Aspettate!
Prima che iniziate a leggere
questo capitolo, mi vorrei
scusare per averci messo così tanto a scriverlo
Ho avuto molto da fare, in
più il pc aveva dato di matto
Ma per fortuna ora è
tutto apposto!
Spero di caricare il prossimo
capitolo nel più breve
tempo possibile.
Intanto, vorrei ringraziare manueos85
per
aver recensito il primo capitolo
ed aver seguito la storia, ringrazio anche nami78
per averla seguita ed infine ringrazio m a f u r
i n e Mikan_Sakura
per
averla aggiunta tra i preferiti.
Vi ringrazio di cuore!
Buona lettura. ヽ(o´∀`)ノ♪♬
Capitolo
2
Era una giornata come le altre
trascorse al Sana Barbara,
avevo appena finito di fare le mie visite mattutine ed avevo deciso di
farmi
una camminata lungo i corridoi del mio reparto.
Mentre attraversavo il corridoio
davo una fugace occhiata
nelle camere altrui, era triste vedere tutte quelle persone malate ma,
allo
stesso tempo, mi faceva sentire meno solo il fatto di non essere
l’unico ad
avere una malattia definita dai dottori
“inguaribile”.
All’inizio mi dissero
che avevo davvero poco tempo da
vivere, neanche più di tre anni, e che dovevo prepararmi al
peggio.
Ora ne sono passati 7 e vivo ogni
giorno con il terrore
di lasciarmi tutto alle spalle e sparire per sempre, senza rivedere
più le
persone che ho amato per tutto questo tempo e senza potergli dire addio.
Il giorno dopo avrei compiuto il
mio 38° compleanno ed
all’inizio non avevo nessuna intenzione di festeggiarlo,
sarebbe stato soltanto
un altro modo per ricordarmi che di lì a poco sarei morto e
ciò mi faceva star
male.
Dopo aver attraversato il lungo
corridoio voltai a
sinistra, salendo le piccole scale che portavano alla terrazza.
Entrai, facendo attenzione a
chiudere la porta dietro di
me, mi incamminai verso un angolino nascosto della terrazza.
Da lì si poteva godere
di una splendida veduta, era il
mio posto preferito, l’unico a farmi sentire meglio.
Mi appoggiai con la schiena sul
muro strascinandomi a
terra, stringendomi le braccia al petto dando libero sfogo alle mie
lacrime che
sembravano quasi interminabili.
Piansi, piansi ed ancora piansi,
piansi così tanto da
dimenticarmi il motivo delle mie lacrime.
La verità che non ho
mai voluto affrontare è che ero
rimasto solo al mondo, i miei genitori erano morti da ormai molto tempo
e gli
unici parenti rimasti erano lontani da qui, in più non
avevamo un buon rapporto
e se ci fossero stati o meno era uguale per me. Di amici al di fuori
dell’ospedale non ne avevo, non ero mai stato un tipo molto
sociale.
Mi destai dai miei pensieri quando
sentii la porta aprirsi.
Con tutta fretta mi asciugai le
lacrime e mi rimisi in
piedi, sbirciai da dietro il muro per vedere chi era entrato.
Intravidi una figura di un uomo
rivolto di schiena che se
ne stava lì, in piedi.
Cercai di vedere meglio,
avvicinandomi.
Era Eisuke!
O meglio, visto da dietro sembrava
lui ma non aveva il
suo solito camice e, a vederlo da vicino, era persino più
alto.
Cercai in tutti i modi di
avvicinarmi in silenzio ma
inciampai per colpa del pigiama troppo lungo e feci un casino assurdo
mentre le
mie guance diventavano sempre più rosse
dall’imbarazzo.
L’uomo si
girò d’improvviso verso di me e, preoccupato,
mi aiutò a rimettermi in piedi.
Pensai “Che gioia! Ho
appena fatto una figuraccia
passando per uno stalker da un tizio che neanche conosco!
Urrà!”
- Ehi, tutto bene? Ti fa male
qualcosa? Vuoi che chiami
qualcuno? - Mi chiese l’uomo, mentre io mi rialzavo con la
stessa lentezza di
un bradipo.
“Mamma mia, quante
domande!” pensai, ridendo leggermente
sotto i baffi.
- Sto bene, non preoccuparti!
Grazie per avermi aiutato -
Risposi, sforzandomi di fare un lieve sorriso. Non sia mai che mi
faccia altre
domande a raffica come quelle.
- E’ compito di un
gentiluomo aiutare una fanciulla in
pericolo … - Dopo aver detto questo, lo sconosciuto si
avvicinò pericolosamente
a me, sorridente, per poi prendendomi la mano e schioccarci sopra un
bacio.
Rimasi senza parole.
Non solo mi aveva scambiato per
una ragazza, in quel
momento ci stava persino provando con me!
Scossi la testa, tentandomi di
liberare dalla sua presa.
- E - Ecco, veramente io ... Non sono una
“fanciulla”, mi chiamo Inoue
Fumio … Fumi per gli amici. -
In effetti, ero un ragazzo
abbastanza aggraziato, carnagione
chiara, occhi color ghiaccio, capelli castani e medio-corti che di
solito
raccoglievo in una coda bassa.
Venivo spesso scambiato per una
ragazza da piccino, non
avrei mai pensato che sarebbe accaduto di nuovo.
L’uomo si sorprese e mi
fissò per un bel po’ incredulo.
Poi, si fece coraggio e
parlò.
- Sono desolato! Davvero, non era
mia intenzione … Chiedo
umilmente susa! E’ che, non per offesa, ma hai dei lineamenti
così delicati,
quasi femminili e … I - In ogni caso, è un
piacere conoscerti Fumio, il mio
nome è Daisuke Shin *- Terminò così
l’uomo che, dentro di sé, era ancora dispiaciuto
per l’errore fatto.
Appena lo sentii pensai che era un
nome davvero adatto a
lui.
Gli calzava a pennello.
E poi, oltre ad essere gentile,
era anche piuttosto
bello.
* In giapponese il nome Shin紳
Significa Gentiluomo, per questo è un nome adatto a lui.
Spazio
dell’autrice.
Ehi, Ehi!
Rieccoci qui, nel mio piccolo
spazietto. (*^ω^)
Che ne pensate? E’ stato
di vostro gradimento oppure no?
Fatemelo sapere, sarei felice di
rispondere ai vostri
commenti. ヽ(*・ω・)ノ
Duunque, che ci faceva Shin nella
terrazza? E come mai
assomiglia ad Eisuke?
Uhuhuh, scoprirete tutto nel
prossimo capitolo!
Alla prossima!
(´ε` )♡
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