pantaloni della tuta grigi:
-Hanna Marin in tuta?- rise Shay aggiustandosi i pantaloncini troppo corti, io inclinai la testa e sorrisi:
-Anche Hanna ha le giornate no! Ma non ti preoccupare, già da domani butterà all’aria questa roba vecchia!- scherzai tirandomi la larga tasca dei pantaloni storcendo il naso.
In quel momento sentimmo i cellulari squillare all’unisono e io brontolai:
-è arrivato il momento della comunicazione ufficiale di “A”…- sollevai l’iphone e sgranai gli occhi:
-è di Troian!
-Finalmente si fa sentire…- disse Shay un po’ seccata, poi aprimmo il messaggio:
 
S.O.S
Alla caserma di polizia, forse sappiamo dov’è Sasha!
 
-Oh mio Dio…
-Dobbiamo avvisare Lucy!- presi il telefono e le scrissi un messaggio.
-Ha risposto?
-Ha visualizzato, ma non ha risposto, l’abbiamo proprio combinata grossa… credo che Lucy non verrà.
 
---
 
Appena attraverso il finestrino appannato riuscii a leggere: “stazione di polizia”, inchiodai i freni e spensi l’auto. Nel momento in cui i tergicristalli si fermarono, una coltre d’acqua ricoprì completamente il vetro, mentre un tuono rimbombava sopra le nostre teste e un lampo squarciava il cielo.
Troian e Janel erano appoggiate al cancello e aspettavano nervosamente riparandosi dalla pioggia con un ampio ombrello. Appena scendemmo dalla macchina, Troian ci corse in contro:
-Ashley! Shay! Finalmente siete arrivate!
-Che hai scoperto?
-Stamattina mi sono alzata molto presto e io e Janel siamo andate alla stazione di polizia… Siamo riuscite a infiltrarci nella stanza dove tengono le prove della scomparsa di Sasha. Mentre diceva ai suoi genitori di essere partita per venire da noi, si stava vedendo con un certo Robert!
-Scusa l’ignoranza ma non capisco…- mormorò Shay e Troian scosse la testa:
-Che motivo aveva di non dirlo alla madre? Non so voi ma io conosco solo un Robert non gradito alla signora Pieterse…- io e Shay ci guardammo ed esclamammo:
-Robert Green!- poi aggrottai la fronte:
-Ma Robert Green è…- Troian mi precedette e completò orgogliosa:
-Stato arrestato due anni fa per quel furto…- Shay alzò le braccia innocente:
-Ancora non capisco!- io e Troian invece ci scambiammo uno sguardo d’intesa e le spiegammo:
-Ricordi quando è stato arrestato?- lei rabbrividì per il freddo stringendosi nella maglietta di cotone che indossava e annuì:
-Si, due anni fa intorno a questo periodo dell’anno…
-Per quanto?
-Due anni… oh mio Dio, è stato rilasciato recentemente!- esclamò Shay e Troian annuì, però a me ancora rimaneva un dubbio:
-Ma oltre al fatto che l’ha vista di nascosto prima che scomparisse, cosa lo collega al luogo dove si trova?- Troian ci guardò e poi disse:
-Quale posto vi fa pensare a Robert Green?- in coro io, Shay e Janel esclamammo:
-La biblioteca abbandonata!
-Dio mio, questo è proprio un ragionamento alla Spencer Hastings!- Troian sorrise e lanciandomi uno sguardo furbetto da Spencer, alzò le sopracciglia:
-In persona!
La biblioteca abbandonata non è proprio quello che si dice “un posto alla mano”, anzi, per dirla tutta, era piuttosto arroccato.
Non era proprio in città, più che altro era in periferia ed era un posto piuttosto isolato dal resto delle case. Nonostante fosse pieno giorno il cielo era scuro e nuvoloso, inoltre da quando avevamo lasciato l’albergo non aveva smesso un attimo di diluviare.
Appena scendemmo dalla macchina ci rifugiammo sotto un cornicione dell’enorme struttura, e prima di entrare Shay puntò un dito contro Troian:
-Se hai ragione e Sasha è qui… tu sei un fottuto genio e ti amo, se invece era un ragionamento campato in aria e sarò venuta qui, inzuppata, infreddolita e terrorizzata per niente… farai meglio a prepararti amichetta, non avrai vita facile!- Troian rise, poi la sua espressione si fece di nuovo seria:
-Forse sarebbe stato meglio avvisare la polizia…- io annuii e rabbrividii lanciando uno sguardo sulla struttura pericolante che incombeva sopra di noi, poi mi lamentai:
-Vorrei che Tyler sapesse che sono qui…- Janel mi sorrise di sbieco:
-Se Tyler avesse saputo che tu stavi andando nel bel mezzo di un temporale in un posto abbandonato e isolato, che potrebbe crollare da un momento all’altro, per fare un meet and greet con un pericoloso assassino… credo non saresti qui! Non ti avrebbe mai permesso di venire.- non potei fare altro che darle ragione e seguire Troian all’interno della biblioteca. Appena tutte entrammo, la porta si chiuse alle nostre spalle con un tonfo sonoro.
-Cominciamo bene…-  mormorò Troian, dimostrandosi di già più insicura di quanto all’inizio non volesse dare a vedere. Il cielo era scuro a causa del cattivo tempo, in più i vetri delle finestre della biblioteca erano oscurati, quindi dall’interno sembrava essere di sera. Ogni tanto qualche lampo illuminava in modo sinistro gli immensi scaffali vuoti che un tempo dovevano essere stracolmi di libri e il silenzio era rotto solamente da qualche scricchiolio del legno. Anche se sapevo quale fosse la causa dei rumori, saltavo in aria ogni volta.
La strana luce che filtrava, proiettava ombre inquietanti sul pavimento e istintivamente composi nel telefono il 911, pronta a dare l’avvio in caso di bisogno.
Cercavamo di avanzare senza fare rumore, e aveva quasi attraversato la prima navata, quando sentimmo un grido. Per lo spavento indietreggiai di colpo e caddi a terra sbattendo la spalla su una vecchia sedia, mentre sentivo Troian esclamare con la voce spezzata:
-è la voce di Sasha!- Shay mi aiutò a rialzarmi porgendomi la mano e poi cominciammo a correre, cercando di seguire la voce di Sasha. Mentre correvo mi stupii di quanto poco male mi avesse fatto la spalla rispetto ai giorni precedenti e sospirai sollevata avendo finalmente la conferma di non avere una lesione.
Le urla di Sasha erano sempre più vicine, continuammo a correre trafelate fino a quando non ci ritrovammo in un vicolo cieco: avevamo attraversato un corridoio che portava a uno dei muri portanti dell’edificio, e di fronte a noi, poggiato a terra sotto la finestra, si trovava un registratore che continuava a emettere grida strazianti con la voce di Sasha. In quel momento un lampo potente illuminò la finestra facendo leggere sul vetro una scritta in rosso:
 
 
Le stronzette ficcanaso muoiono
-A

 
Feci per leggere sconsolata a voce alta, ma una voce proveniente da dietro uno scaffale mi precedette:
-Le stronzette ficcanaso muoiono  -A
-Lucy! Alla fine sei venuta!- lei annuì e mi sorrise conciliante in modo amichevole, ma non potei gioire del momento perché sentii qualcosa colpirmi la nuca e vidi tutto nero.

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Capitolo 12
*** Andrew! ***


Ashley’s pov
 

Quando aprii gli occhi sentii qualcosa di morbido che premeva sul mio corpo. Sollevai le braccia un po’ intontita e toccai il piumone pesante di un letto. Confusa lo tirai giù e mi ritrovai distesa scompostamente su un letto, ancora vestita e con le scarpe, e quasi completamente al buio. Unii pollice e indice pizzicandomi il braccio più volte, e appena fui certa di essere sveglia, scattai a sedere sul letto guardandomi intorno: ero nella mia stanza, o meglio, nella stanza di Hanna Marin.
Improvvisamente ebbi una fitta alla testa e mi sentii gelare, come in un corto metraggio velocizzato mi vidi sfilare nella mente tutte le scene delle riprese della casa delle bambole.
Riproduzioni esatte delle camere delle ragazze, riproduzione esatta del salotto di Alison, riproduzione esatta di tutti i mobili… ma tutto sottoterra e nello stesso stabilimento.
Provai a mettermi in piedi ma ebbi un capogiro e ricaddi seduta sul letto in preda a un senso soffocante di claustrofobia, ed era come se mi sentissi gravare sulle spalle le tonnellate di terra che mi separavano dalla superfice.
Lo stomaco mi si strinse con un movimento inconsulto che mi fece sentire come sulle montagne russe e mi gettai con tutto il mio peso sulla porta:
-FATEMI USCIRE! FATEMI USCIRE DI QU…- notai con sorpresa che la porta era aperta e uscii, ritrovandomi in un corridoio. Con il terrore che mi serrava la gola e mi impediva di pensare cominciai a camminare, quando vidi spuntare da un angolo Tyler, appena mi vide gli si illuminò il viso e cominciò:
-Ash! Potevi dire che eri già sul set! Marlene appena non vi ha trovate ha dato di matto! Le è venuta la tachicardia e si è dovuta mettere a let…- non poté finire la frase perché io, dopo aver sentito come un nodo sciogliermisi dentro, mi tuffai tra sue braccia senza preoccuparmi del fatto che mi avrebbe vista piangere per la terza volta in un paio di giorni. All’inizio Tyler rimase impalato, poi ricambiò la stretta e accarezzandomi la schiena mi sussurrò:
-Ash, piccola, che ti succede? È successo qualcosa?
-Non dire niente, stringimi forte.- Tyler non aggiunse altro e, come ai vecchi tempi quando stavamo insieme, mi abbracciò in modo protettivo e dolce.
Appena raggiungemmo il piano di sotto della casa di Hanna, il mio personaggio, trovammo Marlene distesa su un divanetto con i piedi sollevati da un cuscino e una pezza sulla fronte. Era rossa in viso e il petto le si sollevava e le si abbassava molto velocemente, infine si sventolava istericamente con la mano. Sollevò la testa e mi vide. Scattò in piedi facendo cadere a terra la pezza umida, e facendo sollevare una nuvola di polvere dal divano. Con gli occhi fuori dalle orbite che lanciavano fiammate, infuriata mi gridò:
-ASHLEY BENS…- sgranò gli occhi e un po’ più calma continuò:
-Ashley che è successo? Che succede per ora? Non è la prima volta che ti vedo piangere in questi giorni…- la dura e severa produttrice Marlene King aveva lasciato il posto alla dolce Marly che si prendeva cura di noi come se fossimo i suoi figli.
-Io…
-è caduta dalle scale.- mi voltai verso Tyler e lui mi fece l’occhiolino, Marlene mi posò una mano sul braccio e apprensiva chiese:
-Ti sei fatta male?- ancora una volta Tyler rispose per me.
-No! L’ho presa al volo, sta bene! Si è solo spaventata molto: stava per sbattere su uno spigolo…- Marlene fece un colpo di tosse e la sua espressione tornò intransigente:
-Quindi stai bene?- annuii e Marlene mi intimò:
-Asciugati le lacrime e fammi un sorrisone! Non mi posso arrabbiare con te se stai piangendo… e io sono molto, molto arrabbiata!- sorrisi e mi passai un lembo della maglietta sulle guance, poi guardai la nostra produttrice e lei mi gridò:
-Dove sei stata?! Dove siete state tutto questo tempo?! Le altre dove sono adesso?! Siamo in tremendo ritardo…- feci un salto indietro dallo spavento e Tyler mi cinse il fianco con un braccio, poi si rivolse a Marlene con un leggero tono di rimprovero:
-Marlene!- Marlene capì al volo e la chiuse lì, poi si rivolse a me e a Ian che era accanto a lei:
-Non ti preoccupare Ash, cominciamo domani, ma che non accada più! Stavo per svenire… Ian! Vai ad avvisare Norman!- Ian fece per muoversi quando entrò Lucy nella stanza. Aveva un sacco di foglie tra i capelli e le guance rigate di lacrime. Ian l’abbracciò al volo, lasciandola piacevolmente sorpresa:
-Lucy! Che è successo? Mi hai fatto prendere uno spavento…- gli lanciai un’occhiata di sbieco: non mi era sembrato molto preoccupato in realtà. Vabbè… se quello era il modo di riavvicinarsi a Lucy… che facesse pure!- Marlene alzò un sopracciglio:
-Che sta succedendo qui? Ashley e Lucy in lacrime, Troian e Shay disperse….- allora entrarono trafelate anche le altre due nostre amiche, provenienti da direzioni diverse. S’incrociarono sull’uscio e si abbracciarono:
-Troian!
-Shay! Dio mio che spavento…- Troian e Shay stettero in quella posizione, l’una tra le braccia dell’altra per qualche secondo, poi a separarle fu Marlene:
-Che quadretto romantico, io però ancora non capisco…-  batteva il tacchetto della scarpa ripetutamente sul legno del parquet aspettando che qualcuna parlasse, visto che nessuna si decideva, alla fine fui io a prendere l’iniziativa:
-Marlene, c’è una cosa che devi sapere…
 
 
Shay’s pov
 

 
Appena Ashley e Troian finirono di spiegare tutto a Marlene, la nostra produttrice rimase a fissarci stralunata senza proferire una parola.
-Dì qualcosa Marl…- proposi io implorante.
-Quindi vi siete risvegliate ognuna sul set, nelle camere dei vostri rispettivi personaggi, pensando di trovarvi nella casa delle bambole? Invece eravate semplicemente, appunto, sul set?- annuimmo tutte. Ad un certo punto sentii qualcuno dietro di me.
-Janel dov’eri finita?
-Biblioteca. Mi sono risvegliata lì…
-Janel tu sapevi di “A”?- Marlene sembrava ferita dal fatto che non glielo avessimo detto. A risponderle fu Lucy, che sempre tra le braccia di Ian (non avevano litigato?) affermò melodrammatica:
-Lo sapeva da più tempo di noi.- Janel annuì grave e Marlene si mise le mani tra i capelli:
-Io lo sapevo! Lo sapevo! Dovevo chiudere con la quarta stagione!
-No Marl… non dire così…- Ashley l’abbracciò.
-Dobbiamo interrompere le riprese… almeno finché non ritroveranno Sasha e prenderanno questo pazzo. Allora, forse, ricominceremo, ma non sono tanto sicura…- chiusi gli occhi e con la gola serrata provai a convincerla:
-Marlene no, non dobbiamo smettere, non è quello che vorrebbe Sasha…
-Così si parla dei morti Shay, Sasha è ancora viva, non dirlo mai più!- esclamò Troian terrorizzata, poi si rivolse a Marlene cercando di adottare un tono sicuro di sé:
-Aspettiamo qualche settimana Marlene, non bisogna prender decisioni affrettate. Siamo nel panico e il panico è un pessimo alleato.- Marlene si aggiustò il colletto della giacca e sedendosi compostamente sul divano annuì:
-Avete ragione ragazze, Pretty Little Liars è davvero un successo e mi dispiacerebbe far finire tutto a causa di un mitomane millantatore…- le mostrai un sorriso a trentadue denti e stringendo calorosamente la mano di Troian esclamai:
-Ragazzi! Secondo me qui ci vuole una festa per tirarci su di morale!- tutti sembrarono entusiasti, e Ashley con un’espressione sorpresa in volto si sciolse dall’abbraccio di Tyler mettendosi al centro della stanza in modo da farsi vedere da tutti, poi annunciò:
-E come si dice in Italia… Lupus in fabula! Calza proprio a pennello!
-Non lasciarci sulle spine Ash!- la stuzzicò Lucy tirandole un pizzicotto e la bionda ci mostrò lo schermo del suo Iphone 6:
-La mia migliore amica domani dà una festa in maschera!- appena finì di parlare, io feci la finta sorpresa ed esclamai:
-Non ricordo di aver dato una festa…- Lucy mi seguì e con un’espressione offesa si rivolse ad Ashley:
-Nemmeno io, anzi io ne sono piuttosto certa.- Troian alzò le mani innocente:
-Non guardate me! Ash, devi esserti sbagliata le tue migliori amiche non hanno dato una festa!- Ashley ci fece una smorfia e cantilenò prendendoci in giro:
-Una mia ALTRA migliore amica.- scoppiò a ridere e ci abbracciò affettuosa.
-Selena mi ha inviato un’email proprio adesso!
-Selena? Ma non av…
-Abbiamo fatto pace.
-Bene ragazze, allora mi sembra proprio perfetto, domani tutte alla festa della Gomez!- urlai io.
-Vorrai dire tuttI, non tuttE!- disse Tyler improvvisando due passi di danza, meritandosi una spintarella da Ashley, la quale poi però affermò:
-Ovviamente! Sele mi ha detto che posso portare chi voglio.
-Non saprei… le riprese…- Marlene incrociò le braccia.
-Su Marlene! Ti prego!- lei sembrò rifletterci un attimo e poi ci puntò un dito contro:
-Potete andare, ma a una sola condizione…- la fissammo ansiosi e lei esclamò:
-Che viene anche la produttrice!- cominciò a muovere il bacino e a fare giravolte: una scenetta esilarante. In quel momento la porta si aprì ed entrò un ragazzo. Scossi la testa incredula e istintivamente vi voltai verso Lucy. Lei guardava il nuovo arrivato con sconcerto e stupore, tormentandosi il bordo della gonna, poi esclamò:
-Andrew?- Ian si staccò da Lucy infastidito e la mia amica lo seguì con o sguardo fino a che non fu fuori dalla stanza. Andrew commentò con un sorrisetto da idiota:
-Ian puoi anche salutarmi! Non scappare. Che gli succede?- chiese a Lucy prendendole la mano. Lei la tirò via e severa gli chiese:
-Che fai qui Andrew? Che vuoi?- lui si sedette accanto a Marlene e le rispose:
-Ehi ehi ehi… bambolina! Che ti prende? Adesso mi porti anche rancore?
-Andrew vai via.
-Attenta bambolina…
-Non mi chiamare più in quel modo.
-Come vuoi tu bambolina.- Lucy lo fulminò con lo sguardo ed Andrew continuò:
-Attenta bambolina, potresti farti male… ho scelto te, ma potrei ricredermi… sai, quando ti trovi davanti… questo!- fece un fischio d’ammirazione indicando Ashley e avvicinandosi alla bionda. Tyler la tirò via per un braccio e si mise tra lei ed Andrew:
-Allontanati da lei.- Andrew guardò Ashley e Tyler poi fece una risatina inconsulta e fastidiosa, e sgranando gli occhi ridacchiò:
-Ohohoo…. Qualcuno si è fatto il fidanzatino… lo sapevo che dovevo prenderti subito bella, quelle come te sono super richiest…-
-Andrew cosa vuoi?
-No… no… okokok! Sto sembrando antipatico e fuori luogo… ma ragazzi! Sono venuto in pace! Volevo passare un po’ di tempo con il mio cast preferito!- mise un braccio intorno alle spalle a Marlene, ma lei si scansò aggrottando la fronte. Visto che nessuno aveva commentato lui fece un finto sorrisone e disse ironico:
-Calma ragazzi, lo so che morivate dalla voglia di vedermi! Ma calmi! Non dovete ringraziarmi!- nemmeno stavolta nessuno parlò ed Andrew si fece serio:
-Mamma mia che ostilità…
-Dai ragazzi, diamogli una possibilità, magari è davvero venuto in pace…- propose Troian ed Andrew le si avvicinò prendendole la mano:
-Qualcuno che capisce! Mlmlm… e sei anche sexy Troi… davvero bella!- allungò una mano per porvare a toccarle il sedere ma Troian gli rifilò uno schiaffo:
-Non provarci neanche.
-Mi piacciono le combattive… No, sto risultando davvero antipatico e fuori luogo. Proviamo a non litigare dai!- disse con la gioia di un bambino e tutti alzammo gli occhi al cielo.
-Ora direi di andare, Keegan ci aspetta al Luxuria Cafè, dobbiamo dirgli della festa.- propose Tyler e io feci un saltellino sul posto:
-Credo che non verrò! Vado a cercare un vestito per la festa…- Ashley mi prese sottobraccio:
-Vengo con te Buttah!- mi disse chiamandomi con il soprannome che mi aveva dato.
-ButtahBenzo top!- esclamai divertita quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e una voce che esclamava:
-“ButtahBenzo e Troian top” vorrai dire! Vengo anch’io!
-ButtahBenzo e Troian e Lucy top! Ho bisogno anch’io di un vestito ragazze! Volevate lasciarmi qui?- eclamò Lucy divertita e tutte insieme uscimmo dal palazzo.

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Capitolo 13
*** La festa ***


 
Lucy's pov
 
Ero a un centimetro da lui, con le dita gli sfioravo la felpa nera. Non sentivo niente e non mi curavo del vento che mi faceva sbattere i capelli sul viso. Vedevo solamente quella figura incappucciata che correva appena davanti a me. Allungai la mano e strinsi il suo cappuccio. Glielo strappai via, lui si girò...
 
BAM
 
Un colpo sul viso mi fece interrompere il sogno che stavo facendo lasciandomi con il cuore in gola e la curiosità che mi divorava. Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai la mano di Ashley in faccia. La mia amica ancora dormiva, ma si agitava come se fosse sommersa dai ragni e sferrava colpi qua e là. Dopo avermi dato una manata fortissima, diede un calcio sul fianco a Troian, che dormiva ai piedi del letto, e una gomitata sul petto a Shay.
Brontolando le mie amiche aprirono gli occhi:
-Che le è preso?- chiese Troian infastidita sbadigliando e tenendosi il fianco. Scossi la testa confusa e stupita e mi avvicinai:
-Nuovo il pigiama?- le chiesi e la mia amica alzò le spalle e sorrise, sfoggiando orgogliosa il suo pigiama di flanella verde acqua. 
-Comprato ieri insieme al vestito per la festa.
-Mi piace!- esclamai prima di incassare una pedata sul ginocchio da Ash.
-Basta la sveglio.- esclamai, ma Troian è Shay mi fermarono:
-No!- mi gridarono in coro e io aggrottando la fronte mi allontanai:
-Perché no? Scusate?
-Ma poverina...
-Sei senza cuore!- mi risposero apprensive Shay e Troian e io mi voltai verso la bionda che ancora dormiva: aveva il respiro affannoso. Le poggiai preoccupata una mano sul petto:
-È tutta sudata, magari sta facendo un brutto sogno! Io propongo di svegliarla.
-Facciamo con la bacinella d'acqua ghiacciata?
-Shay!- le rispondemmo noi severe e lei scoppiò a ridere, poi ci fece una smorfia:
-Scherzavo! 
-Ashley?- provai a chiamarla e per poco non mi fece vomitare lo stomaco con un calcio nella pancia.
-Ashley svegliati!- la nostra amica aveva cominciato ad ansimare e io con uno schiaffetto la svegliai:
-Ashley!- lei socchiuse le palpebre mostrandoci uno scorcio delle sue iridi azzurre.
-Lucy?
-Sia ringraziato il signore, volevi farci fuori?- dissi e la bionda illuminò la stanza con una risata cristallina:
-Perché? Che ho fatto?
-Diciamo che di hai scambiate per punching-ball per pugili...
-Oh Dio scusate... È che ho fatto un brutto sogno. Topolino mi inseguiva con un coltello e un Kalashnikov...- aggrottai la fronte e lei mise una mano smaltata di bianco di fronte a sé:
-Non dire niente!- alzai le spalle scambiandomi uno sguardo divertito con Troian e Shay, poi infilai le infradito azzurre e mi alzai in piedi. 
-Sono già le 10:30...
-E ancora il bastardello non si è fatto sentire...- brontolò Ashley riferendosi ad "A", poi si mise a sedere sul letto con le gambe a penzoloni:
-Oggi c'è la festa, e nessuna di noi è fidanzata. Siamo senza accompagnatore?
-Parli proprio tu Ash! Lo sai che certamente ti inviterà Ty! 
-TyTy? Non ne sono sicura... E poi tu, Lucy, sai che alla fine andrai con Ian!- mi punzecchiò lei e io sorrisi:
-Si, dai... Penso di si... Devo fare finta di essere sorpresa? Oppure devo far finta che ero certa che mi avrebbe invitata?- chiesi sognante.
-Fai come ti viene Lucy, sii naturale! Invece io e Troian si che siamo senza accompagnatore!- rise Shay e prese la mano alla nostra amica.
-Ti va di andare insieme?- le chiese Shay e Troian annuì:
-Certo.
-Andiamo a fare colazione che il mio stomaco si sta auto-digerendo ragazze!- mi lamentai e in pigiama raggiungemmo gli altri.
La sala dove era allestita la colazione quel giorno era più vuota del solito. Ian e Keegan non erano ancora scesi e nemmeno Janel era presente.
Mi diressi verso il buffet e sentii:
-Lucy?- ignorai quella voce e continuai a camminare:
-Lucy?- feci finta di non sentire ancora una volta.
-Lucille?- quella volta mi girai.
-Dormito bene bambola?
-Anche tu in questo albergo Andrew?
-Si, ti fa piacere?-un sorrisetto ironico gli balenava in viso e io distolsi lo sguardo.
-Non mi fa né caldo né freddo.
-Oggi c'è la festa bambola...
-Vieni anche tu?!- chiesi un po' stizzita e lui annuì:
-Sono stato invitato, ricordi?
-Devo mangiare Andrew.
-Perché me lo dici? Vuoi forse che ti imbocco?- con le lacrime agli occhi lo implorai:
-Ti prego Andrew...- alzò le mani in segno di resa e mormorò:
-Va bene, va bene... Comunque bel pigiama!- mi ammiccò, io guardai il mio pigiama e sorrisi tra me e me chiedendomi come mai la temperatura della stanza fosse salita in quella maniera.
Appena raggiunsi il tavolo con il piatto pieno, mi sedetti accanto ad Ash.
-Ti tieni a dieta eh?- chiesi alla bionda indicando la quantità innumerevole di pancake con lo sciroppo d'acero nel suo piatto, e lei mi sorrise. Io mormorai:
-Tanto tu puoi mangiare di tutto e non ingrassi...- lei annuì, dandomi ragione, ma poi divertita mi disse ironica:
-Siccome tu grassa sei!- le sorrisi, era vero, non ero grassa, ma non possedevo il “potere” delle mie tre amiche di mantenere invariato il loro peso qualsiasi cosa mangiassero.
-Voi da cosa vi travestite per la festa in maschera?- chiesi con la bocca piena di mela, ed Ashley si passò un dito davanti alle labbra con fare misterioso:
-Sarà una sorpresa!
-Avanti Lucy, ieri abbiamo deciso di non sbirciare nei pacchetti delle altre e vuoi rovinare tutto ora?- chiese Shay tormentandosi una ciocca di capelli e dal posto accanto a lei Troian mi chiese sospettosa:
-Ti ho vista parlare con Andrew… che vi dicevate?- le guance mi si colorarono di rosso in un solo istante e risposi impacciata:
-Niente…- Ma perché il mio corpo reagiva in quel modo ad Andrew? Io avrei dovuto odiarlo…
-Ti ha invitata al ballo?- scossi la testa:
-No, ma tanto avrei detto di no… vado con Ian.
-Perché? Ian ti ha invitato?- lasciai cadere un pezzettino di frutta sul piatto e alzai lo sguardo confusa:
-No… ma lo farà! Credo…
-Non stai affrettando troppo le cose con Ian? Fino all’altro ieri non vi parlavate…
-Si, beh… lui ieri è stato molto dolce… credo volesse farsi perdonare.- Shay rise divertita con tutto il contorno della bocca bianco di panna.
-E adesso perché lui dovrebbe farsi perdonare? Non dovrebbe essere il contrario? Sei tu che lo tradiv…
-Basta Shay, piuttosto parliamo di voi: con chi vai al ballo?- la bruna fece per indicare Troian ma l’altra la precedette.
-Io e Shay non abbiamo un galantuomo che ci accompagni nonostante non sia il nostro fidanzato… quindi andremo senza accompagnatore. Sarà una festa tra amiche, divertente lo stesso, no?- le fece l’occhiolino e Shay ricambiò con un’espressione un po’ ferita in volto che non riuscii ad interpretare.
-Sono le undici, ragazze, direi di salire sopra e cominciare a prepararci ragazze!
-Ashley scherzi? La festa sarà alle ventitré, tra dodici ore!
-Non è mai troppo presto per cominciare!
-Ha ragione Ashley ragazze.- propose improvvisamente Troian lasciandoci di stucco e la bionda sgranò gli occhioni blu:
-Come hai detto Bellisario?
-Non farmelo ripetere ma soprattutto non chiamarmi per cognome. Si, penso che dovremmo cominciare…- Troian cercava di essere calma ma vidi che le luccicavano gli occhi e maliziosa affermai:
-Sei emozionata.- lei scattò in piedi felice come una bambina a Natale e scuotendo i pugni eccitata esclamò:
-Non sto più nella pelle!- tutte sorridemmo.
 
---
 
-Devo cercare TyTy, devo trovarlo…
-Stai tranquilla Ash.
-No, no che non sto tranquilla! Manca poco alla festa e non so se avrò un accompagnatore o no!
-Chiedilo tu a Tyler.
-Scherzi? Non mi voglio imporre a lui! Può essere che non vuole andare con me! Per questo non si fa vivo!
-Non vuole andare con te?- risi io –quel ragazzo non vuole altro nella sua vita che passare del tempo con te Ash!
-Dici?- mi parve un po’ rassicurata, e con un’espressione più serena si sedette sul letto. Io invece ero tranquilla. Ian era stato molto carino il giorno prima, e questo era forse un segno che voleva riavvicinarsi a me…
Ad un certo punto vidi con la coda dell’occhio che Ashley scattava in piedi e, sfuggendo alle braccia di Troian e Shay che cercavano di fermarla, si avviò verso la porta:
-Ashley dove vai?
-A cercare Tyler.- rassegnata scossi la testa sorridendo. Appena la mia amica aprì la porta andò a sbattere contro qualcuno:
-Stai bene?- lei annuì massaggiandosi il fianco.
-Stavo cercando proprio te.- disse Tyler.
-Anche io stavo cercando te.- ribatté Ashley e Tyler le sorrise:
-Dimmi.- Ashley ricambiò il sorriso e commentò:
-Prima tu.- a quel punto il ragazzo le prese la mano baciandole il dorso e sussurrò:
-Vuoi venire al ballo con me?- Ashley si coprì la bocca con la mano libera e gli mormorò con gli occhi a cuoricino:
-Che dolce…
-Allora?
-Certo che vengo al ballo con te.- acconsentì Ashley con un sorrisone e Tyler le chiese:
-Passo a prenderti in questa camera tra mezz’ora?
-Si, va bene, sarò pronta.- il ragazzo fece per andarsene:
-TyTy?
-Si?
-Da cosa ti vesti?- con un sorrisetto misterioso lui disse:
-Vedrai piccola.- e se ne andò. La mia amica rientrò e si chiuse la porta alle spalle facendo su e giù con la cerniera della felpa:
-Visto che dolce?- ci chiese continuando a guardarsi la mano che Tyler le aveva baciato. Troian commentò:
-Ci avrei messo la mano sul fuoco Ash, non sono stupita.- rise e io la seguii:
-Te lo avevo detto!- Shay, seduta con le gambe incrociate sul letto, affermò alzando un sopracciglio:
-Sembrate fidanzati.- Ashley la fulminò con lo sguardò e mi mise un braccio intorno alle spalle:
-Vi voglio bene ragazze.- ricambiai la stretta della bionda ringraziando la vita per queste fantastiche amicizie che mi aveva regalato.
-Sapete che faccio?- chiesi decisa e le altre mi fissarono, poi scossero la testa e io continuai:
-Avevi ragione Ash, vado a cercare Ian, magari vedermi lo farà prendere di coraggio!
-Venite con me?
-Ci puoi giurare Lu, che domande fai?
La camera di Ian era a due camere dalla nostra. Ancora in tuta da ginnastica e struccate, io e le mie amiche la raggiungemmo. Io tentennai e Shay mi incitò:
-Su, bussa.- chiusi la mano destra a pugno e la portai in avanti, ma non toccò mai il legno, perché contemporaneamente la porta si aprì. Davanti a me c’erano Ian e Janel a braccetto che ridevano gaiamente e allegramente.
Ian indossava un completo color rosso bordò e una maschera marroncina veneziana, mentre Janel indossava un vestito da bambola con la gonna rigida alzata, e una maschera da matriosca. I capelli erano raccolti in due codine da due nastrini rossi. Si sollevò la maschera e notai che anche sulla sua pelle si era disegnata con la cipria due gote rosse:
-Ti presento la bambola di porcellana!- esclamò, poi mi guardò con attenzione e aggrottò la fronte:
-Vieni così tesoro?
-No, mi devo vestire ancora, ma tu che ci fai qui?
-Non ti preoccupare, lo so che Marlene non vuole che i ragazzi entrino nelle camere delle ragazze e viceversa, solo che visto che Ian mi ha invitata al ballo, volevamo metterci d’accordo e avere i vestiti coordinati.- sentii la faccia prendermi fuoco, e prima di lasciarmi sommergere e travolgere dalle emozioni, riuscii a commentare:
-Non sono per niente coordinati.- dalla bocca di Janel uscì una risata, e innocente rispose:
-Ops…- sentii gli sguardi preoccupati delle mie amiche perforarmi la nuca e con le lacrime che mi bruciavano agli angoli degli occhi corsi nella nostra camera sbattendomi la porta alle spalle. Mi buttai sul letto e seppellii la faccia nel cuscino mentre le lacrime cominciavano a uscirmi copiose dagli occhi. Udii la porta aprirsi e dei passi veloci che si avvicinavano al letto, poi sentii una mano poggiarmisi sulla schiena e la voce di Ashley:
-Oh mio Dio Lucy, mi dispiace davvero tanto…
-Anche a me!- disse Troian, poi di nuovo Ashley:
-Ian può considerarsi morto! Ferisci me e me la paghi, ferisci la mia migliore amica e ti distruggo.
-Questa la hai rubata ad Hanna!- la rimproverò Shay, e io sollevai il viso dal cuscino.
-Grazie ragazze…
-Dico a Tyler di non accompagnarmi se vuoi! Staremo tra amiche!- io scossi debolmente la testa e le sorrisi:
-Grazie Ash, ma non ti preoccupare, io non verrò alla festa…- la bionda commentò:
-Se non vai tu non vado nemmeno io.
-Nemmeno io.
-E nemmeno io.- provai a sorridere nuovamente mormorando:
-Non vi merito ragazze...- Shay mi fece l’occhiolino:
-Non dire sciocchezze Lucy, siamo le tue migliori amiche!- in quel momento sentii bussare alla porta ed Ashley si alzò per andare ad aprire. Sentii la voce di Tyler:
-Ehi.- Ashley rispose:
-Sei in anticipo…
-E tu ancora non ti sei vestita.
-Nemmeno tu Tyler!
-Certo, perché prevedevo che tu non saresti stata pronta e non volevo che vedessi il mio vestito prima che io vedessi il tuo!- rise ed Ashley lo seguì, poi con un tono malinconico disse:
-Non credo che verrò Tyler.
-Che cosa? È la festa delle tua amica!
-Lucy non sta bene, rimaniamo con lei…
-Che è successo?- in quel momento mi venne un’idea geniale e asciugandomi le lacrime raggiunsi la porta:
-Sai cosa è successo Tyler? Io volevo andare alla festa con Ian e quella sgualdrina di Janel ha fatto la cascamorta con lui facendosi invitare al mio posto. Sono distrutta, è vero, ma è questo che Janel vuole, quindi sapete che vi dico, andiamoci pure alla festa di Selena!- Shay mi sorrise:
-Sei lunatica o cosa?- sorrisi sentendomi più forte e le risposi:
-Più di quanto tu possa pensare Mitchell!- a quel punto Ashley disse a Tyler sorridendo:
-Passa a prendermi tra un’altra mezz’ora…- lui acconsentì e le diede un bacio sulla fronte, poi se ne andò.
-Pronte a prepararvi per la festa più bella di sempre?
-Muoio dalla voglia di sapere da cosa vi vestite!- disse Troian sognante dondolandosi e abbracciando da dietro Shay.
 
---
 
-Avete tutte gli occhi coperti?- chiesi alle mie amiche-
-Si!
-Pronte? 3…2…1…via!- mi tolsi la mano da davanti gli occhi e rimasi a bocca aperta. Troian indossava un vestito aderente blu e delle ballerine nere, il viso era cosparso di fondotinta bianco e sulle lunghe ciglia aveva passato il mascara blu elettrico. Le labbra erano pure blu e i denti bianchi risaltavano come perle, mentre i capelli erano sciolti e pieni di glitter argentati In mano teneva una maschera divisa a metà, brillantinata e coperta di stelle. Era davvero bella:
- La regina della notte Troi?- annuì orgogliosa e si appoggiò la maschera sul viso.
Ashley indossava un vestito rosso fuoco attillato che arrivava al ginocchio nella parte davanti, e che aveva lo strascico da dietro. Sulle spalle teneva un mantello con il colletto sollevato, dello stesso colore, così lungo da superare lo strascico del vestito. I capelli biondi erano raccolti in una crocchia appositamente disordinata da cui fuoriuscivano mille ciuffetti dorati, e le labbra erano dipinte di rosso accesso. Il rimmel nero le allungava le ciglia e l’ombretto rosso valorizzava i suoi occhi azzurri. Mi sorrise e notai che aveva i canini appuntiti da vampiro. Le mani erano coperte da guanti neri che le arrivavano a metà avambraccio. Era bella da mozzare il fiato.
-Sei… wow, sei divina Ash.
-Un vampiro?
-Vampira, please- rise lei e poi guardò Shay:
-Fammi un ululato lupetta!- Shay indossava un vestito molto simile a quello da Aurora che indossava Alison nell’ultimo episodio, giallo e luccicante. Il colore chiaro faceva contrasto con la sua pelle scura creando l’armonia perfetta. Non capii da cosa era travestita fino a che non notai le orecchie e gli occhi. Delle orecchie da lupo mannaro le sbucavano dalla testa ed erano applicate alla perfezione, così da sembrare vere, mentre degli occhi gialli fosforescenti mi fissavano in modo inquietante.
-Un lupo mannaro elegante eh?- Shay fece un inchino e scrutò il mio vestito. Io mi ero vestita da cigno nero e indossavano un vestito con la gonna rigida coperta di piume nere. Il rossetto nero risaltava sul fondotinta bianco che anche io avevo applicato, e una piuma nera mi infilzava lo chignon in cui avevo raccolto i capelli.
-Siete bellissime ragazze.
-Wow, davvero wow.
-Pronte per la festa?- chiese Ashley e io mi volli togliere una curiosità:
-Ash come hai fatto a metterti quei denti da vampiro, la dentiera deve essere sottilissima, perché non hai il labbro sollevato!- rise e io mi avvinai.
-Tocca.
-Cosa? No! Che schifo Ash!
-Non fare la schizzinosa su!- titubante sfiorai il canino appuntino di Ashley e trasalii, poi mi girai e sconvolta mormorai alle altre:
-Sono suoi!
-Non sono i miei denti scema, solo che non è una dentiera! Sono delle protesi professionali da vampiro che sembrano realistiche.
-Dove le hai prese Ash?- lei distolse lo sguardo.
-Me le ha prestate un’amica...
-Ash?
-Lo giuro, un’amica!
-Chi?
-Nina, non la conoscete.- Ashley era imbarazzata.
-Nina come?
-Che vi importa?
-Ashley!
-Nina Dobrev.
-Nina Dobrev di The Vampire Diaris! Eh?-Ashley annuì e io alzai un sopracciglio.
-Ashley, Nina dove ha preso queste protesi?
-Non lo so!
-Ash?
-Ok, potrebbe darsi che Nina le abbia prese dal set di The Vampire Diaris…
-E i produttori lo sanno che Nina le ha prese?
-potrebbe darsi di no…
-Le ha rubate?
-No, è un prestito non autorizzato, e poi le ha prese Nina, lei fa parte del cast!- si giustificò la bionda, e Shay si intromise:
-Non è giusto prendere effetti speciali dal set di altre serie!- Ashley incrociò le braccia:
- E tu dove hai preso le orecchie e le lentine colorate?
-Me le ha date un amico.- balbettò lei:
-Che si chiama?- la incalzò Ashley e Shay si sedette sul letto:
-Ok, se lo volete sapere ve lo dico! Si chiama Tyler Posey! E si! È l’attore protagonista di Teen Wolf! Le ha prese sul set di Teen Wolf! I produttori lo sanno? No, non lo sanno.- Ashley scoppiò a ridere:
-E poi critichi me!- bussarono alla porta.
-Tyler!- Tyler indossava un completo bianco, e sulle spalle un mantello nero. In mano teneva una maschera di Anonymous del film “V for vendetta”.
-Io non so cosa dire… sei divina, sei stupenda!- disse alla bionda, Ashley arrossì e rispose:
-Sei bellissimo anche tu… e abbiamo entrambi un mantello anche se io rosso e tu nero!- esclamò e Tyler rise:
-Sei la vampira più bella che abbia mai visto…- Ashley arrossì nuovamente, feci per intromettermi nel discorso ma sentii una mano che mi toccava la spalla. Mi girai di scatto:
-Andrew!- Andrew era vestito da re Artù e mi sorrideva conciliante:
-Senti Andrew non sono in vena di sentire i tuoi commenti sarcastici…
-Sei stupenda.
-Grazie…
-Senti Lucy, non devi per forza andare da sola… Se non vuoi niente, ma soffro a vederti soffrire e non voglio che tu vada alla festa senza un accompagnatore.- era impacciato e goffo, ma allo stesso tempo dolce, e mi fissava con quegli occhi verdi magnetici che mi avevano rapita fin da subito. Gli sorrisi e prendendolo per mano mi dissi:
-Si, vengo alla festa con te.
-Aspetta cosa?- gli sorrisi: pensavo che anche lui meritasse una seconda possibilità.
-Ragazze, abbiamo dimenticato l’invito stampato! È nella stanza di Andrew, di fronte alla vostra, andate voi?- io, Ashley, Troian e Shay annuimmo e raggiungemmo la camera. La porta era stranamente aperta, ma la luce era spenta. L’invito era sul tavolo, piegato in due e con una maschera disegnata sulla prima facciata. Per assicurarci che fosse quello giusto lo aprimmo e il cuore ci saltò il gola.
All’interno con un pennarello rosso c’era scritto in obliquo:
 
 
ADORO LE CACCE AL TESORO… CI VEDIAMO LÀ STRONZETTE    -A
 
Questa era la prima parte del capitolo 13, il prossimo capitolo sarà pure uno Shay Pov perché sarà la continuazione di questo!
 
 
 
Angolo autrice
Ehilà! Vi piace la storia? Sembrava troppo bello che “A” non si era più fatto sentire… Quindi il bastardello sarà presente alla festa…
  1. Come si sarà vestito/a “A”?
  2. Le ragazze lo incontreranno?
  3. Che combinerà alla festa di Selena?
  4. Quale travestimento vi piace di più tra quelli delle ragazze?

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Capitolo 14
*** Where is she?! ***


Lucy’s pov
 
-Non è possibile! “A” verrà alla festa quindi?- chiesi indignata.
-Pare di si…- rispose Ashley.
-Eh quando mai?!- Shay mi era furiosa e i suoi occhi lanciavano fiamme, in più il tutto era amplificato dalle lentine gialle che la rendevano molto inquietante. Ashley digrignò i denti e gli incisivi appuntiti fecero apparire sulle sue labbra un ghigno malefico.
-Punteremo a incontrarlo, no?- propose la bionda sistemandosi il mantello rosso e io esclamai:
-Ma sei fuori di testa?
-Ha ragione Ashley.- disse Troian ed Ashley sollevò lo sguardo stranita:
-Una volta va bene, ma due volte mi preoccupano! Che ti succede?- scherzò Ash riferendosi a fatto che anche quella mattina Troian le aveva dato ragione.
-Ovviamente lo incontreremo, dobbiamo scoprire chi è, e porre fine a tutto! Magari anche lui è stanco e vuole avere l’occasione di chiarire…- continuò Troian e io, sistemandomi la piuma bene tra i capelli, mormorai:
-Non ci spererei…
-è più probabile che voglia tenderci una trappola.- affermò la vampira con un sospiro.
-Ash! Troi! Shay! Lucy!- i ragazzi ci chiamavano dalle scale. Shay si girò:
-Glielo diremo?- Ashley scosse la testa e sicura di sé, con quell’aria maestosa che il travestimento da vampiro le dava, annunciò come chi non ammette repliche:
-No, ci impedirebbero di andare o ci starebbero attaccati. In più c’è il rischio che lo dicano a Marlene, e Marlene non lo deve sapere.- davanti a tanta chiarezza e tanta ragionevolezza nessuno ebbe che ridire.
Gli altri erano ancora sulle scale come li avevamo lasciati. Ian teneva la mano di Janel, e io istintivamente presi la mano ad Andrew, il quale mi guardò sorpreso.
-Lucy…
-Non dire niente.- gli sorrisi conciliante, consapevole del fatto che con quel rossetto nero dovevo risultare parecchio diabolica.
-Allora andiamo?- chiesi io e feci per fare un passo avanti, ma con quelle scarpe dal tacco alto è molto difficile camminare e caddi addosso a Tyler:
-Oh Dio scusa!- mi scusai ripulendogli con la mano il mantello dal fondotinta bianco che gli era rimasto appiccicato sopra.
-Non ti preoccupare, ma tu ti sei fatta male?
-Solo un po’…
-Ce la fai a camminare?- mi chiese Tyler e io mossi la caviglia per vedere come andava:
-Si, credo di s…- non potei finire di parlare perché in un solo istante mi ritrovai in braccio ad Andrew:
-Sia che ce la fai, sia che no, tu vieni in macchina così!- risi sempre il braccio al ragazzo, e con piacere notai che Ian fremeva di rabbia. Appena però si accorse che lo guardavo soddisfatta, lui sollevò Janel:
-E vieni anche tu così!- un sorrisetto di superiorità illuminò il viso della ragazza rendendolo odioso più di quanto già non fosse. Intanto Tyler aveva messo una mano sotto le ginocchia di Ashley, e dopo averla sollevata e messa in braccio, tra i risolini della bionda, commentò:
-E anche tu!
Mi girai istintivamente verso Troian e Shay. La filippina fece un passo verso l’altra e aprì le braccia, poi fece un mezzo sorriso. Troian fece per aprire la bocca, quando qualcosa la sollevò da dietro. In men che non si dica si ritrovò in braccio a un ragazzo. Il ragazzo indossava un costume di carnevale nero e bianco di plastica da Death Vader di Star Wars, completo di maschera. Appena se la sollevò, rivelò un volto coperto per metà da un passamontagna:
-Keegan!- esclamò lei, e il ragazzo commentò:
-Su bellissima, che tu vieni al ballo con me! Alla conquista delle galassie!- sollevando la spada laser e tenendo la mia amica in braccio, cominciò a marciare in avanti, seguito da tutti gli altri. Rivolsi uno sguardo preoccupato a Shay, che era l’unica a non essere in braccio a un ragazzo, e provai a farle un mezzo sorriso. Lei mi guardò e mi rivolse un cenno della mano, poi mimò con le labbra:
-Non ti preoccupare.
Una volta in macchina…
-Perché ci avete messo così tanto a scendere dalla camera?- mi chiese Andrew mettendomi un braccio intorno alla vita. Io arrossii sotto il pesante strato di fondotinta bianco e mormorai:
-Non trovavamo l’invito.
-Va bene… ma che significa Lucy?
-Che significa cosa?
-Tutto Lucy! Che non mi scansi se ti abbraccio, che accetti di venire con me al ballo…
“All’inizio lo avevo fatto per far ingelosire Ian, ma ora ho scoperto che provo ancora qualcosa per te…” pensai, ma non lo dissi, invece risposi:
-Non lo so ancora.
-è questo il posto della festa?- chiese Keegan, e io guardai la strada. Il furgoncino si era fermato davanti a una mega villa con piscina illuminata da mille luci colorate. Il prato davanti brulicava di persone in maschera, e attraverso i vetri notai che anche l’interno della casa era pieno.
Alzai le spalle e guardai Ashley, lei annuì:
-Si, è questa la casa di Selena.
 
Troian’s pov
 
Appena scendemmo dalla macchina di Keegan, ci avviammo verso la villa. Attorno al cancello che delimitava la proprietà privata, erano appostate decine di paparazzi che illuminavano con i flash il prato della casa.
Nella mia testa fantasticavo sul costume che poteva aver indossato “A”… quella festa poteva essere la conclusione di tutto, come invece poteva anche essere una trappola megagalattica di “A” in cui noi ci preparavamo a cadere.
Una ragazza che indossava una tutina aderente nera e un paio di orecchie da gatto finte, ci si avvicinò e abbracciò Ashley:
-Ashley e la sua banda! Da quanto tempo Ash! Mi sei mancata davvero tanto… wow sei bellissima!
-Anche tu Selena, chi è il fortunato?- chiese la bionda ricambiando abbraccio di Selena Gomez e indicando il ragazzo con cui l’amica era a braccetto. Lui si tolse la maschera che gli copriva il viso con un gesto elegante, rivelando la sua identità:
-Buonasera Ashley, Lucy, Shay e Troian, più gli accompagnatori…
-Ciao Justin…- ricambiai il saluto anche se personalmente Justin Bieber non mi aveva mai fatto particolarmente simpatia.
-Invece tu con chi sei Ash? Il fidanzato?- Tyler si sfilò la maschera tenendo per mano Ashley, poi fece un inchino a Selena:
-Sono Tyl…
-Tyler Blackburn, ti conosco, tutti ci conosciamo qui! State di nuovo insieme voi due?- Vidi la mia amica arrossire e poi scuotere la testa con vigore:
-No, non siamo fidanzati… mi ha solo accompagnato.- Selena con un cenno della mano diede segno di aver capito, e riabbracciando di nuovo Ashley si voltò e disse:
-Ci vediamo in giro cupcake.- appena l’organizzatrice della festa se ne andò, sussurrai all’orecchio di Ashley:
-Sarà dura trovare “A” in mezzo a questa folla… hanno tutti una maschera.- lei annuì alzando le spalle e mi rispose con un mormorio appena percettibile:
-Cappuccio nero? Cappotto rosso? Dobbiamo cercare questi…- io mi  girai e con il cuore in gola domandai ad Ashley:
-“Cappotto rosso” tipo quello?- una figura che indossava non un cappotto, bensì un lungo mantello rosso simile a quello di Ashley con in più il cappuccio, camminava velocemente con fare misterioso verso il bosco che circondava la villa di Selena.
-Esatto, dobbiamo avvisare le altre…
-Dove andate ragazze? Le amiche che non fanno parte della congrega delle Liars non si salutano più?- a parlare era stata una ragazza sui venticinque anni che indossava un  vestito blu con lo strascico e un mantello dello stesso colore. Il rossetto blu era molto simile al mio, solo un po’ più acceso. Con un sorriso tentennante che tradiva la mia ansia per “A”, le risposi:
-Ciao Nina!
-Ciao Troian!- poi Nina Dobrev, dopo avermi abbracciato e fatto i complimenti sul mio travestimento,  rivolgendosi ad Ashley, scherzò:
-Fammi un bel sorriso vampira!- ridendo Ashley le mostrò i canini appuntiti che proprio lei le aveva procurato, e Nina, sorridendo, fece notare che anche lei li aveva. Solo allora mi accorsi che in effetti la ragazza era vestita come Ashley, solo che al posto del rosso aveva scelto il blu come colore. Shay commentò:
-Anche per te hai rubato le protesi da vampiro! Non solo per Ashley!- Nina guardò Ash di sbieco:
-Glielo hai detto?
-Mi hanno scoperta! Vabbè, terranno la bocca chiusa! Siamo abituate!- scherzò la bionda passandosi un dito davanti alle labbra rosso fuoco come fa normalmente Lucy nella sigla di Pll.
-Okay ragazze, io vado, ci vediamo dopo.- appena Nina si allontanò, i nostri cellulari squillarono all’unisono. Trasalii e mi staccai da Keegan, vedendo le altre fare lo stesso con i loro rispettivi ragazzi. Tremando non so se per il freddo o per la paura lessi a bassa voce:
 
Usate gli occhi stronzette, il tempo non è infinito e io odio aspettare    -A
 
 
 
Ashley’s pov
In quella situazione ogni minuto era prezioso, e dovevamo concentrarci sull’individuare “A”.
Dopo aver letto il messaggio, mi era venuto un mal di testa atroce che non accennava a passare. Mi sfuggì un gemito e Tyler si fermò:
-Tutto bene?
-Ho un mal di testa terribile.- apprensivo e premuroso Tyler mi portò in un angolo appartato e mi poggiò una mano sulla fronte:
-In effetti sei un po’ calda…- no, no, no! Non mi poteva venire la febbre proprio in quel momento!
-Sei vuoi ti accompagno a casa.
-No, non ti preoccupare…
-Rimango con te?
-No, voglio rimanere alla festa, non posso andare via.
-Sicura?- annuii decisa e mi lasciai abbracciare, poi Tyler mormorò:
-Promettimi che sei stai peggio me lo vieni a dire.
-Promesso.- gli risposi sapendo che non sarei potuta essere fedele alla promessa.
In quel momento vidi correre verso di me Shay, Troian e Lucy:
-Dov’eri finita?!
-Devi venire subito!
-Sbrigati!- mi sussurrarono arrabbiate all’orecchio per non farsi sentire da Tyler.
-è che non sto bene, credo di avere la febbre…
-Ashley!
-Va bene, va bene…- poi dissi a Tyler:
-Io e le altre andiamo a prendere del punch, ne vuoi un po’?- inventai sentendomi tremendamente in colpa, e lui annuì:
-Si, portamene un po’…- mi voltai e feci per andare via, ma mi sentii prendere delicatamente il braccio. Mi girai e Tyler mi disse:
-Fa’ attenzione Ash…- poi sollevò lo sguardo fissando le mie amiche che mi aspettavano impazienti, e disse:
-Fate tutte attenzione.- mi diede un bacio sulla fronte e rimase a fissarmi preoccupato mentre sparivo tra la folla.
Appena io e le mie amiche raggiungemmo il tavolo del buffet della festa, presi il manico della brocca di vetro contenente il punch rosso, e ne versai un po’ in un bicchiere. Le mie amiche mi guardarono storto spazientite e io dissi infastidita:
-Che c’è?! Io volevo davvero del punch!- loro scossero la testa la testa e poi si avvicinarono a cerchio. Solo allora notai che Troian aveva indossato un bracciale di metallo che le avvolgeva tutto il braccio.
-Forse abbiamo capito dov’è “A”, ma c’è un problema, non è il solo a indossare quel costume…
-Aspetta Troi…. È lui?- chiesi indicando una figura con un mantello e il cappuccio rosso, come quella che avevamo visto prima.
-Si, credo di si, andiamo!- in quel momento una decina di persone ci passarono davanti, e quando ci lasciarono nuovamente la visuale libera, “A” non c’era più.
Cominciai a guardarmi in torno per ritrovare l’incappucciato, ma all’improvviso sentii una mano premermi da dietro sulla bocca. Tentai di urlare ma non ci riuscii e cercai di attirare l’attenzione delle mie amiche. Quando loro si girarono, non lessi nei loro occhi preoccupazione, quindi dedussi che non fosse nessuno di “pericoloso”. La mano aveva una carnagione chiara e le unghia lunghe erano laccate con uno smalto verde petrolio metallico. Con facilità la staccai dalle mie labbra notando che sul palmo erano rimasti i segni del mio rossetto. Mi girai e una ragazza disse:
-Stavo cercando Selena e invece chi trovo? La piccola Benson!- alzai gli occhi al cielo e le risposi:
-Non sono piccola Taylor! Sono nata solo cinque giorni dopo di te!- esclamai alludendo al fatto che lei è nata il 13 dicembre 1989, e io il 18 dicembre dello stesso anno. Taylor fece un gesto di noncuranza:
-Shhh- sussurrò e io scoppiai a ridere. Taylor Swift era travestita da regina cattiva, ruolo che con quel fisico asciutto e l’1.78 di altezza, quel portamento solenne, i capelli biondi e quegli occhietti blu, le si addiceva molto. Il vestito era stretto e a tubo, dello stesso colore dello smalto più qualche sfumatura blu. All’altezza delle ginocchia si apriva in una larga gonna rigida. I capelli biondi erano raccolti in uno chignon alto, e sulla testa portava un diadema.
-Regina cattiva?- lei annuì e si mise a canticchiare un pezzo della sua canzone “Blank Space”:
 
Screaming, crying, perfect storms  
I can make all the tables turn
Rose garden filled with thorns
Keep you second guessing like
“Oh my God, who is she?”
I get drunk on jealousy
But you’ll come back each time you leave
‘Cause, darling, I’m a nightmare dressed like a daydream
 
 
[Urla, pianti, tempeste perfette
Io posso far girare tutto
Riempire il giardino delle rose con spine
Lasciarti sempre in allerta a chiederti
“Oddio, chi è?”
Io mi ubriaco di gelosia
Ma tu tornerai indietro ogni volta dopo essertene andato
perchè tesoro, sono un incubo vestito da sogno]
 
 
-Oh mio Dio Tayl, in quel video fai davvero paura! Sembri pazza!- risi io ricordando il video di “Blank Space”.
-È il video che mi rappresenta di più…
-Ti rappresenta?
-Più che altro rappresenta la “me” che gli altri vedono…- abbassò lo sguardo sorridendo e io aggrottai la fronte:
-Ti vedono cattiva?
-Cattivella e manipolatrice. Si, qualcuno si…- fece un cenno della testa in direzione di Katy Perry che sorseggiava un cocktail in disparte. Sapevo che le due avevano avuto delle dispute in cui la Perry e altri cantanti avevano paragonato Taylor a “Regina George”, la stronzetta di un film, “Mean Girls”.
-Quindi saresti una stronzetta?- risi io e le diedi un pizzicotto notando con la coda dell’occhio che le mie amiche mi facevano segno innervosite.
-Si. Bella, affascinante e stronzetta… ho sentito questo su di me!- affermò e scoppiò a ridere con nonchalance.
-Senza accompagnatore?- chiesi notando che al fianco della cantante non c’era nessuno.
-No, niente fidanzato e niente accompagnatore…
-Taylor Swift senza accompagnatore?
-Non fraintendere, sono stati molti a chiedermelo, ma mi andava di stare con le mie amiche…- invece ho visto che sei venuta con Tyler!- alzò lo sguardo avvistando Tyler e facendo segno di avvicinarsi:
“no, no, noo… non doveva farlo venire…” pensai.
-Ciao Tyler, sono Taylor Swift…
-Ovviamente so chi sei, hai fama mondiale qui.- lei sorrise gratificante, poi spostò lo sguardo da me a lui e imbarazzata chiese:
-Vi devo fare una domanda… non ho mai recitato e mi sono sempre chiesta come deve essere fare l’attore e dover baciare persone con cui non stai davvero insieme! Voi che dite?- mi sentii la faccia andare a fuoco e vidi che anche Tyler era arrossito, poi impacciata risposi:
-No, ma noi… nella realtà… cioè… noi siamo davvero…
-Oh mio Dio, scusate, non l’avevo capito! Siete davvero fidanzati voi! Vabbè chiederò a qualcun altr…
-No, no, che hai capito? Noi non stiamo insieme…
-Non siete fidanzati?
-C’è… in realtà…- Lucy intervenne:
-è complicato Taylor, il loro rapporto è mooolto complicato… mi fece l’occhiolino.
-Ah, capito. Sai? C’è Nina in giro, l’ho vista poco fa! Ora vado a salutarla.
-Si, io già l’ho salutata…- intanto Troian si avvicinò e mi mostrò lo schermo del suo telefono. Si leggeva in grassetto l’inquietante scritta:
 
Cercate il rosso, niente è come sembra… mi sto stancando stronzette. Aprite gli occhi.
–A
 
 
 
Shay’s pov
 
Quel messaggio mi fece rabbrividire, e guardai Ashley. Lei alzò la testa con un gesto che mi ricordò molto quello dei poliziotti in borghese quando spiano qualcuno, e poi spalancò gli occhi.
-Tyler, credo che Keegan ti stia cercando.- inventò.
-Sul serio?
-Si, non lo vedi? È lì che si sbraccia!
-Ora lo raggiungo.- prima di andarsene si avvicinò ad Ashley e le toccò la fronte:
-Sei ancora calda Ash, come stai?
-Meglio, meglio…- rispose lei, ma dall’espressione sofferente capii che mentiva, e credo che l’avesse capito anche Tyler. Appena il ragazzo titubante se ne andò, la bionda indicò qualcuno tra la folla e preoccupata disse:
-Lo vedete quell’albero accanto alla casa?- aguzzai la vista con difficoltà, infatti facevo un po’ fatica a mettere a fuoco gli oggetti distanti, ma non avevo mai messo un paio di occhiali perché questo difetto, fino a quel momento, non mi era mai stato d’intralcio.
Per poco non mi venne un colpo: “A” era appoggiato come se niente fosse e sorseggiava un drink. Troian mise la sua maschera su un tavolo e sollevandosi i capelli con un elastico che aveva tenuto al polso sussurrò:
-Stavolta non ci scappa.- ci dirigemmo verso quel punto, e con orrore notammo che la figura con il cappuccio rosso ci veniva incontro. Il mantello era largo e cadeva a sacco, quindi non si poteva capire dal portamento di che sesso fosse. Sentimmo una risatina e si sfilò la maschera:
-Ehi ragazze…-
-Vanessa?- esclamammo in coro con meraviglia. La bionda ci sorrise conciliante:
-Così stupite di vedermi ragazze? Dato che si è scoperto che il personaggio che interpreto, Cece, è “A”, pensavo che vestendomi così mi avreste individuato subito… Ma ora ho notato che qualche bastardello mi ha copiato il travestimento.- ridendo indicò qualcuno che indossava un costume identico al suo, che si dirigeva verso il bosco. Io, Ashley, Troian e Lucy ci scambiammo uno sguardo eloquente: avevamo sbagliato incappucciato, il vero “A” ci stava per scappare davanti agli occhi.
-Ho sentito di Sasha, voi come state?
-Ci manca, siamo preoccupatissime…- spiegai io notando che “A” si era girato e ci fissava impaziente. La distanza era troppa per capire di che colore fossero gli occhi che s’intravedevano dietro la maschera. Vanessa mormorò misteriosa:
-Contente che sono torn…- il resto delle parole si persero nel vento perché io e le mie amiche ora correvamo verso “A”.
 
Lucy’s pov
Appena “A” vide che lo stavamo raggiungendo cominciò a correre. Il mantello rosso frusciava al vento, e in lontananza noi lo vedevamo a malapena.
Anche noi provammo a correre più velocemente nonostante quasi tutte indossassimo le scarpe coi tacchi e a me facesse male la caviglia. Una volta entrate nel boschetto la poca luce che la luna ci regalava sparì quasi del tutto, e ci ritrovammo nella penombra. Il rumore dei passi delle mie amiche risuonava accanto al mio e mi dava sicurezza:
-è troppo veloce!- gridai, non ebbi risposta, quindi dedussi che nessuna mi avesse sentito e non riprovai nemmeno a parlare.
-Correte!- urlò Troian e invece la sua voce arrivò alle mie orecchie chiara e netta. Corremmo sudate fino a che, scrutando nell’oscurità, non riuscimmo più a individuare il mantello rosso che fino a quel momento ci aveva guidate.
Ci fermammo. Cominciammo a camminare lentamente, quasi in punta di piedi, nel silenzio assordante di quel boschetto. Ogni passo delle foglie secche si sbriciolavano sotto i nostri tacchi e dei rametti si spezzavano. Una mosca insistente ci girava intorno fastidiosa, e questo era l’unico segno di vita che vedevamo vicino a noi.
Istintivamente afferrai la mano di Ashley, sentendo il contatto freddo del metallo del suo anello sulla mia pelle. La bionda infatti si era sfilata i lunghi guanti e, tendendoli serrati in una sola mano, camminava spedita.
Nessuna di noi parlò, infatti il silenzio era meglio di mille parole in quel momento.
Shay cercava la mano di Troian, la quale però involontariamente, senza accorgersene, non la ricambiava…
La regina della notte barcollava terrorizzata e le potevamo leggere sulla faccia la paura per quella folle impresa che stavamo compiendo. Per quanto riguardava me, avevo addirittura smesso di respirare. Cioè… non è  che non respiravo… solo che tra un passo e l’altro facevo passare qualche secondo di apnea. “A” poteva essere davanti, di lato, sopra… o persino dietro di noi, e quest’ultima era l’idea che mi terrorizzava di più tra tutte. Ash era la più sicura di sé, avanzava spedita, ovviamente con cautela stando attenta a non fare rumore, con un’espressione tranquilla e decisa. Era arrabbiata, si capiva, tutte lo eravamo! Ma la vampira era quella che sapeva sfruttare meglio di tutte noi questa emozione, trasformandola in decisione e non in paura. Era la più lucida, infatti nei casi in cui la prontezza era tutto, la bionda si dimostrava sempre la più rapida ed efficace.
Una vibrazione acuta e sibilante, ma allo stesso tempo bassa e cupa, ruppe il silenzio. Cominciò a scoppiettare, e quel suono mi ricordò molto qualcosa messa in funzione pronta a partire. Quel ronzio crepitante a poco a poco si trasformò in una voce, in un urlo. Alzai lo sguardò e vidi che un proiettore situato chi sa dove, stava proiettando un video sul tronco di un albero, credo una quercia, poco distante da noi. Lo sbalzo di luminosità mi accecò per qualche secondo, e appena mi abituai alla luce riuscii a focalizzare nel video una ragazza. Le urla appartenevano a lei. Erano sguaiate e disperate, ma il volume de video era basso quindi non le sentivamo forti. Appena la proiezione si stabilizzò un po’, notai una massa di capelli biondi e il respiro mi si strozzò in gola. Voltandomi a guardare le mie amiche sussurrai con la voce spezzata:
-Oh mio Dio è Sasha!- il freddo si stava facendo insopportabile, e non riuscivo più a guardare quel video straziante. Piangendo chiesi:
-Che le sta facendo? È solo una ragazzina!- le mie amiche, attonite come me, alzarono le spalle. Qualcuno mise in pausa il video e sull’albero si poteva chiaramente distinguere il viso della nostra amica in lacrime, con sopra il triangolino di “Play”.
-Guardate!- Troian ci indicò qualcosa a qualche metro dai suoi piedi, e vedemmo un mantello con il cappuccio rosso che, impigliato a una roccia, svolazzava al vento senza volare via.
-“A” quindi si è denudato?- chiese Ashley non riuscendo a trattenere un sorrisino anche in quella situazione da film horror:
-Che schifo!- affermai io ed Ashley mi fece una smorfia:
-Scherzavo… mentre correva ho visto che indossava una felpa nera sotto.- tornai a guardare l’albero dove l’immagine del video messo in pausa risplendeva come la luna nel cielo. Inghiottii amaro e un grido mi morì in gola. Stagliata in controluce tra noi e la proiezione c’era una figura che indossava un paio di pantaloni e una felpa nera con il cappuccio: ancora una volta indumenti troppo larghi per riuscire a capire il sesso del nostro persecutore.
Una pistola argentata risplendeva nella cintura di “A”, riflettendo la poca luce della luna che riusciva a filtrare attraverso le fronde degli alberi.
Mosse qualche passo pensante verso di noi.
-Correte!- urlarono Ashley e Troian in coro, come se io e Shay non potessimo capirlo da sole. Nella confusione dei passi e di rami che scricchiolavano non ero in grado di capire quante persone stessero correndo, né se “A” ci stesse seguendo. Ogni passo sentivo il tacco della scarpa conficcarsi nella terra morbida del bosco, e tutte le volte la stessa fatica a uscirlo. Anche le mie amiche barcollavano ed era come tentare di correre nella melma o nelle sabbie mobili. Ad un certo punto Ashley si fermò, si sfilò le scarpe e con un colpo secco su un tronco ruppe il tacco 12 che avevano, poi se le infilò nuovamente e ricominciò a correre. Con il vento che si portava via le mie parole e mi faceva bruciare gli occhi urlai:
-Ma sei fuori di testa? Quanto saranno costate quella scarpe?!
-400 dollari!
-Ashley!
-Tanto erano di mia sorella, e penso che Shaylene tenga di più a me che a un paio scarpe.- non ci pensai molto su, e copiai Ashley, poi, con quelle scarpe non-comodissime-ma-comunque-meglio-di-quando-avevano-il-tacco, ripresi la mia corsa folle. Con la coda dell’occhio vedevo le mie amiche le correvano accanto a me e percepivo la loro preoccupazione come una vibrazone nell’aria. O forse era solo la brezza umida che si infrangeva sulla mia pelle. Provavo a convincermi che quella situazione avesse dei pro e dei contro. I contro erano che 1. Avevamo un pericoloso assassino alle calcagna 2. Stavamo correndo in piena notte in un bosco da sole 3. Avevamo rotto le nostre scarpe migliori (e quello era il più insignificante di tutti i contro). Di pro non riuscivo a trovarne.
Appena realizzammo di essere molto lontane dal posto dove avevamo avuto il tanto atteso meet and greet con “A”, ci fermammo. Mi piegai in due con il respiro affannoso e tirai un sospiro profondo. Dopo essermi passata una mano sui capelli sudati e pieni di foglie mi guardai intorno. Capii subito che c’era qualcosa che non andava, anche se non mi resi subito conto di cosa fosse.
Fu Ashley a chiarirmi le idee. Con la faccia illuminava dalla luce argentata della luna che rendeva il suo viso angelico ed etereo ancora più bello di quanto già non fosse, esclamò con sconcerto:
-Oh santo cielo dov’è Troian?!

 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti! Già siete tre che mi avete detto o con messaggio o con recensioni che vi piace la mia storia! Che posso dire? Sono stracontenta (?) ahahahahah Allora, vi è piaciuto questo nuovo capitolo? 
  1. Secondo voi qualcuna delle liars riuscirà a ricavare qualcosa di utile dal video?
  2. Ma soprattutto dov'è Troian?!
​Ps: tutte le informazioni sugli altri vip (litigi, date di nascita...) sono tutte vere!
Pps: questa non vi farà piacere... per una settimana non potrò aggiornare perchè partirò in un posto dove non avrò il computer :-( 
Il mio cellulare è grande, però viene davvero una mer*a (scusate l'inglesismo) scrivere con il cellulare! :* Quindi mi dispiace, ma vi prometto che appena tornerò sarò più attiva che mai!

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Capitolo 15
*** Red CoAt ***


Troian’s pov


 
Il vento mi faceva fischiare le orecchie e mi pungeva il viso come tanti aghi. L’aria fredda mi asciugava il sudore dandomi una sensazione di gelo sulla pelle. I rametti si spezzavano sotto i miei piedi producendo un frastuono incredibile che mi impediva di captare qualsiasi altro suono. Il respiro affannoso mi serrava la gola e sentivo il cuore battermi all’impazzata nelle orecchie. Anche se non avevo nessun segno della loro presenza, immaginavo le mie amiche che correvano dietro di me terrorizzate. Appena realizzai e mi convinsi di essere abbastanza lontana dal punto dove avevamo visto “A”, mi fermai, aspettai che le pulsazioni diventassero più regolari e poi feci per girarmi:
-Ragazz…- gelai e mi guardai attorno atterrita: dove erano le mie amiche?! Per un attimo mi sentii le gambe molli e cominciai a tremare, poi con voce incerta gridai:
-Ashley! Shay! Lucy!- il silenzio mi perforò i timpani peggio di qualsiasi altro frastuono. Nessuna risposta. Mi occhi mi pizzicavano e le lacrime minacciavano di uscire, ma la paura mi paralizzava perfino quelle. Aprii la bocca per urlare nuovamente, quando pensai che, visto che c’era “A” li intorno, mettersi a gridare era come dire a un grosso animale carnivoro “Ehi! Sono qui! E sono molto gustoso e succulento”.
Aprii bene le orecchie cercando di sentire qualsiasi rumore, ma l’unica cosa che udivo era il battito accelerato del mio cuore. Aguzzai la vista cercando di individuare le luci della festa di Selena, ma attorno a me c’era solo il buio. La verità mi colpì come un pugno nello stomaco: ero sola. Un urlo crebbe dentro di me, e anche se riuscii a bloccarlo prima che mi uscisse dalla bocca, bastò a squarciarmi dentro. Mi accasciai a terra con le spalle poggiate su un tronco di un albero e fissai atterrita le punte graffiate e sporche delle mie scarpe mentre le lacrime mi rigavano le guance.
Mentre la paura mi serrava le membra, il cuore sembrava volermi balzare fuori dal petto.
Sentii un mormorio poco distante da me e scattai in piedi:
-Ashl…- mi tappai subito la bocca con la mano, ma già avevo combinato il guaio. Udii dei passi accelerati venire nella mia direzione e mi spiaccicai con la schiena a un grosso tronco. Grazie a Dio quell’albero era molto largo e riusciva a coprirmi del tutto. Ridussi il mio respiro a un filo d’aria e mi misi una mano sulle labbra per soffocare i singhiozzi che mi facevano andare su e giù il petto. I passi si fermarono a pochi metri da me. Andai in apnea e chiusi gli occhi terrorizzata aspettando il peggio.
Dopo un tempo che mi parve infinito, i passi si allontanarono. Con il cuore che mi batteva all’impazzata, affacciai la testa dall’albero e vidi una figura nera che si allontanava verso nord.
Senza nemmeno consultare il mio buon senso, decisi che dovevo seguire “A”: se i mormorii appartenevano lui/lei, allora non era solo! Riuscivo a mimetizzarmi piuttosto bene nel buio della notte grazie al mio vestito scuro, ma se volevo tornare viva da quella spedizione-che-potevo-benissimo-evitare-ma-che-avevo-deciso-stupidamente-di-fare, allora dovevo risultare praticamente invisibile. Mi tolsi le scarpe, e appena poggiai un piede a terra, una scossa di adrenalina mi pervase il corpo.
Mi sciolsi con un gesto fluido la coda in cui avevo legato i miei capelli e poi abbassai la testa tentando di far cadere, facendo ondeggiare la mia chioma, tutti i glitter argentati.
Cominciai a camminare lentamente in punta di piedi. Sotto la pelle della pianta sentivo la terra morbida che mi accarezzava, e a ogni rametto che si spezzava sussultavo. Ero così concentrata su quell’importante compito, che mi “dimenticai” della paura di aver perso le mie amiche e di essere sola. Al chiarore della luna vidi che la figura stava rallentando il passo, così anche io decelerai. Misi un piede davanti a me, e appena spostai tutto il mio peso su di esso, sentii una fitta attraversarmi il tallone. Strizzai gli occhi dolorante e appoggiandomi ad un albero mi portai la mano al piede: una grossa spina a cuneo, come quelle delle rose, mi si era conficcata. Respinsi un conato di vomito e in un solo colpo la tolsi via, vedendo un rivolo di sangue scuro sgorgarmi dalla ferita.
Ignorai il dolore e feci per camminare in avanti, quando notai che “A” era chino sul finestrino di una macchina e parlava con qualcuno.
L’auto era un Ford ed era parcheggiata in un vialetto che attraversava il bosco ed era spenta: fari, motore… tutto spento. I vetri erano oscurati e mi impedivano di riuscire a vedere chi ci fosse dentro seduto al posto del guidatore. Con un clack sonoro lo sportello si aprì ed io trattenni il respiro.
Dalla macchina uscì una figura snella che indossava un cappotto rosso con il cappuccio. Delle gambe nude e slanciate spuntavano da sotto di esso all’altezza del ginocchio e terminavano in delle scarpe con il tacco a spillo rosso fuoco lucido. Dei boccoli biondi fuoriuscivano da sotto il cappuccio e sul viso indossava una maschera.
-Oh mio Dio c’è Red Coat!- sussurrai ed entrambe le figure si girarono verso il punto dove mi trovavo io. Non ero certa che mi avessero vista, ma appena notai che la mano guantata di “A” si era poggiata sul manico delle pistola argentata infilata nella cintura, cominciai a correre.
A quel punto ero certa che mi avessero visto.
Quelli che udivo dietro di me erano dei passi pesanti, quindi supposi che fosse “A” a seguirmi, e non Red Coat.
-Ashley! Shay! Lucy! Dio mio dove siete?!
-Ash!- all’improvviso mi ritrovai tra le braccia di qualcuno. Cominciai a divincolarmi utilizzando tutte le mie forze, e tirando calci e pugni a destra e a manca.
-Troian, cavolo, tranquilla! Sono io!- alzai lo sguardo e i miei occhi si incontrarono con quelli di Shay. A quel punto ricambiai la stretta e scoppiai nel pianto più liberatorio della mia vita.
La mia amica mi strinse forte mentre io le inzuppavo tutto il vestito di lacrime:
-Troian dove sei stata?- chiese Ashley con la voce rotta dalla preoccupazione.
-Non lo so.- singhiozzai.
-Poi ho visto “A” che parlava con Red Coat…
-Red Coat?!- esclamarono in coro e io annuii.
-Si, era proprio lei… aveva un maschera…- mi sfuggì un singhiozzo e Shay mi abbracciò nuovamente.
-Sei sicura che fosse una “lei”?
-Si… Aspettate vi porto a veder…- Ashley mi afferrò un braccio:-
-No Troian. Non è sicuro qui.
-Ma io…
-Troian no!- strillò Lucy e io feci un passo indietro dallo spavento. Ashley si avvicinò e mi asciugò le lacrime con la mano.
-Troi siamo tutte d’accordo…- cominciò la bionda, poi rivolse un’occhiataccia a Lucy e continuò:
-Anche se qualcuno si dovrebbe rilassare.- Lucy alzò le mani come per scusarsi:
-Scusami, è che ho paura. Non volevo aggredirti così…
-Non ti preoccupare.- in quel momento Ashley ebbe un capogiro e barcollò all’indietro sbattendo freneticamente le palpebre.
-Oh mio Dio vedo sfocato…- balbettò e io la afferrai per un braccio.
-Ashley che succede?
-Non dovevamo portarla… quando ci ha detto che aveva la febbre non dovevamo insistere.- le toccai la fronte:
-Dio mio scotta.
-Riportiamola da Tyler.
-Ashley?
-No, vedo di nuovo bene… ahh la testa!
-Qualcuno sa la strada?- chiesi preoccupata e le mie amiche annuirono:
-Mentre tu eri via noi abbiamo capito qual è la strada per la casa di Selena.
-Cosa è quello?- chiese Ashley sgranando gli occhi e indicando un punto indistinto in mezzo alla terra.
-Ashley non c’è niente.- provai a spiegarle calma.
-Vi giuro che c’è qualcosa.
-Ash non c’è niente!
-Hai le allucinazioni, avrai la febbre molto alta.
-In mezzo alla terra proprio lì!
-Oh mio dio sta delirando.- la bionda mi guardò storto e imbronciandosi cominciò:
-Mi sta esplodendo la testa, vedo sfocato e sto per vomitare… ma non ho le traveggole e non sto delirando!- si svincolò della mia stretta e raccolse qualcosa da terra. Dopo averci soffiato più volte per liberarlo dalla terra che lo ricopriva per intero, esclamò:
-è un telefono!
-Come scusa?!- la raggiunsi correndo e glielo scippai dalla mani. Era un prepagato bianco con lo schermo tutto crepato. Nonostante il brutto aspetto sembrava funzionare.
-Non riesco ad accedere alla schermata home!- mi lamentai.
-Porco Charlino è possibile che tu non capisca?! È protetto da un sistema di sicurezza molto accurato.
-Beh, allora lo lascio a lei, signora informatica…- brontolai dando il cellulare a Shay.
-Non essere scontrosa.
-Non lo so usare, ma so che è il cellulare di “A”!
-Come lo hai scoperto?- lei alzò gli occhi al cielo e ci mostrò una “A” rossa dipinta sul retro.
-Ashley non ha le visioni! Ash sei un genio! Abbiamo trovato il telefono di “A”!
-Analizziamo in albergo, per ora andiamo alla festa. Mi fa paura stare qui.- piagnucolò Lucy e nessuna ebbe a che ridire.
Quando tornammo nella villa di Selena, ancora nessuno si era accorto della nostra assenza.
-Che diremo ai ragazzi?
-La verità, ma non qui. Aspettiamo di essere da soli.
-Non attireremo l’attenzione? Sembriamo le superstiti di un ciclone.- affermò Lucy. Io avevo lasciato le scarpe nel bosco ed ero scalza sul prato morbido.
Tyler, Keegan, Ian e Janel erano seduti attorno a un tavolino nel mezzo del prato. Ridevano come dei pazzi anche se di tanto in tanto Tyler controllava l’orologio e il telefono.
-Lasciate fare a me.- disse Ashley strizzando gli occhi.
-Ehi Tyler.
-Ashley dove sei stata? È mezz’ora che ti cerco e tu non rispondi al telefono.- lei abbassò gli occhi e mormorò:
-Mi sento malissimo.- il ragazzo l’abbracciò e le toccò la fronte:
-Oh cielo! Scotti! Ora andiamo in albergo, vado a salutare gli altri.
-Credo che anche le mie amiche vogliano tornare.
-è successo qualcosa?
-Per favore TyTy, le domande dopo… sto davvero male.
-Grazie per essere venuta a dirmelo che stai male Ash.
-Te lo avevo promesso e poi ho bisogno di andare.- Tyler fece un sospirone preoccupato e le prese la mano. Adesso toccava a me. Mi avvicinai a Keegan.
-Keegan portami a casa.
-Proprio nel bel mezzo della festa?
-Keegan è successo un casino con “A”, per favore.
-Troian, non possiamo andarcene.
-Keegan mettiamola così: mi ha aggredita nel bosco.- il ragazzo scattò in piedi.
-Stai bene? Se becco quel bastardel…
-Kee, andiamo il albergo, puoi fare solo questo per me in questo momento.- il ragazzo prese in mano le chiavi della macchina e annuì:
-Va bene.
-Troi?- mi girai e vidi Lucy che mi faceva segno da lontano.
-Si?
-Dov’è Andrew? Non è con i ragazzi…
-Non l’ho visto. Casomai lo cerchiamo dopo. Dobbiamo riportare Ashley in albergo il prima possibile.
-Tanto ora è con Tyler!
-Lucy parla chiaro. Cosa vuoi che faccia?
-Aiutami a cercarlo.
-Non ce n’è bisogno.
-Che?- le indicai un punto alle sue spalle e lei si girò. Il ragazzo le corse in contro e l’abbracciò:
-Lucy che cosa hai fatto? Dove sei stata? Ho lasciato i ragazzi e ho girato tutta la casa per cercarti!
-Ne parliamo dopo Andrew.
-Va bene, ma tu come stai?
-Credo bene...
-Allora ci vediamo tra cinque minuti alla macchina.- io e Lucy ci allontanammo e in quel momento il telefono ci squillò all’unisono:
 
Where is Sasha? Attivate i neuroni stronzette, vi ho dato più di quello che voi pensiate.
-A


Angolo autrice

Ed ecco come promesso il nuovo capitolo! Per riuscire ad essere puntuale l'ho fatto un po' corto e l'ho scritto velocemente, ma spero che vi piaccia ugualmente. Nel prossimo capitolo si avranno l risposte che voi aspettate: 
  1. Che indizio c'è nel video?
  2. Cosa c'entra Red Coat con questa storia?
  3. Cosa riusciranno a ricavare dal pregagato di "A"?

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Capitolo 16
*** HSE4 ***


 
Ashley’s pov
 
 
 
-Non ho nemmeno potuto salutare Selena…- mi lamentai appena entrata nell’auto di Keegan. Shay mi poggiò una mano sul braccio.
-Avrai tempo di mandarle un messaggio in albergo. Sono certa che capirà.
-Come ti senti?- mi domandò Tyler, seduto accanto a me. Io adagiai la testa sulla sua spalla e mormorai:
-Male...
-Quindi fatemi capire. “A” vi ha inseguite nel bosco con una pistola?- chiese Ian aggrottando la fronte e tenendo la mano a Janel. Troian annuì.
-Si, poi io sono rimasta sola e ho visto che parlava con una ragazza con un cappotto rosso.
-Beh, ci ha mostrato un video… lo ha proiettato su un albero. Il video mostrava Sasha… Lui l-la stava… torturando credo.- cominciai io incerta e Tyler disse:
-“A” vi ha poi mandato un messaggio dove vi ha fatto capire che il video è più importante di quello che voi crediate.
-Esatto.- affermò Lucy tra le braccia di Andrew.
-Io ricordo di aver notato qualcosa di importante nel video…- cominciai.
-Cosa?- esclamò Shay proiettandosi in avanti verso di me con il busto.
-Io… io non mi ricordo cosa era.- cercai di concentrarmi per ricordare meglio, ma in queste situazioni di vuoto di memoria, un mal di testa spacca-cranio non è un buon alleato.
-Cerca di ricordare!- esclamò Troian e io la fulminai con lo sguardo:
-Secondo te cosa sto facendo?!
-Impegnati di più.
-Voi siete cieche? Non avete notato anche voi qualcosa?- le altre scossero la testa imbarazzate. Feci per continuare ma mi sentii come precipitare nel vuoto. Istintivamente mi aggrappai al braccio di Tyler con la mano destra, e a quello di Shay con la sinistra.
-Che succede?
-Ho le vertigini.- mormorai e Tyler mi toccò la fronte:
-Dovevamo andarcene appena hai detto che non stavi bene… Se dovessi stare peggio non me lo perdonerei mai…
-No Ty… non è colpa tua.
-Che ti senti?
-Mi sta esplodendo il cervello dal mal di testa, ho i brividi, sto ghiacciando, ogni tanto vedo sfocato, mi viene da vomitare e ho le vertigini.
-Non hai pure una broncopolmonite, quattro tumori e due meningiti?- scherzò ironica Janel, ma nessuno rise e le mie amiche la guardarono attonite:
-Janel! Non è divertente!
-Ragazze… #fatevinarisata!
-Non fa ridere Janel…
-Ma con chi parlavate prima? Al tavolo dei buffet?
-Nessuno… era solo Vanessa. È tornata per le riprese di Pretty Little Liars… ci ha detto.
-Che strana ironia della sorte… era vestita proprio come “A”!
-Non sospetterete di Vanessa! È qui solo per le riprese.- esclamò Shay un secondo prima che la macchina si fermasse nel parcheggio dell’albergo.
-Lasciate stare la Ray, preoccupiamoci della King… Marlene ci farà molte domande.- affermò Lucy preoccupata spalancando gli occhi in modo molto divertente.
-Lasciate fare a me.- esclamò Troian, e con un balzo saltò giù dalla macchina allegramente.
Marlene ci aspettava nella hall, con fare raggiante. Era vestita da notte con un pigiama marroncino da nonna, che a me non piaceva proprio. Però non dissi niente. Troian le saltellò incontro e mostrando, io credo, un eccessivo entusiasmo, esclamò facendo delle facce buffe che secondo lei dovevano far pensare a Marlene che fosse eccitata, ma che però, per me, la facevano assomigliare a gorilla strabico.
-Marlene, non sai quanto ci siamo divertiti! Noi ragazze abbiamo fatto un’escursione nel bosco con Selena e Taylor, infatti vedi che siamo tutte sporche? Poi abbiamo ballato fino a sfinirci… Siamo però dovute andare via perché Ashley non stava bene. Ha la febbre molto alta e trema come una foglia.
-Ashley, hai davvero una pessima cera.- disse Marlene: le ultime parole famose prima che le vomitassi sulle scarpe. La donna fece un balzo indietro nauseata e poi stentò un sorriso rivolto a me, trattenendo un conato di vomito. Distogliendo lo sguardo visibilmente disgustata, mi accarezzò i capelli tentando di sembrare incoraggiante. Tyler prese un fazzolettino di carta profumato e mi pulì la bocca. Di cattiva volontà glielo presi dalle mani e mi asciugai meglio mento:
-Posso farlo anche da sola. Non c’è bisogno che tu finga che non ti faccia schifo.
-Non mi fa schifo.- lo guardai di sbieco:
-Andiamo TyTy!
-Ok, non era nella mia lista delle cose da fare prime di morire entrare a contatto con il tuo vomito… ma dico davvero, mi fa piacere fare qualcosa per te.- gli sorrisi e appoggiai la guancia al suo petto.
-Vado a prendere un’aspirina.
-Credo sia meglio una tachipirina…
-Ok, vado a prenderla.- Marlene si girò tentando di non guardare le sue scarpe sporche di vomito, ma Lucy la fermò:
-Marlene?
-Si?
-Alla festa abbiamo incontrato Vanessa… sappiamo che l’avevi  convocata per girare le riprese! Volevi farci una sorpresa? Perché non ce l’hai detto?- la nostra produttrice aggrottò la fronte:
-Io non l’ho convocata per le riprese… non ho idea del perché sia qui, ma non l’ho certamente chiamata io.- la sua espressione si fece più serena.
-Siediti sul divano Ash, torno subito.- senza farmelo ripetere due volte mi distesi sul sofà della hall, con la testa sulle gambe di Tyler che si era seduto accanto a me.
-Cosa vorrebbe dire che Vanessa non è stata convocata da Marlene?!- Lucy si sedette scomodamente sul bracciolo.
-Se era qui per un altro motivo… perché mentire?
-State pensando quello che sto pensando io?- chiesi poggiandomi una mano sul viso per ripararmi dalla luce, infatti con la febbre quella luminosità mi faceva stare ancora peggio.
-Dipende da cosa stai pensando tu…
-Vanessa è Red Coat.
-Ok. Come conclusione mi pare affrettata.- provò a spiegare Troian.
-Vanessa indossava qualcosa di rosso, dello stesso colore di quel cappotto… Dopo che ci siamo allontanate per seguire “A” nel bosco non l’abbiamo più vista. Nemmeno dopo, l’abbiamo vista. È bionda, alta e magra.- affermò Lucy dandomi sorprendentemente ragione.
-Se la mettete così allora è ovvio. Ma pensate al perché l’avrebbe dovuto fare. Non avrebbe motivo!
-Vanessa ci conosce appena! non si prenderebbe tutta questa confidenza se fosse uno scherzo… come non avrebbe motivo per odiarci se fosse una cosa seria…- cominciò Shay schierandosi dalla parte di Troian che voleva dare alla nostra collega il beneficio del dubbio.
I nostri cellulari squillarono all’unisono e io provai a sollevare di scatto la testa, ma una fitta acuta come una coltellata mi fece ricadere a peso morto sulle gambe di Tyler.
-Ash non muoverti… lo guardo io.- mi disse il ragazzo e poi prese a frugare con molta discrezione nella mia borsa.
 
Riflettete stronzette, l’osso potrebbe non essere per sempre sotto il naso dei segugi. Sbrigatevi che vi ho dato fin troppo tempo. Fate sogni d’oro finché potete.
-A
 
-Non posso crederci.
-A cosa? Che “A” pensi che siamo dei cani, oppure che ci stiamo facendo scappare l’unica possibilità di sapere la verità?- brontolai e mi misi in piedi tra i capogiri e le vertigini.
-Dove vai?
-Io andrei davvero a fare sogni d’oro. Non sono mai stata peggio in vita mia…
-Dobbiamo parlare di…- cominciò Shay e io, alzando leggermente il tono di voce, le risposi:
-Ne parliamo domani Shay. Mi sento davvero una pezza.- Prima di dare le spalle alla sala chiesi a Tyler.
-Sono un po’ meno calda?- lui mi toccò la fronte e mi sorrise incoraggiante:
-No piccola, sei sempre molto calda… ma non ti preoccupare.- un brivido mi attraversò il corpo:
-Hai freddo?
-Da morire.- Tyler si tolse il mantello nero e mi coprì con quello, poi mi mormorò:
-Vuoi dormire con me stanotte?
-Tyler…
-Preferirei averti vicina visto che non stai bene… Ovviamente ho due letti!- aggiunse come se avesse capito improvvisamente la ragione del mio rifiuto. Gli sorrisi:
-No Ty, non è per questo… non mi farei onestamente molti scrupoli per quello… è che non ti farei dormire e non voglio essere un peso.
-Non lo sei. Non lo sei mai stata.
 
---
 
-Potresti girarti per favore?
-Certo.- appena Tyler mi diede le spalle io mi sfilai il vestito rosso e mi slacciai il reggiseno. Indossai un pigiama azzurro molto pesante che speravo mi facesse sentire meno freddo.
-Lo sai che muoio dalla tentazione di girarmi?- rise lui, e riuscì a farmi sorridere nonostante tutto.
-Tu provaci!- lo ammonii io e mi sedetti sul bordo del lettino singolo a un metro dal matrimoniale. Poi aggiunsi:
-Grazie per avermi detto di restare qui, capellone, non so perché ma mi sento più al sicuro.
-Forse perché sai che ammazzerei a botte chiunque cercasse di farti del male.-  affermò accarezzandomi il braccio. Io alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa con vigore. Feci un mezzo sorriso:
-Come hai potuto farlo? L’hai quasi mandato all’ospedale!- domandai io riferendomi a un episodio avvenuto quando stavamo ancora insieme. Un uomo per strada mi aveva scippato la borsa sbattendomi contro il muro, e Tyler, dopo averlo rincorso per due isolati, lo aveva steso con un pugno.
Lui scoppiò a ridere e mi porse qualcosa. Io inizialmente non capii cosa fosse, ma appena lo ebbi afferrato capii che era un termometro.
-Grazie a Dio l’hai trovato!
5 minuti dopo me lo sfilai da sotto l’ascella e accesi la lampadina accanto al letto per riuscire a leggere la temperatura del termometro a mercurio. Appena acquisì l’inclinazione giusta, per poco non mi venne un colpo: al posto dei gradi, accanto alla colonna di mercurio, c’erano tante “A”. Lo lanciai sul letto matrimoniale:
-Ashley è così alta?
-Nono, guardalo! “A” lo ha manomesso.- risposi sfregandomi tutto il braccio con vigore come per togliere la “contaminazione” di “A”.
-“A” è stato qui.- affermò lui e io terrorizzata esclamai:
-E se è ancora qui?- lui si mise in piedi con fare protettivo di fronte a me, dandomi le spalle, e osservò con uno sguardo di sfida tutta la camera. Poi gridò:
-Meglio per lui che non ci sia!
-Tyler?- chiamai con voce fievole e lui si girò:
-Un termometro non manomesso ce l’hai?- lui frugò nella borsa e me lo diede, poi mi toccò la fronte:
-Come ti sei potuta ridurre così? Hai preso freddo?- alzai le spalle.
Sapevo di averla alta, ma appena diedi il termometro a Tyler e lui con un’espressione preoccupata si sedette accanto a me e mormorò:
-Piccola, ci sono io con te…- capii che la situazione doveva essere più grave del previsto.
-Quanto?
-40°5’- soffocai un singhiozzo: non l’avevo mai avuta così alta. Per non farmi vedere in lacrime mi distesi sul letto girandomi dall’altra parte:
-Buonanotte.
-Buonanotte.
 
---
 
Dovevano essere le 4 di notte quando mi svegliai tutta bagnata. Il fatto che avessi sudato era positivo, voleva dire che mi era scesa la febbre, ma il mal di testa non era diminuito.
Mi voltai e vidi che Tyler dormiva profondamente nel letto matrimoniale a un metro dal singolo dove ero io. Avevo i piedi e le mani congelate e avevo avuto un incubo, solo non ricordavo cosa. In punta di piedi mi alzai e raggiunsi il letto di Tyler. Esitai qualche secondo e poi mi distesi accanto a lui. Mi misi proprio sul bordo del letto, per non disturbarlo, e provai a riaddormentarmi. Quasi senza accorgermene allungai lentamente i piedi verso le sue gambe e a contatto con quella fonte di calore mi sentii subito meglio. Titubante mi avvicinai di più fino a che non potei sentire il suo respiro regolare.
Con i piedi al caldo tra le sue gambe e la coperta tirata fino alla punta del naso mi riaddormentai.
 
DRIIN
 
Appena la sveglia suonò mi svegliai di colpo. Tyler era disteso dandomi la spalle e io lo abbracciavo da dietro. Spalancai gli occhi imbarazzata e sentii:
-Buongiorno dormigliona.
-Da quanto sei sveglio?- sfilando le braccia da attorno alla sua vita mi allontanai.
-Solo da un po’.
-Potevi svegliarmi.
-Ma no… eri così tenera.- gattonai sul materasso fino a raggiungerlo e, abbracciandolo di nuovo come avevo fatto di notte, lo guardai sorridendo da quella posizione:
-Davvero lo ero?- sbattei le ciglia e sempre in quella posizione gli diedi un bacio sulla guancia.
-Non ricordavo ieri sera di…- lo interruppi con un gesto della mano:
-No, infatti… è che avevo freddo, e avevo paura… per questo sono passata da te.
-Hai fatto bene a venire.
-Ho avuto un incubo.
-Topolino che ti insegue con un kalashnikov?- chiese ridendo e io aggrottai la fronte:
-Tu come fai a sap…? Vabbè lascia stare comunque no…- all’improvviso mi ricordai tutto: il mio incubo, la sera prima, e cosa avevo visto nel video. Scattai in piedi.
-Devo parlare con le mie amiche subito!
-Che cosa è successo?
-Mi sono ricordata cosa c’è nel video. Credo di sapere dov’è Sasha.
-Le chiamo al cellulare dico loro di raggiungerci.
 
---
 
-Com’è possibile che non mi crediate?!- gridai esasperata seppellendo il viso nel cuscino. Lucy mi poggiò una mano sulla spalla ma io la scrollai via:
-Non è che non ti crediamo Ash, diciamo solo che… insomma… avevi la febbre a 40 e mezzo… potresti averlo immaginato.
-Oppure semplicemente l’hai sognato stanotte!
-Mi state dando della pazza che ha le allucinazioni? Ve lo giuro! Dietro Sasha c’era scritto su una parete “HSE4”.
-Quindi tu dici che Sasha si trova all’ “Hospital Spiegelman ala East 4”?- chiese Troian sospettosa.
-Si, ne sono certa.- cominciava a infastidirmi il dubbio delle mie amiche.
-Bene! Andrò da sola!- mi alzai e feci per lasciare la stanza ma Tyler mi prese per un braccio.
-Ehi ehi ehi… tu da sola non vai da nessuna parte.
-Va bene… da sola non vado.- gli risposi accondiscendente, e me ne andai.
La mia stanza, dove quella notte avevano dormito le mie amiche, era in perfetto ordine. Sui letti c’erano appoggiate le borse di Lucy e Troian, e sui comodini c’erano vari snack.
Aprii l’armadio e mi infilai un paio di pantaloncini jeans e una canottiera azzurra a metà pancia. Indossai le converse alte verde acqua e, senza nemmeno fermarmi per allacciarle, uscii.
Oltrepassai, cercando di fare meno rumore possibile, la camera di Tyler e appena fui nella hall tirai un sospiro di sollievo.
La mia Q3 bianca era parcheggiata proprio di fronte al portone e rifletteva la luce del sole.
Non si può dire che fossi completamente guarita, infatti a momenti sentivo della fitte alla testa, ma certamente andava molto meglio.
Appena mi sedetti nel posto guidatori accesi il cellulare e una valanga di messaggi mi invase il blocco schermo.
 
  1. Shay Sister <3: Come stai Ash? J
  2. Mamma : Che facevi ieri? So che Selena ha dato una festa.
  3. Shay Sister <3: rispondi sorellina L
  4. Blocked ID: Chiudi la bocca stronzetta o lo farò io  -A
 
Sussultai appena lessi l’ultimo messaggio e fui tentata di scendere dalla macchina e ritornare in albergo al sicuro, però feci un sospirone e non mi mossi. Mandai un messaggio a mia sorella:
 
Io- Male, ieri sera avevo la febbre a 40°e mezzo.
Shay Sister- Coooooosa? =O  Ci sei andata all’ospedale?
Io- no… c’era Tyler con me.
Shay Sister- Quando è così alta devi andare all’ospedale.
Io- Shaylene sono occupata, a dopo.
Shay Sister- ora come stai?
Io- Shay a dopo.
 
Spensi nuovamente il telefono e misi in moto. A quell’ora le strade erano sgombre e in giro a piedi non c’era quasi nessuno. Senza staccare gli occhi dalla strada frugai con la mano nel cassettino dello sportello, tirai fuori un pacchetto di Chewing Gum, e me ne misi una in bocca. 
Il sapore di menta mi sembrava amaro, ma doveva essere solo un’impressione.
Appena vidi l’ “Hospital Spiegelman” rallentai e accostai al marciapiede. Misi in retromarcia per posteggiare, ma improvvisamente ebbi una fitta alla testa e lasciai il volante andando a sbattere su un palo. Mi maledissi mentalmente appena vidi che il paraurti era tutto ammaccato e che il palo di metallo si era portato un po’ di vernice della fiancata.
Entrai all’ospedale con nonchalance sperando di non attirare l’attenzione di nessuno. Con sollievo vidi che l’ascensore per l’ala Est era vuoto ed era a piano terra. Mi diressi verso di esso ma mi sentii chiamare:
-Ma tu sei Ashley Benson?- mi girai lentamente e vidi una bambina sulla sedia a rotelle che mi sorrideva da una stanzetta con le pareti a vetro. Io annuii e vidi che i suoi occhi si illuminavano.
-Te la fai una foto con me?
-Certo.- le sorrisi a mia volta e la raggiunsi. Mi scattai qualche foto e le feci pure un autografo e lei cominciò a ringraziarmi. Io le diedi un bacio sulla guancia e mi allontanai.
-Noo…- mi lasciai sfuggire appena vidi che l’ascensore non era più libero e che si trovava al dodicesimo piano. Non ero sicura di dove fosse la frazione 4 dell’ala Est, a parte che si trovasse, appunto, a Est.
Doveva essere dal quinto piano in su, ci ero stata una volta sola nella mia vita, quando avevo undici anni per andare a trovare un parente malato di cancro.
Cominciai a salire dalle scale, ma, probabilmente a causa del fatto che fossi ancora convalescente, mi venne quasi subito il fiatone. Le gambe sembravano essere di piombo e aveva ricominciato a girarmi la testa. Non so per quanto avessi camminato, ma a un certo punto i capogiri continui divennero insopportabili e mi sedetti sfinita su uno scalino.
-Posso aiutarla signorina?- mi voltai sorpresa e vidi un signore vestito da operaio che mi fissava conciliante.
-Si, grazie… cerco la frazione 4 dell’ala Est.
-Temo che non sia possibile raggiungerla.
-Che?
-non dipende da me… la parte destra dell’ala 4 Est è in ristrutturazione ed è stata chiusa da due settimane. Ancora i lavori non sono cominciati ma non può entrare nessuno. Ah… comunque si trova proprio dietro di lei.- io mi voltai e vidi che alle mie spalle si trovava una porta socchiusa con sopra un cartello “ALA 4 EST” e sotto un’abbreviazione “HSE4”. Attraverso la fessura vidi del movimento e aggrottai la fronte:
-Ma c’è gente dentro…- infastidito l’operaio chiamò qualcuno dall’ala 5 Est, la porta accanto alla 4.
-Wren?- a quel nome sussultai. Dalla porta comparve un ragazzo sui venticinque anni in camice bianco e con uno stetoscopio al collo. Mosse la chioma bionda e fissò l’operaio.
-Si?
-La ragazza vorrebbe entrare nell’ala 4 Est, le spieghi perché non può.
 -Solo la parte destra è inagibile, ma per motivi di sicurezza non facciamo entrare ospiti in tutta la frazione. Solo i medici, le infermiere e i pazienti. Spero di esserle stata d’aiuto…- sfoderai un sorriso falso e mi alzai:
-Okay, grazie lo stesso.- appena i due uomini furono spariti io sbuffai e mi infilai in uno sgabuzzino buio. Non trovai l’interruttore, quindi prima di poter agire dovetti aspettare che gli occhi mi si abituassero al buio. Appena riuscii a scorgere qualcosa nella penombra, intravidi una divisa a righe rosse da infermiera, e, dopo aver chiuso a chiave la porta, la indossai. Misi i miei vestiti nella borsa e, cercando di risultare inosservata, feci per entrare nell’ala 4 Est ma una voce conoscente mi fermò:
-Signorina?- alzai gli occhi al cielo e mi girai implorante. L’operaio che prima mi aveva rivolto la parola era tornato.
-Si?
-Mi pare di essere stato chiaro riguardo all’ala 4 Est. Il camice non fa il medico.- cercai di assumere uno sguardo accattivante e con tono (speravo) suadente cominciai:
-Posso corromperla?- l’uomo non rispose e io cominciai a frugare prima nella borsa, e poi nelle tasche, ma avevo lasciato tutti i soldi in albergo, così giocai l’ultima carta che mi rimaneva. Mi infilai una mano nella maglietta abbassando la scollatura fino a metà reggiseno e indugiai in quella posizione imbarazzante, poi guardai l’operaio rassegnata:
-Ho controllato dappertutto, non ho niente.- lui, con lo sguardo ancora fisso sul mio petto, borbottò come ipnotizzato:
-Io non l’ho mai vista e lei non ha mai visto me.- sorrisi compiaciuta e mi infilai nell’ala 4 Est.  
Ovviamente mi diressi verso la parte chiusa da settimane, dove pensavo fosse più plausibile che “A” tenesse Sasha rinchiusa.
Aspettai di essere sola lì e aprii la porta che, con mia sorpresa, non era chiusa a chiave. Appena essa si richiuse alla mie spalle, con orrore notai che dall’interno mancava la maniglia.
Il silenzio che regnava lì dentro era tombale, e quell’ambiente buio, isolato e pieno di vecchie attrezzature mediche, era molto inquietante. Con circospezione cominciai a camminare avanti e indietro per la prima sala. Il pavimento era appiccicoso e scivoloso allo stesso tempo. Mi chinai e poggiai una mano a terra, sentendo una sostanza vischiosa e fredda rimanermi sulle dita.
Odorai sospettosa e un tanfo di metallo e di ruggine mi fece strozzare il respiro in gola.
Feci luce con il cellulare, e il colore della sostanza non fece altro che confermarmi l’orribile pensiero che si era insinuato dentro di me: era sangue.
Raggelai e la mia mente formulò la parola “Sasha”, che però mi si soffocò in gola. Udii una porta sbattere e lì, al buio, in una stanza piena di sangue dalla quale non potevo uscire, capii che era stata una pessima idea andare lì da sola.
Mi appoggiai con le spalle al muro e valutai la possibilità di gridare, ma la gettai via quasi subito.
Raggiunsi la porta e, nonostante mancasse la maniglia, provai ad aprirla. Improvvisamente sentii come una strana tensione nell’aria, e con un’innata certezza di ciò che stesse accadendo, mi voltai. “A” era lì, e dal portamento fui finalmente certa che fosse un uomo. Inizialmente non vidi nemmeno la pistola, ma bastava la presenza di “A” a farmi fermare il cuore e il respiro. Terrorizzata nascosi la borsa dietro la schiena e, con le mani che tremavano, composi alla cieca il numero di Tyler, sperando vivamente che non avessi sbagliato. Appena con un sibilo compresi che aveva risposto alla chiamata, io gridai ad “A”:
-Lasciami stare! Cosa vuoi da me?!- udii dei passi e la porta si aprì alle mie spalle.
-Oh grazie al cielo Tyler sei qui.- lo abbracciai stringendolo forte e appena dopo un tempo infinito sollevai lo sguardo, gli chiesi:
-Ma come facevi a essere già qui?- lui mi sorrise:
-Non ho creduto a una sola parola di “va bene… da sola non vado.”- risi e mi lasciai coccolare tra sue braccia ancora per un po’, dimenticandomi di “A” che era ancora lì a fissarci, come un fastidioso terzo incomodo. Essendo con Tyler mi sentivo al sicuro, non avevo più paura, e impavida dissi con tono di sfida, ma con la voce un po’ incrinata dal sollievo:
-Allora? Hai perso “A”.- finalmente vidi la pistola. Un po’ tardi però. La teneva in mano e la puntava verso di noi. Appena udii lo sparo feci la cosa più stupida che potevo fare: chiusi occhi e incrociai le dita. Lasciai passare qualche secondo dallo schiocco assordante prima di riaprirli, e costatai di essere ancora tutta intera. Abbassai lo sguardo e vidi del sangue. Non del sangue recente ma appiccicoso, ma del sangue fresco, dei rivoli che colavano ai miei piedi.
Aggrottai la fronte:
-Tyler ma c…- guardai accanto a me e gridai come non avevo mai fatto in vita mia. Tyler era a terra e sanguinava.

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Capitolo 17
*** Violet (?) ***


Shay’s pov
 
Ero appena entrata nella vasca da bagno, quando sentii il mio cellulare squillare.
-Lucy chi è?- lei posò sul letto i vestiti che stava piegando e si avvicinò al comodino per guardare lo schermo del mio telefono.
-è Ash.
-Me lo porti?- lei lo prese e me lo diede ancora squillante in mano. Feci scorrere il dito bagnato sullo schermo, ma il touch screen non funzionò. Riprovai più volte, ma l’unico risultato che riuscii a ottenere fu di lasciare una striscia d’acqua sul vetro.
-Puoi rispondere tu?- Lucy riprese in mano il cellulare e, dopo aver passato lo schermo sulla stoffa del suo pigiama per asciugarlo, rispose e mise in vivavoce.
-Ash?- dall’altra parte del telefono vennero inizialmente dei gemiti e poi dei singhiozzi veri e propri.
-Ashley che succede?- udivamo solo delle parole scollegate tra di loro, intermezzate da singhiozzi assordanti. Era chiaro che cercava di dirci qualcosa ma non riusciva a smettere di piangere. Con un balzo uscii dalla vasca da bagno avvolgendomi in un telo azzurro di lino e, dopo essermi asciugata le mani accuratamente, presi il mio cellulare.
-Ashley, calmati.- mormorai, e non fui certa che mi avesse sentito.
-Tyler…- riuscì a farci capire tra un singhiozzo e l’altro. Il suo respiro affannoso si sentiva chiaro, e così Troian si avvicinò e disse:
-Ashley, intanto calmati… non riesco a capire una parola.- il brusio si calmò e io le dissi:
-Fai un bel respiro.- dal telefono uscì un profondo sospiro.
-Okay, ora dicci cosa è successo.
-“A” ha sparato a Tyler.- disse tutto d’un fiato per poi ricominciare a singhiozzare. Lasciai cadere il telefono sul pavimento.
-Che cazzo ha detto?!- cominciai a tremare e con le mani malferme riuscii a raccogliere il cellulare. Lo schermo era tutto crepato, ma non me ne preoccupai e lo infilai in borsa. Mi fiondai fuori dalla porta:
-Pensi di uscire così?- mi chiese Troian e io ricordai di avere addosso solo un asciugamano.
-Avanti Troian!- la incitai e lei aggrottò la fronte ma mi seguì.
Credo di non aver mai percorso delle scale più velocemente di quanto feci quel giorno, perché, giustamente, in tutti i momenti di bisogno, l’ascensore è occupato.
-Dove credi che siano?- chiese con la voce affannosa Lucy una volte che tutte e tre fummo salite sulla mia macchina. Troian si voltò di scatto tutta sudata e alzando gli occhi al cielo le rispose:
-C’è bisogno di chiederlo? 100 euro che quella testa dura della Benzo è andata all’Hospital Spiegelman.
-Vai più veloce Shay!- mi incitò Lucy coprendosi la bocca con una mano. Pigiai il piede sull’acceleratore e partii a razzo.
 
---
 
Ancora non era arrivato nessuno e l’ala Est 4 era stranamente deserta. Ci lasciammo guidare dai gemiti che facilmente si udivano anche dall’uscio della porta della sala.
Appena entrammo in quella stanza vedemmo Ashley in reggiseno che, con la maglietta che si era tolta, cercava di tamponare il braccio a Tyler, piangendo a dirotto. Tyler aveva un colorito cadaverico, ma era cosciente e tentava di tranquillizzare Ashley:
-Tranquilla Ash, non piangere, sto bene.
-No che non stai bene! È tutta colpa mia!- aveva le gote arrossate e zuppe di lacrime.
-Non è vero… Dio mio Ashley stai calma, mi fa male vederti così.- lei non lo ascoltò e continuando a singhiozzare affannata e a premere la maglietta sulla ferita, chiese:
-Ti fa male?        
-Un po’.- concesse lui. Aprii bocca per rimproverare la mia amica per non aver ascoltato il nostro consiglio, ma, appena lei si fiondò tra le mie braccia piangendo in cerca di conforto, tutta la rabbia per la sua testardaggine sparì.
-No Ash…- riuscii a mormorare ricambiando la stretta con un braccio e tentando con una mano di non far cadere l’asciugamano che indossavo.
-Non sei agitato?- chiese la bionda al ragazzo, e lui riuscì a sfoderare un sorrisetto tirato.
-Lo sei tu abbastanza per entrambi.
Troian iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro per stanza, molto alla Spencer Hastings, poi domandò ad Ashley:
-Hai chiamato il 911?- Ashley con le mani che le tremavano si riavviò i capelli sudati e la guardò di sbieco:
-Siamo all’ospedale Troian, il 911 è qui.- Troian alzò gli occhi al cielo e si diresse verso la finestra. Effettuando una leggera pressione con i pollici, riuscì con facilità a staccare dal vetro le tavole di compensato che erano state applicate, facendo finalmente filtrare un po’ di luce.
Il sole schiarì la stanza e un grido mi si strozzò in gola:
-CosaèquelloAsh?- chiesi tutto d’un fiato indicando delle strisce rosse appiccicose che coloravano il pavimento. Lei, senza staccarsi da Tyler, mi guardò pallida:
-è sangue.- rispose con una strana serenità e lucidità.
-Sasha…?- azzardai, e mi resi conto di aver affrontato un argomento delicato, visto che nessuno mi rispose.
-Sentite quella sirena? È l’allarme dell’ospedale.- Troian appoggiò l’orecchio al vetro della finestra e annuì:
-Finalmente i soccorsi stanno arrivando! Un po’ troppo lenti in realtà visto che erano già qui…- gridò Lucy eccessivamente sollevata, affondando le unghie nella stoffa morbida del suo pigiama.
Non avevo idea dell’identità dei medici che arrivarono ma, chiunque fossero, lessi nel loro sguardo che non si aspettavano certamente di trovare: un ragazzo sanguinante a terra (anzi probabilmente quella è stata la cosa che si aspettavano di più), una ragazza in reggiseno che piangeva a dirotto, un’altra bagnata avvolta solo in un asciugamano che gocciolava sul pavimento, una terza tutta sudata e infine un’altra in pigiama, che scleravano in una stanza piena di sangue secco.
-Per favore portatelo all’ospedale.- sussurrò con un tono straziante Ash, rompendo la tensione. Uno dei medici la fissava inebetito, così lei imbarazzata dispiegò la maglietta appallottolata con cui aveva tamponato la ferita a Tyler e, indossandola nonostante fosse sporca di sangue, disse brusca:
-Che ci fissi?
 
---
 
-Perché non mi fanno entrare? Perché?!- strillò Ashley scattando in piedi. Io mi sistemai meglio il telo azzurro intorno al corpo e le poggiai una mano sulla spalla.
-Tranquilla, starà bene, è solo il braccio.- sussurrai tentando di essere convincente. Cercai aiuto nelle altre mie due amiche, ma Lucy era seduta scompostamente su uno sgabellino di plastica con lo sguardo perso nel vuoto, mentre Troian era agitata ancora più di Ashley:
-ComelodiremoaMarlene?! OhmioDiosiamoneiguai!- ripeteva strappandosi i capelli e continuando a camminare avanti e indietro per la stanza. Alzando un sopracciglio le proposi ironica:
-Dovresti provare il decaffeinato.- allusi alla grande quantità di caffè che Troi, come il suo personaggio, assumeva giornalmente. Lei parve rinascere e, frugando nella borsa alla ricerca del portafoglio, esclamò:
-Il caffè! Shay sei un genio… vado alla macchinetta, volete che vi porti qualcosa?- Ashley sollevò lo sguardo e biascicò:
-Si, grazie, un mocaccino…
-Per me un Frappuccino.- affermò Lucy, e Troian si voltò verso di me.
-Shay?
-Io prendo un Espresso allungato, ma vengo con te.- mi alzai e, dopo aver dato un bacio sulla guancia ad Ashley, seguii la bruna.
-Sai dov’è la macchinetta?- Troian aggrottò la fronte guardandosi intorno sospettosa.
-Hanno installato quella nuova proprio lì!- indicai l’angolo che portava al corridoio successivo, dove una macchinetta delle bevande, nuova di zecca, torreggiava regale.
Una volta raggiunta, Troian infilò indice e medio nel piccolo portafogli, tirando fuori una monetina. Se la rigirò qualche secondo tra le dita e poi l’accostò alla fessura della macchinetta. In quella posizione esitò, e, dopo aver fatto ticchettare il metallo del soldino sulla plastica dura dell’apertura, si voltò turbata:
-Tyler starà bene vero? Comincio ad avere paura.- in quel momento Troian mi fece tanta tenerezza, con quello sguardo sperduto nel vuoto che anche un alito di vento avrebbe potuto spezzare. Era così indifesa che mi venne voglia di abbracciarla, tossicchiai imbarazzata e aprii le braccia, ma una voce ci interruppe.
-State facendo tre cose sbagliate.- ci voltammo di scatto e vedemmo un giovane infermiere fissarci cordiale. Aveva una forte inflessione britannica che tradiva la sua provenienza.
-Sarebbero?
-Intanto 1. Siete in un posto riservato ai dipendenti, poi 2. State premendo il pulsante della cioccolata calda, e dubito che vogliate prendere quella, infine 3. In questa macchinetta niente soldi, non si deve pagare.- Troian sorrise e allontanò la moneta dalla fessura, poi ringraziò:
-Ehm… grazie.
-Non c’è di che. Comunque piacere, sono Alex.- gli porsi la mano e lui la strinse:
-Piacere Shay.
-Troian…
-Probabilmente sono un po’ paranoico, ma voi assomigliate tanto a…
-Emily e Spencer…- completai al posto suo e lui spalancò gli occhi.
-Esatto! Siete…
-Si, siamo proprio le attrici. Segui la serie?
-No, ma mia sorella sì, e ogni tanto vi vedo. Cosa vi porta qui?- distolsi lo sguardo.
-Un nostro amico…- un singhiozzo mi si strozzò in gola.
-Non volevo, scusatemi.- Alex mise una mano davanti e sé, poi imbarazzato aggiunse:
-Per caso c’è…ehm…
-Ashley?- proposi, e lui aggrottò la fronte. Io mi affrettai a correggermi, ricordando che lui non seguiva la serie, quindi probabilmente non conosceva il vero nome della bionda:
-Hanna?- lui annuì con gli occhi a cuoricino.
-Si… lei… lei è così…. Perfetta!- affermò con le mani poggiate sulla maglietta all’altezza del cuore. Ridacchiai divertita e annuii.
-Si, lei c’è.
-Bene, fatele sapere della mia esistenza. Ora devo andare. Robert mi aspetta.- in coro io e Troian domandammo:
-Robert?- Alex fece un salto indietro dallo spavento inciampando su una scopa lasciata di traverso sul pavimento.
-Si, Robert è il mio paziente… è un ex detenuto. Il giorno in cui finalmente sarebbe uscito dal carcere ha avuto un incidente dai risvolti misteriosi. - Troian strizzò il bicchiere con il suo mocaccino, rischiando di versarlo sul pavimento.
-Che c’è? Lo conoscete?- tormentando il braccialetto che avevo al polso, chiesi timidamente:
-Può dirci il cognome?- l’infermiere alzò le braccia in segno di impotenza:
-I’m sorry… Mi dispiace… informazioni riservate. Non dipende da me.
-Non potrebbe fare un’eccezione?
-Non voglio perdere il posto ragazze.- io guardai Troian in cerca di aiuto e la mia amica sfoderò il suo ultimo asso nella manica:
-Nemmeno se Ashley…
-Queste sono le mie ultime parole Emily e Spencer… vi adoro, ma adoro anche il mio lavoro. Goodbye.- con quel forte accento anglosassone ci salutò e, consultando una cartella clinica che aveva in mano, se ne andò canticchiando in modo stonato “La vecchia fattoria” in inglese.
Sospirai sconfitta e mi appoggiai con le spalle alla macchinetta delle bevande.
-Credi sia lui?- chiese Troian, e io alzai le spalle.
-Non so più cosa credere… non ci credo che Alex non ci abbia detto il cognome! E pensare che cominciava a starmi quasi simpatico…- borbottai rancorosa legandomi i capelli in una coda bassa.
-Non serbargli rancore, siamo noi in torto, non lui… lui vuole solo tenersi, giustamente, il posto all’ospedale.- mi disse Spencer con un sorriso furbetto dipinto sulle labbra sottili.
-Cosa stai architettando?- chiesi sospettosa, riconoscendo quello sguardo negli occhi della mia amica. Lei mi afferrò la mano e si passò un dito davanti alla labbra.
-Seguimi?- sussurrò, ma io piantai i piedi a terra.
-Che vuoi fare?
-Alex non ci ha dato direttamente il cognome di Robert… ma potrebbe farlo indirettamente!- scossi la testa:
-No no no no no… vuoi rubare la cartella clinica?- domandai accentuando eccessivamente le sillabe nel labiale.
-Non sarà proprio rubare… la rimetteremo a posto appena avremo letto i dati.
-Non mi piace, Troian… non credo che…- lei spazientita alzò gli occhi al cielo:
-Ascolta Shay, se non te la senti rimani qui, ma non tentare di fermarmi: sarebbe tempo sprecato.- detto questo in punta di piedi sparì dietro l’angolo e io, sbuffando di malavoglia, la seguii.
Anche se era contro i miei principi e contro le mie intenzioni seguire Troian in quell’impresa folle, muovendomi furtivamente e silenziosamente in una stanza buia, non riuscii a trattenere un sorrisetto infantile sentendomi un ninja. Vedemmo Alex sparire dietro una porta, e Troian mi guardò ansiosa.
-Fai il palo.
-Ma…- non potei controbattere perché la mia amica si era già infilata nella stanza. Uscì qualche secondo dopo con uno strano rigonfiamento sotto la maglietta. Lo indicò e affermò sicura di sé:
-Ce l’ho… Ho la cartella clinica.- impaziente le tirai un lembo della giacca:
-Allora? È lui?- scosse la testa:
-Non lo so… non ho trovato la cartella dei pazienti, ma quella dei medici e degli infermieri. Per ognuno c’è una tabella con scritti i nomi dei loro pazienti e i numeri delle loro camere.- adocchiai una porticina rossa su una parete, e trascinai Troian dentro. Era un camerino degli inservienti.
-Che fai?!- chiese lei allontanando schifata i capelli da uno straccio.
-Non voglio che ci becchino Troian. Controlliamo il nome qui dentro e poi riposiamo subito la cartellina.
-Come sei noiosa…- mugugnò lei e io sgranai gli occhi:
-Noiosa? Sarei noiosa solo perché tengo a non essere scoperta che frugo nei materiali dei medici? Sai che è un reato vero?- lei annuì tranquillamente e, sgranocchiando una nocciolina che non so dove avesse preso, continuò guardandomi con sufficienza:
- Reato di violazione della privacy. Articolo 169 del testo unico del codice privacy. Certo che lo so.- disse lei e io sbuffai.
-Non intendo aiutarti se questo prevede conseguenze penali.
-Frasi fatte.- brontolò Troian.
-Come scusa?
-“Non intendo aiutarti se questo prevede conseguenze penali” non sono frasi tue. Le hai prese da qualche parte.- mi scimmiottò lei.
-Senti Troian io giuro che…
-Va bene… va bene… lo guardiamo qui e poi lo riposiamo.- acconsentì e io tirai un sospiro di sollievo.
-Speriamo che ci sia solo lui che si chiama Alex… non sappiamo il suo cognome!
-Già.
-Quindi…- cominciò la mia amica sfogliando la cartellina.
-Dr. Wren Posey… Drs. Lydia Starridge… Dr. Alex Trad… potrebbe essere lui!- esclamò Troian e iniziò a leggere i nomi dei suo pazienti, tenendo il rigo con la punta del dito.
-Nessun Robert.- ammise sconfitta, e in quel momento l’occhio mi cadde su un nome al centro della pagina: Alex Rubin.
-Guarda un po’ qua.- lei fece scorrere il dito in corrispondenza della riga:
-I pazienti del Dr. Rubin sono: Rosa King… Mary Russo… John Red… Robert Green!
-Mio dio è lui!- gridai forse a voce un po’ troppo alta, e mi tappai subito dopo la bocca.
-Siamo di nuovo al punto di partenza…- si lamentò Troian e io la guardai eccitata:
-Non è vero! Sappiamo che il paziente è Robert Green!
-Quindi se il giorno del rilascio ha avuto un grave incidente, non può essere lui “A”.- a questo onestamente non avevo pensato.
-Quindi adesso che si fa?- mormorai e Troian mi rispose con un saltello.
-Si va a parlare con Robert Green.
-Cosa cosa? Assolutamente no! Prima andiamo a rimettere a posto la cartella medica.
-E va bene.- facemmo per uscire dallo sgabuzzino quando vidimo dei medici entrare nella stanza da dove avevamo rubato la cartella. Rientrammo di corsa nella stanzetta.
-E adesso?- -
-Avevano dei fogli in mano, non usciranno presto… prima andiamo a parlare con Robert, poi andiamo a posare la cartella.
-Non se ne parla.
-Shay ti prego.- mi guardò con gli  dolci e io distolsi lo sguardo, poi, arrendendomi, chiesi:
-Ma dove la terremmo?
-Tienila tu.
-Troian, indosso solo un asciugamano!
-Boh! Infilatela da qualche parte.
-Sai che non amo essere volgare, ma sta volta proprio te la sei cercata…- la mia amica mi interruppe e, con un fragore di fogli piegati, si infilò la cartella nella borsa:
-Eh va bene!- con un sorrisetto vittorioso aprii la porta dello sgabuzzino e chiesi sottovoce a Troian:
-Il numero della stanza?
-1410.
-Ma si trova nell’ala 4 Est!
-Esatto.
-Ma non era chiusa?
-No, ci sono dei lavori nella parte destra, così non fanno entrare gente. Ma i medici e i pazienti ci sono.- spiegò lei e io, stanca di infrangere le regole, domandai:
-Cosa non ti è chiaro di “non fanno entrare gente”?
-Intendo ospiti, ma la gente che va a trovare i pazienti può…
-Come lo sai?
-Me lo ha detto Ash…
-Bene.
-Ah, e poi c’è un personale molto corrompibile.- cantilenò Troian infilandosi una mano nella maglietta e abbassandosela fino al reggiseno. Aggrottai la fronte e lei si affrettò ad aggiungere:
-Me lo ha detto sempre Ash…- soffocai una risata:
-Non può averlo fatto....- risi io alzando un sopracciglio, immaginandomi Ash che corrompe un inserviente mostrandogli il reggiseno.
-Si che lo ha fatto.- esclamò Troian piegata in due dalle risate.
-Noi non lo faremo ovviamente.- ridacchiai, e Troian mi rivolse uno sguardo accattivante.
-Spero di non dover arrivare a tanto.- vedendo la mia espressione attonita scoppiò a ridere:
-Scherzo! Dovresti vedere la tua faccia…
Fu molto strano entrare nuovamente nell’ala Est, dopo esserci uscite l’ultima volta seguendo i medici e Tyler ferito. Il pavimento era stato pulito, e le tracce di sangue erano sparite.
Una signora con degli occhialetti che le conferivano un aspetto inquietante, ci chiese con una vocetta stridula:
-Posso aiutarvi?
-Ehm… siamo venute a trovare un… beh… in realtà…- Troian mi assestò una gomitata nello stomaco e sussurrò tra i denti:
-Fai parlare me.- poi continuò:
-Siamo venute a trovare Robert Green.
-Chi siete?
-Mi chiamo…
-Non mi interessa il tuo nome ragazzina… voglio solo sapere se siete parenti. Solo i parenti possono entrare
-Si, siamo sue cugine.
-I nomi?- Troian mentì sperando che la vecchia non guardasse la televisione.
-Siamo Giselle Williams e Serena Black.
-I cognomi non coincidono.
-Certo, siamo parenti da parte della madre…
-Bene bene…- la signora si sfilò gli occhiali e ci fissò con quegli occhietti attenti.
-Le ragazze appena uscite dalla doccia non possono entrare.- la guardai male e lei si appoggiò con un gomito sul bancone sorridendomi acida:
-Sai zuccherino, una volta da ragazza sono uscita da casa con le pantofole… ma non mi sono mai dimenticata persino i vestiti. “Asciugamano” non c’è tra gli abiti consentiti per entrare nel reparto “gravi traumi e ustioni”.
-Quanto vuole?- corromperla era la mia ultima chance.
-20 cm.
-Che?
-Hai un amichetto dotato, pupetta?- scossi la testa con vigore.
-Allora sparite marmocchie.- Troian in quel momento fece un passo avanti.
-Essere corrotti, a tutti i livelli, credo sia un reato.
-Che vuoi dire?- la mia amica alzò il telefono.
-Temo di aver registrato la conversazione.- la signora divenne rossa.
-Cosa avete capito… con venti centimetri intendevo la distanza che dovete tenere da me…- Troian sfoderò un sorrisetto:
-Non ci provi nemmeno… è inutile.- la donna si girò verso la sala alle sue spalle e gridò:
-Robert! Ci sono visite per te… su entrate.- io e Troian entrammo nella sala e, appena la porta si chiuse alle nostre spalle, io chiesi:
-Davvero hai registrato?- Troian rise:
-Certo che no.
Quella stanza brulicava di feriti gravi. Non avevo visto così sangue, bende e gessi in tutta la mia vita. Alla mia destra si trovavano tre ragazzi, credo fossero giovani, con varie ustioni di terzo grado su tutto il corpo. Nonostante le cattive condizioni in cui erano ridotti, azzardarono:
-Che ci fate qui pollastrelle?- li ignorai procedendo lungo il corridoio.
-Dov’è Robert?- sussurrò Troi.
-Non lo so, nessuna di noi lo ha mai visto…- risposi.
-Chi è Robert?- gridò la mia amica, e l’eco delle sue parole rimbombò nella stanza. Nessuno rispose.
-Chi è Robert Green?- un gemito strozzato si levò dall’altra parte della stanza.
-Qui…
Robert Green giaceva su un lettino ed era collegato a mille flebo. Il braccio destro era ingessato, così come anche la gamba sinistra. La testa era tutta fasciata e il viso era brutalmente ustionato. Ci sorrise e notai che gli mancavano tre denti.
-Qualcuno mi cerca?
-Si.
-Che c’è?
-Ehm…
-Parl… parlate chiar…- con difficoltà cominciò la frase, ma si dovette interrompere a causa di un attacco convulsivo di tosse. Si indicò la gola e incrociò gli occhi, come per dirci che non poteva parlare.
-Noi… noi volevamo solo sapere quando è stata l’ultima volta che hai vist… cioè… quando sei uscito hai avuto subito l’incidente? Cioè tu sai se lei…
-Ho capito!- esclamò lui tossicchiando dolorante.
-Siete amiche di Violet!
-Violet?
-Si, Violet Blackdoor… ditele di non preoccuparsi. Ho mantenuto il suo segreto…
-Noi ci riferivamo a Sasha…
-Sasha? Non conosco nessuna Sasha.
-Aspetta, cosa?- in quel momento l’infermiera di prima affacciò la testa nella stanza.
-Tempo scaduto.
-Ho la registr…
-Andiamo… so che non hai registrato pulce. Credi che sia nata ieri? Sono nata l’altroieri.- uno dei ragazzi ustionati all’entrata borbottò:
-Si, forse l’altroieri Avanti Cristo.- lei lo fulminò con lo sguardo e proseguì.
-Avanti, uscite.- svogliatamente io e Troian lasciammo la stanza.
-Chi credi che sia Violet?- scossi la testa.
-Non lo so, ma avremo tempo per pensarci… ora dobbiamo andare a rimettere a posto la cartella.
Grazie a Dio la stanza era vuota. Il corridoio deserto, quindi con facilità avremmo potuto posarla nel cassetto. Con uno scricchiolio sinistro la porta si aprii. La cassettiera dove si trovavano tutte le cartelle cliniche era a pochi metri da noi.
-Shay fai il palo.
-Voglio venire con te.
-Shay, per l’amor di Dio, vuoi forse che ci becchino?!- rabbrividii solo al pensiero.
-No, ma voglio venire con te.
-Sono solo tre metri Shay… puoi aspettare!- feci gli occhi dolci e lei annuì.
-Eh va bene.- acconsentì lei, ed entrammo nella stanza. Troian frugò nella borsa con nervosismo, uscendo la cartella. I fogli erano tutti scombinati e un paio svolazzarono sul pavimento. Mi chinai a raccoglierli e li porsi alla mia amica.
-Allora… pagina 13… quindi va qua. Perfetto.- aprimmo il terzo cassetto e adagiammo il blocco sul fondo di ferro. Sentimmo la porta aprirsi alle nostre spalle e trasalii:
-Che fate signorine?
 
 
 

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Capitolo 18
*** Violet! ***


Troian’s pov
 
sentii quelle parole, gelai, e le dita mi scivolarono fredde sulla carta della cartella. Mi voltai:
-Noi… niente.
-Avanti, sparite.- disse una ragazza sui 23 anni fissandoci con uno sguardo misto tra il rimprovero e l’allegria.
-Che?
-Ho detto: “sparite”.
-Come? Noi non volevamo…
-Sparite ragazze, io terrò la bocca chiusa, ma i miei colleghi non lo faranno.- improvvisamente capii tutto: quella ragazza ci stava aiutando. Una volta fuori dalla stanza, prima di andarcene, la tirai per un braccio.
-A cosa dobbiamo questo favore?- lei si voltò con gli occhi che le luccicavano e, dopo un attimo di esitazione, mi abbracciò. Si staccò dopo un secondo e, rimanendo a mezz’aria con le braccia aperte, chiese:
-Posso abbracciarti, vero?
-Certo…- sorrisi stranita e la ragazza mi abbracciò nuovamente. Ironica la ricambiai e poi domandai:
-E a cosa devo questo abbraccio?- lei strabuzzò gli occhi.
-Cavolo… a cosa lo devi? Cavolo sei Troian Bellisario! Comunque io sono Lisa.
-Quindi mi conosci!
-Se ti conosco? Troian Bellisario e Shay Mitchell che passeggiano nell’ospedale dove lavoro… wow!- si diede un pizzicotto.
-Sono sveglia vero? Non sto sognando vero?
-Sei sveglissima.- le assicurai.
-Sono una vostra fan! Seguo Pll da quando è iniziato… beh, che dire… vi adoro!- ci guardò supplicante e io domandai con un sorriso.
-Ti vuoi fare una foto con noi?
-Davvero lo fareste?
-Mizzica Lisa… Siamo star, non extraterrestri!- risi io scattandomi un selfie con la ragazza.
-Lisa?- una voce la chiamò da in fondo al corridoio: era Alex.
-Scusate, il mio ragazzo mi chiama. Sono al settimo cielo, davvero!- appena la ragazza si fu allontanata Shay mi mormorò:
-Quindi era una nostra fan.
-Esatto, per questo ce l’ha fatta scampare.- tirai un sospiro di sollievo, ma poi mi riscossi.
-Dobbiamo dire ad Ash e Lucy di Robert e Violet.
-Non la prenderanno bene…
-Eh già…
Appena raggiungemmo la sala d’attesa del reparto dove era ricoverato Tyler, trovammo Ash che si era distesa occupando tre sedie e si era addormentata. Lucy ci venne incontro:
-La pigrona dorme.- indicò Ash ridendo.
-Dobbiamo parlare di una cosa importante.- la guardai seria e lei si rabbuiò.
-È successo qualcosa?
-Vorrei parlarne con Ashley, dobbiamo essere tutte presenti.- mi tirò la manica.
-Troian? È successo qualcosa di grave?- le sorrisi rassicurandola.
-No, no… solo novità.- Shay si intromise:
-Qualcuno è venuto?- Lucy si voltò a guardare la porta della sala dentro la quale c’era Tyler.
-Si, è passata la madre… è ancora dentro. Povera donna. Era spaventatissima! Dovrebbe venire pure il padre a momenti… Ah! Poi è venuto tuo fratello, Shay.
-Mio fratello??
-Si, non hai un fratello? Ha detto di chiamarsi… Sean se non sbaglio.- Shay annuì accigliata:
-Sisi… è lui… ma perché era qui?- Lucy fece un gesto di noncuranza.
-No… i medici hanno avvisato che tu eri all’ospedale dopo un attentato. Un po’ esagerati eh? Non sapeva che eri illesa. Ma ora è tranquillo.- Shay si guardò intorno nervosa:
-Voglio vederlo…
-è sceso qualche minuto fa. Se vai veloce lo becchi.- Come una scheggia, Shay sparì lungo le scale.
-Cosa hai fatto mentre eri da sola?
-Io e Ashley abbiamo giocato a obbligo verità… ma la cosa è un po’ degenerata e appena io sono stata costretta a baciare un infermiere e per vendetta le ho fatto chiedere a un altro medico se volesse andare a letto con lei (piccolo inciso… la risposta è stata sì)… abbiamo smesso di giocare. L’ho un po’ consolata e sono riuscita pure a farla ridere. Poi si è addormentata e così ho letto un libro. Voi che avete fatto?
-Abbiamo conosciuto una persona.
-Cioè?
-Un infermiere che ha un paziente molto particolare…
-CIOÈ?!- ripeté lei con tono più insistente portandosi alle labbra il mocaccino che le avevo portato.
-Il suo nome è… Robert Green.- esclamai e lei tossì convulsamente sputandomi addosso il caffè.
-Che hai detto?!
-Che schifo Lucy!- mi lamentai io cercando di ripulirmi dagli schizzi di mocaccino-sputato che mi erano arrivati persino in faccia.
-RobertGreen RobertGreen?
-Si Lucy… Robert Green-Robert Green….
-Che ci fa all’ospedale?
-Ne parliamo appena Ashley si sveglia.- in quel momento vedemmo spuntare dalle scale una donna con i capelli castani e la fronte imperlata di goccioline di sudore.
-Ragazze Ash dov’è?
-Sta dormendo signora Benson.
-Andiamo Troian! Ci conosciamo da sei anni! Puoi chiamarmi Shannon…- disse e poi si avventò sulla figlia, svegliandola.
-Ashley!
-Mamma?- chiese lei stiracchiandosi assonnata.
-Mi hanno detto che sei stata coinvolta in una sparatoria! Stai bene?- la bionda si alzò per rassicurare la madre ma, appena Shannon vide che la maglietta di Ashley era coperta di sangue, lanciò un urletto.
-Quanto sangue! Dove sei ferita?- prese per un braccio la figlia e cominciò a ispezionarla.
-Mamma non sono ferita.- la signora Benson si bloccò come congelata.
-Chi…?- Ashley scoppiò in lacrime:
-Tyler!- la madre l’abbracciò.
-Tesoro mi dispiace…
-Mamma io ero con lui… è tutta colpa mia!- mi sentii in dovere di avvicinarmi.
-Non è colpa tua Ash- lei mi ignorò.
-Mamma è colpa mia…
-No amore, sono certa che non è colpa tua…- la bionda si staccò dal petto di sua madre e, tirando su con il naso, disse:
-Puoi andare mamma, starò bene… cioè… Tyler starà bene.- si corresse.
-Ormai io e tua sorella abbiamo preso l’aereo per venire qui, quindi rimaniamo per un settimana. Papà ci raggiungerà domani. Ti fa piacere?
-Certo Mamma. Ma ora puoi lasciarci sole?- appena la signora Benson lasciò l’ospedale, io andai da Ashley ed esclamai.
-Devi venire via di qui.- le afferrai un braccio ma lei si ritrasse.
-Non posso Troi. Tyler uscirà a momenti…
-è urgente Ash.- lei si ridistese nella posizione di prima, poi mi rivolse uno sguardo seccato.
-Per ora niente è più “urgente” di questo…- mi vennero le lacrime agli occhi e innervosita spiegai.
-Ti scongiuro Ashley. Ci sono novità!
-No Troian.- ero così stizzita che stavo per mettermi a piangere lì davanti a tutti e, con le ultime forze che mi erano rimaste, provai a convincerla stuzzicando la signora in giallo che è in lei.
-Violet Blackdoor.
-Eh?
-Ti dice niente?- Ashley scosse la testa e anche Lucy mi guardò con tono interrogativo.
-No, ma chi è?
-Se non vieni non lo saprai mai…- la bionda mi guardò implorante.
-Ti prego dimmelo…
-Noi stiamo andando a scoprirlo… ma se tu non vuoi venire…- scattò in piedi.
-Vengo subito.
 
---
 
In macchina provai a spiegare alle mie amiche la situazione.
-Cioè… voi avete parlato con Robert Green… Lui non può essere “A” perché è stato ricoverato all’ospedale da subito. Poi ha affermato di non conoscere nessuna “Sasha” e ha insinuato che voi fosse amiche di una certa Violet che aveva un segreto “X”.
-Non avrei saputo essere più chiara di così Ash.- esclamai io e lei tirò un profondo sospiro.
-Dobbiamo andare a New York…- disse con naturalezza, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Cosa?!- esclamammo io e Lucy sconvolte.
-Dobbiamo andare a casa di Sasha, per trovare collegamenti con Robert… di questa Violet ci occuperemo dopo.
-Ashley dovremmo prendere l’aereo per andare.
-Il problema?- chiese indifferente.
-E va bene.- acconsentii e Lucy mi fissò stralunata.
-No che non va bene!
-Si Lucy, Ashley ha ragione… però dobbiamo passare da casa a cambiarci. Non credo che ci faranno salire su un aereo così coperte di sangue come siamo.
 
---
 
Tre ore dopo eravamo sull’aereo per NY.
-Quindi come hai detto che ha esclamato tuo fratello appena ti ha vista?- chiesi ridendo a Shay che era seduta nel sedile di fronte al mio. La mia amica tentò di imitare la voce del fratello e rispose:
-“Shay! Uscire con solo un asciugamani addosso è la nuova moda?”- scoppiò a ridere.
-Questa parrucca mi fa prudere la testa!- si lamentò Lucy grattandosi i capelli biondi di Nylon che le ricadevano sulle spalle.
-Non lo dire a me… Questo cappellaccio da vecchia contadina puzza di capra!- scherzò Ashley.
-Qualcuno mi ripete perché ci siamo imbacuccate in questo modo?- brontolò Shay.
-Ci siamo travestite in questo modo…- cominciai io passandomi una mano tra la chioma rossa.- perché visto che siamo su un aereo di linea, noi non vogliamo essere riconosciute e assaltate dai fan… giusto?
-Comincio a non distinguere più il giusto dallo sbagliato…- mormorò Ashley inforcando gli ampi occhiali da sole oscurati che le avevo procurato.
-Non potevi trovarci dei vestiti meno… come dire… dell’età della pietra?
-Ho fatto del mio meglio…- alzai le braccia scusandomi.
-Non era nei miei progetti vestirmi da contadina hippie, bruna e… puzzolente!- disse Ashley storcendo il naso dopo aver odorato un lembo del suo vestito.
-Quanto manca all’atterraggio?- chiesi a Lucy e lei alzò gli occhi al cielo.
-Ti sembro un orologio?- con un sorrisetto furbo la guardai:
-Tu no… ma quello che hai al polso si!- sbuffò e dopo aver guardato il quadrante mi rispose:
-Circa cinque minuti…
-Qual è il piano una volta a terra?- mi chiese Shay, ma rispose prontamente Ash.
-Sbarazzarci di questa robaccia!-  staccò un capello scuro dalla parrucca che indossava.
-Non è robaccia! Sono i vestiti di mia nonna!- dissi io.
-Tua nonna puzza di capra.- affermò secca Ash.
-Ed è molto pelosa.- mormorò disgustata Lucy staccando una palla di pelo dal bordo della sua gonna.
-E aveva…- le interruppi ridendo:
-Okay… non erano di mia nonna. Li ho presi in Chiesa.- ammisi.
-Hai rubato ai poveri?!
-Che dovevo fare?
-Troian non dovevi!- gridò Ashley alzando un po’ troppo il tono di voce e tutti si girarono verso di noi. Imbarazzata mi calai il capello sulla punta del naso e aspettai che non fossero più concentrati su di noi.
-Che fai?- la aggredii e lei indifferente incrociò le braccia al petto.
-Io non rubo ai bisognosi nonostante sia pagata milioni di euro…
 
Siamo atterrati all’aeroporto di New York.
We landed at the airport in New York.
Aterrizamos en el aeropuerto de Nueva York.
Wir landeten auf dem Flughafen in New York.
Nous avons atterri à l'aéroport de New York.
 
-Abbiamo capito!- dissi come una stupida alla voce automatica.
Scendemmo dall’aereo ed Ashley sorrise:
-Siamo a New York…
-Non sorridere.
-Perché scusa?
-Il tuo tenero sorriso è troppo riconoscibile.- affermai e lei scosse la testa.
-Non respirare.- mi disse.
-Come?
-Il tuo respiro è troppo riconoscibile.
-Cretina.- risi io.
-Sapete dove abita Sash?
-Si… credo di si.- disse incerta Lucy-
-“Credi” o “si”?
-Si, lo so.- annuì lei.
-Guarda! Quei ragazzi hanno la mia foto di sfondo nel telefono!- esclamò Ash con un sorrisetto stupido dipinto sulle labbra. Io la trascinai lontano da loro.
-Allora è una zona allarme rosso! Un motivo in più per stargli alla larga!
-Eh va bene. Io vado al bagno…- fece per allontanarsi ma io la presi per un braccio.
-No Ash, tu non vai da nessuna parte.
-Devo fare la pipì!
-No Ash, tu vuoi andare a stuzzicare quei tuoi fan.- affermai certa delle mie parole e lei annuì.
-Lo ammetto, è così, ma devo anche fare la pipì!
-Te la tieni.- esclamai dura e condussi il gruppo fuori dall’aeroporto.
 
---
 
-Sicura che la casa è questa?
-Si, ne sono certa.- disse Lucy indicando la porta di una villetta nella periferia di NY.
-Non ho preso sei autobus per niente, vero?- chiese Ash.
-Vi giuro che è questa.
-La macchina dei Pieterse non c’è, quindi suppongo siano usciti.- disse la bionda.
-Come facciamo ad entrare?- chiesi e Lucy si mise a peso morto sulla porta. Con uno scricchiolio sinistro si aprì. La casa era deserta e la porta era stranamente aperta.
-Non mi piace il fatto che la porta sia già aperta…
-Guarda che strano il mondo… io invece penso che sia fantastico!
-Vabbè… hai capito che intendo… certamente questo ci facilità di molto le cose… ma che motivo avrebbero avuto i Pieterse per lasciare la casa aperta?
-Quindi secondo te c’è qualcuno dentro?- chiese Shay senza fiato e io rabbrividii solo al pensiero.
-Prendila con filosofia… se c’è qualcuno allora non saremo da sole in una casa buia e spaventosa… se non c’è nessuno allora non saremo in una casa buia e spaventosa con potenziali serial killer…- disse Ash con un mezzo sorriso, ed entrò nella casa.
-Tu cerchi solo di indorare la perla…- borbottò Lucy.
-La pillola Lucy… si dice indorare la pillola.- brontolò Ashley e si chiuse il portone alle spalle.
La casa odorava di pulito e di deodorante per ambienti, ma che quella di Sasha fosse una famiglia molto ordinata e precisina, non era certo un mistero.
-Sapete dov’è l’interruttore?- domandò Ash e io tastai la parete alla ricerca del pulsantino. Le mie dita toccarono una superfice di plastica fredda e liscia, cliccai e con un clack sonoro la stanza si illuminò di una luce bianchissima.
Tutto era al suo posto. I lindi divani bianchi perpendicolari erano posizionati geometricamente a formare un quadrato in un angolo dell’ampio salone, e al centro tra di essi c’era un tavolino di vetro. Il lampadario basic molto semplice pendeva dal tetto ed era immacolato. Da una zona in ombra partiva una scala a chiocciola che portava al piano di sopra. Ci avviammo verso di essa sentendo il parquet chiaro scricchiolare sotto le nostre scarpe. Al secondo piano si trovava la stanza di Sasha, dove io, prima di allora, ero stata solo una volta. Mi mise soggezione entrare senza la nostra giovane amica, ma deglutii e proseguii.
Entrando, di fronte alla porta, si poteva vedere una parete interamente di vetro che dava sul giardino della casa. Una semplice porta di armadio celava un enorme guardaroba accanto al quale, sistemato e con delle coperte rosa, si trovava il letto matrimoniale di Sasha.
Ai piedi del letto, un bauletto di legno rosa dava un tocco di colore alla stanza e, fu quello, a catturare subito la mia attenzione.
-Che si fa?
-Togliamoci questi obbrobri.- propose Ash e nessuno ebbe che ridire. Appena ci fummo tolte i travestimenti e le parrucche, io mormorai:
-Cominciate ad esplorare.
Era tutto così perfetto e ordinato che sembrava impossibile che ci fosse qualcosa di nascosto e celato alla vista, ma noi contavamo che così fosse.
Il contenuto del bauletto mi deluse molto, infatti dentro vi si trovavano solo vecchie bambole di porcellana. Cominciai a ispezionarle togliendo loro i vestiti e cercando di aprire loro il cranio (suona macabro eh?), ma niente.
-è inutile, Sasha non aveva segreti, o almeno non conservava prove di essi.- esclamò Lucy stizzita buttandosi a sedere sul letto. Mi adagiai al suo fianco:
-Era brava la piccola a non lasciare tracce…- Shay ci raggiunse.
-Quindi ce ne andiamo?
-Suppongo di si…- le risposi, quando Ashley, che era rimasta a cercare, esclamò con il fiatone:
-Venite subito qui!- scattai in piedi e con qualche balzo fui da lei. La bionda passava ripetutamente le dita sulla superfice liscia della parete e di tanto in tanto picchiettava con le unghia.
-Che cosa c’è Ashley?
-Se colpite la parete qua suona a vuoto… come se ci fosse un nascondiglio segreto.
-Io non sento niente.- mormorò Lucy, ma io, interessata a ciò che la nostra amica aveva trovato, le feci segno di stare zitta.
-Sentite la differenza di suono?- chiese e io annuii.
-Ma non vedo dislivelli…-le fece notare Shay, Ashley avvicinò le unghia laccate alla carta da parati e, dopo averne strappato un piccolo pezzo, staccò un quadrato piuttosto grande. Accanto al cemento bianco del muro, in corrispondenza del quadrato strappato della carta da parati, c’era uno sportellino. Senza fare rumore si aprì, rivelando un nascondiglio polveroso e pieno di ragnatele. Facendo luce con il flash del cellulare osservammo che dentro c’erano vari bauletti.
-Bingo!- esclamai felice battendo il cinque ad Ash.
 
---
 
-Giuro che se trovo solo un’altra lettera d’amore brucio tutto e me ne vado.- strillò Shay poggiando un’altra pergamena nel cumulo che aveva accanto a sé.
-Che motivo aveva di nascondere questa roba?- chiese Lucy impilando si suoi piedi il contenuto del baule che stava svuotando: palle di vetro, francobolli e lettere.
Per quanto mi riguardava, stavo trovando solamente vecchie bambole (ancora!) e gioielli di vario tipo.  
-Guardate questo…- mostrai alle mie amiche un ciondolo arrugginito con il simbolo del cuore spezzato.
-Chissà con chi lo divideva!
-Era così piccola e aveva così tanti segreti…
-Sasha andava a feste di più grandi quando era ancora minorenne?- chiese Ashley e io alzai le spalle:
-Non ne ho idea… perché?
-Niente… ho trovato una carta d’identità falsa dove c’è scritto che è nata nel 1990… per il resto è regolare. Il nome è il suo e la foto anche.
-Io invece trovo solo lettere amorose con un certo Julio Trevisi… ho dato un’occhiata ma non è niente di importante. In quel momento Ashley lasciò cadere sul pavimento il baule che stava ispezionando. Il legno si spaccò e lo spigolo lasciò un’ammaccatura nel parquet. Mi voltai e vidi che Ash stringeva qualcosa in mano con un’espressione attonita in viso.
-Che è successo?!- tutte la raggiungemmo e lei ci mostrò ciò che aveva in mano: era una carta d’identità. Al posto del nome c’era scritto “Violet Blackdoor”. Trasalii e presi in mano il documento. Attenta guardai la foto che c’era spillata e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva: la ragazza aveva i capelli neri come la pece, ma non c’erano dubbi… era Sasha!

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Capitolo 19
*** Mai dire ***


Ashley’s pov
 
-Oh mio Dio è Sasha!- esclamai trattenendo a stento lo stupore.
-Non è possibile ragazze… Sasha è Violet! Violet Blackdoor è un’identità falsa di Sasha…- mormorò Troian attonita continuando a scrutare quella foto con attenzione, come se essa potesse mutare da un momento all’altro.
-Quando utilizzava Sasha questa identità? Mi pare sia l’unica tra tutte le carte d’identità false che abbiamo trovato in cui lei nella foto lei è travestita.- borbottò Lucy prendendo in mano gli altri documenti falsi che avevamo rinvenuto.
-Esatto. La usava per quando doveva incontrare Robert! Per questo lui ha detto di non conoscere nessuna Sasha. Lui non sapeva che lei si chiamava “Sasha”.- spiegò Shay gettandosi a peso morto sul morbido letto.
-Dove ha preso questa idea secondo voi?
-Andiamo ragazze… è così facile…- cominciai io.
-La ricordate Vivian Darkbloom? L’alter ego di Alison con i capelli scuri e il cappotto rosso… Ha preso spunto da lì. La piccola Pieterse… era meno innocente di quanto pensassimo.- spiegai velocemente rigirandomi tra le dita la carta d’identità di Violet… pardon, Sasha.
-Bene, allora che facciamo?
-Che facciamo? Dobbiamo esplorare la casa per vedere se riusciamo a trovare qualcos’altro… Questo è un indizio grandissimo, ma dobbiamo trovarne altri. Ad esempio Robert ci ha detto che Violet aveva un segreto… quindi se Sasha è Violet…
-Si, si, chiaro.- interruppi Troian e mi avviai con passo saltellante verso il bagno.
-Chi ha il documento?- chiese Lucy sottovoce e io alzai la carta d’identità in alto per fargliela vedere.
Il bagno era enorme. Due lavandini di marmo bianco erano addossati alla parete e sopra di essi si trovavano varie spazzole per i capelli. Aprii lo sportellino di legno dello stipetto sopra il water e mi sfuggì un gridolino:
-OhmioDioquantismalti!- esclamai indicando un quantità industriale di smalti di ogni tonalità, e Lucy brontolò:
-Come se tu a casa ne avessi di meno…- non potei fare altro che darle ragione.
-Esplorate gli altri stipetti ragazze.- propose Shay, e noi cominciammo.
-Secondo voi posso metterlo?- chiesi alle mie amiche tenendo in mano una boccetta di smalto verdeacqua.
-Ashley!- mi rimproverarono loro lanciandomi delle occhiatacce eloquenti, ma io le ignorai e presi l’acetone per togliere quello che già avevo sulle unghie. Poggiai la bottiglietta sul bordo del lavandino e presi la bambagia bianca. Lucy allungò la mano per aprire il rubinetto e, urtandolo con il polso, fece  cadere nel lavandino l’acetone, per giunta aperto.
La mia amica sollevò subito la bottiglietta, ma ormai metà del liquido era caduto, e un odore acre e chimico si stava diffondendo nella stanza. 
Tappandomi il naso e con le narici che mi bruciavano, cominciai a far scorrere l’acqua, ma questo non fece altro che far aumentare la puzza.
-Complimenti Lucy.
-Non l’ho fatto apposta.- si scusò lei e io aprii lo sportello di un altro mobile. Un barattolo di elastici per capelli mi cadde addosso. Tentai di bloccarlo a mezz’aria, ma cadde sul pavimento, disperdendo il suo contenuto sulle piastrelle bianche.
Uno spigolo nero attirò la mia attenzione tra gli elastici. Mi accovacciai con le ginocchia che mi tiravano per via dei jeans stretti, e presi in mano un pezzettino di carta nero. Lo dispiegai e sussultai, poi lessi a voce altra una scritta in corsivo bianca:
 
Passa dalla mia parte stronzetta, oppure “passa” e basta.
-A
-“A” minacciava anche Sasha!- esclamò Troian coprendosi la bocca con il palmo della mano destra.
-Complimenti per l’intuizione geniaccio…-brontolai.
-Ma la vera domanda è… alla fine Sash ha accettato l’offerta di “A”?- chiesi rabbrividendo al solo pensiero.
-Potrebbe giustificare la sua scomparsa.- propose Shay e io annuii grave. Lucy aprì con la punta delle dita un altro stipetto, nel quale si trovava una bottiglia con del liquido trasparente dentro. La mia amica la prese con entrambe le mani e, svitando il tappo, la avvicinò alla bocca.
-Mamma mia che sete che avevo…
-FERMA LUCY NON BERE!- gridai io e lei lasciò cadere la bottiglia a terra.
-Perché?
-Perché potrebbe non essere acqua… e poi perché mi andava di dirlo: nei film lo dicono sempre!- risposi tranquilla alzando le spalle.
-E quindi cosa era?- chiese Lucy indicando il liquido che si stava disperdendo sul pavimento attorno alla bottiglia. Io la raccolsi da terra, me la portai alle labbra, e ne presi un sorso.
-Acqua.- ammisi, e Lucy alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-Credo che dovremmo andare, i Pieterse potrebbero tornare a momenti e onestamente non mi va di andarmene da questa casa facendo la pertica sulla grondaia.- disse Troian e io le diedi ragione.
-Va bene, andiamo via.- Raggiungemmo le scale in silenzio. Mentre camminavo mi guardavo intorno, così non mi accorsi che Troian era ferma di fronte a me, in bilico sul primo gradino. Le andai a sbattere di sopra, ed entrambe cademmo rovinosamente dalle scale.
Fu tutto molto veloce, come vidi arrivare il pavimento velocemente incontro a me. Feci un volo così lungo che raggiunsi il muro di fronte, saltando almeno dieci scalini.
Atterrai con un tonfo sbattendo la faccia contro la parete. Sentii come se mi avessero sbattuto un mattone sul viso (in fondo, ripensandoci, è successo proprio questo), un dolore incredibile. Mentre le nostre amiche correvano da noi, io sollevai lo sguardo e, con la vista un po’ annebbiata, vidi che una macchia rossa si stava allargando rapidamente sul muro. Mi portai una mano al viso sperando vivamente di non sanguinare dal naso e, con sollievo, vidi che era il labbro.
 
---
 
-Non ti muovere Ashley!
-Ma mi brucia.- gemetti io mentre Lucy mi ripuliva con il disinfettante la ferita.
-Menomale che i Pieterse hanno la cassetta medica.
-Ahii.- mi lamentai appena Lucy mi strisciò il cotone idrofilo sul labbro.
-Sta’ buona Ash… A proposito, come va il naso?
-Fa un po’ male.- risposi.
-Non è rotto vero?
-No, no.- scossi la testa con vigore: mi faceva male, ma non così tanto.
-Invece Troi, la caviglia?- lei mosse il piede tenendo una scatola di pesce congelato sopra.
-Così così. Ma perché il pesce surgelato?- chiese ridendo e Shay alzò le braccia:
-Non avevano ghiaccio in freezer… ho trovato solo questo.
-Potevi fare attenzione mentre camminavi, Ash.- borbottò la mia amica:
-non mi pare di aver nociuto a nessuno. Troian ha solo una stupida storta, sono io che mi sono fracassata la faccia sul muro.- risposi.
-Ti brucia tanto?- chiese Lucy dando l’ultima passata di disinfettante, e poi, visto che il sangue si era fermato, gettò la bambagia nel cestino della spazzatura.
-Si, e mi fa male il naso, ma grazie per avermi curato.- sghignazzai, nonostante mi tirasse tutto, immaginandomi Lucy-passione-infermiera.
Mi misi in piedi e sollevai la borsa da terra.
-Possiamo andare.
Ad un certo punto sentimmo il campanello suonare.
Guardai attonita Troian, Lucy e Shay, e poi mi misi le mani tra i capelli.
-Ora che facciamo?
-I signori Pieterse sono tornati… lo sapevo che dovevamo andarcene prima!
-Adesso che gli diciamo? “Scusate signori stavamo rovistando tra gli oggetti segreti della vostra amata figlioletta scomparsa.”?- chiese Troian istericamente trotterellando fanaticamente avanti e indietro. Io, con lo sguardo sognante, fissando un punto indefinito sul soffitto, mormorai stranamente calma:
-Si Troian… è proprio questo che faremo.
-Cosa? Nella caduta hai sbattuto la testa?
-No Troi, ovviamente non lo diremo così, ma diremo loro la verità. “Ci dispiace tanto… eravamo venuti a parlare con voi di Sasha… Non vi abbiamo trovato e la porta era aperta. Siamo entrate per vedere se tra gli oggetti di Sash (che ci hanno fatto venire molta nostalgia) trovavamo qualcosa…”- recitai con un tono malinconico.
-Sei un genio Ashley.
-Modestamente…
-No ragazze…- a parlare era stata Lucy, che aprì le braccia impotente e sgranando gli occhioni verdi esclamò:
-Non sono i Pieterse! Se fossero i Pieterse, non busserebbero. È casa loro! Hanno le chiavi!- mentre noi annuivamo e ascoltavamo attentamente la teoria di Lucy, il campanello suonò nuovamente.
-Scendiamo al pianterreno, vediamo chi è.
Raggiungemmo cautamente e in punta di piedi l’ingresso della casa. Ai lati della porta bianca c’erano due grandi finestre rettangolari, coperte da tende.
-Ash guarda dalla finestra.
-Perché io?
-Ashley per favore!- inspirai profondamente e scostai leggermente la tenda damascata: il mio cuore mancò un battito.
-è la polizia!- mormorai con il battito che mi rimbombava nelle orecchie e rimettendo con uno scatto la tenda al suo posto.
-La poli…che?
-La polizia Shay, hai sentito bene.- la riprese Troian.
-Usciamo dalla finestra.- propose Lucy indicando il piano di sopra.
-Mi hanno visto.- ammisi io sconfitta, poi mi avvicinai alla porta e, con uno scatto sonoro, la spalancai. Davanti a noi c’erano quattro poliziotti in divisa. Il più vecchio, un certo Generale Bennet, come si poteva leggere sulla sua targhetta, procedette verso di noi. Appena varcò la soglia della casa, ci mostrò da una distanza notevole, un foglio con i caratteri molto piccoli che non riuscii a leggere, poi cominciò:
-Ashley Benson, Lucy Hale, Troian Bellisario, Shay Mitchell… vi dichiaro in arresto per il rapimento e per lesioni personali alla ragazza scomparsa, Sasha Pieterse.- gli altri agenti avanzarono verso di noi, che, attonite, ci dimenavano agitate. Uno mi afferrò le braccia e me le portò con forza dietro la schiena, poi mi infilò un paio di manette. Con le lacrime agli occhi lo guardai:
-Per favore… non abbiamo fatto niente.- lui era un ragazzo molto giovane, mi fissò per un secondo negli occhi e poi distolse lo sguardo dispiaciuto.
-Mi dispiace tanto… io non vorrei, ma sono ordini del mio superiore.  State certe che se non avete fatto niente vi rilasceranno presto. Anche se lui sembra molto convinto della vostra colpevolezza.- disse indicando con un cenno della testa il generale Bennet che stava ammanettando Shay.
-Colpevolezza di che? Che abbiamo fatto?- mi accorsi di aver cominciato a piangere solo perché la ferita sul labbro, a contatto con le lacrime salate, aveva ricominciato a bruciarmi.
-Non posso parlarne qui.- bisbigliò il ragazzo.
-VOI DUE STATE FACENDO CONVERSAZIONE?!- sbraitò il generale a me e al ragazzo poliziotto, così lui mi prese per un braccio e cominciò a trascinarmi fuori dalla casa.
-Di cosa siamo colpevoli? Non abbiamo fatto del male a Sash.
-A parte di effrazione? Mi pare che questa non sia casa vostra…- sghignazzò l’uomo.
-Sasha non è stata ferita! È solo stata rapita lei non è…- urlò Shay, ma il poliziotto la zittì. Appena fui all’aria aperta, manette permettendo, mi sollevai la maglietta sopra la testa, per coprirmi la faccia. Essendo infatti un’attrice non potevo permettere che mi vedessero mentre dei poliziotti mi trascinavano in una volante.
-Su entrate.
 
---
 
Non ero mai stata nella centrale di polizia di New York, né pensavo che ci sarei mai stata.
Appena entrate ci fecero sedere nelle seggiole di plastica all’entrata, come se fossimo pazienti che attendono una visita medica. L’aria sapeva di pulito, o comunque di detersivo al limone, odore che mi ricordava molto la casa di Sasha.
La cosa ancora più scioccante dell’essere accusate di aver rapito e ferita una nostra amica, era che non ci volevano dire quali erano le prove che ci incastravano.
Eravamo le uniche in quella stanza e, in fondo, era meglio così. Con un cigolio la porta si aprì ed entrò Tyler. Aveva il braccio destro fasciato, ma per il resto sembrava star bene. Mi alzai di scatto e gli corsi incontro.
-Ty!
-Ashley che avete combinato?- mi chiese lui alzando un sopracciglio in maniera buffa, poi mi guardò meglio e mi prese la testa tra le mani, poggiando i suoi palmi sulle mie guance:
-Ash che hai fatto al labbro?- domandò preoccupato, osservò meglio la ferita e, quando la sfiorò con il pollice, io trasalii.
-Sono caduta dalle scale e ho sbattuto la faccia contro un muro.- feci una risatina isterica di cui mi pentii appena una fitta dolorosissima mi attraversò il labbro.
-Ashley come è successo?
-Sono solo inciampata.
-Ti brucia? È una brutta ferita.
-Si, e mi fa pure male il naso…
-è rotto?- sgranò gli occhi e io sbuffai:
-No. Perché me lo chiedete tutti?
-Poi a casa vediamo meglio... - feci per interromperlo, per dirgli che non ci sarebbe stato un “poi a casa”… eravamo accusate di un mucchio di cavolate che non avevamo commesso! Però non aprii bocca.
-Invece Troian che ha alla caviglia?- stavo per rispondere, ma la mia amica si alzò e rispose al posto mio.
-Diciamo che ero amorevolmente in piedi in cima a una scala e poi un caterpillar mi ha travolto…- ridendo ammiccò nella mia direzione e io, facendo la finta scocciata, cominciai:
-Non ho nociuto a nessuno! Ripeto: sono stata io a fracassarmi la faccia sulla parete.- Tyler accennò un sorriso, ma poi la sua espressione ridivenne preoccupata.
-Ashley sicura di star bene? Ti fa tanto male?- feci spallucce e tornai a sedermi:
-Tyler dobbiamo parlare di una cosa.
-Di cosa?
-Tyler… ci hai lasciate a Filadelfia e ci hai trovate in una centrale di polizia a New York… non puoi non chiederti il motivo!- lui sospirò e mormorò:
-Suppongo che non avrò un “il vestito che volevo era esaurito a Filadelfia e a New York ci sono i saldi” come risposta… vero?
-Eravamo andate a casa di Sasha, Ty…
-è lì che ti sei fatta male?
-Si… poi sono venuti dei poliziotti e…- mi sfuggì un singhiozzo.
-Ci hanno accusato di avere rapito Sasha e di averle fatto del male.
-Cosa? Ma è inammissibile! Voi eravate sue amiche.- Shay sgranocchiò una tic tac alla menta e biascicò:
-Dillo a loro.- Tyler si alzò in piedi e io allungai una mano verso il pacchetto delle caramelle di Shay, ma lei, sorridendo, mi diede uno schiaffetto sul dorso.
-Perché?- mi lamentai supplicante con gli occhi puntati sulle tic tac.
-Non sono le tue caramelle.- rispose Shay con nonchalance. La guardai di sbieco con un sorrisetto:
-Stronza.- mormorai e lei rise e mi porse le tic tac.
-Quali sono le prove che vi incastrano?- domandò Tyler continuando a fissarmi il labbro preoccupato.
-TyTy, se continui a fissarlo non guarirà prima.- scherzai, lui accennò un sorriso e chiese nuovamente.
-Che prove hanno contro di voi?
-“Non vi è permesso esserne a conoscenza… per il momento.”- borbottò Lucy cercando di imitare la voce dei poliziotti.
-Voi quattro seguitemi!- il generale Bennett era entrato nella stanza e ci faceva cenno di seguirlo. Noi ci alzammo ma l’uomo ci fermò aggrottando la fronte.
-Lasciate tutti gli effetti personali lì, per favore.- quel “per favore” alla fine, rese la frase ancora più arrogante.
-Le vostre famiglie sono state avvisate dell’accaduto e provvederanno a trovarvi un avvocato.- continuò impertinente l’uomo pulendosi i denti con uno stecchino.
-Per il momento potete indossare questi.- ci porse delle tute arancioni dall’aspetto lurido.
-La notizia è trapelata?- domandai stringendo la mano a Tyler, e il poliziotto mi rispose con superiorità:
-No, ancora non sa nessuno che quattro idoli degli adolescenti sono stati arrestati. La stampa divorerebbe la notizia, non credete?- il tono sprezzante con cui disse “quattro idoli degli adolescenti”, mi fece rabbrividire.
-Potete andare a cambiarvi, stronzette.- ridacchiò lui accentuando la parola alla fine. Tyler riuscì a stento a trattenere la rabbia, e io gli offrii un ampio sorriso che si  tramutò in una smorfia di dolore appena la pelle mi si tese in corrispondenza della ferita.
Feci per poggiare il cellulare dentro la borsa, quando mi arrivò un messaggio. Anche le mie amiche lo avevano ricevuto, lessi a mente:
 
Mai dire “A”
-A
 
---
 
-Secondo voi cosa intende con “mai dire A”?- chiese Lucy seduta con le gambe a penzoloni sul letto della cella.
-Non lo so… so soltanto che queste tute arancioni puzzano più dei vestiti della nonna di Troian.- mi lamentai odorando i sudici abiti che mi avevano costretto ad indossare.
-Ripeto: non erano di mia nonna! Li avevo presi in Chiesa!- brontolò lei cercando di guardare al di là delle sbarre.
-Io credo che con “Mai dire A”, il bastardello ci stia minacciando.- a parlare era stata Shay, che appoggiata sulla parete coperta di scritte, ci guardava assonnata.
-Certo, è chiaro. Ci sta dicendo di non fare il suo nome alla polizia o la pagheremo!- esclamai io in collera sferrando un calcio alla porta di metallo.
-Porca puttana…- mormorai tra i denti: la porta era più dura del previsto. Lucy scese dal letto e mi raggiunse:
-Ashley ti devi fare male? Non ti è bastato il labbro?- chiese sorridendo nonostante il brutto momento.
-Ti dobbiamo legare? Secondo me, se non ti leghiamo, tu oggi finisci all’ospedale.- ricambiai il sorriso e raggiunsi le altre:
-Siamo davvero in un casino ragazze! I nostri genitori che diranno?
-Siamo maggiorenni Lucy… non possono dirci niente.- propose Shay grattandosi via lo smalto dalle unghie.
-Non significa niente Shay! Io non voglio deluderli.- mormorai schierandomi dalla parte di Lucy.
-Noi non abbiamo fatto niente ragazze. Prima o poi lo capiranno.
-“Prima o poi”… una parola…
-Mia madre è amica del procuratore. Può risalire alle prove che ci incastrano…- esclamai di scatto con un sorrisetto dipinto sulle labbra.
-Le puoi parlare?- scossi la testa.
-Io direi di riposarci un po’: siamo molto stanche.
-Sto con Ash.
-Dobbiamo aprire le brandine.- farfugliò Troian indicando abbattuta le brandine che si trovavano sotto l’unico vero letto. Raggiunsi la mia amica e, piegandomi scomodamente in avanti, strinsi le dita attorno alla rete di metallo, cominciando a tirare. Era un po’ pesante, ma grazie all’aiuto di Troian riuscimmo a estrarla. Appena con uno scatto si staccò dal sotto del letto, la lasciai cadere. Sulla tela blu scuro che univa le due estremità della rete di metallo, con un bomboletta rossa qualcuno aveva scritto:
 
BENVENUTE STRONZETTE
-A
 
 
---
 
Un rumore assordante mi svegliò. Aprii lentamente gli occhi cercando di abituarli all’improvvisa luce che filtrava dalla porta aperta. Qualcuno batteva ripetutamente una pentola sul metallo della porta, provocando un frastuono fastidioso. Mi tirai su con i gomiti e mi misi a sedere sul bordo del letto, cercando di non svegliare Troian che dormiva accanto a me. Infatti, visto che nessuna si era voluta mettere sulla brandina “decorata” da “A”, dovevamo spartirci il letto grande in due.
Con una mano a coprirmi gli occhi, domandai:
-Chi è?
-Avete visite.- esclamò con distacco una voce.
-Tyler?- domandai al poliziotto ma lui scosse la testa, poi aprì di più la porta della cella, facendomi passare. Lo superai e mi guardai intorno, poi il ragazzo mi prese per un braccio e mi portò dentro una stanza con le porte a vetri. Al centro della stanza si trovava una scrivania moderna, seduta da un lato della scrivania, c’era mia madre. Le corsi incontro con le braccia aperte, ma il poliziotto mi bloccò e, con una voce meccanica e disinteressata, cominciò:
-Niente contatto fisico, niente passaggio di oggetti, niente litigi o discussioni animate, ma soprattutto, ripeto, niente contatto fisico.- sbuffai e mi gettai di peso sulla sedia dall’altro lato del tavolo, aspettando che il poliziotto ci lasciasse sole. Appena lui uscì, sbattendosi la porta alle spalle, io sorrisi a mia madre, lei arricciò il naso e chiese:
-Cosa è questa puzza?- io alzai gli occhi al cielo scocciata, ma allo stesso tempo divertita:
-Sono io. Queste tute arancioni puzzano più dei vestiti che ci aveva procurato Troian…
-Che?- chiese lei stranita e io scossi la testa sorridendo:
-Storia lunga.- appoggiai i gomiti sul tavolo e lei mi prese una mano tra le sue.
-Tesoro, che sta succedendo? Prima la scomparsa del furgone, poi il rapimento e il… vabbè il rapimento di Sasha, l’incidente a Tyler, poi voi che venite arrestate… C’è qualcuno che vi sta minacciando? Che vi vuole fare del male?
-No mamma.- tirai su col naso e deglutii a fatica dopo la bugia.
-Sicura? Poi che hai al labbro? Qualcuno ti ha picchiata?- non risposi e tentai di cambiare argomento.
-Che stavi dicendo a proposito di Sasha? Prima di ripetere “rapimento”…- lei distolse lo sguardo e mi strinse più forte la mano tra le sue.
-C’è una cosa che devi… che dovete sapere.- all’improvviso gelai e la fissai terrorizzata.
-Sasha è…- azzardai balbettando, ma mia madre scosse la testa con vigore.
-No, no… per l’amor di Dio no! Sasha è ancora fra noi, amore.- sentii come un nodo che mi si scioglieva dentro, e mi abbandonai, sollevata, sullo schienale della sedia.
-Allora cosa dovremmo sapere?
-Tu sai che sono amica del procuratore giusto?
-Infatti volevo chiederti se potevi domandargli quali sono le prove che ci incastrano…
-Già fatto.- disse lei con un tono rassicurante, poi il suo sguardo si fece nuovamente apprensivo e preoccupato.
-Nella stanza dove hanno ferito Tyler, c’era del sangue…
-Certo… Tyler ha sanguinato molto…
-No Ash… oltre al sangue di Tyler intendo. Quello che c’era nella stanza prima che sparassero a Tyler… Mi hai detto anche tu di aver visto del sangue.- annuii cominciando a capire.
-Quel sangue…- mia madre fece una pausa che mi sembrò infinita. Appena riprese, la sua voce mi parve più grave.
-Quel sangue era si Sasha Pieterse, Ashley. Per caso tu e le tue amiche vi siete cacciate in qualche casino dal quale non riuscite a uscire?
 

Angolo autrice
 
 
Buongiorno belle! Scusate per l’assenza ma sono stata male… Eccoci qui con delle novità! Yeeee! Yuppi! No, ok, forse l’influenza mi ha dato alla testa. *finisce la sclerata e torna, si fa per dire, normale* Che ve ne pare di questo capitolo! Voi avevate capito che il sangue era quello di Sasha? Quindi qualcuno le ha fatto del male *o* Povera Sashina…
Il prossimo sarà nuovamente un Ashley’s pov e ne succederanno delle belle *_*
Avevo pensato di fare un capitolo-multi-pov, ma ho troppe cose da dire per ogni ragazza e se facessi il pov di tutte verrebbe un capitolone-polpettone-indigeribile trooooooppo lungo.
Alla prossima. 
xoxo °_*_°
-A

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Capitolo 20
*** Dead ***


Ashley’s pov
 
-Hai capito bene Shay… il sangue nella stanza era proprio di Sasha.- ripetei lentamente tormentandomi con il dito una ciocca di capelli.
-Per questo ci hanno arrestate! Ci hanno trovate in quella stanza con tutto quel sangue…- spiegò Troian con un’espressione disgustata e ferita.
-Tua madre è certa?- mi domandò Lucy guardando oltre le sbarre.
-Si Lucille… si…
-Come sta Maggie, Lucy?- chiese Troian legandosi i capelli in un tuppetto sciatto.
-Mia sorella sta bene. Invece i vostri?- rispose lei serenamente.
-Shaylene sta bene.- brontolai io pensando alla mia sorellona (solo di un anno più grande di me) iperprotettiva.
-Sean anche. L’ho visto l’altro giorno all’ospedale… ricordate?- cominciò Shay, e tutte ci girammo a guardare Troian. Lei aprì le braccia e scoppiò a ridere:
-Di quali fratelli volete sapere? Quello con in comune entrambi i genitori, quelli da mio padre, quelli da mia madre, oppure quelli acquisiti con nessun legame di sangue?- alluse alla sua grande famiglia allargata.
-Parlaci di Nicholas.- proposi io, essendo il ragazzo l’unico fratello che avesse Troian, con in comune entrambi i genitori. Il suo sguardo si rattristì:
-Effettivamente non sento Nick da un po’… è più piccolo e forse voleva che lo proteggessi perché sono più grande… ma io non gli ho mai dedicato molte attenzioni. Credo ce l’abbia con me.
-Non dire così, lo sa che gli vuoi bene.- lei alzò le spalle tirando con il naso.
-Non parliamo di questo però… piuttosto noi ora che cosa faremo?
-Nelle ultime cinque ore avremo detto “che faremo?” almeno un centinaio di volte.- affermò Lucy e si voltò verso di me.
-Come va Ash? Il labbro fa meno male?- effettivamente mi ero quasi dimenticata delle mie ferite, ma, pensandoci, mi bruciavano ancora molto.
-Fa male. Il naso invece va molto meglio.- con un CLANG metallico, la porta della cella si spalancò e un poliziotto entrò di gran carriera, con una torcia spenta in mano. Nei suoi occhi si intravedeva un misto di stato di allerta e preoccupazione. Udii una serie di porte che sbattevano e, avvertendo la tensione, scattai in piedi.
-Che succede?
-Voi dovete venire con me.- il suo tono di voce era neutro, ma un leggero tremolio faceva trapelare l’eccitazione.
-Assolutamente no.- Lucy si impuntò, guardando l’agente di sottecchi.
-Per favore, dovete venire.- un vociare animate all’esterno della cella, mi fece capire che stava succedendo qualcosa di grave, così feci cenno alle mie amiche di seguirmi.
-Va bene.- il poliziotto ci fece uscire e ci disse che doveva portarci in un posto. Nei corridoi decine e decine di agenti con fogli in mano correvano agitati scambiandosi notizie e novità.
-Secondo te cosa è successo?- sussurrai tra i denti all’orecchio di Shay, ma lei fece spallucce.
Superammo la confusione e ci trovammo in una stanzetta. Appena tutte fummo dentro l’agente di polizia si chiuse la porta alle spalle. Una luce chiarissima e intensissima mi faceva bruciare gli occhi, e un profumo da uomo mi risaliva le narici.
-Potete andare.
-Come scusi?
-Le prove a vostro svantaggio sono state rivalutate e sono risultate non sufficienti all’arresto, ora potete andare.
-Così? Come se niente fosse?- chiese ironica e stupita Troian e il poliziotto, sbuffando impaziente, gettò un’occhiata fugace all’orologio.
-Si, è successa una cosa… dovete lasciare la struttura.
-Che è successo?
-Informazioni riservate.- Lucy curiosa ritentò:
-Non potrebbe dirci co…- le premetti la mano sulle labbra e la tirai verso di me, poi guardai l’agente e sfoderai un sorrisetto.
-Okay… grazie mille… ora andremmo.
-Andate.
-A mai rivederci.- brontolò Troian, quando sentimmo una voce alle nostre spalle. Mi voltai di scatto e vidi l’agente Bennett che ci fissava malevolo:
-Non credo proprio… ora andate, ma credo che ci rivedremo molto presto.
 
---
 
-Solo a me quel bastardo del generale Bennett, ricorda troppo Wilden?- chiesi e Troian mi guardò di sbieco.
-A chi lo dici…
-Non ci credo che ci abbiano lasciato andare così…- mormorò Lucy seduta in macchina accanto a me.
-Secondo voi cosa è successo?
-Non ne ho proprio idea Shay…
-Ecco, siamo arrivate!- frenai di colpo e parcheggiai tra due aiuole. Entrammo dentro l’edificio principale del set di Pretty Little Liars e subito vidi Tyler, che cercava di leggere il suo copione, ma che controllava ogni dieci secondi il cellulare. Lo raggiunsi in punta di piedi e lo abbracciai da dietro, con uno stupido sorriso stampato sulle labbra. Lui sussultò spaventato e si girò.
-Ash!- si divincolò dalla mia stretta e mi cinse con le braccia, baciandomi tra i capelli. Poi Tyler si accigliò e, sempre stringendomi forte, chiese:
-Aspetta… ma voi che ci fate qui? Siete scappate?
-No, ci hanno rilasciato, credo che sia successo qualcosa di grave, ma non sappiamo cosa…
-Voi come state?- domandò lui rivolgendosi anche alle mie amiche che ci avevano raggiunti.
-Un po’ ammaccate… ma bene…- scherzò Lucy sedendosi su una sediolina accanto a me.
-Tu come stai?- chiese Tyler guardandomi il labbro e io sospirai:
-Brucia ancora… ma il naso va meglio. Ci ha pensato Mss infermiera a curarmi!- scoppiai a ridere indicando Lucy, poi, seria, continuai:
-Menomale che ci hanno rilasciate così presto, Marlene non lo dovrà sapere.- una voce alle nostre spalle mi fece sussultare.
-Troppo tardi.- mi voltai e vidi che Marlene King ci fissava severa con le braccia incrociate.
 
-Marlene…- cominciai con un groppo in gola, guardando Tyler in cerca di aiuto, ma anche lui sembrava impietrito e incapace di proferir parola.
-Cosa pensavate di fare?! Prima andate in un ospedale pieno del sangue di Sasha dove Tyer rischia di lasciarci le penne… e poi questo! Come vi è venuto in mente di entrare in casa di Sasha?! Siete state ARRESTATE! Come pensavate di non farmelo sapere?! Voi non avete idea di quanto ho dovuto fare per non far trapelare la notizia!- gridò lei con la vena del collo pericolosamente gonfia e che pulsava minacciosamente. Shay sussurrò con le lacrime agli occhi:
-Alla fine non è trapelata… giusto?- Marlene adesso tremava, come se con la sclerata avesse prosciugato tutte le sue forze. Poi la donna si lasciò cadere su un divano e rispose:
-No. Sono riuscita a bloccare la notizia. Se non fosse grazie a me… ora voi sarete ROVINATE. Ripeto ROVINATE. Voi non vi rendete conto della gravità di quanto è accaduto…
-Ehi ragaz…. Che succede Marlene?- Andrew era entrato nella stanza e ci guardava inarcando un sopracciglio.
-Niente… non è successo assolutamente niente, Andrew…- esclamò Marlene. Lucy corse incontro al ragazzo, saltandogli al collo.
-Andr!
-Lucy che cosa è successo?- la mia amica seppellì il viso nella maglietta del ragazzo, e scoppiò in lacrime.
-Ci hanno arrestate… dicono che abbiamo fatto del male a Sasha!
-Cosa?! Ora vi hanno rilasciate vero?
-Si.- Andrew le accarezzò la schiena e, rivolgendosi a noi, domandò:
-Quando è successo?- alzai le spalle e brontolai:
-Circa tre ore fa…
-Ashley ma sei ferita?- chiese lui e io, scocciata, alzai le spalle:
-Si… ma ora sto bene, più o meno…- Lucy si asciugò le guance ed Andrew le rivolse un sorriso confortante.
-Seratina al bowling?- la mia amica annuì gratificante e lei ed Andrew lasciarono la stanza.
-Ho davvero bisogno di fare una doccia…- disse Shay storcendo il naso, e io ridacchiai:
-Shower Mitchell alla riscossa!
-Quella è “Shower Harvey” Ash, ricorda!- scherzò Troian, e Shay brontolò:
-Ma dai… Sara non è così male…
-No, infatti… ma si fa un sacco di docce!- esclamammo in coro io e Troian, battendoci il cinque.
-Bene, io vado…- Troian la raggiunse con una corsetta veloce.
-Vengo con te, ho davvero bisogno di pulirmi.- Shay sorrise e poi, con un finto sguardo seducente, scherzò:
-Usiamo lo stesso asciugamano?- Troian le diede una spintarella e sparirono nella dressing room di Shay. Guardai Tyler e mi lasciai abbracciare nuovamente, poi il ragazzo mi guardò negli occhi e sussurrò:
-Pattinaggio sul ghiaccio, piccola? Solo io e te?
 
 
---
 
-Ash, dobbiamo andare a pattinare sul ghiaccio, non a fare una gita al polo nord…- scherzò Tyler appena mi vide. Mi sistemai meglio sui capelli biondi il capellino di pelliccia e sbuffai:
-Sono molto freddolosa…- avevo indossato un maglione di lana con il pompon di pelo, un paio di leggins neri (con la calzamaglia sotto), un paio di guanti con l’interno peloso, una sciarpa di lana e un cappellino di pelliccia adorabile, con delle minuscole orecchie da orso. Ai piedi gli stivaletti Ugg.
-Ma è la prima volta che vai a pattinare sul ghiaccio?- domandò Tyler aggiustandosi le maniche della felpa blu. Scossi la testa:
-No, sono andata anche altre volte.- Tyler inclinò la testa da un lato con uno sguardo interrogativo.
-Si, anche le altre volte mi sono imbacuccata così.- ammisi io e lui rise, poi entrammo in macchina.
-Hai il telefono con te?
-Si TyTy, ma ho messo l’uso aereo perché non voglio essere importunata da stalker passivo-aggressivi.- mi lamentai, e Tyler chiese:
-Avete ricevuto altri messaggi da “A”?
-Si, nel primo il bastardo ci ha detto di non parlare di lui, il secondo… beh, non era proprio un messaggio, era più che altro un benvenuto in prigione… ci ha dipinto la brandina della cella.
-Voi non avete parlato di lui alla polizia, vero?
-Anche se?
-Lo avete fatto?
-No…- sospirai buttandomi a peso morto sullo schienale, poi continuai:
-Mi chiedevo se… se avessimo fatto meglio a parlare di “A”.- Tyler scosse la testa.
-Avete fatto bene, per il momento, a non dire nulla. Ashley… “A” non è uno che scherza! Ha rapito Sasha e le sta facendo Dio solo sa cosa! Nessuno può proteggervi da lui… Non posso proteggerti da qualcosa di astratto che non so chi sia.
-Non ti sto chiedendo di farlo….
-Sai che lo farei comunque.- disse lui e io sorrisi.
-Non parliamo più di “A”, parliamo del pattinaggio sul ghiaccio… tu sei mai andato?
-Si, parecchie volte.
-Quindi sei bravo?
-Per niente.- ammise Tyler.
-Tu?
-Credo di sì…- risposi e gli feci l’occhiolino:
-Niente “pinguino” però.
-Niente cosa?
-Il pinguino… è un sostegno per chi non è… molto bravo.- lui annuii con vigore.
-Si, ti prego, prendiamolo!- scossi la testa sorridendo.
-Non se ne parla TyTy.
-Per favore!
-Ma è per i bambini! E ce ne sono pochi. Non voglio essere paparazzata mentre rubo il “pinguino” ai lattanti…- scherzai e lui, rassegnato, mi prese una mano e, guardandomi negli occhi, cominciò:
-Va bene… ma non devi ridere di me, sennò non ci sto- io sorrisi:
-Bene così.
 
---
 
-Me li chiude i ganci dei pattini?- domandai al ragazzo che si occupava della pista. Era alto, sui trent’anni, e con dei lunghi capelli rossi. Lui annuii, mi raggiunse, e si inginocchiò ai miei piedi, prendendo il mio pattino destro tra le mani.
-Sono Louis.
-Piacere, Ashley.- tossicchiai un po’ imbarazzata.
-So chi sei.- annunciò lui e io, sbuffando, sussurrai:
-Eh quando mai…
-Le belle ragazze come te non dovrebbero andare in giro sole.
-Grazie per il complimento Louis, ma non sono sola.- ridacchiai nervosa guardandomi intorno in cerca di Tyler.
-Ha finito di aggiustarmi i pattini?
-Si, sai che sei davvero carina?- il tizio cominciava a essere leggermente molesto, così mi scansai arrossendo.
-Me lo dicono in tanti…- spiegati frettolosamente e lui si sedette accanto a me. Stavo pensando a tutte le possibili mosse di karate che mi venivano in mente, quando udii una voce:
-Qualche problema Ash?- Tyler era davanti a me con i pattini ai piedi, e guardava minaccioso Louis.
-Te l’ho detto che non ero sola.- sospirai sollevata, poi continuai:
-Lui è Tyler, il mio ragazzo.- il tipo ti-metto-i-pattini-e-ci-provo-con-te, sparì alla velocità con cui era arrivato, e Tyler mi guardò inarcando un sopracciglio:
-“Il tuo ragazzo”?
-Mi stava infastidendo.- mi giustificai io.
-Ti ha fatto qualcosa?- chiese Tyler e vidi che stava stringendo i pugni.
-No, sei arrivato in tempo.- gli sorrisi, cercando di accantonare l’argomento.
-Posa la tua roba ed entriamo in pista signorina Rivers.
-Come mi hai chiamata?- domandai ridendo.
-Signorina Rivers, non sei la signorina Rivers?
-Certo che lo sono, signor Rivers…- risposi con un tono seducente, poi scoppiai a ridere e mi sfilai i guanti.
-Non eri Mss freddolosità?
-Cominciavano a darmi fastidio.- spiegai io infilando i guanti dentro la mia borsa.
-Entriamo?
-Entriamo.
Louis ci aprì il cancelletto, ed entrammo in pista. Appena poggiai la lama del pattino sul ghiaccio, mi aggrappai alla ringhiera che delimitava il campo, dandomi una spintarella in avanti. Scivolai leggermente sulla pista per lasciar entrare Tyler, poi lo guardai aspettando che mi raggiungesse.
Tyler si diede una piccola rincorsa, e come una scheggia schizzò in avanti facendo una giravolta su se stesso. Sgranai gli occhi: non aveva detto di essere negato? Feci per raggiungerlo, ma appena staccai la mano dal sostegno, la lama mi scivolò avanti e volai all’indietro atterrando di sedere. Immediatamente sentii tutti i leggins bagnati e appoggiai le mani a terra per rialzarmi. I palmi nudi, sulla superficie gelida, mi si stavano ghiacciando, così allungai la manica del maglione per coprirli. Dopo qualche tentativo riuscii a rimettermi in piedi e, traballante, raggiunsi nuovamente la ringhiera. Tyler, con qualche passo agile, venne da me.
-Due di noi hanno detto una bugia.- rise lui e io sbuffai scrollandomi dei pezzettini di ghiaccio dai vestiti:
-Perché mi hai detto che eri scarso?- chiesi, e lui mi rispose.
-Perché mi hai detto che eri brava?- scoppiai a ridere e dissi:
-Non lo so.
-Non sei mai andata a pattinare prima, vero?
-Si, ci sono andata, e anche tante volte! Ma ho sempre usato il pinguino.- ammisi, tentando di fare un passo in avanti senza cadere. Persi l’equilibrio e Tyler mi afferrò prima che cadessi.
-Sono proprio un disastro.- mi lamentai e Tyler annunciò:
-Appena usciremo da qui sarai più brava di Carolina Kostner. Te lo prometto.
-Immagina puoi.- brontolai e poi scoppiai a ridere.
 
---
 
-Vai Ash, hai visto che non era così difficile?- erano passati circa venti minuti da quando eravamo entrati in quella pista, e già cominciavo a muovermi un po’ meglio. Tuttavia i miei pensieri erano al carcere, a Sasha, al sangue e, soprattutto, ad “A”. Ero così concentrata a riflettere su quanto la vita sarebbe stata migliore senza “A”, che non mi accorsi che Tyler mi stava parlando.
-Va bene Ashley?
-Eh?- chiesi inebetita con la bocca leggermente socchiusa.
-A cosa pensi Ash? A un pianeta di zucchero filato?- scoppiò a ridere e io mi appoggiai alla ringhiera che delimitava la pista, poi sospirai:
 
-Penso ad “A”…- l’espressione di Tyler si fece preoccupata, ma appena si accorse che lo stavo fissando, sfoderò un sorriso più falso dell’esistenza del Molise.
-Non pensare a questo piccola…- Tyler fece una giravolta su se stesso e mi raggiunse, mettendosi in piedi di fronte a me. Allungo il braccio e mi afferrò le mani con le sue. La sua pelle era calda, ed era molto confortante dato che invece io avevo freddo.
-Hai le mani ghiacciate Ashley.- a contatto con il calore delle mani di Tyler già cominciavo a riacquistare sensibilità nelle dita.
-Ci credo… Sto congelando.
-Proviamo a fare una cosa, ok?- propose lui e, sempre tenendomi le mani, cominciò a pattinare abilmente all’indietro, trascinandomi. Era forte essere “trainata” da lui, ed ero molto più stabile, almeno fino a quando Tyler non prese un po’ di velocità. Ero piegata leggermente con il busto in avanti, guardando la punta dei miei pattini bianchi, ed ero così vicina a lui da sentir il profumo dei suoi capelli.
Tyler non si accorse di una dunetta che si era formata nel ghiaccio e che, presa a grossa velocità, lo fece sbandare. Lui cadde e io persi l’equilibrio finendo letteralmente sopra di lui.
-Tutto bene Ty?- lui annuì.
-Sei caduto sul braccio ferito?- domandai preoccupata, ma lui scosse la testa.
-No, non preoccuparti.- Era disteso a pancia all’aria e io ero coricata su di lui. Provai a mettere un piede di fianco, dimenticando per un attimo di avere i pattini, ma, la lama sul ghiaccio scivolò, facendomi ricadere a peso morto sopra Tyler. Scoppiammo a ridere insieme, e poi ci aiutammo vicendevolmente a rialzarci.
-è stato un onore averti sopra di me.- scherzò Tyler, e io gli rivolsi un’occhiataccia:
-I maschi… anche nelle situazioni più tragiche non si smentiscono mai…- mormorai sorridendo.
-Guarda un po’.- cominciai io dandogli una spintarella, poi cominciai a pattinare in avanti, o almeno ci provai.
-Come sto andando?
-Va meglio.- disse Tyler con una risatina.
-Che ci ridi idiota?- gli dissi con un sorrisetto continuando a pattinare.
-Niente, niente… solo che sei così tenera con quell’espressione concentrata. Sei così attenta…-
-Ah si?- le ultime parole famose, perché persi l’equilibrio e caddi un avanti, scivolando lunga distesa per qualche metro sui gomiti. Gli avambracci mi stavano congelando anche attraverso il maglione, e ringraziai il cielo di non essermi fatta male cadendo in quel modo sulle braccia.
Sentii Tyler che rideva dietro di me, e scoppiai a ridere anche io mentre mi rialzavo afferrando la sua mano.
In quel momento che luci si spensero per un attimo, quando si riaccesero erano più cupe e, riflettendosi sul ghiaccio, mi diedero una sensazione di inspiegato disagio. Istintivamente mi strinsi a Tyler.
-Che succede piccola? Hai freddo?- annuii poco convinta decidendo di non comunicargli il mio malessere momentaneo, che era come legato a un brutto presagio.
-Lì sotto tutto ok?- grido un responsabile della pista da oltre la ringhiera.
-Si, grazie.- risposi.
-Comunque vi rimangono quindici minuti!- ci avvisò il tipo.
-A noi?- domandai, ma lui scosse la testa.
-No, mi riferivo a i signori dietro di voi… a voi manca ancora mezz’ora. La pista si faceva più affollata, e già i bambini si erano presi tutti i pinguini. Mi guardai intorno cercando di convincere me stessa che non ci fosse niente che non andasse. Una famiglia pattinava in disparte felice, mentre una ragazza in tutù eseguiva piroette perfette e salti con i pattini. Un bambino sui dieci anni, attaccato a un pinguino, sfrecciava intorno a noi. Infine, acquattato in un angolo, un gruppo di persone faceva finta di messaggiare, ma per esperienza capii subito che stavano scattando delle foto a me e Tyler.  
-Paparazzi everywhere…- borbottai all’orecchio di Tyler e lui sbuffò. Feci un paio di passi in avanti, ma scivolai (ovviamente) e volai all’indietro atterrando di nuovo sul sedere. Sollevai lo sguardo e vidi che, dietro i vetri opachi, si stagliava una figura vestita di rosso. Rimasi imbambolata in quella posizione, senza ridere per la caduta. Visto che non mi rialzavo né ridevo, sentii la voce di Tyler e notai con la coda dell’occhio che si avvicinava.
-Ash stai bene? Ti sei fatta male?- non risposi, e continuai a fissare quella figura acquattata dietro il vetro.
-Come sei caduta? Ti sei fatta male?- mi poggiò una mano sulla spalla, e io all’improvviso mi alzai di scatto, afferrandogli un braccio.
-Tyler dobbiamo andare SUBITO.
-Che è successo? Tutto ok?
-Sto bene, ma dobbiamo andare.- mi lasciai tirare fino all’uscita della pista e uscimmo.
-Perché state uscendo? Vi restavano venti minuti!- esclamò la donna alla cassa.
-Dobbiamo andare.- Mi sedetti su una panchina staccandomi frettolosamente i ganci dei pattini e, con l’altra mano, presi il telefono. Tolsi l’uso aereo e la schermata iniziale mi si accese come un albero di Natale, piena di notifiche.
 
20 chiamate perse da Marlene <3
14 chiamate perse da Shay bff
16 chiamate perse da Troi bff
“Cazzo rispondi” da Shay bff
“Merda Ashley accendi il telefonooo!” da Troian bff
“Ashley è successa una cosa” da Marlene <3
 
Con un groppo in gola spensi il cellulare e, dopo essermi rimessa gli Ugg pelosi ai piedi, portai fuori Tyler.
-Ora puoi dirmi che succede Ashley?- gli misi un dito sulle labbra in segno di silenzio, poi mi sporsi cercando di individuare nel buio nella sera Red Coat.
Dietro il vetro non c’era nessuno, e mi stavo quasi per rassegnare, quando una macchia rossa poco distante attirò la mia attenzione: una figura con un cappotto rosso correva a perdifiato sul marciapiede opposto. Le gambe snelle spuntavano da sotto il soprabito, e terminavano con delle scarpe rosse con il tacco a spillo. Dei boccoli dorati fuoruscivano dal cappuccio rosso e si agitavano al vento dondolando. Cominciai a correre tenendo il braccio a Tyler. Dopo aver pattinato, mi sentivo le gambe pesanti, ma tentai di non farci caso. Red Coat era più lenta di me, e a poco a poco le recuperavo metri. Non avevo legato i capelli e, nonostante tentassi di tenerli a bada con il cappellino Calvin Klein, mi svolazzavano davanti agli occhi in modo fastidioso. Pochi metri mi separavano da lei, quando vidi che si stava dirigendo verso un portone socchiuso, così feci un ultimo scatto e la raggiusi proprio mentre lei si infilava dentro il palazzo. Infilai il braccio e afferrai qualcosa, sentendo al tatto della stoffa e poi dei capelli. Tirai più forte che potevo, ma persi la presa, rimanendo con la mano a mezz’aria nella fessura. Tyler mi tirò indietro il braccio un secondo prima che il portone si chiudesse con un tonfo. Sospirando dischiusi il pugno: una ciocca di capelli biondi giaceva sul mio palmo.
 
---
 
-Senza dubbio è Vanessa. Questi sono i suoi capelli.- affermai osservando la massa bionda.
-Ashley mi hai fatto spaventare quando ti sei messa a correre in quella maniera. Non potevi prenderla.
-Tecnicamente l’ho presa. Ora porto questi capelli alla scientifica.- Tyler ridacchiò:
-Tranquilla Ash.- l’occhio mi cadde sul cellulare spento nella borsa. Con il cuore che mi batteva a mille lo presi in mano.
-Ty…
-Si piccola?
-Marlene e le ragazze mi hanno chiamate venti volte l’una. Ho paura. Che sarà successo?
-Non le hai richiamate?
-No…- cominciai a tremare, e Tyler mi poggiò la mani sulle spalle.
-Ashley non ti preoccupare. Che può essere successo mai?- io avevo la mente affollata di idee sull’accaduto, ma per non apparire troppo macabra e pessimista, stetti al suo gioco.
-Niente.
-Hai visto?- distolsi lo sguardo e lui mi prese le mani.
-No Ash, tu non ci credi veramente… te lo leggo negli occhi. Tu hai paura di sapere quello che è successo…
-E se Sash è…- Tyler mise il suo indice sulle mie labbra, zittendomi:
-Non lo dire nemmeno, non è successo.
 
---
 
Davanti al set c’erano tantissime volanti della polizia che lampeggiavano, con la sirena accesa. Parcheggiato in disparte c’era anche il camioncino della polizia scientifica. Persone in lacrime ovunque mi fecero crollare il mondo addosso e, mentre scendevo dalla macchina di Tyler, il disagio che mi aveva abbandonato dopo aver visto red coat, mi serrò nuovamente la gola. Tra la folla individuai Marlene e le mie amiche, le indicai a Tyler e ci incamminammo per raggiungerle. Ad un certo punto qualcosa ci tagliò la strada. Sei uomini della scientifica che indossavano un completo verde, una mascherina calata sulla bocca e sul naso, e una cuffietta in testa, trascinavano una barella con sopra un sacco nero chiuso, con la forma di un corpo. Prima che potessi gridare, appena dopo aver realizzato, Tyler, che era dietro di me, mi mise una mano davanti agli occhi, ma ormai avevo visto. Mi voltai lentamente seppellendo il viso nel petto di Tyler, con gli occhi asciutti, incapace anche di piangere. Lui mi strinse, allentando la presa solo quando gli altri ci raggiunsero.
-Ashley hanno trovato un corpo…- singhiozzò Troian schietta, io mi staccai dalla maglietta di Tyler e la guardai: aveva gli occhi rossi e le guance rigate di lacrime. Con un groppo in gola e un peso nel cuore chiesi:
-Sasha?- Marlene scosse la testa, e continuò quella scena irreale che stavo vivendo.
-No, è Vanessa…- nel dirlo una lacrima solitaria le incise l’imperturbabile viso.

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Capitolo 21
*** Sangue ***


Shay's pov 

-Chi è stata la prima a saperlo?- fu Ashley a rompere il silenzio che si stava prolungando da un bel po’ nella hall dell’albergo dove eravamo tutti seduti. 
Esitai prima di rispondere, ma dopo qualche secondo cominciai:
-Io e Troian, credo. Eravamo appena uscite dalla doccia e Marlene ci ha chiamate.- il magone che mi serrava la gola mi impedì di continuare, così intervenne in mio aiuto Troian:
-Appena lo abbiamo saputo abbiamo telefonato a Lucy ma lei non ci ha risposto, così abbiamo provato con te Ash, ma nemmeno tu rispondevi. Dopo un quarto d’ora abbiamo riprovato con Lucy, e lei ci ha risposto. Era al bowling con Andrew, ma lui era andato un attimo a comprare una pizza e non tornava più. Le aveva lasciato le chiavi della macchina, così appena le abbiamo detto di Vanessa, lei è tornata.- in quel momento Lucy entrò nella stanza con un espressione rassegnata e il telefono in mano.
-Niente, Andrew non risponde.
-Tranquilla starà bene, non penserete che gli sia successo qualcosa?- dissi io, poi misi un braccio intorno alle spalle ad Ashley, che, con gli occhi spalancati, fissava un punto indefinito nell’aria, troppo sconvolta persino per piangere.
-Ashley tutto ok?- lei non mi rispose, così ritentai:
-Ash?- finalmente lei si girò verso di me e mi domandò con gli occhi pieni di lacrime:
-Cosa avrà fatto Vanessa per meritarselo?- scossi la testa ignorando la risposta. Marlene entrò nella stanza con dei bicchieri di caffè in mano e, mentre li distribuiva tra di noi, cominciò:
-La polizia scientifica sta effettuando l’autopsia, il cadavere era in cattive condizioni ed è stato difficile il riconoscimento, ma credono sia Vanessa. Le cause del decesso e il corpo contundente sono segreti. 
-Quindi credono che sia Vanessa? – domandai con un entusiasmo esagerato. 
-Non ci sperare Shay, “credono” è un modo carino per dirci che è lei, ma che c’è lo 0,01% di possibilità che non sia Vanessa.
-Ma è stata uccisa?- chiese Lucy accavallando le gambe e sistemandosi meglio sul divano rosso. Marlene abbassò lo sguardo e prese un sorso di mocaccino.
-Si Lucy, è stata uccisa… Ashley e Troian state bene?- chiese la nostra produttrice squadrando le mie due amiche. Infatti, mentre io e Lucy eravamo semplicemente tristi e piangevamo, loro due erano proprio sconvolte e, pallide come due cenci, fissavano il vuoto.
-Credo di si…- mormorò Ashley prendendo la mano a Lucy, la quale ricambiò la stretta.
-Dov’è Tyler?- chiese la bionda con un filo di voce a Marlene, e la donna tentò di sorriderle.
-Tyler è andato all’ospedale a farsi cambiare la benda, tornerà a momenti. 
-Bene, io vado a mettere il pigiama, sono le undici e onestamente ho un po’ sonno.- sbadigliai alzandomi in piedi. Ashley mi fermò:
-Vengo con te Shay, mi sto addormentando in piedi. E poi ho tutto il sedere indolenzito dalle cadute a pattinaggio sul ghiaccio.- il pensiero riuscii a farla sorridere, e io cominciai:
-Eri negata vero?
-Beh, Tyler era un professionista, quindi compensavamo.- disse alzando un sopracciglio.
-Quante volte sei caduta sopra di lui, povero ragazzo?- insinuai io ridendo, e la bionda mi fulminò con lo sguardo:
-Una sola…
-E quante volte sei finita al tappeto e lui ti ha dovuta aiutare?
-Circa un migliaio.- scoppiò a ridere, probabilmente dimenticando per un attimo l’accaduto.
-Vi dispiace se vengo con voi ragazze?- chiese Troian sbattendo le ciglia, e noi annuimmo, poi guardammo Lucy.
-Lucy?
-Rimango qui ad aspettare Andrew, Marlene starà con me. Non preoccupatevi.
Guardai Ash e Troian che camminavano lentamente davanti a me.
-Ragazze, lo sapete che dobbiamo raggiungere l’albergo, vero?
-Dormirei qua…- brontolò Ashley sbagliando.
-A chi lo dici.- mormorò Troian appoggiandosi stanca al corrimano. 
-Chi guida?- domandai alzando la voce, e loro gridarono in coro:
-Non tu!- scoppiarono a ridere e io sbuffai, poi lanciai le chiavi ad Ashley.
-Non guido così male, dai… Guida tu Benzo, illuminaci!- dissi sarcastica non riuscendo a nascondere un sorrisetto sotto i baffi. 
 
---
 
-Non ci posso credere che siamo finalmente in camera nostra!- esclamò Ash inginocchiandosi a terra e baciando in pavimento.
-Che schifo Ashley!- enfatizzò Troian storcendo il naso disgustata, e la bionda si rialzò:
-Dovevo farlo Troi… Vi dispiace adesso se anche io vado a farmi una doccia? Ho un bisogno impellente di lavarmi.- affermò Ashley tirando un sospirone, poi entrò in bagno sbattendosi la porta alle spalle. Mi sfilai la felpa marrone e la maglietta bianca che avevo indossato, mettendomi il sopra del pigiama giallo, infine tolsi i pantaloni indossando quelli del pigiama. Appena mi voltai già Troian si era cambiata, e mi aspettava distesa sul letto con una rivista in mano. Presi sottobraccio BloBlo, il pesce rosso di peluche di Ash e, con l’animale tra le braccia, mi distesi accanto a Troian. Per qualche secondo ci divise un silenzio imbarazzante, poi Troian cominciò:
-Shay?
-Si?
-Cosa pensi di questo?
-Di cosa?
-Di tutto quello che sta succedendo, Shay… è assurdo! Meno di due settimane fa eravamo tranquillamente a casa nostra, e ora 1. Sasha è sparita 2. “A” ci sta minacciando 3. Siamo state arrestate e infine 4. Vanessa è…- non terminò di parlare, lasciando in sospeso quella frase di cui nessuna delle due voleva sentire la fine. Scossi il capo:
-Non penso niente Troi… io non cambierei niente del passato, ho conosciuto voi che ora siete la mia vita! Non potrebbe essere niente così perfetto… Solo perché quel bastardo di “A” si vuole divertire, non vuol dire che noi dobbiamo mollare.- Troian annuì, posò la rivista e adagiò la testa sul mio petto, chiudendo gli occhi. Il mio corpo venne pervaso da un calore improvviso, e fui certa di essere diventata viola in faccia, menomale che Troian non poteva vedermi. Le accarezzai i capelli confusa e alle prese con un sentimento nuovo che non riuscivo a interpretare ma, grazie al cielo, e gliene sarò grata per tutta la vita, a interrompere quel momento di imbarazzo che stava diventando insopportabile, arrivò Ashley. Con uno scricchiolio sinistro aprì la porta del bagno e si mise davanti a noi. Aveva un asciugamani bianco avvolto intorno al corpo, sostenuto dal seno prosperoso, e i capelli biondi gocciolanti erano raccolti in un turbante scomposto. Nel punto dov’era lei, sul pavimento, si stava formando una pozza d’acqua. 
-Voi due vi divertite senza di me, eh?- insinuò con le mani sui fianchi: lei capiva sempre tutto subito. Troian sollevò di scatto la testa dal mio petto, e io ebbi l’occasione per alzarmi e correre incontro alla mia migliore amica. Prendendole un lembo dell’asciugamano le dissi:
-Ashley stai alluvionando la nostra camera.- indicai i rivoli di acqua che attraversavano le mattonelle, risi e lei mi seguì, poi si buttò sul letto.
-Avete il phon per i capelli?- scossi la testa e anche Troian, così la bionda sbuffò:
-Io l’ho dimenticato in camera di Tyler…- Troian sorrise:
-Tyler in questo momento starà facendo Swish con i capelli.- nel dire “Swish” la nostra amica fece il gesto di scuotere i capelli, indirizzandosi verso la testa la rivista, a mo’ di phon. 
-Che hai sotto il fianco Troian?- Troian si stava stiracchiando e aveva lasciato scoperto un enorme livido. 
Io e Troian scoppiammo a ridere e la bionda ci fissò aggrottando la fronte. 
-Perché ridete?
-Fidati, rideresti anche tu se potessi ricordare la seguente scena. Sai Ash… è esilarante vedere un pollo che appena esce dalla doccia fa un volo e si schianta sulla vasca.- affermai io, e Troian si lamentò:
-Non sono un pollo! Sono solo scivolata!- Ashley scoppiò a ridere perdendo l’equilibrio e cadendo a peso morto sul letto matrimoniale. Non riuscendo quasi a parlare dalle risate, Ashley cominciò incerta:
-Vado a mettermi la camicia da notte.- la mia migliore amica sparì nuovamente nel bagno e io guardai Troian. Qualcosa era cambiato, almeno per me, dopo quel momento.
-Ti fa male?- le chiesi riferendomi al livido, poi mi schiarii la voce.
-Un po’ sì, ma non è niente. Senti Shay… ti dispiace se dormo nel singolo? Non è piacevole stare nello stesso letto con te ed Ashley… Non solo in vena di fare wrestling sonnambulo.- sorrisi e annuii, poi facendo la finta offesa borbottai:
-Non sai che ti perdi…. Quelli sonnambuli sono gli incontri migliori! Io ed Ash siamo campionesse. 
-Ho sentito “Ash”… parlate di me?- Ashley era uscita dal bagno con un pigiama azzurro addosso e i capelli bagnati sciolti sulla schiena.
-Si Ashley, le stavo raccontando nella nostra bravura suprema nel picchiare la gente di notte.- sorrise:
-Noi siamo campionesse Troian… perdete ogni speranza voi che dormite con noi.- recitò la bionda alterando la frase di Dante. 
-Non intendo perdere le speranze tesori miei… non dormo con voi e basta.- Troian rise e si infilò sotto le coperte. Ashley prese il telecomando in mano e accese la tv. 
-Che volete vedere?
-Sincera?
-Spara.
-I Fantagenitori.- ammisi io, ed Ashley sgranò gli occhioni azzurri.
-“I Fantagenitori”? Shay a questa età? Mi stupisco di te.- poi fece un sorrisetto ebete ed esclamò:
-Molto meglio Spongebob!
-Quanto sei stupida Ash.- purtroppo, appena la televisione si connesse al satellite, non partrono né “i Fantagenitori”, né Spongebob…
 
Il ritrovavemento di un corpo ha sconvolto la città di Filadelfia. Un killer a piede libero ha sfregiato e ucciso una ragazza per poi abbandonarla in prossimità del parco Philly. L’identificazione è stata complicata a causa delle lesioni che le alteravano i lineamenti, ma la scientifica crede che sia Vanessa Ray, la famosa attrice che interpretava il cattivo “A” nella serie tv americana di successo “Pretty Little Liars”
 
Avevo le dita paralizzate, e non riuscivo a cambiare canale, così Ashley, distesa accanto a me nel matrimoniale, me lo prese dalle mani premendo con vigore il pulsante “cambio canale”.
Sullo schermo comparve una signorina con la faccia da ratto che, con insolenza e con un’espressione predatrice, esclamò al suo collega seduto accanto a lei:
 
Un alone di mistero avvolge il set di “Pretty Little Liars”, prima la giovane Sasha Pieterse, soli 19, sparisce misteriosamente nel nulla, e ora Vanessa Ray viene assassinata brutalmente. Non è che le quattro bugiarde stanno incarnando i loro personaggi al meglio e stanno facendo piazza pulit…
 
 
Troian si alzò di scatto dal letto e staccò la spina della televisione che, con un sibilo, si oscurò.
-Scusate ragazze, ma non riuscivo ad ascoltare un’altra parola di quella stronza.- nessuna rispose e io ed Ash facemmo per infilarci sotto le coperte. Sollevammo il lenzuolo e mettemmo le gambe sotto. Appena le distendemmo, io e la mia amica gridammo come non avevamo mai fatto in vita nostra. Scattammo in piedi e strappammo il lenzuolo dal letto: un mucchio di terra sporca era stato ammassato in fondo, ai piedi del materasso. Battei le piante dei piedi a terra per scrollarmi i granelli e le pietroline che mi erano rimasti attaccati, e vidi Ashley fare lo stesso.
-Che cazzo è?- gridò la bionda, poi, disgustata ma decisa, infilò la mano nel cumulo di terra, e quando la estrasse teneva qualcosa tra le dita. Era un biglietto bianco tutto imbrattato dalla terra, e che a causa dell’umidità si era lacerato in vari punti. Per evitare di strapparlo del tutto, Ashley fu molto cauta nell’aprirlo e, appena fu dispiegato, la bionda sospirò scuotendo la chioma bagnata.
-Davvero volete sapere cosa c’è scritto?
-Avanti Ash.
 
Vi piace la terra stronzette? Abituatevici perché presto una di voi andrà a fare compagnia a Bethany Young.
 
-A
 
-Non mi piace l’idea di andare a fare compagnia a una ragazzina psicopatica che aveva come hobby quello di buttare le anziane signore giù dalle terrazze…- sospirò Ashley, e io scossi la testa distrutta:
-è un modo carino che vuole seppellire una di noi viva?
-Ragazze potete essere serie?- esclamò infastidita Troian, e io ed Ash esclamammo in coro:
-Ma io sono seria!- Troian strinse al petto BloBlo, e alzando gli occhi al cielo borbottò:
-Buonanotte.- io sussurrai ad Ashley:
-Che le prende?- Ashley si girò a guardarmi seria, poi si voltò dall’altra parte e, scollando la terra con i piedi giù dalle coperte, mugugnò:
-Buonanotte Shay.
 
---
 
Attraverso le palpebre all’improvviso vidi del rosso. Incapace di aprire gli occhi per la stanchezza, biascicai con la bocca impastata:
-Chi è?- non ricevetti risposta, così seppellii il viso nel cuscino profumato. Tuttavia ormai ero sveglia, così, lentamente, dischiusi le palpebre: una luce accecante che proveniva da fuori dalla finestra mi illuminava il viso. Mi girai lentamente cercando di abituare gli occhi al sole, così guardai di fronte a me. Ashley era in piedi davanti allo specchio che si trovava di fronte al letto e aveva accanto a se un pacco di bambagia. Guardando il suo riflesso nello specchio notai che si stava pulendo la ferita sul labbro, che sanguinava nuovamente. Riparandomi gli occhi dal sole con il braccio cominciai:
-Buongiorno… Sei sveglia da molto?- senza voltarsi verso di me, e continuando a disinfettare la ferita, rispose:
-Se sono sveglia da molto? Shay stanotte non mi hai fatto chiudere occhio! Mi hai preso a calci e a pugni come non so cosa!- finalmente si voltò, tenendosi del cotone idrofilo premuto sulla bocca, e notai che in effetti aveva un po’ di occhiaie.
Improvvisamente un dubbio mi assalì, alzai lo sguardo e vidi che intanto Ashley mi dava nuovamente le spalle. Cauta domandai:
-Te l’ho fatto io quello?- lei non rispose, così riprovai.
-Te l’ho riaperta io la ferita?- Ashley non si voltò nuovamente, ma disse:
-Non preoccuparti Shay.
-Ashley sono stata io?- lei sospirò:
-Si, sei stata tu, ma non fa niente, sto bene.- lottando contro la mia stanchezza mi alzai dal letto e le andai incontro.
-Oh cielo Ash, mi dispiace da morire. Ti fa male?
-Dico sul serio Shay, sto bene. Beh, stavo meglio prima che mi arrivasse in pieno volto il tuo pugno destro, ma non ti preoccupare.- sorrise svogliatamente e capii che la voleva buttare sul ridere, ma che non stava affatto bene. Mi guardò e nel suo sguardo individuai una nota triste, un qualcosa che la faceva sentire distante da me… 
Decisi di sondare il terreno.
-Tutto ok Ash?- lei si voltò di scatto con un batuffolo insanguinato in mano, poi sbottò alzando la voce, quasi urlando.
-Cazzo Shay, ho detto che sto bene!- mi ritrassi spaventata e lei tirò un sospiro profondo. 
-Scusa Shay… sono solo un po’ nervosa perché stanotte non ho dormito completamente.- percepii una nota di rammarico nella sua voce. In quel momento la porta della stanza si aprì ed entrò Troian. Appena mi vide, sfoderò un sorrisone a 32 denti, poi esclamò:
-L’assassina si è svegliata!- sbuffai.
-Non l’ho fatto apposta! 
-Stamattina Ashley si è ritrovata con la faccia piena di sangue e la ferita riaperta.
-Basta Troian cavolo. Ha detto che le dispiace, non fare un film per niente.- sbottò Ash, e Troian aggrottò la fronte.
-Che ti prende Ashley?
-Niente! Non mi prende proprio niente. Si può sapere che avete voi due?!- uscì sbattendosi la porta alle spalle. Fissai Troian e dissi:
-Ash rientra tra 3…2...1…- Ashley come previsto rientrò nella stanza, e io scoppiai a ridere. La bionda mi guardò confusa, poi alzò gli occhi al cielo:
-Ho dimenticato di togliere il pigiama.- notai che si mordeva il labbro, così ebbi un’intuizione. Mi avvicinai a lei e urlai:
-Banana!- Ashley non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere.
-Quanto sei stupida Ash!- brontolai:
-Perché fingevi di essere arrabbiata?- di nuovo un velo di tristezza si calò su i suoi occhi. Si lasciò cadere sul letto e mormorò:
-Non fingevo, sono molto seccata.- mi sedetti accanto a lei e le presi la mano:
-Che è successo Ashley?- distolse lo sguardo voltandosi dall’altra parte. Le tirai leggermente i capelli costringendola a girarsi di nuovo verso di me e notai che aveva gli occhi lucidi e che guardava in basso.
-Guardami Ash.- lei sollevò lo sguardo puntandomi addosso quegli stupendi occhi azzurri pieni di lacrime, che minacciavano di trasbordare.
-Che cosa è successo?
-Mia sorella stanotte ha avuto un incidente con la macchina…- cominciò lei a denti stretti mordendosi la lingua per non scoppiare a piangere.
-Oh mio Dio Ash! Sta bene? Si è fatta male?- scosse la testa guardando il pavimento.
-Si è rotta una gamba, ma non è questo il punto.- le misi un braccio intorno alle spalle, poi le domandai dolcemente:
-Allora qual è il punto?- lei si voltò dall’altro lato, per non farsi vedere piangere, così io sorrisi:
-Non è un peccato piangere Benzo…- lei mi guardò e cominciò:
-Ha causato “A” l’incidente.
-Cosa?!- a parlare era stata Troian. Ashley ci porse il suo cellulare e io aprii i messaggi: il primo veniva da un numero privato, e recitava:
 
La prossima volta finisce in un sacco per cadaveri, sono stato buono
-A
 
Subito esclamai:
-Non preoccuparti Ashley! Non succederà mai!
-“A” non scherza Shay… io non voglio che faccia del male a mia sorella!
-Non lo farà Ash.
-Chi te lo ha detto?!- non risposi e l’abbracciai tentando di darle conforto. Le mi tenne stretta, e ci staccammo solo dopo un po’. 
-Qualsiasi cosa succeda io sarò sempre con te.
-Grazie Shay.- singhiozzò Ashley, e io le sorrisi. In quel momento Troian ci interruppe.
-Io vi dovevo dire una cosa… ma visto che…
-Vai pure.- acconsentì Ash, e Troian sfoderò un sorrisetto sarcastico, poi con un tono di voce fingi-eccitato brontolò:
-Indovinate un po’? Oggi Marlene ci vuole portare al Comic Con di Filadelfia!
 
---
 
Avevamo concordato che ne avremmo potuto parlar meglio davanti a un caffè caldo.
In effetti decidere il da farsi è stato molto più facile nella sala ristorante con una bella colazione sul tavolo, anche se nessuna alla fine prese il caffè. 
-Pensate di andarci?- domandò Troian, e Ashley intervenne sorseggiando una cioccolata calda fumante e profumata:
-Secondo me dovremmo parlarne con Lucy.
-Si, ma Lucy dov’è?- chiesi spazientita.
-Ieri era rimasta ad aspettare Andrew, non so cosa ha fatto! Non è nemmeno tornata in camera a dormire!- spiegò Troian, e diede un morso a una ciambellina ricoperta di glassa rosa. 
-Intanto decidiamo noi cosa fare.- propose Ash, e tutte fummo d’accordo.
-Facciamo a votazione.- continuò la bionda, poi si riavviò i capelli e chiese:
-Chi è a favore di andare?- nessuna delle tre alzò la mano.
-Chi è sfavore di andare?- di nuovo nessuna alzò la mano.
-Allora chi si astiene?- tutte e tre alzammo la mano ed Ashley scoppiò a ridere:
-Cominciamo bene.- le diedi un leggero pizzicotto sul braccio, e le sorrisi:
-Qualcuno ha riacquistato il buon umore!- lei annuì:
-Mia sorella mi ha mandato un messaggio: oltre la gamba lei sta bene!
-Sono contenta Ash!- esclamai seguita da Troian.
-Torniamo al Comic Con… che si fa?
-Io propongo di andare.- una voce alle mie spalle mi fece sussultare. Mi voltai e vidi Janel che, vestita di tutto punto, ci fissava con superiorità. 
-Come hai detto?
-Ho detto che secondo me dovremmo andare al Comic Con!
-Chi ti ha interpellata?- ringhiò Troian e io le mollai un calcio sotto i tavolo. Janel si accigliò:
-Perché questo bad mood oggi, Bellisario? Ti si è frantumata la cipria?
-Ci vediamo al Comic Con Janel.- disse frettolosamente Ashley e si alzò di scatto prendendo la mano di Troian con veemenza e facendo segno a entrambe di seguirla. 
Una volta in camera la bionda si passò una mano tra i lunghi capelli chiari, poi alzò gli occhi al cielo e sospirò:
-Prego…
-Quindi andremo al Comic Con?
-Chi ti ha detto che noi volevamo andare?
-Non dovevamo decidere insieme?
-Dovremmo parlarne con Lucy!- io e Troian sommergemmo Ashley di domande.
-Ho usato la scusa più veloce! Sono riuscita a portarvi fuori di lì prima che Troian prendesse a calci la stronza lì davanti a tutti.- disse Ashley, e Troian strinse i pugni.
-Ti giuro che la prossima volta non ci sarà Ashley a salvare la situazione… quella la prendo a calci in…
-Ehi ehi ehi… Troian che ti ha fatto Janel?
-Non me la racconta giusta questa zoccola.- confusa guardai Ashley e lei alzò le spalle stranita quanto me dall’aggressività di Troian. Prima che potessimo commentare l’accaduto, già la nostra amica aveva cambiato argomento.
-Ma anche se decidessimo di andare al Comic Con… saremmo solo noi e Janel del cast di Pll? I ragazzi che faranno? E Lucy?
-Ian non andrà, non è tipo da Comic Con- affermai io decisa.
-Keegan ci sarà, mi ha inviato un messaggio proprio ora.- annunciò Ash, e Troian le chiese:
-Tyler dov’è?
-è a Los Angeles a passare un po’ di tempo con degli amici.
-Digli di tornare.
-Scherzi Troi? Si starà divertendo, non posso chiamarlo e dirgli “senti TyTy, sto che stai passando un week-end stupendo con i tuoi fantastici amici, ma interrompi subito il divertimento e vieni qui per partecipare a un noioso Comic Con.”- si giustificò la bionda, e Troian fu costretta ad ammettere:
-No, in effetti non puoi…- Ashley sparì un attimo nella cabina armadio della suite, e ricomparve con una minigonna nera di pelle, una camicetta bianca e una giacca (lo so che detto così sembra una cosa oscena ahahaha ma è come si è vestita Ash nell’ultimo Comic Con e non riesco a descriverlo bene, ma in realtà era un outfit stupendo!) e, con un sorrisetto, esclamò:
-Io indosso questo! Voi che mettete per il Comic Con?
-“Ashley The Queen” ha deciso che si va?- scherzai io e lei annuì:
-Ci puoi contare Buttah.
 
---
 
-Che noia!- brontolò Ash.
-Non dovevamo venire al Comic Con! Chi è stato ad avere questa idea stupida di andare?!- cominciò Ashley, e io e Troian esclamammo in coro:
-Tu!- la bionda sbuffò sistemandosi la gonna.
-Giusto…
Eravamo sedute dietro il bancone del Comic Con riservato alla nostra serie, e aspettavamo che il presentatore ci intervistasse. Il siparietto che ci separava dal pubblico era chiuso, e prima si aprirlo ci sarebbero dovute essere le presentazioni. Il problema era che avevamo promesso ai fan che ci saremmo state tutte e quattro, ma Lucy mancava.
-Niente notizie di “A”?- chiesi speranzosa.
-No.- rispose Ashley accennando un sorriso, Troian appoggiò la guancia sul tavolo, mormorando:
-Meglio così.
-Ma Lucy sa del Comic Con? 
-Non credo, comincio a preoccuparmi. Se entro un paio d’ora non abbiamo ancora notizie di lei chiamo la polizia.- annunciai, poi mi voltai leggermente e vidi che Ashley aveva preso per un braccio un ragazzo con la maglietta dello staff del Comic Con, e lo teneva saldo. Lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò:
-Si?- chiese scocciato, ed Ashley cominciò:
-Mi puoi portare un bicchiere d’acqua?- il ragazzo, sempre con quell’aria infastidita, rispose con nonchalance senza scomporsi:
-No.- Ashley aggrottò la fronte:
-Non ti pagano per questo?- il ragazzo alzò nuovamente gli occhi al cielo.
-Si.- rispose seccato senza muoversi, ma il suo “si”, suonò più come un “si, e quindi?”. Anche Ashley doveva averlo capito, perché rispose:
-Come “e quindi”? Ti  pagano per questo, quindi devi andare.
-Io infatti non ho detto “e quindi”… vabbè vado a prenderla. Torno tra un attimo bambinelle viziate, io alla vostra età l’acqua la andavo a prendere nei pozzi con il secchio sulla testa.- Troian disse confusa:
-Ma tu hai la nostra età!- prima che lui potesse rispondere, Ashley chiese corrugando la fronte:
-Perché di dove sei?- sempre con quell’aria annoiata lui dichiarò:
-New York.- e poi sparì dietro le quinte.
-Tu dici che me la porta l’acqua?- chiese Ashley, e io alzai le spalle.
-Manca poco all’inizio del Comic Con, e ancora Keegan e Janel non sono arrivati.
-Tu ti preoccupi di Keegan e Janel? Loro almeno arriveranno! Sanno del CC! Invece Lucy non sa nemmeno che siamo qui, e noi abbiamo promesso ai fan che ci sarebbe stata! Siamo proprio nella merda ragazze.- si lamentò Ashley.
-La finezza di Ashley nel parlare, ragazzi!- scherzò Troian alludendo alla parolaccia che Ash aveva messo nella frase.
In quel momento in ragazzo dello staff fece sbucare la testa dall’apertura tra le tende della quinte.
-Anche voi volete da bere?- io e Troian annuimmo. Il ragazzo ricomparve poco dopo con in mano dei bicchieri stracolmi di un liquido rosso. Attaccati al vetro dei bicchieri c’erano delle targhette con i nostri nomi.
-Niente acqua. A vostro nome erano stati prenotati questi bicchieri di succo di pomodoro.- li poggiò sul bancone e scomparve. Lanciai un’occhiata dubbiosa al liquido, che lanciava dei bagliori sinistri. Un odore acre mi punse il naso, ma prima che potessi realizzare, Ashley aveva già infilato il dito nel bicchiere. Quando lo estrasse, sulla pelle era rimasto del rosso appiccicoso, e appena Ashley se lo portò al naso, fece un salto indietro dallo spavento rischiando di ribaltarsi con la sedia. 
-Non è succo di pomodoro ragazze…- sussurrò sconvolta ripulendosi l’indice con un fazzoletto. Troian si avvicinò il bicchiere al naso e inspirò profondemente. Arricciò il naso e trattenne a stento un conato di vomito.
-E sangue!- piagnucolai tormentandomi una ciocca di capelli con il dito. 
Il nostri cellulari squillarono all'unisono, sullo schermo si leggeva:


Indovina indivinello di chi è questo sangue? Tremate stronzette, siete nelle mie mani.
-A





"Tra due minuti avrà inizio il Comic Con di Filadelfia! Prepararvi a incontrare le nostre ragazze di Pretty Little Liars! I sipari si apriranno tra due minuti."


-È ora cosa facciamo?!- chiese Ashley rossa in viso, sventolandosi il viso con le mani.
-Siamo nella merda ragazze!- strillò Troian a voce un po' troppo alta. 
-Dove mettiamo questi bicchieri?!- chiesi guardando quello strano liquido rosso, a mio avviso inequivocabile. 
-Capiranno tutti che è sangue!
"Trenta secondi all'inizio del Comic Con" 
Ashley con uno scatto fulmineo prese il suo bicchiere e lo mise a terra ai suoi piedi, sotto il bancone.
-Li vedranno se li mettiamo lì!- esclamai, ma Ash scosse la testa decisa.
-C'è un telo che che pende dal bordo del bancone, i fan non vedono i nostri piedi!- velocemente io e Troian prendemmo i nostri bicchieri e li mettemmo a terra. Guardai Ashley e il cuore mi mancò un battito.
-Ash...
-Si?
-Ti sei macchiata la camicia con il sangue dei bicchieri.- balbettai e la vidi sbiancare. Sulla manica della sua camicia bianca c'era una macchia rossa molto visibile. Bianca come un cencio la bionda mi guardò implorante e terrorizzata. 
-E ora come faccio?!- sul suo viso potevo leggere il panico, così tentai di aiutarla:
-Tieni sempre il braccio basso, sotto il bancone!
-Hai ragione...
All'improvviso le casse si accesero con un sibilo, e una voce rimbombò forte:
"sta iniziando il Comic  Con di Filadelfia. Avremo occasione di intervistare e conoscere le attrici che interpretano le quattro bugiarde più amate della TV mondiale. Quindi chiamiamo qui fuori: TROIAN BELLISARIO! "
Appena sentii il nome di Troian, corrugai la fronte. Un uomo dello staff mi sussurrò all'orecchio:
-Dovete andare dietro il sipario, per la presentazione.- immediatamente il mio pensiero andò ad Ashley, mentre mi alzavo le sussurrai:
-Tranquilla Ash, tieni sempre il braccio dietro la schiena.- lei annuì con gli occhi spalancati. 
Troian si mise in piedi e raggiunse il presentatore dietro il sipario. Non appena la nostra amica sparì dalla nostra visuale, udimmo l'ovazione del pubblico.
"ASHLEY BENSON" 
Ashley si alzò e la vidi camminare verso le quinte. Le tremavano le gambe, e la cosa era accentuata ancora di più dalle scarpe con il tacco dodici a spillo che aveva deciso di indossare. Nuovamente appena raggiunse il presentatore, udii un'ovazione ancora più forte della prima.
"SHAY MITCHELL" 
Mi alzai e, mentre raggiungevo le mie amiche, pensavo solo a Lucy. Non appena avessero detto il suo nome e lei non si sarebbe presentata cosa sarebbe successo?!
Scostai la tenda con il braccio e affacciai la testa. Troian era in piedi e sorrideva al pubblico felice. Ashley rideva e faceva battute facendo ridere le almeno duemila persone che c'erano, mentre si teneva il braccio dietro la schiena. Il pubblico mi applaudì, poi il presentatore gridò nel microfono:
"LUCY HALE!" 
Io e le mie amiche ci guardammo sconvolte, mentre il pubblico batteva le mani. 
Infastidito il presentatore ripeté:
"LUCY HALE!" 
Io intanto stavo decidendo se fosse meglio parlare e dirlo a tutti che Lucy non c'era. Il pubblico comincio a incitare in coro:
-Lucy! Lucy! Lucy!- ovviamente lei non comparve e la sala si riempii di mormorii. 
-LUCY HALE!" 
Mi schiarii la voce:
-Veramente...- cominciai, quando una figura minuta sbucò correndo da dietro il sipario. Lucy era in piedi davanti a noi e sorrideva al pubblico. Rossa e sudata, cominciò trafelata:
-Scusate il ritardo, ero andata a fare la pipì!- i fan risero e lei li seguì. Sollevata le rivolsi un'occhiataccia, alla quale lei rispose facendomi l'occhiolino. 
-Potete tornare al bancone ragazze, ora apriremo questo sipario!
Mi scostai il microfono che avevo attaccato alla guancia, e sussurrai all'orecchio di Ash:
-Yuppi! 


---


Venti minuti dopo io e le mie amiche eravamo (ancora) riuscite a sopravvivere alle domande indiscrete del presentatore. 
Di Keegan e Janel nessuna traccia. 
-Shay potresti parlarci dell'esperienza provata con Pretty Little Liars di baciare le ragazze?- arrossii e iniziai:
-Beh, certamente baciare le ragazze è stata un'esperienza nuova... Mai provata... Non erano baci veri, ma è stato anche divertente. Mi sono divertita soprattutto con Bianca (Maya), non riuscivamo quasi a girare dalle risate quando dovevamo flirtare. Più o meno come mi succede con Ash in tutte le scene.
-Questa esperienza ti ha aiutata a capire qualcosa di te?
-Quella di baciare le ragazze?- chiesi.
-Si.
-Ah... Beh, credo di sì... Ma non nel senso che credete voi. Beh, ancora sto cercando di capirlo io in quale senso.- Risi seguita dal pubblico sperando che il presentatore la chiudesse lì. Grazie al cielo fu così.
-Allora Ashley...- cominciò lui e la bionda gli sorrise. 
-Quindi è vero che quasi tu e Shay non riuscite a girare le scene insieme dalle risate?
-Ahaha si, regolarmente Marlene ci minaccia di buttarci fuori dal set, di sostituirci, ma regolarmente non lo fa. Si è talmente affezionata noi, che possiamo permetterci di tutto. 
-Che carine! Comunque ora arriviamo alla domanda che tutti i ragazzi e soprattutto le ragazze qui presenti vogliono sentire: com'è baciare Tyler Blackburn?
-Seriamente mi state chiedendo questo?- scherzò lei, e io pubblico esclamò in coro un "si". Il presentatore disse:
-Allo scorso Comic Con lui ha risposto che baciare te è bello e dolce come mangiare il proprio dessert preferito [fonte ufficiale.] Per te è lo stesso?- Ashley arrossì e cominciò:
-Beh, credo di sì... Lui è dolcissimo e quelle Haleb sono le mie scene preferite....- un ovazione potente fece tremare il bancone. 
In quel momento qualcuno coprì gli occhi ad Ash con le mani da dietro. Lei saltò in aria dallo spavento e poi si girò:
-Vaffanculo Tyler.- rise lei con una mano sul cuore che le batteva a mille. Poi si alzò e lo abbracciò. Lui la strinse forte, mentre i fan Haleb vociavano emozionati. Sempre stando abbracciati, Ashley gli disse all'orecchio:
-Che ci fai qui Ty?
-Volevo vedere che rispondevi alla domanda, piccola.
 Al "piccola" ci fu un boato, e Ash sussurrò:
-Lo sai che hai il microfono e ti sentono tutti?
-Lo sai che lo hai anche tu vero?- sorrise lui e lei strabuzzò gli occhi imbarazzata, per poi stringersi meglio a Ty. Quando cambiò posizione, la bionda lasciò scoperta la macchia di sangue sulla camicia. Essa si era allargata notevolmente, e improvvisamente ci fu silenzio in sala. Appena capì cosa era successo, si staccò immediatamente da Tyler, e cominciò con la voce che le tremava.
-Mi sono ferita poco fa. Non è niente.-Tyler sorrise:
-Come hai fatto?
-Con le forbici, ma sto bene.- balbettò e il presentatore doveva aver capito che c'era qualcosa che non andava, perché prese in mano la situazione:
-Facciamo partire il video!- accese il proiettore, mentre Ashley spegneva il microfonino e spiegava velocemente la situazione a Tyler. Lui annuì grave e poi si sedette sulla sedia di Ash invitandola a mettersi sulle sue ginocchia. Quando Ash si sedette sul ragazzo, ci fu l'ennesimo boato, che però durò poco, perché in pochi secondi partì un video. 
Il video era composto dai più bei momenti della sesta stagione, e il pubblico guardava attento. Mi appoggiai comoda sullo schienale della sedia e presi in mano il cellulare. Nessun messaggio, a maggior ragione da "A". 
Era strano che il basterdello ancora non aveva mandato all'aria il Comic Con. 
Lanciai un'occhiata fugace si bicchieri di sangue che c'erano ai nostri piedi. All'improvviso cominciai a sentire freddo, e mi misi la giacca di Ashley sulle spalle. Una musica assordante tutto a un tratto uscì violenta dalle casse e, sullo schermo, apparve una foto di Sasha con le corna e gli occhi rossi, torreggiava la scritta:


THE BITCH IS GONE


La stronza è scomparsa.
Scoppiò il finimondo. Mortaretti e petardi esplosero tra il pubblico, gente che urlava e inveiva contro lo schermo gridando il nome di Sasha. Alzai lo sguardo e vidi che "A" si stagliava davanti al cancello dell'entrata. Con i pugni guantati stretti, si ergeva dritto tra il fumo. Mi alzai di scatto:
-Dobbiamo andare subito.- presi per il braccio Ashley e feci per seguire Troian che già si era alzata. Per sbaglio, mentre mi alzavo, urtai con il piede qualcosa sotto il tavolo, ma non realizzai subito cosa fosse. Sentii gridare:
-Ma quello è sangue?
Solo allora capii che con un calcio avevo rovesciato i bicchieri e che tutto il sangue stava scolando giù dal palco. 
Eravamo rovinate.

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Capitolo 22
*** Pre-party ***


 
Angolo autrice
Visto che ho pensato che il capitolo sarebbe venuto troppo lungo… ho deciso di fare prima la continuazione del precedente, e poi quello di halloween (per altro con il poco tempo che ho avuto non arebbe venuto bello come avrei  voluto). Quindi perdonatemi per stavolta perché sono stata molto impegnata… ed è stata anche la settimana del mio compleanno. Vi prometto che il capitolone di Halloween, che pubblicherò dopo, sarà una bomba.
KeepAsecret_
-A
 
Continuazione capitolo precedente…
 
Lucy’s pov
 
-Mio Dio, non posso credere a quello che è appena successo…- mormorai a denti stretti una volta entrata nella macchina di Shay con i miei amici. Troian prese posto accanto a me, poi disse:
-“A” sta volta ha proprio superato il limite. Siamo rovinate! Durante la parte del Comic Con dedicata alla nostra serie, cominciano a scoppiare petardi, fumo e compaiono sullo schermo delle frasi sarcastiche riferite alla scomparsa di Sasha!
-C’è qualcosa che dovete sapere…- cominciò Shay con un filo di voce guardando in basso. Contemporaneamente io, Ashley e Troian esclamammo:
-Cosa?!- Shay sollevò appena lo sguardo e sussurrò:
-Per sbaglio ho rovesciato con il piede i bicchieri con il sangue…- deglutì prima di continuare.
-La gente si è girata… e ha visto.
-Come hai potuto farlo?!- strillò Troi rossa in viso, ma Ashley la interruppe abbandonandosi sullo schienale del sedile:
-Non l’ha fatto apposta Troian… e poi ormai è successo.
-Che è fatta saggia la mia Ash.- cantilenò Tyler mentre apriva lo sportello della macchina per entrare dopo essere andato a comprare qualcosa da mangiare. Mi porse un sacchetto e io ci infilai la mano estraendo una patatina fritta.
Mentre dava un morso al suo panino, Ashley disse:
-Credevo che non venissi, Lucy…- evitai il suo sguardo lasciando a mezz’aria la patatina. Lei ripeté la frase. Speravo che non sarei stata costretta a dire la verità su quanto accaduto, ma non riuscivo a mentire a quegli occhioni blu che mi fissavano.
Girai intorno a ciò che non volevo che sapessero.
-Sono andata sul set.- la bionda sospirò:
-Eri sola?- annuii nervosamente, ma Ash scosse la testa.
-Stai mentendo.
-Come scusa?!- per poco non mi strozzai con la patatina che stavo mangiando.
-Capisco quando menti. Chi hai visto sul set?
-Uhm… ho visto Keegan.- Shay staccò con un morso la testa a un omino di pan di zenzero. Poi iniziò:
-Non stai mentendo, ma non stai nemmeno dicendo tutta la verità.- come facevano?! Mi conoscevano meglio di quanto pensassi.
-C’era anche Lisa.- ammisi, ma fu la volta di Troian:
-Lisa, Keegan e…?- strabuzzai gli occhi:
-Come fate a capire che mento o che ometto dei dettagli?!- le mie amiche scoppiarono a ridere  ed esclamarono in coro:
-Non lo saprai mai!- sbuffai, poi guardai fuori dal finestrino e sussurrai con la bocca impastata:
-C’eraancheAndrew.
-Come?
-C’eraancheAndrewestavarubandoiltelefonodiA
-Non capisco che dici Lucy.- tirai un profondo sospiro.
-C’era Andrew, e stava tentando di rubare il telefono di “A” dalla nostra stanza.- appena finii di parlare, mi resi conto di ciò che avevo detto, mi tappai la bocca con la mano, e mi affrettai a correggermi.
-Non lo stava rubando… io credevo che lo stava rubando! Poi lui ha spiegato tutto! Era stato un malinteso. Lui lo stava solo guardando. Mi ha spiegato davvero tutto. Non è come pensate voi.
-A parola tue, Lucy.- scherzò Ashley, poi si fece seria.
-Nonostante tu ti sia spiegata come un libro chiuso, io ho capito. Ma sei sicura che non lo stesse rubando?
-Sicurissima, voleva solo metterlo al sicuro.
-Era agitato quando lo hai beccato?- chiese Troian.
-Non l’ho beccato, l’ho solo visto.- sapevo che non dovevo dire niente alle mie amiche…
-Ragazze guardate un po’.- a parlare era stata Shay, che fissava lo schermo del suo Iphone con uno sguardo preoccupato. Ci chinammo tutte su di lei, cercando di leggere ciò che ci indicava. La prima pagina del giornale online di Filadelfia presentava una nostra foto, con sotto l’arena del Comic Con abbandonata. Il titolo di testa:
 
Pandemonio durante Comic Con di Pretty Little Liars
Petardi, mortaretti e insulti al Comic Con di Pll. Gli haters iniziano cominciano le teorie.
Le quattro belle bugiarde cominciano a confondere set e realtà?
Si parla di una cancellazione della serie.
 
-Non si parla di nessuna cancellazione. Marlene non può averlo detto.- affermò Ashley.
-Oppure si… credi che l’abbia saputo?
-Certo che l’ha saputo. Siamo su tutti i giornali!- strillai sollevata di aver accantonato l’argomento di Andrew, ma agitata per la discussione.
-Marlene non ci farebbe mai questo…- a parlare era stata Ashley che, con la voce rotta, mormorava frasi scollegate come:
-Non cancellerebbe la serie senza dircelo… Non lo farebbe. Marlene non lo farebbe.
-Ashley non preoccuparti.- Tyler le poggiò una mano sulla spalla. Shay sollevò il telefono sopra la testa, in telecamera interna. Ci mimò con le labbra:
-è una diretta!- Una diretta? Perché Shay voleva fare una diretta su facebook? Non potei chiedere nulla perché il dito della mia amica era passato sul “Start video”. 100…1500…2700…5000…9870…11870…15000…50000….80439… il numero della gente che partecipava alla diretta e ci vedeva in quel momento, saliva di secondo in secondo.
-Allora ragazzi!- cominciò Shay.
-Sappiamo che oggi è successo un po’ un… pandemonio… ma era solo uno scherzo. Il sangue, i petardi, l’atmosfera inquietante… erano solo componenti di uno scherzo di Halloween da noi organizzato, solo per voi!- nell’area “commenti” cominciavano a comparire scritte del genere “Ecco appunto, sapevo che era inutile preoccuparsi…”, “infatti mi sono divertita”, “siete delle burlone ahahah”, accanto a chi, fregandosene di ciò che Shay diceva, scriveva: “Per favore mi saluteresti?” “Puoi dire il mio nome?”.
All’inizio l’azione di Shay mi era sembrata un po’ avventata, ma ora la trovavo geniale e di successo. Mentre la mia amica continuava a motivare, con un sorrisone, il “grande scherzo” che avevamo fatto, io presi un nome a caso da quelli che scrivevano “Salutami”, e poi dissi rivolta alla telecamera:
-Ciao Dorothy Gold.- l’invasione dell’area “commenti” da faccine sconvolte e ringraziamenti, mi fecero sorridere facendomi rendere conto di aver fatto felice una ragazzina.
Cinque minuti dopo, Shay abbassò il telefono e, dopo aver stoppato la diretta, sussurrò sollevata:
-E questa è andata!-mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo.
-Shay sei geniale.- lei non rispose e si abbandonò sul sedile.
-Ora dobbiamo dirlo a Marlene…- cominciò Ashley cauta.
-Auguraci buona fortuna.- dissi a Tyler.
 
---
Quando Shay parcheggiò l’auto nel parcheggio dell’albergo, mi augurai vigliaccamente che Marlene non ci fosse. La sua roba che però si intravedeva dalla vetrata sul divano, lasciava a morire le mie speranze.
Quando varcammo la soglia della hall io deglutii, Marlene era di spalle con le cuffiette e non sembrava essersi accorta della nostra presenza. 
Le picchiettai con l’indice sulla spalla destra, e lei si girò. Trattenni il respiro ma, a discapito delle mie previsioni, Marlene mi sorrise. Si sfilò le cuffiette e mi abbracciò:
-Buongiorno ragazzi.
-Senti Marlene, noi ti possiamo spiegare tutto…- la produttrice interruppe Shay con un gesto della mano, poi circondò con un braccio le spalle della mia amica. Sospirando beata, Marlene cominciò:
-Non dovete spiegarmi niente… Shay, hai gestito egregiamente la situazione! L’idea della diretta… l’idea di dire che era uno scherzo… dei colpi di genio! Pll non chiuderà mai i battenti.
-Ehm…- corrugai la fronte e guardai le mie amiche: l’atteggiamento ottimista di Marlene mi aveva spiazzato. Marlene doveva averlo capito, perché sospirò:
-Mi avete detto di fare come se niente fosse? Che sia così: ho dato una festa di Halloween per domani. Contente?
 
---
 
-Rilassati Lucy, stai andando in iperventilazione!- ero nella nostra stanza con le mie amiche, distesa sul letto tra le braccia di Ashley. La bionda tentava di calmarmi, ma io stavo andando proprio fuori di testa.
-Come ha potuto Marlene?! Con “fai finta di niente”, intendevamo di non cancellare la serie, o non prendere decisioni avventate! Non certamente di organizzare una mega festa affittando la casa abbandonata!
-Non ci voleva altro che un modo per farci notare ancora di più e per farci finire nuovamente in prima pagina su tutti i giornali.
-Ragazze frenate… io sto ancora realizzando.- brontolò Troian attonita.
-Un po’ lenta a realizzare, Troi… eh? Non è così difficile: Marl ha affittato l’enorme casa abbandonata, l’ha addobbata di mille effetti speciali realistici che ha acquistato con i big money che ha… e ha organizzato una mega festa con invitati tutti quelli che vogliono venire. Questa cosa finirà male… io lo so…
-“A”, o non “A”, io lì non ci entro.
-Non avrai mica paura Shay?- la punzecchiai io, e lei mi rifilò una gomitata.
-Certo che no…
-Si che hai paura...
-No che non ne ho… o forse potrebbe darsi che io abbia paura.
-Non preoccuparti Shan, ti tengo la manina.- la canzonò Troian. Shay le fece una linguaccia, poi si guardò intorno sospettosa mormorando:
-Ragazze a parte lo scherzo… io sono una che con gli scherzi belli, quelli spaventosi, se la fa sotto. Ci sono questi, vero?- schietta Ashley esclamò:
-Marlene ne ha riempito la casa.
-Dobbiamo travestirci?
-Ovvio.
-Che “attrazioni” ci saranno?
-Marlene vuole che sia una sorpresa, ci ha voluto dire solamente che ci sarà la stanza della paura e la sala degli specchi. Tutto al buio, o meglio con le luci che tremolano.
-Chi sarà invitato?
-La casa è enorme, tutti quelli che vorranno venire.
-Oh mio Dio! Quindi saremo invase dai fan?!
-No, solo amici e vip. Marlene si occuperà di questo personalmente, ha detto. Bloccherà le ondate di fan.
-Ma tu come fai a sapere tutte queste cose in più di noi sulla festa?- chiesi spazientita a Shay che, chi sa come, rispondeva come una saccentella a ogni domanda.
-Perché vi ricordo che, appena Marl ha finito di raccontarci la “notiziona”, voi siete scappate di sopra lasciandomi da sola con lei come una cavia. Quindi mi ha raccontato un po’ di cose in più.
-Ma domani ci saranno i ragazzi?
-Tyler verrà, anche Ian e credo Andrew… mentre Keegan mancherà.- annunciai.
-Janel, purtroppo, ci sarà.- aggiunse con un sospiro Troian.
-Ci puoi dire cosa è successo tra te e Janel?- Troian scosse la testa infastidita:
-Niente!- esclamò, ma io capii che stava mentendo.
-Ho capito, quando sarai pronta ce lo dirai.- mormorò Ashley come chi non ammette repliche, tanto che Troian non ebbe nemmeno la forza di continuare a negare.
-Da cosa vi travestite?- chiesi maliziosa saltando in ginocchio sul letto, e abbracciando un cuscino.
-Sarà una sorpresa.- disse Ashley passandosi un dito davanti alle labbra.
-Come alla festa di Selena… tu vuoi sempre il mistero e la sorpresa.- Mi lamentai io.
-Che ci vuoi fare, sono fatta così. Chi è d’accordo che il travestimento di ognuna di noi deve essere una sorpresa per le altre?- chiese la bionda, e Troian e Shay alzarono la mano seguite dalla stessa Ash. Rassegnata all’essere in minoranza, sollevai il braccio anche io.
-Dite verità… nessuna di voi ha idea di cosa mettersi, vero?- tutte distolsero lo sguardo imbarazzate, ammettendo che avevo ragione.
 
---
 
-Non potevamo limitarci alla “tanto amata festa”? Pure la stanza dobbiamo addobbare?- brontolai, ma le mie amiche era proprio eccitate. Come si poteva leggere sulle identiche magliette che indossavano, “quelle ragazze amano Halloween”. Emozionate e felici come della bambine, intagliavano zucche, attaccavano adesivi e mettevano striscioni.
-Lucy, mi aiuti con questo pipistrello?- mi chiamò Ashley gesticolando da in cima a una scala, con un pipistrello finto in mano. Sbuffando mi sollevai dal letto e le porsi un pezzo di scotch trasparente:
-Prova ad attaccarlo con questo.
-Già provato. È troppo pesante per lo scotch. Mi passi quel filo?
-Quello nero?- lei annuì e io le porsi un gomitolo di finte ragnatele nere.
-Perché non hai completamente spirito di Halloween, Lucy?
-Non sono dell’umore.- risposi, e se pensavo che avrebbero interrotto i loro preparativi per chiedermi cosa ci fosse che non andasse, mi sbagliavo.
-Ok.- risposero senza distogliere gli occhi da quelli oggetti disgustosi di cui stavano riempendo la stanza. Shay mi avvicinò un barattolo pieno di bulbi oculari:
-Vuoi?- offrì lei infilandosene uno in bocca e masticandolo con gusto. Uscii la lingua disgustata, e lei alzò gli occhi al cielo.
-Non sono veri occhi Lucy! Per l’amor di Dio, sono caramelle alla menta!- odorai il barattolo e in effetti sapeva di canditi. Cercando di non far caso alla loro rivoltante forma, assaggiai quelle strane caramelle. Erano piuttosto buone: forse quell’Halloween non sarebbe stato così terribile.
-Cosa stai tentando di fare Troi?- chiese Ashley confusa da in cima alla scala, guardando Troian che provava ad attaccare con difficoltà della carta velina arancione alle lampade:
-La luce arancione renderà l’atmosfera più Halloweenesca!- rispose la bruna tenendo un pezzo di scotch tra i denti.
-A proposito… potresti aiutarmi?- chiese Troian, ed Ashley annuì. La bionda calcolò la traiettoria con il letto, e si buttò su di esso dall’ultimo gradino della scala. Rimbalzò arrivando vicino a Troian:
-Fighissimo!- fu questo il commento di Ash riguardo il morbido atterraggio.
-Sembrate delle bambine delle elementari che stanno per scartare i regali di Natale…- brontolai mentre mi staccavo della gelatina nera dai capelli: avevano attaccato quella robaccia ovunque!
-Lucy?- mi sentii chiamare da dietro di me, mi girai e saltai in aria: una faccia da diavolo mi fissava maligna. Dietro di essa sentii una risatina e Shay si tolse la maschera rossa.
-Te l’ho fatta!- mi canzonò lei e io le feci il terzo dito ancora con il battito a mille.
-Ti va di aiutarmi con le ragnatele finte?- chiese la filippina. Notai che aveva delle strisce di sangue finto sul viso e che stringeva ancora il tubetto nella mano destra. Rifiutai, così lei sospirò:
-Beh, farò da sola.- mi guardai intorno: Shay era sistemata in un angolo e attaccava delle appiccicose ragnatele finte di silicone sulle pareti, mentre Ashley e Troian tentavano, impacciate, di attaccare una bambola a forma di strega sul muro, con la colla a caldo.
-Vai un po’ più in là Troi…
-Così?
-Ahia!- strillò Ashley succhiandosi il pollice ustionato su cui Troian aveva messo per sbaglio la colla a caldo.
-Scusa…- piagnucolò l’altra. Appena finalmente riuscirono ad attaccarla e la colla si fu asciugata, Ash fece per allontanarsi dalla parate, quando lanciò un gridolino portandosi una mano alla testa.
-Non ci credo! Chi cretine!- esclamai io notando che una ciocca dei capelli di Ashley era rimasta inglobata nella colla liquida ormai solidificata.
-Scusa Ash! I tuoi capelli sono così chiari che non li avevo visti.- rise Troian, e anche io scoppiai a ridere. Ashley divenne rossa in viso e, tenendo con una mano la ciocca bionda tesa che la inchiodava al muro, strillò:
-Sei un’incapace!- Troian incrociò le braccia imbronciata, ed esclamò:
-Non ti permettere di darmi dell’incapace. Tu mi hai detto di aiutarti.
-Certo ma non pensavo che tu mi avresti attaccato i capelli al muro!- mentre quello due litigavano, una Shay ignara continuava il suo lavoretto con gli auricolari nelle orecchie.
-Vado in bagno.- esclamai, e mi avviai verso la stanzetta. Appena varcai la porta, prima che potessi accendere la luce, vidi mille lucine arancioni che illuminavano il bagno: scherzi delle mie amiche. Accesi il lampadario e una luce chiara illuminò la stanza. Raggiunsi il water e sollevai il coperchio: il gabinetto era pieno di un liquido rosso, e tutta la tavoletta era macchiata dello stesso. Sbuffando ci passai un dito sopra e gridai sarcastica:
-Molto divertente Ash.- in pochi secondi la bionda mi raggiunse. Aveva una ciocca di capelli più corta delle altre. Aggrottò la fronte e mi si avvicinò confusa. Con un filo di voce sussurrò:
-Lucy guarda che questo non l’ho fatto io…- erano accorse pure le mie amiche, ed erano tutte confuse quasi quanto me. Mi portai terrorizzata un dito al naso: odorava di ferro e ruggine. In quel momento i nostri cellulari squillarono all’unisono:
 
Trick or treat
Smell my feet
Give me
Something good to eat
Buon Halloween stronzette
-A

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Capitolo 23
*** Halloween pArty ***


-Non lo fare! Si può risolvere tutto!- gridò Shay.
-NO!!!- strillai.
-Oh mio Dio…
-No, cazzo no.
-Lucy no!- Shay si gettò in ginocchio piangendo e gridando, mentre le lacrime cominciavano a scorrermi lungo il viso gridai:
-Lucy!
 
16 ORE PRIMA
 
Troian’s pov

 

-Troian?- mi sentii chiamare debolmente mentre dormivo. Ignorai la voce, convinta di sognare quel rumore fastidioso.
-Troi?- mamma mia che insistenza! Socchiusi gli occhi, ma mi pentii subito di averlo fatto perché una luce bianca intensa mi accecò. Sbattei le palpebre tentando di afferrare qualcosa di indefinito di fronte a me. Capelli. Ecco cosa erano.
-Cavolo Troian, apri quegli stupidi occhi!- mi misi una mano a conca sulla fronte per ripararmi dal sole che filtrava dalla finestra, poi aprii gli occhi. Tre maschere rosse erano chine su di me e canticchiavano.
-Buon Halloween dormigliona.
-Vedo che Lucy ha riacquistato un po’ di spirito Halloweenesco!- fu la prima cosa che dissi, e la figura al centro si tolse la maschera sorridendo:
-Non l’ho mai perso.- si lamentò imbronciata facendosi cadere a peso morto accanto a me sul letto.
-Oggi cosa succederà Troian?- strillò eccitata Ash sfilandosi la maschera e agitando i pugni felice come una bimba. Io riflettei un attimo, e appena mi resi conto di che giorno fosse, una scarica di adrenalina mi attraversò da capo a piedi. Tentando di frenarla per non mettermi a sclerare, mormorai fingendomi calma:
-Il giorno della festa!
-Esattus.- rispose Shay masticando.
-Che mangi pacchiona?- domandai sentendo la pancia brontolare dalla fame.
-Residui dei bulbi oculari alla menta di ieri…- rispose, e io allungai la mano:
-Offri.- lei allontanò il barattolo dal mio braccio, poi spiegò:
-Prima scendiamo a fare colazione Troi.
-Va bene.
-A che ora è la festa?- chiesi sbadigliando, ed Ashley sbuffò:
-Alle 22:00, ma Marlene ha detto che dobbiamo essere pronte prima.
-Prima quanto?
-Circa 2/3 ore…
-Quella donna è paranoica.- affermai alzandomi dal letto:
-In effetti io non avrei poi così fame…- cominciai ingoiando un solo colpo una delle caramelle di Shay. Per poco non mi strozzai.
-Nemmeno io avrei fame… Troian stai bene?- cominciai a tossire convulsamente fino a che non riacquistai un colorito umano.
-Tutto ok?
-Credo di si…- mormorai sottovoce.
-Propongo di dividerci: Marl-mostro ha detto che noi quattro dobbiamo accertarci di chi viene e chi non viene, e che dobbiamo anche occuparci degli inviti.- disse Lucy.
-Vuoi dire che dobbiamo girare tutto l’albergo a chiedere ai nostri colleghi chi viene? Da sole? E che poi, sempre noi da sole, dobbiamo mandare circa un migliaio di inviti in giro?
-Per questo propongo di dividerci a coppie.
-Io giro per l’albergo!- gridò Ashley alzando la mano come una scolaretta alle elementari. Io ancora non avevo valutato quale fosse il migliore, o meglio il meno peggiore (?) tra questi due compiti, ma lo scatto di Ashley mi fece risvegliare.
-Sto con Ash!- strillai, e vidi Shay e Lucy scambiarsi uno sguardo rassegnato e prendere in mano il taccuino con i nomi degli invitati, più una matita per depennarli a mano a mano.
Benedissi Ashley mentalmente.
-Ti amo.- le sussurrai, la bionda rise e mi fece un inchino.
 
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-Dici di partire dal primo piano? O dal piano dove ci troviamo?- mi chiese Ashley, e io alzai le spalle.
-Non saprei, ma forse è meglio andare con ordine, se no ci confondiamo.
-Quindi dal primo?
-Esatto.
Scendemmo le scale alla velocità della luce, vedendo dalla tromba delle scale Troian e Shay che, sui divanetti della hall a pianterreno, litigavano su chi dovesse fare le telefonate.
La prima camera che compariva appena arrivati al primo piano era la 104.
-Ti risulta che qualcuno alloggi nella 104?- chiesi ad Ash.
-Non che io ricordi, ma non ci metterei la mano sul fuoco…
-Vabbè, per il momento facciamo che passiamo avanti, a quelle certe, e in caso torniamo indietro.
-A posto. Andiamo alla camera accanto…
-La 105. Nella mappa dell’hotel è segnata come occupata, chi ci sta?- la bionda alzò gli occhi al cielo, poi sbuffò:
-Un individuo che si chiama Janel Parrish.- mimai il gesto del vomitare e poi bussai. Dopo qualche secondo Janel ci aprì la porta. Aveva la faccia coperta da una strana sostanza biancastra solida, e sopra gli occhi aveva due fette di cetriolo. Dopo essersele staccate e averci messo bene a fuoco, esclamò gioviale:
-Ciao pupe, che fate qui?
-Vieni alla festa di Halloween stasera?
-Ovvio, voi?
-Anche noi.
-Mi sto facendo bella proprio per la festa.
-Lo vediamo…
-Ian-puccioso viene?
-Ancora non siamo arrivate al secondo piano.
-Secondo piano? No ragazze! Ian si è trasferito nella 104! La camera qui accanto. L’ha fatto per starmi vicina e proteggermi.- ringraziai il cielo per il fatto che Lucy non fosse qui.
-A più tardi!- disse Janel con quell’odiosa vocetta stridula, poi ci sbatté la porta in faccia.
-Andiamo da Ian-puccioso?- chiese Ash dicendo “Ian-puccioso” con disgusto, imitando la voce di Janel.
-Va bene.
 
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-Ti giuro. Che. Mi. Stanno. Morendo. Le. Gambe.- disse Ashley con il fiatone scandendo bene le parole.
-A chi lo dici.- mi lamentai mettendomi a sedere su un gradino. Ash si appoggiò al corrimano affaticata, poi lesse qualcosa dal nostro taccuino:
-Quindi… Ian viene, Janel viene, Bianca (attrice che fa Maya) viene, Claire purtroppo non ci sarà… dobbiamo chiedere ancora a Ty, a Keegan e a Andrew. Giusto?
-Esatto.
-Chi sa a che punto sono le due troiette…- scherzò Ash con un sorrisetto riferendosi alle nostre due amiche che erano alle prese con gli inviti esterni.
-Passiamo da Keegan, ok?
-Ma non avevate detto che non veniva comunque?
-Uhm… hai ragione, ma proviamo lo stesso, magari lo convinciamo.
-La sua camera è quella?- mi chiese Ashley stando in piedi davanti alla porta di una camera, e io annuii. Bussammo ma non rispose nessuno, così Ashley esercitò una leggera pressione sul legno e la porta si schiuse.
-Era aperta…- mormorò stranita. Le serrande erano calate e la stanza era assorbita in una tetra oscurità. Intimorite ci facemmo strada attente a dove mettevamo i piedi:
-Keegan?
-Keeg?- Nessuna risposta. All’improvviso sentimmo un urlo dietro di noi, ci voltammo di scatto, e vedemmo una figura mascherata che correva verso di noi. Io ed Ash scattammo all’indietro dallo spavento, ma il pavimento era stranamente scivoloso così slittammo e cademmo sopra il comodino. La figura che ci aveva “aggredite” scoppiò a ridere e poi si tolse la maschera, appena vidi la sua identità sbuffai:
-Keegan… che cretino. Mi hai fatto venire un colpo. Vero Ash? Ashley?- non si era ancora rialzata e stava rannicchiata sul pavimento. Mandai un’occhiataccia a Keegan, poi mi inginocchiai accanto alla mia amica. Non riuscivo a vederle la faccia ma sembrava che singhiozzasse.
-Dove ti sei fatta male Ash?- non rispose, così Keegan, dispiaciuto, la raggiunse. Le mise un braccio attorno alle spalle:-
-Scusami Ash… non volevo che ti facessi male.- le continuava a singhiozzare, così Keegan cominciò:
-Ti fa male qualc…- non poté finire di parlare perché si sentì una risata potente scuotere la stanza. Mi voltai verso la mia amica e vidi che Ash aveva staccato la testa dalle ginocchia e si stava rotolando (letteralmente) a terra dalle risate. La fulminai con lo sguardo per lo scherzo di cattivo gusto che ci aveva fatto:
-Secondo me tu sei idiota.- le brontolai, e lei scoppiò nuovamente a ridere, poi esclamò:
-Buon Halloween amori miei!- poi si avvicinò a Keegan che era ancora scosso e sconvolto, gli diede un bacio sulla guancia e sorrise malefica:
-Così impari, burlone.- Prima di uscire dalla porta, mi girai verso il mio amico:
-Vieni alla festa Keegan?
-Alla fine si.- rispose lui spegnendo di nuovo le luci e appostandosi mascherato nel bagno, preparandosi a danno del prossimo malcapitato che sarebbe entrato nella sua camera.
Una volta in corridoio feci per aprire bocca ma la Ashley mi bloccò:
-Non dire niente Troi. Lo so che sono stata maligna, ma volevo fargli uno scherzo anche per fargli capire che non può fare venire un colpo alla gente in questo modo. Sono stata un po’… fuori luogo!- io sorrisi:
-E?
-E… cattivella.
-E?- insistetti io, Ashley sbuffò, e sussurrò:
-Ho capito dove vuoi arrivare… va bene… sono un idiota!- affermò, poi scoppiò a ridere.
-Apposto.- dissi io prima di bussare alla porta di Tyler. Dopo qualche secondo la porta si spalancò e comparve Tyler in mutande, cominciò:
-Basta Keegan la dev…- appena si accorse che eravamo io ed Ash, diventò rosso e istintivamente si coprì imbarazzato.
-Buongiorno ragazze. Sono in boxer, non fateci caso.- rise nervoso e ci invitò a entrare.
-Pensavo fosse Keegan, è tutta la giornata che mi bussa inutilmente. Credo mi voglia fare qualche scherzo.- continuò Tyler mentre si infilava dei bermuda.
-Comunque scusa Troian per essermi fatto trovare così.- rise, e io inarcai un sopracciglio:
-Perché ti scusi solo con me? Ashley ormai è di casa nei tuoi boxer?- solo dopo averla detta mi resi conto che suonava molto peggio di come l’avevo pensata. I miei amici erano arrossiti, così io proposi:
-Facciamo finta che non ho detto niente.- loro acconsentirono.
-Anche a noi Keegan ha fatto uno scherzo.- disse Ashley buttandosi a peso morto su letto.
-è proprio un burlone.- ammise Tyler, con un sorrisetto malefico modello-Ashley che non riuscii a interpretare. Un secondo dopo un ragno peloso enorme cadde dal soffitto sopra Ashley. La bionda cominciò a gridare e saltò in braccio a Tyler, il quale la abbracciò e rise:
-Buon Halloween amore mio.- Ashley fece un mezzo sorriso ancora bianca come un cencio, poi si scostò tremante una ciocca di capelli dalla fronte.
-Sei un idiota.- affermò sghignazzando, buttando a terra il ragno di peluches.
-Perché siete qui pupe?
-Volevamo avere la conferma che stasera venissi alla festa.- risposi, e lui abbassò lo sguardo alzandosi in piedi, poi sussurrò:
-Mi dispiace ragazze… non posso venire.- d’istinto mi girai verso Ash. La bionda si mordeva il labbro.
-Perché no?
-Ho un impegno, mi dispiace.- io decisi di insistere un po’, così cominciai:
-Dai, ci divertiremo!- lui scosse la testa sconsolato.
-Ho fatto di tutto per riuscire a venire, ma non c’è stato niente da fare… non sapete quanto mi dispiace.- guardai nuovamente Ashley, e lei sussurrò:
-Va bene, allora andiamo Troian… a domani Tyler.
-Buon Halloween ragazze.
-Buon Halloween!- rispondemmo noi, anche se secondo me Ashley ci mise un entusiasmo esagerato che fece sembrare irreale la cosa. Appena lasciammo la camera le chiesi:
-Tutto bene?- lei mi sorrise:
-Certo.- mi sembrò che avesse gli occhi lucidi.
-Mi dispiace che Tyl…
-Non preoccuparti, sto bene ahahaha- rise forzatamente e mi sorrise mesta.
-Se lo dici tu…- ribattei non del tutto convinta.
-Che ti metti stasera?- lei mi mostrò il broncio:
-Ti ho detto che è una sorpresa!- si lamentò, e io scoppiai a ridere:
-Andiamo a vedere a che punto sono quelle due.- Ashley aggrottò la fronte:
-Ed Andrew?
-Andiamo da Andrew…- concessi sbuffando. La bionda aprì le braccia guardando il soffitto, e implorante chiese al nulla:
-Auguraci buona fortuna.
 
---
 
-Che strano che Andrew non verrà…- affermò Ash confusa mordicchiando la penna.
-Non ti è sembrato un po’ sospetto?- chiesi alla mia amica.
-Secondo me siamo prese dal momento e stiamo equivocando tutto…- cominciò Ashley.
-Andrew ha solo chiuso di scatto il computer appena siamo entrate! Magari, che ne sai, stava guardando un porno!- continuò la bionda ridacchiando.
-Non deve essere per forza un serial killer!- aggiunse.
-Forse hai ragione, stiamo esagerando.
-Ash! Troi!- ci girammo e vidi che Lucy e Shay correvano verso di noi. Aspettammo che ci raggiungessero, poi chiesi:
-Avete finito?
-No, ma grazie a Dio Marlene ci ha detto che potevamo smettere e che se ne sarebbe occupata lei. Voi?
-Noi abbiamo finito.
-E allora?
-Allora che?
-Chi viene e chi non viene?
-Ti dico solo chi ti interessa: Keegan viene, Ian e Janel vengono, Andrew non viene e Tyler nemmeno.
-Tyler nemmeno?!- esclamarono Shay e Lucy sbigottite.
-Eh già…- borbottò Ash.
-Nemmeno Andrew?- Lucy aveva gli occhi lucidi.
-No, ma tanto nessuna di noi avrà l’accompagnatore: io con Keegan non vado, Ashley non ha Tyler, Lucy non ha Andrew e Shay nemmeno. Solo Janel avrà l’accompagnatore. Ian.
-Che palle…
-A chi lo dici!
-Possiamo non andare?- si lamentò Shay.
-Ci saranno più di 1500 persone e saranno nostre invitate… tu credi davvero di poter non andare?!- la aggredì Ashley, e Shay le lanciò un’occhiataccia, poi brontolò:
-Ricevuto Benzo, ma calma il karma!
-Il mio karma è calmissimo.- ribatté la bionda incrociando le braccia e io, intravedendo una lite in arrivo, mi intromisi:
-Perfetto ragazze, direi di salire a prepararci.
Furono tutte d’accordo.
 
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-Qualcuno mi aiuta con la zip del vestito?- gridò Shay da dentro il bagno.
-Non avevi detto che sarebbe dovuto essere una sorpresa il vestito che avresti indossato?- chiesi io, e la sentii sbuffare da dietro la porta.
-Infatti era così, ma questa cerniera mi sta facendo impazzire.
-Aspetta che arrivo.- eravamo tutte nella nostra suite ma Shay si era infilata in bagno, Ashley nell’immenso guardaroba, io ero rimasta all’ingresso mentre Lucy in camera da letto. Io ancora non avevo indossato il vestito, quindi non avevo problemi ad entrare nella stanza dove c’era Shay. Stavo per abbassare la maniglia del bagno, quando sentii un grido:
-Non entrare Troi! Ce l’ho fatta!
-Va bene.- invidiavo la velocità con cui le mie amiche avevano scelto da cosa travestirsi, io infatti avevo due vestiti davanti e ancora non ne avevo idea: sexy diavoletta o Cleopatra?
-Troian sei pronta?- chiese Ash da dentro il guardaroba.
-Quasi.- mentii io e, rendendomi conto che non potevo aspettare ancora, scelsi finalmente da cosa mi sarei travestita.
 
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-Posso uscire dal guardaroba?
-Si, 3…2…1…- Ashley spalancò la porta della cabina armadio, e fece una giravolta su se stessa. Dovetti aver aperto la bocca sconvolta, perché Ash sorrise:
-Puoi anche chiuderla la bocca Troian, che sennò ti entrano i moscerini.- mi riscossi e mormorai:
-Sei stupenda Ash… giuro.- lei mi sorrise facendomi un piccolo inchino:
-Grazie Troi, anche tu sei bellissima.- la mia amica si era vestita da sposa-cadavere-moderna- sexy. Insomma era vestita da sposa cadavere, però sexy. Beh, lo so, mi so spiegare come un libro chiuso. Il vestito bianco da sposa che indossava non era classico, ma era a fascia ed era cortissimo a minigonna. Era appositamente sporco di terra in vari punti, e lo strascico lungo che contrastava con il vestito eccessivamente corto (infatti le si vedeva un po’ tutto, tipo… Ash copriti!), era strappato in vari punti e anche esso sporco di terra. I capelli chiari erano sciolti lunghi sulla schiena ed erano pettinati. Sul biondo chiaro risaltavano però, sparse qua e la sulla testa, delle macchie di sangue finto più che realistiche. Il rosso si concentrava secco in punto vicino alla tempia, dove la mia amica aveva applicato un finto chiodo lungo che sembrava le perforasse la testa. Non avevo idea di come avesse fatto, perché faceva impressione da quanto sembrava vero. Il viso era truccato alla perfezione e faceva risaltare tutta la sua bellezza. Il mascara le allungava le ciglia, l’ombretto le faceva luccicare le palpebre e il rossetto bordò le colorava il sorriso. Infine però aveva le guance e la fronte incrostate di sangue finto e stringeva nella mano destra smaltata di rosso un coltello affilato.
-Quello taglia davvero?- chiesi deglutendo, la bionda fece un sorrisetto e passò un dito sul taglio della lama.
-Certo che no, scema… Quindi alla fine hai scelto di vestirti da Cleopatra!- continuò Ashley.
-Sexy Cleopatra.- la corressi ridendo, e Ash alzò gli occhi al cielo:
-E io sono una sexy sposa cadavere.
-Si era capito, a proposito Ashley… copriti!- lei poggiò il coltello a terra e si abbassò la gonna del vestito per quanto possibile.
-In effetti è un po’ corto questo vestito da sposa “Sexy moderno”.- ammise la bionda.
-Un po’? Diciamo Ash che sei più nuda che vestita!- risi io e la mia amica arrossì sotto lo strato di fondotinta bianco che aveva applicato. Quando dissi che Ash era più nuda che vestita, non immaginavo come si sarebbe presentata Shay.
Le porte del bagno si spalancarono con un tonfo, accompagnate da un rumore di motosega accesa. Appena esso cessò, comparve Shay con indosso un vestito verde da chirurgo riadattato a vestito. Con “riadattato a vestito” intendo che, del camice verde da chirurgo, quel vestitino a fascia della stessa lunghezza (cortezza) di quello di Ash (se possibile ancora più corto), aveva mantenuto solo il colore, per il resto era un’altra cosa. La mia amica teneva in mano una motosega, e sul viso aveva calata una mascherina da chirurgo dello stesso colore del vestito.
-La motosega è vera?- chiesi, e Shay annuì, poi spiegò:
-è vera, ma manca la catena, quindi non taglia ma fa solo il rumore.- detto questo si abbassò la mascherina e per poco non mi venne un infarto. Aveva tutto il viso coperto di sangue finto incrostato, e se dico “tutto il viso”, intendo proprio “tutto il viso”, senza lasciare nemmeno un po’ di pelle libera.
-Sexy chirurga killer, vero?- chiese una voce alle mie spalle, mi girai e vidi Lucy. Un vestitino blu molto, molto corto (poco più lungo di quello di Ashley), le calzava alla perfezione, e faceva contrasto con la calzamaglia bianca. Indossava delle scarpe di pelle nere a punta, e sulla testa portava un cappello da strega che era trafitto da una spada e che dava la sensazione che anche la testa della mia amica lo fosse. Tuttavia, a catturare la mia attenzione, non fu nessuna di queste cose, ma gli occhi di Lucy. Aveva applicato delle lentine bianco acceso, che facevano sembrare i suoi occhi indemoniati e posseduti.
-Ragazze, io mi dovrei dare un colpo di piastra ai capelli, ancora.- si lamentò Shay indicandosi un ciuffo ribelle, ed Ashley ribatté:
-La piastra è a terra, vicino alla presa. Vado a prendertela io?
-Ok.- Ashley si girò barcollante sugli altissimi tacchi tredici e io la seguii.
-Ti accompagno.
Appena raggiungemmo la stanza accanto, vedemmo subito la piastra che, come Ashley aveva detto, era a terra vicino alla presa che c’era accanto al letto. Ci avvicinammo e mettemmo entrambe la mano su di essa. Solo dopo averla afferrata ci rendemmo conto che era accesa. Gridammo tutte e due come delle pazze, lanciando in aria l’aggeggio. All’urlo erano accorse le nostre due amiche:
-Che è successo?
-La piastra era accesa.- spiegò Ashley tenendosi con l’altra mano il braccio della mano ferita.
-Vi siete bruciate?- io annuii cercando di non gridare per il dolore, e vidi Ashley fare lo stesso.
-Che facciamo?- chiese Lucy osservando le dita di Ashley che si arrossavano sempre di più.
-Prendi un po’ di Clobesol.- propose la bionda con la voce tirata.
-Quello combatte le ustioni.
-Dove lo prendo?
-Nello stipetto qui accanto.- Shay posò la motosega sul letto e aprì lo sportellino dello stipetto dove si trovava la pomata. Un pupazzo caricato a molla schizzò fuori da esso, finendo addosso a Shay. La nostra amica gridò e, dopo essersi ripresa dallo spavento, ci indicò una scritta rossa sull’anta dello stipetto:
 
BURN
-A
 
-Bruciato.- tradusse Ashley con un filo di voce mentre Lucy le spargeva la pomata sulle dita e Shay faceva lo stesso con me.
-Quindi “A” ha attaccato la spina della piastra.- conclusi stringendo i denti.
-Esatto, dunque “A” è stato qui.
-O forse è ancora qui, quindi io propongo di uscire subito da questa stanza e andare a quella fottuta festa.- cominciò Shay terrorizzata, e nessuna ebbe a che ridire.
Appena uscimmo dalla nostra suite, vedemmo Tyler in corridoio che veniva verso di noi.
-Che è successo? Ho sentito gridare.- chiese Tyler, mentre anche Andrew sbucava da dietro l’angolo. Ashley mi prese il polso e mostrò a Tyler la mia mano mettendola accanto alla sua:
-Questo è successo.
-Bruciate?- domandò il ragazzo, e noi annuimmo.
-Con la piastra per capelli, e per colpa di “A”.
-Avete messo qualcosa?
-Si, un po’ di Clobesol, ma non parliamo di questo… Tyler non noti niente?- chiese Ashley indicando al ragazzo il proprio travestimento. Finalmente Tyler sollevò lo sguardo, e fece un fischio:
-Wow.- Ashley parve delusa:
-Dici solo “wow”?- Tyler le prese la mano, e facendo fare una giravolta alla bionda per ammirare meglio il vestito e il trucco, spiegò:
-Ti giuro piccola, dico “wow” perché nessun’altra parola potrebbe spiegare quello che sto pensando in questo momento. Non ci sono parole, sei assurda.
-Grazie… ma è sempre un “no” per la festa?- provò Ashley, e Tyler sorrise:
-Si piccola, è sempre no. Verrei solo solo perché non ti lascerei andare in un posto pieno di sconosciuti, con indosso questo vestitino sexy… ma non posso proprio. A domani.- Ashley abbassò lo sguardo dispiaciuta, poi abbracciò il ragazzo e cominciò a camminare verso l’ascensore.
-Che facciamo?
-Aspettiamo che Keegan sia pronto, dobbiamo andare con lui, no?
-Ma chi si vede in giro per l’albergo!- udimmo alle nostre spalle, io mi girai, e vidi Janel che, a braccetto con Ian, ci guardava con superiorità.
-Sexy sposa cadavere, Cleopatra, Sexy chirurga killer e… cosa è quello Lucy?- chiese disgustata Janel. Vidi Lucy fremere dalla stizza:
-Strega anni ’80.- rispose, e sul viso di Janel si dipinse una smorfia di disgusto, con finta ammirazione commentò alzando le sopracciglia:
-Originale.- il tono era notevolmente sarcastico e Lucy scattò in avanti dalla rabbia:
-Tu, insulso essere inutile, sadica macchina da guerra, come ti permetti…- la presi per un braccio e lei si scrollò dalla mia stretta colpendomi con la borsa le dita bruciate. Gridai dal dolore e Lucy si girò sconvolta:
-Scusa Troian!- intanto Janel, che era vestita da diavolo di “Scream Queens”, si aggiustò il mantello rosso e prese la mano a Ian. Il ragazzo era vestito da mummia e il suo corpo era avvolto in tante bende macchiate di terra. Anche il viso era coperto di esse, lasciando libere solo le fessure degli occhi e della bocca.
-Vi aspettiamo in macchina…- cominciò il ragazzo, e Janel aggiunse sottovoce:
-Zitelle…- la sentimmo tutte, malgrado il basso tono di voce, ma non potendo negare l’evidenza, non potemmo controbattere.
 
 
 
Ashley’s pov

 

-Solo a me questa strada terrorizza un po’?- domandò Lucy con voce tremante guardando fuori dal finestrino.
-Non dirlo a me…- dissi io rabbrividendo.
Eravamo in macchina con Keegan per arrivare alla casa abbandonata, e quel tratto di autostrada era inquietante. Tranne rari veicoli di gente che veniva alla festa, eravamo completamente isolati, e il buio della notte proiettava ombre sinistre sull’asfalto. Mi strinsi a Troian tentando di abbassarmi il vestito. In effetti era un po’ troppo corto, ed essendo strettissimo attorno alle gambe, non riuscivo a mandarlo giù nemmeno fino a metà coscia.
-Voi dite che stiamo arrivando?- chiesi aguzzando lo sguardo, e Ian annuì:
-Credo di sì, non dovremmo essere tanto lontani.
-Può essere quella?- strillò eccitata Shay indicando della luci in lontananza, e io cercai di mettere a fuoco la casa mentre mi toccavo soddisfatta il finto chiodo che avevo conficcato in testa.
-Credo sia quella.
-Marlene mi ha appena mandato un messaggio: sono già arrivate più di cinquecento persone!- annunciò Keegan, e Lucy commentò:
-La musica si sente fin da qui, se ci fate caso.- aprii bene le orecchie e in effetti, se si prestava attenzione, si poteva udire una flebile musica malgrado la distanza che ci separava dalla casa.
-Ehi Keegan?- chiamai e “l’autista”, ovviamente senza staccare gli occhi dalla strada, mi rispose:
-Si bella?
-Puoi accelerare un po’?- chiesi, e lui premette il piede sull’acceleratore con violenza. Il furgoncino schizzò in avanti a una velocità altissima:
-Keegan!- strillammo tutti in coro, il ragazzo rallentò un po’ e disse:
-Mi avete chiesto voi di accelerare…
-Intendevo un po’ più veloce, non intendevo di andarci a fare ammazzare, idiota.- spiegai.
Lui ridacchiò e accese la radio.
-Chi è pronto per andare alla festa di Halloween più epica di sempre?- chiese Shay con un fischio, e sette mani si alzarono dentro la macchina.
 
---
 
-Oh mio Dio ragazzi… con tutta questa gente come facciamo a non perderci?!- esclamò Lucy una volta che Keegan ebbe parcheggiato davanti alla casa abbandonata.
Devo dire che Marlene aveva davvero messo tutta se stessa nell’organizzazione della festa e si era davvero superata: la casa abbandonata si ergeva spettrale e inquietante davanti a noi, ma il giardino attorno ad essa brulicava di vita e di rumori.
Una figura incappucciata ci si avvicinò, e solo quando fu a qualche passo da noi si tolse la maschera.
-Marlene!
-Ciao ragazzi! Volete spiegato l’interno della casa come è assemblato?- tutti annuimmo poco convinti.
-A piano terra potete trovare la stanza degli spettri… una stanza enorme e buia che potete attraversare salendo su un vagoncino: ho montato dei binari!- batté le mani eccitata come una bambina. Shay, con voce tremante, domandò alla donna:
-Perché si chiama “degli spettri”?- Marlene ci guardò inarcando un sopracciglio misteriosa:
-Lo scoprirete… vi dico solo che non è un’attrazione per i deboli di cuore…- sotto lo strato di sangue finto incrostato, vidi Shay sbiancare.
-Ash e Shan, per l’amor di Dio copritevi! Svergognate!- ci riprese sorridendo Marlene, e noi imbarazzate ci abbassammo il vestito.
-Poi al primo piano c’è la sala degli specchi. Ho fatto montare tanti specchi, insomma… ci si confonde un po’! Poi al secondo piano c’è la sala cinema 4D, ovviamente film Horror.
-Lì non ci andiamo!- chiarì Shay tremando.
-Cosa c’è sottoterra?- domandai a Marlene sentendo dei rumori provenire dal seminterrato della casa.
-Lì c’è il pezzo migliore! Ho messo tutta me stessa in quello! È un labirinto… il resto è sorpresa! Se vi perdete telefonatemi e vi vengo a prendere.- prima di andarsene la donna aggiunse:
-Ash, il tuo strascico è in una pozzanghera di fango.- mi voltai di scatto, uscendo l’estremità di esso gocciolante dal fango.
-Che schifo.- commentò Shay facendomi una boccaccia, e io le mostrai il terzo dito sorridendo.
-Propongo di separarci. Il primo che ha notizie di “A”, si fa vivo e ci riuniamo.- propose Lucy.
-Io non mi divido proprio da nessuno.- affermò Shay.
-Perché?
-Ho paura.- ammise imbronciandosi rivolgendo un’occhiataccia carica di rancore verso la casa abbandonata. Troian rise:
-No amore mio, rimango io con te.- poi abbracciò la filippina dandole un bacio sulla guancia.
-Pronta?- chiesi a Lucy, lei sorrise, mi prese a braccetto, e ci incamminammo verso l’ingresso dell’edificio. Il portone era imponente ed era in legno verniciato di nero. Almeno un tempo doveva esserlo, perché della vernice scura rimanevano solo alcune tracce qua e là. Un fiume di persone eccitate varcavano la soglia, chi per entrare, chi per uscire, e ogni volta che qualcuno urtava la porta, essa cigolava sinistramente. Nessuno sembrava fare caso all’aspetto inquietante della casa, ma tutti avevano sul viso la stessa espressione eccitata e gioiosa.
Si vedeva ogni tipo di travestimento a quella festa: c’erano vampiri, streghe, diavoli, assassini, regine cattive e maniaci, ninja, morti, zombie, mummie e tanto altro.
Un gruppo di bambini mascherati ci si avvicinò lentamente. A capo c’era un bimbo sui nove anni vestito da fantasma, da sotto il lenzuolo si intravedeva una chioma riccia. In coro strillarono:
-Dolcetto scherzetto!- io pescai dalla borsetta qualche caramella e la infilai nel paniere a forma di zucca che il ricciolino aveva in mano.
-Menomale che i fan non dovevano entrare…- si lamentò Lucy, e io sospirai:
-Non sono fan, è Atticus, il figlio di Marlene, con qualche amico.
-Davvero? Comunque io direi di separarci a questo punto. Dobbiamo esplorare ogni angolo di questa casa, non possiamo farlo bene se siamo insieme.- disse Lucy appena raggiungemmo l’uscio della casa. Io sbirciai le attrazioni all’interno del luogo e poi deglutii.
-Quindi ci separiamo anche noi?
-Beh, io pensavo di fare così, tu che attrazione vuoi fare per prima?- rivolsi il pensiero sognante alla stanza degli specchi.
-Quella al primo piano.
-Io invece volevo andare al cinema 4D, quindi non siamo nemmeno d’accordo. Ci vediamo dopo?
-Va bene…
-Senti Ash, ti dispiace se salgo dalla scala secondaria?- Lucy era strana quella sera. Dubbiosa annuii e mi avviai verso la scala principale tra un flusso infinito di gente.
-Ciao Ashley!- mi voltai verso una ragazza che indossava una maschera appositamente deforme: era davvero orribile.
-Ciao…- la salutai, e lei si tolse la maschera: era Vanessa Hudgens. Appena la riconobbi la abbracciai, anche se non era molto comodo fermarsi in mezzo alle scale tra la gente che ti spintona. Quando ripresi a salire, una sensazione di disagio mi serrò la gola. Il mio sesto senso mi lanciava segnali di allarme. Mi voltai spaventata sentendomi osservata e seguita, ma non vidi nessuno che mi dedicava particolare attenzione. Ripresi a camminare ed ebbi la percezione di vedere un’ombra sgusciarmi dietro. Piena di angoscia mi girai di scatto e mi parve di vedere una figura con una maschera bianca nascondersi dietro un pilastro. La scalinata stava quasi terminando, così cominciai a correre fino a raggiungere la cima. Una volta superato l’ultimo gradino, mi appoggiai all’anta aperta del balcone e mi voltai cercando di scorgere tra la folla la maschera bianca. Niente. Non c’era più. Aguzzai lo sguardo ansimando e mi scostai una ciocca chiara dal viso truccato, ma non riuscii a scorgere più la figura che mi seguiva. Stavo per riprendere a camminare quando sentii una mano che mi premeva con forza sulla bocca. La presa era così potente che non riuscivo neanche a gridare, e mentre il cuore mi faceva un balzo nel petto dal terrore, la figura mi trascinò in balcone.
Ero con le spalle al muro, con il vento che mi sferzava il viso, e la figura era in piedi davanti a me. Il suo era un travestimento da vampiro, non c’erano dubbi. Il mantello da Dracula, i capelli impomatati… e poi una maschera bianca gli copriva il viso.
-Cosa vuoi?!- gridai e lui si avvicinò ancora di più, mettendomi le mani sulle spalle e spingendomi più forte contro il muro. Poi mi passò un dito guantato sul fianco, come una carezza.
Ecco, probabilmente non era “A”, forse era solo un ragazzo molesto, pensai. Tentai di scrollarmi le sue mani da dosso, e gridai:
-Sei un brutto pezzo di merda, stronzo!- la maschera si sollevò leggermente e capii che lui aveva sorriso, poi udii una voce familiare venire da sotto di essa:
-Ecco a voi tutta la signorilità di Ashley Benson.- prima che potessi realizzare di chi fosse quella voce, il ragazzo si sollevò la maschera e, dopo aver visto la mia espressine sconvolta, fece dondolare la testa da un lato:
-Sorpresa!- cantilenò, e io sentii un calore improvviso dentro di me.
-Tyler…- dissi come in un sussurro prima di fiondarmi tra le sue braccia.
-Ti ho spaventata piccola?- io mi staccai da lui e poi gli diedi un pugnetto affettuoso sul petto:
-Mi hai terrorizzata, stupido.- ammisi, e presi la sua mano destra tra le mie.
-Stai tremando?- rise lui tastandomi il dorso.
-Nooo…- mentii, e lui scoppiò a ridere:
-Si che stai tremando.- affermò.
-Potrebbe darsi che io stia tremando…- concessi.
 -Ti ho fatto così paura?- chiese ridacchiando mentre mi accarezzava la spalla.
-Te l’ho detto che mi hai terrorizzata…
-Chi credevi che fossi?
-All’inizio pensavo fossi “A”, poi ho cominciato a pensare che fosse qualche ragazzo molesto. Comunque alla fine sei venuto alla festa!
-Non ho mai dubitato di venire piccola, avevo già deciso di esserci.- mi sentivo al sicuro con lui vicino.
-Nonostante lo scherzetto, sei contenta che sono venuto?- mi fiondai tra le sue braccia nuovamente, e lui mi strinse forte:
-Ho avuto tanta paura Ty.- lui mi diede un bacio tra i capelli, poi sospirò:
-E ce l’hai ancora.
-Perché dici così?
-Stai ancora tremando…- la cosa che apprezzai di più fu durante questa discussione mi teneva ancora stretta tra le sue braccia.
-Di cosa hai paura piccola?
-“A” è alla festa.
-Come lo sai?
-Ce lo ha detto ieri.
-E tu hai deciso di venire?- essendo ancora abbracciata al ragazzo, non potevo vedergli il viso, ma fui certa che avesse strabuzzato gli occhi.
-Si, non potevamo mancare…
-Non devi avere paura Ash, finché sono qui io ti proteggerò.
-Stringimi forte Ty.- il ragazzo rafforzò l’abbraccio, stringendomi in modo protettivo.
 
 
Lucy’s pov


 
-Lucy? Lucy?- appena sentii quella voce che mi chiamava, decisi di non voltarmi. Accelerai il passo udendo il ticchettio dei miei tacchi rimbombare sul pavimento di marmo.
-Lucy?- finalmente mi voltai.
-Si Ian?- chiesi scocciata e poi mi accorsi, con sorpresa, che Janel non era più al suo fianco.
-Mi scopi?- chiese lui con un sorriso ebete dipinto in volto, e io per poco non mi strozzai con la Coca Cola che sorseggiavo.
-Come hai detto?
-Scopami- ripeté lui, e io sbuffai:
-Sei ubriaco, Ian.- la puzza di alcol di sentiva fin da lì.
-Ti voglio mia, Lucy.- era molto ubriaco. Cominciò a barcollare verso di me, stringendo in mano un bicchiere vuoto di vodka.
-Ian, non sei in te, sei ubriaco. Non dire cose di cui ti pentiresti.- cercai di usare un tono autoritario, ma fui certa che la mia voce tremasse. Cominciavo ad avere paura di lui. Vidi che stringeva la mano attorno al bicchiere, fino a che le nocche non diventarono bianche. Tremante presi il cellulare, pronta a chiamare le mie amiche. Con uno schiocco sonoro il bicchiere esplose in mille pezzi, e io distolsi lo sguardo mentre delle goccioline rosse iniziavano a cadere dalla mano di Ian. Con uno scattino mi infilai nella stanza della prima attrazione a piano terra, sbattendomi la porta alle spalle.
La stanza buia era avvolta nella nebbia, o fumo che fosse, e delle finte pareti segnavano tanti percorsi.
Una voce nell’altoparlante esclamò:
 
PREGO PREGO, STREGHE, MAGHI, VAMPIRI E DIAVOLETTE, SALITE SUL BINARIO FASTASMA.
 
Prima che me ne potessi rendere conto, fui travolta da un fumo di gente, e mi ritrovai davanti a un vagoncino. Ogni vagone era montato sui binari principali, ed era a due posti.
-Avanti! Salga!- mi gridò qualcuno dietro di me e, senza accorgermene, mi ritrovai seduta. Udii il cancelletto dall’altra parte del vagone aprirsi, e qualcuno salì accanto a me. La nebbia lo avvolgeva totalmente, quindi non capii chi fosse. Un ragazzo dello staff calò la spanna di metallo di sicurezza davanti a noi, e il vagoncino partì. La velocità era piuttosto lenta e, tranne qualche aspro ululato ogni tanto, l’attrazione non faceva nemmeno tanta paura. Ad un certo punto del percorso il binario principale si diramava in tante piccole direzioni, ognuna separata da altre mura. Non riuscivo a capire come avessero fatto a montare questo ben di Dio in una vecchia casa.
Dovevano essere passati circa due minuti, quando con un sibilo il mio vagone si fermò. Aspettai qualche secondo che ripartisse ma, visto che esso non si mosse, provai a chiedere al mio compagno di vagone:
-Scusi ha idea di cosa è succes…- un urlo mi si strozzò in gola. La nebbia si era dissipata e, appena mi voltai, vidi che seduto accanto a me c’era un tizio con dei pantaloni neri e una felpa con il cappuccio nero. Si voltò verso di me e vidi che sul viso aveva calato un passamontagna nero e che nella cintura portava infilata una pistola. Cominciai a gridare, ma “A” mi mise una mano guantata sulla bocca, impedendomi di emettere alcun suono. Tentai con tutte le mie forze di staccare la sbarra di metallo di sicurezza per scendere, ma era completamente bloccata. “A” estrasse la pistola e per un attimo temetti il peggio, poi vidi che la girava dalla parte del calcio e caricava, prima che potessi realizzare me la diede in testa così forte che persi i sensi.
 
 
Shay’s pov
 
-è stato divertente il cinema 4D, eh?- mi domandò Troian ridacchiando, e io le mostrai il terzo dito.
-Mi stava venendo un infarto!
-Eri così pallida che avevano capito tutti che eri una cacasotto.- rise lei.
-No, non l’ha capito nessuno invece.
-Allora che mi dici di quel tizio che ti ha fatto “buh” durante il film e tu sei saltata in aria?
-Quello era uno stronzo.- affermai rabbrividendo.
-Hai freddo?- annuii cercando di abbassarmi il vestito troppo corto, e Troian mi porse il suo giubbotto.
-Non devi Troi…
-Non preoccuparti Shay, non ho freddo, puoi tenerlo tu.
-Ti amo Troian.- risi io infilandomi il giubbotto caldo di pelliccia, la mia amica mise una mano davanti a sé:
-Sei un po’ troppo espressiva, gioiella.- sorrisi e la abbracciai.
-Hai visto Lucy?- mi chiese la bruna e io scossi la testa,
-Mi sembra di no, ma Bianca mi ha detto che l’ha vista parlare con Ian davanti alla porta dell’attrazione di pianterreno.
-E Ash?- chiese Troian, e io trattenni a stento un ghigno.
-Ashley è proprio davanti a te e credo abbia rimorchiato.- Troian guardò davanti a sé e individuò la bionda che camminava tenendo per mano un ragazzo.
-Chi è quello?
-Non ne ho idea, andiamo a scoprirlo.
-Ehi Ash.
-Ciao ragazze.
-Chi è il fortunato?- chiesi maliziosa, e Ashley strinse la mano al ragazzo il quale le accarezzò il dorso con il pollice.
-Qualcuno mi ha fatto una sorpresa.- il ragazzo si tolse la maschera.
-Tyler!- esclamai a voce un po’ troppo alta.
-Alla fin…
-Storia lunga.- mi interruppe Ashley, e io annuii.
-Che pensate di fare?- chiesi ad Ashley e Tyler.
-Stavamo andando nella stanza degli specchi, voi?
-Pianoterra.
-Capito.
-Allora ci vediamo dopo?
-Apposto.
 
 
Troian’s pov


 
-Shay chi è quello?- chiesi preoccupata alla mia amica, e lei si voltò. A pochi metri da noi c’era una figura vestita di nero che sorseggiava un drink. Era in piedi al limite con il bosco che partiva da dietro la casa abbandonata, e sembrava che fosse da solo.
-Non credo sia “A”.- sussurrò lei.
-Perché no?
-Ho paura Troian.
-Andiamogli incontro.
-Ripeto il concetto Troi: ho paura.
-Va bene, allora rimani qua.- mi voltai verso lo sconosciuto, ma non c’era più.
-Dov’è finito?- chiese Shay tremando, e io alzai le spalle.
-Magari è entrato nella foresta, proviamo a seguirlo senza farci vedere.
-Il mio sesto senso mi dice che è una pessima idea…- piagnucolò Shay mentre la trascinavo verso gli alberi.
 
---
 
-Vedi niente?- chiesi a Shay, ma lei scosse la testa.
-No, non vedo niente, tu?- affermò lei con voce flebile.
-Non ti ho obbligato a venire, ricordi?- decisi di chiarire la cosa.
-Si, ma volevo venire, o meglio… non volevo lasciarti andare da sola.- quanto era dolce! La abbracciai, poi aguzzai lo sguardo per vedere qualcosa. C’eravamo allontanate notevolmente dalla casa abbandonata, tantoché dell’assordante musica si udiva solo un debole accenno.
Il silenzio che regnava era assoluto, e ogni volta che lo rompevo quando con il piede spezzavo un rametto, mi sembrava di aver compiuto un sacrilegio.
Era notte, e il bosco non era illuminato, quindi si vedeva ben poco. Di “A” nessuna traccia. Stavo per fare dietrofront, quando udii il telefono mio e di Shay squillare all’unisono. Tremando un po’ dal freddo e un po’ dalla paura, lo presi in mano, e con la coda dell’occhio vidi Shay fare lo stesso:
 
Cercate qualcosa stronzette?
-A
 
Mi voltai di scatto, appena in tempo per vedere una figura che ci buttava un sacco in testa. Svenni.
 
 
Ashley’s pov


 
-Stiamo arrivando alla stanza degli specchi?- domandai affaticata, e Tyler ammiccò:
-Credo di si.- poi il ragazzo fece per lasciarmi la mano un attimo per grattarsi la testa, ma io la tenni ferma.
-No…- mi opposi, e Tyler si grattò il capo con l’altra mano, poi sorrise:
-Ash… mi tieni la mano da quando sono arrivato, non vuoi nemmeno che te la lascio un momento per grattarmi! Che succede?
-Ho paura, e stare con te mi fa sentire al sicuro.
-Se ti lascio la mano un secondo, non vuol dire che me ne vada o che ti lasci da sola, piccola.
-Lo so…- Tyler si fermò un attimo, prendendomi entrambe le mani sulle sue.
-Perché sei così spaventata piccola?
-A dir la verità non lo so… ma ho tanta paura.- era la verità, non sapevo perché ero così spaventata, ma temevo che fosse come un sesto senso che mi allertava di un pericolo imminente.
-Ti prometto che finché sarò con te non ti succederà niente.- disse Tyler. Non nascondevo a me stessa di adorare quel ragazzo: aveva detto undici parole ed era riuscito a farmi passare un po’ di paura e farmi sentire al sicuro.
-Oh mio Dio, quello è Ryan Good!- esclamai avvistando il mio ex ragazzo, e per la soprpresa inciampai cadendo.
-Tutto ok?- chiese Tyler, e io annuii esitando un attimo sul pavimento.
-Storta alla caviglia?- chiese.
-No, sono solo scivolata.- spiegai sorridendo e afferrai la mano che il ragazzo mi aveva porto per rialzarmi.
-Non pensare a Good…- cominciò lui, ma io lo interruppi:
-Non parliamo di questo.- non mi andava di parlare di quello stronzo del mio ex.
-Siamo arrivati!- esclamò il ragazzo, ed entrammo nella stanza degli specchi.
Appena misi il primo piede oltre la soglia, già mi venne mal di testa: lo adoravo! No, mi spiego meglio, non adoravo che mi venisse il mal di testa, ma adoravo la confusione che quell’attrazione creava nella mia testa.
Era una specie di labirinto, ma le pareti erano degli specchi. Io vedevo mille Ashley e mille Tyler ovunque, e non si capiva quando c’erano le curve.
-Sembra divertente.- risi io, e Tyler guardò la stanza dubbioso.
-Credo di si.
-Dai, fammi un sorrisone.- lui sorrise, dopo guardò oltre l’uscio e gridò a qualcuno:
-Che ci guardi?!- poi mi si avvicinò e mi abbassò con la mano il vestito verso il basso. Sorrisi.
-Andiamo Ty…
 
---
 
-Che divertente!- gridai io, e Tyler urlò da dietro un altro specchio:
-Avevi ragione, mi sto divertendo! Ahi!
-Che è successo Ty?
-Diciamo che mi sono preso di petto uno specchio.- scoppiai a ridere:
-Fatto male?
-Non preoccuparti.- sentii la sua risata cristallina fin da lì.
-Dove sei Tyler?
-Dietro quella parete, gira a destra.- stavo per seguire le sue indicazioni, quando tutte le luci si spensero all’improvviso. Intorno a me c’era il buio. Gli specchi riflettevano all’infinito degli strani bagliori sinistri. Udii il mio cellulare squillare, lo presi dalla borsa e lessi:
 
Voltati
-A
 
Ogni singola molecola che costituiva il mio corpo tremava, e feci un sospirone. Con un groppo in gola mi girai lentamente, essendo stranamente consapevole di ciò che stava accadendo.
Vidi che “A” era dietro di me.
Cogliendolo alla sprovvista e con una prontezza che sorprese persino me stessa, gli assestai un calcio nelle parti basse, anche se ignoravo se “A” fosse un maschio o una femmina. Indipendentemente dal suo sesso il calcio funzionò, o comunque spiazzò lo stalker, dandomi un attimo di vantaggio su di lui che mi permise di scappare. Iniziai a correre, sperando di azzeccare le svolte giuste, e urlai terrorizzata:
-TYLER AIUTO!- immediatamente la risposta da poco distante da me:
-Dio mio Ash, che succede? Stai bene?
-“A” mi sta inseguendo!- gridai, e subito sentii dei passi che correvano.
-Piccola dove sei? Ti porto via da qui.
-Non lo so, Tyler dove sei?!- singhiozzai mentre mi rialzavo dopo essere caduta sul pavimento.
-Ashley!- mi sentii chiamare da Tyler, e strillai:
-Tyler aiutami.- sentii qualcuno che ticchettava sulla mia spalla, mi voltai di scatto.
-Tyl…- una figura incappucciata e vestita di nero, era in piedi dietro di me. Vidi come al rallentatore qualcosa che mi si avvicinava alla testa e, prima di vedere tutto nero, sentii in lontananza la voce di Tyler:
-Ash!
 
---
 
Lucy’s pov


 
Quando ripresi i sensi sentii un dolore atroce che mi perforava il cervello. Istintivamente mi portai una mano alla testa, e quando la ritrassi vidi che sopra c’era del sangue.
All’improvviso ricordai dov’ero e cosa era successo, quindi tra i capogiri mi alzai di scatto. Inciampai su un corpo e udii Shay mugolare nel sonno. Mi sentii rincuorata: le mie amiche erano lì. Ad una a una le svegliai, e costatammo che tutte avevamo subito un colpo sulla testa.
-Che succede ragazze?- chiese Ashley stiracchiandosi, e io le diedi uno schiaffetto:
-Ashley svegliati, ricordi cosa è successo?- vidi comparire il panico nei suoi occhi:
-Gli specchi… Tyler… “A”!- si ricordava, bene.
-Avete idea di dove siamo?- una volata di vento mi scompigliò i capelli.
-Siamo nel labirinto del seminterrato.- affermò Troian con un’inquietante voce teatrale.
-Io e Shay siamo passate da qui prima, è l’attrazione sotto terra.- ripeté, e un senso di claustrofobia mi serrò la gola.
-Quindi siamo sottoterra ma siamo ancora alla festa…
-Così pare.- annuì Ashley, quando un'altra folata ancora ci scompigliò i capelli.
-Da dove arriva questo vento?
-Non ne ho idea, da dove potrebbe arrivare?- all’improvviso sentimmo delle porte sbattere.
 
 
Shay’s pov
 

 
-Qualcuno è entrato qui- affermai con una calma che mi stupì.
-Dobbiamo andarcene.- ansimò Troian a voce un po’ troppo alta, e si alzò di scatto prendendoci per mano.
-E dove andiamo?
-Lo scopriremo.
Cominciammo a camminare nel labirinto, una accanto all’altra strette, come per proteggerci a vicenda. Nel silenzio assoluto udivamo solo i nostri respiri, più un rumore di acqua che scorreva.
-Cosa è questo fruscio?
-Lì c’è una fontanella!- esclamò Lucy, correndo verso di essa. Era una fontanella antica in pietra, con scolpite della Erme, cioè delle piccole teste di Ermes. Appoggiai il palmo sulla fredda superficie levigata, e un brivido mi scosse tutto il corpo.
Ecco di nuovo il rumore di porte che sbattevano, mi girai di scatto e vidi un’ombra che spariva dietro un angolo. Con le mani che mi tremavano, presi il mio telefono dalla borsa:
-Chiamo Marlene.- spiegai alle mie amiche e cominciai a digitare il numero. All’improvviso esso squillò, io saltai il aria e il cellulare finì nella fontana.
-No!- esclamai vedendolo affondare a poco a poco nell’acqua.
-Il messaggio è arrivato anche a noi, dice:
 
Killer maze
-A
 
-Labirinto assassino.- lesse Ashley e io rabbrividii, scorgendo del movimento con la coda dell’occhio. Anche la bionda dovette averlo visto, perché urlò:
-Seguitemi.- e cominciò a correre.
Non credo nessuna sapesse dove stessimo andando, perché io seguivo loro, e credo che le mie amiche stessero facendo lo stesso. Tutte seguivamo le altre a vicenda, e nessuno decideva la strada.
-L’abbiamo seminato?!
-E che ne so!- strillai a Lucy, quando il mondo mi crollò addosso: eravamo in un vicolo cieco. Dalla via da cui eravamo arrivati, arrivò un vento più forte e mi parve di vedere un bagliore in fondo al corridoio.
 
 
Troian’s pov


 
Imponevo a me stessa di essere calma, ma era più forte di me. Quel vento potente dall’origine ignota, oltre a scombinarmi i capelli, creava scompiglio anche nella mia testa. Vedevo poi una luce, una lucina in fondo a un angolo… stavo diventando pazza?
Mi staccai il velo della gonna da Cleopatra e me lo misi in testa per ripararmi dal vento, che si faceva sempre più insistente, e strillai per coprire il rumore che esso produceva:
-Ci siete tutte?
-Cosa?
-Ci siete tutte?- ripetei alzando il tono di voce.
-Si.- risposero in coro, ma quando il vento diventò davvero forte, divenne impossibile addirittura parlare. Io e le mie amiche ci schierammo con le spalle al muro tenendoci per mano, e chiudemmo gli occhi sperando il meglio.
 
Ashley’s pov


 
Quando il vento cessò, schiusi lentamente gli occhi, poi mi girai verso sinistra:
-Lucy tutto ok?- appena misi mese a fuoco, gelai: Lucy non c’era. Se non era con noi, allora voleva dire che era rimasta sola. Tutto quello che avevamo temuto fino a quel momento, la cosa di cui avevamo più paura, era accaduta: una di noi era rimata sola. In preda al panico mi voltai verso le mie altre due amiche:
-Troian, Lucy è sparit…- nemmeno Troian c’era. Guardai meglio: non c’era nemmeno Shay. A poco a poco realizzai con terrore che quella a essere rimasta sola, ero io.
Mi appoggiai con le spalle al muro e mi accasciai sul pavimento ad aspettare, aspettare che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa. Mi riscossi solamente quando mi sentii agguantare, qualcuno mi afferrò per le spalle e mi sbatté al muro con violenza. Sentii una scossa di dolore attraversarmi la schiena e gridai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
 
 
 
Lucy’s pov
 


Smisi di correre solamente quando pensai di essermi allontanata abbastanza dal punto dov’ero prima. Sentii un grido: era Ashley. Non ero più con le mie amiche, nella fuga ci eravamo perse di vista le une con le altre, e sentire il grido della bionda mi terrorizzò:
-Ash!- gridai con voce spezzata, ma nessuno mi rispose.
-Ashley!- ritentai, ma lei non mi sentì: quanto grande poteva essere quel cazzo di seminterrato?!
All’improvviso colsi un bagliore nel buio, corsi verso di esso e con una gioia immensa capii di aver trovato la porta di uscita. Lasciai il labirinto e cominciai a correre in cerca di aiuto.
Andai a sbattere contro qualcuno.
-Marlene!- esclamai singhiozzando, e lei mi abbracciò:
-Che succede piccola?
-Dio mio Marl…- riuscii a mormorare prima di scoppiare in lacrime tra le braccia della produttrice.
-Cosa è successo Lucy?
-Chiama il 911 Marlene, poi ti spiego, ma chiama il 911.- ordinai con durezza prima di continuare a correre verso l’uscita della casa abbandonata.
 
 
Troian’s pov
 


D’un tratto udii dei gemiti. Era il primo segno di vita che percepivo da quando avevo perso le mie amiche, ma non riuscivo a capire se fosse positivo o negativo. Mi avvicinai circospetta a un angolo, e feci capolino con la testa. Accasciata a terra vicino al muro, c’era rannicchiata una figura di cui vedevo solo dei capelli biondi.
-Ash!- Azzardai, la figura si voltò verso di me: era Ashley. La mia amica era rannicchiata con la testa tra le ginocchia, e il vestito era alzato malamente. Anche i collant trasparenti erano strappati in vari punti.
Lei si alzò di scatto e mi venne incontro:
-Tutto ok? “A” ti ha fatto del male?
-No, mi ha solo spintonata contro il muro,?
-Non l’ho incontrato fortunatamente.- la bionda sorrise:
-Ho avuto così paura.- esclamò, e io decisi di non parlarle allora dell’angoscia che mi aveva serrato la gola quando avevo scoperto di essere sola. Mi ero buttata a terra piangendo fino a che quell’attacco di panico non mi era passato, dopo mi ero alzata e avevo cominciato a ispezionare la zona.
-Troian, dobbiamo andare via di qui.- disse decisa.
-C’ero arrivata anche io, sapientona… ma hai idea da dove uscire?- lei annuì.
-Lì c’è una porticina che da sul bosco, proviamo a uscire da lì, dovrebbe essere sicuro.
-Mi fido di te Benzo.- sussurrai, e mi incamminai verso la porta.
 
 
Ashley’s pov


 
Mi sembrava un’eternità che io e Troian camminavamo nel boschetto, e a causa dei tacchi altissimi non mi sentivo più le gambe. Troian aveva preso un storta, e per camminare si doveva appoggiare a me, che quindi sostenevo un peso doppio.
-Sai dove stiamo andando Ash?
-A dir la verità no.- ammisi e Troian si fermò appoggiandosi a un tronco.
-Io non ce la faccio a proseguire oltre, mi fa male la caviglia.
-Facciamo che faccio un piccolo giro e tra un po’ torno.- non mi allettava l’idea di lasciarla lì da sola, ma lei accettò quindi non si pose il problema.
-Torno subito.- promisi, e la mia amica sorrise. Appena scomparvi dalla visuale di Troian, feci un bel respiro: dovevo attuare il piano. Certo, era rischioso, ma il gioco valeva la candela. Potevo scoprire chi era “A”, ma dovevo farlo da sola: le mie amiche non avrebbero mai accettato di farlo.
Mi appoggiai su un albero e presi in mano il mio cellulare. Aprii la casella messaggi, e prendendo la “chat con A”, digitai:
 
<< Voglio incontrarti >>
 
La risposta arrivò in pochi secondi:
 
<< voltati, ma non gridare.>>
 
Mi voltai, e vidi una figura vestita di nero con il volto coperto, che stava appena dietro di me. Con in cuore che minacciava di balzarmi fuori dal petto, tremando chiesi:
-Vuoi fare un patto?- “A” prese in mano il cellulare e digitò qualcosa, appena il mio telefono squillò, lessi sullo schermo.
 
<>
 
Ecco, “A” aveva equivocato. Scossi la testa con vigore, e a voce alta dissi:
-No. Voglio fare uno scambio.- “A” scrisse qualcosa sul suo telefono e il messaggio mi arrivò in pochi secondi.
 
Avete qualcosa che mi appartiene
 
Il telefono! Come avevo fatto a non pensarci prima! Il telefono che avevamo trovato alla festa di Selena! Dove lo avevamo messo? Lo avevo tenuto nella borsa che avevo quella sera… appena realizzai, per poco non mi venne un colpo: avevo la stessa borsa, quindi il telefono forse era ancora lì. Un piano dettagliato mi si designò nella mente, potevo porgergli il telefono e una volta che si fosse avvicinato, gli avrei tirato giù il cappuccio.
Non mi ispirava quel piano, ma ormai non avevo più scelta. Frugai con la mano libera nella borsa blu e le mie dita entrarono in contatto con una superfice fredda. Afferrai il telefono estraendolo dalla borsa e, appena “A” lo individuò, fece per effettuare un balzo in avanti ma io, sempre con il cuore in gola, lo nascosi dietro la schiena:
-No, mio il gioco, mie le regole.- dissi rubandogli una frase.
-Tu ti avvicini lentamente senza la pistola, e io te lo do.- volevo che la mia voce sembrasse sicura, ma ero certa che si capisse lontano un miglio che me la stavo facendo sotto. “A” gettò a terra la pistola, e io capii che quel telefono doveva essere per lui davvero importante.
Bene, se credevo che sarei riuscita a contrattare con “A”, mi sbagliavo. Appena mi distrassi un attimo, il nostro persecutore si gettò su di me afferrando il telefono. Lo tenevo molto saldamente, quindi non riuscì la sfilarmelo. Cominciò a tirare, ma la mia presa era solida, così “A” cominciò a girarmi il braccio verso destra. Con l’altra mano tentavo di togliergli il cappuccio, ma era pressoché impossibile, e intanto lui continuava a torcermi il braccio con il telefono. Ero ben decisa a non lasciare, ma mi stavo facendo malissimo, così, contando su un suo minimo di umanità, gemetti:
-Mi fai male.- non gliene fregò minimamente, anzi mise più forze nella rotazione.
-Per favore, mi fai male…- gemetti nuovamente, ma “A” non smise. Percepivo che il mio braccio stava cedendo, e improvvisamente sentii un dolore lancinante al polso, forte come una coltellata, e fui costretta a mollare il cellulare. Mentre l’incappucciato scappava nel bosco, io caddi all’indietro stringendomi al petto il polso ferito.
 
 
Shay’s pov
 


Avevo trovato subito l’uscita dal labirinto, ed ero andata a cercare Marlene. La produttrice mi aveva detto di aver incontrato Lucy, la quale le aveva intimato di chiamare il 911.
-E tu lo hai chiamato?
-Si Shay, l’ho chiamato, stanno arrivando. Mi spiegate che sta succedendo?- feci per risponderle quando sentimmo un grido:
-Oh mio Dio! È morta?!- improvvisamente il pensiero raggiunse le mie amiche così, appena giunta sul posto mi accorsi che la ragazza in questione non era né Ashley, né Troian, né Lucy, mi sentii egoisticamente sollevata.
Una bruna era distesa scompostamente in mezzo al prato, e attorno a lei si stava radunando un discreta folla.
-C’è un medico?- gridò qualcuno, e un ragazzo si fece strada tra la gente. Si inginocchiò accanto alla ragazza tastandole il polso.
-Ancora è viva!- strillò, e contemporaneamente il suono di alcune sirene annunciò l’arrivo del 911.
-Che è successo?- chiedeva qualcuno, e me lo domandavo anche io.
Lanciai un’occhiata fugace all’orologio: era quasi mezzanotte. Ero in una festa di notte dove era appena quasi morta una ragazza, dove c’era “A” a piede libero, e le mie amiche erano disperse chi sa dove. Le lacrime cominciarono a scendermi lungo il viso, quando vidi qualcuno di familiare in mezzo alla folla. Tyler era pallido come un cencio e si guardava intorno cercando di capire cosa fosse successo. Corsi verso di lui e appena mi vide mi abbracciò. Gli inzuppai la maglietta di lacrime, e appena mi staccai lui mi chiese:
-Hai visto le altre?- scossi la testa:
-No, ma è quasi morta una ragazza laggiù. È arrivato il 911 che Marlene aveva chiamato perché c’era “A”. Non ho idea di dove siano le ragazze, non ho idea nemmeno se siano vive o morte!- sbraitai piangendo, e Tyler cominciò:
-Calmati Shay, sono certo che stanno bene, non piangere.- da come lo disse capii che più che altro cercava di convincere se stesso.
-Perché deve succedere sempre a noi?!- lui mi abbracciò nuovamente, quando notai qualcuno che usciva dal bosco:
-Ashley!- esclamai a voce eccessivamente alta, incredibilmente sollevata. Tyler si voltò di scatto e vidi che il suo viso si illuminava di gioia. Insieme alla bionda c’era anche Troian, che zoppicava un po’. Io e Tyler corremmo loro incontro e, mentre Tyler afferrava Ashley al volo sollevandola e facendola girare, io abbracciai Troian.
-Troian, Dio mio, stai bene?- lei scoppiò a piangere tra le mie braccia e io cercai di consolarla e di trasmetterle conforto, anche se in quel momento nemmeno io sapevo cosa fosse il conforto.
-State tutte bene? Lucy dov’è?- chiese la bruna tra le lacrime, e io sorrisi:
-Lucy sta bene, è in mezzo alla folla. Tu stai bene? Ho visto che zoppicavi.
-Ho preso solo una stupida storta mentre correvo, invece Ashley si è fatta molto male al braccio.- Tyler sentì  ciò che aveva detto Troian e si sciolse dall’abbraccio con Ashley:
-Dove ti sei fatta male Ash?
-Al polso…- gemette Ashley e Tyler le prese la mano tirandogliela un po’, ma la ragazza gridò dal dolore ritirando il braccio.
-è stato “A”…- cominciò, e io mi girai per guardarmi intorno. Erano arrivate quattro ambulanze e qualche macchina della polizia, e stavano trasportando la ragazza in barella. All’improvviso sentimmo un botto e tutti ci girammo di scatto. Una colonna di fuoco si levava da una capanna di legno accanto alla casa abbandonata.
 
Ashley’s pov
 

La casa era stata evacuata, tutti erano andati via e la festa era finita. Il vigili del fuoco avevano spento l’incendio che avevano reputato come doloso. Noi eravamo rimasti sul posto ad aspettare che Marlene terminasse di fornire alla polizia il resoconto sull’accaduto.
Lucy stava parlando con Janel (molto strano), mentre Troian e Shay erano andate a recuperare le loro borsette. Una delle ambulanze aveva aperto il portellone posteriore, sollevando la rampa, e io mi ero seduta su di esso con le gambe a penzoloni. Tentai il muovere il polso, ma una scossa di dolore mi fece strizzare gli occhi così, sospirando, feci dondolare le gambe avanti e indietro. Alzai lo sguardo e vidi che Tyler mi stava raggiungendo tenendo qualcosa in mano. Appena arrivò, con un piccolo balzo, saltò a sedere accanto a me, lasciando le gambe a penzoloni. Mi guardò e mi chiese:
-Fa tanto male?
-Abbastanza.- ammisi io, e Tyler mi porse un pacchetto di ghiaccio sintetico:
-Prova a mettere questo.- propose, e io poggiai il sacchettino sul polso.
-Perché non hai lasciato il cellulare quando “A” ha cominciato a girarti il braccio?
-Tyler ero terrorizzata! Non sapevo cosa fare…
-Quindi ora non abbiamo più il cellulare di “A”.
-Non sono così stupida Ty… Ian lo aveva svuotato e aveva caricato tutto il contenuto sul suo portatile. Credevo che se si fosse avvicinato sarei riuscita a togliergli il cappuccio, ma l’unico risultato che ho ottenuto, è stato quello di distruggermi il polso.- mi lamentai.
-Fammi vedere.- disse Tyler riferendosi al polso, e io gli porsi il braccio. Il ragazzo sollevò il ghiaccio e mi passò un dito sulla pelle, poi provò a muovermi la mano:
-Così fa male?
-Da morire.- mormorai lasciandomi sfuggire un gemito. In quel momento un medico entrò nell’ambulanza e Tyler scese a terra con un balzo dalla rampa, poi mi porse la mano per aiutarmi a scendere. Raggiungemmo il medico e gli spiegai che mi ero fatta male, così lui, dopo avermi tastato il braccio più volte, mise della pomata su una benda di circa cinque centimetri, e me la avvolse attorno al polso. Prima di allontanarmi gli chiesi.
-È rotto?- il medico scosse la testa:
-No, il polso è solo slogato, ma fai attenzione la prossima volta… è una brutta slogatura.- ringraziai e io e Tyler ci allontanammo, quando mi sentii chiamare.
-ASHLEY!- alzai lo sguardo e vidi Shay che correva dietro di me con dietro Troian che zoppicava un po’.
-Che c’è?
-Guarda!- mi voltai e vidi “A” che era in piedi sull’orlo di un precipizio e guardava giù.
 
 
Troian’s pov
 


Ashley lasciò la mano di Tyler e ci venne incontro, e anche Lucy ci raggiunse. Ci schierammo una accanto all’altra:
-Si sta buttando!- Marlene aveva avvisato la polizia, che teneva i fucili puntati sulla figura.
-Perché si deve buttare?- chiesi sconvolta: quello era un bastardo, ma non avrei mai augurato la morte a nessuno.
-Non lo fare! Si può risolvere tutto!- gridò Shay.
-NO!!!- strillai.
-Non ti buttare, possiamo chiarire!- all’improvviso “A”, cogliendo di sorpresa tutti, estrasse velocemente la pistola e sparò. Tutti, che credevamo si volesse buttare, rimanemmo stupiti, e lui approfittò di quell’attimo di indecisione per scappare. Ma dove aveva sparato?
Mi girai e sussurrai:
-Oh mio Dio…- Lucy era a terra tenendosi la pancia, e attorno a lei si stava allargando una macchia rossa.
-No, cazzo no.- gridò Ashley bianca come un cencio.
-Lucy no!- Shay si gettò in ginocchio piangendo e gridando. Mentre le lacrime cominciavano a scorrermi lungo il viso, gridai:
-Lucy!
-Aiutateci!- urlò Ashley ai medici dell’ambulanza, mentre io mormoravo a Lucy:
-Lucy resisti… starai bene…- ma lei non mi sentiva perché aveva gli occhi chiusi. Mentre abbracciavo Ashley, sperai con tutta me stessa che la nostra amica fosse solo svenuta.
 

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Capitolo 24
*** Lucy... ***


Shay’s pov
 
Sentivo come un vuoto dentro. Una strana sensazione di irrealtà che non mi faceva riuscire a capacitare del fatto che fosse tutto reale. Mi sembrava di vivere in un sogno, o meglio in incubo. Ogni volta che però alzavo lo sguardo e vedevo le mie amiche in lacrime, l’ospedale, e le infermiere che correvano qua e là, mi ricordavo che era successo veramente.
-Giuro che se non mi fanno entrare io sfondo la porta.- singhiozzò Ashley tirando su con il naso e cercando di assumere, senza successo, un tono deciso. Mi asciugai le lacrime, e chiesi a un infermiera che passava:
-Si possono avere notizie su Lucy Hale?- la ragazza fece scorrere il dito sudaticcio sullo schermo di un registro digitale dei pazienti che portava in grembo, poi scosse la testa desolata:
-La ragazza che è stata presa in pancia da un proiettile, eh…? Non ci sono aggiornamenti. Quando è arrivata qui era in condizioni molto critiche, i medici stanno dando il tutto per tutto con un’operazione. Durerà molto, appena sarà conclusa vi avviseremo. I medici non sapevano più che fare, stanno facendo tutto il possibile con questa operazione, speriamo tutti che questo intervento riesca a salvarla. In bocca al lupo.- l’infermiera sorrise e si allontanò.
-Quindi non è fuori pericolo?- chiesi con un fil di voce.
-No, può ancora morire.- spiegò Ashley ansimando. Indossavamo ancora i travestimenti di Halloween, dunque ricevevamo occhiatacce da chiunque passasse. La bionda sfiorò con il pollice la benda che le fasciava il polso, poi disse:
-Ho bisogno di prendere una boccata d’aria.- la mia amica si sventolava con la mano e in viso era molto rossa, in più faceva respiri profondi continuamente, come se non riuscisse a prendere bene l’aria.
-Stai bene?- le chiesi, ed Ashley piegò la testa da un lato:
-Si, credo di sì… è solo l’ansia: da quando l’infermiera ci ha detto che Lucy non è fuori pericolo, non riesco a respirare bene. Ma è solo l’ansia, tranquilla. Ho bisogno di un po’ di aria fresca.
-Promettimi che non svieni.- scherzai io.
-Ti prometto che non svengo.- mi sorrise lei, poi si avviò verso la terrazza.
Io mi sentivo la testa pesante, come se fosse carica di piombo. Mi sfilai la mascherina da chirurgo che portavo ancora sul viso e la gettai sulla borsa. Avevo già ripulito il viso con una salviettina struccante, e quasi tutto il sangue finto era andato via. Lanciai un’occhiata fugace all’orologio, e mi accorsi che era già passato un quarto d’ora da quando Troian era andata a prendere da bere alla macchinetta, e ancora non era tornata. Incerta sui tacchi alti mi avviai verso il corridoio. Una volta arrivata alla macchinetta non vidi la mia amica, ma sentii qualcuno ansimare nei paraggi. Non capii subito da dove provenisse quel rumore, così feci avanti e indietro un paio di volte fino a che non individuai come fonte del rumore lo sgabuzzino in cui quella volta io e Troian ci eravamo nascoste dopo aver rubato la cartellina medica. Spalancai la porta, e vidi una ragazza seduta a terra, con le spalle contro il muro e le gambe piegate, che ansimava e respirava molto velocemente. Mi inginocchiai accanto a lei:
-Dio santo Troian che succede?- lei non rispose, ma continuò a prendere forti respiri e a gemere. Non stava piangendo, ma tremava ed era pallida come un cadavere. Le passai una mano tra i capelli e vidi che erano tutti sudati.
-Troian, amore mio, che succede?
-Troian che ti senti? Spiegami.- lei prese un bel respiro e sussurrò:
-Credo di avere un attacco di panico.- si vedeva che era affannata. Lanciò un gridolino e vidi per un secondo il  terrore nei suoi occhi. Le feci spazio allontanando qualche straccio, poi la aiutai a distendersi sul pavimento. Tentai di ricordarmi cosa si dovesse fare nel caso di un attacco di panico, poi dissi con il tono di voce più calmo che mi riuscì:
-Respira profondamente.- lei fece un respirone e socchiuse gli occhi scossa da i tremiti.
-Pensa a una cosa… bella.- mi sentivo ridicola a fungere da psicanalista, ma non avevo scelta. A poco a poco il respiro di Troian si fece più regolare.
-Va meglio?- lei annuì convinta, facendo per alzarsi, ma un attacco di vertigini la fece crollare nuovamente seduta e il suo respiro si fece di nuovo affannoso.
-Tranquilla, con calma distenditi di nuovo.- mentre la mia amica eseguiva i miei “ordini”, pensavo a quanto sarebbe stata difficile l’attesa all’ospedale.
 
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-Quando ti è venuto questo attacco di panico?- chiesi a Troian mentre ci incamminavamo verso la sala d’attesa. Ora stava decisamente meglio.
-Sono passati dei medici, e ho sentito che dicevano che le probabilità della riuscita dell’operazione di Lucy erano… non scarse, ma nemmeno altissime. Ho cominciato a sentire una specie di terrore dentro di me, e non riuscivo a respirare bene. Avevo capito che era un attacco di panico, perché mi era successo anche un’altra volta.
-Quindi ora stai bene?
-Si, ho solo un piccolo residuo di asma.
-Soffri d’asma?
-No!- esclamò scoppiando a ridere, e io le sorrisi:
-Quindi ho due amiche moribonde.- mi accorsi troppo tardi dell’infelicità di quello che avevo detto. Troian mi guardava ferita, e io sospirai:
-Non intendevo quello Troi. Non mi riferivo a Lucy, mi ero dimenticata che lei… insomma… mi riferivo ad Ash.
-Che ha Ash?
-Le mancava l’aria.
In quel momento vidi la bionda che stava lasciando la terrazza per raggiungerci. Con una corsetta le venni incontro.
-Va meglio Ash?
-Decisamente, avevo solo bisogno di rinfrescarmi le idee… che hai Troian? Hai un aspetto tutt’altro che rassicurante.
-Tatto portami via…- brontolò Troian riferendosi alla schiettezza e al poco tatto della nostra amica.
-Ho avuto un attacco di panico, ma ora sto bene.
-Capito. Comunque secondo me dovremmo tornare in albergo a cambiarci… L’operazione di Lucy durerà molto, e questi travestimenti non sono molto comodi.
-Non mi va di lasciare Lucy sola… ma è in buone mani e io giuro che se sto un altro secondo con questo vestito addosso, uccido qualcuno.- io e Ashley strabuzzammo gli occhi e Troian si scusò:
-Merda scusate, non è il momento di parlare di “uccisioni”.
-Quindi siamo d’accordo? Torniamo a casa?- in quel momento vedemmo un ragazzo con i capelli scuri entrare nella stanza con un sacchetto in mano.
-Volete sul serio tornare a casa?
-Si Tyler, pensavamo che fosse meglio cambiarci.
-Non andate ora, è notte ed è buio, ci sono un sacco di ubriachi reduci da feste al volante, e voi siete stanche e impaurite.
-Ha ragione lui.
-Non eri stata tu a proporre di tornare?
-Si, ma mi sono accorta che Tyler ha ragione.- un infermiera entrò all’improvviso sbattendo la porta.
-Siete voi che aspettate Lucy Hale? A parte la famiglia che è nella stanza accanto… intendo.
-Si, siamo noi. Ci sono novità?
-No, volevamo solo avvisarvi che l’operazione durerà ancora delle ore.
-Grazie per l’avviso.- dissi, poi mi rivolsi alle mie amiche e a Tyler:
-Possiamo fare un pisolino?- Troian mi fece l’occhiolino:
-Perché no?- mi accoccolai sulla fredda superficie delle sedie della sala d’attesa, e poggiai la testa sulla borsa, come se fosse un cuscino. Ero convinta che alla luce degli ultimi  avvenimenti non sarei riuscita a prendere sonno, ma pensando a Lucy, ad Halloween, ad “A”, a poco a poco le palpebre mi si fecero pesanti e mi addormentai:
 
Stavo correndo, correvo come un fulmine e non avevo più fiato. Intorno a me vedevo solo una pianura infuocata che si stendeva a perdita d’occhio. Ventate d’aria calda mi scottavano il viso,  e attraverso il fumo grigiastro riuscivo a vedere le sagome delle mie amiche che correvano vicino a me. Scappavamo da qualcosa, immaginavo. All’improvviso un terremoto potentissimo cominciava a scuotere la terra, e dal cielo iniziavano a cadere delle forme nere. Un cratere si formava a pochi metri da Troian, proprio dove lei stava andando. Io gridavo, buttavo tutto il fiato che avevo in gola, chiamavo la mia amica, ma lei non mi sentiva. Mentre Troian scompariva urlando nel fosso, vedevo “A” che correva verso Ashley e contemporaneamente un altro “A” correva verso Lucy. Volevo avvisare le mie amiche, ma non mi usciva più la voce. Due colpi di pistola, così coordinati da sembrare uno solo, schioccarono potenti, e vidi le mie amiche crollare al suolo. Mi voltai e vidi “A” che stava correndo verso di me. Stavo cominciando a correre nella direzione opposta, ma mi accorgevo che attorno a me c’erano mille “A”  che mi venivano incontro armati. Cominciai a gridare e contemporaneamente tutti gli “A”, al rallentatore, cominciarono ad abbassarsi il cappuccio. Appena potei vedere il loro volto urlai: ero io, gli “A” avevano la mia faccia.
 
Mi svegliai di soprassalto scattando a sedere. Dalle finestre filtrava una luce chiara, simbolo del fatto che stava arrivando l’alba: quanto avevo dormito?! Le immagini del mio incubo continuavano a tormentarmi vivide la memoria, causandomi uno strano malessere. Le mie amiche stavano ancora dormendo sulle sedie vicino a me. Mi girava la testa, e istintivamente piegai la testa e vomitai sul pavimento.
Udii Ashley che a poco a poco si svegliava brontolando e arricciando il naso.
-Shay sei già sveg…? Che schifo Shay!- Ashley fece un balzo indietro rischiando di cascare dalla panchina.
-Non sono infetta Ash, non c’è bisogno che continui ad allontanarti da me.- tentai di sorriderle, ma lei sbuffò:
-Lo so Shan, ma se mi arriva l’odore di quell’obbrobrio, vomito anche io. Non è il caso.- spiegò la bionda.
-Notizie di Lucy?- chiese lei sbadigliando, e io scossi la testa.
-Mi sono svegliata un secondo fa.
-Sai bene Shay? Hai davvero una brutta cera.- non ero ancora pronta a parlarle del mio incubo, così annuii dubbiosa:
-Credo di si.- all’improvviso la bionda si portò la mano sinistra al polso destro con un’espressione sofferente.
-Male?- chiesi preoccupata e lei annuì tappandosi la bocca per non gridare:
-Chiamo un medico?- chiesi preoccupata, ma la mia amica scosse la testa.
-Non ti preoccupare, va già meglio.
-FATEMI ENTRARE CAZZO!- sentimmo urlare dalla  stanza accanto. Io ed Ashley ci guardammo confuse, e ci avviammo verso la porta. Essa era chiusa a chiave dall’interno, quindi era impossibile aprirla. Accostai l’orecchio al legno, cercando di percepire qualche rumore. Purtroppo qualcuno nello stesso istante qualcuno aprì la porta, e feci appena in tempo a scostarmi per non sbattere la testa.
Il ragazzo si sbatté la porta alle spalle e fece per uscire, ma io chiesi incredula:
-Ian?- il nostro amico si girò, e notai che aveva il volto rigato di lacrime. Appena si accorse che c’eravamo io ed Ashley, lui si affrettò ad asciugarsi le guance, ma ormai avevamo visto.
-Che succede Ian?
-Niente! Sono solo un branco di celebrolesi che non vogliono che nessuno entri da Lucy! Coglioni di merda…- aggiunse sottovoce, e mi venne da sorridere di fronte all’aggressività del ragazzo causata dalla sua preoccupazione per Lucy.
-Non puoi entrare in sala operatoria Ian…- provò a spiegargli Ashley calma, ma lui fece un gesto di stizza e uscì dalla stanza.
-Tu credi che l’operazione sta finendo?
-Abbiamo dormito cinque ore Ash, quanto può durare un’operazione?
-Tanto… può durare tanto.- rispose secca, e appoggiò la testa allo schienale della sedia.
-Troian ancora non si sveglia, eh?- chiese la bionda con un sorriso indicando la ragazza distesa vicino a lei che russava.
-Secondo me dovremmo svegliarla.- propose Ashley, e io acconsentii:
-Anche secondo me, io vado un attimo in bagno, fai tu.- feci per allontanarmi, quando dalle pareti di vetro della stanza vidi Ian che, nella sala d’attesa accanto, scriveva su un foglio. Mi appostai per non farmi vedere, continuando a spiarlo.
Il ragazzo continuava a scrivere velocemente su un foglio di carta rosa. All’improvviso, in un attacco di stizza, lo appallottolò gettandolo sul pavimento. Stette qualche secondo a fissarsi le mani, poi si chinò sulla borsa estraendo un altro foglio pulito. Scrisse qualcos’altro, poi lo rilesse, e vidi che cancellava qualche rigo. Aggrottai la fronte: cosa stava facendo? Tornai indietro dalle mie amiche, dove trovai Ash che aiutava Troian ad alzarsi.
-Già sei tornata dal bagno?- domandò Ashley, ma io scossi la testa e risposi:
-No… nella stanza accanto c’era Ian. Era strano…- non potei finire la frase perché un’infermiera vestita bianco entrò nella stanza. Al suo seguito c’erano tre medici con delle cartelline in mano. L’operazione era finita? Una parte di me voleva che fosse terminata e che quei medici fossero venuti per comunicarci l’esito di essa, un’altra parte di me non si sentiva ancora pronta a sentire eventualmente che avevamo perso per sempre la nostra amica. Purtroppo quello era uno di quei momenti in cui tu vorresti prendere in mano il telecomando della vita, mettere in pausa un attimo e dire: “aspetta un attimo, eh? Sta succedendo davvero ora?”, ma non puoi farlo. Egoisticamente in quel momento sperai che non fossero venuti per noi, ma quando tutti si fermarono di fronte a me e alle mie amiche, non ebbi più dubbi.
Il loro volto era imperturbabile e non lasciava trapelare niente della comunicazione che dovevano darci. Avevo le gambe molli, così mi abbandonai sulla panchina per non rischiare di cadere. Dopo un tempo che mi parve infinito, a rompere il silenzio fu l’infermiera. Era una ragazza piuttosto giovane, che non avevo mai visto prima all’ospedale, ma che sembrava cordiale (mia totale supposizione dato che come ho detto il suo volto era imperturbabile). Con una voce sorprendentemente matura e da donna, chiese:
-Siete voi gli altri che attendono l’esito dell’operazione di Lucy Hale? Oltre la famiglia?
-Si, siamo noi, ed è circa la quarta volta che ce lo chiedono.- risi io tentando di smorzare la tensione. La ragazza sorrise, confermandomi che avevo ragione: era cordiale. Poi però si fece nuovamente seria:
-L’operazione è terminata…- esitò, e io mi accorsi di aver cominciato a tremare convulsamente. “Un po’ prematura come reazione, eh Shay?” mi rimproverai mentalmente, e pregai la ragazza di continuare.
-L’intervento è riuscito, Lucy è viva.- disse calma l’infermiera.
Scoppiai in lacrime dalla gioia e le mie amiche fecero lo stesso, poi ci abbracciammo tutte. Vidi dal vetro Ian che era in piedi nell’altra stanza e ci osservava confuso, per poi dirigersi verso di noi.
-Che succede qui?- chiese un po’ burbero, ed Ashley esclamò:
-L’operazione è riuscita.- vidi un sorriso a trentadue denti comparire sul volto accigliato del ragazzo che, lasciandosi prendere dall’entusiasmo, abbracciò la bionda sollevandola dal pavimento.
Eravamo tutti così felici ed entusiasti che non ci accorgemmo che l’infermiera non aveva finito di parlarci.
-…a tempo indeterminato. Capito?
-Come?
-Non avete sentito niente di ciò che ho detto?- scossi la testa imbarazzata e l’infermiera sbuffò leggermente, poi continuò:
-Però ancora non si è svegliata.
-Come?
-L’operazione ha avuto buon fine… ma la paziente ancora non si è svegliata. C’è stata un’emorragia interna.
-Quindi non è salva…- dissi con un fil di voce, ma la ragazza provò a sorridermi rassicurante:
-è salva, si sveglierà, solo che non sappiamo quando. Non possiamo fare niente, rischieremmo solo di peggiorare le cose.
-Ma si sveglierà?- chiesi nuovamente la conferma:
-Si, si sveglierà. A dopo.- l’infermiera sorrise per l’ennesima volta e poi lasciò la stanza.
-È l’alba e non serviamo più qui. Torniamo a casa a cambiarci, siamo ridicole vestite ancora così. Poi possiamo andare a fare un po’ di shopping per consolarci. Che ne dite?- proposi alle mie amiche facendo l’occhiolino, e tutte furono d’accordo.
 
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-Mi sento libera con questi leggins!- esclamò Ashley mentre s’infilava le adidas superstar.
-Non lo dire a me.- sospirò Troian struccandosi il viso con una salviettina detergente.
-Quanto fondotinta ho messo?!- si lamentò notando che su di essa continuavano ad apparire tracce di marrone.
-Eri Cleopatra, Troi… dovevi avere una carnagione più scura. Logico che hai messo così tanto fondotinta!- le ricordai, e lei sbuffò seccata.
-Mi ricordate perché Ian non è venuto con noi?- chiesi aggrottando la fronte, e Ashley si distese sul letto:
-Non saprei… ha detto che voleva rimanere lì un altro po’… ricordate che stava scrivendo qualcosa? Forse vuole continuare a farlo in pace.- annuii e chiesi:
-E potreste ricordarmi anche perché Tyler non è venuto nemmeno?- in coro Ashley e Troian esclamarono:
-Per non lasciare Ian da solo.- terminai di allacciarmi le converse e mi distesi sul letto accanto ad Ash, poi le presi tra le mie mani il polso sollevandole il braccio. Osservai la fasciatura e lei mi lasciò fare, poi chiesi:
-Fa male?
-Tanto.- ammise lei, e io mi alzai di scatto.
-Ma non preoccupatevi… usciamo da qui piuttosto, che ho bisogno di distrarmi un po’.- terminò la bionda.
-Andiamo a fare shopping?
-Ci sto.- sorrise Ashley non smentendosi, poi la bionda si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
-Destinazioni?- chiese Troian, e Ashley cominciò:
-Prada…-
-Louis Vuitton…- aggiunsi io.
-Ermes…- continuò Ashley.
-Michael Kors…- dissi io sorridendo, e Troian ci interruppe scoppiando a ridere:
-Ho capito, ho capito: mi devo portare i big money.- esclamò prendendo delle banconote dalla cassaforte dell’albergo.
-Il resto lo prelevo al bancomat.
-Andiamo?- chiesi, e Ashley si mise in punta di piedi e alzò un braccio enfatizzando poetica:
-Verso Michael Kors e oltre!
-Un salto da Abercrombie lo facciamo?- chiesi Troian, ed Ash sgranò gli occhi:
-Ovvio! Ho visto un paio di pantaloni…- mentre loro continuavano ad elogiare Abercrombie e Fitch, io mi allontani un po’ e mi resi conto che in fondo questo shopping-terapeutico-per-non-pensare-a-Lucy, forse non sarebbe stato così male.
 
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-Ash è fiera della sua nuova borsa.- affermò Troian sorridendo indicando la bionda che ammirava beata la sua borsa griffata Kors che aveva mano.
-Ci puoi contare!- strillò lei abbracciando l’oggetto.
-Mai quanto io posso essere fiera del mio cappotto nuovo!- esclamai sorridendo sotto i baffi mentre infilavo una mano nel sacchetto che portavo sottobraccio per accarezzare il mio giubbottino nuovo di pelliccia di visone di Louis Vitton.
-Tu sei malata Shay… è costato un casino.- mi criticò Troian sorridendo, e io finsi di imbronciarmi:
-Si avvicina molto al prezzo della borsa di Ashley.- brontolai, e Troian rise:
-Infatti non ho detto che lei non sia malata… ma tu di più.- all’improvviso Ashley si fermò e si appoggiò a un palo, poi sofferente affermò:
-Non ce la faccio più. Devo andare all’ospedale.
-Di già? Non vedi Lucy solo da delle ore!- affermai, e lei scosse la testa:
-Non è per Lucy…- cominciò.
-O meglio… non solo per lei.- si corresse.
-Mi fa troppo male il polso, voglio andare all’ospedale a chiedere se possono metterci qualcosa, tipo una pomata… buh, dico solo di fare qualcosa perché non ce la faccio più.- continuò la bionda, e io la osservai preoccupata.
-A questo punto andiamo a piedi! Ci siamo allontanate così tanto da dove avevamo parcheggiato la macchina che ormai siamo davvero vicine all’ospedale.- proposi, e Troian chiese ad Ash:
-Ce la fai o andiamo in macchina?- la mia amica sbuffò:
-Mi fa male il polso, non la caviglia.
-Dicevo solo per chiedere.
 
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-Ash hai trovato qualcuno a cui chiedere?- domandai alla mia amica una volta in ospedale, ma lei scosse la testa sconsolata.
-Ancora no… vabbè ragazze, facciamo una cosa: voi andate da Lucy a trovarla, io vi raggiungo appena ho finito.
-Sicura? Se vuoi veniamo con te…- proposi apprensiva, ma lei mi sorrise:
-Non preoccuparti Shay, me la caverò.- detto questo la bionda si allontanò e io e Troian rimanemmo sole a fissarci confuse:
-Andiamo da Lu’?- chiese lei dubbiosa, e io annuii:
-Andiamo da Lu’.- affermai.
-Non è quella la porta?
-Credo di sì, ma non è meglio chiedere? Non vorrei entrare nella stanza di qualche sconosciuto.- proposi, e Troian alzò gli occhi al cielo scocciata:
-Per l’amor di Dio Shay… se ti dico che quella è la camera di Lucy, significa che quella è la camera di Lucy.- si diresse verso la porta tirandomi e, prima di ritrovarmi dentro, feci appena in tempo a commentare:
-“Camera”? Sembra quasi che stiamo parlando di un hotel, Troi…
L’interno della stanza era avvolto dalla penombra. L’unica fonte di luminosità era una flebile lampadina che rischiarava a malapena il corpo della nostra amica. Tastai la parete fino a che non trovai l’interruttore, e finalmente accesi la luce. Lucy era distesa sul letto dell’ospedale e aveva gli occhi chiusi. Una flebo era collegata al suo braccio, e uno schermo con dei segmenti zigzagati emetteva un debole suono acuto. La nostra amica era struccata, ma era ugualmente bellissima. Vederla in quello stato mi fece scorrere davanti agli occhi come un film tutti i momenti felici passati con lei… La prima volta che avevo visto quella ragazzina bassa con il cappotto leopardato sul set: sorrideva timida in un angolino, e arrossiva chiunque le si avvicinasse. E dopo sei anni, la fatidica notte di Halloween che ha rischiato di portarcela via... “A” aveva rischiato di portarcela via! La rabbia cominciò a rodermi il fegato, e senza accorgermene cominciai a piangere:
-No Shay…- sussurrò Troian, e mi abbracciò stretta. Appena ci staccammo, ci avvicinammo al letto di Lucy. Timorosa le accarezzai la mano quasi con riverenza, poi mi chinai e le baciai la fronte. Fu in quel momento che qualcosa sotto il suo braccio attirò la mia attenzione. Con delicatezza le spostai la mano e individuai un pezzo di carta piegato accuratamente. Chiamai Troian, e insieme lo aprimmo: era una lettera.
 
Cara Lucy,
Forse “cara Lucy” suona troppo riverenziale visto che ci conosciamo da sei anni, quindi è meglio che io inizi con…
Ciao Lu’,
Io non sono un tipo da poemi, quindi non so quanto riuscirò a scrivere, ma avevo bisogno di farti sapere ciò che pensavo. Mi ricordo la prima volta che ti ho visto sul set… è stato circa sei anni fa, e tu eri così timida seduta in un angolino a giocare con il cellulare. “Tu sei Aria?” Ti chiesi, e tu ti girasti imbarazzata come per accertarti che io stessi parlando con te, poi tu annuisti e mi domandasti: “Tu sei Ezra?” io annuii, e quella fu la prima e l’ultima volta che ti vidi timida e introversa. Poi diventasti la ragazza che tutti noi oggi conosciamo: quella che ride ogni cavolata, che si sente a suo agio a parlare in pubblico, e così chiacchierona da diventare insopportabile.
Arrivò finalmente il nostro primo bacio sul set. Io capii che come stava succedendo qualcosa tra Ezra e Aria, sarebbe potuto succedere qualcosa anche tra Ian e Lucy. Neanche un mese dopo, che arrivò pure il nostro primo bacio da “fuori-set”… prendesti tu l’iniziativa, un giorno che eravamo con il cast in barca al lago. Non dimenticherò mai il momento il cui le tue labbra si appoggiarono sulle mie, perché fu il momento in cui io mi accorsi che ti amavo sul serio.
Poi però, puntualmente come il terzo incomodo in ogni commedia amorosa, è arrivato quello scassacoglioni di Andrew (eh si, anche nel romanticismo non posso definire Andrew diversamente). Vedendoti insieme a lui, vedendoti felice, mi resi conto che con lui tu saresti stata bene, e che forse avresti fatto meglio a lasciarmi. Tu non lo facevi, così l’ho fatto io. Dio quanto ho sofferto! Cercavo di convincermi di non amarti, e me lo devo essere ripetuto così tante volte che a un certo punto iniziai pure a crederci. Era dura, quanto ti vedevo, non saltarti addosso e baciarti! Ma solo all’inizio… poi con il passare del tempo, come ho già detto, convinsi me stesso di stare meglio senza di te.
Poi Janel si è messa in mezzo. Lei era bella, simpatica e gentile… così pensai: “perché no?”! Tuttavia la mia coscienza riconosceva che con lei non stavo come con te, e questo mi faceva arrabbiare. Così mi arrabbiavo con te, anche se avrei fatto meglio a prendermela con me stesso.
Appena ho scoperto “la cosa di Andrew”, sono andato su tutte le furie. Quando io ti davo la mia vita e il mio cuore, tu mi tradivi con quel buzzurro?! Come hai potuto Lucy?
Tu ti sei scusata e io ti ho detto di non poterti perdonare, ma mentivo. Il mio cuore ti aveva già perdonata da tempo, il mio cuore già dalla prima volta che ti vidi in tutta mia vita, aveva deciso di perdonarti il futuro OGNI cosa.
Io però non mi rendevo conto di amarti. Non riuscivo a trovare e a interpretare i miei sentimenti… ma quando ti ho vista a terra, con il sangue che ti sgorgava dalla pancia e che ti macchiava di rosso i capelli, mi sono visto perso. Il mondo mi era crollato addosso, e il mio cuore ma prima ancora il mio cervello, dovettero ammettere la più triste ma anche la più vera delle affermazioni: ti rendi conto di amare davvero una persona solo quando stai per perderla.
Tu sei salva Lucy, sei salva cazzo! Io non sarei riuscito a sopravvivere senza di te, e ora tu sei certamente salva cazzo, e io ti amo Lucy!
Lucy Hale, io ti giuro che ti amo, amore mio. Perdonami ogni cosa, perché sono solo un idiota, ma sono un idiota che ti ama e che darebbe la vita per te.
-Ian
 
-Dio sto piangendo…- mi girai di scatto:
-Ash? Quando sei arrivata?
-Da circa cinque minuti, giusto in tempo per cominciare a leggere la lettera con te. Sto piangendo, giuro.- disse asciugandosi gli occhi con il dorso della mano. Ripiegai accuratamente la lettera ponendola nuovamente sotto il braccio di Lucy.
-Che hanno detto sul polso?
-Hanno confermato che non è rotto, ma che è solo slogato. Però fa male, eh… comunque mi hanno messo una benda pulita con una pomata.
-Il tuo polso… Lucy… questa serata di Halloween è stata un disastro.
-Ha fatto schifo, era meglio se non ci andavamo.
-Io invece l’ho trovata fantastica!- disse una voce, tutte e tre ci voltammo verso il letto e Lucy ci sorrise.
-Ciao ragazze.- scoppiai il lacrime e l’abbracciai.
-Lucy ti sei svegliata!- lei mi sorrise:
-Quanto ho dormito?
-Solo qualche ora…- la rassicurai, poi le porsi la lettera di Ian:
-Ian ti ha scritto questa.- lei alzò il braccio per prendere il foglio, ma lanciò un urlo. Preoccupata strillai:
-Che succede Lucy?-
-Guarda il mio braccio!- io, Ashley e Troian le guardammo l’avanbraccio e strabuzzammo gli occhi: sulla pelle torreggiava una scritta effettuata con un pennarello nero:
 
Siete come i gatti, stronzette: avete sette vite. Ma a una a una… zac!
-A

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Capitolo 25
*** Be careful Liars... ***


Troian’s pov
 
-Tranquillizzati Lucy, cavolo, l’ho tolto quasi tutto!- protestò Ashley mentre con una salviettina umida terminava di togliere la scritta dal braccio alla nostra amica. Lucy strillava come una gazza:
-Toglietemi questo schifo da addosso! “A” mi ha toccata! “A” è stato qui mentre dormivo!
-Lucy rilassati che Ash ha quasi finito… non credo che ti faccia bene agitarti in questo modo. Ti sei infondo appena svegliata!- dissi io. Lucy sorrise stringendo tra le braccia la lettera di Ian, appena la aveva letta era scoppiata a piangere, ma dopo essersi calmata, sembrava molto felice. Si appoggiò sullo schienale del lettino sospirando, poi mormorò:
-Che hanno detto i medici quindi?
-Che devi rimanere qui un altro giorno, sai… in convalescenza.- le spiegai lentamente, e lei sussurrò:
-Stavo per morire, vero?- non risposi e io e le mie amiche ci fissammo sconvolte e confuse, così Lucy sorrise:
-Potete dirlo, non preoccupatevi.
-Si, Lucy… ma tanto ora stai bene.
-Chiamo Tyler.- disse Ashley emozionata ancora con le lacrime agli occhi. Con voce fievole Lucy chiese:
-Come va il polso Ash?- la bionda poggiò il cellulare su un tavolo e si asciugò gli occhi, così Lucy domandò:
-Perché piangi?
-Piango perché sei a persona migliore che io conosca, Lucy. Tu sei in un letto d’ospedale dopo aver subito un’operazione di sei ore, e ti preoccupi del mio polso.- spiegò Ashley, e Lucy sorrise:
-è questa l’amicizia Ash.- Ashley prese in mano nuovamente il telefono:
-Come va? Va maluccio. Mi fa molto male… ma tu non preoccuparti di questo, pensa a rimetterti in sesto. Ora chiamo Tyler e gli dico che ti sei svegliata.- compose il numero del ragazzo e lasciò squillare. Il telefono era in vivavoce, e poco dopo si udì la voce di Tyler:
-Pronto Ash?
-Ty dove sei?
-Ero passato da Starbucks a prendere qualcosa da bere e portarvelo.
-Tyler…
-Si? È successo qualcosa?- dal suo tono di voce si percepiva preoccupazione.
-Si è svegliata.
-Dio mio, piccola! Questa si che è una notiziona, aspettatemi, sto per arrivare.
-Sta per arrivare.- annunciò Ashley appena ebbe chiuso la telefonata, e io sbuffai:
-Abbiamo sentito Ash.- in quel momento sentimmo la porta aprirsi e vedemmo entrare Ian. Appena vide che Lucy si era svegliata, scattò in avanti facendo per abbracciarla, ma appena notò che lei aveva la sua lettera in mano, si bloccò imbarazzato. Lucy lo chiamò a sé.
-Avvicinati un po’.
-Perché?- chiese lui sorpreso obbedendo.
-Non posso muovermi molto, avvicinati tu.- Ian si chinò su di lei, e la mia amica gli prese il colletto della camicia tra le mani tirandolo in giù. Appena il viso del ragazzo fu a pochi centimetri dal suo, Lucy premette le labbra sulle sue. Quando si staccò da lui, Lucy ci fissò:
-Che c’è?- chiesi, e Lucy sorrise:
-Ehm… potreste lasciarci soli?
-Certo… giusto.- io e le mie amiche uscimmo dalla camera e dal vetro potemmo vedere i due che si abbracciavano teneramente.
 
Shay’s pov
 
-Che sono bellini…- mormorò Ashley con gli occhi a cuoricino, poi si fece seria.
-Dico a Tyler di accompagnarci in albergo?
-Si, forse è meglio così. Non mi va di andare da sola.- mormorai, e Troian scoppiò a ridere.
-Ammettilo Shay che è perché la macchina è troppo lontana e tu sei una pigrona.- io sbuffai:
-Colpita e affondata.- ammisi. In quel momento Tyler entrò nella stanza correndo e sbattendosi la porta alle spalle.
-Ty!- esclamò Ash appena lo vide.
-Ehi Ash. Dov’è Lucy?
-è in quella stanza… dentro c’è Ian.
-Capisco.- disse Tyler sorridendo.
-Quindi posso entrare a trovarla oppure no?- chiese.
-Si, tu entra.- disse Ash.
 
---
 
-Sei stato davvero gentile ad accompagnarci.- ringraziai Tyler mentre scendevo dalla macchina.
-Non preoccupatevi, non è stato un problema.- rispose lui mentre ci seguiva nella Hall.
-Sai dov’è Marlene?- chiese la bionda al ragazzo, e lui annuì:
-Credo di sì. Penso che sia all’ospedale, è entrata da Lucy quando sono uscito io.
-Quindi neanche oggi faremo le riprese?- chiese Troian, e io scossi la testa.
-Credo che ricominceremo domani, me l’ha accennato Marl ieri.
-Marlene secondo me sta avendo tanta fretta per far credere ai fan che non ci sia nessun problema.- affermò Ashley buttandosi a peso morto sul divano.
-Probabile.- disse Troian, ma io aggrottai la fronte.
-Ma i fan non credono che non ci sia nessun problema? Dopo la diretta che abbiamo fatto dopo il Comic Con, hanno pensato che era tutto uno scherzo!
-Si Shay, ma ogni indizio che gli diamo, come che non cominciamo le riprese, può farli insospettire…
-Capito, capito… ma mica sono investigatori! Sono dei ragazzi! Dei ragazzi come noi, alcuni poco più grandi, ma la maggior parte più piccoli.
-Forse non lo erano Shay… investigatori, intendo. Ma dopo aver seguito Pll lo sono sicuramente diventati.- si intromise Tyler sorridendo.
-Non saprei.- borbottai.
-Dove vai Ash?
-Di sopra.- Rispose lei genericamente, ma noi la fermammo:
-Aspetta Ash, saliamo tutti.
 
---
 
-Per stasera non ci sono programmi?- chiesi mentre mi lavavo le mani.
-Non credo.
-Avete notato che “A” non si è fatto più sentire da ieri sera?
-Quindi tu stai dicendo che se organizziamo qualcosa lui potrebbe farsi nuovamente vivo. Per questo tu dici che è meglio non avere programmi?- chiese Ash, e io aggrottai la fronte scuotendo la testa:
-No Ashley… io sto solo dicendo: “A non si è più fatto vivo da ieri sera”.- spiegai e lei sbuffò:
-Che affermazione profonda Shay.- scoppiò a ridere abbracciandomi.
-Shay?- mi chiamò Troian, e io la raggiunsi con Ash. La nostra amica era distesa sul letto scompostamente e aveva il computer portatile in grembo.
-Ragazze, avete sentito di Lucy?- io scossi la testa e vidi Ashley fare lo stesso.
-Cosa di Lucy?
-Non ve l’ha detto?- domandò Troian arrossendo.
-Cosa?- ripetemmo io ed Ash a voce più alta.
-Dell’audizione … credevo ve l’avesse detto.
-Avanti Troian. Parla!
-Va bene, va bene… Lucy vorrebbe fare un’audizione di ballo.
-Nel senso che non vuole fare più l’attrice?
-No, no! Per carità Shay, non dirlo neppure!- cominciò Troian.
-Vorrebbe fare un’audizione di ballo per distrarsi un po’, oltre fare l’attrice.
-Quando te ne ha parlato?
-Me ne aveva parlato il giorno della festa di Halloween…
-E tu che le hai detto?
-Io ovviamente l’ho dissuasa! È pericoloso con “A” intorno! Lo sarebbe anche in periodi normali: tutti i fan che la assaliscono… ma con “A” in giro è ancora peggio.
-L’hai convinta a desistere?- chiese Ash, e Troian disse con cautela:
-Credo di si…
-Allora perché ce ne hai parlato?
-Niente… Solo che ho trovato nella cronologia del mio computer tante ricerche su audizioni varie... cose che io non ho mai cercato!
-Pensi che possa essere stata Lucy che non si è convinta a desistere?
-Si… ma forse l’ha cercato prima che ne parlasse con me. Mi sarò preoccupata inutilmente.
-Hai ragione Troi, magari ci preoccupiamo troppo facilmente per ora. Comunque la accendi la tv? Il telecomando è accanto a te.- Troian accese la tv e partì il telegiornale.
Una signorina bionda vestita di tutto punto, cominciò con tono solenne:
 
E dopo aver parlato dello scandalo Mariotti nel mondo dell’economia, passiamo allo spettacolo. Oggi in prima pagina sul giornale si poteva leggere:
<>
Adesso sentiamo l’intervista alla donna.
 
Sullo schermo comparve Marlene:
 
“Si… le nostre ragazze sono stalkerate da un maniaco che si spaccia per il cattivo della Serie tv. Ma abbiamo tutto sotto controllo: da domani ricominciano le riprese.”
“Senta, Marlene… ma lei si ritiene responsabile di ciò che sta accadendo a queste ragazze? Addirittura si dice che una sia finita all’ospedale.”
“Nessuna di loro è all’ospedale, è una bufala, stanno tutte bene”
 
Appena il servizio terminò, io e le mie amiche ci guardammo attonite.
-Cazzo fa Marlene?- strillò Troian rossa in viso.
-Non si doveva sapere che siamo minacciate… noi temevamo che si venisse a sapere dal bastardello e invece Marlene ha voluto battere “A” sul tempo?!- esclamò Ashley, e io mi voltai verso la finestra. Il cuore mi fece un balzo nel petto: dietro la tenda si intravedeva una sagoma scura. Rimasi impietrita a fissarla, ma non c’erano dubbi: era la sagoma di una persona vestita di scuro. Attirai l’attenzione della mie amiche, e appena si voltarono, a Troian scappò uno strillo.
-Vai a chiamare Tyler…- sillabai ad Ashley, e la bionda gridò:
-Tyler!!- con tutto il fiato che aveva in gola.
-Si?- chiese lui entrando, e noi a gesti gli indicammo la tenda.
-Quindi il bastardo si nasconde lì?- deciso fece per dirigersi gonfiando i muscoli verso la tenda, ma Ashley gli prese il braccio:
-No Ty… ti farà del male.
-Non preoccuparti piccola, non mi farà del male: sarà KO prima che possa dire “A”.- scherzò giocando sul doppio senso della lettera.
-Fai attenzione.- sussurrò la bionda mentre il ragazzo si dirigeva deciso verso la tenda.
In un solo colpo Tyler la strappò via, e io trattenni il fiato.
-Sono solo dei vestiti.- fece notare indicando una felpa nera e dei pantaloni neri appesi dietro la tenda. In quel momento sentimmo un fruscio e ci voltammo di scatto, appena in tempo per vedere una figura vestita di nero che sgusciava fuori dalla camera sbattendo la porta.
-Lui era qui.- fece notare Ashley con una voce neutra che voleva nascondere il terrore che probabilmente le serrava la gola.
I nostri cellulari squillarono all’unisono:
 
Stanotte riposate bene e a lungo stronzette, che domani sarà un tour de force* che non dimenticherete mAi.
-A
 
 
*Tour de Force= Sforzo intenso e prolungato; sinonimo di sfacchinata.
 
 
Angolo autrice:
Lo so, lo so… questo capitolo non era né lungo, né ricco di avvenimenti… ma non preoccupatevi: era una preparazione per il prossimo! Nel prossimo capitolo, come annuncia “A” alle Liars, i nostri ragazzi affronteranno davvero un Tour de Force. Mille avventure in un solo giorno, per cercare di stare dietro al loro “bastardello preferito”.
Ci sarà il POV di tutte le ragazze, e sarà un capitolo lunghissimo e strapieno di fatti e avventure! Ci sarà pure una grande svolta nella Shayan!
PS: stavo pensando di fare a Natale, o se non ci arrivo proprio il 25 qualche giorno dopo, il capitolo speciale di Natale… che ne dite?
Alla prossima!!

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Capitolo 26
*** Tour de Force ***


Ashley’s pov
 
Stavo dormendo beatamente, quando improvvisamente sentii qualcosa di freddo e di bagnato cadermi sul viso. Spalancai gli occhi, e alla chiara luce dei raggi che filtravano dalla finestra aperta, misi a fuoco il volto di Marlene. Sbadigliando mi tirai a sedere asciugandomi con le maniche del pigiama, poi feci il terzo dito alla produttrice che mi fissava maliziosa con un secchio in mano.
-Forza Ashley, non essere ostile… dobbiamo cominciare le riprese.
-E quindi tu mi svegli con un secchio d’acqua in faccia? Quando diventi normale fammi uno squillo.- sbuffai alzandomi dal letto e infilando le pantofole.
-Mamma mia che ostilità Ash.- sorrise lei porgendomi un plaid che io afferrai di malavoglia:
-Tu mi svegli con una secchiata di acqua gelida, in pieno inverno… e poi quella ostile sono io!
-Ma era uno scherzetto.
-Sarà stato uno scherzetto… ma tu rimani lo stesso poco normale.- ribattei io dirigendomi verso il bagno in preda ai brividi. Marlene decise di tagliarla lì, sapendo che normalmente di mattina non sono il massimo della simpatia.
-Comunque volevo dirti una cosa Ash.
-Si?- chiesi impaziente avvolgendomi i capelli in un turbante.
-La ripresa di oggi sarà una delle prime scene Haleb della 6B… quando Caleb e Hanna si rimettono insieme dopo che lei lascia Jordan.- mi sentii improvvisamente rinvigorita, ma non la volli dare vinta a Marlene, quindi continuai a sbuffare:
-Quindi?- Marlene dovette aver capito che fingevo, perché sorrise:
-Esco dalla camera Ash, sbrigati a prepararti che è tardi: come vedi le tue amiche sono già giù.- fece per uscire, ma io la fermai:
-Marlene, chiamami Ty, digli di venire.
-Va bene… ma voi due non perdete tempo!
-Non preoccuparti Marlene.- appena la donna uscì dalla mia camera, io mi sedetti sul letto sbadigliando e continuai ad asciugarmi il viso. Nonostante il plaid, il pigiama impregnato di acqua fredda mi faceva rabbrividire. Dalla camera da letto udii la porta che si apriva, e in pochi secondi comparve Tyler:
-Buongiorno dormigliona.
-Da quanto siete svegli tutti?- chiesi.
-Gli altri da circa due ore…
-E tu Ty?
-Io da tipo due minuti…- rispose lui scoppiando a ridere, e si passò una mano tra i capelli bagnati. Notai che oltre i capelli aveva anche il pigiama zuppo, così, non riuscendo a trattenere un sorriso, gli domandai:
-Anche a tu sei stato svegliato con un secchiata di acqua gelida?- Tyler annuì:
-Eh già…
-Troia…- scherzai sorridendo pensando con affetto a quella burlona di Marlene.
-Troia…- concordò Tyler ridacchiando e poi mi raggiunse.
-Sto congelando.- mi lamentai stringendomi nel plaid, ma ormai anch’esso era bagnato e non riscaldava proprio.
-A chi lo dici…- affermò Tyler rabbrividendo. Presi un altro plaid dalla sedia e glielo lanciai:
-Prendi questo.- lui lo afferrò al volo e lo avvolse attorno a sé.
-Grazie Ash, ma a giudicare da come stai tremando tu, non credo che i plaid facciano molto.
-Già.- sbuffai io.
-Dovremmo prepararci, Marlene ci aspetta per le riprese.
-Va bene, puoi stare qua se vuoi.
-Okay, ho portato i vestiti. Sei pronta, piccola, a girare la più bella scena Haleb di sempre?- gli sorrisi:
-Io si, tu?
-Idem.
 
---
 
Avevo indossato i vestiti di Hanna e, prima di scendere con Tyler, stavo cercando di staccarmi la benda dal polso nonostante mi facesse malissimo.
-Cosa stai facendo Ashley?- chiese Tyler dietro di me con una voce incredibilmente paziente, come quella che si usa con un bambino testardo e cocciuto. Mi voltai lentamente e spiegai:
-Non fanno altro che chiedermi tutti cosa ho fatto al polso… quando vedono la benda. Mi scoccia spiegare a tutti cosa è successo. E poi non voglio che nelle riprese io abbia il polso bendato.- mi aspettavo che cercasse in tutti modi di dissuadermi, alzando anche la voce, invece mi guardò dritto negli occhi e cominciò:
-Potresti peggiorare la lesione Ash… sei sicura?- io annuii convinta e lui girò la testa dall’altro lato contrariato:
-Quando sei testarda piccola.
-Voglio togliere la benda Ty, non riuscirai a farmi cambiare idea, quindi mi aiuterai o no?
-Va bene.- sbuffò lui, e io sorrisi vittoriosa. Il ragazzo mi si avvicinò e mi prese il braccio tra le sue mani. Con un paio di forbici tagliò la parte incollata della garza, poi iniziò a tirare:
-Ahi.- gemetti, e lui si bloccò:
-Ti sei fatta davvero male?
-In realtà non tanto…
-Sei solo un po’ prevenuta, stai tranquilla.- riprese a srotolare la benda, finché il mio polso non rimase libero. Osservai il braccio ma distolsi subito lo sguardo.
-Non ha un bell’aspetto…- riuscii a sussurrare, e Tyler annuì:
-Non preoccuparti.- il polso era molto gonfio e aveva assunto un colore tra il viola e il nero. Tyler passò il dito sulla mia pelle effettuando una leggera pressione. Il braccio mi lanciò una frecciata di dolore tale che per qualche secondo vidi rosato. Lanciai un grido e Tyler chiese:
-Male?
-Da morire Ty, per favore basta.- avevo le lacrime agli occhi, così Tyler prima mi abbracciò, e poi sorrise:
-Non piangere Ash, che poi ti scola il mascara.- cominciò facendomi l’occhiolino, e io scoppiai a ridere nonostante il dolore:
-Noo! Non mi è già scolato vero?
-No, sei perfetta.
-Thanks.- risposi arrossendo, poi infilai una felpa grigia e mi diressi verso la porta. Tyler mi porse la mano:
-Posso avere l’onore, Hanna Marin?- io afferrai la sua mano e sorrisi:
-Certo Caleb Rivers.
 
---
 
-No Ashley, spostati un po’ più verso destra.- mi riprese Marlene fissandomi con degli occhi severi. Visto che la scena era ambientata in un albergo, non avevamo dovuto raggiungere il set, ma eravamo rimasti in una camera d’hotel. Ero distesa sul letto matrimoniale, e Tyler accanto a me.
-Ora Tyler passa un braccio dietro la schiena di Ash, e distendetevi un po’ meglio.
-Va bene?- chiesi accoccolata tra le braccia del ragazzo.
-Aspettate… ora Ash tu devi poggiare la testa sulla spalla/petto di Tyler, e lo devi abbracciare.
-Così?- chiesi lasciandomi sfuggire un sorrisetto.
-Metti quel braccio sotto il fianco di Tyler.
-Non posso.
-Perché?
-Mi fa male il polso.- spiegai, così Marlene acconsentì:
-Allora va bene così. 3…2…1… si gira!
Presi un sospiro profondo e cominciai:
-Questa stanza è… carina, Caleb.
-Ammettilo che ti manca la tua stanza piena di trucchi, Han.
-Si, un po’ sì. Ma quando ero lì, mi mancavi tu. Preferisco te ai miei rossetti.
-Detto da Hanna Marin è un complimentissimo.- risi come prevedeva il copione, poi accarezzai con il braccio sano la testa a Tyler:
-Mi sei mancato piccolo.- appena terminai la frase io e Tyler scoppiammo a ridere come due pazzi, e questo non era previsto dal copione. Marlene ci guardò inferocita e fece segno a Norman di spegnere la telecamera, poi sbottò:
-Siate seri ragazzi! Che succede?! Perché ridete?!- io Tyler continuavamo a ridere, ma Marlene insistette:
-Allora?- tra le risate Tyler provò a spiegare:
-Di solito, nella realtà, sono io che la chiamo “piccola”…
-Quindi chiamarlo “piccolo” fa un po’ strano!- completai io ridacchiando. Marlene aprì le braccia sconvolta:-
-Avete due anni? Siete attori, fate i seri.- sbuffando ci rimettemmo in posizione. Visto che la scena doveva essere nel corso della notte, ma nella realtà era mattina, Marlene aveva chiuso tutte le finestre e l’unica luce che illuminava la stanza era quella del lampadario.
-3..2…1… si gira!
-Senti Caleb, se vuoi parlare di quello che è successo… di “A”… possiamo parlarne, non è un problema.
-Non voglio farti pensare al passato Hanna, non voglio che ti preoccupi inutilmente, voglio solo che tu stia bene piccola.- sia io che Tyler recitavamo, ma dagli sguardi eloquenti che ci scambiavamo, ci rendemmo conto che quella conversazione si poteva rispecchiare più che bene nella realtà.
 
---
 
Mezz’ora di riprese dopo, eravamo ancora nella stessa posizione. Avevamo provato a spiegare a Marlene che era alquanto irrealistico che dopo mezz’ora due persone fossero ancora nella medesima posizione… ma la donna non aveva voluto sentire ragioni e tutto sommato a noi non dispiaceva stare in quel modo, quindi non avevamo insistito.
-…perché io ti amo Hanna.
-Anche io Caleb.- sussurrai, e Marlene esclamò giuliva e felice come una scolaretta:
-Buona! La scena è perfetta! Ci vediamo dopo ragazzi.- prima di lasciare la stanza insieme a Norman e alla sua telecamera, Marlene mi guardò preoccupata:
-Dovresti mettere qualcosa su quel polso Ash.- sbuffando mi abbassai nuovamente la manica della felpa per coprire il braccio ferito.
Una volta rimasti soli, Tyler fece per alzarsi dal letto, ma io mormorai:
-Tyler?- lui si bloccò seduto.
-Si?
-Non è che rimarresti qua con me?- lui mi sorrise e si distese nuovamente accanto a me.
-Certo piccola.- allungò il braccio e spense la luce della stanza, poi tirò il piumone del letto sopra di noi. Io, sempre con la testa sulla sua spalle e cingendogli la vita con il braccio, chiusi gli occhi. Tyler mise un braccio attorno a me stringendomi a lui in modo protettivo e, tranquilla e rilassata mi addormentai.
 
 
Troian’s pov

 
-Devo dirti Shay, che oggi la cuoca dell’albergo si è proprio superata!- esclamai mordendo una fetta di cheesecake ai frutti di bosco.
-Basta Troian! È la quarta fetta!
-E vabbè.
-Che facciamo adesso?- mi chiese la mia amica, e io alzai le spalle.
-Mi sarebbe piaciuto andare a dare il buongiorno ad Ash, ma starà girando le riprese con Tyler.
-Anche io volevo andare da lei. Volevo anche chiederle come va il polso… Ma ricordi quando poco fa mi sono allontanata per andare in bagno?
-Si.
-Beh, visto che ero nei paraggi mi ero avvicinata alla stanza dove giravano… ma Marlene mi ha cacciata via in malo modo.- rise Shay, e io sbuffai:
-Allora andiamo all’ospedale da Lucy.- proposi.
-O forse c’è Janel?- chiesi all’improvviso.
-No, Janel c’è andata stamattina. Ma si può sapere cosa è successo tra te e Janel?- io cambiai velocemente discorso glissando la domanda:
-In caso possiamo chiedere a Keegan di accompagnarci. La tua macchina è rimasta lontana dato che ieri siamo tornate con Tyler.
-Va bene. Allora andiamo?
-Okay.- acconsentii.
 
---
 
-Ti sono infinitamente grata del passaggio Keeg…- sbadigliai una volta in macchina dal nostro amico:
-Non preoccupatevi dolcezze. Ma una cosa… Ashley e Tyler non sono scesi stamattina… stanno ancora dormendo o stanno facendo altre cose insieme?- nel dire “altre cose insieme”, sul suo viso si dipinse un’espressione furbetta da pervertito, e io mi tappai le orecchie arrossendo:
-No Keegan! Per l’amor di Dio, no! Stanno solamente girando le riprese con Marlene!
-Ah! Ecco come mai mancavano anche Marl e Norman… e io che pensavo che stavano facendo orgette tutti e quattro insieme!- decisi di sorvolare sullo schifo dell’affermazione di Keegan, essendo ormai abituata alla perversione del mio amico. Mi voltai verso Shay, ma lei aveva le cuffiette con la musica e ne dedussi che non aveva sentito una sillaba della mia conversazione con Keegan.
Intanto eravamo arrivati di fronte l’ospedale. Keegan cominciò:
-Non trovo parcheggio qui davanti. Volete scendere dalla macchina così evitate di farvi chilometri a piedi se trovo il posto troppo lontano?
-E tu rimani solo come un autista a cercare parcheggio?- risi io, e lui sorrise:
-Non preoccupatevi, però se dovete scendere fatelo velocemente perché non posso stare fermo qui ancora… che c’è già una macchina dietro di me che mi sta suonando il clacson.-
Aprii lo sportello con un clack sonoro e io e Shay scendemmo. L’aria di dicembre era fredda e frizzantina, e a causa dell’umidità sembrava ancora più gelida. Mi strinsi rabbrividendo nel bomberino (cappotto) di piume d’oca, poi strappai a Shay gli auricolari dalle orecchie.
-Che fai?!- si lamentò lei sbuffando, e appena aprì bocca il suo fiato si condensò in una nuvoletta di vapore. Shay aveva indossato il giubbotto di pelliccia di visone che aveva acquistato il giorno prima, ma che nonostante l’aspetto pesante, non teneva molto al caldo.
-Hai una sciarpa in più Troian?- io mi sfilai la mia dal collo e gliela porsi:
-No, ma puoi tenere la mia.- dissi. Avevo freddo, non sapevo perché le avevo dato il mio fascia collo, ma fui felice di aver fatto qualcosa per lei.
-Grazie Troi!- esclamò lei avvolgendosi il collo con la mia sciarpa verde petrolio. Appena varcammo la soglia dell’ospedale, un’ondata di calore ci travolse piacevolmente.
-Grazie al cielo hanno acceso i caloriferi!- affermai con sollievo, e mi abbassai la cerniera del cappotto.
-Lucy era in una stanza al secondo piano, vero?- mi domandò Shay, e io annuii:
-Si, al secondo piano.
-Prendiamo l’ascensore, ho le gambe stanche.
-Ti sei appena svegliata Shay, come fai ad essere già stanca? Pigrizia portami via…-scherzai io entrando in ascensore, e la mia amica mi seguì. Continuava a rabbrividire, nonostante la temperatura all’interno della struttura fosse molto elevata. Io anzi cominciavo a sentire molto caldo, e mi parve strano che Shay fosse ancora infreddolita, così mi avvicinai a lei e le toccai la fronte:
-Che fai?- chiese lei, e io cominciai stranita:
-Sei stanca e hai freddo, stavo vedendo se avessi la febbre… ma non sei calda.
-Menomale… non ci vuole proprio un’influenza adesso.- intanto l’ascensore aveva raggiunto il piano, così scendemmo. Ci dirigemmo a passo sostenuto verso la porta della camera dove c’era Lucy, ma prima che potessimo abbassare la maniglia ed entrare, i nostri cellulari squillarono contemporaneamente. Io e Shay ci bloccammo come se fossimo state pietrificate, e guardammo i rispettivi telefoni. Visto che io non mi decidevo ad aprire bocca, fu Shay a leggere il messaggio con voce teatrale:
 
La corsa sulle montagne russe parte tra 3…2…1… Fate un bel respiro stronzette prima di entrare da Lucy. Una volta che salite sul vagone, non potrete più scendere fino a che la corsa non sarà finita.
-A
 
-Si riferisce al Tour de Force che ci aveva annunciato ieri, vero?- mi chiese Shay intimorita, e io sbuffai:
-Credo di sì… ci aveva annunciato che oggi avremmo fatto una “corsa sulle montagne russe” stremante e veloce, che l’inizio di essa sia qualcosa all’interno della camera di Lucy?
-Possiamo provare a non dare conto a niente. Anche se troviamo qualcosa di sospetto non diamoci peso. Forse in questo modo possiamo riuscire a non “innescare la miccia”.- propose Shay, ,a io mi lasciai sfuggire un sorrisetto eccitato:
-O forse, “innescare la miccia”, è proprio quello che dobbiamo fare...- spalancai la porta della stanza di Lucy e Shay scosse la testa preoccupata:
-No, no, no... Troian, tu sei fuori di testa!- di tutta risposta io alzai un sopracciglio:
-Ho sempre adorato le montagne russe Mitchell.
 
Ashley’s pov

 
Una ventata di aria fredda mi svegliò. Aprii lentamente gli occhi cercando di ricordare dove fossi e cosa stessi facendo, poi ricordai di essere in una camera dell’albergo con Tyler. Ma da dove arrivava quel venticello? Ero ancora abbracciata a Tyler, così tentai di sfilargli il braccio da attorno alla vita, ma lui mi teneva forte. Era il braccio con il polso slogato, quindi non potendo forzare più di tanto, rinunciai a staccarmi dal ragazzo. Voltai la testa per quanto possibile da quella posizione, e vidi che la finestra era aperta anche se le serrande erano calate: era da lì che passavano gli spifferi gelidi. Il mio cuore saltò un battito: noi quando ci eravamo addormentati la avevamo lasciata chiusa. Mi voltai di scatto con la pulsazione a mille, e vidi che anche la porta della camera era aperta e che dava sul corridoio buio (pure lì le finestre erano chiuse). Tyler dormiva ancora, ma io gli diedi un leggero scossone:
-Tyler…- sussurrai sudando freddo. Lui non si svegliava, così alzai leggermente la voce:
-Tyler?- lui si agitò nel sonno. Gli diedi un’altra spintarella e lui sbadigliò:
-Che succede piccola?- chiese socchiudendo impercettibilmente gli occhi.
-Qualcuno è stato qui.- mormorai nell’orecchio del ragazzo, e lui si mise a sedere:
-Mentre noi dormivamo?
-Si, guarda, la finestra e la porta sono aperte!- Tyler mi strinse la mano e scese dal letto infilando delle pantofole pelose. Io lo seguii, e sussurrai:
-Tyler… e se è ancora qui?
-Può essere solo nell’armadio Ash.- si diresse versoi il guardaroba, ma prima di aprirlo mi avvisò:
-Stai dietro di me, piccola.- mi acquattai alle sue spalle, e lui spalancò le ante dell’armadio. Un grido, non so se per il sollievo o per la sorpresa, mi si strozzò in gola: sullo specchio che era attaccato all’anta interna c’era scritto con del rosso:
 
Vi consiglio di riunirvi al gruppo piccioncini, è più facile uccidere un cucciolo di lupo quando si separa dal branco.
-A
 
-Non c’era “A”…- feci notare sollevata non riuscendo però a staccare gli occhi dalla scritta.
-Vuole solo spaventarci Ashley.
-Speriamo…- risposi, quando un suono improvviso ruppe il silenzio. Saltai in aria, ma poi mi resi conto che era solamente la mia suoneria. Presi il cellulare dal comodino, e vidi che Troian mi stava telefonando.
-Pronto Troi?
-Ash devi venire subito all’ospedale! Subito!
-Calma Troian, che succede?
-Ashley devi venire subito qua! Da sola!
-Così però mi spaventi Troian! Va bene, arrivo, anche io vi devo dire molte cose.- chiusi la telefonata e guardai Tyler:
-Devo andare all’ospedale Ty.
-Okay
-Da sola.- specificai, e lui alzò gli occhi al cielo:
-è pericoloso Ashley! Le tue amiche sono andate con Keegan stamattina. Voi quattro non potete girare da sole. Non è sicuro.
-Devo andare da sola.
-Ti accompagno.
-Perché sei così protettivo?!- sbottai con un sorrisetto che lui ricambiò:
-Vuoi che smetta?- chiese malizioso, e io scoppiai a ridere abbracciandolo:
-No…- risposi dandogli un bacio sul collo.
-Vai da sola Ash, ma fai attenzione…- concesse lui ricambiando l’abbraccio. Io sorrisi e mi avviai verso l’uscita, ma sull’uscio mi fermai e mi voltai di scatto:
-Aspetta… ma io con il polso in queste condizioni come faccio a guidare?- Tyler sorrise:
-Mi chiedevo quando te ne saresti accorta!
 
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-Tyler, davvero, sei un santo.- affermai mentre eravamo in macchina verso l’ospedale.
-Mi porti dovunque anche se avevi altri programmi.
-Che ci posso fare Ash? Avevo capito che sarebbe andata a finire così da quando ho accettato il ruolo di Caleb Rivers e ho incrociato per la prima volta i tuoi occhi azzurri.- sorrisi e ribattei:
-Ti ricordi quando in Pll Spencer ha detto a Caleb che se lo avessero imbottigliato avrebbero ottenuto l’essenza di ragazzo perfetto?
-Si, mi ricordo.- affermò lui senza staccare gli occhi dalla strada.
-Beh, lei lo diceva a Caleb, ma credo che valga anche per Tyler.- il ragazzo sorrise, poi staccò una mano dal volante e prese la mia mano. Intanto eravamo arrivati all’ospedale e Tyler aveva appena parcheggiato.
-Però ora non facciamo i romantici che non ci si addice Ash, vieni qua.- disse Tyler con un mezzo sorriso attirandomi a sé. Io mi avvicinai al suo sedile e lo abbracciai.
-Forse ora è meglio che vada.- sussurrai aprendo lo sportello, e Tyler mi sorrise:
-Si, forse è meglio di sì: le tue amiche ti staranno aspettando. Io ora vado con degli amici in piscina, ci sentiamo dopo.- disse, ed io annuii:
-Divertiti Ty.
-A dopo.
Scesi dalla macchina e raggiunsi il portone dell’ospedale. Il vetro era appannato dall’interno, quindi dedussi che dentro ci fosse molto più caldo. Tirai un sospirone e varcai la soglia.
Come speravo la temperatura era abbastanza elevata dentro l’ospedale, così mi sfilai il giubbotto. A che piano stava Lucy? Mi sembrava il secondo, ma non ero sicura. Mi avviai per le scale, e mentre salivo non potevo fare a meno di chiedermi cosa di tanto urgente le mie amiche avevano così fretta di dirmi.
Potei costatare con sollievo che avevo indovinato il piano, visto che le mie amiche erano lì. Mi stavano aspettando davanti alla porta della stanza di Lucy, e sembravano molto ansiose. Troian batteva ripetutamente il tacchetto della scarpa sul pavimento, mentre Shay si mordicchiava il laccetto che pendeva dal cappuccio della felpa. Appena mi videro si misero a correre verso di me.
-Vieni subito Ashley!- cominciò Troian nervosa afferrandomi con forza il braccio. Mi prese il polso ferito, così gridai con tutto il fiato che avevo in gola:
-Il polso Troian!!- urlai, e lei mi lasciò come se scottassi:
-Merda Ash, scusa.
-Non preoccuparti.- ribattei io tenendomi il braccio al petto.
-Non puoi capire cosa è successo…- iniziò la bruna, e io sgranai gli occhi:
-Cosa avete combinato?!- chiesi, e Troian mi guardò offesa:
-Noi non abbiamo combinato niente! È di Lucy…
-Parla.
-Siamo entrate a trovarla, giusto Shay? Il suo cellulare era sul comodino, poco distante da lei. All’improvviso le è arrivata una notifica, e io l’ho preso in mano per passarglielo. Mi! Manco le avessi fatto chi sa cosa! È scattata in avanti e me lo ha strappato dalle mani alla velocità della luce.- spiegò lei, e io aggrottai la fronte:
-Secondo te cosa ha da nascondere?
-Proprio quello che vorremmo scoprire Ashley… ora Lucy sta dormendo…
-Tu dici di entrare e prenderle il telefono?
-Lo so che non è bello da far…- cominciò lei, ma io la interruppi:
-È un’idea fantastica Troi!- esclamai, e sia lei che Shay mi guardarono attonite:
-Sei seria?
-Si, ieri “A” ci ha avvisato che oggi sarebbe cominciato un Tour de Force assurdo… come un giro sulle montagne russe. ADORO!- Troian mi batté il cinque e disse a Shay indicandomi:
-Hai visto?- Shay aprì le braccia esterrefatta e sbottò:
-Voi due siete malate!
 
---
 
-Abbiamo il bottino.- sussurrai una volta uscite dalla stanza con il telefono di Lucy.
-Missione compiuta.- mormorò Troian eccitata, ma Shay sbuffò:
-“Bottino”? “Missione”? Ma siete alle elementari? Voi state prendendo tutto come un gioco, ma non capite che “A” può anche uccidere la gente! Avete visto la ragazza alla festa.
-A proposito… ma alla fine cosa era successo a quella ragazza?
-Ho sentito che era stata avvelenata. Si è salvata per miracolo. Non ci sono dubbi che sia colpa di “A”? Vero?
-Sarà stato sicuramente “A”.
-Dai, non perdiamo tempo, apriamo questo benedetto cellulare.
 
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Shay’s pov

 
Passai il dito sullo schermo touch, ma improvvisamente comparve sulla schermata il format del codice: bene, il telefono era bloccato!
-Ci vuole il pin… qualcuno sa il codice del cellulare di Lu’?
-No, non lo so, ma prova con la sua data di nascita.- suggerì Ash, ma nemmeno quello era il pin corretto.
-Prova con la data di nascita della sorella!- esclamò Troian, ma io aggrottai la fronte:
-Non so quando è nata Maggie.
-Prova con il compleanno di Ian!- propose la bionda quasi con un grido. Inserii la data di nascita del ragazzo, e con un bip il telefono si sbloccò.
-Ti amo Ash.- esclamai, e la bionda sogghignò fiera:
-Anche io mi amo.
-Allora che facciamo?
-Beh, io direi di andare alla cronologia di Google.
-Lucy ci ucciderà…
-Dobbiamo farlo.- aprii la cronologia web, e con sorpresa mi accorsi che nelle ultime venti ricerche compariva sempre la stessa cosa.
-Lucy ha cercato ripetutamente: “Nike Theatre- tragedy of Athena and Arachne| audition”!
-Troian, non per deluderti, ma ti devo dire una cosa… Lucy se ne è altamente fregata dei tuoi consigli riguardo all’audizione.- mormorò Ash, e Troian sbuffò:
-Lo sto vedendo.
-Lucy lo ha cercato tantissime volte! Quindi è convintissima ad andare. Ma quando è questa audizione?
-Sarà domani, Lucy forse pensa di andarci quando sarà dimessa dall’ospedale.
-Non possiamo convincerla a non farlo… dovremmo ammettere di aver frugato nel suo telefono!
-Quindi non faremo niente?
-Possiamo solo andare a controllare che non ci sia lo zampino di “A” nell’organizzazione.
-Ricordate in Pretty Little Liars quando Hanna doveva andare al colloquio di lavoro nella bottega di moda? Beh, una volta giunta là ha scoperto che quella ditta era chiusa da anni e che era uno scherzo di “A”. Tu che dici Ash?- chiesi, e Ash brontolò:
-Dico solo che nella bottega Hanna è caduta e si è fatta male al polso… e io ora ho il polso slogato. Coincidenze? Io non credo.
-Dobbiamo andare oggi al “Nike Theatre”.
-Ma le audizioni sono domani! Se oggi è vuoto magari è solo perché non c’è niente.
-Sul sito che ha usato Lucy c’è scritto che oggi c’è un’altra audizione per un altro spettacolo. Quindi se è tutto a posto, il teatro dovrebbe essere aperto.
-Dobbiamo rimettere il telefono a posto prima di andare. Se Lucy si dovesse svegliare e dovesse notare che il cellulare non è al suo posto, potrebbe insospettirsi.- lentamente schiusi la porta della stanza, attenta a non fare rumore per non svegliare la nostra amica. Appena si creò una fessura abbastanza larga da permettermi di passare, mi infilai dentro la camera, ma sentii una voce.
-Che fai con il mio telefono?- alzai lo sguardo e mi accorsi che Lucy era sveglia e che mi guardava sospettosa. Arrossii di scatto, ma contando sulla penombra che speravo le avrebbe impedito di notarlo, risposi tentando di sembrar sicura:
-Aveva chiamato Ian mentre tu dormivi, abbiamo risposto noi per non farti svegliare.- Lucy sembrò credere alla mia bugia, e appena sentii il nome di Ian si illuminò:
-Davvero aveva chiamato?
-Si, ti ha chiamata…
-Ora lo richiamo.
-Io vado Lu’
Mentre uscivo dalla stanza io pensavo che non appena Lucy avesse aperto il registro chiamate e si fosse accorta che Ian non aveva mai chiamato, la mia bugia sarebbe crollata.
 
---
 
-Il teatro è questo?-chiese Ashley arricciando il naso.
-Credo di sì…- mormorai bussando con il pugno sulla porta di vetro. Accostai il viso, cercando di scorgere qualcosa aldilà di essa, ma o il vetro era oscurato, o nel teatro la luce era spenta.
Troian esercitò una leggera pressione sulla porta ed essa si schiuse con un cigolio sinistro.
L’interno del teatro era buio, ma soprattutto era completamente deserto. No, non deserto nel senso di “momentaneamente chiuso”, ma deserto nel senso di abbandonato da anni.
Vecchi scatoloni tappezzavano il pavimento impolverato, e grandi quadri scheggiati e con le tele strappate proiettavano ombre paurose.
Mi tappai il naso per evitare di inalare ancora quell’odore stantio che mi faceva bruciare molto la gola, poi entrai. Un fascio di luce proveniente dall’esterno sembrò illuminare quel luogo per la prima volta, e con un fruscio di zampette potei immaginare miriadi di insetti e animali che si muovevano infastiditi dal sole.
-Questo luogo è abbandonato da secoli!- costatò Ash, e io annuii:
-Abbiamo fatto bene a controllare prima che Lucy venisse: è senza dubbio uno scherzetto di “A”.
-Vi immaginate la piccola Lu’ appena dimessa dall’ospedale, che si aggira tremolante in questo luogo dimenticato da Dio, con “A” in agguato?- domandò Troian rabbrividendo, e io distolsi lo sguardo chiudendo gli occhi. Eravamo entrate tutte e tre, e due metri buoni ci separavano ormai dalla porta, quado essa si chiuse alla nostre spalle con un tonfo facendo ripiombare la stanza nel buio più nero.
-Dove siete ragazze?- chiesi spaventata avanzando a tentoni, e la riposta arrivò proprio dalla mia destra:
-Sono qui.- era Ash.
-Io qui.- era la volta di Troian. Terrorizzate ci raggiungemmo a vicenda e ci attaccammo l’un l’altra come in una falange da guerra, e così compatte, a braccetto, muovemmo qualche passo.
Una luce tenue irruppe nella stanza quanto bastava da trasformare l’oscurità in penombra, ma essa non proveniva dalla porta. Qualcuno doveva aver aperto un finestrella nella stanza accanto, e quello significava una sola cosa: non eravamo sole.
Ormai tutte e tre eravamo consapevoli che c’era sicuramente “A” appostato lì dentro, ma nonostante ciò, quando apparì la familiare sagoma nera in controluce, il cuore ci fece un balzo nel petto. Con le mani che mi tremavano tentai di acchiappare il cellulare, ma “A” non venne verso di noi, anzi si voltò verso una statua e ci si andò a schiantare sopra. Mi sfuggì una risata:
-Ma è normale?- ridacchiai, quando udii Ashley urlarci:
-Spostatevi da lì!- mi accorsi troppo tardi che “A” non si era “suicidato” contro una statua inutilmente, ma aveva innescato un effetto domino che stava portando alla caduta di tutte le statue che c’erano impilate. Proprio mentre l’ultima della fila cominciava a barcollare, io feci un balzo di lato, ma come ho già detto ormai era tardi. Sentii la pesante statua di marmo che mi cadeva di sopra con tutto il suo peso, e mi schiacciò a terra. Nella caduta sbattei la testa e mi si offuscò la vista. Come al rallentatore sentii “A” che mi correva accanto. Una fitta alla testa. Ashley urlava il mio nome disperata. Un’altra fitta alla testa. Del liquido rosso colava dalla mia tempia. Un’altra ancora fitta alla testa.
I suoni li percepivo ovattati, come se le mie orecchie fossero avvolte nel cellophane. Sentivo come se qualcosa mi allontanasse sempre di più dalla terra, dalla realtà. Ormai la vista, da sfocata, era diventata quasi sgranata, come un cartone animato di brutta qualità calibrato male.
Stavo svenendo, lo avevo capito.
La mia mente scivolò come un’ombra sottoterra, e persi i sensi.
 
 
Troian’s pov

 
-Si è svegliata!- esclamò Ash, e io corsi da lei. Eravamo sempre dentro il teatro, ma “A” non c’era più ed eravamo riuscite ad accendere le luci. Illuminato quel luogo sembrava aver perso tutto il suo fare inquietante.
Ashley stava premendo uno staccio che avevamo trovato sulla tempia di Shay, dove la nostra amica cadendo si era ferita.
-Shay… ti senti bene?- le chiesi accarezzandole la testa appena lei schiuse gli occhi. Per risposta ricevetti qualche balbettio insensato. Ashley la abbracciò di colpo, senza lasciarle il tempo di capire o ricordare.
-Che è successo?
-La statua ti è caduta di sopra e hai perso i sensi.
-Mi ricordo…- mormorò lei portandosi una mano alla testa.
-Fa male?
-Si, ma non tanto la ferita sulla tempia, più che altro fa male la botta in testa.
-La statua era molto pesante Shay, dobbiamo ringraziare che tu non ti sia rotta niente!- “e che tu non sia morta” pensai, ma non lo dissi. La botta alla tempia è una delle cause di decesso più frequenti, ma non volevo neanche pensarci.
-Ce la fai a metterti in piedi?- le chiese la bionda, e Shay aggrottò la fronte.
-Proviamo tra un po’.
-Cosa è quello?- chiese improvvisamente Ash indicando qualcosa alle mie spalle, e io mi voltai di scatto. Sulle prime non vidi nulla:
-Cosa?
-A terra, vicino alla tua scarpa.- mi chinai e presi tra indice e pollice con delicatezza una chiave di metallo. Ad essa era attaccato un pendentino con su inciso il nome di un hotel.
-Che c’è scritto Troi?-  chiese Shay faticosamente, e io strizzai gli occhi per riuscire a leggere la piccola scritta.
-Credo ci sia scritto “Mjara Hotel”.
-Cosa è?
-Un albergo che c’è qui dietro.- spiegai, poi aggrottai la fronte.
-Prima non c’era! Sarà caduta ad “A”!
-Ragazze, questa si che è una novità! Ora ovviamente andremo subito all’hotel.
-Ovviamente…- brontolò Shay, ma né io né Ash la ascoltavamo.
 
---
 
-Che significa che non possiamo andare?- chiese Ashley leggermente alterata alla signorina della reception.
-Significa che non potete entrare nella stanza 101.- avevamo scelto di dirle che non avevamo la chiave, cercando di farle credere che l’avessimo persa, per avere anche quella di riserva in modo tale da evitare che “A” potesse rientrare mentre anche noi eravamo dentro.
-Può ripetere?- strillò Shay.
-Ho detto che se avete perso la chiave, non potete avere quella di riserva. Comunque non vi ho mai visto qui.
-Siamo venute a trovare un nostro amico. Però abbiamo perso la chiave che ci aveva dato.
-Impossibile.- sbuffò la signorina.
-Perché scusi? Impossibile?
-è impossibile perché nella 101 non sta un ragazzo.- il cuore mi fece un balzo nel petto e chiesi:
-Allora chi ci sta?- la signorina si sfilò i sottili occhialetti infilandoli nel colletto della camicia, poi appoggiò i gomiti sul bancone che ci separava da lei e si protrasse in avanti fino a porre il suo viso appuntito a un centimetro dal mio. Poi sussurrò con aria di superiorità:
-La 101 è stata affittata. Non è una camera normale di albergo. Quella è come la casa di una persona.- sgranai gli occhi, e in quel momento vidi Ashley fare un guizzo e infilare la mano nella borsa. Estrasse la chiave e fece una faccia sorpresa:
-Eccola! L’ho trovata! Che sbadata… l’avevo proprio nella borsa!- la mostrò alla signorina, poi tutte e tre ci incamminammo verso l’ascensore. Mentre varcavo la porta di esso mi sentivo il collo perforato dallo sguardo inquisitorio e sospettoso della tizia della reception.
 
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-Questo è inquietante…- mormorai una volta entrata nella camera 101. Le pareti erano tappezzate da poster che raffiguravamo me, Ashley, Shay, Lucy e Sasha.
-Che significa?- chiesi terrorizzata, e a rispondermi fu la bionda:
-Che significa? Che il nostro stalker-passivo-aggressivo è più passivo-aggressivo di quanto credessimo?- propose la bionda sbuffando, e mi scappò un sorriso.
-Può darsi.
-Questa foto è stata scattata al ventiquattresimo compleanno di Ashley! Vieni Ash, guarda che eravate teneri!- le indicai lei e Tyler che si baciavano teneramente davanti alla torta.
-Stavamo insieme…- sussurrò lei con le lacrime agli occhi sorridendo.
-Nostalgia eh?- chiesi ridacchiando e lei sorrise:
-Già…
-“A” sta tracciando il profilo di ognuna di noi da un po’ di tempo. Guarda queste foto dello scorso compleanno di Lucy. Ci siamo tutte in questa foto, la stiamo abbracciando e suppongo che le stiamo cantando “Happy birthday to you”.
-Secondo me c’è una porta segreta da qualche parte.- propose Ash, e io brontolai:
-Non essere scema Ashley! È pur sempre un albergo.
-Quindi se do un pugno sul muro qui, mi rompo solo una mano?- chiese scoppiando a ridere, e Shay alzò gli occhi al cielo:
-Evita Benzo, il polso basta.-
-Sarebbe figo se facendo così… si aprisse un passaggio segret…- la bionda non poté finire la frase, perché mentre parlava aveva dato un colpetto al muro ed esso si stava aprendo tra scricchiolii sinistri.
-Ma io mi faccio una statua d’oro!- esclamò Ashley fiera e sbigottita.
-Ashley che mi dici se ti chiedo di sposarmi?!- domandai ridacchiando non potendo fare a meno di ammettere la genialità della nostra amica.
-Beh… probabilmente ti friendzonerei.- rise lei, e io sbuffai facendo la finta offesa.
-Ora io propongo di ispezionare la stanza segreta.- disse Shay, e noi accettammo.
 
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Dentro la stanzetta avevamo trovato un enorme calendario a parete, con infilati sotto il vetro di ogni giorno dei promemoria. Avevamo fatto scorrere lo sguardo fino a quel giorno e avevamo trovato due biglietti:
-Uno dice “incontro poker pomeridiano over70 a casa “La gorha”.”
-Sono solo dei mega-tornei di poker che organizzano ogni tanto quei vecchiacci patiti di carte… che ci va a fare “A”?- chiese Shay, e Ashley sbiancò:
-Però c’è un piccolo problema… I “La Gorha” sono dei mafiosi. Voi lo sentite o no il telegiornale? Sono dei mafiosi nell’ambito del poker, fanno girare soldi in nero e organizzano giri di scommesse illegali. Non riescono a incarcerarli perché non hanno prove così schiaccianti da condannarli a qualcosa di diverso dal contrabbando, e l’arresto per contrabbando può essere facilmente evaso per pagamento di cauzione. Loro hanno molti soldi per le cauzioni.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- chiedemmo ad Ashley, e lei alzò gli occhi al cielo:
-Perché io almeno li leggo i giornali guardo i Tg, non sono un’analfabeta come voi!
-Mi sento offesa, bionda.- brontolai sorridendo.
-Loro sono malviventi e “A” è un malvivente! Ecco il collegamento…- sentimmo dei passi in corridoio, così esclamai:
-Usciamo da qui finché possiamo.
 
Ashley’s pov

 
-Ci sono tutti?- chiese Shay schiarendosi la voce, e noi annuimmo. Eravamo nella hall dell’albergo, e davanti a noi erano seduti Ian, Tyler e Keegan. Spiegammo velocemente ai ragazzi la situazione, e mostrammo loro i promemoria che avevamo rubato dall’appartamento di “A”. Oltre a quello del torneo di poker c’era anche il biglietto per una serata al casinò “Lotus flowers”.
-Dobbiamo assolutamente recarci a questi eventi oggi. Per il torneo a casa “La gorha”, dobbiamo usare i travestimenti del set, dobbiamo sembrare ultrasettantenni, sennò non ci faranno entrare. Soltanto che per il poker c’è un pass solo, solo una di noi può andare.- appena terminai, Troian cominciò cauta:
-Ricordiamo che stiamo per andare nella casa di malviventi. Ci deve andare la più spavalda, coraggiosa e forte di noi. Ma soprattutto la più lucida.- tutti gli occhi improvvisamente si puntarono su di me.
-Perché fissate me?- chiesi intimorita.
-Ashley sei la più coraggiosa, ammettilo.- fui costretta ad ammetterlo, anche se proprio in quel momento il mio solito coraggio sembrava essere svanito nel nulla.
-Va bene, andrò io.
 
---
 
-No Ty! Non ce la faccio! Non ci vado!- gridai tremando con le lacrime che mi scorrevano lungo il viso. Adesso ero sola con Tyler nella mia stanza. Il ragazzo si alzò dalla sedia e mi venne incontro.
-Tranquilla Ash… è una cosa che devi fare.- mi disse calmo, ma io non riuscivo a smettere di tremare convulsamente e di singhiozzare molto rumorosamente. Tyler mi appoggiò delicatamente le mani sulle spalle mettendomi contro il muro per immobilizzarmi, poi mi guardò negli occhi e disse tranquillo:
-Il panico non aiuta piccola…- mi lasciai sfuggire un altro singhiozzo, e il ragazzo mi tolse le mani dalla spalle. Mi accasciai a terra seduta, con la testa tra le ginocchia, continuando a tremare e singhiozzai:
-Non ci vado alla casa “La Gorha”!- ero completamente nel panico.
-Ashley cos’è questo attacco di panico? Prima avevi accettato.
-Ty…- lo implorai asciugandomi le lacrime con il dorso della mano le lacrime che mi scendevano dal viso. Tyler sospirò e mi prese una mano tremante tra le sue forti e sicure:
-Non posso obbligarti ad andare Ash… possiamo rinunciare.
-Vieni con me.- dissi d’impulso, però il ragazzo non capì:
-Cosa hai detto?
-Hai sentito.
-No Ash, non ho capito quello che hai detto.- io tentai di fermare per un attimo i singhiozzi e i tremiti, poi mormorai:
-Vieni con me. Alla casa “La Gorha”.- lui mi sorrise.
-Vorrei piccola, ma hai sentito che può andare solo una persona.
-Per favore Ty, vieni con me, ci faranno entrare in qualche modo.
-Ash…
-Per favore, proviamo.- abbassai il labbro di sotto e sbattei le ciglia bagnate di lacrime.
-No Ash… il labbruccio no.- tirai con il naso continuando a sbattere le ciglia e mantenendo quell’espressione da cucciolo bastonato. Tyler distolse lo sguardo:
-Questi sono metodi subdoli, piccola. Sai che non riesco a dirti di no quando fai così.
-Vieni con me.- ripetei guardandolo con gli occhi offuscati dalle gocce salate, e lo costrinsi a guardarmi.
-Va bene, vengo con te.- cedette lui, e io lo abbracciai:
-Grazie Ty.- lui prima ricambiò l’abbraccio, poi mise il suo viso a un centimetro dal mio e mi asciugò le guance bagnate con il pollice e appoggiò la sua fronte contro la mia:
-Io e te siamo imbattibili piccola, ce la faremo pure sta volta. Andiamo a prepararci.- appena si allontanò, io stavo per dirgli della foto a “casa di A” di noi due che ci baciavamo quando stavamo insieme, però poi rinunciai.
-Arrivo.- esclamai e mi appoggiai un attimo alla parete per riprendere fiato.
---
 
-Come sto mora?- chiesi civettuola a Tyler sistemandomi meglio sui capelli la parrucca castana. Tyler si girò appena e scoppiò a ridere:
-Stai benissimo, io come sto biondo?- sgranai gli occhi e balbettai:
-Strano… sei strano. Però non male.
-Sei quasi pronto?- gli chiesi, e lui annuì:
-Mi mancano le protesi di silicone per le rughe e la faccia da vecchio, e le lentine azzurre. Per il resto la parrucca l’ho messa e anche i vestiti.- io, per il canto mio, avevo solo messo la parrucca. Avevamo deciso che per sembrare grassa (così sarei stata meno riconoscibile) avrei messo quella tuta imbottita che mettevo quando giravo il Pll i flashback di Hanna, quando lei doveva essere grassa. Poi avrei messo lentine marroni e parrucca castana. Mi voltai verso Tyler e soffocai una risata:
-Sembri un intellettuale vestito così.- lui rise e si sistemò il colletto della camicia e la giacca di velluto.
Io indossai la tuta imbottita e sopra di essa una gonna lunga da vecchia aristocratica, una camicetta e una giacca. Infine delle scarpette nere da vecchia che avevo preso di nascosto dall’armadio di Marlene completavano quel quadretto squallido. Tyler si voltò e alzò le sopracciglia in modo buffo facendo una strana smorfia per contenere e soffocare una risata. Io sbuffai:
-Ridi pure scemo. Lo so che sembro non so cosa.
-Non è questo…- cominciò lui cercando di parlare tra le risate.
-è solo che fai impressione! Hai le braccia magre e le gambe magre, e il busto, dove hai la tuta ingrassante, è paffuto. Poi ancora non hai messo le rughe finte in viso, così hai la pelle liscia di una ragazza, ma addosso dei vestiti da nonna.- ancora più divertente di ciò che stava dicendo, c’era la risata contagiosa e divertente di Tyler, che a poco a poco fece cominciare a ridere a crepapelle pure me.
-Sei pronto a mettere le protesi di silicone e sembrare un centenario?- chiesi a Tyler, e lui annuì:
-Sono pronto, tu?
-Io… sarò tanto brutta con quelle cose?
-Lo saremo abbastanza entrambi Ash. Mamma mia quanto sarai strana con gli occhi scuri!
-Allora tu con gli occhi chiari?!
-Scopriamo come saranno Mr. e Mrs Milton.
-Diremo di chiamarci così?
-Esatto moglie.- rise lui.
 
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-Posso aprire gli occhi?
-Vai.- spalancai gli occhi e un’espressione stranita e sorpresa mi si dipinse in volto.
-Tyler… tu… non sembri neanche tu. Aspetta… sei tu vero?- lui sbatté gli occhi azzurri con le lentine, ed esclamò:
-Sono io. Ma Ash, ti giuro che se non sentissi la tua voce non avrei la certezza che sei tu.
-Non mi assomiglio neanche un po’?
-Mhm… potrebbe essere tua nonna. A parte il fatto che tu sei magra e Mrs Milton (che saresti tu travestita) è grassa, tu sei bella e lei è… rugosa, tu sei giovane e lei è vecchia, tu sei bionda e lei è bruna, tu hai gli occhi azzurri e lei marroni…- mi guardai allo specchio sconcertata e mi lamentai:
-Sono davvero così brutta?
-Sei sempre bellissima.- una risata sincera mi increspò le labbra, poi esclamai:
-Sappiamo entrambi che non è vero.
-Lo so.- rispose lui, e io lo fulminai con lo sguardo e bonariamente scherzai:
-Tu sembri uno psicopatico.
-Tu una barbona.
-Ti voglio bene Ty.
-Anche io Ash.
 
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-Mi dispiace Ashley di non essere venuta sopra ad aiutarti a prepararti.- riuscì a balbettare Shay una volta che ebbe finito di ridere.
-è stato un bene Shay… ho fatto una scenata da paziente del Radley, gridavo, piangevo, tremavo, non volevo andare alla casa “La Gorha”. Sembravo una psicopatica.- spiegai ridacchiando, e Shay ribatté:
-Quindi niente di diverso dal solito.- scherzò, e io le mostrai il terzo dito sorridendo.
-Quando partite tu e Ty, nonna?- mi domandò Troian.
-La prossima volta che mi chiami “nonna” ti mando a fare compagnia a Bethany Young.- ringhiai divertita, poi sospirai:
-Sto aspettando Tyler, ha avuto qualche problema nel mettersi le lentine azzurre, ma credo abbia risolto.
-E tu non hai avuto problemi a mettere le lentine marroni Benzo?- chiese Shay alzando un sopracciglio, alludendo sicuramente a un episodio successo l’anno precedente: niente d’importante, solo la mia esperienza traumatica con le lentine colorate la prima volta.
-Niente del genere Shan, ho avuto solo un po’ di difficoltà, ma non mi sono né quasi accecata, né dopo esserle riuscite a mettere ho vomitato.- alzai gli occhi al cielo ricordando quella volta.
-Pronta Esmeralde?- disse una voce alle mie spalle, mi girai e notai Tyler che mi guardava con un monocolo dorato che faceva tanto “signore Ottocentesco”. Mi sistemai sulla punta del naso gli occhiali finti non graduati, poi sorrisi:
-Certo Sirius…- ci prendemmo a braccetto e uscimmo dall’albergo sotto gli occhi divertiti dei nostri colleghi.
 
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-La casa è questa?- chiesi una volta fermati davanti a un altissimo grattacielo con le parti a specchio.
-Si, dovrebbe essere proprio questo.- scendemmo dall’auto e ci dirigemmo verso il portone. Davanti ad esso io mi fermai un secondo titubante, e Tyler mi prese la mano:
-Non avere paura Ash, ci sono io con te.
-Stiamo andando a casa di un mafioso che sta contrattando chissà cosa con “A” contro di noi. Se ci dovessero scoprire?- piagnucolai, e Tyler mi guardò con uno sguardo preoccupato:
-Non ci scopriranno, noi dobbiamo solo cercare di parlare il meno possibile perché dalle voci si potrebbe capire che non siamo vecchi.
-Certo.
Salimmo sull’ascensore e cominciammo a salire verso il dodicesimo piano. Ogni piano che passava, mi cresceva come un groppo in gola, così, appena prima di arrivare, abbracciai Tyler improvvisamente in cerca di conforto. Lui mi guardò sorpreso per  un secondo, poi ricambiò l’abbraccio e mi accarezzò la schiena per qualche istante. Ci staccammo solamente quando le porte dell’ascensore si aprirono, e allora scendemmo.
Ci ritrovammo in un enorme sala con un’enorme parete di vetro che dava sulla città, e appena davanti ad essa c’era un lungo tavolo con seduti tanti vecchietti dall’aspetto aristocratico.
Ci venne incontro un anziano signore in giacca e cravatta con una tuba in testa, che teneva in braccio un barboncino. Mi baciò la mano guantata e cominciò:
-Voi due dovete essere nuovi qui.- annuii e sorrisi, poi il vecchio continuò:
-Io sono Gerald La Gorha, l’organizzatore, e questa è Marie-Laure, la mia cagnolina. (AUTRICE= per il nome del cane mi sono ispirata al nome della mia migliore amica, ihihihi sono una brava amica)- cercando di fare una voce più roca possibile, esclamai:
-Io sono Esmeralde Milton, e lui è mio marito Sirius.
-Benissimo, potete apporre una firma su questo foglio?- Gerald ci porse una cartellina con sopra tante firma che suppongo fossero quelle degli altri vecchi. Tyler fece uno scarabocchio in cui si potevano distinguere una S e una M (Sirius Milton), poi mi porse la penna. La presi in mano e feci per scrivere, ma appena strinsi la penna una fitta dolorosa mi attraversò il polso. Con il braccio che mi andava a fuoco cominciai a scrivere strizzando gli occhi: proprio il polso destro mi dovevo ferire?! Tyler se ne accorse e mi sussurrò all’orecchio:
-Non sei costretta a farlo se ti fa molto male.
-Ce la faccio.- gemetti. Appena terminai, sul volto di La Gorha si dipinse un’espressione stupita.
-Che firma… interessante.
-Non è così di solito…- cominciai con voce tremante.
-Mi sono fatta male al polso e non riesco a scrivere bene.
-Capito, benvenuti, potete accomodarvi al tavolo.
Facemmo per dirigerci verso il lunghissimo tavolo d’acciaio, quando per poco non mi venne un infarto. In fondo all’enorme stanza c’era una porta, che dava su un’altra sala. Appoggiata con nonchalance allo stipite della porta c’era Red Coat.
Diedi una gomitata a Tyler e lui si voltò di scatto:
-Tyler, ma se Vanessa è morta allora chi è Red Coat? Pensavo che visto che lei non ci fosse più, non ci sarebbe più stata nemmeno “Impermeabile rosso”, invece eccola lì…- sussurrai. Era come al solito: l’odioso cappotto rosso, le lunghe gambe nude che sbucavano da sotto di esso terminando in tacchi a spicco color fuoco, il cappuccio calato sulla testa e lunghi boccoli dorati che rotolavano sul petto. In viso portava sempre una maschera. Stava parlando con qualcuno, e anche se lo avevo già sospettato ebbi la certezza che quel qualcuno era “A” solo quando vidi sbucare da dietro Red Coat una figura nera.
-Ora vado a scoprire chi è “A”.- cominciai furiosa, feci per dirigermi verso di loro, ma Tyler mi prese per un braccio.
-Avevano ragione gli altri a dire che tu sei la più coraggiosa e lucida, ma questo a volte può sfociare nell’imprudenza e nell’impulsività. Imprudenza e impulsività, anche se guidate dalla spavalderia, ti inducono qualche volta a fare stupidaggini, e questa è una di quella volte.- spiegò Tyler con un sorrisetto, e io sbuffai.
-Va bene, ma ti giuro che se quei bastardi si azzardano ad avvicinarsi, io gli spacco la faccia.
-Così mi piaci Ash, tenace e combattiva.- rise Ty, poi spalancò gli occhi ed esclamò:
-Sarebbe una scenetta esilarante, piccola, una vecchia che picchia con la borsetta un malvivente.
-Se vuoi mi posso esercitare con te, nonnetto.- scherzai minacciandolo con la borsetta che portavo a tracolla, e Tyler si riparò con le mani:
-Non ce n’è bisogno tesoro.- ridemmo insieme e raggiungemmo gli altri:
 
Shay’s pov

 
Non mi ero ancora completamente ripresa dalla caduta nel teatro, e mi girava ancora un po’ la testa. Avevo deciso di non parlarne agli altri per non farli preoccupare, ma cominciavo a credere che sarebbe stato meglio farlo. Raggiunsi Troian:
-Troi…
-Si?- chiese lei senza staccare gli occhi dalla televisione e continuando a premere tasti sul  joystick della Playstation di Ashley.
-Che gioco è?- le chiesi stupita, e lei sbuffò:
-Call of duty.
-è di Ash?- domandai sgranando gli occhi:
-Quella ragazza è un mito. Tu apri i suoi cassetti dei giochi della Play e trovi da una parte quelli relativamente femminili, poi ne apri un altro e trovi Fifa 15, Call of duty, GTA 5… è un mito la bionda.
-Bene, comunque ti volevo dire una cosa.- Troian mise in pausa il gioco.
-Si?
-Mi sento male.- Troian spense completamente la tv e si girò preoccupata verso di me.
-Cosa hai Shay?
-Da quando oggi sono caduta nel teatro, mi fa molto male la testa.- la mia amica scattò in piedi e mi guardò gli occhi attentamente:
-Che fai?- ridacchiai e lei sorrise:
-Non sai proprio niente di medicina Shay… sto vedendo se hai le pupille allineate, e per fortuna le hai. Se le avessi avute non allineate avresti potuto avere un trauma cranico.
-Addirittura?
-Si.
-Prova a distenderti, ti porto un bicchiere d’acqua.- quando Troian tornò, io presi un sorso d’acqua dal bicchiere che mi aveva portato. La mia amica sbadigliò, e io subito dopo di lei.
-Che ne dici di riposarci un po’ aspettando Ash e Ty?
-Perché no Shan.
 
---
 
-Troi?- la mia amica non rispose, così mi voltai verso di lei e vidi che aveva gli occhi chiusi.
-Troi?- si svegliò mugugnando.
-Sei al letto da un minuto cavolo…
-Ho molto sonno Shay, parliamo dopo.
-Ti devo dire una cosa, posso ora?- lei sbadigliò e annuì.
-Allora… non è facile Troi. Tu sei una delle mie più care amiche, e quello che sto per dire magari cambierà tutto per sempre. Sono giorni che cerco di trovare le parole giuste, ma non le ho ancora trovate quindi credo che non abbia senso cercarle ancora. Proverò a dirtelo come questo mi esce dal cuore, ma non sarà facile. Cazzo quanto è difficile. La nostra amicizia è una delle cose a cui tengo di più, ma per me non basta più. Non fraintendere Troi, sei un’amica fantastica, ma… io ti amo Troian. Io lo so che non dovevo parlartene, ora le cose non saranno più come prima e sarà tutta colpa mia. Perdonami Troian…- lei continuava a non dire niente, così chiesi:
-Allora?- ancora non rispondeva, così mi voltai e vidi che lei, in realtà, dormiva già.
Con un sollievo misto a delusione mi addormentai anche io.
 
---
 
Quando mi svegliai Troian era già in piedi.
-Alzati dormigliona.
-Quando ho dormito?
-Un paio d’ore soltanto. Comunque quando prima mi avevi detto che mi dovevi dire una cosa…
-Non importa Troi, non era niente d’importante, l’ho già dimenticato.
-Volevo dirti che ho sentito Shay, cosa mi hai detto.- improvvisamente diventai rossa come un peperone:
-Parliamone domani, per oggi fa finta che io non ti abbia detto niente.- la implorai:
-Aspetta Shay, io…
-Per favore…
-Un attimo Shay, volevo dirti che…
-Non oggi Troian, è questo che voglio.- lei abbassò le spalle sconfitta e sussurrò:
-Va bene Shay, domani parliamo.
Quando scendemmo nella hall, l’atmosfera era come congelata. Io e Troian ci rivolgevamo al massimo qualche sorrisetto timido, qualche sguardo eloquente…
Ad un certo punto lei mi porse il mio cellulare aperto su Car race in multiplayer.
-Ti va di fare una partita?- stavo per rifiutare ma poi pensai che forse sarebbe stato meglio godersi questo giorno di “libertà” che avevo ottenuto, prima l’indomani di affrontare la realtà.
Accettai la partita, e senza che io e Troian ce ne accorgessimo, i minuti passavano, e quando posammo i cellulari era già passata un’ora. Ci guardammo per qualche secondo, poi fu lei a parlare:
-ti ho stracciata Mitchell.
-Non è vero…-  mi lamentai:
-L’ultima partita l’ho vinta io.
-Si, ma quella prima ancora l’avevo vinta io.
A un certo punto sentimmo le porte scorrevoli aprirsi e vedemmo comparire Ashley e Tyler, ancora nei panni di Mr e Mrs Milton, tutti bagnati fradici. Tyler cingeva la vita ad Ash, ed entrambi ridevano come se non ci fosse un domani.
-Siete già di ritorno?- chiesi, e prima che loro potessero rispondere, Troian domandò corrugando la fronte:
-Fuori piove?
-No, non piove.
-Come mai allora siete tutti bagnati?
-Un secondo e vi raccontiamo.- cominciò Ash iniziando a togliersi strato per strato i vestiti da vecchia.  Alla fine sfilò anche la tutina imbottita che la doveva far sembrare grassa, e rimase in mutande e reggiseno:
-Ash!- la rimproverai, e lei sbuffò:
-Avanti, infondo è come se fossi in costume!- non aveva tutti i torti, ma comunque era molto infreddolita e così le lanciai una vestaglia fucsia che lei infilò. Con uno strappo secco si staccò le rughe di silicone dal volto, tolse una lentina marrone (l’altra non ci riuscì subito), e infine tolse la parrucca castana ormai fradicia. Prima di venirsi a sedere con noi, si diresse verso il piccolo frigo bar da cui uscì un sacchetto di ghiaccio, e finalmente si gettò sul divano di fianco a me con il ghiaccio sul polso.
-Fai paura Ash con gli occhi di colori diversi.- in quel momento Tyler, che aveva appena terminato anche lui di togliere silicone, lentine e parrucca, la guardò in viso e annuì:
-Fai molta paura.- ridacchiò, e lei rise:
-Non ci posso fare niente, non riesco a toglierla.
-Raccontate cosa è successo e come mai siete tornati in anticipo e tutti bagnati.- li incitai sorridendo, e Tyler guardò Ash con un sorrisetto divertito:
-Diciamo che Ash… si è fatta notare.- la bionda socchiuse gli occhi:
-A un certo punto a La Gorha è arrivato un messaggio… ha appoggiato il cellulare sul tavolo e mi è sembrato che l’SMS che gli era arrivato fosse di “A”. Comunque, “A” o non “A”, fatto sta che Gerald La Gorha ha cominciato a borbottare qualcosa su Pretty Little Liars, qualcosa di offensivo e davvero brutto. Non ci ho visto più dagli occhi e…- si bloccò ridacchiando come per pregustare il momento, ma come se allo stesso momento fosse leggermente imbarazzata.
-E?- la incitò Tyler ridendo.
-E… io potrei avergli dato del “vecchio bacucco”- scoppiai a ridere sgranando gli occhi.
-Dici vero Ash?
-Giuro.- rise lei, poi continuò:
-A quel punto la moglie di La Gorha mi ha detto che non mi dovevo permettere, e io le ho versato un bicchiere d’acqua in testa.
-Non ci credo Ash!- balbettai tra le risate, e Tyler affermò:
-Lo confermo… è stato esilarante!
-Allora la vecchia La Gorha mi ha versato a sua volta un bicchiere addosso, e così via.
-E tu perché sei tutto bagnato Ty?- gli chiese Troian.
-Io ho difeso Ash… Per questo mi sono beccato un bicchiere d’acqua addosso e un colpo di borsa in testa.
-Com’è finita?
-Ci hanno cacciati.
-Dio mio, volevo esserci…- Ashley mormorò qualcosa all’orecchio di Tyler e lui le rispose che ce lo avrebbero detto dopo: di cosa stavano parlando? Credevo di aver captato la parola “Red Coat”, ma non potevo esserne sicura.
-Ora dobbiamo prepararci per il casinò…
-Che giornata intensa…
-Ecco a voi il Tour de Force annunciataci ieri da “A”.
-è più stancante del previsto…- mormorai.
-Ci vediamo sotto tra un’oretta, sarà tutto al fine di seguire “A”, ma vestitevi bene e portate qualche soldo, potremo anche divertirci.- esclamò Ian appena entrato nella stanza.
-Ho sentito Andrew, volevo invitarlo ma mi ha detto che stasera ha un impegno. Non ha nemmeno voluto sapere cosa facevamo noi.
-Vabbè, faremo a meno di lui.
-Janel?
-Verrà, ma non mi vuole più parlare da quando le ho detto che mi ero rimesso con Lucy, quindi per l’organizzazione telefonatele voi.
-Va bene, allora a tra poco.
 
---
 
Ashley’s pov

 
Mi stavo infilando gli orecchini di brillanti, quando sentii una voce:
-Capisco che hai bisogno di riscovare la tua femminilità e sexaggine dopo essere stata un’ultrasettantenne per quattro ore, ma non esagerare.- ridacchiò Tyler.
-Non è così corto il vestito!- mi lamentai, e lui borbottò:
-Certamente è più lungo di quello che hai messo al Halloween.
-Non ci vuole molto per essere più lungo di quello.
-Io sono pronto, ci vediamo sotto.
Una volta che Tyler fu uscito, io chiusi la sicura degli orecchini di diamanti, e mi truccai. Il mascara nuovo che avevo comprato era strepitoso.
Arricciai i capelli con il ferro, cosa che non facevo da un po’, poi misi una collana anch’essa di brillanti che era in pendent con gli orecchini.
Misi le scarpe con i tacchi a spillo 13, che erano di un bianco panna simile a quello del vestito. Il vestito era piuttosto corto, ma non così tanto alla fine, era a fascia ed era stretto sulle cosce come quello della festa.
Presi una borsetta elegante, il cellulare e scesi.
 
---
 
Una volta giù notai con piacere che tutte le mie amiche si erano vestite eleganti:
Shay indossava un vestito verde molto più corto del mio che mi fece convincere ancora di più che avevo fatto bene a non metterlo più corto. Non perché a Shay stesse male, ma era onestamente un po’ postribolare quel vestito. Anche lei aveva arricciato i capelli come me.
Pure il vestito rosa di Troian era più corto del mio, e la mia amica aveva messo in volto più trucco di quando gliene avessi visto addosso in vita mia. Troian si era allisciata i capelli fino a ridurli a spaghetti che cadevano dritti dritti a fil di piombo. Normalmente lei li aveva mossi, quindi vederla liscia faceva un po’ impressione. I maschi si erano vestiti da fighi: i classici prototipi da casinò. Ian indossava un paio di jeans neri che arrivavano alla caviglia e sopra una felpa di Alcott con scritto “Street boy”, infine ai piedi portava le Vance grigie. Si era fatto la cresta con il gel.
Tyler aveva indossato un paio di jeans strappati, e una giacca di pelle sopra. Ai piedi aveva le adidas superstar nere, che avevo anche io uguali anche se non le avevo indossate quella sera. Anche Tyler si era sollevato il lungo ciuffo con il gel, e questo gli dava un aspetto curato ma troppo figo che adoravo. Lo raggiunsi e gli toccai i capelli:
-Cosa hai fatto Ty?!
-Ti piacciono piccola?- non lo avevo mai visto con il ciuffo sollevato con il gel, però non era male.
-Diciamo di sì.- Tyler mi prese il polso e lo sollevò stupito:
-Dove sono i lividi? E non ti fa nemmeno tanto male!- distolsi lo sguardo:
-Fondotinta sui lividi e pillola antidolorifica.- ammisi. Troian ci squadrò:
-Che coppia di figoni che siete!- esclamò con un fischio sorridendo.
-Siete pronti ad andare al casinò?- chiese Shay, e io risi:
-Ma avete visto come siamo tutti?! Sembriamo davvero tutti dei tascioni.- tutti scoppiarono a ridere:
-in effetti…
In quel momento i cellulari miei, di Shay e di Troian squillarono all’unisono:
 
Come non mi piacciono i ladri che entrano in casa mia, non mi piacciono nemmeno le stronzette ficcanaso. Pensate che non lo avrei saputo? Ci vediamo là stronzette.
-A
 
 
Angolo autrice
Allora… io volevo fare un capitolo intero che comprendesse anche il casinò, ma questo cap sta venendo troppo lungo quindi del casinò parlerò nel prossimo. Il prossimo sarà quindi come la fine di questo e ci sarà un colpo di scena enorme. Sarà un po’ più corto e mancherà il pov di Troian perché come lei ha preso la confessione di Shay si saprà solo nel cap 28…
Al prossimo capitoloo!
KeepAsecret_
 

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Capitolo 27
*** Casinò=casino ***


Scusatemi se non ho messo le immagini nei pov ma ho avuto un problema con il computer (per questo non ho aggiornato per così tanto tempo), e dal telefono non riesco😅 perdonatemi sia per l'attesa che per la mancanza delle immagini❤️

Ashley’s pov 
 
-“A” sa che stiamo andando là…
-Come abbiamo potuto pensare per un solo momento che “A” non avrebbe scoperto che noi lo avevamo scoperto?- esclamò stizzita Shay lanciando la borsetta sul divano lontano da sé.
-Non te la prendere con la borsa Shay.- dissi io per sdrammatizzare, e tutti risero.
-In fondo chi se ne frega che ci sarà anche lui/lei… noi andiamo al casinò per divertirci, no?
-Dai, in effetti hai ragione.
Tyler si passò una mano tra i capelli con il gel, poi mi attirò a sé. Mi fece sedere sulle sue gambe e mi mormorò all’orecchio:
-Guarda che occhiatacce manda Janel a Ian…- scoppiai a ridere e gli mormorai a mia volta all’orecchio:
-è furiosa.- stavolta fu lui a ridere, e sentimmo una voce:
-Non si parla all’orecchio piccioncini.- mi voltai verso Troian e le feci una boccaccia.
-Ash ma non hai niente addosso? Questo vestito è leggero, e fuori si gela.- cominciò Tyler stringendosi nella sua giacca di pelle nonostante fossimo al coperto.
-Vero, la giacca! L’avevo dimenticata…- mi alzai e mi diressi verso l’ascensore:
-Vado a prenderla.- esclamai, e Shay mi rivolse un’occhiata sospettosa:
-E se sopra c’è “A”?- scherzò, e io strabuzzai gli occhi:
-No Shay, queste cose non me le devi dire nemmeno per scherzo che me la faccio addosso.
-E se ci fosse pure Red Coat?- continuò lei imperterrita, così io mi allontanai dall’ascensore raggiungendo nuovamente i ragazzi:
-Adesso io non salgo più, eh. Ora ci vai tu a prendermi la giacca Shay.
-No…
-Si…- la trascinai verso l’ascensore mentre lei si lamentava.
-E se ci sono “A” e Red Coat?-mugolò lei terrorizzata prima che io la spingessi dentro.
-Quale giacca Ash?- mi gridò attraverso le porte dell’ascensore che erano già chiuse, e io esclamai:
-Quella tutta di pelliccia con le maniche a tre quarti e che arriva a metà pancia.- le risposi, ma non ero certa che mi avesse sentito.
Ad un certo punto sentimmo un urlo venire dal secondo piano:
-Shay!- gridai, mi misi a correre per le scale nonostante i tacchi 13. Anche gli altri erano con me, ma appena arrivammo vedemmo Shay seduta a terra che rideva come una pazza. Mi lasciai scivolare a terra con la testa tra le mani.
-Dio mio Shay, sei un’idiota… sei una stronza Shay… questi scherzi non si fanno… pensavo ti fosse successo qualcosa.- esclamai.
-Shay ti giuro che ti ammazzo!- strillò Troian rossa in volto con le lacrime agli occhi.
-Shay, tesoro, mi ero preoccupata per te.- affermò Janel, anche se a dire il vero sembrava completamente fresca a pettinata.
-Comunque era questa la giacca Ashley?
-Si.- ringhiai scippandogliela dalle mani, poi le diedi uno scappellotto.
-Ahia!- si lamentò lei.
-Ben ti stia burlona.
 
 
Shay’s pov
 
Una volta in macchina diretti al casinò…
-Fammi vedere il polso Ash…- lei mi porse il braccio e io le passai un dito sulla pelle:
-è impressionante… il fondotinta ha ricoperto alla perfezione tutti i lividi! Certo, è gonfio, ma non si nota molto. Se faccio così ti fa male?- all’inizio lei non si lamentò, nemmeno quando le piegai il polso ad una angolazione che se non si fosse imbottita di antidolorifici probabilmente sarebbe svenuta, poi però gemette:
-Non esagerare Shay, così mi fa un po’ male.- le lasciai il braccio ed esclamai:
-è stupendo questo smalto Benzo! Dove lo hai preso?
-Questo bordò? Credo sia quello di Chanel.
-Mhm… non avevo mai visto da Chanel questo che diventa opaco…
-è costato un po’ di più infatti, se non sbaglio. Normalmente lì gli smalti costano sui venticinque euro, mentre questo mi pare trenta. 
-Stiamo arrivando?!- domandò Janel sbuffando:
-Si, siamo davvero quasi arrivati.- assicurò Tyler.
 
Ashley’s pov
 
Bene, stavamo arrivando. Intanto io uscii il telefono dalla borsetta. Notai che avevo sedici chiamate perse da mia madre: non l’avevo ancora sentita dall’incidente di Halloween, e avevo bisogno di farlo. La richiamai, ma dovetti aspettare qualche secondo prima che lei rispondesse. Appena accettò la chiamata sentii uno strillò provenire dall’altro ricevitore:
-ASHLEY VICTORIA BENSON! COME PUOI PENSARE DI FARE SPAVENTARE TUA MADRE IN QUESTA MANIERA?- allontanai istintivamente il cellulare dall’orecchio per non rimanere sorda, e sussurrai:
-Cosa ho fatto mamma?- non potevo vederla, ma riuscivo benissimo a immaginarla sventolarsi il viso con la mano.
-Ho sentito solo qualche ora fa che ieri notte è successo un pandemonio alla vostra festa di Halloween… un pandemonio con spari, incendi e feriti! Tralasciamo il fatto che tu non mi hai chiamato… ho letto alcuni rumors che dicono che una delle quattro è stata colpita e ferita da uno sparo in pancia. Ti ho chiamato mille volte Ashley! Tu riesci a capire la paura di una madre che non sa se la figlia è viva, morta o all’ospedale?!- le sue parole dure mi facevano pungere gli occhi, ma sapevo che aveva ragione. Normalmente io sono sempre la prima che chiamo mia madre, abbiamo un bellissimo rapporto io e lei… ma questa volta io avevo dimenticato di farle uno squillo, al contrario delle mie amiche che alle loro mamme lo avevano fatto.
-Scusa mamma…- mormorai mesta:
-Ma comunque sto bene…
-Grazie a Dio Ash! Ma perché non sei raggiungibile in nessun modo?
-Sono stata impegnata in questi giorni mamma.
-Ma è vero che una di voi…?
-Si, Lucy…
-Oh mio Dio piccola… le hanno sparato?! Ma è salva?
-Si mamma… abbiamo avuto qualche ora di paura e incertezza, ma è salva. Verrà dimessa domani.
-Tu stai bene? Sei rimasta ferita alla festa?
-Diciamo che mi sono quasi rotta il polso.
-Come?
-è una storia lunga mamma.
-è rotto?
-Che cosa mi chiedi mamma?! Ti ho detto che è quasi rotto!
-E come va?
-Fa molto male. Ma per ora ho preso un antidolorifico.
-Bene… tu e i tuoi amici state andando a qualche altra festa?
-No, stiamo andando in un casinò.
-Capito. Divertiti, ma soprattutto non cacciatevi in qualche altro guaio anche se a quanto ho capito siete dei maestri a farlo.
-Grazie mamma…- borbottai.
-A dopo Ash.
Riattaccai e vidi che i miei amici mi fissavano e che la macchina era ferma:
-Che c’è? Perché non ripartite?- a rispondermi fu Shay:
-Siamo arrivati Benzo. Aspettavamo che tu finissi di parlare.
-Che il divertimento abbia inizio!- strillò Ian, e scendemmo dall’auto.
 
Shay’s pov
 
Tyler aveva posteggiato in un parcheggio di ghiaia che dava su un enorme prato costellato di margherite. Una piattaforma di metallo lucido e liscio faceva da sentiero e attraversava il giardino collegando il parcheggio al casinò. L’ingresso del casinò era mastodontico: era un enorme porta scorrevole tutta di vetro, sorvolata da un arco pieno di luci colorate sul quale torreggiava la scritta: CASINÒ LOTUS FLOWERS.
Impettiti accanto alla porta di vetro c’erano tre uomini di proporzioni similari a quelle di Hulk. Erano o bodyguard, o addetti alla sicurezza o buttafuori; o forse erano tutte e tre le cose. Erano degli armadi a quattro ante vestiti tutti di nero, con giacca e cravatta. Erano tutti e tre  con pochi capelli, ma non erano calvi: si capiva che li avevano tagliati a zero con il rasoio. Nonostante fosse notte indossavano degli occhiali da sole neri con le lenti oscurate, e avevano tutti uno strano aggeggio infilato in un orecchio da cui partiva un cavetto a molla che terminava in un apparecchio nero che assomigliava a un walkie-talkie che i tre portavano in mano.
-Siete mai stati qui?- chiesi ai miei amici, ma tutti scossero la testa. Una volta giunti sulla soglia ci fermammo titubanti prima di entrare, ma il sensore della porta scorrevole si attivò ed essa si aprì. Noi passammo e una volta dentro, prima che la porta si chiudesse, Troian chiese alla guardia:
-Per caso ha visto entrare qualcuno vestito tutto di nero? Con un cappuccio.- la guardia non sentì, o comunque fece finte di nona ver sentito, perché nemmeno si girò.
-Scusi?- intanto la porta di vetro si era richiusa, e Ashley mosse il braccio vicino al sensore per farla riaprire. La guardia continuò a non dar conto a Troian, che alla fine rinunciò.
-Tyler, voi ragazzi mettetevi a qualche metro da noi. Vorremmo chiedere un po’ in giro e la gente potrebbe sentirsi intimorita da un gruppone numeroso come il nostro.- propose Janel, e non aveva tutti i torti, ma “a qualche metro” era una parolona date le dimensioni del posto dove ci trovavamo. Infatti, una volta entrati, non ci si trovava subito nel locale con le slot-machine, ma per arrivarci bisognava attraversate un corridoio lungo ma molto stretto, e noi ci trovavamo proprio là. I ragazzi si allontanarono giusto un po’, e Ash chiese a un ragazzo che passava di lì:
-Scusi.
-Si bambola?
-Ha visto passare un ragazzo con un cappuccio nero?- lui si guardò in torno e si avvicinò ad Ashley, poi sussurrò:
-Ci sono tanti ragazzi con i cappucci neri…- lui stesso indossava una felpa nera, così si calò il cappuccio sugli occhi e si leccò le labbra in modo seducente:
-Magari cerchi me e non lo sai…- fece un altro passo verso Ash e lei fece un passo indietro.
-Non cerco te, tesoro.- rispose lei stando al gioco. Il ragazzo si voltò verso il suo amico che ridacchiava dietro di lui, poi aggiunse:
-Me la dai?- Ashley arrossì di scatto, ma si ricompose subito e sorrise:
-Magari più tardi.
-Avanti tesoro, perché aspettare?- ero curiosa di vedere le facce dei ragazzi del nostro gruppo in quel momento, e anche Ashley aveva la stessa curiosità, solo che resisteva a girarsi.
Io invece mi voltai e vidi che tutti ci guardavano attoniti.
-Devo andare baby, ci sentiamo dopo.- affermò Ashley ammiccando, poi mandò un bacio al volo al ragazzo e si girò. Appena ci fummo allontanate un po’, la bionda scoppiò a ridere come una pazza:
-Tu dici che ci ha creduto?- chiese e io annuì:
-Direi di sì! Ma come ti vengono in mente certe cose?!- in quel momento raggiungemmo i ragazzi, e Ian esclamò:
-“Magari più tardi”?- poi fu la volta di Keegan:
-“Avanti tesoro”?- e infine Tyler:
-“Devo andare baby”? Ashley tu sei fuori di testa.
-Tranquilli ragazzi, volevo solo stare al gioco. È stato divertente.- disse lei continuando a contorcersi dalle risate.
-No, non lo è stato affatto.- affermò Tyler, ed Ashley rise:
-Avanti baby…- gli sussurrò, e lui le diede uno scappellotto affettuoso. 
-Ahi…- si lamentò lei.
-Ma se ti ho appena sfiorato?- chiese esasperato Tyler. Ashley scoppiò a ridere e lo abbracciò. Tyler ricambiò l’abbraccio e poi rise:
-Ora cerchiamo un posto tranquillo qui, voglio riposarmi un attimo prima di trasformarmi in uno di questi delinquenti.
-Sono d’accordo.- sbadigliò Keegan, e ci mettemmo a camminare.
 
 
Ashley’s pov
 
-Ma sei sicuro che potevamo entrare qua dentro? Mi sembra un posto…privato.- insinuò Troian. 
-Potevamo entrarci fino a prova contraria.- rispose Ian.
-La suddetta prova contraria sarebbe se quegli allegri buttafuori ci buttano fuori a calci?- sbuffai scettica.
-Vabbè, comunque mi piace stare qua dentro, quindi…- continuai. La stanza dove ci aveva portato Ian non era molto grande, anzi era piuttosto piccolina. Era illuminata da una luce calda che proveniva da una lampadina sul tetto, e dentro c’erano un divano addossato alla parete e un tavolo poco distante. Shay e Janel erano andate a dare un’occhiata in giro, così nella stanza c’eravamo solo io, Troian, Tyler, Keegan e Ian.
Tyler aveva uscito dallo zainetto una specie di skateboard. Era strano perché aveva solo due ruote gommate come quelle delle automobili ma in miniatura alle estremità della tavola. Ty lo mise a terra e ci salì.
-Figo.
-è un self-balance hover-board. È elettronico: tu sali e lui va nella direzione verso la quale sposti il peso. Se ti inclini in avanti allora l’hoverboard si sposta in avanti da solo. Sei sposti il peso a destra allora si sposta a destra! E così via… è una cosa futuristica!
-Quindi non ti devi dare la spinta.
-No: tu devi solo salire, accenderlo e muover il bacino, poi l’hoverboard si muove da solo, come dice il nome è un self-balance: è auto-bilanciante da sé e non puoi cadere perdendo l’equilibrio.
-Wow!
 
---
 
-Tyler è da mezz’ora che giri per questa stanzetta con quell’hoverboard!- sbuffò Troian.
-Mi stai facendo girare gli occhi.- continuò la bruna. 
-Posso provare?- gli domandai, e Tyler premette un tasto e l’aggeggio si fermò.
-Con quei tacchi vertiginosi cadresti subito.
-Dai!
-In caso togliti le scarpe.
-Mi si bucano le calze.
-Hai i collant?
-Si, sono trasparenti, non si vedono.
-Ti fai male Ash.
-Dai Tyler! Fammi provare.- mi alzai dal divano e lo raggiunsi. Lui mi fece un giro attorno con lo skateboard, poi scese da esso e lo indicò dicendo:
-Ragazza avvisata, mezza salvata.- io sorrisi e chiesi:
-Come si fa?- Tyler indicò lo skateboard e cominciò a spiegare:
-Devi mettere i piedi equidistanti dal centro, poi ti inclini da un lato e quello parte.- lui era salito da solo, mettendo un piede e poggiando l’altro una volta in movimento, invece io preferii partire con entrambi i piedi sopra. Lo skateboard era instabile, quindi mi appoggiai sulla spalla di Tyler e con uno slancio salii. Tyler mi mise le mani sui fianchi per aiutarmi a trovare l’equilibrio, poi esclamò:
-Parti- prima alzai gli occhi, e mi accorsi che tutti mi stavano fissando e che Troian, Keegan e Ian si passavano dei bigliettini con su scritto qualcosa.
-Già fate le scommesse?- risi, e Troian annuì seria:
-Keegan e Ian sono convinti che “la leonessa bionda” ce la farà… io invece penso che tu cadrai subito.
-Grazie Troian.- brontolai.
-Non è per cosa Ash… ma io che sono femmina so cosa vuol dire stare su quei tacchi!
-Avanti Ash, facci vedere.- io allora spostai leggermente il peso in avanti, e l’hoverboard partì in avanti. All’inizio rischiai di perdere l’equilibrio su quelle scarpe vertiginose, ma in un attimo riuscii a ritrovare la stabilità. Feci un paio di volte avanti e indietro per la stanza, poi destra e sinistra. Tyler fece un fischio:
-Dio mio Ash… ti giuro: sono ammirato!- esclamò, e io sorrisi orgogliosa. Mi inclinai tutta a destra e feci una giravolta su me stessa.
-Ashley sei incredibile!- affermò Tyler, e Troian gettò di malavoglia cinque dollari in grembo a Ian che sorrise soddisfatto. Mi mossi in avanti e mi avvicinai al divano:
-Cosa dicevi Troi?- chiesi alzando un sopracciglio e lei sbuffò:
-Complimenti Ash. Devo dire che sei fenomenale…- battei il cinque a Ian e a Keegan, poi mi diressi nuovamente verso il tavolo. Feci per sistemare i piedi meglio anche se era difficile in movimento, ma il tacco a spillo mi scivolò fuori dalla piattaforma e volai all’indietro.
 
 
Shay’s pov
 
Ancora niente tracce di “A”. Io e Janel aveva girato tutta la parte destra del casinò, ma nessuno aveva visto “A”. Certo… non era molto dettagliata come descrizione, così eravamo andate in giro a chiedere a tutti se avevano visto un individuo-losco-con-un-cappuccio-nero. Le gente o ci rideva in faccia oppure ci indicava gente che corrispondeva perfettamente alla descrizione ma che palesemente non era “A”. Le persone più gentili ci avevano fatto notare che quell’identikit che avevamo dato era assai rachitico, i più maleducati ci avevano mandato a quel paese. 
Ora a me e a Janel toccava ritornare dai nostri amici a mani vuote, ma in compenso, nella stanzetta che aveva trovato Ian, le nostre orecchie avrebbero avuto un po’ di pace da quella musica assordante che trapanava i timpani nel resto del casinò. Certo era alquanto difficile che con Ashley, Troian, Tyler, Ian e Keegan le nostre orecchie avrebbero avuto pace, ma era un passo avanti.
Spalancai la porta della stanzetta e rimasi di sasso: niente tracce del chiasso che avevo lasciato, stranamente erano tutti silenziosi. Tyler era sul divano ed Ashley era seduta sulle gambe ed era accoccolata tra le sue le braccia con un’espressione tra il sofferente e il divertito. Il ragazzo le premeva una borsa di ghiaccio sulla testa e ai piedi del divano c’erano le scarpe di Ashley e un Self-balance hoverboard. Seduto accanto a loro sul divano c’era Keegan che guardava Ashley apprensivo, mentre Ian era accovacciato davanti al frigobar per prendere altro ghiaccio. Troian era seduta imbronciata su una sedia di legno accanto al tavolo e di tanto in tanto lanciava a Ian e a Keegan occhiate rancorose. Stavo per chiedere, stranita, cosa fosse successo, ma Janel mi precedette:
-Cosa diavolo è successo qui?
-Ashley ha voluto provare ad andare sull’hoverboard… all’inizio è andata bene ma poi è caduta e ha sbattuto la testa contro il tavolo. 
-Stai bene Ash?
-Diciamo…- rispose Ashley strizzando gli occhi con un sorrisetto appena accennato sulle labbra che contrastava con l’espressione sofferente della bionda. Intanto Tyler metteva nella borsa di ghiaccio dell’altro ghiaccio che gli aveva dato Ian.
-Allora se ti sei fatta male perché ridacchi?- le chiesi sorridendo e lei alzò gli occhi al cielo:
-Rido per la maturità di Troian.
-Che cosa ha combinato Troian?
-Non lo vedi come è seccata? Lei, Keegan e Ian avevano fatto una scommessa: Troian aveva scommesso che sarei caduta subito dall’hoverboard, mentre Ian e Keegan erano convinti che ce l’avrei fatta. Visto che all’inizio stavo resistendo, Troian ha dovuto dare cinque dollari ai ragazzi, ma visto che alla fine sono caduta, adesso li rivuole indietro.
-Ed è imbronciata per questo?- risi e Troian annuì senza nemmeno voltarsi.
-Troi tu avevi detto che avresti vinto solo se io fossi caduta subito, e io non sono caduta subito… 
-Vabbè Ashley, abbiamo capito da che parte stai.- brontolò Troian.
-A questo punto, una persona matura avrebbe detto: “vabbè, se Troian ha due anni e vuole vincere… beh, ridiamole i soldi!” invece quell’altro idiota là…- continuò Ashley indicando Keegan.
-Si è rifiutato.- terminò.
-Dio, pagherei per vedere la scena di Ashley che cade!- ridacchiai.
-Te la posso raccontare se vuoi…- sbuffò lei:
-Stavo andando sull’hoverboard, sono scivolata e ho sbattuto la testa sulla sedia. Semplice.
-E tu che hai fatto?- chiesi a Tyler, ma rispose Ashley per lui:
-Che ha fatto? Oh… lui rideva.
-Ridevi Ty?
-Non è vero!- sorrise lui.
-Avanti Ty. Ti sei messo a ridere.
-Che ridere e ridere?! Ti stavi spaccando la testa, Ash! Ero terrorizzato!
-All’inizio hai ridacchiato…
-Vabbè Ashley…- mi intromisi io.
-Ridevi persino tu e devi pretendere che non ridessero gli altri?- continuai e Ashley mi fece una boccaccia.
-Ma come mai sei caduta Ashley? Tu sei brava con lo skate!- le chiesi, e Tyler si chinò in avanti e prese un scarpa di Ashley da terra. Allargò indice e pollice fino a prendere l’intera misura del tacco ed esclamò:
-Tu hai idea di quanto siano alti questi cosi?!- sgranai gli occhi:
-L’hai fatto con i tacchi Ash?!- lei annuì orgogliosa:
-Ma tu sei pazza…
-Infatti sono caduta perché il tacco mi è scivolato giù dalla piattaforma. 
-Però sembra divertente…Posso provare l’hoverboard?- chiesi, e tutti in coro esclamarono:
-NO!
-Va bene…- brontolai.
-Avete notizie di “A”?
-No, al casinò nessuno sembra averlo visto. E poi ci sono davvero tanti ragazzi che corrispondono alla descrizione.
-Vabbè, adesso casomai va Ashley in ricognizione…
-Perfetto.
 
Ashley’s pov
 
Tyler mi staccò un secondo il ghiaccio dalla testa e fece un fischio:
-Mizzica Ash… certo che ti sei presa una bella botta!- mi passò un dito sul punto dove avevo sbattuto e poi me lo mostrò: c’erano sopra delle tracce rosse.
-Sanguino?- gli chiesi sbuffando, e lui esclamò:
-Eccome!
-Basta ghiaccio Ty, mi si sta ghiacciando il cervello.- lui mi diede un bacio tra i capelli, poi staccò la borsa di ghiaccio e rispose:
-Ai suoi ordini.
-Quindi ora dovrei andare io a cercare “A”?
-Se te la senti si…
-Perfetto, me la sento. Però è meglio che andiamo tutti in giro, separandoci.- proposi.
-Va bene, hai ragione tu, ci sono più probabilità di trovare qualcosa.- uscimmo dalla stanza e ci ritrovammo al centro di un turbinio di luci, musica e tintinnio di soldi. Prima di staccarmi dagli altri presi il portafogli uscendo delle monete, me la misi in mano facendole sbattere tra di loro e feci l’occhiolino ai miei amici:
-Divertitevi!
 
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Mi avvicinai alla roulette. Era una ruota divisa in tanti numeri con una maniglia che se tirata faceva girare il tutto. Una pallina azzurra trasparente era posizionata nell’incavo di una ruota circoscritta a quella numerata. Davanti c’era un ragazzo con giacca e cravatta che appena mi vide mi domandò educato:
-Vuole giocare signorina?- ridacchiai:
-Perché no?- mi avvicinai e posai delle monete sul banco.
-Che numero punta?
-18!- esclamai istintivamente essendo il giorno del mio compleanno. Il ragazzo fece girare la ruota e la pallina cadde nel settore del numero 18. Sgranai gli occhi, ma mai quanto li sgranò il ragazzo che essendo il banco mi dovette dare la mia vincita.
-Sono bravina, eh?
-Fortuna signorina, fortuna…- intascai il gruzzoletto e dissi:
-Rigioco.
-Prima di aver assaggiato questo cocktail?- domandò un ragazzo appena arrivato che indossava una giacca di pelle. Mi avvicinò un vassoio con sopra tanti bicchieri con uno strano liquido. 
-Non c’è nessuna droga dentro, Ashley…-rise. Come faceva a sapere il mio nome?Tentai di capire chi fosse, ma il suo viso era avvolto nella nume di fumo di sigaro toscano che avvolgeva l’intero casinò. Tossicchiai e lui rise:
-Non ti conosco, tranquilla… Ma sei Ashley Benson vero?- tirai un sospiro di sollievo: mi conosceva come celebrità, non di persona e non era nemmeno qualche maniaco. Presi in mano il bicchiere e mandai giù un sorso. Una miriade di sapori mi invase il palato, e il gusto dell’alcool (presente in grande quantità nella bevanda) mi fece bruciare la lingua. Mi sentii le guance calde, e tirai giù un altro sorso: in fondo non dovevo anche divertirmi?
-Ci vada piano, è forte.
-Ma fammi il favore!- esclamai, poi finii il contenuto del bicchiere in un unico colpo. La gola mi bruciava, ma la il gusto era fantastico: non sapevo cosa fosse ma era davvero buono. Indicai la roulette e affermai:
-Punto sul 12.- non l’avrei mai ammesso che era per quello, ma era il compleanno di Tyler. Il couper fece girare la roulette, e la pallina entrò in un settore bianco. Il ragazzo arricciò la fronte.
-Questo è strano… qualcuno ha messo un pezzo di scotch bianco per coprire il numero. Non c’è bisogno di annullare la giocata, ora lo stacco e vedo che numero c’era.- si piegò incurvato sulla roulette e con l’unghia dell’indice scrostò l’estremità dello scotch. Tirando delicatamente per non strappare pure ciò che c’era sotto, a poco a poco tolse lo scotch. Sotto però non c’era una numero, bensì una lettera. Una “A”. Gelai e mi aggrappai con la mani alla roulette per non cadere dalla sorpresa. 
-Non saprei signorina… mi dispiace. Ora avviso il proprietario del difetto di questa roulette.- il ragazzo si allontanò e io passai un dito sulla superfice lucida della scritta. A. Era un settore come tutti gli altri: colorato, plastificato, ma con una lettera sopra. Appena lo sfiorai ebbi un brivido, sollevai lo sguardo e notai una figura vestita di nero con un passamontagna in viso che mi spiava dall’altro capo della sala attraverso un mare di gente. Stando attenta a non cadere dai tacchi, cominciai a correre spintonando la folla e beccandomi improperi dietro. Superai una ragazza rischiando di farle cadere il bicchiere da cui beveva, poi mi ritrovai nell’esatto punto dove qualche secondo prima avevo visto “A”, ma ero sola. Bene, mi era scappato. Mi appoggiai esausta a un pilastro e sospirai abbattuta.
-Cerca qualcuno?- mi voltai di scatto e vidi un ragazzo che mi fissava. Non era proprio un ragazzo, avrà avuto trentacinque anni, non di più non di meno. I suoi capelli erano riccioluti e color nocciola, e gli incorniciavano il viso arrivando, attraverso le basette, persino alla barba che portava un po’ incolta e lunghetta. A parte questo aspetto trascurato in viso, sembrava un tipo a posto. Mi scrutava con un paio di microscopici occhi azzurri e si stringeva nella giacca di pelle che indossava. I suoi lineamenti non erano belli, anzi era piuttosto bruttino, ma almeno sembrava gentile. 
-Si, ma a quanto pare l’ho perso.- risposi e vidi che gli si illuminarono gli occhi in un guizzo di felicità, che però fu bravo a nascondere subito.
-Posso aiutarla? Mi fa strano darle del lei, visto che è palesemente più piccola di me… Non nascondo di osservarla da un po’ comunque… probabilmente sbaglio, ma assomiglia molto a…
-Ashley Benson?- proposi.
-Sono io…- continuai.
-Comunque puoi darmi del tu… credo.
-Bene, allora posso aiutarti?
-Cercavo una persona vestita con pantaloni neri e una felpa nera con il cappuccio. Anche le scarpe erano nere. 
-Ashley, certo che molta gente corrisponde a questa descrizione…
-Lo so, lo so… ma lui aveva anche un passamontagna nero sul volto.
-Forse l’ho visto!- esclamò lui a un tratto.
-Poco fa era proprio qui dove sei tu.- mi portai le mani al capo di scatto:
-è lui! Per caso era tipo furtivo?
-Era molto misterioso nel suo agire… aveva anche una pistola.
-In che direzione è andato?- ansimai: quel tizio era la mia salvezza.
-Non in che direzione… io so proprio dove è andato! L’ha detto al telefono a qualcuno e io l’ho sentito.
-Mi ci puoi portare?
-Certo.- esclamò lui.
 
---
 
Qualche minuto dopo stavamo ancora camminando. Il luogo dove secondo lui era andato “A” si trovava all’interno del casinò, ma la struttura era enorme ed era lontano. L’uomo mi aveva detto di chiamarsi Patrick, e che era un ingegnere. Era stato sempre gentile e ammodo, ma non so perché la sua vicinanza mi creava una sensazione di disagio, come se ci fosse qualcosa in lui che non andasse. Era solo una sensazione, perché Patrick era davvero una persona perbene. 
-Stiamo arrivando…
-Sono indiscreto se ti chiedo chi è questo individuo poco raccomandabile che stai cercando?- arrossii e ammisi:
-Si, sei indiscreto.
-Allora mi scuso e ritiro la domanda.- sorrise lui. Più andavamo avanti, più Patrick sembrava aver fretta di arrivare: si era preso molto a cuore questa ricerca! Ci fermammo quando arrivammo davanti a una porta chiusa, e Patrick esclamò:
-Questa è la sala da biliardo in disuso, deserta. Dovrebbe essere qui.
-Va bene, grazie Patrick, puoi andare.
-No, non vado.
-Come vuoi…- dissi stranita, e aprii la porta. La sala da biliardo era completamente deserta e sapeva di muffa. Decine di tavoli si ergevano pieni di ragnatele nella penombra; non trovai l’interruttore della luce, ma non era poi così necessario. Di “A” non c’era nessuna traccia. Cominciai a pensare che quell’uomo si fosse sbagliato, o che fosse un burlone che mi aveva preso in giro. In quel momento Patrick entrò e si sbatté la porta alle spalle, chiuse a chiave con foga e buttò la chiave dall’altro lato della stanza.
-Che fai?- chiesi con voce tremante, e lui mi puntò addosso quegli occhi azzurri che ora erano iniettati di sangue. Si diresse a passo pesante verso di me e io indietreggiai fino a che non fui con le spalle al muro.
-Cosa fai Patrick?- gli domandai tremando come una foglia e avendo uno strano presentimento. Lui non rispose e mi raggiunse:
-Tu ora fai quello che ti dico io.
-Cioè?- gli chiesi, e con orrore vidi che si stava sbottonando i jeans. Scossi la testa con vigore e balbettai:
-N-no…
-Si…- affermò lui e mi mise le mani sulle spalle schiacciandomi contro il muro. Tentò di sollevarmi il vestito ma io mi opposi con tutte le forze:
-Stai lontano da me!- gridai piangendo.
-AIUTO!- urlai. Patrick mi diede uno schiaffo e continuò a tirarmi il lembo del vestito verso sopra. Io lottavo con tutte le mie forze, ma lui era comunque più forte, così riuscì a sollevarmelo. Io piangevo e gridavo, ma lui non si fermava, e mi lasciò un attimo per abbassarsi i pantaloni alle ginocchia. Io ne approfittai per riabbassarmi il vestito, e poi cominciai a correre per la sala per vedere se c’era un’altra uscita. Mi raggiunse e mi sbatté nuovamente contro il muro. Si inginocchiò ai miei piedi e mi sollevò nuovamente il vestito nonostante le mie urla. Patrick mi poggiò le mani sulle cosce, e io sconcertata singhiozzai:
-Ti prego non farlo. Cosa ti ho fatto di male?
-AIUTO! AIUTATEMI!- era un posto piuttosto isolato del casinò, quindi non contavo che qualcuno mi sentisse. All’improvviso sentii un rumore di legno rotto e la porta si spalancò:
-Che succede?! Chi è che grida?- chiese trafelato un ragazzo appena entrato. Patrick bestemmiò, io mi allontanai da lui e corsi dal ragazzo che mi aveva salvata, lo abbracciai e continuai a piangere terrorizzata tra le sue braccia. Lui mi strinse, anche se non lo conoscevo, poi mi sussurrò stringendomi:
-Tranquilla, tranquilla, è tutto finito… si è fermato appena in tempo…- non so quanto tempo dopo mi staccai da lui, ma non ero per niente più tranquilla, infatti continuavo a immaginare nella mia testa cosa mi avrebbe fatto Patrick se quel ragazzo non avesse sentito le mie urla. Ero stata una stupida a fidarmi di uno sconosciuto. 
-Portami via da qui.- singhiozzai al ragazzo, lui mi abbracciò e disse:
-Certo, certo…
 
---
 
Il ragazzo che mi aveva salvata si chiamava Julian. Stavamo camminando nel casinò da un paio di minuti, e io non avevo smesso di piangere rumorosamente nemmeno un secondo. Lui tentava di consolarmi, ma io non riuscivo a togliermi dalla testa le immagini di quella stanza.
-Dove ti devo portare Ashley?
-Portami da Tyler.- singhiozzai, e lui aggrottò la fronte:
-Come?
-Da Tyler.- ripetei .
-Non so chi sia, mi dispiace… Ashley puoi smettere di tirarti il vestito verso il basso, tranquilla!- con il petto che mi martellava e i singhiozzi che mi facevano tremare convulsamente lo ringraziai:
-Grazie di avermi salvata.
-Di niente…- mi sorrise lui.
-Ho sentito delle urla e sfondato la porta.
-Grazie, e scusa per esserti saltata addosso in quel modo. Nemmeno ti conosco…
-Non preoccuparti, è comprensibile.- non avevo più fiato da quanto singhiozzavo, ma non riuscivo a fermarmi. Mi voltai e vidi un ragazzo familiare di spalle che giocava a una slot-machine. 
-Tyler!- gridai, ma non si girò: non era lui.
-Tranquilla, troveremo il tuo ragazzo.- non avevo la forza di spiegargli tutto, così annuii. Julian era molto discreto, e capendo che ero ancora un po’ traumatizzata, mi stava vicino in modo da darmi conforto, ma non cercava un eccessivo contatto fisico. 
Mi vergognavo a farmi vedere da uno sconosciuto in quelle condizioni pietose, ma non avevo niente da fare: le lacrime mi scendevano dagli occhi indipendentemente dalla mia volontà, e il petto mi faceva su e giù velocemente. Senza accorgermene avevo nuovamente messo le mani sul lembo del vestito e tiravo verso giù. 
Notai con la coda dell’occhio una ragazza che mi sembrò Shay, ma mi voltai di scatto dall’altro lato per non farmi vedere: in quel momento non avevo voglia di spiegare tutto e volevo solo Tyler. 
Arrivammo alla stanza delle roulette, e vidi Tyler che giocava in una di esse. 
-Tyler!- singhiozzai, e lui si girò. Lasciò cadere a terra la pallina che aveva in mano e mi corse incontro. Non era la prima volta che mi vedeva piangere, ma mi doveva leggere in viso il terrore che provavo, perché sulla sua faccia vidi vera preoccupazione.
-Che è successo Ash?- io non risposi, ma sussurrai:
-Tyler…- poi seppellii il viso nel suo petto e continuai a singhiozzare. Lui mi cinse la schiena con le braccia e mi strinse forte, ma anche se finalmente mi sentivo al sicuro, non riuscivo a smettere di piangere. Intanto sentii alcuni passi dietro di me e capii che Julian ci aveva raggiunti.
-Piccola cosa ti è successo?- mi chiese Tyler tentando di staccarmi il viso dalla sua maglietta senza successo. Poi rivolgendosi a Julian ringhiò:
-Che le hai fatto?!- sempre con il volto sepolto nel petto di Tyler, tentai di spiegare:
-Lui non ha fatto niente…- Julian indietreggiò ed esclamò:
-Calma amico, io non l’ho toccata.- iniziò.
-Ho sentito delle grida di qualcuno che chiedeva aiuto. Provenivano da una porta chiusa a chiave, così l’ho sfondata e ho visto la tua ragazza in piedi contro il muro con davanti un uomo che la voleva violent… stupr… insomma, voleva approfittare di lei.- non potevo vederlo ma immaginai Tyler impallidire. Mi strinse di più a sé e con la voce che gli tremava mi chiese:
-è vero Ash?- io annuii e staccai il viso dal suo petto. Tentai di placare i singhiozzi, ma invano. Julian alzò le braccia sconsolato:
-Piange così da quando l’ho “salvata”, non ha smesso un secondo…- Tyler mi mise le mani sui fianchi e mi guardò dritto negli occhi:
-Ti ha fatto qualcosa?
-No, Julian è arrivato appena in tempo, mi aveva solo sollevato il vestito.
-Sicura piccola? Non ti ha… insomma…?
-No, non c’è arrivato.- assicurò Julian, e io mi fiondai nuovamente tra le braccia di Tyler.
-Tremi ancora Ash…- costatò lui preoccupato, e si passò una mano tra i capelli:
-Non capisco come sia potuto succedere…
-Non ne voglio parlare ora Ty.
-Certo, come preferisci…
 
Shay’s pov
 
Avevo vinto a biliardo qualche soldo, mi piaceva quel gioco e devo dire che me la cavavo. Mi ero lasciata trascinare dalla vitalità del casinò e avevo anche bevuto qualche bicchierino, ma non dimenticavo lo scopo di quella serata: trovare “A”. Non era così semplice però… “A” stesso aveva organizzato il tutto, quindi si doveva anche essere attrezzato in modo tale da non essere scoperto. Il nostro stalker era là per un motivo, infatti non dovevamo dimenticare che lui sarebbe andato al casinò anche se noi non avessimo scoperto la stanza segreta e tutto.
Vagavo da un po’, ma non avevo incontrato nessuno di sospetto, eccetto un tizio con la barba dall’aspetto molesto che ci aveva provato con me. Però lui non c’entrava niente con “A”. 
Un tempo il casinò era più grande, e comprendeva numerose sale da biliardo in più. Recentemente però quella parte era stata chiusa e dismessa, e anche se era ancora accessibile non ci andava mai nessuno. Era già da qualche minuto che stavo attraversando la parte deserta, e come previsto non avevo incontrato anima viva… o morta.
Mi imbattei tutt’a un tratto in una porta sfondata: in legno era crepato e la serratura aperta con la forza, quindi si vedeva che era stata forzata dall’esterno. La spalancai ed essa scricchiolò. 
Mi ritrovai in una stanza abbandonata piena di tavoli da biliardo coperti da ragnatele, era tutto nella penombra, e non trovai l’interruttore. Che la porta fosse sfondata sia mi consolava sia mi terrorizzava, infatti nessuno poteva chiudermi dentro da fuori oppure chiudersi dentro con me, ma contemporaneamente qualcuno poteva entrare mentre c’ero io.
Sentii un rumore sinistro dietro di me, mi voltai ma la parte vicina alla porta era troppo buia e non si vedeva niente. Bisognava anche considerare che “A” era vestito di nero e non l’avrei visto comunque, quindi in quel momento potevo essere sola come no. Mi avvinai alla parete, e vidi a terra un orecchino di diamante. Era tremendamente familiare, ma non ricordavo a chi l’avessi visto addosso. Vicino ad esso c’erano anche, sia sul pavimento sia sul muro, dei ciuffetti di capelli biondi. Mi abbassai e presi in mano l’orecchino tentando di capire chi mi ricordasse quel brillante, ma invano. Un colpo secco mi fece sussultare, e subito dopo il telefono mi squillò: lo presi in mano e aprii il messaggio. Ci mise qualche secondo a caricare, e all’inizio rimase solo una casella bianca vuota, quindi sulle prime pensai che fosse uno scherzo. Poi però all’improvviso comparve nello schermo una scritta enorme in nero:
 
Run
-A
 
Corri.
Non me lo feci ripetere due volte e iniziai a correre. Udii dei passi veloci e pesanti dietro di me e accelerai. Era quasi buio e non vedevo niente, così iniziai a correre senza meta ma andai a sbattere su un tavolo da biliardo e persi l’equilibrio. Rotolai sul pavimento e mi ferii la guancia su un chiodo arrugginito, ma nonostante il dolore mi rialzai e cercai di trovare una via d’uscita dalla stanza. Capii di star piangendo solo perché le lacrime salate mi facevano bruciare la ferita, ma dopo si aggiunsero anche i singhiozzi che mi scuotevano. 
Era tutto inutile, l’unica uscita era la direzione da cui veniva anche “A”, e col cavolo che ci tornavo. Mi voltai e non vidi “A”, quindi pensai che poteva essere rimasto indietro. Poi udii nuovamente i passi, e anche io ricominciai a correre. Inciampai su un’asta da biliardo e caddi. Mi ero storta la caviglia, quindi non riuscivo a rialzarmi, e mi infilai sotto un tavolo da biliardo che era coperto da un telo. Il telo strisciava fino a terra coprendomi quindi del tutto, ma un buco di media grandezza lo squarciava permettendomi di guardare fuori. Sbirciai cauta ma non vidi niente, così buttai la testa all’indietro imponendomi di calmarmi e decisi di aspettare. I passi continuavano, quindi intuii che “A” stesse continuando a correre, ma all’improvviso ci fu il silenzio più assoluto. 
Gli unici rumori che si percepivano in quella stanza erano il lieve scricchiolio del vecchio legno, e la debole musica che arrivava dalla parte attiva del casinò. 
Tentai di non respirare per non spezzare quel silenzio paradisiaco, ma mi sfuggì un lieve singhiozzo a fior di labbra. Mi coprii istintivamente la bocca sperando vivamente che “A” non avesse sentito, e non udii nessun rumore quindi dedussi che “A” se ne fosse andato. Aspettai ancora qualche secondo, poi feci per sbirciare dal buco nel telo. Il cuore mi fece un balzo nel petto e non riuscii a trattenere un grido di terrore: accostato allo strappo nella coperta c’era il viso di “A” che mi spiava chissà da quanto tempo. Urlai non so per quanto dalla sorpresa e dal mini-infarto che mi era venuto, poi tentai di colpire con un calcio “A”, ma lui mi bloccò il piede e mi sfilò la scarpa gettandola lontano da me. Gridai ancora, prima sempre per la paura, poi per lo sbigottimento: mentre “A” aveva preso in mano un’asta da biliardo e mi minacciava incombendo su di me, vidi comparire alle sue spalle una figura vestita di rosso. Bene, ci mancava solo Red Coat! Quello che però fece la bionda con l’impermeabile rosso mi stupì, e mi fece sfuggire un sospiro di meraviglia e di sollievo: prese in mano un’asta da biliardo e la diede in testa ad “A”. “A” cadde a terra, svenuto oppure solo sorpreso. Alzai lo sguardo: Red Coat mi guardava quasi con compassione. 
-Grazie…- mormorai tra le lacrime.
-Vanessa, sei tu?- chiesi in un sussurro, ma la ragazza scappò via in un picchiettio di tacchi a spillo. 
Sentii dei passi da uomo avvicinarsi sempre di più alla stanza, e comparve Ian.
-Shay! Sei tu?- mi alzai nonostante la caviglia dolorante e gli corsi incontro abbracciandolo. Lui ricambiò l’abbraccio ed esclamò:
-Che è successo Shay? Non piangere…
-“A” mi ha aggredita…
-Oh Dio mio! Stai bene?- mi abbracciò di nuovo e io singhiozzai:
-Mi sono tagliata la guancia e ho preso una storta, ma niente di che.- Ian dovette aver notato che cercavo di smettere di piangere, perché esclamò:
-Puoi piangere Shay… ti capisco.- io lo abbracciai nuovamente.
 
---
 
-Stiamo arrivando nella stanza?- chiesi asciugandomi le guance e tentando di calmarmi.
-è quella porta lì Shay, siamo arrivati.- varcammo la soglia e vedemmo che a parte Troian e Janel, erano tutti lì. La scena davanti alla quale mi trovai mi preoccupò: Ashley era seduta sul divano e piangeva, in una mano aveva un bicchiere d’acqua che però non riusciva ad accostare alle labbra a causa dei tremiti dovuti ai singhiozzi. Tyler accanto a lei aveva pure una mano sul bicchiere, proprio sopra il dorso di quella di Ash, e tentava di aiutarla ad avvinarlo alla bocca. La bionda prese un piccolo sorso e tossicchiò scossa dai singhiozzi stringendosi un plaid addosso. 
In quei giorni a causa di “A” noi ragazze avevamo pianto abbastanza, ma percepivo che quella volta c’era qualcosa di diverso. Leggevo negli occhi alla mia amica quanto fosse scossa, Tyler era pallido e anche “Keegan il burlone” aveva un’espressione preoccupata e teneva la mano ad Ashley. Dimenticandomi per un attimo persino del fatto che anche io stessi piangendo, chiesi apprensiva:
-Cosa è successo Ash?- a rispondere fu Keegan con un sussurro:
-Un casino… Tu perché piangi?
-“A” mi ha aggredita, ma non è importante, sarà più importante cosa è successo qui: lo leggo nelle vostre facce.
-Stai bene Shay?- mi chiese Ashley singhiozzando.
-Io si, ma tu mi sembra di no, Benzo.
-Avanti Ash, continua…
-Mi spiegate cosa è successo?- chiesi, Keegan alzò lo sguardo ed esclamò schietto:
-La stavano per stuprare.- ad Ashley sfuggì un singhiozzo e tutti nella stanza fulminammo Keegan con lo sguardo per il poco tatto.
-Keegan, potevi dirlo con più delicatezza.- lo rimproverò Ian, intanto a me sfuggì un gridolino.
-Come è potuto succedere?- corsi dalla mia amica e le presi la mano.
-Beh, ci stava raccontando.- mormorò Tyler, e Ashley proseguì piangendo:
-Ho visto “A”, e sono corsa verso di lui. Però una volta superata la folla lui era sparito. Un ragazzo gentilmente mi ha chiesto se cercavo qualcuno, io gli ho descritto “A” e lui mi ha detto che aveva sentito che stava andando in un posto. Ero certa che la persona che aveva visto lui fosse “A” perché corrispondeva perfettamente a lui, ma ora che ci penso mi rendo conto che per questo ragazzo è stato facile prendermi in giro… Io dicevo che la persona che cercavo era misteriosa e lui faceva: “oh, si, quella che ho visto io era sospetta e furtiva…”. Rigirava quello che dicevo io. Io ci ho creduto come un’idiota e mi sono lasciata portare in quel posto. Era una sala da biliardo.- fece un sospirone e io approfittai di quella pausa per collegare tutto. Guardai la mia amica e vidi che le mancava un orecchino. Improvvisamente ricordai a chi l’avevo visto addosso, ed esclamai:
-Quest’orecchino è tuo Ash!- lei lo prese in mano e aggrottò la fronte:
-Come…?
-“A” mi ha aggredita nella stanza in cui quel maniaco ti stava per violentare.
-Allora, siamo entrati e io mi chiedevo dove fosse “A”. Non capivo all’inizio perché io e il ragazzo fossimo soli, ma appena Patrick, si chiamava così, ha chiuso la porta a chiave, ho capito tutto. Mi si è avvicinato e si è sbottonato i pantaloni…- Ashley mentre parlava piangeva ancora, ma semplicemente con le lacrime, non ansimava più come prima.
-Poi mi ha messo le mani sulle cosce…- nel dire questo le scappò un singhiozzo e seppellì il viso nel petto di Tyler.
-Se… se quel ragazzo non fosse venuto in tempo…?
-Non ci devi nemmeno pensare Ash, perché quel ragazzo è venuto in tempo e non ti è successo niente.
-Basta, non voglio più raccontare niente.
-Tranquilla Ash, va bene così.- sussurrò il ragazzo.
-Abbiamo notizie di Troian e di Janel?
-Troi mi ha inviato un messaggio proprio ora, lei sta giocando alla roulette ma ha perso Janel. 
-Secondo me dobbiamo ricominciare a cercare.- esclamò Ashley.
-Non se ne parla.- rispose Tyler.
-Avanti Tyler, dobbiamo separarci come prima.
-Sei pazza Ash?
-Avanti, non mi succederà di nuovo…- tentò di sorridere tirando su col naso.
-Sei terrorizzata Ashley… stai ancora piangendo! Vuoi andare di nuovo là fuori?
-Non sto ancora piangendo.
-Mi prendi in giro?- risi indicando le lacrime che ancora le scorrevano sulle guance.
-è un riflesso condizionato Shay…- sbuffò lei.
-Non sai nemmeno cosa sia un riflesso condizionato.
-Si che lo so…
-Io propongo di accettare la proposta di Ashley solo per non sentirla insistere e lamentare per tutto il tempo… credo che mi esploderebbe la testa.
-Spiritosa Shay, e tu che dovresti essere la mia migliore amica…- brontolò la bionda.
-Ha ragione Shay.- scherzò Tyler, e Ashley si alzò di scatto, si infilò le scarpe e corse verso la porta:
-Siete degli stronzi.- esclamò, e lasciò la stanza.- Tyler si alzò tentando di fermarla, ma lei era veloce e in breve scomparve. Tyler tornò da noi sconsolato:
-Suscettibile la ragazza…- mormorò, e io alzai gli occhi al cielo:
-è solo ancora traumatizzata per quello che è successo.
 
Ashley’s pov
 
Non ero davvero arrabbiata con i miei amici, ma credevo seriamente che avremmo dovuto continuare a cercare e avevo trovato una scusa per uscire. Mi avvicinai al bancone del bar, e il barista mi domandò:
-Cosa vuoi bere?
-Fai tu…- risposi, e lui mi avvicinò un bicchiere con un drink. Presi un sorso e il barista mi chiese:
-Stai bene?- aggrottai la fronte:
-Si, perché?
-Il casinò non è un posto dove si va per piangere…- scoppiai a ridere:
-Si vede tanto?
-Abbastanza.- senza accorgermene avevo finito il bicchiere e ne avevo cominciato un altro.
-Quindi bevi per dimenticare?- ridacchiò il barista.
-Eh già…
-Ma alla tua età cosa devi dimenticare? Le tabelline?- mi chiese. L’alcool già era in circolo nel mio corpo e cominciavo a parlare a ruota libera.
-Un tentativo di stupro.- esclamai, e scoppiai a ridere. Non sapevo perché ridessi, era come se il mio cervello e il mio corpo fossero due elementi distaccati. 
-Merda.- borbottò il barista, e io:
-Puoi dirlo forte.
-Dovresti andarci piano con quella roba, è fortissima. Sei già al quarto bicchiere!- quarto?! Sul serio? Non me ne ero neanche accorta anche se gli effetti iniziavano a farsi sentire. Feci per allontanarmi dal banco, ma persi l’equilibrio. Caddi a terra e scoppiai nuovamente a ridere. Mi sentivo le guance calde, ma avevo in bocca un sapore buonissimo. Era stato solo un capogiro, ero ancora piuttosto lucida, così mi rialzai aiutata da un ragazzo:
-Prova la nuova roulette che hanno messo all’angolo della stanza, bella. È una bomba.- l’alcool mi suggeriva di provare, io lo ascoltai e raggiunsi il gioco d’azzardo. Sapevo ancora che lo scopo era trovare “A”, ma perché non mi dovevo divertire un po’? Raggiunsi la roulette e dissi al ragazzo che aveva la pallina in mano:
-Punto sul numero… 456908!- il lanciatore brontolò:
-Non esiste quel numero… arrivano al trentotto.
-Ah, giusto!- risi. Ero consapevole di star facendo una figura di merda dietro l’altra, ma era come se la mia coscienza guardasse il mio corpo agire su un altro mondo. Sbattei le palpebre e tornai lucida.
-Allora deve giocare o no, signorina?
-Che maleducazione…- borbottai, e presi un altro bicchiere da un vassoio. Lo scolai in un secondo, e tossii convulsamente per il bruciore alla gola. Appena passò, percepii come se i miei occhi cominciassero a essere dotati di uno zoom. Vedevo bene al centro, ma con i contorni sfocati: una figata! Sapevo di star per ubriacarmi, ma un bicchiere tira l’altro… così ne sfilai uno dalle mani di un ragazzo. Feci “cin cin” con l’aria, poi lo sorseggiai con finta raffinatezza. L’angioletto sulla mia spalla, che aveva la voce di Tyler, mi diceva: “non sei ancora ubriaca Ash, puoi rimediare ancora, posa quel bicchiere”. Bene, non lo posai ma in compenso finii il suo contenuto. Se non ero ubriaca lo ero appena diventata. Capivo che stavo ridendo solamente perché udivo la mia risata, ma non riuscivo a controllarla. Fermai un ragazzo e gli gettai le braccia al collo:
-Ciao bello…
-Ciao pupa…- rispose lui, ma a causa della musica altissima non riuscivo bene a sentire quello che diceva. Lui lo capì e indicò le casse facendomi segno di ballare. Ballai per un po’ con quello sconosciuto, e gli caddi addosso parecchie volte. Alla fine lui mi si avvicinò e tentò di baciarmi; e nonostante io sapessi che la cosa giusta da fare sarebbe stata respingerlo e andare via, mi lasciai trascinare dalla situazione e ricambiai il bacio. Appena ci staccammo risi nuovamente, e mi appoggiai a lui per non perdere l’equilibrio. Una ragazza mi passò un altro calice contenente vodka alla fragola, credo… e io, convinta di star centrando la bocca, me la versai tutta sulla faccia. Mi sembrava di camminare sui trampoli e avevo le vertigini: ero ubriaca fradicia. Presi una bottiglia di un alcolico da un tavolo e poggiando la bocca sull’apertura della bottiglia, iniziai a bere direttamente da lì. I colori mi vorticavano intorno sempre di più a ogni sorso, e mi staccai dalla bottiglia solamente quando tra la folla, nella mia confusione, mi parve di scorgere “A”. Mi convinsi che fosse stata un’allucinazione da alcool, e continuai a bere.
 
Shay’s pov
 
Dovevo subito far vedere alla mie amiche cosa avevo trovato. In quel momento ero a metà tra l’essere tipo “ehi, sono un genio, ho trovato una cosa importantissima”, e l’essere tipo “ommioddio questo è brutto guaio”. In più stavo impazzendo a forza di immaginare cosa stesse pensando Troian a proposito della mia dichiarazione. In pratica ero molto confusa.
Stringevo in mano quel pezzo di carta con quell’indirizzo che poteva cambiare tutto come non poteva cambiare niente. Era accaduto tutto così in fretta che non me ne ero neanche accorta: “A” seduto su una sedia, io che mi avvicinavo, lui che scappava, io che trovavo sulla sedia quel pezzo di carta. Avevo il terrore che lui avesse potuto lasciarlo appositamente perché io lo trovassi e che quindi fosse un’altra trappola, ma il gioco valeva la candela: dovevamo rischiare. 
Dove cazzo era Ashley?
Avevo chiamato Troian ma aveva la segreteria telefonica… Janel anche… Ad Ashley invece il telefono squillava ma non rispondeva. Temevo che la mia amica si fosse offesa sul serio per le mie battute, in effetti non era il caso di scherzare quando lei era stata importunata poco prima. Mi sarei presa a pugni per il mio poco tatto.
Mi avvicinai alla stanza con le slot-machine, e notai che erano tutti ammassati in un punto a fissare qualcosa. Almeno i ragazzi, le ragazze invece continuavano a giocare alle macchinette. Non riuscivo a vedere cosa stessero fissando tutti, ma qualsiasi cosa fosse doveva fare un grande spettacolo. Mi feci strada tra la gente, e appena vidi quale fosse “l’attrazione”, per poco non sputai il cocktail che stavo bevendo: era Ashley. La mia amica era in piedi al centro della stanza con una bottiglia di vodka in mano e barcollando strillava:
-Quanto fa 4+4?- ogni volta che gli “spettatori” rispondevano correttamente, lei prendeva un sorso dalla bottiglia a si alzava il vestito di un paio di centimetri. La bionda farfugliò:
-Adesso le... le domande sono più difficili, quindi… quindi se rispondete giusto mi alzò il vestito di cinque centimetri.
-Quanto fa 7x8?- in seguito alla risposta Ash si sollevò ancora il vestito.
-Quanto fa 78:2?- non poté terminare perché la presi per un braccio e la trascinai dietro un muro.
-Cazzo fai Ash?- strillai. Lei barcollò verso di me e mi gettò le braccia al collo, poi disse strascicando le parole e con una voce stupida:
-Dai, mamma, non essere cattiva…
-Madonna santa Ashley, sei ubriaca fradicia!- aveva i capelli bagnati, le presi una ciocca tra le mani e la odorai: era alcool. Faceva una puzza di alcool terribile, e non riusciva quasi a stare in piedi. Rideva solamente. 
-Ora vieni con me.- lei incrociò le braccia e con la voce da bambina capricciosa disse:
-No.- fece per prendere un altro sorso di vodka ma io le scippai la bottiglia dalle mani:
-Basta Ashley. Vieni con me?- lei parve riflettere un attimo, poi sussurrò convinta:
-Invitus, inviti, invito, invitum, invite, invito.
-Che cosa?
-Declino l’invito!- esclamò lei, poi scoppiò nuovamente a ridere e cadde a terra.
-Ti sei fatta male?- le domandai e lei non mi rispose, ma dal fatto che continuava a ridere supposi che stesse bene. 
-Io adesso andrei, Shannon Ashley Mitchell…- biascicò Ashley altezzosa chiamandomi con il mio nome completo che avevo da sempre preferito abbreviare con “Shay”.
-Tu non vai da nessuna parte…- vidi Ashley strabuzzare gli occhi guardando qualcosa dietro di me, poi borbottò:
-Perché “A” si è tolto i pantaloni in mezzo alla sala?- istintivamente mi girai, ma ovviamente non c’era “A” senza pantaloni. Mi rigirai subito ma Ashley non c’era più. Sospirai abbattuta e mi appoggiai a un pilastro continuando a fissare incantata l’indirizzo che avevo trovato sulla sedia di “A”.
 
 
Ashley’s pov
 
 
Il mondo girava.
Sul serio, girava.
Vedevo la gente vorticarmi incontro e non riusciva a camminare senza perdere l’equilibrio.
Ridevo ancora come un’idiota, e dicevo, anzi biascicavo con la bocca impastata, parole insensate che nella mia testa però avevano una ratio.
Tentando di berli, mi ero versata addosso non so quanti bicchieri ed ero tutta bagnata. 
Presi per mano un uomo e farfugliai:
-Ciao Keegan.- lui rispose qualcosa e si allontanò. Vidi Tyler e barcollai fino a lui, poi mi sedetti sulle sue gambe. 
-Tyler…- in un attimo di lucidità, come in un lampo, vidi la sua faccia: non era Tyler. Imbarazzata ma non poi così tanto, mi alzai e risi. Tyler era in piedi a pochi metri, mi avvicinai e proprio mentre stavo per raggiungerlo scivolai ai suoi piedi:
-Scusa TyTy…- gorgogliai con una vocetta stupida, e lui rispose:
-Non sono “TyTy”…
-Avanti Tyler, non nasconderti, non fare il bimbo cattivo…- davvero quella voce strascicata era la mia? Il tizio che avevo scambiato per Tyler alzò le mani in segno di resa ed esclamò:
-Senti biondina, io ti darei volentieri una bella botta… ma se questo Tyler mi dovesse trovare suppongo che mi spaccherebbe la faccia.
Mi alzai e guardai la folla: tutti avevano la faccia di Tyler. Mi sembrava di impazzire, così mi sedetti sul pavimento e cominciai a ridacchiare:
-Tyler… Tyler… Tyler… - vidi un uomo con un bicchiere in mano e farfugliai:
-Baristaaa.
-Non sono un barista.
-Dammi da bere.- risi e lui mi porse il suo bicchiere. Sorseggiai il suo contenuto per metà, poi presi in mano un altro bicchiere e, convinta forse di avere due bocche, tentai di berli contemporaneamente con unico risultato quello di versarmi tutto sulla faccia. 
In quel momento vidi Tyler, quello vero. Insomma, tutti in quel casinò per la mia mente ubriaca avevano la faccia di Tyler, ma una specie di sesto senso mi allertava che quello era il vero. Lo abbracciai e gli caddi addosso, poi gongolai:
-Ciao amore!- non mi rendevo conto di quello che dicevo, ma sfornavo dalla bocca ogni cosa che mi passava per la testa. Lui si girò e stralunato chiese:
-Ashley?
-Certo che sono Ashley stupidotto… Sono Ashley Victoria Benson, chi sennò? Sono A-S-H-L…- mi interruppe strabuzzando gli occhi:
-Oh mio Dio Ashley…
-Oh mio Dio Ashley…- ripetei io, poi continuai:
-Io non sono un Dio Tyler… sei forse ubriaco?- scoppiai a ridere e persi l’equilibrio cadendo sopra il mio amico. Lui mi sostenne ed esclamò:
-Sei ubriaca fradicia Ash! Che cazzo hai fatto?
-Ti farei qui stesso, subito, sulla moquette…- biascicai e Tyler arrossì tappandosi le orecchie:
-Ashley cosa hai bevuto? Sei totalmente sballata!
-Buh, ho bevuto una cosa rosa color unicorno… era buona, ho bevuto tipo dieci bicchieri!
-Dieci bicchieri?! Era vodka alla fragola Ash! Hai bevuto dieci bicchieri di vodka?! Questo spiega tutto…
-Poi un paio di bicchieri di un liquido color pipì che non mi piaceva e l’ho dato da bere ai miei capelli…- gorgogliai fiera, e Tyler mi odorò una ciocca di capelli storcendo il naso all’odore dell’alcool.
-Poi ho preso una bottiglia di Campagna e l’ho scolata tutta…
-Essendo ubriaca non riuscivi a leggere Ash, ma era CHAMPAGNE, non CAMPAGNA… ti sei bevuta una bottiglia di spumante…- io gli saltai al collo e farfugliai:
-Mi sei mancato amore mio…- lui accennò un mezzo sorriso, poi alzò gli occhi al cielo e mormorò:
-Sarà una lunga nottata…
 
---
 
Appena entrati nella stanzetta, corsi verso Keegan e gli presi la mano:
-Ciao tesoro!- esclamai, scoppiai a ridere e scivolai a terra.
-Vedo che sei molto sobria Ashley…- ridacchiò lui ironico, poi mi aiutò a rimettermi in piedi. Tyler si sedette sul divano, io lo raggiunsi e mi sedetti a cavalcioni sulle gambe, viso contro viso. 
-Baciami Tyler.- ordinai strascicando le parole, lui provò a spiegarmi:
-Non ti rendi conto di quello che dici Ashl…
-Baciami Ty…
-Ashley stai buona...- mi riprese lui.
-Ho detto baciami.- lui alzò gli occhi al cielo:
-Va bene, va bene…- mi diede un piccolo bacio sulle labbra che mi fece diventare calda in un istante, poi mi mise un braccio dietro la schiena attirandomi a sé. Io mi appoggiai totalmente a lui adagiando la testa sulla sua spalla. Tyler mise una mano sulla testa e sussurrò:
-Fai la nanna, piccola.
-Di già? Ma è presto!- mi lamentai come una bambina capricciosa.
-Su, dormi Ash.- feci per protestare ma gli occhi mi si chiusero da soli e mi addormentai.
 
Shay’s pov
 
Entrai nella stanza a passo sostenuto, e appena vidi la bionda che dormiva in braccio a Tyler, tirai un sospiro di sollievo:
-Grazie a Dio Ashley è qui!- costatai felice, ma un po’ seccata con la mia amica per essere scappata prima.
-Si è mantenuta leggera quanto ad alcolici…- scherzò Keegan, e io alzai gli occhi al cielo:
-Non me ne parlare… inizialmente mi ha chiamata “mamma”, poi ha cominciato a chiamarmi con il mio nome completo.
-A me ha detto che voleva scoparmi seduta stante sulla moquette del casinò…- rise Tyler.
-Non dire che non ti ha fatto piacere…- lo incalzai, e Tyler mi fulminò con lo sguardo. Ian, che fino ad allora non si era intromesso nella conversazione, mi chiese aggrottando la fronte:
-Hai trovato qualcosa Shay?- estrassi l’indirizzo dalla tasca del giubbotto e cominciai:
-Ho trovato un bigliett…- non potei continuare la frase perché sentimmo la porta sbattere Janel entrò di corsa affannata. Con una mano tremante si sistemò i capelli sudati dietro l’orecchio e poi esclamò con voce bassa teatrale e con lo sguardo addolorato:
-L’hanno presa, hanno presa Troian!
 
---
 
-Cazzo è possibile che non l’abbiamo ancora trovata? Il casinò sta chiudendo.- mi lamentai con Ian. Keegan era il più preoccupato, forse perché essendo l’attore di Toby era quello che stava di più con lei. Io tremavo, Troian non poteva scomparire proprio qualche ora dopo la mia dichiarazione! La maggior parte della gente aveva lasciato il casinò, quasi tutte le luci erano spente e non c’era più musica. 
Nelle stanze si aggiravano, silenziosi come fantasmi, i buttafuori-bodyguard-hulk, che invitavano la gente a lasciare il casinò.
-è quasi l’una di notte, dobbiamo andare. 
-Senza Troian non mi muovo.- esclamai.
-Nemmeno io…- sussurrò Keegam.
-Va bene.- acconsentì Ian, poi disse a Janel:
-Vai ad avvisare Ashley e Tyler che non abbiamo ancora trovato Troi.- Janel si girò dall’altro lato fingendo di non aver sentito: non scorreva buon sangue tra lei e Ian da quando lui la aveva piantata per rimettersi con Lucy.
-Avanti Janel, per favore.- la implorai, e lei sbuffando si diresse verso la stanza dove i nostri amici erano rimasti.
-Forse “vai ad avvisare Tyler”, perché Ashley è praticamente in stato vegetativo.- rise Keegan:
-Ha esagerato un po’ con gli alcolici.- disse “un po’” ironicamente. Janel intanto era tornata, così le chiesi:
-Ehi Jan, potresti spiegarci di nuovo come “A” ha preso Troian?
-Noi stavamo giocando alla roulette… io avevo vinto cento dollari, in quel momento invece stava giocando lei. È arrivato dal nulla “A”, le ha messo una mano sulla bocca per non gridare e poi l’ha trascinata via… c’era tanta folla e non ho potuto fare niente per impedirlo.- sembrava quasi che Janel-faccia-di-bronzo stesse lasciando trapelare un’emozione: aveva le lacrime ai bordi degli occhi. Mi presi di coraggio e le chiesi:
-Cosa è successo tra te e Troian?
-Eh?
-Lei negli ultimi tempi è... è molto… ostile nei tuoi confronti. Lei si rabbuiò:
-Non ne voglio parlare.
-Avanti Janel.- lei cambiò discorso indicando qualcosa alle mie spalle.
-Guarda lì.- mi voltai e vidi un bodyguard che ci faceva cenno di uscire dal casinò.
-Dobbiamo andare, perfetto.- in quel momento mi squillò il cellulare:
-Oh mio Dio, è Troian!- risposi e misi in vivavoce. Dall’altra parte del telefono venivano dei grugniti, come se la nostra amica fosse stata imbavagliata.
-Cosa sta succedendo?- chiese Tyler che ci aveva appena raggiunti tenendo Ashley addormentata in braccio.
-Mi ha chiamata Troian, non capiamo dove si trova!- il telefono di Ashley fece bip e Tyler glielo estrasse dalla borsa:
 
Lontani dal casinò, lontani dal casino.
-A
 
Nel telefono partì la musica “outside” di Calvin Harris.
-Forse sta cercando di dirci che Troian è fuori dal casinò!
-Usciamo, presto.
Una volta raggiunta la macchina, aprii lo sportello:
-Oh mio Dio!- Troian era legata e imbavagliata sul sedile e si dimenava come un anguilla in trappola. Le tolsi lo scotch dalla bocca e poi le slegai le mani, lei scoppiò in lacrime e mi abbracciò:
-Shay!- la strinsi forte e lei mi sussurrò:
-Non mi lasciare andare…
-No, tranquilla.- risposi accarezzandole la testa. Keegan mi scansò e abbracciò la nostra amica:
-Mi sono spaventato a morte Troi… stai bene?- lei continuò a piangere tra le sue braccia, poi gemette:
-Non potete capire cosa ho visto…
 
---
 
-Ti ha portato nel suo covo?
-No, non era proprio il suo covo… era una stanza con due schermi. Lì c’era anche Red Coat, è lei che mi ha imbavagliata.
-Non è possibile…- sussurrai sbalordita, e Troian alzò lo sguardo:
-Perché non è possibile?
-Lei è buona! Mi ha salvata da “A”!
-Red Coat?!- esclamarono tutti i miei amici in coro.
-Si, non ho potuto raccontarvelo perché è successo quando Ashley… insomma… 
-Che è successo ad Ashley?- domandò preoccupata Troian lanciando un’occhiata alla bionda distesa sui sedili posteriori con la testa sulle gambe di Tyler.
-La stavano per violentare… ma un ragazzo l’ha salvata in tempo.
-Oh cielo… povera piccola…- esclamò Troian accarezzandole i capelli.
-Grazie al cielo è andato tutto bene, il maniaco non è arrivato a farlo.
-Comunque stavo dicendo… Quando “A” mi stava per colpire con l’asta da biliardo, è arrivata Red Coat e gli ha dato una botta in testa dandomi il tempo di scappare. Lei è buona!
-Forse con me ha fatto finta di stare dalla parte di “A”, forse per farsi perdonare per averlo “tradito” quando ti ha salvata.
-Può essere…
-Ma per averti salvata andando contro il suo capo, deve conoscerti per forza.
-Lo so, secondo me era Vanessa.
-Ma Vanessa è morta!
-Lo so, ma ne sono quasi certa, era lei.- Keegan mise in moto, ma in quel momento il mio cellulare, quello di Ashley e quello di Troian suonarono all’unisono. Io e Troian prendemmo i nostri, e Tyler quello di Ash.
 
Non ancora stronzette, alle tre dentro il casinò. 
Non ritardate che non ho molta pazienza.
-A
 
 
---
 
-Chi ha avuto la stupida idea di dar retta ad “A” e ad aspettare le tre di notte per incontrarlo?- mi lamentai, sbadigliando.
-Tranquilla Shay, manca solo mezz’ora! Non molliamo proprio adesso.
-Ha ragione Ian, siamo qui da due ore…
-Secondo voi si presenterà? O è una trappola?
-Secondo me si presenterà Troi. Non lo so, è un presentimento.
-Ma anche se dovessimo incontrarlo cosa gli diremo? Certamente non “ciao caro persecutore, come stai?”.- esclamò Keegan, e Tyler sbadigliò.
-No, certamente, ma potremmo provare con: “ciao caro persecutore bastardo, o la smetti di disturbare le ragazze oppure ti facciamo il culo a strisce.”- propose Tyler, e io sbuffai:
-Siate seri ragazzi! Non so proprio come faremo con “A”… io ho un sonno terribile, voi avete voglia di scherzare, Troian è spaventata, Janel sembra che abbia come unico interesse al momento quello di vincere a Candy Crush, e quella…- indicai Ashley.
-Dorme ancora…- continuai.
-Stai buona Shay, manca mezz’ora, troveremo il modo di organizzarci.
 
 
Ashley’s pov
 
Quando mi svegliai percepii come se mille aghi mi si infilassero di scatto nel cervello. Gemetti portandomi una mano alla testa dolorante e ricordai: ecco cosa si prova quando ci si sveglia avendo smaltito la sbornia. Avevo mal di testa e mi veniva da vomitare, socchiusi gli occhi e sussurrai:
-Mi sento una pezza…- tutti in macchina si girarono verso di me, e Shay esclamò:
-Finalmente ti sei svegliata!
-Quanto ho dormito?
-Tre ore...
-Davvero?
-Si, ma ricordi cosa è successo?
-Ricordo solo di essermi ubriacata molto… e si sentono gli effetti: sto malissimo.- brontolai.
-Diciamo che hai finito le scorte di vodka del casinò.- scherzò Keegan.
-Non lo reggo molto bene l’alcool…- sussurrai, e Shay strabuzzò gli occhi:
-Non lo reggi molto bene? Scherzi?! Se io avessi assunto solo la metà dell’alcool che hai bevuto tu, a quest’ora sarei già in ospedale in coma etilico! E io sono una che generalmente regge bene gli alcolici.- io scoppiai a ridere.
-Okay, forse io reggo molto bene l’alcool, ma ho abbastanza esagerato. A proposito, mi scuso in anticipo per le cose imbarazzanti che avrò detto da ubriaca…- ridacchiai nervosamente con la testa che mi esplodeva. 
-Chi ne è stato vittima?- chiesi, e Tyler alzò la mano. Alzai gli occhi al cielo e affondai il viso in un cuscino che avevo trovato sul sedile, poi sbuffai divertita ma un po’ imbarazzata:
-Oh mio Dio no… Tyler che ti ho detto?
-Semplicemente che volevi scoparmi in quel momento sulla moquette del casinò…- appena pronunciò quelle parole io mi sentii sprofondare, avvampai e spalancai gli occhi:
-Veramente?
-Veramente.
-Scusami TyTy… non ero in me.
-Tranquilla Ash- rise lui divertito.
-Ricordi niente di ciò che hai fatto da ubriaca?- chiese Shay alzando un sopracciglio.
-Oddio no, ho un vuoto mentale che parte da quando ho bevuto il quarto bicchiere di vodka…
-Non ricordi nemmeno il bellissimospogliarello che hai fatto?- domandò ironica la mia amica.
-Hai fatto cosa?!- esclamò Tyler fissandomi stralunato. Io alzai le spalle tremendamente vergognata:
-Vi giuro che non mi ricordo! Cosa ho fatto Shay?
-Uno spogliarello del tipo: “rispondete giusto alle mie domande e ogni risposta corretta mi tolgo un capo d’abbigliamento”. Solamente che le domande erano “quanto fa 2+2”, piuttosto facili… ti alzavi il vestito ogni risposta corretta. Quando ti ho vista già era sopra le mutande.- mi voltai verso Tyler e vidi che era rosso in viso e aveva un’espressione accigliata:
-Ti giuro Ty, non so come sia potuto succedere…
-Stavi facendo uno spogliarello in un casinò Ashley! Sei fuori di testa?!- ringhiò.
-Avevo bevuto TyTy…- piagnucolai e si intromise Keegan:
-Come ho fatto a perdermelo! Ci sarei voluto essere… la prossima volta fai il bis Ash.- ridacchiò sognante in nostro amico.
-Keegan…- cominciò Tyler, ma Kee lo interruppe:
-Avanti Tyler, non puoi biasimarmi! Non dire che tu non ci saresti voluto essere.- Tyler sorrise e ammiccò:
-Beh, in effetti… qualunque maschio non gay ci sarebbe voluto essere!- ammise Tyler.
-Esatto! Cioè… guardala!- continuò Keegan indicandomi, e io scossi la testa e mi tappai le orecchie imbarazzata:
-Potreste fare questo discorso in mia assenza, please?- chiesi, e loro si zittirono.
 
 
Shay’s pov 
-Tyler potresti aiutarmi con questa torcia?- Troian era scesa dalla macchina per piantare delle torce intorno ad essa, ma non ci riusciva. Tyler la raggiunse e si inginocchiò a terra dando colpi potenti alla torcia per conficcarla nel terreno.
-Mi sento male…- si lamentò Ashley inghiottendo a fatica.
-Stai attenta che dopo che una persona si ubriaca il suo corpo tende a rigettare l’alcool fuor…- non potei finire la frase perché Ashley aprì di scatto lo sportello della macchina, uscì, e iniziò a vomitare. 
-E te pareva…- borbottai io, poi mi alzai e raggiunsi la mia amica che si era inginocchiata sul prato continuando a buttare tutto quell’alcool che aveva assunto. Le tenni sollevati i capelli per qualche secondo mentre vomitava, poi chiamai Keegan:
-Kee, tienile i capelli alzati un momento.- lui si mise dietro di lei e le tenne i capelli in alto come avevo fatto io, poi l’aiutò a sfilarsi la giacca mentre lei continuava a rigettare. Io andai a cercare nel portabagagli delle salviettine umide. Tyler aveva finito con Troian e mi si avvicinò:
-Che succede?
-Ashley sta vomitando. A proposito, hai visto le salviettine umide?- lui ne estrasse un pacco dal cassetto dello sportello, poi raggiungemmo Ashley e Keegan.
-Ancora che vomiti?- brontolai.
-Ho preso troppo alcoo…- ebbe un altro conato. Le porsi una salviettina e lei si asciugò la bocca di malavoglia.
-Mi sento totalmente vuota, ma almeno sto un po’ meglio.- brontolò. Tyler le porse la mano per rialzarsi e lei la afferrò, ma poi lanciò un grido. Tyler si ritrasse spaventato e Ashley ricadde a peso morto sull’erba.
-Che è successo?- le chiese il ragazzo con un filo di voce, e Ashley si portò una mano al polso.
-L’effetto degli antidolorifici è quasi finito… Il polso mi fa malissimo di nuovo.
-Sono le tre ragazzi, dobbiamo entrare nel casinò.- strillò Janel.
-Che la fortuna sia con noi!- pregai.
-Non credo che la fortuna possa stare nello stesso posto di “A”…
 
 
 
-Devo dire che anzi è stato facile forzare le porte.- costatai, e Ashley sbuffò:
-Ci credo che è stato facile Shay… non le abbiamo forzate, qualcuno lo ha fatto per noi: erano aperte. Io punto su “A”.
-Pure io punto su “A”.- borbottò Ian.
-Sapete da dove si accendono queste luci?
-I proprietari del casinò hanno staccato l’elettricità prima di chiudere, e non credo che “A” ci abbia concesso il favore di attivarla.- presi il mio cellulare e accesi la torcia, invitando gli altri a fare come me. Il casinò deserto e al buio aveva perso tutta la sua vitalità, e faceva davvero paura. La luce dei nostri cellulari lo rischiarava appena, permettendoci di scorgere le sagome delle slot-machine. Al chiarore si poteva intravedere Ashley, con la chioma bionda rischiarata dalla luce, che avanzava decisa ma attaccata al braccio di Tyler. Tyler che si guardava intorno in uno stato di allerta, invitando Ash a stare dietro di lui, ma la bionda si ostinava a camminargli al fianco. Troian chiudeva il gruppo, e sembrava la più spaventata: mi pareva di riuscire a scorgere la sua sagoma ossuta tremolare. Janel le stava vicino, ma le due non scambiavano una parola. Ian e Keegan sussurravano:
-C’è nessuno?
-Si, certo, ora magari “A” esclama: “si, sono qui e ti sto aspettando con un coltello per ucciderti!” ma fammi il piacere Keegan.- sbuffò Ashley. Gli unici rumori che udivamo erano i nostri respiri e degli scricchiolii sinistri. Noi continuavamo ad avanzare, e ad un certo punto sentimmo lo schianto di porte che sbattevamo. Ci voltammo tutti di scatto, e qualcuno fece per tornare indietro, ma Ashley propose a voce ferma:
-Non torniamo indietro, probabilmente “A” ha solo voluto avvisarci della sua presenza.- quindi andammo  avanti e io sussurrai nel silenzio:
-Non state morendo dal terrore?
-Io sono molto meno spaventata di quanto credevo che sarei stata.- affermò Ashley con un mezzo sorriso. 
Un altro schianto.
-Okay, ora sono ufficialmente terrorizzata.- ammise la bionda. Ci accostammo a una parete e illuminammo con le torce dei cellulari una cassetta sul muro. Sembrava un contatore dell’elettricità, ma era stato forzato quindi era aperto e da esso penzolavano dei fili tagliati. Accanto c’era il disegno di una telecamera, quindi voleva dire che quello era il “centralino” delle telecamere e che qualcuno aveva tagliato i fili disattivandole.
Ashley alzò gli occhi al cielo e costatò:
-Qui qualcuno è allergico alle telecamere…- brontolò la bionda, e io tirai un sospirone. Il nostri telefoni squillarono all’unisono, e io presi il mio. Aspettai che qualcuna lo leggesse a voce alta, ma visto che né Ashley né Troian si decidevano a farlo, procedetti io:
 
Le bugie hanno le gambe corte, e i bugiardi più che mai.
Bruciate all’inferno stronzette.
-A
 
-Che cosa significa?- chiese Ashley con la voce le le tremava: le anche la più coraggiosa se la stava facendo addosso dalla paura, allora c’era da darsela a gambe. Udimmo un crepitio e poi vedemmo un lampo dall’altra parte della sala. 
-Oddio cosa è stato?
-Non ne ho idea…- il crepitio si fece sempre più forte, fino a che un altro lampo di luce non squarciò il buio sbucando da dietro l’angolo: era fuoco.
 
Ashley’s pov
 
Le fiamme divoravano velocemente il legno dei tavoli da biliardo, e si espandevano a macchia d’olio. Avevo le gambe paralizzate dalla paura, e riuscii solo a balbettare:
-Ha dato fuoco al casinò, dobbiamo andare via di qui.
-Non credo che sarà così facile.- gemette Shay. L’odore acre del fumo mi punse le narici, e imposi alle mie gambe di muoversi.
-Correte!- gridai, e sentii i passi dei miei amici dietro di me. Voltammo l’angolo, ma il cuore mi balzò in gola: una colonna di fuoco di bloccava la strada. 
-Raggiungiamo l’entrata!- gridò Troian, tornammo indietro correndo, per quanto difficile fosse con quei tacchi, e raggiungemmo le porte d’entrata. Feci per spalancarle, ma erano bloccate dall’esterno. Gelai:
-“A” ci ha chiusi dentro.
-Bruceremo come polli alla brace!- strillò Shay e io diedi una spallata alla porta con unico risultato quello di una fitta di dolore alla spalla che mi ero ferita quando ero caduta sulla credenza. Rimasi senza fiato e Tyler chiese:
-Tutto bene Ash?
-La spalla… che male…
-Non era guarita?
-Credevo di si.- Tyler tentava di sembrare tranquillo, ma si vedeva che aveva paura anche lui. I tre ragazzi si buttarono contemporaneamente sulla porta, ma essa scricchiolò solo senza dare segno di cedere. 
-Queste porte non cederanno, dobbiamo trovare un’altra via di uscita!- urlò Janel con le lacrime agli occhi. Intanto il fuoco si era espanso, e in qualsiasi direzione guardassimo potevamo vedere delle fiamme. La stanza era piena di fumo che ci faceva tossire e vedere sfocato, così mi misi sul pavimento a gattonare. Girammo l’angolo e vedemmo un varco tra le fiamme che ci permetteva di passare all’altra stanza. Stava per essere occupato anch’esso dal fuoco, così gridai ai miei amici:
-Correte!- non potevamo perdere un secondo, quindi oltrepassai con un balzo il varco e mi ritrovai nell’altra stanza. Shay mi seguì, ma proprio mentre gli altri nostri amici ci stavano raggiungendo, una vampata di fuoco occupò lo spazio dividendoci. Il panico mi serrò la gola e chiamai:
-Tyler! Troian!
-Non possiamo passare Ash, il fuoco ha chiuso il varco…- mi rispose Tyler dall’altra parte della parete di fiamme.
-E noi cosa facciamo?- chiesi con la gola e gli occhi che mi bruciavano e con il panico che mi faceva affannare.
-Resistete Ash… tu e Shay ce la potete fare anche da sole… cercate una via d’uscita e non respirate il fumo.
-No Ty…
-Dai Ashley, tranquilla, ce la potete fare.- presi per un braccio Shay che era in lacrime, e cominciai a correre nella direzione opposta al varco che ci separava dagli altri. Inciampai su un’asse che si era staccata dal muro e ruzzolai a terra su dei legnetti infuocati scottandomi il braccio. Gridai dal dolore e Shay, che si era come risvegliata dalla trance che l’aveva colta all’inizio, mi porse la mano:
-Vieni Ash, corri.- mi aiutò a rialzarmi, e mentre continuavamo a correre alla cieca senza meta nonostante con i tacchi mi facessero malissimo i piedi, mi strillò:
-Ti sei fatta male?
-Mi sono bruciata, ma non fa niente.-  superammo un varco velocemente, e mi scontrai contro qualcuno. Alzai lo sguardo: era Ian. Un sospiro di sollievo mi fece sciogliere il nodo alla gola, e io e il mio amico ci abbracciammo.
-Ian, sbrigati! Che fai?!- lo chiamò Tyler dall’altra stanza, e lui rispose felice:
-Ho rincontrato le ragazze.- Tyler ci raggiunse e abbracciai pure lui:
-Oddio TyTy… non sai quanto sono felice di vederti.
-Vale anche per me piccola.
-Si Tyshley, siete molto dolci, ma qui rischiamo di morire arrostiti! Quindi muovetevi!- urlò Janel cercando di domare le fiamme, che ormai stavano bruciando tutto, con una bottiglietta d’acqua e un maglioncino di lana. 
-Dobbiamo mobilitarci tutti per cercare una via d’uscita. Più menti sono più produttive.
-Non è GTA Troian! Non è un gioco! Non è la Playstation, non è la wii, non è un film! Qua se non ci sbrighiamo nel peggiore dei casi bruciamo come polli, nel migliore dei casi facciamo la fine di Jenna.- gridai terrorizzata.
-Seguitemi!- ci disse Shay convinta, si diresse verso una stanzetta adiacente. Entrammo e ci chiudemmo la porta alle spalle nel miglior modo possibile. Tappammo le fessure con dei panni bagnati e cominciammo a guardarci intorno.
-Le fiamme ancora non sono arrivate in questa stanza! E grazie ai panni bagnati non dovrebbe filtrare per un po’ nemmeno il fumo.
-Ti sembra un bene Shay? Non ci sono finestre! In altre parole ci siamo costruiti la tomba da soli. In breve il fuoco circonderà questa stanza e noi non possiamo uscire.
-Chiamate i pompieri.
-Non prende il cellulare!
-Ragazzi guardate...- mormorai. Tutti si strinsero attorno a me e io indicai loro una porticina sul soffitto. Tyler tirò un soprammobile su di essa, e la botola si aprì rivelando un cunicolo che andava verso l’alto. 
-è molto lungo, ma al termine si vedono le stelle! È una via di uscita.
-Ma come lo percorriamo?
-Con quella!- esclamò fiera Janel. La stanza era un po’ buia, quindi non l’avevamo notata subito, ma dalla fine del cunicolo pendeva una scaletta di corda. L’unico problema era sapere come fare ad arrivare all’entrata del tunnel sul soffitto che era piuttosto alto. Ian prese una sediolina, ci salì con entrambi i piedi e fece un salto. La sedia si spaccò con un crack, ma il nostro amico era già riuscito ad aggrapparsi all’estremità della corda. Salì di qualche piolo e disse:
-Non sono sicuro che regga il peso di tutti noi… dobbiamo fare un po’ per volta.
-Non c’è tempo…- gemette Shay indicando la porta di legno che cominciava a crepitare. Tyler si inginocchiò ai miei piedi e propose:
-Sali sulle mie spalle Ash…
-Ma Ty…
-Sei magra Ashley, ce la faccio a reggerti. Non è mica la prima volta che ti prendo in braccio.- sospirai e salii sulle sue spalle. Tyler si alzò in piedi e io mi aggrappai con facilità all’estremità della corda invitando Ian a salire un po’ per lasciarmi spazio. I tacchi a spillo mi si incastravano tra i pioli e il polso mi stava esplodendo di dolore. Keegan fece la stessa cosa con Troian, e la mia amica si aggrappò dietro di me. La corda della scaletta strideva, e la paura che potesse rompersi mi serrava la gola. Keegan aiutò Tyler a salire, e in pochi secondi anche Tyler fu aggrappato. Poi fu il turno di Keegan, e infine il nostro amico porse la mano a Shay. La scaletta reggeva piuttosto bene il nostro peso, ma il cuore mi batteva ugualmente a mille mentre salivo a poco a poco. Andavo lenta, perché il polso mi faceva molto male, e Ian era già molto più avanti di me. Un rumore di legno spezzato mi fece capire che il fuoco aveva vinto la porta della stanzetta e che anche essa cominciava a bruciare. “Ashley non guardare sotto. Non guardare sotto.” Mi suggeriva la mia mente, ma la curiosità fu troppa e lanciai un’occhiata furtiva sotto di me. Il pavimento era incredibilmente e terribilmente lontano! Un attacco di vertigini mi costrinse a fermarmi. 
-Ash non guardare sotto se soffri di vertigini.- mi suggerì Troian da sotto di me. Alzai lo sguardo e vidi che Ian era praticamente arrivato. Il dolore al polso mi faceva girare la testa addirittura più dei postumi della sbornia:
-Ashley idiota sbrigati!- strillò Troian.
-Cazzo Troian ho un polso rotto.- sbottai eccessivamente aggressiva, e lei sussurrò:
-Quasi rotto…
-Fa lo stesso, mi fa malissimo.- Solo pochi metri ci separavano dall’uscita, e io continuando ad arrampicarmi mi guardai la bruciatura sul braccio: non aveva un bell’aspetto. Distolsi lo sguardo e vidi sopra che l’apertura era proprio sopra di me e Ian era già uscito. Ian mi porse la mano e io la afferrai, lui tirò su e mi ritrovai in piedi sul tetto del casinò. Presi un profondo repsiro di aria pulita e mi buttai al suolo stremata. Uscì anche Troian, poi Tyler, Keegan, e rimaneva solo Shay che era un po’ indietro. Il fuoco aveva raggiunto la scala, e stava divorando la corda e i pioli di legno come se fossero noccioline. 
-Sbrigati Shay!- la distanza tra lei e il fuoco era solo di pochi metri. 
-Più veloce Shay!
-Non ci riesco!- strillò lei disperata. Era quasi arrivata, ma la scala cedette. Gridando allungai istintivamente il braccio all’interno dell’apertura sperando con tutto il mio cuore che lo afferrasse. Appena sentii la stretta della sua mano, per poco non scoppiai a piangere dal sollievo. A riportarmi alla realtà fu il dolore improvviso: mi accorsi troppo tardi che avevo porso a Shay il braccio con il polso slogato, e adesso la mia amica era appesa alla mia mano ferita. Non credevo di aver mai provato così tanto dolore prima di allora. Non vedevo più niente, tutto sfocato, e sentivo i suoni come se provenissero da un altro pianeta.
-Aiuto…- rantolai senza però lasciare la presa sulla mano di Shay.
-Tyler sto morendo…- sussurrai spaesata e con la testa che mi girava dal dolore.
-Che succede Ash?
-Il polso… aiutatemi per favore, aiutatemi a sollevare Shay…- Tyler e Ian afferrarono il braccio di Shay e la sollevarono fuori dalla botola. Mi accasciai a terra con le orecchie che mi fischiavano e chiusi gli occhi. Un secondo dopo sentii una voce:
-Oddio Ashley, grazie…- singhiozzò Shay. Mi trascinai in piedi a fatica e ricambiai l’abbraccio:
-Mi hai salvato la vita Ash… grazie…- sorrisi:
-è questo che fanno le migliori amiche, non provare nemmeno a ringraziarmi.- risposi trattenendo le lacrime, poi ci abbracciammo e stemmo in quella posizione per un sacco di tempo.
-Avanti, giù per le scale di emergenza…- esclamò Janel.
 
 
---
 
Tyler mi fece cadere un po’ d’acqua fredda sulla bruciatura e io strizzai gli occhi:
-Brucia?
-Parecchio…- risposi, e il ragazzo fece cadere qualche altra goccia sul mio braccio, ma io mi riparai con la mano.
-Basta, ti prego.
-Va ripulita un po’ la bruciatura, ora vado a prendere nel portabagagli una pomata, quella che ha messo Troian.- eravamo davanti alla nostra macchina, ormai rimasta l’ultima nel parcheggio, e avevamo chiamato i pompieri da un telefono anonimo: non volevamo essere collegati in nessun modo al disastro. Osservavamo la sagoma infuocata dei casinò bruciare e contorcersi davanti ai nostri occhi, e provavamo quel senso di irrisolto sollievo di quando fuori infuria la tempesta ma tu sei a casa davanti al camino. 
Tyler ci fece cenno di raggiungerlo in macchina, e una volta che fummo tutti dentro, Keegan esclamò:
-L’abbiamo proprio vista brutta… Adesso posso dire addirittura di aver condiviso con le vostre brutte facce una fuga da un edificio infuocato. Vi adoro ragazzi.- scoppiammo tutti a ridere, e io cominciai:
-Mi stavo spaccando la testa su un tavolo, mi stavano stuprando, mi sono fatta di nuovo un op’ male alla spalla, mi sono bruciata il braccio e mi sono ridistrutta il polso, mi sono ubriacata fino a fare uno spogliarello e a baciare uno sconosciuto e stavo per essere arrostiva viva… ma sono salva, e soprattutto sono con voi che siete come la mia seconda famiglia. Non potrei vivere senza di voi…
-Anche per me vale lo stesso…
-Idem.
-Pure per me…
-Anche per me Ash, ma ritorniamo alla parte in cui baciavi uno sconosciuto da ubriaca…- cominciò Tyler alzando un sopracciglio sospetto. Mi tappai la bocca arrossendo:
-Me lo sono ricordata poco fa in un flash… sai che ero ubriaca Ty, non te la prendere…
-Voi due dovete mettervi insieme…- affermò risoluta Troian, e io con finta innocenza mi allungai verso Tyler che era seduto nel sedile di fronte a me e gli mordicchiai la guancia:
-Ma noi stiamo insieme…- scherzai, poi scoppiai a ridere. Troian si imbronciò:
-Io sono seria Ash, stareste bene.- alzai gli occhi al cielo e tentai di cambiare argomento.
-Metti in moto Tyler, allontaniamoci da questo inferno.- lui accese il motore, ma potemmo fare solo qualche metro perché sentimmo delle sirene e ci trovammo circondati da quattro macchine della polizia. Mi abbandonai in preda allo sconforto sullo schienale del sedile, poi sospirai:
-La sfiga è diventata la nostra migliore amica…- scendemmo tutti dalla macchina e andammo incontro a tre poliziotti che camminavano verso di noi con delle manette e una pistola in mano.
-Senta ci deve essere un equivoco…-  cominciai, ma il poliziotto mi scansò con una spallata e proseguì oltre. Superò anche Tyler senza calcolarlo, e io e il mio amico ci guardammo perplessi. I poliziotti si fermarono davanti a Shay, le afferrarono le braccia e gliele girarono dietro la schiena. Lei ci guardò spalancando gli occhi, e Tyler, Ian e Keegan si avvicinarono:
-Sentite, dovete aver sbagliato persona…- al solito i tre agenti non li calcolarono, e ammanettando Shay esclamarono:
-Shay Mitchell, la dichiaro in arresto per incendio doloso premeditato, danni a persone e cose, e falsa testimonianza.
 

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