Me tengo que ir

di Kya_Smiler
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** No puede ser! ***
Capitolo 2: *** Vos y Yo ***



Capitolo 1
*** No puede ser! ***


No puede ser.                                                                                 


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Era passato poco più di un anno da quando i ragazzi più rivoluzionari del prestigioso collegio Elite Way School erano partiti per la loro grande avventura alla ricerca della fama internazionale muniti di camper,  chitarre, tanto entusiasmo e poco più. Nel corso dei vari mesi trascorsi in locali sparsi per l'Argentina ad esibirsi cantando canzoni così tanto significative per loro quanto poco apprezzate da un pubblico incompetente, erano cambiate tantissime cose. 
Per cominciare, il rapporto tra i quattro si era rafforazato in modo esponeziale, permettendo così una convivenza più serena; oltretutto sembrava che fra Pablo e Marizza si fossero finalmente calmate le acque e i due - quas
i sicuramente -sarebbero tornati insieme.  Nel frattempo Mia e Manuel vivevano intensamente la loro storia d'amore colma di passione e sentimenti sinceri, nella quale però vi fu un intoppo non trascurabile: la gravidanza. 
Erano ancora dei ragazzini, lei aveva da poco compiuto 18 anni mentre lui ne aveva 20 ed era una situazione troppo grande per due giovani inesperti che della vita sapevano ben poco. Mia era incredula. Non poteva essere! Oh no, non era possibile che una cosa come quella accadesse a lei. Non era proprio il momento. Era terrorizzata all'idea di doverlo comunicare a Manuel per paura di un suo rifiuto nel prendersi le responsabilità di padre, così aveva deciso di tenersi momentaneamente per sè la grande notizia, fino a quando un giorno, mentre era a pranzo con il gruppo, Marizza e Manuel si erano alzati per andare a ritirare le ordinazioni, e al tavolo erano rimasti solo lei e Pablo, ma ad un tratto videro avvicinarsi un uomo sulla cinquantina d'anni che salutò Mia dicendo: -Signorina Colucci! Che piacere vederla, la trovo in splendida forma.- Pablo, sorpreso dal saluto così confidenziale di quell'uomo mai visto prima, la guardava perplesso mentre lei fissava imbarazzata il tavolo per paura di incrociare lo sguardo interrogativo dell'amico. Mia riconobbe quell'uomo già da prima che si avvicinasse, e aveva fatto di tutto pur di non farsi notare dal suo ginecologo, che però nel frattempo l'aveva adocchiata e aveva pensato bene di passare al suo tavolo a salutarla. Vi fu un silenzio imbarazzante fra i tre, e a quel punto il dottore riprese parola, questa volta però rivolgendosi a Pablo: -Ah! E lei deve essere il padre! Congratulazioni! Abbia cura della sua ragazza in questo periodo così tanto delicato.- Pablo era sconvolto. Non credeva di aver del tutto capito cosa stesse succedendo, e il suo sguardo si intensificò maggiormente su Mia che tagliò corto dicendo: -Sì dottore non si preoccupi, sono in buone mani. Grazie per essere passato.- Il dottore si allontanò un po' stranito rivolgendo ai due ragazzi un sorrisetto tirato e un cenno con il capo, e a quel punto Pablo sommerse Mia di domande: -Chi era quello? Lo conosci? Perchè mi ha chiesto se sono il padre? Il padre di chi?- a quel punto si fermò un secondo e sgranò gli occhi a tal punto che sembravano fuoriuscire dalle orbite da un momento all'altro e riprese immediatamente: - Sei incita? E da quando? Manuel lo sa?- Mia era troppo sconvolta del fatto che il suo grande segreto fosse salito a galla. Tutte quelle domande che Pablo le aveva rivolto avevano reso la situazione più difficile, tanto che si alzò di scatto e si mise a correre in stato confusionale verso un parco adiacente alla tavola calda dove i quattro erano intenti a prenzare. Pablo la rincorse instintivamente e riuscì finalmente a bloccarla. I due si misero a sedere un una panchina, lui la stringeva forte mentre lei piangeva disperata. Non sapeva che fare. D'un tratto Pablo le afferrò il viso fra le mani e le disse: -Tranquilla Mia, non hai niente da temere. Andrà tutto bene. Adesso per favore calmati e spiegami cosa sta succedendo esattamante.- Mia per la prima volta dopo l'incontro con il dottore  piantò i suoi bellissimi occhi turchesi dentro gli occhi smarriti di Pablo, prese un grande respiro e disse: -Sono incinta di 8 settimane, ma Manuel non lo sa e non so davvero come fare a dirglielo perchè ho paura della sua reazione.- e a quel punto si lasciò scappare un singhiozzo addolorato che parve indomabile. Nel frattempo Manuel e Marizza erano tornati al tavolo con i vassoi del pranzo, ma non trovando nessuno iniziarono a guardarsi in torno smarriti, nel tentativo di vedere quei due volti che sembravano dissolti nel nulla. Improvvisamente un flash. Una cosa che Manuel non avrebbe mai voluto vedere: il suo migliore amico abbracciato alla sua ragazza seduti su una panchina in lontananza. Non ci vide più. Prese a correre per raggiungere il prima possibile i due, Marizza lo seguì a ruota pur essendo ignara di quello che aveva visto. Manuel si scaraventò su Pablo, lo afferrò per la maglietta e gli sferrò un pugno che lo stese a terra, Pablo rispose al fuoco e si scatenò una vera e proprio rissa, trasformando un parco che doveva essere riservato a bambini intenti a giocare (che adesso però erano occupati a scappare dalle proprie mamme in cerca di protezione), in un un vero e proprio ring. Mia e Marizza erano interposte tra i due per cercare di dividerli ma pareva tutto inutile, e a quel punto Mia esasperata gridò: -SONO INCINTA!-.
Tutto sembrò congelarsi. Sembrò d'un tratto che il tempo si fosse fermato all'improvviso. Manuel e Marizza erano impietrti d'innanzi a tale rivelazione. Manuel svenne.

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Capitolo 2
*** Vos y Yo ***


Vos y Yo.

 


Quando Manuel aprì gli occhi si trovava nel camper, con la testa poggiata sulle gambe di Mia che gli accarezzava dolcemente la testa in attesa del suo risveglio; non appena lo vide aprire gli occhi disse: -Ommioddio Manuel! Come ti senti?- Manuel era ancora un po' stordito e ricordava vagamente il motivo del suo mancamento. Si alzò a sedere continuando a guardarsi intorno in cerca di risposte, sembrava che le parole di Mia non lo avessero minimamente sfiorato, come un suono ovattato che difficilmente si riesce a percepire. Pablo accorse verso di lui e disse: -Hei amico, come ti va? Mi dispiace per il fraintendimento di prima, io e Mia stavamo soltanto discutendo di come fare a darti la grande notizia!-                                                                                    
Al sentire quelle parole, Manuel realizzò che i vaghi ricordi che aveva degli ultimi avvenimenti fossero reali, e di conseguenza la speranza che si fosse trattato solo di un sogno si spense.  Di scatto si girò verso Mia e senza levarle per neanche un secondo gli occhi di dosso, rispose a Pablo in tono monocorde: -Scusa Pablo ci lasceresti un attimo da soli?- Pablo serrò le labbra annuendo e indietreggiò per uscire dal camper. 

Erano in silenzio. Muti. Occhi dentro gli occhi. Occhi che parlavano. Gridavano. Piangevano. Non si trovavano parole in quell'istante. Era un momento delicato, tanto delicato che forse non servivano poi così tante parole, o forse non ne servivano affatto. Ad un tratto lo sguardo di Manuel deviò dagli occhi di Mia al suo ventre. Il ragazzo allungò la mano e la posizionò proprio in quel punto, e lei  subito mise la mano sopra quella di lui, stringendola.                                                            
A quel punto di nuovo i loro sguardi s'incontrarono. Lui sorrise e la trasse stringendola in un abbraccio. D'improvviso tutta la tensione si era alleggerita, si era dissolta come vapore che aleggiava sulle loro teste ma che piano piano scompariva. Manuel avvicinò la sua bocca all'orecchio di lei e le sussurrò dolcemente: -Tu ed Io ce la faremo, perchè l'amore che ci lega ci permetterà di affrontare ogni situazione.-                                                                                                
Mia scoppiò a piangere affondando la faccia nella spalla di lui, ma stavolta era un pianto diverso, era un pianto di sollievo. Tra le sue braccia si sentiva al sicuro e sentiva che non l'avrebbe mai abbandonata, per nessuna ragione, perchè i loro cuori erano connessi da una forza superiore.  Interruppero l'abbraccio per un momento e tornarono a guardarsi nuovamente negli occhi, e in uno scatto, Manuel posò la sua bocca su quella di Mia, e si lasciarono travolgere dalla passione, una passione quasi surreale, intensa, vera.                                                                                  
Le settimane passavano, e la gravidanza aveva iniziato a farsi notare, infatti non era stato facile per Mia accettare il fatto che il pancione avrebbe in qualche modo "deturpato" il suo corpo perfetto, ma Manel ogni giorno non faceva che ripeterle:   -Sei bellissima! Lo saresti sempre. Anche se smettessi di lavarti per mesi, io riuscirei in ogni caso a trovarti attraente.- e lei, come da manuale, ogni volta arrossiva dalla tenerezza e al contempo arricciava il naso all'idea di essere maleodorante.                                                                                                          

Nonostante la dolce attesa, Mia continuava ad esibirsi con il gruppo in vari locali popolati principalmente da anziani esperti giocatori di carte, e nonostante i vari effetti, come ad esempio la nausea e gli sbalzi di umore, tutto sembrava andare per il verso giusto. Sembrava quasi che la notizia del bebè in arrivo avesse addolcito le varie tensioni, persino tra Marizza e Pablo, che saltuariamente si scambiavano sguardi di grande intesa. Una sera, dopo essere tornati al camper da una serata in uno dei locali, mentre Mia e Manuel si erano immediatamente precipitati a letto stravolti, Pablo e Marizza avevano deciso di fare una partitina a poker all'aperto muniti di una bottiglia di vodka pronta per essere prosciugata e fra un bluff, un bicchiere  e l'altro i due entrarono inevitabilmente in una grande sintonia. Marizza sembrava annegare in quegli occhi tanto chiari da sembrare trasparenti e che riflettevano tutte le emozioni che l'uno provava per l'altra.                            

-Vuoi smetterla di fissarmi così? Mi imbarazzi, Spirito.- disse Pablo mangiandosi un po' le parole per colpa dell'acol, che stava iniziando a fare effetto, in tono di scherno ma al contempo ammiccante.

Marizza sussultò, stupita, e con la bocca impastata replicò: -Sei tu che mi fissi, razza di idiota! Io non ci trovo niente di piacevole nel guardare uno come te.-
Pablo alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere: -Uno come me? Intendi irresistibile?-

-No, intendo stronzo!-

A quel punto scoppiarono entrambi a ridere, e si fermarono un attimo a guardardsi come non si guardavano più da tempo.                                                                            
Sarà che erano entrambi un po' alticci, sarà che il loro amore era diventato talmente incontenibile da venire inevitabilmente a galla, fatto sta che i due si lasciarono travolgere dalla passione che si era sempre celata fra di loro, e che adesso stava riemergendo come un vecchio ricordo mai evaso dalle loro menti.

CONTINUA...

Nota dell'autrice: Ciao a tutti, sono nuova di qui ed è la prima fanfiction che scrivo, spero che la apprezziate! Semmai qualcuno la dovesse leggere mi piacerebbe molto che lasciate qui una recensione, positiva o negativa che sia la accoglierei con piacere. So che nel titolo iniziare ho scritto che avrei parlato della malattia di Mia, ma prima di arrivarci volevo percorrere un po' il periodo della gravidanza dato che nel film viene accennata lievemente, e niente, detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo, un bacio  
Kya_Smiler :*

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