Lettere al fronte

di Aglaja_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amami anche tu, amami ancora ***
Capitolo 2: *** Siate Felici ***
Capitolo 3: *** Non è colpa nostra se vogliamo distruggerci ***



Capitolo 1
*** Amami anche tu, amami ancora ***


Ciao a tutti ragazzi, ho deciso di innaugurare una raccolta di lettere da e per il fronte, storia d'amore di due giovani, separati dalla guerra, votata a far emergere la vita di uomini e donne grati alla memoria, ma troppo spesso senza volto, spero che questa storia di quotidiana tenerezza e lontanaza possa interessarvi e appassionarmi.
In attesa di commenti e consigli, vi auguro una piacevole ed intensa lettura!
Mi raccomando, datemi il vostro parere!
                                                                                                                                                                                                

L'autrice.    

                                                                                                                                                              

                                                                                                                                                                 14 Novembre 1939
                                                                                                                                                                     Arles, Francia
                                                                                                                                       
Caro Franz,
Il tempo qui scorre lento e senza pretese.
 E' ormai passato un mese da quando sei partito ed ogni mattina prego il Signore, che quel 14 Ottobre non sia l'ultimo giorno in cui io abbia potuto posare i miei occhi "lacrimosi" su di te. Non è forse così che li chiameresti tu, vedendomi ora, mentre scrivo questa lettera? Io credo di si.
 Ti sento ancora dire, come d'Agosto, molti anni fa,  con  quel fare resoluto e un po' beffardo: "Eccola qua! La mia reginetta di sorrisi e lacrime". Ed io, quel giorno, corsi su per le scale fino in camera mia, affondai nel cuscino.
E ti detestai, perché per te ero sempre melodrammatica, per te avevo sempre gli occhi da triglia, tutto ciò che facevo, per te, o era sbagliato, o era esagerato.
E ti amai tanto, si ti amai tanto, perché avevi detto che ero tua. Eh si, avevi commesso una piccola pecca, ti eri tradito. Quel piccolo "mia", non era una delle tue solite baggianate, me ne accorsi, era una richiesta, un  desiderio.
Passarono 3 lunghi anni prima che si avverasse, si ingigantisse in altri umili sogni,  audaci per noi.
E così arrivò la bambina, dolce come il miele. "Il burro d'arachidi del mio pane!'',  dicevi orgoglioso mentre prendevi in braccio Anne, facendola volare. E quegli occhi ti ridevano, ti amavano già, a 6 mesi, ma non come ti amo io. L'amore spensierato che si prova per la gente leggera,  senza macigni nel cuore, Anne lo provava per te, a 6 mesi, ed è cresciuto con lei, è fiorito con lei, è germogliato con lei, ha messo radici nel suo tenero cuore.
Ora ti ama più di quanto ami me! Credimi Franz, se ti dico questo! E' ancora molto piccola, ma alle volte, mentre è presa dai suoi giochi, alza la testa,  smarrita.
Le  manca qualcosa, Franz, lei non sa cosa, ma io si: Le manchi tu.  Si guarda intorno, trasmette la sua malinconia ai suoi giochi, li fa tremare, li tira in aria, ma i giochi non le ridono, e lei non sorride nel vederli cadere. Comincia a piangere, è il modo dei bambini  di ribellasi ai sentimenti cupi, alle mancanze non identificate, insolute.
Allora la prendo in braccio e la cullo, le sorrido, ma non la faccio volare, altrimenti darebbe un volto alla sua mancanza, si direbbe che il mio sorriso non è il tuo, le mie braccia non sono le tue,  e non potrebbe vincere la sua malinconia, nemmeno momentaneamente.
Ma non credere che non le parli di te, oh no! La sera, prima che si addormenti, sei la sua favola preferita!
Le ho  raccontato del pic-nic in riva al lago, dell'anello di fiori, della strana orchidea che hai colto per me nel giardino vicino, e infine si, so che lo ricordi bene, delle oche che hai involontariamente liberato, che pasticcio! Solo al pensiero, rido come una sciocca, povera me!Le ho imitato il verso dell'oca con la mano, e non puoi immaginarti come s'è aperto di felicità il suo sorriso sdentato! Ora gira per casa atteggiando la manina a becco, col suo corpicino paffuto, sembra una paperella!
Talvolta è mossa dal desiderio di esplorazione e perlustra carponi ogni angolo della casa! Tua madre allora si dimostra teneramente preoccupata per la sua salute e pulizia. "Santo cielo, la bimba! Diventerà un carboncino! Prenderà  la tosse! O Dio solo sa cosa!"Alza le braccia al cielo e poi le abbassa, ghermendo la bambina, Anne allora fa gli occhi moggi ed un broncio buffo, gonfiando le guance e curvando le labbra.
Perché impedirle di scorazzare per casa? Si è mai visto un Cristoforo Colombo senza la fame dell'India? La stessa sette di avanscoperta balugina nelle pupille di Anne!  Anche lei, come lui, vorrebbe salpare fino ai confini del mondo, la casa è il suo unico mondo. Vorrebbe oltrepassare l'orizzonte che reclude la sua vista  (certo il divano in pelle non è poi un orizzonte così vasto). 
Come potrà scoprire che non  è l'India la terra che si da la pena di cercare, che c'è  dell' altro oltre la porta di casa? Se ce la portassi io non sarebbe la stessa cosa, si sentirebbe un visitatore, non un conquistatore, un turista per caso.  Vi sono scoperte che si suole affrontare dal soli, raccolti in se stessi.
Non le toglierò la sua meravigliosa caravella, Franz, nemmeno tua madre lo farà!
Che brava donna che è tua madre, mi aiuta così tanto nelle faccende di casa, mentre cucio, ebbene si, mio caro Franz, ho intrapreso il lavoro di sarta! Quante signore non sanno rammendare i loro vestiti, davvero mi stupisce, ma se non altro mi permette di guadagnare un piccolo gruzzolo, sufficiente per noi! Rendermi utile mi ravviva e ristora la coscienza! Non credermi sciocca, Franz!
Ma dimmi qualcosa di te, come passi le giornate nel nuovo reggimento?
Raccontami qualche aneddoto della tua vita militare, te ne prego, così che io lo possa raccontare ad Anne! Concedici una parvenza della tua vita lungi da noi!
Allevierà la nostra nostalgia, allieterà i nostri cuori incrinati dalla tua assenza!
Mi manchi così  tanto, Franz, sarebbe sciocco non dirlo, la mia mente si compiace di pensarti non appena ne ha l'occasione, anche ora, ti osservo leggere queste mie parole sbiadite, e mi trema l'anima al pensiero di non poter avere alcun tipo di altro contatto.
Allora mi sciolgo insieme a questo inchiostro, mi diluisco nel calamaio! Le lettere che tu rimiri ora contengono la mia anima, disciolta per te! Lambiscile con le dita e sentirò il tuo tocco, conservami vicino a te,  bacia la carta, amala, e amerai me. E la lontananza non sarà più poi così insopportabile, avendomi nel cuore.  
Non ti crucciare, non ti commuovere, so che lo farai. Senti questo profumo? Ho spruzzato un po' della mia essenza preferita su questa carta, nella speranza che l'olfatto risvegli in te dolci ricordi.
Forse è il momento di abbandonare la scrittura di questa lettera, infine. Separarmene è così doloroso, vedo le tue labbra seguire le parole e vorrei che non smettessero mai di leggere, che rimanessero ferme, congelate in un istante, al  di sopra di ogni pericolo.
Ti amo Franz, so che mi ami anche tu.
Ti abbraccio con tutta la forza che mi rimane, Anne fa lo stesso e ti manda un bacio con la mano.
Ti amo di nuovo. Guarda come rido fra le lacrime, come la ragazzina che rimproveravi un tempo!
Amami anche tu, amami ancora.
la tua affezionatissima,
Marlene

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Capitolo 2
*** Siate Felici ***


                                                                                                                                                     Novembre 1939  
                                                                                                                                                                           Bruxelles, Belgio
 
 
Mia cara Marlene,
Non vedo come potrei rimproverare i tuoi intensi occhi scuri di cedere preziose lacrime, quando i miei non fanno altro che appassire, tristi, di fronte alle tue parole.
Ho apprezzato la tua malinconia, più  di quanto avrei mai potuto apprezzare qualsiasi parola di conforto, e ho deciso di risponderti così, partendo dalla fine, e ritornando al principio.
I nostri cuori sono sempre stati costanti, sempre lo saranno, Marlene.
Non ti nascondo che qui in reggimento ci sia un viavai costante di donzelle starnazzanti, che perdono piume sui letti di molti commilitoni. Non essere moralista Marlene, so cosa stai pensando, ma siamo in guerra. Ricordati che siamo in guerra.  Le luci dell'alba potrebbero non annunciare la venuta del nuovo giorno, se accompagnate dai boati delle granate.
Ciascuno ha la sua tecnica di sopravvivenza, la mia è ubriacarmi del nettare delle tue parole, quella di altri é ottenere quante più "piume" possibile. Sono così giovani, Marlene, così giovani! Disapprova, ma non condannare, non sarebbe giusto.
Se t'amo? Ti anelo, la notte, la mia anima desidera la tua, c'è mai un amore più vigoroso? Anne, Anne, la mia piccola Anne! Solo lei potrebbe avere in pugno il mio cuore più di quanto lo abbia tu!
Così inebriato dall'acre dolcezza della tua anima diluita nell'inchiostro, sopravvivo, per te,  per Anne, per questo maledetto paese, che per ottenere pace ci arma per la guerra!
Lavanda blu, sebbene sia molto ormai sfumato, aimè, ne ho riconosciuto il profumo...profumo di quelle notti che sai,  illuminate dai baluginii delle care lucciole, notti di abiti di pizzo, di esalazioni di vita...
Dio solo sa se ci scambieremo mai più sguardi così leggeri, se questa guerra non porrà fine a quelle dolcissime notti!
Ma  ora, poiché sono stato fin troppo ciarliero da sembrare brillo di euforia, ti racconterò della mia vita al fronte. L'allenamento al combattimento  mi ha spossato durante tutto il mese precedente, se tu vedessi...le azioni  sono così meccaniche, c'è della crudeltà nella ripetitiva macchinazione dei nostri gesti.
 A volte mi sono sentito questo, nient'altro che un prototipo di soldato, senza volto, come senza volto sono i nostri nemici. Carne da macello data in pasto alla storia, questo siamo, noi tutti, un sacrificio.
Non c'è differenza fra di noi, il nemico non lo è per scelta, è anche lui un sacrificio. Quanti verranno immolati? Quanti lo sono già stati? Ho visto giovani sparare con le lacrime agli occhi, duri come macigni, non provavano pietà per i caduti sotto i colpi dei loro fucili, eppure piangevano, senza conoscerne il motivo.
E' la vita che si ribella, Marlene, che si sente disprezzata, insultata, da questo spreco di anime. Te lo dico io perché piangono, piangono perché la coscienza tende a giustificarsi, e davanti all'assassinio di "uno qualunque, uno come te", si chiede "Perché?", si risponde, "Perché bisogna", si dispera "Non esiste, non bisogna!",  si strappa i capelli "non bisogna più!, urla "Non facciamolo più!".
Ma non puoi fare altro che continuare e dirti "non dipende da me", e invece si, dipende da te, e lo sai, ma sei un vile, non ti opporrai, e continuerai a sacrificare vite,  continuerai a perdere te stesso." Chi sono?" Gemono quelle lacrime."SONO UN MALEDETTO ASSASSINO" Dichiarano quelle lacrime.
Non ho ucciso,  Marlene.
Ogni sera,  prima d'andare verso le brandine, quando vengo colto dalla  consapevolezza che sarò la prossima granata ad esplodere su di un compagno, per sentirmi più umano, mi  ripeto: Non ho ucciso  uomini, non ancora. E questo mi salva.
Non raccontare questo ad Anne, raccontale che papa'  è un eroe, che combatte per lei. Anche questo è  vero, combatto per voi, per tornare a casa.
Fai che la sua meravigliosa caravella non la porti a scoprire la mostruosità di alcune terre, dove invece mi ha portato la mia, proteggila Marlene, non mi interessa se non è giusto, non mi interessa  se vivrà in una bolla di sapone, tu proteggila da questo male. Falle conoscere la bellezza, allontanala dal dolore, come è cresciuto Siddartha, voglio che non soffra, sono infantile, ma voglio che sia così!
Che non venga toccata, da questa sofferenza, Marlene, da questa esasperazione, risposati Marlene, dalle un altro padre, dissipa  la sua nostalgia. Dio sa quanto ti amo Marlene, Dio sa quanto amo Anne, dalle un altro padre!
Sposa il signor Dellaford, l'uomo baffuto nostro vicino, non convocato per la gamba di legno, lui è un brav'uomo, Anne si affezionerà con poco, vedrai, giocherà con la sua gamba, la vedrà come un accessorio, non come un' imperfezione, e anche tu ti abituerai. Sarà amore, Marlene, sarà amore, te lo giuro. Non voglio che si ricordi dei nostri giochi! Morirò, lo so, e lei non dovrà saperlo, Marlene, di aver avuto un'anima perduta, come padre! Ucciderò, lo so, e lei in cuor suo, ne avrà il sentore..e allora Marlene...allora sarà finita. Per me, per te, per lei. Ma non finirebbe se sposassi Dellaford, lui non si imbratterà di sangue amico, e non imbratterà Anne col suo putridume.
Per questo lo sposerai, Marlene.
O non ti amerò più, anzi, non ti amo! Sposalo.
Siate felici.
Franz.

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Buon giorno, spero che questa lettera, quest'uomo, abbiano pottuto toccare almeno un po' le corde del vostro cuore...
Sono in attesa di un vostro giudizio, che spero sinceramente di ricevere, sulla trama, sui personaggi ed i loro caratteri che cominciano ad emergere,  sulle emozioni che suscitano, quelle che trapelano dalle lettere...
E Marlene? Come risponderà a questa richiesta disperata?
Mi raccomando, fornitemi un vostro giudizio ^-^

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Capitolo 3
*** Non è colpa nostra se vogliamo distruggerci ***


                                                                                                                                      25 Novembre 1939
                                                                                                                                        Arles,  Francia
 
Franz,
Sarò felice.
Sarò felice quando mi scriverai che la guerra sarà finita.
Sarò felice quando non me lo dirai e ti presenterai sullo zerbino della porta con un pastrano lurido ed un sorriso ingiallito, mi stringerai e sentiremo il bisogno spogliarci degli abiti e delle coperture  e riunire le nostre anime lacerate in fiocchi di speranza.
E alloro ti giuro che adagerò su di noi la stoffa della felicità e, come un abito da sera, la cucirò con un filo di morbida seta, su misura , e l'indosseremo, fino alla fine dei giorni, stretti in un caldo abbraccio di entusiasmo e di follia. Con la consapevolezza, di amarci, che nient'altro importi. Tutto qui.
Che cos'è mai la felicità? Abbandonarsi ad un uomo che non si ama per alleviare la pesantezza dei ricordi e delle giornate, non potrei mai considerarla tale.
Ma non è della mia felicità ora che si discute.
Sono sicura che Anne amerebbe Jacke Dellaford, lo adotterebbe, come un gattino abbandonato, se ne prenderebbe cura, lo raccoglierebbe fra le sue braccia tenaci e gli renderebbe il gusto della vita, con la sua costanza. Si sa che i bambini adorano i gattini abbandonati e le anime consunte dalla rassegnazione, permettono loro l'onnipotenza.
Ma colmerebbe Jacke Dellaford il suo bisogno di un padre, il suo bisogno di te?
SI.
Abbiamo solo bisogno di riversare la giara traboccante del nostro affetto su di un viso amico, questa è una delle più inspiegabili debolezze umane.
Amiamo l'amore, non l'amato.
Anne adora i sentimenti che prova per te, la notte li invoca nei sogni, frullano le loro ali fra le sue labbra e le sfuggono, lasciandole il ricordo del loro sapore. Ma Anne non si sazia, brama la loro essenza, che non le viene resa dai ricordi che ha di te, né dagli euforici voli dei giochi, né le viene concessa dalle mie calde braccia.
Jacke Dellaford colmerebbe il suo vuoto di emozioni con il vivo interesse della novità,della conoscenza. Si annuserebbero e compatirebbero le reciproche sventure, sarebbe un amore dovuto alla vicinanza, ad un legame indotto, non viscerale come quello che prova per te. Tu detieni il suo cuore per diritto, un diritto prestabilito e mai rivendicato, mai preteso, non concesso ma preesistente, inalienabile.
 Il loro sarà comunque affetto inesauribile perché legato dalla compassione, pian piano l'immagine che Anne ha di te si confonderà col volto di Jacke, i vostri lineamenti si sovrapporranno fino a annullare uno dei due. E sarai tu, Franz, sarà la sfumatura di te ancora nitida a sfumarsi ed estinguersi, stremata dall'oblio.
Ma è sufficiente dimenticare per smettere di amare?Un ricordo teneramente amato può essere volontariamente soppresso e gettato nel dimenticatoio?
NO.
Franz, vorrei tanto che fosse così, lo vorrei immensamente!
Sfortunatamente le leggi del mondo non contemplano questa soluzione, i tuoi compagni stessi ne sono la prova, i loro cuori tormentati dagli spari delle loro stesse armi ne sono la prova, le loro coscienze imploranti di pietà. Anche io ed Anne imploriamo la tua pietà.
Non distruggerti, non degradarti, non arrecarti questo immenso dolore. Ti flagelli proponendomi un nuovo amore, sapendo di insultarmi in questo modo, di insultare il nostro progetto di vita, di insultare te stesso, di autoproclamarti un vile, vestirti di arrendevolezza e cadere in ginocchio di fronte a tua figlia. Fingerti morto, affinché non debba mai piangere sul tuo vero cadavere. Ti dimenticherà, e insieme a te il suo dolore. E insieme al dolore dimenticherà l'amore provato per te.
Ma non dimenticherà di averti amato, quell'amore perduto la perseguiterà e la tormenterà allo stesso modo in cui ora la tormenta la tua lontananza.
Un frammento di te è seppellito nei meandri più occulti della sua memoria, inarrivabili persino all'oblio. La divorerà dall'interno.
 Odierà me, odierà te, per averle permesso di dimenticarti, odierà se stessa per averlo fatto, riprenderà a far volare i suoi giochi e piangerà nel vederli cadere, non sarà triste perché rivivrà l'intensità del suo affetto per te nello slancio di un mio abbraccio, si dispererà per averti amato un tempo, ma averlo dimenticato. Il ricordo di una dimenticanza, un bel giorno si slancerà nel vuoto, per il ricordo di una dimenticanza...Sentirà il vuoto, quello fuori e dentro di sè. Allora verrà colta da un terribile sospetto, mi chiederà: "Mamma, come si può ricordare un amore inesauribile, senza provarlo ancora?"
"Non c'è risposta!"
Risponderò.
E allora si sentirà come l'essenza stessa della sua domanda, nulla, incompleta, il vuoto di una mancanza dimenticata.
E' questo che vuoi per tua figlia? No, non lo vuoi. Il modo in cui scrivi lo rende intuibile, il desiderio di proteggerla dalla sofferenza, così debole nella sua dolcezza.
Ma tu la proteggi Franz, con il tuo ricordo alimenta una passione senza la quale perderebbe la sua identità di figlia, la tua vicinanza al suo pensiero affievolisce la mancanza e le concede la sicurezza di un anima vicina, un'anima amata a suo piacimento, cara quanto un ricordo,ma non sfocata, nitida nella sua interezza.
Perdona se le mie parole vacillano fra l'agonia e la follia, ma la mia mano trema del  terrore mio e di Anne, di fronte alla tua disperazione. Sei esausto? Come i tuoi compagni...Cerca di resistere e prega per loro, prega per te, prega per il mondo, per gli uomini, per Dio.
Non è colpa nostra se vogliamo distruggerci, tutti lo vogliamo, con questa guerra.
Anne prega affinché non si scordi mai di te.

Addio Franz.
Addio ad un'altra notte di pallore.
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Non voglio aggiungere nulla riguardo a questa lettera,  lascio spazio ai vostri commenti e alle vostre osservazioni.
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione.
Elena

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